Sui monti, all'imbrunire Ho sentito questo vento rubare il sonno ai campi. E le lucciole sospese sui crinali all'imbrunire. Ho guardato un cielo terso, con le stelle accese e sparse e il riverbero della luna, baciare il lago fermo. Ho respirato l'aria leggera delle vette silenziose attorno. E sentivo il cuore battere, di questa pace ho creato, il mio sacrario.In questo mondo, l'amore eterno Non è stato mai amore abbiamo avuto appena, il tempo per render noti i nostri sorrisi. Era sotto il sole d'estate. Avevi i capelli nella brezza della sera, silenziosa. Gli occhi tuoi stellati mi hanno reso immenso, perdendomi negli spazi silenziosi dell'anima. È bastato poco a fondere i cuori Porto ancora il segno di un laccio, per quanto fragile fosse che mi ha legato a te. Il tuo nome invocato nelle pianure, valli e monti. Te non c'eri, non ci sei mai stata Ti sentivo mia, indelebile presente ancora, immemore. Il cammino dei pensieri, questo il calvario della vita. Fustigato dai dilemmi solo tu la mia certezza, ancora. Non posso amarti che per legge non è concesso, ma posso pensarti. Io di catene al cuore non vestirò mai e ci sarai sempre te, a rendermi libero. Non è stato mai amore non un bacio, solo di spirito abbiamo vissuto, nell'universo dei pensieri, il nostro desiderio. L'angelo caduto Non t'accorgi perche non senti la vibrazione sei così lontana dalla luce anneghi la tua essenza. La prima cosa che hai sentito è stata la caduta una voce indistinta da lontano precipitata dai pilastri delle stelle. Cammini in forma umana ora, le ali nascoste sotto le mentite spoglie ti muovi incerta, silenziosa. I tuoi occhi vedono oltre il tuo sorriso è sincero, così pacifica appena un respiro, ritorna il sereno. Ho sentito il tuo aiuto soffrivo nella notte, hai avvolto con le ali al mio corpo mi hai accolto senza dir parola. Angelo mio ti vedo triste nei tuoi occhi profondi hai conservato, il dolore della gente ti senti dannata, è una strada difficile. Pensi al destino che gioca brutti scherzi, pensi alla vita trascorsa solo delusioni e pianti nella notte. E' il prezzo che paghi per vivere tra noi, doni l'amore col cuore sei ricambiata con vivo dolore. Precipitata giù dalle stelle in un mondo di ombre nascoste te ne vai sotto la pioggia lavi, l'anima dai tuoi peccati. Non comprendi perché tu sei qui guardi in cielo e attendi risposta pensi al sole, come alla luce ma sei lontana, su unaTerra di tenebre. Qualcuno ti dice che la vita è un inferno ma l'inferno che vivi è la lontananza dal padre. Noi siamo mortali, anima celeste non capiremo mai il vero amore che voi donate. Mi rendo conto, il debito è grande non posso far molto che scriverti un verso. Cerco i tuoi occhi ma sei sempre sfuggente, temi che in essi io possa annegare tanto è vasto, l'oceano d'amore. Resterò quindi a guardarti da riva mentre lontano dai la mano all'orizzonte. Grazie d'esistere angelo mio dormi serena ancora riposa le ali stanche dovrai volar lontano. A Sara, l'angelo caduto dal cielo che cammina tra noi. Ricco, del tuo amore Nulla ti donerò, nesuna ricchezza nessun gioiello penderà leggerò dal tuo dolce collo. Ti porterò fiori i campo raccolti, e coglierò mirtilli per la tua bocca ti coprirò col mio abbraccio. Non ho nulla da portarti in dono ho solo queste mani, per le carezze e queste labbra per baciarti. Se fosse una favola questa storia saresti la mia principessa, e non un principe io, questo mai. Sarei appena che uno scudiero ti guarderei da qui, all'agghiaccio e tu lì a mirar le stelle che tremano d'amore e speranza. Basterebbe solo questo per sentirmi principe del tuo cuore innamorato. L'ultimo bacio Cosa resterà di questa