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Annunci relativi ad opere ed attività dei poeti e collaboratori del sito Poetare
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Angeli Maristella | Lama Carmen | Greggio Sandra | Magli Simone | Poggi Lorenzo |
Pompi Claudio | Santoro Salvatore Armando | Trombetti Caterina | Turchi Michela |
sito web: http://www.premioceleste.it/maristella..angeli Maristella Angeli è nata a Foligno (PG) nel 1957, risiede a Macerata (MC). Poetessa, scrittrice fantasy, pittrice, docente di Scienze Motorie e di Sostegno. Ha frequentato corsi di mimo e la Scuola di Recitazione Sangallo a Tolentino (MC) conseguendo, in seguito, l'attestato di «Animatrice attrice teatrale e sociale». È stata una componente di un Gruppo Teatrale Amatoriale ed ha partecipato a rappresentazioni nazionali, internazionali e al IX Festival Mondiale Principato di Monaco (Montecarlo). Ha pubblicato sette raccolte poetiche: Gocce di vita (Albatros Il Filo Editore, Roma 2008), Tocchi di pennello (MEF L'Autore Libri Firenze, 2008), In ascolto (MEF L’Autore libri Firenze, 2010), Specchi dell’anima (Edizioni Progetto Cultura, Roma 2010), Il mondo sottosopra (Rupe Mutevole Edizioni Bedonia (PR) 2010), Trottole di vento (Edizioni Tracce, Pescara, 2012), Profumo di tigli in fiore (Rupe Mutevole Edizioni, Bedonia (PR), 2012) e due romanzi fantasy: Il portagioie misterioso, Azan e la spada di Dityan (Antipodes Edizioni, Palermo, 2013). Ha conseguito primi premi, Menzioni d’onore, Diplomi di merito giungendo finalista in concorsi letterari; sue poesie figurano in numerose antologie. È stata selezionata, per l’Italia, con il monologo «L’unico naufrago» al concorso internazionale The Colour of Saying, - Dylan Thomas, Swansea Galles. Una sua poesia è stata letta nella trasmissione «L'uomo della notte», Radio Rai 1, con l'intervista rivoltale da Maurizio Costanzo. http://levurelitteraire.com/maristella-angeli/
Autrice: Maristella Angeli
“Poesie lunari quindi, ma anche poesie esistenziali, oniriche, intime e
profondamente coinvolgenti.
Gocce di vita silloge poetica Introduzione
L’Autrice Prefazione a cura di Marina Paola Sambusseti
Recensione curata da Lulù Turco Recensione di
Erika Ranfoni
“Tocchi di pennello” autrice Maristella Angeli – Casa Editrice MEF - L’Autore Libri Firenze
Collana
Biblioteca 80 –Poeti Presentazione Il titolo di questa
raccolta,è stato dato per immaginare queste poesie come dipinti dalla
creatività, dai sentimenti, dagli stati emotivi, dai vissuti
dell’autrice. L’Autrice Prefazione di Sandro
Orlandi
Questa duplice capacità della Angeli è visibile chiaramente nei seguenti versi: “Rotolo la vita / come un gomitolo / a cui aderiscono attese / preoccupazioni, ansie / affetti, felicità. / (…) Si riprende il gioco / sorprendendo il fato / innaffiandolo d’amore.” Nell’introduzione al volume lo scrittore Sandro Orlandi sottolinea che il senso di questa raccolta è “l’espressione del sentimento con genuinità e candore, l’inno all’amore sincero e vero, quello che non ammette compromessi o ipocrisie, l’amore verso gli altri e verso la natura, verso la vita e verso se stessi e infine verso la persona che sa comprendere e apprezzare. Speranza contro il dolore, entusiasmo contro il grigiore, gioia contro la tristezza.” Il titolo della raccolta indica bene la capacità dell’autrice di lavorare per immagini, descrivendo con pochi tratti stati d’animo e situazioni, paesaggi interiori ed esteriori, come nella poesia che chiude la raccolta e che recita: “L’autunno segnerà / il ritorno dei pensieri / terremoti dissestanti / riporteranno cambiamenti stabilizzanti. / Una stagione per noi / fantasia crea fantastici mondi. / Tutto può accadere con un soffio che ascolta il cuore.” Talenti SNALS
Titolo: Specchi
dell'anima Prezzo € 12,00 Editore:
Progetto Cultura (collana
La scatola delle parole) Una nuova silloge poetica “Specchi dell’anima”,
Edizioni Progetto Cultura 2003, Roma. Recensione dello scrittore Giuseppe Nava News Recensione a cura di
Stefania Diamanti
In ascolto
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http://www.tracce.org/Angeli.htm |
Maristella Angeli
Edizioni Tracce, 2012
