Poesie di Paola Turbian


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Lacerante padre.
Lacerante è il continuo pensiero di te.
Lacerante è il perpetuo battito del cuore
Pulsa, batte, corre e non sa dove andare.
Laceranti sono i ricordi, le illusioni,
le pie arrese, le battaglie di ceffoni.
Lacerante è tutto in questo vuoto d'amore.
Laceranti sono le luci accecanti
Gli abbagli di un padre.
Lacerante è l'odore, il sapore, il ricordo
di polvere e sangue mescolati in bocca,
impastate con le parole amare.
E'torba il mio cuore, è bozzolo,
è ingiustizia.
Lacerante il tuo vuoto padre.
Mai smesso di essere amato dalla sua bambina.

Promesse
Era solo un singhiozzo
un effimero dolore
di bimba che perse il suo orsacchiotto.
Accorresti a me con l'orecchio teso.
Promettesti di restarmi accanto.
Nel fitto buio.
Negli oscuri vuoti di solitudine.
C'erano canzoni e liane appese,
nei soffitto dei ricordi.
Come eravamo così potenti e buffi
Padroni del nostro dolore.
Eppure ti cerco ogni notte nel confine dei sogni
Per sentirti vicino
Che male è il non averti accanto,
un dolore costante,
vorrei stringerti forte a me,
eppure mi sfuggi.
Sei solo una scintilla,
troppe volte ti ho spento,
t'ho guardato sparire nell'ultima lacrima
t'ho perso come gioco d'infanzia
sepolto in polvere tra sacchi e piume di beffe del tempo
eppure ritorni con la tua luce,
torni a me, con il tuo bene,
unico e non copia,
al di là del bene e del male.
Sorrido, mi hai tratto fuori dal mio inganno
Me ne stavo nascosta
nel vecchio nascondiglio di paglia e dolore.
Come faccio a non appartenerti?

Una bambina cocciuta
Sorrido quando con fare da bimba cocciuta
Punto il dito addosso ai tuoi difetti,
mi diverto a vedere quanto ci impieghi a scappare.
Invece tu ci soffri, come ci soffro io, per ciò che non possiamo
per noi stessi e per chi ci ama.
Allora e solo allora vorrei soffiarti parole
Un gemito all'orecchio
Polvere d'oro
Sei splendente nel tuo animo
Come lo sono io,
in ogni tua incomprensibile ragione,
ferita sconosciuta.

Run to the hills (correndo sulle colline)
E' il buio della sera,
come l'ultimo raggio di luce,
bussa al mio cuore e parla.
La sento la tua voce,
così seria, così dolce.
Lo sento, lo sfavillante brillare delle luci sul mare,
la sento la voglia dell'inafferrabile, stringermi il petto,
solletica come le risa d'un bimbo
giocando con la spuma di mare.
Ti dimentico nell'intercapedine dei miei sogni
Tu fiero ti ripresenti come scintilla
E scoppi di fuoco d'artificio nel buio dei miei pensieri.
Ti depongo sotto pesanti paltò d'inverni lontani,
così non puoi più raggiungermi.
Ma nulla è a te impossibile.
E' un battito invisibile nel mio cuore.
Sembra vetro.
Sembra soffio di vento.
Il cuore pare in gola,
forse l'ho perso in un singhiozzo.
Sono in un fascio di luce,
corro perché siamo insieme.

Verità

Verità
ora che ti ho
nulla m'è rimasto.
Verità
come note di musica
nella triste aria.
Verità
tutto così pulito.
L'animo mio è vuoto.
Odo una goccia cadere.
Solo uno strano eco
ricorda vecchi fantasmi.

Amore celeste
Amore celeste
dolce sentire
pretesa di sapere
come va a finire.

Pretesa arresa
dolce e lasciata
scorgere il finale
umana ferrata.

Amore divino
inspiegabile sentire
di pace di gioia
d'un eterno vagare.

Pulito. Arreso.
M'abbandono.

Uomo ingordo
Uomo ingordo dritto in fila
patatine biscotti, pane
niente per te tequila.
Bello dritto sei tu
anche se la tua panza
occupa il rullo e la sostanza
pari un po' Belzebù.

L'importante è assimilare
ingoiare digerire
compro compro assorbo assorbo
nessuno vero ti sta mai a sentire?
Eh si vede che il tuo corpo
ormai bieco e deforme
urla pietà non sono morto!!!

