Poesie di Fabio Rocca


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Sui monti, all'imbrunire
Ho sentito questo vento
rubare il sonno ai campi.
E le lucciole sospese
sui crinali all'imbrunire.

Ho guardato un cielo terso,
con le stelle accese e sparse
e il riverbero della luna,
baciare il lago fermo.

Ho respirato l'aria leggera
delle vette silenziose attorno.
E sentivo il cuore battere,
di questa pace ho creato, il mio sacrario.

In questo mondo, l'amore eterno
Non è stato mai amore
abbiamo avuto appena, il tempo
per render noti i nostri sorrisi.
Era sotto il sole d'estate.

Avevi i capelli nella brezza
della sera, silenziosa.
Gli occhi tuoi stellati mi hanno
reso immenso, perdendomi
negli spazi silenziosi dell'anima.

È bastato poco a fondere i cuori
Porto ancora il segno
di un laccio, per quanto fragile fosse
che mi ha legato a te.

Il tuo nome invocato
nelle pianure, valli e monti.
Te non c'eri, non ci sei mai stata
Ti sentivo mia, indelebile
presente ancora, immemore.

Il cammino dei pensieri, questo
il calvario della vita.
Fustigato dai dilemmi solo tu
la mia certezza, ancora.

Non posso amarti che per legge
non è concesso, ma posso pensarti.
Io di catene al cuore non vestirò mai
e ci sarai sempre te, a rendermi libero.

Non è stato mai amore
non un bacio, solo di spirito
abbiamo vissuto, nell'universo
dei pensieri, il nostro desiderio.

L'angelo caduto
Non t'accorgi
perche non senti la vibrazione
sei così lontana dalla luce
anneghi la tua essenza.

La prima cosa che hai sentito
è stata la caduta
una voce indistinta da lontano
precipitata dai pilastri delle stelle.

Cammini in forma umana
ora, le ali nascoste
sotto le mentite spoglie
ti muovi incerta, silenziosa.

I tuoi occhi vedono oltre
il tuo sorriso è sincero, così pacifica
appena un respiro, ritorna il sereno.

Ho sentito il tuo aiuto
soffrivo nella notte,
hai avvolto con le ali al mio corpo
mi hai accolto senza dir parola.

Angelo mio ti vedo triste
nei tuoi occhi profondi
hai conservato, il dolore della gente
ti senti dannata, è una strada difficile.

Pensi al destino
che gioca brutti scherzi,
pensi alla vita trascorsa
solo delusioni e pianti nella notte.

E' il prezzo che paghi
per vivere tra noi,
doni l'amore col cuore
sei ricambiata con vivo dolore.

Precipitata giù dalle stelle
in un mondo di ombre nascoste
te ne vai sotto la pioggia
lavi, l'anima dai tuoi peccati.

Non comprendi perché tu sei qui
guardi in cielo e attendi risposta
pensi al sole, come alla luce
ma sei lontana, su unaTerra di tenebre.

Qualcuno ti dice
che la vita è un inferno
ma l'inferno che vivi
è la lontananza dal padre.

Noi siamo mortali, anima celeste
non capiremo mai
il vero amore che voi donate.

Mi rendo conto, il debito è grande
non posso far molto
che scriverti un verso.

Cerco i tuoi occhi
ma sei sempre sfuggente,
temi che in essi io possa annegare
tanto è vasto, l'oceano d'amore.

Resterò quindi a guardarti da riva
mentre lontano
dai la mano all'orizzonte.

Grazie d'esistere angelo mio
dormi serena ancora
riposa le ali stanche
dovrai volar lontano.

A Sara, l'angelo caduto dal cielo che cammina tra noi.

Ricco, del tuo amore
Nulla ti donerò, nesuna ricchezza
nessun gioiello penderà
leggerò dal tuo dolce collo.

Ti porterò fiori i campo raccolti,
e coglierò mirtilli per la tua bocca
ti coprirò col mio abbraccio.

Non ho nulla da portarti in dono
ho solo queste mani, per le carezze
e queste labbra per baciarti.

Se fosse una favola questa storia
saresti la mia principessa,
e non un principe io, questo mai.

Sarei appena che uno scudiero
ti guarderei da qui, all'agghiaccio
e tu lì a mirar le stelle
che tremano d'amore e speranza.

Basterebbe solo questo
per sentirmi principe
del tuo cuore innamorato.

