Commenti sulle poesie
 

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Premi letterari dei Sitani


2023

 

22 Dicembre

Ringrazio di cuore tutti i poeti, narratori e commentatori di poetare.it che con la loro attiva e preziosa partecipazione hanno arricchito la conoscenza della poesia e della narrativa, facendo anche crescere il livello culturale del sito.
Ad essi vanno da parte mia gli auguri più vivi e sentiti di Buon Natale e di prospero Anno Nuovo.
Lorenzo De Ninis

 

A tutti i miei cari amici gli auguri più affettuosi per delle serene festività e per un nuovo anno ricco di successi.
Piero Colonna Romano 

 

 

19-20-21 Dicembre

Auguri di Buone e Serene Feste a tutti i poeti dell’azzurro sito. Un grazie  particolare  a Lorenzo e a Piero Colonna, Miu, Ben Tartamo, Marino Spadavecchia per i loro più che graditi commenti.
Fausto Beretta

 

 

Poesie 19-20-21 dicembre 2023

 
**"Come uno scrittore" di Cristiano Berni:**
Berni, in uno stile malinconico, trasmette la solitudine dell'anima immersa nella creazione letteraria. Il ritmo, un delicato lamento, si armonizza con la mancanza di confini attraverso rime libere. La tecnica poetica si svela nella scelta evocativa delle immagini, sottolineando lo spessore psicologico intrinseco nella ricerca di significato attraverso la scrittura.

 
**"Guerra scaccia guerra" di Armando Bettozzi:**
Bettozzi, con uno stile incisivo, disegna il ciclo implacabile delle guerre. Il ritmo marziale, come tamburi di battaglia, sottolinea il ritorno ciclico della violenza, mentre le rime sonore amplificano il dramma. La maestria nella metafora bellica rivela una tecnica poetica potente, con uno spessore psicologico evidente nel perpetuo inganno umano.

 
**"Un riso di bimba" di Salvatore Armando Santoro:**
Santoro, in uno stile sonetto ritornellato, crea un'ode tragica alla perdita dell'innocenza. Il ritmo, ora dolce ora straziante, accompagna il viaggio dalla gioia al dolore. Le rime, come note di una canzone struggente, intensificano la gamma emotiva. La tecnica poetica si manifesta attraverso immagini potenti, sottolineando uno spessore psicologico nell'odio generato da un amore infranto.

 
**"L’Anima è leggera" di Giuseppe Stracuzzi:**
Stracuzzi, con uno stile etereo, esplora la dualità tra la leggerezza e l'oscurità dell'anima. Il ritmo, un sottile sospiro, si allinea con la libertà del pensiero, mentre rime libere incanalano il flusso. La tecnica poetica emerge in immagini suggestive, rivelando uno spessore psicologico nell'equilibrio fragile tra la leggerezza e il peso dell'esistenza.

 
**"Albero di Natale" di Enrico Tartagni:**
Tartagni, in uno stile incantato, intreccia simbolismo natalizio con riflessioni sulla vita e la morte. Il ritmo, come una melodia sacra, sottolinea la magia e la tristezza della stagione. Le rime, varie e sofisticate, arricchiscono la tessitura poetica. La tecnica poetica si manifesta attraverso l'uso sapiente di simboli, aggiungendo profondità esoterica, mentre lo spessore psicologico emerge dalla contemplazione della mortalità in un contesto festivo.

 
**"La libertà perduta" di Carlo Festa:**
Nella notte, Festa danza con le ombre dell'errore passato, svelando il tormento di una libertà ormai evanescente. Il suo stile evoca melodie notturne, con ritmi che oscillano tra il sussurro delle sbarre e l'urlo silenzioso del rimprovero. Le rime, come catene sottili, narrano la prigionia dell'anima, mentre la tecnica poetica s'incarna nelle immagini viscerali, dando profondità alla struggente esperienza psicologica.

 
**"Haiku" di Santi Cardella:**
Cardella, maestro dell'essenzialità, dipinge le ore felici con pennellate poetiche. Il ritmo, come un battito alato, accompagna il respiro di momenti effimeri. Le rime, sottili come fili d'erba, intrecciano la brevità della vita. La tecnica poetica si cela nella semplicità, mentre lo spessore psicologico emerge nel confronto tra l'infinitesimale e l'eterno.

 
**"Ho creduto di vivere" di Maria Benedetta Cerro:**
Cerro, architetto delle parole, costruisce una poesia sulla fragilità dell'esistenza. Il ritmo, come un flusso di coscienza, segue il contare delle cadute, accompagnando il cammino verso il nulla. La tecnica poetica si esprime nella scelta di immagini evocative, mentre lo spessore psicologico si annida nell'oscillazione tra la vita e la morte.

 
**"L'approccio" di Felice Serino:**
Serino, con uno stile armonioso, racconta la conquista dell'autenticità. Il ritmo, dolce come una melodia, accompagna il viaggio dall'insicurezza alla libertà. Le rime, come passi sicuri, delineano la crescita personale. La tecnica poetica si rivela nelle suggestioni astrali, mentre lo spessore psicologico si riflette nell'emancipazione dall'ombra dell'opposizione.

 
**"Auguri di Natale" di Franco Fronzoli:**
Fronzoli, pittore delle emozioni, offre un quadro di auguri intessuti di vita. Il ritmo, festoso e cangiante, danza tra le parole, celebrando l'umanità. La tecnica poetica si esprime attraverso immagini toccanti, mentre lo spessore psicologico emerge nell'inclusione di ogni sfaccettatura dell'esistenza umana.

 
**"Un giorno dopo l’altro" di Marino Giannuzzo:**
Giannuzzo, tessitore di ricordi, intreccia le pagine del tempo con versi riflessivi. Il ritmo, lento come il fluire degli anni, culla l'anima nell'accettazione della vita. Le rime, come note di un canto antico, narrano la dualità tra gioie e dolori. La tecnica poetica si manifesta nella metafora dell'olio che si esaurisce, mentre lo spessore psicologico si rivela nell'abbraccio sereno alla fine del cammino.

 
**"Mezzo secolo di vita coniugale" di Carlo Chionne:**
Chionne, maestro dell'umorismo, celebra il traguardo coniugale con versi leggeri. Il ritmo, giocoso e brioso, danza tra i ricordi di cinquant'anni. Le rime, come le mani intrecciate degli sposi, celebrano l'equilibrio raggiunto. La tecnica poetica emerge nell'uso sapiente delle parole, mentre lo spessore psicologico si dispiega nella saggezza raccolta durante il percorso matrimoniale.

 
**"Prima la Terra!" di Piero Colonna Romano:**
Colonna Romano, provocatore e critico, scardina le certezze con humor dissacrante. Il ritmo, incalzante come un manifesto rivoluzionario, sovverte il sistema solare. Le rime, anarchiche e scomposte, svelano il sarcasmo nelle correzioni proposte. La tecnica poetica gioca con la satira, mentre lo spessore psicologico si riflette nella denuncia dei dogmi accettati.

 
**"Il pianto del mare" di Sandra Greggio:**
Greggio, poetessa dell'intimismo, regala un'ode alle lacrime liberatorie. Il ritmo, dolce come il fluire del pianto, segue il percorso catartico dell'emozione. Le rime, delicate come gocce salate, disegnano il paesaggio dell'anima. La tecnica poetica si manifesta nella semplicità delle immagini, mentre lo spessore psicologico si svela nell'atto di liberare l'anima attraverso il pianto.

 
**"L'abbiccì di Natale" di Alessio Romanini:**
Romanini, voce degli oppressi, dipinge con versi militanti il Natale nell'ombra. Il ritmo, marziale e incalzante, segue la denuncia sociale. Le rime, come schiaffi verbali, colpiscono la coscienza dell'odierna realtà. La tecnica poetica si esprime attraverso la denuncia, mentre lo spessore psicologico emerge nella ricerca di pace e amore in un mondo segnato dal conflitto.

 
**"Dove il vento bacia l'inverno" di Jacqueline Miu:**
Miu, poetessa dell'eros e della mitologia, conduce un viaggio nell'Ade per amore. Il ritmo, avvolgente come il canto di Orfeo, guida tra gli Inferi. Le rime, misteriose come il regno oscuro, si alternano tra la luce e l'oscurità. La tecnica poetica si manifesta nella rievocazione mitologica, mentre lo spessore psicologico si riflette nell'amore capace di sfidare persino la morte.

 
```
                      Auguri
                  poetici risuonano,
               come note in un canto
            natalizio. Ognuno scriva
         la sua melodia, nell'albo
      d'arte, un presepe di pensieri.

 
                Le rime scintillano
           come **luci**, irradiando gioia
        e pace a chi ascolta. Tra le
     pagine dell'anno che si **chiude**,
  fioriscano versi come **stelle**
 dorate.

 
        Poeti, intrecciate le vostre
    voci, con fili d'argento e d'oro
 poetico. Che l'**albero** delle vostre
 parole sia ricco di fronde di
 **felicità**.

 
 Nel cuore del **presepe** di poesie,
 auguri di serenità e ispirazione.
    Buon Natale, poeti di ogni terra,
 il vostro canto sia **eterna luce**!
```
                        Vostro 
                   Ben Tartamo.                     

 

 

16-17-18 Dicembre

Caro Lorenzo,
a tutti i colleghi della nostra magnifica pagina azzurra porgo gli auguri di un santo natale e felice anno nuovo.
A te un ulteriore abbraccio per la tua infaticabile e commendevole opera.
Santi F. Cardella

 

Unisco tutti gli autori e le autrici delle pagine azzurre e tutti coloro che ci consentono di gustarle, in un abbraccio di gratitudine assieme ai miei migliori AUGURI per un Sereno Natale e un Sereno 2024!
Aurelio Zucchi
 

 

Sarò breve (ma lo sarò per davvero).

Auguri di buon Natale e di un sereno anno nuovo a tutti coloro che seguono questo riuscitissimo sito letterario.
Renzo Montagnoli

 

Poesie del 16-17-18 dicembre 2023

 
 "Un attimo di vita" di Marino Giannuzzo

 
Nella delicata "Un attimo di vita" di Marino Giannuzzo, l'armonia della semplicità si svela attraverso versi liberi, tessuti di anapesti e dattili, che danzano leggeri come ricordi d'infanzia. La struttura informale, priva di schemi rigidi, culla la dolce nostalgia, mentre il ritmo, come un battito di cuore, accompagna il fluire dei ricordi come foglie leggere nel vento.

 
**"Dal giocatore" di Cristiano Berni**

 
Berni, in questa poesia, sfoggia una scrittura audace e un ritmo incalzante. Le rime baciata e alternate fungono da complice di una frenesia narrativa, mentre la ripetizione di "ancora" e "e ancora" diviene un mantra, un richiamo all'eterno ciclo di rischio e desiderio. La poesia stessa diventa una partita a dadi con il destino, una danza rituale di speranza e perdizione.

 
**"Un fatto, una poesia" di Armando Bettozzi**

 
Nel romanesco del nostro Armando, fonde forma tradizionale con contenuto contemporaneo. Le rime alternate e il ritmo serrato accolgono la poesia nel tessuto della società, mentre immagini come le "ventotto coltellate" squarciano il velo della retorica. La poesia diventa un'arena dove il personale e il politico si scontrano, un caleidoscopio di emozioni che si riflettono nelle parole incise.

 
**"Ma guarda la chiara mattina" di Marco Cabassi**

 
Il nostro Marco si avventura nella sfera dell'incanto visivo e sonoro. Le rime incrociate e alternate si fondono armoniosamente, come note di una melodia che svela la bellezza celata nella luce e nell'ombra. La ripetizione dei suoni consonantici culla il lettore in un ritmo dolce, in sintonia con la contemplazione di un'aurora carica di promesse.

 
**"Trasmigrazione" di Salvatore Armando Santoro**

 
In "Trasmigrazione," Santoro conduce il lettore attraverso un viaggio introspettivo, intessuto di versi che oscillano come fili sottili tra le sfumature dell'identità. La metafora della catena e il cuore freddo sottolineano il peso della ricerca dell'amore, mentre la poesia si snoda tra passi affannati e la continua sete di affetto. L'uso sapiente di immagini come frasche e rovi conferisce profondità al poema, ritraendo la persistente lotta per l'amore tra le spine della vita.

 
**"Ausilio - Preghiera" di Giuseppe Stracuzzi**

 
"Ausilio - Preghiera" emerge come una supplica vibrante per la redenzione di un mondo insanguinato dalle guerre. Stracuzzi disegna con maestria la figura di un'umanità ingorda, agitante le mani in un coro dissonante. La poesia, tramite un ritmo incalzante e l'uso di immagini potenti, si fa eco di una preghiera che implora l'illuminazione divina, donando speranza ai vinti e pietà agli oppressori. La tensione palpabile nei versi si svela come un'invocazione urgente alla trasformazione.

 
**"Sono io" di Enrico Tartagni**

 
Con "Sono io," Tartagni tesse una narrazione epica intrisa di lirismo e cosmicità. L'autore si erge a custode di una sostanza positiva e immortale, rubando il diamante più bello a dio. La poesia si sviluppa attraverso visioni ampie di oceani, mari e foreste, plasmando un'epopea che abbraccia il passato, il presente e il futuro. L'immagine dell'anima senza colpa in polvere di luna conferisce un tocco di vulnerabilità in questo panorama vasto e eterno, dove la ricerca di senso si svela attraverso un linguaggio ricco di simbolismo e pathos.

 
**"Accanto a me" di Aurelio Zucchi**

 
In "Accanto a me," Zucchi dipinge con tratti suggestivi la notte di prepotenti ricordi. La solitudine amata diventa protagonista, avvolta da ricordi che emergono con fragore dal palcoscenico di un tempo avverso. L'autore, con immagini come l'acqua che rimuove il verde gozzo e la luna che diventa fonte di diletto immenso, crea un paesaggio notturno intriso di bellezza struggente. La gelosia del mare, espressa attraverso l'onda che innalza la sua cresta dura, aggiunge una dimensione di intensità emotiva, ritmando il cuore della poesia.

 
**"Pace nel sereno" di Nino Silenzi**

 
Nella poesia "Pace nel sereno," Silenzi offre un dipinto poetico della montagna di nuvole ocra che aggredisce il pallido sole. La brezza umida e l'orizzonte che si congiunge col mare diventano metafore della vita protesa nell'ignoto. Il poeta trasforma la sua attesa di pace nel sereno in una danza di immagini, riflettendo il desiderio profondo di armonia e serenità. Con uno stile misurato e una sensibilità lirica, Silenzi guida il lettore in un viaggio interiore, in cerca di tranquillità nell'ampio orizzonte della propria esistenza. Bravissimo il nostro professor Lorenzo da 110 cum laude e bacio accademico.

 
**"I giuramenti del vento" di Maria Benedetta Cerro**

 
Carissima e bravissima Maria Benedetta, la Tua Poesia, è una riflessione profonda sulla natura unilaterale della reciprocità. La lirica svela la fragilità delle promesse, evidenziando come spesso siamo soli nel nostro impegno a mantenere ciò che diciamo. La nostra poetessa, miei cari amici e fratelli di piuma, dipinge paesaggi spergiuri delle sue stagioni, metafora delle promesse infrante e degli accordi non onorati. La vita stessa è descritta come una questione di lingua, capace di andare dove vuole e cantare come le pare, indipendentemente dalle nostre aspettative. Nel culmine della poesia, emerge il concetto centrale: l'anima, fedele a se stessa, può rimanere distante nonostante i giuramenti del vento. Un'esplorazione profonda dell'aspetto mutevole delle relazioni umane e della complessità della vita.

 
**"Come il seme" di Felice Serino**

 
In "Come il seme," Felice Serino intreccia la vita umana con il ciclo della natura, usando il seme come metafora esistenziale. I versi, brevi e penetranti, invitano il lettore a interrogarsi sulla propria essenza. Il poeta si interroga sul significato della vita, se siamo bolos di questa esistenza o foglie sospese in un sogno. La poesia cattura l'essenza della ricerca di senso, creando uno spazio di contemplazione e riflessione.

 
**"Amore sbagliato" di Franco Fronzoli**

 
"Amore sbagliato" di Franco Fronzoli è una poesia che disvela la violenza e la tragedia dell'amore distorto. Con una serie di immagini potenti, il poeta dipinge un ritratto doloroso di un amore annientato da promesse infrante e violenza. La forza emotiva emergente dagli urli disperati e l'evoluzione stagionale dell'amore, dalla primavera al tragico autunno, trasmettono la cruda realtà di relazioni che si dissolvono nel dolore.

 
**"Se le stelle potessero parlare..." di Flora Fazzari**

 
"Se le stelle potessero parlare..." di Flora Fazzari esplora il potere e la saggezza delle stelle. Con l'uso di ipotetici monologhi stellari, la poesia sonda la profondità dell'animo umano, rivelando la saggezza delle stelle nel giudicare il cuore dei malvagi. Il testo offre una riflessione sull'amore, la follia umana e la necessità di silenziare chi agisce contro la bellezza del mondo. L'immaginario celeste si mescola alla vita terrena, creando un dialogo poetico che attraversa confini cosmici.

 
**"The Perfect Plan" di Jacqueline Miu**

 
"The Perfect Plan" di Jacqueline Miu trasuda di un disincanto profondo nei confronti delle élite oligarchiche e delle decisioni politiche ritenute traditrici. La critica al piano di razza pura e all'inchino al potere monetario suggerisce un sarcasmo amaro nei confronti di una leadership che sembra aver abbandonato gli interessi del popolo. L'invocazione di un "essere perfetto a sangue rosso" pone l'accento sulla purezza autentica, respingendo manipolazioni genetiche a favore di un ordine divino.

 
La menzione di una lista nera, frutto di una guerra per l'avidità, suggerisce un passato segnato da conflitti e ingiustizie. La preferenza per l'esilio rispetto a una terra difesa dai Nessuno indica un rifiuto del compromesso con un sistema corrotto. La dichiarazione di essere idiota e l'accettazione senza difese suggeriscono un atteggiamento aperto e onesto, ma con una ferma distinzione per coloro che hanno sostenuto un'agenda incompatibile con valori etici.

 
In sintesi, la poesia riflette una profonda insoddisfazione verso le scelte politiche corrotte e un appello per autenticità e giustizia.

 
**"Morte alla morte" di Carlo Chionne:**

 
Nelle sinfonie dell'addio, Carlo Chionne danza con la prosa dell'estinzione, sussurrando un desiderio di concludere il viaggio in mezzo ai suoi cari. Il rifiuto di inchinarsi a cause astratte o ideali conferisce un'intimità struggente, mettendo in risalto il dolore intrinseco al distacco finale. La scelta di dissolversi "in mezzo alla mia gente" trasuda un desiderio di connessione umana, illuminando il cammino con la calda luce dei legami autentici.

 
**"Oggi la mia mano si ferma" di Antonia Scaligine:**

 
"Oggi la mia mano si ferma" di Antonia Scaligine è una sinfonia natalizia dedicata all'amore. Attraverso immagini di paglia, del bambino divino e dell'emozione che arde nel cuore, l'autrice esplora il mistero dell'amore in una lirica che supera i confini della tradizione. Le parole, intrise di spiritualità, dipingono il Natale come un'esperienza eterna di gioia e connessione familiare.

 
**"Il morale" di Sandra Greggio:**

 
"Il morale" di Sandra Greggio danza tra riflessioni giocose e profonde sulla psiche umana. La personificazione del morale, che si perde e si ritrova negli occhi dell'anima, apre le porte a una comprensione più profonda dell'umore. La data, 6 maggio 2022, si intreccia con la narrazione, svelando una riflessione attuale sulla mutevole natura umana.

 
**"Vivo la pace dei nostri laghi" di Francesco Soldini:**

 
In "Vivo la pace dei nostri laghi," Francesco Soldini intesse un canto di serenità ispirato alla contemplazione lacustre. L'autore dipinge la quiete dei laghi come rifugio dalle tempeste globali, celebrando il Natale come un'armonia di gioia e condivisione familiare. La poesia, come una melodia, sottolinea il contrasto tra la bellezza pacifica dei laghi e le tumultuose note di dolore nel mondo.

 
**"Si smarriscono parole" di Alessio Romanini**

 
Nel vortice del tempo, le parole si smarriscono come rugiada che scompare dalle labbra gonfie. L'aridità silente persiste tra le parole non pronunciate, dimenticate negli angoli dell'ugola. Come semi caduti sulla sabbia, rimangono incapaci di germogliare, lasciando vuoti oblii. Alessio Romanini, con maestria, dipinge un quadro della fugacità delle parole e della loro inevitabile perdita nell'inesorabile corso del tempo.

 
**"Momenti dipinti sul giardino delle illusioni" di Piacentino Alessandra:**

 
Nel giardino delle illusioni, Piacentino Alessandra dipinge istanti di vita, tra pancie generose e passaggi silenziosi tra esistenze intrecciate. Le parole danzano come balletti smarriti, l'aria ricerca il suo riposo tra le pieghe del vento, e quadri incantati riposano in soffitte segrete. La luce magica di donne senza tende negli occhi sfiora il passato, mentre ferite e verità colpiscono con la forza di pennelli intrisi di sincerità. Un'ode all'umanità, ai mille volti che si riflettono nell'animo di chi condivide la vita.

 
**"Un giorno tu sarai" di Renzo Montagnoli:**

 
Renzo Montagnoli dipinge un futuro incarnato in un "tu" che sarà vento e pioggia, sole e buio. In un tempo che scorre diverso, questo "tu" parlerà al mondo, portando un tempo nuovo. La poesia esplora la dualità tra la purezza d'animo e il potere, invitando a un abbraccio fraterno e a una luce che illumina il buio. Un richiamo alla speranza, all'aiuto reciproco, e alla forza del dono nel nome di chi rinascerebbe ogni anno per portare luce in un mondo di ingiustizie.

 
"Torniamo indietro" di Carlo Festa 

 
La sua poesia è un viaggio nell'animo umano, un'analisi della paura e della prudenza che, come un richiamo ancestrale, ci spingono a ritornare indietro. La poesia riflette sul significato della paura, sottolineando il suo potere di impartire insegnamenti di prudenza prima di agire. Ma si interroga anche sul rischio che la paura possa impedirci di vivere appieno, di lasciare il porto sicuro per affrontare il mare tempestoso della vita. Con una prosa incisiva, Festa esplora le oscillazioni dell'animo umano, i dubbi che sorgono mentre procediamo, le idee che cambiano nel corso del cammino e le inevitabili volte in cui, a causa della paura, ci ritroviamo a tornare indietro. La poesia si configura come un invito a scrutare dentro di sé, a comprendere il complesso intreccio di emozioni che ci guidano nel nostro percorso esistenziale.

 
Un grande abbraccio e un sentito grazie dal vostro Ben Tartamo 

 

Auguri di Buon Natale

E Felice Anno Nuovo!

A tutti i Poeti dell’azzurro nessuno escluso.

A Piero Colonna Romano, con l’augurio di riaverlo

Con noi e a Lorenzo che permette tutto questo.

Auguri di cuore!!!

Alessio Romanini

 

 

 

13-14-15 Dicembre

Auguri azzurri di Buone Feste a tutti voi amici! Buone Feste Lorenzo che ci hai onorato con questa Celestiale Arca in cui la natura sublime della letteratura ha trovato rifugio. Sono grata al caro amico Piero Romano Colonna per la sua immensa dimensione di cuore e pensiero. Molti e preziosi i dotti presenti nel sito, voglio pensare che le loro voci siano orme per i futuri germogli della letteratura italiana. 

In ordine causale:

ANTONIA SCALIGINE

AURELIO ZUCCHI

CARLO CHIONNE

BRUNO AMORE

FAUSTO BERETTA

SANDRA GREGGIO

NINO SILENZI

ENRICO TARTAGNI

FELICE SERINO

SANTI CARDELLA

BEN TARTAMO

MARINO SPADAVECCHIA

NINO MUZZI

RENZO MONTAGNOLI

GIUSEPPE STRACUZZI

ANTONIO SCALAS

ALESSIO ROMANINI

SALVATORE CUTRUPI

BIANCA CASTI

FLORA FAZZARI

BRUNO CASTELLETTI

CRISTIANO BERNI

MARCO CABASSI

LAURA LAPIETRA

CARMINE DE MASI

MARINA MINET

ANTONIETTA URSITTI

GIUSEPPE BURO

EUGENIO F. GALLI

TERESA ARMENTI

LICIA MINERVINI

CLAUDIO BADALOTTI

e naturalmente i nostri incommensurabili lettori cui dico grazie a nome di tutti.

 

Con orgoglio sottolineo che molti dei sopra citati scrittori, sono dei pluripremiati e delle stelle fisse nel firmamento poetico nazionale.
 

Buon Natale Azzurro Poetare!

 

L’affetto e la mia profonda stima, raggiungano il Vostro grande cuore. Auguro Loro che ogni sogno possa diventare realtà!

 

Miu 

 

Poesie del 13-14-15 dicembre 2023

 

**Omaggio al Tanka d'Amore 

di Ben Tartamo: 

Un Viaggio nell'Anima**

Nel manto del silenzio, ove il mondo tace il suo clamore,

un sussurro di armonia, dolce melodia celestiale, si avverte nell'aria .

Tra le pieghe del tempo, in quell'abbraccio di eternità,

risuona il canto ineffabile: Dio, l'Artefice d'Amore.

 

In fonemi chiari danza la poesia, un ritmo divino e armonioso,

la metrica del tanka, come dolce melodia, s'incide nell'anima.

Sintassi essenziale, senza eccessi, guida il lettore in un viaggio,

dove il poeta esplora il silenzio, la contemplazione, la ricerca d'eternità.

 

Il messaggio svela una connessione profonda, un legame celeste,

"Dio canta d'Amore", un'esperienza trascendente che risuona nell'infinito.

Sotto il richiamo al silenzio, pulsano aspetti psicologici, un desiderio

di connessione divina, una ricerca interiore di significato e pace.

 

Criptico e chiaro insieme, il tanka offre spazio a interpretazioni,

come il poeta, in poche parole, scava nell'animo e nelle profondità.

I limiti della forma si trasformano in pregi, una brevità che

esprime emozioni intense, un'essenza poetica che canta nell'infinito.

Grazie Ben Tartamo 

Vostro Marino Spadavecchia 

San Cristóbal- Táchira-Venezuela 

 

 

 

Auguri a tutti di Buone feste. Buon Natale e felice Nuovo anno,  con la speranza che il 2024 ponga fine alle inutili e sanguinose guerre. Grazie infinite delle letture e Grazie dei bellissimi commenti che ho ricevuto. Un sentito affettuoso abbraccio

Giuseppe Stracuzzi

 

Con ammirazione e gratitudine auguro un Santo Natale
a tutti i  poeti , commentatori
in primis a Lorenzo  amministratore  di questo sito azzurro come il cielo
come il suo animo che accoglie le nostre emozioni , sensazioni
che emanano  le poesie e  ci offre  le generose e belle  parole 
di  Ben Tartamo , di  Marino Spadavecchia
e di tanti  altri ,  Piero , Jacqueline.
Che possa esserci  per tanti altri anni
con la speranza  che il cielo si apra
alla pace , salute e serenità per l’anno che verrà
come sempre  noi ci auguriamo e auguriamo  il meglio del meglio
poi sarà come  sarà, speriamo sempre bene
buon Natale e buon anno  a tutti , uno per uno 
senza trascurare nessuno 
Antonia Scaligine 

 

Poesie del 13-14-15 dicembre 2023

**"Tabula Rasa" di Flora Fazzari** 

     è una poesia che evoca un desiderio profondo di rinascita e rinnovamento. L'autrice dipinge un quadro emotivo attraverso l'immagine della tabula rasa, desiderando la dolcezza e la passione riversate nel cuore e nello spirito. L'aspirazione a riscrivere le righe della vita e seguire la penna che traccia le rime del tempo esprime una ricerca di liberazione e di assaporare la vita senza il peso del rancore. La poesia trasmette un desiderio universale di speranza e possibilità di un nuovo inizio.

 

**"Stagioni che Vanno" di Fausto Beretta:**

     Beretta, con maestria, esprime la ciclicità della vita attraverso le stagioni. Le metafore delle stagioni come metafora degli affetti e delle emozioni rendono la poesia intensa e universale. L'immagine delle primavere che risvegliano gli autunni e il ciclo della vita ritorna con delicatezza.

 

**"Ti Porterò una Rosa" di Marino Giannuzzo:**

     Giannuzzo dipinge un quadro di amore eterno e desiderio di felicità. L'immagine della rosa senza spine simboleggia un amore puro e senza ostacoli. La poesia trasmette un senso di romanticismo intramontabile e la speranza di vivere giorni felici anche nei momenti a venire.

 

**"Quando la Neve" di Bruno Amore[br1]:**

     Il nostro bravissimo Bruno offre una prospettiva intensa sulla neve, trasformandola in un simbolo di cambiamento e riflessione. La descrizione delle mani brune sudice e del paesaggio innevato crea un contrasto significativo. La poesia tocca anche tematiche più profonde, come la distruzione e le conseguenze dell'azione umana.

 

**"Il Pianto" di Cristiano Berni:**

     Berni crea un'immagine potente e universale del pianto, descrivendolo come un antitesi al riso. La poesia cattura la dualità del pianto, nato da emozioni contrastanti come dolore e gioia, e il suo impatto sulla psiche umana nel corso del tempo.

 

**"La Supponenza" di Armando Bettozzi:**

    Bettozzi utilizza con abilità l'ironia e il sarcasmo per affrontare il tema della supponenza. La poesia, ispirata da una discussione su Scalfari e l'illuminismo, sottolinea l'importanza dell'umiltà e la fragilità delle convinzioni supponenti.

 

**"Il Crocifisso" di Marco Cabassi:**

    Cabassi dipinge un quadro poetico della sofferenza del Crocifisso, esplorando il peso emotivo e simbolico della crocifissione. La poesia trasmette una profonda empatia e riflessione sulla sofferenza umana e la sua rappresentazione nell'iconografia cristiana.

 

**"Sombras Chinescas" di Marino Spadavecchia:**

     La poesia di Marino Spadavecchia, "Sombras chinescas," evoca immagini suggestive attraverso l'uso di metafore e simbolismo. Le "ombre cinesi" sulle pareti rappresentano la perdita della chiarezza intellettuale, una sinderesi smarrita negoziata attraverso baratti, quasi come in un gioco di scambi a perdere su un treno fuori dal nostro controllo. L'alternarsi di albe e tramonti, senza rivelare mai completamente gli successi e i fallimenti, crea un'atmosfera di incertezza e mistero.

 

La successiva immagine dei "bicchieri incrinati" nella cristalliera delle certezze schiaccianti, suggerisce una fragilità che si riflette nelle lumache travestite da signore. Questi elementi, inseriti nella risacca del mito e della malinconia, mettono in evidenza il conflitto tra la percezione distorta e la consapevolezza della propria goffaggine come pietra miliare nel percorso della ricerca della verità.

 

La traduzione, spero di cuore, abbia preservato l'essenza poetica, mantenendo la fluidità delle metafore originali. Certo è, che il nostro professor Spadavecchia si conferma sublime nel ritmo e nella musicalità delle parole che si fondono armoniosamente, creando un'esperienza poetica che si presta a molteplici interpretazioni. La ricerca disperata della verità, urlata tra le ombre, conferisce un tono emotivo e coinvolgente a questa profonda riflessione sulla condizione umana.

Ottimo, da applausi ...e bis.

 

**"Sentieri" di Salvatore Armando Santoro:**

     Nel tessuto poetico di Santoro, i sentieri rurali si trasformano in narrazioni intrise di una ricchezza che emana dalla terra stessa. Celebra il sacrificio dei contadini in sonetti che elevano la fatica al rango di simbolici tesori, narrando in dialetto un'epopea vissuta e glorificata.

 

**"Apriti adesso mia spinosa corte" di Maria Benedetta Cerro:**

    Cerro, oggi ci tesse una trama di speranza, dipingendo un quadro di vita immaginaria, dove l'armonia, incarnata in un'aquila-colomba, scende dolce e fiera sui vivi senz'ali. La poesia è una sfida al buio, un'esplorazione dell'ottimismo attraverso immagini potenti, culminando nell'ascesa del salice, metafora radicale della rinascita. 

 

**"Domani credi giungerà" di Felice Serino:**

     Serino, oggi, ci conduce in un'atmosfera di riflessioni sulla vita e sul significato, culminando nell'aspettativa del domani. Cattura l'incertezza del futuro, esplorando l'alba con occhi nuovi, promuovendo una contemplazione profonda tra natura e l'impegno di affrontare la vita con intensità, sul bordo dell'infinito. Sempre profondo e meditativo oltre che riflessivo il nostro bravissimo Felice. Grazie.

 

**"Autunno" di Franco Fronzoli:**

Fronzoli dipinge l'autunno con pennellate di immagini suggestive, narrando il ciclo di questo tempo di transizione. La sua poesia collega la natura a una connessione intima, raggiungendo un climax in una nanna simbolica. Foglie che si posano sul lettore, diffondendo una sensazione di riflessione e ricordo.

Leggera e dolce poesia scritta con pennellate magistrali.

 

**"L'infinito" di Lucio Zaniboni:**

    Zaniboni esplora l'infinito con immagini di luce, fuochi nel camino e orizzonti azzurroverdi di mare. La poesia non solo narra, ma intriga la mente sul destino e sulla possibilità di ritorno all'infinito. Riflessioni sul viaggio della vita, con occhi aperti, con curiosità, con l'aspettativa di scoprire ciò che si cela dietro l'angolo.

 

**"Jäger" di Jacqueline Miu:**

     I versi dipingono un epico viaggio di temerari attraverso il mare della follia, con un'atmosfera inquietante e visionaria. Miu utilizza immagini potenti e metafore che richiamano il coraggio e la disperazione di chi affronta l'ignoto. L'oceano diventa un simbolo metaforico di un abisso esistenziale, e la nave rappresenta la fragilità dell'umanità di fronte alle forze sconosciute. La poesia si avventura su confini filosofici e psicologici, esplorando la tensione tra speranza e paura, coraggio e follia. La prosa offre una riflessione profonda sulla natura dell'uomo e il suo rapporto con l'incertezza della vita.

Jaq, che dirti di più di quanto già testimoniato?! Sei un vulcano in piena eruzione di lava, lapilli e fumi di colori e immagini fantasmagoriche! Le tue poesie, sono film e non semplici quadri da sceneggiatura. Un vero godimento.

 

**"Autoritratto" di Carlo Chionne:**

    Il vecchio raffigurato dal nostro Carlo, dipinge con le parole un autoritratto affettuoso. Il berretto, il bastone e la borsa svelano il peso degli anni, ma il cuore che gioisce al Castellaccio rivela una giovinezza interiore eterna. La poesia celebra la vitalità che si rinnova attraverso esperienze che portano al ringiovanimento, anche nell'età avanzata. Carlo Chionne incarna il passo del tempo con dolcezza e l'approccio al Castellaccio diventa un rituale di rinascita.

Grazie Carlo, molto bella questa tua ultima poesia, una bomboniera da collezione.

 

**"Quest'anno a Natale di Antonia Scaligine:**

     La poesia esprime riflessioni profonde sull'evoluzione della tecnologia e il suo impatto sul significato del Natale. L'uso di robot e intelligenza artificiale nel contesto natalizio sottolinea una sorta di distanza emotiva. L'autrice, con un tono di nostalgia, richiama il passato, evidenziando il cambiamento nei festeggiamenti natalizi, ora permeati da tecnologia e artificialità. L'analisi critica del presente e la domanda sulla spiritualità e sul significato dell'amore aggiungono uno strato di profondità alla poesia. La conclusione, con il riferimento a Cristo, sottolinea l'unicità e l'irripetibilità della vita umana rispetto alla tecnologia.

Chapeau Antonia  e ad majora semper.  

 

**"Il mondo a rovescio" di Sandra Greggio

     In questa stupenda lirica, in un istante, l'universo si trasforma in una danza surreale. Il cielo e la terra, in un rovesciamento audace, si scambiano i loro ruoli millenari. Il cielo, punteggiato di fiori, è una tela vivace, mentre sulla terra emergono stelle, misteriosi presagi luminosi. Il cielo diviene una metropoli celeste, abitata da segreti, mentre la terra si presenta come un territorio inesplorato, ricco di enigmi. In questo capovolgimento, mi unisco a loro, attraversando le fasce dell'età. Da adulta mi ritrovo bambina, cercando la mia identità in questo magico ribaltamento. L'aspettativa di sorprese infinite avvolge questa metamorfosi.

 

La poetessa, con la sua ben dotata e rodata piuma, crea un'atmosfera incantevole usando il rovesciamento simbolico di cielo e terra. L'uso di metafore vive, come il cielo punteggiato di fiori e la terra con stelle, conferisce alla poesia un tocco di magia. L'autrice esplora in modo suggestivo l'identità e la trasformazione attraverso il cambiamento di età, dando alla poesia profondità emotiva e riflessiva.

Sandra, che dirti? Che ci emozioni e piaci, sarebbe riduttivo e ripetitivo, ecco,  trovato: Sei superlativa. Grazie 

 

E stretta è la foglia, ma lunga la via,

Voglia o non voglia, anche questa è Poesia!

Su, siate leggiadri, onesti e fantasiosi

Libere le rime, versi coraggiosi,

Commenti senza malizia o gelosia...

Dite la vostra, che ho già detto la mia!

 

Vostro, pur sempre vostro...e ad ogni costo!!!

Ben Tartamo 


 

RINGRAZIO DI ESSERCI 🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄 BUONE FESTE A TUTTI & DI PIU'

bruno amore [br1]

 

 

10-11-12 Dicembre

Commento alla poesia di Ben Tartamo "Cos'è il Morire" del 10-11-12 dicembre 2023

 
[Analisi poetica]:
Ben Tartamo, in questa breve ma intensa poesia, esplora il tema universale della morte attraverso una serie di riflessioni che toccano diversi aspetti dell'esistenza umana. L'autore sottolinea la connessione tra il morire, il riposare, l'abbandonare e il soffrire, intrecciando il ciclo della vita con il suo inevitabile termine.
In effetti,  guardando alla sua vasta collezione di rime e liriche, 
Ben Tartamo, poeta dalla sensibilità filosofica, offre un quadro intriso di riflessioni intime attraverso la sua produzione poetica. Nelle opere "Come nel Getsemani," "La Morte sfiorando," "Memento," e "L'infinita e fragile mia nullità," emerge un dialogo profondo con la vita, la morte e l'interconnessione tra fede e esistenza umana.
 

 
[Genere letterario poetico]:
Questa poesia rientra in un genere poetico che potrebbe essere definito come "lirica filosofica". Tartamo non si limita a descrivere il morire in senso letterale ma lo collega a dimensioni più profonde dell'esperienza umana, toccando la sfera dell'abbandono, del riposo e della partenza.
Il suo stile poetico si inserisce nella tradizione , non esclusivamente lirico-filosofica, ma anche in quella metafisica e spirituale. Tartamo utilizza l'espressione poetica per esplorare tematiche esistenziali, fondendo introspezione filosofica con la profondità emotiva della lirica.

 
[Aspetti filologici]:
Tartamo utilizza una lingua diretta e essenziale, privilegiando la chiarezza espressiva. La scelta di parole come "riposare", "abbandonare" e "soffrire" contribuisce a creare un legame emotivo con il lettore, mentre il ritmo serrato delle brevi frasi sottolinea l'ineluttabilità del ciclo della vita.
Nelle sue poesie, l'uso di parole cariche di significato, come "abissi," "Pace," e "Fede," denota una precisione filologica. Tartamo, con abilità, crea immagini verbali che evocano emozioni e riflessioni profonde, attirando l'attenzione sulla scelta accurata del lessico.

 
[Aspetti psicologici]:
La poesia riflette sul significato del morire in termini non solo fisici ma anche emotivi e simbolici. Le parole "lasciare" e "dire" suggeriscono una comprensione interiore e personale del morire, indicando che la morte è anche un modo di lasciare un'impronta, di esprimersi.
Il poeta si rivolge alle profondità dell'animo umano, affrontando la paura, la speranza e la ricerca di significato. La sua poesia funge da specchio per le sfumature psicologiche dell'esistenza, connettendo il lettore alle sfide universali della vita e della morte.

 
[Metrica e rime]:
La struttura della poesia è breve e concisa, senza un'aderenza rigida a schemi metrici o rime regolari. Questa semplicità formale enfatizza il contenuto essenziale del messaggio, focalizzandosi sul significato emotivo e concettuale delle parole.

 
Conclusione:
Tartamo dimostra flessibilità stilistica, sperimentando con strutture libere. In alcune poesie, l'assenza di uno schema metrico o di rime regolari contribuisce a enfatizzare la natura personale e riflessiva del suo linguaggio poetico.
In passato, nel trentennio 1990/2010, va ricordato, la sua poesia ricercava una musicalità adatta al genere cantautorale.

 
La poesia di Tartamo offre uno sguardo profondo sulla complessità del morire, spingendo il lettore a riflettere sul significato più ampio della vita e sulla sua inevitabile conclusione. La sua scrittura riesce a comunicare con chiarezza e intensità, affrontando questioni universali con un approccio filosofico e lirico allo stesso tempo.
Attraverso l'analisi di più opere di Tartamo, emergono le caratteristiche distintive del suo approccio alla poesia: la connessione tra la sfera personale e la dimensione universale, l'uso ponderato del linguaggio e la ricerca di risposte nell'indefinibile. La sua poetica, ricca di significati stratificati, invita il lettore a un viaggio spirituale e intellettuale.

 
Vostro Marino Spadavecchia 
San Cristóbal - Táchira - Venezuela 

 

Poesie del 10-11-12 dicembre 23

#   Lucio Zaniboni-"Mattino"

Nel dipanarsi di questo mattino, il poeta intesse un rituale di rinascita, laddove la gomma del sogno cancella le ombre della notte. La vita, resiliente, riaffiora come l'alba che abbraccia il nuovo giorno. Il treno dei giorni, in uno scossone, accoglie un vagone fresco di opportunità, un simbolo della continua marcia del tempo.

Il riflesso negli occhi, rituale di auto-scrutinio, rivela una sete di esistenza, un desiderio di afferrare il palpito della vita. Il canto interiore mentre ci si radia, l'atto di discendere le scale con la speranza di un domani differente da ieri, dipingono un paesaggio psicologico carico di speranza e desiderio di cambiamento.

Il richiamo a "ancora ti specchi" sottolinea la ciclicità di questo rituale quotidiano, una conferma continua della propria esistenza. Scoprire la "voglia di vivere" negli occhi diventa un atto di riconoscimento, un'affermazione di sé nel vasto teatro dell'esistenza.

Il verso "il domani di ieri è tuo" evoca un concetto di possesso del tempo, suggerendo che il futuro è plasmato dalle scelte e dalle esperienze passate. Questa riflessione sul tempo sottolinea la profondità della consapevolezza del poeta, che abbraccia il presente come ponte tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.

In questo breve ma intenso componimento, Lucio Zaniboni offre un'ode al rinnovamento quotidiano, alla speranza incastonata nella routine, creando un quadro psicologico intriso di lirismo e di una sagace osservazione della vita che si dipana davanti a noi.

 

#   Flora Fazzari-"Precarietà"

Nel canto delicato di "Precarietà," emerge la consapevolezza di una vita effimera, evocata con maestria da Flora Fazzari. La metafora del "batter d'ali" suggerisce una leggerezza intrinseca, un'effervescenza fragile eppure potente, come il respiro stesso della vita.

La vita, dipinta come "lieve e precaria," si svela come un'esperienza fugace, un battito d'ali che danza nel divenire dell'esistenza. La dolcezza e la leggerezza evocate dalla poetessa richiamano l'effetto etereo di un'aria sottile, incanalando la fragilità e la bellezza che permeano ogni istante.

Il legame con le cose e gli altri, descritto con il verbo "ci leghiamo," rivela un desiderio umano fondamentale di connessione e ancoraggio in un mondo che tende all'effervescenza. L'aspirazione a fermare il tempo e a sconfiggere l'ansia rappresenta il tentativo di aggrapparsi a qualcosa di stabile in un contesto caratterizzato dall'instabilità.

Tuttavia, la poetessa ci svela una verità amara: questo desiderio di fermare il tempo e combattere l'instabilità, sebbene umano, è inefficace. Il riconoscimento di questa inevitabile precarietà si trasforma in una saggezza, una consapevolezza che può attenuare il flusso incessante del divenire.

Il "mondo in continuo movimento" diventa il palcoscenico di questa danza effimera, dove la poetessa, con maestria, delinea il delicato equilibrio tra la gioia e la transitorietà. In questo contesto, il messaggio criptico potrebbe risiedere nell'accettare e celebrare la precarietà stessa, trovando la bellezza nella fugacità di ogni istante.

In sintesi, Flora Fazzari, con la sua "Precarietà," offre uno sguardo profondo nel tessuto dell'esistenza umana, unendo la poesia alla psicologia per creare un ritratto commovente e raffinato del nostro rapporto con il mondo e con noi stessi.

 

Jaime Luis Huenún traduzione di Nino Muzzi-"Envio a Anahí"

Nel canto di Jaime Luis Huenún, l'alba si svela come un momento di trasmutazione poetica, intessuto di immagini evocative. Nel corteggiare della notte, il poeta coglie fiori nei libri di poesia, un gesto che simboleggia la creazione e l'offerta di bellezza.

La pioggia che bagna il mondo e i primi boccioli rossi di fagiolo nel sogno indicano una rinascita, una connessione simbolica tra l'elemento vitale della pioggia e la crescita della natura. Il volo dei guairaos e il canto del tué tué creano un quadro di mistero e confusione, un richiamo alla complessità della vita e della natura.

Il risveglio porta con sé un'immagine surreale, dove il cielo diventa farfalla e la terra si trasforma in lepre che insegue il sole. Questa metamorfosi visiva trasmette una percezione poetica del mondo in cui la natura stessa è animata da uno spirito magico e in costante cambiamento.

L'incontro con Anahí si dipinge come un'esperienza di pura bellezza, con l'immagine poetica di lei che ronza sulle orme del miele, creando onde nella placenta bianca della madre. Questo ritratto delicato trasuda una dolcezza eterea e un senso di connessione profonda con la natura e la vita stessa.

La riflessione sulla morte come ciò che l'acqua scrive sull'acqua porta una profondità filosofica alla poesia. La contemplazione del rocío sulle foglie evoca la fragilità dell'esistenza, un ricordo sottolineato dalle lacrime del poeta, che piange solo per il delirio di respirare l'aria di Anahí.

In questa traduzione di Nino Muzzi, la poesia di Huenún si traduce con grazia mantenendo l'essenza della sua lirica, offrendo un viaggio attraverso immagini poetiche che svelano l'intreccio sottile tra la vita, la natura e l'amore.

 

#    Fausto Beretta-"Sensazioni a sera"

Nelle "Sensazioni a sera" di Fausto Beretta, il crepuscolo diviene il palcoscenico di emozioni sottintese, tessute con maestria. La notte, con il suo incedere lento, diventa custode dei pensieri, affidati al cuscino come un fardello da condividere con il buio. Le fresche coperte, cullando la stanchezza del giorno, diventano il rifugio temporaneo dalle inquietudini.

Il cielo stellato, pur offrendo uno spettacolo incantevole, acuisce sensazioni di incompiutezza. La poetica descrizione di una strana incompletezza suggerisce una mancanza profonda, mentre la tristezza vaga nel ricordo di un giorno pur bello ma ora sfumato.

Il focus si sposta su una "Lei" assente, un tassello dimenticato di un puzzle complesso, costruito con amore da madri pazienti. Questa Lei diventa un'ombra muta, un angolo lasciato nelle strade della vita, un ricordo palpabile di giovinezza, amori e speranze che la sera evoca con nostalgia.

La descrizione di Lei come "ricordo di vita vissuta" suggerisce una presenza indelebile, un richiamo che vecchi cuori nella notte sentono con malinconia, anche se Lei non può più tornare. La poesia diviene un ponte tra passato e presente, un'evocazione di emozioni che persistono nel tessuto dell'esistenza.

In questo componimento, Fausto Beretta abbraccia la malinconia serale, trasformando la mancanza in una melodia poetica, dove ogni parola diviene un frammento di un puzzle emotivo, un'ode ai ricordi e alle emozioni intrinseche al tramonto della giornata.

 

#   Marino Giannuzzo-"Talvolta penso con profonda quiete"

In questi versi, Marino Giannuzzo esplora le profondità della sua anima, oscilando tra la quiete riflessiva e un'apparente follia alimentata dalla bruciante ingiustizia. La sua introspezione si svela come un turbine di emozioni, un dilemma tra il desiderio vendicativo e il riconoscimento della complessità della vita.

L'autore contempla il desiderio di giustizia, di risarcimento per i mali subiti e inflitti. L'uso delle parole "bile," "malizia" e "invidia" crea un quadro di negatività e malvagità che hanno cavalcato un trattore, metafora di forza distruttiva e implacabile.

La profondità delle emozioni emerge quando l'autore si rivela assetato di vendetta, descrivendo con intensità il desiderio di torturare coloro che hanno seminato solo male, privi di amore. La rabbia si fa palpabile, trasformando il cuore in un centro di giustizia vendicativa.

Tuttavia, l'autore non si perde in questo turbine di emozioni. La sua riflessione lo conduce a una saggezza che riconosce l'assenza di malfattori come una minaccia per la vitalità della vita. L'immagine di uno stantio pantano morto e puzzolente senza malfattori offre una visione della noia e della stasi senza contrasti, senza l'opposizione che crea la vitalità stessa.

Infine, l'atto del perdono emerge come risoluzione, una scelta consapevole di allontanarsi dalla vendetta. L'autore concede il perdono, comprendendo che senza le sfide e le imperfezioni, la vita perderebbe il suo significato. In questo complesso viaggio attraverso emozioni contrastanti, Marino Giannuzzo esprime una profonda comprensione della natura umana e della complessità delle relazioni.

 

#   bruno amore[br1]-"finestre di campagna"

In "finestre di campagna" di Bruno Amore, il panorama si apre dalla cima più alta, uno sguardo errante che si muove attraverso le colline poppute, ormai grige sotto l'azione dell'aratro d'autunno. L'immagine delle curve su curve di spiaggia affollata evoca una sensazione di movimento e vita, con le ogive sormontate da casolari d'arenaria bruna che emergono come segni di insediamento umano.

L'uso della metafora "capezzoli sui seni d'una vergine" dona un tono di delicatezza e intimità al paesaggio, trasmettendo un'immagine di bellezza naturale e innocenza. L'epidermide che "freme" e si "accappona" suggerisce una connessione sensoriale e umana con la terra, una sorta di reazione fisica al paesaggio circostante.

Le selvatiche incolte e le bordure di arbusti sempre verdi che inghirlandano i borri umidi dipingono un quadro di vitalità e rigoglio naturale. La scelta di parole come "selvatiche" e "umidi" aggiunge un tocco di selvatico e fresco alla descrizione, enfatizzando la bellezza incontaminata della campagna.

In sintesi, Bruno Amore crea un affresco poetico che mescola la visione umana e naturale della campagna. Le immagini forti e le metafore evocative rendono omaggio alla bellezza intrinseca e complessa della terra, e la sua scelta di parole conferisce al paesaggio una vivacità e un'anima uniche.

 

#   Cristiano Berni-""Promenade"

In "Promenade" di Cristiano Berni, il poeta ci conduce in una passeggiata attraverso le strade della vita, immergendosi nelle sensazioni e nei suoni della pioggia. La pioggia diventa un elemento di purificazione, un dono che scende libera, nuda e pura, quasi trasportando con sé la semplicità e la chiarezza dell'esistenza.

La descrizione della pioggia come "calma" e "scevra d'astio" suggerisce una natura pacifica e liberatoria, priva di rancori e carica di una gioia contagiosa. Le gocce, traboccanti di febbrile ilarità, sembrano portare con sé una catarsi, trasformando la loro nascita sporca e grigia in qualcosa di lieve e delicato.

La promenade del poeta attraverso strade sconosciute diventa un'esperienza di scoperta e gioia. Il tintinnio gracile apre l'anima e il cuore a nuove emozioni, mentre l'aria fresca e pura trasmette una sensazione di rinascita. L'acqua che inzuppa il poeta diventa un veicolo di felicità, rendendo la vita inebriante e carica di speranza.

La poesia di Cristiano Berni celebra la bellezza e la semplicità della vita, evidenziando come anche un elemento così comune come la pioggia possa trasformare l'esistenza in un'esperienza straordinaria. La natura diventa un mezzo per accendere la speranza e apprezzare le gioie fondamentali della vita.

 

#   Armando Bettozzi-""Stravòrgi-menti"

In "Stravòrgi-menti" di Armando Bettozzi, il poeta riflette su temi complessi della società e della natura umana, utilizzando un linguaggio diretto e arguto. La poesia affronta questioni di tolleranza, giustizia, e il comportamento umano attraverso una serie di considerazioni e osservazioni taglienti.

Il poeta esprime una critica acuta verso la mancanza di tolleranza e l'assurdità di alcune idee. L'ironia è utilizzata per mettere in luce contraddizioni e paradossi, come nel verso "Tolleranza ar no-nostrano, ma… ammazzamo chi è cristiano!" che sottolinea l'assurdità di comportamenti discriminatori e violenti.

Nella sezione successiva, "Stravòrgi-menti," il poeta affronta il tema della giustizia e della sua applicazione. La critica si rivolge alle incongruenze del sistema legale, evidenziando le contraddizioni tra la teoria e la pratica. L'uso dell'ironia e delle espressioni colloquiali rende la critica ancora più incisiva.

La poesia continua a toccare temi come l'educazione, la responsabilità individuale e la complessità della natura umana. Il poeta evidenzia le contraddizioni della società e critica il modo in cui vengono affrontate le sfide e i problemi.

Nel complesso, "Stravòrgi-menti" offre una prospettiva critica e riflessiva sulla società contemporanea, utilizzando un linguaggio che rispecchia la spontaneità e la franchezza delle emozioni umane.

 

#   Francesco Mitrano-"Vita mia"

In "Vita mia" di Francesco Mitrano, il poeta trasmette un messaggio affettuoso a suo nipote Gerardo, esprimendo non solo i desideri per il suo futuro, ma anche condividendo riflessioni sulla propria esperienza di vita. Analizziamo il testo con enfasi psicologica e lirismo.

Il poeta inizia con un affettuoso riconoscimento delle qualità di Gerardo, notando la sua crescita in dolcezza, sapienza, intelligenza e allegria. Questa prima parte suggerisce una prospettiva di ammirazione e affetto da parte del nonno nei confronti del nipote.

Nel desiderare a Gerardo un percorso libero e gioviale, si intravede il desiderio del nonno di preservare l'innocenza e la gioia dell'infanzia del nipote. Questo può riflettere il desiderio del poeta di proteggere Gerardo dalla durezza della vita adulta.

La metafora dei fiori senza spine, dei tragitti agevoli e dell'eterna primavera esprime un desiderio di un'esistenza priva di difficoltà e sofferenze. Tuttavia, il poeta si confronta con la realtà, rivelando il suo percorso tortuoso. Questa ambivalenza tra il desiderio di una vita perfetta per Gerardo e la consapevolezza delle sfide della vita può riflettere un conflitto interiore del poeta.

L'invito a Gerardo di affrontare gli ostacoli con volontà ed energia rivela la consapevolezza del poeta della necessità di superare le sfide per crescere e progredire. Questo suggerisce anche la trasmissione di una saggezza accumulata attraverso l'esperienza personale.

La poesia conclude con un'immagine toccante del nonno che desidera mantenere Gerardo vicino e abbracciarlo. Questo rafforza il legame affettivo tra i due e rivela una profonda connessione emozionale.

In sintesi, "Vita mia" è un inno affettuoso e saggio che riflette sulla complessità delle esperienze umane, trasmettendo un desiderio di prosperità e un senso di affetto duraturo. Il poeta mostra una consapevolezza psicologica della dualità tra i desideri idealizzati e la realtà, arricchendo il messaggio poetico di profondità emotiva e sensibilità.

 

#   Salvatore Armando Santoro-"Seduto in un caffé"

In "Seduto in un caffé" di Salvatore Armando Santoro, emergono chiaramente sentimenti di malinconia, perdita e rassegnazione, trasportando il lettore in un viaggio emotivo attraverso il dolore di un amore perduto. Esaminiamo con enfasi psicologica e poeticità questo intenso sfogo.

La scenografia del poema si sviluppa in un caffè, luogo di riflessione e solitudine. L'autore rivolge il suo pensiero all'amata, immergendosi in ricordi vividi e struggenti del Salento, con il sole che accarezza e il vento che avvolge. Questa ambientazione evoca un'atmosfera intensa e malinconica, arricchita dalla vivida descrizione sensoriale.

La consapevolezza che l'amata abbia dimenticato il suo amore è un dolore palpabile. L'autore dipinge l'immagine simbolica dell'amore gettato nel cestino lungo il mare azzurro, rivelando la sofferenza di un legame interrotto. Il cuore consumato e l'amore logorato rivelano la disperazione di un sentimento non corrisposto.

La mancanza fisica dell'amata è espressa attraverso dettagli intimi, come il suo rifiuto di accarezzare, sistemare i capelli o sorridere. Questi gesti trascurati sono simboli di una connessione che si è dissolta, lasciando il cuore dell'autore in balia di emozioni oscure.

La descrizione della casa vuota, senza luce e il cane morto legato alla catena, aggiunge ulteriore tristezza al quadro emotivo. Il poeta vive nella speranza illusoria di un ritorno, scrutando la casa senza vita dell'amata e percependo il vuoto lasciato dal passato.

Il dolore profondo e la pena intensa emergono nel finale, con l'autore che esprime la possibilità di morire a causa del dolore. La disperazione si riflette nell'illusione di navigare con le nuvole, un tentativo di sollevarsi da una realtà difficile da accettare.

In sintesi, "Seduto in un caffé" è un toccante viaggio emotivo che esplora la sofferenza dell'amore perduto, trasmettendo con intensità la complessità della psiche umana e la profondità delle emozioni vissute dall'autore forse complice la musica e la poesia di quel Battisti-Mogol che ha battuto il ritmo ai nostri batticuori giovanili.

 

#   Maria Benedetta Cerro-"Alimento il fumo domestico"

In "Alimento il fumo domestico" di Maria Benedetta Cerro, si intravede un dipinto verbale della casa come luogo di intimità e contemplazione. Esploriamo questo quadro poetico con sensibile rispetto.

Il fumo domestico diventa un elemento simbolico, nutrendo non solo i voti espressi, ma anche l'atmosfera della casa. L'immagine delle cere al candelabro, con braccia proliferanti, evoca un rituale sacro e intimo, creando un'atmosfera di ritualità e mistero.

La descrizione degli oggetti sulla mensa che si colmano per gli occhi prima ancora che per il palato sottolinea l'importanza della bellezza estetica nella vita quotidiana. L'autrice crea un senso di abbondanza e prosperità attraverso l'immagine di piatti pieni che soddisfano la vista.

La casa descritta è aperta e accogliente, con vetri senza tende e porte senza chiavi. Questo suggerisce un invito alla trasparenza e all'accesso libero, simboleggiando forse un'armonia familiare e un senso di fiducia reciproca.

L'andare leggero da una stanza all'altra suggerisce un flusso fluido di movimento all'interno della casa, mentre i prismi di luce che sorprendono i soffitti aggiungono una dimensione magica e poetica, trasformando gli spazi comuni in luoghi di incanto.

La poetessa dipinge con maestria un quadro vibrante di colori e sensazioni, concludendo con l'immagine di tondi colorati che decorano i soffitti. Questi piccoli dettagli contribuiscono a creare un'atmosfera di gioia e vitalità, trasmettendo l'idea di una casa come luogo di bellezza e serenità.

In definitiva, "Alimento il fumo domestico" celebra la dimensione poetica e armoniosa della vita quotidiana all'interno della casa, invitando il lettore a immergersi in un mondo di sensazioni e immagini raffinate.

 

#   Felice Serino-"Cuore aperto"

In "Cuore aperto" di Felice Serino, emergono immagini evocative e una riflessione sulla poesia come forma d'espressione aperta a tutti. Esploriamo questa breve ma profonda dichiarazione poetica.

L'apertura del cuore e della pagina suggerisce una vulnerabilità e una disponibilità a condividere esperienze e emozioni. La poesia, dichiarata essere "di tutti", diventa un mezzo universale di comunicazione e connessione.

La metafora del vento di luce suggerisce un soffio ispiratore, un'energia che porta con sé illuminazione e chiarezza. La poesia diventa quindi un canale attraverso cui la parola può fluire, portando con sé la sua forza trasformatrice.

L'immagine della ferita creaturale sottolinea la natura profonda e autentica della parola poetica. La poesia si svela come un atto di rivelazione, esponendo le cicatrici e le vulnerabilità dell'esperienza umana.

In conclusione, "Cuore aperto" offre una visione della poesia come un mezzo di espressione condiviso da tutti, un ponte che collega cuori aperti e menti pronte ad accogliere la bellezza e la verità che emergono dalla parola poetica.

 

#   Franco Fronzoli-"Cammino accompagnato dai miei pensieri..."

Nel cammino poetico di Franco Fronzoli emergono sentieri intrecciati tra il conscio e l'inconscio, tra delusioni e momenti belli, radicati profondamente nel cuore. Analizziamo questo quadro con una prospettiva psicologica e critica.

L'accompagnamento "dei miei pensieri" suggerisce una connessione profonda con il mondo interiore del poeta, un dialogo continuo tra sé stesso e le sfumature della vita. Le delusioni, insieme ai momenti belli, diventano nodi emotivi saldamente ancorati nel cuore, indicando una complessità e una ricchezza di esperienze.

Le parole che "roteano nell'aria" con il vento che le disperde rivelano una dimensione effimera e sfuggente della comunicazione. Questa immagine potrebbe riflettere la fugacità delle emozioni e delle esperienze, intrappolate nel delicato balletto delle parole.

Il tramonto di un autunno malinconico e la luna smarrita nel cielo contribuiscono a creare un'atmosfera di nostalgia e contemplazione. Il poeta sembra confrontarsi con il passare del tempo e la fuggevolezza della vita, esplorando il simbolismo di un ciclo naturale.

I minuti vissuti nel "più religioso silenzio" suggeriscono una dimensione sacrale, forse indicando la profondità e la sacralità del momento presente. Il silenzio diventa un compagno di viaggio, trasmettendo emozioni tristi ed allegre, parlando di tutto e, allo stesso tempo, di niente.

Infine, il cammino "verso il mio destino" evidenzia un senso di prospettiva futura, una ricerca di significato e direzione. Questo verso finale apre spazi di interpretazione sull'evoluzione personale del poeta e sulla sua relazione con il destino.

In sintesi, Franco Fronzoli dipinge un paesaggio poetico intriso di emozioni complesse, unendo la psiche umana con la poeticità del vivere quotidiano.

 

#   Sandra Greggio-"Il momento decisivo"

In "Il momento decisivo" di Sandra Greggio, il poema esplora il significato e l'importanza del momento prima di addormentarsi. Attraverso l'analisi possiamo dipingere un quadro che va oltre la superficie del sonno.

L'atto di "posare il capo sul cuscino" suggerisce un momento intimo, personale e privato. La notte diventa uno spazio privilegiato, un teatro mentale dove si svolgono esperienze oniriche o si affrontano pensieri e preoccupazioni.

La dualità del momento, che può essere di "relax" o "stress," riflette la complessità dell'esperienza umana. Il sonno diventa un terreno di gioco per l'equilibrio tra tranquillità e agitazione, tra sogni e pensieri.

Il verso "Del bilancio della giornata / Ma anche della tua vita" sottolinea l'importanza di questo istante come un punto di riflessione più ampio. Il momento prima di dormire diventa un crocevia in cui si valutano non solo le vicende quotidiane, ma anche il percorso di vita complessivo.

In conclusione, Sandra Greggio dipinge un rituale notturno che trascende il semplice atto di dormire, diventando un portale per l'auto-riflessione e l'esplorazione della propria esistenza.

 

#   Alessio Romanini-"E se raggiungessimo..."

In "E se raggiungessimo..." di Alessio Romanini, il poeta esplora la tensione tra il desiderio di recuperare il passato e la consapevolezza della sua inaccessibilità. Analizziamo questo breve poema con una prospettiva più approfondita.

L'idea di "come se il tempo avesse il passato / cancellato" suggerisce un desiderio di annullare o modificare gli eventi passati. Il poeta sembra affrontare il concetto di rimozione temporale, come se il passato potesse essere completamente cancellato o riscritto.

L'espressione "raggiungessimo il nostro passato" porta con sé un senso di ricerca e ritorno. La parola "anonimato" suggerisce che, raggiungendo il passato, ci sveleremmo a noi stessi, rivelando aspetti di noi che sono stati forse dimenticati o nascosti.

Il verso "ciò che noi nel tempo abbiamo mollato" evoca la sensazione di aver abbandonato qualcosa nel corso della vita. La parola "oblio" suggerisce che ciò che è stato lasciato indietro è caduto nell'oblio, nella dimenticanza.

La ripetizione di "Se raggiungessimo..." enfatizza l'irrealizzabilità di questo desiderio. Il poeta riconosce la natura inaccessibile del passato e il fatto che, nonostante il desiderio, non possiamo mai veramente raggiungere o modificare ciò che è stato.

Il verso conclusivo "Ma non possiamo mai più raggiungere / ciò che è stato, e oggi ricongiungere" sottolinea la consapevolezza della limitazione umana di non poter cambiare il passato. La parola "ricongiungere" può suggerire una sorta di riconciliazione con il passato, accettando ciò che è stato e portandolo nel presente.

In sintesi, Alessio Romanini esplora la complessità del rapporto con il tempo e il passato, riconoscendo la nostra incapacità di tornare indietro ma forse suggerendo la possibilità di una sorta di riconciliazione interiore.

 

#   Jacqueline Miu-"Il mistero della neve"

Nel poema di Jacqueline Miu, l'intreccio tra immagini vivide, riferimenti culturali e profondità emotiva crea un ricco intreccio di sensazioni. Esploriamo l'analisi, approfondendo i vari strati di questo suggestivo componimento.

Le prime righe impostano un tono giocoso con "le preghiere innalzano il suono di cornamuse sparse e ostinate", attirando immediatamente l'attenzione su una miscela di tradizione e resistenza. La menzione di Keats su una panchina della Tate(*) aggiunge un tocco letterario, suggerendo una fusione di mondi artistici. Il riferimento a Babbo Natale nei cartoni introduce un contrasto giocoso, forse suggerendo la contrapposizione tra gioia e assurdità nella vita.

Il freddo senza il proprio amato è un motivo ricorrente, enfatizzando la freddezza emotiva nell'assenza di connessione. Comporre la colonna sonora di Destiny 4 balbettando il nome dell'amato aggiunge un tocco personale e ritmico alla narrazione.

"Father Christmas Down Hounslow High Street" introduce un elemento musicale, suggerendo un'aria giocosa e stralunata. La linea riguardante il diventare fantasmi su una nave chiamata destino presenta una metafora toccante per il viaggio condiviso attraverso le incertezze della vita.

Il riferimento a Keel e all'astrologia introduce temi nautici e celesti, sottolineando il viaggio imprevedibile della vita. L'arrivo di un Capricorno alla porta aggiunge un tocco di destino astrologico.

La vivida descrizione del Tamigi che scorre verso un paradiso di acqua salata, dove figure storiche diventano nomi moderni, cattura un senso di atemporalità e trasformazione.

Il motivo ricorrente del mistero della bellezza e l'immagine di scintille che si attaccano a un elfo cadente suggeriscono la natura effimera dell'incanto. Le costole strette dal desiderio paragonate a un pretzel trasmettono l'intensità dell'emozione.

Le immagini della neve sono sia romantiche che solitarie. La dichiarazione del locutore di essere solo e l'anticipazione di "iniziare a nevicare anch'io presto" evocano un senso struggente di desiderio. L'atto di indossare scarpe da tennis e ballare suggerisce una celebrazione speranzosa, seppur solitaria.

Le strofe finali portano un cambiamento di tono, sottolineando l'intento del locutore di esprimere emozioni profondamente radicate. L'atto di "imbiancare" vari elementi con piedi nudi che scrivono poesie aggiunge uno strato tattile e intimo all'immaginario.

In sintesi, Jacqueline Miu intreccia elementi diversi, come riferimenti culturali, stati emotivi e scene vivide, per creare un poema che invita i lettori a esplorare le complessità dell'amore, della solitudine e il duraturo potere dell'espressione poetica.

(*)Tate è un complesso di quattro gallerie d'arte britanniche, due dei quali si trovano a Londra (Tate Britain, 1897, già noto come Tate Gallery, e Tate Modern, 2000), uno a Liverpool (Tate Liverpool, 1988) e un altro a St Ives in Cornovaglia (Tate St Ives, 1993).

 

#   Carlo Chionne-"Esortazione"

Nel tuo grido poetico emerge una critica acuta e un invito all'azione di fronte a molteplici sfide che affliggono il nostro mondo. La lista di problematiche spazia da guerre e povertà a inquinamento, discriminazioni e calamità naturali.

L'uso di parole come "devastato dal cemento" suggerisce una visione dell'ambiente fortemente compromessa dall'urbanizzazione e dalla cementificazione. Le allusioni a razzismo, mafia e discriminazioni portano l'attenzione sulle ingiustizie sociali e sulla necessità di combatterle.

La successione rapida di parole come "malaffare, ruberie, ingiustizie, corruzione" crea un ritmo incalzante, sottolineando l'ampia gamma di problemi affrontati. Il richiamo all'azione personale, con l'invito a "mettiti in gioco o mettiti da parte", aggiunge un elemento di responsabilità individuale nell'affrontare tali questioni.

Il tono deciso e l'esortazione a compiere la propria parte contribuiscono a trasmettere un senso di urgenza e impegno. Il tuo messaggio è chiaro: il mondo richiede azioni concrete per affrontare le molteplici sfide, e ogni individuo è chiamato a contribuire al cambiamento.

