Racconti di Claudio Pompi


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Nato a Roma il 21 giugno 1951. Non ha mai vinto premi letterari, non ha mai partecipato a concorsi di poesia. Tecnico di radiologia medica per 26 anni presso l'ex Ospedale San Giacomo di Roma in pensione dal 1996. Amante della musica in genere ma in particolare di autori come Glen Miller, Gershwin, Cole Porter oltre a Ottorino Respighi e Puccini. Apolitico per delusione. Sono anche su Facebook.
Indirizzo mail pompi.claudio@gmail.com

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I limiti della pubblica indecenza
Mandiamo e riceviamo messaggi di ogni tipo e con ogni mezzo, è il nostro tempo, fa parte della nostra esistenza la comunicazione istantanea tramite tv, radio, internet. Ma ci domandiamo mai fino a che punto possiamo spingerci nel mandarli e nel riceverli? A certe porcherie non c'è limite e una delle ultime ce le ha mandate la RAI alla quale moltissimi pagano l'abbonamento obbligatorio ( ma un abbonamento, in quanto tale, non può essere obbligatorio, altrimenti è una tassa…una delle tante). Una signora di nome Donatella Papi, giornalista, dice, sposa in carcere Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo dove nel 1974 venne uccisa brutalmente Rosaria Lopez e dove venne massacrata Donatella Colasanti che si salvò fingendosi morta. La vicenda è nota ed è superfluo scendere nei dettagli. Il calvario di Donatella Colasanti è finito con la sua scomparsa per malattia ma il male lei lo aveva dentro, lo aveva contratto con la sua lotta per avere giustizia anche a nome della sua amica Rosaria. Erano anni difficili, le ragazze di borgata troppo facilmente incollate come francobolli al desiderio di evadere dalla semipovertà di estrema periferia anche tramite conoscenze occasionali con i giovani della "Roma bene" che allora era quella dei Parioli. Angelo Izzo ha ucciso ancora nonostante fosse in carcere, ma questa giustizia gli ha permesso di uccidere ancora una donna e la figlia minorenne di questa. La lucidità e la normalità con cui ha descritto il duplice omicidio di madre e figlia è a dir poco agghiacciante. Quegli occhi roteanti, impossibili da fissare, quasi fuori dalle orbite e il suo ampio gesticolare disegnavano chiaramente la sua personalità sfuggente e imprevedibile ma, soprattutto, lo relegavano all'ultimo posto in una ipotetica classifica di valori umani, qualora ne abbia mai avuto uno. Un essere da cancellare dal consorzio civile che per quanto malato e corrotto rimane sempre il nostro consorzio. Ma c'è chi come questa donna, Donatella Papi, addirittura lo ama e se lo sposa, in carcere, ma se lo sposa. Non c'è nulla di male, è una faccenda privata e siamo d'accordo. Ma non possiamo e non dobbiamo accettare che questa donna dica attraverso una emittente pubblica che Izzo è innocente e che lei si batterà per dimostrarne l'innocenza. È una presa in giro, una offesa che lei e la RAI fanno a tutti quegli italiani che hanno subito atti criminali e a tutti gli italiani onesti. La RAI si è prestata ad un gioco sporco perché appare chiaro che Donatella Papi ha il solo scopo di farsi pubblicità e di essere presente nei vari scatoloni della televisione. Non ci si appelli al diritto- dovere di informazione perché allora dovremmo andare a toccare tasti vergognosi come la chiusura di tanti programmi di approfondimento. Abbiamo il telecomando, è vero, ma non basta perché se la eviti da una parte te la ritrovi dall'altra. Aggiungiamoci anche la carta stampata che ha le sue belle responsabilità buttando giù articoli su questo argomento.

Oroscopi
Che eravamo nelle mani di Dio lo sapevamo da sempre, ma il Pontefice ce lo ha ricordato con esempi terra terra, facilmente comprensibili anche dai meno attenti. Ovviamente lui si riferiva al futuro bandendo maghi, astrologhi, cartomanti ed economisti. Questi ultimi sono dunque entrati a far parte nella categoria dei bugiardi e dei ciarlatani. In tempi di inquisizione Tremonti sarebbe stato torturato e messo al rogo, anche Brunetta avrebbe fatto la stessa fine dopo aver detto che è un economista. Più che altro Renatino sembra il frutto di una economia coniugale…tipo "Oh! Si deve fare un figlio, mettiamo insieme quel che abbiamo, non sarà molto ma si fa quel che si può!"
Ma tornando al Papa, lui se la prende con quanti prevedono il futuro in questi giorni che vanno dalla fine del 2009 ai primi giorni del 2010. Santità non se la prenda più di tanto, non abbiamo bisogno di Branko e dei suoi colleghi per sapere che l'anno che è appena iniziato sarà uno schifo. Loro semmai cercano di darci qualche illusione di speranza, dipende dalle quadrature, dalle opposizioni, dagli ascendenti, dai trigoni che manco a dirlo non coincideranno mai e noi a quel punto l'oroscopo ce lo facciamo da soli assemblando le cazzate dei vari uomini e donne delle stelle
Poi ci sono i cartomanti, quelli che più che al tuo futuro pensano al loro facendo "carte false" e tu paghi come un babbeo per farti dire che lei ti pensa ma è combattuta tra te e un altro, che presto avrai una interessante proposta di lavoro ma che dovrai armarti di un talismano che guarda caso il cartomante ha pronto per te e con la sola aggiunta di un duemila euro il successo è garantito…il suo successo, quello del "cartaro"!
Prendete gli oroscopi per l'anno appena iniziato, sono come quelli dell'anno precedente! La frase più ricorrente " Questo è l'anno delle piccole e grandi svolte nella vostra vita!" ; frase di una banalità allucinante! È normale che nella vita di una persona ci siano delle piccole e grandi svolte a meno che non vivi barricato dentro casa. Ma la cosa inquietante è che queste avverranno nella seconda metà dell'anno! Ovvero quando tu ormai non ti ricordi più di averlo letto o ascoltata quel deficiente che ti fa l'oroscopo. Te lo dovrai guadagnare quel successo perché non ti verrà regalato niente! Ma dai!? C'era bisogno dell'oroscopo per dirmi che qualunque cosa me la devo sudare come è sempre stato da che sono al mondo? E i pianeti che entrano ed escono come ad un supermercato nei vari segni zodiacali. Saturno entra in vergine ( sai che godimento per Saturno con la Vergine!) e vi ridà forza ( di solito dopo che si è stati con una vergine, di forza ne resta pochina!)
Ed affronterete in modo più adulto e maturo le varie situazioni. Adulto e maturo? Ma fino ad oggi cosa ero? Un ritardato, un interdetto? Però attento!!! Dopo il 21 maggio, non specifica l'ora, ci sarà un ritorno di incertezza, la stessa che vi ha caratterizzato per tutto il 2009. Ma brutto disgraziato mentitore, ma l'anno scorso mi hai detto che ero ad una svolta importante e che potevo cominciare a fare progetti! Ma chi sei un promoter finanziario di quelli che gli metti in mano i soldi e fai un investimento ma con la macchina se ti ricapita a tiro? Ma il maledetto continua a dirti che devi programmare perché la tua attività professionale ne risentirà positivamente. Ti si apre il cuore. Ma ecco la doccia fredda…attenti a quel Mercurio che transiterà per molto tempo in Toro e potrebbe ostacolarvi. Poi conclude con un incoraggiante…"Vedrete che alla fine dell'anno, malgrado gli intoppi (ma non mi aveva detto che avrei avuto delle importanti svolte?) il bilancio sarà favorevole con possibilità di migliorare in futuro !". Quale futuro? Con la crisi che c'è di quale futuro farnetichi? Poniamo un velo pietoso sui rapporti affettivi che regolarmente vengono messi in relazione al passato e i consigli sono quelli che ti darebbe la mamma o un amico qualsiasi.
Ma l'ignoranza dell'oroscoparo si materializza quando parla di salute…" Problemi di natura epatica! Più generalmente (fate attenzione)…riguardanti il fegato!". Sciagurato ignorante, ma se parli di epatico è chiaro che parli di fegato e non…più generalmente! Conclude con un allarmante "date ascolto al vostro corpo per capire cosa non va!" . non vado dal dottore, mi prendo un fonendoscopio e giro per casa come uno scemo auscultandomi e sparandomi diagnosi come l'oroscoparo spara previsioni.

La fine del mondo
Prendendo spunto da una trasmissione " catastrofistica" che tanto piace a quel genere di persone che vivono di divinazioni, oroscopi e profezie varie avallate in certi casi da scienziati che invece di pensare ai problemi della terra e dei popoli che ci vivono o sopravvivono a seconda dei punti di vista. La fine del mondo, secondo il calendario Maya, è prevista per il 21 dicembre 2012.
Se è così mi dispiacerebbe perché non potrei vedere gli europei di calcio e non potrei festeggiare il Natale augurandomi che la crisi sia finita e la recessione dimenticata. È la mia massima preoccupazione a paragone delle fesserie che vengono elargite senza pensare che non tutti siamo lucidi e razionali. Quanti si suicideranno tra coloro che seguono certi programmi?
La fine del mondo non dipenderà da macchie solari, allineamento dei pianti o alcuni di essi con il sole. Non dipenderà neanche da avvenimenti particolari e già il fatto che non vengano specificati lascia spazio allo scetticismo su questa fine datata per giunta. Le banche vi chiederanno di anticipare il pagamento del mutuo temendo che possiate approfittare della fortunata combinazione?
Tranquilli, le banche rispetteranno il calendario gregoriano e se non pagate la fine del mondo sarà solo per voi che finirete sotto ai ponti. Se il mondo finirà sarà solo per colpa degli uomini potenti che ancora non si sono resi conto che questo pianeta sta morendo di incuria. A Copenaghen non si sono messi d'accordo, Kioto è fallito. Intanto il pianeta si surriscalda e i ghiacciai si stanno sciogliendo, cetacei e delfini perdono l'orientamento a causa dei campi magnetici. La foresta amazzonica è un polmone col cancro da fumatore e il fumo delle fabbriche non diminuisce. La cosa drammatica nella sua demenzialità è che si parla di una riduzione a partire dai prossimi anni quando invece dovrebbe partire da subito. I mari sono inquinati da sostanze radioattive scaricate da navi fantasma che affondano e nessuno che ne denunci la scomparsa. Le stagioni non esistono più e il grande caldo si alterna al grande freddo ma l'uomo non se ne accorge o forse finge di non accorgersene, frane, smottamenti, esondazioni, inondazioni sono il menù a prezzo fisso della cattiva e criminale incuria degli addetti ai lavori. Non è solo un fenomeno italiano ma non ci sentiamo sollevati dalla generalità del fenomeno. Intere popolazioni vengono decimate da fame e malattie ma gli aiuti non arriveranno mai perché nessuno vuole mettere mano al portafogli. Tante promesse e nessuna data come avvenuto al G8 dell'Aquila nel 2009 e a Roma sempre nel 2009 al congresso della FAO. In compenso i soldi per le guerre ci sono e sono contanti perché la morte non fa né sconti né credito. Il mondo è in mano agli Obama e ai Bin Laden del momento mentre la Russia è una fogna radioattiva con tecnologia da primordi. La Cina inquina sempre di più con le sue industrie che per mantenere i prezzi bassi non si fanno scrupoli. India e Pakistan hanno la bomba atomica e l'Iran si sta attrezzando così come la Corea del Nord.. Il mondo non finirà il 21 dicembre 2012. il mondo esploderà dopo ma la fine è già cominciata da tempo. Forse mi godrò il Natale e vedrò il campionato europeo di calcio, dico forse se prima non sarò vittima della malasanità italiana o di uno tsunami o magari del caldo a causa dell'inquinamento atmosferico.

Aeroporti e diagnostica
A proposito di sicurezza, di una cosa sono sicuro ed è che l'insicurezza è sicura! Qualcuno dirà che sono scemo. Probabile. Pensate che Obama sia migliore di me? Vi fidate di uno che dentro alla festa in onore del Premier indiano si ritrova due "abusivi"? una cosa del genere capita nei matrimoni dove ci sono centinaia di invitati al pranzo di nozze, due si infilano nel mucchio indisturbati perché i parenti dello sposo pensano che sia una coppia invitata dai familiari della sposa e viceversa. Ci hanno fatto anche un film su questo tema degli scrocconi ed era un film americano guarda caso!
Lei, Michaele, bionda, giovane avvenente ed elegante…molto più di Michelle Obama, ma non ci vuole molto ad esserlo. Lui, Tareq Salahi, elegante e disinvolto. Vi fidate di uno che al posto del servizio di sicurezza personale ha una schiera di portinai, di quelli che spettegolano sui condomini e sanno tutti gli affari vostri leggendo la posta che vi arriva? E con questo servizio di sicurezza l'abbronzato va in giro a rompere i maroni con la scusa della lotta al terrorismo! Ma i terroristi ce li hai in casa Obama mio! Rubano lo stipendio nell'FBI e nella CIA. Una domandina facile-facile: ma dall'attentato alle torri di nove anni fa, che cavolo avete fatto oltre ad un paio di guerre con qualche migliaio di morti tra le forze della coalizione che non hanno scalfito nemmeno un' unghia a Bin Laden e patners? Dopo il fallito attentato al volo della Delta si sono ricordati di potenziare i controlli agli aeroporti. Adesso tu passi attraverso un bussolotto che ti radiografa. Forse non sarà un deterrente per il terrorismo ma almeno non devi aspettare mesi per farti una radiografia con il SSN.
Costerà qualche euro ma con i voli low cost risparmi e ti danno pure il referto. Anzi se vogliamo andare a spulciare si tratta di una vera tac anche se superficiale. Sai quanta gente scoprirà di avere qualcosa che non funziona! Diciamocela tutta: questi controlli aeroportuali sono una vera opera di prevenzione.
- Quando ha fatto l'ultima radiografia?- domanderà il medico di base per altezza,prodotto diviso due, risultato zero come qualità di assistenza.
- L'ultima volta è stata quando sono andato a New York, questa estate con un volo Charter!- risponderà il mal'assistito.
- Allora il prossimo controllo lo farà all'aeroporto l'estate prossima!-
- Dottore, non mi faranno male tutti questi raggi x?-
- Qualche danno lo faranno pure ma è meglio che morire su un aereo a causa di un deficiente laureato che vuole suicidarsi!-
Ma sì, dai! Al prezzo di un low cost ti fanno pure la tac! Cosa pretendi? Una terapia omaggio, una relazione medica per andartene in pensione. Pensate a quei poveracci che fanno il giro del mondo e cambiano aereo quattro o cinque volte all'andata e altrettante al ritorno!
-Superstite di Hiroshima?-
- No, reduce da vacanza !- e il rilevatore di radiazioni che vi circumnaviga il corpo che impazzisce.
Trattandosi di bassi dosaggi di radiazioni ci sarà da ridere vedendo quante tette finte girano e magari anche scoprire che la bonona altro non è che un trans. Non voglio stare qui a discutere sulla nocività delle radiazioni sulla cute, ci sarebbe da domandare ai sapientoni se hanno nozione delle radiazioni alfa e beta. Però, come si dice? Non puoi fare la frittata senza rompere le uova.
Quando al cellulare dite che "prenderete un aereo" fate attenzione perché siete intercettati e qualcuno penserà che quantomeno vogliate fare un dirottamento. Caro vecchio e indimenticato Modugno, bei tempi quando potevamo cantare…"Volareeee! Oh-oh!"

Calcio che passione
Leonardo che non è il genio nato a Vinci e neanche un genio del pallone ma un ex grande calciatore che finge di allenare il Milan ha detto, dopo la sconfitta col Manchester United, che ancora non è finita. Ha ragione! Nella partita di ritorno ne può prendere altri tre!
Berlusconi che di calcio ne capisce più di Leonardo ha domandato a zio Fest Galliani perché è stato preso Mancini che da tre anni fa il turista a pagamento in quel di Milano. La risposta gliela ha data Mancini stesso con uno stop di venti giorni dopo cinque minuti che era in campo.
A San Siro c'era Balotelli in tribuna. Un nuovo acquisto per la prossima stagione? Uno svecchiamento della rosa? Macchè! Super Mario era in tribuna come tifoso del Milan con grande rammarico dei tifosi interisti. Certo che il ragazzo se le va a capare le grane. In molti stadi, anche se non gioca l'Inter, tutti si ricordano di lui. Ai deficienti che gli ricordano il colore della pelle dico che non ce n'è bisogno, lo sa da solo che non è bianco e anche che non è un coglione come loro.
Del Piero è entrato in clinica per accertamenti, pare che dopo i due svenimenti in area laziale e in area genoana che hanno fruttato quattro puntazzi di ossigeno i medici vogliono capire se è malato. Ma che volete dirgli a uno che parla con gli uccelli e si sbronza con l'acqua minerale. Peccato perché se la Chiabotto è bella fuori e pulita dentro, lui la fa sporca dentro e fuori dell'area di rigore.
Zaccheroni ha chiesto in giro se tante volte non sia tornato Lucianone Moggi il più grande scopritore di talenti arbitrali.
Zamparini dopo i quattro schiaffoni presi dalla Roma non caccerà Delio Rossi. Fiducia incondizionata al suo allenatore? No! Sono finiti gli allenatori da assumere.
Ovredo, l'arbitro di Bayern Fiorentina ha continuato a fare danni incalcolabili in Europa concedendo un gol ai tedeschi in fuorigioco di pochi chilometri. Non ha espulso un giocatore della fiorentina precedentemente dopo un fallo da ultimo uomo ma concedendo, giustamente, il rigore. Ma a parte il fatto che c'è da chiedersi da chi è protetto, bisognerebbe capire che regolamento legge.
È il colmo per un presidente come Della Valle, lui che fabbrica scarpe, beccare una "sola" dall'arbitro Ovriedo.

Punto G…Inganno o verità ?
Tra studiosi francesi e inglesi è scoppiata la guerra sul tema dell'esistenza del "punto G" , quel punto che sarebbe all'origine dell'orgasmo femminile. I francesi dicono che esiste mentre gli inglesi negano l'esistenza dicendo che si tratta di una leggenda. Probabilmente dipende dal fatto che i francesi riescono a procurarlo il piacere mentre gli inglesi hanno delle difficoltà con le proprie patners. È singolare il fatto che a trattare un argomento così strettamente legato all' intimo femminile siano per lo più ricercatori maschi. Le donne, molto più intelligentemente, se lo studiano per conto loro con il semplice "fai - da- te" o con una campionatura di soggetti maschili che badano poco all'alfabeto ma di più al risultato finale. Figuratevi una coppia in cui lei vuole sapere dove cavolo si trova questo fantomatico punto G. lui che furbescamente parte dal punto A e si fa tutto l'alfabeto Cirillico mica quello italiano. Il punto G non l'ha trovato ma in compenso ha trovato il massimo del godimento e lei, ugualmente contenta, ha rinviato la ricerca ad altra occasione. Un ricercatore italiano ha addirittura affermato che questo mitico punto G si trova a circa due o tre centimetri dall'entrata della vagina, non ha specificato la latitudine e la longitudine. Dai! Andare a letto con un righello centimetrato mi pare eccessivo! Pensate se lui è un falegname poi! Andare a letto con nella mutanda un metro da falegname è pericoloso. Metteteci poi l'ignoranza delle tante coppie un po' disattente a certe problematiche
- Marì ! ma tu dove cacchio lo tieni sto punto G?-
- Ma guarda bene nella credenza in cucina, mò non mi viene in mente se l'ho comprato! -
Oppure tra donne che hanno confidenza con certi temi…
- Non godo perché mio marito è un semianalfabeta!- e l'altra ridacchiando - Anche il mio. Ma ho ingaggiato un professore di lettere!-
- Ci mandi a ripetizione tuo marito?- domanda la prima - No! Ci vado io e lui mi fa fare tutto l'alfabeto…-

Bin Laden il nuovo ambientalista
Osama Bin Laden ha ammonito il mondo industrializzato accusandolo di aver determinato il cambiamento del clima. Questo ci mostra il lato naturalista e ambientalista dell'uomo Osama, un lato insospettabile e profondamente umano, un uomo sensibile ai problemi dell'ambiente. Effettivamente anche in passato ha dimostrato di tenerci molto all'ambiente e una bella dimostrazione l'ha data in quel famoso 11 settembre demolendo le Twin Towers che deturpavano il paesaggio. Bisogna anche dire ad onor del vero che in quanto a cambiamento del clima pure lui non è che sia esente da colpe. Lui ha instaurato il "clima" del terrore e non è che il mondo occidentale e industrializzato ne sentisse proprio un estremo bisogno. Se Green Peace ha la mania di andare con le barche addosso alle navi che trasportano i veleni lui le barche le usa per caricarle a tritolo e lanciarle addosso a quelle americane alla fonda come nel caso del cacciatorpediniere Cole alla fonda nel porto di Aden nello Yemen. Magari ha una visione un po' distorta dell'ambientalismo ma bisogna capirlo, lui da molto tempo vive a contatto della natura selvaggia e nelle città si troverebbe male a causa dei mandati di cattura internazionali che lo perseguitano come la RAI perseguita gli abbonati e i non abbonati. Comunque gli ambientalisti lo eleggeranno presidente e alla prossima conferenza burla per il clima farà delle dichiarazioni "esplosive".

Americani o Ameri - cani ?
Chissà se Hillary Clinton chiederà scusa al mondo per la dimostrazione di "sano americanismo" che sta andando in onda ad Haiti ad opera dei suoi connazionali. Gli USA hanno inviato ventimila soldati come se ad Haiti invece del terremoto fosse scoppiata la guerra. Medici ubriachi col mitra in mano e anche una decina di sospetti trafficanti di bambini. Complimenti. A questo mettiamoci anche la spettacolarizzazione tutta americana e pertanto privata dei vari personaggi dello spettacolo che hanno raccolto cifre di denaro consistenti e tanta pubblicità gratuita. Anche John Travolta col suo vecchio 707 ha portato di persona il suo contributo materiale ( più importante dei dollari) però sempre sotto la luce dei riflettori e gli obiettivi delle telecamere. Quello che gli americani non hanno portato, ma non solo loro, sono le camere iperbariche che più di ogni altra cosa avrebbero evitato le amputazioni di arti in seguito a schiacciamento di tante persone che resteranno invalide per sempre. L'unica nazione che ci ha pensato è stata l'Italia dove malgrado tutto qualche testa ancora ragiona e inquadra la situazione. Tra queste quella di Bertolaso, persona competente, esperta e scomoda solo perché ha il vizietto di dire quello che pensa. Ma la signora Clinton suscettibile come una zitellona non ha gradito la semplice constatazione di Bertolaso che ha parlato di disorganizzazione dei soccorsi e questo non c'entra con le camere iperbariche che sono di competenza di quanti preposti al soccorso medico chirurgico. Già da diversi giorni questo prezioso strumento poteva essere presente ad Haiti che non dista molto dagli USA ai quali non mancano i grossi aerei da trasporto con i quali fanno sbarcare sull'isola ventimila sceriffi e come comandante ci avremmo visto bene un John Wayne tipo "Berretti verdi". Ma è risaputo che l'America vede il male ovunque. Ad Haiti c'è una sola camera iperbarica, è italiana, le altre? In compenso la tragedia dei poveri si trasforma in business per le ricche organizzazioni criminali. Il rapimento, la sparizione di bambini è un affare da milioni di euro e di dollari. Con questo non voglio dire che sia solo un fenomeno ristretto ai dieci sospettati, ma adozioni, pedofilia e trapianti di organi avranno un incremento notevole. Non parliamo poi dell'invio alle varie associazioni messe su come una tenda da campo con lo scopo di raccogliere fondi per quei poveretti e che in buona quantità finiranno nelle tasche di sciacalli oppure andranno a riempire le tasche dei fondatori di queste improvvisate associazioni. Anche in America, non temete, qualcuno si metterà in tasca qualche dollaro per magari pagare tasse o rientrare delle stesse. Insomma la tragedia di Haiti è stata salutata da molti come una manna dal cielo, ma sarebbe più giusto dire dal fondo del mare. Quello che vediamo o leggiamo è solo parte di una verità che per ovvi motivi non può e non deve essere rivelata per non interrompere quel flusso di generosità umana che ancora esiste fortunatamente così come esistono addetti ai lavori che compiono la loro missione in silenzio, immedesimati nel dramma di quella gente. In quanto agli americani dico che Haiti non è il set di un film di Spielberg e che la loro potenza sfocia come sempre nell'arroganza e nella presunzione. La Clinton ne è l'esempio lampante e antipatico e forse è la degna comare di Obama che da buon premio Nobel per la pace non trova di meglio che vendere armi e protezione per il mondo. Show must go on!

Avvocati per difendersi o difendersi dagli avvocati?
Alberto Stasi deve agli avvocati Lucido ( padre e figlia) ben ottantunomila euro! Subirà un processo civile il due marzo. Questa cifra per il primo mese di difesa del giovane "bocconiano" accusato e poi assolto per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. I due avvocati sostengono di non aver neanche applicato l'intera tariffa prevista dall'ordine degli avvocati…pensate che botta se lo avessero fatto!
Forse gli conveniva finire in galera, scriveva un bel libro e ramazzava qualche euro. I due vampiri del foro si sono accontentati inizialmente di un acconto di appena undicimila euro. Dagli ottantunomila sono escluse le spese processuali. Insomma siamo intorno ai centomila euro! Quanto gli chiederà l'avvocato Colli che lo ha difeso dopo i saluti e baci dei vampiri Lucido padre e figlia? Fossi in lui, l'avvocato Colli, mi preoccuperei per la parcella. Se un messe sono costati o costerebbero centomila cocuzze, quanto costano oltre due anni di processo? La vera condanna sono proprio loro, gli avvocati. Ti faranno pure assolvere ma dopo devi fare un paio di rapine in banca per pagarli.

Funerali in offerta speciale
Anche i morti sono cari! Che avete capito? Sono cari come prezzo che i parenti devono pagare per un funerale non dico di prima classe, al massimo in classe turistica. Una bella agenzia di viaggi senza ritorno che organizza funerali per comitive! Non lasciate che sia il destino a scegliere la data del vostro decesso! Andate in agenzia, date un occhiata alle offerte e poi decidete di morire il giorno che preferite. Un bel pulmann nero come la pece e sopra una quindicina di bare a basso contenuto di legno e zinco ( inquina ed è pericoloso per la salute e che vi volete ammalare pure dopo schiattati?).
Magari ci sarà qualche problema di circolazione in città perché è ovvio che appresso ci saranno tutti i parenti dei quindici deceduti e più che un corteo funebre sembrerà una protesta di avoratori licenziati organizzata dai sindacati. Ci sarà qualche invettiva da parte degli automobilisti con il solito insulto " Ma li mortacci vostri!" .oggi morire è un lusso, cosa credete!? Mica è più come una volta che potevate morire come vi pare e vi facevano un bel funerale col carro trainato da cavalli neri oppure con una Mercedes ultimo modello metallizzata. Avevo un amico che per tutta la vita sognò di avere la prestigiosa auto tedesca, ebbene si è ammazzato pur di salirvi sopra. Pensate alla Formula Uno, quando scende in pista la safety car! È una Mercedes e tutti i piloti le stanno dietro, non è più o meno come nei funerali? Nella Formula uno è l'unica macchina che non è stata mai superata eppure non ha vinto mai niente. Ma per tornare al funerale, ora capisco la frase del Vangelo "Beati gli ultimi perché saranno i primi". Quando schiatterete, voi che nella vita siete sempre stati gli ultimi, sarete davanti a tutti e non preoccupatevi, nessuno vi vorrà superare. Voi su una bella Mercedes con tanto di autista e dietro gli altri. Questo se appartenete alla categoria di chi può permetterselo altrimenti dovete ricorrere ai funerali per comitive oppure, ed è vero, alla agenzia "Bellomunno"…un nome più azzeccato non poteva averlo l'impresario. 1200 euro tutto compreso ( tasse cimiteriali escluse). È tempo di crisi e bisogna pur vivere, che è facoltativo perché morire è obbligatorio prima o poi…meglio poi. Le bare sono di seconda scelta, è vero, ma tanto cosa vi importa? Una volta sotterrati che ve ne frega se la cassa è di ebano, pino, castagno, ciliegio? Dopo la trovata napoletana di Bellomunno penso che anche IKEA si darà da fare per inventare bare da assemblare con le solite istruzioni allegate. Non parliamo delle tombe poi che già sono oggetto di indagini da anni da parte delle varie magistrature. Con la crisi della vendita e affitti di case che c'è le varie agenzie immobiliari si ricicleranno visto che i morti ci saranno sempre. Leggeremo nelle locandine affisse fuori dagli uffici annunci di questo tipo: " tre loculi, angolo crematura, terzo ripiano senza ascensore vendesi"; " Magnifica cappella sei posti con vista panoramica, trattativa riservata!" "tomba ristrutturata, su due livelli in cimitero di prestigio, vendesi ". E gli affitti? "Affittasi loculo seminterrato. Non graditi animali!". Se dovete morire pensateci bene prima perché di offerte ce ne sono in giro.

Ma San Remo è sempre San Remo ?
San Remo si avvicina con il suo circo di scimmie ammaestrate, i suoi pagliacci, le bionde in esubero di ciccia e senza Morgan l'ex Bluevertigo cacciato come un cane perché lui si cura la depressione con la cocaina. Non sia mai detto che un tipo così entri nel tempio dei puri, già abbiamo avuto la Bertè che vagabondava sul palco dell'Ariston ubriaca come una spugna, in passato Vasco Rossi che aveva bisogno degli stuzzica denti per tenere gli occhi aperti. Morgan sarebbe stato troppo! Mancherà la Carla Bruni per colpa della canzone di Cristicchi che parla anche di Sarkozy. Un premio lo darei proprio a lui per aver contribuito a levarci dalle balle la "Non italiana" segaligna premier dame. In compenso dovremo sorbirci la Belene Rodriguez compagna di Fabrizio Corona, un uomo di una cultura parolacciara che non vi dico. La Belene si esibirà in un duetto…non con Corona, ci mancherebbe altro, ma con Toto Cotugno che canterà aeroplani. Ci sconvolgerà la sudamericana che come tante altre non sa fare niente? Per la serie " Facciamoci del male" avremo anche Emanuele Filiberto, l'ultimo dei Savoia a rompere le balle dopo averlo subito come ballerino addestrato dalla Titova in "Ballando sotto le stelle" ce lo ritroviamo cantante con Pupo. Una coppia bene assortita…Sua Altezza con Sua Bassezza! Vi ricordate lo slogan "Perché San Remo è sempre San Remo" ? la più grossa cazzata nella storia dell' Italia delle canzonette! San Remo come festival è sparito da anni, adesso è l'atto conclusivo di uno show che inizia con polemiche molto tempo prima e la maggior parte delle polemiche sono costruite per dare risalto ad una manifestazione che artisticamente vale zero. Come sempre le canzoni vincitrici hanno la vita di una farfalla e sono frutto di accordi tra discografici. L'anno passato addirittura una combine tra RAI e Mediaset, guardate chi ha vinto! Uno svociato proveniente dalla fabbrica del nulla della De Filippi quel Marco Carta di cui nessuno ricorda la canzone. Chi sicuramente ha già vinto è proprio il depresso Morgan. Si è fatto pubblicità (sporca) con la cocaina, si è fatto cacciare, salvo ripensamenti, sapendo che non valendo niente ( non che gli altri siano migliori) non avrebbe vinto nemmeno un lecca lecca e adesso tutti aspettano il suo brano che venderà più degli altri. Insomma un vero progetto studiato a tavolino. La Clerici, bionda, simpatica e prosperosa sembra che andrà in clinica per buttare giù qualche chilo. Povia si presenterà con un pezzo "La verità" (Eluana) e qui il battage pubblicitario è nato senza spendere un soldo perché Berlusconi e il padre della poveretta, Beppino Englaro, hanno dato vita…è il colmo…ad una diatriba. Vai così! Chi per un motivo e chi per un altro ognuno balla sulla cassa del morto. San Remo è sempre San Remo? Oggi "Papaveri e papere" non avrebbe senso. Oggi il papavero è da oppio e le papere oltre a quelle vocali sono le oche come Belene Rodriguez. Ci sarà anche Marcellone Lippi con la Coppa del Mondo vinta a Berlino, speriamo che la Nazionale non giochi come cantano a San Remo.

Protezione civile e….penale
Bertolaso è sotto il tiro della Magistratura, come tutti ne uscirà con le ossa rotte, innocente o colpevole che sia. Il capo della Protezione civile adesso deve proteggere se stesso non nel civile ma nel penale! Un salto di qualità non indifferente. La politica è divisa ( e come ti sbagli!?) ma quello che preoccupa sono le affermazioni di alcuni suoi estimatori. Tra questi Matteoli, il ministro a cui fa capo Bertolaso. A " Porta a Porta" si è domandato, quasi ironizzando, dove lo trovava il tempo per farsi corrompere, perché, ha proseguito, per la corruzione ci vuole tempo a disposizione! Allora la domanda me la pongo io: caro Ministro, come fa a saperlo? Poi ha proseguito il monocorde ministro che Bertolaso in poche ore era all'Aquila, in men che non si dica era in Liguria, in un lampo era a Messina dopo la gigantesca frana e ad Haiti subito dopo il terremoto e là, in meno di quarantotto ore, si è beccato un cazziatone dalla Clinton e una reprimenda dal governo italiano che si è dissociato dalle dichiarazioni dello stesso Bertolaso. Non scordiamoci Viareggio e ancor prima Napoli dove ha ripulito la città dai rifiuti anche se si è dimenticato la Jervolino e Bassolino. Dove siano finiti i rifiuti bisogna chiederlo agli abitanti delle zone limitrofe. Come poteva, un uomo così impegnato, che non aveva orari, farsi corrompere? Caro Ministro, le catastrofi mica ce le abbiamo tutti i giorni! Il Padreterno ci concede qualche mese di tregua tra una sciagura e l'altra. Altra comica è quella del Premier che uscendo da un antiquario di Bruxelles ( forse cercava un restauratore dopo la selciata di Tartaglia o qualcuno che lavorasse il bronzo antico) ha dichiarato che i magistrati si devono vergognare per le accuse a Bertolaso e che il capo della Protezione civile era ricorso a una fisioterapista per via di un mal di schiena, oltretutto una signora di mezza età che a sua volta era finita in ospedale per un problema alla schiena! Poveraccio, non gliene è andata bene una quest'anno e questo nuovo terremoto, qualora risultasse colpevole, sarà devastante anche se non supererà il terzo grado, Richter? No, di giudizio!

Giro d'orizzonte
Tartaglia spera nel trasferimento in una comunità di recupero. Credo che sarà difficile trovargli posto, ci sono già quelli di sinistra, Bersani in testa, che hanno problemi di identità.
A proposito di Bersani. Quando ha letto il nome del candidato alle regionali del Lazio ha esclamato "Dio! Bonino" al che un suo collaboratore toscano ha risposto "Oh! Bersani ma che bestemmi pure ora? "
Assurdo candidare Brunetta a sindaco di Venezia. Ma ve lo figurate Renatino quando deve andare in giro con il fenomeno dell'acqua alta? Probabilmente uscirà con una muta da sub…tanto lui è già normalmente sub. Usando un termine ipocrita molto in voga da alcuni anni possiamo dire che lui è "diversamente alto". Credo che un disabile trovi più offensivo quel "diversamente" piuttosto che essere chiamato disabile. Diversamente abile!? Posso fare qualcosa di "diverso" se sono paralizzato? Forse sì, mandare a quel paese chi si è inventato quel "diversamente abile".
Maroni ha detto che è ora di finirla con il lavoro nero! Mi associo! Però non ho capito cosa intenda.
Lavoro nero come mano d'opera africana o lavoro "in" nero in quanto a paga? Adesso la raccolta delle arance la fanno i rumeni e dove andranno a dormire visto che hanno demolito tutto? Alcuni non hanno problemi, si auto invitano dentro la casa di qualche abitante del posto, lo malmenano, abusano della moglie, si portano via qualche soldo e poi se la squagliano. Ma che fine hanno fatto gli stagionali indigeni? Magari con qualche accorgimento sindacale e una paga adeguata si potrebbero usare, come un tempo, le donne e i giovani disoccupati. Ma no! Si toglie il lavoro ai nuovi schiavi e il malaffare alle associazioni a delinquere di stampo mafioso. Però si potrebbe tentare con quelli del PD, tanto non combinano un accidente in parlamento e allora diano una mano per la raccolta della frutta, loro sono esperti visto che da tempo sono "alla frutta".

Giro di orizzonte
Due vescovi, uno di Pistoia e l'altro di Grosseto hanno detto che la comunione non deve essere data agli omosessuali. Nel frattempo in Germania, in una delle più prestigiose scuole cattoliche i pretonzoli abusavano in tutti i modi degli studenti. La cosa sembra andasse avanti da decenni. La domanda nasce spontanea…ai preti di quella scuola diamo la comunione o un bel pacco di preservativi?
Netanyahu ha detto che Berlusconi è il miglior amico di Israele. Stanno combinati male allora. Pensate ai peggiori amici chi possono essere.
Alì Agca ha detto che è Cristo, il figlio di Dio, il Premier si è infuriato ed ha dichiarato
- I soliti gossip della stampa di sinistra. Io non ho figli oltre a quelli nati dai miei matrimoni! -
A proposito di famiglia il Premier, che quando dice "Io" lo intende come abbreviazione di Dio si è messo le mani nei capelli rigorosamente posticci quando Veronica Lario gli ha chiesto tramite avvocati una rendita di ben tre milioni e mezzo di euro al mese per la separazione mentre il "taccagno" la vorrebbe mantenere con soli trecentomila euro al mese! Ma via signor Presidente del Consiglio! Ma lei vuole costringere la signora Veronica a chiedere la carta blu. Ma come può pensare che una signora come Veronica possa sopravvivere con soli trecentomila miserabili euro? Tremilioni almeno sarebbero già un congruo mantenimento per la poveretta. Ma la bolletta della luce, quella del gas, del telefono, l'abbonamento alla RAI, Premium, Sky, carta oro, assicurazione auto, tassa di circolazione, camerieri, cuoco, giardiniere. Non calcola le aragoste, il caviale, lo champagne che scorre a fiumi? Con cosa le paga queste cose che garantiscono il minimo della dignità? Mi creda, io ho dovuto rinunciare a tutto questo da quando muoio di fame con meno di mille euro al mese. Faccio una vita di merda e mia moglie non può permettersi un Costantino qualunque che la faccia divertire e si accontenta del marito pensionato. Abbia un po' di cuore!
Il mio l'ho già impegnato e il fegato non lo vuole nemmeno il gatto perché è corroso dal sapere che ci sono persone come lei e sua moglie (ex) che discutete su cifre che hanno minimo sei numeri.
A San Remo non ci sarà Carla Bruni e sai quanto ce ne frega a noi italiani che il manico di scopa francese non ci scasserà le balle con la chitarra. Non le piace la canzone di Cristitti che parla di lei e del nano francese. In compenso ci sarà Emanuele Filiberto che canterà con Pupo. Per la serie…ma non erano stati fanculizzati nel 46…ce li troviamo sempre in mezzo. Non ci sarà nemmeno Morgan, non il pirata o Freeman ( che avrebbe fatto la sua bella figura nel contesto del vecchio che avanza), parliamo di Morgan ex cantante dei "Tiro mancino" perché è stato cacciato dal festival in quanto ha dichiarato che lui soffre di depressione e si cura con la cocaina a differenza di qualcuno che si cura con una revolverata alla tempia quando la depressione è vera e incontenibile. Ma forse pochi se ne sono accorti che lui non aveva nessuna intenzione di andare a San Remo dove sarebbe caduto nel dimenticatoio con la sua canzone. Adesso con il battage mediatico e le polemiche festivaliere il signorino venderà il suo CD da quattro centesimi prima degli altri concorrenti o presunti tali e farà qualche euro. Tanto si sa che San Remo è il festival dove già si sa chi vincerà. Morgan li ha fregati perché per ora ha vinto lui in quanto a vendite.

