El sol as na va via (il sole se ne va via)
El sol as na va via
an sla brua dla seira
sento sfojesse pian le fior
sento la neuit
ch’a ma sgrafigna ‘l cheur
e a l’improvis l’istà
a l’è andas-ne via
veuj cheuje ancora
reuse an mè giardin
e peui andè con deuit
‘ncontra ‘l temp
per ‘contrè l’amor
cantanda e rijanda
ansem-a chila
omaggio discreto in piemontese alla fine dell’estate sempre con lei
Geovianamente
Parola di Dio
è il loro ossequiare
son pieni di dogmi
non riesci a fiatare
per dire che forse
la vera Scrittura
ancora non c’è
opini, disserti
ma loro imperterriti
sciorinano frasi
ormai digerite
e non ancora capite
però sono grandi
la fede è potente
il credo apre loro
la strada del bene
non sono dotati di grande sapere
ma trovano sempre
il versetto che fa loro piacere
con tatto discreto
mi avvio all’uscio facendo gesto
di pronto commiato
vorrei continuare il nostro parlare
ma gli ottusi non sanno capire
che al mondo, potendo, si viene
a ben vivere e non a patire
pazienza, se il prezzo per il nirvana
è quello del verbo
m’accontento, eccome,
di una piccola diavola
silente e carina
che le cose le fa
senza manfrina.
Camminando
Tu prendesti per mano
questo uomo senza tempo
mi fermasti per ascoltare la notte
odorare il vento, nella via
di un dolore remoto
Ogni odore è come un ricordo
tu capisti l’anima mia
il contorto del budello
del destino che mi travolse
sbucasti come aria nuova
nel mio vivere inquieto
questo aspro sentore lo addolcisti
il mio vivere in una terra
sventrata da eventi
incancellabili è diventato
un giardino fiorito
dove un ciliegio stupendo
non sfiorisce mai
dove il tuo respiro profonde
magia di vita
dove la tua carne ha preso
il sopravvento sulla mia
la mia via senza uscita
è ora un viale alberato
dove il turchino del tuo guardare
mi scorta verso un mare
d’ amore, mi hai accolto e poi respinto
come solo un onda sa fare
per poi raccogliermi sulla rena
con tenera commozione
speranza non so
certamente non sono più
camera buia
le mie parole inghiottite
dal tempo sono rinate
con te in terra ridente.
Notturno
Mi ha raggiunto la sera,
piccola mia,
è tempo che i fiori
in veli e tetto di petali
richiudano i loro pensieri
fammi sdraiare al tuo fianco,
nella notte, in silenzio
guida i miei piedi di labbra
sui tuoi chiari sentieri
alla debole luce di stelle lampioni
perché il tempo è breve
nel pensiero notturno
ma insieme... è pace.
Maria cristina vergnasco /marcello
plavier
Doble pensamiento
Dovrei tornare
indietro
dicono altri
dovrei tornare
per partire avanti
Perché indugio
nel desiderare
ciò che il mondo
mi offre
Ecco si devo
decidermi
devo partire avanti
dimenticando
per non tornare indietro
Tinti Baldini/Marcello Plavier
Lei lo sa
Essere viva, per Lei
quando il vento passerà fra le fronde
quando accarezzerà le rose
come dolce suono vibrante
quando la pioggia
noiosa
per giorni si presenterà
cantando fra le gronde
raccoglierai il brivido dell’autunno
ritrovando la Sua mano fra i capelli
il Suo sorriso
sarà come aspettare qualcuno
con il cuore che più forte ti batte
chiusa nel tuo
amoroso silenzio.
A kinita con l’ amore per la sua mamma
Bucaniere fallito
È bello spaziare nel mondo fatato
di donne deluse d’amore assetate
scrivere ubiquistiche poesie
facendo capire la tua bravura
d’amante e non solo
peccato che una spia le ha messe
in allarme ed allora che faccio
si cambia obiettivo all’uomo
rivolgo attenzioni sorrisi e moine
colmando così la cesta di bucaniere fallito
nessuna sinora ha creduto tout-curt
nessuna ha cercato un minimo cenno
di intima voglia mi crogiolo ancora
nel mio vagare pensando alla donna
dei sogni da vivere e non ancora vissuti
ritorno al mio mare azzurro e sincero
gabbiano implume sussurro parole
per dire al muliebre mondo parola di pace
e tu sirena che cerchi il drago possente
farfalla gentile che mi vieni nel sogno a trovare
ricorda che sono bugiarde le frasi che scrivo
lo dice la spia che mi ha tolo il respiro
credeteci è vero,ma vero è l’amore
che agogno da donna di fuoco,
da labbra assetate, da cuore deluso
che cerca il suo sogno.
Ridere
Rido, perché rido?
mio caro hai poco
pèr ridere uomo antico
offeso e deluso
terremoti e tsunami
ti strozzano il fiato
e se puoi ridi
crisi economica tre monti e null’altro
ci spiegano che il tutto è
colpa di chi versa in banca il risparmio,
e torniamo in pianura
sino a ieri la escort vettura datata
diventa donna da comprare
dai mettiti a ridere
cosa resta a un uomo antico confuso
se non sognare l’amore
fatto di draghi sirene
occhi desiosi labbra di fuoco
sempre lontano e struggente
talvolta appagante
paura di svegliarti
come orso
da lungo letargo
ritrovarti alla caccia
del miele sognato e amato
di questo non ridi
la solitudine vive con te
i quattrini non bastano mai
i ricordi ti dilaniano
delirio del ridere
cosa avrai mai
da ridere
forse ridi perché
non lo sai ma sei forte
e allora tesoro
facciamoci una bella risata
Chiacchiere lunari
Stasera parlo con te luna
luna amica degli amanti
ti chiedo, illuminami la via
per raggiungerla
vorrei esserti accanto,luna
per vederla in ogni momento
sai, luna, la sua voce è un dolce canto
la melodia è il suo esprimere
i suoi occhi poi, incantevoli
mi ipnotizzano, si riempiono di me
quando si muove, pare nuoti nell’aria
il mare è il suo mondo
guardala, sirena innamorata
si muove rasentando scogli e vulcani
volteggia fra pesci e gabbiani
in attesa del mio arrivare.
Grazie luna, vederla è tremare
vederla e non affrontarla, è dolore
vederla ed urlare in silenzio
ti amo, è il regalo che il fato mi dona.
Occhi cerulei
Davanti vi scorgo
Occhi cerulei
radiosi vasetti di magnete
che i miei occhi
colmi di fuoco incandescente
riescono a malapena
prenderne l’incanto
magica delizia, ogni accordo
oggi vive e mi esalta
come l’amante quando
il fiore coglie
nello squisito ricordo
Aspettando nuova vita
La luna sull’asfalto
fa un lago di luce silenziosa
l’uomo antico ha il suo fiume
che l’aspetta di giorno
e la notte attende la donna
che un giorno fu sua
l’uomo antico soppesa i pensieri
affacciandosi al bordo del lago
in attesa di evento lontano
è quasi urlo la sua faccia distorta
è muto nel suo gridare
nell’alone lunare un viso
appare improvviso
è il ricordo di ore passate
di gioie vissute
è la donna che tanto s’ attende
ma la donna non parla
l’uomo antico in ginocchio
si protende quasi afferra il ricordo
ma la donna sorride
gli prende la mano
lo trascina nel lago
nuova vita lo attende
Water-closet
Abbambinando
la bagatella
non considerando
che nel contesto
in contiguità
disquisivano
distaccate
epistemologiche
femmine
nell’evitico
evocare il frutto
paranoico,
in giaculatoria
introiezione
irrefutabile,
dissenteria di menti
germogliate
in lunazione
introversa.
Mirabile rimasuglio
miocenitico
di odontalgici
rimedi nel palpeggio
parapsicologico
di menti rattoppate
nel sarcastico
stacanovismo
del ridere.
Spirito notturno
Il mio spirito ribelle
in piena agilità si libra
oltre il campo dell’etere stellare
lontano dall’ipocrisia
Sorvola placido picchi
e vallate
marine e foreste
di profonda immensità si avvale
per scuotere dalla vita
il peso di pene incombenti,
per planare su lande radiose
tappeto di fiori e laghi silenti.
Tenebroso e discreto,
s'insinua nei gorghi profondi
della speranza e del credo
scoprendo invece spietati duelli
eccitati dal sangue versato
da disumani fratelli
come estrema difesa
da questa trappola mortale
all'infernale contesto volta le spalle
e ripiega sconvolto
nella fortezza della mia anima ferita
maria cristina vergnasco/ Marcello Plavier
Dormendo con te
Cosa dire stanotte
alla donna che dorme
cercare la unica dolce
formula magica
che sciolga l’arcano
dell’essere amata.
Come ogni sera
riemerge il dolore
di una notte senza parole
nel buio muto un remoto silenzio
converge nell’anima;
parlare alla notte
che vive sommessa
con soffice angustia
con tenue tremore
l’attesa di un bacio
di una carezza
aspettare che il sole
si levi oltre il colle
e come mano
di luce rosata
lieve si posi su pelle di sogno
aspettare il respiro leggero
il suo sorriso sopra il cuscino
occhi in desiderio d'amplesso
ora il quadro azzurro alla finestra
è dipinto da gemma d'affanno
dal gemere sordo
di femmina nuda
lucente sirena
aggrappata al mio scoglio.
Errabondo
Entrai di corsa
e tutti risero.
Tranne le sedie. il tavolo,
le tende, i gatti, il tappeto,
le pareti, il camino.
Allora uscii,
lentamente
raccolsi il mio cuore
e mi allontanai
Omaggio
Quando lento
si spegne ogni rumore
il tuo viso
plasmato dalle mie carezze
ritornerà splendente
immune da colpe
Io ti voglio amare
dando vita a steppe stellari
dando dei tuoi capelli
colore al sole
dando dei tuoi occhi
colore al cielo
spargendo nello spazio
il tuo sorriso ammaliante
Dove onde di culle sospese
di angeli alati
accenderanno il fuoco
della speranza nel mio cuore
travolgendomi poi
in amplesso sublime e totale
Come allora
Come adesso
Come sarà sempre
Pisco farmaco
Barbaturicando,
l’ansiolitico
si neurologica,
con nausea
capogiro
verterirismo.
Lituano
depresso
testicoli
inerti , si avvia
allo studio
di neurale dottore,
s’accomodi, dice,
mi dica,
sento gli spiriti
che vengon
la notte,
perbacco symptoma
di ansia depressa
gli dice
lei osservi
la cura prescritta
che ora produco,
occorre
triciciclare
attento deve stare
l’alcool non bere
se no droga diventa.
La sera depresso
lo psico balsamo sugge
inghiottendo con
PISCO CiLENO.
Si sente gasato,
dal farmaco nuovo
la moglie
da tempo digiuna
festeggia
il momento
PISCOPANDO
felice.
Aspettando la vita
La luna sull’asfalto
fa un lago di luce silenziosa
l’uomo antico ha il suo fiume
che l’aspetta di giorno
e la notte attende la donna
che un giorno fu sua
l’uomo antico soppesa i pensieri
affacciandosi al bordo del lago
in attesa di evento lontano
è quasi urlo la sua faccia distorta
è muto nel suo gridare
nell’alone lunare un viso
appare improvviso
è il ricordo di ore passate
di gioie vissute
è la donna che tanto s’ attende
ma la donna non parla
l’uomo antico in ginocchio
si protende quasi afferra il ricordo
ma la donna sorride
gli prende la mano
lo trascina nel lago
nuova vita lo attende
Ritrovare
Trovare il momento più bello,
preparami all’incontro sognato,
sperare, in segreto
sapere che si avvererà.
Cercare in me stesso,
della sua vita i colori,
e il sapore maturo
del suo frutto vorace,
che mi affascina, mi
dona calore, mi trema.
Sono come un ragazzo,
a scoprire la pelle di donna;
il profumo che spande,
il vigore improvviso
che prende alla gola,
togliendomi il fiato,
curioso nel prendere,
generoso nel dare.
Devo ritrovarla,
la gioia d’amare
Mistero
Il nostro amare così misterioso
in viaggio al di là del presente
ci vede lottare per l'impossibile
nascosti e veri dentro l'incanto.
Autoinganno timore
a soffrire il silenzio del fare.
Non divagare
oltre stelle e maree
non affrontare
l'abisso deserto dell'esistenza
non è rinunciare
alla speranza di vederlo fiorire
questo amore in attesa perenne.
E' offrire rifugio alla gioia che porta
e ascoltare se colma il vuoto dell'ansia
l'accordo d'amore della nostra canzone.
Notturno
Come un giorno lontano
riappare come immobile luce
a fiorire il ricordo.
Quella donna trema ancora
alla dolce carezza
il suo corpo si stava
svegliando nell’incontro amoroso
sorridente resta stesa al tuo fianco
assapori il tiepido istante
che procura un tremore diverso
Fuori piove
rinviando odori di terra.
E’ mutato il colore del mondo
sulle membra la stanchezza
giunge improvvisa
mentre senti fuggire l’estate
il tuo fiume cresciuto
fa sentire la voce
tu dalla finestra aperta
contempli la collina
mentre sale la nebbia precoce
a offuscarti la vista
quella donna appagata ti osserva
ha gustato l’amore
poi si volta e si mette a dormire.
Tu
Ricordi, mi venisti accanto
vestita di viole
incantato tremante
capii che eri l’amore.
Tu sei la vita pensai
il tuo sfiorarmi
mi tolse il respiro
da ignota terra
arrivasti al mio cuore
con quell’alito
caldo di primavera
che vive con te.
Non era silenzio
il tuo parlare
tu donna di fuoco
mi bruciasti feroce
Tu vivi nell’aria
che sfida il futuro
nel tuo giardino
sei fiore radioso
respiri quell’erba
che ti rende speciale.
Tu nuda di sera
vestita di luna, con occhi
fulgenti e labbra tremanti
attendi, lo so
Il tuo sangue che bolle
lo tieni lontano
da carezze audaci
da tremori improvvisi
Ricordi mi venisti accanto
e nulla e nessuno
turbava l’incanto.
Ora invece le parole
che dici, non hanno
riscontro, nella tristezza
del mio cammino.
Tu per me
sei la vita e la morte.
Affastellamento
Cercare parole
sconosciute,
decidere
nel dedalo
delle idee,
dileguandosi
da immagini
viziose,
arrampicarsi
su un nespolo,
affrontare un
perigeo,
piangere
sui dolori
del pianeta,
sofferente di
bradisismo,
diventare
borghese alla
moda,farneticare
dopo letture
di fanzine,
fecondare
fauni,
diventare
inespugnabile
roccaforte,
inizializzare con
gusto poemi
e canti inneggianti
all’amore
universale.
tutto questo
casino
per non
dire nulla.
