Una
Lo so che mi stai rubando
fiumi di parole
che poi qualcuno assolverà
in modo riduttivo
- deliri congeniti
in arresti di suono -
Sì, perché quando il muro
rovescerà sul pavimento
gli ultimi intonaci a freddo
sbaveranno come sangue putrido
in schizzi di colore (s)morto.
E tu sarai felice
di aver spolpato anche l'ultimo litro
di una cartuccia di mestiere.
In fondo il mio non è stato nemmeno
saperla vivere appuntita
o a(p)puntata di striscio
questa vita maglia fine
- eppure mi si dice che io ne abbia sette -
ne avrei indossata Una
di quelle che ti basta mezzo giro
di corda.
av(vita)menti in omnem vitam
e sui binari invento
treni mai passati
fingo fughe
e trolley di sorrisi
ammicco
se il giorno mi liscia
a corte
invento
a vita larga.
A filo (s)pago tirato
Appostata a filo
del mondo
occhi spalancati
a fissare il nulla
orbito in fantasie
inaccessibili.
Ho rosicchiato unghie
e pensieri
ho consumato idee
di risoluzione
contrattando col tempo
l'istante di un giro di boa.
Ora mi tengo stretta poca carne
prima di lasciarmi la porta dietro.
Charlie
Non ho voglia di dormire
chiamerò il mio amico Charlie
a farmi compagnia
siederà accanto, senza parlare
muto e attento
leggerà sulle mie labbra
e nei miei occhi
mi terrà le mani
nervose
quando inizio a raccontare
mi bacerà la fronte
soffierà sulla mia frangia
dispettosa
chè lui lo sa che la voglio
un po' ribelle
come me
Charlie è un angelo, amico fedele
( e neppure niente male
ama il jazz, il blues e pure il swing )
spesso ci facciamo scorpacciate di buona musica
io adoro Bublè …mi rilassa.
E' una notte, che ti viene voglia di abbracciare
il mondo…raccontare vecchie storie, di marinai
e lupi solitari …di quelli che se anche ululano incazzati
nessuno ci fa caso…Sono poveri diavoli, costretti all'inferno
degli sciacalli. Metterò un piatto anche per loro, dividerò la cena
accenderò candele profumate e incensi…e Bublè
" but I wanna go home "
un tubino colorato che fasci bene i fianchi
tacchi a spillo, due gocce di profumo e […]
balliamo Charlie
è solo un altro giorno d'estate:
"It'll all be alright,
I'll be home tonight
I'm coming back home "
assenze
il vento riposa stamani
tengo a bada i miei muscoli
così che la morte non allenti le sue spire
o forse è solo l'idea di morire
che spaventa il pensiero dell'uomo.
Ma oggi c'è un sole gentile
balbetta sulla mia spalla
che senza pudore celebra un caldo
inaspettato
e i pensieri covano il piacere
di farsi strumento
nessuna pretesa o moina di parte
solo l'attimo confessato
e di me spoglio l'ombra
- s'accende improvvisa una pelle di donna -
L'accento del giorno
traballo e farfuglio versi
mentre mi aggiro in dintorni
e lontananze
che sfregiano le ragioni del cuore
- assente -
ora che sconfino in un dove
ho solo una gamba, sinistra
a reggermi i colpi
- di testa - assediata
e respiri sui vetri
che implorano ali
e questi occhi spauriti
a volte truccati
che sfidano deserti
e gabbie
a rinchiudere gli ultimi
credo in rovina
e mani
queste mie mani
impastate di argilla
e fatiche di suoni
a bussarmi le ore d'aria
centellinata […]
e il giorno mi parla.
19 luglio 2009
L'armadio
nelle scansie degli intenti
falliti
capi stanchi sulle grucce
appesi
ciondoloni o coi risvolti lisi
piangono rosari
e cristi mai risorti
lacrime e bestemmie -misura unica -
mi stringono la vita
e mia madre un nuovo santo
da pregare.
Io non ho santi né padroni
e ho smesso di contare i giorni
osservo le Tineidi sbrindellare stoffe
di cheratina ingorde
e allora faccio scorte di pensieri buoni
chè la fame non abbia
il brontolio di pancia a pezzi.
16 luglio 2009
amo il sogno … e amo la bugia di poter di Re t'amo
sogno (in)finito di un'estate sott'acqua
o son desta?
desta di te che m'appari in REM
fase finale o l'inizio
di onirico gioco che sp(i)azza
il mare dentro e nel mezzo
noi, in membra di sale
e lingue avvoltolate
è danza marina "ligure"
i nostri sensi consenzienti
passo a due
e il cuore che scoppietta
il battito vero
e invece balzo fuori (sp)onda
e il letto è un grande spazio
che mi contiene appena
eppure è stato come viverti di petto
l'odore del salmastro ancora qui
tra le lenzuola
e il pensiero che non scade.
Quel colore
Il grigio sottobraccio
già da un pezzo
e suona la campana
ma l'orecchio sgama
gli fa difetto
e al primo allarme in corpo
sgancia il doppiopetto
in falsocuore
e Caronte avanza una moneta
che non so trovare
nelle tasche buche
di stagione andata.
Il grigio non mi piace
è l'ombra che seguita i miei passi
l'agguato che ruba i respiri
che nascondo
e la scoloro ogni volta
che saccheggia per intero
la figura
i tratti ripescati con il trucco
i miei contorni a modo
in prospettiva di nuovo metro
la contengo scala minima
per non farmi staccare
il mezzo gaudio almeno.
Trieste inVento ( canzone per un amico )
A vele spiegate ti giungo
a rotta di collo
e cuore spompato
le vene in subbuglio
e bisbiglio di nervi intrecciati
ti fiondo le labbra serrate
a spicchio di luna
svestita
con trama di maga
imbastisco la rete
che pesca bagliori di notte
scaduta.
- S c a n d i s c i m i i l t e m p o r i m a s t o -
Mi hai tra le gambe
in giostra di bimba
che afferra il suo premio
a sorpresa
avvolta in braccia di bora
mi scarti in fessura
spiata dal posto comandi
e scrivi sull'acqua le notti
di Liga
*non è tempo per noi
piccola stella senza cielo*
( e si perdono parole )
Trieste un po' puttana sei
ti svendi in poesia e dintorni
al limite i pensieri
più a nord
stella che accendi e spegni
hai spalmato sogni
pane burro e afflati
e poi ___________
giralo il vento in poppa!
fotografia
rigagnoli pastello rosa tenue
la mia pelle sveste il giorno
mette a lutto i passi
sul pontile
piove ancora
e il legno prima o dopo marcirà
e le orme a nido d'ombra.
volta_là
la rosa di giugno
volta pagina
temporale di provincia
in questa estate matta
ringhia di notte
come un randagio
e il giorno a cuccia per un po'
ti sollazza l'afa
ti cava il fiato e la camicia
e poi ritorna a sudarti addosso
con quel bagnato che sa di finto
t'avverte già di primo mattino
che tuonerà a dirotto
e che la pioggia
è solo dettaglio sconsolato.
E' una pioggia di giugno a cadere sui tralicci inesplorati
sui muri d'ipocrisia
tirati malta fine
che snodano flessuosi
in danze caraibiche
stucchevole l'inganno
a tinte forti, scoppietta
il lato migliore
di un insolito carnevale.
Muri di un'epoca lontana
quelli delle scritte incise a chiodo
ci si credeva
e l'amico di pelle
era fratello e giuramento.
L'ipocrisia è un lungo fiume
colorato
vanta di traversate oltre confine
e di respiri, ultimi assoldati.
- Chi trova un amico trova un tesoro -
ce l'hanno tramandato
le mura degli antichi
probi e proverbi
nei testi masticati
e mi crollano promesse
e calcestruzzo
come quelle degli amanti
coi loro cuori trafitti per davvero
restano tra le macerie
e gli occhi rossi
silenzi sordi
che tanto fanno male
che tanto non udite.
Schieramenti
il mio dolore ha tasche bucate
non si contiene
talmente è forte
rosicchia da lontananze
come vecchie carcasse
venute ad ammuffire
tra la mia carne
fiacca e deceduta
si perdono i miei muscoli
tra le pieghe impoverite
di refresh senza ritorno
cedevoli
all'ago che entra a vuoto
e il sangue non fluisce
come ai tempi d'oro
stanco s'appiattisce
nelle arterie desolate
globuli impazziti si armano
di rivitalizzanti
tenendosi per mano
sfidano il tracollo
e dirottano l'uscita
- che sia la volta buona?-
intanto in fila, incolonnate
procedono per vie traverse
cellule ambite da nuova speranza
cieca per me
se poi precipita nell'immagine
migliore
che non sa riconoscere.
giòcatela sul tardo finire
non ti distrarre
agguanta
pochi spiccioli di luna
lumini e ceralacca
a contrassegno
pacco a sorpresa
soppesa i fiati
e le parole
che non avvenga dispersione
ha doppia valenza ora
l'oro che lento si dissolve
alle tue spalle
precedi il gesto
delle carte sparse
una almeno nel mazzo
rompi.
[ dedica a C1b ]
Lasciatemi fare
Scrivo per alleviare
non so bene cosa
e mi racconto una bugia
l'ennesima
chè tanto solo chi lo prova
sa
che c'è un dolore
che ti marcisce dentro
e non ha scrupolo
né coscienza né rispetto
proprio come certi
che a ciarlare pompano
il diaframma
a far bella figura
tanto la nota scade uguale
se non c'è l'anima
e mani che ti puzzano
di umori
e sangue ubriaco
non perdete tempo
a cercarmi
non mi troverete
ora danzo con gli spettri
almeno non mi sbaglio.
Se ci credo
Ho visto il cielo sfaldarsi
e la terra inghiottire i miei passi
dove sono? sarò pronta?
Un due tre
intono musica e parole
mentre l'azzurro s'apre a galleria
bacerò il sole
o ne sarò travolta?
Mi stordisce un baccano
nelle vene in rivolta
la vecchia grondaia scandisce
il ritmo del mio pulsare
stanco
è lì che tutto si fa vigile
osservo la vita arrampicarsi
ad edera
il gelsomino sull'arco
che sale in giravolte verde bianco.
Se potessi risalire il tempo
e non sentire lo scricchiolio
delle mie ossa
contarmi la vita daccapo
un due tre …
Il colore viola
Tirate le tende
ho lo sguardo dentro
un po' di viola addosso
per rallegrare un metro quadro
d'orizzonte
- sembra poco?-
per me che vedo sottotono da una vita
può bastare
adoro il suo linguaggio
paramento d'ogni mia
kermesse
e scanzonarmi in toto.
Che sia sparso ovunque
nel giorno celebrato
e le ragazze
ciglia mascara waterproof
chè non sia lacrima fuggita
né rivolo nero insulso
bensì marchio di colore
viola ad honorem
reggerà sopra lo spirito
un sorriso terracielo
ammesso che.
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A mio padre
Ci sono giorni che il dolore delle carni non lascia respiro nemmeno
con la finestra aperta..e ce ne sono altri in cui la carne ti dà sollievo
e allora ti prepari a festa anche se si è soli...
E' stato solo ieri che ho deciso di fare bella anche la mia tavola
e cucinare la ricetta di un'amica speciale...speciale quanto il piatto di
spaghetti con gamberetti...
tutto era perfetto tranne un particolare.. mi mancava un limone per mantecare il
sughetto e fu così che all'improvviso mio padre con la borsa della spesa mi
chiede...[...]
Stamattina ho scritto questi versi per lui e per tutti voi...!!!
23 giugno 2009
Dieci centesimi per condire piatto e riso
Mi chiedo se avrò parole ancora
prima del congedo
quelle che non ti ho detto padre
per pudore
o forse chè non ne sono capace.
Poi un giorno di giugno
entri piano con la sporta piena
e un accenno
- hai bisogno? -
Oggi mi basterà un limone
- ti rispondo -
e tu hai solo una moneta
per farmi stare ricca dentro un piatto.
Quei mari
Mi attraversavano
occhi di mandorli secchi
quegli inverni che bastava
uno sguardo a scaldarci le ossa
e i tuoi verdi
erano un mare che moriva
dentro un pugno di sabbia.
Ho navigato così poco
nel grembo dei miei anni
ancora fertili
che non so spiegare di calli
sulle mani custodite dopo
nei giardini d'ombra
il dare asilo al mio nome.
Parvenze
Sgocciola
un pianto antico
di settembre
gambe doppio nodo
e il sale sparso
a rito di scongiuro
e raspa nella gola
il ritornarmi vivo
frangia di suono
calpestato invano.
Venti petali
divenire pietra
e un silenzio sposo
e compromesso
di morta stagione.
Sgocciola
venti passi avanti
l'onta stesa
alla penombra, e il nodo
un fiocco che non è.
Metaforizzando……a far la vita meno
amara
Quanti scivoloni
ancora
prima di risalire
il gesto benedetto?
Il segno della croce
per tenersi a galla
stroppia il canoro
all'eco
che mi ritorna sordo.
Saggio colui che non pesa
l'occhio di una triglia
in ruota posticcia ruba
la scena madre
al pavone su di turno.
Allora meglio pesce
un pesce nel barile
addizionando cane
per non essere sardina
e prendere la vita
di cicala
che se riesce giuro
f(r)inisco che mi sdoppio.
Ci provo
Smetterò i colori a lutto
_ci provo_
a guardarmi nello specchio
in spessore minimo
per non cadere in illusione
e mantenere intatto
l'Io risalito
e l'intrigo che inganna
l'afflusso al divenire
corromperlo sui tasti
_ potrò_
il tempo di una cartuccia
almeno
a contenere la spirale
che mi assorbe.
Complicità com_presa
Mi si chiede dell'amore
io che non ho che fessure
di ricordi e pelle di granito
a conservarne i fiati.
Amerò di te
la promessa sull'altare
e l'ombra al calare della sera
l'ombra stanca che tace la parola
e sfinisce il giorno
i baci trattenuti dalla stizza
i sorrisi negati.
Ti amerò
col trucco o senza
la mattina dentro un caffè
di corsa
figli e conti da pagare
e mille volte ancora
come la pancia vuota
di una luna
e la marea che si ritira
in fretta
la pioggia sterile
che avvizzisce l'erba
come la prima piega
al girobocca.
Ci ameremo
se il cuore un cristallo
che non mente
se la roccia
un'occasione di riparo
e la nostra storia scritta.
[dedica a una coppia di sposi]
Contro natura
Ditemi adesso
che ho rantoli di vita
quale natura m'apparterrà
nel gioco delle misure smesse
che conto sulle dita
e non mi basta
e questo freddo insolito
che congela i passi
se mi scavalco.
OSAnna e le altre
Nel grigiore degli anni miei
ormai spenti
svelo la mano tenuta
ai barbagli di balconi
addormentati
che una luna di fortuna
profila a nuovo
e cedo in nostalgie d'estate
quando il sole a picco
sulle vesti segna il gong
e slaccia accollature
serragola
che a schivare fossi
di imbarazzo
è solo indugio di un istante.
Non è poesia
Qui
tra lenzuola sfinite
i sogni s'arrestano.
Digiuno i giorni
da una vita
che la pelle mi sta stretta
stringata in trasparenze
d'ossa e filamenti.
Così che mi ritrovo in fretta
nemmeno un giro intero
e la cintura avanti di due buchi.
Avanti
come se il perduto
mi tornasse
e la mia voce?
Eccola.
Capacità di misura
Ogni tanto stono
equilibri di pensiero
camminare in assetto di parola
non è gestire mite
ma vibra di sotto l'ala
mia più pura
indole di fuoco
certezza che incendia
chi mi vuole lontananza.
E sulla scia del tempo
breve
come un respiro interrotto
si taccia adesso la profezia del santo
parabola di antica stirpe
che non mi appartiene.
Premura invece avrò
per le tempie scoperte al sole
del deserto
che mi ritorna prodigo
e la fatica luminaria
una goccia d'acqua
o di sudore
a starci dentro.
I giorni della formica
Si va
e per un giorno ti senti grande
grande? Che vuol dire?
Meglio dire ti senti…punto.
E la pioggia invece di ammansire
annienta i passi
mani bugiarde ti recidono le vene
così che il sangue vestirà
per bene il pallore tuo raffermo
e la bilancia pesa
le sporte vuote
e gli umori di chi si sveglia storto
un piede va, l'altro rimane
oggi sarò formica
domani pure.
Estate 2007
Greta è tornata a casa
dentro un'ampolla
o un vaso, non so
sulla mensola della sua stanza
tra elfi, diddl, fate
e peluche
Greta capelli di grano
e occhi da navigare ancora.
Cielo d'agosto
di un'estate ladra
e sette lune
per non dimenticare.
E Greta guardava il fiume
immaginando la laguna
dentro un sospiro
un volo di gabbiani.
Greta ti ho vista sorridente
brindare Recioto speciale
e il bacio del tuo amato
il gatto nascosto nel bagno
d'ospedale
a farti le fusa
che nessuno si accorgesse.
E tua madre sempre accanto
io lì quel poco
e un venerdì che dormivi fisso
venirti a salutare
[…]
Greta sapeva
e non aveva fretta.
* sul mio blog per leggere di lei
e della sua battaglia fino alla fine.
Applicazioni
Dinoccolata ai piedi
di un trambusto familiare
spezzo il tempo
in frazioni di suono
scivolato
e qui nel punto
che l'eco mi ritorna
a sasso
scaglio l'attrito di rimando
e in massa di percorso
freno.
Il ragazzo, il poeta e la quercia
Vedi, a Elia Belculfinè
sto qui
a leccare carta di respiri
imbavagliati
mentre sfuggo
allo strazio dei giorni
e mi pare di vederti
dita allungate sui tasti
a dare forma ai suoni
che t'affretti a immortalare
tra gli spazi.
Ragazzo dal cuore sepolto
la paura è antica faccenda,
attraversa le mani anche dei prodi
e pianta bandiere a lutto.
Ma tu hai legna a sufficienza
per gli inverni che si prestano a venire
e una sedia che la guerra non ha vinto
una sedia del '20
restaurata
l'Inizio.
33 chiodi dentro un buco
Gravitando per strade da scoprire
interrotte da catene di pensiero
bandito
per scioltezza di postura,
presiede la condanna di sorte
e benpensanti di mestiere
si avvalgono della facoltà di giudizio:
COLPEVOLE
per eccesso d'amore.
E' un maggio spolpato
a distanza di tempo
già un anno
attese marcite sulla croce
di un mattino
che non vuole arrivare
un'altra estate
che di me non si cura
e un buco
un fottutissimo buco
da svuotarmi le ore.
Proiezione di identità correlate
___anime fuggite___
Marylin, ho voce stordita stasera
- hai da bere? -
No, l'whisky mi dà alla testa,
meglio uno cherry
fa più chic
e stasera voglio essere speciale
per Castor.
Cade oggi la nostra terza luna
e so già che avrò gambe decorate
nella rete e pizzi alti in coscia
piume sotto i seni pompati
gommapiuma
stivali ginocchio sopra
e monterò tacchi mai provati!
- Hai una moneta Marylin? -
Ci scommetto quattro orgasmi
che stanotte decolleranno
le stagioni tramortite,
sì sarà come far crepare d'invidia
la vecchia signora del piano di sopra,
hai presente di quelle che hanno litanie
da scontare i peccati capitali
e poi di nascosto si leccano
le dita inzuccherate?
Vecchie ciabatte vestite a lutto sempre
e alla prima occasione ti sparano accidenti
nudi di moderatore
e poi giù con i rosari pronti e occhi in tiro
di voglie represse.
Vedi Marylin, ci vuole coraggio
anche a scrivere di queste cose…
Io semmai arrivassi col pelo bianco
alla radice,
non mi calerei dietro una preghiera
di facciata,
anche se la vita mi ha fottuta e tanto
non falserò le mani dietro e avanti
per guadagnarmi un posto in paradiso…
a proposito……è arrivato Castor!
Poesia in cerca di buonumore
Stamani sono 46 chili da buttare
motore in avarìa e poco carburante.
Tentare un volo d'ordinanza
sarebbe morte di poco conto
manco i titoli di coda
chè quella è in manutenzione
da una vita
a un passo dal cielo - direi adesso -
Hai presente quel cielo
dove gli angeli si tuffano
in acrobazie olimpiche?
Ecco, io ne vorrei uno almeno
per rifarmi un po' le unghie
e graffiare qualche verso
in sintonia di buon umore.
Quando rido ho fossette
da corteggiare tutte
occhi di gatta in tentazione
labbra che smontano gli indugi.
Mi si tiene a prezzo contenuto
piccoli pasti, tre volte al giorno.
E poi vuoi mettere nel letto?
Ci sto, spazio accartocciato
come un gomitolo riavvolto
misura d'uovo.
Mi prendete?
Faccio fusa senza addebito
di mora.
Trieste lo fa strano….ma prendetemi in carta di riso
Mi dondolo di petto
sul tuo che sa di agosto
e labbra un chiodo fisso
da incollarci il fiato.
Non lasciarmi il cuore in panne
ho l'anima sottovetro
fendila con punta di diamante
ne farò collane di cristallo.
Fammi provare il mare
in grembo all'onda
e vieni
ho scogli di ragazza
in salita di pensieri.
Piantami un cuore di nuvola
sulla resa del cemento
un fiore giallo, il Sole
per quando cadrò in pezzi.
E se attardo sulla riva
la pelle dentro la cerniera
fammi salire il giorno
sulle spalle ancora.
Fuori stagione
Ho il cuore divelto
e mani in abbandono di suoni
recisi
come gemme di fiori mai nati.
Le orecchie che storpiano echi
di sogni svenuti
nei cassetti colori ormai smessi
e tarme invecchiate nelle stoffe.