PREFAZIONE A cura della poetessa Ninnj Di Stefano Busà Sicuramente si tratta di una tappa decisiva per Maristella Angeli. Suppongo che questa raccolta: “Trottole di vento” rappresenti un capitolo determinante per la sua personale vicenda lirica, certamente, non solo per le immagini liriche fin qui apportate, quanto per la novità e la consapevolezza di un percorso letterario che riconosce la necessità di essere un linguaggio dei sensi: stile, temi e tensioni inclusi in un repertorio che ne fa un autentico valore e matrice ispirativo-comportamentale della sua interiorità Da questa raccolta possiamo immaginare il percorso dell’autrice, un itinere svelto e in assolta coerenza con quelle che sono le sue forze, i suoi stimoli, le sue asperità interiori, la sua sensibilità, la sua storia personale, di donna, figlia, moglie. è un libro che sa realizzare felicemente alcuni nuclei linguistici e porli in dirittura d’arrivo per altre e più intense sortite editoriali. In questa silloge si ritrovano i sentimenti, le emozioni, le amicizie, gli affetti familiari, la solidarietà, l’amore per i suoi cari, per i luoghi della sua infanzia. Tutto può essere poesia, con quel tanto di distacco che può dare una pennellata di gioia e di malinconia, di memoria o di sensi. Vi sono figure e immagini che dominano i paesaggi, si stagliano alti nell’atmosfera memoriale, come ad es. il ricordo della madre: ”batte il tempo/ impercettibile ai sensi/ in dimensioni divine/ oltrepassa cortine e barriere/ in sospensione/ nell’etere/ là ti ritrovo mamma.” o in questo frammento bellissimo in cui si evince la pacatezza del quotidiano, in un abbandono più sereno e perciò “il pensiero si adagia/ e riposa”. Il modello indicato dall’autrice è lineare e profondo, non utilizza arzigogoli che appesantiscono il linguaggio. Vi è un’armonia intorno al verso che governa altra armonia, e la trama e lo sviluppo sono senza costrizione, scivolano felici in una loro eterea e compiaciuta bellezza che è lineare e, allo stesso tempo, straordinaria. Qui ne fanno una forza creativa le intermittenze sonore, i flussi di ricaduta della parola che si assottiglia e si dilata, attraverso le varie componenti dell’anima, tutte in grado di trovare figure e direzioni che umanamente si avvertono sin dalle origini il loro meccanismo emotivo: “scalatrice di pensieri/ alla ricerca del cielo” si autodefinisce e, in queste poche parole, vi è tutto l’impulso che fa emergere un full-out implicito nella linfa vitale del suo operare in poesia. Il libro rappresenta un percorso a ritroso nella memoria. Un tempo sincronico e un altro diacronico, entrambi vivi e partecipi all’avventura straordinaria del vivere, fuori da ogni paradigma, fuori da ogni sviluppo di pensiero che non siano: l’amore, l’amicizia, gli affetti. Vi si evince una simbologia espressiva che partendo dal quotidiano, si snoda in aperture e linfe di immaginaria fantasia: “idee cavalcano il tempo/ domandolo/ nell’immoto ricordo” (Amaca di vita). Maristella sceglie una partitura musicale in forma sinfonica e la modella all’intensità sonora di un’atmosfera un po’ surreale, un po’ gnomica, in cui vi è netta la percezione del precario, dell’attraversamento del mondo con mezzi inadeguati, in scialuppe di salvataggio monouso: come in questi versi: “Il vento che avvolge/ come un manto di seta/ accarezza la pelle/ un’amaca di vita/ che culla come madre.” e poi ancora: “Tra le rugiade/ scova i pensieri remoti/ ciò che sfugge allo sguardo/ fissa l’essenza.” (In attesa dell’alba). L’autrice sperimenta la sua narrazione senza nessuna gabbia formale, con la delicatezza di una nostalgia scanzonata che affina e matura nel tempo, alternandone gli aspetti tematici in una diversificazione lirica evocativa e stringente: “ E poi batte/ la notte nei tuoi occhi il buio della profondità/... il sollievo al dolore l’assenza del peso degli anni” (In un attimo) Non manca nemmeno il riferimento ad un’Entità Superiore, a quel Dio che si trova in ognuno e in tutti coloro che hanno fede nella verità dell’anima.: “Lode al Signore/ il domani/ che si tinge d’amore” Oserei dire, allora, alla maniera di Saba, questa è una poesia <onesta> una poesia che non interferisce in maniera eclatante nella cultura italiana, ma sa cogliere una sua storia di vita inclusiva di una verità rivelata, di un memoriale lirico che ne accompagna e ne caratterizza l’apprendistato e che verosimilmente è un segno di percorso, di autocontrollo. Ne scaturisce una chiave di lettura intensa e pacificata, senza orpelli, ma con una raggiunta felicità metaforica, in cui la vita fa dire a Maristella Angeli: “il giorno canterà/ la sua nuova canzone” pure se il domani sarà ancora sogno a frantumarsi, emozione a dipanare i fatti del presente e dell’assente. Qualcosa che va oltre noi, nell’aldilà di un proscenio fittizio, quale potrebbe essere il teatrino del mondo. |
PREFAZIONE
a cura di EMANUELE MARCUCCIO
Maristella Angeli, nota poetessa nel panorama letterario emergente, ci offre in questa sua ultima silloge, la settima per la precisione, un ampio squarcio di vita amorosa, con tutti i suoi dolci profumi e sapori che l’accompagnano, quasi palpabili, a partire dal titolo Profumo di tigli in fiore, come a denotare – ci rivela l’autrice nell’omonima lirica (incipit dell’intera raccolta) – una primavera d’amore, che si vorrebbe non finire mai.
