Sognando ancora
Sogni,
come fiamme guizzanti,
si susseguono sfumando nel nulla
ma donando all'anima calore
quali fatui ricordi di gioie finite
e di speranze future.
Sogni, motore dell'attesa
che prepara al riso e al pianto.
Senza di voi irrinunciabili amanti
solo l'oblio sarebbe padrone.
Padrone che tutto inghiotte
e solo il grigio lascia.
Sogni, vestiti di splendido colore
spesso siete preludio di delusione
ma ugualmente v'amo
come mia vita e luce
a scacciare tenebra
di amorfo quotidiano affanno.
Sogni, dolce prigione
che irrealizzati tali restate
a spingere pensieri oltre ragione
a chiudere il dolore fuori dal cuore.
Sogni d'amore e di passioni arcane
fate di mia vita ciò che sperate.
Sera, accogliente amica
Abbaglianti immagini di brillanti verdi
e caldi ocra di muri a secco,
di antichi profumi di fiori e di mare.
Son visioni di lontani orizzonti,
di rosso striati e spazzati dal vento.
Danze d'immagini, di suoni pregne.
Immagini, voci e canti vivaci
di una passata età che quale altra vita,
sull'oggi s'affaccia, mostrandone il ricordo.
Sensazioni che del vespro son l'annuncio,
e preludio della sera, accogliente amica,
dimora di baci e di carezze impertinenti.
Tsunami - Tempesta 1000 volte, sulla scogliera, ho atteso il tuo ritorno, mentre onde e schiuma flagellavano la pietra. 1000 volte ho atteso che per me giungesse il tuo canto, a ridar fiato ad un mesto sentire. 1000 volte il tuo volto ho sognato, con grano e cielo nell'avorio scolpiti. 1000 volte, come inafferrabile alito sfuggito alla tempesta, l'illusione del dolce sentir si è dileguata. 1000 volte la mia mente t'ha incontrato, baciato il tuo volto, abbracciato i tuoi fianchi, per destarsi nel nulla. 1000 volte la speranza e il vuoto, a rincorrersi e a rimpiattino, hanno giocato. Di 1000 volte Solo l'affanno è restato, col nulla nel cuore e il vuoto nella mente e l'incompiutezza dell'essere. . e 1000 volte nell'oblio mi son rifugiato. Lascerò questa scogliera dello tsunami, ormai i suoi spruzzi più non mi lambiranno.
Come una carezza Come una carezza, la tua gioia, il mio pensiero avvolge. Come una carezza, il tuo sorriso, sulla mia anima si posa. E pace porta al mio spirito inquieto, che nei tuoi profondi occhi, consolazione trova e serena stabilità ed incondizionato affetto. Figlio mio, grazie alle tue carezze, crescerò anch'io. Sogno Cerco il tuo volto tra la gente, assurdo nel saperti altrove, le voci del mercato si confondono ai profumi. Nel paesino pietra e legno e volti antichi di un popolo, ma tra gli sguardi e la lavanda continuo a cercare i tuoi dolci occhi. Tornerà il freddo, torneranno i grigi della nebbia e le urla e lo sbattere di canne e le tue lettere ancora. Le occasioni perdute Amor mio dolce sogno il tuo volto, sogno ciò che m'è stato tolto e sogno la tua voce. Penso a quel che non sarà a quel che il tuo sguardo prometteva per romper della vita la discesa, ma che ormai, più non verrà. Dal mondo tanto ho avuto che pur pensando alla rinuncia, pur nell'oblio che s'annuncia, lasciar non ho potuto. Mi spiace sol che per compenso non esista un intermedio sentire che per l'umano gioire, appaghi almeno un senso. Nubi É un gioco inseguir le nuvole, vederle mutare, adattarsi e ricombinarsi in mille sembianze. É un gioco vedere il vento scolpire nembi e cirri e lasciare il mondo e nel biancore perdersi. É un gioco lasciare il tempo per scoprire in cielo i tuoi occhi e le tue labbra e i tuoi fianchi. É un gioco ... e non si può afferrare, é un sogno che si può solo amare, é un'emozione che si dissolve nel reale. Nel bosco Nel folto del bosco lampi di luce incidono ombre. Suoni smorzati, di civiltà lontana, s'intrecciano a fruscii. Profumi antichi e odor di terra s'accavallano e sfumano. Passi sicuri e cuore attento, come in un abbraccio, nel profondo della forra, solitario mi cerco e il cinghiale saluto. Temporale d'estate Improvvisa cala la luce, s'alza il vento, la finestra sbatte, tutto si ferma. Nembi scuri che si scontrano nel cielo dell'estate, lampi abbaglianti e rombi di