Sul viso il riflesso
Del travaglio notturno
Di ombre cinto lo sguardo
Perso nel buio
Sfuggir parole
È flebile speranza
Giorni
Notti
Passati a rincorrere
Il sussurro del vento
Vola alto nel cielo
Un gabbiano
Vola lentamente
Scivolando nell'aria
Raggiunge il pelo dell'acqua
Tendendo l'arco
Riparte come freccia
Verso il cielo
Emettendo un grido
Acuto
Penetrante
Di solitudine
Insieme al gabbiano
Ho volato
Ho tracciato
Il cielo di strisce
Cercando
Cercando
Cercando
Forte
Ho sentito
Nostalgico
Un richiamo
È quasi muto il mare stanotte
Ascolta silenzioso il mio animo triste
Si è allontanato il desiderio
Ed una cupa ombra
Aleggia sulla mia vita
Morire e morire
Prima ancora di poter vivere
È quasi muto il mare stanotte
Assecondando l'animo mio
Addormenta il sogno
Cullandolo nella fredda luce
Muore e muore
Prima ancora di poter vagire
È quasi muto il mare stanotte
E tace l'animo mio
Non potendo reagire
Sommerso dall'ombra della notte
Ascolto Il pulsar del sangue
nell'orecchio Ascolto Il passar veloce di una macchina nella notte
Ascolto Il rimbombo dei miei pensieri Ascolto Lo scorrere del
tempo Attorno a questa vita vuota È un silenzio assordante Non il
tranquillo respiro accanto Non il corpo di chi amo Riempiono la mia
anima Soltanto sogni
Vivere nell’oblio Essere appagati
Da un mondo ovattato Sublime Tutto è più soft La percezione Un
mondo etereo La realtà è offuscata La mente nebulosa Viaggia
leggera Trasportata da una nuvola Rosa È il colore dominante
Dove il confine Dove la realtà Il corpo spossato La mente
spossata Il pensiero non si fa strada Pesante come un macigno
Fatica Chiude gli occhi Ad un sonno profondo Fluttuante
Irreale No mente No corpo
Solitudine Ha generato Riflessione
La spazialità figlia di riflessione La rottura del confine La mente
finalmente liberata Dal corpo Oltre Valica i confini ristretti Del
paese Del collegio La mente Nell’angoscia del corpo confinato Il
panico Il nodo che serra La mente La gola Il soffocamento Il
morire lento Della libertà Della spazialità L’ansia Padrona della
mente
Nostalgia è il tuo nome Malinconia è la
mia compagna Nei giorni che passano lenti I tuoi occhi mi ricordano
Che hai catturato il cuore A nulla son valse Le lusinghe del mio canto
Solitario continuo per la mia strada Tu Fedele ad un finito amore
Sfuggi al mio desiderio E non ti accorgi del lento sfiorire Della tua
primavera La notte culla i rimpianti Di un incompiuto amore Cosa
sarà se i tuoi occhi Domani saranno spenti E più non riceverò la loro
forza Cosa sarà di un domani Su cui è sceso il velo della notte
Oggi il mio cuore Aspettando l’albatros Naviga nel mare della nebbia
Non mi basta questo tempo Aggiungere al
giorno altro tempo Per raccogliere i pensieri Ed ascoltare nella notte
Il silenzio che circonda Il secco rumore delle foglie Del salice
trascinate Dal vento sul viottolo Il fruscio delle foglie Che
resistono sul ramo Cogliere con gli occhi Le sfumature del tramonto
In un rincorrersi di colori Fiammeggianti o tenui Aspettare il levare
della luna Seguire lo scorrere delle stagioni Non basterà questo tempo
Per ritrovare la stagione Dell’amore e cogliere Il rosso fiore No
Il tempo trascorrerà E non mi basterà
Il tempo scandisce il ritmo Segna la
vita Tacca dopo tacca Lascia il segno Indelebile Passano gli
anni I ricordi Alcuni Sbiadiscono Altri Scavano il solco
Profondo Segnano l’animo Forgiano il carattere Plasmano Temprano
Ma mettono a nudo Tutta la fragilità Dell’essere
Finché (durerà il tempo) il cuore mio
Traboccherà d’amore per te Ti Bacerò sotto la luna piena Terrò
stretta a me Dirò dolci parole d’amore Nel silenzio della notte Le
stelle scenderanno (Ad una ad una) In calde gocce Sul tuo viso
sgorgheranno Mille e mille luci lo trasformeranno Riempiranno il