Un’intera raccolta di poesie d’amore, in cui questo sentimento universale, come ben lo definisce la Angeli nella presentazione, viene affrontato in tutte le sue più ampie sfaccettature; dai sogni di bambina di “Amore ritrovato”, dove l’amore viene rappresentato come la concretizzazione di tutti i sogni “ricordi/ immagini di bambina/ […] fiori di campo/ ora trovo sul tavolo/ eterno amore/ ritrovato” al felice incontro amoroso di “Notte”, dove la premurosa presenza dell’amato è necessaria per non perdersi nel buio misterioso della notte: “mistero di un mondo onirico/ la tua mano stringe la mia/ dà conforto/ […] affinché non mi perda/ in quel buio”. Dall’idillio amoroso di “Boccioli di tenere rose”, dove nell’amplesso le categorie di spazio e di tempo sembrano per sempre smarrite “colgo l’attimo/ fermo l’orologio della vita/ entro nella goccia del tuo profumo/ assorbendomi in te” esprimendo così un amore incontaminato di due anime e di due corpi fusi indissolubilmente, all’ansia per la lontananza dell’amato in “Lontananza impossibile”: “così naturale è il vivere insieme/ la lontananza sembra impossibile/ riguardo le nostre foto/ […] per non perdere/ neanche un attimo/ di noi”.
Non mancano, però, temi più giocosi, dolcemente ingenui e fanciulleschi, come in “Un mondo tutto per noi”, basta chiudere gli occhi per immaginare un mondo favoloso e incantato: “per tetto il cielo con stelle di meringa/ una luna di formaggio per te/ per coperta un manto/ di petali di petunia e rododendro/ […] la cucina costruita da gnomi pazienti/ odore di zenzero e canna da zucchero/ alle finestre tendine cucite con raggi di sole”.è evidente che la nostra autrice non ha mai smarrito lungo il cammino la bambina di un tempo, “quando i girasoli sembravano seguirmi”. Come scrisse il grande Pablo Neruda (1904-1973), “Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”.
Tra tutte si stende solitaria una lirica sulla delusione amorosa “La prima delusione d’amore”: “parvenza graziosa/ solo apparenza/ sentimento non era/ […] lui è con un’altra/ e giurava amore per te”.
Degni di nota sono i vari termini inglesi, adoperati sempre con grande delicatezza e musicalità, come in “Gli attimi vissuti con te”, “se il tempo esaudisse i desideri/ apporrei dei post chiedendo/ di afferrare gli attimi/ vissuti con te”; o come nelle interessanti metonimie di “Foto di vita”, “foto in versi descrittivi/ feed-back di ieri/ flash incorniciati di fiori.
Una raccolta che vi rapirà per la sua semplicità di espressione e profondità dei contenuti, per la musicalità abilmente impiegata e la fluidità del verso, dove i segni di interpunzione sono quasi del tutto assenti, raramente l’autrice vi ricorre e, quando lo fa, esclusivamente per esigenze di musicalità e di fluidità del verso. Un poetare maturo, che concorre a costruire una mirabile architettura di passioni e di emozioni, dove l’eloquio poetico non è dato dal significato delle parole o dai correlativi oggettivi utilizzati ma dall’abile e consumata disposizione e posizione sul verso.
EMANUELE MARCUCCIO
Palermo, 7 maggio 2012
Dati tecnici: · Titolo: Chicchi di riso · Autore: Sandra Greggio · Editore: Servizio Book On Demand di Grafica Elettronica · Collana: Autorinediti · Data di Pubblicazione: 2011-07 · ISBN 978-88-6651-020-8 · Pagine: 144 · Reparto: Poesia · Prezzo: 12 €
PRESENTAZIONE Con il sistema Book on Demand di “Autori Inediti”è uscita la mia prima raccolta di poesie, dal titolo “Chicchi di riso”. Le 144 pagine si articolano in nove sezioni (Vita vissuta- Pennellate- Filosofia di vita- Dell’amore per la poesia- Della mia scuola- Di un sogno d’amore- D’emozioni di vita- Si fa sera- Essenza). Il numero delle sezioni potrebbe far pensare ad un progetto ambizioso ma, in realtà, l’unico scopo che mi ha animato, unitamente a quello della soddisfazione personale,è di fare oggetto di poesia tutto ciò che mi circonda, con particolare predilezione per la natura , gli affetti famigliari, l’amore e l’arricchimento personale che deriva dalla mia professione di insegnante . Tanti “chicchi di riso”, dunque, come varia è la vita, in tutte le sue sfumature, che mi è piaciuto simboleggiare nel mare ( l’infinito) e nel volo del gabbiano, emblema di libertà, come il mio amato Jonathan. La frase riportata in Copertina “ben ho seminato”allude appunto al chicco di riso, paragonato ad un seme che mi auguro dia frutto. Anche una sola goccia può bastare, rispetto all’infinità del mare.
Nota Per chi desiderasse contattarmi, il mio indirizzo e-mail è il seguente: sandra.greggio@alice.it
RECENSIONI
Ad affermare che la poesia è il
respiro dell’anima non ci si sbaglia;è, infatti, da tempo immemorabile,
la forma artistica più consona ad esprimere il mondo interiore dell’uomo.
Sandra Greggio, che ha dato vita a questo pregevole “Chicchi di riso”,
nella sua lirica “Chi sei, poesia?” dà una risposta irrefutabile e
condivisibile da tutti: la poesia è un “soffio vitale”, creata dall’uomo.