tuono. Sogni che si rincorrono e si scontran con la mente, passioni amare che laceran l'anima. Sogni come folate di vento in una vita piena, ma con sufficienza vissuta, alla ricerca del niente. Sogni del nulla delle cose a distrarre dalla gioia dell'emozioni piene e del sentir col cuore. Infuria l'estiva tempesta, gli alberi son scossi, foglie strappate e ghermite e dal vento trascinate. Sogni che non han registro, non han freno o inibizione, non han prigione, ne briglia a trattenere. Sogni, di cui il flusso tutto travolge e spezza lo spirito del vecchio vivere. Sogni la trama del dopo ch'è soffocante arsura, è nodo ai visceri, e offuscamento d'occhi. Le ultime raffiche spengono il piovasco, il nuovo sole si riflette sul turgore lucido delle foglie. Lo sguardo indugia sui colori splendenti, il caffè scende dolce tra le labbra, la giornata riprende. Luna piena nel bosco Nere fronde si stagliano sullo stellato cielo e nitide sagome di avite case. Freddi fuochi di luna e neri di bosco e luci ed ombre s'alternano tra i rami. Ragli d'allocco e fischiar di civette, d'ombra in ombra invisibili s'ingannano. Rami ritorti ed aspri sassi e battiti e striscii con ancestrali affanni intimoriscon l'anima. Vento di mare Il vento può essere dolce, sulla pelle nuda, come una carezza, può essere forte e deciso, e arrossar la pelle, come una carezza, può essere impetuoso e dirompente, da strappar le vesti, come una carezza, così infinitamente sensuale e tenero da non accorgerti nemmeno che é . . . solo una carezza. sul suo soffio un bacio per te solo per te Tre nuvole Tre nuvole s'inseguono sui monti, arditi rossi e forti turchesi le dipingono. Nitidi profili di vette frastagliate indicano al sole il cammino del riposo. Elettrici azzurri striano il cielo, mentre attimi lenti segnano il tramonto. La sera mi attende e mi sorride, con labbra turgide e dolci occhi di donna. Sogni Sogni Sentieri di memorie antiche, che affanno creano a camminatori che del tempo esplorano l'ombre. Ed io tra loro, col fiato corto arranco, tra rimpianti e compiacimenti, di vecchie speranze e antiche azioni. Nella foschia della memoria scorgo di vecchi amori il pallido ricordo e di nuove fiamme il ruggir cocente. Sogni, come vane parole, inetti a fermare della realtà l'avvento o del quotidiano affanno lo sgomento. Sogni che dall'anima antica estraggono il conforto, con immagini di dolci carni e di rotondi affetti. Sogni, oblio d'inganni, che da notte fino all'alba son condotti e al giorno donati, come fiori di salvezza che all'animo cantano amore e alla mente ricordano il dolore. Nessuna luna Negli occhi il cielo scorre, qual figura della tempesta che s'avanza. Nel naso odor di terra e d'erba bagnata, ad annunciar del temporale l'avvento. Nell'orecchie suoni di tuono, e stormir di fronde, presagio d'oscurità incipiente. Dalla bocca il grido, che da tempesta generato, avvisa il mondo dell'amor perduto. Sotto ai piedi il vuoto, di un mancato sentire, ultimo scampo all'assenza annunciata. Nella testa il rombo di mille ricordi, copre dei tuoni l'assillante concerto. Nell'anima il freddo di mille parole mai dette, né d'amor né d'odio. Nel cuore la certezza che dal sentito amor menzogna si diffonde. Nel corpo il fuoco che tutto consuma, s'attenua e si spegne. Sulla pelle il gelo della notte risveglia la mente che dall'abisso si riscuote. Nel cervello, il terror della luna come un tarlo s'insinua e tutto rode. Torna il giorno, quale unica salvezza. Gioia di luce e di turgido colore. Terror del vuoto, cacciatore di lune, del gelo avversario. A lui m'affido per scacciar dalla mente il buio. Nessuna luna più catturerà l'anima mia che alla luce ho dedicato. Nessuna luna più raffredderà la mia pelle che al sole ho donato. Nessuna luna più colmerà di vuoto il mio sentire, vuoto che solo il colore potrà riempire. Nessuna luna più. Nessuna luna. Chiaro di luna Già è difficile, nel sole, scoprire del cuore la voce e del pensiero trovare riscontro. Ora nel buio arranco, alla ricerca del battito del mio cuore