notte, delle stelle e delle case assopite tra la nebbia? Del silenzio delle anonime strade che s'estendono silenziose? Appena che un ricordo ingiallito. Cosa, se non il freddo delle notti invernali potrà, gelare gl'istanti di questi giorni ispessiti? Mi guardi nel freddo, congeli con l'ultimo bacio ciò che resterà mio. Pazienza Giunge la sera sulle ultime luci scorre la vita distesa sui colli. S'accendono i lampioni tra gl'alberi, il silenzio e con la nebbia lì lonano il cuore accetta questi tempi. Il ritorno verso casa, così triste e sommerso ma è pur sempre la mia giornata. Il tuo sogno d'amore Sorgono mute, le stelle nell'arcano cielo primule rinchiuse all'unisono si preparano per il dolce morfeo. Ninfee stregate dalla luna intonano flebili canti d'amore e cristalli di rugiada strappati, divinamente alle fronde di camelie volano via, lontano solcando il placido campo di grano. Tu dormi d'incanto con volto tenero, baciato dal silenzio un capello dolcemente accarezza la tua bocca. Di seta ricopri, il corpo tuo affusolato e la luce siderea del cielo ti stringe, accarezza la pelle tua scoperta t'avvolge, dolcemente e fa l'amore con te. Tu mi chiami e ansimi di passione, io rispondo avvolgendoti di luce. Se tu non torni Sempre, aspetto te qui seduto e le foglie d'ottobre torneranno a cadere mi giungeranno allora i tuoi ricordi. Le acque del lago riflettono il tuo viso basta una brezza per farti sparire. Se tu non torni, non ci saranno giorni sereni se non tornerai , la notte, mi sarà compagna. E solo di sogni, vestirò leggero e di freddo cospargerò la mia pelle. Con l'ultimo sole d'autunno io ti guarderò ormai lontana. Sei passata un giorno, non tornerai aspetto ancora l'amore che vestrirà questa vita di altri colori pastello. Il lungo addio Non averti avuta è fonte di sospiri. non poterti amare è origine di amarezza. Anima dolce dal fragile cuore con gli occhi hai sfiorato, i vivi colori d'amore. Te ne stai lì, distante da ciò che vorresti ti credi certa ma neghi te stessa. Per infiniti mondi i tuoi occhi cercherò ancora, nei volti di altre non c'è la tua scintilla. Ho perso te anche se non ti ho mai avuta. Ho perso te, soccombono i pensieri. Implode il cuore come una stella morente. In questo spazio vuoto l'eclisse dell'anima. Sorgeranno ancora, sole e luna le maree porteranno a riva le conchiglie bianche. Passerà il tempo il ricordo sbiadisce leggero. Appena un sussurro un attimo dopo, di me avrai solo una triste storia. Se quest'amore avesse avuto un nome, sarebbe stato silenzio. Solo quello è bastato per farci innamorare. Ora ti dico addio, addio all'amata un triste sorriso a colei che porto viva nel cuore. Magari, una speranza Si perde lo sguardo lontano verso l'orizzonte. Non più una lacrima avvizzito, come un ramo. Passano giorni attoniti cerco la gioia, in sensazioni anonime. Non c'è traccia di sentimento. Guardo le stelle mi sento infinito. Sparisce l'orrore risveglio, il nobile pensiero Se le stelle non fossero lontane Penserei che se ne stanno li, attaccate sullo sfondo scuro con indicibile tristezza. Reciterei quindi, un ruolo di questa vita breve. Un copione già vissuto Solo, una parte da recitare. Amare mi rende unico ma tremo al pensiero di un'altre cicatrice, l'ennesima di un dolore passato. Gli occhi di lei come il cielo lontano. Solo lì, il senso dell'infinito l'anima s'espande evaporando, come nebbia al sole. Rimane solo il mio pensiero. Di un uomo anonimo ma con la profonda speranza di un sereno pensiero d'amore. Santiago de compostela Per cieli stellati è tracciato il percorso Il mondo ruota sotto, in un grande paradosso La mano che stringe il bastone avvizzito Fa da leva al