Memoria e smemoratezza
Qualcuno ricorda le foibe, termine usato per ricordare il massacro di migliaia di italiani tra donne, bambini, uomini, vecchi. Cinque lettere per indicare uno dei tanti orrori che la guerra crea ad ogni latitudine indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso, politico.
Le foibe sono dei crepacci di natura carsica con profondità anche di centinaia di metri, così stretti da essere in molti casi inaccessibili o parzialmente inaccessibili. Quelli in oggetto riguardano la penisola istriana. Il massacro fu opera delle truppe jugoslave di Tito e delle bande partigiane jugoslave. Le foibe servirono sia come fosse comuni naturali per le esecuzioni sommarie avvenute in vari punti della penisola che come luoghi delle esecuzioni stesse. Gente legata tra loro, bastava colpirne uno per far precipitare anche gli altri, un gesto di sadismo degno dei peggiori nazisti. La particolarità che distingue questo orrore dagli altri, qualora si voglia fare una classificazione dei vari orrori, è che a perire furono anche partigiani italiani che contribuirono alla liberazione. Fascisti e partigiani accomunati da un unico e tragico destino. Perirono anche persone innocenti che nulla ebbero a spartire sia con i fascisti che con i partigiani. Furono massacrati solo perché potevano essere dei potenziali oppositori ancor prima di essere italiani. Perirono quelle persone che erano in vista nei paesi magari perché erano il farmacista, il medico condotto, l'impiegato, delle poste, l'avvocato e via dicendo fino alla vedova di guerra, al figlio più piccolo di un soldato italiano.
Si volle annullare la potenzialità della memoria e quella culturale nell'ottica barbara e sanguinaria di un regime comunista che non voleva gente pensante. Le foibe furono su vasta scala anche l'opportunità per vendette personali e per appropriazioni indebite di terreni e beni edilizi distruggendo i catasti ed eliminando i proprietari. Bastava solo una accusa senza prove, bastava essere solo italiani. Molti tra i più anziani ricordano i tanti profughi istriani e dalmati che vennero in Italia. Ricordano le vicende di Trieste che solo molto tempo dopo tornò ad essere italiana.
Ma un giorno della memoria per quell'olocausto nostrano non è stato proclamato. Giusto così! A che serve un giorno della memoria nel momento in cui il mondo è tempestato di olocausti ? Nel momento in cui non abbiamo memoria dei tanti olocausti passati dal dopo guerra in poi? A che serve un giorno della memoria quando l'Europa fece finta di non vedere "le pulizie etniche" nell'ex Jugoslavia, intervenendo solo nel Kosovo per motivi di convenienza anni dopo? Qualcuno ha inventato un giorno della memoria per quanto avvenuto in Cile e Argentina? Vogliamo ricordare la Cina con la sua "Rivoluzione culturale" e una marea di imbecilli anche in Europa con il famoso libro rosso e le fregnacce di Mao tse Tung. Era una moda di contestazione ma nessuno si domandò dove finivano milioni di cinesi "dissidenti". Memoria corta o menefreghismo di comodo? A che serve un giorno della memoria quando ci scordiamo che nel Darfur c'è un genocidio in atto? Che strano aver sentito le giuste parole di Napolitano e in quel momento morivano donne, bambini, uomini giovani e vecchi in quella regione che ancora molti non sanno dove si trovi e molti la collegano ad una nota caramella. Non parliamo poi della Russia che nel bene e nel male ha conosciuto l'orrore dei "Gulag" dopo aver perso dodici milioni di persone tra civili e militari ad opera dei tedeschi. Forse è una cifra propagandistica o forse no. Ma i russi non hanno mai quantificato il numero dei deportati dopo la fine della guerra perché ebrei o dissidenti. Quanti giorni della memoria dovremmo avere nell'arco di un anno? Qualcuno ricorda lo sterminio con i gas dei curdi nel nord dell'Iraq ai confini con la Turchia. C'è memoria della Cambogia dei Kmer rossi di Pol Pot dove la popolazione alla fine della dittatura risultò quasi dimezzata? È servito il giorno della memoria, a rallentare il risorgere del neonazismo che da pochi anni è in forte aumento? Mi chiedo chi glielo abbia spiegato a quelle teste "circoncise" che vanno in giro per la Germania e il resto d'Europa cosa è stato il nazismo.
La comunità ebraica ha il triste primato del primo genocidio documentato con immagini che ogni anno ci vengono riproposte a testimonianza di ciò che avvenne. Le immagini arrivano prima delle parole sempre uguali alle quali si può credere o meno a seconda di quanto siamo sensibili o interessati. Le immagini non lasciano spazio a interpretazioni di comodo. Ma sei milioni di innocenti uccisi danno il diritto di sentirsi l'unica vittima dell'orrore ? Semmai si dovrebbero accomunare tutti gli orrori e le sofferenze delle tante popolazioni che stanno subendo lo stesso orrore. Ricordare è giusto ma sarebbe più giusto combattere perché questi orrori non avvengano più e se di giorno della memoria si deve parlare, se ne parli per tutto il mondo, in un punto del mondo, raggruppando i rappresentanti di ogni nazione dove esista l'orrore o dove sia esistito. Una conferenza planetaria con filmati del presente e del passato dei tanti, troppi genocidi; da mandare a reti unificate per tutto il pianeta per ventiquattro ore di seguito.
Non servirebbe a niente, lo so; ma è sempre meglio dell'ipocrisia dei "moniti" lanciati da stanze dorate, comode e riscaldate mentre dietro l'angolo un fiume di sangue scorre insieme alle carestie, alle malattie. La morte degli innocenti non fa rumore nelle coscienze altrimenti gli stermini sarebbero cessati da un pezzo.

Sequestri o passaggi di proprietà ?
Ma che bella notizia! La mafia è in miseria. Speriamo di non dover fare una colletta per mandare qualche genere di prima necessità a Riina, a Provenzano, ai Graviano e a tutti quei mafiosi che poltriscono nelle patrie galere. Mattia Messina Denaro è costretto a ripiegare su pensioni a conduzione famigliare ( non famiglia mafiosa ma famiglia vera) di secondo ordine perché non ha più un euro. Qualcuno dice che stia progettando di costituirsi perché non potrebbe permettersi di pagare nemmeno l'affitto di un monolocale seminterrato si trenta metri quadrati da condividere con dieci extracomunitari clandestini. La mafia è azzerata e chiederà la cassa integrazione per la manovalanza. Stesso discorso per la camorra, ma si sa, i napoletani sono fatalisti per natura e poi hanno la creatività per tirare avanti. Saviano, che cazzo farai adesso che ti hanno smantellato il giocattolo? Magari puoi andare in Calabria dalla ndrangheta e magari scrivere un altro libro sul come lavorano. Diceva Andreotti che conosce gli uomini e il mondo che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Non sono Andreotti ma un cattivo pensiero lo faccio…
Tutti questi sequestri per centinaia di milioni sono sequestri o passaggi di proprietà ? Oppure si tratta di finanziare successivamente le grandi opere pubbliche nel meridione con un ritorno economico e finanziario per coloro che hanno "messo a disposizione" i beni sequestrati ufficialmente? Ma voi comprereste all'asta un villone appartenuto alla mafia? Nel caso di un sì o siete un mafioso o volete vivere i vostri ultimi giorni alla grande. Sai che goduria svegliarsi al mattino con il boato di una bomba al cancello o con la macchina bruciata sotto casa. Ma questo solo perché possiate fare una donazione a favore di un povero mafioso disoccupato.

Via i bamboccioni da casa
Brunetta, il mini-stro tascabile, ha dato vita a una serie di servizi giornalistici e sondaggi vari a proposito dei figli che non ci pensano proprio ad andarsene da casa. Lui farebbe una legge come quella del vecchio obbligo di leva: a diciotto anni via dalle balle! Molti genitori gli farebbero un monumento ma tanti altri gli farebbero ben altro. Torquato Cecioni ci ha provato a buttare fuori di casa il figlio trentottenne.
- Devi fare la tua strada, figlio mio. Io e mamma non siamo eterni - disse con tono solenne-
- Papà, io me ne andrei pure volentieri, ma con settecento euro al mese e un lavoro a tempo determinato di strada ne faccio poca e corro il rischio di schiattare prima di te!- gli ha risposto il figlio mentre si sbrodolava il latte sulla canotta. Torquato si grattò quanto gli restava nella patta ma fu intransigente, il figlio doveva sloggiare. Il figlio sloggiò accompagnato alla porta dalla signora Cecioni in lacrime, anche Torquato piangeva da solo nel salotto ma solo perché la moglie gli aveva tirato una melanzana nell'occhio destro. Piansero anche gli inquilini, tra cui alcuni abusivi, ma di gioia perché finalmente lo stereo a palla avrebbe smesso di disturbare il sonno notturno. Furono quelli che seguirono giorni sereni in casa Cecioni e nel condominio. Il figlio ex bamboccione telefonava alla madre ogni sera e la madre si rasserenava. Brunetta con il suo teorema aveva vinto.
Ma si sa, su questa terra nulla è eterno. Una mattina il campanello suonò come un allarme aereo per quanto fu lunga la suonata. Torquato rabbrividì, conosceva quel suono, istintivamente guardò il calendario e si rese conto che erano passati solo tre mesi dalla partenza del figlio. Aprì la porta e si trovò un uomo con la barba incolta, pallido e smagrito. Non disse nulla a causa del malore che lo colse ma dal quale si riprese subito. Era tornato, purtroppo era tornato. Il figliol prodigo raccontò i motivi di quel nefasto ritorno.
-Ho trovato un monolocale in un seminterrato all'estrema periferia a solo trecentocinquanta euro al mese. Ho pagato l'assicurazione della macchina, la tassa di circolazione, l'abbonamento alla Rai. Poi ho pagato le bollette della luce e del gas. Ogni settimana facevo tre ricariche per il cellulare. Mettevo dieci euro di benzina ogni due giorni perché da casa al lavoro dovevo fare venticinque chilometri e altrettanti al ritorno. Mica era come da qui che ci sono solo otto chilometri. Per mangiare non avevo problemi, spendevo circa dieci euro al giorno più i detersivi Una volta mi si è rotta la macchina ed ho speso centocinquanta euro per ripararla con pezzi di seconda mano.- Torquato ascoltò in silenzio quel rendiconto e dopo un calcolo approssimativo tirò le somme. Più o meno il figlio aveva speso mille e duecento euro. Come aveva fatto? La risposta gliela diede proprio il figlio - Meno male che mamma mi ha dato una mano se no erano cazzi amari"- un nuovo malore colse il povero, in ogni senso, padre. Quando rinvenne vide il volto della moglie ma sentì anche i ceffoni di lei che lo rianimavano. La signora confessò di aver aiutato il figlio di volta in volta facendogli la spesa e dandogli dei soldi. In tutto circa duemila euro per quei tre mesi di doloroso distacco. Torquato si rassegnò piangendo in silenzio. Era immerso nel suo dolore quando sentì nuovamente il suono del campanello. Era il postino con tre raccomandate, due multe da pagare che risalivano a quando il figlio era ancora bamboccione e che non essendo state pagate per tempo adesso sfioravano i trecento euro. Manco a dirlo la macchina era intestata al padre perché con un lavoro precario non ti danno nemmeno il buongiorno se non hai un garante. Una delle raccomandate riguardava proprio la finanziaria che reclamava tre rate non pagate dal figlio in quei tre mesi per un ammontare di settecento euro. Insomma, un botto finanziario degno di Tanzi e Cragnotti. Ma ci furono altre due notizie che sconvolsero Torquato.
- Papà mi hanno licenziato perché a causa della crisi devono ridurre il personale!- e l'altra gliela disse sorridendo e mentre abbracciava la mamma
- Mi sono fidanzato!-
- Lavora? - domandò Torquato pensando ad un probabile matrimonio in fretta e furia-
- No. L'hanno licenziata insieme a me e allora ho pensato di farla venire qui a casa perché non può più pagare l'affitto! - Torquato impallidì, poi si accasciò sulla sedia e venne portato in ospedale presso l'unità coronarica.

Il "Manifestato"
Mitico! Il Cavaliere regalerà la sua faccia insanguinata dopo l'aggressione di Tartaglia portandola su un manifesto sei per tre, una gigantografia divisa in due sezioni, da esporre nelle città italiane e di lato lo slogan "L'amore vince sull'odio" sull'altra metà del manifesto ci sarà il volto tipo mummia semisfasciata e altro slogan "Basta con le fabbriche dell'odio". Goebbels si rigirerà nella tomba per la rabbia di non averla avuta lui una idea così geniale dal punto di vista propagandistico. Però una cosa del genere si presta a varie interpretazioni da parte dei meno attenti e potrebbe gettare un fascio di luce poco gradevole sull'immagine del nostro amato Premier. Uno vede la faccia appena colpita e sanguinante e legge lo slogan "L'amore vince sull'odio", a vederla così si direbbe il contrario a meno che lui non rappresenti l'odio e Tartaglia ( che non appare) rappresenti l'amore. L'immagine e lo slogan potrebbe essere interpretata dai meno attenti anche come il risultato di un incontro tra il Premier e la ex consorte Veronica Lario che recentemente ha chiesto una cifra astronomica al nostro Premier.
Passando all'altra metà del manifesto c'è il rischio che qualche sindacalista, esclusa la Polverini che sta a catena come un cane docile e innocuo con la sua UGL, potrebbe arrabbiarsi e dichiarare lo sciopero generale visto che di fabbriche chiuse già ne abbiamo parecchie. L'idea del PDL come partito dell'amore non è male in fondo, però neanche originale se vogliamo; Cicciolina ci provò ma si accorse che quello che voleva fare lei già lo facevano i deputati per conto loro. Al massimo lei poteva partecipare alla grande ammucchiata. Se fossi Bersani farei un contro manifesto con la faccia di Tartaglia dopo la cattura e di lato la frase " Ti sei preso Palazzo Chigi a Roma? Adesso prenditi pure il Duomo di Milano!" Povero Tartaglia, con un gesto del genere che ha portato una sana ventata di "riflessione e apertura al dialogo" il Cavaliere non gli riconosce neanche un euro per i diritti d'autore. Non si preoccupi! L'anno prossimo gli daranno il Premio Nobel per la pace, lo danno a tutti ormai.

Influenzati dall' influenza e dalle solite… "suinate"
Non so quanti se ne sono accorti, io sono tra quelli che se ne sono accorti e adesso più che influenzato sono nauseato. Si è portata avanti una campagna di disinformazione strategicamente programmata per mettere la popolazione in soggezione psicologica con eccessivi allarmismi e sarcastiche smentite sul tema dell' influenza suina. Ci mancava solo il mitomane terrorista che ha ipotizzato un matrimonio virale tra la suina e l'aviaria ma per fortuna è stato zittito anche se personalmente lo avrei arrestato per terrorismo.
Nessuno però si è ricordato di dire che l'influenza suina esiste dal 1976 e che un politico americano, collaboratore dell'allora Presidente Ford e poi di Bush jr. era azionista di una casa farmaceutica che produceva anche vaccini. Ci fu una campagna terroristica per immettere panico tra la gente. Il gioco si è ripetuto nel 2009 e le case farmaceutiche ci stanno sguazzando con la partecipazione remunerata di quei politici che hanno voce in capitolo in ambito di salute pubblica. A me non importa parlare dei giochi economici sulle dosi acquistate e il costo non rivelato dal governo. A me importa dire che si sta perpetrando l'ennesima porcata ai danni della gente che lentamente sta precipitando nel panico ingiustificato. Qualunque influenza stagionale ha prodotto in Italia migliaia di morti ogni anno e nessuno si è mai preoccupato più di tanto rientrando, queste cifre, nella "normalità" di una epidemia.
Qual è il gioco terroristico? Quello di dare un nome e un cognome ad ogni morto per influenza.
Alla fine avremo un elenco di alcune migliaia di morti per influenza. La maggior parte delle morti fin qui avvenute riguarda persone già affette da pregresse patologie e quelli che non lo erano sono morti per complicanze che comunque sarebbero insorte nel caso di altre patologie di varia natura.
Aggiungiamo a tutto questo il dilemma sull'efficacia o meno dei vaccini. Ognuno dice la sua e la gente si domanda chi abbia ragione. Una cosa è certa: il vaccino che vogliono somministrare non ha certezze sugli effetti indesiderati o sugli effetti collaterali ma ha la certezza di non essere completamente efficace per tutti i vaccinati.
Se vogliamo fare dietrologia abbiamo campo fertile perché qualcuno ci dovrebbe spiegare come mai non è dato a sapere il costo ( denaro pubblico ) di queste 21.000.000 di dosi. Un mio amico farmacista mi disse quando ancora c'era la lira " Quando lo Stato spende devi sempre aggiungere tre zeri e toglierli quando incassa!" Gli domandai perché e lui… " Qualcuno deve pur mangiarci sopra!"

Giro d' orizzonte
Il Parlamento vuole che Berlusconi chiarisca alla camera se ci è andato o meno con Noemi o con altre gentili signore di bocca… buona . Ora figuratevi che scena pietosa si presenterebbe agli occhi degli italiani se ammettesse la cosa. Quelli della destra e della sinistra con le mani sulla patta dei pantaloni a confermare che gli "estremi si toccano" e fuori dal parlamento si fanno toccare. Silvio che descrive luoghi, circostanze e poi parte dai preliminari. Una voce della sinistra che spazientita e vogliosa grida - I fatti, signor Presidente! Vogliamo i fatti!- e tutti a mormorare il loro dissenso verso il collega che toglierebbe il patos mentre la camera cala nella penombra e sui banchi compaiono abatjuour e telefoni intercomunicanti. Poi la descrizione delle varie posizioni assunte compatibilmente con l'artrosi che a settantadue anni suonati c'è e come! Infine la descrizione dell'orgasmo raggiunto e giù un applauso da stadio e fischi all'americana con tanto di accendini accesi che oscillano da parte del PDL. Un trionfo dei sensi in tutti i sensi mentre Bersani i sensi li perde nuovamente dopo che li aveva persi alla guida di un partito senza senso. Vespa subito a scrivere un altro libro dal titolo " il Kamasutra secondo Silvio" e Marrazzo a scrivere il " Ka… m'hanno incastrato".
Obama non ha di questi problemi ( con una moglie come Michelle gli sganassoni se li prende a due a due fino a quando non diventano dispari) però si è incavolato molto perché non sapeva di avere Rambo a Fort Hood nelle vesti di un medico di origine giordana e pure musulmano ( ma dove se li vanno a capare?) che ha fatto una carneficina con ben tredici morti e trentuno feriti di cui alcuni gravi. È proprio vero che la realtà molte volte supera la fantasia come nel caso delle Twin Towers ma è altrettanto vero che se gli americani dopo la seconda guerra mondiale non hanno più vinto un conflitto un motivo c'è e ce l'hanno in casa.
L'OCSE ha detto che l'Italia è in ripresa e Berlusconi ha affermato che siamo il sesto paese più ricco della terra. Mi sa tanto che abito in una altro mondo oppure l'OCSE mi deve dire dove si ubriaca la sera. Ve la ricordate la statistica del pollo per ogni abitante? Chi ne mangia dieci e dieci abitanti che non vedono neanche le penne del pollo. Il Cavaliere dice che gli italiani sono ottimisti.
Questa certezza conferma la mia certezza di non essere italiano, al massimo un immigrato in attesa di cittadinanza. Il mio ottimismo poi crolla quando penso ai due progetti di questo governo: Banca del Mezzogiorno ( forse perché a quell'ora si mangia?) e Ponte sullo Stretto di Messina ( se non frana prima!). Io sarò pure non italiano e magari pure sospettoso ma credo che in fila, davanti alla Banca del Mezzogiorno, vedremo società "onorate", capi cosca, N'drangheda, Camorra con i casalesi in testa, assessori di vari comuni. Un bel modo per pagare e far stare buono un certo elettorato. Poco tempo fa guardando una tv privata ho letto un cartello che diceva "Benvenuti a Casal del Principe e sotto qualche buontempone ha aggiunto…basta che nun scassate la mazza". Un chiaro invito a farsi gli affari propri!
Per tornare ai polli, tra tanta confusione e disinformazione strategica ecco uno che ci rassicura e dice che presto l'aviaria si unirà con la suina e allora ci sarà da ridere. Io l'unico modo che conosco di mettere insieme un maiale e una pollastrella è dentro un letto scegliete voi la… "camera".

Giro d'orizzonte
Leggo su un sito di "pescatori" che è stato organizzato un comitato per proporre il Cavaliere smacchiato quale Premio Nobel per la pace 2010!! Qualcuno domanderà che c'entrano i pescatori. Amici miei, in quel sito lì, le canne se le fanno a ruota libera e deve essere pure "roba bona" se intravedono nel ceronato leader il nuovo Gandhi. Ma proprio lui che la pace non ce l'ha nemmeno in famiglia e che è in guerra con mezza Italia che non la pensa proprio come lui. È in guerra con la stampa, è in guerra con tribunali sparsi qua e là. Presto sarà in guerra anche con Fini il trasformista, il Fregoli di Palazzo Chigi, il Michael Jackson della politica italiana. Se poi vogliamo rispolverare un vecchio slogan pacifista che recitava "Non fate la guerra, fate l'amore" allora ci posso pure stare visto che, stando a quanto dicono, "Lui" non conosce nemmeno la "pace dei sensi".
Notizia interessante per quanti hanno dei dubbi sul mettere su o meno famiglia. Questi dubbi non ce li ha Mbele Milton, ricco uomo d'affari Zulu! Lui si sposerà a breve con quattro donne contemporaneamente! Noi occidentali, specialmente italiani, quando dobbiamo sposarci con "una" abbiamo dei problemi, figuriamoci con quattro. Ve lo figurate un Torquato Cecioni qualsiasi, che già fatica a tenere a distanza le nodose mani della signora Cecioni durante una banale lite, a litigare con quattro mogli insieme. Lui, Torquato Cecioni, recordman dell'eiaculazione precoce in 9secondi netti (meglio di Bolt), impegnato a sedare i bollenti ardori soprattutto della quarta! O glielo mette sul comodino e le dice - Vedi un po' che puoi fare, io ripasso dopo!- oppure chiede un favore a un amico che gli dia una mano. Comincio a pensare che molti "migranti" ( Maroni li chiama clandestini) siano fasulli. Quelli scappano dalle troppe mogli scassa palle rimaste a casa.
- Caro- domandano in coro- dove vai?- vedendolo uscire con una sacca alle due di notte.
- Vado a prendere le sigarette al bar di Peppino!- a parte il fatto che non ha mai fumato, ma Peppino il bar tabacchi ce l'ha a Napoli Portici e lui sta in mezzo all'Africa nera. Pertanto propongo che oltre ai perseguitati politici si dia ospitalità anche ai poligami in fuga, barbaramente perseguitati da mogli stile Michelle Obama, armadio quattro stagioni della Casa Bianca. Obama, ora capisco, era bianco. A farlo diventare così ci ha pensato Michelle. Il KKK è in crisi e non sa ancora a chi dare fuoco.
Intanto dalle foto anche il Berlusca sembra che abbia fatto il galante a Pittsburgh per il G venti. L'abbronzato gli ha consigliato di tenersi alla larga perché Michelle ha un montante destro micidiale. Berlusca per ora è abituato solo a quelli provenienti da sinistra. Il prossimo match sarà con San -Toro "Scatenato".
Per cortesia, fate attenzione alle imitazioni. Dicono che un uomo sempre sorridente, alto chioma lunga e barba si aggiri in qualche parte del mondo e faccia seguaci. Non è Cristo che è tornato! È Bin Laden che senza apparire manda messaggi di pace…eterna. Se fosse Cristo apparirebbe su Matrix o da Bruno Vespa. Il Papa, tanto per rimanere in tema di Fede ( non Emilio quello è il cagnolone lecca tutto di Silvio), ha detto che c'è bisogno di governanti credenti e credibili. Ha ragione, Santità! Anche nella Chiesa in quanto a credibilità, suppongo.

A proposito di stupri rispondo ad una amica.
Luca Bianchini è in galera e proclama la sua innocenza. Le prove sono contro di lui ma la "legge",memore della cantonata presa con il Romeno della Caffarella,ha deciso di sottoporlo ad un altro test del DNA. È giusto,non lo nego,anche se c'è una possibilità su non so bene quanti milioni (o miliardi?) che due persone abbiano lo stesso DNA. Se avrà ragione Bianchini che afferma che quello non è il suo DNA,ci troveremo di fronte ad un uomo morto! Lo avranno ucciso le istituzioni e i media e noi popolo forcaiolo per natura e perché insicuri della giustizia che abbiamo. Ma se Bianchini verrà riconosciuto autore degli stupri? Che giustizia avremo di fronte? Quella che lascerà a piede libero altri stupratori,altri delinquenti che se la cavano con tre anni dopo aver ammazzato persone perché ubriachi o drogati,a bordo di un auto rubata. Ci troveremo di fronte a psichiatri come il Professor Giusti che sentenziò a proposito di Bianchini all'epoca del tentativo di stupro ai danni di una coinquilina che "in quel momento non era in grado di intendere e di volere perché era in preda ad un raptus ma che non avrebbe più reiterato"? Ci troveremo davanti a giudici che dicono che l'alcool e la droga sono delle attenuanti e non delle aggravanti? Ecco io mi sento violentato da questa giustizia più colpevole dei bastardi ubriachi,drogati e pregiudicati che girano indisturbati per le strade. Io mi metto al fianco di tutte quelle donne violentate fisicamente e moralmente. Io ugualmente violentato da questa "Giustizia" che al posto del nastro adesivo per legarmi i polsi e tapparmi la bocca usa la criminale insensibilità di molti giudici ai quali chiederei se accorderebbero la stessa pena nel caso venisse stuprata una loro figlia o propria moglie! Abbiamo visto un politico della maggioranza andare in carcere (non per reato) a rendere visita a Bianchini e parlare di lui come di una persona che,almeno apparentemente,sembra tutto meno che uno stupratore. Ma sa dirmi qualcuno se un politico è andato a sincerarsi delle condizioni morali delle donne stuprate? Ecco perché,amica mia,mi metto dalla parte delle donne stuprate. Anch'io,ogni giorno che accendo la tv o leggo un giornale,vengo violentato dalla volgarità di questa "Giustizia" che è matrigna a chi soffre o ha sofferto.

Se ne è andato….Finalmente
Finalmente il beduino è ripartito con tutta la tribù. A Roma sono iniziati i lavori di disinfestazione nei punti dove il "vigile urbano tripolino" è passato. Purtroppo sono rimasti nella capitale tutti i giullari,i nani e gli equilibristi che lo hanno accolto appecoronati e accondiscendenti. Tanto accondiscendenti da essere più ridicoli del beduino cafone,arrogante e pagliaccio. Se all'improvviso si fosse messo a saltellare su una sola gamba,anche Berlusconi e tutta la cricca si sarebbero messi a fare la stessa cosa per assecondarlo temendo chissà quale reazione da parte del benzinaio Libico.
Insomma, dall'unità di Italia ad oggi,abbiamo assistito alla più vergognosa rappresentazione politica viscida e deferente da parte dei nostri governanti. Come italiani,di qualunque schieramento politico,dovremmo vergognarci di chi ci rappresenta. È stata comica e al tempo stesso patetica la scena della Marcegaglia mano nella mano del "bombolaro" ed ex bombarolo Nord Africano. Cosa non si fa per strappare una commessa,un accordo commerciale! E meno male che si sono fermati lì! Nessuno,a proposito di donne, ha notato se c'era Alessandra Mussolini? Credo sia stata legata e rinchiusa in qualche stanza di Palazzo Chigi per evitare che la fumantina nipote della "buon'anima" si avventasse come una tigre sul tappetaro nato a Sirte. Non ho notato neanche la Santacchè nota per il suo vocabolario ristretto ma molto esplicativo dove la parola più gentile è "vaffan…" Sicuramente di vaffa oltre a quelli di tutta Roma li ha presi anche dai nani,dai giullari e dagli equilibristi della nostra politica al momento del decollo da Ciampino. A proposito di Ciampino,il Rais si è lamentato fortemente per dei problemi con il bagaglio ed ha definito l'aeroporto un aeroporto di merda! Qualcuno avrebbe dovuto rispondergli
- Ha ragione! Ma è per farlo sentire nel suo elemento naturale. Un gesto di ospitalità!-
L'attenta lettrice Maria Attanasio,che ringrazio,ha fatto notare che la tenda potevano fargliela mettere in Abruzzo,in una tendopoli. Maria mia! Ma quelli stanno già incasinati per conto loro,gli andavi a "piazzà" pure quel terrorista? Già ci hanno avuto tra le balle Berlusconi,metterci pure il cammelliere sarebbe stato troppo. Piuttosto gliela avrei fatta piantare al Casilino 900,il più grande campo nomadi d'Europa ora in via di chiusura. Forse anche lì non lo avrebbero gradito.
Comunque ormai se ne è andato,resterà un po' di puzza nauseabonda ma passerà anche quella.
Quella che non passerà facilmente è la rabbia di Fini, il Fregoli della politica. Immagino che dopo la buca che il randagio del deserto gli ha rifilato,in lui si sia riaccesa quella "fiamma" nostalgica di appartenenza ad un passato incancellabile. Avrà aperto il suo personale armadio e avrà visto le foto di Giorgio Almirante e della "buon'anima" che se lo sono guardato impietositi.
A proposito di fotografie,abbiamo assistito ad una vera mostra fotografica. Il nomade extracomunitario ha mostrato quella del gattone del deserto, quelli dell'Italia dei Valori gli hanno fatto vedere quella della strage di Lockerbie. Berlusconi, solito megalomane, gli ha mostrato l'album delle foto scattate di nascosto a Villa Certosa e quelle del compleanno di Noemi.

Giro d'orizzonte
Sinceramente sono rimasto deluso dal leader Libico Gheddafi,credevo sarebbe arrivato col tappeto volante e invece scende da un vecchio Boeing, calato in una divisa che non riesci a capire se è da vigile urbano in grande uniforme oppure quella di un portiere d'albergo o ancora quella di un addetto di circo equestre che si trovano all'ingresso.del tendone e che dicono "Venghino siori e siore al più grande spettacolo del mondo!" . E' sceso dall'aereo con appiccicata una vecchia foto del "Leone del deserto" a suo tempo impiccato dagli italiani e tutti credevano che fosse una foto dei suoi parenti.
Dietro a lui tentava di scendere, ma più che altro stava precipitando, il figlio ancora vivente del fu "Leone del deserto" un vecchio ormai rincoglionito quanto il leader solo che Gheddafi sta peggio. Per un attimo ho pensato che quel vecchio fosse un clandestino rimediato su qualche spiaggia libica in attesa di "imbarconarsi" e lui, il Leader,generoso, gli avesse offerto un passaggio. Speriamo solo che se lo riporti indietro perché nei centri di accoglienza non c'è più posto dopo tutti quelli che ci ha mandato. A guardarlo bene in faccia non sembra il massimo della salute,assomiglia a Michael Jakson ma ha anche una bella somiglianza con uno dei fratelli Marx, Harpo,quello con tanti capelli ricci e scuri. Comunque sempre uomini di spettacolo ( forse per questo và d'accordo con il nostro Silvio) e quello che il "Beduino" ha dato non è dei migliori con quel proporsi in modo pagliaccesco. Ma che ti sta sulle palle? Domanderà qualcuno. No! Io sono per l'accoglienza anche dei clandestini come lui basta che non scappi dai centri di prima accoglienza e vada in giro senza permesso.
È venuto in Italia perché gli abbiamo chiesto scusa. A Gheddà! Scusa de che!? Stai ancora a zappare le balle con gli Italiani colonizzatori dopo sessantacinque anni dalla fine della guerra e la colonizzazione è durata trentanove anni (1912-1951). Ma perché non chiede i danni pere alla Turchia che c'è stata molto più di noi prima? Lasciamo perdere la storia,è meglio per tutti.
Berlusconi ha detto che da oggi voltiamo pagina e che i rapporti con la Libia sono ottimi. Silvio, non è che hai assaggiato le "amazzoni" del pagliaccione del deserto!? Perché non ti porti pure lui a Villa Certosa con tutti i quattrocento "tappetari" della delegazione?
Gheddafi è dunque a Roma. È il turista per antonomasia,gira con la tenda ( da circo?) appresso e speriamo non ci dorma dentro! Caso mai i bisogni dove li fa? Non è che con tanta merda nella quale già siamo ci tocca accollarsi anche la sua dopo che l'Italia s'è accollata il risarcimento per i danni di guerra?
Le sue guardie del corpo sono delle splendide ragazze addestrate anche nella lotta corpo a corpo.
Se qualcuno mi dice dove pianta la tenda nel grandissimo parco di Villa Pamphili,fingo di essere un attentatore e ingaggio un " personalissimo corpo a corpo" ma giuro che una volta sdraiato mi arrendo,basta che mi stanno addosso! Più che guardie del corpo,io direi..guarda che corpi!!! Speriamo che il Cavaliere non lo imiti altrimenti tra sellerone con chiappe al vento in Sardegna, Carfagne varie oltre alle Brambille di turno e Noemi in ordine sparso il Cavaliere darà vita alla "Reality Politik". E' già pronto un contratto con il brduino per dare il via al " Grande cammello"; ". Lo stangato pettegolone Franceschini leader dll'opposizione dovrebbe contrapporre Rosy Bindi,Jervolino e Livia Turco in topless come guardie del corpo personali. Credo che nessuno oserebbe avvicinarsi al Ferrarese temendo un corpo a corpo con loro! Il colonnello,che da noi al massimo poteva fare il caporale ( anche Hitler e Mussolini erano due caporali. E che caporali!) è andato al Quirinale e Napolitano gli ha subito detto "posa l'argenteria che non rientra nei risarcimenti! " Lui ha risposto "Lo so ma vorrei qualche souvenir da portare a Tripoli" e Napolitano ha chiuso dicendo " Portace a soreta se la tieni!" dopo questo breve ma significativo scambio di vedute hanno posato per le foto ufficiali e da domani leggeremo sui giornali " Napolitano interviene alla festa dei Vigili Urbani della capitale Libica". venerdì 12 ci sarà il pezzo forte. Gheddafi incontrerà all'Auditorium mille donne! Tutte appartenenti alla politica italiana,all'imprenditoria e alle istituzioni. Manco a dirlo sarà la Carfagna a fare gli onori di casa! Silvio deve averne decantato le virtù al Leader del deserto…L'incontro è vietato agli uomini!!! Qualcuno ha detto che c'era bisogno di un traduttore e la Carfagna ha subito stoppato "Non ti preoccupare che conosco bene la lingua…" C'è da preoccuparsi? Se alla fine dell'incontro le donne intervenute dovessero dichiarare " La più piena soddisfazione per questo incontro" penso proprio di sì! Ora però mi chiedo: e se lo avesse fatto il Cavaliere? Sai le chiacchere di Franceschini e le proteste della Turco,della Jervolino e della Bindi che non si riterranno "soddisfatte" dall'incontro. Per la Bindi poco male,si rifarà al Gay Pride. Purtroppo dobbiamo abbozzare perché il beduino ci dà il gas anche se con i tempi che viviamo noi siamo alla canna del gas da un bel pezzo. Allah è grande, Pietro era il grande…per Gheddafi si potrebbe dire: Muammar il "Glande"!
Credetemi "glande" come lui ce ne sono pochi in giro vestiti da vigili urbani,portieri d'albergo o da circensi. Mina canterebbe "Sei glande,glande,glande…" Torna a casa Gheddafi che di buffoni di corte ne abbiamo da esportare. Oh! prodotti dalla fabbrica di Palazzo Chigi, mica in Cina.

Se Gesù tornasse...
Pasqua è passata insieme al Lunedì dell'Angelo o Pasquetta come è soprannominato dagli amanti delle gite " fuori porta". Il Cristo è risorto dopo tre giorni,gli stessi che ci impiega un "Pasquettaro" per tornare a casa se si trova Sulla Salerno- Reggio Calabria o sul Grande Raccordo Anulare di Roma . Lui è tornato a sedere alla destra del padre dopo aver lasciato messaggi di pace e moniti alle genti. Non è più tornato e non c'è da dargli torto dopo il trattamento ricevuto quasi duemila anni fa. Ha la memoria lunga e fa bene. Però se tornasse sulla terra penso che qualche problemino ce l'avrebbe anche lui che tutto può. Se oggi dicesse a Pietro...
-Su questa pietra fonderai la mia chiesa!- Pietro anche se è un pescatore e non un palazzinaro, un pizzico di cervello ce l'ha e si guarda intorno perplesso.
-Signore ma perché non dai un occhiata al piano regolatore? Se faccio una cosa del genere finisco in vincoli prima del tempo per abusivismo e dovrei dire in giro che l'ideatore sei tu. Perché devo tradirti una quarta volta?-
Pensate al miracolo della trasformazione dell'acqua in vino. Ti arrivano i NAS e lo arrestano per frode alimentare. Ma qualcuno ancora oggi usufruisce dei benefici del miracolo alle nozze di Cana visto che molti vini sono sofisticati. Uno degli ultimi "miracoli" è quello di fare l'aranciata senza nemmeno l'ombra di un' arancia! La Guardia di Finanza vorrebbe sapere,nel caso della moltiplicazione dei pani e dei pesci,da dove provengono i "pesci moltiplicati",se è pesce fresco o surgelato e proveniente dall'Estremo Oriente
- Io faccio i miracoli, non l'importatore !-risponderebbe oggi. Come la metterebbe con l'IVA? Non va dimenticata la eventuale protesta dei panificatori che vedrebbero il prezzo del pane dimezzarsi e ogni lingotto ( lingotto perché costa quasi quanto l'oro) si svaluterebbe. Non parliamo delle guarigioni, arresto per esercizio abusivo della professione medica anche se molti medici di oggi dovrebbero essere crocefissi perché fanno più morti di un sabato notte in discoteca. Immaginate Cristo che incontra un paralitico qualunque su una sedia a rotelle, lo guarda e gli pone una mano sulla spalla.
-Alzati e cammina!- quello se lo guarda preoccupato,poi gli sussurra all'orecchio.
-Signore,fatti gli affari tuoi che io già cammino da un pezzo ma fingere di essere invalido totale è l'unico modo che ho di prendere la pensione di invalidità civile e l'assegno di accompagno!-
Insomma, in una società di imbroglioni come la nostra dove i miracoli sono la specializzazione della povera gente, sarebbe difficile anche per lui fare dei veri miracoli. Se Cristo scendesse di nuovo su questa terra correremmo il rischio di un aggravamento della crisi economica. Pensate a quanti soldi andrebbero in fumo con il crollo del mercato del "caro estinto". Non c'è attività più florida di quella delle onoranze funebri. Nessuno può dire "rinuncio a morire perché un funerale costa troppo!" Ma se Cristo viene e comincia a resuscitare i morti ti saluto lauti guadagni! Senza pensare a quante pensioni e stipendi lo Stato dovrebbe ripristinare. Tremonti telefona tutti i giorni per sapere come stanno Andreotti,Rita Levi Montalcini e qualche altro e riattacca sempre sconsolato.
Ce lo vogliamo mettere pure il fatto che a qualcuno potrebbe non stare bene il miracolo di una guarigione?
Magari incontra marito e moglie e questa è sorda e muta,le sputa in un occhio e in un orecchio e la poveretta comincia a parlare e sente pure il marito che parla con l'amica al cellulare.
- Ma ho fatto i salti mortali per renderla muta e sorda e tu me la fai tornare peggio di prima! Ma perché non vai a sputare in bocca a qualche mafioso che non parla o sputi in bocca a Vanna Marchi e alla figlia che non la finiscono più di parlare della loro innocenza? Vai in qualche televisione a dare i numeri del lotto!- direbbe quel marito non proprio entusiasta del miracolo.
Cristo,che oggi si chiamerebbe "Cristian" per stare al passo con i tempi, era un frequentatore di osterie,che oggi si chiamerebbero "Pub" o "Birrerie",e ci andava con gli Apostoli, che oggi sarebbe la "comitiva". Mangiavano e bevevano ma chi pagava il conto non è riportato nei vangeli. Oggi se non paghi il conto è riportato in qualche verbale di denuncia.
"Cristian" e la comitiva escono da una birreria dove al posto del vino ( dopo le nozze di Cana non si fidavano molto del vino) avevano trincato una ventina di birre e girano per le vie di Roma. In prossimità del Tevere "Lui" decide di camminare sulle acque fregandosene dei divieti ma Giuda,uno che parla troppo,chiama col cellulare la polizia ( perché,uno come Giuda non può avere un cellulare? In fondo l'ha pagato solo "trenta" euro...)
- Correte c'è uno che s'è impasticcato e vuole camminare sull'acqua! Dice pure di essere il figlio di Dio!- Cristian viene fermato e portato dopo la prova del palloncino al commissariato.
- Adesso vedremo se sei il figlio di Dio o uno dei tanti immigrati clandestini scappati dai centri di prima accoglienza!- gli dice il funzionario ridendo. Poco dopo la porta si apre e un fascio di luce accecante inonda la stanza. Dalla luce,accompagnata da una musica celestiale e un coro di voci bianche ecco apparire Berlusconi. Cristian si inginocchia e poi solleva il capo ma a questo punto rimane come sconvolto.
- Padre! Ma come cavolo ti sei travestito? Sembri una statua in miniatura del Museo delle cere!-
Silvio nella sua infinita bontà perdona la frase irriverente ma per essere certo che quello è suo figlio gli pone due possibilità.
- O mi costruisci il ponte sullo stretto in cinque anni,oppure fai vincere lo scudetto al Milan l'anno prossimo!- dice solennemente
-Provo con il ponte anche se non garantisco niente prima di aver parlato con i capi mafia. Per lo scudetto rinuncio perché resuscitare trenta cadaveri come quelli che ti ritrovi è impossibile.-
Nel frattempo Giuda tenta di suicidarsi in preda all'ennesima pasticca di extasis ma non trova un albero adatto perché a Roma quelli esistenti sono tutti malati e i rami non reggono il suo peso.
Per la "soffiata" invece di altri trenta euro ne incassa solo ventiquattro perché gli hanno trattenuto il venti per cento di tasse.
Io credo che dopo tre giorni a Roma tornerebbe dal Padre (non quello ceronato) dopo un ultima cena con la "comitiva" e dopo non aver pagato il conto.
Una volta al cospetto del Padreterno che gli chiederebbe un rendiconto,lui direbbe...
- Pà a quelli non serve il miracolo! Il miracolo serve a noi per non averli in mezzo alle scatole. Ce ne è uno poi che me lo sono ritrovato ovunque tramite un miracolo chiamato "Mediaset" il suo primo apostolo si chiama Emilio,uomo di grande fede. Un altro si chiama Bruno ma quello và con chiunque. Poi c'è un certo Gianfranco...uno un po' strano,credo che non sia proprio raccomandabile.
- Lo so figlio mio! Quello di Arcore è venuto ed è il nuovo presidente, io ho accettato la carica di presidente onorario. A proposito di guai,guarda che la GERIT ha mandato un pacco di multe da pagare!-
- E chi gli ha dato l'indirizzo se non avevo documenti?-
- Giuda! Te l'ho detto una infinità di volte che di quel chiacchierone non ti devi fidare e tu ancora ci caschi a portartelo in giro! Ben ti sta!-

Telefonata urgente!
Mettetela come volete,dite quel che vi pare,ma il Cavaliere è e rimarrà unico nella nostra storia.
Ha ragione da vendere nell'incazzarsi lo "Smacchiato"! e che miseria!! Tutti a dargli addosso per quel suo repentino allontanarsi dalla Merkel e andare a parlare al telefonino con il leader Turco che sicuramente gli avrà detto cose turche ( potrebbe essere diversamente?). io,francamente,pensavo che dirigendosi verso il fiume avrebbe colto l'occasione per adempiere anche a un "piccolo bisogno"allora lo avrei criticato anche io ed avrei pensato che la telefonata era fasulla,un pretesto perché le prostatiti sono insidiose,che vi credete!? Ma non ho visto zampilli da putto di fontana e devo pertanto credere alla sua versione. Lo ha detto anche in modo chiaro che la Merkel era al corrente ( della telefonata o della prostatite? Boh!). Dai,su! Quante volte anche noi umani abbiamo detto " Scusami devo fare una telefonata urgente!" e ci siamo allontanati per intimi motivi. Và! Ci voglio mettere che doveva liberare l'intestino da una "scureggetta" che l'avrebbe messo in difficoltà,ma nel caso specifico si trattava proprio di una telefonata,poi se era il leader turco o magari la Carfagna è un altro discorso. Questa stampa sta diventando sempre più aggressiva nei confronti del nostro uomo del destino,colui che a differenza del Cristo che moltiplicò i pani e i pesci,ha moltiplicato il deficit pubblico e aumentato del venti per cento le volumetrie delle case e anche delle balle degli italiani in modo che non ci scoppino prima del tempo.
Però la stampa,malgrado i miracoli,continua a bersagliarlo spietatamente. Le corna fotografate,lo scherzo alla Merkel, l'abbronzato a Obama,il labiale con Sarkozy, il richiamo della Regina Elisabetta perché aveva chiamato ad alta voce Obama. Adesso la telefonata! Ma basta,per favore! Non se ne può più. Questo povero disgraziato non può più fare un passo,fare il giocarellone con gli altri potenti della terra che subito gli sparano articoli a tradimento. Caro Cavaliere... ma cavaliere non era anche...sì,quello della legislatura più lunga d'Italia...quello che dopo che Dumas scrisse "Vent'anni dopo" qualcuno scrisse "Vent'anni e basta"? Vabbè! Andiamo avanti ( anche sto Avanti mi ricorda qualcosa...mah!?). Caro Cavaliere è ora che metta un freno a queste penne sovversive e diffamatrici. Qualcuno prima di lei lo fece ed è durato una vita,magari dopo l'ha persa durante una gita sul lago di Como e le case ce le ha fatte demolire,ma che importa? Almeno ha governato senza rompimenti! Al Cavaliere bisogna fare i complimenti anche per l'abbigliamento. Tutti in grigio e camicia chiara con cravatta,una monotonia cromatica avvilente! Lui per spezzare quel grigiore si è messo sotto la giacca grigia un bella maglia nera! Grigio e nero! Formidabile intuizione e avvertimento a tutti gli Italiani.

