Poesie di Michael Santhers


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santhers  santhers3

Tuareg
Sabbia nel deserto
granelli di conta
confuso al misticismo
di vite liberate da cavalli
e anime torchiate
in inchini di preghiere
alate da gesti
di mani congiunte
innalzate al cielo
nel tramonto del sole
che allenta il calore
e raduna bisbiglii
per abbeverare il silenzio

Oasi che incantano dune
malleabili
si sciolgono al plagio
annullano riferimenti
e distanze per Tuareg
con braccia a taglio di fronte
come arcobaleni precari
a simboleggiare
la vicinanza lontana
di Dio

Chiude il vento
orme di zoccoli
nessuna traccia
rimane nel sogno infinito
dove gli uomini sono
solo fantasmi divini
e si illudono consapevoli
di scrivere il tempo
solo con figli e echi di voci
sul calendario..di sabbia
- Dal volume: Soste precarie -   

Ruffiani
A lerci compensi
e fasulle gratitudini
sleali
offrono piatto cervello
per bay pass
a fulminare
con energie maligne
spesso vite precarie

Poi
come ogni ponte
in guerra
viene abbattuto
per isolare
nemici superstiti

Ruffiani
voragine d'aria
tra due nemici

Io aggiungo
solo un gesto di mani
l'unica croce
al ricordo
che gli spetta
nel vuoto
senza sostegno
....amen.......
- Da: Voci Scomode -

Tarli di silenzi

Crepe profonde
in anime oscurate
da recite
beffarde
e polvere di tarlo
di due cuori
le parole non dette

Mai baratterò
un mio primo passo
in cambio di un sorriso
tuo di petà

L'inferno
sarà il pareggio
della sfida intitolata
....amore....
e l'orgoglio
violacea cancrena
d'anima manifesta
ai visi truci
osservanti
da torbide finestre
su gesti di silenzi
incorruttibili

Violenze di memoria
da scansare ai posteri
il ricordo
che ci regaleremo
..amore....
se questo è il nome
che vogliamo darci
- Da: Voci Scomode -   

Baldracca
Cuore di ghiaccio
seme d'amplesso
maturato in carne
per mire di sfoghi

Double-face
immondizie e etiche
per corpo e anima

Benzina le parole
ti serviranno
per rotolare giorni
e sorrisi tagliole
per occhi da seccare

Compensi
per estorcere budella
al rumore di spasmi
da friggere al sudore

Fiore di ferro
effige su cancelli d'anima
baldracca cavia dei cieli
per animali vizi

Baldracca
carne raccontata
da vecchi in osterie
ti sputano il nome
e cade l'ultima vocale
sulla soglia di casa

Baldracca
una x di pareggio
tra vanto e schifo
con premio finale
..la tua foto di gioventù
su loculo da evitare
da padri per onor
di rispettabili figli
e blasoni di mogli
dal nome di popolo
.........SIGNORA.....
- Da: Voci Scomode -   

Rondine
E' la stessa rondine
tornata da lontano
sulle delizie del vento
ha raccolto i nostri
eterni lamenti
lo vedo dalle traiettorie
come a voler spezzare
i nostri sguardi
che si sparano il dolore

Gira su se stessa
riparte danzante
poi fa un'aureola
per incorniciare
due cuori vagabondi
disillusi che si cercano
e si temono

Fa uno stridulo canto
per regalare le parole
e sciogliere due anime
imbalsamate dall'orgoglio

Amore mio
lei sa che siamo due ali
separate
e tu non vedi con quanta forza
vuole insegnarci a volare

Arresa ritorna nel suo nido
ci lascia coi piedi per terra
si riprende il suo cielo
che in questa primavera
che ha svegliato tutti
ci voleva regalare

Vedrà due nasi
che punteranno il sole
e occhi rossi
per l'alibi al bagliore
di due lacrime
che invece hanno sorgente
tra le nostre rocce
di dolore             - a Schiava D'amore -
- Dal volume: Vite contromano -   

Necrologi
Ne danno il triste annuncio...
...e con frasi più o meno
di dolore
espresse da parenti, amici..ecc..
si leggono i necrologi

Vi posso assicurare
che se non fosse per una forma
di facciata
o per paura di interrompere
qualche relazione conveniente
nessuno spenderebbe
un centesimo di fiori
senza essere ringraziato
di persona
.....dal beneficiario.....
- Da: Poesie Cialtrone -    

Rizieri
Rizieri
cane da salotto
scodinzola
a una pubblicità
di mortadella
e rovescia
la ricca ciotola
tra implori di cameriera
Filippina

Poco dopo
abbaia a un reportage
sul Burundi
e il padrone cambia canale
sussurra
non ama la gente..diversa

No..risponde l'inserviente
con un Italiano falciato
da denti bianchi
..Rizieri..molto intelligente
lui paura di persone
molto magre..rubare sua ciotola

Secco il padrone
accigliato
ribadisce...certi programmi
sconcertano anche gli animali
al massimo mandarli in onda
a notte fonda
meno male che sul secondo
c'è il grande fratello
- Da: Voci Scomode -   

Cuore di banca
Vitrei sguardi
riflettono silenzi
di compagnia forzata
in pomeriggi coda d'estate
mentre il cappio del tramonto
tira il sole che riscalda schiene
scricchiolanti nel ridare sangue
a violacee batoste di mali invernali

Attorcigliato a esausti respiri
tra i dolori del tempo d'imbroglio
che affettano poesie d'anima
divento concreto mercante
e penso alla fredda banca
del tuo cuore impossibile
in combinazioni di aperture
dove gli interessi di calcolo
oltre alla vita già presa
divorano sogni di fuga

Sento già il futuro sul lastrico
e tu che conti i difetti alla pena
con sgomento però noterai
che la condanna d'amore
spezza il filo al rancore
utile ai ricordi che speri
di allevare nella sperduta
prigione dell'anima mia

Trasparente mi appare
una figura di carne
allo sputo di bocca
che in gioco mi cacciava
il cuore folle alla gola
- Da: Voci Scomode -   

Amore di legno
Seppur per il Santo
nel cuore non avevo
da donare preghiera
per pessimismi
di altri consulti
attesi la processione
nel lento andare
di formiche
con passi morbidi
come su galleggiante foglia
salva da alluvione
-Osservai la folla
in compostezze
di controparte
alle malfatte
-Nel biasciato sussurrio
di preghiere
come d'incanto all'improvviso
lei mi passò davanti
con sgomento vidi
che era lei di legno...la statua
e umano mi parve il Santo
che di sicuro ruotò a me
un'imploro al cielo
-Capii che ero un deposito
di anticaglie
e quell'amore un'icona rubata
di dorato legno
da me in custodia
lontana da ogni celeste
consenso
-Da ateo feci uno zig zag
con la mano e simulai una croce
per la gente ormai petali
di nero fiore
mosso dal vento
sulla lapide dell'amore
scritta con l'ennesimo silenzio
- Da: Voci Scomode -  

Apprendistato
Finì la mia ambizione
per la nefasta ricchezza
e sgomento come falco
per lepre che scompare
al sicuro di tana

Con essa anche l'amore
che al più volte dono
di stelle
fu mai paco
e al cielo con sguardo
per imploro alla sciagura
del mio futile gesto

Pensai
del povero è la sola recita
di rimanenza di vita
che la terra offre in dono
ma con sorpresa notai
che anche nel peggio
si oscurò la già poca luce
di Dio
nel chiedermi per l'arranco
di passi dettati da fame
un apprendistato
graduato con rispetto di fila
della più semplice, miserabili
delle esistenze
perché non ci può essere
via così breve
per gli allori del cielo
ma dissi
Oh! Signore hai già vinto
ma stavolta senza un capriccio
al suo posto ti dono
un rumore di polvere
e un colpo alla tempia
solamente mi sparai
tra la sorpresa
del doganiere di anime
- Da: Voci Scomode -   

Uomo di marmo
Parve un bocciolo
che si culla al primo vento
e poi la vidi inghiottita
dalla porta dell'albergo
come orologio di vecchio marinaio
nell'oceano di sventura
mentre mi nutrivo con lo sguardo
della sua carne e della sua anima
di puttana sensibile e dolce
come il miele che rubavo
per corrompere i primi denti

Il cocktail di saliva e succo
di tabacco masticato
oliarono la marmorea gola
anestetizzata dagli antidoti
scagliati dal cuore per difendersi
dall'ormai demone pensiero
dal truce dolore

Vederla in quel posto
dove le anime vengono conciate
come pellicce scuoiate
su animali vivi
mi fece avvertire alla nuca
il freddo alito di cipresso
della morte
e un lenzuolo turchino d'aria
chiuse i miei occhi sul mondo

Da quel giorno tutti videro
una statua muoversi
dentro le budella del mondo
tra pestilenti respiri
- Da: Voci scomode -    

Bussa la primavera
Passano le nuvole
fugaci
frugano birichine
tra i rami
che implorano pietà
alle gemme

Scodinzola sotto
un ruscello
che placa i ciottoli
emersi dalla piena
mentre viottoli di fango
tirano ai lati coperte
d'erba
che si fa rigogliosa

Amore
nel piccolo laghetto
dove lanciavamo sassi
per infiniti anelli
di fedeltà promesse
ora cheta, l'acqua
dorme
e a sera
un granchio di luna
lo attanaglia
per un convegno di lacrime

La primavera sta esplodendo
nell'incanto
io in ritardo su tutto
consumo l'ultimo tempo
a liberare una superstite illusione
impigliata
a un ramo secco
di rosa canina

Passerà
anche quest'ultimo incanto
su due pelli di serpente
rattrappite alla terra
che si sta magicamente
svegliando
...amore mio
- Dal volume: Soste precarie -   

Morte di un ateo
Un ateo verso il tramonto
si voltò all'indietro
e vide che lasciava
una moglie sterile
e delle amanti
che avevano osato
precauzioni
che non lasciassero
veder colpe

Pensò con dolore
che non aveva scritto
le sue esperienze

Poi si ricordò del suo cane
messo a dormire
sotto un cipresso
ora d'un velo fitto
con la punta mirata al cielo
ed ebbe l'impressione
che due occhi
da quei rami fitti
lo stessero osservando
e il suo cane
si era colorato di verde
e nel vento lo sentì
anche abbaiare
..fu felice di andarlo
a trovare in una maschera
- Da Una farfalla all'ombra della luna -   

Piccoli incanti
Mi accontento
di piccole cose
osservare
col fiato sospeso
una colorita farfalla
in estasi
su un gelsomino
d'incanto
tra le note
del soave canto
di un unghia di piume
di un ciglio di coda
una virgola
ai grevi pensieri
che uno scricciolo
osa in grazia
donarmi
ma
c'è sempre un bastardo
col cuore muto
l'anima tetra
un occhio socchiuso
dietro un mirino
che rende polvere
e fumo
l'unico incanto
che solo
mi basta
- Dal volume: Soste precarie -   

Duro inverno
L'inverno
duro
è arrivato
impercettibile
come vecchia lama
di rasoio in mano tremante
che liscia visi per doveri
a stento su vene fredde

Amore mio
è stata dura giocare
col rumore di parole
col silenzio
vedere i pensieri
farsi le smorfie
nello specchio del vuoto
dietro una lampada bugiarda
nello stomaco
di quattro mura

Come carte al cielo
di caramelle consumate
che ho donato per il plagio
tradito dagli angeli
i fiocchi di neve
ritornati
sogni bianchi sulla terra

Il melodioso canto
di uno scricciolo
e un filo di sole
la speranza
mi riparte il sangue
e stavolta andrà veloce
amore
non ti aspetterà
e il ricordo
nell'unica scia
di neve
- Dal volume: Soste precarie -   

Lasciate stare le stelle
Lasciate stare le stelle
sono solo fiammelle
di rancori irrisolti
fermati da una coperta nera
la notte

Lasciate stare le stelle
sono tanti occhi che brillano
piangono come cani legati
che hanno perso i padroni

Ogni tanto
nel sereno che inquieta
cade una lacrima
ma qualcuno dice
è solo uno strappo di corda
di un amore tradito
per affossare un cuore
alla terra

Io stasera col naso mirato
alla luna dico la mia
ogni stella cadente non è poesia
che incoraggia gli illusi
ma un'anima ribelle
presa a calci in culo dal cielo

Lasciate stare le stelle
sono luci che bruciano
sogni di notte
spariscono come puttane
a fine compenso
ai dolori del giorno
e tu amore sei uno
dei miliardi di bagliori
d'imbroglio scoperto
e cadrai in un lampo
alla terra d'inferno
- Dal volume: Soste precarie -  

Come le nuvole
Sordo il vento
a donarmi
un granello di polvere
a raschiare pupille
infiammare gli occhi
strappare un pianto
dono d'amore
e
seguo le nuvole
in capriole
dissolversi
stuprarsi
mischiarsi
su ali d'affanni
illudere aride terre
paralizzati raccolti
fiori curvati
a riverenze di piedi
trascinati a torchiare
illusioni
a un cenno di collo
inchino devoto
al destino

Nel cielo si apre il sereno
che non serve alla sete
sul volto
mancano due gocce
vere, finte
per ammorbidire
a due labbra
un volto di pietra
tagliato dal cuore
- Dal volume: Soste precarie -   

Auschwitz
Senza identità
sono lacrime
divorate dagli occhi
e vanno fumo al cielo
sparate da ciminiere

Valigie di solo andata
piene del rumore
del fischio di partenza
aspettano una mano
che torni dall'ossario

Nero quaderno
con segnalibro
di filo spinato
i cortili di fango
saturi di numeri
letti
dalla vergognosa storia

Una conca nella terra
una ruspa
una croce collettiva al risparmio
i fortunati
tutto qui il modesto funerale
di Dio
alle carcasse
svuotate dai cani
per l'anima ai pasti

Il ricordo
lavato dalla pioggia
addolcito dall'erba
ormai una coda
tagliata da un'ascia
e stesa su una foto
gialla insidiata
ancora
da menzogne
- Da: Soste precarie -  

Matrimonio di provincia
Schiavi del tempo pagato
gli artisti percossero le note
che evasero nell'aria
come rumore di randello alla schiena
di un asino stanco, vecchio
che non ce la fa più a chiudere
con le fatiche l'ultima campagna
a un irriverente padrone
che sempre aveva inteso
per l'amore bisogna passare
prima per la tortuosa via del pane

I suoni invogliarono il vino alle gole
si allentarono i cappi dell' ornamento
e pigri sul curvo di pance stressate
giocavano il collo infiammato da canti
scorticato da parole oliate
da bicchieri rovesciati alle bocche

Gli sposi si cercarono gli occhi
e non si riconobbero
il desiderio bestiale si anteponeva
alle promesse di chiesa
di carezze e più baci che spianano lenta la
via dell'amore e bianche lenzuola
attendevano caste e curate da donne
che ormai non ricordavano loro virtù
consumate e nell'esempio
del giorno volevano ne ricordo
riviverle

Fuori i cani abbaiavano
e spartivano nella conta dei denti
le ossa che non avevano
e giocate tra piedi di bimbi
a dribblare gli adulti farfuglianti alle note
nascondevano rutti
coperti da una fisarmonica zoppa
dalla tosse di un piano
dai nervi tesi di una chitarra

Nel cielo le stelle supplicavano il giorno
e il solo avvocato alla festa
voltò la schiena alla scena
affilando tra i denti un sussurro
...torneranno per chiedermi
più in là dimentichi di ogni lealtà
ad aiutarli con mio compenso
... a scannarsi
- Da: Soste precarie -   

Doping
Pedala pedala
stavolta la roulette è tua
hai l'indice nel cuore
la pallina nelle ossa

La salita è dura
come i ricordi alle spalle
ma fuggono i paesaggi
fantasmi alla luce
rotolano in discesa

Anche vento è alle spalle
e tu più veloce
dell'odore del distacco
che hai lasciato
sulle facce incredule

Il cielo è nero nella vetta
nuvole di maschere
a sorvegliare Dio
tu le bucherai
a stringergli la mano

Perdono eco le voci
frustate dal silenzio
si sprigiona la chimica
nelle ali
al delirio i consensi
che scaldano gli applausi

Domani
coi muscoli di piombo
a proteggere la gloria
chissà se potrai volare
con la sola forza
delle piume?
- Dal volume: Soste precarie -  

Night 2
Bruca le ali dei pensieri
il silenzio questa notte
e volti turchini
versano vino ai demoni
ingordi degli incanti
pungono palpebre
avvezze al sonno

Il fumo brucia l'aria fresca
di intenzioni
appesantisce il sangue
che vuol giocare le emozioni
separa i globuli
per la cera ai volti

Sono le quattro del mattino
falcianti passi
guidano a dimore
carni spente
anime già cremate da finzioni
verso lenzuola
per il baro gioco
delle restanti ossa

Il sole che non ama le puttane
leccherà suoi raggi
flagellati alle saracinesche
dello squallore masticato
per........amore...................
- Dal volume: Soste precarie -  

Tsunami
Forse stanco
forse arrabbiato
per la sorte
che riservarono al figlio
o solo distratto dai preparativi
del compleanno
perse d'occhio il rivale
giocoso negli inferi
bizzarro e sempre intento
a gettare scompigli
per accumulare bestemmie
confezionare sconforti
fatto sta che con impeto
diede un calcio alla palla
furioso diede i pesci alla terra
gli uomini al mare
entrambi sorpresi
con violenza morirono
nel posto sbagliato
con bocche aperte
e sorrisi di morte
in cerca di una lama
di ossigeno

Un avvoltoio col dono del volo
si lamentò per le carogne di sempre
aggrappate con unghie
alla scorza del mondo
prive di vitamine
cadono prima
per il solito pasto
di un eterno menù
privo di ogni leccornia
che a lungo andare
cede il posto alla nausea
all'indignazione
delle superstiti voci
allenate al lamento  

Guardateli
Guardateli
son loro
sembrano prototipi
di vino e ossa
usciti da un capriccio
borse sotto gli occhi
faccia da asfalto
mal riuscito
si oppongono al vento
misto di richiami
e scosse a labili lamenti
a ingombre permanenze

Sono loro
chiodi arrugginiti
in ruderi da depredare
finestre di fango
dove sguazza l'ultima coda
della storia

Sono archivi di anni
ammassati nel progresso
postini di una misera pensione
per costruire un loculo
possibilmente in alto
lontano da una zampa di cane

Guardateli
sono uno specchio baro
che ci riflette nel misero
domani
e chissà se troveremo posto
di fronte a loro
per poterci finalmente
guardare a occhi pari
- Da: Soste precarie -   

Alchimie
Si dissocia
dai pensieri
il sangue
lento
si coaugula
in rattrappite
carni
e silenziosa
la notte
offre denti
di stelle
a metronotti
che ignari
vigilano
l' alchimia
dei poeti
erranti
al delirio
per riposare
nella bocca
del giorno
involti
in stupro di luce
e l'ultimo eco
di versi
- Da: Soste precarie -   

Preghiera di un dannato
Fuggito al cielo
dagli uomini
vivi nel ricordo scritto
cimelio di turpiloqui
bestemmie
di rancori sottaciuti
faro di ipocrisie
per sgrassare peccati
padre di cieli viziati
in nuvole e vento il tuo fiato
di tosse per spazzare
microbi residui
in melmosa terra
che appartiene al silenzio
ma erutta malesseri
di maschere e cani
istruiti all'inganno
e puttane che ingoiano carne
sputano semi
vitalizzano corpi
liberati in destini
giocati a roulette
..padre
fatti sentire
col sibilìo di falce
che taglia il male
di sempre
assoldato dagli occhi
che hanno bisogno
di esempi
e oliare
un arrugginito rosario
giocato in unica mano
mentre l'altra
prestigia a rubare
le voci del pianto
dei più umili figli
...pensaci oh! padre
già troppo il silenzio
.....sprecato.........
- Da: Soste precarie -   

Sguardi peccaminosi
Pennellò lo sguardo
lieve sul viso
e fu assorbito
dal velluto delle gambe
mentre le ciglia continuavano
a battere al sobbalzo
del dosso dei seni

Socchiuse gli occhi
per regalare uno spiffero
di sogno all'anima
che distaccata a rimirar
le due macchie di rossore
sulle pallide mascelle
della donna
che cercò aiuto
all'improbabile scompiglio
dei capelli
per l'imbarazzo
e il peccato che non riusciva
a rifiutare e lento si espandeva
in un sudore freddo

Le bocche cercavano parole
rapite dai cuori
che macinavano in respiri
mentre lunghi segreti e silenzi
chiedevano il riscatto
nel saldarsi dei corpi
ossidati di immagini
mai adoperate a ripulir le ansie

Il silenzio di due follie che
volevano dormire avvinghiate
allertò le lingue ormai due spade
nel desiderio di annodarsi
incorniciate da due bocche
che invocavano il buio
di incollarsi per spegnere
le fiamme dell'amore

La donna corse
con le mani al petto
per addomesticare il seno
che pretendeva il tatto di mani diverse
le gambe sciolsero le briglie
e resero imperfetto il buio
triangolo della gonna
che lasciò intravedere
un lembo di seta
l'ultimo baluardo di difesa
del mistero che voleva aprirsi
all'accoglienza di un maturo frutto

Lo squillo del telefono
suonò il gong
di una realtà diversa
le anime si ricomposero
per sfidare i desideri
dell'etica e dei doveri di mestieri
coniugali
- Da Soste precarie -   

Estasi d'ombre
L'ombra del corpo
sul muro
lenta
come stremato
assassino al riposo
di luna tagliata
da nuvole fugaci
leggera
scuoti la testa
e come piume
di angeli
in estasi
i tuoi lunghi capelli
sfiorano
i turgidi seni
e in ausilio
le mani sottili
si offrono coppe
all'invisibile nettare
mentre il coltello
di lingua
separa le labbra
rosa che schiude
sul quadro
di solitudine

Un tuo gemito scuote
i miei occhi di brace
imbalsamati al silenzio
il velo di tenda
separa due corpi
con bisogno d'amore
che esplodono
abbracciati
a se stessi
all'ombra
di luce soffusa
e corrono a specchi
a ripulire
la disperazione
esausta
appagata
- Da Soste precarie -   

Atmosfere viste con occhi diversi
Pendono le esche
tra luci di raggiri
e figli di alberi
che sudano al caldo
pregano a più mani
tra violenti colori
mai visti
in nessuna stagione

Si affacciano
fuori le commesse
a rimirar gli addobbi
con tacchi a spillo
piantano chiodi
nella neve
per fermare certezze
precarie
e liberano sogni
per mari lontani

Bianche caramelle
bombardano
facce turchine
tagliate dalla bora
tra il suono di cornamuse
che coprono lo scricchiolare
delle ossa dei poveri
mosche in cerca di fessure
ladri di giorni
per scommesse
a voler vincere
un improbabile
nera primavera
- Da Soste precarie -  

Cocktail virtuali
Sono impegnati
a a scrivere al mondo
a immaginare
facce che vogliono
che inzuppano i sogni
e firmano in cenere
un nome riscatto

Sono poeti virtuali
tranquilli seduti
con un tasto a ogni vena
per defluire il sangue
nero addolcito
su un filo
o nelle onde del cielo
per smistare oscure
trame di anime irrequiete

Nell'intervallo
la prima volta
con la sorte nemica
vedono un vecchio
inquilino
faccia scarna
con sciagure alle spalle
e il dolore davanti
col nome di sempre
alias apatia

Li avvicina un saluto
che fa eco nel cortile
funereo e ritorna
come un unto d'addio
pulito dagli occhi

C'è uno schermo
che aspetta
collegato a un cannone
che spara parole fiorite
da un guscio
al centro del mondo
ma lontano dalle cose
di sempre

Si fa notte
c'è il dovere di abbracciare
una moglie
o dare un volto a una mano
possibilmente in silenzio
per non sentire
la solita voce

Mondo virtuale
macello di volti
cocktail di anime
troppo spremute
per reggere agli occhi
un colore.. decente
- Dal volume: Soste precarie -   

Spia di luna
Ricerco gli ideali
che impiccai al tuo volere
per seguirti come un cane
chiamato mentre giocava
contento con l'ombra della coda

Muto il cuore mi rimane
lontano dal prestigio di quel sogno
di incantare i demoni
e ritrovare il filo nelle notti avide
di irrequiete anime
e riportarmi come un bimbo
alle radici di conferma
plagiato dal seno di madre

Coperta scura è la notte
per spaventare altre figure
nel richiamo del vuoto loculo
che nel letto mi hai lasciato
accanto

A imperfezioni di finestre chiuse
come zitella di virtù svanite
che ingoia incontrollata rabbia
spia di luna grassa con maligno
bagliore veglia le ansie
nell'abbraccio simulato
di un fantasma che si specchia
sul sudore della faccia

Qualche rumore di motore
frusta i nervi tesi volti a stendersi
atterrisce i coltelli
dei più cupi pensieri

S'intravede il sole
come carbone che risorge dalle ceneri
per mettere la realtà alla griglia

Sento il tempo come un alito
forzato da lunga corsa
per appannare al giorno
le pupille

Un tempo questo destino
scritto da promesse
era tra le musiche soavi
della parola....amore.....
- Da Voci scomode -

Madreperla
Nel vuoto dei giorni
occhi di madreperla
ad arrostire i cuori
attizzati dal vento
delle ingiurie pesanti

Sono i tuoi
spezzano difese di castighi
recinti di abbozzi preghiere
blasfeme

Donna che cucini
zuppe di colori
con fiori d'altri intenti
un intruglio di peccati
che l'anima ricerca
nell'espandersi al ristoro

Il passo danzante
che mi regali come incanto
è una cerna di pensieri
ancora nati e già
stritolati dal destino

Rimane
una vita da cani
che oliano abbaiando
con bava e rimorsi
il silenzio arrugginito

Verranno altri giorni
maledetti
a coprire i tuoi bagliori
scintillanti
a scaraventare volti
nello stomaco
per una somiglianza incerta
azzannata dal tuo infido
sorriso

Sono solo pene grevi
che non posso evitare
ma serviranno all'ossa
scricchiolanti a ricordarsi
che l'inferno l'hanno fatto
a piedi e col rumore
hanno divorato il tempo
sulle scie di due occhi
maledetti di madreperla
e bocche sdentate
chiameranno tutto questo
a fiato secco e stridente
.....ancora..amore mio.....
- Da: Voci dall'inferno -

Oriente
In immobili vite
si frantuma il cuore
al richiamo di viaggi
per luoghi d'incanto
di albe orientali
nella calma serafica
imbalsamata
da gesti compunti
di monaci Buddisti
che cucinano silenzi
da offrire
al suggerimento
di voci interiori

Intensi colori sgargianti
armonizzano occhi
nel connubio soave
tra sfarzi e miserie
e millenari sorrisi

Donne vestite di fierezza
liberano infinite dolcezze
nel tempo che non esiste

Oriente
limbo di pace
e fiato d'armoniche
e suoni
che chiami i miei passi
per sale d'attesa
di precarietà felici
mai misurate
mai scosse
da lancette di rughe
- Dal volume: Soste precarie -

Stupore
Come gli altri
in alto dal nido
battè le ali di prova
per il terso cielo infinito
ma beffarda la sorte
lo ammalò di vertigini
e lo smanioso decollo
fu solo un richiamo alla terra
un precipitoso planare
verso mille fauci al sorteggio
a placare le dure spine dei crampi
di uno stomaco vuoto

Così da terra la mente del povero bimbo
mai si staccò dal filo dello stupore
e il piccolo cuore si chiuse a ogni ragione
utile verso il graduale salire all'adulto
e in un istituto inconsapevole
a mendicare sorrisi d'affetto

Così il cuore di madre
vide quei passi d'istinti e mai misurati
una colpa d'amore punita dalla diversità
del frutto forse nato da gemme
danneggiate dal gelo dei consensi sociali
e lo abbandonò per punire se stessa
per non vedere quel bimbo
nel tentativo di imitare l'infanzia
che sempre davanti mai l'abbandonerà

Questa è una storia che non m'appartiene
ma grande dolore ho provato
per quest'esile figlio con precise umane
sembianze condannato a giocare
e vuoto nel tempo che si fa misurare
con immutato stupore su un volto diverso
da un'anima semplice che troverà sempre
nella sola farfalla il grilletto al sorriso
anche per estorcere una carezza d'amore
sotto gli occhi al coltello di chi lo vede
solo come ingombro e distante
dai modelli sciali ai quali ognuno
nell'egoismo perverso solo si ispira
- Da: Voci Scomode -

Che siano i lettori a dare un titolo
Di nascosto
per paura di me stesso
andai a trovarla al cimitero
per dirle ciò che mi aveva impedito
il coraggio...di entrare
nella sua timidezza
aggressiva nelle difese

Il nostro fu un amore intenso
fatto di silenzi
di gesti
di sguardi
da interpretare
che fondevano le anime mute

Non ci fu mai dialogo verbale
nemmeno in sogno
mai un abbraccio
una carezza
un bacio
magari coperti da un saluto

Apparentemente morì prima lei
nell'anima non so
non lo saprò mai

Giunto nel luogo
dove finiscono le pene
vegliata da un cipresso
con la schiena piegata
come a tendere un orecchio
e dar conforto al lungo sonno
vidi la sua foto
sulla ceramica cotta
a mille gradi

Dalla scrittura qualunquista
qui riposa....
due solchi mi riportarono ai suoi occhi
lo scavo di due lacrime mai interrotte

Intatto era rimasto il dolore
mi guardò con sospetto
......e io cercai di parlarle
ma la bocca non rispose

Intorno vidi altre lapidi
coi volti sereni
come a invogliarmi a rimanere
ma proprio accanto a lei
non c'era altro posto
per dormirle accanto

Me ne andai con passo leggero
..notai una caverna scura nel petto
lasciata dal mio cuore

Io unico morto
che camminavo seguito da un'ombra
che al mio voltarsi si dileguò
nel silenzio eterno dei respiri
- Dal volume: Soste precarie -

Tragico lunedì
Nel lunedì seguente alla Pasqua
dopo che in notte i fantasmi
frustarono i sogni
di buon mattino mi alzai
con l'umore di un gatto
che ha ceduto un boccone
all'arroganza di un cane

Vidi il sole invecchiato
con barba di nuvole nere
e mi scosse prima il rumore
di un tuono poi nel breve silenzio
a seguire
una pioggia di siringhe sui tetti
ma mio spirito inquieto avvertì
subito altre complicanze
infatti il sibilio di motori
di macchine che sfrecciavano
a velocità superiore a bestemmie
come inseguite da demoni
al risveglio in stagione in amore

Ne seguì un lancio di piatti
roteanti e sembravano avessero
intenzioni di tagli di gola

Nella cautela che sempre mi giova
mi spostai nel vicino giardino
e purtroppo un coperchio di strappo
di scatolame di tonno non esitò
a farmi uno squarcio alla gamba

Subito intuii che camuffati da gitanti
i soliti che ignoranti in quel giorno
seguono gregge privo di idee
tra essi sicuramente dei sicari
assoldati da maledetti poeti
per porre fine a mia scomoda voce

Fulmineo mio scatto bruciò il pensiero
e dentro casa mi barricai
rintanato aspettando che la sera
coprisse i cervelli stolti e perversi

Quando l'orologio abbeverato dal tempo
scoccò mezzanotte, solitario per strada
mi riversai ed ebbi modo
di accodarmi a una gara podistica
dando sfogo ai miei passi
all'immobilità allor prima costretti
ma a un bar pensai di soddisfare
la mia sete da sforzi e un'intera
bottiglia di grappa mi scolai