Aiuto aiuto mio padrone!!!
Ma la vita non demorde
e tu schiatti al tuo suolo
compri compri e mai ti chiedi
se un giorno triste
marciranno i tuoi piedi.

Caro uomo ingordo
nella tue liste
pare scritto solo mordo mordo!!

Non ti pare forse il caso
di guardarti un po' di più
non capisci non è caro
non lo vendono qui l'amore
con quel gusto dolceamaro.

(ottobre 2007)

A Giasone
"S'io perivo tra l'acque
una morte si breve
forse non appagava i tuoi rigori"
Sali al cielo
canto severo
di Giasone e del suo gelo.
Canta stridi alla luna
la tua rabbia incandescente
suole esser poco inopportuna
Eppur tu sei già morta
povera Giasone mia
chi chi mai t'aprirà la sua porta?
Ah Giasone lascia perder il canto stridulo
amore e morte? Ti andranno tutte storte
si oh Giasone! Fai il dito e manda in fumo.
Il tuo cuore è già quello il miracolo
soave tenero quasi incantato
vedrai conti tu...tu sola e più niente duol.

(settembre 2007)

Vittima
Del passato non è rimasto nulla
nemmeno macerie dove piangere.
Ricurvi, prostrati, addolorati.
Solo il cuore è puro detrito.

La sera nel mio cuor
Tra le tue braccia
un cielo saputo
un porto sicuro.

Le tue braccia io amo
strette al mio collo.
Il mio viso vicino al tuo
dormiamo vicini.
Sogni lucenti
niente ci affligge
amanti splendenti.

Ti amo amore
ultime parole
sul declinar del giorno
come scia di tramonto
lasciano com'un tepor
la sera nel mio cuor.

Tu sei il cielo stellato
sicuro, caro, lucente
dove posso dormire
senza temere
d'amor morire.

Sciocchi amanti
Sciocchi amanti
colpiti da noia
solite parole
sciatte,grigie
come strofinacci laidi.

Sciocchi amanti
spenta la fiamma
di normale consuetudine.

Sciocchi amanti
con frasi senza colori
con emozioni senza scintille
con il desio alle caviglie.

Sol perché
fuliggine cadde
su scialbi sogni
non tutti ebbero
il medesimo destino.

Amanti palpitanti vi sono
e non sono al declino.

Ballano sui sogni
affamati di vita
selvaggi felini
dell'amore vivo.

Il mio cuore
Il mio cuore un fulmine
veloce d'amore.
Il mio cuore un ruscello
scava la pace.
Profuma di dolci
si dona.
Profuma di bosco
è selvaggio.

Il mio cuore
panna in punta
si scioglie nell'ascolto
dell'altrui tristezza.

E' un'atleta
impegnato
nulla ha da mancarti.

Il mio cuore
così malato
vede solo il bene.
Di tanto in tanto
ha raffreddore da tristezza
vuole solo una carezza.

Fa il guerriero,
lui non molla,
coraggioso ti aspetta.

Il mio cuore tu non l'hai capito
non l'hai chiamato Bello
per te più non batte.

Il mio cuore è un artista
ora che t'ha perso di vista
ha dipinto un mondo
fa il poliglotta
parla con tutti.

Ha pena il mio cuore
per la lingua del tuo
d'un meschino esperanto. 

26 dicembre 2013
Ebbra d'inverno
ruggisco di gioia
incedo e vedo
di gente i visi d'amore.

E tu…….

Splendido sposo
quieto m'attendi
i miei passi
rossi d'amore
portano a te
bassi, silenziosi.

I nostri occhi
altre dolci note
altre promesse
ciechi del fuori.

I nostri occhi
fari del mare
pronti a salvarci
per ogni tempesta.

Promessa d' amore
Sogno l'attimo eterno.
Inconfessabili pensieri
veloci e vibranti
come mani tremanti.

Sposi.
Divini amanti eterni.
Tra cielo e terra.

Trepida l'attesa d'un poi.
nei nostri sorrisi di gioia
solo la forza del noi.
 

Precipizio
In bocca d'un precipizio
pieno d'una sola gioia
Descriver temo non amo.
Non posso. Non v'è parola
zitto, è denso e pieno.
Cicaleggiano risate.

