Attendo suoni
In attesa di suoni
alberi silenti
si contano fole
parlano di tempi andati
ma presenti nelle loro voci squillanti
mi perdo tra le foglie
non lasciano tracce
eppure se ascolto narrano verità…
Un tuffo nel sole di primo mattino
Abbagli tra le pieghe del firmamento
nell'indifferenza di anonime case
finestre ancora buie
incerte di affacciarsi al primo mattino
chiusi i cuori in battiti muti
tante le domande senza risposta
tutto ancora tace mentre il sole
esplode nel suo splendore
senza ostacoli è il suo nascere
continuano ad arrovellarci
domande sul senso della vita…
Luce di luna
Lambisci nuvole strappate
sospesa nel crepuscolo
la città si addormenta
al tuo calmo riflesso
le limpide acque del mare
ti accolgono increspate
al tiepido vento della sera
invocata vieni a cullare i pensieri
stretti nel tuo abbraccio materno
non andar via resta a guardare
chi sogna al bagliore che emani…
Bolle di sapone
Un vortice di luce ti trascina
il volto celato da nuvole
bizzarre e inaspettate
bolle di sapone
ti circondano le braccia
somigliano a ricordi lontani
non abbastanza da abbandonarti
ti parlano con una musica
tenue e vibrante
al cospetto del mondo
gira all'unisono
col tuo capo riverso…
Tra tratturi e tratturelli
Mi sorride il cuore
se penso alle mandrie
scortate dal pastore
lungo fiumi d'erba
senza avvertire
il peso del cammino…
Infiniti tragitti verdi
unici rumori i passi
umani e gli zoccoli
odore di polvere
levata ad annebbiare
la vista del traguardo…
Il bastone batte la terra
per tenere il ritmo
passo dopo passo
sodalizio errante
tra pastore e gregge
amici di fatica
ripagata dal riposo
tra tratturi e tratturelli…
Non trovo le parole
mute inondano la mente
nessuna esprime desiderio
bloccata l'anima non ascolta
profumi nell'aria non giungono
colori nell'universo non si vedono
eppure una finestra è spalancata
il vento sussurra una nenia
rimane inceppata nel drappo
un canto consolatore avvince l'udito
tra le sue braccia mi vorrei addormentare…
Pensieri lievi
L'alba si affaccia furtiva
ammicca alla luna
annuncia il sereno
lo sguardo incanta
allude all'eterno
mentre qui rimane
ad ordire trame
di pensieri lievi…
La mano sfiora
l'acqua che scorre
freschezza assoluta
di riflessi nello specchio
muschio che trabocca
di verdi sentieri
lungo il cammino
di natura infinita…
Albero parlante
Un albero mi parla di sé
essenza di muschio
si adagia sul mio volto
ogni tanto un fiore
si affaccia sui rami
in lontananza una collina
prati erbosi vestono
le sue curve sinuose
non mi resta che assaporare
il gusto secolare
che sa di eternità…
Colto un fiore
bagnato dalla pioggia
catarsi pietosa che monda
un mondo lontano
pieghe curiose
osservano in silenzio
tu stessa ti trasformi in fiore…
Voli circospetta
con ali diafane
ti immergi nel verde
il tuo giallo vince sul nero
sei un'ape
ma potresti essere una farfalla…
Quando va via la nebbia
Aliti dorati svettano tra le cime
giganti silenti di bianco selvaggio
riflessi nel lago di rocce
adamantini angoli di ghiaccio
eterna vista di giocose forme
non può il pensiero annegare
emerge solitario al di là della nebbia…
Sussurri
Un occhio segreto
scruta l'orizzonte
allarga la pupilla
focalizza l'immagine
chiara illumina
grigie visioni
sussurri immaginari
si affacciano alla siepe…
Nubi di sole
Tra le nubi dorato
ti affacci desiderato
sfumature azzurrine
invitano il nero a fuggire
non può la tempesta
vincere contro le tue onde
sonore carezzano il fondo di cielo
arruffati pensieri emergono
fili sospesi nello sguardo incerto…
Rumore nel silenzio
Tutto tace nel lago del silenzio
smarrisce la mente il principio
non può prevedere le fine
un singulto in lontananza
è il pianto delle stelle…
Fiori rosa
Punti rosa invadono il campo
un casale in lontananza
immerso in una nuvola
spettro di un temporale
ma i fiori rosa non attendono
contemplano resistenti
sprazzi rosa indifferenti…
Cielo nascosto
Ti libri sotto un manto di foglie
occasione di immaginare
il cielo infinito
macchia di colore
carezza lo sguardo
osa chiedere risposte
le attende lì nell'ombra…
Comprendo parole vane
affacciarsi a una mente solitaria
il buio cela i colori
fulgidi allo sguardo incerto
affanni misteriosi
direbbero attendi
tra le nuvole
un battito d'ali
festose ignorano il tempo…
Aspetto invano
Non torni
attendo ferma
in mutevoli pose
verdi appaiono veli
celano verità
velleità
scoprire mutevoli realtà
certo è attendere…
Mutevoli atmosfere
Mi fingo procelle universali
facile annegare
un appiglio appare
basta immaginare
il sereno da lontano
calma vuole annunciare
eppure il tempo disuguale
tentenna tra le onde…
Abbracciata dal vento
scruto l'orizzonte
lo scoglio di smeraldo
trafigge il cielo turchino
un gabbiano sorvola solitario
sfiora l'ondosa spuma
un moto sonoro
lambisce la riva
orme diurne segnano il tempo
emettono note lontane…
Vuoto
Cerco nell'aria
un profumo nuovo
aleggia distratta
una rondine in volo
sprofonda nel vuoto
ma presto si rialza
vorrebbe urlare libertà…
Un plenilunio accende il cielo stalattiti di stelle rigano lo spazio la notte si fa solitaria al suono dell'ultimo grillo si inceppa il canto tra labbra sottili il volto sbiancato da un colore di cera…
Illusione di frescura Hai paura del giorno che la sera ammanta con l'illusione della frescura un dialogo aperto con le creature notturne vivono al buio per non vedere il giorno peregrine in un mondo nascosto che percepisci ma non vedi ti alletta il verso del grillo si oppone alla cicala col suo monotono canto sveglia le lucciole e desta dal nido la quaglia… Tiglio amico profumo spandi dall'alba al tramonto i grappoli festosi dei tuoi fiori gialli rallegrano il verde nel folto delle foglie i rami celati nell'ombra richiamano i passeri in attesa di frescura un balzo nel passato di antiche foreste quando non eri solo a verdeggiare intorno… Il sole ammicca alla luna il sole ammicca alla luna d'inverno Ma è primavera per la luna affacciata nel cielo illumina come il sole il freddo casuale ricorda l'inverno ma è primavera dice la luna bianca come neve allerta lo sguardo timido si affaccia nell'arena del mondo… Poesia romana Tra le nubi sboccia il sole addolcisce l'aria dell'umido dicembre Francois Villon accompagna i miei pensieri brutale lancia strali alla vecchiezza duri colpi alla giovinezza illusione la bellezza tramonta come il sole ma mai più risorge ma caldo il sole di dicembre scioglie l'anima a Roma questo dì e dolce fa eco il sì… Il grande platano Cammino e ti incontro un fusto possente rami infiniti rompono il cielo serale foglie d'argento sfiorate dal vento parlano di te una vita secolare a osservare gesti indifferenti umani passi ti incontrano per caso sei muto note di silenzio rompono il rumore non lo senti il rumore inutile di una folla informe… Scie di fuoco impressionano le vie scavate da umano sudore trasformano lembi di cielo tutto accade alla vista sorpresa da nebbia fumosa anteprima di paesaggi infernali alludono alla fine dei giorni… Mi tuffo un istante nella luce guardo in basso la sorgente spore odorose risalgono segni di una rinascita vie avvezze ai fiori percorse da radici scavano nel profondo per non morire… Colonne di basalto incorniciano lo sguardo tempi lontani affiorano ricordo di un tempo scavato nella pietra sopravvissuto al silenzio parlano di fede antica non si può sradicare musica lontana rinasce ogni giorno per dire che la ragione ha un senso … All'orizzonte ombre vicine di alberi lontani una via scavata sale tra verdi foglie visibili le orme di un calpestìo lieve segni di un tempo fuggito l'orizzonte è smarrito… Nuvola sospesa in sfumature di cielo su un mare obliquo increspato tra tremule onde un mondo parallelo attende indisturbato lontano il frastuono appare un bisbiglio… Palpiti sottili penetrano l'udito bonaccia calma rassicura lo sguardo eppure da lontano sentori di temporale non è facile sapere se spunterà un fiore… Mare rosso Papaveri tra spighe rosseggiano vivi parlano di torride estati dorate basta guardarli e il miracolo s'avvera un tuffo nel rosso mare senti carezze di petali e ti lasci andare rosse lacrime segnano il tuo volto leggero il pianto nel molle rosso mare… Sono tornate le lucciole a scaldare sguardi persi nel buio luci intermittenti curiose in anfratti nascosti dicono di canti possibili in una natura parca di momenti trascorsi a godere di spettacoli veri… Un placido sentore di brezza al mattino lava le fuligini in mulinelli di polvere pensieri notturni lasciano segni mattino giunge a rischiarare… Papaveri assopiti mossi dal vento guardano il sentiero porta verso l'altura in fondo al fiume sguardi celati tra i rami di pino guardano il vuoto cercano speranza… Due cipressi solitari guardano dalla collina distese verdi lambiscono labirinti di nuvole chiari accenni a meandri oscuri risposte negate a strani misteri scivolati per caso dinanzi a sguardi ignari… Tra intricati rami pallidi fiori riverberano luce tra i petali chiari si percepisce una casa rifugio sicuro al temporale in arrivo forte il calpestio delle gocce lavano ombre del passato… Colline fiorite invadono i miei occhi colori fluorescenti carezzano la mente i pensieri stanano cattivi umori si cancellano alla luce di passi più sicuri scalano colline più verdi un grido lontano di uccelli è il ricordo di un tempo oscuro… Mi libro nell'aria in punta di piedi cerco l'immenso nuvole di seta avvolgono i mie passi strano l'universo all'incontrario abbraccio un mondo impossibile possibile impresa appare appena mi affaccio sulle verdi colline… Sguardo di una capinera Occhi vivaci attendono il mattino un brivido serpeggia lungo ali sottili il petto gonfia il tiepido sole accosta l'orecchio al suono dell'alba occhi vivaci mormorano al mattino è bello sentire la musica del giorno… Abbracci il mondo respiri la passione le braccia aperte segnano lo spazio un turbine di pensieri avvinghia le tempie attendi la tua sera… Foglia annegata nella pioggia mano protesa verso granelli d'acqua azzurre sfere invadono il cielo precipitano dopo una lunga sete tutto si lava e va oltre i contorni non ci sono limiti in una pioggia incessante… Un getto d'acqua fresca tremola negli occhi si tuffa lo sguardo a cercare l'origine c'è ombra tra gli alberi eppure sgorga la luce… Disegno ali d'angelo mesto lo sguardo osserva i segni sottili luce profonda sgorga dal volto le labbra pronunciano un verso per somigliare alla tortora stranita tra i rami di un albero… Luna ridente lambisci i tetti suadente guardi occhio attento sul destino del mondo arridi immobile all'incerto futuro… In punta di piedi attraverso la selva alberi infiniti guardano nel sonoro silenzio farfalle giocano col vento non temono la grande ombra possono esprimersi in libertà sanno di essere capite… In un battito di ciglia vedo ali nell'ombra su di un bianco tappeto scrivono parole di vita segni scherzosi imprimono forme una fugace allegria di un tempo sofferto… Attraverso la corteccia di un albero mi distendo sui rami ogni ramo una vita quale beatitudine percorro lungo dossi di sabbia l'universo si allarga l'afferrano le dita… Filo dopo filo intrecci il tuo nido guardi attento che nessuno possa violarlo la sua bocca oscura lascia immaginare che una vita vi attende… Cammino sulle nuvole il sole spuntato all'orizzonte schiarisce il cielo bruno non sento di sprofondare all'ombra del sicuro monte… In solitudine mi specchio nell'ombra la linea verde della collina sale incontro ai nembi è la strada ancora da percorrere… Antonietta Ursitti Spuma d'onde lambisce l'oscurità mi immergo in questo mare tocco il bianco ricamo rifrange la luce nella buia immensità… Bave di fuoco ai piedi del vulcano nuvole di fumo imbiancano le fiamme si perde la vista nell'abisso di contro si affaccia un pesco in fiore… Passeggiare silenzioso lungo l'argine l'onda giunge per dirti : Vivi! E risali il fiume meno a fatica agevole il passo lungo il ritorno… Rocce si stagliano in un cielo di luce incastonate nel blu osservano il mondo una piccola donna guarda dal basso vuol essere un sasso con la stessa forza guardare il mondo... Diafana erba si stende sul prato sollecita sguardi velati si ingarbuglia un cespuglio di more ascolta il silenzio dell'ombra una cortina di nuvole copre il silenzio un'eco risponde una magica parola... Calpesto la luce non vedo nuvole che incombono grigie lascio una scia di petali rossi che tu possa ritrovare la strada smarrita… Alberi protesi cercano l'infinito ragnatele di rami invocano l'eterno nubi soffuse confondono la luce era per dire spera… Uno spicchio di luna svetta sulla barca affusolata va incontro al sole calante annunciatrice della notte piccole nubi resistono alla fine del giorno… Riflessi di sole si sciolgono in acque tranquille ombre di rovi interrompono neri i rossi riflessi come per dire non si può essere tranquilli eppure canti notturni si levano lontani aironi in attesa fanno sentire la loro voce… Gioco con la mia ombra mentre passeggio tra i papaveri la strada è lunga ma non sono sola l'ombra mi segue incalzano i passi tra le rosse infiorescenze procedo sicura l'ombra non mi abbandona come due amiche ci diamo la mano… Un filo sottile attraversa la luna aloni rosacei destano lo sguardo vivida lampada la luna illumina sopiti pensieri si affacciano vogliosi dolce la sua luce vibra una carezza Lame di petali interrompono il sole all'ombra vagheggiano lontani tempi futuri tutto piano si addormenta lascia decidere ai petali il momento del risveglio... Un fascio di luce mi abbaglia zone d'ombra alle spalle interrotte da cromatico fogliame caduto sul ciglio vado avanti nel fascio di luce dove il sentiero si restringe… Un occhio scruta da lontano un mondo celato tra le ciglia fragili petali neri mossi dal soffio del vento dice cose mai dette prima sconfigge la paura di chi non vede luminosa pupilla dorata mette in campo nuovo sapere infranto l'ostacolo del buio… Vado incontro a nuvole lievi lascio dietro ambrata ghiaia opachi granelli e fili d'erba diritta la via corre avanti ogni tanto una curva in fondo isolati cipressi a guardia della collina… Vado incontro a nuvole lievi lascio dietro ambrata ghiaia opachi granelli e fili d'erba diritta la via corre avanti ogni tanto una curva in fondo isolati cipressi a guardia della collina… Capovolta guardo un mondo lontano che si avvicina riflettono gli occhi colori di visioni passate tuttora vive domando chi sono la risposta è tra le stelle... Un giorno di settembre scopro nuvole bizzarre attraversano il cielo rimbalzano al vento fresco lascia echi di una pallida estate annuncia lamenti d'autunno vicino parole tranquille destano la mente vorrebbe leggerle senza tanta fatica… Vago per il mondo Cerco emozioni tra farfalle dorate rossi papaveri distese di grano voli d'uccello volte celesti aneliti gai rendono l'attesa un più lesto futuro… Brontolii di un temporale destano lontani sentori di terra che si bagna umido si insinua nel muoversi la tenda trema sorpresa dal fresco alito non si ferma chiede calore… Attendi l'attimo ma senti il tempo interminabile potrebbe accadere l'impossibile ma senti lo scorrere delle ore rimani sola a immaginare quel che potrebbe essere ti chiedi se accadrà quando succederà nell'attesa le pieghe del volto scavano solchi nel tessuto della vita questa vita che passa infinita… Non v'è riparo alla calura estiva s'insinua nel corpo occupa la mente scioglie i pensieri non puoi fuggire altro non puoi fare che lasciarti colpire la forza del sogno si arrende al sudore in rivoli ti attraversa le mani colgono sfuggiti pensieri si impressionano sulla tastiera… Capisci che è estate dai discorsi infiniti di passeri incuranti di folate di vento che porta lontano echi infaticabili non di bisbigli ma commenti di forti passioni allarmano il cielo timide nubi si chiedono dove approdano al palato è dolce il canoro confronto… Non è questo l'amore? Le labbra si sfiorano un tenue velo le avvolge socchiuse nessuno domina una perfetta sintonia il differente è uguale non è questo l'amore? Il bianco e il nero Uno sguardo di notte in un volto di luna il nero e il bianco bastano a definire gli oggetti più veri si socchiude lo sguardo e vivi oggi pensando a ieri. Tra i rami fioriti scorgo una macchia stonato il colore annebbia il ramo fisso lo sguardo si chiede perché un atomo buio nel preludio rosa… Sbavature di colore annegano la tela tesa a mostrare il miracolo della vita non si può toccare con punte di dita ma si può sentire nell'eterno mistero… Binari infiniti attraverso cerco luoghi mai visti ascolto note mai sentite attraverso binari fioriti dicono cose poco vistose semplici parole come un destino ricalcano la mente… Un lembo di cielo si affaccia tra le nuvole papaveri e margherite sui sinuosi steli si lasciano guardare dall'occhio di cielo: qui si può solo annuire… Sento note portate dal vento poetiche nenie carezzano l'udito mi affaccio vedo virgulti segni di vita carezzano la vista promesse di gioia l'anima coglie… Assiepate speranze vivono il passare del tempo giornate stanche si svolgono in matasse, e non si trova il garbuglio spento in gesti ripetuti da mattino a sera giunge invocata la sera per il desiderato riposo… Una specie di eco risponde da lontano vicino la sento tremare basta guardare in alto e i timori fuggono ali nascoste luci divengono bianche rispondono… Cerco la fonte per dissetarmi nuvole d'acqua lo sguardo abbracciano secche le ciglia refrigerio non danno a piccoli passi giungo e lassa mi abbandono alla riva fruttuosa…
Il nespolo di fronte muove i suoi rami a cercare sguardi appena attenti A vedere virgulti si muovono in cima parlano di vicine inattese primavere in basso secchi rami parlano di persistenti invernali attese…
Mi immergo nella scia luminosa fino a lambire la luna molle contempla le stelle dimentica di dare la luce alla via percorsa smarrito il pellegrino con pena riprende la corsa non sa dove arrivare… È troppo forte il sole per guardare lontano strette le pupille ingigantiscono l'orizzonte non si vede niente eppure immagino litorali approdi per salvi naufraghi… Guardo l' iris dai fluttuanti colori si insinua la mente forme sinuose abbracciano lo sguardo lieto si affaccia catturato si immerge si lascia irrorare dal rosso, dal viola azzurro e dorato naviga inesperto tra cromatiche onde... I fiordalisi attraggono sguardi persi tra petali rosati dipingono fantasie così i biancospini aleggiano bianchi sospiri di primavere si ripetono instancabili rinnovate a germogliare tra anonime erbe verdi nutrono la mente vaga… Poetica speranza afferrare attimi suoni in sottofondo tinte forti o sbiadite a colorare i giorni in bianchi silenzi si accendono voci o accennati discorsi in distese scritte da mani di Natura. Oro colato nel prato fonde gialla distesa mossa dal vento inebria lo sguardo teso verso l’alto nell’azzurro una macchia sospesa e bianca la nuvola vede il lembo di terra nero a lambire teso l’orizzonte. Vago tra nuvole di pensieri mi sfugge la visione vuota brancola la mente eppure suoni giungono da lontano misteri annunciano muti è presto per salpare la barca ondeggia mentre fitta l’onda sbatte sullo scoglio... Vedo un cuore spezzato vedo un sogno infranto nessuna mano tesa una voragine ingoia una distesa di deserto il piede vi affonda cielo solcato da nubi il mare turbolento attraversa un gabbiano un bianco casuale nella nera tempesta… Dune di deserto mi attraversano nessuna mano vedo a me tesa inabisso nella sabbia negli infiniti granelli affonda il cuore amore chiede risponde il silenzio muto uno scorpione attraversa e attanaglia una possibile risposta… Una nuvola di sole strappa il grigiore di un cielo stanco sprazzo di luce tra bigi ricami come fosse passato un lieve filo di seta in una trama di iuta immagino l'estate ma umide d'autunno le vie attraversate passi lenti camminano eppure si avverte un alito d'estate… Nenie soffiate dal vento seducono orecchi schivi si odono sospiri e pianti lacrime scendono furtive il dito le asciuga in fretta dicono di rabbie celate rafferme nell'intimo di poche povere parole ricche di sentimento… Brucia lo sguardo dietro palpebre scese vedo il tutto nel nulla ombre inseguono luci sorde immagini offuscano la mente ebbra barcolla tra stelle fugaci taciti guizzi affollano linee di pensieri parole sfuggono alla rima sicura rive avvistano dai muti colori sembianti di tenebra rivestono il cielo… Attendo la sera e giunge la notte compagna silenziosa di pensieri curiosi interrompe un grillo la semplice trama assume significati da interpretare celati tra le ombre scivolano la pupille in meandri di parole tentano di spiegare negate risposte mentre osserva la luna piena e Sirio ascolta… Aspettando la pioggia Gocce di sale scorrono lente a segnare il dorso tempie confuse all'opera del caldo settembre un carico di nuvole dice che piovere sarà la prossima visione immagini poetiche interrompono il vuoto in attesa che piova… Un uragano Impressiona la sua potenza a schiacciare creature indifese indifendibili dalla rabbia di natura odiosa inutile la gara tra uomo e natura cercare soluzioni genera illusioni perdente l'uomo si nasconde dietro la superbia a vista d'occhio ridicola messa in scena… Rumori umani si fanno spazio tra le pieghe della terra piccoli echi in lontananza impressioni nella mente ancora sonnolenta non è un brivido a correre lungo il dorso sono gocce di sale a giungere dal mare si vede all'orizzonte schiarito dal crepuscolo il giorno morente… Un lembo mosso dal vento spira un tepore senza tremore torna indietro ricomincia a danzare… Brezza marina fresco maestrale bora dolce sale a rallegrare il caldo d'estate… Gli occhi si chiudono come in un bel sogno e facile diventa immaginare nella giostra di venti qualcuno che carezzi l'anima assorta nei mesti pensieri… Scivola nell'abisso della coscienza come materia fusa ai raggi del sole potenti… Annienta la sua forza abbandonata alla danza del lembo che rimbalza… Mi sento viva annuso l'aria cerco il profumo d'estate mi giunge il cinguettìo di passeri solitari dal ciglio dell'albero avverto il battito d'ali è volato tra folate di vento in cima alla verde distesa ho avvertito il profumo odora d'estate la spiga tagliata fa sentirmi viva… Un' ardua impresa Guardare il mondo dà il capogiro come l'essere in mare l'ondeggiare di un naviglio e l'onda si frange poi si ricompone e il vuoto ti prende l'anima raccolta si frange in visioni vorresti ricomporle è un'ardua impresa… Scorge l'occhio un sasso il lichene lo divora profuma di muschio narra la vita dei boschi furtivo il fungo si affaccia tagliata la corteccia dell'antico faggio da tante vite percorso lungo l'argine di un fiume estinto secche foglie umide ne indicano il passato corso dipinto da folti cespugli fragole che qualcuno coglie come fossero meraviglie… Un mattino stranita cerco nell'aria le giuste parole sotto un tralcio di vite mi fa ombra e carezza i miei capelli mentre poggio il capo dondola all'ombra dei pampini si prendono cura dei pensieri lievi vagano alla brezza del mattino… Annega il pensiero nella serie dei perché vivo momentaneamente mi fermo per fermare il tempo di un attimo fuggito fra ruggiti di corse sfrenate annientano l'essere perduto nel divenire cerco di capire decripto segni mi circondano animati da oscure forze mi arrendo al loro fluire sembra morbido eppure si inceppa e rallenta il passo non muore l'illusione finchè la mente vigila poi le cose che guardi ti afferrano le vedi come parti di te e rallenti il passo per riconoscerti… Avvolto l'essere in un vortice di cose dice di lui che muore se non può amare… Come amare tra cose amare fiele il sapore tutto muore… Eppure vuole credere favole di versi alati in alto diretti… Brama il cuore melodia tenue per ingenue creature… Oboi di spore spuntate da fiori note a colori offrono sapore… Papille addolcite un attimo rapite l'odio cancellano la noia annientano… Come un destino arrotoli l'arazzo affresca la tua vita tra pieghe vola al vento lieve la visione operosa tenue ti sfiora vorresti afferrarla ma vola lontano filtra la memoria e ti abbandona per correre verso l'ultimo pensiero… Ultima Dea Chi ti chiamò Speme ti citava ultima Dea. E morivi insieme a chi ti invocava per trovare sulla terra un fine per vivere senza libertà schiavo di straniere genti venute qua chiamate a dominare. Si preferì al potere del popolo rivolto di disordine creatore. La libertà ha un sapore tuttavia speciale e chi ti invocò seppe aspettare. Preferì l'esilio all'abiurare. Maestro di amore per una patria senza gloria. Notturno silenzio Vegli mentre gli altri dormono. Tutto tace e non vuoi disturbare il silenzio.