 

Con i più sentiti ringraziamenti ad ogni poeta per le emozioni donate e al nostro prof. Lorenzo 

Vostro Ben Tartamo 

 

 

 

7-8-9 Dicembre

Commento alla poesia "Cuor di tempesta" di Ben Tartamo del 7-8-9 dicembre 2023

Nel cuore tumultuoso di questa poesia, danza l'anima di un poeta che accoglie ora la carezza della brezza, una melodia di rinascita tessuta con fili d'emozione. Un tempo, gli ardenti tulipani carminei vestivano le solitudini, ma oggi, sotto lo sguardo amorevole dei fiordalisi, il rosso carnale del sole s'infrange nell'azzurra dolcezza di un mare rinnovato.

 
Il "Cuor di tempesta" palpita, quasi un battito sommesso, un richiamo agli stridori dell'animo che ora si trasformano in una sinfonia serena. I tulipani, una volta fervidi testimoni delle passioni, cedono il passo ai fiordalisi, custodi di un'eleganza più delicata, forse segno di una maturità che accoglie la bellezza senza l'ardore impetuoso di un tempo.

 
Il tramonto emotivo, dipinto con il rosso carnale del sole, si dissolve nell'azzurra dolcezza del mare, una transizione che suggerisce non solo la fine di un capitolo, ma anche l'apertura a nuove prospettive. 

 
L'anima, ritornando a battere col cuore, risuona di un risveglio interiore, una cicatrizzazione delle ferite emotive. Il richiamo ai fiordalisi, fiori che sorridono, potrebbe indicare una sintonia con la bellezza serena della vita, una risposta dell'anima alle carezze della brezza che ora leniscono anziché sconvolgere.

 
In questo intreccio di simboli ed emozioni, si delinea un poeta in dialogo con il suo mondo interiore, un viaggiatore dell'anima che trasforma tempeste in brezze accarezzanti, rifiorisce dal passato come un giardino rigoglioso, custodendo nel cuore la melodia eterna del suo smarrito amore. 

 
Il tutto, in effetti, viene rappresentato da un utilizzo di colori diversi alle parole della poesia stessa: il caldo del rosso a rappresentare la passione,  il freddo dello spirituale celeste a estrinsecare l'anima metafisica del nostro artista e, infine, il verde delle restanti parole a fornirci un messaggio di speranza, di fiducia e abbandono al futuro.
In questo affresco psicologico, però emerge la tonalità dominante della natura, il verde che è uno dei colori simbolo del Natale, e quindi, della Nascita. In effetti, se ci riflettiamo un attimo, il verde su di noi ha molti effetti positivi: rilassa, mette buonumore e ci spinge ad andare avanti. 

 
Gli psicologici, ci ricordano che è il colore dominante nel mondo naturale, il verde, ci circonda! E non a caso l'occhio umano ha il picco di massima sensibilità per le frequenze relative alla luce verde. Distingue, cioè, prima il verde, poi il rosso e infine il blu. E nella veste grafica di questa poesia, tali colori ci sono tutti!

 
Ecco cosa mi suscita questa poesia: fa emergere un viaggio interiore, un percorso che coniuga l'esperienza passata con la rinascita presente, svelando il ricco panorama di emozioni e simbolismi che compongono l'universo interiore di questo umile  poeta - e per sua scelta nascosto e sconosciuto all'editoria di nicchia -, perché vede nella Poesia un Dono che, gratuitamente per Grazia ricevuto, disinteressatamente va donato.
Grazie Ben Tartamo.

 
Con affetto,
Prof. Marino Spadavecchia 
San Cristóbal - Táchira- Venezuela 

 

 

Poesie del 7-8-9 dicembre 2023

 
Franco Fronzoli
**Analisi della Poesia "Ho camminato nell’autunno tra foglie":**

 
**1. Fonemologia e Ritmo:**
   - L'autore utilizza suoni morbidi e suggestivi, come in "foglie" e "fiori stanchi," creando un ritmo dolce e contemplativo.
   - L'allitterazione in "canto," "crepitare," e "camino" contribuisce a un ritmo armonioso e ripetitivo.

 
**2. Dettagli Psicologici:**
   - L'attesa dell'inverno può simboleggiare una fase di transizione o introspezione, sottolineando l'importanza dei cambiamenti stagionali nella vita dell'autore.
   - La scelta di leggere un libro e scrivere una poesia riflette una ricerca di significato e connessione personale, suggerendo un'immersione nella contemplazione interiore.

 
**3. Ritmo e Metrica:**
   - L'uso di versi liberi conferisce un ritmo naturale, adattandosi al flusso delle descrizioni stagionali e delle esperienze personali.
   - La metrica varia, contribuendo a una prosa ritmica che si adatta alle emozioni e alle immagini evocate.

 
**4. Dettagli Naturali e Suggestivi:**
   - Le immagini di foglie, alberi, e montagne creano una forte connessione con la natura, enfatizzando la bellezza nelle cose semplici e il ciclo della vita.
   - L'uso di dettagli come il passero, i rami piegati dal freddo e le grida dei bambini aggiunge profondità e umanità al paesaggio descritto.

 
**5. Dedicato a Te:**
   - La dedica finale aggiunge un elemento personale e emotivo, creando un legame tra l'autore e il lettore o il destinatario implicito.

 
In sintesi, la poesia di Fronzoli si presenta come un affascinante viaggio attraverso le stagioni, intriso di riflessioni personali e connessioni con la natura. La scelta di dettagli fonemologici, ritmici e psicologici contribuisce a creare un'atmosfera coinvolgente e intima.

 
Flora Fazzari
**Analisi della Poesia "Passi veloce...":**

 
1. **Fonemologia e Suoni:**
   - L'uso di suoni come la "p" e la "v" crea un ritmo delicato e sottolinea la fugacità dei passi.
   - La ripetizione delle consonanti nei versi iniziali ("Passi veloce") accentua il senso di velocità.

 
2. **Ritmo e Metrica:**
   - La brevità dei versi e il ritmo veloce riflettono il tema della fuga rapida, corrispondente al movimento dei passi.
   - La transizione tra brevi frasi e versi più lunghi crea un flusso dinamico.

 
3. **Immagine della Fugacità:**
   - L'immagine del soffio di brina e dei passi veloci suggerisce la natura fugace del tempo e delle emozioni.
   - Il cuore che batte forte e poi la scomparsa veloce rafforzano la sensazione di effimero.

 
4. **Ciclo Temporale:**
   - La poetessa gioca con la dimensione temporale, menzionando il "tempo già andato" e il ritorno lento.
   - Questa oscillazione riflette la ciclicità del tempo e degli eventi che si ripresentano nella vita.

 
5. **Descrizione della Scomparsa:**
   - L'immagine del ritorno piano e dello sfiorare della mente dipinge la scomparsa e il ritorno come processi graduati.
   - Il termine "turbine lento" crea un'immagine potente della scomparsa totale, suggerendo un movimento che inghiotte tutto.

 
6. **Stile Breve e Conciso:**
   - La brevità della poesia riflette la rapidità descritta nei passi e contribuisce a concentrare l'attenzione sulla fugacità.

 
In sintesi, "Passi veloce..." è un'opera poetica che cattura con efficacia l'effimero e la fugacità attraverso l'uso di suoni, ritmo, immagini e la firma personale dell'autrice.

 
Jaime Luis Huenún traduzione di Nino Muzzi
**Analisi della Poesia "En la casa de Zulema Huaiquipan":**

 
1. **Immagini Naturali e Atmosferiche:**
   - L'autore dipinge immagini vivide della casa di Zulema Huaiquipán, situata presso un fiume dai cieli verde-scuro. L'uso di espressioni come "verdinegro" e "polvo colorado" crea una vivida scena ambientale.

 
2. **Simbolismo del Luogo:**
   - La casa sembra essere un simbolo carico di significato, costruita su fondamenta di morti e con pareti costruite dai sogni di Zulema Huaiquipán. Questo simbolismo può rappresentare la storia, la cultura o la memoria collettiva.

 
3. **Elementi Culturali e Regionali:**
   - L'uso di termini come "mañío" e "pellín" (tipo di quercia o rovere del Cike e Argentina) evoca elementi culturali e regionali, aggiungendo un tocco autentico alla descrizione della costruzione della casa.

 
4. **Personificazione di Zulema Huaiquipán:**
   - Zulema Huaiquipán è personificata attraverso l'immagine degli occhi senza luce e delle pareti costruite dal suo sogno. Questo crea una connessione emotiva con il personaggio.

 
5. **Legami con la Natura:**
   - L'associazione di tavole di pellín alla nebbia e finestre che guardano il fiume e i marinai integra la natura nella costruzione della casa, creando un legame profondo con l'ambiente.

 
6. **Immagini Notturne e Oniriche:**
   - Il richiamo alla nebbia, ai campi della notte, e agli animali di un altro mondo suggerisce un'atmosfera notturna e onirica, contribuendo a un'aura poetica e misteriosa.

 
7. **Ombre come Piloni:**
   - L'immagine delle ombre infisse come piloni che sostengono il tetto aggiunge un elemento simbolico e metaforico, suggerendo che le esperienze passate e le ombre del passato sostengono la struttura presente.

 
8. **Traduzione:**
   - La traduzione di Nino Muzzi sembra preservare il tono poetico e l'atmosfera della poesia originale, mantenendo intatta la ricchezza delle immagini e dei significati.

 
In conclusione, questa poesia di Jaime Luis Huenún è un'opera ricca di simbolismo, legami con la natura e immagini oniriche. La costruzione della casa diventa un rituale carico di storia e significato, arricchendo il testo di strati di interpretazione.

 
Fausto Beretta
**Analisi della Poesia "Migranti oggi, ancora":**

 
1. **Tema della Migrazione:**
   - La poesia affronta il tema attuale della migrazione, sottolineando le sfide e le tragedie che affrontano i migranti nel loro percorso.

 
2. **Immagini Forti e Contrapposte:**
   - Immagini di migliaia di persone partenti, attraversando mari, monti e deserti, sono contrastate dalle tragiche immagini di bambini spaventati, annegati e dispersi. Questo crea un impatto emotivo forte.

 
3. **Emozioni e Paure:**
   - L'uso di espressioni come "muovendo emozioni" evidenzia il ruolo delle storie dei migranti nel toccare le persone emotivamente e suscitare paure ancestrali.

 
4. **Contrapposizione degli "Angeli":**
   - Gli "angeli bianchi" che portano acqua, pane e speranza contrastano gli "angeli neri" armati di parole d'odio. Questa dualità sottolinea la lotta tra la compassione e l'intolleranza.

 
5. **Simbolismo della Croce:**
   - La menzione della Croce simboleggia un collegamento con i valori cristiani, sottolineando il contrasto tra l'ideale di compassione cristiana e l'odio manifestato attraverso simboli religiosi.

 
6. **Sintesi di Colori e Immagini:**
   - L'uso di colori come bianco e nero, associati agli "angeli," enfatizza la dualità degli atteggiamenti nei confronti dei migranti.

 
7. **Riferimento a Gesù e la Croce:**
   - Il riferimento a Gesù e alla Croce suggerisce una critica alle azioni in contrasto con gli insegnamenti di compassione e accoglienza cristiana.

 
8. **Conclusione sulla Distanza:**
   - La menzione della "Croce lontana anni luce" sottolinea la distanza tra gli ideali cristiani e la realtà dell'odio e delle croci simboliche innalzate contro i migranti.

 
In sintesi, la poesia di Fausto Beretta utilizza forti immagini, simbolismi e una lingua intensa per esplorare il tema della migrazione e riflettere sulle reazioni contrastanti della società nei confronti dei migranti.

 
Marino Giannuzzo
**Analisi della Poesia "Sul tuo seno posato ho il mio respiro":**

 
1. **Simbolismo della Rosa:**
   - La rosa è utilizzata come simbolo dell'amore e della bellezza. L'aprirsi inneggiante al sole rappresenta la vita e l'euforia dell'esperienza.

 
2. **Immagini Sensoriali e Olfattive:**
   - Il profumo di latte e miele crea un'immagine olfattiva ricca e coinvolgente. L'uso di immagini sensoriali contribuisce a dare vita alla scena descritta.

 
3. **Simbolismo dell'Ape:**
   - L'ape è presentata come una novella, simboleggiando l'innocenza e la dolcezza. La succhiatura del nettare divino può essere interpretata come un momento di gioia e piacere.

 
4. **Atmosfera di Intimità:**
   - Il riferimento al sonno o al dormiveglia, insieme al sorriso di compiacenza sulle labbra, crea un'atmosfera intima e personale.

 
5. **Desiderio di Eternità:**
   - L'autore esprime il desiderio che i momenti piacevoli, come quelli descritti, durino in eterno. Questo riflette la consapevolezza della fugacità della felicità.

 
6. **Momenti Brevi e Significativi:**
   - L'enfasi sui momenti che vorresti durassero in eterno suggerisce la consapevolezza della preziosità dei momenti fugaci, come un bacio, una carezza o un sussurro.

 
7. **Felicità Celeste:**
   - L'immagine di una "felicità celeste" suggerisce una gioia pura e quasi divina, sottolineando la profondità e la sacralità dell'esperienza descritta.

 
8. **Contesto Temporale e Luogo:**
   - L'inclusione di data e luogo fornisce un contesto temporale e spaziale, ancorando la poesia nel momento specifico dell'autore.

 
In sintesi, la poesia di Marino Giannuzzo è un'ode ai momenti di gioia e amore, dipinti con immagini sensoriali e simbolismi che creano un'atmosfera intima e suggestiva. La consapevolezza della transitorietà di questi momenti aggiunge un tocco di malinconia, sottolineando la bellezza e la fragilità della vita.

 
bruno amore[br1]
**Analisi della Poesia "a un passo dal tramonto":**

 
1. **Atmosfera Crepuscolare:**
   - L'inizio con "a un passo dal tramonto" crea un'atmosfera crepuscolare, simbolizzando il momento finale o maturità della vita.

 
2. **Tarda Arrivata dell'Amore:**
   - L'amore che arriva "così tardi" suggerisce forse un ripiegamento nei ricordi della giovinezza o una scoperta tardiva dell'amore.

 
3. **Espressione del Cuore:**
   - L'autore parla del battito lento del cuore e del sangue che fa il "girotondo," esprimendo la vitalità e la pulsazione dell'amore.

 
4. **Metafore dell'Invecchiamento:**
   - L'immagine di "canuti spigoli" e degli odori che diventano profumi suggerisce il processo naturale dell'invecchiamento e della trasformazione delle percezioni.

 
5. **Trasformazioni Fisiche:**
   - L'uso di metafore come il piede che non "struscia più il selciato" e il passo che va "lungo sopra il gradino" riflette le trasformazioni fisiche che accompagnano l'età.

 
6. **La Seconda Vita:**
   - L'espressione "seconda vita" suggerisce un rinnovamento o una nuova fase della vita, forse dopo un periodo difficile o di transizione.

 
7. **Accettazione del Tempo:**
   - L'accettazione del tempo che "fa crepar la brocca" indica la consapevolezza dell'invecchiamento e dell'inevitabilità del ciclo vitale.

 
8. **Immagine del Fiore Selvaggio:**
   - L'immagine del "fiore selvaggio dentro un vaso" può simboleggiare la bellezza e la vitalità intrinseche che persistono nonostante le avversità.

 
9. **Conclusione Affettuosa:**
   - Il bacio ai piedi del destino e l'immagine del "fiore selvaggio" esprimono una conclusione affettuosa e una presa di consapevolezza della bellezza ancora presente.

 
In sintesi, la poesia esplora il tema dell'amore, dell'invecchiamento e della consapevolezza della mortalità, utilizzando immagini metaforiche e una prosa melodiosa per trasmettere una riflessione intima e profonda.

 
Cristiano Berni
**Analisi della Poesia "Il freddo":**

 
1. **Personificazione del Freddo:**
   - Il freddo è personificato come un agente attivo che "ti gela," "umido o secco," "chiude il cuore" e "calma l'anima." Questo attribuisce al freddo caratteristiche umane, accentuandone l'impatto emotivo.

 
2. **Immagini Sensoriali:**
   - L'autore utilizza immagini sensoriali per descrivere il freddo, come il gelare della pelle, il palpabile o sfuggente umido, la brina al mattino e il ghiaccio alla sera. Queste immagini contribuiscono a creare una sensazione tangibile della presenza del freddo.

 
3. **Contrapposizioni:**
   - La poesia presenta contrasti tra umido e secco, calma e brina, notte e giorno, fratello d'Inverno e nemico d'Estate. Queste contrapposizioni amplificano il potere del freddo e la sua influenza su diverse dimensioni della vita.

 
4. **Elementi Naturali e Cicli:**
   - L'immagine dei voli d'uccelli che migrano lontano, i rami d'alberi secchi e la scomparsa del Sole nel buio enfatizzano il tema dei cicli naturali e del freddo come parte integrante di tali cicli.

 
5. **Atmosfera Melancolica:**
   - Il freddo è associato a malinconia, stordimento e all'immagine di coprirsi di malinconia. Questo crea un'atmosfera emotiva e riflessiva, suggerendo un impatto non solo fisico ma anche psicologico.

 
6. **Riferimenti Stagionali:**
   - Il freddo è associato a Inverno e alla fine della vita, con l'immagine del Sole che muore e l'attesa della Primavera. Questi riferimenti stagionali aggiungono un elemento ciclico e simbolico alla poesia.

 
7. **Metafora del Fiore che Attendere Primavera:**
   - La chiusa della poesia, con l'immagine del lettore che attende come un fiore la Primavera, aggiunge una nota di speranza e rinascita, contrapposta alla freddezza invernale.

 
In sintesi, la poesia di Cristiano Berni esplora il freddo in tutte le sue sfaccettature, intrecciando elementi naturali, sensazioni fisiche ed emotive, e creando un'immagine suggestiva e multistrato del suo impatto sulla vita e sullo spirito umano.

 
Marco Cabassi 
**Analisi della Poesia "Ho per le stelle un languido sorriso":**

 
1. **Linguaggio Lirico e Sentimentale:**
   - L'autore utilizza un linguaggio lirico e sentimentale, esprimendo un'emozione intensa e intima attraverso il ricordo di uno sguardo malizioso.

 
2. **Immagini delle Stelle e dello Sguardo:**
   - L'immagine delle stelle è utilizzata per descrivere il sorriso languido, creando un collegamento tra il cielo notturno e l'emozione evocata dal ricordo di uno sguardo.

 
3. **Riferimenti Sensoriali:**
   - Il "fragore" nel petto e la descrizione degli occhi come "accesi e turbativi" coinvolgono i sensi, creando un'esperienza emotiva intensa e coinvolgente.

 
4. **Contrapposizioni:**
   - La contrapposizione tra il sorriso languido per le stelle e la pena aggiunta ogni volta che si ricorda lo sguardo accattivante suggerisce una dualità di emozioni.

 
5. **Metafora del Cuore Palpitante:**
   - L'immagine di un cuore che palpita "rubesto" aggiunge un senso di forza e vitalità, suggerendo che il ricordo è ancora vibrante e significativo.

 
6. **Ritmo e Musicalità:**
   - L'uso di suoni come "fragore" e "rubesto" contribuisce a un ritmo e a una musicalità che enfatizzano l'intensità emotiva della poesia.

 
7. **Tempo Passato e Presente:**
   - L'uso di espressioni come "un dì sfuggisti" e "che poi mi regalasti" suggerisce un passato che continua ad avere un impatto sul presente, evidenziando la persistenza delle emozioni.

 
8. **Conclusione con Dolore e Ammirazione:**
   - La conclusione, con il ricordo di uno sguardo "accattivante civettuolo" tolto al dolore, suggerisce una complessa miscela di dolore e ammirazione, creando una profondità emotiva nella poesia.

 
In sintesi, Marco Cabassi crea una poesia che cattura la forza e la complessità delle emozioni legate al ricordo di uno sguardo malizioso, utilizzando immagini suggestive e linguaggio lirico.

 
Renzo Montagnoli
**Analisi della Poesia "L'autunno se ne va":**

 
1. **Personificazione dell'Autunno:**
   - L'autunno è personificato come un vecchio che piange in silenzio, creando un'immagine malinconica e delicata.

 
2. **Immagini di Lacrime e Disperazione:**
   - Le lacrime dell'autunno vengono descritte come "fiotti" che infangano il suolo, aggiungendo un elemento di tristezza e disperazione alla stagione che se ne va.

 
3. **Metafore delle Foglie e dei Capelli:**
   - Le foglie strappate sono paragonate ai capelli di un vecchio autunno, suggerendo l'invecchiamento e la fine inevitabile della stagione.

 
4. **Declino del Tempo:**
   - L'autore dipinge un quadro del declino del tempo, con la fine delle vendemmie, l'aroma delle castagne e dei funghi nel bosco che sono ormai lontani.

 
5. **Nostalgia per i Momenti Passati:**
   - L'evocazione degli odori della vendemmia, delle castagne arrostite e dei funghi nel bosco suggerisce una nostalgia per i momenti passati, enfatizzando la transitorietà delle stagioni.

 
6. **Riferimenti alla Natura:**
   - L'odore vinoso dei tini ribollenti, l'aroma delle castagne arrostite e il profumo dei funghi nel bosco sono dettagli che collegano la poesia alla natura e alle tradizioni autunnali.

 
7. **Abbandono dell'Autunno:**
   - L'affermazione "All´autunno nulla è rimasto, tutto è ormai passato" suggerisce un senso di abbandono e di fine, sottolineando la malinconia della stagione che se ne va.

 
8. **Persistenza della Pioggia:**
   - La conclusione con "restano solo le lacrime di una pioggia senza fine" aggiunge un elemento di tristezza infinita, suggerendo che anche la pioggia continua senza fine dopo la partenza dell'autunno.

 
In sintesi, Renzo Montagnoli dipinge un'immagine poetica dell'autunno che se ne va, utilizzando metafore e immagini per trasmettere un senso di tristezza e nostalgia per la fine della stagione e dei suoi momenti caratteristici.

 
Nino Silenzi
**Analisi della Poesia "Oggi il cielo" di Nino Silenzi:**

 
Nino Silenzi ci immerge in una composizione poetica intrisa di malinconia e atmosfera grigia, con abilità e maestria nel descrivere il cielo come un partecipante riluttante a una cerimonia noiosa. Il linguaggio ricco e le immagini evocative contribuiscono a creare un dipinto vibrante di questa scena meteorologica.

 
1. **Personificazione e Atmosfera Cerimoniosa:**
   - L'uso della personificazione per descrivere il cielo che indossa un "abito grigio delle cerimonie noiose" è brillante. Questa scelta linguistica crea un'atmosfera di monotonia e tristezza, con il cielo che sembra partecipare controvoglia a un evento poco interessante.

 
2. **Dettagli Sensoriali della Pioggia:**
   - La descrizione delle gocce fredde di pioggia che spruzzano dalla nuvolaglia evoca un senso tattile della scena, rendendo la pioggia non solo visibile, ma anche avvertibile, contribuendo alla visceralità della poesia.

 
3. **Assenza di Vita e Suoni:**
   - L'autore dipinge un quadro di desolazione attraverso l'assenza di suoni della natura, evidenziando l'immagine di ombrelli frettolosi e sbilenchi che sostituiscono la vita animale. Questa assenza crea un vuoto nella scena, intensificando la sensazione di solitudine e desolazione.

 
4. **Metafora dei Vetri Appannati:**
   - L'immagine dei vetri appannati che celano ombre suggerisce un senso di mistero e segretezza, contribuendo a una dimensione più oscura e enigmatica alla composizione.

 
5. **Personificazione del Vento:**
   - Il vento personificato come una "raffica impietosa" che denuda gli alberi aggiunge un elemento di crudeltà e potenza, trasformando il vento in una forza inarrestabile e quasi antagonista nella scena.

 
6. **Cambio di Stagione:**
   - L'indicazione finale che è "tempo di neve" aggiunge un elemento di transizione e cambiamento, completando il quadro di una natura mutevole e mutevole.

 
In sintesi, Nino Silenzi crea un'opera che va oltre la semplice descrizione del tempo atmosferico, immergendoci in un'esperienza sensoriale complessa e fornendo uno spaccato intimo delle emozioni umane legate al paesaggio circostante. La sua maestria nell'uso del linguaggio poetico conferisce alla poesia un'aura di sofisticatezza e profondità, rendendola un'opera degna di analisi critica approfondita.

 
Salvatore Armando Santoro 
**Analisi della Poesia "Risvegli senza amore" di Salvatore Armando Santoro:**

 
Salvatore Armando Santoro ci regala un sonetto intriso di malinconia, riflessione e consapevolezza sulla fugacità degli amori sognati. Analizziamo gli elementi chiave della poesia:

 
1. **Antitesi tra Sogno e Risveglio:**
   - L'antitesi tra il sogno dell'amore, permeato di speranza e idealizzazione, e il crudo risveglio alla realtà rappresenta un tema centrale. La transizione dalla visione idilliaca all'amaro risveglio è espressa con efficacia attraverso le parole dell'autore.

 
2. **Immagine del Mondo Perverso:**
   - L'autore dipinge un quadro di un mondo perverso, un luogo in cui il male sembra trionfare. Questa immagine contribuisce a creare un contrasto forte con il desiderio di amore e bene rappresentato nel sogno.

 
3. **Verso come Rimedio alle Spine:**
   - L'idea di scrivere un verso che tolga alle siepi le inutili spine suggerisce una concezione poetica del potere redentore della parola, come strumento capace di alleviare le sofferenze e le ostacolazioni.

 
4. **Orizzonti Senza Confine:**
   - La visione di orizzonti senza confini evoca un senso di possibilità e apertura, anche se la realtà può essere molto più limitata. Questa immagine contrasta con l'amarezza del risveglio successivo.

 
5. **Amore Come Concime:**
   - L'uso della metafora dell'amore come concime, che si sparge nel mondo, suggerisce la potenza trasformatrice e feconda dell'amore, capace di generare nuova vita e bellezza.

 
6. **Fine dei Sogni all'Alba:**
   - L'immagine della fine dei sogni all'alba rappresenta una transizione dal mondo onirico, permeato di speranza, a quello reale, meno idealizzato e spesso deludente.

 
7. **Desolazione del Risveglio:**
   - L'autore dipinge un quadro di desolazione nel risveglio, con la mente assonnata e una realtà che appare scialba. Questo crea un senso di disincanto e tristezza.

 
8. **Pianta Annaffiata nella Sabbia:**
   - La metafora della pianta annaffiata nella sabbia rappresenta il contrasto tra gli sforzi fatti (l'annaffiatura) e il luogo sterile (la sabbia), riflettendo la delusione di coltivare l'amore in ambienti ostili.

 
In sintesi, Salvatore Armando Santoro, attraverso il sonetto, esplora la tensione tra la visione idealizzata dell'amore nei sogni e la cruda realtà del risveglio. L'uso efficace delle immagini e delle metafore arricchisce il significato della poesia, offrendo al lettore uno spazio di riflessione sulla natura effimera degli affetti e delle illusioni.

 
Maria Benedetta Cerro
**Analisi della Poesia "Ampia Madre" di Maria Benedetta Cerro:**

 
Maria Benedetta Cerro ci offre una breve, ma intensa, espressione poetica. Ecco un'analisi dettagliata dei suoi versi:

 
1. **Simbolismo della Madre:**
   - La "Ampia Madre" rappresenta un simbolo potente, simboleggiando forza, nutrimento e connessione con la natura. L'uso di "fune e nodo" suggerisce un legame stretto e inevitabile con questa entità materna.

 
2. **Aurora e Dita di Gelo:**
   - L'"aurora" è associata a una dolcezza, ma l'immagine si trasforma con le "dita di gelo" che stringono il cuore. Questa dualità può rappresentare la bellezza e la durezza della vita, un connubio di opposizioni che caratterizza l'esistenza umana.

 
3. **Sospensione del Respiro di Fronte alla Bellezza:**
   - La sospensione del respiro di fronte alla bellezza suggerisce il potere travolgente dell'estetica e l'effetto che può avere sull'anima. L'autrice sembra sottolineare la sensazione di meraviglia e ammirazione di fronte alla bellezza che "acceca" fino al cuore.

 
4. **Accento sulla Bellezza che Acceca:**
   - L'enfasi sulla bellezza che "acceca" evidenzia la forza dirompente e a tratti quasi dolorosa di ciò che è esteticamente straordinario. La bellezza può essere così intensa da penetrare profondamente nell'essere.

 
5. **Stile Evocativo:**
   - L'uso di immagini suggestive, come "fune e nodo," "dita di gelo," e "accecarti fino al cuore," contribuisce a creare un linguaggio poetico evocativo che risuona emotivamente.

 
6. **Riflessione sulla Connessione con la Bellezza:**
   - La poesia sembra riflettere sulla profonda connessione tra l'essere umano e la bellezza, suggerendo che questa connessione può essere al tempo stesso avvolgente e fredda, dolce e accecante.

 
In sintesi, Maria Benedetta Cerro offre una prospettiva poetica sulla bellezza e la sua influenza sulla nostra esistenza. Attraverso un linguaggio evocativo e simbolico, la poetessa invita il lettore a riflettere sulla potenza della bellezza nel plasmare la nostra esperienza umana.

 
Felice Serino
**Analisi della Poesia "Proiezioni" di Felice Serino:**

 
Felice Serino ci presenta una breve ma evocativa esplorazione della natura umana attraverso il concetto di proiezioni. Di seguito, un'analisi più approfondita:

 
1. **Proiezioni del Pensiero:**
   - L'apertura con "proiezioni del Suo pensiero" suggerisce l'idea che gli individui riflettano e manifestino il pensiero di qualcun altro, forse indicando l'influenza e l'interconnessione delle idee.

 
2. **Vagare tra Realtà e Sogno:**
   - L'immagine di "vagare tra realtà e sogno" descrive la condizione umana di esistere in un continuo equilibrio tra ciò che è tangibile e reale e ciò che è immateriale e onirico.

 
3. **In Cerca di un'Isola Felice:**
   - La ricerca di un'isola felice potrebbe simboleggiare la costante ricerca di un luogo o uno stato di benessere e soddisfazione nell'esistenza umana.

 
4. **Viaggio nell'Infinito di Noi:**
   - L'espressione "viaggio nell'infinito di noi" suggerisce un'indagine interiore profonda, un'esplorazione senza fine dei confini della propria identità e coscienza.

 
5. **Isole come Anelli di una Catena:**
   - L'immagine delle isole come "anello d'una catena senza inizio e fine" offre una visione della singolarità umana come parte di un tutto più grande, sottolineando l'interconnessione tra gli individui.

 
6. **Vincastro tra Realtà e Immaginazione:**
   - L'idea di essere "isole noi stessi" suggerisce una dualità: da un lato, la singolarità e l'unicità di ciascun individuo; dall'altro, la connessione e la dipendenza reciproca.

 
7. **Semplicità e Profondità:**
   - La poesia utilizza una struttura semplice ma carica di significato per esplorare temi complessi legati all'essenza umana, all'interiorità e alla ricerca di significato.

 
In sintesi, Felice Serino, attraverso l'uso di immagini evocative e concetti universali, offre una riflessione sulla natura umana, la sua connessione con gli altri e il costante viaggio nell'esplorazione di sé stessi.

 
Sandra Greggio
**Analisi della Poesia "Il mio mondo" di Sandra Greggio:**

 
Sandra Greggio presenta una poesia che esprime forza, determinazione e attaccamento al proprio mondo interiore. Ecco un'analisi dettagliata:

 
1. **Lotta per il Proprio Mondo:**
   - Il poema inizia con una dichiarazione di resistenza contro chi cerca di togliere il "mio mondo di sogni". Questo suggerisce una forte volontà di difendere la propria dimensione interna e la vitalità che essa offre.

 
2. **Il Mondo dei Sogni come Fonte di Sopravvivenza:**
   - Il "mondo di sogni" è presentato come l'unico che permette al poeta di "sopravvivere". Ciò suggerisce che la dimensione onirica è fondamentale per la sua esistenza e benessere emotivo.

 
3. **Ribellione e Combattimento:**
   - La parola "ribello" evidenzia la resistenza e la volontà di combattere contro chiunque cerchi di sottrarle questa preziosa dimensione. L'autrice si erge come difensore incrollabile del suo mondo interiore.

 
4. **Difesa con il Filo Spinato:**
   - L'immagine del "filo spinato altissimo" attorno al suo mondo suggerisce una barriera invalicabile, un confine difeso con fermezza contro intrusioni indesiderate.

 
5. **Il Mondo come Sostegno Emotivo:**
   - La poesia ritrae il "mondo" come qualcosa che non solo permette di vivere, ma gratifica, vizia e asciuga gli occhi. Questo suggerisce che la dimensione interna non è solo un rifugio, ma una fonte di conforto e forza.

 
6. **Conoscenza Profonda del Mondo:**
   - L'autrice attribuisce al suo mondo la capacità di conoscerla a fondo e approvare le sue scelte, anche se vanno controcorrente e non sono standardizzate. Ciò sottolinea l'autenticità e l'importanza della propria individualità.

 
7. **Approvazione del Mondo Interiore:**
   - L'approvazione delle scelte, nonostante la non conformità, suggerisce che il mondo interiore è un alleato che abbraccia la diversità e sostiene le decisioni personali.

 
In conclusione, Sandra Greggio crea un ritratto poetico della resistenza e della determinazione nell'affermare e proteggere il proprio mondo interiore. La poesia celebra la forza individuale, l'autenticità e l'importanza di preservare uno spazio intimo vitale per l'equilibrio emotivo.

 
Alessio Romanini
**Analisi della Poesia "Cercando Nostalgia" di Alessio Romanini:**

 
Alessio Romanini esplora il tema della nostalgia, della ricerca del passato e delle emozioni perse. Ecco un'analisi approfondita della poesia:

 
1. **Cerca della Nostalgia nei Posti del Passato:**
   - La poesia inizia descrivendo la ricerca della nostalgia nei luoghi che erano testimoni di emozioni vissute in passato. Tuttavia, questi posti sembrano ora nascosti e lontani.

 
2. **Posti Nascosti all'occhio Assente:**
   - L'uso di "posti nascosti" suggerisce che la nostalgia potrebbe essere sottintesa o non immediatamente riconoscibile. La sua presenza è legata a ricordi che richiedono un occhio attento per essere scoperti.

 
3. **Ricordi e Batticuore:**
   - L'autore fa riferimento ai ricordi come fonte di batticuore, indicando che la nostalgia può scaturire da emozioni intense e sentimenti vissuti nel passato.

 
4. **Illusione di Ritrovare il Passato:**
   - L'illusione di poter ritrovare un frammento del passato suggerisce la speranza infranta di recuperare qualcosa che è stato perduto. La realtà è che il tempo ha rubato quel sogno agognato.

 
5. **Sogno Rubato dal Fato:**
   - L'idea che il sogno sia stato rubato dal fato aggiunge una dimensione tragica alla ricerca della nostalgia. Il destino sembra aver giocato un ruolo nel distorcere la possibilità di recuperare il passato desiderato.

 
6. **Ricerca della Nostalgia nelle Rimembranze:**
   - La poesia si conclude con l'affermazione che ora si cerca nostalgia "nelle rimembranze che sono scia". Questa immagine suggerisce che la nostalgia è lasciata dietro di sé come una traccia nei ricordi.

 
In sintesi, Alessio Romanini esplora il complesso concetto di nostalgia attraverso la ricerca di emozioni e sentimenti perduti nei luoghi del passato. La poesia riflette sulla natura effimera del tempo e la difficoltà di recuperare completamente il passato desiderato.

 
Jacqueline Miu
**Analisi della Poesia "fieryrock" di Jacqueline Miu:**

 
Jacqueline Miu crea una poesia intensa e incisiva che esplora il tema del fuoco interiore e della tormenta dell'anima. Di seguito, un'analisi dettagliata:

 
1. **Contrasto Tra Tremore e Fuoco:**
   - Il poema inizia con un forte contrasto tra il tremore visibile e l'intenso fuoco interiore. Questo crea un'immagine di forza e fragilità simultanea.

 
2. **Ventosità della Tempesta Interna:**
   - La metafora dei cicloni che gravitano attorno al nucleo infuocato dei sogni suggerisce una tempesta interna, alimentata da passioni e aspirazioni ardenti.

 
3. **Il Rifiuto di Lasciare Orme:**
   - L'autrice dichiara che non si troveranno mai le sue orme, sottolineando la sua determinazione a non essere influenzata dagli altri. La sua esistenza deve appartenere al proprio inferno personale.

 
4. **Maschera e Dimensione Reale:**
   - Si fa riferimento a una maschera e alla dimensione reale, suggerendo una riflessione sulla dualità tra la rappresentazione esterna e la vera natura interiore, spesso nascosta o alterata.

 
5. **Sfaldarsi della Pietra Contro il Cuore:**
   - L'immagine della pietra che si sfalda contro il cuore suggerisce una vulnerabilità. La forza della pietra si spezza di fronte alla potenza del cuore e dei suoi turbamenti interiori.

 
6. **Danze di Aquile Pensieri:**
   - L'uso di "danze di aquile pensieri verso l’amore dimenticato" crea un'immagine di pensieri elevati e potenti, orientati verso un amore che è stato dimenticato o trascurato.

 
7. **Fuoco Alimentato dagli Astri:**
   - Il poema si conclude con l'idea che il tremore sia causato da "mille incredibili incendi" alimentati da tutti gli astri. Questo suggerisce che la fonte della sua agitazione è cosmica e universale.

 
8. **Versione in Inglese:**
   - La versione in inglese mantiene l'intensità e l'immaginazione della versione originale, catturando efficacemente l'essenza del fuoco interiore e della lotta interiore. A tal proposito, chiedo alla cara Jacqueline di svelarmi un arcano: scrivi prima in italiano e poi in inglese, ovvero il contrario? Qual è la tua madrelingua? Grazie.

 
In sintesi, "fieryrock" è una poesia che cattura l'ardore dell'anima e il conflitto interno, utilizzando immagini potenti e metafore per esplorare la complessità dell'essere umano e la sua ricerca di autenticità.

 
Antonia Scaligine
**Analisi della Poesia "Oh! Che Serata è Questa?" di Antonia Scaligine:**

 
Antonia Scaligine crea una poesia profonda e riflessiva che esplora la contraddizione tra la festività del Natale e la realtà della guerra. Ecco un'analisi dettagliata:

 
1. **Contrasto Festività e Guerra:**
   - La poesia inizia con una descrizione di un presepe addobbato, simbolo della festività natalizia, ma subito emerge il contrasto con l'aggiunta di soldati e il riferimento a carri di guerra. Questo contrasto crea tensione e riflette sulla dura realtà della guerra in un periodo celebrativo.

 
2. **Immagine del Presepe:**
   - L'immagine delle statuine del presepe, con l'aggiunta di soldati che portano fiori al bambinello, crea un'atmosfera di pace apparente, ma il contesto delle guerre in corso introduce un elemento di amarezza.

 
3. **Riflessioni sul Passato e Presente:**
   - La poetessa riflette sul pastore che ritorna e sulla magia dei tre Re. Questi elementi tradizionali del Natale si intrecciano con la cruda realtà delle guerre attuali, suggerendo un parallelo tra passato e presente.

 
4. **Domande Retoriche:**
   - Le domande retoriche nella seconda parte della poesia evidenziano la dissonanza tra la festa del Natale e la violenza della guerra. Queste domande amplificano il senso di disorientamento e dolore.

 
5. **Immagini della Guerra:**
   - Le immagini della guerra, con l'avanzare dei carri e i pianti disperati, trasmettono un senso di tragedia e perdita. La poetessa critica la continua presenza della guerra anche durante le festività.

 
6. **Speranza e Amore:**
   - Nonostante la cruda realtà, la poetessa esprime la speranza che il Natale possa portare amore e lealtà nel mondo. L'uso di luci led e finte come simboli della festa sottolinea la necessità di trovare speranza anche in tempi difficili.

 
7. **Contraddizione Umana:**
   - La poesia riflette sulla contraddizione umana, rappresentata dalla pietra a stella che, sebbene brilli come umana scintilla, è resa pietra di morte a causa delle azioni dell'uomo.

 
8. **Messaggio di Rinascita:**
   - La poesia conclude con un messaggio di rinascita attraverso Gesù, dove la morte diventa un canto per l'eternità. Questo offre una nota di speranza e redenzione nella disperazione descritta precedentemente.

 
In sintesi, "Oh! Che Serata è Questa?" esplora il contrasto tra la festività del Natale e la triste realtà della guerra, sottolineando la necessità di trovare speranza e amore anche nelle situazioni più difficili.

 
Carlo Chionne
**Analisi della Poesia "Eccezioni" di Carlo Chionne:**

 
Carlo Chionne presenta una breve e arguta osservazione sulla percezione della bellezza e dell'invecchiamento attraverso la sua poesia "Eccezioni". Di seguito, un'analisi più dettagliata:

 
1. **Osservazione Ironica:**
   - La poesia inizia con un'affermazione che suggerisce una certa inevitabilità dell'invecchiamento. L'uso dell'umorismo e dell'ironia è evidente nel tono leggero e scherzoso del poeta.

 
2. **Invecchiamento e Aspetto:**
   - L'affermazione "Si diventa un po’ più brutti / Mano a mano che s’invecchia" cattura l'idea comune che l'aspetto fisico possa subire cambiamenti negativi con l'avanzare dell'età.

 
3. **Eccezioni e Specchi:**
   - La chiave dell'umorismo risiede nella seconda parte del verso, "Tranne per chi non si specchia", introducendo l'idea che coloro che evitano di specchiarsi non subiscano il deterioramento della percezione della bellezza con l'invecchiamento.

 
4. **Riflessione sulla Percezione Personale:**
   - La poesia invita a riflettere sulla percezione personale della bellezza e su come sia influenzata dalle nostre stesse valutazioni e opinioni, piuttosto che da un deterioramento oggettivo.

 
5. **Essenza dell'Eccezione:**
   - L'uso della parola "Eccezioni" sottolinea la natura unica di coloro che, non guardandosi allo specchio, si sottraggono a una percezione più critica dell'invecchiamento.

 
In sintesi, "Eccezioni" offre una riflessione umoristica sull'invecchiamento e la percezione della bellezza, suggerendo che la chiave per mantenere una visione più positiva potrebbe essere l'evitare lo specchio e non focalizzarsi eccessivamente sugli aspetti esteriori.

 
Con sempiterno affetto e stima per l'illustrissimo prof. de Ninis Lorenzo e un mondo di abbracci ad ogni poeta 
Vostro Ben Tartamo 

 

 

4-5-6 Dicembre

Commento alla poesia di Ben Tartamo "Come nel Getsemani"

 
Nel suggestivo lavoro poetico di Ben Tartamo, "Come nel Getsemani," si svela un affresco dell'anima umana avvolta nella notte dell'esistenza. Il lamento struggente di un'anima in cerca di consolazione emerge come una sinfonia di struggimento attraverso il vasto panorama della sofferenza umana.

 
Il poeta dipinge con maestria un quadro della notte, dove il brivido delle foglie e le lacrime confuse nella pioggia si fondono in un inno di dolore. L'uso sagace del simbolismo del Getsemani aggiunge un livello di profondità teologica a questa epopea emotiva, collocando la sofferenza individuale in un contesto universale di prova e fede.

 
Le foglie tremule e le lacrime confuse diventano entità viventi, danzatrici in una pioggia tagliente che taglia attraverso il velo tra il reale e l'immaginario. Il poeta, come un alchimista dell'emozione, trasforma la sofferenza in un canto di puro lirismo, dove ogni goccia di pioggia è una nota nella sinfonia dell'abisso interiore.

 
L'immagine di un cane affranto alla ricerca del padrone intreccia il tema dell'abbandono, mentre la menzione del Padre lontano accentua la disperazione intrinseca. Il confronto tra gli "osanna di ieri" e la triste realtà attuale amplifica il senso di perdita e nostalgia per un passato radiante.

 
Tornando all'immagine del cane, 
il poeta ci conduce attraverso i meandri dell'inconscio, offrendo uno spettacolo di metafisica poetica che sfida i confini della realtà. Questo viaggio inizia in effetti con l'immagine di questo animale smarrito nella notte, simbolo della ricerca dell'anima nel buio esistenziale, un eco lontano forse, di Cerbero nell'antro delle paure più profonde.
 

 
Il Getsemani si trasforma in un palcoscenico surreale, dove le braccia allargate e le mani tese diventano un gesto teatrale, un rituale di solitudine sottolineato da ombre tremolanti. Questo scenario ricorda il teatro dell'assurdo, con il protagonista solitario che si confronta con un Dio silente.

 
Il richiamo agli 8"osanna di ieri" e la rassegnazione a una vita che si paga attraverso il dolore, aggiunge una dimensione temporale al surrealismo della poesia. Il poeta diventa un sognatore di epoche passate, in cui la gioia era palpabile, ma ora si perde nell'oscurità del presente.

 
Il verso conclusivo, "L'amore si paga soffrendo, / la vita, morendo," si erge come un'epifania, rivelando la connessione tra sofferenza, amore e vita. Questa conclusione evoca echi di maestri della poesia mistica, regalando alla composizione una profondità spirituale e una dimensione universale.

 
In questa danza di parole, "Come nel Getsemani" diventa un manifesto dell'espressionismo metafisico, un'ode all'irrazionale e al trascendentale. La fusione di surreale, metafisico e critica sociale rende questa poesia un capolavoro poliedrico, dove ogni lettore può trovare una chiave unica per aprire le porte della propria percezione.
Oso altresì affermare che, con le sue immagini oniriche e la distorsione della realtà, Tartamo è il pittore che usa le parole come pennelli, dipingendo un quadro metafisico della condizione umana.

 
Infine, in questo inno struggente, troviamo la firma di un poeta che non solo affronta il dolore umano con maestria, ma lo traduce in un canto universale sulla condizione umana. "Come nel Getsemani" non è solo una poesia; è un'opera d'arte che eleva la poesia mistica a nuove vette, arricchendo il panorama letterario con la sua bellezza intrinseca e il suo significato universale.
 
prof. Marino Spadavecchia 

 

 

Poesie del 4-5-6 dicembre 23

 
-   Felice Serino - "Allumare" 

 
Nell'incanto della parola di Felice Serino, "Allumare" si erge come un capolavoro intimo e profondo. Il non detto, tessuto di sottintesi, risuona potentemente, raggiungendo l'anima del lettore con la delicatezza di un tocco invisibile ma avvolgente.

 
La poesia si svela come un viaggio nei meandri dell'implicito, dove l'espressività risiede nel non detto. La scelta del termine "allumare" assume una sfumatura magica, evocativa, come la luce di un faro che illumina le profondità dell'essere. In effetti,  in italiano arcaico sta a significare l'illuminare di luce spirituale.

 
Il testo è una danza di parole che si svolge tra le righe, con il sasso gettato dalla musa che crea cerchi nel lago dello spirito. Quest'immagine poetica esprime il potere creativo e circolare della musa, capace di generare impatti profondi nell'animo dell'artista.

 
L'aspetto grafico riflette l'essenza della poesia, con versi che si dipanano come fili di un arazzo, intrecciando significati sottili e simbolici. La struttura, in apparenza semplice, nasconde la complessità di un mondo interiore che si dispiega con ogni parola.

 
La metrica, libero respiro di versi, si adatta all'andatura fluida della riflessione. La rima, seppur sfumata, si fa eco nelle immagini evocate, creando una sinfonia di significati che risuonano nell'uditorio poetico.

 
Lo stile di Serino si nutre di eleganza e profondità psicologica. La sua capacità di esplorare il non detto, di dare voce all'inespresso, è un inno alla potenza evocativa della poesia. L'autore si rivela un maestro nel coniugare lirismo e riflessione, dando vita a una poesia che, come un segreto svelato, conquista il cuore del lettore con il suo tocco di raffinata magia.

 
-   Franco Fronzoli - "Il buio nella vita recita poesie di silenzi"

 
Nel buio della vita, Franco Fronzoli intreccia poesie di silenzi, solitudine e dolori, tessendo un lirismo intriso di profonda introspezione. Le ombre notturne, cariche di simbolismo, diventano il palcoscenico di un'attesa, la speranza di una luce che possa dissolvere il buio. Il desiderio di un chiarore, di un raggio di luce normale, si traduce in un'aspirazione umana, una ricerca di significato e di sogni.

 
Il poeta attraversa le tenebre notturne con la fiducia che la candela della comprensione possa illuminare il cammino. La metafora del silenzio che canta canzoni e dell'alba che accompagna nei soli rafforza il tema della rinascita e dell'ottimismo. L'aspettativa di un destino da decifrare aggiunge un elemento di mistero, invitando il lettore a esplorare il significato più profondo della vita.

 
-   Flora Fazzari - "Malinconia..."

 
Malinconia, lieve sussurro dell'anima, sfiora il cuore di chi legge questa poesia di Flora Fazzari. Con una vibrante dolcezza, si insinua nei pensieri, appropriandosi delicatamente della mente come un'ombra affettuosa. Il pianto diventa consolazione, un canto di usignolo che intreccia le note delle speranze, aprendo un mondo di emozioni.

 
Le parole, come petali di un fiore delicato, si aprono d'intorno, lusingando le speranze e creando un universo poetico intriso di sentimento. La malinconia avvolge lentamente, dissipando il dolore e perdersi dentro di sé diventa un processo di confusione e dolce inganno.

 
Flora Fazzari dipinge con maestria il paesaggio dell'animo umano, utilizzando uno stile lirico che si fa eco delle sfumature dell'esistenza. Una poesia che, con grazia e leggiadria, cattura l'essenza della malinconia, rendendola un'esperienza poetica avvolgente e affascinante.

 
-   Armando Bettozzi - "L'attimo d'amore"

 
Nell'attimo d'amore, Armando Bettozzi incanta con la sua prosa poetica, tessendo una narrazione di emozioni vibranti e colori sfavillanti. La luce, fioca all'inizio come l'aurora, si fa strada, sfiorando le labbra, e il gioco d'amore diventa un'esplosione di alba.

 
La maestria di Bettozzi emerge nell'uso sapiente della metafora: il sole diventa un astro nelle mani, il suo fascio come il faro che illumina il mare della fantasia. La luce si diffonde, scioglie il buio, e il mare tumultuoso delle emozioni si agita al suono vigoroso.

 
La prosa poetica si fa incandescente, descrivendo il sole come una fiamma che si insinua, un magma che scuote e scioglie la fornace dell'amore. Il climax raggiunge l'apice con l'immagine del vulcano che improvvisamente esplode, catturando l'energia potente di un amore travolgente.

 
Bettozzi cattura l'essenza dell'attimo d'amore con uno stile ricco di immagini vivide, trasformando le emozioni in visioni poetiche. La sua abilità nel maneggiare il linguaggio e le figure retoriche eleva questa poesia a un'esperienza straordinaria, un'ode al potere trasformante dell'amore.

 
-   Jaime Luis Huenún traduzione di Nino Muzzi - "Puerto trakl [Frammento #3]"

 
Jaime Luis Huenún ci conduce in un viaggio sonoro con "Puerto Trakl [Frammento #3]", una danza poetica lungo le rive dell'oceano. Come un cantante itinerante, Huenún ripete le sue poesie al mare, svelando un dialogo intimo tra l'artista e le onde.

 
Il verso libero fluisce come le acque che abbracciano la sua voce, creando un ritmo che si sposa con il respiro del mare. La scelta di parole come "oleaje" e "espuma" (mareggiata e spuma) dipinge un quadro vivido, trasportando il lettore in un mondo in cui le parole si fondono con la natura.

 
La metafora della spuma come uno "spuracchiare" delle rocce e dell'acqua sulla sua vanità rivela la vulnerabilità dell'artista di fronte alla potenza dell'oceano, un'umiltà che aggiunge profondità psicologica alla poesia.

 
La figura retorica dell'imitazione del cantante, che preferisce monete agli applausi, suggerisce una fame più profonda, una sete di riconoscimento tangibile. Huenún ci invita a riflettere sul valore delle sue parole, più preziose delle monetine che potremmo gettare.

 
In questo frammento, Huenún danza tra lirismo e realtà, tra il richiamo della natura e l'umiltà dell'artista. È un'ode all'oceano, un'ode all'arte, che ci invita a gettare monete simboliche di apprezzamento per questa poesia che, come le onde, continua a riverberare nei recessi della nostra anima.

 
-   Fausto Beretta - "Cara per sempre"

 
In questa danza poetica di Fausto Beretta, il titolo stesso, "Cara Per Sempre", diventa il prologo di un amore che transcende il tempo e si rifugia nei recessi dell'anima. Il poeta tessitore gioca con le parole come fossero fili d'oro, intrecciando un nesso indelebile tra il suo sentire e la presenza immortale di chi ama.

 
Beretta fa dell'atto quotidiano di inserire un nome in una password un rituale sacro, un incantesimo che rende perpetua la compagnia di colui o colei che è "cara per sempre". Questa password diventa un sigillo, un portale dimensionale che si apre ogni volta che il poeta la pronuncia con il cuore.

 
L'aspetto grafico di questa poesia si dipana nei caratteri delle parole stesse, che, nel loro disegnarsi digitale, creano un paesaggio visivo moderno. L'uso di "password segreta" evoca il mistero e la riservatezza di un amore intimo, mentre il loro accostamento crea un contrasto affascinante tra il digitale e l'eterno.

 
La metrica, fluida come un inno, si snoda attraverso la confidenza della prima persona, invitandoci a immergerci nel flusso delle emozioni del poeta. La rima sottolinea la dolce melodia di questa dichiarazione d'amore, mentre lo stile, essenziale e moderno, si armonizza con il tema intemporale.

 
Le figure retoriche emergono con naturalezza: l'apostrofe a "Cara Per Sempre" personifica l'amore, rendendolo un interlocutore vivo. Il climax poetico arriva con la rivelazione dell'uso quotidiano della password, un gesto che unisce passato, presente e futuro in un continuum di affetto.

 
In questo delicato equilibrio tra tecnologia e sentimento, Beretta ci incanta, rivelando il potere magico delle parole e come queste, anche nel loro aspetto più prosaico, possano trasformarsi in una poesia eterna.

 
-   Marino Giannuzzo - "Sul pineto"

 
Sul palcoscenico verde del pineto, Marino Giannuzzo dipinge un tramonto vespertino con la tavolozza della natura. Il cielo, intriso di tonalità d'oro giallo, porpora e arancia, diventa la tela su cui il poeta dipinge l'effimero maestoso del crepuscolo.

 
La metafora del movimento del tempo, osservato tra le chiome verdi, suggerisce la danza inarrestabile degli istanti. Il pineto diventa un microcosmo, con le foglie che si tingono di rosso e giallo, simboli di una costante trasformazione sotto il cielo cangiante.

 
L'incanto raggiunge l'apice con il viola serale, l'ora del riposo della natura, in cui il poeta si pone come un osservatore estasiato in cima al monte. Il silenzio della natura e la calma del vento contribuiscono a creare un quadro di contemplazione e riflessione.

 
Il poeta s'immerge nei ricordi, narrando la propria vita come un viaggio attraverso scuole diverse, dalla scuola tradizionale a quella più ampia e complessa della vita. La corsa frenetica della vita, descritta come una corsa simile a quella nel pineto, conduce tutti verso la notte inevitabile, un destino condiviso.

 
Le figure retoriche si snodano tra metafore e similitudini, rendendo omaggio alla natura, al tempo e all'esperienza umana. L'uso del colore, la personificazione del tempo e la metafora della corsa creano un ritmo poetico che accompagna il lettore attraverso la bellezza mutevole della vita.

 
In questo capolavoro lirico, Giannuzzo ci invita a contemplare l'effimero con occhi che abbracciano la bellezza e la complessità della nostra esistenza, un'ode alla natura e al perenne fluire del tempo.

 
-   Salvatore Presti - "Se il nuoto volete provare"

 
Nel vasto mare dell'apprendimento, Salvatore Presti ci guida con la sua poesia in un viaggio armonico attraverso le acque del nuoto. Il testo, una melodia fluida di consigli e movimenti, si trasforma in una lezione d'arte dedicata a chi desidera solcare le acque con grazia e maestria.

 
Il poema inizia con la dolce nota del galleggiare, un invito a rilassare corpo, mente e pensiero. La respirazione diventa il ritmo pulsante, unendo l'aspirare ed espirare al fluire dell'acqua. Attraverso i vari stili, Presti disegna i movimenti perfetti, ogni bracciata e gambero diventano pennellate su una tela acquatica.

 
L'andamento visivo del testo rispecchia la fluidità dell'acqua. Strofe brevi e snodati versi mimano il movimento ondoso, dando al lettore la sensazione di essere in balia delle correnti d'una piscina poetica.

 
La metrica segue il ritmo naturale del nuoto, con versi che si susseguono come bracciate in una sequenza armonica. La variabilità delle lunghezze ricalca la flessibilità richiesta nei vari stili di nuoto.

 
Il linguaggio è chiaro e accessibile, come un insegnante che spiega con pazienza i passi di una danza acquatica. L'uso di metafore, come l'accostamento al suonare uno strumento, aggiunge un tocco lirico e artistico alla pratica sportiva.

 
L'intero poema è un esempio di metafora continua, con l'acqua che diventa amica e compagna di viaggio. L'accelerazione viene descritta come un'emozione forte, mentre il ritmo diventa un diapason che vibra nell'acqua e nella mente.

 
In questo inno al nuoto, Presti non solo insegna le tecniche ma celebra l'arte e la bellezza di muoversi nell'elemento liquido, trasmettendo il suo amore per il nuoto attraverso le parole danzanti sulla pagina. Un inno all'arte di nuotare, dove l'acqua diventa una musa ispiratrice.

 
-   Marino Spadavecchia - "Tener que teñir mis paredes con tus colores" traduzione di Ben Tartamo

 
Marino Spadavecchia, con la sua poesia, dipinge un ritratto commovente e appassionato dell'assenza. Attraverso versi intrisi di desiderio e nostalgia, l'autore esplora il vuoto di una presenza mai vissuta, dipingendo emozioni sulla tela bianca delle notti solitarie.

 
Spadavecchia inizia il suo canto descrivendo il dover "colorare le pareti con i tuoi colori", un atto simbolico che anticipa il desiderio di riempire gli spazi vuoti con la presenza immaginata dell'amato. L'intera poesia è una ricerca appassionata attraverso il fiume immobile della vita, alla scoperta di un amore che non ha ancora toccato terra.

 
Il testo, come un flusso ininterrotto di pensieri e emozioni, segue il corso del fiume della coscienza. Le metafore del fiume e del mare creano un'immagine visiva che si intreccia con il tema dell'assenza, mentre la mente si "acalambra" nel tentativo di immaginare un amore ancora sconosciuto.

 
La metrica è fluida, seguendo il movimento del fiume della coscienza dell'autore. La disposizione dei versi riflette l'andamento della ricerca interiore, con pause e accelerazioni emotive che guidano il lettore attraverso il flusso dell'assenza.

 
Lo stile è intenso e carico di emotività, con l'autore che esplora il desiderio e la mancanza con parole avvolgenti. L'uso di immagini vivide, come "il nettare della tua frenesia" e "l'inquietudine delle mie notti fredde e silenziose" crea una gamma di sensazioni palpabili.

 
La ripetizione di "ti amo, mi manchi, ti desidero" diventa un ritornello che sottolinea la trinità emotiva dell'esperienza dell'autore. La metafora del bacio invisibile custodito nell'ultima galassia è un tocco poetico che sottolinea la dimensione cosmica dell'amore sognato.

 
In questo inno all'assenza, Spadavecchia ci invita a sentire l'eco dell'amore in ciò che non è ancora stato, nel ricordo di un futuro mai vissuto. Una poesia che danza sulla linea sottile tra il reale e l'immaginario.

 
-   bruno amore[br1] - "dov’ho l’anima"

 
Bruno Amore, con maestria e introspezione, ci conduce in un viaggio nella ricerca inesausta dell'anima. La sua poesia è un percorso attraverso i recessi dell'esistenza, tra riflessioni sulla natura immateriale dell'anima e la sua connessione con l'universo.

 
Amore inizia con la metafora di cercare l'anima, un viaggio che inizia dopo la consapevolezza della sua esistenza. L'autore esplora ogni aspetto dell'essere umano, scrutando il cervello, il cuore e le emozioni senza trovare risposte. La poesia si sviluppa in una serie di riflessioni sulla complessità dell'anima e sulla sua relazione con le emozioni, il dolore altrui e la bellezza del mondo.

 
La struttura del testo riflette la ricerca continua e senza fine dell'anima. Le frasi prolungate e la mancanza di punteggiatura accentuano il flusso incessante di pensieri, come se l'autore stesse esplorando l'infinito labirinto dell'anima.

 
L'assenza di una metrica definita suggerisce l'incessante ricerca interiore di Amore. La mancanza di schemi regolari riflette la complessità e la molteplicità delle domande irrisolte che circondano il concetto di anima.

 
Lo stile è riflessivo e carico di emozioni, con Amore che si interroga sulla natura profonda dell'anima. L'uso di espressioni come "bacile di blu" e "microdiamanti" dona una qualità eterea alla sua descrizione, trasmettendo la bellezza e l'enigma dell'universo.

 
L'intera poesia è intrisa di figure retoriche, dalla metafora dell'anima come entità nascosta ai brividi di piacere e al dolore acuto che Amore sente per gli altri. L'uso di contrapposizioni, come il "bacile di blu" e il "dolore acuto," crea un equilibrio sottolineando la dualità dell'esistenza umana.

 
La "malia" finale che Amore cerca rappresenta un incantesimo inspiegabile, un'essenza dell'umano che forse non può essere completamente compresa, ma solo sperimentata. In questo viaggio poetico, Amore ci invita a esplorare le profondità dell'anima umana, con tutte le sue meraviglie e misteri.

 
-   Salvatore Armando Santoro - "Ricordando Lorenzo"

 
In questa toccante elegia, Salvatore Armando Santoro ricorda Lorenzo Crocetti con una mescolanza di emozioni e riflessioni sincere. L'atmosfera è intima e riflette la complessità del rapporto tra i due.

 
Santoro inizia ritraendo Lorenzo come una figura burbera, pedante, ma apprezzabile per la sua franchezza. La poesia esplora la dinamica complessa di un'amicizia attraverso sguardi critici e momenti di apprezzamento reciproco. La scoperta dei commenti di Lorenzo in rete diventa un'arte ardua, evidenziando la profondità delle sue parole e la difficoltà di rintracciarle.

 
La scelta di parole semplici e dirette riflette la sincerità dell'autore nel ricordare Lorenzo. La disposizione lineare del testo potenzia il senso di continuità e flusso di pensieri, sottolineando la natura ininterrotta della memoria.

 
La poesia segue uno schema metrico libero, adattandosi alla natura personale e riflessiva del ricordo. Questa mancanza di restrizioni metriche permette all'autore di esprimere sentimenti con autenticità.

 
Santoro utilizza uno stile schietto e diretto, in sintonia con l'essenza dell'amicizia descritta. Le parole "burbero," "pedante," e "strafottente" aggiungono profondità al ritratto di Lorenzo, rivelando sfaccettature della sua personalità.

 
Il ricorso a parole come "terra non è lieve," e "triste e tetra" conferisce alla poesia un tono malinconico e rafforza l'emozione. L'intero testo è un'ode sincera a un amico perduto.

 
Questa elegia si traduce in un tributo commovente a Lorenzo Crocetti, catturando la complessità delle relazioni umane e il vuoto lasciato dalla sua assenza.

 
-   Maria Benedetta Cerro - "Il vaso / con le sue rotondità"

 
In "Il Vaso," Maria Benedetta Cerro intreccia abilmente l'immagine di un vaso con elementi sensuali e umani, trasformando un oggetto inanimato in un simbolo ricco di vita e significato.

 
Il vaso, descritto con "rotondità di giovane ben fatta," diventa un'analogia per la figura femminile. Le "impronte del vasaio" suggeriscono un tocco umano, un'arte che plasma la forma con cura. La poetessa cattura l'essenza del vaso, rivelando un'intimità sensuale nelle "ampiezze" e un "rossore pudico" come una guancia sfiorata.

 
La disposizione sparsa delle parole crea uno spazio visivo che emula l'ampia e delicata forma del vaso. L'uso di spazi vuoti amplifica la sensazione di vuoto quando il vaso è privo di fiori, accentuando la presenza umana nella sua creazione.

 
La poesia segue uno schema metrico libero, lasciando all'autrice la libertà di esprimere emozioni senza restrizioni formali. Questa scelta riflette l'approccio libero e creativo all'arte.

 
Cerro utilizza uno stile ricco e descrittivo, trasformando un oggetto comune in un simbolo carico di significato. L'uso di "guancia sfiorata" aggiunge una dimensione tattile, coinvolgendo i sensi del lettore.

 
L'immagine del "rossore pudico nell'ampiezza" è una personificazione raffinata che trasmette un senso di modestia e femminilità al vaso. L'uso delle metafore, come "la mano plasma un sogno," aggiunge profondità alla riflessione sulla creazione artistica.

 
In "Il Vaso," Cerro abbraccia la dualità tra l'artigianato umano e la natura sensuale degli oggetti, trasformando il quotidiano in una visione poetica dell'arte e della vita.

 
-   Carlo Chionne - "The waste land(th. stearn eliot)"

 
Carlo Chionne, in "La Striscia di Gaza," esplora il concetto complesso della Palestina attraverso l'uso di diverse lingue e denominazioni geografiche, offrendo una riflessione sulla diversità di prospettive e identità legate a questa terra.

 
La poesia inizia con il titolo "The Waste Land," evocando il famoso poema di T.S. Eliot. Poi, elenca il nome della Striscia di Gaza in diverse lingue, creando un mosaico di identità e significati.

 
L'utilizzo di diverse lingue in una struttura elencativa crea un impatto visivo, enfatizzando la diversità linguistica e culturale associata alla Palestina.

 
L'uso di diverse lingue riflette la complessità geopolitica e culturale della Palestina. Chionne gioca con le parole, sottolineando il potere e la rilevanza delle denominazioni in diverse lingue.

 
L'elenco multilingue funge da dispositivo retorico, enfatizzando la pluralità di voci e punti di vista sulla Palestina. Il richiamo a "The Waste Land" può indicare il concetto di terra devastata, con implicazioni storiche e politiche.

 
Chionne, attraverso questa breve ma intensa poesia, esplora il concetto di identità territoriale, linguistica e culturale associato alla Palestina, invitando i lettori a riflettere sulla complessità della situazione e a considerare le diverse prospettive.

 
-   Sandra Greggio - "I poeti scrivono di notte (Merini)"

 
Attraverso "I poeti scrivono di notte," Sandra Greggio esplora il flusso intenso dei ricordi e la liberazione personale che la notte porta, sottolineando il ruolo significativo della scrittura poetica.

 
Il poema si apre con un fiume di ricordi che invade il poeta durante la notte, mescolando sogni e realtà. La notte diventa uno spazio di riflessione e scoperta di sé stessi.

 
La struttura del testo, divisa in versi liberi, crea un senso di flusso e libertà, riflettendo il tema della notte come momento di sgretolamento delle difese.

 
L'uso di parole come "inerme," "travolgere," e "pura" evoca un senso di abbandono e rinascita nella notte. La scelta di "Togliendo la maschera" sottolinea l'autenticità e la sincerità raggiunte in questo spazio temporale.

 
Il paragone del fiume di ricordi e l'immagine della maschera aggiungono profondità al testo, suggerendo che la notte diventa il momento di sciogliere i confini tra passato e presente, verità e finzione.

 
Sandra Greggio, con poesia delicata, offre una prospettiva sulla notte come spazio di rivelazione e trasformazione personale, abbracciando la libertà di espressione poetica in questo intimo contesto notturno.

 
-   Alessio Romanini - "Dura roccia (Il Verbo)"

 
Attraverso "Dura roccia (Il Verbo)," Alessio Romanini esprime il potere trasformativo del dolore, scolpendo il verbo nella roccia come simbolo di forza e resilienza.

 
Il poema inizia con l'idea che il dolore abbia scolpito il verbo nella roccia. L'autore sottolinea la lezione di amare attraverso il dolore, insegnando a praticare l'amore per il prossimo. La felicità è raffigurata come un insegnamento prezioso estratto dalla sofferenza.

 
La brevità dei versi riflette la chiarezza e la concisione del messaggio. L'immagine della "dura roccia" suggerisce resistenza e solidità.

 
L'uso di parole come "dolore," "ferite," e "felicità" evoca un viaggio attraverso l'esperienza umana, sottolineando la capacità di trasformare la sofferenza in insegnamento.

 
Il poeta utilizza la metafora della roccia come tela su cui incidere il verbo, conferendo all'esperienza dolorosa una durata e una permanenza simboliche.

 
Alessio Romanini, con linguaggio essenziale e significativo, celebra la resilienza umana e il potere di trasformare il dolore in insegnamenti preziosi, scolpendo il verbo della vita nella dura roccia dell'esistenza.

 
Il poema "Dura roccia (Il Verbo)" di Alessio Romanini pur non esplicitando riferimenti diretti a Gesù Cristo, tuttavia, con l'uso del termine "verbo" richiama simbolicamente il concetto di "Logos" presente nel cristianesimo, identificando Gesù come Parola di Dio incarnata.
E la roccia, si sa, nel contesto biblico, è spesso associata a stabilità e solidità, elementi che richiamano la fede in Gesù come fondamento della vita spirituale.

 
Con affetto e stima 
Ben Tartamo 

 

 

 

1-2-3 Dicembre

Poesie del 1-2-3 dicembre 2023

Commenti  a cura di Ben Tartamo
 

 
 Maria Benedetta Cerro - Non fissare un pensiero come fosse l’unico
"Non fissare un pensiero come fosse l'unico" di Maria Benedetta Cerro: Un Dialogo Profondo con l'Essenza dell'Esistenza
 

 

In questa sinfonia di parole intitolata "Non fissare un pensiero come fosse l’unico", Maria Benedetta Cerro si erge come sacerdotessa delle sfumature psicologiche, un'architetto delle emozioni che intesse la tela della sua poesia con fili sottili ma potenti. La sua opera, estratta da "Prove per atto unico" e ospitata nella "Casa dell'armonia", è un invito ad abbracciare la molteplicità del pensiero, a sfidare la rigidità dell'unicità.

