Poesie di Omero Sala


Home page  Lettura   Poeti del sito   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche


È molto democratica la neve
È molto democratica la neve
che nel silenzio bianco cade lieve,
coprendo con identica premura
strade e prati, fiori e spazzatura.
Candeggia i tetti a case e catapecchie,
decora rami nuovi e fronde vecchie,
dal gel protegge le distese d'erbe,
cocci, lattine, carte, stracci e merde.

Marta e Giovanni
La storia di Marta e Giovanni,
sposati da più di vent'anni,
è finita una tragica notte
fra insulti, lacrime e botte.

La causa di questa frattura
È stata - ahi, tragica molla! -
il parer sulla giusta cottura
di un sugo d'acciuga e cipolla.

Tracce
Moquette, ceramica bella,
tappeto, grès, mattonella,
marmo, graniglia, parquet,
ghiaia, asfalto, pavè,
ciottoli lisci o piastrelle,
pietra serena, formelle,
cotto, assito, cemento,
sabbia spazzata dal vento…

Per quanto corra,
qualunque cosa faccia,
dei miei percorsi non rimane traccia.

Sfrondo ogni giorno
Sfrondo ogni giorno dalla vita
le inutili cose.
Semplifico il viaggio
lasciando ai margini
reliquie e salmerie,
balocchi e poesie.

Sarà così meno duro
il residuo percorso.
Sarà così meno duro
il prossimo inverno.

Pallida atmosfera
E' mia questa pallida atmosfera
di noia e nostalgia impregnata.
E' mia questa stagione nera
che viene e che trascorre frastornata.

E' mio questo autunno gonfio e strano
che stanco nella calma si abbandona.
E' mio questo giorno incerto e vano
è mia quest'ora, mia e mia padrona.

Non ho l'ubi consistam, non ho meta
e il cuore a questa nenia non si quieta.

Sogno sgangherato
Ho fatto un sogno sgangherato
pieno di stralunate avventure,
di impossibili viaggi,
di fughe concitate e mute
in luoghi grigi, sospesi, innaturali.

E dentro il sogno
un dolcissimo sogno incongruente:
un limpidissimo incontro
di incontenibile pura tenerezza,
svanito poi
in falsi spazi senza prospettiva,
in metafisiche piazze disselciate.

Con fatica ora vado rievocando
quelle inconciliabili vicende:
ne organizzo la scomposta trama
e la puntello
con la logica spazio-temporale
per trarne decifrabili messaggi.

Vorrei sapere almeno
se questa sbrindellata storia
è la pallida avventura che pavento
o la vita che mi manca.

Ombre
Gioco come i bimbi a pestar l'ombra.
Coi piedi
i piedi della mia trattengo,
o forse lei mi tiene.

La tua mi sfugge,
anche si mi inginocchio,
anche se con il corpo tutto
la abbraccio al suolo.

A un amico
Come te ho bevuto le nebbie,
come te ho respirato l'aria fresca
sopra remoti fontanili.
E ci rimane dentro ancora, dopo mille anni,
l'insoddisfatta passione
dei ragazzi di provincia.

Assieme ci siamo bagnati
nelle calde pozze di Saturnia,
nella marea di Saint Michel,
nella baia di Calamata.
E ci rimane dentro ancora, dopo mille anni,
la sgangherata nostalgia
del tenace vagabondo.

Con te ho viaggiato su strade
per tragitti indifferenti,
per incerte esplorazioni senza mappa,
macinando pensieri nel silenzio
e scavandoli poi con parole.

Oggi la deriva ci separa
ed io la assecondo,
perché l'acqua ha perso la sua furia
e il vento più non ringhia.
Ma mi rimane dentro ancora, dopo mille anni
la sgretolata passione

Amnesia
Coltivo l'amnesia
e delle offese elimino le tracce.
Attenuo l'inquietudine nell'ombra
e nella vaga nebbia
stempero l'insopportabile mia ora.

Ma sempre la memoria
mi tende vecchie trappole a sorpresa.

Fuga
Apro l'atlante a caso
e punto dove capita il mio dito:
io lì,
planando con circospezione,
in quel preciso posto,
vorrei depositarmi.

Posti di sosta
Rincorro giorni uguali
e senza sorpresa li perdo.
Percorro strade che conosco
e posso intuire la meta.
La fatica mi è ormai consueta.

