I limiti della pubblica indecenza
Mandiamo e riceviamo messaggi di ogni tipo e con ogni mezzo, è il nostro
tempo, fa parte della nostra esistenza la comunicazione istantanea
tramite tv, radio, internet. Ma ci domandiamo mai fino a che punto
possiamo spingerci nel mandarli e nel riceverli? A certe porcherie non
c'è limite e una delle ultime ce le ha mandate la RAI alla quale
moltissimi pagano l'abbonamento obbligatorio ( ma un abbonamento, in
quanto tale, non può essere obbligatorio, altrimenti è una tassa…una
delle tante). Una signora di nome Donatella Papi, giornalista, dice,
sposa in carcere Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo dove nel
1974 venne uccisa brutalmente Rosaria Lopez e dove venne massacrata
Donatella Colasanti che si salvò fingendosi morta. La vicenda è nota ed è
superfluo scendere nei dettagli. Il calvario di Donatella Colasanti è
finito con la sua scomparsa per malattia ma il male lei lo aveva dentro,
lo aveva contratto con la sua lotta per avere giustizia anche a nome
della sua amica Rosaria. Erano anni difficili, le ragazze di borgata
troppo facilmente incollate come francobolli al desiderio di evadere
dalla semipovertà di estrema periferia anche tramite conoscenze
occasionali con i giovani della "Roma bene" che allora era quella dei
Parioli. Angelo Izzo ha ucciso ancora nonostante fosse in carcere, ma
questa giustizia gli ha permesso di uccidere ancora una donna e la figlia
minorenne di questa. La lucidità e la normalità con cui ha descritto il
duplice omicidio di madre e figlia è a dir poco agghiacciante. Quegli
occhi roteanti, impossibili da fissare, quasi fuori dalle orbite e il suo
ampio gesticolare disegnavano chiaramente la sua personalità sfuggente e
imprevedibile ma, soprattutto, lo relegavano all'ultimo posto in una
ipotetica classifica di valori umani, qualora ne abbia mai avuto uno. Un
essere da cancellare dal consorzio civile che per quanto malato e
corrotto rimane sempre il nostro consorzio. Ma c'è chi come questa donna,
Donatella Papi, addirittura lo ama e se lo sposa, in carcere, ma se lo
sposa. Non c'è nulla di male, è una faccenda privata e siamo d'accordo.
Ma non possiamo e non dobbiamo accettare che questa donna dica attraverso
una emittente pubblica che Izzo è innocente e che lei si batterà per
dimostrarne l'innocenza. È una presa in giro, una offesa che lei e la RAI
fanno a tutti quegli italiani che hanno subito atti criminali e a tutti
gli italiani onesti. La RAI si è prestata ad un gioco sporco perché
appare chiaro che Donatella Papi ha il solo scopo di farsi pubblicità e
di essere presente nei vari scatoloni della televisione. Non ci si
appelli al diritto- dovere di informazione perché allora dovremmo andare
a toccare tasti vergognosi come la chiusura di tanti programmi di
approfondimento. Abbiamo il telecomando, è vero, ma non basta perché se
la eviti da una parte te la ritrovi dall'altra. Aggiungiamoci anche la
carta stampata che ha le sue belle responsabilità buttando giù articoli
su questo argomento.
Oroscopi
Che eravamo nelle mani di Dio lo sapevamo da sempre, ma il Pontefice ce
lo ha ricordato con esempi terra terra, facilmente comprensibili anche
dai meno attenti. Ovviamente lui si riferiva al futuro bandendo maghi,
astrologhi, cartomanti ed economisti. Questi ultimi sono dunque entrati a
far parte nella categoria dei bugiardi e dei ciarlatani. In tempi di
inquisizione Tremonti sarebbe stato torturato e messo al rogo, anche
Brunetta avrebbe fatto la stessa fine dopo aver detto che è un
economista. Più che altro Renatino sembra il frutto di una economia
coniugale…tipo "Oh! Si deve fare un figlio, mettiamo insieme quel che
abbiamo, non sarà molto ma si fa quel che si può!"
Ma tornando al Papa, lui se la prende con quanti prevedono il futuro in
questi giorni che vanno dalla fine del 2009 ai primi giorni del 2010.
Santità non se la prenda più di tanto, non abbiamo bisogno di Branko e
dei suoi colleghi per sapere che l'anno che è appena iniziato sarà uno
schifo. Loro semmai cercano di darci qualche illusione di speranza,
dipende dalle quadrature, dalle opposizioni, dagli ascendenti, dai
trigoni che manco a dirlo non coincideranno mai e noi a quel punto
l'oroscopo ce lo facciamo da soli assemblando le cazzate dei vari uomini
e donne delle stelle
Poi ci sono i cartomanti, quelli che più che al tuo futuro pensano al
loro facendo "carte false" e tu paghi come un babbeo per farti dire che
lei ti pensa ma è combattuta tra te e un altro, che presto avrai una
interessante proposta di lavoro ma che dovrai armarti di un talismano che
guarda caso il cartomante ha pronto per te e con la sola aggiunta di un
duemila euro il successo è garantito…il suo successo, quello del "cartaro"!
Prendete gli oroscopi per l'anno appena iniziato, sono come quelli
dell'anno precedente! La frase più ricorrente " Questo è l'anno delle
piccole e grandi svolte nella vostra vita!" ; frase di una banalità
allucinante! È normale che nella vita di una persona ci siano delle
piccole e grandi svolte a meno che non vivi barricato dentro casa. Ma la
cosa inquietante è che queste avverranno nella seconda metà dell'anno!
Ovvero quando tu ormai non ti ricordi più di averlo letto o ascoltata
quel deficiente che ti fa l'oroscopo. Te lo dovrai guadagnare quel
successo perché non ti verrà regalato niente! Ma dai!? C'era bisogno
dell'oroscopo per dirmi che qualunque cosa me la devo sudare come è
sempre stato da che sono al mondo? E i pianeti che entrano ed escono come
ad un supermercato nei vari segni zodiacali. Saturno entra in vergine (
sai che godimento per Saturno con la Vergine!) e vi ridà forza ( di
solito dopo che si è stati con una vergine, di forza ne resta pochina!)
Ed affronterete in modo più adulto e maturo le varie situazioni. Adulto e
maturo? Ma fino ad oggi cosa ero? Un ritardato, un interdetto? Però
attento!!! Dopo il 21 maggio, non specifica l'ora, ci sarà un ritorno di
incertezza, la stessa che vi ha caratterizzato per tutto il 2009. Ma
brutto disgraziato mentitore, ma l'anno scorso mi hai detto che ero ad
una svolta importante e che potevo cominciare a fare progetti! Ma chi sei
un promoter finanziario di quelli che gli metti in mano i soldi e fai un
investimento ma con la macchina se ti ricapita a tiro? Ma il maledetto
continua a dirti che devi programmare perché la tua attività
professionale ne risentirà positivamente. Ti si apre il cuore. Ma ecco la
doccia fredda…attenti a quel Mercurio che transiterà per molto tempo in
Toro e potrebbe ostacolarvi. Poi conclude con un incoraggiante…"Vedrete
che alla fine dell'anno, malgrado gli intoppi (ma non mi aveva detto che
avrei avuto delle importanti svolte?) il bilancio sarà favorevole con
possibilità di migliorare in futuro !". Quale futuro? Con la crisi che
c'è di quale futuro farnetichi? Poniamo un velo pietoso sui rapporti
affettivi che regolarmente vengono messi in relazione al passato e i
consigli sono quelli che ti darebbe la mamma o un amico qualsiasi.
Ma l'ignoranza dell'oroscoparo si materializza quando parla di salute…"
Problemi di natura epatica! Più generalmente (fate
attenzione)…riguardanti il fegato!". Sciagurato ignorante, ma se parli di
epatico è chiaro che parli di fegato e non…più generalmente! Conclude con
un allarmante "date ascolto al vostro corpo per capire cosa non va!" .
non vado dal dottore, mi prendo un fonendoscopio e giro per casa come uno
scemo auscultandomi e sparandomi diagnosi come l'oroscoparo spara
previsioni.
La fine del mondo
Prendendo spunto da una trasmissione " catastrofistica" che tanto piace a
quel genere di persone che vivono di divinazioni, oroscopi e profezie
varie avallate in certi casi da scienziati che invece di pensare ai
problemi della terra e dei popoli che ci vivono o sopravvivono a seconda
dei punti di vista. La fine del mondo, secondo il calendario Maya, è
prevista per il 21 dicembre 2012.
Se è così mi dispiacerebbe perché non potrei vedere gli europei di calcio
e non potrei festeggiare il Natale augurandomi che la crisi sia finita e
la recessione dimenticata. È la mia massima preoccupazione a paragone
delle fesserie che vengono elargite senza pensare che non tutti siamo
lucidi e razionali. Quanti si suicideranno tra coloro che seguono certi
programmi?
La fine del mondo non dipenderà da macchie solari, allineamento dei
pianti o alcuni di essi con il sole. Non dipenderà neanche da avvenimenti
particolari e già il fatto che non vengano specificati lascia spazio allo
scetticismo su questa fine datata per giunta. Le banche vi chiederanno di
anticipare il pagamento del mutuo temendo che possiate approfittare della
fortunata combinazione?
Tranquilli, le banche rispetteranno il calendario gregoriano e se non
pagate la fine del mondo sarà solo per voi che finirete sotto ai ponti.
Se il mondo finirà sarà solo per colpa degli uomini potenti che ancora
non si sono resi conto che questo pianeta sta morendo di incuria. A
Copenaghen non si sono messi d'accordo, Kioto è fallito. Intanto il
pianeta si surriscalda e i ghiacciai si stanno sciogliendo, cetacei e
delfini perdono l'orientamento a causa dei campi magnetici. La foresta
amazzonica è un polmone col cancro da fumatore e il fumo delle fabbriche
non diminuisce. La cosa drammatica nella sua demenzialità è che si parla
di una riduzione a partire dai prossimi anni quando invece dovrebbe
partire da subito. I mari sono inquinati da sostanze radioattive
scaricate da navi fantasma che affondano e nessuno che ne denunci la
scomparsa. Le stagioni non esistono più e il grande caldo si alterna al
grande freddo ma l'uomo non se ne accorge o forse finge di non
accorgersene, frane, smottamenti, esondazioni, inondazioni sono il menù a
prezzo fisso della cattiva e criminale incuria degli addetti ai lavori.
Non è solo un fenomeno italiano ma non ci sentiamo sollevati dalla
generalità del fenomeno. Intere popolazioni vengono decimate da fame e
malattie ma gli aiuti non arriveranno mai perché nessuno vuole mettere
mano al portafogli. Tante promesse e nessuna data come avvenuto al G8
dell'Aquila nel 2009 e a Roma sempre nel 2009 al congresso della FAO. In
compenso i soldi per le guerre ci sono e sono contanti perché la morte
non fa né sconti né credito. Il mondo è in mano agli Obama e ai Bin Laden
del momento mentre la Russia è una fogna radioattiva con tecnologia da
primordi. La Cina inquina sempre di più con le sue industrie che per
mantenere i prezzi bassi non si fanno scrupoli. India e Pakistan hanno la
bomba atomica e l'Iran si sta attrezzando così come la Corea del Nord..
Il mondo non finirà il 21 dicembre 2012. il mondo esploderà dopo ma la
fine è già cominciata da tempo. Forse mi godrò il Natale e vedrò il
campionato europeo di calcio, dico forse se prima non sarò vittima della
malasanità italiana o di uno tsunami o magari del caldo a causa
dell'inquinamento atmosferico.
Aeroporti e diagnostica
A proposito di sicurezza, di una cosa sono sicuro ed è che l'insicurezza
è sicura! Qualcuno dirà che sono scemo. Probabile. Pensate che Obama sia
migliore di me? Vi fidate di uno che dentro alla festa in onore del
Premier indiano si ritrova due "abusivi"? una cosa del genere capita nei
matrimoni dove ci sono centinaia di invitati al pranzo di nozze, due si
infilano nel mucchio indisturbati perché i parenti dello sposo pensano
che sia una coppia invitata dai familiari della sposa e viceversa. Ci
hanno fatto anche un film su questo tema degli scrocconi ed era un film
americano guarda caso!
Lei, Michaele, bionda, giovane avvenente ed elegante…molto più di
Michelle Obama, ma non ci vuole molto ad esserlo. Lui, Tareq Salahi,
elegante e disinvolto. Vi fidate di uno che al posto del servizio di
sicurezza personale ha una schiera di portinai, di quelli che
spettegolano sui condomini e sanno tutti gli affari vostri leggendo la
posta che vi arriva? E con questo servizio di sicurezza l'abbronzato va
in giro a rompere i maroni con la scusa della lotta al terrorismo! Ma i
terroristi ce li hai in casa Obama mio! Rubano lo stipendio nell'FBI e
nella CIA. Una domandina facile-facile: ma dall'attentato alle torri di
nove anni fa, che cavolo avete fatto oltre ad un paio di guerre con
qualche migliaio di morti tra le forze della coalizione che non hanno
scalfito nemmeno un' unghia a Bin Laden e patners? Dopo il fallito
attentato al volo della Delta si sono ricordati di potenziare i controlli
agli aeroporti. Adesso tu passi attraverso un bussolotto che ti
radiografa. Forse non sarà un deterrente per il terrorismo ma almeno non
devi aspettare mesi per farti una radiografia con il SSN.
Costerà qualche euro ma con i voli low cost risparmi e ti danno pure il
referto. Anzi se vogliamo andare a spulciare si tratta di una vera tac
anche se superficiale. Sai quanta gente scoprirà di avere qualcosa che
non funziona! Diciamocela tutta: questi controlli aeroportuali sono una
vera opera di prevenzione.
- Quando ha fatto l'ultima radiografia?- domanderà il medico di base per
altezza,prodotto diviso due, risultato zero come qualità di assistenza.
- L'ultima volta è stata quando sono andato a New York, questa estate con
un volo Charter!- risponderà il mal'assistito.
- Allora il prossimo controllo lo farà all'aeroporto l'estate prossima!-
- Dottore, non mi faranno male tutti questi raggi x?-
- Qualche danno lo faranno pure ma è meglio che morire su un aereo a
causa di un deficiente laureato che vuole suicidarsi!-
Ma sì, dai! Al prezzo di un low cost ti fanno pure la tac! Cosa pretendi?
Una terapia omaggio, una relazione medica per andartene in pensione.
Pensate a quei poveracci che fanno il giro del mondo e cambiano aereo
quattro o cinque volte all'andata e altrettante al ritorno!
-Superstite di Hiroshima?-
- No, reduce da vacanza !- e il rilevatore di radiazioni che vi
circumnaviga il corpo che impazzisce.
Trattandosi di bassi dosaggi di radiazioni ci sarà da ridere vedendo
quante tette finte girano e magari anche scoprire che la bonona altro non
è che un trans. Non voglio stare qui a discutere sulla nocività delle
radiazioni sulla cute, ci sarebbe da domandare ai sapientoni se hanno
nozione delle radiazioni alfa e beta. Però, come si dice? Non puoi fare
la frittata senza rompere le uova.
Quando al cellulare dite che "prenderete un aereo" fate attenzione perché
siete intercettati e qualcuno penserà che quantomeno vogliate fare un
dirottamento. Caro vecchio e indimenticato Modugno, bei tempi quando
potevamo cantare…"Volareeee! Oh-oh!"
Calcio che passione
Leonardo che non è il genio nato a Vinci e neanche un genio del pallone
ma un ex grande calciatore che finge di allenare il Milan ha detto, dopo
la sconfitta col Manchester United, che ancora non è finita. Ha ragione!
Nella partita di ritorno ne può prendere altri tre!
Berlusconi che di calcio ne capisce più di Leonardo ha domandato a zio
Fest Galliani perché è stato preso Mancini che da tre anni fa il turista
a pagamento in quel di Milano. La risposta gliela ha data Mancini stesso
con uno stop di venti giorni dopo cinque minuti che era in campo.
A San Siro c'era Balotelli in tribuna. Un nuovo acquisto per la prossima
stagione? Uno svecchiamento della rosa? Macchè! Super Mario era in
tribuna come tifoso del Milan con grande rammarico dei tifosi interisti.
Certo che il ragazzo se le va a capare le grane. In molti stadi, anche se
non gioca l'Inter, tutti si ricordano di lui. Ai deficienti che gli
ricordano il colore della pelle dico che non ce n'è bisogno, lo sa da
solo che non è bianco e anche che non è un coglione come loro.
Del Piero è entrato in clinica per accertamenti, pare che dopo i due
svenimenti in area laziale e in area genoana che hanno fruttato quattro
puntazzi di ossigeno i medici vogliono capire se è malato. Ma che volete
dirgli a uno che parla con gli uccelli e si sbronza con l'acqua minerale.
Peccato perché se la Chiabotto è bella fuori e pulita dentro, lui la fa
sporca dentro e fuori dell'area di rigore.
Zaccheroni ha chiesto in giro se tante volte non sia tornato Lucianone
Moggi il più grande scopritore di talenti arbitrali.
Zamparini dopo i quattro schiaffoni presi dalla Roma non caccerà Delio
Rossi. Fiducia incondizionata al suo allenatore? No! Sono finiti gli
allenatori da assumere.
Ovredo, l'arbitro di Bayern Fiorentina ha continuato a fare danni
incalcolabili in Europa concedendo un gol ai tedeschi in fuorigioco di
pochi chilometri. Non ha espulso un giocatore della fiorentina
precedentemente dopo un fallo da ultimo uomo ma concedendo, giustamente,
il rigore. Ma a parte il fatto che c'è da chiedersi da chi è protetto,
bisognerebbe capire che regolamento legge.
È il colmo per un presidente come Della Valle, lui che fabbrica scarpe,
beccare una "sola" dall'arbitro Ovriedo.
Punto G…Inganno o verità ?
Tra studiosi francesi e inglesi è scoppiata la guerra sul tema
dell'esistenza del "punto G" , quel punto che sarebbe all'origine
dell'orgasmo femminile. I francesi dicono che esiste mentre gli inglesi
negano l'esistenza dicendo che si tratta di una leggenda. Probabilmente
dipende dal fatto che i francesi riescono a procurarlo il piacere mentre
gli inglesi hanno delle difficoltà con le proprie patners. È singolare il
fatto che a trattare un argomento così strettamente legato all' intimo
femminile siano per lo più ricercatori maschi. Le donne, molto più
intelligentemente, se lo studiano per conto loro con il semplice "fai -
da- te" o con una campionatura di soggetti maschili che badano poco
all'alfabeto ma di più al risultato finale. Figuratevi una coppia in cui
lei vuole sapere dove cavolo si trova questo fantomatico punto G. lui che
furbescamente parte dal punto A e si fa tutto l'alfabeto Cirillico mica
quello italiano. Il punto G non l'ha trovato ma in compenso ha trovato il
massimo del godimento e lei, ugualmente contenta, ha rinviato la ricerca
ad altra occasione. Un ricercatore italiano ha addirittura affermato che
questo mitico punto G si trova a circa due o tre centimetri dall'entrata
della vagina, non ha specificato la latitudine e la longitudine. Dai!
Andare a letto con un righello centimetrato mi pare eccessivo! Pensate se
lui è un falegname poi! Andare a letto con nella mutanda un metro da
falegname è pericoloso. Metteteci poi l'ignoranza delle tante coppie un
po' disattente a certe problematiche
- Marì ! ma tu dove cacchio lo tieni sto punto G?-
- Ma guarda bene nella credenza in cucina, mò non mi viene in mente se
l'ho comprato! -
Oppure tra donne che hanno confidenza con certi temi…
- Non godo perché mio marito è un semianalfabeta!- e l'altra ridacchiando
- Anche il mio. Ma ho ingaggiato un professore di lettere!-
- Ci mandi a ripetizione tuo marito?- domanda la prima - No! Ci vado io e
lui mi fa fare tutto l'alfabeto…-
Bin Laden il nuovo ambientalista
Osama Bin Laden ha ammonito il mondo industrializzato accusandolo di aver
determinato il cambiamento del clima. Questo ci mostra il lato
naturalista e ambientalista dell'uomo Osama, un lato insospettabile e
profondamente umano, un uomo sensibile ai problemi dell'ambiente.
Effettivamente anche in passato ha dimostrato di tenerci molto
all'ambiente e una bella dimostrazione l'ha data in quel famoso 11
settembre demolendo le Twin Towers che deturpavano il paesaggio. Bisogna
anche dire ad onor del vero che in quanto a cambiamento del clima pure
lui non è che sia esente da colpe. Lui ha instaurato il "clima" del
terrore e non è che il mondo occidentale e industrializzato ne sentisse
proprio un estremo bisogno. Se Green Peace ha la mania di andare con le
barche addosso alle navi che trasportano i veleni lui le barche le usa
per caricarle a tritolo e lanciarle addosso a quelle americane alla fonda
come nel caso del cacciatorpediniere Cole alla fonda nel porto di Aden
nello Yemen. Magari ha una visione un po' distorta dell'ambientalismo ma
bisogna capirlo, lui da molto tempo vive a contatto della natura
selvaggia e nelle città si troverebbe male a causa dei mandati di cattura
internazionali che lo perseguitano come la RAI perseguita gli abbonati e
i non abbonati. Comunque gli ambientalisti lo eleggeranno presidente e
alla prossima conferenza burla per il clima farà delle dichiarazioni
"esplosive".
Americani o Ameri - cani ?
Chissà se Hillary Clinton chiederà scusa al mondo per la dimostrazione di
"sano americanismo" che sta andando in onda ad Haiti ad opera dei suoi
connazionali. Gli USA hanno inviato ventimila soldati come se ad Haiti
invece del terremoto fosse scoppiata la guerra. Medici ubriachi col mitra
in mano e anche una decina di sospetti trafficanti di bambini.
Complimenti. A questo mettiamoci anche la spettacolarizzazione tutta
americana e pertanto privata dei vari personaggi dello spettacolo che
hanno raccolto cifre di denaro consistenti e tanta pubblicità gratuita.
Anche John Travolta col suo vecchio 707 ha portato di persona il suo
contributo materiale ( più importante dei dollari) però sempre sotto la
luce dei riflettori e gli obiettivi delle telecamere. Quello che gli
americani non hanno portato, ma non solo loro, sono le camere iperbariche
che più di ogni altra cosa avrebbero evitato le amputazioni di arti in
seguito a schiacciamento di tante persone che resteranno invalide per
sempre. L'unica nazione che ci ha pensato è stata l'Italia dove malgrado
tutto qualche testa ancora ragiona e inquadra la situazione. Tra queste
quella di Bertolaso, persona competente, esperta e scomoda solo perché ha
il vizietto di dire quello che pensa. Ma la signora Clinton suscettibile
come una zitellona non ha gradito la semplice constatazione di Bertolaso
che ha parlato di disorganizzazione dei soccorsi e questo non c'entra con
le camere iperbariche che sono di competenza di quanti preposti al
soccorso medico chirurgico. Già da diversi giorni questo prezioso
strumento poteva essere presente ad Haiti che non dista molto dagli USA
ai quali non mancano i grossi aerei da trasporto con i quali fanno
sbarcare sull'isola ventimila sceriffi e come comandante ci avremmo visto
bene un John Wayne tipo "Berretti verdi". Ma è risaputo che l'America
vede il male ovunque. Ad Haiti c'è una sola camera iperbarica, è
italiana, le altre? In compenso la tragedia dei poveri si trasforma in
business per le ricche organizzazioni criminali. Il rapimento, la
sparizione di bambini è un affare da milioni di euro e di dollari. Con
questo non voglio dire che sia solo un fenomeno ristretto ai dieci
sospettati, ma adozioni, pedofilia e trapianti di organi avranno un
incremento notevole. Non parliamo poi dell'invio alle varie associazioni
messe su come una tenda da campo con lo scopo di raccogliere fondi per
quei poveretti e che in buona quantità finiranno nelle tasche di
sciacalli oppure andranno a riempire le tasche dei fondatori di queste
improvvisate associazioni. Anche in America, non temete, qualcuno si
metterà in tasca qualche dollaro per magari pagare tasse o rientrare
delle stesse. Insomma la tragedia di Haiti è stata salutata da molti come
una manna dal cielo, ma sarebbe più giusto dire dal fondo del mare.
Quello che vediamo o leggiamo è solo parte di una verità che per ovvi
motivi non può e non deve essere rivelata per non interrompere quel
flusso di generosità umana che ancora esiste fortunatamente così come
esistono addetti ai lavori che compiono la loro missione in silenzio,
immedesimati nel dramma di quella gente. In quanto agli americani dico
che Haiti non è il set di un film di Spielberg e che la loro potenza
sfocia come sempre nell'arroganza e nella presunzione. La Clinton ne è
l'esempio lampante e antipatico e forse è la degna comare di Obama che da
buon premio Nobel per la pace non trova di meglio che vendere armi e
protezione per il mondo. Show must go on!
Avvocati per difendersi o difendersi dagli
avvocati?
Alberto Stasi deve agli avvocati Lucido ( padre e figlia) ben
ottantunomila euro! Subirà un processo civile il due marzo. Questa cifra
per il primo mese di difesa del giovane "bocconiano" accusato e poi
assolto per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. I due avvocati
sostengono di non aver neanche applicato l'intera tariffa prevista
dall'ordine degli avvocati…pensate che botta se lo avessero fatto!
Forse gli conveniva finire in galera, scriveva un bel libro e ramazzava
qualche euro. I due vampiri del foro si sono accontentati inizialmente di
un acconto di appena undicimila euro. Dagli ottantunomila sono escluse le
spese processuali. Insomma siamo intorno ai centomila euro! Quanto gli
chiederà l'avvocato Colli che lo ha difeso dopo i saluti e baci dei
vampiri Lucido padre e figlia? Fossi in lui, l'avvocato Colli, mi
preoccuperei per la parcella. Se un messe sono costati o costerebbero
centomila cocuzze, quanto costano oltre due anni di processo? La vera
condanna sono proprio loro, gli avvocati. Ti faranno pure assolvere ma
dopo devi fare un paio di rapine in banca per pagarli.
Funerali in offerta speciale
Anche i morti sono cari! Che avete capito? Sono cari come prezzo che i
parenti devono pagare per un funerale non dico di prima classe, al
massimo in classe turistica. Una bella agenzia di viaggi senza ritorno
che organizza funerali per comitive! Non lasciate che sia il destino a
scegliere la data del vostro decesso! Andate in agenzia, date un occhiata
alle offerte e poi decidete di morire il giorno che preferite. Un bel
pulmann nero come la pece e sopra una quindicina di bare a basso
contenuto di legno e zinco ( inquina ed è pericoloso per la salute e che
vi volete ammalare pure dopo schiattati?).
Magari ci sarà qualche problema di circolazione in città perché è ovvio
che appresso ci saranno tutti i parenti dei quindici deceduti e più che
un corteo funebre sembrerà una protesta di avoratori licenziati
organizzata dai sindacati. Ci sarà qualche invettiva da parte degli
automobilisti con il solito insulto " Ma li mortacci vostri!" .oggi
morire è un lusso, cosa credete!? Mica è più come una volta che potevate
morire come vi pare e vi facevano un bel funerale col carro trainato da
cavalli neri oppure con una Mercedes ultimo modello metallizzata. Avevo
un amico che per tutta la vita sognò di avere la prestigiosa auto
tedesca, ebbene si è ammazzato pur di salirvi sopra. Pensate alla Formula
Uno, quando scende in pista la safety car! È una Mercedes e tutti i
piloti le stanno dietro, non è più o meno come nei funerali? Nella
Formula uno è l'unica macchina che non è stata mai superata eppure non ha
vinto mai niente. Ma per tornare al funerale, ora capisco la frase del
Vangelo "Beati gli ultimi perché saranno i primi". Quando schiatterete,
voi che nella vita siete sempre stati gli ultimi, sarete davanti a tutti
e non preoccupatevi, nessuno vi vorrà superare. Voi su una bella Mercedes
con tanto di autista e dietro gli altri. Questo se appartenete alla
categoria di chi può permetterselo altrimenti dovete ricorrere ai
funerali per comitive oppure, ed è vero, alla agenzia "Bellomunno"…un
nome più azzeccato non poteva averlo l'impresario. 1200 euro tutto
compreso ( tasse cimiteriali escluse). È tempo di crisi e bisogna pur
vivere, che è facoltativo perché morire è obbligatorio prima o poi…meglio
poi. Le bare sono di seconda scelta, è vero, ma tanto cosa vi importa?
Una volta sotterrati che ve ne frega se la cassa è di ebano, pino,
castagno, ciliegio? Dopo la trovata napoletana di Bellomunno penso che
anche IKEA si darà da fare per inventare bare da assemblare con le solite
istruzioni allegate. Non parliamo delle tombe poi che già sono oggetto di
indagini da anni da parte delle varie magistrature. Con la crisi della
vendita e affitti di case che c'è le varie agenzie immobiliari si
ricicleranno visto che i morti ci saranno sempre. Leggeremo nelle
locandine affisse fuori dagli uffici annunci di questo tipo: " tre
loculi, angolo crematura, terzo ripiano senza ascensore vendesi"; "
Magnifica cappella sei posti con vista panoramica, trattativa riservata!"
"tomba ristrutturata, su due livelli in cimitero di prestigio, vendesi ".
E gli affitti? "Affittasi loculo seminterrato. Non graditi animali!". Se
dovete morire pensateci bene prima perché di offerte ce ne sono in giro.
Ma San Remo è sempre San Remo ?
San Remo si avvicina con il suo circo di scimmie ammaestrate, i suoi
pagliacci, le bionde in esubero di ciccia e senza Morgan l'ex Bluevertigo
cacciato come un cane perché lui si cura la depressione con la cocaina.
Non sia mai detto che un tipo così entri nel tempio dei puri, già abbiamo
avuto la Bertè che vagabondava sul palco dell'Ariston ubriaca come una
spugna, in passato Vasco Rossi che aveva bisogno degli stuzzica denti per
tenere gli occhi aperti. Morgan sarebbe stato troppo! Mancherà la Carla
Bruni per colpa della canzone di Cristicchi che parla anche di Sarkozy.
Un premio lo darei proprio a lui per aver contribuito a levarci dalle
balle la "Non italiana" segaligna premier dame. In compenso dovremo
sorbirci la Belene Rodriguez compagna di Fabrizio Corona, un uomo di una
cultura parolacciara che non vi dico. La Belene si esibirà in un
duetto…non con Corona, ci mancherebbe altro, ma con Toto Cotugno che
canterà aeroplani. Ci sconvolgerà la sudamericana che come tante altre
non sa fare niente? Per la serie " Facciamoci del male" avremo anche
Emanuele Filiberto, l'ultimo dei Savoia a rompere le balle dopo averlo
subito come ballerino addestrato dalla Titova in "Ballando sotto le
stelle" ce lo ritroviamo cantante con Pupo. Una coppia bene assortita…Sua
Altezza con Sua Bassezza! Vi ricordate lo slogan "Perché San Remo è
sempre San Remo" ? la più grossa cazzata nella storia dell' Italia delle
canzonette! San Remo come festival è sparito da anni, adesso è l'atto
conclusivo di uno show che inizia con polemiche molto tempo prima e la
maggior parte delle polemiche sono costruite per dare risalto ad una
manifestazione che artisticamente vale zero. Come sempre le canzoni
vincitrici hanno la vita di una farfalla e sono frutto di accordi tra
discografici. L'anno passato addirittura una combine tra RAI e Mediaset,
guardate chi ha vinto! Uno svociato proveniente dalla fabbrica del nulla
della De Filippi quel Marco Carta di cui nessuno ricorda la canzone. Chi
sicuramente ha già vinto è proprio il depresso Morgan. Si è fatto
pubblicità (sporca) con la cocaina, si è fatto cacciare, salvo
ripensamenti, sapendo che non valendo niente ( non che gli altri siano
migliori) non avrebbe vinto nemmeno un lecca lecca e adesso tutti
aspettano il suo brano che venderà più degli altri. Insomma un vero
progetto studiato a tavolino. La Clerici, bionda, simpatica e prosperosa
sembra che andrà in clinica per buttare giù qualche chilo. Povia si
presenterà con un pezzo "La verità" (Eluana) e qui il battage
pubblicitario è nato senza spendere un soldo perché Berlusconi e il padre
della poveretta, Beppino Englaro, hanno dato vita…è il colmo…ad una
diatriba. Vai così! Chi per un motivo e chi per un altro ognuno balla
sulla cassa del morto. San Remo è sempre San Remo? Oggi "Papaveri e
papere" non avrebbe senso. Oggi il papavero è da oppio e le papere oltre
a quelle vocali sono le oche come Belene Rodriguez. Ci sarà anche
Marcellone Lippi con la Coppa del Mondo vinta a Berlino, speriamo che la
Nazionale non giochi come cantano a San Remo.
Protezione civile e….penale
Bertolaso è sotto il tiro della Magistratura, come tutti ne uscirà con le
ossa rotte, innocente o colpevole che sia. Il capo della Protezione
civile adesso deve proteggere se stesso non nel civile ma nel penale! Un
salto di qualità non indifferente. La politica è divisa ( e come ti
sbagli!?) ma quello che preoccupa sono le affermazioni di alcuni suoi
estimatori. Tra questi Matteoli, il ministro a cui fa capo Bertolaso. A "
Porta a Porta" si è domandato, quasi ironizzando, dove lo trovava il
tempo per farsi corrompere, perché, ha proseguito, per la corruzione ci
vuole tempo a disposizione! Allora la domanda me la pongo io: caro
Ministro, come fa a saperlo? Poi ha proseguito il monocorde ministro che
Bertolaso in poche ore era all'Aquila, in men che non si dica era in
Liguria, in un lampo era a Messina dopo la gigantesca frana e ad Haiti
subito dopo il terremoto e là, in meno di quarantotto ore, si è beccato
un cazziatone dalla Clinton e una reprimenda dal governo italiano che si
è dissociato dalle dichiarazioni dello stesso Bertolaso. Non scordiamoci
Viareggio e ancor prima Napoli dove ha ripulito la città dai rifiuti
anche se si è dimenticato la Jervolino e Bassolino. Dove siano finiti i
rifiuti bisogna chiederlo agli abitanti delle zone limitrofe. Come
poteva, un uomo così impegnato, che non aveva orari, farsi corrompere?
Caro Ministro, le catastrofi mica ce le abbiamo tutti i giorni! Il
Padreterno ci concede qualche mese di tregua tra una sciagura e l'altra.
Altra comica è quella del Premier che uscendo da un antiquario di
Bruxelles ( forse cercava un restauratore dopo la selciata di Tartaglia o
qualcuno che lavorasse il bronzo antico) ha dichiarato che i magistrati
si devono vergognare per le accuse a Bertolaso e che il capo della
Protezione civile era ricorso a una fisioterapista per via di un mal di
schiena, oltretutto una signora di mezza età che a sua volta era finita
in ospedale per un problema alla schiena! Poveraccio, non gliene è andata
bene una quest'anno e questo nuovo terremoto, qualora risultasse
colpevole, sarà devastante anche se non supererà il terzo grado, Richter?
No, di giudizio!
Giro d'orizzonte
Tartaglia spera nel trasferimento in una comunità di recupero. Credo che
sarà difficile trovargli posto, ci sono già quelli di sinistra, Bersani
in testa, che hanno problemi di identità.
A proposito di Bersani. Quando ha letto il nome del candidato alle
regionali del Lazio ha esclamato "Dio! Bonino" al che un suo
collaboratore toscano ha risposto "Oh! Bersani ma che bestemmi pure ora?
"
Assurdo candidare Brunetta a sindaco di Venezia. Ma ve lo figurate
Renatino quando deve andare in giro con il fenomeno dell'acqua alta?
Probabilmente uscirà con una muta da sub…tanto lui è già normalmente sub.
Usando un termine ipocrita molto in voga da alcuni anni possiamo dire che
lui è "diversamente alto". Credo che un disabile trovi più offensivo quel
"diversamente" piuttosto che essere chiamato disabile. Diversamente
abile!? Posso fare qualcosa di "diverso" se sono paralizzato? Forse sì,
mandare a quel paese chi si è inventato quel "diversamente abile".
Maroni ha detto che è ora di finirla con il lavoro nero! Mi associo! Però
non ho capito cosa intenda.
Lavoro nero come mano d'opera africana o lavoro "in" nero in quanto a
paga? Adesso la raccolta delle arance la fanno i rumeni e dove andranno a
dormire visto che hanno demolito tutto? Alcuni non hanno problemi, si
auto invitano dentro la casa di qualche abitante del posto, lo malmenano,
abusano della moglie, si portano via qualche soldo e poi se la
squagliano. Ma che fine hanno fatto gli stagionali indigeni? Magari con
qualche accorgimento sindacale e una paga adeguata si potrebbero usare,
come un tempo, le donne e i giovani disoccupati. Ma no! Si toglie il
lavoro ai nuovi schiavi e il malaffare alle associazioni a delinquere di
stampo mafioso. Però si potrebbe tentare con quelli del PD, tanto non
combinano un accidente in parlamento e allora diano una mano per la
raccolta della frutta, loro sono esperti visto che da tempo sono "alla
frutta".
Giro di orizzonte
Due vescovi, uno di Pistoia e l'altro di Grosseto hanno detto che la
comunione non deve essere data agli omosessuali. Nel frattempo in
Germania, in una delle più prestigiose scuole cattoliche i pretonzoli
abusavano in tutti i modi degli studenti. La cosa sembra andasse avanti
da decenni. La domanda nasce spontanea…ai preti di quella scuola diamo la
comunione o un bel pacco di preservativi?
Netanyahu ha detto che Berlusconi è il miglior amico di Israele. Stanno
combinati male allora. Pensate ai peggiori amici chi possono essere.
Alì Agca ha detto che è Cristo, il figlio di Dio, il Premier si è
infuriato ed ha dichiarato
- I soliti gossip della stampa di sinistra. Io non ho figli oltre a
quelli nati dai miei matrimoni! -
A proposito di famiglia il Premier, che quando dice "Io" lo intende come
abbreviazione di Dio si è messo le mani nei capelli rigorosamente
posticci quando Veronica Lario gli ha chiesto tramite avvocati una
rendita di ben tre milioni e mezzo di euro al mese per la separazione
mentre il "taccagno" la vorrebbe mantenere con soli trecentomila euro al
mese! Ma via signor Presidente del Consiglio! Ma lei vuole costringere la
signora Veronica a chiedere la carta blu. Ma come può pensare che una
signora come Veronica possa sopravvivere con soli trecentomila miserabili
euro? Tremilioni almeno sarebbero già un congruo mantenimento per la
poveretta. Ma la bolletta della luce, quella del gas, del telefono,
l'abbonamento alla RAI, Premium, Sky, carta oro, assicurazione auto,
tassa di circolazione, camerieri, cuoco, giardiniere. Non calcola le
aragoste, il caviale, lo champagne che scorre a fiumi? Con cosa le paga
queste cose che garantiscono il minimo della dignità? Mi creda, io ho
dovuto rinunciare a tutto questo da quando muoio di fame con meno di
mille euro al mese. Faccio una vita di merda e mia moglie non può
permettersi un Costantino qualunque che la faccia divertire e si
accontenta del marito pensionato. Abbia un po' di cuore!
Il mio l'ho già impegnato e il fegato non lo vuole nemmeno il gatto
perché è corroso dal sapere che ci sono persone come lei e sua moglie
(ex) che discutete su cifre che hanno minimo sei numeri.
A San Remo non ci sarà Carla Bruni e sai quanto ce ne frega a noi
italiani che il manico di scopa francese non ci scasserà le balle con la
chitarra. Non le piace la canzone di Cristitti che parla di lei e del
nano francese. In compenso ci sarà Emanuele Filiberto che canterà con
Pupo. Per la serie…ma non erano stati fanculizzati nel 46…ce li troviamo
sempre in mezzo. Non ci sarà nemmeno Morgan, non il pirata o Freeman (
che avrebbe fatto la sua bella figura nel contesto del vecchio che
avanza), parliamo di Morgan ex cantante dei "Tiro mancino" perché è stato
cacciato dal festival in quanto ha dichiarato che lui soffre di
depressione e si cura con la cocaina a differenza di qualcuno che si cura
con una revolverata alla tempia quando la depressione è vera e
incontenibile. Ma forse pochi se ne sono accorti che lui non aveva
nessuna intenzione di andare a San Remo dove sarebbe caduto nel
dimenticatoio con la sua canzone. Adesso con il battage mediatico e le
polemiche festivaliere il signorino venderà il suo CD da quattro
centesimi prima degli altri concorrenti o presunti tali e farà qualche
euro. Tanto si sa che San Remo è il festival dove già si sa chi vincerà.
Morgan li ha fregati perché per ora ha vinto lui in quanto a vendite.
Memoria e smemoratezza
Qualcuno ricorda le foibe, termine usato per ricordare il massacro di
migliaia di italiani tra donne, bambini, uomini, vecchi. Cinque lettere
per indicare uno dei tanti orrori che la guerra crea ad ogni latitudine
indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso, politico.
Le foibe sono dei crepacci di natura carsica con profondità anche di
centinaia di metri, così stretti da essere in molti casi inaccessibili o
parzialmente inaccessibili. Quelli in oggetto riguardano la penisola
istriana. Il massacro fu opera delle truppe jugoslave di Tito e delle
bande partigiane jugoslave. Le foibe servirono sia come fosse comuni
naturali per le esecuzioni sommarie avvenute in vari punti della penisola
che come luoghi delle esecuzioni stesse. Gente legata tra loro, bastava
colpirne uno per far precipitare anche gli altri, un gesto di sadismo
degno dei peggiori nazisti. La particolarità che distingue questo orrore
dagli altri, qualora si voglia fare una classificazione dei vari orrori,
è che a perire furono anche partigiani italiani che contribuirono alla
liberazione. Fascisti e partigiani accomunati da un unico e tragico
destino. Perirono anche persone innocenti che nulla ebbero a spartire sia
con i fascisti che con i partigiani. Furono massacrati solo perché
potevano essere dei potenziali oppositori ancor prima di essere italiani.