L'ultimo bacio
Cosa resterà di questa notte,
delle stelle e delle case
assopite tra la nebbia?

Del silenzio delle anonime strade
che s'estendono silenziose?
Appena che un ricordo ingiallito.

Cosa, se non il freddo
delle notti invernali potrà,
gelare gl'istanti di questi giorni ispessiti?

Mi guardi nel freddo, congeli
con l'ultimo bacio
ciò che resterà mio.

Pazienza
Giunge la sera sulle ultime luci
scorre la vita distesa sui colli.

S'accendono i lampioni
tra gl'alberi, il silenzio
e con la nebbia lì lonano
il cuore accetta questi tempi.

Il ritorno verso casa,
così triste e sommerso
ma è pur sempre la mia giornata.

Il tuo sogno d'amore
Sorgono mute, le stelle nell'arcano cielo
primule rinchiuse all'unisono
si preparano per il dolce morfeo.

Ninfee stregate dalla luna intonano
flebili canti d'amore
e cristalli di rugiada strappati,
divinamente alle fronde di camelie
volano via, lontano solcando
il placido campo di grano.

Tu dormi d'incanto
con volto tenero, baciato dal silenzio
un capello dolcemente accarezza
la tua bocca.

Di seta ricopri, il corpo tuo affusolato
e la luce siderea del cielo ti stringe,
accarezza la pelle tua scoperta
t'avvolge, dolcemente
e fa l'amore con te.

Tu mi chiami e ansimi di passione,
io rispondo avvolgendoti di luce.

Se tu non torni
Sempre, aspetto te qui seduto
e le foglie d'ottobre torneranno a cadere
mi giungeranno allora i tuoi ricordi.

Le acque del lago riflettono il tuo viso
basta una brezza per farti sparire.
Se tu non torni, non ci saranno giorni sereni
se non tornerai , la notte, mi sarà compagna.

E solo di sogni, vestirò leggero
e di freddo cospargerò la mia pelle.
Con l'ultimo sole d'autunno
io ti guarderò ormai lontana.

Sei passata un giorno, non tornerai
aspetto ancora l'amore
che vestrirà questa vita
di altri colori pastello.

Il lungo addio
Non averti avuta
è fonte di sospiri.
non poterti amare
è origine di amarezza.

Anima dolce
dal fragile cuore
con gli occhi hai sfiorato,
i vivi colori d'amore.

Te ne stai lì,
distante da ciò che vorresti
ti credi certa
ma neghi te stessa.

Per infiniti mondi
i tuoi occhi cercherò ancora,
nei volti di altre non c'è
la tua scintilla.

Ho perso te
anche se non ti ho mai avuta.
Ho perso te,
soccombono i pensieri.

Implode il cuore
come una stella morente.
In questo spazio vuoto
l'eclisse dell'anima.

Sorgeranno ancora, sole e luna
le maree porteranno a riva
le conchiglie bianche.
Passerà il tempo
il ricordo sbiadisce leggero.

Appena un sussurro
un attimo dopo,
di me avrai
solo una triste storia.

Se quest'amore
avesse avuto un nome,
sarebbe stato silenzio.
Solo quello è bastato
per farci innamorare.

Ora ti dico addio,
addio all'amata
un triste sorriso a colei
che porto viva nel cuore.

Magari, una speranza
Si perde lo sguardo
lontano verso l'orizzonte.
Non più una lacrima
avvizzito, come un ramo.

Passano giorni attoniti
cerco la gioia,
in sensazioni anonime.
Non c'è traccia di sentimento.

Guardo le stelle
mi sento infinito.
Sparisce l'orrore
risveglio, il nobile pensiero

Se le stelle non fossero lontane
Penserei che se ne stanno li,
attaccate sullo sfondo scuro
con indicibile tristezza.

Reciterei quindi, un ruolo
di questa vita breve.
Un copione già vissuto
Solo, una parte da recitare.

Amare mi rende unico
ma tremo al pensiero
di un'altre cicatrice,
l'ennesima di un dolore passato.

Gli occhi di lei come il cielo lontano.
Solo lì, il senso dell'infinito
l'anima s'espande
evaporando, come nebbia al sole.

Rimane solo il mio pensiero.
Di un uomo anonimo
ma con la profonda speranza
di un sereno pensiero d'amore.