Ma sempre più rari e distanti
mi paion su questo tragitto
i posti di sosta e di ristoro.

Sassi
Ha tre anni e cerca nella ghiaia
il sassolino bello
da aggiungere ai tesori che nasconde
in pugno o in tasca.
Ha già trovato sette pietre rare
e se le stringe con felicità totale.

I sassi miei,
meravigliosi e caldi,
son persi non so dove,
e si è perso con quelli il mio calore.

Nuvole
Non so se ancora passano le nuvole
a forma di isola pirata, di battello
o di drago sfilacciato.
Non so se ancora
c'è un posto segreto
dove si ascoltano
gli strani concerti del silenzio.
Qualcuno mi dica,
qualcuno mi dica dove trovare
la casa perduta dei giochi,
l'universo dai colori pastello,
la luce esile e chiara
del tempo sospeso.

A chi
A chi può importare stasera
se dalla collina ho guardato
le luci di questa città
più smorte
delle pallide stelle;
se ho visto
palpitare da isolate finestre
riflessi di schermi colorati,
balugini opache,
segni di vita virtuale.  

Ragli poetici
Quando dentro incontenibile è il magone
e trabocca fin dagli occhi l'incertezza,
io dipano pensieri stentati
e trascrivo confusi rancori
e reticenti sussurri
e immaturi smarrimenti.

Dei miei ragli poetici insicuri
tu - perfida - ridi.
Li butterò quelli scritti per te:
che si perdano come
- dette o non dette -
si son perse le parole.

A chi vuoi che racconti
questi complicati sistemi
di banali paure e desideri.  

Poesie
Esili e incerte sensazioni
trascritte - per chi? -
nel silenzio irreale
di interminabili insonnie.

Flebili parole, inutili parole,
domani coperte dal giorno,
dai rumori del giorno
che faranno - lo so - affievolire
la pavida, strana, lucente, notturna realtà.

Forse a me basterà
fermarmi un momento
e toccar questa carta concreta
per avere, riavere
- istante leggero -
riavere la notte sicura negli occhi,
di nuovo la notte,
la sopportabile notte.  

Aprono sentieri le parole
Aprono sentieri le parole
nell'intricata mente.

Se spiego quel che ho dentro
un poco lo decifro anche per me.

Il mio confuso universo
in quel che dico prende consistenza.  

Parole cadute
Da tempo non uso le parole
che per cose di banale concretezza,
parole consumate e quotidiane,
epidermiche e sospese,
messe a controllo del confine.

Altre parole dentro
vere, separate, barricate
affondano in silenzio
inestricabili radici:
se tentassi di usarle
svanirebbero nell'aria
invisibili.

Perciò - con cura e con amore -
le stendo a seccare inutilmente
su questi fragili fogli.  

A un amico
Come te ho bevuto le nebbie,
come te ho respirato l'aria fresca
sopra remoti fontanili.
E ci rimane dentro ancora, dopo mille anni,
l'insoddisfatta passione
dei ragazzi di provincia.

Assieme ci siamo bagnati
nelle calde pozze di Saturnia,
nella marea di Saint Michel,
nella baia di Calamata.
E ci rimane dentro ancora, dopo mille anni,
la sgangherata nostalgia
del tenace vagabondo.

Con te ho viaggiato su strade
per tragitti indifferenti,
per incerte esplorazioni senza mappa,
macinando pensieri nel silenzio
e scavandoli poi con parole.

Oggi la deriva ci separa
ed io la assecondo,
perché l'acqua ha perso la sua furia
e il vento più non ringhia.
Ma mi rimane dentro ancora, dopo mille anni
la sgretolata passione  

A mio figlio di dieci anni
Da dietro, mentre vai,
ti sollevo la cartella perché pesa.
Se chiedi, ti rispondo
spiegandoti ragioni che non so.
Se dentro gli occhi vedo
un'ombra di incertezza o di paura,
io spero che ti basti la mia mano.

Cresci, bambino, cresci.
Ora noi siamo insieme,
ma altro tempo è il mio.
Impara la tua strada e vai:
se l'aria è dolce vai
e vai se è aspra,
vai con i dubbi, vai con le paure.

Per la poca tenerezza che ti do,
la cartella che porti
ti sia sempre comunque un po' leggera.  

A mio padre
Sono cresciuto
nutrito di un'etica chiara,
sicura e petulante.
I maestri di certezza
mi hanno segnato la strada
con costruite risposte.