Mi giunge ora ricordo
che alle stelle arrivai vincitore
sul podio e per l'ennesima volta
ancora ultimo..tra i barbari umani
- Da: Voci Scomode -

Bigotti
Il perbenismo dei bigotti
protetto da libri
che dicono ben altro

Non voltar faccia
uccidi il tuo sogghigno
e trasformalo in sorriso
anche quando tuo fratello
puzza e discosta dal legame
di sangue che tu osi definire
BLU

Non c'è traccia di questo colore
nei fiumi della storia
in sorgenti di vite
che attingono da vene
tagliate per la terra assetata
che tu osi definire
PATRIA

Se senti bestemmiare
non limitarti solo con mano
a toccare i quattro punti
del tuo corpo
in omaggio a chi per l'uguaglianza
è morto inchiodato
e chiediti perchè
a te parola non gradita
è esplosa da una bocca
a sostituire un imploro
che non basta

Non limitarti solo come spia
ad additarlo al cielo
a scandalizzarti
ma tieni anche conto dei tuoi agi
sulla pelle sporca degli altri
giustificati con messe d'omaggio
e preghiere di riserva
che solo tu puoi permettere

Sono sicuro
DIO preferisce una bestemmia
che viene dal cuore
e non una messa di finzioni
- Da: Voci Scomode -

Umani mercati
Come spietati mercanti che certificano
reattività di vecchi cavalli
con mazzate alla schiena
così l'uomo con torrenti di cicatrici
alla faccia confusa all'età
diede una grossa pacca sul culo alla donna
con calze a rete e vestito rosso
che liberò una miscela di profumi sofferti
e scosso il corpo, si irrigidì senza
nascondere l'ormai pomeriggio degli anni
se del tramonto s'intende il declino

Una lercia battuta a lama di bocca
ebbe il gravoso compito di strappare un sorriso
per meglio controllare ogni varco dell'inferriata
dei denti aggrediti dal fumo

Nel sollecito di quattro passi lungo il viale di sempre
giustificò la danza dell'anche allenate a smuovere
gli occhi e una mano allacciata alla cinta
fino al voluto sconfino di toccare fugace
anche il seno ma ne seguì una smorfia
alla sua dubbia durezza vanto di un tempo

Stanco di troppe verifiche, rosso in viso
adirato il magnaccia sbottò
tu guardi carcasse e ignori il mestiere
questa donna è pur vero che del cielo non è
più la regina ma ne ha stesi di uomini
e sul suo carnè non ci sono date da commemorare
per perse battaglie e se proprio vogliamo
scendere nei particolari è stata causa
di abbandoni di mogli e tagli di vene
seguite da fiumi di pianto che conservano
solchi di tracce

Ne seguì un giudeo abbraccio
e il cambio di portafoglio dei soldi
con sguardi al cielo di donna
e mani congiunte per il nuovo breve
sbarco del cupo lunario
- Dal volume: Soste precarie -

Puntino nero
Piccole ossa
che non si snodano
in carne che diserta
e lacrime asciutte
evase al sole
su rantolo di bimbo
di umana sembianza

Sabbia
che diventa polvere
fumo di morte
aureola di avvoltoio
incerto
...rischio inutile
su pugno di memoria
accarezzata da mosche
avvelenate
nell'inutile ricavo

Capelli ricci
su viso cotto
afferrano
ultimo nutrimento
...prototipo di uomo
dimenticato
nel progetto
di un amplesso

Puntino nero
aggirato o calpestato
su mappa d'Africa
d'escursioni
- Dal volume: Soste precarie -

San Valentino
A un tavolo
con tovaglia colorata
si siglano gli accordi
di anime
che se ne sono andate
vegliate da custodie
in compagnia di ceri rossi
in grumi di sangue secco

Rose forzate
fuori stagione
incollano occhi appesi
in sguardi di ieri
nella cornice
di un regalo
a due solitudini
sopportabili

Lucre smancerie galanti
di un cameriere
chiudono il cielo
della sera
a due stelle spente
nell'amore
ma stasera hanno brillato
d'intenzioni

San Valentino
il due novembre
di un tentativo d'amore
....consumato
oggi quattordici febbraio
commemorato
- Dal volume: Soste precarie -

Il canocchiale
Anni addietro
era solito nei paesi
per le famiglie cercare prestigio
in amicizie o comparato di preti
anche per mediazioni sia in terra
che in cielo

Una giovane coppia di contadini
nell'intento riuscì
e nel sorriso il riconoscimento acquisito
per lo sfoggio del prestigioso blasone
compare Reverendo Don La Furfa

Ma per gentil modo e gesti suadenti
la giovane sposa fu ammaliata
dalla tunica nera che ogni giorno
inanellava parole tra diavoli e santi
e circuiva coglieva il frutto proibito

La donna cadde nel mistero di fede
un bel giorno sollevò il dubbio
al corvo di Dio del certo peccato
ma questi per dimostrare
l'errata interpretazione
promise artifici coperti dal palmo celeste
e invisibili agli occhi dell'ignaro marito

Un giorno in una primavera invadente
con profumi che incitavano estasi
la coppia al riposo nell'intervallo di fatiche nei campi
all'ombra di un cedro consumava meritato pranzo
quando d'un tratto sulla collina fiorita
alla distanza d'un tiro di schioppo
una nera inquieta figura sospetta
passeggiava, avanzava e come granchio
si ritirava all'indietro

Dopo mezzora
a riconoscimento già da tempo avvenuto
il messaggero del Padre dei Padri giunse alla coppia
con un occhio socchiuso recante un binocolo in mano
riprese fiato e tra lo sbigottimento delle due figure
fece partire raffiche di pesanti invettive
per indegno comportamento e amicizia
di fiducia abusata verso chi nel ruolo
deve fare modello
e loro invece come animali
si erano lasciati andare agli impulsi
che la stagione risveglia...l'amore selvaggio


Tutti e due con stremo di forze negarono increduli
fino a quando il contadino strappò il binocolo al prete
e si avviò alla collina mentre Don La Furfa
approfittando di tale assenza e distanza
con impeto si sciolse con la donna nei sensi

Si ricomposero col tempo dovuto
e quando giunse il marito
con violenza e stupore pestò
il malefico arnese, il canocchiale, occhio del diavolo
capace di trasfigurare le più pure realtà limpide
insultando il vegliare di Dio sui casti pensieri

Il mio poema finisce dicendo
fate attenzione ai garzoni di Dio
- Dal volume: Soste precarie -

Mobbing
Squallide figure
cronometrano destini
sequestrano sorrisi
stirano umori
sparano aquiloni
che incitano evasioni
padroni
ragni disgustosi
topi incravattati
rosicchiano illusioni
di vite a perdere

Sono cani
che addestrano
per confondere la preda
conigli ruffiani
pronti al silenzio
e con un calcio nel dileguo

Una cosa ci consola
a volte l'albero
che minaccia di ingiallire
punire il verde fitto
al vento forte
cade prima dell'autunno
delle foglie
sotto inatteso alla cima
un piscio di cane
- Dal volume: Soste precarie -

Virgola bianca
Calcate bene questa terra
che sia piatta alle menzogne
che mi stanarono dal silenzio
per espormi al dolore

Non metteteci una rosa
e nessun fiore che sia di privilegio
alla piatta esistenza
fatta di parole e nuvole osservate
che parlavano di mondi lontani

Sarà lo stesso vento
che fece da paciere
tra i sogni che volevo
e i fantasmi di possesso
a seminare l'erba della pace

Spero da lontano
a primavera nel verde rigoglioso
come accento sul destino
o come virgola al male che provai
di vedere la tua scarpetta bianca
sul mio cuore fermo
in dono ai battiti per tuoi passi
che inutile seguì fino allo stremo

Se proprio volete discolparvi
lasciate stare croci
e scritte zuccherate
ma due righe su una pietra
nato...mai visse...qui solo giace
e non tagliate l'erba
- Dal volume: Soste precarie -

Ombre sul ghiaccio
Alberi zuccherati
al taglio di luna
calante
sul lago ghiacciato
si deforma
l'ultimo bacio
di amore supplente

Si chiude una borsa
coi ricatti del cuore
ancheggia la farsa
sotto bionda parrucca
di voce comprata
rasoio affilato
su peli di trame

Stanotte
tu non lo sai
ho violentato anche te
imprecando il tuo nome
tra pulizie di carni
nel finto calore

nevrotico ride un lampione
due morti al saluto
nell'ombra sul ghiaccio
il gioco di due anime ai vivi
.......desolato riscatto......
- Da: Soste precarie -

Carnevale
Nascondono
finalmente
i mille volti
che portiamo
a spasso
le maschere

Fiori tritati
a commemorare
insulti
sotto copertura
di paresi allenate
i coriandoli

Dal cielo
la neve
candida
conferma
è una sola
l'espressione
da regalare
a Dio
fiducioso
memore
alle maschere
e non ai volti
- Da: Soste precarie -

Razza operaia
Bulloni a ruggine
vite operaia
tra un numero e zero
anelli di conta
in distanza
tra cane e padrone
fiato tra tosse e respiro
fagioli di un piatto
al colmo di occhi
in pregio del sazio

Amori a bacchetta
anteporre la razza
a ingordigia di sfizio
nel controllo di chimica
pane lavoro
parole dosate in involucro
in appanno sul collo
sfibrato

Razza operaia
miraggi di vita
tra domeniche e messe
suggellati
a raduno di specie
e vino miccia di sogni
mirare un figlio all'elite
uno alla calca di sorte

Siamo noi
formiche di tana
la notte è paura di passo
sbagliato
il sole
un rapace
a stomaco vuoto
- Dal volume: Soste precarie -   

Scaduta maschera
Addio in disperate mani
occhi in grume sangue
e notti a divenire
in bassi cieli
stanze e lampadari
per eco di straziato canto
che il mattino per rumori
insegue A fruste di follia
che nel giorno ai raggi
brucia

Della caverna al petto
vuota in te spero memoria
per me sospeso strazio
a lenir per altre strade
l'abbandono
e nei capelli in spalle
di figure andanti
cerco flebile gioia
in somiglianze
strappate a sera
in silenziosi sputi
di finestre chiuse
su scaduta maschera
- Dal volume Soste precarie -

31 Dicembre
Bevo
come un cane
a fine corsa
arreso a una lepre

Guardo il cielo
pieno di carboni accesi
che circondano
una falce senza manico
la luna
ormai priva di misteri
con le sue favole sbranate
dalle verità
..è mezzo occhio di un pirata
che baratta il bottino
di elettriche coscienze
e illumina i miei rancori
rovesciati sul dorso
di parole senza senso
mentre l'orologio
con due lancette
in un amplesso
sul numero dodici
compiacente
fa da letto al tempo

Mille spari
frantumano l'esilio
dei timpani
si spezzano i sogni
appena costruiti nel disagio
e mi saluta il vino
in mille spruzzi scuri
accolti nella placenta
delle tenebre

Un altro anno
fa da ponte
al mio cadavere ambulante
che barcamenandosi va
verso il non ritorno
- Dal volume Soste precarie -

Anime gemelle
Abbiamo ingoiato i volti
a denti stretti
con saliva di vendetta
e ce li teniamo stretti
nelle camere buie
dei nostri igloo
a meta strada
tra cuore e coscienza

Sai amore siamo uguali
e non entriamo nella stessa faccia
di medaglia
e nella croce ci sono
le nostre battaglie
le frecce alle spalle
il feroce sangue dell'orgoglio
l'argento cerchio di stelle
che abbiamo mirato
nelle notti insonne
il tutto in una mano
per mercanzie di pietà false

I vitrei occhi lucidati dall'odio
pieni del male
che ci siamo fatti
e mai abbastanza
per il colpo mortale della resa
fino al respiro stremato di pietà
estorcerla con voce amara
col pianto che sgorga
come veleno di vipera
che stende i nervi alla preda
tra mille sorrisi di primavera
mille canti di risvegli
e poi chiedere perdono per l'offesa
con la cera sciolta sui visi
con mani tremanti
in un abbraccio forte
nella finta repulsione di corpi
nel divincolarsi inutile
tra un amore di catene
nel perenne rogo di follie
che ci siamo inflitti
potevamo risparmiarci
di ucciderci alle spalle
bastava torcere il pugnale
nel cuore di noi stessi
per uccidere anche l'altro
...amore mio....................
quanto strazio per ritrovarci
- Da: Soste precarie -

Usci di stelle
E' notte
faccio il giro
tra gli usci
delle stelle
non entro
ad occhi aperti

Clandestina
al sole
la verità
non brucia
chiede
droga
ai mostri
dell'anima
mentre
le bestemmie
fanno il tiro
al bersaglio
ai deliri

Lento
parte un sogno
finalmente
posso morire
a occhi chiusi
col tempo
che firma
sul viso
il nulla eterno

Si flagella
sulla carne
tesa
la tua inutile
vittoria
malvagio
amore mio
che non ti sei
concesso
per finta
nemmeno
tra il ventre
innocuo
delle stelle
- Da Soste precarie -

Tutto è precario
Ci voltiamo indietro
e vediamo il filo
del nostro equilibrismo
su cui abbiamo camminato
con le intenzioni al cielo
e lo sguardo smarrito
al baratro

Quel filo
ora è una corda di massaia
per stendere i nostri panni
delle tante recite
e che non indossiamo più
scoloriti dal dolore
vuoti di ogni gioia
troppo stretti per quello che siamo
vuoti di tutto ciò che fummo

Gli amori
non guardano più
le nostre piume di pavone
e sono orologi sbilanciati
stanchi di affettare il tempo
girano la schiena
per il dorso lucidato dal polso
per qualche riflesso di lucido
specchio di ripugnanza

Il cuore
ormai è una stalla vuota
dove l'unica traccia
degli animali che fummo
sono escrementi amalgamati
alla terra di carestia
per le ultime mosche

Rimarrà qualche volto descritto
in vortici di nebulose memorie
in ambulanti precarie carcasse
ma un tempo narcisi
mai si donarono
all'amore degli altri
- Da Soste precarie -

Su un foglio
Stasera
stendo la vita
su un foglio di carta
trafiggo l'anima
e la coloro di inchiostro

metterò in ogni parola
un lembo di cuore
avariato di insulti
lo seccherò col silenzio
che mi diedero indietro
le pene d'amore
tra l'ilarità di chi vide
il mio sangue
spegnere gli occhi
mettere le radici
del tempo sul volto
di un apparente sereno

provo a fermare
in questa penna
che sputa veleno
le follie che mi misero fretta
i roventi carboni dell'ansia
ma vedo nel calco
di questa bianca pianura
l'anemia di vite
molli memorie di acqua
col volto di ieri
che non si somigliano più
e nulla...possono darmi
a voi lettori il sogno
di rifarci un destino
da inseguire col vostro
- Dal volume: Soste precarie -

Giustizia di morte
Occhi nel nulla
staccati dall'anima
che sussulta
alle urla raschiate
alla gola dal vento secco
che ruba le lacrime

E' un uomo in vita
col cuore già morto
con la faccia già lapide
con epitaffi di invettive
di gente tranquilla

Pende un cerchio
di corda che penzola vuoto
ai preparativi inclini
alla forma della legalità
sempre pronta a porre rimedio
allo sconfino con danni
della pecora nera
che belerà per l'ultima volta

E' una spugna lo sguardo
di un uomo che muore
nasconde ogni coscienza
amalgama ogni rimorso
che uscirà unico sputo
dove di ognuno ogni colpa
si fonde si mischia
e Dio avrà un unico male
da dividere in pene leggere

Col rito di raccomandare
la nefasta anima al limbo
un pennello di ferro
muove il sipario del gesto
che scorre tra pioggia
addolcita tra parole di fede

Tornano a casa col sollievo
del male estirpato
ma col terrore che quello sbaglio
a portata di mano è in ognuno di noi
gli stessi che che hanno azzerato
l'umana pietà
e nella notte tra il ricordo che viene
e il sogno come un fungo al rimorso
molti urleranno....era una vita
che si poteva salvare
e soltanto punire
..di nostro figlio
non conosciamo il cammino
ma di certo se sbaglia o confuso
il suo cuore si fermerà
sotto un pollice puntato alla terra
- Dal volume: Soste precarie -

Ti vedo passare
Ti vedo passare
dico all'anima
di aggiustarmi
la faccia
ma un biancore
sul viso
mette a nudo
il dolore
e il cuore
chiede un bastone
per stare dietro
al respiro
mentre sento
le fitte del pugnale
dei passi

Ti dilegui
e insulto
la nera mente
e dico
ma è giusto
portare una figura
nell'anima
che non mi paga
uno sguardo di affitto?
...risponde
è nel sogno
che ognuno
trova le ali
negli statici pensieri
- Dal volume: Soste precarie -   

L'asfalto
L'asfalto
divora le luci
e immobile
al solletico
di foglie
che cercano
fermagli
di pace

Chiude gli occhi
sbieghi
sulla cotica
graffiata
dagli stupri
del giorno

Tra insolvenze
di parole
vane
dietro insulti
che hai lasciato
Si ravviva
ai tuoi aghi
sotto i piedi
che reggono gambe
che trasportano
ricotta

Tende la mano
al vicolo
che ti riporta
al guscio
dove gelerai
per sempre
i diamanti
del pianto

Amore
di poche ore
di animali impulsi
l'asfalto è stanco
di offrire il dorso
come banco
di macello
e la compra
dell'anima

Riprenditi
il tuo volto
a pezzi
nei gelidi cuori
e di giorno
quel nero sarà
lieto tappeto
di colori
che ti riporterà
al sorriso
- Dal volume: Soste precarie -


Carne
Carne da coltivare
e dissetata
negli specchi
riscaldando
il ghiaccio degli occhi

Scambio di carne
nei corpi
per continuarci
per allungare la memoria
consegnare il bottino
alle somiglianze
che vediamo solo noi
e spesso violentiamo
perché hanno disobbedito
con identità diverse

Carne
da lavoro
da sfruttare
da macello
da sesso
da mangiare
condita di preghiere

Carne fotografata
da ricordare
da impressionare

Poi un'ostia
un calice sollevato
si avalla la sordità
ma l'agnello bela
di dolore
al richiamo di madre
è solo difesa dicono
non ha anima
come il nemico
...ancora carne
sdoganata per le fauci

Carne marcia
nella terra
con l'anestesia
di filosofie e preghiere

Nella guerra del seme
ancora morti
un 'eroe nelle carne
ci continuerà
uno nella polvere
forse ci darà una patria
e nel cielo il sogno
di vedere le ossa volare
- Dal volume: Soste precarie -     

Grevi pensieri
La mente
eiacula
pensieri
assetati
impazziti d'amore
terrorizzati
e come uccelli
in coriandoli di piume
sfuggiti ai fucili
che nello stremo
diffidano
di ogni sosta
apparente
tranquilla
dove potrebbe
consumarsi
l'agguato
e volano..volano
nel destino del vento
dove la paura
si perde,si placa
ma il cervello
per i suoi figli bizzarri
che evadono
dalle morse dell'anima
muta e ferita
per finire
al linciaggio di occhi
di bocche
qualche volte
per riportarli al decoro
salvarli
guida una mano tremante
alla tempia
per sopprimere
i ribelli deliri

Ah!... basterebbe
anche solo uno sguardo
della donna che ami
e vedresti
un fiore di loto
indenne alla piena del fiume
una foglia danzante
coi colori d'autunno
ridare colore
e profumo
ai malsani cupi pensieri
- Dal volume: Soste precarie -   

Piccoli paesi
Facce stravolte
con salive
che si difendono
alle gole
guardano donne
che si pongono
esche
su tacchi a spillo
in equilibri sicuri
veloci
meteore
di roventi ricordi
che esploderanno
tra recinti di mura
per gabbie di vite
col nome spregevole
che la pronuncia
accartoccia la pelle
buca il cervello
per l'evasione
dei sogni
.....condominio....

Sono serate
di alveari frustati
piccoli paesi
che riempiono noie
col mestiere d'illusi
e sproloqui
divorano
anime in pena
tra fioche luci
di piazze
che addomesticano
belve a caccia di cuori
evasi dall'immaginazione
finiti in un film
o stesi sotto il peso
degli occhi
Su un giornale illustrato

Una campana
col metallo corrotto
è il gong che sbaraglia
le vite per vicoli
in numeri
che tutti leggono
come zero assoluto
da riempire
....domani............
- Dal volume: Soste precarie -   

Inverno
Si mimetizzano
le vite col silenzio
e il sole
sbieco occhio
di misteri coltivati
coperto e lontano
da nere nuvole
di malumori
perde l'ultimo calore
per anime già fredde
di disprezzi fuorviati
dal prestigio
di improvvise frette
lontane da insidie
di memorie
che è meglio non avere

Fiocchi di neve
farfalle che si posano
su piante già spolpate
appianeranno i fossi
di vite già adagiate
per il bianco manto
di finte misere uguaglianze
che al disgelo
estorceranno farse
di pietà

La notte nera si poserà
sul bianco manto e il latrare
dei cani dirà addio
ai cuori spenti
vissuti negli incondivisi
...... estremi...........
di eroi che finalmente
non danno più fastidio
al bon ton dei passanti
- Dal volume: Soste precarie -   

Metropoli
La notte
leggera
spugna
di respiri
e di agonie
di sogni
impigliati
a memorie
sature
di odio
e violenze
camuffate
in galatei
di regime
si nutre
del frenetico
calvario
dei dannati
offre
nero sfondo
del mercato
del sesso
con ulcere
di copertoni
che bruciano
nel cielo
rovesciato
del Dio zoppo
evidente
il denaro
nel fruscìo
artificiale vento
di inganni
che lustra
le follie
ambite
nel giorno
da mediocri
passanti
saturi
di qualunquismo
di noia
letale
ad ambizioni
arrostite
dall'enorme occhio
del sole
che espande
i raggi
come grumi
di sangue infetto
per le vene
di metropoli
nel sordo orecchio
delle tetre
coscienze
insensibili
alla luce
dei sorrisi
dei volti artificiali
- Dal volume: Soste precarie -   

Sagome
Si scrutano gli amori
nella paura del rifiuto
e il silenzio atomica dell'anima
disintegra certezze
mentre un gabbiano
gli riporta il cuore
che avevano liberato
per incatenarlo ai dubbi

C'è violenza negli sguardi
ognuno per entrare
nel ventre dell'altro
ma le figure vedono un estraneo
armato di segreti
complici di oscuri pensieri

Servirà la notte
ad allentare le difese
tra incubi agguerriti
sconfitti da una mano gentile
e un bacio che morde
la propria lingua

Le mura sature di inganni
faranno un applauso
al coraggio del risveglio
davanti a uno specchio
che incanta i difetti

Giorno dopo giorno
si accantonano le teste
estirpate dalle strade
per il gioco nel buio
nell'indomita coscienza
nutrita dal ricordo
di un amore suicida
.......nell'orgoglio...........
di due sagome
- Dal volume: Soste precarie -   

Decenza
Il tempo
mago pirata
domatore fasullo
di ansie
questo nulla
invisibile
che materializziamo
col dolore
e lo giochiamo
nelle attese
amore
per farci del male
mentre ci guardiamo
il sangue che non esce
e volgiamo gli occhi
al cielo del Dio
che ci hanno insegnato
senza crederci
ma non si sa mai
è meglio non avere prove
la coscienza è variabile
nel dimenticare
nel pentirsi
e i giorni sono una spugna
sul viso corrotto dalle smorfie
che ci sono servite
per assorbire gli inganni
per ripartire dritti
verso dove già credevamo
di essere

Una ruga sul viso
si offre trincea
per fermare i morti risorti
i vivi che non se la sentono
....di continuare.....
mentre i ricordi
sono cadaveri nella moviola
nella memoria che si serve
appunto del tempo
per la lunghezza dei passi

Sai amore
in ogni secondo che passa
non siamo più noi
abbiamo già a portata di mano
il pensiero di come eravamo
e davanti il certo traguardo
che preferiremmo fare all'indietro
ma possiamo solo arrivare
meno sfiancati
con una presenza
magari
......decente.........
- Dal volume: Soste precarie -     

Disincanto
Nella pausa
di una nuvola
una stella
affettò la notte
tracciò un sentiero
interruppe i tentacoli
del dolore
coperto dal miagolio
dei gatti
che nell'amore
si salutavano
per gli agi
della solitudine

Puntai una luce
e un camino
che nello sparo dei fumi
alleggeriva le abitudini
di apatiche convivenze
lo capìi dai vortici
sospinti dai respiri di noia
distanti dall'anima
di lì a poco pronta
a congelarsi per l'inverno

Quando entrai
vidi la donna
che un tempo tra smancerie
chiamai amore
non rendersi conto
che tornavo dal buio
a cui avevo ceduto
qualche follia

Con la testa
fece un assenso
nel silenzio
e tra i piedi rotolò
l'abbraccio di due vite
col futuro
nei ricordi di ieri
- Dal volume: Soste precarie -    

Specchio d'inganno
In anticipo
i miei capelli
espulsi dai pensieri
sotto fili di ansie
alla terra
lasciati cadere
in anticipo
dalle frenate
delle ire del vento

Bugiardo
lo specchio mi parla
aggiusta la psiche
per le vanità
che gli occhi
non hanno mai perso

Scricchiola un dente
inciampa nel silenzio
che mi son dato
anche per verso
del rumore di bocca
stanca di filtrare
i rancori
espulsi dal cuore

Ti vedo figura
seppellire i ricordi
nei solchi profondi
degli anni
che nel baro destino
non furono miei
e seguìi come farfalle
fino al piede sbagliato
al precipizio
senz'ali

Ti vedo donna
alle spalle
nella sicura promessa
del finale
che hai spostato
ogni giorno
per un amplesso
che non concede
....memoria.....

Sbrigati
notte infinita
su quest'anima torbida
a stampare una foto
migliore
su questo vetro
che vedo già
muro invalicabile
di ogni altro
piccolo
sogno

Lascio
un nero gioco di cenere
per il vento
.....dei posteri.......
- Dal volume: Soste precarie -       

Grigiore
Grigio il cielo
a novembre
elabora
l'amaro pianto
dei morti
infilzato
da uccelli in ritardo
che eludono
pallottole
sparate nel vanto
di miserie
d'animo

Le foglie
cadono
spogliano i frutti
e li vendono
a ingordigie
di gole
sotto occhi
premiati
dall'imbroglio
del tempo

A ogni forma di vita
che cede all'addio
c'è n'è una che arriva
lo conferma
un vagito di bimbo
che mano mano
con appena un dentino
copierà un sorriso
tra i mille colori
che quest'autunno
usa per truccare
ogni vita
sospinta
lieve
alla morte
- Dal volume: Soste precarie -   

Down
E......................
tutti presero il volo
tranne uno
il cielo o forse la sconfinata
libertà
gli fece paura
e si affidò agli uomini
depositò per sempre le ali
nel canestro di ogni cuore

Vide sempre un miraggio
all'orizzonte
per un cerchio col dito
nella nuvola adagiata
per un anello da regalare
a Dio
un traguardo di una gioia
per un sorriso agli occhi
del rifiuto

Conobbe il dolore
nello sguardo di madre
verso la parata delle rondini
in ogni primavera
e sempre più vecchia
nell'inseguire un insetto
da catturare
per chi solo
sulla terra
che odia il diverso
.......non può volare........
ma taglierà
per una sola volta
le nuvole
nell'unico richiamo
..........degli angeli...........
- Dal volume: Soste precarie -   

Canna di veglia
Sull'incuria
di una tomba
arroventata dal sole
vegliava una canna
che esile al vento
si inchinava
alla foto
accecata
da eccesso di luce
e pennellava
soave
col suo fiore
lontano da grazia
la solitudine
al cielo

Nell'ombra
breve
che dava sollievo
allo sguardo
il vegetale
l'unica vita
a difesa di morte
che vinceva
lo strapotere
scolpito
in lunghi epitaffi
che aspettavano
nel due novembre
la gara di sfarzo
del premio dei fiori
....me ne andai
mettendo in tasca
....un seme di canna...
- Dal volume: Soste precarie -  

Specchio di donna
Il mio dente d'oro
sfuggì alla morsa
di unghie
artigli di falco
nel premio di posta
e rimbalzò vorticando
come acrobata in pena
che rende sudore
all'ultima luce
di gloria
per finire
sul tuo freddo cuore
avvolto di cenere
di un bruciato riscatto

Nell'urlo del vento
si interruppe l'amplesso
tra rumori di voci
di fremiti corpi
di lamenti esplosi da fauci
essiccate
e si ripulì un solco di ruga
torrente dell'ultimo occhio
socchiuso
che capì la sorpresa

L'autunno che dico
incorniciò nella finestra
le foglie nel lento saluto
di mani spezzate
per perse carezze
.... d'addio
di un'anima sola
che cercava un abbraccio
in un refrattario specchio
corpo di donna
......malvagia.......
- Dal volume: Soste precarie -  

L'unica traccia
E' un diamante liquido
dall'aspro sapore
uscito con violenza
dalla bocca delle tenebre
saltando la rabbia dei denti

E' solo una saliva
che resiste
nelle fiamme del sole
si offre tracce
della mia tormentata
esistenza

Nomino voi
corvi di drammi
a vegliare
l'ultima strada
del mio stanco cammino
a incitare il morso di ruote
nel pazzo destino
per il taglio di lembi
dell'ancor succulente
carcassa
e poi
indicare all'anima
che mai si elevò dalla terra
il loco più vicino degli inferi
tralasciando ogni sguardo di cielo
che vi incute paura
per la nera nuvola
che sempre in vita vidi passare
e potrebbe tornare sui crani
a vagare e sciogliersi
in vendetta
tra quei lampi
che intesi di gioia
e che mai riuscii
......a fermare.............
- Dal volume: Soste precarie -     

Solitudini ¹
Tra mure insulse
respiri annidati
osservano
l'indifferenza
che infilza le anime
seccate dai silenzi
nel tetro squallore
di rabbuiate coscienze
nel ricatto
dei pensieri
nuovo cottimo
del domani
coda di vita
tagliata
dal corpo
folle
in curve di tragitti
ballatoi di piedi
disertori
al comando
degli occhi
vedette impazzite
che ruotano
nel mare
degli esclusi
- Dal volume: Soste precarie -
¹ note: linguaggio sperimentale-veloce      

Luce d'inganno
Con ombre
inquiete
trafitte
da luce
filtrante
da spazi
rubati
a finestre
imprecise
lenta
si spoglia
con giochi
d'inganni
in questa stanza
guscio violato
d'inerme animale
l'ultima pace
dell'anima mia
- Dal volume: Soste precarie -    

Che siano i lettori a dare un titolo
Di nascosto
per paura di me stesso
andai a trovarla al cimitero
per dirle ciò che mi aveva impedito
il coraggio...di entrare
nella sua timidezza
aggressiva nelle difese

Il nostro fu un amore intenso
fatto di silenzi
di gesti
di sguardi
da interpretare
che fondevano le anime mute

Non ci fu mai dialogo verbale
nemmeno in sogno
mai un abbraccio
una carezza
un bacio
magari coperti da un saluto

Apparentemente morì prima lei
nell'anima non so
non lo saprò mai

Giunto nel luogo
dove dicono finiscono le pene
vegliata da un cipresso
con la schiena piegata
come a tendere un orecchio
e dar conforto al lungo sonno
vidi la sua foto
sulla ceramica cotta
a mille gradi

Dalla scrittura qualunquista
qui riposa....
due solchi mi riportarono ai suoi occhi
lo scavo di due lacrime mai interrotte

Intatto era rimasto il dolore
mi guardò con sospetto
....e io cercai di parlarle
ma la bocca non rispose

Intorno vidi altre lapidi
coi volti sereni
come a invogliarmi a rimanere
ma proprio accanto a lei
non c'era altro posto
per dormirle eterno accanto

Me ne andai con passo leggero
...notai una caverna scura nel petto
lasciata dal mio cuore

Io unico morto
che camminava seguito da un'ombra
che al mio voltarsi si dileguò
nel silenzio eterno dei respiri
- Dal volume: Poesie cialtrone -   

Silenzi domestici
Lunghi silenzi
di amori smarriti
con bocche incollate
a nervi scoperti
sotto finestre di ghiaccio
che ripassano
l'oltre del tempo
fuggito

Le pareti
hanno visto
fusioni di affetti
rotolare nello scambio di merci
tra egoismi difesi
da barre di ciglia
nell'unica regola certa
fuori dall'odio
......il dovere......