Perirono quelle persone che erano in vista nei paesi magari perché erano
il farmacista, il medico condotto, l'impiegato, delle poste, l'avvocato e
via dicendo fino alla vedova di guerra, al figlio più piccolo di un
soldato italiano.
Si volle annullare la potenzialità della memoria e quella culturale
nell'ottica barbara e sanguinaria di un regime comunista che non voleva
gente pensante. Le foibe furono su vasta scala anche l'opportunità per
vendette personali e per appropriazioni indebite di terreni e beni
edilizi distruggendo i catasti ed eliminando i proprietari. Bastava solo
una accusa senza prove, bastava essere solo italiani. Molti tra i più
anziani ricordano i tanti profughi istriani e dalmati che vennero in
Italia. Ricordano le vicende di Trieste che solo molto tempo dopo tornò
ad essere italiana.
Ma un giorno della memoria per quell'olocausto nostrano non è stato
proclamato. Giusto così! A che serve un giorno della memoria nel momento
in cui il mondo è tempestato di olocausti ? Nel momento in cui non
abbiamo memoria dei tanti olocausti passati dal dopo guerra in poi? A che
serve un giorno della memoria quando l'Europa fece finta di non vedere
"le pulizie etniche" nell'ex Jugoslavia, intervenendo solo nel Kosovo per
motivi di convenienza anni dopo? Qualcuno ha inventato un giorno della
memoria per quanto avvenuto in Cile e Argentina? Vogliamo ricordare la
Cina con la sua "Rivoluzione culturale" e una marea di imbecilli anche in
Europa con il famoso libro rosso e le fregnacce di Mao tse Tung. Era una
moda di contestazione ma nessuno si domandò dove finivano milioni di
cinesi "dissidenti". Memoria corta o menefreghismo di comodo? A che serve
un giorno della memoria quando ci scordiamo che nel Darfur c'è un
genocidio in atto? Che strano aver sentito le giuste parole di Napolitano
e in quel momento morivano donne, bambini, uomini giovani e vecchi in
quella regione che ancora molti non sanno dove si trovi e molti la
collegano ad una nota caramella. Non parliamo poi della Russia che nel
bene e nel male ha conosciuto l'orrore dei "Gulag" dopo aver perso dodici
milioni di persone tra civili e militari ad opera dei tedeschi. Forse è
una cifra propagandistica o forse no. Ma i russi non hanno mai
quantificato il numero dei deportati dopo la fine della guerra perché
ebrei o dissidenti. Quanti giorni della memoria dovremmo avere nell'arco
di un anno? Qualcuno ricorda lo sterminio con i gas dei curdi nel nord
dell'Iraq ai confini con la Turchia. C'è memoria della Cambogia dei Kmer
rossi di Pol Pot dove la popolazione alla fine della dittatura risultò
quasi dimezzata? È servito il giorno della memoria, a rallentare il
risorgere del neonazismo che da pochi anni è in forte aumento? Mi chiedo
chi glielo abbia spiegato a quelle teste "circoncise" che vanno in giro
per la Germania e il resto d'Europa cosa è stato il nazismo.
La comunità ebraica ha il triste primato del primo genocidio documentato
con immagini che ogni anno ci vengono riproposte a testimonianza di ciò
che avvenne. Le immagini arrivano prima delle parole sempre uguali alle
quali si può credere o meno a seconda di quanto siamo sensibili o
interessati. Le immagini non lasciano spazio a interpretazioni di comodo.
Ma sei milioni di innocenti uccisi danno il diritto di sentirsi l'unica
vittima dell'orrore ? Semmai si dovrebbero accomunare tutti gli orrori e
le sofferenze delle tante popolazioni che stanno subendo lo stesso
orrore. Ricordare è giusto ma sarebbe più giusto combattere perché questi
orrori non avvengano più e se di giorno della memoria si deve parlare, se
ne parli per tutto il mondo, in un punto del mondo, raggruppando i
rappresentanti di ogni nazione dove esista l'orrore o dove sia esistito.
Una conferenza planetaria con filmati del presente e del passato dei
tanti, troppi genocidi; da mandare a reti unificate per tutto il pianeta
per ventiquattro ore di seguito.
Non servirebbe a niente, lo so; ma è sempre meglio dell'ipocrisia dei
"moniti" lanciati da stanze dorate, comode e riscaldate mentre dietro
l'angolo un fiume di sangue scorre insieme alle carestie, alle malattie.
La morte degli innocenti non fa rumore nelle coscienze altrimenti gli
stermini sarebbero cessati da un pezzo.
Sequestri o passaggi di proprietà ?
Ma che bella notizia! La mafia è in miseria. Speriamo di non dover fare
una colletta per mandare qualche genere di prima necessità a Riina, a
Provenzano, ai Graviano e a tutti quei mafiosi che poltriscono nelle
patrie galere. Mattia Messina Denaro è costretto a ripiegare su pensioni
a conduzione famigliare ( non famiglia mafiosa ma famiglia vera) di
secondo ordine perché non ha più un euro. Qualcuno dice che stia
progettando di costituirsi perché non potrebbe permettersi di pagare
nemmeno l'affitto di un monolocale seminterrato si trenta metri quadrati
da condividere con dieci extracomunitari clandestini. La mafia è azzerata
e chiederà la cassa integrazione per la manovalanza. Stesso discorso per
la camorra, ma si sa, i napoletani sono fatalisti per natura e poi hanno
la creatività per tirare avanti. Saviano, che cazzo farai adesso che ti
hanno smantellato il giocattolo? Magari puoi andare in Calabria dalla
ndrangheta e magari scrivere un altro libro sul come lavorano. Diceva
Andreotti che conosce gli uomini e il mondo che a pensare male si fa
peccato ma spesso ci si azzecca. Non sono Andreotti ma un cattivo
pensiero lo faccio…
Tutti questi sequestri per centinaia di milioni sono sequestri o passaggi
di proprietà ? Oppure si tratta di finanziare successivamente le grandi
opere pubbliche nel meridione con un ritorno economico e finanziario per
coloro che hanno "messo a disposizione" i beni sequestrati ufficialmente?
Ma voi comprereste all'asta un villone appartenuto alla mafia? Nel caso
di un sì o siete un mafioso o volete vivere i vostri ultimi giorni alla
grande. Sai che goduria svegliarsi al mattino con il boato di una bomba
al cancello o con la macchina bruciata sotto casa. Ma questo solo perché
possiate fare una donazione a favore di un povero mafioso disoccupato.
Via i bamboccioni da casa
Brunetta, il mini-stro tascabile, ha dato vita a una serie di servizi
giornalistici e sondaggi vari a proposito dei figli che non ci pensano
proprio ad andarsene da casa. Lui farebbe una legge come quella del
vecchio obbligo di leva: a diciotto anni via dalle balle! Molti genitori
gli farebbero un monumento ma tanti altri gli farebbero ben altro.
Torquato Cecioni ci ha provato a buttare fuori di casa il figlio
trentottenne.
- Devi fare la tua strada, figlio mio. Io e mamma non siamo eterni -
disse con tono solenne-
- Papà, io me ne andrei pure volentieri, ma con settecento euro al mese e
un lavoro a tempo determinato di strada ne faccio poca e corro il rischio
di schiattare prima di te!- gli ha risposto il figlio mentre si
sbrodolava il latte sulla canotta. Torquato si grattò quanto gli restava
nella patta ma fu intransigente, il figlio doveva sloggiare. Il figlio
sloggiò accompagnato alla porta dalla signora Cecioni in lacrime, anche
Torquato piangeva da solo nel salotto ma solo perché la moglie gli aveva
tirato una melanzana nell'occhio destro. Piansero anche gli inquilini,
tra cui alcuni abusivi, ma di gioia perché finalmente lo stereo a palla
avrebbe smesso di disturbare il sonno notturno. Furono quelli che
seguirono giorni sereni in casa Cecioni e nel condominio. Il figlio ex
bamboccione telefonava alla madre ogni sera e la madre si rasserenava.
Brunetta con il suo teorema aveva vinto.
Ma si sa, su questa terra nulla è eterno. Una mattina il campanello suonò
come un allarme aereo per quanto fu lunga la suonata. Torquato
rabbrividì, conosceva quel suono, istintivamente guardò il calendario e
si rese conto che erano passati solo tre mesi dalla partenza del figlio.
Aprì la porta e si trovò un uomo con la barba incolta, pallido e
smagrito. Non disse nulla a causa del malore che lo colse ma dal quale si
riprese subito. Era tornato, purtroppo era tornato. Il figliol prodigo
raccontò i motivi di quel nefasto ritorno.
-Ho trovato un monolocale in un seminterrato all'estrema periferia a solo
trecentocinquanta euro al mese. Ho pagato l'assicurazione della macchina,
la tassa di circolazione, l'abbonamento alla Rai. Poi ho pagato le
bollette della luce e del gas. Ogni settimana facevo tre ricariche per il
cellulare. Mettevo dieci euro di benzina ogni due giorni perché da casa
al lavoro dovevo fare venticinque chilometri e altrettanti al ritorno.
Mica era come da qui che ci sono solo otto chilometri. Per mangiare non
avevo problemi, spendevo circa dieci euro al giorno più i detersivi Una
volta mi si è rotta la macchina ed ho speso centocinquanta euro per
ripararla con pezzi di seconda mano.- Torquato ascoltò in silenzio quel
rendiconto e dopo un calcolo approssimativo tirò le somme. Più o meno il
figlio aveva speso mille e duecento euro. Come aveva fatto? La risposta
gliela diede proprio il figlio - Meno male che mamma mi ha dato una mano
se no erano cazzi amari"- un nuovo malore colse il povero, in ogni senso,
padre. Quando rinvenne vide il volto della moglie ma sentì anche i
ceffoni di lei che lo rianimavano. La signora confessò di aver aiutato il
figlio di volta in volta facendogli la spesa e dandogli dei soldi. In
tutto circa duemila euro per quei tre mesi di doloroso distacco. Torquato
si rassegnò piangendo in silenzio. Era immerso nel suo dolore quando
sentì nuovamente il suono del campanello. Era il postino con tre
raccomandate, due multe da pagare che risalivano a quando il figlio era
ancora bamboccione e che non essendo state pagate per tempo adesso
sfioravano i trecento euro. Manco a dirlo la macchina era intestata al
padre perché con un lavoro precario non ti danno nemmeno il buongiorno se
non hai un garante. Una delle raccomandate riguardava proprio la
finanziaria che reclamava tre rate non pagate dal figlio in quei tre mesi
per un ammontare di settecento euro. Insomma, un botto finanziario degno
di Tanzi e Cragnotti. Ma ci furono altre due notizie che sconvolsero
Torquato.
- Papà mi hanno licenziato perché a causa della crisi devono ridurre il
personale!- e l'altra gliela disse sorridendo e mentre abbracciava la
mamma
- Mi sono fidanzato!-
- Lavora? - domandò Torquato pensando ad un probabile matrimonio in
fretta e furia-
- No. L'hanno licenziata insieme a me e allora ho pensato di farla venire
qui a casa perché non può più pagare l'affitto! - Torquato impallidì, poi
si accasciò sulla sedia e venne portato in ospedale presso l'unità
coronarica.
Il "Manifestato"
Mitico! Il Cavaliere regalerà la sua faccia insanguinata dopo
l'aggressione di Tartaglia portandola su un manifesto sei per tre, una
gigantografia divisa in due sezioni, da esporre nelle città italiane e di
lato lo slogan "L'amore vince sull'odio" sull'altra metà del manifesto ci
sarà il volto tipo mummia semisfasciata e altro slogan "Basta con le
fabbriche dell'odio". Goebbels si rigirerà nella tomba per la rabbia di
non averla avuta lui una idea così geniale dal punto di vista
propagandistico. Però una cosa del genere si presta a varie
interpretazioni da parte dei meno attenti e potrebbe gettare un fascio di
luce poco gradevole sull'immagine del nostro amato Premier. Uno vede la
faccia appena colpita e sanguinante e legge lo slogan "L'amore vince
sull'odio", a vederla così si direbbe il contrario a meno che lui non
rappresenti l'odio e Tartaglia ( che non appare) rappresenti l'amore.
L'immagine e lo slogan potrebbe essere interpretata dai meno attenti anche
come il risultato di un incontro tra il Premier e la ex consorte Veronica
Lario che recentemente ha chiesto una cifra astronomica al nostro Premier.
Passando all'altra metà del manifesto c'è il rischio che qualche
sindacalista, esclusa la Polverini che sta a catena come un cane docile e
innocuo con la sua UGL, potrebbe arrabbiarsi e dichiarare lo sciopero
generale visto che di fabbriche chiuse già ne abbiamo parecchie. L'idea
del PDL come partito dell'amore non è male in fondo, però neanche
originale se vogliamo; Cicciolina ci provò ma si accorse che quello che
voleva fare lei già lo facevano i deputati per conto loro. Al massimo lei
poteva partecipare alla grande ammucchiata. Se fossi Bersani farei un
contro manifesto con la faccia di Tartaglia dopo la cattura e di lato la
frase " Ti sei preso Palazzo Chigi a Roma? Adesso prenditi pure il Duomo
di Milano!" Povero Tartaglia, con un gesto del genere che ha portato una
sana ventata di "riflessione e apertura al dialogo" il Cavaliere non gli
riconosce neanche un euro per i diritti d'autore. Non si preoccupi! L'anno
prossimo gli daranno il Premio Nobel per la pace, lo danno a tutti ormai.
Influenzati dall' influenza e dalle solite… "suinate"
Non so quanti se ne sono accorti, io sono tra quelli che se ne sono
accorti e adesso più che influenzato sono nauseato. Si è portata avanti
una campagna di disinformazione strategicamente programmata per mettere la
popolazione in soggezione psicologica con eccessivi allarmismi e
sarcastiche smentite sul tema dell' influenza suina. Ci mancava solo il
mitomane terrorista che ha ipotizzato un matrimonio virale tra la suina e
l'aviaria ma per fortuna è stato zittito anche se personalmente lo avrei
arrestato per terrorismo.
Nessuno però si è ricordato di dire che l'influenza suina esiste dal 1976
e che un politico americano, collaboratore dell'allora Presidente Ford e
poi di Bush jr. era azionista di una casa farmaceutica che produceva anche
vaccini. Ci fu una campagna terroristica per immettere panico tra la
gente. Il gioco si è ripetuto nel 2009 e le case farmaceutiche ci stanno
sguazzando con la partecipazione remunerata di quei politici che hanno
voce in capitolo in ambito di salute pubblica. A me non importa parlare
dei giochi economici sulle dosi acquistate e il costo non rivelato dal
governo. A me importa dire che si sta perpetrando l'ennesima porcata ai
danni della gente che lentamente sta precipitando nel panico
ingiustificato. Qualunque influenza stagionale ha prodotto in Italia
migliaia di morti ogni anno e nessuno si è mai preoccupato più di tanto
rientrando, queste cifre, nella "normalità" di una epidemia.
Qual è il gioco terroristico? Quello di dare un nome e un cognome ad ogni
morto per influenza.
Alla fine avremo un elenco di alcune migliaia di morti per influenza. La
maggior parte delle morti fin qui avvenute riguarda persone già affette da
pregresse patologie e quelli che non lo erano sono morti per complicanze
che comunque sarebbero insorte nel caso di altre patologie di varia
natura.
Aggiungiamo a tutto questo il dilemma sull'efficacia o meno dei vaccini.
Ognuno dice la sua e la gente si domanda chi abbia ragione. Una cosa è
certa: il vaccino che vogliono somministrare non ha certezze sugli effetti
indesiderati o sugli effetti collaterali ma ha la certezza di non essere
completamente efficace per tutti i vaccinati.
Se vogliamo fare dietrologia abbiamo campo fertile perché qualcuno ci
dovrebbe spiegare come mai non è dato a sapere il costo ( denaro pubblico
) di queste 21.000.000 di dosi. Un mio amico farmacista mi disse quando
ancora c'era la lira " Quando lo Stato spende devi sempre aggiungere tre
zeri e toglierli quando incassa!" Gli domandai perché e lui… " Qualcuno
deve pur mangiarci sopra!"
Giro d' orizzonte
Il Parlamento vuole che Berlusconi chiarisca alla camera se ci è andato o
meno con Noemi o con altre gentili signore di bocca… buona . Ora
figuratevi che scena pietosa si presenterebbe agli occhi degli italiani se
ammettesse la cosa. Quelli della destra e della sinistra con le mani sulla
patta dei pantaloni a confermare che gli "estremi si toccano" e fuori dal
parlamento si fanno toccare. Silvio che descrive luoghi, circostanze e poi
parte dai preliminari. Una voce della sinistra che spazientita e vogliosa
grida - I fatti, signor Presidente! Vogliamo i fatti!- e tutti a mormorare
il loro dissenso verso il collega che toglierebbe il patos mentre la
camera cala nella penombra e sui banchi compaiono abatjuour e telefoni
intercomunicanti. Poi la descrizione delle varie posizioni assunte
compatibilmente con l'artrosi che a settantadue anni suonati c'è e come!
Infine la descrizione dell'orgasmo raggiunto e giù un applauso da stadio e
fischi all'americana con tanto di accendini accesi che oscillano da parte
del PDL. Un trionfo dei sensi in tutti i sensi mentre Bersani i sensi li
perde nuovamente dopo che li aveva persi alla guida di un partito senza
senso. Vespa subito a scrivere un altro libro dal titolo " il Kamasutra
secondo Silvio" e Marrazzo a scrivere il " Ka… m'hanno incastrato".
Obama non ha di questi problemi ( con una moglie come Michelle gli
sganassoni se li prende a due a due fino a quando non diventano dispari)
però si è incavolato molto perché non sapeva di avere Rambo a Fort Hood
nelle vesti di un medico di origine giordana e pure musulmano ( ma dove se
li vanno a capare?) che ha fatto una carneficina con ben tredici morti e
trentuno feriti di cui alcuni gravi. È proprio vero che la realtà molte
volte supera la fantasia come nel caso delle Twin Towers ma è altrettanto
vero che se gli americani dopo la seconda guerra mondiale non hanno più
vinto un conflitto un motivo c'è e ce l'hanno in casa.
L'OCSE ha detto che l'Italia è in ripresa e Berlusconi ha affermato che
siamo il sesto paese più ricco della terra. Mi sa tanto che abito in una
altro mondo oppure l'OCSE mi deve dire dove si ubriaca la sera. Ve la
ricordate la statistica del pollo per ogni abitante? Chi ne mangia dieci e
dieci abitanti che non vedono neanche le penne del pollo. Il Cavaliere
dice che gli italiani sono ottimisti.
Questa certezza conferma la mia certezza di non essere italiano, al
massimo un immigrato in attesa di cittadinanza. Il mio ottimismo poi
crolla quando penso ai due progetti di questo governo: Banca del
Mezzogiorno ( forse perché a quell'ora si mangia?) e Ponte sullo Stretto
di Messina ( se non frana prima!). Io sarò pure non italiano e magari pure
sospettoso ma credo che in fila, davanti alla Banca del Mezzogiorno,
vedremo società "onorate", capi cosca, N'drangheda, Camorra con i casalesi
in testa, assessori di vari comuni. Un bel modo per pagare e far stare
buono un certo elettorato. Poco tempo fa guardando una tv privata ho letto
un cartello che diceva "Benvenuti a Casal del Principe e sotto qualche
buontempone ha aggiunto…basta che nun scassate la mazza". Un chiaro invito
a farsi gli affari propri!
Per tornare ai polli, tra tanta confusione e disinformazione strategica
ecco uno che ci rassicura e dice che presto l'aviaria si unirà con la
suina e allora ci sarà da ridere. Io l'unico modo che conosco di mettere
insieme un maiale e una pollastrella è dentro un letto scegliete voi la…
"camera".
Giro d'orizzonte
Leggo su un sito di "pescatori" che è stato organizzato un comitato per
proporre il Cavaliere smacchiato quale Premio Nobel per la pace 2010!!
Qualcuno domanderà che c'entrano i pescatori. Amici miei, in quel sito lì,
le canne se le fanno a ruota libera e deve essere pure "roba bona" se
intravedono nel ceronato leader il nuovo Gandhi. Ma proprio lui che la
pace non ce l'ha nemmeno in famiglia e che è in guerra con mezza Italia
che non la pensa proprio come lui. È in guerra con la stampa, è in guerra
con tribunali sparsi qua e là. Presto sarà in guerra anche con Fini il
trasformista, il Fregoli di Palazzo Chigi, il Michael Jackson della
politica italiana. Se poi vogliamo rispolverare un vecchio slogan
pacifista che recitava "Non fate la guerra, fate l'amore" allora ci posso
pure stare visto che, stando a quanto dicono, "Lui" non conosce nemmeno la
"pace dei sensi".
Notizia interessante per quanti hanno dei dubbi sul mettere su o meno
famiglia. Questi dubbi non ce li ha Mbele Milton, ricco uomo d'affari
Zulu! Lui si sposerà a breve con quattro donne contemporaneamente! Noi
occidentali, specialmente italiani, quando dobbiamo sposarci con "una"
abbiamo dei problemi, figuriamoci con quattro. Ve lo figurate un Torquato
Cecioni qualsiasi, che già fatica a tenere a distanza le nodose mani della
signora Cecioni durante una banale lite, a litigare con quattro mogli
insieme. Lui, Torquato Cecioni, recordman dell'eiaculazione precoce in
9secondi netti (meglio di Bolt), impegnato a sedare i bollenti ardori
soprattutto della quarta! O glielo mette sul comodino e le dice - Vedi un
po' che puoi fare, io ripasso dopo!- oppure chiede un favore a un amico
che gli dia una mano. Comincio a pensare che molti "migranti" ( Maroni li
chiama clandestini) siano fasulli. Quelli scappano dalle troppe mogli
scassa palle rimaste a casa.
- Caro- domandano in coro- dove vai?- vedendolo uscire con una sacca alle
due di notte.
- Vado a prendere le sigarette al bar di Peppino!- a parte il fatto che
non ha mai fumato, ma Peppino il bar tabacchi ce l'ha a Napoli Portici e
lui sta in mezzo all'Africa nera. Pertanto propongo che oltre ai
perseguitati politici si dia ospitalità anche ai poligami in fuga,
barbaramente perseguitati da mogli stile Michelle Obama, armadio quattro
stagioni della Casa Bianca. Obama, ora capisco, era bianco. A farlo
diventare così ci ha pensato Michelle. Il KKK è in crisi e non sa ancora a
chi dare fuoco.
Intanto dalle foto anche il Berlusca sembra che abbia fatto il galante a
Pittsburgh per il G venti. L'abbronzato gli ha consigliato di tenersi alla
larga perché Michelle ha un montante destro micidiale. Berlusca per ora è
abituato solo a quelli provenienti da sinistra. Il prossimo match sarà con
San -Toro "Scatenato".
Per cortesia, fate attenzione alle imitazioni. Dicono che un uomo sempre
sorridente, alto chioma lunga e barba si aggiri in qualche parte del mondo
e faccia seguaci. Non è Cristo che è tornato! È Bin Laden che senza
apparire manda messaggi di pace…eterna. Se fosse Cristo apparirebbe su
Matrix o da Bruno Vespa. Il Papa, tanto per rimanere in tema di Fede ( non
Emilio quello è il cagnolone lecca tutto di Silvio), ha detto che c'è
bisogno di governanti credenti e credibili. Ha ragione, Santità! Anche
nella Chiesa in quanto a credibilità, suppongo.
A proposito di stupri rispondo ad una amica.
Luca Bianchini è in galera e proclama la sua innocenza. Le prove sono
contro di lui ma la "legge",memore della cantonata presa con il Romeno
della Caffarella,ha deciso di sottoporlo ad un altro test del DNA. È
giusto,non lo nego,anche se c'è una possibilità su non so bene quanti
milioni (o miliardi?) che due persone abbiano lo stesso DNA. Se avrà
ragione Bianchini che afferma che quello non è il suo DNA,ci troveremo di
fronte ad un uomo morto! Lo avranno ucciso le istituzioni e i media e noi
popolo forcaiolo per natura e perché insicuri della giustizia che
abbiamo. Ma se Bianchini verrà riconosciuto autore degli stupri? Che
giustizia avremo di fronte? Quella che lascerà a piede libero altri
stupratori,altri delinquenti che se la cavano con tre anni dopo aver
ammazzato persone perché ubriachi o drogati,a bordo di un auto rubata. Ci
troveremo di fronte a psichiatri come il Professor Giusti che sentenziò a
proposito di Bianchini all'epoca del tentativo di stupro ai danni di una
coinquilina che "in quel momento non era in grado di intendere e di
volere perché era in preda ad un raptus ma che non avrebbe più
reiterato"? Ci troveremo davanti a giudici che dicono che l'alcool e la
droga sono delle attenuanti e non delle aggravanti? Ecco io mi sento
violentato da questa giustizia più colpevole dei bastardi
ubriachi,drogati e pregiudicati che girano indisturbati per le strade. Io
mi metto al fianco di tutte quelle donne violentate fisicamente e
moralmente. Io ugualmente violentato da questa "Giustizia" che al posto
del nastro adesivo per legarmi i polsi e tapparmi la bocca usa la
criminale insensibilità di molti giudici ai quali chiederei se
accorderebbero la stessa pena nel caso venisse stuprata una loro figlia o
propria moglie! Abbiamo visto un politico della maggioranza andare in
carcere (non per reato) a rendere visita a Bianchini e parlare di lui
come di una persona che,almeno apparentemente,sembra tutto meno che uno
stupratore. Ma sa dirmi qualcuno se un politico è andato a sincerarsi
delle condizioni morali delle donne stuprate? Ecco perché,amica mia,mi
metto dalla parte delle donne stuprate. Anch'io,ogni giorno che accendo
la tv o leggo un giornale,vengo violentato dalla volgarità di questa
"Giustizia" che è matrigna a chi soffre o ha sofferto.
Se ne è andato….Finalmente
Finalmente il beduino è ripartito con tutta la tribù. A Roma sono iniziati
i lavori di disinfestazione nei punti dove il "vigile urbano tripolino" è
passato. Purtroppo sono rimasti nella capitale tutti i giullari,i nani e
gli equilibristi che lo hanno accolto appecoronati e accondiscendenti.
Tanto accondiscendenti da essere più ridicoli del beduino cafone,arrogante
e pagliaccio. Se all'improvviso si fosse messo a saltellare su una sola
gamba,anche Berlusconi e tutta la cricca si sarebbero messi a fare la
stessa cosa per assecondarlo temendo chissà quale reazione da parte del
benzinaio Libico.
Insomma, dall'unità di Italia ad oggi,abbiamo assistito alla più
vergognosa rappresentazione politica viscida e deferente da parte dei
nostri governanti. Come italiani,di qualunque schieramento
politico,dovremmo vergognarci di chi ci rappresenta. È stata comica e al
tempo stesso patetica la scena della Marcegaglia mano nella mano del "bombolaro"
ed ex bombarolo Nord Africano. Cosa non si fa per strappare una
commessa,un accordo commerciale! E meno male che si sono fermati lì!
Nessuno,a proposito di donne, ha notato se c'era Alessandra Mussolini?
Credo sia stata legata e rinchiusa in qualche stanza di Palazzo Chigi per
evitare che la fumantina nipote della "buon'anima" si avventasse come una
tigre sul tappetaro nato a Sirte. Non ho notato neanche la Santacchè nota
per il suo vocabolario ristretto ma molto esplicativo dove la parola più
gentile è "vaffan…" Sicuramente di vaffa oltre a quelli di tutta Roma li
ha presi anche dai nani,dai giullari e dagli equilibristi della nostra
politica al momento del decollo da Ciampino. A proposito di Ciampino,il
Rais si è lamentato fortemente per dei problemi con il bagaglio ed ha
definito l'aeroporto un aeroporto di merda! Qualcuno avrebbe dovuto
rispondergli
- Ha ragione! Ma è per farlo sentire nel suo elemento naturale. Un gesto
di ospitalità!-
L'attenta lettrice Maria Attanasio,che ringrazio,ha fatto notare che la
tenda potevano fargliela mettere in Abruzzo,in una tendopoli. Maria mia!
Ma quelli stanno già incasinati per conto loro,gli andavi a "piazzà" pure
quel terrorista? Già ci hanno avuto tra le balle Berlusconi,metterci pure
il cammelliere sarebbe stato troppo. Piuttosto gliela avrei fatta piantare
al Casilino 900,il più grande campo nomadi d'Europa ora in via di
chiusura. Forse anche lì non lo avrebbero gradito.
Comunque ormai se ne è andato,resterà un po' di puzza nauseabonda ma
passerà anche quella.
Quella che non passerà facilmente è la rabbia di Fini, il Fregoli della
politica. Immagino che dopo la buca che il randagio del deserto gli ha
rifilato,in lui si sia riaccesa quella "fiamma" nostalgica di appartenenza
ad un passato incancellabile. Avrà aperto il suo personale armadio e avrà
visto le foto di Giorgio Almirante e della "buon'anima" che se lo sono
guardato impietositi.
A proposito di fotografie,abbiamo assistito ad una vera mostra
fotografica. Il nomade extracomunitario ha mostrato quella del gattone del
deserto, quelli dell'Italia dei Valori gli hanno fatto vedere quella della
strage di Lockerbie. Berlusconi, solito megalomane, gli ha mostrato
l'album delle foto scattate di nascosto a Villa Certosa e quelle del
compleanno di Noemi.
Giro d'orizzonte
Sinceramente sono rimasto deluso dal leader Libico Gheddafi,credevo
sarebbe arrivato col tappeto volante e invece scende da un vecchio
Boeing, calato in una divisa che non riesci a capire se è da vigile
urbano in grande uniforme oppure quella di un portiere d'albergo o ancora
quella di un addetto di circo equestre che si trovano all'ingresso.del
tendone e che dicono "Venghino siori e siore al più grande spettacolo del
mondo!" . E' sceso dall'aereo con appiccicata una vecchia foto del "Leone
del deserto" a suo tempo impiccato dagli italiani e tutti credevano che
fosse una foto dei suoi parenti.
Dietro a lui tentava di scendere, ma più che altro stava precipitando, il
figlio ancora vivente del fu "Leone del deserto" un vecchio ormai
rincoglionito quanto il leader solo che Gheddafi sta peggio. Per un
attimo ho pensato che quel vecchio fosse un clandestino rimediato su
qualche spiaggia libica in attesa di "imbarconarsi" e lui, il
Leader,generoso, gli avesse offerto un passaggio. Speriamo solo che se lo
riporti indietro perché nei centri di accoglienza non c'è più posto dopo
tutti quelli che ci ha mandato. A guardarlo bene in faccia non sembra il
massimo della salute,assomiglia a Michael Jakson ma ha anche una bella
somiglianza con uno dei fratelli Marx, Harpo,quello con tanti capelli
ricci e scuri. Comunque sempre uomini di spettacolo ( forse per questo và
d'accordo con il nostro Silvio) e quello che il "Beduino" ha dato non è
dei migliori con quel proporsi in modo pagliaccesco. Ma che ti sta sulle
palle? Domanderà qualcuno. No! Io sono per l'accoglienza anche dei
clandestini come lui basta che non scappi dai centri di prima accoglienza
e vada in giro senza permesso.
È venuto in Italia perché gli abbiamo chiesto scusa. A Gheddà! Scusa de
che!? Stai ancora a zappare le balle con gli Italiani colonizzatori dopo
sessantacinque anni dalla fine della guerra e la colonizzazione è durata
trentanove anni (1912-1951). Ma perché non chiede i danni pere alla
Turchia che c'è stata molto più di noi prima? Lasciamo perdere la
storia,è meglio per tutti.
Berlusconi ha detto che da oggi voltiamo pagina e che i rapporti con la
Libia sono ottimi. Silvio, non è che hai assaggiato le "amazzoni" del
pagliaccione del deserto!? Perché non ti porti pure lui a Villa Certosa
con tutti i quattrocento "tappetari" della delegazione?
Gheddafi è dunque a Roma. È il turista per antonomasia,gira con la tenda
( da circo?) appresso e speriamo non ci dorma dentro! Caso mai i bisogni
dove li fa? Non è che con tanta merda nella quale già siamo ci tocca
accollarsi anche la sua dopo che l'Italia s'è accollata il risarcimento
per i danni di guerra?
Le sue guardie del corpo sono delle splendide ragazze addestrate anche
nella lotta corpo a corpo.
Se qualcuno mi dice dove pianta la tenda nel grandissimo parco di Villa
Pamphili,fingo di essere un attentatore e ingaggio un " personalissimo
corpo a corpo" ma giuro che una volta sdraiato mi arrendo,basta che mi
stanno addosso! Più che guardie del corpo,io direi..guarda che corpi!!!
Speriamo che il Cavaliere non lo imiti altrimenti tra sellerone con
chiappe al vento in Sardegna, Carfagne varie oltre alle Brambille di
turno e Noemi in ordine sparso il Cavaliere darà vita alla "Reality
Politik". E' già pronto un contratto con il brduino per dare il via al "
Grande cammello"; ". Lo stangato pettegolone Franceschini leader dll'opposizione
dovrebbe contrapporre Rosy Bindi,Jervolino e Livia Turco in topless come
guardie del corpo personali. Credo che nessuno oserebbe avvicinarsi al
Ferrarese temendo un corpo a corpo con loro! Il colonnello,che da noi al
massimo poteva fare il caporale ( anche Hitler e Mussolini erano due
caporali. E che caporali!) è andato al Quirinale e Napolitano gli ha
subito detto "posa l'argenteria che non rientra nei risarcimenti! " Lui
ha risposto "Lo so ma vorrei qualche souvenir da portare a Tripoli" e
Napolitano ha chiuso dicendo " Portace a soreta se la tieni!" dopo questo
breve ma significativo scambio di vedute hanno posato per le foto
ufficiali e da domani leggeremo sui giornali " Napolitano interviene alla
festa dei Vigili Urbani della capitale Libica". venerdì 12 ci sarà il
pezzo forte. Gheddafi incontrerà all'Auditorium mille donne! Tutte
appartenenti alla politica italiana,all'imprenditoria e alle istituzioni.
Manco a dirlo sarà la Carfagna a fare gli onori di casa! Silvio deve
averne decantato le virtù al Leader del deserto…L'incontro è vietato agli
uomini!!! Qualcuno ha detto che c'era bisogno di un traduttore e la
Carfagna ha subito stoppato "Non ti preoccupare che conosco bene la
lingua…" C'è da preoccuparsi? Se alla fine dell'incontro le donne
intervenute dovessero dichiarare " La più piena soddisfazione per questo
incontro" penso proprio di sì! Ora però mi chiedo: e se lo avesse fatto
il Cavaliere? Sai le chiacchere di Franceschini e le proteste della
Turco,della Jervolino e della Bindi che non si riterranno "soddisfatte"
dall'incontro. Per la Bindi poco male,si rifarà al Gay Pride. Purtroppo
dobbiamo abbozzare perché il beduino ci dà il gas anche se con i tempi
che viviamo noi siamo alla canna del gas da un bel pezzo. Allah è grande,
Pietro era il grande…per Gheddafi si potrebbe dire: Muammar il "Glande"!
Credetemi "glande" come lui ce ne sono pochi in giro vestiti da vigili
urbani,portieri d'albergo o da circensi. Mina canterebbe "Sei
glande,glande,glande…" Torna a casa Gheddafi che di buffoni di corte ne
abbiamo da esportare. Oh! prodotti dalla fabbrica di Palazzo Chigi, mica
in Cina.
Se Gesù tornasse...
Pasqua è passata insieme al Lunedì dell'Angelo o Pasquetta come è
soprannominato dagli amanti delle gite " fuori porta". Il Cristo è risorto
dopo tre giorni,gli stessi che ci impiega un "Pasquettaro" per tornare a
casa se si trova Sulla Salerno- Reggio Calabria o sul Grande Raccordo
Anulare di Roma . Lui è tornato a sedere alla destra del padre dopo aver
lasciato messaggi di pace e moniti alle genti. Non è più tornato e non c'è
da dargli torto dopo il trattamento ricevuto quasi duemila anni fa. Ha la
memoria lunga e fa bene. Però se tornasse sulla terra penso che qualche
problemino ce l'avrebbe anche lui che tutto può. Se oggi dicesse a
Pietro...
-Su questa pietra fonderai la mia chiesa!- Pietro anche se è un pescatore
e non un palazzinaro, un pizzico di cervello ce l'ha e si guarda intorno
perplesso.
-Signore ma perché non dai un occhiata al piano regolatore? Se faccio una
cosa del genere finisco in vincoli prima del tempo per abusivismo e dovrei
dire in giro che l'ideatore sei tu. Perché devo tradirti una quarta
volta?-
Pensate al miracolo della trasformazione dell'acqua in vino. Ti arrivano i
NAS e lo arrestano per frode alimentare. Ma qualcuno ancora oggi
usufruisce dei benefici del miracolo alle nozze di Cana visto che molti
vini sono sofisticati. Uno degli ultimi "miracoli" è quello di fare
l'aranciata senza nemmeno l'ombra di un' arancia! La Guardia di Finanza
vorrebbe sapere,nel caso della moltiplicazione dei pani e dei pesci,da
dove provengono i "pesci moltiplicati",se è pesce fresco o surgelato e
proveniente dall'Estremo Oriente
- Io faccio i miracoli, non l'importatore !-risponderebbe oggi. Come la
metterebbe con l'IVA? Non va dimenticata la eventuale protesta dei
panificatori che vedrebbero il prezzo del pane dimezzarsi e ogni lingotto
( lingotto perché costa quasi quanto l'oro) si svaluterebbe. Non parliamo
delle guarigioni, arresto per esercizio abusivo della professione medica
anche se molti medici di oggi dovrebbero essere crocefissi perché fanno
più morti di un sabato notte in discoteca. Immaginate Cristo che incontra
un paralitico qualunque su una sedia a rotelle, lo guarda e gli pone una
mano sulla spalla.
-Alzati e cammina!- quello se lo guarda preoccupato,poi gli sussurra
all'orecchio.
-Signore,fatti gli affari tuoi che io già cammino da un pezzo ma fingere
di essere invalido totale è l'unico modo che ho di prendere la pensione di
invalidità civile e l'assegno di accompagno!-
Insomma, in una società di imbroglioni come la nostra dove i miracoli sono
la specializzazione della povera gente, sarebbe difficile anche per lui
fare dei veri miracoli. Se Cristo scendesse di nuovo su questa terra
correremmo il rischio di un aggravamento della crisi economica. Pensate a
quanti soldi andrebbero in fumo con il crollo del mercato del "caro
estinto". Non c'è attività più florida di quella delle onoranze funebri.
Nessuno può dire "rinuncio a morire perché un funerale costa troppo!" Ma
se Cristo viene e comincia a resuscitare i morti ti saluto lauti guadagni!
Senza pensare a quante pensioni e stipendi lo Stato dovrebbe ripristinare.
Tremonti telefona tutti i giorni per sapere come stanno Andreotti,Rita
Levi Montalcini e qualche altro e riattacca sempre sconsolato.
Ce lo vogliamo mettere pure il fatto che a qualcuno potrebbe non stare
bene il miracolo di una guarigione?
Magari incontra marito e moglie e questa è sorda e muta,le sputa in un
occhio e in un orecchio e la poveretta comincia a parlare e sente pure il
marito che parla con l'amica al cellulare.
- Ma ho fatto i salti mortali per renderla muta e sorda e tu me la fai
tornare peggio di prima! Ma perché non vai a sputare in bocca a qualche
mafioso che non parla o sputi in bocca a Vanna Marchi e alla figlia che
non la finiscono più di parlare della loro innocenza? Vai in qualche
televisione a dare i numeri del lotto!- direbbe quel marito non proprio
entusiasta del miracolo.
Cristo,che oggi si chiamerebbe "Cristian" per stare al passo con i tempi,
era un frequentatore di osterie,che oggi si chiamerebbero "Pub" o
"Birrerie",e ci andava con gli Apostoli, che oggi sarebbe la "comitiva".
Mangiavano e bevevano ma chi pagava il conto non è riportato nei vangeli.
Oggi se non paghi il conto è riportato in qualche verbale di denuncia.
"Cristian" e la comitiva escono da una birreria dove al posto del vino (
dopo le nozze di Cana non si fidavano molto del vino) avevano trincato una
ventina di birre e girano per le vie di Roma. In prossimità del Tevere
"Lui" decide di camminare sulle acque fregandosene dei divieti ma
Giuda,uno che parla troppo,chiama col cellulare la polizia ( perché,uno
come Giuda non può avere un cellulare? In fondo l'ha pagato solo "trenta"
euro...)
- Correte c'è uno che s'è impasticcato e vuole camminare sull'acqua! Dice
pure di essere il figlio di Dio!- Cristian viene fermato e portato dopo la
prova del palloncino al commissariato.
- Adesso vedremo se sei il figlio di Dio o uno dei tanti immigrati
clandestini scappati dai centri di prima accoglienza!- gli dice il
funzionario ridendo. Poco dopo la porta si apre e un fascio di luce
accecante inonda la stanza. Dalla luce,accompagnata da una musica
celestiale e un coro di voci bianche ecco apparire Berlusconi. Cristian si
inginocchia e poi solleva il capo ma a questo punto rimane come sconvolto.
- Padre! Ma come cavolo ti sei travestito? Sembri una statua in miniatura
del Museo delle cere!-
Silvio nella sua infinita bontà perdona la frase irriverente ma per essere
certo che quello è suo figlio gli pone due possibilità.