è come trovarti di fronte una dimensione fuori dal tempo e senza spazio, hai la sensazione di riuscire a guardare le cose da vicino, ma con la mente distante. Attraverso una lente che ingrandisce le cose e fa vedere quello che il rumore del giorno rimpicciolisce e al tempo stesso raddoppia la fatica della mente di osservarlo. La notte ridimensiona le cose che vedi senza luce esteriore nella dimensione interiore. Allora comprendi gli abbagli presi e ricominci a guardare proprio in assenza della luce l'essenza vera delle cose. La mano non può scrivere Fredda la mano sui tasti vuol superare i guasti causati dal gelo, invade le membra, pervade lo spirito. Voci gelide di un vento invernale senza pietà, assale rattrista, i pensieri diventano neri. Macchie come nei si allargano sul volto dell'animo stravolto non vale consolazione alcuna, la posizione dominante spetta al gelo. I sentimenti stentano il calore viene meno calata l'apprensione sale la desolazione sopravvive il bisogno di una forte emozione. Mi guardo le mani solcate da vene mi dicono vita vissuta tra oggetti toccati o lavati oppure presi con forza oppure delicatezza per una carezza data ancor più se ricevuta un passaporto per andare in alto tra vette intatte dove non esiste orma d'uomo dov'è l'immenso Percorro sentieri bui Mentre cerco la luce rintanata non si lascia catturare dall'occhio che brucia… Versi d'uccelli nel fondo l'orecchio avvisa il tempo che scorre ingrato accompagnatore di lenti gesti… Celesti Miti Un colore allegro l'azzurro di miti antichi non per questo lontani, a portata di mano di chi non disprezza sognare, si diletta a chiedersi il perché dell'esistenza e ha bisogno di scovare risposte nel passato. Annunciato dai racconti di eroi pronti a sconfiggere mostri per trovare la ragione di moti nascosti dell'animo. Frenati dal tempo trascorso, per questo coperti da una coltre di polvere che diventa magica nel sogno di varcare soglie di lidi lontani. Laddove scaturì l'arcano inizio dell'umana generazione terrestre. Praterie di grano al sole verdeggiano ondeggiano al vento vi si tuffa lo sguardo baluardo del verde prodotto da mano umana tremante e furtivo lo sguardo si sazia impenitente ininterrottamente il declivio seguendo di morbide colline avamposti passati di greggi transumanti e di popoli affamati in cerca di nutrimenti… Un filo di luce Attraversa l'acciaio grigi serramenti e opachi rettangoli. I vetri filtrano la luce ma invano l'occhio guarda lontano… Se soltanto sapessi come entrare abbattere il muro che si innalza non vedo l'orizzonte nascosto dalla cenere si deposita sul fiume… Scorre verso il mare dove si nasconde il mondo ricco di amarezze qui si lavano i pensieri e rinascono i sogni… Bimba mia mi lasci prenderti la mano Perché non scrivi poesie? Piacciono a tutti, dici… La mia poesia sei tu che mi guardi Ma sei lontana… La vita ritorna Le spighe parlano mentre si lasciano carezzare dal vento straordinario evento vederle ondeggiare parlano una lingua di verde natura quando matura celere imbiondisce al tocco di Cerere rimane cenere quando le lambisce la lingua divoratrice d'ogni forma di vita eppure purificatrice di una terra ardita nel riproporre vita rinnovata nelle nuove verdi spighe miracolo cosmico ricrea il biologico ciclo vitale dalla spirale della morte ritorna la vita… Primo amore Chi ha detto che amare è gioire? Non sai niente dell'amore e ti lasci baciare, le gote scottano hai la febbre, vorresti fuggire ma non lo puoi fare, ti lasci abbracciare. Ti chiedi:è questo l'amore? Non riesci a pensare hai timore di andare non vuoi farti guardare, un disagio il rossore. Chi ti ha baciata l'avrà fatto per amore? O sei un'altra da conquistare? Ma quel che ti importa è capire l'emozione che dà l'amore. La sensazione è che faccia soffrire quel che importa è volerlo capire. (da Quasi sonetti sparsi) Fermate il mattino Chiaro il cielo libero da nubi antenne tese ferme finestre attese colme di speranza in un migliore giorno da venire… Nulla fa credere che odio alberghi in animi tesi a scrutare tra pieghe di lenzuola stese l'arrivo di un'onda serena di vento in un migliore aspetto delle cose… Fermate il mattino finchè domina il pacifico silenzio tranquillo ascolto di sereni mondi lontani da immondi pensieri nutriti da corrotte essenze generate da infelici menti… Poeta segugio chi annusa l'aria e scopre profumi nascosti disparati Sentori di epoche passate narrati in barlumi che attraversano fiumi o solcano cieli lontani un palmo dall'eterno segreti chiusi in granelli di sabbia bollente attraversata da piedi freddi distanti dal mondo eppure vi affondano a svelarne il mistero… Il piede sfiora antiche vestigia Ora non superati affanni resistono all'ombra di luoghi chiari eppure nascosti al passaggio degli uomini moderni osservatori di antiche vestigia cercano risposte agli arcani misteri di umanità passate i cui segni parlano di infinite civiltà annegate in verdi onde… Il piede incauto calpesta le antiche vestigia riconta i passati passi attraverso pietrosi selciati non ingannano la mente immagina popoli li attraversano… Quando chiudo gli occhi vedo un mondo diverso chiedo a chi incontro come stai i tuoi occhi cosa vedono dentro dimensioni di traverso lucciole inondano fiumi senza sponde sgorgano da fonti visibili non più verso il niente diretti ma vie di ritorno verso sentimenti a lenire ferite volti età dell'oro torna lungo le palpebre non si vogliono aprire… Fede antica Mossa la legna parla di monti voce di incontaminati sentieri traversati da passi fatti certi da una fede antica… Scottati dal sole cercano riparo all'ombra dell'acero coi rami riversi sui dirupi scoscesi… Scappa la lepre dallo sguardo innocente sfugge all'umana curiosità memore di passate voglie di cui era vittima… A muovere l'anima ora è la frescura avamposto di più alti luoghi in cui facile è lasciarsi annegare… A chi è amato amar perdona Cerchi Amore appassionato risponde Cerchi calore Amore corrisponde Cerchi luce ce l'ha l'amore… Cerchi le tenebre se non sei riamato non è perdonato necessita celare nel buio tale amore qui è più facile parlare con l'affranto cuore… Per l'uomo è facile negare l'innegabile quando guarda se stesso riflesso in uno specchio oppure in uno stagno… La superficie liscia o scabra non rivela alcuna verità, velata dalla pietà di se stesso… Compassionevole risposta alla riflessa immagine, ma fole non bastano a non dire il tempo non vissuto nell'inconsapevolezza deviando da saggezza lo sguardo fissato in superficie, svagato da quotidiani dilemmi commedie non drammi…Sole di paglia In cima a un cumulo di paglia mi perdo nell'odore del grano che un tempo è stato… I miei capelli con la paglia giocano a perdifiato non importa quel che è stato… Sono pronta al sacrificio di un intero giorno per rivivere la festa di un ricordo illuminato da quel sole di paglia… Lassa seduta al tuo cospetto non ti spieghi perché il sole non allontani le nuvole. Sorvolano autoritarie sul tuo capo annebbiato dall'accecante luce. Non lasciano vedere oltre la cortina. Vorresti essere sul colmo di una collina a dall'alto vedere lo spiegarsi d'immagini festose che pietose vengano a rallegrarti. Se l'acqua lava la pioggia monda inonda superfici gocciola dentro sparge lucciole segrete luci accese dal sole di raggi riflessi il buio s'invola annega bagnato lì sul selciato… Nel cerchio un bel ricamo Gialli tulipani mi guardano maestosi testimoni sul mio cammino profumo il richiamo lo seguo arrendevole non è ingannevole… Il filo che tesse verde intesse dialoghi amorosi fortuna inciampare nei loro discorsi tra le righe ritrovarsi… Fatica è donna quando portoni sbattono in faccia dirompenti rifiuti Fatica è donna quando attendi il ritorno di qualcuno che non arriva Fatica è donna quando guardi in alto e vieni relegata in basso Fatica è donna quando per nulla si fa chiasso se è per una donna Fatica è donna quando uno schiaffo ricevi in virtù di una carezza…La pioggia scende lava le cose scontrose si concede un tono dimesso contro verbose espressioni e sensazioni crescono umide dimensioni affaccendano passanti ansanti divergono i loro passi incauti finiscono per bagnarsi non vale ripararsi fradicio il capo non sente ragioni… Il sole illumina parti altre le lascia nell'ombra… Felicità coglie solo in parte non illumina tutte le cose… Illude allora poi disillude esclude ragione festa nel cuore… Solo un brivido passa sul dorso poi torna solo realtà ognora… Mi sono persa a cercare l'uscita un labirinto la vita nessun filo in aiuto ogni volta tornare indietro a rifare i passi nel quadrato di una stanza stretta non consente libertà la porta è vicina ma toppo lontana… Immagino ali maestose nei sogni sono deliziose sai che in astratto le parole a un tratto allacciano un discorso un tesoro poderoso averle ritrovate… indispensabile Indolenzita invio un mesto sorriso a occhi di speranza dicono che non muore nonostante una coltre di nebbia avvolga di strati sottili il cielo nascosto… Verrebbe da piangere ma è meglio sorridere l'atmosfera silente non parla di niente l'orecchio accosto un brusìo percepisco mando avanti il disco… Una melodia lieve come una nenia abbassa le ciglia e mi trasporta laddove s'impiglia in un nodo la scorta dei sogni in segni… Traduce attimi di gioia celata un cauto sorriso tradisce mestizia non di meno letizia affranca lo spirito. Tumultuoso battito ingombra il petto non regge il torace l'insolente brace galoppa a briglie sciolte l'impeto che scuote l'inutile ragione della mente richiama all'ordine il cuore nella fiamma il cuore annega a salvarsi è una fitta di dolore… Quando l'alba ritorna riprendo il viaggio della vita sorprese non ho a mirare il moto perpetuo del mare carezzo con lo sguardo l'onda scomposta ricompongo la sabbia in granelli confusi sul fondo… Risalgo in superficie l'ossigeno non basta eppure respiro finché nell'aria sia possibile non morire m'immergo nel mare di luce emersa dall'onda il capo reclino mi lascio trasportare… Mi accosto al fiore chiuso nei petali molli s'increspano al soffio del vento spazza veloce la farfalla scaccia… Impietrita sul dorso del cardo le ali chiuse non vola attende il ritorno del vento che sia generoso a liberala… Dolore di passione Dietro le ante di un portone chiuso il cuore in abitudine un tuffo al cuore nel gelo di una sera non programmato drammatico incontro vano è fuggire il cuore catturato è preda d'amore… Amore assassino verso chi assale nessuna speranza di schivare il dardo in pieno petto coglie inesperto il cuore ammaliato da desiderio disfatto più che imprigionato… Inganni Ferite sanate poi riaperte, bocche dischiuse, assetate d'amore, poi abbandonate senza riso, chiuse dal niente. Frutto d'immaginazione credere di aver visto bene con gli occhi della mente. Trame scure nell'ombra ordite, senza pietà tessute per ingannare cuori ignari, desiderosi di incontrare verità. Messaggi parsimoniosi, risposte senza ricevuta di ritorno, lapidari dinieghi di amori creduti e vissuti senza margini dubbiosi. Liberamente espressi come gesti puri, onesti sentimenti, privi di ornamenti. Non resta che vegliare, il sonno scacciare il molle desiderio di non voler capire. Mi nutro di canto I rumori sento ma canto ascolto tra i rami in alto di un pino di strada carezza l'udito desta ardito non vaghe risposte… Pare un lamento scendere dall'alto non sono risposte le nostre certe lo sguardo in alto si dirige e sento ancora quel canto… Barbarie Barbaro modo di uccidere la vita infrangere un sogno di giovinezza offesa molesta alla freschezza di un volto immacolato di un corpo defraudato di tutta la sua ricchezza occasione di purezza per la vita sulla terra. Posto sbagliato per un sogno di libertà nutrito come una promessa lontana o vicina nel deserto della propria terra abbandonata in una realtà senza sentimento. E il fiore spuntato in quel deserto sembra un cattivo scherzo della natura la prova beffarda di un amore negato a un cuore indurito dall'odio della barbarie. (La quindicenne Sarah Scazzi viene uccisa ad Avetrana in provincia di Taranto, 7 ottobre 2010) Un' autostrada questo vivere affacciati a una via sfreccianti baccani circolanti di continuo… Non si arresta la scia di auto in corsa per dove non si sa… Un mistero vuoto come gli abitacoli in cui non è noto chi li conduca… Anonimi fantasmi assenti al volante lo sguardo vuoto del passante fermo sul ciglio della via… Attende il momento di riprendere il passo non può essere lento svelto oltrepassa la metallica scia… Rallentare non perdona… Alibi rassicurante L'alibi, soluzione alle ragioni dell'egoismo, assicura all'uomo un'apparente sistemazione dei dubbi che l'assalgono le paure di tutto ciò che è diverso, i pregiudizi verso ciò che non riguarda i propri privati interessi e mina la base delle proprie rassicuranti certezze, garantite dal tenersi fuori da emotivi coinvolgimenti, a sostegno di ragioni personali poco credibili, allo scopo di restare distanti da situazioni estranee al piccolo privato mondo. Nessuna ragione del cuore o morale deve prevalere sull'unica razionale ragione possibile, l'interresse individuale. È la filosofia del proprio orticello da coltivare sopra ogni altra cosa. Quel che è necessario è assicurare a se stessi il benessere a breve e lunga scadenza a costo d'ignorare o scavalcare le ragioni dell'altro, basta trovare dentro di sé un alibi. Magica parola Ormai è fatta! La parola detta non si ritratta, segno scolpito in un masso, può far male com'un sasso. Dritto al cuore va a colpire punta di dardo, acuta v'a ferire. E pure uccidere può, a giocare coi sentimenti. Allora, si calibri la parola, attenti a non sprecarla. La sua magìa è come un soffio soffice di vento che accarezza si trasforma in malìa tuttavia, quando colpisce con violenza o insolenza. Soffia soffia vento spazza tutto ramazza non risparmia alberi o tetti cupole e cime uccelli smarriti cercano riparo la prima tegola può andar bene baveri alzati celano volti smarriti vanno incontro la sera il buio spegne ogni speranza di chiaro rifugio non v'è tana dove albergare il vento scopre ogni pertugio… Cerco nella memoria un rifugio a questo momento di smarrimento. Fugge il tempo mentre la mia vita è ferma. Lo struggimento di un attimo di tregua dai gesti che si ripetono fa sembrare più piena la vita che lenta si svuota. Fermo l'attimo per sentire che freme ancora. Con stupidità si fanno guerre si distrugge per ricostruire ma si perde il tempo fugge non arride a chi lo deride solo schegge di saggezza contengono l'orrore del disumano furore… La nuova Arca Un luogo sicuro dov'è possibile riparare e a quel che resta del mondo assicurare la sopravvivenza, quest'ultima speranza luce per credere nella possibile alleanza tra gli uomini, uniti dalla stessa sorte. Finalmente uguali e pronti a combattere per gli stessi diritti, pronti a condividere le stesse opportunità, uniti da un ideale unico, dare alle generazioni future la possibilità di continuare a vivere. Una nuova Arca dell'alleanza, risultato di un patto tra gli uomini, nell'intento di ottenere privilegi comuni unica immaginabile garanzia di salvezza per non morire consumati dalla violenza. Vagheggio tempi futuri vaneggio rimproveri d' un'epoca oscura assiepati all'ombra assolati momenti cercano sgomenti una via d'uscita sbarrata l'entrata di felici dimensioni… Non colte occasioni più non ritornano vagano invano in terre straniere dove strane ere vi sprofondano e non risorgono oramai cancellate da grevi pedate… Perlustro spazi vuoti vi semino istanti vissuti nell'animo per un attimo attendo e vedo l'odio orrendo annienta vittime sul letto del fiume scorre il sangue volto esangue quel che rimane osserva lontane piagge dove approdare se lo permette il mare… Respiro Un soffio d'aria colpisce le nari. Avverti il profumo di pollini venuti da lontano, i colori dei loro fiori immagini. Una foglia secca t'interrompe e l'odore cambia. Sa di terra bagnata solcata da radici scure come l'ombra riflessa dal sole, là alle tue spalle. Il rumore dei passi ti dice che vivi. Cammini per sentire che ci sei, respirare ti dà l'esatta dimensione che non si tratta d'illusione. Folle solitudine Su e giù vai poggiato a una stampella una luce guizza tra le sopracciglia è lo sguardo fisso ad un approdo. Potrebbe essere la tregua al nodo che intorno alla gola si aggroviglia la panchina cerchi è proprio quella. Cominci a zoppicare vorresti camminare. Con un passo singhiozzato giungi al tuo rivo strozzato. Fissi intorno lo sguardo un disincantato mondo ti guarda indifferente. Sei un folle comune confuso tra la gente. Meglio lasciarti solo. Alla panchina approdato finalmente dopo aver tanto inutilmente a lungo penato. Dolcezza di coltri Attardarsi sotto il tepore di coltri amiche del sonno e di incontri con i sogni del mattino confusi dal riverbero di una luce cinerina, proviene dalla stanza più lontana. Annuncia il giorno l'ombra diafana del mattino non ancora desto. Dolce allora lasciare il capo ancora coperto abbracciato da sopravvissuti pensieri notturni, nebulosi lampi di vita vissuta in sogno, fotogrammi dall'arcano contenuto dimenticato. Guardi dietro l'alga nascosto osservi quanto accade nel mondo. La bocca socchiusa lascia sfuggire qualche bolla che muta dice come negli abissi si possa cercare la propria dimensione. Agguati ve ne sono tanti ma si possono fuggire gli stenti. Scorte infinite nutrono viventi eserciti di creature variopinte. Puoi vedere e non esser visto come a teatro dietro le quinte. Come al cospetto di un'orchestra canti liberi si propagano e sinfonie che parlano d'amore e di vite che verranno sonnambule a rinnovare sembianze tremule. Come in un sogno in cui è possibile credere alla storia dell'eternità. Il rumore di un ruscello trasporta nelle profondità di una dimensione che trascina in un vortice i pensieri come i sassi battuti dall'acqua che sgorga e li affoga. Non per annegarli ma per rifletterli nel suo specchio come un occhio aperto a guardarli. Li fissa ribaltandoli. Li trascina via e li riporta indietro. Diventano giocattoli bagnati di polvere come sfocati primordi nitidi come i ricordi. Possibili ritorni Ho a lungo atteso una notte il ritorno del sorriso di note a ristorare coi ricordi giunte attimi vissuti le cui impronte sono impresse in ciò che ieri ero e che ora sono nel riverbero di luci dorate di sole. Riflessi che come ardite lucciole accendono i silenzi notturni, arringano parole nell'eco flebile che dolce accompagna nuvole di un sogno, vaghi annunci di possibili ritorni. Il coraggio di sorridere leggera è la vita alla luce del sorriso l'ombra intimorisce e negletta va via… I colori scuri sbiadiscono alla luce del sorriso una vaga passione più chiara appare e il panorama domina… Piume eteree volteggiano alla luce del sorriso bellezza dicono sul volto perlato nulla è biasimato… La grazia muove il passo alla luce del sorriso leggero spinge la figura tra le braccia del mondo non è pensabile fuggire… Ogni ora tramuta un attimo calcolato nel tempo fuga inutile rincorrere l'attimo… Attendere domani è come fermare lo scorrere del tempo passeggiare all'ombra del passare del giorno… È un tarlo quel che sento Mi parla di alberi e foreste… Mi sovviene alla mente di quando attraversavo sentieri e sentivo muschi odorosi e rocce che sapevano di umida terra… Calpestavo le foglie e immaginavo un furtivo serpente strisciare tra i sassi… Mi bastava andare per boschi contenta di un lento passo… Non occorreva immaginare altro… Oltre i rami di faggio uno spettacolo completo. Mi bastava osservare il divino creato ricco di personaggi imbastivano un teatro… Il coro commentava ciò che accadeva alti fusti in declivio a valle vociavano cinguettanti rami al terrestre saluto di tremuli ciclamini dai petali accomodanti pur udendo trepidanti passi umani in arrivo… La voglia di fuggire mi sorprende furtiva come una spina nella pelle cammina è lì e come un tarlo in