La terra non rinviene i miei passi
rallentati
sprofonda le suole nell'asfalto
e sfinisce le tracce.
Così cammino in sordina
col silenzio che mi respira addosso
e sudo d'invisibile
fa più rumore un cencio caduto dal balcone.
Alla veglia
Queste mie parole
che s'adagiano
al capezzale, trascinato
dalla forza dell'inchiostro
di imprimere sul bianco
una voce
in catarsi di pensiero.
Venite a me
sorelle di sventura
e di sollievo
a sillabare il giorno crocifisso.
Con Antonia Pozzi
Capita
che ti vengo a cercare
dietro i muri di pioggia,
ti vedo sdraiata nei pensieri
allacciati sulle punte della vita
che lenta
ti sta scivolando via.
E un po' ti rassomiglio
tratteggiata dietro il crinale
di fortuna,
alla deriva del giorno
che si spegne
e l'orizzonte a rubarci
una poesia
lo schianto del vento
alza in volo il tuo pudore
di esserti taciuta troppo
e il mio sgomento precipita
nelle tue parole in erba.
Più in alto
E se provassi
a ricamare punto giorno
le trame della notte,
quella che ruba i sogni?
Sarebbe come accendere
di stelle il cielo moscio
esplorarmi tra le pieghe
addormentate
pizzicando il derma sfatto
e in alto più il sedere.
Ripetuta_mente
Le corde del sole
a imbrigliarmi
pezzetti smarriti
di me, l'altra lei
in geometrie di corti
sospesi
e sragiono equilibri
allo sbocco del giorno
ribalto le carte
mi spoglio
sciorino di nudi
deliri
un cielo scoperto
quel tanto
poi china in disparte
a mordere sere di vuoti
le spalle alla notte
che viene.
Sommersa
Andavo pelle addosso
andavo fiera
cieli naif
da sussurrare appena
legati alla cintura
due amuleti
colmavo generoso
il giorno al petto.
Così la vita
alla gonnella alzata
a fare scorta di natura
grassa,
di gesta infanti i girasoli
flessi al tempo mite
dentro una casa
di respiri apparecchiati.
E giù, abbassate le paure
spolpare sogni
bianco latte alla mammella
dorsi schiacciati
nei cucchiai al gusto miele
e infine ancora
rap_presa nelle braccia
intorno a cogliere.
Slanci a manette
Gli occhi di ippocastano
a intrecciare sguardi
al cielo fiorito,
perduta tra i ciondoli di cirri
sbucciavo il giorno
che se ne andava a dormire presto.
- La vita certo! ma non per tutti -
se sono riscontri di legno
a succhiarti la vista
quel poco
e ti arrotoli prati di cartone
sui sospiri trattenuti
di mezza sigaretta
sulle bocche a perderci il fumo
poi più.
La mondina del '37
Ti guardo madre mia
e guardo le tue mani
sporche di farina
strumenti a precisione
a tirar la pasta e tagliatelle
in abbondanza
per il pranzo, la domenica.
E la cucina s'anima di figli, generi e nipoti
messi all'ingrasso, una volta a settimana
chè a far la dieta ci si perde nei vestiti
e tu lo sai, sei figlia della guerra.
Hai mani forti, affondate alle risaie
del Piemonte
e mi par di immaginarti
calata con l'acqua alle ginocchia
e fin dentro lo stivale,
cantavi sorriso al sole
e guance cotte
le note alte di qualche tenore.
Eh già che ce l'avevi
l'ugola d'oro, per salire
sul palco dell'Arena
se la tua dedizione
t'avesse sì taciuto, il sacrificio
di"campare"i tuoi fratelli
con la dote.
Hai rinunciato cento volte tanto
sputando sangue, fatiche e umiliazioni
ma le tue corde arrivano più in alto
palpitano un cuore che c'ha cresciuti bene.
Tu sei la madre che non tutti hanno
e la tua fede ha solchi in ogni ruga
che rinviene sfinite primavere
e le tue dita arricciolate
nei rosari, hanno voce
di purezza e santità terrena
che mai come adesso madre
io vorrei baciare tutte.
Immutabile
Quel mare
che tra le mie ciglia
poi s'arrampica
inconsolabile azzurro
che mi prende e sbatte
sulla riva di un giorno
a morire.
Il funambolo
Ho il tempo fuggito
su vecchi calendari
e mi martellano i nomi dei santi
nelle notti a impastarci le voci
nei cavi del telefono.
Ora sono ombre affacciate
ai pleniluni che m'invento
e trabocco desideri asciutti
e moine indispettite sui calchi
di cera bollente.
E tu rimescoli il sangue
nell'aceto, indifferente
nella coperta d'occasione
che ti ha fruttato distanze
da perderci il sonno
e il senno di poi.
Scalcia la vita nel campo
Ho un amore amico
che mi sgamba
tra i calcagni
assente quando vuole
riferire, il centro
di una previsione.
E mi sospira i seni
tirato nella tuta
la manica sul viso
se il segno non gli gusta.
Sorride poi se viene
la controparte fuori
e conta i punti a mente
s'intrufola nei palpiti
dei Suoi vent'anni
in capriole.
Il cielo dentro
Affondami la vita
la mia che esasperando
scivola a mezz'asta
e a morsi strappo
dalla tua lingua
i fiati
capillari
le strie di luce
che si gonfiano
sulle labbra smunte.
Abbonda nei rettilinei
apatici
di pelli alleggerite
riempile in atmosfere
voluttuose
e molecole aggrappate
le voglio tutte
adesso
a convergere gli estremi
di questo cielo imbalsamato.
Di soste
Sto qui
con la sola tristezza
di sempre.
Il battere della pioggia
annulla ogni sentire
e i miei silenzi dissolti
sui muri
colano speranze.
[ sono giorni di gesso
a infastidire i sogni ]
- Dove sono gli ingressi d'ulivo
protesi in abbracci di sole
e le tue mani a frugarmi
quadrifogli, da riempirci le sere
d'estate ? -
Ho spazi di sedute
in attesa
- e sosto -
in ogni parola sbriciolata
per ritrovarmi.
Viaggi
Viaggi di trincea
sui corrimano di filo spinato,
feriscono i palmi sgusciati fuori
e i talloni slittano
sui passi ignoti:
cavi di metallo sulle teste
rase al bulbo,
si profilano le ombre
della notte e dei silenzi
e la terra sembra un manto
sordo.
E allora osi
con la pelle tutta,
e sposti il buio con la gamba
impacciata di vergogna,
divaricando la paura
smetti il minimo
e ti senti donna.
_ a Titti D. di cui non ho più notizie
e a tutte quelle donne che resistono
al cancro, senza perdere di vista
la loro femminilità e voglia d'essere _
Attimi
Spremo attimi
di nuvole rossastre
intorno,
e m'incateno gravida
di un piacere antico
si flette su di me
incandescente il raggio
che affonda spessori
di appartenenza.
rEsistere
Aperture vane sino ad ora
hanno resistito ai graffi dei rapaci
gli anni tutti,
sui fili dei rasoi
- dai pinnacoli si calano ammutoliti
i nascituri claudicanti,
come vecchi già vissuti -
e ti chiedi anticipando il tempo
quale proposito
il prossimo venire,
chè il corpo lo reclama
adesso, il diritto
a riposare.
Anima stanca
curvi lo sguardo
dove il cielo lo rischiara,
nel labirinto dei giorni
uno lo setacci.
Filamenti
Stringe il sorriso
dietro le grate di ferro
come l'urlo di un bambino
in poco spazio.
Perché si sa che i bimbi
ne hanno bisogno
e molto,
per non sentirsi prigionieri
in erba.
Le gabbie degli adulti
non hanno fondamento
a volte,
e sopprimono le voci
degli impulsi,
a freddo.
Così si strozza
il gusto
sullo smalto bianco,
ogni volata un fermo:
e si filano fibre sottobanco.
Poeta una volta
Poeta una volta
un battito di ciglio
solo,
ai posteri elargire
il meritato dunque.
Per me che tutto
ho perso,
la strada no
e la ragione ancora,
però
sarebbe bello
morire un giorno
a caso:
e titolare la vita
chè non compaia stanca
o carne inacidita,
come una signora braccata
dalla fretta.
Sono figlia dell'affanno
e del malcapitato
sorriso truccato.
- Donna sventura -
insaporisci pelle ceduta
con olio di mandorle e noci
e filtri la luna
ingrassata di spezie.
"Quanti calendari
sfiniti sulla carta
e sbiaditi nella presa
del nonnulla;
ma i tuoi respiri tutti
invece nell'inchiostro,
così che te ne andrai
Bea_ta
se poeta una volta"
Filastroccando in fil_affondo
Invaso parole e date
con terra di poco conto,
e invece delle rose
pianto un'altra croce,
che a farci l'abitudine
straccetti d'ossa un secchio,
e lego al palo il costo
per un altro mucchio.
E c'è chi canta maggio
seduto in una stanza,
chi invece disfa l'orto
dopo averlo sistemato.
Io fisso sempre un punto
ma il cielo non lo trovo,
slacciata nel mattino
mi offro al fiato e al vetro,
poi gioco con la luce
di una lampada a risparmio,
pensieri srotolati
mi montano la testa:
- e scatta la prudenza -
ma annegano sul fondo
ubriachi di malconcio,
si sedimenta il pianto
in un bicchiere vuoto.
Resurrection
All'ombra di un tramonto
sosto,
e ogni giorno aspetto
che il labbro mio
si schiuda,
nella curva del sole
- un assaggio -
nel riso scapigliato
di un ritorno.
Tabula rasa
Ancora il filo
s'attorciglia dalla radice
all'unghia,
colpisce duro
e inaspettato,
nessun proclama
solo un crampo intorno
fitto,
e poi la resa
sul letto già provato,
la testa in abbandono
scivola il pensiero stanco,
e quel che resta di un'idea,
è il ghigno a muso piatto
del re degli inferi:
- un piagnisteo - mi dice
che non sostiene forza
né l'audacia...
Ma che ne sa in fondo el diablo,
curvo sulla schiena mia
spaccata,
mi schiaccia dentro un satiro
villoso,
e il male oscuro gira il verso
alla civetta,
- disgrazia canta - voce di banditore antico,
per me è solo vita inconcludente,
e lo stoppino brucia la candela.
Si tace
E tutto si tace
ventre di Madre
accogli la vita e la doni;
poi accechi nel buio
l'occhio già chiuso da ore.
Dormiva un sonno di stelle,
di mare e di una nuova casa.
Hai rotto il silenzio beato,
lo squarcio del cielo
piovuto,
è pietra, è polvere, è sasso,
di un sogno zittito, di un nido fanciullo.
Giorni
Non uno a farmi il filo
e tirarmi su lo zigomo,
mi saltellano in tanti
repentini,
con il carrello della spesa,
girano intorno alla caviglia
ch'è già stata compromessa.
Si prendono di me
il canto morto in gola,
il filler non assolve
la piega giro bocca,
né contrae la smorfia
di stupore, alla bimbetta
che trascina il sole.
E il dopo, torna indietro
mi sale sulla ruga,
tento braccia alzate
l'invito a proseguire,
annodo ancora il verso
del mattino,
chè avere l'oro sulle spalle nude
non è premessa inutile,
né gioco.
Para_venti
Dal mio cantiere infranto
spando nugoli di vetro
avvoltolando cellophane
di pelle " etichettata "
[ contrasti d'ombre
sulle porte simulate]
così al primo invadere
di magra copertura,
mi scioglierò le trecce
infastidite,
e dalla forma mentis
e_spanderò la gabbia,
specie protetta di ossa sfollate
sotto la dorsale.
Obtorto collo
Un con-certo di parole
in allegro
o pianto antico,
carme di lode o di maniera
o solo un verso rap,
sbriciolare il tempo
moltiplicarlo per:
l'indefinito mio ragguaglio
una moneta spacca l'aria in tre,
ieri come oggi; un filtro per domani,
giocare in borsa buone azioni
in rialzi di palpebre derise.
E svuoto pensieri al cielo,
un lembo pinzato e due mollette,
- l'origine del verbo -
" muove il vento dentro le strette misure,
di parte il silenzio "
Pro tempore
E vorrei non trattenere
nella curva del mento
o dietro l'angolo dell'occhio
bambino,
l'approccio del giorno;
di pratoline e malva
ranuncoli e tarassaco
calzano i prati
del quartiere.
Pomeriggio d'aprile dalla mia finestra
spolvero le ore che mi separano
dalla rete di confine,
il mio tutto s'arresta nel calpestìo
di un lento procedere a distanza.
Spes Ultima Dea
Portami tre ciocche di speranza
a lisciare le pieghe sotto pelle,
un vello sopra le ginocchia
che riscaldi l'inferno
delle ossa,
e cordame robusto
da afferrare la vita per i polsi,
legarla ad ogni capillare
ogni globulo al suo posto:
così vedrò la primavera
ritornarmi tra le guance
sfiorite,
e meno ossuto il cielo
se il ciglio aperto alla ragione.
Stanchezza
Sai...
è tempo di andare,
non ho più fiori
nè mantelli a ripararmi,
ho voglia di silenzi
e di un vestito lungo
che scopra i fianchi,
niente ingombri sulla pancia
vuota,
né fili di plastica
a succhiarmi dentro.
Avrò capelli ben curati
come seta,
la ragazza di ieri
che si mostrava generosa,
sorrisi pieni e sogni
da spalmare sulla luna,
ti ricordi?
Io non ho taciuto nulla,
di quei baci porto copie
di saliva,
e le mie mani
frugano dove non esisti.
Voglio andare
con il cuore gonfio
di profumi,
quelli che mi lasciasti
un anno a giugno,
e quelli rubati,
dalla terra una mattina
che mi sentivo sola.
*Il filo di ragna*
non lascia scampo,
e non ho più voglia
di pulirmi gli occhi,
aspetterò
che tutto accada,
come la prima volta
nei nostri sguardi anonimi
il riconoscersi.
*chiesta in prestito ad Elia Belculfinè
Pelle
Aveva i capelli nel sole
le labbra una valva di mare,
nei seni rotondi di un melo,
un angolo per allattare
e di versi e parole
su gole da definire,
glissando cartucce
ad inciampo di resa,
l'inchiostro a insudiciare
verginità di pensiero.
Ma ti chiamo fratello:
Chè non ho più
il soffio d'aprile
un giorno alla finestra
a rincorrere il sole,
né ho piedi certi
a far l'equilibrista
su fili d'argento, la notte
e la luna applaudire.
Pensavo d'essere la
strega buona, nel libro
di un bimbo, la sera
e una mela al marzapane
da dividere con l'altro.
- Com'è che ho smesso di pregare ? -
Fa male il sale sulle ferite aperte,
e tu che guardi dall'alto del tuo dire,
togliti le scarpe, per una volta
e prova a camminare tra lo sterco
d'animale, che non sa morire
senza il suo padrone.
No, non sono Dio, né l'oracolo di Delfi,
ho voce flebile di bassa marea,
le stelle alle ginocchia,
e braccia pesanti d'arenaria,
prova a scolpirmi un cielo, tra poco piove.
Regina delle rose
a Cristina Bove
Lacrime sulla ringhiera,
nell'ordito di ferro
trattenute,
sono cristalli se il sole le trafigge,
e dentro,
i colori di una primavera spogliata;
donna pietas
non hai che sussurri di rosari
stanchi,
e talee di rose in attese sbriciolate,
ave a te, e al tuo silenzio
ave a te, e agli anni tuoi rubati,
con le tue mani intreccio
cespi di parole nuove,
quelle che mi hai insegnato,
e delle altre, figlie del dolore,
ridare sacra investitura,
partorirti ancora, se potessi,
Regina delle rose
nuda la terra se dal roseto
più non torni.
Il canto del cigno
E me ne andrò così,
come son venuta,
da un ventre
che di botto poi mi ha espulsa,
con i miei scheletri
sulle spalle curve,
-domani cenere-
e tu,
t'alzerai al fischio della moka
come se niente fosse,
io,
con le mani piene di niente
o forse solo frastuono
di parole rovesciate
sul foglio intriso
di lemmi sbottonati;
gli spergiuri al grembo sterile
le tasche piene,
le voglie matte intrappolate
tra le cosce a parte,
ma il mio mestiere
ha colpe di una vergine,
e il palmo della lingua
è inzuppato alla radice
di umore sano.
E sulle labbra, al bando
gli scambi di colore
al gusto improprio,
ora sono neve sciolta,
alla bocca di rosa.
inFlussi
Ho voce tiepida, forse un po' assonnata
questa mattina di marzo intimidito,
apro mezza finestra,
sfacciato il sole sul cemento fa capolino,
distraendo il curiosare al piano sopra
e dirimpetto,
respiro tra la polvere e il profumo del bucato
un senso di ri-adattamento,
alla luce, che accende il miele nei capelli,
all'intruso viola chiaro, dentro a un vaso
spogliato dall' inverno.
E mi sfiora rapido un assaggio
d'inizio primavera,
tra la scatola e la sedia
un influsso lentamente mi cattura,
tu di lato, osservi e ascolti
discreto a non turbare,
chè non è presenza docile,
ma movenza un po' nascosta
in-tessuto il caso-contro
ma anche contro-verso
eppure me lo sento indosso,
quel fruscio di vesti alzate,
poi _ rientro.
Tra me e il cielo: ultimo con-tatto
Mi vestirò di te stanotte
m'avvolgerai cingendo d'azzurro
i miei fianchi impoveriti
sarai la carezza lontana
che arriva inaspettata
tra una guancia e l'altra,
avrai mani grandi
da tenermi tutta in una volta
e tornerò bambina a disegnare
con le nuvole l'abito da sposa
e il sole il mio fermaglio d'oro,
sarò avida di mondo nuovo
da inghiottire subito
per non restare a bocca asciutta,
mi lascerò sedurre fino a succhiare
l'abbandono tra me e il cielo:
-ultimo con-tatto-
Facoltà Poetica
Concedimi un ballo ancora
prima che la campana
scandisca in colpo di ri-n-tocco
l'ultimo mio appello
voce racchiusa sotto pelle
altisonante mormorìo
non hai vergogna né vessillo
né pietà di convenienza
arrivi in recettori
a diffusione aperta
del mio bisogno d'essere
com-presa, sprechi a parte
-e mi chiami Poetica-
gelosaMente
femmina la mano
che scandaglia gli orizzonti
avversi al suo beninteso
e stravolge in malalingua
e doppio scatto
il senso e anche il contorno
femmina la bocca
asprigna imbellettata
che seduce con la lingua
fissa al palato
e dimena in punta tacco
gli sconnessi mai enunciati
fuoco che divora da lontano
il tempio appena eretto,
scialacquando il buon costume,
fa il suo ingresso la bugia rivale.
AmManchi
Ti rubo un fiato
un atomo di vita
la mia, che strattonando
declina ogni realizzo.
E passo in vetta a un sogno,
ai piedi d'una città fantasma
-il mio domani-
Con passo incerto e vagabondo
sbuffo cumuli di idee randagie,
-tra poco sarà giorno-
mentre incede ancora
in verso -di passante per caso-
l'imprendibile bisogno.
A(r)resti di stucco e di gesso
Una vita che ti aspetto,
invece è solamente
un intero spazio vuoto
incertezza d'essere e di esistere
cullo il pianto mio di donna
e mi sostengo
rannicchiata
al muro maestro (di vita) tirata
in a(r)resti di stucco
a volte di gesso.
Senza catene
Rimarrà la mia poesia
a percorrere l'infinto istante
imbastito con filo speciale
sulle fronde di un mattino
a cuore aperto
vedrò imbiancare le stagioni
se avrò talento e pervicacia
e sinfonia di voce
e gratterò le incrostazioni
depositarie di leggende
mentre intorno, a fuoco lento
vedrò sbiadire qualche verso…
ma scorrerà l'inchiostro ancora
come il sangue,
- ed io ti libero - e libero l'orecchio,
vivrà d'eterno il mio passaggio, insieme al canto.
Castori si nasce
E sono sempre le parole
le protagoniste,
a volte sono petali sparsi
in armonia di suono,
a volte sono incastri
di cerniere rotte.
in altre dissonanza
e si ritorna a murare i varchi,
e a mutare le coscienze
quando poi sarà la voglia di un castoro
a modificare i corsi e costruire i ponti.
Un ombrello per amico
Fa freddo stamani…
sono schegge sulla pelle
echi di parole
che mi lasciasti.
L'anello si piega
a colpi di bacchetta
-musa di ieri-
e d'una fiaba involontaria,
passa-tempo in passa-parola.
Accenti distratti smontano
un'idea, voluta per farmi rinascere
ed è pioggia di molecole slegate
che ora cade dal tuo sombrero stanco.
Raduno i passi residui, i giorni e le ore
io e il mio ombrello a filtro totale,
e mi riparo per mille volte ancora
dalla magia artefatta
di un'antica città portuale…
e avanzo strascichi di preziosi
gli anni miei taroccati.
Supporti di vita
Ho immaginato il sole
prendermi di spalle
e sollevarmi
in mossa-a-sorpresa
tutta dentro al cerchio,
ragnatele sbriciolarsi a pioggia
e le ombre in processione impallidire
sino a cambiare aspetto.
Raggi ad iniezione giornaliera
dalla punta dei talloni
al viso
come a riempire del mancato
mai avuto.
E allora ti spalanco un'ora
prima di confluire altrove,
ma non so dirti di preciso
se poi riavrò profumi di memoria.
Siedimi accanto
in posizione
di continuo nutrimento,
chè sogno non sia
dell'ultimo atto
l'istante che ti vivo.
Tempo discordante
Vivrà tra le pagine di vetro
il sapore di quel bacio mai goduto,
in un fischio appeso al collo
nello schiaffo del risveglio.