Sterile
Madre senza figlia
figlia senza madre
le mani unite
in preghiera muta.

Sterile è l'attesa.
Il cammino solo e vuoto.
Non hanno amore
nasce il pieno
dal vuoto.

Un miracolo d'attesa
dare ciò che manca.

Fonte d'amore
trucido dolore.

Sterile è
l'aspettativa d'avere tutto.

Dal dolore sgorga
sangue d'amore.

Poesia mi rincuora
La poesia mi rincuora
mi occupa la mente
la penna mia lavora
la parola sfrondola
non è pertinente.
E' una grande attrazione
una giostra per bambini.
E' libertà da un magone
un alt ai cretini.
La poesia mi rincuora
non è tutto non è niente
il pensiero si accalora
è il dolore che mi sfora.

Lingua d'evoluzione
Inglese usurpatore
d'una antica lingua
tra una conference
e una video sortita.

Purismo osannato
idioma incontaminato.
Antica virtude
d'apocope nude.

"All" ora è un must
lo trovi "in social we trust".
L'italiano ormai sbiadito
sciacquar i panni in Arno
un gesto così ardito.

Evolve la guerra del milite ignoto
un foreign fighter ha speciale foto.
E l'amor invero dove giacque?
In un moderno "ti lovvo".
Dal sapor ormai lontano
d' un puro italiano.

La lingua si sa come tutto
è in cangiante mutamento.
Povero Leopardi la sua siepe?
Or che la rete il guardo non esclude
L' infinito è in fallimento?

Epopea Europea
Gioia Europea
di vecchie bandiere
unite nel blu cielo
d'economiche chimere.

Idea Europea
d'incontrastati sovrani
di esuli poveri
di borghesi rari.

Odissea Europea
di nuovi diritti
senza religione
ancora conflitti.

Marea Europea
migrano i confini
interessi e povertà
vili e civili.

Trincea Europea
di storia antica
di vecchie conquiste
deportate sconfitte.

Epopea Europea.
Unisce l'umano.
Nasconde lo sporco.
Vince il sovrano.

Violenza 2.0
In un groviglio di tempi moderni
in trincea davanti agli schermi
vediamo con violenza in persona
una guerra. Noi, ribelli inermi
abbarbicati con fucili strani
viviam di consumi a piene mani.
Sazi,apatici, insoddisfatti
sdraiati su comodi troni.

Migrano orde di uomini vivi
esplode violenza dentro respiri
s'implora la vita tra confini.

Noi disperati matti topolini
soli al chiuso d'un buio recinto
sputiamo dispotici e supini
pio, giusto, tronfio, sano giudizio.

E' una violenza 2.0
di uomini di nuova avanguardia
d'una lama di boia sul collo
e di rugiada, sudore, speranza.

Brulica di fede e d'una speme
la bomba nel cuor di pace uscita.
Basta! Implodi! Vita!

Proprio io
Al banchetto dei potenti
sotto il braccio dei sapienti?
Un giullare sfortunato
con sorriso sgangherato?

Nichelin a me nessuno
sul mio conto investiva.
Tra le fauci di serpenti
indelebile respiro.

Il veleno non mi prende
il sorriso mi difende.
Eppur riuscii imperitura
a combatter la paura.

Non capisco, non comprendo
Proprio io tra questa gente?
Io non conto, io mi arrendo
Io non sono un potente.

E nel mio cuor io lo sento
l'eco di sogni ribelli.
Mi portarono la cima
dell'amor che ti sconfina.

Mi hanno amato
Mi hanno amato a pezzi.
Mi hanno amato tante volte.
Ad occhi chiusi.
A mani aperte.
Straccioni d'emozioni.
Incantatori di serpenti.
Poveri di parole.
Incapaci di parlare.
Ognuno un pezzo di me.
E nei ricordi qualche pezzo di me lo ritrovo.
Dato.
Svenduto.
Generosamente regalato.
Mi hanno amato a pezzi.
Troppo deboli per amarmi interamente.
Son fuggita in un sorriso
e ho trovato un pezzo d'amore.
Unico.
Per me.
Mi ha voluto dolcemente.
Nel silenzio ha curato le ferite del mio cuore.
Mi ha fatto da madre, poi da padre.
Mi ha sussurrato in terreni sacri
promesse d'amore eterno.
Ho detto si.
Abbiamo detto si.
Ci siamo amati interi, nudi, puri.
Confessandoci segreti d'amanti.
Accogliendo i nostri desideri.
Ci siamo sfiorati le mani.
Guardando il cielo.
Contemplando lo spirito.
Ad un amore così maturo
ho dato un pezzo di me.
E ora?
Un nuovo piccolo amore cresce in me.
Mi chiederà di essere amato intero.
Non a pezzi.