Tu, un po' discosto,
mi ha guardato in silenzio,
sempre,
senza importi o giudicare.
Non hai predicato valori,
non hai cercato obbedienze.

Non sembravi capire di me
i conformismi,
le crisi e le rivolte.

Adesso però, che mi regge,
è solo il tuo lontano silenzio.  

Fiume nero nella notte nera.
Fiume nero nella notte nera.
Scivola con fruscio di animale
attraverso la città.
Con i fianchi pieni
consuma e sfronda le rive.
Le luci che riflette
gli punteggiano il dorso di scaglie.
Gorgoglia sordo sotto un'arcata piena
che lo beve senza fine.  

Notturno
Stanotte ti ho vista
nel buio assoluto,
distesa,
bagnato soltanto il profilo del corpo
da un taglio di luna.  

Il tempo della notte
Il tempo della notte è tempo vero,
pesante, compatto, inesorabile,
e porta a una cert'ora la paura
che arriva
e filtra piano
e cresce
e non la sento se non quando trabocca.

Se fingo di distrarmi
e leggo o scrivo o fuggo,
lei preme grigia,
si spande
e prende consistenza
e nel silenzio attorno mi respira.  

Nel parco
E' luminoso il parco, siam di maggio,
e l'ombre chiare e fresche
s'allargano sull'erba.

Si va senza parlare
e sul tranquillo passo
si stempera la pena.  

Prato d'inverno
Il tenerissimo prato
è velluto di fragili fili
e leggero si stende
sopra la crosta indolenzita.
Brilla per luce radente,
trema chiaro nel fresco mattino
e ondeggia se l'aria lo preme.  

Nebbia
Lo sguardo annega senza appigli
nello spessore compatto evanescente.

Il mondo finisce
due metri più in là.

Rumori indecisi galleggiano attutiti.

Odori
di fradice terre basse
penetrano
la mia intrisa memoria.  

Pioggia d'agosto
Piovono gocce pesanti
incongrue nel sole d'agosto
e chiazzano rade l'asfalto
e schizzano
e fanno rumore.

La gente, sorpresa per strada,
ride e si bagna.
Si bagna e ride la terra.  

Vento in città
Con le ombre del primo crepuscolo
arriva un vento caldo e strano
per le strade del centro
e si muove fra cemento e asfalto
cercando platani e pozzanghere.

Alita su muri di marmi solenni,
e su intonaci scrostati.
Fruga irrequieto,
indaga,
s'infila in vicoli incolori
in cerca di pioppi flessuosi
dalle foglie fragili e frementi.
Fra le luci acerbe dei lampioni,
crude e velenose,
cerca i pioppi ossequiosi
per tormentarne le cime.
Fra altane e camini intirizziti
cerca i suoi fradici odori
di terra e di legno,
di foglie gialle e di funghi
e di nuvole grevi.  

Paese
Di stagione in stagione
evapora
la memoria di paese,
condizione interiore,
radicata misura del ritmo esistenziale.

La traccia consunta che rimane
basta appena
a tenermi sospeso
sul fiato amorfo dei sogni.   

Profugo
Ritorno come un profugo fra i campi
delle mie terre basse.
La strada è senza solchi.
Un superstite gelso si contorce
ingobbito
sul putrido fosso
intasato da plastiche tenaci
dagli incongrui colori.
Sbircio da un portone sgangherato
un'aia immensa
deserta di cani e di bambini.
Nel centro un carretto
si arrende sconsolato,
ritte le stanghe al cielo.  

Bassa
Pomeriggio assordato da cicale.
Fra i platani polverosi
lontani vapori
salgono
dall'asfalto liquefatto.
La pianura è deserta e secca,
immobile,
ferma nel tempo.
Non tremano neanche le foglie dei pioppi.
Il fosso tracima silenzioso
e si spande
verso il granoturco maestoso.
Dal ponte guardo assorto
la gora dal vortice lento:
se sputo nell'acqua
vedo vibrare nei cerchi
il bianco cielo.  

Corbignano
Sta Corbignano silenzioso
sulla collina di Giotto
fatta di arida argilla,
di pietra serena
e di verdi pallidi olivi.

Di giorno
gli fa guardia il grande pino,
di notte lo sorveglia,
discreta,
la pacifica luna.  

Piazza Arnaldo da Brescia
Cade dal cielo di piombo
a scrosci la pioggia
con fradicio odore di fiume.