Santiago de compostela
Per cieli stellati è tracciato il percorso
Il mondo ruota sotto, in un grande paradosso
La mano che stringe il bastone avvizzito
Fa da leva al viandante dal freddo intirizzito.
La strada è lunga per paesaggi anonimi
Solo per fede si giunge così attoniti
Al vero sepolcro custode di sapienza
Che darà conforto a colui che avrà pazienza.

Ancora una volta
Tradito nel cuore l'anima muore.
Il plumbleo cielo grava
sulla schiena, che si genuflette.

Il tempo non guarisce le ferite,
Il passato alimenta la piaga
è il tormento d'essere vivo.

Il sangue non scorre
coagula nel cuore,
il respiro si blocca
così un uomo muore.

Lì, il cielo immobile
Ah se le stelle potessero parlare!
Perche no, chiamerebbero il mio nome
sarei pronto a tornare da esse.
Ogni nostro atomo, appartiene
a ciò che li è fermo ed infinito.

Lascerei questa terra triste
che di dolori mi ha donato un malanno.
Prenderei il primo razzo per la notte.
Guardando poi lontano
l'orizzonte che si colora.

Si torna a casa, si torna nel silenzio.
Di un buio costellato di luce
quella pace, m'appartiene.
Non basterebbero parole
per descriver la calma,
Il senso di esistenza, che pervade
quell'anima ferita dalla vita.

Infondo è solo un sogno
me ne sto qui a guardare,
il cielo che sta lì
disteso, leggero su di noi.
Il mondo non sta a guardare.
C'è troppo da fare e poco da capire.

Non posso far altro, che morire
Per tornare magari
da dove son venuto.
Ah se potessi volar via lontano!
Sarei il primo razzo che di luce
scapperebbe lontano verso il cielo.

Abbracciatemi dolci stelle,
cullatemi tra i vostri silenzi
rendetemi unico, dei vostri segreti.
Ditemi dov'è nato l'universo
portatemi, dove l'uomo non conosce
il triste momento della vita.

Così, povero
Resto spoglio di me stesso
la carne nuda gela nel gelo.
Sulle mie orme solo gli errori
troppo cieco, ancora per guardar lontano.

Lento è il respiro, nel costato dolente
del freddo, una lacrima soffre l'occhio.
Misero come non mai
ciò che non c'è è la causa di tutto.

L'immenso
Sogno lassù
tra i pianeti, il migrare
stelle lontane d'anime splendenti.

S'apre il cuore sull'infinito.
Per sempre, nel ciclo dei tempi
un battito di ciglia, ancora.

Il soffio della memoria.
Di parola in parola,
costruiamo quotidianamente
ciò che rimarrà di ieri.

Non basterà solo il tempo, a consumare
i nostri passi sulla spiaggia.
Ma l'assenza del ricordo,
ci renderà appena che un sussurro.

Esuli pensatori dimenticati.
Trainiamo a riva le nostre barche
per non naufragare, nella tempesta dei ricordi.

Nascondiamo i nostri segreti,
viviamo in fragile equilibrio.
Cadiamo appena, che un soffio
spira da lontano.

Di parola in parola viviamo oggi
con le parole fuggiamo.
Il domani è gia passato,
e ieri, è un nuovo giorno.

Il primo freddo
Il vento sferza la terra
così come il cuore è spazzato.
Si chiude un ciclo di pensieri
è tempo di riflettere.

Nasce l'inverno, col sole di tramontana
di un blù minaccioso si riveste il mare.
Non ci resta null'altro d'amare
in case temperate rifugiamo, i nostri cuori.

Il tempo è dolce, anche se fuori piove
una triste poesia illumina la stanza.
Le mani congelano nell'aria immobile
ma solo nel cuore, il calore della speranza.

Ritorno al passato
Della nostra vita
ne resterà ben poco.
Del nostro cordoglio
solo nella mente, di chi ci amava.

Immaginate un tempo sidereo
alla fine di esso,
l'inizio, del nostro pensiero;
e la fine, dell'evanescenza.

Viviamo, avvolti nelle nebbie
ciechi e per strade anonime.
Cambiamo, ciò che è immutabile
Anneghiamo inesorabili, nella morte.

Pensare nel respiro
vivere, in sussulti appena
la conoscenza d'essere effimeri.

Immaginate ora il tempo sidereo,
che permei le vite nostre…
Di un battito di ciglio
non vivremo, che altro.

Con amore
Solo al vespero
tra le nuvole scorgo,
la forma del tuo viso.

Incantevole, come un pallido
giorno di primavera
strappato, troppo in fretta
al gelo dell'inverno.