Per gioco chissa’
Dopo l’abbandono,
non sarò mai un asceta.
Rinuncerò da questo istante,
di fare parte del mondo ,
dove gente si muove
in maniera cortese,
lo giuro.
Ecco, in frantumi
il vaso dei ricordi,
in mille ed un pezzo,
spremendo la mia ultima
lacrima, non sarò
più persona civile.
Per questa occasione,
farò il voto di
essere indegno,
di avvinazzarmi e di
fallire del tutto.
Questo è il
mio giuramento.
Vascello fantasma
Vagando e cercando,
nel cielo infinito,
un antico vascello
ritrovo, lo inseguo
alla caccia del suo tesoro,
la mitica farfalla innevata.
La trovo stordita
ma viva perbacco.
Trent’anni lontana
dal vivere e amare;
la induco pian,piano
allo sbarco,
per farla tornare
in un mondo diverso,
certamente più adatto
alle sue ali, frementi
nel gesto del suo volare.
La bacio leggero,
sull’ala indurita,
e come d’incanto
tra le dita mi appare
dolcezza di donna
che senza parlare,
vivendo il momento
si lascia cullare.
Poi docile e grata
di esser stata trovata
mi prende la mano
e in tacito accordo
seguendo il destino,
lontano, lontano,
fuggiamo volando.
Fiaba d’estate
Un airone mattiniero
In alto volò
E con colpo d’ala,
spense l’ultima stella.
Un gabbiano. improvviso
correndo sull’acqua,
accese il sole,
svegliando il mare.
Camminando sulla sabbia,
ho scritto il tuo nome,
ma un’onda maliziosa
lo lesse e gelosa,
se lo portò via.
Sulla sabbia bagnata,
la mia orma è sparita,
il tuo nome nel mare,
il mio cuore tremante,
raccolsi conchiglia,
aveva inciso il tuo nome.
Romanza
Silenzio, nessuno sa,
nessuno deve sapere.
Neppure il vento
si deve muovere,
lui quando pensi a lei,
diventa vortice
e fa impazzire.
Silenzio, sui muri di castelli,
sulle pietre di borghi antichi,
sulle case disabitate
piene di fantasmi ,
silenzio, nei fiori ,
che al mattino si
schiudono al sole,
alle foglie che
spettegolano
sull’albero.
Silenzio, quanto silenzio
odo a me intorno,
da lontano la sua voce
affronta la prova,
la sento nel profumo
della terra, nel muovere
delle nuvole.
Con lei non esiste silenzio,
il suo cuore trasmette,
e l’uomo senza età
ascolta trepido.
E’ musica di un’arpa,
è silenzio che canta,
raggiungendo lo spazio
come uragano,
scuotendo l’anima
e facendo vibrare le membra,
nel delirio di un amore
infinito.
Essere vivo
Per me, essere vivo,
è fruscìo fra le rose
di vento taffettà,
rumore di pioggia,
per giorni, noiosa, sospiro
d'amore innalzato alle gronde.
E’ percorrere prati, anche
quando l’erba, crescendo,
nasconde i sentieri,
è osservare distratto il soffitto,
che gioca con luci e ricami di ombre,
interrogare l'immenso,
e aspettare qualcuno col
cuore in subbuglio,
è amare e non chiedere,
sognare carezze,
è scusarmi con te,
per essere vivo così
Fantasticando
Nel calar della luce, uomo solo,
mi accendo di nuovi timori,
mi si aprono ferite già chiuse,
il respiro che preme il costato
rallenta il ritmo battente,
diventa un affanno che si
trasforma in dolore.
Nella casa, tutti abbiamo una casa,
sul rosso divano,
mi riappare la donna dagli occhi
colore del mare, la chioma dorata
nell’immobile luce mi ravviva il ricordo,
un acuto ricordo, dolce e amaro,
ma pieno di brividi languidi
d’audaci abbandoni.
La donna col corpo raccolto.
rialza improvvisa la fronte,
il tremore mi accoglie le membra,
la sua mano si tende, richiamando
la mia carezza.
Nel silenzio che dura, sento la voce
lontana che chiama,
è svanito il ricordo, non mi resta
che il sussurro remoto,
di uomo solo, che si perde
nel nuovo soffrire.
Colori stonati
Ti cerco nel
calice,
della mia sete
asciutta.
Non so se sei,
non so se sai,
non so se sarai.
E non so più
del giorno
e del suo cammino
obliquo,
radice quadrata
del mio sentire.
Impietrito il domani,
arcaico monolite
lo confondo nei quadri,
avvolti d’Inverno
appesi sui ghiacci
dei tuoi occhi bui.
Ti cerco nel viola
del mio pensiero,
prillante nel gorgo
di un sogno sottile,
tagliente del gelo
del tuo sole cieco.
Ti cerco nell’inno
di cori all’amore
Ti cerco e mi trovo
canzone stonata.
Marcello Plavier e Flavio Zago
Ombre di fine estate
Ti svegli un mattino e t’accorgi ch’è finita l’estate,
però ancora cerchi il calore smarrito,
ti senti uomo con membra avvizzite,
la stanchezza del giorno t’attende.
Il colore del mondo ha cambiato il suo fascino,
le giornate più corte silenziosamente
avanzano, come guardinghe.
Il sole ormai trascorre il suo tempo
arrossando le spiagge, toglie il gusto
del nuoto solingo.
Tutto il mondo rispetta il mutare,
anche gli alberi ne soffrono la nuova luce.
Un silenzio lontano che prendeva la via del cuore,
ora tace, improvvisamente sfiorito.
Dalla vuota finestra, ascoltando il silenzio,
mi accosto attendendo un nuovo sussulto, di vita,
di gioia. Vedo solo colline, alberi che ingialliscono,
il fiume che passa mi canta felice, l’acqua muove
veloce verso il mare, limpida come l’anima di un bimbo.
Io stracciata la veste notturna, l’inquietudine
mi afferra le membra, solo lei
mi può dare certezza di un amore pulito.
La mia donna, capelli disciolti mi attende con
Il corpo proteso al’incontro, ed allora
l’incanto si avvera, ci sarà qualcuno sul letto
abbracciato ad una donna.
Dalla buia finestra, uscirà un gemito forte,
facendo vibrare il silenzio.
Ritrovare
Ritrovare il momento più bello,
preparami all’incontro sognato,
sperare, in segreto
sapere che si avvererà.
Cercare in me stesso,
della sua vita i colori,
e il sapore maturo
del suo frutto vorace,
che mi affascina, mi
dona calore, mi trema.
Sono come un ragazzo,
a scoprire la pelle di donna;
il profumo che spande,
il vigore improvviso
che prende alla gola,
togliendomi il fiato,
curioso nel prendere,
generoso nel dare.
Devo ritrovarla,
la gioia d’amare.
Il silenzio
Viaggia veloce nell’aria
E penetra nella roccia
Come canto di sirena
Aspettando
Affacciato alla buia finestra,
questo vecchio si sente lontano,
tutto il pensiero si porta ad un figlio,
partito da tempo; ogni giorno ripensa
al passato, quando assieme
giocavan sul prato, grandi risa
nel tepore del giorno.
Non ritorna il ragazzo è lontano,
in un mondo felice; sente il vecchio
la presenza costante del suo
parlare, con la mano ricaccia
il pensiero, ora è tempo
di vivere lasciando lontani
malinconici e tristi ricordi.
Nel crepuscolo fresco, s’avvicina
una donna, lo abbraccia, è la figlia
che da un senso alla vita del vecchio.
Nel sorriso dell’uomo si scorge mestizia,
solo un sussurro gli esce dal labbro,
il ricordo gli sfugge di mano.
Può accadere ogni cosa;
nella immobile luce del giorno,
avanza una calma stupita,
fra le foglie che stormiscono tenui,
c’è il ricordo di un vivere assorto,
di una vita improvvisamente svanita.
Godot e’ arrivato
Con Vladimiro ed Estragone
ho atteso il suo arrivo
ogni giorno
sotto un albero
sino a sera;
è un enigma chi lui sia
forse Dio, forse morte
o chissà chi.
Tutti tre senza
riposo, dialogando
senza senso,
soluzione abbiamo
trovato.
Siamo entrati in Poetare
e sorpresa eccolo li.
Chiacchiere lunari
Stasera parlo con te luna,
luna amica degli amanti,
ti chiedo, illuminami la via
per raggiungerla,
vorrei esserti accanto,luna
per vederla in ogni momento,
sai, luna, la sua voce è un dolce canto,
la melodia è il suo esprimere,
i suoi occhi poi, incantevoli,
mi ipnotizzano, si riempiono di me
quando si muove, pare nuoti nell’aria
il mare è il suo mondo
guardala, sirena innamorata,
si muove rasentando scogli e vulcani,
volteggia fra pesci e gabbiani,
in attesa del mio arrivare.
Grazie luna, vederla è tremare,
vederla e non affrontarla, è dolore,
vederla ed urlare in silenzio,
ti amo, è il regalo che il fato mi dona.
Cercando la pace
Nel buio improvviso del cuore, m’inerpico
su strade scoscese , di collina
non più coltivata.
Mi duole la gamba, ma proseguo il cammino,
la camicia incollata alla schiena,
attraverso boscaglia senza fiori,
per raggiungere un luogo, che ancora
non so.
Mi compare di fronte una vigna,
fra le coste di questa collina,
è stupendo vedere ragazze ridenti,
vestite di sgargianti colori,
riempire le ceste di uva,
cantan tutte a gola spiegata,
in dialetto, che ancora qui vive
Mi soffermo un istante e saluto,
ricambiando il grande agitare di
panni colorati, al mio passare.
Piano ritorno sui miei passi,
il pensiero ancora m’inchioda, alla
donna che lontana mi attende.
Ora ho sete, ogni fonte è stata distrutta,
ma cammino veloce in declivio,
quasi a volere arrivare da lei,
donna , che attende, lontana
nel tempo e nel luogo,
preparando se stessa all’incontro.
Per godere compiaciuta,
del mio arrivare.
Augurio
Mi ritrovo seduto con te,
ai margini d’una fonte,
le nostre mani, stropicci,
in abbraccio carnale
perchè oggi, amore,
non riusciamo parlare.
La mia età, ancora può
trascinarsi pensieri e
desideri innocenti e torbidi
di volere, la tua bellezza
m’incalza, il tuo corpo
bianca soffice lana
alla carezza mi si offre
aperto,
mi sento ubriaco,
declini vampe dei sensi,
che arrossano le tue gote,
accese da parole audaci.
È tormento che
strema le membra.
E’ festa per te, ma
ancora non riesce il sorriso,
pensando al tempo trascorso,
ma ritrovalo ora,
specchiandoti viva,
nelle braccia di chi
sai che ti ama.
Augurio, si dice,
augurio per me
rivolto al futuro
mia prima Dama.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco
Ritorno
Tutta la notte,
in riva al mare,
cuori alla deriva,
ho dormito con te;
dolce e selvaggia, danzavi leggera
tra mare e spiaggia, tra fuoco
e acqua.
Ho dormito con te,
i nostri sogni, groviglio
in terra di forti radici,
tu hai dormito con me,
le nostre canzoni,
lontane di lune,
di quando sirena, cercavi
calde correnti, dirette
al tuo drago possente
e cantavi nel sonno.
Al risveglio labbra su labbra,
sapori di mare, di alghe,
d'amore. Bacio, figlio d’Aurora,
appena giunto dal mare
in dono di pace.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco
Peccato mortale
Ho scoperto che,
morire d’amore
è un fatto normale,
è semplice cosa,
che nasce dal niente,
che un cuore un po strano,
ricerca l’oblio,
nel mentre fiorisce
la grande passione.
Rientra sto fatto,
nei misteri dell’uomo,
se l’altra metà,
minaccia l’addio,
subentra immediato
il bisogno di morte.
Peccato però che
ciò non avvenga,
se fosse così
quanto spazio vitale
sarebbe li pronto
per me.
Omaggio
Mi trovo accanto,a te
persona incredibile,
sorridi malgrado
la vita t’offenda,
gentile signora.
Poeta del cuore,
sai dare a chi legge,
parole suasive, talvolta,
dirette a chi troppo
si vanta del suo rimare.
Insegni, t’impegni con
grande solerzia, gareggiando
scherzosa, con partner
lontani.
Baldini graziosa madama,
mi vanto d’averti
trovata mia amica
con grazia, m’ascolti
e bacchetti le dita di chi
è lontano dal tuo educare.
Trovarti è stata fortuna,
continua a sentirmi,
tesoro grazioso.
Ascoltando il silenzio
Ti svegli un mattino e t’accorgi ch’è finita l’estate,
però ancora cerchi il calore smarrito,
ti senti uomo con membra avvizzite,
la stanchezza del giorno t’attende.
Il colore del mondo ha cambiato il suo fascino,
le giornate più corte silenziosamente
avanzano, come guardinghe.
Il sole ormai trascorre il suo tempo
arrossando le spiagge, toglie il gusto
del nuoto solingo.
Tutto il mondo rispetta il mutare,
anche gli alberi soffrono la nuova luce.
Un silenzio lontano che prendeva la via del cuore,
ora tace, improvvisamente sfiorito.
Dalla vuota finestra, ascoltando il silenzio,
mi accosto attendendo un nuovo sussulto, di vita,
di gioia. Vedo solo colline, alberi che ingialliscono,
il fiume che passa mi canta felice, l’acqua muove
veloce verso il mare, limpida come l’anima di un bimbo.
Io stracciata la veste notturna, l’inquietudine
mi afferra le membra, solo lei
mi può dare certezza di un amore pulito.
La mia donna, capelli disciolti mi attende con
Il corpo proteso al’incontro, ed allora
l’incanto si avvera, ci sarà qualcuno sul letto
abbracciato ad una donna.
Dalla buia finestra, uscirà un gemito forte,
facendo vibrare il silenzio.
Tu mio tempo
Quale tempo
segue la giusta via,
notti piovose,
cuori spezzati,
amori nati
e poi finiti
anno per anno
la gioventù
sfiorisce,
come fragile fiore
appassisce,
poi muore
nel nulla.
Sapere che sei
mortale
e il tempo
è breve.
Sedersi
in un canto,
scrivere versi
meditando
che tu,
occhi turchesi,
sei il
mio mondo.
Ma ahimè
Il tempo è finito
Affrettati,
vieni amore,
che così
annulliamo
il tempo .
Incontro d’agosto
Ma eri tu
quella sera brumosa
d’Agosto spessa di sudore
e senza stelle
eri tu nascosto dietro
la magnolia
in passo di danza
a braccia tese
che sorbivi il profumo
e ti vestivi di bianco?
