Carne Carne da coltivare e dissetata negli specchi riscaldando il ghiaccio degli occhi Scambio di carne nei corpi per continuarci per allungare la memoria consegnare il bottino alle somiglianze che vediamo solo noi e spesso violentiamo perché hanno disobbedito con identità diverse Carne da lavoro da sfruttare da macello da sesso da mangiare condita di preghiere Carne fotografata da ricordare da impressionare Poi un'ostia un calice sollevato si avalla la sordità ma l'agnello bela di dolore al richiamo di madre è solo difesa dicono non ha anima come il nemico ...ancora carne sdoganata per le fauci Carne marcia nella terra con l'anestesia di filosofie e preghiere Nella guerra del seme ancora morti un 'eroe nelle carne ci continuerà uno nella polvere forse ci darà una patria e nel cielo il sogno di vedere le ossa volare - Dal volume: Soste precarie - Grevi pensieri La mente eiacula pensieri assetati impazziti d'amore terrorizzati e come uccelli in coriandoli di piume sfuggiti ai fucili che nello stremo diffidano di ogni sosta apparente tranquilla dove potrebbe consumarsi l'agguato e volano..volano nel destino del vento dove la paura si perde,si placa ma il cervello per i suoi figli bizzarri che evadono dalle morse dell'anima muta e ferita per finire al linciaggio di occhi di bocche qualche volte per riportarli al decoro salvarli guida una mano tremante alla tempia per sopprimere i ribelli deliri Ah!... basterebbe anche solo uno sguardo della donna che ami e vedresti un fiore di loto indenne alla piena del fiume una foglia danzante coi colori d'autunno ridare colore e profumo ai malsani cupi pensieri - Dal volume: Soste precarie - Piccoli paesi Facce stravolte con salive che si difendono alle gole guardano donne che si pongono esche su tacchi a spillo in equilibri sicuri veloci meteore di roventi ricordi che esploderanno tra recinti di mura per gabbie di vite col nome spregevole che la pronuncia accartoccia la pelle buca il cervello per l'evasione dei sogni .....condominio.... Sono serate di alveari frustati piccoli paesi che riempiono noie col mestiere d'illusi e sproloqui divorano anime in pena tra fioche luci di piazze che addomesticano belve a caccia di cuori evasi dall'immaginazione finiti in un film o stesi sotto il peso degli occhi Su un giornale illustrato Una campana col metallo corrotto è il gong che sbaraglia le vite per vicoli in numeri che tutti leggono come zero assoluto da riempire ....domani............ - Dal volume: Soste precarie - Inverno Si mimetizzano le vite col silenzio e il sole sbieco occhio di misteri coltivati coperto e lontano da nere nuvole di malumori perde l'ultimo calore per anime già fredde di disprezzi fuorviati dal prestigio di improvvise frette lontane da insidie di memorie che è meglio non avere Fiocchi di neve farfalle che si posano su piante già spolpate appianeranno i fossi di vite già adagiate per il bianco manto di finte misere uguaglianze che al disgelo estorceranno farse di pietà La notte nera si poserà sul bianco manto e il latrare dei cani dirà addio ai cuori spenti vissuti negli incondivisi ...... estremi........... di eroi che finalmente non danno più fastidio al bon ton dei passanti - Dal volume: Soste precarie - Metropoli La notte leggera spugna di respiri e di agonie di sogni impigliati a memorie sature di odio e violenze camuffate in galatei di regime si nutre del frenetico calvario dei dannati offre nero sfondo del mercato del sesso con ulcere di copertoni che bruciano nel cielo rovesciato del Dio zoppo evidente il denaro nel fruscìo artificiale vento di inganni che lustra le follie ambite nel giorno da mediocri passanti saturi di qualunquismo di noia letale ad ambizioni arrostite dall'enorme occhio del sole che espande i raggi come grumi di sangue infetto per le vene di metropoli nel sordo orecchio delle tetre coscienze insensibili alla luce dei sorrisi dei volti artificiali - Dal volume: Soste precarie - Sagome Si scrutano gli amori nella paura del rifiuto e il silenzio atomica dell'anima disintegra certezze mentre un gabbiano gli riporta il cuore che avevano liberato per incatenarlo ai dubbi C'è violenza negli sguardi ognuno per entrare nel ventre dell'altro ma le figure vedono un estraneo armato di segreti complici di oscuri pensieri Servirà la notte ad allentare le difese tra incubi agguerriti sconfitti da una mano gentile e un bacio che morde la propria lingua Le mura sature di inganni faranno un applauso al coraggio del risveglio davanti a uno specchio che incanta i difetti Giorno dopo giorno si accantonano le teste estirpate dalle strade per il gioco nel buio nell'indomita coscienza nutrita dal ricordo di un amore suicida .......nell'orgoglio........... di due sagome - Dal volume: Soste precarie - Decenza Il tempo mago pirata domatore fasullo di ansie questo nulla invisibile che materializziamo col dolore e lo giochiamo nelle attese amore per farci del male mentre ci guardiamo il sangue che non esce e volgiamo gli occhi al cielo del Dio che ci hanno insegnato senza crederci ma non si sa mai è meglio non avere prove la coscienza è variabile nel dimenticare nel pentirsi e i giorni sono una spugna sul viso corrotto dalle smorfie che ci sono servite per assorbire gli inganni per ripartire dritti verso dove già credevamo di essere Una ruga sul viso si offre trincea per fermare i morti risorti i vivi che non se la sentono ....di continuare..... mentre i ricordi sono cadaveri nella moviola nella memoria che si serve appunto del tempo per la lunghezza dei passi Sai amore in ogni secondo che passa non siamo più noi abbiamo già a portata di mano il pensiero di come eravamo e davanti il certo traguardo che preferiremmo fare all'indietro ma possiamo solo arrivare meno sfiancati con una presenza magari ......decente......... - Dal volume: Soste precarie - Disincanto Nella pausa di una nuvola una stella affettò la notte tracciò un sentiero interruppe i tentacoli del dolore coperto dal miagolio dei gatti che nell'amore si salutavano per gli agi della solitudine Puntai una luce e un camino che nello sparo dei fumi alleggeriva le abitudini di apatiche convivenze lo capìi dai vortici sospinti dai respiri di noia distanti dall'anima di lì a poco pronta a congelarsi per l'inverno Quando entrai vidi la donna che un tempo tra smancerie chiamai amore non rendersi conto che tornavo dal buio a cui avevo ceduto qualche follia Con la testa fece un assenso nel silenzio e tra i piedi rotolò l'abbraccio di due vite col futuro nei ricordi di ieri - Dal volume: Soste precarie - Specchio d'inganno In anticipo i miei capelli espulsi dai pensieri sotto fili di ansie alla terra lasciati cadere in anticipo dalle frenate delle ire del vento Bugiardo lo specchio mi parla aggiusta la psiche per le vanità che gli occhi non hanno mai perso Scricchiola un dente inciampa nel silenzio che mi son dato anche per verso del rumore di bocca stanca di filtrare i rancori espulsi dal cuore Ti vedo figura seppellire i ricordi nei solchi profondi degli anni che nel baro destino non furono miei e seguìi come farfalle fino al piede sbagliato al precipizio senz'ali Ti vedo donna alle spalle nella sicura promessa del finale che hai spostato ogni giorno per un amplesso che non concede ....memoria..... Sbrigati notte infinita su quest'anima torbida a stampare una foto migliore su questo vetro che vedo già muro invalicabile di ogni altro piccolo sogno Lascio un nero gioco di cenere per il vento .....dei posteri....... - Dal volume: Soste precarie - Grigiore Grigio il cielo a novembre elabora l'amaro pianto dei morti infilzato da uccelli in ritardo che eludono pallottole sparate nel vanto di miserie d'animo Le foglie cadono spogliano i frutti e li vendono a ingordigie di gole sotto occhi premiati dall'imbroglio del tempo A ogni forma di vita che cede all'addio c'è n'è una che arriva lo conferma un vagito di bimbo che mano mano con appena un dentino copierà un sorriso tra i mille colori che quest'autunno usa per truccare ogni vita sospinta lieve alla morte - Dal volume: Soste precarie - Down E...................... tutti presero il volo tranne uno il cielo o forse la sconfinata libertà gli fece paura e si affidò agli uomini depositò per sempre le ali nel canestro di ogni cuore Vide sempre un miraggio all'orizzonte per un cerchio col dito nella nuvola adagiata per un anello da regalare a Dio un traguardo di una gioia per un sorriso agli occhi del rifiuto Conobbe il dolore nello sguardo di madre verso la parata delle rondini in ogni primavera e sempre più vecchia nell'inseguire un insetto da catturare per chi solo sulla terra che odia il diverso .......non può volare........ ma taglierà per una sola volta le nuvole nell'unico richiamo ..........degli angeli........... - Dal volume: Soste precarie - Canna di veglia Sull'incuria di una tomba arroventata dal sole vegliava una canna che esile al vento si inchinava alla foto accecata da eccesso di luce e pennellava soave col suo fiore lontano da grazia la solitudine al cielo Nell'ombra breve che dava sollievo allo sguardo il vegetale l'unica vita a difesa di morte che vinceva lo strapotere scolpito in lunghi epitaffi che aspettavano nel due novembre la gara di sfarzo del premio dei fiori ....me ne andai mettendo in tasca ....un seme di canna... - Dal volume: Soste precarie - Specchio di donna Il mio dente d'oro sfuggì alla morsa di unghie artigli di falco nel premio di posta e rimbalzò vorticando come acrobata in pena che rende sudore all'ultima luce di gloria per finire sul tuo freddo cuore avvolto di cenere di un bruciato riscatto Nell'urlo del vento si interruppe l'amplesso tra rumori di voci di fremiti corpi di lamenti esplosi da fauci essiccate e si ripulì un solco di ruga torrente dell'ultimo occhio socchiuso che capì la sorpresa L'autunno che dico incorniciò nella finestra le foglie nel lento saluto di mani spezzate per perse carezze .... d'addio di un'anima sola che cercava un abbraccio in un refrattario specchio corpo di donna ......malvagia....... - Dal volume: Soste precarie - L'unica traccia E' un diamante liquido dall'aspro sapore uscito con violenza dalla bocca delle tenebre saltando la rabbia dei denti E' solo una saliva che resiste nelle fiamme del sole si offre tracce della mia tormentata esistenza Nomino voi corvi di drammi a vegliare l'ultima strada del mio stanco cammino a incitare il morso di ruote nel pazzo destino per il taglio di lembi dell'ancor succulente carcassa e poi indicare all'anima che mai si elevò dalla terra il loco più vicino degli inferi tralasciando ogni sguardo di cielo che vi incute paura per la nera nuvola che sempre in vita vidi passare e potrebbe tornare sui crani a vagare e sciogliersi in vendetta tra quei lampi che intesi di gioia e che mai riuscii ......a fermare............. - Dal volume: Soste precarie - Solitudini ¹ Tra mure insulse respiri annidati osservano l'indifferenza che infilza le anime seccate dai silenzi nel tetro squallore di rabbuiate coscienze nel ricatto dei pensieri nuovo cottimo del domani coda di vita tagliata dal corpo folle in curve di tragitti ballatoi di piedi disertori al comando degli occhi vedette impazzite che ruotano nel mare degli esclusi - Dal volume: Soste precarie - ¹ note: linguaggio sperimentale-veloce Luce d'inganno Con ombre inquiete trafitte da luce filtrante da spazi rubati a finestre imprecise lenta si spoglia con giochi d'inganni in questa stanza guscio violato d'inerme animale l'ultima pace dell'anima mia - Dal volume: Soste precarie - Che siano i lettori a dare un titolo Di nascosto per paura di me stesso andai a trovarla al cimitero per dirle ciò che mi aveva impedito il coraggio...di entrare nella sua timidezza aggressiva nelle difese Il nostro fu un amore intenso fatto di silenzi di gesti di sguardi da interpretare che fondevano le anime mute Non ci fu mai dialogo verbale nemmeno in sogno mai un abbraccio una carezza un bacio magari coperti da un saluto Apparentemente morì prima lei nell'anima non so non lo saprò mai Giunto nel luogo dove dicono finiscono le pene vegliata da un cipresso con la schiena piegata come a tendere un orecchio e dar conforto al lungo sonno vidi la sua foto sulla ceramica cotta a mille gradi Dalla scrittura qualunquista qui riposa.... due solchi mi riportarono ai suoi occhi lo scavo di due lacrime mai interrotte Intatto era rimasto il dolore mi guardò con sospetto ....e io cercai di parlarle ma la bocca non rispose Intorno vidi altre lapidi coi volti sereni come a invogliarmi a rimanere ma proprio accanto a lei non c'era altro posto per dormirle eterno accanto Me ne andai con passo leggero ...notai una caverna scura nel petto lasciata dal mio cuore Io unico morto che camminava seguito da un'ombra che al mio voltarsi si dileguò nel silenzio eterno dei respiri - Dal volume: Poesie cialtrone - Silenzi domestici Lunghi silenzi di amori smarriti con bocche incollate a nervi scoperti sotto finestre di ghiaccio che ripassano l'oltre del tempo fuggito Le pareti hanno visto fusioni di affetti rotolare nello scambio di merci tra egoismi difesi da barre di ciglia nell'unica regola certa fuori dall'odio ......il dovere...... Nel trasporto dei sogni infilzati dal quotidiano una nuova TV supertecnologica schermo piatto come la vita e arredo giusto tra i fiati del dialogo si offre moderno Caronte per l'anima ormai aperta ai peccati che in un tempo appena alle spalle scontavano pene pesanti per lievi sospiri di gioia ma ora chiedono il compenso in anticipo per certezze d'enigma Coperta nera ...la notte per il caldo dei morti che vivono ancora e vanno incontro ai fantasmi e alle catene del giorno Dimenticavo poi c'è un copione sociale che ai benpensanti apre le porte con mostre di denti per recitare sorrisi e due mani avvinghiate a figure col tatto all'ignoto e la presa al presente il tutto per il gradimento perverso di un pubblico Per ogni sollievo c'è un prezzo come ogni rosa che chiede per lo splendore, alle spine una goccia di sangue così l'amore che ho detto per tenere in vita la sua bianca anemia nessun spiraglio di luce ai due cuori reclusi con l'aggravante dell'anonimato in ogni racconto Scusate se sono spietato forse i due nomi ...potevo inventarli giusto per metterli nella ruota del tempo e farla girare un po' in più della fine .....di un amore che muore........ - Dal volume: Soste precarie - Parole fredde Sono parole fredde che hanno aggirato il cuore per giungere a quella che non sei più tu E' uno stagno d'acqua morta la memoria e io son stanco di lanciare sassi per le tue piccole onde di illusioni Sono parole fredde rimaste senza voce e passano per gli occhi che esibiamo con rispetto Sono parole fredde sul muro delle labbra che reggono il silenzio Fa eco la mia rabbia scagliata a pugni chiusi sulla tua vanità che ha perso le misure I fantini che hanno cavalcato il mio dolore ruotano il frustino e fanno un inchino ai brandelli dell'amore Dio ingordo di preghiere con la mano piatta sopra di chi non l'ha chiamato Sono parole fredde che congelano l'indifferenza di due sagome che si animeranno per l'unico sforzo di non incontrarsi mai più.. mai più... mai più ... - Dal volume Parole fredde - L'impossibile Il mio gatto aveva cercato di imparare a volare senza mai riuscirci Io con mille modi avevo cercato di esplorare la valle del tuo seno senza mai riuscirci Un giorno vidi il mio gatto schiacciato su una strada e mentre regolavo il mio dolore un falco lo prese con gli artigli e lo portò nel cielo Pensai ed ebbi ragione E' più facile che si avveri l'impossibile e non il possibile il cui solo limite è il consenso - Dal volume Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie - I malvagi Circostanze anguste rafforzano il mio credo che la morte coi suoi denti acciaccati per masticare ossa ha ripiegato la sua fame sulle schiene piegate sulla carne indebolita dai dolori e aspetta con pazienza quasi con riverenza gli anni lunghi dei malvagi che in fondo sono loro che fiaccano le vittime - Dal volume "Poesie cialtrone" - Il matematico Le ore e i minuti dominano gli eventi i sogni sono un incidente nelle ore delle notti che passano con visibili misure per coincidere con il giorno successivo Stasera c'è la luna calcolata in un'eclisse senza misteri Stasera tua moglie andrà a dormire con amori senza peccato, senza numeri con un orgasmo senza peccato e senza formule Tu lo spiegherai con una febbre con le cifre della battaglia di anticorpi disertori conterai i minuti del conflitto e quelli che ci vorranno per la pace e quanti ne dovrai annullare per l'equilibrio Ricordati che ti sparerai squallido matematico nell'equazione; amore milioni di sensazioni che si annullano in due corpi che si annullano - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque - Allertatevi Avvertimi o morte a te solo l'anima serve e io qualche pezzo per ricambio voglio donare Allertati o mano spero che tu vada a finire su braccia a riposo e non straziate dal troppo lavoro per andare a toccare nobili seni che la povertà mi ha negato Allertatevi occhi auguro a voi vagar per il mondo a stupirvi per bellezze che ho visto a palpebre chiuse in sogni mai avverati Allertati cuore che hai sempre pulsato tra angosce e paure e portato per tutto il tempo a spasso il dolore c'è un petto in attesa che ha sempre ospitato la felicità Allertatevi orecchie per cancellare urla e minacce assorbite per le povere strade e tenetevi pronte per dolci parole e sussulti d'amore Io non potrò vedere la collocazione auspicata ma sicuramente non potrà capitarvi di peggio I poveri sono destinati a morire nelle liste d'attesa e poi dico a voi .... miei cari c'è sempre il rigetto per una seconda vita che non vale la pena - Dal volume "Amori scaduti di un essere qualunque - Vite scontate Ci sono vite scontate sono soldati che non appariranno mai né sulle pagine della vittoria né su quelle della resa Sono i manovali della gloria che altri prenderanno sono atei senza né ieri né domani sono puttane che non hanno fatto né soffrire né divertire sono nuvole con un'acqua che né serve né è di troppo sono le pause di un discorso preparato sono vite nell'oblio ... saranno milioni di croci allineate.... - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque - Notte di luna Stanotte non riesco proprio a dormire guardo la luna amica, nemica di ladri e puttane e la maledico per avermi ispirato amori sprecati C'è un vento sottile è il respiro sottile dei morti ingannati da falsi confini per l'eterno riposo Il cuore mi parte e si unisce alla notte Io penso domani vedrò figure che occuperanno i miei spazi sarò costretto a sentire parole che tenteranno di levigarmi la mente a sopportare sorrisi che si scaveranno degli agi che si aggiusteranno un dolore da tornaconto Spezzano i miei pensieri il grido dei gatti che fanno l'amore in modo violento mentre una nuvola copre gli intrighi della luna - Dal volume Vite contromano - Ogni dolore Sono appena tornato da me stesso Lungo il viale vedo un cane impiccato gonfiato dal dolore Capisco che gli uomini non si ameranno mai Mi sento così solo che rimpiango tutti gli sguardi che ho incontrato e anche se non mi ami più ho tanta paura per te La tragedia di amarti mi toglie l'indifferenza che vorrei verso ogni sorte che non mi appartiene E così mi importa di ognuno che muore di ogni gioia spezzata di ogni velo che copre il dolore degli altri - Dal volume Vite contromano - Le morti bianche L'operaio capì che l'inferno e' sulla terra e il paradiso sono quelle ali che ti fanno volare sopra le miserie Dall'ultimo piano il decimo piano guardò il cielo fece per toccare una nuvola con un dito e precipitò nel vuoto Le chiamano morti bianche come avvenissero senza sangue Sono morti inopportune che spesso avvengono quando l'informazione è già impegnata in altri eventi Sono cadaveri con vite banali sono numeri decimali che non incidono sul bilancio Sono cani che hanno abbaiato nel qualunquismo per mestiere sono un nome nell'anagrafe che si scrive e si cancella come un'impronta nel deserto in pieno vento Sono i ricordi sbiaditi del giorno dopo - Dal volume Una farfalla all'ombra della luna - Amori Teneri sguardi che abbracciano il lordo dell'anima ignari che poi si scanneranno per il superfluo sul baro della bilancia lasciando ammuffire l'amore .............. - Dal volume Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Il mattino Il mattino un sipario che si apre a un pubblico che non si sa come reagirà allo spettacolo del giorno - Dal volume Poesie cialtrone - Quello strano passante lo lasciarono solo a guardare il girarrosto dei polli sul viale delle ombre a riposo tra la nausea dei cani al guinzaglio con una digestione a metà la donna con la gonna corta agli eccessi si disse posso guardare senza esser fraintesa un uomo con desideri diversi impegnato a raccontare bugie allo stomaco gli odori di quegli animali sospesi nel vortice del calore che donava il grasso alle fiamme mise fretta ai passanti strano come i poveri hanno l'orizzonte a due passi con cielo e terra incollati e sognano la verità separata da un vetro e una moneta suonante disse l'umanista ciliperti repolico lo storico cimara i politici gli hanno stirato il destino e nel farlo si sono appropriati del sangue manca la benzina per giungere al traguardo dei doni promessi il vento non tira mai di spalle per quelli che indietro rimangono e mischia polvere e fame per gli occhi e la gola aggiunse uno scontroso passante senza nome con un'identità coperta da un cappello a falde larghe quel passante ero io e ora che ho scritto la storia posso aggiungere che chi ha fame non può limitarsi solo a guardare e prima o poi qualche cosa far? - Dal volume Parole fredde - 57 Euro telefonai al direttore del night gli dissi ho merce nuova è bionda e non gli manca nessun dente ha il cuore giusto per sopportare gli insulti negli occhi ha il mondo visto di passaggio e l'anima non gli si è mai fermata renderà prestigio al tuo nome di mercante la vendetti per cinquantasette euro e una stretta di mano disse ti mando caronte ed ebbi appena il tempo di ultimare uno sbadiglio e l'uomo che a occhio e croce conosceva i giri del destino andò incontro alla donna mi disse non pentirti il prezzo è buono non toccarti la coscienza le puttane sanno fare solo questo mestiere a ogni albero il suo frutto una quercia non può portar ciliegie mi sentìi sollevato voltai gli occhi al cielo e sussurrai o nebbia di dio mischia bene le carte per un'altra partita il fruscìo dei soldi chiuse la storia - Dal volume Parole fredde - Io Finto Gesù la memoria aprì le porte al falco che divorò le certezze sorrise la gelosia retroattiva che mi appese agli occhi la mia donna in atti insulsi e il mondo mi cadde nello stomaco che vomitò i fantasmi che apparecchiarono la tavola di giuda io gesù mi guardai e mi sentìi le mani pronte per i chiodi vidi il tramonto degli eroi sconsolati strabici a guardare sul monte di pietà il disertare del pianto delle vergini si incollò la testa al petto lontano da ogni grembo per simulare un'accoglienza o lo stesso ...... un distacco..... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Scene d'autunno macchie di sangue sulla bianca divisa del cuoco fuori dal ristorante nell'attesa morta forzata di mestiere tra la spirale delle foglie che tentano l'inverosimile del viaggio inverso che finisce sulle insegne a tempo è l'autunno della vita media bollata dai disensi dal disprezzo di chi per etica e riflessi religiosi calcolati o assorbiti ha schifo di sapere che una bistecca è passata per la morte tra il colore del sangue servita a un tavolo tra le ciance di un amore tra la veglia camuffata di un vaso di fiori sotto gli occhi e le mani congiunte di un buddista è anche questo autunno della vita - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Il Bue stanco vecchio con passo forzato con la coda presa in giro dalle mosche con gli occhi torvi coperti dal sottile velo dell'addio prossimo il bue in silenzio supplicava le fatiche sotto un aratro che scorticava un'arida terra fu rimpiazzato provai grande dolore quando lo caricarono ci guardò con perdono capì che non l'avevamo tradito si rese conto e fu contento di andare al macello per ridurre seppur di poco la nostra miseria io bambino sussurrai quando avrò i soldi in tuo onore porterò solo scarpe di gomme - Dal volume Scritture agricole e metropolitane - Lisa Lisa un nome rubato al vento carne morta che continua a vivere discarica ambulante di noia, istinti e vizi di animali timidi, feroci spugna per parole volgari anima in superficie passamano levigato di un teatro che replica uno spettacolo per ascolti finti occhi nel vuoto dove ognuno convinto vi trova uno sguardo esclusivo giovane ma vecchia puttana ora giaci in un fosso con un trucco di fango come finto gioiello rubato e scagliato per rabbia nel posto più brutto e che nessuno reclama corpo su cui non cadrà nessuna preghiera quei fiori di pochi illusi sono tutti seccati io unico cane ho vergogna e paura di abbaiare............... - Nota dell'autore: per dar voce a quelle anime dimenticate che pur sono passate in questo mondo - - Dal volume Parole fredde - Tra i pioppi le foglie dei pioppi a forma di palpitanti cuori appesi al saluto dei rami per il vento come sollievo alle pene che scemano roteanti rumorose come denari caduti dalla conta svelta del furto ripartono le folate come brividi tra gli scheletri del destino che le anime pensarono diverso nel cappotto di spalle con passo svelto tra il fruscìo degli addìi e la distanza inseguita dagli occhi scompare la magìa per i tormenti mentre io sul tappeto dell'invito a uscire costruisco il volto tra le mura per la notte .... lunga........... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Il ragionier Cipolla Una vita fatta di numeri numeri che avevano divorato la sua fantasia ogni evasione gli sembrava un errore aveva un unico diversivo che spesso gli sembrava una colpa il sabato mattina andava a pesca ma anche qui c'erano i numeri numeri di pesci sfuggiti, abboccati peso specifico, calcoli di probabilità lo chiamavano il ragionier Cipolla per quel velo che si formava sui capelli unti da uno strano intruglio di un'antica ricetta aveva il viso tondo e liscio proprio come una cipolla una mattina d'autunno di nebbia mentre lanciava lontano l'amo si impigliò in un ramo all'indietro e con i piedi scivolò nel fiume mentre i pesci curiosi gli danzavano intorno non fu mai più ritrovato anche perché il mare non era molto lontano ogni tanto su quella sponda c'è un mazzo di fiori che nessuno ha visto mai posare qualcuno dice che sia una donna che ravviva il ricordo chi un cane, chi addirittura un pesce sfuggito a quell'amo io l'altro giorno ho incontrato uno che sosteneva che più volte in quel posto aveva sentito una voce cantare di certo quella morte ebbe bisogno di numeri i carabinieri misurarono la profondità dell'acqua i passi all'indietro per la rincorsa del lancio la lunghezza del filo il tempo dell'agonia - Dal volume Parole fredde - Il giorno dei pazzi Oggi è il giorno dei pazzi stanno arando le strade con chiodi e lamenti sui tetti bandiere di donne con figli aggrappati al collo sui seni dalle finestre il pubblico getta il riso alle follie che si andranno a sposare col tempo appena uscito di scena lasciando il posto ai normali ringhiano i cani col ruolo sospeso nel vedere a quattro zampe gli umani che cedono il posto al progresso finita la festa domani la fame sarà nebbia per vicoli e piazze e dall'arena si farà la conta dei finti leoni soppressi i cani ritorneranno normali a ripulire carcasse a giocare con gli ossi - Dal volume Parole fredde - La moltiplicazione L'onorevole Scaltrezza invitò i suoi probabili elettori ad assistere davanti a una cesta alla moltiplicazione dei pesci spiegò che in un tempo breve ci sarebbero stati pesci per tutti e iniziò un lungo discorso alla fine ringraziò e disse che il prodigio era già avvenuto quando qualcuno fra i presenti gli fece notare che c'era ancora soltanto una cesta l'onorevole sorpreso ammonì che la moltiplicazione era avvenuta nel mare e tutti in fila corsero......... ........ al mare...... - Dal volume Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie - ripetuta in: Parole fredde - L'ispettore Tagliola Ogni verità è soggettiva ogni verità ha un'anima ogni anima tenta di ripulirsi da ciò che più fa male ogni verità può essere una trappola per i nostri occhi di giudizio ogni giudizio deve saper saltare gli agguati degli istinti ogni verità mette paura e la paura mette fretta alla mente la sete di verità confonde oasi e miraggi la verità è un arcobaleno che un bimbo crede di toccare la verità è un sipario che nasconde le prove di una recita il mondo è una trappola diceva con ossessione l'ispettore consumato dalle sorprese degli anni e allenato a preparare esche lo chiamavano l'ispettore Tagliola era ateo e diceva che se ci fosse stato Dio non ci sarebbero state storie irrisolte un giorno per risolvere un caso una donna fatale gli diede una sola enorme certezza era lei il suo amore e il malcostume e le maldicenze che lei portava a suo seguito erano generati da occhi distorti e da bocche infamanti tenuti lontani da un'eccessiva bellezza l'ispettore perse i suoi dubbi e finì complice per gelosia di un omicidio e nella foga e nell'ira nessun alibi costruì nella foga quando lo portarono via gioì non era stato non aver dubbi a farlo cadere ma qualche cosa che andava oltre l'umano una donna....il mistero... capace di annullare ogni esistenza anche la più prevenuta - Dal volume Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Si affaccia la luna In questa notte di fulmini e lampi sterili si affaccia la luna che gioca dietro la vestaglia delle nuvole che hanno perso la verginità in un'acqua caduta come lo spruzzo di una benedizione di un prete che ha fretta di andare verso il peccato della carne - Dal volume Poesie cialtrone - Senza scarpe Camminava zoppicando aveva nelle scarpe tanti sassi e non poteva fermarsi per rosicchiare i ritardi d'ogni genere chi lo immaginò senza più recupero gli suggerì con ironia di camminare scalzo,premio due scarpe nuove e un nuovo probabile traguardo lui accettò e il sangue avvelenato dai piedi uscì si sentì leggero senza scarpe gli spuntarono le ali e arrivò con grande anticipo incredulo la folla lo acclamò e nessuno ebbe il tempo per deriderlo lui provò pietà quando vide quelli che si erano divertiti a cronometrargli il cuore e gli sembrarono tra la folla indistinguibili fili d'erba in mezzo a un prato che anche senza di loro,sarebbe rimasto ugualmente verde - Dal volume Pensieri che non dormono mai - Il sorteggio Lenta con fare impercettibile una lumaca attraversò indenne la strada fece la stessa cosa un uomo mediocre e una macchina gli rubò per sempre la vita che servì al destino per un mosaico dove mancano sempre i pezzi sorteggiati a prezzo zero per il dolore di chi resta purtroppo era un uomo qualunque che per strada si confondeva qualcuno gli regalò una stella che non conosceva altri evidenziarono un vuoto che non era stato mai pieno furono scavate frasi e commenti di gloria mai seminati il tutto durò solo un giorno poi l'oblio divoro per sempre quel nome un nome come tanti sorteggiato al posto di una lumaca io penso per restare in qualche memoria bisogna aver fatto del bene o del male in modo abbondante - Dal volume Pensieri che non dormono mai - Per una nova vita Da ridicole campagne da dove si sperava un abbandono alcuni polli finirono in salotti dove persero le piume su lucidi pavimenti con dissenso moderato i portaborse asciugarono l'unto dei formaggi i maggiordomi arbitri di parte delle attese sorvegliarono orologi immessi in un tempo senza fine la cameriera coi tacchi a spillo controllò le movenze dove si persero gli occhi degli attendenti squillò il telefono suono d'avvio per convenevoli reverenze e ossequi di istruzioni dei presenti la sciarono la casa dell'onorevole coi loro denti ormai dislocati nelle stanze del potere pronti ad azzannare una nuova vita in seguito ci furono sorrisi irregolari con denti misti che qualcuno chiamò sogghigni bastardi - Dal volume Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Cinque dita Cinque dita sulla fronte sparse come pilastri a sorreggere lo scheletro dei ricordi cinque dita come tentacoli aggrappati al tetto dei pensieri col peso del palmo che si faceva leggere ora sipario avaro di ombre cinque dita nei capelli superstiti a quelli che ti ho regalato per le ansie di perderti cinque dita per contare la finzione di un amore solitario cinque dita ora quattro alleate per il solo gesto vincere l'indecisione dell'indice di accarezzare con forza un grilletto cinque dita per un pugno sul tavolo per la sconfitta dei cattivi pensieri cinque dita per salutarti amore che non mi servi più a niente...... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - La zanzara Lasciò la palude e venne sul mio collo bussò con un ronzio alla porta delle vene si servì senza risposta del mio sangue avvelenato di rimorsi con un giro fece un'aureola intorno ai dolori impigriti di mestiere a guardia del grigiore arbitro sicuro di luci e ombre briganti e esche per la rapina delle gioie del cuore dissi alla Zanzara vai da lei per una trasfusione e spezzagli il sorriso del suo mondo che mi esclude l'animale disse c'è troppo peso nella rabbia e non riesco più a volare verso le gioie che dovrei inquinare rovesciò le ali sulla bianca formica e morì insieme all'ultimo sussulto che pur nel peggio il mio cuore avrebbe... avuto... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Giudizio Un occhio socchiuso uno sguardo rivolto a un cielo soggettivo una gomitata due labbra serrate un corrugare la fronte due braccia allargate una bocca storta una faccia impietrita una mano alla tempia per uccidere un'anima a significare non vali niente ogni gesto un francobollo di solo andata che poco è costato per spedire il giudizio di un'intera esistenza e quante volte con un gesto abbiamo ucciso un cuore che si reggeva su falsi precari equilibri siamo tutti rispettabili assolti bianchi assassini - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - La maestra Con le mani sottili traccia sulla lavagna il futuro dei bimbi monelli increduli sbigottiti tra essi c'è uno triste silenzioso che non sa riconoscere che il dolore gli giunge dal suo piccolo cuore la maestra fa fatica ad accettare che quel piccolo figlio non è suo non potrà essere suo e ogni tanto ingoia un'amara saliva per evitare il plagio dell'anima e parlandosi dentro si ripete imparzialità imparzialità quei monelli sono un nido nel suo cuore e tra essi c'è n'è uno più piccolo che ha bisogno di un amore più caldo la maestra tornerà a casa tra le cose di sempre la maestra è una figlia con una madre malata con il padre partito la maestra ha un amore arrangiato che stenta sotto il velo della vita la maestra questa mamma di tutti che morirà in modo banale con mille infanzie nel cuore lontano da ogni riconoscenza - Dal volume Poesie cialtrone - La coda Scansò la coda per aggiustar l'accomodo e gioì più che dal piacere fisico dall'aver un corpo anche se immobile capace di smuovere le altrui voglie che per troppa foga si dileguavano in tempi brevi mentre lei anche pensando ad altro faceva contare a chi non ne poteva far parte quelli disposti a mettersi in fila in piena luce ed esser prigionieri nella mente e chissà nell'anima di antiche voglie da sfogare che condizionavano l'esistenza gli idealisti si lamentavano dietro un'icona all'improvviso troppo piccola che cambiava anche sembianza senza coprirli la coda si abbassò da sigillo di una stagione breve degli amori da tourn-over già conclusa sia i partecipanti sia gli esclusi si abbandonavano a disdicevoli commenti mentre io coglievo un fiore e lo lanciavo sulle spoglie delle gioie concesse che trasportavo in sogni che forse si potevano aggiustare - Dal volume Scritture agricole e metropolitane - Audience Facce maligne pescano dal canestro dolori confezionati da regalare al pubblico numero utile per l'audience è il dolore spettacolo da approvare sotto milioni di occhi fa scena il racconto sotto i riflettori di luci studiate con trucchi di morte e musiche di sottofondo è brava la conduttrice a offrire spiragli e conforto senza mai perdersi un primo piano e bucare lo schermo finire nel sogno dei fans il regista coglie allibite quelle anime da cartolina che si tolgono il peso del male nella maniera peggiore - Dal volume Poesie cialtrone - Combinazione Di notte nel piccolo paese le anime adattate fecero il giro dei quartieri chiesero aiuto ai cani per le novità ma dal latrare lessero che i cuori erano sui tetti per parlarsi clandestini fino al monito finale di celare gli amori di riserva anche se più importanti delle sagome congiunte che avevano bisogno di restauro per il decoro degli incroci degli occhi pieni di peccati da custodire per ognuno nella cassaforte con la combinazione di lettere riunite per la parola chiave .......insoddisfatto............ - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Per l'arte Sentii le mie parole rimbalzare sulle orecchie dei cassieri contendenti della mia anima pegno per l'arte che cercai mentre refrattari anche gli amori che non videro la scena del traguardo assicurato recitarono gli abbracci sotto sguardi appesi a racchiudere il generico di vite di passaggio e attardate dietro pazienze appena sopportabili allerta a schivare visibili condanne ma per l'arte dimenticai il male sulle scie sicure di raggiungere una speranza per occultare il ritardo di finte pietà inutili sul prezzo dell'anima già pagato al male - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Cercai Dio Cercai Dio nel cielo ma vidi solo stelle, nuvole lo cercai tra gli uomini ma vidi solo odio incontrai due occhi imploranti per fermare la mano cattiva su quegli esili bimbi ma Dio era assente poi pensai Dio è il volto lontano, annebbiato che ognuno vuol dare a un urlo a un grido a un lamento uno strazio Dio è una dubbia consolazione ma sempre meglio di niente è il tentativo di dar voce al silenzio - Dal volume Piccoli rumori dell'anima - Per volare L'amava così tanto che filtrava l'aria che respirava nascondeva il suo viso dietro i fiori per far si che il sole non gli giungesse mai diretto la seguiva come un bambino ai primi passi per paura lei cadesse gli imprigionò la vita e lei lo aiutò nell'allaccio delle catene il tempo lasciò fare ma silenzioso cambiò rotta e sul viso si posò il dolore sui capelli nevicò fuori stagione e il suo cuore fu rapito e liberato da una farfalla che lo sollecitò a volare e volò davvero sulla vita mai vista volò tanto che finì nel mare non sapendo che in esso non c'era appiglio per riposare il suo viaggio fu davvero breve e fu l'unico che gli regalò una gioia io non conoscevo la storia mi trovai per caso dove annegò segnalai quel punto per una statua con le ali in mezzo al...mare...... - Dal volume .. e ..!! le rose piangono al tramonto - Biblioteche Biblioteche tombe di cervelli stipati Bibliotecari becchini annoiati tra scritte di lapidi Frequentatori gli unici che capiscono che una sola vita non basta Le autorità sperano che siano in pochi a frequentare quel luogo di armi che un giorno potrebbero sparare proprio contro di loro - Dal volume Parole fredde - Anime al guato Ci siamo sfidati con l'arma del tempo a lasciarlo passare coi punti segnati sui volti assuefatti nascosti a leggere la platina sugli occhi d'orgoglio munizioni di dolori scambiati senza parole intente a vegliare oscuri giochi per l'anima al guato e siamo passati sui nostri fiori migliori estasiati dalle impronte del danno dai bianchi candori delle gelide soste del cuore siamo finiti senza conoscerci a informarci dei nostri ritratti per dare un volto alle ombre amore non ha più senso incontrarci camminare all'indietro sul viale di ieri per due salme sconosciute ...al traguardo... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Giò Siluro Il sonno e la lentezza dei nostri gesti ci rubano troppo tempo utile osava dire Giò Si chiamava Giovanni ma si faceva chiamare Giò per perdere meno tempo sempre diretto nei discorsi nel salutare osava dire sera....giorno..... senza l'usuale buon.... soleva dir che dipendeva dal guadagnar tempo per la sua irruenza e la velocità di arrivare al sodo gli amici lo chiamavano Giò Siluro non aveva figli sposato da molti anni nella fretta di far l'amore di cui si lamentava degli eccessivi tempi degli amplessi e dei fronzoli selettivi della fecondazione Giò Siluro dormiva poco e condannava i sogni disorientanti per le realtà del giorno forse per sbaglio forse sostituiti da qualche mago d'ozio un giorno seppe di diventare padre per la smania dell'attesa criticò la moglie per gli eccessivi tempi di cullare la nuova vita nella nevrosi e con poca pace forse rifiutando un mondo così veloce la nuova vita si interruppe il dolore fu così grande che la moglie lo lasciò senza nessuna scia Giò Siluro..... lo trovarono appeso, imbalsamato con le mani ancora fumanti a un filo d'alta tensione io passai per caso e pensai anche nel morire ha voluto essere il più veloce di tutti - Dal volume Scritture agricole e metropolitane - Il Cinese Il Cinese salutò scettico l'uomo bianco rallentò il passo e rispose con ritardo ci vedono tutti uguali e il mio amore svedese non potrà mai veramente amarmi in un abbraccio vede tutta la Cina e noi siamo in tanti milioni di milioni in una sola identità visiva andò da un chirurgo si fece allungare il naso e due caverne sopra gli occhi colorò i capelli color grano tornò dalla ragazza e questa quando lo vide ... più che un finto Europeo posso averne uno vero perché sei stato così malvagio da cambiare ciò che io vedevo il cinese tornò a casa figlio mio disse la madre ti ebbi con infinita gioia e tuo padre con orgoglio a vantarsi della tua somiglianza e tu ora fai di tutto per sembrare un figlio della colpa per noi e la tua terra il Cinese si guardò allo specchio e non si riconobbe capì che per il mondo in mille posti tra mille sbarchi aveva perso la sua anima forse era lui lo trovarono in mare i pesci avevano visto solo una carne che non si poteva più sprecare e il volto la parte più spoglia per incominciare a incantare la fame - Dal volume Normalità incondivisibile tra maschere clonate - Stella polare Siamo qui unico occhio stella polare luce del mare punto di Dio e abbiamo preghiere diverse per un unico cielo siamo schegge del mondo con facce assassine gente di mare pagine bianche offerte al destino stella polare deserto del cuore riferimento per anime al largo con preghiere-sogghigno che mettono pace - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Amori veloci ¹ Benpensanti ingenui contano negli alberghi a ore le lacrime dei crocifissi in stanze tra urla d'abbracci di vite sconosciute da dove sono partite e aspettate con amore e equivoci consolidati nella cancrena della quotidianità orologio cuore di Dio ricerca di occhi per suppliche di ritmi lenti e veloci per inizio e fine tra farse e ironie nei mille volti che l'anima non riconosce .... si salvano gli ingenui modesti all'ombra di verità e allevano l'eros tra dormiveglia e carezze di mani estranee e in sintonia coi piaceri del corpo in amori veloci - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - 1- Nota: linguaggio sperimentale, va letta veloce Scelte Inquieto del traguardo il bimbo si staccò dal seno nella macchina che infilzava i paesaggi arroventati e come pelle d'ippopotamo spingeva i suoi pidocchi al mare calmo ormai pronto a prostituirsi per nuove accoglienze e soddisfatto il marito guidava verso incroci d'altri occhi convinto della scelta tra cane e padre carezzò la bestia che offrì i testicoli come gratitudine trovando scontato l'abbaiare a casa il vecchio si fece il segno della croce e starnutì sulla fotografia della sua gioventù a fianco della sepolta compagnia il rumore del claxon fermò le fatiche nell'arrivo mentre ormai lontano una lacrima nella scelta salutò la vita e assegnò la vittoria ... al ... cane.... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Ci siamo rivisti Intorno ai quarant'anni entrambi col tempo venduto alle spalle ci siamo rivisti guardati con mezzo occhio a metà tra realtà e tormenti occultati tu con la pelle allentata alle insidie del tempo sprecato mentre io ho venduto con testimoni di due occhiali e un cappello la verità alle rughe del cuore ora tra due sagome con le distanze accorciate due aloni di anime fuori dal pacco del corpo bruciano di timidezza per due vite uguali e diverse con la paura di regalarsi il danno dei sogni caliamo lo sguardo per non inquinare i ricordi e due smorfie banali lo sparo per far partire il dolore verso due stanze lontane dove non ci aspetta nessuno - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Occhi venduti¹ Guardò le stelle e gli sembrarono monete luccicanti poi la luna un grosso formaggio inghiottì la saliva e il collo sfibrato disobbedì alla testa gli occhi caddero per terra poi lento lo sguardo riprese il riferimento dell'orizzonte dalla piatta vita poté osservare le pigrizie del fiume che cullavano la scarpa del naufrago che stavolta sembrò un panino capì che nella fame è più facile travisare la realtà che sognare mentre la poesia un farmaco dell'anima e un ulcera per lo stomaco la realtà un cane affamato il sogno un piccolo topo in bocca che ha sbagliato tana e gli occhi servi traditori del cuore venduti alle fauci ma sazio sarebbe stato un poeta - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Nota: linguaggio sperimentale, va letta veloce L'assessore Pezza Scummara paese poggiato, dimenticato su un piccolo colle dove il vento leviga i tetti pettina la campagna che ha il volto sperduto di un giovincello che perde i capelli anzitempo le piccole strade sentieri tracciati da serpenti sorpresi da un sole evaso in anticipo sono piene di buche piuttosto profonde che quando piove ospitano piccoli laghi torvi per i bimbi misteri in cui affondano le dita ogni tanto qualcuno cela i propri lamenti dietro le proteste per l'incuria responsabile che poco può fare è l'assessore addetto ai lavori che sempre recita e spera tutto si aggiusta ci metteremo come sempre una pezza da qui il nome Assessore Pezza occhi grandi più del paesaggio bocca schiumosa capelli come un tetto di paglia a cui rondini frettolose hanno strappato pagliuzze e alcune cadute hanno fatto strani disegni di croci dorate ligio al dovere anima cheta allineata alle abitudini in una torrida estate un martedì tredici mentre dal municipio tornava a casa da una moglie devota pedalando lentamente a un incrocio un accenno di freno e la ruota anteriore affondò in una pezza recente di asfalto e si catapultò sotto una macchina con dolore gridò l'avevo detto tempo fa metteteci una pezza metteteci una pezza poi la voce si affievolì e scomparve nell'eterno silenzio io come sempre passai per caso e mi venne da dire anche stavolta la morte ha preparato il titolo del film anzitempo per l'inconsapevole protagonista - Dal volume Un temporale acclamato con nuvole dirottate - Riflessioni di un vice Le lame divorarono le piante dei sogni artificiali il fuoco fece il resto in fumo le anime con amori di riserva fino a Dio che con tre dita disegnò una tenda per isolare gli illusi dai venditori di destini disse il commissario la città è salva ma con smorfie il suo vice dipende dal mare fino al nuovo sbarco e c'è rabbia nei cuori abituati all'erba la calma viene da lontano e il progresso ha chiuso le porte qui c'è gente che come panni sporchi ammassa le vite la droga è nel silenzio e nell'indifferenza a noi basta uno sbuffo voltare gli occhi al cielo per essere al di sopra delle parti noi arrestiamo gli illusi nel mattatoio che ha ucciso le illusioni non possiamo essere precisi le stesse preghiere incerti antidoti dei dubbi e delle parti indirizzate eppure le avalliamo col premio di una stella sulle spalle di una giacca - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Palazzo Zuppa Don Zuppa costruì un palazzo molto alti anzi altissimo imponente con aria di sfida verso il cielo sotto il piccolo paese in uno stato di dormi-veglia ancora con i suoi alberi allineati alle stagioni le piccole case colorate come per conciliare un circo e un carnevale moderato si sentirono umiliate,rassegnate si sottomisero e abituarono i loro occhi volti ormai all'impotenza digerirono vite... banali Palazzo Zuppa un nome più importante delle piazze dei monumenti ormai punto di riferimento stella tra quegli umani scettro di nobiltà senza radici firma indelebile del progresso nome nella storia scultura nella memoria vita che sottomette la morte prestigio assicurato pezzo visibile dell'aldilà Palazzo Zuppa ma anche all'ingegno sfugge sempre un particolare il terreno assoggettato al provincialismo che si difende ...franò...... e il palazzo come per magìa di una cattiva fata si sgretolò Don Zuppa rivisitò la storia e si accorse che Ugo Foscolo e Caravaggio, su un semplice foglio e su una semplice tela si erano consegnati .... alla storia.... Io non sentìi lo sparo ma chi mi raccontò non ricordo se lo fece con dolore o con pietà -Dal volume ...e...!!... le rose piangono al tramonto...!!..