E la bimba bordo campo
demodè
non tiene il passo
e viaggia tempo-dietro.
Le labbra impiastricciate
di vaniglia e caramello,
-poco trucco-
e i capelli sparsi al vento.
Clicca i giorni con le dita,
processori di memoria
in estensione file.
Poi archivia in -unpersempre-
nuova password
di un presunto dato < SE >.
Faccia a faccia
Intono la pioggia
che abita il sapore
della mia tristezza,
un dolore che nel tempo
non si cheta,
si nutre del contrario.
Il succedersi delle stagioni
si rinnova del perduto,
non ha potenza di germoglio
né futuro prossimo.
E la natura muore intorno,
io - in lista d' attesa -
Parlo alla morte
ma un poco la conosco,
e chiedo tregua:
se di rapirmi avesse voglia,
lo facesse senza mostrarmi il volto.
Il conDono divino
a tutte le madri coraggio
Le madri dei bimbi scomparsi
vestono i giorni a lutto
e le notti s'accoppiano con gli incubi
che dilaniano risposte mai giunte.
Hanno pupille dilatate
quando scrutano i silenzi
e analizzano le ombre,
portano in grembo il coraggio
e la disperazione
di chi non vuole arrendersi.
Sfidano il tempo
con le mani in avanti
guantate da un unico Credo,
bevono sangue e preghiere,
s' incatenano insieme alle speranze.
E poi vanno in appello
dal più nobile dei magistrati,
gli occhi rivolti al Cielo:
-condonaci il sapere della loro voce-
un istante prima di partire.
TRONCAmenti
Silenzi rosa
di pelle in adagio,
il tempo non lenisce
solitudini di attese
ruba gli spazi
e se ne frega
inciampo nei sogni d'altri
e non so se son ladra o mendicante
o caricatura umana.
Lasciami svoltare adesso,
ho echi di fantasmi
e apostrofi sterili d'emozioni
e d'arrivederci.
Dove ci conduce ancora….
Dividiamo un cuore a metà
noi che abbiamo ancora
un Dõ
nel petto
che ci fa guardare
oltre le diottrie impostate
dall'esigenza,
ribelle - se vuoi -
figli di un dio che ci ha tolto tanto
-non siamo gli unici-
a vederci doppio
quando ci cerchiamo
nei fondi di bottiglia
o quando muti e accorti
a passi lunghi, ci confondiamo
sotto i cappelli matti
e occhiali griffe,
i rossetti audaci sulle labbra
baciate dagli spuri.
Dividiamo un cuore a metà
noi nei giorni sempre uguali,
a dirottarne uno
se ad imbrogliare il tempo poi
viriamo ad est.
[ Dõ nel linguaggio ideografico kanji giapponese significa letteralmente
"ciò che conduce" nel senso di "disciplina" vista come "percorso", "Via",
"cammino",in senso non solo fisico, ma soprattutto spirituale ]
Surrogati complici
Animo i giorni
di stravaganze
e versi
amati e non
io dentro gli specchi
e in una bugia
a gambe strette
sfrega la pelle
dall'osso alle caviglie
mentre ammortizzo bene
il peso sopra
della notte, che scivolando
lenta mi compiace.
Miosotide
Riadatterò fattezze
rosicchiate fino all'osso
chè a confezionare
un paio d'ali su misura
non saranno mani di sartore
arcigno
- faccio se paghi - no di certo!
Se l'occasione strizza l'occhio
e mi tira per la gonna
adunerò le fate del mestiere
incerto - a dire il vero -
ad essere un po' maghe
il giorno d'oggi
ci rimetti le scarpe e la criniera.
Solo una volta allora
fata dei boschi, ti chiederò
la favola
una livrea festosa
color miosotide
non ti scordar di me
-mio dunque-
se a un passo da te.
DiabolicaMente
Di apparenti rinascite
quei giorni che mi rubasti
come stelle rigonfie
e pseudo implosioni
nei risucchi di arie
godute e poi rinnegate
le incertezze alla luce
snocciolate sulla bocca
e in un attimo taciute.
Dei tuoi affanni
a sincerarti nelle strette
di parte
- apparente il tuo filosofare-
sul falso rigo
a raccogliere gli assensi
eppure io ti vidi
masticare come gomma,
un pomeriggio lì davanti
e nessun lume…
la campagna intorno rassegnata.
Il poco senso della vita
E'come se la bambina che c'è in me
fosse rimasta da sempre in attesa
[e non per una Barbie mai avuta
e nemmeno un Cicciobello
anche la nutella è arrivata tardi]
Sarà che son cresciuta troppo in fretta
nel mio vestito, la domenica alla messa
sarà che m'hanno detto di pregare
specie quando l'anima e la carne
si dibattono in un letto
ma anche altrove.
" Bussate e vi sarà aperto
chiedete e vi sarà dato"
Sarà che ho visto gente poi morire
un rosario e una preghiera
per altri manco quella
e pugni e sangue sulle porte
chiuse a chiave
.
le grida di chi voleva rimanere
gli spergiuri delle madri
a seppellire figli in poca terra.
Sarà che se hai fortuna di invecchiare
t'accorgi d'essere da solo
e che il peso del non senso
non lo si può tarare.
Sottovoce
Ce l'ho strozzato in gola
come suono a percussione
il battere di un sole
sulla stria di pelle
concessa all'occorrenza
-se il gioco vale la candela-
e condiviso solo per amore.
Solletica pareti diversificate
mutevoli per mano della scienza
riconvertite al tatto
di altre bendisposte
e occhi senza indugio
se a rimpolpare un dentro
estinto
tu venirmi incontro sottovoce.
La Matta mancata
Sboccio fior di loto
dentro gabbie di cristallo
e di minimo rilievo
voce di bambina ad esplorare
i codici del cielo
idiomi di facili letture
e non le inespressive rese
di cervelli una spanna sopra
il capo - verso inanimato -
Rientri di giochi solitari
i miei andirivieni….
potessi barattare l'evidenza
con la matta in seno pronta
la sfiderei per riscattarmi.
Sopravvivere
Arrendersi al tuo amore
sarebbe dono inaspettato,
disegnarti con le parole
lingua che modella l'anima
ma sono voce di tasselli
e di risorse mute,
pelle male assembrata
figlia dei risvolti irresoluti.
Abito i segreti inariditi
di fioriture d'apparenza.
Di amuleti
Era sagoma di pietra
a smorzarmi un sole in faccia,
oggi sul mio viso drappeggiato
pochi fronzoli e
qualche balza in meno,
ma sullo sfondo di un ritocco
casca male anche la mano
di un pittore esperto.
Sono ornamento di me stessa
e se il timore affiora
di quando in quando,
poche gocce di rugiada
cristallizzano i contorni,
il decoro mio- di me-
la virtù più grande.
Indossano rubini, le pupille
come amuleti tra capo e collo.
Becco a becco_e se beccando
Mettiamo il caso
il volo di un gabbiano
catturasse l'occhio mio
distorto,
l'immagine sbilenca
e tutto il resto accanto
lo seguirei anche col becco
asciutto
in traiettoria d'ombra
e a peso piuma,
rabbonirei con piroette
sventagliando ali
di vento
patetiche promesse
e volteggiando
zampe custodite
e pancia in dentro
accosterei planando
il tempo per un nido
e poi il sorpasso.
Sola_mente
Cosa resterà
-mi chiedo-
ho un sole cieco
in una sacca appesa
al muro
ho inciso sopra due iniziali
ed una croce sempre pronta
all'occorrenza
a farmi beffa
e razzia di sentimenti
il cielo non ha pietà
di me
che anche se lo prego
ho petali scarlatti nell'incavo
della mia mano tesa
e occhi non abbastanza grandi
se poi mi accorgo
d'essere il suo solito pretesto
di abbandono.
Di parole
Dall'altra parte
un uomo, un fiato, un 'occasione
-Vivo di poesia-
ti cerco
mentre scrivo
e non serve farlo il nome
ti bevo tutto dal bicchiere vuoto,
sei tu l'immenso
che abbraccia adesso
il punto vita,
fuori dal tempo e dallo spazio
che a modo mio ho corrotto
sazio i giorni che mi resteranno,
l'acqua non consuma le parole.
Per una notte almeno
Viaggerò con te
sui binari nuovi,
sorrisi schiaffeggiati
sulle rotaie morte lasceremo,
in balìa di un tempo che ci fu nemico
e in un vagone letto
le nostre storie poi si sfioreranno,
velluto rosso acceso
i nostri baci sussurrati a un vetro.
Viaggerò con te
nelle le tue dita
riconosco il tatto, che contro
il mio respiro preme
e l'intrecciarsi di parole
pensate e già trascritte
sullo schermo…
le nostre vite….bisbigliate
profumerò per te di eternità
se il cielo su di noi
tutt'uno di carezze
e una ragione in tinte unite.
Viaggerò con te
una notte almeno
nella tua ventiquattrore,
mi stringerò il profilo
per starti più vicina…..amore
e non sarà la solita mia notte
maledetta,
chè d'amore si può morire
senza farsi male.
Un po' di follia non guasta
Se ti vengo a cercare contro vento
sospesa tra l'onirico ed il vero
ti vedo col viso capovolto,
in schiera ragazzini
sopra un manto erboso
gambette scalciare
e rubarsi la palla in azione viziata
o anche portare nell'area avversaria
il trionfo di un goal.
Seduta in panchina
in dolce tripudio di sensi
e sconcerto di gioco-non gioco,
sto all'erta 90 minuti
poi sfido al centro del campo
il tempo che adesso concludo,
lo schiocco di un bacio
e poi un fischio…
mi sveglio… ed è giorno!
La ragazza di Godot
È la ragazza di periferia
impigliata dentro a una valigia
di sogni ripiegati
insieme a dei blue jeans
tagliati a zampa
nella borsetta un sorriso di scorta
da offrire nel caso in cui
-il caso lo volesse-
e un fazzoletto di lino ricamato
con due gocce di acqua santa
per accontentare Rosa.
E' lei che sempre si ribella
quando tampona le ferite
che non asciugheranno
e orna ancora poche forme
con pizzi e reti color carne
mentre aspetta...
acciuffa desideri e poi li imbusta
destinazione ignota.
Sulla via di Damasco la tua
spada ancora
Ripercorro le mie età
di tanto in tanto
assaggi frugali - le verdi-azzurre -
di malafede e malasorte
il carico abbondante
ma poco importa
quando è vita d'altri,
si diventa ciechi e sordi.
Nemmeno l'inquilino
della porta accanto
s'è accorto che la pianta non è vera
-io però l'annaffio seriamente-
per dare un senso al mio giardino
morto insieme alla mia idea
già strampalata
di far crescere dell'erba tra i palazzi.
Perché mai dovresti accorgertene tu
che hai giocato fino a ieri
coi trenini e tamburelli
e non hai tenuto suole
per correre davvero
quando l'ago addormentava
le mie carni
e incerto il rimanere.
Il guardiano del mare
Ragazzo
guardiano del mare
e della mia finestra
quando è accesa
e anche no…
nei tuoi occhi
l'azzurro scolora
quando la nave
si allontana
e tu resti lì
ancorato a un punto
che da te si scosta
e non sai più
se è il moto che sorvegli
o viceversa…
Uomo di ieri
Mi dico che la colpa è tua
se la mia carne ha poca pelle
e mi tocca pescare umori
per vie traverse…
-e non è un gioco di parole-
E se chiodo scaccia chiodo
perché mai sto ancora appesa
ad una croce
e le mie stagioni portano con sé
gli inverni nelle ossa
e i miei ripari sono grida
che si aggrappano alle rocce?
Dimmi se hai magnificenza d'animo
quando cammino nuda per i campi
che non hanno spiga
e quando le mie mani scavano
nel fango…
Dissero i profeti, che Dio ammaestra
l'uomo col dolore…
allora la vita è un circo
che non ha misura
e l'odissea dimora spesso
negli occhi di chi ha già visto.
Voce amica
Voce amica
voce di Gatto
che hai accompagnato
i miei deserti
accovacciati
ai piedi di una corteccia
di un albero spogliato
troppo in fretta,
dei miei neuroni spenti
tuo l'accento,
delle mie corde
ripiegate e mute
tuo l'acuto verso.
Voce
che hai penetrato
il suono
tra le lenzuola
di una corsia malata,,,
ho lasciato le mie cellule
già morte
e il pianto acerbo
ormai perduto
ma caldo è il sangue
che scorre come linfa alle radici
e nella terra caro il tempio
che le custodisce.
In(Di)visibili
A volte immagino
il tuo sorriso
afferrarmi i fianchi
e la tua bocca
il calice di un fiore
che accoglie meraviglie
tra i deserti stanchi
del mio ventre in abbandono:
e lì accorciare i lembi alle paure
nel dunque che si compie.
Per le vie
Cammino per le aguzze vie
e feritoie a intralci alterni
coperta da scafandro fino ai piedi
e nei polmoni ancora un fiato
quel tanto per soffiare
dentro a un palloncino rosso
o anche giallo
scucire poi quel filo
intorno al polso
che impicca l'aria.
Resto qui
Ho smesso di credere
anche ai sogni,
il vento non porta via
gli schiaffi ricevuti
o gli sputi di traverso
né i sorrisi strabici
a malapena stinge
il nero sotto agli occhi
e tira un po' gli zigomi
se è vento di bora…
e allora resto qui
a fissare il niente,
a scartare le parole
che non posso toccare.
Per non dimenticare
I giorni della memoria
sono i giorni marchiati a fuoco,
da disumana follia, assetata
di fanatismo razziale
e Innocenti Ricchezze.
Occhi di marmo
strappavano la vita
con sguardo assassino
e la morte colpiva ancora
prima dello sparo andato
a segno, oppure a caso
come il tiro al bersaglio.
Di carne e di sangue
la mano di colui
annientava l'estremo respiro,
e l'attimo attraversava spietato
l'ultimo Shabbat e l'amen mai detto.
- Sia lode a voi , morti senza una ragione
e ai vostri figli che non hanno veduto il cielo,
sia lode a voi, colpevoli di essere e di avere -
Lucidità
Spalanco il giorno
alle tue parole
che spaziano
dove il tempo
e le distanze
non esistono
e il concedersi-diverso-
stupisce nel suo contrario.
Certezza
Chiuderei ogni contatto
occhi, orecchi, bocca , naso
né mani o schiena
a reggere fiati di scena,
muto il mio rientro
tra gli sconnessi
già abitati,
nessuna lode adesso
o ristoro,
mi accaso nuovamente
tra gli spartiti senza tempo
locandine smesse
in archivi di storia
in bianco e nero
e là appassire meglio.
E non avrò
e non avrai
pretesa alcuna
né discolpa o tornaconto
dove nasco- muoio-
SOLA.
Agganci
Ruberò gli occhi
dal tuo sguardo
che nel mio la vita
ha penetrato
mi farà da orpello
quando le nubi
adombreranno
le mie risa
sarà l'affondo
a sfinimenti
di volo atrofico
il mio continuo.
Falso_canto
Frammenti di luna stasera
affondo pensieri stretti
che hanno osato
nutrire la mia bocca
in abbandono
e condurmi a passi lenti
là…dove abbiamo udito
insieme…
eppure nella spazio
che ci limita
pieghi le mie corde
e il canto fugge.
Saprei
Sapesse parlare il mio cuscino
-ti stupiresti- dei tanti abbracci
lievitati tra le radure
o dietro gli scogli-
che non hanno occhi e bocca
da sfamare-
Se tu potessi solo immaginare
-delle mie gerle-ad incurvare
spalle- e le provviste di sorrisi
ricercati- dove l'occasione è spiccia
anche nel dettaglio-
E di questo e altro fartene ragione:
a intreccio fitto non solo di vimini
o viburno- ma di mani e di respiri-
allora sì -io saprei svernare dove adesso mi è proibito-
L'impossibile di te
Nella mia mente
non so bene sia un gioco
o meno
e se lo fosse allora
mi basterebbe per lasciarmi
andare
sciogliermi un istante
dalla brina che non fermenta
il cuore
e di movenze impedite o riposte
solo una smorfia…
mi cattura- ma lontano -il nostro giungere-
Il non senso
-Hai deciso di farmi restare
tra le |pareti| mordere richiami
senza eco-
Sguardi| fuori| e
labbra |di vetro| appiccicate|
-Dove sei onda selvaggia
che hai cavalcato|il tempo dei sospiri|
e rilanciato le promesse|morte ad aspettare|
| ? |-
Mi hanno detto-che c'è un tempo
per ogni cosa-
Chi mi siede accanto adesso |?|
Vita
Vita che mi assali
e di di petto mi prendi
scalci di notte ma non ti temo
sobbalzo alla luce- talvolta-
che mi coglie impreparata
ma poi passa |ed io rientro| a luci soffuse
a contare i fiati appesi alle finestre..
ah ! se le mie unghie avessero una voce
non lascerebbero le tracce.
Come bucaneve
Oh sì che vorrei |come bucaneve|
un mattino improvviso
-spuntare-
ma come tale anch'io
non so attecchire bene.
Lascia dunque ch'io mi conceda
un nuovo inverno |là| dove le mie radici
- hanno abitato il tempo-
E se un sole mi sarà fatale
la tua luce -sappi
- mi renderà perenne.
Il buco nero
Mi sono persa
preda alla paura
e tu mi dici:
-prega, non agitarti-
ma è un buco nero
che dentro mi percorre
pietra che preme
sulla pancia e il fianco.
E pesa più di cento libbre
il tarlo
che m'inchioda al muro,
rosso amaranto il rivolo
senza meraviglie.
Erba dei miracoli
-se così fosse-
e per le viscere
un balsamo le foglie.
Ma è un antro oscuro
e nuova assenza.
Fiacca la vita rinvenuta.
Ho lasciato
Ho lasciato il mondo fuori
quello degli odori,
quello che brucia gli occhi
quando piove…
L'ho messo sotto chiave
respiri, tentazioni
e battiti
insieme agli sfratti
di ogni età vissuta male…
-o forse no!-
E dei miei silenzi
adesso
sono in ascolto…
Chissà se di piuma -il tocco-solleticare.
La Voce in disparte a Elia Belculfinè
Che serve esser poeta
se è un macigno il cuore
che comprime il verso
sulle vertebre incrinate
da già tanto dolore?
Mi chiedo se si possa esserlo
davvero| quando l'orecchio è muto
e la parola accesa| e il non cogliere
non è lavoro d'artigiano| no!
È mestiere austero o tracotanza
o altro…
Non le si porta a corte le parole
ben piantate a terra| poichè dalla terra
l'uomo nasce e mette radici| e nel suo amore
i frutti| e nelle mani | la sua storia.
Che serve dunque?
Ci scorre innanzi| e la sua poesia
è il seme dei nostri antichi padri!
Là nelle vigne| e tra i cartoni accatastati|
di un vecchio garage| sigarette e Blues|
|suonami la tua canzone|
Ti ascolterò domani ancora| e non avrò bisogno
di monete né di lunghi viaggi|
e non sarà più inverno nelle ossa|
né rosa ammutolita.
Miele adesso nelle vene | e silenzi rotti |.
Contrasti
Scorre la vita
e non aspetta:
nemmeno quando ci sbatti contro
e tutto si ferma.
O mentre tu assapori ignaro
il gusto dell'essenza, c'è
chi come Paolo
-muore-
senza una ragione ben precisa.
Fiocchi d'amaranto piovono
sulla neve ancora fresca …
sa di nuovo l'acciaio al polso
senza vita.
Scorre la vita e anche il suo contrasto.
Se.... migrando
Trattenerti è stato vano,
ci ho provato.
Ti stringevo
e supponevo il pianto_natale
annodato alla mia vita,
in essa un 'altra ad ospitare
se il tonfo non ti avesse preceduto
s p l a s h
ca
de
vi
in un raccoglitore di altre parti
andate.
Non è questo il tempo
di nuove gestazioni.
Migrando il non-tempo.
Quella cosa
È forza ignota
che a te ora conduce,
- il mio quid -
o semplicemente il verso
di una voce dentro.
Non avrò pretesa di altezze
nè distanze,
solamente un paio d'ali
per volare appena sopra
le irresolute trame.
Proteggere la storia
dei miei viaggi,
nelle parole a volte
nate male…
Ed è così che nasce
ed è così che muore
questo mio dire.
(Dedicata a Mimma e Ariel)
Pochi sanno
Ho graffiato gli anni addietro
le mie unghie appiccicate
alle barriere…
| quanti silenzi |
e tu
mi passi attraverso.
Sono il punto di confine tra te
e il mio impossibile…
Non ancora liquescenza
ma in prossimità d'arrivo…
spazio dove pochi sanno
che è là che esisto.
E quando sarà notte
allora….
chissà
se come stella
o altra cosa…
abbracciami a filo di un pensiero,
come se fossi stata storia vera.
Strada interrotta
Immaginavo in progressione
il mio andare verso...
e nel cantiere della vita
un tentennare era previsto.
Giammai la risalita a piè contrario
un'escalation che porta solo e sempre
al punto inizio
e mai l'arrivo
o lo svoltare appena.
S-t-r-a-d-a _-_-_-_ i-n-t-e-r-r-o-t-t-a
-All'improvviso si ripete
il danno o il beneficio?-
Esisto dove il limite è concesso.
Retrocedo…… la beffa
a coda.
In punta di piedi
Mi affaccio alla vita
in punta di piedi…
- sono viva - penso
e tu nemmeno te ne sei accorto.
Danzo intorno al fuoco
e ti scavalco.
Provo e allento il laccio
alle caviglie,
sui miei passi adesso
lumache senza tempo
e senza fretta…
Non prenderò nuova rincorsa
per arrivare dove è nulla.
Appartengo all'infinito
e la mia voce è carne accesa.