viandante dal freddo intirizzito. La strada è lunga per paesaggi anonimi Solo per fede si giunge così attoniti Al vero sepolcro custode di sapienza Che darà conforto a colui che avrà pazienza. Ancora una volta Tradito nel cuore l'anima muore. Il plumbleo cielo grava sulla schiena, che si genuflette. Il tempo non guarisce le ferite, Il passato alimenta la piaga è il tormento d'essere vivo. Il sangue non scorre coagula nel cuore, il respiro si blocca così un uomo muore. Lì, il cielo immobile Ah se le stelle potessero parlare! Perche no, chiamerebbero il mio nome sarei pronto a tornare da esse. Ogni nostro atomo, appartiene a ciò che li è fermo ed infinito. Lascerei questa terra triste che di dolori mi ha donato un malanno. Prenderei il primo razzo per la notte. Guardando poi lontano l'orizzonte che si colora. Si torna a casa, si torna nel silenzio. Di un buio costellato di luce quella pace, m'appartiene. Non basterebbero parole per descriver la calma, Il senso di esistenza, che pervade quell'anima ferita dalla vita. Infondo è solo un sogno me ne sto qui a guardare, il cielo che sta lì disteso, leggero su di noi. Il mondo non sta a guardare. C'è troppo da fare e poco da capire. Non posso far altro, che morire Per tornare magari da dove son venuto. Ah se potessi volar via lontano! Sarei il primo razzo che di luce scapperebbe lontano verso il cielo. Abbracciatemi dolci stelle, cullatemi tra i vostri silenzi rendetemi unico, dei vostri segreti. Ditemi dov'è nato l'universo portatemi, dove l'uomo non conosce il triste momento della vita. Così, povero Resto spoglio di me stesso la carne nuda gela nel gelo. Sulle mie orme solo gli errori troppo cieco, ancora per guardar lontano. Lento è il respiro, nel costato dolente del freddo, una lacrima soffre l'occhio. Misero come non mai ciò che non c'è è la causa di tutto. L'immenso Sogno lassù tra i pianeti, il migrare stelle lontane d'anime splendenti. S'apre il cuore sull'infinito. Per sempre, nel ciclo dei tempi un battito di ciglia, ancora. Il soffio della memoria. Di parola in parola, costruiamo quotidianamente ciò che rimarrà di ieri. Non basterà solo il tempo, a consumare i nostri passi sulla spiaggia. Ma l'assenza del ricordo, ci renderà appena che un sussurro. Esuli pensatori dimenticati. Trainiamo a riva le nostre barche per non naufragare, nella tempesta dei ricordi. Nascondiamo i nostri segreti, viviamo in fragile equilibrio. Cadiamo appena, che un soffio spira da lontano. Di parola in parola viviamo oggi con le parole fuggiamo. Il domani è gia passato, e ieri, è un nuovo giorno. Il primo freddo Il vento sferza la terra così come il cuore è spazzato. Si chiude un ciclo di pensieri è tempo di riflettere. Nasce l'inverno, col sole di tramontana di un blù minaccioso si riveste il mare. Non ci resta null'altro d'amare in case temperate rifugiamo, i nostri cuori. Il tempo è dolce, anche se fuori piove una triste poesia illumina la stanza. Le mani congelano nell'aria immobile ma solo nel cuore, il calore della speranza. Ritorno al passato Della nostra vita ne resterà ben poco. Del nostro cordoglio solo nella mente, di chi ci amava. Immaginate un tempo sidereo alla fine di esso, l'inizio, del nostro pensiero; e la fine, dell'evanescenza. Viviamo, avvolti nelle nebbie ciechi e per strade anonime. Cambiamo, ciò che è immutabile Anneghiamo inesorabili, nella morte. Pensare nel respiro vivere, in sussulti appena la conoscenza d'essere effimeri. Immaginate ora il tempo sidereo, che permei le vite nostre… Di un battito di ciglio non vivremo, che altro. Con amore Solo al vespero tra le nuvole scorgo, la forma del tuo viso. Incantevole, come un pallido