Preservativi..in volo!
Il preservativo non preserva dal pericolo dell'AIDS! La migliore soluzione è la castità! Lo ha detto il Papa,in volo durante il viaggio alla volta dell'Africa. Queste affermazioni mi portano a delle riflessioni profonde se paragonate all'altitudine dalle quali sono sbocciate le parole del Pontefice.
La prima,più che una riflessione,è una domanda... ma la fusoliera dell'aereo è pressurizzata? Non è che per caso Monsignor Lefebvre glielo ha fatto sabotare? Sai! Viene a mancare l'aria,uno comincia farneticare,a dire cose che magari manco pensa ma le dice perché al cervello non arriva più ossigeno! Oh! C'è poco da storcere il muso...può capitare! Perché certe cose le dici solo se hai il cervello con la guarnizione bruciata come un motore al quale fai mancare l'acqua. Poi vengo a sapere che l'aereo era a posto ma a posto comunque non era chi,in questo caso Benedetto XVI,le ha pronunciate. La seconda riflessione è per la scienza che si è fatta un mazzo tanto dagli anni ottanta ad oggi per cercare delle soluzioni che perlomeno rallentassero la malattia (qualcosa di importante è stato fatto) ma alla fine ci dice...
-Mettetevi il cappuccio per la notte se non volete finire con la polmonite il giorno dopo o con la sifilide se vi dice bene. Per le piattole avvolgetevi nel domopac!- Ricordo ancora quando l'AIDS non c'era ( non era ancora stato scoperto) ,giovani, inesperti, vergognosi , andavamo in farmacia per acquistare una confezione di profilattici.
Quegli ultimi trenta metri che ti separavano dalla farmacia percorsi a pensare come chiederli quei paracadute per non mettere su famiglia in forma coatta. Scene ridicole. Avvicinarsi all'orecchio del farmacista davanti ad altri clienti che erano lì per lo stesso motivo e tutti a parlare nell'orecchio del farmacista,anche l'ultimo! Oppure scrivere la richiesta su un pezzo di carta sgualcita, sottoporla come una ricetta e accorgersi che tutti ridacchiavano. Addirittura aspettare fuori che la farmacia si svuotasse ed entrare come un rapinatore,avvicinarsi al banco e bisbigliare la richiesta,manco chiedessi l'incasso a mano armata. Ci mancava solo il fazzoletto davanti al volto come i film western. Ma l'angoscia ti prendeva quando inaspettatamente il farmacista chiedeva
- Da tre o formato famiglia?- che cazzo gli rispondevi che ormai era nel pallone?
-Dottore mio! Ma io devo "vedermi"con una ragazza, mica con tutta la famiglia di lei!- balbettavi ormai fuso. E quello,il farmacista,sadico giù con un'altra domanda.
- Olla o Settebello?- voleva sapere di che marca lo volevi! Ma che gliene poteva fregare a "lui" della marca?
- Aspetti che glielo chiedo!Ma me lo dia settebello.primiera,Napoli a coppe, basta che me lo dà e la finiamo qui!- .
Mica era il massimo della sicurezza quel preservativo. Macchè! Dovevi saperlo "indossare" e dovevi farlo da solo perché lei si presumeva che non lo avesse mai fatto, quando poi era stata proprio lei a dirti " facciamolo con il profilattico che non voglio guai!" ma siccome eri scemo non ci avevi pensato che lei,quella lei,ne aveva fatti mettere chissà quanti e proprio "quella lei" gli aveva indicato la farmacia meno frequentata. Qualcuno che aveva usato la marca "Olla" dopo un rapporto capì il perché del nome..." Olla-llà! Si è rotto! E moh!?"immagini funeste di parenti che ti baciavano,che si congratulavano,pancioni enormi,pannolini,biberon,nottate in bianco si accavallavano nella mente sconvolta del poveraccio di turno.
Erano delicati,così delicati che ogni tanto ti fermavi per vedere se ce lo avevi ancora o si era "inabissato". Certo erano meglio di quelli precedenti che dopo l'amore,per quanto erano spessi,puzzavano di gomma bruciata!
Poi i tempi sono cambiati e anche i profilattici si sono adeguati alle mode. Sono comparsi quelli "al sapore di menta",quelli "alla fragola"! Ci mancano soli quelli al tartufo,al cioccolato e panna,al pistacchio e ai frutti di bosco,poi sei a posto. Oggi si vendono nei supermercati ma non in gelateria.
Il massimo è quello a doppia azione! Ritardante per lui e stimolante per lei. Solo che se ti bagli a metterlo e lo rivolti diventa ritardante per lei e stimolante per te! Così la figuraccia è assicurata,tu che già soffri di eiaculazione precoce! Tua moglie,implacabile,ti ha ribattezzato il "Mennea del coito" 10 secondi netti!
Ma nonostante tutto il profilattico resta ancora l'unico baluardo da opporre al dramma dell'AIDS. Santità non me ne voglia, ma la castità va bene per chi convive da più di trent'anni con la propria moglie e mi creda,non è proprio un sacrificio ma quasi un dovere. La stessa cosa vale anche per la moglie che dopo trent'anni,venti dei quali passati tra una "mosceria" e l'altra, si è rassegnata e consegnata alla castità e forse è per questo che il matrimonio è santificato.
L'astinenza è una buona cura disintossicante ma,come tutte le cure,va praticata per brevi periodi altrimenti c'è il rischio dell'assuefazione. Se permette,ogni tanto,ho voglia di una sana malattia.

Fino a che morte non vi separi !!!
Perché moglie e marito sono sempre in guerra come Israele e Bin Laden? Come Berlusconi e l'opposizione di ex comunisti anche se molti dicono che non vi sono mai stati iscritti? E' come se Fini dicesse che lui l'MSI manco sapeva che esisteva e che Almirante era una leggenda Metropolitana. Va bene,mettiamo da parte la politica e torniamo a quel tragico errore che trasforma Adamo ed Eva in due nemici una volta sposati. Perché? La spoletta di questa bomba si innesca circa due ore dopo il fatidico sì pronunciato davanti al prete che vi sorride angelicamente. Quello non sorride,quello sghignazza! Da uomo esperto di matrimoni,sa già che fine farete. Già c'è un anticipazione dell'errore che farete. Qual' è!? Cominciate a recitare,male,ma recitate. Pensateci bene. Quando il prete vi mette in mano quel pezzo di carta con su scritto quello che dovete dire e promettere all'altra metà dell'orrore cominciate già a mentire. Non manterrete nemmeno una delle promesse scritte. Dopo questo preambolo che è costato già una cifra a quattro zeri tra bomboniere,abiti,pranzo di nozze (dove l'unico contento è il padrone del ristorante che vi ha rifilato un menù orrendo e quantità tipo lager nazista),viaggio di nozze e servizio cine-fotografico ( dovete pure immortalare la cazzata che avete fatto,non vi basta averla vissuta!). Con tutti quei soldi ci avreste fatto il giro del mondo alloggiando nei migliori alberghi. Comunque da quel momento in poi comincia il cambiamento di entrambi. Sì,perché non è solo uno a iniziare ,ma entrambi. Del resto sarebbe stato inutile e impossibile continuare a mentire come abilmente avete fatto da fidanzati che rimane nella vita,soprattutto dell'uomo, il periodo detto del " Buco nero". L'uomo si ritrova proiettato improvvisamente in una realtà parallela ma diversa. È stordito,confuso e farnetica frasi sconnesse. Vede immagini che gli altri,gli amici,non vedono. Almeno come lui le vede! La lei che gli ha rapito il cuore,ma più che rapito glielo ha espiantato perchè vaga senza una goccia di sangue come un vampirizzato,un " non morto"; quella lei che lui vede bella e che gli amici dicono come la vedono la prima volta
-Ma che mò collezioni pure i cessi rotti?- lui la vede bellissima! È un cesso ma è il più bel cesso del creato. Se ci pisciano dentro in parecchi è un cesso di facili costumi. Brutta sì,ma pure mignotta è troppo! No, lui è fortunato perché è talmente racchia che sarà soltanto sua,per sempre. Quando tornerà dal buco nero,sarà troppo tardi. Due ore dopo il sì, cala la maschera.
Mentre prima si presentava a lei tutto tirato e presentabile ora non può più farlo. Ecco allora l'uomo che lei non conosceva. Quello che da solo,davanti alla tv,si mette il dito nel naso e stacca la caccola che si rimira e lancia dopo averla messa tra l'indice e il pollice e cerca il record del lancio. Quello che lo stesso dito indice subito dopo se lo passa tra le dita sudate dei piedi per alleviare il prurito e si stura,sempre con lo stesso indice,un chilo di cerume che pare olio condensato. Quello stesso dito che se venisse eroticamente leccato dall'ignara lei diverrebbe "l'indice di svenimento". Ecco l'uomo che va per casa con la canotta unta o macchiata da uno "scapolistico" paninazzo intriso di tomato o grondante Nutella che oltre a macchiare la canotta ti trasforma la bocca come quella di uno che è caduto faccia avanti su una cagata bovina. Quelle abitudini da scapolo riaffiorano ed entrano nella vita di coppia. La macchina sempre pulita da fidanzato comatoso,diventa,da sposati, il ricettacolo delle infezioni,il bazar delle cose dimenticate da lui e da lei e quando ci sarà un figlio sarà la palestra d'ardimento del pupo. Lei invece è sempre come il fresco mattino! Nel senso che è stropicciata dalla mattina quando esce dalla camera ardente dove giace con lui fino a quando,a sera, ci si stende nuovamente. Lei con le calzette color carne sotto al ginocchio,le cosce secche e pelose perché ritiene inutile depilarsi,cosa che prima faceva due volte a settimana. Adesso lo fa col macete quando ha tempo. Inevitabilmente nascono i contrasti,è lo scontro tra due realtà o,se volete, tra due bugiardi. Arrivano i rimbrotti e i rinfacci.
- Tu non eri così prima!- dice lei
- Tu invece sei sempre uguale ma prima non me ne rendevo conto!- ribatte lui.
Non parliamo poi delle frasi classiche! Quella più gettonata,la minaccia di lei di tornare da mamma!
- Torno da mia madre! Sono stufa!- lui si illumina,ci spera, quasi ci crede...è pronto pure a portarle la valigia. La porterebbe sulle spalle pur di levarsela di torno. Ma resta solo un'illusione! Lei quasi si pente,si addolcisce...
- Ti voglio ancora bene! Per questa volta resto con te!- lui comincia a piangere come un bambino e lei crede che sia il pentimento del marito! È la sua disperazione,lui da mamma non ci può tornare. La madre ha cambiato la serratura e ha messo in vendita casa per prenderne una più piccola in modo che non ci sia spazio per quel figlio debosciato che è riuscita a mollare. Ha cambiato perfino il numero del telefono e non si è fatta mettere sull'elenco.
I due arrivano a quel periodo di incomunicabilità più o meno lungo. Non litigano più (con buona pace dei condomini) si scambiano messaggi con gli occhi,tipo...
-Dove stà la mia camicia celeste?- e lei con gli occhi indica il posto.
- Bisogna andare a fare la spesa!- e lui alza gli occhi al cielo.
- Vado con gli amici a vedere la partita!- lei lo fissa dritto negli occhi con cattiveria e poi,sempre con gli occhi gli indica il calendario dove c'è scritto che quel maledetto giorno coincide con il compleanno della suocera e bisogna andare a pranzo da lei. Lui abbassa gli occhi...rassegnazione.
Ormai lui perde quasi tutte le battaglie, della sua squadra del cuore ha un vago ricordo. L'ultimo centravanti della sua " Inter" è Rumenigge! Ha perso la cognizione del tempo calcistico. Non sa che Prisco,l'avvocato,è morto; non sa che Moratti non è Angelo ma il figlio Massimo. Non sa che l'Inter ci ha messo dieci anni per vedere uno scudetto tolto al Milan e regalatole dalla Federazione!
Non sa nemmeno che Moratti ha preso Murino per vincere la Coppa dei Campioni e non la vincerà nemmeno quest'anno!
Lui ormai è un uomo fuori dal tempo. Non sa nemmeno che la moglie ha una combriccola di amiche con le quali scambia idee e strategie per rendergli la vita un inferno. Non ha più amici perché anche loro sono vittime di oscure cospirazioni e le mogli sono quelle amiche di sua moglie.
Intendiamoci,non è cattiveria da parte delle mogli. È che loro vorrebbero dei mariti belli e addomesticati o per dirla meglio "addomesticizzati" che sappiano usare l'aspirapolvere,la lavatrice,il ferro da stiro, la lavastoviglie e rifare i letti. A questo punto di esasperazione ecco delinearsi per lui il divorzio,la figura dell'avvocato! Io me lo figuro come uno mezzo pelato,con occhialetti,vestito di grigio,palliduccio e una bocca sottile e piccola. Ci sono varie branche nell'avvocatura,noi conosciamo solo il "civilista" e il "penalista" ma da alcuni anni c'è anche il "matrimonialista". Un testa di cavolo che campa sulla sventura di un lui o di una lei. Uno che si cucca qualche migliaio di euro per una causa che andrà avanti anni se l'altra parte non cede. Questo avvocato di solito ha già divorziato tre volte da tre mogli diverse,un esperto direte voi.
- Quanto mi costa ottenere il divorzio,avvocato?- è una delle prime domande del poveretto.
- Se tutto va liscio...diciamo sui quattromila euro! Ma deve andare tutto bene!- sibila il serpente.
- Alla faccia del c... e se ci sono intoppi?- balbetta il poveraccio.
- Allora si sale! Sa come vanno queste cose...iscrizioni,bolli,notifiche,rinvii,lettere,consulenze. Diciamo che si potrebbe arrivare anche ai dieci o dodicimila pippi!-
- Ma non le sembra un po' esagerata sta cifra!?- l'avvocato gli si avvicina a un palmo dalla faccia
- E io con cosa li pago gli alimenti a quelle tre zoccole dalle quali ho divorziato?-
A quel punto lui,il poveretto,torna a casa, si toglie la giacca,mette la parannanza e si legge tutti i libretti di istruzione dei vari elettrodomestici.

Otto Marzo...
Pensavo con molta presunzione che dopo l'otto Marzo le donne tornassero al loro posto. Manco per niente! Il giorno dopo la signora Cecioni, un cubo di novantacique chili vestita (spogliata non si può guardare) entrò nella camera da letto e dopo aver tirato su la serranda sparò una bordata di esortazioni e improperi al povero consorte Torquato,sessanta anni disoccupato,trentacinque dei quali passati vicino a quel pitbull.
Più di una volta,Torquato,aveva chiesto la grazia ai vari Presidenti della Repubblica e qualcuno gli aveva risposto privatamente che se fosse stato possibile lui per primo,il Presidente,avrebbe chiesto la grazia. - La giustizia va riformata!- si era lamentato - non è giusto che gente come Riina se ne stà in grazia di Dio,bello spaparanzato in galera,senza moglie,con la possibilità di poter uscire grazie a qualche avvocato e a qualche errore giudiziario mentre io devo finire i miei giorni con lei!-
Non lo salvò nemmeno Mastella con l'indulto. Per usufruirne avrebbe dovuto violentare sua moglie,ucciderla,occultare il cadavere e avere uno scontro a fuoco con la polizia. Diversamente era da considerarsi un cretino qualsiasi. Lo stesso Ministro disgrazia e ingiustizia gli aveva consigliato di rivolgersi al Tribunale dell'Aja per i crimini contro l'umanità oppure mettersi su un barcone e approdare in Libia chiedendo asilo politico al Colonnello.
- Ma che ti sei sposato a fare!?- gli domandai un giorno mentre lavava i piatti e con il bucato ancora da stendere. Si tolse i guanti di gomma gialli e si soffiò il nasone rosso e foruncoloso.
- Ognuno fa una cazzata almeno una volta nella vita. Quella che ho fatto io è la più cazzata delle cazzate. Ho dato retta a mammà! Eppure mio padre me lo aveva detto di pensarci non una ma mille volte! Però- disse con un sorriso malinconico- era bella,sai! Mi veniva incontro tutti i giorni ridendo,mi buttava le braccia al collo e mi diceva che ero tutta la sua vita. Mi diceva che non avrebbe mai potuto fare a meno di me... che finalmente aveva trovato l'uomo giusto!- poi tornò serio- E ti credo! Dove lo trovava uno più stupido di me dopo che gli altri si erano dati alla fuga? A lei non serviva un marito ma un factotum da schiavizzare!- trentacinque anni tra alti e bassi. Alti rimproveri e bassi riconoscimenti. Torquato i suoi torti ce li aveva e andavano di pari passo con quelli del Pitbull...della moglie. Cominciò ad ingrassare quando anche lei cominciò a ingrassare. Arrivarono al punto che per avere il loro annuale rapporto sessuale della durata di tre minuti da casello a casello dovettero ricorrere alla posizione detta "della poltrona" con relativa fuoriuscita di ernia inguinale di Torquato.Rapporto che doveva avvenire a luce accesa per non perdere tempo nella ricerca reciproca della "strumentazione". Insomma,una cosa pietosa. Quello che mandava in bestia Torquato era vedere sua moglie in camicione da notte a fiori capelli grondanti di tintura sulla fronte e la faccia cosparsa di yogurt e gli occhi e il resto del volto tappezzati di fettine di cetrioli,zucchine,bucce di patate. La prima volta si spaventò pensando che la consorte fosse finita dentro il secchio delle immondizie o in un cassonetto. -Scemo! È un trattamento per la cura delle pelli delicate. Tutti prodotti naturali. L'ultimo grido dei trattamenti di bellezza!- Torquato pensò che l'ultimo grido sarebbe stato il suo se se la fosse ritrovata davanti all'improvviso.
- In quanto a bellezza credo che neanche il Museo dell'orrore ti prenderebbe. Per una ritoccata potresti rivolgerti al carrozziere di fronte. Rimette a posto certi rottami orrendi e costa pure poco!-
Fu l'ultimo suggerimento di Torquato prima di risvegliarsi al pronto soccorso dopo un manrovescio del Pitbull. Ci furono anche momenti di tregua e in uno di questi la signora Cecioni provò a spiegare al marito che la donna ormai aveva raggiunto la parità di diritti e di opportunità con l'uomo. Ora la donna poteva essere palpeggiata e ribellarsi,poteva mettere la minigonna ed essere violentata ma libera di denunciare il fatto senza vergognarsi( non si vergognano gli uomini che stuprano,non vedo perché debba vergognarsi la donna nel denunciare); poteva partecipare a tutti i concorsi per quei posti fino a poco tempo fa ad esclusivo vantaggio degli uomini anche se poi non vinci uno manco coi punti dei supermercati. Potevi lavorare le stesse ore degli uomini anche se l'uomo per lo stesso lavoro prende più della donna come paga. Alla fine nulla è cambiato e la carriera,a meno che non sei un genio come Rita Levi Montalcini,la fanno quelle più disinibite al grido " Dio me l'ha data,sotto a chi tocca" le altre,quelle inibite, la carriera la fanno fino a un certo punto o fino davanti a certe camere oltre le quali c'è il successo. In quanto a libertà,dunque,le donne ne hanno quanta ne vogliono,quella di essere donne serie o povere scaldaletti in carriera.
Non era certamente il caso della signora Cecioni.Ma lei era convinta dei suoi mezzi,dei suoi diritti.

- Pertanto come uomo devi darmi una man quando vado a lavorare lavando i piatti,stendendo il bucato,rifacendo il letto,passando l'aspirapolvere,pulendo i mobili.Per il pranzo non ti preoccupare perché ci penso io! Quattro salti in padella Findus,bastoncini di pesce e insalatina già condita!-
- Ma come mai sta "parità" prevede solo i doveri miei e i diritti tuoi?- domandò Torquato.
- Per secoli voi uomini avete comandato sulla donna. Ora basta!- rispose lei digrignando i denti.
- Allora quel periodo felice plurisecolare deve essere finito il giorno che ti ho sposata! Tutto passa così in fretta!- come un pugile esperto schivò il gancio destro della consorte ma nel rialzarsi restò bloccato con la schiena per una lombalgia improvvisa.
Torquato si ritrovò disoccupato a causa della crisi e casalingo in un colpo solo. Tuttavia avere la moglie fuori casa fino alle due alleviava la sua frustrazione. Una mattina si scontrò con quello che lui scambiò per un ragazzino capelluto,brutto e imbronciato.
- A ragazzì e fai attenzione quando cammini!- disse dopo che quello gli aveva pestato un piede.
-Oh! Ragazzino a chi? Io sono Brunetta!- disse quello arcigno.
- Ma che sfiga come maschietto sei una schifezza ma come femminuccia sei pure peggio- riprese Torquato.
- Senti deficiente! Io sono il Ministro Renato Brunetta!- Torquato sorrise e gli mise un braccio sulle spalle.
- Senti a me Brunetta. Perché non fai qualcosa per tenere le mogli fuori dalle balle?- passò poco tempo ed ora sapete perché le donne andranno in pensione a sessantacinque anni.

Ennesima rapina ai danni del pensionato
Se Carta canta...il Tremonti e soci non dormono,anzi. Quanti di voi sanno che tantissimi pensionati,da Gennaio ad oggi si sono ritrovati con la rata di pensione dimezzata o addirittura azzerata ( 2 euro! È uno schifo) per un errore,ma sarà vero poi? Un errore del programma immesso nei computer. Oggi quando qualcosa non funziona si dà la colpa al computer. Una volta c'erano i "muri di gomma",quelli nei quali affondavi con le tue verità e venivi respinto dal potere politico che si trincerava dietro menzogne ben architettate. Oggi la tecnologia è venuta in loro soccorso.
Quella che è stata perpetrata ai danni di povera gente è una vera e propria rapina! Aggravata e continuata! E già,perché mica è finita qui,nossignori! Anche il mese prossimo ci saranno estorsioni sulle povere pensioni. Il motivo!? "Detrazioni di imposta non spettanti" nel 2008. c'è stato un errore ma questo continuerà ad esserci anche il mese prossimo. Forse ad Aprile i pensionati si vedranno rimborsati! E fino ad Aprile cosa faranno i poveri pensionati? Andranno a casa di Tremonti a mangiare? Un mutuo o un affitto lo pagherà il Cavaliere smacchiato? Chissà se è accaduto ai tanti scaldapoltrone della Camera e del Senato da tempo in pensione la stessa cosa? Non ne ho visto uno in fila come deportati presso gli uffici dei vari enti pensionistici. Ma per loro qual è il problema!? Manco se ne saranno accorti con quello che ramazzano ogni mese tra stipendi,rimborsi,agevolazioni e proventi da attività private. La cosa assurda e banditesca è il modo e la misura di questa rapina.
Nessun preavviso e trattenuta astronomica. Mica il sequestro di un quinto del rateo! Manco per niente, di punto in bianco ti tolgono metà della pensione se sei fortunato,altrimenti te la azzerano proprio. Un bel sistema per rinsanguare le casse dello Stato. Questi signori se ne sono fregati altissimamente della disperazione nella quale hanno gettato dei poveracci che con la pensione "intera" non arrivano alla fine del mese. Ho visto gente anziana piangere agli sportelli,gente sperduta con un modulo in mano da riempire per essere rimborsati vagare qua e là in cerca di qualcuno che desse loro delle spiegazioni su tutte quelle voci a volte incomprensibili anche per chi come me ancora si barcamena. Questo è il governo delle social card,dei bonus alle famiglie e delle rapine. Vergognatevi se ne siete capaci!
Quello che mi sono sentito dire da un deficiente impiegato sportellaro è stato questo
- Come mai lei così giovane è già in pensione?- Ci ho pensato un po' prima di mandarcelo - Mi sono beccato l'AIDS a furia di prenderlo in quel posto dallo Stato! Le và bene come spiegazione?-

Festival e polemiche
Marco Carta ...canta e vince il 59° Festival di San Remo,tutto sommato uno dei meglio riusciti, forse per quelle tracce di "Ciao Darwin" e "Il senso della vita" che Paolo Bonolis ha portato insieme a Luca Laurenzi,inseparabile patner o,come si diceva una volta, spalla. La puzza di combine è forte perché questo ragazzo che viene da MEDIASET è stato uno dei pupilli della Maria De Filippi che,guarda caso ha fatto da madrina all'ultima serata. Bah!
Festival normale nel suo carico di polemiche artefatte o spontanee. Le prime per stimolare l'attenzione del pubblico televisivo che lo ha spiato come si fà col Grande Fratello, nessuno lo vede ma tutti sanno cosa succede dentro la casa che nessun condominio vorrebbe avere ma nella quale tutti vorrebbero entrare. Le canzoni possono essere piaciute o meno,gli interpreti idem e per questo non mi fido mai dei critici musicali perché una canzone può essere brutta per me ma primeggiare nelle vendite. Chi può dire quanto vale una canzone veramente? Resta da stabilire se la bellezza di un brano è misurata con il mercato oppure è dovuta al testo,al tema trattato,alla musica. Una canzone è solo una canzone e basta e poco importa se la canto solo io o se solo io non la canto. Ma il successo, che vale molto più della bellezza, è dovuto dal battage pubblicitario, dalla polemica e dalla provocazione. Molti avranno seguito il caso di Povia con la canzone " Luca era gay". Il primo pensiero va a quanti si chiamano Luca,e sono tantissimi, che si saranno sentiti presi in giro da amici che canticchiavano "Luca era gay,adesso stà con lei..." la cosa andrà avanti fino a quando il brano di Povia sarà mandato nell'etere dalle radio. Ma il brano di Povia è stato contestato dall'ARCIGAY,da Vladimir Luxuria.,da Alessandro Cecchi Paone e dai soliti politicanti. Perché criticare questo brano e il cantante? È così grave raccontare una storia di una persona che dopo aver percorso una strada si accorge che non era quella giusta.? Se fosse stato il contrario,sarebbe stato tutto regolare? Pier,bellissimo brano sull'omosessualità, elogiava la scelta di Pier che non accettava quel suo corpo. Chi la cantava non rinunciava all'eterosessualità ma accettava l'omosessualità e il coraggio di una scelta in tempi decisamente più difficili di quelli attuali e ancora prima Charles Aznavour con "Quel che si dice" tratta l'omosessualità con grande delicatezza e poesia come tutte le canzoni del cantante di origine Armena sono vere poesie. Mi dispiace per il mondo omosessuale, quel voler a tutti i costi contestare,pur circoscritto a una canzonetta, una scelta "diversa". Se io,eterosessuale,accetto l'omosessualità e la scelta di appartenenza a quella sfera,non vedo perché non debba essere accettata la scelta inversa. Ho l'impressione che una certa parte del mondo omosessuale soffra ancora di mania di persecuzione e senta quindi la necessità di aggredire chi,in una canzone che può essere una storia vera, fa una scelta opposta. Accettazione vuol dire rispettare un'idea pur non condividendola. È il primo o uno dei primi presupposti della vita democratica.
Un che di discriminazione l'ho trovata nel come è stata trattata la canzone di Iva Zanicchi "senza amore". È un brano vecchio perché scritto qualche anno fa ma che nessuna cantante ha voluto cantare per il tema trattato. Per questo festival doveva cantarlo una giovane ex corista di Bocelli.
Il brano era stato accettato ma l'ex corista no. A questo punto è stato proposto a Iva Zanicchi,sessantanovenne cantante di valore la quale ha accettato. Il connubio tra tema,fare sesso senza complicazioni sentimentali da parte di una donna stanca d'aver dato amore in quell'atto e non aver mai provato piacere e una cantante "attempata" ha scatenato Roberto Benigni che più o meno volontariamente ha danneggiato il brano con l'esilarante presa in giro della Zanicchi. Avrebbe dovuto farlo dopo l'esecuzione e a votazione avvenuta. Invece Roberto Benigni ha trattato con ipocrita eleganza il tema dell'omosessualità recitando la lettera di Oscar Wilde non elargendo nessuna battuta su gay o eterosessuali. Dispiace per la "toppa"presa dal Roberto nazionale che volente o nolente ha fatto politica. Iva Zanicchi è una europarlammentare del PDL e si è imbufalita per il comportamento di Benigni. Del resto i testi delle canzoni erano stati pubblicati su diversi giornali il giorno dell'avvio ed erano commentabili, forse è stato scorretto farlo prima dell'esecuzione. La Zanicchi ha dichiarato a Domenica in che lei al momento di cantare non sapeva che Benigni aveva randellato il brano ed era stato offensivo nei suoi confronti altrimenti non avrebbe cantato. E allora,dopo averlo saputo,perché al "ripescaggio" si è presentata ed ha cantato? Quale migliore occasione per dire a dodici milioni di italiani "Signori io non canto perché Benigni mi ha offeso e adesso fatevela cantare da lui!!!" no. La signora ha cantato ed è stata eliminata. Detto tra noi la canzone a me è piaciuta per musica e parole oltre che per il tema coraggioso fosse dipeso da me l'avrei fatta vincere. A chi non piacerebbe tra noi maschietti avere tra le mani una donna che ti dice chiaramente quello che vuole ? Per la durata ci "attrezziamo" caso mai,un paio di viagra oppure una "rateizzazione" dell'amplesso.
Il brano è stato bocciato,ma credo sia stato bocciato il concetto che il sesso appartiene anche a quelle donne che non sono più giovani e diciamola tutta,a quelle donne anziane. Un uomo di settanta anni è da ammirare per la virilità ancora "eretta",una donna di pari età è da compatire dimenticando che può avere le stesse pulsioni. Mi sembra di sentire antichi discorsi di quando una donna che entrava in menopausa non era più considerata tale e quella mentalità entrava nella donna stesa che si considerava esclusa dalla sessualità. Oggi le cose sono cambiate per fortuna,le donne sanno ciò che vogliono e come lo vogliono. Quel che non è cambiato è la mentalità bigotta di certa stampa e di molti uomini. A questi ultimi serve la donna giovane e un paio di viagra. Ma che bravi! Se la canzone della Zanicchi l'avesse cantata la corista si sarebbe parlato di provocazione ,di "mignottismo strisciante" e sarebbe diventato un brano cult come lo fù "Je t'aime,moi non plus",qualcuno se lo ricorderà e lo avrà ascoltato al buio da solo (smaneggiando) o in dolce compagnia. Paolo Bonolis ha giustamente replicato all'Osservatore Romano che in fondo si trattava solo di un Festival e che la Chiesa doveva occuparsi di cose ben più serie e importanti.
Un milione di euro,signor Bonolis,dove lo collochiamo? Tra le frivolezze canzonettiere o tra le cose serie anche se non di chiesa o parrocchia? Sembra tanto il signor Bonaventura,quello del Corriere dei Piccoli ma quello era un milione di lire,cifra consistente per l'epoca; un milione di euro sono tanti,forse anche troppi solo per un festival oppiaceo per non pensare che c'è una crisi spaventosa che sta emergendo sempre più. Belle parole le sue nel ricordare (qualche parola ben allineata come sa fare lei non costa niente) i cassintegrati FIAT che alla fine paghiamo noi come il suo cachet del resto.
Da oggi ,spente le luci del festival,tutti al "lavoro" quale non si sa,la ricreazione è finita. Lei a smaltire la settimana faticosa e festaiola e strapagata. Gli altri a fare i conti della spesa.
Marco Carta canta e ...l'italian ancor dorme.

Ingiustizia è fatta
Arrestati i due romeni che hanno stuprato la ragazzina di quattordici anni al parco della Caffarella a Roma. Fin qui tutto normale,se di normalità possiamo parlare, ma c'è un lato agghiacciante quanto la violenza compiuta dai due bastardi e questa alberga a Bologna nei corridoi del Tribunale,all'interno del quale "lavora" un giudice che ha rifiutato di espellere circa due anni fa uno dei due stupratori, dopo che questi era stato arrestato,condannato e scontato la pena a Viterbo per rapina. Il magistrato di Viterbo aveva spedito il bastandone a Bologna perché venisse rispedito in patria. Il giudice rifiutò l'espulsione perché,in piena autonomia,decise che NON ERA PERICOLOSO!!!
Signor giudice di Bologna o signora, non sente salire un minimo di vergogna alla luce di quanto quel bastardo ha fatto alla ragazza di quattordici anni? Non si sente un po' complice del reato di stupro? Non sente il bisogno di piegare in quattro la sua toga e bruciarla nel camino della sua casa sicura e ben arredata? Non sente la necessità di dimettersi e autodenunciarsi,costituirsi per aver contribuito a un delitto vero e proprio? Mi auguro non abbia figlie perché al loro posto io mi vergognerei di essere sua figlia. Si consoli,signor giudice o signora, come lei ce ne sono tanti,troppi a mio avviso che rendono questo nostro paese invivibile. Abbiamo subito le nefandezze dell'Onorevole Mastella quando per nostra infinita sventura fu Ministro di Grazia e Giustizia ed aprì le carceri con l'indulto e liberò un orda di delinquenti di ogni razza. Lei,signor giudice o signora, ha avuto un pessimo maestro ed è di conseguenza un pessimo allievo,così come tanti suoi degni colleghi. A lei e ai suoi colleghi vanno aggiunti quanti, disgraziatamente per noi cittadini,collaborano all'interno delle carceri come preti che testimoniano presunte redenzioni,psicologi che avrebbero bisogno dello psichiatra, assistenti sociali che esprimono pareri. Sa cosa mi piacerebbe vedere sui giornali vicino alle foto dei bastardi? Mi piacerebbe vedere le foto dei giudici come lei e quelle degli avvocati che hanno fatto in modo che certe belve venissero lasciate libere. Si parla di riforma della magistratura,è vero,purtroppo non riguarda noi cittadini che non abbiamo nulla da nascondere alle intercettazioni telefoniche o ambientali. Cosa gliene può fregare alla giustizia se intrattengo una relazione con la signora del terzo piano, dei miei debiti,degli accidenti che mando al mio datore di lavoro,se parlo male per telefono con un amico di un collega? La riforma dovrebbe prevedere la punibilità dei vostri scempi orditi nelle aule dei tribunali, fatevi qualche periodo di galera insieme al delinquente che senza scrupolo alcuno rimettete in libertà. Guardi! Per farla sentire a suo agio,in galera ci mettiamo anche quei cancellieri che ritardano a depositare una sentenza,che "dimenticano" il domicilio legale del condannato,che seppelliscono dietro lauto compenso o favore un fascicolo sotto una montagna di altri fascicoli. Più paghi e più profonda è la sepoltura. Se riforma deve esserci che sia vera a partire dal codice penale. Un codice più semplice che non dia modo a giudici come lei e come tanti,troppi suoi colleghi di poter ragionare perché vi manca la materia prima per ragionare: un cervello! Ci vuole un codice che impedisca a certi avvocati di trovare il cavillo per difendere le bestie che poi vanno in giro a distruggere famiglie alle quali negate giustizia.
In nome del popolo Italiano! Quale popolo? Quello dei delinquenti liberati da quelli come lei? Non appartengo a quel popolo come non mi appartiene "quella" giustizia che difende solo ed esclusivamente chi delinque. A loro la libertà a me la certezza di essere stato vittima prima di un bastardo e poi della sua ingiustizia signor giudice..o signora!
Concludo dicendo a quanti hanno avuto la pazienza di leggermi che il giudice di Bologna ha dichiarato che rifarebbe la stessa cosa. Qualcuno importante scrisse " Solo gli idioti non cambiano idea..." purtroppo non cambiano nemmeno lavoro,aggiungo io.