sottofondo si fa sentire a volte si fa largo in sogno giungi su vette altissime… Da lì guardi il mondo è solo un puntino nel reale un macigno pesa sul dorso fino a curvarlo lo scosti un momento il tempo di un sogno… Marosi trascinano a largo la vela resiste al vento della tempesta vorrebbe abbandonarsi al moto delle onde ma il fragore spaventa scudisciano le onde alte il legno rimprovero all'ardore d'umana avventura . Nulla può il marinaio nello scontro col corrucciato mare… Finale di una gelida sera Aghi di pioggia pungono una tremula pozzanghera traversata da brividi di luce riflessi di un lampione stanco di risplendere… Invita la sua fioca luce a riflettere i pensieri nella tremula pozzanghera appaiono e scompaiono nel finale di una gelida sera… Onore e gloria Assurde vele portano lontano a mondi nuovi approdano lì non si attende domani ogni giorno è buono non si sente il deserto non si valicano monti si passeggia all'aria fresca del mattino le orme non portano a mete inattese né sogni di gloria imbastiscono i sogni è a portata di mano il sogno e si vive nell'onore… Il risveglio americano Un sogno di libertà hai rappresentato nel corso di una storia giovane, di novità generosa dispensiera. Chiunque abbia cercato in te possibile ha trovato la realizzazione del sogno. In nome del tuo sogno generazioni hanno varcato la soglia dell'arcano. Il mito possibile è stato realizzato da chi vi ha creduto. Ma al sogno è seguito il risveglio inevitabile, alla luce della realtà è comparsa la verità. Al tuo mondo invincibile hanno scricchiolato fragili fondamenta. Sonori sguardi volgono segrete pupille dove echi profondi chiamano a raccolta animi gelati e sperduti armonie celesti li accarezzano con la dolcezza di piume sospese in tiepide atmosfere… Inverni adombrati il passo cedono a future primavere il tempo di rinnovare sembra arrivare pronto a squarciare la cortina di nuvole eppure l'aria profuma di neve… Amabile contrasto Una terra piana estesa, un lenzuolo dorato che abbraccia l'universo per offrire spazio a ogni cosa. Ti è entrata dentro al momento della tua nascita, nelle tue vene scorre il suo odore, il suo sapore, il suo colore, te ne nutri come ti dissetassi alla fonte dopo chilometri di deserto. Un miraggio la tua terra si trasforma nella ideale meta del tuo istinto più nascosto. Tendi a lei come il neonato al materno seno. Nelle tue radici, appenniniche montagne, orme di antichi sanniti che attraversano boschi secolari di una terra ancestrale abitata dall'orso bruno. Massiccio esemplare di una natura sovrana maestra di sopravvivenza in cerca di frutti rari. Predatore d'istinto, divenuto nemico dell'uomo e delle sue greggi. Amabile contrasto tra la piana sconfinata del Tavoliere e gli aspri Abruzzi montani a forgiare un'anima sensibile al richiamo silvestre dei verdi boschi alti e attratta dalle immense distese piane dall'acre odore di grano arso dal sole, dall'ulivo dai rami fruscianti, vesti di una sinuosa odalisca, dal vitigno gravido di zuccherini acini, ebbri del dionisiaco inebriante succo prezioso. Orgoglio del dolore curiosità ignorare di chi non lo conosce traversare paure inconsce lasciarsi attanagliare e così sentirsi essere padroni di uno spazio interiore inaccessibile a chi guarda per parlare senza capire lo sguardo smarrire nelle maglie del dolore e in fondo ritrovare il senso dell'essere inafferrabile delle parole tramutarli in spilli e l'indifferenza pungere… Immagino una pioggia di petali a tracciare il mio cammino semi d'amore profumano l'aria, ne soverchiano l'acre odore d'umano mortifero consumo… Una selva oscura eterna nessuna lanterna illumina il cammino smarrita la luce ricorro alla memoria Ripercorro la via dei petali… Segni del tempo Il tempo si prende gioco dell'umanità l'illude con la giovane gaiezza e poi sfiorisce nella vecchiezza, ma è l'umanità a non accettare gli effetti naturali di un ciclo vitale concluso nello spegnersi di una vita per altrove ricrearsi in nuove creature. Attaccarsi alla vita non dà buon umore è conveniente allora lasciarla scorrere affinché ogni cosa abbia il giusto vivere nelle varie forme di ciò che è esistente, come lo scorrere di un fiume che nasce da una piccola fonte per andare a morire nel mare, piccolo costruttore di una grande dimensione, garanzia di vita di vite infinite. Romanzo di parole per dire senso del vivere attesa di morire immagini d'amore illusione del cuore stranezza colta tra certezze vaghe… Ossigeno in polmoni affannati in ricerche di effetti e di cause ricchezza di momenti riempiono lo spazio vuoto fino allora basta per ora vano cercare ancora… Sole tra nuvole Sprazzi di luce interrompono celesti nuvole rosseggiano albori nuovi furori si affacciano albergano suoni distanti da ere già cominciate finali insoliti le attendono... L'erta a fatica salgo per guardare dall'alto atmosfere di festa, luminarie spente zittiscono i canti… Echi giungono stanchi di lontane primavere distanti sguardi scorgono fiumi sopraffatti dagli argini… Tetti più non bastano a coprire le case… Piccoli presepi le guardano… Avanza grigia la sera tetti innevati riflettono l'ultima luce piccole gocce cadono a incidere lamelle di ghiaccio… Il passo incerto orme lascia indietro scrivono vite passate ognora ad aspettare faccia ritorno il giorno… Mancata apocalisse Paure celate in antichi pensieri fan vedere apocalittici mostri fantasia accendono a chi non sa come spiegare quel ch'è mistero conoscenza non basta sempre a trovare pertinenti risposte… Eppure basta guardare al di qua dell'inaccessibile per vedere che ognora il mondo muore vane le attese della sua fine la vita continua a mordere il dolore del mondo non si ferma… Rinascere con la forza di un bimbo in una culla di fascine la faccina dice Natale il dio bambino di vite umane cattive e buone viene da grembo inviolato pane amore di mondo viene da dove posto ve n’è per ognuno in ogni dove… Paura non v’è lì di non avere… Basta l’alito di bue e d’asino a scaldare… Alba d'anima rischiara la mente satura si libra in un mare di candore spazzata via ogni ombra tutto si colora… Venature d'azzurro dipingono l'aria un respiro leggero penetra la mente… Sì dolcemente carezza il capo s'adagia sereno su un guanciale di petali gialli... Riflessi di luna sciolgono i capelli una dolce nenia annuncia il giorno… Il giorno ti saluta in un manto nero poi grigio diventa fino a mostrare un sorriso bianco con sfumature azzurro cenere dall'alba saluta il mattino inno soffuso sbircia le tacite finestre un cenno viene dal volo felpato di tordo passato desta al giorno l'anima scorta più sicura si leva occhi già aperti allontanavano sogni della notte attendevano venisse l'istante pronti a schiudere il mistero di giorno… Andare per strada Di donne narrare violate ancora olocausto di vite ancora negate… Canta il poeta l'eterna sventura depredato il corpo l'anima annientata… Viaggia il poeta in cerca d'onore per morti insensate violenze narrate… Ricordo di vittime ora accomunate trascinate nel fiume della dimenticanza… Un petalo di rosa il poeta sventola per profumare ancora d'amore… La scia giunge nel suo cammino ultima essenza d'uomo di coscienza… Foggia, 9 dicembre 2012 all'amico Gianmario Lucini Ogni giorno una ruga sul tuo volto è una riga che segna il tempo che lesto tramonta con svelto passo e in rassegna mette i giorni di vita che ti sono rimasti… La mia voce non senti per quanto chiami alta il tuo nome dimentichi il suo tono cancelli le parole svuotano il senso che non cerchi vuoi che siano già echi del tempo lasciato dove avevi vissuto ora da te disabitato vai verso altri luoghi e avvisi col tuo silenzio… Una speranza colta All'ombra scherzosa della sera naturale appare cogliere il lato armonioso della sfera che i pensieri sa riflettere. L'attesa si fa dolce la sera del giorno in cui sperare impresa impossibile da fare senza volontà da impegnare. Oltre il confine di ogni sera si fa luce la speranza di avere una voglia nuova di vivere un sogno tutto da amare. Soffia soffia vento spazza tutto ramazza non risparmia alberi o tetti cupole e cime uccelli smarriti cercano riparo la prima tegola può andar bene baveri alzati celano volti smarriti vanno incontro la sera il buio spegne ogni speranza di chiaro rifugio non v'è tana dove albergare il vento scopre ogni pertugio… Voce impotente Arranchi di fatica la voce si fa roca eppure non cedi, rispetto domandi com'è giusto che sia. Sei testimone di poesia scritti i tuoi argomenti da molto tempo passati oltremodo sopravvissuti per coloro innamorati, nutriti dell'amore di Poesia. Nessuno ti ascolta, nel deserto la tua voce si è perduta. Neppure un'eco ritorna eppure non ti stanchi di dar voce all'incanto di chi ha speso la sua vita alla ricerca di un senso da trovare nel creato. Contenuto dal valore inestinguibile, amore per l'uomo nell'universo che lo circonda, immerso in sentimenti che mutano l'aspetto, ma serbano immutate le emozioni. Vedere Sollevare il velo steso sulle cose, intravedere tra le pieghe il malinteso di quanto detto, frainteso da chi non vuol intendere. Meglio mancare il centro delle cose, trascurare particolari del perimetro della vita, starvi dentro e il perché non chiedere alla chiara coscienza. Ma scoprire l'influenza esercitata dall'esperienza lascia svelare il mistero. Le cose in un grandangolo di dilatano, si vedono particolari trascurati, a occhio nudo non veduti. Come nella lente di verità appaiono semplici e reali oggetti animati e inanimati. Si muovono e muovono vite vissute nell'attesa di sfatare il mito eterno. Un velo copre il capo timido sguardo tra umide pupille… Scendono palpebre a voler nascondere non bei ricordi non belle avventure in giovane età vissute… Non sorrisi aprono labbra nel silenzio serrate a trattenere angoscia provata… Qui per caso giunta non chiedi carezze accetti incertezze ogni dì provate… Ogni notte cercano bui fantasmi nella tua mente spazio da occupare non vale cantare neppure tacere… Gli occhi tuoi narrano vicende sanno di deserto dune di dolore e sete nel cuore… Di democrazia si discetta ma il popolo s'offende ancora vittima nel tempo uguale di chi potere maneggia si destreggia tra denaro e corruzione pur di prendere una fetta… Intatto a fette il popolo s'affanna né una spanna va avanti ancora arretra né di un passo avanza la riscossa smorzata ancora non per spirito mancato ma per necessità di pace… Il sole è tornato tepore ritrovato accoglie membra rigide e intristite dai troppi giorni passati nell'ombra… Una corsa libera tra le vie serene senza la pioggia non più scrosci inumidiscono voci e suoni… Tornano gai e adamantini i soliti gesti i vetri tornano trasparenti lenti da cui guardare… Gli avvenimenti accadono lieti gli occhi chiari biglie colorate li riflettono di nuovo gai… Tristezza s'affaccia il giorno prima come l'alba s'adombra di sera parla muta di ieri s'accende bagliore percuote memoria s'inclina il verso passero canzone s'inventa seria per dir frottole s'inceppa il becco parole inutili s'accoccola triste per scaldarsi petto stringe s'arruffa piume per celare brume… L'ironia Arma che sconfigge la paura e il dolore sorriso non scherno tutti i guai leniscono come una filastrocca la mente consolano… Ancora v'è riflessione ma pure compassione per sé e chi sul serio osserva allo specchio e prende la vita fino a iosa soffrirne… Sguardo distante pare di chi ride ma si trattiene così la lacrima che vorrebbe scendere amara… Il sole illumina parti altre le lascia nell'ombra… Felicità coglie solo in parte non illumina tutte le cose… Illude allora poi disillude esclude ragione festa nel cuore… Solo un brivido passa sul dorso poi torna solo realtà ognora… Una coltre di nebbia non abbandona i tetti le finestre sbiadite non mostrano nulla nessun'ala sbatte non v'è alcun volo… Ferma l'aria spessa non lascia vedere un velo sgualcito copre i pensieri non trovo parole esatte per dirlo… Queste ore frali molli passano al vaglio tempi duri sono scuri non sono chiari come coltre di nebbia… Voci mi dicono Umanitàè odio meglio l'amore. Umanitàè invidia meglio generosità. Umanitàè triste meglio è la gioia. Umanitàè scherno meglio è l'ironia. Umanitàè violenza meglio la dolcezza. Umanitàè avidità meglio generosità. Come quando cedi a tentazioni miti fanno sporgere in avanti sguardi sinceri memori di essere felici… Ho visto un dio Nero trafigge lo sguardo vaga lontano, orizzonti africani si intravedono fumose braci nel deserto come scintille di fuoco le stelle del firmamento la luna sfiora le dune come fossero le ali di un cielo vicino… Riflettono le pupille l'orgoglio solitario di leone non hai paura non temi il serpente lo senti strisciare non lo calpesti eviti la sua scia lascia un solco nel monte di sabbia le tue orme vanno verso mete lontane dove il primo uomo aveva trovato la vita… Semplici riflessioni rivolgo questa sera all'esistenza cara un bagliore illumina la mente domina… Passioni gioie e affanni serena colgo pensieri nessun fiore nero o bianco, ognuno importante pedina sullo scacchiere dipinto dagli anni presenti e passati già come albe e tramonti. Ora neppure il crepuscolo temo giunta al secolo attuale non celo vergogne neppure sconcerti, stupori ancora freschi mi prendono trasecolata guardo il cielo… Correggo negro con nero non per dire uomo nero né in nero uomo dalla pelle nera direi bruna come terra fresca scorre tra mani scivola libera di natura pestata da piedi bianchi contrastanti nel colore di chi non comprende l'uguaglianza diverso per volere non di natura siffatta diversa fantasia d'un molteplice creato ma il sorriso è bianco una punta di diamante sulle labbra folgorante… Di guerre si sente parlare non basta orrore passato nel futuro si moltiplica il gusto dell'orrore non basta morire l'orrido in crescendo spreco di sangue volti senz'anima non guardano molto lontano si fermano a sentire sirene indifferenti ammassati in rifugi senza posto per le lacrime fonti asciutte non irrorano sguardi vuoti umanità mancata si muove a tratti per ripetere errori intatti… La perplessità è di chi non crede e di chi non vede lo svolgersi naturale di cose amichevole espressione di levità vita che si manifesta non per ciò spiegabile a volte pure invivibile… Ingannevole è sottrarsi sarebbe come illudersi vivere non è coraggio un naturale servaggio a peripezie temporali a obblighi di spazio… Circostanziate verità illudono di sapere obbligano a volere tanto più vero sentire non imbrigliati in panie liberi di vagare in arie più alte e più lontane contenti di respirare… E sia come vuole il tempo un ritmo lento batte ora che il temporale è passato le nuvole restano a scandire il movimento d'ore lento e diseguale spartito originale leggono mentre un battito d'ale qua e là fa rumore tra fili di corrente… Sono spenti ancora lo sa il piccione non è impaurito da strano effetto luccica il becco se tuba o becca e luce rifrange tra lo zampettare lezione esemplare per non ostacolare il passare del tempo sì che si può imparare… La pioggia scende lava le cose scontrose si concede un tono dimesso contro verbose espressioni e sensazioni crescono umide dimensioni affaccendano passanti ansanti divergono i loro passi incauti finiscono per bagnarsi non vale ripararsi fradicio il capo non sente ragioni… Se la pioggia non scende l'autunno pare sereno di contro il vento ribelle arruffa le nuvole docili si lasciano imbrigliare incerte traversano cieli ora azzurri ora cenere confusa tra le micce non basta il lampo a scatenare temporali… Appaiono attese inutili le incertezze del tempo ritornano a brontolare non altro che attese vaghi lumi di nuove premesse al mutare del tempo l'odore di pioggia non sento… Una distesa erbosa dinanzi a me osa chiamarmi e sogno corro a piedi nudi nulla può fermarmi non sento ragioni nessuno ostacola la mia corsa matta fuori dai confini svetto gli alti colli dell'immaginazione… Non vi sono bandiere né genere di ostacoli il cielo si può toccare occorre uno sguardo semplici mani rivolte in alto e nella celeste volta si fa strada ode sarmatica di nuove creature non costrette a strisciare ma pronte a volare e non tornare… Il sole trafigge lo sguardo tra le basse palpebre rinunciano a scorgere le vie che conducono al vero amore che qui non è… Basta più nulla chiedere alla realtà che circonda vaga in possibili sfere sciocco chi si arrende e lascia le luci spente... Visuale piatta rimane al disteso orizzonte linea ignota rimane immota traversata da nuvole ignare d'acqua feconde non chiara illudono di pioggia che mondi… Cascata di foglie Piume verdi abbandonate sull'umido selciato percorso affaticato dall'odierna fretta ma lo sguardo slitta verso quelle riverse foglie secche non ancora figlie di un tempo scaduto non ancora da accartocciarle… Appena sbiadite affaticano lo sguardo che vederle vuole come verdi piume sciorinano verdi parole d'un tempo passato ma ancora giovane… M'illudo d'essere canto seguo l'incanto d'immagini sonore veglio per non smarrire il filo delle parole… Imbastiscono discorsi fragili eppure profondi incidono solchi nei pensieri lucide epigrafi di leggere follie prendono l'anima… Si lasciano condurre in spazi seminati fuori dai confini di mondi reali facile è volare sulla balzana rima… Un fiore colto seppure reciso è consolazione di un momento un fugace piacere… Estenuante sentire l'umido di sere in solitudine stesse scene viste e riviste… Storia triste guardare fuori foglie incolori venire giù… E tornano su voglie imbizzarrite dal vento tramortite… Pare lontano il bel sogno dell'estate… Quando feste di colori caldi scaldavano spavaldi animi queti d'amore certi… Canto tra gli alberi Un ramo si affaccia musica produce al vento che soffia canta l'ultima cicala s'illude d'estate fine di un sogno baccanale autunnale canta l'ultimo canto si ferma ogni tanto riprende fiato ancora per poco… Mi guardi farfalla variopinta tra le ali petali di margherita o macchie di rosa si sfogliano al sole odorose fragole mandi nell'aria acuti di luce spandono viole… Attendi una risposta dallo sguardo teso ti voglio toccare ma come musica arrivi e svanisci tra le nuvole illusione celeste minuti di miracolo dolce e vanesio… Ciechi brancoliamo alla luce del presente assente ignoriamo il passato l'abbiamo cancellato… Non ne avvertiamo più il senso trascinati dall'inabissante flusso di odierna esistenza… Vita non vissuta vista da una lente opaca cancellate storie di ieri tornano alla mente non vive… Sgranate a occhi distanti oppure ingrossati da strati di niente opposto a un vero vissuto…. Rosa luna guardi al sole calante ne prendi le sembianze il volto tendi a petali di nuvole… Messi colte tra rivoli di fumo si lasciano lambire da rosse fiamme muta sorvegli non t'è dato reagire… Roccia precipitata giù dallo scoglio scabroso rovello contro cui l'onda s'infrange appiattita nell'antro scavato dal mare… Agavi assise in alto guardano l'inquietante gioco creato dall'onda… Per miracolo lo scoglio della roccia figlio dalla cima chiomata di pini coi supini sguardi assistono fedeli all'ondoso furibondo gioco… La coltre non copre i piedi miei fredde appendici del corpo disteso inutile allungarla scalciano i piedi… Pur coperti sono scoperti la mente sopita il freddo desta impari la lotta il sonno fugace fa posto alla veglia… S'affanna a cercare pace sottratta da ansie notturne debole l'umano corpo non può riposare fuori da una coltre… Piedi freddi dicono strade di ghiaccio tese a mete dure insincere lasciano muti di fronte muri percorsi duri di foschie segnati dicono niente e parole tante scavano pietre sassi lanciati contro porte usci serrati di là voci sonore risa accolgono vite sognate… Comune gente vorrebbe comunemente vivere senza niente pretendere solamente un lavoro la famiglia per ripararsi un tetto… Esistenze quiete senza mordere l'uno la coda dell'altro una carezza ogni tanto e riprendere il cammino… Se si inciampa e si cade rialzarsi è possibile purchè vi sia un motivo per cominciare di nuovo per l'istinto di vivere… L'allegria di un momento può bastare se il dolore aumenta scaccia pensieri una canzone non importa dolce o amara grazia conta nel cantarla e l'ascoltarla… È libertà parlare senza freni dire la verità non imbrigliati in ideologiche reti nutrire sentimenti religiosi non dogmi orgogliosi di solitudini silenziosi nei pensieri percorrono la mente mai furiosi pazienti di non giungere a risposte certe... Di traverso vedo luci spente appena aperte porte immettono brusii di lontano un mondo riverso... Da parte a parte il silenzio riflette inutili soluzioni fardello pesante trascina inerte cigola l'uscio... Dove sono le lucciole sperse nei campi non illuminano radici né semi spente vagano in vuote notti fantasmi di menti una volta rassicuranti ora cieche brancolanti assenti i profumi d'estate acquattata la quaglia a guardia del nido festoso prevale silenzio all'ombra di spighe non più mosse dal vento… Tra tratturi e tratturelli Mi sorride il cuore se penso alle mandrie scortate dal pastore lungo fiumi d'erba senza avvertire il peso del cammino… Infiniti tragitti verdi unici rumori i passi umani e gli zoccoli odore di polvere levata ad annebbiare la vista del traguardo… Il bastone batte la terra per tenere il ritmo passo dopo passo sodalizio errante tra pastore e gregge amici di fatica ripagata dal riposo tra tratturi e tratturelli… La città ideale la vedi nei sogni percorri le sue vie come fiumi di luce chiarezza governa in onore del rispetto… Libertà si respira non vive il sospetto giardini l'adornano cittadini l'amano bombe non esplodono violenza non l'assale… In piazza si radunano abitanti dall'aria gioviale non ha spazio l'odio non ha tempo l'attesa di un domani migliore conta realizzare l'ora… Se ne serba il passato si costruisce il futuro in un giusto presente non prevarica il potere si condivide la fortuna si coltiva l'intelligenza… Annega il pensiero nella serie dei perché vivo momentaneamente mi fermo per fermare il tempo di un attimo fuggito fra ruggiti di corse sfrenate annientano l'essere perduto nel divenire cerco di capire decripto segni mi circondano animati da oscure forze mi arrendo al loro fluire sembra morbido eppure si inceppa e rallenta il passo non muore l'illusione finchè la mente vigila poi le