- O mi costruisci il ponte sullo stretto in cinque anni,oppure fai vincere
lo scudetto al Milan l'anno prossimo!- dice solennemente
-Provo con il ponte anche se non garantisco niente prima di aver parlato
con i capi mafia. Per lo scudetto rinuncio perché resuscitare trenta
cadaveri come quelli che ti ritrovi è impossibile.-
Nel frattempo Giuda tenta di suicidarsi in preda all'ennesima pasticca di
extasis ma non trova un albero adatto perché a Roma quelli esistenti sono
tutti malati e i rami non reggono il suo peso.
Per la "soffiata" invece di altri trenta euro ne incassa solo ventiquattro
perché gli hanno trattenuto il venti per cento di tasse.
Io credo che dopo tre giorni a Roma tornerebbe dal Padre (non quello
ceronato) dopo un ultima cena con la "comitiva" e dopo non aver pagato il
conto.
Una volta al cospetto del Padreterno che gli chiederebbe un rendiconto,lui
direbbe...
- Pà a quelli non serve il miracolo! Il miracolo serve a noi per non
averli in mezzo alle scatole. Ce ne è uno poi che me lo sono ritrovato
ovunque tramite un miracolo chiamato "Mediaset" il suo primo apostolo si
chiama Emilio,uomo di grande fede. Un altro si chiama Bruno ma quello và
con chiunque. Poi c'è un certo Gianfranco...uno un po' strano,credo che
non sia proprio raccomandabile.
- Lo so figlio mio! Quello di Arcore è venuto ed è il nuovo presidente, io
ho accettato la carica di presidente onorario. A proposito di guai,guarda
che la GERIT ha mandato un pacco di multe da pagare!-
- E chi gli ha dato l'indirizzo se non avevo documenti?-
- Giuda! Te l'ho detto una infinità di volte che di quel chiacchierone non
ti devi fidare e tu ancora ci caschi a portartelo in giro! Ben ti sta!-
Telefonata urgente!
Mettetela come volete,dite quel che vi pare,ma il Cavaliere è e rimarrà
unico nella nostra storia.
Ha ragione da vendere nell'incazzarsi lo "Smacchiato"! e che miseria!!
Tutti a dargli addosso per quel suo repentino allontanarsi dalla Merkel e
andare a parlare al telefonino con il leader Turco che sicuramente gli
avrà detto cose turche ( potrebbe essere diversamente?).
io,francamente,pensavo che dirigendosi verso il fiume avrebbe colto
l'occasione per adempiere anche a un "piccolo bisogno"allora lo avrei
criticato anche io ed avrei pensato che la telefonata era fasulla,un
pretesto perché le prostatiti sono insidiose,che vi credete!? Ma non ho
visto zampilli da putto di fontana e devo pertanto credere alla sua
versione. Lo ha detto anche in modo chiaro che la Merkel era al corrente
( della telefonata o della prostatite? Boh!). Dai,su! Quante volte anche
noi umani abbiamo detto " Scusami devo fare una telefonata urgente!" e ci
siamo allontanati per intimi motivi. Và! Ci voglio mettere che doveva
liberare l'intestino da una "scureggetta" che l'avrebbe messo in
difficoltà,ma nel caso specifico si trattava proprio di una
telefonata,poi se era il leader turco o magari la Carfagna è un altro
discorso. Questa stampa sta diventando sempre più aggressiva nei
confronti del nostro uomo del destino,colui che a differenza del Cristo
che moltiplicò i pani e i pesci,ha moltiplicato il deficit pubblico e
aumentato del venti per cento le volumetrie delle case e anche delle
balle degli italiani in modo che non ci scoppino prima del tempo.
Però la stampa,malgrado i miracoli,continua a bersagliarlo spietatamente.
Le corna fotografate,lo scherzo alla Merkel, l'abbronzato a Obama,il
labiale con Sarkozy, il richiamo della Regina Elisabetta perché aveva
chiamato ad alta voce Obama. Adesso la telefonata! Ma basta,per favore!
Non se ne può più. Questo povero disgraziato non può più fare un
passo,fare il giocarellone con gli altri potenti della terra che subito
gli sparano articoli a tradimento. Caro Cavaliere... ma cavaliere non era
anche...sì,quello della legislatura più lunga d'Italia...quello che dopo
che Dumas scrisse "Vent'anni dopo" qualcuno scrisse "Vent'anni e basta"?
Vabbè! Andiamo avanti ( anche sto Avanti mi ricorda qualcosa...mah!?).
Caro Cavaliere è ora che metta un freno a queste penne sovversive e
diffamatrici. Qualcuno prima di lei lo fece ed è durato una vita,magari
dopo l'ha persa durante una gita sul lago di Como e le case ce le ha
fatte demolire,ma che importa? Almeno ha governato senza rompimenti! Al
Cavaliere bisogna fare i complimenti anche per l'abbigliamento. Tutti in
grigio e camicia chiara con cravatta,una monotonia cromatica avvilente!
Lui per spezzare quel grigiore si è messo sotto la giacca grigia un bella
maglia nera! Grigio e nero! Formidabile intuizione e avvertimento a tutti
gli Italiani.
Preservativi..in volo!
Il preservativo non preserva dal pericolo dell'AIDS! La migliore
soluzione è la castità! Lo ha detto il Papa,in volo durante il viaggio
alla volta dell'Africa. Queste affermazioni mi portano a delle
riflessioni profonde se paragonate all'altitudine dalle quali sono
sbocciate le parole del Pontefice.
La prima,più che una riflessione,è una domanda... ma la fusoliera
dell'aereo è pressurizzata? Non è che per caso Monsignor Lefebvre glielo
ha fatto sabotare? Sai! Viene a mancare l'aria,uno comincia farneticare,a
dire cose che magari manco pensa ma le dice perché al cervello non arriva
più ossigeno! Oh! C'è poco da storcere il muso...può capitare! Perché
certe cose le dici solo se hai il cervello con la guarnizione bruciata
come un motore al quale fai mancare l'acqua. Poi vengo a sapere che
l'aereo era a posto ma a posto comunque non era chi,in questo caso
Benedetto XVI,le ha pronunciate. La seconda riflessione è per la scienza
che si è fatta un mazzo tanto dagli anni ottanta ad oggi per cercare
delle soluzioni che perlomeno rallentassero la malattia (qualcosa di
importante è stato fatto) ma alla fine ci dice...
-Mettetevi il cappuccio per la notte se non volete finire con la
polmonite il giorno dopo o con la sifilide se vi dice bene. Per le
piattole avvolgetevi nel domopac!- Ricordo ancora quando l'AIDS non c'era
( non era ancora stato scoperto) ,giovani, inesperti, vergognosi ,
andavamo in farmacia per acquistare una confezione di profilattici.
Quegli ultimi trenta metri che ti separavano dalla farmacia percorsi a
pensare come chiederli quei paracadute per non mettere su famiglia in
forma coatta. Scene ridicole. Avvicinarsi all'orecchio del farmacista
davanti ad altri clienti che erano lì per lo stesso motivo e tutti a
parlare nell'orecchio del farmacista,anche l'ultimo! Oppure scrivere la
richiesta su un pezzo di carta sgualcita, sottoporla come una ricetta e
accorgersi che tutti ridacchiavano. Addirittura aspettare fuori che la
farmacia si svuotasse ed entrare come un rapinatore,avvicinarsi al banco
e bisbigliare la richiesta,manco chiedessi l'incasso a mano armata. Ci
mancava solo il fazzoletto davanti al volto come i film western. Ma
l'angoscia ti prendeva quando inaspettatamente il farmacista chiedeva
- Da tre o formato famiglia?- che cazzo gli rispondevi che ormai era nel
pallone?
-Dottore mio! Ma io devo "vedermi"con una ragazza, mica con tutta la
famiglia di lei!- balbettavi ormai fuso. E quello,il farmacista,sadico
giù con un'altra domanda.
- Olla o Settebello?- voleva sapere di che marca lo volevi! Ma che gliene
poteva fregare a "lui" della marca?
- Aspetti che glielo chiedo!Ma me lo dia settebello.primiera,Napoli a
coppe, basta che me lo dà e la finiamo qui!- .
Mica era il massimo della sicurezza quel preservativo. Macchè! Dovevi
saperlo "indossare" e dovevi farlo da solo perché lei si presumeva che
non lo avesse mai fatto, quando poi era stata proprio lei a dirti "
facciamolo con il profilattico che non voglio guai!" ma siccome eri scemo
non ci avevi pensato che lei,quella lei,ne aveva fatti mettere chissà
quanti e proprio "quella lei" gli aveva indicato la farmacia meno
frequentata. Qualcuno che aveva usato la marca "Olla" dopo un rapporto
capì il perché del nome..." Olla-llà! Si è rotto! E moh!?"immagini
funeste di parenti che ti baciavano,che si congratulavano,pancioni
enormi,pannolini,biberon,nottate in bianco si accavallavano nella mente
sconvolta del poveraccio di turno.
Erano delicati,così delicati che ogni tanto ti fermavi per vedere se ce
lo avevi ancora o si era "inabissato". Certo erano meglio di quelli
precedenti che dopo l'amore,per quanto erano spessi,puzzavano di gomma
bruciata!
Poi i tempi sono cambiati e anche i profilattici si sono adeguati alle
mode. Sono comparsi quelli "al sapore di menta",quelli "alla fragola"! Ci
mancano soli quelli al tartufo,al cioccolato e panna,al pistacchio e ai
frutti di bosco,poi sei a posto. Oggi si vendono nei supermercati ma non
in gelateria.
Il massimo è quello a doppia azione! Ritardante per lui e stimolante per
lei. Solo che se ti bagli a metterlo e lo rivolti diventa ritardante per
lei e stimolante per te! Così la figuraccia è assicurata,tu che già
soffri di eiaculazione precoce! Tua moglie,implacabile,ti ha ribattezzato
il "Mennea del coito" 10 secondi netti!
Ma nonostante tutto il profilattico resta ancora l'unico baluardo da
opporre al dramma dell'AIDS. Santità non me ne voglia, ma la castità va
bene per chi convive da più di trent'anni con la propria moglie e mi
creda,non è proprio un sacrificio ma quasi un dovere. La stessa cosa vale
anche per la moglie che dopo trent'anni,venti dei quali passati tra una "mosceria"
e l'altra, si è rassegnata e consegnata alla castità e forse è per questo
che il matrimonio è santificato.
L'astinenza è una buona cura disintossicante ma,come tutte le cure,va
praticata per brevi periodi altrimenti c'è il rischio dell'assuefazione.
Se permette,ogni tanto,ho voglia di una sana malattia.
Fino a che morte non vi separi !!!
Perché moglie e marito sono sempre in guerra come Israele e Bin Laden?
Come Berlusconi e l'opposizione di ex comunisti anche se molti dicono che
non vi sono mai stati iscritti? E' come se Fini dicesse che lui l'MSI
manco sapeva che esisteva e che Almirante era una leggenda Metropolitana.
Va bene,mettiamo da parte la politica e torniamo a quel tragico errore
che trasforma Adamo ed Eva in due nemici una volta sposati. Perché? La
spoletta di questa bomba si innesca circa due ore dopo il fatidico sì
pronunciato davanti al prete che vi sorride angelicamente. Quello non
sorride,quello sghignazza! Da uomo esperto di matrimoni,sa già che fine
farete. Già c'è un anticipazione dell'errore che farete. Qual' è!?
Cominciate a recitare,male,ma recitate. Pensateci bene. Quando il prete
vi mette in mano quel pezzo di carta con su scritto quello che dovete
dire e promettere all'altra metà dell'orrore cominciate già a mentire.
Non manterrete nemmeno una delle promesse scritte. Dopo questo preambolo
che è costato già una cifra a quattro zeri tra bomboniere,abiti,pranzo di
nozze (dove l'unico contento è il padrone del ristorante che vi ha
rifilato un menù orrendo e quantità tipo lager nazista),viaggio di nozze
e servizio cine-fotografico ( dovete pure immortalare la cazzata che
avete fatto,non vi basta averla vissuta!). Con tutti quei soldi ci
avreste fatto il giro del mondo alloggiando nei migliori alberghi.
Comunque da quel momento in poi comincia il cambiamento di entrambi.
Sì,perché non è solo uno a iniziare ,ma entrambi. Del resto sarebbe stato
inutile e impossibile continuare a mentire come abilmente avete fatto da
fidanzati che rimane nella vita,soprattutto dell'uomo, il periodo detto
del " Buco nero". L'uomo si ritrova proiettato improvvisamente in una
realtà parallela ma diversa. È stordito,confuso e farnetica frasi
sconnesse. Vede immagini che gli altri,gli amici,non vedono. Almeno come
lui le vede! La lei che gli ha rapito il cuore,ma più che rapito glielo
ha espiantato perchè vaga senza una goccia di sangue come un
vampirizzato,un " non morto"; quella lei che lui vede bella e che gli
amici dicono come la vedono la prima volta
-Ma che mò collezioni pure i cessi rotti?- lui la vede bellissima! È un
cesso ma è il più bel cesso del creato. Se ci pisciano dentro in parecchi
è un cesso di facili costumi. Brutta sì,ma pure mignotta è troppo! No,
lui è fortunato perché è talmente racchia che sarà soltanto sua,per
sempre. Quando tornerà dal buco nero,sarà troppo tardi. Due ore dopo il
sì, cala la maschera.
Mentre prima si presentava a lei tutto tirato e presentabile ora non può
più farlo. Ecco allora l'uomo che lei non conosceva. Quello che da
solo,davanti alla tv,si mette il dito nel naso e stacca la caccola che si
rimira e lancia dopo averla messa tra l'indice e il pollice e cerca il
record del lancio. Quello che lo stesso dito indice subito dopo se lo
passa tra le dita sudate dei piedi per alleviare il prurito e si
stura,sempre con lo stesso indice,un chilo di cerume che pare olio
condensato. Quello stesso dito che se venisse eroticamente leccato
dall'ignara lei diverrebbe "l'indice di svenimento". Ecco l'uomo che va
per casa con la canotta unta o macchiata da uno "scapolistico" paninazzo
intriso di tomato o grondante Nutella che oltre a macchiare la canotta ti
trasforma la bocca come quella di uno che è caduto faccia avanti su una
cagata bovina. Quelle abitudini da scapolo riaffiorano ed entrano nella
vita di coppia. La macchina sempre pulita da fidanzato
comatoso,diventa,da sposati, il ricettacolo delle infezioni,il bazar
delle cose dimenticate da lui e da lei e quando ci sarà un figlio sarà la
palestra d'ardimento del pupo. Lei invece è sempre come il fresco
mattino! Nel senso che è stropicciata dalla mattina quando esce dalla
camera ardente dove giace con lui fino a quando,a sera, ci si stende
nuovamente. Lei con le calzette color carne sotto al ginocchio,le cosce
secche e pelose perché ritiene inutile depilarsi,cosa che prima faceva
due volte a settimana. Adesso lo fa col macete quando ha tempo.
Inevitabilmente nascono i contrasti,è lo scontro tra due realtà o,se
volete, tra due bugiardi. Arrivano i rimbrotti e i rinfacci.
- Tu non eri così prima!- dice lei
- Tu invece sei sempre uguale ma prima non me ne rendevo conto!- ribatte
lui.
Non parliamo poi delle frasi classiche! Quella più gettonata,la minaccia
di lei di tornare da mamma!
- Torno da mia madre! Sono stufa!- lui si illumina,ci spera, quasi ci
crede...è pronto pure a portarle la valigia. La porterebbe sulle spalle
pur di levarsela di torno. Ma resta solo un'illusione! Lei quasi si
pente,si addolcisce...
- Ti voglio ancora bene! Per questa volta resto con te!- lui comincia a
piangere come un bambino e lei crede che sia il pentimento del marito! È
la sua disperazione,lui da mamma non ci può tornare. La madre ha cambiato
la serratura e ha messo in vendita casa per prenderne una più piccola in
modo che non ci sia spazio per quel figlio debosciato che è riuscita a
mollare. Ha cambiato perfino il numero del telefono e non si è fatta
mettere sull'elenco.
I due arrivano a quel periodo di incomunicabilità più o meno lungo. Non
litigano più (con buona pace dei condomini) si scambiano messaggi con gli
occhi,tipo...
-Dove stà la mia camicia celeste?- e lei con gli occhi indica il posto.
- Bisogna andare a fare la spesa!- e lui alza gli occhi al cielo.
- Vado con gli amici a vedere la partita!- lei lo fissa dritto negli
occhi con cattiveria e poi,sempre con gli occhi gli indica il calendario
dove c'è scritto che quel maledetto giorno coincide con il compleanno
della suocera e bisogna andare a pranzo da lei. Lui abbassa gli
occhi...rassegnazione.
Ormai lui perde quasi tutte le battaglie, della sua squadra del cuore ha
un vago ricordo. L'ultimo centravanti della sua " Inter" è Rumenigge! Ha
perso la cognizione del tempo calcistico. Non sa che Prisco,l'avvocato,è
morto; non sa che Moratti non è Angelo ma il figlio Massimo. Non sa che
l'Inter ci ha messo dieci anni per vedere uno scudetto tolto al Milan e
regalatole dalla Federazione!
Non sa nemmeno che Moratti ha preso Murino per vincere la Coppa dei
Campioni e non la vincerà nemmeno quest'anno!
Lui ormai è un uomo fuori dal tempo. Non sa nemmeno che la moglie ha una
combriccola di amiche con le quali scambia idee e strategie per rendergli
la vita un inferno. Non ha più amici perché anche loro sono vittime di
oscure cospirazioni e le mogli sono quelle amiche di sua moglie.
Intendiamoci,non è cattiveria da parte delle mogli. È che loro vorrebbero
dei mariti belli e addomesticati o per dirla meglio "addomesticizzati"
che sappiano usare l'aspirapolvere,la lavatrice,il ferro da stiro, la
lavastoviglie e rifare i letti. A questo punto di esasperazione ecco
delinearsi per lui il divorzio,la figura dell'avvocato! Io me lo figuro
come uno mezzo pelato,con occhialetti,vestito di grigio,palliduccio e una
bocca sottile e piccola. Ci sono varie branche nell'avvocatura,noi
conosciamo solo il "civilista" e il "penalista" ma da alcuni anni c'è
anche il "matrimonialista". Un testa di cavolo che campa sulla sventura
di un lui o di una lei. Uno che si cucca qualche migliaio di euro per una
causa che andrà avanti anni se l'altra parte non cede. Questo avvocato di
solito ha già divorziato tre volte da tre mogli diverse,un esperto direte
voi.
- Quanto mi costa ottenere il divorzio,avvocato?- è una delle prime
domande del poveretto.
- Se tutto va liscio...diciamo sui quattromila euro! Ma deve andare tutto
bene!- sibila il serpente.
- Alla faccia del c... e se ci sono intoppi?- balbetta il poveraccio.
- Allora si sale! Sa come vanno queste
cose...iscrizioni,bolli,notifiche,rinvii,lettere,consulenze. Diciamo che
si potrebbe arrivare anche ai dieci o dodicimila pippi!-
- Ma non le sembra un po' esagerata sta cifra!?- l'avvocato gli si
avvicina a un palmo dalla faccia
- E io con cosa li pago gli alimenti a quelle tre zoccole dalle quali ho
divorziato?-
A quel punto lui,il poveretto,torna a casa, si toglie la giacca,mette la
parannanza e si legge tutti i libretti di istruzione dei vari
elettrodomestici.
Otto Marzo...
Pensavo con molta presunzione che dopo l'otto Marzo le donne tornassero al
loro posto. Manco per niente! Il giorno dopo la signora Cecioni, un cubo
di novantacique chili vestita (spogliata non si può guardare) entrò nella
camera da letto e dopo aver tirato su la serranda sparò una bordata di
esortazioni e improperi al povero consorte Torquato,sessanta anni
disoccupato,trentacinque dei quali passati vicino a quel pitbull.
Più di una volta,Torquato,aveva chiesto la grazia ai vari Presidenti della
Repubblica e qualcuno gli aveva risposto privatamente che se fosse stato
possibile lui per primo,il Presidente,avrebbe chiesto la grazia. - La
giustizia va riformata!- si era lamentato - non è giusto che gente come
Riina se ne stà in grazia di Dio,bello spaparanzato in galera,senza
moglie,con la possibilità di poter uscire grazie a qualche avvocato e a
qualche errore giudiziario mentre io devo finire i miei giorni con lei!-
Non lo salvò nemmeno Mastella con l'indulto. Per usufruirne avrebbe dovuto
violentare sua moglie,ucciderla,occultare il cadavere e avere uno scontro
a fuoco con la polizia. Diversamente era da considerarsi un cretino
qualsiasi. Lo stesso Ministro disgrazia e ingiustizia gli aveva
consigliato di rivolgersi al Tribunale dell'Aja per i crimini contro
l'umanità oppure mettersi su un barcone e approdare in Libia chiedendo
asilo politico al Colonnello.
- Ma che ti sei sposato a fare!?- gli domandai un giorno mentre lavava i
piatti e con il bucato ancora da stendere. Si tolse i guanti di gomma
gialli e si soffiò il nasone rosso e foruncoloso.
- Ognuno fa una cazzata almeno una volta nella vita. Quella che ho fatto
io è la più cazzata delle cazzate. Ho dato retta a mammà! Eppure mio padre
me lo aveva detto di pensarci non una ma mille volte! Però- disse con un
sorriso malinconico- era bella,sai! Mi veniva incontro tutti i giorni
ridendo,mi buttava le braccia al collo e mi diceva che ero tutta la sua
vita. Mi diceva che non avrebbe mai potuto fare a meno di me... che
finalmente aveva trovato l'uomo giusto!- poi tornò serio- E ti credo! Dove
lo trovava uno più stupido di me dopo che gli altri si erano dati alla
fuga? A lei non serviva un marito ma un factotum da schiavizzare!-
trentacinque anni tra alti e bassi. Alti rimproveri e bassi
riconoscimenti. Torquato i suoi torti ce li aveva e andavano di pari passo
con quelli del Pitbull...della moglie. Cominciò ad ingrassare quando anche
lei cominciò a ingrassare. Arrivarono al punto che per avere il loro
annuale rapporto sessuale della durata di tre minuti da casello a casello
dovettero ricorrere alla posizione detta "della poltrona" con relativa
fuoriuscita di ernia inguinale di Torquato.Rapporto che doveva avvenire a
luce accesa per non perdere tempo nella ricerca reciproca della
"strumentazione". Insomma,una cosa pietosa. Quello che mandava in bestia
Torquato era vedere sua moglie in camicione da notte a fiori capelli
grondanti di tintura sulla fronte e la faccia cosparsa di yogurt e gli
occhi e il resto del volto tappezzati di fettine di
cetrioli,zucchine,bucce di patate. La prima volta si spaventò pensando che
la consorte fosse finita dentro il secchio delle immondizie o in un
cassonetto. -Scemo! È un trattamento per la cura delle pelli delicate.
Tutti prodotti naturali. L'ultimo grido dei trattamenti di bellezza!-
Torquato pensò che l'ultimo grido sarebbe stato il suo se se la fosse
ritrovata davanti all'improvviso.
- In quanto a bellezza credo che neanche il Museo dell'orrore ti
prenderebbe. Per una ritoccata potresti rivolgerti al carrozziere di
fronte. Rimette a posto certi rottami orrendi e costa pure poco!-
Fu l'ultimo suggerimento di Torquato prima di risvegliarsi al pronto
soccorso dopo un manrovescio del Pitbull. Ci furono anche momenti di
tregua e in uno di questi la signora Cecioni provò a spiegare al marito
che la donna ormai aveva raggiunto la parità di diritti e di opportunità
con l'uomo. Ora la donna poteva essere palpeggiata e ribellarsi,poteva
mettere la minigonna ed essere violentata ma libera di denunciare il fatto
senza vergognarsi( non si vergognano gli uomini che stuprano,non vedo
perché debba vergognarsi la donna nel denunciare); poteva partecipare a
tutti i concorsi per quei posti fino a poco tempo fa ad esclusivo
vantaggio degli uomini anche se poi non vinci uno manco coi punti dei
supermercati. Potevi lavorare le stesse ore degli uomini anche se l'uomo
per lo stesso lavoro prende più della donna come paga. Alla fine nulla è
cambiato e la carriera,a meno che non sei un genio come Rita Levi
Montalcini,la fanno quelle più disinibite al grido " Dio me l'ha
data,sotto a chi tocca" le altre,quelle inibite, la carriera la fanno fino
a un certo punto o fino davanti a certe camere oltre le quali c'è il
successo. In quanto a libertà,dunque,le donne ne hanno quanta ne
vogliono,quella di essere donne serie o povere scaldaletti in carriera.
Non era certamente il caso della signora Cecioni.Ma lei era convinta dei
suoi mezzi,dei suoi diritti.
- Pertanto come uomo devi darmi una man quando vado a lavorare lavando i
piatti,stendendo il bucato,rifacendo il letto,passando
l'aspirapolvere,pulendo i mobili.Per il pranzo non ti preoccupare perché
ci penso io! Quattro salti in padella Findus,bastoncini di pesce e
insalatina già condita!-
- Ma come mai sta "parità" prevede solo i doveri miei e i diritti tuoi?-
domandò Torquato.
- Per secoli voi uomini avete comandato sulla donna. Ora basta!- rispose
lei digrignando i denti.
- Allora quel periodo felice plurisecolare deve essere finito il giorno
che ti ho sposata! Tutto passa così in fretta!- come un pugile esperto
schivò il gancio destro della consorte ma nel rialzarsi restò bloccato con
la schiena per una lombalgia improvvisa.
Torquato si ritrovò disoccupato a causa della crisi e casalingo in un
colpo solo. Tuttavia avere la moglie fuori casa fino alle due alleviava la
sua frustrazione. Una mattina si scontrò con quello che lui scambiò per un
ragazzino capelluto,brutto e imbronciato.
- A ragazzì e fai attenzione quando cammini!- disse dopo che quello gli
aveva pestato un piede.
-Oh! Ragazzino a chi? Io sono Brunetta!- disse quello arcigno.
- Ma che sfiga come maschietto sei una schifezza ma come femminuccia sei
pure peggio- riprese Torquato.
- Senti deficiente! Io sono il Ministro Renato Brunetta!- Torquato sorrise
e gli mise un braccio sulle spalle.
- Senti a me Brunetta. Perché non fai qualcosa per tenere le mogli fuori
dalle balle?- passò poco tempo ed ora sapete perché le donne andranno in
pensione a sessantacinque anni.
Ennesima rapina ai
danni del pensionato
Se Carta canta...il Tremonti e soci non dormono,anzi. Quanti di voi sanno
che tantissimi pensionati,da Gennaio ad oggi si sono ritrovati con la rata
di pensione dimezzata o addirittura azzerata ( 2 euro! È uno schifo) per
un errore,ma sarà vero poi? Un errore del programma immesso nei computer.
Oggi quando qualcosa non funziona si dà la colpa al computer. Una volta
c'erano i "muri di gomma",quelli nei quali affondavi con le tue verità e
venivi respinto dal potere politico che si trincerava dietro menzogne ben
architettate. Oggi la tecnologia è venuta in loro soccorso.
Quella che è stata perpetrata ai danni di povera gente è una vera e
propria rapina! Aggravata e continuata! E già,perché mica è finita
qui,nossignori! Anche il mese prossimo ci saranno estorsioni sulle povere
pensioni. Il motivo!? "Detrazioni di imposta non spettanti" nel 2008. c'è
stato un errore ma questo continuerà ad esserci anche il mese prossimo.
Forse ad Aprile i pensionati si vedranno rimborsati! E fino ad Aprile cosa
faranno i poveri pensionati? Andranno a casa di Tremonti a mangiare? Un
mutuo o un affitto lo pagherà il Cavaliere smacchiato? Chissà se è
accaduto ai tanti scaldapoltrone della Camera e del Senato da tempo in
pensione la stessa cosa? Non ne ho visto uno in fila come deportati presso
gli uffici dei vari enti pensionistici. Ma per loro qual è il problema!?
Manco se ne saranno accorti con quello che ramazzano ogni mese tra
stipendi,rimborsi,agevolazioni e proventi da attività private. La cosa
assurda e banditesca è il modo e la misura di questa rapina.
Nessun preavviso e trattenuta astronomica. Mica il sequestro di un quinto
del rateo! Manco per niente, di punto in bianco ti tolgono metà della
pensione se sei fortunato,altrimenti te la azzerano proprio. Un bel
sistema per rinsanguare le casse dello Stato. Questi signori se ne sono
fregati altissimamente della disperazione nella quale hanno gettato dei
poveracci che con la pensione "intera" non arrivano alla fine del mese. Ho
visto gente anziana piangere agli sportelli,gente sperduta con un modulo
in mano da riempire per essere rimborsati vagare qua e là in cerca di
qualcuno che desse loro delle spiegazioni su tutte quelle voci a volte
incomprensibili anche per chi come me ancora si barcamena. Questo è il
governo delle social card,dei bonus alle famiglie e delle rapine.
Vergognatevi se ne siete capaci!
Quello che mi sono sentito dire da un deficiente impiegato sportellaro è
stato questo
- Come mai lei così giovane è già in pensione?- Ci ho pensato un po' prima
di mandarcelo - Mi sono beccato l'AIDS a furia di prenderlo in quel posto
dallo Stato! Le và bene come spiegazione?-
Festival e polemiche
Marco Carta ...canta e vince il 59° Festival di San Remo,tutto sommato uno dei
meglio riusciti, forse per quelle tracce di "Ciao Darwin" e "Il senso della
vita" che Paolo Bonolis ha portato insieme a Luca Laurenzi,inseparabile patner
o,come si diceva una volta, spalla. La puzza di combine è forte perché questo
ragazzo che viene da MEDIASET è stato uno dei pupilli della Maria De Filippi
che,guarda caso ha fatto da madrina all'ultima serata. Bah!
Festival normale nel suo carico di polemiche artefatte o spontanee. Le prime per
stimolare l'attenzione del pubblico televisivo che lo ha spiato come si fà col
Grande Fratello, nessuno lo vede ma tutti sanno cosa succede dentro la casa che
nessun condominio vorrebbe avere ma nella quale tutti vorrebbero entrare. Le
canzoni possono essere piaciute o meno,gli interpreti idem e per questo non mi
fido mai dei critici musicali perché una canzone può essere brutta per me ma
primeggiare nelle vendite. Chi può dire quanto vale una canzone veramente? Resta
da stabilire se la bellezza di un brano è misurata con il mercato oppure è
dovuta al testo,al tema trattato,alla musica. Una canzone è solo una canzone e
basta e poco importa se la canto solo io o se solo io non la canto. Ma il
successo, che vale molto più della bellezza, è dovuto dal battage pubblicitario,
dalla polemica e dalla provocazione. Molti avranno seguito il caso di Povia con
la canzone " Luca era gay". Il primo pensiero va a quanti si chiamano Luca,e
sono tantissimi, che si saranno sentiti presi in giro da amici che
canticchiavano "Luca era gay,adesso stà con lei..." la cosa andrà avanti fino a
quando il brano di Povia sarà mandato nell'etere dalle radio. Ma il brano di
Povia è stato contestato dall'ARCIGAY,da Vladimir Luxuria.,da Alessandro Cecchi
Paone e dai soliti politicanti. Perché criticare questo brano e il cantante? È
così grave raccontare una storia di una persona che dopo aver percorso una
strada si accorge che non era quella giusta.? Se fosse stato il
contrario,sarebbe stato tutto regolare? Pier,bellissimo brano
sull'omosessualità, elogiava la scelta di Pier che non accettava quel suo corpo.
Chi la cantava non rinunciava all'eterosessualità ma accettava l'omosessualità e
il coraggio di una scelta in tempi decisamente più difficili di quelli attuali e
ancora prima Charles Aznavour con "Quel che si dice" tratta l'omosessualità con
grande delicatezza e poesia come tutte le canzoni del cantante di origine Armena
sono vere poesie. Mi dispiace per il mondo omosessuale, quel voler a tutti i
costi contestare,pur circoscritto a una canzonetta, una scelta "diversa". Se
io,eterosessuale,accetto l'omosessualità e la scelta di appartenenza a quella
sfera,non vedo perché non debba essere accettata la scelta inversa. Ho
l'impressione che una certa parte del mondo omosessuale soffra ancora di mania
di persecuzione e senta quindi la necessità di aggredire chi,in una canzone che
può essere una storia vera, fa una scelta opposta. Accettazione vuol dire
rispettare un'idea pur non condividendola. È il primo o uno dei primi
presupposti della vita democratica.
Un che di discriminazione l'ho trovata nel come è stata trattata la canzone di
Iva Zanicchi "senza amore". È un brano vecchio perché scritto qualche anno fa ma
che nessuna cantante ha voluto cantare per il tema trattato. Per questo festival
doveva cantarlo una giovane ex corista di Bocelli.
Il brano era stato accettato ma l'ex corista no. A questo punto è stato proposto
a Iva Zanicchi,sessantanovenne cantante di valore la quale ha accettato. Il
connubio tra tema,fare sesso senza complicazioni sentimentali da parte di una
donna stanca d'aver dato amore in quell'atto e non aver mai provato piacere e
una cantante "attempata" ha scatenato Roberto Benigni che più o meno
volontariamente ha danneggiato il brano con l'esilarante presa in giro della
Zanicchi. Avrebbe dovuto farlo dopo l'esecuzione e a votazione avvenuta. Invece
Roberto Benigni ha trattato con ipocrita eleganza il tema dell'omosessualità
recitando la lettera di Oscar Wilde non elargendo nessuna battuta su gay o
eterosessuali. Dispiace per la "toppa"presa dal Roberto nazionale che volente o
nolente ha fatto politica. Iva Zanicchi è una europarlammentare del PDL e si è
imbufalita per il comportamento di Benigni. Del resto i testi delle canzoni
erano stati pubblicati su diversi giornali il giorno dell'avvio ed erano
commentabili, forse è stato scorretto farlo prima dell'esecuzione. La Zanicchi
ha dichiarato a Domenica in che lei al momento di cantare non sapeva che Benigni
aveva randellato il brano ed era stato offensivo nei suoi confronti altrimenti
non avrebbe cantato. E allora,dopo averlo saputo,perché al "ripescaggio" si è
presentata ed ha cantato? Quale migliore occasione per dire a dodici milioni di
italiani "Signori io non canto perché Benigni mi ha offeso e adesso fatevela
cantare da lui!!!" no. La signora ha cantato ed è stata eliminata. Detto tra noi
la canzone a me è piaciuta per musica e parole oltre che per il tema coraggioso
fosse dipeso da me l'avrei fatta vincere. A chi non piacerebbe tra noi
maschietti avere tra le mani una donna che ti dice chiaramente quello che vuole
? Per la durata ci "attrezziamo" caso mai,un paio di viagra oppure una
"rateizzazione" dell'amplesso.
Il brano è stato bocciato,ma credo sia stato bocciato il concetto che il sesso
appartiene anche a quelle donne che non sono più giovani e diciamola tutta,a
quelle donne anziane. Un uomo di settanta anni è da ammirare per la virilità
ancora "eretta",una donna di pari età è da compatire dimenticando che può avere
le stesse pulsioni. Mi sembra di sentire antichi discorsi di quando una donna
che entrava in menopausa non era più considerata tale e quella mentalità entrava
nella donna stesa che si considerava esclusa dalla sessualità. Oggi le cose sono
cambiate per fortuna,le donne sanno ciò che vogliono e come lo vogliono. Quel
che non è cambiato è la mentalità bigotta di certa stampa e di molti uomini. A
questi ultimi serve la donna giovane e un paio di viagra. Ma che bravi! Se la
canzone della Zanicchi l'avesse cantata la corista si sarebbe parlato di
provocazione ,di "mignottismo strisciante" e sarebbe diventato un brano cult
come lo fù "Je t'aime,moi non plus",qualcuno se lo ricorderà e lo avrà ascoltato
al buio da solo (smaneggiando) o in dolce compagnia. Paolo Bonolis ha
giustamente replicato all'Osservatore Romano che in fondo si trattava solo di un
Festival e che la Chiesa doveva occuparsi di cose ben più serie e importanti.
Un milione di euro,signor Bonolis,dove lo collochiamo? Tra le frivolezze
canzonettiere o tra le cose serie anche se non di chiesa o parrocchia? Sembra
tanto il signor Bonaventura,quello del Corriere dei Piccoli ma quello era un
milione di lire,cifra consistente per l'epoca; un milione di euro sono
tanti,forse anche troppi solo per un festival oppiaceo per non pensare che c'è
una crisi spaventosa che sta emergendo sempre più. Belle parole le sue nel
ricordare (qualche parola ben allineata come sa fare lei non costa niente) i
cassintegrati FIAT che alla fine paghiamo noi come il suo cachet del resto.
Da oggi ,spente le luci del festival,tutti al "lavoro" quale non si sa,la
ricreazione è finita. Lei a smaltire la settimana faticosa e festaiola e
strapagata. Gli altri a fare i conti della spesa.
Marco Carta canta e ...l'italian ancor dorme.
Ingiustizia è fatta
Arrestati i due romeni che hanno stuprato la ragazzina di quattordici anni al
parco della Caffarella a Roma. Fin qui tutto normale,se di normalità possiamo
parlare, ma c'è un lato agghiacciante quanto la violenza compiuta dai due
bastardi e questa alberga a Bologna nei corridoi del Tribunale,all'interno del
quale "lavora" un giudice che ha rifiutato di espellere circa due anni fa uno
dei due stupratori, dopo che questi era stato arrestato,condannato e scontato la
pena a Viterbo per rapina. Il magistrato di Viterbo aveva spedito il bastandone
a Bologna perché venisse rispedito in patria. Il giudice rifiutò l'espulsione
perché,in piena autonomia,decise che NON ERA PERICOLOSO!!!
Signor giudice di Bologna o signora, non sente salire un minimo di vergogna alla
luce di quanto quel bastardo ha fatto alla ragazza di quattordici anni? Non si
sente un po' complice del reato di stupro? Non sente il bisogno di piegare in
quattro la sua toga e bruciarla nel camino della sua casa sicura e ben arredata?
Non sente la necessità di dimettersi e autodenunciarsi,costituirsi per aver
contribuito a un delitto vero e proprio? Mi auguro non abbia figlie perché al
loro posto io mi vergognerei di essere sua figlia. Si consoli,signor giudice o
signora, come lei ce ne sono tanti,troppi a mio avviso che rendono questo nostro
paese invivibile. Abbiamo subito le nefandezze dell'Onorevole Mastella quando
per nostra infinita sventura fu Ministro di Grazia e Giustizia ed aprì le
carceri con l'indulto e liberò un orda di delinquenti di ogni razza. Lei,signor
giudice o signora, ha avuto un pessimo maestro ed è di conseguenza un pessimo
allievo,così come tanti suoi degni colleghi. A lei e ai suoi colleghi vanno
aggiunti quanti, disgraziatamente per noi cittadini,collaborano all'interno
delle carceri come preti che testimoniano presunte redenzioni,psicologi che
avrebbero bisogno dello psichiatra, assistenti sociali che esprimono pareri. Sa
cosa mi piacerebbe vedere sui giornali vicino alle foto dei bastardi? Mi
piacerebbe vedere le foto dei giudici come lei e quelle degli avvocati che hanno
fatto in modo che certe belve venissero lasciate libere. Si parla di riforma
della magistratura,è vero,purtroppo non riguarda noi cittadini che non abbiamo
nulla da nascondere alle intercettazioni telefoniche o ambientali. Cosa gliene
può fregare alla giustizia se intrattengo una relazione con la signora del terzo
piano, dei miei debiti,degli accidenti che mando al mio datore di lavoro,se
parlo male per telefono con un amico di un collega? La riforma dovrebbe
prevedere la punibilità dei vostri scempi orditi nelle aule dei tribunali,
fatevi qualche periodo di galera insieme al delinquente che senza scrupolo
alcuno rimettete in libertà. Guardi! Per farla sentire a suo agio,in galera ci
mettiamo anche quei cancellieri che ritardano a depositare una sentenza,che
"dimenticano" il domicilio legale del condannato,che seppelliscono dietro lauto
compenso o favore un fascicolo sotto una montagna di altri fascicoli. Più paghi
e più profonda è la sepoltura. Se riforma deve esserci che sia vera a partire
dal codice penale. Un codice più semplice che non dia modo a giudici come lei e
come tanti,troppi suoi colleghi di poter ragionare perché vi manca la materia
prima per ragionare: un cervello! Ci vuole un codice che impedisca a certi
avvocati di trovare il cavillo per difendere le bestie che poi vanno in giro a
distruggere famiglie alle quali negate giustizia.
In nome del popolo Italiano! Quale popolo? Quello dei delinquenti liberati da
quelli come lei? Non appartengo a quel popolo come non mi appartiene "quella"
giustizia che difende solo ed esclusivamente chi delinque. A loro la libertà a
me la certezza di essere stato vittima prima di un bastardo e poi della sua
ingiustizia signor giudice..o signora!
Concludo dicendo a quanti hanno avuto la pazienza di leggermi che il giudice di
Bologna ha dichiarato che rifarebbe la stessa cosa. Qualcuno importante scrisse
" Solo gli idioti non cambiano idea..." purtroppo non cambiano nemmeno
lavoro,aggiungo io.