e senza luce a tentoni cerco dei miei pensieri, il filo, ma nel chiar di luna s'illumina il cammino, si scorge il tuo sorriso e nel profondo dei tuoi occhi il pensiero si perde e il cuore s'inceppa. Vorrei Vorrei tornare nel bosco dei desideri, dove incontrai il mio destino, di sogni negati, di speranze vane, ed ambizioni irrisolte. Vorrei tornare tra quelle mura antiche, dove rinchiudere, le urla silenti del mio dolore e lacrime asciugare e bere al pozzo dell'oblio. Vorrei tornare nel giardino dell'erba voglio, per riscoprire che cosa vale e ritrovare possibilità di vita e nuovi sogni, da giocare ancora, al tavolo verde della mia esistenza. La mia valle Arrotondate vette cingono la rustica valle e lontane nubi le son corona. Acciottolate vie ove arrancare in pace e serene valli scenario di azioni quiete. Misteriosi anfratti nascosti nella forra e veloci rii, tumultuosi e freschi. Rugosi volti dai fieri cipigli di antica razza e attenti sguardi che misurano il bosco. Avvolgenti vitalbe, colte nel verde amplesso ed agili membra scattanti e lampi di colore vivo. Mi accogli amico, solo per passione, cantando strofe antiche e melodie battenti al ritmo di cavalli ombrosi e di brividi di gioia che seguono lo scandire del tempo. Rughe Magiche rughe che all'amore danno lignaggio, miti di baci e di carezze che dell'amore sono linguaggio. Calamite di sguardi, di curioso affetto colmi, che di confusione di membra sono preludio e auspicio. Conforto d'idee disperse, dove solo il cuore ostenta certezze, e come le tue turgide labbra, sorrisi e lampi di gioia distillano. Scogli Scogliere taglienti, sul mare protese, d'onde possenti, lasciano solo rivoli trasparenti. Realtà taglienti, nella mente protese, di sogni possenti, lasciano solo riflessi sgomenti. Passione Avide labbra si serrano avvolgenti avvinghiandosi a misteriosi impulsi cantico di turgori inneggianti la vita e l'amore. Agili dita s'insinuano ovunque in carezze che d'arroganti istinti, son guidate in giochi fatti di gioia e di leggero sentire. Amo il tuo essere ed amo la pressione, di mobile seta, che s'avanza e spinge sull'albero che s'erge al vento della tua passione. Crisalide Ardenti sguardi indugiano languidamente quali emblemi d'intenti su morbide forme e labbra turgide. Auspicio di carezze che nell'incipienza della sera, siano traccia e segno di durature trame e di rotte che incrociano luna e amore. Carezze di mani arroganti che alleggeriscono l'anima e leniscono tristezza. Motivo d'assordanti sospiri, d'esigenza d'affetti e manifesto di passione. Baci indomiti ed abbracci di fuoco che siano di crisalide trasformazione e nascita di donna. Memoria Con occhi profondi che del vuoto sono colmi, scruto lontani orizzonti striati di grigio. Nel rifiuto del rimpianto, mi volgo a vegliare ricordi di perse occasioni e di memorie antiche, di gioie durature e fugaci e di brucianti dolori, di trepidanti attese e di cocenti delusioni. Nel ricordare mi scuoto, per memoria di vita vissuta e fino alla fine bevuta, che col suo canto appaga. Mi basta chiudere gli occhi per rivedere casa e i volti antichi di chi d'affetto mi avvolse. Mi basta chiudere gli occhi per risentire nel naso i dolci odori di luoghi lontani. Mi basta chiudere gli occhi per vedere il tuo volto e le tue mani sentire sul mio corpo. Mi basta chiudere gli occhi per sentire sulla mia pelle della tua il calore e delle tue labbra la passione, come morbido fiore che i petali dischiude per donare il suo nettare e dissetare aride labbra. Mi basta poco per rivedere gli occhi profondi, fatti di limpido cristallo, del nostro arbusto che quale vigoroso albero già nelle sembianze appare, saldo nel pensare e dolce nel sognare. Ma ora gli occhi riapro, per assaporare tutto, finché l'ultimo granello da clessidra non vedrò calare. Cacciatrice Ho tentato di dirti che tua voce volentieri avrei ascoltato e tu, senza pensarci, mi hai telefonato, ma voce del cuor volevo sentire e tu non me l'hai fatta udire. Ho tentato di dirti che il tuo amore attendevo fremente