- La mia faccia La mia follia messa a tacere dal pane che ho bisogno di procurarmi Il mio silenzio imposto dal potere che non accetta che la fame mi fa ragionare invece che delirare La mia faccia arata dagli anni ma che sa occultare ancora le tempeste dell'anima Gli amori mi hanno camminato a fianco e si sono irritati per non avermi mai visto rotolare nel fango delle suppliche Ho visto anche troppa gente considerare il dolore un fatto normale e la gioia un'intrusa sorpresa volta solo a cambiare collaudate difese Ho avuto solo un amico che non conosceva la gioia ma una volta l'ho visto sorridere per una gemma sfuggita a una gelata di maggio La mia faccia sono milioni di pagine che non interessano a nessuno ma ogni tanto un cuore curioso vi legge una storia che non capirà mai e finirà a battiti insoliti - Dal volume: Vite contromano - Matrimonio di convenienza Al mattino due fosse sui cuscini unti di finzioni le lenzuola come mantello d'assassino e ognuno vuole disfarsene nella stanza piena di profumi consumati dal fumo delle sigarette Con lo sguardo di un animale catturato lei guarda la prima luce di un mattino innervosito dai rumori pensa a quando il cuore le si apriva come un tulipano e volava come un aquilone senza filo ma bisogna vincere sui ricordi far sembrare le due vite sempre più normali Poi verranno i figli e gli si può dare anche un volto del passato Un rolex d'oro avrà il compito di dividere la felicità dai sogni Poi penso a mio padre senza denti con gli occhiali scheggiati le idee mi cadono in un deserto che avanza Per favore chi legge mi spieghi che strano sogno è mai questo? - Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque - Quando Quando non riesci a rovesciare un lunedì dietro le spalle Quando fai quel biglietto solo andata verso sogni tristi e poi ritorni sempre Quando metti quell'amore maledetto nelle vene Quando la gente si riprende anche il disprezzo perché ti considera il nulla generato dai vizi Quando la notte copre i tuoi rancori e poi ti vende al giorno Quando la luna ti regala la tua ombra da seguire come fosse un'altra vita e tu ci speri Quando le nuvole sono così basse da sembrare un soffitto giusto per un cappio Quando un fiore sembra il giusto testimone dell'ultimo istante Quando quel fiume ti sembra l'attore giusto per mascherare il tuo pianto Quando non hai più soldi per un altro silenzio finto tua madre va al mercato dell'usato per comprare un cuore che non sanguini più un cuore d'acciaio ma non lo trova mai sono tutti bucati di ricordi -In te non c'è più luce e non potrai trovarti -T i prego cerca nel dolore degli altri quando esso ti apparirà non penserai a te stesso e gli altri ti cercheranno e ti troveranno ti regaleranno,gli regalerai......un fiore - Dal volume: Vite Contromano - In nome di Dio ¹ in questa vita che mi fu donata per l'egoismo di vedersi continuati con l'orgoglio del frutto mi insegnarono Dio ho portato il conto dei coltelli alla schiena l'ignoto il premio finale consegnato da una o forse più mani col rito di gesti toccarsi la fronte il petto e picchiarsi le spalle quattro punti simulare una croce che già ho portato per strade di amori che mi condussero a specchi per contare le rughe a corrompere gli occhi a stirare la pelle coperta-gabbia di un cuore nel rantolo mi attende un sicario vestito da corvo magari sotto un cielo sereno quattro spruzzi a imitare una pioggia ma stavolta .... in nome di Dio.... - Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce Donne normali ¹ Donne normali si cedono in macchine girano il culo alla luna il cielo è a portata di mano ci sarà tempo per puntare il naso alle stelle e farle cadere negli occhi e pentirsi di uno stile spartano sentirsi un vestito indossato al mercato cercano sempre un fiore un decoro dopo l'uso del corpo quando sono una meta raggiunta messe da parte fermano il quadro allo sguardo del posto a un giornale mai letto raccolgono il buio che aveva perso la notte per farne una lama nel cuore di chi le ama davvero e schiacciano i grilli che cantavano in quella notte odiano le lucciole imitano stelle cadenti - Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale veloce Saldi di fine stagione Il tempo lento e veloce sempre nelle situazioni che non serve L'estate è finita Si aggirano gli ultimi turisti come insetti sfuggiti a un pesticida Al ristorante sono tutti stanchi e un po' nervosi un cameriere chiede a dei signori cosa prendono da bere e questi siamo venuti qui per mangiare Fuori dal locale legato a un tavolino non accettato dai commensali un cane che ha perduto la memoria non si ricorda di abbaiare e cerca di scavare il pavimento Vengo distratto dalla televisione parla di un uomo che passava con la macchina davanti a una chiesa e nel farsi il segno della croce ha investito un bambino poi entra una donna brutta con due bellissime figlie e mi viene da pensare che anche dal peggio si creano cose buone e che non sempre ciò che promette bene va per il meglio In questi saldi di fine stagione strizza il mio cuore una nonna che mangia quasi niente e considera suo nipote come ultimo appiglio alla vita che la sta per lasciare - Dal volume: Pensieri che non dormono mai - Tanzania Nelle baracche i malati giocano per il premio dell'inferno che peggio della vita non può essere Nel guato tra il sole feroce e l'arsura degli inferi qualche buon cristiano porge un bicchiere d'acqua Il leopardo e la giraffa pregano San Francesco per il buon umore dei turisti Al ritorno forse un Americano nominerà unico erede il suo cane Io pongo alle storture degli uomini solo .....amen...... - Dal volume: Voci dall'inferno - Tempo di decenze Rabbia e dolori di uomini di pietra tumulano amori scompongono preghiere lanciano parole nell'imbuto del silenzio Testimoni del ripetersi di storie meschine delle pene garofani e poeti che incantano e flagellano la corsa veloce delle idee Gesti inutili e occhi di mestiere ungono le gole secche di di desideri Vivere è un momento il resto è la distanza del lancio di una pietra tempo di decenza di appena un ricordo La poesia è finita e i batteri sparecchiano la tavola - Dal volume: Voci dall'inferno - Donazioni (in Molise) La prima festa di primavera Siamo stanchi,troppi intrighi sussurrarono gli impastatori di pagnotte per guidare il popolo Andiamo avanti questa bontà sta per finire incitarono gli asciugatori di formaggi trafugati seguiamo l'esempio dei lustratori di cotiche di prosciutti Siamo in ritardo asserì la donna con la borsa con una fessura per far respirare la gallina fa caldo l'olio trasuda mentre il vino impazzisce continuò il discorso il suo ammiratore e questa è roba che deve finire sulle tavole dei palati fini Fate attenzione osservò il vigile dei traffici c'è troppa gente distratta e si possono rompere le uova inoltre il pullman è in ritardo l'insalata si sta seccando Fratelli disse il prete essi apprezzeranno la burocrazia dorme e si sveglia di buon umore questa bontà andrà in buone mani che sia sempre pace per chi dona e per chi riceve Il Signore tiene conto di ogni bontà perciò ogni tanto date a me per conto suo questi doni e come per miracolo due piume della gallina angusta si posarono come angeli custodi sulle spalle del messaggero di Dio che proseguì che il Signore sia lodato con sincronia i presenti ...che sempre sia lodato - Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Cala la nebbia Cala la nebbia come respiro congelato sul mare calmo inzuppato di mostri a riposo Svanisce il sogno di due fidanzati che coprono l'anima nel fosso di sabbia come pasto di volpe per avvenire di fame Nel mondo senza colori solo parole che vagano sotto i colpi degli occhi per inchiodare sbaragli di vite Qualche silenzio atterrito mira una luce lontana che rincuora sollecita il senso dell'oltre che neanche la morte alla faccia più seria degli uomini non riesce a negare - Dal volume: Voci dall'inferno - Album Sorseggiando un decotto di fiori allineò le foto dei capricci degli anni migliori che imbrogliarono vite sperate e al passare dell'ultimo ritratto le mani allentarono la presa cadde il volto pagato col giallo del tempo e dal viso con la carta alle spalle partì il rancore giunse alle gambe furono le strade che condussero al baratro a tagli di vene scritture di trame malizie ed appigli a interpretare col senno di poi dopo nel riflettere ancora abbastanza è triste cercare nel nulla a ogni costo dare le spalle al passato pensando al futuro bloccato nei pensieri di ieri con l'amore che si fa male da solo per estorcere sensi di colpa ignorando l'orgoglio mentre nel freddo del vuoto bruciano le assuefazioni tra le incertezze vacilla la vanità ....amore ti ho voluto punire al prezzo del male che ho fatto a me stessa Mise come ultima scritta di lapide la foto sull'album girò la vuota tazzina dell'ipotetico tè di un pomeriggio apparente tranquillo che stendeva il tappeto alla sera per l'invito del sonno con la speranza del sogno .......di ieri................... - Dal volume: Voci dall'inferno - Noi poveri Noi poveri col cuore come una spugna che assorbe tutte le acque inopportune con la bocca che mastica con consensi forzati il vento di tutte le sciagure siamo costretti ad ammazzarci per contenderci una croce che ci porti un po' più in là del tempo reale Una croce che tenga lontano chi non vuol lasciarci dormire distante dalla memoria degli insulti Noi poveri o ci crediamo o no siamo costretti a pregare oh! Dio dacci la croce giusta consegna a noi la custodia dei nostri guai lascia che un fiore nato per caso sui nostri sudici resti non venga calpestato da distratti passanti - Dal volume: Vite contromano - Questa notte La notte è severa se non si allea bene ai sogni e l'anima gira su se stessa come una trottola precaria Il cuore sputa il respiro dei dolori con affanno La fronte un aeroporto di zanzare claudicanti aerei sovraccarichi di sangue Gli occhi sotto le palpebre solcate dalle rughe rigagnoli scavati dalle ansie Le ossa impalcature di legno curvo sotto il peso di troppi anni La mente stanze buie senza né porte né finestre dove si accoltellano gli amori morti con violenza Il giorno che seguirà il flash di una foto per la cronaca retorica che vedranno per scommettere sui numeri di pezzi di carne sparsa e facendo gli scongiuri li andranno a giocare - Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Firma calcata (cinismo) Per circostanze che non sto qui a spiegare cadde violento sull'asfalto Un piccolo lago di sangue facce bianche accorsero Poi un lenzuolo...bianco.. separò la vita dalla morte Dei fiori a segnalare l'ingresso all'altro mondo ... alcune croci fatte di gesti diedero l'addio e la sabbia ebbe il compito di cancellare il timbro della morte Il domani la normalità nell'alveare che con meno uno andrà avanti lo stesso senza accorgersene Ugualmente rimase una macchia scura sull'asfalto e qualcuno dopo una settimana sussurrò che palle ha firmato calcando la mano e le casse del comune sono vuote c'è da aspettare per il nuovo catrame non si può contare sulla pioggia che scivolerà via sul grasso ...aveva nel sangue molto colesterolo - Dal volume: Scritture agricole e metropolitane - Sensi mirati Nel grembo del vento si lustrano i corpi per uscire alle mostre invece i brutti riabilitati dall'autoerotismo fatto passare come amor proprio non più come peccato Nella lista dei sensi si arruolano i volti con carni di cera con licenza di voglie di pochi minuti e soppressioni di spermatozoi che evitano vite per futuri d'enigma Ma c'è ancora qualcuno che programma la sorte dei sensi per vederli cresciuti già adulti soldati addestrati nell'esaltazione della sopraffazione della nobile razza e già eroi in una storia ingozzata di carni di morti sputati in una terra che trasforma il grasso di vite in una verde insalata tra accaparrati confini contesi da un occhio dietro un mirino ratificati da una penna maldestra intinta in un calamaio di sangue ribelle alle parole strappate ad un Dio con tracce soggettive da interpretare nella fede di comodo - Dal volume: Voci dall'inferno - Gli alberghi del lungo sonno E' bello passeggiare d'autunno in certi cimiteri che sembrano immensi alberghi con tanti letti all'aperto con coperte di erba di foglie di marmo Fanno tenerezza i cipressi con quel tentativo di offrirsi imponenti come scala verso il cielo Il sonno è di pace e non irrompe il suono di nessuna sveglia I morti hanno lasciato i loro orologi ai vivi a loro non fanno più effetto le lancette del tempo Poi è bello ascoltare le loro voci fatte solo di scritte e silenzi da interpretare Si fa sera si accappona la pelle si sentono grosse mani gelide sulle spalle e il rumore forte dei respiri Si torna a casa a pensare i morti innocui fanno paura e noi continuiamo a sentirci più sicuri tra i coltelli dei vivi - Dal volume: Parole fredde - Desaparecidos Preghiere in nuvole che hanno le ossa secche nel vento per i cuori asciutti di noi madri Datemi una scala verso il cielo con gradini di parole per riprendere mio figlio Desaparecidos in questa Argentina di lacrime che se scendessero darebbero una traccia forse diventerebbero filo di ombelico A Dio che ha visto tutto oltre alla separazione e la sparizione nei gesti dei carnefici rimprovero solo il silenzio più che la scomparsa perché in una qualsiasi fossa ogni madre ci può mettere un fiore e due occhi perché il grande dolore è non aver sentito l'ultimo urlo del richiamo mentre pregavo a voce alta Come vulcano saturo del calore delle anime la stria erutta i morti e cataloga le loro foto sorridenti in una bacheca per le visite guidate dal dolore di turisti alternativi alla vita Sono le madri dei Desaparecidos - Dal volume: Voci dall'inferno - Il Marchese Delle Vedove Era il giorno diciassette di un giorno qualsiasi Nella tenuta del barone Gatton De Gatton di Gattinara ormai ceduta con storico mercanteggiare che ancora oggi la nobiltà ne disputa Il Marchese Delle Vedove si affacciò alla finestra e la stanza fu invasa dai profumi di una primavera che sembrò subito invadente Il Marchese si spaventò di quell'impeto della natura a una vita nuova mentre lui stanco,abulico sempre a vegliare quel sogno morto imbalsamato nel suo castello Il sogno di rivederla come un tempo la prima volta, sentire la sua voce che gli ripuliva l'anima dalle tempeste dalle ipocrisie scaltre dei blasoni con le quali ogni giorno per mestiere, con fatica si doveva confrontare, assoggettare Veramente lei era nel suo letto ancora bella in carne e ossa ma coi pensieri in un angolo di cielo talmente povero che non vi era alcuna stellae e la luna semplice pietra levigata dal dolore mentre il cuore anch'esso evaso si era addormentato e la primavera non riusciva più a destarlo Il Marchese sbarrò gli occhi sopra le riflessioni e capì che il suo danaro era fuori corso, per lei ...per lei sola Stanco di dar vita a quella fredda statua nella quale solo gli altri ci trovavano calore Il Marchese fece sellare il suo cavallo e si lanciò al galoppo verso il luogo dove l'animale per dovere andò per forza Il cavallo uscì dal lago che sembrò gradire nel suo letto la compagnìa di quell'intruso mentre tutt'intorno le strane voci degli animali richiamati dalla ferocia degli impulsi dell'amore - Dal volume: E..!!!.. le rose piangono al tramonto...!!.. - Monsieur Fruscellà Era di Morcone paese seduto in una valle stanca sottomessa ai soprusi degli inganni Spinto da incauti dispensieri di gioie locali non bastate e giustificate dal sorteggio della sorte partì in cerca di un'altra vita emigrò in Francia esattamente a Parigi Rovesciò il cappello per farlo sembrare una barca e lo poso sulla Senna e gli disse porta lontano i miei dolori verso il mare d'Italia Monsieur Fruscellà entrò nel sogno trovò un amore che parlava una lingua dolce che senza chiavi gli apriva il cuore Si sentì chiamare monsieur, monsieur pensò fosse la traduzione del suo nome che gli sembrò un incanto Si convinse che tutti lo conoscessero e lui si voltava per sorridere e salutare con inchini Un giorno stanco di annuire con la testa un po' pensante non rientrò da una distrazione e fu travolto da un tram E mentre l'anima lo abbandonava .... monsieur, monsieur, monsieur Fruscellà Fruscellà, Fruscellà.. Io pensai non c'è patria in grado di convertire destini già scritti - Dal volume: Un temporale acclamato con nuvole dirottate - Calendari ¹ I venditori di ricotta dettano centimetri per misure di fianchi nel cielo rovesciato di allodole attese da spiedi e con piume corte per corone di vanto sulle ali di spari verso bersagli di conta veloce in eventi meteora - Cuori nati con emozioni già vecchie disertano volti di pelle marmorea su schiene date a progetti a parole che vendono a macelli di occhi a pagine lustre per sciogliere solitudini roventi con mani pensate in estraneo possesso Dopo appendete pure il calendario dei culi al muro di esche e come spago liberato dal peso si attorciglia il plagio dei nervi definitivo solo nel giorno che muore con un...ma...... nel sempre più arrapato domani condito di secca saliva - Dal volume: Voci dall'inferno - ¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce Il mago Faggiano Non ti sbilanciare disse il mago Faggiano al mago Alveola mentre si apprestava a far volare la ragazza Mossa da fili invisibili tra il rumore del silenzio con un velo bianco e sottile ruotò nel cielo come una colomba in amore Volarono anche gli occhi e i desideri del pubblico tra le forme e le movenze Poi forse nello sbaglio di una luce che ingannò una tenda apparve il filo che legava le ali e millle nasi come mirini puntarono l'errore e dalle voci mescolate uscì fuori qualche minaccia Il presentatore invitò al contegno ma il vecchio col berretto a strisce gridò ...cialtrone ..hai smascherato la mia infanzia Il mago ripulì lo sconforto apparso in un sudore freddo e con voce bassa risalì Signori miei, la magìa è come l'amore ha nella durata il suo difetto e nel rischio il suo fascino poi non è realtà ma solo un'emozione che offusca gli occhi per far vedere il mondo come non è Il pubblico capì che la vera magìa era nelle parole appena finite di ascoltare e si sciolse in un applauso per quell'uomo che senza arrendersi sosteneva la filosofia di far sognare ad occhi aperti - Dal volume: Scritture agricole e metropolitane - Alcuni professori (secondo atto) La mia mente fin da bambino aperta all'espansione cosmica non si impegnò mai nello specifico guidato A scuola di ogni argomento ne facevo l'input per dilagare nell'infinito stupore Le invisibili certezze del presunto premio di Dio per la pole position al dolore mi parvero tormento e io piccolo e solo volevo riscatto per gli ultimi che poi erano i primi leggendo i loro nomi al rovescio di lista di fogli Nel duro scaltro, immane gioco dell'esserci al fine di confermare dubbie esistenze dell'anima professori del campo specifico impegnati a instradare su binari di vite non oltre ghigliottine orizzonti egoismi per il solo fine del guadagno del pane e il culto del corpo Di quei professori abituati ad allenare gli automa serbo il disprezzo con l'applauso del tempo impietoso al veloce declino beffardo alle riconoscenze pretese dilaniate nella casuale discussa combinazione degli astri in contrasto con istrioniche preghiere Divaga finalmente il pensiero lontano da quelle figure allattate da vermi trasformate in carcasse che in vita non lasciarono orme tranne nel mio brutto ricordo - Dal volume: Voci dall'inferno - L'avvocato Cagliavone Con voce soave, suadente l'avvocato Cagliavone disse al sig. Cantone in riguardo alla moglie Ai complimenti forbiti al cane,al guinzaglio e che fermano al braccio ci può essere pena che garantisco ma alle allusioni ....ci devo pensare mi devi mandare spesso la donna e questi per fermare la gelosia ottenere riscatto alle offese fece del consiglio, un folle progetto per la rivalsa ma la commessa abituata a Varsavia a guardare torri e orologi a sognare palazzi si lasciò andare e fu comploce, vittima delle galanterie dell'avvocato maldestro poi disse al marito sei stato tu che mi hai offerto due vite e mi hai lasciato la scelta Se davvero mi ami spendi pure tutti i tuoi averi per la contesa con un'altro avvocato L'uomo bruciò ogni cosa del patrimonio per la bionda prosperosa dagli occhi di ghiaccio dal cuore distante Finì per mendicare e ci riuscì a guadagnare una corda e vi legò la sua vita ma stavolta senza contese sotto il ponte.....di tutti.... - Dal volume: Voci dall'inferno - Civiltà Custodie ambulanti di impazienze, di nevrosi tagliano in fila fette di ventre di metropoli con cataste di loculi per vivi consenzienti fuori dal gioco di numerati destini A disagio le periferie tra fogne e finto benessere incantate, irritate da giganti cartelli pubblicitari che inneggiano stili di vita distante e perversa nella perfezione auspicata ...una fattoria schivata, graziata dal tempo un verde prato che culla un ridente, argentato ruscello un colibrì