Gentile, carezza la voce
i capelli tuoi, all'unisono.
Trepida ancora l'aurora
sotto lo sguardo sereno e socchiuso
di te, che doni pace.

Senza tempo
Stelle lontane, splendete stasera
la notte rischiaranta aspetta
l'aurora, che brucia il mattino.

Sempre quì seduto aspetto,
lontano, il risveglio apparire
il petto ricolmo ancora di fumo.

Passano giorni, notti ed ore
i sogni di te permangono
risuonano, nella testa.

Il mondo caotico non si ferma ancora
vorticando su note di piano
danza felice, sensa fermo.

Il tempo scorre e vola via
travolto dai giorni,
appartengo al passato.

Le foto ingialliscono
rimango immortale, almeno lì,
nel ricordo di un sorriso.

Al tramonto, pensieri.
Suonano le note e avanza la sera,
il crinale si veste di bruma.
Il cielo s'assottiglia e bacia,
il mare lì lontano.

Fredda la sera, dopo il tiepido giorno
accetto, il declino di questo tempo.
In anima mia il sereno.

Gli alberi si tingono di nero
profumi d'altre epoche;
mi portano al passato vivendo,
la gioia, degli occhi di un bambino.

L'erba s'inchina, sul viale sterrato
lontano voci di pescatori e lampare.
Animano tutte, il crepuscolo temperato
ecco, il semplice sorriso.

Via il rumore, via l'insostenibile
batto gli occhi e cancello il dolore.

I tempi che furono, sono i più belli
e li avvolgo in mantello sul cuore.
Tutto è semplice e sincero.
Io vi abbandono, ritorno ai miei pensieri.

Il canto di un pensiero
Dal pumbleo cielo, cadono, i pensieri dei sognatori
dal pumbleo cielo, non più vermiglio
ascolto, il canto che all'unisono avanza,
sulla terra bagnata.
Seguo il sentiero dei pensieri
che negli occhi, affonda
portando te alla memoria dell'amore.

La ricerca
Cercandoti tra i ricordi,
ritrovo i luoghi comuni, del nostro amore.
Rivivo col sorriso
il momento di quel bacio.

Ora sulla strada,
cerco ancora degli indizi
per una storia, di petali e profumi.

Come un randagio vago, incerto
Negandomi a molte
con tanto dolore e poco piacere.

Guardo il cielo ancora turchino,
ed il sole avvolge la vita.
Nell'ingenuo sorriso commosso
sono, un miserabile altrove.

Nel fumo di sigaretta spero
di vedere squarci, sul mio tempo.
Ancora errante mi tormento:
è la ricerca della felicità.

Il soffio della memoria.
Di parola in parola,
costruiamo quotidianamente
ciò che rimarrà di ieri.

Non basterà solo il tempo, a consumare
i nostri passi sulla spiaggia.
Ma l'assenza del ricordo,
ci renderà appena che un sussurro.

Esuli pensatori dimenticati.
Trainiamo a riva le nostre barche
per non naufragare, nella tempesta dei ricordi.

Nascondiamo i nostri segreti,
viviamo in fragile equilibrio.
Cadiamo appena, che un soffio
spira da lontano.

Di parola in parola viviamo oggi
con le parole fuggiamo.
Il domani è gia passato,
e ieri, è un nuovo giorno.

La mimica
Ridi tu, pagliaccio
celati, dietro la faccia dell'inganno.
Ridi ancora misero

Col dolore reciti la parte
esplodi, di sofferenza
Nel trucco nascondi, il sangue
Che versi ancora
sul palco anonimo.

Calano le luci pagliaccio
misero tu sei,
rimani solo, su note di violino.

Ancora scroscianti applausi!
Ancora un inchino, signori!
Dal teatro della vita saluti,
l'ipocrisia di chi ti guarda.

Dolce, triste poeta tu sei
Come funamboli e tuoi pensieri in bilico
Tra gioia e dolore
recita, un ultima volta.

La mia stagione
Cammino,
col gelo al cuore
di amori passati porto il fardello.

Nelle vetrine attonito
guardo, il viso di chi è stanco.
Stretto nel cappotto
avvolgo le mie carni, gelate.

Occhi pesanti, sguardi assenti
filmano un natale triste.

Sulla via di casa
solo la luna, è mia compagna.
Mi tiene per mano e traccia la via

Ritorno, al rifugio dei miei ricordi
La memoria.