La statua del frate la beve,
braccia spalancate,
faccia rivolta al cielo.  

Alba nel Monferrato
Alba nel Monferrato,
davanti all'abbazia di Vezzolano.

Luce chiara e silenzio,
assoluto silenzio naturale.

Il sole che nasce da quel bosco,
sono certo,
non è quella pallida frittata
che attraversa i miei cieli quotidiani.  

Il mondo
Vi dico quel che sento nel profondo,
e - v'assicuro - non è cosa vaga:
nutro risentimento per il mondo.
Ma il mondo tira dritto e non mi caga.  

Non mi hai fatto niente
"Non mi hai fatto niente,
faccia di serpente.
Non mi hai fatto male,
faccia di maiale!"

Così, con aria cinica e impunita,
vorrei sfidar la sorte in questa vita.  

M'ama, non m'ama
Lo dirà questo tenero fiore,
margheritina d'autunno,
se m'ami o non m'ami.

Lo dirà questo povero fiore,
perché tu non lo sai.

Lo dirà questo fiore sgualcito
se m'ami o non m'ami:
lo dirà coi suoi petali pari.  

Amnesia
Coltivo l'amnesia
e delle offese elimino le tracce.
Attenuo l'inquietudine nell'ombra
e nella vaga nebbia
stempero l'insopportabile mia ora.

Ma sempre la memoria
mi tende vecchie trappole a sorpresa.  

Vorrei
Vorrei ma non parlo.
E il silenzio m'impaccia,
mi lega e m'impasta,
m'impregna le ore,
m'infradicia i giorni,
m'intride la vita,
la pallida vita in ammollo.

Farei ma non posso.
E l'inedia m'inchioda,
mi ferma a mezz'aria,
svuotato e leggero:
galleggiano i giorni
e trascorre la vita,
la pallida vita sospesa.

Andrei ma non parto.
E l'accidia mi blocca,
mi tiene ancorato.
legato per sempre:
e appaiono i giorni
una breve catena,
la pallida vita al guinzaglio.  

Desertificazione
Da tempo
filtro sentimenti,
contengo emozioni,
controllo rabbie e depressioni,
tengo a distanza desideri.

Così
una compatta tristezza
raddensa dentro cupe ostilità
e i confini del mio cuore
ora
son segnati da arido rancore.  

Il tempo sospeso
Era proprio una torrida estate,
vuota e ferma la strada,
come solo negli anni cinquanta,
deserto il cortile,
silenzio assoluto,
nemmeno il frinire
dell'antologica eterna cicala.

Al tavolo di pranzo
contavo i francobolli dell'Honduras,
fresca la stanza,
abbuiata con sapienza dal mattino.

Da lontano
un modulato fischio limpidissimo
librò le dolci note antiche
di "Fenesta cha 'llucive e mo' nun luce"
Sospeso il tempo ed io.
Ferme le mani e i sogni.    

Che resti comune la fossa
Che resti comune la fossa
dove trenta o trecento disperati
sono stati interrati,
morti e vivi,
dalle pale di una ruspa militare.

Resti comune la fossa
e nessuno riapra la terra
per separare i corpi,
e contarli e ricomporli.
Nessuno,
per spietata pietà,
cerchi segni
per dare a quei brandelli un nome.

Resti comune la fossa che ha inghiottito
la capacità di pianto.  

Profughi
Esce da Goma la lunga carovana
e verso il confine si trascina.

Il fiume disperato ondeggia
e scorre lento
e brulica di teste e cose
e va senza rumore.

Lascia sul suo percorso
orrenda scia
di stracci e di catini colorati,
e resti di miseri bivacchi
e mucchi di immondizia
e merde
e carcasse di umani.  

Plitvice
Nei boschi
attorno alle splendide acque
ancora vagano i ragazzi,
ma dai cespugli segreti
dove ridevano in amore
ora tendono agguati.

Nel silenzio
la memoria
mescola orrore e tenerezza  

I bambini di Sarajevo
Non può tornare a ridere Branko
che con gli occhi atterriti
ha visto l'irreale massacro
della piazza del mercato.

Sergio non può nascondersi per gioco
dietro la fontana dove
la piccola Nina
è orribilmente caduta.

Nada non sarà donna
nelle stanze cupe
dove ha trovato sua madre
scomposta fredda irrigidita.

Dragan e Volja non avranno desiderio
di correre negli orti
diventati cimitero.