nostro momento d’amore Avvinghiati di felicità La musica del mare
Ci accompagnerà Il sommesso brusio del vento Turbinerà festoso La
luna (Complice del nostro amore) Strizzerà l’occhio Ci abbraccerà
La sua tenue luce Ci cullerà Finché durerà il tempo Il cuore mio
Traboccherà d’amore per te
Egoistico sentimento d’amore Amarti
Ed amarti subito Adesso In questo momento Girando la testa Gli
occhi Lo sguardo intorno Il letto vuoto A riempir lo spazio Il
tuo corpo Materializzato Farti l’amore Su un prato fiorito Su
una spiaggia assolata Su una montagna tra nuvole Sospesi O
Amarti Catturandoti Chiudendoti dentro me Egoisticamente
Portarti sempre con me Tenerti sempre con me Prigioniera Del mio
corpo Del mio amore Dei miei sogni Colmare il vuoto cuore Aprire
la porta E chiuderti dentro Per sempre
C’è la luna piena Non resisto Il
richiamo Del mare Della luna Solitario sulla spiaggia Davanti La
scia argentea Il tremolio della superficie del mare In alto La luna
piena Mina come compagnia In sottofondo Nada te turbe
Un appuntamento Un richiamo Forte emozioni catturano Il mio spirito
Note toccanti Tristi Si compendiano Con la bellezza del creato
Diventano una sola cosa Un attimo Un momento fugace Tutta la mia
tristezza Scorre davanti agli occhi Si rimescola tutto dentro
Quanta malinconia Non poter dividere Tanta bellezza Emozioni così
grandi Si inumidiscono gli occhi Il pensiero si perde nel vuoto Si
gonfia il petto Finisce il canto Tace la musica Un grosso lento
sospiro Rimetto in moto
Anima Invisibile presenza Fluttuanti
aeree molecole Incollate al corpo Dallo spirito della vita
Mortificata e lacerata Da dolore profondo Alla sofferenza costretta
Anima Quando si libereranno Nell’aria non più Al corpo legate
Giocheranno con la luna Scintilleranno a gara Con le stelle O
Solcheranno il cielo Riflettendo i colori Dell’arcobaleno Come
bolle di sapone Certo sarai infine Libera e felice Come un bambino
Che corre sui prati In un giorno Di primavera
Alla fine son rimasto io Ed il mio animo
Popolato di ricordi E di incalzanti speranze Mi son rimaste le notti
Costellate di piccole cose Che accompagnano la vita Un gesto Una
parola Un pensiero Mi è rimasto il diluvio Di un amore che gonfia
Nel cuore Che libera il sentimento Impazzando senza freni Cogliendo
colori al tramonto Emozionando l’animo Al delicato volo di farfalla
Alla vista di rosa appassita
Alla fine son sempre rimasto io Io ed
il mio inespresso amore
Basterà la poesia
Ho arato un campo Di sogni Tracciando
solchi profondi Vi ho seminato Semi di dolore e Semi di felicità
Quanti resteranno Nella terra Quanti saranno Alla mercé Degli
uccelli
Ho seminato parole Tracciando solchi Con nero
inchiostro Per scavare profondo Il cuore Ho usato le parole Per
costruire sogni Che moriranno Nel crepuscolo Insieme al sole
Ho scelto io Di costruire i sogni Che mi prendessero Per mano
Per superare Gli ostacoli Di questa inutile vita Voglio ancora
scrivere Poesie Che mi faranno Vivere l’illusione Del sogno
Tra lo stormir di foglie
Rosso bruciato
Riaffiorano i ricordi
Dell'allegro cinguettio
Dell'amore sospirato
Il ricordo della calda voce
Dell'allegra risata
I rari spensierati momenti
Resta forte
Il triste rammarico
Di un amore perso
Nei ricordi
Sfumato
Come la luce del sole
Che si spegne piano
Dietro i monti
Scrivere la notte
Poesie
Prolungare la vita
Del giorno come
Cordone ombelicale
Lasciare impronte
Tracce di segni
Dell'animo
Indelebili
Sfidando la morte
Del tempo
It's a rainy day
Languide note di un violino
Di un musicista di strada
Colpiscono il mio cuore
It's a rainy day
Nell'antica imperiale città
Un giorno grigio
Sembra autunno
Con i suoi ricordi
Ed il cuore avvolto
Nella nebbia
It's a rainy day
Piove fitto sulla città
Fitto
Come i pensieri per te
Cadono con ritmo
Cadenzato le gocce