e tu un albergo hai prenotato impaziente, ma amor più solido cercavo e tu solo l'effimero piacere m'hai donato. Anima mia catturar volevi, senza nulla ceder oltre la pelle e l'ansimar protratto fino alle stelle, come se appagamento estremo fosse furore e non il contorno al sentir del cuore. Come se d'uomo e donna, qual vacuo costrutto sol l'odor contasse, di evoluzioni e solo sesso fai matasse. Quale esca offri amor, nelle tue stanze, colmo solo di fredde e vuote speranze. L'anima mia però trappola sfugge e via vola, senza alcun rimpianto, lasciando solo una lacrima, di triste pietà sentita, per il tuo vuoto pianto. Mia Mia amata, mia dolcissima, mia mia mia . eppur mai mia. Che strano amore è il nostro? Anche se da tenere passioni avvolto, fatto solo di parole e di materia vuoto. Pur se stasera non son tra le tue braccia, il mio pensiero per te s'affanna e . mi manchi come l'aria. Mi pare di soffocare. Mi sembra di annegare in un gelido mare, che di troppi sentimenti gonfia le sue onde, e tutto travolge e tutto interrompe. Lacrime calde il mio cuscino accoglie, come amaro rimpianto che notte confonde. Ancora vorrei sentire, raro e prezioso, della tua gioia il soffio e di malinconia il tuo tremulo canto. D'amputato affetto è il mio rimpianto e stretto è il mio cuore nella morsa dell'arrecato pianto. Per tanto strazio solo ad una speranza, e ad un conforto anelo: di veder un giorno da crisalide sciamar farfalla. Per questo, mio dolce amore, su di te io conto, scaccia tristezza e non abbandonar speranza, perché passione ormai provata sia stimolo di gioia per la tua cerca che d'amore, sarà senz'altro, coronata. Casentino Lontane nubi fan da ultima corona a cingere l'amata valle. Rugosi volti dai fieri sguardi accompagnano l'eco di antichi canti. Indomite foreste, adorne di vita, nella quiete, t'accolgono amiche, come invitanti ombre, di austeri muri e di slanciate torri, ancora ferme a montar la guardia, oltre i confini del tempo. Vecchie canzoni Vecchie canzoni invadono l'aria come tremule foglie, dal vento portate, mi parlano di te, di una trascorsa estate mi parlano di mare e d'una vita temeraria. Vecchie canzoni che aleggiano inquiete, a raccontare del cuor l'inganno fatto di sguardi, creatori d'affanno, che scatenano dell'anima la sete. Sete di carezze ardite, bruciate in un anno, sogno di passioni e di giochi che dell'amore, sapore creano e gioia al cuore danno. Vecchie musiche che sanno d'estate, che come i tuoi occhi, son piene d'ardore, e al cuore cantan di notti infuocate. Catene Catene d'orgoglio legano antichi sentimenti. Sorrisi mesti come maschere di falsa gioia avvolgono il quotidiano. Rossi pensieri di passione a te mi portano. Fuori dal tempo e da realtà per te io sogno gioia profonda di disinibiti baci. Con te io sogno di avvolgenti spire e di profondi incanti. . . . ma restano catene a vincolare gli slanci a chiudere gli spazi di carnali confidenze. A lasciare solo l'idea d'inosata proposta mentre abitudine avanza e con essa, mesto, il domani. Inutile vita Quale povero refuso di tecnologia obsoleta vaghi confuso senza trovare la tua meta. Senti il tempo sfilare ad aggravare la fatica e cerchi di strafare per sentire la vita amica. Ti volti e vedi il vuoto d'inutile e mal vissuta vita e allora metti in moto su assurdi sogni le tue dita che nevrotiche si muovono per rammendare sentimenti che poco si rinnovano per apparire contenti. Aspetti che finisca che la sfida cessi perché la vita, come bisca ha bui recessi, ma tu mai ti arrendi piuttosto la morte e quello che puoi prendi sfidando infin la sorte. Finché cuore cede e d'inutilità sentimento s'affaccia anche in chi vede il tuo animo sgomento. Alla fine sei ormai giunto e devi cedere il passo al riposo dal volto smunto che sull'anima pare un masso. Arrenditi e fermati, più non reagire, riposa tra i beati e dimentica le tue ire. Nell'attesa Giungerà tempo, di appagati sensi, quando ogni affanno sarà dimenticato. Giungerà il tempo della quiete! Giungerà, ma ancora non è arrivato, così