Attraverso di essa i poeti aprono se stessi per manifestare sentimenti,
affetti, desideri, ma anche idee, convinzioni, modo di pensare e di
costruire la vita. Tutto ciòè presente nella raccolta di Sandra. Leggendo
le sue poesie, sembra di trovarsi nei pressi di una limpida sorgente, da
dove fresche e gorgoglianti polle iniziano il loro lungo viaggio verso il
mare, rinfrescando giardini allietati da fiori multicolori e profumati. E
come dal monte pullula l’acqua pura, così dall’anima della poetessa
affiorano i più nobili sentimenti universali (amore, amicizia, affetto) e
le speranze che tracciano il futuro. Sì, perché Sandra è proiettata nel
futuro, il passato per lei sono nostalgie e ricordi costruttivi, non
gravati da rimpianti, il presente un momento da vivere in base a valori
tramandati che contribuiscono a formare e migliorare la propria
personalità. Caratteristica saliente di “Chicchi di riso”è la
spontaneità. Le liriche sono tanto schiette che paiono estemporanee, ma
così non è, essendo il frutto di una quotidiana meditazione che con vena
filosofica permea la sua poetica. Oserei dire che questa silloge appare
come riflesso e profumo dell’anima, rivelazione del proprio sentire,
osmosi tra mondo spirituale e reale; la poetessa quasi assaporando se
stessa, ci offre fresche fragranze di vita. Già i titoli delle sezioni
(Vita vissuta, Pennellate, Filosofia di vita, Dell’amore per la poesia,
Della mia scuola, Di un sogno d’amore, D’emozioni di vita, Si fa sera,
Essenza) anticipano, emblematici, la grande varietà dei temi che hanno
ispirato le liriche; essi costituiscono i punti di riferimento della
visione del mondo e del pensiero della poetessa, dei sentimenti che
animano la sua vita interiore e danno spessore al contatto esistenziale
con la realtà esteriore. Queste poesie, infatti, sono la sua voce: sanno
di gioie, speranze, nostalgie, slanci d’amore e d’affetto, sofferenze
segrete e no. I suoi desideri anelano a nuova vita, non sono improntati ad
insoddisfazione e delusione. È, insomma, un ricco compendio di speranza e
di futuro. Poesia attuale, perché chi la crea è capace di immergersi nel
mondo e di vivere la vita, accettandola in tutti i suoi aspetti. Lo stile
è personale, scevro di forzate imitazioni, in sintonia con le tecniche dei
poeti del Novecento. I versi fluiscono con scioltezza e si adattano
all’empito dell’espressione: ora scorrono placidi con ritmo lento e
meditativo, ora veloci ed incalzanti quando esplodono i sentimenti. Dal
punto di vista linguistico i componimenti sono esempi di linguaggio
lineare e chiaro, che rifugge da artificiosi preziosismi e termini
retorici, preciso e coerente, affiancato e filtrato da metafore e immagini
che disegnano le emozioni e le sensazioni espresse. Anche la descrizione
dei paesaggi non è mai fine a se stessa, ma è sempre una proiezione dei
sentimenti più profondi. Apprezziamo allora il canto dell’anima che Sandra
ci dona.
La poesia di Sandra Greggio è
come una sorgente che zampilla dalla roccia. Il ruscello dei pensieri che
corrono entusiasti alla luce del sole e si frammentano in cascatelle per
riunirsi subito dopo. E’ la vivacità d’una mente che sgorga lava ad
illuminare la notte. Certo c’è qualche fronzolo da tagliare ma è lo scotto
da pagare per una poesia istintiva, immediata, spontanea. Un’idea, un
fiore! subito! Anche di campo pur che sia dai colori netti! Poi ci sono le
sue esperienze di vita. Orfana di madre a pochi mesi. L’attaccamento al
padre. La responsabilità di esserci. E poi il matrimonio e i figli. E
l’altra parte di sé: La scuola, l’insegnamento, i suoi alunni. E dietro?
Un insopprimibile bisogno di “oltre”, oltre la quotidianità. La poesia per
guardare oltre! La silloge è strutturata in nove capitoli: Vita vissuta -
Pennellate – Filosofia di vita – Dell’amore per la poesia- -Della mia
scuola – Di un sogno d’amore – Di vita e d’emozioni – Si fa sera- Essenza.
Ma più che divisioni si tratta come di areare una stanza e riprendere
fiato. Il racconto è costante: esperienze di vita, confessioni spontanee,
consigli d’amore per cercare una via che dia conforto ai dolori
dell’umanità. Il rapporto incantato con la natura, sensazioni in metafore
d’argento.
Sandra Greggio, appassionata professoressa di lettere italiane,è abituata
ad insegnare regole e norme della lingua italiana. Ai suoi allievi
certamente avrà dato molta poesia, la migliore del nostro panorama
letterario e detto di metrica e ritmi, di rime ed accentazioni. Nella sua
produzione, quindi, ci si aspetterebbe trovare applicate tali regole,
invece Sandra vola libera. La sua spontaneità non consente gabbie, il suo
sentimento si concretizza in versi sciolti che vengono direttamente dal
cuore e che, se costretti nelle regole, perderebbero la loro efficacia.
Non arriverebbero al cuore di chi legge. Vola alta la fantasia di Sandra
ed i suoi profondi sentimenti, i suoi ricordi più cari, vengono riversati
sulla bianca carta con caratteri che assumono diversi colori, a seconda
del suo sentire. Paragonare la sua produzione ad un arcobaleno è
riduttivo. Ogni poesia un diverso colore, un diverso sentire, una diversa
musica, una diversa emozione. Sandra è uno spirito libero che soltanto nel
cielo della poesia trova il suo appagamento. La silloge è articolata in
nove sezioni dove il suo esser poeta si dispiega. Nella sezione “Vita
Vissuta” troviamo poesie indimenticabili quale “Una Spesa” dove la prosa
che precede la poesia è come l’ouverture d’una sinfonia malinconica e
riflessiva. Spesa di emozioni, di ricordi, di domande a problemi
esistenziali, espressa con lirismo. E quel “Dialogo con papà” che ci dice
quanto struggente è il ricordo di chi è scomparso e quanto ancora, tale
ricordo, sia di conforto. Nella sezione “Pennellate” la poesia “Oltre lo
Specchio” ci dice dell’ottimismo col quale Sandra guarda alla vita edè un
grido che è fede nel futuro. E nella “Cavallo a Dondolo” ecco una vera e
propria pennellata di poesia. Come dimenticare quell’unghia di luna ?