Nel trasporto dei sogni
infilzati dal quotidiano
una nuova TV
supertecnologica
schermo piatto come la vita
e arredo giusto
tra i fiati del dialogo
si offre moderno Caronte
per l'anima ormai aperta ai peccati
che in un tempo appena alle spalle
scontavano pene pesanti
per lievi sospiri di gioia
ma ora chiedono il compenso
in anticipo per certezze d'enigma

Coperta nera ...la notte
per il caldo dei morti
che vivono ancora
e vanno incontro ai fantasmi
e alle catene del giorno

Dimenticavo
poi c'è un copione sociale
che ai benpensanti
apre le porte con mostre di denti
per recitare sorrisi
e due mani avvinghiate a figure
col tatto all'ignoto
e la presa al presente
il tutto per il gradimento
perverso di un pubblico

Per ogni sollievo c'è un prezzo
come ogni rosa che chiede
per lo splendore, alle spine
una goccia di sangue
così l'amore che ho detto
per tenere in vita la sua bianca anemia
nessun spiraglio di luce
ai due cuori reclusi
con l'aggravante dell'anonimato
in ogni racconto

Scusate se sono spietato
forse i due nomi
...potevo inventarli
giusto per metterli nella ruota del tempo
e farla girare un po' in più della fine
.....di un amore che muore........
- Dal volume: Soste precarie -    

Parole fredde
Sono parole fredde
che hanno aggirato il cuore
per giungere
a quella che non sei più tu

E' uno stagno d'acqua morta
la memoria
e io son stanco
di lanciare sassi
per le tue piccole onde
di illusioni

Sono parole fredde
rimaste senza voce
e passano per gli occhi
che esibiamo con rispetto

Sono parole fredde
sul muro delle labbra
che reggono il silenzio

Fa eco la mia rabbia
scagliata a pugni chiusi
sulla tua vanità
che ha perso le misure

I fantini che hanno cavalcato
il mio dolore
ruotano il frustino
e fanno un inchino
ai brandelli dell'amore

Dio
ingordo di preghiere
con la mano piatta
sopra di chi non l'ha chiamato

Sono parole fredde
che congelano l'indifferenza
di due sagome
che si animeranno
per l'unico sforzo
di non incontrarsi
mai più.. mai più... mai più ...

- Dal volume Parole fredde -

L'impossibile
Il mio gatto aveva cercato
di imparare a volare
senza mai riuscirci

Io con mille modi avevo
cercato di esplorare
la valle del tuo seno
senza mai riuscirci

Un giorno vidi il mio gatto
schiacciato su una strada
e mentre regolavo il mio dolore
un falco lo prese con gli artigli
e lo portò nel cielo

Pensai ed ebbi ragione
E' più facile che si avveri
l'impossibile
e non il possibile
il cui solo limite
è il consenso

- Dal volume Quando gli alberi si rifiutano
di ospitare le foglie
-

I malvagi
Circostanze anguste
rafforzano il mio credo
che la morte coi suoi denti
acciaccati
per masticare ossa
ha ripiegato la sua fame
sulle schiene piegate
sulla carne indebolita
dai dolori
e aspetta con pazienza
quasi con riverenza
gli anni lunghi
dei malvagi
che in fondo sono loro
che fiaccano le vittime

- Dal volume "Poesie cialtrone" -

Il matematico
Le ore e i minuti dominano gli eventi
i sogni sono un incidente
nelle ore delle notti
che passano con visibili misure
per coincidere con il giorno successivo

Stasera c'è la luna
calcolata in un'eclisse senza misteri

Stasera tua moglie andrà a dormire
con amori senza peccato, senza numeri
con un orgasmo senza peccato
e senza formule

Tu lo spiegherai con una febbre
con le cifre della battaglia
di anticorpi disertori
conterai i minuti del conflitto
e quelli che ci vorranno per la pace
e quanti ne dovrai annullare per l'equilibrio

Ricordati che ti sparerai squallido matematico
nell'equazione;
amore milioni di sensazioni che si annullano in due corpi
che si annullano

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque -

Allertatevi
Avvertimi o morte
a te solo l'anima serve
e io qualche pezzo per ricambio
voglio donare

Allertati o mano
spero che tu vada a finire
su braccia a riposo
e non straziate dal troppo lavoro
per andare a toccare nobili seni
che la povertà mi ha negato

Allertatevi occhi
auguro a voi vagar per il mondo
a stupirvi per bellezze
che ho visto a palpebre chiuse
in sogni mai avverati

Allertati cuore
che hai sempre pulsato
tra angosce e paure
e portato per tutto il tempo
a spasso il dolore
c'è un petto in attesa
che ha sempre ospitato
la felicità

Allertatevi orecchie
per cancellare urla e minacce
assorbite per le povere strade
e tenetevi pronte per dolci parole
e sussulti d'amore

Io non potrò vedere la collocazione auspicata
ma sicuramente non potrà capitarvi di peggio

I poveri sono destinati a morire
nelle liste d'attesa
e poi dico a voi .... miei cari
c'è sempre il rigetto
per una seconda vita
che non vale la pena

- Dal volume "Amori scaduti di un essere qualunque -

Vite scontate
Ci sono vite scontate
sono soldati che non appariranno mai
né sulle pagine della vittoria
né su quelle della resa

Sono i manovali della gloria
che altri prenderanno
sono atei senza né ieri né domani
sono puttane che non hanno fatto
né soffrire né divertire
sono nuvole con un'acqua
che né serve né è di troppo
sono le pause di un discorso preparato
sono vite nell'oblio
... saranno milioni di croci allineate....

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque -

Notte di luna
Stanotte non riesco proprio a dormire
guardo la luna
amica, nemica di ladri e puttane
e la maledico per avermi ispirato
amori sprecati

C'è un vento sottile
è il respiro sottile dei morti
ingannati da falsi confini
per l'eterno riposo

Il cuore mi parte e si unisce
alla notte

Io penso
domani vedrò figure
che occuperanno i miei spazi
sarò costretto a sentire parole
che tenteranno di levigarmi
la mente
a sopportare sorrisi che si scaveranno
degli agi
che si aggiusteranno un dolore
da tornaconto

Spezzano i miei pensieri
il grido dei gatti che fanno l'amore
in modo violento
mentre una nuvola copre
gli intrighi della luna

- Dal volume Vite contromano -

Ogni dolore
Sono appena tornato
da me stesso

Lungo il viale
vedo un cane impiccato
gonfiato dal dolore

Capisco che gli uomini
non si ameranno mai

Mi sento così solo
che rimpiango tutti gli sguardi
che ho incontrato
e anche se non mi ami più
ho tanta paura per te

La tragedia di amarti
mi toglie l'indifferenza
che vorrei
verso ogni sorte
che non mi appartiene

E così mi importa
di ognuno che muore
di ogni gioia spezzata
di ogni velo che copre il dolore
degli altri

- Dal volume Vite contromano -

Le morti bianche
L'operaio capì che l'inferno
e' sulla terra
e il paradiso sono quelle ali
che ti fanno volare
sopra le miserie

Dall'ultimo piano
il decimo piano
guardò il cielo
fece per toccare una nuvola
con un dito
e precipitò nel vuoto

Le chiamano morti bianche
come avvenissero senza sangue

Sono morti inopportune
che spesso avvengono
quando l'informazione
è già impegnata in altri eventi

Sono cadaveri con vite banali
sono numeri decimali
che non incidono sul bilancio

Sono cani che hanno abbaiato
nel qualunquismo per mestiere
sono un nome nell'anagrafe
che si scrive e si cancella
come un'impronta nel deserto
in pieno vento

Sono i ricordi sbiaditi
del giorno dopo

- Dal volume Una farfalla all'ombra della luna -

Amori
Teneri sguardi
che abbracciano
il lordo dell'anima
ignari che poi
si scanneranno
per il superfluo
sul baro della bilancia
lasciando ammuffire
l'amore ..............

- Dal volume Normalità incondivisibili tra
maschere clonate
-

Il mattino
Il mattino

un sipario
che si apre
a un pubblico
che non si sa
come reagirà
allo spettacolo
del giorno

- Dal volume Poesie cialtrone -

Quello strano passante
lo lasciarono solo
a guardare il girarrosto dei polli
sul viale delle ombre a riposo
tra la nausea dei cani al guinzaglio
con una digestione a metà

la donna con la gonna corta agli eccessi
si disse posso guardare
senza esser fraintesa
un uomo con desideri diversi
impegnato a raccontare
bugie allo stomaco

gli odori di quegli animali sospesi
nel vortice del calore
che donava il grasso alle fiamme
mise fretta ai passanti

strano come i poveri
hanno l'orizzonte a due passi
con cielo e terra incollati
e sognano la verità
separata da un vetro
e una moneta suonante
disse l'umanista ciliperti

repolico lo storico cimara
i politici gli hanno stirato il destino
e nel farlo si sono appropriati del sangue
manca la benzina per giungere
al traguardo dei doni promessi

il vento non tira mai di spalle
per quelli che indietro rimangono
e mischia polvere e fame
per gli occhi e la gola
aggiunse uno scontroso passante
senza nome con un'identità
coperta da un cappello a falde larghe

quel passante ero io
e ora che ho scritto la storia
posso aggiungere
che chi ha fame non può limitarsi
solo a guardare
e prima o poi qualche cosa far?

- Dal volume Parole fredde -

57 Euro
telefonai al direttore del night
gli dissi ho merce nuova
è bionda e non gli manca nessun dente
ha il cuore giusto
per sopportare gli insulti
negli occhi ha il mondo visto di passaggio
e l'anima non gli si è mai fermata
renderà prestigio al tuo nome di mercante

la vendetti per cinquantasette euro
e una stretta di mano

disse ti mando caronte
ed ebbi appena il tempo
di ultimare uno sbadiglio
e l'uomo che a occhio e croce
conosceva i giri del destino
andò incontro alla donna

mi disse non pentirti
il prezzo è buono
non toccarti la coscienza
le puttane sanno fare
solo questo mestiere
a ogni albero il suo frutto
una quercia non può portar ciliegie

mi sentìi sollevato
voltai gli occhi al cielo e sussurrai
o nebbia di dio
mischia bene le carte
per un'altra partita

il fruscìo dei soldi
chiuse la storia

- Dal volume Parole fredde -

Io Finto Gesù
la memoria aprì le porte
al falco
che divorò le certezze

sorrise la gelosia retroattiva
che mi appese agli occhi
la mia donna in atti insulsi
e il mondo mi cadde nello stomaco
che vomitò i fantasmi
che apparecchiarono la tavola di giuda

io gesù
mi guardai e mi sentìi
le mani pronte per i chiodi

vidi il tramonto
degli eroi sconsolati
strabici a guardare
sul monte di pietà
il disertare del pianto delle vergini

si incollò la testa al petto
lontano da ogni grembo
per simulare
un'accoglienza
o lo stesso
...... un distacco.....

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Scene d'autunno
macchie di sangue
sulla bianca divisa
del cuoco
fuori dal ristorante
nell'attesa morta
forzata
di mestiere
tra la spirale
delle foglie
che tentano
l'inverosimile
del viaggio inverso
che finisce
sulle insegne a tempo
è l'autunno
della vita media
bollata
dai disensi
dal disprezzo
di chi per etica
e riflessi religiosi
calcolati
o assorbiti
ha schifo
di sapere
che una bistecca
è passata per la morte
tra il colore del sangue
servita a un tavolo
tra le ciance
di un amore
tra la veglia camuffata
di un vaso di fiori
sotto gli occhi
e le mani congiunte
di un buddista
è anche questo
autunno
della vita

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Il Bue
stanco
vecchio
con passo forzato
con la coda
presa in giro
dalle mosche
con gli occhi torvi
coperti dal sottile velo
dell'addio
prossimo
il bue
in silenzio
supplicava
le fatiche
sotto un aratro
che scorticava un'arida terra

fu rimpiazzato

provai grande dolore
quando lo caricarono

ci guardò
con perdono
capì
che non l'avevamo tradito
si rese conto
e fu contento
di andare al macello
per ridurre seppur di poco
la nostra miseria

io bambino sussurrai
quando avrò i soldi
in tuo onore
porterò
solo scarpe di gomme

- Dal volume Scritture agricole e metropolitane -

Lisa
Lisa
un nome rubato al vento

carne morta
che continua a vivere
discarica ambulante
di noia, istinti e vizi
di animali timidi, feroci

spugna per parole volgari
anima in superficie

passamano levigato
di un teatro che replica
uno spettacolo
per ascolti finti

occhi nel vuoto
dove ognuno convinto
vi trova uno sguardo
esclusivo

giovane
ma vecchia puttana
ora giaci in un fosso
con un trucco di fango

come finto gioiello
rubato e scagliato per rabbia
nel posto più brutto
e che nessuno reclama

corpo su cui non cadrà
nessuna preghiera
quei fiori di pochi illusi
sono tutti seccati
io unico cane
ho vergogna e paura
di abbaiare...............
- Nota dell'autore: per dar voce a quelle
anime dimenticate che pur sono passate
in questo mondo -
- Dal volume Parole fredde -

Tra i pioppi
le foglie dei pioppi
a forma di palpitanti cuori
appesi al saluto dei rami
per il vento
come sollievo
alle pene
che scemano
roteanti
rumorose
come denari
caduti
dalla conta svelta
del furto

ripartono le folate
come brividi
tra gli scheletri
del destino
che le anime
pensarono diverso

nel cappotto
di spalle
con passo svelto
tra il fruscìo
degli addìi
e la distanza
inseguita dagli occhi
scompare
la magìa
per i tormenti
mentre io
sul tappeto
dell'invito a uscire
costruisco
il volto
tra le mura
per la notte
.... lunga...........

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Il ragionier Cipolla
Una vita fatta di numeri
numeri che avevano divorato la sua fantasia

ogni evasione gli sembrava un errore
aveva un unico diversivo
che spesso gli sembrava una colpa
il sabato mattina andava a pesca
ma anche qui c'erano i numeri
numeri di pesci sfuggiti, abboccati
peso specifico, calcoli di probabilità

lo chiamavano il ragionier Cipolla
per quel velo che si formava sui capelli
unti da uno strano intruglio
di un'antica ricetta
aveva il viso tondo e liscio
proprio come una cipolla

una mattina d'autunno di nebbia
mentre lanciava lontano
l'amo si impigliò in un ramo all'indietro
e con i piedi scivolò nel fiume
mentre i pesci curiosi gli danzavano intorno

non fu mai più ritrovato anche perché il mare
non era molto lontano

ogni tanto su quella sponda c'è un mazzo di fiori
che nessuno ha visto mai posare

qualcuno dice che sia una donna che ravviva il ricordo
chi un cane, chi addirittura un pesce sfuggito a quell'amo

io l'altro giorno ho incontrato uno che sosteneva
che più volte in quel posto aveva sentito una voce
cantare

di certo quella morte ebbe bisogno di numeri
i carabinieri misurarono la profondità dell'acqua
i passi all'indietro per la rincorsa del lancio
la lunghezza del filo
il tempo dell'agonia

- Dal volume Parole fredde -

Il giorno dei pazzi
Oggi è il giorno dei pazzi
stanno arando le strade
con chiodi e lamenti

sui tetti
bandiere di donne
con figli aggrappati
al collo sui seni

dalle finestre il pubblico
getta il riso
alle follie
che si andranno a sposare
col tempo appena uscito di scena
lasciando il posto ai normali

ringhiano i cani
col ruolo sospeso
nel vedere a quattro zampe gli umani
che cedono il posto
al progresso

finita la festa
domani la fame
sarà nebbia
per vicoli e piazze
e dall'arena si farà la conta
dei finti leoni soppressi

i cani ritorneranno normali
a ripulire carcasse
a giocare con gli ossi

- Dal volume Parole fredde -

La moltiplicazione
L'onorevole Scaltrezza
invitò i suoi probabili elettori
ad assistere davanti a una cesta
alla moltiplicazione dei pesci

spiegò che in un tempo breve
ci sarebbero stati pesci per tutti
e iniziò un lungo discorso

alla fine ringraziò e disse
che il prodigio era già avvenuto

quando qualcuno fra i presenti
gli fece notare che c'era
ancora soltanto una cesta
l'onorevole sorpreso ammonì
che la moltiplicazione
era avvenuta nel mare

e tutti in fila corsero.........
........ al mare......

- Dal volume Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie -  ripetuta in: Parole fredde -

L'ispettore Tagliola
Ogni verità è soggettiva
ogni verità ha un'anima
ogni anima tenta di ripulirsi
da ciò che più fa male
ogni verità può essere una trappola
per i nostri occhi di giudizio
ogni giudizio deve saper saltare
gli agguati degli istinti
ogni verità mette paura
e la paura mette fretta alla mente
la sete di verità confonde oasi e miraggi
la verità è un arcobaleno
che un bimbo crede di toccare
la verità è un sipario
che nasconde le prove di una recita

il mondo è una trappola
diceva con ossessione l'ispettore
consumato dalle sorprese degli anni
e allenato a preparare esche

lo chiamavano l'ispettore Tagliola
era ateo e diceva che se ci fosse stato Dio
non ci sarebbero state storie irrisolte

un giorno per risolvere un caso
una donna fatale gli diede una sola enorme certezza
era lei il suo amore
e il malcostume e le maldicenze
che lei portava a suo seguito
erano generati da occhi distorti e da bocche infamanti
tenuti lontani da un'eccessiva bellezza

l'ispettore perse i suoi dubbi
e finì complice per gelosia di un omicidio
e nella foga e nell'ira nessun alibi costruì

nella foga quando lo portarono via gioì
non era stato non aver dubbi a farlo cadere
ma qualche cosa che andava oltre l'umano
una donna....il mistero... capace di annullare
ogni esistenza anche la più prevenuta

- Dal volume Normalità incondivisibili
tra maschere clonate
-

Si affaccia la luna
In questa notte
di fulmini e lampi sterili
si affaccia la luna
che gioca dietro la vestaglia
delle nuvole
che hanno perso la verginità
in un'acqua caduta
come lo spruzzo
di una benedizione
di un prete
che ha fretta di andare
verso il peccato della carne

- Dal volume Poesie cialtrone -

Senza scarpe
Camminava zoppicando
aveva nelle scarpe tanti sassi
e non poteva fermarsi
per rosicchiare i ritardi d'ogni genere

chi lo immaginò senza più recupero
gli suggerì con ironia di camminare
scalzo,premio due scarpe nuove
e un nuovo probabile traguardo

lui accettò e il sangue avvelenato
dai piedi uscì

si sentì leggero senza scarpe
gli spuntarono le ali
e arrivò con grande anticipo
incredulo la folla lo acclamò
e nessuno ebbe il tempo per deriderlo

lui provò pietà quando vide quelli
che si erano divertiti a cronometrargli il cuore
e gli sembrarono tra la folla
indistinguibili fili d'erba in mezzo a un prato
che anche senza di loro,sarebbe rimasto
ugualmente verde

- Dal volume Pensieri che non dormono mai -

Il sorteggio
Lenta con fare impercettibile
una lumaca attraversò indenne la strada

fece la stessa cosa un uomo mediocre
e una macchina gli rubò per sempre la vita
che servì al destino per un mosaico
dove mancano sempre i pezzi
sorteggiati a prezzo zero
per il dolore di chi resta

purtroppo era un uomo qualunque
che per strada si confondeva

qualcuno gli regalò una stella
che non conosceva
altri evidenziarono un vuoto
che non era stato mai pieno

furono scavate frasi e commenti
di gloria mai seminati

il tutto durò solo un giorno
poi l'oblio divoro per sempre quel nome
un nome come tanti
sorteggiato al posto di una lumaca

io penso
per restare in qualche memoria
bisogna aver fatto del bene o del male
in modo abbondante

- Dal volume Pensieri che non dormono mai -

Per una nova vita
Da ridicole campagne
da dove si sperava
un abbandono
alcuni polli
finirono in salotti
dove persero le piume
su lucidi pavimenti

con dissenso moderato
i portaborse
asciugarono l'unto dei formaggi

i maggiordomi
arbitri di parte delle attese
sorvegliarono orologi
immessi in un tempo senza fine

la cameriera coi tacchi a spillo
controllò le movenze
dove si persero gli occhi
degli attendenti

squillò il telefono
suono d'avvio
per convenevoli reverenze
e ossequi di istruzioni
dei presenti

la sciarono la casa
dell'onorevole
coi loro denti
ormai dislocati
nelle stanze del potere
pronti ad azzannare
una nuova vita

in seguito
ci furono sorrisi irregolari
con denti misti
che qualcuno chiamò
sogghigni bastardi

- Dal volume Normalità incondivisibili
   tra maschere clonate -

Cinque dita
Cinque dita
sulla fronte
sparse
come pilastri
a sorreggere
lo scheletro
dei ricordi

cinque dita
come tentacoli
aggrappati
al tetto dei pensieri
col peso del palmo
che si faceva leggere
ora sipario
avaro di ombre

cinque dita
nei capelli
superstiti
a quelli
che ti ho regalato
per le ansie
di perderti

cinque dita
per contare
la finzione
di un amore
solitario

cinque dita
ora quattro alleate
per il solo gesto
vincere
l'indecisione
dell'indice
di accarezzare
con forza
un grilletto

cinque dita
per un pugno
sul tavolo
per la sconfitta
dei cattivi pensieri

cinque dita
per salutarti
amore
che non mi servi
più a niente......

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

La zanzara
Lasciò la palude
e venne sul mio collo
bussò con un ronzio
alla porta delle vene

si servì senza risposta
del mio sangue
avvelenato
di rimorsi

con un giro
fece un'aureola
intorno ai dolori
impigriti
di mestiere
a guardia del grigiore
arbitro sicuro
di luci e ombre
briganti e esche
per la rapina
delle gioie del cuore

dissi alla Zanzara
vai da lei
per una trasfusione
e spezzagli
il sorriso
del suo mondo
che mi esclude

l'animale disse
c'è troppo peso
nella rabbia
e non riesco più
a volare
verso le gioie
che dovrei inquinare

rovesciò le ali
sulla bianca formica
e morì
insieme all'ultimo
sussulto
che pur nel peggio
il mio cuore
avrebbe... avuto...

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Giudizio
Un occhio socchiuso
uno sguardo rivolto
a un cielo soggettivo
una gomitata
due labbra serrate
un corrugare la fronte
due braccia allargate
una bocca storta
una faccia impietrita
una mano alla tempia
per uccidere un'anima
a significare
non vali niente

ogni gesto
un francobollo
di solo andata
che poco è costato
per spedire
il giudizio
di un'intera esistenza
e
quante volte
con un gesto
abbiamo ucciso
un cuore
che si reggeva
su falsi
precari equilibri

siamo tutti
rispettabili
assolti
bianchi assassini

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

La maestra
Con le mani sottili
traccia sulla lavagna
il futuro dei bimbi
monelli
increduli
sbigottiti

tra essi c'è uno triste
silenzioso
che non sa riconoscere
che il dolore
gli giunge dal suo piccolo cuore

la maestra fa fatica ad accettare
che quel piccolo figlio non è suo
non potrà essere suo
e ogni tanto
ingoia un'amara saliva
per evitare il plagio dell'anima
e parlandosi dentro
si ripete
imparzialità
imparzialità

quei monelli sono un nido
nel suo cuore
e tra essi c'è n'è uno più piccolo
che ha bisogno di un amore
più caldo

la maestra tornerà a casa
tra le cose di sempre

la maestra è una figlia
con una madre malata
con il padre partito

la maestra ha un amore arrangiato
che stenta sotto il velo della vita

la maestra
questa mamma di tutti
che morirà in modo banale
con mille infanzie nel cuore
lontano da ogni riconoscenza

- Dal volume Poesie cialtrone -

La coda
Scansò la coda
per aggiustar l'accomodo
e gioì più che dal piacere fisico
dall'aver un corpo
anche se immobile
capace di smuovere
le altrui voglie
che per troppa foga
si dileguavano
in tempi brevi
mentre lei
anche pensando ad altro
faceva contare
a chi non ne poteva far parte
quelli disposti
a mettersi in fila in piena luce
ed esser prigionieri
nella mente
e chissà nell'anima
di antiche voglie
da sfogare
che condizionavano l'esistenza

gli idealisti si lamentavano
dietro un'icona
all'improvviso troppo piccola
che cambiava anche sembianza
senza coprirli

la coda si abbassò da sigillo
di una stagione breve
degli amori da tourn-over
già conclusa

sia i partecipanti
sia gli esclusi
si abbandonavano
a disdicevoli commenti
mentre io coglievo un fiore
e lo lanciavo sulle spoglie
delle gioie concesse
che trasportavo
in sogni che forse
si potevano aggiustare
- Dal volume Scritture agricole e metropolitane -

Audience
Facce maligne
pescano dal canestro
dolori confezionati
da regalare al pubblico
numero utile
per l'audience

è il dolore spettacolo
da approvare
sotto milioni di occhi

fa scena il racconto
sotto i riflettori
di luci studiate
con trucchi di morte
e musiche di sottofondo

è brava la conduttrice
a offrire spiragli
e conforto
senza mai perdersi un primo piano
e bucare lo schermo
finire nel sogno dei fans

il regista coglie allibite
quelle anime da cartolina
che si tolgono il peso del male
nella maniera peggiore
- Dal volume Poesie cialtrone -

Combinazione
Di notte
nel piccolo paese
le anime
adattate
fecero il giro
dei quartieri

chiesero aiuto ai cani
per le novità
ma dal latrare
lessero che i cuori
erano sui tetti
per parlarsi clandestini
fino al monito finale
di celare
gli amori di riserva
anche se più importanti
delle sagome congiunte
che avevano bisogno
di restauro
per il decoro
degli incroci
degli occhi
pieni di peccati
da custodire per ognuno
nella cassaforte
con la combinazione
di lettere riunite
per la parola chiave
.......insoddisfatto............
- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Per l'arte
Sentii le mie parole
rimbalzare sulle orecchie
dei cassieri
contendenti
della mia anima
pegno
per l'arte
che cercai
mentre refrattari
anche gli amori
che non videro la scena
del traguardo assicurato
recitarono gli abbracci
sotto sguardi
appesi
a racchiudere
il generico di vite
di passaggio
e attardate
dietro pazienze
appena sopportabili
allerta a schivare
visibili condanne
ma per l'arte
dimenticai il male
sulle scie sicure
di raggiungere
una speranza
per occultare
il ritardo
di finte pietà
inutili
sul prezzo dell'anima
già pagato al male
- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Cercai Dio
Cercai Dio nel cielo
ma vidi solo stelle, nuvole

lo cercai tra gli uomini
ma vidi solo odio

incontrai due occhi imploranti
per fermare la mano cattiva
su quegli esili bimbi
ma Dio era assente

poi pensai
Dio è il volto lontano, annebbiato
che ognuno vuol dare
a un urlo
a un grido
a un lamento
uno strazio

Dio è una dubbia consolazione
ma sempre meglio
di niente

è il tentativo di dar voce
al silenzio
- Dal volume Piccoli rumori dell'anima -

Per volare
L'amava così tanto
che filtrava l'aria
che respirava

nascondeva il suo viso
dietro i fiori
per far si che il sole
non gli giungesse mai diretto

la seguiva come un bambino
ai primi passi
per paura lei cadesse

gli imprigionò la vita
e lei lo aiutò nell'allaccio
delle catene

il tempo lasciò fare
ma silenzioso cambiò rotta
e sul viso si posò il dolore

sui capelli nevicò fuori stagione
e il suo cuore fu rapito e liberato
da una farfalla
che lo sollecitò a volare

e volò davvero
sulla vita mai vista
volò tanto che finì nel mare
non sapendo che in esso
non c'era appiglio per riposare

il suo viaggio fu davvero breve
e fu l'unico che gli regalò una gioia

io non conoscevo la storia
mi trovai per caso
dove annegò

segnalai quel punto
per una statua con le ali
in mezzo al...mare......
- Dal volume .. e ..!! le rose piangono al tramonto -

Biblioteche
Biblioteche

tombe di cervelli
stipati

Bibliotecari

becchini annoiati
tra scritte di lapidi

Frequentatori

gli unici che capiscono
che una sola vita
non basta

Le autorità

sperano che siano in pochi
a frequentare
quel luogo di armi
che un giorno
potrebbero sparare
proprio contro di loro
- Dal volume Parole fredde -

Anime al guato
Ci siamo sfidati
con l'arma del tempo
a lasciarlo passare
coi punti segnati
sui volti assuefatti
nascosti a leggere
la platina
sugli occhi d'orgoglio
munizioni di dolori
scambiati
senza parole
intente a vegliare
oscuri giochi
per l'anima al guato
e siamo passati
sui nostri fiori migliori
estasiati
dalle impronte
del danno
dai bianchi candori
delle gelide soste
del cuore

siamo finiti
senza conoscerci
a informarci
dei nostri ritratti
per dare un volto
alle ombre

amore
non ha più senso
incontrarci
camminare all'indietro
sul viale di ieri
per due salme
sconosciute
...al traguardo...

