lo scappellotto gli giunse
lo scappellotto gli giunse non sulla nuca ma tra il capo e il collo
non pensare osserva
osserva come un pensiero non è quello che credi
rimani con i piedi per terra
eppure Lei era bella di quella fattezza naturale e lui non sa niente della natura
era anche armoniosa e lui non sa niente di musica
lui non sa niente un buco nero senza effetti
vedi Testone l'immagine ha contorni rispondenze precise
Lei (sino a quel momento sembrava assente) non aveva parlato ma uno sguardo solo glielo
aveva concesso
lui volova sciverlo che ma no ma no non è vero non è vero
Lei è senza limiti Lei non è materia e per dimostrarlo le corse dentro
e maraviglia delle maraviglie era vero non era materia e
scomparve
(
parla del fare e del non fare
o parla del non deve essere così
dice che tutti soffrono o la maggior parte
così come chi fa poesia in questo modo
dice non c'è complotto se tu fossi differente ma se fossi così sarei
già differente
dice se tu fossi come io voglio come noi vogliamo che tu sia
soffriresti meglio io ascolto
se sapessi fare sarei sarei magari un poeta
povero me che perdo sempre povero me che vigliacco mi ritiro in ciò che mi hai imposto in
ciò che voi mi volete consigliare
povero me che non soffro
a stare da solo condizione di chi scrive in poesia
)
la cometa
nella silenziosità prima della nascita
poi si imprime una accelerazione
il primo elemento dell'imposizione (al bambino o bambina appena nati si danno schiaffi)
il primo elemento del potere sul minoritario (quello della prole)
il controllo rigido della dignità
e la cometa sta terminando la sua funzione
e la coda si è già impigliata
il reticolato ondeggia ripetutamente
e all'animale gli resta da osservare
i suoi peli diventare capelli
il rammarico
di giovanni deluso ma neanche tanto, che poi sono sempre io
da serto o che altro da me musicato
ho osservato la chéta marina
se ha il sapore di un mirto
cima o fondo lo spettacolo o vuoto
dal villaggio lièto
derelitto salii la duna
E' lunga la sera
di giovanni liberato o che si vorrebbe liberare, che poi sono sempre io
prese l'abitudine di porsi sullo scoglio
ma quando l'ultimo riferimento scompare è lunga la sera
dove sorgi fascia della luna
e notte dopo notte solo la schiuma
andò al cuore del problema
respirò profondamente e s'immerse
le tribù perdute
di giovanni smarrito, che poi sono sempre io
un migliaio di anni fa o magari soltanto un pò di più
una comunità immaginaria si perse
nei vari luoghi dicevano sì ho sentito dire
il massimo dell'accettazione globale di identità
dicevano non li conosciamo e dopo un pò c'è stata la guerra civile
tra di loro avevamo qualche parente si ma alla lontana
è da tanto che non si sa più niente
in alcuni casi un popolo si difende sa ma in quel caso
sembrava sapessero di più e lo volessero dire
ma erano le undici della sera
mi dissero scusi sa lo sente
dobbiamo andare dobbiamo andare a pregare
ci dispiace
un verso di cinque righe
di giovanni libero, che poi sono sempre io
la necessità di respirare porta all'inversione del movimento e se il segno della
vocale emessa è l'essenza della cosa rappresentata dal suono o con il suono non
riporta il movimento necessario per produrre quell'essenza la combinazione del
movimento necessario per esempio chiudere le labbra per riaprirle
nell'inspirazione produce ancora un suono essenziale ma raffigurato con due
segni per esempio om quindi la parola perduta è la riproduzione di un'essenza -
vorrei trovare quelle parole o almeno qualcuna di quelle |