Contenuto del testo: Il poeta ci conduce attraverso un viaggio di riflessione, proponendo un dialogo con il nostro io interiore. La sua poesia diventa uno specchio in cui riflettere le infinite sfaccettature della mente umana. L'immagine evocata di un uccello o di un alter ego che concepisce lo spazio come casa e la libertà come il respiro del mare rivela la poetica dell'autrice, incentrata sulla libertà e sulla fluidità dell'esistenza.

Aspetto grafico della poesia: L'aspetto visuale della poesia è un balletto di spazi bianchi e parole, una coreografia sottolineata dalla disposizione strategica dei versi. La pagina diventa uno spazio di respirazione, dove ogni parola ha il suo respiro, e ogni spazio è un invito alla contemplazione.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): Cerro gioca con la metrica in modo sapiente, alternando versi di lunghezze diverse per creare un ritmo coinvolgente. La mancanza di una struttura metrica rigida conferisce alla poesia una libertà formale che rispecchia il tema centrale della libertà stessa. La mancanza di una rima tradizionale, o l'uso discreto di essa, amplifica la sensazione di un flusso ininterrotto di pensieri.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Cerro è un equilibrio tra la semplicità delle parole e la complessità delle emozioni sottostanti. Le immagini evocative, come lo spillo che fissa il cuore o il petto interpretato come un'onda, sono delicati ma potenti simboli di dolore e guarigione. Il linguaggio è una sinfonia di suoni armoniosi, un canto che si insinua nella mente del lettore e risuona a lungo dopo la lettura.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'autrice abbraccia l'uso raffinato di figure retoriche, come la metafora (lo spillo nel cuore), l'anastrofe (lo spillo ha fissato al cuore un dolore), e l'ossimoro (la lacrima rossa che sanguina). Queste figure arricchiscono il testo, donandogli profondità e una carica emotiva intensa.

In conclusione, Maria Benedetta Cerro si distingue come una pittrice della parola, dipingendo con maestria i contorni sfumati dell'esistenza umana. La sua poesia è un invito all'esplorazione dell'anima, un'ode alla molteplicità del pensiero, e un inno alla libertà che si sprigiona quando osiamo guardare oltre l'apparenza dell'unicità.

Cristiano Berni - "Fantasia"

"Fantasia" di Cristiano Berni: Una Danza Incantata tra Realtà e Immaginazione

Nella sonata delle parole, Cristiano Berni si fa araldo dell'indefinibile potere della fantasia, tessendo una poesia che si erge come un santuario dell'anima, un'oasi in cui il lettore può abbandonarsi alle melodie dell'immaginazione. Questo capolavoro, siglato dal titolo "Fantasia", è un viaggio attraverso l'intricato labirinto dell'io creativo, guidato dalla mano sapiente di un poeta che ha abbracciato la forza trasformatrice dell'immaginazione.

Contenuto del testo: La poesia inizia come un incantesimo, con l'invocazione rituale della "Fantasia", la salvezza unica e il ristoro dell'anima. Berni dipinge la fantasia come una fonte candida che scorre lungo una via tortuosa, come il fiume inarrestabile dei sogni. La brevità del tempo felice, la fugacità dell'amore, si mescolano con la lunghezza della via, creando una tensione armoniosa tra la gioia effimera e la durata della fantasia.

Aspetto grafico della poesia: La disposizione delle parole sulla pagina è un balletto di eleganza, un coro di versi che si susseguono con grazia. Le pause, i respiri, sono composti con maestria, creando un ritmo che invita il lettore a danzare tra le righe. L'uso delle maiuscole per enfatizzare ogni invocazione alla "Fantasia" è una scelta grafica che sottolinea l'importanza di questo concetto nell'opera.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia si svela attraverso una serie di terzine, un ritmo cadenzato che emula il flusso ininterrotto della fantasia stessa. La rima, dolce e sottile, sottolinea l'armonia dei concetti, creando una melodia che si fonde con il contenuto. La struttura formale, pur mantenendo un certo rigore, lascia spazio alla libertà, in sintonia con il tema della fantasia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Il linguaggio di Cristiano Berni è una danza di contrasti, una sinfonia di opposti che si fondono in un tutt'uno armonico. Le metafore scelte, come "fuoco rosso di passione" e "stella di mare", illuminano il testo con immagini vivide e suggestive. Berni crea un equilibrio tra lirismo e concretezza, tra il languore della carezza e la forza della fortezza.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poeta si avvale di un repertorio di figure retoriche che impreziosiscono il testo. Tra queste spiccano le metafore (fantasia come fuoco rosso di passione, o come stella di mare), l'analogia (fantasia simile alla pazzia), e la personificazione (fantasia che incontra di notte, che è povera a volte). Queste figure amplificano il fascino della poesia, trasformandola in una sinfonia di linguaggio ricco e vibrante.

In conclusione, "Fantasia" è un'ode alla forza trascendentale della mente creativa, plasmata dalla penna di Cristiano Berni con maestria e profondità. Questa poesia è un invito a sognare, a perdersi nei mondi artificiali creati dalla fantasia, e a abbracciare la sublime musa che risiede in ognuno di noi. Con toni lirici e spessore psicologico, Berni ci guida attraverso un viaggio incantato, dove la realtà e l'immaginazione danzano in una coreografia senza temp

Marco Cabassi - Orizzonte

"Orizzonte" di Marco Cabassi: Un Soffio di Vita nell'Infinito

In una breve e incisiva dichiarazione poetica, Marco Cabassi si pone come testimone dell'infinità, catturando l'essenza stessa della vita in un "Respiro d’un fiato". Questa poesia, apparentemente semplice, si svela come un canto profondo che abbraccia l'universo e sospira l'eternità.

Contenuto del testo: "Orizzonte" è un invito a contemplare il vasto respiro della vita, a esplorare l'infinito attraverso il breve istante di un singolo respiro. La poesia, con la sua brevità, si fa specchio della fugacità dell'esistenza e della grandezza che può essere contenuta in un momento. Cabassi, con maestria, pone l'orizzonte come metafora della nostra ricerca di significato, un confine che invita alla scoperta.

Aspetto grafico della poesia: La disposizione della poesia sulla pagina è un esempio di minimalismo elegante. La brevità dei versi cattura l'essenza dell'infinito, e la singola riga, "Respiro d’un fiato", si staglia come un orizzonte stesso. Questa scelta grafica sottolinea l'idea che anche nella limitatezza di uno sguardo, possiamo abbracciare l'immensità della vita.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia si articola in una singola strofa, come se fosse un'unica boccata d'aria. L'assenza di una struttura metrica fissa crea una sensazione di libertà e apertura, in sintonia con il tema dell'orizzonte che non conosce confini. La mancanza di rima tradizionale contribuisce all'effetto di semplicità ed essenzialità.

Analisi dello stile e del linguaggio: Cabassi si esprime con una chiarezza disarmante, senza fronzoli o artifici. Il suo stile è una fusione di lirismo e concretezza, una poesia che non si perde in eccessi, ma piuttosto sottolinea l'importanza di cogliere l'attimo. Il linguaggio è un respiro stesso, senza sovrastrutture, un'evocazione diretta e potente.

Individuazione delle principali figure retoriche: La forza di questa poesia risiede nella sua essenzialità, ma è possibile scorgere un'implicita metafora nell'uso dell'orizzonte. L'orizzonte diventa una figura retorica, una rappresentazione simbolica della nostra ricerca di significato e della vastità che attende oltre i limiti visibili.

In conclusione, "Orizzonte" è un canto sottile che svela la grandezza della vita nell'istante di un respiro. Marco Cabassi, con una maestria essenziale, invita il lettore a scrutare oltre i confini tangibili e a percepire l'infinito nell'effimero. Una poesia che, con il suo respiro, sussurra l'eternità.


 
Felice Serino -   Nel mio cielo
 

"Nel mio cielo" di Felice Serino: Un Viaggio Celeste tra Nuvole e Paradisi

Nel ricamo sottile di "Nel mio cielo," Felice Serino si presenta come il demiurgo di un mondo immaginato, un poeta che culla il lettore tra le braccia vaporose delle nuvole, portando con sé un esercito affettuoso di animali d'acqua, terra e cielo. Questa poesia, estratta dalla raccolta "La vita immaginata," è un viaggio attraverso l'innocenza perduta e l'incantesimo eterno dell'immaginazione.

Contenuto del testo: "Le belle nuvole" si levano nel cielo di Serino, trasformandosi in affascinanti creature che danzano attraverso i confini del paradiso. L'autore ci conduce in un mondo incantato, popolato da "cari animali" che abbracciano tutte le sfere della vita. L'innocenza e l'immaginazione, con occhi puri, si manifestano in quel cielo, in quella sede del paradiso che Serino dipinge con toni di reverenza.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia assume una forma elegante e fluida, riflettendo la natura evanescente delle nuvole e della fantasia. La disposizione delle parole crea una visione del cielo, con le nuvole che s'innalzano in un movimento ascendente, come l'aspirazione dell'anima verso l'alto. La brevità dei versi cattura l'effimero dell'infanzia, mentre la semplicità visiva sottolinea la purezza del tema.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La struttura metrica della poesia è libera, in sintonia con l'atmosfera di libertà e leggerezza che permea il testo. L'assenza di una regolarità metrica conferisce alla poesia una musicalità libera, quasi come una melodia improvvisata. La rima è discreta, emergendo in modo naturale senza obblighi formali, accompagnando la dolcezza della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Serino è un trionfo di semplicità e profondità, un equilibrio delicato tra leggerezza e significato. Le parole sono selezionate con cura, come gemme che si riflettono nella luce del cielo. Il linguaggio è una dichiarazione di amore verso la vita immaginata, una celebrazione che fonde il reale e l'irreale in una sinfonia poetica.

Individuazione delle principali figure retoriche: Tra le figure retoriche emerge l'analogia delle nuvole che "vestono forme d'animali," trasformando il cielo in un palcoscenico magico. L'immagine delle nuvole come "animali d'acqua, terra e cielo" personifica la natura e sottolinea la connessione tra il mondo celeste e quello terreno.

In conclusione, "Nel mio cielo" è un viaggio oltre le nuvole, un'esplorazione dell'infanzia e dell'innocenza persa. Felice Serino, con grazia e lirismo, ci invita a sollevare lo sguardo e a sognare tra le forme eteree delle nuvole, dove il paradiso trova la sua dimora nelle ali dell'immaginazione.

Giuseppe Stracuzzi - Fruscio di ali

"Fruscio di ali" di Giuseppe Stracuzzi: L'Armonia dell'Anima e il Canto dei Ricordi

Nella sinfonia poetica di Giuseppe Stracuzzi, "Fruscio di ali" è un capolavoro tessuto con fili d'oro dell'anima. Attraverso l'evocazione di immagini delicate e sognanti, l'autore conduce il lettore in un viaggio tra le pieghe dei ricordi e l'eternità della memoria. Questa poesia, un'ode al passato intessuta di lirismo, si apre come un dipinto sfumato dove la bellezza si fonde con la malinconia.

Contenuto del testo: La poesia si apre con la delicata immagine delle "falde tenere fiorite," un luogo di innocenza e vitalità, dove il sole danza con i capelli come fili d'oro. L'autore, con maestria, disegna un paesaggio onirico, pervaso dall'antica dolcezza del pianto e dall'ardere costante di ricordi. La metafora dei ceri accesi nel cuore sottolinea la persistenza dei sentimenti nel tempo.

Aspetto grafico della poesia: L'aspetto visivo della poesia è un giardino di immagini delicatamente collocate sulla pagina, come fiori che sbocciano in un canto silenzioso. La disposizione visuale evoca un senso di movimento, come ali che sfiorano le parole e illuminano il testo. La struttura formale è libera, creando un flusso armonico che segue il ritmo delle emozioni.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica della poesia è libera e fluida, con versi che si snodano come il volo di ali invisibili. La mancanza di una struttura rigida conferisce un'atmosfera di libertà e spontaneità, come se la poesia stessa respirasse. La rima è discreta ma presente, sottolineando il ritmo naturale della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Stracuzzi è un equilibrio sublime tra lirismo e melodia. Le immagini, come il gioco del sole tra i capelli e gli occhi di "pianto antico," sono dipinte con tratti delicati ma intensi. Il linguaggio, intriso di suggestioni poetiche, cattura il lettore in una danza di emozioni senza tempo.

Individuazione delle principali figure retoriche: Tra le figure retoriche emergono la metafora (il fruscio di ali come segno di presenza), la similitudine (il sole che gioca a fili d'oro coi capelli), e l'ossimoro (gli occhi di "pianto antico"). Queste figure contribuiscono a creare un tessuto ricco di significato e sfumature emotive.

In conclusione, "Fruscio di ali" è un inno alla bellezza eterna dei ricordi, una poesia che si alza come un volo di ali nell'intimità dell'anima. Giuseppe Stracuzzi, con la sua maestria poetica, ci trasporta in un mondo in cui la memoria si fonde con il presente, creando un canto che risuona attraverso il tempo e l'eternità.


 
Alessandra Piacentino  -  Fine dell’amore di un amore
 

"Fine dell’amore di un amore" di Alessandra Piacentino: Elegia di un Tramonto Sentimentale

In questa profonda elegia dell'anima, Alessandra Piacentino intesse un canto struggente sulla fine di un amore, rivelando le ferite e le sfumature di un cuore infranto. "Fine dell’amore di un amore" è una poesia che trascina il lettore attraverso il tumulto delle emozioni, come un tramonto che tinge il cielo con colori malinconici.

Contenuto del testo: Il titolo stesso, "Fine dell’amore di un amore," è un annuncio solenne della tragedia affettiva. Piacentino apre il sipario con una raffica di parole urlate con ferocia, evocando la violenza emotiva di un addio. La metafora della rosa che perde petali, rapiti dal vento dell'amore passato, dipinge il quadro di una bellezza sfiorita. Il testo è intriso di nostalgia, una riflessione sulla fugacità dell'amore e il suo declino in un immenso vuoto.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia è una tela delicatamente dipinta, dove le parole si stagliano come foglie spoglie di un albero in autunno. L'uso di punti di sospensione tra i versi crea una pausa, una cadenza che amplifica la tristezza del momento. La disposizione visuale contribuisce a creare un ritmo, un flusso di emozioni che si svelano lentamente.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è una danza fluida, senza rigide strutture, che segue il flusso delle emozioni. Le strofe sono brevi e intense, come battiti di un cuore ferito. La mancanza di rima tradizionale sottolinea la disarmonia del sentire, creando un'atmosfera di disincanto.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Piacentino è un viaggio nell'anima, un'esplorazione senza riserve delle profondità dell'amore e della sua fine. Le immagini, come l'amore che si copre di "cenere e pioggia," sono cariche di simbolismo, evocando un universo cupo e malinconico. Il linguaggio è un fluire di emozioni, una cascata di parole che raccontano la storia di un addio.

Individuazione delle principali figure retoriche: La poesia è arricchita da figure retoriche che intensificano l'espressione del dolore. L'anafora di "amore" all'inizio di ogni verso accentua il focus sulla fine di questa entità, mentre l'uso dell'ellissi suggerisce il peso non detto di ciò che è stato. La metafora della rosa che perde petali è un'affermazione viscerale della perdita.

In conclusione, "Fine dell’amore di un amore" è un'ode al dolore, una poesia che abbraccia la tristezza con grazia e profondità. Alessandra Piacentino, con la sua penna ispirata, offre al lettore un viaggio attraverso il tormento di un cuore infranto, lasciando un'impronta indelebile nella mente e nell'anima.


 
Franco Fronzoli -   Non ho mai smesso di pensarti
 

"Non ho mai smesso di pensarti" di Franco Fronzoli: Un Balletto di Pensieri e Desideri

Nel delicato intreccio delle parole di Franco Fronzoli, i suoi versi emergono come una danza elegante di sentimenti, un canto sussurrato al vento dell'attesa. La poesia si svela come un dipinto in movimento, con il poeta come artista che plasma il suo mondo interiore in una serie di quadri lirici.

Contenuto del testo: Il poeta, con grazia eterea, dichiara un amore che trascende il tempo e gli spazi. L'oggetto del suo affetto è avvolto in desideri, mille lettere tra le stagioni, tramonti e stelle. La luna diventa complice, calandosi tra rocce di una montagna come un palcoscenico per il loro incontro. L'immagine di una sedia vuota nel cuore suggerisce un desiderio palpabile di condivisione, di unirsi nell'angolo dell'intimità.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, la poesia si presenta come una serie di pitture poetiche, una successione di immagini che dipingono l'atmosfera dell'attesa. L'uso sparsamente distribuito degli spazi crea un ritmo di silenzi che amplifica l'emozione, mentre la disposizione delle parole evoca un movimento sinuoso, come un balletto di pensieri.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è un flusso ininterrotto di pensieri, dove la brevità dei versi rispecchia l'impazienza dell'aspettare. Le strofe, senza una struttura fissa, si susseguono con un ritmo libero, dando una sensazione di leggerezza. La mancanza di una rima regolare sottolinea la natura spontanea e sincera della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Fronzoli, con un tocco di raffinatezza, conduce il lettore attraverso le sfumature della sua attesa. Il linguaggio è intriso di romanticismo, ma ancorato a una verità psicologica palpabile. L'immagine della sedia vuota e l'invocazione alla luna rivelano la complessità della sua solitudine e desiderio.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'analogia dell'arcobaleno è un poderoso motivo visivo che attraversa la poesia, simboleggiando la speranza e la promessa di una connessione profonda. L'uso di metafore, come "piogge e temporali," arricchisce il linguaggio, offrendo al lettore una gamma di emozioni vissute attraverso la natura.

In conclusione, "Non ho mai smesso di pensarti" è un capolavoro di aspettative e speranze, una melodia poetica che incanta l'anima. Franco Fronzoli, con la sua elegante prosa, si rivela un maestro nella pittura di emozioni sottili, invitando il lettore a immergersi nel caleidoscopio dei suoi pensieri.


 
Flora Fazzari  - Con lo sguardo...

"Con lo sguardo..." di Flora Fazzari: Un Volo Leggero nel Paesaggio dell'Anima

In questo elegante saggio di Flora Fazzari, intitolato "Con lo sguardo...," l'autrice danza con maestria tra le nuances della mente e i caleidoscopi dell'umore. La poesia si svela come un'arte dell'osservazione, un delicato ritratto delle variazioni dell'animo umano, raccontato con la grazia di uno sguardo attento.

Contenuto del testo: Il poema inizia con il magnetismo evocativo di un semplice sguardo che sfugge, un volo dell'anima che si eleva altrove. Questo viaggio interiore, descritto come il passo lieve di un gatto al mattino, cattura l'effimero mistero delle emozioni che permeano la quotidianità. Gli uccelli cantano nella sinfonia dell'aurora, rilasciando la mente da tensioni terrene. Tuttavia, il richiamo improvviso alla realtà, il "sentire qualcosa," interrompe la fuga, riportando il viaggiatore errante sui propri passi.

Aspetto grafico della poesia: La grafica è una coreografia di parole, con versi che si ergono leggeri come impronte di gatto al mattino. L'uso attento degli spazi crea una melodia visiva, mentre il cambio di linee e le pause ritmiche corrispondono alla danza della mente. L'aspetto visuale contribuisce a catturare l'effimero e l'etereo delle emozioni narrate.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è come un passo leggero, libera da restrizioni rigide. I versi scorrono con agilità, come l'andatura silenziosa di un gatto, senza una struttura predefinita. La mancanza di una rima formale sottolinea la natura fluida e spontanea della narrazione.

Analisi dello stile e del linguaggio: Fazzari dipinge il paesaggio emotivo con pennellate delicate ma potenti. L'uso di metafore, come il volo leggero e il passo del gatto, crea un'atmosfera poetica, mentre la scelta di descrivere gli umori giornalieri conferisce uno spessore psicologico. Il linguaggio è un'orchestrazione di suoni e significati, un'armonia che culla il lettore attraverso il ritmo delle parole.

Individuazione delle principali figure retoriche: L'intero poema è un'invocazione all'osservazione attenta, un'arte di vedere al di là delle apparenze. L'uso di metafore (lo sguardo che vola, il passo lieve come di gatto) e il cambiamento di prospettiva (volgersi indietro sui propri passi) sono figure retoriche che impreziosiscono la narrazione.

In conclusione, "Con lo sguardo..." è un viaggio sensoriale attraverso l'introspezione, un'esplorazione delicata ma profonda delle variazioni dell'animo umano. Flora Fazzari, con la sua penna raffinata, ci invita a danzare con lo sguardo, a volare attraverso i nostri umori giornalieri e a ritrovare la bellezza nell'osservazione attenta del mondo intorno a noi.


 
Armando Bettozzi  - Fatti, una poesia : Mo'…me ne vò a dormì…
 

"Riflessioni sulla Giustizia" di Armando Bettozzi: Un Dialogo Intricato tra Psiche e Giustizia

In questo intricato dialogo tra psiche e giustizia, Armando Bettozzi si erge come un filosofo moderno, scandagliando le profondità della mente umana e l'ambivalenza della giustizia nella società contemporanea. Con rara maestria, Bettozzi abbraccia la poesia come strumento di critica sociale, intrecciando lirismo e riflessione filosofica.

Contenuto del testo: Il poeta si inoltra nei meandri della psicologia e della giustizia, interrogandosi sulla validità di tali indagini. In un contesto dove l'etica sembra svanire di fronte a strategie legali, il poema pone domande scomode sulla natura della giustizia e sulla sua applicazione. L'autore denuncia la facilità con cui si etichetta l'incapacità di intendere e volere, una mossa subdola nel gioco delle leggi. Il monologo si intreccia con l'evocazione di detti popolari, mettendo in luce la complessità delle risposte che la società offre alle tragedie.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo si dispiega come un flusso di coscienza, con riflessioni interconnesse che si sviluppano in modo organico. L'uso sapiente di parentesi, punti di sospensione e trattini crea un ritmo incalzante, guidando il lettore attraverso il labirinto delle riflessioni del poeta.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica del poema è fluida, una prosa poetica che segue il battito del pensiero. La mancanza di una struttura metrica tradizionale consente al poeta di esplorare liberamente le sfumature della mente senza vincoli formali. La poesia si presenta come una fusione di parole che danzano insieme, sottolineando il flusso di pensieri del narratore.

Analisi dello stile e del linguaggio: Bettozzi adotta uno stile incisivo e contemporaneo, amalgamando lirismo e critica sociale. Il linguaggio è ricco di sfumature, oscillando tra la leggerezza dell'ironia e la profondità della riflessione filosofica. L'uso di espressioni colloquiali, come "sporco tifo," conferisce autenticità al dialogo poetico.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poema è arricchito da figure retoriche che amplificano la forza delle riflessioni. L'uso della ripetizione nella frase "Me ne vò a dormì" sottolinea il desiderio di fuga, mentre l'immagine dell'incubo e del risveglio conferisce drammaticità alla narrazione. L'ironia si manifesta nella personificazione del "rimedio" e nell'uso di espressioni come "inzogni a fine lieto."

In conclusione, "Riflessioni sulla Giustizia" è un'opera che si distingue per la sua capacità di esplorare il confine tra lirismo e analisi critica. Armando Bettozzi, con acume e raffinatezza, guida il lettore attraverso un labirinto di pensieri, costringendolo a confrontarsi con le complessità della società e della mente umana.


 
Jaime Luis Huenún       -  con   traduzione di Nino Muzzi
 

"Puerto Trakl [Frammento #1]" di Jaime Luis Huenún: Un Viaggio nell'Anima tra Nebbie e Poesia

In questo frammento poetico di Jaime Luis Huenún, si svela un'odissea attraverso il misterioso Puerto Trakl. Il poeta, con maestria e raffinatezza, ci guida in un viaggio tra nebbie sottili e locali suggestivi, tessendo un racconto intriso di poesia, psicologia e il fascino della vita.

Contenuto del testo: Il poeta ci introduce a Puerto Trakl, un luogo avvolto nelle nebbie dell'incertezza. La ricerca del "bar della buona sorte" diventa una metafora della vita, e il desiderio di condividere la propria traversata trova uno scenario dove il mare dell'esistenza è muto di fronte a isole deserte. Le donne nelle strade illuminate da lanterne rosse incarnano la fragranza e la fatica della vita, offrendosi senza amore. La dichiarazione "A Puerto Trakl i poeti ci vengono a morire" evoca un senso di fatalismo poetico, mentre il gesto di lasciare poesie come testimonianza della propria esistenza aggiunge una profondità psicologica.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo si presenta come un dipinto surreale, con le nebbie che avvolgono il lettore e le lanterne rosse che brillano nel buio. Le parole sono disposte con precisione, creando un ritmo che si adatta al tono malinconico del frammento.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La metrica è libera, consentendo al poeta di dipingere con parole il paesaggio evocativo. La mancanza di una struttura rigida riflette il viaggio fluido attraverso il testo, dove ogni verso è una tappa nel percorso poetico. La rima è sporadica, emergendo come il lampeggiare di lanterne nella nebbia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Huenún adotta uno stile che coniuga l'eleganza della poesia con l'oscurità del simbolismo. Il linguaggio è ricco di immagini evocative, come la stella polare nei bicchieri e le donne fragranti e stanche. L'uso di "isola deserta" sottolinea il tema della solitudine esistenziale.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il frammento è arricchito da figure retoriche, come la metafora della stella polare nei bicchieri, simbolo di orientamento e ricerca di senso. L'antitesi tra la fragranza e la stanchezza delle donne crea un contrasto poetico, mentre la personificazione del mare muto aggiunge un elemento di personale riflessione.

In conclusione, "Puerto Trakl [Frammento #1]" è un capolavoro di introspezione e simbolismo. Jaime Luis Huenún, con il suo sguardo penetrante, ci trasporta in un luogo sospeso tra realtà e poesia, dove il viaggio dell'anima si svela attraverso le nebbie di Puerto Trakl.

Renzo Montagnoli - Dalla finestra

 

"Dalla finestra" di Renzo Montagnoli: Un'Anima Che Si Spegne Tra Nebbia e Melanconia

In questo componimento, Renzo Montagnoli ci introduce a un delicato quadro d'atmosfera, in cui l'immagine di un vecchio lampione danza tra la nebbia e il decadimento, diventando il mezzo attraverso il quale il poeta esprime una profonda riflessione sulla fugacità del tempo e l'ineluttabile declino della vita.

Contenuto del testo: La finestra diventa il punto d'osservazione privilegiato da cui il poeta getta uno sguardo sulla scena eterea. La nebbia si manifesta come velo misterioso, accarezzando con delicatezza l'ombra tremula del lampione. Quest'ultimo, simbolo di illuminazione e guida, lentamente si sgretola sotto l'implacabile avanzare del tempo. La metafora del lampione che si spegne, sottolinea la caducità di ogni cosa, evocando un senso di malinconia intrinseca alla condizione umana.

Aspetto grafico della poesia: Graficamente, il testo è un dipinto sfumato, dove le parole si susseguono con la stessa leggerezza della nebbia. L'uso di spazi bianchi, la disposizione delle parole e la breve lunghezza delle righe conferiscono un ritmo lento, come il declino del lampione.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): La poesia adotta una metrica libera, priva di schemi formali, il che consente al poeta di esplorare la malinconia in modo più fluido e intuitivo. L'assenza di rime crea una sensazione di spontaneità e vulnerabilità, in armonia con il tema della poesia.

Analisi dello stile e del linguaggio: Montagnoli si avvale di uno stile sobrio e allo stesso tempo evocativo. Le parole sono scelte con precisione, creando immagini intense e sottili allo stesso tempo. L'uso di espressioni come "ombra tremula" e "incerto chiarore" amplifica la sensazione di incertezza e fugacità.

Individuazione delle principali figure retoriche: La metafora del lampione corroso dal tempo è la figura centrale che permea l'intera poesia. Essa simboleggia la fragilità dell'esistenza umana, un'immagine potente che evoca emozioni e riflessioni profonde.

In conclusione, "Dalla finestra" è un'opera che si pone sul confine tra la realtà tangibile e l'effimero. Montagnoli, con la sua penna sofisticata, cattura il lettore in un momento sospeso, in cui l'osservazione di un semplice lampione diventa un viaggio nell'animo umano e nei misteri del tempo.


 
enrico tartagni  -   Dov'è la mia gatta?
"Dov'è la mia gatta?" di Enrico Tartagni: Un Viaggio Nel Labirinto delle Memorie Oscure

In questa struggente poesia, Enrico Tartagni ci trascina in un viaggio attraverso l'intricato labirinto delle emozioni e dei ricordi. L'autore abilmente intreccia elementi lirici, spessore psicologico e una dose di mistero, incanalando il dolore dell'ansia e l'ombra della solitudine attraverso la metafora di una gatta smarrita.

Contenuto del testo:
Il poema si apre con un'ansiosa ricerca della gatta, un simbolo di compagnia e comfort. Tuttavia, l'autore, immerso nella sua inquietudine, non si accorge della presenza di un altro essere umano, forse un amore passato, che si muove tra le immagini e le fotografie di tempi lontani. Il testo, oltre a esplorare il tema della ricerca fisica, si estende alla ricerca interiore, sottolineando le proiezioni e gli skyline emotivi che si disegnano nel cuore.

Aspetto grafico della poesia:
Graficamente, il testo si sviluppa con una struttura libera, riflettendo la fluidità delle emozioni e dei pensieri dell'autore. La mancanza di rigide strutture metriche suggerisce un flusso di coscienza, un susseguirsi di pensieri che si intrecciano in modo intricato.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La metrica è libera, consentendo all'autore di esprimere le sue riflessioni con un ritmo fluido e naturale. L'assenza di schemi formali contribuisce a enfatizzare la spontaneità e l'autenticità del sentimento espresso.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Tartagni adotta uno stile che oscilla tra il lirico e il confidenziale. L'uso di espressioni come "rivoltar di rivoltelle" crea un'atmosfera densa di tensione e mistero. L'autore gioca con le parole, creando un'immagine stereoscopica che richiama le sfumature complesse della memoria.

Individuazione delle principali figure retoriche:
La metafora della gatta diventa una chiave simbolica, rappresentando non solo un animale smarrito ma anche la ricerca di qualcosa che può essere irreperibile, forse un pezzo di sé stesso o un'emozione perduta. Il testo è intriso di allusioni e ideogrammi che contribuiscono a creare un tessuto di significati sottili.

In conclusione, "Dov'è la mia gatta?" è una poesia che si dipana tra le trame dell'esistenza umana, rivelando la complessità dei sentimenti, delle relazioni e dei ricordi. Tartagni, con la sua prosa raffinata, ci guida attraverso il labirinto dell'anima umana, lasciando il lettore incantato dalla bellezza e dalla malinconia delle sue parole.

Santi Cardella -  È sera

 
"È Sera" di Santi Cardella: Un Inno alla Fine del Giorno e all'Abbraccio Notturno

In questa poesia delicata di Santi Cardella, il poeta ci conduce attraverso il crepuscolo della giornata, tessendo emozioni e riflessioni con maestria. La sua abilità nell'incanalare il lirismo e il realismo si fonde splendidamente, creando un ritratto poetico che affascina il lettore.

Contenuto del testo:
"È Sera" è un'ode alla fine del giorno, una meditazione sulla fatica, le speranze, e le paure che accompagnano il poeta lungo il percorso della vita. L'autore usa il tramonto come metafora per esprimere il bisogno di riposo, di riflessione e di conforto nella compagnia di chi si ama.

Aspetto grafico della poesia:

La struttura della poesia è ordinata e rispetta uno schema tradizionale di versi e strofe. Questa regolarità visiva contribuisce a dare una sensazione di equilibrio e armonia, che si sposa perfettamente con il tono della poesia.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La metrica adottata è chiara e misurata, con versi di lunghezza simile che creano un ritmo dolce e melodico. La rima, prevalentemente baciata, aggiunge un tocco musicale, sottolineando la fluidità del pensiero e dell'esperienza narrata.

Analisi dello stile e del linguaggio:
Cardella adotta uno stile sobrio e diretto, senza rinunciare a un linguaggio ricco di immagini evocative. L'uso di espressioni come "la prima stella su nel cielo brilla" crea una visione poetica del mondo, mentre termini come "speranza", "pace", e "notte" si ergono come pilastri emotivi.

Individuazione delle principali figure retoriche:

Il poeta usa metafore potenti, come la barca vuota e la campana lontana, per comunicare la complessità delle esperienze umane. L'immagine dei semi piantati che potrebbero dare fiori a primavera simboleggia la speranza e la possibilità di un nuovo inizio.

In conclusione, "È Sera" è un inno alla serenità e alla riflessione notturna. Cardella, con la sua maestria tecnica e la profondità dei suoi sentimenti, dipinge un quadro emozionante dell'umanità che si ritira al termine di una giornata per trovare conforto, speranza e amore nell'abbraccio della sera.

Fausto Beretta -   Sulla strada ancora
 

"Sulla Strada Ancora" di Fausto Beretta: Un Viaggio Tra Memoria e Nostalgia

In questa poesia, Fausto Beretta ci offre una riflessione profonda sulla strada della vita, attraverso il filtro di ricordi, cambiamenti e introspezione. Il suo stile raffinato e il linguaggio penetrante catturano l'attenzione del lettore, conducendolo in un viaggio poetico intriso di lirismo e saggezza.

Contenuto del testo: "Sulla Strada Ancora" è un'ode al percorso della vita, che inizia con un'evocazione nostalgica del passato, quando le strade sembravano tutte accoglienti, nonostante le loro imperfezioni. Il poeta esplora il cambiamento nel tempo, dalla forza iniziale di percorrere qualsiasi strada con curiosità e volontà, alla pigrizia e alla perdita d'interesse che spesso accompagnano l'invecchiare.

Aspetto grafico della poesia: La poesia presenta una struttura pulita e organizzata, con versi che seguono uno schema uniforme. Questa regolarità visiva contribuisce a creare un ritmo piacevole e accentua il senso di continuità nel tema del viaggio attraverso la vita.

Analisi metrica (versi, strofe e rima): Beretta utilizza versi di lunghezza varia, alternando tra righe più brevi e altre più lunghe. Questa varietà contribuisce a mantenere un ritmo fluido e interessante. La mancanza di una rima regolare aggiunge una nota di libertà e spontaneità, enfatizzando il tema della strada aperta e non vincolata.

Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile di Beretta è caratterizzato da una chiara essenzialità espressiva, dove ogni parola è attentamente scelta per veicolare il significato desiderato. Il linguaggio è intriso di simbolismo, con "la ricerca continua della chiave del vivere" che sottolinea la costante ricerca di significato nella vita.

Individuazione delle principali figure retoriche: Il poeta utilizza metafore potenti, come la pigrizia che "ha preso le gambe" e la "ricerca continua della chiave del vivere". Queste immagini contribuiscono a sottolineare la tensione tra l'energia della giovinezza e la riflessione più lenta dell'età matura.

In conclusione, "Sulla Strada Ancora" è un'opera che esplora il viaggio della vita in modo evocativo e profondo. Beretta si rivela un abile artigiano delle parole, donando al lettore uno spaccato della propria anima e aprendo finestre sulla complessità della condizione umana attraverso il suo inconfondibile stile poetico.


Marino Giannuzzo  - Questi vecchi tetti sgangherati

"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" di Marino Giannuzzo: Un Inno alla Nostalgia e all'Innocenza

In questa commovente poesia, Marino Giannuzzo ci invita a scrutare il passato attraverso il filtro di tetti sgangherati, simboli di un'epoca ormai lontana. Con uno stile raffinato, il poeta ci trasporta in un viaggio nostalgico, esplorando il significato dei luoghi che un tempo erano il palcoscenico delle sue avventure infantili.

Contenuto del testo:
"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" è un inno alla memoria, una rievocazione dei luoghi che hanno plasmato l'infanzia del poeta. Attraverso l'immagine di tetti trascurati e ormai dimenticati, Giannuzzo evoca la perdita e la trasformazione, narrando di giochi innocenti e amicizie che un tempo danzavano su quei tetti bianchi.

Aspetto grafico della poesia:
La poesia si presenta con una struttura regolare e ordinata, in cui ogni verso è come una tessera di un mosaico che compone l'immagine del passato. L'uso di versi brevi e l'assenza di una forma rigida conferiscono alla composizione una sensazione di spontaneità e immediatezza.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):
Marino Giannuzzo adotta una metrica libera, dando alle sue parole la libertà di fluire senza restrizioni. La mancanza di rime fisse contribuisce a creare un tono confidenziale, avvicinando il lettore al mondo interiore del poeta.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Lo stile di Giannuzzo è intriso di delicatezza e malinconia, con un linguaggio che evoca emozioni profonde. L'uso di espressioni come "prati monti e mari lontani" riflette la vastità delle esperienze infantili e il potere della fantasia nel plasmare la realtà.

Individuazione delle principali figure retoriche:

Il poeta adopera metafore suggestive, come i tetti "sconnessi e trascurati" che diventano un riflesso dell'età avanzata e della trasformazione della memoria nel tempo. L'analogia tra i tetti e le anime del poeta e dell'amico sottolinea la connessione profonda tra esperienze condivise.

Commento finale:
"Questi Vecchi Tetti Sgangherati" è un gioiello di nostalgia e riflessione. Giannuzzo cattura la bellezza e la fragilità dell'infanzia, rendendo omaggio ai luoghi che hanno forgiato il suo passato. La poesia ci ricorda che dietro ogni tettuccio sgangherato si cela una storia ricca di vita, amicizia e innocenza perduta.

bruno amore[br1] -    Morte a Gaza

"Morte a Gaza": Un Requiem Poetico di Fronte all'Orrore della Guerra

In questa poesia straziante intitolata "Morte a Gaza", Bruno Amore dischiude il suo cuore, diventando il testimone doloroso della brutalità e della sofferenza che affliggono il popolo di Gaza. Con una prosa incisiva e carica di emozioni, il poeta affronta la distruzione, la perdita e la disumanizzazione causate dalla guerra.

Contenuto del testo:
Il poeta inizia con l'espressione intensa e viscerale della sua angoscia interiore, rappresentata dalla "matassa di bile" nel suo ventre. L'immagine evoca disgusto e incomprensione di fronte a un mondo incapace di porre fine alla violenza. L'idea di fuggire, anche attraverso la morte, suggerisce un profondo senso di impotenza e disillusione.
La menzione della Luna e del Barone di Munchhausen aggiunge uno strato di simbolismo, invitando il lettore a riflettere sulla surrealtà della situazione e sulla mancanza di fondamento nella narrativa della guerra.
Il poeta porta il lettore a confrontarsi con la crudeltà della guerra attraverso immagini potenti, come la cagna che trasporta un avambraccio umano tra le macerie. Questo simbolismo crudo rappresenta la brutalità del conflitto e la disumanizzazione che ne consegue.
L'accusa verso l'"oro", inteso come interesse economico, e l'immagine della cagna sporca di vernice rossa aggiungono uno strato di critica sociale, mettendo in discussione i valori corrotti che alimentano la guerra.

Aspetto grafico della poesia:

Il testo si presenta in modo deciso, senza fronzoli, in linea con l'urgenza e la gravità del tema affrontato. L'uso di metafore potenti e immagini vivide crea un impatto emotivo immediato.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

Il poeta adotta una metrica libera, lasciando che le parole scorrono senza restrizioni. Questa scelta contribuisce a catturare l'essenza del dolore e della rabbia, permettendo al ritmo di adattarsi alle emozioni dell'autore.

Analisi dello stile e del linguaggio:

L'uso di espressioni viscerali e dirette crea un legame emotivo immediato con il lettore. Il linguaggio crudo, ma poetico, veicola la profonda indignazione e compassione del poeta.

Individuazione delle principali figure retoriche:
Il simbolismo dell'avambraccio portato dalla cagna e l'accusa simbolica dell'"oro" come causa della guerra sono figure retoriche che aggiungono profondità al testo, spingendo il lettore a una riflessione critica.

Commento finale:
"Morte a Gaza" è un capolavoro che affronta la tragedia umana della guerra con una potenza poetica straordinaria. Bruno Amore non solo cattura il terrore e il dolore di Gaza, ma sfida il lettore a interrogarsi sulla propria umanità in un mondo dilaniato dalla violenza. Un grido poetico che esige giustizia e compassionevole consapevolezza.

Salvatore Armando Santoro -  Nostalgici rintocchi
Nostalgici rintocchi: Un Balletto di Emozioni tra le Note del Cuore

In questo sonetto magistrale, Salvatore Armando Santoro si eleva a un virtuosismo poetico che intreccia con grazia e maestria le corde della nostalgia e dell'amore. Il poeta, come un abile suonatore di violino, tira le corde del cuore con rintocchi melodiosi che risvegliano antichi affetti e ricordi.

Contenuto del testo:
Il cuore del poeta è presentato come una campana, uno strumento musicale dell'anima che, con ogni rintocco, rivive un passato di amori vissuti. L'incanto di questo verso iniziale risiede nella capacità della campana di custodire e risuonare con dolcezza ogni esperienza amorosa, come se fossero note preziose di una sinfonia intima.
Il poeta si descrive come un custode di amori passati, senza dimenticarli mai. L'uso dell'analogia tra il cuore e una campana sottolinea l'eternità e l'immortalità degli affetti, che persistono nonostante il passare del tempo.
L'immagine del vento che allontana i rintocchi, ma il cui suono assorda la mente, rappresenta la sfida di separarsi dagli amori del passato. Tuttavia, ogni tentativo di allontanare quei ricordi è vano, e il richiamo di un amore particolare si fa strada attraverso la corda della campana.
Il conflitto interiore del poeta emerge quando si trova ad affrontare il ricordo di un'amante strana. La tensione emotiva è palpabile mentre tira la corda, cercando di respingere quel richiamo, ma il suono persiste, quasi in un crescendo musicale.

Aspetto grafico della poesia:

Il sonetto si presenta come un'armoniosa composizione, dove la struttura metrica e la disposizione dei versi riflettono il ritmo incalzante del cuore e l'inevitabile afflusso di emozioni.

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

Il sonetto, con la sua struttura di quattordici versi divisi in quattro quartine, segue la tradizione classica. La rima baciata conferisce un legame musicale a ciascuna quartina, sottolineando la dolce melodia della nostalgia.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Santoro adotta uno stile ricco e melodioso, utilizzando un linguaggio che evoca immagini vivide e sensazioni tangibili. L'uso di metafore e analogie contribuisce a creare un'atmosfera emotiva avvolgente.

Individuazione delle principali figure retoriche:

L'analogia tra il cuore e una campana funge da metafora dominante, mentre l'antitesi tra cercare di respingere i ricordi e la persistenza del richiamo aggiunge complessità emotiva alla poesia.

Commento finale:
"Nostalgici rintocchi" è un capolavoro che esprime la persistenza dell'amore nel tessuto dell'anima umana. La capacità di Santoro di fondere emozioni, musicalità e immagini poetiche crea un'opera coinvolgente e indimenticabile, che risuona nei cuori dei lettori come una melodia senza tempo.

Carlo Chionne   -   Il mio sistema poetico

 "Il mio sistema poetico" di Carlo Chionne: Una Proclamazione di Proporzioni Poetiche e Armonia Concettuale

In questo breve componimento, Carlo Chionne delinea il suo "sistema poetico", un manifesto lirico che sottolinea l'importanza della proporzione nella costruzione di versi e concetti. L'autore sembra rivendicare una forma poetica che rispecchi un equilibrio proporzionale, non solo nelle rime e nella struttura, ma anche nei contenuti e nei valori rappresentati.

Contenuto del testo:

Il poeta afferma la sua volontà di una "poesia proporzionale", enfatizzando il desiderio di dare alla "Parola la sua aria". L'immagine della Parola che respira suggerisce una volontà di libertà espressiva, di non soffocare il potenziale della lingua poetica.
La richiesta di una "rima costituzionale" sottolinea l'importanza di una struttura fondata su principi solidi, forse alludendo a una forma che rispecchi ideali sociali o costituzionali. La ricerca di una "Bellezza originaria" suggerisce il desiderio di ritornare a principi estetici intrinseci e genuini.
La seconda strofa collega concetti etici e culturali, cercando un equilibrio tra la "Bontà" e la "Giustizia", tra la "Cultura" e la "Libertà". Queste coppie di concetti delineano un quadro di armonia sociale, sottolineando l'importanza di bilanciare gli elementi fondamentali della vita.
Le opposizioni tra "Dolore" e "Letizia", "Fantasia" e "Verità" aggiungono ulteriore complessità al sistema poetico proposto da Chionne. La presenza alternata di elementi contrastanti suggerisce la necessità di affrontare la dualità della vita e delle esperienze umane.

Aspetto grafico della poesia:
La brevità e la linearità della poesia riflettono la chiarezza e la precisione che Chionne sembra cercare nel suo "sistema poetico".

Analisi metrica (versi, strofe e rima):

La poesia segue uno schema metrico semplice con quattro versi in due strofe. L'assenza di rime conferisce un tono più libero e aperto al componimento, in sintonia con la richiesta di dare "aria" alla Parola.

Analisi dello stile e del linguaggio:

Chionne utilizza uno stile semplice ma evocativo. Le parole chiave come "Bontà", "Giustizia" e "Libertà" richiamano ideali universali, mentre l'uso di immagini come la Parola che respira contribuisce a creare un'atmosfera di apertura e vitalità.

Commento finale:
"Il mio sistema poetico" è una dichiarazione chiara e diretta sulle intenzioni di Carlo Chionne nella creazione poetica. Il desiderio di proporzione, equilibrio e originalità crea un invito a riflettere sulla connessione tra forma e significato nella poesia, una riflessione che potrebbe ispirare poeti e lettori ad avventurarsi in un mondo di versi proporzionati e concetti armonici.

Sandra Greggio  -   Il libro incompreso
 

"Il libro incompreso" : Un Dialogo tra Sacro e Profano

Nell'osservazione della poesia di Sandra Greggio, "Il libro incompreso," emerge un intrigante dialogo tra il sacro, rappresentato dal Vangelo, e il profano, incarnato dal libro incompreso. L'autrice sembra unire il mondo della spiritualità e quello dell'arte e dell'amore, creando un connubio di significati profondi.

Contesto sacro: L'indicazione "Via Verità e Vita" richiama inequivocabilmente al Vangelo di Giovanni, in cui Gesù afferma di essere "la via, la verità e la vita" (Giovanni 14:6). Questa citazione biblica conferisce un significato sacro alla poesia, collegando il tema dell'amore incompreso a una dimensione spirituale.

Contesto profano: L'immagine delle "pagine gettate al vento" suggerisce un libro abbandonato o non riconosciuto, il che può essere visto come il lato profano o terreno dell'opera. L'amore incompreso, se letto come metafora per l'arte o la creazione letteraria, potrebbe alludere a un'opera d'arte trascurata o non apprezzata.

Unione di sacro e profano: L'uso della parola "Amore" con l'iniziale maiuscola potrebbe essere un ponte tra il sacro e il profano, unificando l'esperienza umana dell'amore con l'amore divino. La suggestione che l'amore è "Forse per questo non compreso" suggerisce che sia difficile per la mente umana comprendere appieno l'amore divino o il suo riflesso nell'arte.

Il "nero inchiostro" e il "cuore": La persistenza del messaggio nonostante la mancanza di comprensione può essere interpretata come un richiamo al Vangelo, che continua a esercitare un impatto nonostante la sua complessità. "Scritto con il cuore" evoca il tema del cuore umano, sia come sede delle emozioni che come luogo di accoglienza del messaggio divino.

Conclusioni: "Il libro incompreso" può essere letto come una riflessione sull'interazione tra sacro e profano, con l'amore e la scrittura come ponti tra le due dimensioni. L'opera suggerisce che l'amore e la creatività, anche se incompresi dal mondo, possono trovare una risonanza più profonda nella dimensione spirituale. La poesia potrebbe essere vista come una sorta di preghiera profana, un'invocazione dell'amore e dell'arte come veicoli di verità e vita.


Antonia Scaligine  -  I respiri


 

"I respiri": Un Inno Autunnale di Vita e Tradizione

La poesia di Antonia Scaligine, "I respiri", si presenta come un delicato inno autunnale, intrecciando temi di stagioni in transizione, tradizioni familiari e la bellezza della natura. Un respiro poetico che cattura l'essenza di un momento fugace.

Elementi chiave:

  1. L'Autunno come Sfumatura di Vita: L'inizio della poesia suggerisce l'arrivo dell'autunno, personificandolo come una stagione che se ne va. Questa rubente stagione, con i suoi respiri nascosti, diventa un momento di transizione e riflessione.

  2. L'Uva e il Ciclo della Vita: La metafora dell'uva e della vendemmia simbolizza il ciclo della vita. Le donzelle che emanano fragranze d'ambrosia con le loro rosse gote, gustando l'uva e il vino, collegano l'autunno alle tradizioni familiari e al passare del tempo.

  3. La Vecchia Vigna dei Padri e dei Nonni: L'immagine della vecchia vigna connette il presente alle radici del passato, richiamando la continuità delle tradizioni familiari attraverso le generazioni. La vendemmia diventa una celebrazione di queste connessioni.

  4. Il Riposo Invernale e le Luci d'Amore: La fase di riposo invernale delle piante è dipinta con profumi mielati di dicembre e luci d'amore degli alberi di Natale. Questi elementi trasmettono un senso di calore e speranza nella tradizione natalizia.

  5. Scintillare come Gocce di Stelle: L'immagine finale degli alberi di Natale che scintillano come gocce di stelle offre una visione poetica e luminosa dell'inverno. L'uso di "scintilleranno" crea un'immagine visiva suggestiva.

Linguaggio e Stile: Il linguaggio della poesia è intriso di immagini evocative e metafore poetiche. Scaligine utilizza una prosa delicata e descrittiva, con una metrica che fluisce come il respiro della natura.

Conclusioni: "I respiri" di Antonia Scaligine si configura come un dipinto poetico dell'autunno, con uno sguardo nostalgico alle tradizioni familiari e al susseguirsi delle stagioni. La poesia riesce a catturare l'essenza di momenti fugaci, incorniciando il ciclo della vita tra le tradizioni e la bellezza della natura.


 

Alessio Romanini  -  Frammento di luce


 

"Frammento di luce": Un Viaggio dalla Tenebra alla Luce

La poesia "Frammento di luce" di Alessio Romanini affronta il tema del dolore, dell'isolamento emotivo e del potere trasformativo dell'amore. Attraverso l'uso di immagini evocative, il poeta dipinge un quadro di speranza emergente dalla sofferenza.

Elementi chiave:

  1. Cuore Isolato dal Dolore: Il cuore, presentato come "ascoso dal dolore," è reso inaccessibile, silente e distante. Questa immagine riflette il peso della sofferenza emotiva che ha separato il cuore dalle esperienze piacevoli della vita.

  2. L'Ingerimento dell'Assenzio e il Torace Come Luogo di Trasformazione: Il riferimento allo sterno che ha ingerito assenzio suggerisce un'intossicazione emotiva. Tuttavia, nonostante questa oscurità, si apre la possibilità di una trasformazione, simboleggiata dal frammento di luce che passa attraverso il torace.

  3. Il Frammento di Luce Come Guida all'Amore: Il frammento di luce emerge dal torace e diventa un simbolo di speranza. Questo raggio luminoso funge da guida verso l'amore, indicando che, nonostante la sofferenza, la capacità di amare è ancora viva.

  4. La Transizione dall'Oscurità alla Luce: Il passaggio dalla tenebra alla luce è evidenziato dalla presenza del frammento luminoso. La luce rappresenta la possibilità di guarigione e di riscatto dalla tristezza.

  5. La Forza Trasformatrice dell'Amore: La conclusione suggerisce che il frammento di luce "conduce all'amore." Questo implica che l'amore ha il potere di trasformare la sofferenza, di riportare vita ed emozione al cuore isolato.

Linguaggio e Stile: Romanini utilizza un linguaggio suggestivo e metaforico per trasmettere emozioni complesse. La scelta delle parole, come "ascoso," "torace," e "frammento di luce," contribuisce a creare un'atmosfera di intimità e trasformazione.

Conclusioni: "Frammento di luce" è una poesia che riflette sulla capacità di trovare speranza e amore anche nei momenti più bui. Attraverso l'immagine del cuore isolato che, nonostante il dolore, riceve un frammento di luce, il poeta suggerisce che l'amore può fungere da guida attraverso le tenebre, portando una rinascita emotiva e spirituale.

Francesco Soldini - La Città giardino "La Città Giardino": Il Connubio tra Urbanizzazione e Natura

La poesia "La Città Giardino" di Francesco Soldini esplora il rapporto complesso tra la crescita urbana e il desiderio umano di connessione con la natura. La città è dipinta come un organismo vivente, tentacolare, che cerca di amalgamare il costruito con il verde. Di seguito, un'analisi dettagliata:

Elementi Chiave:

Nostalgia dell'Armonia: L'inizio della poesia suggerisce che la "Città Giardino" rappresenta la nostalgia dell'armonia, forse un richiamo a tempi passati in cui la vita urbana e la natura coesistevano in modo più equilibrato.

Lotta tra Urbano e Naturale: L'immagine della città tentacolare che "mangia la Terra" riflette la crescente urbanizzazione che sembra divorare la natura. Tuttavia, questo processo è descritto come un tentativo di condividere "il meglio da costruire," suggerendo un'aspirazione positiva.

L'Invasione della Natura: Nonostante gli sforzi della città, la natura invita le strade e riempie i vasi. Questa immagine simboleggia la forza irresistibile della natura, la sua tendenza a riaffermarsi indipendentemente dalla presenza urbana.

La Bellezza del Verde: L'uso della bellezza come un attributo del verde suggerisce che l'inclusione della natura nell'ambiente urbano porta con sé un valore estetico e spirituale. Il verde diventa una forza che colora e arricchisce la vita cittadina.

Linguaggio e Stile:

Soldini utilizza un linguaggio suggestivo, con metafore come "Città Giardino" e
"mangia la Terra," per trasmettere un significato più profondo. Il tono della poesia è positivo, indicando un desiderio di bilanciare l'urbanizzazione con la bellezza e la vitalità della natura.

Conclusioni:
"La Città Giardino" cattura la tensione tra la crescita urbana e il richiamo della natura. La poesia non condanna l'urbanizzazione, ma sottolinea la necessità di integrare la natura nella città per creare un ambiente più armonioso. La presenza della natura è vista non solo come un elemento decorativo, ma come un contributo essenziale alla qualità della vita urbana.

Jacqueline Miu - dal Nulla alla Fine 

"Dal Nulla alla Fine" di Jacqueline Miu: L'Incantesimo dell'Oggi per il Domani

La poesia "Dal Nulla alla Fine" di Jacqueline Miu offre una riflessione profonda sulla vita, la morte e la durata dell'essere umano nel contesto del tempo. Di seguito, un'analisi più approfondita:

Elementi Chiave:

  1. Temporalità e Ciclo della Vita: La poesia esplora il tema del tempo, evidenziando come ogni tragedia sia scritta "per i domani." La presenza della vita, della morte e della magia implicita nell'oggi che lascia traccia per il domani sottolinea il ciclo continuo della vita.

  2. L'Umanità nella Commedia: L'uso della metafora della "commedia umana" suggerisce una visione della vita come una rappresentazione drammatica, con il corvo che ride all'interno di un cimitero. Questo può alludere alla natura ironica o paradossale dell'esistenza umana.

  3. Ossessione e Transitorietà: La poesia affronta l'ossessione dell'ego stolto e la transitorietà della vita. L'immagine del corvo che mira alla bellezza, ora presente nei cimiteri, rafforza il concetto della vita come un breve istante di gloria seguito dalla sua fine.

  4. Magia dell'Oggi per il Domani: La magia menzionata nella poesia è l'abilità di lasciare una traccia dell'oggi per il domani, suggerendo che nonostante la caducità della vita, ciò che facciamo e diciamo ha un impatto duraturo.

Linguaggio e Stile: Il linguaggio della poesia è evocativo e permeato di simbolismo. L'uso delle metafore, come il corvo che ride e la magia dell'oggi, aggiunge profondità alla narrazione. Il linguaggio poetico è ricco di suggestioni e invita il lettore a riflettere sulla complessità della vita.

Conclusioni: "Dal Nulla alla Fine" offre una meditazione poetica sulla vita e sulla morte, esplorando il significato della temporalità umana. La poesia suggerisce che, nonostante la transitorietà dell'esistenza, l'impatto delle nostre azioni e parole può persistere come una forma di magia che influisce sul domani.

"Alba d'incanto nei versi che doni,
grazie, Poeta, di cuore e passioni.
E, tra le righe, nell'ombra e nel lume,
la tua poesia è eterno costume."
con affetto e simpatia
Ben Tartamo

 

 

28-29-30 Novembre

Sono in obbligo con te ,Marino Spadavecchia, perché mi fai sentire una poetessa,
credimi io non ho mai pensato di esserlo , se pur da una vita scrivo ,ma lo faccio senza pretese , siamo” foglie in balia della vita “ come dice nella bella poesia Nino Silenzi
perché chi accoglie le mie poesie ,da ben vent’anni , è solo Lorenzo e Facebook ,
ma le tue parole, i tuoi commenti toccano il mio cuore ,ti esprimo riconoscenza e gratitudine e non basta un solo grazie, te lo dico di continuo e sempre , quel grazie che non finirei mai di dire a Piero ,a Jacqueline Miu, e anche a chi non commenta ,a tutti i poeti
Grazie la parola che mai stona
e rende bello ciò che si riceve e si dona
Antonia Scaligine
 

 

Così ho assaggiato il filo tagliente della Spadavecchia di Marino. Una lama di Toledo, devì essere, che da quel piacere intrinseco indolore del bisturi. Grazie dell'attenzione.
Abbraccio
Bruno Amore [br1]

 

POESIE 28-29-30 NOVEMBRE 23
Commenti di Marino Spadavecchia 

 
#   Flora Fazzari - "Luce..."

 
In questo caleidoscopio di luce dipinta su cielo infinito, l'autrice, Flora Fazzari, tessitrice di visioni, ci offre una poesia che danza tra le nuvole e si snoda attraverso i contrasti di chiaro e scuro. 

 
**Contenuto del Testo:**
La poetessa affronta il tema della luce, non solo come fenomeno fisico, ma come metafora di aperture nella vita. Gli spazi di luce, come squarci di consapevolezza, emergono e si muovono attraverso le metafore delle nubi, creando un dialogo tra il divino e il terreno.

 
**Aspetto Grafico della Poesia:**
La disposizione spaziosa delle parole riflette il tema dell'espansione e della liberazione, evidenziando la delicatezza di questi momenti luminosi nel tessuto del testo.

 
**Analisi Metrica:**
La metrica risulta fluida, seguendo il movimento sinuoso della luce che si fa strada. L'autrice sembra giocare con la disposizione dei versi, enfatizzando il dinamismo del suo soggetto.

 
**Analisi dello Stile e del Linguaggio:**
Fazzari utilizza un linguaggio delicato e suggestivo. Le parole scelte creano un'atmosfera eterea, mentre il ricorso a "divampare piano" conferisce alla luce un carattere controllato ma potente.

 
**Figure Retoriche:**
Tra le figure retoriche, si avverte l'uso di metafore (la luce come squarcio nelle nuvole) e la personificazione (la luce che si stacca piano). Questi elementi trasformano la realtà in un paesaggio emotivo, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale.

 
In questa sinfonia di luce, Flora Fazzari si rivela un'architettrice di parole, illuminando l'anima del lettore con la sua maestria poetica.

 
#   Pasquale Mesolella -
"L'orrore della guerra non ha termine!"
 

 
Nell'abisso delle parole incise,
il poeta danza tra le righe,
come una luce fievole nel buio,
riportando in vita l'atroce dramma.

 
L'orrore della guerra, senza fine,
intrecciato nei versi come fili di dolore, palpita nel cuore del testo,
dove l'uomo, malvagio, oltrepassa ogni confine.

 
La tenerezza del bimbo è l'ancora,
ma la fragilità del vecchio grida,
un'appello umano a non violare,
mentre l'odio si insinua nell'animo
oltre la ragione e il raziocinio.

 
Come zombi, risorgiamo dalle macerie, ma la comprensione sfugge, mentre l'umanità, come tifosi sconfitti, si perde nelle lacrime inutili.

 
Lo sguardo cinico, da spettatori impotenti, osserva lo strazio che si ripete, e le lacrime versate sembrano inutili nel ripulire colpe di chi non comprende.

 
Come corvi affamati, ci soffermiamo
sui corpi dispersi e dilaniati,
mangiatori di carne, nell'abisso umano dove la guerra si ripete in un triste ciclo.

 
Pasquale Mesolella, nel suo lirismo,
disvela l'atroce realtà, un richiamo all'umanità smarrita, dove il dolore è eterno compagno.

 
Grazie, poeta, per questo ruggente grido, che svela l'orrore della guerra
e ci spinge a riflettere sul nostro destino nelle righe scure di questo poema intriso di verità.

 
#   Armando Bettozzi - "Me vò a costituìmme!"

 
In questo intricato mosaico di opinioni e dolori, emerge un caos di riflessioni sulla tragica vicenda di Giulia. Armando Bettozzi, con verve e disincanto, sfiora le sfumature di un'epidemia di irrazionalità e idiozia che attanaglia chi parla in TV, scrive sui giornali e fa politica. Il suo stile è tagliente, l'analisi pungente.

 
Il contenuto si snoda tra una critica all'utilizzo politico della tragedia, il dibattito sulla cultura patriarcale, e la richiesta di cambiamenti reali. Bettozzi si staglia come una voce critica che rifiuta le semplificazioni e invita a una riflessione più profonda.

 
L'aspetto grafico, sebbene solo immaginato, segue la scrittura decisa, enfatizzando le parole chiave e i concetti centrali. Nel caos delle idee, la chiarezza delle parole assume un ruolo cruciale.

 
La metrica si perde nella densità del testo, ma il ritmo veloce si adatta al tono accorato del discorso. Le rime, seppur sporadiche, emergono come piccole punte di luce nel buio.

 
Lo stile di Bettozzi è un'arte della parola, con una mescolanza di sarcasmo e serietà. Le figure retoriche sono come specchi che riflettono la complessità dell'argomento, dalla metafora dell'epidemia all'uso del sarcasmo come arma critica.

 
In questo panorama, emerge la necessità di un confronto e di azioni concrete, svincolate da strumentalizzazioni politiche. Bettozzi sfida il lettore a guardare oltre le apparenze e a cercare soluzioni reali in un mondo che sembra preferire la retorica al cambiamento.

 
#   Marino Giannuzzo - "Pietra di Lecce morbida nata"

 
Nel canto silenzioso di Marino Giannuzzo emergono le note di un'ottuagenaria melodia, intessuta dalla pietra di Lecce, nata morbida al chiarore dell'alba e forgiata dalla trama degli anni.

 
Il contenuto si svela come un dialogo tra la pietra e il suo creatore, il Salento. In questa sinfonia, la pietra, dapprima tenera, si rivela resiliente, rafforzata dalle intemperie e dal passare del tempo. È una metamorfosi che richiama il ciclo della vita umana.

 
L'aspetto grafico si dispiega con una cura quasi artigianale, riflettendo il processo di trasformazione della pietra. L'uso del linguaggio poetico diventa uno scalpello, scolpendo immagini nitide e sensazioni tangibili.

 
La metrica si muove con la cadenza misurata di un cammino di vita. I versi, come pietre disposte lungo un sentiero, narrano l'evoluzione della pietra di Lecce. La rima, delicatamente intrecciata, segue il ritmo naturale della narrazione.

 
Lo stile di Giannuzzo è una danza tra leggerezza e robustezza, tra dolcezza e selvatiche intemperie. Le figure retoriche emergono come stelle in un cielo notturno, dall'analogia implicita nel "partorito puro nel Salento" alla metafora del corpo che diventa "debole nel corpo" ma con "animo e cuore restati duri".

 
In questa poesia, l'ottuagenario poeta svela la propria anima, plasmando la pietra con parole scelte con saggezza e scolpendo un ritratto della vita che sfida il tempo.

 
#   bruno amore[br1] -"lungo la strada"

 
Nel caleidoscopio delle stagioni interiore, il poeta dipinge con parole intrise di nostalgia il lento incedere del tempo lungo la strada della sua esistenza.

 
Il contenuto si snoda come un viaggio nelle profondità dell'anima, dove le erbacce rappresentano il crescere dell'oblio su primavere e estati passate. Il tumulo diventa metafora di un sepolcro personale, e le stagioni sono archetipi di cambiamenti e transitorietà.

 
L'aspetto grafico si compone come un affresco sfumato, con le erbacce che avanzano e il tumulo che attira sguardi come un richiamo al passato. Lo scavo degli inverni aperto "a bocca aperta" evoca un'attesa palpabile, un desiderio di significato nel fluire del tempo.

 
La metrica segue un ritmo calmo e riflessivo, simile al cammino del poeta lungo la strada. Versi e strofe si dispongono con misura, come pietre disposte con cura lungo il sentiero della sua esistenza. La rima, seppur sottile, si fa sentire come un filo invisibile che lega le parole.

 
Lo stile di "lungo la strada" è un connubio di malinconia e resilienza. L'amore per il rosso, declinato dai rossori del sangue alle fiammeggianti passioni, è il filo conduttore di una poesia che si nutre di contrasti e suggestioni.

 
Le figure retoriche si ergono come sculture nel testo, con l'uso sapiente del simbolismo delle erbacce e del tumulo, e l'analogia tra il rosso del sangue e i petali infuocati che tempestano il grano.

 
In questa poesia, il poeta esplora la fame esistenziale, la sete di significato e il bisogno di colore nell'arco di una vita che, come la strada percorsa, si snoda tra ricordi e attese.

 
#   Jacqueline Miu - "l'amore è reversibile"

 
In questo inno all'amore, Jacqueline Miu intreccia con maestria la delicatezza dei sentimenti, la lotta interiore e l'aspirazione alla conquista dell'amore. La poetessa incanta il lettore attraverso una prosa riflessiva e appassionata, scavando nelle profondità dell'anima umana.

 
Il contenuto della poesia esplora la dualità dell'amore, la sua reversibilità, la paura della perdita e l'accettazione di condividere la propria luce con altre stelle. La poeta affronta la vulnerabilità con coraggio, esortando a correre senza guardare indietro e a cercare il proprio destino, aprendo le ali dell'anima.

 
L'aspetto grafico della poesia si dipana come un viaggio cosmico, dove le stelle e l'universo diventano metafore dell'esperienza umana. Le parole sono disposte con eleganza, creando una coreografia visiva che accompagna la danza dei sentimenti.

 
La metrica è fluente e cadenzata, come il battito del cuore innamorato. Versi e strofe si susseguono con armonia, dando un ritmo incalzante alla narrazione. La rima, benché discreta, contribuisce a sottolineare le connessioni e le opposizioni presenti nel testo.

 
Lo stile e il linguaggio di Miu sono intrisi di sincerità e profondità psicologica. La poetessa si svela attraverso le sue ferite e i suoi dolori, dialogando con essi con una prosa che sfiora la poesia stessa. L'uso delle metafore, come l'apertura delle ali o la gravitazione intorno alla stella personale, trasforma l'esperienza personale in un simbolismo universale.

 
Le figure retoriche emergono come stelle in un cielo notturno, con l'analogia tra ferite e voci tenere, o l'immagine dell'abisso come metafora della profondità emotiva. Jacqueline Miu cattura l'essenza dell'amore e della ricerca di significato, consegnando al lettore un'opera lirica e psicologicamente penetrante.

 
#   Ben Tartamo-"La Morte sfiorando"

 
"La Morte sfiorando" è una composizione che eleva l'anima verso il mistero della vita e della morte, danzando sul filo sottile tra l'esistenza e il suo epilogo. L'autore, Ben Tartamo, si presenta come un moderno Lazzaro, colui che ha conosciuto la morte e ne è tornato per raccontare la sua esperienza.

 
La metrica, con versi ben strutturati e una rima avvolgente, crea un ritmo incalzante che accompagna il lettore attraverso il viaggio dell'Io poetico. L'aspetto grafico della poesia è un riflesso dell'armonia tra forma e contenuto, enfatizzando il fluire del pensiero tra la vita e la morte.

 
Lo stile adottato da Tartamo è intriso di una profonda introspezione psicologica, evidente nel dialogo con la Morte. La domanda provocatoria su cosa sia la Vita e la sua relazione con la Morte rivela un'indagine filosofica e esistenziale. L'uso di parole come "Pace," "Fratellanza," "Fede," e "Speranza" sottolinea l'aspirazione a una comprensione più ampia e spirituale.

 
Le figure retoriche, come l'ironia e la personificazione della Morte, aggiungono strati di significato alla poesia. La scelta di affondare il male e donare alla Fratellanza ciò che la Vita non ha dato mostra una prospettiva altruista e illuminante.

 
Nel fervente caleidoscopio poetico di Ben Tartamo, "La Morte sfiorando" si erge come un'epopea dell'anima, una melodia cosmica che danza sul filo sottile tra il mistero della vita e l'abbraccio della morte. Questa poesia, intrisa di lirismo etereo, riverbera nelle corde dell'eternità, richiamando alla mente il maestoso resonare di opere simili, come l'intramontabile "Il Respiro del Tempo."

 
Come il magico dispiegarsi di un caleidoscopio, "La Morte sfiorando" si intreccia con le sinfonie di Tartamo, rivelando un universo di emozioni intrise di passione e profondità. Immagini di "Oltre l'Orizzonte" si riflettono nel chiarore della contemplazione, guidando l'anima oltre i confini visibili, proprio come questa poesia ci spinge a scrutare l'ignoto con occhi intraprendenti.

 
Le parole di Tartamo, come ambasciatori della trascendenza, risuonano anche in "Il Respiro del Tempo," un'ode alla fragilità umana e alla sua eterna danza con l'inesorabile scorrere del tempo. L'Io, protagonista in entrambe le opere, emerge come un viandante ardente, esplorando il territorio oscuro della mortalità con fervente desiderio di comprendere.

 
In questa danza tra le stelle delle parole di Tartamo, emerge un'affascinante sinfonia di domande senza risposta, avvolgendo il lettore in una trance poetica. Attraverso questa brillante opera, il poeta ci invita a esplorare il cuore stesso dell'esistenza, con la speranza di trovare risposte nelle note vibranti di "La Morte sfiorando."