Di pioggia dai tetti
Scavano nel mio cuore
Buchi
Di profondo dolore
Sul viso il riflesso
Del travaglio notturno
Di ombre cinto lo sguardo
Perso nel buio
Sfuggir parole
È flebile speranza
Giorni
Notti
Passati a rincorrere
Il sussurro del vento
Attraversi
Come cometa
I miei pensieri
Lasci una lunga scia
Di dolore
Di sospiri
Di rimpianti
Sfumi
Sconvolgendo
I ritmi
Ripassi
Il giorno
La notte
Porti
Dolori
Sospiri
Rimpianti
Il giorno
Si allontana
Ed io perdo
Il frutto
Del mio desiderio
Petali di rose Trasportati dal vento Ricoprono il prato Armoniosamente Tra l’erba macchie di Colore Rosa Rosso porpora Sui rami boccioli Appena abbozzati Si alternano Con rose ormai sfiorite A tratti arriva Il profumo del gelsomino Appena fiorito Una gazza plana sul prato Saltellando si avvicina Al laghetto Beve Spicca il volo Verso il cielo Rari momenti di relax In un mondo Che ti corre appresso Ti spinge In un vortice frenetico Cieco Non ti accorgi Delle piccole Toccanti Bellezze della natura
Ti ho cercata e ti ho trovata Ti ho trovata in autunno nel bosco Tra le colorate foglie degli alberi Ti ho cercata in primavera E ti ho trovata nell’immensa pianura Tra variopinti e profumati fiori Ho continuato a cercarti in inverno E ti ho trovata sulle montagne Tra panorami innevati Ho guardato tra le scintillanti stelle Lì ti ho trovata che brillavi Più lucente del sole Ti ho cercata negli sfavillanti colori Dell’alba e del tramonto E lì ti ho trovata Ho cercato il tuo viso tra la folla E lì non ti ho trovata Ti ho cercata in fondo al mio cuore Lì tu mi aspettavi Allora ti ho offerto il mio amore E tu lo hai fatto tuo. We will be Due uccel(l)i che s(i) rin(k)orrono volt (e)ggiando per il cielo azzurro ri(t)ornano e gridano e (w)iva alla vita (o)h (b)elle creature (i)nnamorate (r)identi e (d)olci (s)ospiro Al pens(i)ero Di u(n)a Vita spensierata felice di un (a)more u(n)ico un nido p(e)r noi due (s)enza barriere né vincoli (t)utto (e solamente) Per noi Il mio paese di maggio Nelle ore che precedono il crepuscolo. Per il cielo terso, rondoni si rincorrono giulivi In lontananza il ragliare di un asino per le viuzze il rumore di una sega il battere di un martello, la voce di un sarto che dalla bottega ricambia il saluto Residui suoni di vita artigiana il sole pigramente si corica dietro la montagna che sfoggia il suo verde più smagliante Per le strade arriva intenso Il profumo delle ginestre Pomeriggio caldo e assolato Il vecchietto con il bastone Seduto sull’uscio a rubare il tepore Di primavera risponde al saluto del passante Un bambino rincorre un vecchio copertone di bicicletta Un capannello di bambine fa la conta Con una filastrocca di altri tempi Una voce triste intona un canto antico Il mio paese di maggio Nelle ore che precedono il crepuscolo. L’assiuolo è tornato Son stati lunghi giorni di silenzio È tornato con il suo Monotono canto Affiorano Alla mente Ricordi antichi Di bambino impaurito Ambasciatore di tristi presagi Vicinanza di morte Nella calda torrida notte Un refolo di vento Improvviso Rabbrividisce il corpo Una calda accorata preghiera Che non compia il destino Il suo corso Dopo il monotono ‘cchjù È tornato inquietante Il silenzio Risuonano per boschi d’autunno Malinconici canti di foglie ingiallite Accompagnate dal lamento del vento Canti di un amore perduto Giacente su un letto di foglie Coperto di fiori A sera Risuona il doloroso lamento degli spiriti Di albero in albero vibrante Come canne sospinte dal vento Accompagnati da un muto pianto di stelle Ritorna silenzioso il bosco Sotto il nero mantello Nel profondo dolore raccolto Una donna stamattina Mi ha salutato dicendo Buonasera Ho risposto Buongiorno e grazie per il Buonasera Ciò dicendo dici che Io sono la notte O perché in me essa alberga O perché convive in me