giorno di primavera strappato, troppo in fretta al gelo dell'inverno. Gentile, carezza la voce i capelli tuoi, all'unisono. Trepida ancora l'aurora sotto lo sguardo sereno e socchiuso di te, che doni pace. Senza tempo Stelle lontane, splendete stasera la notte rischiaranta aspetta l'aurora, che brucia il mattino. Sempre quì seduto aspetto, lontano, il risveglio apparire il petto ricolmo ancora di fumo. Passano giorni, notti ed ore i sogni di te permangono risuonano, nella testa. Il mondo caotico non si ferma ancora vorticando su note di piano danza felice, sensa fermo. Il tempo scorre e vola via travolto dai giorni, appartengo al passato. Le foto ingialliscono rimango immortale, almeno lì, nel ricordo di un sorriso. Al tramonto, pensieri. Suonano le note e avanza la sera, il crinale si veste di bruma. Il cielo s'assottiglia e bacia, il mare lì lontano. Fredda la sera, dopo il tiepido giorno accetto, il declino di questo tempo. In anima mia il sereno. Gli alberi si tingono di nero profumi d'altre epoche; mi portano al passato vivendo, la gioia, degli occhi di un bambino. L'erba s'inchina, sul viale sterrato lontano voci di pescatori e lampare. Animano tutte, il crepuscolo temperato ecco, il semplice sorriso. Via il rumore, via l'insostenibile batto gli occhi e cancello il dolore. I tempi che furono, sono i più belli e li avvolgo in mantello sul cuore. Tutto è semplice e sincero. Io vi abbandono, ritorno ai miei pensieri. Il canto di un pensiero Dal pumbleo cielo, cadono, i pensieri dei sognatori dal pumbleo cielo, non più vermiglio ascolto, il canto che all'unisono avanza, sulla terra bagnata. Seguo il sentiero dei pensieri che negli occhi, affonda portando te alla memoria dell'amore. La ricerca Cercandoti tra i ricordi, ritrovo i luoghi comuni, del nostro amore. Rivivo col sorriso il momento di quel bacio. Ora sulla strada, cerco ancora degli indizi per una storia, di petali e profumi. Come un randagio vago, incerto Negandomi a molte con tanto dolore e poco piacere. Guardo il cielo ancora turchino, ed il sole avvolge la vita. Nell'ingenuo sorriso commosso sono, un miserabile altrove. Nel fumo di sigaretta spero di vedere squarci, sul mio tempo. Ancora errante mi tormento: è la ricerca della felicità. Il soffio della memoria. Di parola in parola, costruiamo quotidianamente ciò che rimarrà di ieri. Non basterà solo il tempo, a consumare i nostri passi sulla spiaggia. Ma l'assenza del ricordo, ci renderà appena che un sussurro. Esuli pensatori dimenticati. Trainiamo a riva le nostre barche per non naufragare, nella tempesta dei ricordi. Nascondiamo i nostri segreti, viviamo in fragile equilibrio. Cadiamo appena, che un soffio spira da lontano. Di parola in parola viviamo oggi con le parole fuggiamo. Il domani è gia passato, e ieri, è un nuovo giorno. La mimica Ridi tu, pagliaccio celati, dietro la faccia dell'inganno. Ridi ancora misero Col dolore reciti la parte esplodi, di sofferenza Nel trucco nascondi, il sangue Che versi ancora sul palco anonimo. Calano le luci pagliaccio misero tu sei, rimani solo, su note di violino. Ancora scroscianti applausi! Ancora un inchino, signori! Dal teatro della vita saluti, l'ipocrisia di chi ti guarda. Dolce, triste poeta tu sei Come funamboli e tuoi pensieri in bilico Tra gioia e dolore recita, un ultima volta. La mia stagione Cammino, col gelo al cuore di amori passati porto il fardello. Nelle vetrine attonito guardo, il viso di chi è stanco. Stretto nel cappotto avvolgo le mie carni, gelate. Occhi pesanti, sguardi assenti filmano un natale triste. Sulla via di casa solo la luna, è mia compagna. Mi tiene per mano e traccia la via Ritorno, al rifugio dei