E' ovunque.
E' ovunque l'impressione di noi
gira roteando su esili sogni.
È ovunque,
nell'argentea felicità impalpabile
dell'incresparsi leggero d'un onda, baciata dalla brezza estiva.
E' ovunque,
nelle parole sommesse della notte, che ritardano il sonno.
E' ovunque ,
nella veemenza di certe frasi dette, per fretta, per intolleranza
d'un tempo molto fugace.
E'ovunque,
nel rumore delle risate
che s'infrangono mute
come onde su uno scoglio di rabbia
spegnendo antichi rancori.
E'ovunque ,
nei passi della gente, nei volti degli amici, nelle scelte ripetute
nel desiderio così impetuoso e accesso
ossia nella sua paura perché forte, potente, incontrollabile.
E'ovunque ,
l'impressione di noi per sempre
che il cuore compie un piccolo tumulto
e scuote tutti i pensieri
tutte le azioni.
Sgorga, così, una lacrima d'emozione
Così intensa, così densa d'un groviglio di parole

Assenza della tua essenza
Mi manchi ma è vuota la tua mancanza.
Il mio cuore disordinato, sottosopra
come una cucina da riassettare.
Chiudo gli occhi e spero di sentire
la tua mano di madre
che tramanda amore.
Il cuore scalcia, trepida,
si interroga, si punisce.
Dove sei? Dove eri?
Chiudo gli occhi e me la immagino vera
quella sognata tenerezza materna
che così scende, portandomi un'atavica pace.
Piango per averti perduta
ma è pianto di una fragile bambina
che pur rincorrendoti per una vita intera
non ti ha mai avuta.
Il mio cuore una cucina
piena di pentole gravide di cibo
trabocca e sporca l'odore che ne esce.
Un odore che urla triste l'assenza della tua essenza.

Sangue amaro
Succhia succhia quel sangue amaro
che mi scorre nelle vene.
Piccolo parassita del mio cuore.
Tu invece il mio sangue sporco
t'è così amaro quanto raro
tu hai praticato l'eutanasia al mio corpo.
Sporco parassita
m'hai prelevato la vita.
M'hai lasciato in un letto di sangue vuoto
dell'eco d'urla mai pronunciate
a dormire sola tra il fetore del tuo ricordo
che mi spacca nel cuore come un morbo sordo.
E il tuo senso di colpa ti azzanna il collo
t'è appiccicato addosso come un francobollo
così grosso e soffocante
che ignori anche il mio pianto strillante.
E sputo catarro dalla gola
e pus sgorga da un orecchia sola
mentre tu indifferente
tiri a sorte la tua sporca sentenza
che hai la decenza di dirmi con suprema cadenza.
Percepisco la aorta incendiarsi
e il mio cuore brulica d'un fuoco
il mio pensiero continua a indiavolarsi
in questo silenzio vuoto
d' un aborto di storia d'amore
che continua a inquinarmi il respiro
e mi strappa milza fegato e cuore
dolorosamente muoio mentre il cuculo canta le ore.

Una zingara
Non son altro che una zingara
dal cuore sveglio e assopito.
Non son altro che una zingara
che legge la tua mano
e predice il tuo futuro.
Non son altro che una zingara
con piatti di peltro e catene di zinco
il mio collo ne è pieno il corpo mi tingo.
Non son altro che una zingara
ti posso gettare il malocchio
o farti conoscere Dio
ma tieni il capo chino
o ti mando dove voglio io.
Non son altro che una zingara
una volta mi chiamavano gitana
rincorrevo il sole a piedi scalzi
e amavo la luce come i pazzi.
Ma alla piccola gitana
hanno detto: - Ti torco il collo
se solo m'ami.
Così ella in una bara giace
dove in morte può far ciò che a lei piace.
Dopotutto non chiedere a me
sono solo una povera zingara
che ha perso il suo re.