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Giò Siluro
Il sonno e la lentezza dei nostri gesti
ci rubano troppo tempo utile
osava dire Giò

Si chiamava Giovanni
ma si faceva chiamare Giò
per perdere meno tempo

sempre diretto nei discorsi
nel salutare osava dire
sera....giorno.....
senza l'usuale buon....
soleva dir che dipendeva
dal guadagnar tempo

per la sua irruenza
e la velocità di arrivare al sodo
gli amici lo chiamavano Giò Siluro

non aveva figli
sposato da molti anni
nella fretta di far l'amore
di cui si lamentava degli eccessivi tempi
degli amplessi
e dei fronzoli selettivi
della fecondazione

Giò Siluro dormiva poco
e condannava i sogni
disorientanti per le realtà del giorno

forse per sbaglio
forse sostituiti da qualche mago d'ozio
un giorno seppe di diventare padre

per la smania dell'attesa
criticò la moglie
per gli eccessivi tempi
di cullare la nuova vita

nella nevrosi e con poca pace
forse rifiutando un mondo così veloce
la nuova vita si interruppe

il dolore fu così grande
che la moglie lo lasciò
senza nessuna scia

Giò Siluro.....
lo trovarono appeso, imbalsamato
con le mani ancora fumanti
a un filo d'alta tensione

io passai per caso e pensai
anche nel morire ha voluto essere
il più veloce di tutti

- Dal volume Scritture agricole e metropolitane -

Il Cinese
Il Cinese salutò
scettico l'uomo bianco
rallentò il passo
e rispose con ritardo

ci vedono tutti uguali
e il mio amore svedese
non potrà mai veramente amarmi
in un abbraccio vede tutta la Cina
e noi siamo in tanti
milioni di milioni
in una sola identità visiva

andò da un chirurgo
si fece allungare il naso
e due caverne sopra gli occhi

colorò i capelli color grano
tornò dalla ragazza
e questa quando lo vide
... più che un finto Europeo
posso averne uno vero
perché sei stato così malvagio
da cambiare ciò che io vedevo

il cinese tornò a casa

figlio mio disse la madre
ti ebbi con infinita gioia
e tuo padre con orgoglio
a vantarsi della tua somiglianza
e tu ora fai di tutto per sembrare
un figlio della colpa
per noi e la tua terra

il Cinese si guardò allo specchio
e non si riconobbe

capì che per il mondo
in mille posti
tra mille sbarchi
aveva perso la sua anima

forse era lui
lo trovarono in mare
i pesci avevano visto
solo una carne che non si poteva più
sprecare e il volto la parte più spoglia
per incominciare a incantare la fame

- Dal volume Normalità incondivisibile tra maschere clonate -

Stella polare
Siamo qui
unico occhio
stella polare
luce del mare
punto di Dio
e abbiamo preghiere
diverse
per un unico cielo
siamo schegge
del mondo
con facce assassine
gente di mare
pagine bianche
offerte al destino
stella polare
deserto del cuore
riferimento
per anime al largo
con preghiere-sogghigno
che
mettono pace

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Amori veloci ¹
Benpensanti
ingenui
contano
negli alberghi a ore
le lacrime dei crocifissi
in stanze
tra urla d'abbracci
di vite sconosciute
da dove sono partite
e aspettate con amore
e equivoci consolidati
nella cancrena
della quotidianità
orologio
cuore di Dio
ricerca di occhi
per suppliche
di ritmi lenti
e veloci
per inizio e fine
tra farse e ironie
nei mille volti
che l'anima non riconosce
.... si salvano
gli ingenui
modesti
all'ombra di verità
e allevano l'eros
tra dormiveglia
e carezze
di mani
estranee e in sintonia
coi piaceri del corpo
in amori veloci

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -
1- Nota: linguaggio sperimentale, va letta veloce

Scelte
Inquieto del traguardo
il bimbo si staccò
dal seno
nella macchina
che infilzava i paesaggi
arroventati
e come pelle
d'ippopotamo
spingeva i suoi pidocchi
al mare calmo
ormai pronto
a prostituirsi
per nuove accoglienze
e soddisfatto
il marito guidava
verso incroci
d'altri occhi
convinto della scelta
tra cane e padre
carezzò la bestia
che offrì i testicoli
come gratitudine
trovando scontato
l'abbaiare

a casa il vecchio
si fece il segno
della croce
e starnutì
sulla fotografia
della sua gioventù
a fianco
della sepolta
compagnia

il rumore del claxon
fermò le fatiche
nell'arrivo
mentre ormai lontano
una lacrima
nella scelta
salutò la vita
e assegnò
la vittoria
... al ... cane....

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Ci siamo rivisti
Intorno
ai quarant'anni
entrambi
col tempo venduto
alle spalle
ci siamo rivisti
guardati
con mezzo occhio
a metà
tra realtà
e tormenti occultati
tu con la pelle
allentata
alle insidie del tempo
sprecato
mentre io
ho venduto
con testimoni
di
due occhiali e un cappello
la verità
alle rughe del cuore
ora
tra due sagome
con le distanze accorciate
due aloni di anime
fuori dal pacco del corpo
bruciano di timidezza
per due vite
uguali e diverse
con la paura
di regalarsi
il danno dei sogni
caliamo lo sguardo
per non inquinare
i ricordi
e due smorfie banali
lo sparo
per far partire il dolore
verso due stanze
lontane
dove non ci aspetta
nessuno

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Occhi venduti¹
Guardò le stelle
e gli sembrarono
monete luccicanti
poi la luna
un grosso formaggio
inghiottì
la saliva
e il collo sfibrato
disobbedì alla testa
gli occhi caddero
per terra
poi lento
lo sguardo
riprese il riferimento
dell'orizzonte
dalla piatta vita
poté osservare
le pigrizie del fiume
che cullavano
la scarpa del naufrago
che stavolta sembrò
un panino
capì
che nella fame
è più facile travisare
la realtà
che sognare
mentre la poesia
un farmaco dell'anima
e un ulcera
per lo stomaco
la realtà
un cane affamato
il sogno
un piccolo topo
in bocca
che ha sbagliato tana
e gli occhi
servi traditori del cuore
venduti
alle fauci
ma sazio
sarebbe stato
un poeta

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -
¹ Nota: linguaggio sperimentale, va letta veloce

L'assessore Pezza
Scummara
paese poggiato, dimenticato
su un piccolo colle
dove il vento leviga i tetti
pettina la campagna
che ha il volto sperduto
di un giovincello che perde i capelli
anzitempo

le piccole strade
sentieri tracciati da serpenti
sorpresi da un sole evaso in anticipo
sono piene di buche
piuttosto profonde
che quando piove ospitano piccoli laghi
torvi
per i bimbi misteri
in cui affondano le dita

ogni tanto qualcuno cela i propri lamenti
dietro le proteste per l'incuria

responsabile che poco può fare
è l'assessore addetto ai lavori
che sempre recita e spera
tutto si aggiusta
ci metteremo come sempre una pezza
da qui il nome Assessore Pezza
occhi grandi più del paesaggio
bocca schiumosa
capelli come un tetto di paglia
a cui rondini frettolose
hanno strappato pagliuzze
e alcune cadute hanno fatto
strani disegni di croci dorate

ligio al dovere
anima cheta
allineata alle abitudini
in una torrida estate un martedì tredici
mentre dal municipio tornava a casa
da una moglie devota
pedalando lentamente
a un incrocio
un accenno di freno
e la ruota anteriore affondò
in una pezza recente di asfalto
e si catapultò sotto una macchina

con dolore gridò
l'avevo detto tempo fa
metteteci una pezza
metteteci una pezza
poi la voce si affievolì e scomparve
nell'eterno silenzio

io come sempre passai per caso
e mi venne da dire
anche stavolta la morte
ha preparato il titolo del film anzitempo
per l'inconsapevole protagonista

- Dal volume Un temporale acclamato con nuvole dirottate -

Riflessioni di un vice
Le lame divorarono le piante
dei sogni artificiali
il fuoco fece il resto
in fumo le anime
con amori di riserva
fino a Dio
che con tre dita
disegnò una tenda
per isolare gli illusi
dai venditori di destini
disse il commissario
la città è salva
ma con smorfie
il suo vice
dipende dal mare
fino al nuovo sbarco
e c'è rabbia nei cuori
abituati all'erba
la calma viene da lontano
e il progresso
ha chiuso le porte
qui c'è gente
che come panni sporchi
ammassa le vite
la droga è nel silenzio
e nell'indifferenza
a noi basta uno sbuffo
voltare gli occhi al cielo
per essere al di sopra
delle parti
noi arrestiamo gli illusi
nel mattatoio
che ha ucciso le illusioni
non possiamo essere
precisi
le stesse preghiere
incerti antidoti
dei dubbi
e delle parti indirizzate
eppure le avalliamo
col premio di una stella
sulle spalle di una giacca

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Palazzo Zuppa
Don Zuppa costruì un palazzo
molto alti anzi altissimo
imponente con aria di sfida
verso il cielo
sotto
il piccolo paese in uno stato di dormi-veglia
ancora con i suoi alberi
allineati alle stagioni
le piccole case colorate
come per conciliare un circo
e un carnevale moderato
si sentirono umiliate,rassegnate
si sottomisero e abituarono
i loro occhi volti ormai all'impotenza
digerirono vite... banali

Palazzo Zuppa
un nome più importante delle piazze
dei monumenti
ormai punto di riferimento
stella tra quegli umani
scettro di nobiltà senza radici
firma indelebile del progresso
nome nella storia
scultura nella memoria
vita che sottomette la morte
prestigio assicurato
pezzo visibile dell'aldilà

Palazzo Zuppa

ma anche all'ingegno
sfugge sempre un particolare
il terreno assoggettato
al provincialismo che si difende
...franò......
e il palazzo come per magìa
di una cattiva fata si sgretolò

Don Zuppa rivisitò la storia
e si accorse che Ugo Foscolo
e Caravaggio, su un semplice foglio
e su una semplice tela
si erano consegnati .... alla storia....

Io non sentìi lo sparo
ma chi mi raccontò
non ricordo se lo fece
con dolore o con pietà

-Dal volume ...e...!!... le rose piangono al tramonto...!!..-

La mia faccia
La mia follia messa a tacere
dal pane che ho bisogno
di procurarmi

Il mio silenzio imposto dal potere
che non accetta che la fame
mi fa ragionare invece che delirare

La mia faccia arata dagli anni
ma che sa occultare
ancora le tempeste dell'anima

Gli amori mi hanno camminato a fianco
e si sono irritati per non avermi
mai visto rotolare nel fango delle suppliche

Ho visto anche troppa gente
considerare il dolore un fatto normale
e la gioia un'intrusa sorpresa
volta solo a cambiare collaudate difese

Ho avuto solo un amico
che non conosceva la gioia
ma una volta l'ho visto sorridere
per una gemma sfuggita a una gelata di maggio

La mia faccia
sono milioni di pagine
che non interessano a nessuno
ma ogni tanto un cuore curioso
vi legge una storia che non capirà mai
e finirà a battiti insoliti

- Dal volume: Vite contromano -

Matrimonio di convenienza
Al mattino due fosse sui cuscini
unti di finzioni
le lenzuola
come mantello d'assassino
e ognuno vuole disfarsene
nella stanza piena di profumi
consumati dal fumo delle sigarette

Con lo sguardo di un animale catturato
lei guarda la prima luce di un mattino
innervosito dai rumori
pensa a quando il cuore le si apriva
come un tulipano
e volava come un aquilone senza filo
ma bisogna vincere sui ricordi
far sembrare le due vite
sempre più normali

Poi verranno i figli
e gli si può dare anche un volto
del passato

Un rolex d'oro
avrà il compito di dividere la felicità
dai sogni

Poi penso a mio padre senza denti
con gli occhiali scheggiati
le idee mi cadono in un deserto
che avanza

Per favore chi legge
mi spieghi che strano sogno
è mai questo?
- Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque -

Quando
Quando non riesci a rovesciare
un lunedì dietro le spalle
Quando fai quel biglietto solo andata
verso sogni tristi e poi ritorni sempre
Quando metti quell'amore maledetto nelle vene
Quando la gente si riprende anche il disprezzo
perché ti considera il nulla generato dai vizi
Quando la notte copre i tuoi rancori
e poi ti vende al giorno
Quando la luna ti regala la tua ombra da seguire
come fosse un'altra vita e tu ci speri
Quando le nuvole
sono così basse da sembrare
un soffitto giusto per un cappio
Quando un fiore sembra il giusto testimone
dell'ultimo istante
Quando quel fiume ti sembra l'attore giusto
per mascherare il tuo pianto
Quando non hai più soldi per un altro silenzio finto
tua madre va al mercato dell'usato
per comprare un cuore che non sanguini più
un cuore d'acciaio ma non lo trova mai
sono tutti bucati di ricordi
-In te non c'è più luce e non potrai trovarti
-T i prego cerca nel dolore degli altri
quando esso ti apparirà
non penserai a te stesso
e gli altri ti cercheranno e ti troveranno
ti regaleranno,gli regalerai......un fiore
- Dal volume: Vite Contromano -

In nome di Dio ¹
in questa vita
che mi fu donata
per l'egoismo
di vedersi continuati
con l'orgoglio del frutto
mi insegnarono Dio
ho portato il conto
dei coltelli alla schiena
l'ignoto
il premio finale
consegnato
da una o forse più mani
col rito di gesti
toccarsi la fronte
il petto
e picchiarsi le spalle
quattro punti
simulare una croce
che già ho portato
per strade
di amori
che mi condussero
a specchi
per contare le rughe
a corrompere gli occhi
a stirare la pelle
coperta-gabbia
di un cuore nel rantolo
mi attende un sicario
vestito da corvo
magari sotto un cielo sereno
quattro spruzzi
a imitare una pioggia
ma stavolta
.... in nome di Dio....
- Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento -
 ¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce

Donne normali ¹
Donne normali
si cedono in macchine
girano il culo
alla luna
il cielo è a portata
di mano
ci sarà tempo
per puntare il naso
alle stelle
e farle cadere
negli occhi
e pentirsi di uno stile
spartano
sentirsi un vestito
indossato al mercato
cercano sempre
un fiore un decoro
dopo l'uso del corpo
quando sono
una meta raggiunta
messe da parte
fermano il quadro
allo sguardo del posto
a un giornale mai letto
raccolgono il buio
che aveva perso la notte
per farne una lama
nel cuore
di chi le ama davvero
e schiacciano i grilli
che cantavano
in quella notte
odiano le lucciole
imitano stelle cadenti
- Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento -
 ¹ Note: linguaggio sperimentale veloce

Saldi di fine stagione
Il tempo lento e veloce
sempre nelle situazioni che non serve

L'estate è finita

Si aggirano gli ultimi turisti
come insetti sfuggiti a un pesticida

Al ristorante
sono tutti stanchi e un po' nervosi
un cameriere chiede a dei signori
cosa prendono da bere e questi
siamo venuti qui per mangiare

Fuori dal locale legato a un tavolino
non accettato dai commensali
un cane che ha perduto la memoria
non si ricorda di abbaiare
e cerca di scavare il pavimento

Vengo distratto dalla televisione
parla di un uomo che passava
con la macchina davanti a una chiesa
e nel farsi il segno della croce
ha investito un bambino

poi
entra una donna brutta
con due bellissime figlie
e mi viene da pensare
che anche dal peggio si creano cose buone
e che non sempre ciò che promette bene
va per il meglio

In questi saldi di fine stagione
strizza il mio cuore una nonna
che mangia quasi niente
e considera suo nipote
come ultimo appiglio alla vita
che la sta per lasciare
- Dal volume: Pensieri che non dormono mai -

Tanzania
Nelle baracche
i malati
giocano
per il premio
dell'inferno
che peggio della vita
non può essere

Nel guato
tra il sole feroce
e l'arsura degli inferi
qualche buon cristiano
porge un bicchiere
d'acqua

Il leopardo e la giraffa
pregano San Francesco
per il buon umore
dei turisti

Al ritorno
forse un Americano
nominerà unico erede
il suo cane

Io
pongo alle storture
degli uomini
solo
.....amen......
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Tempo di decenze
Rabbia e dolori
di uomini di pietra
tumulano amori
scompongono preghiere
lanciano parole
nell'imbuto del silenzio

Testimoni del ripetersi
di storie meschine
delle pene
garofani e poeti
che incantano
e flagellano
la corsa veloce
delle idee

Gesti inutili
e occhi di mestiere
ungono le gole
secche di di desideri

Vivere è un momento
il resto è la distanza
del lancio di una pietra
tempo di decenza
di appena un ricordo

La poesia è finita
e i batteri
sparecchiano
la tavola
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Donazioni (in Molise)
La prima festa di primavera

Siamo stanchi,troppi intrighi
sussurrarono gli impastatori di pagnotte
per guidare il popolo

Andiamo avanti questa bontà sta per finire
incitarono gli asciugatori di formaggi trafugati
seguiamo l'esempio dei lustratori
di cotiche di prosciutti

Siamo in ritardo asserì la donna
con la borsa con una fessura
per far respirare la gallina
fa caldo l'olio trasuda mentre il vino impazzisce
continuò il discorso il suo ammiratore
e questa è roba che deve finire sulle tavole
dei palati fini

Fate attenzione osservò il vigile dei traffici
c'è troppa gente distratta
e si possono rompere le uova
inoltre il pullman è in ritardo
l'insalata si sta seccando

Fratelli disse il prete
essi apprezzeranno
la burocrazia dorme e si sveglia di buon umore
questa bontà andrà in buone mani
che sia sempre pace per chi dona e per chi riceve
Il Signore tiene conto di ogni bontà
perciò ogni tanto date a me per conto suo questi doni
e come per miracolo due piume della gallina angusta
si posarono come angeli custodi
sulle spalle del messaggero di Dio
che proseguì
che il Signore sia lodato
con sincronia i presenti
...che sempre sia lodato
- Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate -

Cala la nebbia
Cala la nebbia
come respiro congelato
sul mare calmo
inzuppato di mostri
a riposo

Svanisce il sogno
di due fidanzati
che coprono l'anima
nel fosso di sabbia
come pasto di volpe
per avvenire di fame

Nel mondo senza colori
solo parole che vagano
sotto i colpi degli occhi
per inchiodare
sbaragli di vite

Qualche silenzio atterrito
mira una luce lontana
che rincuora
sollecita
il senso dell'oltre
che neanche la morte
alla faccia più seria
degli uomini
non riesce a negare
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Album
Sorseggiando un decotto di fiori
allineò le foto
dei capricci degli anni migliori
che imbrogliarono vite sperate
e al passare dell'ultimo ritratto
le mani allentarono la presa
cadde il volto pagato col giallo
del tempo
e dal viso con la carta alle spalle
partì il rancore giunse alle gambe
furono le strade che condussero
al baratro
a tagli di vene
scritture di trame
malizie ed appigli
a interpretare col senno di poi
dopo
nel riflettere ancora abbastanza
è triste cercare nel nulla a ogni costo
dare le spalle al passato
pensando al futuro bloccato
nei pensieri di ieri
con l'amore che si fa male da solo
per estorcere sensi di colpa
ignorando l'orgoglio
mentre nel freddo del vuoto
bruciano le assuefazioni
tra le incertezze vacilla la vanità
....amore ti ho voluto punire
al prezzo del male
che ho fatto a me stessa

Mise come ultima scritta di lapide
la foto sull'album
girò la vuota tazzina
dell'ipotetico tè
di un pomeriggio apparente tranquillo
che stendeva il tappeto alla sera
per l'invito del sonno
con la speranza del sogno
.......di ieri...................
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Noi poveri
Noi poveri
col cuore come una spugna
che assorbe tutte le acque
inopportune
con la bocca che mastica
con consensi forzati
il vento di tutte le sciagure
siamo costretti ad ammazzarci
per contenderci una croce
che ci porti un po' più in là
del tempo reale

Una croce che tenga lontano
chi non vuol lasciarci dormire
distante dalla memoria
degli insulti

Noi poveri
o ci crediamo o no
siamo costretti a pregare
oh! Dio dacci la croce giusta
consegna a noi la custodia
dei nostri guai
lascia che un fiore
nato per caso
sui nostri sudici resti
non venga calpestato
da distratti passanti
- Dal volume: Vite contromano -

Questa notte
La notte è severa
se non si allea bene
ai sogni
e l'anima gira su se stessa
come una trottola precaria

Il cuore sputa il respiro
dei dolori
con affanno

La fronte un aeroporto
di zanzare claudicanti
aerei sovraccarichi di sangue

Gli occhi sotto le palpebre
solcate dalle rughe
rigagnoli scavati dalle ansie

Le ossa impalcature
di legno curvo
sotto il peso di troppi anni

La mente
stanze buie
senza né porte né finestre
dove si accoltellano gli amori
morti con violenza

Il giorno che seguirà
il flash di una foto
per la cronaca retorica
che vedranno
per scommettere sui numeri
di pezzi di carne sparsa
e facendo gli scongiuri
li andranno a giocare
- Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate -

Firma calcata (cinismo)
Per circostanze
che non sto qui a spiegare
cadde violento sull'asfalto

Un piccolo lago di sangue
facce bianche accorsero

Poi
un lenzuolo...bianco..
separò la vita dalla morte

Dei fiori a segnalare
l'ingresso all'altro mondo
... alcune croci fatte di gesti
diedero l'addio
e la sabbia ebbe il compito
di cancellare il timbro della morte

Il domani la normalità nell'alveare
che con meno uno andrà avanti
lo stesso senza accorgersene

Ugualmente rimase una macchia
scura sull'asfalto
e qualcuno dopo una settimana
sussurrò
che palle
ha firmato calcando la mano
e le casse del comune sono vuote
c'è da aspettare per il nuovo catrame
non si può contare sulla pioggia
che scivolerà via sul grasso
...aveva nel sangue molto colesterolo
- Dal volume: Scritture agricole e metropolitane -

Sensi mirati
Nel grembo del vento
si lustrano i corpi
per uscire alle mostre
invece i brutti
riabilitati dall'autoerotismo
fatto passare
come amor proprio
non più come peccato

Nella lista dei sensi
si arruolano i volti
con carni di cera
con licenza di voglie
di pochi minuti
e soppressioni di spermatozoi
che evitano vite
per futuri d'enigma

Ma c'è ancora qualcuno
che programma la sorte
dei sensi
per vederli cresciuti
già adulti
soldati
addestrati nell'esaltazione
della sopraffazione
della nobile razza
e già eroi in una storia
ingozzata di carni
di morti sputati
in una terra
che trasforma
il grasso di vite
in una verde insalata
tra accaparrati confini
contesi da un occhio
dietro un mirino
ratificati da una penna
maldestra
intinta in un calamaio
di sangue ribelle
alle parole strappate
ad un Dio
con tracce soggettive
da interpretare
nella fede di comodo
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Gli alberghi del lungo sonno
E' bello passeggiare
d'autunno
in certi cimiteri
che sembrano immensi alberghi
con tanti letti all'aperto
con coperte di erba
di foglie
di marmo

Fanno tenerezza
i cipressi
con quel tentativo
di offrirsi imponenti
come scala verso il cielo

Il sonno
è di pace
e non irrompe il suono
di nessuna sveglia

I morti hanno lasciato
i loro orologi ai vivi
a loro non fanno più effetto
le lancette del tempo

Poi è bello ascoltare
le loro voci
fatte solo di scritte
e silenzi da interpretare

Si fa sera
si accappona la pelle
si sentono grosse mani gelide
sulle spalle
e il rumore forte dei respiri

Si torna a casa a pensare
i morti innocui fanno paura
e noi continuiamo a sentirci
più sicuri tra i coltelli
dei vivi
- Dal volume: Parole fredde -

Desaparecidos
Preghiere in nuvole
che hanno le ossa
secche nel vento
per i cuori asciutti
di noi madri

Datemi una scala
verso il cielo
con gradini di parole
per riprendere mio figlio
Desaparecidos
in questa Argentina
di lacrime
che se scendessero
darebbero una traccia
forse diventerebbero
filo di ombelico

A Dio
che ha visto tutto
oltre alla separazione
e la sparizione
nei gesti dei carnefici
rimprovero
solo il silenzio
più che la scomparsa
perché in una qualsiasi fossa
ogni madre
ci può mettere un fiore
e due occhi
perché il grande dolore
è non aver sentito
l'ultimo urlo del richiamo
mentre pregavo a voce alta

Come vulcano
saturo del calore
delle anime
la stria
erutta i morti
e cataloga le loro foto
sorridenti
in una bacheca
per le visite guidate
dal dolore
di turisti alternativi
alla vita

Sono
le madri
dei Desaparecidos
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Il Marchese Delle Vedove
Era il giorno diciassette di un giorno qualsiasi

Nella tenuta del barone Gatton De Gatton di Gattinara
ormai ceduta con storico mercanteggiare
che ancora oggi la nobiltà ne disputa

Il Marchese Delle Vedove
si affacciò alla finestra
e la stanza fu invasa dai profumi
di una primavera che sembrò subito invadente

Il Marchese si spaventò di quell'impeto
della natura a una vita nuova
mentre lui stanco,abulico
sempre a vegliare quel sogno morto
imbalsamato nel suo castello

Il sogno di rivederla come un tempo
la prima volta, sentire la sua voce
che gli ripuliva l'anima dalle tempeste
dalle ipocrisie scaltre dei blasoni
con le quali ogni giorno per mestiere, con fatica
si doveva confrontare, assoggettare

Veramente lei era nel suo letto ancora bella
in carne e ossa ma coi pensieri
in un angolo di cielo talmente povero
che non vi era alcuna stellae
e la luna semplice pietra levigata dal dolore
mentre il cuore anch'esso evaso
si era addormentato e la primavera non riusciva
più a destarlo

Il Marchese sbarrò gli occhi sopra le riflessioni
e capì che il suo danaro era fuori corso, per lei
...per lei sola

Stanco di dar vita a quella fredda statua
nella quale solo gli altri ci trovavano calore
Il Marchese fece sellare il suo cavallo
e si lanciò al galoppo verso il luogo
dove l'animale per dovere andò per forza

Il cavallo uscì dal lago che sembrò gradire
nel suo letto la compagnìa di quell'intruso
mentre tutt'intorno le strane voci degli animali
richiamati dalla ferocia degli impulsi dell'amore
- Dal volume: E..!!!.. le rose piangono al tramonto...!!.. -

Monsieur Fruscellà
Era di Morcone
paese seduto in una valle stanca
sottomessa ai soprusi degli inganni

Spinto da incauti dispensieri
di gioie locali non bastate
e giustificate dal sorteggio della sorte
partì in cerca di un'altra vita
emigrò in Francia
esattamente a Parigi

Rovesciò il cappello
per farlo sembrare una barca
e lo poso sulla Senna
e gli disse
porta lontano i miei dolori
verso il mare d'Italia

Monsieur Fruscellà entrò nel sogno
trovò un amore che parlava
una lingua dolce
che senza chiavi gli apriva il cuore

Si sentì chiamare monsieur, monsieur
pensò fosse la traduzione del suo nome
che gli sembrò un incanto

Si convinse che tutti lo conoscessero
e lui si voltava per sorridere e salutare
con inchini

Un giorno stanco di annuire
con la testa un po' pensante
non rientrò da una distrazione
e fu travolto da un tram

E mentre l'anima lo abbandonava
.... monsieur, monsieur, monsieur Fruscellà
Fruscellà, Fruscellà..

Io pensai
non c'è patria in grado di convertire
destini già scritti
- Dal volume: Un temporale acclamato con nuvole dirottate -

Calendari ¹
I venditori di ricotta
dettano centimetri
per misure di fianchi
nel cielo rovesciato
di allodole
attese da spiedi
e con piume corte
per corone di vanto
sulle ali di spari
verso bersagli
di conta veloce
in eventi meteora
- Cuori nati con emozioni
già vecchie
disertano volti
di pelle marmorea
su schiene date a progetti
a parole che vendono
a macelli di occhi
a pagine lustre
per sciogliere solitudini
roventi
con mani pensate
in estraneo possesso
Dopo
appendete pure
il calendario dei culi
al muro di esche
e come spago liberato
dal peso
si attorciglia il plagio
dei nervi
definitivo solo nel giorno
che muore
con un...ma......
nel sempre più arrapato
domani
condito di secca saliva
- Dal volume: Voci dall'inferno -
¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce

Il mago Faggiano
Non ti sbilanciare
disse il mago Faggiano al mago Alveola
mentre si apprestava a far volare la ragazza

Mossa da fili invisibili
tra il rumore del silenzio
con un velo bianco e sottile
ruotò nel cielo come una colomba in amore

Volarono anche gli occhi e i desideri del pubblico
tra le forme e le movenze

Poi forse nello sbaglio di una luce
che ingannò una tenda
apparve il filo che legava le ali
e millle nasi come mirini puntarono l'errore
e dalle voci mescolate uscì fuori qualche minaccia

Il presentatore invitò al contegno
ma il vecchio col berretto a strisce gridò
...cialtrone ..hai smascherato la mia infanzia

Il mago ripulì lo sconforto
apparso in un sudore freddo
e con voce bassa risalì

Signori miei, la magìa è come l'amore
ha nella durata il suo difetto
e nel rischio il suo fascino
poi non è realtà ma solo un'emozione
che offusca gli occhi per far vedere il mondo
come non è

Il pubblico capì che la vera magìa era nelle parole
appena finite di ascoltare e si sciolse in un applauso
per quell'uomo che senza arrendersi sosteneva
la filosofia di far sognare ad occhi aperti
- Dal volume: Scritture agricole e metropolitane -

Alcuni professori (secondo atto)
La mia mente
fin da bambino
aperta all'espansione cosmica
non si impegnò mai nello specifico
guidato

A scuola di ogni argomento
ne facevo l'input per dilagare
nell'infinito stupore

Le invisibili certezze
del presunto premio di Dio
per la pole position al dolore
mi parvero tormento
e io piccolo e solo volevo riscatto
per gli ultimi che poi erano i primi
leggendo i loro nomi al rovescio
di lista di fogli

Nel duro scaltro, immane
gioco dell'esserci al fine di confermare
dubbie esistenze dell'anima
professori del campo specifico
impegnati a instradare su binari di vite
non oltre ghigliottine orizzonti
egoismi per il solo fine
del guadagno del pane
e il culto del corpo

Di quei professori
abituati ad allenare gli automa
serbo il disprezzo con l'applauso del tempo
impietoso al veloce declino
beffardo alle riconoscenze pretese
dilaniate nella casuale discussa combinazione
degli astri in contrasto con istrioniche preghiere

Divaga finalmente il pensiero
lontano da quelle figure
allattate da vermi
trasformate in carcasse
che in vita non lasciarono orme
tranne nel mio brutto ricordo
- Dal volume: Voci dall'inferno -

L'avvocato Cagliavone
Con voce soave, suadente
l'avvocato Cagliavone
disse al sig. Cantone
in riguardo alla moglie

Ai complimenti forbiti
al cane,al guinzaglio
e che fermano al braccio
ci può essere pena che garantisco
ma alle allusioni
....ci devo pensare
mi devi mandare spesso la donna
e questi per fermare la gelosia
ottenere riscatto alle offese
fece del consiglio, un folle progetto
per la rivalsa
ma la commessa abituata a Varsavia
a guardare torri e orologi
a sognare palazzi
si lasciò andare e fu comploce, vittima
delle galanterie dell'avvocato maldestro
poi disse al marito
sei stato tu che mi hai offerto due vite
e mi hai lasciato la scelta

Se davvero mi ami
spendi pure tutti i tuoi averi
per la contesa con un'altro avvocato

L'uomo bruciò ogni cosa del patrimonio
per la bionda prosperosa
dagli occhi di ghiaccio
dal cuore distante

Finì per mendicare e ci riuscì
a guadagnare una corda
e vi legò la sua vita
ma stavolta senza contese
sotto il ponte.....di tutti....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Civiltà
Custodie ambulanti
di impazienze, di nevrosi
tagliano in fila fette di ventre
di metropoli
con cataste di loculi
per vivi consenzienti
fuori dal gioco di numerati destini

A disagio le periferie
tra fogne e finto benessere
incantate, irritate da giganti cartelli
pubblicitari
che inneggiano stili di vita
distante e perversa nella perfezione auspicata
...una fattoria schivata, graziata dal tempo
un verde prato che culla un ridente, argentato ruscello
un colibrì che veglia la pace

Tra tante vite avariate nella gola del destino
di una sola mi soffermo a parlare
c'è uno che da due settimane
dal mattino alla sera gira quartieri
per consumare benzina
gli mancano cento punti a un regalo
ha ancora due giorni per consumare due pieni
e non far scadere il concorso
per la vincita di un keet da golf e una valigia
per il sogno illustrato sul cartello
che fa da paesaggio al balcone
del suo pianterreno
tra le note dei rumori
che frustano i suoi globuli
senza colore
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Il doganiere
Aprì la valigia
mostrò al doganiere la pelle e il destino
che coprivano un orologio
disse questo è il mio cuore
nel ventre del tempo
non me lo potete levare