Segue la sezione “Filosofia di Vita” e la “Omnia Amor Vincit”è la summa
del pensare e dell’essere di Sandra. Dare amore aldilà di ciò che se ne
può ricevere. E questa poesia è colorata dal rosso di quel sentimento. Ne
“Lo Specchio della Vita” c’è un breve cedimento, di fronte all’incessante
girotondo asfissiante della vita, ma è breve tale sentire perché ne
“L’Oltre” c’è la dichiarazione che esiste qualcosa di più importante e più
appagante. Appunto quell’oltre a cui Sandra dichiara il proprio amore e
fede. In “Dell’amore per la Poesia” si chiede “Chi sei Poesia?” e la
risposta che dàè pura poesia con versi quali “Ti ho vista nel mare/che
con le dita bagnate/accarezzavi il cielo”. Così in “Della mia Scuola”
troviamo “La Punizione” e vi è dentro certamente la consapevolezza
d’essere insegnante ma anche il desiderio di far vedere ai suoi allievi
l’arcobaleno che spunta dietro la finestra dell’aula. L’anima poetica di
Sandra si esprime poi, magistralmente, nella sezione “Di un Sogno d’Amore”
ed ecco incantarci con poesie bellissime, dense di lirismo quali “Incrocio
d’Amore”, “Pandora” e “Follia” . Edè un inno all’amore detto o con
pennellate delicatissime o con l’uso di spatola, per dirci della dolcezza
e dell’erotismo che c’è nel suo sentire. Versi quali “Mi ha sorriso il
giorno/ed aveva la tua espressione” e “Offre la fanciulla, da
lontano,/d’alabastro e d’azzurro un vaso,” oppure “Sarò per te la
follia/anche solo per un attimo/dilatato all’infinito”, sono semplicemente
indimenticabili. Ci parla poi, nella sezione “Di Emozioni di Vita”, delle
sue esperienze, dei suoi ricordi a queste legate. E così ne “Il Vialetto”,
di cui teme i ricordi, trova, con ottimismo, ragioni per superare quei
timori. Una stella, una rosa, un pino sempreverde e la speranza, quale
ultima dea. Così come in “Occhiali da sole” finge di mimetizzarsi dietro
maschera, perché così vogliono le convenienze, ma i suoi occhi sinceri non
potranno nascondere il suo sentire. “Chicco di riso” ha una nota
malinconica, pare che Sandra abbandoni quell’ottimismo di cui è improntata
tutta la sua produzione. Ma è un attimo e sarà superato in ogni altra
poesia di questa bellissima sezione. E così leggo la sezione “Si fa Sera”
e vi trovo “Buona Notte”, quasi un manuale di training autogeno, con versi
uno più bello dell’altro. Da leggere e rileggere. Ed, infine, “Essenza”
dove una serie di haiku pare un compendio di tutto ciò che Sandra ci ha
raccontato di sé stessa lungo l’intera silloge. A Sandra Greggio, squisita
poetessa, si può soltanto augurare, essendone però certi, una felice e
lunga carriera anche per l’egoistico piacere di gustare, per lungo tempo,
la sua magica poesia. |
Recensione al Saggio - Verso la poesia alla ricerca di senso -
Non mi è facile
recensire un saggio, per quanto tratti di poesia.
Il fine, la
ricerca del senso, lo distingue dal filosofo che invece vuole con la
ragione spiegare l’ineffabile. Lo spiega molto bene M.C.Lama, nel
secondo capitolo della Prima parte: “Poesia e filosofia, alla
ricerca di unità” dove dice: “…
A questo punto il
mio compito si fa ancora più difficile, come posso comunicare le
emozioni che pure essendo questo un saggio,è riuscito a
trasmettermi? |
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Lorenzo Poggi è nato a Roma il 21 marzo
del 1943 dove vive tutt'ora.
Dati tecnici
Presentazione
è
uscita, col sistema Book on Demand di “Autori Inediti”, la mia prima
raccolta di poesie. La silloge “Sassi sparsi” vuole, nel titolo,
sintetizzarne il significato: sono sassi lanciati nelle acque chete del
conformismo. Sono riflessioni sul nostro essere soli e sul nostro essere
insieme.
RECENSIONI Sassi Sparsi di Lorenzo Poggi
Oggi ho ricevuto la silloge di Lorenzo Poggi, "Sassi sparsi" e,
anche se già conoscevo tutte le sue poesie, mi sono messa a rileggerle e
ho capito perchè tanto mi garbano, perchè molte avrei voluto scriverle
io, soprattutto quelle della sezione "Temi dei nostri tempi" e in
particolare "Morte bianca" mai come ora attuale, "La pelle
chiara" con un'ironia che fa male, "Il venditore di cravatte"
e quel gregge muto che subisce, "Omertà" colpa cieca che uccide.,
"Chi ricorda la guerra?", meglio far finta che i morti per la
nostra libertà siano una invenzione e quelli di ogni giorno una
esagerazione e... molte altre che, pur non affrontando specificatamente
temi attuali, hanno quel dolore dentro di chi non vuole arrendersi
davanti al nulla, di chi vuole poter seguire ideali di legalità e
giustizia e non si dà pace... come "Pensieri" "Solitudine" "Il
tempo delle favole è finito" l'urlo di "Responsabilità" e
"L'incubo" raccontati con uno stile molto personale, scevro da
orpelli, lineare, nitido e scarno che arriva dove vuol arrivare.