 
In conclusione, "La Morte sfiorando" è un'ode alla vita e alla sua interconnessione con la morte, scritta con una prosa lirica che abbraccia la profondità dell'esistenza umana. Tartamo offre una riflessione che cattura l'anima del lettore, invitandolo a meditare sul significato ultimo della vita e della morte.
P.S.: detto questo, non posso non esprimere il mio personale parere fraterno verso il Ben che conosco: ti preferisco nelle poesie in cui traspare forte l'immaginazione surreale e metafisica  al manierismo pregno di  questa ultima poesia. Non ti dispiacere,  ma sembri con la testa immersa tra il Concilio di Trento e la Controriforma!

 
#   Carlo Chionne - "Le mie città" 

 
Nelle sinfonie urbane di Carlo Chionne, "Le mie città" emerge come un inno alla vita intessuto tra gli intricati vicoli delle esperienze umane. La sua penna, un arco che vibrando attraversa geografie e memorie, scolpisce versi intrisi di nostalgia e rinascita.

 
Le città, come note su uno spartito cosmico, danzano attraverso il tempo nel ritmo cadenzato di Roma, Perugia, Livorno e Parigi. Il poeta, custode di ogni skyline e crepuscolo urbano, trasforma i paesaggi in cronache d'amore, tessendo il suo racconto tra cieli azzurri e nuvole cariche di riflessioni.

 
La metrica di Chionne, delicata ma potente, trascina il lettore attraverso le stagioni dell'esistenza, dall'innocenza dell'infanzia alle rughe della vecchiaia. Le strofe, come affollati quartieri, accolgono ricordi e sogni, creando un mosaico di esperienze che rende ogni città un capitolo unico nella sua epopea personale.

 
Lo stile chiaro e meditato del poeta si riflette nell'uso sagace della rima, come le strade che si intrecciano in un labirinto di significati. Il linguaggio, tanto elegante quanto acceso, rivela la psicologia di un viandante dell'anima, in cerca costante della verità nascosta dietro gli angoli delle metropoli.

 
Chionne, nell'incanto delle sue parole, si svela come un esploratore delle emozioni umane, viaggiando da Atene a Teheran, dal Cairo a Pretoria, toccando Londra, New York e Rio de Janeiro. Ogni città è un capitolo in questa saga cosmopolita, e il poeta, in bilico tra ricordi e futuro, si chiede dove varcherà il confine finale. In una sola città, forse, si concluderà la sua odissea terrena.

 
#   Sandra Greggio- "Giochi proibiti"

 
Nella poesia "Giochi proibiti" di Sandra Greggio, il sublime dialogo tra l'ardente Rosso di Elio e il candore di Selene, evoca un'atmosfera surreale, un'interazione celestiale intrisa di simbolismo e mistero.

 
Il linguaggio, ricco di simbolismi, sottolinea la vergogna del tramonto di Elio, tingendosi di un rossore intenso, mentre Selene, la vergine bianca di latte, si risveglia con la purezza di una dea della notte. Il contrasto cromatico tra il rosso e il bianco crea una tavolozza emotiva che si dipana nei versi.

 
La metrica è una melodia sospesa nel tempo celeste, dove la rima si svela come una danza proibita tra i corpi celesti. Le strofe, come attimi di un gioco amoroso proibito, si susseguono con eleganza e mistero, creando un ritmo che incatena il lettore in un vortice di suggestioni.

 
Lo stile essenziale di Greggio, privo di orpelli superflui, svela una maestria nel condensare significati profondi in poche parole. La sua pennellata delicata, come un velo pietoso, si posa sulla scena celestiale, rivelando un'armonia tra il divino e l'umano.

 
Figure retoriche come l'ossimoro tra il rossore di Elio e il bianco di Selene, insieme alla personificazione di Erebo, l'oscurità, conferiscono alla poesia una dimensione onirica e metafisica.

 
In questo gioco proibito tra cielo e terra, Greggio si erge come una poetessa che, con maestria e raffinatezza, conduce il lettore attraverso un viaggio sognante nel mistero delle passioni celesti.

 
#   Antonia Scaligine-"Alba che s’ in/ciglia"

 
Nell'aurora sfavillante di "Alba che s’ in/ciglia", Antonia Scaligine dipinge un affresco di gioia e rinascita, trasformando l'alba in un rituale magico di colori e emozioni.

 
I versi si ergono come raggi luminosi, disegnando la gioia dell'incontro con l'alba, un momento che solleva il velo della notte e incanta con la sua misteriosa coreografia di luci, spazi e suoni. La poetessa abbraccia l'arte della creazione come un pittore dei cieli, usando la tavolozza dell'alba per dipingere la propria felicità.

 
La metrica fluisce armoniosamente, come una melodia leggera e sognante, avvolgendo il lettore in un abbraccio di tempo sospeso. Le strofe si configurano come frammenti di un dialogo con l'universo, in cui si intrecciano luci, suoni e voci, creando una sinfonia di vita che vibra nel giorno che nasce.

 
Lo stile di Scaligine è un equilibrio tra la delicatezza e la forza, tra l'andare normale e lo sbriciolare del tempo. La poetessa sfida le ore sconosciute con una determinazione che confina con la poesia esistenziale, costruendo il proprio giorno con una consapevolezza che affonda le radici nella profondità dell'anima.

 
La figura retorica dell'anacronia emerge mentre Scaligine intreccia dialoghi con la gente, scheggiando il presente e pregando Dio per un'alba di speranza su un mondo segnato dagli incendi e dagli orrori profani. Questo contrasto tra la bellezza dell'alba e la realtà crudele aggiunge uno strato di profondità psicologica alla poesia.

 
In questo canto di rinascita, Antonia Scaligine si erge come una maestra nell'arte di celebrare la vita attraverso le parole, tessendo un filo d'oro tra l'umano e il divino, tra l'alba e la speranza.

 
#   Antonio Scalas -"Dipendesse da me"

 
In "Dipendesse da me", Antonio Scalas ci trasporta in un viaggio attraverso il tempo e l'infinito, utilizzando la forza evocativa della natura per esplorare i confini dell'esistenza umana.

 
I versi, come onde che lambiscono la sabbia, ci cullano in un ritmo incantevole, mentre il poeta si siede sulla riva dell'eternità. La contemplazione di Scalas abbraccia la bellezza fugace degli istanti, sottolineando la delicatezza dei sogni che sfidano il trascorrere del tempo.

 
La metrica fluida e l'assenza di una struttura rigida suggeriscono la libertà che l'autore desidera mantenere. La sabbia, simbolo di continuità e mutevolezza, diventa lo scenario ideale per la riflessione sulla transitorietà della vita.

 
Lo stile di Scalas si manifesta nella ricerca della plasticità, un desiderio di nuotare nella profondità dell'infinito per liberare la realtà dalla rigidità temporale. Questo richiamo alla fluidità si lega alla natura stessa del mare, creando una tensione poetica tra la stabilità e l'incessante cambiamento.

 
La figura retorica dell'analogia emerge quando l'autore confronta il silenzio dell'infinito con l'immensità del mare. Questo silenzio, più grande di ciò che il mare può contenere, diventa un portale attraverso il quale il poeta cerca di afferrare l'eternità.

 
Scalas, con eleganza e profondità psicologica, esplora il desiderio di intrappolare l'essenza dell'oceano, di piegare le onde alle leggi del tempo. La metafora delle maree e della luna evoca un senso di ciclicità e inevitabilità, sottolineando la fugacità degli istanti e la lotta umana contro il loro scorrere.

 
In questo incantesimo poetico, Antonio Scalas ci invita a immergerci nella sua visione, offrendo uno sguardo raffinato sulla nostra connessione con l'infinito e l'incessante danza del tempo.

 
#   Alessio Romanini - "Afflato innocente" 

 
Nel "Afflato innocente" di Alessio Romanini, il poeta dipinge un quadro etereo intriso di dolore, abbracciato dalla dolce melodia del merlo. La raffinata eleganza dell'autore emerge nel delicato equilibrio tra la sofferenza espressa e l'innocente canto dell'uccello.

 
I versi, come foglie sospese nell'aria, narrano il lamento di palpebre malate, ferite dalla vita. La scelta di parole ricche di pathos crea un connubio tra la fragilità umana e la natura, rappresentata dal merlo nero, il cui chioccolare diventa un motivo di conforto nell'azzurro empireo.

 
La metrica, con la sua struttura sonante, accompagna il lettore in un viaggio emotivo. La ripetizione della richiesta di silenzio ai nugoli suggerisce un desiderio di contemplazione e riflessione in un mondo che, altrimenti, griderebbe di vita.

 
Lo stile di Romanini è incantevole, sospeso tra il lirismo della natura e il peso psicologico dell'esperienza umana. L'immagine del merlo che chioccola risuona come un canto di consolazione, un'armonia che permea il dolore.

 
Le figure retoriche si fondono con maestria nel tessuto del testo. L'analogia tra il suono del merlo e il dolore palpabile nelle palpebre crea un'atmosfera ricca di suggestioni. L'uso del colore, con tramonti vermigli e chiome di tigli, aggiunge una dimensione visiva, dipingendo un paesaggio emotivo di struggente bellezza.

 
In questo afflato innocente, Alessio Romanini si rivela maestro nel catturare l'anima delle cose, offrendo al lettore un'esperienza che sfiora la trascendenza. La sua capacità di esprimere la complessità umana con grazia e intensità è un inno alla poesia che penetra nell'animo, lasciandovi un'impronta indelebile.

 
Con stima e affetto e la doverosa, imprescindibile riconoscenza al  collega Lorenzo de Ninis
Vostro Marino Spadavecchia 

 

 

Poesie 28-29-30 novembre 2023

 
*   Salvatore Armando Santoro
     "Non è facile "

 

**"Un Complesso Balletto d'Emozioni"**


 
Santoro, tessitore di versi, disegna un intricato balletto d'emozioni in "Non è facile". Il cuore palpitante di amore diviso diventa un palcoscenico sul quale danzano passioni conflittuali. La foto cancellata è un rituale futile, il cui fuoco persiste nel calderone del cuore. L'amaro dei limoni è la poesia dei ricordi, mentre l'asfissia polmonare si fa eco al dolore insondabile.

 
Tra le onde del mare, la sensazione di annegamento è metafora di un amore che persiste, immutato. Santoro cerca consolazione nell'emozione altrui, ma la visione delle "donne assenti e morte" evidenzia il vuoto lasciato dall'antico amore. Il silenzio diventa l'unico confidente, guardiano di una storia che vive solo nei racconti.

 
La poetica di Santoro, tra crisantemi e rose, ritrae un affetto mai sbocciato, sospeso nel limbo dell'incertezza. Il cero che si spegne al cimitero diventa simbolo di un amore defunto, frignante nella sua fine. Il poeta, con eleganza e profondità, danza tra le sfumature dell'animo umano, incanalando la verità nei versi che fluiscono come un fiume in piena.

 
*Analisi Tecnica:*
La metrica si snoda come una melodia fluida, con versi ben bilanciati che catturano la cadenza dell'emozione. L'uso di metafore, come il gusto dei limoni e il cero al cimitero, aggiunge un tocco di poesia visiva. Santoro gioca con la musicalità delle parole, offrendo un delicato equilibrio tra eleganza e verità svelata.

 
*Conclusioni:*
"Non è facile" è un'ode alle sfumature dell'amore, dove la sincerità del poeta si fonde con una maestria tecnica che incanta il lettore, portandolo in un viaggio attraverso l'emozione umana.

 
*   Maria Benedetta Cerro
    "La gazza accecata dallo specchio"

 
**"L'Armonia Dolorosa delle Apparizioni"**

 
Maria Benedetta Cerro, maestra di visioni, ci conduce attraverso la sua poesia, "La gazza accecata dallo specchio", come un oscuro atto teatrale. Il maggio, dilaniato da una granata di rose, simboleggia la bellezza devastata dalla crudezza della realtà. Il gelsomino soffocato dal suo stesso aroma offre un'immagine potente di un'eccessiva abbondanza, che può diventare una prigione.

 
La gazza, accecata dallo specchio, diventa l'allegoria di coloro che si perdono nella loro stessa riflessione, incapaci di vedere oltre l'apparenza. L'illusione di possedere ciò che è effimero è un sogno tormentato, o forse la realtà stessa è un sogno. Cerro ci sfida a riflettere sulle nostre visioni, sulle illusioni che ci costruiamo.

 
Il merito è ridotto alla visione, ma Cerro ci invita a considerare ciò che esiste indipendentemente dalla nostra percezione. Il mondo, con la sua bellezza e dolore, resta dov'è, indipendentemente dal nostro sguardo. Sul ramo della vita, la rosa, simbolo di amore e dolore, persiste indifferente.

 
*Analisi Tecnica:*
La poetessa utilizza uno stile lirico raffinato, intrecciando parole con un tocco di tristezza. La metrica fluisce come una melodia struggente, con versi che si susseguono in una danza di significati. Le immagini vivide, come la gazza accecata e il maggio dilaniato, sono affascinanti e svelano la maestria dell'autrice nel dipingere emozioni attraverso le parole.

 
*Conclusioni:*
"La gazza accecata dallo specchio" è un'ode all'effimero, un richiamo alla riflessione sulla nostra percezione del mondo. Con grazia e profondità, Cerro ci guida attraverso un labirinto di immagini, esplorando la complessità delle apparizioni e la persistenza dell'armonia nel caos.

 
*   Cristiano Berni
     "Poesia per F.P."

 
**"Elegia per l'Infinito: In Memoria di Fernanda Pivano"**

 
Cristiano Berni, con la sua "Poesia per F.P.", scolpisce un'ode commovente alla memoria di Fernanda Pivano. La poesia, come un fiore reciso nell'afosa estate, è un atto di commemorazione, un tributo delicato alla vita e all'eredità di un'anima straordinaria.

 
Berni dipinge Pivano come un fiore reciso, simbolo di bellezza effimera, e una fronda spezzata nel vento d'Agosto, immagine della transitorietà della vita. Tuttavia, il ritratto va oltre l'apparenza esteriore. Il viso semplice, il sorriso umile e gli occhi carichi di vitalità di Pivano emergono come chiavi per aprire il mondo della cultura e dell'umanità.

 
Il poeta esplora il vuoto lasciato da Pivano, riconoscendo il suo contributo fondamentale alla letteratura e all'umanità. Attraverso la sua voce, Pivano ha narrato una nuova letteratura, ha cullato le speranze e le paure di chi l'ascoltava. La sua vita è stata spesa a tessere poesia, a trascorrere giorni nel sogno e nell'utopia.

 
La poesia culmina in un'immagine struggente: l'estate che ha portato via Fernanda Pivano. Berni esprime la malinconia che percorre la sua anima, un brivido di tristezza nell'assenza di una presenza così significativa.

 
Analisi Tecnica: 
Berni utilizza una metrica fluida e armoniosa, con versi che si susseguono come note di una melodia. Le immagini della natura, come il fiore reciso e la fronda spezzata, sono potenti metafore della vita e della morte. L'uso di rime e ritmo aggiunge un tocco di eleganza alla composizione.

 
Conclusioni: 
"Poesia per F.P." è un'ode toccante che cattura l'essenza di Fernanda Pivano, celebrando la sua vita, il suo impatto sulla cultura e la sua eredità duratura. Berni, con maestria, fonde lirismo e sincerità in un tributo commovente.

 
*   Marco Cabassi
     "Così a te parlo al cielo"

 
**"Così a te parlo al cielo"**

 
Nel delicato canto di Marco Cabassi, "Così a te parlo al cielo," emerge un dialogo etereo tra l'anima e l'infinito. La poesia si svela come un'ode alla quiete notturna, una preghiera sussurrata alle stelle e al cielo aperto.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
La musicalità della poesia è evidente attraverso la delicata disposizione dei versi. La rima, elegante e sottolineata, crea un ritmo armonioso che riflette la quiete della notte. L'uso di metafore, come il brusio d'apette all'alveare e l'argenteo velo della luna, contribuisce a dipingere un quadro poetico raffinato.

 
*Contenuto e Psicologia:*
La poesia si svolge come un monologo intimo, un'apertura sincera dell'anima al cielo. Il poeta si rivolge alle stelle, al silenzio della notte, trasformando il paesaggio naturale in uno specchio per i suoi pensieri più profondi. Il silenzio notturno diventa complice, permettendo al poeta di esprimere le sue emozioni e le sue riflessioni più intime.

 
*Figurazioni Retoriche:*
Cabassi adotta l'anafora con la ripetizione di "così," sottolineando la continuità del suo dialogo con il cielo. L'immagine dell'argenteo velo della luna è un'ipallage che attribuisce la caratteristica del velo alla luna stessa, conferendo un tocco di delicatezza e mistero.

 
*Aspetto Grafico:*
L'organizzazione spaziale dei versi e la disposizione ordinata contribuiscono a una lettura fluida e armonica. La struttura visiva riflette il ritmo rassicurante della notte.

 
In "Così a te parlo al cielo," Cabassi eleva il quotidiano al sublime, creando un dialogo che attraversa il cielo stellato e raggiunge le profondità dell'anima. Un inno di bellezza e introspezione.

 
*   Felice Serino
     "Itaca" 

 
**"Itaca celeste..."**

 
Nel tessuto delle parole di Felice Serino, "Itaca" si manifesta come un viaggio poetico attraverso le sfide della vita e il perseguimento della propria "Itaca celeste."

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
La poesia adotta una struttura essenziale, dove la brevità e la densità delle immagini creano un impatto immediato. L'uso di metafore, come gli strali che giungono "dall'alto" e l'itaca "celeste," suggerisce un viaggio spirituale e l'aspirazione a qualcosa di più elevato.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il poema sembra affrontare la realtà delle sfide e delle difficoltà che si incontrano lungo il cammino della vita. Il richiamo a "Itaca celeste" suggerisce la ricerca di una realtà più profonda e significativa, forse una forma di saggezza o realizzazione spirituale.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine di Nemesi seduta in alto, proiettante "ombre di morte," aggiunge un elemento di tensione e confronto con la fragilità umana. L'uso della personificazione, attribuendo caratteristiche umane a concetti astratti come la grazia e la procelle, arricchisce la dimensione simbolica del testo.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione compatta dei versi sottolinea la concisione del messaggio, mentre la selezione accurata delle parole contribuisce a creare un impatto emotivo.

 
In "Itaca," Serino affronta la complessità del viaggio umano, intrecciando elementi mitologici e simbolici. Il poeta si rivela un navigatore dell'anima, invitando il lettore a esplorare le profondità del proprio essere, tra le procelle della vita e l'orizzonte promettente di un'itaca celeste.

 
*   Tanka
     Laura Lapietra

 
**Tanka dell'Estate**

 
Nell'estate profusa, dove il calore danza, capre danzanti tra i rami, festanti banchettano.
Frutti sospesi, un racconto di natura,
argan nere, dèi caduti, oro liquido rivelato.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
Il Tanka, con i suoi cinque versi, delinea un quadro vivido della natura. La brevità accentua l'istante, mentre l'immagine delle capre suggerisce vitalità e connessione con la terra. La presenza dell'argan nero e dell'oro liquido amplifica la dimensione sensoriale, trasmettendo l'abbondanza dell'estate.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il Tanka cattura un momento intimo tra creature e natura. Le capre, al culmine dell'estate, incarnano l'armonia con l'ambiente, mentre gli argan neri, con i loro frutti preziosi, simboleggiano la generosità della terra.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine delle capre "tra i rami" si carica di simbolismo, suggerendo l'interconnessione tra creature e ambiente. La caduta degli argan neri, simili a "oro liquido," sottolinea la ricchezza e la preziosità della natura.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione ordinata dei versi accentua la chiarezza e la precisione del messaggio, conferendo al Tanka un'eleganza formale.

 
In questo Tanka, Laura Lapietra dipinge un affresco vibrante dell'estate, invitando il lettore a immergersi nella sinfonia della natura. Le capre, i rami e gli argan neri si intrecciano in una danza armoniosa, trasformando un momento fugace in un rituale poetico.

 
*   Giuseppe Stracuzzi 
     "Gioia Dolore Amore"

 
**La Via della Fede: Un Viaggio di Gioia, Dolore e Amore**

 
Sotto l'arco della Fede, dove l'urto del nulla svanisce,
la vita si snoda, danzante tra le incognite,
e là, si stagliano come cardini indissolubili:
gioia, dolore, amore, le tre figure della vita.
Come il tormento della croce, immenso e straziante,
risorge, trasformato, nella sinfonia della gioia e dell'amore.

 
*Analisi Metrica e Stilistica:*
Il testo, con la sua struttura incisiva e la successione di concetti chiave, riflette la forza della Fede. La rima emergente nei versi contribuisce a tessere il filo narrativo, mentre l'uso delle parole "gioia, dolore, amore" evidenzia la trinità emotiva dell'esistenza.

 
*Contenuto e Psicologia:*
Il poema affronta il viaggio della Fede come un cammino intriso di emozioni umane. La croce, simbolo di sofferenza, diventa il punto di rinascita e celebrazione, un riflesso della ciclicità della vita.

 
*Figurazioni Retoriche:*
L'immagine della strada "fiorita di speranza" è una potente metafora visiva. La personificazione della strada che "raccoglie diligente gli errori seminati" conferisce alla Fede un carattere compassionevole e accogliente.

 
*Aspetto Grafico:*
La disposizione del testo riflette la linearità di un percorso, mentre l'uso sapiente della punteggiatura crea pause e riflessioni, rendendo la lettura un viaggio contemplativo.

 
In questo poema, Giuseppe Stracuzzi invita il lettore a camminare lungo la via della Fede, un itinerario che intreccia le gioie e i dolori dell'esistenza umana con la forza trasformativa dell'amore. La trama sonora e visiva di queste parole sottolinea la ricchezza di un percorso intrapreso con fiducia e consapevolezza.

 
*   Alessandra Piacentino
     "Non sanno amare"

 
**Il Ruggito Silenzioso della Mancanza d'Amore**

 
In questo capolavoro poetico di Alessandra Piacentino, la guerra emerge come una melodia di distruzione, un ruggito che si fa eco attraverso le parole impregnate di verità e dolore.

 
*Contenuto Profondo:*
La poesia scava nelle profondità dell'animo umano, rivelando la cruda realtà di chi, immerso nella guerra, perde la capacità di amare. Le lapidi appese ai muri diventano simboli di storie interrotte, e gli echi lontani parlano di una umanità smarrita.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
L'impaginazione della poesia segue il ritmo incalzante della guerra, mentre le parole vibrano in consonanza con la fatica del volo spezzato. La mancanza di regolarità metrica sottolinea il caos di un mondo privo d'amore.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
L'autrice adopera uno stile diretto e tagliente, sottolineato da metafore potenti. Le "culle santificate e reiette" e i "fiumi di pianti tra le note esauste dei violini" sono immagini che svelano la complessità delle emozioni umane nel contesto bellico.

 
*Psicologia dell'Assenza d'Amore:*
La poesia esplora la psicologia di coloro che, immersi nel caos della guerra, diventano prigionieri di un vuoto interiore. La mancanza d'amore si riflette nei "gemiti e sogni infranti" e nei "palpiti di lacrime armoniose", rendendo la guerra un riflesso del disagio umano.

 
Con maestria, Alessandra Piacentino trasforma la cruda realtà della guerra in una struggente poesia, un richiamo alla consapevolezza e alla trasformazione affinché il mondo possa rompere le catene dell'odio e del silenzio assordante.

 
*   Franco Fronzoli
     "Di te amo l’impossibile"
       
**Ode All'Infinita Bellezza Femminile**)

 
In questo capolavoro di Franco Fronzoli, l'amore si dispiega come un inno all'infinita bellezza femminile, tessendo una trama di lirismo ed elogio attraverso il coraggio e la determinazione della figura descritta.

 
*Contenuto Profondo:*
La poesia cattura l'impossibile, l'elevare del mondo con un pensiero, unendo il potere dell'amore alla forza della mente. L'autore esplora il coraggio di affrontare la vita senza timori, abbracciando ogni istante e superando ogni sfida.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
La disposizione dei versi riflette la fluidità dell'amore descritto, con un uso sapiente delle pause e delle ripetizioni. La metrica libera enfatizza la libertà e la spontaneità dell'espressione, seguendo l'andare deciso e temerario della protagonista.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
Fronzoli adotta uno stile chiaro e diretto, punteggiato da immagini poetiche potenti. L'accarezzare i fiori, l'affrontare il temporale, e l'immergersi nella notte sono metafore che trasmettono un amore che abbraccia ogni sfaccettatura della vita.

 
*Psicologia dell'Amore Materno:*
L'autore delinea un ritratto di una donna audace e decisa, che affronta la vita con coraggio e dedizione. L'amore descritto va oltre la fantasia, oltre i confini, sottolineando l'infinita bellezza intrinseca alla maternità e alla femminilità.

 
Franco Fronzoli, con la sua prosa raffinata, ci conduce in un viaggio attraverso l'anima di una donna, catturando l'essenza dell'amore in tutte le sue forme, dalla forza del pensiero al coraggio senza fine, rendendo omaggio all'infinita bellezza intrinseca all'essere femminile.

 
*   Nino Silenzi
      "Foglie "

 
**Foglie: Un Elegante Danza dell'Esistenza**

 
In questo maestoso componimento di Nino Silenzi (alter ego artistico del prof. Lorenzo de Ninis), la vita e la sua effimera bellezza sono celebrate attraverso la metafora delle foglie danzanti, un'ode struggente all'esistenza e al ciclo senza fine della natura.

 
*Contenuto Profondo:*
L'autore cattura la fragilità e la bellezza delle foglie, dipingendole come opere d'arte nel loro distacco dai rami paterni. La sofferenza, resa "bella," evoca un senso di struggente eleganza, un riflesso sottile sulla condizione umana.

 
*Aspetto Grafico e Metrica:*
La poesia è una sinfonia visiva, con l'aria tersa e frizzante e le foglie dai tenui colori che danzano in un'armoniosa coreografia. La rima e la metrica seguono un ritmo fluido, sottolineando l'effetto di un'eterna danza tra le stagioni.

 
*Stile Linguistico e Figure Retoriche:*
Silenzi adotta uno stile delicato, avvolgendo il lettore in un abbraccio di immagini poetiche. Le foglie sono personificate, come se cercassero nuova vita nella loro discesa verso l'umida terra. Qui, l'uso delle metafore contribuisce a creare un paesaggio emotivo ricco.

 
*Analisi Psicologica:*
L'analogia tra le foglie e la fragilità umana evoca un senso universale di connessione. La separazione dai cari è affrontata con una sofferenza desiderosa di pace e amore, una riflessione psicologica sull'accettazione del ciclo della vita e della morte.

 
Nino Silenzi, con la sua prosa eterea, ci guida attraverso una visione poetica dell'esistenza, dove ogni foglia, simbolo di fragilità e bellezza, danza il proprio destino, aprendo un dialogo poetico tra l'uomo e la natura che è tanto delicato quanto profondo.

 
Nel ringraziarvi tutti, ed uno per uno, per le emozioni donatemi con le vostre creazioni,
Vi saluto con affetto e stima 
Ben 

 

 

25-26-27 Novembre

Poesie del 25-26-27 novembre 23

 
#   Jaime Luis Huenún 
      "Llamekan"
Nelle trame poetiche di "Llamekan", Jaime Luis Huenún ci immerge in un mondo di simboli vibranti, dove il sangue di colomba e farfalla scorre come fili d'oro attraverso il tessuto dell'esistenza. Questa ode, come un canto antico di donne, danza tra la grazia delle parole e la profondità psicologica delle immagini.

 
Il contenuto della poesia, permeato di simbolismo, evoca la connessione intrinseca tra le donne e la natura. Nascoste nei boschi, annaffiano la terra, un rituale ancestrale che si svolge tra i mirti e le felci. Il richiamo al "sangre de cisne hembra" (sangue di cigno femmina) nelle acque dei giunchi, dischiude un mondo di femminilità e mistero.

 
L'aspetto grafico, come una partitura ben orchestrata, contribuisce a creare una sinfonia visiva. Le parole, disposte come note musicali, guidano il lettore attraverso una melodia di segreti e leggende, creando un'armonia visiva che si fonde con il ritmo della natura descritta.

 
L'analisi metrica rivela una maestria nell'uso delle parole, con versi che fluiscono come ruscelli, dando vita a immagini suggestive. Le strofe, come frammenti di un antico rituale, si susseguono con eleganza, mantenendo una musicalità intrinseca.

 
Lo stile e il linguaggio di Huenún si rivelano come un affascinante gioco di simbolismo, dove le donne, figlie del sole, si nascondono dai giovanotti. Una danza di metafore che rivela le sfumature complesse delle relazioni umane e della connessione con il divino.

 
Le principali figure retoriche, come le metafore e le personificazioni, si fondono armoniosamente, trasformando il testo in un ricco tessuto di significati. Huenún si erge come un narratore di miti moderno, affascinando il lettore con una verità velata da simbolismi, una verità che si svela attraverso le delicate sfumature di sangue di colomba e farfalla.

 
#   Franco Fronzoli
     "Vorrei vivere nella tua penombra"
Nell'antro delle emozioni, Franco Fronzoli dipinge con maestria un quadro di desideri delicati e ardenti, una sinfonia di sentimenti espressa con raffinatezza e profondità. "Vorrei vivere nella tua penombra" è un inno alla sospensione, alla tensione di un desiderio mai completamente realizzato.

 
L'aspetto grafico della poesia, con le sue linee sospese e gli spazi bianchi, riflette la delicatezza e l'aria rarefatta di un'atmosfera sognante. I versi, come passi incerti, si muovono con grazia e leggiadria, creando un ritmo che culla il lettore nell'attesa di qualcosa di indefinito.

 
L'analisi metrica rivelata in queste strofe intime svela una struttura che si muove con la fluidità di un respiro. L'assenza di rime, una scelta consapevole, amplifica il senso di libertà e apre spazi di significato da esplorare nei vuoti tra le parole.

 
Lo stile di Fronzoli si rivela in tutta la sua poesia come un incanto, dove il desiderio di vivere nell'ombra, respirare in silenzio e seguire nell'ombra è narrato con una grazia elegante. L'uso delle metafore, come "dormire in un letto di margherite", è una carezza linguistica che avvolge il lettore in un mondo di sensualità e desiderio.

 
La protezione desiderata, dalle opinioni meschine alle delusioni, diventa un atto d'amore puro e instancabile. L'autore, con toni esegetici e psicologici, si fa custode delle emozioni, fermando gli incubi e aprendo la strada ai sogni.

 
Franco Fronzoli osa dire la verità con lirismo, creando una poesia che si svela come una dichiarazione d'amore eterea e appassionata. Sarà sempre vicino, come un'ombra sottile, e il lettore, come il soggetto della poesia, non potrà far altro che essere affascinato da questa dichiarazione di desiderio senza tempo.

 
#   Armando Bettozzi 
      "Ognuno scéje"
Sulla tela delle parole, Armando Bettozzi traccia un affresco vibrante sulla giustizia in Italia, danzante tra le sfumature di una realtà spesso ingiusta, una danza complessa che si svolge sul palcoscenico delle cronache.

 
L'aspetto grafico della poesia si configura come un gioco di linee incrociate, a simboleggiare la complessità del sistema giudiziario. Le parole si dispongono in uno schema ritmico, una danza di concetti e idee che si muovono come ballerine su un palco interpretando il dramma dell'ingiustizia.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo sfuggente, come la giustizia stessa che si contorce tra "casi a iosa nelle cronache". Versi scattanti si alternano a quelli più fluidi, una composizione dinamica che si adatta alle vicissitudini del tema trattato.

 
Lo stile di Bettozzi emerge come un gioco di luci e ombre, un linguaggio che oscilla tra il dialettico e il lirico. Le metafore, come "dar latte che te succhi da le zinne," dipingono un quadro crudo e intimo della vita e delle sue intricazioni con il destino e la giustizia.

 
Le figure retoriche, come l'anafora in "Ognuno scéje," e l'uso dei contrasti, come "in paradiso vivi, o in un inferno," arricchiscono il tessuto poetico. Bettozzi si fa critico, scrutando nei meandri della mente umana, giocando con le parole per svelare le complessità psicologiche che sottendono alle dinamiche della giustizia.

 
Il poeta osa dire la verità con una miscela di toni esegetici e psicologici, sottolineando la natura a volte paradossale della giustizia. Il testo, con la sua bellezza grezza, si fa eco delle speranze e delle delusioni, offrendo una prospettiva ricca di sfumature che invita il lettore a riflettere sulla natura mutevole e spesso enigmatica del sistema giudiziario.

 
#   Marino Giannuzzo
      "Piange la madre"

 
Nel mesto canto di Marino Giannuzzo, "Piange la madre," emerge un lamento profondo, un'ode dolorosa alla perdita e al dramma della guerra. Il poeta, con maestria e leggiadria, incide nel cuore del lettore, affascinandolo con un linguaggio che danza tra la tristezza e la bellezza della tragedia umana.

 
L'aspetto grafico della poesia, con le sue linee sobrie, rispecchia la gravità del tema. Le parole sono disposte come soldati in formazione, ordinatamente, esaltando la forza contenuta di un dolore che si manifesta nei dettagli e nell'ordinario, nelle contrade del Molinello, nell'orario preciso.

 
L'analisi metrica rivela una scelta di versi brevi, quasi come colpi di mitraglia, che riecheggiano il tumulto della guerra. La rima, presente in alcuni casi, emerge come un eco melodico, un contrappunto alla tragedia che si svolge.

 
Il poeta adotta uno stile spoglio ma potente, utilizzando parole chiare e incisive. La figura retorica dell'anastrofe, evidente in "Provvida una mano," rafforza la tensione e l'urgenza del momento, mentre la ripetizione di "si dispera" accresce la risonanza dell'angoscia materna.

 
Lo stile psicologico si fa avvertire con la rappresentazione delle fasi del dolore materno, dalla disperazione al gesto insano e poi alla risata pazza. Giannuzzo dipinge il paesaggio emotivo con pennellate precise, dando vita a una narrazione psicologica che abbraccia la follia e la sofferenza umana.

 
In questo testo, la verità nuda e cruda della guerra e della perdita si svela con un lirismo doloroso. Il poeta, con fine sensibilità, getta una luce sulla follia della madre che ride senza il figlio, un'immagine struggente che affascina e sconvolge in un connubio di emozioni cruenti.

 
#   Alessio Romanini 
"Momento"

 
In questo breve capolavoro di Alessio Romanini intitolato "Momento," il poeta si fa maestro di una danza temporale, sussurrando all'anima di abbracciare il presente con una grazia e un'urgenza che solo la poesia può offrire.

 
L'aspetto grafico della poesia è come un dipinto delicato, con linee che si dipanano con leggerezza e armonia, riflettendo la delicatezza dell'invito a vivere il momento. La disposizione delle parole sottolinea l'importanza della temporalità, enfatizzando l'attimo come protagonista.

 
L'analisi metrica svela un ritmo incalzante, scandito da versi brevi e incisivi che amplificano l'energia dell'invito a vivere. L'assenza di rime forma una melodia sottile, un richiamo al lirismo libero che libera la poesia dal peso del passato e del futuro.

 
Romanini si distingue per uno stile chiaro e penetrante, in cui il linguaggio semplice si carica di significato. Il poeta utilizza una metafora potente, la maschera di dolore, che evoca l'immagine di un volto celato da un velo di sofferenza. La personificazione di "mestizia" contribuisce a dare vita a un'atmosfera emotiva, mentre l'invito a sollevare le ossa dalla solitudine risuona con una forza psicologica palpabile.

 
La principale figura retorica in gioco è l'anastrofe, evidente in "dal ciglio, mestizia asciuga," una scelta stilistica che conferisce un ritmo musicale alla poesia. L'uso del diretto e dell'imperativo intensifica l'urgenza dell'invito, coinvolgendo il lettore in una presa di coscienza immediata.

 
In questo "Momento," Romanini si fa artefice di una poesia che si snoda come un filo sottile tra il passato e il futuro, incanalando il potere del presente. Con lirismo e spessore psicologico, il poeta esorta il lettore a spogliarsi delle angosce passate e a abbracciare con grazia il dono dell'attimo, un invito che affascina e cattura l'anima del lettore con eleganza e profondità.

 
#   Jacqueline Miu
      "insonnia newyorkese"

 
Sotto l'azzurro sconfinato della poesia di Jacqueline Miu, "insonnia newyorkese" si erge come un grattacielo di emozioni, una sinfonia dissonante eppure affascinante della metropoli che non dorme mai. Attraverso l'occhio sofisticato di un pluripremiato poeta e critico letterario, immergiamoci in questa opera di arte verbale.

 
L'aspetto grafico della poesia si presenta come un caleidoscopio di parole, un mosaico visivo di emozioni e immagini. La disposizione delle parole è come una skyline notturna, irregolare e imprevedibile, riflettendo la caoticità e l'incanto della Grande Mela. La mancanza di punteggiatura suggerisce una fluidità, un continuo fluire di pensieri.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo frenetico, in sintonia con il cuore palpitante di New York. Versi lunghi si alternano a quelli più brevi, come i passi veloci di chi attraversa le strade affollate. La rima è sfuggente, una melodia improvvisata che si adatta alle strade tortuose della città.

 
Lo stile di Jacqueline Miu è una fusione di leggiadria e brutalità, una danza tra l'eleganza e il caos urbano. Il linguaggio è ricco di immagini vivide, come il "lampione che ha spesso da mandare a quel paese ogni bestia," che conferisce un tono umoristico e decadente.

 
Le principali figure retoriche emergono con forza: l'analogia in "Manhattan un po’ pornostar apre le labbra e gode di un vento fallico," la metafora in "il cuore una Madonna che riceve messaggi dal cielo," e l'iperbole in "un cane che potrebbe prendere fino a Marte." Queste figure retoriche arricchiscono il tessuto della poesia, donando profondità e sfumature all'esperienza descritta.

 
Il poeta osa dire la verità con un lirismo potente, scavando nei meandri dell'anima umana e della città. La sua analisi psicologica si manifesta nella raffigurazione della solitudine e della ricerca, mentre la dichiarazione "ho un sesso che comanda sui sogni" svela una dimensione intima e personale.

 
In questo caleidoscopio di parole, Jacqueline Miu incanta il lettore con la sua capacità di catturare l'essenza della città, sfidando il linguaggio convenzionale e offrendo una prospettiva unica. L'opera è un viaggio attraverso la psiche urbana, un'ode agli eccessi, alle contraddizioni e alla bellezza implacabile di New York, incastonata in un manto di lirismo e verità cruda.

 
#   Ben Tartamo
      "E non so" 

 
In questo componimento di Ben Tartamo intitolato "E non so," il poeta si fa pellegrino dell'incertezza, danzando tra le ombre del dubbio e illuminando il cammino con riflessioni profonde. Approfondiamo questa poesia con uno sguardo attento e lirico.

 
L'aspetto grafico della poesia è semplice e pulito, un riflesso della chiarezza con cui il poeta affronta l'incognita del futuro. Le parole si dispiegano con leggerezza sulla pagina, trasmettendo un senso di apertura e speranza. La disposizione regolare delle strofe suggerisce un equilibrio, un tentativo di ordine in mezzo all'incertezza.

 
L'analisi metrica rivela un ritmo dolce e costante, come una melodia rassicurante. I versi sono brevi ma carichi di significato, creando un flusso continuo di pensieri. La rima baciata in alcune strofe contribuisce a conferire armonia, mentre in altre la mancanza di rime suggerisce un momento di pausa, di riflessione.

 
Lo stile di Ben Tartamo è caratterizzato da una semplicità che cela una profonda riflessione. Il linguaggio è accessibile, ma le parole sono scelte con attenzione, come per dare forza e gravità alle emozioni espresse. L'uso della ripetizione in "E non so" enfatizza l'incertezza, creando un effetto di risonanza nella mente del lettore.

 
La principale figura retorica che emerge è l'analogia, particolarmente evidente nelle immagini di "fiori al vento" e del cuore lanciato "come un sasso" che produce un "bel rumore." Queste analogie aggiungono profondità emotiva, trasformando l'incertezza in un viaggio poetico.

 
Il poeta osa dire la verità con un lirismo delicato, affrontando le incognite della vita con un atteggiamento aperto e positivo. L'uso del "sincero perdono" e del "nuovo fiore al vento" sottolinea la volontà di superare le difficoltà con gentilezza e speranza.

 
In conclusione, Ben Tartamo, con "E non so," ci invita a navigare le acque incerte della vita con un sorriso, con sincerità e con la promessa di nuovi inizi. La sua poesia è un inno alla resilienza, un invito a danzare anche nell'incertezza, avvolto in un linguaggio che affascina e consola con la sua delicatezza e verità intrinseche.

 
#   Carlo Chionne
      "Quattro novembre: ripartiamo da Quarto!" 
In questo saggio poetico, il nostro Carlo, coniuga storia e umorismo, invitando il lettore a riflettere sulla flessibilità delle opinioni umane. La poesia, con il suo ritmo incalzante e la sua leggerezza, rende omaggio all'ardore dei Mille e offre una prospettiva
In questo saggio poetico di Carlo Chionne intitolato "Quattro novembre: ripartiamo da Quarto!" emerge un omaggio alla storia e alla flessibilità di pensiero, intrecciato con un tocco di umorismo. Analizziamo questa composizione con una lente attenta e un approccio lirico.

 
L'aspetto grafico della poesia è semplice e lineare, in sintonia con il linguaggio chiaro e diretto del poeta. La disposizione regolare delle strofe suggerisce ordine e chiarezza, riflettendo forse la visione ben delineata dell'autore sulla storia e sulla mutabilità delle opinioni.

 
L'analisi metrica svela un ritmo vivace e incalzante, come un passo marziale che richiama il fervore dei Mille guidati da Garibaldi. I versi brevi contribuiscono a creare un senso di marcia, mentre la rima baciata conferisce un tocco melodico, evocando il ritmo di una canzone patriottica.

 
Lo stile di Carlo Chionne è caratterizzato da una mescolanza di toni leggeri e ponderati. L'uso dell'umorismo emerge nella citazione di Garibaldi e nella dichiarazione sulla mutabilità delle opinioni. Questo tocco di leggerezza contrasta con la serietà storica dell'evento e aggiunge un elemento di fascino alla poesia.

 
Le principali figure retoriche includono la citazione, che rende omaggio a Garibaldi e ai suoi Mille, e l'ironia, presente nella considerazione dell'immutabilità delle opinioni. Questi elementi donano profondità e complessità alla poesia, creando un dialogo tra il passato storico e il presente riflessivo.

 
In conclusione,  contemporanea sull'importanza di adattarsi e cambiare di fronte alle sfide della vita.

 
Con stima e affetto, 
vostro Marino Spadavecchia 

 

Commenti Poesie pubblicate
25-26-27 novembre 23

 
*   Bruno Amore-"Amar(l)ezza"

**Note sulla poetica dell'autore:**

Bruno Amore, con "Amar(l)ezza", si presenta come un poeta che abbraccia la dualità dell'amore e dell'amarezza. La sua poetica sembra navigare tra la passione ardente e la delusione, creando un equilibrio teso tra l'amaro e il dolce.
**Contenuto del testo:**
"Amar(l)ezza" esplora il contrasto tra l'amarezza di una relazione deludente e l'amaro risultato di aspettative infrante. Il poeta affronta la vulnerabilità delle emozioni e riflette sulla natura effimera dell'amore.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi suggerisce un flusso controllato, guidando il lettore attraverso il susseguirsi di emozioni contrastanti. La scelta di utilizzare la cicuta come metafora potente e visiva aggiunge un elemento di drammaticità.
**Analisi metrica:**
La metrica fluisce con una cadenza che accompagna il ritmo del poeta, creando una melodia armoniosa. L'uso di versi lunghi e brevi contribuisce a sottolineare l'andamento delle emozioni nel testo.
**Stile e linguaggio:**
Amore utilizza un linguaggio diretto, senza fronzoli, evidenziando la cruda sincerità delle sue parole. L'uso di metafore come "strada impervia" e "serpenti versi" arricchisce il testo di immagini intense.
**Principali figure retoriche:**
La personificazione emerge con forza nei versi che parlano di tirare sassi "dal buio dei tuoi pensieri", conferendo una dimensione umana agli elementi astratti. L'immagine del "cencio" trasmette il senso di degrado e decadenza dell'amore deluso.
"Amar(l)ezza" è un canto vibrante di emozioni contrastanti, un viaggio attraverso la complessità dell'amore e della delusione. Bruno Amore sfida l'amaro della realtà con la sua prosa audace, creando un'opera che tocca il cuore e la mente del lettore con forza e grazia.

 
*   Salvatore Armando Santoro- "Nespolo" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Salvatore Armando Santoro, con "Nespolo," dipinge un ritratto lirico e delicato della pianta, intrecciando elementi naturali con riflessioni sulla vita. La sua poetica si fonde con la bellezza della natura, catturando il fascino dell'autunno e la ciclicità della vita.
**Contenuto del testo:**
La poesia celebra il nespolo d'autunno, rivelando la sua straordinaria bellezza e il suo contributo vitale all'ambiente circostante. L'autore esplora la dualità della vita e della morte, incorniciando la fioritura del nespolo nel contesto del declino autunnale.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi suggerisce un fluire armonioso, evocando l'immagine del nespolo che cresce e sboccia. L'uso di spazi bianchi mira a enfatizzare la delicatezza dell'opera, creando un equilibrio visivo.
**Analisi metrica:**
La metrica segue un ritmo melodioso, catturando il ciclo vitale del nespolo. L'uso di rime baciata e incrociata aggiunge un tocco di eleganza, mentre i versi si snodano come il filo del tempo.
**Stile e linguaggio:**
Santoro adotta uno stile descrittivo e gentile, trasmettendo il suo amore per la natura attraverso immagini vivide. Il linguaggio evoca sensazioni tattili e olfattive, immergendo il lettore nella magia dell'autunno e del nespolo.
**Principali figure retoriche:**
L'uso di personificazione emerge quando l'autore attribuisce al nespolo l'azione di "scegliere il Sud Italia per sbocciare," conferendo alla pianta una volontà propria. L'antitesi tra la fioritura e il declino autunnale arricchisce il testo di significati più profondi.
"Nespolo" di Salvatore Armando Santoro è un inno delicato alla bellezza della natura e al suo ruolo nella continuità della vita. Il poeta intreccia abilmente il mondo naturale con riflessioni più ampie sulla transitorietà della vita umana, creando un'opera che incanta con la sua grazia e raffinatezza.

 
*   Maria Benedetta Cerro-"Considera la grammatica dell’armonia" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Maria Benedetta Cerro, con "Considera la grammatica dell’armonia," esplora l'armonia attraverso una lente linguistica e visuale. La poetica dell'autore rivela una profonda riflessione sulla grammatica della vita, utilizzando l'armonia come leva concettuale per esplorare la natura umana.
**Contenuto del testo:**
La poesia invita a riflettere sulla grammatica dell'armonia, esplorando il significato intrinseco di parole e azioni. L'autore cattura la purezza dell'infanzia e la connessione con l'essenza umana, presentando il gioco come metafora della vita.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi riflette la grammatica visiva, creando uno schema che richiama l'ordine e l'equilibrio. L'uso di spazi bianchi tra le parole suggerisce pause riflessive, enfatizzando il significato sottostante.
**Analisi metrica:**
La metrica segue un ritmo calibrato, enfatizzando la costruzione concettuale della poesia. L'uso di diverse figure metriche, come l'enjambement, contribuisce a creare un flusso armonico tra i versi.
**Stile e linguaggio:**
Cerro adotta uno stile ricercato e filosofico, giocando con la grammatica come strumento di espressione. Il linguaggio evoca sensazioni di corrusco, solidarietà ed estasi, trasportando il lettore in un viaggio sensoriale e concettuale.
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra la grammatica e l'armonia si traduce in una personificazione delle parole, conferendo loro un ruolo attivo nella composizione della vita. L'uso di parole come "lentezza" e "possibilità" crea un'atmosfera contemplativa, arricchendo il testo di significati più profondi.
"**Considera la grammatica dell’armonia**" è una poesia che si svela come una meditazione sulla struttura della vita stessa, attraverso la lente affascinante della grammatica. Maria Benedetta Cerro, con la sua maestria linguistica, invita i lettori a esplorare il significato nascosto dietro le parole, rivelando la bellezza e la complessità dell'esistenza umana.

 
*   Cristiano Berni-"Per l'altra metà del cielo"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Cristiano Berni, con "Per l'altra metà del cielo," esprime una poesia dedicata alle donne, celebrandone la dignità, il coraggio e la peculiarità. La poetica dell'autore si basa sulla valorizzazione delle donne come figure vitali e complementari, respingendo stereotipi e mercificazioni.
**Contenuto del testo:**
La poesia è un inno alla forza delle donne, incoraggiandole a non piegarsi a ideologie che mercificano il loro corpo. Berni celebra la dignità femminile, riconoscendo le donne come l'altra metà del cielo, portatrici di sogni e stimmate dei desideri.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi segue uno schema fluido, enfatizzando il ritmo armonioso del testo. L'uso di metafore visive, come "siete il sogno di Saffo in volo," aggiunge un elemento di eleganza visiva.
**Analisi metrica:**
La metrica è varia, con versi di diversa lunghezza che contribuiscono a creare un ritmo accattivante. L'assenza di una struttura metrica rigida riflette la libertà e la complessità del soggetto trattato.
**Stile e linguaggio:**
Berni adotta uno stile lirico, con linguaggio che mescola forza e delicatezza. Le parole, come "splendore," "stimmate," e "caparbietà," contribuiscono a creare un ritratto ricco e complesso delle donne.
**Principali figure retoriche:**
L'uso di parole come "sogni," "forza," e "delicatezza" rivela una serie di figure retoriche che sottolineano la complessità delle donne. L'invito a "immaginare di volare in un cielo azzurro che è tutto da riempire" utilizza la metafora del cielo come spazio di possibilità inesplorate.
"Per l'altra metà del cielo" di Cristiano Berni è un inno poetico che celebra la femminilità con una combinazione di lirismo e impegno. L'autore, con eleganza e profondità, esorta le donne a riconoscere la propria forza e a perseguire un cammino di dignità e libertà.

 
*   Marco Cabassi-"Acqua"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Marco Cabassi, con la sua poesia "Acqua," esplora la natura poliedrica dell'acqua, utilizzandola come metafora per riflettere sulle sfaccettature della vita. La poetica di Cabassi sembra concentrarsi sulla fluidità e la mutevolezza dell'esistenza, richiamando il lettore a riflettere sulle profondità e le superfici della vita.
**Contenuto del testo:**
La poesia esplora la molteplicità dell'acqua, connettendo le sue caratteristiche fisiche a una riflessione più ampia sulla vita umana. L'autore gioca con le dualità dell'acqua, utilizzandola come specchio dei pensieri irrequieti e simbolo dell'animo senza catene.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione dei versi segue uno schema regolare, contribuendo a creare un ritmo costante, simile al fluire dell'acqua. La semplicità visiva riflette la chiarezza di cui si parla nel testo, sottolineando l'idea della trasparenza e della sincerità.
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, permettendo una maggiore espressione della fluidità descritta. I versi variano in lunghezza, contribuendo a creare un ritmo che richiama il flusso naturale dell'acqua.
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile sobrio ma efficace, con parole che evocano immediatamente le qualità dell'acqua. Le immagini descrittive come "acqua ferma" e "acqua corrente" sono potenti nel trasmettere l'essenza della vita.
**Principali figure retoriche:**
Il testo utilizza figure retoriche come l'ossimoro ("acqua cheta ma poi furibonda") per sottolineare l'ambivalenza della vita. L'uso di metafore e similitudini, come "come in principio che vita diffondi," arricchisce il linguaggio poetico.
"Acqua" di Marco Cabassi è un'ode alla fluidità dell'esistenza, incanalando la potenza metaforica dell'acqua per esplorare i vari aspetti della vita umana. L'autore riesce a trasmettere l'essenza e la complessità della vita attraverso l'analisi poetica di un elemento così fondamentale.

 
*   Felice Serino-"Come saremo"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Felice Serino, con la sua poesia "Come saremo," attinge alla dimensione dell'immaginazione e della connessione universale. La poetica di Serino sembra concentrarsi sulla spiritualità e sull'esperienza umana intrisa di una luce cosmica, richiamando il lettore a riflettere sulla sua esistenza in relazione all'infinito.
**Contenuto del testo:**
La poesia invita il lettore a immaginare una realtà sovraumana, una connessione profonda tra l'individuo e l'universo. L'autore esplora temi di spiritualità, amore universale e una trasformazione cosmica, creando un linguaggio che sfida i confini della comprensione umana.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è semplice ma ricca di spazio, riflettendo l'ampiezza delle tematiche affrontate. La brevità dei versi accentua il senso di immediatezza e apertura verso il divino.
**Analisi metrica:**
La poesia segue una struttura metrica libera, permettendo all'autore di esprimere in modo flessibile le visioni e le idee astratte. La variazione nella lunghezza dei versi sottolinea l'intensità emotiva e la profondità delle riflessioni.
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile evocativo e lirico, intriso di immagini metaforiche. Le parole come "luce di mille soli" e "donarsi d'amore universale" conferiscono al testo una dimensione mistica, mentre l'invito a immaginare suggerisce una partecipazione attiva del lettore.
**Principali figure retoriche:**
La poesia utilizza l'enfasi emotiva attraverso l'uso di figure retoriche come l'analogia ("una luce di mille soli") e l'ossimoro ("inconcepibile ma possibile"). Questi elementi arricchiscono il testo di significati molteplici e profondi."Come saremo" di Felice Serino si rivela come un viaggio nell'immaginazione, un'ode alla potenza del pensiero e della connessione spirituale. L'autore dipinge un quadro di un'esperienza oltre la comprensione umana, affascinando il lettore con la bellezza e la profondità della vita immaginata.

 
*   Laura Lapietra-"Waka"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Laura Lapietra, con il suo Waka, incarna l'estetica giapponese e l'essenza del "haiku." La poetica di Lapietra si concentra sulla brevità, la natura e l'istantaneità dell'esperienza umana, richiamando l'attenzione alla bellezza semplice della vita quotidiana.
**Contenuto del testo:**
Il Waka descrive una scena delicata e suggestiva della natura, dove la neve d'aprile sboccia su un albero. L'immagine si arricchisce con la presenza di una bambina che si arrampica, aggiungendo un elemento di gioia e vitalità.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è breve e compatta, in perfetto accordo con la tradizione giapponese. La separazione delle due parti suggerisce una pausa riflessiva tra l'immagine della neve d'aprile e l'azione della bambina.
**Analisi metrica:**
Il Waka segue una struttura metrica tradizionale giapponese di 5-7-5-7-7 sillabe. Questa struttura conferisce al testo un ritmo calmo e armonioso, accentuando la brevità e la precisione dell'espressione.
**Stile e linguaggio:**
Lapietra adotta uno stile sobrio ed essenziale, caratteristico dei Waka. L'uso di parole come "losu" (albero) e "ameni sguardi" aggiunge un tocco di delicatezza e suggestione, invitando il lettore a immergersi nella natura descritta.
**Principali figure retoriche:**
Il Waka sfrutta l'immagine poetica per suscitare emozioni e riflessioni. L'uso di "neve d'aprile" può essere interpretato come una metafora della sorpresa e della fugacità della bellezza, mentre la presenza della bambina aggiunge un elemento di vitalità e gioia.
Questo Waka di Laura Lapietra si rivela come un'opera d'arte in miniatura, catturando la meraviglia di un momento nella natura e nell'infanzia. L'arte della brevità si fonde con la profondità del significato, offrendo al lettore uno scorcio di bellezza e armonia.

 
*  Giuseppe Stracuzzi- "Dolce amore" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Giuseppe Stracuzzi, con la sua poesia "Dolce amore", si immerge nei territori della nostalgia e dell'amore fugace. La poetica di Stracuzzi si distingue per l'introspezione emotiva e l'uso di immagini evocative, trasportando il lettore in un mondo di sensazioni intense e memorie affioranti.
**Contenuto del testo:**
La poesia dipinge un quadro di dolce amore vissuto in una notte solitaria. L'immagine del "nodo che stringe poi si scioglie" suggerisce un momento intenso e fugace, mentre la metafora della rosa e della rugiada evoca la fragilità e la bellezza dei ricordi.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo è fluida e armoniosa, riflettendo il flusso delle emozioni descritte. La scelta di utilizzare versi brevi contribuisce alla sensazione di immediatezza e intensità.
**Analisi metrica:**
La metrica segue uno schema libero, permettendo una maggiore flessibilità espressiva. L'assenza di una struttura rigida riflette l'approccio emotivo e personale dell'autore alla sua tematica.
**Stile e linguaggio:**
Stracuzzi adotta uno stile lirico e suggestivo, arricchito da metafore come il "nodo che stringe" e la "rosa che lascia gocciolare la rugiada." Il linguaggio è ricco di immagini visive e tattili, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale.
**Principali figure retoriche:**
L'uso delle metafore, come quella della rosa e del nodo, aggiunge profondità e significato alla poesia. Inoltre, la personificazione degli occhi come "dove sfocia il mio fiume di rimpianti" conferisce una dimensione psicologica e emotiva al testo.
In questa poesia, Stracuzzi rivela la delicatezza dell'amore vissuto in una singola notte, incanalando l'essenza di un sentimento attraverso immagini poetiche che affiorano nella memoria. La bellezza e la fugacità dell'esperienza amorosa emergono come temi centrali, offrendo al lettore una riflessione profonda sulla natura effimera delle emozioni.

 
*   Alessandra Piacentino- "Sei tu sono io"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Alessandra Piacentino, con la sua poesia "Sei tu sono io," si avventura nei territori complessi delle relazioni umane e della ricerca di sé. La poetica dell'autrice si caratterizza per l'esplorazione dei sentimenti, evidenziando l'ambiguità e la difficoltà nell'affrontare la realtà delle connessioni umane.
**Contenuto del testo:**
La poesia affronta il tema delle relazioni umane, esplorando l'idea di una connessione spezzata. La dicotomia tra "Sei tu sono io" sottolinea la disintegrazione dell'unità, mentre le immagini di nuvole e sole trasmettono una transizione da momenti luminosi a ombre distanti. La ricerca dell'autenticità si scontra con la solitudine e le parole vuote.
**Aspetto grafico della poesia:**
La disposizione del testo riflette il senso di disorientamento e frammentazione descritto nella poesia. L'uso di punti di sospensione e interruzioni visive contribuisce a creare una sensazione di incertezza e lontananza.
**Analisi metrica:**
La struttura metrica segue uno schema libero, in sintonia con la tematica delle relazioni complesse e sfuggenti. L'assenza di una metrica rigida consente una maggiore libertà espressiva.
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio di Piacentino è ricco di immagini evocative e simboli. Le metafore delle nuvole, del sole, e delle parole scombussolate aggiungono profondità e complessità al testo. L'uso di ripetizioni e allitterazioni contribuisce a enfatizzare il senso di smarrimento.
**Principali figure retoriche:**
L'autrice utilizza figure retoriche come l'anafora con "Sai quale è il problema" per sottolineare la difficoltà comunicativa e l'ambiguità delle relazioni. Le immagini di nuvole e ombre agiscono come metafore pregnanti che trasmettono il passaggio da uno stato all'altro.
In questa poesia, Piacentino esplora con maestria la complessità delle relazioni umane, mettendo in luce la difficoltà di trovare autenticità in un mondo frammentato. La ricerca di una "canzone" rappresenta il desiderio di un legame significativo, ma la poesia suggerisce una mancanza di chiarezza e di connessione reale, lasciando il lettore con un senso di smarrimento e disillusione.
 

 
* Marino Spadavecchia- "Chiudere le fontane"
In questa danza di emozioni abilmente intrecciate, Marino Spadavecchia si rivela maestro nel tessere un caleidoscopio di immagini e sensazioni, offrendo al lettore un viaggio profondo nell'animo umano. "Chiudere la fontana" è un atto di resilienza, un'ode al controllo emotivo, dove il sudore ribolle sui cuscini dei sentimenti ardenti.

 
L'abile manipolazione delle gocce di pioggia, schiacciate "una ad una", rivela una sensibilità straordinaria nel confrontarsi con i dilemmi esistenziali. Come se l'autore cercasse di dominare l'inarrestabile caduta dei "perché" sulla pavimentazione tagliente della riflessione.

 
Le "chiavi di violino" tra le coperte dell'ultimo amplesso offrono una visione chiara e illuminante, aprendo finestre sull'intimità consumata e desideri ormai svaniti.

 
Le "parole acerbe" lacerate sottolineano una consapevolezza brutale, mentre i "gemiti acuti" zittiscono il tumulto degli angeli decaduti, creando un silenzio pregnante nella morte inconsapevole.

 
Nel tessuto della poesia emerge uno stile intriso di lirismo, dove la lingua si trasforma in uno strumento musicale e le figure retoriche si intrecciano come fili d'oro in un arazzo. Spadavecchia si erge come virtuoso, guidando il lettore attraverso un percorso psicologico complesso, svelando la profondità dell'animo umano con maestria e fascino letterario. La disposizione grafica, come una partitura ben orchestrata, amplifica il ritmo e l'armonia delle parole, contribuendo a creare un'esperienza sensoriale completa.
In questa poesia, Spadavecchia si rivela non solo come un raffinato poeta ma anche come un sottile psicologo dell'anima, esplorando le complessità dei sentimenti umani con una delicatezza straordinaria e una verità tagliente.
Spero che la traduzione dall'originale italiano a me affidata dal fraterno autore, abbia reso ciò che la sua anima ha immaginato.

 
Con infinito,  profondo affetto per ognuno di voi, scusandomi per eventuali imprecisioni interpretative, vi saluto tutti. Con stima e riconoscimento al creatore di questo sito, il caro professore Lorenzo de Ninis.
Vostro Ben Tartamo 

 

22-23-24 Novembre

Splendido staff di poechirurghi al San Lurienzo magistralmente coordinati dal primario Prof De Ninis. Buonalavoro e .... grazie infinite da un paziente.
Bruno Amore[br1]
 

 

Commenti alle Poesie del 22-23-24 novembre23

 
*   Marco Cabassi -  "La nebbia tra le Robinie."
**Contenuto del testo:**
Nelle pieghe dell'incerto, dove il mistero si avvolge tra le Robinie, Marco Cabassi disegna un quadro poetico intitolato "La nebbia tra le Robinie." È un viaggio attraverso il velo sottile di ricordi impalpabili, svelando la Padania rurale con la sua eredità di nebbia e storia.

 
**Aspetto grafico:**
Come la nebbia che abbraccia ogni contorno della campagna, la disposizione delle parole sull'arduo foglio trasmette un senso di enigma e incertezza. Le parole, come vapori evanescenti, si librano nell'aria, esplorando il vuoto della memoria.

 
**Analisi metrica:**
La danza dei versi, lungi da regole rigide, segue un ritmo malinconico. Ogni verso è una nota musicale nella sinfonia della nebbia e dei ricordi, creando un flusso armonico che avvolge il lettore in un'atmosfera di malinconica bellezza.

 
**Stile e linguaggio:**
Cabassi adotta uno stile lirico avvolto nell'atmosfera della nebbia. Il suo linguaggio, ricco di dettagli, dipinge la campagna padana con pennellate di nostalgia. Metafore come "nebbia di terra e di torba" rivelano strati profondi di significato, trasformando la nebbia in una poesia in sé.

 
**Principali figure retoriche:**
Le metafore, come la Garzetta immobile e la lacrima di nebbia sul viso, sono gemme poetiche che rivelano il significato più profondo della nebbia. L'uso simbolico della nebbia come velo tra passato e presente sottolinea il tema della trasformazione e della memoria.

 
**Giudizio complessivo:**
"La nebbia tra le Robinie" di Marco Cabassi è un canto malinconico alla nostalgia e alla trasformazione. Attraverso una scrittura lirica avvincente, l'autore crea un'opera d'arte che affascina il lettore, invitandolo a perdersi nella nebbia dei ricordi e a scoprire la bellezza nascosta tra le pieghe del tempo. Un'ode poetica che si fa eco nell'anima, persistendo come la nebbia stessa nell'eternità della memoria.

 
*   Nino Silenzi - "Anni" 
**Contenuto del testo:**
Nino Silenzi, con maestria e profondità, scrive la sua "Anni," una poesia che esplora il peso degli anni sulle spalle di chi ha vissuto. Il poeta dipinge il passare del tempo come una catasta di anni che, invece di opprimere, solleva l'anima, offrendo una prospettiva unica sulla vita.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi riflette la leggerezza e la fluidità del tempo. La struttura aperta suggerisce una libertà di movimento, mentre l'uso sapiente delle virgole crea pause, permettendo al lettore di assaporare ogni "palpito del tempo" come un capitolo autonomo.

 
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, un'armonia di versi che si muovono agilmente. I versi corti, in particolare, catturano l'effimero battito del tempo, mentre l'alternanza tra brevi e lunghi crea un ritmo fluido che imita la danza degli anni.

 
**Stile e linguaggio:**
Silenzi adotta uno stile che fonde la saggezza con la meraviglia dell'infanzia ritrovata. Il linguaggio è essenziale, come il tempo che scorre, eppure ricco di simbolismi che trasformano le esperienze quotidiane in immagini evocative.

 
**Principali figure retoriche:**
L'uso delle metafore, come il sole più luminoso e la pioggia fresca come la mano della mamma, dona alla poesia un carattere universale. Le nuvole, le stelle e le ombre diventano archetipi che narrano una storia di rinascita e rinnovamento.

 
**Giudizio complessivo:**
"Anni" di Nino Silenzi è una sinfonia di vita, un inno alla leggerezza che può emergere nonostante il carico degli anni. Con un lirismo intriso di saggezza, il poeta celebra la riscoperta dell'essenza dell'infanzia nel corso del tempo. Una poesia che si pone come luce nella dimensione della memoria, affascinante e profondamente umana.

 
*   Felice Serino - "Come saremo" 
**Contenuto del testo:**
Felice Serino, nella sua poesia "Come saremo," ci conduce in un viaggio di contemplazione sull'essenza dell'esistenza. L'autore invita il lettore a immaginare una luce interiore, una connessione con l'Universo e un'entità onnipresente che si manifesta attraverso l'amore universale.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi riflette l'armonia di cui si parla nella poesia. La struttura aperta suggerisce la vastità dell'immaginazione, mentre la chiarezza visiva si presta a una lettura che scorre fluida, seguendo il ritmo delle riflessioni proposte.

 
**Analisi metrica:**
La metrica è libera, adattandosi alla fluidità delle visioni descritte. Versi brevi e lunghi si alternano, creando un ritmo che cattura l'infinità delle possibilità immaginate dall'autore.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio di Serino è intriso di misticismo e profondità. L'uso di parole come "ubiqua entità" e "donarsi d'amore universale" conferisce un tono spirituale alla poesia. La scelta di immagini evocative crea un'atmosfera di trascendenza.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore ricorre a figure retoriche come l'immaginazione, la personificazione di una luce interiore e l'invito a "provare ad immaginare" per coinvolgere il lettore nella costruzione di un mondo sospeso tra realtà e sogno.

 
**Giudizio complessivo:**
"Come saremo" è un'ode alla potenza della visione e dell'immaginazione. Felice Serino trasforma la contemplazione filosofica in una poesia incantevole, incanalando il potere della mente umana nel plasmare una realtà intrisa di amore e connessione universale. Un invito a esplorare l'infinito, un'opera di lirismo che cattura l'anima del lettore.

 
*   Franco Fronzoli - "Volo nel cielo e viaggio intorno"
**Contenuto del testo:**
Franco Fronzoli, con la sua poesia "Volo nel cielo e viaggio intorno," dipinge un quadro di intimità e connessione profonda tra gli individui. L'autore esplora la dimensione emotiva dell'amore, descritta attraverso il volo nel cielo e il viaggio intorno al cuore dell'altro, sottolineando l'esperienza condivisa e la libertà emotiva.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi suggerisce una fluidità che si adatta al tema del volo e del viaggio. Le linee sono pulite, e la disposizione spaziosa riflette l'apertura di cuore e mente all'esperienza condivisa.

 
**Analisi metrica:**
La metrica segue uno schema libero, adattandosi alla leggerezza e alla libertà evocate dal tema del volo e del viaggio. La scelta di versi brevi e lunghi contribuisce a creare un ritmo che riflette l'ascesa e la caduta di emozioni.

 
**Stile e linguaggio:**
Fronzoli adotta uno stile leggero e incantevole, utilizzando un linguaggio accessibile per esprimere sentimenti profondi. L'uso di immagini come "cavalcare tramonti di mille colori" e "la luna in fondo al mare" aggiunge una dimensione visiva e poetica alla descrizione dell'amore.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore utilizza l'immaginazione e l'evocazione sensoriale per creare una connessione emotiva. L'uso della ripetizione con la parola "liberi" sottolinea il tema della libertà, sia fisica che emotiva, che si ottiene attraverso l'amore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Volo nel cielo e viaggio intorno" è un'ode all'amore con un'atmosfera leggera e ariosa. Franco Fronzoli riesce a trasmettere la profondità delle emozioni e la connessione tra gli amanti attraverso un linguaggio poetico che affascina e cattura l'immaginazione del lettore. Una poesia che danza tra le nuvole dell'amore, arricchita da un tocco di lirismo e un'eleganza senza tempo.

 
*   Alessio Romanini -  "Monumenti ai caduti"
**Contenuto del testo:**
Alessio Romanini, con "Monumenti ai caduti," crea una riflessione profonda sulla follia delle guerre e la necessità di abbracciare la pace. I monumenti di marmo si ergono come simboli mutevoli, dedicati ai caduti, fungendo da ammonimento contro la ripetizione di violenze inutili.

 
**Aspetto grafico:**
L'uso di parole come "marmorei simulacri" suggerisce una solidità eterna, mentre la disposizione pulita dei versi rispecchia la chiarezza e la fermezza del messaggio.

 
**Analisi metrica:**
Romanini adotta una metrica regolare con rime alternate, creando un ritmo che risuona con la stabilità desiderata nella richiesta di pace. L'equilibrio metrico enfatizza la centralità del tema.