L'orrore continua
Quindici anni,periferia di Bologna,violentata da un nordafricano uscito di prigione poco tempo fa per decorrenza dei tempi di carcerazione preventiva! A Milano solo la pronta reazione del fidanzato ha impedito il verificarsi di un altro stupro. Una ragazzina di quattordici anni stuprata da quattro compagni di scuola durante una festa. Roma,Parco della Caffarella, ragazza di quindici anni stuprata da due bastardi probabilmente dell'est. Sembra che l'orrore non abbia più fine,è come se questa orda feroce e brutale si diverta a fare più vittime possibili. Di chi la colpa,le responsabilità? Toppo facile dire: la società! La società siamo noi con il nostro non vedere,con la nostra ansia di insicurezza,con il nostro non scendere il piazza e urlare la rabbia che abbiamo dentro senza il bisogno di associazioni o sindacati. La società è quella nella quale abbiamo permesso che si facessero leggi inique e inadeguate. Leggi ad uso degli avvocati senza scrupoli che riescono ad ottenere il rilascio degli imputati anche condannati e fanno sì che questi commettano nuovi orrori. A questi signori che fanno fortuna sulla pelle delle vittime domanderei se hanno figlie,madri,sorelle così come lo chiederei ai giudici senza scrupoli.
Quanti stupri e omicidi dobbiamo aspettare ancora? Forse dobbiamo augurarci che accada a qualche uomo politico,a qualche magistrato,a qualche avvocato importante? Perché dobbiamo augurare il male per sconfiggere il male stesso? È un quadro generale e complesso nel suo orrore. Un quadro con più autori che variano da chi legifera a chi commette i reati,da chi li difende a chi è deputato ad amministrare la legge. Per quanto si vuole essere tolleranti bisogna ammettere che "la tolleranza e la integrazione" sono uno dei fallimenti di questo nostro sistema. Le leggi sono inadeguate e sono la porta di entrata di clandestini che inevitabilmente finiscono nelle maglie della malavita organizzata.
Manovalanza a basso costo facilmente reperibile. I romeni e gli slavi in genere sono diventati una piaga a parte per la ferocia del loro comportamento. Dispiace per quella minoranza che si è integrata ma quest'ultima deve la sua integrazione ad anni addietro e alla legalità. Da quando la Romania ha visto aprirsi le porte d'Europa è crollato quel filtro costituito dalla difficoltà di giungere in Italia con mezzi illeciti e quindi intercettabili dalle forze dell'ordine. Il lavoro delle forze dell'ordine è stato e lo è tuttora vanificato dalla magistratura che a sua volta è di fronte a una sfilza di leggi,non da applicare solamente ma da interpretare.

Vivere e morire con il diritto di dignità
Le luci si sono spente sul caso di Emanuela Englaro con la speranza che la sua morte dia il via a un processo di "civilizzazione" della nostra società. La vita e la morte sono due temi sui quali si fonda l'esistenza del mondo. Da ora in poi assisteremo a scontri tra diverse ideologie e quanto ci hanno fatto vedere da dopo la morte di Eluana non è un buon segnale per il raggiungimento di una soluzione.
Una società civile non può prescindere dal principio di dignità. Non c'è civiltà dove un essere umano non può vivere dignitosamente intendendo il diritto alla buona salute,al decoro,al lavoro,all'istruzione e,alla fine,alla morte. Su questo tema si scatenano le varie tendenze scientifiche e dottrinali. La scienza dice che per morte si intende la cessata e irreversibile attività cerebrale. Non importa se il cuore continua a battere,i polmoni inspirano ed espirano autonomamente,se ogni altro organo svolge le sue funzioni. Se non c'è attività cerebrale una persona è morta. Ma nessuno degli scienziati è in grado di affermare se quella persona "morta" percepisce segnali esterni oppure ha delle sensazioni. In questi giorni diversi luminari della neurologia ci hanno dato varie versioni e bisogna dare atto alla scienza di non avere "certezze assolute" mostrandosi paradossalmente meno scientifica e più umana di quanti,dalla politica alla Chiesa si sono arrogati le certezze sia in un verso che nell'altro. Nessuno si chiede come e in che condizioni si arriva alla morte,con quale dignità. La dignità è,in questo caso,misurata con il grado di sofferenza fisica e morale. Chi di noi non ha visto almeno una volta morire una persona cara? Quanti si sono detti "Mai così!" dopo aver sentito per giorni i lamenti,dopo aver visto il volto scavato dalla sofferenza,il corpo contorcersi per i dolori ?
Ecco,io mi chiedo se è giusto arrivare in simili condizioni al passo estremo mostrando a quanti amiamo e ci amano tutta la nostra sofferenza. Nessuno e la Chiesa per prima si dimostra attento a questo aspetto. Si parla di terapia del dolore ma è roba per ricchi. A un comune mortale vengono somministrati i soliti antidolorifici che culminano con dosi massicce di morfina e che a un certo punto non ha più benefici se non quello di far sprofondare il paziente in una sorta di torpore.
E allora ben venga l'eutanasia,non la morte per cessata somministrazione di acqua e "cibo" come è stato fatto per la Englaro quando si era consapevoli del dubbio e non della certezza che lei non soffrisse. Se lei,come dicono alcuni non aveva percezioni ,perché sopprimerla? Per anni è stato detto no al signor Beppino Englaro alla sua richiesta di sospendere l'alimentazione come mai proprio adesso è stato detto sì a un atto che personalmente reputo orribile? Noi tutti abbiamo visto le foto di Eluana da ragazza,era bella,sorridente,piena di voglia di vivere. Non abbiamo visto immagini di lei ridotta a uno scheletro rivestito solo di una pelle sottile e setolosa,il volto scavato e deformato dal coma. Forse un corpicino di circa trenta chili. Tre giorni per spegnersi la dicono lunga su quanto minima fosse la sua forza. Solo per questo,personalmente,non mi sento di giudicare il comportamento del padre. Ma non mi sento di plaudire il modo come la morte sia giunta e il modo come il signor Englaro ha gestito questo dramma.
Allora si discuta e si provveda a colmare quel vuoto giuridico rispettando la volontà della persona,volontà scritta e non riportata per comodo proprio. Quando la medicina non è più in grado di guarire ma solo di protrarre una agonia è bene che si intervenga con l'eutanasia attiva. C'è una sostanziale differenza tra quella attiva e quella passiva,la prima prevede la somministrazione di un farmaco letale mentre la seconda "stacca la spina"...lascia morire! Quanta ipocrisia in quella differenza! Nella seconda non ci si sporca le mani e la coscienza... In ambito medico ci si scontrerebbe con la deontologia,il Giuramento di Ippocrate,della diagnosi e della terapia. Qualcuno si ricorderà degli obiettori di coscienza tra i ginecologi quando fu legalizzato l'aborto,obiezione che riguardò anche i paramedici del settore ostetrico-ginecologico. Si superò con la creazione di gruppi volontari. L'aborto è una scelta della donna e anche lì si è discusso sul senso di vita e non vita;di bambino o solo embrione. Se libertà deve essere,deve esserlo anche di coscienza,di potersi confrontare con la stessa . Si può essere liberi di fare tutto ma non di nascondersi alla propria coscienza. E secondo la propria coscienza bisogna poter scegliere accettandone le conseguenze che la stessa produrrà.

Giro d'orizzonte
L'Onorevole Frattini,Ministro degli Esteri ha la soluzione per riavere indietro dal Brasile, Battisti il noto criminale. In cambio di Battisti noi diamo al Brasile tutto il festival di San Remo con tutti i cantanti e il prestito di Vladimir Luxuria da Foggia al secolo Vladimiro Guadagno da esibire nel prossimo Carnevale di Rio insieme ai comunisti e ai Radicali liberi. Se non accetteranno allora si passerà alle maniere forti tipo bombardamento di Brasilia,Rio e San Paolo con foto di Rosy Bindy,Jervolino, Giuliano Ferrara. Voi chiederete: e dov'è il danno? Avete mai provato a vederli nudi uno vicino all'altro in atteggiamenti orgiastici?
Obama ha ricevuto gli auguri e le felicitazioni da Veltroni. Il Presidente USA ha ringraziato
- Non sapevo che eravate tornati alle urne!- ha proseguito il Presidente.
-Veramente comanda ancora il Cavaliere, Presidente. Io l'ho chiamata tanto per parlare con qualcuno visto che non mi si fila nessuno nell'opposizione!-
Mentana ha fatto bene a dare le dimissioni da Mediaset! Tutti ci hanno intinto il pane nella morte della Eluana Englaro e lui niente! Vespa è andato in diretta con un puntatone e il ricciolo d'argento a guardare. in compenso Canale 5 ha mandato in onda il Grande Fratello del quale non si può fare a meno. Diavolo di un Cavaliere come t'è venuta stà trovata!? Distogliamo l'attenzione di una parte degli Italiani da questo caso di coscienza nazionale! Non è che cambi molto caro Cavaliere,gli imbecilli che seguono il programma sarebbero rimasti imbecilli anche senza gli inquilini del non- reality. Sempre il Cavaliere dopo il plauso di Paparazzi,ha deciso che per dimostrare di essere uno e trino salirà sulla croce e chiederà a Dell'Utri e Previti di occupare le croci dei due ladroni. Alla Carfagna darà il ruolo di Maddalena. Convertirà Veltroni e gli chiederà di sostituirlo nella scena dei chiodi nelle mani...
Quanto durerà il tempo della riflessione dopo la morte di Eluana? Ve lo dico io! Qualche giorno, poi il Festival di San Remo inonderà come un collettore rotto di una fogna le nostre case con telegiornali,speciali,le serate, le finte manifestazioni di protesta e via così...show must go on!
Sta per arrivare anche San Valentino,la festa degli innamorati! Ma gli altri 364 giorni cosa sono? La sagra del "ma chi ti conosce"...o del "accidenti a quando t'ho incontrato" ? fateci caso è l'unico giorno dove non si tromba. Telefonatina mattutina di auguri a lei,mazzolino di fiorellini o rosa a gambo lungo ( 50 centesimi al centimetro e 1 euro a petalo per quel giorno) a lei, scatola di Baci Perugina con le solite frasi idiote d'amore che lei leggerà ad alta voce e vi darà un bacio sulla punta del naso mentre voi,poveri scemi,rimarrete ad occhi chiusi aspettando invano un bacio un po' più stimolante. La sera poi cena in un ristorantino "etnico" mica dalla "Sora Assunta tutto casereccio".
Gran finale con un film scelto da lei in un multisale dove nel buio vi prendete a cazzotti le balle per tenervi svegli poiché il film è una selciata in piena fronte,la stessa che dareste a quel canestro della vostra lei che versa pure una lacrimuccia. Una volta usciti vorreste vedere ripagato il martirio subito ma manco per niente,"E' troppo tardi,amore ma è stata una magnifica giornata lo stesso!"
Magnifica giornata!? Ma per lei sarà stata magnifica,per la cretina che poi sposerete in un atto di follia masochista. A voi sono partiti quasi duecento euro e non vi è rimasto neanche un euro per andarvi a consolare con una vecchia bagascia nostrana di settanta anni! Non solo,dovete sbrigarvi pure a tornare a casa e allacciare le cinture di sicurezza sul water a causa delle schifezze del ristorantino etnico che solo l'indomani scoprirete essere stato chiuso dai NAS perché vi hanno somministrato gli scampi di dodici anni prima provenienti dall'Estremo Oriente.

Non sapevo che ci fosse la pena di morte!
Me l'hanno messa dentro casa. L'hanno fatta entrare da quella porta che affaccia sul mondo e dalla quale vedo il tanto male e il poco buono. Ha un bel volto,ha degli occhi pieni di luce un sorriso stupendo, è una bella ragazza. Ma è solo una illusione. Quella ragazza ha trentanove anni adesso,quella foto è di diciassette anni prima;quante cose sono accadute in questi diciassette anni!
Lei non lo sa quanto è cambiato il mondo...non lo saprà mai,forse. Perché non c'è certezza ma solo dubbi e supposizioni su quelle che possono essere le sue sensazioni e le supposizioni sono le madri di tutte le cazzate. Ha un nome quella ragazza di diciassette anni fa,si chiama Eluana...Eluana Englaro; un nome non comune se vogliamo. Non si chiama Anna,Maria, Lucia...nomi belli ma uditi e confondibili. Un nome che non puoi confondere così come non puoi confondere la sua storia,il suo dramma che se vai a vedere bene non è suo ma di tutti coloro che hanno una coscienza, l'unica cosa che lei non ha più... così suppongono. L'ha persa diciassette anni fa in un incidente. Coma,grande sonno. Può sembrare la favola della bella addormentata nel bosco,arriva un principe e la risveglia con un bacio. No, Emanuela non ha un principe,non si risveglierà mai... dicono. Eluana non ha amore intorno al suo letto, lei è solo un problema che pesa sulle coscienze, divide le stesse e le tormenta. Ma non è colpa di Eluana, lei dorme da diciassette anni,il suo cuore batte regolarmente, non ha un brutto male,non è disfatta dal dolore di metastasi,non urla come un malato terminale prima di entrare in coma. Eluana non parla,non soffre...forse. O forse soffre come chi,in un brutto sogno, vorrebbe parlare ma non può,chiuso in un corpo che non sente più...forse, perché non ci sono certezze,neppure nella scienza.
Dare da mangiare agli affamati,dare da bere agli assetati; sono due principi fondamentali della nostra religione cristiana. Sono due principi fondamentali di carità e di pietà uguali in qualsiasi credo. Cibo e acqua sono due diritti dell'umanità che attraversano ogni zona del mondo. Sono due gesti,dare cibo e acqua, uguali ovunque. Eluana non riceverà acqua,non riceverà cibo, lei deve morire perchè così un padre tormentato ha chiesto e alla fine dei giudici hanno deciso che deve morire di fame e di sete. Ed io,povero idiota che credevo che la pena di morte non rientrasse nel nostro sistema giuridico e istituzionale. Qualcuno dei potentati si è guardato nelle tasche e fra tante leggi,leggine pro domo sua, abrogate, reinserite,modificate, si è accorto che non ce ne è una piccola e stupida che vieta di uccidere un essere umano a mezzo di fame e sete. Ma Eluana,dice qualcuno, disse a suo tempo che lei non avrebbe mai accettato di vivere,badate bene...vi-ve- re, in uno stato vegetativo. Ma quando l'ha detto? Dopo aver visto un suo caro amico ridotto in coma dopo un incidente. Chiunque di noi sulla spinta emozionale di quella visione direbbe la stessa cosa e ancor più una persona giovane di vent'anni quando l'illusione di immortalità ti appartiene ed è la forza che spinge da sempre ad amare la vita, a progettare la stessa, a rischiarla senza sapere che l'immortalità non esiste. Quel padre che fin da subito ha sentito l'insostenibile stanchezza per quello stato in cui si è trovato dal momento che i medici hanno sentenziato che Eluana non sarebbe più tornata indietro dal lungo sonno, si sta battendo da anni per vedere la fine della figlia. Mi chiedo fino a che punto può arrivare l'orrore. Io padre sarei sempre lì e seppure immerso nel dolore sarei contento di poter sentire il suo respiro,udire il battito del suo cuore,segnali di una vita che non vuole andarsene e che non chiede altro che cibo,acqua e un po' d'amore vero. L'amore non ha bisogno di essere iniettato con una flebo o tramite una sonda.

Il peggio delle donne
Mi domando come si può essere così cinici e insensibili. Mi domando se l'offesa conosce una misura oltre la quale non è più consentito offendere. I due ragazzi di Guidonia ai quali quattro bestie immonde hanno distrutto la vita,cancellato il futuro,rubato l'anima e annichilito di dolore le famiglie, sono state dimenticate e accantonate dalle cosiddette "istituzioni". Sono state lasciate nel loro dramma. Se qualcuno ha sentito o letto le interviste ai familiari saprà che i genitori si ritrovano due esseri umani regrediti allo stato di bambini. Le istituzioni! Le stesse che si sono preoccupate di andare a Rebibbia per ascoltare,vedere e constatare se i quattro bastardi erano stati "vittime" di percosse da parte dei Carabinieri nella locale stazione di Guidonia. Il Parroco,Don Stefani, si è preoccupato di farlo presente dopo aver raccolto delle testimonianze. Il Parroco si è preoccupato dei carnefici e non delle vittime almeno non fino al punto di sollecitare con lo stesso fervore la "pietà" delle "istituzioni" verso le vittime. L'Onorevole (non è mia la colpa se l'hanno fatta tale ) Rita Bernardini,radicale e nel PD e facente parte della commissione giustizia della Camera è andata a trovare i quattro bastardi immondi. Ecco uno dei frutti velenosi del tanto decantato "Garantismo".
È grazie anche ai soggetti come questa "Onorevole" se oggi l'Italia vive nell'impunità garantita.
Quello che mi disgusta è che sia proprio una donna,ma a questo punto devo aggiungere...presunta tale, che si preoccupa dei carnefici e non delle vittime. È donna anche il magistrato che ha concesso i domiciliari al debosciato di Fiumicino per lo stupro della ragazza di Genzano. Nel provvedimento di arresti domiciliari i genitori dell'animale si fanno "garanti del non reiterare del figlio"! Loro si fanno garanti!? Ma se non sono stati in grado di accorgersi che il figlio si drogava,quali garanti possono essere? È vero che spesso i genitori sono gli ultimi a sapere quanto un figlio possa essere un povero stronzo e proprio per questo che nessun genitore,per quanto in buona fede,può garantire su un figlio! A questa signora "Magistrato" vorrei chiedere se ha una figlia,una nipote,una sorella o una madre. Vorrei chiedere se non prova un minimo di vergogna per aver dimenticato colpevolmente la ragazza stuprata. Quando ha firmato quel provvedimento,cara signora, non si è vergognata sapendo che a pochi chilometri in linea d'aria c'era una donna,giovane, che almeno voleva una parvenza di giustizia? Si è domandata se agevolando la famiglia del carnefice non affondava il coltello della ingiustizia nella ferita atroce della famiglia della vittima?
Due donne o presunte tali simbolo di insensibilità e cinismo,questo fa male. Onorevole Rita Bernardini, lei è stata tempestata di messaggi pieni di insulti da parte di gente esasperata. Mi creda se le dico che se li è cercati nel mazzo e se li è ampiamente guadagnati. Comunque le basterà un click per cancellarli, altrettanto non potranno fare i ragazzi di Guidonia e le loro famiglie. Il suo insulto al dolore resta indelebile. Io non le auguro di essere vittima del "branco"però le dò un consiglio, nel caso rimanesse vittima , prendendolo dalla scellerata sentenza di condanna per l'omicidio della povera signora Reggiani...non reagisca,assecondi e salverà la pelle. Dopo li vada trovare in galera...sempre che sporga denuncia,si intende! Al Parroco Don Stefani dico che farebbe meglio ad essere più "uomo di chiesa" e non emulo di Cristo in assoluto. Il Regno dei Cieli non passa sui corpi martoriati degli innocenti. Invece di inorridire per le percosse ai quattro bastardi inorridisca per quello che loro hanno fatto, le tumefazioni si riassorbono nel giro di pochi giorni e i dolori per le percosse passano in egual misura. Provi a pensare,nel caso fosse vero quanto afferma, che tra i "picchiatori" c'erano padri di famiglia e mariti. Forse non saranno cose da mondo civile ma sicuramente molto più umane di quelle di cui si macchiano i bastardi come quelli che lei difende. Cerchi di fare il suo lavoro nel migliore dei modi se ci riesce ed eviti il protagonismo da voce fuori dal coro. I Carabinieri hanno fatto due ottimi lavori, hanno arrestato i criminali e li hanno salvati dal linciaggio e mi creda...non è poco! Peccato che troppo spesso l'operato delle forze dell'ordine venga vanificato da certi giudici e da certe leggi inadeguate. Come pastore lei ha salvato i lupi e lasciato morire le pecore.
In una società malata come quella in cui viviamo e purtroppo moriamo il perdono è un bene superfluo che non possiamo più permetterci. Dobbiamo avere delle certezze per continuare a credere nella giustizia,dobbiamo prendere atto che deve prevalere una linea dura che torni a garantire chi è vittima e non pensare alla redenzione o al recupero del colpevole.

Telefono...amico o parente
Chi di noi non ha un parente o amico che ci telefona non tanto per sentire come stiamo perché non gliene frega niente? Il maledetto ti telefona per parlarci dei suoi malanni,fateci caso.,- Oh...come và (non come stai)? Sei sempre in giro,non ti trovo mai!- non è che non ci trova mai. È che ci facciamo negare quando sappiamo che è lui "il maledetto" che scassa le palle con il suo bollettino medico. Piastrine distrutte dodicimila, globuli rossi assenti ingiustificati un milione,globuli bianchi in festa per una infezione ottomila. Un vero bollettino di guerra! Tu che fai? Riattacchi? No! Cerchi di grattarti con la mano libera e lo consoli con la solita e più squallida delle frasi di circostanza...." E' la stagione! Questo inverno è così strano quest'anno..." No. Non è strano l'inverno che è come quello passato. Sei tu che stai avviandoti alla rottamazione e non te ne accorgi. Oppure gli rispondi che..." E' una forma virale che gira...".Io me la figuro questa...forma virale che gira! Occhiali Rayban, valigia e mappa del posto. Punta verso casa tua,non bussa,entra e ti si accomoda nei polmoni dove apre la sdraio e si respira l'aerosol che fai. Tu con la mascherina che sembri un comatoso. Più che respirare a pieni polmoni,rantoli e la "forma virale"lì che se la gode. Però non hai il coraggio di dirglielo che sarebbe ora di scrivere un bel testamento. Ma quello che è peggio è che questi soggetti non muoiono mai. Tu vai in malora lentamente e loro invece sempre lì con i loro malanni "quattro stagioni". Ne hanno uno o due per periodo stagionale. Poi magari quando in estate li chiami non li trovi...sono in vacanza al mare! Ma che tu sia stramaledetto! Ma non eri moribondo? Non stavi con la bombola dell'ossigeno attaccata sulla schiena come un sub? Dove le hai buttate le pasticche per la pressione che misuravi ogni giorno dal gommista per quanto era alta? Dove sono le pillole per il colesterolo che misuravi con la stecca dell'olio del motore? E lo spry per l'asma? Che ne hai fatto? Lo usi per ammazzare le zanzare? No,il moribondo resuscita quando è il dieci di Agosto e ritorna nel sarcofago,con telefono,il dieci di settembre e la prima telefonata la fa a te che ti sei ustionato sulla spiaggia dei pendolari dove hai contratto anche una salmonellosi e fai i viaggi low cost tra letto e cesso. Gli dici quello che ti è successo e lui,il maledetto,ti fa l'elenco di tutte le volte che è andato in diarrea e ricomincia la sua solfa "quattro stagioni".

La latitanza della giustizia
Come sempre accade,ogni volta che nel giro di un mese avvengono due o tre stupri,ecco che tutti si mettono a gridare all'orrore, invocano la pena di morte,la castrazione chimica. Tutti ricordano la latitanza della giustizia. Lo stupratore della ragazza di Genzano si trova beato e tranquillo a casa coccolato dai suoi cari. Grazie signor giudice che ha "applicato la legge". Lei ,signor giudice,ha solo applicato alla legge la "sua interpretazione" ha messo in atto la "sua facoltà di decidere".
Un delinquente è tale anche se è incensurato e si presenta "piangente" a lei. Sa meglio di me che sono lacrime guidate da cinici avvocati. Come sempre accade,viene tutelato il carnefice e non la vittima. Quel delinquente"incensurato" era drogato e ubriaco! Per essere portato in galera doveva uccidere la sua vittima? Lei,signor giudice,come troppi suoi colleghi è l'immagine classica del fiancheggiatore del delinquente. La sentenza che ha condannato a ventinove anni il bastardo che ha ucciso la signora a Tor di Quinto è un trattato di scelleratezza giuridica. La signora Reggiani è stata uccisa perché "Ha tentato di difendersi" se non lo avesse fatto si sarebbe salvata! Avete capito donne? Se dovesse capitarvi una storiaccia del genere,assecondate lo stupratore,fingete un orgasmo se ci riuscite. Può succedere che vi ringrazi lasciandovi incinta e magari con l'aids! Ma cari magistrati, possibile che la vergogna non rientri nel vostro codice morale? Mi piacerebbe sapere se i cinque rumeni che tempo fa violentarono una ragazza e massacrarono di botte il suo ragazzo sono ancora dentro oppure sono in giro. La signora che al "Quartaccio" è stata violentata dopo essere scesa dal bus,la coppia aggredita in Via della Selciatela a Guidonia sono gli ultimi due stupri della serie a Roma e dintorni. Non dimentico la diciannovenne rumena violentata a Brescia.
A Roma,come dopo il caso della Reggiani,l'unica cosa che è stata fatta è stata quella di far intervenire le ruspe per spianare gli accampamenti di sbandati. È come voler rimuovere la realtà dalla mente della gente. Non servono le ruspe per rimuovere gli orrori della giustizia che non c'è.
Perché non equiparare le violenze sessuali all'omicidio volontario? Perché non abolire per questo reato il diritto agli arresti domiciliari? Perché non partire da un minimo di dieci anni di carcere duro abolendo condoni,riduzioni di pena,permessi premio,semilibertà? E soprattutto,perché non condannare dopo giusto processo quei giudici che rimettono in libertà dei delinquenti che reiterano?
Quanti casi ci sono stati di omicidi da parte di delinquenti che sono stati rimessi in circolazione dai giudici dei tribunali della libertà?
Tutti si sentono in diritto di stuprare e uccidere perché l'unica certezza è l'impunità.

La fiera delle follie .
Obama ha ordinato che le donne devono guadagnare quanto guadagnano gli uomini. Tutti contenti per questo atto di eguaglianza tra i due sessi. Tanto sono tutti disoccupati! Solo che in famiglia ha avuto delle gravi ripercussioni perché la figlia ha chiesto il quindici per cento in più sulla paghetta settimanale e la moglie Michelle ha preteso di poter spendere il quindici per cento in più per sé.
Il neo Presidente ha chiamato il premier Iraniano per invitarlo a un comportamento pacifista nella regione. Quello si è dimostrato disponibilissimo a patto che Israele scompaia dalle carte geografiche e che venga negato l'Olocausto. Ha preteso anche di poter riprendere la costruzione dell'atomica e Obama si è trovato disponibile,anzi,gli darebbe pure una mano.
-Te ne mando una con un B52. dimmi solo dove vuoi che te la sganci!- gli avrebbe detto ridacchiando. Papa Ratzinger ( che non è il patrono dei paparazzi...) è da qualche tempo in mezzo ad una marea di contestazioni. Come decide una cosa ecco che subito s'alza qualcuno a contestare. Vuole fare santo Pio XII e subito insorgono gli ebrei italiani perché secondo loro non è stato proprio un santo. Vuole mettere una croce ad Auschwitz ed ecco gli ebrei di mezzo mondo che reclamano i diritti d'autore sul lager più noto. Magari dimenticano che ad Auschwitz non c'erano solo ebrei. Se memoria deve essere lo sia per tutti. Perdona i lefebriani ed ecco lo scemo del gruppo che nega l'olocausto. E lui dagli a dire che quella è una voce fuori dal coro. Ma subito dopo ecco un altro scemo in tonaca che dice che le camere a gas servivano per la disinfestazione! Disinfestazione di cosa? Di milioni di essere umani considerati pidocchi della terra? Mia madre ogni sabato mi faceva il bagnetto e poi mi metteva ad asciugare dentro il forno,rigorosamente a gas e a 180° ! venivo fuori bello come un angelo e completamente asettico. Tutti mi dicevano- Quanto è buono stò pupo!- e provavano a mangiarmi. Monsignore: ma và a dar via l'cul,pirla! A proposito di tonacati monsignori,avete visto Milingo,l'esorcista,mentre si rimirava le danzatrici del ventre? Lui voleva esorcizzarle...a modo suo. È intervenuta la mon...signora e poco ci è mancato che non esorcizzasse il porcellone a bastonate. A furia di fare esorcismi,il diavolo in corpo ce l'ha lui. Lucifero,dopo quella scena pietosa e imbarazzante,ogni volta che si trova a combattere con lui gli ha detto
- Facciamoci a capire Milingo, o lotto contro di te o contro quell'invasata di tua moglie!-
Altro personaggio che dovrebbe fanculizzare in fretta e raggiungere il suo pupillo Cesare Battisti è quella scopa rinsecchita di Notre dame de la merde al secolo Carla Bruni, magari portandosi dietro anche lo zerbino genovese Fabio Fazio che l'ha ospitata. Ma non aveva detto che lei non si sentiva Italiana? Che cazzo vieni a fare in televisione? Possibile che nessuno le abbia detto che ci sentiamo sollevati visto che abbiamo già la Gelmini,la Jervolino,Rosy Bindi, Raffaella Carrà, Milly Carlucci, la Santacchè oltre alla spiritata Mara Carfagna Ministro/a delle pari opportunità. Oh! Lei l'opportunità l'ha presa al volo da Mediaset alla Camera è stato un lampo,un battito d'ali di...uccello. Forse è per questo che qualcuno ce l'ha con le intercettazioni telefoniche. A proposito! Gioacchino Genchi salta come un grillo da una emittente all'altra per dire che lui non ha nessuno archivio! Lui lavora per lo stato. Ma quale? Adesso lo chiameranno Genchis Kan! Dopo il gran casino è il minimo.Berlusca ha detto che stà per scoppiare il più grande scandalo della storia Italiana! Calma Cavaliere! Da quando frequenta Palazzo Chigi lo scandalo più grande della storia italiana è ancora in atto! Meno male che ci allieta con le sue battute. L'ultima poi è stata di una comicità al limite della demenzialità (comica,si intende!). Un soldato per ogni bella ragazza o bella donna! Cavaliere mio! E quelle brutte? E le suocere? Che faccio,le proteggo io? Tranquilli signori miei! Con la Devolution ogni comune metterà un vigile urbano vicino alla bruttina o alla suocerastra. Caso mai non bastassero i vigili si ricorrerà ai volontari della protezione civile oppure ai centri di recupero per tossicodipendenti. Cavaliere mio cerchi di risolvere il problema (ma non a modo suo) della giustizia. Il Presidente della Cassazione Carbone ha detto che come processi celebrati siamo dietro ad alcuni paesi del terzo mondo. I più ottimisti hanno detto che prima di precipitare all'ultimo posto ci vuole ancora del tempo. Il ministro della giustizia Brasiliana dice che l'Italia è ferma agli anni di piombo. Probabilmente l'analfabetismo in Brasile è dilagante e i giornali non li stampano più e così sono rimasti indietro. Eppure qualche transessuale dovrebbe averli informati che piccoli passi li abbiamo fatti in questi anni. Magari Ronaldo quando non và a travestiti ed è sobrio dovrebbe aver detto che qualcosa è cambiato. E Adriano non ha detto niente oltre al fatto che le discoteche e la cocaina sono uguali sia in Brasile che in Italia? Il ministro Ignazio La Russa ha ipotizzato l'annullamento della partita tra Italia e Brasile in Inghilterra prossimamente. Ben venga questa decisione! Mica per ripicca o per protesta,no! Ma solo perché con la Nazionale che ci ritroviamo ci risparmieremmo uno spettacolo deprimente.

La latitanza della giustizia
Come sempre accade,ogni volta che nel giro di un mese avvengono due o tre stupri,ecco che tutti si mettono a gridare all'orrore, invocano la pena di morte,la castrazione chimica. Tutti ricordano la latitanza della giustizia. Lo stupratore della ragazza di Genzano si trova beato e tranquillo a casa coccolato dai suoi cari. Grazie signor giudice che ha "applicato la legge". Lei ,signor giudice,ha solo applicato alla legge la "sua interpretazione" ha messo in atto la "sua facoltà di decidere".
Un delinquente è tale anche se è incensurato e si presenta "piangente" a lei. Sa meglio di me che sono lacrime guidate da cinici avvocati. Come sempre accade,viene tutelato il carnefice e non la vittima. Quel delinquente"incensurato" era drogato e ubriaco! Per essere portato in galera doveva uccidere la sua vittima? Lei,signor giudice,come troppi suoi colleghi è l'immagine classica del fiancheggiatore del delinquente. La sentenza che ha condannato a ventinove anni il bastardo che ha ucciso la signora a Tor di Quinto è un trattato di scelleratezza giuridica. La signora Reggiani è stata uccisa perché "Ha tentato di difendersi" se non lo avesse fatto si sarebbe salvata! Avete capito donne? Se dovesse capitarvi una storiaccia del genere,assecondate lo stupratore,fingete un orgasmo se ci riuscite. Può succedere che vi ringrazi lasciandovi incinta e magari con l'aids! Ma cari magistrati, possibile che la vergogna non rientri nel vostro codice morale? Mi piacerebbe sapere se i cinque rumeni che tempo fa violentarono una ragazza e massacrarono di botte il suo ragazzo sono ancora dentro oppure sono in giro. La signora che al "Quartaccio" è stata violentata dopo essere scesa dal bus,la coppia aggredita in Via della Selciatela a Guidonia sono gli ultimi due stupri della serie a Roma e dintorni. Non dimentico la diciannovenne rumena violentata a Brescia.
A Roma,come dopo il caso della Reggiani,l'unica cosa che è stata fatta è stata quella di far intervenire le ruspe per spianare gli accampamenti di sbandati. È come voler rimuovere la realtà dalla mente della gente. Non servono le ruspe per rimuovere gli orrori della giustizia che non c'è.
Perché non equiparare le violenze sessuali all'omicidio volontario? Perché non abolire per questo reato il diritto agli arresti domiciliari? Perché non partire da un minimo di dieci anni di carcere duro abolendo condoni,riduzioni di pena,permessi premi,semilibertà? E soprattutto,perché non condannare dopo giusto processo quei giudici che rimettono in libertà dei delinquenti che reiterano?
Quanti casi ci sono stati di omicidi da parte di delinquenti che sono stati rimessi in circolazione dai giudici dei tribunali della libertà?
Tutti si sentono in diritto di stuprare e uccidere perché l'unica certezza è l'impunità.

Per non dimenticare
Il giorno della memoria,per non dimenticare lo Shoah,l'Olocausto,per non dimenticare quegli anni che ormai sono lontani come le vittime e come moltissimi dei sopravvissuti che oggi non ci sono più. Abbiamo le immagini,i racconti,le testimonianze. Non possiamo dimenticare,anche volendo, cosa è stato in una scala dei valori degli orrori della storia lo sterminio di oltre sei milioni di Ebrei di ogni nazionalità europea. Non dobbiamo dimenticare,è vero e giusto: ma non dobbiamo solo celebrare in un giorno quello che è stato. In questo giorno dobbiamo ricordarci che l'orrore non ha fine,che gli idioti fautori del ritorno del nazismo non muoiono mai come le loro madri che sono sempre gravide. Mentre noi ricordiamo anche loro ricordano e cercano di risorgere trovando purtroppo terreno fertile. Dobbiamo ricordare,è vero,ma non dobbiamo dimenticare quanto è accaduto nel mondo in tema di sterminio dal 1945 ad oggi e quanto accadrà domani. La furia e la bestialità del genere umano non ha epoche e non ha confini. Ex Jugoslavia e lo sterminio metodico e bestiale di centinaia di migliaia di Bosniaci mussulmani. Donne,bambini,vecchi;le stesse categorie di esseri umani alle quali appartenevano gli ebrei sterminati. I genocidi in Africa che per numero di vittime è superiore a quelle dell'Olocausto, ma non è nei numeri che si giudica l'importanza di un genocidio. Tutte le guerre sono dei genocidi,tutte le vittime sono uguali,la sofferenza non è solo di Ebrei,Africani,Palestinesi,Russi,Ceceni, Iracheni, Afgani. Dobbiamo ricordare,è vero,ma dobbiamo ricordare anche quello che stà accadendo; dobbiamo fare in modo di fermare la follia lucida di chi non ha a cuore che la propria vita e il proprio sporco interesse.
Prendete un bambino per ogni nazione di ogni continente e metteteli insieme, giocheranno cercando di capirsi per giocare meglio. Cresceranno senza preconcetti verso gli altri bambini, vivranno in pieno accordo. Ecco,con molta ingenuità e utopisticamente, dico che il mondo dovrebbe appartenere solo a loro. Le utopie sono le verità che non si vogliono creare. Dobbiamo ricordare,è vero,ma non dobbiamo dimenticare o far finta di non vedere la realtà nella quale viviamo colpevolmente ciechi e sordi per nostro comodo. Il nazismo stà tornando,sotto altre vesti e non riguarda più solo gli Ebrei ma tutte quelle realtà etniche e religiose che fanno parte di questo mondo. Dobbiamo ricordare ma non per quietare le nostre coscienze.

Chi ben comincia...
Il neo Presidente Obama ha iniziato con il piede sbagliato invertendo,a quanto sembra,alcuni termini del giuramento. Bisogna rigiurare. Altro errore,ha telefonato a Silvio e quello gli ha subito detto -Attento a quello che dici perché i comunisti della magistratura hanno messo le cimici anche nella doccia a telefono della vasca da bagno di casa mia!- al che l'abbronzato gli ha fatto notare che delle cimici lui non ha paura perché se ne è messa una nel suo team,ovvero Hillary Clinton.
Bisogna dare atto agli Americani che quando si tratta di spettacolo Silvietto gli fa un baffo. Pensate, ben due milioni di presenti al suo insediamento. Erano due milioni di disoccupati che aspettano di tornare al lavorare dopo le promesse di Obama. La maggior parte erano di colore,Afro-Cubani,Afro-Americani,mancavano solo quelli di Vladimiro Guadagno in arte (e che arte!!) Luxuria,cioè gli Afro-ci. Tutti aspettavano anche gli Afro- disiaci ma di questi nessuna traccia. Che se ne farebbe del resto Obama? Lui adesso ha il potere e si sa...comandare è meglio che fottere.
Resta da capire cosa ne pensa quella "sellerona" di sua moglie.Michelle Obama da come si è presentata sembrava la rappresentante del Carnevale di Rio,abito giallo oro,scarpe e guanti verdi e borsa rossa! Molti si sono chiesti- E' una donna o un semaforo rotto?- se si metteva un cappello con le lucine intermittenti poteva assomigliare a un flipper. Definirla "una bella donna elegante" come ha fatto una "cecata" giornalista di mamma RAI è esagerato L'eleganza è un optional per la First Lady USA e con quelle gambe a parentesi tonda sembra un calciatore. Ha detto che non starà con le mani in mano. Speriamo,per gli americani, che non sia come le tante mogli dei nostri politici passati e presenti.
Certamente di afrodisiaci o Viagra non ne hanno bisogno i nostri governanti che in un colpo solo riescono a metterlo in quel posto a cinquanta milioni di italiani ogni volta che arzigogolano leggi e leggine,decreti e decretini ( tutto attaccato!). altro passo importante dell'abbronzato è la chiusura di Guantanamo. Peccato che la chiusura definitiva avverrà solo tra un anno. Potevamo prestargli il disoccupato Mastella,lui ci ha messo niente a svuotare le carceri con l'indulto,vuoi che non riesca a svuotare Guantanamo in due giorni? Altra importante decisione del neo eletto è quella di abolire la tortura.Da oggi stop alla tortura,gli bastano la moglie e i figli. Si ritorna alla costituzione e l'esercito dovrà applicare il nuovo manuale di comportamento in tempo di guerra redatto nel 2006. Qualche addetto è andato nei cessi per vedere se ne era rimasta qualche pagina lasciata da Bush.
Obama si fà fare le scarpe da un artigiano Italiano,lo stesso che le ha fatte al Papa e ad altri grandi della terra.Si chiama Stefanelli. L'abbronzato ha detto che quelle Irachene fanno male meglio quelle Italiane perché come facciamo scarpe e suole noi non le fà nessuno. Silvio! Ma non è che gli hai raccontato la storiella della crisi breve e superabile o che Tremonti ha risolto il problema del pranzo e cena degli italiani? Quello è abbronzato,mica..sbronzo! ( avete letto bene..sbronzo senza la t)
Una delle prime cose che ha fatto il neo Presidente di quasi tutti gli americani è stata quella di dire ai Palestinesi di smetterla con i razzi Kassam prima che a Gaza l'altezza massima di un edificio sia inferiore ai due metri. Ha telefonato anche a Bin Laden per dissuaderlo dal fare festeggiamenti pirotecnici negli aeroporti e nelle metropolitane americane. Tanto ci penseranno quelli del KKK a festeggiarlo con dei barbequ di neri disoccupati con la scusa di risolvere la recessione. Oltretutto quelli del KKK sono sempre in movimento da quando qualche dietologo ha detto loro che bisogna bruciare i grassi per stare bene e in forma. Loro hanno preso qualche bel grassone nero e se lo sono fatto flambè. Ecco uno stralcio dell'intercettazione telefonica tra Ob e Os.
-Pronto Osama,sono Obama!- e quello- Sono Osama. Chi mi chiama...Obama?-
-No. Io sono Obama, tu sei Osama!- comincia a imbufalirsi l'abbronzato. Bin all'altro capo invece è già imbufalito da sempre- Ma che ci hai il raffreddore che invece di Osama dici Obama!?- a quel punto Obama perde la pazienza.
-Senti a me quacquaracquà! Vedi di non scassare la mazza altrimenti ti faccio nù pagliatone cà ta resta fin'a c'hai a campà!- in quel momento si ricordò i suoi ascendenti partenopei. Voi direte che Obama non ha antenati Napoletani. C'è sempre un Napoletano antenato in America,credetemi.
Il suo si chiamava Ciro...niro niro cumm'a tte!-

Kaka...mento
Evviva! Kakà resta al Milan,lo ha detto il Cavaliere smacchiato. E quando lo dice "Lui"...bisogna crederci con riserva. Ne riparleremo a giugno.Il Premier è un maestro nel campo della bufala mediatica e visto che il cronicario che lui chiama "squadra di calcio" il pallone non lo becca nemmeno se glielo compra,ha pensato bene di fare un po' di spettacolo. Così dopo David Beckham e signora si è inventato lo Sceicco spendaccione. Qualcuno ha visto piangere il talentuoso Brasiliano e subito quelle lacrime sono state prese per un gesto di amore verso la tifoseria milanista. Ma de che!! Quello piangeva perché la trattativa era sfumata,altro che amore per i tifosi. Hanno inquadrato il giovanotto mentre si affacciava da una finestra della sede di via Turati e salutava i tifosi,in realtà si voleva buttare di sotto in preda ad una crisi (non economica) ma poi ha desistito. Ora che sto Kakamento di palle è finito ci sentiamo tutti più tranquilli. Resta il fatto che in tempi come questi ci tocca sentire parlare di cifre assurde,di stipendi inimmaginabili per noi che facciamo a cazzotti con il pizzicagnolo per dieci grammi in più o in meno di prosciutto sulla bilancia. Noi che facciamo i..."saldi" mortali per accaparrarci un capo d'abbigliamento scontato del cinquanta per cento e lo paghiamo lo stesso prezzo di due mesi prima! Magari sono capi presi a Napoli nei magazzini di chi li ha confezionati per conto di note Griffe e gli sono rimasti sul groppone.
Bush se ne và e da domani aprirà un negozio di calzature che chiamerà ...Bushoes! l'abbronzato si è insediato alla Casa Bianca ed è stato fotografato mentre si diletta con un rullo... da"imbianchino",strana sorte per uno che è "abbronzato". Non avrà in mente di cambiare colore alla "Casa " e da "Bianca" magari tingerla di un bel beige,così...tanto per essere in tono. Gli americani ancora non ci hanno fatto l'occhio e Obama teme che andando ad aprire la porta possa sentirsi dire
- Per favore mi annunci al padrone di casa!- e lui chiaramente si adombra per essere stato scambiato per il maggiordomo, ma nessuno se ne accorge perché lui è di per sé "ombrato"
- Il padrone sono io adesso!- risponde fiero.
- E dove si è trasferito quello di prima?- rintuzza l'ignaro visitatore mentre cerca un presidente bianco. A quel punto il neo presidente di tutti o quasi gli americani (quelli del KKK sono ancora indecisi) cancella la lettera "B" dal nome e la sostituisce con una "S" giurando odio all'occidente bianco. Anche Osama Bin Laden gli ha fatto gli auguri e gli farà una bella festa a base di botti e fuochi artificiali. Quelli del KKK si sono incazzati come "negri" a testimonianza che non sono razzisti. Se bisogna fargli la festa ,ci pensano loro. Auguri Presidente e cento di questi giorni,quelli che verranno poi saranno tristi. I miracoli non li fa nemmeno Berlusconi anche se cerca di farli ma al massimo è un ottimo illusionista.