Imploro il giorno di lasciare
largo agli occhi per vedere,
e la notte
succhiare il resto che rimane
se un sogno ancora lo permette.
Di ricordi
Che importa se
lasciarmi sola
è storia e basta.
| Un respiro in fondo
fermentato troppo |
e come perla rara
in bella vista,
nella teca dei preziosi
a dare lustro a fanatismi.
Esposta in abbandono
due monete la tua offerta
per lavarti la coscienza.
Velluto rosso
a non scalfire le ginocchia,
semmai pregassi
e quattro smorfie di manichini
già addomesticati.
Calcherai i tuoi giorni zoppi
e stanchi
in cerca di nuovi ripari
....ingannerai te stesso
un'altra volta.
Ma non girarti…
non sprecherò altri lasciapassare.
Notturno
Ho tracce d 'infinito
oltre l'involucro che non mi appartiene.
Nel notturno
pavoneggia a cerchio chiuso
un sogno
che non so tacere...
e luci a intermittenza
che non so codificare,
-figlia di Amon stanotte-
di aria il plagio
e mi ritiro a stretto raggio
a segnalare il centro
del mio universo,
un led già programmato.
Nell'estasi a connubio
con L'Assoluto senza fine
e pace adesso.
Legami | sciolti |
Incastri perfetti
in similitudini,
simbiosi
tra pensiero e azione
e simmetrie di corpi
paghi.
Fuggo dall'esilio dei sensi
dalla parola taciuta
in container di preconcetti
e schematiche balzane,
licenzio la paura
e i suoi mandanti
e mi oltrepasso.
Distante
l'ostaggio di me stessa.
Uomini di poco metro
Uomini
vestiti da poeti
sfilano-in-metro
per conquistarti
e poi fuggono
in-
versi-liberi
:ed è ritmo spezzato
la poesia che ti vendono.
Flash
E dopo aver gioito
dell'attimo concesso
in linea d'ombra,
satolla
mi dimetto in tempo record,
mi smonto cima e fondo
e poi m'inglobo a sfera
° ° evanescenze ° °
° °
fluttuo in performance
in boccia di cristallo
misura d'uomo.
Tre sillabe soltanto
Ho trovato la formula
in espressione teorica
tre sillabe soltanto:
il carattere elementare
" chè non serve fare
assurde locuzioni
sancire il tempo
soggetto e predicato"
se il cuore ti scandisce
dentro le parole..
è stupore
incanto / inaspettato...
un musico lontano
alla corte
la mia.
Iniquità
Muta è la parola
in faccia al dispiacere
iniquità
il dolore che dentro scava
e non dà pace
....... mai.......
e mi sfoglio
come intonaco dal muro
mani
troppe
a imbiancare
un peso che non regge
di stucchi passati
e ripassati
in traccia di decori
e lavori mai iniziati
_ _ _ _ _ _ _
tra le pareti e gli spaccati
si fissa ormai da sempre
la mia assenza:
Reclusa |in calce spenta|
Bersaglio_follia
Vibra
sotto pelle
l'estro dei sensi
e guizzi folli forse
un chiodo fisso
e sono l'arco flesso
di punta sulla cocca
il tuo respiro dentro
miro a un punto in movimento
folle bersaglio.
Sotto vuoto....tra i ciliegi
La bambina del giardino dei ciliegi in fiore
gioca con le stelle ed entra nelle favole
|negli inverni duri a morire|
poi le mette sotto vuoto e le conserva
per la prossima stagione
**************
E se le stelle raccontano storie
|anche gli oracoli s'ingannano|
ricomincia da capo e non sbugiarda il Sogno.
**********************
Natale 2008
Addobbo il silenzio
di cose inutili
*******
We wish you
a merry christmas
and happy new year
il vecchio carrillon
nella vetrina non ha smesso di suonare
*********
Graffiti
I giorni che verranno
incideranno le memorie
stinte
in repertori senza ascolti
il pendolo a scandire
il ritmo dei silenzi
truccati sui graffiti
........................
eviterò l'ultima eclissi
a colpi di colore
e pochi spruzzi:
fugace è il sogno
che infrange i muri
Ragazza
Ecco
presto sarà sera
e tirerai le somme
[rese di giornata]
ti calerai sottocoperta
in zona d'ombra
[alternative zero].
E di sagome e indovini
ciarlatani perditempo
vuoto a disperdere
vietato il riciclaggio.
In assoli proiettati maxischermo
ragazza- illusionista senza incanto.
Pasticciando l'ABC del mio prontuario[a me dedicato]
E a propendere da un lato
o l'altro verso
tra il serio ed il faceto
ed il nostrano
è come far l'equilibrista:
\\su pista d'atterraggio
casco male
senza materasso\\
Oppure sul trapezio
in acrobazie d'ingegno
mi diletto |quando posso|
in maestrie da principiante
e mi diverto
se non mi spezzo il collo
|se non mi arresto|
di fronte a un ghiribizzo
~giravolte di parole~
e non inciampo
a gravitare tra il bene e il male
-ma chi l'ha detto?-
Se porto a |porto franco|
o franco |porto il vezzo|
di un qui pro quo rocambolesco
[me] poeta da strapazzo e[me] ne infischio.
Rinuncia d'amore
E se morire ancora non conviene
lasciami lo smerlo di un sorriso
ricordare
......chè tra i risvolti il seme
della mia rinuncia
sarà raccolto di altre primavere.
L'abbraccio di un bambino
a riscaldare
di me magari solo il sapere
di poterlo raccontare.
( dedicata a F. M. )
Carestia
Petali caduti
uno ad uno
sulla terra i solchi
sterili
e carestia i dintorni.
La prossima stagione
mendicherà tra i pampini
la sua vendemmia
ma dalla coppa mescere
le lacrime
e la bottiglia ancora vuota.
Non so
Sono e vado
con la mia storia
dietro.
Poliuretano espanso
addosso.
E non so se
dal freddo ripararmi
o dal presagio
del non ritorno.
Piccola... sulle mie ginocchia
Mi sedevi accanto
gli occhioni fissi a scoprire
cieli animati di storie
e Winx, le fate buone.
Rubai una foto alla
bellezza di bimba
sulla mia poltrona
ancora fresca di imballaggi,
ti osservavo
manine incerte digitare
la voglia di scoprire
subito in fretta
e scompigliarmi tutta
in un abbraccio complice
di coccole materne.
Piccolo tesoro
il mio più grande
e immenso
quanta poesia preme
sulle ginocchia - il grembo perso-
in un istante ritrovato.
La bambola di pezza
Hanno rotto la tua bambola di pezza
quella rosa, sempre chiusa nell'armadio
- ricordi quanto fosse bella? -
Una nicchia sul divano tra i cuscini
le sue trecce sistemavi
e di viaggi e giochi le storielle
poi ridevi
sulla sella cavalcioni:
la tenevi stretta stretta per la vita
chè nessuno mai te la rubasse...
L'hanno rotta la tua bambola di pezza
mezzo metro di graffette di metallo
a rattoppo di due lembi di tessuto
made in Italy
###################
L'han trovata ieri l'altro su in soffitta
tra i ritagli di giornale e roba vecchia
avvolta da cento metri quadri di silenzio.
Io ballo sola
......e mi scompongo
nella presa che respingo.
Ballo da sola
anche questa notte
non tarderà a venire
la vestirò per bene
la tua illusione
io sono acqua
e sono fuoco
tutto e niente
mi appartiene
adesso.
Dentro a un sogno sbiadito
mi trasformo e gioco
è tardi per le promesse
si sono già dissolte
......e un ricciolo d'amore
tra le lenzuola si consuma.
La carezza
La carezza dell'anima
se il cogliere di me
un'intesa.
Filo sottile
che mi lega
dove non esisto
e la parola mai
il suo focolare.
Io
libera di essere
con le mie dita
sopra a una tastiera,
se affacciarmi o meno
l'istante di un pensiero
lo decide
(mio soltanto)
nè occhi e mani
a sfiorare
dove un bisogno muore
....e mi cullo in un intrigo esotico
di una carezza innaturale.
Dècoupage
Mi scompari dentro
e non te ne accorgi.
Un nome
e pure contraffatto,
pseudonimo d'amore
o solamente un falso?
E riprendo mentre intaglio
strisce di carta bianca
questo assurdo dècoupage,
mi convinco a decorare
ancora un punto fermo
o riadattarlo:
e tu
appari e scompari dentro forme indefinite.
Fingere d'amarmi
E sto..
nascosta
tra gli anfratti di pareti
rinfrescate
per pallide occasioni,
certe annate.
Trama sottile a reggere il mio peso
mentre avanzo in tessuto
di penombre, tra gli spigoli
che vogliono rubarmi..
e poi dondolo tra le tue parole
protesa in un abbraccio
anche virtuale;
e tu fingere d'amarmi.
Oltre confine
In un corpo
che non ha ragione
d'essere,
ed invece è...
Spolpato del seme
della sua natura
violato in terra consacrata,
ha propaggini indelebili
nelle sue radici,
e acqua a sufficienza
a disseminare l'anima
oltre il confine della mediocrità.
Illusione
Ho inteso per anni
L'Amore Eterno:
ora sto agganciata a una metafora.
Cantami
Cantami cuore
cantami,
della spensieratezza
dischiusa
e di sorrisi abbarbicati
sui fili d'erba,
pensieri stesi al sole
e scarpette ballerine
debuttanti.
Cantami dal proscenio
ormai lontano,
i ricordi giallo oro
e pupille iridescenti
di manine immacolate,
quel cogliere di plausi
disinvolti
e primavere di stagioni
la dolcezza.
Porporina
Arrivi in punta di piedi
con un respiro
e mezzo battito del cuore.
Non hai lancette che segnano il tuo tempo
entri piano
con un sacchetto vuoto e l'altro pieno.
Mi offri manciate di parole
sigillate in ceralacca
colorata,
poi richiudi l'altra porta
dai battenti bronzo oro
e stai sospeso in doppio salto
a malapena,
ed un vaso rinfrescato in porporina
sotto braccio.
Mi sorprendo
Mi sorprendo ripassare
con la mente indietro
in un tempo disusato,
risalire certi fiotti
e supina tra i fruttati
accoccolarmi...
essenze morbide
e vezzi di ragazza,
gioire tra le braccia
tue carnali e respirarti...
il ripetersi di ieri
avvoltolato
in semi trasparenze,
mi sorprendo tra gli aromi
e caldarroste ...
è già novembre.
Un gioco di parole
Le parole celano
come nell'inconscio
verità taciute
le parole già sentite
che spezzano l'incanto
di una frase sillabata
in un < T I - A - M O >
e nel proferire del compiuto
invano,
diventano parole tronche
(in)verità
troncate.
(dedicata)
Nemmeno
Quando ti accorgi
d'aver perso tutto
nemmeno le briciole
da scrollare il petto,
quando sai che quel
che manca mai lo potrai
riavere indietro,
e senti puzza di bruciato
foglie morte intorno,
e riassetti ancora le coperte
tra un cambio di stagione
e un altro,
neanche le tarme hanno
più fatto il nido,
nemmeno un ragno
a intessere il suo spazio,
quando ti accorgi
di avere perso tanto...
allora scrivi
con la tristezza
che scava
in ogni ganglio
scrivi e ti racconti
finchè non ti addormenti.
Mai più la stessa
Disadorna di luce
mi cerco nello specchio
e non mi trovo.
Poi intravedo una sagoma
di donna:
un alone grigio il suo vestito
in trasparenza
di fianchi e seni l'ombra
delicata in controluce.
In focus
l'immagine che passa
una volta ancora
e un'altra.
“ vedersi
e non riconoscersi “
Nel campo
C'è un uomo che giace
in un campo di fiori
recisi e vasi mischiati
a decoro,
fetore di marcio
trasuda da ampolle rafferme
e si fonde tra mazzi
appena deposti.
Un giovane uomo
di cui non conobbi
nelle sue mani calde
il tatto amorevole,
né l'ultimo sfiato
a dovere dei tanti sberleffi
lasciati,
e occhi e sguardi senza menzogna
ancora portare nero di seppia
sui baveri d'uniforme.
Malinconici giorni
Silenzi pesanti
che gravano d'inquietudine.
Pioggia:
intermittente intercalare
di rovesci obliqui
in sottofondi monocorde.
Dalla mia postazione
mi obbligo a vedere oltre
i rigagnoli che a tratti s'infossano
fra discrepanze di resina e cemento
e non distinguo sbocchi
né radici far rinvenire.
Le donne che..
Le donne che si accontentano
sono le donne a cui tutto è stato tolto
il sogno materno, l'ultimo.
Sono le donne che respirano
nascoste dietro a una vetrina,
quelle che rubano gli abbracci
e prestano sorrisi,
sono le madri mancate
le mogli scontate,
di minime attenzioni
e di carezze centellinate.
Sono le donne che piangono composte
che stendono al sole i panni bagnati,
asciugano lacrime sotto la pioggia
e mangiano pane condito e dolore.
Le donne che si accontentano
e che si sono accontentate,
sono le piccole donne che
ti hanno cresciuto, protetto e difeso:
quanto amore hanno donato
per poi restare sole...
Amore
Parola chiave
che fa sobbalzare
di piacere e il suo contrario.
Amore un senso
e appagare i sensi
anche se dissenso.
Amore e compromessi
e sacrifici inani
amore- non -amore
se privato dell'essenza
diventa Disamore
e ti avvelena dentro.
Amore e le sue facce
coi dritti e i suoi rovesci
disarma se ti incanta
sfinisce se ti inganna.
Amore una moneta
in aria al suo destino
a volte una scommessa:
[ti giochi croce e testa ]
Fantasmi
Tic tac
la pendola che mi regalasti
tic tac
è la sua voce
si pronuncia dalla sua staticità.
Tic tac
inesorabile, mi avverte
che il tempo stringe
e di fantasmi rannicchiati
oltre confine
le ore son contate.
Tic tac
ho aperto le finestre:
volute di respiri intrappolati
svolazzare...
Tic tac
impercettibile rintocco
oggi a farmi compagnia.
Frammenti
Frammenti di cristallo
quei giorni che non ho dimenticato.
Parigi mon amour
l'ennesimo caffè , l'ennesimo bistrò
fumo negli occhi , arrossati
l'ennesima tua sigaretta,
reclinavo penzoloni la testa
sul piano di un freddo tavolino.
< Era Ferragosto, preludio di una notte di mezza estate >
La giostra dorata sciantosa
in una rivista di Belle Epoque.
Davanti a Sacre Core una foto
e una preghiera:
“preferisco il varietà “ - dicesti -
La nostra storia d'avanspettacolo
si concludeva in un applauso serrato
al Moulin Rouge de Paris.
Amore (s)contato
Non contare i giorni che ci separano
se poi (s)conti non ne fai
ma di respiri scontati
il tuo domani
e altre possibilità..
Quando il fiume azzurro
attraversava il dissipare
delle ombre sul greto,
sorrisi a disperdere
e grandi flutti a colorare
le immagini filtrate..
Di te, di noi e quel che resta
un gioco per adulti,
il corso di una fine
che mai ha avuto inizio...
Tristezza
Mi cinge petto e fianchi
questa tristezza d'autunno,
lenta s'adagia sull'ombra
di un “ se domani “...
E' lama affilata sotto le vesti
il comprimersi d'una spada,
affonda e ferisce al centro
di un rammendo che è già stato.
Giorni appesantiti, giorni morti
ancora prima di un prossimo venire...
Come soldatini sull'attenti,
quei nodi che non so districare...
Notte in mongolfiera
Notte a te mi svelo
nessun espediente a sostenere
tremula impalcatura
infagottata nell'oscurità.
Notte complice che bisbigli
ad un cuore abusato
per insana condotta,
a braccia aperte in te mi fondo.
( trasparenze residue un rifugio )
E nel tutt'uno che accoglie
una luna rotonda che s'apre,
come mongolfiera d'argento
per un prossimo viaggio.
Domani forse...
Agli indugi un varco
spigoli a smussare,
farò da ponte
al tuo e il mio passaggio
in acque tiepide
un giaciglio
e sensi pungolare
ad ogni tuo richiamo.
Voce darò alla notte, spiata
e labbra serrate
ora a scartare baci,
a mani slegate libero
l'approdo che accarezza,
e dell'ultimo fervore
domani forse il suo discernimento.
Volo proibito
Di un amore spoglio
vivo, dimenticato.
Fiore reciso , brutale la mano
che l'ha abbrancato
con vilipendio svenduto
al prezzo di cianfrusaglia.
Vivo di sottofondi
e schizzi di colore sottratti
all'eccedenza,
la frazione di una gioia secondo”
giusto il tempo per spiccare
il volo, proibito
e ammarare nel mio Eden.
Rimane
É mio il pianto delle cicale
il velo che adombra la luna
l'assolo di un lupo di fuori dal branco.
E' dubbio quel passo che avanza
scatto felino l'artiglio che invoglia
e
non graffia.
Rimane incompiuta l'impronta
lasciata e dissolta.
Invento
Quando sento il comprimersi
delle pareti addosso
morse che m'imprigionano
e non lasciano scampo
allora in un sogno io evado.
Invento cieli da sorvolare
raccolgo mari e prati in fiore
di presunte sagome il battere
di un cuore,
e mani per una carezza
braccia intorno a riscaldare.
E di questa parvenza
illusoria
il mio fabbi -sogno a nutrire.
Ed è...
Ed è nelle tue parole
il conforto mio
limite dove m'accuccio
quasi mi aggrappo,
barca senza timone
allo sbaraglio, nessun diario di bordo
se non il fiuto del mio istinto,
tu il nostromo
che s'orienta osservando
l'arteria del cuore,
ora unico scalo.
Non ombre
Non adombrare adesso
della tua presenza
questo giorno ingentilito a festa,
non ho voglia di impastare
i soliti pensieri.
Ma una sfoglia di ricordi
stenderò oggi e domani
dei più dolci e più fragranti,
e del boccone amaro poi guarnire
anche gli scarti
se è tutto quel che resta.
Di carapace
Di carapace avvolta
per sfuggire al mondo
che m'insegue,
zucchero a velo le promesse
soffiate nell'aria
si sparpagliano particelle
ingannevoli al palato
goloso di dolce-vita,
caramella proibita
alla bocca che si presta
ancora.
Sulle labbra un sogno muore:
mordo la noia che dentro mi attende.
Viandante
Viandante che procedi veloce
e non vedi i tuoi passi
la mia ombra lambire,
raccontami del mare
del suo imperituro ondeggiare.
Di ogni suo movimento
dei viaggi e messaggi lanciati
di quelli anche senza ritorno,
tu parlami, io t'ascolto.
Narrami della montagna
dei fiori e tutti gli odori,
di sentieri e pareti rocciose
di muschio e di stelle alpine..
E poi ancora per non lasciarmi
da sola a sognare, illustra su carta
e aggiungi i colori...
chè possa semmai in una saga
dar fiato alle trombe e i tuoi passi calcare.
L'ultima mossa
Con uno zaino di rovi
sulle spalle incurvate
a virgola,
foglie morte e sassi
al mio passaggio;
colava dalle mie ferite
il sangue per segnar la strada
del ritorno, semmai ci fosse stato.
Ritorni che hanno sfiancato
membra, eluso e dipanato
verità taglienti
dai tangibili segni,
camuffati
per opportuna esigenza
e quieto vivere, nell'amor proprio
di una nuova chance....
L'ultima mossa ora ti chiedo
prima del prossimo imbrunire,
non calpestarmi il cuore
nè la virgola rimpicciolire
a un punto nero.
Sento
Sento scalpitare sotto le mie carni
fragoroso mi giunge, come di un'onda
il frastuono che vuole rompere gli argini
e rigurgitarmi addosso.
Vecchi cenci da buttare
le mie vesti, di cenere e sudore
e il sapore acre delle mie fatiche
traboccante ancora
come di un'anfora incrinata....
Gita a Verona
Lassa che te varda quanto te si bela Verona,
resto ogni 'olta incantada , se pì te vardo
pì me sento onorada de vivarte drento..
L'Adese che te abrassa in dopiacoa,
la Lesinia do' te pogi i piè
e ancora el Baldo che fiero spunta fora
e te respira, el Garda che te 'mprofuma
come 'na gran siora!
E scusa se le poco, parfin un noto Giulio
imperator de profesion, parea el preferisse
sponsar viçin a ti!
Che dir ancora de Verona, patria del Catullo e del Vitruvio
del vecio Shakespeare, de Romeo e Giuleta un gran cantor!!!
Verona te si bela e tuta da mirar, Verona romana
Piassa Brà e la so Arena, musei teatri,
corti e porte de qua e de là..
Vicoli orbi , vicoli streti, rivemo anca a casa Capuleti!
E visto che ghe son ve porto anca al marcà de Piassa Erbe,
case bele , rinomade , importanti. come Casa Massanti ( Casa Mazzanti )
in meso 'na fontana che Cansignorio dela Scala a 'na çerta Madona Verona l'à
edificà.
E se volì vardar dall'alto, ghe sarìa anca la Tore de' Lamberti ,
butando l'ocio ve sio mia zà acorti de star in mèso a 'n altra piassa ?
Quela dei Signori e n'altra granda statua ne domina el piassal,
parlo de Dante, quel dela Divina, comedia par intendarse....
( A forsa de girar me son un po' stracà, g'ò da sponsar la man!!! )
Ma come poso non portarve fin a Ponte Piera ( ponte Pietra)
i oci me se lustra solo a imaginarlo lo spetacolo ch'el susita..
E no cari i me vati, 'na sosta al Teatro Romano l'è de obligo,
non solo par la storia, ma almanco par 'na foto!!