L'orrore continua
Quindici anni,periferia di Bologna,violentata da un nordafricano uscito di
prigione poco tempo fa per decorrenza dei tempi di carcerazione preventiva! A
Milano solo la pronta reazione del fidanzato ha impedito il verificarsi di un
altro stupro. Una ragazzina di quattordici anni stuprata da quattro compagni di
scuola durante una festa. Roma,Parco della Caffarella, ragazza di quindici anni
stuprata da due bastardi probabilmente dell'est. Sembra che l'orrore non abbia
più fine,è come se questa orda feroce e brutale si diverta a fare più vittime
possibili. Di chi la colpa,le responsabilità? Toppo facile dire: la società! La
società siamo noi con il nostro non vedere,con la nostra ansia di
insicurezza,con il nostro non scendere il piazza e urlare la rabbia che abbiamo
dentro senza il bisogno di associazioni o sindacati. La società è quella nella
quale abbiamo permesso che si facessero leggi inique e inadeguate. Leggi ad uso
degli avvocati senza scrupoli che riescono ad ottenere il rilascio degli
imputati anche condannati e fanno sì che questi commettano nuovi orrori. A
questi signori che fanno fortuna sulla pelle delle vittime domanderei se hanno
figlie,madri,sorelle così come lo chiederei ai giudici senza scrupoli.
Quanti stupri e omicidi dobbiamo aspettare ancora? Forse dobbiamo augurarci che
accada a qualche uomo politico,a qualche magistrato,a qualche avvocato
importante? Perché dobbiamo augurare il male per sconfiggere il male stesso? È
un quadro generale e complesso nel suo orrore. Un quadro con più autori che
variano da chi legifera a chi commette i reati,da chi li difende a chi è
deputato ad amministrare la legge. Per quanto si vuole essere tolleranti bisogna
ammettere che "la tolleranza e la integrazione" sono uno dei fallimenti di
questo nostro sistema. Le leggi sono inadeguate e sono la porta di entrata di
clandestini che inevitabilmente finiscono nelle maglie della malavita
organizzata.
Manovalanza a basso costo facilmente reperibile. I romeni e gli slavi in genere
sono diventati una piaga a parte per la ferocia del loro comportamento. Dispiace
per quella minoranza che si è integrata ma quest'ultima deve la sua integrazione
ad anni addietro e alla legalità. Da quando la Romania ha visto aprirsi le porte
d'Europa è crollato quel filtro costituito dalla difficoltà di giungere in
Italia con mezzi illeciti e quindi intercettabili dalle forze dell'ordine. Il
lavoro delle forze dell'ordine è stato e lo è tuttora vanificato dalla
magistratura che a sua volta è di fronte a una sfilza di leggi,non da applicare
solamente ma da interpretare.
Vivere e morire con il
diritto di dignità
Le luci si sono spente sul caso di Emanuela Englaro con la speranza che la
sua morte dia il via a un processo di "civilizzazione" della nostra
società. La vita e la morte sono due temi sui quali si fonda l'esistenza
del mondo. Da ora in poi assisteremo a scontri tra diverse ideologie e
quanto ci hanno fatto vedere da dopo la morte di Eluana non è un buon
segnale per il raggiungimento di una soluzione.
Una società civile non può prescindere dal principio di dignità. Non c'è
civiltà dove un essere umano non può vivere dignitosamente intendendo il
diritto alla buona salute,al decoro,al lavoro,all'istruzione e,alla
fine,alla morte. Su questo tema si scatenano le varie tendenze
scientifiche e dottrinali. La scienza dice che per morte si intende la
cessata e irreversibile attività cerebrale. Non importa se il cuore
continua a battere,i polmoni inspirano ed espirano autonomamente,se ogni
altro organo svolge le sue funzioni. Se non c'è attività cerebrale una
persona è morta. Ma nessuno degli scienziati è in grado di affermare se
quella persona "morta" percepisce segnali esterni oppure ha delle
sensazioni. In questi giorni diversi luminari della neurologia ci hanno
dato varie versioni e bisogna dare atto alla scienza di non avere
"certezze assolute" mostrandosi paradossalmente meno scientifica e più
umana di quanti,dalla politica alla Chiesa si sono arrogati le certezze
sia in un verso che nell'altro. Nessuno si chiede come e in che condizioni
si arriva alla morte,con quale dignità. La dignità è,in questo
caso,misurata con il grado di sofferenza fisica e morale. Chi di noi non
ha visto almeno una volta morire una persona cara? Quanti si sono detti
"Mai così!" dopo aver sentito per giorni i lamenti,dopo aver visto il
volto scavato dalla sofferenza,il corpo contorcersi per i dolori ?
Ecco,io mi chiedo se è giusto arrivare in simili condizioni al passo
estremo mostrando a quanti amiamo e ci amano tutta la nostra sofferenza.
Nessuno e la Chiesa per prima si dimostra attento a questo aspetto. Si
parla di terapia del dolore ma è roba per ricchi. A un comune mortale
vengono somministrati i soliti antidolorifici che culminano con dosi
massicce di morfina e che a un certo punto non ha più benefici se non
quello di far sprofondare il paziente in una sorta di torpore.
E allora ben venga l'eutanasia,non la morte per cessata somministrazione
di acqua e "cibo" come è stato fatto per la Englaro quando si era
consapevoli del dubbio e non della certezza che lei non soffrisse. Se
lei,come dicono alcuni non aveva percezioni ,perché sopprimerla? Per anni
è stato detto no al signor Beppino Englaro alla sua richiesta di
sospendere l'alimentazione come mai proprio adesso è stato detto sì a un
atto che personalmente reputo orribile? Noi tutti abbiamo visto le foto di
Eluana da ragazza,era bella,sorridente,piena di voglia di vivere. Non
abbiamo visto immagini di lei ridotta a uno scheletro rivestito solo di
una pelle sottile e setolosa,il volto scavato e deformato dal coma. Forse
un corpicino di circa trenta chili. Tre giorni per spegnersi la dicono
lunga su quanto minima fosse la sua forza. Solo per
questo,personalmente,non mi sento di giudicare il comportamento del padre.
Ma non mi sento di plaudire il modo come la morte sia giunta e il modo
come il signor Englaro ha gestito questo dramma.
Allora si discuta e si provveda a colmare quel vuoto giuridico rispettando
la volontà della persona,volontà scritta e non riportata per comodo
proprio. Quando la medicina non è più in grado di guarire ma solo di
protrarre una agonia è bene che si intervenga con l'eutanasia attiva. C'è
una sostanziale differenza tra quella attiva e quella passiva,la prima
prevede la somministrazione di un farmaco letale mentre la seconda "stacca
la spina"...lascia morire! Quanta ipocrisia in quella differenza! Nella
seconda non ci si sporca le mani e la coscienza... In ambito medico ci si
scontrerebbe con la deontologia,il Giuramento di Ippocrate,della diagnosi
e della terapia. Qualcuno si ricorderà degli obiettori di coscienza tra i
ginecologi quando fu legalizzato l'aborto,obiezione che riguardò anche i
paramedici del settore ostetrico-ginecologico. Si superò con la creazione
di gruppi volontari. L'aborto è una scelta della donna e anche lì si è
discusso sul senso di vita e non vita;di bambino o solo embrione. Se
libertà deve essere,deve esserlo anche di coscienza,di potersi confrontare
con la stessa . Si può essere liberi di fare tutto ma non di nascondersi
alla propria coscienza. E secondo la propria coscienza bisogna poter
scegliere accettandone le conseguenze che la stessa produrrà.
Giro d'orizzonte
L'Onorevole Frattini,Ministro degli Esteri ha la soluzione per riavere
indietro dal Brasile, Battisti il noto criminale. In cambio di Battisti
noi diamo al Brasile tutto il festival di San Remo con tutti i cantanti e
il prestito di Vladimir Luxuria da Foggia al secolo Vladimiro Guadagno da
esibire nel prossimo Carnevale di Rio insieme ai comunisti e ai Radicali
liberi. Se non accetteranno allora si passerà alle maniere forti tipo
bombardamento di Brasilia,Rio e San Paolo con foto di Rosy Bindy,Jervolino,
Giuliano Ferrara. Voi chiederete: e dov'è il danno? Avete mai provato a
vederli nudi uno vicino all'altro in atteggiamenti orgiastici?
Obama ha ricevuto gli auguri e le felicitazioni da Veltroni. Il Presidente
USA ha ringraziato
- Non sapevo che eravate tornati alle urne!- ha proseguito il Presidente.
-Veramente comanda ancora il Cavaliere, Presidente. Io l'ho chiamata tanto
per parlare con qualcuno visto che non mi si fila nessuno
nell'opposizione!-
Mentana ha fatto bene a dare le dimissioni da Mediaset! Tutti ci hanno
intinto il pane nella morte della Eluana Englaro e lui niente! Vespa è
andato in diretta con un puntatone e il ricciolo d'argento a guardare. in
compenso Canale 5 ha mandato in onda il Grande Fratello del quale non si
può fare a meno. Diavolo di un Cavaliere come t'è venuta stà trovata!?
Distogliamo l'attenzione di una parte degli Italiani da questo caso di
coscienza nazionale! Non è che cambi molto caro Cavaliere,gli imbecilli
che seguono il programma sarebbero rimasti imbecilli anche senza gli
inquilini del non- reality. Sempre il Cavaliere dopo il plauso di
Paparazzi,ha deciso che per dimostrare di essere uno e trino salirà sulla
croce e chiederà a Dell'Utri e Previti di occupare le croci dei due
ladroni. Alla Carfagna darà il ruolo di Maddalena. Convertirà Veltroni e
gli chiederà di sostituirlo nella scena dei chiodi nelle mani...
Quanto durerà il tempo della riflessione dopo la morte di Eluana? Ve lo
dico io! Qualche giorno, poi il Festival di San Remo inonderà come un
collettore rotto di una fogna le nostre case con telegiornali,speciali,le
serate, le finte manifestazioni di protesta e via così...show must go on!
Sta per arrivare anche San Valentino,la festa degli innamorati! Ma gli
altri 364 giorni cosa sono? La sagra del "ma chi ti conosce"...o del
"accidenti a quando t'ho incontrato" ? fateci caso è l'unico giorno dove
non si tromba. Telefonatina mattutina di auguri a lei,mazzolino di
fiorellini o rosa a gambo lungo ( 50 centesimi al centimetro e 1 euro a
petalo per quel giorno) a lei, scatola di Baci Perugina con le solite
frasi idiote d'amore che lei leggerà ad alta voce e vi darà un bacio sulla
punta del naso mentre voi,poveri scemi,rimarrete ad occhi chiusi
aspettando invano un bacio un po' più stimolante. La sera poi cena in un
ristorantino "etnico" mica dalla "Sora Assunta tutto casereccio".
Gran finale con un film scelto da lei in un multisale dove nel buio vi
prendete a cazzotti le balle per tenervi svegli poiché il film è una
selciata in piena fronte,la stessa che dareste a quel canestro della
vostra lei che versa pure una lacrimuccia. Una volta usciti vorreste
vedere ripagato il martirio subito ma manco per niente,"E' troppo
tardi,amore ma è stata una magnifica giornata lo stesso!"
Magnifica giornata!? Ma per lei sarà stata magnifica,per la cretina che
poi sposerete in un atto di follia masochista. A voi sono partiti quasi
duecento euro e non vi è rimasto neanche un euro per andarvi a consolare
con una vecchia bagascia nostrana di settanta anni! Non solo,dovete
sbrigarvi pure a tornare a casa e allacciare le cinture di sicurezza sul
water a causa delle schifezze del ristorantino etnico che solo l'indomani
scoprirete essere stato chiuso dai NAS perché vi hanno somministrato gli
scampi di dodici anni prima provenienti dall'Estremo Oriente.
Non sapevo che ci fosse la pena di morte!
Me l'hanno messa dentro casa. L'hanno fatta entrare da quella porta che affaccia
sul mondo e dalla quale vedo il tanto male e il poco buono. Ha un bel volto,ha
degli occhi pieni di luce un sorriso stupendo, è una bella ragazza. Ma è solo
una illusione. Quella ragazza ha trentanove anni adesso,quella foto è di
diciassette anni prima;quante cose sono accadute in questi diciassette anni!
Lei non lo sa quanto è cambiato il mondo...non lo saprà mai,forse. Perché non
c'è certezza ma solo dubbi e supposizioni su quelle che possono essere le sue
sensazioni e le supposizioni sono le madri di tutte le cazzate. Ha un nome
quella ragazza di diciassette anni fa,si chiama Eluana...Eluana Englaro; un nome
non comune se vogliamo. Non si chiama Anna,Maria, Lucia...nomi belli ma uditi e
confondibili. Un nome che non puoi confondere così come non puoi confondere la
sua storia,il suo dramma che se vai a vedere bene non è suo ma di tutti coloro
che hanno una coscienza, l'unica cosa che lei non ha più... così suppongono.
L'ha persa diciassette anni fa in un incidente. Coma,grande sonno. Può sembrare
la favola della bella addormentata nel bosco,arriva un principe e la risveglia
con un bacio. No, Emanuela non ha un principe,non si risveglierà mai... dicono.
Eluana non ha amore intorno al suo letto, lei è solo un problema che pesa sulle
coscienze, divide le stesse e le tormenta. Ma non è colpa di Eluana, lei dorme
da diciassette anni,il suo cuore batte regolarmente, non ha un brutto male,non è
disfatta dal dolore di metastasi,non urla come un malato terminale prima di
entrare in coma. Eluana non parla,non soffre...forse. O forse soffre come chi,in
un brutto sogno, vorrebbe parlare ma non può,chiuso in un corpo che non sente
più...forse, perché non ci sono certezze,neppure nella scienza.
Dare da mangiare agli affamati,dare da bere agli assetati; sono due principi
fondamentali della nostra religione cristiana. Sono due principi fondamentali di
carità e di pietà uguali in qualsiasi credo. Cibo e acqua sono due diritti
dell'umanità che attraversano ogni zona del mondo. Sono due gesti,dare cibo e
acqua, uguali ovunque. Eluana non riceverà acqua,non riceverà cibo, lei deve
morire perchè così un padre tormentato ha chiesto e alla fine dei giudici hanno
deciso che deve morire di fame e di sete. Ed io,povero idiota che credevo che la
pena di morte non rientrasse nel nostro sistema giuridico e istituzionale.
Qualcuno dei potentati si è guardato nelle tasche e fra tante leggi,leggine pro
domo sua, abrogate, reinserite,modificate, si è accorto che non ce ne è una
piccola e stupida che vieta di uccidere un essere umano a mezzo di fame e sete.
Ma Eluana,dice qualcuno, disse a suo tempo che lei non avrebbe mai accettato di
vivere,badate bene...vi-ve- re, in uno stato vegetativo. Ma quando l'ha detto?
Dopo aver visto un suo caro amico ridotto in coma dopo un incidente. Chiunque di
noi sulla spinta emozionale di quella visione direbbe la stessa cosa e ancor più
una persona giovane di vent'anni quando l'illusione di immortalità ti appartiene
ed è la forza che spinge da sempre ad amare la vita, a progettare la stessa, a
rischiarla senza sapere che l'immortalità non esiste. Quel padre che fin da
subito ha sentito l'insostenibile stanchezza per quello stato in cui si è
trovato dal momento che i medici hanno sentenziato che Eluana non sarebbe più
tornata indietro dal lungo sonno, si sta battendo da anni per vedere la
fine della figlia. Mi chiedo fino a che punto può arrivare l'orrore. Io
padre sarei sempre lì e seppure immerso nel dolore sarei contento di poter
sentire il suo respiro,udire il battito del suo cuore,segnali di una vita
che non vuole andarsene e che non chiede altro che cibo,acqua e un po'
d'amore vero. L'amore non ha bisogno di essere iniettato con una flebo o
tramite una sonda.
Il peggio delle donne
Mi domando come si può essere così cinici e insensibili. Mi domando se l'offesa
conosce una misura oltre la quale non è più consentito offendere. I due ragazzi
di Guidonia ai quali quattro bestie immonde hanno distrutto la vita,cancellato
il futuro,rubato l'anima e annichilito di dolore le famiglie, sono state
dimenticate e accantonate dalle cosiddette "istituzioni". Sono state lasciate
nel loro dramma. Se qualcuno ha sentito o letto le interviste ai familiari saprà
che i genitori si ritrovano due esseri umani regrediti allo stato di bambini. Le
istituzioni! Le stesse che si sono preoccupate di andare a Rebibbia per
ascoltare,vedere e constatare se i quattro bastardi erano stati "vittime" di
percosse da parte dei Carabinieri nella locale stazione di Guidonia. Il
Parroco,Don Stefani, si è preoccupato di farlo presente dopo aver raccolto delle
testimonianze. Il Parroco si è preoccupato dei carnefici e non delle vittime
almeno non fino al punto di sollecitare con lo stesso fervore la "pietà" delle
"istituzioni" verso le vittime. L'Onorevole (non è mia la colpa se l'hanno fatta
tale ) Rita Bernardini,radicale e nel PD e facente parte della commissione
giustizia della Camera è andata a trovare i quattro bastardi immondi. Ecco uno
dei frutti velenosi del tanto decantato "Garantismo".
È grazie anche ai soggetti come questa "Onorevole" se oggi l'Italia vive
nell'impunità garantita.
Quello che mi disgusta è che sia proprio una donna,ma a questo punto devo
aggiungere...presunta tale, che si preoccupa dei carnefici e non delle vittime.
È donna anche il magistrato che ha concesso i domiciliari al debosciato di
Fiumicino per lo stupro della ragazza di Genzano. Nel provvedimento di arresti
domiciliari i genitori dell'animale si fanno "garanti del non reiterare del
figlio"! Loro si fanno garanti!? Ma se non sono stati in grado di accorgersi che
il figlio si drogava,quali garanti possono essere? È vero che spesso i genitori
sono gli ultimi a sapere quanto un figlio possa essere un povero stronzo e
proprio per questo che nessun genitore,per quanto in buona fede,può garantire su
un figlio! A questa signora "Magistrato" vorrei chiedere se ha una figlia,una
nipote,una sorella o una madre. Vorrei chiedere se non prova un minimo di
vergogna per aver dimenticato colpevolmente la ragazza stuprata. Quando ha
firmato quel provvedimento,cara signora, non si è vergognata sapendo che a pochi
chilometri in linea d'aria c'era una donna,giovane, che almeno voleva una
parvenza di giustizia? Si è domandata se agevolando la famiglia del carnefice
non affondava il coltello della ingiustizia nella ferita atroce della famiglia
della vittima?
Due donne o presunte tali simbolo di insensibilità e cinismo,questo fa male.
Onorevole Rita Bernardini, lei è stata tempestata di messaggi pieni di insulti
da parte di gente esasperata. Mi creda se le dico che se li è cercati nel mazzo
e se li è ampiamente guadagnati. Comunque le basterà un click per cancellarli,
altrettanto non potranno fare i ragazzi di Guidonia e le loro famiglie. Il suo
insulto al dolore resta indelebile. Io non le auguro di essere vittima del
"branco"però le dò un consiglio, nel caso rimanesse vittima , prendendolo dalla
scellerata sentenza di condanna per l'omicidio della povera signora
Reggiani...non reagisca,assecondi e salverà la pelle. Dopo li vada trovare in
galera...sempre che sporga denuncia,si intende! Al Parroco Don Stefani dico che
farebbe meglio ad essere più "uomo di chiesa" e non emulo di Cristo in assoluto.
Il Regno dei Cieli non passa sui corpi martoriati degli innocenti. Invece di
inorridire per le percosse ai quattro bastardi inorridisca per quello che loro
hanno fatto, le tumefazioni si riassorbono nel giro di pochi giorni e i dolori
per le percosse passano in egual misura. Provi a pensare,nel caso fosse vero
quanto afferma, che tra i "picchiatori" c'erano padri di famiglia e mariti.
Forse non saranno cose da mondo civile ma sicuramente molto più umane di quelle
di cui si macchiano i bastardi come quelli che lei difende. Cerchi di fare il
suo lavoro nel migliore dei modi se ci riesce ed eviti il protagonismo da voce
fuori dal coro. I Carabinieri hanno fatto due ottimi lavori, hanno arrestato i
criminali e li hanno salvati dal linciaggio e mi creda...non è poco! Peccato che
troppo spesso l'operato delle forze dell'ordine venga vanificato da certi
giudici e da certe leggi inadeguate. Come pastore lei ha salvato i lupi e
lasciato morire le pecore.
In una società malata come quella in cui viviamo e purtroppo moriamo il perdono
è un bene superfluo che non possiamo più permetterci. Dobbiamo avere delle
certezze per continuare a credere nella giustizia,dobbiamo prendere atto che
deve prevalere una linea dura che torni a garantire chi è vittima e non pensare
alla redenzione o al recupero del colpevole.
Telefono...amico o parente
Chi di noi non ha un parente o amico che ci telefona non tanto per sentire come
stiamo perché non gliene frega niente? Il maledetto ti telefona per parlarci dei
suoi malanni,fateci caso.,- Oh...come và (non come stai)? Sei sempre in giro,non
ti trovo mai!- non è che non ci trova mai. È che ci facciamo negare quando
sappiamo che è lui "il maledetto" che scassa le palle con il suo bollettino
medico. Piastrine distrutte dodicimila, globuli rossi assenti ingiustificati un
milione,globuli bianchi in festa per una infezione ottomila. Un vero bollettino
di guerra! Tu che fai? Riattacchi? No! Cerchi di grattarti con la mano libera e
lo consoli con la solita e più squallida delle frasi di circostanza...." E' la
stagione! Questo inverno è così strano quest'anno..." No. Non è strano l'inverno
che è come quello passato. Sei tu che stai avviandoti alla rottamazione e non te
ne accorgi. Oppure gli rispondi che..." E' una forma virale che gira...".Io me
la figuro questa...forma virale che gira! Occhiali Rayban, valigia e mappa del
posto. Punta verso casa tua,non bussa,entra e ti si accomoda nei polmoni dove
apre la sdraio e si respira l'aerosol che fai. Tu con la mascherina che sembri
un comatoso. Più che respirare a pieni polmoni,rantoli e la "forma virale"lì che
se la gode. Però non hai il coraggio di dirglielo che sarebbe ora di scrivere un
bel testamento. Ma quello che è peggio è che questi soggetti non muoiono mai. Tu
vai in malora lentamente e loro invece sempre lì con i loro malanni "quattro
stagioni". Ne hanno uno o due per periodo stagionale. Poi magari quando in
estate li chiami non li trovi...sono in vacanza al mare! Ma che tu sia
stramaledetto! Ma non eri moribondo? Non stavi con la bombola dell'ossigeno
attaccata sulla schiena come un sub? Dove le hai buttate le pasticche per la
pressione che misuravi ogni giorno dal gommista per quanto era alta? Dove sono
le pillole per il colesterolo che misuravi con la stecca dell'olio del motore? E
lo spry per l'asma? Che ne hai fatto? Lo usi per ammazzare le zanzare? No,il
moribondo resuscita quando è il dieci di Agosto e ritorna nel sarcofago,con
telefono,il dieci di settembre e la prima telefonata la fa a te che ti sei
ustionato sulla spiaggia dei pendolari dove hai contratto anche una salmonellosi
e fai i viaggi low cost tra letto e cesso. Gli dici quello che ti è successo e
lui,il maledetto,ti fa l'elenco di tutte le volte che è andato in diarrea e
ricomincia la sua solfa "quattro stagioni".
La latitanza della giustizia
Come sempre accade,ogni volta che nel giro di un mese avvengono due o tre
stupri,ecco che tutti si mettono a gridare all'orrore, invocano la pena di
morte,la castrazione chimica. Tutti ricordano la latitanza della
giustizia. Lo stupratore della ragazza di Genzano si trova beato e
tranquillo a casa coccolato dai suoi cari. Grazie signor giudice che ha
"applicato la legge". Lei ,signor giudice,ha solo applicato alla legge la
"sua interpretazione" ha messo in atto la "sua facoltà di decidere".
Un delinquente è tale anche se è incensurato e si presenta "piangente" a
lei. Sa meglio di me che sono lacrime guidate da cinici avvocati. Come
sempre accade,viene tutelato il carnefice e non la vittima. Quel
delinquente"incensurato" era drogato e ubriaco! Per essere portato in
galera doveva uccidere la sua vittima? Lei,signor giudice,come troppi suoi
colleghi è l'immagine classica del fiancheggiatore del delinquente. La
sentenza che ha condannato a ventinove anni il bastardo che ha ucciso la
signora a Tor di Quinto è un trattato di scelleratezza giuridica. La
signora Reggiani è stata uccisa perché "Ha tentato di difendersi" se non
lo avesse fatto si sarebbe salvata! Avete capito donne? Se dovesse
capitarvi una storiaccia del genere,assecondate lo stupratore,fingete un
orgasmo se ci riuscite. Può succedere che vi ringrazi lasciandovi incinta
e magari con l'aids! Ma cari magistrati, possibile che la vergogna non
rientri nel vostro codice morale? Mi piacerebbe sapere se i cinque rumeni
che tempo fa violentarono una ragazza e massacrarono di botte il suo
ragazzo sono ancora dentro oppure sono in giro. La signora che al "Quartaccio"
è stata violentata dopo essere scesa dal bus,la coppia aggredita in Via
della Selciatela a Guidonia sono gli ultimi due stupri della serie a Roma
e dintorni. Non dimentico la diciannovenne rumena violentata a Brescia.
A Roma,come dopo il caso della Reggiani,l'unica cosa che è stata fatta è
stata quella di far intervenire le ruspe per spianare gli accampamenti di
sbandati. È come voler rimuovere la realtà dalla mente della gente. Non
servono le ruspe per rimuovere gli orrori della giustizia che non c'è.
Perché non equiparare le violenze sessuali all'omicidio volontario? Perché
non abolire per questo reato il diritto agli arresti domiciliari? Perché
non partire da un minimo di dieci anni di carcere duro abolendo
condoni,riduzioni di pena,permessi premio,semilibertà? E
soprattutto,perché non condannare dopo giusto processo quei giudici che
rimettono in libertà dei delinquenti che reiterano?
Quanti casi ci sono stati di omicidi da parte di delinquenti che sono
stati rimessi in circolazione dai giudici dei tribunali della libertà?
Tutti si sentono in diritto di stuprare e uccidere perché l'unica certezza
è l'impunità.
La fiera delle follie .
Obama ha ordinato che le donne devono guadagnare quanto guadagnano gli uomini.
Tutti contenti per questo atto di eguaglianza tra i due sessi. Tanto sono tutti
disoccupati! Solo che in famiglia ha avuto delle gravi ripercussioni perché la
figlia ha chiesto il quindici per cento in più sulla paghetta settimanale e la
moglie Michelle ha preteso di poter spendere il quindici per cento in più per
sé.
Il neo Presidente ha chiamato il premier Iraniano per invitarlo a un
comportamento pacifista nella regione. Quello si è dimostrato disponibilissimo a
patto che Israele scompaia dalle carte geografiche e che venga negato
l'Olocausto. Ha preteso anche di poter riprendere la costruzione dell'atomica e
Obama si è trovato disponibile,anzi,gli darebbe pure una mano.
-Te ne mando una con un B52. dimmi solo dove vuoi che te la sganci!- gli avrebbe
detto ridacchiando. Papa Ratzinger ( che non è il patrono dei paparazzi...) è da
qualche tempo in mezzo ad una marea di contestazioni. Come decide una cosa ecco
che subito s'alza qualcuno a contestare. Vuole fare santo Pio XII e subito
insorgono gli ebrei italiani perché secondo loro non è stato proprio un santo.
Vuole mettere una croce ad Auschwitz ed ecco gli ebrei di mezzo mondo che
reclamano i diritti d'autore sul lager più noto. Magari dimenticano che ad
Auschwitz non c'erano solo ebrei. Se memoria deve essere lo sia per tutti.
Perdona i lefebriani ed ecco lo scemo del gruppo che nega l'olocausto. E lui
dagli a dire che quella è una voce fuori dal coro. Ma subito dopo ecco un altro
scemo in tonaca che dice che le camere a gas servivano per la disinfestazione!
Disinfestazione di cosa? Di milioni di essere umani considerati pidocchi della
terra? Mia madre ogni sabato mi faceva il bagnetto e poi mi metteva ad asciugare
dentro il forno,rigorosamente a gas e a 180° ! venivo fuori bello come un angelo
e completamente asettico. Tutti mi dicevano- Quanto è buono stò pupo!- e
provavano a mangiarmi. Monsignore: ma và a dar via l'cul,pirla! A proposito di
tonacati monsignori,avete visto Milingo,l'esorcista,mentre si rimirava le
danzatrici del ventre? Lui voleva esorcizzarle...a modo suo. È intervenuta la
mon...signora e poco ci è mancato che non esorcizzasse il porcellone a
bastonate. A furia di fare esorcismi,il diavolo in corpo ce l'ha lui.
Lucifero,dopo quella scena pietosa e imbarazzante,ogni volta che si trova a
combattere con lui gli ha detto
- Facciamoci a capire Milingo, o lotto contro di te o contro quell'invasata di
tua moglie!-
Altro personaggio che dovrebbe fanculizzare in fretta e raggiungere il suo
pupillo Cesare Battisti è quella scopa rinsecchita di Notre dame de la merde al
secolo Carla Bruni, magari portandosi dietro anche lo zerbino genovese Fabio
Fazio che l'ha ospitata. Ma non aveva detto che lei non si sentiva Italiana? Che
cazzo vieni a fare in televisione? Possibile che nessuno le abbia detto che ci
sentiamo sollevati visto che abbiamo già la Gelmini,la Jervolino,Rosy Bindi,
Raffaella Carrà, Milly Carlucci, la Santacchè oltre alla spiritata Mara Carfagna
Ministro/a delle pari opportunità. Oh! Lei l'opportunità l'ha presa al volo da
Mediaset alla Camera è stato un lampo,un battito d'ali di...uccello. Forse è per
questo che qualcuno ce l'ha con le intercettazioni telefoniche. A proposito!
Gioacchino Genchi salta come un grillo da una emittente all'altra per dire che
lui non ha nessuno archivio! Lui lavora per lo stato. Ma quale? Adesso lo
chiameranno Genchis Kan! Dopo il gran casino è il minimo.Berlusca ha detto che
stà per scoppiare il più grande scandalo della storia Italiana! Calma Cavaliere!
Da quando frequenta Palazzo Chigi lo scandalo più grande della storia italiana è
ancora in atto! Meno male che ci allieta con le sue battute. L'ultima poi è
stata di una comicità al limite della demenzialità (comica,si intende!). Un
soldato per ogni bella ragazza o bella donna! Cavaliere mio! E quelle brutte? E
le suocere? Che faccio,le proteggo io? Tranquilli signori miei! Con la
Devolution ogni comune metterà un vigile urbano vicino alla bruttina o alla
suocerastra. Caso mai non bastassero i vigili si ricorrerà ai volontari della
protezione civile oppure ai centri di recupero per tossicodipendenti. Cavaliere
mio cerchi di risolvere il problema (ma non a modo suo) della giustizia. Il
Presidente della Cassazione Carbone ha detto che come processi celebrati siamo
dietro ad alcuni paesi del terzo mondo. I più ottimisti hanno detto che prima di
precipitare all'ultimo posto ci vuole ancora del tempo. Il ministro della
giustizia Brasiliana dice che l'Italia è ferma agli anni di piombo.
Probabilmente l'analfabetismo in Brasile è dilagante e i giornali non li
stampano più e così sono rimasti indietro. Eppure qualche transessuale dovrebbe
averli informati che piccoli passi li abbiamo fatti in questi anni. Magari
Ronaldo quando non và a travestiti ed è sobrio dovrebbe aver detto che qualcosa
è cambiato. E Adriano non ha detto niente oltre al fatto che le discoteche e la
cocaina sono uguali sia in Brasile che in Italia? Il ministro Ignazio La Russa
ha ipotizzato l'annullamento della partita tra Italia e Brasile in Inghilterra
prossimamente. Ben venga questa decisione! Mica per ripicca o per protesta,no!
Ma solo perché con la Nazionale che ci ritroviamo ci risparmieremmo uno
spettacolo deprimente.
La latitanza della giustizia
Come sempre accade,ogni volta che nel giro di un mese avvengono due o tre
stupri,ecco che tutti si mettono a gridare all'orrore, invocano la pena di
morte,la castrazione chimica. Tutti ricordano la latitanza della
giustizia. Lo stupratore della ragazza di Genzano si trova beato e
tranquillo a casa coccolato dai suoi cari. Grazie signor giudice che ha
"applicato la legge". Lei ,signor giudice,ha solo applicato alla legge la
"sua interpretazione" ha messo in atto la "sua facoltà di decidere".
Un delinquente è tale anche se è incensurato e si presenta "piangente" a
lei. Sa meglio di me che sono lacrime guidate da cinici avvocati. Come
sempre accade,viene tutelato il carnefice e non la vittima. Quel
delinquente"incensurato" era drogato e ubriaco! Per essere portato in
galera doveva uccidere la sua vittima? Lei,signor giudice,come troppi suoi
colleghi è l'immagine classica del fiancheggiatore del delinquente. La
sentenza che ha condannato a ventinove anni il bastardo che ha ucciso la
signora a Tor di Quinto è un trattato di scelleratezza giuridica. La
signora Reggiani è stata uccisa perché "Ha tentato di difendersi" se non
lo avesse fatto si sarebbe salvata! Avete capito donne? Se dovesse
capitarvi una storiaccia del genere,assecondate lo stupratore,fingete un
orgasmo se ci riuscite. Può succedere che vi ringrazi lasciandovi incinta
e magari con l'aids! Ma cari magistrati, possibile che la vergogna non
rientri nel vostro codice morale? Mi piacerebbe sapere se i cinque rumeni
che tempo fa violentarono una ragazza e massacrarono di botte il suo
ragazzo sono ancora dentro oppure sono in giro. La signora che al "Quartaccio"
è stata violentata dopo essere scesa dal bus,la coppia aggredita in Via
della Selciatela a Guidonia sono gli ultimi due stupri della serie a Roma
e dintorni. Non dimentico la diciannovenne rumena violentata a Brescia.
A Roma,come dopo il caso della Reggiani,l'unica cosa che è stata fatta è
stata quella di far intervenire le ruspe per spianare gli accampamenti di
sbandati. È come voler rimuovere la realtà dalla mente della gente. Non
servono le ruspe per rimuovere gli orrori della giustizia che non c'è.
Perché non equiparare le violenze sessuali all'omicidio volontario? Perché
non abolire per questo reato il diritto agli arresti domiciliari? Perché
non partire da un minimo di dieci anni di carcere duro abolendo
condoni,riduzioni di pena,permessi premi,semilibertà? E soprattutto,perché
non condannare dopo giusto processo quei giudici che rimettono in libertà
dei delinquenti che reiterano?
Quanti casi ci sono stati di omicidi da parte di delinquenti che sono
stati rimessi in circolazione dai giudici dei tribunali della libertà?
Tutti si sentono in diritto di stuprare e uccidere perché l'unica certezza
è l'impunità.
Per non dimenticare
Il giorno della memoria,per non dimenticare lo Shoah,l'Olocausto,per non
dimenticare quegli anni che ormai sono lontani come le vittime e come
moltissimi dei sopravvissuti che oggi non ci sono più. Abbiamo le
immagini,i racconti,le testimonianze. Non possiamo dimenticare,anche
volendo, cosa è stato in una scala dei valori degli orrori della storia lo
sterminio di oltre sei milioni di Ebrei di ogni nazionalità europea. Non
dobbiamo dimenticare,è vero e giusto: ma non dobbiamo solo celebrare in un
giorno quello che è stato. In questo giorno dobbiamo ricordarci che
l'orrore non ha fine,che gli idioti fautori del ritorno del nazismo non
muoiono mai come le loro madri che sono sempre gravide. Mentre noi
ricordiamo anche loro ricordano e cercano di risorgere trovando purtroppo
terreno fertile. Dobbiamo ricordare,è vero,ma non dobbiamo dimenticare
quanto è accaduto nel mondo in tema di sterminio dal 1945 ad oggi e quanto
accadrà domani. La furia e la bestialità del genere umano non ha epoche e
non ha confini. Ex Jugoslavia e lo sterminio metodico e bestiale di
centinaia di migliaia di Bosniaci mussulmani. Donne,bambini,vecchi;le
stesse categorie di esseri umani alle quali appartenevano gli ebrei
sterminati. I genocidi in Africa che per numero di vittime è superiore a
quelle dell'Olocausto, ma non è nei numeri che si giudica l'importanza di
un genocidio. Tutte le guerre sono dei genocidi,tutte le vittime sono
uguali,la sofferenza non è solo di
Ebrei,Africani,Palestinesi,Russi,Ceceni, Iracheni, Afgani. Dobbiamo
ricordare,è vero,ma dobbiamo ricordare anche quello che stà accadendo;
dobbiamo fare in modo di fermare la follia lucida di chi non ha a cuore
che la propria vita e il proprio sporco interesse.
Prendete un bambino per ogni nazione di ogni continente e metteteli
insieme, giocheranno cercando di capirsi per giocare meglio. Cresceranno
senza preconcetti verso gli altri bambini, vivranno in pieno accordo.
Ecco,con molta ingenuità e utopisticamente, dico che il mondo dovrebbe
appartenere solo a loro. Le utopie sono le verità che non si vogliono
creare. Dobbiamo ricordare,è vero,ma non dobbiamo dimenticare o far finta
di non vedere la realtà nella quale viviamo colpevolmente ciechi e sordi
per nostro comodo. Il nazismo stà tornando,sotto altre vesti e non
riguarda più solo gli Ebrei ma tutte quelle realtà etniche e religiose che
fanno parte di questo mondo. Dobbiamo ricordare ma non per quietare le
nostre coscienze.
Chi ben comincia...
Il neo Presidente Obama ha iniziato con il piede sbagliato invertendo,a quanto
sembra,alcuni termini del giuramento. Bisogna rigiurare. Altro errore,ha
telefonato a Silvio e quello gli ha subito detto -Attento a quello che dici
perché i comunisti della magistratura hanno messo le cimici anche nella doccia a
telefono della vasca da bagno di casa mia!- al che l'abbronzato gli ha fatto
notare che delle cimici lui non ha paura perché se ne è messa una nel suo
team,ovvero Hillary Clinton.
Bisogna dare atto agli Americani che quando si tratta di spettacolo Silvietto
gli fa un baffo. Pensate, ben due milioni di presenti al suo insediamento. Erano
due milioni di disoccupati che aspettano di tornare al lavorare dopo le promesse
di Obama. La maggior parte erano di colore,Afro-Cubani,Afro-Americani,mancavano
solo quelli di Vladimiro Guadagno in arte (e che arte!!) Luxuria,cioè gli
Afro-ci. Tutti aspettavano anche gli Afro- disiaci ma di questi nessuna traccia.
Che se ne farebbe del resto Obama? Lui adesso ha il potere e si sa...comandare è
meglio che fottere.
Resta da capire cosa ne pensa quella "sellerona" di sua moglie.Michelle Obama da
come si è presentata sembrava la rappresentante del Carnevale di Rio,abito
giallo oro,scarpe e guanti verdi e borsa rossa! Molti si sono chiesti- E' una
donna o un semaforo rotto?- se si metteva un cappello con le lucine
intermittenti poteva assomigliare a un flipper. Definirla "una bella donna
elegante" come ha fatto una "cecata" giornalista di mamma RAI è esagerato
L'eleganza è un optional per la First Lady USA e con quelle gambe a parentesi
tonda sembra un calciatore. Ha detto che non starà con le mani in mano.
Speriamo,per gli americani, che non sia come le tante mogli dei nostri politici
passati e presenti.
Certamente di afrodisiaci o Viagra non ne hanno bisogno i nostri governanti che
in un colpo solo riescono a metterlo in quel posto a cinquanta milioni di
italiani ogni volta che arzigogolano leggi e leggine,decreti e decretini ( tutto
attaccato!). altro passo importante dell'abbronzato è la chiusura di Guantanamo.
Peccato che la chiusura definitiva avverrà solo tra un anno. Potevamo prestargli
il disoccupato Mastella,lui ci ha messo niente a svuotare le carceri con
l'indulto,vuoi che non riesca a svuotare Guantanamo in due giorni? Altra
importante decisione del neo eletto è quella di abolire la tortura.Da oggi stop
alla tortura,gli bastano la moglie e i figli. Si ritorna alla costituzione e
l'esercito dovrà applicare il nuovo manuale di comportamento in tempo di guerra
redatto nel 2006. Qualche addetto è andato nei cessi per vedere se ne era
rimasta qualche pagina lasciata da Bush.
Obama si fà fare le scarpe da un artigiano Italiano,lo stesso che le ha fatte al
Papa e ad altri grandi della terra.Si chiama Stefanelli. L'abbronzato ha detto
che quelle Irachene fanno male meglio quelle Italiane perché come facciamo
scarpe e suole noi non le fà nessuno. Silvio! Ma non è che gli hai raccontato la
storiella della crisi breve e superabile o che Tremonti ha risolto il problema
del pranzo e cena degli italiani? Quello è abbronzato,mica..sbronzo! ( avete
letto bene..sbronzo senza la t)
Una delle prime cose che ha fatto il neo Presidente di quasi tutti gli americani
è stata quella di dire ai Palestinesi di smetterla con i razzi Kassam prima che
a Gaza l'altezza massima di un edificio sia inferiore ai due metri. Ha
telefonato anche a Bin Laden per dissuaderlo dal fare festeggiamenti pirotecnici
negli aeroporti e nelle metropolitane americane. Tanto ci penseranno quelli del
KKK a festeggiarlo con dei barbequ di neri disoccupati con la scusa di risolvere
la recessione. Oltretutto quelli del KKK sono sempre in movimento da quando
qualche dietologo ha detto loro che bisogna bruciare i grassi per stare bene e
in forma. Loro hanno preso qualche bel grassone nero e se lo sono fatto flambè.
Ecco uno stralcio dell'intercettazione telefonica tra Ob e Os.
