TRISTEZZA E SOLITUDINE |
Un dì si venne a me Malinconia Un dì si venne a me Malinconia e disse: <<Io voglio un poco stare teco>>; e parve a me ch'ella menasse seco Dolore e Ira per sua compagnia. E io le dissi: <<Partiti, va via>>; ed ella mi rispose come un greco: e ragionando a grande agio meco, guardai e vidi Amore, che venia vestito di novo d'un drappo nero, e nel suo capo portava un cappello; e certo lacrimava pur di vero. Ed eo li dissi: <<Che hai, cattivello?>>. Ed el rispose: <<Eo ho guai e pensero, ché nostra donna mor, dolce fratello>>. (Dante Alighieri) | Un giorno venne da me Malinconia Un giorno venne da me Malinconia e disse: <<Io voglio stare un po' con te>>; e mi parve ch'essa portasse con sé come compagni Dolore e Cordoglio. E io le dissi: <<Allontanati, va via>>; ed essa mi rispose superbamente: e mentre discorreva con me molto comodamente, guardai e vidi Amore, che veniva stranamente vestito d'un drappo nero, e portava sul capo un cappello; (segni di lutto) e di sicuro piangeva davvero. Ed io gli dissi: <<Che hai, infelice?>>. Ed egli rispose: <<Io ho sventura e dolore, perché la nostra donna (Beatrice) muore, dolce fratello>>. (Traduzione: Lorenzo De Ninis) |
Tedio invernale Ma ci fu dunque un giorno Su questa terra il sole? Ci fûr rose e viole, Luce, sorriso, ardor? Ma ci fu dunque un giorno La dolce giovinezza, La gloria e la bellezza, Fede, virtude, amor? Ciò forse avvenne a i tempi D'Omero e di Valmichi, Ma quei son tempi antichi, Il sole or non è piú. E questa ov'io m'avvolgo Nebbia di verno immondo è il cenere d'un mondo Che forse un giorno fu. (Giosuè Carducci) |
Orfano Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca. Senti: una zana dondola pian piano. Un bimbo piange, il piccol dito in bocca; canta una vecchia, il mento sulla mano. La vecchia canta: Intorno al tuo lettino c’è rose e gigli, tutto un bel giardino. Nel bel giardino il bimbo s’addormenta. La neve fiocca lenta, lenta, lenta. (Giovanni Pascoli) |
Fides Quando brillava il vespero vermiglio, e il cipresso pareva oro, oro fino, la madre disse al piccoletto figlio: così fatto è lassù tutto un giardino. Il bimbo dorme, e sogna i rami d’oro, gli alberi d’oro, le foreste d’oro; mentre il cipresso nella notte nera scagliasi al vento, piange alla bufera. (Giovanni Pascoli) |
Natale Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare (Giuseppe Ungaretti) |
C’era una volta |
Solitudine Ha una sua solitudine lo spazio, solitudine il mare e solitudine la morte - eppure tutte queste son folla in confronto a quel punto più profondo, segretezza polare, che è un’anima al cospetto di se stessa: infinità finita. (Emily Dickinson) |
Solitudine Io sono solo Il fiume è grande e canta Chi c'è di là? Pesto gramigne bruciacchiate. Tutte le ore sono uguali Per chi cammina Senza perché Presso l'acqua che canta. Non una barca Solca i flutti grigi Che come giganti placati Passano davanti ai miei occhi Cantando. Nessuno. (Attilio Bertolucci) |
Il volto nuovo Che un giorno io avessi un riso di primavera -è certo; e non soltanto lo vedevi tu, lo specchiavi nella tua gioia: anch'io, senza vederlo, sentivo quel riso mio come un lume caldo sul volto. Poi fu la notte e mi toccò esser fuori nella bufera: il lume del mio riso morì. Mi trovò l'alba come una lampada spenta: stupirono le cose scoprendo in mezzo a loro il mio volto freddato. Mi vollero donare un volto nuovo. Come davanti a un quadro di chiesa che è stato mutato nessuna vecchia più vuole inginocchiarsi a pregare perché non ravvisa le care sembianze della Madonna e questa le pare quasi una donna perduta - così oggi il mio cuore davanti alla mia maschera sconosciuta. (Antonia Pozzi) |
Forse un mattino andando in un'aria di vetro Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. (Eugenio Montale) |
Minacce Campani frane lente di suoni giù dai pascoli dentro valli di nebbia. Oh, le montagne, ombre di giganti, come opprimono il mio piccolo cuore. Paura. E la vita che fugge come un torrente torbido per cento rivi. E le corolle dei dolci fiori insabbiate. Forse nella notte qualche ponte verrà sommerso. Solitudine e pianto - solitudine e pianto dei làrici. (Antonia Pozzi) |
Senza di te tornavo, come ebbro, non più capace d'esser solo, a sera quando le stanche nuvole dileguano nel buio incerto. Mille volte son stato così solo dacché son vivo, e mille uguali sere m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti le campagne, le nuvole. Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio della fatale sera. Ed ora, ebbro, torno senza di te, e al mio fianco c'è solo l'ombra. E mi sarai lontano mille volte, e poi, per sempre. Io non so frenare quest'angoscia che monta dentro al seno; essere solo. (Pier Paolo Pasolini) |
Notte d'estate Dalla stanza vicina ascolto care voci nel letto dove il sonno accolgo. Per l'aperta finestra un lume brilla, lontano, in cima al colle, chi sa dove. Qui ti stringo al mio cuore, amore mio, morto a me da infiniti anni oramai. (Umberto Saba) |