Benvenuta signora
i suoi oggetti stanno alle regole
ma ha qualche cosa
di torbido agli occhi
che nasconde il freddo dell'anima

Sogno una patria
col sole vicino
e una farfalla che duri
fino a novembre

Ripasserò
con un diamante
al posto dell'unico dente
che mi manca al sorriso
donato in pegno
ai vicoli che mi inseguivano

Non è il mio mestiere
smentire certezze
ma già altre volte
ho visto fiori sciupati
rispediti al mittente
e nel breve tempo dell'uso
avevano vegliato salme
che recitavano i vivi

Di sicuro le offriranno un lavoro
di una o più mogli
senza l'obbligo di riscaldare
le mura
ma solo lenzuola in posti diversi
con l'incentivo dell'anonimato

Si salutarono
sotto la finta calma dell'uomo
che l'aspettava
gli aprì lo sportello
disse l'inferno è cambiato
la barca al traghetto di anime
è solo metafora ormai

Con una mano
come a voler imitare un'onda che trema
e una spada che si pianta alla terra
il finanziere senza volerlo
imitò un abbozzo di croce
e si ricordò del poeta Virgilio
ma stavolta al confine
tra la squallida terra
e l'inferno dei vivi
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Filosofando
Le rondini hanno due mondi
e nel cielo corrono veloci
per non riflettere
su una nostalgia che non ha senso
sul destino di morire in metà patria

L'anarchia
che solo il cielo garantisce
non gli serve
guardate le loro traiettorie
come a voler lasciare un'impronta
per la paura di un non ritorno
disse il professor Puleggia
al suo amico filosofo Sinarca
e questi
la gioia nasce in ogni anima in un confronto
tra il bene e il male
e dura più a lungo per chi ha memoria
del dolore

E' come la libertà la si sente
quando ha sconfitto le catene
intervenne il sindacalista Carrucola

Il discorso prese piede
e dal tavolo vicino
l'assessore Coperchio annuì
si aggiustò gli occhiali e incominciò a parlare
..L'ho sempre detto che il socialismo
è un'arma a doppio taglio
alla base di tutto c'è una pianificazione
che è pur vero che tende all'uguaglianza
ma in particolar modo gli esseri umani
hanno bisogno del confronto e misurarsi
nel vedere che in basso
c'è chi sta peggio

Condivido disse il segretario Poltiglia
c'è tanta gente che non ha problemi
e si spara per la noia

Prendiamo a esempio le donne
intervenne l'architetto Pertica
se non ci fosse la seduzione che poi è un dubbio
un affanno per arrivare,un traguardo che si sposta
e ci fa accanire, porta in alto il desiderio
l'atto sessuale sarebbe un lavoro
da cui fuggire

Il discorso si fa lungo sentenziò il poeta Vracchiglia
tutto è già scritto nella natura
l'albero è immobile ma l'autunno lo spoglia
senza pietà, lo separa dai fiori, dalle foglie
le stagioni scandiscono morte e rinascita
gioia e dolore, perciò la perfezione
non esiste, la perfezione è il nulla
e quando l'uomo raggiunge quella linea retta
senza insidie, sente il bisogno di...uccidersi....
- Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere
clonate
-

Progresso ¹
Il fiato sul collo
il destino nell'umore
il sorriso nei comandi
la dignità nella farsa
sono i nuovi schiavi
cacciati dal loro tempo
spediti nell'aldilà
degli uomini
nello stampo ironico
standard della dignità
senza umanità
col nome generico
indefinito
variabile
fino alla follia
singola
guidabile
al mare collettivo
che assorbe
ricicla
poi saturo
si vendica
non basta solo un nome
progresso
a coprire
i mille matrimoni
di ingegni
agi e stoltezze
per le iniquità
tra i molti
che incantati dal giocattolo
sorridono in anticipo
sui crampi della fame
davanti a uno schermo
pensano a un amore
col palmo sulla pancia
come un escrescenza
spinta dai cibi scarsi
a basso costo
contornati di pubblicità
mentre a loro fianco
sagome di mogli
vere
immaginate
come appiglio di un braccio
che cade sul taglio dell'esca
e col cuore già perso
in uno sceneggiato
nel mercoledì prossimo
...è l'evoluzione dei dannati
la corsa folle
verso la precarietà
col cuore nel cemento
con l'anima nel lusso
e un corpo da riparare
per il turno degli occhi
nel sogno da incontrare
poi si girano le schiene
per la comune partenze
nel viaggio diverso
per il punto fisso
della parola
.....fine...................
 ¹note: linguaggio sperimentale-veloce

Cuori al potere
Col tuo cuore di lepre a riposo
che hai corrotto
i cani venduti
seviziati dal grasso
e ti hanno ceduto stanze
tranquille
che guardano cieli perduti
dove l'anima batte il mestiere
di vendersi a tanti
con parole agli illusi
e il morso al potere
nei lontani paesi
dove i palazzi sono spiedi di cuori
le strade.. vene spezzate..
- Amore
tornami breve
nel tempo di un fiocco di neve
nel gioco del sole
...accendimi solo un rancore
che mi svegli la vita
per falciare il rimpianto
di aver venduto i miei occhi
al tuo cuore
....malvagio....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Il mondo tagliato in due
Si esplica nel potere
la gloria dei dannati
che inseguono il sole
in posti diversi
per dar luce
alle tetre coscienze
rabbuiate dalle stesse imposizioni
esercitate
-Nel lifting mercenario
dell'anima
stirata dagli elogi
si consuma la carne
degli amori
che timbrano di viola
le marchette del cuore
bagnato da qualche lacrima
per scivolare
sulle consapevoli mercanzie
contate dai vuoti giorni
come bottiglie di alcolisti
che maledicono calmi
l'ultimo goccio
per il colmo delle dimenticanze
mentre c'è chi spera
in un annata buona
in un grano maturo
con l'incanto di questo oro
che falsifica la bianca farina
e imbratta gli stomaci
ulcerati di rancori
che annebbiano il cottimo
della vita scontata
-Nelle ville
tra biblioteche di noia
col sapere da trasmettere
a cervelli impegnati
nello sbarco del lunario
si gonfia il disprezzo
per il sapere combusto nel silenzio
tra ignari figli
che utilizzano l'immediato
spogliando le memorie
- E' il mondo tagliato in due
di uomini che qualche volta
nel riposo degli occhi
si vedono ma non si toccano
per non somigliarsi...mai....
e raro si parlano
col finto rispetto
e con celato disprezzo
- E' il mondo dei figli e dei figliastri
con le madri che rinnegano colpe
affratellano
col compenso di denari
figli di semi...diversi...
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Ci sono anch'io
Tra miliardi di persone
sputate come chiodi
dalla terra
e che guardano verso il cielo
per infilzare la nuvola
del loro destino
ci sono anch'io
ad inseguire la mia ombra
che mi fa la parodia
sui muri
tra l'eco degli applauso
dei piedi
mentre io esco dal vortice
delle bestemmie
per inseguire una farfalla
e trasportare i suoi colori
nel sogno buio di un amore
dipinto mentre fumo
l'oppio del suo nome
nell'alcova degli illusi
e corteggio
gli specchi per la giusta figura
da restituire all'anima

Nelle discordie delle nevrosi
divento il rottamaio
perdo gli occhi dietro le scie di sangue
che portano alle radici
in cerca di una voce
a catalogare un osso
con un numero di una data
e perché no magari un nome
inventato come suona meglio
solo per convincermi
che vengo da lontano
faccio parte di un filo
per le consegne
di ieri fino a domani

Ci sono anch'io
nel qualunquismo
della storia immaginata
muta che si scrive
con un reperto
forse con un figlio
..una poesia
da leggere in segreto
a chi ha fatto il giro
finito alle spalle
che mi spinge al baratro
per dare il volo
ai sensi di colpa

Ci sono anch'io
nel nulla che lotta
per prendere forma
e ci riesco nell'unica sintesi
col sangue nero
...solcare questo foglio
di carta.....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Autobiografia di un fantasma
Ho visto passare la vita
lenta
come un treno a vapore
che non ho mai preso
...ero già al capolinea
con i miei sogni
pieni di incubi
con nuvole nere
nel cielo di anime mute
detto
....sereno...

Mi videro figlio
mi condannarono a vivere
col ricatto del loro pianto

Legarono i loro denti
col filo sottile ai miei denti
e dovetti sorridere
sempre
con le farse alle labbra
per le gioie degli altri
mentre io trascinavo i pensieri
morti alle spalle
chiedevano riposo
stremati nel parlare al silenzio

I miei amori
se ne erano già andati
allo specchio
si amavano troppo
...io giravo il volto ai cadaveri
incollati al bacio di terra
e cercavo me stesso

Sento
ancora i cani abbaiare
alle ombre sinistre di luna
che mi aiutarono a cercare
i fantasmi di quello che fui
senza mai vedermi

Ora li vedete due fiori
alla distanza degli occhi
sono solo due lacrime
sfuggite alla sete
si prostituiscono al ventre di api
per l'ultimo volo di miele
al consumo

Saluto dagli inferi
il mio ultimo ciclo
offerto in dolce
sgradito ricordo

A voi
il fastidio
o la paura di leggermi
con l'angoscia
di tenervi da me
solo...lontani....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Giorno di fine estate
Signore fuori stagione
in riva al mare
si donano al sole
per qualche miracolo
di sguardo da catturare

Sulle pagine infinite
il mare scrive con la schiuma
il tempo che fu di tutti

Come fermagli
gli ombrelloni
sulla pace sfuggita dalle mura di casa
e ritrovata tra gli imbrogli
di un mercato che vende
pensieri su misura

Picchia il sole
per tenere a bada le anime
cosparse sugli involucri
con un colore che servirà
per il ritorno

Con le tavole fatte
con i giorni già alle spalle
si ricostruisce
il baule dei ricordi

Settembre è già alle porte
e nel camerino dei dolori
davanti a uno specchio repulsivo
l'autunno prova i costumi

I bimbi già ci pensano
il sorriso diventa più pesante
tra i dentini
tra poco dovranno essere istruiti
come perdere man mano
i giochi dell'infanzia

Dietro una nuvola
dal colore sinistro
la morte mette strane croci
sui nomi del taccuino

L'autunno si è tolto il cappello
e guarda i piedi
nella sala d'attesa
- Dal volume: Parole fredde -

L'acrobata al circo
I bambini
attenti
sbigottiti
con gli occhi fissi
verso un cielo troppo alto per loro
guardano la donna acrobata
dal corpo perfetto
però sul volto ha i segni delle fatiche
e degli anni rosicchiati al tempo
con gli allenamenti

Il pubblico trattiene il fiato
la rondine volteggia
incanta nel cielo artificiale
e con le ali muove il silenzio
poi rotto da un applauso

C'è sudore e tristezza
in quella breve gloria
un po' anonima
che sta cedendo il passo
a un altro numero
quello del clown

Forse ancora un anno
e smetterà di volare
nel cielo del circo

Il circo è solo nella memoria
dei bambini
come magìa, come sogno
e quando l'acrobata scende a terra
per rimettersi nel tempo
non entra nella storia

I bambini
non hanno mai visto
una rondine con le rughe
per i bambini, la rondine
non smette mai di volare
- Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque -

Maledetta penna
Maledetta penna
che guidi il flusso
alla foce dell'esistenza
del mio sangue nero
avvelenato
da carcasse ben curate
che si sono spacciate
per amori
e mi dai l'illusorio
sollievo di stendere
su questi fogli le mie pene
che poi sono le mie mille pelli
offerte
e sempre rifiutate
per l'armonia di ogni anima che cercai

Maledetto indice artificiale
di un Dio maldestro
che mi costringi
a ricamare i peccati
con lettere su questo lenzuolo bianco
appeso nel silenzio degli anni
passati tra i tormenti di un muscolo
assuefatto, pigro alle gioie
insensibile alle illusioni
e che fa il suo dovere nel petto

Maledetta donna
che misuri lo sputo
di questi anelli neri
e non te ne va bene
nessuno
mentre ti si illumina il viso
nei miei tentativi sprecati

Maledetto magico arnese
alloggiato nelle mie dita
che illudi il prestigio
di mettere in pace
queste mie angosce
di addolcire i tormenti
per ogni voce che legge
ma non vedi
che ci sono solo occhi distratti
pronti ad esaltare
solo se è troppo e distante
.....il dolore.........

Maledetta pistola
che spari senza colpire
le ombre segrete
di ogni poeta
fabbricante di sogni
che non prendono forma
nel cinismo nel mondo

Maledetta penna
sei solo un chiodo
nella sala di attesa
di un lercio bordello
dove un illuso appende
il cappello per il turno
di un amore
da convincere
mentre questi dona
l'ennesimo scaltro sorriso
programmato
e che tu poeta confondi
col brillare di una stella nel finto cielo
del tuo cervello
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Strano sogno
Cercai l'anima giusta
per scrivere una poesia
puntai il mio naso verso il cielo
e un passero subito vi trovò appiglio

Feci appena in tempo
per ringraziare per la scelta
che subito sentìi uno sparo
l'animale cadde
senza il tempo di salutare

Si interruppe l'utilità
del di là a poco
pensato appiglio

Raccolsi la mia penna
che si piantò a terra come chiodo
nel sobbalzo di paura
e stesi due parole
su una larga foglia
che giunse vorticando dissidente
alla stagione
e con preghiera mi esortò
nel voler assorbire le mie idee
e finire in mezzo a un libro
o di ripiego anche un quaderno
ma ora è mia premura
togliervi la noia dell'ascolto
e vengo subito a spiegare
la mia anima che affidai
allo strano archivio
pongo fedele ciò che scrissi

Amore
sei tu che mi fai sognare
e perdo i denti sul tuo seno
vorrei essere il vento
per volare sopra le facce
dai pensieri bassi
e per l'eternità servirmi del mio naso
come mira per ogni stella di sosta
per noi due soli

Scusatemi
per questo sogno greve
nato sul lavoro del mio stomaco
per un arrosto
di una vecchia pecora
- Dal volume: Voci dall'inferno -

La trebbia
Con maestrìa
come a voler camuffare
la destrezza
l'addetto capo macchina
in alto sul pianerottolo
della trebbia
lo specialista
ingozza il mostro
a piccoli ciuffi di grano

Quando
per distrazione
per stanchezza
il cibo non misurato
scende in abbondanza
si sente uno strano eruttare

Il motore costretto a forzare
lancia strane bestemmie
nell'aria plagiata
dal sincronismo di gioie condivise

Ai lati della trebbia
una polvere color oro
macchiato di blu
i riflessi di un cielo alleato
con le fatiche

Nei sacchi
il grano cade
con lo stesso rumore
di un battito frenetico d'ali

Poi i contadini col cappello
come contorte grondaie
corrose dal tempo
con i loro occhi anneriti
da cattive erbe sconfitte
dalla magìa di preghiere
aspettano l'ora di pranzo

Parole consolidate
in catene di bicchieri di vino
.......i brindisi....
come metafore strane
strizzate d'occhi
per lanciare sfide all'inverno
da considerarsi domato
......anzitempo.............
- Dal volume: .....e..!!..le rose piangono al tramonto...!!...

Audience
Facce maligne
pescano dal canestro
dolori confezionati
da regalare al pubblico
numero utile
per l'audience

E' il dolore spettacolo
da approvare
sotto milioni di occhi

Fa scena il racconto
sotto i riflettori
di luci studiate
con trucchi di morte
e musiche di sottofondo

E' brava la conduttrice
a offrire spiragli
e conforto
senza mai perdersi
un primo piano
bucare lo schermo
finire nel sogno dei fans

Il regista coglie allibite
quelle anime da cartolina
che si tolgono il peso del male
nella maniera....peggiore....
- Dal volume: Poesie cialtrone -

Radici (prosa)
Nel giardino a misura
della mia mente confusa
con un'ortensia che contendeva la scena
a una rosa insidiata anche da un'edera
che quasi arresa prometteva battaglia
in autunno, un merlo passeggiava
nel fogliame fitto con le ombre
che per lui dovevano sembrare
dei labirinti conosciuti dei quali servirsi
per sfuggire all'indole maligna di certi umani
che annoverano trofei di caccia
coperti addirittura dal contesto
della parola...SPORT......

Di tanto in tanto accompagnava un sottile canto
con delle movenze simili a quelle di una donna
che cerca di riallacciarsi a nobiltà passate
e con discrezioni ma non troppo percorre
le strade di una Parigi odierna che lotta
col suo charme sul degrado di un progresso
che trebbia le anime allineate come spighe
di grano

In un dormiveglia simile a quello di un vecchio
affaticato per l'esubero di saggezze
che non sa a chi trasmettere
poco distante un gatto nero
col pelo lucido e sensibile, quasi a percepire
i lamenti che trasportava il vento
e che ogni tanto sembrava vorticare
e arroventarsi nell'aria che raschiava le gole
nelle fatiche dei respiri

Il felino con un colpo di ciglia
in un tempo quasi nullo
fece un fotogramma alla vita precaria
e riportò negli occhi subito la scena
consumata dell'agguato
infatti con un balzo ... e le ali nella bocca
si posero come una croce nera
che tenta di schiodarsi
mentre alcune piume in una danza macabra
presero il volto di illusioni di vita
che sconfinano in certezze

Dopo aver misurato la morte, il gatto
abbandonò la preda e a tal punto spontaneo
mi venne da chiedergli
...perché l'hai fatto se di avevo dato appena
dato da mangiare in abbondanza ?..

Si aggiustò la bocca nelle fatiche della morsa
e....oh! mio signore...voi venerate feste da millenni
per legarvi alle radici e vi servite di foto e scritture
invece noi la storia la scriviamo nel gioco di morte
e nei lampi degli occhi

Capìi che quella vita abbattuta che mi ispirava
armonie
per l'animale era una semplice lettera
nelle pagine da scrivere nel lungo fiume della vita
che passa di morti in morti per tendere
l'infinito filo della memoria.............
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Indicazione sud
Non so in quale contesto
mi apparve un cartello
.......sud CAMPOBASSO......
mi venne subito da dire
oh! mio Signore perchè tanto ingegno
per simile stortura ?

A poca distanza rispose un contadino
ogni uomo ha in tasca un itinerario
basta saperlo leggere
l'inferno è quella zona franca
tra lo stomaco che brucia
e le bugie che raccontiamo all'anima

La vista si rifiutò di assorbire i paesaggi
ci ritrovammo dritti in tribunale
...il giudice con la faccia scarna
con le vite nel cappello
e le sentenze nelle tasche
accusò mia madre di vilipendio
alla grammatica
pensai...povera donna
per le fatiche non è riuscita a capire
che il mondo vomita le sue angosce
in un giornale

Uscimmo dall'aula con la condanna
.......a non far parte della storia....
di fronte un nuovo cartello
.........sud culo di Dio...................
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Alluvione numero uno e due
Gli uccelli
sui rami
guardano
le persone
sui tetti

Tra esse
ci sono quelli
che hanno sparato
per divertimento

I corvi
festeggiano
con voli spericolati
nel cielo

ALLUVIONE NUMERO DUE

Galleggiano
danzano
le carcasse
di animali morti

Galleggiano
ormai gonfi
di pace e libertà

In quella danza
macabra e felice
con i ritmi dettati
dal vento
traspare la gioia
di non esser finite
come brandelli
di bandiere
infilzate a una forchetta
per un'esibizione
breve
da un piatto a una bocca
in una festa
di beneficenza
tra brindisi
e applausi
- Dal volume: Scritture agricole e metropolitane -

Ignavi
Dio tolse dal cielo la luce
i padroni annullarono
la libertà
e le donne pronte a fuggire
da ogni disgrazia
mi lasciarono inerme alla sorte
mi diedero il colpo di grazia
mentre mi appoggiavo al bastone
per solcare le tenebre

I cani rivisitarono
l'istinto dell'agonia
e vedermi a brandelli fuggire
poi girare la testa
e carpire gli umori di un viso
per la ricompensa

E' questa in metafore
la mia vita piantata nel mondo
senza premura di fertilità
delle zolle assoggettate
a capricci di nuvole
che più che alla pianta
trovavano gioia nel vento
e a insidiare i già cupi pensieri

Come chi cade lontano dall'acqua
e non può sprofondare
sul selciato di lanci di pietre
trovai il coraggio e l'onore
di deviare l'impervio cammino

Eccomi qui a voi
a raccontare un uomo rinato
estirpato quasi del tutto al passato
tranne l'unico filo del male
che lega ancora il cuore all'inferno
e può esser tagliato
da un'assetata vendetta
contro quelli che il sommo poeta
mise nel cerchio peggiore
.....gli ignavi..................
oggi riconducibili a puttane
che non mostrano il volto
a politici allenati a sorrisi agli specchi
a ruffiani che con parole di miele
stirano le rughe ai padroni
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Rassegnatevi
Nella vita
ci sono tre immense tragedie
-alzarsi presto al mattino
e dover incontrare facce
cadute dai sogni
o peggio che non si sono
mai illuse

-Dover lavorare e sentirsi
troppo stanchi da non riuscire
a riflettere e portarsi l'enorme peso
dell'odio e dell'invidia
per chi vive nell'ozio
che quasi sempre ha due vite
una che sta vivendo
e una che può immaginare
con molta calma

-La terza è quella di dover morire
senza lasciare traccia

Si salvano forse
coloro che hanno avuto il dono
di esprimere l'effimero
attraverso la magia dell'arte

-Rassegnatevi
o voi che volete rimanere
nei giorni oltre il confine
solo per aver organizzato e offerto
nel vanto un pranzo con tante portate
con cibi difficilmente reperibili
e che vi siete potuti
........permettere........
ma una mano sulla pancia gonfia
per ingraziarsi lo stomaco
e un rutto non hanno accesso
.....alla storia dei morti...
- Dal volume: Quando gli alberi si rifiutano di ospitare le foglie -

Polvere di stelle
Sul viale
di sera
gli oleandri abbracciano
vecchi lampioni
stanchi nel ventre del buio
di illuminare
puttane dell'est
che trovano l'alibi di dimenticare
vecchi regimi e si scelgono
il lavoro più facile
mostrando il culo alla vita
e il sorriso al destino

Tra una firma di gomme
di cavalli che han tolto le briglie
e ali di cuori di padri impazziti
si apre lo strano mercato
al ribasso degli occhi

Tra un copertone
che offre incenso d'esequie
allo sfiancato progresso
le donne che salutarono
onesta partenza
cedono il corpo
e giurano...l'anima intatta
a chi lontano ha fatto finta
..di credere all'intatta promessa

Mentre spiano vite a confronto
nella salvaguardia dell'incolumità
di una ormai curata carcassa
che rende bottino
con stile di chi vuol confermare
apparenze chiare da equivoco
fumano, sputano al cielo
le nette intenzioni

C'è sempre un illuso
che vede un angelo nel posto
sbagliato e sogna di costruire
insieme alla figura smarrita
quattro mura al riparo
dalla terra malvagia
il suo angolo di paradiso

Io come tutti dico la mia
la dignità è un'idea che varia
pronta al rimbalzo di ogni giudizio
quando si tratta di fare
quell'antica alleanza
nel trattato più breve
tra l'uomo e quel bagliore
di stelle caduto dal cielo
trasformato in giallo metallo
e annebbia le menti
di chi non sa distoglier lo sguardo
da quell'orgasmo
che ha sporcato la terra
- Dal volume: Soste precarie -

Condomini d'autunno
La pioggia
spinge le vite al rintano
agli anonimi intrighi
di condomini segnati
da numeri e lettere
su viali che inseguono
nomi di storia

Inerme figure
come fiale di sangue
negli scaffali
in laboratori sperimentali
aspettano l'uso
del tempo migliore
in future scommesse

Regna la pace apparente
per l'ozio dei pensieri
al riparo del vento di parole
evase da fisse dimore
di ieri
da anime torbide
da bocche avvelenate
da avidità e rancori
non addomesticati

Tra pareti sottili
che arginano a stento
identità surrogate
qualcuno
con carezze di mani proprie
libera lo sfogo dei corpi
ma c'è anche chi consuma
amplessi incorniciati
da vaghe promesse
magari sotto gli occhi di un cane
che ripete la scena
scambiando la mancante compagna
con un piede di sedia

Squilla il telefono
col filo invisibile
per legare il rosario dei cuori
per lo scambio di voci
intente a confermare a se stesse
la presenza nei loculi
della ormai dubbia esistenza

Domani il sole
annunciato da un telegiornale
spianerà la via
alla mostra dei volti
che cercheranno ombre a misura
per occultare una ruga
che come fungo
spunta alla fronte
nella foresta degli anni
con l'intendo di rimanere
e marcio sposarsi
alle foglie
in compagnia
.....della terra di sempre...
- Dal volume: Soste precarie -

Indifferenza
Quel tuo sorriso
che vidi
come stella
nelle tenebre
della mia anima
ora mi appare
come rissa di denti
per sfuggire
a ruggine di bocca
e porsi mendicanti
di poco sollievo
per la luce
del mio sguardo
vitreo
gelido
indifferente
che ha impiccato
anche il ricordo
che voleva
chiamarti
l'ultima volta
.......amore..........
quel tempo
è negli anni
del dolore
che ti cancellò
per sempre
dalla lavagna
degli occhi
- Dal volume: Soste precarie -

Sogno zoppo
Sfugge la donna mia
dal mosaico dei ricordi
costruiti dalla mente confusa
un nero capello si impiglia
al dente superstite nell'ultima
morsa del seno

La vedo andare via
con la bilancia nelle mani
pesa il dolore e quello che
le ho dato e dice amore mio
hai avuto paura di sorridere
per la paura di perdermi
e io ho finto bene
con le ali spezzate
c'era troppa disparità
tra chi costruisce un sogno
a terra e chi viene dalle nuvole
a cercare un punto fermo

Raccolgo gli occhi tristi
dei miei guai che mi fanno
il verso con l'ombra sui muri
e dico maledetto
è arbitro imparziale questo vino
doveva coprire il pianto
ma è lui stesso che ha preso
la via delle lacrime

Una mano comandata
da un volto indefinito
mi dice è l'ora di pagare
l'ozio del cuore su cui
ti sei adagiato, era da troppo tempo
che coltivavi una carcassa
con la tua sola anima
è inutile far finta ch'io ritorni
in un posto dove non sono mai stata
e che tu chiamavi ....amore.....

Mi sveglia l'eco di un rumore
è il treno del sogno
che forse per rispetto
ha preferito dileguarsi sulla terra
lontano dalla via del cielo
o solo zoppo.. non poteva volare..
- Dal volume: Soste precarie -

Un povero cane
Oggi mi sento
un povero cane
che tante volte
ha fiutato, scansato
il bastone
ma conservo
negli occhi
indelebili
le minacce
dei vicoli

Chiedo agli insetti
di sparecchiare
la tavola
ormai il pasto
è arrivato alle ossa
e io devo ancora
parlare

Spesso i passanti
nel gioco di pietre
hanno riso
al mio passo veloce
al mio sangue perduto
in buffi disegni
ma qualche volta
al ringhiare
per mia estrema difesa
vigliacchi
senza il sostegno
del pubblico amico
hanno preso volentieri
il mio ruolo
sbalorditi
nell'impreco
nel rasento dei muri
e io li ho derisi
e solito fare
delle cosiddette
umane figure
esternare coraggio
nelle corrotte vittorie
dell'impari lotta
con armi e in molti
contro uno solo
sorpreso
per non aver fatto
a nessuno...del male
- Dal volume: Soste precarie -

Gennaio
Il gelo
nella notte
paralizza
le smorfie
dei lampioni
avvolge i respiri
che muoiono
per un argento
sulle orme
verso il rintano
degli zombi
in gennaio

Negli abbracci
gli amori
sommano il calore
mentre il figlio
che venne da lontano
prosegue a piedi nudi
la sua fuga
millenaria

A illusorio prezzo
si offrono al destino
si reclamizzano
al silenzio
in grossi pacchi
già svuotati
prototipi di vite
che non avranno
seguito

Fendente nella notte
l'urlo di una vergine
sigilla il piacere
nell'ambito calcolo
dei sensi da sommare
ai privilegi del lungo
domani

Inutile il barlume
di stelle per sciogliere
il muro congelato
tra altri corpi
nella repulsione
occultata al falco
del giudizio

Sulla neve
arabesche
scie di sangue
anime fuggite
degli amori
...stecchiti
attendono
le fauci dei lupi
- Dal volume: Soste precarie -

Anonimo
Sono io
ambulante mediocrità
che espongo il viso
ai vostri occhi
per scorgervi un domani
ma vedo nel nebuloso
riflesso
la nera ombra
che mi ritorna carica
del disturbo dell'ingombro
ed è già qualcosa
mi riconferma seppur precaria
e inutile l'esistenza

Sono ancora io
quello spicciolo di scambio
che fa comodo nella conta
e quel nulla da sottrarre
a ogni gloria

Sono io quel puntino nero
visto dall'alto
atomo di inchiostro
per scrivere la vostra parola
popolo
...sott'inteso consenso....