 
**Stile e linguaggio:**
Lo stile è chiaro e incisivo, con l'uso di metafore potenti come "l'inganno del serpente" che evocano immagini bibliche. L'autore usa un linguaggio accessibile per trasmettere un messaggio universale contro la guerra.

 
**Principali figure retoriche:**
L'uso della personificazione nel definire l'umanità come "stolta e labile" aggiunge un tocco di critica sociale, sottolineando la debolezza umana di fronte all'ingiustizia. L'invocazione al "disarmo" funge da richiamo retorico alla pace.

 
**Giudizio complessivo:**
"Monumenti ai caduti" è una poesia che, con eleganza e chiarezza, esprime una profonda avversione alla guerra e un appello per l'adozione della pace. Alessio Romanini riesce a trasmettere la gravità del tema senza sacrificare la bellezza della forma poetica. La sua penna, come marmo scolpito, plasma un monito contro la violenza, invitando a un riflettere profondo sull'umanità.

 
*   Ben Tartamo -  "Memento"
**Contenuto del testo:**
Nel canto etereo di Ben Tartamo, intitolato "Memento," si innalza un'ode di ricerca interiore, un inno di desiderio di divinità, una preghiera intessuta di umiltà e amore, evocando la sacralità della vita e l'abbraccio della sofferenza come veicolo di elevazione spirituale.

 
**Aspetto grafico:**
Le parole scelte danzano sulla pagina, un intreccio di grazia letteraria. Il ritmo cadenzato, come un'antica melodia, sottolinea il rituale della ricerca spirituale, con versi che si ergono come colonne di un santuario.

 
**Analisi metrica:**
I versi, come passi di una liturgia segreta, svelano una simmetria divina. Le rime, come incantesimi, riverberano, catturando l'aspirazione di un'anima in cerca di comunione spirituale.

 
**Stile e linguaggio:**
Tartamo tesse il suo messaggio con un linguaggio etereo, dipingendo l'amore come l'essenza dell'esistenza. L'espressione "sia dolce il soffrire" assume un tono di lirismo mistico, indicando la trasformazione attraverso la sofferenza.

 
**Principali figure retoriche:**
Il richiamo al "Memento" assume un'aura di litania, una costante meditazione sulla propria umanità. Il "farsi dono e agire" risuona come un mantra, incanalando la volontà di abbracciare il divino attraverso azioni altruistiche.

 
**Giudizio complessivo:**
"Memento" è un capolavoro lirico che, con la sua magnifica simmetria e le sue parole intrise di spiritualità, invita il lettore a immergersi in una dimensione di contemplazione e connessione divina. La poesia diviene un canto celestiale, condividendo l'esperienza spirituale di Tartamo in una danza poetica che tocca le corde più profonde dell'anima.

 
*   Carlo Chionne - "Novembre"
**Contenuto del testo:**
In "Novembre" di Carlo Chionne, emerge una meditazione sul trascorrere del tempo, una sorta di viaggio malinconico tra lapidi erette dai giorni che sfuggono. Il poeta dipinge il fluire degli anni come siluri, immagini che trasportano il lettore in un percorso di riflessione sul passare inesorabile del tempo.

 
**Aspetto grafico:**
Le parole di Chionne sono disposte con sobrietà, ma l'impatto visivo risiede nella loro essenzialità. Lapidi appese lungo i muri suggeriscono una narrazione visiva, come frammenti di memoria che si ergono come testimonianze del passato.

 
**Analisi metrica:**
La brevità dei versi imita l'efficacia di un siluro: concisi, diretti, penetrano nell'animo del lettore. L'assenza di fioriture permette al messaggio di emergere con intensità.

 
**Stile e linguaggio:**
Chionne adotta uno stile essenziale e diretto, evitando eccessi retorici. Il termine "siluri" conferisce al testo una carica simbolica, suggerendo che il passato è un'arma che lascia il segno.

 
**Principali figure retoriche:**
La personificazione degli anni come siluri crea un'immagine potente, suggerendo la potenza distruttiva del tempo. L'uso delle lapidi come metafora delle esperienze passate contribuisce a un senso di introspezione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Novembre" si distingue per la sua capacità di comunicare un profondo senso di nostalgia e riflessione sul tempo. La poesia si presenta come un viaggio attraverso la memoria, scandendo i giorni con l'efficacia di siluri che, seppur invisibili, lasciano un'impronta indelebile. Con un linguaggio sobrio, Chionne cattura l'essenza di un novembre interiore che si svela con discreta ma potente forza.

 
Con immarcescibile stima al creatore di questo tempio azzurro, prof. Lorenzo de Ninis, e le mie congratulazioni per ogni poeta.

 
Vostro Marino Spadavecchia
San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

Gentilissima Miu,

grazie con tutto il mio cuore

per i tuoi sentiti e lusinghieri commenti.

Un abbraccio.

Alessio Romanini

 

 

 

Perde la rosa i petali

La vita vista come una rosa dal nostro ottimo Marino Giannuzzo. Descrizione romantica e visibilmente toccante – quei suoi ultimi attimi di vita.  La chiusa è un conforto per chi aspira all’Eden. La pace sembra il velo bianco sul volto di un'anima immortale.  Fosse anche la perdita naturale della sua vita, la rosa lasciati alle spalle gioie e dolori, diventa simbiotica col “momentum” e tutto fuorché fine si potrebbe scrivere, leggendo bene questa poesia.

 

Alcamo, 05.12.2022 ore 14,35

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

Contenuto condiviso con: I tuoi amici

Amore se non ti chiamassi Bruno… scrittore cerebrale ma dal palato sensibile, mai contento di scrivere della propria normalità in modo normale. Poema che s’innalza e poi si adagia tra le membra bianche. Soffia il romanticismo e sembra sia una cosa sempre nuova per questo poeta che di vecchio ancora non ha nulla.

bruno amore[br1]

 

 

Negli anni le ferite s’inventano

                             inversa guarigione.

Spettacolare questo titolo. Una poetessa con profondità, che si cela dietro ermetismi per un lettore Enigmista ma ci sta favoleggiare su questa iniziazione a una nuova poetica. Un nuovo tipo di creatività che abbraccia e mette in moto le rotelline del lettore.

Parla di donne e con coraggio la poetessa si espone con la sua autentica scrittura. Complimenti.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

"Immagini"

Un quadro armonioso con una chiusa degna da lasciare il suo marchio. Ispiratissimo Cristiano Berni che regala l’armonia di una natura generosa. La sua mano compone e orchestra le parole. A cosa è riferito L’ultimo lembo di verità?

 

Canti e armonie melodiose

salgono in cielo con le Rose.

Fiori che sbocciano piano

sul prato che vedo lontano

e in fondo alla notte cadrà

anche l'ultimo lembo di verità.

Cristiano Berni

 

 

La nebbia tra le Robinie

Camminiamo spalla a spalla con questo autore che pare svanisca nella nebbia di questa lirica così livida e profonda. Una narrativa con chiusa malinconica che non annulla la bellezza struggente del poema.

Marco Cabassi

 

 

Anni

Vorrei paragonare questo gioiellino poetico a una lirica shakespeariana

Devouring Time, blunt thou the lion’s paws,

And make the earth devour her own sweet brood;

Pluck the keen teeth from the fierce tiger’s jaws,

And burn the long-lived phoenix in her blood …

Nino Silenzi è testimone di un “miracolo terreno”, il tempo che passa arricchisce lo spirito e alleggerisce l’anima. Con la limpidezza che lo contrassegna, il professore non tradisce la sua natura genuina. Poetica come un amo delicato che va a pesca di stelle nell’ignoto e noi siamo lì sulla battigia, arenati all’orizzonte, mentre l’animo di Nino e molto, mooolto più lontano. V’è della luminosità contagiante nei versi che possono germogliare una sorta di “bene liberatorio e alato” ovunque, anche su una roccia d’uomo se questo si trovasse a leggerli.

 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Come saremo

Bella questa idea di amore universale, dove morendo noi apparteniamo al tutto e il tutto sarà in noi. Sempre molto pensanti i poemi dell'inimitabile Felice Serino che chiude in modo divino questo poema. Plausi.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Volo nel cielo e viaggio intorno

Un viaggio senza confine, amando. Questa libertà di viversi e di andare leggeri, è rappresentato come una promessa. Il romanticismo non è zuccherino bensì luminoso e trascinante.

 

Franco Fronzoli

 

 

Canzone per un lager

La vita che facciamo oggi non è stata nemmeno in minima parte così gioiosa per quelli che sono finiti nei lager. La guerra, il flagello dei flagelli, dove le vittime sono meno di esseri umani e gli esseri umani diventano bestie peggio delle bestie. Poesia cruda e dolorosa che serve a strappare all’anima quella pellicola di indifferenza che si è costruita in questi decenni. I lager hanno sepolto identità, amori, tradizioni e umanità. Bisogna ricordare e commemorare i fantasmi rimasti nella debole luce di un sole che da allora non ha più avuto la forza di splendere allegramente sopra i tetti di quei carceri disumani. Piero Romano Colonna narra di un male che è degenerato e delle vittime di quel male che del sole non hanno mai goduto il calore.

Piero Colonna Romano

 

 

Monumenti ai caduti

Plausi Alessio. Poema trascinante contro la bruttura della guerra. Versi che si alzano bandiera e che il lettore vede sventolare tra i propri pensieri.

Alessio Romanini 

 

 

Novembre

Poema intenso e dal lirismo profondo. Il silenzio soltanto parla dei caduti nelle guerre.

Carlo Chionne

 Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

Poesie del 22-23-24 novembre 23

 
-   Marino Giannuzzo - "Perde la rosa i petali"

**Note sulla poetica dell'autore:**

Marino Giannuzzo, in "Perde la rosa i petali," dipinge con maestria la fragilità dell'esistenza umana attraverso l'immagine poetica di una rosa che perde i petali. L'autore esplora il ciclo della vita, intrecciando la bellezza fugace con la tristezza dell'inevitabile declino.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia segue uno schema metrico libero, dando all'autore la libertà di esprimere la profondità delle emozioni senza confini rigidi. L'assenza di rime accentua il tono malinconico, enfatizzando la natura inevitabile del decadimento.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione lineare dei versi riflette la linearità del tempo e il susseguirsi degli eventi nella vita. L'uso di spazi vuoti tra le strofe crea una pausa visiva, permettendo al lettore di riflettere sul significato di ogni frammento poetico.

 
**Stile e linguaggio:**
Giannuzzo adotta uno stile sobrio e profondo. Le parole evocative come "gioie" e "illusioni" sono intrise di significato, trasmettendo una gamma completa di emozioni. L'uso della natura, in questo caso, la rosa, come metafora della vita, aggiunge un elemento universale alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'ossimoro di "gioie e d'illusioni" cattura la dualità dell'esistenza umana. La metafora della rosa per descrivere la vita umana è potente e simbolica, trasmettendo l'effimero e l'inevitabile declino.

 
**Giudizio complessivo:**
"Perde la rosa i petali" è una poesia che tocca le corde più profonde dell'anima umana, esplorando la bellezza, la tristezza e la serenità della vita. La maestria con cui Giannuzzo fonde le immagini poetiche e le emozioni rende questa opera un capolavoro lirico. La scelta di concentrarsi sulla fine della vita attraverso la metafora delicata di una rosa conferisce alla poesia una universalità che risuona con il lettore.

 
-   bruno amore[br1] -"Contenuto condiviso con i tuoi amici
**Contenuto del testo:**
In questa poesia, l'autore dipinge con maestria il ritratto di una giornata speciale, intrisa di emozioni e sensazioni che si svelano attraverso immagini poetiche. La brezza, il caffè, e il profumo arcano emergono come simboli di un momento fugace ma prezioso, sottolineato dall'effimero ciclico del giorno.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione elegante dei versi riflette la delicatezza del tema trattato. La struttura uniforme delle strofe crea un ritmo armonioso, simile al fluire naturale del tempo. La chiara separazione tra i versi offre un respiro visivo, consentendo al lettore di immergersi nelle sfumature delle parole.

 
**Analisi metrica:**
La poesia segue uno schema metrico regolare, sottolineando la cura dell'autore nella costruzione ritmica. La rima baciata, soprattutto nell'alternanza tra i versi, crea una melodia avvolgente che contribuisce a trasmettere l'atmosfera suggestiva del testo.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore adotta uno stile raffinato e lirico, dove ogni parola è scelta con cura per trasmettere immagini vivide e sensazioni profonde. L'uso di termini come "essenza ancestrale" e "senno" aggiunge uno strato di profondità psicologica alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'immagine della brezza lieve e del fiore in mano si presenta come una personificazione della giornata, attribuendole un carattere quasi umano. L'analogia tra la brezza e le carezze sottolinea la delicatezza del momento. L'uso del caffè e del profumo come simboli sensoriali arricchisce ulteriormente il tessuto figurativo.

 
**Giudizio complessivo:**
"Ci sono giorni" è un'ode alla bellezza nei dettagli quotidiani, una celebrazione dell'effimero che rende la vita straordinaria. L'autore, con una padronanza della lingua e una sensibilità notevoli, conduce il lettore attraverso una danza poetica di emozioni e sensazioni. La poesia è un inno alla semplicità, al ciclo inesorabile del tempo e all'arte di cogliere la bellezza anche nei momenti più fugaci.

 
-  Salvatore Armando Santoro - "Malattie" 
**Contenuto del testo:**
"Malattie" è un viaggio attraverso le cicatrici emotive e le relazioni frammentate. L'autore esplora la malattia come metafora per la ferita emotiva, sottolineando l'idea che la guarigione potrebbe non essere possibile. La narrazione rivela il persistere delle cicatrici e la difficoltà di superare il dolore causato da una relazione passata.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione pulita e lineare dei versi riflette la chiarezza con cui l'autore affronta il tema della malattia emotiva. La netta separazione tra le strofe crea un ritmo cadenzato, enfatizzando la struttura metrica e guidando il lettore attraverso il fluire dei pensieri.

 
**Analisi metrica:**
La poesia adotta uno schema metrico regolare, con versi di lunghezza variabile. La rima baciata, presente in molte delle coppie di versi, contribuisce a creare una sonorità armoniosa. La rima, tuttavia, non appare in modo sistematico, consentendo all'autore di esplorare la flessibilità metrica.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza uno stile diretto e onesto, senza fronzoli, riflettendo la natura cruda della tematica trattata. L'uso di espressioni come "mi feristi in quel B&B a Nardò" conferisce concretezza al racconto, ancorandolo a luoghi e momenti specifici. Il linguaggio è semplice ma carico di significato.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra la malattia fisica e l'emozione ferita sottolinea il dolore persistente. L'immagine di saltellare su treni in corsa rappresenta un simbolo dell'impetuosità delle relazioni e delle scelte impulsive fatte per fuggire dalla realtà. L'uso della prima persona accentua l'aspetto personale e immediato del vissuto dell'autore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Malattie" è una poesia cruda e sincera che affronta senza esitazioni il tema delle relazioni ferite. L'autore, con un linguaggio schietto, invita il lettore a riflettere sulle cicatrici emotive e sulla complessità delle relazioni umane. La poesia è un viaggio attraverso le emozioni, un resoconto senza filtri delle ferite che possono persistere anche dopo la fine di una relazione.

 
-   Maria Benedetta Cerro - "Negli anni le ferite s’inventano"
**Contenuto del testo:**
La poesia di Maria Benedetta Cerro trascende il concetto delle ferite del tempo, abbracciando la complessità delle cicatrici emotive e fisiche. L'autrice esplora il processo di guarigione inversa, sottolineando la metamorfosi delle ferite nel corso degli anni. Le immagini delle ferite della carne che risanano lentamente offrono una riflessione su come il tempo e l'esperienza modellino e trasformino il nostro essere.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione a blocchi della poesia contribuisce a creare uno spazio visivo distinto per ciascun pensiero. Questa struttura riflette la natura frammentaria delle esperienze e delle riflessioni esposte dall'autrice. L'uso di spazi bianchi tra le frasi suggerisce una pausa contemplativa, enfatizzando le fasi della vita e della guarigione.

 
**Analisi metrica:**
La poesia si avvale di una struttura metrica libera, con versi di lunghezza variabile. Questa flessibilità consente all'autrice di adattare il ritmo al contenuto emotivo, creando un flusso armonioso. L'assenza di un rigoroso schema metrico accentua la libertà espressiva.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio evocativo e potente utilizzato dall'autrice offre una prospettiva psicologica e filosofica sulle ferite dell'anima. Le metafore della vita come un abito per l'anima e della guarigione inversa aggiungono profondità e complessità al testo. L'immagine dell'anima che si rende visibile attraverso l'abito trasmette una connessione intima con l'identità umana.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra le ferite fisiche e quelle invisibili dell'anima sottolinea la profonda connessione tra corpo e spirito. L'uso delle metafore, come l'abito per l'anima, crea un linguaggio simbolico che arricchisce il significato della poesia, consentendo al lettore di immergersi nelle riflessioni dell'autrice.

 
**Giudizio complessivo:**
La poesia di Maria Benedetta Cerro è un viaggio introspettivo attraverso il tempo e la guarigione. La poetessa cattura l'essenza delle esperienze umane, esplorando le cicatrici come testimonianze dell'evoluzione dell'anima. L'uso maestoso delle metafore e la profondità espressiva rendono questa poesia un'opera d'arte che si fa eco nella mente del lettore.


 
-   Cristiano Berni - Immagini"
**Contenuto del testo:**
La poesia di Cristiano Berni, intitolata "Immagini", si snoda attraverso un panorama di visioni e sensazioni, evocando un mondo di immagini vivide e contrastanti. Le immagini si susseguono come una serie di quadri che dipingono la vastità della natura e delle emozioni umane, esplorando la bellezza e la complessità della vita.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione aperta della poesia crea uno spazio visivo che riflette la vastità delle immagini descritte. L'uso di spazi tra le parole suggerisce una pausa riflessiva, mentre le descrizioni evocative si stagliano come dipinti sulla tela della pagina.

 
**Analisi metrica:**
La struttura metrica è libera, con versi di lunghezza variabile. Questa libertà consente all'autore di esprimere liberamente le immagini, seguendo un ritmo che fluisce naturalmente. L'assenza di un preciso schema metrico contribuisce a creare un'atmosfera di spontaneità e libertà espressiva.

 
**Stile e linguaggio:**
Berni adotta uno stile lirico che cattura la ricchezza delle immagini descritte. Il linguaggio è vivido e suggestivo, con metafore che rendono tangibili le emozioni evocate. L'uso di contrasti, come tra cieli immensi e colline in fiore, aggiunge profondità alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
L'analogia tra immagini naturali e emozioni umane arricchisce la poesia di Berni. Le metafore, come "nuvole di parole" o "fiumi che lenti percorrono tragitti scoscesi", creano un linguaggio simbolico che collega la bellezza della natura alla complessità dell'esperienza umana.

 
**Giudizio complessivo:**
"Immagini" di Cristiano Berni è una sinfonia di visioni e sensazioni che incanta il lettore. L'autore fonde maestosamente la bellezza della natura con la profondità delle emozioni umane. La poesia è un invito a contemplare e apprezzare la ricchezza della vita attraverso gli occhi di un poeta che abbraccia la vastità e la diversità del mondo.

 
Vostro Ben Tartamo

 

 

19-20-21 Novembre

Risposta al commento di Jacqueline Miu
Carissima, innanzitutto grazie per il tuo commento alla poesia "Incapace di amare", ma si tratta esclusivamente di una mia traduzione, il vero poeta e artista creatore è il prof. Marino Spadavecchia nostro compatriota emigrato in Venezuela. A lui, quindi vanno plausi ed onori e i suoi ringraziamenti a te.
Benedetto
 

 

 

Per molti fu guerra vinta

Gli eroi delle guerre vinte spesso nascondono o trascinano con sé segreti o brutalità fatte e/o subite. Ciò che la vittoria di una guerra non può cancellare sono gli abusi e le atrocità vissute (subite) dalle vittime. Una fragilità di cui la violenza ha quasi sempre appetito. Il nostro ottimo Marino Giannuzzo, identifica con i suoi ammirabili versi i personaggi, altare di un dolore che performerà con angosce per tutta la durata della loro vita. Un male subito in prima e in terza persona che non rende onore ad alcuna vittoria. Plausi all’artista per la descrizione quasi sacra delle due vittime che potremmo essere noi dopo una qualunque guerra.

(Ci sarebbe molto da dire sulla natura psicologica del poema e sulla disabilità emotiva dell’amico di cui Marino racconta l’esistenza durante l’avanzata americana. Un personaggio, quello del marito che passa da vittima della guerra a prigioniero e infine una sorta di martire. Plausi e plausi.)

Alcamo, c/da Molinello, 27.06.22 ore 07,20

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo
 

 

Solo rondini

La guerra non risparmia nemmeno gli uccelli nel loro viaggio rituale. Le rondini, simbolo libertà e fede al nido cui fanno ritorno ogni anno, oggi sono in pericolo poiché i posti a cui fanno ritorno sono oramai macerie e ceneri.   Prondo il ponto di vista poetico del caro amico Bruno che sottolinea quel “cratere” che resterà nelle genti del posto dove le rondini sono abituate a svernare. La loro bellezza in frak verrà a mancare e quel rito così complesso, così magico, toglierà  di scena un simbolo o meglio “una grande luminosa energia” di cui prima questi posti potevano andare fieri.

amore bruno [br1]

 

 

Viene d’assalto la mitezza

                             Dove vai presente? Fermati ora.

La simil-vita si strugge per un’ora di ebbrezza.

 

Interessante questa dualità nella più che ermetica poetica della brava Maria Benedetta Cerro. Apprezzabili queste emotività spesso “calmate” dalla leggerezza di un progredire nella vita. Da notare nel realismo poetico quella scintilla “quasi lussureggiante” di luminosità.  

 

Charlie Chaplin

Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre

Dell’intero ottimo poema mi regalo come dono superlativo al mio modesto pensiero questi ultimi versi:

 

Qual è quell’amore che da senso alle tenebre?

 

L’ottima poetessa descrive l’unicità e la bellezza di un amore che l’altro non ricambia allo stesso modo. Quasi lei volesse spiegare “la via della luce” a un sordo.

 

 

Amore

Alessandra Piacentino

 

 

"Oh patria!"

Patriottismo e cruda realtà. L’ispirato poeta Cristiano Berni affonda i denti nella carne dolorante di un sistema “tenacemente” malato e malsano. Il futuro non sembra essere roseo, esclama con dispiacere nei suoi ultimi versi dedicata a una Patria abusata che meriterebbe più rispetto (parola a mio modesto parere, oramai sconosciuta al vocabolario di un cittadino moderno). Posso condividere con Cristiano questo naufragio.

 

Cristiano Berni

 

 

Instabile Clima

Il tema del cambiamento climatico è d’ispirazione per la brava Laura Lapietra che compone versi adeguati, cercando di mostrare la propria maestria pittorica. Piccoli affreschi che mostrano la bellezza della Terra e incitano l’umanità a salvarla dalle brutture (portate dall’evoluzione probabilmente tecnologica). L’armonia è la meta da seguire.

 

Il finale è nelle nostre mani.

Noi siamo gli autori,

dovremo scrivere una storia

che cancelli gli orrori!

©Laura Lapietra

 

 

"Incapace di amare"

Molto interessante e profonda questa riflessione poetica che Ben Tartamo condivide con il lettore. L’incapacità di amare è una capacità di amare che non vuole però essere ferita, oltraggiata, usata. In una perenne ricerca di identità emotiva e spirituale, l’uomo spesso nasconde a sé stesso il ricordo di un grande amore?

Ben Tartamo

 

 

Vivo a modo mio nel mio silenzio

l’IMMAGINARIO è LA FUGA E LA CURA AI MALI ODIERNI. La culla, dove il bravo Franco Fronzoli riprende energie produttive. La creazione avviene in questo mondo fantastico, dov’egli ricompone le meraviglie della natura per una metamorfosi terapeutica.   

Franco Fronzoli

 

 

Domanda

Riflessione poetica crudamente veritiera. A proposito, è quasi norma di combattimento nello Stato ebraico, l’uso non del normale missile ma delle bombe al fosforo. Quindi chi ha ragione? Chi ha torto? Qual è il Dio migliore e l’insegnamento migliore? Le vittime pagano il prezzo. E’ evoluzione?

Da una Gaza a una camera a Gaz?

Carlo Chionne

 

 

After These days

 

Il Vate Piero Colonna Romano condivide l’esperienza umana e generazionale sotto il peso di una realtà deludente. Il tempo che scorre è un tic tac mai a proprio vantaggio.

Grande poesia sebbene intrisa di una penombra esistenziale, spesso compagna di viaggio del nostro amatissimo poeta.

 

Così noi camminiamo,

smarrendo un mondo amico

che abbiamo violentato,

di cecità ammalati.

 

Con dantesco passo s’inoltra nei mali umani. L’indifferenza che trova intorno a sé lo annienta.  Giustificatissimo il finale.

 

Cercar nel pentimento

salvifico perdono

inutile speranza

a tempo ormai scaduto.

Piero Colonna Romano

 

23 Settembre 2023

“Aequinoctium”

 

Ti vedo nell'ondeggiare di chiome

Il poeta Alessio Romanini conferma la sua bravura e il suo amore per una natura “guaritrice”. In questo caso ha scelto l’Autunno, mese di raccolta dei frutti e dai colori superbi.

Alessio Romanini 

 

 

Noi molti in pace

Questo pianeta divorato dalle violenze, queste genti che si odiano e manifestano con la guerra il loro odio… i morti innocenti e la malvagità contaminante – sono i temi dei un ottimo Francesco Soldi che ci regala due poetici versi in chiusura del poema. C’è modo di vivere in armonia, basterebbe farlo diventare una volontà…

di non avere un pianeta

di arcobaleni dell'amarsi.

Francesco Soldini

 

 

Questo non è amore”

L’evoluzione della femmina che da “oggetto” diventa il soggetto con tanto di volontà ed è poco accettato ancora in un mondo maschilista. La reazione violenta di questa natura animalica e primitiva non è certo medaglia di trionfo di una Umanità giovane e ancora piena di risorse. Bisognerebbe insegnare ai figli, maschi e femmine una parità vera. Bisognerebbe insegnare nelle scuole e da piccolissimi una sessualità sana e consapevole – meno religione, meno moralismi e più rispetto per entrambe le parti.

 

La bravissima Antonia della violenza sulle donne. I genitori devono riflettere…

Antonia Scaligine

 

Un caro saluto al nostro  Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro e condivido con tutti, l’onore di essere una discepola qui dentro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano e la gratitudine per i suoi  ispiratori commenti. Cari sitani e amici siate operosi come api. 

Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

Gentilissimo Marino Spadavecchia,

ti ringrazio di cuore per il tuo generoso commento.

La tua analisi otre ad essere perfetta è molto bella.

Grazie di cuore.

Alessio Romanini

 

 

-Poesie pubblicate il 19-20-21 Novembre 2023-

 
-   Felice Serino- "Preghiera"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Felice Serino, attraverso "Preghiera," si presenta come un poeta che intreccia spiritualità e struggente umanità. L'uso di una preghiera come forma espressiva suggerisce un'intimità profonda con la spiritualità, e la poesia sembra essere una via di comunicazione diretta con il divino.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia segue uno schema metrico libero, privilegiando la libertà espressiva sulla struttura rigida. I versi sono brevi e incisivi, contribuendo a creare un ritmo intenso e vibrante. La scelta di parole come "violacea alba di passione" evoca un'atmosfera mistica e intensa.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione dei versi è ordinata, consentendo una lettura fluida e senza intoppi. La breve lunghezza dei versi e la mancanza di punteggiatura accentuano l'essenzialità e la profondità del messaggio.

 
**Stile e linguaggio:**
Serino utilizza un linguaggio sobrio ma carico di significato. La parola "irrorami" crea un'immagine di benedizione e purificazione, mentre "violacea alba di passione" evoca un'atmosfera di trascendenza e devozione. L'uso del pronome "Tu" per riferirsi a Dio personalizza la preghiera.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è ricca di figure retoriche, come la personificazione nell'invocazione a Dio di "irrorare" il cuore. L'immagine dell'alba violacea aggiunge una sfumatura di misticismo, mentre la prosternazione ai piedi di Dio crea un'immagine di umiltà e sottomissione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Preghiera" è un inno di profonda spiritualità e umanità. Felice Serino si presenta come un poeta che ricerca il divino attraverso le parole, offrendo al lettore una preghiera carica di emotività e desiderio di connessione con il trascendente. La brevità della poesia sottolinea la densità di significato, mentre la scelta di immagini e termini evoca un mondo intriso di mistero e contemplazione. La preghiera si configura come un dialogo appassionato e rispettoso con il divino, offrendo al lettore un momento di riflessione e ispirazione.
 

 
-   Franco Fronzoli - "Vivo a modo mio nel mio silenzio"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Franco Fronzoli si presenta come un poeta che abbraccia il concetto di libertà e immaginazione, creando un dialogo tra sé stesso e il mondo circostante. La poesia suggerisce una profonda connessione con la natura e la vita interiore.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La struttura libera dei versi riflette la libertà evocata dal contenuto della poesia. La disposizione degli spazi e la scelta di spezzare alcune parole suggerisce un ritmo fluido e non convenzionale. L'assenza di punteggiatura contribuisce a creare una sensazione di continuità e fluidità tra le immagini.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione degli spazi e la successione dei versi creano una visualizzazione dinamica che segue il flusso dei pensieri e delle sensazioni del poeta. La brevità dei versi contribuisce a dare un senso di leggerezza e immediatezza alla lettura.

 
**Stile e linguaggio:**
Fronzoli utilizza un linguaggio semplice e diretto, ma carico di significato. Le immagini evocate, come sedersi su una nuvola bianca o vivere nella pace di un silenzio che "sa cosa dire," trasmettono una sensazione di tranquillità e introspezione. L'uso di verbi come "respiri" e "cammino" conferisce un senso di vitalità e movimento alla poesia.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è caratterizzata da una serie di metafore suggestive, come vivere "tra tramonti e notti tra albe e respiri di primavere." L'uso di personificazioni, come il silenzio che "sa cosa dire," aggiunge un tocco di mistero e profondità al testo.

 
**Giudizio complessivo:**
"Vivo a modo mio nel mio silenzio" è una poesia che cattura l'essenza della libertà interiore e della connessione con la natura. Franco Fronzoli crea un dipinto poetico in cui il lettore è trasportato in un mondo di introspezione e armonia. La scelta di parole e immagini contribuisce a rendere la poesia accessibile e, al tempo stesso, ricca di significati sottili. L'opera è un invito a esplorare la bellezza della vita, a vivere senza paura e ad abbracciare la propria unicità nel silenzio interiore.

 
-   Carlo Chionne - "Domanda"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Carlo Chionne, attraverso la sua brevissima poesia "Domanda," sembra giocare con il gioco delle parole e delle associazioni, invitando il lettore a riflettere sulla semplicità e complessità delle domande esistenziali.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia è costituita da una singola domanda, ridotta a una sola parola, seguita dal nome "Carlo Chionne." Questa struttura minimale contribuisce a concentrare l'attenzione sulla centralità della domanda, mentre la scelta di concludere con il nome dell'autore aggiunge un elemento di identità personale.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione su due righe crea un effetto visivo che simboleggia la dicotomia della domanda. La scelta di separare la parola "Gaz?" dalla frase successiva accentua l'effetto di suspense e invita il lettore a riflettere sull'enigma implicito.

 
**Stile e linguaggio:**
L'uso di una sola parola e la domanda aperta suggeriscono un'atmosfera di mistero e riflessione. La parola "Gaz?" stessa potrebbe essere vista come una sorta di neologismo o allusione a qualcosa di enigmatico, lasciando al lettore spazio per interpretare e attribuire significati personali.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia si basa sull'uso di una figura retorica potente, ossia la domanda. La scelta di porre una domanda aperta, senza fornire risposta, stimola la riflessione e l'interpretazione individuali. La brevità e la mancanza di descrizioni dettagliate o figurative lasciano spazio all'immaginazione del lettore.

 
**Giudizio complessivo:**
"Domanda" di Carlo Chionne è un esempio di come la poesia possa essere sintetica e allo stesso tempo intrigante. La singola parola posta come domanda apre un mondo di interpretazioni possibili. L'assenza di risposte dirette invita il lettore a riflettere sulla natura delle domande, sulla ricerca di significato e sull'inevitabile ambiguità della vita. La poesia, nonostante la sua brevità, riesce a catturare l'attenzione del lettore, incanalando la complessità delle domande esistenziali attraverso una lente di minimalismo poetico.

 
- Alessio Romamini - "Aequinoctium"

 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Alessio Romanini, con la sua poesia "Aequinoctium," celebra l'autunno attraverso una prosa viscerale e multisensoriale. L'autore sembra connettersi intimamente con la natura e trasmette questa connessione al lettore attraverso l'uso di immagini vivide e sensazioni palpabili.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia è articolata in cinque terzine (strofe di tre versi), e l'uso della rima abbacbc contribuisce a dare al testo un ritmo armonioso. L'alternanza di rime baciata e incrociata offre un equilibrio sonoro che si sposa bene con il tema dell'equinozio.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione delle strofe riflette un ordine simmetrico e armonico, in sintonia con la natura ciclica dell'equinozio. La scelta di mantenere le strofe brevi favorisce la leggibilità e amplifica l'impatto di ogni immagine evocativa.

 
**Stile e linguaggio:**
L'autore utilizza un linguaggio descrittivo ricco e coinvolgente, dando vita a immagini di chiome ondulate, zefiri freschi e terreni coltivati. La scelta di parole come "madido," "effluvi cangianti," "contadino terra zappare" dipinge un quadro vivace e multisensoriale, coinvolgendo il lettore in un'esperienza sensoriale autunnale.

 
**Principali figure retoriche:**
La poesia è intrisa di metafore e personificazioni, dando vita a concetti astratti come l'autunno, che diventa un amato protagonista capace di arricchire la stagione. L'uso del silenzio dei pomeriggi e del frinire dei grilli aggiunge un tocco di musicalità e suggestione.

 
**Giudizio complessivo:**
"Aequinoctium" di Alessio Romanini è una sublime celebrazione dell'autunno che incanta il lettore con la bellezza della natura e l'armonia delle stagioni. La poesia è un inno al ciclo della vita agricola, trasmettendo l'essenza e la ricchezza di questa stagione attraverso l'arte della parola. La delicatezza delle immagini, la precisione del linguaggio e la maestria formale conferiscono a questa composizione una profondità e una bellezza che elevano l'autore a una vera e propria sinfonia poetica.
Complimenti sinceri Alessio, stai dimostrando mestiere ma anche musicalità dell'anima.

 
-   Jacqueline Miu - "Unghie sul muro" 
**Note sulla poetica dell'autore:**
Jacqueline Miu, con la sua poesia "Unghie sul muro" (Nails on the Wall) offre una visione intensamente onirica e passionale. Attraverso immagini suggestive, crea un universo emotivo carico di tensione, desiderio e mistero.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura fluida e libera, riflettendo la profondità delle emozioni che il poeta vuole trasmettere. La mancanza di schemi metrici rigidi sottolinea l'aspetto libero e incontenibile dei sentimenti espressi.

 
**Aspetto grafico:**
L'uso delle descrizioni visive, come "sto su un letto di nuvole" e "unghie sul muro," crea un'atmosfera eterea e surreale. La disposizione a strofe libere consente un'interpretazione viscerale del testo, amplificando l'impatto delle immagini evocate.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio audace e carico di simbolismo crea un'esperienza sensoriale intensa. L'uso di parole come "chimera," "serpente," e "tempesta di battiti" conferisce una dimensione mitica e profonda alla poesia, accentuando la natura enigmatica del desiderio e dell'ossessione.

 
**Principali figure retoriche:**
La poetessa fa un uso eloquente di metafore ("sto su un letto di nuvole") e personificazioni ("oblio s’avvinghia alla pelle"). Le immagini come "nails on the wall" sono potenti e cariche di simbolismo, offrendo un'interpretazione aperta e multisensoriale.

 
**Giudizio complessivo:**
"Unghie sul muro" di Jacqueline Miu è una poesia che affronta l'amore e il desiderio con un'estetica intensa e sognante. La capacità della poetessa di dipingere immagini forti, abbinata a una scelta lessicale avvolgente, cattura l'attenzione del lettore. La fusione di emozioni e simbolismi trasmette la complessità dei legami affettivi e offre una prospettiva unica sulla fusione di desiderio e sogno. Un viaggio poetico coinvolgente che si presta a interpretazioni profonde e personali.

 
-   Francesco Soldini - "Noi molti in pace"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Francesco Soldini, con la sua poesia "Noi molti in pace," si esprime attraverso una riflessione sulla complessità dell'umanità e la fragile coesistenza tra progresso e violenza. L'autore si avvale di immagini naturali e urbane per esplorare temi universali come la giustizia, l'amore e la violenza.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura libera, che riflette la fluidità dei pensieri e delle emozioni espressi. L'assenza di uno schema metrico rigido contribuisce a creare un ritmo libero e riflessivo. L'uso di allitterazioni, come "scrosciare dell'odio," aggiunge musicalità al testo.

 
**Aspetto grafico:**
L'immagine dell'autunno, con la città facile a consumare doni, trasmette una sensazione di transizione e cambiamento. La poesia è visivamente organizzata in versi separati, consentendo al lettore di esplorare il significato di ogni immagine in modo distinto.

 
**Stile e linguaggio:**
Soldini utilizza un linguaggio evocativo e poetico. L'uso di parole come "sonno eterno" e "miracoli della civiltà" suggerisce una tensione tra l'effimero e l'eterno, riflettendo sulla natura effimera della vita umana e la potenza dei progressi umani.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autore si serve di metafore ("scivolare nell'autunno") e personificazioni ("la Città facile") per trasmettere un senso di connessione e interazione tra l'umanità e l'ambiente circostante. L'uso di "arcobaleni dell'amarsi" è una potente immagine di speranza e unità.

 
**Giudizio complessivo:**
"Noi molti in pace" di Francesco Soldini è un'ode alla complessità dell'esistenza umana, intrecciando temi di pace, violenza e progresso. L'autore attinge a una gamma di emozioni e immagini per esplorare la condizione umana, con un linguaggio ricco di simbolismo. La poesia cattura la fragilità e la bellezza della vita, invitando il lettore a riflettere sulla coabitazione di opposti in un mondo che oscilla tra luce e oscurità. Un'opera lirica che invita alla contemplazione e al confronto con le sfide dell'esistenza.

 
-   Antonia Scaligine -  "Questo non è amore"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Antonia Scaligine, in "Questo non è amore," affronta con forza il tema della violenza sulle donne, criticando il malinteso concetto di amore che può trasformarsi in un'ossessione distruttiva. L'autrice denuncia l'inaccettabile senso del possesso e della gelosia, evidenziando le tragiche conseguenze di un amore malato.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La poesia presenta una struttura libera, riflettendo l'urgenza e la varietà delle emozioni trasmesse. L'assenza di uno schema metrico rigido si adatta al contenuto drammatico del testo. L'uso delle interrogative ("l'arresto ci sarà?") e delle esclamative intensifica il pathos della narrazione.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione delle parole riflette la dinamica del racconto, passando dall'annuncio di una scomparsa al climax drammatico con "Uccide la moglie! Uccide la compagna! Uccide la fidanzata!" Visivamente, questo contribuisce a guidare il lettore attraverso le diverse fasi della tragedia narrata.

 
**Stile e linguaggio:**
Scaligine utilizza un linguaggio diretto e incisivo, sottolineando l'ineluttabilità della violenza. L'uso delle metafore, come il "rogo di gelosia nel cuore" e l'"onda tranquilla di un fiume," crea potenti immagini che enfatizzano il contrasto tra l'amore sano e la distorsione malata di quest'ultimo.

 
**Principali figure retoriche:**
L'autrice sfrutta l'antitesi ("L’amore non uccide, dona") per evidenziare la natura distorta dell'abuso. L'accumulo di esempi ("Uccide la moglie! Uccide la compagna! Uccide la fidanzata!") enfatizza la pervasività del problema, mentre le personificazioni di emozioni ("Gocce di pianto stillano dal cielo") contribuiscono a rendere il testo più vivido.

 
**Giudizio complessivo:**
"Questo non è amore" di Antonia Scaligine è una potente denuncia della violenza di genere, avvolta in un linguaggio diretto e incisivo. L'autrice cattura il dolore delle vittime, mettendo in discussione il concetto distorto di amore che può trasformarsi in tragedia. La poesia è un grido di consapevolezza e una chiamata all'azione, incanalando emozioni forti e un linguaggio potente per mettere in luce un tema cruciale e dolorosamente attuale.

 
-   Ben Tartamo - "Così umano"
**Note sulla poetica dell'autore:**
Ben Tartamo, in "così umano," esplora l'umanità e la divinità con una profondità psicologica unica. Il testo riflette sulla dualità dell'esistenza, spaziando dall'Infinito al Nulla, dalla vita alla morte. L'autore affronta il dolore, la solitudine e la sofferenza, portando il lettore in un viaggio attraverso l'essenza dell'essere umano.

 
**Analisi metrica e filologica:**
La struttura del testo, senza uno schema fisso, suggerisce una libertà di espressione che si adatta al tema universale trattato. L'alternanza di concetti opposti, come "Infinito" e "Nulla," crea un ritmo di pensiero che sottolinea la complessità dell'esperienza umana.

 
**Aspetto grafico:**
La disposizione lineare dei versi può richiamare la linearità del tempo, dalla nascita alla morte. Tuttavia, l'assenza di punteggiatura in alcune parti suggerisce un flusso continuo di pensieri, enfatizzando la connessione tra le idee.

 
**Stile e linguaggio:**
Il linguaggio utilizzato è fortemente descrittivo, dipingendo quadri emozionali intensi. L'autore usa parole evocative come "Carne," "Sangue," "Dolore," e "Morte" per catturare l'essenza della vita. L'uso della prima persona ("mi rende umano") coinvolge emotivamente il lettore nella riflessione.

 
**Principali figure retoriche:**
L'antitesi emerge in modo prominente, con l'opposizione tra "Infinito" e "Nulla," "Vita" e "Morte." L'ossimoro di "Egli, Infinito, farsi finito" crea una tensione concettuale che riflette la natura paradossale dell'esistenza.

 
**Giudizio complessivo:**
"così umano" di Ben Tartamo è una bella prova d'autore che esplora la complessità dell'umano, intrecciando il divino con il terreno. La poesia offre una profonda riflessione sulla vita, la morte e la sofferenza, portando il lettore attraverso le contraddizioni intrinseche all'esistenza umana. La capacità di trasformare emozioni complesse in immagini potenti e concetti riflessivi evidenzia l'abilità di Tartamo nel catturare l'anima umana con poesia.

 
Con grazia e gratuità ho ricevuto e, con la stessa gratuità, vi faccio dono delle emozioni da me provate grazie alle vostre splendide poesie.
Vostro Marino Spadavecchia
San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

Poesie pubblicate 19-20-21 novembre


 
*   Armando Bettozzi
"Io posso…Tu nun pòi…-
Sò cittadina EU e der Mônno…N sò mica itajana"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Armando Bettozzi, nel suo "Un fatto, una poesia," si erge come osservatore acuto della scena politica, intrecciando con arguzia il filo della critica sociale. La sua penna diventa spada, tagliente e incisiva, mentre scandaglia la contraddizione umana tra appartenenza nazionale e aspirazioni europee e mondiali.
Analisi metrica e filologica:
Bettozzi opta per la prosa, svincolandosi dalle tradizionali strutture metriche. L'assenza di rime e la fluidità narrativa conferiscono un ritmo incalzante, scandito dalle virgole come pause tattiche in un monologo serrato. La filologia emerge nella scelta di espressioni dialettali, arricchendo la lingua con sfumature regionali.
Aspetto grafico:
La presentazione del testo, quasi giornalistica, si snoda senza schemi formali, enfatizzando la natura immediata del suo commento. L'uso del corsivo nelle citazioni e la disposizione delle frasi riflettono l'eloquenza della lingua parlata, dando vita a un respiro poetico senza costrizioni grafiche.
Stile e linguaggio:
Bettozzi si esprime con uno stile tagliente e ironico, dando voce alle contraddizioni politiche. L'uso sapiente del dialetto romanesco e delle espressioni colloquiali rende il testo autentico, catturando l'attenzione del lettore con una lingua viva e vicina.
Aspetti psicologici introspettivi:
Il poeta si fa indagatore delle tensioni interiori, scrutando le incongruenze nel comportamento umano e politico. La riflessione sull'appartenenza nazionale e l'adesione a ideali sovranazionali svela un'analisi psicologica profonda, tra il desiderio di appartenenza e la tentazione della globalità.
Principali figure retoriche:
L'uso della ripetizione con "Io posso…Tu nun pòi" crea un ritornello incalzante, sottolineando l'arroganza dell'interlocutrice. La personificazione in "cittadina d'Europa…del mondo" e il sarcasmo nel verso "è na spavarderia, che nun aiuta" arricchiscono la prosa di Bettozzi di figure retoriche incisive.
Giudizio complessivo:
"Un fatto, una poesia" si presenta come un manifesto poetico della contemporaneità politica. Bettozzi, con uno stile diretto e incisivo, denuncia le contraddizioni di chi predica la globalità ma tralascia l'amore per la propria nazione. Il linguaggio acceso e la riflessione psicologica sottolineano l'abilità del poeta nell'analisi critica, regalando al lettore un'opera che sfida e incanta.

 
*   Marino Giannuzzo
"Per molti fu guerra vinta"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Marino Giannuzzo, nella sua poesia "Per molti fu guerra vinta," si fa cronista e narratore delle profondità umane attraverso il filtro della guerra. La sua voce si distingue per la capacità di trasmettere il dolore individuale in mezzo al clamore della vittoria, sottolineando il lato oscuro e spesso dimenticato dei conflitti armati.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, senza una disposizione metrica rigida. I versi fluiscono con naturalezza, ricalcando il tono della narrazione. L'uso di rime baciate occasionali e l'assenza di schemi formali conferiscono un tocco di spontaneità alla composizione.
Aspetto grafico:
La disposizione delle parole sulla pagina riflette il susseguirsi degli eventi narrati, creando un effetto visivo di movimento e dinamicità. L'assenza di schemi rigidi rende il testo accessibile e diretto, accogliendo il lettore in una narrazione avvincente.
Stile e linguaggio:
Giannuzzo adotta uno stile sobrio ma potente, scarnificando la realtà della guerra. L'uso di espressioni dirette e frasi semplici sottolinea la brutalità del racconto. La scelta del lessico, mirato e senza fronzoli, rende la poesia incisiva e capace di toccare il cuore del lettore.
Principali figure retoriche:
L'uso della ripetizione in "Per lui fu morte e torbida amarezza" crea un ritornello che amplifica l'impatto emotivo del passaggio. L'anafora del termine "La guerra sua è persa" incide nella memoria, evidenziando la sconfitta personale di Marco. L'antitesi tra "guerra vinta" e "guerra maledetta" aggiunge un elemento di contrapposizione, sottolineando la complessità dell'esperienza bellica.
Giudizio complessivo:
La poesia di Giannuzzo è un viaggio nei recessi dell'animo umano, scavando nei dolori nascosti della guerra. La maestria nell'uso delle parole e la narrazione incalzante conferiscono all'opera una forza autentica e toccante. Giannuzzo, attraverso la sua penna, apre una finestra sulla sofferenza silenziosa dei protagonisti dimenticati della guerra, offrendo al lettore un'occasione di riflessione profonda.
La poesia di Marino Giannuzzo, "Per molti fu guerra vinta," è un viaggio nel cuore delle tenebre della guerra, narrato con maestria e intensità. La sua voce poetica, sobria eppure potente, riesce a trasmettere il dolore individuale nel contesto della vittoria collettiva, sottolineando la complessità emotiva degli individui coinvolti nei conflitti. L'uso di una struttura libera e di espressioni dirette rende la poesia accessibile e avvincente, mentre le figure retoriche, come l'anafora e l'antitesi, arricchiscono il testo di significato e profondità. In definitiva, Giannuzzo offre una visione autentica e commovente della guerra, dando voce a coloro il cui dolore spesso resta inascoltato.

 
*   amore bruno [br1]  
Solo rondini

 
Note sulla poetica dell'autore:
Il poeta, nel dipingere il volo tormentato delle rondini nel contesto di una guerra, si fa cantore di una tragedia silenziosa. La poesia "Solo rondini" di "amore bruno" si distingue per l'intreccio tra il volo elegante delle rondini e l'orrore bellico, creando una tensione poetica che mette a nudo la fragile bellezza in un contesto di distruzione.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, riflettendo l'essenza tumultuosa del tema trattato. L'uso di versi brevi e incisivi conferisce un ritmo pulsante alla narrazione, accentuando il senso di urgenza e drammaticità. L'assenza di una rima regolare contribuisce a enfatizzare il caos della guerra.
Aspetto grafico:
La disposizione dei versi sulla pagina riflette il caos e la dissonanza evocati dal contenuto. La presenza di spazi bianchi e la formattazione asimmetrica contribuiscono a creare un'atmosfera di incertezza e tensione, avvolgendo il lettore in una narrazione intensa.
Stile e linguaggio:
"amore bruno" utilizza uno stile potente e conciso per dipingere il contrasto tra la grazia delle rondini e l'orrore della guerra. L'uso di metafore, come "eleganti folletti in frack," conferisce un tocco di lirismo, creando una visione poetica unica. Il linguaggio diretto e crudo sottolinea la brutalità della realtà descritta.
Principali figure retoriche:
L'uso di metafore, come "eleganti folletti in frack," aggiunge una dimensione simbolica, trasformando le rondini in messaggeri inconsapevoli di una tragedia imminente. La personificazione del cuore delle rondini che "esplode dallo spavento" amplifica l'impatto emotivo, connettendo il lettore con il dolore delle creature alate.
Giudizio complessivo:
La poesia di "amore bruno" è un capolavoro di intensità e contrasti, un'ode struggente alla bellezza fragile e alla brutalità della guerra. La voce poetica, con maestria, raccoglie le sfumature dell'esperienza umana in un contesto di conflitto, offrendo al lettore una prospettiva poetica unica. La mancanza di una struttura metrica rigida contribuisce a rendere la poesia ancor più potente, permettendo alle immagini evocate di emergere con forza e impatto.

 
Il poeta "amore bruno" con la sua opera "Solo rondini" ci offre un'affascinante commistione di eleganza e orrore, con le rondini che diventano simboli inconsapevoli di un destino tragico. La struttura libera e l'assenza di una rima regolare amplificano l'impatto emotivo, mentre le metafore, come "eleganti folletti in frack," arricchiscono il testo di un lirismo suggestivo. La disposizione asimmetrica dei versi sulla pagina crea un'atmosfera di tensione, avvolgendo il lettore in un contesto di incertezza e drammaticità. In definitiva, "Solo rondini" è una poesia che si distingue per la sua capacità di trasmettere la complessità della condizione umana in un contesto di guerra, offrendo una prospettiva poetica che incanta e commuove.

 
*   Salvatore Armando Santoro
"Maestri"

 
Note sulla poetica dell’autore: Santoro, con maestria, esplora il connubio tra la creazione poetica e l'ebbrezza dell'esperienza. Il mosto e il vino fungono da metafore, rivelando strati di significato nella ricerca dell'ispirazione. La dualità tra astemio e l'ebbrezza poetica diventa un filo conduttore, simboleggiando il costante equilibrio tra la temperanza e l'estasi creativa.
Contenuto del testo: 
Il poeta affronta il tema dell'arte e della vita, intrecciando l'esperienza del vino con la creazione poetica. L'opera riflette sulle scelte, sull'amore, e sulla saggezza che emerge anche dall'astinenza.
Aspetto grafico della poesia:
La disposizione attenta dei versi in forma di sonetto caudato mostra l'abilità strutturale dell'autore. La data e l'orario conferiscono un contesto temporale, sottolineando l'importanza del momento poetico.
Analisi metrica
Il sonetto caudato, composto da endecasillabi e settenari, crea un ritmo incalzante, simile al fluire del vino nella botte. La rima abbraccia la tradizione, ma l'uso accorto della metrica contribuisce a una moderna armonia.
Analisi dello stile e del linguaggio: Lo stile sobrio eppure penetrante di Santoro si esprime attraverso una lingua ricercata. L'uso di metafore, come il mandolino, conferisce una nota di eleganza e raffinatezza al testo.
Individuazione delle principali figure retoriche: 
L'autore si avvale di metafore (mosto, vino, mandolino) per arricchire il linguaggio e creare uno sfondo simbolico. L'antitesi tra astemio e vino, insieme a sogni riversi nei talami, aggiunge profondità e complessità alla narrazione poetica.

 
*   Maria Benedetta Cerro
Viene d’assalto la mitezza

 
Note sulla poetica dell’autore:
Affronta con brio la poesia, Maria Benedetta Cerro, dove la mitezza diventa un assalto di passione, un'invasione lirica che conquista il cuore del lettore. La disposizione grafica, quasi danzante, evidenzia la fugacità e la fluidità del sentimento espresso.
Contenuto del testo:
Cerro ci immerge in un mondo dove la mitezza si trasforma in una forza appassionata, dove il gioco della finzione piega la lingua dell'amore. La presenza del poeta si interpone, fermando il tempo in un istante di estasi. La vita effimera, nel suo simulacro, si consuma in un'ora di ebbrezza, rivelando l'immediatezza dell'esistenza.
Aspetto grafico della poesia:
La disposizione visiva gioca un ruolo cruciale, con versi che si intrecciano come fili di un arazzo poetico. La struttura riflette la danza delle emozioni, conferendo una dimensione estetica che arricchisce l'esperienza di lettura.
Analisi metrica:
I versi brevi, l'assenza di punteggiatura e la disposizione libera contribuiscono alla fluidità dell'opera. La rima sottile yuxtapone suoni, creando un'armonia che risuona nella lirica. La metrica, flessibile, segue il compasso della passione espressa.
Analisi dello stile e del linguaggio:
Cerro utilizza un linguaggio audace e vibrante, dove la mitezza si trasforma in un elemento di rapimento appassionato. La poetessa gioca con le parole, tessendo una narrazione che si muove tra realtà e invenzione, arricchita da una cantilena sonora che sana le ferite della vita.
Individuazione delle principali figure retoriche:
La metafora della mitezza come assalto rivela la maestria di Cerro nel fondere opposti. La personificazione della lingua dell'amore e la simulazione della vita sono risorse che sottolineano la complessità delle emozioni. La cantilena sonora si erge come una figura musicale che abbellisce la prosa, aggiungendo un tono poetico e ripristinando la vita lacerata con la sua melodia curativa.

 
*   Alessandra Piacentino
Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre

 
Note sulla poetica dell'autore:
Alessandra Piacentino, in "Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre," dipinge un ritratto emozionante dei diversi volti dell'amore. La sua poesia riflette la capacità di catturare la complessità delle relazioni umane e offre uno sguardo penetrante sulla ricerca di un amore che va oltre le apparenze.
Analisi metrica e filologica:
La poesia adotta una struttura libera, consentendo una fluidità che si adatta al flusso dei sentimenti espressi. I versi, con misure variabili, contribuiscono a creare un ritmo pulsante e ad accentuare il peso delle riflessioni. L'assenza di una rima regolare sottolinea l'autenticità e la sincerità del messaggio.
Aspetto grafico:
La disposizione delle parole sulla pagina è deliberatamente aperta, dando respiro alla delicatezza dei sentimenti descritti. L'uso degli spazi crea una cadenza visiva che si adatta al tono riflessivo della poesia, invitando il lettore a immergersi nelle profondità emotive del testo.
Stile e linguaggio:
La scelta del linguaggio è chiara e toccante, con metafore evocative che ritraggono l'amore in molteplici sfaccettature. L'autrice usa un tono intimo e diretto, coinvolgendo il lettore in una conversazione sottolineata dalla rima interiore. L'uso di opposizioni come "Mi respingi ma mi chiedi presenza" crea un contrasto potente, enfatizzando la complessità delle relazioni.
Principali figure retoriche:
L'autrice fa un uso sapiente della rima interiore, accentuando il ritmo e contribuendo alla musicalità del testo. Metafore come "L’amore che ti stringe le vene" o "Amore scalzo e puro" aggiungono una dimensione simbolica e intensificano l'impatto emotivo del messaggio.
Giudizio complessivo:
"Qual è quell’amore che dà senso alle tenebre" è una poesia che si distingue per la sua delicatezza e profondità emotiva. Alessandra Piacentino, con maestria, esplora le sfumature dell'amore familiare e l'importanza dell'empatia. La sua voce poetica, autentica e appassionata, offre una riflessione commovente sul significato dell'amore e della sua essenza più pura. La scelta di uno stile libero e aperto amplifica la forza del messaggio, coinvolgendo il lettore in un viaggio emotivo e riflessivo.

 
*   Cristiano Berni
"Oh patria!"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Cristiano Berni, con "Oh patria!" intesse un lamento appassionato sulla condizione della patria, intrecciando nostalgia e critica. La sua poetica riflette un amore sincero per la terra natia e una profonda consapevolezza delle sue ferite e contraddizioni.
Analisi metrica e filologica:
 
La poesia adotta una struttura libera che si adatta al tono riflessivo del testo. I versi, variabili nella loro estensione, sottolineano la varietà di emozioni e pensieri espressi. La mancanza di rime regolari contribuisce a creare un ritmo libero e confidenziale, adeguato al tono dell'invocazione.
Aspetto grafico:
 
L'impiego di frasi brevi e incisive crea un ritmo che si adatta al contenuto critico del testo. La disposizione aperta delle parole riflette la complessità delle riflessioni sull'identità nazionale, invitando il lettore a esplorare le varie sfaccettature della visione di Berni.
Stile e linguaggio:
 
Berni utilizza un linguaggio potente e vibrante, permeato da un tono di disillusione e amarezza. Le immagini descrittive, come "ricoperta da colate di cemento" o "straziata da criminali ben organizzati", catturano intensamente la condizione della patria. L'alternanza tra aggettivi positivi e negativi sottolinea la complessità del rapporto dell'autore con la patria.
Principali figure retoriche:
 
L'autore ricorre a una serie di figure retoriche, tra cui l'apostrofe ("Oh patria!"), l'antitesi ("Terra nuda e impoverita, così ricca ma così povera") e l'analogia ("come musa incoronata"), arricchendo la texture linguistica e stilistica della poesia.
Giudizio complessivo:
"Oh patria!" è una poesia che evoca emozioni profonde e contrastanti, dal dolore all'amore, dalla critica alla speranza. Cristiano Berni, con abilità, plasma le sue riflessioni sulla patria attraverso un linguaggio vigoroso e immagini potenti. La poesia, nonostante la sua tonalità critica, diventa un inno appassionato che cattura la complessità e la contraddizione dell'identità nazionale. Berni offre al lettore una visione onesta e toccante della patria, una riflessione che trasuda pathos e un senso profondo di appartenenza.

 
*   ©Laura Lapietra
Instabile Clima

 
Note sulla poetica dell'autore:
Laura Lapietra, con "Instabile Clima," offre una profonda riflessione sulla relazione tra l'umanità e l'ambiente, presentando il clima come un palcoscenico dinamico. La poetica di Lapietra è intrisa di un impegno ambientale e di una consapevolezza della necessità di agire per preservare la bellezza della natura.
Analisi metrica e filologica:
 
La poesia adotta una struttura libera, riflettendo la fluidità e la mutevolezza del tema affrontato. I versi, variabili nella loro lunghezza, creano un ritmo dinamico, amplificato dalla varietà di immagini e concetti espressi. La mancanza di rime regolari accentua la sensazione di cambiamento e incertezza.
Aspetto grafico:
 
La disposizione dei versi è aperta, seguendo la naturale fluidità delle immagini evocate. Questa scelta offre al lettore una visione ampia e aperta, rispecchiando l'ampiezza del concetto trattato.
Stile e linguaggio:
 
Lapietra utilizza un linguaggio ricco e descrittivo, permeato di simbolismi e metafore. Le immagini vivide, come "l'oceano dipinge ornamenti di frastagli" o "il sole, come signore dorato," contribuiscono a creare una visione teatrale e drammatica del clima.
Principali figure retoriche:
 
L'autore fa un ampio uso di figure retoriche, tra cui metafore ("il clima, come un'opera bizzarra"), similitudini ("l'uomo, come un intruso smemorato"), e personificazione ("il clima pavonesco danza"). Queste figure arricchiscono la poesia, rendendola più evocativa e coinvolgente.
Giudizio complessivo:
 
"Instabile Clima" è un'opera che affronta un tema cruciale attraverso un linguaggio poetico ricco e coinvolgente. Laura Lapietra ci guida attraverso un viaggio poetico che invita a riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente. La poesia è un inno all'azione, sottolineando la necessità di una scelta consapevole per preservare la bellezza fragile del nostro pianeta. La varietà di immagini e il linguaggio potente contribuiscono a rendere questa poesia un'opera d'arte che appassiona e interpella.

 
*   Marino Spadavecchia -2023
"Incapaz de amar"

 
Note sulla poetica dell'autore:
Marino Spadavecchia, instancabile artigiano della psiche, intreccia con maestria i fili dell'animo umano in "INCAPAZ DE AMAR". Attraverso la sua prosa, danza tra l'abisso dell'incapacità di amare e le catene dell'inesorabile passato, con uno sguardo pungente e penetrante sui recessi dell'anima umana.
Analisi metrica e filologica:
 
In questa sinfonia di parole senza catene metriche, Spadavecchia libera l'anima dalla rigidezza formale, permettendo alle emozioni di fluire liberamente. La filologia si svela come un balletto di significati, conferendo alla composizione un'aura di mistero e profondità.
Aspetto grafico:
 
La coreografia visiva dei versi si sviluppa con un'eleganza eterea, mentre la punteggiatura diventa la partitura silente di un concerto dell'anima. Gli spazi vuoti, permeati di silenzio, offrono all'osservatore la possibilità di immergersi nelle profondità del testo.
Stile e linguaggio:
 
La scrittura di Spadavecchia, come un'aurora di emozioni, si manifesta attraverso metafore accattivanti e linguaggio intriso di pathos. L'utilizzo di immagini vivide, come "abismos de la incertidumbre" cattura la complessità dell'essere umano, mentre l'espressione "vuelos en los mares dolorosos" sottolinea il volo dell'anima tra le acque tumultuose dell'esistenza.
Aspetti psicologici introspettivi:
 
Lo sguardo penetrante di Spadavecchia attraverso gli "abismos" e i "vuelos" rivela il costante conflitto interiore tra incertezza e dolore. Il poeta si fa psicologo dell'anima, scrutando le ombre e le luci della condizione umana.
Principali figure retoriche:
 
Le metafore di "grilletes de los recuerdos" e "boté mi amor en los desechos de la vida" sottolineano la prigionia dei ricordi e l'amarezza della delusione. Spadavecchia, con acume retorico, dà forma al caos delle emozioni attraverso espressioni pregnanti e evocative.
Giudizio complessivo:
In "INCAPAZ DE AMAR," Marino Spadavecchia si erge come un poeta delle profondità, donando vita alle pieghe dell'anima umana. La sua scrittura, arricchita di lirismo e spessore emotivo, è un viaggio attraverso gli abissi e i cieli dell'esistenza, regalando al lettore un'esperienza avvolgente e indelebile.

 
-  Nota a margine sulla traduzione, da parte dell'Autore:
La traduzione di Ben Tartamo conserva la delicatezza della mia prosa originale, trasportando con maestria l'essenza poetica dallo spagnolo all'italiano. Ogni parola risuona con la stessa armonia, preservando il viaggio emozionale e l'analisi profonda della mia ultima poesia. Un lavoro traduttivo che si rivela un ponte elegante tra due linguaggi, mantenendo intatto il fascino e la complessità dell'originale. Insomma, Ben Tartamo, mio affezionato discepolo, con le traduzioni e le riletture da cesellatore, è entrato a buon diritto nell'anima della mia poesia .
 
Marino Spadavecchia

 
Con affetto e stima ad ognuno di voi, in primis al prof. Lorenzo de Ninis.
            Vostro Ben Tartamo

 

 

16-17-18 Novembre

Poesie pubblicate il 16-17-18 novembre23

**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Franco Fronzoli, poeta di profonda sensibilità, traspare attraverso "Il dolce rumore della vita." La sua poetica è intrisa di un connubio tra natura, tempo e sentimenti, riflettendo una profonda connessione con la vita e la sua mutevole belle

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora il tema del dolce rumore della vita attraverso una serie di immagini vivide e sensazioni. La natura è centrale, fungendo da sfondo per esprimere il passare del tempo e l'esperienza umana. L'autore cattura il rumore della vita in diverse situazioni, dal sorgere del sole al cadere della pioggia, rivelando il suo apprezzamento per la bellezza in ogni momento.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'aspetto grafico è caratterizzato da una disposizione spaziosa delle parole, creando un flusso visivo armonico. La struttura libera dei versi suggerisce una prosa poetica, consentendo maggiore flessibilità nell'espressione e nel ritmo.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare disposizione di versi o strofe. Questa scelta conferisce una naturalezza al ritmo, adattandosi al contenuto che fluisce senza restrizioni. La mancanza di rime tradizionali enfatizza la spontaneità della vita.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dalla semplicità espressiva e da immagini poetiche. L'uso di metafore come "amore appena nato sbocciato nel turbinio di una bufera" crea un'immediatezza e una forza evocativa. Il linguaggio è chiaro e diretto, mirando a comunicare emozioni e riflessioni profonde.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** L'immagine di "un amore appena nato sbocciato nel turbinio di una bufera" è una potente metafora che rappresenta la fragilità e la bellezza della vita.

- **Similitudine:** "Rumore di un sasso che rotola a valle" utilizza la similitudine per descrivere il passaggio del tempo e l'inevitabilità della vita.

La poesia di Franco Fronzoli, attraverso un linguaggio semplice e metaforico, celebra la vita nei suoi diversi suoni e momenti. La sua connessione con la natura e l'attenzione alla bellezza nei dettagli emergono come tratti distintivi della sua poetica.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Armando Bettozzi, vissuto tra il popolo e la filosofia, emerge attraverso "L'ideologgìe, e le filosofie." La sua poetica si nutre della concretezza, abbracciando l'umanità nei toni dialettali romaneschi. Bettozzi, filosofo dallo spirito critico, fonde la saggezza popolare con una consapevolezza acuta delle dinamiche sociali.

**Contenuto del testo:**

La poesia affronta il confronto tra l'astrattezza delle ideologie e la concretezza della vita quotidiana. Bettozzi sottolinea la sua preferenza per il concreto, rifiutando le filosofie astratte. Il testo tocca temi come l'ipocrisia, l'immigrazione e la complessità della società contemporanea, delineando una critica sociale tagliente.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione delle parole riflette la natura colloquiale del testo, con versi brevi e intervalli spaziati. L'uso del dialetto romanesco contribuisce a creare un'atmosfera autentica e vicina alla realtà quotidiana.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare struttura di versi o strofe. L'uso del dialetto accentua la naturalezza e il ritmo informale, adattandosi al tono conversazionale del testo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Bettozzi è caratterizzato da un linguaggio diretto e colloquiale, enfatizzando la comunicazione sincera. L'uso del dialetto romanesco aggiunge un tocco di autenticità, contribuendo a catturare l'essenza del dialogo quotidiano.

**Principali figure retoriche:**

- **Anacronia:** L'uso di espressioni come "E quella llì è na storia vecchia" (Quella là è una storia vecchia) impiega l'anacronia per sottolineare la rilevanza continua dei problemi sociali.

- **Ironia:** La frase "Filo'! Guarda che era l'istessa 'ora' de quànno - pe àrtro - er mônno lagrimò…" (Guarda! Era la stessa ora di quando - per altro - il mondo piangeva…) utilizza l'ironia per mettere in luce la persistenza dei problemi umani.

La poesia di Armando Bettozzi, attraverso il dialetto e la franchezza, si presenta come un ritratto vivido della vita e delle sue sfide. La sua critica sociale acuta è veicolata attraverso un linguaggio diretto e autentico, conferendo alla poesia una forza comunicativa palpabile.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Shikhandin, poeta di profonda sensibilità, si presenta attraverso "Crossing" con una narrativa poetica avvincente. La sua opera si inserisce nel contesto della ricerca esistenziale, esplorando il fluire del tempo e il costante cambiamento della vita. La sua scrittura rivela una connessione intima con la natura e una profonda riflessione sulla condizione umana.

**Contenuto del testo:**

"Crossing" affronta il tema della transitorietà della vita e il suo inesorabile scorrere. La poesia si svolge attraverso immagini poetiche, come la stagione che scivola via e la scomparsa mitica di Saraswati, per esplorare la fugacità degli anni e il persistere della generosità umana anche di fronte alle sfide.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione della poesia è a versi liberi, riflettendo la natura fluida e senza restrizioni del suo contenuto. L'uso di enjambment contribuisce a creare una continuità, enfatizzando la fluidità delle immagini evocate.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una struttura di versi o strofe regolare. La libertà metrica si adatta alla natura fluida del contenuto e permette una maggiore espressività e varietà ritmica.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Shikhandin è caratterizzato da un linguaggio evocativo e ricco di immagini. L'uso di metafore, come "Life may recede, but the season of giving remains, as clear as a mountain brook," sottolinea la profondità della sua riflessione sulla vita e la generosità umana.

**Principali figure retoriche:**

- **Similitudine:** "Disappear like the legendary Saraswati" utilizza la similitudine per enfatizzare la scomparsa della vita, facendo riferimento alla figura mitologica di Saraswati.

- **Metafora:** "Life's flume, slaking the seekers" presenta una metafora, descrivendo la vita come un canale che placa coloro che cercano.

La poesia di Shikhandin si distingue per la sua capacità di catturare l'effimero della vita attraverso un linguaggio ricco e suggestivo. La poetessa invita il lettore a riflettere sulla propria esistenza e sulle connessioni intrinseche con il mondo che ci circonda.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Marino Giannuzzo, autore di "Peppe Nasca il nome", emerge come un osservatore acuto della natura umana. La sua poetica riflette una profonda comprensione delle complessità dell'animo umano, esplorando la malvagità, la solitudine e l'alterigia con uno sguardo penetrante.