Ghe sarìa tuto da fotografar... rivemo inçima ale Toresele ( Torricelle)
par goderse tuto el panorama, ve ofro un bon cafè
nel bar del castel, de Teodorico , el re goto, ( re dei Goti )
che storia raconta el fose stado proprio lù a edificar l'Arena!
Ve lo dito , qua ghe solo roba fina, se respira 'n bon odor!
Continuando ghe sarìa castel san Piero ( san Pietro )
ma savì zà che gavea meso le mane venesiani e austriaci.
Sì parchè Verona l'è anca venesiana, comunal e apunto austriaca.
oltre che romana e scaligera, se sa...
Mi penso sia abastansa, un toco l'ò descrita,
par far vegnar la oia de 'na scapadina....( visitina )
Me sento 'na signora, anca se son pitoca,
me basta avarghe el vanto de esar çitadina!
Verona e me ne vanto, de starte tuta a fianco
e par çerar in belesa , avanti cari vati
sentadi sul Liston metemo soto i denti
calcossa che ne invoja e davanti a 'n prosechin
mi çero la me storia!
Non è
No, non è poesia la mia..
è solo un pianto rotto,
un monotono ripetersi.
Suono stridulo a tratti ovattato
ostentazione di sé
ancora chiusa in un barattolo
io e i miei versi che non cercano il plauso
ma forse solo un confronto
mentre m'allineo, a voi mi accosto
per bea-rmi di un momento
i sensi rinfrancare ...
Un innocuo rituale
ACCENDO navigo e poi sosto
clicco SPENTO
e ricomincio..
( a tutti i poeti )
Chissà
Chissà magari un giorno
tra le rovine di me stessa
reperirò l'oggetto alla mia assenza
dei giorni morti invano, prima che me ne accorgessi.
Filtrerò profumi di gardenie e di hamamelis
per la mia nuova casa,
solleverò con forza i cardini agli infissi
aria e luce ovunque a divulgare
e nelle zone d'ombra in uno specchio imprigionare
libera l'effigie a rifiorire.
Mi basta
Tu lo sai che è un punto di domanda,
una chimera in fievole volo
sulla linea di un pensiero.
Una parentesi, un segmento mal tracciato
tra la ragione e il sentimento;
è un asterisco accanto a un post it
una data sul calendario.
Mi basta sapere che appunti una graffa
all'inizio del cuore,
che tu non esca dai margini e poco spaziare.
Una sorta d'invio prima di cancellare
quel tratto che ha unito due punti
e un post scriptum.
Capita
Capita sì di chiedermi perché
così poca tregua mi abbia dato la mia vita…
M'arrovento nel mio enigma quotidiano
lingua di fuoco verità che non ha risposta
E brucia dentro, come un vulcano
che mai è stato spento..
Stanca mi dimeno sul letto dei miei lutti
sfoglio pagine e lacrime di un vecchio libro
scalcagnato.
Graffia la malinconia che non lascia scampo
e via di fuga , mentre mi appello al buio della notte
caduco riparo alla mia malasorte.
Astinenza
Questo interminabile viaggio
verso l'ignoto
ha sete d'abbracci e di carezze
Lunga astinenza d'Amore
non ne ho più l'essenza
tanto meno ne sento l'odore..
Cuore sterile e affaticato
da struggenti corse
per arrivare in tempo..
E l'Illusione si schianta
contro il muro del pianto,
mentre il Ricordo si staglia
nel petto e ne trafigge l'azzardo
di un pensiero.
Papavero
Non sono altro che un papavero
spennacchiato dallo schiaffo del vento,
soltanto un petalo e mi accontento…
Mai sarò fiore da portare all'occhiello
mi chiamano infestante…
E mi hai notato, raccolto, dipinto,
ero in un campo / e ti ho ispirato
Il ritmo nel tempo
Il tempo incalza e ignora
Il mio ritmo rallentato , eppure io lo sento.
Flebile e indeciso, ha voce di bambino
impaurito
e vorrebbe dar vita a un desiderio ..
Scalcia dentro nei miei timpani
s'affaccia e poi rientra
nel suo labirinto …..
Dove volano le anime?
S'inerpicano su gradini di stelle
per abbracciare la luce ?
Per farsi condurre oltre, oltre che cosa?
Il Mistero, che tanto ci angustia , ma poco ci è dato da sapere…
Ho bisogno solo di pace e di silenzi,
di note e solilòqui ; parole scordate mi hanno già messa in croce.
Ho sete di un lungo sonno, di un tiepido giaciglio,
di abbarbicarmi come edera nell'abbraccio di un riposo,
di un muto sentire .
Mollemente distaccarmi da corteccia,
fusto e radici , sollevarmi e ancorarmi in sospeso
tra cielo e terra …….. e nel riverbero del sole il mio risveglio.
Una piccola lezione di vita
Bussa l'autunno settembrino,
dalla mia finestra me ne accorgo ,
anche se non vedo il cielo.
È un tappeto giallo rosso
il mio terrazzo ,
in contrasto con il grigio
del mio viso spento…
Passa un merlo e tra le foglie morte
setaccia con il becco una briciola di pane.
Lo accontento e di nascosto poi lo osservo….
Un richiamo è il suo verso
a una schiera di uccellini per dividere
quel pasto..
E allora penso............quante volte non ci avevo fatto caso.
Un respiro ancora
Arranco nella nebbia
ancora un passo ,
rasentando fiumi in secca .
Detriti alla deriva,
pezzi di storia e li scavalco .
Nelle tasche frugo un pezzo di speranza :
un po' di vento nei capelli
e del sole un carezza .
E levarmi poi dagli occhi
quella polvere rimasta ,
e se il tempo permettesse ,
noleggiare anche una stella
per rubare un po' di luce ;
nei miei viaggi consumati
dentro casa , una finestra semi aperta
per un respiro ancora .
La rosa
Mi son specchiata nel tuo mare
macchiato di rosso
petali galleggiavano sulle acque
mosse da onde gentili…
Ho guardato dentro al tuo deserto
tra le dune e oltre i cumuli di sabbia
dove il sole si fa più ribelle
mentre firma lungo i fianchi e poi sul petto
il suo risveglio.
Poi la nebbia , che confonde
la mia iride velata ; ma non fuggo.
Trattengo la tua mano
che conosco e ti allungo quella rosa
che s'è stinta ,
e la coloro.
( dedicata a Cristina B. )
Dove ancora ?
Dove mi porteranno le mie gambe
secche e stanche?
Non posso vagare sempre alla rinfusa
nè abbracciare i fantasmi della notte,
e non posso sempre sconfinare oltre,
il mio cuore esangue chiede tregua;
ed io non ho più sandali , nemmeno
per attraversare un sogno
non ho più occhi per guardare
né vicino né lontano; c'è solo tanta nebbia .
La nave dei desideri ha già lasciato il porto,
a piedi nudi m'incammino verso il molo ,
un approdo di ricordi e di promesse,
e di burle da marinai.
L'icona
Vorrei sgombrare la mia mente
dalle tante ragnatele che ingarbugliano
il pulsare dei pensieri
note dolenti sulla piattaforma
del mio cuore fatto a pezzi tante volte..
Dipingermi un sorriso ancora
su questo volto sfigurato dal pianto
sciogliere l'amarezza sull'altare del perdono
e donarmi nuovamente a te
icona sconosciuta sulla mia schermata.
Ala sera…
E quando vien la sera
e me càto a far i conti
dela giornada persa
serada drento a sta prisòn
mi e la me solitudine che me parla
e me raconta de quando giovineta
fasea salti e capriole insieme ai bùteleti
dela via ; le cantàde a squarciagola
i dispeti e i zughi inventadi co' veci baratoli de lata .
El dì de festa , solo un vestitìn , sempre neto e ben stirado ,
me gongolavo in ciesa , nel coro par cantar.
Alora l'era festa tuti i giorni , no gh'era posto
par i dubi e le incertesse , solo la voja de diventar granda
in pressia , de aferar l'ocasion par volar in alto.
E invesse ecome qua , co' 'na vita che no poso racontar
co' le scarsele ude , gnanca un tòco de speransa
che me sia da consolasion ; el tempo intanto el pasa ,
el mejo no el torna più indrio , me tegno streto al cor
solo el ricordo curto , de' pochi momenti che g'ò dìto :
" sì ", la vita l'è 'na bela cansòn , val la pena de cantarla tuta…
Per sempre ( A Daniela Procida, la voce del cuore
)
Provo a tergere il grigio
di questo cielo
che offusca inaspettatamente
lo specchio della vita.
Vita che t'ha strappato
con una bugia alle radici
con blandizia e inganno.
E frettolosamente t'ha rubata
noncurante del dolore dalla terra
trasudato, delle lacrime cadute
sulle vergini zolle ,
che la tua vulcanica energia
avrebbe saputo trasformare
in nuovo progetto d'amore
con la pienezza del tuo esistere.
Per sempre conserverò il seme
che ci hai donato, nelle parole
di ogni tua poesia , mi soffermerò
per salutarti ogni volta, per sempre…
La telefonata :
La carezza del mattino
rotonda e vellutata
compiace psiche ed eros
fruga dentro le pieghe
della carne e delle sue ferite,
minuti preziosi scandiscono
brevi ritorni alla vita
che urla il bisogno di appartenerti
ancora, dei sensi un'esplosione
intenso il desiderio
di plasmare in tutt'uno
anima e corpo,
ma trasfondo solo il pensiero
con l'immagine di noi che sovviene
alla mente, raminga nel suo peregrinare..
Gh'è solo da 'spetar
Cara mama
provo a scriva' ste du righe
par ringrassiarte de tutto el to patir, par mi
che son to fiola e de tanti pensieri te gò riempì..
Me son malà, ma ci gh'à colpa?
Se no 'n destìn che el m'ha ciavado i sogni
e tuta la me voja de far….
Ma no' desmentego fadiga e lagrime
e le to mane strache dal tanto laorar,
le to preghiere a 'na madona
e quela grassia che te speri meritar…
No' darte pena seto par mi
me basta 'na promesa , che smeta de sofrir .
Te sé che son 'na testa mata
e no'me piase far parole che no' serve,
no'gh'è gnente da far, se sa
el destin l'è 'spetar….
Che senso gh'à sta vita dura
drento e fora 'ste du mura,
lassa che zuga de fantasia
che rida e che piànsa
che toga in giro el tempo che me resta,
che monta in sima a la me giostra,
sol o aqua che difarensa fa?
Gh'è tempo par viva e uno par tàsar
uno par piantar e n'altro par disfar,
ma no' desmentego mama
i to brassi forti che co' tanto amor me cura
e ancora me curarà…
Mama, no' gh'è gnente da far
metate in testa che gh'è solo da 'spetar!
T'aspetto
T'aspetto
sotto il mio cielo scolorato
ora dimora dei miei sogni infranti.
T'aspetto
all'uscio dove albergano le mie speranze
svuotate dal tempo
che ha visto precedere i miei passi.
Sono stanca d'essere il tuo bersaglio,
delle promesse
riempite di dubbi e incertezze,
di rovistare tra i ricordi…
Prigioniera incatenata ad una favola
e a fili di parole stropicciate….
Di silenzio in silenzio
mi ritrovo sola,
ti scorgo dietro ogni angolo
compagna inquieta e silenziosa,
dietro lo scorrere delle parole
inutili e sorde…
Di silenzio in silenzio
si dilegua il mio io
smarrito e incerto,
si confonde nel nulla
dietro alla fine del giorno…
Io m'arrendo esausta
sdraiata sul tappeto dei ricordi,
remoto un pensiero mi brucia,
quando fanciulla miravo
nel sole una danza
e il passaggio cheto delle nuvole
spinte da un soffio di vento…
E il rinnovarsi delle cose di ieri
sfuma oggi in un tramonto,
di silenzio in silenzio…
Io ti condurrò:
nello spazio infinito
senza frontiere
lungo sentieri profumati
senza catene
accarezzeremo prati vellutati
senza indugio
attraverseremo fiumi addormentati
senza sgomento
e dormiremo sotto cieli
lindi, di stelle soltanto
e rabbrividiremo ancora
a sbirciare quella fetta di luna
che illumina l'avanzare
di una nuova alba …
Alienazione
Che trastullamento di cellule
nervose , neuroni impazziti
confusione, apatia
realtà tiranna
contorta e aliena,
in questo stato d'essere
al di fuori di una presunta"normalità"
tanti "bla bla bla" rimbombano
e mi risucchiano nel vortice
senza ritorno……
I moti dell'anima
Tristezza:
un fiume amaro mi percorre
e m'inghiottisce
Cuore mio solingo
e senza battito
fa ch'io oda ancora
lo scalpitar dell'onda
e alla risacca
silente taccia d'armonia
tutto intorno….
Non dimenticarmi:
nel risveglio del sole
o della culla il suo calar,
non dimenticarmi
mentre segui con lo sguardo
della fotografia il solito profilo,
di primavera e incanto
in quello scatto rubato,
speranze sbocciate
e presto richiuse,
nell'oscurità dell'oblio
che m'afferra noncurante
del mio svilir adesso
se del mio tempo
non rammento rinvigorito
nessun controllo.
Involucri
Il mare,
racchiuso in una conchiglia
il cielo,
un vecchio lenzuolo strappato
la terra,
un sudicio manto:
e la larva ritorna crisalide
Puzzle
Me ne sto qui
in questo spazio ridotto
ultimo brandello
ultimo respiro
di un vecchio puzzle
senza incastro
Indifferenza
Calano le ombre della sera
e un cocciuto raggio di sole
m'inchioda alle pareti del mondo,
ignaro dell'indifferenza
che mi cammina accanto…
Delusa
Lo scialle avvolgente della notte
sulle mie spalle nude s'adagia
con mesto fruscio riveste
la mia pelle che geme nascosta
timidamente affranta e delusa
dall'ingordigia del giorno…
La scatola chiusa
Al riparo da artigli smaltati di rosa
sbircio ogni tanto una fetta d'azzurro
da un piccolo buco chiamata fessura
della mia grande scatola chiusa.
Pagliaccio
Ridi pagliaccio
e nascondi le lacrime
dietro a un clichè,
uno spesso cerone
per non leggere amore,
quanto coraggio ci vuole
incatenare il cuore
nel profondo di sè…
Un subdolo credo
è meno amaro
di un falso ti amo,
errore fatale
illudere il cuore
meglio evitare
scappare, slittare.
Ridi pagliaccio
e nascondi le lacrime
sei già sul set,
s'accendon le luci
di colpo su te,
il pubblico esulta
esalta il suo eroe,
s'infiamma, reclama
un ultimo bis…
------------
Si spengon le luci
e ti spegni anche tu
anche Oggi è passato:
riposa , pagliaccio….
Sogni
I miei sogni appesi a un filo
come tanti burattini in fila
mossi dalla fantasia
che corre e mi rincorre
nel piccolo teatrino
della mente ….
In un angolo , in disparte
verità nascoste si ritraggono….
Vedo
Vedo la speranza vacillare e
riversarsi dentro a un fiume in secca,
vedo i sogni senza volto e senza storia
riversarsi dietro fiumi di parole…
Vedo l'ipocrisia mascherarsi
sotto sorrisi di plastica,
mi vedo, eppure non mi riconosco
nei tanti manichini stanchi.
Quando
E quando il cielo
si coprirà di nuvole sterili
e la pioggia non sarà altro
che un manto di polvere rossa,
quando il vento non mi desterà più
col suo ventaglio magico
dalle intemperie della paura,
quando un brivido mi salirà lento
e vedrò la terra riarsa dal sole,
quando anche l'ultimo arcobaleno
scomparirà all'orizzonte….
E quando il silenzio busserà
alla mia porta,
vedrò la tua ombra salutarmi…..
Un conturbante pensiero
È solo un conturbante pensiero
che ha attraversato la linea
oltre il confine concesso
del tuo cuore "in arresto".
Un conturbante pensiero
d'amore o passione
chissà…
Oltre il passaggio a livello
forse non va….
Come un serpente
M'attorciglio a te
come un serpente
che ti striscia addosso
senza veleno e senza pretese,
m'aggroviglio sulla tua pelle
che freme di calda stagione
e teme che un guizzo
m'allontani da te….
Nel tuo….
Nel tuo abbraccio
che confonde e stupisce
io rinasco ogni volta…
Nel tuo abbraccio
che presto si scioglie
e finisce, respiro la voglia
di perdermi dentro….
Attendo
Attendo….ma cosa attendo?
Forse ancora una scintilla
uno spruzzo di colore
un pizzico d'illusione
che riscaldi il gelo
dell'inverno nel mio cuore..
Attendo…..
Forse due note stonate
da porre sul rigo
di un pentagramma
da rifare…..
Attendo….
E nell'attesa forzata
respiro di fantasia
del mio immaginario
viaggi e panorami
da fotografare
Attendo….
Nel mio limbo
ancora una speranza
una certezza , una vita
da ricominciare…
La ragazza con la rosa tra le mani:
nessuna spina poteva ancora ledere
la sua pelle "trattata" male..
Assorta e deliziata
teneva con garbo quel fiore inodore
quasi come fosse l'ultimo dono
di Colei, la volle ancora forte
e coraggiosa , paladina di trionfi
vestale di trofei inaspettati …
Mimetizzando-me
Libererò questo piccolo cuore in esilio
riassettando un letto d'emozioni
adagiandomi sopra un cuscino di sogni
sotto a un soffitto di cielo in abbraccio
e una coperta di nuvole rosa e d'arancio…
Afferrerò l'ultimo drappo di magia
prigioniera ancora del dolore
inventerò la mappa del tuo cuore
fantasticando, sognando, vivendo
resti di follia e una mimetica….
Non più
Ti guardo in faccia, sì
ti sfido per una volta ancora
beffarda, maligna
bugiarda sorte
tacchi a spillo e profumo Christian Dior
piume e pailettes
e ciglia finte
non mi confondono più…
Tu regina mancata
della mia vita
non troverai più
né servitori né vinti,
perché cara m'è questa vita
fatta di stenti
che nulla ormai potrà
scalfire ancora
la mia scalata alla vittoria.
Imprevedibile
Imprevedibile malia di te
tocco gentile e premuroso
entri piano dentro me
come sottile brezza mattutina…
Sconvolgi dolcemente
ogni mio tormento
asciughi lacrime in tempesta
trascini code di lamenti e grida…
Imprevedibile presente
non posso più farne senza.
Aspettandoti…
....E vinco la paura
aspettandoti
ignaro tu, del corpo mio
sembianza "straniera",
delle mie ferite
vive ancor le tracce…
Delle tue mani calde
mi avvolga presto
in un abbraccio,
e questo momento
sia la forza del Vento…
Serenità
Serenità sei fuggita via
solo ombre su di me
ad adornare il mio profilo
spento dalla tristezza
che m'hai lasciato accanto..
Torna a disegnar sorrisi
ch'io sappia elargir
senza fatica e senza pretesa
di immediata risposta..
Non voglio esser preda
delle tenebre, non più,
vestimi di sole e di luna
smorza il mio pianto
con la saggezza del tuo esistere….
La trappola
Troppo in fretta
è calata la notte stasera
una coltre di ghiaccio
si è adagiata su di me
come una trappola per ratti…
In spettrale silenzio
invano il dimenarsi
delle membra inferocite
dal continuo e sarcastico
gioco delle parti…..
Rewind
Scorrono le immagini
una pioggia di colori
e suoni metallici
come vibrazioni che
scuotono corpi immobili
statici, cerei , comunque
corpi con respiri e battiti….
Carpire sensazioni e brividi
e accorgersi di esserci ancora
nella confusione mentale
voci che rimbombano
inseguirle sino allo stremo
chiudere gli occhi
e attendere " domani".
La speranza:
una finestra sempre aperta
che s'affaccia sul mondo.
Una piccola guerriera
Ho sentito il tuo fiato
sospeso su di me
che mi guidava verso
il risveglio
le tue mani , una carezza
fra i capelli
legati in morbide trecce…
Ho riconosciuto
le voci di chi mi vuol bene
il tocco materno
di mia madre
i sospiri tirati dei fratelli
e quel bacio inaspettato
di mio padre
mentre chino su di me
lasciava cadere una lacrima..
Ho apprezzato i sorrisi
degli amici
che in celato dolore
mi regalavano momenti
di gioia….
Ho sfidato la morte
guardandola in faccia
da brava guerriera
nonostante la paura
e l'incertezza di non farcela…
La lotta è estenuante
ardua l'impresa
ma non m'arrendo adesso
del mio patir sennò
si perde il senso.
Ai confini della realtà:
se m'accompagni dolcemente
dei sensi l'oblio,
tra le rosee insenature
e coste frastagliate
nelle discese ardite
ancora verdeggianti
i viaggi miei,
se approdando al porto
delle azzurre acque
ancora mi confondo,
ai confini della realtà
ancora un tuffo,
nuotando sull'onda
del piacer,
del mio e il tuo
il nostro limite….
Cuoio
Ritagli di un "quotidiano"
appallottolati nel cestino
sotto alla scrivania…
Rimasugli sbiaditi
di ricordi cocenti
tante piccole ustioni
sotto un cielo ingannevole:
cuoio sotto le vesti
la pelle mia……….
La carrozza 23
Io non ti conosco
e non so chi sei
eppure il tuo sorriso
cancella a volte i segni miei..
Troppe verità rimaste dentro
confondono e impediscono
di scivolare via
di quella lacrima ne faccio
una poesia…….