-Pronto Osama,sono Obama!- e quello- Sono Osama. Chi mi chiama...Obama?-
-No. Io sono Obama, tu sei Osama!- comincia a imbufalirsi l'abbronzato. Bin
all'altro capo invece è già imbufalito da sempre- Ma che ci hai il raffreddore
che invece di Osama dici Obama!?- a quel punto Obama perde la pazienza.
-Senti a me quacquaracquà! Vedi di non scassare la mazza altrimenti ti faccio nù
pagliatone cà ta resta fin'a c'hai a campà!- in quel momento si ricordò i suoi
ascendenti partenopei. Voi direte che Obama non ha antenati Napoletani. C'è
sempre un Napoletano antenato in America,credetemi.
Il suo si chiamava Ciro...niro niro cumm'a tte!-
Kaka...mento
Evviva! Kakà resta al Milan,lo ha detto il Cavaliere smacchiato. E quando
lo dice "Lui"...bisogna crederci con riserva. Ne riparleremo a giugno.Il
Premier è un maestro nel campo della bufala mediatica e visto che il
cronicario che lui chiama "squadra di calcio" il pallone non lo becca
nemmeno se glielo compra,ha pensato bene di fare un po' di spettacolo.
Così dopo David Beckham e signora si è inventato lo Sceicco spendaccione.
Qualcuno ha visto piangere il talentuoso Brasiliano e subito quelle
lacrime sono state prese per un gesto di amore verso la tifoseria
milanista. Ma de che!! Quello piangeva perché la trattativa era
sfumata,altro che amore per i tifosi. Hanno inquadrato il giovanotto
mentre si affacciava da una finestra della sede di via Turati e salutava i
tifosi,in realtà si voleva buttare di sotto in preda ad una crisi (non
economica) ma poi ha desistito. Ora che sto Kakamento di palle è finito ci
sentiamo tutti più tranquilli. Resta il fatto che in tempi come questi ci
tocca sentire parlare di cifre assurde,di stipendi inimmaginabili per noi
che facciamo a cazzotti con il pizzicagnolo per dieci grammi in più o in
meno di prosciutto sulla bilancia. Noi che facciamo i..."saldi" mortali
per accaparrarci un capo d'abbigliamento scontato del cinquanta per cento
e lo paghiamo lo stesso prezzo di due mesi prima! Magari sono capi presi a
Napoli nei magazzini di chi li ha confezionati per conto di note Griffe e
gli sono rimasti sul groppone.
Bush se ne và e da domani aprirà un negozio di calzature che chiamerà ...Bushoes!
l'abbronzato si è insediato alla Casa Bianca ed è stato fotografato mentre
si diletta con un rullo... da"imbianchino",strana sorte per uno che è
"abbronzato". Non avrà in mente di cambiare colore alla "Casa " e da
"Bianca" magari tingerla di un bel beige,così...tanto per essere in tono.
Gli americani ancora non ci hanno fatto l'occhio e Obama teme che andando
ad aprire la porta possa sentirsi dire
- Per favore mi annunci al padrone di casa!- e lui chiaramente si adombra
per essere stato scambiato per il maggiordomo, ma nessuno se ne accorge
perché lui è di per sé "ombrato"
- Il padrone sono io adesso!- risponde fiero.
- E dove si è trasferito quello di prima?- rintuzza l'ignaro visitatore
mentre cerca un presidente bianco. A quel punto il neo presidente di tutti
o quasi gli americani (quelli del KKK sono ancora indecisi) cancella la
lettera "B" dal nome e la sostituisce con una "S" giurando odio
all'occidente bianco. Anche Osama Bin Laden gli ha fatto gli auguri e gli
farà una bella festa a base di botti e fuochi artificiali. Quelli del KKK
si sono incazzati come "negri" a testimonianza che non sono razzisti. Se
bisogna fargli la festa ,ci pensano loro. Auguri Presidente e cento di
questi giorni,quelli che verranno poi saranno tristi. I miracoli non li fa
nemmeno Berlusconi anche se cerca di farli ma al massimo è un ottimo
illusionista.
Pronto, ospedale San Giacomo,dica!
Mi perdoneranno quanti non sono di Roma e quanti tra i romani non hanno
conosciuto l'Ospedale San Giacomo in via Canova,una via che unisce via Del
Corso a via di Ripetta. Lo hanno chiuso e i motivi possono essere più o
meno validi e discutibili. Ma chi scrive non lo fa per protestare ma solo
per ricordare che con la sua chiusura se ne và un pezzo di storia di Roma.
Chi scrive queste righe intrise di nostalgia e malinconia ci ha lavorato
per ventidue anni,dal 1974 al 1996. il San Giacomo era un ospedale diverso
dagli altri ospedali ben più grandi, era un punto di riferimento per tutti
coloro che abitano e lavorano in pieno centro. L'umanità del personale che
vi ha operato in ogni categoria,dal primario al portantino (anche se si
dovrebbe dire "ausiliario"), era un marchio di riconoscimento,una
Denominazione di Origine Controllata. In ventidue anni ne ho visti di
operatori che venivano assunti e che andavano in pensione. Era come una
eredità che si tramandava di generazione in generazione : prima di ogni
cosa l'educazione e l'umanità verso i degenti e quanti si presentavano
occasionalmente al Pronto soccorso medico o chirurgico. Era,se vogliamo,
un punto di riferimento globale nel quale confluivano tutte le categorie
sociali. Qualcuno dirà che anche negli altri ospedali è la stessa cosa.
Sì! Ma al San Giacomo era qualcosa che accomunava tutti rendendo meno
estranea le persone. Lì restavano fuori i microcosmi in cui normalmente
viviamo. Anche se è doloroso dirlo,in quell'ospedale,la malattia
accomunava l'attore all'impiegato, il politico al mendicante,al povero. Il
ricco imprenditore all'umile muratore. L'extracomunitario all'italiano.
Ciò era dovuto alla capacità professionale degli operatori di qualsiasi
livello e mansione e quella umanità vera che non escludeva nessuno.
Vederlo oramai abbandonato con una destinazione ignota mi addolora. L'ho
visto tante volte in televisione e cercavo tra i volti quelli che
conoscevo,erano i volti sconosciuti il segno degli anni che passavano. Per
me era come viverlo ancora e sentirmi ancora parte di esso anche se non ci
sono più tornato. Ora so che sono definitivamente fuori da quel piccolo
mondo. In qualche modo ho contribuito a "disegnare" molti anni di
quell'ospedale grazie alle vignette che i colleghi mi chiedevano di
realizzare. Saranno sparite anche quelle,forse distrutte oppure nel
cassetto di chissà chi. Il San Giacomo era uno dei simboli positivi di una
Roma che ormai perde i pezzi più popolari e veramente utili per la
comunità.
Quanti non ricordano la voce afona di Amedeo,uno dei centralinisti. Quando
diceva "Pronto,San Giacomo,dica!" chi era all'altro capo del telefono
pensava che la linea er disturbata e gridava per farsi sentire,invece era
Amedo che strillava perché non aveva voce. Anche questo era il lato umano
del San Giacomo, in un altro ospedale il buon Amedeo sarebbe stato addetto
ad altre mansioni.
Claudio Pompi ex tecnico radiologo del San Giacomo in Augusta.
Il Natale di mamma RAI
Al programma "Festa italiana" (beati loro che riescono a festeggiare!)
fanno vedere una famiglia di nove persone,i coniugi e sette figli,tutti
maschi; il più piccolo ha due anni. Lui è un operaio,lei una donna che
lavora in una ditta di pulizie. Sono felici e sereni,spiegano come fanno a
portare avanti la famiglia numerosa economizzando qua e là. Lui,il
capofamiglia,entra in un supermercato e compra due bottiglie di spumante
di basso prezzo rammaricandosi di non poter comprare quello di prezzo
elevato. Poveraccio! Come la prenderanno i famigliari quella improvvisa
povertà che non permette di comprare per il Natale uno spumantino d.o.c?
lei risparmia sulla spesa! Ma guarda che bravi economisti ci sono in giro
e noi diamo ancora credito a quello spendaccione di Silvio che ci prende a
ceffoni ordinandoci di spendere. Cosa mai metterà a tavola l'accorta
massaia? Gli avanzi dei vicini,visto che i propri li ha già riciclati.
Dalle immagini vediamo piatti ricolmi di rigatoni al sugo e
mozzarella,rigorosamente di terza scelta suppongo. Sorridono tutti e
mangiano di sano appetito (a meno che non sia fame arretrata). Due
lavatrici al giorno,ma la lavatrice è da otto chili. Una bella casa con un
bel terrazzo,una macchina adatta al trasporto della truppa di figli e
moglie,insomma una bella famiglia italiana che seppure con qualche
sacrificio la sfanga ogni giorno. Adesso spiegatemi voi come fa una
famiglia così a tirare avanti con due stipendi,quello da operaio e quello
da donna delle pulizie. Quattromila euro al mese ad esser e larghi? E che
ci fai con otto figli,le bollette,il vestiario,la scuola con libri e
quaderni e accessori vari? Ma a chi la vogliono raccontare? Suvvia mamma
RAI! Siamo rincitrulliti ma non fino a questo punto. Famiglie con due
figli e tremila euro al mese a malapena arrivano al ventisette e se hanno
qualche rogna economica manco al venti arrivano. Capisco che dall'alto
arrivano ordini tipo "tutto va ben Madama la Marchesa" e che bisogna
sponsorizzare l'ottimismo consumistico ma davvero pensate che anche il
nostro cervello sia in crisi? Altro suggerimento viene dal Tg1 che
parlando di vacanze natalizie,manda un messaggino dicendo che alla vacanza
all'estero molti non rinunciano e per farlo ci si può anche indebitare
come se non se ne potesse fare a meno. Questi tossici della vacanza a
tutti i costi sono tra quelli che troviamo ai cortei di protesta dei
sindacati e che reclamano aumenti salariali. E ti credo! Come la pago poi
la rata della vacanza? Per i più abbienti,sempre dal ventre di mamma
RAI,ecco spuntare l'imprenditrice del settore turistico che ci fa sapere
che le crociere extralusso sono in aumento perché si è riusciti a far
coesistere qualità ottima con spesa "contenuta"! E' sicuro che la crisi
non colpisce tutti perché chi era ricco o è rimasto ricco oppure lo è di
più. Idem per i poveri,quelli veri,quelli che non si indebitano per andare
a Vienna o Parigi o Londra, quelli che non sono come la famiglia della
quale vi ho parlato e che ciurla nel manico. Io per fare una crociera ho
dovuto aspettare che venisse il gommone de pompieri per tirarmi fuori
dalla casa allagata. L'unica isola che conosco è quella pedonale dove
passano impunite auto blù con scorta e se non ti scansi ti fanno fare
l'ospite all'ospedale.
Calzature che passione!
Era inevitabile! Chi di "sola" ferisce di scarpa perisce! Così dopo la
"sola" che Bush ha rifilato agli americani a proposito della guerra in
Iraq si è beccato due scarpate da parte del giornalista Iracheno.
Bisogna riconoscere che l'ex alcolista non proprio anonimo ha schivato la
prima scarpata con l'abilità di un pugile che evita un gancio sinistro.
Ora il giornalista rischia sette anni! Ma a George W. Bush quanto
dovrebbero dare per la "sola" sulle armi di Saddam? Quello non era un
stinco di santo e Alì il chimico non indossava il copricapo a cono di mago
Merlino. Diciamo pure che diverse migliaia di Kurdi li ha gasati per
benino e tutto sommato la corda al collo gli stava meglio della cravatta.
Ma ciò non giustifica una seconda guerra contro l'Iraq. Ma che per
amazzare il sorcio demolisci il palazzo? Un po' di scarpate gliele
dovrebbero tirare i parenti dei soldati Americani caduti per il solo fatto
che l'ex alcolista atomico ha dato retta ai consigli dei suoi esperti di
intelligence i quali a loro volta hanno dato retta a quelle holding che
operano nel campo degli armamenti. E che ne dite di qualche scarpata anche
ai patners Europei che hanno dato il loro obolo di morti per sconfiggere
l'uomo del male? Fatto stà che il l'uomo più potente del mondo è stato
preso a scarpate come quei cani che abbaiano troppo o come quei gatti che
ti scassano le balle miagolando sotto la tua finestra in piena notte. Si è
fatto dare le scarpe e se le è portate via.
- Belle queste scarpe!- avrebbe detto la moglie di Bush- dove le hai
prese?-
- In Afganistan! Lì te le tirano appresso per quante ne hanno!- Speriamo
solo che non diventi un nuovo modo di contestare e soprattutto non prenda
"piede" in Italia con tutte le "sole" che ci rifilano. Si potrebbe
tuttavia risparmiare il quantitativo di scarpe calzando quelle
antinfortunistica che hanno la punta rinforzata e prendere a calci in
culo,rigorosamente con la punta,quanti ci solano ogni giorno. In Iraq è
consentito dalla legge prendere a scarpate chi sbaglia. Ve l'immaginate
che guerra si scatenerebbe qui in Italia ? Intanto la prima scarpata l'ha
beccata TRENITALIA a causa della "freccia rossa" che per un piccolo guasto
qualcuno già ha ribattezzato "Freccia Rotta". Un treno così veloce che ha
lasciato a terra i pendolari a causa della soppressione di alcuni Eurostar.
Alla faccia del servizio pubblico!
L'altra scarpata, e non sarà la sola, la prenderà Renatino Brunetta dalle
donne che vuol mandare in pensione come gli uomini. Grazie Renatino!
Sapessi che sollievo sapere che non avrò tra le scatole mia moglie per
qualche anno ancora! Visto che ci sei,perché non gli allunghi anche
l'orario di lavoro portandolo a dieci ore giornaliere così posso fare come
mi pare dentro casa?
Dissacrando qua e là
Emilio Fede (o Fido come più vi aggrada) deve stare attento. Non vi siete
accorti che molto spesso vicino al Cavaliere di Arcore compare Bruno
Vespa? C'è un convegno dove il ceronato leader è di scena? Al suo fianco
c'è il conduttore di Porta a Porta. È vero che Emilio Fido ( o Fede,fate
voi) è come il vecchio cane a catena che abbaia quando c'è sentore di
pericolo e il padrone non lo scaccerà mai dalla cuccia di Rete quattro. Ma
mentre Emilio è addestrato a sbranare quelli della sinistra,Bruno è più da
salotto. Lui quelli della sinistra non se li mangia,lui li invita e fa le
feste. Nel grande circo televisivo è l'equilibrista principe. A più di
qualcuno sta sul "cavolo" ma non cade mai neanche da lì! Nella puntata del
10 Dicembre di Porta a Porta ha ospitato i "naufraghi dell'isola",non
poteva mancare Vladimiro Guadagno in arte e in politica (lui/lei...boh!
dice che con la politica ha chiuso ma la cosa non quaglia) Vladimir
Luxuria! Il titolo della puntata era: L'isola divide la sinistra. C'era
bisogno dell'isola dei soliti inutili per dividere la sinistra? Quelli
sono già divisi per conto loro. Veltroni poco tempo fa ha detto" Chi non
mi vuole lo dica apertamente e faccia un passo avanti!". Più che un
passo,è stata una carica! D'Alema, che per non definirsi "rompi balle" si
è definito "spigoloso ma schietto", ha detto che se non gli stava bene
Veltroni glielo avrebbe detto in faccia. Ora pare che qualcuno abbia visto
Walter con gli occhiali appannati dopo un incontro con l'ex Leader
Massimo. Quelli della sinistra o sinistrati si sono imbufaliti perché
Giulio Tremonti e soci hanno detto che l'IVA su SKY deve passare dal dieci
al venti per cento come per tutte le paytv. In fondo hanno ragione a ben
vedere. Ma si può portare l'IVA al venti per cento il canone di Sky e
affondare così le mani rapaci nelle povere tasche degli Italiani che
lottano per unire il pranzo con la cena? Ma un povero padre di famiglia
che paga circa seicento euro l'anno di abbonamento e non può dar da
mangiare alla famiglia,può pagare il doppio di iva? Non bastano le tessere
di povertà da esibire al supermercato ed essere bollato come morto di
fame? Entri nel supermercato con il tuo bel carrellone che adoperi per
metterci il pupo e dopo aver vagabondato come un accattone ti presenti
alla cassa con dentro il pacco di spaghetti e una scatola di fagioli.
Davanti e dietro c'è gente con i carrelli così pieni che sembrano piccoli
tir. La cassiera distratta ti "passa" pure il pupo che nel frattempo ha
cagato come un leone diarroico e puzza da morire. Accortasi dell'errore
scoppia a ridere nel vedere che tu,morto di fame pure patentato adesso,
hai le tue due cosucce e gli mostri la tessera blu. Ridono tutti meno te.
Poi quella chiama la guardia giurata e ti fa perquisire come un ladro
perché pensa che ti sei nascosto una forma di parmigiano nelle mutande e
non sa che quel gonfiore è dovuto alle tue balle che stanno per rompersi a
causa della crisi che ti costringerà a privarti di SKY dove ogni domenica
vedi Ilaria D'amico che sembra una cavalla. Non potrai più vedere Il
Grande Fratello in diretta giorno e notte mentre aspetti che qualcuno
trombi e alla fine ti accorgi che l'unico trombato sei tu. Che l'unico
protagonista del reality vero di ogni giorno sei sempre tu . Tu che ogni
due mesi vai alla posta a pagare il canone di circa 130 euro con l'IVA al
dieci per cento e che quegli sciacalli,discriminatori del "buon governo"
vogliono portare al venti per cento. Ha ragione la sinistra che protesta
per quel furto nelle tasche del popolo affamato. Cosa ci farai da domani
con la parabola? La userai come centro tavola dove mettere la frutta secca
(comprata con la social card) o le bollette che non pagherai se paghi SKY.
Ti dovrai accontentare di Bruno Vespa e dei vari clowns che si alternano
nel suo circo. Ti sorbirai la Iervolino con quella voce che ti sconquassa
orecchie e attributi,non che quella della Gelmini sia più delicata,oppure
quella del foggiano Vladimiro o quella di Tremonti. Ve lo immaginate un
Porta a Porta con Tremonti,Iervolino, Gelmini,Luxuria, Cristiano
Malgioglio!
Ti dovrai cibare Renatino Brunetta seduto su una poltroncina metodo
Montessori che vuole mettere i tornelli e lui sarà l'unico a passarci
sotto a meno che non prenda come altezza standard la propria altezza e
allora assisteremo a vere e proprie evirazioni dei malcapitati impiegati
statali.
Mi figuro il Cavaliere quando domandò ai suoi collaboratori chi poteva
essere un uomo all'altezza per la carica di ministro della Pubblica
Amministrazione e gli indicarono Renatino. Si guardò intorno e non vide
nessuno,poi qualcuno gli sussurrò di guardare per terra. Dall'altra parte
la sinistra gioca con le ombre cinesi,tanto per non perdere di vista il
rosso,crea il governo ombra! Nulla di nuovo perché anche governo Prodi di
miglioramenti...neanche l'ombra.
Il bello è che noi paghiamo anche le ombre che siedono a Palazzo Chigi.
Costumi e travestimenti
Non c'è niente da fare. Anche se tenti di fuggire mamma RAI ti becca
sempre,quando meno te lo aspetti,quando pensi di essere al sicuro;forte del tuo
telecomando che tieni nella fondina come John Wayne o Gary Cooper nei mitici
Western Americani tenevano la Colt 45 .No,all'improvviso come un indiano da
dietro una roccia ti salta addosso...Vladimir Luxuria ! il telecomando ti sfugge
dalle mani come una saponetta bagnata,cerchi di riagguantarla ma finisce sotto
il divano che diventa il tuo patibolo. È il vincitore dell'sola degli "Inutili
noti"! Mi ero salvato a stento da Maria Giovanna Elmi la "vecchia fatina" che
ancora parla come una ragazzina e nessuno si è accorto che è il frutto del
rincoglionimento senile galoppante. Provate a scolorirle i capelli,a toglierle
quel chilo e mezzo di silicone, i denti impiantati e avrete l'immagine sputata
di vostra nonna! Mi ero sottratto alle forme cellulitiche e decadenti della
vecchia contessa De Blank che dopo averci somministrato quel ciocco della figlia
ha pensato bene di riproporsi lei. Ma dal foggiano Vladimiro Guadagno non mi
sono salvato! Una vittoria contro i pregiudizi! Ma,sinceramente di pregiudizi
non ne ho mai avuti. Non sarà,per caso, che i pregiudizi ce l'ha lui e quelli
come lui verso chi non se li.fila per niente. Un successo paragonabile a quello
di Obama nelle elezioni! O cavolo! Ma allora il nostro Cavaliere smacchiato ha
fatto scuola! Ma non l'avevano criticato per l'abbronzato? Fonti americane hanno
rivelato che "l'abbronzato" è incazzato come un...negro!
-Passi per l'abbronzato, ma essere paragonato a un travestito da spettacolo
porno no! Se lo becco gli rompo il ...- avrebbe detto confidandosi con quella
santa donna di Hillary Clinton che si ricordava ancora dei sigari di Bill e di
dove andavano a posizionarsi quando veniva la stagista Monica Lewinsky.
Ingenuamente pensò che quella ragazza avesse uno spiccato vizio del fumo visto
che ogni volta sparivano due o tre sigari. Bill la rassicurò dicendole che il
vizio del sigaro ce l'aveva lui! Era una mezza verità ma anche una mezza bugia
non detta.
-Faresti il suo gioco! Fai come la maggior parte degli italiani non te lo filare
per niente!-
Quelli del Ku Klux Klan adesso sono arrabbiati. Lo hanno risparmiato perché non
era del tutto nero, ma mezzo frocio no! Non ci stanno. E allora eccoli pronti
con fucili e taniche di benzina.
Apro il giornale e vedo la foto di Gramsci. Ha gli occhiali e i capelli
pettinati col petardo! Ma ora lo capisco. Aveva fatto un sogno premonitore la
notte avanti . Aveva sognato l'ingresso di Vladimiro Guadagno vestito da donna e
con le tette finte nel PCI senza immaginare che il partito si sarebbe rinominato
Rifondazione Comunista. Caro e stimato Antonio,i tempi sono cambiati. I tuoi
pronipotini non hanno più ideali e allora si affidano alla confusione totale che
crea immagini equivoche e comiche come il foggiano Vladimiro. Vladimiro non si è
privato del pistolino che madre natura gli ha donato (e ancora si chiede perché
lo ha fatto). A me in fondo stà simpatico e se lo incontrassi gli direi di darci
un taglio. In tutti sensi. Finiscila di spacciare una diversità che è solo tua e
di quanti ai Gay Pride si travestono e sembra di stare a un mini carnevale di
Rio. L'omosessualità è una cosa seria, accettata senza pregiudizi da quanti non
hanno turbe mentali.
Se proprio ti senti donna,prendi la vincita dona pure all'UNICEF ma con il resto
pagati un bel chirurgo che ti dia un aspetto idoneo e in linea con quella
femminilità che allo stato attuale appare più un insulto alla femminilità che
altro.
Spero che mantenga la promessa di non ricandidarsi,ne abbiamo già troppi di
travestiti politici.
Caso mai ci ripensasse,da maschilista becero,voglio Rocco Siffredi come premier!
E allora sì che sarebbero...cazzi amari!
Promesse di Cavaliere
Lo sapevo! Niente tredicesima da "urlo". Anzi l'urlo c'è stato,sì, il mio! Mi
ero già indebitato con una lista di regali in rigoroso ordine alfabetico spedita
a Babbo Natale. Il cavaliere dopo una rissa da osteria con quel taccagno di
Giulio Tremonti ci ha detto che le nostre tredicesime resteranno così come
sono,forse detassate...forse. Tremonti non rientra tra quelli simpatici a
Berlusconi ed è cosa nota negli ambienti. Ogni volta che il Cavaliere gli chiede
di allentare i cordoni della borsa nasce una lite. Mettici pure quella vocina
stridula con la quale ti dice no e l'antipatia tocca picchi altissimi. Hanno
visto il Ministro delle Finanze barricarsi nel proprio ufficio e resistere ai
vari assalti. Ora ci si è messo pure Bertolaso che ha sparato tredici miliardi
per "la messa in sicurezza" delle scuole italiane,rigorosamente pubbliche. A
tale richiesta il buon Giulio ha domandato
- Ma quanti danni ha fatto la Gelmini da che è ministro della Pubblica
Istruzione?- Bertolaso da dietro la porta chiusa ha provato a spiegargli che
quelli della Gelmini erano danni aggiuntivi.
-Lasciamo tutto così allora e cambiamo solo il nome del Ministero chiamandolo
Ministero della Pubblica DISTRUZIONE!- ha suggerito Tremonti stropicciandosi le
manine sudaticce e con un ghigno di soddisfazione convinto di averla sfangata.
Per dissuadere il Cavaliere e quanti bussano a cassa va dicendo in giro che il
peggio deve ancora venire. Tutti,il Cavaliere in testa,si danno certe grattate
con la mano destra e fanno le corna con la sinistra quando parla alla Camera.
Anch'io parlo alla camera,quella del soggiorno,parlo da solo come uno scemo,
come la maggior parte degli italiani di questi tempi. Anche io preparo il
Presepe, solo che nella grotta ,invece della Sacra Famiglia ci metto una
"massacrata famiglia" che non può pagare più il mutuo. Spero solo di non dover
pagare l'ici in quanto seconda casa.
Usi e consumi
Non c'è che dire,mentre litighi con un commerciante perché ha i prezzi troppo
alti, ti accartocci in una rissa con il barista che ti spara il conto di un
pranzo di nozze per un cornetto e un cappuccino e nel frattempo il vigile ti fa
la multa per divieto di sosta per la quale se non paghi entro i termini ti
ritrovi a chiedere un mutuo per pagare la GERIT: Lui,dopo attimi di commozione,
ti dice che per uscire dalla crisi bisogna incentivare i consumi! Magnifico!
Cosa mi posso comprare nel campo del superfluo utile? Un televisore? Ce l'ho, 48
pollici e un indice,quello di gradimento o sgradimento,fate voi,per i programmi
propinati. Un cellulare? Ho anche quello,magari vecchio di quattro anni.Magari
non ha lo schermo,non ha internet,non ti fa le clip e le fotografie e nemmeno il
caffè al mattino. Fa l'unica cosa forse inutile per la quale è stato inventato:
parlare! Parlare con una cugina rincoglionita che ti parla del maltempo che fa
al suo paese o del mal di schiena che l'attanaglia. Cazzo! Ma telefoni a me
mentre stò per uscire? Ma chiama il medico se ancora ne trovi uno che non
prescriva terapie ai morti! Parli con una che con voce cinguettante ti chiede se
vuoi saperne di più sull'utilità di una marca di aspirapolvere e tu ti freni per
non mandare lei e l'aspirapolvere in quel posto. Ti limiti con i residui
dell'ironia a risponderle che non hai niente da farti aspirare visto che ti
hanno aspirato già tutto. Le chiedi piuttosto se vuole acquistare,lei,il tuo
frigorifero ormai vuoto e disprezzato anche dal sorcio che non trova più niente
dentro.
Una macchina nuova? Ma sì! 130 € al mese per un modello da sogno poi con il
fermo immagine e con la lente d'ingrandimento leggi quel testo microscopico nel
quale ti dicono che 130€ sono solo per il primo anno. Poi la rata diventa di
circa 370€ ! Allora mi tengo la mia carretta e faccio felice il meccanico
ipocrita che,sfottendomi,mi chiede quando la cambio.ma segretamente spera che
ciò non avvenga in modo da impiantare pezzi presi allo sfascio, passandoli per
nuovi. Tutto in nero,ovvio.
Cosa posso comprarmi di "utilissima inutilità" che già non abbia,eredità di un
mondo esclusivamente basato sul consumismo sfrenato che lentamente si
avvia,triste e malinconico,verso una economia di guerra,di autarchia,di orti di
guerra impiantati nelle aiuole e nei parchi pubblici. Il baratto è dietro
l'angolo! La mia collezione di pacchetti di sigarette vuoti per mezzo chilo di
farina! Affare fatto?
Mi consenta,caro Presidente, io sarei contento di consumare ma poi con che pago?
Aspetto la fine della crisi e pago con interessi da usura? Mi
piacerebbe"consumare" ma con la crisi che c'è non riesco a "consumare"neanche un
rapporto intimo. Sa come si dice...l'amore non vuole pensieri! In un clima di
mosceria,anche "lui" ne risente e punta al...ribasso. E'così avvilito che quando
lo porto al bagno vorrebbe buttarsi nel water e annegare. Ho provato a fargli
vedere Maria Giovanna Elmi semi nuda sull'isola dei famosi. Non l'avessi mai
fatto! È sparito,scomparso! Era il mio compagno di giochi proibiti gratuito e
preferito,eravamo insieme da una vita.
L'unica cosa che posso consumare è la suola delle scarpe mentre passo davanti ai
negozi all'interno dei quali,commercianti con occhi affossati ti guardano e
silenziosi supplicano di comprare. Ti mostrano la pistola mentre se la puntano
alla tempia. Tu gli mostri la tua e la butti perché non hai i soldi per comprare
un proiettile da spararti alla tempia.
Sempre più Pierino la peste
Il cavaliere "smacchiato" ci ha rifatto. Sbuca da dietro un lampione alle spalle
della Merkel e le fa" cucù". La teutonica Cancelliera sta al gioco e lo
abbraccia. Diavolo di un premier,non puoi mandarlo in giro che subito te ne
combina una! Al prossimo vertice mi figuro tutti i potentati della terra che
stringono un'alleanza basata sul reciproco avvertirsi.
-Attento Putin che Silvio ti sta per calare i pantaloni!- dirà Obama. Zapatero
striscerà lungo i muri con le mani sul pube perché teme di diventare il Pippo
nazionale palpato da Benigni. La Merkel indosserà pantaloni per non sentire la
mano del Silvio insinuarsi sotto la gonna mentre gli volta le spalle. Sarkozy
lascerà a casa Carla per paura che Silvio le faccia una corte subdola .
- Mi consenta...-
-Un par de palle! Si t'avvicini,te sego le mani!- risponderà elegantemente
Gordon Brown .
Ve lo figurate il nostro Premier che al pranzo di gala tira molliche di pane nel
brodo del commensale alla sua destra o soffia forte sul cucchiaio che sta
portando alle labbra quello di sinistra. Frattini che si tappa gli occhi con i
palmi delle mani e scuote il capo disperato e con occhi persi nel vuoto cerca
qualche scusa. L'unica che gli viene in mente è quella di dare la colpa a Di
Pietro e Veltroni.
-Dovete capirlo! Quei due lo massacrano dalla mattina alla sera!-
Ora aspettiamoci l'ondata di critiche da parte della sinistra nei confronti del
nostro "Pierino".
Tanto loro non è che abbiano dei programmi da proporre,si accontentano di poco
in attesa di capire chi sono,da dove vengono e dove vanno .Il Cavaliere
smacchiato dice di sapere chi sono,da dove vengono e soprattutto dove li manda
lui..
Papaveri e papere....o oche giulive
Prendo spunto dalla esilarante poesia di Armando Bettozzi"L'abbronzato" per
esprimere delle personalissime opinioni. Oggi il senso dell'umorismo sembra un
dono divino visto e considerato che sempre più facilmente ci si sente offesi.
Manca il senso della misura. Il Cavaliere senza macchia o se volete "smacchiato"
se ne è uscito con una battuta dettata più dal suo complesso di superiorità che
dal senso dell'umorismo. Le battute per lui sono pane quotidiano visto che Zelig
è cosa di casa sua. Non dimentichiamo che nel primo Governo Berlusconi la satira
politica fu praticamente esiliata dalla televisione sia di Stato che privata.
Pertanto lo spirito umoristico del cavaliere ha dei percorsi ben precisi.
Chi,del cavaliere,non ricorda le famose corna fatte durante una riunione
internazionale?
Le hanno viste in tutto il mondo. Quanti avranno sorriso e quanti si saranno
messi le mani in faccia scuotendo il capo? La politica e la diplomazia non
appartengono a Berlusconi per il semplice motivo che lui ragiona da
imprenditore,da manager. Pertanto non dovremo mai aspettarci da lui
atteggiamenti consoni alla carica che riveste e che esporta nel mondo. Il
piccolo grande uomo si avvale anche di altri mezzi che appartengono più alla
gente dello spettacolo,quella che non s'arrende al declino fisico,che ad un uomo
maturo(politicamente). Guardatelo bene! Tra trapianto di capelli colorati con le
tempere,tiraggi vari,ceroni sembra una maschera del Carnevale di Viareggio.
Forse non è proprio il massimo del made in Italy come figura. Forse non è
neanche una figura seria.
Ma sono seri quelli dell'opposizione che si sono strappati i vestiti nel
criticare ferocemente la battuta del Cavaliere "smacchiato" di Arcore? Con tanti
problemi che abbiamo si vanno a buttare,non avendo argomenti,sulla gaffe del
Presidente? Chi è più comico o più patetico?
Oggi il mondo è cambiato e non certamente in meglio. Oggi di una persona di
colore si dice che è nero e non negro come un tempo. Oggi dire negro è un
offesa! Quanta ipocrisia! La parola negro viene da nigro,spagnolo. Negrieri
erano coloro che facevano la tratta degli schiavi. Ma se dico "nero" e poi lo
tratto come una merda cosa cambia? Obama non è nero e neppure bianco se mi
passate la battuta è quanto di più democratico ci sia nel tema razziale. Ha
messo d'accordo tutti,bianchi e neri. È stato votato dagli uni e dagli altri.
Chi ci è rimasto male è il Ku Klux Klan.
Sono indecisi! Se tentano di fargli la pelle eliminano anche il bianco che è in
lui se non lo eliminano avranno un bianco in più ma anche un nero in più.
Abbronzato!? E come la mettiamo con tutti quelli che si lampadano nei solarium o
si sdraiano come salamandre sulle spiagge d'estate?
...Come sei nero!!! E l'abbronzato dagli a pavoneggiarsi. Poi al buio lo vedi
nudo con il culo bianco come un lenzuolo. Per le donne ancora peggio.
Chiappe,pube e tette bianche. Come a dire: se non mi becchi così al buio non mi
becchi più tesoro! Triangoli bianchi di segnalazione. Tutti a fare a gara a chi
è più abbronzato e poi ci si scandalizza per le battute da bar dello sport del
Cavaliere! Le cose sono due: o quelli dell'opposizione hanno dei problemi
razziali interiori che cercano di nascondere,oppure pensano che il colore della
pelle del neo PresidenteUSA sia una malattia sulla quale non bisogna ironizzare.
Carla Bruni si vergogna di essere Italiana!? A Roma diremmo: e sti c...!!!
Rimanga a Parigi e ci resti per sempre, gli Italiani,quelli veri,non ne sentono
la mancanza. Arrivista,arrampicatrice,insipida e segaligna non la vorrei neanche
a un funerale. Continui a suonare la chitarra e in privato se la faccia suonare
da quell'altro "gigante "del marito.
Sembrerò assurdo ma ho sempre detestato le "top model". Guardatele mentre
sfilano,sembrano affette da lussazione congenita delle anche per come camminano.
Sembrano uscite da sotto la pialla di un maldestro falegname. La Gelmini è molto
più sensuale,difatti tantissimi,di questi tempi, la vorrebbero tra le mani...
Per favore,non prendiamoci sul serio! Pensiamo piuttosto che ci sono cose che
ledono la dignità di un uomo indipendentemente dal colore della pelle. La
miseria nella quale ci stanno facendo precipitare, il non poter andare a fare la
spesa dopo il quindici del mese, le morti bianche,il lavoro che manca, la
violenza che regna incontrastata, i figli che uccidono i genitori e poi
ereditano e sono liberi come passeri. Coraggio figlio mio,dammi una coltellata
che dopo qualche anno sei ricco e felice! A me non potrà mai capitare perché
erediterebbe mutuo da pagare,debiti vari e qualche bolletta scaduta e insoluta.
Forse è per questo che mio figlio mi chiede sempre se sto bene e sorride felice
quando gli dico di si. Se sto male si intristisce e chiama il medico curante.
A proposito di Napoli
Ma quante belle parole! Mi chiedo se quanti vivono quotidianamente la realtà
Napoletana condividano o applaudano il gorgoglio di versi che inondano il sito.
Probabilmente ho un modo del tutto personale di abbinare poesia alla
realtà,lascio poco spazio ai voli pindarici della fantasia di chi legge. Sarà
che la vita mi ha tolto quella corazza che impediva alla sensibilità di
penetrare come gocce di pioggia o di acqua putrida di fogna che alla fine irrora
i campi.
Ma una poesia che sfiora una realtà difficile come Napoli deve suonare come una
denuncia,una provocazione verso chi ha contribuito allo sfacelo
sociale,istituzionale e ambientale.
Deve uscire anche da questo sito e infiltrarsi dove altri possano ascoltare e
leggere.
Personalmente ho provato a raggiungere altri punti con la poesia dedicata a
R.Saviano e la mia poesia è finita su " l'Unico " un giornale online. Ci ho
provato anche con altre testate giornalistiche,ma ho dimenticato due cose
importanti: sono tutte politicizzate ed io sono solo un Claudio Pompi
qualsiasi...un Carneade. Fossi stato un nome importante l'avrebbero pubblicata.
Napoli mi appartiene anche se sono romano fino al midollo e amo la
romanità,tanto che,incerti frangenti se mi chiedono se sono Italiano,rispondo
"No,sono romano!". Ma Napoli,quella che io ho conosciuto,fa parte di me.
Qualcuno dimentica che Napoli è stata la prima città italiana a ribellarsi ai
tedeschi nel 1943 e a liberarsi da sola senza l'aiuto degli Alleati. Mi chiedo
come fa "il gabbiano a dire che nulla è cambiato. Forse non sono riuscito a
interpretare bene il suo pensiero. Forse lui ha letto il libro di Curzio
Malaparte:La carne. Quella Napoli non esiste più. Lo scugnizzo eroico del 43
oggi è un "pusher" su un motorino,è figlio di un malaffare diffuso come una
metastasi.
Napoli che amo è quella della solidarietà,a volte anche illegale ma umana;
quella raccontata in tanti film che dalla realtà hanno tratto spunto. La mia
Napoli è quella della canzone che in ogni parte del mondo cantano anche se la
canzone ha cento anni. La lingua napoletana,il dialetto è musica e musicale. Una
canzone napoletana la puoi sentire accennata a Milano,Torino,Firenze,ovunque.
Chiunque accenni una canzone napoletana ci mette poca voce e molto cuore. La mia
Napoli è quella di cui ho respirato realmente i profumi dei vicoli,delle case
che affacciavano sugli stessi. Quella dove dopo due giorni eri uno di loro. Dove
ti offrivano anche quel che non avevano perché se lo procuravano da un'altra
parte. La Napoli della genialità, della tradizione,della commedia e della
sceneggiata. Edoardo,Peppino,Titina De Filippo sono icone della Napoli che
ricordo e amo. Così come il Principe Antonio De Curtis in arte Totò. Chi non ha
visto un opera dei primi tre o riso con la maschera del secondo. Chi non ha
ascoltato "O sole mio" e lo ha cantato meglio dell'inno di Mameli che ancora
molti stonano o non ne conoscono il testo. E pensare che è stato scritto da un
napoletano in Ucraina che era lì per lavoro visto che importavamo grano da
quella nazione nel tardo ottocento. Napoli che nel settecento era la più grande
città d'Europa. Al mondo non c'è niente che un napoletano non abbia già fatto
prima. La reggia di Caserta fatta costruire da Carlo III di Borbone
fu la prima residenza reale in Europa dotata di stanze da bagno quando a
Versailles nobili e cortigiani defecavano agli angoli dei corridoi.
La Napoli dei miei ricordi è quella del Monastero di Santa Chiara che Vittorio
De Sica,napoletano d'adozione, canta nell'omonima canzone ripensa a Napoli come
era.
Quella di oggi non mi appartiene,la piango e basta. Dilaniata dalla cattiva
politica,dalla Camorra dove il "guappo" oggi è sostituito da un capocosca. Dove
i vicoli e i muri odorano di droga e sangue e dove Salvatore Di Giacomo non
riuscirebbe a scrivere nemmeno un rigo,così come Murolo e Bovio chiuderebbero il
pentagramma.
"...Addio mia bella Napoli. Mai più ti rivedrò... " " ...Pienso a Napoli cumm'era,pienso
a Napoli cumm'è..." e non è un bel pensare sapendo che è in mano a gente indegna
come la mondezza fatta sparire e riposizionata nelle periferie o nell'interland.
Mi dispiace Maria Attanasio,ma una poesia non basta se resta ad allietare le
nostre menti e a circolare nel fatato castello di questo sito e chiedo scusa al
Professor De Ninis per il modo in cui mi sto proponendo. Lungi da me il voler
denigrare la bella poesia di Max.
Un mondo a parte
( storia vera di un uomo indifeso: Massimo Pompi)
Erano le undici di sera dell'undici novembre 1980. pioveva a dirotto quando
passai con la macchina
sotto le finestre di un palazzo doveva mio padre si era trasferito
provvisoriamente prima di prendere possesso di un appartamento comprato a Roma.
In quei momenti mio padre stava morendo. Edema polmonare. Quante volte ero
intervenuto per salvarlo, portavo sempre una fiala di Cardiostenolo e una
siringa in macchina insieme ad una ricetta che attestava l'uso e il nome del
paziente con diagnosi.
Se mi avessero fermato e trovato quel farmaco correvo il rischio di essere
accusato di detenzione di sostanze stupefacenti trattandosi di morfina. Non
c'erano i cellulari ancora,grande invenzione! L'unica cosa che può essere
paragonata ad un salva vita.
Mio padre soffriva con la pressione alta e l'asma cardiaca. Quella sera non
c'ero. A nulla servì chiamare il medico curante,vecchio amico di famiglia che a
quell'ora,in pigiama ,si precipitò in quell'appartamento al quarto piano senza
ascensore.