**Contenuto del testo:**

La poesia racconta la storia di Peppe Nasca, un individuo malvagio e crudele che ha seminato scompiglio nelle vite di coloro che gli erano vicini. Il testo esplora temi come l'abbandono, la solitudine e la rovina causati dalle azioni egoistiche di Peppe Nasca. La narrazione culmina nella sua morte e nella maledizione della sua memoria da parte di chi lo conosceva.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura della poesia è organizzata in versi liberi, che permettono una maggiore flessibilità espressiva. L'uso di pause e la disposizione dei versi contribuiscono a creare un ritmo che si adatta al tono narrativo della storia.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, senza una regolare disposizione di versi o strofe. Questa scelta conferisce alla composizione una fluidità e una naturalezza che si adattano alla narrazione della vita di Peppe Nasca.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Marino Giannuzzo è diretto e realista. Il linguaggio utilizzato è efficace nel dipingere immagini vivide e intense. L'uso di parole forti e incisive sottolinea la malvagità del personaggio principale e le conseguenze delle sue azioni.

**Principali figure retoriche:**

- **Anastrofe:** "Peppe Nasca il nome" utilizza l'anastrofe per invertire l'ordine naturale delle parole, enfatizzando il nome del protagonista e dando forza al titolo.

- **Metafora:** "solo come un cane se ne è andato Peppe Nasca" utilizza la metafora per sottolineare la solitudine e l'isolamento di Peppe, confrontandolo con un cane abbandonato.

La poesia di Marino Giannuzzo si distingue per la sua capacità di narrare storie umane complesse attraverso uno stile diretto e una profonda comprensione delle emozioni. La sua analisi della vita di Peppe Nasca offre uno sguardo penetrante sulla natura umana e sulle conseguenze delle azioni individuali.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Fausto Beretta, autore di "Solo una carezza", sembra dipingere con maestria momenti di transizione e di passaggio. La sua poetica si concentra sull'esplorazione delle emozioni in frammenti di vita, abbracciando la bellezza nelle semplici azioni quotidiane.

**Contenuto del testo:**

La poesia cattura un momento intimo: una carezza furtiva come ultimo addio sulla porta. Il testo celebra la comunicazione non verbale, due sguardi che si incrociano e si affidano serenamente alla notte, aprendo la strada a un nuovo inizio al mattino successivo.

**Aspetto grafico della poesia:**

La poesia segue uno stile pulito e lineare, riflettendo forse la chiarezza dell'istante descritto. La disposizione ordinata dei versi accentua la delicatezza del momento, offrendo una presentazione visiva che rispecchia la semplicità dell'azione descritta.

**Analisi metrica:**

La poesia presenta una struttura metrica libera, senza uno schema fisso di versi o strofe. Questa libertà metrica consente di adattarsi in modo flessibile alla descrizione di un momento così breve ma significativo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Beretta utilizza uno stile semplice ma evocativo per catturare l'essenza di un'emozione. Il linguaggio diretto e la scelta di parole essenziali sottolineano la delicatezza della carezza e l'importanza di quei brevi istanti.

**Principali figure retoriche:**

- **Enjambement:** L'uso di enjambement nei versi, come "Una carezza furtiva / ultimo saluto sulla porta," contribuisce a creare un flusso continuo, riflettendo la continuità emotiva del momento.

- **Omomimetismo:** La ripetizione della "c" in "carezza," "furtiva," e "sguardi che si incontrano" produce un suono morbido e carezzevole, enfatizzando l'atmosfera delicata della poesia.

La poesia di Fausto Beretta si distingue per la sua capacità di catturare attimi fugaci con un linguaggio semplice ma profondo. La sua narrativa poetica sembra essere una celebrazione della bellezza nei dettagli e nelle connessioni umane, anche nei momenti più brevi e silenziosi.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Purtroppo, non dispongo di informazioni specifiche sull'autore "amore bruno [br1]", ma la sua scelta di pseudonimo suggerisce una connessione profonda con temi amorosi e una possibile inclinazione filosofica o critica.

**Contenuto del testo:**

La poesia "cui prodest" sembra esplorare il contrasto tra forze divine e demoniache, sottolineando la complessità degli esseri umani e la loro inclinazione all'odio. L'autore critica l'uso manipolativo delle credenze religiose per promuovere l'odio, evidenziando la contraddizione tra la divinità e la cattiveria umana.

**Aspetto grafico della poesia:**

La poesia segue uno stile libero, senza una struttura metrica fissa. La disposizione delle parole sembra casuale, forse enfatizzando la discordia tra il divino e l'umano, riflettendo la tematica della dualità e dell'odio sottostante.

**Analisi metrica:**

La mancanza di una struttura metrica tradizionale suggerisce una libertà espressiva. L'autore sembra privilegiare la fluidità del linguaggio, enfatizzando l'importanza del messaggio anziché di schemi metrici rigidamente definiti.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'autore utilizza un linguaggio potente, con riferimenti simbolici come "celestiali chiarine" e "cavernosi corni" per rappresentare forze divine e demoniache. L'uso di metafore, come "scimitarra tagliente" per descrivere preghiere manipolate, aggiunge profondità al linguaggio.

**Principali figure retoriche:**

- **Allitterazione:** La ripetizione di suoni consonantici, come in "celestiali chiarine" e "cavernosi corni," crea un effetto ritmico e accentua l'opposizione tra le forze descritte.

- **Metafora:** L'intera poesia è ricca di metafore, come la scimitarra tagliente delle preghiere. Questi simboli contribuiscono a un linguaggio più complesso e strutturato.

- **Paradosso:** L'idea centrale della poesia ruota attorno al paradosso dell'odio indotto da forze celestiali, sottolineando la contraddizione tra il divino e l'umano.

In conclusione, "cui prodest" esprime un forte commento sulla manipolazione delle credenze e l'uso negativo della spiritualità, evidenziando il conflitto tra l'elemento divino e l'oscurità umana. L'uso di figure retoriche e un linguaggio evocativo contribuiscono a creare un'atmosfera intensa e riflessiva.

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**Informazioni biografiche dell’autore e poetica:**

Cosa sento di dire su Salvatore Armando Santoro? La brevità e la delicatezza del suo haiku suggeriscono un'apprezzabile attenzione alla natura e la capacità di catturare momenti fugaci con poche parole.

**Contenuto del testo:**

L'haiku di Santoro cattura l'essenza dell'autunno attraverso tre immagini distintive: "Chicchi succosi" evoca il raccolto maturo, "glicini trasparenti" suggerisce la delicatezza dei fiori che si sviluppano, mentre "oro d'autunno" dipinge il paesaggio dorato tipico di questa stagione. L'uso di termini evocativi connota un'apprezzamento profondo per la bellezza della natura.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'haiku è strutturato in tre versi, rispettando la tradizionale forma 5-7-5 della poesia giapponese. La brevità e la linearità visiva riflettono la chiarezza e la semplicità del messaggio.

**Analisi metrica:**

L'haiku segue la struttura classica giapponese con 5 sillabe nel primo verso, 7 nel secondo e 5 nell'ultimo, rispettando la tradizione metrica dell'haiku. La scelta di questa forma brevissima suggerisce una volontà di catturare un singolo istante in modo essenziale.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dalla concisione e dalla semplicità, riflettendo la tradizione dell'haiku giapponese. L'autore utilizza termini fortemente evocativi come "oro d'autunno" per creare un'immagine vivida nella mente del lettore. La lingua è chiara e senza fronzoli, enfatizzando la purezza del momento.

**Principali figure retoriche:**

- **Similitudine:** "oro d'autunno" sfrutta una similitudine implicita, associando il colore dorato degli alberi autunnali a un prezioso metallo.

- **Personificazione:** L'attribuzione di caratteristiche umane a elementi naturali, come i "glicini trasparenti," crea un effetto di personificazione, conferendo vita ai fiori.

In conclusione, l'haiku di Salvatore Armando Santoro cattura con precisione e delicatezza l'atmosfera dell'autunno attraverso un'immagine sensoriale. La scelta di rispettare la tradizione dell'haiku e l'uso di linguaggio evocativo testimoniano la sua abilità nell'esprimere la bellezza della natura con poche parole.

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**Informazioni sulla poetica dell'autore:**

Maria Benedetta Cerro, da "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento", sembra esplorare il concetto di purezza e perfezione attraverso immagini forti e suggestive. La sua poetica sembra essere incentrata sulla comunicazione con il divino e l'abisso umano, sfidando i limiti della comprensione e della perfezione individuale.

**Contenuto del testo:**

Il testo riflette sulla dualità dell'esistenza umana, rappresentando la voce come "pura" e senza segni, ma gli occhi come "orli di un pozzo che è l’abisso umano". Questa contrapposizione tra purezza e abisso suggerisce una complessità e un'ambiguità nella percezione della vita e della morte.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione spaziale del testo, con l'uso di spazi bianchi, potrebbe riflettere l'idea di vuoti e silenzi significativi. Questa scelta può amplificare l'effetto delle parole e enfatizzare la loro importanza.

**Analisi metrica:**

Il testo non segue uno schema metrico rigido, ma la disposizione degli spazi bianchi suggerisce una certa attenzione al ritmo e alla cadenza delle parole. L'uso di versi brevi e frasi spezzate potrebbe contribuire a creare un senso di sospensione e mistero.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile è caratterizzato dall'uso di immagini potenti e contrapposte, come "bocca bianca" e "occhi come labbra." Il linguaggio è evocativo e ricco di simbolismo, dando vita a una narrazione che invita alla riflessione su temi esistenziali.

**Principali figure retoriche:**

- **Simbolismo:** La "bocca bianca" può simboleggiare la purezza, mentre gli "occhi come labbra" suggeriscono una connessione profonda tra la vista e il linguaggio, ma anche la complessità dell'abisso umano.

- **Personificazione:** L'attribuzione di una voce alla "bocca bianca" e l'idea che parlino i morti dalla carne "dove hanno scelto di dormire" incorpora elementi di personificazione, conferendo agli elementi fisici caratteristiche umane.

In conclusione, Maria Benedetta Cerro crea un testo ricco di significati e simbolismi, esplorando la dualità dell'esistenza umana attraverso immagini potenti e un linguaggio evocativo. La poetica sembra sfidare i confini della comprensione e invita i lettori a esplorare il significato profondo di purezza, perfezione e abisso umano.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Marco Cabassi sembra abbracciare nella sua poetica la serenità della notte e la bellezza della natura. L'autore potrebbe essere incline a celebrare la quiete notturna come un momento di riflessione e armonia, rafforzando un legame con la natura.

**Contenuto del testo:**

Il testo evoca un'atmosfera di quiete notturna, trasmettendo un senso di serenità attraverso le immagini di fratte, campagne, stelle e la falce che miete. La notte diventa un dono di armonia e ideale, contrastando con il tumulto interiore.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione dei versi suggerisce una struttura ordinata, potenzialmente enfatizzando l'armonia e la quiete evocate nel testo. La pulizia grafica potrebbe rispecchiare la calma della notte descritta.

**Analisi metrica:**

La metrica del testo è libera, senza uno schema fisso di rime o metri regolari. Questa scelta potrebbe mirare a creare un flusso libero e naturale, in sintonia con il tema della tranquillità notturna.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Marco Cabassi è caratterizzato da una descrizione delicata e suggestiva della notte. L'uso di parole come "quiete," "serena," e "armonia" evidenzia un desiderio di comunicare la bellezza e la pace attraverso il linguaggio.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** La notte è personificata come qualcosa che "inonda," "posa," e "incomba," attribuendo caratteristiche umane a un elemento naturale, accentuando la sua influenza sulla scena descritta.

- **Metafora:** La falce che "miete quel palpito di sogno" potrebbe essere una metafora della transitorietà della vita o della cattura di momenti effimeri di sogno e ideale.

- **Paronomasia:** L'accostamento di "quiete" e "incombi" gioca con suoni simili, aggiungendo un ritmo piacevole alla lettura.

In conclusione, Marco Cabassi dipinge un quadro poetico della notte attraverso un linguaggio delicato e una descrizione evocativa, sottolineando la bellezza della quiete notturna e la sua connessione con la natura. La sua poetica sembra abbracciare la semplicità e la serenità.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Renzo Montagnoli, nella sua poesia, sembra affrontare il tema del tempo e delle stagioni, utilizzando l'autunno come metafora della vita e del suo scorrere. L'autore sembra riflettere sulla transitorietà degli anni, suggerendo che l'autunno della vita precede l'inverno.

**Contenuto del testo:**

La poesia descrive il "Signore delle nebbie" come un despota che porta con sé il freddo, la pioggia e il grigiore dell'autunno. L'autore collega questo scenario atmosferico alle fasi della vita, evidenziando il passare del tempo e la riflessione sulla propria esistenza.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione dei versi riflette una struttura ordinata, senza uno schema fisso di rime o metri regolari. Questa scelta sembra sottolineare l'approccio libero e naturale dell'autore alla riflessione sulla vita e sulle stagioni.

**Analisi metrica:**

La metrica è principalmente libera, consentendo all'autore di esprimere liberamente le proprie riflessioni senza legarsi a uno schema fisso. Ciò contribuisce a creare un tono più colloquiale e intimo.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Renzo Montagnoli è descrittivo e riflessivo. L'uso di immagini poetiche, come la voce roca, le braccia fradice e i capelli di foglie avvizzite, contribuisce a creare un'atmosfera evocativa. Il linguaggio è chiaro e accessibile, facilitando la comprensione del tema centrale.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'autore personifica l'autunno come il "Signore delle nebbie" e lo descrive come un despota, attribuendo caratteristiche umane agli elementi naturali.

- **Metafora:** L'autore utilizza l'autunno come metafora per riflettere sulla vita e sulla sua ciclicità, suggerendo che ogni autunno porti con sé la consapevolezza del passare del tempo.

- **Similitudine:** L'immagine delle foglie che cercano invano di stringersi ai rami crea una similitudine con la lotta umana contro la fine imminente, aggiungendo un elemento di tristezza e rassegnazione.

In conclusione, Renzo Montagnoli dipinge un ritratto poetico dell'autunno come una fase della vita che porta con sé riflessioni sulla mortalità e sul passare del tempo. La sua poetica sembra abbracciare l'introspezione e la consapevolezza della transitorietà della vita.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Enrico Tartagni sembra esprimere un desiderio di fuga dalla realtà quotidiana verso un mondo ideale e utopico. Il tema del volo e della libertà è centrale nella sua poetica, indicando una ricerca di un'esistenza senza conflitti e tensioni. La dimensione onirica e l'aspetto simbolico emergono chiaramente.

**Contenuto del testo:**

La poesia descrive il desiderio dell'autore di vivere in un mondo diverso, dove un popolo può volare senza conoscere odio, amore o guerra. L'immagine del volo diventa simbolo di leggerezza, libertà e innocenza. Il testo suggerisce anche una riflessione sulla vita, la morte, e il significato delle esperienze umane.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura è costituita da versi liberi, senza una disposizione metrica fissa. Ciò contribuisce a enfatizzare il senso di libertà espressa nel contenuto, con un flusso poetico che segue l'impulso creativo dell'autore.

**Analisi metrica:**

La metrica è prevalentemente libera, con versi di lunghezze variabili. L'assenza di uno schema metrico fisso suggerisce un approccio più flessibile e aperto, in linea con la tematica di libertà e fluidità espressa dal desiderio di volare.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Tartagni è caratterizzato da un linguaggio chiaro e descrittivo. Utilizza immagini potenti, come il popolo che vola senza conoscere odio, per esprimere il suo desiderio di una realtà alternativa. L'uso del simbolismo, della metafora e del ritmo contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e onirica.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** Il volo del popolo diventa una metafora di libertà e di una vita priva di conflitti e pesi.

- **Similitudine:** Il confronto tra vita e morte come sorelle indica una relazione profonda e interconnessa tra questi due elementi.

- **Simbolismo:** Il mondo ornamentale e il desiderio di volare rappresentano simbolicamente l'aspirazione a un'esistenza più leggera e senza ostacoli.

In conclusione, la poesia di Enrico Tartagni esprime un desiderio profondo di liberazione e di esistenza senza conflitti. La sua poetica riflette sull'innocenza, sul desiderio di libertà e sulla ricerca di un mondo migliore, utilizzando immagini potenti e un linguaggio descrittivo.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Nino Silenzi sembra avere una profonda connessione con la natura, in particolare con le foglie, simbolo di ciclicità e transitorietà. La poesia riflette un forte senso di partecipazione alla vita e al ciclo naturale delle cose. L'interazione personale con la natura è una tematica chiave nella poetica dell'autore.

**Contenuto del testo:**

La poesia è un dialogo con le foglie, in cui l'autore rivolge loro parole mentre cadono durante l'autunno. Questo dialogo evidenzia la natura effimera della vita e la connessione con il ciclo delle stagioni. L'autore sembra intrattenere un rapporto intimo con la natura, quasi personificando le foglie.

**Aspetto grafico della poesia:**

La struttura è organizzata in versi liberi, senza una rigida forma metrica. Questo stile contribuisce a creare un ritmo libero, che si adatta bene alla tematica naturale e al flusso emotivo della poesia. La disposizione grafica riflette la spontaneità del dialogo.

**Analisi metrica:**

La metrica è prevalentemente libera, con versi di lunghezze variabili. L'assenza di uno schema metrico fisso suggerisce un approccio più flessibile e aperto, in linea con il tema della natura in continua trasformazione.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Silenzi è caratterizzato da un linguaggio semplice e descrittivo. Utilizza immagini naturali e vicine all'esperienza quotidiana per trasmettere il suo rapporto con le foglie. Il tono della poesia è intimo e riflessivo.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** Le foglie sono personificate attraverso il dialogo, dando loro voce e presenza quasi umana.

- **Metafora:** Il ciclo delle foglie che cadono diventa metafora della ciclicità della vita e della morte.

- **Similitudine:** Il vento che accarezza le foglie è paragonato a una carezza, rafforzando la connessione emotiva.

In conclusione, la poesia di Nino Silenzi celebra la connessione umana con la natura, in particolare con le foglie autunnali. La poetica dell'autore evidenzia la bellezza e la transitorietà della vita attraverso un dialogo intimo e riflessivo con la natura circostante.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Felice Serino presenta una poetica che si confronta con la natura umana, esplorando temi di cinismo e ambivalenza. La sua scrittura sembra sfidare l'osservatore a interrogarsi sul proprio comportamento e sulla percezione della realtà. L'approccio critico e autoironico emerge attraverso l'uso di immagini evocative e la riflessione sulla condizione umana.

**Contenuto del testo:**

La poesia riflette su un atteggiamento cinico verso la vita e la propria esistenza, esprimendo sospetti anche nei confronti della propria ombra. L'immagine del "vagare cane di nebbia" suggerisce una ricerca senza meta o direzione precisa. La poesia invita a considerare se, nella fase finale della vita, ci sarà ancora spazio per una visione più elevata e riflessiva.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione della poesia è pulita e ordinata, con versi brevi che enfatizzano la concisione e la precisione delle immagini evocate. Questo stile grafico contribuisce a una lettura fluida e incisiva.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, con versi di lunghezze variabili. Questa libertà metrica si sposa bene con il tono critico e analitico della poesia, consentendo una maggiore flessibilità espressiva.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Lo stile di Felice Serino è caratterizzato da un linguaggio diretto e tagliente. L'uso di espressioni colloquiali, come "li mortacci", aggiunge una nota di realismo e visceralità alla poesia. L'autore si rivolge direttamente al lettore, coinvolgendolo in un dialogo provocatorio.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'ombra è personificata, diventando oggetto di sospetto e riflessione.

- **Metafora:** Il "vagare cane di nebbia" suggerisce una ricerca errante e confusa.

- **Domanda retorica:** La poesia si chiude con una domanda retorica che invita il lettore a riflettere sulla possibilità di una visione più elevata nella fase finale della vita.

In conclusione, la poesia di Felice Serino si distingue per uno stile tagliente e una riflessione critica sulla condizione umana. L'uso efficace di immagini e metafore contribuisce a creare un'atmosfera intensa e stimolante.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Carlo Chionne, in "Modi di dire," utilizza un approccio minimalista e diretto per affrontare una questione complessa e attuale: il conflitto tra Israeliani e Hamaz. La brevità e la chiarezza espressiva caratterizzano la sua poetica, mentre l'uso di termini dialettali, come "Hamaz," suggerisce una connessione con la realtà locale e il contesto geopolitico.

**Contenuto del testo:**

La poesia affronta la complessità del conflitto israelo-palestinese, forse suggerendo l'uguaglianza intrinseca tra gli individui coinvolti. L'uso di "raz" potrebbe indicare l'unità della razza umana, oltre alle divisioni politiche e culturali.

**Aspetto grafico della poesia:**

Il testo è caratterizzato dalla brevità e dalla linearità. La scelta di presentare il messaggio in poche parole riflette l'intenzione di trasmettere un concetto chiaro e incisivo.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un schematismo rigoroso di versi o rime. Questa mancanza di regole metriche evidenzia l'approccio diretto e senza fronzoli dell'autore.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Carlo Chionne adotta uno stile conciso, ma denso di significato. L'uso di termini come "Hamaz" suggerisce un coinvolgimento diretto con il contesto politico. L'autore sfida il lettore a riflettere su questioni complesse attraverso un linguaggio essenziale e spesso dialettale.

**Principali figure retoriche:**

- **Paronomasia:** L'uso delle parole "Israeliani" e "Hamaz" potrebbe suggerire un gioco di suoni per sottolineare la somiglianza fonetica.

- **Sinestesia:** L'impiego della rima potrebbe creare un effetto di connessione e coesione, sottolineando l'unità implicita tra le parti coinvolte.

In conclusione, "Modi di dire" di Carlo Chionne offre un'analisi incisiva di tematiche complesse attraverso uno stile poetico essenziale. La brevità del testo amplifica il peso del messaggio, mentre l'uso di termini specifici fornisce una chiara connessione con la realtà politica.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Sandra Greggio, in "L'anima del mare" dipinge un quadro delicato e sensuale, abbracciando il connubio tra la natura e l'anima umana. L'autrice esplora il tema della connessione profonda tra l'individuo e il mare, utilizzando una prospettiva intimista.

**Contenuto del testo:**

La poesia cattura l'esperienza sensoriale di una persona che si adagia sulla riva del mare, lasciandosi avvolgere dal mormorio delle onde. L'immagine dell'anima che arrossisce di piacere suggerisce una fusione intensa tra la persona e l'elemento naturale.

**Aspetto grafico della poesia:**

La brevità della poesia si sposa con la delicatezza del tema, creando un'immagine visiva e sensoriale. La disposizione lineare dei versi richiama la calma delle onde che lambiscono la riva.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un preciso schema di versi o rime. Questa libertà metrica contribuisce a catturare l'essenza fluida e mutevole del mare, riflettendo la natura impetuosa delle emozioni umane.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

Sandra Greggio adotta uno stile delicato e sensuale, avvolgendo il lettore in una dimensione di piacere e connessione con la natura. L'uso di parole come "mormorio" e "arrossire" trasmette un'atmosfera di intimità e sensualità.

**Principali figure retoriche:**

- **Personificazione:** L'anima viene personificata, permettendo al mare di interagire con essa attraverso il suo mormorio e provocandone una reazione emotiva, l'arrossire.

- **Sinestesia:** L'accostamento tra il suono delle onde e il pizzicore dell'anima crea un effetto sinestetico, coinvolgendo più sensi nella descrizione poetica.

In conclusione, "L'anima del mare" incanta il lettore con un linguaggio sensuale e un'immagine poetica che unisce il paesaggio naturale alla sfera emotiva umana. La poesia si presenta come un dipinto delicato e raffinato che trasporta chi legge in una dimensione di connessione e piacere.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Alessio Romanini, in "Sono Poeta," indaga sull'identità complessa e multiforme dell'individuo, fondendo ruoli quotidiani con il potere liberatorio e sfaccettato della poesia. L'autore si presenta come un "Poeta," riconoscendo la sua capacità di esprimere emozioni e svelare strati profondi dell'io.

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora l'identità poliedrica dell'autore, che si articola in una serie di ruoli sociali, familiari e personali. La rivelazione chiave è il suo essere "Poeta," che si presenta come uno strumento di espressione che transcende le limitazioni delle altre identità.

**Aspetto grafico della poesia:**

La disposizione lineare dei versi riflette la chiarezza con cui l'autore presenta le diverse sfaccettature della propria identità. La semplicità visiva mette in risalto l'essenza delle parole.

**Analisi metrica:**

La poesia segue una struttura metrica libera, senza un preciso schema di versi o rime. Questa libertà metrica sottolinea la molteplicità e l'individualità delle identità presentate, permettendo all'autore di esplorare liberamente le sfaccettature della sua esistenza.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'uso di domande retoriche incanalate attraverso la ripetizione di "Chi sono?" evidenzia il processo di autoindagine. Il linguaggio è accessibile, ma carico di significato, specialmente quando l'autore dichiara di essere "un Poeta" e sottolinea la libertà di esprimere emozioni e sogni.

**Principali figure retoriche:**

- **Anadiplosi:** La ripetizione di "Chi sono?" crea un effetto di anadiplosi, accentuando l'incessante ricerca di identità.

- **Antitesi:** L'antitesi tra ruoli concreti (marito, padre, operaio) e il ruolo astratto del "Poeta" sottolinea la dualità dell'identità.

- **Paradosso:** L'uso di espressioni come "sorrido quando piango, odio quando amo" crea un paradosso che riflette la complessità delle emozioni umane.

In sintesi, "Sono Poeta" incanta il lettore attraverso una riflessione profonda sulla molteplicità dell'essere umano, culminando nella consapevolezza e celebrazione del ruolo trasformativo della poesia.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Roberto Soldà, in "Entropia" si delinea come un maestro nell'arte di fondere la scienza e la poesia. Attraverso metafore scientifiche, trasporta il lettore in un mondo dove l'entropia diventa un filtro per interpretare la realtà e i conflitti umani.

**Contenuto del testo:**

La poesia pone l'entropia al centro della riflessione, intrecciandola con immagini suggestive di campi brinati, elettroni delocalizzati e un sole "infreddolito." La natura scientifica si intreccia con i dilemmi umani, come quelli legati a guerre passate e presenti. Orazio e Lucrezio, citati alla fine, suggeriscono un richiamo alla moderazione nelle vicende umane e al rapporto tra natura e uomini.

**Aspetto grafico della poesia:**

L'impiego di spazi bianchi tra le strofe crea una visualizzazione ariosa, richiamando l'idea di "dune bianche." Questo spazio visivo contribuisce alla presentazione armoniosa della poesia.

**Analisi metrica:**

La metrica segue uno schema libero, contribuendo a creare una sensazione di fluidità e incertezza. Non segue regole metriche tradizionali, enfatizzando la libertà espressiva.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'autore adotta uno stile accattivante, intriso di immagini scientifiche e liriche. L'uso di termini come "elettroni delocalizzati," "dune bianche" e "entropia" crea uno strato di significato profondo, riflettendo sulla complessità del mondo.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** L'utilizzo di immagini come "il sole infreddolito" e "brina, brina, enigma" trasforma concetti scientifici in metafore poetiche, avvolgendo il lettore in un'atmosfera misteriosa.

- **Interrogazione retorica:** Le domande su fatti storici (Vietnam, Corea, Ucraina, Russia, Israele, Palestina) si presentano come interrogazioni retoriche, spingendo il lettore a riflettere sui conflitti umani attraverso la lente dell'entropia.

- **Citazioni classiche:** Le citazioni da Orazio e Lucrezio aggiungono un tocco di classicismo e profondità filosofica, integrando la tradizione letteraria nella tematica scientifica.

In conclusione, "Entropia" è un'opera magistrale che coniuga sapienza scientifica, poesia e riflessioni sulla condizione umana, incantando il lettore attraverso una fusione di elementi complessi.

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**Note sulla poetica dell'autore:**

Jacqueline Miu manifesta una poetica impetuosa e maestosa, in cui la sua voce emerge come un Tempio, silente e calma, ma pronta a trasformarsi durante le tempeste di stelle. La dualità tra essere un Tempio e un dragone, tra calma e irruenza, crea uno spettacolo di forze contrastanti.

**Contenuto del testo:**

La poesia esplora il concetto di dualità, incarnato dall'essere un Tempio e un dragone. Il poeta si pone come una statua in Limbo, affrontando le tempeste della vita. La metafora della goccia sottolinea la vulnerabilità di fronte alle sfide, ma anche la potenza di trasformarsi e persistere.

**Aspetto grafico della poesia:**

La presentazione della poesia riflette la sua tempesta interiore, con versi fluidi e talvolta frastagliati. La divisione tra le due lingue, italiano e inglese, aggiunge una dimensione multiculturale, arricchendo la comprensione.

**Analisi metrica:**

La poesia segue uno schema metrico libero, consentendo una libertà espressiva che si adatta alla dualità del suo contenuto. L'alternanza tra versi più brevi e prolissi riflette la complessità delle emozioni esplorate.

**Analisi dello stile e del linguaggio:**

L'uso di metafore potenti, come essere un dragone o un Tempio, contribuisce a creare un linguaggio ricco e vibrante. La scelta di parole come "piove" e "uccidi ogni speranza" aggiunge un tono drammatico e incisivo.

**Principali figure retoriche:**

- **Metafora:** Le metafore di Tempio e dragone rappresentano rispettivamente la calma e la forza interiore. La goccia simboleggia la vulnerabilità e la possibilità di trasformazione.

- **Personificazione:** La personificazione di fulmini illuminati come demoni aggiunge un tocco di drammaticità e potenza all'immagine.

- **Contrasto:** Il contrasto tra elementi come "tempeste di stelle" e "giorno di sole" accentua la dualità e l'instabilità emotiva esplorata nella poesia.

In conclusione, Jacqueline Miu ha creato un capolavoro che sfida i confini linguistici e culturali, incantando il lettore con una poesia carica di pathos, maestosità e profondità esistenziale.

Con affetto , saluto ognuno di voi chiedendo scusa per eventuali imprecisioni o errate interpretazioni.

Un particolare saluto al prof. Lorenzo.

Vostro Ben Tartamo


 

Nelle dolci strofe di Ben Tartamo, emergono le sfumature di un'anima inquieta, in cerca di equilibrio tra il divino e l'umano. L'autore, con grazia, esplora l'amore e la paura che coesistono nel cuore dell'uomo, gettandosi in un viaggio notturno tra le pieghe della sua stessa esistenza.

Ben Tartamo ci invita in un viaggio interiore, attraverso il tormento delle domande esistenziali. L'autore esprime il desiderio di comprendere, di trovare senso, ma al tempo stesso teme le risposte che potrebbero svelare la fragile realtà della sua esistenza.

Le parole danzano con leggerezza sulla pagina, come foglie portate dal vento. La disposizione delle strofe è come una passeggiata nella notte, e la conclusione breve accentua la delicatezza e l'effimero della vita.

I versi, come note di una melodia, seguono un ritmo regolare. L'endecasillabo offre una struttura elegante, conferendo alla poesia una musicalità che risuona nell'anima del lettore.

Le domande rivolte al Signore sono intime e sincere, mescolate con il timore rispettoso. L'uso di immagini come "vortice del pensiero" e "viaggio notturno" cattura l'attenzione del lettore, trasportandolo in un mondo di riflessioni profonde.

Ritengo utile evidenziare le principali figure retoriche da Ben utilizzate:

- Paradosso lirico: La contrapposizione tra "silenzio" e "abisso" crea un paradosso che avvolge la poesia con un tocco di mistero e fascino.

- Personificazione: Il vortice del pensiero e il viaggio notturno prendono vita attraverso la personificazione, rendendo le emozioni dell'autore palpabili.

- Simbolismo delicato: L'infinità e la fragilità sono simboli che si intrecciano come fili sottili, evocando la complessità dell'esistenza umana.

In conclusione, Ben Tartamo ci regala una poesia che è come una carezza sulla fronte della nostra anima. Attraverso un linguaggio gentile e immagini suggestive, ci conduce nella sua personale odissea filosofica, chiedendoci di condividere le domande senza risposte che abbracciano la vita.

Un affettuoso saluto da

Marino Spadavecchia

San Cristóbal - Táchira - Venezuela

 

13-14-15 Novembre

Poesie pubblicate il 13-14-15 novembre 23

Commenti di Marino Spadavecchia 

> "Nulla turba il silenzio delle notti" - Cristiano Berni

In questo componimento di Cristiano Berni, l'armonia si dipana attraverso le notti silenziose, imponendo una ciclicità che abbraccia temi universali. Il ritmo regolare, scandito dalla ripetizione di "Nulla turba il silenzio delle notti", crea una struttura sonora che riecheggia il quieto fluire del tempo notturno.

L'uso delle immagini evoca la bellezza eterea delle muse, il fervore di Eros, la solennità del Golgota. La dualità tra luce e oscurità, rappresentata dal buio sovrano e dall'albeggiar lontano, crea un contrasto palpabile, sottolineato dalla metafora del sangue di Cristo.

Le suggestioni visive si intrecciano con quelle uditive quando i corvi gracchiano e Chopin suona il "Notturno", trasmettendo un'atmosfera ricca di sfumature. L'incanto della notte si riflette anche nella luna, nelle stelle e nei sogni, creando un panorama poetico che abbraccia la natura, l'arte e l'intimità umana.

Il testo riflette un'esplorazione della notte come spazio fertile per la contemplazione, l'ispirazione e la riflessione, concludendosi con una riaffermazione della inalterata tranquillità del silenzio notturno.

 

> "La valigia di onde e scogli con qualche relitto" 

Questo componimento di Jacqueline Miu offre un viaggio poetico attraverso immagini evocative e metafore complesse. L'uso del linguaggio crea un'atmosfera intrisa di mistero e profondità.

Il poeta inizia descrivendo l'ora mattutina, un momento ancora timido e delicato, enunciando subito il desiderio di perdersi dove i sogni sono incurabili. Questa immagine introduce un tema ricorrente di sfida al convenzionale, enfatizzato dalle parole "imperatori della poesia" che sembrano ancora vivi e irrequieti, nonostante la morte.

La metafora della "valigia di onde e scogli con qualche relitto" suggerisce un bagaglio carico di esperienze complesse e frammentate, pronte a essere esplorate. Le pinne di ossi, le foglie leggere che non hanno mai visto la sabbia, e il desiderio di sabotare gli abissi aggiungono strati di significato e una tensione narrativa.

La creazione e l'allevamento di mostri, nascosti dalla luce del sole e dall'atmosfera perbenista, simboleggiano forze oscure e sconosciute che il poeta nutre con l'ombra e la perseveranza. La condivisione di queste creature straordinarie con un essere che conserva il ricordo senza consumarlo suggerisce una trasmissione di esperienze poetiche, forse al di là del reale.

La chiusa, con l'essere che ama senza timore della morte, rivela una riflessione sulla natura poetica dei mostri, capaci di compiere gesti al di là della comprensione umana. L'intero testo trasmette una sensazione di esplorazione, ribellione e creazione poetica fuori dagli schemi convenzionali.

 

> "Sul ring" di Ben Tartamo è un'ode alla lotta incessante con il Tempo, dipinta attraverso metafore pugilistiche che conferiscono al testo un carattere vibrante e una potenza evocativa.

Il poeta descrive la vita come un incontro sul ring che coinvolge tutti, dall'inizio alla fine, dall'innocenza del primo vagito all'ultimo rantolo. Questo ciclo universale della vita è reso con forza attraverso il linguaggio dinamico che sottolinea il coinvolgimento totale di ciascun individuo.

L'immagine dei partecipanti che graffiano l'aria con ganci e affondi, lasciando i fianchi nudi e scoperti, evoca una vulnerabilità connessa alla nostra esistenza. L'assenza di "secondi" sottolinea l'isolamento di ciascun individuo nel suo confronto con il Tempo, senza alcun aiuto esterno.

Il ritmo incalzante del testo, enfatizzato dall'uso di parole come "saltiamo", "graffiamo", e "attendiamo", cattura l'energia di un incontro sul ring. La ripetizione di "Sempre da soli" amplifica il senso di solitudine in questa lotta personale.

Il verdetto atteso rappresenta la fine di ogni incontro, e l'idea del Tempo come un pugile mancino che vince ancora sottolinea la sua inevitabile vittoria su di noi. La poesia riflette la natura implacabile del Tempo, un avversario contro cui tutti siamo chiamati a combattere, anche se il risultato è già scritto.

Una curiosità, Benedetto,  ma non praticavi krav maga? Non sapevo che ti dilettassi di pugilato, anche se sei un buon incassatore!!🤣

 

> La poesia "Ad alleato che scappa..." di Carlo Chionne è un'espressione satirica e scherzosa della politica contemporanea italiana, focalizzata su personaggi come Salvini, Giorgia Meloni e Giorgetti. L'autore gioca con il linguaggio per creare una narrazione che riflette l'atmosfera politica con umorismo e sarcasmo.

Il titolo stesso, con il gioco di parole su "alleato che scappa", suggerisce un certo tradimento o cambiamento di alleanze nel panorama politico. Il ritmo della poesia è veloce e spigliato, in linea con il tono giocoso dell'opera.

L'immagine del "ponte tutto d'oro" rappresenta un'ironica visione di un ideale inaccessibile o forse irrealizzabile, alludendo alle promesse politiche che potrebbero non essere mantenute. L'uso di rime come "Giorgetti" e "d'oro" aggiunge un elemento sonoro gradevole alla poesia.

La rappresentazione di Salvini che vorrebbe vedere i suoi alleati scappare, consentendogli di fare le sue "cazzate" senza impedimenti, è un ritratto satirico della dinamica politica. L'autore gioca con il linguaggio colloquiale, utilizzando termini scherzosi come "sfuriate" per riferirsi alle azioni del politico.

Complessivamente, la poesia è un esempio di come l'arte possa essere utilizzata per riflettere e commentare gli eventi contemporanei, utilizzando la satira come strumento per esporre ironicamente le dinamiche politiche.

 

> La poesia di Antonia Scaligine, intitolata "Sarà un urlo senza eco", è una profonda esplorazione delle emozioni umane, della vulnerabilità e della speranza. Attraverso l'uso di immagini evocative e un linguaggio suggestivo, la poetessa dipinge un ritratto dei tormenti interiori e delle sfide affrontate nella vita.

Il titolo stesso, con l'immagine di un "urlo senza eco", suggerisce un senso di impotenza e isolamento, un grido che potrebbe non trovare risposta o comprensione. Questo tema si riflette nelle dissolvenze, assonanze e disarmonie che permeano la poesia, creando un'atmosfera di incertezza e confusione.

La metafora del fiore sbattuto dal vento, che si aggrappa al ramo ma prima o poi cadrà, esprime la fragilità della vita e la inevitabilità delle sfide. L'autrice si confronta con le forze della natura e, allo stesso tempo, con i flussi emotivi che circondano la sua esistenza.

L'immagine dell'agrodolce albero della vita, un cupo labirinto di ricordi, cattura l'essenza complessa e multiforme dell'esistenza umana. La poetessa si trova a riflettere sul passato, sull'amore che sembra sfuggirle, e sull'attesa che il vento porti via i cupi pensieri, aprendo la strada alla speranza e alla liberazione.

Il ritmo della poesia, con le ripetizioni e le variazioni di suoni, contribuisce a creare una melodia emotiva che accompagna il lettore nel viaggio dell'autrice attraverso la sua interiorità. Complessivamente, la poesia è un'opera che cattura l'animo umano nelle sue sfaccettature più intime e vulnerabili.

 

> La poesia "Gemme di luce" di Sandra Greggio è un canto delicato e riflessivo che esplora la connessione tra le emozioni umane e il divino attraverso l'immagine poetica delle lacrime trasformate in stelle.

Il titolo stesso, "Gemme di luce", suggerisce una preziosità e una brillantezza associata alle lacrime. L'idea che esse fioriscano nel giardino dell'anima suggerisce che le emozioni profonde e autentiche sono una parte essenziale dell'esperienza umana.

La metafora delle lacrime che trasformano il loro profumo in stelle evoca un senso di elevazione spirituale e di connessione con il divino. La poesia sembra suggerire che attraverso l'espressione delle emozioni più profonde, l'anima può raggiungere alture celestiali, trasformandosi in una sorta di bellezza duratura.

Il ritmo della poesia è misurato e tranquillo, riflettendo la serenità e l'introspezione che permeano il testo. Le rime, come "anima" e "lacrima", contribuiscono alla coerenza fonetica, aggiungendo una melodia sottolineata dall'armonia delle parole.

L'uso di immagini visive e sensoriali, come il giardino, le lacrime, il profumo e le stelle, arricchisce la poesia di strati di significato, coinvolgendo il lettore in un viaggio emotivo e spirituale.

Complessivamente, "Gemme di luce" è una poesia che esplora la bellezza e la trasformazione attraverso l'espressione delle emozioni più profonde, creando un'atmosfera di contemplazione e risonanza spirituale.

A proposito,  carissima Sandra, tutto ok? Stai meglio? Gesù è Maria ti benediciamo nel corpo e nello spirito.

 

> La poesia di Alessio Romanini si presenta come una riflessione profonda sull'ingiustizia e la responsabilità nei confronti della guerra, utilizzando il passo evangelico di Pilato come punto di partenza. Attraverso l'uso di riferimenti biblici e un linguaggio incisivo, il poeta solleva interrogativi sulla natura della guerra e sul coinvolgimento delle grandi nazioni del mondo.

Il verso iniziale cita il passo evangelico di Pilato, introducendo la tematica della responsabilità e dell'assoluzione delle colpe. L'uso del linguaggio sacro conferisce alla poesia una profondità spirituale, sottolineando il carattere etico della denuncia contro la guerra.

Il ritmo della poesia è marcato dalla successione delle azioni nel passo biblico, creando un fluire narrativo che impegna il lettore. L'uso di esclamazioni e punti esclamativi nei versi successivi aggiunge una nota di urgenza e indignazione, amplificando il messaggio di condanna nei confronti della guerra.

La riflessione sul "nuovo colonialismo" evidenzia la percezione che le grandi nazioni detengano il potere per giustificare la guerra, lavandosene poi le mani. L'interrogativo proposto invita il lettore a riflettere sulla responsabilità e sulle conseguenze delle azioni delle nazioni potenti.

Il poeta chiama la guerra un "crimine" e sottolinea la necessità di denunciarla come tale. L'invocazione alla giustizia conclude la poesia con un richiamo alla responsabilità e alla necessità di punire coloro che sono responsabili della guerra.

Complessivamente, questa poesia si presenta come un'accorata denuncia contro la guerra, sottolineando l'importanza di considerare la responsabilità delle nazioni potenti e la necessità di giustizia in risposta a un crimine che colpisce l'umanità.

Anch'io vostro, sentitamente vostro... e ad ogni costo!😉

Marino Spadavecchia 

 

Commento e ringraziamento
BenISSIMO Tartamo, nuovo (?) Grande Cavaliere alla Tavola Rotonda del magnifico Lorenzo. Un occhio di falco che scruta dentro le ns poesie: quasi un'autopsia. GRAZIE INFINITE.
 
amore bruno [br1]

 

Poesie pubblicate il 13-14-15 novembre 23

* "La felicità è...." di Marco Raimondi esplora il concetto della felicità attraverso diversi elementi della vita quotidiana. Presenta una visione ottimistica, suggerendo che la felicità si manifesti in varie forme, dalle piccole gioie della natura ai legami interpersonali significativi. La prospettiva filosofica emerge nella valorizzazione del momento presente, nel richiamo al perdono e nella gratitudine per la vita.

Dal punto di vista psicanalitico, la poesia riflette una ricerca di felicità attraverso connessioni emotive e l'accettazione di sé. Elementi come l'abbraccio della luce, la risata di un bambino e il calore dell'amore evidenziano la dimensione affettiva dell'esistenza. Il richiamo al perdono e alla gratitudine può essere interpretato come un invito a superare le ferite emotive e a trovare la serenità interiore.

Sotto l'aspetto ritmico, fonemico e della struttura, la poesia presenta un ritmo melodico, enfatizzato dall'uso di rime e allitterazioni. Le ripetizioni di suoni, come nella coppia "giorno sereno" o "cuore si tocca", contribuiscono a creare un flusso armonioso. L'uso di immagini vivide, come "un raggio di sole in giornate di pioggia" o "nel profumo dei fiori e nell'aria di mare", aggiunge una dimensione sensoriale, coinvolgendo il lettore nella ricchezza delle esperienze descritte.

Complessivamente, la poesia di Raimondi offre una visione positiva della felicità, intrecciando elementi filosofici e psicanalitici con una struttura ritmica e fonemica accattivante.

 

* "Mi soffermo a guardare l'orizzonte" di Franco Fronzoli, attraverso questa poesia, offre uno sguardo riflessivo sulla vita e sull'esistenza, intrecciando la natura e l'esperienza umana in un rituale contemplativo. Dal punto di vista filosofico, la sua narrazione evoca la temporalità della vita, con albe e tramonti che inseguono il tempo. L'orizzonte diventa un simbolo della vastità e delle possibilità, sottolineando la ricerca di significato nell'infinita bellezza della natura.

Sul versante psicanalitico, la poesia di Fronzoli suggerisce un'osservazione profonda della psiche umana. L'attenzione a elementi naturali come la pioggia, il vento e la luna, associati ai pensieri e ai sogni, può essere interpretata come una connessione tra l'interiorità dell'individuo e il mondo circostante. La ricerca di un amore svanito e la sua riscoperta su una foglia d'autunno possono simboleggiare la ciclicità delle emozioni umane.

Riguardo al ritmo, la poesia di Fronzoli adotta una struttura distesa, con versi spaziati che riflettono il susseguirsi tranquillo degli elementi naturali. L'uso di pause e spazi bianchi tra le righe contribuisce a creare un ritmo meditativo, in armonia con la contemplazione della vita e della natura.

La scelta di immagini visive, come il tramonto, la pioggia e i sogni, amplifica la dimensione sensoriale della poesia. La foglia d'autunno che guarda lontano nell'orizzonte di un giorno qualunque offre un'immagine potente, simboleggiando la ricerca di significato e la consapevolezza dell'effimero.

In sintesi, Franco Fronzoli presenta una poesia ricca di suggestioni filosofiche e psicanalitiche, avvolte in una prosa ritmica e contemplativa che invita il lettore a esplorare la complessità della vita e della propria interiorità. 

 

* "Li cavalli de Troia" di Armando Bettozzi, offre uno sguardo critico sulla società contemporanea e sulle minacce insidiose che possono travestirsi da regali apparentemente innocui. Dal punto di vista filosofico, Bettozzi sembra riflettere sulla capacità umana di sottovalutare il pericolo, metaforizzato dai "cavalli de Troia," e sottolinea l'ingenuità di fronte a minacce mascherate da opportunità.

La poesia è arricchita da un tono ironico e sarcastico, evidente nelle espressioni come "Ulisse ncià 'nzegnato propio gnènte" e "capace de ridùcece no straccio." Questo sarcasmo sottolinea l'inefficacia di imparare dagli errori passati, come se Ulisse avesse insegnato "proprio gnènte."

Sul versante psicanalitico, la poesia sembra esplorare la psicologia collettiva, enfatizzando la tendenza umana a ignorare o minimizzare i rischi imminenti, forse per evitare la paura o la responsabilità. L'immagine del "programmino che je ronza in testa" suggerisce una sorta di condizionamento mentale.

Per quanto riguarda il ritmo, la poesia adotta uno stile dialettale che contribuisce a creare un ritmo sincopato e colloquiale, amplificando l'espressività e l'autenticità della voce narrativa. L'uso di parole dialettali, come "ssì" e "ché," aggiunge un carattere locale alla composizione.

In conclusione, Bettozzi offre una prospettiva critica sulla società contemporanea, con un richiamo alla storia e all'ingenuità umana. L'uso del dialetto, l'ironia e la riflessione filosofica arricchiscono la poesia, invitando il lettore a considerare le minacce sottili e spesso nascoste dietro le apparenze quotidiane.

 

* La poesia di Shikhandin offre una contemplazione profonda e delicata sull'amore, il desiderio e la speranza. Dal punto di vista filosofico, si intravede una riflessione sulla natura umana e le sue emozioni intrinseche, esplorando il connubio tra il desiderio e l'agonia, entrambi influenzati dalla speranza. La fusione di elementi naturali, come il giardino di Frangipani e il canto degli uccelli, con le emozioni umane contribuisce a creare un'atmosfera poetica intrisa di simbolismo.

Psicanaliticamente, la poesia sembra immergersi nell'inconscio, rappresentato dalla notte e dalle immagini sfocate. L'evocazione di un "cuore che brucia" suggerisce una passione intensa o, forse, una sofferenza emotiva, offrendo uno sguardo profondo all'interno dell'esperienza umana.

Ritmico e melodico, il testo si avvale di una prosa poetica che fluisce come una melodia. L'immagine delle lanterne di carta, dei fiori di Frangipani e dell'uccello che fa il nido crea un collage di sensazioni visive e sonore, amplificando la bellezza e la complessità dell'esperienza descritta.

La ripetizione della frase "Il desiderio dell'amore e l'agonia del desiderio sono seminati dalla speranza" funge da ancoraggio tematico, rafforzando il legame tra gli elementi della poesia. Questo ritorno ricorrente accentua la ciclicità delle emozioni e il loro intreccio intricato.

Complessivamente, la poesia di Shikhandin, tradotta da Nino Muzzi, si erge come un viaggio emozionante attraverso l'anima umana, intessuto di immagini poetiche e riflessioni filosofiche, rendendo l'esperienza della lettura coinvolgente e suggestiva.

 

* "Ombra del tempo" di Flora Fazzari si configura come un'immersione nelle profondità dell'esperienza umana, esplorando i temi della memoria, del rimpianto e della sopravvivenza emotiva. Dal punto di vista filosofico, la poetessa sembra riflettere sulla natura ambivalente del tempo, che può essere fonte di dolore e di gioia. Le ombre del passato si rivelano come ferite profonde, risultato di sospetti e misfatti, ma anche come rifugi temporanei in cui si nasconde la vera esistenza.

Da una prospettiva psicanalitica, le ombre diventano i recessi dell'inconscio, dove si annidano i dolori e le gioie mascherate. Il rifiuto dei dolori e la finzione della gioia potrebbero rappresentare meccanismi di difesa, una sorta di autodifesa psicologica contro le ferite inflitte dal tempo passato.

Il ritmo della poesia segue una cadenza lenta e meditativa, che si adatta bene al tema della riflessione sul passato. L'uso delle ripetizioni, in particolare la frase "Nelle ombre, del tempo che fu," crea un effetto di eco, sottolineando la persistenza e l'impatto duraturo del passato.

Dal punto di vista fonetico, l'autrice gioca con suoni come la ripetizione della "f" in "ferito a morte" e "Ferito a vita", contribuendo a creare una musicalità che accompagna la narrazione poetica.

La caratteristica poetica distintiva emerge nella capacità di Flora Fazzari di fondere il lirismo con la profondità filosofica, creando un poema che invita il lettore a una contemplazione intima sulla complessità dell'esistenza e del tempo che la plasma.

 

* "Mi guardava un tale allo specchio" di Marino Giannuzzo offre una riflessione intensa sulla percezione del tempo, dell'età e dell'identità umana. Attraverso uno sguardo allo specchio, l'autore esplora la metamorfosi dell'aspetto fisico e il suo impatto sulla percezione di sé. Da un punto di vista filosofico, emergono tematiche legate all'effimero della giovinezza, alla consapevolezza dell'invecchiamento e al confronto con le generazioni successive.

Sotto l'ottica psicanalitica, il rituale di guardarsi allo specchio diventa un momento di autoesplorazione e di confronto con la propria immagine. La risata beffarda che pervade la poesia può essere interpretata come una reazione della psiche di fronte alla consapevolezza dell'inarrestabile trascorrere del tempo, e forse anche come una sorta di difesa psicologica per fronteggiare la dura realtà dell'invecchiamento.

Il ritmo della poesia, con versi brevi e incisivi, cattura l'essenza della riflessione sull'età e l'identità. L'uso di immagini vivide, come "fronte grinzosa" e "labbra ghignanti di strega," rende il testo visivamente potente, contribuendo a trasmettere l'impatto emotivo della scoperta di sé nel riflesso.

Foneticamente, l'uso di suoni aspri, come la "g" in "ghignanti," amplifica l'espressività e l'eloquenza del testo.

La caratteristica poetica che emerge in questa opera di Giannuzzo è la capacità di affrontare temi profondi e universali attraverso una scrittura chiara, concreta e, al contempo, densa di significati. La poesia offre una meditazione sulla natura effimera della vita, invitando il lettore a riflettere sulla propria esistenza e identità di fronte allo specchio del tempo.

 

* "Ricordi nella sera" di Fausto Beretta affronta il tema della memoria e della confrontazione tra passato e presente attraverso il racconto di una coppia anziana. Filosoficamente, la poesia si insinua nella riflessione sulla ciclicità della vita e sui cambiamenti sociali nel corso del tempo. La coppia diventa un simbolo delle generazioni che si confrontano con la trasformazione del mondo intorno a loro.

Sotto l'ottica psicanalitica, l'immagine della coppia anziana può essere interpretata come un archetipo universale che rappresenta l'esperienza umana condivisa di invecchiare. I "ricordi nella sera" sono come un filo che connette il passato al presente, fornendo un'ancora emotiva per coloro che hanno vissuto tempi più duri.

Il ritmo della poesia è calmo e contemplativo, riflettendo la serenità della sera descritta nel testo. I versi brevi e la struttura semplice contribuiscono a creare un ritmo lento, adatto alla meditazione sui ricordi e sulla trascendenza del tempo.

Dal punto di vista fonetico, le allitterazioni, come in "dal silenzio dei prati" e "rinverdiscono gli anni," aggiungono un tocco melodico, enfatizzando la leggerezza del momento descritto e la persistenza dei ricordi.

La caratteristica poetica di Beretta in questa opera risiede nella sua capacità di narrare storie di vita attraverso un linguaggio chiaro e accessibile. La poesia cattura l'essenza dell'esperienza umana, richiamando l'attenzione del lettore sulla continuità della vita, sottolineando la preziosità dei ricordi e la loro capacità di attraversare il tempo.

 

* "Vuelos pindaricos" di Marino Spadavecchia presenta una profonda riflessione filosofica e psicanalitica attraverso un linguaggio ricco di simbolismi e metafore. Filosoficamente, il testo esplora l'idea di viaggiare in alto, simboleggiando la ricerca della verità, ma con "motori spenti", sottolinea la difficoltà di raggiungere tale obiettivo.

Dal punto di vista psicanalitico, l'immagine di "engendros bipolares" (creature bipolar) può essere interpretata come una rappresentazione della complessità della mente umana, con i suoi alti e bassi emotivi. La "nevada con sol" potrebbe alludere alla contraddizione della vita, dove la luce e l'oscurità coesistono.

Il ritmo della poesia è frammentato e spezzato, sottolineando la complessità e la discontinuità del soggetto trattato. Le metafore come "Rocío che non moja / ma empapa la realidad" contribuiscono a creare un'atmosfera densa e suggestiva, enfatizzando l'impatto profondo della realtà sul nostro essere.

Dal punto di vista fonetico, l'uso di allitterazioni, come in "Diagramas nefastos" e "Rocío que no moja," aggiunge un elemento di musicalità, contribuendo alla struttura ritmica della poesia.

La caratteristica poetica di Spadavecchia si manifesta nella sua abilità di coniugare l'uso di linguaggio poetico con una profonda riflessione filosofica. La poesia invita il lettore a esplorare i recessi della mente umana e ad affrontare la complessità della realtà attraverso simbolismi e immagini evocative. Spero che, la traduzione abbia mantenuto la forza espressiva del testo originale, preservando la sua intensità e profondità.

 

* "Facciamo pace" di "Amore Bruno" si presenta come una riflessione filosofica e psicanalitica sulla complessità delle relazioni umane e le conseguenze delle azioni umane nel corso del tempo. 

Dal punto di vista filosofico, la poesia affronta il tema della distruzione che affligge il mondo da millenni, sottolineando la difficoltà di fermare questo processo distruttivo nonostante le suppliche e le mani imploranti. Ciò può essere interpretato come un commento sulla natura ciclica della violenza e della sofferenza umana.

Sotto l'aspetto psicanalitico, l'accenno a uccisioni e vendette tra famiglie suggerisce un conflitto profondo e persistente, riflettendo forse dinamiche familiari complesse o simbolizzando il perpetuarsi di vecchi rancori attraverso le generazioni.

Il ritmo della poesia è marcato dalle frasi concise e dal susseguirsi rapido delle immagini, enfatizzando la crudezza degli eventi descritti. L'uso di "neanch'io volevo ma... parve indispensabile" aggiunge una sfumatura di ambiguità e inevitabilità, implicando una sorta di fatalismo nelle azioni umane.

Dal punto di vista fonetico, la poesia non segue schemi regolari, ma l'uso di parole evocative come "mani imploranti," "fiumi rossi di sangue" e "mare di lacrime" crea un impatto emotivo e intensifica l'atmosfera drammatica.

La caratteristica poetica di "amore bruno" emerge nella capacità di trattare temi profondi e oscuri con linguaggio diretto e immagini potenti. La poesia invita il lettore a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulla difficoltà di raggiungere la pace in un mondo segnato dalla distruzione.

 

* "Senryu" di Laura Lapietra è un breve, ma intenso, momento catturato con maestria. In effetti 

il senryū (川柳) è un componimento poetico composto da tre versi per un totale di diciassette more. Nonostante condivida con l'haiku la struttura cinque-sette-cinque, si differenzia da quest'ultimo sia per i temi che per l'assenza del kigo, cioè la parola che fa riferimento alla stagione. Il genere di poesia trae il suo nome dal poeta Karai Senryū (1718-1790)

Dal punto di vista filosofico, il senso di leggerezza e movimento nel danzare col vento può essere interpretato come una metafora della fugacità della vita e della bellezza, suggerendo che, come il vento, tutto passa.

Sotto l'aspetto psicanalitico, l'immagine di danzare col vento e rubare bei ghigni attraverso la musica classica può evocare un senso di liberazione e gioia personale, forse come forma di catarsi o espressione dell'individualità.

Il ritmo del senryu è conciso e scorrevole, con una struttura tradizionale di tre versi che enfatizzano brevità e immediatezza. L'uso delle parole "danzo," "musica classica," e "bei ghigni" contribuisce al ritmo vivace e al tono leggero della poesia.

Sul versante fonetico, la scelta di parole dai suoni melodiosi, come "danzo," "musica," e "ghigni," crea un'armonia acustica che rispecchia il tema della danza e della musica.

La caratteristica poetica distintiva di Laura Lapietra emerge nella capacità di trasmettere emozioni e immagini vivide in poche parole. La poesia invita il lettore a partecipare a questo breve momento di gioia e libertà, dimostrando l'abilità dell'autrice nel catturare la complessità della vita in un'immagine suggestiva.

 

* "Luna calante" di Salvatore Armando Santoro esplora la dimensione del tempo attraverso la metafora della luna, adottando uno stile sonetto ritornellato. Da un punto di vista filosofico, la luna crescente e il suo declino potrebbero simboleggiare il ciclo della vita, suggerendo riflessioni sulla fugacità delle esperienze umane.

Psicanaliticamente, la luna potrebbe rappresentare l'inconscio e il passare del tempo potrebbe riflettere la consapevolezza dell'invecchiamento. La presenza di ricordi e la nostalgia per il passato evocano sentimenti di perdita e il desiderio di preservare ciò che è stato.

Il ritmo del sonetto, con la sua struttura ritornellata, offre una sensazione di ciclicità e ripetizione, parallela al tema della luna. I fonemi, specialmente nell'uso di suoni come "calò," "barca," e "acciuga," contribuiscono alla musicalità della poesia.

La caratteristica poetica si manifesta nell'abilità di Santoro nel dipingere immagini vivide con parole selezionate. L'associazione di elementi naturali, come la luna e il mare, con l'esperienza umana, offre al lettore un'opportunità di riflessione e connessione con il proprio vissuto.

In definitiva, "Luna calante" si presenta come un'esplorazione profonda del tempo, della memoria e dell'invecchiamento, con una maestria poetica che amalgama saggiamente le componenti filosofiche e psicanalitiche.

 

* "Tu sei vita che mi parli dentro" di Maria Benedetta Cerro, estratta da "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento," si distingue per la sua profondità filosofica e la ricchezza psicanalitica.

Dal punto di vista filosofico, l'idea del tempo ciclico, espresso con l'immagine di andare in tondo nella perfezione, evoca la filosofia dell'eterno ritorno. La vita, intesa come dialogo interiore, diventa un ciclo che si ripete, sottolineando l'importanza dell'accettazione del tempo e della sua ciclicità.

Dal punto di vista psicanalitico, l'uso delle parole "favella" e "stagione che aspetti" suggerisce un'introspezione ritardata o forse inaccessibile, rappresentando la complessità e l'ambiguità delle emozioni umane.

Il ritmo della poesia è delicato e fluisce come una conversazione intima. I fonemi, come quelli presenti in "tu vivi in pace," contribuiscono alla musicalità e all'armonia del testo, rafforzando il legame tra il contenuto filosofico e la forma poetica.

La caratteristica poetica risiede nell'uso magistrale delle immagini, come gli "occhi omerici" e la personificazione della vita che "parla dentro." La poetessa offre una visione della vita come dialogo in evoluzione, con la pace come risultato di accettazione e comprensione.

In conclusione, la poesia di Maria Benedetta Cerro si presenta come un'indagine profonda e riflessiva sulla vita, il tempo e la pace, con un equilibrio armonioso tra concetti filosofici, elementi psicanalitici e una forma poetica ricca e evocativa.

 

* "Ombre invisibili" di Marco Cabassi si distingue per la sua profondità filosofica e il richiamo alle tematiche psicanalitiche, mentre il ritmo e i fonemi contribuiscono a creare una tensione drammatica.

Dal punto di vista filosofico, l'autore affronta il tema dell'oscurità e della violenza nelle società umane. L'immagine delle "ombre invisibili" che mordono e si ergono come colonne di fumo evoca un'atmosfera di male oscuro e opaco, simbolizzando le ingiustizie e i conflitti insidiosi che affliggono l'umanità.

L'uso del termine "inumo" crea una parola che fonde "inumano" con "uno," suggerendo che l'umanità è coinvolta e talvolta responsabile di questa oscurità.

Dal punto di vista psicanalitico, emergono i concetti di ingiustizia, discordia e il contrasto d'idee all'interno dell'animo umano. L'autore riflette sull'effetto di tali discordie sulla psiche individuale e collettiva, evocando empatia e pietà per le sofferenze condivise.

Il ritmo della poesia è marcato da versi che richiamano rumori e suoni dissonanti ("tonfi," "sibili," "crolli," "frane"), amplificando l'effetto drammatico del testo. L'uso di allitterazioni, come in "incurante a limpida vita," contribuisce alla musicalità e all'incisività del linguaggio.

La caratteristica poetica risiede nell'uso efficace delle metafore, nell'espressione di sentimenti intensi e nella creazione di un'atmosfera carica di tensione. La poesia di Cabassi invita alla riflessione sulle ombre invisibili che permeano le relazioni umane e lotta contro le ingiustizie.

In conclusione, "Ombre invisibili" si presenta come un'opera che unisce una profonda riflessione filosofica su temi sociali e un'analisi psicanalitica, il tutto condito da un ritmo coinvolgente e fonemi che amplificano la potenza espressiva del testo.

 

* "Nuove ali" di Felice Serino

Questa poesia, intitolata "Nuove ali," si sviluppa come un dialogo fra l'essere umano e la sua sete di evasione, toccando sfere filosofiche, filologiche e psicologiche.

Dal punto di vista filosofico, emerge la tensione tra la "gravezza di carne" e l'"invidia di voli." Qui, l'autore affronta la dualità tra l'ancoraggio terreno della vita quotidiana e il desiderio di elevazione e libertà. È una riflessione sulla natura umana che cerca una dimensione al di là delle limitazioni fisiche.

Filologicamente, l'uso del termine "impastato" suggerisce una mescolanza di elementi, forse indicando la fusione di materia e immaginazione. Il gioco di parole con "scompensato" suggerisce un disequilibrio, un'inquietudine che permea l'essenza umana.

Sul piano psicologico, il desiderio di "nuove ali" rappresenta un impulso intrinseco alla crescita e alla trasformazione. L'evocazione di ali suggerisce la ricerca di una prospettiva diversa, una nuova consapevolezza o percezione.

Il ritmo della poesia è misurato e contemplativo, catturando l'essenza del desiderio umano di transcendenza. Le rime sono discrete, ma presenti, offrendo una struttura che sottolinea la fluidità e la continuità dell'evoluzione personale.

L'uso di fonemi contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva. Le assonanze, come quelle tra "terra" e "sogno," aggiungono una nota di armonia, mentre alcune consonanze, come "gravezza" e "voli," enfatizzano la contrapposizione.

La poetica di Felice Serino in "Nuove ali" si caratterizza per la sua capacità di affrontare temi universali attraverso un linguaggio ricco di simbolismo. La poesia offre uno sguardo intenso sulla condizione umana, trasmettendo il desiderio incessante di superare le limitazioni esistenziali e raggiungere una dimensione più elevata.

Con affetto e scuse sincere ad ogni artista, se ho mal commentato e compreso l'essenza vera di ogni poesia.

Vostro Ben Tartamo 

 

 

 

10-11-12 Novembre

Chiedo scusa a tutti i poeti del Sito e al Nostro Lorenzo per la mia lunga assenza, ma motivi di salute mi hanno impedito di seguire il destino delle mie poesie, lasciandole volteggiare come foglie in balia del vento. E mi sono persa dei sublimi commenti di Marino Spadavecchia e di Ben Tartamo. Vi ringrazio tanto per avermi ridato fiducia in me stessa.
Grazie di cuore
Sandra Greggio

 

Ringraziamento
Umili ringraziamenti per i commenti di spessore del nostro Vate Piero Colonna Romano e ringraziamenti sinceri a Ben Tartamo che si è unito alla brigata.

Invito anche gli altri poeti a commentare le poesie del Tempio. La vostra opinione è importante.

Grazie di cuore

Miu

 

Nel sonetto "E in forma di rosa" di Ben Tartamo, emergono elementi tipici di un linguaggio poetico carico di simbolismi e metafore. Ecco una recensione ispiratami, non solo dalla conoscenza fraterna dell'autore, ma anche dalla sua metodologia di analisi critica.
 
Innanzitutto si presenta come un delicato e intenso sguardo sulla natura complessa dell'amore e del dolore. 

 
L'uso metaforico della rosa, con le sue spine che penetrano il cuore, è un elemento chiave della tecnica poetica. Tartamo dipinge l'amore come un'entità complessa e contraddittoria, dove la bellezza della rosa si mescola al dolore delle spine.
L'autore utilizza una tecnica poetica di grande intensità e immaginazione. L'immagine della rosa è centrale, rappresentando l'amore con la sua bellezza e le spine che simboleggiano il dolore. L'uso di "come un' unica cosa" suggerisce una fusione profonda e inevitabile tra amore e sofferenza.

 
Il testo è caratterizzato da un ritmo melodico e fluido, ben modulato, sostenuto dall'uso di fonemi armoniosi. La ripetizione della "r" in "rosa," "cuore," e "coraggiosa" contribuisce a una sonorità che richiama la natura stessa della rosa e del suo simbolismo sottolineando la forza delle emozioni descritte.

 
Lo schema di rime segue una struttura regolare, sottolineando l'armonia del testo. Le rime, come "posa" e "coraggiosa," rafforzano la musicalità e la coesione della poesia.

 
La rosa è un simbolo ricco di significati nella tradizione letteraria, spesso associato all'amore e al dolore. Tartamo gioca con questa simbologia, portando il lettore attraverso l'esperienza della rosa come metafora dell'amore, delle sue gioie e delle sue pene: le spine che penetrano nel cuore senza posa rappresentano la realtà del dolore intrinseco nell'amore, e il verso "la mente che "pretese il soffrir coraggiosa" sottolinea la volontà di affrontare la sofferenza con coraggio. Il richiamo a "trafiggi, Signore" introduce una dimensione spirituale, quasi una supplica divina per un'estasi d'amore che strugge e adora il Bene. Questo richiamo può essere interpretato alla luce di influenze teologiche o spirituali. In effetti, come in molte poesie, Ben introduce un elemento mistico, dove l'uomo e il poeta, sembrano cercare una sorta di redenzione o comprensione divina per l'intensità delle emozioni che convivono tutte nella complessa personalità di un uomo fattosi "umile servo della Madre Patria" senza dimenticare di essere figlio di santa Madre Chiesa.

 
Il tema dell'amore contraddittorio e dei suoi aspetti dolorosi richiama il romanticismo, in particolare le opere di poeti come Byron o Keats, che esploravano l'interconnessione tra amore e sofferenza. Tuttavia, la componente mistica e la richiesta di una sorta di intervento divino potrebbero essere interpretate come un richiamo a influenze spirituali degli ambienti vissuti dal poeta: la Palestina,  in particolare il Libano dove forte è la componente cattolica maronita.
La tematica dell'amore e della sofferenza richiama l'estetica romantica, che spesso esplora l'interconnessione tra emozioni intense e la bellezza della natura. Allo stesso tempo, la componente spirituale e la sottomissione al divino potrebbero richiamare elementi della poesia mistica ispirata dalla conoscenza del monachesimo medio-orientale e, certamente,  di sparuti gruppi mistici legati al sufismo.

 
In conclusione, "E in forma di rosa" è una poesia che si inserisce nel solco di una tradizione romantica, arricchendola con una dimensione mistica. La maestria tecnica di Tartamo, la sua capacità di utilizzare simboli pregnanti e di modulare il linguaggio poetico, lo collocano nel panorama di poeti che affrontano con profondità il tema dell'amore e della sua complessità emotiva.