Pronto, ospedale San Giacomo,dica!
Mi perdoneranno quanti non sono di Roma e quanti tra i romani non hanno conosciuto l'Ospedale San Giacomo in via Canova,una via che unisce via Del Corso a via di Ripetta. Lo hanno chiuso e i motivi possono essere più o meno validi e discutibili. Ma chi scrive non lo fa per protestare ma solo per ricordare che con la sua chiusura se ne và un pezzo di storia di Roma. Chi scrive queste righe intrise di nostalgia e malinconia ci ha lavorato per ventidue anni,dal 1974 al 1996. il San Giacomo era un ospedale diverso dagli altri ospedali ben più grandi, era un punto di riferimento per tutti coloro che abitano e lavorano in pieno centro. L'umanità del personale che vi ha operato in ogni categoria,dal primario al portantino (anche se si dovrebbe dire "ausiliario"), era un marchio di riconoscimento,una Denominazione di Origine Controllata. In ventidue anni ne ho visti di operatori che venivano assunti e che andavano in pensione. Era come una eredità che si tramandava di generazione in generazione : prima di ogni cosa l'educazione e l'umanità verso i degenti e quanti si presentavano occasionalmente al Pronto soccorso medico o chirurgico. Era,se vogliamo, un punto di riferimento globale nel quale confluivano tutte le categorie sociali. Qualcuno dirà che anche negli altri ospedali è la stessa cosa. Sì! Ma al San Giacomo era qualcosa che accomunava tutti rendendo meno estranea le persone. Lì restavano fuori i microcosmi in cui normalmente viviamo. Anche se è doloroso dirlo,in quell'ospedale,la malattia accomunava l'attore all'impiegato, il politico al mendicante,al povero. Il ricco imprenditore all'umile muratore. L'extracomunitario all'italiano. Ciò era dovuto alla capacità professionale degli operatori di qualsiasi livello e mansione e quella umanità vera che non escludeva nessuno. Vederlo oramai abbandonato con una destinazione ignota mi addolora. L'ho visto tante volte in televisione e cercavo tra i volti quelli che conoscevo,erano i volti sconosciuti il segno degli anni che passavano. Per me era come viverlo ancora e sentirmi ancora parte di esso anche se non ci sono più tornato. Ora so che sono definitivamente fuori da quel piccolo mondo. In qualche modo ho contribuito a "disegnare" molti anni di quell'ospedale grazie alle vignette che i colleghi mi chiedevano di realizzare. Saranno sparite anche quelle,forse distrutte oppure nel cassetto di chissà chi. Il San Giacomo era uno dei simboli positivi di una Roma che ormai perde i pezzi più popolari e veramente utili per la comunità.
Quanti non ricordano la voce afona di Amedeo,uno dei centralinisti. Quando diceva "Pronto,San Giacomo,dica!" chi era all'altro capo del telefono pensava che la linea er disturbata e gridava per farsi sentire,invece era Amedo che strillava perché non aveva voce. Anche questo era il lato umano del San Giacomo, in un altro ospedale il buon Amedeo sarebbe stato addetto ad altre mansioni.
Claudio Pompi ex tecnico radiologo del San Giacomo in Augusta.

Il Natale di mamma RAI
Al programma "Festa italiana" (beati loro che riescono a festeggiare!) fanno vedere una famiglia di nove persone,i coniugi e sette figli,tutti maschi; il più piccolo ha due anni. Lui è un operaio,lei una donna che lavora in una ditta di pulizie. Sono felici e sereni,spiegano come fanno a portare avanti la famiglia numerosa economizzando qua e là. Lui,il capofamiglia,entra in un supermercato e compra due bottiglie di spumante di basso prezzo rammaricandosi di non poter comprare quello di prezzo elevato. Poveraccio! Come la prenderanno i famigliari quella improvvisa povertà che non permette di comprare per il Natale uno spumantino d.o.c? lei risparmia sulla spesa! Ma guarda che bravi economisti ci sono in giro e noi diamo ancora credito a quello spendaccione di Silvio che ci prende a ceffoni ordinandoci di spendere. Cosa mai metterà a tavola l'accorta massaia? Gli avanzi dei vicini,visto che i propri li ha già riciclati. Dalle immagini vediamo piatti ricolmi di rigatoni al sugo e mozzarella,rigorosamente di terza scelta suppongo. Sorridono tutti e mangiano di sano appetito (a meno che non sia fame arretrata). Due lavatrici al giorno,ma la lavatrice è da otto chili. Una bella casa con un bel terrazzo,una macchina adatta al trasporto della truppa di figli e moglie,insomma una bella famiglia italiana che seppure con qualche sacrificio la sfanga ogni giorno. Adesso spiegatemi voi come fa una famiglia così a tirare avanti con due stipendi,quello da operaio e quello da donna delle pulizie. Quattromila euro al mese ad esser e larghi? E che ci fai con otto figli,le bollette,il vestiario,la scuola con libri e quaderni e accessori vari? Ma a chi la vogliono raccontare? Suvvia mamma RAI! Siamo rincitrulliti ma non fino a questo punto. Famiglie con due figli e tremila euro al mese a malapena arrivano al ventisette e se hanno qualche rogna economica manco al venti arrivano. Capisco che dall'alto arrivano ordini tipo "tutto va ben Madama la Marchesa" e che bisogna sponsorizzare l'ottimismo consumistico ma davvero pensate che anche il nostro cervello sia in crisi? Altro suggerimento viene dal Tg1 che parlando di vacanze natalizie,manda un messaggino dicendo che alla vacanza all'estero molti non rinunciano e per farlo ci si può anche indebitare come se non se ne potesse fare a meno. Questi tossici della vacanza a tutti i costi sono tra quelli che troviamo ai cortei di protesta dei sindacati e che reclamano aumenti salariali. E ti credo! Come la pago poi la rata della vacanza? Per i più abbienti,sempre dal ventre di mamma RAI,ecco spuntare l'imprenditrice del settore turistico che ci fa sapere che le crociere extralusso sono in aumento perché si è riusciti a far coesistere qualità ottima con spesa "contenuta"! E' sicuro che la crisi non colpisce tutti perché chi era ricco o è rimasto ricco oppure lo è di più. Idem per i poveri,quelli veri,quelli che non si indebitano per andare a Vienna o Parigi o Londra, quelli che non sono come la famiglia della quale vi ho parlato e che ciurla nel manico. Io per fare una crociera ho dovuto aspettare che venisse il gommone de pompieri per tirarmi fuori dalla casa allagata. L'unica isola che conosco è quella pedonale dove passano impunite auto blù con scorta e se non ti scansi ti fanno fare l'ospite all'ospedale.

Calzature che passione!
Era inevitabile! Chi di "sola" ferisce di scarpa perisce! Così dopo la "sola" che Bush ha rifilato agli americani a proposito della guerra in Iraq si è beccato due scarpate da parte del giornalista Iracheno.
Bisogna riconoscere che l'ex alcolista non proprio anonimo ha schivato la prima scarpata con l'abilità di un pugile che evita un gancio sinistro. Ora il giornalista rischia sette anni! Ma a George W. Bush quanto dovrebbero dare per la "sola" sulle armi di Saddam? Quello non era un stinco di santo e Alì il chimico non indossava il copricapo a cono di mago Merlino. Diciamo pure che diverse migliaia di Kurdi li ha gasati per benino e tutto sommato la corda al collo gli stava meglio della cravatta. Ma ciò non giustifica una seconda guerra contro l'Iraq. Ma che per amazzare il sorcio demolisci il palazzo? Un po' di scarpate gliele dovrebbero tirare i parenti dei soldati Americani caduti per il solo fatto che l'ex alcolista atomico ha dato retta ai consigli dei suoi esperti di intelligence i quali a loro volta hanno dato retta a quelle holding che operano nel campo degli armamenti. E che ne dite di qualche scarpata anche ai patners Europei che hanno dato il loro obolo di morti per sconfiggere l'uomo del male? Fatto stà che il l'uomo più potente del mondo è stato preso a scarpate come quei cani che abbaiano troppo o come quei gatti che ti scassano le balle miagolando sotto la tua finestra in piena notte. Si è fatto dare le scarpe e se le è portate via.
- Belle queste scarpe!- avrebbe detto la moglie di Bush- dove le hai prese?-
- In Afganistan! Lì te le tirano appresso per quante ne hanno!- Speriamo solo che non diventi un nuovo modo di contestare e soprattutto non prenda "piede" in Italia con tutte le "sole" che ci rifilano. Si potrebbe tuttavia risparmiare il quantitativo di scarpe calzando quelle antinfortunistica che hanno la punta rinforzata e prendere a calci in culo,rigorosamente con la punta,quanti ci solano ogni giorno. In Iraq è consentito dalla legge prendere a scarpate chi sbaglia. Ve l'immaginate che guerra si scatenerebbe qui in Italia ? Intanto la prima scarpata l'ha beccata TRENITALIA a causa della "freccia rossa" che per un piccolo guasto qualcuno già ha ribattezzato "Freccia Rotta". Un treno così veloce che ha lasciato a terra i pendolari a causa della soppressione di alcuni Eurostar.
Alla faccia del servizio pubblico!
L'altra scarpata, e non sarà la sola, la prenderà Renatino Brunetta dalle donne che vuol mandare in pensione come gli uomini. Grazie Renatino! Sapessi che sollievo sapere che non avrò tra le scatole mia moglie per qualche anno ancora! Visto che ci sei,perché non gli allunghi anche l'orario di lavoro portandolo a dieci ore giornaliere così posso fare come mi pare dentro casa?

Dissacrando qua e là
Emilio Fede (o Fido come più vi aggrada) deve stare attento. Non vi siete accorti che molto spesso vicino al Cavaliere di Arcore compare Bruno Vespa? C'è un convegno dove il ceronato leader è di scena? Al suo fianco c'è il conduttore di Porta a Porta. È vero che Emilio Fido ( o Fede,fate voi) è come il vecchio cane a catena che abbaia quando c'è sentore di pericolo e il padrone non lo scaccerà mai dalla cuccia di Rete quattro. Ma mentre Emilio è addestrato a sbranare quelli della sinistra,Bruno è più da salotto. Lui quelli della sinistra non se li mangia,lui li invita e fa le feste. Nel grande circo televisivo è l'equilibrista principe. A più di qualcuno sta sul "cavolo" ma non cade mai neanche da lì! Nella puntata del 10 Dicembre di Porta a Porta ha ospitato i "naufraghi dell'isola",non poteva mancare Vladimiro Guadagno in arte e in politica (lui/lei...boh! dice che con la politica ha chiuso ma la cosa non quaglia) Vladimir Luxuria! Il titolo della puntata era: L'isola divide la sinistra. C'era bisogno dell'isola dei soliti inutili per dividere la sinistra? Quelli sono già divisi per conto loro. Veltroni poco tempo fa ha detto" Chi non mi vuole lo dica apertamente e faccia un passo avanti!". Più che un passo,è stata una carica! D'Alema, che per non definirsi "rompi balle" si è definito "spigoloso ma schietto", ha detto che se non gli stava bene Veltroni glielo avrebbe detto in faccia. Ora pare che qualcuno abbia visto Walter con gli occhiali appannati dopo un incontro con l'ex Leader Massimo. Quelli della sinistra o sinistrati si sono imbufaliti perché Giulio Tremonti e soci hanno detto che l'IVA su SKY deve passare dal dieci al venti per cento come per tutte le paytv. In fondo hanno ragione a ben vedere. Ma si può portare l'IVA al venti per cento il canone di Sky e affondare così le mani rapaci nelle povere tasche degli Italiani che lottano per unire il pranzo con la cena? Ma un povero padre di famiglia che paga circa seicento euro l'anno di abbonamento e non può dar da mangiare alla famiglia,può pagare il doppio di iva? Non bastano le tessere di povertà da esibire al supermercato ed essere bollato come morto di fame? Entri nel supermercato con il tuo bel carrellone che adoperi per metterci il pupo e dopo aver vagabondato come un accattone ti presenti alla cassa con dentro il pacco di spaghetti e una scatola di fagioli. Davanti e dietro c'è gente con i carrelli così pieni che sembrano piccoli tir. La cassiera distratta ti "passa" pure il pupo che nel frattempo ha cagato come un leone diarroico e puzza da morire. Accortasi dell'errore scoppia a ridere nel vedere che tu,morto di fame pure patentato adesso, hai le tue due cosucce e gli mostri la tessera blu. Ridono tutti meno te. Poi quella chiama la guardia giurata e ti fa perquisire come un ladro perché pensa che ti sei nascosto una forma di parmigiano nelle mutande e non sa che quel gonfiore è dovuto alle tue balle che stanno per rompersi a causa della crisi che ti costringerà a privarti di SKY dove ogni domenica vedi Ilaria D'amico che sembra una cavalla. Non potrai più vedere Il Grande Fratello in diretta giorno e notte mentre aspetti che qualcuno trombi e alla fine ti accorgi che l'unico trombato sei tu. Che l'unico protagonista del reality vero di ogni giorno sei sempre tu . Tu che ogni due mesi vai alla posta a pagare il canone di circa 130 euro con l'IVA al dieci per cento e che quegli sciacalli,discriminatori del "buon governo" vogliono portare al venti per cento. Ha ragione la sinistra che protesta per quel furto nelle tasche del popolo affamato. Cosa ci farai da domani con la parabola? La userai come centro tavola dove mettere la frutta secca (comprata con la social card) o le bollette che non pagherai se paghi SKY. Ti dovrai accontentare di Bruno Vespa e dei vari clowns che si alternano nel suo circo. Ti sorbirai la Iervolino con quella voce che ti sconquassa orecchie e attributi,non che quella della Gelmini sia più delicata,oppure quella del foggiano Vladimiro o quella di Tremonti. Ve lo immaginate un Porta a Porta con Tremonti,Iervolino, Gelmini,Luxuria, Cristiano Malgioglio!
Ti dovrai cibare Renatino Brunetta seduto su una poltroncina metodo Montessori che vuole mettere i tornelli e lui sarà l'unico a passarci sotto a meno che non prenda come altezza standard la propria altezza e allora assisteremo a vere e proprie evirazioni dei malcapitati impiegati statali.
Mi figuro il Cavaliere quando domandò ai suoi collaboratori chi poteva essere un uomo all'altezza per la carica di ministro della Pubblica Amministrazione e gli indicarono Renatino. Si guardò intorno e non vide nessuno,poi qualcuno gli sussurrò di guardare per terra. Dall'altra parte la sinistra gioca con le ombre cinesi,tanto per non perdere di vista il rosso,crea il governo ombra! Nulla di nuovo perché anche governo Prodi di miglioramenti...neanche l'ombra.
Il bello è che noi paghiamo anche le ombre che siedono a Palazzo Chigi.

Costumi e travestimenti
Non c'è niente da fare. Anche se tenti di fuggire mamma RAI ti becca sempre,quando meno te lo aspetti,quando pensi di essere al sicuro;forte del tuo telecomando che tieni nella fondina come John Wayne o Gary Cooper nei mitici Western Americani tenevano la Colt 45 .No,all'improvviso come un indiano da dietro una roccia ti salta addosso...Vladimir Luxuria ! il telecomando ti sfugge dalle mani come una saponetta bagnata,cerchi di riagguantarla ma finisce sotto il divano che diventa il tuo patibolo. È il vincitore dell'sola degli "Inutili noti"! Mi ero salvato a stento da Maria Giovanna Elmi la "vecchia fatina" che ancora parla come una ragazzina e nessuno si è accorto che è il frutto del rincoglionimento senile galoppante. Provate a scolorirle i capelli,a toglierle quel chilo e mezzo di silicone, i denti impiantati e avrete l'immagine sputata di vostra nonna! Mi ero sottratto alle forme cellulitiche e decadenti della vecchia contessa De Blank che dopo averci somministrato quel ciocco della figlia ha pensato bene di riproporsi lei. Ma dal foggiano Vladimiro Guadagno non mi sono salvato! Una vittoria contro i pregiudizi! Ma,sinceramente di pregiudizi non ne ho mai avuti. Non sarà,per caso, che i pregiudizi ce l'ha lui e quelli come lui verso chi non se li.fila per niente. Un successo paragonabile a quello di Obama nelle elezioni! O cavolo! Ma allora il nostro Cavaliere smacchiato ha fatto scuola! Ma non l'avevano criticato per l'abbronzato? Fonti americane hanno rivelato che "l'abbronzato" è incazzato come un...negro!
-Passi per l'abbronzato, ma essere paragonato a un travestito da spettacolo porno no! Se lo becco gli rompo il ...- avrebbe detto confidandosi con quella santa donna di Hillary Clinton che si ricordava ancora dei sigari di Bill e di dove andavano a posizionarsi quando veniva la stagista Monica Lewinsky. Ingenuamente pensò che quella ragazza avesse uno spiccato vizio del fumo visto che ogni volta sparivano due o tre sigari. Bill la rassicurò dicendole che il vizio del sigaro ce l'aveva lui! Era una mezza verità ma anche una mezza bugia non detta.
-Faresti il suo gioco! Fai come la maggior parte degli italiani non te lo filare per niente!-
Quelli del Ku Klux Klan adesso sono arrabbiati. Lo hanno risparmiato perché non era del tutto nero, ma mezzo frocio no! Non ci stanno. E allora eccoli pronti con fucili e taniche di benzina.
Apro il giornale e vedo la foto di Gramsci. Ha gli occhiali e i capelli pettinati col petardo! Ma ora lo capisco. Aveva fatto un sogno premonitore la notte avanti . Aveva sognato l'ingresso di Vladimiro Guadagno vestito da donna e con le tette finte nel PCI senza immaginare che il partito si sarebbe rinominato Rifondazione Comunista. Caro e stimato Antonio,i tempi sono cambiati. I tuoi pronipotini non hanno più ideali e allora si affidano alla confusione totale che crea immagini equivoche e comiche come il foggiano Vladimiro. Vladimiro non si è privato del pistolino che madre natura gli ha donato (e ancora si chiede perché lo ha fatto). A me in fondo stà simpatico e se lo incontrassi gli direi di darci un taglio. In tutti sensi. Finiscila di spacciare una diversità che è solo tua e di quanti ai Gay Pride si travestono e sembra di stare a un mini carnevale di Rio. L'omosessualità è una cosa seria, accettata senza pregiudizi da quanti non hanno turbe mentali.
Se proprio ti senti donna,prendi la vincita dona pure all'UNICEF ma con il resto pagati un bel chirurgo che ti dia un aspetto idoneo e in linea con quella femminilità che allo stato attuale appare più un insulto alla femminilità che altro.
Spero che mantenga la promessa di non ricandidarsi,ne abbiamo già troppi di travestiti politici.
Caso mai ci ripensasse,da maschilista becero,voglio Rocco Siffredi come premier! E allora sì che sarebbero...cazzi amari!

Promesse di Cavaliere
Lo sapevo! Niente tredicesima da "urlo". Anzi l'urlo c'è stato,sì, il mio! Mi ero già indebitato con una lista di regali in rigoroso ordine alfabetico spedita a Babbo Natale. Il cavaliere dopo una rissa da osteria con quel taccagno di Giulio Tremonti ci ha detto che le nostre tredicesime resteranno così come sono,forse detassate...forse. Tremonti non rientra tra quelli simpatici a Berlusconi ed è cosa nota negli ambienti. Ogni volta che il Cavaliere gli chiede di allentare i cordoni della borsa nasce una lite. Mettici pure quella vocina stridula con la quale ti dice no e l'antipatia tocca picchi altissimi. Hanno visto il Ministro delle Finanze barricarsi nel proprio ufficio e resistere ai vari assalti. Ora ci si è messo pure Bertolaso che ha sparato tredici miliardi per "la messa in sicurezza" delle scuole italiane,rigorosamente pubbliche. A tale richiesta il buon Giulio ha domandato
- Ma quanti danni ha fatto la Gelmini da che è ministro della Pubblica Istruzione?- Bertolaso da dietro la porta chiusa ha provato a spiegargli che quelli della Gelmini erano danni aggiuntivi.
-Lasciamo tutto così allora e cambiamo solo il nome del Ministero chiamandolo Ministero della Pubblica DISTRUZIONE!- ha suggerito Tremonti stropicciandosi le manine sudaticce e con un ghigno di soddisfazione convinto di averla sfangata. Per dissuadere il Cavaliere e quanti bussano a cassa va dicendo in giro che il peggio deve ancora venire. Tutti,il Cavaliere in testa,si danno certe grattate con la mano destra e fanno le corna con la sinistra quando parla alla Camera.
Anch'io parlo alla camera,quella del soggiorno,parlo da solo come uno scemo, come la maggior parte degli italiani di questi tempi. Anche io preparo il Presepe, solo che nella grotta ,invece della Sacra Famiglia ci metto una "massacrata famiglia" che non può pagare più il mutuo. Spero solo di non dover pagare l'ici in quanto seconda casa.

Usi e consumi
Non c'è che dire,mentre litighi con un commerciante perché ha i prezzi troppo alti, ti accartocci in una rissa con il barista che ti spara il conto di un pranzo di nozze per un cornetto e un cappuccino e nel frattempo il vigile ti fa la multa per divieto di sosta per la quale se non paghi entro i termini ti ritrovi a chiedere un mutuo per pagare la GERIT: Lui,dopo attimi di commozione, ti dice che per uscire dalla crisi bisogna incentivare i consumi! Magnifico! Cosa mi posso comprare nel campo del superfluo utile? Un televisore? Ce l'ho, 48 pollici e un indice,quello di gradimento o sgradimento,fate voi,per i programmi propinati. Un cellulare? Ho anche quello,magari vecchio di quattro anni.Magari non ha lo schermo,non ha internet,non ti fa le clip e le fotografie e nemmeno il caffè al mattino. Fa l'unica cosa forse inutile per la quale è stato inventato: parlare! Parlare con una cugina rincoglionita che ti parla del maltempo che fa al suo paese o del mal di schiena che l'attanaglia. Cazzo! Ma telefoni a me mentre stò per uscire? Ma chiama il medico se ancora ne trovi uno che non prescriva terapie ai morti! Parli con una che con voce cinguettante ti chiede se vuoi saperne di più sull'utilità di una marca di aspirapolvere e tu ti freni per non mandare lei e l'aspirapolvere in quel posto. Ti limiti con i residui dell'ironia a risponderle che non hai niente da farti aspirare visto che ti hanno aspirato già tutto. Le chiedi piuttosto se vuole acquistare,lei,il tuo frigorifero ormai vuoto e disprezzato anche dal sorcio che non trova più niente dentro.
Una macchina nuova? Ma sì! 130 € al mese per un modello da sogno poi con il fermo immagine e con la lente d'ingrandimento leggi quel testo microscopico nel quale ti dicono che 130€ sono solo per il primo anno. Poi la rata diventa di circa 370€ ! Allora mi tengo la mia carretta e faccio felice il meccanico ipocrita che,sfottendomi,mi chiede quando la cambio.ma segretamente spera che ciò non avvenga in modo da impiantare pezzi presi allo sfascio, passandoli per nuovi. Tutto in nero,ovvio.
Cosa posso comprarmi di "utilissima inutilità" che già non abbia,eredità di un mondo esclusivamente basato sul consumismo sfrenato che lentamente si avvia,triste e malinconico,verso una economia di guerra,di autarchia,di orti di guerra impiantati nelle aiuole e nei parchi pubblici. Il baratto è dietro l'angolo! La mia collezione di pacchetti di sigarette vuoti per mezzo chilo di farina! Affare fatto?
Mi consenta,caro Presidente, io sarei contento di consumare ma poi con che pago? Aspetto la fine della crisi e pago con interessi da usura? Mi piacerebbe"consumare" ma con la crisi che c'è non riesco a "consumare"neanche un rapporto intimo. Sa come si dice...l'amore non vuole pensieri! In un clima di mosceria,anche "lui" ne risente e punta al...ribasso. E'così avvilito che quando lo porto al bagno vorrebbe buttarsi nel water e annegare. Ho provato a fargli vedere Maria Giovanna Elmi semi nuda sull'isola dei famosi. Non l'avessi mai fatto! È sparito,scomparso! Era il mio compagno di giochi proibiti gratuito e preferito,eravamo insieme da una vita.
L'unica cosa che posso consumare è la suola delle scarpe mentre passo davanti ai negozi all'interno dei quali,commercianti con occhi affossati ti guardano e silenziosi supplicano di comprare. Ti mostrano la pistola mentre se la puntano alla tempia. Tu gli mostri la tua e la butti perché non hai i soldi per comprare un proiettile da spararti alla tempia.

Sempre più Pierino la peste
Il cavaliere "smacchiato" ci ha rifatto. Sbuca da dietro un lampione alle spalle della Merkel e le fa" cucù". La teutonica Cancelliera sta al gioco e lo abbraccia. Diavolo di un premier,non puoi mandarlo in giro che subito te ne combina una! Al prossimo vertice mi figuro tutti i potentati della terra che stringono un'alleanza basata sul reciproco avvertirsi.
-Attento Putin che Silvio ti sta per calare i pantaloni!- dirà Obama. Zapatero striscerà lungo i muri con le mani sul pube perché teme di diventare il Pippo nazionale palpato da Benigni. La Merkel indosserà pantaloni per non sentire la mano del Silvio insinuarsi sotto la gonna mentre gli volta le spalle. Sarkozy lascerà a casa Carla per paura che Silvio le faccia una corte subdola .
- Mi consenta...-
-Un par de palle! Si t'avvicini,te sego le mani!- risponderà elegantemente Gordon Brown .
Ve lo figurate il nostro Premier che al pranzo di gala tira molliche di pane nel brodo del commensale alla sua destra o soffia forte sul cucchiaio che sta portando alle labbra quello di sinistra. Frattini che si tappa gli occhi con i palmi delle mani e scuote il capo disperato e con occhi persi nel vuoto cerca qualche scusa. L'unica che gli viene in mente è quella di dare la colpa a Di Pietro e Veltroni.
-Dovete capirlo! Quei due lo massacrano dalla mattina alla sera!-
Ora aspettiamoci l'ondata di critiche da parte della sinistra nei confronti del nostro "Pierino".
Tanto loro non è che abbiano dei programmi da proporre,si accontentano di poco in attesa di capire chi sono,da dove vengono e dove vanno .Il Cavaliere smacchiato dice di sapere chi sono,da dove vengono e soprattutto dove li manda lui..

Papaveri e papere....o oche giulive
Prendo spunto dalla esilarante poesia di Armando Bettozzi"L'abbronzato" per esprimere delle personalissime opinioni. Oggi il senso dell'umorismo sembra un dono divino visto e considerato che sempre più facilmente ci si sente offesi. Manca il senso della misura. Il Cavaliere senza macchia o se volete "smacchiato" se ne è uscito con una battuta dettata più dal suo complesso di superiorità che dal senso dell'umorismo. Le battute per lui sono pane quotidiano visto che Zelig è cosa di casa sua. Non dimentichiamo che nel primo Governo Berlusconi la satira politica fu praticamente esiliata dalla televisione sia di Stato che privata. Pertanto lo spirito umoristico del cavaliere ha dei percorsi ben precisi. Chi,del cavaliere,non ricorda le famose corna fatte durante una riunione internazionale?
Le hanno viste in tutto il mondo. Quanti avranno sorriso e quanti si saranno messi le mani in faccia scuotendo il capo? La politica e la diplomazia non appartengono a Berlusconi per il semplice motivo che lui ragiona da imprenditore,da manager. Pertanto non dovremo mai aspettarci da lui atteggiamenti consoni alla carica che riveste e che esporta nel mondo. Il piccolo grande uomo si avvale anche di altri mezzi che appartengono più alla gente dello spettacolo,quella che non s'arrende al declino fisico,che ad un uomo maturo(politicamente). Guardatelo bene! Tra trapianto di capelli colorati con le tempere,tiraggi vari,ceroni sembra una maschera del Carnevale di Viareggio.
Forse non è proprio il massimo del made in Italy come figura. Forse non è neanche una figura seria.
Ma sono seri quelli dell'opposizione che si sono strappati i vestiti nel criticare ferocemente la battuta del Cavaliere "smacchiato" di Arcore? Con tanti problemi che abbiamo si vanno a buttare,non avendo argomenti,sulla gaffe del Presidente? Chi è più comico o più patetico?
Oggi il mondo è cambiato e non certamente in meglio. Oggi di una persona di colore si dice che è nero e non negro come un tempo. Oggi dire negro è un offesa! Quanta ipocrisia! La parola negro viene da nigro,spagnolo. Negrieri erano coloro che facevano la tratta degli schiavi. Ma se dico "nero" e poi lo tratto come una merda cosa cambia? Obama non è nero e neppure bianco se mi passate la battuta è quanto di più democratico ci sia nel tema razziale. Ha messo d'accordo tutti,bianchi e neri. È stato votato dagli uni e dagli altri. Chi ci è rimasto male è il Ku Klux Klan.
Sono indecisi! Se tentano di fargli la pelle eliminano anche il bianco che è in lui se non lo eliminano avranno un bianco in più ma anche un nero in più. Abbronzato!? E come la mettiamo con tutti quelli che si lampadano nei solarium o si sdraiano come salamandre sulle spiagge d'estate?
...Come sei nero!!! E l'abbronzato dagli a pavoneggiarsi. Poi al buio lo vedi nudo con il culo bianco come un lenzuolo. Per le donne ancora peggio. Chiappe,pube e tette bianche. Come a dire: se non mi becchi così al buio non mi becchi più tesoro! Triangoli bianchi di segnalazione. Tutti a fare a gara a chi è più abbronzato e poi ci si scandalizza per le battute da bar dello sport del Cavaliere! Le cose sono due: o quelli dell'opposizione hanno dei problemi razziali interiori che cercano di nascondere,oppure pensano che il colore della pelle del neo PresidenteUSA sia una malattia sulla quale non bisogna ironizzare.
Carla Bruni si vergogna di essere Italiana!? A Roma diremmo: e sti c...!!! Rimanga a Parigi e ci resti per sempre, gli Italiani,quelli veri,non ne sentono la mancanza. Arrivista,arrampicatrice,insipida e segaligna non la vorrei neanche a un funerale. Continui a suonare la chitarra e in privato se la faccia suonare da quell'altro "gigante "del marito.
Sembrerò assurdo ma ho sempre detestato le "top model". Guardatele mentre sfilano,sembrano affette da lussazione congenita delle anche per come camminano. Sembrano uscite da sotto la pialla di un maldestro falegname. La Gelmini è molto più sensuale,difatti tantissimi,di questi tempi, la vorrebbero tra le mani...
Per favore,non prendiamoci sul serio! Pensiamo piuttosto che ci sono cose che ledono la dignità di un uomo indipendentemente dal colore della pelle. La miseria nella quale ci stanno facendo precipitare, il non poter andare a fare la spesa dopo il quindici del mese, le morti bianche,il lavoro che manca, la violenza che regna incontrastata, i figli che uccidono i genitori e poi ereditano e sono liberi come passeri. Coraggio figlio mio,dammi una coltellata che dopo qualche anno sei ricco e felice! A me non potrà mai capitare perché erediterebbe mutuo da pagare,debiti vari e qualche bolletta scaduta e insoluta. Forse è per questo che mio figlio mi chiede sempre se sto bene e sorride felice quando gli dico di si. Se sto male si intristisce e chiama il medico curante.

A proposito di Napoli
Ma quante belle parole! Mi chiedo se quanti vivono quotidianamente la realtà Napoletana condividano o applaudano il gorgoglio di versi che inondano il sito. Probabilmente ho un modo del tutto personale di abbinare poesia alla realtà,lascio poco spazio ai voli pindarici della fantasia di chi legge. Sarà che la vita mi ha tolto quella corazza che impediva alla sensibilità di penetrare come gocce di pioggia o di acqua putrida di fogna che alla fine irrora i campi.
Ma una poesia che sfiora una realtà difficile come Napoli deve suonare come una denuncia,una provocazione verso chi ha contribuito allo sfacelo sociale,istituzionale e ambientale.
Deve uscire anche da questo sito e infiltrarsi dove altri possano ascoltare e leggere.
Personalmente ho provato a raggiungere altri punti con la poesia dedicata a R.Saviano e la mia poesia è finita su " l'Unico " un giornale online. Ci ho provato anche con altre testate giornalistiche,ma ho dimenticato due cose importanti: sono tutte politicizzate ed io sono solo un Claudio Pompi qualsiasi...un Carneade. Fossi stato un nome importante l'avrebbero pubblicata.
Napoli mi appartiene anche se sono romano fino al midollo e amo la romanità,tanto che,incerti frangenti se mi chiedono se sono Italiano,rispondo "No,sono romano!". Ma Napoli,quella che io ho conosciuto,fa parte di me. Qualcuno dimentica che Napoli è stata la prima città italiana a ribellarsi ai tedeschi nel 1943 e a liberarsi da sola senza l'aiuto degli Alleati. Mi chiedo come fa "il gabbiano a dire che nulla è cambiato. Forse non sono riuscito a interpretare bene il suo pensiero. Forse lui ha letto il libro di Curzio Malaparte:La carne. Quella Napoli non esiste più. Lo scugnizzo eroico del 43 oggi è un "pusher" su un motorino,è figlio di un malaffare diffuso come una metastasi.
Napoli che amo è quella della solidarietà,a volte anche illegale ma umana; quella raccontata in tanti film che dalla realtà hanno tratto spunto. La mia Napoli è quella della canzone che in ogni parte del mondo cantano anche se la canzone ha cento anni. La lingua napoletana,il dialetto è musica e musicale. Una canzone napoletana la puoi sentire accennata a Milano,Torino,Firenze,ovunque. Chiunque accenni una canzone napoletana ci mette poca voce e molto cuore. La mia Napoli è quella di cui ho respirato realmente i profumi dei vicoli,delle case che affacciavano sugli stessi. Quella dove dopo due giorni eri uno di loro. Dove ti offrivano anche quel che non avevano perché se lo procuravano da un'altra parte. La Napoli della genialità, della tradizione,della commedia e della sceneggiata. Edoardo,Peppino,Titina De Filippo sono icone della Napoli che ricordo e amo. Così come il Principe Antonio De Curtis in arte Totò. Chi non ha visto un opera dei primi tre o riso con la maschera del secondo. Chi non ha ascoltato "O sole mio" e lo ha cantato meglio dell'inno di Mameli che ancora molti stonano o non ne conoscono il testo. E pensare che è stato scritto da un napoletano in Ucraina che era lì per lavoro visto che importavamo grano da quella nazione nel tardo ottocento. Napoli che nel settecento era la più grande città d'Europa. Al mondo non c'è niente che un napoletano non abbia già fatto prima. La reggia di Caserta fatta costruire da Carlo III di Borbone
fu la prima residenza reale in Europa dotata di stanze da bagno quando a Versailles nobili e cortigiani defecavano agli angoli dei corridoi.
La Napoli dei miei ricordi è quella del Monastero di Santa Chiara che Vittorio De Sica,napoletano d'adozione, canta nell'omonima canzone ripensa a Napoli come era.
Quella di oggi non mi appartiene,la piango e basta. Dilaniata dalla cattiva politica,dalla Camorra dove il "guappo" oggi è sostituito da un capocosca. Dove i vicoli e i muri odorano di droga e sangue e dove Salvatore Di Giacomo non riuscirebbe a scrivere nemmeno un rigo,così come Murolo e Bovio chiuderebbero il pentagramma.
"...Addio mia bella Napoli. Mai più ti rivedrò... " " ...Pienso a Napoli cumm'era,pienso a Napoli cumm'è..." e non è un bel pensare sapendo che è in mano a gente indegna come la mondezza fatta sparire e riposizionata nelle periferie o nell'interland.
Mi dispiace Maria Attanasio,ma una poesia non basta se resta ad allietare le nostre menti e a circolare nel fatato castello di questo sito e chiedo scusa al Professor De Ninis per il modo in cui mi sto proponendo. Lungi da me il voler denigrare la bella poesia di Max.