continuo, nell'affanno, ad appagare i miei sensi, si che in previsione della quiete, io dica: ben venga tempesta! Un ultimo bacio Che un ultimo bacio rallegri il tuo cuore come carezza che fa fusa di gatto. Un ultimo bacio perché più non potrò tornare a questa sponda amata finché tempesta infuria. Un ultimo bacio prima che il sogno ancora sfugga alla realtà e questa si riaffermi. Un ultimo dolce bacio così che addio si stemperi e passione non travolga ne corpo ne anima. Un ultimo bacio a solo suggello di quel che mai fu detto ma da noi sentito. Un ultimo bacio così che ancora possa sentire il sapore dell'amore passato. . passato! . ma . no . no! no! non ti darò nessun ultimo bacio. Che strazio accompagni il mio partire e di fusa di gatto non si senta eco e come con un pugnale nella carne infilato, tu possa sentire, del nostro amore, il gemito. Casa Brandelli di sogno sfilano diafani come crinali in un'alba d'estate. Brandelli di gioia, del colore del grano, s'intuiscono nell'incipiente calura. Brandelli di memoria, come veli pastello, s'insinuano in trasparenze cristalline. Tutto è lontano, come volti che si accavallano a voci antiche della mia vita.
Luce ed ombra Triste è la notte, mentre l'ombre strisciano a soffocare il sole e togliere colori alla vita. Tristi le tenebre s'avanzano e di lacrime, nella cupa assenza di luce, la solitudine avvolgono. Ma bella è la notte e bella è l'oscurità, perché nell'accogliente intimità del buio tra le tue braccia scivolo e il sol più non mi serve. Impulso Quando istinto ragione scontra, cuore e cervello combattono tra loro. Quando il vento evoca la tempesta, l'anima si lacera come un'antica vela. Lo spirito va alla deriva, cercando la pace tra i flutti della luna, ma inseguendo il giorno che gli riporterà tempesta. Io vento (tributo a Nazim Hikmet) Io vento, avrei voluto sferzare l'aria, per sgombrare il cielo e destarmi dall'assopimento. Io vento, con fresca follia, avrei voluto spazzare il mondo dai sogni perduti. Io vento, avrei voluto la libertà di sciogliere i miei lacci, per partire verso nuovi mondi. Io vento avrei voluto sferzare il mare e alimentare la tempesta, tsunami della mia passione. Io vento infine calo e me ne vado. Non agiterò due volte lo stesso ramo di ciliegio. Io vento, sento gli uccelli sull'albero cantare, ali che vogliono volare, ma la gabbia è chiusa. Io vento non so se si aprirà mai, prima che, ultimo refolo, io abbia soffiato invano. Io vento, torno alla montagna, avrei voluto strappare petali al ciliegio e portarli con me. Io vento non so se mai tornerò, sia bella e sorridente come te la vita, sia amica e amata come te la giornata. Passato Ti penso e ritagli d'irrealtà s'inseguono nel tempo, come fiori rossi in un campo vizzo. Ti penso e ritagli di realtà mi tempestano l'anima, come frangenti schiumosi su scogliere acerbe. Non ti penso e il tempo scorre via, come refolo di vento, soffiando sul vuoto del mio sentire. Da un valico Piatte immagini si riflettono su lenti scure. Il calore d'estate disegna l'aria sfumando profili, lontani monti, indistinti nell'azzurro tremulo, segnano i confini dell'anima e del cuore. Dell'oltre nulla importa fino al ritorno. Nuvole nel bosco Gelida bruma, a ghermir rami nel bosco avanzi, sommando i grigi. Come freddo fuoco tutto inghiotti e di perlate gocce t'ammanti. Silenziosa strisci e come viscida lumaca, sulla montagna, la tua bava lasci. Toni di grigio che s'inseguono, nel cupo della forra, a rubar luce e colori. Ed io ti lego e t'inchiodo, piegandoti al mio scopo, facendoti rifugio del mio sentire, si che la scena, tra ovattati suoni, accogliente si faccia, quale eremo di quiete per riposar la mente e il cuore e l'anima e le membra, si ch'io mi possa ritrovar e tornar tra la gente. Introspezione Artificiosi istanti segnano il tempo che non sarà, momenti di ragione sfumano attimi del non potrà, pause di passione inseguono tempi di normalità. L'amante Col tuo sentire pensi al passato, vedi il mondo coi tuoi occhi. L'illusion s'avanza e si