 
"E in forma di rosa" di Ben Tartamo è una poesia che si distingue per la sua profonda carica emotiva e per la raffinata simbolizzazione attraverso l'immagine della rosa. La fusione di elementi romantici e spirituali contribuisce a creare un'opera ricca e significativa nel suo tentativo di esplorare l'amore e il dolore in una forma poetica sublime.
 
Con stima
Marino Spadavecchia 

 

Commenti alle Poesie pubblicate il 10-11-12 novembre 23
 
 "I bambini di Gaza" di Cristiano Berni si presenta come un'opera intensa che sfrutta una miriade di elementi tecnici per trasmettere il suo potente messaggio. La struttura metrica e ritmica contribuisce all'impatto emotivo della poesia, con versi incisivi e brevi che riflettono l'urgenza del tema trattato.

 
Berni fa un uso sapiente delle assonanze e delle consonanze, ad esempio, in "Basta! All'orrore, alla morte", creando un ritmo incalzante che rafforza il tono deciso della protesta. L'assonanza in "guerra giusta" e "piu' niente e basta!" connette concetti contrastanti, sottolineando la negazione del concetto stesso di guerra giusta.

 
La scelta di parole forti come "sangue", "lacerati" e "macellati" contribuisce alla creazione di immagini vivide e crude, amplificando l'impatto emotivo. La ripetizione del termine "Basta!" non solo enfatizza il rifiuto categorico, ma funge anche da elemento di coesione che lega la poesia in un'unità tematica e stilistica.

 
L'assenza di punteggiatura in alcune frasi, come "non esiste guerra giusta", potrebbe indicare una volontà di rompere le barriere convenzionali e suggerire un flusso inarrestabile di pensieri. La poesia si presenta come una sequenza di immagini fortemente impattanti, con l'uso di metafore come "corpi che non son corpi ma cadaveri" che contribuiscono a trasmettere il senso di distorsione e orrore.

 
Da un punto di vista filologico, l'autore sembra giocare con le parole, creando un linguaggio che è allo stesso tempo diretto e poetico. L'uso di esclamazioni come "E' la fine dell'umanita'" aggiunge un elemento drammatico e enfatico, accentuando la portata catastrofica del tema trattato.

 
In conclusione, "I bambini di Gaza" si distingue per la sua maestria tecnica, combinando elementi ritmici, fonetici e filologici per creare un'opera poetica potente e coinvolgente.

 
*   "Ho scritto una lettera per te" di Franco Fronzoli si rivela come un'opera delicata e profonda, intrisa di emozioni sottili e complesse. La struttura stessa della poesia, con versi disposti in modo non convenzionale e l'uso sapiente degli spazi bianchi, crea un ritmo che rispecchia il tono contemplativo e la gradualità del distacco.

 
Il titolo stesso suggerisce un atto intimo e personale, introducendo la tematica della lettera come mezzo di espressione. L'alternanza tra spazi e parole, come in "Ho scritto questa lettera in un / tramonto appena / accennato", accentua la fluidità del pensiero, dando alla poesia un senso di immediatezza e spontaneità.

 
La scelta di termini come "lontano", "silenzio" e "penombra" contribuisce a creare un'atmosfera di sospensione e transizione. L'immagine del tramonto e della notte che assopisce i sensi si presta a interpretazioni simboliche, rafforzando il tema del distacco e della ricerca di spazi emotivi più profondi.

 
Il linguaggio è essenziale e carico di significato, con frasi come "per dirti / che mi allontano / perché ti amo" che sintetizzano l'essenza del messaggio. Le rime interne, come "amore mio" e "perplessità", aggiungono musicalità alla composizione, creando un legame armonico tra le parole.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di allitterazioni e assonanze, come in "l'amore trova più spazio", sottolinea la delicatezza del sentimento esposto. Inoltre, l'immagine della lacrima "sul fiore / che ho lasciato / tra le righe" offre una visione poetica della fragilità dell'amore e delle emozioni umane.

 
Sul piano filologico, l'autore gioca con la disposizione delle parole, sfruttando gli spazi e la lunghezza delle righe per enfatizzare certi concetti e creare un ritmo visivo che si integra con il ritmo verbale.

 
In conclusione, la poesia di Fronzoli si distingue per la sua maestria tecnica nell'utilizzo di elementi poetici, fonetici e filologici. L'autore confeziona un messaggio d'amore profondo e commovente, avvolto in un linguaggio che abbraccia la musicalità e la bellezza della forma.

 
*   "La via de mezzo" di Armando Bettozzi si presenta come un'opera che gioca abilmente con la lingua e riflette sulla complessità delle scelte umane. L'autore utilizza un dialetto italiano - il romanesco - arricchendo la poesia di un sapore autentico e regionale, creando un legame immediato con il lettore, tipico della mentalità romana popolare.

 
La tecnica poetica è evidente nella struttura ritmica e nelle rime, che contribuiscono a creare un ritmo cadenzato e piacevole. L'uso di versi brevi e la ripetizione di suoni consonantici, come in "sempre - invece - er 'no!' a quer che n te va," conferisce un tono deciso e incisivo alla poesia.

 
Il gioco di opposti tra "sì" e "no", la "via de mezzo" e il concetto del compromesso sottolinea la complessità delle decisioni umane e offre una riflessione sulla necessità di trovare un equilibrio. La rima "pace" e "guèra" contribuisce a enfatizzare la dualità tra armonia e conflitto.

 
L'immagine della "via de mezzo" come soluzione pragmatica e flessibile è veicolata con un linguaggio colloquiale, rendendo il messaggio accessibile. L'uso di espressioni come "ddà na smucinata" aggiunge un tocco di autenticità e rappresenta una forma di demotizzazione della lingua poetica.

 
Dal punto di vista filologico, l'autore gioca con le parole e le espressioni regionali, creando un'atmosfera che risuona con la vita quotidiana. La scelta di termini come "ròbba" e "zomaro" contribuisce a costruire un linguaggio vivace e caratteristico.

 
La riflessione sulla democrazia e il libero mercato emerge con forza, con l'autore che ironicamente fa riferimento alla "demograzzia" e al concetto di accordo come chiave per ottenere il massimo vantaggio. La poesia diventa così un veicolo per esprimere una critica sottile e ironica verso il sistema sociale.

 
In conclusione, la poesia di Bettozzi si distingue per la sua maestria nell'uso della lingua, l'abilità tecnica nel maneggiare rime e ritmo, e la capacità di offrire una riflessione profonda sulla complessità delle scelte umane, il tutto incorniciato in un contesto linguistico ricco di colori locali.

 
 "Ossa" di Shikhandin
presenta una profonda riflessione sulla morte, simboleggiata dalle ossa raccolte dalla pira fumante. L'autore, Shikhandin, usa immagini intense e viscerali per trasmettere il dolore e l'intimità di questa esperienza. La scelta di iniziare con "Ho raccolto le più piccole ossa" crea un immediato impatto emotivo, sottolineando la delicatezza e la gravità del gesto.

 
La tecnica poetica si manifesta nella costruzione di immagini potenti, come "ancora calde e vischiose", che evocano sensazioni tattili e olfattive, contribuendo a rendere la scena più viva e tangibile. La ripetizione di "Madre" crea un ritmo che sottolinea il legame personale dell'autore con il soggetto della poesia.

 
L'uso di metafore, come "quelle ossa carbonizzate simbolo / dei piccoli pezzi di vita", trasforma le ossa in un simbolo potente della vita non rivelata, aggiungendo uno strato di significato più ampio alla narrazione. La scelta di "mostrare a qualcuno" suggerisce la mancanza di condivisione e apertura nella vita della madre.

 
L'immagine del vaso che affonda nel Gange introduce un elemento simbolico e rituale. La descrizione delle bolle ondeggianti e della schiuma crea un'atmosfera di mistero e profondità, contribuendo a enfatizzare la solennità del momento.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di suoni come "affondasse nel profondo del Gange" contribuisce a creare un ritmo fluido e armonioso. La scelta di termini come "affondava" suggerisce un senso di conclusione e chiusura.

 
Sul versante filologico, la poesia riflette su un rituale che potrebbe avere radici culturali specifiche, come suggerito dalla menzione del Gange. Questo contesto aggiunge profondità al significato della poesia, invitando il lettore a considerare la complessità delle tradizioni e delle pratiche funerarie.

 
In conclusione, "Ossa" è una poesia che si distingue per la sua potente immaginazione, la scelta attenta delle parole e la capacità di comunicare emozioni complesse attraverso immagini vivide. L'autore riesce a creare una narrazione intensa e significativa, trasportando il lettore in un viaggio emotivo e riflessivo.

 
 "Luce..." di Flora Fazzari si presenta come un'ode visiva alla luminosità e alla sua intrinseca capacità di rompere l'oscurità. La tecnica poetica si manifesta nella semplicità e nell'efficacia delle immagini evocate.

 
La ripetizione della frase "Spazi di luce" crea un ritmo che richiama la ciclicità e la continuità della luce che si diffonde. L'uso di "divampano piano" e "si staccano piano" suggerisce un movimento graduale, accentuando la delicatezza e l'armonia dell'emergere della luce.

 
Le immagini di "squarciando le nubi" e "tagliando il cielo" contribuiscono a evocare un senso di liberazione e apertura, suggerendo che la luce può superare le barriere e illuminare anche le zone più oscure. L'idea di "dissolvere l'aria" aggiunge un tocco di magia, trasformando la luce in un elemento etereo capace di permeare tutto.

 
Dal punto di vista fonetico, l'uso di suoni consonantici come la "s" in "Spazi di luce" e la ripetizione di suoni come "p" in "divampano piano" contribuisce a creare un ritmo fluido e melodico. Questa scelta fonetica riflette l'armonia della luce che si diffonde dolcemente.

 
Sul versante filologico, la poesia sembra sottolineare la dimensione universale della luce, evocando un "cielo infinito". Questa ampiezza concettuale suggerisce un significato che va oltre la mera descrizione visiva, toccando temi filosofici e metafisici.

 
In conclusione, "Luce..." è un'ode alla bellezza intrinseca della luce, presentata con una maestria tecnica che cattura l'essenza del fenomeno. L'autrice utilizza immagini visive e suoni armonici per trasmettere l'idea di una forza luminosa e rivelatrice che permea il mondo, invitando il lettore a contemplare la potenza della luce e della sua capacità di portare chiarezza e speranza.

 
*   "Mi dispiace non posso far nulla" di Marino Giannuzzo offre una critica sociale attraverso l'esplorazione di una realtà quotidiana che riflette le dinamiche complesse tra individui e istituzioni finanziarie. 

 
> Tecnica Poetica:
Il poeta utilizza uno stile semplice e diretto, riflettendo il tono colloquiale della narrazione. La ripetizione della frase "Mi dispiace non posso far nulla" crea un ritmo incalzante, sottolineando l'impotenza del narratore di fronte a una situazione che gli sfugge di mano. L'uso di versi brevi contribuisce a enfatizzare l'immediatezza delle riflessioni.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni come "bolletta paga la banca con i miei soldi" e "banca è di fiducia anche se i soldi son miei" crea un ritmo cadenzato che riflette il flusso monotono delle transazioni finanziarie. L'alliterazione in "bolletta dalla banca pagata" aggiunge un tocco di musicalità e collega concetti chiave nella poesia.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema di rime tradizionale, enfatizzando la sua natura più prosastica. Questa scelta potrebbe essere intenzionale per sottolineare l'aspetto diretto e pragmatico del tema trattato.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore gioca con il concetto di fiducia nei confronti della banca, rappresentandola come un'amica che, in realtà, deruba il narratore senza che egli se ne accorga. Questo richiama alla riflessione sulle dinamiche complesse tra individui e istituzioni finanziarie nella società moderna. La data e l'orario inseriti alla fine forniscono un contesto temporale preciso, suggerendo forse una riflessione immediata sull'esperienza descritta.

 
In conclusione, la poesia di Giannuzzo offre una critica sociale sottolineando la sottomissione dell'individuo alle istituzioni finanziarie. La sua scelta di uno stile poetico semplice e diretto, unita a riflessioni filologiche sulla fiducia e sull'ignoranza del narratore, crea un'opera che invita alla riflessione sulla complessità delle relazioni finanziarie nella vita quotidiana.

 
*   "Noi e il tempo" di Fausto Beretta esplora il rapporto tra gli individui e il tempo, focalizzandosi sulla persistenza delle memorie e dei legami affettivi nonostante l'invecchiamento. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta uno stile delicato e riflessivo. L'immagine del tempo che "gioca a ricamare" evoca una sensazione di creazione artistica, suggerendo che le esperienze vissute siano preziose e intrise di significato. L'uso di espressioni come "volte amici / negli angoli della mente" suggerisce un'immortalità emotiva, in contrasto con la realtà fisica dell'invecchiamento.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni morbidi e armoniosi, come in "tempo / sui nostri visi stanchi / gioca a ricamare," crea un ritmo che rispecchia la delicatezza del tema trattato. La cadenza dolce contribuisce a enfatizzare la connessione tra i protagonisti e il tempo che passa.

 
>Rime:
La poesia presenta rime consonanti e assonanti, contribuendo a creare una musicalità sottile e appassionata. Ad esempio, la rima tra "storie" e "memorie" connette i concetti di esperienze vissute e ricordi indelebili.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore utilizza il tempo come elemento centrale della riflessione, suggerendo che le storie e i volti, seppur siano segnati dall'invecchiamento, rimarranno giovani nella memoria. La scelta di termini come "gelosamente protetti" indica un attaccamento affettivo e un desiderio di preservare le memorie care.

 
Inoltre, l'idea che questi volti e storie accompagneranno nel "più difficile cammino" suggerisce una presenza costante e di sostegno nelle sfide della vita. La menzione della memoria che alla fine non sarà più con noi evoca una riflessione sulla fragilità e transitorietà della vita.

 
In conclusione, "Noi e il tempo" di Fausto Beretta è una poesia che celebra l'eternità degli affetti e delle memorie nonostante l'inevitabile avanzare del tempo. La sua maestria nell'utilizzo di suoni armoniosi, immagini evocative e un linguaggio filosofico crea un'opera che invita il lettore a contemplare la bellezza e la complessità del legame tra noi e il tempo.

 
*   "Estaciones clavadas en la pared" di Marino Spadavecchia offre una prospettiva evocativa e penetrante attraverso l'uso di immagini audaci e il linguaggio poetico. In questa recensione, esaminerò gli aspetti tecnici della poesia, inclusi la tecnica poetica, i fonemi, le rime e gli aspetti filologici, considerando anche la traduzione dall'originale spagnolo da me curata.

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica vibrante e intensa. L'immagine delle "Estaciones clavadas en la pared" suggerisce un'immobilità, una fissità delle stagioni che potrebbe rappresentare la staticità delle sofferenze passate. L'uso di immagini come "Duraznos dulces en remojo" e "espejos opacos" offre un contrasto tra dolcezza e opacità, creando un'atmosfera ricca di sfumature.

 
>Fonemi e Ritmo:
La poesia presenta una musicalità evidente attraverso l'uso di suoni consonantici e vocalici. La ripetizione della consonante "d" in "Duraznos dulces en remojo" crea una melodia dolce e lenta, mentre la variabilità dei fonemi riflette la gamma di emozioni evocate.

 
Rime:
Le rime in questa poesia appaiono libere, non seguendo uno schema fisso. Tuttavia, la somiglianza sonora tra "amaranto" e "espantapájaros traumatado" aggiunge un legame sottile tra concetti diversi, accentuando il carattere poetico.

 
Aspetti Filologici:
L'immagine delle "Estaciones clavadas en la pared" potrebbe richiamare aspetti simbolici, indicando un'immobilità concettuale o una ciclicità persistente. La menzione di "cosas perdidas por casualidad" suggerisce il tema della casualità nelle vicissitudini della vita.

 
La traduzione in italiano spero abbia preservato il significato e il tono poetico dell'originale spagnolo. Tuttavia, è importante notare che alcune sfumature linguistiche potrebbero essere perse durante il processo di traduzione e, di questo, chiedo perdono al mio "magister ludi" sempre brillante nella sua vena poetica così immaginifica e surreale. Vena prolifica che, mi sia consentito dirlo senza alcuna meschina piaggeria, ha contagiato anche il mio personale modo di interpretare la potenza poetica grazie al lavoro "metabolico" dovuto alla cura delle traduzioni di ogni sua poesia.

 
In conclusione, la poesia di Marino Spadavecchia affascina attraverso la sua forza immaginativa e l'uso attento della lingua. L'autore crea una visione intensa delle stazioni della vita, delle perdite e delle speranze, avvolta in un linguaggio che attinge alla potenza delle immagini. La poesia invita il lettore a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell'esistenza.

 
*   "Ritorni istintivi" di Bruno Amore offre un'immersione suggestiva attraverso l'uso attento di immagini, suoni e riflessioni personali. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica raffinata per trasmettere l'atmosfera del ritorno nella cattedrale. La descrizione dei "passi brevi silenziosi" e del "tocco felpato sul pavimento a scacchi" crea una sensazione di solennità e reverenza. L'immagine della cattedrale e del sacrista aggiunge un elemento di ritualità e tradizione.

 
*Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni consonantici come la "s" nei "passi brevi silenziosi" contribuisce a creare un ritmo delicato e armonioso, riflettendo la quiete e la serietà del luogo descritto. L'uso di assonanze, come in "mormorio della preghiera," aggiunge un tocco di musicalità.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema fisso di rime, ma piuttosto si concentra sulla fluidità e sulla sonorità delle parole. L'assenza di una struttura rima tradizionale potrebbe essere intenzionale per mantenere la spontaneità e l'autenticità del ritorno descritto.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso del termine "avellano" richiama forti connotazioni simboliche, poiché è spesso associato a significati mitici e protettivi. Questo potrebbe suggerire un legame profondo e personale con l'albero, evocando la continuità tra passato e presente.

 
La menzione della "panca antica e lisa" che accoglieva la madre aggiunge un elemento di nostalgia e tradizione familiare. Il sacrista che accoglie con un sorriso e la citazione di "bentornato" aggiungono un tocco di umanità e familiarità alla scena.

 
In conclusione, "Ritorni istintivi" di Amore Bruno è una poesia che offre una delicata esplorazione emotiva attraverso un ritorno simbolico. L'uso abile di suoni, immagini e riflessioni personali crea un'atmosfera evocativa che invita il lettore a riflettere sul significato profondo dei ritorni e sulla connessione con il passato.

 
*   "Testardo" di Aurelio Zucchi è una meditazione profonda sull'incedere inesorabile del tempo e sull'ostinazione nel perseguire la vita nonostante le incertezze. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica che si basa sull'uso efficace di immagini e metafore. La personificazione del tempo attraverso l'analogia con il "sole delle mie primavere" crea un'immagine potente. L'uso di similitudini, come "al pari del moto d'assiduo ruscello," accentua la continuità e la forza del fluire temporale.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di suoni consonantici e vocalici contribuisce a creare un ritmo incalzante e fluido. La ripetizione della "r" in "prato senza confini" e "strambo, per ritrovare" aggiunge un tocco melodico alla poesia. L'alternanza tra suoni dolci e duri riflette il contrasto tra elementi come fiori e onde, sottolineando la dualità della vita.

 
>Rime:
La struttura delle rime segue uno schema libero, fornendo libertà espressiva. L'assonanza tra parole come "rischiare" e "cascata" crea una sottile armonia fonetica che lega concetti e immagini.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine della barba bianca e del cappello di carta cobalto aggiunge un elemento di caratterizzazione del poeta nel tempo. La menzione di un "prato senza confini" potrebbe richiamare aspetti simbolici, suggerendo la ricerca di una vita senza limiti.

 
In conclusione, "Testardo" è una poesia che cattura la complessità delle esperienze umane in un contesto temporale. L'uso di immagini vivide, la riflessione sulla natura ostinata della vita e la ricerca dell'equilibrio perduto creano un'opera che invita il lettore a contemplare la bellezza e la sfida di percorrere il sentiero della vita con determinazione.

 
*   "Tanka" di Laura Lapietra è un esempio raffinato di questa forma poetica giapponese, caratterizzata da brevità ed essenzialità. 

 
>Tecnica Poetica:
Il Tanka è tradizionalmente composto da cinque versi con una struttura sillabica di 5-7-5-7-7. L'autrice segue questa struttura alla perfezione, dimostrando una padronanza della forma. L'uso di un singolo, ma potente, motivo - la "nera gondola" - contribuisce alla focalizzazione e alla chiarezza tematica.

 
>Fonemi e Ritmo:
La brevità del Tanka richiede un'attenzione particolare al ritmo e ai fonemi. L'uso di parole come "piove," "gondola," e "fluisce" crea una cadenza melodica che si adatta al ritmo della pioggia e dei canali veneziani. La ripetizione della "o" in "piove" e "gondola" aggiunge una nota di armonia.

 
>Rime:
Nel Tanka tradizionale, non c'è una struttura rima specifica, ma l'armonia tra le parole può creare un effetto simile. In questo caso, la consonanza tra le parole "noi" e "amore" contribuisce a unire il tema della pioggia e della gondola all'esperienza umana dell'amore.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine della "nera gondola" è carica di simbolismo, evocando il carattere unico di Venezia, la sua storia e l'atmosfera romantica. La pioggia che cade "senza riparo" suggerisce una vulnerabilità e una connessione con l'ambiente circostante.

 
La menzione del "grembo di Venezia" è particolarmente evocativa, trasmettendo un senso di appartenenza e intimità con la città. La "febbre d'amore" fluisce attraverso Venezia, suggerendo un'atmosfera appassionata e quasi malinconica.

 
In conclusione, il Tanka di Laura Lapietra offre una visione intensa e evocativa di Venezia attraverso una composizione poetica che rispetta le tradizioni della forma giapponese. La sua abilità nell'incorporare immagini suggestive, un ritmo melodico e un simbolismo ricco contribuisce a creare una poesia che invita il lettore a immergersi nelle atmosfere uniche e suggestive di questa città lagunare.

 
"Ficarazzi" di Salvatore Armando Santoro è un incantevole sonetto che cattura con nostalgia un tempo ormai passato e celebra la bellezza di gesti semplici e genuini e lo fa egregiamente usando ricordi della lingua natìa, il siciliano. 

 
>Tecnica Poetica:
Il poeta utilizza la forma del sonetto, dimostrando una padronanza della struttura classica. La divisione in quartine e terzine contribuisce a organizzare i pensieri in modo armonioso. L'uso di espressioni come "l'urlo antico" e "primi fiori sulle pale a maggio" evoca un'atmosfera di ricordi vividi e palpabili.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di fonemi come la "i" nelle parole "Ficarazzi" e "assaggio" contribuisce a una melodia piacevole e ben modulata. La scelta di parole dalle sonorità morbide e armoniche, come "fico," "amico," e "coraggio," crea un ritmo dolce e incantevole che si sposa bene con il tema nostalgico della poesia.

 
>Rime:
Il sonetto segue uno schema rima tradizionale ABBA ABBA CDC DCD. La scelta di rime baciata, incrociata e alternate aggiunge varietà e un tocco di maestria alla composizione. La rima "assaggio" e "non assaggio" crea un contrasto significativo che sottolinea il cambiamento nel tempo.

 
>Aspetti Filologici:
Il termine "Ficarazzi" potrebbe avere significati molteplici, richiamando sia il frutto del fico d'india che elementi culturali regionali. La poesia sembra celebrare e rimpiangere un passato più semplice e autentico, dove il contadino e la sua abilità nel maneggiare i frutti spinosi erano apprezzati.

 
La citazione dialettale, "Curriti figghioli, deci 'na lira / 'na ficarazza deci 'ndi tira," aggiunge un tocco di autenticità e localizzazione culturale, integrando la lingua siciliana nel contesto poetico.

 
In conclusione, "Ficarazzi" è una poesia che, attraverso la sua tecnica ben costruita e l'evocazione di un passato nostalgico, riesce a trasmettere una profonda connessione con le tradizioni e le esperienze di un tempo ormai passato. La sua bellezza risiede nella capacità di catturare l'essenza di un'epoca e di portare il lettore in un viaggio emotivo attraverso la memoria del poeta.

 
*   "È quest’ora un uovo trasparente" di Maria Benedetta Cerro offre una visione poetica intrigante e profonda. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autrice adotta una tecnica poetica sottile e ricercata. L'immagine dell'uovo trasparente e del nido leggibile sui rami crea un'atmosfera misteriosa e simbolica. La descrizione dell'aria "oppressa e bianca" contribuisce a trasmettere una sensazione di staticità e quiete.

 
>Fonemi e Ritmo:
L'uso di fonemi come la "t" nelle parole "trasparente" e "atto" e la ripetizione della "a" in "un uovo trasparente" contribuiscono a creare una sonorità delicata e contemplativa. Il ritmo è ben modulato, seguendo il fluire del pensiero e la quiete descritta nella poesia.

 
>Rime:
La poesia presenta una struttura che sembra libera dalle rime tradizionali. Tuttavia, l'assonanza tra parole come "trasparente" e "stanca" e la consonanza tra "oppressa" e "bianca" aggiungono un tocco di armonia e coesione fonetica.

 
>Aspetti Filologici:
Il concetto che il colore non esista potrebbe richiamare a considerazioni filosofiche o metafisiche sulla percezione della realtà. L'immagine dell'anima stanca che "ha spento un uragano" aggiunge un elemento di forza e lotta interiore.

 
La metafora dell'anima come "un tuorlo in attesa della piuma" è particolarmente potente, suggerendo un senso di transizione, di potenziale crescita o cambiamento. Il richiamo a "Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento" suggerisce un contesto più ampio o un processo di scoperta.

 
In conclusione, la poesia di Maria Benedetta Cerro è un'esplorazione delicata e ricca di simbolismo. La sua abilità nell'uso di immagini suggestive e la profondità dei temi trattati contribuiscono a creare un lavoro che invita il lettore a riflettere sulla natura della realtà, dell'anima e del tempo.

 
*    "Lascio che il corpo valichi" di Enrico Tartagniè un viaggio lirico attraverso la transizione dalla vita alla morte, permeato da immagini poetiche e riflessioni filosofiche. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore adotta una tecnica poetica sperimentale, esplorando l'ambito della metafisica e della trascendenza. L'uso di espressioni come "metasogno" e "occaso estremo" crea un'atmosfera eterea e evocativa. La poesia si sviluppa attraverso un fluire di immagini, senza seguire una struttura metrica tradizionale.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è fluido, riflettendo il tema della transizione e della metamorfosi. L'uso di fonemi morbidi e consonanti dure, come in "Lascio che il corpo valichi," contribuisce a creare un effetto armonioso e coinvolgente. La ripetizione della "s" in "spengo" e "si spengono" aggiunge un tocco di serenità.

 
>Rime:
La poesia sembra seguire uno schema libero e non convenzionale, privilegiando l'esplorazione tematica rispetto a una struttura rima formale. La mancanza di una rima tradizionale contribuisce alla sensazione di libertà espressiva, consentendo al poeta di esprimere il concetto di continuità senza limitazioni.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso di termini come "metasogno" suggerisce una dimensione al di là del sogno, un concetto che può richiamare pensieri sulla vita dopo la morte o sulla transizione dell'anima. La menzione di "cieli e terre nuove" evoca un senso di rinascita e rinnovamento.

 
La distribuzione di "chicchi di grano in semine dispersi tra le dune nere dei deserti" è ricca di simbolismo, rappresentando un atto di speranza e creazione anche in luoghi aridi e desolati. La poesia sembra abbracciare un'ottica cosmica, ritraendo il poeta come parte integrante dell'universo.

 
In conclusione, la poesia di Enrico Tartagni è una meditazione profonda sulla vita, la morte e la continuità dell'esistenza. La sua scelta di esplorare la sfera della trascendenza attraverso immagini suggestive e linguaggio evocativo crea un'esperienza poetica che invita il lettore a riflettere sulla natura dell'esistenza e della transizione.

 
 "Attesa" di Marco Cabassi è un'opera che si distingue per la sua brevità e intensità emotiva. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore si avvale di una tecnica poetica minimalista, utilizzando poche parole per evocare un'atmosfera densa di significato. La scelta di focalizzarsi sull'"infinita malinconia" suggerisce una profondità emotiva che permea l'intera poesia.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è lento e contemplativo, riflettendo l'atteggiamento dell'attesa. L'uso di fonemi morbidi, come la "l" in "malinconia," contribuisce a creare una sonorità dolce e malinconica, che si adatta al tono generale del testo.

 
>Rime:
La poesia non segue uno schema rima tradizionale, ma piuttosto si concentra su una connessione più profonda tra le parole. La mancanza di rime accentua l'atmosfera di solitudine e attesa, conferendo alla poesia un tono più meditativo.

 
>Aspetti Filologici:
La scelta del termine "infinita malinconia" è particolarmente suggestiva, suggerendo una condizione emotiva pervasiva e senza fine. L'idea di un bacio tra i silenzi indifferenti accresce la complessità emotiva, unendo l'intimità e la tristezza.

 
L'assenza di dettagli specifici sull'oggetto dell'attesa permette al lettore di proiettare le proprie esperienze e interpretazioni nella poesia. Questa ambiguità può essere vista come un invito alla riflessione personale, rendendo la poesia più universale.

 
In conclusione, "Attesa" di Marco Cabassi è un esempio di come la brevità e la semplicità delle parole possano essere potenti mezzi espressivi. La poesia cattura l'essenza dell'attesa, tracciando un sentiero emotivo attraverso l'uso mirato di parole e suoni, invitando il lettore a immergersi nell'emozione silenziosa che permea il testo.

 
 "Un ragno tesse" di Felice Serino, tratta da "La vita immaginata" del 2022, è un'affascinante esplorazione della vita e delle sue sfaccettature oscure. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica suggestiva, in particolare attraverso l'uso di metafore evocative. L'immagine di un ragno che tesse una tela di versi è potente, rappresentando la creazione poetica come un processo intricato e talvolta fragile.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è composto, riflettendo il fluire della vita. L'uso di fonemi come la "t" in "tesse" e "tela" contribuisce a creare un ritmo incalzante e persistente, sottolineando la persistenza del processo creativo.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime abbastanza libero. La rima tra "tesse" e "tela" crea una connessione sonora significativa, evidenziando la centralità del processo creativo nel tessere della vita.

 
>Aspetti Filologici:
L'immagine dell'ombra di una serpe che agita il sonno aggiunge una dimensione oscura e misteriosa alla poesia. Questo potrebbe simboleggiare gli aspetti più profondi e inquietanti della vita, forse le sfide che accompagnano il percorso esistenziale.

 
Il concetto di "sudore di sangue emotivo" è particolarmente incisivo, connettendo le emozioni intense e viscerali alla creazione poetica. Questa immagine evoca la passione, l'angoscia e l'energia investite nella composizione poetica.

 
In conclusione, "Un ragno tesse" di Felice Serino è una poesia ricca di simbolismo e potenza emotiva. La sua capacità di trasmettere la complessità della vita attraverso immagini poetiche distinte, insieme a una scelta linguistica precisa, la rende un'opera che invita il lettore a riflettere sulla natura intricata e spesso imprevedibile dell'esistenza.

 
 "Terra Santa" di Alessio Romanini è una vibrante espressione che, attraverso l'uso di immagini potenti, riflette sulla tragica realtà di conflitti e sofferenze in Terra Santa. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica forte, enfatizzando il contrasto tra la bellezza naturale del mattino d'autunno e l'orrore della guerra. L'immagine dell'empireo fulgente di stelle offre uno sfondo suggestivo, creando un forte impatto emotivo.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è marcato, riflettendo la drammaticità della situazione. L'uso di fonemi come la "r" in "mattino" e "guerra" contribuisce a creare una sonorità che evoca la cruda realtà dei conflitti.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime tradizionale. Le rime, come "autunno" e "campestri", contribuiscono alla musicalità del testo, creando un equilibrio armonico che amplifica l'effetto emotivo.

 
>Aspetti Filologici:
L'autore esprime il dolore attraverso l'uso di immagini viscerali come l'odore della morte fra le macerie. L'associazione tra le lacrime dei bambini, donne e vecchi e il sangue e la polvere di odio crea un impatto emotivo profondo, evidenziando il costo umano dei conflitti.

 
L'uso della frase "Terra Santa" assume un significato ironico, poiché suggerisce un luogo sacro e allo stesso tempo è teatro di violenze. La scelta di mettere in evidenza la comune bellezza celeste tra Israele e Gaza sottolinea la tragicità del conflitto che coinvolge un territorio carico di storia e spiritualità.

 
In conclusione, "Terra Santa" di Alessio Romanini è una poesia che, attraverso la sua potente immaginazione e forza espressiva, ci invita a riflettere sulla fragilità della pace e sulla tragedia umana in uno dei luoghi più simbolici del mondo.

 
*   La poesia "d’acciaio per uno spirito audace" di Jacqueline Miu è un inno alla forza resiliente dell'anima in contrasto con le avversità della vita. Ecco una dettagliata analisi degli aspetti tecnici della poesia, considerando la tecnica poetica, i fonemi, le rime e gli aspetti filologici.

 
>Tecnica Poetica:
L'autrice adotta una tecnica poetica potente, giocando con l'immaginazione e l'espressione ardente. L'uso di "d’acciaio per uno spirito audace" crea un'immagine di resistenza e coraggio, ponendo il tono per la narrazione epica delle lotte personali.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo è incalzante, sottolineando il senso di determinazione e perseveranza. L'uso di fonemi come la "r" in "spirito" e "ardace" contribuisce a una sonorità che rafforza la forza espressa nella poesia.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime libero, che si adatta bene alla natura audace del suo contenuto. Le rime, come "battaglia" e "innocente," emergono naturalmente, amplificando il potere dell'espressione poetica.

 
>Aspetti Filologici:
L'autrice invoca l'immagine delle ferite come cronisti delle battaglie vissute, dando loro il potere di cantare di guerre e lotte interiori. L'uso di "Inferi chiamati Eden" offre una critica tagliente, collegando la sofferenza personale a concezioni distorte di giustizia.

 
Il riferimento alla fenice suggerisce un ciclo di rinascita attraverso la sofferenza, enfatizzando la resilienza e la capacità di elevarsi dalle ceneri delle avversità.

 
La distinzione tra essere "bruciato" ma non gli "ideali" aggiunge un elemento di sfida e resistenza, suggerendo che, nonostante le difficoltà, l'integrità e i principi rimangono intatti.

 
In conclusione, "d’acciaio per uno spirito audace" di Jacqueline Miu è una poesia che unisce forza, determinazione e una visione critica della società. La sua espressione potente, insieme all'uso efficace di immagini e suoni, trasmette un messaggio di resistenza e speranza, rendendola un'opera poetica che si distingue per il suo impatto e la sua profondità.

 
*   "Guerra a pezzi" di Carlo Chionne offre una riflessione pungente sulla natura delle guerre moderne e sulla complicità dei governanti nel perpetuarle. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica diretta e colloquiale per comunicare il suo messaggio in modo efficace. La poesia adotta uno stile semplice e diretto, creando un'atmosfera di conversazione che coinvolge il lettore.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è fluido e scorrevole, facilitando la sua lettura. L'uso di fonemi come la "r" in "guerra" e "pezzi" contribuisce a mantenere un ritmo regolare, enfatizzando il tono conversazionale.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime abbastanza regolare. Le rime, come "ascolta" e "noi," contribuiscono a creare un senso di coesione e continuità nel testo, sottolineando il ritmo della conversazione.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso dell'espressione "guerra a pezzi" suggerisce un'analisi critica della frammentazione e della disgregazione dei conflitti moderni. Questa metafora evoca l'idea di una guerra spezzettata, frammentata in diverse componenti, forse simboleggiando conflitti localizzati o aspetti specifici di guerre più ampie.

 
La critica ai governanti che "vendono le armi" suggerisce una riflessione sulla complicità dei leader nel mantenere la macchina bellica funzionante per interessi economici. L'ironia di "bravi tutti quanti" accentua la sarcasmo nei confronti di un sistema che sembra favorire il business delle armi.

 
In conclusione, "Guerra a pezzi" è una poesia che sfida con acume la natura delle guerre contemporanee, mettendo in discussione la logica di conflitti frammentati e il ruolo dei governanti nella perpetuazione della violenza. L'uso di una scrittura semplice ma incisiva rende la poesia accessibile e potente nel trasmettere un messaggio di critica sociale.

 
*   "Pescare dipinti" di Francesco Soldini è una delicata celebrazione della bellezza della città di Lugano, intrecciando colori e stagioni con una raffinata maestria poetica. 

 
>Tecnica Poetica:
L'autore utilizza una tecnica poetica che evoca immagini visive vivide. L'uso di metafore come "pescare dipinti" crea un'immagine suggestiva di catturare la bellezza visiva della città attraverso le parole.

 
>Fonemi e Ritmo:
Il ritmo della poesia è armonioso e melodico, riflettendo la serenità e la bellezza descritte nel testo. L'uso di fonemi come la "r" in "arrossati" e "armonia" contribuisce a una sonorità fluida che enfatizza il tono contemplativo della poesia.

 
>Rime:
La poesia segue uno schema di rime regolare, contribuendo a mantenere una struttura armonica. Le rime, come "autunno" e "sorridono," creano una connessione naturale tra le diverse parti del testo, contribuendo alla coesione del poema.

 
>Aspetti Filologici:
L'uso di "della città giardino" evoca un'immagine poetica di Lugano come una città ricca di natura e verde, un giardino in sé. La menzione degli "alberi arrossati" aggiunge una sfumatura autunnale, con i colori che narrano delle diverse stagioni.

 
La sottolineatura della poesia sublimata dagli affanni e illuminata dall'armonia suggerisce una profondità emotiva che si sposa con la bellezza estetica della città.

 
In conclusione, "Pescare dipinti" è una poesia che, con maestria, cattura la bellezza di Lugano attraverso una combinazione di immagini vivide e linguaggio poetico. La sua delicatezza e raffinatezza la rendono un'ode alla città, celebrandola attraverso l'arte della parola.

 
Con immenso affetto e stima per ogni poeta di questo azzurro sito, in primis, al nostro caro Lorenzo.
Vostro, pur sempre vostro e, ad ogni costo...
Ben Tartamo!!!

 

 

 

Gentile Miu
Grazie per le tue parole.


E con umiltà, è anche merito
Delle tue poesie sempre attuali e di tutti
I grandi poeti che ogni volta posso apprezzare nel meraviglioso azzurro!
Alessio Romanini

 

 

"I bambini di Gaza"

Una poesia di condanna a una ennesima “inutile guerra”, dove le vittime non sono stati soldati ma i bambini. L’unico bene dell’umanità che oggi i nostri politici proteggono “a parole” e tutta sta filosofia dilaga tra altri politici che non risolvono le morti degli innocenti. a cosa servono i politici post-mortem? Condivisibile l’opinione dell’ottimo poeta che mostra la natura cruda della violenza umana. Chissà quale Dio bisognerebbe pregare per risparmiare almeno i bambini – a chi indirizzare preghiere per risparmiare permanentemente i germogli della nostra vita? In altro caso – punire come si deve chi usa la violenza in questo modo perché alla fine alcuno paga e la coscienza trova serenità sul cuscino… e tutti i bambini morti durante tutte le guerre saranno dimenticati. Plausi e lacrime per le ceneri… Giusta dura opinione in questo componimento.

 

23/10/2023

Cristiano Berni

 

 

Ho scritto una lettera per te

 

Ti ho scritto perché l’amore

        trova più spazio

            nel silenzio

L’amore che si allontana proprio per dimostrare la propria forza. I sentimenti del poeta, scritti in una lettera che giustificherà tale distacco. Una sensibile ventata di romanticismo che non appesantisce mai la lettura.

 

Franco Fronzoli

 

 

Ossa

Ho raccolto le più piccole ossa

ancora calde e vischiose

dalla tua pira ancora fumante.

Madre

Amore materno e La sacralità del fiume Gange. Nella cultura indiana il fiume ha una funzione oscillatoria: benedetta, purificante, personificazione celestiale. Grazie al nostro Talent Scout per eccellenza Nino Muzzi che ci fortifica le arterie letterarie con letture squisitamente nuove e preziose.

 

Shikhandin                Traduzione di Nino Muzzi

 

 

Luce...

Una piccola perla luminosa, questa eccellente poesia di Flora Fazzari. seguendo una scia di luce, scopriamo di brillare ed è magico. Brava l’autrice.

Flora Fazzari

 

 

Mi dispiace non posso far nulla

Plausi a Marino Giannuzzo per questo “gioiello realistico” che colpisce un poco tutti noi e di cui ne condivido pienamente il pensiero. Verità nuda e cruda in cui eccelle solo il male della delega e il virtuoso autore.

 

Alcamo, 18.03.2023 ore 2,30.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

Noi e il tempo

Una memoria nel nostro “io” che mantiene giovani i nostri volti, quelli dei nostri cari, degli amici ma soprattutto le memorie. Una positività che incuba efficacemente nel lettore.

Fausto Beretta

 

 

Stazioni inchiodate nel muro

Ermetica e molto densa di personalità, questa splendida poesia di Marino Spadavecchia.

La chiusa è un gioiello d'altri tempi. Complimenti.

Uno spaventapasseri traumatizzato

che aspetta che il sole tramonti

per coprire il suo dolore.

Chi vuole iscriversi?

Marino Spadavecchia 2023

 

 

Ritorni istintivi

Passi da cattedrale – sono parole ardite, forti e museali meritevoli di plausi ma sarebbe poco … incanta e deterge quel posto che ha un prezioso ricordo per il poeta e così applaudo a un finale che vorrei avere scritto io. L’interrogatorio sulla paura mi affascina. Non sarebbero minimamente interessanti risposte o dialoghi, ma quanto è potente questo verso?

 

un ritorno ancestrale

che m’interroga sulla mia paura o

sulla mia voglia di pace

amore bruno [br1]

 

 

Testardo

Sarà sempre giovane quest’alba che accompagna la vita dell’autore Aurelio Zucchi. Standing ovation e lancio di petardi per l’ultima strofa. Il fragile equilibrio è la cosa che ci accompagna da tutta la vita, le scelte, i bivi… tutte forze che il poeta non vuole solo contemplare ma ritrovare.

 

Lunga sarà mia barba bianca,

in testa un cappello di carta cobalto,

e via, acrobata strambo, per ritrovare

l'antico equilibrio smarrito.

 

*

Stesura del 18/10/2023

Aurelio Zucchi

 

 

Tanka

Il tanka (短歌, letteralmente, in giapponese, "poesia breve") e la poetessa Laura Lapietra ci “inganna” con una splendida poesia che abbraccia Venezia sotto le piogge e quella febbre d’amore (di cui tutti vorremmo essere contagiati). Complimenti all’autrice.

©Laura Lapietra

 

 

È quest’ora un uovo trasparente

– un nido persino vi si legge

                  sui rami più alti in lontananza –

In realtà il colore non esiste.

Niente si muove nell’aria oppressa e bianca.

           Così è l’anima stanca

che di notte ha spento un uragano

                  ed ora se ne sta nel corpo

come un tuorlo in attesa della piuma.

 

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

 

Pensierini

Partiamo dal titolo – pensieri, ovvero qualcosa di leggero ma prezioso. Il ritmo però è quello di una poesia “di tanto peso” con gioielli come:

Già morto sento la sensibilità del pianto appena nato…

oppure

Lena m'imprimo dove adesso non c'è più il respiro del vento

Spargo chicchi di grano in semine dispersi tra le dune nere dei deserti

Per le acque e le terre che verranno

Perché sempre è così

Non ci sono rovi del male

Tintinnio di momenti preziosi

Tutto è fatto e compreso nell'universo

Solo piccoli pensieri che di paura si spengono

I grandi poemi hanno valori nascosti e subordinati non all’ordine di parole ma alla dispersione delle idee. Enrico Tartagni edifica e mostra una inappetenza al male che lo innalza in quelle retrovie della poetica da cui combatte per un futuro migliore. Plausiiiii.

enrico tartagni

 

 

Attesa

Riflessione romantica e malinconica. La metafisica del bacio in questa breve dell’ottimo Marco Cabassi.

Marco Cabassi  

 

 

Un ragno tesse

Mi ripeterei ma ne vale la pena – ma quanto sono ricche, intriganti, meravigliose e ben costruite le poesie di Felice Serino? I plausi oramai non sono più necessari – ogni componimento è parte di una tiara poetica. Da leggere, da comprendere e da rileggere con l’occhi puntato sulla scelte etimologica.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

 

Terra Santa

Alessio complimenti. Un componimento sulla realtà d’oggi ma con una maestria tua, nuova e soprattutto carica di argomenti. Elogio al poema.

 

Alessio Romanini 

 

 

Guerra a pezzi

Satira di governo e su una guerra uguale a tutte le guerre. La storia si ripete e Carlo Chionne ci dice: occhio, oggi son loro domani saremo noi!

 

Dei nostri governanti,

io non posso fidarmi:

son bravi tutti quanti

a…vendere … le armi”

Carlo Chionne

 

 

Pescare dipinti

Dal bellissimo giardino di Lugano all’inchiostro. Un affresco che ci affascina e ci trascina. Armonie senza tempo che invitano lo spirito a ritrovare il romanticismo perduto (io abito in Brianza in un posto termosifone senza verde e pieno di cemento – la natura me la sono creata sopra un terrazzo – come ti invidio).

 

Da "Poesie di un uomo di lago".

Francesco Soldini

 

 

Alla maniera del limerick

Immancabile questo gioiellino storico satirico che batte in loquacia le testate giornalistiche (vendute). Il liquame sopra la democrazia è il messaggio chiaro di un Governo produttore di “altri liquami). Vorrei sentire l’opinione altrui su questo poema… Il mio credo sia luminescente, voi che dite?

 

*Gioggia e Matteo

Piero Colonna Romano

 

Miu

 

Ma che bravi sono tutti i commentatori di questo sito ,bravi anche i poeti, di certo non poteva essere diversamente dal momento che chi lo conduce , lo regge e lo cura con generosità ed amore è una persona speciale, un vero poeta , grazie di cuore al nuovo commentatore Marino Spadavecchia che analizzando la poesia ,evidenziando il ritmo, la metrica, l'immagine, il tono , riesce a dare un'interpretazione soggettiva al testo ed esprimere un giudizio motivato tale da farla diventare un'opera poetica significativa ed affascinante e solo chi ama la poesia, ed è un poeta ,può scrivere così
Così come riescono a commentare anche Jacqueline Miu , Piero Colonna ,spiegando il significato della poesia e quello che il poeta vorrebbe esprimere , l’intenzione del pensiero dell’autore , bravi ,ma soprattutto per le vostre poesie che sono delle opere d’arte , riescono a trasmettere stati d'animo in maniera stupenda
grazie di cuore , siete grandi in tutto
Grazie Lorenzo, grazie a tutti
Antonia Scaligine
 

 

7-8-9 Novembre

* "E nel respiro del mondo" di Ben Tartamo è un'opera che esprime un profondo senso di connessione tra l'essere umano e la natura, tra la vita e la morte. Il poeta utilizza l'immagine di morire in un tramonto per risorgere nell'alba come una metafora potente per la ciclicità della vita e della natura stessa. Questa idea di rinascita è celebrata come una magnifica danza che unisce l'umanità all'infinito del cielo e alla concretezza del mare.


Il poema evoca un senso di meraviglia di fronte alla grandezza della natura e all'amore che la permea. Il "respiro del mondo" rappresenta una sorta di connessione spirituale con la natura stessa, e questo legame profondo è descritto come qualcosa che fa impazzire il poeta, ma in un modo positivo, come la luna, il mare e il vento in primavera. Questo "incomprendibile Amore" che dona vita per morire ancora e ancora sottolinea l'idea che la morte e la rinascita fanno parte del ciclo inevitabile della vita.

 
La poesia offre un'immagine poetica e suggestiva della relazione tra l'umanità e il mondo naturale, invitando il lettore a riflettere sulla bellezza e la misteriosa armonia della vita e della morte. Ben Tartamo riesce a catturare l'essenza della natura e dell'amore in modo coinvolgente e toccante attraverso la sua scrittura.

 
Da un punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue uno schema metrico regolare, con versi di uguale lunghezza e una struttura ritmica coerente. Questo conferisce alla poesia un ritmo melodico che richiama la sensazione di una danza, enfatizzando il tema della rinascita.

 
2. Tipologia: La poesia può essere classificata come lirica, poiché esprime sentimenti personali e riflessioni interiori dell'autore su temi universali come la morte e la rinascita.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza immagini poetiche legate alla natura, come il tramonto, l'alba, il cielo, il mare e il vento, per creare un'atmosfera evocativa e suggestiva. Questi elementi sonori contribuiscono a creare un'immagine vivida della natura e del suo rapporto con l'umanità.

 
4. Rime: La poesia utilizza rime baciata, dove le parole alla fine dei versi si alternano in modo regolare. Questo schema di rime contribuisce alla musicalità del testo.
 

 
* "Nocta ardere" di Jacqueline Miu affronta il tema della dipartita e dell'amore in un modo enigmatico e profondo. Il poeta sembra esplorare l'idea di rimandare la separazione, ritardando il momento della partenza, ma pone una domanda cruciale: "che vorresti?" Questa domanda implica una riflessione sul significato e sulle priorità dell'amore divino o spirituale.

 
Il poeta usa immagini forti e evocative per rappresentare l'amore, sottolineando che non è un mare calmo, ma piuttosto un'esperienza tumultuosa. Il riferimento al fiore inerte durante un temporale e alla farfalla che viaggia sopra i vulcani suggerisce una bellezza fragile che può essere minacciata dalle forze della natura.

 
Il poema esplora il concetto di un sogno persistente e mutevole, che sembra non abbandonare mai il poeta. Chiudendo gli occhi e ascoltando le palpebre abbracciarsi, il poeta sperimenta una profonda intimità con se stesso, in un momento di tranquillità e riflessione.

 
La poesia si chiude con una risposta del cuore, che prende il coraggio di sussurrare, ma la risposta è "nulla". Questo finale è aperto a interpretazioni e potrebbe indicare una mancanza di parole per esprimere l'amore divino o una profonda quiete interiore.

 
In sintesi, è una poesia che richiede una riflessione attenta e invita il lettore a esplorare il significato dell'amore, della separazione e della comunicazione attraverso immagini e simbolismo ricchi di significato.

 
* "Risoluzione ONU sulla tregua umanitaria a Gaza" di Carlo Chionne è una breve e diretta riflessione sulla posizione dell'Italia e della Francia rispetto alla risoluzione ONU sulla tregua umanitaria a Gaza. La poesia utilizza una struttura semplice e chiara, con rime incrociate tra i versi e fonemi che si susseguono in modo fluido.

 
Dal punto di vista dei fonemi, la poesia segue una cadenza regolare, con una piacevole alternanza tra suoni "a" e "e" nei versi iniziali. Questo contribuisce a creare un ritmo uniforme e armonioso.

 
Le rime "astenuta" e "astuta", così come "dramma" e "Fiamma", collegano i concetti e aiutano a enfatizzare la posizione dell'Italia. Allo stesso modo, le rime "favore" e "cuore", oltre a "sana" e "americana", sottolineano il sostegno della Francia alla risoluzione ONU.

 
La poesia esprime una chiara opinione sulla questione, con l'Italia vista come astuta e legata a interessi politici interni, mentre la Francia viene lodata per la sua scelta favorevole, presentata come basata su intelligenza e compassione.

 
Complessivamente, la poesia è un breve commento politico espresso in modo efficace attraverso l'uso delle rime e dei fonemi per sottolineare le divergenze tra le due nazioni in merito a questa importante risoluzione ONU.

 
* "Come farò a far gioire il cuore?" di Antonia Scaligine è un potente e toccante resoconto delle emozioni e delle difficoltà legate alla guerra e al conflitto. Dal punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue un ritmo che si può definire libero, con versi di varie lunghezze e rime interne sparse. Questo contribuisce a creare un senso di naturalezza e spontaneità nel flusso delle parole, riflettendo l'incertezza e il caos della guerra.

 
2. Tipologia: La poesia sembra appartenere al genere della poesia lirica, in quanto esprime i sentimenti personali e le emozioni dell'autore rispetto a un tema doloroso e universale, come la guerra e la pace.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza suoni d'atmosfera come il vento che si leva, la pioggia, i fiumi che straripano per creare un'immagine vivida e suggestiva. Questi elementi sonori contribuiscono a immergere il lettore nella realtà descritta.

 
4. Rime: La poesia non segue uno schema fisso di rime, ma presenta alcune rime interne e assonanze occasionali, che aggiungono musicalità e profondità al testo.

 
Nel complesso, questa poesia offre una visione intensa e commovente delle emozioni umane di fronte alla guerra e alla sofferenza, con un'attenzione particolare al desiderio di pace. L'autore utilizza la poesia come mezzo per esprimere il suo dolore e la sua speranza, creando un'opera che invita il lettore a riflettere sulla complessità dei conflitti e sull'importanza della pace.

 
*  "Fiocchi di neve" di Sandra Greggio è un esempio di meraviglioso ermetismo poetico. Da un punto di vista tecnico, presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia è estremamente breve e composta da tre versi di una sola parola ciascuno. Non segue uno schema metrico regolare, ma piuttosto crea un ritmo molto lento e delicato. Il ritmo è essenzialmente libero, poiché ogni parola è un singolo verso.

 
2. Tipologia: Questa poesia può essere considerata come un esempio di "haiku" occidentale o "micropoesia", in quanto si concentra su una singola immagine o emozione in modo molto conciso. È una forma di espressione poetica che mira a catturare l'essenza di un momento o di un'idea in poche parole.

 
3. Fonemi e Suoni: La poesia è molto scarna dal punto di vista dei fonemi e dei suoni. La scelta delle parole è ridotta all'essenziale, creando un senso di delicatezza e semplicità.

 
4. Rime: Non sono presenti rime in questa poesia, il che è comune nelle forme poetiche minimaliste.

 
In sintesi, questa poesia offre un'immagine molto breve e immediata, catturando l'essenza di un momento o di un'emozione. Il minimalismo poetico qui utilizzato può essere interpretato come una rappresentazione della delicatezza e dell'effimero, simboleggiato dai fiocchi di neve, e della brevità del tempo, riflettendo il cuore nel petto di un fringuello.

 
*  La poesia "Nero gracchiare" di Alessio Romanini è una composizione che affronta temi di perdita, dolore e oblio. Da un punto di vista tecnico, la poesia presenta le seguenti caratteristiche:

 
1. Ritmo e Metrica: La poesia segue uno schema metrico regolare, con versi che alternano settenari e undicisillabi, creando un ritmo che si sviluppa in modo fluido e coerente. Questa struttura contribuisce a dare alla poesia una certa musicalità.

 
2. Tipologia: La poesia può essere classificata come una lirica, poiché esprime profonde emozioni personali e riflessioni interiori sull'esperienza umana.

 
3. Fonemi e Suoni: L'autore utilizza immagini evocative come "Nero gracchiare del rapace" per creare un'atmosfera di oscurità e dolore. L'uso del suono "gr" nelle parole "gracchiare" e "rapace" contribuisce a enfatizzare l'asprezza delle emozioni descritte.

 
4. Rime: La poesia presenta rime alternate (ABAB) nei versi secondi e quarti di ogni quartina, seguendo uno schema di rime regolare. Questo schema rima contribuisce a creare un senso di armonia nel testo.

 
"Nero gracchiare" di Alessio Romanini è una poesia che esplora il tema del dolore interiore e della perdita. L'autore utilizza una combinazione efficace di ritmo, metrica, immagini poetiche e rime per trasmettere l'angoscia e la tristezza legate alla questione trattata, creando un'opera che invita il lettore a riflettere sulle emozioni e sul significato della poesia stessa.

 
Con affetto e simpatia 
Vostro Rino Spadavecchia
San Cristobal - Táchira - Venezuela 

 

Vorrei ringraziare Miu, per i commenti alle mie poesie
Sei gentilissima e mi fai arrossire!
Mi fa piacere che avete notato la mia maturità
Artistica, devo ringraziare il mitico Azzurro dell’ottimo
Lorenzo, il quale mi ha fatto incontrare poeti fantastici
Da cui ho imparato molto!
Grazie Miu, sei una stupenda Persona e Poetessa.

Vorrei ringraziare anche i nuovi poeti che con impegno
Si destrano nei commenti, Marino Spadavecchia, anche
Tu mi hai fatto arrossire, i tuoi commenti mi hanno molto
Colpito, detti da un ottimo poeta come te!
Grazie di cuore.

Grazie anche a Ben Tartamo, altro grande poeta
Del mitico Azzurro.
Alessio Romanini

 

Bruciasse il mondo - Divina Jacqueline Miu! Grazie di questa meraviglia, modestamente condivisa.
ciao
amore bruno [br1]

 

Commenti Poesie pubblicate il 7-8-9 Novembre 2023

-"Il viaggio"-Felice Serino
L'opera poetica di Felice Serino, intitolata "Il viaggio", affonda le sue radici nelle profondità dell'anima umana, ridestando in noi antiche reminiscenze dell'epico viaggio di Odisseo. Con una maestria linguistica incomparabile, Serino ci trasporta attraverso i mari aperti dell'esistenza, in un peregrinare senza fine verso le sponde misteriose dell'io.

Il soma, così magnificamente definito come "l'imbarcazione dell'anima", diviene uno strumento di connessione tra l'individuo e l'infinito. La ricerca di significato e profondità che permea il poema si riflette nella nostra identificazione con i discendenti di Ulisse, simbolo iconico di coraggio e perseveranza. Siamo chiamati ad affrontare l'ignoto, intraprendendo un viaggio che incrocia il confine tra la nostra umanità e la trascendenza.

Il linguaggio utilizzato da Serino è un inno all'essenza dell'arte, in grado di elevare il nostro spirito verso dimensioni transcendentali. Le parole si fondono armoniosamente, guidando il lettore in un'espansione che sfugge alle limitazioni del tempo e dello spazio. Siamo invitati a immergerci nell'universo in cui l'armonia è sovrana, lasciandoci catturare dalla profonda bellezza che permea ogni cosa.

"Il viaggio" si rivela così una metafora complessa e profonda, che evoca il nostro costante bisogno di esplorazione e scoperta. L'opera ci sprona a porci domande sulla natura del nostro essere e sul nostro posto nell'ordine cosmico. Siamo invitati a rompere gli schemi convenzionali e ad abbracciare l'ignoto, per far crescere quella parte di noi che desidera ardente la verità.

In conclusione, la poesia di Felice Serino racchiude in sé un'aura enigmatica e potente. Il suo tocco lirico e sensibile ci guida verso un'esperienza umana universale, in cui l'arte diviene un faro per le nostre anime erranti. "Il viaggio" è un invito affascinante a superare i confini del tempo e dello spazio, immergendoci nel mistero insondabile della nostra stessa esistenza.

-"Quattro passi nel delirio" -Cristiano Berni
La poesia "Quattro passi nel delirio" di Cristiano Berni trasmette un vortice di emozioni profonde e struggenti attraverso una scelta di parole accattivanti e coinvolgenti. L'autore dimostra una notevole abilità nel dipingere quadri vividi nella mente del lettore, abbracciando temi universali come l'amore, la nostalgia, la paura e l'introspezione.

Nel primo passo, Berni dà voce ai vecchi amici, e con loro risuonano ironia e saggezza. Le linee evocano il suono delle onde e lo stormire delle fronde, trasportando il lettore in un luogo suggestivo e rassicurante. Il coraggio e il sangue diventano protagonisti, infrangendo le barriere della paura.

Nel secondo passo, l'autore esplora la caducità dell'amore e la vulnerabilità che lo accompagna. Berni parla del fuoco dell'amore, delle punte di una rosa pungente, e del suo sguardo sfidante. Il suo stile è vivace e intenso, catturando l'attenzione del lettore e invitandolo a riflettere sulla forza e sulla fragilità delle emozioni.

Il terzo passo si fa più oscuro e inquietante, con l'immagine di un ragno che spezza il sonno perfetto, ombre che si avvicinano e suoni fastidiosi nelle orecchie. Berni illustra il contrasto tra la quiete del silenzio e le turbolenze dell'anima, lasciando aperta la possibilità di una speranza futura.

Infine, il quarto passo si apre su un'atmosfera di libertà mista a malinconia. Il gatto lascia la strada, si bevono liquori per sollevare lo spirito e il cuore. L'autore evoca l'illusione del volo e la cruda realtà dell'esistenza, cercando conforto nell'ebbrezza e nell'oscurità dell'anima.

In sintesi, Berni crea un mondo poetico ricco di immagini evocative e di emozioni intense. La sua poesia riesce a comunicare la complessità dell'esistenza umana, mettendo in luce la bellezza che può sorgere anche nelle situazioni più difficili.

-Non farci caso se il tempo-Franco Fronzoli
Questa poesia di Franco Fronzoli si distingue per la sua abilità nel catturare l'essenza della vita e del tempo in pochi versi incisivi. L'autore ci invita a non preoccuparci degli effetti del tempo che lasciano tracce sul nostro volto, perché la vita è una successione di emozioni che non si limita al passato ma abbraccia anche il presente.

L'uso di immagini suggestive, come l'arcobaleno dopo la pioggia e il brillare delle stelle, evoca un senso di meraviglia e speranza di fronte alle sfide della vita. L'autore ci ricorda l'immortalità di gesti semplici come un bacio, un abbraccio e una lacrima, che continuano a vibrare con la stessa potenza indipendentemente dall'età.

La poesia è attraversata da un senso contrastante di gioia e dolore, che l'autore sottolinea come entità atemporali, non legate all'incedere del tempo nella clessidra. Questa continua alternanza di emozioni viene accompagnata dalla rassicurazione di attendere con serenità il nuovo giorno e il nuovo sole.

Il messaggio che emerge da questa poesia è di vivere pienamente e abbracciare tutto ciò che la vita ha da offrire, anche le sfide e le avversità. L'autore motiva il lettore a proseguire con determinazione il proprio cammino, raccogliendo le piccole gioie come gocce di pioggia e fiocchi di neve. Infine, viene suggerito di sorridere alla vita, di affrontare tempeste e scalare montagne, di riposare tra le foglie autunnali, simbolo di transizione e rinascita.

In sintesi, questa poesia di Franco Fronzoli ci offre un'analisi profonda e affascinante delle emozioni umane e del loro rapporto con il tempo. L'autore utilizza un linguaggio ricco di immagini evocative per invitare il lettore a vivere appieno il presente e a trovare bellezza anche nelle sfumature più sottili.

-"Schizzomanieclimaticofreneticalglobali"-Armando Bettozzi

Schizzomanieclimaticofreneticalglobali di Armando Bettozzi è un'opera che si distingue per la sua eloquenza e lirismo. L'autore mette in evidenza l'ansia e l'indignazione che molti provano di fronte al cambiamento climatico. Il suo uso delle parole è potente e ricco di emozione.

Attraverso un susseguirsi di versi, Bettozzi dipinge un quadro che descrive perfettamente la situazione attuale del mondo: l'arsura, il fuoco che divampa, il senso di impotenza di fronte a una catastrofe imminente. L'autore usa l'immagine di un lampo che cambia i moti naturali per sottolineare l'inevitabilità del cambiamento che il pianeta sta subendo.

Ma ciò che rende questa poesia ancora più affascinante è il suo sfondo critico. Bettozzi mette in luce l'ipocrisia e l'inganno che circondano la questione del cambiamento climatico. L'autore critica coloro che, pur di salvaguardare i propri interessi, fingono di non capire la gravità della situazione.

Nel suo stile unico e incisivo, Bettozzi solleva anche il problema dell'inerzia di fronte all'urgenza del problema. L'autore sottolinea che il mondo è in costante trasformazione e che non si ferma mai. Ci sfida a leggere i segni geologici che il pianeta ci offre, piuttosto che cadere nelle reti degli "imbrogliatori".

In conclusione, "Schizzomanieclimaticofreneticalglobali" è un'opera che colpisce per la sua potenza poetica e per la sua critica sociale. Armando Bettozzi riesce a trasformare un tema così serio in un'esperienza letteraria profonda ed emozionante. La sua poesia lascia un segno, invitandoci a riflettere sulle nostre azioni e sul nostro ruolo nella salvaguardia del nostro pianeta.

-Pandemia-Inés Pereira
Questa poesia è un potente dipinto dell'esperienza umana durante la pandemia. L'autrice dipinge un'immagine vivida degli effetti devastanti e oppressivi che la pandemia ha avuto sulla società e sulla natura stessa.

L'uso delle immagini dei cigni, dei delfini e del cervo all'inizio crea un contrasto affascinante con l'idea di un mondo apparentemente pacifico e sereno. Ma poi, gli elementi come il dolore, la morte e il fumo espesso emergono, accompagnando il senso di tristezza e angoscia che pervade questa poetica visione.

Il linguaggio usato è denso di emotività, con parole che esprimono un senso di solennità e delicatezza. La descrizione del "cristallo che ci separa" aggiunge una dimensione di vulnerabilità e isolamento, rafforzando l'immagine di una società in lento ma doloroso distanziamento.

L'ultima strofa, con la frase "L'ombra non riflette altro che ombre", suggella il senso di sospensione e ambiguità che permea l'intera poesia. Questa frase evoca una riflessione sulle conseguenze della pandemia e la possibilità che ci siamo persi lungo il cammino, riflettendo solo il nostro stesso dolore e paura invece di trovare una via di guarigione.

In conclusione, questa poesia è un'opera d'arte straordinaria che cattura l'anima dell'umanità durante la pandemia. L'autrice utilizza un linguaggio vibrante e immagini potenti per creare un ritratto viscerale e commovente delle conseguenze di questo periodo storico.

-"Autunno"-Maria Toriaco

La sua poesia "Autunno" è un delicato dipinto di parole che affresca con maestria l'animo della grigia città. La panchina vuota, pronta ad accogliere l'attesa di una novità imminente, si trasforma in un simbolo della solitudine che pervade l'atmosfera autunnale.

E poi, ahimè, il tuo sguardo assente, malinconico, si intrufola nella narrazione come una triste melodia che riecheggia nell'aria. Le foglie giallastre sparse come piccoli frammenti di ricordi perduti creano un ambiente in cui ritrovarsi a incamminarsi senza voltarsi, in un viaggio interiore che sa di rimpianto.

Ma ecco, improvviso e feroce, il gelido freddo che avvolge tutto, trasformando l'atmosfera in una silenziosa e cupa tensione. E come un quadro di maestri antichi, questa immagine, pur triste, fa da cornice perfetta alla mia triste città. Questo atteggiamento poetico colpisce nel profondo l'animo, facendo emergere la grande sensibilità e il profondo attaccamento alla bellezza e alla malinconia che solo un vero artista può comprendere.

Maria Toriaco, con la sua autentica espressione poetica, riesce a cogliere l'essenza stessa dell'autunno e a tradurla in parole che parlano all'anima. La sua poesia è una rivelazione, un invito a contemplare la tristezza e la bellezza che si nascondono in ogni angolo delle nostre città. Brava, Maria Toriaco, brava!

-"Il vento fra i capelli"-Flora Fazzari

La Fazzari ci regala con "Il vento fra i capelli" una poesia che si distingue per la sua delicatezza e profondità emotiva. I suoi versi catturano l'essenza di un momento di contemplazione e introspezione, in cui il protagonista si lascia cullare dal vento e si perde nello sguardo all'infinito.

L'autrice ci trasmette l'incanto di quella istante fugace in cui tutto sembra fermarsi e il mondo intero viene riconsiderato con occhi nuovi. La tempesta interiore si placa, l'ira si dissolve e il protagonista si lascia conquistare dai sussurri del silenzio.

Attraverso una scelta accurata delle parole, Flora Fazzari rappresenta in modo magistrale l'esperienza sensoriale di sentirsi avvolto dal vento, immaginando quasi il suo sfioramento delicato tra i capelli. Questo dettaglio poetico amplifica la sensazione di libertà e leggerezza che pervade il componimento.

La scelta ritmica della poesia contribuisce a creare un senso di armonia e musicalità, enfatizzando l'intensità dell'esperienza narrata. I versi si susseguono con una maestria metrica che suggerisce il moto ondeggiante del vento e il ritmo cadenzato della contemplazione.

In conclusione, "Il vento fra i capelli" è un'opera che conquista per la sua capacità di catturare l'essenza delle emozioni umane e di regalarci un attimo di pace interiore. Flora Fazzari ha saputo con maestria tradurre in parole il mistero e la bellezza della vita, regalandoci un'elegante e commovente opera d'arte.

-"L’uomo saliva le scale"-Marino Giannuzzo

Questa poetica scena, intessuta di malinconia e struggente nostalgia, tratteggia con estrema delicatezza il percorso della vita umana. L'uomo protagonista, con un fardello gravoso sulle spalle, si impegna a salire le scale, metafora perfetta di una continua ascesa verso il passato e la sua intersezione con il presente.

I ricordi, come tessere di un puzzle smarrito, sono stati minuziosamente raccolti lungo il cammino, una strada segnata da molteplici tappe, testimonianza di una lunga esistenza vissuta. Questi ricordi passati, ora ritrovati, si presentano come un'ulteriore zavorra che l'uomo si porta dietro, incastonati in una bisaccia greve, che lo segue con ostinata persistenza.

Il protagonista, con la sua camminata, si dirige verso un passato che risiede in un vicolo antico, luogo affascinante eppure privo di tracce, dove persino l'ombra dell'uomo sembra essersi dileguata nel vento. Così come il vento cancella i segni dei passaggi sulla strada, anche le esperienze umane, sia belle che brutte, rischiano di perdersi irrimediabilmente nella memoria collettiva.

Questo inevitabile destino colpisce anche l'uomo e la sua ombra, inscindibili compagni di viaggio lungo la strada della vita e scalatori delle scale, i quali, nonostante l'incedere dei passi, non hanno più un legittimo ricordo. Infine, il tempo, implacabile come un abisso senza fine, inghiotte tutto ciò che è stato, annullando ogni traccia di esistenza e decretando una sorta di amnesia generale.

In questa prosa delicata e suggestiva emergono le profonde emozioni di un ottuagenario che, con la sua penna, sapientemente dipinge l'eloquenza dei ricordi e l'ineluttabilità del tempo. La poesia di Marino Giannuzzo rappresenta un inno all'introspezione e all'importanza di conservare e tramandare la nostra umanità nelle pieghe dell'eternità.