Infine mi scorgesti
accasciata sul prato,
sembravo chiamarti,
sorrise il tuo viso,
afferrasti l’appiglio
l’offerta muta
accondiscese all’evento.
Adagio mi stringesti
spogliando le vesti
prendendo la carne,
trovammo all’unisono
il modo d’amarci
assaporando il mio miele
nascosto nel guscio,,
gemendo felici nella sera
d’agosto
Tinti Baldini e Marcello Plavier
( è un gioco che ci ha divertiti molto ,da buoni amici in sorriso)
Malia
Ammaliato, sono rimasto,
dalla cornice d’oro dei tuoi capelli,
il tuo viso, sorridente che
incastona gioielli
quali , perle lucenti
e pietre color turchese e rubino.
Affascinato dal tuo guardare,
trascinato dal mio ardore,
ti ho amata, oh il tuo sapore,
la tua pelle ambrata,
il tuo vibrare, il tuo amarmi.
Sono uomo senza passato.
vivo nel presente.
che la vita mi sta regalando,
in questa vita
non ho mai amato,
ora lo so, ne sono certo.
Sei tornata mia Regina,
da luoghi lontani,
per ritrovare insieme
le gioie ed i tormenti,
del nostro antico amore.
Acquerello di vita
Vivere l’alba scoprendo
Il morir delle stelle.
La mia donna ancora
dorme e sorride, forse sogna
una storia d’amore,
lentamente apre gli occhi la luce,
tutto ancora tace, sonnecchia,
nel letto sfatto
il disegno del suo corpo
mi da emozione.
Respiro il suo odore
che sempre mi stordisce.
Mi alzo a fatica,
cerco aria diversa alla finestra,
vedo un uomo che passa,
va al lavoro col cibo
del pranzo, non si volta
al saluto del sole,
il tepore del giorno lo investe
e le stelle scivolando nell’aria
s’allontanano con promessa
di ritorno nello
specchio del cielo.
Alla finestra osservo l’intorno,
la mia donna mi chiama
tendendo le braccia,
arcuando il suo corpo
m’invita all’amore.
Merenda sinoira
Nella rustica osteria, una ombrosa pergola
fa da tetto a una famiglia,
che si appresta al merendare.
Sotto il sole rovente, è un piacere sedere
nell’ombra di foglie con uva,
un ragazzo saltella una corda,
mentre il padre annoiato,
si gusta un bicchiere.
D’improvviso appaiono mosche,
accompagnano un cane randagio,
si lamenta la madre,
mentre il ragazzo rincorre
le mosche ridendo.
Tutto è pronto sul tavolo,
la frittata contornata dal verde,
dei panini imbottiti al salame,
un fiasco di vino,
un cocomero in bella mostra
attende un taglio deciso.
Altra gente compare,
suonando chitarra e armonica,
improvvisano rime giocose,
danzano sul largo terrazzo,
brindano a questo incontrare.
Si intrecciano voci e risate,
in un mondo che pareva scomparso.
Non è vero ch’è tutto finito,
si può ancora trovare amicizia.
Aliti di vento
Il vento, certe sere si spande
tra vesti di donne felici, ma
in città non si sente la gioia
della sua carezza.
Penetra insolente fessure
e narici contratte,
i lampioni oscillanti,
disegnano movimenti di
ombre pensanti,
mentre odori acri,
miasmi da terra fumosa,
ci raggiungono e avvolgono.
Senza tempo si vive.
Solo il fruscio delle foglie
sui sassi, è musica
e colore di chiazze vermiglie.
E' trasporto sulle ali del vento
nel mistero del mondo.
maria cristina vergnasco/marcello plavier
Alieno vivo
Giunto da un mondo lontano,
intrappolato in un corpo non mio,
in aria pesante che non m’appartiene,
esiliato nel mio incognito destino.
perché colpevole di voler camminare,
reo di sapermi nutrire dei miei pensieri,
ho colto questa via,
questo mondo da amare e odiare .
Ho provato, illuso argonauta,
a frugare velli e crivelli
a scostare fondali quotidiani
di teatrini di pupi,
alla ricerca umiliata
della mia nobiltà.
Ho scoperto che il vuoto,
prerogativa interstellare,
ha altri mille luoghi terrestri
dove poterlo ritrovare,
Ed Alieno disperato ed offeso,
ritorno lassù a setacciare
sincera polvere di stelle
nella culla dell’universo infinito
per trovare
la mia pepita di verità.
Marcello Plavier/ Flavio Zago
Senescenza
Quanto tempo è passato,
è invecchiato quell’uomo ormai solo.
Ricorda, quell’uomo, gl’incontri casuali
e non era più solo.
Rideva e cantava gioioso,
non era mai solo, nel cuore l’allegria
padrona del momento,
gli infondeva fiducia, speranza.
Viveva guardando le stelle,
cercando nel mondo il suo
avvenire, il suo perché.
La mattina saltando dal letto,
sapeva che intorno
trovava avventura.
Amava se stesso,
la casa piccina e spartana
gli dava fiducia.
E’ invecchiato quell’uomo,
e non basta a se stesso.
Lui ora sotto le stelle,
guardando la luna
domanda se serve a qualcuno
un vecchio silente.
Trovare una donna paziente.
L’uomo amaro constata,
quanto è inutile la vita da solo,
ormai, dormire soltanto,
nelle pieghe del suo soffrire.
Vendemmia
Dalla fresca finestra, s’affaccia la luce,
questo giorno speciale
si spalanca in un dolce silenzio.
Ogni donna prepara la cesta,
si va a vendemmiare.
Salendo alle gialle colline,
sorridenti, per strada, vanno cantando
con lievi parole di gioia,
La vigna è fatica e sudore;
sotto il sole cocente ogni raspo raccolto
è un successo,
mentre i chicchi lucenti brillano nella luce del giorno.
Le donne, annerite dal sole,
piegate nel raccolto, sorridono.
A sera abbracciate le ceste ritornano a casa,
odorano di erba e sudore.
La collina come stanca,
rimanda al domani il nuovo raccolto.
Mistero
Tu che hai rovesciato
Il mistero della nostra intimità
Con il tuo enigmatico sguardo,
riesci a mantenere vivo
il mio volerti.
Per me, ora, le tue mani,
le tue carni,
sono sempre più vive,
sempre più pronte nel capire.
Nella sabbia in cui ti stendi,
il tuo tenero e roseo corpo,
palpita al, ricordo
dei nostri incontri.
Ogni giorno, lo risenti
al risveglio, pronto,
caldo ed accogliente,
lo accarezzi, nel prodigio
dell’amore ritrovato.
visione
Tu immobile di fronte al mare
Con lo sguardo perduto oltre i confini
Attendi
Nel cielo colorato
Per te
Sfrecciano gabbiani ed aironi
Se tu mi chiami
Mi accorgerò dì esistere
Sentirò il sangue pulsare
E finalmente potrò raccogliere
Il tuo sguardo che segna
Il sentiero verso le tue labbra
Lo percorro è tumido
Bagliori escono dalle tue labbra
Ed io mi confondo
Col volo degli uccelli lontani
E ti bacio
Amarti
Sogno struggente,
si ripete ogni notte,
sono drago invincibile
che tutto infiamma
e divora,
lotta perenne,
per incontrarti.
Vita mia, ti prego,
entra con me
nell'oblio del sonno,
saccheggia i miei sogni,
prendine quello che vuoi e
spazza via ciò che non serve.
Derubami del mio mondo,
e nella nudità
dell’anima fondiamoci
mia dolcezza,
speranza d’essere amati.
In questo delirio di amore
di carne che, viva,
adesso pulsa,
verso il trionfo
Occhi
lucenti
Occhi lucenti.
La loro luce,
rasserena il silenzio dentro il cuore,
danno pace al mio vagare,
sono pietre preziose sul tuo volto,
li guardo e mi ci perdo
Occhi lucenti.
Sono perle radiose,
raccolte dalla rugiada,
mi osservano,
mi accarezzano,
mentre sulla pelle
scorrono brividi
Occhi lucenti,
restate sempre aperti,
al mio passare,
al mio gustare,
al mio sentire.
Nuova canzone d'autunno
Vagare ogni giorno,
per mano ai pensieri,
osservare,assorbire,
riflettere.
Incrociare persone,
specchiarmi con loro.
Cercare risposte,
entrare in un bar,
trovare domande
uscire da un bar.
Alberi smunti,
le foglie canute.
Sedersi, pensare.
Una mamma sospinge
la carrozzina che piange,
un ragazzo s'invola
col suo aquilone,
ondeggia il pallone,
veleggiano i bimbi,
mentre un vecchio,
il bastone,
li osserva, sorride;
due baffi in divisa
un cane che annusa
E il pensiero mio s'immerge.
Scruto e trovo nel profondo,
il suo volto, il suo sorriso,
quello sguardo suo sottile,
ironico, sensuale,
che ancora scorre
sul mio corpo
e mi fa esistere, sperare,
mi fa ridere, gridare.
E poi,
ebbro di ricordo,
mi dono
al suo profumo
e sulle labbra sue
mi trovo,
perdutamente
Marcello Plavier/flavio zago
Senza lei
È muto e svanito quel giorno,
il sole bruciante ti toglie il respiro,
ed io accasciato nel ricordo notturno
del nostro amare,
ricerco il rimpianto del nostro giacere.
Un nodo alla gola mi serra,
la finestra affacciata nel ricordo,
mi trasmette i momenti felici,
quel giorno è svanito per me,
delle nostre carezze brucianti
non resta che il sole.
Ti attendo nell’alba che torna,
un chiarore improvviso
vestirà la finestra,
accendendo, con vampa,
il mio camino.
Nascondendo il ricordo dolente,
portandolo
nel nuovo godere.
Sonatina
Il gabbiano,
ebbro di sole e di libertà,
d’istinto ha attraversato
l’immensità,
la brezza estiva
lo guida sul fiore vermiglio,
dolcemente plana,
dissetandosi nella coppa
fra i petali d’una rosa.
12 Agosto
Sfrecciano nell’infinito,
astri luminosi , indicandomi la via,
accendendomi d’incanto.
Sogno, mi sveglio e sogno.
Il mare, si il mare
ritorna in me, col suo
armonico e nostalgico suono,
mi chino innanzi al creato,
e così vergo i miei
pensieri più intimi.
Accarezzo il mio corpo,
rivendicando le tue mani,
il possesso delle TUE labbra ,
anelando il tuo respiro
dentro me.
La nuova estate
Nel mattino assonnato,
mi sento uomo abitato,
da brulicante carezza.
In te, trafelato,
io muoio, mia pace,
il tuo seno bruciante m’inebria,
d'erbe acerbe è il profumo
che la tua carne sprigiona,
e nell'alba, sospeso, diffondi,
un nuovo giorno mi doni,
mia dea.
Il tuo esistere è in me,
fascino denso,
linfa d'estate
di frutta matura,
la tua voce esplode,
tra cicale in amore,
e la tua chioma
di fiamme e di sole,
fugge ora fra i rami,
verso un nuovo
bagliore.
Sogno di notte d'amore
La notte è finita
Il sogno
Ah, il sogno
Come potevo sognarti
Avendoti accanto
Mi hai dato calore
Passione rovente
Carne pulsante di emozioni sopite
Ritrovo d’amore
Caverna del drago
Succo di frutta
Acerba e matura
Montagna con fuoco
Trovandoti accanto
Ho vissuto
La notte
Disperatamente finita
Metabolizzare
Quando tu dormirai avvolta nei pensieri,
io starò metabolizzando i tuoi gesti,
le tue parole.
Le tue frasi, il tuo muovere,
il tuo sorridere e la tua
voce, sensuale e morbida,
non sei una mia invenzione,
esisti e mi carichi di energia vitale,
mi accompagni nel tuo sistema solare,
dove stelle e lune,
si rincorrono assieme al mio desidero.
Sento invisibili catene,
legarmi sempre più,
le tue braccia, ghirlande fiorite,
mi serrano al tuo petto,
i nostri sguardi s’incontrano,
il mio corpo si anima al contatto,
e come in un gioco magico
io sono solo se tu sei,
e tu mia Regina comandami,
come facevi un tempo.
Ritorno
Potrebbe essere un sogno,
ma tu come farfalla ,
lieve, ti posasti sul mio cuore.
Ora voli radiosa
con i miei pensieri,
spettacolo della mente.,
fantasia colorata
di danze e volteggi.
Come melodia senza tempo,
ti attivi affinchè il vento,
porti il tuo canto all’intorno,
fatto di suoni misteriosi,
legato a melodie non terrene.
Eccomi, sono in attesa del tuo posarti,
farfalla dolce e voluttuosa.
Sfiorami con le tue ali,
abbracciami col tuo sguardo,
possiedimi
con l’armonia del tuo essere.
Ti amo Mariposa,
mio dolce papillon.
Lontananza
Sento, laggiù lontano, il mare,
contemplo l’infinità dell’etere
mi misuro con le scintillanti
costellazioni, le stelle, i soli, la luna.
Attraverso il mio oblò
vedo e guardo la vita
Percepisco il tuo respiro,
scruto in lontananza, ti cerco.
Ma dove sei ora, ebbrezza
che mi lasci senza fiato
magico gioco di mani
intrecciate
e di labbra assetate.
Ora, mia amata,
affido al vento i miei arditi canti,
loro ti troveranno
e ti racconteranno
il soffrire del mio cuore.
Questo sino a quando,
tu, abbracciata
ad uno spicchio di luna,
scenderai e mi raggiungerai.
Distacco
Gemo nel distacco
So che non ha senso,
considerarlo atroce,
io ho un solo unico scopo
accompagnarmi alla Dea
dei miei sogni.
La solitudine
Mia fedele compagna,
oggi non sa dare consolazione.
Illudermi, ecco si illudermi.
Ma come,
mi aggrappo a false speranze
a momenti
non raggiungibili.
Vorrei, oh come vorrei.
unire le mie labbra
alle tue.
Vorrei, oh come vorrei,
scaldarti
fra le mie braccia.
Tu fata, tu meraviglia
che vivi nel mio cielo infinito,
sei il mio tesoro nascosto
tu solo tu.
Maddalena
Quest’isola, brulla e deserta,
cullata da mare stupendo,
sorprende
e apre il respiro
a mattine chiare e silenti.
Sulle sue rive, in attesa del sole,
il marinaio ormai vecchio,
tirando l'abitudine
del suo stanco carretto,
desta il giorno assonnato.
Un poco di pesce, raccolto
a fatica, saltella morendo,
nessuno ancora s’accorge
del suo passare
un ragazzo l’osserva,
non capisce
che il vecchio lavora,
sente solo la voce soffiare
“pesce fresco”, nel viale
che porta al villaggio
Il mare batte e ribatte
agli scogli;
una donna, una mamma, compra il pescato;
così, il vecchio riprende il carretto
e ritorna al suo abitare
Lo attende una sera più mite.