che veglia la pace Tra tante vite avariate nella gola del destino di una sola mi soffermo a parlare c'è uno che da due settimane dal mattino alla sera gira quartieri per consumare benzina gli mancano cento punti a un regalo ha ancora due giorni per consumare due pieni e non far scadere il concorso per la vincita di un keet da golf e una valigia per il sogno illustrato sul cartello che fa da paesaggio al balcone del suo pianterreno tra le note dei rumori che frustano i suoi globuli senza colore - Dal volume: Voci dall'inferno - Il doganiere Aprì la valigia mostrò al doganiere la pelle e il destino che coprivano un orologio disse questo è il mio cuore nel ventre del tempo non me lo potete levare Benvenuta signora i suoi oggetti stanno alle regole ma ha qualche cosa di torbido agli occhi che nasconde il freddo dell'anima Sogno una patria col sole vicino e una farfalla che duri fino a novembre Ripasserò con un diamante al posto dell'unico dente che mi manca al sorriso donato in pegno ai vicoli che mi inseguivano Non è il mio mestiere smentire certezze ma già altre volte ho visto fiori sciupati rispediti al mittente e nel breve tempo dell'uso avevano vegliato salme che recitavano i vivi Di sicuro le offriranno un lavoro di una o più mogli senza l'obbligo di riscaldare le mura ma solo lenzuola in posti diversi con l'incentivo dell'anonimato Si salutarono sotto la finta calma dell'uomo che l'aspettava gli aprì lo sportello disse l'inferno è cambiato la barca al traghetto di anime è solo metafora ormai Con una mano come a voler imitare un'onda che trema e una spada che si pianta alla terra il finanziere senza volerlo imitò un abbozzo di croce e si ricordò del poeta Virgilio ma stavolta al confine tra la squallida terra e l'inferno dei vivi - Dal volume: Voci dall'inferno - Filosofando Le rondini hanno due mondi e nel cielo corrono veloci per non riflettere su una nostalgia che non ha senso sul destino di morire in metà patria L'anarchia che solo il cielo garantisce non gli serve guardate le loro traiettorie come a voler lasciare un'impronta per la paura di un non ritorno disse il professor Puleggia al suo amico filosofo Sinarca e questi la gioia nasce in ogni anima in un confronto tra il bene e il male e dura più a lungo per chi ha memoria del dolore E' come la libertà la si sente quando ha sconfitto le catene intervenne il sindacalista Carrucola Il discorso prese piede e dal tavolo vicino l'assessore Coperchio annuì si aggiustò gli occhiali e incominciò a parlare ..L'ho sempre detto che il socialismo è un'arma a doppio taglio alla base di tutto c'è una pianificazione che è pur vero che tende all'uguaglianza ma in particolar modo gli esseri umani hanno bisogno del confronto e misurarsi nel vedere che in basso c'è chi sta peggio Condivido disse il segretario Poltiglia c'è tanta gente che non ha problemi e si spara per la noia Prendiamo a esempio le donne intervenne l'architetto Pertica se non ci fosse la seduzione che poi è un dubbio un affanno per arrivare,un traguardo che si sposta e ci fa accanire, porta in alto il desiderio l'atto sessuale sarebbe un lavoro da cui fuggire Il discorso si fa lungo sentenziò il poeta Vracchiglia tutto è già scritto nella natura l'albero è immobile ma l'autunno lo spoglia senza pietà, lo separa dai fiori, dalle foglie le stagioni scandiscono morte e rinascita gioia e dolore, perciò la perfezione non esiste, la perfezione è il nulla e quando l'uomo raggiunge quella linea retta senza insidie, sente il bisogno di...uccidersi.... - Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Progresso ¹ Il fiato sul collo il destino nell'umore il sorriso nei comandi la dignità nella farsa sono i nuovi schiavi cacciati dal loro tempo spediti nell'aldilà degli uomini nello stampo ironico standard della dignità senza umanità col nome generico indefinito variabile fino alla follia singola guidabile al mare collettivo che assorbe ricicla poi saturo si vendica non basta solo un nome progresso a coprire i mille matrimoni di ingegni agi e stoltezze per le iniquità tra i molti che incantati dal giocattolo sorridono in anticipo sui crampi della fame davanti a uno schermo pensano a un amore col palmo sulla pancia come un escrescenza spinta dai cibi scarsi a basso costo contornati di pubblicità mentre a loro fianco sagome di mogli vere immaginate come appiglio di un braccio che cade sul taglio dell'esca e col cuore già perso in uno sceneggiato nel mercoledì prossimo ...è l'evoluzione dei dannati la corsa folle verso la precarietà col cuore nel cemento con l'anima nel lusso e un corpo da riparare per il turno degli occhi nel sogno da incontrare poi si girano le schiene per la comune partenze nel viaggio diverso per il punto fisso della parola .....fine................... ¹note: linguaggio sperimentale-veloce Cuori al potere Col tuo cuore di lepre a riposo che hai corrotto i cani venduti seviziati dal grasso e ti hanno ceduto stanze tranquille che guardano cieli perduti dove l'anima batte il mestiere di vendersi a tanti con parole agli illusi e il morso al potere nei lontani paesi dove i palazzi sono spiedi di cuori le strade.. vene spezzate.. - Amore tornami breve nel tempo di un fiocco di neve nel gioco del sole ...accendimi solo un rancore che mi svegli la vita per falciare il rimpianto di aver venduto i miei occhi al tuo cuore ....malvagio.... - Dal volume: Voci dall'inferno - Il mondo tagliato in due Si esplica nel potere la gloria dei dannati che inseguono il sole in posti diversi per dar luce alle tetre coscienze rabbuiate dalle stesse imposizioni esercitate -Nel lifting mercenario dell'anima stirata dagli elogi si consuma la carne degli amori che timbrano di viola le marchette del cuore bagnato da qualche lacrima per scivolare sulle consapevoli mercanzie contate dai vuoti giorni come bottiglie di alcolisti che maledicono calmi l'ultimo goccio per il colmo delle dimenticanze mentre c'è chi spera in un annata buona in un grano maturo con l'incanto di questo oro che falsifica la bianca farina e imbratta gli stomaci ulcerati di rancori che annebbiano il cottimo della vita scontata -Nelle ville tra biblioteche di noia col sapere da trasmettere a cervelli impegnati nello sbarco del lunario si gonfia il disprezzo per il sapere combusto nel silenzio tra ignari figli che utilizzano l'immediato spogliando le memorie - E' il mondo tagliato in due di uomini che qualche volta nel riposo degli occhi si vedono ma non si toccano per non somigliarsi...mai.... e raro si parlano col finto rispetto e con celato disprezzo - E' il mondo dei figli e dei figliastri con le madri che rinnegano colpe affratellano col compenso di denari figli di semi...diversi... - Dal volume: Voci dall'inferno - Ci sono anch'io Tra miliardi di persone sputate come chiodi dalla terra e che guardano verso il cielo per infilzare la nuvola del loro destino ci sono anch'io ad inseguire la mia ombra che mi fa la parodia sui muri tra l'eco degli applauso dei piedi mentre io esco dal vortice delle bestemmie per inseguire una farfalla e trasportare i suoi colori nel sogno buio di un amore dipinto mentre fumo l'oppio del suo nome nell'alcova degli illusi e corteggio gli specchi per la giusta figura da restituire all'anima Nelle discordie delle nevrosi divento il rottamaio perdo gli occhi dietro le scie di sangue che portano alle radici in cerca di una voce a catalogare un osso con un numero di una data e perché no magari un nome inventato come suona meglio solo per convincermi che vengo da lontano faccio parte di un filo per le consegne di ieri fino a domani Ci sono anch'io nel qualunquismo della storia immaginata muta che si scrive con un reperto forse con un figlio ..una poesia da leggere in segreto a chi ha fatto il giro finito alle spalle che mi spinge al baratro per dare il volo ai sensi di colpa Ci sono anch'io nel nulla che lotta per prendere forma e ci riesco nell'unica sintesi col sangue nero ...solcare questo foglio di carta..... - Dal volume: Voci dall'inferno - Autobiografia di un fantasma Ho visto passare la vita lenta come un treno a vapore che non ho mai preso ...ero già al capolinea con i miei sogni pieni di incubi con nuvole nere nel cielo di anime mute detto ....sereno... Mi videro figlio mi condannarono a vivere col ricatto del loro pianto Legarono i loro denti col filo sottile ai miei denti e dovetti sorridere sempre con le farse alle labbra per le gioie degli altri mentre io trascinavo i pensieri morti alle spalle chiedevano riposo stremati nel parlare al silenzio I miei amori se ne erano già andati allo specchio si amavano troppo ...io giravo il volto ai cadaveri incollati al bacio di terra e cercavo me stesso Sento ancora i cani abbaiare alle ombre sinistre di luna che mi aiutarono a cercare i fantasmi di quello che fui senza mai vedermi Ora li vedete due fiori alla distanza degli occhi sono solo due lacrime sfuggite alla sete si prostituiscono al ventre di api per l'ultimo volo di miele al consumo Saluto dagli inferi il mio ultimo ciclo offerto in dolce sgradito ricordo A voi il fastidio o la paura di leggermi con l'angoscia di tenervi da me solo...lontani.... - Dal volume: Voci dall'inferno - Giorno di fine estate Signore fuori stagione in riva al mare si donano al sole per qualche miracolo di sguardo da catturare Sulle pagine infinite il mare scrive con la schiuma il tempo che fu di tutti Come fermagli gli ombrelloni sulla pace sfuggita dalle mura di casa e ritrovata tra gli imbrogli di un mercato che vende pensieri su misura Picchia il sole per tenere a bada le anime cosparse sugli involucri con un colore che servirà per il ritorno Con le tavole fatte con i giorni già alle spalle si ricostruisce il baule dei ricordi Settembre è già alle porte e nel camerino dei dolori davanti a uno specchio repulsivo l'autunno prova i costumi I bimbi già ci pensano il sorriso diventa più pesante tra i dentini tra poco dovranno essere istruiti come perdere man mano i giochi dell'infanzia Dietro una nuvola dal colore sinistro la morte mette strane croci sui nomi del taccuino L'autunno si è tolto il cappello e guarda i piedi nella sala d'attesa - Dal volume: Parole fredde - L'acrobata al circo I bambini attenti sbigottiti con gli occhi fissi verso un cielo troppo alto per loro guardano la donna acrobata dal corpo perfetto però sul volto ha i segni delle fatiche e degli anni rosicchiati al tempo con gli allenamenti Il pubblico trattiene il fiato la rondine volteggia incanta nel cielo artificiale e con le ali muove il silenzio poi rotto da un applauso C'è sudore e tristezza in quella breve gloria un po' anonima che sta cedendo il passo a un altro numero quello del clown Forse ancora un anno e smetterà di volare nel cielo del circo Il circo è solo nella memoria dei bambini come magìa, come sogno e quando l'acrobata scende a terra per rimettersi nel tempo non entra nella storia I bambini non hanno mai visto una rondine con le rughe per i bambini, la rondine non smette mai di volare - Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque - Maledetta penna Maledetta penna che guidi il flusso alla foce dell'esistenza del mio sangue nero avvelenato da carcasse ben curate che si sono spacciate per amori e mi dai l'illusorio sollievo di stendere su questi fogli le mie pene che poi sono le mie mille pelli offerte e sempre rifiutate per l'armonia di ogni anima che cercai Maledetto indice artificiale di un Dio maldestro che mi costringi a ricamare i peccati con lettere su questo lenzuolo bianco appeso nel silenzio degli anni passati tra i tormenti di un muscolo assuefatto, pigro alle gioie insensibile alle illusioni e che fa il suo dovere nel petto Maledetta donna che misuri lo sputo di questi anelli neri e non te ne va bene nessuno mentre ti si illumina il viso nei miei tentativi sprecati Maledetto magico arnese alloggiato nelle mie dita che illudi il prestigio di mettere in pace queste mie angosce di addolcire i tormenti per ogni voce che legge ma non vedi che ci sono solo occhi distratti pronti ad esaltare solo se è troppo e distante .....il dolore......... Maledetta pistola che spari senza colpire le ombre segrete di ogni poeta fabbricante di sogni che non prendono forma nel cinismo nel mondo Maledetta penna sei solo un chiodo nella sala di attesa di un lercio bordello dove un illuso appende il cappello per il turno di un amore da convincere mentre questi dona l'ennesimo scaltro sorriso programmato e che tu poeta confondi col brillare di una stella nel finto cielo del tuo cervello - Dal volume: Voci dall'inferno - Strano sogno Cercai l'anima giusta per scrivere una poesia puntai il mio naso verso il cielo e un passero subito vi trovò appiglio Feci appena in tempo per ringraziare per la scelta che subito sentìi uno sparo l'animale cadde senza il tempo di salutare Si interruppe l'utilità del di là a poco pensato appiglio Raccolsi la mia penna che si piantò a terra come chiodo nel sobbalzo di paura e stesi due parole su una larga foglia che giunse vorticando dissidente alla stagione e con preghiera mi esortò nel voler assorbire le mie idee e finire in mezzo a un libro o di ripiego anche un quaderno ma ora è mia premura togliervi la noia dell'ascolto e vengo subito a spiegare la mia anima che affidai allo strano archivio pongo fedele ciò che scrissi Amore sei tu che mi fai sognare e perdo i denti sul tuo seno vorrei essere il vento per volare sopra le facce dai pensieri bassi e per l'eternità servirmi del mio naso come mira per ogni stella di sosta per noi due soli Scusatemi per questo sogno greve nato sul lavoro del mio stomaco per un arrosto di una vecchia pecora - Dal volume: Voci dall'inferno - La trebbia Con maestrìa come a voler camuffare la destrezza l'addetto capo macchina in alto sul pianerottolo della trebbia lo specialista ingozza il mostro a piccoli ciuffi di grano Quando per distrazione per stanchezza il cibo non misurato scende in abbondanza si sente uno strano eruttare Il motore costretto a forzare lancia strane bestemmie nell'aria plagiata dal sincronismo di gioie condivise Ai lati della trebbia una polvere color oro macchiato di blu i riflessi di un cielo alleato con le fatiche Nei sacchi il grano cade con lo stesso rumore di un battito frenetico d'ali Poi i contadini col cappello come contorte grondaie corrose dal tempo con i loro occhi anneriti da cattive erbe sconfitte dalla magìa di preghiere aspettano l'ora di pranzo Parole consolidate in catene di bicchieri di vino .......i brindisi.... come metafore strane strizzate d'occhi per lanciare sfide all'inverno da considerarsi domato ......anzitempo............. - Dal volume: .....e..!!..le rose piangono al tramonto...!!... Audience Facce maligne pescano dal canestro dolori confezionati da regalare al pubblico numero utile per l'audience E' il dolore spettacolo da approvare sotto milioni di occhi Fa scena il racconto sotto i riflettori di luci studiate con trucchi di morte e musiche di sottofondo E' brava la conduttrice a offrire spiragli e conforto senza mai perdersi un primo piano bucare lo schermo finire nel sogno dei fans Il regista coglie allibite quelle anime da cartolina che si tolgono il peso del male nella maniera....peggiore.... - Dal volume: Poesie cialtrone - Radici (prosa) Nel giardino a misura della mia mente confusa con un'ortensia che contendeva la scena a una rosa insidiata anche da un'edera che quasi arresa prometteva battaglia in autunno, un merlo passeggiava nel fogliame fitto con le ombre che per lui dovevano sembrare dei labirinti conosciuti dei quali servirsi per sfuggire all'indole maligna di certi umani che annoverano trofei di caccia coperti addirittura dal contesto della parola...SPORT...... Di tanto in tanto accompagnava un sottile canto con delle movenze simili a quelle di una donna che cerca di riallacciarsi a nobiltà passate e con discrezioni ma non troppo percorre le strade di una Parigi odierna che lotta col suo charme sul degrado di un progresso che trebbia le anime allineate come spighe di grano In un dormiveglia simile a quello di un vecchio affaticato per l'esubero di saggezze che non sa a chi trasmettere poco distante un gatto nero col pelo lucido e sensibile, quasi a percepire i lamenti che trasportava il vento e che ogni tanto sembrava vorticare e arroventarsi nell'aria che raschiava le gole nelle fatiche dei respiri Il felino con un colpo di ciglia in un tempo quasi nullo fece un fotogramma alla vita precaria e riportò negli occhi subito la scena consumata dell'agguato infatti con un balzo ... e le ali nella bocca si posero come una croce nera che tenta di schiodarsi mentre alcune piume in una danza macabra presero il volto di illusioni di vita che sconfinano in certezze Dopo aver misurato la morte, il gatto abbandonò la preda e a tal punto spontaneo mi venne da chiedergli ...perché l'hai fatto se di avevo dato appena dato da mangiare in abbondanza ?.. Si aggiustò la bocca nelle fatiche della morsa e....oh! mio signore...voi venerate feste da millenni per legarvi alle radici e vi servite di foto e scritture invece noi la storia la scriviamo nel gioco di morte e nei lampi degli occhi Capìi che quella vita abbattuta che mi ispirava armonie per l'animale era una semplice lettera nelle pagine da scrivere nel lungo fiume della vita che passa di morti in morti per tendere l'infinito filo della memoria............. - Dal volume: Voci dall'inferno - Indicazione sud Non so in quale contesto mi apparve un cartello .......sud CAMPOBASSO...... mi venne subito da dire oh! mio Signore perchè tanto ingegno per simile stortura ? A poca distanza rispose un contadino ogni uomo ha in tasca un itinerario basta saperlo leggere l'inferno è quella zona franca tra lo stomaco che brucia e le bugie che raccontiamo all'anima La vista si rifiutò di assorbire i paesaggi ci ritrovammo dritti in tribunale ...il giudice con la faccia scarna con le vite nel cappello e le sentenze nelle tasche accusò mia madre di vilipendio alla grammatica pensai...povera donna per le fatiche non è riuscita a capire che il mondo vomita le sue angosce in un giornale Uscimmo dall'aula con la condanna .......a non far parte della storia.... di fronte un nuovo cartello .........sud culo di Dio................... - Dal volume: Voci dall'inferno - Alluvione numero uno e due Gli uccelli sui rami guardano le persone sui tetti Tra esse ci sono quelli che hanno sparato per divertimento I corvi festeggiano con voli spericolati nel cielo ALLUVIONE NUMERO DUE Galleggiano danzano le carcasse di animali morti Galleggiano ormai gonfi di pace e libertà In quella danza macabra e felice con i ritmi dettati dal vento traspare la gioia di non esser finite come brandelli di bandiere infilzate a una forchetta per un'esibizione breve da un piatto a una bocca in una festa di beneficenza tra brindisi e applausi - Dal volume: Scritture agricole e metropolitane - Ignavi Dio tolse dal cielo la luce i padroni annullarono la libertà e le donne pronte a fuggire da ogni disgrazia mi lasciarono inerme alla sorte mi diedero il colpo di grazia mentre mi appoggiavo al bastone per solcare le tenebre I cani rivisitarono l'istinto dell'agonia e vedermi a brandelli fuggire poi girare la testa e carpire gli umori di un viso per la ricompensa E' questa in metafore la mia vita piantata nel mondo senza premura di fertilità delle zolle assoggettate a capricci di nuvole che più che alla pianta trovavano gioia nel vento e a insidiare i già cupi pensieri Come chi cade lontano dall'acqua e non può sprofondare sul selciato di lanci di pietre trovai il coraggio e l'onore di deviare l'impervio cammino Eccomi qui a voi a raccontare un uomo rinato estirpato quasi del tutto al passato tranne l'unico filo del male che lega ancora il cuore all'inferno e può esser tagliato da un'assetata vendetta contro quelli che il sommo poeta mise nel cerchio peggiore .....gli ignavi.................. oggi riconducibili a puttane che non mostrano il volto a politici allenati a sorrisi agli specchi a ruffiani che con parole di miele stirano le rughe ai padroni - Dal volume: Voci dall'inferno - Rassegnatevi Nella vita ci sono tre immense tragedie -alzarsi presto al mattino e dover incontrare facce cadute dai sogni o peggio che non si sono mai illuse -Dover lavorare e sentirsi troppo stanchi da non riuscire a riflettere e portarsi l'enorme peso dell'odio e dell'invidia per chi vive nell'ozio che quasi sempre ha due vite una che sta vivendo e una che può immaginare con molta calma -La terza è quella di dover morire senza lasciare traccia Si salvano forse coloro che hanno avuto il dono di esprimere l'effimero attraverso la magia dell'arte -Rassegnatevi o voi che volete rimanere nei giorni oltre il confine solo per aver organizzato e offerto nel vanto un pranzo con tante portate con cibi difficilmente reperibili e che vi siete potuti ........permettere........ ma una mano sulla pancia gonfia per ingraziarsi lo stomaco e un rutto non hanno accesso .....alla storia dei morti... - Dal volume: Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie - Polvere di stelle Sul viale di sera gli oleandri abbracciano vecchi lampioni stanchi nel ventre del buio di illuminare puttane dell'est che trovano l'alibi di dimenticare vecchi regimi e si scelgono il lavoro più facile mostrando il culo alla vita e il sorriso al destino Tra una firma di gomme di cavalli che han tolto le briglie e ali di cuori di padri impazziti si apre lo strano mercato al ribasso degli occhi Tra un copertone che offre incenso d'esequie allo sfiancato progresso le donne che salutarono onesta partenza cedono il corpo e giurano...l'anima intatta a chi lontano ha fatto finta ..di credere all'intatta promessa Mentre spiano vite a confronto nella salvaguardia dell'incolumità di una ormai curata carcassa che rende bottino con stile di chi vuol confermare apparenze chiare da equivoco fumano, sputano al cielo le nette intenzioni C'è sempre un illuso che vede un angelo nel posto sbagliato e sogna di costruire insieme alla figura smarrita quattro mura al riparo dalla terra malvagia il suo angolo di paradiso Io come tutti dico la mia la dignità è un'idea che varia pronta al rimbalzo di ogni giudizio quando si tratta di fare quell'antica alleanza nel trattato più breve tra l'uomo e quel bagliore di stelle caduto dal cielo trasformato in giallo metallo e annebbia le menti di chi non sa distoglier lo sguardo da quell'orgasmo che ha sporcato la terra - Dal volume: Soste precarie - Condomini d'autunno La pioggia spinge le vite al rintano agli anonimi intrighi di condomini segnati da numeri e lettere su viali che inseguono nomi di storia Inerme figure come fiale di sangue negli scaffali in laboratori sperimentali aspettano l'uso del tempo migliore in future scommesse Regna la pace apparente per l'ozio dei pensieri al riparo del vento di parole evase da fisse dimore di ieri da anime torbide da bocche avvelenate da avidità e rancori non addomesticati Tra pareti sottili che arginano a stento identità surrogate qualcuno con carezze di mani proprie libera lo sfogo dei corpi ma c'è anche chi consuma amplessi incorniciati da vaghe promesse magari sotto gli occhi di un cane che ripete la scena scambiando la mancante compagna con un piede di sedia Squilla il telefono col filo invisibile per legare il rosario dei cuori per lo scambio di voci intente a confermare a se stesse la presenza nei loculi della ormai dubbia esistenza Domani il sole annunciato da un telegiornale spianerà la via alla mostra dei volti che cercheranno ombre a misura per occultare una ruga che come fungo spunta alla fronte nella foresta degli anni con l'intendo di rimanere e marcio sposarsi alle foglie in compagnia .....della terra di sempre... - Dal volume: Soste precarie - |
