Poesie di Elisabetta Robert Castagnola


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Elisabetta Robert è nata a Genova il 20 luglio del 1960. Laureata in Lettere Moderne nell'Ateneo genovese, ha maturato esperienze lavorative nell'ambito delle biblioteche e del giornalismo. Oggi svolge la sua attività di Bioetica - Comitato Etico presso l'Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro di Genova. Tra i suoi "amori": la Liguria, il mare, gli animali e la fotografia. Autrice di quattro libri di poesie:
"Vivere significa" (Ed. Liguria - SV) pubblicato nel 1993,
"Ritagli di cielo" (Ed. Ibiskos - Empoli - FI) pubblicato nel 1996,
"Verde speranza" (Ed. Cecchinelli - Manesseno - Ge) pubblicato nel 1997,
"Nuvole tra gli ulivi" (Ed. Print & Sprint - Manesseno - Ge) pubblicato nel 2004

 


Al mio cane bassotto
Verso sera
il tuo sguardo cambia
quasi fossi consapevole
del nostro tempo
condiviso tra piatto e ciotola,
letto, cuccia, lontananze.
La mia colpa è non avere una coda
da muovere velocemente
e il tuo destino è vita breve
per starmi accanto.
Spesso gli amici
non lo sono.
I cani lo sono sempre.
Verso sera
preferisco tenerti stretta
perché il buio
non ti possa rubare
all’amore dato e ricevuto.
Verso sera
non voglio lasciarti sola.
Attendo sempre il domani
per accarezzarti
piccola mia

Un addio
Nell’alba
mi sei passata accanto
presenza impalpabile
in azzurro.
Ho visto una mezzaluna
ed il viso
dolce
di chi se ne va
senza ritorno.
Buio luminoso,
assenza di parole.
Lei sola
col pensiero
potrà sentirti
e tu, infinita madre,
l’abbandonerai al dolore
nel dono del ricordo.

 

Natale tra pecore e stelle
Non mettere
troppe pecore
vicino alla capanna,
diceva mia madre
mentre facevamo il Presepe.
Uno specchio era il laghetto
e le montagne
toccavano un cielo scuro di carta blù.
Ero felice del Natale
che stava arrivando
con la cometa
negli occhi di bimba.
Ascoltatemi, madri di oggi,
aprite gli scatoloni
e lasciate che i vostri figli
possano mettere le pecore,
tante pecore bianche
vicino all'Agnello di Dio
in una notte antica
tra pecore e stelle

Buon Natale 2012
Cosa desideri
per questo Natale
Tu, posato sulla paglia
tra pastori e freddo?
L'Uomo sta fermo
davanti alle vetrine,
vuota è la cesta dei doni,
nessuna mano
aperta all'elemosina.
Scenario rituale
con neve finta,
sguardi, poche parole, attesa.
Tutto procede
come da copione antico,
solo gli occhi dei bimbi
ci salvano sempre, dall'eternità.
Non nascondono amore e gioia:
è per questo che Tu nasci ancora

Natale 2008
Sento la trasparenza del Natale
tra le vetrine colorate
dove la gente
guarda, sospira e passa in fretta.
Rimanere senza doni
non è possibile
per un bimbo.
Ho scritto una lettera
col pennino intinto nelle lacrime
del mondo intero.
Ho scritto al Babbo col cappello rosso
di non deludere almeno i piccoli
e di scendere sulla terra
con la slitta e le renne e i sacchi pieni
ed i pacchetti con il nastro dorato
e le caramelle morbide da distribuire.
Ci sarà ancora l’Albero,
un Presepe per chi crede
e Gesù continuerà a nascere
per noi,
anche questo anno,
nella grotta
con la stella della speranza.

Carnevale
Mi sono alzata allegra
come il Carnevale.
Una mattina fredda
dove poche nubi
sono visi di pagliacci.

Spuntano primule gialle
e violette tra i nostri sassi.
I vecchi prendono il sole
con la schiena contro il muro e la passeggiata
a Nervi si anima: un quadro
improvviso a tinte liguri
nella luce tenue
di febbraio.

Affretto il passo verso il bus arancio.
Arancio, arancio...come il becco d'un
merlo scuro che saltella nell'aiuola.

Marsiglia
Mi rammenti Genova,
porto antico di forme e colori
dove il pesce che si vende
sui carretti
è quello degli artisti
e non del mare.
Mescolanza di uomini
nelle strade variegate,
mentre una bionda
con la pelle scura tossisce
e si accende una sigaretta.
Immagino la fisarmonica
nella balera gremita di volti
una coppia di amanti,
sui tavoli vino un po' aspro
o cognac.
Se ci fosse Maigret avrebbe fretta
di tornarsene a casa
con la pipa accesa sui suoi dubbi
e l'ombra del
prossimo delitto da studiare.
Marseille,
città strana,
tornerò a scoprirti,
ma ora mi attende
la Superba
dove il profumo del pesto
si confonde
nell'onda che ruggisce o accarezza
i moli.  

A mio zio Giorgio Ansaldo di Fallarosa
Ti ho messo nel taschino
un fazzoletto bianco.
Agitalo bene, all'inizio
del viaggio perchè
lo cercherò con lo sguardo
nei cieli freddi della nostra Valle.
Quante volte a Fallarosa
con salti di gioia bambina,
muovevo li stesso fazzoletto
e guardavo il cielo estivo
e vedevo il tuo aereo....
Oggi resta un rosario
nelle mie mani.

Londra 7 luglio 2005
Piange il Tamigi
e la Torre non trova più
i suoi gioielli.

Il giornale e l'ombrello
non bastano a proteggere
l'Uomo.

Scivola lacrima,
scivola giù
sulle gote
bagna il grigiore
cadi sull'asfalto
tra il sangue
rosso
non ancora
lavato via.

Sono farfalla
in crisalide
e soffro questa mia muta.
Ho paura d'aver paura:
come l'equilibrista
sul filo
per la prima volta.
Ma sotto c'è la rete
e lui non la vede..
ed io non la vedo, ma c'è.
Il vuoto,
ne percepisco
il suono mancante.
Vorrei melodie
che ancora non sento.
Lieve il vento di maggio
mi porta
l'odore di Chopin
sulle ali di un airone cinerino
accanto al falco
verso l'Antola.
Mi guarda
il gatto bianconero
nel sole già caldo,
troppo caldo.
Arrivata all'oasi,
dopo anni di deserto,
non riesco a bere.
Mangerò avidamente
i datteri della Vergine
che annunziò alla vecchia Elisabetta
l'inatteso
precursore
del Figlio

A Voi
Elena e Augusto

Tremando vengo a Te,
Signore, Padre.
Lavata da ogni colpa
sto piangendo
sciolta dai lacci terreni
in cammino
verso la Luce che mi accolse allora
nel travaglio di mia madre.

L'uomo che prima Ti raggiunse
ora arriva a sostenermi, lo vedo..è là,
lo vedo, devo andare.

Delirio d'amore.

Ogni stella si accende segna una via.

Io corro, sto correndo
in veste bianca, leggera.
Lui mi tende la mano
è piena di fiori
ecco, nell'ultimo attimo,
l'unico amore
Amore mio.

Solo l'Amore ha gettato un ponte
e sono tornata
a riva.

La neve bianca
accetta i silenzi,
accoglie i sorrisi
nasconde le lacrime
rallegra i cuccioli....

Bello l'azzurro del cielo
anima libera
che nessuno trattiene.

Neve, se provi a rubarla,
nulla resta
nella mano bagnata.   

Dedicata
a mio marito Danilo

Fa caldo
le ore sudano
sul mio corpo.
Vorrei spegnere
l'ansia
tra le tue verità.
Sopporta per favore
questo mio esser poeta
altalenando
i ritmi del vivere
nella certezza
unica
del Tuo Amore.    

Un computer per Amico
Quando sento la malinconia
scivolare
sui miei capelli dritti
apro lo schermo
e trovo gli Amici.

Dialoghi senza voce,
ma sui tasti volano parole, tenerezze,
fiori, segreti, aiuto e Vita.

Senza remore
lascio fluire i pensieri:
avrò certamente risposte
cuore di penna
amici del cuore   

Un Uomo in bianco
La smorfia sul Santo viso
è il dolore del mondo intero.
Come il Cireneo sollevò il Cristo,
anche per qualche istante,
vorremmo noi portare
la Tua Croce.

Ogni dubbio è messo in fuga
dalla serenità
di una colomba bianca
che stenta a prendere il volo.

Quella finestra è l'unico
occhio che si apre
all'amore dell'Uomo.

Rimane in attesa
il Tuo popolo:
attonito, fedele
sotto il cielo di Roma
sotto l'ala del Padre.   

Pasqua 2005
Fiduciosi
verso l'aereo
della salvezza.

A casa restano
due pulcini
orfano di uovo.
Poche piume.
Poco giallo.
Niente sole.

In questa Pasqua
risorgerà solo
un dubbio.  

Il gatto genovese
E' mattino, sono felice
come un gatto rosso e
randagio
steso sul muretto
a godere del cielo azzurro.
Nell'alba dell'inverno ligure
un vento gelido
mi carezza il dorso.
Amo il sapore della libertà,
spesso pagato duramente,
fuggiasco tra i tetti storici
della Superba.
La vita, ne sono convinto,
regala attimi di felicità e
fortune da prendere a caso.
Così, da tempo, faccio io
leccandomi i baffi per quel pesce
carpito al volo mentre sorrido alla luna
che di notte mi tiene
compagnia....
E non chiamateli dettagli...
Per favore.


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