cose che guardi ti afferrano le vedi come parti di te e rallenti il passo per riconoscerti… Lento il passo trascini stretto il braccio tieni bambina sei tornata io figlia ti sorreggo… Una forza che rifiuto ancora figlia mi sento su questa terra desolata benché il cielo sia turchino… Anche il cane è triste scodinzola ma non rallegra il suo padrone basso il capo in marcia vaga senza meta… Un sorriso cerca invano nel caos metropolitano percorro la via maestra eppure sono scolara… Il perché domando lungo il cammino dell'andare avanti per tornare indietro… Croste di pane invadono la tavola tracce fragranti di fatiche umane a cercare giusti equilibri tra gola e sani nutrimenti… Profumano lieviti bizzarri godimenti dal semplice sapore vieppiù dolce ai denti quando mollica addentano tanto più dure son le croste… Chiaro scuri riflettono incertezze velate di straordinarie sorprese, appaiono improvvise, celano percettibili umori calati in ordinarie dinamiche, quotidiano vivere in ebbrezze invisibili eppure vive, si addensano in fondo al sorriso lieve d'un quadro di natura inviolato… Folate di vento gelate ondate d'aria fendenti scoprono fragilità di sensi umani che schivano duri i colpi di inverno Eolo impietoso su ingloriosi volti spira passi frettolosi incedono verso mete comuni eppure ambite purchè al riparo per scansare duri colpi e incessanti a denti stretti corrono ansanti irrigiditi dal vento il coraggio s'è spento… Cammino in autunno cerco colori calde risposte ai miei dubbi mentre tormentano… Parole sgorgano giallo sfumate immagini ambrate sullo sfondo dei pensieri… Giunge l'autunno a rallentare il battito del tempo non v'è clessidra che tenga il passo delle ore né fiamma di candela che non spenga… Balugini accendono l'ombra, tizzoni ardenti infiammano sere annegate nei pensieri… Alfine l'autunno scorta fa di morte foglie eppure mosse da aliti freschi di vento turbinii sollevano echi di bella stagione imperla di sudore la fronte al passante di fretta sgambetta al riparo dalla pioggia… Sale l'afa dall'asfalto bruno e il respiro fa il pieno d'aria nei vuoti polmoni secche risposte alfine l'autunno dà a chi domanda qualè la stagione poco importa al piccione briciole distratto becca… L'albero muto tuttavia muove lento il ramo zavorra lieve se ombra getta frescura soave la più ristretta mente ne riceve sollievo diretta verso ampi orizzonti non distanti… Oltre la chioma laddove tocca lo sguardo tanti lampi lucenti quanti il sole evanescente manda distante si guarda bene folgorata la mente di indirizzarsi altrove anelata visione è lì in ogni dove … Agiti la mano come per dire perché mi tocca tal sorte? Negare vorresti il tuo presente in cui annullata ti senti sradicata… Non controlli più la tua mente né sono possibili i sogni per te. Un ghigno nel vuoto fissato dallo sguardo non più baluardo della dignità che ti si confaceva. La fronte ti molceva il pensiero del divino quella la felicità per la tua anima per caso capitata nella terrena dimensione. Cerca ancora l'occasione per vivere da padrona… In un mondo dov'è nota la mancanza di ragione e la coscienza ignorata. Uno sguardo di luna l'ultimo poi arriva il sole l'una esclude l'altro come se parlassero lingue differenti oppure è solo un patto la luna può comparire a patto che vada via il sole il sole può risplendere a patto che vada via la luna… Eppure fedele la luna attende il primo raggio di sole per scomparire dietro una nuvola svanita per prodigio e il sole senza fanfare fa il suo ingresso tra nuvole bianche scortato dai desideri ancora celati nei sogni di chi non apre gli occhi per non svelare il mistero… Appari luna prima bianca poi gialla riflessi di sole ti danno colore ma tu non tremi di emozione imperturbabile trionfi sui tetti ti lasci attraversare da nugoli di zanzare o stormi di uccelli da nere ali di corvi o minuti voli di passeri non ti scuotono boati di aerei increduli alla tua impassibilità soltanto tua l'abilità di restare immobile al caotico inutile di chi ti svolazza intorno distratto e il mondo impazza… Ma tu rimani attenta a guardare il mondo a illuminare il cieco che ha smarrito la via non ti servono torce ti basta la compagnia anche di una sola stella… Un nido cerco d'anima tiepido rifugio dove cullare il capo stanco poggiare il collo tormentato da visioni fugaci o incomplete… Inutile voltare sguardi attenti non abbastanza da spiegare perché non basta capire ch'è poco sapere se non so nulla… Fame d'aria hai… Si riduce spazio nei tuoi polmoni impotente è chi ossigeno propone artificiale soluzione fame di vita che se ne va e lascia vuoti luoghi prima abitati legge di natura vuole limitare i giorni che l'esistenza assicura a chi nasce in terra illusione di eternità quando si è giovani innanzi è vita certa lontana è l'ombra della morte certa… Chi rimane vuota sente la sua vita per l'assenza di chi gli ha dato la vita echi si avvertono di discorsi antichi essenza di destino dato a chi meschino abbandona il timone della nave rimasta sola e senza rotta… Ogni giorno una ruga sul tuo volto è una riga che segna il tempo che lesto tramonta con svelto passo e in rassegna mette i giorni di vita che ti sono rimasti… La mia voce non senti per quanto chiami alta il tuo nome dimentichi il suo tono cancelli le parole svuotano il senso che non cerchi vuoi che siano già echi del tempo lasciato dove avevi vissuto ora da te disabitato vai verso altri luoghi e avvisi col tuo silenzio… Una musica in fondo al timpano mi chiama uno strano rumore non finge le pupille stringe invero tocca la mente assapora lievemente echi di fuliggine macchiano trine dal tempo sfilate medaglie dorate non hanno senso tempo sospeso non colma attese terrene pretese di ottenere plausi giungono scontrosi rifiuti calcolati pure scontati… La luna come il sole Una festa di rondini intorno alla luna… E' l'alba e sei grande sei gialla come un sole. Mi guardi e lo spazio appena azzurro intorno a te è l'inizio di un canto che libera musica angelica da te. Sai guardare le gioie e i dolori della terra che compiendo il suo giro intorno al sole osserva te che accetti la sua luce senza vergogna libera da tutte le paure. Serena sai attendere lo sguardo di chi non dimentica la tua faccia. Esprime verità bella per chi l'accetta… Come dicono le rondini! L'imperfetto Una linea si spezza un vuoto si fa voragine un monte insormontabile un labirinto senza uscita un tunnel senza luce un brutto che piace un urlo che canta una voce spezzata dall' emozione… La commozione per contentezza un addio non detto un bacio non dato per andare di fretta una colpa non commessa non colmare una promessa l'armonia interrotta per essere imperfetta… L'attesa Sagome vuote accompagnano i tuoi giorni ultimi segni di quotidiano non vivere… Orecchi non hai per ascoltare mani non vuoi per sentire una carezza pure fugace… Bocca non hai per parlare esauriti discorsi paiono più vuoti silenzio rispondi a inutili domande… Giorno o notte per te uguali tra volute di fumo perdi le speranze accorci le distanze tra te e l'eterno… Gli occhi si chiudono per non vedere appesantite pupille a fatica guardano il mondo scrutano mentre al bruciore stoiche resistono… Per la secchezza di lacrime spente dal vedere niente assenza di storie in cui credere presenza di immagini vuote votate a finzioni… Surrogati di vite spese tra finte domestiche mura a imbastire azioni inutili negazioni di circostanze vere … Vuoti di coscienza a intrecciare fabule senza immaginazione al fine di ingannare la visione delle cose… Fotogrammi in bianche sequenze irritano la vista statica si blocca… Immagini vuote si susseguono nulla dicono… Di nulla certe inattese conseguenze di meccanica vita… Immagini perdute inutile cercarle celate in vuoti di memoria… Voglia di tornare a immagini antiche sfogliate in pagine di carta rassicurante… Ghigno diventa il sorriso di chi non ci crede sorride per ferire o per deridere chi sorride con grazia non illumina chi cieco non vede e non si vede… Angolo di bocca tirato strappato per sentire ancora a cosa può servire si può immaginare quando si socchiudono gli occhi per svagare l'animo in crociere nei mari tropicali… Ma l'occhio cieco dimentica il sognare a occhi aperti perde nella mente il bello e perisce al buio assente l'illusione è incubo notturno… Di soprassalto sveglia la notte timore di soffocare nessuno può sentire nessun sorriso solamente un grido fa sentirlo vivo… Dormire senza dormire occhi aperti dietro chiuse palpebre neppure assoluto silenzio calma i pensieri scorrono immobili al pari delle membra ingessate strette nella morsa che le afferra… I rumori in strada non fanno compagnia rulli che attraversano le tempie ognora trascorre in una soffocante assenza il guanciale stringi come fosse creatura… Canti mala femmina e la voce si strozza in fondo alla gola. Canti per sentire che ancora senti la passione per l'amore che la donna consente. Immagine nella tua mente sfocata pur viva ancora … Trema la tua voce al canto dell'amore passato è l'ultimo afflato di vita che muore… Non si arresta il tuo canto l'illusione di amare ancora rallegra il tuo cuore affranto… Non smetti di cantare per non morire… Bussi alla porta sei un'ombra che tutto ascolta poggiata s'un bastone. Di pensieri fai scorta tramuti in incubi i sogni, succubi del tuo incedere senza mai retrocedere. Non per te sono i dubbi noti a tutte le creature godi a origliare per spiare le debolezze di chi rimane a guardare e non si sa difendere. Di piacere illudi lo trasformi in dolore sai essere senza cuore la porta chiudi a chi chiede amore. Ti si può sentire ma mai toccare. Il tuo peso grava lascia con la bava tutti lasci partire ma nessuno arriva. Tocca ripartire ogni volta e la svolta è mettere fine al viaggio successivo. Menzione d'onore XVIII Premio Penna d'Autore Quante braccia tendono le tue radici di quercia nel bosco che sa di more… torno ai miei primi passi tu mi inviti a camminare verso di te imponente chioma la tua silvestre… Nodi scoperti sul tuo fusto nei concentrici su un volto silvano… Occhi che scrutano verso il basso dove io sono e ti guardo… Domestico felino socchiudi gli occhi confuso tra i passanti ammicchi a me che ti guardo gatto solitario mi fai gli occhi dolci non occorre intenerirmi già sono sciolta al tuo sguardo mi immedesimo in te gatto mi sento mentre il tuo passo avanza senza alcun timore… Un tarlo scava e scricchiolii popolano la notte assedio di rumori quando è l'ora del silenzio sento i pensieri ma non li vedo brancolo nel buio dell'assenza eppure non smettono i rumori assediata Notte volgi al giorno di un'oscura luce come fosse finto sole fermerei il tempo per poter dormire… Pattume planetario Nello spazio scorie di progresso imbrigliano il pianeta cosa fare per annientarle? Intanto afferrano la terra in una presa ferrea scandagliano il futuro… Intanto intossicano il presente tribolato da ferree tempeste padroni temporanei di uno spazio una volta vitale pattume planetario… Trascorsa l'estate guardo a domani nuvole sorvolano tetti senza rondini… Ricordo il festoso volo e attendo il sereno ritorno… Mentre muovo lenti passi abbrevio sentieri memori del riposo… In una goccia rifletto il futuro aspetto si avveri… Da presso il temporale a fulmini e saette scrosci e pozzanghere balenii di sole trafiggono nuvole resistenze estive al dimesso autunno lotta di elementi in cui l'acqua annega i più deboli… L'uomo resta a guardare non osa interferire questioni di natura pallini di pioggia può contare e lasciarsi bagnare… Pasticciare allegramente dispendia dal credere la vita continuo riflettere padroneggia la fantasia mangiare è dolce in un mare di profumi dal rum al caramello mangi la vita per una volta non ti mangia pasticciare allegramente… Rimedi futili Acuminati sentieri attraversati ieri ancor oggi vie giungere a mete di fatica promesse vane soluzioni rimedi futili l'essere tramonta non come il sole si affaccia all'alba più chiaro di prima… Umanità precaria quando il passo rallenta la baldanza s'acqueta immagini sfocano i contorni delle cose… Eppure incanto perfetto osare sguardi oltre il grigio di nuvole dove irrompe l'azzurro… Occhio sereno di vita che perdura nella radura fili d'erba confusi con la paglia… Lungo il fiume di sera il furetto in bocca la preda fugge tra i cespugli fulmine passeggero lungo il fiume di sera bizzarro destino di una preda pasto fugace in un mondo che si prende la vita... Vernice gronda dalla fessura nel muro ferita aperta scopre fatiche del cuore ansima l'affanno di sentieri percorsi… Passo dopo passo si attende la fine crogiuolo di vite finite in basso dove inizia il mondo… Lucidamente il mare di lontano guarda segni bizzarri parlano di onde mestamente mosse dal vento serale... All'orizzonte un segnale allarma il pescatore notte tempestosa si prepara silenziosa... Cupe le nuvole affollano il cielo sornione osservatore del lento gabbiano volante ripara sull'opposto versante... Semplicemente incredulo l'occhio si affaccia alla verde radura antistante è un verde mare parallelo... Altri pianeti si aggirano tra stelle ellissi giocose percorrono abitati da creature misteriose… Immagini di vita futura rallegrano la fantasia batteri o esseri a noi simili ci guardano ci temono come avventori possibili… Solo esploratori o invasori pronti a saccheggiare come sulla terra? Mettetele al bando creature allo sbando… Fugace sentire tra vette distanti dal cielo un palmo chine al riverbero alato d'aquila solitaria a cercare innocenti prede... Passi felpati segnano il sentiero presto cancellata l'orma a solcare l'ignaro cammino vuol sentire l'amabile frescura penetrante in orecchi tesi a carezze di vento... Sentori di fragole all'ombra di ciclamini petali rosati chini tra foglie trepidanti umane suole avanzano rotto il silenzio al fragore dei passi... All'imbrunire avvitata in tornanti ruotanti spire d'asfalto in ogni anfratto getto lo sguardo attratto dalla macchia bruna odorosa di mirto di pino o d'ulivo vigorosa ginestra e resti di zagara… Con scatto lampante s'arrampica il daino pericolo scampato d'essere investito silvestre creatura indietro riporta alle pendici d'Eden… Cosa c'è nel cupo rumore che viene dal mare rabbia di Giove tonante a lanciare saette..? Squarciano onde alte e impossibile sognare possibili luoghi di pace... Annuvolato il cielo impressiona l'animo sereno un istante... Casuale canto di cicale riporta alla mente Estate consolatoria nenia accarezza l'udito fa fremere il mirto avvizzito dall'aria che brucia d'estate... Immagini nude riflettono i pensieri nessuna finzione ricopre l'illusione di sentire la libertà fa volare su alberi dai rami più alti tortuose braccia fanno strada verso il blu della notte mi arrampico come un gatto e domino dall'alto oltre il lenzuolo che copre in basso audaci momenti di scoprire cose celate in diafani irreali sentieri… Oltre la visiera pare il cielo leggero il velo di fuliggine allontana l'orizzonte arricciano scie il piano marino… Punte acuminate inastano le vele seguono rotte senza fretta di arrivare è un porto immoto ma incerto… Pronto il libeccio cambia l'ordine del vento la barca attende che l'orizzonte si rischiari lancia l'ancora su fondali frali… Dissolvenze annebbiano immagini chiare poi sfocate un velo di nuvole avvolge la voglia di guardare le cose appaiono sbiadite eppure non lontane dettano passaggi tornano indietro le riprese del film il nastro riavvolge la vita serbano i negativi impressa rimane la storia vissuta blando ricordo possiedo ma non posso negarlo lo guardo in immagini mute… Oro colato raggi di sole spioventi sul selciato negato sogno di libertà in cerca d'eternità… Luce adamantina riverbera sulla marina vi si inabissa la vista accecata si inoltra tra le onde annegate… Metallo resistente inossidabile al tempo resta eguale scudo a salvare il mondo dalla dissoluzione… Oro colato scorre il fiume dai riflessi fulvi crini volanti contro vento illusione d'eternità… Realtà depredata dal ponte mi affaccio a guardare desideri come pensare a ieri in villaggi umani di pacifica convivenza scambi di pietanze reciproche conoscenze osservo luminarie orpelli odierni di luce artificiale promesse di progresso violate da esuberanti consumi e orgiastiche manipolazioni dell'io perduto in finzioni giocate a roulette il piatto gira in una vuota spirale vince il nero il rosso rimane illusione passione anelata realtà depredata… Al riparo di fronde d'ulivo parole vagano nell'aria ferma… E' il solstizio d'estate il giorno batte la sera di lontano una civetta il lamento interrompe il convito parlante… E' una voce diseguale zittisce chi ascolta se ne vuol cogliere il discorso ma senso cela nel mistero di chi vive di notte… Creatura lunare si sa nascondere tra il fogliame chi ha paura intende presagi oscuri messaggi chi musica ascolta si lascia catturare… Estenuante sera trascorsa a cercare riparo dal sudore sfinisce la calura non dà tregua a rivoli scorre sul dorso lungo il petto attacca le vesti al corpo assetato stremato il cuore inaridisce la mente svapora immobile il pensiero non può correre si ferma a prendere fiato nella vana sosta senza ombra… Mi guarda il cielo è turchino benché non spazzi il vento mi culla il mare dai riflessi di sole bianco come foglio vi scrive l'ala di gabbiano alta una storia vera protagonisti uomini e donne spersi nel mondo una donna sono io in attesa di sapere quali divini piani si preparano … Scenografie misteriose nell'incerto futuro… Nel buio del silenzio ho navigato abissi in cerca di luce ho trovato sentieri in fondo all'oscurità conducevano al nulla… A tentoni verso l'uscita ho scoperto la luna occhio dilatato sopra il nero fiume dove si inabissa il mondo… I suoi raggi doravano l'oscura distesa dove la terra si era perduta guardava sincera le dune blu notte… Occasione di luce vederla illuminare la distesa delle cose rivolgerle le domande a cui non so rispondere… Tramontato futuro Mi perdo in una radura cerco segni umani trovo resti metropolitani scintille di luce artificiale confondono sembianti di futuriste spoglie sfidanti il passato ora decadenti echi di civiltà mai vissute… Ombre percorrenti tragitti di civile morte in nome del progresso scherzo di una mente sicura di sbaragliare sconfitta dalla realtà distruzione di mondi eretti su viali tramontati alla luce della verità… Lungo pendii su cigli di scogliere lungo impervii sentieri su alture tra soffi vento ogni momento ascolto il canto si propaga in echi lontani e giungere può a placare inutili alterchi noiosi discorsi meglio sarebbe tacere se parole offendono ascolti sinceri assaliti sussulti di nubi non sciolgono nodi serrano la gola riarsa parole inutili in cerca di pace… Mare di fiori non dai scampo allo sguardo che si tuffa nell'odore di petali gialli, rossi, viola, d'azzurro mandi lontano l'odore, giunge alle nari incredule soffocano inondate… Nulla può salvare da un tale naufragio, come vittime di un sortilegio annaspano sospiri dal profumo di viole rose, tulipani e galleggia la ninfea incredula di tanto amore che sale da questo mare di fiori… Di spalle al mondo guardo il profondo mare una distesa grande di libertà invita i pensieri a distendersi e quando il vento lo increspa vedo una boa lontana offrire appiglio a braccia stanche di sbattere tra onde sommergono il capo si spinge verso l'alto mentre in basso spinto può annegare in silenzio nessuno ascolta accorre una sirena strozzata vuole ammaliare il naufrago si salva attratto dall'ultimo suo canto in fondo all'oceano profondo… Gelsi che sembrano more Grossi pomi amaranto dal succo non tanto dolce ma abbastanza da lasciare il sapore odore d'albero ricco di foglie e sfumature di fiore appena sbocciato lascia viola le dita e lingua trattiene tra le papille succo viola sulle labbra dipinte al naturale come inchiostro macchia il foglio bagnato poi asciutto da un soffio alito di secche parole impresse per amore… Bello non è sentirsi inutili persi nel nulla non aspettarsi sorprese domani e non ricordare abbastanza da nutrirsi di ricordi più vividi di azioni quotidiane ieri vissute… Ogni dì uguale eppure diverso come svegliarsi riposati o stanchi per i sogni belli o brutti incubi abbastanza da nutrirsi di visioni più solite quotidiane oggi vissute… Allora è bello sentirsi immersi in un mare noto sebbene solito basta aspettarsi di vederlo marea mutare da bassa in alta ondeggiare con lui e lasciarsi da lui trasportare… Miriadi di mosche si posano su groppe bagnate di sudore bestie al pascolo refrigerio danno a parassiti insetti si dissetano mentre le stanche bestie si assetano al sole d'estate… Legge di vita godere di sofferenza d'altri affannati da mestiere d'esistenza il capo chino mentre s'alza la cresta d'altri uguali diritti si fa per dire in verità disuguali… Le stelle guardano ma non giudicano sentieri illuminano bui e circospetti rasserenano animi desti fuori tempo dubbiosi della luce diurna risvegliati da sicure tenebre in cui si è più soli ma si sente meno la solitudine piena di pensieri in fondo alla mente emergono in superficie scampati al naufragio quotidiano il caleidoscopio dell'anima li osserva e si rigenerano nelle mille sfaccettature e le stelle non giudicano… Una fessura nel buio mi fa vedere la luce uno spicchio giallo tra tende amaranto si muovono nuvole in un cielo dorato tra panni a colori lì fermi a sentire il calore passare in fibre di cotone testimoni immoti di vita presente rumore assente scalza i ricordi affiorati sul verso di uccelli spersi nei nidi sparsi tra tegole e rulli di persiane sulle finestre chiamano i piccoli le madri impaurite da occhi umani indiscreti che i nidi guardano per trafugare vite indifese nascoste ma non abbastanza… Senso di libertà dà guardare il cielo infuriato esplodere a fine meriggio e liberare dall'afa pesante l'aria profumata di pioggia… A dispetto dell'estate in arrivo torrida folate di vento fresco di primavera accompagna garruli voli da gocce benedetti di pioggia… Senso di libertà dà guardare scenari naturali sconvolti per natura danzanti baccanali di rami di nespoli odorosi di resina accattivante l'ape si lascia catturare… Strisciante calore tra caligini estive scorrerie lenitive d'indulgenti spore trasportate dal vento odore di tigli fioriti esprimono