Infiniti treni ormai
passati, prima rincorsi
e poi dimenticati;
alla stazione del cuore
fermate non ce n'è
in zona rimozione
la carrozza ventitrè…
Ma corre sui binari
la mia fantasia
mi spengo e mi riaccendo
prendo a calci questa vita
con la sua allegoria, il mio fumetto…
22 maggio
Sempre grata sarò
a quel raggio di sole
che m'ha guidato fino a te
amica ritrovata,
davanti a te
Regina delle spose e delle madri
con le mie mani stanche
e le due rose bianche,
offro a te del mio dolore
questo bel fiore,
sublime e delicato,
prego e piango mentre
bacio la tua fronte insanguinata
della spina Sua e della spina mia
sono a confronto,
non ho più nulla da offrire
se non questa mia voce rotta
e il mio non proferire preghiera alcuna
perchè son come terra arsa,
carne tartassata…
Ma nel cielo terso
s'apre a meraviglia
in un abbraccio, il sole
e il tuo sorriso,
che mi scioglie e mi riscalda
in questa mattinata che di maggio
ricorda solo giorno, data
e un po' del mio coraggio….
Complicità
Complicità fiera e arguta
un'altra verità,
identità nascoste per necessità
immagini,inafferrabili
lo specchio mette a nudo
le nostre proprietà..
Complicità bugiarda e accorta
silente, cuore non mente
nel piacere trovi conferme
delle paure ora le tue assenze..
E tutto prosegue
ingenuità incoerente,
alibi semmai
se conto i giorni miei
mi restan tra le mani
gli scorci dei miei guai..
Complicità fedele e attenta
anche una bugia
del profondo placherà
l'assalto ai dubbi miei
e nel bisogno del risveglio
cornice mi farò
di altre verità , scodinzolando va
il mio pensiero menzognero.
Uomo…..
Uomo che hai il deserto nel cuore
stoppa della frenesia
l'impulso di un'insaziabile
piacere dal gusto ignoto,
rallenta la tua corsa
quando spingi forte l'acceleratore
della fantasia solo un dissapore,
inequivocabile gioco di pazzia
della tua mente, caduta
per errore nelle mani di colei
si fa chiamare "perversione"
Semmai…..
Sarò la tua stella
nelle sere d'autunno
e nell'oro del mattino
sarò la tua stella
e la tua guida
un manuale da tenere
nel taschino..
Mi cercherai ad ogni apparir
di Luna Piena
e ti ricorderai fantasticando
di viaggi e risa,
delle invenzioni mie
sempre il tuo stupore
e d'esser sempre tua , un'illusione….
Sarò la tua stella
lontana ma vicina
e m'accenderai sfogliando
tra le tante mute d'accento
la più vivace,
stella tra le stelle
sarò io ,
che t'accompagnerò domani
e sempre lungo il tuo cammino!
Uno sporco bluff
Solo uno sporco bluff
oro e argento l'imitazione
allegoria lucente
in quel cartoccio buttato via…..
Della sembianza ancora l'odore
s'arriccian le nari , impulso trattiene
sovvien la ragione e con cuore
concorda che tutto finisce
svelato l'intoppo la mente reagisce..
Solo uno sporco bluff
proposto e ben piazzato
al mercato truccato
all'asta delle illusioni….
Prezzo finito,affare fatto
qual banditor di finta sapienza
s'adopra abilmente , fiutando la gente
che ancora s'inganna , servili e modeste
l'anime caste a barattar la veste.
Sshhhhhhhhhh
Ascolta e ritorna bambino
ascolta la voce del silenzio
il palpitar del vento
il calpestio sopra le foglie morte
il rumore cadenzato della pioggia
l'infrangersi dell'onda sullo scoglio
i battiti del tuo cuore
il soffio del tuo respiro
sshhhhhhhhhhhhhhhhh
ascolta la voce che t'appartiene
: è la tua anima che parla !
Camminava….
Camminava a piedi nudi sulla sabbia
con l'onde a solleticar sogni e fantasie
gettati alla rinfusa in un cassetto
tra la polvere ammuffita, una fotografia…
Ascoltava assorta e china la voce
del mare dentro a una conchiglia,
attenta e rispettosa a non disturbar
del silenzio che avvolgeva
parole e musica nel vento,
tutto taceva e tutto parlava
come il mare dinanzi a lei
azzurro e minaccioso.
prima calmo e poi in tempesta…
Giocava a far castelli con la sabbia
e a rotolar sulla battigia,
inseguiva nel cielo gli aquiloni
gettava in mare dentro a una bottiglia
ricordi ormai corrosi
dell'ultima promessa, ormai le briciole….
Si fermò…..
E lei si fermò a fissare il lago
nello specchio argenteo
mille e più riflessi a perdersi…
Nei suoi occhi il blu turchese
riluceva e si fondeva
nel colore di chi era a lì
già da un po'ad ammirar
quel volto triste
e ad ogni stilla che cadeva
eran scintille nel cuor di lui
che le asciugava,
con petali di rosa
una carezza si posava………
Galoppando
Galoppando sentore d'intesa
protetti dalla notte
e la sua coltre di mistero
teneri amanti
s'abbandonano in essa
schivi da giudizi
e dinieghi di forma
solo la passione regna sovrana
in questa notte di passaggi e fusioni
nei diversi chiaroscuri
delle zone d'ombra
tra incertezze e veti stantii
solo il fruscio dei loro corpi
ad accarezzar tra le lenzuola
sorrisi e lacrime
che ancora destano leste le molle
di un meccanismo che d'incepparsi
non ha più voglia.
Ultimo ciak
Il nulla entra dentro me
come lama d'acciaio….
Mi penetra piano e
scava, scava con la freddezza
di un killer …… e ride,
noncurante se il cuore
piange lacrime rosse…
E' l'ennesimo copione
su un palcoscenico scaduto
solita trama, solito regista,
solita protagonista,
solita scena rivisitata….
" Anche stasera non si è registrato il tutto esaurito "
Oltre
Oltre la grande vallata
volge il mio sguardo
incappucciato,
ai piedi d'un ruscello,
s'immergono dispettosi
i soliti pensieri….
Maestosamente l'acqua
col suo chiaro mantello
richiama la corrente
che li trascina via per sempre…
Nell'attesa
Nel continuo susseguirsi
moto dei giorni
continua il mio girovagare
lungo le isolate sponde…..
Follia la mia
travolgente e indomabile
l'attesa di un imprevisto!
A te
Quello che sento
è più d'un brivido dentro,
è qualcosa che addensa
respiro magia e movimento,
e se ballo anche scalza
io non mi dimentico
il bene donato e
violato, rubato, estirpato;
ma se mi regali un assolo
sulla pista del cuore,
io ci scommetto che insieme
possiamo volare…
C'è la luna nel cielo
che ammicca e le stelle
a guardare,
questa danza non posso
e non voglio fermare….
E la dedico a te,
che mi ascolti in silenzio,
quella foglia che cade
da un ramo ormai secco,
sboccia un fiore nel campo
senza nutrimento,
è un miracolo portato
adesso dal vento…
Una bava, una scheggia
che alita piano
una pioggia che lava
tristezza e dolore
e m'adorno di sole,
la faccia e un sorriso
che giunga poi dolce
e arrivi lontano
e il nostro grido ci prenda
per mano….
Vorrei
Vorrei cancellare
l'ombra della sera
i silenzi vuoti
delle parole non dette
degli anni sprecati
dei momenti non vissuti,
come il peso di portare
un grembo inutile,
speranze soffocate e ormai sepolte….
Vorrei lavare le ferite
che non vanno via
tatuare sopra ali di farfalla
spruzzare del profumo
sul passato e il suo dolore
ridisegnare il mio profilo
con la cenere che resta
nel vecchio camino della stanza.
Cerco……
Cerco di vivere i giorni
che mi separano da quello
che mi dà l'affanno
come fossero gli ultimi
momenti felici…
Ripercorro il tratto del fiume
dei ricordi,
ne faccio ornamenti del cuore
instancabile amico di sempre
e getto nel vento gli ultimi
nodi impigliati nelle creste
dell'anima
le più frastagliate,
tra gli spazi reconditi
dreno i corsi interrotti
da tossici fluidi
e nell'aria respiro
libera, la voglia di credere
che la tua mano Dio
m'accarezzerà,
ancora ,
m'affido e t'affido
di me , la carne
a tua immagine e somiglianza
che s'adopera, ad opera d'arte semmai,
lo riterrai per me opportuno…
E ti dirò, grazie!
Mi pare….
Cupa e misteriosa
m'appare la luna stasera,
è come pioggia d'autunno
la tristezza che mi piove addosso…
Sotto un nero cappello
lascio fluire bionde le chiome
a spezzar il buio che aleggia
spavaldo nella stanza…
Si offre il mio viso
dentro a un riflesso
e ancor mi par di scorgere
caldo il sorriso che ieri
un bacio accendeva
e sulle tue labbra moriva….
….dietro le quinte……
E sulla pelle ancora
l'aroma intenso di noi
venditori di passione
e prigionieri di verità
incancellabili
sognatori capaci
narratori di favole
piccoli eroi dietro le quinte…..
Emozioni
Vengo travolta dalle emozioni
come tanti cavalli selvaggi,
solo la volontà di proseguire
galoppando con coscienza
emozione che non tradisce…
Mi sciolgo , m'assorbe tutta
come una spugna,
insaziabile l'anima mia
si nutre e s'abbandona
nell'estasi che reclama
ancora
un angolo di passione
°°°°°°°°°°°°°°°°°e poi ubriacarsi d'emozioni
°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Amarsi
Mi cucio addosso
ritagli di ricordi
variopinti,
non v'è sarto migliore
di un cuore
che rattoppa briose
le immagini,
vestire solo multicolor
e sfilare
per il gusto di piacere
a se stessi.
Anelli di fumo
Grandi ali nere
s'aprono a ventaglio
su di me
ad oscurar trasparenze
residue
come piccole spire
che crepuscolo
avvolge…
Figure aliene s'agitano
a deturpar
le poche stelle
di desideri, guardiane…
Nell'oblio che tutto accoglie
segnali in codice racchiude,
anelli di fumo si vestono
d'oro giallo
e la speranza s'addensa
come miele…..
Il segno
Era un giorno di festa
la campana della piazza
il vociare animato della gente
un sole ridente
offriva grappoli di luce…
E fu allora che m'accorsi
di un messaggio lanciato
da forza misteriosa
e il mio corpo librarsi
leggero come piuma
e due mani come
a sollevare
peso e dolore…
La vita ancora….
M'arrivano fiere le parole
che s'intersecano
fra pensieri
contorti
come il cadere
obliquo della pioggia..
Parole che sussurrano
all'anima i versi
dando forma
a un concetto
forse a una poesia..
E si rincorrono
le parole
in un girotondo
che non ha mai fine,
come nel tuo volto
di mare navigato,
che è azzurro nei tuoi occhi,
lindi e sorridenti
all'alma che verrà
e nuova aurora
e tramonti da mirare…
( ad Anna )
In pugno….
Con incoscienza di bimba
mi sporgo dinanzi
a brivido felino
un tuffo che respiro
trattiene
sulla giostra dei desideri
avvinta da velata
magia circoscritta
tra sensi e cuore
febbricitante…
Graffio, noncurante
se inverno o primavera
se ghiaccio o sole rovente
che pelle scalfisce..
Afferro e serro
in pugno chiuso
come ultimo prezioso
tesoro, del mio scrigno
la vita…..
Ci sarò
Ci sarò nelle pieghe
del tuo sorriso
in ogni riccio
di folta criniera
dorata
che agita sguardi
che s'intrecciano
in ogni passo
tuo di danza…
Ci sarò lungo
l'azzurra passeggiata
e lo scorcio amico
che di narcisi
ancora il profumo
i sensi inebria,
invitante scatto
d'una fotografia
tra viole e cinerarie,
e l'ombreggiar
dei verdi pini marittimi,
le risate a rompere silenzi
e indugi
e l'ammiccar sospiri
sedute al tavolino,
complice un tramonto
a rimembrar la forza
che ci unisce,
dalle radici al frutto
intenso ancora l'aroma
della terra,
l'odorar che avvince
in tutta la bellezza,
onda di luce
che speranza diffonde
la nostra amicizia…
( a Rossella )
Ladra
Ladra di respiri
di passioni
frenate
e sorrisi in discesa..
Ladra tra braccia
sconosciute
scanso
curve a sorpresa
e dossi
che scuotono
carne ed ossa…
Ladra nella notte
strappo promessa
all'unica stella
che di luce inonda…
Se solo potessi
Se solo potessi
placare
stridulo suono
che senza ritegno
rintrona cocciuto
nel mio e nel tuo petto…
Se solo potessi
mutare in sorrisi
pieghe che solcano
e piano divorano..
Ma sono solo
l'ennesima goccia
che scivola
in un mare increspato
in eco di voci…
Sono solo momenti
E sono solo
momenti
che ti attraversano
rapidi
accarezzando
emozioni
che esaltano
qualche minuto
aria che respiro,
occhi che s' illuminano
nei tanti giorni
senza nome,
s'aggrappano
i pensieri
tra il batter d'ali
dell'attesa,
si dissolve il profumo
di un ricordo
sono solo momenti
in un pianto senza lacrime…
Ostinazione
Urlo in silenzio
che uccide
il mio canto libero,
parole, frasi
che si confondono
in altre
in muto sentire…
Mi ostino
a lasciare traccia
di me
in una parentesi
azzurra
nascosta e confusa
e forse fraintesa
da voci di vati
e casuali passanti
che inciampano
fra le righe
di parvenza
poetica…
Ritratto
Vorrei appendere
quadro
che incarni
figura di donna
dal corpo sinuoso
dai turgidi seni
e lunghi capelli
che grano ricordi
e sorriso invitante
di chi s'offre
alla vita
in veste modesta
solo pretesa
d'esser notata
come una tela
da mettere in vista
e rammentare
a occhi di madre
di padre e d'amica
che miro alla vita
come la femmina
in ritratto dipinta
Madre ingrata
Non mi par vero
dover rinunciare
a cotanta bellezza..
M'hai accolto
tra le tue braccia,
m'hai fatto dipingere
strati di cielo azzurro
e mari dove specchiarsi
senza indugio..
Ho vestito possente armatura
e impugnato
l'elsa d'una spada,
dal campo di battaglia
son tornata dieci
cento volte..
Ed ora che sul petto
medaglia onora,
mi presenti il conto
che ancora non ho chiesto…
On the river…
Il fiume della vita
che percorro
ha rotto gli argini
una volta e un'altra
e un'altra ancora..
Prima che le acque
si ritirassero
in quiete riposo
la speranza per amica
ha nutrito stomaco
in sconforto..
E tu patetico spettatore
incallito
ancora stai lì
a commentare la sorte
che ha sfinito le mie carni
in fierezza di spirito,
mentre tu a malapena
ti reggi su moto apparente
di grande onda anomala..
In abbaglio
Cuore e mente
in abbaglio
scorre immagine
sbiadita
sottofondo
al mio desktop…
S'accende e si spegne
pensiero smarrito
rincorre bendato
paesaggio rimasto
impresso e fissato
con super collante
su pareti di carta
velina…
Immi Ruah
Veglia su di me
spirito divino
lenisci la paura
e vienimi vicino.
Qui sopra al mio petto
che cuore sobbalza
e ansia attanaglia..
Apri una fulgida ala
dorata
alla principessa
non ancora addormentata….
Haamiah
Calano le ombre della sera
vecchi scheletri
addormentati svegliano
mente in abbandono..
S'adagiano beffardi
a incupire la notte
il giorno e notte ancora..
Vano ogni tentativo
di fuga,
inerme il corpo mio
s'affloscia …….
Corri pensiero
osa e osa ancora
nello svilimento che divora
invoca l'angelo che d'aria
esorta!
Anima stanca
Anima sterile stasera
svuotata
privata d'ogni sentire..
Mi lascio cadere
come foglia
secca e ormai stanca..
Sopraggiunge ruffiana
la notte
una frottola per farmi dormire.
Nel cielo una fetta di luna
neanche una stella
che porti fortuna..
Mi dorme accanto
'na filastrocca
e 'na carezza da inventar…
YOU're my cruel destiny ( Tu…il mio destino
crudele)
Il vaso di cristallo
è andato in mille pezzi
appena il tempo di riempirlo
di fiori dai toni accesi,
fiori d'ogni stagione
che mi dessero l'illusione
o forse chissà
un tempo
per prendermi cura di loro
per adornare ancora
queste quattro mura
che mi fanno compagnia
e che ho vestito a festa
già un'estate fa…
Quando il sole bussava
alla finestra e tutto brillava,
anche la parte di me s'accendeva
e danzava tutt'intorno
il mio arcobaleno…
Ed è così che la poesia
m'ha presa per mano
che le parole han rincorso
i miei pensieri
e che anima e corpo
han cominciato a suonare
le melodie del mio cuore
a inventare le note
a cantarmi l'amore..
Ma c'è un destino beffardo
che si prende gioco di me,
confonde il dolore
e la gioia,
mi tenta e mi provoca ancora…
Mi chiedo se ignaro " lui "
o incosciente io
a credere che non fosse
il solito cortometraggio
in recidivo accanimento
alla mia felicità..
Ancora vedo…..
Chiudo gli occhi
e vedo il mare…..
Nell'azzurra e apparente
indifferenza
si specchiano i miei occhi
e la tua anima….
Gioco di bimba
Dentro la stanza
vestita di sole
sulle pareti tanto colore
mormora il vento
che bussa piano
incalza la pioggia
è un ritmo lontano……
Giochi di bimba
ed un melograno
dentro al giardino
mi prendi la mano..
Spettina il vento
e bagna la pioggia
cresce pian piano
una voce di donna……
E torna il giorno
e torna la sera
un gioco di bimba
ed è già primavera…….
Il Dono
Sei uscito dalla spuma del mare
bello come un Adone,
seduto o aggrappato alla riva
con l'onde a solleticare
quel corpo di bronzo divino.
Sorriso che par penetrare
anima e cuore
e quasi voler soffocare
un gemito di naturale piacere.
Alzo lo sguardo nel cielo
nell'impeto di voler fissare
bellezza e magia d'un istante
che dall'Olimpo in omaggio
a ricevere..
Avanzo timida e accorta
attenta a non rovinare
cotanta armonia celestiale
mentre invano tento di scorgere,
un dio o un Nettuno a ringraziare.
E tutto d'un tratto l'immagine sfuma
rubato dall'onde che t'han portato alla riva,
sorridi ancora una volta
mentre scompari nell'acqua e la schiuma…
Un ragazzino che gioca a pallone
mi sfida nel gioco
ed è allora che piano m'accorgo
nei suoi occhi d'un viso già noto…
Cronache di un Leone stanco
C'è sempre una regina cattiva
che tramuta e trasforma
fertile terra
in deserti di sabbia..
Ma nascosti tra le dune
o tra i sassi sparpagliati
piccoli amici senza tempo
si preparano all'attacco..
Una magica pozione
da versare sopra il freddo manto
che scioglie il ghiaccio
dell'inverno addormentato
per portare nuova vita
al tuo mondo caduto in letargo..
E piano piano , dolcemente
tutto ritorna tutto rinasce,
il vecchio stagno
diventa un lago,
e il vecchio salice
tutto avvizzito
si veste a nuovo
e fa l'inchino…
E tu
amico che s'è perso
ritorna sui tuoi passi
o fai un passo indietro,
pianta il seme che t'ha nutrito
e come un incantesimo
tutto ciò che era svanito
riporterà l'antica bellezza,
ed un folletto per amico
ti conferirà il potere
che il nulla t'aveva rubato…
" Ascolta !................E' il ruggito del leone
la
tua voce!
( ad un amico )
Visione
Con le vesti strappate
correvo tra massi di pietre
e sassi infuocati,
col viso sudato
e il respiro affannato
cercavo un riparo
che abbraccio avvolgeva..
Ed è là, in fondo alla roccia
oltre la sabbia,il mare
e lo scoglio
che vidi lento avanzare
come un tronco
su cui attraccare..
Lunghi rami che mi tenevano
ricchi i frutti che dissetavano..
Allor giunta al traguardo finale
lì m'accorsi che dirupo scendeva
e che lento mi trascinava
giù in fondo ad una scogliera…
Poi come d'incanto
o per magia
lo stesso tronco mi portò via..
E in mezzo a un bosco
forse incantato
la veste mia ai piedi del tronco,
come una quercia
che offre conforto
ora è un arbusto
lo stesso mio corpo…
( a Tinti )
Se i sogni sono bugie
meglio mentire…..
Ho perso di vista me stessa
il mio ruolo non so bene
qual è…
Tra le rovine
di una casa non mia
ascolto il rumore
d'una ferrovia….
Immagino i treni
che passavano lenti,
vecchi binari
fatti di stenti,
carrozze scrostate
che storie raccontan,
eco di voci
pianti di donna…
Sulle rotaie
vecchia ferraglia
traccio una retta,
forse una sfida,
che mi conduca
e non mi divida
dalla bugia
che m'ha ridato la vita!
Bimba mia
Negli occhi tuoi
il candore
di un giglio ..
Il tuo sorriso
come un fulmine
a ciel sereno,
spacca i cuori
più reticenti..
I tuoi abbracci
valgono più
di quelli rubati
e confusi..
Le tue manine
che m' accarezzano
sono le verità
indiscusse…
La tua voce
il richiamo
all'amore vero,
quando m'apostrofi
" la zia mammina "
sono lacrime di gioia
che scendono…
Tra le mie braccia
che forte ti stringono
e ti riparano
io ti sento
la bimba mia mancata!
( alla mia nipotina Michela)
E
si ritorna soli
a contare le ore
che ci separano
da il solito fine settimana…
Impalati davanti alla strada
seguendo con gli occhi
la gente che passa
e s'affretta ,
veloce di andare
o di raggiungere
un dove
o un forse chissà..
Accorgersi e quasi dolersi
di non avere
nemmeno un pretesto
per entrare in un bar
e "pigliare" un caffè…..