Sono io quel bicchiere
trasparente
da riempire e svuotare
per la l'infinita sete della storia

Sarò io
quella croce senza nome
seminata nella terra
tra miliardi di anonimi
nel sogno
per una lotteria di reperti
per la carezza di un pennello
poi tra la luce di una bacheca
per non finire in una colata di cemento
sotto i vizi dei vivi
per un palazzo che non può
interrompere il progresso
nel silenzioso imperturbabile
lento cammino
..........della storia...............
che divora gli anonimi
- Dal volume: Soste precarie -

Passeggiata d'autunno
Improvviso
il vento
rompe
il mistico
silenzio
di solitudini
che hanno espulso
occhi falsi
all'anima stanca
del plagio
di follie
per normalità
negate

Cercano i piedi
imbevuti di rugiada
sulla pelle umida
del cadavere delle foglie
la morbida pace

Argenteo
come limbo
per morti prematuri
il mondo mi appare
sotto il pennello
delle lacrime
di stelle
arse nella luce
delle verità

Fradice le scarpe
aprono la bocca
alle foglie
sotto alberi
finiti di spennare
dai rumori
- Dal volume: Soste precarie -

Gelosia
Chiede perdono
il sangue
che si ferma
succube dei dubbi

La luce illumina
l'inferno nelle tenebre
della mente
mentre il respiro
accelera la solitudine
del pensiero in fiamme

Atti insulsi
come acrobati
si appendono
alle traiettorie degli occhi
giocano con gli anelli
conficcati al cuore

Come cipria il dolore
per asciugare le mani
dei ladri
nella presa del destino
che ci stanno per sempre
....portando via.....
sensazioni o verità..??...
- Dal volume: Soste precarie -

Indomiti
Salutano
il cielo
i cipressi
nella veglia
superba
ai morti
adagiati
nell'inquadramento
che rifiutarono
in vita
ora
indomiti
stanchi
nel silenzio
plagiato dal tempo
si scambiano
coi volti
ancora deturpati
su foto scelte
lampi invisibili
di preghiere
e mendicano
nell'infinito
suppliche
per restare
lontano
dai vivi
nel semplice
....eterno riposo....
indomiti
alla corruzione
del perdono
- Dal volume: Soste precarie -

Senza perdono
Che la mia anima
alla porta scriva un cartello
CHIUSO... per ogni perdono

Mi avete ammazzato
proprio mentre cercavo
l'alibi variabile
per l'enigma di Dio
e occultare i miei peccati
nel raggiro del fantasma
di turno nei cupi pensieri

Rare volte
a intermittenza
nella nebbia dell'esistenza
la luce della follia
fermò il cervello
nel delirio trasognante
e sincero all'anima
visitò anche la pace
con l'incanto degli istinti
stesi a prezzo basso
sui viali della perdizione
in discariche ambulanti
col volto di donne

I vostri occhi
come martello
con movimento di ciglia
a percuotere i chiodi
del comodo giudizio
nella viva carne
maledetti
non siete andati mai
oltre l'ombra dell'apparenza
che come fango
smosso da creature stremate
rende figure distorte
nel misero specchio
di chi è caduto
e guarda lo scempio
dei pezzi mancanti

Maledetti
annullare una vita
vi è costato soltanto
un colpo di ciglia
su un collo girato
...e un passo veloce...
- Dal volume: Soste precarie -    

Pomeriggio
Sul volto stanco
assopito
perversa
una mosca
cerca
l'ultimo caldo
difeso
da fronte corrugata
di anelli di anni
intorno
a sogni spezzati
da ricomporre
nel dormiveglia
di una sosta
precaria
intermezzo
tra fatiche del giorno
e notte
richiamata
da incubi
ma improvviso
uno schiaffo sul viso
insegue un ronzìo
..antipasto il dolore
al risveglio
si espande
nel cuore
e tra le mani
scivola la coda
di un amore
fuggito
dall'embrione
...del sogno....
svanito
- Dal volume: Soste precarie -   

Cuori stremati
Entrò nella stanza
dove il sibilìo dei pensieri
aveva ucciso il silenzio
nelle notti insonni
tra abbracci di volti indefiniti
per il rifiuto di una sola identità
e disperdere nel risveglio del male
la compattezza

Lenta scivolò la veste
tra le ribellioni del turgido seno
che si pose mira agli occhi roventi
bersaglio ghigliottinato
dalle sature solitudini
negli allacci di sintonie
tra baci di cuscini
e movimenti di mani
stanche di recitare tatti...estranei

L'abbraccio
si sviluppò in calore
e distillò il sudore
sulla pelle stanca
di addormentare le sevizie
della pazzia
dell'anima
degli istinti

La pace degli ormoni
issò la bandiera
sulle vette del sogno
e lente le ciglia volsero al cielo
per il lavoro finito
nella ripulitura degli occhi
...il cuore disobbedì al respiro
ultimo vento a fine corsa
nel tempo che cambia

La morte beffarda si ricompose
alla decenza
avvolse l'anima per il pasto
da conservare alle preghiere
........esaudite...............
- Dal volume: Soste precarie -

Clochard
Gallerie
nel vento
nell'unica pelle
senza muta
che si son dati
...i vestiti....
tracce di storia
scritte da un dito
nel fango
brandelli di vita
fuori da sguardi
fastidio di passi
che li dribblano
al pari
di escrementi
di cani

Mani protese
mezze croci
mancanti
del verticale
di legno
per il dritto riposo
al curvo di schiena
stanco sostegno
d'un capo
chino in un piatto
dove qualcuno
sputa un dente
di ferro
e dice a Dio
metti una tacca
al male che perdo

Raccolgono
stremi di forze
per la notte
arena
per la contesa
di volpi
di cani
alla fruga
di un pasto
schiacciato e perso
ai lati da bocche
stanche di masticare
nell'ozio
del sazio
- Dal volume: Soste precarie -

Viale 17
Sono belle
e si vendono per poco
mi dico meno male
e lesto la mano corre
al portafogli
per dar vita al cuore
imbalsamato

Fai piano
dice la donna
vestita di coriandoli
coi profumi che litigano
e i tacchi che burlano
l'equilibrio
anche il risveglio ha bisogno
di preliminari
e ci puoi credere se lo dico io
che coi sogni ci lavoro

L'amplesso durò
quanto una bestemmia
sotto gli aghi delle stelle
e il cronometro della luna
che imbrogliò il fantasma
di figure deformi

Mi alleggerii della minaccia
dei duri pensieri
stampai le labbra
sulla banconota
mio lasciapassare
agli sconfitti
dell'inferno dei vivi

Sfrecciavano le macchine
come le idee
nel domani
lungo il delirio del viale 17
...i loro rumori
i loro fumi
erano tuoni e nebbia
nelle miserie degli illusi
...fuochi d'artificio
per la festa
del mio cielo basso
- Dal volume: Soste precarie -  

Il silenzio degli ulivi
Portano ancora
il rimpianto
gli ulivi
per lo scarso riparo
al figlio del padre dei cieli

Argentei
come i tuoi segni del tempo
ai capelli di seta
riflettono le foglie
i raggi rubati
tra scaglie di nuvole
in quest'autunno maldestro
che prepara maligno
al precario le vite

Scivolosi i rami
scoraggiano ogni animale
per appigli di sosta
mostrano un'anima
in un unica faccia
di fatti di vita
che offrono lettura
di pagine bianche

Sono fiori di cuori
che hanno chiuso le porte
e gettate le chiavi
ma per dovere donano il frutto

Amore
questa è la pianta
che assistette all'ultimo bacio
nel tuo bisbiglìo
del laconico addio
all'ombra di luna mansueta
che consegnò l'eterno silenzio
..........agli ulivi...............
- Dal volume: Soste precarie -  

Il tormentatore di anime
Come ghigliottina
cadde il sipario del sonno
sullo stremo dei pensieri
del giorno
e il sogno aprì le porte
alla morte
per i giri di prova

La muta voce violò la coscienza
e nella nebbia la lama
inseguiva le teste
di erranti poeti
che dribblavano
la nefasta figura
che anche in vita
s'èra posta nuvola al sole
per le misere gioie del giorno

Il sudore ruppe gli argini
delle palpebre chiuse
si schiusero le finestre
dell'anima
mentre un corvo
sul davanzale
si dileguò nel freddo inverno
come messaggero
che avverte le vittime
e gracchiò un nome
......il tormentatore.......

Sveglio...in lapide posi
per la sinistra figura:
Che l'inferno a corto di ossigeno
ne inghiotta la voce
renda arrosto la sua figura
in anticipo nella mano maldestra
la penna
..che sia nullo il ricordo
noia il rimpianto
di ognuno che l'ha conosciuto
nell'unica traccia di un
noioso sbadiglio
...nelle ombre del tempo
nulla ogni memoria
del suo lascito di anima tetra
............amen....................
- Dal volume: Soste precarie -  

Poeti e salotti
Affogano le idee
nei loro nozionismi
da esibire in sterili salotti
dove l'anima a disagio
rimbalza sui duri visi
per cadere nella macina
della lotteria dei vocaboli
pronti al matrimonio
combinato
e combusto
nel silenzio dei cuori
pesi morti
nella bilancia del baro

Nel mercato dei fiati
arbitri i lacchè
nei salotti
contano gli inchini
e neutrali per ognuno
una tacca sul carnet
e un nome su una lapide

La stampa locale
sa che deve ignorare
qualche cane che ringhia
e regalare una pecora
al regime

Nella vittoria degli elogi
tra targhe e sermoni
come gabbiani che seguono
una barca che smuove le acque
per l'imbroglio dei pesci
i poeti dietro i galoppini
per gli onori di tavola
in una festa completa
tranne il disertare
di un solo ospite
.......la poesia.............
- Dal volume: Soste precarie -   

Carezza di notte
Passa la notte
come carezza a pelo
su pelle di animale
da ingrasso
che torce la schiena
per l'ignaro consenso
ai coltelli
mentre le stelle
promettono
all'ultima coda di luna
rossa calante
sfide
nel riflesso di sangue

Amore
per te è una veglia
di gioia
per impulsi di corpi
mentre il mio cuore
scivola nell'imbuto
coperto dall'odio
e cambia forma
al richiamo
nel passo
d'anello di luce
oltre il quale
mi attende
....il delirio.......
- Dal volume: Soste precarie -    

E...trascino queste ossa
E...trascino queste ossa
nella notte
stanche di camminare
per le mille vie
dietro gli sbagli dell'anima

Queste ossa
gabbia costretta
di un cuore zoppo
mutilato nelle ali
impigliate nelle giostre
di feste promesse

Queste impalcature
che mi devono mantenere
per un viso corretto
da consegnare
alla pena dei giorni
alle mostre del decoro
sulla terra scritta dai passi
cancellati dal tempo
cercano riposo
su un seno
che non è più carne
ma tavole imbottite
con i chiodi degli anni

Questo scheletro
che scricchiola
e contende ai denti
il rumore
forse sarebbe durato di più
lontano dal vostro egoismo
senza il tarlo
.....dell'indifferenza.......
applaudito
nel vostro repertorio migliore
......l'ipocrisia.........
la stessa che userete
nel novembre degli occhi
per un distillato di lacrime
- Dal volume: Soste precarie -   

Ho visto
Ho scritto le cose migliori
dedicate a chi non ho incontrato mai

Ho ascoltato la rabbia nel silenzio
d'angeli fuori ruolo
che battevano le ali
in un cielo che non esisteva

Ho visto l'indifferenza arrendersi al fastidio
per quelli che nel vuoto si liberavano
Ho visto.. ...ho visto cuori zoppi
cercare ritmi per gioie sconosciute

Ho visto sagome abbattute
con bocche seccate
imbalsamate in smorfie di sorrisi
che fino all'ultimo
si son burlate
degli affanni
del dolore
del potere
della vita
di loro stessi

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque -

Vado a trovarli (ogni tanto)
I miei morti vissero tutti
aggrappati a una vita di stenti

In un unico cimitero sono sepolti
un po' sparsi , a piani diversi
con ombre e luci diverse

Ogni tanto come in vita
vado a trovarli
e ho l'impressione
che tra loro non si siano
mai più trovati

Lo vedo dai loro ritratti
che non hanno mai perso
il dolore

Lo vedo dai fiori che tremano
nell'esser lasciati da soli
alla guardia di corpi
che dormono ... dormono...
dormono...........
..... dormono
 
- Dal volume Quando gli alberi si rifiutano
di ospitare le foglie
-

Tremulo saluto
Si trasformano
le facce
e faticano a somigliarsi

Il cuore dice
faccio il mio mestiere
e non so quanto
potrò durare
mentre gli amori muoiono
sulle scie
ormai lontane
degli ormoni

Lamentano i cimiteri
per la carne è facile
ma dateci il tempo
di smaltire le ossa

Si appendono le mani
alla finestra della vita
per l'ultimo tremulo
saluto

Si riempiono i registri
dei nuovi arrivati
e negli archivi pieni
scalzano le memorie
che nessuno più vuole

C'è già troppo dolore
per guardare avanti
e i nuovi nomi
già portano la croce

- Dal volume "Parole fredde" -

Prima comunione
Il prete ha fretta di incassare la parcella
e raccomanda le piccole anime con segni
a metà strada tra artificio e congedo

Al ristorante c'è un menù fatto di pesci
e altri animali morti
più o meno tagliati a pezzi
che devono ben figurare nel ricordo dell'evento

C'è un vecchio cameriere
con i sogni consumati a rate
nato come servitore di brodaglie
e promosso a misurare le pance gonfie
degli invitati

I bimbi ricorderanno solo i giochi un po' feroci
avallati da genitori distratti
a iscriversi nell'albo dei meriti delle vanità
a prezzo alto

Poi mia madre tornò a casa
e si guardò allo specchio
soddisfatti per aver riportato pochi danni
dopo il parto e esser piacente ancora
per i giochi dell'amore

- Dal volume "Amori scaduti di un essere qualunque -

Foto
Le foto corrotte
in volti sereni
per rassicurare
chi resta

Le foto dei morti
si assomigliano tutte

Solo negli occhi
di chi in vita
ha amato
senza esser corrisposto
c'è una truce violenza
che si aggrava
al posarsi di un fiore
quel fiore
che doveva servire
per aprire un cuore
che trovò quel gesto
soltanto banale

- Dal volume Poesie cialtrone -

Il domani degli anni finiti
Tremule foglie
di colore precario
aspettano lo schiaffo
del vento
che irregolare
a singhiozzo
darà pace
in un rutto finale

Al passero
l'ingrato compito
del galà dei saluti
e allena le ali
arruffa le piume
e con piccoli colpi di coda
sfoglia le pagine
dei giorni passati

I rami
ora sembrano polsi
con brandelli di stoffa
sfuggiti alle unghie
nel disperato distacco
tra vecchi e bambini
in un pianto
per un'improbabile
rimandata partenza

Sulla collina
con mestiere
già vedo
gli uomini schiavi del tempo
mettere in fila le croci
pestare le zolle
tra il cra ....cra ....
di una cornacchia
che ha confuso
il bottino

E' il domani degli anni finiti
si smaltiscono i morti
in sature memorie

- Dal volume Parole fredde -

I miei pensieri
I miei pensieri
abbandonati
in cerca di appartenenze
impigliati
nelle scale sociali
sfuggiti al cuore
prostituitosi
ormai
al libero arbitrio

I miei pensieri
per terra
sui pianerottoli
delle attese
sotto scarpe
che avvolgono nevrosi
addomesticate
dall'etica sociale
dipinta dall'anima
sconvolta
dal progresso
che incita
la fine degli sforzi
in cambio
di una pianificazione
di morti
che camminano
senza il peso
dell'individualità
preda senza padrone
a cui tutti
possono
sparare

- Dal volume Parole fredde -

Ora
Ho raccontato tutto
per corrompere il cuore
di chi non mi ha amato mai
e ho finito le parole
per chi ora mi ama

Ho dato il meglio di me stesso
per chi mi ha ignorato
ora mi è rimasto il peggio
per chi mi considera

Le mie poesie
sono nate tutte nel dolore
ora nella pace
mi è rimasto il silenzio
incomprensibile
anche a me stesso

Nel rancore, nell'odio
avevo traguardi di vendette
ora nella pace
vedo la pacata... fine

E piccoli sono diventati
i lumi di ambizioni
come quello di eludere
una zanzara che mi sta
dissanguando

- Dal volume Parole fredde -

La speranza
La speranza
luce
che si presta
di uccidere le ombre
della cancrena
dell'attesa
del tempo
che dipinge di rammarico
i volti
prestati
con la fantasia
dell'arbitrio
a cuori
già partiti
dal punto fisso
che per noi significava
l'arrivo
ora capolinea
del declino
irreversibile

Ci consola
l'antologia
di pensieri
sotto la polvere
dell'immobilità
che possiamo chiamare
per l'alibi degli errori
...... destino .......
e basta

- Dal volume Parole fredde -

Incomprensioni
Incomprensioni
degli amori

Parole...
che si scontrano
a un incrocio
senza l'intenzione
di fermarsi
e dirette in altre vite
da tempo immaginate

- Dal volume Normalità incondivisibili tra
maschere clonate
-

Noi poveri
noi poveri
con il cuore
come una spugna
che assorbe
tutte le acque
inopportune

con la bocca
che mastica
con consensi forzati
il vento
di tutte le sciagure
siamo costretti
ad ammazzarci
per contenderci una croce
che ci porti
un po' più in là
del tempo reale

noi poveri
o ci crediamo o no
siamo costretti
a pregare
oh! dio
dacci la croce giusta
e fa che un fiore
nato per caso
sui nostri sudici resti
non venga calpestato
da distratti passanti

- dal volume Poesie cialtrone -

Nuova solitudine
cominciai a scrivere
vinsi la gara d'appalto
del dolore
e ritornai alle geometrie
del cuore illuso
da sezionare
per gli sguardi
pieni di denti
illuminati
dal consenso dell'invidia
che allungava i tentacoli
con galanterie
sbaragliate
dalla vita
a me sfuggita
dall'investimento lineare
che avevo fatto

ricondussi
le poesie dell'anima
alle tetre scaltrezze
imposte
tra il cigolio
dei sogni
che sputarono
sul cancello
degli addìi
mentre gli altri
potevano ripartire
sulle scie della curiosità
della nuova solitudine

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Il Cancelliere Tegola
in tribunale il cancelliere tegola
con la testa nel vortice di un amore perso
scrisse arrosto invece che arresto
e per quel giorno la giustizia andò in fumo

come in fumo il sogno di quella figura
adattata e fatta vagare troppe volte
nelle stanze, nel suo letto in sogni in piena luce
spesso consumati nell'abbraccio
di un cuscino unto
nel rumore di una frase strozzata tra denti incauti

quella vita costruita a misura
e fatta passare per l'inchiostro di una penna
e adagiata sopra un foglio mai spedito
quell'amore circondato da un sorriso
mai diretto ...per paura

quel suo cuore vagabondo e razionale
depositato tante volte in una rosa
mai donata per orgoglio

lo chiamavano il cancelliere tegola
per quella mano portata troppo spesso
a taglio inclinato sulla fronte
per far cadere in basso i suoi pensieri indegni

per caso o per fede al suo nuovo nome
lo trovarono appeso sotto una grondaia
stavolta sopra la fronte... una tegola vera

io pensai
siamo noi che dipingiamo i quadri tristi
della nostra vita e gli altri implacabili
giorno dopo giorno costruiscono
la cornice da appendere

- Dal volume: ... e ..!! le rose
piangono al tramonto
-

Piccole Ali
piccola vita che crescevi dentro di me
poi d'un tratto pezzo d'ingombro
che alimentavi le mie paure

corda legata ad un cielo
opprimente, abbassato
che mi impediva quel salto nel vuoto
per farla finita

un prezzo alto di un piacere breve
figlio intruso
mi sbarazzai di te e ti lasciai dai falchi
che mi imbrogliarono
facendo finta di cullare la tua piccola morte

ora mi servi piccolo fiore
a cui mancava l'ultimo sole per sbocciare
e io ti lasciai in un luogo senza tempo

non posso piangere sul tuo cimitero
che è dentro di me e non vedrò mai
però sento le voci del tuo piccolo scheletro
vedo i fantasmi del tuo piccolo volto
fermato a metà

anima mia lo so che non merito pace
ma vorrei che il mio dolore ti giungesse lo stesso

in un luogo da designare costruirò la tua piccola casa
per tenerti a riparo dai peccati del mondo
e mi trascinerò fino allo stremo per venirti a trovare
per portarti i tuoi giochi rubati

piccole ali non so se avete potuto volare
verso un cielo lontano
o siete cadute nel posto più brutto
e per questo dubbio che non mi basta il dolore
e non c'è pena che io possa scontare

non c'è volto che costruisco
che mi possa chiarire
come potresti essere adesso

- Dal volume Parole fredde -
- Nota dell'autore: non sono cattolico, bensì ateo ma la poesia sopra va vista seconda le singole coscienze. Molte donne mi hanno scritto: se l'avessi letta prima,ora è solo una spada in una ferita aperta -

Li chiamano Poeti
Sono operai
che fabbricano lamenti
li chiamano poeti
appendono parole
al sottile filo
del destino

impastano dolori
per un pane amaro
a una società
che ha sete di potere

sono vele al vento
che hanno perso il mare
impigliate
nelle ombre dell'anima

li chiamano poeti
per una gara
a sputar dolori
più distanti
soavi
con meno rumore

li chiamano poeti
custodi
cantori
degli archivi dei vomiti
pieni di cuori
che si fermarono
per le fatiche
dell'inseguire
un accoppiamento
fatto passare
per abbellire
le bestialità
per
...... amore.....

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Preghiera di un ateo
Oh! Dio prestigiatore dei poveri
quelli che ti hanno riso senza denti
ti prego, falli cadere nel sogno
in un sonno senza risveglio
mandali via da questa terra
che ha eruttato pietre e letame
dal loro destino scritto
con inchiostro di sangue
diverso

portali tra le stelle
lontano dai confini che non hanno
potuto mai varcare

ti prego non dargli un condominio
almeno una villetta a schiera
magari con un albero di ciliegio
con quell'usignolo che gli hanno sparato
perché li faceva un po' felici con poco

falli stare senza pigiama celeste
dagli due scarpe e un vestito gessato
che non hanno mai avuto

falli abbracciare da una donna spogliata
sotto un lenzuolo di seta
nascondigli il sole impietoso
che per tutta la vita non ha confuso
con i riflessi le loro vergogne
le loro miserie
oh!...pensaci....Signore

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque, ripetuta in Parole fredde -

Il Ciabattino
aveva sì e no dieci anni
il piccolo ciabattino
con gli occhi grandi
che avevano assorbito
cose più del dovuto

una polvere nera sul viso
cornice di un malinconico sorriso

lavorava sotto l'ombra
di un padrone
che con sguardo a ciglia a riposo
lo incitava nelle fatiche

ogni tanto andava via
per poi tornare a sorpresa
dalla strada nascosta

signori eleganti
con fare clandestino
per nascondere l'assoggettarsi
alla riparazione
raccomandavano tempi più brevi

su una vecchia grondaia
una gazza
sostava
poi spiccava il volo
per avvertire il piccolo bimbo
a ricomporre le distrazioni
mentre il padrone
con passo felino
accartocciava i rimproveri
nella sorpresa

- Dal volume Una farfalla all'ombra della luna -

Lunedì
Gli operai
ripresero il tentativo
di ridare la pelle
ai palazzi

nel lunedì
apparve lo squallore
dei balconi
coi mancati affacci
di vite su misura

per strada i passanti
tra gli intrighi scontati
per non tornare a casa
si aggiustavano la faccia
nelle vetrine
che rendevano cadaveri

aveva capito tutto
la ragazza punk
che gonfiava una gomma
americana
in quel lunedì
che era solo un numero
deciso
da chi aveva voluto dare
un valore al tempo

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Esperimento
Metti una parrucca
a una pecora
poi mettila al posto di guida
di una rossa ferrari
come il sangue delle furie
di un drago

allacciale le cinture
come volesse partire
verso mondi lontani

aspetta solo cinque minuti
e vedrai al suo fianco
una donna tra le più belle

poi mi dirai
.... michele ...!!...!!
esperimento riuscito..!!.
dell'ingegno umano
sei il massimo rappresentante

- Dal volume Poesie cialtrone -

L'avvocato furgone
l'avvocato furgone
disse ci può stare
in una pausa di silenzio
del suo cliente
condannato
per aver tagliato le ali
alla colomba
messaggera del suo amore
segreto
e dirottata da un temporale
verso l'ex moglie
che per rabbia gli chiese
un sussidio di baci
ai piedi

l'avvocato furgone
continuò a spiegare
che lo sbaglio ci poteva stare
tranne che far visita
ai ricordi
senza avvertire
e che il messaggero infame
conosceva già quei luoghi
per potersi fermare
in tempo
sulle soglie delle gioie
sepolte

io uscìi dall'aula
evitando il lungo filo
degli intrighi
che l'avvocato
stava lasciando
al suo cliente
per non fargli trovare
subito la ragione
e ridurre
drasticamente
il compenso

- Dal volume Un temporale
acclamato con nuvole dirottate
-

Parole che non ritornano
Una pecora guardò il sole
constatò che rimaneva
ancora molto tempo
per brucare
a sazietà

il cane giocava
con le piccole ombre
mosse dal vento

il piccolo pastore
parlava da solo
e ogni tanto si fermava
sperando nel ritorno delle parole
per spezzare quella solitudine
che tendeva all'infinito
e che non reggeva più i sogni
che si costruiva in piena luce

notò che altri animali
non erano mai soli e le stesse parole
per reggere una frase
dovevano essere più di una

si sentì solo
avvolto nell'infanzia
in un mondo che non rispondeva
mentre una lacrima gli solcò il viso
quando il sole immobile era ancora alto
e la via del ritorno
infinitamente lunga

- Dal volume Una farfalla all'ombra della luna -

A una donna
A una donna con odio e rancore
che vorrei vedere, sentire implorare
pietà ai miei piedi
con i suoi occhi secchi dal pianto
dedico e vomito queste parole

il disprezzo mi fa tremare la mano
le parole faticano a mettersi in fila
vorrei vederla col cuore che assomiglia a un'ala
spezzata
mentre dalla sua bocca rumori di macerie rimosse
e io pormi sempre più in là per vederla arrivare
come un serpente tagliato a metà

vorrei calpestare, sputare sopra ogni pietà

il mio odio spaventa la morte

per quanto tempo dovrò odiarti ancora
dolce amore mio??

- Dal volume Piccoli rumori dell'anima -

Filosofie animali
Quel giorno
il gatto
divorò tre topi

da una fessura si affacciò
il vecchio topo
affamato
e scaltro pensò
avrà sete

aveva ragione
il gatto sazio
appesantito
con fare lento
si avviò alla fontana
e mentre attraversava la strada
finì piatto
sotto una macchina

rimasero ad attenderlo
invano tre gattini

il vecchio topo si abbuffò
poi disse tra sé
ora posso stare tranquillo
i piccoli saranno soccorsi
dal contadino
ed è giusto che sia così
poi cresceranno
ed io dovrò cavarmela
e sarà dura
ma passeranno altre macchine

La pelle
Strinsi
nel vestito
la vita che non c'era

vidi nel riflesso
dei bottoni
le mascelle appese
dedite a vegliare
le macerie
dei dolori strozzati

sotto l'alibi
di una canzone
uscirono in rumore
alcune parole
ribelli ai deliri
dell'anima

sterili di lacrime
funerei adagiati
sull'orizzonte degli addìi
gli occhi
scrutarono una nuvola
spinta dall'addizione
dei lamenti
questo
mi parve il vento
che schivava i vicoli
senza trovarti
tra miliardi di usci
che immaginai
cercando il cadavere
della speranza

tra le mani
il vestito
muta di serpente
ormai lontano
in una nuova primavera
e l'amore
intermediario
di due cuori
ci aveva lasciato
...la pelle...

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Se questo è vincere
Distanti
per troppo tempo
ci siamo rapiti
abbiamo frullato
nel cervello
vite che vorremmo
e paure di conoscerci
ma tra lo scrutare
degli occhi
abbiamo perso
tutto
coi giochi dell'anima
i trucchi del destino
il podio dell'orgoglio
il sangue bianco
degli anni
le parole non dette

i cuori pensati diamanti
senza luce dei sorrisi
due carboni
nelle caverne del petto

se questo è vincere
.... amore....
mai detto..............

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Attenzione...!..
Attenzione...!!
pericolo!!!
lavori in corso
al cimitero

un cartello

più in là si costruisce
una tomba
con tutti gli onori
con marmi eleganti
angeli dipinti

come d'ingombro
a pochi passi una croce
cadente
che sembra una X

del suo segnalare
si è perso l'indizio
e del riposo che copre
non si ricorda....la direzione

gli operai
sbadati
calpestano ovunque
quella zolla squadrata
che nessuno reclama

domani il lavoro finirà
i parenti andranno a vedere
e qualcuno distratto
colpito da quell'opera d'arte
inciamperà
su quella .... c... ...di croce

- Dal volumeParole fredde -

Fatti trovare
Col capitalismo ho perso un figlio
disse il vecchio podestà
convertito a forze moderate
mi fanno rabbia alcuni cani albanesi
che votano ancora comunista

la moglie sentì tagliare l'aria dalle parole
e si sentì come un tempo
deposito curato di voglie senza effusioni
che avvenivano di notte
dimenticate dai giorni
che dovevano servire per guidar la patria
per percorsi razionali, pianificati

l'odio non si può scordare pensò la donna
e l'amore ha bisogno di armonie
di poesia che deve passare dentro gli occhi
perché il cuore è solo il mezzo per distribuirla

quegli occhi sono sempre torvi
non è quello l'azzurro di un mare in pace
nei suoi fondali ci sono ancora i morti
ancora le ossa che sognano di tornare a galla

la donna capì che l'amore lo doveva cercare
in un'altra vita
e quando il lupo si finge agnello
è solo per provare a gioire
delle paure che ha esercitato

la trovarono senza vita
con il sangue alle vene ormai secco
e su un foglio fatti trovare... figlio
il cielo non è poi così grande
così lontano.......

- Dal volume Normalità incondivisibili
tra maschere clonate
-

Pubblicità
Le gambe della ragazza
della pubblicità
formano un muro
dove si riunisce
il silenzio dei perdenti
dove si flagella l'odio
di uomini stressati
dal rituale sincronismo
di mente e braccio

solo così puoi avvicinarti
al sogno
eterno bambino

io mi metto a ridere
nel vedere la signora
della porta accanto
con i capelli che sembrano
fieno marcio
eppure ha usato uno shampoo
consigliato da quell'attore
che ha girato quel film
... portami via con te....

per salvarmi dai dolori del clima
ho chiesto a un amico
tu che sei un bravo cuoco
sapresti dirmi che tempo farà oggi
e questi incomincia a parlare
di perturbazioni

non vado oltre
c'è la pubblicità
che scandisce i modi
del nostro....pensare......

- Dal volume Pensieri che non dormono mai -

Panchina (d'autunno)
Seduto
su una lercia panchina
oltraggiata
da firme
di dubbie esistenze
violentate
dal progresso

folate di vento
che accantonano la polvere
ai piedi gonfi
che hanno cercato
brandelli di pace
per un cuore ribelle
per una mente pazza
per il mendicare dell'anima
di amori impossibili

ruota una foglia
secca dal pianto
per una morte annunciata
e a ogni fruscìo
una speranza di meno
e un sorriso che getta la chiave
di due labbra
chiuse
incollate
sotto finestre
gli occhi
trafitti
da un tempo
senza luce
senza risveglio

- Dal volume Scritture agricole e metropolitane -

Media pianificata
Cade il silenzio
sulle cose da dire
apparente la pace
solo frutto
di forze mancanti

rassegna le anime
l'inquadramento
della coscienza
messa a tacere
dal potere
con l'ombra vicina
e il dolore distante

media pianificata
risultato
controllabile
piatto cammino

inaccettabili rimorsi
sotto fedi di comodo
e braccia allargata
la vita continua
è mosaico
di finti paesaggi

antidoto
segreti amori
che scelgono
stelle artificiali
che vegliano
passi senz'orme

La mosca
La stanza era tranquilla
col balcone sul giardino
con fiori stanchi di sostenere
le miserie dei distratti
innaffiate col sudore
di chi sta pensando ad altro

mentre osservavo
questo tentativo
di ornamento stanco
una mosca entrò nella stanza
e con le stesse traiettorie di un fulmine
incominciò a ronzare
interrompendo i miei pensieri
sul degrado

a cosa può servire
questo stupido animale?
sempre presente nelle disgrazie
a circoscrivere l'accaduto

è l'angelo della morte
che ci viene a controllare
a disturbare, a ricordare
che poco distante da un sorriso
c'è qualcuno che è morto
che sta morendo

sarà la mosca che ci viene a ricordare
dei confini così vicini tra tanto cibo
e tanta miseria?