Con la pipa fra i denti,
compagna fedele.
Si rivede ragazzo,
in attesa del canto di nuove sirene.
Ma la notte, che il mare inghiotte,
con stelle stanche di tempo,
stanche di affanni,
riflette spume che a riva,
non hanno più pace,
e il vecchio rimbalza
nel ricordo di ieri,
come vampa nel suo cuore spento.
marcello plavier-Kinita M.C. Vergnasco
Farfalla
Pensarti, amore mio,
è come il tuo lieve
posare sulla mia pelle,
farfalla dai mille colori.
E un attimo d’amore,
un breve brivido,
che prende vita sui miei pori,
per finire poi rapidamente
come farfalla, che va,
di fiore in fiore
ma quel breve brivido,
entra nel mio ricordo,
che resta in attesa di te,
Mariposa,
piccolo papillon,
messaggero d’amore
Gabbiano o falco
Io gabbiano dalle miti pretese
ho camminato fin là
dove il falco,
lento,
volteggia in vigile attesa
fra picchi innevati.
Io tormento rapace,
sono tornato; (
e sotto bianco pizzo di schiuma ,
scruto a valle il mare di Ande
in cerca della mia preda. )
E' un lampo d'oro, che appare
e tutto sfavilla,
un piccolo vello ,
di sole vestito ,
mi chiama,
dispiego le mie immense ali,
volando incontro alla luce.
Ti assalgo, ti afferro,
volo trionfante al mio nido,
schiavo del mio nuovo tesoro.
Danzando d’amore,
ti avvolgo fra piume e bargigli-
Poi, saziato il nostro amore vorace
ripongo le ali,
per tornare mite, mite gabbiano.
Drago
Io drago tenace deciso
dell’aria e di terra mi sento padrone.
Testimone silente di un arcano sapere
del tuo vello d’oro, custode discreto,
sorveglio l’intorno
Mentre tu crisalide,
in penombra d'alcova,
come perla di luce,
attendi il mio
arrivare,
bocciolo di donna,
ricevi corpi celesti,
mentre si avvia
il mio sublimare.
Improvviso si compie.
E' metamorfosi, mi abbracci,
complice, in amplesso totale,
e come fantasmi,
perduti nel tempo,
raggiungiamo le stelle
gemendo,
felici
Pietra
Pietra nata pietra
da collisione remota
di ignoti pianeti
oltre l’infinito
ti perdi
celando luci
ed ombre d'amore.
Pietra color della pietra
giunta a me inaspettata,
come offerta innocente,
nascondi alberi in fiore
svelando in segreto
notturno gioco
di nuove parole.
Pietra, pietra custode
di riposti ricordi
mi conduci ora in
oscure caverne
di passioni ed amori.
Lieve, come volo d’uccello
corro nell’aria
per raggiungerti pietra
ed insieme ridere, spargendo
intime gioie del tuo stesso colore.
marcello plavier maria cristina vergnasco
Bianco
Stanotte ho saputo,
ma non ancora capito
che il bianco
è colore da dare
a chi muove pretese
verso donne indifese
smarrite nel senso
di dare ed avere
Allora domani
Di prima mattina,
sapendo, domando,
quale colore
mi vesto per
avere diritto
ad un poco d’amore
Speranza
Poeta, ascolta,
perché preoccuparti
se la giovinezza
ti è lontana.
Essa è passata,
e quindi l’hai goduta
vivendola,
con più fortuna
di chi non l’ha vissuta.
Ghermito da fato crudele.
Dobbiamo ricordare,
di come eravamo,
di cosa ci circondava.
Però sappiamo
Quanto rifiuto del ricordo
Abbiamo nel cuore.
I nostri valori ,i nostri ideali,
per i quali abbiamo lottato,
non devono gettarsi
nell’oblio del non ricordo.
Poeta, perche ancora temi.
Noi sappiamo che,
alla primavera da te rimpianta,
farà l’estate novella vita.
Nel trascorrere delle stagioni,
dopo riflessioni profonde,
con gli amici più cari, affronterai il passato,
includendolo nel presente,
ricorderai i momenti salienti
e più importanti,
raccogliendoli nel tuo diario vitale,
nella tua mente, nel tuo cuore.
Da un grande spunto di Maria Cristina Vergnasco
Azzurro
Come mani aperte al cielo
di bambina addormentata,
in attesa del suo sogno,
che annuncia il tuo arrivo
nella mia fantasia.
Per raggiungere insieme
Con le ali del pensiero
mari splendidi e lontani.
Fate,maghi ci scorteranno
In pianeti sconosciuti.
Dove draghi sorridenti
Ci daranno il benvenuto.
Poi, chissà, fra tanti azzurri
e varianti di turchesi,
perderemo navigando
il senso vero del pensiero,
naufragando fra le onde
abbracciati ad un relitto
trascinato alla deriva.
marcello plavier maria cristina vergnasco
Sera
Nell’ombra del crepuscolo cammino, taciturno,
il fianco della collina coperto di verde , di abeti e castagni
attende l’incontro coi misteri notturni.
Nessuna voce mi accompagna, nell’ombra silente.
Alcune nuvole si muovono in gioco col sole,
il vento pare divertirsi a cambiarne l’aspetto,
disegnando curiosi soggetti.
Attendo segnali da chi mi aspetta,
lassù lontano, chissà.
Il fiume, mio adorato fiume,
mi trasmette la vita che scorre sull’acqua,
pare dica, il tuo andare deve cambiare,.
devi goderne di ciò che t’arriva
dal tuo pensare, dal tuo sentire.
Lontano qualcuno mi attende,
dea e musa, non so.
Forse può finalmente cessare, il cercare.
Amica che riesci a suonare
le mie antiche corde, scesa
dall’olimpo per me, abbracciami.
Il fiume scorre tranquillo,
chetando il mio ardore,
e la notte avanzata, mi copre
la vista del colle, nella luce azzurro
scuro torno sereno nella mia dimora
provando a capire.
Memoria
Ho l’impressione di
Non ricordare,
pare quasi che le memorie
siano svanite nel tempo.
Ma poi perché ricordare,
in ogni ricordo si rifugia il dolore.
Quando nasce un momento felice
immancabilmente finisce
nel dolore.
La gioventù
anno per anno svanisce,
come fragili fiori
muoiono in un nonnulla,
così la nostra primavera
si allontana, scompare,
gli amori si alternano
ai dolori,
come destino vuole,
così i ricordi giacciono
nell’intimo più nascosto,
in mezzi ai morti fiori.
Non so che pensare,
come posso immaginare
se non riesco ricordare
quando presi commiato
dalla vita,
tornare per essere quel che sono.
Un uomo, si,
ma quale uomo.
Anelito
Tu nuda, languida carne
Amplesso di luna piena,
accetta il mio delirio.
Apriti anima mia,
fammi entrare in te,
dandomi il tuo ardore.
E ciò che sgorgherà
dalla tua voce,
sarà un gemito
pieno di languore.
Mentre la mia carne
esploderà per te
giardino
Volevo raccogliere
Un fiore dal tuo giardino
Mi punse una spina
Peccato
Il sangue colò sulle rose
Mi ritrassi intimorito
Io volevo la rosa
La rosa no
Romeo
Galeotta fu una cara amica,
presentandomi Romeo.
Gatto fiero dal lungo pelo
Rifiutante il forestiero
Così dice la signora
Mi soppesa per un po’
e con fare indifferente
s’avvicina lentamente.
Poi, si siede a pochi metri.
D’improvviso con un balzo
Mi si arrampica sul collo,
e ronfando a tutto spiano,
mi accoglie con trionfo.
Pasteggiando in comitiva,
pretendendo il mio prosciutto,
mordicchiando un mio orecchio,
mi trasmise minaccioso
Lascia stare la padrona.
E strusciando le sue terga
s’impossessa del mio grembo
rigirato a pancia in su.
La morale, del racconto.
Se signora vuoi tentare
accertati che nessun gatto
sia in casa ad abitare.
amplesso
Salute a te, donna di fuoco,
che con sorriso complice
siedi sulla tua virtù.
Accetta le mani sul tuo corpo
Il piacere scende
lungo i tuoi seni
raggiungendo i fianchi,
dove fermo resto in attesa,
di portare carezze totali.
Dischiuditi accogliendo
lo sguardo frugante
il tuo morbido ingresso,
accogli l’amore,
danzando felice
l’amplesso agognato
Canzone amica
Questa nostra amicizia,
appare come raggio di luna
in un campo di grano,
è gioco di specchi
di lucciole nate
nel silenzio incantato,
come canzone d'estate.
Il tuo sguardo sereno
mi accompagna
nel gioco segreto
di dare e tenere
di svelare e velare.
E' dono raro
di reciproco ascolto,
di intimo incontro
di versi nascosti,
alla complice luna
di piccoli schermi,
nel timore e l'attesa
dell'incontro di voci,
di intima, vera,
stretta di mani.
Raggiungi il mio lago,
senza nuovi pudori.
Di sorriso vestita,
color viole odorose,
tu rubi il profumo
al gelsomino in fiore,
inebriando l‘intorno
col tuo tenue fragore.
Non fuggi lontana
temendo l’ardire,
del tuo svelare.
Abbracci l’intorno.
Ti tuffi felice nuotando
all’unisono
la nostra canzone.
Cristina Vergnasco _ marcello plavier
Poetare
Soffermarsi sulla magia delle parole
Per trasmettere il proprio pensiero
Osservare la natura
Per meravigliarsi
Ad ogni spettacolo offerto
Amare la fauna
Nella sua fantasmagorica
E molteplice metamorfosi
Scalare cime inarrivabili
Nell’illusione di raggiungere
Il punto vicino alla nascita dell’universo
Aprirsi alla poesia
Per capire quanto è bello
Vivere con voi Sitani
Per Giusi
Mia cara a te
Anima errante,
che a tratti
respiri la gioia
vagando ancora
nell’amore immaginario
tu ancorata a pregiudizi
offesa nella fedeltà
sei ancora
invaghita della vita
vivi in lei
ed in lei trascini il tuo
amaro cuore
nel quale nascondi
sogni bellissimi
ormai lontani
nuovi impulsi
nuove emozioni
ti hanno scoperta
evidenziando così
il tuo vibrare il tuo desiderare
non puoi gettare via
utilizzando antichi rancori
ciò che il fato
ti ha portato nel cuore
forse è giunta l’ora
che tu accetti
ciò che vorresti
Attesa
Notte fonda,
nidi di passeri
coperti di sonno
e tu non appari
donna ideale
ornata di luna.
Nei loro sogni
di uomini soli
sei sempre nuova,
ti vedono dea
creatura immortale
Nelle cieche pupille
Dei loro tremori
Forse mèta di donna
Forse sogno a metà
marcello plavier-cristina vergnasco
Notturno
Fermati un istante
sopporta il mio orgoglio.
Parlami, mia luce,
abitatrice dei miei sogni.
Vorrei catturarti.
I sogni non si possono catturare
Le mie mani stringono avide il vuoto,
ferendomi a sangue,
mentre il cuore
aumenta il suo pulsare.
Risplende il tuo volto nel buio
mentre ti osservo, sento un dolce canto,
sei tu, musica e poesia.
Sei tu che mi stai imprigionando
mani
La tua mano si posò
Sul mio soffrire
La tua mano toccò
Corde con amore
Nella notte scese
Con lievità sopra
Il mio dormire
Per poi volare
Felice sopra
Le stelle
sopra
Il verde mare
Ematuria
Son tornato da incazzato,
il dottore mi ha parlato
con cura di parole
dicendomi “signore anche se poi duole
l’uso tornerà normale”
Eccomi allora per farmi operare.
La nuova notizia
Mi rende pauroso,
chi il sonno mi deve inculcare
è bimba inesperta,
con dita e con aghi martirizza
la schiena,
facendomi provare
tortura inaudita.
Poi nel lavoro di equipe
frugando la mia intimità
Il dottore con flemma e sorriso
mi dice “che culo non è
Tumore maligno”
Ed ora nel letto,
con tutto rispetto,
petando con gusto.
attendo il momento di pisciare
nel vaso ,per dare
al dottore la gioia
del quanto mi esce dal buco
dolente.
Mi soffermo dinanzi allo specchio,
cercando la forma di prima,
sarà poi vero
il ritorno normale?
Incubo
Esseri inerti
condizionano il mio ego,
di parole estromesse,
di promesse allargate.
Provocato, lusingato, umiliato poi.
non accetto l’odioso dolore.
La vita si dimena dentro me,
lacerandomi in pensieri
ritenuti sepolti
Vento
Quanti sogni librati nel vento,
frustrati da incontri devianti.
I desideri , quelli non vissuti,
intrappolati dall’illusione,
quale limbo di brame nascoste.
Volere l’incontro per
raggiungere l’incognita.
Scoprire che il firmamento esiste,
che senza aliti viventi
nulla sarebbe raggiungibile.
Nell’invisibile contatto
respirare la tua dolce essenza,
viaggiare nello spazio
rincorrendo uno splendido riverbero,
aggrappato all’arcobaleno
dell’amore, della passione.
Emozioni
Fra lenzuola candide
Brucare la tua erba
Per poi viaggiare insieme
Col magico tappeto
Nell’universo del piacere
Mezzanotte
Le streghe l’hanno consacrata
per loro oscuri riti.
È l’ora in cui rinascono fantasmi
dal loro sopore eterno.
Si odono lamenti,
gli spettri, finalmente liberi
da catene umane,
usano il vento come portatore
di messaggi e di richiami.
Il Principe delle tenebre,
raduna le anime perse
aizzandole contro gli umani
ancora mistici.
Con fervore si pone a nutrimento
Di anime immacolate
Aprendo strane ed arcane porte.
Satana a mezzanotte ringrazia
lo stuolo dei suoi seguaci,
offrendo loro sangue umano,
anime e coscienze-
in un sabba infinito, senza ritorno
prima del tè
Stanotte mi sono curvato sul tuo dormire
Il tuo corpo abbandonato
disegnava forme muliebri
dandomi brividi di desiderio
il tuo respiro dava segnali sensuali
le nari dilatate verso la passione
Io nella veglia mi sono
abbandonato al pianto gioioso
dell’amante pronto a cogliere
la felicità del momento
l’estasi dell’amplesso immaginato
Ed in quel tenero appagamento
cadere al tuo fianco
in un sonno ristoratore
Solitudine mia compagna
Sentirsi soli, perché si è soli,
oppure perché
vogliamo sentirci soli?
Abbandonarsi ai propri pensieri,
senza avere nulla
nelle proprie mani.