-Quando mi hanno chiamato era ormai troppo tardi...- disse quando entrai nella
camera da letto dove giaceva mio padre. Quel "troppo tardi..." in quel momento
mi fece quasi sentire in colpa.
Dove ero a quell'ora? In macchina,di ritorno da una partita della squadra che
allenavo.
Se non ci fosse stato quel temporale avrei citofonato visto che in quella casa
non c'era telefono.
Quando abitava nell'appartamento dove avevamo vissuto per tanti anni telefonavo
quasi ogni giorno per sentire come stava. Dopo la morte di mia madre cinque anni
prima erano cambiate tante cose nella nostra vita. La vita sembrò voler
compensare quel grande dolore facendomi incontrare una ragazza bellissima e
innamorata che avrei sposato un anno e mezzo dopo e che mi avrebbe reso padre di
Francesca. C'era Massimo,mio fratello, che si accorse della scomparsa di mamma.
Massimo era la croce che mamma e papà abbracciarono da quando nacque nel 1946.
per la precisione si accorsero che non era come gli altri bambini intorno ai tre
anni. Viveva in un mondo tutto suo. Era un bambino così bello che quando
andavano per negozi,le commesse si fermavano per guardarlo. Il suo sviluppo
fisico fu normale,nessun difetto motorio. Ma non so chi dei due,se mamma o papà
notarono, uno strano movimento ondulatorio del tronco. Avanti e indietro,avanti
e indietro. Capirono che c'era qualcosa che non andava. Perché quel bambino non
dialogava ma rispondeva ripetendo la domanda che uno gli poneva? Erano alla fine
degli anni quaranta,la scienza non era quella di oggi e pertanto,in questo
racconto,bisogna rapportarsi con quell'epoca.
I soldi a casa non mancavano,abitavano a Viale Carso numero cinque,quartiere
delle Vittorie,quasi alle spalle dell'omonimo teatro dove si sarebbero celebrate
le glorie di trasmissioni televisive come Canzonissima, Fantastico e tante
altre. All'angolo c'era via Asiago,sede dell'EIAR prima e della RAI poi. Un
quartiere importante allora come lo è oggi.
Massimo passò per le mani di luminari della psichiatria che chiaramente non ci
capirono nulla.
Una sola certezza. Nacque dopo tre giorni di travaglio e molto probabilmente lo
spinger con la testa e il cordone ombelicale intorno al collo poteva aver creato
un danno. Oggi diremmo che Massimo era una via di mezzo tra un autistico e
un.... va a capire cosa.
Massimo fu classificato come "subnormale". Provarono con cure di ogni tipo e
perfino il micidiale
Elettrochock! Quando uscì da quella sala di tortura mia madre si ritrovò tra le
braccia un bambino semisvenuto ma che non aveva pianto o gridato.
- Se decidete di tenerlo con voi,sappiate che abbracciate una croce enorme. Non
potrà guarire e non potrà migliorare. Vi consiglio di metterlo in un istituto
adatto in previsione di quando non ci sarete più e qualcuno dovrà occuparsi di
lui.- disse un professore. Per certi versi non aveva torto.
Fine prima parte
Un mondo a parte
(Storia vera di un uomo indifeso:Massimo Pompi)
Quella sentenza non scoraggiò Lorenzo e Fiora. Quel figlio sfortunato non
sarebbe mai finito in un istituto per bambini subnormali. Abbracciarono la croce
forti di una speranza che dall'esterno poteva apparire vana, forse a ragione se
non si fosse tenuto conto dell'amore che nutrivano per lui.
Quando venni al mondo Massimo aveva cinque anni,era il 1951,era il primo giorno
d'estate o per molti,oggi l'ultimo di primavera. Roma viveva ancora degli
strascichi dell'anno Santo del 50. nacqui in casa a differenza di Massimo che
era nato in clinica.
I miei rapporti con Massimo iniziarono quando avevo sei o sette anni. Mi rendevo
conto che c'era una situazione particolare, non pesante,ma diversa sì. La
diversità era nel constatare che i bambini della mia età avevano fratelli con i
quali parlavano o litigavano. Perché io no?
Massimo era trattato come me,come un bambino normale,ma io non avevo nessun
dialogo,nessun rapporto fatto di giochi in comune. Mio padre e mia madre,un po'
alla volta, cercarono di farmi capire che Massimo non poteva essere come me.
Crescevamo insieme ma in mondi diversi.
A smentire in parte la lapidaria sentenza del luminare della psichiatria c'era
il fatto che Massimo dei progressi li aveva fatti. Con molta pazienza riuscirono
ad insegnargli tante piccole cose,come a rispondere alle domande che gli
venivano poste. L'importante era porle in modo semplice,con poche parole. Lui
ripeteva la domanda e poi dava una risposta semplice. Molte volte era una
risposta incompleta o inesatta,ma questo accadeva quando non aveva una risposta
da dare.
È un mondo misterioso quello delle persone come Massimo. Non sono loro che
devono imparare,siamo noi che dobbiamo capire e fare attenzione a come si entra
nel loro mondo a metà strada tra la realtà e il sogno o qualcosa di simile che
ancora oggi non so definire.
Massimo non rimase da solo in nessuna circostanza,buona o cattiva. Il suo legame
con mamma e papà fu sempre più forte.Tanti passi loro,tanti passi lui. Sempre
sottobraccio ad uno dei due.
Da parte sua c'era una ricerca costante di affetto,era capace di avvicinarsi a
mamma e chiedere un bacio. Questo smentì ulteriormente quanti
affermavano,all'epoca, che questi soggetti non sono capaci di esprimere affetto.
L'amore serve a loro per sentirsi sicuri,scacciare la paura dell'abbandono.
L'abbandono è la peggiore malattia, è capace anche di uccidere. Massimo dava e
chiedeva affetto come un bambino qualsiasi.
Dentro casa non c'erano problemi di coesistenza tra me e lui. Ero abituato a
vederlo dondolare avanti e indietro e questo avveniva nei momenti di
apprensione,era un modo di esprimere un suo disagio oppure,come capita a
noi"normali",l'ansia di una attesa,di un qualcosa che desideriamo.
Mi domandavo come faceva a mangiare con la mano sinistra, io ci avevo provato ma
non ci ero riuscito mai. Mi domandavo come faceva a non annoiarsi in quelle
tante ore che passava seduto davanti ad una finestra con in mano un giocattolo
particolare. Era il "Tettottì". Cos'era?
Era il telaio in ferro di un vecchio seggiolino da campeggio che lui teneva tra
le mani e lo sollevava all'altezza degli occhi come se fosse un sestante. Il
nome astruso non so come venne fuori,so che lo inventò lui. Quell'oggetto,al
quale nel corso degli anni ne seguirono altri simili,fu il suo passatempo
preferito. Lo vedevi con quel coso in mano che rigirava rivolto sempre verso una
sorgente di luce, naturale o artificiale.
Crescevamo insieme e distanti,ero abituato a vederlo così con quelle sue
stranezze,con quel suo dialogare con se stesso. Lo sentivi parlare come se
stesse parlando con qualcuno ma capivi che ciò non era possibile perché
confondeva la cronologia e i nomi.
Ricordo mia madre che lo correggeva di volta in volta.
- No. Maria è un amica di mamma,non tua zia...- lui restava muto per alcuni
secondi.
- No. Maria è un'amica di mamma...- ripeteva a se stesso.
Ma lui mamma la chiamava Fiora e papà Lorenzo,anzi Enzo. Mia madre aveva sempre
chiamato mio padre Enzo. Pur non essendo il diminutivo giusto( Renzo) ormai e
fino all'ultimo lui era Enzo.
Così come Fiora,per mio padre, diventava "Fiorellina". Massimo non aveva mai
sentito la parola mamma o papà se non verso i sei sette anni quando io cominciai
a chiamarli così. Ormai era diventata un abitudine che mantenne sempre. Da lui
mi sono sempre sentito chiamare Claudio. Col tempo sviluppò una memoria
formidabile. Ricordava tutti i nomi di parenti e amici di famiglia senza
sbagliarne uno. Mamma e papà gli avevano insegnato a comportarsi in modo
adeguato quando c'erano ospiti o quando si andava da qualche parte. Massimo era
per indole molto schivo e riservato,probabilmente per quella paura di essere
abbandonato.
Una delle cause che hanno impedito un progressivo miglioramento di mio fratello
erano gli occhi.
Quegli occhi chiari sembravano perdersi nel vuoto,non cercavano,non esploravano.
Solo loro,i genitori,riuscivano a percepire quanto quegli occhi esprimevano.
Massimo era stato operato intorno ai sei o sette anni di cataratte congenite. La
sua vista era compromessa e non poteva nemmeno portare gli occhiali perché data
la sua condizione non era in grado di poter affrontare una visita oculistica
appropriata. Non era in grado di rispondere alle domande del medico. Eppure
sviluppò un metodo tutto suo e tuttora incomprensibile di vedere le cose e di
cercarle. È superfluo dire che solo la grande volontà,soprattutto di nostra
madre,contribuì a renderlo parzialmente autonomo. Il senso dell'ordine era in
cima all'ordinamento della casa. Chiaramente,manco a dirlo,la pecora nera ero
io. Disordinato per natura,senza volerlo mettevo in disordine anche quell'angolo
di mio fratello dove lui teneva riposte quelle poche cose che gli facevano
compagnia. Di conseguenza mia madre che nella sua infinità bontà e nel suo
infinito amore non aveva eguali, più di una volta mi fece sentire la sberla
sulle guance.
I soggetti come mio fratello non sono aggressivi, lo diventano quando sentono il
pericolo,quando una persona al di fuori dei genitori tenta un azione repressiva
nei suoi confronti.
Massimo non reagì mai ad una sgridata di mia madre quando faceva qualcosa che
non doveva.
Eravamo sullo stesso piano in quanto a trattamento. Forse fu proprio questo suo
modo di fare che impedì il nascere di gelosie da parte mia verso mio fratello.
Eravamo amati e puniti allo stesso modo. Certamente a lui venivano riservate
attenzioni necessariamente diverse.
Da me non accettò mai un trattamento brusco o violento. Capitò di venire alle
mani per motivi di "invasione di campo". Io giocavo da solo nella mia camera con
i soldatini o con il trenino elettrico
( Prima di morire mi voglio comprare un plastico ferroviario),lui entrava e
magari mi spostava qualcosa. Io reagivo e lui mi rifilava un calcio al quale
rispondevo. Molte volte,la maggior parte, si prendeva il mio" cazziatone" e se
ne andava.
Massimo cresceva e con lui anche i suoi progressi. Non imparò mai a leggere o
scrivere ma ancora oggi mi chiedo come facesse a distinguere un disco da un
altro.
Avrà avuto sedici o diciassette anni. A casa avevamo un giradischi e molti
dischi essendo mamma appassionata di musica di ogni genere,da quella
classica,alle opere di Puccini,alla musica leggera.
Detestava quella americana e gli urlatori.
Una mattina,dal soggiorno sentiamo provenire una canzone. Mia madre mi guardò
severa.
- Perché hai acceso il giradischi? Lo sai che non voglio che ci metti le mani!-
- Ma io non ho fatto niente!- dissi temendo la "cinquina" educatrice. Lei andò
nel soggiorno e vide Massimo seduto davanti all'apparecchio. Ricordo la sua
faccia stupita,mi guardò e poi si avvicinò a mio fratello che quasi si spaventò.
Aveva capito di aver fatto qualcosa che non doveva. Pensai che una bella
sgridata non gliela avrebbe tolta nessuno. Invece mia madre lo accarezzò per
rassicurarlo e lo baciò.
-Mi fai vedere come hai fatto?- gli domandò con calma,come per gratificarlo.
Vidi Massimo sollevare il braccetto,togliere il disco e rimetterlo nella
foderina. Quest'ultimo gesto lo fece avvicinando agli occhi sia il disco che la
custodia.
- Fammi vedere come lo accendi!- disse mamma spegnendo il giradischi. Lui senza
tentennare lo riaccese,prese lo stesso disco e lo rimise sul piatto,quindi alzò
il braccetto e lo posò delicatamente sul disco.
Ecco un altro particolare,Massimo aveva una delicatezza straordinaria nel
prendere le cose.
Al tempo stesso era dotato di una forza mostruosa se si pensa che riuscì a
torcere un telaio di ferro pieno( un altro dei tanti " tettottì" inseparabile
compagno fino verso i venti anni).
Quello che meravigliò,con il passare del tempo,fu la capacità di Massimo nel
riconoscere ogni disco tra più di cinquanta che ne possedeva. Gli chiedevi un
titolo e lui,sempre avvicinando il pacco di dischi agli occhi, da quel pacco
tirava fuori il 45 giri richiesto. Non solo. Non sbagliava neanche la facciata.
Poteva sbagliare un titolo su venti o trenta. Aveva preso l'abitudine di
stracciare le foderine,pertanto le etichette erano facilmente confondibili in
molti casi.
Per far funzionare giradischi anche più complessi gli bastava poco tempo.
Sembrava assente come sempre,disinteressato e chiuso nel suo mondo. Ma quando lo
lasciavi solo ecco quella che io definisco " il prodigio". Sentivi
improvvisamente la musica. Imparò a memoria tutti i brani di musica leggera e se
gli chiedevi chi la cantava quella canzone,lui ti diceva nome e cognome.
Ricordo quando c'era la trasmissione radiofonica "Hit parade" condotta dal
grande Lelio Luttazzi.
All'inizio era settimanale,poi divenne bisettimanale. Ebbene,Massimo pur non
conoscendo i giorni della settimana, sapeva quando c'era quella trasmissione. Te
lo diceva il giorno stesso e ti diceva anche l'ora. Quando era il momento se la
radio non era accesa o sintonizzata, andava da nostra madre e ricordo anche la
sua solita frase.
-Che mi fai sentire Hit parade..che è ora?- domandava puntualmente. Come faceva
a sapere che era giovedì( venerdì? Non ricordo)? E quando le trasmissioni
divennero due a settimana,lui sapeva quando era martedì e quando giovedì
(venerdì). Non sapeva neanche cosa fosse un calendario.
Non aveva la cognizione del tempo inteso come giorno e ora. Il tempo della
giornata era scandito da orari quasi sempre uguali,la mattina intorno alle otto
c'era la colazione a base di caffellatte e pane,
alle tredici e trenta pranzo, la merenda nel pomeriggio intorno alle cinque e la
sera intorno alle nove e trenta la cena. Erano orari un po' particolari ma tutto
dipendeva dagli orari di lavoro di mio padre.
Papà era nel campo assicurazioni e la sua clientela era fatta di persone che
erano a capo di importanti aziende industriali. C'erano appuntamenti che a volte
andavano oltre le dieci di sera,mai prima delle nove del mattino. Si aspettava
lui per mangiare anche se lui non voleva che lo aspettassimo. Mamma,superate le
nove ci faceva mangiare e aspettava lui per cenare anche se rientrava alle
undici di sera.
In quanto a mangiare Massimo era "una macina" come dicono a Roma. Mangiava di
tutto, al contrario io ero quello che mamma definiva una "bocca di ciavatta"
sempre come dicono a Roma.
- Il pane lo mangiano i ghiotti!- mi diceva. Detestavo il pane a tavola in
particolare. Non mi piaceva il parmigiano sulla pasta anche se ero capace di
mangiarlo a cucchiaiate dalla formaggiera di nascosto. Non mi piaceva la pasta
alla carbonara,non mi piaceva la minestra a meno che non fosse passata. Non
parliamo della carne,se trovavo un nervetto o un filo di grasso ero capace di
sputarla.
Vegetali? Solo insalata,patate( in tutti i modi),peperoni,cicoria e zucchine
all'agro.
-Quella povera disgraziata che ti sposerà mi maledirà anche dopo morta!- diceva
con la schiuma alla bocca per le arrabbiature che le facevo prendere a causa del
mangiare.
Massimo mangiava di tutto. Era goloso di pane,se non stavamo attenti era capace
di mangiarne a chili. Più di una volta ci accorgemmo che si era divorato cinque
ciriole( una volta a c'erano).
Sapeva dove stavano e nel pomeriggio quando mamma e papà riposavano lui andava a
prendersele.
A tavola poteva esserci ogni ben di Dio ma a lui non doveva mancare il pane.
Mezza circola che prima di iniziare il pasto spezzettava e teneva al lato del
piatto. Quei bocconi di pane se li mangiava alla fine del pranzo o della cena.
La merenda era costituita da una mela o pera sbucciata e tagliata a pezzi e
l'immancabile pezzo di pane. Massimo non imparò mai ad usare un coltello,a causa
della vista. Mamma e papà gli tagliavano la carne o il pesce,la frutta e quei
tipi di pasta come le lasagne o i cannelloni.
Sapeva adoperare bene forchetta e cucchiaio, acqua rigorosamente mista a vino
gli veniva versata.
Quando fu abbastanza grande imparò a bere il caffè al mattino e al pomeriggio.
Ricordo quando la mattina presto mi alzavo per andare a scuola ( avevo
diciassette anni) e in cucina trovavo mamma e papà che aspettavano il caffè
della moka. Quel caratteristico rumore immutato negli anni era un richiamo per
Massimo. Ce lo ritrovavamo in pigiama dentro la cucina.
- Me lo dai il caffè?- ogni mattina la stessa richiesta regolarmente esaudita.
La caffeina è uno stimolante e i miei pensarono che poteva essere un piccolo
aiuto per quel figlio ormai adulto.
Da che era venuto al mondo Massimo nei primi vent'anni di vita aveva fatto passi
da gigante.
Aveva imparato a vestirsi da solo anche se non era capace di abbottonarsi la
camicia o i pantaloni.
Era capace di lavarsi i denti dopo che il dentifricio gli veniva messo sullo
spazzolino. Era capace di lavarsi dopo i bisogni corporali. L'igiene era un
fatto prioritario e come al solito lo zingaro ero io.
Da ragazzino detestavo il bagno del sabato sera. Massimo lo adorava. Era un
momento di contatto fisico con la madre, era sempre e comunque un bambino che
cercava amore e protezione.
Quella protezione che prima o poi sarebbe venuta a mancare e che angosciava
mamma in modo prevalente. Papà era più riflessivo o forse non dimostrò mai la
sua pena.
Forse ne parlarono tra loro. Forse ascoltarono i consigli di parenti o amici.
Un giorno ci avviammo in macchina verso via Aurelia a ntica. Raggiungemmo
l'istituto Don Guanella,uno dei pochi istituti per ragazzi subnormali( quanto ho
odiato questa parola). Il problema era l'età di Massimo,aveva diciotto anni nel
64 e tutti gli istituti erano per la maggior parte riservati a bambini molto
piccoli. Entrammo nella struttura e girammo in lungo e in largo quel posto anche
bello se vogliamo. Ragazzi con problemi ci venivano incontro,ci salutavano a
modo loro.
Mamma e papà parlarono con gli assistenti facendo domande di ogni genere. Per
arrivare a quella struttura ci era voluta una grossa raccomandazione perché i
posti erano limitati.
Massimo rimase per alcuni minuti seduto su una panchina del parco e ogni tanto
gli si avvicinavano alcuni ospiti. Mamma e papà osservarono la scena per vedere
come reagiva. Provai un senso di pena pur avendo tredici anni per Massimo.
Dentro di me non accettavo l'idea che tornando a casa non avrei trovato mio
fratello anche se vivevamo due vite distanti,accomunati solo dal legame con i
nostri genitori. Faceva parte della mia vita. Vidi mia madre piangere.
- Ci dia il tempo di riflettere fino a domani.- disse mio padre.
- Se rinuncia perderà ogni diritto,si ricordi!- rispose quella che doveva essere
la direttrice.
Vidi mamma venirci incontro con Massimo sotto braccio.
-Ce lo prendiamo un gelato,un cono cioccolato e panna?- domandò Massimo come per
avere la conferma che lì non sarebbe rimasto.
- E dopo ci andiamo a mangiare la pizza!- disse mia madre guardando mio padre
cercando di asciugare una lacrima che insisteva per scendere.
- E dopo una pizza...- gli fece eco Massimo ripetendo come al solito le parole
che gli venivano rivolte.
Fine seconda parte. Continua
Un mondo a parte
( Storia vera di un uomo indifeso:Massimo Pompi)
La cosiddetta diversità di Massimo la notavi quando per qualche istante restava
immobile e fissava il vuoto. Oppure iniziava quel leggero ondeggiare già
descritto.
Ero un ragazzino di dieci o undici anni quando iniziai a notare il modo di
guardare della gente.
Mi dava fastidio,che cosa avevano da guardare? Ci soffrivo perché mi
immedesimavo nel dolore che potevano provare mamma e papà. Ero un bambino e non
potevo capire che a loro non importava niente di chi guardava Massimo come una
persona strana. Se soffrivo io,automaticamente soffrivano anche loro,era il mio
ragionamento.
Questa sofferenza personale l'ho portata dentro per molto tempo,fino a sedici
anni circa. A mamma e papà non dissi mai nulla perché non volevo creare
problemi.
Quando i miei coetanei vedevano per la prima volta Massimo sotto braccio a mia
madre mi chiedevano cosa avesse. Ero diffidente e prevenuto verso chi mi
chiedeva cose che non lo riguardavano. Pensavo che era solo curiosità per
deridere un essere infelice. Qualche episodio di scherno ci fu da parte dei più
imbecilli e di conseguenza anche qualche furiosa litigata che finiva a botte.
Quando tornavo a casa dopo certi episodi,mi chiudevo in me stesso, guardavo
Massimo con risentimento e tristezza. Perché,mi chiedevo,non avevo un fratello
come gli altri? Perché la gente guardava Massimo con curiosità? In certi momenti
pensavo anche che sarebbe stato meglio averlo messo dentro quell'istituto. Poi
tutto passava e tornavo quello di prima magari pentito di quei pensieri frutto
della rabbia e basta.
Massimo si rivelò anche un buon compagno di giochi dentro casa. Era talmente
forte che lo usavo come cavallo. Lui si accovacciava,io gli salivo sulle spalle
e lui mi portava dove volevo.
Chiaramente tutto questo avveniva dentro casa e quando mamma usciva lasciandolo
a me.
Nel corridoio di casa giocavamo anche a pallone, lui faceva il portiere.
Il tempo passava e Massimo continuava ad apprendere quelle piccole cose che solo
il grande amore di mamma e papà potevano dargli. Oggi dico che mio fratello era
simile a quegli uccellini nel nido che aspettano i genitori per essere imbeccati
in attesa di prendere il volo. In questo caso lui non avrebbe mai preso il
volo,avrebbe continuato ad essere una persona bisognoso di protezione e di
certezze. Mamma e papà in tutti quegli anni,dal sessantaquattro in poi,
continuarono a cercare qualcosa che poteva garantirgli un avvenire sereno dopo
la loro scomparsa. Il loro dramma era sapere che un domani Massimo non avrebbe
più avuto quell'amore che lo aveva portato a fare progressi e a sentirsi sicuro
e protetto. Al tempo stesso pensarono che non potevo essere io la continuazione
della loro opera, avrei avuto una vita mia come ogni figlio che cresce e prende
il largo. Al massimo potevo esercitare un opera di controllo. Loro non volevano
condizionare la mia esistenza in alcun modo.
La vita è un mosaico dove ogni tessera si congiunge all'altra senza che ce ne
accorgiamo,così come non ci accorgiamo del tempo che passa e crediamo di essere
immobili ed eterni.
Amavamo il mare e non ci fu estate che non ci vide sulle spiagge di mezza
Italia. Da Sorrento a Rimini,Riccione,Cattolica; agosto era il periodo più bello
dell'anno almeno per venti giorni.
Prima e dopo c'era Ostia con il "Lido Azzurro",lo stabilimento dell'Aeronautica
Militare.
Anche se papà si era congedato nel 1955,aveva mantenuto il diritto alla
frequentazione.
Massimo adorava il mare e si divertiva tantissimo,quelli erano i momenti in cui
i nostri mondi si incontravano e dove io avevo quel fratello che tanto
desideravo. Mamma era una esperta nuotatrice e ci aveva rimosso tutti quei
timori che di solito i bambini hanno all'inizio verso il mare.
A Massimo insegnò a fare il "morto a galla" e a nuotare sul dorso. Non fu
difficile perché mio fratello non aveva il senso del pericolo. Potevi chiedergli
di scavalcare un balcone e buttarsi di sotto.
Furono anni tranquilli quelli che vivemmo fino al 1963-64.
Da quel momento il destino decise di tessere la sua disgraziata trama. Mamma era
stata operata nel 59 per un cistoma ovarico. Non essendo ancora in menopausa, i
chirurghi decisero di asportare solo un ovaio invece di fare quella che si
chiama "isterectomia totale" ovvero asportare utero e ovaie.
Nel 63 il male aggredì la vescica. Un nuovo intervento. Apri e chiudi. Non c'era
niente da fare, tutta la massa intestinale era infiammata e tentare di asportare
la parte più prossima alla vescica poteva rivelarsi fatale. Si poteva solo
tentare di tenere tutto sotto controllo con radio terapia e farmaci.
Malgrado tutto mamma sopravvisse altri dodici anni tra periodi di relativo
benessere e periodi travagliati tra dolori e stanchezza.
Ogni giorno pensava ad accudire noi tre,la casa. Ogni giorno si occupava di
Massimo in ogni senso.
Papà era riuscito a trovare un antiblastico( un medicinale specifico per quel
genere di cancro, introvabile in Italia) di una certa efficacia tramite il
Centro studi dell'Aeronautica dove aveva prestato servizio negli ultimi anni di
carriera. Anche allora ,come oggi,se non avevi santi in paradiso non ottenevi
niente. Nel frattempo mi ero diplomato ed ero diventato tecnico di radiologia
medica.
Inizialmente lavorai in vari ambulatori dell'allora INAM prima di essere assunto
dagli Ospedali Riuniti. Era il 74 e toccai il cielo con un dito. Avevo ventitre
anni e sembrò aprirsi un nuovo periodo di vita dopo che nel 72 ero rimasto
vittima di un incidente di macchina dove mi ero fratturato un femore quattro,
costole,un polso e avevo subito un trauma cranico. Dovetti rifare la visita di
leva per essere riformato dopo quella precedente in cui fui fatto abile e
arruolato in attesa di finire gli studi. Mamma continuava tra alti e bassi e
rifiutava ogni tipo di ricovero per controlli e cure. Confesso di averla
detestata in certi momenti. Detestavo quel darsi oltre se stessa per la
famiglia,per la casa. Abituato ad avere il cambio degli indumenti intimi ogni
mattina,desiderai di sentirmi sporco e trasandato. Impossibile con lei.
Forse sarebbe vissuta più a lungo...forse. il suo unico pensiero eravamo noi
tre,era Massimo.
- Se mi ricovero,quando torno trovo casa disastrata!- ripeteva cercando di
sorridere indebolita dal male che andava avanti e le toglieva le forze giorno
dopo giorno.
Avevamo sempre tenuto nascosto il vero motivo del male che la affliggeva e lei
finse sempre di credere a quello che le dicevamo. Dopo alcuni giorni da che era
venuta a mancare trovammo un piccolo quaderno,lo sfogliammo e trovammo scritte
delle cose che ci fecero restare impietriti...
"Papilloma vescicale..." e tutta una serie di annotazioni su quel male. Era come
un piccolo diario.
Molti pensieri su Massimo e l'angoscia per cosa sarebbe stato di lui,di Enzo.
per quella fine ormai prossima che la aspettava. Non aveva paura di morire,aveva
paura per noi e per come avremmo reagito. Lei sapeva tutto ed aveva taciuto. Mi
resi conto che non era papà con la sua calma e con la sua saggia determinazione
il fulcro della famiglia. Era mamma con il suo modo di gestirci, fatto di amore
e a volte severità quando serviva.
Una mattina ero di turno in ospedale,il San Giacomo, mi chiamano per dirmi che
mi volevano al telefono. Era mio padre.
-Mamma è caduta dopo essersi alzata dal letto. Le fa molto male un anca.- disse
con voce preoccupata.
- Dimmi se ha il piede girato verso l'esterno!- poco dopo tornò al telefono e
confermò il mio sospetto. Frattura del collo del femore. Date le sue condizioni
decidemmo di farla ricoverare in una clinica, l'Annunziatella. In quella clinica
mi avevano operato al polso due anni prima perché in ospedale me lo avevano
ingessato male. Io stesso feci le radiografie in quella clinica e nella
disgrazia fummo fortunati nel vedere che non c'erano metastasi che facessero
pensare ad una frattura patologica. Rimase ricoverata per cinque mesi durante i
quali il male e i postumi dell'intervento la debilitarono ulteriormente fino a
spegnersi in un piovoso 5 maggio 75 a sessantadue anni con i capelli non ancora
bianchi.
In quei mesi ci alternavamo io e papà per starle vicino e per occuparci di
Massimo che pur nel suo mondo diverso percepì la grave situazione.
- Fiora quando torna?- domandava a se stesso dondolando nervosamente.
Mi ritrovai a tenerlo sottobraccio quando papà era in clinica o al lavoro. La
casa era mandata avanti da una signora e dalla sorella più piccola. Conoscevano
Massimo e lui conosceva loro così come conosceva la madre delle due sorelle che
per più di dieci anni era stata a servizio da noi
Quel primo pomeriggio del 5 maggio entrai in clinica portando l'abito che
avrebbe dovuto indossare dopo il decesso che si preannunciava prossimo visto che
era scesa in un torpore quasi profondo. Si stava spegnendo e per fortuna o per
grazia di Dio quei sei mesi li passò con poche sofferenze. Soprattutto li visse
tranquilla in quella camera singola con bagno e con le cure di un oncologo che
chiamammo. Era il minimo che potessimo fare per lei,darle quella tranquillità
che in una corsia di ospedale non si può avere,alleviare quella preoccupazione
per le cose domestiche e per noi. Negli ultimi due mesi quell'ansia
diminuì,forse si era rassegnata.
Ancora oggi devo ringraziare il personale medico e paramedico della clinica per
la gentilezza e la professionalità dimostrata. L'unica persona che ricordo
negativamente era una suora che papà soprannominò "Suor Nemesi". Da quella bocca
non uscì mai una parola di consolazione,di speranza. Anzi, il contrario. Ogni
giorno,per lei,poteva essere l'ultimo.
Dall'ascensore vidi uscire una dottoressa che mi venne incontro.
-Si è spenta pochi minuti fa...- disse con quel tono triste che accompagna le
brutte notizie.
- Mio padre dov'è?- domandai subito. Erano già due anni che soffriva con la
pressione alta e con l'asma cardiaca. Temevo che l'emozione,il dolore potessero
fargli venire una crisi.
Me lo indicò,era al telefono del bar della clinica e stava avvertendo i parenti.
Mi meravigliai che si preoccupasse di quelle cose dopo pochi minuti che mamma
era morta. Ci abbracciammo in silenzio,senza piangere. Salii in camera e vidi
mamma distesa sul letto. Se non lo avessi saputo avrei pensato che stesse
riposando tanto il volto era disteso,rilassato e sembrava sorridere come se
stesse sognando.
Papà le era stato vicino fino all'ultimo respiro. Mamma in un ultimo barlume di
vita gli strinse la mano e si voltò verso di lui. Poi chiuse gli occhi su quei
trent'anni di vita insieme,uniti dall'amore e dalla sventura. Uniti nella difesa
di quel figlio sfortunato. Forse Massimo era stato, suo malgrado, il cemento
della loro unione.
Papà stava abbastanza bene, l'unica insidia era quella pressione alta e
quell'asma cardiaca che in alcune occasioni ho dovuto affrontare con farmaci
come Tefamin,Cardiostenolo,lasix e non ricordo cos'altro ancora. Non c'erano
stati molti episodi ma ogni volta la paura di non superare la crisi era grande.
Nei primi tempi,dopo la morte di mamma, Massimo chiedeva spesso dove era e
quando sarebbe tornata. Sarebbe stato facile dirgli che mamma non sarebbe
tornata mai più a casa,ma conoscendo la sensibilità di mio fratello preferimmo
farlo abituare a quella nuova situazione dicendogli che mamma sarebbe tornata
presto. Con il passare del tempo non domandò più niente. Probabilmente capì che
non sarebbe più tornata. La quasi certezza l'avemmo dalle sue richieste di gesti
che erano abitudinari quando nostra madre era viva. Era come se temesse che
quelle abitudini prima o poi sarebbero finite. Papà ed io gliele conservammo
tutte. Subentrò un'abitudine nuova:la preghiera alla sera,prima di andare a
letto. Massimo aveva imparato l'ave Maria e il Padre nostro. Papà gliele faceva
recitare ogni sera e alla fine aggiungeva"Accogli mamma nel Regno dei Cieli".
Non la chiamava più "Fiora".
La vita continuò,come sempre. Io ero il più fortunato,avevo la giovinezza,una
medicina che ti fa riprendere in fretta anche se non dimentichi. Papà aveva il
suo lavoro e Massimo. Tempo per piangere non ce ne era.
Mamma aveva due fratelli in Venezuela,a Caracas, Mario e Adriano. Erano due
avvocati. Dire che erano benestanti era riduttivo. Erano i rappresentanti della
Bayer per il Venezuela e avevano diverse farmacie sparse in quel paese . Mi
invitarono ad andare da loro dopo la morte di mia madre. Lo avevano già fatto
dopo il mio grave incidente del 72,ma dovevo iniziare a lavorare nuovamente con
l'INAM dopo otto mesi di sosta forzata.
Oltre tutto a mamma non piaceva assolutamente che prendessi un aereo. Non se ne
fece niente.
Questa volta accettai l'invito. Ero l'unico nipote che avevano, mio zio Adriano
non aveva figli e mio zio Mario aveva una figlia,Alexandra nata dal primo
matrimonio. Rimase vedovo nel 70 e dalla seconda moglie ebbe un figlio
cerebroleso in modo grave.
Al di là dell'aspetto affettivo,c'era un altro motivo per il quale mi invitarono
a Caracas. Lo dissero con franchezza.
Volevano convincermi a restare in Venezuela per entrare nella loro azienda e
diventare un domani il loro successore insieme a mia cugina.
- Vai pure- disse mio padre- Potrebbe essere la svolta definitiva per la tua
vita!-
- Come faccio a lasciarti qui? Se ti senti male chi chiami?- domandai
preoccupato.
- Per un mese mi trasferisco da zio Nino. Già ne ho parlato con lui. Devi stare
tranquillo! Vai pure!-
Giovanni, che tutti chiamavano Nino, era il fratello di mio padre. Mi
piaceva,alto slanciato con due occhi nocciola incorniciati da folte sopracciglia
scure e due baffi sottili e curati come del resto li aveva mio padre. Due
caratteri così diversi che non li facevano sembrare fratelli. Era stato un
avventuriero in passato quando esserlo era facile con le vicende belliche e post
belliche. Oggi diremmo di una vita "borderline",sul confine mai tracciato tra
legalità e illegalità. Gli anni lo avevano placato ma era rimasto un genio in
tutto ciò che intraprendeva. Aveva il fascino del proibito,piaceva alle
donne,incantava gli uomini. Al tempo stesso era un imbecille. Non trasse mai
quei vantaggi che lo avrebbero fatto diventare se non ricco,almeno benestante.
Era stato capace di vivere periodi sfolgoranti e subito dopo di ritrovarsi senza
i soldi per mangiare. In quei momenti intervenne mio padre per salvarlo. Mamma
lo detestava perché senza mezzi termini e in più occasioni aveva detto che
Massimo doveva essere messo in un istituto poiché loro non erano eterni. Era il
ragionamento di quanti,non avendo un figlio così, vedevano le cose dall'esterno.
Allora come oggi pochi si rendono conto di quanto importante sia l'ambiente
familiare per quelle persone con problemi psichici. Oggi si tende,con molta
ipocrisia, ad agevolare l'inserimento in famiglia con l'unico scopo di ridurre
le spese. È perfettamente inutile lasciarli in famiglia senza quel sostegno
professionale (psicologi,psicoterapeuti,fisioterapisti,infermieri) del quale
moti soggetti hanno bisogno e non bastano due o tre ore al giorno.
Mio zio era uno di quelli.
Partii una mattina di settembre del 75 convinto di fare un solo scalo ad
Amsterdam...illuso!
Ad Amsterdam l'aereo che dovevo prendere ebbe un guasto,dalle vetrate
dell'aerostazione vidi il 747 portato via da un trattore e udii la voce che
annunciava il cambiamento di aereo e di tragitto.
Io che avevo desiderato un volo senza scali mi ritrovai su un vecchio DC8
stretto tra un sedile e l'altro visto che non ero basso con il mio metro e
ottanta. Mi feci Parigi,Madrid,Puerto Rico e finalmente Carcas,o meglio
Maiquetia che sta sul mare e somiglia tanto a Punta Raisi. Non mi feci mancare
niente,nemmeno una violenta perturbazione con fulmini e perdita di quota.
A prescindere da questo il mio soggiorno a Caracas fu molto bello,forse turbato
dal pensiero per papà e Massimo che chiaramente non poteva usufruire delle
comodità di casa sua. Mi rassicurava il fatto che papà era sempre presente.
Massimo,come già detto,era schivo e diffidente verso i cambiamenti e le persone
a meno che non vi fossero mamma o papà.
Ricordo che anni prima Massimo venne ricoverato presso l'ospedale San Giovanni
per via degli occhi(gli venne diagnosticato un glaucoma all'occhio sinistro).
Mamma voleva restare lì giorno e notte alternandosi con papà. Venne loro
impedito. Dopo una certa ora ci avrebbero pensato loro.
-Non vi preoccupate. Andate a casa,se c'è qualcosa che non và vi chiamiamo noi!-
disse la caposala
Massimo era quel che si dice "un animale notturno" nel senso che di notte si
alzava almeno un paio di volte per andare in bagno. Non aveva sempre una
necessità,era una abitudine. Come tante altre cose strane di Massimo,lui
camminava nel buio come uno che cammina di giorno. Trattandosi di casa era
chiaro che conoscesse l'ubicazione di mobili e suppellettili,restava il fatto
che la vista era deficitaria. Oltre a questo,era silenzioso come un gatto,a
volte ti prendevano dei colpi veri e propri trovandotelo alle spalle
all'improvviso o,come accadde una notte,ritrovatelo davanti al buio.
Mi alzai di notte per andare in bagno che era a un metro dalla mia camera. Non
accesi alcuna luce,avrei acceso solo quella del bagno appena vi fossi entrato;
esco sul corridoio e improvvisamente mi scontro con lui che dal bagno era appena
uscito. Era buio pesto. Mi prese un accidente,ero impastato di sonno scappai
verso la mia camera e Massimo verso la sua. Accesi la luce e lo vidi mentre si
rimetteva a letto. Lo mandai a quel paese,o meglio,partì il più liberatorio dei
vaffa...
Quella notte in ospedale Massimo si alzò una prima volta(così raccontarono i
testimoni che erano nella camera a sei letti) per andare nei bagni che erano nel
corridoio. L'infermiere lo seguì sapendo che era un ragazzo subnormale. Attese
che facesse pipì e lo seguì fino alla camera. Incredibile come nel giro di poche
ore avesse inquadrato nella mente la camera tra le tante e i bagni nonché il
proprio letto.
Un paio d'ore dopo successe nuovamente ma questa volta l'infermiere gli disse
che doveva tornare al letto. Massimo ubbidì senza dire una parola. Passarono
alcuni minuti e ci provò nuovamente.
L'infermiere si alterò e gli disse in modo brusco che doveva farla finita,lo
prese per un braccio e fece per riportarlo in camera. Apriti cielo! Sentire quel
tono di voce brusco e sentirsi afferrare per un braccio scatenò la sua reazione.
Iniziò a gridare e afferrò per la gola l'infermiere,nel frattempo lo riempì di
calci e di manate. Quello subì sorpreso dalla reazione e dalla forza erculea di
mio fratello.
Dovettero intervenire alcuni pazienti e un altro infermiere per toglierglielo
dalle mani.
Un paziente lo chiamò per nome.
-Massimo,vieni che ti do un pezzetto di pane- disse con calma e con quel pezzo
di pane proteso.
Massimo si fermò e si avvicinò a quel paziente che era in camera con lui. Era
tornato apparentemente calmo. Altrettanto non lo era l'infermiere che telefonò a
casa dicendo che Massimo aveva dato "improvvisamente" in escandescenze e che
dovevano andare lì. Mamma era angosciata e impaurita. Papà rimase in silenzio ma
aveva il volto nero per la rabbia. Lo conoscevo bene il volto di mio padre,era
sempre sereno e sorridente,ma quando c'era qualcosa che non andava diventava
scuro,duro e silenzioso. Sia lui che mamma avevano capito che non era da Massimo
dare in"escandescenze" senza un motivo.
La conferma la ebbero da quel paziente che aveva calmato mio fratello e che
aveva assistito alla scena. La caposala con non poca spocchiosa arroganza disse
che Massimo poteva essere trasferito alla neuropsichiatria e che erano stati
fortunati a trovarlo ancora lì. Mio padre e mia madre divennero due belve. Non
usarono termini volgari o urlati.
- Quel reparto è fin troppo pieno visto che quelli come lei e quell'infermiere
sono ancora in giro!- disse mio padre con quella calma che fa rabbia a chi di
contro è agitato e nervoso.
Non dissero di aver ascoltato le testimonianze degli altri pazienti oltre al
primo per non creare situazioni di ripicca. La vigliaccheria non ha regole o
confini.
Ma questo episodio rafforzò in loro la preoccupazione per il domani di Massimo.
Era stato,senza volerlo,un esperimento dall'esito negativo.
Entrai in camera e lo vidi dondolare avanti e indietro freneticamente. Quando mi
avvicinai si fermò.