Lacrime
I miei sentimenti opachi
sfumano come luna tetra
dietro le nubi.
Una sottile voglia di morbidezza
avvolge ora il mio cuore.
Si fa silenzio nella valle
anelo le lacrime
sento lontano
il loro rumore.
Come ruscello di montagna
sgorga dalla roccia
crepitante
così il mio cuore si prepara
ad un giorno nuovo,
rosso vermiglio acceso.
Ma sospiro,
e sterile il mio volto
non ospita
la fine di un dolore.
La mia lacrima triste
dorme ancora.......

Le nostre parole
Dove volano le nostre parole?
Si perdono nei fili del telefono,
s'accumulano
come terra friabile al sole
scavata da un onesto contadino.
Dove si perdono le nostre parole?
Scoppiano come botti, come luci,
e poi scendono dal cielo
si spengono, svaniscono.
Dove sono le nostre parole?
Nell'aria nel mare?
Oppure cadono come neve
dentro al cuore
proteggono la terra nostra
per la futura estate
quando nei campi nascerà il grano.

Il tuo sorriso
Quando sorridi
vorrei fermo il tempo.
Vorrei che la giostra quotidiana
arrestasse i suoi lesti giullari
il suo stridulo assiduo tram tram
fatto di scadenze e doveri.
Vorrei surgelare il tuo sorriso
e conservarlo in un posto caldo.
Il tuo sorriso è per me pace.
Scaccia ombre oscure dal mio cuore
e lentamente sale in me il sole.
Vorrei rubare avidamente il tuo sorriso
gelosamente dire: "E' solo per me"
Ma tutto ciò che faccio dopo un sospiro
è regalarti il mio.
Sale così nell'aria
una leggera nebbiolina di pace,
il mio cuore leggero intuisce il mistero.

Una logica assurda.
Natale è alle porte.
Che sarà mai Natale?
Dammi, prendi, impacchetta.
Fammi presto una ricetta.
Spiegami perchè
da due siamo uno.
E da soli
vogliamo il due.
Spiegami perchè
quest' inquietudine
mi prende
nella notte e nel giorno.
Su dai cielo di Natale
che fiocchi sempre sorprese.
E risposte mai non hai
per chi contempla le arrese.
Nasciamo soli
poi ci cibiamo
dagli altri per non morire.
Tutto è uno.
Ma uno non è niente.
Assurda logica senza pretese.
Domani andrò dal mio bel farmacista.......
Temo di guardarlo negli occhi
e di capire un'altra volta
che il destino mi ha chiuso l'ennesima porta.

Il solo mistero
In principio il paradiso in terra,
Adamo ed Eva nudi,
una mela rossa
l'errore umano.
Adamo ed Eva
tremanti al freddo
di pura vergogna.
S'avvicinano per cercare caldo
e il caldo nell'errore
non lo trovano.
Ormai il paradiso è lontano.
Si vestono, si mascherano,
difendono insieme.
Adamo ed Eva
davanti ad una cena
cercano soluzioni.
Ma per quanto viaggiano
non arrivano alla meta.
Adamo ed Eva si guardano
nei loro occhi blu
trovano
il mistero.
Mistero di mela rossa
vivida e palpitante.
Mistero al di là di un tuffo
prima del tramonto
in un mare d'ottimismo infinito
ignoto e a tratti sconosciuto.
Adamo ed Eva al tramonto
solo gabbiani nel cielo
i loro corpi uniti
nell'apoteosi del mistero.
Come due parti di mela rossa
che diventa una.
E colgono dall'albero il loro segreto
sono tornati nell'eden.

Ho fame
Ho fame di ricordi
che s'attanagliano stretti,
cos'era quel lampo
che nel petto mio pulsò?
E scatena veloce veloce
un' atavica fame di vita...
E brilla, brilla il mio cuore
di sale e sole
quant'è acerba questa vita,
che mi sbatte, mi schiaccia
mi lega e mi slega,
quanta voglia ho di mangiare sale,
tuffarmi dentro
e non importa se poi brucia e fa male.
E voglio tuffarmi nel mare
e sentire la tua mano
che sale....sale.....
E tutto trema sotto sopra il cielo
quant'è acerba la mia vita...
e cerco cerco una dolcezza infinita.


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