miei ricordi La memoria. Fuori, la neve E fuori nevica. Cade giù leggera silenziosa che neve, di una bianca pazienza si ricopre, la collina. In attesa di essere liberata dal sole d'equinozio. Di cristalli ricopre il cielo la terra gelata. Un avvizzito tronco, alza le braccia al cielo un balestruccio solitario, attende il crepuscolo. Soffia il fiato. Solo una nuvola migra in alto, oltre la grondaia È inverno. Notte d'inverno com'è placida questa notte nell'aria cade silenziosa la bruma si posa sulle cose fermando il tempo in un indissolubile connubio com'è fredda questa notte tutto gela sotto un manto di brina di cristallo si rivestono i verdi prati invernali com'è dolce questa notte perché tra il gelo e la bruma io ho il cuore al caldo nel tepore della tua anima Il dolce addio Mi preparo a morire, attendo l'evento giorno per giorno con indicibile tristezza. Addio, tramonti sul mare mi avete accompagnato sulle note della poesia Addio, fiumi e laghi dove ho visto rispecchiarsi la mia anima Addio, mio dolce cielo turchino hai rischiarato le mie giornate Addio amore mio, non un tramonto o fonte di natura paragono, al tuo essere. Solo, cammino nel viale del tramonto supino le ombre si allungano arriva il momento. L'alba Il giorno nasce in fretta sul mare Sorge il sole e sfaccetta il mondo di luce. Mi appresto a calarmi sugli scogli L'acqua mi accarezza, non c'è miglior risveglio. Casa E ritorno da te, son quasi giunto Procida ti scorgo da questa nave. Mi hai chiamato, ed ora son qua da te Dalle folli insenature tufacee mi perdo con passionale amore All'interno del tuo corpo vergine. Hai qualcosa di magico, Piccola piccola tu sei Ma incredibilmente grande Come il cuore di colui che ti ama. Senza colpa Luna furtiva Scappa dietro le fronde degli alberi sul fiume. Luna bastarda e solitaria Ti prendi gioco di me Scappi ed io t'inseguo veloce come una nuvola. Hai rapito coi tuoi raggi l'immagine di colei che amo. Non troverò più un caldo abbraccio Ma solo il gelo d'un inverno triste L'hai rubata a me, luna Tu lì sopra ridi ed io piango. Ridicolo modo per accettarmi ancora Non sento più le labbra Se n'è andata via A cosa servi luna, che stai lassù? Ah ecco, ad ascoltare la voce degli uomini A chi faresti mai del male? Chiamami Chiamami, sentirò la tua voce infiltrata tra le fronde dei castagni. Chiamami, là, dove i campi di ginepro baciano il sole nelle giornate d'aprile sento la tua voce che giunge dalle cime innevate arriva fino a me su questa finestra che guarda lontano. Sento la tua voce che penetra le valli come un dolce richiamo, inebria l'aria di pace. Magia d'amore Eccomi, ho fatto tutto per te ho preparato il nostro letto. Ho spento le luci della città accendendo soffuse candele. Ho rubato un pezzo di luna per farlo brillare, nella nostra intimità. ho deviato il corso del fiume per portarti in barca nel tramonto vermiglio. Ho negato l'egoismo afferrato, la tua mano aperto, la bocca in sorriso cambiato, il mio vecchio maglione. sono un uomo nuovo e questa tiepida, brezza di primavera ne è testimone. Or sono tuo, mi hai ammaliato con la semplicità soggiogando i sensi con la passione. Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi cammina leggera, perchè stai camminando sopra i miei sogni. Ti sento vicina Stasera guardo il cielo e cerco i tuoi occhi nel buio dell' anima. Trovo il tuo calore e lo rivolgo a me, trovo il tuo sorriso e lo dono, alle mie labbra non cercherò altro che il tuo amore ti sento vicina, ti cullo nel mio cuore. Il vuoto di te Sentirti così lontano Rattrista anche le nuvole, il cielo piange tingendosi di purpuree nubi. Mi manchi. Non c'è consolazione Cercandoti negli occhi di altre. Le strade notturne rispecchiano il vuoto Che hai lasciato andandotene. Seguo una foglia sul fiume Forse sei tu, le lasci cadere Specchiandoti nell'acqua. Dove sei non lo voglio sapere Forse è così, Che si vive l'assenza. Il tuo viso Ti guardo Le labbra avvolte nelle forme del viso Inarcandosi in alto Verso le guance dolci. I tuoi capelli delicatamente Toccano, l'espressione leggiadra Di chi è serena. Sotto la frangetta nascondi Il tuo profondo sguardo, Che ha visto sofferenza affronta la vita con pazienza. Ammiro il tuo collo che abbraccia le tue spalle Non con mano Carezzerei, la tua pelle ambrata Ma appena sfiorarlo con la bocca. Il mio occhio s'è fatto pittore Ed ha dipinto, L'immagine tua bella Sul quadro del mio cuore. Semplicemente importante Guardando le tue mani M'accorgo di quanta grazia Riescono a donare sul mio cuore sofferente Tu alla finestra avvolta Persa, con lo sguardo nel passato Circondata di luce divieni importante Perdonami se rinnego la tua semplicità È in questi momenti che piango Perché sono fortunato ad averti. Il risveglio dall'assenza Catartico è il momento sublime del silenzio L'ego si rinforza nell'istante in cui io credo Il vuoto di pensieri sono l'eco dell'infinito sussulto Io non penso come uomo Penso come se non fossi nulla Comprendo nell'istante di quanto eterna è la mia esistenza Ma non basta una vita per capire la propria vita Dall'assenza subentra l'essenza E vivo il risveglio, con indicibile dolore. Io sono Penso, dunque sono Lo leggo nelle stelle Lo scrivo nel mio cuore. Rimpianti non avere Paura non avere Respira d'esser vivo e vegeto. Lo confido all'anima. Sento, dunque vivo Il mondo mi circonda Le vibrazioni incidono l'aria come acumi Nel mio animo più intimo La consapevolezza di essere unico. Chiaro di luna I riflessi argentati relegano al mare Indicibile bellezza La luna brilla alta nel cielo, è notte. I pensieri planano sull'acqua Affondano nell'abisso buio Risalgono al chiarore come ninfe. Poetico momento di silenzio Navigo nel latteo mare astrale Non una parola solo una lacrima Non ho parole, solo emozioni. La pazienza Oggi è tempo di preghiere Riposa le membra Risveglia il nobile pensiero Nel comodo letto piumato Ascolti l'inverno È tempo di pazienza, non tormentarti Piove lì fuori E lava la strada, come lava il tuo cuore Non dormire ascolta e prega Porta le mani al petto Senti il respiro Rivesti il tuo corpo del sudario paziente. Il freddo di un ricordo Anima triste Annienti i tuoi ricordi nella brina Gelata. Congeli Il sogno di un tempo remoto Avvizzisce come l'edera Non senti Caldo focolaio Non basta a sciogliere L'incredibile tormento Del ricordo indissolubile Il giorno Avvolgo il mio corpo Nel freddo sudario della morte. E quando sarò nella terra grassa Non avrò altro Che un opulo marmoreo A raccontar le gesta della futile vita Di un altro essere umano. Vivo di rimpianti e costruisco il mio sacrario Di pazienza cospargo come cenere Il viso inespressivo Fendono le lame del tempo, nei pensieri Muoio per sempre Non otterrò riscatto. Dall'amore alla vita Parlami, o amore Seguo flessuosamente la tua voce Insegnami, a stringere il fiato Tra le corde dei sentimenti. Vieni e raggiungimi Nei momenti più bui Del destino solitario dell'uomo. Carezza come vento alle fronde Il mio viso attonito Violentami di baci e rendimi ancora vivo. Nostalgia Profondo notturno Il mio pensiero scivola flessuoso Nell’intimo dei pensieri. Dalla finestra perdo i miei sogni Volano via lungo l’arco delle stelle. Nella solitudine di questo luogo alieno Io sono alienato ad una vita anonima Non ho più dove e ne perché Aspetto un soffio Per potermi liberare. |