rafforza, dolce è l'oblio del non pensare, ma il tempo passa inclemente, segnando membra e chiome ribelli. Nulla muta, virtuale è la battaglia e tra le tue braccia ascolto il vuoto. Inganno Bugie su bugie a mascherar fragilità di arcani istinti. Falsità dentro falsità, come scatole cinesi, si accavallano alla realtà. La mia anima si torce e come abito sfuggito, da ogni parte cala, e snuda il cuore e l'anima sconvolge e l'esercizio di futilità, sull'esile sentire, come una falce s'abbatte e vittime miete e il tuo cuore infrange, mentre il mio, il tuo amore piange. Amore che dell'impossibile ha il profumo, mentre dall'olezzo dell'inganno sguscia. Amor e comunque amore è il mio per te, così forte e fragile da far maledire la gioia dell'improbabile e la vanità dell'apparire. Amore che dell'occasion perduta non si fa vanto. Amore che come unico frutto genera pianto. Amore, straziante trappola di sogni in sospeso, medicina del solitario e conforto dell'umano tormento. Amore che dimenticato giace, tra strazio d'inganni e sofferenze antiche, segni del tempo che mai tornerà a dischiudere le labbra in un sorriso, in un bacio, in un semplice: "ciao, ti amo". Feroce è il mio strazio e forte nell'impossibile è il nostro amore. Quale scialuppa mi rimane allora se non soltanto un anonimo affetto? Che al di la dell'apparenza, stemperi l'aspro della vita, al dolce tuo cospetto. Fuoco, ghiaccio e vento Fuoco, che nelle vene scorri, e come fluido alito, l'amor risvegli brucia con la tua fiamma a scacciar l'ombra che opprime l'anima. Ghiaccio che freddo ristagni e come cupo sudario, sul cuore gravi, a soffocar passioni, che furono di un tempo ormai dimenticato. Vento che tutto sollevi, che accarezzi o strappi, nel nome dell'istante, dell'attimo che, come saetta, alla mente sfugge veloce. Vento, sul fuoco soffia a riattizzar pensieri e a smuover l'anima, nutri quel fuoco, risveglia la fiamma, si che il ghiaccio si sciolga e la passione si rigeneri come nuovo respiro e nuova vita. Per te, fuoco e vento, a scacciare il gelo, siano alleati, per un nuovo sentire che del tempo ritrovi il nerbo ed il senso dell'avvenire. Coriandoli Coriandoli d'amore, raccolti in un pugno, come incontrastati ricordi senza tempo, segnano la mente con vistose immagini. Rossi coriandoli inseguono il pensiero e come calde nubi che striano i tramonti, si avventano a provocar stupore e attesa. Coriandoli che segnano l'anima per sempre, sciogliendo lacci che legano il cuore a inquiete realtà di quotidiano affetto. Coriandoli di memoria, come pensieri d'incandescenti amplessi e torride carezze, di soffocanti baci e penetranti emozioni. Ricordi che dell'amore hanno il colore, della passione il sapore e del sogno il profumo. Coriandoli che continueranno ancora a volare portati dal vento. Nel sole d'inverno Dolce sentire che del nulla è amico, nel sole m'avvolgi e l'anima m'appaghi. Nel tuo abbraccio mi perdo e mentre il pensiero ristagna, il sogno incalza, la mente si ferma e il cuore s'abbatte e colpi perde, nell'ombra di lei. Cieco lo sguardo volgo e sconosciuta ti vedo mentre sul mio silenzio incombi, come nuova realtà di passioni e istinti, che il battito risveglia. L'oscura diga infrangi con l'impeto dei tuoi fianchi e delle tue labbra il nettare che avido suggo, al ritmo del dolce affanno, mentre la carne è una e, per l'eterno istante, mi perdo e il mio sole ammiro e la mia luna, sinché notte ritorna, rasserenante, a riavviare del quotidiano il ciclo. In chat Maschere su maschere celano umanità disperse alla ricerca di cosa che della vita ha solo l'odore. Parole facili ad innescare passioni di sentimenti vuote che del virtuale si nutrono e di menzogna vivono. Inganni di personalità fallaci che nel rumore del nulla, credono di trovare del mondo il senso e della vita il verso. Emme o effe? È il ritornello, e d'anni quanti n'hai? Da dove mandi il tuo sentire? Da dove digiti in realtà? Digitare diventa il verbo, di solitudine maestro, maschera dell'essere che d'inganni svuota il cuore e offende il