Indifferenza Quel tuo sorriso che vidi come stella nelle tenebre della mia anima ora mi appare come rissa di denti per sfuggire a ruggine di bocca e porsi mendicanti di poco sollievo per la luce del mio sguardo vitreo gelido indifferente che ha impiccato anche il ricordo che voleva chiamarti l'ultima volta .......amore.......... quel tempo è negli anni del dolore che ti cancellò per sempre dalla lavagna degli occhi - Dal volume: Soste precarie -Sogno zoppo Sfugge la donna mia dal mosaico dei ricordi costruiti dalla mente confusa un nero capello si impiglia al dente superstite nell'ultima morsa del seno La vedo andare via con la bilancia nelle mani pesa il dolore e quello che le ho dato e dice amore mio hai avuto paura di sorridere per la paura di perdermi e io ho finto bene con le ali spezzate c'era troppa disparità tra chi costruisce un sogno a terra e chi viene dalle nuvole a cercare un punto fermo Raccolgo gli occhi tristi dei miei guai che mi fanno il verso con l'ombra sui muri e dico maledetto è arbitro imparziale questo vino doveva coprire il pianto ma è lui stesso che ha preso la via delle lacrime Una mano comandata da un volto indefinito mi dice è l'ora di pagare l'ozio del cuore su cui ti sei adagiato, era da troppo tempo che coltivavi una carcassa con la tua sola anima è inutile far finta ch'io ritorni in un posto dove non sono mai stata e che tu chiamavi ....amore..... Mi sveglia l'eco di un rumore è il treno del sogno che forse per rispetto ha preferito dileguarsi sulla terra lontano dalla via del cielo o solo zoppo.. non poteva volare.. - Dal volume: Soste precarie - Un povero cane Oggi mi sento un povero cane che tante volte ha fiutato, scansato il bastone ma conservo negli occhi indelebili le minacce dei vicoli Chiedo agli insetti di sparecchiare la tavola ormai il pasto è arrivato alle ossa e io devo ancora parlare Spesso i passanti nel gioco di pietre hanno riso al mio passo veloce al mio sangue perduto in buffi disegni ma qualche volta al ringhiare per mia estrema difesa vigliacchi senza il sostegno del pubblico amico hanno preso volentieri il mio ruolo sbalorditi nell'impreco nel rasento dei muri e io li ho derisi e solito fare delle cosiddette umane figure esternare coraggio nelle corrotte vittorie dell'impari lotta con armi e in molti contro uno solo sorpreso per non aver fatto a nessuno...del male - Dal volume: Soste precarie - Gennaio Il gelo nella notte paralizza le smorfie dei lampioni avvolge i respiri che muoiono per un argento sulle orme verso il rintano degli zombi in gennaio Negli abbracci gli amori sommano il calore mentre il figlio che venne da lontano prosegue a piedi nudi la sua fuga millenaria A illusorio prezzo si offrono al destino si reclamizzano al silenzio in grossi pacchi già svuotati prototipi di vite che non avranno seguito Fendente nella notte l'urlo di una vergine sigilla il piacere nell'ambito calcolo dei sensi da sommare ai privilegi del lungo domani Inutile il barlume di stelle per sciogliere il muro congelato tra altri corpi nella repulsione occultata al falco del giudizio Sulla neve arabesche scie di sangue anime fuggite degli amori ...stecchiti attendono le fauci dei lupi - Dal volume: Soste precarie - Anonimo Sono io ambulante mediocrità che espongo il viso ai vostri occhi per scorgervi un domani ma vedo nel nebuloso riflesso la nera ombra che mi ritorna carica del disturbo dell'ingombro ed è già qualcosa mi riconferma seppur precaria e inutile l'esistenza Sono ancora io quello spicciolo di scambio che fa comodo nella conta e quel nulla da sottrarre a ogni gloria Sono io quel puntino nero visto dall'alto atomo di inchiostro per scrivere la vostra parola popolo ...sott'inteso consenso.... Sono io quel bicchiere trasparente da riempire e svuotare per la l'infinita sete della storia Sarò io quella croce senza nome seminata nella terra tra miliardi di anonimi nel sogno per una lotteria di reperti per la carezza di un pennello poi tra la luce di una bacheca per non finire in una colata di cemento sotto i vizi dei vivi per un palazzo che non può interrompere il progresso nel silenzioso imperturbabile lento cammino ..........della storia............... che divora gli anonimi - Dal volume: Soste precarie - Passeggiata d'autunno Improvviso il vento rompe il mistico silenzio di solitudini che hanno espulso occhi falsi all'anima stanca del plagio di follie per normalità negate Cercano i piedi imbevuti di rugiada sulla pelle umida del cadavere delle foglie la morbida pace Argenteo come limbo per morti prematuri il mondo mi appare sotto il pennello delle lacrime di stelle arse nella luce delle verità Fradice le scarpe aprono la bocca alle foglie sotto alberi finiti di spennare dai rumori - Dal volume: Soste precarie - Gelosia Chiede perdono il sangue che si ferma succube dei dubbi La luce illumina l'inferno nelle tenebre della mente mentre il respiro accelera la solitudine del pensiero in fiamme Atti insulsi come acrobati si appendono alle traiettorie degli occhi giocano con gli anelli conficcati al cuore Come cipria il dolore per asciugare le mani dei ladri nella presa del destino che ci stanno per sempre ....portando via..... sensazioni o verità..??... - Dal volume: Soste precarie - Indomiti Salutano il cielo i cipressi nella veglia superba ai morti adagiati nell'inquadramento che rifiutarono in vita ora indomiti stanchi nel silenzio plagiato dal tempo si scambiano coi volti ancora deturpati su foto scelte lampi invisibili di preghiere e mendicano nell'infinito suppliche per restare lontano dai vivi nel semplice ....eterno riposo.... indomiti alla corruzione del perdono - Dal volume: Soste precarie - Senza perdono Che la mia anima alla porta scriva un cartello CHIUSO... per ogni perdono Mi avete ammazzato proprio mentre cercavo l'alibi variabile per l'enigma di Dio e occultare i miei peccati nel raggiro del fantasma di turno nei cupi pensieri Rare volte a intermittenza nella nebbia dell'esistenza la luce della follia fermò il cervello nel delirio trasognante e sincero all'anima visitò anche la pace con l'incanto degli istinti stesi a prezzo basso sui viali della perdizione in discariche ambulanti col volto di donne I vostri occhi come martello con movimento di ciglia a percuotere i chiodi del comodo giudizio nella viva carne maledetti non siete andati mai oltre l'ombra dell'apparenza che come fango smosso da creature stremate rende figure distorte nel misero specchio di chi è caduto e guarda lo scempio dei pezzi mancanti Maledetti annullare una vita vi è costato soltanto un colpo di ciglia su un collo girato ...e un passo veloce... - Dal volume: Soste precarie - Pomeriggio Sul volto stanco assopito perversa una mosca cerca l'ultimo caldo difeso da fronte corrugata di anelli di anni intorno a sogni spezzati da ricomporre nel dormiveglia di una sosta precaria intermezzo tra fatiche del giorno e notte richiamata da incubi ma improvviso uno schiaffo sul viso insegue un ronzìo ..antipasto il dolore al risveglio si espande nel cuore e tra le mani scivola la coda di un amore fuggito dall'embrione ...del sogno.... svanito - Dal volume: Soste precarie - Cuori stremati Entrò nella stanza dove il sibilìo dei pensieri aveva ucciso il silenzio nelle notti insonni tra abbracci di volti indefiniti per il rifiuto di una sola identità e disperdere nel risveglio del male la compattezza Lenta scivolò la veste tra le ribellioni del turgido seno che si pose mira agli occhi roventi bersaglio ghigliottinato dalle sature solitudini negli allacci di sintonie tra baci di cuscini e movimenti di mani stanche di recitare tatti...estranei L'abbraccio si sviluppò in calore e distillò il sudore sulla pelle stanca di addormentare le sevizie della pazzia dell'anima degli istinti La pace degli ormoni issò la bandiera sulle vette del sogno e lente le ciglia volsero al cielo per il lavoro finito nella ripulitura degli occhi ...il cuore disobbedì al respiro ultimo vento a fine corsa nel tempo che cambia La morte beffarda si ricompose alla decenza avvolse l'anima per il pasto da conservare alle preghiere ........esaudite............... - Dal volume: Soste precarie - Clochard Gallerie nel vento nell'unica pelle senza muta che si son dati ...i vestiti.... tracce di storia scritte da un dito nel fango brandelli di vita fuori da sguardi fastidio di passi che li dribblano al pari di escrementi di cani Mani protese mezze croci mancanti del verticale di legno per il dritto riposo al curvo di schiena stanco sostegno d'un capo chino in un piatto dove qualcuno sputa un dente di ferro e dice a Dio metti una tacca al male che perdo Raccolgono stremi di forze per la notte arena per la contesa di volpi di cani alla fruga di un pasto schiacciato e perso ai lati da bocche stanche di masticare nell'ozio del sazio - Dal volume: Soste precarie - Viale 17 Sono belle e si vendono per poco mi dico meno male e lesto la mano corre al portafogli per dar vita al cuore imbalsamato Fai piano dice la donna vestita di coriandoli coi profumi che litigano e i tacchi che burlano l'equilibrio anche il risveglio ha bisogno di preliminari e ci puoi credere se lo dico io che coi sogni ci lavoro L'amplesso durò quanto una bestemmia sotto gli aghi delle stelle e il cronometro della luna che imbrogliò il fantasma di figure deformi Mi alleggerii della minaccia dei duri pensieri stampai le labbra sulla banconota mio lasciapassare agli sconfitti dell'inferno dei vivi Sfrecciavano le macchine come le idee nel domani lungo il delirio del viale 17 ...i loro rumori i loro fumi erano tuoni e nebbia nelle miserie degli illusi ...fuochi d'artificio per la festa del mio cielo basso - Dal volume: Soste precarie - Il silenzio degli ulivi Portano ancora il rimpianto gli ulivi per lo scarso riparo al figlio del padre dei cieli Argentei come i tuoi segni del tempo ai capelli di seta riflettono le foglie i raggi rubati tra scaglie di nuvole in quest'autunno maldestro che prepara maligno al precario le vite Scivolosi i rami scoraggiano ogni animale per appigli di sosta mostrano un'anima in un unica faccia di fatti di vita che offrono lettura di pagine bianche Sono fiori di cuori che hanno chiuso le porte e gettate le chiavi ma per dovere donano il frutto Amore questa è la pianta che assistette all'ultimo bacio nel tuo bisbiglìo del laconico addio all'ombra di luna mansueta che consegnò l'eterno silenzio ..........agli ulivi............... - Dal volume: Soste precarie - Il tormentatore di anime Come ghigliottina cadde il sipario del sonno sullo stremo dei pensieri del giorno e il sogno aprì le porte alla morte per i giri di prova La muta voce violò la coscienza e nella nebbia la lama inseguiva le teste di erranti poeti che dribblavano la nefasta figura che anche in vita s'èra posta nuvola al sole per le misere gioie del giorno Il sudore ruppe gli argini delle palpebre chiuse si schiusero le finestre dell'anima mentre un corvo sul davanzale si dileguò nel freddo inverno come messaggero che avverte le vittime e gracchiò un nome ......il tormentatore....... Sveglio...in lapide posi per la sinistra figura: Che l'inferno a corto di ossigeno ne inghiotta la voce renda arrosto la sua figura in anticipo nella mano maldestra la penna ..che sia nullo il ricordo noia il rimpianto di ognuno che l'ha conosciuto nell'unica traccia di un noioso sbadiglio ...nelle ombre del tempo nulla ogni memoria del suo lascito di anima tetra ............amen.................... - Dal volume: Soste precarie - Poeti e salotti Affogano le idee nei loro nozionismi da esibire in sterili salotti dove l'anima a disagio rimbalza sui duri visi per cadere nella macina della lotteria dei vocaboli pronti al matrimonio combinato e combusto nel silenzio dei cuori pesi morti nella bilancia del baro Nel mercato dei fiati arbitri i lacchè nei salotti contano gli inchini e neutrali per ognuno una tacca sul carnet e un nome su una lapide La stampa locale sa che deve ignorare qualche cane che ringhia e regalare una pecora al regime Nella vittoria degli elogi tra targhe e sermoni come gabbiani che seguono una barca che smuove le acque per l'imbroglio dei pesci i poeti dietro i galoppini per gli onori di tavola in una festa completa tranne il disertare di un solo ospite .......la poesia............. - Dal volume: Soste precarie - Carezza di notte Passa la notte come carezza a pelo su pelle di animale da ingrasso che torce la schiena per l'ignaro consenso ai coltelli mentre le stelle promettono all'ultima coda di luna rossa calante sfide nel riflesso di sangue Amore per te è una veglia di gioia per impulsi di corpi mentre il mio cuore scivola nell'imbuto coperto dall'odio e cambia forma al richiamo nel passo d'anello di luce oltre il quale mi attende ....il delirio....... - Dal volume: Soste precarie - E...trascino queste ossa E...trascino queste ossa nella notte stanche di camminare per le mille vie dietro gli sbagli dell'anima Queste ossa gabbia costretta di un cuore zoppo mutilato nelle ali impigliate nelle giostre di feste promesse Queste impalcature che mi devono mantenere per un viso corretto da consegnare alla pena dei giorni alle mostre del decoro sulla terra scritta dai passi cancellati dal tempo cercano riposo su un seno che non è più carne ma tavole imbottite con i chiodi degli anni Questo scheletro che scricchiola e contende ai denti il rumore forse sarebbe durato di più lontano dal vostro egoismo senza il tarlo .....dell'indifferenza....... applaudito nel vostro repertorio migliore ......l'ipocrisia......... la stessa che userete nel novembre degli occhi per un distillato di lacrime - Dal volume: Soste precarie - Ho visto Ho scritto le cose migliori dedicate a chi non ho incontrato mai Ho ascoltato la rabbia nel silenzio d'angeli fuori ruolo che battevano le ali in un cielo che non esisteva Ho visto l'indifferenza arrendersi al fastidio per quelli che nel vuoto si liberavano Ho visto.. ...ho visto cuori zoppi cercare ritmi per gioie sconosciute Ho visto sagome abbattute con bocche seccate imbalsamate in smorfie di sorrisi che fino all'ultimo si son burlate degli affanni del dolore del potere della vita di loro stessi - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque - Vado a trovarli (ogni tanto) I miei morti vissero tutti aggrappati a una vita di stenti In un unico cimitero sono sepolti un po' sparsi , a piani diversi con ombre e luci diverse Ogni tanto come in vita vado a trovarli e ho l'impressione che tra loro non si siano mai più trovati Lo vedo dai loro ritratti che non hanno mai perso il dolore Lo vedo dai fiori che tremano nell'esser lasciati da soli alla guardia di corpi che dormono ... dormono... dormono........... ..... dormono - Dal volume Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie - Tremulo saluto Si trasformano le facce e faticano a somigliarsi Il cuore dice faccio il mio mestiere e non so quanto potrò durare mentre gli amori muoiono sulle scie ormai lontane degli ormoni Lamentano i cimiteri per la carne è facile ma dateci il tempo di smaltire le ossa Si appendono le mani alla finestra della vita per l'ultimo tremulo saluto Si riempiono i registri dei nuovi arrivati e negli archivi pieni scalzano le memorie che nessuno più vuole C'è già troppo dolore per guardare avanti e i nuovi nomi già portano la croce - Dal volume "Parole fredde" - Prima comunione Il prete ha fretta di incassare la parcella e raccomanda le piccole anime con segni a metà strada tra artificio e congedo Al ristorante c'è un menù fatto di pesci e altri animali morti più o meno tagliati a pezzi che devono ben figurare nel ricordo dell'evento C'è un vecchio cameriere con i sogni consumati a rate nato come servitore di brodaglie e promosso a misurare le pance gonfie degli invitati I bimbi ricorderanno solo i giochi un po' feroci avallati da genitori distratti a iscriversi nell'albo dei meriti delle vanità a prezzo alto Poi mia madre tornò a casa e si guardò allo specchio soddisfatti per aver riportato pochi danni dopo il parto e esser piacente ancora per i giochi dell'amore - Dal volume "Amori scaduti di un essere qualunque - Foto Le foto corrotte in volti sereni per rassicurare chi resta Le foto dei morti si assomigliano tutte Solo negli occhi di chi in vita ha amato senza esser corrisposto c'è una truce violenza che si aggrava al posarsi di un fiore quel fiore che doveva servire per aprire un cuore che trovò quel gesto soltanto banale - Dal volume Poesie cialtrone - Il domani degli anni finiti Tremule foglie di colore precario aspettano lo schiaffo del vento che irregolare a singhiozzo darà pace in un rutto finale Al passero l'ingrato compito del galà dei saluti e allena le ali arruffa le piume e con piccoli colpi di coda sfoglia le pagine dei giorni passati I rami ora sembrano polsi con brandelli di stoffa sfuggiti alle unghie nel disperato distacco tra vecchi e bambini in un pianto per un'improbabile rimandata partenza Sulla collina con mestiere già vedo gli uomini schiavi del tempo mettere in fila le croci pestare le zolle tra il cra ....cra .... di una cornacchia che ha confuso il bottino E' il domani degli anni finiti si smaltiscono i morti in sature memorie - Dal volume Parole fredde - I miei pensieri I miei pensieri abbandonati in cerca di appartenenze impigliati nelle scale sociali sfuggiti al cuore prostituitosi ormai al libero arbitrio I miei pensieri per terra sui pianerottoli delle attese sotto scarpe che avvolgono nevrosi addomesticate dall'etica sociale dipinta dall'anima sconvolta dal progresso che incita la fine degli sforzi in cambio di una pianificazione di morti che camminano senza il peso dell'individualità preda senza padrone a cui tutti possono sparare - Dal volume Parole fredde - Ora Ho raccontato tutto per corrompere il cuore di chi non mi ha amato mai e ho finito le parole per chi ora mi ama Ho dato il meglio di me stesso per chi mi ha ignorato ora mi è rimasto il peggio per chi mi considera Le mie poesie sono nate tutte nel dolore ora nella pace mi è rimasto il silenzio incomprensibile anche a me stesso Nel rancore, nell'odio avevo traguardi di vendette ora nella pace vedo la pacata... fine E piccoli sono diventati i lumi di ambizioni come quello di eludere una zanzara che mi sta dissanguando - Dal volume Parole fredde - La speranza La speranza luce che si presta di uccidere le ombre della cancrena dell'attesa del tempo che dipinge di rammarico i volti prestati con la fantasia dell'arbitrio a cuori già partiti dal punto fisso che per noi significava l'arrivo ora capolinea del declino irreversibile Ci consola l'antologia di pensieri sotto la polvere dell'immobilità che possiamo chiamare per l'alibi degli errori ...... destino ....... e basta - Dal volume Parole fredde - Incomprensioni Incomprensioni degli amori Parole... che si scontrano a un incrocio senza l'intenzione di fermarsi e dirette in altre vite da tempo immaginate - Dal volume Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Noi poveri noi poveri con il cuore come una spugna che assorbe tutte le acque inopportune con la bocca che mastica con consensi forzati il vento di tutte le sciagure siamo costretti ad ammazzarci per contenderci una croce che ci porti un po' più in là del tempo reale noi poveri o ci crediamo o no siamo costretti a pregare oh! dio dacci la croce giusta e fa che un fiore nato per caso sui nostri sudici resti non venga calpestato da distratti passanti - dal volume Poesie cialtrone - Nuova solitudine cominciai a scrivere vinsi la gara d'appalto del dolore e ritornai alle geometrie del cuore illuso da sezionare per gli sguardi pieni di denti illuminati dal consenso dell'invidia che allungava i tentacoli con galanterie sbaragliate dalla vita a me sfuggita dall'investimento lineare che avevo fatto ricondussi le poesie dell'anima alle tetre scaltrezze imposte tra il cigolio dei sogni che sputarono sul cancello degli addìi mentre gli altri potevano ripartire sulle scie della curiosità della nuova solitudine - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Il Cancelliere Tegola in tribunale il cancelliere tegola con la testa nel vortice di un amore perso scrisse arrosto invece che arresto e per quel giorno la giustizia andò in fumo come in fumo il sogno di quella figura adattata e fatta vagare troppe volte nelle stanze, nel suo letto in sogni in piena luce spesso consumati nell'abbraccio di un cuscino unto nel rumore di una frase strozzata tra denti incauti quella vita costruita a misura e fatta passare per l'inchiostro di una penna e adagiata sopra un foglio mai spedito quell'amore circondato da un sorriso mai diretto ...per paura quel suo cuore vagabondo e razionale depositato tante volte in una rosa mai donata per orgoglio lo chiamavano il cancelliere tegola per quella mano portata troppo spesso a taglio inclinato sulla fronte per far cadere in basso i suoi pensieri indegni per caso o per fede al suo nuovo nome lo trovarono appeso sotto una grondaia stavolta sopra la fronte... una tegola vera io pensai siamo noi che dipingiamo i quadri tristi della nostra vita e gli altri implacabili giorno dopo giorno costruiscono la cornice da appendere - Dal volume: ... e ..!! le rose piangono al tramonto - Piccole Ali piccola vita che crescevi dentro di me poi d'un tratto pezzo d'ingombro che alimentavi le mie paure corda legata ad un cielo opprimente, abbassato che mi impediva quel salto nel vuoto per farla finita un prezzo alto di un piacere breve figlio intruso mi sbarazzai di te e ti lasciai dai falchi che mi imbrogliarono facendo finta di cullare la tua piccola morte ora mi servi piccolo fiore a cui mancava l'ultimo sole per sbocciare e io ti lasciai in un luogo senza tempo non posso piangere sul tuo cimitero che è dentro di me e non vedrò mai però sento le voci del tuo piccolo scheletro vedo i fantasmi del tuo piccolo volto fermato a metà anima mia lo so che non merito pace ma vorrei che il mio dolore ti giungesse lo stesso in un luogo da designare costruirò la tua piccola casa per tenerti a riparo dai peccati del mondo e mi trascinerò fino allo stremo per venirti a trovare per portarti i tuoi giochi rubati piccole ali non so se avete potuto volare verso un cielo lontano o siete cadute nel posto più brutto e per questo dubbio che non mi basta il dolore e non c'è pena che io possa scontare non c'è volto che costruisco che mi possa chiarire come potresti essere adesso - Dal volume Parole fredde - - Nota dell'autore: non sono cattolico, bensì ateo ma la poesia sopra va vista seconda le singole coscienze. Molte donne mi hanno scritto: se l'avessi letta prima,ora è solo una spada in una ferita aperta - Li chiamano Poeti Sono operai che fabbricano lamenti li chiamano poeti appendono parole al sottile filo del destino impastano dolori per un pane amaro a una società che ha sete di potere sono vele al vento che hanno perso il mare impigliate nelle ombre dell'anima li chiamano poeti per una gara a sputar dolori più distanti soavi con meno rumore li chiamano poeti custodi cantori degli archivi dei vomiti pieni di cuori che si fermarono per le fatiche dell'inseguire un accoppiamento fatto passare per abbellire le bestialità per ...... amore..... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Preghiera di un ateo Oh! Dio prestigiatore dei poveri quelli che ti hanno riso senza denti ti prego, falli cadere nel sogno in un sonno senza risveglio mandali via da questa terra che ha eruttato pietre e letame dal loro destino scritto con inchiostro di sangue diverso portali tra le stelle lontano dai confini che non hanno potuto mai varcare ti prego non dargli un condominio almeno una villetta a schiera magari con un albero di ciliegio con quell'usignolo che gli hanno sparato perché li faceva un po' felici con poco falli stare senza pigiama celeste dagli due scarpe e un vestito gessato che non hanno mai avuto falli abbracciare da una donna spogliata sotto un lenzuolo di seta nascondigli il sole impietoso che per tutta la vita non ha confuso con i riflessi le loro vergogne le loro miserie oh!...pensaci....Signore - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque, ripetuta in Parole fredde - Il Ciabattino aveva sì e no dieci anni il piccolo ciabattino con gli occhi grandi che avevano assorbito cose più del dovuto una polvere nera sul viso cornice di un malinconico sorriso lavorava sotto l'ombra di un padrone che con sguardo a ciglia a riposo lo incitava nelle fatiche ogni tanto andava via per poi tornare a sorpresa dalla strada nascosta signori eleganti con fare clandestino per nascondere l'assoggettarsi alla riparazione raccomandavano tempi più brevi su una vecchia grondaia una gazza sostava poi spiccava il volo per avvertire il piccolo bimbo a ricomporre le distrazioni mentre il padrone con passo felino accartocciava i rimproveri nella sorpresa - Dal volume Una farfalla all'ombra della luna - Lunedì Gli operai ripresero il tentativo di ridare la pelle ai palazzi nel lunedì apparve lo squallore dei balconi coi mancati affacci di vite su misura per strada i passanti tra gli intrighi scontati per non tornare a casa si aggiustavano la faccia nelle vetrine che rendevano cadaveri aveva capito tutto la ragazza punk che gonfiava una gomma americana in quel lunedì che era solo un numero deciso da chi aveva voluto dare un valore al tempo - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Esperimento Metti una parrucca a una pecora poi mettila al posto di guida di una rossa ferrari come il sangue delle furie di un drago allacciale le cinture come volesse partire verso mondi lontani aspetta solo cinque minuti e vedrai al suo fianco una donna tra le più belle poi mi dirai .... michele ...!!...!! esperimento riuscito..!!. dell'ingegno umano sei il massimo rappresentante - Dal volume Poesie cialtrone - L'avvocato furgone l'avvocato furgone disse ci può stare in una pausa di silenzio del suo cliente condannato per aver tagliato le ali alla colomba messaggera del suo amore segreto e dirottata da un temporale verso l'ex moglie che per rabbia gli chiese un sussidio di baci ai piedi l'avvocato furgone continuò a spiegare che lo sbaglio ci poteva stare tranne che far visita ai ricordi senza avvertire e che il messaggero infame conosceva già quei luoghi per potersi fermare in tempo sulle soglie delle gioie sepolte io uscìi dall'aula evitando il lungo filo degli intrighi che l'avvocato stava lasciando al suo cliente per non fargli trovare subito la ragione e ridurre drasticamente il compenso - Dal volume Un temporale acclamato con nuvole dirottate - Parole che non ritornano Una pecora guardò il sole constatò che rimaneva ancora molto tempo per brucare a sazietà il cane giocava con le piccole ombre mosse dal vento il piccolo pastore parlava da solo e ogni tanto si fermava sperando nel ritorno delle parole per spezzare quella solitudine che tendeva all'infinito e che non reggeva più i sogni che si costruiva in piena luce notò che altri animali non erano mai soli e le stesse parole per reggere una frase dovevano essere più di una si sentì solo avvolto nell'infanzia in un mondo che non rispondeva mentre una lacrima gli solcò il viso quando il sole immobile era ancora alto e la via del ritorno infinitamente lunga - Dal volume Una farfalla all'ombra della luna - A una donna A una donna con odio e rancore che vorrei vedere, sentire implorare pietà ai miei piedi con i suoi occhi secchi dal pianto dedico e vomito queste parole il disprezzo mi fa tremare la mano le parole faticano a mettersi in fila vorrei vederla col cuore che assomiglia a un'ala spezzata mentre dalla sua bocca rumori di macerie rimosse e io pormi sempre più in là per vederla arrivare come un serpente tagliato a metà vorrei calpestare, sputare sopra ogni pietà il mio odio spaventa la morte per quanto tempo dovrò odiarti ancora dolce amore mio?? - Dal volume Piccoli rumori dell'anima - Filosofie animali Quel giorno il gatto divorò tre topi da una fessura si affacciò il vecchio topo affamato e scaltro pensò avrà sete aveva ragione il gatto sazio appesantito con fare lento si avviò alla fontana e mentre attraversava la strada finì piatto sotto una macchina rimasero ad attenderlo invano tre gattini il vecchio topo si abbuffò poi disse tra sé ora posso stare tranquillo i piccoli saranno soccorsi dal contadino ed è giusto che sia così poi cresceranno ed io dovrò cavarmela e sarà dura ma passeranno altre macchine La pelle Strinsi nel vestito la vita che non c'era vidi nel riflesso dei bottoni le mascelle appese dedite a vegliare le macerie dei dolori strozzati sotto l'alibi di una canzone uscirono in rumore alcune parole ribelli ai deliri dell'anima sterili di lacrime funerei adagiati sull'orizzonte degli addìi gli occhi scrutarono una nuvola spinta dall'addizione dei lamenti questo mi parve il vento che schivava i vicoli senza trovarti tra miliardi di usci che immaginai cercando il cadavere della speranza tra le mani il vestito muta di serpente ormai lontano in una nuova primavera e l'amore intermediario di due cuori ci aveva lasciato ...la pelle... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Se questo è vincere Distanti per troppo tempo ci siamo rapiti abbiamo frullato nel cervello vite che vorremmo e paure di conoscerci ma tra lo scrutare degli occhi abbiamo perso tutto coi giochi dell'anima i trucchi del destino il podio dell'orgoglio il sangue bianco degli anni le parole non dette i cuori pensati diamanti senza luce dei sorrisi due carboni nelle caverne del petto se questo è vincere .... amore.... mai detto.............. - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Attenzione...!.. Attenzione...!! pericolo!!! lavori in corso al cimitero un cartello più in là si costruisce una tomba con tutti gli onori con marmi eleganti angeli dipinti come d'ingombro a pochi passi una croce cadente che sembra una X del suo segnalare si è perso l'indizio e del riposo che copre non si ricorda....la direzione gli operai sbadati calpestano ovunque quella zolla squadrata che nessuno reclama domani il lavoro finirà i parenti andranno a vedere e qualcuno distratto colpito da quell'opera d'arte inciamperà su quella .... c... ...di croce - Dal volumeParole fredde - Fatti trovare Col capitalismo ho perso un figlio disse il vecchio podestà convertito a forze moderate mi fanno rabbia alcuni cani albanesi che votano ancora comunista la moglie sentì tagliare l'aria dalle parole e si sentì come un tempo deposito curato di voglie senza effusioni che avvenivano di notte dimenticate dai giorni che dovevano servire per guidar la patria per percorsi razionali, pianificati l'odio non si può scordare pensò la donna e l'amore ha bisogno di armonie di poesia che deve passare dentro gli occhi perché il cuore è solo il mezzo per distribuirla quegli occhi sono sempre torvi non è quello l'azzurro di un mare in pace nei suoi fondali ci sono ancora i morti ancora le ossa che sognano di tornare a galla la donna capì che l'amore lo doveva cercare in un'altra vita e quando il lupo si finge agnello è solo per provare a gioire delle paure che ha esercitato la trovarono senza vita con il sangue alle vene ormai secco e su un foglio fatti trovare... figlio il cielo non è poi così grande così lontano....... - Dal volume Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Pubblicità Le gambe della ragazza della pubblicità formano un muro dove si riunisce il silenzio dei perdenti dove si flagella l'odio di uomini stressati dal rituale sincronismo di mente e braccio solo così puoi avvicinarti al sogno eterno bambino io mi metto a ridere nel vedere la signora della porta accanto con i capelli che sembrano fieno marcio eppure ha usato uno shampoo consigliato da quell'attore che ha girato quel film ... portami via con te.... per salvarmi dai dolori del clima ho chiesto a un amico tu che sei un bravo cuoco sapresti dirmi che tempo farà oggi e questi incomincia a parlare di perturbazioni non vado oltre c'è la pubblicità che scandisce i modi del nostro....pensare...... - Dal volume Pensieri che non dormono mai - Panchina (d'autunno) Seduto su una lercia panchina oltraggiata da firme di dubbie esistenze violentate dal progresso folate di vento che accantonano la polvere ai piedi gonfi che hanno cercato brandelli di pace per un cuore ribelle per una mente pazza per il mendicare dell'anima di amori impossibili ruota una foglia secca dal pianto per una morte annunciata e a ogni fruscìo una speranza di meno e un sorriso che getta la chiave di due labbra chiuse incollate sotto finestre gli occhi trafitti da un tempo senza luce senza risveglio - Dal volume Scritture agricole e metropolitane - Media pianificata Cade il silenzio sulle cose da dire apparente la pace solo frutto di forze mancanti rassegna le anime l'inquadramento della coscienza messa a tacere dal potere con l'ombra vicina e il dolore distante media pianificata risultato controllabile piatto cammino inaccettabili rimorsi sotto fedi di comodo e braccia allargata la vita continua è mosaico di finti paesaggi antidoto segreti amori che scelgono stelle artificiali che vegliano passi senz'orme La mosca La stanza era tranquilla col balcone sul giardino con fiori stanchi di sostenere le miserie dei distratti innaffiate col sudore di chi sta pensando ad altro mentre osservavo questo tentativo di ornamento stanco una mosca entrò nella stanza e con le stesse traiettorie di un fulmine incominciò a ronzare interrompendo i miei pensieri sul degrado a cosa può servire questo stupido animale? sempre presente nelle disgrazie a circoscrivere l'accaduto è l'angelo della morte che ci viene a controllare a disturbare, a ricordare che poco distante da un sorriso c'è qualcuno che è morto che sta morendo sarà la mosca che ci viene a ricordare dei confini così vicini tra tanto cibo e tanta miseria? - Dal volume Vite contromano - Strani atleti Allineati con le pance poggiate sulla staccionata con l'occhio socchiuso come in un dormiveglia ignorante gareggiano ad ammazzare i cacciatori i loro allenatori affettano salame versano vino e nell'intervallo della ricarica imboccano gli atleti stressati stanchi a contendersi con onore una coppa cromata da esibire con orgoglio la caccia è uno sport i cacciatori sono degli sportivi gli animali sono una palla una racchetta una trottola un cerchio con l'unica differenza che sono essere viventi ma si fa subito a renderli inanimati - Dal volume Scritture agricole e metropolitane - Locale notturno Due figuri grassi come porcelli da ingrasso promettente e che in montagna in alta quota tra un freddo e un vino traditore sarebbero andati incontro a un equivoco alimentare si avviarono per le scale con le ballerine Lituane che mentalmente stavano già spendendo i soldi erano belle avevano vinto la ripugnanza e i fiori del cliente con l'anima nobile innamorato persero alcuni petali che rotolarono come piombo mentre questi si mise una mano sullo stomaco e una sulla fronte caddero le mura dei sogni tra i fumi sparati dagli illusi io mi dissi non è questo il posto per le anime che vogliono volare in alto non è questo il posto per pregare - Dal volume Poesie cialtrone - Lanterna rossa Disse il palafreniere è il terzo tentativo il cavallo è stanco ha disperso le sue forze lontane dall'accomodo la signora sul balcone si tocco i seni fuori dal controllo che impone anche l'etica normale e diventò rosa in viso lo stalliere sussurrò quanti disagi ci procura il contatto della carne ma è solo così che uomini e animali aggiustano la psiche e liberano il cervello come un cane al vento la cavalla stanca di aspettare nello spreco il discorso non gradì e con impeto e violenza mollò un calcio allo stalliere che attenuò il colpo al basso ventre intervenne di lì a poco la padrona le donne hanno pazienza quando si tratta di un capriccio ma si controllano raramente nelle voglie mosse dalla natura io ricordo esattamente era trascorsa una settimana dal ventuno marzo e intorno tutto un via vai di animali che fino a ieri sembravano dormire sentìi un gatto strillare due cani mi tagliarono la strada mentre si inseguivano due passeri avvinghiati in volo mi sfiorarono gli ultimi capelli una lepre con la coda alzata come un'antenna balzò davanti agli occhi guardai poi nel cielo e vidi due rondini lanciate nel vuoto che sembravano due croci sovrapposte poi pensai:porco mondo qua scopano tutti e non avendo il tempo per i preliminari di un rischioso incontro mi avviai verso un uscio che conoscevo e sopra la porta ritrovai la mia lanterna rossa - Dal volume Poesie cialtrone - Sparring partners Io anima dilaniata come sparring partners di amori che passano per la rabbia di ciò che sognarono vinto dalle ombre sulla luce spenta sul solo traguardo pensato come podio io faro di sosta usato per guardarsi intorno col rosario di illusioni per il miracolo di non esser più riserva oppure come terza via antiquario di cuori tra il vincere e il morire come grigio cielo di mezzo cavia di tempeste e sereni a ogni costo oppure limbo da salutare senza rimorsi d'abbandoni nessuno ci vede sofferenza nella mediocrità di sparring partners - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Con rancore Che il buio e la luce servano solo per sonno e risveglio che la luna si risparmi ad ispirarmi che il sole pensi a riscaldar cuori più umani in questa storia non voglio vedere fiori ho milioni di parole che si aggirano intorno a un rancore incatenato all'anima che si vergogna e si rifiuta di coprirlo questo rancore che brucia e non si consuma è per te... donna dalle tante vite immobili che si arrotolano nei tuoi pensieri nascosti dietro un unico sorriso che usi per disorientarmi e farmi andare verso il non so dove che poi è il posto dove tu ti trovi sempre per indicarmi un'altra strada,sempre sbagliata dove il cuore pena ed è contento ma ricordati che quando finirò il restauro delle mie difese, finirai nel silenzio ed io vedrò il tuo oblio con luce chiara il mio rancore sparirà ma stavolta chiuderà le porte per ogni pietà non mi importa di un'altra vita ma vorrei che ci fosse per ritrovarci ad abitar vicini e per l'eternità la gioia di non dirti mai ciao... come va.... che io sia l'ultimo poeta che versa inchiostro sulle ipocrisie di una donna - Dal volume Pensieri che non dormono mai - Domani Domani piegato sulle cose di sempre fatte di respiri controllati dai muti battiti del cuore corona d'alloro per l'anniversario del podio dei sogni domani un numero di meno verso il mancato arrivo - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Vite astratte Vite astratte sputate dal progresso nelle periferie impronte di destini semplici segnali di morte annunciata loculi per vivi con tetti d'asfalto i palazzi gusci di cuori che pulsano il declino congiunto all'anarchia dei cani promiscui amori nel torvo degli occhi su volti segnati truccano il domani drogati d'abbondanza tra fogne e discariche i topi rafforzano la fauna del mondo riciclato ma l'anima non può mancare e negli ospedali-chiesa terminali preghiere assolvono coscienze in ritardo l'umanità dei vinti fermata dai giochi di potere dietro uno schermo che cela amplessi ...d'illusioni... - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Gli occhiali A vent'anni incominciò a vedere la realtà offuscata davanti al medico che gli ordinò un paio d'occhiali rimase sgomento quei vetri spessi sugli occhi gli rivelarono una freddezza del mondo e quando se li toglieva la nebbia di un sogno che mai partiva il responso popolare fu l'esagerata masturbazione che aveva consumato le vitamine migliori indispensabili alla manutenzione di quelle finestre sul mondo aperte verso un punto fisso,le donne poco cercate e incluse soltanto nell'immaginazione due manette ai polsi gli esperti gli consigliarono ma il fisico costretto ad alcune immobilità dopo alcune mattine ne risentì scartando altri consiglieri prodigati al suo problema trovò semplice la genialità di cercare una donna vera che lo aiutasse a gestire con razionalità gli impulsi con l'impegno e la determinazione nell'intento a breve tempo riuscì allenato coi sogni e la fantasia deludenti furono le prestazioni almeno così lui pensò non avendo esperienze si affidò ai paragoni di racconti gonfiati la storia finì male il racconto è la sintesi di una foto sul giornale con due mani staccate,con due manette ai polsi e poco lontano due occhiali sui binari, brandelli il resto del corpo io come sempre passai per caso e sussurrai è morto perché aveva una banda di cialtroni nell'anima - Dal volume Poesie cialtrone - Prototipi Si stendono i nervi dell'attesa nel rassegnato cammino si dileguano gli imbrogli e lasciano le ombre consapevoli che addomesticavano i silenzi la pace semplice sconfitta appesa al filo del domani muto narrare di piatta esistenza colorata per non deludere amori che ci hanno generato per la ricompensa di vedersi in noi continuare noi figli pennelli dell'anima per il restauro dei loro fallimenti noi prototipi di vanità alla fieri dei vinti inerti ci siamo lasciati vendere ...il domani - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Il figlio del generale Giocava ad infilzar le rane ad uno spiedo il figlio del generale, robusto nei suoi anni giocava ad ammazzar gli indiani sotto gli occhi fieri del suo allenatore si ferì e fu contento di dominare il dolore anzi si guardò allo specchio e disse all'immagine fatti i fatti tuoi in un tempo che gli sembrò un imbroglio degli istinti non calcolabili lo portarono a una donna con armi bianche che non lo arruolò in nessuna voglia ne seguì una battaglia e nella resa senza onore rinunciò ad ogni gloria per quel figlio vile il generale si sparò quel figlio per riprendersi l'onore non dormì mai per non sognare per essere stanco e nervoso nei desideri che aggiravano le strategie il figlio del generale si è sparato in una notte d'agosto di luna piena mentre i grilli cantavano e le lucciole cercavano di far capire che le stelle non sono poi così lontane e un usignolo eccentrico senza più voce per gareggiare a contare le notti brave - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque - Stelle artificiali Guardano il cielo le puttane e si sentono vicine alla propria stella poi Dio pone il velo delle nuvole per la sua intimità si imita il sogno con vecchie scarpe del progresso copertoni-ambasciatori decapitati per scarsi segnali che non persuadono e bruciano a illuminare le gambe colonne di rifugio per orfani d'affetto che non doneranno mai.... ricompense - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - La vita è un ippodromo Trent'anni già vecchio per l'assunzione per lavorare in fabbrica la raccomandazione è scaduta in questo sud mattatoio c'è da lottare per morire decente senz'agonia una lista d'attesa per una scarica elettrica la pistola va bene lo stesso ma è un metodo vecchio la vita è un ippodromo e noi siamo cavalli fuori scommessa che non si piazzano più non si alza più polvere al nostro galoppo abbiamo una zampa che non risponde ai comandi la vita è un ippodromo e noi fuori pista non siamo nel binocolo di donne eleganti non possiamo più sognare un'attesa al traguardo e una mano sottile che si posa sulla fronte sudata per un bacio che unge le labbra ma forse ci aspettano e ci chiameranno ancora per nome se andiamo a votare e poi metteranno un timbro viola sulle nostre bistecche di carne di razza io dico ma che vai a pregare dei vermi o uno stomaco vuoto per un paradiso che è un gran galà che accetta solo gente vestita alla moda mamma al fiore del tuo amplesso potevi chiedere al frutto se voleva morire o accettare il rischio della bocca sbagliata - Dal volume Parole fredde - Festa di paese Passeggiano i reclusi del qualunquismo alzano il prezzo sulle bancarelle dei sogni in cui credono di entrare festa di paese dietro una statua che ha resistito al tarlo ma scolorita dall'ipocrisia stasera ci sarà il concerto di Gino delle Conce Giò Secchio Frank Paglia tre nomi visti in televisione sparati per una volta nella scatola del successo stasera faranno da tramite con le note per traghettare le abulie verso le meteore festa di paese sguardi e saluti e parole alla schiena unte da bave di compiacimenti ci saranno vecchi col pensiero in ritardo che guarderanno il culo alle donne il venditore di pesci all'aceto tinti di zafferano firmerà la festa con le urla alle orecchie mentre qualche bimbo si scioglierà da una mano per dribblare i distratti e inseguire un pallone che magari si andrà a suicidare sulla brace di un arrosto festa di paese riassunti di vanità che volano basse senza prendere il cielo pregato - Dal volume Parole fredde - Simulazioni Rompe il silenzio il fruscìo delle angosce nel tentativo quasi riuscito di addomesticare la pace giochi d'imbrogli in cerca di Dio tra stelle e coperte di nuvole per concubine preghiere qua sotto ho un amore violento fatto di specchi che mi rendono occhi distratti lontani dai rumori del cuore zoppo nel freddo dell'anima incapace di simulare un abbraccio nel ricordo di ieri che poi è un tempo lontano che il dolore tiene dietro la porta ignaro che ormai per te sono un ponte abbattuto un nemico alle spalle una pietra nel muro che ti protegge il sorriso nel quadro dei giorni che solo io non posso vedere - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Segretarie d'estate Nell'alienante tempo le segretarie pensano parrucche per vite immaginate oltre la reclusione degli uffici socchiudono gli occhi nella calda estate mentre l'unica mosca sulle bianche guance nel dormiveglia sostituisce una carezza di una voce passata per telefono poi l'incubo di due passi raccoglie l'anima sul davanzale già pronta per volare tra il rumore delle serrature del cuore e il sottile addio di un sorriso che si dilegua dal sogno - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - Lingue maledette ¹ Questa mattina per la prima volta ho visto il silenzio restituirmi il vuoto dei pensieri come note il rumore dei tuoi tacchi per i corridoi dell'anima per restituirmi spiccioli sogni che incauto lanciai oltre i destino scritto nelle cose di sempre nel baro della statica vita incitata dalle lingue maledette dei falsi che ora mi girano attorno per un arcobaleno al dolore negli astri della loro fortuna e si toccano il ventre e più giù per non imitarmi mentre l'eco della parola amore si strozza tra il rumore delle macchine muoio con una mano chiusa tra l'imploro della vendetta del tuo ritorno - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale - veloce Sig. Giudice Sig. Giudice