Un mondo a parte
( storia vera di un uomo indifeso: Massimo Pompi)

Erano le undici di sera dell'undici novembre 1980. pioveva a dirotto quando passai con la macchina
sotto le finestre di un palazzo doveva mio padre si era trasferito provvisoriamente prima di prendere possesso di un appartamento comprato a Roma.
In quei momenti mio padre stava morendo. Edema polmonare. Quante volte ero intervenuto per salvarlo, portavo sempre una fiala di Cardiostenolo e una siringa in macchina insieme ad una ricetta che attestava l'uso e il nome del paziente con diagnosi.
Se mi avessero fermato e trovato quel farmaco correvo il rischio di essere accusato di detenzione di sostanze stupefacenti trattandosi di morfina. Non c'erano i cellulari ancora,grande invenzione! L'unica cosa che può essere paragonata ad un salva vita.
Mio padre soffriva con la pressione alta e l'asma cardiaca. Quella sera non c'ero. A nulla servì chiamare il medico curante,vecchio amico di famiglia che a quell'ora,in pigiama ,si precipitò in quell'appartamento al quarto piano senza ascensore.
-Quando mi hanno chiamato era ormai troppo tardi...- disse quando entrai nella camera da letto dove giaceva mio padre. Quel "troppo tardi..." in quel momento mi fece quasi sentire in colpa.
Dove ero a quell'ora? In macchina,di ritorno da una partita della squadra che allenavo.
Se non ci fosse stato quel temporale avrei citofonato visto che in quella casa non c'era telefono.
Quando abitava nell'appartamento dove avevamo vissuto per tanti anni telefonavo quasi ogni giorno per sentire come stava. Dopo la morte di mia madre cinque anni prima erano cambiate tante cose nella nostra vita. La vita sembrò voler compensare quel grande dolore facendomi incontrare una ragazza bellissima e innamorata che avrei sposato un anno e mezzo dopo e che mi avrebbe reso padre di Francesca. C'era Massimo,mio fratello, che si accorse della scomparsa di mamma.
Massimo era la croce che mamma e papà abbracciarono da quando nacque nel 1946. per la precisione si accorsero che non era come gli altri bambini intorno ai tre anni. Viveva in un mondo tutto suo. Era un bambino così bello che quando andavano per negozi,le commesse si fermavano per guardarlo. Il suo sviluppo fisico fu normale,nessun difetto motorio. Ma non so chi dei due,se mamma o papà notarono, uno strano movimento ondulatorio del tronco. Avanti e indietro,avanti e indietro. Capirono che c'era qualcosa che non andava. Perché quel bambino non dialogava ma rispondeva ripetendo la domanda che uno gli poneva? Erano alla fine degli anni quaranta,la scienza non era quella di oggi e pertanto,in questo racconto,bisogna rapportarsi con quell'epoca.
I soldi a casa non mancavano,abitavano a Viale Carso numero cinque,quartiere delle Vittorie,quasi alle spalle dell'omonimo teatro dove si sarebbero celebrate le glorie di trasmissioni televisive come Canzonissima, Fantastico e tante altre. All'angolo c'era via Asiago,sede dell'EIAR prima e della RAI poi. Un quartiere importante allora come lo è oggi.
Massimo passò per le mani di luminari della psichiatria che chiaramente non ci capirono nulla.
Una sola certezza. Nacque dopo tre giorni di travaglio e molto probabilmente lo spinger con la testa e il cordone ombelicale intorno al collo poteva aver creato un danno. Oggi diremmo che Massimo era una via di mezzo tra un autistico e un.... va a capire cosa.
Massimo fu classificato come "subnormale". Provarono con cure di ogni tipo e perfino il micidiale
Elettrochock! Quando uscì da quella sala di tortura mia madre si ritrovò tra le braccia un bambino semisvenuto ma che non aveva pianto o gridato.
- Se decidete di tenerlo con voi,sappiate che abbracciate una croce enorme. Non potrà guarire e non potrà migliorare. Vi consiglio di metterlo in un istituto adatto in previsione di quando non ci sarete più e qualcuno dovrà occuparsi di lui.- disse un professore. Per certi versi non aveva torto.
Fine prima parte

Un mondo a parte
(Storia vera di un uomo indifeso:Massimo Pompi)

Quella sentenza non scoraggiò Lorenzo e Fiora. Quel figlio sfortunato non sarebbe mai finito in un istituto per bambini subnormali. Abbracciarono la croce forti di una speranza che dall'esterno poteva apparire vana, forse a ragione se non si fosse tenuto conto dell'amore che nutrivano per lui.
Quando venni al mondo Massimo aveva cinque anni,era il 1951,era il primo giorno d'estate o per molti,oggi l'ultimo di primavera. Roma viveva ancora degli strascichi dell'anno Santo del 50. nacqui in casa a differenza di Massimo che era nato in clinica.
I miei rapporti con Massimo iniziarono quando avevo sei o sette anni. Mi rendevo conto che c'era una situazione particolare, non pesante,ma diversa sì. La diversità era nel constatare che i bambini della mia età avevano fratelli con i quali parlavano o litigavano. Perché io no?
Massimo era trattato come me,come un bambino normale,ma io non avevo nessun dialogo,nessun rapporto fatto di giochi in comune. Mio padre e mia madre,un po' alla volta, cercarono di farmi capire che Massimo non poteva essere come me. Crescevamo insieme ma in mondi diversi.
A smentire in parte la lapidaria sentenza del luminare della psichiatria c'era il fatto che Massimo dei progressi li aveva fatti. Con molta pazienza riuscirono ad insegnargli tante piccole cose,come a rispondere alle domande che gli venivano poste. L'importante era porle in modo semplice,con poche parole. Lui ripeteva la domanda e poi dava una risposta semplice. Molte volte era una risposta incompleta o inesatta,ma questo accadeva quando non aveva una risposta da dare.
È un mondo misterioso quello delle persone come Massimo. Non sono loro che devono imparare,siamo noi che dobbiamo capire e fare attenzione a come si entra nel loro mondo a metà strada tra la realtà e il sogno o qualcosa di simile che ancora oggi non so definire.
Massimo non rimase da solo in nessuna circostanza,buona o cattiva. Il suo legame con mamma e papà fu sempre più forte.Tanti passi loro,tanti passi lui. Sempre sottobraccio ad uno dei due.
Da parte sua c'era una ricerca costante di affetto,era capace di avvicinarsi a mamma e chiedere un bacio. Questo smentì ulteriormente quanti affermavano,all'epoca, che questi soggetti non sono capaci di esprimere affetto. L'amore serve a loro per sentirsi sicuri,scacciare la paura dell'abbandono. L'abbandono è la peggiore malattia, è capace anche di uccidere. Massimo dava e chiedeva affetto come un bambino qualsiasi.
Dentro casa non c'erano problemi di coesistenza tra me e lui. Ero abituato a vederlo dondolare avanti e indietro e questo avveniva nei momenti di apprensione,era un modo di esprimere un suo disagio oppure,come capita a noi"normali",l'ansia di una attesa,di un qualcosa che desideriamo.
Mi domandavo come faceva a mangiare con la mano sinistra, io ci avevo provato ma non ci ero riuscito mai. Mi domandavo come faceva a non annoiarsi in quelle tante ore che passava seduto davanti ad una finestra con in mano un giocattolo particolare. Era il "Tettottì". Cos'era?
Era il telaio in ferro di un vecchio seggiolino da campeggio che lui teneva tra le mani e lo sollevava all'altezza degli occhi come se fosse un sestante. Il nome astruso non so come venne fuori,so che lo inventò lui. Quell'oggetto,al quale nel corso degli anni ne seguirono altri simili,fu il suo passatempo preferito. Lo vedevi con quel coso in mano che rigirava rivolto sempre verso una sorgente di luce, naturale o artificiale.
Crescevamo insieme e distanti,ero abituato a vederlo così con quelle sue stranezze,con quel suo dialogare con se stesso. Lo sentivi parlare come se stesse parlando con qualcuno ma capivi che ciò non era possibile perché confondeva la cronologia e i nomi.
Ricordo mia madre che lo correggeva di volta in volta.
- No. Maria è un amica di mamma,non tua zia...- lui restava muto per alcuni secondi.
- No. Maria è un'amica di mamma...- ripeteva a se stesso.
Ma lui mamma la chiamava Fiora e papà Lorenzo,anzi Enzo. Mia madre aveva sempre chiamato mio padre Enzo. Pur non essendo il diminutivo giusto( Renzo) ormai e fino all'ultimo lui era Enzo.
Così come Fiora,per mio padre, diventava "Fiorellina". Massimo non aveva mai sentito la parola mamma o papà se non verso i sei sette anni quando io cominciai a chiamarli così. Ormai era diventata un abitudine che mantenne sempre. Da lui mi sono sempre sentito chiamare Claudio. Col tempo sviluppò una memoria formidabile. Ricordava tutti i nomi di parenti e amici di famiglia senza sbagliarne uno. Mamma e papà gli avevano insegnato a comportarsi in modo adeguato quando c'erano ospiti o quando si andava da qualche parte. Massimo era per indole molto schivo e riservato,probabilmente per quella paura di essere abbandonato.
Una delle cause che hanno impedito un progressivo miglioramento di mio fratello erano gli occhi.
Quegli occhi chiari sembravano perdersi nel vuoto,non cercavano,non esploravano. Solo loro,i genitori,riuscivano a percepire quanto quegli occhi esprimevano.
Massimo era stato operato intorno ai sei o sette anni di cataratte congenite. La sua vista era compromessa e non poteva nemmeno portare gli occhiali perché data la sua condizione non era in grado di poter affrontare una visita oculistica appropriata. Non era in grado di rispondere alle domande del medico. Eppure sviluppò un metodo tutto suo e tuttora incomprensibile di vedere le cose e di cercarle. È superfluo dire che solo la grande volontà,soprattutto di nostra madre,contribuì a renderlo parzialmente autonomo. Il senso dell'ordine era in cima all'ordinamento della casa. Chiaramente,manco a dirlo,la pecora nera ero io. Disordinato per natura,senza volerlo mettevo in disordine anche quell'angolo di mio fratello dove lui teneva riposte quelle poche cose che gli facevano compagnia. Di conseguenza mia madre che nella sua infinità bontà e nel suo infinito amore non aveva eguali, più di una volta mi fece sentire la sberla sulle guance.
I soggetti come mio fratello non sono aggressivi, lo diventano quando sentono il pericolo,quando una persona al di fuori dei genitori tenta un azione repressiva nei suoi confronti.
Massimo non reagì mai ad una sgridata di mia madre quando faceva qualcosa che non doveva.
Eravamo sullo stesso piano in quanto a trattamento. Forse fu proprio questo suo modo di fare che impedì il nascere di gelosie da parte mia verso mio fratello. Eravamo amati e puniti allo stesso modo. Certamente a lui venivano riservate attenzioni necessariamente diverse.
Da me non accettò mai un trattamento brusco o violento. Capitò di venire alle mani per motivi di "invasione di campo". Io giocavo da solo nella mia camera con i soldatini o con il trenino elettrico
( Prima di morire mi voglio comprare un plastico ferroviario),lui entrava e magari mi spostava qualcosa. Io reagivo e lui mi rifilava un calcio al quale rispondevo. Molte volte,la maggior parte, si prendeva il mio" cazziatone" e se ne andava.
Massimo cresceva e con lui anche i suoi progressi. Non imparò mai a leggere o scrivere ma ancora oggi mi chiedo come facesse a distinguere un disco da un altro.
Avrà avuto sedici o diciassette anni. A casa avevamo un giradischi e molti dischi essendo mamma appassionata di musica di ogni genere,da quella classica,alle opere di Puccini,alla musica leggera.
Detestava quella americana e gli urlatori.
Una mattina,dal soggiorno sentiamo provenire una canzone. Mia madre mi guardò severa.
- Perché hai acceso il giradischi? Lo sai che non voglio che ci metti le mani!-
- Ma io non ho fatto niente!- dissi temendo la "cinquina" educatrice. Lei andò nel soggiorno e vide Massimo seduto davanti all'apparecchio. Ricordo la sua faccia stupita,mi guardò e poi si avvicinò a mio fratello che quasi si spaventò. Aveva capito di aver fatto qualcosa che non doveva. Pensai che una bella sgridata non gliela avrebbe tolta nessuno. Invece mia madre lo accarezzò per rassicurarlo e lo baciò.
-Mi fai vedere come hai fatto?- gli domandò con calma,come per gratificarlo. Vidi Massimo sollevare il braccetto,togliere il disco e rimetterlo nella foderina. Quest'ultimo gesto lo fece avvicinando agli occhi sia il disco che la custodia.
- Fammi vedere come lo accendi!- disse mamma spegnendo il giradischi. Lui senza tentennare lo riaccese,prese lo stesso disco e lo rimise sul piatto,quindi alzò il braccetto e lo posò delicatamente sul disco.
Ecco un altro particolare,Massimo aveva una delicatezza straordinaria nel prendere le cose.
Al tempo stesso era dotato di una forza mostruosa se si pensa che riuscì a torcere un telaio di ferro pieno( un altro dei tanti " tettottì" inseparabile compagno fino verso i venti anni).

Quello che meravigliò,con il passare del tempo,fu la capacità di Massimo nel riconoscere ogni disco tra più di cinquanta che ne possedeva. Gli chiedevi un titolo e lui,sempre avvicinando il pacco di dischi agli occhi, da quel pacco tirava fuori il 45 giri richiesto. Non solo. Non sbagliava neanche la facciata. Poteva sbagliare un titolo su venti o trenta. Aveva preso l'abitudine di stracciare le foderine,pertanto le etichette erano facilmente confondibili in molti casi.
Per far funzionare giradischi anche più complessi gli bastava poco tempo. Sembrava assente come sempre,disinteressato e chiuso nel suo mondo. Ma quando lo lasciavi solo ecco quella che io definisco " il prodigio". Sentivi improvvisamente la musica. Imparò a memoria tutti i brani di musica leggera e se gli chiedevi chi la cantava quella canzone,lui ti diceva nome e cognome.
Ricordo quando c'era la trasmissione radiofonica "Hit parade" condotta dal grande Lelio Luttazzi.
All'inizio era settimanale,poi divenne bisettimanale. Ebbene,Massimo pur non conoscendo i giorni della settimana, sapeva quando c'era quella trasmissione. Te lo diceva il giorno stesso e ti diceva anche l'ora. Quando era il momento se la radio non era accesa o sintonizzata, andava da nostra madre e ricordo anche la sua solita frase.
-Che mi fai sentire Hit parade..che è ora?- domandava puntualmente. Come faceva a sapere che era giovedì( venerdì? Non ricordo)? E quando le trasmissioni divennero due a settimana,lui sapeva quando era martedì e quando giovedì (venerdì). Non sapeva neanche cosa fosse un calendario.
Non aveva la cognizione del tempo inteso come giorno e ora. Il tempo della giornata era scandito da orari quasi sempre uguali,la mattina intorno alle otto c'era la colazione a base di caffellatte e pane,
alle tredici e trenta pranzo, la merenda nel pomeriggio intorno alle cinque e la sera intorno alle nove e trenta la cena. Erano orari un po' particolari ma tutto dipendeva dagli orari di lavoro di mio padre.
Papà era nel campo assicurazioni e la sua clientela era fatta di persone che erano a capo di importanti aziende industriali. C'erano appuntamenti che a volte andavano oltre le dieci di sera,mai prima delle nove del mattino. Si aspettava lui per mangiare anche se lui non voleva che lo aspettassimo. Mamma,superate le nove ci faceva mangiare e aspettava lui per cenare anche se rientrava alle undici di sera.
In quanto a mangiare Massimo era "una macina" come dicono a Roma. Mangiava di tutto, al contrario io ero quello che mamma definiva una "bocca di ciavatta" sempre come dicono a Roma.
- Il pane lo mangiano i ghiotti!- mi diceva. Detestavo il pane a tavola in particolare. Non mi piaceva il parmigiano sulla pasta anche se ero capace di mangiarlo a cucchiaiate dalla formaggiera di nascosto. Non mi piaceva la pasta alla carbonara,non mi piaceva la minestra a meno che non fosse passata. Non parliamo della carne,se trovavo un nervetto o un filo di grasso ero capace di sputarla.
Vegetali? Solo insalata,patate( in tutti i modi),peperoni,cicoria e zucchine all'agro.
-Quella povera disgraziata che ti sposerà mi maledirà anche dopo morta!- diceva con la schiuma alla bocca per le arrabbiature che le facevo prendere a causa del mangiare.
Massimo mangiava di tutto. Era goloso di pane,se non stavamo attenti era capace di mangiarne a chili. Più di una volta ci accorgemmo che si era divorato cinque ciriole( una volta a c'erano).
Sapeva dove stavano e nel pomeriggio quando mamma e papà riposavano lui andava a prendersele.
A tavola poteva esserci ogni ben di Dio ma a lui non doveva mancare il pane. Mezza circola che prima di iniziare il pasto spezzettava e teneva al lato del piatto. Quei bocconi di pane se li mangiava alla fine del pranzo o della cena. La merenda era costituita da una mela o pera sbucciata e tagliata a pezzi e l'immancabile pezzo di pane. Massimo non imparò mai ad usare un coltello,a causa della vista. Mamma e papà gli tagliavano la carne o il pesce,la frutta e quei tipi di pasta come le lasagne o i cannelloni.
Sapeva adoperare bene forchetta e cucchiaio, acqua rigorosamente mista a vino gli veniva versata.
Quando fu abbastanza grande imparò a bere il caffè al mattino e al pomeriggio.
Ricordo quando la mattina presto mi alzavo per andare a scuola ( avevo diciassette anni) e in cucina trovavo mamma e papà che aspettavano il caffè della moka. Quel caratteristico rumore immutato negli anni era un richiamo per Massimo. Ce lo ritrovavamo in pigiama dentro la cucina.
- Me lo dai il caffè?- ogni mattina la stessa richiesta regolarmente esaudita.
La caffeina è uno stimolante e i miei pensarono che poteva essere un piccolo aiuto per quel figlio ormai adulto.
Da che era venuto al mondo Massimo nei primi vent'anni di vita aveva fatto passi da gigante.
Aveva imparato a vestirsi da solo anche se non era capace di abbottonarsi la camicia o i pantaloni.
Era capace di lavarsi i denti dopo che il dentifricio gli veniva messo sullo spazzolino. Era capace di lavarsi dopo i bisogni corporali. L'igiene era un fatto prioritario e come al solito lo zingaro ero io.
Da ragazzino detestavo il bagno del sabato sera. Massimo lo adorava. Era un momento di contatto fisico con la madre, era sempre e comunque un bambino che cercava amore e protezione.
Quella protezione che prima o poi sarebbe venuta a mancare e che angosciava mamma in modo prevalente. Papà era più riflessivo o forse non dimostrò mai la sua pena.
Forse ne parlarono tra loro. Forse ascoltarono i consigli di parenti o amici.
Un giorno ci avviammo in macchina verso via Aurelia a ntica. Raggiungemmo l'istituto Don Guanella,uno dei pochi istituti per ragazzi subnormali( quanto ho odiato questa parola). Il problema era l'età di Massimo,aveva diciotto anni nel 64 e tutti gli istituti erano per la maggior parte riservati a bambini molto piccoli. Entrammo nella struttura e girammo in lungo e in largo quel posto anche bello se vogliamo. Ragazzi con problemi ci venivano incontro,ci salutavano a modo loro.
Mamma e papà parlarono con gli assistenti facendo domande di ogni genere. Per arrivare a quella struttura ci era voluta una grossa raccomandazione perché i posti erano limitati.
Massimo rimase per alcuni minuti seduto su una panchina del parco e ogni tanto gli si avvicinavano alcuni ospiti. Mamma e papà osservarono la scena per vedere come reagiva. Provai un senso di pena pur avendo tredici anni per Massimo. Dentro di me non accettavo l'idea che tornando a casa non avrei trovato mio fratello anche se vivevamo due vite distanti,accomunati solo dal legame con i nostri genitori. Faceva parte della mia vita. Vidi mia madre piangere.
- Ci dia il tempo di riflettere fino a domani.- disse mio padre.
- Se rinuncia perderà ogni diritto,si ricordi!- rispose quella che doveva essere la direttrice.
Vidi mamma venirci incontro con Massimo sotto braccio.
-Ce lo prendiamo un gelato,un cono cioccolato e panna?- domandò Massimo come per avere la conferma che lì non sarebbe rimasto.
- E dopo ci andiamo a mangiare la pizza!- disse mia madre guardando mio padre cercando di asciugare una lacrima che insisteva per scendere.
- E dopo una pizza...- gli fece eco Massimo ripetendo come al solito le parole che gli venivano rivolte.
Fine seconda parte. Continua

Un mondo a parte
( Storia vera di un uomo indifeso:Massimo Pompi)

La cosiddetta diversità di Massimo la notavi quando per qualche istante restava immobile e fissava il vuoto. Oppure iniziava quel leggero ondeggiare già descritto.
Ero un ragazzino di dieci o undici anni quando iniziai a notare il modo di guardare della gente.
Mi dava fastidio,che cosa avevano da guardare? Ci soffrivo perché mi immedesimavo nel dolore che potevano provare mamma e papà. Ero un bambino e non potevo capire che a loro non importava niente di chi guardava Massimo come una persona strana. Se soffrivo io,automaticamente soffrivano anche loro,era il mio ragionamento.
Questa sofferenza personale l'ho portata dentro per molto tempo,fino a sedici anni circa. A mamma e papà non dissi mai nulla perché non volevo creare problemi.
Quando i miei coetanei vedevano per la prima volta Massimo sotto braccio a mia madre mi chiedevano cosa avesse. Ero diffidente e prevenuto verso chi mi chiedeva cose che non lo riguardavano. Pensavo che era solo curiosità per deridere un essere infelice. Qualche episodio di scherno ci fu da parte dei più imbecilli e di conseguenza anche qualche furiosa litigata che finiva a botte. Quando tornavo a casa dopo certi episodi,mi chiudevo in me stesso, guardavo Massimo con risentimento e tristezza. Perché,mi chiedevo,non avevo un fratello come gli altri? Perché la gente guardava Massimo con curiosità? In certi momenti pensavo anche che sarebbe stato meglio averlo messo dentro quell'istituto. Poi tutto passava e tornavo quello di prima magari pentito di quei pensieri frutto della rabbia e basta.

Massimo si rivelò anche un buon compagno di giochi dentro casa. Era talmente forte che lo usavo come cavallo. Lui si accovacciava,io gli salivo sulle spalle e lui mi portava dove volevo.
Chiaramente tutto questo avveniva dentro casa e quando mamma usciva lasciandolo a me.
Nel corridoio di casa giocavamo anche a pallone, lui faceva il portiere.
Il tempo passava e Massimo continuava ad apprendere quelle piccole cose che solo il grande amore di mamma e papà potevano dargli. Oggi dico che mio fratello era simile a quegli uccellini nel nido che aspettano i genitori per essere imbeccati in attesa di prendere il volo. In questo caso lui non avrebbe mai preso il volo,avrebbe continuato ad essere una persona bisognoso di protezione e di certezze. Mamma e papà in tutti quegli anni,dal sessantaquattro in poi, continuarono a cercare qualcosa che poteva garantirgli un avvenire sereno dopo la loro scomparsa. Il loro dramma era sapere che un domani Massimo non avrebbe più avuto quell'amore che lo aveva portato a fare progressi e a sentirsi sicuro e protetto. Al tempo stesso pensarono che non potevo essere io la continuazione della loro opera, avrei avuto una vita mia come ogni figlio che cresce e prende il largo. Al massimo potevo esercitare un opera di controllo. Loro non volevano condizionare la mia esistenza in alcun modo.

La vita è un mosaico dove ogni tessera si congiunge all'altra senza che ce ne accorgiamo,così come non ci accorgiamo del tempo che passa e crediamo di essere immobili ed eterni.

Amavamo il mare e non ci fu estate che non ci vide sulle spiagge di mezza Italia. Da Sorrento a Rimini,Riccione,Cattolica; agosto era il periodo più bello dell'anno almeno per venti giorni.
Prima e dopo c'era Ostia con il "Lido Azzurro",lo stabilimento dell'Aeronautica Militare.
Anche se papà si era congedato nel 1955,aveva mantenuto il diritto alla frequentazione.
Massimo adorava il mare e si divertiva tantissimo,quelli erano i momenti in cui i nostri mondi si incontravano e dove io avevo quel fratello che tanto desideravo. Mamma era una esperta nuotatrice e ci aveva rimosso tutti quei timori che di solito i bambini hanno all'inizio verso il mare.
A Massimo insegnò a fare il "morto a galla" e a nuotare sul dorso. Non fu difficile perché mio fratello non aveva il senso del pericolo. Potevi chiedergli di scavalcare un balcone e buttarsi di sotto.

Furono anni tranquilli quelli che vivemmo fino al 1963-64.
Da quel momento il destino decise di tessere la sua disgraziata trama. Mamma era stata operata nel 59 per un cistoma ovarico. Non essendo ancora in menopausa, i chirurghi decisero di asportare solo un ovaio invece di fare quella che si chiama "isterectomia totale" ovvero asportare utero e ovaie.
Nel 63 il male aggredì la vescica. Un nuovo intervento. Apri e chiudi. Non c'era niente da fare, tutta la massa intestinale era infiammata e tentare di asportare la parte più prossima alla vescica poteva rivelarsi fatale. Si poteva solo tentare di tenere tutto sotto controllo con radio terapia e farmaci.
Malgrado tutto mamma sopravvisse altri dodici anni tra periodi di relativo benessere e periodi travagliati tra dolori e stanchezza.
Ogni giorno pensava ad accudire noi tre,la casa. Ogni giorno si occupava di Massimo in ogni senso.
Papà era riuscito a trovare un antiblastico( un medicinale specifico per quel genere di cancro, introvabile in Italia) di una certa efficacia tramite il Centro studi dell'Aeronautica dove aveva prestato servizio negli ultimi anni di carriera. Anche allora ,come oggi,se non avevi santi in paradiso non ottenevi niente. Nel frattempo mi ero diplomato ed ero diventato tecnico di radiologia medica.
Inizialmente lavorai in vari ambulatori dell'allora INAM prima di essere assunto dagli Ospedali Riuniti. Era il 74 e toccai il cielo con un dito. Avevo ventitre anni e sembrò aprirsi un nuovo periodo di vita dopo che nel 72 ero rimasto vittima di un incidente di macchina dove mi ero fratturato un femore quattro, costole,un polso e avevo subito un trauma cranico. Dovetti rifare la visita di leva per essere riformato dopo quella precedente in cui fui fatto abile e arruolato in attesa di finire gli studi. Mamma continuava tra alti e bassi e rifiutava ogni tipo di ricovero per controlli e cure. Confesso di averla detestata in certi momenti. Detestavo quel darsi oltre se stessa per la famiglia,per la casa. Abituato ad avere il cambio degli indumenti intimi ogni mattina,desiderai di sentirmi sporco e trasandato. Impossibile con lei.

Forse sarebbe vissuta più a lungo...forse. il suo unico pensiero eravamo noi tre,era Massimo.
- Se mi ricovero,quando torno trovo casa disastrata!- ripeteva cercando di sorridere indebolita dal male che andava avanti e le toglieva le forze giorno dopo giorno.
Avevamo sempre tenuto nascosto il vero motivo del male che la affliggeva e lei finse sempre di credere a quello che le dicevamo. Dopo alcuni giorni da che era venuta a mancare trovammo un piccolo quaderno,lo sfogliammo e trovammo scritte delle cose che ci fecero restare impietriti...
"Papilloma vescicale..." e tutta una serie di annotazioni su quel male. Era come un piccolo diario.
Molti pensieri su Massimo e l'angoscia per cosa sarebbe stato di lui,di Enzo. per quella fine ormai prossima che la aspettava. Non aveva paura di morire,aveva paura per noi e per come avremmo reagito. Lei sapeva tutto ed aveva taciuto. Mi resi conto che non era papà con la sua calma e con la sua saggia determinazione il fulcro della famiglia. Era mamma con il suo modo di gestirci, fatto di amore e a volte severità quando serviva.
Una mattina ero di turno in ospedale,il San Giacomo, mi chiamano per dirmi che mi volevano al telefono. Era mio padre.
-Mamma è caduta dopo essersi alzata dal letto. Le fa molto male un anca.- disse con voce preoccupata.
- Dimmi se ha il piede girato verso l'esterno!- poco dopo tornò al telefono e confermò il mio sospetto. Frattura del collo del femore. Date le sue condizioni decidemmo di farla ricoverare in una clinica, l'Annunziatella. In quella clinica mi avevano operato al polso due anni prima perché in ospedale me lo avevano ingessato male. Io stesso feci le radiografie in quella clinica e nella disgrazia fummo fortunati nel vedere che non c'erano metastasi che facessero pensare ad una frattura patologica. Rimase ricoverata per cinque mesi durante i quali il male e i postumi dell'intervento la debilitarono ulteriormente fino a spegnersi in un piovoso 5 maggio 75 a sessantadue anni con i capelli non ancora bianchi.
In quei mesi ci alternavamo io e papà per starle vicino e per occuparci di Massimo che pur nel suo mondo diverso percepì la grave situazione.
- Fiora quando torna?- domandava a se stesso dondolando nervosamente.
Mi ritrovai a tenerlo sottobraccio quando papà era in clinica o al lavoro. La casa era mandata avanti da una signora e dalla sorella più piccola. Conoscevano Massimo e lui conosceva loro così come conosceva la madre delle due sorelle che per più di dieci anni era stata a servizio da noi
Quel primo pomeriggio del 5 maggio entrai in clinica portando l'abito che avrebbe dovuto indossare dopo il decesso che si preannunciava prossimo visto che era scesa in un torpore quasi profondo. Si stava spegnendo e per fortuna o per grazia di Dio quei sei mesi li passò con poche sofferenze. Soprattutto li visse tranquilla in quella camera singola con bagno e con le cure di un oncologo che chiamammo. Era il minimo che potessimo fare per lei,darle quella tranquillità che in una corsia di ospedale non si può avere,alleviare quella preoccupazione per le cose domestiche e per noi. Negli ultimi due mesi quell'ansia diminuì,forse si era rassegnata.
Ancora oggi devo ringraziare il personale medico e paramedico della clinica per la gentilezza e la professionalità dimostrata. L'unica persona che ricordo negativamente era una suora che papà soprannominò "Suor Nemesi". Da quella bocca non uscì mai una parola di consolazione,di speranza. Anzi, il contrario. Ogni giorno,per lei,poteva essere l'ultimo.
Dall'ascensore vidi uscire una dottoressa che mi venne incontro.
-Si è spenta pochi minuti fa...- disse con quel tono triste che accompagna le brutte notizie.
- Mio padre dov'è?- domandai subito. Erano già due anni che soffriva con la pressione alta e con l'asma cardiaca. Temevo che l'emozione,il dolore potessero fargli venire una crisi.
Me lo indicò,era al telefono del bar della clinica e stava avvertendo i parenti. Mi meravigliai che si preoccupasse di quelle cose dopo pochi minuti che mamma era morta. Ci abbracciammo in silenzio,senza piangere. Salii in camera e vidi mamma distesa sul letto. Se non lo avessi saputo avrei pensato che stesse riposando tanto il volto era disteso,rilassato e sembrava sorridere come se stesse sognando.
Papà le era stato vicino fino all'ultimo respiro. Mamma in un ultimo barlume di vita gli strinse la mano e si voltò verso di lui. Poi chiuse gli occhi su quei trent'anni di vita insieme,uniti dall'amore e dalla sventura. Uniti nella difesa di quel figlio sfortunato. Forse Massimo era stato, suo malgrado, il cemento della loro unione.
Papà stava abbastanza bene, l'unica insidia era quella pressione alta e quell'asma cardiaca che in alcune occasioni ho dovuto affrontare con farmaci come Tefamin,Cardiostenolo,lasix e non ricordo cos'altro ancora. Non c'erano stati molti episodi ma ogni volta la paura di non superare la crisi era grande. Nei primi tempi,dopo la morte di mamma, Massimo chiedeva spesso dove era e quando sarebbe tornata. Sarebbe stato facile dirgli che mamma non sarebbe tornata mai più a casa,ma conoscendo la sensibilità di mio fratello preferimmo farlo abituare a quella nuova situazione dicendogli che mamma sarebbe tornata presto. Con il passare del tempo non domandò più niente. Probabilmente capì che non sarebbe più tornata. La quasi certezza l'avemmo dalle sue richieste di gesti che erano abitudinari quando nostra madre era viva. Era come se temesse che quelle abitudini prima o poi sarebbero finite. Papà ed io gliele conservammo tutte. Subentrò un'abitudine nuova:la preghiera alla sera,prima di andare a letto. Massimo aveva imparato l'ave Maria e il Padre nostro. Papà gliele faceva recitare ogni sera e alla fine aggiungeva"Accogli mamma nel Regno dei Cieli". Non la chiamava più "Fiora".

La vita continuò,come sempre. Io ero il più fortunato,avevo la giovinezza,una medicina che ti fa riprendere in fretta anche se non dimentichi. Papà aveva il suo lavoro e Massimo. Tempo per piangere non ce ne era.
Mamma aveva due fratelli in Venezuela,a Caracas, Mario e Adriano. Erano due avvocati. Dire che erano benestanti era riduttivo. Erano i rappresentanti della Bayer per il Venezuela e avevano diverse farmacie sparse in quel paese . Mi invitarono ad andare da loro dopo la morte di mia madre. Lo avevano già fatto dopo il mio grave incidente del 72,ma dovevo iniziare a lavorare nuovamente con l'INAM dopo otto mesi di sosta forzata.
Oltre tutto a mamma non piaceva assolutamente che prendessi un aereo. Non se ne fece niente.

Questa volta accettai l'invito. Ero l'unico nipote che avevano, mio zio Adriano non aveva figli e mio zio Mario aveva una figlia,Alexandra nata dal primo matrimonio. Rimase vedovo nel 70 e dalla seconda moglie ebbe un figlio cerebroleso in modo grave.
Al di là dell'aspetto affettivo,c'era un altro motivo per il quale mi invitarono a Caracas. Lo dissero con franchezza.
Volevano convincermi a restare in Venezuela per entrare nella loro azienda e diventare un domani il loro successore insieme a mia cugina.
- Vai pure- disse mio padre- Potrebbe essere la svolta definitiva per la tua vita!-
- Come faccio a lasciarti qui? Se ti senti male chi chiami?- domandai preoccupato.
- Per un mese mi trasferisco da zio Nino. Già ne ho parlato con lui. Devi stare tranquillo! Vai pure!-
Giovanni, che tutti chiamavano Nino, era il fratello di mio padre. Mi piaceva,alto slanciato con due occhi nocciola incorniciati da folte sopracciglia scure e due baffi sottili e curati come del resto li aveva mio padre. Due caratteri così diversi che non li facevano sembrare fratelli. Era stato un avventuriero in passato quando esserlo era facile con le vicende belliche e post belliche. Oggi diremmo di una vita "borderline",sul confine mai tracciato tra legalità e illegalità. Gli anni lo avevano placato ma era rimasto un genio in tutto ciò che intraprendeva. Aveva il fascino del proibito,piaceva alle donne,incantava gli uomini. Al tempo stesso era un imbecille. Non trasse mai quei vantaggi che lo avrebbero fatto diventare se non ricco,almeno benestante. Era stato capace di vivere periodi sfolgoranti e subito dopo di ritrovarsi senza i soldi per mangiare. In quei momenti intervenne mio padre per salvarlo. Mamma lo detestava perché senza mezzi termini e in più occasioni aveva detto che Massimo doveva essere messo in un istituto poiché loro non erano eterni. Era il ragionamento di quanti,non avendo un figlio così, vedevano le cose dall'esterno.

Allora come oggi pochi si rendono conto di quanto importante sia l'ambiente familiare per quelle persone con problemi psichici. Oggi si tende,con molta ipocrisia, ad agevolare l'inserimento in famiglia con l'unico scopo di ridurre le spese. È perfettamente inutile lasciarli in famiglia senza quel sostegno professionale (psicologi,psicoterapeuti,fisioterapisti,infermieri) del quale moti soggetti hanno bisogno e non bastano due o tre ore al giorno.

Mio zio era uno di quelli.
Partii una mattina di settembre del 75 convinto di fare un solo scalo ad Amsterdam...illuso!
Ad Amsterdam l'aereo che dovevo prendere ebbe un guasto,dalle vetrate dell'aerostazione vidi il 747 portato via da un trattore e udii la voce che annunciava il cambiamento di aereo e di tragitto.
Io che avevo desiderato un volo senza scali mi ritrovai su un vecchio DC8 stretto tra un sedile e l'altro visto che non ero basso con il mio metro e ottanta. Mi feci Parigi,Madrid,Puerto Rico e finalmente Carcas,o meglio Maiquetia che sta sul mare e somiglia tanto a Punta Raisi. Non mi feci mancare niente,nemmeno una violenta perturbazione con fulmini e perdita di quota.
A prescindere da questo il mio soggiorno a Caracas fu molto bello,forse turbato dal pensiero per papà e Massimo che chiaramente non poteva usufruire delle comodità di casa sua. Mi rassicurava il fatto che papà era sempre presente. Massimo,come già detto,era schivo e diffidente verso i cambiamenti e le persone a meno che non vi fossero mamma o papà.
Ricordo che anni prima Massimo venne ricoverato presso l'ospedale San Giovanni per via degli occhi(gli venne diagnosticato un glaucoma all'occhio sinistro). Mamma voleva restare lì giorno e notte alternandosi con papà. Venne loro impedito. Dopo una certa ora ci avrebbero pensato loro.
-Non vi preoccupate. Andate a casa,se c'è qualcosa che non và vi chiamiamo noi!- disse la caposala

Massimo era quel che si dice "un animale notturno" nel senso che di notte si alzava almeno un paio di volte per andare in bagno. Non aveva sempre una necessità,era una abitudine. Come tante altre cose strane di Massimo,lui camminava nel buio come uno che cammina di giorno. Trattandosi di casa era chiaro che conoscesse l'ubicazione di mobili e suppellettili,restava il fatto che la vista era deficitaria. Oltre a questo,era silenzioso come un gatto,a volte ti prendevano dei colpi veri e propri trovandotelo alle spalle all'improvviso o,come accadde una notte,ritrovatelo davanti al buio.
Mi alzai di notte per andare in bagno che era a un metro dalla mia camera. Non accesi alcuna luce,avrei acceso solo quella del bagno appena vi fossi entrato; esco sul corridoio e improvvisamente mi scontro con lui che dal bagno era appena uscito. Era buio pesto. Mi prese un accidente,ero impastato di sonno scappai verso la mia camera e Massimo verso la sua. Accesi la luce e lo vidi mentre si rimetteva a letto. Lo mandai a quel paese,o meglio,partì il più liberatorio dei vaffa...
Quella notte in ospedale Massimo si alzò una prima volta(così raccontarono i testimoni che erano nella camera a sei letti) per andare nei bagni che erano nel corridoio. L'infermiere lo seguì sapendo che era un ragazzo subnormale. Attese che facesse pipì e lo seguì fino alla camera. Incredibile come nel giro di poche ore avesse inquadrato nella mente la camera tra le tante e i bagni nonché il proprio letto.
Un paio d'ore dopo successe nuovamente ma questa volta l'infermiere gli disse che doveva tornare al letto. Massimo ubbidì senza dire una parola. Passarono alcuni minuti e ci provò nuovamente.
L'infermiere si alterò e gli disse in modo brusco che doveva farla finita,lo prese per un braccio e fece per riportarlo in camera. Apriti cielo! Sentire quel tono di voce brusco e sentirsi afferrare per un braccio scatenò la sua reazione. Iniziò a gridare e afferrò per la gola l'infermiere,nel frattempo lo riempì di calci e di manate. Quello subì sorpreso dalla reazione e dalla forza erculea di mio fratello.
Dovettero intervenire alcuni pazienti e un altro infermiere per toglierglielo dalle mani.
Un paziente lo chiamò per nome.
-Massimo,vieni che ti do un pezzetto di pane- disse con calma e con quel pezzo di pane proteso.
Massimo si fermò e si avvicinò a quel paziente che era in camera con lui. Era tornato apparentemente calmo. Altrettanto non lo era l'infermiere che telefonò a casa dicendo che Massimo aveva dato "improvvisamente" in escandescenze e che dovevano andare lì. Mamma era angosciata e impaurita. Papà rimase in silenzio ma aveva il volto nero per la rabbia. Lo conoscevo bene il volto di mio padre,era sempre sereno e sorridente,ma quando c'era qualcosa che non andava diventava scuro,duro e silenzioso. Sia lui che mamma avevano capito che non era da Massimo dare in"escandescenze" senza un motivo.
La conferma la ebbero da quel paziente che aveva calmato mio fratello e che aveva assistito alla scena. La caposala con non poca spocchiosa arroganza disse che Massimo poteva essere trasferito alla neuropsichiatria e che erano stati fortunati a trovarlo ancora lì. Mio padre e mia madre divennero due belve. Non usarono termini volgari o urlati.
- Quel reparto è fin troppo pieno visto che quelli come lei e quell'infermiere sono ancora in giro!- disse mio padre con quella calma che fa rabbia a chi di contro è agitato e nervoso.
Non dissero di aver ascoltato le testimonianze degli altri pazienti oltre al primo per non creare situazioni di ripicca. La vigliaccheria non ha regole o confini.
Ma questo episodio rafforzò in loro la preoccupazione per il domani di Massimo. Era stato,senza volerlo,un esperimento dall'esito negativo.
Entrai in camera e lo vidi dondolare avanti e indietro freneticamente. Quando mi avvicinai si fermò.
- Lo sai che Massimo ha fatto arrabbiare l'infermiere( ometto il nome,Massimo chiamava tutti per nome,anche il medico curante)?- disse usando,altro particolare,la terza persona quando parlava di se. Me lo misi sottobraccio e lo condussi nel corridoio del reparto. Non parlai. Cosa potevo dirgli?
-Adesso andiamo a casa e Massimo fa colazione col pane e il caffellatte...- continuò con il tono di chi cerca una conferma.
Sul comodino c'era ancora la tazza con il latte ormai freddo e una rosetta piccola come quelle che appunto danno negli ospedali. Nessuno si era preoccupato di farlo mangiare. Era" normale" nel contesto di una struttura elefantiaca come quella dove se ne fregavano avendo decine di pazienti.