Fuori, la neve
E fuori nevica.
Cade giù leggera silenziosa
che neve, di una bianca pazienza
si ricopre, la collina.

In attesa di essere liberata
dal sole d'equinozio.

Di cristalli ricopre il cielo
la terra gelata.
Un avvizzito tronco, alza
le braccia al cielo
un balestruccio solitario,
attende il crepuscolo.

Soffia il fiato.
Solo una nuvola migra
in alto, oltre la grondaia

È inverno.

Notte d'inverno
com'è placida questa notte
nell'aria cade
silenziosa la bruma
si posa sulle cose
fermando il tempo
in un indissolubile connubio

com'è fredda questa notte
tutto gela sotto un manto di brina
di cristallo si rivestono
i verdi prati invernali

com'è dolce questa notte
perché tra il gelo e la bruma
io ho il cuore al caldo
nel tepore della tua anima

Il dolce addio
Mi preparo a morire,
attendo l'evento giorno per giorno
con indicibile tristezza.

Addio, tramonti sul mare
mi avete accompagnato sulle note della poesia

Addio, fiumi e laghi
dove ho visto rispecchiarsi la mia anima

Addio, mio dolce cielo
turchino hai rischiarato le mie giornate

Addio amore mio,
non un tramonto o fonte di natura
paragono, al tuo essere.

Solo, cammino nel viale
del tramonto supino
le ombre si allungano
arriva il momento.

L'alba
Il giorno nasce in fretta sul mare
Sorge il sole e sfaccetta il mondo di luce.
Mi appresto a calarmi sugli scogli
L'acqua mi accarezza, non c'è miglior risveglio.

Casa
E ritorno da te, son quasi giunto
Procida ti scorgo da questa nave.
Mi hai chiamato, ed ora son qua da te
Dalle folli insenature tufacee
mi perdo con passionale amore
All'interno del tuo corpo vergine.

Hai qualcosa di magico,
Piccola piccola tu sei
Ma incredibilmente grande
Come il cuore di colui che ti ama.

Senza colpa
Luna furtiva
Scappa dietro le fronde degli alberi sul fiume.
Luna bastarda e solitaria
Ti prendi gioco di me
Scappi ed io t'inseguo veloce come una nuvola.
Hai rapito coi tuoi raggi l'immagine di colei che amo.

Non troverò più un caldo abbraccio
Ma solo il gelo d'un inverno triste
L'hai rubata a me, luna
Tu lì sopra ridi ed io piango.
Ridicolo modo per accettarmi ancora
Non sento più le labbra
Se n'è andata via
A cosa servi luna, che stai lassù?
Ah ecco, ad ascoltare la voce degli uomini
A chi faresti mai del male?

Chiamami
Chiamami, sentirò la tua voce infiltrata
tra le fronde dei castagni.

Chiamami, là, dove i campi di ginepro
baciano il sole nelle giornate d'aprile

sento la tua voce che giunge dalle cime innevate
arriva fino a me
su questa finestra che guarda lontano.

Sento la tua voce che penetra le valli
come un dolce richiamo,
inebria l'aria di pace.

Magia d'amore
Eccomi, ho fatto tutto per te
ho preparato il nostro letto.
Ho spento le luci della città
accendendo soffuse candele.

Ho rubato un pezzo di luna
per farlo brillare, nella nostra intimità.
ho deviato il corso del fiume
per portarti in barca nel tramonto vermiglio.

Ho negato l'egoismo
afferrato, la tua mano
aperto, la bocca in sorriso
cambiato, il mio vecchio maglione.

sono un uomo nuovo
e questa tiepida, brezza di primavera
ne è testimone.

Or sono tuo,
mi hai ammaliato con la semplicità
soggiogando i sensi con la passione.
Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi
cammina leggera, perchè stai camminando
sopra i miei sogni.

Ti sento vicina
Stasera guardo il cielo
e cerco i tuoi occhi
nel buio dell' anima.

Trovo il tuo calore e lo rivolgo a me,
trovo il tuo sorriso e lo dono, alle mie labbra
non cercherò altro che il tuo amore
ti sento vicina, ti cullo nel mio cuore.

Il vuoto di te
Sentirti così lontano
Rattrista anche le nuvole,
il cielo piange
tingendosi di purpuree nubi.
Mi manchi.

Non c'è consolazione
Cercandoti negli occhi di altre.
Le strade notturne rispecchiano il vuoto
Che hai lasciato andandotene.