infiniti amorosi versi di generosa natura verso chi la snatura rii controversi scorrono affaticati da ciottoli dolenti trote nascoste non ve ne sono a risalire il fiume solitarie rane attendono girini sono strane le onde chiare ecco lo sciabordare dei piccolini in fila a scodinzolare valsa è la pena d'aspettare… Divino glamour Dee da rotocalco trasformate in ninfe coronate d'edera dorata per passione mito d'Afrodite eterno doppio di bellezza al di là del limite laddove regna l'eterno divino… Coppiere degli dei versano balsami di rose e rossi pomi di melograno in alchemiche ermetiche melodie saziano gli sguardi rapiti tra maglie d'immagini digitali nuove e antiche mai tramontate… A Fernando Rea, per le sue magnifiche opere esposte ad ArteOra, 25 Maggio, Foggia. Tra rose e biancospini attraverso radure verdi e scoscese declivi collinari dove chiomati verdi alberi proiettano sincere ombre giocano sul sentiero profumato di muschio striato da erbosi fili tratteggiano pendii parole accordate con accenti sottili dicono poesie celate tra rovi e cespugli… Acquattata la rana verseggia nello stagno sottile la tela di ragno confonde la nebbia nel bosco odoroso interrotta da voli di passero solitario all'ombra del pino cesella fini rimati discorsi con se stesso l'eco avverto lungo il sentiero dell'anima… Ticchettìo di ore passate tra luci e scure ombre male e bene si contendono il primato perdo il fiato a trovarne il capo celato tra giornate o le nottate trascorse a scacciare pensieri neri a immaginare gai sentieri da attraversare rotolano sassi posso inciampare ma afferro l'arbusto solido s'affaccia dall'albero amico riprendo a camminare incerta nel procedere ma certa di arrivare… Rosa rossa fragrante di vita ora è appassita dai passati giorni china sui petali dai contorni ora sgualciti angoli seccati nessuna rugiada che li alimenti… Sbocciata tra spine recisa più non punge alla bellezza arrese le incaute dita consolata è ora la mente dal ricordo del suo profumo nulla può il tempo contro la memoria… Sgombro di nuvole il cielo azzurra i tetti delle case illude primavera gioia molle di luce folle carezze attese di là da tempeste salva da naufragi d'estenuanti nubifragi sosta inattesa nello sguardo delle nuvole schiarite a seguito di notti illuni buie e insonni… Misura lo sguardo il cielo lontano tentativo vano trovarti in alto tra nuvole solitarie spendo il tempo a imbastire fini trame illusorie mentre intemperie interrompono i raggi sottili di pallido sole una strana congerie di eventi inattesi lasciano sospesi disattesi giudizi io continuo a cercare… La vita ritorna Le spighe parlano mentre si lasciano carezzare dal vento straordinario evento vederle ondeggiare parlano una lingua di verde natura quando matura celere imbiondisce al tocco di Cerere rimane cenere quando le lambisce la lingua divoratrice d'ogni forma di vita eppure purificatrice di una terra ardita nel riproporre vita rinnovata nelle nuove verdi spighe miracolo cosmico ricrea il biologico ciclo vitale dalla spirale della morte ritorna la vita… Primavera d'autunno Dal cielo grigio una rondine s'affaccia lancia un grido avverte l'arrivo del temporale… Fragore tra le nuvole intempestivo tuono alcun lampo acceso una luce soffusa si riflette in finestre accostate in attesa di vento di primavera… Ma arriva d'autunno un vento sibilante concerto ansante si leva dalle tende una risposta attende a intime richieste di rinascita floreale la malva col capo chino nell'aiuola… Non dormo inquieta non mi lascia interrompere i pensieri la notte buia accende la mente ansia di percorrere spazi vuoti non visibili di giorno belle di notte mostrano petali al calar della sera di giorno li serra profumo cela di notte svela odore di primavera resiste alla calura la notte d'estate … Scorre l'acqua e si sciacqua la mente si rasserena tra pensieri quotidiani e tra gesti soliti ride a una vita comune… Grata ai ricordi viva di sentimenti allontana i dolori di un tempo reo e ingrato paura resta nei sogni… Pensosa abito luoghi impervii mi arrampico ma non sono stambecco agile e sicuro tentenno tra i sassi rotolano in basso se colpiscono incerti visitatori di luoghi oscuri nascondono paure di chi s'avventura e non lo sa di trovare erti sentieri solo misteri mai svelati… Quando il sereno ritorna il buio rimane un sogno brutto passato ne resta l'amaro odore lontano… Ne temi il ritorno rimandi indietro il timore affiorato e vai in cammino lungo il giorno in discese e risalite cogli il seminato erba secca miete il cuore affranto e risemina in attesa d'un migliore raccolto… Se ti dicessi che fremo di fronte all'eremo dove l'anima sola alberga braccia larghe l'accolgono sincera con sé libera di per sé dove nessuno giudica o parla… Silenzio l'ascolta in sospiri o pure in sussurri oltre limiti insensati dettati dal si dice o pure dal si crede è questione di fede accettare il limite dell'umana filosofia rinascere alla fonte del mistero con pia devozione alla vita… Quando il sereno ritorna il buio rimane un sogno brutto passato ne resta l'amaro odore lontano… Ne temi il ritorno rimandi indietro il timore affiorato e vai in cammino lungo il giorno in discese e risalite cogli il seminato erba secca miete il cuore affranto e risemina in attesa d'un migliore raccolto… Prematura afa inonda le membra stordite e sudate luccica l'aria come trapassate lame dal sole svanite le scie di un resistente inverno rivale tuttavia starnuti non trattenuti sanno di freddo mentre il caldo spossa le membra non vi si ribella il verso di passero la cui favella precede un'eco di vento leggero sa di primavera ridesta le membra… Nuove melodie cantate da stordi guardi mentre odi e vedi solo rami abitati da foglie oppure son merli a fare nuovi orli all'aria con aghi di primavera… Luce non passa alla frescura dell'ombra sonante al verso di canto d'uccelli non curante di resti fasulli lasciati sul ciglio da uomini incivili… Nido caduto Qualche piuma tra fili di paglia cavo al centro non accoglie più piccoli nati oramai volati in cerca di vermi… Vuoto il becco della madre come vuoto è il nido ricordi d'infanzia svanita nell'aria ne resta qualche piccola piuma… L'anima gentile appartiene a chi non risponde all'offesa col vilipendio e finisce con l'essere vilipesa. Profonde ferite solcano la sua mente che mortifica la riscossa che pressa. Non fa che resistere e sopporta macigni. Ma come Sisifo non sa quanto durerà il supplizio. Stretta nella morsa del folle gioco trascorre i suoi giorni divorata dal giogo. Segreti in visioni appannate da strati di annuvolate sorprese battute da nordici venti avvisano brividi percorrono avidi schiene piegate da battiture e pestate dalla vita ingigantite vorresti finisse la solfa stessa di giorni uguali sempre normali traversano orbite non accettano diversi percorsi fuori da rotte… T'invoco edè giorno ti penso edè notte t'immagino nell'attesa in una fila d'anime ferme vuote sagome non serbano più nulla della vita occhi fissi sulla porta del mistero aspettare non pesa a te come a me sapere dove sei… Scenari mediterranei Scie di papaveri rigano rossi verdi spighe solleticate dal vento onde d'un verde mare ne sale da terra l'odore mischiato alle zagare spuntate tra bocce d'arancio e foglie d'un verde carico lucidate dal sole… Mentre all'ombra i limoni splendore spandono nell'aria appollaiati gabbiani affondano nella terra zampe avvezze a vie di mare alla ricerca di cibo tra i semi deposti nelle zolle dalle umane mani macchie bianche… Tortora tuba querula voce tra ali volanti allarme di vita tra i cipressi sempre muti testimoni della fine del tempo millenari loro restano a sventolare cime tra acuti di vento arcano non lo temono… Cime ondeggianti in alto ai cipressi dicono di sì o no a sussurri di venti sono loro stessi a parare i venti caldi o freddi le cime ansanti l'urto frenano senza scuotere alla base il fusto tenuto fermo da radici possenti salde dicono di non fremere di accettare la morte… Sprofonda la ragione in una visione surreale occasione d'un tempo che non ritorna incorniciato in un passato dai contorni sfumati estremi riesumati per non perdere quel ch'è stato… Un volto si staglia tra nuvole dall'odore di canfora o naftalina ricorri a una foto in bianco e nero serbi coloro che furono e più non sono in imbalsamato intatto amore… Estate calda di primavera annunciata da venti d'Africa a scoprire membra assopite da un lungo inverno ospite di giornate senza carica trascorse dietro vetri dalla pioggia battuti e da ventate sibilanti come meste oranti … Echi di sentenziose sibille di oracoli impietosi complici lontani dai miracoli della bella stagione che fuori orario sboccia inattesa dall'aria indifesa pur pronta all'offesa… Quanto stretta la strettoia di pensieri senza via d'uscita tormenti assai veri sulla via segnata momenti leggeri sostituiti da neri selciati in deserta via fatta in salita… Un fiore colto aroma annusato donato da natura effetto di premura d'un tempo sconsolato per un futuro agognato coperti da veli di nubi i suoi rumorosi silenzi… In attesa di meglio veglio sul sereno un brivido sale lungo le spalle mi ricorda di non illudermi e non lusingarmi d'un caldo insolito… Non è l'estate a sorprendermi insolita primavera lascia sbocciare ortiche urticano lo sguardo insano prodigio accanto alla rosa nato… Un urlo l'aria spezza lancia strazia il sereno inerte rondini smarrite albergano scie d'aria imbalsamata cercano la ragione d'uno strazio tale… Rondine madre rimane abbandonata in cerca di ragione l'urlo lancia tra la folla giovane di nere ali vagabonde straziato il sereno confuse sondano pur senza ragione… Mi chiedo perché nascere per invecchiare e a poco a poco lasciare la vita che ti allontana… Più facile è chiedere perché l'amore dato ci abbandona pure pure se non è finito il bisogno d'avere… Un rincorrere amore la vita sulla terra per darlo come per riceverlo per perderlo all'improvviso come un dono trafugato da ignoti notturni avventori… Rimane lo sforzo della memoria per non smarrire gli sguardi i gesti le parole i sentimenti come misteri rivelati da chi ti ha amato… Un anno finito inizio d'un altro fa sentire il gusto dell' attraversato tempo scandito dall'aumentare delle pene del sentire di piene d'un cuore dal contraltare veloce a rallentare il passo nell'andare incontro alla fine… Un tempo mansueto da non rallegrare giorni da trascorrere triste quello passato ancora troppo presto si sentono primavere ancora lontane vagare nel baluginare di luce fioca per illuminare… Ancora nuvole a ingrigire attesi sereni non soffi di primavera ancora sbuffi d'inverno a rabbrividire nude epidermidi eppure non cerchi calore a stonare con sentori tiepidi d'un sole che muore sereni futuri attendi… Fitta dall'orecchio penetra a solleticare fastidiose fantasie anneganti in una natura morta spennellate furiose curiose d'un mondo celato da rovi sporgenti dalle spine pungenti… Dal timpano profondo echi giungono voci perforanti stralunano la mente senza vigore la risposta affiora allo sguardo fisso sul mondo rimane a guardare… Un raggio di sole s'impone allo sguardo furtivo s'insinua nei bui pensieri vorrebbe sfrondare paure e i vuoti che appantanano l'anima non libera di lasciarsi scaldare… Una luce eccessiva di contro all'aere freddato dal vento ti sposti insieme all'aria sbattuta verso una meta che sia nota rifugio sicuro in cui riparare… Un corvo starnazza un piccione svolazza tenzone perenne arruffa le penne gioco di parti ognuno la sua più facile tra volatili salti tra un pigolio e un fischio allerta in cielo… E noi a terra siamo contrari diversi i binari non capiamo i segni giungere dal cielo in piena confusione teniamo conversazione simulazione di tenzone altro non comprendiamo stolti emuli affanniamo in una stolida commedia… Ventate di parole assalgono discorsi nulla dicono solo feriscono chi non ha forza di attendere ritorni di bonaccia queta animi e immagini serene le menti rivolgono a ragioni lumi si accendono ritorna la ragione… Perché tempesta invade umori? Improvvisa inattesa spira tra le maglie dei pensieri accende rancori semina sospetti litigi scoppiano la pace giorno assai lontano chimera vana? Rimane inattesa… Il letto vuoto Stanza silenziosa fumosa ancora di sigarette succhiate come ossigeno nero un eco di lontano riporta il richiamo della voce tua la prova del tuo esserci ancora… Immobile il letto parla di te ancora del tempo scandito dal tuo affannato canto, chiamavi tua madre cercavi il conforto di braccia accoglienti nella culla dove nascesti, quello ora il letto in cui giaci… Dormiveglia tutta la notte a occhi chiusi o con occhi aperti il nulla ti consuma non ti lasci andare è paura di non tornare vedi quel che non si vede in una liquefatta oscurità… Sprofondi nel silenzio che è colmo di rumori visioni sono i pensieri non vorresti guardarli per non dover tornare all'abbagliate luce d'un giorno senza luce… Ne senti la fatica di tirare avanti le gambe cedono per il notturno andirivieni in corsa senza ostacoli forsennata corsa nessun conforto di parola amica invochi un colpo duro per interrompere il folle cammino in una eterna notte senza luna né stelle… Allontanata dalle cose increspata la fronte ridesta infantili pensieri balenanti nella pacata mente… Interroga lo sguardo movimento di bocche cercano possibili motivi che distanti allignano in angoli nascosti della mente… Bambina ritorni i passi incerti della memoria vagano intorno alle cose che vedi… Le tocchi con le mani senti che non ci sono i tuoi sogni infranti nel nulla annegati perduti nel vuoto del tuo sguardo… Sento emozione è una stretta al cuore pesante fa il respiro che sembra un'apnea una fitta nell'occhio scioglie una lacrima vorrebbe scendere ma si trattiene tra le palpebre per non guastare un' armonia tale da prendere i sensi… Ti arrendi alla vertigine che il ventre fa tremare ti senti una foglia trascinata dalle onde di un torrente in piena non sei tu a scoprirla ti scopre l'emozione e chiudi gli occhi per non esserne travolta ma al buio il capo gira vagale l'onda ti trasporta… Avresti paura se non si trattasse di scene di natura sinuosa scultura un lungo ramo che sabbia ingoia docile serpente che non tenta mentre indica sassi a pelo d'acqua cristallina visione d'un lambire d'onda… Senso di solitudine Si nasce soli è vero si sa si muore soli eppure l'illusione di sentirsi insieme non ci abbandona quell'aria sorniona mentre procediamo a piccoli passi lenti ci dice che siamo animali sociali tristi quando restiamo soli… Dicono che i gatti imparino dall'uomo la loro indipendenza ma io vorrei imparare da loro a fare le fusa per provarne il piacere e alzare la coda via andando senza rancore… Non è bello sentirsi fuori luogo non essere nel giusto posto all'istante giusto… Una mortificazione rabbuia il volto la parola annaspa in una gola chiusa vorresti non essere là in quell'istante si potesse cancellare e daccapo ricominciare… E' questa l'insolvenza della condizione umana? O l'uomo quando è solo può vedere il mondo a suo proprio modo e trema a scoprire l'inganno quando è in mezzo agli altri? Essere tra gli altri spoglia i nostri limiti a meno che non si reciti una parte non agli altri fuor di dubbio a noi stessi… Aquila o falco Femminile e maschile di libertà fatta d'ali libranti tra nuvole vibranti in cielo senza alcuna paura l'ardore fatto carne forza della natura con occhio discerne da massima altura né bisogno di lucerne la rotta da seguire… Lasciarsi trasportare dalle vele del vento nel mare d'aria infinito da navigare nulla chiedersi di ciò che sarà nulla sapere dell'ultim'ora salpare ogni volta per attraccare e non sapere dove lanciare l'ancora in mare… Mi alzo a fatica stendo le gambe rigide le sento non sono pronte rinuncerebbero potessero a camminare mi do la spinta mi metto in piedi la giornata comincia ma rinunciato avrei a camminare… Ricominciare come se il giorno fosse il primo mi fa sentire la bambina ai suoi primi passi… Mi chiedo gli ultimi come saranno… Stralci di inverno Pensi all'autunno nuvole plumbee carezze ceree il sole scacciano… Pensi la primavera non può arrivare non è tempo ancora per i fiori di rinascere… Stralci di inverno pensi l'azzurro lontano pallido il sole smorza il grigiore a oltranza silente è la tortora… Pensi non tuba ancora il tempo quando verrà che la luce spargerà oltre quest'ombra… Maturità voleva dire saggezza ora dà un senso di vaghezza come non essere all'altezza di quel che si è o si fa… Si è per continuare a essere si fa perché si deve fare più perché ci viene chiesto che perché lo si voglia fare… Come essere entrati in una parte non perché sia il copione scelto per essere chi per noi ha deciso non per essere chi vogliamo… Che voglia dire questo saggezza? Accettare l'idea che libertà sia un'idea e non una realtà che sia un sogno vagheggiato non l'avverarsi di un progetto… Come percorrere tutta la vita senza sapere cosa ci aspetta muovere sempre la pedina senza sapere di fare scacco… Che libertà sia annusare un fiore o cogliere il filo d'erba che si cela nelle parole come la fonte nascosta nel sottobosco tra i sassi tra l'erba..? Se vivere è… Ridere ti te che ridi di me… Piangere per un caro andato o un nuovo arrivato… Sentire palpiti per il fiore generato che dalla paura mi sveglia la notte di soprassalto… Chiudere gli occhi per seguire meglio i segni che mi rigano in volto… Annusare l'aria per dividere ossigeno dall'ossido di carbonio… Fuggire per non vedere morire l'amore che mi ha generato… Guardare il cielo per toccarlo almeno con un dito… La porta vibra il vento sfibra serrato discorso per non ingannare orecchi aggrediti da rumori arditi svegliano dall'oblio torpore di coscienza capire è per decenza di essere al mondo scoprire l'inganno di essere amati da soli si resta a cercare risposte a non capire domande nonostante tutto amare perché non si sa odiare zittire il vibrare della porta ignorare il rumore del vento che sfibra… Un giorno ti accorgi senza motivi di percorrere vie nuove ma non sai dove conducono ne avverti il suono sotto le suole e sali scendi ti fermi riprendi il cammino intrapreso. Ti chiedi se sei nata ci sarà un motivo la risposta non data la trovi nella vita in cui affondi e se non anneghi è per la vita data fiore lanciato in aria profuma di balsamo irrora le zolle della terra che attraversi… Quattro passi nella notte a braccetto con un'amica fedele compagna di veglie e di sonni leggeri o pesanti condividi con lei pensieri ossessioni, paure, sorrisi e se lacrime scorrono non temi di bagnare sai che son raccolte dalle mani generose di un'amica fedele… Non ha orecchi che per te che racconti la tue pene oppure sciorini le tue gioie ascolta persino tuoi silenzi, le parole che non trovi, perché sei a secco di emozioni e ti consola col buio dei suoi occhi spenti fari senza bisogno di luce, come canti che non han bisogno di musica o strumenti… Folate di vento gelate ondate d'aria fendenti scoprono fragilità di sensi umani che schivano duri i colpi di inverno Eolo impietoso su ingloriosi volti spira passi frettolosi incedono verso mete comuni eppure ambite purchè al riparo per scansare duri colpi e incessanti a denti stretti corrono ansanti irrigiditi dal vento il coraggio s'è spento… Asfittica indifferenza male dei peggiori museo degli orrori niun'umana ingerenza preferisce non sentire sceglie di non vedere per lei ancora di salvezza per non scalfir giovinezza una maschera il risultato è di cera il suo broccato nessuna trasparenza né segni di speranza di marmo e oro colato l'espressione del volto nessun amico cercato nessun amore voluto spirito di sopravvivenza autodifesa ad oltranza nulla risulta l'operazione fatta di unica sottrazione per non subire tradimenti azzerare tutti i sentimenti il peggiore dei tradimenti… Il mestiere di scrivere è mestiere di vivere come respirare come partorire figlia del vento ti fa sentire e su leggere nubi ti trasporta vedi piovere e non sai come gocce cadono senza rumore brusio leggero producono le cose accadono al tuo sguardo catturano un suono dipinto come un colore colora prati fiori mari monti siepi alberi foglie producono forme e odori il respiro confondono e non sai s'è ossigeno o fantasia di umori note di linfa di boschi cattura i tuoi occhi e muove la tua mano… Falce rovesciata in cielo turchino come una conca raccogli i sogni segni di anime perse nel cielo aggrappate pie a una stella sola neo luminoso rischiara punte del lembo tuo avvolgente là dove capovolta sei, falce, calice raccogli i pensieri fuggenti su sponde di marmo, profonde mani le han scolpite rispondenti a voglie segrete, han creato una danza di pietra sagome giganti attorno a bagnati zampilli fulgenti di fonti di pietra danzano il tempo che non passa immutato resta sotto il cielo che illumini… ( Roma, P.zza del Popolo 25 Febbraio 2012 ) Due calci ad un pallone tra urla stridenti e corse infinite instancabili ragazzi poco vogliosi di crescere corse ardite senza affanni ore che passano inesorabili… Ragazzi crescono come non sanno le corse infinite non ancora finite anime infantili restate immobili a guardare il pallone preso a calci ancora … Un mondo piccolo che rotola salta torna indietro riprende a saltare in avanti corre il gioco di ieri come il gioco di oggi… Il gioco infinito della vita che scorre inciampa ogni tanto e riprende uguale come ieri lo stesso il ritmo come un attimo durasse il tempo… La mente lavora i pensieri come l'erpice i campi li rivolta li dilania come fossero zolle indurite dalla siccità in attesa di frescura come succede la sera quando vapori umidi fumano nebbia leggera e le nere zolle si confondono con l'oscurità… Allora conforta il canto del grillo compagno della rana in contralto tessono lodi alla sera fedele compagna seria conserva nel segreto i pensieri a riposo per ora semi nei solchi in sosta… Amore romantico Romanzo la vita d'amore vissuta eroi affranti da cuori infranti la bella adorata pur non bella purché amata tinte fosche pitturano gesti all'amore rivolti belle orche divorano l'anima… Amore per lei fino a odiare se stesso eroe incauto sceglie la morte se lei non può avere… Amore e morte binomio romantico nostalgia di romanzo in un'era assediata da finti belletti da studiati gesti in cui si mima l'amore ma non si mostra cuore…La mano traccia un cerchio a mano a mano più perfetto per ridurre le distanze tra lo sguardo e le cose si avvicinano sfocate mentre gira il cerchio vorresti fermare lo strano gioco ma la mano continua il gioco non si ferma… Il tempo passa e vedi più sfocate le superfici delle cose e malandata accompagni la tua vista tu aiuti lei non più aiuta lei te nella facoltà di vedere le cose vorresti credere nell'immaginazione ma fa acqua l'illusione… Attendi l'ultimo viaggio quello in cui Ulisse sperò e che nel baratro schiantò… Uno spunto di riflessione su quanto accade negli ospedali nel 2012... (scandalo al pronto soccorso dell’Umberto I di Roma) Il valore di una vita da un laccio stretta cervello latente in comatoso limbo su una barella da giorni reietta assente l’anima di chi ti ignora il valore di una vita per caso assopita in stato di non vita ma pulsante tra battiti di cuore non morto ancora morto è il cuore di chi non sente i tuoi sonori battiti e lascia battere il suo per inerzia asfittica indifferenza…