Rimettersi in sesto
sui propri passi,
col vento alle spalle
che capelli scompiglia
e sul viso ridesta
come una sberla,
colpisce e rapisce
l'esitazione
di credersi aria
o forse pioggia…
E invece è fuoco
che conduce
anche stasera
davanti all'uscio di casa,
l'ingresso amico
di questa vita bislacca…
Il sogno
Sogno mio
sogno infranto
ti ho perso
e t'inseguo
nei meravigliosi viaggi
della mia mente…
Quando ingenua creatura
mi accostavo
alle prime fragranze ,
rapita da nuovi profumi
tra gli scaffali
impolverati
di una vecchia soffitta…
Giocavo a fare la grande
ignara che " grande "
sarebbe stata una sfida,
di una partita
che mi voleva
forte e agguerrita…
Il vecchio baule di alice
celava sorprese
poco gradite..
E soffiarono venti di guerra
e di passione
e inverni gelidi
senza cuore
e primavere da inventare.
La vecchia pendola
che non smetteva
di "parlare",
e due lancette
che avrei voluto
in fretta spostare..
E adesso che grande
lo sono davvero
frugo il baule
per un " sogno sincero".
Posso
Posso chiudere gli occhi
e vedere lontano
oltre la siepe
che di gelsomini odora..
Posso chiudere gli occhi
e inventare la poesia
passata e recente..
Posso immaginare
un tramonto sul mare
scorgere da un muro
meri abbracci d'amore..
Posso perdermi
e confondermi
in una vecchia
pellicola a due colori..
Ma non posso ignorare
quello che contro volere
non posso più avere…
Giorni
Ho visto l'arcobaleno
rappresentarmi,
ho fissato tutti i colori
su ogni centimetro
di pelle,
e vestita d'armonia
mi sono lasciata
trasportare da correnti
pacifiche…
Una musica suonava
la stessa canzone
di ieri,
quando lasciavo cadere
timori innocenti
e donavo felice
la complicità…
Ho chiesto
Ho chiesto all'universo
di scrivere il mio nome
tra le stelle..
Così da quaggiù
saprò ammirare
lo splendore
che mi hai tolto,
quando spegnesti
l'ultima sigaretta
e l'ultimo fiato di fumo
impregnò la pelle mia
già ingiallita di nicotina…..
Tra utopia e realtà
Regina tra le regine
fiore tra i fiori
stella tra le stelle
scintille nei tuoi occhi
oro che si fonde
acqua che disseta
che depura
che trascina
acqua cristallina
specchio che non tradisce
l'immagine che nasce.
Regina illusa
fiore incolore
stella cadente
occhi in abbaglio
pietra che si sgretola
acqua che non disseta
che degrada
ferma
torbida
stagnante
specchio che riflette
l'immagine che muore.
Ribellione
E se fosse solo
un disperato bisogno d'amore
che a fatica tenta di reprimere il mio cuore,
mi ritroverei a vacillare
come barca che sta per affondare,
sarei preda di un nuovo cacciatore
un agguato prima di farmi morire,
senza scampo senza via di fuga,
nei miei occhi solo la paura……
Brancolerei di nuovo nel buio
a
cercare un riparo sicuro……..
Ribellione………..!
Conterei piano ogni mio respiro
scanserei ogni dubbio in ogni mio sospiro…..
Ingannerei passione o sentimento
perché l'amore non prenda il sopravvento,
desisterei a elargire la passione,
perché sia tu il mio pasto e il mio nutrimento
e dalla preda tu sarai cacciato
con le tue stesse mani condannato,
e forse un giorno sarà lo stesso amore
a stanar,
del cuore il cacciatore.
I miei Vecchi
I vecchi , i vecchi che camminano lenti
che vanno a tentoni coi loro bastoni,
i vecchi , i vecchi con i loro sorrisi sdentati
i vecchi ormai dimenticati…
Seduti su una carrozzella, o tra un tavolo e una sedia,
i vecchi saggi che elargiscono consigli,
i vecchi incattiviti dai tormenti
e da ricordi che li ha ormai inaspriti..
I vecchi saggi che ti parlano e non chiedono,
che quando muoiono
in dignità si spengono,
i vecchi che si sanno ancora amare
con la dolcezza di fresca stagione…
I vecchi , i vecchi che sfogliano il giornale,
i vecchi alla finestra , appoggiati ad un freddo davanzale,
i vecchi soli con una sigaretta in mano
e un posacenere da svuotare piano…
I vecchi, i vecchi quelli che io ho amato,
i vecchi che mi hanno abbandonato,
i vecchi che una carezza m'hanno sussurrato,
i vecchi che prima di andar lontano
una poesia m'hanno lasciato come regalo.
Inferno e Liberazione
Forse un giorno ritornerò
sui miei passi
e avrò sorrisi
stemperati…
Forse un giorno ti porterò
quel fiore
che tu hai calpestato,
e avrò di te compassione,
perché la vita hai consumato..
Forse un giorno
laverò tutta la tristezza
che m'hai donato
e quel ricordo
di un giorno che tu hai spezzato…
Forse un giorno
scomparirà il dolore
che m'hai lasciato,
e quella veste bianca
che hai oltraggiato,
vestirà il perdono
non ancora meritato…
Forse arriverà quel giorno
che davanti alla tua tomba
lascerò una rosa bianca
e con essa la speranza
di essermi per sempre liberata…
Quando….qualcosa
Quando ritorna la tristezza
della notte
e la mia anima si spoglia,
anche l'ultima certezza
mi denuda ,
il cuore mio balbetta e poi s'accheta.
Ma cosa c'è
che mi toglie lento il respirare,
che prima mi fa scuotere
e poi mi fa morire?
Ho una fitta che non mi abbandona
e l'ultima parola
adesso mi sconsola…
Perché mi doni un fiore
se non odora
e lasci che insegua
il tuo profilo,
se lesto si dilegua come un'ombra?
Perché ritorna l'amarezza
quando un brivido
mi sale sulla schiena,
e l'immagine di te
mi sfiora come una carezza?
Perché amore mio
immaginato e reclamato
non sai riconoscere il mio canto?
Ti dai l'affanno
mi cerchi e non mi trovi,
eppure io da qui ho riso e ho pianto….
Da una finestra guardo
dove un sogno va a finire,
sono un fiume in piena
ma non so quale mare poi riempire…
Qualcosa c'è, dentro di me..
la mente mia che viaggia
…………senza te……….
In….libero volo
Sono farfalla che danza e che balla
in libero appoggio
attratta dai fiori, dai mille colori..
Mi adagio , sospesa e leggera
respiro il profumo
rubato all'istante,
mi inebrio
e ubriaca
riprendo il mio volo…
Leggiadra farfalla
che danza e che balla
in libero appoggio
non fermo il mio volo!
Ammiro estasiata
distese fiorite
ricami e ornamenti
per ali sbiadite..
Seguo un istinto
amico, pacifico.
Mi poso su un ramo
su un piccolo stelo,
sorride sornione
e fa l'occhiolino
complice il sole
nell'arcobaleno!
Ricordi di zucchero filato
Ti vedo arrivar da lontano
sopra un nero destriero,
elegante e fiero
mi parli con gli occhi,
mentre china
mi accingo a raccogliere
le prime viole
e un pensiero mi passa veloce,
sfiorandomi appena..
Azzardo piccoli passi,
che accarezzano
bionde le chiome,
e mi rubi un sospiro
dentro a un'emozione
che profuma di ieri,
quando esitando
posavo labbra al caramello
su soffice zucchero filato,
e ghiotta d'amore
mi lasciavo spettinare
dalle tue mani
che profumavano ancora
dalle fatiche del giorno
trascorso..
Il sole vestito di rosso
noi due in -vestiti di sole,
a salutare la notte
che dolcemente ci accoglieva,
su soffice zucchero filato
i nostri corpi si fondevano,
sulle labbra ancora sapor di caramello …
Vedo avanzare un nero destriero
elegante e fiero,
vedo salutare la notte
e vedo……vedo soltanto un nero destriero.
Pensieri stanchi
Un grido sordo
in un pomeriggio muto.
Pensieri che non mi appartengono
pensieri stanchi,
fardello troppo pesante
su il mio corpo esile,
ed esitante,
se
a dispensar sorrisi
sono sempre i soliti arlecchini
senza volto….
Uragano
Passami attraverso
senza fare danno,
con la forza che ti vendo
con la luce
di un abbraccio..
Passami attraverso
non lasciare traccia,
la spada che ti lascio
ti fregia nel coraggio.
Passami attraverso
con lo scudo che ti cedo,
nel riflesso sei forgiato
nel mio sguardo, ora cangiato!
Tocca a me……..
Dolce sognare
mi lascio cullare
sospesa sopra a una nuvola,
sull' altalena della vita
quel seggiolino vuoto
adesso è il mio?
Mi hai ceduto il posto
ne approfitto
e mi dondolo..
Movimento lento
in adagio
movimento graduale…
E ritorno bambina
col naso arricciato all'insù
mentre inizia la "conta"..
< prima io
dopo Tu! >
Risorgerai
Risorgerai,
risorgerò
uno squarcio nel cielo
un nuovo varco mi aprirai….
Mi scalderanno le stelle
col loro manto caldo
la luna mi illuminerà
e sarà un soffice abbraccio
come estasi d'amore..
E danzerò come pare a me
insieme agli angeli,
una corale
intonerà motivi
liberi,
in libertà di pensiero
e d'espressione,
partorirò la parte di me
in quel paradiso mai vissuto,
che mi ha rubato anche l'ultima illusione..
E non sarà mai notte buia
e non sarà mai giorno senza sole,
nemmeno le parole serviranno,
solidali occhi negli occhi
comprenderanno….
Un messaggio d'amore
Ora scrivo un messaggio d'amore
che riscaldi il cuore ,
e lascio la chiave
per aprire il cassetto
con poche parole..
Vorrei
ma non posso
restare…
Io devo volare,
ritrovare la strada che ho perso
e poi riprovare…
Nella cassaforte ho riposto
un po' di colore….
Ma una mano , due mani
non bastano
a delineare
un profilo inventato
al momento,
mentre il fiato
si perde nel vento..
Questo gioco velato
non può soffocare il mio pianto,
e se rido e se godo
io non mi dimentico quanto..
Quanto di me
si è dissolto,sfumato e mancato,
mentre ballo mi perdo un momento
in un magico incanto….
Poi ritorno da me
e una musica piano
addormenta la donna
che era dentro di te….
Una lettera per TE
Io non so pregarti più
e se t'ho abbandonato
poi deluso
e là lasciato,
non è stato per scommessa
e nemmeno per ripicca ,
ma di là
ho lasciato il pianto,
di dolore
e di rimpianto..
Su quei volti
la freschezza
di una verità rubata,
in quegli occhi
la certezza
di una vita già lasciata..
Io che so parlar d'amore
con il cuore e le parole,
non potrò dimenticare
tanta carne là a morire..
Se ci sei mio Signore
stendi adesso la tua mano,
non lasciar loro una croce
che consuma piano piano..
Io non so pregarti più
ho perduto le tue tracce,
ma il ricordo di un lenzuolo
che avvolgeva il tuo costato,
io l'ho visto sopra un letto
di un ragazzo là adagiato..
E perdona se oso tanto
se ti scrivo e non ti prego,
questa lettera ti mando
come fosse ora il mio credo.
Quando scendi dalla croce
vai da loro e soffia piano,
perché sia consolazione
questa tua resurrezione!!!
Le parole…
Dimenticare il male
non è cosa facile.
Dimenticare le parole
che hanno trafitto il cuore..
Dimenticare
e
sostituire...
Fosse semplice!
Ma le parole
sono come mattoni
e se le metti su carta
puoi costruire
palazzi di emozioni..
Dare un senso compiuto
a un senso insensato,
creare un movimento
a
un pensiero ritrovato..
Dimenticare
non è cosa facile!
Ma se cambi
le parole
forse puoi riscrivere
la storia..
Si leggerà di te,
come
nuova pagina
e nuova memoria.
Non farlo….
Non chiamarmi amore
se è solo un gioco di parole.
Non scaldarmi il cuore
se il tuo è spento da tempo.
Non farmi vedere l'arcobaleno
se i tuoi occhi vedono solo in bianco e nero.
Non chiamare il mio nome
se è quello di un'altra che scrivi.
Non darti pena per me
io sono solo un battito d'ali, nel vento…
Canzone:
"Viverti
e scordarsi
e perdersi"
Annegare le paure
soffocare ieri,
nascosto
sempre in agguato,
nel timore
poi, di rischiare
di annegare
nello stesso mare..
Mare di perplessità
se il domani arriverà,
dietro il muro
una necessità,
una lacrima, la verità..
Preferisco sai, una favola
che macchiare ancora l'anima
lascia che ci possa credere
e affogare e poi rinascere..
No, non credo nei miracoli,
sui binari
troppi ostacoli;
ma se vuoi che possa
esserci
lascia che io possa:
"viverti
e scordarsi
e perdersi"
Cielo
Sulle spalle
corre un brivido
nemico,
pesto un fiore
e non mi accorgo,
nel silenzio
è un rumore
che mi scuote..
Cielo, abbracciami!
Tienimi stretta
in una spira
sincera..
Allunga le tue braccia
immense
di azzurro infinito,
regalami momenti celestiali!
Avvolgimi tutta
dentro
a una soffice nuvola rosa,
fammi scorgere un pezzo
di quel paradiso
che ho smesso di pretendere!
Cielo! Comprendimi,
sono parte di te!
Nascondini, confondimi
se vuoi dissolvimi.
come aria, come l'infinito,
come essere libero….
Cielo, abbi cura di me!
Sensazioni
Sono aria,
sparsa
in atmosfera,
micro particelle
di molecole
vaganti.
Corpo,
senza fissa dimora,
anima vagante
cuore solitario
mente che non mente,
mente assente.
Parte di un universo
statico,
galassia da collocare
in quale dove?
Sistema solare
senza luce…
Nello spazio cosmico,
oggetti senza espressione
non identificati.
Pianeta
senza nome,
soggetto senza oggetto
Essere
senza essere,
esistere
e non vivere,
attendere
nell'oscurità,
ancora…
Credere e ricominciare
domani
ancora…….
Ombre
Quando ti ridesterai
sarà tardi..
Con le prime ombre
della sera
si oscurerà
anche l'ultima immagine
di noi
proiettata in avanti;
saranno lacrime amare
e
ombre sconosciute
ti seguiranno.
( a Trial )Disincanto
Arcaico pensiero
di gesta di bimba,
svezzata di fretta
in balia della vita!
Voce innocente
implorava attenzione
in quel disincanto
mancata occasione..
E sei cresciuta
in abiti stretti
pochi bottoni
a chiudere i cenci…
Figura sottile
sfogliavi tra i libri
pagine rosa
e cuori gentili.
Nella cartella
il tuo pigmalione
cogliere al volo
la prima illusione.
Poi la ragione
ti ha preso per mano,
un paracadute
per scendere piano..
E venne il giorno,
e calò la sera,
dolce venire
in terra straniera…
Ora ti adagi
su soffice terra
e tra le nuvole
vola chimera.
Vita mia
Oh vita! Vita mia…
Mi hai donato la gioia
l'ho assaporata con gusto,
a volte con tatto,
ne sono stata golosa
e forse ho esagerato..
Ma poi
mi hai voltato le spalle
mi hai raggirato,
ti sei presa beffa di me.
Oh vita, dimmi perché?
Ho forse sbagliato?
Non ho interpretato
il ruolo adatto a me?
Eppure ho fiutato
ogni traccia
seguendo una pista,
fedele il mio istinto
mi ha assecondato..
Eppure ho sbagliato!
Oh vita, tu mi hai imbrogliato!
Dimmi perché?
Ho letto e riletto
il saggio manuale
che dice, che amare
è il sapersi donare,
ho rinunciato e condiviso,
ho saputo aspettare
in silenzio composto,
ho corretto sul viso
ogni riso mancato.
Oh vita, quanto ti ho amato!
Eppure anche adesso
mi guardi sorniona,
mi sfidi, t'inseguo,
mi fai perdere il fiato..
No, non mi arrendo,
arduo è il tracciato
ma mi difendo..
Oh vita, sorprendimi ancora,
che resti di me
la forza che vince,
oltre i perché!
Ogni giorno raccontare……
Ogni giorno
raccontarsi e perdersi,
quasi annullarsi
in mondi fantastici,
fatina dei boschi
gnomo o folletto
a volte giullare
alla corte di un re!
Son menestrello
e cantastorie
amo suonare
e inventare le note..
A voi che guardate
da un angolo buio,
a voi che spiate
per rubare un sorriso,
angeli rotti
dalle ali macchiate,
visi malconci
volti invecchiati..
Nel vostro libro
mi riconosco
e tra le pagine
vi lascio un sogno;
io mi allontano
ma non per molto
e nel ricordo
vi porto dentro,
incollo tutto
gioia e tormento,
ma quel ricordo
lo tengo stretto.
Vi ho amato tutti
senza distinguo
con professione e devozione,
nel mio cammino
un po' rallentato,
continuo a suonare,
per rallegrare,
una canzone per farvi sognare……….
( ai miei pazienti della casa residenziale di S. Stefano )
Di nuovo…
Di nuovo sentire
un brivido dentro
raccogliere tutto
e chiuderlo stretto…
Scacciare il silenzio
e rompere il ghiaccio
disinibire
dentro a un abbraccio..
Mi prendo tutto
ma basta un assaggio
magico incontro
lontano il rimpianto..
In questa notte
di cielo stellato
mi perdo nel vuoto
e ti resto accanto.
La forza delle donne
La forza dell'amore
è la forza della vita.
È la forza delle donne
che avvolge con i sentimenti
rotoli di mondo
andato in pezzi..
E'la forza delle donne
che rattoppa
brandelli di carne
sciupata
dalla fatica di sempre,
dei giorni che si rincorrono
uguali e
spesso monotoni.
È la forza delle donne
nelle notti buie
sofferte e spoglie,
nei respiri rubati
e in fretta dimenticati..
E' la forza delle donne
mentre stringe un figlio
che non è suo,
e una lacrima scende
piano, senza far rumore
per non turbare…
E' la forza delle donne
che fa girare i sentimenti
che sia gioia,pianto,dolore
con la dolcezza del suo cuore
impronta indelebile
Lei e sempre Lei
con la forza del suo AMORE.
Soffia-mi le note ….
Soffia-mi ancora
vento leggero
tocco impalpabile
tocco sincero,
volo planare
non ti fermare,
fammi sentire
fammi sognare.
Suona-mi ancora
la melodia,
su quelle note
è già poesia.
Re-stami accanto,
sol-tanto adesso,
odo il mio canto
e
la-scio il mio pianto.
E se do-mani
si-lente il cuore,
tra le tue mani
fammi l'amore,
suona-mi ancora,
soffia più forte,
sveglia-mi i sensi
trasforma il dolore.
Blocca il respiro
sulle mie labbra,
lento sentire
e
piano lenire,
le mie ferite
lava-mi ancora,
e
la nota giusta
solleva-mi ora.
Dangerous games in play on words
Ritorna la tristezza
già annunciata
stamattina
da una pioggia scrosciante..
Ogni goccia che mi sfiora
è un colpo che ridesta
i miei sogni proibiti
quel piccolo e bagnato contatto
si confonde tra le lacrime
che scendono piano
sotto lenti scure
portate con classe e disinvoltura..
Il mio viso si striscia
tra i rivoli di mascara che
scendono lenti ,
e tutto si annebbia
sotto la pioggia che riguardo non ha..
Come la pioggia, come la mia vita
che tregua non dà……………………..
Guardami
Guardami, finalmente mi vedi..!!
Son qui di fronte a te
Dimmi cosa vedi?
Oltre al miele nei miei capelli
che cadono liberi
in appoggio sui seni
Guardami, cosa vedi
oltre al sorriso
dolce espansivo
oltre al mio viso
che rughe non ha..??
Dimmi cosa vedi?
Son qui , ti siedo accanto,
oltre all'apparenza
che veste di sincerità
non scorgi forse un'ombra
tra fronte, occhi e bocca?
Guardami.................forse allora mi vedrai
A volte…………
A volte è più facile
nascondersi……………
come pagliacci
inventarci e far ridere……….
Sotto le maschere
verità occulte
taciute , nascoste……..
A volte è più facile
fingersi, abili
mercanti……………….di felicità.
Sinfonia in sì-fondi
Questa dolce sinfonia
che mi vibra dentro
e mi scuote
follemente notte e dì
intrigante smaliziata
ode canzone poesia..
Freme sotto la pelle
innegabile sottile
piacere d' essere
oltre le maschere
oltre le paure..
Anima fragile
i sensi scateni
nella furia travolgente
mi fondo ti fondi
sulle note sulle corde
che tendi e mi tendi e con- fondi
Meteora
Sei passata veloce come un bolide
nello spazio immenso
tra universo e oblio
fiera e misteriosa
intrepida guerriera
eserciti di stelle
trascini via
l'impronta che di te rimane
luminescente e brillante
una scia la tua firma
che nell'aria si perde e
nella mente che non mente
una costante si fonde
nel breve e intenso attimo
di fluorescente pazzia
ti spegni nel tuo volo buio
magicamente fermo immagine
di un breve intenso
attimo sfuggente
Io……Me
Compagna di mille avventure
mi siedi accanto senza parlare
con il pudore di chi tanto conosce
segreto da non confidare.