tempo. Chattare t'aggrada, quale surrogato dell'umano sentire, di spirito povero e d'affetto scevro, col solo scopo di bruciare l'ore, che a sera ti conducono. Sera Baluginanti istanti di quiete incalzano la frenesia del giorno. Giunge la sera e la pace, poi notte fonda seguirà, cacciatrice di sogni, a scacciar gli affanni. Il canto del mare Richiamo di risacca che nelle mattine d'inverno come invito all'avventura occhi di marinaio incatena fino a sognare moli lontani di porti sconosciuti. Richiamo di risacca che nelle notti d'estate come il canto di una sirena attrae gli amanti e li culla finché stanchi e spossati sulla sabbia s'abbandonano. Richiamo di risacca accarezzata dal vento che gabbiani raduna come i mie pensieri che dai colori dell'alba assorbono felici rinnovati sguardi di stupore. Richiami dell'animo canto di mare che con placentale quiete il mio cuore avvolge come colonna sonora del mio tempo che scorre. Flutti della luna Flutti tonanti, flagello di scogli, qual eco di tempesta si scagliano sull'anima, svuotando il cuore dell'umano sentire e come gelida morsa, attanagliano i visceri. Flutti che il tuo partire ha scatenato, come masso scagliato a sconvolger l'acque chete. Flutti della luna, che il cuore strappate e come deserto di sensi lasciate la mia anima. Conchiglie Come conchiglie da risacca sulla riva abbandonate sono per te oggi i miei pensieri. Gusci vuoti che di sbiancata memoria hanno l'aspetto, privi di vita o d'alcun affetto. Gusci che del colore solo un ricordo vago ancor trattengono e del lucore di vita neanche quello. Gusci che di gioia di sguardi furono esca, e di colori e sorrisi arditi furono l'incanto; che con profumo di mare e di vita ressero di passione il confronto, e d'amore furono vanto. Oggi quei gusci, insolati e asciutti, vaghi e sbiancati, del dolce sentire più non sono dimora, ma casa e orpello di affamate mosche che lezzo attrae come funesto boccone di amaro rimpianto. Chissà. Mi basta sentire una canzone per rivedere dei tuoi occhi la luce e lo splendore. Mi basta sentire un profumo per riassaporare della tua pelle morbidezza e calore. Mi basta sentire un sapore per riassaggiare delle tue labbra il gusto dell'amore. Mi basta aprire gli occhi perché tutto sfugga, come tu dalla mia vita. Mi basta aprire la mente per rivedere l'attese inutili e l'illusione tradita. Ma mi basta aprire il cuore per sentire musica tornare e con essa. Chissà . Sognando ancora Sogni, come fiamme guizzanti, si susseguono sfumando nel nulla ma donando all'anima calore quali fatui ricordi di gioie finite e di speranze future. Sogni, motore dell'attesa che prepara al riso e al pianto. Senza di voi irrinunciabili amanti solo l'oblio sarebbe padrone. Padrone che tutto inghiotte e solo il grigio lascia. Sogni, vestiti di splendido colore spesso siete preludio di delusione ma ugualmente v'amo come mia vita e luce a scacciare tenebra di amorfo quotidiano affanno. Sogni, dolce prigione che irrealizzati tali restate a spingere pensieri oltre ragione a chiudere il dolore fuori dal cuore. Sogni d'amore e di passioni arcane fate di mia vita ciò che sperate. Vecchie canzoni Vecchie canzoni invadono l'aria come tremule foglie, dal vento portate, mi parlano di te, di una trascorsa estate mi parlano di mare e d'una vita temeraria. Vecchie canzoni che aleggiano inquiete, a raccontare del cuor l'inganno fatto di sguardi, creatori d'affanno, che scatenano dell'anima la sete. Sete di carezze ardite, bruciate in un anno, sogno di passioni e di giochi che dell'amore, sapore creano e gioia al cuore danno. Vecchie musiche che sanno d'estate, che come i tuoi occhi, son piene d'ardore, e al cuore cantan di notti infuocate. Da inverno a primavera Solitario io spando freddo e neve sono inverno. Esco nel gelo, ammiro il tuo volto, sento calore. Fuoco si avvia. Morbido su me il tuo bel corpo lieve vita trasfonde e gioia palpitante amore richiama. Il tuo calore, gelo scioglie e cuore vivo riscalda. Mia primavera, profumata di fiori, tu mi uccidi. Notte Come un lieve sogno dal cielo nero musica cade. Calde note che sonno accarezzano come abbraccio. Portano di te il sapore ed il tuo lieve sentire. Cacciatrice Ho tentato di dirti che tua voce volentieri avrei ascoltato e tu, senza pensarci, mi hai telefonato, ma voce del cuor volevo sentire e tu non me l'hai fatta udire. Ho tentato di dirti che il tuo amore attendevo fremente e tu un albergo hai prenotato impaziente, ma amor più solido cercavo e tu solo l'effimero piacere m'hai donato. Anima mia catturar volevi, senza nulla ceder oltre la pelle e l'ansimar protratto fino alle stelle, come se appagamento estremo fosse furore e non il contorno al sentir del cuore. Come se d'uomo e donna, qual vacuo costrutto sol l'odor contasse, di evoluzioni e solo sesso fai matasse. Quale esca offri amor, nelle tue stanze, colmo solo di fredde e vuote speranze. L'anima mia però trappola sfugge e via vola, senza alcun rimpianto, lasciando solo una lacrima, di triste pietà sentita, per il tuo vuoto pianto. Chissà Mi basta sentire una canzone per rivedere dei tuoi occhi la luce e lo splendore. Mi basta sentire un profumo per riassaporare della tua pelle morbidezza e calore. Mi basta sentire un sapore per riassaggiare delle tue labbra il gusto dell'amore. Mi basta aprire gli occhi perché tutto sfugga, come tu dalla mia vita. Mi basta aprire la mente per rivedere l'attese inutili e l'illusione tradita. Ma mi basta aprire il cuore per sentire musica tornare e con essa . chissà . Nuvole Basse nuvole giungono ad offuscare profili ed incupire giornate. Scuri nembi che s'inseguono a soffocare il sole. Come incubi tetri, soppressori di speranze che gravano sul cuore. Ma giunge il vento a spazzar via la tempesta e colore torna e luce e un caldo abbraccio e la gioia del domani. Fino alle prossime nubi ed al vento ancora che come un sogno, l'incubo soppianta. Domani Più non passeranno queste giornate ostili di nuvole e d'ombra. Più non torneranno se io non vorrò colori e risa di primavera. ... e poi perché gioire mentre nel quotidiano affanno spirito affoga? Meglio sfuocare lo sguardo sui grigi toni di mortali rimpianti ed ingannare l'attesa con rassegnazione di commiserati istanti. Ma giunge sogno a ridare speranza e fiato al vivo sentire come fluente vita che più che primavera estate afferma e calore e conforto rinnova con impeto vitale. Così curiosità rinasce e passione si solleva e scorre nelle vene a scacciar grigiori mai esistiti. Vita ritorna e il sole porta al domani che curioso attendo. L'estate continua Nel vento freddo, guardando il cupo orizzonte, rammento di un luglio il cielo e i tuoi lucenti capelli, sciolti dalla brezza della sera. Nel gelo della pioggia, bagnato e infreddolito, ripenso al mare d'agosto, alla tua pelle ambrata che delle onde ha la fragranza. Nella morsa della nebbia, viaggio spaurito, rivedendo pastelli sfumati di un'alba d'estate e il tuo seno tra candide coltri. Inverno ancora avanza, ma il suo passo cadenzato, a primavera conduce. Febbraio Avrei voluto baciarti, come se quel lontano febbraio non fosse ancora finito. Avrei voluto vedere le tue palpebre socchiuse e sentire la carezza delle tue mani. Avrei voluto vedere le tue labbra dischiudersi nel momento dolce dell'affanno e avrei voluto sentire ancora l'avvolgente pressione dei tuoi caldi baci e ancora specchiarmi, e ancora perdermi, nel tuo forte sguardo, falsa maschera d'irreale durezza che mai fu veramente tua, come in quel lontano febbraio, in quell'inverno del mio libero cuore. Ancora musica Una musica dolce mi parla di te di giorni felici e di ore nostre all'affanno rubate. In questa musica si scioglie il mio pensiero così che il ricordo alla realtà si sovrappone e ancora i tuoi colori io vedo e il tuo odore sento e il tuo sapore come di lontana primavera come se il passato fosse l'oggi e del domani nulla importi. Così sia musica a ravvivare invano la speranza musica di passata stagione forgia e incanto di un lontano amore. Primavera che noi più non avremo, ma nostra estate ancora non è finita. |