Sassi sparsi di Lorenzo Poggi
Conosco da poco tempo Lorenzo Poggi, ma fin dai suoi primi versi ne ho
ammirato il rigore morale ed asciutto, quello stile disincantato e
scevro da inutili orpelli. Quando poi ho avuto fra le mani il suo libro
“Sassi Sparsi” sono stata contenta di avere una larga panoramica del suo
modo di scrivere e del suo pensiero più intimo e profondo, in sintesi
cosa significa per lui la poesia. L’autore ha diviso la sua raccolta in
tre capitoli: “Pensieri”, “Paesaggi” e “Temi del nostro tempo”. E da
questa personale suddivisione prenderò lo spunto per fare alcune
considerazioni, scaturite dall’immediata empatia che ho sentito man mano
che andavo leggendo. Credo che la poesia per Lorenzo Poggi sia la
valvola di sfogo della sua anima per dire quello che più lo turba, per
esprimere il disagio dell’umano vivere, per mettere in evidenza le
nostre assurde e laceranti contraddizioni. Di primo acchito si avverte
un sottile pessimismo, un realismo crudo e nudo che non riesce a darsi
risposte, se non nell’impegno morale, se non nella riscoperta dei
valori, quei valori come il rispetto, la tolleranza, la solidarietà,
l’uguaglianza che oggi purtroppo sono soppiantati e messi da parti
dall’arrivismo, dall’ipocrisia, dal tornaconto più subdolo, da un
materialismo disgregante che sta contaminando sempre più la nostra
società. Lorenzo dunque si guarda, scruta il fuori, cerca risposte, si
analizza, fa quasi un resoconto della sua vita per trovare un filo che
lo colleghi all’oggi, e quello che vede è un grande vuoto morale che
appiattisce e spaventa lui stesso. E come non dargli torto, io stessa a
volte sono disorientata e cerco ad ogni costo di vedere un sole alto
all’orizzonte, ma sinceramente ci vuole un gran coraggio oggi per essere
sereni e non dico felici, la felicità in fondo ognuno la trova nel suo
piccolo quotidiano, negli affetti, nelle semplici gioie del vivere
normale edè sempre uno stato transitorio, destinato a conoscere i suoi
momenti di alti e bassi, come è inevitabile che sia. Quello che intendo
dire è che leggendo i suoi versi si avverte il bisogno di trovare
risposte, di avere orizzonti certi da perseguire, di ritrovare un senso
a questa vita…che sinceramente sembra quasi fuori da se stessa. L’autore
fa una radiografia dettagliata e molto sincera, la sua è poesia
introspettiva, che parte dal proprio vissuto per espandersi
all’esterno, per diventare poesia civile e altamente morale, di
denuncia, di sincera e profonda umanità ed aggiungo scritta con uno
stile linguistico asciutto ed accattivante. Per me la poesia è la voce
profonda dell’anima, ma anche un respiro di vento che apre porte e
finestre chiuse, ma è anche uno spiraglio di luce che porta a sollevare
polvere, che porta a squarciare l’ombra in cui viviamo, che ci riporta
ad appropriarci di noi stessi, di quello che siamo e che potremmo
essere. Importante è non soffermarsi all’apparenza, importante è
guardarsi,è chiedersi,è vivere con consapevolezza e non lasciarsi
vivere, non lasciarsi schiacciare dall’ottusità e dalle intolleranze
sempre più frequenti e disgreganti. Questo in sintesi è il messaggio
che ho letto fra le pieghe dell’anima di Lorenzo Poggi e spero di averne
giustamente interpretato il senso.
Dati tecnici
PRESENTAZIone è uscita, sempre col sistema Book on Demand di “Autori Inediti”, la mia seconda raccolta di poesie. La silloge (64 pagine organizzata in quattro macrocapitoli: Pensieri di dentro - Pensieri di fuori - Immagini in primo piano - Temi politici e sociali) ha un titolo pretenzioso “Sussurri e grida”, ma rappresenta bene la mia poesia alternata tra riflessioni esistenziali e grida d’impegno sociale e politico. La copertina, che potete ammirare qui sopra, rappresenta il grido dell’uomo che sfida le convenienze ed i sussurri dei particolari geniali con cui Gaudì ha voluto ornare le sue creazioni. Anche le poesie di questa raccolta sono già tutte pubblicate in questo sito. Le ho volute in stampa per mia soddisfazione personale. Lorenzo Poggi
Se ne volete sapere di più potrete senz’altro
rivolgervi all’autore contattandolo al suo indirizzo email
cesdra@tin.it.
RECENSIONI "Sussurri e grida" di Lorenzo Poggi
Cari poeti e amici, ieri mi è pervenuto il libro "Sussurri e grida"
di Lorenzo Poggi e già il titolo mi ha spinto a leggerlo oggi, tutto
d'un fiato perché m'ha rammentato il grande Bergman. E devo dire che
sono i suoi veri sussurri perché mai rabbiosi, a volte molto intimi e
sofferti, altre urlati per una cocente spinta a trovare un mondo come si
voleva, pulito, integro, dignitoso. Tinti
"Sussurri e grida" di Lorenzo Poggi
Sussurri e grida: due sostantivi contrari ma sequenziali che
racchiudono, nel loro spazio cognitivo, una forte carica di commozione
poetica derivante da riflessioni esistenziali, sociali e politiche. Giovanni De Simone Dati tecnici Recensioni
Un commento senza pretese per una silloge “Il cielo che aspetta”
che non lascia respiro, per le sue parole “schiette e sincere” che
arrivano a segno e colpiscono al cuore e al cervello, per la sua
illimitata voglia di capire senza pregiudizi e senza maschera, cercando
di trovare il vero.