Rimasi venti giorni a Caracas,ospite nella villa che dalle colline dominava la città. Tutto molto bello,ma Roma mi mancava e non mi sentivo tranquillo. Frequentai gli uffici dove aveva sede l'azienda dei due zii che si mostrarono molto gentili e ospitali. Mio zio Mario ricordava molto mia madre per il carattere forte e deciso. Non per niente era stato uno dei legali della SHELL.
Conobbi la sua seconda moglie, Gloria,una dottoressa che lavorava in un ospedale Israelita di Caracas. Era di quindici anni più giovane e dal loro matrimonio era nato Manuel. Purtroppo era cerbroleso,solo un corpo inerte,solo un cuore che batteva. Ricordo che ogni giorno veniva un fisioterapista. Notai che mio zio era sempre nervoso e irritabile quando parlava con sua moglie.
Gloria era silenziosa in quei momenti. Non fu difficile capire che tra loro le cose non andavano bene.
In più di un occasione,quando lo zio era in azienda, Gloria mi parlò di quella situazione difficile. Una volta scoppiò a piangere dicendo che lui la rendeva colpevole di quel figlio senza vita.
Lo trovai ingiusto,capii quanto più forti fossero stati mamma e papà con che coraggio affrontarono insieme il loro dramma. Manuel non era nemmeno paragonabile a Massimo e forse il loro dramma era anche più invivibile. Quando eravamo insieme io e mio zio affrontammo il discorso di Massimo e Manuel. Nella sua voce resa roca dalle tante sigarette(un vizio di famiglia) c'era molta amarezza e anche un certo risentimento che per me era incomprensibile. Ma ero lì da pochi giorni e non ero tenuto a conoscere i retroscena che sempre ci sono in una vita di coppia.
All'infuori di questo,zio Mario era uno uomo di spirito,dissacratore ostinato e sempre pronto alla battuta. Anche zio Adriano era così solo che era meno nervoso e irascibile. Lui si era sposato tardi e con una donna della sua età, Armida,una cinquantenne bolognese da trent'anni in Venezuela.
Visitai alcune delle farmacie di loro proprietà per prendere contatto con quel tipo di attività.
Girai parecchio tra Maracaibo,l'isola Margherita dove zio Adriano aveva una villetta e un motoscafo per la pesca d'altura. Mia cugina Alexandra che aveva tre anni meno di me mi fece conoscere i suoi amici e mi portò in giro per mostrarmi Caracas di sera e condurmi in alcuni locali dove si incontrava con gli amici. Una sera che ero in macchina con lei vidi un incidente. Guardai dal vetro laterale e con la coda dell'occhio vidi un autocisterna che ci stava tagliando la strada.
Mi accorsi che anche lei guardava l'incidente.
-Attenta!- gridai e lei frenò di colpo la Mustang. Tirai un sospiro di sollievo.
- Se proprio devo ammazzarmi,preferisco farlo a Roma!- le dissi cercando di ridere per non dirle ciò che in quel momento mi passava per la testa...e non erano complimenti di certo.
Alla fine di quel soggiorno,dopo aver preso conoscenza della loro attività, i miei due zii mi chiesero che intenzioni avessi.
- L'idea è affascinante. So che qui guadagnerei bene e molto di più di quel che guadagno in ospedale. Ma a Roma ci sono papà che non sta benissimo e Massimo. Mamma è morta solo quattro mesi fa...-
- Potrebbero trasferirsi qui!- interruppe zio Mario.
- Anche da noi ci sono ottime strutture per Massimino- aggiunse zio Adriano che non aveva mai perso l'abitudine di chiamare mio fratello con quel diminutivo. Per loro ero quel figlio maschio che non avevano avuto. Sapevano che a mia cugina della loro attività non importava niente,lei aveva altri progetti. Per non andarmene via lasciandoli delusi,dissi che ne avrei parlato con papà al ritorno.
- Fermati un paio di giorni a New York. Da lì torni con un volo diretto a Roma.- propose zio Mario.
- Neanche per sogno! Mi basta quello che ho vissuto venendo qui!- risposi ripensando a tutti gli scali fatti all'andata.
Volo Alitalia diretto Caracas Roma! Comodo e rilassato. Partii di notte e poche ore dopo vidi il sorgere del sole al quale andavo incontro. Servito e riverito visto che nella sezione di coda di quel DC 10 mastodontico c'ero solo io.
- Tempo bello,temperatura 29gradi...- annunciò la voce gentile di una hostess dall'altoparlante.
A Fiumicino trovai papà e Massimo ad attendermi. Raccontai come era andata e quel che mi avevano proposto la sera prima della partenza.
- Non potrei allontanarmi da Roma. Qui c'è tutta la mia vita,i ricordi e a sessantadue anni non puoi ricominciare da un'altra parte. Oltretutto ho il mio lavoro. Lì cosa farei? Il pensionato? Non mi sento vecchio. Morirei di noia... e poi c'è Massimo...-
Aveva un tono di voce allegro,lo trovai in ottima forma e questo mi rallegrò. Massimo,sul sedile posteriore della Giulia,stava gustandosi un bel "cremino" e a modo suo mi raccontò di quei giorni passati a casa di zio Nino. Era una giornata meravigliosa,avevamo voglia di serenità. Mi restavano ancora quindici giorni di ferie ( i tecnici e i medici di radiologia hanno trenta giorni di ferie e quindici di congedo straordinario per via delle radiazioni). Proposi di andarcene una settimana al Circeo. Poca confusione dato che era settembre inoltrato e ancora tanto sole e mare.
Quanto tempo era passato dalla nostra ultima vacanza? Tanto! Sarebbe stata la prima senza mamma.
Papà accettò con entusiasmo,non passavamo molto tempo insieme e quella era un occasione buona.
Le vicende di quei mesi ci avevano visti distanti,involontariamente distanti. Ognuno chiuso nel proprio dolore intenti ad affrontarlo in modo diverso. Io avevo perso mia madre,lui sua moglie.
Ci curammo solo di non alterare,per quanto possibile,la vita di Massimo il quale non conosceva il pianto. Noi dovevamo e riuscivamo a leggere nei suoi atteggiamenti la sofferenza. Io avevo appena iniziato ad imparare. Quanto non avrei voluto!
Era il primo giorno della nostra vacanza quando telefonai ad una ragazza per chiederle se voleva venire lì con la sorella e il fratello ,del quale ero amico, per passare una giornata. Rifiutò dicendo che aveva altri impegni e che non poteva assentarsi dal negozio di abbigliamento dove faceva la commessa.
Peccato,pensai dentro di me, ma alla fine chissenefrega,conclusi. Ero reduce da una storia breve ma intensa e non pensavo assolutamente ad altre storie. I guai è meglio "caparseli" uno alla volta.
Certo che Rita era molto bella con quegli occhi verdi e quei capelli lunghi e castani.
Ma il destino ha i suoi tempi e la forza per rimuovere gli ostacoli.
Dopo quei giorni durante i quali io presi il posto di mamma in acqua stando vicino a mio fratello quando nuotava, decidemmo di andare Firenze e da lì a Brescello in Emila.

Fine terza parte (penultima)

Un mondo a parte ultima parte
(storia di un uomo indifeso:massimo Pompi)

Partimmo con la mia macchina alla volta di Firenze. A differenza della Giulia di papà che aveva l'autoradio,la mia 125 aveva anche il mangianastri e così Massimo poteva ascoltare le canzoni.
Avevamo portato con noi anche un mangiadischi e diversi dischi,rigorosamente scelti da lui.
Massimo durante i viaggi fatti in macchina o in treno aveva l'abitudine di addormentarsi. Accadeva appunto quando non poteva muoversi,dormiva profondamente. Anche quando alla domenica andavamo al cinema tutti e quattro. Del resto non lo si poteva lasciare a casa. Era un sacrificio,lo sapevamo bene,ma anche mamma aveva diritto ad un po' di svago. La cosa gli veniva resa sopportabile dal momento che mamma portava con se una "ciriola" che lui sbocconcellava durante la proiezione e nell'intervallo tra i due tempi gli compravano il cremino Algida. Il "dramma" era quando andavamo a vedere film lunghissimi come Guerra e pace; Il giorno più lungo; Exodus o,il massimo della pena: Via col vento! Dormite colossali con tanto di russare rumoroso al quale papà poneva rimedio con gomitate.
Così anche durante il viaggio Massimo si addormentò malgrado lo stereo o il giradischi.
Firenze era una delle città che amavamo( io l'amo ancora). Per papà poi erano fonte di ricordi della vita con mamma. Mamma ci era nata anche se a sei mesi era venuta a Roma e si era sempre sentita romana. Alloggiammo in un albergo in via De Tornabuoni, quello dove avevamo sempre alloggiato in passato. Firenze era meravigliosa da percorrere a piedi con pochi turisti visto il periodo di fine settembre. A Massimo piaceva camminare,non si stancava mai. In quei giorni ripercorremmo,era invitabile,tutte le vicissitudini passate ma l'argomento Massimo veniva puntualmente evitato da papà. Era chiaro che una soluzione doveva essere trovata visto che la vita ci aveva messo davanti a una situazione che non poteva continuare.
Andammo a pranzare a Fiesole in un ristorante che dominava la città.
- Cosa pensi di fare con Massimo,papà?- domandai improvvisamente per allontanare giri di parole.
Papà,ricordo,guardò la città che si spandeva dolcemente e sembrava un lago rosso per le tegole dei tetti delle antiche case. Sembrò cercare le parole,lui che in quanto a dialettica non era secondo a nessuno.
- Ancora non lo so. Ma non posso pensare di metterlo in un istituto. Mi sembrerebbe di fare un torto a tua madre. Mi sembra di sentirla "Aspettavi che morissi per liberarti di lui?"...e poi metterlo in un istituto equivarrebbe a farlo morire di malinconia. Forse avremmo dovuto farlo quando era piccolo ma quanti progressi avrebbe compiuto?- e mi guardò cercando una risposta nei miei occhi.
- E credi che i progressi fatti gli serviranno a stare meglio un domani,quando anche tu non ci sarai?- domandai con quella durezza che non mi apparteneva ma che pensai servisse per farlo uscire da quello stato di incertezza. Non capivo che era stanco,che dopo la morte di mamma era subentrata quella rilassatezza che compare sempre dopo un periodo intenso e drammatico,quando tutto è fermo o almeno sembra. Volevo vedere mio padre nuovamente deciso e determinato ma non era quello il modo giusto. Succede quando un uomo di sessantadue anni si trova a cercare un dialogo con un figlio di ventiquattro. Avevo sempre ammirato papà,avrei voluto essere come lui ma ero convinto che lui era inarrivabile. La sua classe,il suo modo di proporsi era inarrivabile per me. Avrei mai potuto paragonarmi a un uomo che al Centro Studi dell'Aeronautica veniva subito dopo il comandante del centro dal quale nacquero le prime tute spaziali per astronauti? Forse perché ero giovanissimo e non potevo avere la riflessività che aveva lui; soprattutto non potevo avere la sua esperienza. Anche io e lui vivevamo in mondi diversi che comunicavano tramite la presenza di Massimo. Massimo era stato il cordone ombelicale tra mamma e papà. Ora lo era tra me e mio padre. Dovevamo cercare insieme una soluzione ma io non ero preparato abbastanza.
Guardammo Massimo che stava mangiando dei pezzi di mela,sembrava distante dai nostri discorsi.
- Mi metti un po' d'acqua e vino?- domandò avvicinando il bicchiere vuoto.
Dopo quattro giorni partimmo alla volta di Parma e alloggiammo in un albergo poco fuori città.
A Parma,al vecchio aeroporto militare papà aveva passato i primi anni della sua carriera militare.
Da lì era partito per l'Africa Orientale. In quei posti aveva passato momenti belli come solo la giovinezza sa dare. Aveva avuto tanti amici anche tra i civili tra Parma, San Pietro in Casale e Brescello. In una foto che ancora oggi conservo lo vedo ritratto davanti al monumento ai caduti della Grande Guerra di San Pietro in Casale insieme a due amici. Sono in borghese,magri come sardine e formano una figura geometrica... spensieratezza irrispettosa del monumento di chi in quella foto aveva venti anni.
Brescello è la patria di Don Camillo e Peppone,al secolo Giuseppe Bottazzi; personaggi spassosissimi nati dalla penna di Guareschi magistralmente interpretati da Gino Cervi e Fernandel
Rimasi colpito dalla serenità che quei posti irradiavano. Non ero abituato ai campi coltivati e ordinati,ai lunghi filari di alberi che davano una piacevole sensazione di amore verso la terra e a quanto essa donava. Mi colpì quella ferrovia che attraversava la pianura verdeggiante,rispettosa del paesaggio,come se cercasse di arrecare meno disturbo possibile. Toccava vari paesini e le stazioni erano pressoché deserte.
Ebbi l'impressione che nulla era cambiato dal 1935,anno in cui mio padre partì per l'Eritrea.
Eppure erano passati quarant'anni,c'era passata la guerra con tutte le atrocità di una lotta fratricida e con la ferocia di un oppressore.
-Non è cambiato molto nei posti. Tra un po' sapremo se la gente è cambiata.-
Incontrò tre vecchi amici dell'epoca. Altri erano emigrati e altri erano morti. Ascoltai i loro racconti di vita vissuta,i loro drammi e le loro gioie. Confesso che da quel momento mi appassionai alla storia d'Italia,soprattutto a quel periodo che va dai primi anni del novecento alla fine della guerra.
Tutti conobbero Massimo e si prodigarono per farlo stare a suo agio. Erano altre culture e altra umanità. Mi sarebbe piaciuto vivere in quei posti che sapevano di pace.
Tornammo a Roma, a Ciampino per l'esattezza dove vivevamo da dodici anni. Riprendemmo la vita di ogni giorno con una serenità nuova. Quella rimpatriata gli aveva fatto bene. Franca,una delle due sorelle che si alternavano per mandare avanti casa e tra le due era la più grande, dovette lasciare essendo rimasta incinta. Ma presentò a mio padre una signora che era una sua coinquilina.
Si chiamava Maria,era sposata con un uomo molto più grande di lei che aveva una cinquantina d'anni. Si disse disposta a venire a casa nostra e a occuparsi di Massimo quando papà era assente per lavoro o per altre occasioni. Luciana,la sorella diciottenne di Franca,sostituiva la signora Maria quando era necessario. Anche Luciana aveva un buon rapporto con Massimo. Un po' meno con me.
Capita quando di mezzo subentrano i sentimenti. Eravamo uno il rifugio dell'altra quando eravamo soli ,senza amori. Ci odiavamo e amavamo in balia dei nostri umori. Non era amore,era solo giovinezza senza pensieri.
Maria era una donna pratica alla quale diedi sempre del lei. Ero abituato a vedere altre persone in giro per casa, dalla vecchia Maria(si chiamava così anche lei) che per dieci anni aveva aiutato mamma che faticava a mandare avanti casa da sola e che mi conosceva da bambino fino alle figlie delle quali ho già detto. Erano persone di famiglia. Questa non che mi fosse antipatica,ma nemmeno facevo salti di gioia. In fondo uscivo la mattina e rientravo alle tre di pomeriggio,mangiavo qualcosa e me ne andavo con gli amici. Alla luce di quanto poi sarebbe accaduto,probabilmente,avrei dovuto essere più presente. Ma cosa ne sapevo del domani? Oltre tutto Massimo sembrava andarci molto d'accordo e questo mi tranquillizzò. Forse papà notò la stessa cosa. Quello che mi fece allontanare del tutto dalla situazione fu il fatto che una sera tornando a casa ero ancora dentro il traffico di Roma e ad una fermata vidi una ragazza mora e alta. La riconobbi,era quella che invitai al Circeo e che rifiutò l'invito,quella che ogni tanto vedevo di sfuggita quando mi incontravo con il fratello con il quale eravamo amici.
Mi fermai dieci metri dopo e,sceso dalla macchina, le feci ampi segni. Ci vollero alcuni secondi prima che capisse che ce l'avevo con lei. Si avvicinò un po' timorosa,poi mi riconobbe.
- Posso darti un passaggio fino a casa?- cominciano quasi sempre così le piccole e grandi storie d'amore. Salì e non scese più visto che sono trentatre anni che stiamo insieme.
Ero felice anche se c'era un dubbio che mi frullava in mente. Visto che eravamo avviati a metterci insieme seriamente,mi domandai come avrebbe reagito nel conoscere prima o poi Massimo.
Glielo dissi una sera di quel fratello diverso dagli altri. Lei mi lasciò parlare. Poi mi abbracciò.
-Guarda che lo conosco tuo fratello. L'ho visto tante volte insieme a tua madre e a tuo padre. Me ne ha parlato anche mio fratello. Perché pensi che per me sia un problema?- già! Perché lo pensai?
Mi resi conto che ero iperprotettivo con la mia diffidenza. Rita mi aiutò a non stare sempre sulla difensiva,a sciogliermi da quel modo di interpormi tra Massimo e il mondo esterno.
Rita piacque a papà che la accettò come una figlia e anche lei entrò subito in sintonia con lui. Con Massimo aveva dei modi gentili e spontanei. Ogni volta che lo vedeva in casa o per strada lo salutava e lo baciava sulle guance. Quando ci fidanzammo ufficialmente,dopo un mese, erano frequenti le uscite serali per andare a cena fuori con papà e Massimo e tante volte era lei che gli sbucciava la mela o gli riempiva il bicchiere. Non la vidi mai a disagio quando eravamo tra la gente con Massimo a fianco. Conobbe la signora Marial
Era settembre del settantasette quando il settantenne "marito" della signora Maria venne a mancare.
Io e Rita eravamo sposati da poco e aspettavamo Francesca.
Tommaso un ometto che tanto somigliava a quel personaggio odioso e spassoso interpretato da Carlo Verdone, quel tipo con gli occhiali da miope,la barbetta sottile e il papillon. Quello tutto precisino di Bianco Rosso e Verdone o il medico di Matrimoni dove la moglie,Veronica Pivetti,si suicida durante il viaggio di nozze. La faccia era la stessa. Con papà erano diventati amici. Era un uomo di livello culturale elevato,maestro di pianoforte ed ex impiegato presso un comune della Sicilia dal quale era venuto via dopo essere rimasto vedevo.
Fu nei giorni seguenti il funerale che papà mi rivelò la verità su Maria. Tommaso e Maria non erano sposati. Lei era entrata come donna di servizio in casa di Tommaso quando questi si era trasferito a Ciampino e ne era nata una relazione. Non avevano mai regolarizzato perché Maria aveva un figlio per il quale percepiva dei contributi come "ragazza madre" avrebbero regolarizzato dopo la maggiore età del figlio in modo che n domani lei potesse percepire il famoso quinto vedovile.
Ora Maria era libera. Il rapporto tra papà e Maria si fece più intenso e,per me,contorto. Era un rapporto di lavoro che si mescolava con un rapporto di... neanche io sapevo di cosa.
Conoscevo i gusti di papà e sapevo di una sua amicizia con una donna libera con la quale spesso andavano a teatro,a cena con amici comuni. Massimo restava a casa con Maria e più di una volta,a causa dell'ora tarda lei si era fermata a dormire a casa di papà anche se il palazzo dove abitava distava non più di duecento metri ed era sulla stessa via.
Ormai io vivevo la mia vita di "uomo" sposato ( avevo ventisei anni) e i miei pensieri erano altri.
Una sera,mentre eravamo a cena in un locale di Grottaferrata, papà disse che aveva intenzione di togliermi come primo tutore e nominare Maria. Io sarei diventato il secondo al posto di mio zio Nino. Domandai il perché e lui rispose che voleva sollevarmi da qualsiasi responsabilità,che dovevo pensare alla mia vita. Disse che doveva sistemare Massimo senza che io dovessi preoccuparmi.
Avrei solo dovuto controllare che tutto andasse bene.
Non mi opposi,accettai quella decisione senza riflettere. Forse lo feci egoisticamente,forse perché ero felice per la nascita di Francesca. Ero su un altro pianeta. Non se ne parlò più ma notai che il modo di fare di papà nei miei confronti era cambiato. Lo vidi più distaccato da me. Non perdeva occasione per vedere la nipote che adorava e che era nata nella stessa clinica dove era morta mamma tre anni prima, ma non era più lo stesso uomo che conoscevo. Faceva una vita molto intensa se vogliamo. Da una parte mi faceva piacere,dall'altra non riuscivo a capire.
Venne settembre del 1980. Papà dovette lasciare l'appartamento dove avevamo vissuto per tanti anni. Si trasferì,momentaneamente,a casa della signora Maria.
-Ma perché tu e Massimo non venite a stare con noi in attesa di trasferirti nella nuova casa?-
- Non ti preoccupare! Staremmo disagiati.Massimo ha bisogno del suo spazio e poi è questione di pochi giorni. Sono in attesa di una risposta per un bell'appartamento a Roma.- rispose cercando di rasserenarmi. Avevo paura che tutto quel trambusto potesse fargli venire qualche crisi.
Poi venne quella notte dell'undici novembre con i suoi tuoni sinistri,i lampi,la pioggia torrenziale.
Venne la morte con al seguito tutti i drammi che avrei vissuto...

Guardai il volto di mio padre,aspettavo che si svegliasse,che mi dicesse che era stato solo un malore. Il dolore quando è forte e incontenibile ti stordisce come una droga;ti confonde e come un anestetico ti fa attraversare quei momenti che solo a distanza di tempo rivivi nella giusta dimensione. Non ricordo quanto tempo passai accanto a lui,forse piansi o forse no.
-Perché papà?- ricordo di aver detto. In quel perché c'erano tutte le paure irrisolte,la rabbia per non essere riuscito a salvarlo. Mi voltai verso la porta, Rita mi guardava con gli occhi gonfi di pianto,immobile. Aspettava che le facessi un cenno per entrare. Alle sue spalle c'era Maria e un'altra donna. Nel corridoio vidi molte persone,non le riconoscevo,sentivo solo ripetere incessantemente quella triste parola : condoglianze! Condoglianze! Condoglianze...
- Dobbiamo vestirlo...- mormorò Rita cercando di soffocare il pianto. Uscii senza voltarmi a guardarlo. Non ce la feci. Massimo era in un'altra camera,seduto e silenzioso. Conoscevo bene le espressioni del suo volto, capiva che era successo qualcosa che non sapeva definire.
- E' venuto il Dottor Pastorelli...- disse guardandomi. Mi avvicinai e lo accarezzai sul capo.
Sul tavolo c'era un piatto con una mela tagliata a spicchi e un pezzo di pane che Massimo sbocconcellava, Maria si era preoccupata di tenerlo buono e non averlo in giro in quei momenti drammatici.
Pensai a quante cose c'erano da sistemare da quel momento in poi. Papà non mi aveva mai messo al corrente della sua attività completamente. Dovevo avvalermi della collaborazione di Maria che ne sapeva più di me. Mi aspettava un compito difficile,mi sarei dovuto dividere tra lavoro,famiglia e pratiche burocratiche delle quali ignoravo tutto. Ma il problema principale era Massimo.
- Cosa intende fare adesso,signora?- domandai a quella donna che non ricordo di aver visto piangere mai.
- Se vuole posso continuare a occuparmi di Massimo. Non ho problemi a tenerlo con me. Lei ha una famiglia e capisco che sarebbe impossibile seguirlo costantemente. Massimo prende l'assegno di accompagno e la pensione. Suo padre me le dava come compenso...- disse senza emozioni.
A me stava bene. Mio fratello la conosceva bene e mi sentii sollevato. Ciò che non gradii fu una frase che lei disse con un tono che non ammetteva repliche.
- Chiaramente dovrà fare tutte le pratiche per delegarmi alla riscossione! Non so se suo padre ne abbia mai parlato,ma voleva mettere me come tutrice di Massimo e lei come secondo al posto di suo zio Giovanni...-
Non ci sarebbe stato nulla di strano se non lo avesse puntualizzato. Detto in quel modo mi fece sorgere qualche dubbio sulle buone intenzioni.
. Ero frastornato,addolorato e probabilmente ero prevenuto. Ma a sciogliere alcuni dubbi e a crearne altri avvenne un fatto proprio quella notte,in quella casa. Rita uscì dalla stanza dove giaceva mio padre, aveva il portafogli in mano. Lo voleva tenere per ricordo visto che glielo aveva regalato per un compleanno quando eravamo ancora fidanzati.
- Claudio,possibile che Lorenzo non avesse un soldo nel portafogli con un trasloco in atto?- disse sottovoce e lontano dalle orecchie di Maria. Papà non era tipo da girare senza denaro appresso e non era pensabile che ogni sera svuotasse il portafoglio,non aveva senso.

Vicino a noi c'era mio cognato Umberto che ascoltò. Lo vidi allontanarsi e scomparire in una camera,uno studio che era stato del marito di Maria e dove mio, padre da che si era trasferito da lei, usava per il suo lavoro di assicuratore.
Ricomparve e mi fece segno di avvicinarmi. Guardai mia moglie perplesso e confuso.
- Resta sulla porta e avvertimi se viene qualcuno!- disse e rientrò dentro. Dopo pochi secondi mi chiamò. Aveva aperto uno dei cassetti della scrivania.
- Ma sei scemo!? Ti metti ad aprire i cassetti in casa degli altri!- dissi innervosito.
- Guarda cosa ho trovato!- fece lui fregandosene di quanto gli avevo detto.
Nel cassetto c'erano due libretti di assegni della Cassa di risparmio di Roma. Uno in uso e l'altro nuovo di zecca. Entrambi con lo stesso numero di conto. Erano di papà,sui talloncini c'erano cifre e intestazioni;per lo più erano assegni fatti a compagnie di assicurazioni Maria non mi aveva accennato nulla ma pensai che lo avrebbe fatto in un attimo di calma.
- Lascia tutto come hai trovato!- dissi a mio cognato. Solo così avrei capito cosa poteva esserci dietro. Quel momento non venne mai,almeno non da parte sua.
Non ebbi tempo per piangere più di tanto. Massimo era il mio pensiero fisso,dovevo fare in modo che la sua esistenza non subisse altri traumi oltre a quelli già subiti. Nel giro di cinque anni aveva perso i suoi punti di riferimento essenziali. I primi tempi cercai di fargli sentire la mia presenza ma sapevo che per lui non era sufficiente. Niente e nessuno poteva sostituire mamma e papà. Tutto quello che venne dopo fu un palliativo. Anche volendo non avrei mai potuto sostituire loro che non c'erano più. Quando entravo in quella casa dove papà era morto provavo un senso di disagio sulla pelle. Massimo stava sempre in un soggiorno con il suo giradischi acceso. Non mi veniva incontro.
Intanto stavo provvedendo a svolgere tutte le pratiche per diventare il tutore di mio fratello,papà non aveva fatto in tempo a sostituirmi con Maria e questo bloccò l'erogazione della pensione e dell'assegno di accompagno. Presto mi accorsi che avrei dovuto combattere contro la burocrazia e contro chi voleva approfittare della mia situazione.
In quel periodo dovetti anticipare di tasca mia una parte delle mensilità a Maria. Non potevo darle tutta la cifra visto che non superavo i due milioni al mese tra lavoro in ospedale e attività privata.
A questa dovetti rinunciare subito dovendo occuparmi di Massimo.
L'unico supporto lo ebbi da Rita che non mi lasciò mai solo anche se con una bambina di due anni poteva fare ben poco, ma non fece pesare mai la mia assenza in famiglia .
Ma piano piano iniziai ad avere dei dubbi sulla disponibilità di Maria,quantomeno sulla buonafede della stessa. Raccolsi tutti i documenti del lavoro di mio padre,mi recai prima nel suo ufficio di Piazza Cavour dove trovai una serie di attestazioni di stima verso di lui. Rividi dopo qualche anno il dottor Bassi,un uomo corpulento,rossiccio di capelli e sempre con le bretelle. Chissà perché le bretelle mi facevano ridere. Mi conosceva da ragazzo,quando avevo sedici anni e papà iniziò a collaborare con lui per quanto riguardava il ramo "coassicurazioni" ovvero ripartire tra più compagnie assicurative le coperture quando si trattava di grosse aziende. Conosceva tutta la storia di Massimo e sapeva,più di me, quanto fosse preoccupato per il futuro di quel figlio infelice dopo la morte di mamma
- Ho perso un amico prima che un professionista esperto come Lorenzo.- mi disse dopo esserci salutati. Guardai quegli uffici e ricordai quante volte lo avevo accompagnato. Mi sembrò di vederlo mentre tra una telefonata e una sigaretta si adoperava per risolvere vari problemi. Alla fine riusciva sempre a trovare le soluzioni giuste per i clienti e le compagnie assicurative. Ricordo quante volte il telefono di casa era bombardato da chiamate di clienti in difficoltà e gli chiedevano consulenze e aiuto. Anche a mezzanotte! La cosa cessò perché mamma sbottò e gli impose di non rispondere dalle dieci in poi.
- Cosa farai con Massimo? Povero figlio...-
- Per ora sta con la signora Maria. Ma dovrò trovare una soluzione definitiva.- dissi pensando che non era tutto oro quello che Maria mi mostrava.
Dei libretti di assegni non mi aveva fatto cenno alcuno dopo dieci giorni dalla morte. A Rita rispose che non sapeva per quale motivo nel portafogli non ci fossero soldi.
La certezza che qualcosa non quadrava la ebbi il giorno seguente quando mi recai alla Zurigo Assicurazioni per portare tutto ciò che avevo trovato. Quando dissi chi ero,una gentile impiegata, mi condusse da uno dei dirigenti. Entrai nell'ufficio di un funzionario Era un uomo magro con la bocca incorniciata da baffi che si univano ad una corta barba scura,così come scure erano le sopracciglia folte. In compenso aveva pochi capelli ben ripartiti tra la tempia destra e la sinistra,nel mezzo una fronte lucida senza rughe che sconfinava nel cranio altrettanto lucido. Lo osservai attentamente cercando di capire che età potesse avere,era un gioco che facevo sempre quando mi trovavo di fronte qualcuno che non conoscevo. Non ebbi il tempo di continuare. Il dirigente alzò gli occhi e mi guardò serio.
-Sa niente di una rimessa che suo padre doveva fare a questa assicurazione?- mi domandò calmo e immaginando la ovvia risposta.
- No. Papà non mi parlava mai del suo lavoro.- risposi più incuriosito che preoccupato.
- Mi aveva telefonato un paio di giorni prima che morisse dicendomi che aveva depositato ottomilioni in banca e che mi avrebbe portato, come sempre faceva, un assegno della Cassa di Risparmio di Roma. Era una consuetudine tra noi. Sempre puntualmente rispettata. Erano i premi pagati da alcuni nostri assicurati. Persone alle quali teniamo molto.- riprese guardandomi in faccia.
- Non so cosa dirle. Io non sono ancora riuscito ad avere le autorizzazioni per controllare il conto corrente di mio padre.- risposi imbarazzato. Il sospetto che potessi essermi appropriato dei soldi sul conto era anche legittimo da parte del dirigente. Non mi conosceva.
- Lo so,non è una cosa rapida e per questo abbiamo provveduto a coprire i clienti che hanno pagato i premi. Sono tutte polizze per infortuni sul lavoro di dipendenti.- concluse con voce preoccupata. Preoccupato lo ero anche io,non tanto per i premi assicurativi dei quali francamente non mi importava niente. Ero preoccupato da quel sospetto che lentamente mi frullava nella mente. Perché Maria insisteva tanto con il fatto che per "mia comodità" sarebbe stato opportuno che io delegassi in maniera definitiva lei alla riscossione della pensione e dell'accompagno di Massimo oltre alla reversibilità della pensione di papà spettante a mio fratello? Ci salutammo con l'accordo che appena possibile gli avrei fatto sapere qualcosa. Ero quasi sulla porta.
- Si informi se il conto è cointestato!- disse come per darmi un consiglio. Lo seguii.
Mi rivolsi a Mauro,un amico che lavorava in banca. Gli spiegai tutte le mie preoccupazioni. Mi disse di ripassare l'indomani e si raccomandò di non farne parola con alcuno di quanto mi avrebbe fatto sapere. Era illegale andare a curiosare nei conti correnti altrui senza una autorizzazione di un giudice. La mattina seguente andai nuovamente da Mauro. Aveva un espressione strana.
- Sul conto c'erano settanta milioni...- disse con l'aria di chi aveva fatto una scoperta.
- Che vuoi dire? Che non ci sono più?- domandai sicuro della risposta.
- Ci sono rimaste seicentomila lire. Il resto è stato prelevato in più riprese dal cointestatario!-
- Ma mio padre non poteva avere tutti quei soldi! Almeno per quanto ne so io...- balbettai .
Mauro mi mostrò un foglio e mi indicò una cifra e una data.
- A settembre è stato fatto un bonifico di ottanta milioni, un prestito o un mutuo più probabilmente.
Venti sono stati prelevati con un assegno circolare due giorni dopo. E questo è il versamento di otto milioni che tuo padre doveva alla Zurigo!-
Improvvisamente mi tornò alla mente il discorso che papà mi fece sulla nuova casa.
Mauro rifiutò di darmi quel foglio.
- Se lo dovessi impugnare andresti incontro a dei guai ed io perderei il posto.- potevo dargli torto?
Dovetti far buon viso a cattiva sorte. Da quel momento mi sentii ricattato da Maria che sapeva bene quanto mi era impossibile tenere Massimo con me. Se vogliamo la colpa era anche della burocrazia,delle leggi anche giuste. Purtroppo la legge aveva favorito,come spesso capita, chi era furbo e approfittatore. Maria aveva fatto sparire tutto,anche gli otto milioni che dovevano andare alla Zurigo. Per fortuna il funzionario capì che razza di imbroglio c'era stato e mi disse di non preoccuparmi. Da me non avrebbero preteso niente.
Erano passati quindici o venti giorni,non ricordo bene e già era iniziato il nuovo calvario. La differenza tra me e mio padre stava nel fatto che io avevo una famiglia mia e dovevo occuparmi anche di proteggere Massimo da quella donna della quale non mi fidavo più. Lui,mio padre aveva solo Massimo a cui pensare. Ricollegai tanti particolari che,intorpidito dal dolore,mi erano sfuggiti o non ricordavo. Mi tornò alla mente la frase del dottor Pastorelli "...ormai era troppo tardi". Quanto tempo aveva fatto passare Maria prima di andare dalla vicina e telefonare al medico?
Lei sapeva che problemi aveva mio padre. Sapeva anche quali erano i sintomi iniziali delle crisi.
Papà non era così incosciente da aspettare che passasse da sola.
Ogni tanto di pomeriggio andavo a prendere Massimo per dare a Maria la possibilità di pensare a se stessa. Lo portavo a fare una passeggiata,gli compravo quel gelato che amava tanto anche se era inverno. Mi ritrovai a fare gli stessi gesti di mia madre e di mio padre. Scartarglielo e porgerglielo;
portarlo a spasso sottobraccio tra la gente,ignorando chi ci guardava e non soffrirne,proprio come fecero loro. Mi ritrovai ad ascoltare i suoi discorsi semplici e a rispondere alle sue domande con uguale semplicità. Mi ritrovai a tirare fuori dalla tasca del giaccone quel pezzo di pane incartato del quale non faceva a meno anche se gli avessi dato dieci gelati. Mi sentii solo con quella croce a fianco da condurre non sapevo nemmeno io dove.
Tra una pratica e l'altra mi stavo bruciando ferie e permessi straordinari. La mia vita era fatta di turni di guardia di dodici ore, ritorno a casa ,cena e subito a letto. Anticipavo i soldi o meglio parte di essi a quella donna. Ogni tanto mi richiedeva indumenti intimi per Massimo o capi di abbigliamento come pantaloni,camicie,maglioni,scarpe. Sembrò quasi che mio fratello fosse entrato scalzo e nudo.
- Ma la roba si consuma,si rovina!- rispose quando io e Rita, che si occupava degli acquisti, le domandammo cosa ci facesse Massimo con i vestiti.
Dopo quasi tre mesi la pratica per l'assegno di accompagno e la pensione andò in porto e dovetti sentirmi dire da un impiegato che ero stato fortunato perché a suo tempo papà mi aveva nominato primo tutore. Diversamente ci sarebbe voluto il provvedimento del giudice tutelare. Sarebbe passato quasi un anno.
-Che culo! Sono proprio fortunato allora!?- dissi a quel tipo e, silenziosamente, lo mandai in quel posto...
Per la prima volta presi una decisione,una decisione che Maria non gradì ma che accettò suo malgrado.
-Non credo ci siano problemi se gli emolumenti di Massimo li gestisco io,signora. A lei verserò mese per mese quanto pattuito meno la reversibilità di mio padre. La userò per tutto ciò di cui Massimo ha bisogno...-
Si trattava di una cifra considerevole se rapportata ad oggi. Settecentomila lire,poco più o poco meno. Una cifra che non mi garantiva il benessere completo di Massimo,ma non sarebbero bastati dieci miliardi per avere intorno lo stesso clima di amore perduto. Maria per un periodo di tempo non disse niente. Io passavo ogni due o tre giorni per vedere Massimo, avevo paura che potesse regredire,vanificando trentaquattro anni di sacrifici e piccole conquiste.

Quando era possibile,la domenica se non ero di turno, lo portavo a casa mia a Marino dove pranzava con noi e gli mettevo a disposizione il mio impianto stereo per ascoltare i dischi.
Erano momenti particolari che però sapevano di tristezza. La sera lo avrei riportato da quella donna dopo una giornata simile a quelle per decenni vissute.
Francesca non aveva paura di lui e lui era estremamente delicato con lei. Ricordo che da Francesca cerca va i baci porgendole la guancia. Lei guardava me e la madre come se domandasse cosa fare.
- Dagli un bacio,su...- la esortava Rita. Rita lo trattò sempre come una persona normale,si preoccupò sempre di controllarlo per capire se andava tutto bene. Gli parlava,se lo prendeva sottobraccio. Anche lei compiva quei gesti che a suo tempo fecero mamma e papà. Ma come già ho detto precedentemente quel modo di fare ce lo ebbe da subito,da quando ci mettemmo insieme.
- E' un figlio un po' cresciuto!- disse ridendoci su. Se è vero che Cristo manda il freddo secondo i panni, Rita ne era l'esempio vivente. Spesso mi sono chiesto cosa avrebbe fatto un'altra donna.
Tra alti e bassi le cose andarono avanti fino al 1983. l'anno precedente era nato Stefano,la famiglia era cresciuta. Attimi di felicità. Solo le richieste di Maria si fecero pressanti fino a diventare dei veri altolà. Pretendeva di più,minacciava di ridarmi Massimo se non avessi accettato.
- Cosa pretende signora? Io non ho beni al sole. Se non le sta più bene,lo dica e la finiamo qui!- dissi spazientito. Ricordo ancora quegli occhi scuri che mi guardarono quasi deridendomi.
- Per me se lo può riprendere subito!- rise e questo mi fece andare il sangue agli occhi.
Avrei sputarle addosso tutta la rabbia per quello che era stata capace di fare da quell'11 novembre 80 in poi. Contai fino a dieci e mi ricordai un insegnamento di mio padre di,appunto,dieci parole: prima pensa,poi parla perché parole poco pensate portano pena. Dieci parole che iniziano con la p. Purtroppo non sempre ho seguito questa regola scontandone spesso le conseguenze. In quel caso la adottai e presi tempo.
Ormai mi ero incamminato su una strada che mai avrei voluto percorrere per rispetto di quel sacrificio fatto da mamma e papà. Ci ero stato costretto? Fu una scelta consapevole? Non lo so.
Ne parlai con Rita e decidemmo di ospitare noi Massimo. Eravamo convinti che una sistemazione adeguata in un istituto privato o pubblico l'avremmo trovata. Con la nostra presenza assidua avremmo quantomeno garantito a Massimo la sicurezza di essere trattato bene. Si trattava solo di adattarsi temporaneamente in quella casa fatta di un grande salone e una camera da letto oltre ad un bagno e una cucina. Ci saremmo sottratti a quel ricatto morale di quella donna.
Ricordo una furiosa lite quando nel prendere le cose di mio fratello,mi accorsi che mancava tanta roba che gli avevamo comprato io e Rita. Vidi in uno scatolone diversi libri che erano di mamma e tante altre cose che le erano appartenute e che aveva sempre conservato gelosamente. Rita che era sempre stata molto attenta a tanti particolari si ricordò di tante altre cose che lei aveva visto in casa di papà e che erano appartenute a mamma. Tra queste una spilla raffigurante il segno zodiacale del leone,quello di mia madre. A Rita era sempre piaciuta e papà quando gliela mostrò, le promise che sarebbe stata sua un domani. Era sparita,così come erano sparite tante altre cose di mamma.
Fummo fortunati a recuperare i mobili che erano in un magazzino e per il quale pagavo.
Portammo via solo alcuni mobili di valore che erano appartenuti a mio nonno ed erano dei primi novecento. Il resto lo vendemmo. A casa sistemammo un angolo del salone per Massimo e inizialmente le cose andarono abbastanza bene anche se Rita invece di due bambini ne aveva tre.
Ancora oggi non so come fece a trovare la forza,una ragazza di trent'anni.
Ma pur con tanta buona volontà e impegno non riuscimmo a ricreare per lui quell'ambiente ottimale nel quale era vissuto. Traumatizzato da tanti,troppi cambiamenti,Massimo era una persona che soffriva. Non aveva più ne madre ne padre,non aveva più una casa sua con una camera sua. Cristo! Era un uomo senza punti di riferimento definitivi in balia degli eventi ed io ero solo un inesperto timoniere. Mi domandai perché tutto questo avvenisse,cercai colpevoli sui quali scaricare responsabilità. Non ne trovai. Ero diventato arbitro,padrone e gestore di una vita con tanti saluti da parte del mondo. Erano spariti tutti i parenti,paurosi di una mia richiesta di aiuto. eppure non avevo chiesto niente a nessuno. Venni lasciato solo.