Cos'è una certezza se non l'effige di sicura incertezza un voler asserire qualcosa di certo perché avvenuto ma quanto dura? Il tempo di asserirlo e lo vedi svanire in una nuvola di fumo… Allora comprendi l'illusione di averlo creduto e asserito la disillusione vale nel tempo successivo e percorri i giorni con zavorre su le spalle faticoso il cammino ma ti allietano le zolle arate dal tuo passo stanco indietro le lasci per chi voglia gettarvi un seme potrebbe fiorire non sarebbe stata allora inutile la fatica di arare… Sento il rumore di pensieri erranti in attesa di esplodere mine vaganti soccorsi da certe nuvole circospette ondeggiano ridurre le distanze vogliono tra occhi e immensità ma si scorge improvviso il celeste in cui affoga lo sguardo non tocca il fondo e meno male un raggio di sole stringe la pupille e a terra rimani si sente il fondo il prezzo da pagare per non sentire la vertigine del vuoto è restare a terra… Amo dunque sono pensare è essere ma non basta dubitare è essere ma non basta sapere è vedere ma non basta per essere sentire è capire ma non basta per essere… Amare è pensare dubitare e vedere sentire e sapere toccare e capire dunque è essere… Un peso sulle spalle ti fa stiracchiare oltremodo inutile tentativo di liberare lo spirito inabile a reggere il peso di essere vilipeso per fessitudine… E' un'abitudine ormai allontanare fantasmi dell'orrore battutisi con disonore su destini vissuti senza fare sconti ma alla fine dei conti cogli aspetti inaspettati… Non sai se è la vita così o se è la morte che un dì ti coglie e tu te l'aspetti per i discorsi non detti per i sorrisi insensati per non preoccuparti allontanano dalla realtà per non dirti la verità… Gratitudine sfoglia un fiore privo di sicure mete da ambire voglia di odore da elargire con candore non sa odiare vuol profumare mani amare sogliono sfiorare senza resistere a tentazioni vere tutte le primavere sogliono scrivere di nuovo vivere di luce inondare pensieri dorare la natura lodare con olfatto cantare… Microscopiche trame attraverso vi passa sbiadita luce soffusa come non fosse sole a illuminare ma fonte misteriosa illumini le cose non sono rosse il fuoco non le attizza né un colpo le raddrizza seguono un corso del tutto diverso come spinte da istinto che insinuatosi lento le distolga dalla realtà… Un moto lento lenisce lo sguardo non è un traguardo voluto né negato uno sgorgare lento di vita sospesa tra cielo e terra come un'attesa non voluta né cercata misteriosamente data per essere nata e ancora vissuta un ricamo disegnato da un destino segnato… L'amore in silenzio ti raggiunge non corre ha lento il passo felpato ti segue non aspetta che ricambi sa essere veemente quando vuoi calibra toni acuti di voce posa dolce la mano sulla mano tua fredda la riscalda tenue sguardo nello sguardo tuo distratto ha catturato senza fretta ti aspetta non teme di dare non freme di avere… Sindrome del poeta Il giorno comincia le ore passano le faccende svolte si accumulano le lancette corrono le giornate vuote senza ancora pensare alle parole non scritte nei versi del presente… Cerchi lo spazio insegui il tempo freme la mano mossa da necessità non può ancora fermare il moto la mano spinge a cercare i tasti a trovare le parole… Una preghiera si alza da mani in croce le dita invocano versi celati in anfratti profonda mente non più riposa scava nel fondo di pensieri colti… In un sussulto cuore imprigionato da emozioni forti è un'esplosione incontrollabile ogni vuoto si empie ne vibrano le tempie il vulcano s'è spento ha trovato l'accento… Appari luna prima bianca poi gialla riflessi di sole ti danno colore ma tu non tremi di emozione imperturbabile trionfi sui tetti ti lasci attraversare da nugoli di zanzare o stormi di uccelli da nere ali di corvi o minuti voli di passeri non ti scuotono boati di aerei increduli alla tua impassibilità soltanto tua l'abilità di restare immobile al caotico inutile di chi ti svolazza intorno distratto e il mondo impazza… Ma tu rimani attenta a guardare il mondo a illuminare il cieco che ha smarrito la via non ti servono torce ti basta la compagnia anche di una sola stella… Per l'uomo è facile negare l'innegabile quando guarda se stesso riflesso in uno specchio oppure in uno stagno… La superficie liscia o scabra non rivela alcuna verità, velata dalla pietà di se stesso… Compassionevole risposta alla riflessa immagine, ma fole non bastano a non dire il tempo non vissuto nell'inconsapevolezza deviando da saggezza lo sguardo fissato in superficie, svagato da quotidiani dilemmi commedie non drammi… Bianco di latte fa luce di notte fiocchi scendono sommessi posano coriandoli incolore al tatto alcun odore si lasciano sfuggire… Stretto tengono in segreto umore non ancora spento come lagrima riga il vetro vengono giù senza rimedio al niente di chi nel tedio protrae suoi grigi giorni… Alcuna speranza che torni sole a far luce sul sentiero coperto dalla coltre bianca smarrito è il punto d'arrivo sbiadito il punto di partenza il bianco di latte non basta… Elogio del libro Per guardarti ti sfoglio per capirti ti leggo per sentirti ti tocco per annusarti ti voglio per ricordarti ti cerco… Sei frutto di conoscenze sei estratto di pensieri sei effetto di illusioni sei la virtù dei sogni sei oggi come ieri… Non temi senescenze non passi come ore dal capoverso al punto tra le tue pagine si ferma il tempo… Un sorriso può accendere il buio della notte può sciogliere il ghiaccio di morte può donare la luce dell'alba può inebriare la solitudine triste può snervare l'insaziabile egoista può abbattere i muri dell'odio può consolare l'animo smarrito può districare gli impervi sentieri… E'una dolce armonia nell'amara discordia… Se vivere vuol dire sentire basta toccare il velluto dei frutti maturi basta cogliere l'armonia del pigolìo dei passeri basta il calore al crepitìo del focolare basta l'odore delle spighe mature basta il sapore salato del mare basta l'afrore di foglie silvestre basta guardare alla luce lunare basta consentire all'aquilone di volare… Megalopoli in fuga tremano in corsa volano in folla annientano il tempo si riduce l'incedere di ore nella folle danza se presto o tardi non muta il gusto la bocca di amare parole si empie ma rimane vuota… Svuota la frenesia senza la fantasia sbigottiti lascia privi di armonia gli animi afflitti non hanno ali per volare giù i piedi attaccati a duro cemento impastoiati giù trascinano giorni senza immaginare una vita migliore… Orme lasciate ieri da leggieri passi avanti a cercare motivi veri per vivere sacrifici umani affrontavano in animo sereni certi di tornare a donne fedeli e patrie onorevoli segni di passati eterni valori eternati da gesta eroiche impavide di dolore e di morte labbra rosse o livide d'amore o di morte serbavano in baci onore e rispetto nulla a dispetto di amicizia sincera e leale lo sguardo regale fiero e senza ombre rischiarava il volto specchio della luce di anime limpide pulita la fonte che le dissetava non cancellate quelle orme...! Se morire vuol dire non sentire non vedere non respirare immagini di essere chiusa in una scatola senza via d'uscita immobile guardi indietro nella vita ora oramai finita la memoria tesse la trama di ricordi nitidi o sbiaditi l'emozione decide che li accompagna ti prende per mano insieme a loro torni a scrivere quel ch'è passato il poema eterno… Oltre l'orizzonte illusorie nuvole ti trasportano su fili di cielo gli aerei binari conducono treni diafane le forme verso le estreme mete dei sogni… Trovi una porta chiavi non hai per entrare oltre la soglia aria di mistero tra le fessure giunge e irrora… Il tuo pensiero radici umane lo nutrivano è pronto ora per il decollo verso le mete di sogno eterne… Non serve arrossire di vergogna o impallidire di paura se l'umanità ti vede ma non ti guarda non serve raccontare un sogno o inventare favole se l'umanità ti sente ma non ti ascolta non serve costruire pensieri o vagare in sentieri se l'umanità ti segue ma non ti risponde non serve trovare scopi o cercare cause se l'umanità ti chiede ma non ti comprende… Essere felici si può scegliere… avendo colto il dolore non potendo perdere effetti suoi nell'anima pur lasciandosi inondare dalla freschezza viva d'una folata pura d'aria lasciar spazzare via la bruma in strati scesa sulla vita ogni giorno… Decidere di sorridere e non dolersi nel pianto purchè sia un sorriso sentito e trasmesso invece di un pianto solo e senza lacrime… Solo lacrime di gioia possono rigare l'anima e servono a trasmettere il profondo sentimento come un sorriso rubato all'onda in riva al mare o alla fronda assolata su la vetta dei monti alta… Basta sapere di essere in quel che fai basta credere di essere in quel che dai basta volere di essere oltre quel che dici basta desiderare di essere sinceri con amici basta sentire di essere nel sibilo del vento basta nutrire di essere come fantasia per giocare tra voli alti e guardare verso il basso con lo sguardo che scruta quel che in orizzontale non vien visto né udito scoprire misteri tra cose scontate da non sembrare vere come la prima parola affiorata per caso su labbra di un bimbo muto fin allora… Superbo sole entri fra le fessure di un muro o tra gli spazi di una siepe invadi l'alba e bruci il tramonto colori le spighe e inaridisci le zolle carezzi la fronte e perfori le pupille fai sgorgare sudore e dissecchi le fonti scaldi verdi ramarri e annerisci piante a tuo piacimento agisci dando vita o causi tormento… Se perdessi la vista vedere non potrei sfumature grigie di nuvole nel cielo cinereo al crepuscolo cavalli alati sorvolano i tetti piatti e uguali li trasformano in piste lì il pubblico acclama al più forte dal fulvo mantello destriero desiderio del cavaliere migliore non risparmia fatica fino a morire zampe in alto crini al vento sfida l'universo diversa creatura nata per vincere cavalco quel destriero e non ho paura di nulla… Secco il vento asciuga la trachea fa fatica a scendere la saliva s'inceppa e strozza la parola quel che disseta cerchi d'intorno vedi solo sterpi la terra pensi non dà più frutti dove potrai il fiore desiderato cogliere? Stremati i sensi non rispondono a flebili percezioni arrochita la voce non emette suoni monosillabi freddi non bastano a dire il bisogno d'amore… L'orecchio teso ascolta se giunge da lontano un'eco riflesso di voce lontana incide sulla corda seppure sorda timida risponde al suono invocato… Nell'ombra vedo riflessa la mia vita in un lenzuolo bianco, nera l'ombra si muove al canto dell'anima insicura vorrebbe accanto un pilastro certo a sorreggerla a guidarla perduto l'orientamento effetto di sgretolamento non trovarlo accanto… Svanita l'illusione trovi una dimensione palliativo di sopravvivenza costa accettare la finzione l'accetti se puoi talvolta immaginare l'ombra divenuta un fiore a spargere profumo ovunque lo sguardo muova a ridosso di un bel mondo… Amichevole uno sguardo può essere casuale mentre per strada pensi ai casi tuoi e incontri occhi che ti parlano usano le parole il tono che vuoi… Non danno chiare risposte guardano iridi che incontrano mentre si cammina per caso cercando una risposta tra passi silenziosi andando piano o in fretta… La risposta perfetta rimane in silenzio ti osserva con fiducia ti sprona nel giusto verso mentre non sai cosa ancora ti aspetta quando è successo non ne sei sorpreso… Un uomo si scappella e indietro mi riporta quando costumate dame incedevano sicure del rispetto che incutevano salute erano per l'animo quando villano le incontrava… Giullari e trovatori ne cantavan le doti l'altera castellana rendeva assai gentili animi dapprima bruti e l'angelo di Dante fece prendere il volo ai non nobili villani … Salutare il saluto della casta Beatrice… Che miracolo accade? Se uomini in strada si scappellano miti di rispetto antico desìo manifesto in cavalleresco ritornato gesto a consolar la donna ritornata gentildonna… Anima nuda ti riveli senza veli ti piace svelare segreti sommersi dal cuore in piena… Per amore ti dai per onore rischi per ardore perdi… Continui a sfogliare pagine aperte dove scrivi sentimenti non vivi altrimenti… Povera ti senti a non dire alla natura che fremi al soffio del vento all'ombra della luna alla luce delle stelle all'azzurro del cielo all'odore della terra al sapore della spiga al profumo del fiore spiegato dalla brezza lieve dell'erba irrorata dalla brina… Ora sei certa resti nuda per sempre…! Trasecolati sguardi a una vita che corre niente più occorre all'uomo dai madidi pensieri intrappolati in fiumi che scorrono veloci letto non trovano eppure giungono a foci dove i sogni annegati modi esprimono asfittici di interpretare le parti volute da convenzionali gesti nel teatro amorale di misera convenienza legge di sopravvivenza? Come salmoni pronti a morire nel risalire il corso del fiume sogni di sognatori non temono risacche branchie mai stanche controcorrente vanno a morire e nemmeno l'inferno può fermarli continuano il paradiso a immaginare intrepidi è per la sopravvivenza di pochi limpidi sguardi diretti verso la speranza… Crepitìo soffuso arde legna al fuoco lento scoppiettìo improvviso attrae lo sguardo immerso in mesti sensi cenere attizzata salta volontà di colpire le posate membra imprevisto di natura interrompe la mestizia riaccende la brace riflessa nello sguardo il suo comando destati! Panico sentire tra faggi in anfratti silvani fruscìo di foglie carezza i volti immersi in verdi pensieri solitario essere al mondo creature originarie incontrano arabeschi di nuvole su arboree vette riflessi di luna accompagnano versi aquile falchi cervi linci attraversano albe rupestri armonie suonano leggere… Ti sento gracidare passi ore nello stagno annunci la pioggia giammai ti arrendi nuoti tra le alghe è tutto lì il tuo regno eppure non interrompi il tuo canto e rispondi al grillo prepotente quando affievolisce il canto tuo notturno vorrebbe batterti nella gara d'alloro si addice ai cesari e ai poeti grandi… Ma arrivi tu in finale invitta prova vocale la tua in uno stagno trasformatosi in corale soprani baritoni tenori in arie si avvicendano estreme voci di cantori in un gran misero secolo… La faccia della luna dice cos'è chiarezza allontana le ombre gettate da chi trame ordisce in segretezza guardiamo la luna se abbiamo occhi non gettiamo fumo sui ricami dorati che disegnano la sua splendida faccia piena o a metà calante falce crescente miete i pensieri più intimi ascolta i versi struggenti dell'anima rea o più innocente… Suggella i segreti non serba rancori di chi la impreca tenera compagna delle notti più fonde copre più di fronde folte chi la sceglie come sua confidente… Se vuoi l'inverno non puoi essere lungo il deserto lì sabbia smuove e il passo affonda lì nessuna meta è mai raggiunta ti tocca andare e nulla sapere del ritorno… Illusione andare avanti e ostacoli non trovare mai sole cupo illumina chi senza tregua né ristoro cammina… L'umanità si dilegua qualche biscia striscia perforando la sabbia topi o scorpioni unici testimoni di vita che continua senza vedere orizzonti… Eppure paiono monti fumare dietro miraggi barlumi di luce tremanti… Neve si vede sulle cime prova di presenza d'inverno speranza d'allontanare il fiume secco di dune di deserto… Inverno che non è inverno tiepido il sole il mattino scalda la luna la sera si affaccia mite placa il soffio del vento arcano… Si sente l'autunno si cerca primavera nel cielo turchino al crepuscolo sereno… Una stella volano della notte cometa silente rammenta la nascita nuova nuova la stagione di un inverno senza inverno… Tutto regolare nulla sapere del futuro immaginare si può però cosa può peggiorare o migliorare… Cambiare tuttavia non si può evitare in mostri trasformati uomini o bestie non più albe a iniziare il giorno notti fonde o nebbia fosca patina avvolge cose nudi sguardi accecati ai raggi di luce innaturale non crepuscoli non primavere inverni gelidi torride estati… Nessuna atmosfera lascia pensare vi sia stato un passato qualche sopravvissuto oggetto lo ricorda… Grani di grandine feriscono vetrate rigate da lacrime di pioggia ora grossa ora sottile sciacquìo e mota in pozzanghere laghetti naturali paiono artificiali piedi non saltano immersi si bagnano pesano come zavorre senti non facile superare l'ostacolo piccolo il guado raddoppiato il peso delle gambe fradice duro danzare le ore del tempo sospeso tra l'essere in terra e l'andare in cielo… Me stessa Penso alla volontà di essere giusta l'aver capito la ragione di questa vita sprecata cercando desideri e gioia tristezza trovata ogni volta spesa l'energia in pensieri chiari divenuti oscuri… Amore per l'amore amore per la vita più non basta necessario sentire il peso dei giorni sulle spalle curve fa tremare il futuro se penso a me stessa annaspa il fiato nella gola arsa a vedere quanta strada da fare senza vedere l'ultima fermata… Consolazione unica sapere che alle mie spalle figli della luna non più miei scalino forti gli alti monti dell'universo… Sonno programmatore di anime sveglie all'improvviso spente o meglio in stand-bay… Messe in carica per riprendere il normale sentire… Orbite satellitari figure stellari tengono in vita la mente sospesa… Stato paranormale ascendere tirate da fili invisibili su sentieri lunari abitati da stelle che luccicano mentre dormono le anime assonnate a uno stato confinate di temporanea stasi… E' inutile ribellarsi… Un lampione attende la notte che torni a illuminare selciati bui traversati da anonimi passanti avvinti nei pastrani a celare miserie o nobiltà appagati dal non essere visti vagare nella notte senza una meta senza un inizio senza una fine… padroni dell'istante assertori di niente… Se vivere non piace si può fuggire… Terre lontane attendono esploratori curiosi scoprono tesori nascosti nelle cortecce degli alberi… Un frastuono e poi emergono diamanti di madreperla smeraldi di acqua marina collane di brina piume di brezza belletti d'aurora bracciali di larici incastonati su abeti sempreverdi… Se nulla cambia immagini a colori aquiloni alleviano l'artrosi della vista draghi cinesi corrono come bruchi in festa code si rincorrono come treni smarriti sullo stesso binario alcuna meta chiara li attende, contenti trenini d'infanzia di girare in tondo… Passeggeri allegri a bordo sono fieri di quel che vedono uguale il panorama diverso se visto nel verso capovolto basta un ciak! e cambia la scena ansie diventano stupori, piovono coriandoli, interi quartieri in festa… Le luci accendono le vie silenziose storie favolose raccontano, poi le tramandano… Fa tanto una melodia tenue si insinua tra le pieghe di mesti pensieri come una ventata fresca scioglie la tensione libra la mente verso mete molto lontane eppure toccare potresti il chiaro schermo sul quale riflettono un film… E sei lì in quelle terre lontane libera da paure certa di fare non ti piace l'idea di tornare andare avanti ti preme la visione e quando il film si interrompe ti chiedi quando sarà la prossima puntata… Diffuse crepe aprono muri incertezze contro certezze han lasciato visibili segni continuare a risanare vecchi muri riapre le ferite uguali fendono intonaci non più resistono alla tracotanza di indelebili cicatrici ricordo del male dato o ricevuto… Cosa potrebbe fare il perdono? Risanare l'anima quando lontano va a sfociare la fonte del male… I piccioni tessono con le tortore discorsi per salutare lo spuntato giorno.. Righe rosse fasciano la stanza immersa nel giorno d'improvviso… Accoglie nuove scritte di fuoco… In sordina sovrastano pian piano il veloce rumore che acceca la mente che assorda con l'eco che dalla strada sale … Rompono urla oscene il silenzio di magia dell'alba… Esplode il quotidiano rovello a blaterare inutili ciarle contro l'enigmatico tubare… Una scia di nube bianca attraversa cieli sereni interrotti da sfumature di sole tra le bianche strie passa un uccello è solo lancia un verso che ritorna giù mentre lui è su grido di libertà lassù tra i rumori qui tutto rimane uguale… Basita guardo immagini tremanti ansante il petto vuol contenere emozioni forti sbandano menti fragili tremano al soffiare venti forti invadono vie e basamenti a scacciare vanno fantasmi morenti annegati in uno sguardo perduto nessun rifiuto è stato negato eppur allegrezza sa di salvezza nel mondo dato… Adusare aduso di successo al mondo sconnesso in tondo gira gira l'era ora è questa va mesta superflua melliflua proterva or sbava le ridde implode esplode un pianto è accorato del mondo non amato… A occhi chiusi vedi il mondo modi astrusi di albergare in un mondo frastornato e frastornante fiati sospesi lungo crinali piatti o scoscesi arrivi in finale e non sai come… attendi pretendi sospendi riprendi a cercare a occhi aperti giochi scoperti dicono bingo! Però la partita non è chiusa nessuno scacco… Consustanziale desiderio di volare nemica del vento è anima spenta sostanziale vituperio il cercare motivi per fermare fantasia di cose trascendentale visione attardarsi a guardare cose viste non chieste celestiale incontrare senso nelle cose minute da grazia date… Le stelle tremano brividi attraversano le luci, si spengono… Smarrita la bussola