- Lo sai che Massimo ha fatto arrabbiare l'infermiere( ometto il nome,Massimo
chiamava tutti per nome,anche il medico curante)?- disse usando,altro
particolare,la terza persona quando parlava di se. Me lo misi sottobraccio e lo
condussi nel corridoio del reparto. Non parlai. Cosa potevo dirgli?
-Adesso andiamo a casa e Massimo fa colazione col pane e il caffellatte...-
continuò con il tono di chi cerca una conferma.
Sul comodino c'era ancora la tazza con il latte ormai freddo e una rosetta
piccola come quelle che appunto danno negli ospedali. Nessuno si era preoccupato
di farlo mangiare. Era" normale" nel contesto di una struttura elefantiaca come
quella dove se ne fregavano avendo decine di pazienti.
Rimasi venti giorni a Caracas,ospite nella villa che dalle colline dominava la
città. Tutto molto bello,ma Roma mi mancava e non mi sentivo tranquillo.
Frequentai gli uffici dove aveva sede l'azienda dei due zii che si mostrarono
molto gentili e ospitali. Mio zio Mario ricordava molto mia madre per il
carattere forte e deciso. Non per niente era stato uno dei legali della SHELL.
Conobbi la sua seconda moglie, Gloria,una dottoressa che lavorava in un ospedale
Israelita di Caracas. Era di quindici anni più giovane e dal loro matrimonio era
nato Manuel. Purtroppo era cerbroleso,solo un corpo inerte,solo un cuore che
batteva. Ricordo che ogni giorno veniva un fisioterapista. Notai che mio zio era
sempre nervoso e irritabile quando parlava con sua moglie.
Gloria era silenziosa in quei momenti. Non fu difficile capire che tra loro le
cose non andavano bene.
In più di un occasione,quando lo zio era in azienda, Gloria mi parlò di quella
situazione difficile. Una volta scoppiò a piangere dicendo che lui la rendeva
colpevole di quel figlio senza vita.
Lo trovai ingiusto,capii quanto più forti fossero stati mamma e papà con che
coraggio affrontarono insieme il loro dramma. Manuel non era nemmeno
paragonabile a Massimo e forse il loro dramma era anche più invivibile. Quando
eravamo insieme io e mio zio affrontammo il discorso di Massimo e Manuel. Nella
sua voce resa roca dalle tante sigarette(un vizio di famiglia) c'era molta
amarezza e anche un certo risentimento che per me era incomprensibile. Ma ero lì
da pochi giorni e non ero tenuto a conoscere i retroscena che sempre ci sono in
una vita di coppia.
All'infuori di questo,zio Mario era uno uomo di spirito,dissacratore ostinato e
sempre pronto alla battuta. Anche zio Adriano era così solo che era meno nervoso
e irascibile. Lui si era sposato tardi e con una donna della sua età, Armida,una
cinquantenne bolognese da trent'anni in Venezuela.
Visitai alcune delle farmacie di loro proprietà per prendere contatto con quel
tipo di attività.
Girai parecchio tra Maracaibo,l'isola Margherita dove zio Adriano aveva una
villetta e un motoscafo per la pesca d'altura. Mia cugina Alexandra che aveva
tre anni meno di me mi fece conoscere i suoi amici e mi portò in giro per
mostrarmi Caracas di sera e condurmi in alcuni locali dove si incontrava con gli
amici. Una sera che ero in macchina con lei vidi un incidente. Guardai dal vetro
laterale e con la coda dell'occhio vidi un autocisterna che ci stava tagliando
la strada.
Mi accorsi che anche lei guardava l'incidente.
-Attenta!- gridai e lei frenò di colpo la Mustang. Tirai un sospiro di sollievo.
- Se proprio devo ammazzarmi,preferisco farlo a Roma!- le dissi cercando di
ridere per non dirle ciò che in quel momento mi passava per la testa...e non
erano complimenti di certo.
Alla fine di quel soggiorno,dopo aver preso conoscenza della loro attività, i
miei due zii mi chiesero che intenzioni avessi.
- L'idea è affascinante. So che qui guadagnerei bene e molto di più di quel che
guadagno in ospedale. Ma a Roma ci sono papà che non sta benissimo e Massimo.
Mamma è morta solo quattro mesi fa...-
- Potrebbero trasferirsi qui!- interruppe zio Mario.
- Anche da noi ci sono ottime strutture per Massimino- aggiunse zio Adriano che
non aveva mai perso l'abitudine di chiamare mio fratello con quel diminutivo.
Per loro ero quel figlio maschio che non avevano avuto. Sapevano che a mia
cugina della loro attività non importava niente,lei aveva altri progetti. Per
non andarmene via lasciandoli delusi,dissi che ne avrei parlato con papà al
ritorno.
- Fermati un paio di giorni a New York. Da lì torni con un volo diretto a Roma.-
propose zio Mario.
- Neanche per sogno! Mi basta quello che ho vissuto venendo qui!- risposi
ripensando a tutti gli scali fatti all'andata.
Volo Alitalia diretto Caracas Roma! Comodo e rilassato. Partii di notte e poche
ore dopo vidi il sorgere del sole al quale andavo incontro. Servito e riverito
visto che nella sezione di coda di quel DC 10 mastodontico c'ero solo io.
- Tempo bello,temperatura 29gradi...- annunciò la voce gentile di una hostess
dall'altoparlante.
A Fiumicino trovai papà e Massimo ad attendermi. Raccontai come era andata e
quel che mi avevano proposto la sera prima della partenza.
- Non potrei allontanarmi da Roma. Qui c'è tutta la mia vita,i ricordi e a
sessantadue anni non puoi ricominciare da un'altra parte. Oltretutto ho il mio
lavoro. Lì cosa farei? Il pensionato? Non mi sento vecchio. Morirei di noia... e
poi c'è Massimo...-
Aveva un tono di voce allegro,lo trovai in ottima forma e questo mi rallegrò.
Massimo,sul sedile posteriore della Giulia,stava gustandosi un bel "cremino" e a
modo suo mi raccontò di quei giorni passati a casa di zio Nino. Era una giornata
meravigliosa,avevamo voglia di serenità. Mi restavano ancora quindici giorni di
ferie ( i tecnici e i medici di radiologia hanno trenta giorni di ferie e
quindici di congedo straordinario per via delle radiazioni). Proposi di
andarcene una settimana al Circeo. Poca confusione dato che era settembre
inoltrato e ancora tanto sole e mare.
Quanto tempo era passato dalla nostra ultima vacanza? Tanto! Sarebbe stata la
prima senza mamma.
Papà accettò con entusiasmo,non passavamo molto tempo insieme e quella era un
occasione buona.
Le vicende di quei mesi ci avevano visti distanti,involontariamente distanti.
Ognuno chiuso nel proprio dolore intenti ad affrontarlo in modo diverso. Io
avevo perso mia madre,lui sua moglie.
Ci curammo solo di non alterare,per quanto possibile,la vita di Massimo il quale
non conosceva il pianto. Noi dovevamo e riuscivamo a leggere nei suoi
atteggiamenti la sofferenza. Io avevo appena iniziato ad imparare. Quanto non
avrei voluto!
Era il primo giorno della nostra vacanza quando telefonai ad una ragazza per
chiederle se voleva venire lì con la sorella e il fratello ,del quale ero amico,
per passare una giornata. Rifiutò dicendo che aveva altri impegni e che non
poteva assentarsi dal negozio di abbigliamento dove faceva la commessa.
Peccato,pensai dentro di me, ma alla fine chissenefrega,conclusi. Ero reduce da
una storia breve ma intensa e non pensavo assolutamente ad altre storie. I guai
è meglio "caparseli" uno alla volta.
Certo che Rita era molto bella con quegli occhi verdi e quei capelli lunghi e
castani.
Ma il destino ha i suoi tempi e la forza per rimuovere gli ostacoli.
Dopo quei giorni durante i quali io presi il posto di mamma in acqua stando
vicino a mio fratello quando nuotava, decidemmo di andare Firenze e da lì a
Brescello in Emila.
Fine terza parte (penultima)
Un mondo a parte ultima parte
(storia di un uomo indifeso:massimo Pompi)
Partimmo con la mia macchina alla volta di Firenze. A differenza della Giulia
di papà che aveva l'autoradio,la mia 125 aveva anche il mangianastri e così
Massimo poteva ascoltare le canzoni.
Avevamo portato con noi anche un mangiadischi e diversi dischi,rigorosamente
scelti da lui.
Massimo durante i viaggi fatti in macchina o in treno aveva l'abitudine di
addormentarsi. Accadeva appunto quando non poteva muoversi,dormiva
profondamente. Anche quando alla domenica andavamo al cinema tutti e quattro.
Del resto non lo si poteva lasciare a casa. Era un sacrificio,lo sapevamo
bene,ma anche mamma aveva diritto ad un po' di svago. La cosa gli veniva resa
sopportabile dal momento che mamma portava con se una "ciriola" che lui
sbocconcellava durante la proiezione e nell'intervallo tra i due tempi gli
compravano il cremino Algida. Il "dramma" era quando andavamo a vedere film
lunghissimi come Guerra e pace; Il giorno più lungo; Exodus o,il massimo della
pena: Via col vento! Dormite colossali con tanto di russare rumoroso al quale
papà poneva rimedio con gomitate.
Così anche durante il viaggio Massimo si addormentò malgrado lo stereo o il
giradischi.
Firenze era una delle città che amavamo( io l'amo ancora). Per papà poi erano
fonte di ricordi della vita con mamma. Mamma ci era nata anche se a sei mesi era
venuta a Roma e si era sempre sentita romana. Alloggiammo in un albergo in via
De Tornabuoni, quello dove avevamo sempre alloggiato in passato. Firenze era
meravigliosa da percorrere a piedi con pochi turisti visto il periodo di fine
settembre. A Massimo piaceva camminare,non si stancava mai. In quei giorni
ripercorremmo,era invitabile,tutte le vicissitudini passate ma l'argomento
Massimo veniva puntualmente evitato da papà. Era chiaro che una soluzione doveva
essere trovata visto che la vita ci aveva messo davanti a una situazione che non
poteva continuare.
Andammo a pranzare a Fiesole in un ristorante che dominava la città.
- Cosa pensi di fare con Massimo,papà?- domandai improvvisamente per allontanare
giri di parole.
Papà,ricordo,guardò la città che si spandeva dolcemente e sembrava un lago rosso
per le tegole dei tetti delle antiche case. Sembrò cercare le parole,lui che in
quanto a dialettica non era secondo a nessuno.
- Ancora non lo so. Ma non posso pensare di metterlo in un istituto. Mi
sembrerebbe di fare un torto a tua madre. Mi sembra di sentirla "Aspettavi che
morissi per liberarti di lui?"...e poi metterlo in un istituto equivarrebbe a
farlo morire di malinconia. Forse avremmo dovuto farlo quando era piccolo ma
quanti progressi avrebbe compiuto?- e mi guardò cercando una risposta nei miei
occhi.
- E credi che i progressi fatti gli serviranno a stare meglio un domani,quando
anche tu non ci sarai?- domandai con quella durezza che non mi apparteneva ma
che pensai servisse per farlo uscire da quello stato di incertezza. Non capivo
che era stanco,che dopo la morte di mamma era subentrata quella rilassatezza che
compare sempre dopo un periodo intenso e drammatico,quando tutto è fermo o
almeno sembra. Volevo vedere mio padre nuovamente deciso e determinato ma non
era quello il modo giusto. Succede quando un uomo di sessantadue anni si trova a
cercare un dialogo con un figlio di ventiquattro. Avevo sempre ammirato
papà,avrei voluto essere come lui ma ero convinto che lui era inarrivabile. La
sua classe,il suo modo di proporsi era inarrivabile per me. Avrei mai potuto
paragonarmi a un uomo che al Centro Studi dell'Aeronautica veniva subito dopo il
comandante del centro dal quale nacquero le prime tute spaziali per astronauti?
Forse perché ero giovanissimo e non potevo avere la riflessività che aveva lui;
soprattutto non potevo avere la sua esperienza. Anche io e lui vivevamo in mondi
diversi che comunicavano tramite la presenza di Massimo. Massimo era stato il
cordone ombelicale tra mamma e papà. Ora lo era tra me e mio padre. Dovevamo
cercare insieme una soluzione ma io non ero preparato abbastanza.
Guardammo Massimo che stava mangiando dei pezzi di mela,sembrava distante dai
nostri discorsi.
- Mi metti un po' d'acqua e vino?- domandò avvicinando il bicchiere vuoto.
Dopo quattro giorni partimmo alla volta di Parma e alloggiammo in un albergo
poco fuori città.
A Parma,al vecchio aeroporto militare papà aveva passato i primi anni della sua
carriera militare.
Da lì era partito per l'Africa Orientale. In quei posti aveva passato momenti
belli come solo la giovinezza sa dare. Aveva avuto tanti amici anche tra i
civili tra Parma, San Pietro in Casale e Brescello. In una foto che ancora oggi
conservo lo vedo ritratto davanti al monumento ai caduti della Grande Guerra di
San Pietro in Casale insieme a due amici. Sono in borghese,magri come sardine e
formano una figura geometrica... spensieratezza irrispettosa del monumento di
chi in quella foto aveva venti anni.
Brescello è la patria di Don Camillo e Peppone,al secolo Giuseppe Bottazzi;
personaggi spassosissimi nati dalla penna di Guareschi magistralmente
interpretati da Gino Cervi e Fernandel
Rimasi colpito dalla serenità che quei posti irradiavano. Non ero abituato ai
campi coltivati e ordinati,ai lunghi filari di alberi che davano una piacevole
sensazione di amore verso la terra e a quanto essa donava. Mi colpì quella
ferrovia che attraversava la pianura verdeggiante,rispettosa del paesaggio,come
se cercasse di arrecare meno disturbo possibile. Toccava vari paesini e le
stazioni erano pressoché deserte.
Ebbi l'impressione che nulla era cambiato dal 1935,anno in cui mio padre partì
per l'Eritrea.
Eppure erano passati quarant'anni,c'era passata la guerra con tutte le atrocità
di una lotta fratricida e con la ferocia di un oppressore.
-Non è cambiato molto nei posti. Tra un po' sapremo se la gente è cambiata.-
Incontrò tre vecchi amici dell'epoca. Altri erano emigrati e altri erano morti.
Ascoltai i loro racconti di vita vissuta,i loro drammi e le loro gioie. Confesso
che da quel momento mi appassionai alla storia d'Italia,soprattutto a quel
periodo che va dai primi anni del novecento alla fine della guerra.
Tutti conobbero Massimo e si prodigarono per farlo stare a suo agio. Erano altre
culture e altra umanità. Mi sarebbe piaciuto vivere in quei posti che sapevano
di pace.
Tornammo a Roma, a Ciampino per l'esattezza dove vivevamo da dodici anni.
Riprendemmo la vita di ogni giorno con una serenità nuova. Quella rimpatriata
gli aveva fatto bene. Franca,una delle due sorelle che si alternavano per
mandare avanti casa e tra le due era la più grande, dovette lasciare essendo
rimasta incinta. Ma presentò a mio padre una signora che era una sua
coinquilina.
Si chiamava Maria,era sposata con un uomo molto più grande di lei che aveva una
cinquantina d'anni. Si disse disposta a venire a casa nostra e a occuparsi di
Massimo quando papà era assente per lavoro o per altre occasioni. Luciana,la
sorella diciottenne di Franca,sostituiva la signora Maria quando era necessario.
Anche Luciana aveva un buon rapporto con Massimo. Un po' meno con me.
Capita quando di mezzo subentrano i sentimenti. Eravamo uno il rifugio
dell'altra quando eravamo soli ,senza amori. Ci odiavamo e amavamo in balia dei
nostri umori. Non era amore,era solo giovinezza senza pensieri.
Maria era una donna pratica alla quale diedi sempre del lei. Ero abituato a
vedere altre persone in giro per casa, dalla vecchia Maria(si chiamava così
anche lei) che per dieci anni aveva aiutato mamma che faticava a mandare avanti
casa da sola e che mi conosceva da bambino fino alle figlie delle quali ho già
detto. Erano persone di famiglia. Questa non che mi fosse antipatica,ma nemmeno
facevo salti di gioia. In fondo uscivo la mattina e rientravo alle tre di
pomeriggio,mangiavo qualcosa e me ne andavo con gli amici. Alla luce di quanto
poi sarebbe accaduto,probabilmente,avrei dovuto essere più presente. Ma cosa ne
sapevo del domani? Oltre tutto Massimo sembrava andarci molto d'accordo e questo
mi tranquillizzò. Forse papà notò la stessa cosa. Quello che mi fece allontanare
del tutto dalla situazione fu il fatto che una sera tornando a casa ero ancora
dentro il traffico di Roma e ad una fermata vidi una ragazza mora e alta. La
riconobbi,era quella che invitai al Circeo e che rifiutò l'invito,quella che
ogni tanto vedevo di sfuggita quando mi incontravo con il fratello con il quale
eravamo amici.
Mi fermai dieci metri dopo e,sceso dalla macchina, le feci ampi segni. Ci
vollero alcuni secondi prima che capisse che ce l'avevo con lei. Si avvicinò un
po' timorosa,poi mi riconobbe.
- Posso darti un passaggio fino a casa?- cominciano quasi sempre così le piccole
e grandi storie d'amore. Salì e non scese più visto che sono trentatre anni che
stiamo insieme.
Ero felice anche se c'era un dubbio che mi frullava in mente. Visto che eravamo
avviati a metterci insieme seriamente,mi domandai come avrebbe reagito nel
conoscere prima o poi Massimo.
Glielo dissi una sera di quel fratello diverso dagli altri. Lei mi lasciò
parlare. Poi mi abbracciò.
-Guarda che lo conosco tuo fratello. L'ho visto tante volte insieme a tua madre
e a tuo padre. Me ne ha parlato anche mio fratello. Perché pensi che per me sia
un problema?- già! Perché lo pensai?
Mi resi conto che ero iperprotettivo con la mia diffidenza. Rita mi aiutò a non
stare sempre sulla difensiva,a sciogliermi da quel modo di interpormi tra
Massimo e il mondo esterno.
Rita piacque a papà che la accettò come una figlia e anche lei entrò subito in
sintonia con lui. Con Massimo aveva dei modi gentili e spontanei. Ogni volta che
lo vedeva in casa o per strada lo salutava e lo baciava sulle guance. Quando ci
fidanzammo ufficialmente,dopo un mese, erano frequenti le uscite serali per
andare a cena fuori con papà e Massimo e tante volte era lei che gli sbucciava
la mela o gli riempiva il bicchiere. Non la vidi mai a disagio quando eravamo
tra la gente con Massimo a fianco. Conobbe la signora Marial
Era settembre del settantasette quando il settantenne "marito" della signora
Maria venne a mancare.
Io e Rita eravamo sposati da poco e aspettavamo Francesca.
Tommaso un ometto che tanto somigliava a quel personaggio odioso e spassoso
interpretato da Carlo Verdone, quel tipo con gli occhiali da miope,la barbetta
sottile e il papillon. Quello tutto precisino di Bianco Rosso e Verdone o il
medico di Matrimoni dove la moglie,Veronica Pivetti,si suicida durante il
viaggio di nozze. La faccia era la stessa. Con papà erano diventati amici. Era
un uomo di livello culturale elevato,maestro di pianoforte ed ex impiegato
presso un comune della Sicilia dal quale era venuto via dopo essere rimasto
vedevo.
Fu nei giorni seguenti il funerale che papà mi rivelò la verità su Maria.
Tommaso e Maria non erano sposati. Lei era entrata come donna di servizio in
casa di Tommaso quando questi si era trasferito a Ciampino e ne era nata una
relazione. Non avevano mai regolarizzato perché Maria aveva un figlio per il
quale percepiva dei contributi come "ragazza madre" avrebbero regolarizzato dopo
la maggiore età del figlio in modo che n domani lei potesse percepire il famoso
quinto vedovile.
Ora Maria era libera. Il rapporto tra papà e Maria si fece più intenso e,per
me,contorto. Era un rapporto di lavoro che si mescolava con un rapporto di...
neanche io sapevo di cosa.
Conoscevo i gusti di papà e sapevo di una sua amicizia con una donna libera con
la quale spesso andavano a teatro,a cena con amici comuni. Massimo restava a
casa con Maria e più di una volta,a causa dell'ora tarda lei si era fermata a
dormire a casa di papà anche se il palazzo dove abitava distava non più di
duecento metri ed era sulla stessa via.
Ormai io vivevo la mia vita di "uomo" sposato ( avevo ventisei anni) e i miei
pensieri erano altri.
Una sera,mentre eravamo a cena in un locale di Grottaferrata, papà disse che
aveva intenzione di togliermi come primo tutore e nominare Maria. Io sarei
diventato il secondo al posto di mio zio Nino. Domandai il perché e lui rispose
che voleva sollevarmi da qualsiasi responsabilità,che dovevo pensare alla mia
vita. Disse che doveva sistemare Massimo senza che io dovessi preoccuparmi.
Avrei solo dovuto controllare che tutto andasse bene.
Non mi opposi,accettai quella decisione senza riflettere. Forse lo feci
egoisticamente,forse perché ero felice per la nascita di Francesca. Ero su un
altro pianeta. Non se ne parlò più ma notai che il modo di fare di papà nei miei
confronti era cambiato. Lo vidi più distaccato da me. Non perdeva occasione per
vedere la nipote che adorava e che era nata nella stessa clinica dove era morta
mamma tre anni prima, ma non era più lo stesso uomo che conoscevo. Faceva una
vita molto intensa se vogliamo. Da una parte mi faceva piacere,dall'altra non
riuscivo a capire.
Venne settembre del 1980. Papà dovette lasciare l'appartamento dove avevamo
vissuto per tanti anni. Si trasferì,momentaneamente,a casa della signora Maria.
-Ma perché tu e Massimo non venite a stare con noi in attesa di trasferirti
nella nuova casa?-
- Non ti preoccupare! Staremmo disagiati.Massimo ha bisogno del suo spazio e poi
è questione di pochi giorni. Sono in attesa di una risposta per un
bell'appartamento a Roma.- rispose cercando di rasserenarmi. Avevo paura che
tutto quel trambusto potesse fargli venire qualche crisi.
Poi venne quella notte dell'undici novembre con i suoi tuoni sinistri,i lampi,la
pioggia torrenziale.
Venne la morte con al seguito tutti i drammi che avrei vissuto...
Guardai il volto di mio padre,aspettavo che si svegliasse,che mi dicesse che era
stato solo un malore. Il dolore quando è forte e incontenibile ti stordisce come
una droga;ti confonde e come un anestetico ti fa attraversare quei momenti che
solo a distanza di tempo rivivi nella giusta dimensione. Non ricordo quanto
tempo passai accanto a lui,forse piansi o forse no.
-Perché papà?- ricordo di aver detto. In quel perché c'erano tutte le paure
irrisolte,la rabbia per non essere riuscito a salvarlo. Mi voltai verso la
porta, Rita mi guardava con gli occhi gonfi di pianto,immobile. Aspettava che le
facessi un cenno per entrare. Alle sue spalle c'era Maria e un'altra donna. Nel
corridoio vidi molte persone,non le riconoscevo,sentivo solo ripetere
incessantemente quella triste parola : condoglianze! Condoglianze!
Condoglianze...
- Dobbiamo vestirlo...- mormorò Rita cercando di soffocare il pianto. Uscii
senza voltarmi a guardarlo. Non ce la feci. Massimo era in un'altra
camera,seduto e silenzioso. Conoscevo bene le espressioni del suo volto, capiva
che era successo qualcosa che non sapeva definire.
- E' venuto il Dottor Pastorelli...- disse guardandomi. Mi avvicinai e lo
accarezzai sul capo.
Sul tavolo c'era un piatto con una mela tagliata a spicchi e un pezzo di pane
che Massimo sbocconcellava, Maria si era preoccupata di tenerlo buono e non
averlo in giro in quei momenti drammatici.
Pensai a quante cose c'erano da sistemare da quel momento in poi. Papà non mi
aveva mai messo al corrente della sua attività completamente. Dovevo avvalermi
della collaborazione di Maria che ne sapeva più di me. Mi aspettava un compito
difficile,mi sarei dovuto dividere tra lavoro,famiglia e pratiche burocratiche
delle quali ignoravo tutto. Ma il problema principale era Massimo.
- Cosa intende fare adesso,signora?- domandai a quella donna che non ricordo di
aver visto piangere mai.
- Se vuole posso continuare a occuparmi di Massimo. Non ho problemi a tenerlo
con me. Lei ha una famiglia e capisco che sarebbe impossibile seguirlo
costantemente. Massimo prende l'assegno di accompagno e la pensione. Suo padre
me le dava come compenso...- disse senza emozioni.
A me stava bene. Mio fratello la conosceva bene e mi sentii sollevato. Ciò che
non gradii fu una frase che lei disse con un tono che non ammetteva repliche.
- Chiaramente dovrà fare tutte le pratiche per delegarmi alla riscossione! Non
so se suo padre ne abbia mai parlato,ma voleva mettere me come tutrice di
Massimo e lei come secondo al posto di suo zio Giovanni...-
Non ci sarebbe stato nulla di strano se non lo avesse puntualizzato. Detto in
quel modo mi fece sorgere qualche dubbio sulle buone intenzioni.
. Ero frastornato,addolorato e probabilmente ero prevenuto. Ma a sciogliere
alcuni dubbi e a crearne altri avvenne un fatto proprio quella notte,in quella
casa. Rita uscì dalla stanza dove giaceva mio padre, aveva il portafogli in
mano. Lo voleva tenere per ricordo visto che glielo aveva regalato per un
compleanno quando eravamo ancora fidanzati.
- Claudio,possibile che Lorenzo non avesse un soldo nel portafogli con un
trasloco in atto?- disse sottovoce e lontano dalle orecchie di Maria. Papà non
era tipo da girare senza denaro appresso e non era pensabile che ogni sera
svuotasse il portafoglio,non aveva senso.
Vicino a noi c'era mio cognato Umberto che ascoltò. Lo vidi allontanarsi e
scomparire in una camera,uno studio che era stato del marito di Maria e dove
mio, padre da che si era trasferito da lei, usava per il suo lavoro di
assicuratore.
Ricomparve e mi fece segno di avvicinarmi. Guardai mia moglie perplesso e
confuso.
- Resta sulla porta e avvertimi se viene qualcuno!- disse e rientrò dentro. Dopo
pochi secondi mi chiamò. Aveva aperto uno dei cassetti della scrivania.
- Ma sei scemo!? Ti metti ad aprire i cassetti in casa degli altri!- dissi
innervosito.
- Guarda cosa ho trovato!- fece lui fregandosene di quanto gli avevo detto.
Nel cassetto c'erano due libretti di assegni della Cassa di risparmio di Roma.
Uno in uso e l'altro nuovo di zecca. Entrambi con lo stesso numero di conto.
Erano di papà,sui talloncini c'erano cifre e intestazioni;per lo più erano
assegni fatti a compagnie di assicurazioni Maria non mi aveva accennato nulla ma
pensai che lo avrebbe fatto in un attimo di calma.
- Lascia tutto come hai trovato!- dissi a mio cognato. Solo così avrei capito
cosa poteva esserci dietro. Quel momento non venne mai,almeno non da parte sua.
Non ebbi tempo per piangere più di tanto. Massimo era il mio pensiero
fisso,dovevo fare in modo che la sua esistenza non subisse altri traumi oltre a
quelli già subiti. Nel giro di cinque anni aveva perso i suoi punti di
riferimento essenziali. I primi tempi cercai di fargli sentire la mia presenza
ma sapevo che per lui non era sufficiente. Niente e nessuno poteva sostituire
mamma e papà. Tutto quello che venne dopo fu un palliativo. Anche volendo non
avrei mai potuto sostituire loro che non c'erano più. Quando entravo in quella
casa dove papà era morto provavo un senso di disagio sulla pelle. Massimo stava
sempre in un soggiorno con il suo giradischi acceso. Non mi veniva incontro.
Intanto stavo provvedendo a svolgere tutte le pratiche per diventare il tutore
di mio fratello,papà non aveva fatto in tempo a sostituirmi con Maria e questo
bloccò l'erogazione della pensione e dell'assegno di accompagno. Presto mi
accorsi che avrei dovuto combattere contro la burocrazia e contro chi voleva
approfittare della mia situazione.
In quel periodo dovetti anticipare di tasca mia una parte delle mensilità a
Maria. Non potevo darle tutta la cifra visto che non superavo i due milioni al
mese tra lavoro in ospedale e attività privata.
A questa dovetti rinunciare subito dovendo occuparmi di Massimo.
L'unico supporto lo ebbi da Rita che non mi lasciò mai solo anche se con una
bambina di due anni poteva fare ben poco, ma non fece pesare mai la mia assenza
in famiglia .
Ma piano piano iniziai ad avere dei dubbi sulla disponibilità di
Maria,quantomeno sulla buonafede della stessa. Raccolsi tutti i documenti del
lavoro di mio padre,mi recai prima nel suo ufficio di Piazza Cavour dove trovai
una serie di attestazioni di stima verso di lui. Rividi dopo qualche anno il
dottor Bassi,un uomo corpulento,rossiccio di capelli e sempre con le bretelle.
Chissà perché le bretelle mi facevano ridere. Mi conosceva da ragazzo,quando
avevo sedici anni e papà iniziò a collaborare con lui per quanto riguardava il
ramo "coassicurazioni" ovvero ripartire tra più compagnie assicurative le
coperture quando si trattava di grosse aziende. Conosceva tutta la storia di
Massimo e sapeva,più di me, quanto fosse preoccupato per il futuro di quel
figlio infelice dopo la morte di mamma
- Ho perso un amico prima che un professionista esperto come Lorenzo.- mi disse
dopo esserci salutati. Guardai quegli uffici e ricordai quante volte lo avevo
accompagnato. Mi sembrò di vederlo mentre tra una telefonata e una sigaretta si
adoperava per risolvere vari problemi. Alla fine riusciva sempre a trovare le
soluzioni giuste per i clienti e le compagnie assicurative. Ricordo quante volte
il telefono di casa era bombardato da chiamate di clienti in difficoltà e gli
chiedevano consulenze e aiuto. Anche a mezzanotte! La cosa cessò perché mamma
sbottò e gli impose di non rispondere dalle dieci in poi.
- Cosa farai con Massimo? Povero figlio...-
- Per ora sta con la signora Maria. Ma dovrò trovare una soluzione definitiva.-
dissi pensando che non era tutto oro quello che Maria mi mostrava.
Dei libretti di assegni non mi aveva fatto cenno alcuno dopo dieci giorni dalla
morte. A Rita rispose che non sapeva per quale motivo nel portafogli non ci
fossero soldi.
La certezza che qualcosa non quadrava la ebbi il giorno seguente quando mi recai
alla Zurigo Assicurazioni per portare tutto ciò che avevo trovato. Quando dissi
chi ero,una gentile impiegata, mi condusse da uno dei dirigenti. Entrai
nell'ufficio di un funzionario Era un uomo magro con la bocca incorniciata da
baffi che si univano ad una corta barba scura,così come scure erano le
sopracciglia folte. In compenso aveva pochi capelli ben ripartiti tra la tempia
destra e la sinistra,nel mezzo una fronte lucida senza rughe che sconfinava nel
cranio altrettanto lucido. Lo osservai attentamente cercando di capire che età
potesse avere,era un gioco che facevo sempre quando mi trovavo di fronte
qualcuno che non conoscevo. Non ebbi il tempo di continuare. Il dirigente alzò
gli occhi e mi guardò serio.
-Sa niente di una rimessa che suo padre doveva fare a questa assicurazione?- mi
domandò calmo e immaginando la ovvia risposta.
- No. Papà non mi parlava mai del suo lavoro.- risposi più incuriosito che
preoccupato.
- Mi aveva telefonato un paio di giorni prima che morisse dicendomi che aveva
depositato ottomilioni in banca e che mi avrebbe portato, come sempre faceva, un
assegno della Cassa di Risparmio di Roma. Era una consuetudine tra noi. Sempre
puntualmente rispettata. Erano i premi pagati da alcuni nostri assicurati.
Persone alle quali teniamo molto.- riprese guardandomi in faccia.
- Non so cosa dirle. Io non sono ancora riuscito ad avere le autorizzazioni per
controllare il conto corrente di mio padre.- risposi imbarazzato. Il sospetto
che potessi essermi appropriato dei soldi sul conto era anche legittimo da parte
del dirigente. Non mi conosceva.
- Lo so,non è una cosa rapida e per questo abbiamo provveduto a coprire i
clienti che hanno pagato i premi. Sono tutte polizze per infortuni sul lavoro di
dipendenti.- concluse con voce preoccupata. Preoccupato lo ero anche io,non
tanto per i premi assicurativi dei quali francamente non mi importava niente.
Ero preoccupato da quel sospetto che lentamente mi frullava nella mente. Perché
Maria insisteva tanto con il fatto che per "mia comodità" sarebbe stato
opportuno che io delegassi in maniera definitiva lei alla riscossione della
pensione e dell'accompagno di Massimo oltre alla reversibilità della pensione di
papà spettante a mio fratello? Ci salutammo con l'accordo che appena possibile
gli avrei fatto sapere qualcosa. Ero quasi sulla porta.
- Si informi se il conto è cointestato!- disse come per darmi un consiglio. Lo
seguii.
Mi rivolsi a Mauro,un amico che lavorava in banca. Gli spiegai tutte le mie
preoccupazioni. Mi disse di ripassare l'indomani e si raccomandò di non farne
parola con alcuno di quanto mi avrebbe fatto sapere. Era illegale andare a
curiosare nei conti correnti altrui senza una autorizzazione di un giudice. La
mattina seguente andai nuovamente da Mauro. Aveva un espressione strana.
- Sul conto c'erano settanta milioni...- disse con l'aria di chi aveva fatto una
scoperta.
- Che vuoi dire? Che non ci sono più?- domandai sicuro della risposta.
- Ci sono rimaste seicentomila lire. Il resto è stato prelevato in più riprese
dal cointestatario!-
- Ma mio padre non poteva avere tutti quei soldi! Almeno per quanto ne so io...-
balbettai .
Mauro mi mostrò un foglio e mi indicò una cifra e una data.
- A settembre è stato fatto un bonifico di ottanta milioni, un prestito o un
mutuo più probabilmente.
Venti sono stati prelevati con un assegno circolare due giorni dopo. E questo è
il versamento di otto milioni che tuo padre doveva alla Zurigo!-
Improvvisamente mi tornò alla mente il discorso che papà mi fece sulla nuova
casa.
Mauro rifiutò di darmi quel foglio.
- Se lo dovessi impugnare andresti incontro a dei guai ed io perderei il posto.-
potevo dargli torto?
Dovetti far buon viso a cattiva sorte. Da quel momento mi sentii ricattato da
Maria che sapeva bene quanto mi era impossibile tenere Massimo con me. Se
vogliamo la colpa era anche della burocrazia,delle leggi anche giuste. Purtroppo
la legge aveva favorito,come spesso capita, chi era furbo e approfittatore.
Maria aveva fatto sparire tutto,anche gli otto milioni che dovevano andare alla
Zurigo. Per fortuna il funzionario capì che razza di imbroglio c'era stato e mi
disse di non preoccuparmi. Da me non avrebbero preteso niente.
Erano passati quindici o venti giorni,non ricordo bene e già era iniziato il
nuovo calvario. La differenza tra me e mio padre stava nel fatto che io avevo
una famiglia mia e dovevo occuparmi anche di proteggere Massimo da quella donna
della quale non mi fidavo più. Lui,mio padre aveva solo Massimo a cui pensare.
Ricollegai tanti particolari che,intorpidito dal dolore,mi erano sfuggiti o non
ricordavo. Mi tornò alla mente la frase del dottor Pastorelli "...ormai era
troppo tardi". Quanto tempo aveva fatto passare Maria prima di andare dalla
vicina e telefonare al medico?
Lei sapeva che problemi aveva mio padre. Sapeva anche quali erano i sintomi
iniziali delle crisi.
Papà non era così incosciente da aspettare che passasse da sola.
Ogni tanto di pomeriggio andavo a prendere Massimo per dare a Maria la
possibilità di pensare a se stessa. Lo portavo a fare una passeggiata,gli
compravo quel gelato che amava tanto anche se era inverno. Mi ritrovai a fare
gli stessi gesti di mia madre e di mio padre. Scartarglielo e porgerglielo;
portarlo a spasso sottobraccio tra la gente,ignorando chi ci guardava e non
soffrirne,proprio come fecero loro. Mi ritrovai ad ascoltare i suoi discorsi
semplici e a rispondere alle sue domande con uguale semplicità. Mi ritrovai a
tirare fuori dalla tasca del giaccone quel pezzo di pane incartato del quale non
faceva a meno anche se gli avessi dato dieci gelati. Mi sentii solo con quella
croce a fianco da condurre non sapevo nemmeno io dove.
Tra una pratica e l'altra mi stavo bruciando ferie e permessi straordinari. La
mia vita era fatta di turni di guardia di dodici ore, ritorno a casa ,cena e
subito a letto. Anticipavo i soldi o meglio parte di essi a quella donna. Ogni
tanto mi richiedeva indumenti intimi per Massimo o capi di abbigliamento come
pantaloni,camicie,maglioni,scarpe. Sembrò quasi che mio fratello fosse entrato
scalzo e nudo.
- Ma la roba si consuma,si rovina!- rispose quando io e Rita, che si occupava
degli acquisti, le domandammo cosa ci facesse Massimo con i vestiti.
Dopo quasi tre mesi la pratica per l'assegno di accompagno e la pensione andò in
porto e dovetti sentirmi dire da un impiegato che ero stato fortunato perché a
suo tempo papà mi aveva nominato primo tutore. Diversamente ci sarebbe voluto il
provvedimento del giudice tutelare. Sarebbe passato quasi un anno.
-Che culo! Sono proprio fortunato allora!?- dissi a quel tipo e,
silenziosamente, lo mandai in quel posto...
Per la prima volta presi una decisione,una decisione che Maria non gradì ma che
accettò suo malgrado.
-Non credo ci siano problemi se gli emolumenti di Massimo li gestisco
io,signora. A lei verserò mese per mese quanto pattuito meno la reversibilità di
mio padre. La userò per tutto ciò di cui Massimo ha bisogno...-
Si trattava di una cifra considerevole se rapportata ad oggi. Settecentomila
lire,poco più o poco meno. Una cifra che non mi garantiva il benessere completo
di Massimo,ma non sarebbero bastati dieci miliardi per avere intorno lo stesso
clima di amore perduto. Maria per un periodo di tempo non disse niente. Io
passavo ogni due o tre giorni per vedere Massimo, avevo paura che potesse
regredire,vanificando trentaquattro anni di sacrifici e piccole conquiste.
Quando era possibile,la domenica se non ero di turno, lo portavo a casa mia a
Marino dove pranzava con noi e gli mettevo a disposizione il mio impianto stereo
per ascoltare i dischi.
Erano momenti particolari che però sapevano di tristezza. La sera lo avrei
riportato da quella donna dopo una giornata simile a quelle per decenni vissute.
Francesca non aveva paura di lui e lui era estremamente delicato con lei.
Ricordo che da Francesca cerca va i baci porgendole la guancia. Lei guardava me
e la madre come se domandasse cosa fare.
- Dagli un bacio,su...- la esortava Rita. Rita lo trattò sempre come una persona
normale,si preoccupò sempre di controllarlo per capire se andava tutto bene. Gli
parlava,se lo prendeva sottobraccio. Anche lei compiva quei gesti che a suo
tempo fecero mamma e papà. Ma come già ho detto precedentemente quel modo di
fare ce lo ebbe da subito,da quando ci mettemmo insieme.
- E' un figlio un po' cresciuto!- disse ridendoci su. Se è vero che Cristo manda
il freddo secondo i panni, Rita ne era l'esempio vivente. Spesso mi sono chiesto
cosa avrebbe fatto un'altra donna.
Tra alti e bassi le cose andarono avanti fino al 1983. l'anno precedente era
nato Stefano,la famiglia era cresciuta. Attimi di felicità. Solo le richieste di
Maria si fecero pressanti fino a diventare dei veri altolà. Pretendeva di
più,minacciava di ridarmi Massimo se non avessi accettato.
- Cosa pretende signora? Io non ho beni al sole. Se non le sta più bene,lo dica
e la finiamo qui!- dissi spazientito. Ricordo ancora quegli occhi scuri che mi
guardarono quasi deridendomi.
- Per me se lo può riprendere subito!- rise e questo mi fece andare il sangue
agli occhi.
Avrei sputarle addosso tutta la rabbia per quello che era stata capace di fare
da quell'11 novembre 80 in poi. Contai fino a dieci e mi ricordai un
insegnamento di mio padre di,appunto,dieci parole: prima pensa,poi parla perché
parole poco pensate portano pena. Dieci parole che iniziano con la p. Purtroppo
non sempre ho seguito questa regola scontandone spesso le conseguenze. In quel
caso la adottai e presi tempo.
Ormai mi ero incamminato su una strada che mai avrei voluto percorrere per
rispetto di quel sacrificio fatto da mamma e papà. Ci ero stato costretto? Fu
una scelta consapevole? Non lo so.
Ne parlai con Rita e decidemmo di ospitare noi Massimo. Eravamo convinti che una
sistemazione adeguata in un istituto privato o pubblico l'avremmo trovata. Con
la nostra presenza assidua avremmo quantomeno garantito a Massimo la sicurezza
di essere trattato bene. Si trattava solo di adattarsi temporaneamente in quella
casa fatta di un grande salone e una camera da letto oltre ad un bagno e una
cucina. Ci saremmo sottratti a quel ricatto morale di quella donna.