“Il cielo che aspetta” di Lorenzo Poggi è un viaggio poetico nella realtà del suo “io” e di quello della vita. Il viaggio è diviso in quattro tappe. Il Nostro trae dai suoi stati d’animo, dalle proprie angosce, dai turbamenti e da ciò che lo circonda un’esperienza personale, e ne fa materia di poesia. Il suo non è di certo un pretesto, piuttosto un modo per renderla più intensa e passionale. E’ un esemplare di fusione tra intelletto, emozioni e stati d’animo. Sono versi pervasi da una straordinaria sensibilità dove i significati si fondono con una scrittura marcata ma scorrevole, che s’ innerva dentro concetti di sentimenti limpidi di analisi –…E’ tempo di riconoscersi dentro, /è tempo di tornare alla fonte / per tentare una strada diversa-, di speranza – …Ma c’è tempo per i busti/ adesso conta ripristinare/ un presente da vivere-. di osservazione -…Le case ristrette/ nel cappotto d’inverno,/ accendono luci,/ ravvivano il cuore dentro il camino…- , di denuncia - …Ma mister Hyde non demorde,/ aspetta la notte e come fauno/ va in cerca di giovani/ da violentare. Il linguaggio delicato, forte, aspro, rutilante si modula coagulandosi attorno a dettagli concreti e a nuclei di situazioni precise vuoi reali, - …ci sono i cani da guardoni/ come Augusto Minzolini..,- che personali -... Sono in cerca di via/senza chiedere niente/ scontando cartelli/di divieto di transito... – e percettivi - …Allora capii che non erano idee/ ma strumenti per fabbricarle .- Il ritmo dei versi aiuta Lorenzo a ripetere la sua schiettezza e a sciogliersi in una musica di parole che arrivano al lettore con tutta la loro forte melodia. Questi ode e non può rimanere indifferente, e pensa. Pensa che la poesia è il dono che più si avvicina alla verità e alla realtà. Il desiderio, quindi, del Nostro, espresso nella prefazione può ritenersi soddisfatto. Giovanni De Simone
Lorenzo Poggi, con
questa terza silloge, ci presenta un summa del suo poetico sentire. Col
suo bello stile, asciutto, senza fronzoli, colpisce a fondo cuore e
ragione.
La premessa dell’autore contiene già il significato del libro, che poi viene esemplificato dalle poesie. Dal titolo stesso, ecco il futuro, un cielo che aspetta e che sarà al termine di un “cammino”, che mi piace paragonare ad un viale, immerso in quella natura così cara a Lorenzo e parte integrante non solo di questa opera ma anche delle precedenti sillogi. “Dove porta questo sentiero/foderato di cipressi?E la scala che sale all’infinito?” (“Ricerca”). Ed ecco il viale come punto di partenza ma anche di arrivo, con, ai suoi lati, tante pietre, che sono le idee, le poesie, pietre schiette e dure, pesanti, a volte come schiaffi che mettono a nudo il nostro vero io. Perché la poesia è colei che smaschera, la poesia è l’arma con la quale si deve combattere una realtà che è finzione e menzogna. In tale senso, ecco l’augurio alla figlia, che con tale realtà dovrà fare i conti dopo la sua laurea, che la metterà a contatto diretto con il mondo. Ti aspetta il cielo, cara Viola, il cielo che è il futuro, troverai pietre pesanti, maschere, ma nel tuo zaino, ecco i tuoi ideali, per cui combatterai, i tuoi sogni, le tue speranze che ti aiuteranno a vivere. Quale apertura migliore di questa? Si respira un’aria di speranza, di giovinezza, di un fiore che si schiude alla vita ed il cielo è azzurro.