- Dal volume Vite contromano -

Strani atleti
Allineati
con le pance poggiate
sulla staccionata
con l'occhio socchiuso
come in un dormiveglia
ignorante
gareggiano
ad ammazzare
i cacciatori

i loro allenatori
affettano salame
versano vino
e nell'intervallo della ricarica
imboccano gli atleti
stressati
stanchi
a contendersi con onore
una coppa cromata
da esibire
con orgoglio

la caccia è uno sport

i cacciatori sono
degli sportivi

gli animali
sono
una palla
una racchetta
una trottola
un cerchio
con l'unica differenza
che sono essere viventi
ma si fa subito
a renderli inanimati

- Dal volume Scritture agricole e metropolitane -

Locale notturno
Due figuri grassi
come porcelli
da ingrasso promettente
e che in montagna
in alta quota
tra un freddo
e un vino traditore
sarebbero andati incontro
a un equivoco alimentare
si avviarono per le scale
con le ballerine Lituane
che mentalmente
stavano già spendendo i soldi

erano belle
avevano vinto la ripugnanza
e i fiori del cliente con l'anima nobile
innamorato
persero alcuni petali
che rotolarono come piombo
mentre questi
si mise una mano sullo stomaco
e una sulla fronte

caddero le mura dei sogni
tra i fumi sparati dagli illusi

io mi dissi
non è questo il posto
per le anime che vogliono volare
in alto
non è questo il posto
per pregare
- Dal volume Poesie cialtrone -

Lanterna rossa
Disse il palafreniere
è il terzo tentativo
il cavallo è stanco
ha disperso le sue forze
lontane dall'accomodo

la signora sul balcone
si tocco i seni fuori dal controllo
che impone anche l'etica normale
e diventò rosa in viso

lo stalliere sussurrò
quanti disagi ci procura
il contatto della carne
ma è solo così che uomini e animali
aggiustano la psiche e liberano
il cervello come un cane al vento

la cavalla stanca di aspettare
nello spreco il discorso non gradì
e con impeto e violenza mollò
un calcio allo stalliere
che attenuò il colpo al basso ventre

intervenne di lì a poco la padrona
le donne hanno pazienza
quando si tratta di un capriccio
ma si controllano raramente
nelle voglie mosse dalla natura

io ricordo esattamente
era trascorsa una settimana
dal ventuno marzo
e intorno tutto un via vai
di animali che fino a ieri
sembravano dormire

sentìi un gatto strillare
due cani mi tagliarono la strada
mentre si inseguivano
due passeri avvinghiati in volo
mi sfiorarono gli ultimi capelli
una lepre con la coda alzata
come un'antenna
balzò davanti agli occhi

guardai poi nel cielo
e vidi due rondini lanciate nel vuoto
che sembravano due croci sovrapposte
poi pensai:porco mondo
qua scopano tutti
e non avendo il tempo per i preliminari
di un rischioso incontro
mi avviai verso un uscio che conoscevo
e sopra la porta ritrovai
la mia lanterna rossa
- Dal volume Poesie cialtrone -

Sparring partners
Io anima dilaniata
come sparring partners
di amori
che passano
per la rabbia
di ciò che sognarono
vinto dalle ombre
sulla luce
spenta
sul solo traguardo
pensato
come podio

io faro di sosta
usato
per guardarsi intorno
col rosario
di illusioni
per il miracolo
di non esser più riserva
oppure
come terza via
antiquario di cuori
tra il vincere
e il morire
come grigio cielo
di mezzo
cavia di tempeste
e sereni
a ogni costo
oppure
limbo da salutare
senza rimorsi d'abbandoni
nessuno
ci vede sofferenza
nella mediocrità
di sparring partners
- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Con rancore
Che il buio e la luce servano solo
per sonno e risveglio
che la luna si risparmi ad ispirarmi
che il sole pensi a riscaldar cuori più umani
in questa storia non voglio vedere fiori

ho milioni di parole che si aggirano
intorno a un rancore incatenato all'anima
che si vergogna e si rifiuta di coprirlo

questo rancore che brucia e non si consuma
è per te... donna dalle tante vite immobili
che si arrotolano nei tuoi pensieri nascosti
dietro un unico sorriso che usi per disorientarmi
e farmi andare verso il non so dove
che poi è il posto dove tu ti trovi sempre
per indicarmi un'altra strada,sempre sbagliata
dove il cuore pena ed è contento

ma ricordati che quando finirò il restauro
delle mie difese, finirai nel silenzio
ed io vedrò il tuo oblio con luce chiara

il mio rancore sparirà ma stavolta
chiuderà le porte per ogni pietà

non mi importa di un'altra vita
ma vorrei che ci fosse per ritrovarci
ad abitar vicini e per l'eternità
la gioia di non dirti mai ciao... come va....

che io sia l'ultimo poeta che versa
inchiostro sulle ipocrisie di una donna
- Dal volume Pensieri che non dormono mai -

Domani
Domani
piegato
sulle cose di sempre
fatte di respiri
controllati
dai muti battiti
del cuore
corona d'alloro
per l'anniversario
del podio dei sogni

domani
un numero di meno
verso il mancato arrivo
- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Vite astratte
Vite astratte
sputate
dal progresso
nelle periferie
impronte
di destini
semplici segnali
di morte annunciata

loculi per vivi
con tetti d'asfalto
i palazzi
gusci di cuori
che pulsano il declino
congiunto
all'anarchia dei cani

promiscui amori
nel torvo degli occhi
su volti segnati
truccano il domani

drogati d'abbondanza
tra fogne e discariche
i topi rafforzano la fauna
del mondo riciclato

ma l'anima non può mancare
e negli ospedali-chiesa
terminali preghiere
assolvono coscienze

in ritardo
l'umanità dei vinti
fermata dai giochi
di potere
dietro uno schermo
che cela amplessi
...d'illusioni...
- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Gli occhiali
A vent'anni
incominciò a vedere la realtà offuscata

davanti al medico che gli ordinò un paio d'occhiali
rimase sgomento

quei vetri spessi sugli occhi
gli rivelarono una freddezza del mondo
e quando se li toglieva
la nebbia di un sogno che mai partiva

il responso popolare
fu l'esagerata masturbazione
che aveva consumato le vitamine migliori
indispensabili alla manutenzione
di quelle finestre sul mondo
aperte verso un punto fisso,le donne
poco cercate e incluse soltanto nell'immaginazione

due manette ai polsi gli esperti gli consigliarono
ma il fisico costretto ad alcune immobilità
dopo alcune mattine ne risentì

scartando altri consiglieri prodigati
al suo problema trovò semplice la genialità
di cercare una donna vera
che lo aiutasse a gestire con razionalità
gli impulsi

con l'impegno e la determinazione
nell'intento a breve tempo riuscì

allenato coi sogni e la fantasia
deludenti furono le prestazioni
almeno così lui pensò
non avendo esperienze si affidò ai paragoni
di racconti gonfiati

la storia finì male
il racconto è la sintesi di una foto sul giornale
con due mani staccate,con due manette ai polsi
e poco lontano due occhiali
sui binari, brandelli il resto del corpo

io come sempre passai per caso e sussurrai
è morto perché aveva una banda
di cialtroni nell'anima

- Dal volume Poesie cialtrone -

Prototipi
Si stendono
i nervi dell'attesa
nel rassegnato cammino
si dileguano gli imbrogli
e lasciano
le ombre consapevoli
che addomesticavano
i silenzi

la pace
semplice sconfitta
appesa
al filo del domani
muto narrare
di piatta esistenza
colorata
per non deludere
amori
che ci hanno generato
per la ricompensa
di vedersi in noi
continuare

noi
figli
pennelli dell'anima
per il restauro
dei loro fallimenti

noi prototipi
di vanità
alla fieri dei vinti
inerti
ci siamo lasciati
vendere ...il domani

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Il figlio del generale
Giocava ad infilzar le rane ad uno spiedo
il figlio del generale, robusto nei suoi anni

giocava ad ammazzar gli indiani
sotto gli occhi fieri del suo allenatore

si ferì e fu contento di dominare il dolore
anzi si guardò allo specchio e disse all'immagine
fatti i fatti tuoi

in un tempo che gli sembrò un imbroglio
degli istinti non calcolabili
lo portarono a una donna con armi bianche
che non lo arruolò in nessuna voglia

ne seguì una battaglia
e nella resa senza onore rinunciò ad ogni gloria

per quel figlio vile il generale si sparò

quel figlio per riprendersi l'onore
non dormì mai per non sognare
per essere stanco e nervoso nei desideri
che aggiravano le strategie

il figlio del generale si è sparato
in una notte d'agosto di luna piena
mentre i grilli cantavano
e le lucciole cercavano di far capire
che le stelle non sono poi così lontane
e un usignolo eccentrico senza più voce
per gareggiare a contare le notti brave

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque -

Stelle artificiali
Guardano
il cielo
le puttane
e si sentono vicine
alla propria stella
poi
Dio
pone il velo delle nuvole
per la sua intimità

si imita
il sogno
con vecchie scarpe
del progresso
copertoni-ambasciatori
decapitati
per scarsi segnali
che non persuadono
e bruciano
a illuminare le gambe
colonne di rifugio
per orfani d'affetto
che non doneranno
mai.... ricompense

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

La vita è un ippodromo
Trent'anni
già vecchio
per l'assunzione
per lavorare in fabbrica

la raccomandazione è scaduta
in questo sud mattatoio

c'è da lottare
per morire decente
senz'agonia

una lista d'attesa
per una scarica elettrica
la pistola va bene lo stesso
ma è un metodo vecchio

la vita è un ippodromo
e noi siamo cavalli
fuori scommessa
che non si piazzano più

non si alza più polvere
al nostro galoppo
abbiamo una zampa
che non risponde ai comandi

la vita è un ippodromo
e noi fuori pista
non siamo nel binocolo
di donne eleganti

non possiamo più sognare
un'attesa al traguardo
e una mano sottile
che si posa sulla fronte sudata
per un bacio che unge le labbra

ma forse ci aspettano
e ci chiameranno ancora per nome
se andiamo a votare
e poi metteranno un timbro viola
sulle nostre bistecche
di carne di razza

io dico ma che vai a pregare
dei vermi o uno stomaco vuoto
per un paradiso
che è un gran galà
che accetta solo gente
vestita alla moda

mamma
al fiore del tuo amplesso
potevi chiedere al frutto
se voleva morire
o accettare il rischio
della bocca sbagliata

- Dal volume Parole fredde -

Festa di paese
Passeggiano
i reclusi del qualunquismo
alzano il prezzo
sulle bancarelle dei sogni
in cui credono di entrare

festa di paese
dietro una statua
che ha resistito al tarlo
ma scolorita dall'ipocrisia

stasera ci sarà il concerto
di Gino delle Conce
Giò Secchio
Frank Paglia
tre nomi visti in televisione
sparati per una volta
nella scatola del successo

stasera faranno da tramite
con le note per traghettare
le abulie verso le meteore

festa di paese
sguardi e saluti
e parole alla schiena
unte da bave di compiacimenti

ci saranno vecchi
col pensiero in ritardo
che guarderanno il culo alle donne

il venditore di pesci all'aceto
tinti di zafferano
firmerà la festa
con le urla alle orecchie
mentre qualche bimbo
si scioglierà da una mano
per dribblare i distratti
e inseguire un pallone
che magari si andrà a suicidare
sulla brace di un arrosto

festa di paese
riassunti di vanità
che volano basse
senza prendere
il cielo pregato

- Dal volume Parole fredde -

Simulazioni
Rompe il silenzio
il fruscìo
delle angosce
nel tentativo
quasi riuscito
di addomesticare
la pace
giochi d'imbrogli
in cerca di Dio
tra stelle
e coperte di nuvole
per concubine preghiere
qua sotto
ho un amore violento
fatto di specchi
che mi rendono occhi
distratti
lontani
dai rumori del cuore
zoppo nel freddo
dell'anima
incapace
di simulare un abbraccio
nel ricordo di ieri
che poi è un tempo
lontano
che il dolore
tiene dietro la porta
ignaro
che ormai per te
sono un ponte abbattuto
un nemico alle spalle
una pietra nel muro
che ti protegge
il sorriso
nel quadro dei giorni
che solo io
non posso vedere

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Segretarie d'estate
Nell'alienante tempo
le segretarie
pensano parrucche
per vite immaginate
oltre la reclusione
degli uffici
socchiudono gli occhi
nella calda estate
mentre l'unica mosca
sulle bianche guance
nel dormiveglia
sostituisce
una carezza
di una voce
passata
per telefono
poi l'incubo
di due passi
raccoglie l'anima
sul davanzale
già pronta
per volare
tra il rumore
delle serrature
del cuore
e il sottile addio
di un sorriso
che si dilegua
dal sogno

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

Lingue maledette ¹
Questa mattina
per la prima volta
ho visto il silenzio
restituirmi
il vuoto dei pensieri
come note
il rumore dei tuoi tacchi
per i corridoi dell'anima
per restituirmi
spiccioli sogni
che incauto
lanciai oltre i destino
scritto nelle cose
di sempre
nel baro
della statica vita
incitata
dalle lingue
maledette dei falsi
che ora mi girano attorno
per un arcobaleno
al dolore
negli astri
della loro fortuna
e si toccano il ventre
e più giù
per non imitarmi
mentre l'eco
della parola
amore
si strozza
tra il rumore delle macchine
muoio
con una mano chiusa
tra l'imploro
della vendetta
del tuo ritorno

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -
¹ Note: linguaggio sperimentale - veloce

Sig. Giudice
Sig. Giudice
la pistola
era a guardia
del mio cuore
perciò
io ho sparato
con un solo colpo
due anime e un cadavere
sono ancora vivo
solo per raccontare
che forse son felice
per aver perso
ciò che gli altri
non possono
mai trovare
sai l'anima
si abitua al dolore
ma non sopporta
il dubbio
spero lei
mi dia le tenebre
negli spazi scuri
spero di ritrovarla
ci parlerò
a quattr'occhi
mi perdonerà
lontano
dal male
della vanità
comunque posso gioire
un cuore ho salvato
e uno in libertà
che mai nessuno
più imprigionerà
consegno a lei
la mia sagoma
vuota

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -

L'inferno
L'inferno
è il sole che fa sembrare argento
il sudore sulla fronte degli operai

l'inferno è tornare a casa e sentirsi estraneo
in mezzo a dialoghi che sono vapori di fiato
che sa di anime putrefatte,corrotte
con un vigliacco silenzio
in cambio dell'agguato di certi pensieri
che erano passati a trovare il cuore
ora cimitero clandestino
che le facce da esibire hanno cancellato
dalla ricorrenza

l'inferno è una donna che nasconde gli occhi
dietro una rosa quando ti vende al delirio

l'inferno è il pasto consumato in fretta
al prezzo di un'anima promessa a chi solo spera
e un corpo ceduto per tempi incerti
con la finta di essergli distante

l'inferno è guardarsi allo specchio
e vedere con paura un volto
che sembra prenderci da dietro

l'inferno è guardare per caso all'orizzonte
e dover chiedere senza risposta al sole
se si sta consegnando all'alba o al tramonto
mentre una mano si posa sulla spalla
e ci dice non ti preoccupare
dove andremo non c'è da confondersi
farà sempre buio
.... è la morte..........
figlio incredulo della terra

- Dal volume Amori scaduti di un essere qualunque -

Il vento si placherà ¹
Il vento
scova i ripari
ulula
per l'affitto
dei lamenti
delle anime
che hanno bruciato
il riscatto
e cercano vendette
negli occhi
anche col solo raschio
di granelli di sabbia
ma simulate lacrime
e il dorso dell'indice
che si piega nella valle
dello sguardo
messaggi chiari
per far partire
avvoltoi e iene
e in seconda sciacalli
fino ai poeti
per chiudere il cerchio
con fantasie e lamenti
vita e morte
particolari acquisiti
per l'altruismo
e tra falsità
e muti dolori
si delinea il successo
fuggono i vinti
per la sola ambizione
tenersi lontani
da leggi senza prove
domani il vento
si placherà
unica prova
un cartone e un cellofan
impiccati sulle spine
di una rosa

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -
¹ Nota: linguaggio sperimentale veloce

Grande bordello ¹
E'vino buono
lo possono bere
anche le donne
disse il minatore
Sardo
e incitò
le ragazze di colore
a entrare nel tunnel
a collo di bottiglia
pochi passi
e alla vista dei soli occhi
le Nigeriane
si sentirono a casa
e pronte per l'esperimento
iniettare amore
placare le discordie
tra il richiamo del diavolo
e la flebile voce di Dio
fusa alle invettive
delle mogli
ma sordi gli scapoli
dissero che la morte
poteva aspettare
nel facile abbraccio
del colore della pelle
e lo sfreco del carbone
sui visi
le telecamere deviarono
sullo schermo una nebbia
il presentatore annunciò
la pubblicità
tra l'audience alle stelle
e la schiacciante vittoria
del grande bordello
sul grande fratello
l'indomani
solo un critico
esortò
per salvare l'umanità
dall'atomica
della stupidità

- Dal volume Silenzi che hanno parlato al vento -
¹ Note: linguaggio sperimentale veloce

Trash ¹
Lontano il ricordo
di quando sugli autobus
i giovani si alzavano
per far sedere gli anziani
e le donne incinte
oggi
tra il potere delle parti intime
e le voglie di apparire degli ipocriti
si promuovono le galanterie fasulle
dei belli costruiti
sulle sevizie psicologiche dei brutti
degli indifesi
ma interessa il faro guida
dei manipolatori
indicatori di tendenze
trash.....
a cui si adeguano per il lifting del potere
i colletti bianchi
ambasciatore di improbabili mediazioni
un conduttore TV
tra una gara di beneficenza
delimitata dal suo compenso miliardario
e il pianto di dolore di una cavia
che vince le finte riluttanze degli addetti
per entrare nelle case
e rendere schifosa una gustosa cena
io
non mi muovo più
non vado più in giro
a raccogliere le storie misere e millenarie
di quelli che lottano per perdere
con dignità
per una morte decente
mi basta il grottesco dello schermo
e il cinismo dei boia consapevoli
che lucrano sulle decapitazioni
.......smetto di scrivere
non voglio essere più cronista
di morti che camminano
dei marcati per il consumo
dell'audience
- Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento -
 ¹ Note: linguaggio sperimentale veloce

Voli in Tailandia ¹
Ha dato le ali a tante anime
più o meno buone
che hanno volato sui folti alberi
sui fiumi che non conoscono
vendette

Oggi stanco di volare con ali finte
appesantito dalle facce degli inganni
col motore che spruzza incenso
di vita andata
va a nascondersi veloce nel bosco
e li porta tutti a morire
sotto il cielo della Tailandia
che scompare

Oggi molti bambini
avranno un dollaro di meno
forse ruberanno un pasto
e affitteranno l'esile corpo
a se stessi
con la maledizione di una mamma
che li vede come un ingombro
e guarderanno il cielo
in attesa di un'umiliazione
che non conoscono ma credono
li verrà a salvare

Oggi finalmente
il volo degli angeli artificiali
non catturerà anime perse
ma smaniosi i bambini
aggiusteranno i sogni
per il volo successivo
- Dal volume: Vite Contromano -
 ¹ Note: contro lo sfruttamento del turismo sessuale

Trema la luce ¹
Trema la luce
delle stelle
nelle lunghe notti
d'inverno
si aggirano
tra i rimorsi
le anime che rosicchiano
il declino
i pensieri giurano
sul sorteggio dei Santi
nei precari riquadri
di calendari
che chiedono giorni
per smaltire divinità
in attesa
sognano
secche solitudini
tra lo sfogo di corpi
nel verso di lupi
sfuggiti a leggende
si accumula il grasso
di voglie respinte
senza tatto le mani
non sentono più
incanti finti di amori
ci si addormenta al mattino
dopo aver versato
a ogni incubo un vino
quattro boccate di fumo
e bestemmie in riserva
si pongono ombre
alla luce del sole
sotto coperte
ormai cartelli abbattuti
di capolinea d'arrivo
due piume di rabbia
impigliate alle unghia
- Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento -
 ¹ Note: linguaggio sperimentale-veloce

Avare scritture
Ognuno scrive come scrive
la sua vita sulle pagine nere
della terra

Il sangue che poi
è l'inchiostro
ce lo mettono in pochi
e quando manca
si fa la magìa dei tramonti
si muore sgozzati
su un foglio per una virgola
della storia
su un opuscolo
nel cimitero degli ignoti
appuntamento di fiori
per corrompere il cielo
con idiozie a mani congiunte
in sprechi di silenzi
che molte volte in vita
furono condanne
per avare scritture
che specularono
su pianto
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Pensionati
Occhi appannati
dei vecchi
nel mondo in bianco e nero
in fila per una squallida pensione
dietro sportelli tecnologici
tra lo spavento dei riflessi
di rughe che non entrano
negli occhiali di impiegate
col cuore perso nei miti addormentati

Poi tornano a casa
con le ascelle sudate
nelle fatiche di un braccio
coperchio di miserie da trasportare
in un portafoglio
agenda con foto di morti
col filo del richiamo

Ripongono al riparo
i biglietti per il cibo
nella morta periferia
impugnano una zappa
per pettinare insalate riconoscenti
con radici avvinghiate
a raggrinziti profilattici
doni sprecati a un progresso di anime
dietro teschi colorati

Si fa sera
giorno aggiunto alla speranza
uno in meno per l'abisso
in compagnia di una fumante ciotola
offerta agli Dei
- Dal volume: Silenzi che hanno parlato al vento -

Paese
(del mio sud della vita)

Latrano i cani
sulle scie di vendette antiche

Tra maschere di muschio
le pietre nascondono la storia
di uomini annodati alle fatiche

Montagne
cumuli di destini
che negarono ogni vetta
tra l'ululare dei lupi
e il rosario delle pecore

Vecchie croci
schifate dalla ruggine
bandiere di calvari
per soste di miserie

Giunge dal Matese
la bora nelle rughe
di volti a mura
per la difesa
della pace dei morti
nel silenzio imbrogliato

Paese come tanti
con qualche dente in più
nella terra
per il rimbalzo
e il suono muto
di una zappa
- Dal volume: Voci dall'inferno -

L'ultimo trapezio
Forbici alla gola
zampe di dolori
sotto gli occhi
di tua madre
che hanno visto
scontrarsi tutte le vite

L'ultimo sguardo
che rifiutò il domani
cadde su di te figlio
trapezista
rondine bizzarra
nel cielo affogato
dell'ultima primavera

Figlio vegetale
lontano dal rumore
degli applausi
le mie mani ferme
non possono chiamarti
sono croci nel vento
per un gesto
dei passanti

Il tuo cuore
è in questo circo
di farse e silenzi
ora giochi
con la vita
sul video della macchina
ormai grembo
sullo schermo

Il mio sorriso
in ogni clown
lontano dalla bocca
che mastica il tuo nome
una linea piatta
che vive di corrente
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Passi sulla neve
Sulla neve
ogni impronta una storia

C'è il passo forzato
che sosta oscillante
tra l'impreco e il non
sapere dove andare

C'è l'impronta
di chi si sente braccato
dalle cose di ieri

C'è il passo schifato
di chi deve dividere
condividere
questo lenzuolo bianco

C'è il passo di chi si sente
incollato ad un vino
su una tovaglia
che incanta la fame

C'è il passo degli amori
che rallentano e si studiano
sperando cada un difetto

Ci sono i passi dei bimbi
in questo sogno confuso
che si scioglie da solo

C'è il passo delle prede
e dei predatori
come pennelli dell'anima
che scava su questa tela
tutta da riscrivere

Macchie di sangue da lontano
come rose fuori stagione
che chiamano la vita
a mettersi in fila
sotto una mano bendata
per uscire dal quadro
e perdersi nelle cose
di sempre
- Dal volume: ...e...!!.le rose piangono al tramonto...!!-

Lumacò
(lettera al mio asino)

Oh! lumacò
quando ti comprai
avevo ancora i capelli
da pettinare con le dita
quando si avvicinava
la scadenza del foglio
di cambiale
e guardavo le ragazze
che mettevano paura
al sangue che nascondeva
le parole
ora tu sei vecchio e stanco
col deserto sulla pelle
e i tuoi denti accarezzano
soltanto i ceppi duri
della lupinella
mentre piombi di bava
ti inchinano alla terra
che corteggia le tue ossa
per un sonno sordo
alle mie bestemmie
che furono pretese
senza ricompense
Lumacò scusami
col tempo ti ho capito
ma il progresso avanza
animali nuovi sono venuti
col cuore di ferro
parlano in rumori
divorano petrolio
avanzano e rendono
fumo nero
il merlo la quaglia
scappano alla vista
Lumacò siamo vecchi entrambi
con due condanne simili
e distanti
tu per una mortadella
e io coi tuoi soldi
verso il decoro del silenzio
scusa se ti ho scritto
al tramonto
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Tracce di acrobati ¹
C'è poesia nel circo
mestiere il limite
non è forza arroganza
ma briciole d'anima
resa visibile in ali di cuori
e nel conto del tempo
metà vita di Dante
per loro il declino
al prezzo di poco
prestano i sogni
sono vite di neve
in glorie confuse
di bimbi
che crescono in fretta
scordano tracce di nomi
polline al vento
la loro arte
statue decapitate
alla memoria
dietro la faccia di un clown
la morte in silenzio
li aspetta
per l'ultimo volo
- Dal volume: Voci dall'inferno -
 ¹ Nota: Linguaggio sperimentale-veloce

I padri lo sanno
Nel rodaggio degli anni
non voluti o cercati
fatti scivolare
nell'imbroglio della conta
tutti gli uomini
mettono una mano
come tegola alla fronte
e si arruolano al tramonto
fanno un'alleanza
con le forze mancanti
con le facce sopportate
con le incertezze di Dio

Accarezzano le periferie
di un grembo
che si chiamava amore
che ora quasi schifo e paura
è uno squarto di terra
dove seminarono istinti
e concime di idee
per ignari germogli
corrotti alle pieghe maldestre

Nel vizio dei padri
li chiamarono figli
e li videro specchi
ora sono distanti
e pagano ancora
per non somigliare
hanno gli errori davanti
i padri lo sanno
chiedono solo
un sorriso che
si concede all'imbroglio
una stretta di mano
mentre una sola
lenta.......
...si gela.....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Pomeriggi di noia
Nel finto spasso di vite
di abulici pomeriggi
si svende il lascito
di secondi sommati
a gesti di polsi
a battiti di lancette
di palpebre
nell'orologio del tempo
che segue l'ombra
dell'anima
inseguita da nebbie
di efferati sbadigli
da nascondere a etiche
tristi
di volti programmati

Illusori appigli
cercati in puzzle di amori
sbaragli di vite
fermate su fogli
con titoli strani
che rifiutano il seguito
con sfregolii di penne
col ventre imbalsamato
d'inchiostro
sangue che nega
accaduti mentali

Il gelido niente
si da fuoco in anestetici
silenzi in compagnia
di armonie stecchite
dal gas nervino della noia
nel deserto campo
di battaglie costruite
per avventure di povere
sagome esplose
di riflessioni
nel nulla
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Lunedì di Pasqua
Un lungo formicaio di macchine
somari senza capricci
senza colpe
corrono veloci
per gare di campagne
ancora stordite dalla rabbia del gelo

Nell'avvenuto risveglio
vicino ma lontano
già al riparo dell'ingombro
di una morte risorta
la primavera dona
gli ultimi peli di coda
del predecessore

Piatti di plastica
come aborti di luna anemica
sul dorso del vento
vanno a posarsi e annullano
precoci ciclamini

Cellofano
bandiere senza colori né patria
avvolgono e stuprano gemme
su rami inermi
e sventolano il degrado

Stanco di offrire luce
alle storture
il sole si inchina
nel riparo del tramonto
mentre alle mangiatoie di petrolio
lunghe file per le vitamine dei motori
ignari che lontano
nel deserto di idee
una bomba dilania per loro
ogni coscienza
...ogni memoria
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Visita in ospedale
Visto da lontano
mi parve un'officina
dove si fa l'ultima scelta
del salvabile

Privo di giardino
con qualche albero qua e là
come una follia provvisoria

Mi colpì una gazza
che passeggiava
sul tetto delle macchine
e come a voler narrare l'anima
del posto
distante dall'uccidere
dal salvare, dal creare
il tutto confermato
dai veloci passi
e dall'abulìa dei volti
come fuori da un tempo
che non li voleva

Entrammo nella hall
vidi due portieri
che nel dormiveglia
si omaggiavano la noia

Accompagnai mia madre
e nell'attesa la invogliai
a sedere su una panca
che sembrava una metafora
orientale del precario
ovvero della vita intesa
come sosta scomoda
per andare incontro al dolore

Finalmente
uscì un'infermiera
truccata
con la faccia promossa
dal suo gioco d'anche
...ci allungò un foglio
e riqualificò le sagome
con un numero d'attesa
per spronare la memoria
della conta fuori dalla noia
e alleggerire qualche destino

Alla fine mi dissi
oh! morte
quando mi chiamerai
fallo direttamente
non farmi passare
per l'inferno di quella
sala d'attesa
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Incroci
La libertà è anche anche conoscenza
e porta anche a scegliere
e nella scelta ci sono i dubbi
spesso i confronti
l'ombra dei giudizi

La libertà è piena di incroci
con altre vite
con cui ci si può scontrare
perciò la libertà
gli fece paura

Avvertì che il cuore
si lasciava trasportare
dagli amori
prima felici
e che poi lo facevano
cadere in tanti dubbi
e con essi la paura
del confronto
della vittoria
della sconfitta

Aveva vent'anni
si rifugiò tra le braccia
di sua madre molto bella
che ancora vagava
in tanti pensieri
di gioventù invecchiate

Si innamorò di sua madre
l'unica stella
capace di guidarlo
tagliando anche le nuvole

Le uniche braccia
porta sicura
per fermare i suoi fantasmi

L'unico seno
sorgente ininterrotta
che riporta gli adulti
all'infanzia

La sorgente per affetto
capì che la sua acqua
era diversa
e aveva paura di perdersi in mare
e la fece tornare
nelle sue viscere
- Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate -

Giochi d'attesa
Ci sfidiamo
con l'ansia del tempo
nei giochi d'attesa
con mimiche studiate
per sorrisi proiettati
al futuro
da far credere
per i vuoti dell'altro

Ogni tanto
scoperchiamo il rancore
ghigliottiniamo espressioni
a sorpresa nei blitz
di colpi d'addio

Odiandoci
gustiamo il dolore
fingiamo
c'è uno solo che ama
ma ogni volta restaura l'orgoglio

Pagherà per ognuno
l'egoismo di aver voluto
in un petto conservare
due cuori
e offrirsi nel sogno sudato
per l'abbraccio in cuscino
che spezza al risveglio
il mattino

Parla l'anima
ai mille volti aggiustati
per il giudizio degli occhi
inseguiti da specchi

Sai amore
noi amiamo il peggio
l'uno dell'altro
che non vuole mostrarsi

Noi siamo nati
già uguali
per vivere due vite diverse
e come i parenti
nel Natale però di ogni giorno
...... ritrovarci
pensando all'addio
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Cantava così forte con melodie
che in quel momento mi evocavano
viaggi verso non so dove
e voglie di tornare pur non essendo
mai partito

Saltellava di ramo in ramo
e ogni tanto si fermava
come si guardasse con vanità
a uno specchio
e poi come una molla ripartiva

Era così piccolo che non riuscivo
a capire dove trovasse tanto fiato

All'improvviso sentìi uno sparo
e vidi una polvere mischiata a delle piume
che danzavano impazzite

Vidi una luce come se qualcuno
volesse intervenire ma forse
rinunciò per non poter spiegare
l'invisibile

Io guardai negli occhi chi aveva sparato
e non riuscìi a parlare
e mi venne solo da starnutire
- Dal volume: Pensieri che non dormono mai -

Cena di borghesia
Parvero subito pubblico feroce
con alleanze d'invettive mute
e non commensali gli invitati

Feci la voce grossa e raccolsi
l'omaggio degli stupidi
col viso rosa-nero come catrame
sperimentale sotto il peso dei passi
della dignità in diserzione
che mi aveva promosso a riferimento
per le salme ideologiche

Nella cupa aria del voluto destino
illuminato da comete di sorrisi
si irritarono i megalomani
videro interrotta, forse dispersa
la linfa vitale della ruffianeria
costretta negli alibi di farse
e interruppero la cena tra il finto stupore
di occhi delle signore
coperte da vestiti consigliati
eccitate dal dissenso
con le labbra gonfie
separate da tagli di lingua a ruota
bagnata dal represso astio
del cuore anarchico, stanco di ricerche
impigrito di presenzialismi blasonati
nelle prigioni dell'etica