Andrea non potrà salpare
col suo banco di scuola
battello pavesato
verso isole incantate,
né potrà assopirsi
alla dolce cantilena
delle eterne tabelline.  

Mostar
Armano i mortai
e sparano a caso sulla città
i soldati apprendisti
che giocano al massacro
straziando muri e membra.

Cecchini da fiera, sparano:
una tacca per morto,
come nei film.
Gioco irreversibile e pazzo.
Una risata scema
se il bersaglio casuale
si muove ancora
e senza voce
si trascina nel sangue.

Vivere - così - non ha senso
e sopravvivere è atroce:
uccidere o morire è lo stesso.

Nebbia
E' il quattro novembre e la nebbia
mi porta una sera precoce.
Il grigio si adagia e dilaga,
nel buio si offusca la luna.

La mia allibita tristezza
annaspa su questa parete,
trabocca dagli occhi e, in silenzio,
in quest'umido lago s'immerge.

Io so che tu dolce la cogli,
io so che anche tu la respiri,
che abbiamo compagni i pensieri
anche dietro le chiuse finestre.  

Taci ti prego
Taci, ti prego, e chiudi gli occhi,
anche se tenue è il chiarore:
io appoggio leggero la testa
al tuo caldo ombelico ed ascolto
i battiti leggeri
e il respiro soave
e il gorgoglìo remoto della pancia.  

Memoria di seta
Sei memoria di seta e di velluto,
e dolce e incerto è il tuo sorriso.
Sei sensazione inquieta e breve,
e caldo e fragile il tuo odore.
Sei tentazione pallida e confusa,
e vago desiderio di tepore.

Ma desolante è il luogo,
e breve il tempo,
e debole l'incanto.  

Pallide intenzioni
Scelgo la busta più elegante,
c'infilo un foglio bianco
e poi
con cura la indirizzo a te.
Ti sembri originale
questo messaggio muto.
Ti sembri forte e caldo e strepitoso
questo niente.
Sorridi - tenera - per me,
che non trovo le parole.
Trattami con dolcezza
e tieni al caldo
queste mie vuote
pallide intenzioni.  

Perimetri brevi
Ho tracciato perimetri brevi
attorno ai miei sentimenti
ed è poco lo spazio,
è poco lo spazio che resta
alle rare emozioni.

Per questo ti chiedo, ti prego,
non starmi vicina così,
con troppo fervore,
e non guardarmi negli occhi,
e non parlarmi di me.
Sii dolce e distratta,
sii tenera e un poco svagata,
sii pallido amore lunare
e discreto silenzio.

Divieto di accesso
Da qui
sento flebili suoni
di miele.

Ma ho sparso intorno segnali
con divieti di transito e di accesso.  

Ascolta le lievi emozioni
Ascolta le lievi emozioni
che fanno tremare
anche solo un momento il tuo cuore.
Ascoltale e assorbi
il dolce sapore che hanno.

I giorni
verranno poi grigi ed uguali
a sopire,
a coprire con strati di noia
questo raro e vivo sentire.
La crosta del tempo
farà più assoluti
- vedrai -
questi trepidi istanti essenziali.  

La tua tenera mano
La tua tenera mano
posata sulla mia nuca
per un breve momento
forse
potrebbe bastarmi.
La mia fronte sul tiepido collo,
il respiro pacato,
gli odori,
il silenzio, il silenzio,
i pensieri leggeri,
nessun altro gesto,
il caldo respiro e gli odori,
la faccia nascosta,
i miei occhi sul tiepido collo
e dietro la nuca
una tenera,
una tenera mano.  

Pelle
Ho sfiorato la tua pelle col dito
scrivendo parole d'amore.
Ti ho coperta di cabale e segni,
dalle caviglie alla nuca.
Alcuni messaggi, veloci e decisi,
ti han fatto ridere un po',
per altri hai vibrato,
e altri leggeri ti han fatto assopire.

Sulla tua schiena ho tracciato
una parola segreta
che non ti dirò,
scritta e coperta con cura
da ghirigori infiniti.  

Il primo amore
Il mio primo amore
è durato sei giorni più uno:
sei giorni ubriachi
di mille infuocate parole
e un giorno, uno solo, di baci.
Sei giorni di sguardi,
niente lì attorno,
e un giorno, uno solo, di baci.


Home page  Lettura   Poeti del sito   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche