Poesie di Yama


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Sognando ancora
Sogni,
come fiamme guizzanti,
si susseguono sfumando nel nulla
ma donando all'anima calore
quali fatui ricordi di gioie finite
e di speranze future.

Sogni, motore dell'attesa
che prepara al riso e al pianto.
Senza di voi irrinunciabili amanti
solo l'oblio sarebbe padrone.
Padrone che tutto inghiotte
e solo il grigio lascia.

Sogni, vestiti di splendido colore
spesso siete preludio di delusione
ma ugualmente v'amo
come mia vita e luce
a scacciare tenebra
di amorfo quotidiano affanno.

Sogni, dolce prigione
che irrealizzati tali restate
a spingere pensieri oltre ragione
a chiudere il dolore fuori dal cuore.
Sogni d'amore e di passioni arcane
fate di mia vita ciò che sperate.

Sera, accogliente amica
Abbaglianti immagini di brillanti verdi
e caldi ocra di muri a secco,
di antichi profumi di fiori e di mare.

Son visioni di lontani orizzonti,
di rosso striati e spazzati dal vento.
Danze d'immagini, di suoni pregne.

Immagini, voci e canti vivaci
di una passata età che quale altra vita,
sull'oggi s'affaccia, mostrandone il ricordo.

Sensazioni che del vespro son l'annuncio,
e preludio della sera, accogliente amica,
dimora di baci e di carezze impertinenti.

Tsunami - Tempesta
1000 volte,
sulla scogliera, ho atteso il tuo ritorno,
mentre onde e schiuma flagellavano la pietra.

1000 volte
ho atteso che per me giungesse il tuo canto,
a ridar fiato ad un mesto sentire.

1000 volte
il tuo volto ho sognato,
con grano e cielo nell'avorio scolpiti.

1000 volte,
come inafferrabile alito sfuggito alla tempesta,
l'illusione del dolce sentir si è dileguata.

1000 volte
la mia mente t'ha incontrato, baciato il tuo volto,
abbracciato i tuoi fianchi, per destarsi nel nulla.

1000 volte
la speranza e il vuoto, a rincorrersi
e a rimpiattino, hanno giocato.

Di 1000 volte
Solo l'affanno è restato, col nulla nel cuore
e il vuoto nella mente e l'incompiutezza dell'essere.

. e 1000 volte nell'oblio mi son rifugiato.
Lascerò questa scogliera dello tsunami,
ormai i suoi spruzzi più non mi lambiranno.

Come una carezza
Come una carezza,
la tua gioia,
il mio pensiero avvolge.
Come una carezza,
il tuo sorriso,
sulla mia anima si posa.
E pace porta
al mio spirito inquieto,
che nei tuoi profondi occhi,
consolazione trova
e serena stabilità
ed incondizionato affetto.
Figlio mio,
grazie alle tue carezze,
crescerò anch'io.

Sogno
Cerco il tuo volto tra la gente,
assurdo nel saperti altrove,
le voci del mercato
si confondono ai profumi.

Nel paesino pietra e legno
e volti antichi di un popolo,
ma tra gli sguardi e la lavanda
continuo a cercare i tuoi dolci occhi.

Tornerà il freddo,
torneranno i grigi della nebbia
e le urla e lo sbattere di canne
e le tue lettere ancora.

Le occasioni perdute
Amor mio dolce
sogno il tuo volto,
sogno ciò che m'è stato tolto
e sogno la tua voce.

Penso a quel che non sarà
a quel che il tuo sguardo prometteva
per romper della vita la discesa,
ma che ormai, più non verrà.

Dal mondo tanto ho avuto
che pur pensando alla rinuncia,
pur nell'oblio che s'annuncia,
lasciar non ho potuto.

Mi spiace sol che per compenso
non esista un intermedio sentire
che per l'umano gioire,
appaghi almeno un senso.

Nubi
É un gioco inseguir le nuvole,
vederle mutare,
adattarsi e ricombinarsi
in mille sembianze.

É un gioco vedere il vento
scolpire nembi e cirri
e lasciare il mondo
e nel biancore perdersi.

É un gioco lasciare il tempo
per scoprire in cielo
i tuoi occhi e le tue labbra
e i tuoi fianchi.

É un gioco ...
e non si può afferrare,
é un sogno che si può solo amare,
é un'emozione che si dissolve nel reale.

Nel bosco
Nel folto del bosco
lampi di luce
incidono ombre.

Suoni smorzati,
di civiltà lontana,
s'intrecciano a fruscii.

Profumi antichi
e odor di terra
s'accavallano e sfumano.

Passi sicuri
e cuore attento,
come in un abbraccio,

nel profondo della forra,
solitario mi cerco
e il cinghiale saluto.

Temporale d'estate
Improvvisa cala la luce,
s'alza il vento,
la finestra sbatte,
tutto si ferma.

Nembi scuri che si scontrano
nel cielo dell'estate,
lampi abbaglianti
e rombi di tuono.

Sogni che si rincorrono
e si scontran con la mente,
passioni amare
che laceran l'anima.

Sogni come folate di vento
in una vita piena,
ma con sufficienza vissuta,
alla ricerca del niente.

Sogni del nulla delle cose
a distrarre dalla gioia
dell'emozioni piene
e del sentir col cuore.

Infuria l'estiva tempesta,
gli alberi son scossi,
foglie strappate e ghermite
e dal vento trascinate.

Sogni che non han registro,
non han freno o inibizione,
non han prigione,
ne briglia a trattenere.

Sogni, di cui il flusso
tutto travolge
e spezza lo spirito
del vecchio vivere.

Sogni la trama del dopo
ch'è soffocante arsura,
è nodo ai visceri,
e offuscamento d'occhi.

Le ultime raffiche
spengono il piovasco,
il nuovo sole si riflette
sul turgore lucido delle foglie.

Lo sguardo indugia
sui colori splendenti,
il caffè scende dolce tra le labbra,
la giornata riprende.

Luna piena nel bosco
Nere fronde si stagliano
sullo stellato cielo
e nitide sagome di
avite case.

Freddi fuochi di luna
e neri di bosco
e luci ed ombre
s'alternano tra i rami.

Ragli d'allocco
e fischiar di civette,
d'ombra in ombra
invisibili s'ingannano.

Rami ritorti ed aspri sassi
e battiti e striscii
con ancestrali affanni
intimoriscon l'anima.

Vento di mare
Il vento può essere dolce,
sulla pelle nuda,
come una carezza,

può essere forte e deciso,
e arrossar la pelle,
come una carezza,

può essere impetuoso e dirompente,
da strappar le vesti,
come una carezza,

così infinitamente sensuale e tenero
da non accorgerti nemmeno
che é . . . solo una carezza.

sul suo soffio un bacio
per te
solo per te

Tre nuvole
Tre nuvole
s'inseguono sui monti,
arditi rossi e forti turchesi
le dipingono.

Nitidi profili
di vette frastagliate
indicano al sole
il cammino del riposo.

Elettrici azzurri
striano il cielo,
mentre attimi lenti
segnano il tramonto.

La sera mi attende
e mi sorride,
con labbra turgide
e dolci occhi di donna.

Sogni
Sogni
Sentieri di memorie antiche,
che affanno creano a camminatori
che del tempo esplorano l'ombre.

Ed io tra loro, col fiato corto arranco,
tra rimpianti e compiacimenti,
di vecchie speranze e antiche azioni.

Nella foschia della memoria scorgo
di vecchi amori il pallido ricordo
e di nuove fiamme il ruggir cocente.

Sogni, come vane parole,
inetti a fermare della realtà l'avvento
o del quotidiano affanno lo sgomento.

Sogni che dall'anima antica
estraggono il conforto, con immagini
di dolci carni e di rotondi affetti.

Sogni, oblio d'inganni,
che da notte fino all'alba son condotti
e al giorno donati,

come fiori di salvezza
che all'animo cantano amore
e alla mente ricordano il dolore.

Nessuna luna
Negli occhi il cielo scorre,
qual figura della tempesta
che s'avanza.

Nel naso odor di terra
e d'erba bagnata,
ad annunciar del temporale l'avvento.

Nell'orecchie suoni di tuono,
e stormir di fronde,
presagio d'oscurità incipiente.

Dalla bocca il grido,
che da tempesta generato,
avvisa il mondo dell'amor perduto.

Sotto ai piedi il vuoto,
di un mancato sentire,
ultimo scampo all'assenza annunciata.

Nella testa il rombo
di mille ricordi, copre dei tuoni
l'assillante concerto.

Nell'anima il freddo
di mille parole mai dette,
né d'amor né d'odio.

Nel cuore la certezza
che dal sentito amor
menzogna si diffonde.

Nel corpo il fuoco
che tutto consuma,
s'attenua e si spegne.

Sulla pelle il gelo della notte
risveglia la mente
che dall'abisso si riscuote.

Nel cervello, il terror della luna
come un tarlo s'insinua
e tutto rode.

Torna il giorno,
quale unica salvezza.
Gioia di luce e di turgido colore.

Terror del vuoto,
cacciatore di lune,
del gelo avversario.

A lui m'affido
per scacciar
dalla mente il buio.

Nessuna luna più
catturerà l'anima mia
che alla luce ho dedicato.

Nessuna luna più
raffredderà la mia pelle
che al sole ho donato.

Nessuna luna più
colmerà di vuoto
il mio sentire,

vuoto che solo il colore potrà riempire.
Nessuna luna più.
Nessuna luna.

Chiaro di luna
Già è difficile, nel sole,
scoprire del cuore la voce
e del pensiero trovare riscontro.
Ora nel buio arranco,
alla ricerca del battito
del mio cuore
e senza luce
a tentoni cerco
dei miei pensieri, il filo,
ma nel chiar di luna
s'illumina il cammino,
si scorge il tuo sorriso
e nel profondo dei tuoi occhi
il pensiero si perde
e il cuore s'inceppa.

Vorrei
Vorrei tornare
nel bosco dei desideri,
dove incontrai il mio destino,
di sogni negati,
di speranze vane,
ed ambizioni irrisolte.
Vorrei tornare
tra quelle mura antiche,
dove rinchiudere,
le urla silenti del mio dolore
e lacrime asciugare
e bere al pozzo dell'oblio.
Vorrei tornare
nel giardino dell'erba voglio,
per riscoprire che cosa vale
e ritrovare possibilità di vita
e nuovi sogni,
da giocare ancora,
al tavolo verde
della mia esistenza.

La mia valle
Arrotondate vette
cingono la rustica valle
e lontane nubi
le son corona.

Acciottolate vie
ove arrancare in pace
e serene valli
scenario di azioni quiete.

Misteriosi anfratti
nascosti nella forra
e veloci rii,
tumultuosi e freschi.

Rugosi volti dai fieri cipigli
di antica razza
e attenti sguardi
che misurano il bosco.

Avvolgenti vitalbe,
colte nel verde amplesso
ed agili membra scattanti
e lampi di colore vivo.

Mi accogli amico,
solo per passione,
cantando strofe antiche
e melodie battenti

al ritmo di cavalli ombrosi
e di brividi di gioia
che seguono
lo scandire del tempo.

Rughe
Magiche rughe
che all'amore danno lignaggio,
miti di baci e di carezze
che dell'amore sono linguaggio.

Calamite di sguardi,
di curioso affetto colmi,
che di confusione di membra
sono preludio e auspicio.

Conforto d'idee disperse,
dove solo il cuore ostenta certezze,
e come le tue turgide labbra,
sorrisi e lampi di gioia distillano.

Scogli
Scogliere taglienti,
sul mare protese,
d'onde possenti,
lasciano solo
rivoli trasparenti.

Realtà taglienti,
nella mente protese,
di sogni possenti,
lasciano solo
riflessi sgomenti.

Passione
Avide labbra
si serrano avvolgenti
avvinghiandosi
a misteriosi impulsi
cantico di turgori
inneggianti la vita
e l'amore.

Agili dita
s'insinuano ovunque
in carezze che
d'arroganti istinti,
son guidate in giochi
fatti di gioia
e di leggero sentire.

Amo il tuo essere
ed amo la pressione,
di mobile seta,
che s'avanza e spinge
sull'albero
che s'erge al vento
della tua passione.

Crisalide
Ardenti sguardi
indugiano languidamente
quali emblemi d'intenti
su morbide forme
e labbra turgide.
Auspicio di carezze
che nell'incipienza della sera,
siano traccia e segno
di durature trame
e di rotte che incrociano
luna e amore.
Carezze di mani arroganti
che alleggeriscono l'anima
e leniscono tristezza.
Motivo d'assordanti sospiri,
d'esigenza d'affetti
e manifesto di passione.
Baci indomiti
ed abbracci di fuoco
che siano di crisalide
trasformazione
e nascita di donna.

Memoria
Con occhi profondi
che del vuoto sono colmi,
scruto lontani orizzonti
striati di grigio.

Nel rifiuto del rimpianto,
mi volgo a vegliare ricordi
di perse occasioni
e di memorie antiche,

di gioie durature e fugaci
e di brucianti dolori,
di trepidanti attese
e di cocenti delusioni.

Nel ricordare mi scuoto,
per memoria di vita vissuta
e fino alla fine bevuta,
che col suo canto appaga.

Mi basta chiudere gli occhi
per rivedere casa
e i volti antichi di chi
d'affetto mi avvolse.

Mi basta chiudere gli occhi
per risentire nel naso
i dolci odori di
luoghi lontani.

Mi basta chiudere gli occhi
per vedere il tuo volto
e le tue mani sentire
sul mio corpo.

Mi basta chiudere gli occhi
per sentire sulla mia pelle
della tua il calore
e delle tue labbra la passione,

come morbido fiore
che i petali dischiude
per donare il suo nettare
e dissetare aride labbra.

Mi basta poco
per rivedere gli occhi profondi,
fatti di limpido cristallo,
del nostro arbusto

che quale vigoroso albero
già nelle sembianze appare,
saldo nel pensare
e dolce nel sognare.

Ma ora gli occhi riapro,
per assaporare tutto,
finché l'ultimo granello
da clessidra non vedrò calare.

Cacciatrice
Ho tentato di dirti
che tua voce volentieri avrei ascoltato
e tu, senza pensarci, mi hai telefonato,
ma voce del cuor volevo sentire
e tu non me l'hai fatta udire.

Ho tentato di dirti
che il tuo amore attendevo fremente
e tu un albergo hai prenotato impaziente,
ma amor più solido cercavo
e tu solo l'effimero piacere m'hai donato.

Anima mia catturar volevi,
senza nulla ceder oltre la pelle
e l'ansimar protratto fino alle stelle,
come se appagamento estremo fosse furore
e non il contorno al sentir del cuore.

Come se d'uomo e donna,
qual vacuo costrutto sol l'odor contasse,
di evoluzioni e solo sesso fai matasse.
Quale esca offri amor, nelle tue stanze,
colmo solo di fredde e vuote speranze.

L'anima mia però trappola sfugge
e via vola, senza alcun rimpianto,
lasciando solo una lacrima,
di triste pietà sentita,
per il tuo vuoto pianto.

Mia
Mia amata,
mia dolcissima,
mia mia mia . eppur mai mia.

Che strano amore è il nostro?
Anche se da tenere passioni avvolto,
fatto solo di parole e di materia vuoto.

Pur se stasera non son tra le tue braccia,
il mio pensiero per te s'affanna
e . mi manchi come l'aria.

Mi pare di soffocare.
Mi sembra di annegare in un gelido mare,
che di troppi sentimenti gonfia le sue onde,

e tutto travolge e tutto interrompe.
Lacrime calde il mio cuscino accoglie,
come amaro rimpianto che notte confonde.

Ancora vorrei sentire, raro e prezioso,
della tua gioia il soffio
e di malinconia il tuo tremulo canto.

D'amputato affetto è il mio rimpianto
e stretto è il mio cuore nella morsa
dell'arrecato pianto.

Per tanto strazio solo ad una speranza,
e ad un conforto anelo: di veder un giorno
da crisalide sciamar farfalla.

Per questo, mio dolce amore,
su di te io conto, scaccia tristezza
e non abbandonar speranza,

perché passione ormai provata
sia stimolo di gioia per la tua cerca
che d'amore, sarà senz'altro, coronata.

Casentino
Lontane nubi fan da ultima corona
a cingere l'amata valle.

Rugosi volti dai fieri sguardi
accompagnano l'eco di antichi canti.

Indomite foreste, adorne di vita,
nella quiete, t'accolgono amiche,
come invitanti ombre,
di austeri muri e di slanciate torri,
ancora ferme a montar la guardia,
oltre i confini del tempo.

Vecchie canzoni
Vecchie canzoni invadono l'aria
come tremule foglie, dal vento portate,
mi parlano di te, di una trascorsa estate
mi parlano di mare e d'una vita temeraria.

Vecchie canzoni che aleggiano inquiete,
a raccontare del cuor l'inganno
fatto di sguardi, creatori d'affanno,
che scatenano dell'anima la sete.

Sete di carezze ardite, bruciate in un anno,
sogno di passioni e di giochi che dell'amore,
sapore creano e gioia al cuore danno.

Vecchie musiche che sanno d'estate,
che come i tuoi occhi, son piene d'ardore,
e al cuore cantan di notti infuocate.

Catene
Catene d'orgoglio
legano antichi sentimenti.
Sorrisi mesti
come maschere di falsa gioia
avvolgono il quotidiano.

Rossi pensieri di passione
a te mi portano.
Fuori dal tempo e da realtà
per te io sogno
gioia profonda
di disinibiti baci.
Con te io sogno
di avvolgenti spire
e di profondi incanti.

. . . ma restano catene
a vincolare gli slanci
a chiudere gli spazi
di carnali confidenze.
A lasciare solo l'idea
d'inosata proposta
mentre abitudine avanza
e con essa, mesto, il domani.

Inutile vita
Quale povero refuso
di tecnologia obsoleta
vaghi confuso
senza trovare la tua meta.

Senti il tempo sfilare
ad aggravare la fatica
e cerchi di strafare
per sentire la vita amica.

Ti volti e vedi il vuoto
d'inutile e mal vissuta vita
e allora metti in moto
su assurdi sogni le tue dita

che nevrotiche si muovono
per rammendare sentimenti
che poco si rinnovano
per apparire contenti.

Aspetti che finisca
che la sfida cessi
perché la vita, come bisca
ha bui recessi,

ma tu mai ti arrendi
piuttosto la morte
e quello che puoi prendi
sfidando infin la sorte.

Finché cuore cede
e d'inutilità sentimento
s'affaccia anche in chi vede
il tuo animo sgomento.

Alla fine sei ormai giunto
e devi cedere il passo
al riposo dal volto smunto
che sull'anima pare un masso.

Arrenditi e fermati,
più non reagire,
riposa tra i beati
e dimentica le tue ire.

Nell'attesa
Giungerà tempo,
di appagati sensi,
quando ogni affanno
sarà dimenticato.

Giungerà il tempo
della quiete!

Giungerà,
ma ancora non è arrivato,
così continuo,
nell'affanno,
ad appagare i miei sensi,
si che in previsione della quiete,
io dica:
ben venga tempesta!

Un ultimo bacio
Che un ultimo bacio
rallegri il tuo cuore
come carezza
che fa fusa di gatto.

Un ultimo bacio perché
più non potrò tornare
a questa sponda amata
finché tempesta infuria.

Un ultimo bacio
prima che il sogno
ancora sfugga alla realtà
e questa si riaffermi.

Un ultimo dolce bacio
così che addio si stemperi
e passione non travolga
ne corpo ne anima.

Un ultimo bacio
a solo suggello
di quel che mai fu detto
ma da noi sentito.

Un ultimo bacio
così che ancora possa
sentire il sapore
dell'amore passato.

. passato!
. ma . no . no! no!
non ti darò
nessun ultimo bacio.

Che strazio accompagni
il mio partire
e di fusa di gatto
non si senta eco

e come con un pugnale
nella carne infilato,
tu possa sentire,
del nostro amore, il gemito.

Casa
Brandelli di sogno
sfilano diafani
come crinali
in un'alba d'estate.

Brandelli di gioia,
del colore del grano,
s'intuiscono
nell'incipiente calura.

Brandelli di memoria,
come veli pastello,
s'insinuano in trasparenze
cristalline.

Tutto è lontano,
come volti che si accavallano
a voci antiche
della mia vita.

Luce ed ombra
Triste è la notte,
mentre l'ombre strisciano
a soffocare il sole
e togliere colori alla vita.

Tristi le tenebre s'avanzano
e di lacrime,
nella cupa assenza di luce,
la solitudine avvolgono.

Ma bella è la notte
e bella è l'oscurità,
perché nell'accogliente intimità del buio
tra le tue braccia scivolo
e il sol più non mi serve.

Impulso
Quando istinto
ragione scontra,
cuore e cervello
combattono tra loro.

Quando il vento
evoca la tempesta,
l'anima si lacera
come un'antica vela.

Lo spirito
va alla deriva,
cercando la pace
tra i flutti della luna,

ma inseguendo il giorno
che gli riporterà tempesta.

Io vento
(tributo a Nazim Hikmet)
Io vento,
avrei voluto sferzare l'aria,
per sgombrare il cielo
e destarmi dall'assopimento.

Io vento,
con fresca follia,
avrei voluto spazzare il mondo
dai sogni perduti.

Io vento,
avrei voluto la libertà
di sciogliere i miei lacci,
per partire verso nuovi mondi.

Io vento
avrei voluto sferzare il mare
e alimentare la tempesta,
tsunami della mia passione.

Io vento
infine calo e me ne vado.
Non agiterò due volte
lo stesso ramo di ciliegio.

Io vento,
sento gli uccelli sull'albero cantare,
ali che vogliono volare,
ma la gabbia è chiusa.

Io vento
non so se si aprirà mai,
prima che, ultimo refolo,
io abbia soffiato invano.

Io vento,
torno alla montagna,
avrei voluto strappare
petali al ciliegio e portarli con me.

Io vento
non so se mai tornerò,
sia bella e sorridente come te la vita,
sia amica e amata come te la giornata.

Passato
Ti penso e
ritagli d'irrealtà
s'inseguono nel tempo,
come fiori rossi
in un campo vizzo.

Ti penso e
ritagli di realtà
mi tempestano l'anima,
come frangenti schiumosi
su scogliere acerbe.

Non ti penso
e il tempo scorre via,
come refolo di vento,
soffiando sul vuoto
del mio sentire.

Da un valico
Piatte immagini
si riflettono
su lenti scure.

Il calore d'estate
disegna l'aria
sfumando profili,

lontani monti,
indistinti nell'azzurro
tremulo,

segnano i confini
dell'anima
e del cuore.

Dell'oltre
nulla importa
fino al ritorno.

Nuvole nel bosco
Gelida bruma,
a ghermir rami
nel bosco avanzi,
sommando i grigi.

Come freddo fuoco
tutto inghiotti
e di perlate gocce
t'ammanti.

Silenziosa strisci
e come viscida lumaca,
sulla montagna,
la tua bava lasci.

Toni di grigio
che s'inseguono,
nel cupo della forra,
a rubar luce e colori.

Ed io ti lego e t'inchiodo,
piegandoti al mio scopo,
facendoti rifugio
del mio sentire,

si che la scena,
tra ovattati suoni,
accogliente si faccia,
quale eremo di quiete

per riposar la mente
e il cuore e l'anima e le membra,
si ch'io mi possa ritrovar
e tornar tra la gente.

Introspezione
Artificiosi istanti
segnano il tempo
che non sarà,

momenti di ragione
sfumano attimi
del non potrà,

pause di passione
inseguono tempi
di normalità.

L'amante
Col tuo sentire
pensi al passato,
vedi il mondo
coi tuoi occhi.

L'illusion s'avanza
e si rafforza,
dolce è l'oblio
del non pensare,

ma il tempo
passa inclemente,
segnando membra
e chiome ribelli.

Nulla muta,
virtuale è la battaglia
e tra le tue braccia
ascolto il vuoto.

Inganno
Bugie su bugie
a mascherar fragilità
di arcani istinti.

Falsità dentro falsità,
come scatole cinesi,
si accavallano alla realtà.

La mia anima si torce
e come abito sfuggito,
da ogni parte cala,

e snuda il cuore
e l'anima sconvolge
e l'esercizio di futilità,

sull'esile sentire,
come una falce
s'abbatte

e vittime miete
e il tuo cuore infrange,
mentre il mio, il tuo amore piange.

Amore che dell'impossibile
ha il profumo, mentre
dall'olezzo dell'inganno sguscia.

Amor e comunque
amore è il mio per te,
così forte e fragile

da far maledire
la gioia dell'improbabile
e la vanità dell'apparire.

Amore
che dell'occasion perduta
non si fa vanto.

Amore
che come unico frutto
genera pianto.

Amore,
straziante trappola
di sogni in sospeso,

medicina del solitario
e conforto
dell'umano tormento.

Amore che dimenticato giace,
tra strazio d'inganni
e sofferenze antiche,

segni del tempo che
mai tornerà
a dischiudere le labbra

in un sorriso,
in un bacio,
in un semplice: "ciao, ti amo".

Feroce è il mio strazio
e forte nell'impossibile
è il nostro amore.

Quale scialuppa
mi rimane allora
se non soltanto un anonimo affetto?

Che al di la dell'apparenza,
stemperi l'aspro della vita,
al dolce tuo cospetto.

Fuoco, ghiaccio e vento
Fuoco, che nelle vene scorri,
e come fluido alito,
l'amor risvegli

brucia con la tua fiamma
a scacciar l'ombra
che opprime l'anima.

Ghiaccio che freddo ristagni
e come cupo sudario,
sul cuore gravi,

a soffocar passioni,
che furono di un tempo
ormai dimenticato.

Vento che tutto sollevi,
che accarezzi o strappi,
nel nome dell'istante,

dell'attimo che,
come saetta,
alla mente sfugge veloce.

Vento, sul fuoco soffia
a riattizzar pensieri
e a smuover l'anima,

nutri quel fuoco,
risveglia la fiamma,
si che il ghiaccio si sciolga

e la passione si rigeneri
come nuovo respiro
e nuova vita.

Per te, fuoco e vento,
a scacciare il gelo,
siano alleati,

per un nuovo sentire
che del tempo ritrovi il nerbo
ed il senso dell'avvenire.

Coriandoli
Coriandoli d'amore, raccolti in un pugno,
come incontrastati ricordi senza tempo,
segnano la mente con vistose immagini.

Rossi coriandoli inseguono il pensiero
e come calde nubi che striano i tramonti,
si avventano a provocar stupore e attesa.

Coriandoli che segnano l'anima per sempre,
sciogliendo lacci che legano il cuore
a inquiete realtà di quotidiano affetto.

Coriandoli di memoria, come pensieri
d'incandescenti amplessi e torride carezze,
di soffocanti baci e penetranti emozioni.

Ricordi che dell'amore hanno il colore,
della passione il sapore e del sogno il profumo.
Coriandoli che continueranno ancora a volare

portati dal vento.

Nel sole d'inverno
Dolce sentire
che del nulla è amico,
nel sole m'avvolgi
e l'anima m'appaghi.
Nel tuo abbraccio mi perdo
e mentre il pensiero ristagna,
il sogno incalza,
la mente si ferma
e il cuore s'abbatte
e colpi perde,
nell'ombra di lei.

Cieco lo sguardo volgo
e sconosciuta ti vedo
mentre sul mio silenzio incombi,
come nuova realtà
di passioni e istinti,
che il battito risveglia.

L'oscura diga infrangi
con l'impeto dei tuoi fianchi
e delle tue labbra il nettare
che avido suggo,
al ritmo del dolce affanno,
mentre la carne è una
e, per l'eterno istante,
mi perdo

e il mio sole ammiro
e la mia luna,

sinché notte ritorna,
rasserenante,
a riavviare
del quotidiano il ciclo.

In chat
Maschere su maschere
celano umanità disperse
alla ricerca di cosa
che della vita
ha solo l'odore.

Parole facili
ad innescare passioni
di sentimenti vuote
che del virtuale si nutrono
e di menzogna vivono.

Inganni di personalità fallaci
che nel rumore del nulla,
credono di trovare
del mondo il senso
e della vita il verso.

Emme o effe?
È il ritornello,
e d'anni quanti n'hai?
Da dove mandi il tuo sentire?
Da dove digiti in realtà?

Digitare diventa il verbo,
di solitudine maestro,
maschera dell'essere
che d'inganni svuota il cuore
e offende il tempo.

Chattare t'aggrada,
quale surrogato dell'umano sentire,
di spirito povero
e d'affetto scevro,
col solo scopo di bruciare l'ore,
che a sera ti conducono.

Sera
Baluginanti istanti di quiete
incalzano la frenesia del giorno.
Giunge la sera e la pace,
poi notte fonda seguirà,
cacciatrice di sogni,
a scacciar gli affanni.

Il canto del mare
Richiamo di risacca
che nelle mattine d'inverno
come invito all'avventura
occhi di marinaio incatena
fino a sognare moli lontani
di porti sconosciuti.
Richiamo di risacca
che nelle notti d'estate
come il canto di una sirena
attrae gli amanti
e li culla
finché stanchi e spossati
sulla sabbia s'abbandonano.
Richiamo di risacca
accarezzata dal vento
che gabbiani raduna
come i mie pensieri
che dai colori dell'alba
assorbono felici
rinnovati sguardi di stupore.
Richiami dell'animo
canto di mare
che con placentale quiete
il mio cuore avvolge
come colonna sonora
del mio tempo che scorre.

Flutti della luna
Flutti tonanti,
flagello di scogli,
qual eco di tempesta
si scagliano sull'anima,

svuotando il cuore
dell'umano sentire
e come gelida morsa,
attanagliano i visceri.

Flutti che il tuo partire
ha scatenato,
come masso scagliato
a sconvolger l'acque chete.

Flutti della luna,
che il cuore strappate
e come deserto di sensi
lasciate la mia anima.

Conchiglie
Come conchiglie
da risacca
sulla riva abbandonate
sono per te oggi
i miei pensieri.

Gusci vuoti
che di sbiancata
memoria hanno l'aspetto,
privi di vita
o d'alcun affetto.

Gusci che del colore
solo un ricordo vago
ancor trattengono
e del lucore di vita
neanche quello.

Gusci
che di gioia di sguardi
furono esca,
e di colori e sorrisi arditi
furono l'incanto;

che con profumo
di mare e di vita
ressero di passione
il confronto,
e d'amore furono vanto.

Oggi quei gusci,
insolati e asciutti,
vaghi e sbiancati,
del dolce sentire
più non sono dimora,

ma casa e orpello
di affamate mosche
che lezzo attrae
come funesto boccone
di amaro rimpianto.

Chissà.
Mi basta sentire una canzone
per rivedere dei tuoi occhi
la luce e lo splendore.

Mi basta sentire un profumo
per riassaporare della tua pelle
morbidezza e calore.

Mi basta sentire un sapore
per riassaggiare delle tue labbra
il gusto dell'amore.

Mi basta aprire gli occhi
perché tutto sfugga,
come tu dalla mia vita.

Mi basta aprire la mente
per rivedere l'attese inutili
e l'illusione tradita.

Ma mi basta aprire il cuore
per sentire musica tornare
e con essa. Chissà .

Sognando ancora
Sogni,
come fiamme guizzanti,
si susseguono sfumando nel nulla
ma donando all'anima calore
quali fatui ricordi di gioie finite
e di speranze future.

Sogni, motore dell'attesa
che prepara al riso e al pianto.
Senza di voi irrinunciabili amanti
solo l'oblio sarebbe padrone.
Padrone che tutto inghiotte
e solo il grigio lascia.

Sogni, vestiti di splendido colore
spesso siete preludio di delusione
ma ugualmente v'amo
come mia vita e luce
a scacciare tenebra
di amorfo quotidiano affanno.

Sogni, dolce prigione
che irrealizzati tali restate
a spingere pensieri oltre ragione
a chiudere il dolore fuori dal cuore.
Sogni d'amore e di passioni arcane
fate di mia vita ciò che sperate.

Vecchie canzoni
Vecchie canzoni invadono l'aria
come tremule foglie, dal vento portate,
mi parlano di te, di una trascorsa estate
mi parlano di mare e d'una vita temeraria.

Vecchie canzoni che aleggiano inquiete,
a raccontare del cuor l'inganno
fatto di sguardi, creatori d'affanno,
che scatenano dell'anima la sete.

Sete di carezze ardite, bruciate in un anno,
sogno di passioni e di giochi che dell'amore,
sapore creano e gioia al cuore danno.

Vecchie musiche che sanno d'estate,
che come i tuoi occhi, son piene d'ardore,
e al cuore cantan di notti infuocate.

Da inverno a primavera
Solitario io
spando freddo e neve
sono inverno.

Esco nel gelo,
ammiro il tuo volto,
sento calore.

Fuoco si avvia.
Morbido su me il tuo
bel corpo lieve

vita trasfonde
e gioia palpitante
amore richiama.

Il tuo calore,
gelo scioglie e cuore
vivo riscalda.

Mia primavera,
profumata di fiori,
tu mi uccidi.

Notte
Come un lieve
sogno dal cielo nero
musica cade.

Calde note che
sonno accarezzano
come abbraccio.

Portano di te
il sapore ed il tuo
lieve sentire.

Cacciatrice
Ho tentato di dirti
che tua voce volentieri avrei ascoltato
e tu, senza pensarci, mi hai telefonato,
ma voce del cuor volevo sentire
e tu non me l'hai fatta udire.

Ho tentato di dirti
che il tuo amore attendevo fremente
e tu un albergo hai prenotato impaziente,
ma amor più solido cercavo
e tu solo l'effimero piacere m'hai donato.

Anima mia catturar volevi,
senza nulla ceder oltre la pelle
e l'ansimar protratto fino alle stelle,
come se appagamento estremo fosse furore
e non il contorno al sentir del cuore.

Come se d'uomo e donna,
qual vacuo costrutto sol l'odor contasse,
di evoluzioni e solo sesso fai matasse.
Quale esca offri amor, nelle tue stanze,
colmo solo di fredde e vuote speranze.

L'anima mia però trappola sfugge
e via vola, senza alcun rimpianto,
lasciando solo una lacrima,
di triste pietà sentita,
per il tuo vuoto pianto.

Chissà
Mi basta sentire una canzone
per rivedere dei tuoi occhi
la luce e lo splendore.

Mi basta sentire un profumo
per riassaporare della tua pelle
morbidezza e calore.

Mi basta sentire un sapore
per riassaggiare delle tue labbra
il gusto dell'amore.

Mi basta aprire gli occhi
perché tutto sfugga,
come tu dalla mia vita.

Mi basta aprire la mente
per rivedere l'attese inutili
e l'illusione tradita.

Ma mi basta aprire il cuore
per sentire musica tornare
e con essa . chissà .

Nuvole
Basse nuvole giungono
ad offuscare profili
ed incupire giornate.
Scuri nembi
che s'inseguono
a soffocare il sole.

Come incubi tetri,
soppressori di speranze
che gravano sul cuore.

Ma giunge il vento
a spazzar via la tempesta
e colore torna
e luce
e un caldo abbraccio
e la gioia del domani.

Fino alle prossime nubi
ed al vento ancora
che come un sogno,
l'incubo soppianta.

Domani
Più non passeranno
queste giornate ostili
di nuvole e d'ombra.

Più non torneranno
se io non vorrò
colori e risa di primavera.

... e poi perché gioire
mentre nel quotidiano affanno
spirito affoga?

Meglio sfuocare lo sguardo
sui grigi toni
di mortali rimpianti
ed ingannare l'attesa
con rassegnazione
di commiserati istanti.

Ma giunge sogno
a ridare speranza
e fiato al vivo sentire
come fluente vita
che più che primavera
estate afferma
e calore e conforto
rinnova con impeto vitale.

Così curiosità rinasce
e passione si solleva
e scorre nelle vene
a scacciar grigiori mai esistiti.

Vita ritorna
e il sole porta al domani
che curioso attendo.

L'estate continua
Nel vento freddo,
guardando il cupo orizzonte,
rammento di un luglio il cielo
e i tuoi lucenti capelli,
sciolti dalla brezza della sera.

Nel gelo della pioggia,
bagnato e infreddolito,
ripenso al mare d'agosto,
alla tua pelle ambrata
che delle onde ha la fragranza.

Nella morsa della nebbia,
viaggio spaurito,
rivedendo pastelli sfumati
di un'alba d'estate
e il tuo seno tra candide coltri.

Inverno ancora avanza,
ma il suo passo cadenzato,
a primavera conduce.

Febbraio
Avrei voluto baciarti,
come se quel lontano febbraio
non fosse ancora finito.

Avrei voluto vedere
le tue palpebre socchiuse
e sentire la carezza delle tue mani.

Avrei voluto vedere
le tue labbra dischiudersi
nel momento dolce dell'affanno

e avrei voluto sentire ancora
l'avvolgente pressione
dei tuoi caldi baci

e ancora specchiarmi,
e ancora perdermi,
nel tuo forte sguardo,

falsa maschera
d'irreale durezza
che mai fu veramente tua,

come in quel lontano febbraio,
in quell'inverno
del mio libero cuore.

Ancora musica
Una musica dolce mi parla di te
di giorni felici e di ore nostre
all'affanno rubate.

In questa musica si scioglie il mio pensiero
così che il ricordo alla realtà si sovrappone
e ancora i tuoi colori io vedo
e il tuo odore sento e il tuo sapore
come di lontana primavera
come se il passato fosse l'oggi
e del domani nulla importi.

Così sia musica
a ravvivare invano la speranza
musica di passata stagione
forgia e incanto di un lontano amore.

Primavera che noi più non avremo,
ma nostra estate ancora non è finita.


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