A tale accadere i malati di ipocondria
avvertirono l'impotenza degli organi
confinati sotto la cinghia
immobili nel raccogliere i messaggi
di allusive trasgressioni

Ospite al di sopra delle parti
l'unico cornuto rinsavito, giustificò
lo scontato abbandono come prezzo evolutivo
e trasferì a Dio l'incerto compito
di vegliare le anime a disagio
e al diavolo quello di esagerare
il tutto per una partita pari
poi da risolvere
allo scontro di rimando

Poi
la musica pagata intervenne
per dare dignità al compenso
e le note azzerarono le posizioni prese
dall'umanità evoluta
che allentò per l'abbandono
i corrotti istinti
assorbiti dalla vacillante arte
che recitò nella mediocrità
lontana dall'allietare i cuori
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Farfalle morte ¹
Nefasta figura
truccata d'incanto
per i miei occhi
traditi dall'anima
puttana
che al prezzo
somma il gioire
di vanità
e sfuggi come farfalla
di vita breve
che attira e confonde
sguardi su stupri
di fiori
e io
come bambino
ti inseguo e scompaio
seviziato dai sassi
del fiume
e tu all'altra sponda
azzeri una vita
riparti nel gioco
ma ricordati
c'è sempre
un falco in agguato
mangia il fiore
col ripieno che trova
e di ogni carne
non bada al colore
-Gioisco alla morte del bello
preferisco l'anima grigia
lontano da sbalzi di gioia
ormai per me porta
di sciacalli assassini
e per te amore bastardo
spero che arrivi prima il falco
che io al tumulto del fiume
Michael Santehrs-dal volume:
- Dal volume: Voci dall'inferno -
¹ note: linguaggio sperimentale-veloce

Tornano la sera
Tornano la sera
nei loro alveari
che profumano
di follie addomesticate

Davanti al portone
gettano l'ultimo sguardo
ai lampioni che ridono nevrotici

Portano la mano alla tasca
in cerca di una pastiglia
per incantare il silenzio
stritolato dalle abitudini

Si aggiustano le mascelle
per le riluttanze di un bacio

Allenano le palpebre
per il vuoto degli occhi
a lasciare passare
una favola
tra i vapori di una cena
scontata
da digerire
stancamente
...nel letto
- Dal volume: Scritture agricole e metropolitane -

Pioggia
Questa pioggia sottile
come il filo dell'esca
di pesci addestrati all'inganno
cade su vite a risveglio
su morti che chiudono trame
lasciando scorrere sull'ultimo fiato
i titoli di coda
sullo schermo del tramonto
appeso alle macerie
degli anni passati
in punta di piedi
col solo rumore di idee
sempre intente a vegliare
scapestrati amori del cuore

Si bagnano i piedi
distraggono, attirano
le mire degli occhi
fusi col vuoto voluto
per ospitare i soli inquilini
le stanche illusioni aggiustate
e finite al cielo col fiato invettive
ora pianto di nuvole nere
che ravviva germogli
confonde chi esce per strada
e guarda in alto quest'olio di nervi
che riduce l'attrito
tra vento e sconforto
sperando che indenne
lasci filtrare
questo messaggio
positivo
.....di Dio...................
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Atmosfere perse
Nella pignata
al bollito di maiale
la vecchietta aggiunse le rape

Piccole bolle
come da bocca di naufrago
che lotta per rimanere in vita
uscivano ai lati del coperchio
che di tanto in tanto si sollevava
come crosta di terra
spinta da un animale alla scadenza
del letargo

Ai bordi
simile a bava di lumaca sazia
una piccola schiuma
si allungava e si ritirava
intenta a voler disegnare una geografia
soddisfacente e lontana da ogni guerra

Tenuto alla distanza giusta
il fuoco come un'atleta che chiude
una carriera, partecipava al gioco
con distacco e di tanto in tanto
una fiammella confermava la presenza
del calore più intento ad allearsi
all'anima e non alla cottura

Vorticava nel silenzio la melodia di una fanciulla
e nell'aria le delizie del suo cuore
accarezzavano le orecchie del gatto
che si trovava a metà tra il paradiso dei profumi
e il nettare dell'anima che si scioglieva in voce

Soave dormiva il bambino nella culla
con la bocca aggiustava le mascelle rosa
rapite dai sogni dietro le scie di un seno

Come cornice che racchiude occhi di pace
le finestre facevano vedere i coriandoli di neve
che lenta scendeva a volersi scusare
dei passi nel disagio di forme di vita
attanagliate dalla fame
incantate dalla pace
assorbite dal silenzio
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Nel rivederla
Sul volto
il rimbalzo degli anni migliori
poggiati come raffinate collane
le rughe al bianco collo
di desideri di aggrappi
di bocche
scivolate socchiuse
in risvegli di drammi

Nel tempo
che aveva trastullato i pensieri
per addolcire l'anarchia
dei battiti che mi bucarono
il petto
nel rivederla
si svegliò l'animale ricordo

L'affetto trasportato dagli occhi
su oggetti che presero vita
bruciò il nome
ma imbalsamò la figura

Il tempo
sconfitto o corrotto
conservava la fiamma al dolore
la bellezza intatta
al tormento di un'anima
con mai pace raggiunta

Dio che mai
si era mostrato al richiamo
di pene
mi strappò l'ultimo appello
fare di due vite
per l'ultima volta una sola
o nel bilancio di mani
con sguardo alle tenebre
poggiare una a terra
una al cielo

Sordo
ci mise in un cerchio
ci assegnò due strade
con traguardo in preghiere
monete per la sua banca
per lievitare il suo nome
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Vento
Come fiato di anime riunite
in lotta per affermare
i lamenti alle pene
inadeguate ai peccati
il vento
schiaffeggia
le corruzioni dei vivi
mischia nei vortici
implori e bestemmie
con abbaiare di fame
o lucri di finte assoggettate
a spietati padroni
che della razza vantano
l'orgoglio

Come ali di coltelli
le foglie di canne
tagliano le gole alle anime
mentre il sottile tronco
si piega, si inchina
frusta il volere di Dio

Impazziti
alcuni animali
sanno che i loro odori
giungono a bocche
insultate, sollecitate
da stomaci vuoti

Bianchi assassini
i gabbiani volteggiano
aspettano onde
per lanci di pesci

i capelli
chiudono gli occhi agli amori
per farsi sognare già persi
e si abbracciano forte
per sentirsi ritrovati
nei passi che l'invisibile furia
gli impone

Vento
questo nulla invisibile
che mischia le carte
e mette in gioco
i destini
le anime perse
nelle vite
già... precarie
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Verso l'indifferenza
La luna ritirò le ombre
il fantasma mi aprì lo stomaco
verso il nulla da confondere
e il buio mi separò dal ritegno
vomitai i rancori
con la zuppa di vino
con cibi
che scagliai dentro
per distrarre
il circolo del dolore
e mettere sotto traino
delle dimenticanze
il cuore ballerino

Le nuvole
che andavano di fretta
scoperchiarono la luce
della grossa palla d'oro
posta come premio
di mondi lontani
....si illuminò la violenza
arresa ai farmaci scaduti
spruzzati sulla terra
dalla ribellione dell'anima
esplosa
dalle forzature
degli adatti

Mi svuotai della figura
che avevo amato
mi accinsi a ritornare a casa
nella tomba vuota
a distruggere le medaglie
ormai cimeli orfani di storia
inutili a vegliare
il fantasma di un amore
nel sentimento del disprezzo
di lì a poco fievole
verso l'indifferenza
per il regalo finale
alla tua vita
un lungo buco nero
nel passato
e precaria
...l'esistenza...
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Solo per vendicarmi
Stasera mi aggiusto un sogno
un sogno di prima mano
...introdurrò nei miei occhi
una donna che ho visto passare
e che gli ho strappato uno sguardo

Tu finirai negli archivi di scorta
tra la polvere che copre i loculi
di pensieri abortiti

Forse mi servirai un mattino
di un giorno che non spero...mai..

Utilizzerò i tuoi occhi
che mi hanno visto sempre...deforme...
e più che sembrarti un amante
sarò tuo figlio, quello venuto
per sbaglio

Poi la notte passerà
....ah! se passerà
e il domani ti vedrò nelle cose di sempre
frammentata nelle mie abitudini
consumate apposta per far camminare
su una linea retta....il dolore...
per calcolare le fermate degli agguati
di certi ricordi che usi
per lustrarti un sorriso
destinato ad altri

Farò un calendario
dove i giorni che non ti penserò
saranno domeniche

So già che non ci saranno mai feste
ma importa che tu vedrai
tanti numeri rossi
sulle pagine scritte
del mio tempo
- Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque -

Teatro
Il suono della campana a morte
giunse secco
nei pollai di anime indifese
- L'aria tesa come corda di violino
da cattive mani
distribuì i respiri
negli intrecci dei vicoli
che rifiutarono l'eco dei passi
per risaltare, invogliare le voci
ad allearsi promiscue
al comune intento
del dolore
- Le poesie che avevo distribuito
per il piccolo paese
posato come sogno angusto
mal riuscito
parvero inutili
per addolcire
il distacco dalla già latente vita
nel precario addio senza filo
- Altre volte
erano state le nuvole
che avevano seppellito
l'ombra amica dei miei pensieri
ma stavolta avvertìi la terra nel calco
per lo stampo vuoto a perdere
- Chiesi al padre
che mi avevano consigliato
senza che mai consultai
di darmi ancora due minuti
per affettare l'orgoglio
e distribuire agli inferi
il pasto dei rancori
col diavolo messaggero
esattore dietro il sipario
degli occhi
- Nel silenzio che esige la decenza
si prostituì il bronzo della campana
e si aprirono i rubinetti
artificiali e sterili
delle lacrime
- Vidi i veri attori del mio teatro
rendere omaggio
alla mia farsa
celata a loro
con grande bravura
e piansi l'indecenza
del loro finto cordoglio
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Concerto
Con profumi raccolti da tutte le primavere
signore eleganti con un trucco che copre
desideri nascosti
assistono a un concerto celebrato
anzitempo in pigri salotti
di una borghesia che cerca di nascondersi
e soffre senza apparire
- La musica è di quelle che scavano dentro
per cuori non ancora in letargo
eppure tra il pubblico c'è qualcuno con la faccia assortita
che scarica con mimiche antiche
qualche dolore che rimbalza
su quelle facce da circostanze
- Nessuno ha pagato il biglietto
per riflettere di una tristezza
che non gli appartiene
- La platea è di gente che conta
...è quindi importante scalare
avvicinare, misurarsi con una gerarchia
possibilmente simulando qualche cosa di umano
- E' una musica dolce che sicuramente darà gioia
all'udito ma non sveglierà mai quei cuori di pietra
non entrerà mai in quelle anime tetre
andate solo per moltiplicare gli scambi ...di vanità..
- Le note si perderanno nell'aria
e un fiore sboccerà con un giorno di anticipo
un cane smetterà di abbaiare
un bimbo smetterà di piangere
- Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque -

Vite scadute
Sul banco dei macellai
con taglieri affilati
rossi di sangue inquinato
altre volte ho venduto
dolori migliori

Ho frammentato vite di me stesso
che avevano bisogno di disperdersi
di impegnarsi a lavorare col tempo
senza chiedersi mai da dove erano partite
e dove volevano arrivare

Nel cesto delle ricompense
che ognuno spera di avere
c'è solo il veleno delle parole
le trappole dell'invidia

Domai
qualcuno dirà che nessuna memoria
si perde del tutto
e c'è sempre una foto sul muro
negli occhi

Ma chi compra una nostalgia
nei momenti felici

Ci costruiamo un teatro
per ripararci la dignità
quando ci siamo gia confusi
con i carnefici di vite a perdere
con l'etichetta scaduta
in ritardo anche per il ...consumo..
- Dal volume: Amori scaduti di un essere qualunque -

Medaglie di sgombro
Nei loro gilet
fuori dal giro
dei miracoli terrestri
i laureati
servono e giocano
nel finto circo
con gli aperitivi
sorseggiati
nel tempo rubato
agli altri
dai maghi
nel prestigio degli ozi

I veri camerieri
smesse le divise
che si confondevano
con la pelle
con occhi felini
osservano l'impasto
dei destini avversi

Nelle portate
che resero mancie
di stanze
su gradini alti
dirottano smorfie di guance
accomodanti
per le facce perplesse
a riconoscere lo scettro

Ora il sole è cambiato
e non si prende gioco
delle ombre per rassodare
le fatiche
adesso il fuoco di Dio
dipinge posti diversi
nei falsi d'autore
cambia la pelle in oro
miraggio assoluto
degli odierni amori

Come tutti i cani
che sognano salotti
qualcuno passa solo
dalla libertà povera
al pasto sicuro
nel raggio teso
delle catene

Nella finta recita
della devozione
nella guerra dei poveri
si sfrutta l'abbaiare
e il tradimento
di un morso alla schiena

A scuola
insegnarono ben altro
filosofie Greche
che coprirono
guerre veloci
e morti che non pesarono
a nessuno

Qualcuno donerà
qualche medaglia
di sgombro
per il valore andato
in nome
...dell'ingiustizia...
e una preghiera all'anno
finche dura
la memoria
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Farse
Sul viale
del passeggio
osservo la moltitudine
di piedi che danzano
alle anime
sotto il turno
degli occhi bassi
che in breve si leveranno
per carpire le memorie prese

Io osservo le sagome
che si barattano in silenzio
per la riconoscenza
del valore impresso

Fra poco
ognuno andrà a dormire
in un letto diverso
con un abbraccio
che non si può guardare
per scongiurare
la mortale noia del normale

Mano nella mano
per sentirsi sicuri
gli amori sognano
parole nuove
si sentono un'addizione
della semplice storia
ma come un conto in banca
se allarga gli interessi
può variare il totale

Nel gioco dei cuori
affidati al solo pensiero
si trastullano le vite
fatte di convenienze
di paure di rimanere sole

Tra tante recite
stanche delle repliche
senza gioie d'evasioni
riprenderà forma il quotidiano
e toccherà salvarci
- dall'aguzzino del condominio
che squarta ogni pace
- dalle pietre delle parole
che nel ferire
troveranno giovamento

Sul viale delle farse
muore la recita
- fra quattro mura
gli attori
nella parte sbagliata
...insoddisfatti....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Futilità
Stende i nervi
il sacrificio del silenzio
segue l'amo della morte
l'agonia
unica vita da raccontare
senza ascolti
non vissuta

Nella lunga fila
i desideri
mirarono il traguardo
ma uccisero il presente

Gli amori
unico armistizio
tra le anime
che si confrontano
colsero l'unica estasi
mercenaria nel progresso
tra il frusciò del sangue
dell'ormai unico Dio
stirato in filigrana
e velo d'occhi
per gli eletti

Col taglio d'orecchie
per imporre il silenzio
di qualche fetta di anima ribelle
in diserzione per seguire il cuore
i poveri raschiarono la gola
per ingigantire le briciole
sedare con inganno lo stomaco

Diventa trasgressione
alienazione
l'esistenza fuori dal baro
la regola è uccidere
per l'adeguamento
al variabile senza etica
irraggiungibile
miraggio
nel deserto della ragione
pieno di strisce
di serpenti avvelenati
pronti a cedere l'ingombro
il peso del veleno
nel morso della futilità
tutt'altro come le anime
semplici avevano immaginato
.... innocua........................
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Statale 17
A metà strada della statale diciassette
sotto un sole ingannatore
e inseguito da una nuvola malvagia
con un vento che rastrellava addìi e lamenti
mi fermai al solito bar
frequentato da gente di passaggio
che non vede l'ora di arrivare
per scavarsi una nostalgìa di tornare

Il barista con la faccia un po' stupida e pensante
con le mascelle gonfie di noia pigra
accennò a un saluto che a me parve
più un gesto per sgranchirsi da un torcicollo

Consumai il mio caffè
estrassi due libri da me scritti e gli dissi
che ti siano d'aiuto nelle forzate pause
e poi per far si che qualche randagia anima
porti per sbaglio il mio nome in una città
che non conosco, esponimi una copia

Ripassai dopo una settimana
e questi quando mi vide
fece finta di ignorarmi
mentre i miei occhi rivolti alla bacheca
notarono che i miei sforzi lì non c'èrano
e non c'èrano mai stati

Capìi con rammarico
che la cultura spesso è un'insidia
e che in quell'anima fatta d'acqua morta
qualche mostro era uscito dal letargo

Capìi che il sapere
aveva scalzato le certezze
per mettervi dei dubbi

Poi mi dissi
Michael non cercare di porti nella notte
come luce nel mistero
diventi un punto fisso
e possono spararti
- Dal volume: Parole fredde -

Poeti all'inferno
Io come tanti poeti
stanco del plagio
di parole
per restaurare la mia anima
tradita dai vostri occhi
tarlata dal silenzio di un amore
che gioca a luci e ombre
col mio cuore
mi avvio claudicante
tra le trappole della mente
per arrivare lento al declino
da sottoporvi con decoro
per lo strappo di una mano
che sia meno gelida
per la ripugnanza dell'imbarazzo
del distacco
lontana dal calore
che genera una scia
per la sola paura
di seguirmi
nell'inferno dei vivi
fatto di dissensi
di lettere impiccate
sulla pelle di un muro di periferia
tra gli odori di copertoni
che bruciano per un incenso
del sesso di anime dispari
che si frustano i corpi
tra parole volgari
nel temporale degli ormoni
sperando di ritrovarsi
dopo lo stremo dei nervi

Io giocoliere di parole
da sciogliere in musica
per addolcire il rumore
delle finte vite di anelli di catena
da trascinare al cielo
come curriculum
guardo la mia nuvola
lieta per il cielo
con l'amore del vento
e nera fra poco si dissolverà
senza saperlo
mentre io triste
consapevole
col tempo che mi ha negato
il vostro sguardo che ho cercato
....la seguirò................
- Dal volume: Voci dall'inferno -

I burocrati ¹
Con gli agi
conquistati
nell'anestetico sovvertire
delle regole
passeggiano a testa alta
con aria sicura
espressa su marmorei volti
ponti di poteri
per ruffiani
e baldracche dietro icone
santificate
che provano movenze
di prestigi da imporre
ad acrobati arrampicatori
nel sociale circo
dove gli umani
imitano le scimmie
per un pasto caldo
per lo stupore di una moneta falsa
con le stesse facce
nei mille giri per trovargli
una croce
ma nella testa che già c'è
la croce sono loro
per il giusto conio
da usare come merce di scambio
entrare nelle buie tasche
gallerie di dolori
degli uomini
che hanno creduto nelle regole
osannate dai burocrati
coi colletti bianchi
che stipano le vite
con una salsa di polvere
negli archivi
dei destini scritti
legati in uno spago
vegliati da un topo
dietro due occhiali persi
corrosi dal sudore
olio santo dell'ozio
sangue anemico
nei macellati dal silenzio
nelle sale d'attesa
...della burocrazia...
- Dal volume: Voci dall'inferno -
¹ note: linguaggio sperimentale-veloce

Tramonto
Solo
tra gli agguati
nel lustrìo di forchette
dei colleghi di lavoro
e il sogghigno degli amori
che non riuscirono a plasmarmi
nei loro egoismi
guardo il tramonto
con le montagne che pasteggiano
le vite barcollanti
col sole
rosso d'ira
per le meschinità
degli uomini in divisa di copertura
per gli scempi colorati
di normalità

Un vento di settembre
accartoccia una nuvola
che provava l'autunno

Si desta la mia ruga sulla fronte
e spalanca le braccia al covo
invisibile
di un altro anno
fuori dalla conta ormai superflua

Accendo una sigaretta
per disorientare i mostri dell'ansia
che vogliono altre vittime

Per la prima volta sento
il bisogno di morire
con un ipocrito bacio alla nuca
e una parola per distrarmi
dai fasulli tentacoli
dell'ignoto

Metto le mani a croce
sulle spalle
per afferrare le caviglie degli angeli
che mi devono portare
ma si chiudono in pugni vuoti

Come in vita
così al tramonto
fui...sono...sarò....solo...
e i fiori ai quali diedi molta acqua
sanno che se vogliono accompagnarmi
devono morire....anch'essi..........
- Dal volume: Voci dall'inferno -

La talpa
Dal prato regolare e ben curato
le formiche videro una montagna
emergere e scapparono

Un grillo appisolato
si sentì sollevato
da un cumulo di terra
e incominciò a cantare
in modo strano

Una talpa stanca dell'oblìo
o forse per sbaglio
emerse dalla terra
e si sentì strane piacevoli carezze
i raggi caldi del sole

Un cane immerso in un riposo
che andava consegnandosi
alla pigrizia vide tagliare
la nebbia dei suoi occhi

Si destò
per paura e per mestiere
con un balzo
con gli artigli
senza pensare
uccise la talpa

Pensai
la talpa è come quegli amori
che vivono nel silenzio
sperano e si nascondono
non si fanno capire
si allenano all'indifferenza
bruciano di gelosia
e all'improvviso
con sorpresa si dichiarano
in un momento
inopportuno
non lasciando che la sola scelta
di essere negati
per poi sentirsi
uccisi dall'orgoglio
nel pensare.....
che tutto
...si poteva evitare....
- Dal volume: Una farfalla all'ombra della luna -

Cinico spettatore
Ormai
io
cinico spettatore
in questo mondo spettrale
giuro
la mia anima gemella
la troverò
forse in Romania
magari tra zingari
D'Ungheria
e un angelo di acciaio
col progresso nelle stomaco
mi ci porterà
volerà sulle mie paure
tra i tanti cieli
venduti tra gli imbrogli
ma io userò preghiere convenienti

Nella fusione dei cuori
tra mille storie alle spalle
stavolta col mio amore
firmeremo coi soli occhi
testimoni...il segreto...
in una terra a metà strada

Lo so che anche questo è un sogno
che dovrà passare
tra gli artigli del sole
ma l'anima è calda
è gia tornata dagli inferi
e la mente è un cane
a guardia degli sbagli di ieri

Mi dispiace
...è solo un modo di dire...
stavolta sarete voi stessi
a fare da spettacolo e pubblico
sul trespolo dei vicoli
con le luci accese dal fiato
delle vostre calunnie

Stavolta non ci sarà più
da scommettere
sull'animale strano
nelle mosse a seguire
e nel divenire dell'ignoro
che userò....
smetterò di scrivere
per togliervi ogni spia
....del mio dolore.....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Ave maria -di un ateo-
Ave Maria
farfalla dei cieli
polline di stelle
che vaghi in preghiere
di poveri cuori
che hanno speranza
di giungere a te

Madre dei figli che vedi
ferma la scia di un lampo
per dar luce
a quelli dispersi

Noi atei o peste
abbiamo nel sogno
l'umana speranza
fatta di ali
per venirti a trovare
nel tuo eterno grembo
di quiete

Ave Maria
nebbia di mente
e luce di chi crede
poniti come speranza
anche per noi figli incidente
di istinti e di impulsi
sfuggiti
a irrefrenabili orgasmi

Ave Maria
quando il tuo nome
scuce le bocche
...non credo
ma sento una flebile gioia
e non so perché

Ave Maria
forse è soltanto
il tuo nome di madre
che richiama i suoi figli
sfuggiti
al destino
.....del mondo....
- Dal volume: Parole fredde -

Voci dall'inferno
Alla distanza di un bacio
che non può essere mai dato
murato dalle regole
dall'orgoglio
nelle sfide del silenzio
vegliato dai capricci
delle stelle
..fin lì arrivai amore
per lasciare l'unica eredità
ai miei sensi
sempre in disaccordo
ma stavolta in armonia
per sbranare le mie regole
lontane da ogni supplica

Nel giro di parole
riportai agli occhi tanti cieli
ognuno per ogni anima
come ti avevo immaginato
ma nelle nuvole del sogno
vidi sempre l'animale feroce
a guardia di un cuore imbalsamato

Con sdegno
mi consegnai al tempo
quello della terra
dell'angelo nero
nel gioco di chi muore
e chi rimane a chiudere la porta
nel rischio dello sguardo a metà
ma la vittoria fu scritta nel silenzio
e forse hai vinto tu
perché nello stremo delle anime
la tua per ultima
ottenne anche se indegna
alla commemorazione
una maledetta sepoltura
nel miglior posto
del mio sopravvissuto
.....ricordo...................
come in questo scritto
che ti giunge ancora vivo
...dall'inferno......
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Silenzi di morte
Di tutti i comandamenti
ricordo uno solo
non ammazzare
e come gli altri
non l'ho rispettato

Lungi da me dall'usare
asce e coltelli
ma ho dilaniato più cuori
esplosi nel silenzio
per non averli ascoltati

Sordo alla legge di Dio
ho abbracciato vendette
che dopo la gioia
chiesero il prezzo dell'anima

Oh! mio Signore
ho bestemmiato il tuo nome
per le leggi severe che hai
per la tua mano che chiesi
in appiglio e mai vidi

Ricordo a ognuno che legge
che l'inferno è quello più facile
ma ci sono poche scritture
come chiudere la sua porta
alle spalle

In ogni figlio che vidi
aggiunsi solo la paura
di una bocca in più da sfamare
che insidiava il mio pane
non feci niente di male
solamente lo ignorai
e forse più che la fame
morì solamente
per non ave
.....potuto parlare....
- Dal volume: Voci dall'inferno -

Lezione
Il cane abbaiò
e pensò di aver fatto
il suo dovere

Il padrone lo guardò feroce
per non averlo sentito
alleato nel suo dolore

Una rondine disse
vengo da altri mondi
dove gli animali
muoiono per liberarsi

Con pigrizia e dormiveglia
il gatto sussurrò
tra servo e padrone
un'alleanza ci può stare
ma le esperienze sono individuali
e diventano collettive
per puro caso
come la paura di un terremoto

Il padrone si indignò
e gli lanciò un martello
e...l'ho sempre saputo
che sei un traditore

Sia chiaro rispose il gatto
con te ci sto per convenienza
il tuo pasto mi giunge con poca fatica
e i miei topi posso cercarli altrove

L'uomo capì che l'affetto
non si ottiene col potere
e quello del suo cane
era un finto rispetto

Fu felice per averlo imparato
dagli animali
e non dagli uomini
- Dal volume: Un temporale acclamato con nuvole dirottate -

Polvere al vento
Parlo con scarno linguaggio
dal posto da dove vi scrivo

Sono il meno ricco di tutti
posso guadagnare
nell'unico modo
tagliando ad una ad una le facce
disperate dei miei amici migliori
che col taglio di parole affettano
gli entusiasmi di ieri
e offrono ponte la lingua
da qui all'orizzonte
per estirpare i sogni
che tentano un secondo cielo
oltre la sbarra tra morte e rinascita
dove l'anima tenta di andare
eludendo lo sguardo
liberando le voci
serrate al silenzio
per coprire la caccia
alla tana di Dio
trovando anche l'alibi
al bando dei nomi
frustando cani
con disturbi di voci
fuori dal coro
nella sincronia del tempo permesso

Ho detto al mio unico amore
che non posso parlare
di decifrare la voce del vento
mi ha risposto che ormai
sono un osso appeso al destino
con le mosche vicine
e la carne lontana

Per concludere
aspetto ogni giorno
gli zingari che da bambino imitai
recalcitranti al passaggio
in questo luogo che incolla
la vita alla terra
e farmi dare un nome diverso
gitano che tradotto vuol dire
...polvere al vento...
...che mai si ferma....
...in destini già scritti...
- Dal volume: Soste precarie -

Seduzione
Conosceva
la mia anima di acqua morta
pronta al risveglio
e le mancava l'ultima perla
alla sua collana
per la mostra delle vite stese

Mise alla mira dello sguardo
saturo per le indecenze
delle illusioni morte
le ribellioni controllate
del suo seno

Mi si affannò il respiro
e come olio torchiato dal sangue
esplose il sudore
sulla fronte pesante
muro di pensieri ansiosi
di arrotolarsi nel futuro
e stesi nel cimitero delle idee
che nessuno reclama

Venne in soccorso la saliva
alle spine dei rancori
impigliati alla gola
e nel dolore si liberò un sogno

Feci per abbracciarla
e le mani nel vuoto
si chiusero a croce
per smuovere l'aria
e interrompere la follia
scuotendo le spalle

Con beffardo sorriso
la vidi allontanarsi
con passo danzante
col nuovo diamante sul collo
che perse una goccia di sangue
mentre un'animale strano
..........l'amore........
cercava tra lo squarcio
del mio petto
un rifugio sicuro
per il lungo letargo dell'inverno
- Dal volume: Soste precarie -

Tutti scontenti
Tutti
chi in modo violento
chi consapevole
danno l'addio
forzato
cercato
a seconda del credo
il trapasso
o la fine

Tutti
con l'ultima cosa da dire
strozzata alla gola
con il respiro che scema
fino ....ad estinguersi..

Muoiono tutti
col dubbio
di non aver
detto
fatto
abbastanza

I morti
dal cielo
o dagli inferi
o polvere e basta
non sono contenti
e non ci parlano più

Le preghiere
non cambiano
le sentenze di Dio
che dall'alto ha visto
tutto
mentre il diavolo
offriva la schiena da ponte
per vizi e barbarie
o semplicemente
per la neutralità
....DELL'INDIFFERENZA...

Non c'è morte
che lasci spiegare
del tutto

Rassegnatevi
muoiono tutti
.....scontenti..........
- Dal volume: Una farfalla all'ombra della luna -

Se ci sei
Se ci sei
Dio burattinaio
che manovri i fili
della semina dei desideri
che tentano i pensieri
che recitano ingenui inganni
per pseudo Madonne
che fanno sognare un seno caldo
un grembo su cui adagiare gli affanni

Ti prego
regista che illudi la semina
dei dolori che non si possono togliere
avverti ogni germoglio
che a volte la stessa acqua si brucia
alle violenze del sole

E le stesse mani che portano
al sacrificio i fiori più belli
come lasciapassare per annidarsi
nella corteccia del mistero di ogni donna
domani faranno da diga per arginare
il sangue delle ferite del cuore
o solamente da grata
per intravedere una bellezza svanita
che importunava i sogni superstiti

Se ci sei
a ogni vita prototipa
fagli vedere il film del mondo
e chiedigli se ne accetta le regole

Se ci sei
fai sembrare quel grembo
un'arida terra da arare con le fatiche
e non un divertimento
che lascia i frutti all'incuria
tanto sono costati una gioia
di cinque minuti
per una ...memoria svanita..
- Dal volume: Normalità incondivisibili tra maschere clonate -

Ultima cena
Come saliva
che scompare
in bocche assetate
così il tuo silenzio
inghiotte il mio cuore
amore di un tempo
nell'odio di oggi

Vedo i tuoi passi
riflessi
dileguarsi
sulla lastra di pioggia
in quest'autunno
che sembra
la sala d'attesa
di un mattatoio
e le foglie rosse
macchie di sangue
nei disegni del vento

Distante
dalle cose
che ho amato
coi coltelli degli anni
alle spalle
mi sento solo
mentre disertano
i più duri pensieri

Strappo la tua foto
dagli occhi
e irriducibile il disprezzo
lancia uno sputo
che si perde nell'acqua

Mi dico
si è suicidato anche l'odio
povero me
sono solo
sul banchetto degli anni
addobbato
coi fiori del male
nell'ultima cena
- Dal volume: Soste precarie -

 

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