non si può scorgere nessuno orizzonte… Cuore in una scatola pulsa come le stelle luce interrotta da un brivido… Assenza d'amore bussa alla porta le nocche livide non hanno risposta… Stella polare che conduci al freddo nord fermati a guardare chi non ha occhi per vedere le profondità del mare di cose che precipita dall'universo spazi immensi da esplorare eppure volontà poca di affrontare l'impresa… tensione a procedere in avanti calamitati come mai indietro a perlustrare vie percorse già da chi più temerario affrontò l'incerto futuro inconosciuto spazi vaganti tra abissali baratri naviganti con l'aiuto solo del vento… Magia di una falce di luna e una stella di luce brilla i cieli sussultano nonostante chiara sia l'indifferenza… Parole non bastano a schiarire lontano minacciose nuvole dall'odore di neve… Rivoli trasparenti di bianche lacrime il volto rigano al lontano monte… E'lì che sgorga il fiume vitale scommessa vinta a nascere persa a morire… Futuro provvido di attese grave di angosce tutte sono svanite le pretese… Un raggio di sole caldo rianima l'anima gelata… si è fermata al tempo dei profumi antichi di legna arsa illuminata da fiamme crepitii parlano di ieri di agri sentori espandono fumi odorosi non vogliono altro… solo calore. Solo l'odore di orme nevose risvegliano… Verrà domani un altr'anno! Un alito giunge di tenue calore tra folate gelate intorno rumore… Speranza di rinascere tra rottami dorati… Tentativi stolti di trovare senso là dove senso non v'è ahimè! Gesti ingrati sono diretti a chi impulso trova nel verso… Rinascere con la forza di un bimbo in una culla di fascine la faccina dice Natale il dio bambino di vite umane cattive e buone viene da grembo inviolato pane amore di mondo viene da dove posto ve n'è per ognuno in ogni dove… Paura non v'è lì di non avere… Basta l'alito di bue e d'asino a scaldare… Superbamente credi che solamente tu possa capire te stessa per essere creatura unica a soffrire per poco o molto nel mondo indifferente in stralunate visioni del niente che veramente non è fuori dall'essere… Vivere Al mattino guardi intorno è ancora l'alba, più chiara del giorno, gli oggetti sono fermi, la finestra di fronte è ancora spenta. Dormono gli uccelli, il cielo lentamente si rischiara. Comprendi di essere sola, approfitti per chiarirti con la tua anima. Sei curva sul tuo tavolo, i pensieri affollano la mente, ricordarti quel che sei stata è possibile ora. Sola, accucciata sulla tastiera che risponde solidale, per quanto amica fragile delle dita che scorrono. Nel frattempo è giunta la sera dopo la pausa del giorno, in cui ti annulli nel frastuono. Senti la mente svuotata, ritrovi la rima smarrita, sai che puoi ricominciare domani, riprendere a cantare Sfera Una forma avvolgente lascia sperare la gente che si possa stringere intorno a un tavolo, senza arringhe mostrare sentimenti inviolati, non smorzati dalla realtà che annulla la personalità negando i sogni, voluttà che si devono nascondere. Imbastiamo allucinati discorsi e i desideri vanno alla deriva, per quanto a galla tornino a riproporre una soluzione positiva a irrisorie controversie. Giriamo in tondo, le vie giuste si ingarbugliano, rovi diventano pire e i nostri cuori ardono. Perdiamo l'amore che è a due passi, fermi in una stasi che diventa paralisi. Lasciamo muovere la sfera perchè riviva chi spera. Per vivere morire non son'io tua nemica anima mia vede al di là di silenzi muri di cinta intorno atti gesti distratti seppelliscono parole mai dette, negati i sentimenti qui muoiono non restano che lamenti… Il vento assale come paura ignota a un tratto destata da sibili disperati come perduti fiati nell'immensità voci dall'aldilà? Inutili discorsi intrattengono l'anima volta a svelare sbuffi d'un vento eco sfrenato d'un tempo già passato… Spirale Su te stessa ti avvolgi tra le tue spire stringi ogni cosa, che soffoca nel vortice del nulla che attende al varco. Attiri nel tuo gioco di giri concentrici, una giostra che mostra scene di vita che corrono senza sosta. Catturano la vista, l'udito e il tatto in percezioni che illudono di sentire il mondo nella giusta dimensione. Niente fa eccezione quando gira la spirale, ruota eterna, nessuno la ferma. Infernale scherzo di paradossale sorte toccata all'uomo cui è dato possibile capire lo scherzo che gli gioca la vita. Stella Accendi la notte occhio sul mondo che altri non vedono. Facile per te ascoltare le nenie notturne, frutto di paturnie oppure le storie di ciechi amanti. Una bizzarra nuvola copre la luna, favola che di notte si ripete e non ti stanca. Scopri il giuoco col tuo occhio sicuro, cancelli errori commessi di giorno. Frasi pronunciate senza amore né pudore, per te conta l'ardore di parole non dette, nella mente celate per non sbagliare. Bersagli di facili bugie indecifrabili. Ma tu illumini la notte e spazzi via i sotterfugi di chi nel buio ordisce inganni, inutili rifugi. Nessun dorme per vedere tra le ombre sagome nere vengono avanti scostano il velo accesso mancante alla porta del mistero… Anime in attesa si intravedono colme di spirito di corpo vuote ai vivi guardano perché non muoiano… Carezzano le tempie con notturne visioni o fan tremare il sonno con sensazioni di baratro giù precipitano… Immagini empie affaticano la mente vorrebbe dormire ma il corpo trema poteva sprofondare trattenuto per un pelo… Sul precipizio guarda in basso provoca collasso vedere l'accadere circostante congerie per cui morire… Non è la fine per cui si trema ma come arrivare alla fine fa tremare povere le membra scosse dal timore… E oltre la porta l'anima guarda ferma sulla soglia del timore spoglia nulla può fermare lo scorrere di fiumare… Il vuoto genera vuoti pensieri effetti d'anima stanca non sente più allegria in un mondo dalla patina nera oscura brama di vani desideri… Come empire il vuoto di un presente assalito da giochi allucinati di menti e di cuori ardori ormai spenti sereni moti di spirito? Fantasmi divenuti d'un passato andato dimenticato ormai vani i tentativi di rinvigorirlo nel presente vuoto… Che giovinezza abbia il potere che vecchiezza spezza le membra come del cuore le sue esili corde? Tornare a ingenua visione delle cose che salvezza sia dalla morte stanca anima si possa ritrovare… Fitta una fitta percuote il ventre come avvertire volesse di non lasciarsi andare al flusso continuo di ore che non si possono contare… Avvertimento del corpo che reagisce al tempo che passa non si rassegna la mente… Accettare il dolore rende più forti a contrastare l'effetto di sensazioni troppo forti nel colpire… Accettare il male fa forte il corpo che fa sbocciare fiori laddove essenze di morte chiuse da porte effluviano odore… Il presente non piace a chi spesso soggiace a richiami dal passato… Illustri artisti, filosofi scienziati, scrittori ritornano dal passato a dir ch'essi migliori sono stati a narrare vicende, storie, onori di tempi e spazi d'ieri… Luci soffuse nei caffè abiti di piume e lamè narratori di avventure vissute oppur sognate eppur di predecessori nostalgici amatori un viaggio a ritroso… Nel tempo di ieri vanno a cercare chi fu migliore nell'espressione dell'arte, illusione trovata o desiderata di fuga occasione… Indietro nel tempo per vivere un tempo migliore del presente… Un ciarlare variegato variopinto a pi è sospinto le labbra muove a rischiarare sepolti pensieri dietro immagini avvolte in misteri lasciati annegare tra sensazioni anonime di finiti spazi articolati… Un sentore di parole non pronunciate ancora affiora sequenza di lettere in fila dirette a colpire il centro delle cose… Un tappeto di foglie i pensieri accoglie cadute da fronde ancora s'ode il bisbiglio volto all'uccello caduto dal nido un canto nitido ancora s'ode e salta snello in cerca d'amore… Perduta la madre tace il pigolìo più non attende carezza lo sguardo smarrito traguardo la foglia verde ancor s'intravede tra le gialle foglie… Marini alberi Ulivi maestosi si inerpicano su sentieri rocciosi parlano di tempi erosi dai venti da lontano venuti da marosi ora fuggono su cime tempestosi annunci divenuti di una favola... Antica risponde a dubbiosi odierni percorsi... Fa eco alla vergine lingua dei maestosi compagni il contrappunto di aghi del più alto pino maestro di musica da onde composta infrante lungo le arboree vie scavate sui marmorei fusti. Piano un pianoforte introduce violini desiderosi di toccare animi distanti ritrosi a suoni vogliosi di rompere silenzi pesanti… Una festa giungere si vede da lontano note impertinenti si fanno avanti desideri colmano da gesti sepolti ognora ripetuti… Piano le note si insinuano tra scolorate voci irrompono su panorami muti oggetti tremanti ora festanti parlano… Assenza di presenza libertà da vincoli che allacciano la fantasia indebolita dalla resistenza alla gravosa realtà… Estremi di beltà in una dimensione sospesa tra nuvole e firmamento in un momento sei assente… Voli sorretta da ali di farfalla dal suo baco fiorita ti culla il vento la vertigine del vuoto ti solleva da terra… Per un attimo non sei tu nella vita la vita è in te cogli frutti gratuiti e li vuoi donare… Ristetti immobile a rivedere in mente cosa quell'ardente risposta memorabile volesse dire al viandante distratto preso dalle luci arse come braci. Il cammino condotto l'avrebbe in un luogo ignoto del tutto a chi nel dialogo cercasse la ragione a quotidiani affanni. Nessuno è nei panni di sapere il perchè di tanto gemere oppure di vivere con la certezza di trovare tepore nella statica freddezza che abbandona chi non ha giovinezza. Un vuoto interiore colma questo cuore. Anonymous dicono di un conte di Oxford essere di opere scrittore anonimo per puritani pregiudizi anglosassoni per amor di lettere parole versi drammi sonetti poemetti e ancor commedie per falsa identità shakespeariana al pubblico dati eppure intatti… Infranto un mito nasce rinnovato profondo amore per le parole che hanno scritto il secolo vissuto e ancora intatto dicono l'arte del verseggiare universale immortale sacrale impeto che rende matto l'animo poeta… Lasciarsi andare al suono del vento accarezza la mente fa nascere un canto… Mosso un nascente astro per incanto luce fa sbocciare da foglie d'acanto… Mistero sconvolgente ti si svolge accanto mentre era morente il sole al tramonto… Mai sazia d'amare l'essenza aulente portata dal vento in nubi al traversare lo spettacolare immane firmamento… Piccola mi sento in questo grave mondo che stento a capire, spento l'ardore che soave rende ogni intento cerco nutrimento nel mondo lieve delle piccole cose che meravigliose risvegliano voglie antiche rimosse ora mi appresto a sentire bisbigli di vita mossa in piccole cose mai viste prima… Dormire non posso se guardo il mondo se osservo la luna se guardo le stelle… Il fischio del vento è un allarme sotto la porta passa la quiete rompe con impeto inquieto issa le lasse membra negato il riposo… Il tempo finisce il capo smarrisce non si può perdere il passare dei giorni riduce la voce ingrossa la vista sfuma gli odori scolora lo sguardo… Fotogrammi in bianco e nero sciorinano attimi che non tornano… Un fulgore larvato accende distese in cielo le nuvole non ha pretese quel che vuole è carezzare sguardi rabbuiati dal disincanto… Come un canto notturno giunge poco nitido non limpido all'orecchio che dorme un umore ovattato lenisce lo sguardo dietro le palpebre… Stridere di arnesi ferrosi amanti di mani ansanti… Tempo costruito di polvere e sudore… Occhi ammirati dall'opera finita… Uomo costruttore di cose viste… Carne e ossa nella strenua possa data alle mani da braccia mosse a costruire opere… Tempo usato a non pensare tosto a creare quel che anima e mente dare sanno senza dare dolore… Creata l'opera è occasione d'amore toccato visto e sentito tempo non perduto cuore non smarrito nelle vie oscure divenute dure per il dolore… Il tono sommesso non frena il discorso accelera al battito dal tempo scandito… Pulsazioni accelerano il cuore assalgono una piena di sensi traversa i polsi… Animo segnato dal passo alato di ricordi sommessi sguardi commossi al moto d'immagini dal sapido odore dei volatili pollini… Pregno d'ardore il selvatico mosto dai rubinei grappoli di liquido colato non fa sentire più soli all'ombra del tepore… Raccapricciante melodia il suono del silenzio in una notte senza stelle… Straziante il sibilo stridente tra nuvole contorno alla luna solitaria compagna del vuoto cielo… Povere parole il poeta tesse tra nuvole spesse bigie risposte a domande vuote… Pur intesse timidi versi contrappunti diversi a lenire il pianto lo dice il canto… Sconsolato il dire per non tradire l'animo serrato pure oscuri i pensieri veri… Sole autunnale esprimi una parola dietro una nuvola impensierito da vapori fumose espressioni di un firmamento stanco di movimento vuoto di passioni solo impressioni fugaci di un futuro incerto per questioni vuote di sentimento… Un raggio il tuo timido assertore di una luce vuol dipingere il mondo… La speranza ti conduce a sfidare ti induce l'indifferenza del mondo… Dico tacitamente che le stelle illuminano il mondo circondano di celati segreti nel luminare selciati solitari attraversati da uomini soli viandanti di notti buie e mute per chi gli occhi chiude immutati dalle follie del giorno… Dico tacitamente che gli umori della terra avvertono le anime angosciate del tempo che scorre come fiume in piena assale informe case, vie, ponti seppellendo solitudini viste da nessuno prede inermi di onnivore gesta e vedere più non basta… Dico tacitamente che illude il violino suonato nella notte dalle stelle affacciate a guardare sconsolate vite che scorrono su un inutile pentagramma unicamente certo il dramma inanimato e taciuto di chi passa la vita inosservato per le vie notturne chiare alla vista unicamente delle stelle… Perché cercare una risposta non vale come volere annientare il male… Cerbero d'anime lo vedi trangugiare impietoso lascia esanime il corpo gravoso di dubbi… Pesante dai malanimi vissuti per odio o per amore in cerca di certezze lasciato solo alle sfrontatezze del mondo… Pesante il passo avanza l'ora senza baldanza cercare una risposta a nulla vale vale il senso di una vita non sprecata… Senso di tedio odiato da Wilde quale peggior peccato agognato da Leopardi quale salvifica noia vissuto da Tasso quale stato di alienazione… Voluto da Seneca quale odio per la vita sentito da Orazio quale strenua inerzia inteso da Lucrezio quale sete di piacere… Senso di tedio quale attesa di vita inerte volontà di afferrare di possedere quel che lasceremo… Se morisse il vento statica l'aria asfissia di sensi alcun respiro a riempire petti vuoti diaframmi annichiliti per l'assenza dell'aria… Desiderio di carezza sul volto teso per sciogliere il nodo stretto intorno al collo dov'è il vento? Dolce possesso di vitale fragranza lasciata dai pollini dal fulgore del sole dal passaggio della luna nel silenzio dal balenìo delle stelle nell'immenso della notte dov'è il vento? Lascia il sale sulla pelle mentre sposta il mare da lì sale il sapore salmastro mentre muove le dune di sabbia calda nel deserto… Ho percepito un volo di notte per vie traverse vagante un battito d'ale sangue sale alle tempie che sia male? Appare meteora fuggente scia di colore spazza via il nero della via a nulla vale il faro. A vuoto riluce balugine di notte l'occhio rincorre il battito d'ale fuggente scompare… Braccia in croce si aprono all'infinito luogo astruso colmo di anfratti stretti in un labirinto… La mente prova a cercare l'uscita ma torna indietro ricomincia a cercare… Un gioco di specchi si diverte a confondere le idee si affollano in un caotico disordine… Il capo trovato alla fine ingarbuglia la matassa un nodo dopo l'altro si deve sciogliere… Imbroglia il senno il riflesso di specchi in cui si rimira bruciano gli occhi… Offerto all'infinito lo sguardo sperduto s'interroga ancora sul senso dell'ora… Scorgere una luce dietro un manto buio ridona il riso a chi vuol piangere raggio balenante irradia la temperie quotidiana cantilena di querule litanie echi a soffocanti quotidiani bisogni che spengono la luce ai sogni… Istantanea fulminante la riscoperta del riso talvolta amaro come fiele ma prodigioso quando dolce come melassa le labbra arrossa diventa il quadro di un mondo a colori che allevia dai dolori… Un lampo mentre piove quando il temporale già esploso ricorda una quiete solo apparente… Buio autunnale che sa d'inverno copre le cose rannicchiate in loro stesse schivano indiscreti sguardi puntati sulle cose che non si spiegano… Una sottile nebbia le ammanta impacciata verso coloro che le tormentano… Ma meste resistono non le tradiscono sguardi di anime nascoste tra coltri d'umido grigio impresa trovare un sorriso pur solo abbozzato un ricordo salvato… Stornello maldestro rompe il silenzio si tratta di voce emessa con estro eppure stona con il resto… Strana antifona di un discorso che non dice quel che sa segue il verso di un uccello… Vola misterioso verso mete ignote si direbbe canoro ragionar di niente eppure sono note uscite dal coro… Chiare volano sul pentagramma di vite volute di cose vedute nessun dramma le scuote… Inaspettato finale di storie negate traccia linee scure sul crinale immacolato di nebbia di sogno… Fermate il mattino Chiaro il cielo libero da nubi antenne tese ferme finestre attese colme di speranza in un migliore giorno da venire… Nulla fa credere che odio alberghi in animi tesi a scrutare tra pieghe di lenzuola stese l'arrivo di un'onda serena di vento in un migliore aspetto delle cose… Fermate il mattino finchè domina il pacifico silenzio tranquillo ascolto di sereni mondi lontani da immondi pensieri nutriti da corrotte essenze generate da infelici menti… Non c'è spiegazione al flusso di parole sgorgato da una fonte intima interiore fiume alimenta visioni invisibili a chi non osa fermarsi a guardare ascoltare cercare incontrare misteri essi si svelano a menti dubbiose meravigliate da affacci su un mondo non ancora rivelato… Gli occhi si chiudono per non vedere appesantite pupille a fatica guardano il mondo scrutano mentre al bruciore stoiche resistono… Per la secchezza di lacrime spente dal vedere niente assenza di storie in cui credere presenza di immagini vuote votate a finzioni… Surrogati di vite spese tra finte domestiche mura a imbastire azioni inutili negazioni di circostanze vere … Vuoti di coscienza a intrecciare fabule senza immaginazione al fine di ingannare la visione delle cose… Come dinosauri spazzata via la vita dal mondo fuori dall'alba s'aggirano in tondo anime trasecolate spettri di loro stesse vagano allucinate fuori da mete… Cercano l'anima perduta negli abissi scavati da tempeste… Pioggia battente infinita fende i volti sepolti in langhe di fango… Orbite fissano non guardano un punto lontano… Non sono sorgenti solo sassi sporgenti feriscono i malleoli inoltrati in viottoli senza alcuna uscita… Speranza ultima nascere a nuova vita… Coltri di fango assediano vie sprofondano anime soffocano corpi … Trascinate da pioggia battente alla mente torna l’infernale girone di Dante… Ingoiati corpi senz’anima eppur gravati dal peso di fango… Terra genitrice snaturata maga malefica inghiotte ogni forma di vita… Impietosa vendetta di chi l’ha offesa ora indifferente a umanità indifesa… ( 25 Ottobre 2011, alluvioni in Liguria e Toscana ) Alba d'anima rischiara la mente satura si libra in un mare di candore spazzata via ogni ombra tutto si colora… Venature d'azzurro dipingono l'aria un respiro leggero penetra la mente… Sì dolcemente carezza il capo s'adagia sereno su un guanciale di petali gialli... Riflessi di luna sciolgono i capelli una dolce nenia annuncia il giorno… Piovono parole a irrorare i pensieri si tratta di fole colte tra i misteri grasso il raccolto nutre l'ascolto… Piovono parole a nutrire cuori pane di favole esaudisce desideri ardite trame l'ordito ricamano… Parole soltanto giungono a tanto splendida la tela mostra una sequela di avvenenti spazi si sopravvive qui sazi… A piedi nudi senti fredda la terra l'erba ti sfiora i malleoli dove è più alta si intrica cela ortica… A pungere pronta amara impronta nascosta nell'ombra mormora la siepe mossa dall'edera ti volti a cercare l'acero… Vuoi toccare la quercia e larici si danno la mano bello il ricamo fresco ordito tra veli di rami… Orpello segreto nei pressi del greto provi a scoprirlo senti un battito è d'ali di falco il suo verso un urlo spande tra il fogliame… E' un suono di speranza strame s'intravede una greppia l'indovini tra rocce scavata da anime in cerca di gocce ristoro libera dalla sete… Bigio chiarore nasconde il sole piatto di nuvole dall'alto guarda al di sopra luce si cela alle cose non le illumina non sono festose… Bruma le avvolge non più verdi rami seminano foglie è pioggia triste di aridi coriandoli eppur giunge essenza di melograno arrossa le vigne… Da crepe carminie sgorga lucore non sono lacrime è fulgido liquore irrora i campi le dure zolle son ora disciolte ai piedi del colle… Tra le dita un petalo si sfoglia aulente essenza divaga si sfronda odorosa nell'aria… Peste impietose calpestano distratte caduto il petalo profanato si smembra acquattato nell'ombra l'incauto piede… Umana presenza ignora la sorte dell'inclito petalo ignara sentenza di morte proclamata per caso… Scrivo perché l'alba ogni volta è nuova diversa la volta celeste s'inarca sul mondo cancella ciò ch'è immondo… Nuova la pagina riassume tutte le gioie ogni dolore compone nel lume dal chiarore di ragione e nel buio di sensi inconsci … Giunge il grigio di pioggia arringa mesto il tedio sulla vita non trastulla il gemmare di betulla… Voci che consumano si levano dall'anima che mille lacrime spende per svelare raccapricci di natura effetti di paura dimensioni reali o irreali creature … Si affacciano alla mente per cercare melodie assennate o nenie confuse in lettere di astruse parole scippate al niente e lo riempiono… Lasciano la mente avvinta da strenue ricerche in garbugli di infinite cose odorose di rose o maleodoranti rovi dalle scie fastidiose… Invocano la vita per comprendere la morte cercano senso in terra per decifrare l'eterno intercettano stonate note per ricomporre il poema e intrecciare gli accidenti… I raggi non sono spade affilate