Lo spirito della morte Notte e morte L’identità del mio essere Svelata dallo specchio Della mia anima O son talmente rattristato E buio Che la tempesta del mio animo Ed il nero dell’orizzonte Affiora alla superficie Della pelle scura O il nero e buio volto Di un passato triste O nero e buio di speranze Ormai sopite Di sguardo perso Nella nera linea Della notte O della morte Dello spirito Come foglie le parole vanno nel vento Verdi foglie di vento di primavera Come le parole fiorite dal cuore O Grigie foglie del vento d’autunno Come parole di tristezza O Secche foglie del vento d’inverno Come le parole di fredde pietre Parole che cambiano Ad ogni stormir di foglia Fredde o grigie Oh Se nel tempo usare sempre Potessi verdi foglie Ho usato le fredde parole Per cantar di morte Ho usato le grigie parole Per cantar di tristezza e dolore Ho usato parole verdi Per sospirar d’amore Forse userò ancora Parole verdi Per cantare di speranze E di eterno amore Per Deborah Corrono veloci le lacrime A rigare il bianco volto Tracce nere Miscelate di rimmel e dolore Un amore perduto Nello spazio e nel tempo Di un quarto di luna Corrono veloci le lacrime E sono lacrime pesanti Un amore sbocciato improvviso Su orizzonti colorati E dolci armonie Troppo grande Per due fragili braccia Perso nelle paure del futuro Sparato nell’immenso cielo Vorticosamente risucchiato Dal profondo nulla Libere scorrono le lacrime E sono lacrime pesanti Le mie poesie In un libro vorrei raccogliere Con inchiostro nero Lo vorrei stampare In esso il mio amore Vorrei cantare Le infelici emozioni Vorrei chiudere Sigillati con nastro Stemperare La passione ardente Stendere su di essi Il velo della nebbia Ma se tu dovessi aprirlo Vorrei che i petali Di rossa rosa Sgorgassero Ad intenerire Il tuo cuore Quando i colori dell’autunno irrompono La nebbia invade i boschi Avvolge gli alberi Attanaglia i colori Scende nel mio cuore Un velo di malinconia L’incalzante ululato del mare Risveglia sopiti fantasmi Ritorna la bestia della notte Impotente Mi abbandono ai suoi artigli Sospinte dal vento Nere nuvole coprono La linea dell’orizzonte Sfumando i caldi Colori dell’autunno Un turbine di neve impazzito soffio di vento fischia e turbina intorno intorno danzano e corrono i fiocchi di neve nella fredda fredda notte buttati giù e poi risollevati al cielo gira il vento il mare s’infuria in un suono continuo piange addolorato nella stanza ferito ferito ferito il suono del cupo lamento
Aiuta il vento nella pineta
La corsa delle foglie
Nudi piedi
Fra dolci fitte
Percorrono
L'appassito letto
È silenzioso
Il pianto
Serra il cuore
Accompagna
Il lamento dei pini
Il solitario cammino
Viola “Posi nascosta come viola eterea tra sterpi e rovi maternità t’esalta con lo stesso sorriso che irraggiava la vita dal viso tuo che morte scoloriva” (parole impresse su una lapide del cimitero di Cerchiara di Calabria.) Posata nascosta Tra sterpi e rovi Spunta Viola eterea Fiore delicato, ghermito, reciso Nobile viso angelico Fosti amata? Scolpite su pietra Accorate parole La vita ti riservò Cammino ‘sì breve Strana sorte la tua Il destino con te Non fu tanto prodigo in vita Quanto lo è in morte Sin da tenera età Scruto il tuo viso Per coglierne i mutamenti Lo stesso sorriso Che un tempo vita irraggiava Anche se morte scoloriva Non è appassito Oggi come allora Ora son quindici lustri Da quel triste giorno Lo scorrere del tempo Non ti ha scalfito Non ricordo fiori Sulla tua tomba Ormai alla mercé Delle intemperie Né una mano Che pietosa Ridonasse decoro Alla pietra Che ricopre Le tue misere spoglie Seppur abbandonata Continuerai a vivere Finché ci sarà Qualche solitario visitatore Che incuriosito Poserà gli occhi Su questa pietra E resterà colpito Dal tuo pallido Colore angelico.