Ti ritrovo al mattino
dopo ogni risveglio
mentre sorseggio con te il mio caffè
con una sguardo,uno sguardo d'intesa
compiaci il silenzio di tanti perché…
Tu mi comprendi
e non pretendi
ricambi un sorriso di complicità
tu sei l'amica, l'amica sincera
sei l'altra me stessa
l'esatta metà
Eppure sorrido…
Mi sorprendo sorridere
nel grigio di un pomeriggio uggioso
cammino e osservo facce tristi
musi imbronciati
visi tirati
sorrido e penso
che ieri lì c'ero anch'io …
Oggi invece mi faccio coccolare
da un sole che gioca
a nascondino
dietro a un cielo coperto di nubi,
catturo un misero raggio di sole
che mi riscaldi "anima e core"
e poi lo spalmo qua e là
tra uno strato e l'altro della mia pelle
Eccomi
ora che mi hai rubata
dalle zolle di arida terra
strappa fra i rami
i più secchi
rivestimi di luce nuova
e come pianta
ormai stanca
affonda le mie radici
in sicuri ripari
dove possa tra i germogli
nuove vesti indossare
Proteggimi dalle tempeste
degli umani
affinché come timido fiore
possa dischiudermi ancora
agli sguardi di chi mi sorprende
Noi due
Lo so che furtivamente mi leggi
ignaro che io possa sorprenderti..
Ma avverto il tuo respiro
anche da dietro il mio nuovo giaciglio
e ti vedo accennare un sorriso
sulla fronte ti sfugge un acciglio
che vuoi trattenere e nascondere
a lei che ormai poco ti prende
e ti mordi la lingua
mentre scorre veloce un pensiero
rimpianto di noi che è già stato
e che forse poteva ora essere….
Tenera ossessione…spiata
( un uomo si racconta….)
Smaniosa ossessione
di lei che si spoglia
in lieve penombra
dipinta sul muro
un raggio di luce
i contorni disegna
generoso l'omaggio
che ti offre stasera
la luna che ammicca
e sul tuo viso una piega
o forse una grinza
che piacere sorprende..
Pelle la sua
così eterea e sincera
e ritorni bambino
attaccato a quel seno
che di mandorli odora
e fissi un istante
un pensiero azzardato
di un ultimo tango
di un ultimo bacio
Lussuria
Mi hai acceso
più di mille campanelli
reconditi e latenti
dei miei lussuriosi
e trasgressivi pensieri
Sono creta tra le tue mani
che affondano umide
dentro a quel nascere
che subito esplode
e mentre ti adopri
a farmi godere
già sono acqua
e ancora cascata
che bagna e che placa
in represso l'ardire
Richiamo
Ho sentito il tuo richiamo
piovermi addosso
come stille di inaspettata
passione
in quel lembo di cielo
celati pensieri
sento e mi accorgo
ora toccare
mani gentili
di anima e corpo
ti afferro e ti seguo
lontano è l'indugio
traccia un disegno
di un viso
il tuo volto.
Il Cavaliere
Mi hai lasciato nuda e scalza
già in frantumi
con pazienza ho raccolto
tutti i pezzi
e ricostruito il solito puzzle
ormai consunto
l'ho adagiato con cura
su un vecchio mobile tarlato..
Nell'attesa ho ingannato
il tempo e la ragione
poi sei arrivato Tu..
Impavido cavaliere solitario
sul petto stampato
il tuo nome
Coraggio
IL Bunker DHX
Nel bunker DHX non esistono finestre
le devi inventare
nel bunker DHX non si sprecano sorrisi
ma se chiudi gli occhi
puoi immaginare l'arcobaleno
e fingere di sorridere
Nel Bunker DHX ti sparano addosso
Radiazioni
quando entri non sai come e se uscirai…
Ma se ci riuscissi
saresti un sopravvissuto..
Allora voltati prima di varcare la porta
Nel bunker DHX ti vendono gratis la paura
le parole vengono pesate
ogni sillaba ha il suo valore
perché nulla di te venga confuso
ti senti in colpa per ogni sguardo perduto
per quella mano che hai stretto
Nel bunker DHX ci si accorge di quanto non siamo INFALLIBILI
e tutta l'arroganza la smania di se stessi
vacilla
tutti in fila sullo stesso piedistallo di cartone..
Ti ho lasciato che dormivi
eri bellissima
per la prima volta un sorriso..
Ora Greta riposa,finalmente e per sempre.
( una nuova stella si è accesa nel cielo ,Luminosa Greta )
Un'altra volta…e d'azzurro
Un'altra volta nel mondo
da qui io non mi sposto
voglio fermare il mio Mondo…
Dannati giorni miei
lascerò le pagine grigie
nell'azzurro di un cielo senza limiti
mi lascerò cullare
cavalcherò sull'onda di un abbraccio
il tuo sentire
ti riconoscerò nei silenzi rotti
dei poeti le voci
lo stesso mio soffrire…
E nell'azzurro riparo
scoprire
che sono anch'io
ormai parte del coro.
(dedicata al creatore del sito:Prof. De Ninis ,e a tutti gli abitanti!)
Bolle di sapone
Un minuto ancora
prima di spegnere le luci..
Un minuto ancora
affinché in questo grande caos
io possa credere di riconoscerti..
Rubare le immagini
a una fanatica illusione
e provare a fissarle nell'aria
un istante
come bolle di sapone..
Un minuto ancora
prima di rientrare…
Lascia che il mio folle pensiero
mi penetri fino all'anima.
Zefiro
Languide carezze
vissute nell'intensità
che spazia oltre la realtà
ai confini della fantasia
Vibrazioni sconosciute
mani che mi sfiorano
e si ritraggono
come piccole fiammelle
che lambendo sfuggono
Corpi che si appartengono
in ogni dove
fisiche non sono le distanze
nell'attimo che trattenere vorrei
si arrendono i miei sensi
e sono il giunco che s'incontra al suo vento
Comunque un brivido
Cercavo il brivido animale
e mi ritrovo addosso un brivido virtuale..
Mi si è impigliato un uomo
un uomo nel Pc
mi vuole proprio fare
una corte surreale..
Mi sembra d'esser pazza
se provo a raccontare
il piacere che può dare
una lettera virtuale..
Sarà d'amore
la solita astinenza
che solletica dolcemente il cuore
che d'improvviso ha cominciato
a ballare ..
In questa danza mi muovo bene
se n'è accorto persino il dottore
riesco alla grande a inventare
eros e perdizione
in questo mio fiume di passione
che travolge e avvolge chi lo legge..
Come vorrei naufragar per sempre in questo mare
scordar tutte le pene
gettare pillole e catene
e fuggir con te lontano
in un mondo che non sia vano..
Io te e Kandinsky
Sono la figura scomposta
astratta ma ben definita
sono la linea tracciata
nel triangolo appuntito
di un apparente e caotico dipinto
E sono cerchio da circumnavigare
tu mi passi intorno
tutto da esplorare
nel verde di una pennellata
un violino per una serenata
e nella quiete ritrovata
fra le tue braccia addormentata.
Lasciatemi così
Lasciatemi così
affacciata alla finestra
con lo sguardo rapito
Annaspo e scruto
e vivo …
Risvegli
Bramo sì
ardo
brucio
sto eruttando come un vulcano
troppo tempo spento..
In me il desio di essere colta
ancora
rosa rara del deserto
del mio giardino
inanimato
Tra le tue mani tienimi
inebria di profumo
i sensi assopiti
e poi lasciati pungere dolcemente
dalle innocue spine
della mia corolla
Tuffati e poi ubriacati
in questo girotondo
di passione e perdizione
affinché poi sazia
possa accanto a te aspettare
il giorno che muore..
Verona in love
Mi scorre un brivido dentro
mentre ti attraverso
caro amato ponte di Castel Vecchio.
Tanti amanti si son giurati amore eterno
e tanti cuori infranti
han guardato ad un balcone
con bramosia e speranza
di far rivivere Passione..
Nella città dell'amore
oggi è una gran festa
con tanti cuori appesi
sopra la mia testa..
Nell'aria si respira
la magica emozione
di avere in tasca ancora
un motivo e una ragione.
Giulietta allunga il passo
ha voglia di tentare
e al Pozzo dell'amore
una moneta per osare..
( con simpatia a tutti i sitani )
Che male mai sarà
immaginarsi un dio di carità
benevolenza e umanità.
Che male mai sarà
pensare di rubare un pò d'amore
agli antipodi di un mondo
che chiamano aldilà.
Che male mai sarà
chiudere i battenti
alla casa dei tormenti
dove dietro un credo
o uno spergiuro
ovunque ho visto
alzare un muro.
Ognuno creda e faccia
secondo la coscienza
purchè la tolleranza
non diventi prepotenza
In piena libertà
esprimere un pensiero
che sia un credo
o un non credo
fastidio non darà
se non fumenteremo
con le provocazioni
la libertà
di agire e di pensare.
Nello spazio di un'azione
ognuno sia padrone
di una volontà
che non intacchi dell'altro
la ragione.
Il navigator deluso
Naufrago di te stesso
la stessa < Rete>
l'inganno ha teso
e del tuo stesso navigar
intrappolato e offeso
sei rimasto…
Il viaggio
E quando io andrò via
non porterò valigie
sfumati i miei ricordi
dentro a una fotografia
Dedicato (Marzo 2007)
E in cor tuo
non v'è perdono
che sia il futuro
a proclamar saggezza
per non spezzar l'ardor
di chi
a nulla è valso
l'aver tanto amato
Nei silenzi che nessuno sa
basta un fiore
un'illusione
la carezza di un sorriso
un'emozione ancora
e immaginare un sole
un po' di musica..
Riscalderà i pensieri
l'ombra di ieri
non ti spaventerà…
( 7 febbraio dedicata a Tinti)
La Tracotanza
Freddezza statica
sul tuo piedistallo
in perfetto vigilare
nell'assolo di una danza
un passo a due
in avanti
ti sfugge…
In memoria di Marco
In composto candore
ti sei scostato dolcemente
dalla riva
che ti ha visto approdare
nelle sette primavere
Gente
La gente che fa male
un po' convenzionale
gente indifferente
che ti passa accanto
senza salutare
La gente che non vede
sa solo giudicare
ma se chiede un favore
sa sfoggiare al meglio
il suo sorriso migliore..
Uomo
che mi hai condotto
all'altare
che hai saputo tradire
ancora prima di giurare
non hai saputo confessare
era più facile morire..
E la gente condanna
ha già inflitto la pena
brava a ignorare
a diffidare
ma quella croce
pesante a portare
non è solo quella
che vedi passare..
Mai….
saprei fare del male
conosco il dolore
misto al rancore
e vorrei barattare
questo lasciapassare
far entrare l'amore..
Ma non è concesso
la gente condanna
se va bene t'inganna
ti succhia la linfa
vuole sapere
sa fingersi amica..
Gente
noi siamo gente
persone normali
spesso speciali
capaci di amare
di ricambiare
non ci bollare
non ci negare l'amore…Gente!
Da quando le tue mani
hanno inquinato la mia pelle
vago ebbra di tristezza ben celata
attenta a non inciampare
in quel vestito
mille volte rattoppato..
E percorro vie che conosco
che vorrei non aver mai varcato…
Lottare per non arrendersi
alla rassegnazione
di dover subire ancora
pensieri denigratori
o peggio
abbracci mendaci
di venditori sagaci
di presunta saggezza..
Che confondono amore
e non sanno vedere
oltre il confine
di un prolungato piacere.
Da tempo non sono più
la libera schiava
al tuo volere
e con vigore
ti ho staccato dalla corteccia
della mia anima
Mai più resterò prigioniera
in una fitta ragnatela
che per troppi anni
ha trattenuto i miei pensieri
i miei affanni
i miei tormenti
sapientemente coperti
da ingegnosi maquillage.
Mai più permetterò
alle mie emozioni
di sentirsi
come
un mazzo di carte
da gioco
distrattamente sparse
sopra ad un tavolo vuoto..
L'immagine sbagliata : mutamenti
Apri dai il cassetto
mostra la
tua identità
nello specchio
a nudo la tua
evanescente vanità..
Si perde..
E si accende
negli sguardi
di volti sconosciuti
a volte complici
dagli appetiti squallidi
che non sprecano tempo
e ti chiedono sesso
e non sanno vedere
al di là di un lascivo
momento
né catturar una lacrima
allo scader
del primo complimento.
È una fuga che conosci già
illusione breve
di una sconcertante verità
e ti consoli lo stesso
mentre ti spogli allo specchio
a denudar la Venere
dentro a un frammento
di un riflesso scontento.
Speranza e immaginazione
Mondo immaginario e solitario
Specchio di vita
Culla di sogni repressi
Di emozioni celate
Di parole tradite…
Mondo fantastico e ribelle
Riparo sicuro e confortevole
Delle fiorenti praterie
Della mia mente
Grandi spazi aperti
Ricongiungi speranza e immaginazione
Plasma il blocco come creta
E del sangue mio cancella
L'impronta lasciata
Luna d'argento
Luna d'argento
Regina del firmamento
Luce elargisci
Con un abbraccio immenso
Là dove il pianto
Si coniuga in lamento..
Spezza le catene
E frantuma i cuori
Di cemento
Luna d'argento!
La vera ricchezza
Esulta il mio cuore
Rigonfio di immenso
Un'esplosione di colori
Musica tutto intorno
Ritrovato sogno
Realtà perduta
Ora riemersa
Avidamente nutro
La mia sete
Di avvilupparmi
Nell'abbraccio di questo momento
Magico e afrodisiaco
Tempio passato di feroce astinenza
Improvvisamente la vita!!
La mia solitudine
Questa mia, a volte, soffocante solitudine..
È come un nodo alla gola
un senso di oppressione che non mi fa respirare bene..
È un pugno nello stomaco
un grido disperato e muto
che si perde nell'indifferenza
e nella disattenzione di una sorda civiltà..
Che si ridesta davanti alla cruda apparenza
dell'immagine, del benessere, del potere..
Perché la regola vuole, sia prima l'apparire
e solo dopo l'essere..
Non c'è posto per gli " sfigati"
o meglio dire in modo più cortese
i disagiati, gli emarginati, i deboli
gli uomini Soli, messi al bando
dalla stessa madre terra,
la nostra società,
che prima li ha partoriti
e poi vomitati perché inadeguati..
In questa mia soffocante solitudine
non sono sola..
Siamo tanti e destinati a moltiplicarci
e a sentirci sempre più soli in mezzo ai tanti
perché incapaci, demotivati…dimenticati.
Fantasma inquieto
Nelle notti tu mi appari
Di grigio velato
Lo sguardo perduto
Sofferenti i tuoi occhi
Sfuggenti e lacrimosi.
Amarezza e disperazione
Traspare…
E la tua anima errante
Vaga…
< Chi l'avrebbe detto >
Per gioco
e per diletto
mi ritrovo al Tuo cospetto…
E m'è dolce il navigare
nel bel sito di Poetare!
Le maestranze alla tua corte
sono tante e molto colte!
Un inchino voglio fare
e un encomio regalare.
Alla tua fonte poi saziare
il desiderio di imparare..
Sempre che mi sia concesso
rinnovato anche l'accesso
di presentar l'invito
di poetar nel sito!
( grazie di esistere! )
La signora
Di nero vestita
mi vieni a trovare
senza bussare
con quel tuo stile
che lascia a desiderare…
Mi mette l'angoscia
solo vedere
che non sei per niente speciale
nell'indossare
il solito abito
che ti sta pure male..
E il tuo cinismo
nel vederti aggirare
tra le corsie
di gente Normale
non mi suscita alcun effetto
se non quello
di farti dispetto..
Noi siamo in tanti
a volerti evitare
perché L'AMORE
ci invita a restare.
E se alla sorte tu fai da padrona
io della vita sono signora
alla tua corte io sarò forte
ti vincerò Signora Morte!
(dedicata a coloro che stanno lottando per la vita, e a
un'amica che mi guarda da lassù)
Senza titolo
Voglia di evadere da una realtà
Opprimente
Alla ricerca quasi convulsa
Di sensazioni forti e innocenti
Per dissipare l'ombra
Di una solitudine crescente.
Il bisogno di liberare
Emozioni represse
Di cose perdute
Ed ora come riemerse.
Ma c'è una logica,
c'è una morale
che frena l'impulso violento
di lasciarsi andare.
Mi scontro con il desiderio
Dei sensi
E il comune senso del pudore.
O forse la paura
Di uscirne lesa dentro?
Il solito conflitto,
ma spesso subentra proprio
l'egoismo
se si vuole avere
un po' di poco…
Natale 2007
Questo Natale non sono ispirata
Mi ha colto a sorpresa non son preparata
E come poetessa mi sento spiazzata.
Ma tra la gente che corre frenetica
Tra mille luci,fiocchetti e candele
Mi sorge un dubbio e una domanda
E' questo Natale?
Fare le corse e fare a gara tra chi confeziona il cesto più bello
O quel pacco speciale che contiene un gioiello?!!
Vale la pena ora mi chiedo, far tutto questo
Se poi me ne frego?
E' come una giostra, una giostra pazza
Continuiamo a girare e a fare la fila per ore alla cassa…
E se questo non basta, c'è anche il mercato in fondo alla piazza!
Merletti e decori, coccarde e angioletti e Babbi Natale fatti a confetti.
Che gran baraonda, ti gira la testa
C'è tutto il quartiere, sembra una festa…ma non è un bel vedere…
"Questo lo compro, quest'altro non so, lo tengo lo stesso, qualcosa ne
farò."
Che girotondo, di borse, borsine, pacchetti e regali,
di facce, di volti e un gioco di mani.
Poi vengo rapita da un cambio di scena:
una donnina mezza sciancata , la testa imbianchita si muove a fatica
cerca qualcosa nell'immondezza nel suo quartiere addobbato a festa.
Non v'è commento e non ho un finale
Ma vi ringrazio per questo Natale! Perché ogni momento, ogni giorno passato
è il regalo più bello che la Vita ci ha donato!
Ho camminato sulle sponde di un grande fiume
azzurro
E sono stata attenta di non caderci dentro perché non so nuotare..
Ma quante volte mi son detta che non era poi così importante
E invece mi sbagliavo ..e alla fine ci son caduta dentro
E i pesci incominciarono a mangiucchiarmi …Ma non so bene il perché le alghe
Pulivano le mie ferite e allora io riprendevo a camminare..
Un giorno , che non era un dì di festa incontrai un uomo..
Aveva camminato tanto e i suoi piedi erano coperti da tante piccole piaghe.
Forse era andato oltre la riva dove i sassi sono più taglienti
Forse non vi erano alghe a fare da medicamenti..
Ma ricordo che aveva gli occhi sinceri e tanta sete..
Ci siamo presi per mano fino laddove il fiume si restringe e c'è la
terraferma,
Abbiamo camminato per giorni e giorni e abbiamo bevuto e poi mangiato.
E ci siamo riposati perché la strada era lunga e tortuosa…
I nostri piedi sembravano guariti e potemmo finalmente indossare
Delle calzature. Ma quelle protezioni di ripiego non bastarono più
E l'uomo volle scarpe più comode. La donna non lo biasimò
Ma da allora l'uomo non fece più ritorno..con quei calzari camminò più
velocemente
E all'ultimo orizzonte sparì.
L'isola che non c'è
Strana ragazza
Che insegui ancora brividi e chimere
Nelle notti malinconiche,tra mille volti ignoti,
ma in quel momento complici
di un mondo fasullo, offuscato da
una sottile fuliggine che confonde e
ti tira giù .
cadi da un effimero trampolino di cristallo
in una vasca piena di nulla
bollicine… tante e allucinanti
ti penetrano dentro fin sotto la pelle..
E ti lasci incantare per un attimo più o meno infinito
Che vorresti non finisse mai…
SPLASH, bolle di sapone, odori, sapori..
È già l'alba, che tu intravedi appena o
Forse non te ne accorgi..
Peccato .perchè è bellissima,
così vera, così autentica, così speciale…
e non è certo l'isola..che non c'è…………..
Il dolore
Ostinato pensiero
Ricorrente e penetrante
Nelle notti di tempestosa solitudine
Crescente
Dirompente
Assillo di te..
Un cuore spaccato
Ti lasci alle spalle
Nella totale o forzata indifferenza
Del tuo essere
Così innaturale e disumano.
Schiacciata e travolta
Dal continuo trastullare
Di domande
Che risposta non hanno..
Maledico il ricordo
Di un tempo remoto..
Che solo squarci e desolazione
D'animo
Serba nel suo grembo
Un tempo fertile..
La morte pallida e silenziosa
Mi prende per mano
Risvegli di un naufrago…
Sorella speranza
Amico giorno
E luce sia…
La panchina
Con l'inizio della bella stagione
Anche il barbone che vive in stazione
Cambia locazione…
Alla ricerca di un refrigerio
All'ombra di un abetone.
Lo stesso pensiero lo fa
Il vecchietto con il bastone
La mammina con la carrozzina
L'attempata signorina
Che rammenda una copertina..
Un allegro signorotto
Che va a spasso col bassotto
La ragazza al cellulare
Che non smette di parlare
E poi ancora lo spaccone
Che non perde un'occasione!!
E fin qua tutto è normale
Ma siccome il grado sale
Non mi arrendo,
la panchina la pretendo!!
Cambio in fretta direzione
Voglio anch'io una postazione..
Ho trovato un altro parco
Ma quel posto è già occupato
Non è certo un vagabondo
Il tipaccio furibondo..
E quei quattro brutti ceffi
Che si passano il giornale
Lascio a voi immaginare
Cosa si possano scambiare!!!
La panchina era importante
E le gambe erano stanche…
Ho girato tutto il centro
Le borgate…E me ne pento…
Se volevo riposare
O solamente respirare…
Non soltanto non c'è il posto
Ma se ti fermi rischi grosso!!!
La panchina non si compra
E nemmeno si noleggia
Ma un giardino simboleggia
Una sosta o un riposino
O l'incontro col vicino..
Una cosa l'ho capita
E me ne faccio una ragione
Per avere un posto all'ombra
Che si paghi una pigione?? |