dalle parole acuminate dai sensi ma vigili guardiani di ore trascorse a guardare le stelle a misurare i passi a scostare la polvere del tempo che si ferma in immagini belle scolpite nei sassi che sollevano polvere a descrivere il tema di luce sgorgata limpida dal sole… Su e giù per le scale della vita farei un tuffo nel vuoto per capire la superiorità di creature votate all'arte… Scelta dura talvolta con risvolti amari insufficiente sapere di essere capiti benché colpiti dal simbolo… Dietro la superficie silente si manifesta vestito di metafore in un'alata realtà leggero giunge al suo traguardo… Comprendere il valore dei gesti compiuti dall'arte dei colori dall'armonia dei suoni dal verso immacolato del semplice poetare… Se potessi dire quel che mi preme sulla scorta di piume soffiate da desideri calate sui pensieri direi che è bello di nuovo scoprire se prima era rovello l'energia di gioire… Il cuore fardello di allucinati sentieri di un'anima confusa oggetti alla rinfusa deposti su scranni deboli da malanni per caso accaduti… Principi accennati di vita trascorsa ad aspettare di finire la corsa utile accettare con umile pazienza un atto di coscienza… Il suono del silenzio Incedere di passi tra sfaldati sassi un solo uomo avanza nel silenzio che ancora lascia vivere la notte non lascia parole dietro di sé… Una scia di pensieri echeggia della nebbia leggera fuma e copre le cose profumo di rose vaneggia la mente che la via attraversa… Desiderio di eccelsa volontà di sentire l'odore della vita scorrere nel buio di un'altra notte nel silenzio che sfalda i sassi all'incedere di passi di un uomo solo… Riflettere stasera mi fa pensare al valore delle cose non dette certe di non sottintendere pregne di emozione interiore sensazioni perfette che dicono il silenzio dell'anima… Ascolta note leggere salvate dallo svolgere muto dei pensieri basta a scrivere sincera la penna che suona mentre si sfoglia la carta… Leggera vola rispettosa del muto incedere di parole certe di dire quel che legge l'anima chiusa nel silenzio taciturno discorso che la notte ascolta… Ricordi presi al laccio riportano indietro in un mondo che voluto non sembra fatto di fatti a caso accaduti mossi da volontà di cose astratta… Cercati sembianti alla luce di memoria raccontano casi celati tra le pieghe di una coltre stesa… E'il favore del tempo andato a scoprirli senza spiegarli immagini che affollano mai satura la mente di cumulare affanni desii, tentennamenti… E il tempo scrive gli accadimenti leggeri come piume o come massi gravi non vi sono chiavi per aprire lo scrigno… Avvolto l'essere in un vortice di cose dice di lui che muore se non può amare… Come amare tra cose amare fiele il sapore tutto muore… Eppure vuole credere favole di versi alati in alto diretti… Brama il cuore melodia tenue per ingenue creature… Oboi di spore spuntate da fiori note a colori offrono sapore… Papille addolcite un attimo rapite l'odio cancellano la noia annientano… Grillo esanime cri cri cri… cri cri… cri… c..r..i… continua il suo verso il grillo a verseggiare e poi eccolo esalare l'ultimo saltellante sospiro… Si deve fermare ma il cantilenante verso riprende a cantare fende le ombre della notte e il vento ballerino solleva le note… Silenzio ancora e ricomincia la danza sonora… Ancora rallegra il buio notturno sa di silenzio ora è il grillo a zittirlo… Fragole d'amore offro di cuore a chi soffre mancanza di emozioni… Illusioni a iosa profuse per chi fosse incompreso… Scompenso di odierna solitudine l'ha offeso… Fragole d'amore versate nelle lacrime sciolte… Rigano nuvole distratte in un cielo distante… Fragole d'amore acidule per miracolo trovano il senso… Il giardino delle parole mi attende inflessibile cerco e non trovo per dire che provo bisogno infinito di parlare fiorito… Espressioni nuove di contenuto prove da toccare corde profonde… Libere da legacci agganci possibili gli ami di cuori pescati da emozioni forti dell'esca offerta dal povero poeta… Il cuore gela assenti sentimenti vuoti spassionati allucinati scontenti impudenti crescenti sconsolati dettati scordati passati maleodoranti presenti spudorati sembianti affacciati antistanti substrati celati scorati gelati deserti prati tediati operati assediati perdenti… Il vento gela il volto sferzato da impietosi sonori colpi… A nulla serve col bavero ripararsi… O stringersi nelle spalle irrigidite… Scudo fragile non resiste ai duri colpi… Immolarsi la soluzione finale possibile… La strenua lotta a sfavore di chi vi si avventura… Duello impari la lezione è bene impari… Chi non sa cosa l'aspetta il senso d'inverno… E' un tuono quel che sento di lontano giunge a rompere il silenzio d'una lunga attesa irrompe il suo rumore sordo e profondo lascia capire il dolore per l'assenza delle stelle… E dov'è la luna? Faro nella notte certo fa il viandante lungo il suo cammino ora smarrito cerca lo sguardo la direzione … Inganna il baluginare del lampo intermittente a illuminare il niente vaga immagine chiara che al fin s'adombra… Basta un cenno e io corro i prati aspettano salti gioiosi in un autunno di frutti maturi… Nuvole bigie attraversano il cielo spolverato da un filo di vento… Passeri parlano una lingua varia rami assaltano desiderosi di dirsi… Una filarmonica di fiati briosi il colore dell'aria si riscalda … Ippocastani alti imbastiscono fili marroni fuoriescono dai fusti… Filanti stelle scrivono le cose accadimenti odorosi svolgono trame… Non servono parole basta ascoltare basta guardare e tutto si avvera… Una voce sussurra vibranti suoni umbratili forme al riparo di foglie disegnano l'aria… Profumi verdi espandono sentori freschi lungo montani sentieri… Tra i sassi un volto esprime la vita com'era ai primordi all'inizio dei mondi… Terra resisti ai duri colpi inferti da chi non t'ama… Tutto brama desiderio nero non è sincero con te che nutri… Madre amorevole con chi sgradevole t'ha ingannata la linfa depredata… Teorema sorridono immagini confortano suoni echeggiano parole scrutano visioni confondono linee… Iperboli spontanee scaturiscono dai cuori destano emozioni fragili illusioni ritornano con forza determinati i sogni allontanano tempeste… Possibile l'allegria salva il naufrago inabissato nella procella torna a galla confortato dal ricordo di chi è stato… Cosa vorrebbero dire le stelle pulsanti vite sorelle di notti insonni o coronate da sogni o assediate da ombre di abissi nascosti… Stelle che illuminano visioni lontane che ora s'avvicinano dicono balzane verità tradite alla luce del giorno… Stelle nostre sorelle le nostre sere guidano dietro le porte di luoghi solitari dove si può credere al conforto d'amore… Stelle fedeli sorelle che non tradiscono attese di mondi dalle finestre aperte ogni dì ad attendere l'alba… L'oracolo muto Mi soffermo a guardare nella luce a scrutare sfumature di colore che parlino d'amore… In attesa lo sguardo si smarrisce in uno sfondo colmo di vuoti venati di paure striati nel fondo dai ricordi ritornati a guardare nella lente dei pensieri perduti nei sogni forieri di una fede rinvigorita dalle incertezze celate nelle cose vissute… Attesa di un tempo fermato da visioni dai contorni annebbiati incapaci di dare responsi… Notte di luna sei padrona notte sai essere sorniona notte nascondi a tutto spiano notte i tuoi sogni tutti spiano notte di carezze sai colmare notte resti calma a guardare notte da te attende una carezza notte chi non attende grandezza notte ristori gli umili notte che doni monili notte dai fili d'argento notte carezzata dal vento… Accenni d'autunno Colpi di martello battono a scuotere il silenzio di un meriggio d'autunno malinconico e pallido… Passi che attraversano il buio dei pensieri schiariti ancora da una foschia di luce… Calpesta ognora sentieri di una precoce speranza a consolare dal presagio d'inverno… Passaggio di stormi ballerini ricamano d'azzurro la tela stesa tra le nuvole… Tracce di un mistero non ancora svelato avvertimenti sonori s'intravedono tra i colori… Cerco la parola una foglia tremula sorvola l'universo l'anima consola … Anima il discorso incerto s'ingarbuglia tra rovi di pensieri tra immagini di ieri… Sul ramo s'impiglia tra le foglie spunta gemma solitaria s'invola tra le nuvole… Perla dorata adorna rotolata tra verdi foglie non più spoglie… L’aria ferma desta la paura che freme al pensiero che scuro invade l’anima… Non basta calma a sedare l’ansia che il tempo giunga a fermare come saette in mare… Forme astruse invadono il crepuscolo trionfa la luna nel luogo minuscolo che occupa nel cielo… Torrido Settembre Togli le forze Sole che affoghi i pensieri le gioie neghi di fermare il senso… Nuvole effimere di afa snervante lo portano via… I pensieri vuoti aleggiano tra rivoli di sudore… Annientate le membra lasciano scivolare un grumo di speranza che possa tornare una nuova baldanza… Antico amore Coste montane assolate, carezzate dal vento mattutino… Mosso il drappo celato nell'ombra gioca col lembo… Gode la vista l'occhio alla finestra… Istantanee volute dal tempo fermato da voglie cercate tra gli alberi… La corteccia parla sillabe riecheggiate tra le vallate… Verde scuro si alterna al giallo della radura saltella il grillo tra i cardi viola… Muschio bruno di terra indica il passaggio degli orsi marsicani tra le vette padroni di sentieri incontaminati mossi da antico amore i pensieri… Improbabile ritorno Uccelletti conversano padroni di rami di un verde nostrano… Sui tetti svolazzano rondini madri tra i becchi serrano per i nati vermi di inconsapevole nutrimento… Un uscio si chiude alle spalle del sole gocce di luce illuminano le piccole foglie vecchie donne sulle soglie le mani in grembo osservano il passante… Diverso il suo passo è fermo contro il vento gode del momento… Non sa se ritorna… Epomeo Monte l'occhio del gigante Tifeo alle tue altezze guarda condannato da Zeus alle bassezze di zolfo fumose ribelli risposte al severo padre riverberi di splendente luce dai caldi sassi gettano la tua lucente risposta a tante bellezze… Tu Epomeo indifferente alle zuffe di uomini e dei trascorri ore a guardare il libero mare che vedi ti circonda a lambire le sponde dell'isola voluta dai pirati oppure da stranieri che ancora attentano alla libertà dei tuoi lidi… Tu Epomeo solitario godi del silenzio sacrale risposta al rumoroso viaggiatore che respingi in basso dall'alto del tuo sasso… Odore di spighe tagliate odore di spighe bruciate è l'estate di messi annegate in nuvole di polvere bagnate le membra di sudore strette in covoni le spighe… Offerte di mazzi dorati macchiate da rossi papaveri arrossate lingue di fuoco lambite distese di terra annerite zolle di cenere ridate alla divina Cerere… In fondo a una vertigine senti rimescolare vecchi ricordi tuffati in un mare dove vedi primordi di vita navigare… Si lasciano trasportare da onde scomposte che nella memoria affannano la mente in vagali ricerche di un tempo celato in uno spazio minato da vuoti di memoria… Una bimba allegra salta sulla fune tra due compagne arrotola l'aria finché s'imbriglia tra le gambe s'abbassa il calzettone finisce l'illusione di essere nell'aria… A terra il capo gira gira ancora incontra sogni in una giostra di visioni all'opera costruiscono la vita un'esistenza ardita di giorni futuri dai frutti maturi di una nuova stagione… Necessita virtù Abilità umana scoprire nel mondo meccanismi capaci di facilitare la maniera di vivere. Usare il pensiero per scovare infinitesimi modi di calcolare elementi naturali per rispondere a richieste vitali. Accendere la mente per ideare sistemi utili a trovare universali modi di vivere senza violare i limiti essenziali alla sopravvivenza del globo terrestre. Non smettere di chiedere a se stessi dove andare fedeli alla coscienza che rifugga dal pedestre scopo di azzerare ogni conto finale. Un lembo mosso dal vento spira un tepore senza tremore torna indietro ricomincia a danzare… Brezza marina fresco maestrale bora dolce sale a rallegrare il caldo d'estate… Gli occhi si chiudono come in un bel sogno e facile diventa immaginare nella giostra di venti qualcuno che carezzi l'anima assorta nei mesti pensieri… Scivola nell'abisso della coscienza come materia fusa ai raggi del sole potenti… Annienta la sua forza abbandonata alla danza del lembo che rimbalza… Stridulo canto rallegri l'aria divenuta festosa seppure afosa… Becchi acuti fendono l'aria vortici allegri echi di voci si rincorrono lungo i sentieri che percorrono… Nessuna sosta la girandola sposta sguardi perduti negli infiniti rivoli d'aria… Trasuda calore promana vapore nel cielo bianco di spessa caligine… Un neon naturale illumina il cielo garrulo di voci nenie ripetono il canto uguale eppure parole diverse dicono si può credere… Il silenzio sussurra di cose lontane vissute altrove il volto affondato in un gorgo di cupe visioni… Triste ricordare quando le lacrime hanno rigato la prima volta il volto ora dalla ruga segnato non torna indietro… Si tratta di un sussurro lontano ora percepito come fosse impietrito dal tempo trascorso a guardare il mondo mosso dalla fretta di andare in tondo a cercare la luce ove trionfa il buio… Inutile sfida lanciata nel silenzio che muto risponde all'anima livida per l'aria asfittica che ognora affatica… Temporale d'estate ha squarciato nuvole grigie eppure intorno ancora chiare. Uno sfogo inaspettato rovescia cascate d'acqua bianca a tergere le strade senza via d'uscita… E tutto si bagna sotto gli scrosci d'acqua infinita… Il cielo vuol mondare tutto quel che guarda in un istante tergere cose uomini parole anneriti dal furore… Tutto si arrende ora alle forze della natura che si prende cura come una madre dei suoi figli imbrattati… Le spighe si muovono anime appaiono le une si muovono addossate alle altre… Sono ancora foriere di gioia del vivere… Ammiccano al vento che le muove al lento sibilo esse danzano sicure della direzione che va verso l'alto… Il fruscio chiacchierone le spinge a chiosare rime d'ogni colore… Smorzano il dolore accendono il buio che lo scuro temporale annuncia dalle nuvole… E' tempo di sperare non il tempo di morire… L’orizzonte Linea finale verso una dimensione fase iniziale di una sensazione nuova che sale. Si affaccia l’illusione che finisca il male la cui chiara percezione interrompe la luce del sole. Buio dell’anima la visione. Di contro voli di lucciole illuminano l’ampio portone oltre il quale canti di allodole fanno eco al silenzio sornione che presto si fa debole e cede ancora all’illusione. L’ideale Opposto al reale occasione di fuga anche solo mentale. A dirlo è la ruga che scava la fronte segno di passate giornate a cercare un motivo per credere. Possibilità data a chi non s’accontenta di sopravvivere alla noia assicurata di un’esistenza vissuta senza nulla da raggiungere. L’ideale è l’occasione di toccare nuove sponde come l’onda giunta a non lasciare muta la riva che risponde generosa al suo cullare. Sento una voce dice di credere dice di parlare dice di scrivere di non perdere la speranza di vedere occhi guardare pensieri volare labbra sorridere dice di non spegnere la luce dei sogni dice di camminare verso il mare dove l'orizzonte è più distante e più semplice appare sperare… Vedo paesi azzurri coi tetti scuri ricovero ieri di pensieri chiari ora esprimono memoria di antico candore semplice segno di fatica provata di sudore versato di speranza nutrita in un domani migliore. Segni di una storia coltivata col cuore come frutti di un orto ricco di sapore di un'aria dall'odore acerbo delle mele verdi, dei fichi che attendono di essere colti delle spighe appena mosse dal vento leggero. Segni di una storia che parla oggi ancora di ieri… Statici oggetti arredano il mondo voluto da uomini sicuri di essere… Il tempo li scolora la polvere li inonda e fermi attendono l'inevitabile fine… Mutati in niente non hanno soffitte dove trovare nuovo spazio, in cataste accumulati, bruciati in pire, cenere al vento, lasciati volare in uno spazio senza tempo, strazio di angosciate menti sapere dove sono finiti… Tornano in sogno fantasmi di ieri cercano spazio nella memoria che li ritrae rinnovati dai bordi imbiancati dai ricordi, la storia da questi vissuta li lascia tornare dipinti in versi resi ora diversi da poetici suoni… Ricordi in poesia scivolano sulla carta senti lo scorrere lieve della carta che pagina dopo pagina scrive sentimenti nascosti o scoperti sul mondo… Cose semplici e nude si arricchiscono e si ricoprono di amore furore solitudine pace gioia dolore … Immagini dipinte dall'anima riempita di versi dai colori più diversi, fiori che si affacciano a profumare menti disattente, afferrate dalla vita, annientate dal caos, sbattute da circostanze incerte che affannano animi e abbreviano le ore trascorse a penare senza ascoltare la musica di versi che cantano inni a ricordi svaniti… ( A Dina ) È tornato il sole a illuminare le stanze la chiarezza del cielo si riflette nelle speranze si è ritrovato il filo delle parole gaie che hanno il sapore delle fresche gioie che rinnovano il cuore. Finestre occhi aperti dalle case arretrano l'oscurità, ora esperti di lucentezza balenano l'afflato di sentimenti nuovi che proliferano bene auguranti mutamenti che inaspettati si affacciano sul mondo che mostra cose che alla luce ritrovano colore. La luce è imbattibile contro l'oscurità, vince nello scontro l'ardore vitale del sole. Papaveri e margherite la dicono lunga su vite sognate mentre vissute. Rivolgono petali sereni verso l'azzurro di cieli lontani ignorati dalle spighe contente di nascere sulla terra. Cielo e Terra separati dall'orizzonte, magica linea che fa sperare l'infinito si possa toccare. Papaveri e margherite sorridono a vite vissute perché sognate dalle spighe nutrite indifferenti alla brevità del tempo certe di rinascere domani. Non capita agli uomini assisi su deboli scanni certi d'illusioni come dicono indiscusse ragioni. La poesia può… guardare l'orizzonte immaginare l'infinito vagare nello spazio vedere l'errore cercare la verità trovare la speranza esprimere l'amore descrivere l'odio spiegare l'emozione nutrire il dolore colpire le anime gioire del mondo comprendere la natura colmare la solitudine soffrire la noia aprire le porte sfondare i muri scavalcare i recinti oltrepassare le siepi vedere dall'alto scoprire in basso accendere il buio spegnere il giorno fendere la nebbia svelare il sogno inventare la storia sbugiardare l'inganno cogliere il senso riempire il vuoto svuotare l'inutile vivere l'illusione sprigionare la fantasia tradurre il pensiero inventare le parole sconfiggere il male colorare il nero dipingere il bianco trovare la guerra cercare la pace capire la morte rappresentare la vita scrivere l'universo… Cerchi un appiglio tra le comuni cose che si sparpagliano mentre le posi. Cerchi riposi ma è un cercare invano tra le inutili cose che quaggiù non sono più esempi vitali di un'esistenza vera ma ingannevoli voli di rondine che a sera battono contro la finestra. Ombre nel buio calate non recano ristoro riunite in concistoro pesano come ondate che bonaccia alcuna ferma né rassodate quieti recano dopo le tempeste. E' il senso dell'arcano? E' l'umano che cerca un appiglio invano… Volano in fila rondini beccacce cicogne verso lidi che attendono nidi in tiepide acque dal salmastro sapore quel nutre i nuovi nati dalle sabbie sgorgati fatte di grani lievi assottigliati e tesi nell'accogliere nel loro tepore le piccole vite. Volano in fila da punte disegnate appena inclinate per sfiorare appena le schiumose nuvole come carta arrotolate un'energia le spinge verso sicure mete solo a loro ben note in arrivo il temporale non spegne il vigore all'ali loro appuntite. Ti chiamerei calore se venissi ora a scaldarmi il cuore gelate le mani mi danno il tremore vorrei domani tornassi di buonora a tirarmi su d'umore… Non basta a scaldare il sole alto ognora arde per bruciare una scia di gelo attraversa il cielo non lascia passare nemmeno un tepore lieve a scaldar le mani… Afferrano la penna l'ultima spanna di speranza lasciare che scorra libera sulla pietosa carta del mio cuore amica certa… Pagine azzurre si espandono gli occhi vedono sfumature di bianco offuscate affianco da nuvole celesti. Toccare le vorresti ma diafano il corpo svanisce al tatto. Ti illudi di sentirne la freschezza ma non gli appartiene. Troppa frivolezza offusca i sentimenti non trovano luogo qui svaniti per via del giogo che li appiattisce. A fatica rinsavisce chi può vedere strie di colore che carezzano lo sguardo volto al cielo in alto… A stento colgo il riflesso del raggio che incide tra strie di luce in un convesso lucido cono. L'istinto l'attira impresso in parole ma soltanto l'eco intorno risuona ferendo l'animo sconsolato. Afflitto conduce il discorso alla rinfusa arie si addensano in nuvole. Vaganti pensieri accendono un lume la speranza di ieri oggi si protrae in un fioco barlume… Se per caso vuoi sapere dove andare e non lo sai sai che puoi seguire la scia del tempo in cui eri che oggi puoi riconoscere dagli odori del passato in cui puoi rinascere sacra dimensione che ferma il tempo che puoi vedere nonostante gli aloni sbiaditi dalle ore dai passi arrugginiti. Attendi attenta lo scoccare dell’ora sorniona che imprigiona il tempo il tempo di ritornare senza scampo a riprendere il filo di ricordi impressi a fuoco. Senza spreco di energia li rimandi all’ordinario scorrere dei giorni tramutati in sogni tessuti dal passato. Riportato dall’uccello migratore che non dimentica il tragitto eterno da percorrere nello scorrere a fatica del presente. Poeta d'eccezione è piacere ascoltare l'usignolo che vibra un canto d'amore. Poeta d'eccezione alimenta versi scolpiti dalla mano appassionata di un artista che legge nella pietra il senso dei suoi sensi celati tra gli strati invisibili all'occhio del vivere umano. è morire e rinascere nelle forme impresse in bassorilievi d'argilla che ospitano i sogni vissuti in un'altra vita. Al buio vedi vaganti ombre luccicanti come lame improvvise accendono angoli nascosti della mente e vedi riflessi momenti vissuti o sognati che parlano di una donna ancorata a pensieri lontani e vicini. Si accavallano intessono discorsi pieni di parole mute scritte per ricordare in un momento una vita intera. |