Un bambino Solo Davanti al sorgere del sole Nei suoi giochi fanciulleschi In una stanza vuota Su un sentiero di campagna Alla ricerca della mamma A dialogare con la luna A tenere compagnia alle onde Chino sui libri in una stanza chiusa A camminare per i boschi In un appartamento vuoto A scrutare il soffitto In mezzo alla nebbia Circondato da alberi spettrali Solo è l’amore dentro di me In morte di mio padre E tutto fu silenzio! Intorno a me solo il fruscio delle foglie che, dolcemente, cullandosi nell’aria, abbandonano la vita per l’ultimo viaggio. L’eternità vagheggiata si dissolve in polvere. Vana è ogni speranza: lontana è la primavera del viver tuo, la china sempre più ripida, inevitabile è la caduta. E tutto fu silenzio! Eppur, nell’estremo tentativo, cercò un appiglio, la mano trasformata in artiglio, ma tutto fu inutile. Sentì le forze mancare. Ebbe paura! Lo sguardo in atto implorante. Nulla si può contro il silenzio! Il frutto ritorna alla terra. Calano le misere spoglie nella culla, tutto sarà lentamente annullato e, tutto sarà silenzio! C’è silenzio intorno Stanotte Son finiti i canti È finito il vocio della gente C’è silenzio intorno Solo il gracidio di una rana Di tanto in tanto Nella mente uno stormir Di pensieri Nel petto Il battito di un dolore D’amore Un canto di morte precoce Di un sole ardente E di una vita Non ancora vissuta Di un amore strozzato Ancor prima del vagito C’è silenzio intorno E la voce dentro Grida un lamento Al vento vorrebbe cantare Solo un muto lamento Dalla voce dentro C’è tanto silenzio intorno Il tuo volto lunare Sulla notte dei tuoi capelli Vedo Scava un solco profondo Nella mente E Mi ripeto A memoria La tua voce calma Vedo Il tuo corpo lungo le mie mani Mi specchio negli occhi Guardo scorrere vorticoso Il mondo Brucia il desiderio In un lento morire Di Morbide labbra Sguardi smorzati Tramonti infiammanti Tumultuoso fragore di onde Vola un pensiero Si leva in volo Vola sulle ali di un gabbiano E si perde Nel sole Ho calpestato un prato di stelle Ho camminato sulla fredda luce Ne ho raccolto un fascio Per fartene dono Ho visto due neri occhi Spalancati nella notte Coronati da un pallido Sorriso di luce di stelle Che mi fissavano Ho calpestato un cielo di fiori Ho camminato e camminato Per raccogliere un fascio Di rose e viole Per fartene dono Ho visto due neri occhi Illuminati dal sole Che mi invitavano A correre sul cielo di fiori Tra nuvole e stelle In un paradiso infinito Un uccello di fuoco Nella luce del tramonto Incanta con il suo canto Di colori Annuncio del giorno morente Il canto improvviso Del vento che si alza E si insinua tra le foglie Pendenti del salice Trasparenze dorate Di corpi ambrati Il mio sguardo ti avvolge Come nebbia la montagna Solido scoglio assediato Dalle onde del mare Il mio pensiero ti circonda Come corpo prezioso Avvolto nell’ambra Come fonte di fresca acqua I miei occhi bevono Avidamente dai tuoi occhi Il tuo corpo apre il mio cuore Sgorga il caldo fluido Inebriando la mente Stordita da mille pensieri Che come stormo d’uccelli Volano a folate Nei tenui colori del tramonto Gialle foglie d’acacie Danzano a frotte Spinte dal vento Contro i fari della macchina Un turbinio di foglie Come i pensieri Che affollano La mia mente Note Dolci Tristi Di un pianoforte Transitano a Rimescolarli I pensieri Recitano La solitudine Nella notte buia Il solitario vento Arpeggia armonie Con i possenti ulivi Tra le affollate stanze Il tempo Manca sempre Il tempo Per far risuonare I pensieri Mi son perso il tramonto La notte è arrivata Rischiarata dalla luna La notte azzurra Trapuntata di stelle Qual è la stella Che illumina il tuo viso In un attimo Mi investe l’amore Nella solitudine della sera Nella mia stanza Racconto un mondo Di cipressi in fila Sentinelle di vitrei occhi Di sfavillanti albe Di pensieri che tornano Del tuo mondo Così ostinatamente A me celato Pensieri che vacillano Arrovellati dal dilemma Sarei io degno di te Se tu mi parlassi Se tu parlassi di te Forse Potrei capire Lettere su un’antica epigrafe Cancellate dal tempo Il tempo fermato Tra due date Un tempo svanito Tra terra e cielo infinito Un punto perso nel nulla In un percorso verso l’immenso Si perde l’ora Il giorno Si perdono gli anni In uno spazio finito E la mano Che ha tracciato I segni lasciati Su una lastra finita |