Avere il cuore stretto
in una morsa,
come amaro prezzo
di angoscia sconosciuta.
Tu solitudine
sai ogni cosa di me,
tu mi puoi aiutare.
Voglio ritrovare spiragli di luce,
voglio uscire
da questa notte opprimente.
Solitudine,
è troppo tempo che m’accompagni.
Ora da te mi allontano
prefiggendomi azioni a me non consuete,
mi getterò la dove l’aurora
può dare consiglio.
E fra boschi e canti d’uccelli,
adagiato su prati immaginari
ritroverò me stesso.
Dieta
Se vuoi a lungo campare
devi regolarti nel mangiare.
Così parlò la dietologa
Sono venti giorni che mi cibo
erba, bistecca ed acqua
ma non calo.
Eppure resisto
soffrendo l’inimmaginabile
al punto che mi succhio il dito.
Il non mangiare mi disturba assai
tanto che mi toglie
anche la gioia del russare
Allora val la pena per un poco d’epa
sacrificare il gusto del mangiare.
Non sentire il cibo soffermarsi fra palato e lingua
scendere lentamente in gola
sfiorando glottide e tonsille.
per poi adagiarsi molle nello stomaco
che finalmente ride
di questa dolce musica dell’inghiottire
Fantasticare
Vorrei
cambiare trasformare il tempo
affinchè l’intorno
rimanga immutabile
pieno della tua vitalità
Il tuo innocente guardare
mi trascina in mondi
fantastici irreali
vorrei fuggire con te
percorrere viali infiniti
raggiungendo giardini colorati
Evadere lontano
Io e te soli
trovare nuove motivazioni
nuove illusioni
In cui credere
slegati da obblighi quotidiani
Riuscire manifestare il nostro amore
senza restrizioni
in una atmosfera
piena di nuove musiche
dove il ritmare ci culla
In modo estatico
Scambiarci tenere frasi
avvolti dall’effluvio dei fiori
stregati dal nostro viaggiare
mentre lo scandire del tempo
ci accompagna
nell’assaporare il nuovo vivere
Cercare di capire
Io vagabondo
ho voglia di volare
cammino per strade scoscese
per valli e per monti
per raggiungere
il conoscere
il sapere
Credevo di avere capito
la vita e il mondo che la circonda
ma fu sufficiente
un cenno una parola
e capii che non ero ancora
riuscito a capire
Continuo a camminare
contro il vento verso il sole
e riflettendo mi è
bastato per capire che non è
necessario sapere
Capire che il giorno e la notte
fanno parte di un unico mondo
mentre la conoscenza è
come scalare una montagna
e che il tempo non è
sufficiente per raggiungerne la vetta
Quando il vespro cala
mi allungo sul mo giaciglio
e come esule in questo mondo
assommo i miei pensieri
invito le ombre parlando loro
nell’attesa dell’oblio
nell’attesa di capire
Vivere il mare
Stendere le bianche vele
affrontare la brezza
viaggiare verso quella linea
che la mia barca non potrà
mai raggiungere
al di la di quella
altre terre altri mon
il marinaio pensa
che più oltre
esiste ciò che lui cerca
il desiderio di andare lontano
sempre più lontano
diventa
una esigenza materiale
salire in coperta all’alba
gridare la gioia di vivere
contemplare il cielo
che va rischiarando l‘intorno
procurando un forte smarrimento
nell’attesa dell’incontro
con una nuova terra
accarezzare con gli occhi
la distesa indomita
o mare nessuno conosce
le tue ricchezze a fondo
ed io uomo libero
ti amo mare
tu sei il mio specchio
è bello tuffarmi
in seno alla tua immagine
vivere come animale
riscaldato dal sole
sospinto dal vento
verso l’infinito
questo può essere il mio futuro
il mio divenire
La Magia del Mare
Lento nell’andare
seguo il confine fra
mare e sabbia
Il pensarti mi accompagna
nel vagabondare
Mi sto interrogando
come vorrei sapere
se c’è un solo alito tra noi
esseri d’istinto
Ti seguo mentre parli
raccontando storie e fiabe
che non conobbero mai
Il nostro ardore
Airone solitario vago
le tue orme mi precedono
per incontrarci poi là
dove troveremo i nostri tremori
i nostri ansiti
E come alieno
mi porterò nei tuoi pensieri
accarezzando lievemente
i tuoi silenzi
Magicamente una musica
viene a sfiorare la nostra anima
esaltando le nostre emozioni
sino alla follia
dello smarrimento totale
Lacona
Sono seduto a te di fronte
ho udito il tuo dire
dopo tempo immemore
ho ritrovato il mio mare
il mio scoglio
Le onde della risacca
vengono a lambire la riva
con ritmo costante
è musica celestiale
Quanti ricordi
questo suono cadenzato
ha risvegliato
Lacona tu quanto mi desti
ed ora eccoti immutabile
accarezzi il mio scoglio
con la tua armonia
e gioiosa
giochi come allora
Con te mia amica
mi sono ritrovato
pieno di energia vitale
allontanando fantasmi
e pensieri
E col ricordo fausto navigo
nel tuo splendido mare
Amicizia
Se potessi fermare il tempo
quanto avrei da te
Affondare nel tuo sguardo
nella eloquenza del silenzio
Tu che sorridi
così gentilmente
dimmelo sottovoce lentamente
Il mio cuore ascolterà
non le mie orecchie
Quando la gioia ti illumina
lo capisco
non è necessario parlare
Amica mia
Felicità
Per mille anni ho molto amato
amando anche ciò che altri odiavano
perché l’anima così consigliava
prima cercavo ciò che la terra offriva
donne vino amori facili
nient’altro che clamori e suoni
insensatezze
amare d’amore ora è il mio vizio
ora sollevo solo coppe
piene di canti dolci
ora la mia letizia è la solitudine
generatrice di immensi tesori
di vita d’amore
e di libertà
Hardendo
La notte rischiarata
da un tenue raggio di luna
esalta le tue femminee forme
i tuoi seni prorompono
mentre i tuoi globi
disegnano un arco sensuale
Le mie labbra percorrono lentamente
sentieri e colline
le mani accarezzano le spalle
per scendere poi
nel fondo della accogliente valle
le dita si fanno audaci
e dove terminano
il loro cammino
si enunciano i tuoi gemiti
per scivolare poi
nel solco mielato
scoprendo vischiosi riflussi
tu arcui il tuo corpo
ti offri completa al piacere
ti stringo al mio petto
assieme troviamo frasi audaci
nell’ansito del godere
e così ogni tuo sussulto
mi regala roride stille di lava
che sgorgano dal tuo vulcano
appagando la fame
del dio priapeo
Morire
Morire
Stupidamente morire
Un auto veloce
Delle strisce bianche in terra
Tu sulle strisce
E bang un niente
Muori
Quanta luce ti circonda
nel lungo viale
cammini
Sul fondo un cancello
separa da un grande giardino
e tu vai incontro
Improvvisa una voce t’arresta
non è la tua via
ritorna
t’avvii pesante verso la notte
il buio t’inghiotte
Rumore e voci concitate
ti accolgono
faticosamente spalanchi le ciglia
non capisci
sei strano
cerchi il tuo corpo
che insensibile
giace sotto il tuo peso
Comincia il soffrire
il dolore si spande
sei vivo
Il nuovo amare
Invano oggi ti cerco
nello specchio stagnante
del mondo
ho perso parole
tra coscienze abbagliate
da luci colorate
la malinconia mi abbraccia
fino a salire su alte vette
per poi ricadere nel vuoto
del mio tormento
come è difficile
riconoscere lo sbaglio
abbandonando l’orgoglio
ora mi trovo
accucciato a capo chino
fra le tue ginocchia
sollevo gli occhi
e il tuo cuore
dispone la strada
del mio cammino
verso ciò che sto attendendo
Vita pendolare
L a stazione si sta illuminando
ai binari ci sono persone
in attesa del treno
che riporta al paese
Ogni giorno si viaggia
per andare al lavoro
i pensieri si volgono
a sogni nascosti da tempo
E’ una vita stancante e difficile
partire col buio al mattino
e tornare col buio la sera
mentre i campi germogliano e sfioriscono
si viaggia soltanto
Lavorare in città ti allontana
dal tuo abitare
ci sono vetrine ed insegne
a tenere lontano il paese
Sul treno c’è chi dorme
chi parla al telefono
c’è odore di carne sudata
che toglie il respiro
e’ bello tornare tra vigne e campi fioriti
balconi adorni di gerani
incontrare persone che da sempre conosci
respirare pulito
abbracciare i tuoi cari
stanchi dal duro lavoro dei campi
Ricordare quando tu la sera
tornavi coi frutti raccolti
e sedevi alla mensa con
grande appetito
ritrovare la giovane
che aveva paura del buio
risentire quel silenzio remoto
che t’accompagnava
sino al dormire
Cercare quello che non puoi ottenere
ottenendo quello che non cerchi
col cuore che batte selvaggio
e non sapere come acquietarlo
Mare
Solo incantato dinanzi al mare
cammino lungo la riva
osservo le madide schiume
che violentano la rena
E’ l’alba
I bimbi ancora dormono
lentamente mi avvio nudo
discendendo in acqua
come in un rito
Mi sento cresciuto
in questa umida spiaggia
Lontano alcune lampare
ondeggiano sull’onde
al loro ritorno si contano
felici di esserci ancora
Arrivano genti
voglion la pesca
per imbandire la mensa
le reti s’allargano sulla battigia
mentre pesci saltellano cercando la vita
Dal mare il sole s’affaccia
ricordando che il giorno ritorna
non senza dolcezza mi accompagna nel viaggio
La sua musica incessante
è una carezza dorata
attraversante il mio cuore
così mi tuffo
per raggiungere il sole
Nell’attesa
Aspettare inutilmente
che i pensieri si aprano
nel tempo
Aspettare che le parole
non dicano nulla
per rivolgerti ad altri suoni
Tacere i fatti
che hanno ricordi lontani
e che in te
esistono ancora
Restare in attesa
dell’attimo
che illumina il buio
di chi di poesia vive
Sedersi al tuo fianco
mentre le labbra
fanno ciò che sanno
nella tremula luce della notte
Smarrimento
I sogni, i miei sogni
Non si possono imprigionare.
Mi sono perduto in te,
incantato dai tuoi occhi,
affascinato dalle tue mani.
Ora mi sento stanco
Rincorrendo la tua bellezza,
ho piagato la mia anima,
ho violentato i sentimenti.
Ho smarrito la via che da gioia.
Se non riesci ad amarmi,
perdona il mio amore
che cerca rifugio in te.
.
Ah potessi accarezzarti, col mio cuore,
e tenerti stretta al petto!
La notte ha vegliato i miei pensieri,
i miei occhi pesanti di sonno
scrutano nel buio, senza incontro.
Se la tua strada, se il tuo cuore
ti conducono in mondi diversi,
allora avvertimi , sarà la ragione
a vincere il dolore.