la pistola era a guardia del mio cuore perciò io ho sparato con un solo colpo due anime e un cadavere sono ancora vivo solo per raccontare che forse son felice per aver perso ciò che gli altri non possono mai trovare sai l'anima si abitua al dolore ma non sopporta il dubbio spero lei mi dia le tenebre negli spazi scuri spero di ritrovarla ci parlerò a quattr'occhi mi perdonerà lontano dal male della vanità comunque posso gioire un cuore ho salvato e uno in libertà che mai nessuno più imprigionerà consegno a lei la mia sagoma vuota - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - L'inferno L'inferno è il sole che fa sembrare argento il sudore sulla fronte degli operai l'inferno è tornare a casa e sentirsi estraneo in mezzo a dialoghi che sono vapori di fiato che sa di anime putrefatte,corrotte con un vigliacco silenzio in cambio dell'agguato di certi pensieri che erano passati a trovare il cuore ora cimitero clandestino che le facce da esibire hanno cancellato dalla ricorrenza l'inferno è una donna che nasconde gli occhi dietro una rosa quando ti vende al delirio l'inferno è il pasto consumato in fretta al prezzo di un'anima promessa a chi solo spera e un corpo ceduto per tempi incerti con la finta di essergli distante l'inferno è guardarsi allo specchio e vedere con paura un volto che sembra prenderci da dietro l'inferno è guardare per caso all'orizzonte e dover chiedere senza risposta al sole se si sta consegnando all'alba o al tramonto mentre una mano si posa sulla spalla e ci dice non ti preoccupare dove andremo non c'è da confondersi farà sempre buio .... è la morte.......... figlio incredulo della terra - Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque - Il vento si placherà ¹ Il vento scova i ripari ulula per l'affitto dei lamenti delle anime che hanno bruciato il riscatto e cercano vendette negli occhi anche col solo raschio di granelli di sabbia ma simulate lacrime e il dorso dell'indice che si piega nella valle dello sguardo messaggi chiari per far partire avvoltoi e iene e in seconda sciacalli fino ai poeti per chiudere il cerchio con fantasie e lamenti vita e morte particolari acquisiti per l'altruismo e tra falsità e muti dolori si delinea il successo fuggono i vinti per la sola ambizione tenersi lontani da leggi senza prove domani il vento si placherà unica prova un cartone e un cellofan impiccati sulle spine di una rosa - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Nota: linguaggio sperimentale veloce Grande bordello ¹ E'vino buono lo possono bere anche le donne disse il minatore Sardo e incitò le ragazze di colore a entrare nel tunnel a collo di bottiglia pochi passi e alla vista dei soli occhi le Nigeriane si sentirono a casa e pronte per l'esperimento iniettare amore placare le discordie tra il richiamo del diavolo e la flebile voce di Dio fusa alle invettive delle mogli ma sordi gli scapoli dissero che la morte poteva aspettare nel facile abbraccio del colore della pelle e lo sfreco del carbone sui visi le telecamere deviarono sullo schermo una nebbia il presentatore annunciò la pubblicità tra l'audience alle stelle e la schiacciante vittoria del grande bordello sul grande fratello l'indomani solo un critico esortò per salvare l'umanità dall'atomica della stupidità - Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale veloce Trash ¹ Lontano il ricordo di quando sugli autobus i giovani si alzavano per far sedere gli anziani e le donne incinte oggi tra il potere delle parti intime e le voglie di apparire degli ipocriti si promuovono le galanterie fasulle dei belli costruiti sulle sevizie psicologiche dei brutti degli indifesi ma interessa il faro guida dei manipolatori indicatori di tendenze trash..... a cui si adeguano per il lifting del potere i colletti bianchi ambasciatore di improbabili mediazioni un conduttore TV tra una gara di beneficenza delimitata dal suo compenso miliardario e il pianto di dolore di una cavia che vince le finte riluttanze degli addetti per entrare nelle case e rendere schifosa una gustosa cena io non mi muovo più non vado più in giro a raccogliere le storie misere e millenarie di quelli che lottano per perdere con dignità per una morte decente mi basta il grottesco dello schermo e il cinismo dei boia consapevoli che lucrano sulle decapitazioni .......smetto di scrivere non voglio essere più cronista di morti che camminano dei marcati per il consumo dell'audience - Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale veloce Voli in Tailandia ¹ Ha dato le ali a tante anime più o meno buone che hanno volato sui folti alberi sui fiumi che non conoscono vendette Oggi stanco di volare con ali finte appesantito dalle facce degli inganni col motore che spruzza incenso di vita andata va a nascondersi veloce nel bosco e li porta tutti a morire sotto il cielo della Tailandia che scompare Oggi molti bambini avranno un dollaro di meno forse ruberanno un pasto e affitteranno l'esile corpo a se stessi con la maledizione di una mamma che li vede come un ingombro e guarderanno il cielo in attesa di un'umiliazione che non conoscono ma credono li verrà a salvare Oggi finalmente il volo degli angeli artificiali non catturerà anime perse ma smaniosi i bambini aggiusteranno i sogni per il volo successivo - Dal volume: Vite Contromano - ¹ Note: contro lo sfruttamento del turismo sessuale Trema la luce ¹ Trema la luce delle stelle nelle lunghe notti d'inverno si aggirano tra i rimorsi le anime che rosicchiano il declino i pensieri giurano sul sorteggio dei Santi nei precari riquadri di calendari che chiedono giorni per smaltire divinità in attesa sognano secche solitudini tra lo sfogo di corpi nel verso di lupi sfuggiti a leggende si accumula il grasso di voglie respinte senza tatto le mani non sentono più incanti finti di amori ci si addormenta al mattino dopo aver versato a ogni incubo un vino quattro boccate di fumo e bestemmie in riserva si pongono ombre alla luce del sole sotto coperte ormai cartelli abbattuti di capolinea d'arrivo due piume di rabbia impigliate alle unghia - Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento - ¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce Avare scritture Ognuno scrive come scrive la sua vita sulle pagine nere della terra Il sangue che poi è l'inchiostro ce lo mettono in pochi e quando manca si fa la magìa dei tramonti si muore sgozzati su un foglio per una virgola della storia su un opuscolo nel cimitero degli ignoti appuntamento di fiori per corrompere il cielo con idiozie a mani congiunte in sprechi di silenzi che molte volte in vita furono condanne per avare scritture che specularono su pianto - Dal volume: Voci dall'inferno - Pensionati Occhi appannati dei vecchi nel mondo in bianco e nero in fila per una squallida pensione dietro sportelli tecnologici tra lo spavento dei riflessi di rughe che non entrano negli occhiali di impiegate col cuore perso nei miti addormentati Poi tornano a casa con le ascelle sudate nelle fatiche di un braccio coperchio di miserie da trasportare in un portafoglio agenda con foto di morti col filo del richiamo Ripongono al riparo i biglietti per il cibo nella morta periferia impugnano una zappa per pettinare insalate riconoscenti con radici avvinghiate a raggrinziti profilattici doni sprecati a un progresso di anime dietro teschi colorati Si fa sera giorno aggiunto alla speranza uno in meno per l'abisso in compagnia di una fumante ciotola offerta agli Dei - Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento - Paese (del mio sud della vita) Latrano i cani sulle scie di vendette antiche Tra maschere di muschio le pietre nascondono la storia di uomini annodati alle fatiche Montagne cumuli di destini che negarono ogni vetta tra l'ululare dei lupi e il rosario delle pecore Vecchie croci schifate dalla ruggine bandiere di calvari per soste di miserie Giunge dal Matese la bora nelle rughe di volti a mura per la difesa della pace dei morti nel silenzio imbrogliato Paese come tanti con qualche dente in più nella terra per il rimbalzo e il suono muto di una zappa - Dal volume: Voci dall'inferno - L'ultimo trapezio Forbici alla gola zampe di dolori sotto gli occhi di tua madre che hanno visto scontrarsi tutte le vite L'ultimo sguardo che rifiutò il domani cadde su di te figlio trapezista rondine bizzarra nel cielo affogato dell'ultima primavera Figlio vegetale lontano dal rumore degli applausi le mie mani ferme non possono chiamarti sono croci nel vento per un gesto dei passanti Il tuo cuore è in questo circo di farse e silenzi ora giochi con la vita sul video della macchina ormai grembo sullo schermo Il mio sorriso in ogni clown lontano dalla bocca che mastica il tuo nome una linea piatta che vive di corrente - Dal volume: Voci dall'inferno - Passi sulla neve Sulla neve ogni impronta una storia C'è il passo forzato che sosta oscillante tra l'impreco e il non sapere dove andare C'è l'impronta di chi si sente braccato dalle cose di ieri C'è il passo schifato di chi deve dividere condividere questo lenzuolo bianco C'è il passo di chi si sente incollato ad un vino su una tovaglia che incanta la fame C'è il passo degli amori che rallentano e si studiano sperando cada un difetto Ci sono i passi dei bimbi in questo sogno confuso che si scioglie da solo C'è il passo delle prede e dei predatori come pennelli dell'anima che scava su questa tela tutta da riscrivere Macchie di sangue da lontano come rose fuori stagione che chiamano la vita a mettersi in fila sotto una mano bendata per uscire dal quadro e perdersi nelle cose di sempre - Dal volume: ...e...!!.le rose piangono al tramonto...!!- Lumacò (lettera al mio asino) Oh! lumacò quando ti comprai avevo ancora i capelli da pettinare con le dita quando si avvicinava la scadenza del foglio di cambiale e guardavo le ragazze che mettevano paura al sangue che nascondeva le parole ora tu sei vecchio e stanco col deserto sulla pelle e i tuoi denti accarezzano soltanto i ceppi duri della lupinella mentre piombi di bava ti inchinano alla terra che corteggia le tue ossa per un sonno sordo alle mie bestemmie che furono pretese senza ricompense Lumacò scusami col tempo ti ho capito ma il progresso avanza animali nuovi sono venuti col cuore di ferro parlano in rumori divorano petrolio avanzano e rendono fumo nero il merlo la quaglia scappano alla vista Lumacò siamo vecchi entrambi con due condanne simili e distanti tu per una mortadella e io coi tuoi soldi verso il decoro del silenzio scusa se ti ho scritto al tramonto - Dal volume: Voci dall'inferno - Tracce di acrobati ¹ C'è poesia nel circo mestiere il limite non è forza arroganza ma briciole d'anima resa visibile in ali di cuori e nel conto del tempo metà vita di Dante per loro il declino al prezzo di poco prestano i sogni sono vite di neve in glorie confuse di bimbi che crescono in fretta scordano tracce di nomi polline al vento la loro arte statue decapitate alla memoria dietro la faccia di un clown la morte in silenzio li aspetta per l'ultimo volo - Dal volume: Voci dall'inferno - ¹ Nota: Linguaggio sperimentale-veloce I padri lo sanno Nel rodaggio degli anni non voluti o cercati fatti scivolare nell'imbroglio della conta tutti gli uomini mettono una mano come tegola alla fronte e si arruolano al tramonto fanno un'alleanza con le forze mancanti con le facce sopportate con le incertezze di Dio Accarezzano le periferie di un grembo che si chiamava amore che ora quasi schifo e paura è uno squarto di terra dove seminarono istinti e concime di idee per ignari germogli corrotti alle pieghe maldestre Nel vizio dei padri li chiamarono figli e li videro specchi ora sono distanti e pagano ancora per non somigliare hanno gli errori davanti i padri lo sanno chiedono solo un sorriso che si concede all'imbroglio una stretta di mano mentre una sola lenta....... ...si gela..... - Dal volume: Voci dall'inferno - Pomeriggi di noia Nel finto spasso di vite di abulici pomeriggi si svende il lascito di secondi sommati a gesti di polsi a battiti di lancette di palpebre nell'orologio del tempo che segue l'ombra dell'anima inseguita da nebbie di efferati sbadigli da nascondere a etiche tristi di volti programmati Illusori appigli cercati in puzzle di amori sbaragli di vite fermate su fogli con titoli strani che rifiutano il seguito con sfregolii di penne col ventre imbalsamato d'inchiostro sangue che nega accaduti mentali Il gelido niente si da fuoco in anestetici silenzi in compagnia di armonie stecchite dal gas nervino della noia nel deserto campo di battaglie costruite per avventure di povere sagome esplose di riflessioni nel nulla - Dal volume: Voci dall'inferno - Lunedì di Pasqua Un lungo formicaio di macchine somari senza capricci senza colpe corrono veloci per gare di campagne ancora stordite dalla rabbia del gelo Nell'avvenuto risveglio vicino ma lontano già al riparo dell'ingombro di una morte risorta la primavera dona gli ultimi peli di coda del predecessore Piatti di plastica come aborti di luna anemica sul dorso del vento vanno a posarsi e annullano precoci ciclamini Cellofano bandiere senza colori né patria avvolgono e stuprano gemme su rami inermi e sventolano il degrado Stanco di offrire luce alle storture il sole si inchina nel riparo del tramonto mentre alle mangiatoie di petrolio lunghe file per le vitamine dei motori ignari che lontano nel deserto di idee una bomba dilania per loro ogni coscienza ...ogni memoria - Dal volume: Voci dall'inferno - Visita in ospedale Visto da lontano mi parve un'officina dove si fa l'ultima scelta del salvabile Privo di giardino con qualche albero qua e là come una follia provvisoria Mi colpì una gazza che passeggiava sul tetto delle macchine e come a voler narrare l'anima del posto distante dall'uccidere dal salvare, dal creare il tutto confermato dai veloci passi e dall'abulìa dei volti come fuori da un tempo che non li voleva Entrammo nella hall vidi due portieri che nel dormiveglia si omaggiavano la noia Accompagnai mia madre e nell'attesa la invogliai a sedere su una panca che sembrava una metafora orientale del precario ovvero della vita intesa come sosta scomoda per andare incontro al dolore Finalmente uscì un'infermiera truccata con la faccia promossa dal suo gioco d'anche ...ci allungò un foglio e riqualificò le sagome con un numero d'attesa per spronare la memoria della conta fuori dalla noia e alleggerire qualche destino Alla fine mi dissi oh! morte quando mi chiamerai fallo direttamente non farmi passare per l'inferno di quella sala d'attesa - Dal volume: Voci dall'inferno - Incroci La libertà è anche anche conoscenza e porta anche a scegliere e nella scelta ci sono i dubbi spesso i confronti l'ombra dei giudizi La libertà è piena di incroci con altre vite con cui ci si può scontrare perciò la libertà gli fece paura Avvertì che il cuore si lasciava trasportare dagli amori prima felici e che poi lo facevano cadere in tanti dubbi e con essi la paura del confronto della vittoria della sconfitta Aveva vent'anni si rifugiò tra le braccia di sua madre molto bella che ancora vagava in tanti pensieri di gioventù invecchiate Si innamorò di sua madre l'unica stella capace di guidarlo tagliando anche le nuvole Le uniche braccia porta sicura per fermare i suoi fantasmi L'unico seno sorgente ininterrotta che riporta gli adulti all'infanzia La sorgente per affetto capì che la sua acqua era diversa e aveva paura di perdersi in mare e la fece tornare nelle sue viscere - Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Giochi d'attesa Ci sfidiamo con l'ansia del tempo nei giochi d'attesa con mimiche studiate per sorrisi proiettati al futuro da far credere per i vuoti dell'altro Ogni tanto scoperchiamo il rancore ghigliottiniamo espressioni a sorpresa nei blitz di colpi d'addio Odiandoci gustiamo il dolore fingiamo c'è uno solo che ama ma ogni volta restaura l'orgoglio Pagherà per ognuno l'egoismo di aver voluto in un petto conservare due cuori e offrirsi nel sogno sudato per l'abbraccio in cuscino che spezza al risveglio il mattino Parla l'anima ai mille volti aggiustati per il giudizio degli occhi inseguiti da specchi Sai amore noi amiamo il peggio l'uno dell'altro che non vuole mostrarsi Noi siamo nati già uguali per vivere due vite diverse e come i parenti nel Natale però di ogni giorno ...... ritrovarci pensando all'addio - Dal volume: Voci dall'inferno - Cantava così forte con melodie che in quel momento mi evocavano viaggi verso non so dove e voglie di tornare pur non essendo mai partito Saltellava di ramo in ramo e ogni tanto si fermava come si guardasse con vanità a uno specchio e poi come una molla ripartiva Era così piccolo che non riuscivo a capire dove trovasse tanto fiato All'improvviso sentìi uno sparo e vidi una polvere mischiata a delle piume che danzavano impazzite Vidi una luce come se qualcuno volesse intervenire ma forse rinunciò per non poter spiegare l'invisibile Io guardai negli occhi chi aveva sparato e non riuscìi a parlare e mi venne solo da starnutire - Dal volume: Pensieri che non dormono mai - Cena di borghesia Parvero subito pubblico feroce con alleanze d'invettive mute e non commensali gli invitati Feci la voce grossa e raccolsi l'omaggio degli stupidi col viso rosa-nero come catrame sperimentale sotto il peso dei passi della dignità in diserzione che mi aveva promosso a riferimento per le salme ideologiche Nella cupa aria del voluto destino illuminato da comete di sorrisi si irritarono i megalomani videro interrotta, forse dispersa la linfa vitale della ruffianeria costretta negli alibi di farse e interruppero la cena tra il finto stupore di occhi delle signore coperte da vestiti consigliati eccitate dal dissenso con le labbra gonfie separate da tagli di lingua a ruota bagnata dal represso astio del cuore anarchico, stanco di ricerche impigrito di presenzialismi blasonati nelle prigioni dell'etica A tale accadere i malati di ipocondria avvertirono l'impotenza degli organi confinati sotto la cinghia immobili nel raccogliere i messaggi di allusive trasgressioni Ospite al di sopra delle parti l'unico cornuto rinsavito, giustificò lo scontato abbandono come prezzo evolutivo e trasferì a Dio l'incerto compito di vegliare le anime a disagio e al diavolo quello di esagerare il tutto per una partita pari poi da risolvere allo scontro di rimando Poi la musica pagata intervenne per dare dignità al compenso e le note azzerarono le posizioni prese dall'umanità evoluta che allentò per l'abbandono i corrotti istinti assorbiti dalla vacillante arte che recitò nella mediocrità lontana dall'allietare i cuori - Dal volume: Voci dall'inferno - Farfalle morte ¹ Nefasta figura truccata d'incanto per i miei occhi traditi dall'anima puttana che al prezzo somma il gioire di vanità e sfuggi come farfalla di vita breve che attira e confonde sguardi su stupri di fiori e io come bambino ti inseguo e scompaio seviziato dai sassi del fiume e tu all'altra sponda azzeri una vita riparti nel gioco ma ricordati c'è sempre un falco in agguato mangia il fiore col ripieno che trova e di ogni carne non bada al colore -Gioisco alla morte del bello preferisco l'anima grigia lontano da sbalzi di gioia ormai per me porta di sciacalli assassini e per te amore bastardo spero che arrivi prima il falco che io al tumulto del fiume Michael Santehrs-dal volume: - Dal volume: Voci dall'inferno - ¹ note: linguaggio sperimentale-veloce Tornano la sera Tornano la sera nei loro alveari che profumano di follie addomesticate Davanti al portone gettano l'ultimo sguardo ai lampioni che ridono nevrotici Portano la mano alla tasca in cerca di una pastiglia per incantare il silenzio stritolato dalle abitudini Si aggiustano le mascelle per le riluttanze di un bacio Allenano le palpebre per il vuoto degli occhi a lasciare passare una favola tra i vapori di una cena scontata da digerire stancamente ...nel letto - Dal volume: Scritture agricole e metropolitane - Pioggia Questa pioggia sottile come il filo dell'esca di pesci addestrati all'inganno cade su vite a risveglio su morti che chiudono trame lasciando scorrere sull'ultimo fiato i titoli di coda sullo schermo del tramonto appeso alle macerie degli anni passati in punta di piedi col solo rumore di idee sempre intente a vegliare scapestrati amori del cuore Si bagnano i piedi distraggono, attirano le mire degli occhi fusi col vuoto voluto per ospitare i soli inquilini le stanche illusioni aggiustate e finite al cielo col fiato invettive ora pianto di nuvole nere che ravviva germogli confonde chi esce per strada e guarda in alto quest'olio di nervi che riduce l'attrito tra vento e sconforto sperando che indenne lasci filtrare questo messaggio positivo .....di Dio................... - Dal volume: Voci dall'inferno - Atmosfere perse Nella pignata al bollito di maiale la vecchietta aggiunse le rape Piccole bolle come da bocca di naufrago che lotta per rimanere in vita uscivano ai lati del coperchio che di tanto in tanto si sollevava come crosta di terra spinta da un animale alla scadenza del letargo Ai bordi simile a bava di lumaca sazia una piccola schiuma si allungava e si ritirava intenta a voler disegnare una geografia soddisfacente e lontana da ogni guerra Tenuto alla distanza giusta il fuoco come un'atleta che chiude una carriera, partecipava al gioco con distacco e di tanto in tanto una fiammella confermava la presenza del calore più intento ad allearsi all'anima e non alla cottura Vorticava nel silenzio la melodia di una fanciulla e nell'aria le delizie del suo cuore accarezzavano le orecchie del gatto che si trovava a metà tra il paradiso dei profumi e il nettare dell'anima che si scioglieva in voce Soave dormiva il bambino nella culla con la bocca aggiustava le mascelle rosa rapite dai sogni dietro le scie di un seno Come cornice che racchiude occhi di pace le finestre facevano vedere i coriandoli di neve che lenta scendeva a volersi scusare dei passi nel disagio di forme di vita attanagliate dalla fame incantate dalla pace assorbite dal silenzio - Dal volume: Voci dall'inferno - Nel rivederla Sul volto il rimbalzo degli anni migliori poggiati come raffinate collane le rughe al bianco collo di desideri di aggrappi di bocche scivolate socchiuse in risvegli di drammi Nel tempo che aveva trastullato i pensieri per addolcire l'anarchia dei battiti che mi bucarono il petto nel rivederla si svegliò l'animale ricordo L'affetto trasportato dagli occhi su oggetti che presero vita bruciò il nome ma imbalsamò la figura Il tempo sconfitto o corrotto conservava la fiamma al dolore la bellezza intatta al tormento di un'anima con mai pace raggiunta Dio che mai si era mostrato al richiamo di pene mi strappò l'ultimo appello fare di due vite per l'ultima volta una sola o nel bilancio di mani con sguardo alle tenebre poggiare una a terra una al cielo Sordo ci mise in un cerchio ci assegnò due strade con traguardo in preghiere monete per la sua banca per lievitare il suo nome - Dal volume: Voci dall'inferno - Vento Come fiato di anime riunite in lotta per affermare i lamenti alle pene inadeguate ai peccati il vento schiaffeggia le corruzioni dei vivi mischia nei vortici implori e bestemmie con abbaiare di fame o lucri di finte assoggettate a spietati padroni che della razza vantano l'orgoglio Come ali di coltelli le foglie di canne tagliano le gole alle anime mentre il sottile tronco si piega, si inchina frusta il volere di