Ricordo una furiosa lite quando nel prendere le cose di mio fratello,mi accorsi
che mancava tanta roba che gli avevamo comprato io e Rita. Vidi in uno scatolone
diversi libri che erano di mamma e tante altre cose che le erano appartenute e
che aveva sempre conservato gelosamente. Rita che era sempre stata molto attenta
a tanti particolari si ricordò di tante altre cose che lei aveva visto in casa
di papà e che erano appartenute a mamma. Tra queste una spilla raffigurante il
segno zodiacale del leone,quello di mia madre. A Rita era sempre piaciuta e papà
quando gliela mostrò, le promise che sarebbe stata sua un domani. Era
sparita,così come erano sparite tante altre cose di mamma.
Fummo fortunati a recuperare i mobili che erano in un magazzino e per il quale
pagavo.
Portammo via solo alcuni mobili di valore che erano appartenuti a mio nonno ed
erano dei primi novecento. Il resto lo vendemmo. A casa sistemammo un angolo del
salone per Massimo e inizialmente le cose andarono abbastanza bene anche se Rita
invece di due bambini ne aveva tre.
Ancora oggi non so come fece a trovare la forza,una ragazza di trent'anni.
Ma pur con tanta buona volontà e impegno non riuscimmo a ricreare per lui
quell'ambiente ottimale nel quale era vissuto. Traumatizzato da tanti,troppi
cambiamenti,Massimo era una persona che soffriva. Non aveva più ne madre ne
padre,non aveva più una casa sua con una camera sua. Cristo! Era un uomo senza
punti di riferimento definitivi in balia degli eventi ed io ero solo un
inesperto timoniere. Mi domandai perché tutto questo avvenisse,cercai colpevoli
sui quali scaricare responsabilità. Non ne trovai. Ero diventato arbitro,padrone
e gestore di una vita con tanti saluti da parte del mondo. Erano spariti tutti i
parenti,paurosi di una mia richiesta di aiuto. eppure non avevo chiesto niente a
nessuno. Venni lasciato solo.
Quella mancanza di intimità creò uno stato di disagio in mio fratello che si
manifestò con un nervosismo sempre più palese. Ogni tanto urlava, mi era già
capitato di sentirlo in passato. Sapevo che se lo affrontavi con decisione
andavi incontro a una sua reazione violenta. Solo a mamma e papà non reagì mai.
Quando capitava gli parlavo con calma,gli domandavo se voleva una mela,un
gelato,un pezzo di pane. Lui si calmava immediatamente e mi resi conto che
temeva di essere punito. Non aveva paura di uno schiaffo che si sarebbe tenuto
se era calmo. Lui temeva di essere ricoverato al San Giovanni!
- E' vero che non mi porti al San Giovanni?- domandava avvicinandosi timidamente
e con un tono di voce che quasi pareva stesse per piangere.
- Se lo rifai ti ci porto di corsa!.- rispondevo io con tono severo cercando
così di ottenere una sottomissione completa da parte sua. Idea sbagliata la mia!
In quei momenti di crisi Rita prendeva i bambini e li portava in cucina.
Francesca che aveva quasi cinque anni qualche domanda la poneva non riuscendo a
capire e Rita la tranquillizzava. Stefano neanche se ne accorgeva. È superfluo
dire che in ospedale ero diventato quasi un ricordo per i colleghi.
Con Rita ci mettemmo alla ricerca di un istituto adeguato. Partivamo di mattina
dopo aver lasciato i bambini a mia suocera e con Massimo andavamo a visitare
tutti quei centri che avevamo annotato o dei quali avevamo sentito parlare. Ne
girammo a decine. Da alcuni fuggimmo inorriditi, altri non avevano più posti.
Alcuni di quelli a pagamento avevano delle rette esorbitanti,da un milione al
mese a oltre due! Chi ce li aveva? Mi rivolsi alle assistenti sociali del comune
di Marino. Quando parlavo della situazione sembravo lo scemo del villaggio. Non
sapevano neanche loro cosa suggerire,cosa fare. Al massimo potevano,in via
eccezionale, dare un contributo economico "una tantum"perché quei pochi istituti
che c'erano erano per ragazzi che da una certa età in poi venivano ridati alle
famiglie o trasferiti in altri centri ai quali però non era possibile accedere
direttamente,come nel mio caso.
Nel frattempo quel disagio di Massimo aumentava e arrivammo al punto di
dividerci io e Rita.
Lei si trasferì per un periodo di tempo dalla madre. Ormai non era più una
situazione sostenibile.
Tutti stavamo perdendo qualcosa. Io ero separato dalla mia famiglia anche se
Rita mi sosteneva non facendomi pesare il fatto che lei era uscita da casa sua
con i nostri figli. Massimo stava perdendo ogni punto di riferimento,sempre con
me in macchina o in qualunque ufficio in cui mi recavo. Non aveva più un attimo
di pace per ascoltare le sue canzoni. Tanti passi io,tanti passi lui.
A volte me lo ritrovavo addormentato sul sedile posteriore con il capo
appoggiato al vetro laterale.
Tutti, indistintamente, se ne lavavano le mani. Il problema era tuo e te lo
tenevi!
In quegli attimi di pausa durante i quali mi fermavo e con lui entravo in un bar
per comprargli il gelato,accompagnarlo in bagno per fare pipì, mi domandavo come
uscirne fuori senza creare danni maggiori di quanti già non erano stati fatti.
Riuscii ad arrivare davanti all'ufficio del presidente della Regione
Lazio,ricordo il cognome: Ranalli. Io e Massimo eravamo lì dalle nove del
mattino.
Rimanemmo davanti a quell'ufficio per ore,seduti,in attesa che si degnasse di
riceverci. Non ci ricevette. Dopo ore di attesa,venne uno dei tanti tirapiedi
per dirci che purtroppo il Presidente aveva un impegno urgente e non poteva
ricevermi. Erano le tredici! Pensai che se la mia voce non era abbastanza forte,
quella dei giornali poteva essere più efficace. Volevo denunciare quella
situazione di abbandono da parte delle istituzioni in un periodo durante il
quale si parlava di solidarietà.
Con Rita riuscimmo a contattare una giornalista de IL MESSAGGERO DI ROMA. Ci
disse di trovarci davanti alla sede del giornale,neanche dentro, alle
diciannove. Ci andammo con Massimo.
Uscì dal giornale che erano le otto e mezza. Era in compagnia di altre persone.
Ci ascoltò ma si vedeva che aveva fretta di ricongiungersi al gruppetto di amici
o colleghi.
- Capisco il vostro dramma,non siete i soli. Però vi consiglio di rivolgervi a
testate meno morbide di questa. Il TEMPO è un giornale che segue da vicino
questi problemi!- ci disse salutandoci in fretta mentre faceva segno al
gruppetto che stava arrivando. Era il massimo dello schifo. Una giornalista di
una importante testata che ti indirizza verso una concorrente!
La verità era che quel giornale condivideva e appoggiava la linea politica
regnante in quel momento. Poteva pubblicare la mia denuncia?
Ma caso volle che a darci ascolto fu un giornale della stessa linea politica:
l'UNITA'. L'organo ufficiale del Partito Comunista Italiano! Era il colmo!
Trovammo tanta umanità e comprensione come mai avevamo trovato prima. Erano le
tre di pomeriggio di un inizio estate del 1983. faceva caldo e le strade a
quell'ora erano semideserte.
La sede era dalle parti di Castro Pretorio,nei pressi della Stazione Termini.
Parcheggiai la macchina all'ombra di un albero. Lasciammo Massimo in macchina e
salimmo in redazione. Ci ascoltarono con pazienza e presero appunti.
- Dove stà suo fratello adesso?- mi chiese il cronista, un giovane con gli
occhiali.
- E' qui sotto,in macchina.- mi guardò con uno sguardo tra il sorpreso e
l'indignato.
- Con questo caldo..dentro ad una macchina!?- disse con voce severa. Rita mostrò
una borsa con dentro una bottiglia di acqua minerale e altre cose.
- Ho accompagnato mio marito. Ma stavo tornando da lui e poi è all'ombra con i
vetri abbassati.- intervenne quasi per giustificarmi davanti al cronista.
- Scendiamo giù, andiamo a vedere come sta! Dopo lo facciamo salire. Qui almeno
c'è l'aria condizionata.- scendemmo tutti e tre più altre due persone. Massimo
stava ascoltando la musica dalla radio e stava cantando. Lo facemmo scendere e
tornammo in redazione dove qualcuno portò dei caffè e un bicchiere per Massimo.
Sentimmo,per la prima volta, un atmosfera di solidarietà e comprensione. Il
giorno dopo uscì un piccolo articolo sulla condizione di mio fratello. Fu un
piccolo passo. Un mio collega che era di quel colore politico ed era segretario
di una sezione mi chiamò e mi chiese di cosa avevo bisogno veramente.
- Un posto dove io possa saperlo tranquillo,dove possa vivere rispettato e
curato...di questo ho bisogno,Gino!- ero a pezzi. La mia vita stava andando a
pezzi. Ero fortunato perché non rischiavo il posto di lavoro. Economicamente non
me la passavo bene anche se potevo contare sui soldi di mio fratello. Ma dovevo
salvaguardare una parte di quel denaro perché dovevo rendere conto a un giudice
tutelare. Anche da questo ricevetti una risposta che avrebbe strappato uno
sganassone anche a un santo. Ero stato convocato per mostrare come avevo
amministrato i soldi del tutelato. Massimo era considerato per legge come un
minore. Era una proforma poiché neanche aprì il pascolo nel quale riportavo
entrate e spese sostenute. Esposi a quel giudice i problemi che avevo.
- Caro signor Pompi, noi ci occupiamo dei minori, non dei minorati!- lo guardai
un istante,ricordo, poi mi alzai e senza salutare me ne andai, ma una
soddisfazione me la tolsi. Avevo aperto la porta.
- Cerchi qualcuno che si occupi di lei,ne ha bisogno,mi creda!-
Gino che era soprannominato " er cipolla" era un brav'uomo. Quarantenne,era
rimasto orfano molto presto. La vita la conosceva bene con tutte le asperità che
un orfanotrofio e un collegio creano. Perennemente con mezzo Toscano all'angolo
della bocca. Lo vedevi,estate e inverno sempre con dei sandali tipo quelli dei
frati...lui anticlericale per antonomasia e gran bestemmiatore. Ma aveva una
umanità eccezionale sotto quell'aria burbera. Se la vita era stata dura per
molti anni bisogna dire anche che in qualche modo lo aveva ricompensato.
Conviveva con una donna,comunista convinta, che era un funzionario dell'INPS.
Vivevano in un appartamento dalle parti di piazza Navona,un attico di proprietà
della compagna( politica e di vita). Erano legatissimi anche se non avevano
figli. Mi invitò a casa sua per parlare della mia situazione.
-Perché non hai detto niente di quanto ti sta accadendo?- domandò mentre la
compagna ci portava il caffè. Sinceramente non mi piacque quella domanda .
- Lo sanno tutti quello che stò passando. Non cadere dalle nuvole,per favore!-
Tutti,compreso lui, sapevano. Solo che quel piccolo articolo apparso sull'Unità
aveva smosso qualcosa. La compagna di Gino mi assicurò che avrebbe fatto tutto
quello che era possibile per aiutarmi a trovare una soluzione.
Tutti sapevano,i miei colleghi sapevano. Tra questi Diana Mazzoli. Ci
conoscevamo dai tempi dell'istituto tecnico. Lei era al secondo o terzo anno
mentre io ero al primo.
Mi indicò un magistrato che si occupava di questi problemi, era una donna. Non
ricordo il suo nome. Mi fissò un appuntamento a casa di questa.
Fu molto gentile e attenta. Era in pensione ma conservava ancora i contatti con
l'ambiente. Le raccontai la mia storia in ogni particolare,l'avevo raccontata
decine di volte e ogni volta con qualche particolare in più.
- Purtroppo gli istituti che possono accogliere persone come suo fratello li
stanno chiudendo perché le statistiche parlano di percentuali troppo basse per
restare attive. Si preferisce sovvenzionare le famiglie perché è meno oneroso.
Questi signori non capiscono che non è solo un fatto di soldi!-
Per la verità qualche istituto c'era,ma era dislocato al nord. Come avrei fatto
a seguirlo?
In quegli anni si pensava soprattutto al recupero dei bambini con problemi
psichici,gli adulti erano in famiglia oppure erano ricoverati già da anni in
quelle strutture. Ero impressionato dai fatti di cronaca che leggevo e
riguardavano strutture di vario genere dove i degenti erano maltrattati. Il
pensiero che a Massimo potesse accadere una cosa simile mi faceva star male.
L'ideale,se così si può dire,era una struttura pubblica,relativamente vicina e
una persona pagata da me che gli stesse vicino e gli conservasse quelle piccole
abitudini quotidiane con le quali era cresciuto. Una persona che provvedesse a
fargli la doccia una volta a settimana e lo controllasse quando ogni mattina
provvedeva a lavarsi la faccia,le mani e i denti. Massimo le sapeva fare queste
cose,bisognava solo mettergli il dentifricio sullo spazzolino. Ricordo che se ti
dimenticavi di preparargli lo spazzolino con il dentifricio,te lo ricordava lui.
Anche l'igiene era un'abitudine,come la doccia completa che gli veniva fatta e
che io avevo imparato a fargli dal momento che lo portai via da quella donna.
Nel frattempo Rita era tornata a casa. I bambini passavano parte della settimana
dai nonni in modo che io e lei potessimo essere liberi di muoverci e alternarci
per stare vicino a Massimo.
Poi,una sera che eravamo tutti a casa,accadde quello che prima o poi doveva
accadere. Bastò il tono di voce alterato da parte mia per un rimprovero che
Massimo mi si scagliò contro. Feci a tempo ad evitare la sua spinta che mi
avrebbe fatto volare addosso a un muro o a un mobile. La scena accadde davanti
ai bambini che si impaurirono. Massimo urlò,a fatica riuscii a calmarlo e ad
accarezzarlo.
Ricordo gli occhi disperati di Rita che imploravano una soluzione. Ricordo la
mia disperazione.
- Non mi ricoveri al San Giovanni,vero?- disse con la voce che quasi sembrò un
lamento,un modo di piangere. Massimo non pianse mai, in più di trent'anni non lo
vidi mai piangere,così come non lo sentii mai lamentarsi. Dovevi capirlo quando
stava male. Ognuno di noi sa quanto sia doloroso un mal di denti. Massimo non
fece un fiato quando il dente del giudizio non trovò spazio per uscire e si mise
per traverso. Diventava pallido e sudava, ma mai un lamento. Dovette essere
operato per asportarlo. Stessa cosa quando ci si accorse del Glaucoma che lo
aveva colpito all'occhio sinistro.
Era già morta mamma, si dovette ricoverare presso una clinica sulla via
Nomentana e papà si ricoverò con lui per stargli vicino. Da quel momento in
poi,ogni giorno, bisognava mettergli delle gocce particolari. Dovevano dargli un
gran sollievo perché te le ricordava ogni mattina.
- Adesso usciamo e ci andiamo a prendere un bel gelato!- dissi con tono calmo.
Rita continuò a guardarmi,anche Francesca mi guardò impaurita ma silenziosa.
- Vai a dormire. Ci vediamo domani mattina!- le dissi.
- Ma dove vai a quest'ora? Sono le dieci! Magari aspetta che si calmi
definitivamente e poi tornate a casa!- non le risposi. Non avevo la minima idea
di dove andare,cosa fare. L'unica certezza era che mia moglie e i miei figli
avevano diritto a stare a casa loro e che quella situazione riguardava solo me.
Se gli altri,le istituzioni, se ne fregavano di Massimo e delle conseguenze che
arrecavano alla mia famiglia io non potevo fare altrettanto! Non avevo il
diritto di coinvolgerli più di quanto non avessi fatto. Stavo impazzendo. E come
impazzito,senza più il lume della ragione,salii in macchina con Massimo e mi
diressi verso la stazione dei Carabinieri di Marino. Lasciai mio fratello in
macchina,suonai e poco dopo entrai. Al piantone spiegai cosa stava accadendo e
al pericolo che correvamo. Quello mi lasciò parlare e poi mi disse che loro non
potevano fare niente, che dovevo tornarmene a casa.
- A fare coa? Ad aspettare che accada qualcosa di irreparabile così poi voi
avete un motivo per intervenire?- domandai irritato. Quello,che forse non
aspettava altro,si alzò di scatto,mi afferrò per un braccio e mi spinse verso
l'uscita.
- Se ne vada prima che la faccia portare a Velletri!- ringhiò minaccioso.
- Perfetto! Mettetemi dentro! Mio fratello è qui fuori! Qualche Magistrato dovrà
provvedere!-
Ricordo solo che venni sbattuto fuori dalla stazione e mi ritrovai solo in piena
notte. Non c'era un anima in giro. Solo io e Massimo. Ma la beffa non era
finita. Non tornai a casa,mi diressi verso il cimitero di Marino dove riposava
mio padre. Non so perché scelsi quel posto, forse lo scelse la mia mente ormai
annebbiata dalla disperazione. Era come se cercassi la vicinanza di mio padre.
Parcheggiai la macchina e reclinai i sedili per poter dormire. Massimo si
addormentò subito,io piansi e scivolai in un dormiveglia,poi mi addormentai. La
luce accecante di una torcia mi svegliò.
-Cosa state facendo qui?- domandò l'agente di polizia che illuminò Massimo e
scrutò nella macchina. Raccontai tutto,per l'ennesima volta giurando a me stesso
che da quel momento in poi non avrei più parlato per quanto ero stanco nel corpo
e nella mente.
- Buona nottata!- le uniche parole che mi disse il poliziotto. Le luci blu della
volante si allontanarono come quel barlume di illusione che mi ero fatto.
Verso le sette del mattino tornai a casa,Rita era in piedi,aveva gli occhi gonfi
di sonno e di pianto.
I bambini dormivano nel nostro letto. Preparò il caffè in silenzio mentre
Massimo era andato in bagno. Ci guardammo e ci trovammo
invecchiati,improvvisamente invecchiati.
- Alle otto vado con i bambini da mamma,li lascio da lei e torno qui. Tu mettiti
a riposare intanto.-
Preparò la colazione per Massimo e dopo aver vestito i bambini uscì.
Epilogo
Gino mi telefonò per dirmi che sarebbe venuto a casa per parlarmi di una cosa
importante e vedere Massimo.
- Abbiamo trovato una sistemazione provvisoria per tuo fratello e intanto stiamo
cercando un posto adeguato tramite le conoscenze che abbiamo!- disse.
La sistemazione provvisoria era Villa delle querce, un centro polivalente. Un
centro per lunghe degenze, fisioterapico e neurologico. Un posto dove erano
ospiti solo anziani. Lo andai a vedere con Rita e Massimo. Provammo l'ennesima
stretta al cuore nel vedere vecchi che vagavano per i grandi corridoi su cui
affacciavano camerate di sei-otto letti e poche camere da tre. Vidi tanta
trasandatezza e abbandono. Sentii voci che gridavano. Sembrava un carnaio.
Parlammo con il direttore sanitario che era stato avvertito da qualcuno.
Riuscimmo a farlo mettere,provvisoriamente, nella parte destinata alla
fisioterapia in una camerata di sei letti. Era la parte meno Dantesca di quello
che ancora oggi non esito a definire inferno dei vivi. Quel posto era fatto per
quanti venivano dimenticati dal mondo,un ghetto. Ci aiutò solo l'idea che presto
sarebbe finita e che Massimo sarebbe entrato in una struttura adeguata grazie
all'interessamento di Gino e della sua compagna.
Nel frattempo sarei andato ogni giorno a vederlo e a passare qualche ora con
lui.
Massimo capì e cercava di starmi vicino.
- Poi andiamo a casa,vero?- disse più volte quasi temesse di essere lasciato lì.
Mi tornò alla mente la scena del Don Guanella quando mia madre se lo prese
sottobraccio e lo portò via.
Quel miracolo non avvenne,la sera non saremmo,come allora,andati in pizzeria.
Non so chi mi diede la forza o la cattiveria per non tornare sui miei passi.
Massimo entrò in quel posto i primi di novembre del 1983. i primi tempi le mie
visite erano quotidiane e gli portavo il solito immancabile gelato. Lo trovavo
sempre in quella camera con il mangiadischi in mano. Notai che era vestito in
modo trasandato,non curato. Mi accorsi che regolarmente mancavano capi di
abbigliamento. Chiesi spiegazioni e mi venne risposto che non ne sapevano
niente. Spariva tutto senza una spiegazione. Portavamo su pacchi di magliette e
slip,pantaloni,maglioni,felpe. Eppure la roba spariva. Qualcuno ruppe anche il
mangiadischi. Ne comprai un altro. Quando ero lì lo portavo in bagno e
provvedevo a fargli la doccia. Fosse dipeso da quelli che erano preposti a farlo
( si chiamavano bagnini un volta) mio fratello sarebbe stato coperto di piaghe e
croste. Non durò un mese quell'inferno. Durò ancora un anno.
Una sera venni avvicinato da un medico che mi disse di vederci nel parco. Voleva
parlarmi.
- La roba di suo fratello viene presa e distribuita fra gli altri pazienti.
Quando va in lavanderia ritorna ammucchiata con il resto della biancheria e non
importa se è contrassegnata con nome e cognome. La taglia di suo fratello va
bene a quasi tutti i pazienti. Altri capi di abbigliamento spariscono perché
essendo nuovi se li portano via! Ma c'è un 'altra cosa che voglio dirle...lo
porti via di qui perché Massimo soffre in un posto come questo. È praticamente
abbandonato a se stesso non avendo patologie da seguire e non essendo un
vecchio!- si raccomandò di non fare il suo nome qualora avessi deciso di
protestare. Protestai. Mi venne risposto che Massimo era lì in quanto
"raccomandato" e che la struttura era quello che era.
Cercammo,io e Rita ,di seguirlo il più possibile ma era una goccia d'acqua in un
deserto di rinunce e mancanze. Era un uomo giovane in mezzo a vecchi
abbandonati, senza più affetti,senza più quelle piccole attenzioni quotidiane
che nemmeno più reclamava come se sapesse che era inutile. Lui che andava
vestito in modo normale e pulito a malapena riusciva ad essere pulito. Ogni
volta che uscivo da quel lager avevo il cuore in una morsa. Più volte vidi che
sul tavolo era rimasta un mela o una pera che lui non aveva potuto mangiare
perché nessuno gliela aveva sbucciata,così dicasi per la carne che andava
tagliata. Oltre a questo le mie visite si fecero meno frequenti a causa del
lavoro e di una sorta di autodifesa. Fu Rita a spingermi a non mollare.
Un giorno,mentre ero lì, venni chiamato in direzione.
- Suo fratello non è un paziente anziano e pertanto deve portarlo via. Questa
era una sistemazione provvisoria. Noi dobbiamo rendere conto alla USL...-
Spiegai i motivi e raccontai tutte le vicissitudini passate chiedendo
comprensione e un margine di tempo per trovare altre soluzioni ben sapendo che
altre soluzioni non c'erano visto che anche Gino e la sua compagna,per quanto
ammanigliati,nulla poterono. Accettarono di tenerlo ancora e lo trasferirono in
un altro reparto che a prima vista sembrò migliore.
Massimo iniziò a manifestare,come già era accaduto, il suo disagio. Gridava e
reagiva verso chiunque lo rimproverasse. Quando andavo a trovarlo era spesso
sotto l'effetto di tranquillanti che lo intorpidivano rendendolo una specie di
ebete. Quando feci notare in che stato lo avevano ridotto mi risposero che era
diventato violento. Era un il sei gennaio del 1984,era di pomeriggio. Andai a
trovarlo per stare un po' con lui,era la Befana e gli portai oltre al gelato, un
pezzo di ciambellone fatto da mia suocera. Era intontito,dovetti quasi
sorreggerlo per portarlo in bagno e fargli la doccia. Lui che aveva una forza
spaventosa e una agilità felina malgrado la stazza,era quasi un morto.
Quando lo stavo asciugando si voltò verso di me con quegli occhi ormai spenti.
- Portami via da qui...- disse con la voce flebile ma come una persona normale
che invoca aiuto.
Piansi come un bambino ,seduto su una sedia mentre lui era in piedi davanti a
me. Come se parlassi a una persona normale gli giura che l'avrei portato via da
quel posto orrendo.
Decidemmo,visto che non c'erano soluzioni in vista,di mettergli una persona
esperta vicino per almeno sei o otto ore al giorno. Trovammo una signora che
conosceva quel posto ed aveva esperienza. Sarebbe stata vicino a Massimo dalle
nove del mattino alle tredici e dalle tre alle sette meno il sabato e la
domenica. Lo avrebbe accudito,fatto fare colazione,seguito durante il pranzo e
la cena e lo avrebbe fatto passeggiare durante la giornata senza fargli mancare
l'immancabile cremino.
Le spiegammo quali erano le piccole manie di Massimo e come comportarsi badando
bene che il personale non usasse modi violenti verso di lui. L'esperimento andò
bene. Massimo lentamente riprese vita. Ma il destino aveva già deciso l'epilogo.
- Guardi che Massimo non sta bene. Per me ha una bronchite. L'ho fatto presente
ai medici!- disse la signora Anna una mattina al telefono. Avevo la macchina
rotta,dovevo rifare il motore e non ero in condizione di poter raggiungere Villa
delle querce. Telefonai al reparto e parlai con un medico che mi rassicurò.
- Si tratta di una forte bronchite che stiamo curando!- disse e rimasi d'accordo
che mi sarei fatto sentire il giorno seguente.
- Massimo è con l'ossigeno!- mi disse Anna preoccupata la mattina seguente al
telefono. Chiamai il reparto per parlare con un medico
- Si,ma è solo per aiutarlo a respirare meglio!- disse sdrammatizzando la mia
apprensione.
Poi,la mattina seguente ricevo una telefonata, erano le sei di mattina, fuori
era buio. Rispose Rita.
Riattaccò e venne in camera. Aveva la bocca serrata e gli occhi pieni di
lacrime,mi abracciò.
- Massimo è morto un quarto d'ora fa!- singhiozzò.
- Me lo hanno ammazzato!- fu l'unica cosa che riuscii a sussurrare. Mio suocero
quando mi vide arrivare in camera mortuaria mi disse di non guardare. lo scansai
ed entrai. Aveva il volto pallido e disteso. Da sotto il collo,fino all'ombellico
una ferita suturata grossolanamente,risultato di un riscontro autoptico.
Diagnosi: cancro del mediastino! Non l'ho mai creduto! Non ci crederò mai!
Familiari e conoscenti mi dissuasero dal rivolgermi al magistrato di turno per
chiedere che venisse aperta un indagine. Ero così annichilito dal mio dolore che
mi lasciai convincere. Fu l'ultimo torto che feci a mio fratello. Ricordo che
urlai come una belva ferita a morte. Urlai senza piangere.
Piansi dopo,piango ancora dentro il cuore, così come ho pianto molte volte
mentre a fatica ho scritto questo racconto che non rileggo per non piangere
ancora.
FINE
Qualcuno ha suonato
Si svegliò come al solito intorno alle sette,Rosa era in cucina che preparava il
caffè,come al solito.
Alberto si alzò e guardò fuori dalla finestra,l'autunno era alle porte e dava i
primi segnali.
Il paesaggio,se così si può definire una via trafficata,aveva dei colori accesi
grazie a quei timidi raggi di sole che penetravano illuminando i platani ai
bordi della via e si rifrangevano sulle vetrine dei negozi ancora chiusi a
quell'ora.
Poca gente e tra quei pochi Antonio,il vecchio giornalaio che chiacchierava ad
alta voce con i primi clienti mattinieri. Lo vedeva bene e lo sentiva anche
grazie alla provvisoria quiete.
Dal bar dietro l'edicola uscivano a piccoli gruppi per andare al lavoro,Alberto
era sempre stato convinto che quelli fossero i veri lavoratori. Notò con
tristezza che quei gruppi andavano assottigliandosi con il tempo. Qualcuno era
andato in pensione,molti altri erano vittime della crisi economica sempre più
crescente. Considerava quelli che ancora vedeva dei sopravvissuti. Spesso si
chiedeva fino a quando. Lui si considerava un eletto. Era andato in pensione
anzitempo,contro la sua volontà ma dovette accettare la decisione del destino.
-Ecco il tuo caffè!- disse Rosa facendolo riemergere da quelle amare
riflessioni. Posò un bacio lieve,quasi una carezza sul viso della moglie,era un
gesto automatico,era un saluto silenzioso.
Bevve lentamente guardando il volto di lei che aveva una espressione dolcemente
malinconica.
La guardò con attenzione,quasi volesse conservare negli occhi la foto di quella
donna che il tempo aveva cambiato in ragione di un processo biologico naturale.
Ma le voleva bene come il primo giorno. Ringraziò Dio d'avergliela donata,senza
di lei che vita sarebbe stata? Se lo era chiesto molte volte negli ultimi tempi
e la risposta era stata sempre la stessa. Una merda.
- Come ti senti questa mattina?- domandò Rosa accennando un sorriso che era
forzato.
- Abbastanza bene. Ho fatto molti sogni questa notte,strano perché di solito o
non sogno o non ricordo nulla!- rispose posando la tazzina nelle mani di lei e
subito dopo si accese una sigaretta.
Quella era una abitudine alla quale non avrebbe rinunciato mai,quella sigaretta
sarebbe stata la prima di una lunga serie ma quella aveva un gusto
particolare,così come quella del dopo pranzo.
Le altre erano un vizio meccanico e insapore.
Se la guardò a lungo prima di accenderla,poi guardò Rosa e sorrise.
Andò in bagno come ogni mattina,si lavò e si fece la barba,si vestì e uscì per
fare una passeggiata.
Come ogni mattina sarebbe passato da Antonio per comprare il giornale,scambiare
quattro chiacchere e poi arrivare ai giardinetti al centro della piazza che era
in fondo alla via. Lì avrebbe letto il giornale e fumato qualche sigaretta. Rosa
avrebbe avuto modo di fare le pulizie e cambiare l'aria senza quel rompi balle
del marito per casa. Lei non glielo aveva mai detto,ma lui lo sapeva di esserlo.
Pensò a quanta pazienza lei aveva avuto con lui per tutti quegli anni. Qualche
litigio c'era anche stato ma lo aveva sempre ritenuto uno sfogo provvidenziale
per non accumulare tensioni stupide e dannose. Rosa aveva quasi sempre ragione.
- Quando conti di rientrare?- domandò Rosa quando lo vide vicino alla porta.
-Quando avrai finito di fare le faccende. Devo rientrare per tempo,lo sai che ho
un appuntamento!-
La porta si richiuse lentamente alle spalle di Alberto,Rosa restò immobile,poi
si guardò intorno e scoppiò a piangere.
-Domani esce l'ultimo fascicolo,signor Alberto!-
- Passerà mia moglie a ritirarlo...- mormorò appena. Antonio restò perplesso nel
vederlo così serio e pensieroso. Lo seguì con lo sguardo fino a quando non
scomparve in fondo alla via.
A quell'ora i giardinetti erano occupati dai passeri che saltellavano alla
ricerca di briciole,non avrebbe voluto disturbarli ma il primo passo sulla
ghiaia li fece volare via. Si mise seduto su una delle panchine illuminate dal
sole e aprì il giornale. Lesse distrattamente i titoli,in fondo non gli
importava niente di quanto accadeva nel mondo. Era un pretesto per se stesso.
Ogni tanto guardava il suo orologio e lo guardò con particolare attenzione. Era
il regalo di Rosa per i suoi quarant'anni,quattordici anni prima,quando certi
problemi erano lontani dalla mente.
Ripercorse quegli ultimi anni seguendo il fumo della sigaretta. Anni importanti
nel bene e nel male. La laurea di Eleonora, il matrimonio di Federico,la nascita
di Giulio,il primo nipote. Poi quello di Eleonora che di figli non aveva ancora
avuti.
Momenti di grande paura quando Rosa fu operata per un tumore all'utero. Natali
con tutti i suoi cari intorno. Estati che videro di volta in volta
assottigliarsi la famiglia e quella casa al mare presa in affitto per anni
divenne troppo grande per lui e Rosa.
-Non te la prendere,tesoro! I figli crescono,i tempi cambiano ed è giusto così.
Un lato positivo però c'è! Torniamo a fare gli sposini!- le aveva ripetuto tante
volte Alberto vedendo il viso di Rosa intristito perché Eleonora e Federico le
vacanze se le andavano a fare altrove lasciando la madre in pena. Poi Rosa si
abituò a quelle maree che salivano in inverno e calavano in estate. La casa
piena quando era inverno e vuota quando era estate.
Era quasi finita l'estate quando Alberto ebbe un malore breve e improvviso,erano
al mare lui e Rosa.
- Sarà la stanchezza per il troppo lavoro! Comunque quando torniamo a Roma mi
faccio dare una controllatina da Luciano!- disse più per tranquillizzare sua
moglie che per convinzione.
Luciano e Alberto erano stati compagni di scuola al Liceo,poi avevano preso
strade diverse.
Alberto non aveva potuto fare l'Università,la morte del padre lo aveva costretto
a rimboccarsi le maniche e trovò lavoro presso una azienda alimentare. Fece
carriera fino a diventare un dirigente.
Luciano divenne medico. Il destino li fece incontrare nuovamente quando Alberto
dovette cambiare medico curante e nella lista lesse il nome dell'amico.
Iniziò così il calvario di Alberto,un calvario segnato da speranze,delusioni e
sofferenze sempre più forti. Due interventi chirurgici per asportare pezzi di
quel fegato andato in malora.
Erano trascorsi due anni da quella sentenza terribile. La vita di Alberto era
cambiata,a periodi di relativa quiete si alternavano periodi di sofferenza
sempre più intensa.
In quei momenti di sofferenze atroci,Alberto era irriconoscibile,i lamenti erano
simili ad ululati e a rantolii come di animali feriti a morte. Vide sua moglie
con gli occhi lucidi di pianto. No. Non era giusto soffrire così e vedere gli
altri che impotenti soffrivano con lui.
- Non potrò andare avanti ancora per molto,Luciano. Devo trovare una soluzione
definitiva. Non mi uccido perché non ho il coraggio di farlo,qualcuno deve
averlo per me!- disse un giorno nello studio del medico.
- Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Vuoi che mi renda complice o autore
di un omicidio?-
Disse a bassa voce,quasi temesse di essere ascoltato da qualcuno nella sala di
attesa. Alberto scosse la testa come per negare quell'intenzione. Gli occhi
segnati erano carichi di disperazione.
- Credi sia giusto morire soffrendo come una bestia,senza più dignità,mentre gli
altri ti vedono morire e ricorderanno i tuoi ultimi momenti? So che devo
morire,ma voglio andarmene con dignità.
Avrò diritto, si o no?- Luciano lo guardò negli occhi per alcuni istanti e lesse
tutta la disperazione di quello sfortunato amico. Ricordò i tempi del liceo,le
ragazze da contendersi e che non la mollavano mai. Le bugie subito scoperte
dall'uno o dall'altro quando si raccontavano successi mai avuti con quella o con
quell'altra. Gli strani silenzi quando invece l'uno o l'altro avevano trovato la
ragazza,quella che doveva essere per sempre. In quei periodi si perdevano di
vista per poi ritrovarsi quando il grande amore era finito. Ricordò la rivalità
calcistica essendo schierati in due squadre diverse. Colpi proibiti,liti
furibonde ma a sera ancora insieme al bar o al biliardo con gli amici.
Come era strana la vita che li aveva fatti ritrovare solo due anni prima che
Alberto si ammalasse di cancro al fegato. Sembrò quasi che una mano misteriosa
li avesse ricondotti l'uno all'altro.
Luciano si voltò verso l'amico,osservò il suo volto scavato e sofferente.
- Mi sono chiesto perché ci fossimo incontrati dopo tanti anni, lo sai?- domandò
Luciano accennando un sorriso.
- Te la do io la risposta,come quando eravamo a scuola e non ci capivi un cazzo
in Latino. Devi aiutarmi ad andarmene senza attraversare l'orrore della
sofferenza estrema. Accetto l'idea di morire, non il modo,quello che annulla la
dignità di un essere umano.-
- Non posso darti una risposta subito,Alberto! Non ho studiato per uccidere la
gente,ma per curarla.
Una volta ho letto una frase,recitava "Se potete guarire,guarite. Se non potete
guarire,curate. Se non potete curare,consolate". Siamo alla terza opzione,quella
che più non mi piace,eppure devo,per etica e deontologia, quantomeno consolare
con analgesici e antidolorifici. Fino all'ultimo.-
Alberto si alzò e si avvicinò a pochi centimetri dal volto di Luciano.
- Questo lo chiamo accanimento terapeutico! Quando non c'è più nulla da fare
bisogna arrendersi...medico e paziente!-
Rimasero in silenzio,si guardarono cercando risposte l'uno nell'altro. Poi
Alberto si avviò verso la porta ma prima di uscire tornò a guardare il volto di
Luciano.
- Aiutami. Non tanto per me ma per chi resterà dopo di me. Non voglio lasciare
il peggio di me stesso come ricordo!-
Passarono pochi giorni quando Luciano chiamò Alberto. Gli chiese di passare allo
studio dopo la chiusura,voleva parlargli da solo.
- Ho contattato due miei colleghi anestesisti Olandesi. Loro potrebbero fare ciò
che tu chiedi. Ci vogliono diecimila euro. Verrebbero la mattina a casa tua per
andarsene subito dopo l'eutanasia.
Uno ti addormenterà ,l'altro ti inietterà una sostanza che agirà direttamente
sul cuore in modo da non lasciare tracce esterne che possano far pensare ad
avvelenamenti. Io arriverò quando loro se ne saranno andati e stilerò un referto
di morte per arresto cardiaco riferito alla tua condizione di malato terminale.
Più di questo non posso fare. Ma prima devo parlare con tua moglie altrimenti
non se ne fa nulla.- disse con voce severa che non ammetteva repliche.
Alberto non disse nulla,si limitò ad abbracciare l'amico che però rimase
immobile.
Rosa ascoltò parola per parola quanto disse Luciano,pianse sommessamente.
- Perché Alberto? Perché non sperare in un miracolo,in un ritrovato della
scienza?- provò a dire tra un singhiozzo e l'altro.
- Perché la scienza ha bisogno di tempo ed io non ne ho,Rosa!-
- Cosa diremo ai nostri figli? A nostro nipote che ti cerca sempre...cosa
diremo?-
- Loro non devono sapere! Sapranno che sono morto mentre dormivo. Sarà più
facile per loro accettare la mia scomparsa...- mormorò Alberto. Sorrise e
strinse a se Rosa come se le dicesse addio.
Guardò l'ora e si accorse che i giardini si erano riempiti di madri con i
bambini e qualche coppia di ragazzi che avevano preferito parlare d'amore e
baciarsi piuttosto che parlare di Seneca e Platone a scuola. Erano passati sei
giorni da quella decisione presa con Rosa e Luciano.
Quella era l'ultima mattina da vivo per lui. Si guardò intorno come chi cerca di
ricordare se sta prendendo tutto prima del viaggio. Era l'ultima volta che
vedeva quei giardini. L'ultima volta che aveva salutato Antonio il giornalaio.
Era l'ultima volta che percorreva quella via che lo riportava a casa. Contò i
passi che dalla piazza lo riportavano al portone. Prima di entrare nell'androne
si fermò per guardarsi indietro. La via continuava a vivere,non si sarebbe
fermata con lui.
Entrò in casa e Rosa gli andò incontro silenziosa.
- Tra poco saranno qui. I nordici sono sempre puntuali!- disse cercando di
sorridere. Andò in camera da letto ed osservò ogni particolare. Si accorse in
quel momento di quanto amore Rosa avesse dedicato a quella casa per renderla
accogliente,comoda,pulita. Provò quasi rimorso per non averle mai detto grazie
per tutto quello che aveva fatto in tutti quegli anni. Con quella decisione
aveva pensato a se stesso,si sentì un egoista. Ma gli altri che ne sapevano di
quanto soffriva?
Tra pochi minuti sarebbero entrati nella camera,si sarebbe disteso sul letto;
gli avrebbero iniettato l'anestetico. Si sarebbe addormentato e non avrebbe
sognato. Lo sapeva bene,ne aveva subite due di anestesie totali. Sarebbe stato
il buio totale ma senza percezione alcuna. Il nulla assoluto.
Non si sarebbe accorto di morire. Tra pochi minuti tutto sarebbe finito,la vita
sarebbe finita e non avrebbe mai saputo cosa sarebbe accaduto dopo. Conosceva
bene l'anestesia ma non la morte,il dopo. Il campanello della porta suonò, Rosa
si sentì raggelare,come era orribile la morte che suonava alla porta,sapere che
era lì per portarsi via qualcuno. Guardò il volto di Alberto e avrebbe voluto
dirgli " Non apriamo alla morte!".
- Apri,ti prego io vado in camera.- disse senza guardarla. Si domandò quanto
mancava ancora alla conclusione di una vita piena di tutto.
Dalla camera sentì un vocio allegro e delle voci familiari che lo destarono da
quel torpore nel quale era scivolato senza accorgersene.
La porta si spalancò di colpo e sulla soglia apparve la figura di Giulio. Gli
sorrise e si avvicinò al letto
- Ciao nonno! Stavi dormendo?- domandò mentre tentava di salire sul letto.
- No,amore mio! Mi sono appena svegliato...- rispose abbracciandolo.
- Mi sono appena svegliato!- disse di nuovo guardando Rosa che sorrise e nascose
nell'angolo della bocca una lacrima.
Alberto morì due mesi dopo. Andò a dormire la sera dopo aver festeggiato il suo
cinquantaquattresimo compleanno insieme alla moglie,ai familiari e a Luciano.
Morì nel sonno, come aveva desiderato. |