Quella mancanza di intimità creò uno stato di disagio in mio fratello che si manifestò con un nervosismo sempre più palese. Ogni tanto urlava, mi era già capitato di sentirlo in passato. Sapevo che se lo affrontavi con decisione andavi incontro a una sua reazione violenta. Solo a mamma e papà non reagì mai. Quando capitava gli parlavo con calma,gli domandavo se voleva una mela,un gelato,un pezzo di pane. Lui si calmava immediatamente e mi resi conto che temeva di essere punito. Non aveva paura di uno schiaffo che si sarebbe tenuto se era calmo. Lui temeva di essere ricoverato al San Giovanni!
- E' vero che non mi porti al San Giovanni?- domandava avvicinandosi timidamente e con un tono di voce che quasi pareva stesse per piangere.
- Se lo rifai ti ci porto di corsa!.- rispondevo io con tono severo cercando così di ottenere una sottomissione completa da parte sua. Idea sbagliata la mia! In quei momenti di crisi Rita prendeva i bambini e li portava in cucina. Francesca che aveva quasi cinque anni qualche domanda la poneva non riuscendo a capire e Rita la tranquillizzava. Stefano neanche se ne accorgeva. È superfluo dire che in ospedale ero diventato quasi un ricordo per i colleghi.
Con Rita ci mettemmo alla ricerca di un istituto adeguato. Partivamo di mattina dopo aver lasciato i bambini a mia suocera e con Massimo andavamo a visitare tutti quei centri che avevamo annotato o dei quali avevamo sentito parlare. Ne girammo a decine. Da alcuni fuggimmo inorriditi, altri non avevano più posti. Alcuni di quelli a pagamento avevano delle rette esorbitanti,da un milione al mese a oltre due! Chi ce li aveva? Mi rivolsi alle assistenti sociali del comune di Marino. Quando parlavo della situazione sembravo lo scemo del villaggio. Non sapevano neanche loro cosa suggerire,cosa fare. Al massimo potevano,in via eccezionale, dare un contributo economico "una tantum"perché quei pochi istituti che c'erano erano per ragazzi che da una certa età in poi venivano ridati alle famiglie o trasferiti in altri centri ai quali però non era possibile accedere direttamente,come nel mio caso.
Nel frattempo quel disagio di Massimo aumentava e arrivammo al punto di dividerci io e Rita.
Lei si trasferì per un periodo di tempo dalla madre. Ormai non era più una situazione sostenibile.
Tutti stavamo perdendo qualcosa. Io ero separato dalla mia famiglia anche se Rita mi sosteneva non facendomi pesare il fatto che lei era uscita da casa sua con i nostri figli. Massimo stava perdendo ogni punto di riferimento,sempre con me in macchina o in qualunque ufficio in cui mi recavo. Non aveva più un attimo di pace per ascoltare le sue canzoni. Tanti passi io,tanti passi lui.
A volte me lo ritrovavo addormentato sul sedile posteriore con il capo appoggiato al vetro laterale.
Tutti, indistintamente, se ne lavavano le mani. Il problema era tuo e te lo tenevi!
In quegli attimi di pausa durante i quali mi fermavo e con lui entravo in un bar per comprargli il gelato,accompagnarlo in bagno per fare pipì, mi domandavo come uscirne fuori senza creare danni maggiori di quanti già non erano stati fatti.
Riuscii ad arrivare davanti all'ufficio del presidente della Regione Lazio,ricordo il cognome: Ranalli. Io e Massimo eravamo lì dalle nove del mattino.
Rimanemmo davanti a quell'ufficio per ore,seduti,in attesa che si degnasse di riceverci. Non ci ricevette. Dopo ore di attesa,venne uno dei tanti tirapiedi per dirci che purtroppo il Presidente aveva un impegno urgente e non poteva ricevermi. Erano le tredici! Pensai che se la mia voce non era abbastanza forte, quella dei giornali poteva essere più efficace. Volevo denunciare quella situazione di abbandono da parte delle istituzioni in un periodo durante il quale si parlava di solidarietà.
Con Rita riuscimmo a contattare una giornalista de IL MESSAGGERO DI ROMA. Ci disse di trovarci davanti alla sede del giornale,neanche dentro, alle diciannove. Ci andammo con Massimo.
Uscì dal giornale che erano le otto e mezza. Era in compagnia di altre persone. Ci ascoltò ma si vedeva che aveva fretta di ricongiungersi al gruppetto di amici o colleghi.
- Capisco il vostro dramma,non siete i soli. Però vi consiglio di rivolgervi a testate meno morbide di questa. Il TEMPO è un giornale che segue da vicino questi problemi!- ci disse salutandoci in fretta mentre faceva segno al gruppetto che stava arrivando. Era il massimo dello schifo. Una giornalista di una importante testata che ti indirizza verso una concorrente!

La verità era che quel giornale condivideva e appoggiava la linea politica regnante in quel momento. Poteva pubblicare la mia denuncia?
Ma caso volle che a darci ascolto fu un giornale della stessa linea politica: l'UNITA'. L'organo ufficiale del Partito Comunista Italiano! Era il colmo!
Trovammo tanta umanità e comprensione come mai avevamo trovato prima. Erano le tre di pomeriggio di un inizio estate del 1983. faceva caldo e le strade a quell'ora erano semideserte.
La sede era dalle parti di Castro Pretorio,nei pressi della Stazione Termini.
Parcheggiai la macchina all'ombra di un albero. Lasciammo Massimo in macchina e salimmo in redazione. Ci ascoltarono con pazienza e presero appunti.
- Dove stà suo fratello adesso?- mi chiese il cronista, un giovane con gli occhiali.
- E' qui sotto,in macchina.- mi guardò con uno sguardo tra il sorpreso e l'indignato.
- Con questo caldo..dentro ad una macchina!?- disse con voce severa. Rita mostrò una borsa con dentro una bottiglia di acqua minerale e altre cose.
- Ho accompagnato mio marito. Ma stavo tornando da lui e poi è all'ombra con i vetri abbassati.- intervenne quasi per giustificarmi davanti al cronista.
- Scendiamo giù, andiamo a vedere come sta! Dopo lo facciamo salire. Qui almeno c'è l'aria condizionata.- scendemmo tutti e tre più altre due persone. Massimo stava ascoltando la musica dalla radio e stava cantando. Lo facemmo scendere e tornammo in redazione dove qualcuno portò dei caffè e un bicchiere per Massimo. Sentimmo,per la prima volta, un atmosfera di solidarietà e comprensione. Il giorno dopo uscì un piccolo articolo sulla condizione di mio fratello. Fu un piccolo passo. Un mio collega che era di quel colore politico ed era segretario di una sezione mi chiamò e mi chiese di cosa avevo bisogno veramente.
- Un posto dove io possa saperlo tranquillo,dove possa vivere rispettato e curato...di questo ho bisogno,Gino!- ero a pezzi. La mia vita stava andando a pezzi. Ero fortunato perché non rischiavo il posto di lavoro. Economicamente non me la passavo bene anche se potevo contare sui soldi di mio fratello. Ma dovevo salvaguardare una parte di quel denaro perché dovevo rendere conto a un giudice tutelare. Anche da questo ricevetti una risposta che avrebbe strappato uno sganassone anche a un santo. Ero stato convocato per mostrare come avevo amministrato i soldi del tutelato. Massimo era considerato per legge come un minore. Era una proforma poiché neanche aprì il pascolo nel quale riportavo entrate e spese sostenute. Esposi a quel giudice i problemi che avevo.
- Caro signor Pompi, noi ci occupiamo dei minori, non dei minorati!- lo guardai un istante,ricordo, poi mi alzai e senza salutare me ne andai, ma una soddisfazione me la tolsi. Avevo aperto la porta.
- Cerchi qualcuno che si occupi di lei,ne ha bisogno,mi creda!-
Gino che era soprannominato " er cipolla" era un brav'uomo. Quarantenne,era rimasto orfano molto presto. La vita la conosceva bene con tutte le asperità che un orfanotrofio e un collegio creano. Perennemente con mezzo Toscano all'angolo della bocca. Lo vedevi,estate e inverno sempre con dei sandali tipo quelli dei frati...lui anticlericale per antonomasia e gran bestemmiatore. Ma aveva una umanità eccezionale sotto quell'aria burbera. Se la vita era stata dura per molti anni bisogna dire anche che in qualche modo lo aveva ricompensato. Conviveva con una donna,comunista convinta, che era un funzionario dell'INPS. Vivevano in un appartamento dalle parti di piazza Navona,un attico di proprietà della compagna( politica e di vita). Erano legatissimi anche se non avevano figli. Mi invitò a casa sua per parlare della mia situazione.
-Perché non hai detto niente di quanto ti sta accadendo?- domandò mentre la compagna ci portava il caffè. Sinceramente non mi piacque quella domanda .
- Lo sanno tutti quello che stò passando. Non cadere dalle nuvole,per favore!-
Tutti,compreso lui, sapevano. Solo che quel piccolo articolo apparso sull'Unità aveva smosso qualcosa. La compagna di Gino mi assicurò che avrebbe fatto tutto quello che era possibile per aiutarmi a trovare una soluzione.
Tutti sapevano,i miei colleghi sapevano. Tra questi Diana Mazzoli. Ci conoscevamo dai tempi dell'istituto tecnico. Lei era al secondo o terzo anno mentre io ero al primo.
Mi indicò un magistrato che si occupava di questi problemi, era una donna. Non ricordo il suo nome. Mi fissò un appuntamento a casa di questa.
Fu molto gentile e attenta. Era in pensione ma conservava ancora i contatti con l'ambiente. Le raccontai la mia storia in ogni particolare,l'avevo raccontata decine di volte e ogni volta con qualche particolare in più.
- Purtroppo gli istituti che possono accogliere persone come suo fratello li stanno chiudendo perché le statistiche parlano di percentuali troppo basse per restare attive. Si preferisce sovvenzionare le famiglie perché è meno oneroso. Questi signori non capiscono che non è solo un fatto di soldi!-
Per la verità qualche istituto c'era,ma era dislocato al nord. Come avrei fatto a seguirlo?
In quegli anni si pensava soprattutto al recupero dei bambini con problemi psichici,gli adulti erano in famiglia oppure erano ricoverati già da anni in quelle strutture. Ero impressionato dai fatti di cronaca che leggevo e riguardavano strutture di vario genere dove i degenti erano maltrattati. Il pensiero che a Massimo potesse accadere una cosa simile mi faceva star male. L'ideale,se così si può dire,era una struttura pubblica,relativamente vicina e una persona pagata da me che gli stesse vicino e gli conservasse quelle piccole abitudini quotidiane con le quali era cresciuto. Una persona che provvedesse a fargli la doccia una volta a settimana e lo controllasse quando ogni mattina provvedeva a lavarsi la faccia,le mani e i denti. Massimo le sapeva fare queste cose,bisognava solo mettergli il dentifricio sullo spazzolino. Ricordo che se ti dimenticavi di preparargli lo spazzolino con il dentifricio,te lo ricordava lui. Anche l'igiene era un'abitudine,come la doccia completa che gli veniva fatta e che io avevo imparato a fargli dal momento che lo portai via da quella donna.
Nel frattempo Rita era tornata a casa. I bambini passavano parte della settimana dai nonni in modo che io e lei potessimo essere liberi di muoverci e alternarci per stare vicino a Massimo.
Poi,una sera che eravamo tutti a casa,accadde quello che prima o poi doveva accadere. Bastò il tono di voce alterato da parte mia per un rimprovero che Massimo mi si scagliò contro. Feci a tempo ad evitare la sua spinta che mi avrebbe fatto volare addosso a un muro o a un mobile. La scena accadde davanti ai bambini che si impaurirono. Massimo urlò,a fatica riuscii a calmarlo e ad accarezzarlo.
Ricordo gli occhi disperati di Rita che imploravano una soluzione. Ricordo la mia disperazione.
- Non mi ricoveri al San Giovanni,vero?- disse con la voce che quasi sembrò un lamento,un modo di piangere. Massimo non pianse mai, in più di trent'anni non lo vidi mai piangere,così come non lo sentii mai lamentarsi. Dovevi capirlo quando stava male. Ognuno di noi sa quanto sia doloroso un mal di denti. Massimo non fece un fiato quando il dente del giudizio non trovò spazio per uscire e si mise per traverso. Diventava pallido e sudava, ma mai un lamento. Dovette essere operato per asportarlo. Stessa cosa quando ci si accorse del Glaucoma che lo aveva colpito all'occhio sinistro.
Era già morta mamma, si dovette ricoverare presso una clinica sulla via Nomentana e papà si ricoverò con lui per stargli vicino. Da quel momento in poi,ogni giorno, bisognava mettergli delle gocce particolari. Dovevano dargli un gran sollievo perché te le ricordava ogni mattina.
- Adesso usciamo e ci andiamo a prendere un bel gelato!- dissi con tono calmo. Rita continuò a guardarmi,anche Francesca mi guardò impaurita ma silenziosa.
- Vai a dormire. Ci vediamo domani mattina!- le dissi.
- Ma dove vai a quest'ora? Sono le dieci! Magari aspetta che si calmi definitivamente e poi tornate a casa!- non le risposi. Non avevo la minima idea di dove andare,cosa fare. L'unica certezza era che mia moglie e i miei figli avevano diritto a stare a casa loro e che quella situazione riguardava solo me. Se gli altri,le istituzioni, se ne fregavano di Massimo e delle conseguenze che arrecavano alla mia famiglia io non potevo fare altrettanto! Non avevo il diritto di coinvolgerli più di quanto non avessi fatto. Stavo impazzendo. E come impazzito,senza più il lume della ragione,salii in macchina con Massimo e mi diressi verso la stazione dei Carabinieri di Marino. Lasciai mio fratello in macchina,suonai e poco dopo entrai. Al piantone spiegai cosa stava accadendo e al pericolo che correvamo. Quello mi lasciò parlare e poi mi disse che loro non potevano fare niente, che dovevo tornarmene a casa.
- A fare coa? Ad aspettare che accada qualcosa di irreparabile così poi voi avete un motivo per intervenire?- domandai irritato. Quello,che forse non aspettava altro,si alzò di scatto,mi afferrò per un braccio e mi spinse verso l'uscita.
- Se ne vada prima che la faccia portare a Velletri!- ringhiò minaccioso.
- Perfetto! Mettetemi dentro! Mio fratello è qui fuori! Qualche Magistrato dovrà provvedere!-
Ricordo solo che venni sbattuto fuori dalla stazione e mi ritrovai solo in piena notte. Non c'era un anima in giro. Solo io e Massimo. Ma la beffa non era finita. Non tornai a casa,mi diressi verso il cimitero di Marino dove riposava mio padre. Non so perché scelsi quel posto, forse lo scelse la mia mente ormai annebbiata dalla disperazione. Era come se cercassi la vicinanza di mio padre.
Parcheggiai la macchina e reclinai i sedili per poter dormire. Massimo si addormentò subito,io piansi e scivolai in un dormiveglia,poi mi addormentai. La luce accecante di una torcia mi svegliò.
-Cosa state facendo qui?- domandò l'agente di polizia che illuminò Massimo e scrutò nella macchina. Raccontai tutto,per l'ennesima volta giurando a me stesso che da quel momento in poi non avrei più parlato per quanto ero stanco nel corpo e nella mente.
- Buona nottata!- le uniche parole che mi disse il poliziotto. Le luci blu della volante si allontanarono come quel barlume di illusione che mi ero fatto.
Verso le sette del mattino tornai a casa,Rita era in piedi,aveva gli occhi gonfi di sonno e di pianto.
I bambini dormivano nel nostro letto. Preparò il caffè in silenzio mentre Massimo era andato in bagno. Ci guardammo e ci trovammo invecchiati,improvvisamente invecchiati.
- Alle otto vado con i bambini da mamma,li lascio da lei e torno qui. Tu mettiti a riposare intanto.-
Preparò la colazione per Massimo e dopo aver vestito i bambini uscì.


Epilogo

Gino mi telefonò per dirmi che sarebbe venuto a casa per parlarmi di una cosa importante e vedere Massimo.
- Abbiamo trovato una sistemazione provvisoria per tuo fratello e intanto stiamo cercando un posto adeguato tramite le conoscenze che abbiamo!- disse.
La sistemazione provvisoria era Villa delle querce, un centro polivalente. Un centro per lunghe degenze, fisioterapico e neurologico. Un posto dove erano ospiti solo anziani. Lo andai a vedere con Rita e Massimo. Provammo l'ennesima stretta al cuore nel vedere vecchi che vagavano per i grandi corridoi su cui affacciavano camerate di sei-otto letti e poche camere da tre. Vidi tanta trasandatezza e abbandono. Sentii voci che gridavano. Sembrava un carnaio. Parlammo con il direttore sanitario che era stato avvertito da qualcuno. Riuscimmo a farlo mettere,provvisoriamente, nella parte destinata alla fisioterapia in una camerata di sei letti. Era la parte meno Dantesca di quello che ancora oggi non esito a definire inferno dei vivi. Quel posto era fatto per quanti venivano dimenticati dal mondo,un ghetto. Ci aiutò solo l'idea che presto sarebbe finita e che Massimo sarebbe entrato in una struttura adeguata grazie all'interessamento di Gino e della sua compagna.
Nel frattempo sarei andato ogni giorno a vederlo e a passare qualche ora con lui.
Massimo capì e cercava di starmi vicino.
- Poi andiamo a casa,vero?- disse più volte quasi temesse di essere lasciato lì. Mi tornò alla mente la scena del Don Guanella quando mia madre se lo prese sottobraccio e lo portò via.
Quel miracolo non avvenne,la sera non saremmo,come allora,andati in pizzeria. Non so chi mi diede la forza o la cattiveria per non tornare sui miei passi.
Massimo entrò in quel posto i primi di novembre del 1983. i primi tempi le mie visite erano quotidiane e gli portavo il solito immancabile gelato. Lo trovavo sempre in quella camera con il mangiadischi in mano. Notai che era vestito in modo trasandato,non curato. Mi accorsi che regolarmente mancavano capi di abbigliamento. Chiesi spiegazioni e mi venne risposto che non ne sapevano niente. Spariva tutto senza una spiegazione. Portavamo su pacchi di magliette e slip,pantaloni,maglioni,felpe. Eppure la roba spariva. Qualcuno ruppe anche il mangiadischi. Ne comprai un altro. Quando ero lì lo portavo in bagno e provvedevo a fargli la doccia. Fosse dipeso da quelli che erano preposti a farlo ( si chiamavano bagnini un volta) mio fratello sarebbe stato coperto di piaghe e croste. Non durò un mese quell'inferno. Durò ancora un anno.
Una sera venni avvicinato da un medico che mi disse di vederci nel parco. Voleva parlarmi.
- La roba di suo fratello viene presa e distribuita fra gli altri pazienti. Quando va in lavanderia ritorna ammucchiata con il resto della biancheria e non importa se è contrassegnata con nome e cognome. La taglia di suo fratello va bene a quasi tutti i pazienti. Altri capi di abbigliamento spariscono perché essendo nuovi se li portano via! Ma c'è un 'altra cosa che voglio dirle...lo porti via di qui perché Massimo soffre in un posto come questo. È praticamente abbandonato a se stesso non avendo patologie da seguire e non essendo un vecchio!- si raccomandò di non fare il suo nome qualora avessi deciso di protestare. Protestai. Mi venne risposto che Massimo era lì in quanto "raccomandato" e che la struttura era quello che era.
Cercammo,io e Rita ,di seguirlo il più possibile ma era una goccia d'acqua in un deserto di rinunce e mancanze. Era un uomo giovane in mezzo a vecchi abbandonati, senza più affetti,senza più quelle piccole attenzioni quotidiane che nemmeno più reclamava come se sapesse che era inutile. Lui che andava vestito in modo normale e pulito a malapena riusciva ad essere pulito. Ogni volta che uscivo da quel lager avevo il cuore in una morsa. Più volte vidi che sul tavolo era rimasta un mela o una pera che lui non aveva potuto mangiare perché nessuno gliela aveva sbucciata,così dicasi per la carne che andava tagliata. Oltre a questo le mie visite si fecero meno frequenti a causa del lavoro e di una sorta di autodifesa. Fu Rita a spingermi a non mollare.
Un giorno,mentre ero lì, venni chiamato in direzione.
- Suo fratello non è un paziente anziano e pertanto deve portarlo via. Questa era una sistemazione provvisoria. Noi dobbiamo rendere conto alla USL...-
Spiegai i motivi e raccontai tutte le vicissitudini passate chiedendo comprensione e un margine di tempo per trovare altre soluzioni ben sapendo che altre soluzioni non c'erano visto che anche Gino e la sua compagna,per quanto ammanigliati,nulla poterono. Accettarono di tenerlo ancora e lo trasferirono in un altro reparto che a prima vista sembrò migliore.
Massimo iniziò a manifestare,come già era accaduto, il suo disagio. Gridava e reagiva verso chiunque lo rimproverasse. Quando andavo a trovarlo era spesso sotto l'effetto di tranquillanti che lo intorpidivano rendendolo una specie di ebete. Quando feci notare in che stato lo avevano ridotto mi risposero che era diventato violento. Era un il sei gennaio del 1984,era di pomeriggio. Andai a trovarlo per stare un po' con lui,era la Befana e gli portai oltre al gelato, un pezzo di ciambellone fatto da mia suocera. Era intontito,dovetti quasi sorreggerlo per portarlo in bagno e fargli la doccia. Lui che aveva una forza spaventosa e una agilità felina malgrado la stazza,era quasi un morto.
Quando lo stavo asciugando si voltò verso di me con quegli occhi ormai spenti.
- Portami via da qui...- disse con la voce flebile ma come una persona normale che invoca aiuto.
Piansi come un bambino ,seduto su una sedia mentre lui era in piedi davanti a me. Come se parlassi a una persona normale gli giura che l'avrei portato via da quel posto orrendo.
Decidemmo,visto che non c'erano soluzioni in vista,di mettergli una persona esperta vicino per almeno sei o otto ore al giorno. Trovammo una signora che conosceva quel posto ed aveva esperienza. Sarebbe stata vicino a Massimo dalle nove del mattino alle tredici e dalle tre alle sette meno il sabato e la domenica. Lo avrebbe accudito,fatto fare colazione,seguito durante il pranzo e la cena e lo avrebbe fatto passeggiare durante la giornata senza fargli mancare l'immancabile cremino.
Le spiegammo quali erano le piccole manie di Massimo e come comportarsi badando bene che il personale non usasse modi violenti verso di lui. L'esperimento andò bene. Massimo lentamente riprese vita. Ma il destino aveva già deciso l'epilogo.
- Guardi che Massimo non sta bene. Per me ha una bronchite. L'ho fatto presente ai medici!- disse la signora Anna una mattina al telefono. Avevo la macchina rotta,dovevo rifare il motore e non ero in condizione di poter raggiungere Villa delle querce. Telefonai al reparto e parlai con un medico che mi rassicurò.
- Si tratta di una forte bronchite che stiamo curando!- disse e rimasi d'accordo che mi sarei fatto sentire il giorno seguente.
- Massimo è con l'ossigeno!- mi disse Anna preoccupata la mattina seguente al telefono. Chiamai il reparto per parlare con un medico
- Si,ma è solo per aiutarlo a respirare meglio!- disse sdrammatizzando la mia apprensione.
Poi,la mattina seguente ricevo una telefonata, erano le sei di mattina, fuori era buio. Rispose Rita.
Riattaccò e venne in camera. Aveva la bocca serrata e gli occhi pieni di lacrime,mi abracciò.
- Massimo è morto un quarto d'ora fa!- singhiozzò.
- Me lo hanno ammazzato!- fu l'unica cosa che riuscii a sussurrare. Mio suocero quando mi vide arrivare in camera mortuaria mi disse di non guardare. lo scansai ed entrai. Aveva il volto pallido e disteso. Da sotto il collo,fino all'ombellico una ferita suturata grossolanamente,risultato di un riscontro autoptico. Diagnosi: cancro del mediastino! Non l'ho mai creduto! Non ci crederò mai!
Familiari e conoscenti mi dissuasero dal rivolgermi al magistrato di turno per chiedere che venisse aperta un indagine. Ero così annichilito dal mio dolore che mi lasciai convincere. Fu l'ultimo torto che feci a mio fratello. Ricordo che urlai come una belva ferita a morte. Urlai senza piangere.
Piansi dopo,piango ancora dentro il cuore, così come ho pianto molte volte mentre a fatica ho scritto questo racconto che non rileggo per non piangere ancora.

FINE

Qualcuno ha suonato
Si svegliò come al solito intorno alle sette,Rosa era in cucina che preparava il caffè,come al solito.
Alberto si alzò e guardò fuori dalla finestra,l'autunno era alle porte e dava i primi segnali.
Il paesaggio,se così si può definire una via trafficata,aveva dei colori accesi grazie a quei timidi raggi di sole che penetravano illuminando i platani ai bordi della via e si rifrangevano sulle vetrine dei negozi ancora chiusi a quell'ora.
Poca gente e tra quei pochi Antonio,il vecchio giornalaio che chiacchierava ad alta voce con i primi clienti mattinieri. Lo vedeva bene e lo sentiva anche grazie alla provvisoria quiete.
Dal bar dietro l'edicola uscivano a piccoli gruppi per andare al lavoro,Alberto era sempre stato convinto che quelli fossero i veri lavoratori. Notò con tristezza che quei gruppi andavano assottigliandosi con il tempo. Qualcuno era andato in pensione,molti altri erano vittime della crisi economica sempre più crescente. Considerava quelli che ancora vedeva dei sopravvissuti. Spesso si chiedeva fino a quando. Lui si considerava un eletto. Era andato in pensione anzitempo,contro la sua volontà ma dovette accettare la decisione del destino.
-Ecco il tuo caffè!- disse Rosa facendolo riemergere da quelle amare riflessioni. Posò un bacio lieve,quasi una carezza sul viso della moglie,era un gesto automatico,era un saluto silenzioso.
Bevve lentamente guardando il volto di lei che aveva una espressione dolcemente malinconica.
La guardò con attenzione,quasi volesse conservare negli occhi la foto di quella donna che il tempo aveva cambiato in ragione di un processo biologico naturale. Ma le voleva bene come il primo giorno. Ringraziò Dio d'avergliela donata,senza di lei che vita sarebbe stata? Se lo era chiesto molte volte negli ultimi tempi e la risposta era stata sempre la stessa. Una merda.
- Come ti senti questa mattina?- domandò Rosa accennando un sorriso che era forzato.
- Abbastanza bene. Ho fatto molti sogni questa notte,strano perché di solito o non sogno o non ricordo nulla!- rispose posando la tazzina nelle mani di lei e subito dopo si accese una sigaretta.
Quella era una abitudine alla quale non avrebbe rinunciato mai,quella sigaretta sarebbe stata la prima di una lunga serie ma quella aveva un gusto particolare,così come quella del dopo pranzo.
Le altre erano un vizio meccanico e insapore.
Se la guardò a lungo prima di accenderla,poi guardò Rosa e sorrise.
Andò in bagno come ogni mattina,si lavò e si fece la barba,si vestì e uscì per fare una passeggiata.
Come ogni mattina sarebbe passato da Antonio per comprare il giornale,scambiare quattro chiacchere e poi arrivare ai giardinetti al centro della piazza che era in fondo alla via. Lì avrebbe letto il giornale e fumato qualche sigaretta. Rosa avrebbe avuto modo di fare le pulizie e cambiare l'aria senza quel rompi balle del marito per casa. Lei non glielo aveva mai detto,ma lui lo sapeva di esserlo.
Pensò a quanta pazienza lei aveva avuto con lui per tutti quegli anni. Qualche litigio c'era anche stato ma lo aveva sempre ritenuto uno sfogo provvidenziale per non accumulare tensioni stupide e dannose. Rosa aveva quasi sempre ragione.
- Quando conti di rientrare?- domandò Rosa quando lo vide vicino alla porta.
-Quando avrai finito di fare le faccende. Devo rientrare per tempo,lo sai che ho un appuntamento!-
La porta si richiuse lentamente alle spalle di Alberto,Rosa restò immobile,poi si guardò intorno e scoppiò a piangere.
-Domani esce l'ultimo fascicolo,signor Alberto!-
- Passerà mia moglie a ritirarlo...- mormorò appena. Antonio restò perplesso nel vederlo così serio e pensieroso. Lo seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve in fondo alla via.
A quell'ora i giardinetti erano occupati dai passeri che saltellavano alla ricerca di briciole,non avrebbe voluto disturbarli ma il primo passo sulla ghiaia li fece volare via. Si mise seduto su una delle panchine illuminate dal sole e aprì il giornale. Lesse distrattamente i titoli,in fondo non gli importava niente di quanto accadeva nel mondo. Era un pretesto per se stesso.
Ogni tanto guardava il suo orologio e lo guardò con particolare attenzione. Era il regalo di Rosa per i suoi quarant'anni,quattordici anni prima,quando certi problemi erano lontani dalla mente.
Ripercorse quegli ultimi anni seguendo il fumo della sigaretta. Anni importanti nel bene e nel male. La laurea di Eleonora, il matrimonio di Federico,la nascita di Giulio,il primo nipote. Poi quello di Eleonora che di figli non aveva ancora avuti.
Momenti di grande paura quando Rosa fu operata per un tumore all'utero. Natali con tutti i suoi cari intorno. Estati che videro di volta in volta assottigliarsi la famiglia e quella casa al mare presa in affitto per anni divenne troppo grande per lui e Rosa.
-Non te la prendere,tesoro! I figli crescono,i tempi cambiano ed è giusto così. Un lato positivo però c'è! Torniamo a fare gli sposini!- le aveva ripetuto tante volte Alberto vedendo il viso di Rosa intristito perché Eleonora e Federico le vacanze se le andavano a fare altrove lasciando la madre in pena. Poi Rosa si abituò a quelle maree che salivano in inverno e calavano in estate. La casa piena quando era inverno e vuota quando era estate.
Era quasi finita l'estate quando Alberto ebbe un malore breve e improvviso,erano al mare lui e Rosa.
- Sarà la stanchezza per il troppo lavoro! Comunque quando torniamo a Roma mi faccio dare una controllatina da Luciano!- disse più per tranquillizzare sua moglie che per convinzione.
Luciano e Alberto erano stati compagni di scuola al Liceo,poi avevano preso strade diverse.
Alberto non aveva potuto fare l'Università,la morte del padre lo aveva costretto a rimboccarsi le maniche e trovò lavoro presso una azienda alimentare. Fece carriera fino a diventare un dirigente.
Luciano divenne medico. Il destino li fece incontrare nuovamente quando Alberto dovette cambiare medico curante e nella lista lesse il nome dell'amico.
Iniziò così il calvario di Alberto,un calvario segnato da speranze,delusioni e sofferenze sempre più forti. Due interventi chirurgici per asportare pezzi di quel fegato andato in malora.
Erano trascorsi due anni da quella sentenza terribile. La vita di Alberto era cambiata,a periodi di relativa quiete si alternavano periodi di sofferenza sempre più intensa.
In quei momenti di sofferenze atroci,Alberto era irriconoscibile,i lamenti erano simili ad ululati e a rantolii come di animali feriti a morte. Vide sua moglie con gli occhi lucidi di pianto. No. Non era giusto soffrire così e vedere gli altri che impotenti soffrivano con lui.
- Non potrò andare avanti ancora per molto,Luciano. Devo trovare una soluzione definitiva. Non mi uccido perché non ho il coraggio di farlo,qualcuno deve averlo per me!- disse un giorno nello studio del medico.
- Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Vuoi che mi renda complice o autore di un omicidio?-
Disse a bassa voce,quasi temesse di essere ascoltato da qualcuno nella sala di attesa. Alberto scosse la testa come per negare quell'intenzione. Gli occhi segnati erano carichi di disperazione.
- Credi sia giusto morire soffrendo come una bestia,senza più dignità,mentre gli altri ti vedono morire e ricorderanno i tuoi ultimi momenti? So che devo morire,ma voglio andarmene con dignità.
Avrò diritto, si o no?- Luciano lo guardò negli occhi per alcuni istanti e lesse tutta la disperazione di quello sfortunato amico. Ricordò i tempi del liceo,le ragazze da contendersi e che non la mollavano mai. Le bugie subito scoperte dall'uno o dall'altro quando si raccontavano successi mai avuti con quella o con quell'altra. Gli strani silenzi quando invece l'uno o l'altro avevano trovato la ragazza,quella che doveva essere per sempre. In quei periodi si perdevano di vista per poi ritrovarsi quando il grande amore era finito. Ricordò la rivalità calcistica essendo schierati in due squadre diverse. Colpi proibiti,liti furibonde ma a sera ancora insieme al bar o al biliardo con gli amici.
Come era strana la vita che li aveva fatti ritrovare solo due anni prima che Alberto si ammalasse di cancro al fegato. Sembrò quasi che una mano misteriosa li avesse ricondotti l'uno all'altro.
Luciano si voltò verso l'amico,osservò il suo volto scavato e sofferente.
- Mi sono chiesto perché ci fossimo incontrati dopo tanti anni, lo sai?- domandò Luciano accennando un sorriso.
- Te la do io la risposta,come quando eravamo a scuola e non ci capivi un cazzo in Latino. Devi aiutarmi ad andarmene senza attraversare l'orrore della sofferenza estrema. Accetto l'idea di morire, non il modo,quello che annulla la dignità di un essere umano.-
- Non posso darti una risposta subito,Alberto! Non ho studiato per uccidere la gente,ma per curarla.
Una volta ho letto una frase,recitava "Se potete guarire,guarite. Se non potete guarire,curate. Se non potete curare,consolate". Siamo alla terza opzione,quella che più non mi piace,eppure devo,per etica e deontologia, quantomeno consolare con analgesici e antidolorifici. Fino all'ultimo.-
Alberto si alzò e si avvicinò a pochi centimetri dal volto di Luciano.
- Questo lo chiamo accanimento terapeutico! Quando non c'è più nulla da fare bisogna arrendersi...medico e paziente!-
Rimasero in silenzio,si guardarono cercando risposte l'uno nell'altro. Poi Alberto si avviò verso la porta ma prima di uscire tornò a guardare il volto di Luciano.
- Aiutami. Non tanto per me ma per chi resterà dopo di me. Non voglio lasciare il peggio di me stesso come ricordo!-
Passarono pochi giorni quando Luciano chiamò Alberto. Gli chiese di passare allo studio dopo la chiusura,voleva parlargli da solo.
- Ho contattato due miei colleghi anestesisti Olandesi. Loro potrebbero fare ciò che tu chiedi. Ci vogliono diecimila euro. Verrebbero la mattina a casa tua per andarsene subito dopo l'eutanasia.
Uno ti addormenterà ,l'altro ti inietterà una sostanza che agirà direttamente sul cuore in modo da non lasciare tracce esterne che possano far pensare ad avvelenamenti. Io arriverò quando loro se ne saranno andati e stilerò un referto di morte per arresto cardiaco riferito alla tua condizione di malato terminale. Più di questo non posso fare. Ma prima devo parlare con tua moglie altrimenti non se ne fa nulla.- disse con voce severa che non ammetteva repliche.
Alberto non disse nulla,si limitò ad abbracciare l'amico che però rimase immobile.
Rosa ascoltò parola per parola quanto disse Luciano,pianse sommessamente.
- Perché Alberto? Perché non sperare in un miracolo,in un ritrovato della scienza?- provò a dire tra un singhiozzo e l'altro.
- Perché la scienza ha bisogno di tempo ed io non ne ho,Rosa!-
- Cosa diremo ai nostri figli? A nostro nipote che ti cerca sempre...cosa diremo?-
- Loro non devono sapere! Sapranno che sono morto mentre dormivo. Sarà più facile per loro accettare la mia scomparsa...- mormorò Alberto. Sorrise e strinse a se Rosa come se le dicesse addio.
Guardò l'ora e si accorse che i giardini si erano riempiti di madri con i bambini e qualche coppia di ragazzi che avevano preferito parlare d'amore e baciarsi piuttosto che parlare di Seneca e Platone a scuola. Erano passati sei giorni da quella decisione presa con Rosa e Luciano.
Quella era l'ultima mattina da vivo per lui. Si guardò intorno come chi cerca di ricordare se sta prendendo tutto prima del viaggio. Era l'ultima volta che vedeva quei giardini. L'ultima volta che aveva salutato Antonio il giornalaio. Era l'ultima volta che percorreva quella via che lo riportava a casa. Contò i passi che dalla piazza lo riportavano al portone. Prima di entrare nell'androne si fermò per guardarsi indietro. La via continuava a vivere,non si sarebbe fermata con lui.
Entrò in casa e Rosa gli andò incontro silenziosa.
- Tra poco saranno qui. I nordici sono sempre puntuali!- disse cercando di sorridere. Andò in camera da letto ed osservò ogni particolare. Si accorse in quel momento di quanto amore Rosa avesse dedicato a quella casa per renderla accogliente,comoda,pulita. Provò quasi rimorso per non averle mai detto grazie per tutto quello che aveva fatto in tutti quegli anni. Con quella decisione aveva pensato a se stesso,si sentì un egoista. Ma gli altri che ne sapevano di quanto soffriva?
Tra pochi minuti sarebbero entrati nella camera,si sarebbe disteso sul letto; gli avrebbero iniettato l'anestetico. Si sarebbe addormentato e non avrebbe sognato. Lo sapeva bene,ne aveva subite due di anestesie totali. Sarebbe stato il buio totale ma senza percezione alcuna. Il nulla assoluto.
Non si sarebbe accorto di morire. Tra pochi minuti tutto sarebbe finito,la vita sarebbe finita e non avrebbe mai saputo cosa sarebbe accaduto dopo. Conosceva bene l'anestesia ma non la morte,il dopo. Il campanello della porta suonò, Rosa si sentì raggelare,come era orribile la morte che suonava alla porta,sapere che era lì per portarsi via qualcuno. Guardò il volto di Alberto e avrebbe voluto dirgli " Non apriamo alla morte!".
- Apri,ti prego io vado in camera.- disse senza guardarla. Si domandò quanto mancava ancora alla conclusione di una vita piena di tutto.
Dalla camera sentì un vocio allegro e delle voci familiari che lo destarono da quel torpore nel quale era scivolato senza accorgersene.
La porta si spalancò di colpo e sulla soglia apparve la figura di Giulio. Gli sorrise e si avvicinò al letto
- Ciao nonno! Stavi dormendo?- domandò mentre tentava di salire sul letto.
- No,amore mio! Mi sono appena svegliato...- rispose abbracciandolo.
- Mi sono appena svegliato!- disse di nuovo guardando Rosa che sorrise e nascose nell'angolo della bocca una lacrima.
Alberto morì due mesi dopo. Andò a dormire la sera dopo aver festeggiato il suo cinquantaquattresimo compleanno insieme alla moglie,ai familiari e a Luciano. Morì nel sonno, come aveva desiderato.


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