Dio Impazziti alcuni animali sanno che i loro odori giungono a bocche insultate, sollecitate da stomaci vuoti Bianchi assassini i gabbiani volteggiano aspettano onde per lanci di pesci i capelli chiudono gli occhi agli amori per farsi sognare già persi e si abbracciano forte per sentirsi ritrovati nei passi che l'invisibile furia gli impone Vento questo nulla invisibile che mischia le carte e mette in gioco i destini le anime perse nelle vite già... precarie - Dal volume: Voci dall'inferno - Verso l'indifferenza La luna ritirò le ombre il fantasma mi aprì lo stomaco verso il nulla da confondere e il buio mi separò dal ritegno vomitai i rancori con la zuppa di vino con cibi che scagliai dentro per distrarre il circolo del dolore e mettere sotto traino delle dimenticanze il cuore ballerino Le nuvole che andavano di fretta scoperchiarono la luce della grossa palla d'oro posta come premio di mondi lontani ....si illuminò la violenza arresa ai farmaci scaduti spruzzati sulla terra dalla ribellione dell'anima esplosa dalle forzature degli adatti Mi svuotai della figura che avevo amato mi accinsi a ritornare a casa nella tomba vuota a distruggere le medaglie ormai cimeli orfani di storia inutili a vegliare il fantasma di un amore nel sentimento del disprezzo di lì a poco fievole verso l'indifferenza per il regalo finale alla tua vita un lungo buco nero nel passato e precaria ...l'esistenza... - Dal volume: Voci dall'inferno - Solo per vendicarmi Stasera mi aggiusto un sogno un sogno di prima mano ...introdurrò nei miei occhi una donna che ho visto passare e che gli ho strappato uno sguardo Tu finirai negli archivi di scorta tra la polvere che copre i loculi di pensieri abortiti Forse mi servirai un mattino di un giorno che non spero...mai.. Utilizzerò i tuoi occhi che mi hanno visto sempre...deforme... e più che sembrarti un amante sarò tuo figlio, quello venuto per sbaglio Poi la notte passerà ....ah! se passerà e il domani ti vedrò nelle cose di sempre frammentata nelle mie abitudini consumate apposta per far camminare su una linea retta....il dolore... per calcolare le fermate degli agguati di certi ricordi che usi per lustrarti un sorriso destinato ad altri Farò un calendario dove i giorni che non ti penserò saranno domeniche So già che non ci saranno mai feste ma importa che tu vedrai tanti numeri rossi sulle pagine scritte del mio tempo - Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque - Teatro Il suono della campana a morte giunse secco nei pollai di anime indifese - L'aria tesa come corda di violino da cattive mani distribuì i respiri negli intrecci dei vicoli che rifiutarono l'eco dei passi per risaltare, invogliare le voci ad allearsi promiscue al comune intento del dolore - Le poesie che avevo distribuito per il piccolo paese posato come sogno angusto mal riuscito parvero inutili per addolcire il distacco dalla già latente vita nel precario addio senza filo - Altre volte erano state le nuvole che avevano seppellito l'ombra amica dei miei pensieri ma stavolta avvertìi la terra nel calco per lo stampo vuoto a perdere - Chiesi al padre che mi avevano consigliato senza che mai consultai di darmi ancora due minuti per affettare l'orgoglio e distribuire agli inferi il pasto dei rancori col diavolo messaggero esattore dietro il sipario degli occhi - Nel silenzio che esige la decenza si prostituì il bronzo della campana e si aprirono i rubinetti artificiali e sterili delle lacrime - Vidi i veri attori del mio teatro rendere omaggio alla mia farsa celata a loro con grande bravura e piansi l'indecenza del loro finto cordoglio - Dal volume: Voci dall'inferno - Concerto Con profumi raccolti da tutte le primavere signore eleganti con un trucco che copre desideri nascosti assistono a un concerto celebrato anzitempo in pigri salotti di una borghesia che cerca di nascondersi e soffre senza apparire - La musica è di quelle che scavano dentro per cuori non ancora in letargo eppure tra il pubblico c'è qualcuno con la faccia assortita che scarica con mimiche antiche qualche dolore che rimbalza su quelle facce da circostanze - Nessuno ha pagato il biglietto per riflettere di una tristezza che non gli appartiene - La platea è di gente che conta ...è quindi importante scalare avvicinare, misurarsi con una gerarchia possibilmente simulando qualche cosa di umano - E' una musica dolce che sicuramente darà gioia all'udito ma non sveglierà mai quei cuori di pietra non entrerà mai in quelle anime tetre andate solo per moltiplicare gli scambi ...di vanità.. - Le note si perderanno nell'aria e un fiore sboccerà con un giorno di anticipo un cane smetterà di abbaiare un bimbo smetterà di piangere - Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque - Vite scadute Sul banco dei macellai con taglieri affilati rossi di sangue inquinato altre volte ho venduto dolori migliori Ho frammentato vite di me stesso che avevano bisogno di disperdersi di impegnarsi a lavorare col tempo senza chiedersi mai da dove erano partite e dove volevano arrivare Nel cesto delle ricompense che ognuno spera di avere c'è solo il veleno delle parole le trappole dell'invidia Domai qualcuno dirà che nessuna memoria si perde del tutto e c'è sempre una foto sul muro negli occhi Ma chi compra una nostalgia nei momenti felici Ci costruiamo un teatro per ripararci la dignità quando ci siamo gia confusi con i carnefici di vite a perdere con l'etichetta scaduta in ritardo anche per il ...consumo.. - Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque - Medaglie di sgombro Nei loro gilet fuori dal giro dei miracoli terrestri i laureati servono e giocano nel finto circo con gli aperitivi sorseggiati nel tempo rubato agli altri dai maghi nel prestigio degli ozi I veri camerieri smesse le divise che si confondevano con la pelle con occhi felini osservano l'impasto dei destini avversi Nelle portate che resero mancie di stanze su gradini alti dirottano smorfie di guance accomodanti per le facce perplesse a riconoscere lo scettro Ora il sole è cambiato e non si prende gioco delle ombre per rassodare le fatiche adesso il fuoco di Dio dipinge posti diversi nei falsi d'autore cambia la pelle in oro miraggio assoluto degli odierni amori Come tutti i cani che sognano salotti qualcuno passa solo dalla libertà povera al pasto sicuro nel raggio teso delle catene Nella finta recita della devozione nella guerra dei poveri si sfrutta l'abbaiare e il tradimento di un morso alla schiena A scuola insegnarono ben altro filosofie Greche che coprirono guerre veloci e morti che non pesarono a nessuno Qualcuno donerà qualche medaglia di sgombro per il valore andato in nome ...dell'ingiustizia... e una preghiera all'anno finche dura la memoria - Dal volume: Voci dall'inferno - Farse Sul viale del passeggio osservo la moltitudine di piedi che danzano alle anime sotto il turno degli occhi bassi che in breve si leveranno per carpire le memorie prese Io osservo le sagome che si barattano in silenzio per la riconoscenza del valore impresso Fra poco ognuno andrà a dormire in un letto diverso con un abbraccio che non si può guardare per scongiurare la mortale noia del normale Mano nella mano per sentirsi sicuri gli amori sognano parole nuove si sentono un'addizione della semplice storia ma come un conto in banca se allarga gli interessi può variare il totale Nel gioco dei cuori affidati al solo pensiero si trastullano le vite fatte di convenienze di paure di rimanere sole Tra tante recite stanche delle repliche senza gioie d'evasioni riprenderà forma il quotidiano e toccherà salvarci - dall'aguzzino del condominio che squarta ogni pace - dalle pietre delle parole che nel ferire troveranno giovamento Sul viale delle farse muore la recita - fra quattro mura gli attori nella parte sbagliata ...insoddisfatti.... - Dal volume: Voci dall'inferno - Futilità Stende i nervi il sacrificio del silenzio segue l'amo della morte l'agonia unica vita da raccontare senza ascolti non vissuta Nella lunga fila i desideri mirarono il traguardo ma uccisero il presente Gli amori unico armistizio tra le anime che si confrontano colsero l'unica estasi mercenaria nel progresso tra il frusciò del sangue dell'ormai unico Dio stirato in filigrana e velo d'occhi per gli eletti Col taglio d'orecchie per imporre il silenzio di qualche fetta di anima ribelle in diserzione per seguire il cuore i poveri raschiarono la gola per ingigantire le briciole sedare con inganno lo stomaco Diventa trasgressione alienazione l'esistenza fuori dal baro la regola è uccidere per l'adeguamento al variabile senza etica irraggiungibile miraggio nel deserto della ragione pieno di strisce di serpenti avvelenati pronti a cedere l'ingombro il peso del veleno nel morso della futilità tutt'altro come le anime semplici avevano immaginato .... innocua........................ - Dal volume: Voci dall'inferno - Statale 17 A metà strada della statale diciassette sotto un sole ingannatore e inseguito da una nuvola malvagia con un vento che rastrellava addìi e lamenti mi fermai al solito bar frequentato da gente di passaggio che non vede l'ora di arrivare per scavarsi una nostalgìa di tornare Il barista con la faccia un po' stupida e pensante con le mascelle gonfie di noia pigra accennò a un saluto che a me parve più un gesto per sgranchirsi da un torcicollo Consumai il mio caffè estrassi due libri da me scritti e gli dissi che ti siano d'aiuto nelle forzate pause e poi per far si che qualche randagia anima porti per sbaglio il mio nome in una città che non conosco, esponimi una copia Ripassai dopo una settimana e questi quando mi vide fece finta di ignorarmi mentre i miei occhi rivolti alla bacheca notarono che i miei sforzi lì non c'èrano e non c'èrano mai stati Capìi con rammarico che la cultura spesso è un'insidia e che in quell'anima fatta d'acqua morta qualche mostro era uscito dal letargo Capìi che il sapere aveva scalzato le certezze per mettervi dei dubbi Poi mi dissi Michael non cercare di porti nella notte come luce nel mistero diventi un punto fisso e possono spararti - Dal volume: Parole fredde - Poeti all'inferno Io come tanti poeti stanco del plagio di parole per restaurare la mia anima tradita dai vostri occhi tarlata dal silenzio di un amore che gioca a luci e ombre col mio cuore mi avvio claudicante tra le trappole della mente per arrivare lento al declino da sottoporvi con decoro per lo strappo di una mano che sia meno gelida per la ripugnanza dell'imbarazzo del distacco lontana dal calore che genera una scia per la sola paura di seguirmi nell'inferno dei vivi fatto di dissensi di lettere impiccate sulla pelle di un muro di periferia tra gli odori di copertoni che bruciano per un incenso del sesso di anime dispari che si frustano i corpi tra parole volgari nel temporale degli ormoni sperando di ritrovarsi dopo lo stremo dei nervi Io giocoliere di parole da sciogliere in musica per addolcire il rumore delle finte vite di anelli di catena da trascinare al cielo come curriculum guardo la mia nuvola lieta per il cielo con l'amore del vento e nera fra poco si dissolverà senza saperlo mentre io triste consapevole col tempo che mi ha negato il vostro sguardo che ho cercato ....la seguirò................ - Dal volume: Voci dall'inferno - I burocrati ¹ Con gli agi conquistati nell'anestetico sovvertire delle regole passeggiano a testa alta con aria sicura espressa su marmorei volti ponti di poteri per ruffiani e baldracche dietro icone santificate che provano movenze di prestigi da imporre ad acrobati arrampicatori nel sociale circo dove gli umani imitano le scimmie per un pasto caldo per lo stupore di una moneta falsa con le stesse facce nei mille giri per trovargli una croce ma nella testa che già c'è la croce sono loro per il giusto conio da usare come merce di scambio entrare nelle buie tasche gallerie di dolori degli uomini che hanno creduto nelle regole osannate dai burocrati coi colletti bianchi che stipano le vite con una salsa di polvere negli archivi dei destini scritti legati in uno spago vegliati da un topo dietro due occhiali persi corrosi dal sudore olio santo dell'ozio sangue anemico nei macellati dal silenzio nelle sale d'attesa ...della burocrazia... - Dal volume: Voci dall'inferno - ¹ note: linguaggio sperimentale-veloce Tramonto Solo tra gli agguati nel lustrìo di forchette dei colleghi di lavoro e il sogghigno degli amori che non riuscirono a plasmarmi nei loro egoismi guardo il tramonto con le montagne che pasteggiano le vite barcollanti col sole rosso d'ira per le meschinità degli uomini in divisa di copertura per gli scempi colorati di normalità Un vento di settembre accartoccia una nuvola che provava l'autunno Si desta la mia ruga sulla fronte e spalanca le braccia al covo invisibile di un altro anno fuori dalla conta ormai superflua Accendo una sigaretta per disorientare i mostri dell'ansia che vogliono altre vittime Per la prima volta sento il bisogno di morire con un ipocrito bacio alla nuca e una parola per distrarmi dai fasulli tentacoli dell'ignoto Metto le mani a croce sulle spalle per afferrare le caviglie degli angeli che mi devono portare ma si chiudono in pugni vuoti Come in vita così al tramonto fui...sono...sarò....solo... e i fiori ai quali diedi molta acqua sanno che se vogliono accompagnarmi devono morire....anch'essi.......... - Dal volume: Voci dall'inferno - La talpa Dal prato regolare e ben curato le formiche videro una montagna emergere e scapparono Un grillo appisolato si sentì sollevato da un cumulo di terra e incominciò a cantare in modo strano Una talpa stanca dell'oblìo o forse per sbaglio emerse dalla terra e si sentì strane piacevoli carezze i raggi caldi del sole Un cane immerso in un riposo che andava consegnandosi alla pigrizia vide tagliare la nebbia dei suoi occhi Si destò per paura e per mestiere con un balzo con gli artigli senza pensare uccise la talpa Pensai la talpa è come quegli amori che vivono nel silenzio sperano e si nascondono non si fanno capire si allenano all'indifferenza bruciano di gelosia e all'improvviso con sorpresa si dichiarano in un momento inopportuno non lasciando che la sola scelta di essere negati per poi sentirsi uccisi dall'orgoglio nel pensare..... che tutto ...si poteva evitare.... - Dal volume: Una farfalla all'ombra della luna - Cinico spettatore Ormai io cinico spettatore in questo mondo spettrale giuro la mia anima gemella la troverò forse in Romania magari tra zingari D'Ungheria e un angelo di acciaio col progresso nelle stomaco mi ci porterà volerà sulle mie paure tra i tanti cieli venduti tra gli imbrogli ma io userò preghiere convenienti Nella fusione dei cuori tra mille storie alle spalle stavolta col mio amore firmeremo coi soli occhi testimoni...il segreto... in una terra a metà strada Lo so che anche questo è un sogno che dovrà passare tra gli artigli del sole ma l'anima è calda è gia tornata dagli inferi e la mente è un cane a guardia degli sbagli di ieri Mi dispiace ...è solo un modo di dire... stavolta sarete voi stessi a fare da spettacolo e pubblico sul trespolo dei vicoli con le luci accese dal fiato delle vostre calunnie Stavolta non ci sarà più da scommettere sull'animale strano nelle mosse a seguire e nel divenire dell'ignoro che userò.... smetterò di scrivere per togliervi ogni spia ....del mio dolore..... - Dal volume: Voci dall'inferno - Ave maria -di un ateo- Ave Maria farfalla dei cieli polline di stelle che vaghi in preghiere di poveri cuori che hanno speranza di giungere a te Madre dei figli che vedi ferma la scia di un lampo per dar luce a quelli dispersi Noi atei o peste abbiamo nel sogno l'umana speranza fatta di ali per venirti a trovare nel tuo eterno grembo di quiete Ave Maria nebbia di mente e luce di chi crede poniti come speranza anche per noi figli incidente di istinti e di impulsi sfuggiti a irrefrenabili orgasmi Ave Maria quando il tuo nome scuce le bocche ...non credo ma sento una flebile gioia e non so perché Ave Maria forse è soltanto il tuo nome di madre che richiama i suoi figli sfuggiti al destino .....del mondo.... - Dal volume: Parole fredde - Voci dall'inferno Alla distanza di un bacio che non può essere mai dato murato dalle regole dall'orgoglio nelle sfide del silenzio vegliato dai capricci delle stelle ..fin lì arrivai amore per lasciare l'unica eredità ai miei sensi sempre in disaccordo ma stavolta in armonia per sbranare le mie regole lontane da ogni supplica Nel giro di parole riportai agli occhi tanti cieli ognuno per ogni anima come ti avevo immaginato ma nelle nuvole del sogno vidi sempre l'animale feroce a guardia di un cuore imbalsamato Con sdegno mi consegnai al tempo quello della terra dell'angelo nero nel gioco di chi muore e chi rimane a chiudere la porta nel rischio dello sguardo a metà ma la vittoria fu scritta nel silenzio e forse hai vinto tu perché nello stremo delle anime la tua per ultima ottenne anche se indegna alla commemorazione una maledetta sepoltura nel miglior posto del mio sopravvissuto .....ricordo................... come in questo scritto che ti giunge ancora vivo ...dall'inferno...... - Dal volume: Voci dall'inferno - Silenzi di morte Di tutti i comandamenti ricordo uno solo non ammazzare e come gli altri non l'ho rispettato Lungi da me dall'usare asce e coltelli ma ho dilaniato più cuori esplosi nel silenzio per non averli ascoltati Sordo alla legge di Dio ho abbracciato vendette che dopo la gioia chiesero il prezzo dell'anima Oh! mio Signore ho bestemmiato il tuo nome per le leggi severe che hai per la tua mano che chiesi in appiglio e mai vidi Ricordo a ognuno che legge che l'inferno è quello più facile ma ci sono poche scritture come chiudere la sua porta alle spalle In ogni figlio che vidi aggiunsi solo la paura di una bocca in più da sfamare che insidiava il mio pane non feci niente di male solamente lo ignorai e forse più che la fame morì solamente per non ave .....potuto parlare.... - Dal volume: Voci dall'inferno - Lezione Il cane abbaiò e pensò di aver fatto il suo dovere Il padrone lo guardò feroce per non averlo sentito alleato nel suo dolore Una rondine disse vengo da altri mondi dove gli animali muoiono per liberarsi Con pigrizia e dormiveglia il gatto sussurrò tra servo e padrone un'alleanza ci può stare ma le esperienze sono individuali e diventano collettive per puro caso come la paura di un terremoto Il padrone si indignò e gli lanciò un martello e...l'ho sempre saputo che sei un traditore Sia chiaro rispose il gatto con te ci sto per convenienza il tuo pasto mi giunge con poca fatica e i miei topi posso cercarli altrove L'uomo capì che l'affetto non si ottiene col potere e quello del suo cane era un finto rispetto Fu felice per averlo imparato dagli animali e non dagli uomini - Dal volume: Un temporale acclamato con nuvole dirottate - Polvere al vento Parlo con scarno linguaggio dal posto da dove vi scrivo Sono il meno ricco di tutti posso guadagnare nell'unico modo tagliando ad una ad una le facce disperate dei miei amici migliori che col taglio di parole affettano gli entusiasmi di ieri e offrono ponte la lingua da qui all'orizzonte per estirpare i sogni che tentano un secondo cielo oltre la sbarra tra morte e rinascita dove l'anima tenta di andare eludendo lo sguardo liberando le voci serrate al silenzio per coprire la caccia alla tana di Dio trovando anche l'alibi al bando dei nomi frustando cani con disturbi di voci fuori dal coro nella sincronia del tempo permesso Ho detto al mio unico amore che non posso parlare di decifrare la voce del vento mi ha risposto che ormai sono un osso appeso al destino con le mosche vicine e la carne lontana Per concludere aspetto ogni giorno gli zingari che da bambino imitai recalcitranti al passaggio in questo luogo che incolla la vita alla terra e farmi dare un nome diverso gitano che tradotto vuol dire ...polvere al vento... ...che mai si ferma.... ...in destini già scritti... - Dal volume: Soste precarie - Seduzione Conosceva la mia anima di acqua morta pronta al risveglio e le mancava l'ultima perla alla sua collana per la mostra delle vite stese Mise alla mira dello sguardo saturo per le indecenze delle illusioni morte le ribellioni controllate del suo seno Mi si affannò il respiro e come olio torchiato dal sangue esplose il sudore sulla fronte pesante muro di pensieri ansiosi di arrotolarsi nel futuro e stesi nel cimitero delle idee che nessuno reclama Venne in soccorso la saliva alle spine dei rancori impigliati alla gola e nel dolore si liberò un sogno Feci per abbracciarla e le mani nel vuoto si chiusero a croce per smuovere l'aria e interrompere la follia scuotendo le spalle Con beffardo sorriso la vidi allontanarsi con passo danzante col nuovo diamante sul collo che perse una goccia di sangue mentre un'animale strano ..........l'amore........ cercava tra lo squarcio del mio petto un rifugio sicuro per il lungo letargo dell'inverno - Dal volume: Soste precarie - Tutti scontenti Tutti chi in modo violento chi consapevole danno l'addio forzato cercato a seconda del credo il trapasso o la fine Tutti con l'ultima cosa da dire strozzata alla gola con il respiro che scema fino ....ad estinguersi.. Muoiono tutti col dubbio di non aver detto fatto abbastanza I morti dal cielo o dagli inferi o polvere e basta non sono contenti e non ci parlano più Le preghiere non cambiano le sentenze di Dio che dall'alto ha visto tutto mentre il diavolo offriva la schiena da ponte per vizi e barbarie o semplicemente per la neutralità ....DELL'INDIFFERENZA... Non c'è morte che lasci spiegare del tutto Rassegnatevi muoiono tutti .....scontenti.......... - Dal volume: Una farfalla all'ombra della luna - Se ci sei Se ci sei Dio burattinaio che manovri i fili della semina dei desideri che tentano i pensieri che recitano ingenui inganni per pseudo Madonne che fanno sognare un seno caldo un grembo su cui adagiare gli affanni Ti prego regista che illudi la semina dei dolori che non si possono togliere avverti ogni germoglio che a volte la stessa acqua si brucia alle violenze del sole E le stesse mani che portano al sacrificio i fiori più belli come lasciapassare per annidarsi nella corteccia del mistero di ogni donna domani faranno da diga per arginare il sangue delle ferite del cuore o solamente da grata per intravedere una bellezza svanita che importunava i sogni superstiti Se ci sei a ogni vita prototipa fagli vedere il film del mondo e chiedigli se ne accetta le regole Se ci sei fai sembrare quel grembo un'arida terra da arare con le fatiche e non un divertimento che lascia i frutti all'incuria tanto sono costati una gioia di cinque minuti per una ...memoria svanita.. - Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate - Ultima cena Come saliva che scompare in bocche assetate così il tuo silenzio inghiotte il mio cuore amore di un tempo nell'odio di oggi Vedo i tuoi passi riflessi dileguarsi sulla lastra di pioggia in quest'autunno che sembra la sala d'attesa di un mattatoio e le foglie rosse macchie di sangue nei disegni del vento Distante dalle cose che ho amato coi coltelli degli anni alle spalle mi sento solo mentre disertano i più duri pensieri Strappo la tua foto dagli occhi e irriducibile il disprezzo lancia uno sputo che si perde nell'acqua Mi dico si è suicidato anche l'odio povero me sono solo sul banchetto degli anni addobbato coi fiori del male nell'ultima cena - Dal volume: Soste precarie - |