Vita sul fiume
Lento il grande fiume attraversa la piana
Le barche addormentate attendono fatiche
Il pescatore alla finestra occhieggia pensando
La moglie prepara un cestino di cibo
Pare che il mondo aspetti qualcosa qualcuno
E’ l’alba
L’aria torna a vivere di nuovo vigore
Con la pesca si può sopravvivere
Un cane pigramente si stira
Guaisce gioioso
Occorre partire se si vuole pescare
L’uomo armato di lenza e di reti
Cammina spedito
La moglie socchiude lo sguardo
Accompagnandolo con dolce sorriso
La Mole lontana
Raccoglie il bagliore del sole nascente
Alcuni nottambuli vagano assonnati
Gabbiani cominciano scivolare sull’acqua
Il fiume si offre al nuovo raccolto
Il colore del mondo è mutato
Quell’uomo vogando raggiunge la meta
Certamente avrà i frutti del suo pescare
La moglie si veste graziosa
Osserva il trascorrere del tempo
Sorride da sola
In attesa paziente del suo ritorno
Estate
Sotto la pergola riparo del sole cocente
L’arsura ti prende la gola
E’ giunta l’estate
E nessuno cammina
D’estate esiston momenti
Dove nulla si muove
Anche il respiro è penoso difficile
Occorre star fermi in attesa
Osservo quell’uomo
La zappa sul collo e tanto sudore
La terra non vuole aspettare
Sotto il sole le zolle trasudano
Quel campo richiede lavoro
Lontano serpeggia il gran fiume
Una nuvola bianca appare improvvisa
Alleviando il soffrire dell’uomo
L’immobile luce del giorno
Appiattisce i colori
Si ode il frinire dei grilli
Mentre il sole saluta
L’apparire di uno spicchio di luna
Tu vestita di nulla prepari la cena
L’aria ritrova il frescore smarrito
La collina troneggia
Nell’ ombre cercate
L’uomo abbandona la terra
Che pare fumare
Ci sediamo nel buio guardando nel cielo
Un sorso di vino di grotta ci apre al cenare
Qui al buio noi due brindiamo all’estate
Pensando alla notte che viene
Buon giorno
La casa nel mattino
Il letto sfatto e tanto silenzio
Le membra ancora intorpidite
E tu nei miei pensieri
Il tuo guardare dolce
Ancora mi allieta
Le tue labbra invitanti
Da me desiderate
Si schiudono
Al candore dei denti
Nel tuo abbraccio
Io sento quanto sei viva
Altri giorni verranno
Ma non sarà più la solitudine
La mia compagna
Ed ora sono perché tu sei
Perché so che tornerai
A fugare la mia malinconia
Apparendo come radiosa stella
Per bussare al mio cuore
Quadro
Vorrei sapere dipingere
Per rubare alla natura colori e figure
Ho sognato una grande tela
Sopra un cavalletto
Pennelli messi a scalare
nel verso corretto
una sventagliata di tubetti
contenenti la gamma di colori
ed io seduto di fronte
mi sento padrone dell’universo
il momento sa di magia
e mi sprona a svestire
sogni grigi e tormentati
per fare indossare loro
i colori più belli
del profondo mare della terra
afferro un pennello
rosso azzurro verde
si stagliano nel quadro
in un insieme
di prati fioriti di acqua di cielo
poi un volto appare
con sfumature delicate
è mio figlio mi sorride
da una vita lontana
mi sveglio col cuore in tumulto
lo cerco e capisco
mi ama
Vorrei
Vorrei i tuoi grandi occhi
Come fari per la mia strada
Vorrei non so cosa vorrei
La tua pelle forse
Quando palpita emozionata
La tua bocca profonda
Come fonte per dissetarmi
Ti amo sai credo d’amarti
Ma forse non t’amo ancora
Quanto vorrei amarti
Perché sei totale
Contieni un patrimonio vitale
Perché l’amore non può vagare
Senza mai fermarsi
Ora non puoi più sfuggirmi
Ora che il tempo dei giochi è lontano
La nostra breve vita
Ci dona il tempo per amarci
Parlami d’amore mia adorata
Mentre guardo il cielo
E scrivo nell’azzurro il tuo nome
Maggio
Ascoltare il respiro dell’erba
Mentre passi su un prato
Sognando un mondo pulito
Ti trovi smarrito
Prigioniero nel suo profumo
Approdare alla riva del fiume
Navigando con barca di carta
Affondando le dita nel verde trifoglio
Abbracci una pianta fiorita
Mentre l’edera si allunga
Sul muro di pietra
Vedere un tramonto riflesso sul fiume
Un gabbiano scivolare sull’acqua
Volteggiando in attesa del cibo
Tu travolto dal quadro
Stupito dai colori del cielo
Sulla sabbia bagnata
Disegni un ricordo un sorriso
Meraviglia
Amo i tuoi vezzosi sguardi
Amo le tue dolci labbra
Mentre intorno bianchi uccelli
Volano fluttuando e stridendo
Amo il tuo corpo morbido e tenero
Amo vederti muovere sinuosa ed eccitante
Amo le tue mani calde
Mentre si stringono alle mie
Ebbri di sole corriamo liberi
Verso l’immensità del mare
Ditirambo
Ti sporgi alla ringhiera
Occhi celestiali
Canti sorridendo arie contadine
Io dimentico ogni mio fare
Udendoti cantare
Occhi celestiali
Tu sola desti il mio ardore
Nel torpore della sera
Il tuo canto dolce come rugiada
Schiude la porta all’incontro
Con il mio inquieto cuore
Occhi celestiali
Un frullare d’ali di passero
Distrae il mio incanto
La mia mano comincia a descrivere
Sul foglio intonso
Quanto hai saputo donarmi
Occhi celestiali
Resterò ancora un poco
Nel viale del tuo cantare
Poi mi accosterò al tuo balcone
Per potere avvicinarmi al tuo cuore
Parlandoti d’amore
Occhi celestiali
Tempesta
Sul mare si agitano onde
Mentre il vento scuote il silenzio
Il battere dei tuoni
Avvisano l’inizio della tempesta
Tremiamo come alberi violentati
Spogliati dalle foglie
Tutto si tace
Una luce violenta acceca illuminando la terra
Sulla pelle si avvertono brividi di gelo
Nella esplosione vedo le mie paure
Dall’acqua emergono le seducenti immagini
Del bene e del male
Contenenti dolci e dolorosi destini
Il buio ci reclama
Bisbigliandoci i segreti della notte
Il ruggito del vento ci scuote
Mentre contempliamo le onde
Che scontrandosi s’innalzano al cielo
Noi nell’attesa sofferta di un cuore
Che sappia donare amando
Usciamo dalle ombre che ci circondano
Per raggiungere la speranza
Nel sole
Interiorita’
Ho assistito al soffrire dei fiori
Inondati dal sole
Ho sentito l’albero gemere
Nel frantumarsi di un ramo
Ho visto l’erba piegata calpestata
Cercare di ergersi
La vita mi circonda
Ed io indegnamente non aiuto
Non modifico il mio fare
Così il mio viso si bagna
Sono lacrime impotenti
Che chiedono pietà
Capire il vento che muove le foglie
Volare come un’ape
Affondare nel polline
Cercare nell’intimo della natura
L’essenza del mio vivere
Restare aggrappato ad un sogno
Navigando fra le stelle nell’infinito
Dubito
Forse non ho amato mai
Si io non amo
Invento amori
Affinchè il mio ego
Si senta appagato
Io sono così costruito
Vivo nella sonnolenza dello stare
Intorno esiste lei
E con lei vivo
Con lei amo
Con lei muoio
Con lei rinasco
Poi mi spoglio
L’invenzione scompare
Ritorno al mio vivere
Aggrappato alle illusioni
All’amore mai raggiunto
In apparenza vissuto conquistato
Apro gli occhi osservando il buio
E’ giunta l’ora
D’inventare un nuovo amore
Augurio
Vivi
Senza altra distinzione
senza etichetta
sii persona sempre
il passato è curioso
se l’osservi
scopri una sorgente infinita
di valori dimenticati
la vita va difesa
essa è una miscela
contiene gioie dolori
sconfitte vittorie
prendila seriamente
mescola il tutto
getta le scorie
utilizza il buono che emerge
dimentica la disperazione
approda nell’amore
così attiverai il coraggio
dònati della gioia
per metterla nell’animo
di chi non sa lottare
e scoprirai che nulla
è più bello della vita
ed allora non avrai null’altro da fare
che regalarti al mondo
interamente
Primavera
Una donna
Un uomo
Un prato
Una coperta
Un uovo
Un seme
Un tremore
Un grido
Un vagito
Un bimbo
Un sorriso
Una mamma
E il tuo amore infinito
Esequie
Le voci si scontrano
Producendo suoni disarticolati
La parola ripiega in se stessa
Assumendo pose disunite grottesche
Eccola impiccata al soffitto
Repentinamente muore
Un silenzio assoluto globale
Incombe nella stanza
E dalle mura esce un urlo
Diviso in mille gocce di vapore
La paura del silenzio incombe
E come un’ascia taglia in due la notte
Non esiste antidoto
Contro l’oblio delle parole morte
Respirare l’incertezza del tempo
Annegare i pensieri nel vortice della vita
Gareggiare con me stesso
Amare senza limiti
Accettare il fato che mi avvolge
Orgoglioso della mia solitudine
Svanire nell’incanto di un intimo pensiero
Mentre la clessidra termina il suo scandire
Evoluzione
Evolversi crescere svilupparsi
Modificare il proprio modello di vita
Ecco ciò che preme nel mio mondo segreto
Andarsene fuggire da questo vuoto opprimente
Come una ferita aperta stillante sangue
Mi irride il senso del nulla
amaro ma incredibilmente vivo
mentre voci ridenti risuonano prive d’ogni logica
ho sepolto la mia razionalità
sotto un fiume di fango
in attesa di un nuovo restauro vitale
pieno di amore e musicalmente pregno
il mio tempo affronta il presente
penetrando come schegge di vetro nella viva carne
i ricordi di ieri ed i progetti del domani
umiliandomi nel ristagno dell’inutile oggi
Ricordi
Ricordi? scrivevamo sulla sabbia esistevamo noi soli
Tutto era lontano, obliato
Vivevamo il nostro sogno totalmente appassionatamente
Tu bellissima creatura
danzavi sulla rena simile ad una dea.
Mi circondavi con le tue braccia
E mi baciavi languidamente
Ricordi le promesse, le profferte
Mentre il sole tramontava nell’infinito
Ed una pallida luna iniziava il suo cammino
Il mare riempiva di suoni il nostro amore
L’azzurro del tuo sguardo si perdeva
Nell’azzurro del cielo del mare
Le tue mani volavano sul mio viso
Le tue labbra tracciavano voluttuosi disegni sulle mie
I tuoi capelli sparsi sulla sabbia arabescavano l’intorno
Poi di corsa affrontavi l’onda
ed uscivi piena di sale, nuda, per amarmi totalmente.
Non stare lontana da me neppure un momento
Non lasciarmi neppure un secondo
Perché in quel secondo
non saprò se tornerai o mi lascerai per sempre
Curiosità
Prendo foglio e penna e scrivo.
Il pensiero percepito supera le leggi materiali
Il tratto, invece visibile, trasmette,
comunicando all’intelligenza di chi guarda di chi legge.
Ecco che mi dedico allo scrivere
Devo provare me stesso
Descrivendo sentimenti ansie timori gioie
Che mi posseggono
Sto provocando così ,
Curiosità, giudizi, pareri,
sempre così dissimili, quasi
come medici al consulto
E dalle comparazioni, traggo un solo
vero fatto tangibile;
come mi è difficile sapere se il mio
scrivere è intelligibile
Idillio
Lo strepito di un volo d’uccelli passa
Attraversando lo spazio sovrastante
La luna si specchia nello stagno
Alcune ranocchie cantano una strana canzone
Odo il frusciare dell’erba sollecitata
Dal fresco richiamo del vento
Tu unica ospite di questo quadro
Mi avvolgi in un vortice sensuale
Ed io come gabbiano melanconico
Seguo l’ onda del tuo volere
Perché devo sempre incontrare nel mio sognare
Momenti tristi e dolci deludenti e appaganti
Dove all’immaginario non segue una tenera felicità
Per rendere quest’anima gioiosa
Vivo attendendo l’attimo imminente
Quando la tua mano infine incontrerà la mia
Per trascinarmi nel tuo mondo nascosto
La dove gli dei ti hanno dispensato un’ opera d’arte
Incontro
La grande fontana domina l’intorno
La notte avvilita si accascia sotto la veste d’asfalto
La città sta sudando
Mentre una tempesta di lampi l’investe
Cammino vagando per strade deserte e silenziose
Una luce mi invita all’interno di un caffè
Ricercando l’illusione di qualche calore umano
Un cognac una sigaretta ti accende il viso
Ti sento pronta per accogliere e dare amore
Mentre fuori ogni pozzanghera è uno specchio
Un riflesso nel buio
Uscire camminare stringersi fermarsi a parlare
Come due antichi amanti
Per poi avviarci abbracciati
Verso il nostro atteso momento
L’alba sorge annunciandosi furtivamente
Accompagnandoci con passi clandestini
Mentre la pioggia ormai stanca
lascia che il sole riscaldi
asciugando i sudori della città
Amandoci
Vedo un inestinguibile fuoco
Brillare nelle tue pupille.
Una inquieta febbre
sento scorrere nelle mie vene
Intorno la natura si apre verso il mio desiderio
La notte apparecchia una tavola di stelle
Una cascata di fiori
ci saluta profumando l’aria intorno
Vedo lucciole che muovono
volando fra i cespugli
ed un lieve sorriso appare sul tuo labbro
La parola t’amo affiora
e le tue braccia si aprono
per accogliermi ed imprigionarmi
nel calore della tua carne
Cerco così di afferrare la tua bellezza
il mio ardore si fa vitale
ed una canzone calda e semplice
sprigiona dal mio cuore
Notte di tregenda
Quante sono le cose che vorrei sapere
Perché tanta sofferenza al popolo aquilano
Che smarrito incredulo piange, ma non impreca
Vedo i loro visi intrisi di lacrime e paura
Odo le loro voci che implorano pietà
Le loro mani scavano insanguinando le macerie
Attenti ad ogni minimo rumore ad ogni possibile lamento
Io come ubriaco cammino smarrendomi nel dolore
Mentre dal mio cuore esce un lamento
E vecchio, curvato su mattoni e polvere
Cerco di capire perché tanta ira si è scatenata
Ma ho scoperto che la sua volontà guida gli eventi
E tutto si è compiuto nella eternità della illusione
Evoluzione
Evolversi crescere svilupparsi
Modificare il proprio modello di vita
Ecco ciò che preme nel mio mondo segreto
Andarsene fuggire da questo vuoto opprimente
Come una ferita aperta stillante sangue
Mi irride il senso del nulla
amaro ma incredibilmente vivo
mentre voci ridenti risuonano prive d’ogni logica
ho sepolto la mia razionalità
sotto un fiume di fango
in attesa di un nuovo restauro vitale
pieno di amore e musicalmente pregno
il mio tempo affronta il presente
penetrando come schegge di vetro nella viva carne
i ricordi di ieri ed i progetti del domani
umiliandomi nel ristagno dell’inutile oggi
La nuova stagione
Nell’aria un dolce tepore ha allontanato il freddo inverno
Un profumo nuovo si spande all’intorno
La vita sembra germogliare assieme alla natura
Mentre il canto gioioso degli uccelli ci saluta
Le donne cominciano a svestire gli abiti scuri
Nuovi colori vanno a coprire le loro membra
E tutt’intorno sembra essere una festa attesa da tempo
Mentre il grande fiume ha smesso i panni grigi e brumosi
La collina verdeggiante ma non più coltivata
Sembra irridere chi l’ha cementata
Stamattina aprendo la finestra ho capito
Quanto scempio abbiamo operato
La parola crisi echeggia per strada
Persone cercano di gettare nel sole i cupi pensieri
Non c’è allegria ma solo ricerca serena di nuove risorse
Mi sento invischiato da questo pensare
E non trovo soluzione efficace nel loro contrasto
Mi rifugio all’ombra di un pino
Gibran mi accompagna al di fuori da questo momento
Mi sento straniero in terra straniera povero fra i poveri
Il tempo passa rapidamente celando i pensieri fra i suoi veli
Non trovo risposte a questo linguaggio stonato
Buon giorno
Il silenzio del mattino
Infranto dal cinguettio di uccelli
Il merlo mio quotidiano visitatore
Canta, mi sollecita
Schiudo la finestra e respiro
La notte senza sonno
Ma con lei vicina
Odo ancora la sua voce
Il suo ridere
Il suo raccontare
Da giorni ormai mi accompagna
Ovunque io sia
Incredibile bellissima emozione
Mi perdo nel pensare
Il tempo non è tempo
Dove sei ti ho forse inventata?
Perché soffrire
Quanto tempo è trascorso amandoti
Ed ora solo, sono abbracciato ai ricordi e penso
Pensieri che varcano la soglia del desiderio più profondo
Alle parole che escono dalla bocca della gente
Senza conoscere dove dover andare
Pensieri che nella notte nascono e nel giorno si allontanano
E poi ritornano e nella mente si imprimono
Quei pensieri che nel tuo sguardo non ritrovo più
Ma che nel cuore sono incancellabili
Pensieri che sono come parole sussurrate ………dolci
Desideri che sono come la fantasia ………senza limiti
E il tempo passa allontanandoti da me
Passano i secondi, i minuti e le ore e per questo tempo che passa
Un giorno è già finito
Passano le ore e per ogni giorno trascorso tante notti hanno vegliato su di noi
…………e il tempo vola
Il tempo che abbiamo vissuto è passato
ma non è dimenticato il piacere provato
quando stretti l’uno fra le braccia dell’altro
tu mi hai sussurrato……..ti voglio bene
e il tempo passa…… e quando apro gli occhi e tu non ci sei
il mio cuore si comprime nel dolore
Quando il tempo della non sofferenza mi raggiungerà
quando pensieri e parole saranno tornati gioiosi attimi nel ricordo
allora si acquieterà il mio soffrire per poi tornare a sorridere
ed al nascere del nuovo giorno ritroverò il mio desiderio di vivere
Solo
Quante cose mi cantano in testa
Ascolta…è il mio sangue che canta
È come una musica lontana e discreta
Ascolta….è il mio sangue che piange
E solitario nell’animo soffro
Ah non potere che l’anima mia si quieti
E’ pensiero che sfocia in follia
Allora piango e canto
Scacciare la memoria devo
E nelle tenebre del nulla
Sorridere verso il pubblico
Che indifferente passa e non vede
È sempre 8 Marzo
Tu donna
Punto fermo nell’universo
A te rivolgo il mio inquieto sguardo
Ed attendo la tua luce
Che sa illuminare il mondo
Tu donna
Incantesimo vitale
Trasformi i sogni in momenti unici
E noi pellegrini a te dobbiamo la vita
Cresciamo nel tuo amore
Tu donna
Mamma compagna amante
Quanto male quanto dolore ti ha segnata
Vorrei tornare dentro di te
E poi sentire il tuo corpo rifugio di emozioni
Dilatarsi nel tempo degli eventi
Tu donna
Non hai paura sorridi al mistero
Fino a sentire nel sublime dolore
La nascita dell’amore scivolare via
Nascondendo dietro una segreta grata
L’infinita paziente saggezza
Settembre 2004
Quante volte mi sono chiesto cosa cercavo in questo mondo
Eri forse tu la mia macchina dei sogni
Ho voluto crederci ho conservato intatti i miei sogni
E la mia speranza come una luce che illuminava le mie notti insonni
La mia mente fragile non voleva capire vedere sentire
Ogni vita come nelle fiabe ha una fine
Questa era la mia fiaba ed il nulla la mia fine
Resta un sordo ronzio ad accettare l’ultimo comando
Lui ubbidiente spietato eseguirà impassibile
Cercando soltanto la conferma di un addio
Agosto 2004
Come foglie cadenti si è spento il tuo amore
Un dì nella mia dimora il telefono squillava per me
Eri tu che mi cercavi eri tu che mi volevi
Ora con volto adirato mi eviti e ti allontani
Dove ho sbagliato non so
Ci ho pensato e ripensato ma nulla ho trovato
Nulla che giustificasse il tuo gran rifiuto
Forse tu sei cambiata e da me più ti aspettavi
Forse ad altro stai pensando
Di sicuro nei tuoi sentimenti più non vivo
E deluso rimango senza sapere il perché
Porta Pila (porta palazzo)
C’è un uomo seduto che fuma, un altro sposta cassette
Un fuoco fatto con cartoni scalda loro le mani, si guardano muti
Una donna col burka prepara un bancone di frutta e verdure
Una vecchia aggrinzita mormora una nenia di sapori lontani
Mentre la nebbia piano si evapora nel giorno che nasce
Passanti frettolosi si avviano al lavoro salendo sul tram
I primi clienti si muovono fra i banchi leggendo i cartelli
Anche oggi si deve mangiare e la spesa è sempre pesante
Alcuni ambulanti cominciano i canti decantanti la merce
Il mercato si anima si mescolano donne di colori diversi
Un ragazzo arriva cantando portando caffè e panini
Il mattino si apre nel sole diffondendo luce e tepore
La piazza nasconde ancora l’antico parlare
Ora si mescolano lingue e dialetti di ogni paese
il ragazzo che ero non trova gli antichi clamori
a quei tempi non si era mai soli si respirava la gioia.
Ora vecchio nascondo nel cuore il dolce ricordo
Non c’è nulla più inutile di chi non aspetta più nulla.
Il nipote
Nonno cos’è la pace
Tutti parlano di pace
Ma tutti si scontrano con la guerra
Quelle immagini così crude
Quei bimbi tutti insanguinati
Perché nonno
Ho paura nonno
Vero che è finto ciò che si vede
Forse è come nei film
Dimmelo che è così nonno
Dormi ora tesoro fra le mie braccia
Domani è un’altra alba
sofferenza senza fine
Circondato da folla rumorosa cammino
Senza meta precisa senza un preciso scopo
Nulla mi distrae dai miei cupi pensieri
Penso a Gaza all’Afghanistan
Ma anche al male intestino
Che dilania la nostra Italia
Offesa e vilipesa quotidianamente
La Legge sembra impotente nel confronto con mondi lontani
Legulei che proteggono le crudeltà
Organizzazioni sempre più violente e malvagie
Odo bimbi piangere supplicando pietà
Sento boati e raffiche di armi potenti
Leggo di madri assassine
Di famiglie distrutte dalla follia di un marito e padre
Di bimbe e donne vigliaccamente violentate
La crudeltà ormai padrona regna assoluta su di noi
Quanta arroganza fra i politici incapaci di capire
Soprattutto di decidere
Vivono lontani dalla realtà
Come la loro esistenza fosse in un’altra galassia
E noi costretti a subire il loro comportamento
Così lontano dai nostri bisogni
Si dice c’è la religione
Quale religione è in grado di aiutare
A sovvertire l’attuale crudele modello di vita
Anzi si incita si sobilla si insegna ad uccidere
La preghiera è una espressione ormai in disuso
La violenza ha preso possesso degli umani
Gli umani hanno permesso ai violenti
Di aggredire lo spazio che ci circonda
Di contrastare madri padri istituzioni
Che erano e sono
Il nostro ieri il nostro oggi il nostro domani
Mi risveglio da questi pensieri
M’accorgo che la vita scorre nel tempo
Che il sole irradia calore
Che l’acqua scivola cantando
La folla c’è ancora
Alcuni di essi paiono assorti
Ma sorridono al sole
Allora proseguo con la speranza di ritrovare l’Amore
Domande
Senza certezze fiducioso vado
Non chiedere perché
Le ombre della sera
Avvolgono allungandosi
Tutto ciò che in basso esiste
Non chiedere perché
La rondine puntuale torna
Mentre il mio vagare è senza meta
Non chiedere perché
Si ama
Mentre la luna
Rimane punto fermo nell’universo
Nel mio andare tutto sfuma si allontana
Come fossi prigioniero d’un sogno
Dovrò non vivere il sogno
Per non farlo morire
scambio
Il giorno è tornato con le sue offerte
Io ti ho donato tutta la notte
Dove la solitudine del buio mi appartiene
Tu donna che offri muliebrità
Sei come il mare che dona perle
Sei come un giardino d’estate
Che offre fiori e profumi inebrianti
La tua voce mi accarezza
Il pensarti mi da euforia
Ecco il mio cuore in cambio del tuo
Solitudine
Corro nella notte cercando la via
Corro scavalcando ostacoli mentali
Travolto da pensieri calpestati
Impaurito dal mio vagare senza meta
Ti cerco
Questa notte mi sfugge
Non riesco ad afferrarla
Intorno è un turbinio di colori
Essi nascondono a turno il tuo viso
Dove sei?
Divento impaziente rincorrendo
Il mio pensare
Il mio desiderare
Un fuoco inestinguibile
Brucia la mia anima
Vieni da me
Inutilmente cerco di afferrare i sogni
Le mie mani si stringono al petto
Lasciati afferrare e con dolcezza
Fatti cullare dall’amore
Mia essenza di vita
Incontro
Lontano avvolto nella nebbia
Senza contatti senza fremiti viventi
Obliato dal silenzio che mi avvolge
Ti cerco
E il mio cuore come un sole caldo
Dilata la nebbia ricordando
Mezzaluna story
Quando tu piena sei di languore
E i tuoi occhi appannati
Mi guardano
Dentro me sento
Uno struggimento
Che mi fa sciogliere
Come neve che
Lievemente si è posata
Sui prati
Sento il mio vigore nascere
Mentre il tuo fiore si bagna
Di nuova rugiada.
Ecco che dolcemente
Le nostre labbra si avvicinano
Le nostre mani si intrecciano
E tremanti subiamo il fascino
Del nostro incontro
Abbiamo viaggiato piccina
In mondi lontani
Trascinati dal desiderio e dalla passione
Dio come ti sento quanto ti voglio
Ciao splendida creatura
I tuoi tesori nascosti
Conservali sino a che tu
Mi darai la chiave per aprire
Il tuo scrigno
A Laura
Mi chiedo da quale tempo lontano
A me ti sei avvicinata
Per anni ho cercato
E tu improvvisa apparisti
Lieve fragile ma forte,
curiosa e femminilmente
trepida e gioiosa
Ecco sono giunto alla fine
del mio cercare
del mio aspettare
Ovunque io sia ti sento vicina
c’è nell’aria il profumo
della tua presenza
ed io mi inebrio
saziandomi
del nostro passato
del nostro presente
Suggestione
È sera e sono in ascolto, l’ora tarda,
aiuta le voci di cuori giovani che vagano intorno
Con lenti passi s’accostano fra loro
Avvicinano i loro visi e sento
I loro cuori cantare versi d’amore
Mi siedo e li osservo;
Essi passeggiano vanno e vengono
Il mio tempo scorre lentamente
Tutto il resto tace,
case silenziose fanno da contorno, le foglie
non stormiscono, il fiume è immobile
La luna appare improvvisa
Illumina creando ombre suggestive
Modificando l’intorno.
Ho occhi pesanti di sonno
Ma irrequieto ed impaziente
Accendo la lampada della mia anima
Illumino la via che mi conduce a te
Corro come pazzo verso
L’immagine del mio desiderio
Ti afferro saldamente,
ma tu mi eludi mi allontani
la splendida visione fugge via,
la luna piena si accomiata
ed io allora canto
perché questo amore
è semplice come una canzone.
Siamo terrestri?
Ciottoli piccoli nati da qualche meteora
Rendono consapevoli di grandiosi eventi
Scrutiamo il cielo cercando, sondiamo l’infinito
come se il mutare del mondo sia dovuto
all’affluire di entità misteriose
Attorno la terra diffonde il suo odore
Il sole ha terminato il suo lavoro
Bianchi tessuti sbattono al vento
Come a svelare qualcosa dei fasti celesti
L’ignoto ci avvolge liberandoci
Pensieri rivolti al mistero della vita
Si alternano susseguendosi
nella mente, confusa da eventi straordinari
chi siamo noi quale è il nostro presente il nostro futuro
come pietre preziose ci uniscono nell’universo
Arrivammo cercando un rifugio
ora che le guerre stanno distruggendoci
che l’odio fra umani ci ha nuovamente raggiunti
dove andremo? Ahimè, dove andremo?
Il Po
Da questo fiume pieno di vigore,
Da questo fiume, così silenzioso
e così calmo e violento, traspare
una smarrita dolcezza.
Sulle , onde imbizzarrite
viaggiano i miei pensieri,
ad occhi chiusi assaporo il fluire
di sensazioni, di emozioni.
Sul sentiero che lo accompagna,
sfilano biciclette frusciando sui ciottoli,
negli orti vicini alcuni cani
comunicano fra loro, dei bimbi
si rincorrono garruli , mentre nel cielo
la luna incomincia il suo apparire.
Io accovacciato su un letto di pietra
assaporo il profumo che emana.
Luke , muso appoggiato
sul mio ginocchio mi osserva.
Alcuni gabbiani volteggiano-
ed una coppia di aironi amoreggia sul greto ,
in un gioco di piume e volteggi.
Più lontani alcuni pescatori
attendono pazientemente la preda.
Lassù Superga mi osserva,
pare voglia invitarmi a salire,
mio viatico per anni e mio dolore.
La piccola cascata copre ogni rumore
Il sole si allontana, scende dietro i monti,
e la sera incombe dando spazio
ai raggi della luna sempre più
luminosa e lucente.
Le stelle l’accompagnano.
E, fra esse mi fingo
il viso di chi è lassù,
parlo a loro , sorrido e così
appagato torno al mio abitare
mi sdraio sul letto, penso
e rannicchiato in me stesso
finalmente piango.
Attesa
Ad ogni istante in ogni tempo
Di giorno e di notte mi accompagni
Quante volte ho con te
Attraversato oceani e deserti
Sognandoti viva e sorridente
La mia vita è in fibrillazione
Ed una trepida gioia
Attraversa il mio cuore
Nell’aria sento il profumo
Della tua presenza
Sono in silenziosa estasi
Vorrei cantarti canzoni mai udite
L’inverno imbianca l’orizzonte
Ma per me è primavera
Con i suoi sussurri ed i suoi profumi
Il giorno e’ finito
E con esso si spengono i miei pensieri
Nell’aria ormai priva del tuo ridere
Si insinua un silenzio profondo
La luna piena accende la notte
Le tue labbra disegnando un bacio
Mi indicano la strada per il tuo cuore
Mistero
Come mi si affollano attorno fantasmi a me cari
Vedo amore, gioia, dolore cuori in fermento
Mi sento legato a loro con catene infrangibili
Sono silenziosi, alcuni felici altri malinconici
Vedo in tutti loro l’amore che supera il tempo e lo spazio
Il loro amore che affronta sole, luna, stelle
Li avvicino cerco il contatto, invano, sono impalpabili
Non hanno forma né colore, tacciono comunicando
L’amore che nutre la vita, diffondendone il profumo
La nella immensità dell’universo.
Neve
Bianca luminosa notte
Neve scendendo lieve
Hai coperto con un candido manto
Prati alberi case
Ovattando ogni piccolo suono
Compagna dei miei giochi infantili
Sensuale amica in gioventù
Ora mi godo il tuo nitore
La tua morbidezza mai così apprezzata
Ecco che il contado si sveglia
Il gallo chiama a raccolta le sue compagne
E frotte di bimbi garruli
Si rotolano nei campi riempiendo
Il silenzio con le loro grida
Ecco che il mondo è ancora vivo reale
Le emozioni ancora si susseguono
Vedo le Alpi
I ghiacciai sembrano ridere
Rigenerati dal gelo
Ed io ripenso alla cattiva informazione
Ai timori in un mondo senza futuro
E ringrazio l’imponderabile
Ricordando quanto dobbiamo
Al creatore dell’universo
Amare
Di velluto è il tuo corpo
Sotto la mia mano
Che cerca…..
Muta aspetti
Ascolti
Accogli il mio corpo
Sciogli l’anima mia
Mi mostri l’universo
Attraverso
il caleidoscopio
Dell’amore della vita
Storia
Occhi che indugiano negli occhi
Mani che sfiorano mani.
Così iniziò il nostro cammino.
Così iniziò la nostra storia
Ora pensando, siedo alla finestra.
La neve ha coperto gli alberi
Ed il merlo mi cerca cantando,
Un velo mi copre la vista.
E’ giorno, ma la notte è calata in me-
Quanto buio e quanto freddo .