Il tentativo di trovare una via d’uscita va a naufragare. Lorenzo si interroga, cerca con rabbia di smascherare la falsità, tenta l’ardua salita del viale, di cui si è detto all’inizio. Ecco l’ immagine di un “tunnel in salita” ed un affacciarsi al balcone, cercando la strada “che porti al sospiro del mare” (stupenda immagine!), in cui mi sembra di ravvisare quel “cielo che aspetta”(“Inconcludenze”). Il tentativo di trovare una strada diversa è il motivo di “Catarsi” ed anche di “Solitudine3”(“Sono in cerca di via senza chiedere niente”). E tale tentativo assume una connotazione forte, colma di rabbia in altre poesie, come “Virtualità”, in cui c’è la ricerca di “un osso di verità”, impantanandosi nel fango oppure “Incontentabile”, in cui ritroviamo un tentativo, fallito, dopo grida e suppliche, di riempire una pagina, quella pagina (della vita), che però rimane ancora una volta “vuota”. Ed il tempo non aiuta. L’alternativa consiste o nell’urlare la propria rabbia (“il volto liberato da bende) o “rimanere silente”(“Impotenza”). Sezione Pensieri : nonostante il barlume di un mondo ipotetico, costruito tutto su un “Se” (se al confine del mare ci fosse un cancello), la “Speranza” di ripristinare “un presente da vivere”, andando in giro a togliere maschere, il ricordare il compito dei poeti, che si può andare “oltre lo sforzo di essere vivi”(“Pensiero”), il pessimismo viene alla fine ribadito: il cammino lungo il viale viene fatto con stanchezza, nella splendida “I calzari del mondo”, che “camminano stanchi, trascinano i piedi sapendo la strada, non sapendo l’arrivo”. E quel meraviglioso “cesto” non è ricco di idee, come sembra, bensì “una pagina bianca che chiedeva un’idea in libera uscita”. Che cosa resta? Quale alternativa? Passare inosservati, scivolare via con flemma (“Consigli per fine corsa”, desolante nella sua bellezza) o nascondere il dolore dentro (“Ma che ne sai del dolore dentro?), tanto nessuno lo vede (“In-contaminazioni”), destinati, senza via d’uscita ad una strada (viale) obbligata, dove il libero arbitrio è solo un gioco truccato, perché “chi dà le carte sa già chi vincerà” (”Libero arbitrio”). Si giunge così a ribadire quanto già affermato nella sezione iniziale (“Disperazione”), in “Incubi” che, a mio avviso,è, tra tutte, quella in cui il pessimismo raggiunge la Spannung: “Ma mai come quando, stropicciandoti gli occhi, non sai più chi sei”. Annullamento di se stessi? Sembra così nella poesia che, più di ogni altra, riassume la concezione di vita di Lorenzo, “Vacuità” , dove il titolo già afferma che cosa “non siamo”, per dirla con Montale, ma qui tentando di dire quello che siamo, ironicamente: sandali di limo, tolda e coperta del vascello fantasma, aerostati persi nel buio del cielo, argonauti naviganti nello Stige. In definitiva , tutti “ombra di noi stessi/con le mani tese/pronte ad afferrarci”. Ma come dimenticare il futuro? Come dimenticare Viola, che lo rappresenta? La splendida “Riprendo il cammino”è un soffio di speranza: un cuore che, nonostante rivestito da una pelle d’orso, sorride nascosto, “rinato alla gioia/di alcune emozioni/che sembravano perse/in vecchi ricordi di gioventù”.
Mi piace aprire (anche se nel
testo non è così) con questa poesia l’altro elemento, che fa da
contraltare all’ombra degli alberi, quello del gioco della luce. La sezione Paesaggi è come una mostra di quadri, in cui Lorenzo usa quel pennello che non vuol far vedere, perché lo tiene nascosto nel cuore ai più che non capirebbero. E si rimane incantati di fronte a quella vigna”sgravata dal peso”, al mazzo di fiori ed al silenzio del mare (“Macchiaioli”), a quella metafora meravigliosa, di stile poggiano, delle “case ristrette nel cappotto d’inverno”, quasi ad unirsi contro il vento che imperversa, alla montagna descritta durante l’estate ed, infine, alla notte, che viene ritratta in due poesie, nella pace che si copre di gemme (“Quella notte”) e nella notte innevata, dove c’è chi raccoglie petali “per riempire la penna/e farne poesie”. Incantevole sezione di poesie, che fanno toccare quel cielo, che dà il titolo alla silloge. Ci siamo giunti con splendide metafore, ma in questo cielo c’è posto anche per le numerose vittime dei nostri tempi, ai quali la sensibilità di Lorenzo non poteva non essere vicina. Sezione riflessiva, quella dedicata al sociale, Temi d’attualità, in cui trovano posto argomenti anche delicati e scottanti. Oltre alle singole poesie, mi piace aprire con quella che, a mio avviso, costituisce il leit-motiv della sezione, “I giorni della memoria”. Il tema di fondo è l’obbligo di non dimenticare, ma anche di meditare su quanto un domani diventerà ricordo, ossia il nostro travagliato presente. Varie le tonalità con cui tale tema è svolto: la riflessione vita-morte (“Migranti”); il desiderio di denuncia e di rabbia (“Non ci casco”), l’ironia ed il sarcasmo, quando Lorenzo afferma che, tra le tante leghe, manca quella per l’uomo (“Leghe che slegano”), fino a raggiungere l’acme descrivendo un mondo a rovescio (“Il mondo a rovescio”). Non manca il tema dell’ipocrisia, che lo porta a rifiutare di vivere in mezzo ad un’umanità che di umano ha ormai ben poco, corrotta com’è, che lo porta a pensieri “di odio ed estraneità”. Non trovo una conclusione in questa sezione, volutamente polemica, ma senza mai rinunciare alla poesia più pura, fino anche ad inserire una stupenda metafora, proprio nel culmine dell’odio e dell’estraneità, quel “passeggiando con le nuvole contavo i sassi sparsi nella tasca”. Edè con questa immagine che mi piace terminare, riallacciandomi ad un filo che mai si è perso nella silloge, nonostante la molteplicità dei temi trattati. Le nuvole: il Lorenzo del cuore, della ricerca di un varco in mezzo alla vita che non perdona. I sassi in tasca: il Lorenzo che non risparmia nulla, che tira pietre contro le nostre maschere. Sotto i piedi, il viale della vita; davanti a sé, il cielo che aspetta.
Sandra Greggio
La luna nel pozzo |
Cari amici,è con grande gioia e commozione che ho il piacere di
annunciarvi che è finalmente pronto e disponibile il libro di Claudio
Pompi, il grande amico e poeta che molti di voi hanno conosciuto sulle
pagine di Poetare, prematuramente scomparso nello scorso mese di
maggio.
Con l’occasione auguro a tutti gli
amici del sito azzurro un felice anno nuovo pieno di soddisfazione e di
poesia! |
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