Seguo una foglia sul fiume
Forse sei tu, le lasci cadere
Specchiandoti nell'acqua.

Dove sei non lo voglio sapere
Forse è così,
Che si vive l'assenza.

Il tuo viso
Ti guardo
Le labbra avvolte nelle forme del viso
Inarcandosi in alto
Verso le guance dolci.

I tuoi capelli delicatamente
Toccano, l'espressione leggiadra
Di chi è serena.

Sotto la frangetta nascondi
Il tuo profondo sguardo,
Che ha visto sofferenza
affronta la vita con pazienza.

Ammiro il tuo collo che abbraccia le tue spalle
Non con mano
Carezzerei, la tua pelle ambrata
Ma appena sfiorarlo con la bocca.

Il mio occhio s'è fatto pittore
Ed ha dipinto,
L'immagine tua bella
Sul quadro del mio cuore.

Semplicemente importante
Guardando le tue mani
M'accorgo di quanta grazia
Riescono a donare sul mio cuore sofferente

Tu alla finestra avvolta
Persa, con lo sguardo nel passato
Circondata di luce divieni importante

Perdonami se rinnego la tua semplicità
È in questi momenti che piango
Perché sono fortunato ad averti.

Il risveglio dall'assenza
Catartico è il momento sublime del silenzio
L'ego si rinforza nell'istante in cui io credo
Il vuoto di pensieri sono l'eco dell'infinito sussulto

Io non penso come uomo
Penso come se non fossi nulla
Comprendo nell'istante di quanto eterna è la mia esistenza

Ma non basta una vita per capire la propria vita
Dall'assenza subentra l'essenza
E vivo il risveglio, con indicibile dolore.

Io sono
Penso, dunque sono
Lo leggo nelle stelle
Lo scrivo nel mio cuore.

Rimpianti non avere
Paura non avere
Respira d'esser vivo e vegeto. Lo confido all'anima.

Sento, dunque vivo
Il mondo mi circonda
Le vibrazioni incidono l'aria come acumi

Nel mio animo più intimo
La consapevolezza di essere unico.

Chiaro di luna
I riflessi argentati relegano al mare
Indicibile bellezza
La luna brilla alta nel cielo, è notte.

I pensieri planano sull'acqua
Affondano nell'abisso buio
Risalgono al chiarore come ninfe.

Poetico momento di silenzio
Navigo nel latteo mare astrale
Non una parola solo una lacrima

Non ho parole, solo emozioni.

La pazienza
Oggi è tempo di preghiere
Riposa le membra
Risveglia il nobile pensiero

Nel comodo letto piumato
Ascolti l'inverno
È tempo di pazienza, non tormentarti

Piove lì fuori
E lava la strada, come lava il tuo cuore
Non dormire ascolta e prega

Porta le mani al petto
Senti il respiro
Rivesti il tuo corpo del sudario paziente.

Il freddo di un ricordo
Anima triste
Annienti i tuoi ricordi nella brina
Gelata. Congeli

Il sogno di un tempo remoto
Avvizzisce come l'edera
Non senti

Caldo focolaio
Non basta a sciogliere
L'incredibile tormento
Del ricordo indissolubile

Il giorno
Avvolgo il mio corpo
Nel freddo sudario della morte.
E quando sarò nella terra grassa
Non avrò altro
Che un opulo marmoreo
A raccontar le gesta della futile vita
Di un altro essere umano.

Vivo di rimpianti e costruisco il mio sacrario
Di pazienza cospargo come cenere
Il viso inespressivo
Fendono le lame del tempo, nei pensieri
Muoio per sempre
Non otterrò riscatto.

Dall'amore alla vita
Parlami, o amore
Seguo flessuosamente la tua voce
Insegnami, a stringere il fiato
Tra le corde dei sentimenti.

Vieni e raggiungimi
Nei momenti più bui
Del destino solitario dell'uomo.

Carezza come vento alle fronde
Il mio viso attonito
Violentami di baci e rendimi ancora vivo.

Nostalgia
Profondo notturno
Il mio pensiero scivola flessuoso
Nell’intimo dei pensieri.
Dalla finestra perdo i miei sogni
Volano via lungo l’arco delle stelle.

Nella solitudine di questo luogo alieno
Io sono alienato ad una vita anonima
Non ho più dove e ne perché
Aspetto un soffio
Per potermi liberare.


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