Sono inquieto, assetato di cose lontane,
Quante notti e quanti giorni ho sprecato
Ho la mente vuota immobile,
nessun suono traspare,
i rami pesanti di neve mi osservano,
mi sento nudo, spogliato del mio amore
tu, mi stai aspettando,
ma io immobile, quasi marmoreo,
attendo che il sonno mi afferri,
e con esso raggiungere la mia illusione.
scambio
Il giorno è tornato con le sue offerte
Io ti ho donato tutta la notte
Dove la solitudine del buio mi appartiene
Tu donna che doni muliebrità
Sei come il mare che dona le perle
Sei come un giardino d’estate
Che offre fiori e profumi inebrianti
La tua voce mi accarezza
Il pensarti mi da euforia
Ti dono il mio cuore in cambio del tuo
L’attore
Eccomi solo, lontano da me stesso
abbagliato dalle luci, la ribalta mi inghiotte,
Ed io mi sento goffo nel cercare di sedurre,
con parole non mie metto in mostra
un inutile fascino, vesto abiti non miei,
e, sempre più lontano da me stesso
assumo pose clownesche, parlo,
oh quanto parlo, e mi muovo
cammino, mi siedo e parlo oh quanto parlo.
Mi paiono parole senza significato,
ecco la trappola è scattata, quello che ero
non lo sono più, un nuovo personaggio
mi ha sostituito ,motteggiando e atteggiando
frasi e gesti da super-uomo
cerca il consenso, l’applauso,
Guittiscamente si protende
la platea muta ascolta ed applaude, parole,
oh quante parole piene di significati
a me sconosciuti
Così vuole il copione, l’autore antico
ma sempre nuovo, riversa frasi
piene d buon senso, e la platea
accoglie ed applaude, ma io,
schiavo ormai della situazione.
seguito a parlare, oh quanto parlo.
E allora, infine, il manichino che sono,
si trasforma e finalmente
guarda il pubblico e sorride.
Smarrimento
I sogni, i miei sogni
Non si possono imprigionare.
Mi sono perduto in te,
incantato dai tuoi occhi,
affascinato dalle tue mani.
Ora mi sento stanco
Rincorrendo la tua bellezza,
ho piagato la mia anima,
ho violentato i sentimenti.
Ho smarrito la via che da gioia.
Se non riesci ad amarmi,
perdona il mio amore
che cerca rifugio in te.
.
Ah potessi accarezzarti, col mio cuore,
e tenerti stretta al petto!
La notte ha vegliato i miei pensieri,
i miei occhi pesanti di sonno
scrutano nel buio, senza incontro.
Se la tua strada, se il tuo cuore
ti conducono in mondi diversi,
allora avvertimi , sarà la ragione
a vincere il dolore.
Speranza
La pioggia,il tramonto , la sera, la notte
e tu lontana, ma nella mia mente vicina.
Cominciano a presentarsi i ricordi
delle ore trascorse guardandoti, ascoltandoti.
Sento la carezza delle tue mani
che trasmettono calore e dolce languore,
allora, ecco, la mente nel buio,
affronta le tue labbra morbide,
dolci e tenere, protese nell’attesa,
cercando ansiosamente i brividi antichi.
Tu nulla attendi di più, se non parole
suadenti e frasi ormai lontane nella memoria,
vivi e rivivi stupita il calore che t’invade.
Mi guardi, sorridi e ti abbandoni a me.
E allora ridiamo gioiosi, nel buio della notte,
cercandoci e allontanandoci, come ragazzini
in attesa di soddisfare la golosità impellente.
Immobile, allontano i ricordi, i pensieri,
mentre la pioggia ritorna nella notte a dirmi
quanto sento la tua non presenza,
il mio desiderio e la straordinaria potenza ritrovata.
Piove senza rumore sui miei pensieri ormai lontani,
ma ancora vivi e, allontanandomi, mi rifugio
nella mia solitaria esistenza.
Insonnia
E’ notte, la luna mi appare improvvisa.
Le nubi aperte come sipario,
le fanno la corte.
Superga, lassù sul colle, mi guarda,
mi parla di dolori infiniti,
mi consola con luce riflessa.
Il vento ha spazzato le foglie nel prato,
ed io, rannicchiato in me stesso,
penso al tempo lontano.
Penso al luogo, dove gioie
dovevano solo arridermi.
Invece mi trovo solitario,
come un uomo solo
di fronte all’oceano.
Soffre con me la notte.
Vorrei dormire.
L’insonnia mi guida i pensieri.
e l’alba è ancora lontana.
Vieni luce del mattino,
rischiara il mio dolore,
dammi energia affinchè il nulla
non mi sovrasti,
e la mia mente si possa ristorare
nei ricordi lontani ,
e la gioia mai goduta,
mi arrivi nel cuore
Viaggiare
Lo sai amare è come viaggiare,
è scoprirti giorno dopo giorno.
Viaggiare è vagare sul tuo corpo,
adorare le tue mani, baciare il tuo infinito.
Viaggiare è sentire scorrere
il tuo fiume di lava,
che sgorga dal tuo vulcano.
Viaggiare è scalare le tue montagne,
percorrere le tue pianure.
le tue vallate dolci e tenere.
Si amare è viaggiare nei mondi
che nascondono le tue e le mie
emozioni
Viaggiare è sfinirsi di nuovi tramonti,
Di nuove albe.
Viaggiare è amare
Ecco viene la sera,
imbrunano i prati solitari,
le greggi si avviano alloro riposo
attraverso sentieri misteriosi.
Un raggio di sole illumina l’infinito.
L’oceano s’accende di rubini
e coralli, mentre le tue labbra, tumide.
s’avvicinano, dolci e vibranti,
donandomi calde sorsate di emozioni.
La notte copre, rapidamente,
l’immensa prateria,
i fiori reclinano il capo
in attesa della luce del mattino
che inonderà il mondo.
Allora i tuoi occhi fisseranno i miei,
iniziando una danza
di sguardi teneri e desiosi.
L’erba rorida di rugiada, si protenderà,
in attesa delle bianche greggi.
E noi veleggeremo, allora,
sulla cresta delle onde che la luce diffonde.
Attraverseremo vallate, montagne e oceani,
per raggiungere il nostro futuro,
il nostro destino, ricco di messi.
Tramonto
Come una lampada si spegne il mio ardore,
Come un fiore appassito il mio cuore reclina,
Mi sento inaridito, senza energie,senza aneliti.
I giorni della mia primavera sono fuggiti,
e l’anima mi rivela che la vita è come la rugiada
su una foglia e che al primo calore se ne va.
E’ giunto il tempo di notti insonni, piovose e tristi.
Scoprire che non sei immortale e che fantasmi
volteggiano intorno, come in un gioco chiassoso
e misterioso, rivelando quanti giorni ho sprecato,
quante notti ho stoltamente gettato al di la del dolore.
Forse è tardi per chiedere, e pretendere.
Davanti a me onde impetuose rumoreggiano
E, attendendo che esse mi accolgano,
abbraccio l’oceano intero, affidandogli
il mio segreto, la mia pena il mio orgoglio.
Chissà, forse sarò presto ospite del nero mantello,
che mi traghetterà nel mondo del nulla e del tutto ,
lasciando così, che i miei sogni e i miei canti
volino come uccelli gioiosi verso la nuova dimora
sapessi
Sapessi che…
Quando ti guardo,
Quando ti parlo
Quando mi guardi,
E stringo le tue mani
Sapessi che….
Quando te ne vai,
dicendomi ci sentiamo.
È come se
un cancello si sovrapponesse
fra noi.
Sapessi la lotta
per non rincorrerti,
per non chiederti
amore,
per poi crogiolarmi
nella speranza
di rivederti
Sapessi che ……..
non potrò mai più
essere così vero così vivo,
amandoti e desiderandoti
fino allo struggimento.
Io ritornerò e tu ancora ci sarai?
Canzone d’autunno
Camminare ogni giorno, girovagare pensando,
osservare, paragonare, riflettere, incontrare gente,
parlare con loro, parlare da solo.
Entrare in un bar, uscire dal bar
bevendo da una lattina, alberi che si spogliano,
foglie ingiallite che volteggiano,
e sedersi in terra e pensare.
Una mamma, una carrozzina, un bimbo che piange,
un aquilone appeso ad un filo,
un pallone che rotola, ragazzini che si rincorrono
mentre un vecchio seduto li osserva e sorride,
due cani giocano fra loro abbaiando,
ed io continuo a pensare.
Cerco e trovo nella memoria la sua immagine,
il suo sorriso; quello sguardo gentile,
ironico e sensuale, che tanto mi manca
per vivere e sperare, per gridare e ridere
e baciare le sue labbra perdutamente.
incontrarsi
E’ tornata mattina. La luce inonda la stanza,
approda sul letto, che sfatto. ancora racconta.
Quanti sogni si sono avvicendati in una sola
notte. Quanto amore non consumato ma esaltato
nella notte senza sonno. Senza lei.
Un gallo mi canta e un merlo già chiede il suo
cibo quotidiano, ma io ancora non scendo dal letto.
Distendo le membra e sorrido pensando,
è finita la notte del sognare ed il giorno mi attende
con nuovi impulsi, con gioie da provare,
tutto sarà incredibile e vero.
Dalla finestra aperta l’aria si affaccia, rinfrescandomi
il viso. Dalla mano aperta scendono nel prato
delle briciole e il merlo ringrazia cantando.
La radio trasmette suoni e voci, i rami degli alberi
si muovono e le foglie iniziano a cadere e il tempo
passa, accompagnandomi lentamente nel sentiero
che conduce al trepido incontro.
Poi la notte ritornerà insonne, con i suoi sogni misteriosi,
consumando, con gioia, pensieri reconditi per poi
avvolgere in un turbinio di emozioni, sempre nuove,
la mia anima, ubriacandomi di speranze e di tenerezze
Notte da amare
Il giorno è terminato,la notte si fa buia.
Ma prima che la notte mi raggiunga,
voglio cantare e ridere ancora
La notte solitaria mi attende
ma lei è qui col suo splendore.
Tutto il giorno mi hai rubato.
Ma ora afferro le tue mani
e le stringo al mio petto, raccogliendo
tutto il tuo calore, tutto il tuo amore,
bevendo i tuoi cerulei sguardi
depredando con i baci il tuo sorridere.
Divina creatura, apri le braccia
fa entrare la luce del mattino,
mi sto perdendo in te, prigioniero
del tuo incantesimo, ridonami
la forza di abbandonarmi a questo
piacere sottile e inestinguibile.
Se questo è amore, allora ti amo.
Ma forse è un pò di follia che mi
avvolge e trascina, gli scrupoli
diventano tenui mentre aspiro il tuo
fragore e odo la tua dolce voce che mi
sollecita e mi solleva verso il segreto
da me desiato. La notte mi aspetta
e per me sarà lucente e meravigliosa.
le mani
Le tue mani
che sanno amare
forti, deboli piccine e grandi
che donano carezze,
che vivono tremanti di emozione
mani vere che non sanno mentire
Le tue mani
Sanno accogliere.
Sanno essere tenere,
sanno essere coppe
per raccogliere pianti e gioie,
queste meravigliose mani
sanno donare certezze.
Le tue mani
abbracciano il nulla,
trasformandolo in tutto.
Stringono, accarezzano,
puniscono e perdonano,
regalano emozioni,
sublimi sensazioni
le tue mani
donano amore,
soddisfano la mia fame
la mia sete.
E allora salgo per scale folli,
e le tue mani volano
sopra il mio viso,
finalmente sereno,
e gli occhi si chiudono
in un sonno mai provato.
Prestami la mano, non respirare.
Immobile, chino lo sguardo
Non penso, ma tremo al contatto,
ancora, l’anima turbata consuma
il piacere provato
oh mio fragile amore,
mia miseria d’amarti,
bocca vermiglia che ridi
sulle mie labbra,
quanto è vano volerti?
Il cielo così azzurro,
gli alberi che ingialliscono,
un merlo mi canta nel risveglio
e tu non sei qua,
piango, senza difesa mi accartoccio
e il mio amaro spirito,
come airone vola verso il mare,
dove tu mi desti speranze
liberando il tuo essere tormentato.
Immobile, silenzioso
Guardo il sole che nasce,
e cercando la pace, grido ti amo
Fine di un amore
Pagina bianca,
sei qui per descrivere a te
piccina,
parole che risuoneranno
come l’eco della mia anima.
Il filo magico
che mi conduceva a te,
per galassie infinite,
si è spezzato.
I miei ochhi velati
non scorgono il foglio bianco,
e il desiderio e la passione,
si dissolvono
come bolle di sapone,
nel nulla.
La cornucopia
che fu riempita d’amore,
improvvisamente s’è svuotata,
lasciandomi attonito,
privato da ogni energia,
rigettandomi nel buio dei
viottoli della mia vita.
Il tempo, mostro implacabile
ed invisibile, logorato
dal sentimento,
si è fermato.
Soffro, ah come soffro,
le lacrime scorrono già
sul mio viso.
Ma poi, il mio cuore mi parlerà,
ed io, riconoscerò la sua voce,
e tornerà a guidarmi
impavido ed altero.verso la fine
del mio soffrire.
amare
Di velluto è il tuo corpo
Sotto la mia mano
Che cerca…..
Muta aspetti
Ascolti
Accogli il mio corpo
Sciogli l’anima mia
Mi mostri l’universo
Attraverso
il caleidoscopio
Dell’amore della vita
fuoco
Sono nella oscurità e vedo.
La notte accende le immobili stelle
e muto ascolto il tuo respiro
e la mia brama s'accende
rincorrendo i miei desideri
Io voglio te soltanto te,
ogni altro desiderio è menzogna
tra profonde illusioni voglio te,,
dammi la confidenza del tuo corpo
Esalta la mia possenza affinchè
una notte dopo l'altra le stelle
guidino i nostri corpi nell'universo
e uniti, il nostro amore esploderà
La mia irrequietezza si placherà,
la nostalgia di cose lontane svanirà,
e tu, col tuo vibrare, oltrepasserai
i limiti dell'esistenza intera
non posso gareggiare col tuo amore
ma toccami col tuo fuoco, dammi la
tua bocca, solleva ed arcua il tuo corpo
sinchè all'unisono la vita
che, nella tempesta dei sensi, prenderà
il sopravvento, ci accompagnerà
verso l'estasi suprema
con lampi e tuoni, e la lava scorrerà
a fiumi inviata da te Angelo e Demone
Declino
Alcune domande
turbano il mio dormire,
Sono nato troppo presto
O troppo tardi?
Cosa faccio in questo mondo
Dove la gioia
mi è sempre soverchiata
dal soffrire?
Le mie speranze,i miei desideri,
dormono un sonno dolente.
Perché ad ogni gioia,
mi si alterna il dolore,
e la tristezza riaffiora,
violenta e maligna?
Dondolo e l’altalena della vita
Costringe l’anima mia
In ginocchio.
I miei occhi stanchi,
il mio crine incanutito.
trasmettono quanto tempo
e quante avventure di vita
hanno attraversato.
Ma ora frugando
Nei recessi dell’anima mia,
capisco ed invoco pietà. |