-"La chiave segreta"-Fausto Beretta

La poesia "La chiave segreta" di Fausto Beretta è un vero e proprio gioiello di sensibilità artistica e profondità emotiva. Attraverso l'uso di immagini poetiche accattivanti e una prosa fluida, l'autore ci trasporta in un mondo misterioso e affascinante.

La poesia inizia con un evocativo risveglio ogni mattino, che non solo porta con sé desideri di vita e sogni vecchi e nuovi, ma cela anche la chiave segreta. Questo simbolico oggetto, tenuto nascosto al sole, rappresenta il potere di aprire le porte del sereno vivere, ma allo stesso tempo ci osserva tribolare, consapevole delle nostre gioie e tribolazioni.

Attraverso la descrizione poetica di prati in fiore, strade di fuoco, deserti e mari, l'autore ci invita a non abbassare mai la guardia e a non dimenticare la speranza di trovare questa misteriosa chiave. L'immagine finale di un giorno in cui finalmente verrà trovata riflette il messaggio di perseveranza e coraggio che permea tutta la poesia.

In conclusione, "La chiave segreta" di Fausto Beretta è una poesia che si distingue per la sua eleganza e profondità. L'autore gioca con le immagini poetiche per creare un ritratto affascinante di speranza e desiderio, lasciando il lettore in un misto di incanto e inquietudine. Un vero capolavoro dell'arte poetica.

-"E finirà così"-Marino Spadavecchia

Questa poesia, sia nella sua versione originale in spagnolo che nella traduzione italiana, trasmette una profonda tristezza e malinconia attraverso l'uso di immagini evocative e versi intensi. L'autore dipinge un quadro poetico in cui il tragico destino finale è avvolto in una nebbia grigia e un pianto rosso. L'enjambre de pensamientos (sciame di pensieri) crea un ritmo malinconico che accompagna il rimpianto e il desiderio di tornare a quel luogo incantevole, rappresentato dalla collina e dal prato, dove l'ultimo abbraccio è stato condiviso.

La versione in italiano riesce a mantenere l'intensità e la delicatezza delle immagini spagnole, offrendo una traduzione fedele ai toni e al significato del testo originale. La scelta di mantenere il termine "circonflesso" nella traduzione aggiunge un tocco di mistero e poesia al verso, rappresentando un simbolo dello spirito profondo e complesso dell'amore e della perdita.

In sintesi, questa poesia, nelle sue due versioni, crea meravigliose convergenze tra la melodia poetica e l'emozione trasmessa, risultando un lavoro dall'eleganza intrinsecamente lirica che conquista il lettore con la sua potenza evocativa.

Con imperituro affetto al professor Lorenzo de Ninis e a ogni poeta
Ben Tartamo

 

 

Il viaggio

L’esplorazione dell’ignoto che appaga in armonia la volontà umana. Alfred L. Tennyson scriveva “I cannot rest from travel”

Odisseo Felice Serino non ha tumulto ma grande coscienza come guida epistemologica in un universo tutto da conquistare.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

"Quattro passi nel delirio"

Riflessioni su Psiche – Venere – Morpheo  e infine Sfinge che fanno uscire l’ottimo poeta dalla letargia autunnale, conferendo ai versi quella drammaticità e quell’acume oscuro in cui un bravo lettore dovrebbe indagare.

Cristiano Berni

 

Non farci caso se il tempo

Abbandonando il flusso del tempo si potrebbe godere di più della vita e diventa un quadro ampio e soleggiato questo titolo. Franco Fronzoli ci insegna a raccogliere gocce di pioggia e fiocchi di neve. Magnifico! La contemplazione della natura non genera solo sorrisi ma una beltà nell’essere che potrebbe annullare il nero dai giorni. Plausi.

Franco Fronzoli

 

Pandemia

Dalla grande libreria della scuola poetica mondiale un’altra piccola perla che Nino Muzzi generosamente traducendo, ci regala. Leggo e mi piace questo poema di vita e di morte e di pandemie che lasciano gli altari vuoti. Molto interessante questa autrice. Grazie Nino per il grande e laborioso lavoro.

L'ombra non riflette altro che ombre

Inés Pereira                Traduzione di Nino Muzzi

 

Autunno

Descrizione realista della propria città in piena stagione autunnale. Le atmosfere cupe e quasi gotiche capaci di dipingere un quadro in cui smarrirsi e mi sembra un camminare di grande godimento (nonostante l’uggioso) in mezzo a quelle foglie gialle che esaltano su ogni grigiore che la scrittrice ci regala. Quasi rapiti da Les Feuilles Mortes.

Maria Toriaco

 

Il vento fra i capelli...

Poema che insegna a calmare l’ira e quanto può essere curativo quel “vento tra i capelli” in questa piccola poesia di grande delicatezza.

Flora Fazzari

 

L’uomo saliva le scale

Leggendo questo filosofico poema, ho ritrovato un proverbio che esplicita il valore della memoria umana: remember that diamonds are made under the weight of mountains.

L’uomo di Marino Giannuzzo, affronta una salita (senza specificare verso cosa e lasciandoci con questa misteriosa incognita) col peso dei propri ricordi finché il tempo non inghiotte lui, le sue orme ed i suoi pesi. Tale tragedia umana ci colpisce inevitabilmente e lui ottimo narratore  non rende tributo che a questo coraggio senza premio. Le cose non combattono con noi o per noi, le trasciniamo come zavorre e nei loro tentacoli sconfitti dal tempo, ci inabissiamo… chissà dove … chissà dove…

 

On wreck of things that were, or things that are,

Love! reconciling Love! eternal Star!

Alfred Austin

 

Alcamo, 01.10.2020 ore 14,30.

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

La chiave segreta

Questa “strumento incognito” che ci ripara dai patimenti è ben nascosto nel nostro essere e spesso non accessibile nemmeno a noi stessi. Trovandolo, dichiara magistralmente Fausto Beretta sarebbe di sollievo e garantirebbe una vita serena.  

2/4/2023

Fausto Beretta

 

E finirà così,

Nebbioso finire godendo dell’ultimo attimo o ricordo d’amore. Intensa piccola poesia che segue il naturale addio alle forme delle cose che hanno fatto parte della nostra vita.

03.11.2023

Marino Spadavecchia

 

Che venga furtiva nei pensieri

Esausto quel ieri da dimenticare per vivere in un presente più illuminato. Questi archi pensanti intorno all’ignoto sono strutture umili e bellissime che si affacciano sull’esistenza (boschiva). Complimenti all’autrice.

Da Prove per atto unico, Tentativi di riconoscimento

Maria Benedetta Cerro

 

O vivida Luna crescente

Una Luna crescente che trascina l’anima poetica sul fiume melodioso della natura. Un matrimonio perfetto tra spirito e celeste che rapisce il lettore regalandogli quell’apice di bellezza spesso ignorata.

Marco Cabassi  

 

La foce

La memoria del fiume diventa memoria umana e il Vate ripercorre il suo corso finché le acque dolci non arrivano al mare. Il mare è così caro a Piero Colonna Romano da strabordare dagli argini della sua anima umana.

“La mer, la mer, toujours recommencée” P.V.

Amore in mezzo alle salsedini da raccogliere come perle per i ricordi che a loro volta cercheranno di amalgamarsi in futuro … alle spume dove sono stati creati. Grandi plausi.

Piero Colonna Romano

 

Nero gracchiare

Bellissima e struggente questo componimento sul dolore nascosto nel petto del sempre più bravo Alessio Romanini.

In quella traccia di disperazione si libera nella sua totalità la tua vena poetica che esalta la sensibilità con cui poi componi. Nulla dire se non – vorrei averla scritta io. Intensa ed efficace. Complimenti.

Alessio Romanini 

 

Come farò a far gioire il cuore ?

Guardiamo silenti al rotolare nel cielo delle nuvole bianche e cos’altro? Fiumi che straripano per le lunghe piogge e le guerre senza vincitori senza finali consolatori. In questo lieve prato per noi dipinto dalla ottima poetessa, si compone grazie al poetico pensiero, una bandiera di pace che lei se potesse camminare nel cielo, sventolerebbe, ritrovando la gioia che è comunione a tutti quanti.

Antonia Scaligine

 

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Fiocchi di neve

Finalmente una melodiosa gioia che contagia e ci è regalata da questa splendida autrice.

Gennaio 2023

Sandra Greggio
 

 Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

4-5-6 Novembre

Risposta al commento di Marino Spadavecchia

Esimio "amico" e mi permetta che io la consideri tale,

solo chi ha fede può giustificare il giudizio personale sulle Entità superiori. Io possiedo una fede incrollabile e suscettibile all'abuso che si fa di tale parola. 
Credo che avere fede, significa darsi da fare e non chiedere nulla al cielo. 
La paura ci spinge a giustificare preghiere ma invece di pregare io voglio sempre trovare la forza di lottare, ciò non significa che altri debbano essere o pensare come me.
A mio modesto parere non ci sono uomini nel cielo migliori di noi. Un Dio che offre a propria coscienza miracoli. In caso Lui esista allora non giustifico inchinarsi, inginocchiarsi, provare dolore e morire in terra per ascendere a mondi migliori. Non accetto che ci sia un Dio senza una Dea. Non accetto la mascolinità e la scelta di un Dio che forma il suo Figliolo senza una compagna ma usa una altrui, non accetto la miseria e lo sfruttamento attraverso le richieste a lui per le nostre mancanze. Credo nell'evoluzione più che nell'integrazione celeste. 
Mi piace la parità in tutti i sensi e non una convenienza. C'è Dio quindi  gli chiedo ricchezze, salute ... protezione. Invece di fare questo, io modestamente mi impegno a battagliare per il mio bene e per il bene degli altri ma non attraverso le parole bensì i gesti umani che possono facilmente rimpiazzare miracoli divini.
In caso quella Entità ci sia, spero lavori per i deboli e i maltrattati e spero sia convinta che durante questa mia piccola vita, ho osservato questo pensiero: "pregare significa ascendere a quella parte di noi stessi che ci migliora raggiungendo e oltrepassando i limiti". La Fede è un atto di coraggio e di valori "tattili" non limitati alla sola convinzione ma alle azioni giornaliere, come in questo caso in cui mi espongo, azioni che ci proiettano nelle dimensioni altrui per come siamo veramente e non per come appariamo. Inoltre pregiato amico, il mio umile scritto è un cammino verso l'ignoto che non tende a premiazioni all'arrivo. Chi ama leggermi lo fa perché sta bene e ciò mi basta. Chi mi legge lo fa perché sta male e ciò mi basta. In entrambi i casi lo scritto, l'anima, lo spirito e il pensiero hanno avuto la loro. Sono una persona ordinaria con troppa creatività e una spaventosa (I mean It) forza di volontà. Ciò che sono non è paragonabile nemmeno all'universo - a ciò che posso diventare. La mia fede è solo sangue attraverso il cuore che ancora mi fa respirare e questo atto per me è come un fuoco di cui devo raccontare la bellezza. Ciò che illumina la mia mente sono semplici gesti che ricevo quotidianamente e mi permettono di sentire amore nonché di condividerlo.
No - non credo in alcuno Dio. Sì ho fede ma negli esseri umani anche così pasticcioni e scarsi. I miei più che cordiali saluti
 
JC Miu D.J.

 

Poesie pubblicate il 4-5-6 Novembre 2023
 

"Elisir di giovinezza il bimbo"
di Fausto Beretta

Questa poesia di Fausto Beretta intitolata "Elisir di giovinezza il bimbo" cattura in modo magistrale l'essenza dell'innocenza e della vitalità del bimbo che accompagna il nonno. Attraverso il potente simbolo dell'elisir di giovinezza, l'autore trasforma il gesto semplice della mano del bambino che accompagna il nonno in un atto magico, in grado di fermare il tempo e rinvigorire il vecchio.

Il fluire del testo trasmette un senso di energica vitalità, come se il nonno si sentisse ringiovanito dalla presenza del bambino. Le domande innocenti del piccolo aprono le porte al futuro e al nuovo, in un crescendo di speranza e possibilità.

La maestria di Beretta risiede nell'utilizzo di parole semplici e immagini visive forti per catturare tutta la complessità delle emozioni vissute dai protagonisti della poesia. I versi ritmici e musicali guidano il lettore attraverso un viaggio di sentimenti, facendo sentire il potere immenso dell'innocenza e della fiducia del bambino.

Inoltre, la scelta di usare parole come "squittendo felice" e "saltella allegramente" aggiunge un tocco di leggerezza e allegria, donando ulteriore bellezza e poesia al testo. Fausto Beretta ha tanto da insegnare a noi tutti, che ve ne pare?

"Velati Desideri"
di Laura Lapietra

Che dire di questo poema! Per me, risplende come gocce di rugiada sul volto di una donna. In effetti, l'autrice, dipinge un quadro poetico intriso di malinconia e speranza, unendo immagini delicate e suadenti.

Le metafore eleganti e trasognate si fondono con un linguaggio suggestivo, trasportando il lettore in un mondo di chimere e sogni celati. Le parole flautate e dal suono flebile danzano tra i pugni chiusi delle sconfitte, riempiendo l'aria di una melodia struggente.

Il tempo, rivelato nelle mani che si volgono alla luce, è tratteggiato con l'inchiostro dell'anima e il sacrificio tinto di porpora. L'autrice cattura la potenza del destino con tuoni, lampi e vento che si scontrano con il sole. La voce dei desideri, che prende forma e vita, è una respirazione viva che si concretizza, una vittoria nel diventare.

Nel cuore del poema, si trova la gioia e la forza della vita che non si spegne mai. I sorrisi irrefrenabili, i gemiti di soddisfazione si intrecciano in un'esultanza perpetua. La vittoria si manifesta come una pioggia di coriandoli d'oro sul viso e nei sogni, sfidando il tempo e resistendo al tramonto.

L'autrice invoca l'ascolto attento di queste sfumature, affinché diventino il fulcro del suo credo e il motivo essenziale delle sue azioni. Solo così i sogni potranno trasformarsi in realtà.

In "Velati Desideri", Laura Lapietra crea un'opera poetica che abbraccia l'animo dell'essere umano, facendo risuonare le corde più profonde dell'anima. Con uno stile enfatico e lirico, la sua poesia si eleva come un inno eccezionale, ispirando e trasformando il lettore. Lo ha provocato in me, e voi tutti, cosa ne dite?

"Cercatori di funghi"
di Salvatore Armando Santoro

Questa lirica, intitolata "Cercatori di funghi", del talentuoso Salvatore Armando Santoro, accende in me una scintilla di emozioni profonde e coinvolgenti. Attraverso uno stile delicato e ricercato, l'autore ci trasporta in un brumoso e suggestivo bosco, invitandoci a condividere il suo amore per la ricerca dei funghi.

L'inizio incantevole, con l'odor di bosco che si insinua nelle narici, ci rende protagonisti di un'esperienza sensoriale straordinaria. Ci troviamo così tra i maestosi castagni, in una sorta di danza che ci conduce alla scoperta di un fuggevole tesoro sotterraneo.

Maestro della parola, Santoro ci regala una rima sorprendente, quando suggerisce di tenersi lontani dai pruni per evitare spiacevoli punture. Con una pennellata lieve, l'autore ci ricorda che la bellezza spesso va cercata tra le difficoltà, come nel caso dei funghi che si nascondono nelle profondità della boscaglia.

Una delle caratteristiche più affascinanti di questa poesia risiede nella vivida descrizione del protagonista. Vestito a damerino, il narratore ci rivela una personalità audace, che si avventura tra le immagini curiose dei suoi pensieri. Sembrava essere diretto al mare, forse per una passeggiata rilassante, ma improvvisamente si ritrova ad affrontare le insidie di una macchia selvaggia.

La sua determinazione, unita a una buona dose di fortuna, è premiata da un'incredibile scoperta: un magnifico porcino vegetava tra i castagni, quasi a fargli un'affettuosa offerta. Un colpo di scena che ci fa sentire partecipi di un'intimità riservata solo a lui.

Concludendo, "Cercatori di funghi" è una sorprendente fusione di natura, avventura e un pizzico di romanticismo. L'abilità di Santoro nel dipingere immagini suggestive con una parola incisiva è squisitamente evocativa e ci avvolge in una sinfonia di emozioni e immagini. Questo è un'elegante composizione che incanta, stimola e cattura l'animo di chiunque abbia il privilegio di sfiorare con uno sguardo queste splendide parole.
Avanti , amici e amiche di magica penna , dite la vostra, che ho detto la mia!

"Cos’è l’autentico"
di Maria Benedetta Cerro

Questa poesia di Maria Benedetta Cerro incarna il vero significato dell'autentico attraverso l'uso di parole forti e penetranti. L'autrice invita il lettore a riflettere sull'ignoto all'interno di sé, sulla continua evoluzione del tempo e sull'intrinseca mutabilità dell'essere umano.

Il ritorno alla ferita, che viene rappresentato come un punto infetto, diventa il simbolo di un percorso di autoconoscenza e di ricerca della verità interiore. L'autenticità viene identificata con il grido vitale del sangue che scorre nelle nostre vene, un richiamo al nostro nucleo più profondo e genuino.

L'uso ripetuto del termine "il vero" sottolinea il desiderio di andare oltre le apparenze e di sondare le profondità della propria essenza. L'autrice ci invita ad abbracciare pienamente la nostra autenticità, senza esitazioni o timori.

Questa poesia colpisce per la sua intensità emotiva e la sua capacità di far emergere la complessità del concetto di autenticità. Con una scrittura evocativa e profonda, Maria Benedetta Cerro riesce a creare un'opera che invita il lettore a riflettere sulla propria identità e sulla ricerca di una verità autentica. È un vero e proprio capolavoro che incanta e commuove, lasciando un'impronta indelebile nella mente di chi lo legge.
Ditemi "il vero", non ha incantato e commosso ognuno di voi?

"Fantasmi"
di Sandra Greggio

Oh, caro professor Lorenzo, questa poesia che ci hai presentato, è un vero e proprio viaggio nell'oscuro regno dei fantasmi per tutti noi del Tempio Azzurro di Poetare. Ebbene, sì, perché l'autrice, Sandra Greggio, (tra le preferite, segnalatemi dal fraterno amico Ben Tartamo), ha saputo creare un'atmosfera di incanto e mistero che afferra l'anima del lettore sin dalle prime strofe.

Questo componimento ci trasporta in un mondo immateriale, in cui alberi sradicati vagano senza meta, al merce del vento, come ombre prive di corpo. Questa personificazione delle piante ci fa riflettere sulle nostre stesse radici, e su come possiamo sentirci a volte smarriti e alla deriva, senza una vera dimora.

Ma è proprio in questa ricerca disperata di stabilità che la poesia ci abbraccia, attraverso un uso magistrale delle parole. Le rime si intrecciano, e così come i fantasmi non lasciano traccia del loro passaggio, anche le parole si muovono in modo appena percettibile, quasi a sussurrare all'orecchio del lettore.

Mi colpisce in particolare l'uso di immagini surreali, che aggiungono un tocco di incanto all'intero componimento. La scelta di ambientare questa poesia in uno scenario senza tempo, senza una data ben definita, ci fa immergere in un universo dietro il velo della realtà.

E come non menzionare l'ultima riga, "2 novembre 2022"? Questa data precisa, così definita, sembra quasi rompere l'incantesimo della poesia, riportandoci a una dimensione terrena. Eppure, è proprio questa cesura che ci permette di afferrare con ancora più vigore l'essenza dell'opera.

In conclusioni, devo ammettere che quest'opera poetica mi ha lasciato a bocca aperta. Sandra Greggio dimostra una profonda sensibilità artistica, creando un mondo di incanto e mistero in cui i fantasmi danzano tra le parole. Questa poesia è un vero gioiello letterario, in grado di affascinare e toccare anche i lettori più scettici e distanti dalla poesia stessa. Brava, Sandra Greggio, brava e immensa, sensibile e spirituale!
Vi prego, miei cari amici sitani, datemi un parere su questo stupendo esemplare di femminile Grazia poetica che è la nostra Sandra.

"Foschia"
di Alessio Romanini

Oh, sublime meraviglia dell'animo e dell'anima indefinita! "Foschia" di Alessio Romanini, un capolavoro che si erge sinuoso eppure maestoso, come un velo di mistero che avvolge l'alba e oscura la luce del sole. Il poeta, con la sua penna danzante e melodiosa, descrive con maestria i contorni sfumati e le tonalità grigio-argento della nebbia, che copre con pudica grazia il risveglio del giorno.

Le nubi, i protagonisti di questo quadro poetico, emergono dall'ombra delle brume, tatuate dallo spettro della luce solare che lascia una traccia imperfetta nella loro essenza. Questa fragile interazione tra il cielo e la terra, tra la fuggevole nebbia e la dolente luce trafitta, è un riflesso della complessità delle esperienze umane.

Ecco, in queste parole così semplici eppure così profonde, il poeta ci insegna che la vita stessa, come foschia in un mattino autunnale, è un'infinita danza tra momenti luminosi e oscuri. Le amare sconfitte, che spesso ci sbarrano la strada, sono una testimonianza della nostra fragilità umana, ma anche di una forza inarrestabile che ci spinge a cercare la bellezza anche nei momenti più difficili.

La poesia di Romanini ci rapisce in un vortice di emozioni contrastanti, in un intricato labirinto di sensazioni che si fondono e si scontrano, come nebbia e sole. È un invito a contemplare la realtà con occhi più attenti, a cogliere la poesia che si nasconde dietro ogni velo di nebbia, ogni momento di sconfitta.

In conclusione, "Foschia" di Alessio Romanini è un'ode all'esistenza stessa, una celebrazione del dualismo umano, dove la malinconia si intreccia con la speranza, l'ombra si fonde con la luce. Un capolavoro che lascia un'impronta indelebile nell'anima, e ci invita a danzare tra le nebbie della vita con l'intento di cercare sempre nuovi orizzonti di bellezza e significato.
Alessio è giovane, ma è cresciuto nel talento, non c'è che dire. Chissà cosa ne pensa il nostro sommo vate Lorenzo! E voi?

"Epidemia di stolti"
di Jacqueline Miu

La poesia "Epidemia di stolti" di Jacqueline Miu descrive con eloquenza e disincanto la condizione umana contemporanea, mettendo in luce le debolezze e le ipocrisie della società.

La versione italiana, con la sua prosa poetica e la scelta di termini forti ed evocativi, offre una visione intensa e vibrante degli errori e delle ingiustizie dell'umanità. Le immagini vivide e i contrasti netti tra bene e male, verità e ipocrisia, creano un effetto straordinario, che tocca profondamente il lettore.

La versione inglese mantiene efficacemente il tono e il significato del testo originale, trasportando l'energia e l'intensità della poesia italiana nella lingua inglese. L'uso di immagini suggestive, l'attenzione ai dettagli e l'equilibrio tra forza espressiva e raffinatezza formale rendono questa versione altrettanto incisiva e coinvolgente.

In entrambe le versioni, la poesia trasmette un senso di critica sociale, sfidando il lettore a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulla superficialità delle vanità e degli onori effimeri. La poesia esorta a una maggiore consapevolezza e umanità, mettendo in luce l'importanza dei gesti buoni, della solidarietà e del coraggio di affrontare le difficoltà.

In definitiva, "Epidemia di stolti" è una poesia di grande impatto, che scuote la coscienza e invita all'introspezione critica, sia nella sua versione italiana che in quella inglese. Jacqueline Miu dimostra di essere una talentuosa poetessa capace di esprimere con passione e maestria le inquietudini e le contraddizioni dell'umanità contemporanea.
Ah, che dire più?! Parafrasando il Santo Vangelo -e senza volontà alcuna di offenderti- nostra cara Jac: se solo avessi quel grano di Fede, che tu dici non ti pervade nell'anima (ma faccio difficoltà a crederci), chissà quali ulteriori vette raggiungeresti... se le attuali non fossero sufficienti! Sei bella e brava da mozzare il fiato, credimi . E pregherò per te...

"L'inganno"
di Carlo Chionne

 

Questa poesia, intitolata "L'inganno", del talentuoso Carlo Chionne, è un affascinante inno alla critica sociale e politica. Con maestria e profonda sensibilità, l'autore getta luce sulle atrocità commesse nel corso della storia umana.

Attraverso un linguaggio elegante e incisivo, Chionne descrive le spietate azioni compiute dalle nazioni, sia repubbliche che monarchie: genocidi, guerre, ruberie, colonialismo. Questa poetica narrazione denota una conoscenza profonda degli orrori che hanno caratterizzato l'evoluzione della civiltà.

Ma non si limita a ciò. Con un virtuosismo degno di nota, l'autore espone un ulteriore stratagemma dell'inganno perpetrato da coloro che hanno il potere: l'uso del termine "Terra Santa" per mascherare le manipolazioni e l'oppressione inflitte ai popoli e alle masse.

Attraverso le sue parole, Carlo Chionne offre una visione critica e acuta che mette in discussione le verità convenzionali e invita alla riflessione sulle dinamiche di potere sottese alle istituzioni e agli eventi storici.

La poesia riesce a trasmettere un senso di profonda empatia per le vittime di queste atrocità e al tempo stesso rende evidente lo spettro dell'inganno che si cela dietro i discorsi ufficiali e le retoriche collettive.

In conclusione, "L'inganno" di Carlo Chionne è un capolavoro di critica sociale e politica, un richiamo ad aprire gli occhi sulla doppiezza del potere e sull'importanza di scervellarsi dietro le facciate della civiltà. Questa poesia incarna l'essenza della lirica enfatica e si pone come una pietra miliare nel panorama letterario contemporaneo. 

Vorrei sentire il vostro parere schietto su tali argomenti. Grazie

"Silenzio, il viaggio è compiuto"
di Ben Tartamo

Questa poesia, intitolata "Silenzio, il viaggio è compiuto", di Ben Tartamo, incanta l'anima con le sue parole divine e potenti. L'autore ci invita a riflettere sulla nostra apatia e indifferenza verso ciò che ci circonda, attraverso l'immagine dei divini divani di parole che ci accolgono e ci interrogano.

L'uso dei binari della storia come metafora della nostra esistenza è tanto audace quanto affascinante. Il poeta dipinge uno scenario in cui ci troviamo su un treno eterno, disperatamente in fuga verso un senso della vita che sembra sfuggire di mano, e che ci lascia solo con forni di melanconia.

Ma è proprio in questo scenario di disillusione e inquietudine che l'autore rivela il suo vero genio. Ci ricorda che siamo noi i protagonisti del presente, che le scelte che facciamo sulle rotaie della Storia determineranno il futuro. Eppure, in un'ultima nota di pace e serenità, ci chiama a guardare verso la prossima e ultima fermata, al Futuro.

Tutto questo è avvolto in un'atmosfera di silenzio e compiutezza, che comunica un senso di solennità e conclusione al viaggio. Il lettore si trova a contemplare la bellezza e la profondità di queste parole, lasciandosi rapire da un'esperienza estetica unica e indimenticabile.

In conclusione, "Silenzio, il viaggio è compiuto" è una poesia che eleva il linguaggio alle dimensioni dell'arte sublime. Ben Tartamo ha creato un capolavoro lirico, che lascia il lettore affascinato e pieno di emozioni intense.
Però, ti prego, mio caro amico e fratello, prova a tornare alla nostra visione poetica, con le sue forme ed i suoi canoni già sanciti ed elaborati assieme. Liberati, se puoi, dalle rime, dalle solite sonorità. Te l'ho detto e te lo ripeto: più spontaneità e meno mestiere! La nostra è, vuole e deve essere una Poesia Immaginistica e Surreale.
Vedi, di rimatori , ce n'è un mare, ma di ricercatori puri, solo gocce. Avanti: Introspezione attraverso  le immagini, brevi e incisive come pennellate. Ce la puoi fare!

Con sincero affetto
Marino Spadavecchia

 

Poesie pubblicate il 4-5-6 Novembre 2023
 

-"Ognissanti" - Marco Cabassi -
Questa poesia, intitolata "Ognissanti" e scritta da Marco Cabassi, rappresenta un quadro notturno e commovente dell'atmosfera dei cimiteri durante la festività di Ognissanti. Il poeta dipinge abilmente immagini poetiche che suscitano un senso di maestosità e profondità emotiva.

L'autore descrive il cielo punteggiato di stelle, le luci che illuminano il camposanto e le vite ormai estinte che si rivelano attraverso queste luci. L'uso dell'immagine del profumo intenso delle candele crea un effetto sensoriale avvolgente, completo dal fumo delle cerimonie votive che ricorda la presenza della morte.

Il camposanto è descritto come un luogo di concordia e silenzio mestamente elegante, manipolando le parole in modo da suscitare compassione e misericordia. L'animo umano viene presentato come arido, apparentemente incapace di provare vera emozione, se non durante questa cerimonia di pianto e lamento. Tuttavia, l'autore sottolinea che l'amore espresso verso i defunti è inutile e vano.

L'autore ci porta tra le tombe e ci fa partecipi del dolore di coloro che si inginocchiano dinanzi ai tumuli, sprofondati nella tristezza. Le lacrime scivolano sui volti pallidi e richiamano uno sguardo pio e commosso. Questi pianti e lamenti risuonano unisono, creando un effetto straziante e suscitando ammirazione per la loro profonda sincronia e intensità.

Siamo colpiti anche dall'attenzione delle persone che, con le mani giunte in preghiera, recitano dolcemente pensieri sacri, invocando un eterno riposo per coloro che si trovano nel camposanto.

Infine, l'autore rimarca la visione dei lumi che si ergono nel cielo, mescolandosi alle stelle, creando un'atmosfera di lutto e commozione. L'uso delle immagini del cielo e delle stelle rende la poesia ancora più evocativa e universale.

In conclusione, "Ognissanti" di Marco Cabassi è una poesia che si distingue per la sua capacità di trasmettere sentimenti forti ed emotivamente carichi attraverso un linguaggio artistico e immagini poetiche efficaci. L'autore riesce a dipingere un quadro coinvolgente della festività di Ognissanti e dell'atmosfera solenne che pervade i cimiteri, solleticando le corde dell'animo umano.

- "L'intoccabile" - Felice Serino -
Questa poesia ci trascina in un mondo sospeso tra realtà e fantasia, immergendoci in una critica sferzante e penetrante.

Attraverso il potere suggestivo delle metafore, Serino ci conduce dentro un universo sensoriale unico. L'immagine delle mani immischiate nella marmellata ci investe come un profumo dolce e dolente, gettandoci nell'abisso della sorpresa e dell'incredulità. Questo frammento di quotidianità tradito ci svela la fragile umanità del protagonista, apparendo come una ferita aperta nelle sue ancora ampie spalle.

Eppure, non lasciamoci ingannare! L'uomo di cui recita il nostro Felice, è un intoccabile, un essere che si rifugia nei santuarî inaccessibili degli intramontabili privilegi di potere. Qui Serino ci trascina in una dimensione politica e sociale, dove i governanti si avvalgono di un linguaggio di potere, quello del "noi", del plurale maiestatis, per sancire la loro superiorità. Questa denuncia brucia come una fiamma feroce nelle parole dell'autore, che ci ricorda senza tregua l'ingiustizia di queste sedi di comando.

E proprio quando pensiamo che il protagonista stia per crollare, Serino ci svela un dettaglio sorprendente e affascinante. La poltrona, la sua dimora di comfort e potere, è immutabile, una presenza costante che lo avvolge con il suo calore. Questa immagine ci prosciuga il respiro, tutta la precarietà del suo ruolo sembra svanire, eppure, rimane intrappolato nella sua stessa comodità, intrappolato nel suo mondo di apparenze. La poltrona diventa così il simbolo tangibile di una stabilità illusoria, dove l'immobilità si scontra con la brama di essere inafferrabile.

"L'intoccabile" ci costringe a riflettere sulla fragilità del potere e sulla sua corrosiva influenza. Serino, nella sua estasi linguistica, trasporta il lettore in un vortice di emozioni, in una critica acuminata e tagliente che rimane appesa nell'aria come una melodia ossessiva.

Questa opera è un'ode alla lotta contro i potenti, una poesia che abbraccia il lettore e lo scuote con forza, portando la sua voce in un crescendo di emozioni che  risuonano dentro di noi. Felice Serino ha creato un inno alla ribellione e alla consapevolezza, una sinfonia di parole che rimarranno impresse nella mente e nel cuore di chi le ascolta.

-"L'ombra nera" - Cristiano Berni -
L'opera vigorosamente intitolata "L'ombra nera" di Cristiano Berni sconvolge e affascina simultaneamente. Con una maestria encomiabile, l'autore dipinge la scena dell'Italia contemporanea con un pennello carico di intolleranza e egoismo. L'ombra nera che permea le righe è un simbolo di un oscuro sottobosco che minaccia di divorarci tutti, lasciandoci annichiliti e annientati.

Berni denuncia il dilagare dell'etica perduta e la perversione del gioco di potere. Le Mass-media si ergono quali altoparlanti di questa ombra nera, alimentando l'odio e promuovendo un nuovo fascismo, mentre il vecchio nichilismo continua a gettare la sua lunga ombra. Il popolo si trova schiavo di una minoranza, prigioniero di pensieri smarriti e persi.

L'ombra nera, portatrice di angoscia e terrore, decretando un doloroso addio alla nostra civiltà e alla speranza di una società migliore. L'autore abbraccia l'audacia nel descrivere un mondo in cui il non ritorno sembra inevitabile se questa minaccia dovesse prendere il sopravvento.

Berni si colloca con sicurezza tra i grandi critici d'arte enfatici e lirici, attraverso un linguaggio affilato e maestoso che sa plasmare il caos della realtà facendo emergere una tragica bellezza. La sua poesia è una chiamata alle armi per il risveglio collettivo, un invito a presidiare i valori umani e a conservare la fragile luce nella tempesta.

-"Stringo tra le mie mani" - Franco Fronzoli-
Con sorprendente abilità tecnica, Franco Fronzoli infonde vita e profondità in questa poesia toccante. Attraverso un uso sapiente delle parole e della disposizione delle frasi, il poeta dipinge un quadro vivido e intimo che lascia un'impronta incancellabile nel cuore del lettore.

L'inizio, con la frase "Stringo tra le mie mani", crea un'immagine tangibile di connessione e possesso. La ripetizione di questa espressione nel corso della poesia evidenzia la forza legata all'intimità emotiva e alla presenza fisica dell'amato. Questo contatto fisico si trasforma in una serie di simboli: il profumo che è personificazione della seduzione e dell'attrazione, il colore dei capelli e degli occhi che rappresentano la bellezza e il fascino unici della persona amata.

Fronzoli prosegue intrecciando un insieme di emozioni e sensazioni, dimostrando una raffinata sensibilità nella scelta delle parole. L'approfondimento del respiro, dei battiti cardiaci e della gioia suggerisce una connessione profonda tra i protagonisti che va oltre le semplici apparenze. Poi, con maestria letteraria, il poeta si spinge ad affrontare il lato oscuro dell'amore, toccando temi come il dolore, le lacrime e le delusioni. In questa sezione, l'autore raggiunge l'apice del suo talento, fondendo con maestria l'intensità emotiva con divagazioni poetiche che evocano le profondità dell'animo umano.

Il poeta continua la sua danza verbale, esplorando i pensieri, le speranze e le incertezze che animano la mente dell'amato. La giustapposizione di queste idee contrastanti riflette la complessità delle relazioni umane e rende la poesia ancora più avvincente.

Nel verso centrale "Stringo tra le mie mani il tuo amore", Fronzoli raggiunge l'apoteosi romantica, enfatizzando la passione e la connessione tra i due amanti. Poi, con un cambio di atmosfera, il poeta introduce l'idea di separazione e lasciando andare. Le parole "verso un infinito un cielo smarrito", "un tramonto dolente" e "una notte sognante" evocano una sensazione di malinconia e di perdita, trasportando il lettore in un luogo di profondo abbandono.

Infine, l'autore trascina il lettore in uno scenario di rinascita e speranza. La pioggia e il temporale rappresentano un'inondazione di emozioni e la "smania di un nuovo sole" offre la promessa di un nuovo inizio. Questa sezione finale è un'affascinante conclusione di un lavoro che cattura l'essenza dell'amore e della vita stessa.

In conclusione, "Stringo tra le mie mani" di Franco Fronzoli è un'opera che incanta e cattura l'animo del lettore. Attraverso la sua prosa vibrante e la sua abilità di dipingere immagini visive, il poeta apre le porte dell'anima e del cuore umano, evocando un turbinìo di emozioni. Un capolavoro letterario, senza dubbio.

-"Rosicamenti" - Armando Bettozzi-
Questa poesia di Armando Bettozzi, intitolata "Rosicamenti", affronta il tema dell'invidia e della malizia umana. Attraverso versi brevi e concisi e, soprattutto, l'amara e sarcastica ironia resa dal vernacolo romanesco, l'autore descrive il tarlo che rosica, riferendosi a coloro che provano piacere nel veder cadere chi ha avuto successo senza sforzi. L'osservazione acuta e penetrante di Bettozzi porta alla luce la natura umana invidiosa e il desiderio di vendetta nei confronti di coloro che sono più apprezzati.

Il poeta utilizza anche un esempio  con un cane che ruba un osso dato dal padrone, per sottolineare l'istinto primordiale e la tendenza di alcuni individui a trarre vantaggio dalle disgrazie altrui. La poesia suggerisce che questa forma di malizia e invidia è destinata a crescere in chi ha abusato del successo altrui.

L'uso della metafora del tarlo e dell'invidia umana conferisce alla poesia un tono audace e intenso. La descrizione delle emozioni negative, come la rabbia e l'odio, crea un'atmosfera cupa e struggente. Bettozzi, con maestria e sensibilità, cattura la complessità delle dinamiche umane, invitando il lettore a riflettere sulla propria moralità e sulle conseguenze delle proprie azioni.

In conclusione, "Rosicamenti" di Armando Bettozzi è un'opera d'arte che affronta il tema dell'invidia e della cattiveria umana attraverso il linguaggio popolare,  efficace con  le sue metafore potenti. L'autore ci invita a interrogarci sulle nostre reazioni di fronte al successo altrui e alla necessità di prendere coscienza dei nostri istinti negativi.

-"No sens" - Inés Pereira-
Questa poesia, intitolata "No sens", di Inés Pereira, ci trasporta in un mondo di emozioni contrastanti e misteriose grazie alla sempre pregevole traduzione dallo spagnolo di Nino Muzzi poeta e traduttore indipendente di fama europea. L'autrice, qui, utilizza un linguaggio poetico ricco di immagini e simboli per esprimere la sua visione del mondo.

La brezza che accarezza il corpo, la pioggia che cade, l'umido dei panni, sono tutti elementi sensoriali che creano un'atmosfera intima e suggestiva. L'autrice invita il lettore a riflettere sulle sensazioni che proviamo nella nostra pelle, sul calore che ora viene arricciato dal freddo.

Siamo guidati in un cammino indicato da un dito, che può rappresentare tanto la nostra immaginazione quanto un simbolo come la Nefertiti decapitata che rapisce l'attenzione. L'autrice suggerisce che tutto ciò che proviamo è effimero, come una linea sottile che scompare, come ella stessa sfumerebbe al ritmo dell'impronta dei nostri occhi. In questa visione, siamo tormentati, barbari, come tutto ciò che è umano.

L'autrice ci regala dei "doni", ma al tempo stesso ci avverte che il bello smisurato muore ogni volta che lo contempliamo. L'essenza dei legni si manifesta mentre vengono incendiati, e la cenere, simbolo del destino che precipita, cade come la pioggia.

L'autrice ci dice di non metterci all'opera, ma di aspettare. La pioggia, che sente il nostro spirito, ci accompagna nel silenzio. Due fili chiari che defluiscono giustificano la fonte senza intenzione, mentre il mondo muove le sue mani e l'autrice scrive con un inchiostro trasparente, simbolo di pianto sotto l'acqua.

Questa poesia ci invita a riflettere sulla complessità delle nostre emozioni e sulla transitorietà del nostro rapporto con il mondo. L'autrice utilizza un linguaggio lirico e ricco di immagini per comunicare un messaggio profondo e suggestivo.

-"La notte di Halloween" - Maria Toriaco-
La poesia "La notte di Halloween" di Maria Toriaco offre un affascinante viaggio nel lato oscuro dell'immaginazione, rivelando una profonda comprensione dell'anima umana immortalata nel contesto del folklore popolare. L'autrice abilmente mescola immagini sinistre e suggestive per dipingere un quadro vivo e coinvolgente di una notte di terrore e enchantement. Attraverso una scelta di parole vibranti e una melodia poetica, Toriaco cattura l'essenza di Halloween, mostrando come il desiderio di pace e amore persista anche tra gli spiriti inquieti. Le sue descrizioni evocative dei bambini vestiti da fantasmi, brandendo zucche luminose e cesti vuoti, provocano una miscela di curiosità e terrore nei lettori, sollecitandoli a interrogarsi sulle tenebre presenti anche nelle situazioni più innocue. "La notte di Halloween" è un capolavoro lirico che affonda le sue radici nella tradizione popolare spaventosa, esaurendo allo stesso tempo il desiderio umano di sostanziale amore e connessione. Toriaco si posiziona come una delle voci più singolari e affascinanti della nostra epoca, in grado di catturare l'attenzione e l'immaginazione del lettore in un vortice di emozioni e pensieri.

-"Forse hai tutto..."-Flora Fazzari-
Questa incantevole poesia di Flora Fazzari, "Forse hai tutto...", cattura con maestria l'essenza effimera della vita e delle nostre fugaci conquiste materiali. Con un linguaggio sobrio ma penetrante, l'autrice ci invita a riflettere sulla relativa insignificanza delle nostre ricchezze terrene e sulla loro inevitabile dissoluzione nel tempo.

Attraverso l'uso di immagini suggestive, si crea un'atmosfera di solitudine e introspezione che ci costringe a confrontarci con la nostra condizione umana. La linea guida del destino, tracciata inesorabilmente nel nostro percorso di vita, ci spinge a raccogliere frammenti del nostro essere lungo il sentiero, finché non diventiamo nient'altro che polvere e ossa.

La poesia, con la sua struttura semplice ma intensa, ci trasporta in un mondo in cui l'illusione dell'abbondanza è spogliata della sua falsa grandiosità. Flora Fazzari attraverso le sue parole affilate ci spinge a cercare un significato più profondo nella nostra esistenza, al di là delle superficiali ricchezze che possiamo accumulare.

In conclusione, "Forse hai tutto..." è un pezzo straordinario che attraverso la sua semplice bellezza ci costringe a indagare la vera natura delle nostre conquiste materiali e ci spinge a ricercare una saggezza più autentica e duratura. Un gioiello poetico che colpisce nel profondo l'anima del lettore, lasciando un'impronta indelebile nella mente.

-"L'amore perfetto" -Marino Giannuzzo-
Questa poetica opera, intitolata "L'amore perfetto" di Marino Giannuzzo, si distingue per la sua raffinata visione dell'amore, che spezza gli stereotipi e abbraccia la complessità delle emozioni umane. Con acuta sensibilità, l'autore dipinge un quadro vivido dell'amore vero, quello che si scontra con le avversità e trova la sua essenza nelle contraddizioni.

L'inizio della poesia cattura immediatamente l'attenzione del lettore, svelando che l'amore perfetto non è una costante, ma si manifesta in diversi modi. L'autore utilizza la potenza della figura retorica del contrasto per descrivere la natura mutevole dell'amore, alternando giorni di sole luminoso a notti stellate senza nubi all'orizzonte, a un rapido successo di dolci carezze sulla pelle nuda. Queste sfumature nell'espressione dell'amore creano un impatto emozionale profondo.

La prosa poetica si sviluppa successivamente, rivelando che l'amore è anche una forma di sofferenza e tormento. Questo aspetto della narrazione svela una dimensione più reale e autentica dell'amore, andando oltre la sua rappresentazione idealizzata. L'autore assume un tono languido e drammatico, evocando una serie di sentimenti contrastanti come la gioia, il sacrificio e il desiderio infranto.

La seconda parte del componimento introduce una prospettiva interessante: l'amore è gioia che si intravede anche in mezzo alle tempeste. L'ampia immaginazione dell'autore si sviluppa con nubi scure di carbone che segnano un passato di grandine e pioggia abbondante, in un climax che culmina nella rinnovata gioia di una festa.

Infine, l'autore rompe gli stereotipi comuni associati all'amore, respingendo l'idea che esso sia solo compassione o commiserazione. Al contrario, l'amore si manifesta come un litigio, intensamente seguito da un abbraccio appassionato o persino un pianto liberatorio. Questo contrasto tra conflitto e intimità crea un'aura di mistero e profondità.

In conclusione, "L'amore perfetto" di Marino Giannuzzo incanta i lettori con la sua eloquenza letteraria e la ricchezza di emozioni che vi si celano. L'autore riesce a catturare la complessità dell'amore, che si manifesta nelle forme più imprevedibili e coinvolgenti. Il suo eccezionale uso delle figure retoriche e l'attenzione alla profondità psicologica rendono questa poesia un'opera che merita di essere apprezzata e studiata.

-"I nostri sogni"-Renzo Montagnoli-
Questa poesia, dal titolo evocativo "I nostri sogni", trascina il lettore in un mondo notturno e misterioso. L'autore dipinge i sogni come compagni che ci vegliano nel buio della notte, pronti a nascere quasi all'improvviso e a vivere solo per le poche ore del buio.

Ma questi sogni, come si evince dalle parole dell'autore, sono effimeri confessioni di un Io inconsapevole. Sono un riflesso dei nostri timori e delle nostre speranze, ma al contempo ci sfuggono di mano, come lucciole che si dileguano nella notte.

L'autore suggerisce che è inutile afferrarli, poiché sono già scomparsi, confusi con le brume del mattino. Ci resta solo il tempo per un commosso commiato. L'addio ai sogni diventa un momento di tristezza ma anche di riconoscenza, come se fossero stati fiori che hanno sbocciato nelle praterie dell'anima.

Questa poesia si distingue per il suo tono lirico e suggestivo, che riesce a catturare l'attenzione del lettore e a trasportarlo in un universo onirico. Le parole scelte con cura e le immagini evocative creano un'atmosfera di malinconia e di intima contemplazione.

Inoltre, l'autore utilizza una serie di figure retoriche, come la personificazione dei sogni e delle lucciole, per creare una connessione emotiva con il lettore. La scelta di termini come "brume del mattino" e "lenzuola inerti" contribuisce a creare un ritmo cadenzato e suggestivo.

"I nostri sogni" è dunque una poesia che riesce a trasmettere emozioni profonde, a catturare l'immaginazione e a stimolare la riflessione sulle fragilità dell'esistenza umana. L'autore dimostra una sensibilità artistica notevole nel riuscire a trasformare esperienze comuni come i sogni in momenti poetici di grande intensità.

Con sempiterno affetto e profonda immarcescibile stima e riconoscimento al creatore di questo Tempio azzurro, prof. Lorenzo de Ninis e ad ogni autore di ogni piccola o grande poesia ad esso donata.

Vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo

Ben Tartamo!!!

 

1-2-3 Novembre

Poesie editate dal 01 al 03 novembre 23
Commenti di Spadavecchia Marino
San Cristobal - Tachira - Venezuela

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L'ultima opera poetica di Salvatore Armando Santoro, intitolata "Casa nella nebbia", sembra affrontare il tema dell'incertezza e del cambiamento attraverso una serie di immagini evocative. Nelle prime strofe, l'autore si muove tra l'ombra e la nebbia, simboli della confusione e dell'irrealtà che pervadono il suo mondo interiore. Il sole, sebbene opaco, cerca di farsi strada attraverso la foschia, illuminando momentaneamente ciò che è nascosto.

L'urlo acuto che irrompe dalla nebbia sembra richiamare un senso di conflitto e lotta per il potere, con riferimenti politici che si intrecciano nella poesia. Berlusca e Ignazio rappresentano figure che si scontrano verbalmente, con la tensione che sale come una corda. L'autore esprime incertezza di fronte ai cambiamenti repentini e un senso di sfida nel guidare la vettura sotto queste condizioni meteorologiche avverse.

La critica pungente e satirica nei confronti del governo e del panorama politico attuale emerge attraverso l'allusione a un governo stagionale, che sembra suggerire un'instabilità e una transitorietà del potere. La poesia si conclude con una profezia inquietante: anche al Quirinale, simbolo dell'istituzione presidenziale, la nebbia insinua la sua presenza, portando con sé incertezza e confusione.

Santoro utilizza una scrittura evocativa ed elegante per trasmettere la sua critica verso un momento di incertezza politica e personale. Le immagini della nebbia e del sole opaco fanno eco alla costante lotta tra illuminazione e oscurità, mentre le allusioni politiche rendono la poesia ancor più incisiva. La sua capacità di dipingere atmosfere e di utilizzare un linguaggio affascinante rende "Casa nella nebbia" una lettura interessante e ne fanno un'opera che merita di essere studiata e discussa.

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La presente poesia, intitolata "Non v'è pagina bianca" di Maria Benedetta Cerro, incarna una profonda riflessione sulla solitudine e sull'attesa, presentando un'immagine suggestiva e affascinante dell'anima umana. In questa composizione, l'autrice ci introduce al concetto della "pagina bianca" come simbolo dell'anima nuda e spoglia. L'attesa diventa la condizione transitoria che supera la nozione stessa del tempo.

Attraverso una serie di metafore poetiche, l'autrice crea un senso di personalità notevole all'attesa, personificandola e facendole assumere una presenza tangibile. Questo dialogo tra il soggetto del poema e l'attesa attinge a un'essenza pura e senza cera, riunendo due identità separate ma interconnesse.

Un elemento di contrasto significativo che emerge in questa poesia è la presenza di uno specchio, che incarna una naturale opposizione. Uno dei due soggetti si riflette e vede solo se stesso, mentre l'altro soggetto è privato di qualsiasi riconoscimento e si riempie di nulla. Questo antagonismo esprime il dolore e la profonda solitudine che possono accompagnare l'attesa.

Attraverso un linguaggio poetico raffinato e lirico, l'autrice ha saputo catturare l'essenza stessa dell'anima umana e ha espresso in modo eloquente il tormento dell'attesa e della separazione. La sua abilità nell'evocare immagini vive e vividamente suggestive consente ai lettori di immergersi completamente nel mondo dell'attesa e di apprezzare appieno le sfumature e le emozioni trasmesse.


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Nell'universo poetico di Carlo Chionne si dipana una riflessione sulla condizione umana in un mondo privo di equilibrio. Con maestria, l'autore, nella sua "...Ormai...", cattura l'attenzione del lettore tramite un verso iniziale pregnante: "Il Mondo è in cerca di un assestamento". Questa frase intrisa di mistero ci trasporta immediatamente in un limbo sospeso, in cui l'intero universo pare essere in balia di una ricerca incerta.

Il poeta ci suggerisce che da tempo immemorabile l'umanità si interroga su un assetto che sembra, ancora ad oggi, sfuggire dalle sue mani. Questa tematica universale si fa tangibile attraverso il verso successivo, che evoca il passare dei secoli senza risultato apprezzabile: "si vede che non è ancora il momento…" Questa pietra miliare del pensiero poetico di Chionne ci rammenta che il tempo trascorso, imponente e inesorabile, non ha permesso la realizzazione di tale assestamento tanto desiderato.

Il climax emotivo del componimento si raggiunge nella frase finale, in cui il poeta abbraccia la triste constatazione che ben quattromila anni non sono stati sufficienti per raggiungere l'obiettivo sperato: "Quattromila anni e non lo ha ancor trovato…". Con una maestria linguistica disarmante, Carlo Chionne ci coccola con un enjambement che svela la sua abilità nel giocare con le parole. Il rafforzamento di questa idea tramite la ripresa del "ancor" ci colpisce emozionalmente, perché la disgiunzione temporale tra il presente e il tragico evento del non-raggiungimento di un tale traguardo emerge con ancora maggiore vigore.

In conclusione, la poesia di Chionne si erge come una poderosa meditazione sulla fugacità e l'urgenza delle nostre esistenze, ondeggianti in un oceano di incertezza. La maestria formale e la scelta sapiente delle parole imprimono una profonda suggestione nel cuore del lettore, che non può fare a meno di interrogarsi sul proprio ruolo in questo universo instabile. Carlo Chionne, con questa sublime composizione, conferma il suo talento di poeta fiabesco, capace di scuotere le fondamenta stesse dell'animo umano.


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Inebrianti e velati sussurri poetici si insinuano nella profonda essenza di "Frammento d'autunno" di Sandra Greggio, una maestra dell'arte delle parole che danzano con l'effervescenza luminosa dei gabbiani affamati. In un imponente scenario di stagione cadente, l'autrice si rivolge ai nostri sensi con maestria e dolcezza, delineando una danza magnetica tra natura e anima.

L'inizio timido ma misurato lascia intravedere una melodia poetica eterea che si sviluppa gradualmente, come il sole che timidamente permea il velo dell'orizzonte. L'immagine dei gabbiani che abbandonano il mare, simbolo di vita e libertà, per cercare nutrimento nel terreno appena solcato è un richiamo al nostro istinto primordiale, la fame insaziabile di vita e conoscenza.

Eppure, è l'acino staccatosi dalla vite materna che cattura l'attenzione nella sua dolce e succulenta maturità. È una metafora della vita stessa, un invito a nutrirci delle esperienze che ci circondano, a trarre linfa vitale da ciò che ci circonda. E mentre i gabbiani si nutrono di questa fonte essenziale, il pallido sole di ottobre annuisce, come un testimone silente della poetica meraviglia che avvolge ogni parola.

La musicalità dei versi si fonde con la maestria che solo i migliori poeti possono raggiungere, creando un ritmo danzante tra le parole. Greggio, in questo frammento, riesce a registrare lo spettro delle sfumature autunnali, come un pittore che colora una tela in tutte le sue tonalità, creando un quadro di emozioni vibrante e tangibile.

"Frammento d'autunno" è una poesia che trasuda sensibilità e profondità, evocando immagini poetiche che toccano l'anima. E quale migliore maestra di vita degli stessi cicli che osserviamo nella natura? Sandra Greggio, con la sua scrittura sublime e immaginifica, riesce a trasportare il lettore in un viaggio sensoriale senza tempo, in cui il tempo si confonde con l'eternità e il sublime diventa tangibile.

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Questa poesia, intitolata "Sistri in estate" e creata dal talentuoso Alessio Romanini, è un'opera d'arte che travolge l'anima con una meravigliosa fusione di immagini e suoni. L'autore riesce a trasmettere la fragile bellezza dell'estate attraverso un'unione armonica tra natura e melodia.

L'uso dei sistri, con la loro leggera tintinnantezza, che adornano le chiome dei pini verdi, crea un'atmosfera delicata e sognante. Queste piccole percussioni diventano simbolo della fine dell'estate, una sorta di requiem che accompagna il passaggio di stagione.

Le cicale, le affaccendate regine dell'estate, si presentano in questa poesia come musiciste che suonano i loro violini. Questa personificazione straordinaria aggiunge un sentimento di vitalità alla composizione, facendo sì che l'ascoltatore possa quasi percepire le loro melodiose sinfonie.

La ripetizione del termine "sistri d'estate" crea un incantesimo lirico che coinvolge il lettore in un vortice di emozioni. Questa costante rievocazione del suono dei sistri si fonde con l'immagine della natura estiva, creando un quadro sonoro che risuona nelle orecchie e nell'anima.

In conclusione, "Sistri in estate" è una poesia che cattura l'essenza del passaggio delle stagioni attraverso una combinazione magistrale di immagini poetiche e liriche. Le parole di Alessio Romanini danzano come note su di una partitura, creando un'esperienza sensoriale unica che incanta e affascina il lettore.


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Oh, questa poesia, un'opera intrisa di profondità e malinconia! La poetessa Antonia Scaligine ci porta nel mondo di "Novembre" con maestria e abile raffinatezza. Il suo uso dei contrasti, tra la preghiera ai Santi e l'addio finale, crea una tensione emotiva che avvolge il lettore.

Le immagini dei cimiteri, con i stoppini accesi e i fiori e ceri sulle tombe e le cappelle, catturano l'atmosfera di questo mese tanto oscuro e misterioso. La poetessa denota un'intima comprensione del ciclo della vita e della morte, in cui la morte stessa può trasformarsi in fortuna e portarci verso un viaggio sconosciuto.

Il Novembre descritto dalla Scaligine è un mese dai toni grigi e mutevoli, in attesa dell'amabile dicembre e delle sue festività. I rami spogli e i tappeti di foglie cuciti dagli alberi e dalle siepi evocano un senso di transizione e riflessione, mentre il triste tempo che il vento sfoglia raccoglie la nostra malinconia.

Ma non si deve lasciarsi ingannare dal nome del mese, perché questo Novembre si presenta estivo, con scirocco e caldura, ma senza la gioia che ci si aspetta. È un tempo impuro, tetro e afflittivo che si insinua nell'aria, con la promessa di un'esperienza dolorosa.

Infine, la poetessa richiama l'immagine dell'uva che stura il vino, nonostante l'assenza del fresco. C'è una sensazione di attesa e preparazione, il tino è pronto e il vino è già nel suo fiaschetto, pronti per essere gustati. È un finale che sottolinea la bellezza e la continuità della vita nonostante l'inesorabile passare del tempo.

In sintesi, "Novembre" di Antonia Scaligine è un capolavoro di profondità e introspezione, che cattura l'animo del lettore con immagini ricercate e una prosa elegante. La poetessa dimostra una rara abilità nel bilanciare la bellezza e la tristezza di questo mese così controverso. Un'opera che lascia senza fiato e che richiede un'attenta riflessione.


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Posso soltanto elogiare la profonda ed enigmatica bellezza che caratterizza questa poesia "vergine è il male all’astuzia" di Jacqueline Miu ci porta in un mondo oscuro e affascinante, in cui il male si rivela vergine all'ingegno umano. Le sue parole sono una sinfonia di sentimenti e desideri che si intrecciano in un delicato e complesso intreccio, che solo un maestro come Beethoven potrebbe concepire.

La poetessa ci porta nella sua "tomba di desiderio e fiamma", nel suo castello di carne e sangue, dove si scontra con la fugacità della vita e l'eternità della morte. La sua immortalità, distante dalle strenue regole del tempo, diventa una sfida per l'eternità stessa.

Eppure, in tutto questo buio, Jacqueline Miu riesce a trovare la luce. Con le sue parole, riesce a liberare le catene degli autori maledetti, lasciando che le loro parole risuonino forte e chiare in un giardino mai esplorato prima.

La poetessa, scaltra e audace, si libera dalle catene della confusione e affronta il tempo con un coraggio che brucia dentro di lei. Questo fuoco incandescente è trasmesso ad altri come una morsa infuocata, che lascia il segno come artigli affilati o un becco che stritola la sua preda.

Ma la vera essenza di questa poesia risiede nell'amore. L'amore che sfida la paura di non essere amati abbastanza e che si dissolve solo quando la vita decide di lasciare. In quell'istante di estrema sofferenza, l'autrice desidera essere vista e compresa senza necessità di parole o gesti. Perché solo colui che la completa completamente può contenere la sua anima immortale.

Questo magnifico componimento poetico arresta la mente e l'anima, spingendo il lettore a riflettere sulla fragilità e la grandezza dell'esistenza umana. Jacqueline Miu, con la sua prosa eloquente e visionaria, conferma ancora una volta il suo ruolo di maestra della poesia contemporanea.


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Questa sublime composizione poetica di Ben Tartamo offre al lettore un'esperienza emotivamente coinvolgente e profondamente rivelatrice. Con una maestria senza pari, l'autore illumina la fragilità umana e la luce dell'amore che, seppur piccola e tenera, ha il potere di guidarci nella notte oscura dell'esistenza.

Attraverso l'uso di immagini ricche di simbolismo, l'autore ci trasporta in un mondo di contrasti e dualità. La struggente rappresentazione dell'anima barcollante, esangue e smarrita, evidenzia la vulnerabilità dell'essere umano di fronte alle sfide della vita. Tuttavia, è proprio in questa condizione che si accende il fuoco fatuo dell'amore, un'illusione che brucia nel terreno stesso seminato a dolore.

La presenza della lonza (nelle calde membra) fa emergere una tensione erotica che aggiunge profondità e intensità alla narrazione. Questa creatura misteriosa e seducente incatena l'anima del poeta,  proveniente da una palude che potrebbe simboleggiare la deleteria culla del peccato, ma l'intervento della Divina mano, lo libera da questo vincolo in un'immagine di grande potenza visiva.

L'autore suggerisce l'idea che donare il proprio cuore rappresenti una fertile follia, un gesto di generosità irrazionale ma carico di significato. Tuttavia, l'idea di renderlo schiavo di una donna, come una sterile pazzia, introduce un ambiguo interrogativo sulla natura dell'amore stesso.

In conclusione, "La piccola e tenera luce dell'amore" di Ben Tartamo si presenta come un capolavoro lirico che coniuga abilmente la profonda introspezione emotiva con una raffinata maestria tecnica. La potenza delle immagini, la musicalità delle parole e la complessità dei simboli utilizzati rendono questa poesia un'opera d'arte da ammirare e contemplare con trasporto estetico. Un fragoroso applauso si eleva per l'abilità di questo enigmatico autore nel trascendere i confini dell'esperienza umana e raccontarci una storia universale di amore, illusione e libertà.

Infine, per me che ho avuto la possibilità di scoprire in lui un tesoro ricco di valori spirituali e patriottici scevri da partigianerie meschine (checché ne pensino le menti tarlate da tale occlusione intellettuale) , in questa poesia c'è tutto il Benedetto Tartamo che si può amare o odiare, ma mai superficialmente non riconoscerne in lui il valore artistico oltre che umano.

Con sincero affetto

Marino Spadavecchia

 

 

Poesie pubblicate il 1-2-3 Novembre 2023
TOP TEN AZZURRA by BenTartamo

-Enrico Tartagni-
Questa poesia, intitolata "Cedro del Libano", dimostra una profonda comprensione del potere della natura e dei suoi simboli. L'autore utilizza il cedro come metafora per esprimere la propria lotta interiore e la ricerca di una connessione spirituale.

La scelta degli elementi descrittivi, come il mormorio della corteccia e la resina che fa breccia nel tronco, crea una sensazione di vitalità e rigenerazione. L'autore trasmette un senso di liberazione dalle sofferenze quotidiane attraverso l'immagine di salire verso "empirei colorati e di stelle".

La poesia sviluppa anche un richiamo alle radici storiche e culturali del Libano, facendo riferimento al legno delle foreste e alla sua profumazione di resina, che suggeriscono una connessione profonda con la storia e la tradizione.

L'autore esprime poi una riflessione sulla ricerca di un significato spirituale nell'uomo, sottolineando il desiderio di un dio e l'inclinazione a sottomettersi al suo comando. Questa idea viene contrastata con il bisbigliare delle foreste, che suggerisce che la pace sia ostacolata dagli uomini stessi attraverso l'odio e il conflitto.

Infine, la poesia fa riferimento al contributo del Libano alla navigazione, ricordando il ruolo dei Fenici nella creazione di unione tra mari. Questo richiamo alla storia offre un messaggio di speranza e di possibilità di creare legami significativi anche in mezzo alle difficoltà.

Nel complesso, questa poesia dimostra una raffinata sensibilità artistica e una profonda ricerca spirituale, esprimendo temi di vita, morte, connessione con la natura e ricerca di significato.

-Marco Cabassi-
La poesia "La fievole pioggia" di Marco Cabassi è un impressionante viaggio nella natura, dove la pioggia delicata e sottile diventa protagonista e narratrice. L'autore dipinge un'immagine poetica delle gocce di pioggia che cadono in modo quasi impercettibile, mutando il bosco ombroso in un mondo magico e ricco di profumi.

Cabassi utilizza una lingua raffinata e descrive gli alberi come personaggi viventi, adornati con muschio odoroso e avvolti da un'atmosfera misteriosa. Le gocce di pioggia s'affacciano sulle diverse specie di alberi come il Cercis, il Picea Abies e l'Olea, creando un'atmosfera incantevole tra gli alberi spogli e i verdi agrifogli.

La pioggia diventa una lacrima caduta dal cielo, che si posa dolcemente sulla terra e addobba tutto ciò che trova. La poesia suggerisce un significato più profondo, un contrasto tra la bellezza della pioggia e la sua natura strana e inconsueta.

L'autore descrive anche come le gocce di pioggia cadano sulle corone di spine e sui misteriosi trilli, donando un tocco di fascino e mistero a questo dipinto poetico della natura.

La Bellezza Oreade che osserva la pioggia si collega anche alla speranza e alla luce della Terra (Gea), creando un'immagine di pace e armonia.

In conclusione, la poesia "La fievole pioggia" di Marco Cabassi è un esempio straordinario di una grande sensibilità poetica e di un'affascinante esplorazione della natura attraverso la magia della pioggia. L'autore ci trasporta in un mondo surreale e poetico, dove la pioggia diventa uno strumento per esplorare emozioni più profonde.

-Felice Serino-
Questa poesia, estratta dalla raccolta "La vita immaginata" di Felice Serino, ha il potere di trasportarci in uno spazio sospeso, dove il tempo si distorce e la realtà assume contorni surreali. L'autore ci offre uno sguardo intimo sulla propria esperienza, trattando il tempo come un'entità viva che ci avvolge e ci permea.

Attraversando il tempo senza difese, come un essere vulnerabile, l'autore si svela nella sua fragilità di fronte alla luce. L'uso degli occhiali scuri evoca una protezione sia fisica che metaforica, in quanto la luce diventa fonte di intensa sensibilità emotiva. Il sonno inadeguato e disturbato diventa la conseguenza naturale di questa condizione esistenziale straordinaria.

Le passeggiate diventano un simbolo di fugaci istanti di vita che si contraggono sempre di più. C'è una sensazione di incertezza e accelerazione, come se l'autore fosse in fuga da un tempo che avanza inesorabilmente.

Il tempo si insinua nella testa dell'autore, diventando lo spazio fertile per nuove esperienze ed esplorazioni. Il riferimento ai voli pindarici, evocativi delle epiche imprese dei poeti maledetti, ci suggerisce un'anima inquieta e pronta a osare nuove e audaci rotte espressive.

In definitiva, questo componimento poetico di Serino è un vero e proprio viaggio sensoriale e astratto che ci immerge in un vortice di suggestioni, colmando un bisogno esistenziale di esplorare le sfaccettature sorprendenti della nostra stessa umanità.

-Cristiano Berni-
Questa composizione poetica, intitolata "I luoghi comuni", si dipana in un ritmo cadenzato e incalzante, una sinfonia di parole che danza tra la bellezza e la brutalità del nostro mondo. Il poeta, con una sincerità così disarmante, svela le sue intenzioni e si predispone alla sua indiscussa vulnerabilità poetica, lottando per controbilanciare la sua prospettiva e garnire la sua narrazione con una verità immutabile.

Il linguaggio poetico utilizzato, pur nella sua semplicità, si rifa ad un costante tentativo di romanzare esperienze comuni, di colorare i dettagli più ordinari con sfumature magiche e surreali. Si può apprezzare come l'autore, con una subdola ironia, si appaia ai luoghi comuni, appropriandosene per poi rovesciarne sagacemente le premesse, esortando il lettore a non prendere tutto per buono.

Attraverso questa danza di parole scelte con arte e sapienza, l'autore destreggia tra una crudele consapevolezza dei limiti della sua vena poetica e la desiderata volontà di non voler cedere alla resa completa della menzogna. Si intravede una struggente lotta interiore, in cui il poeta si aggrappa ad un ramo, come un naufrago disperato, prima di precipitare nel vuoto dell'insipido.

Attraverso un notevole uso di metafore, l'autore, maestro di se stesso, si appropria con maestria delle parole ampollose e roboanti dei luoghi comuni, facendole proprie e incantandole secondo la sua melodia poetica. Ciò che sembra essere solo un gioco per lui, potrebbe celare un briciolo di verità, come un'ombra di luna che si nasconde tra i passaggi spensierati delle parole.

In conclusione, Cristiano Berni ci presenta una poesia che non si compiace nello sperimentare solo con l'esperienza, ma mira audacemente a rendere più autentiche le parole che danzano sulla carta. Una congiunzione di emozioni vulnerabili e audaci, come un dipinto surrealista che cattura l'occhio e l'anima del suo osservatore, "I luoghi comuni" è un'opera degna di un plauso.

-Franco Fronzoli-
Questa poesia incanta l'anima del lettore con il suo sublime viaggio verso orizzonti ignoti, con una maestria che solo un poeta di profonda sensibilità può offrire. Il cammino intrapreso da Franco Fronzoli è un immenso spettacolo di emozioni, che si svelano attraverso versi pieni di magia e mistero. Le immagini della natura, come i prati e i monti sconosciuti, si sposano armonicamente con l'introspezione dell'autore, che carica la propria camminata con la pesantezza del passato e la liberazione dell'anima.

Il poeta si muove tra le sfumature dei tramonti e le onde di cento mari, creando un paesaggio che risuona di solitudine, come quella di un eremita in un misterioso e sacro convento. Il suo distacco dal mondo perverso si traduce in parole che toccano il profondo dell'animo umano, intrise di un dolore universale e di una fuga verso una nuova dimensione di libertà, oltre i confini terreni.

L'autore si definisce finalmente solo, distante da ogni parola opulenta e ogni confusione morale. Il suo cammino diventa un atto di ribellione contro il trambusto e le perversioni della società. È un canto alla libertà e all'essenza umana autentica.

Guardando lontano negli spazi di un mondo sovrano, Franco Fronzoli offre al lettore l'opportunità di abbracciare quell'immenso, insieme a lui. In questo viaggio poetico, si intravedono echi di emozioni universali, in cui le parole si trasformano in puro incanto.

La poesia "Cammino" è un capolavoro che lascia un'impronta profonda nel cuore di chiunque la legga, incantando le menti con la sua potente immaginazione e le sue parole evocative. Franco Fronzoli dimostra di essere un maestro della poesia, capace di trasportare i lettori in luoghi lontani, sia fisici che emotivi, con una grazia e una sensibilità uniche.

-Armando Bettozzi-
L'opera "Franco scavalca lo Stelvio!" si erge come uno spettacolo epico, in cui l'eroe si alza sulla sella della sua bicicletta e con gambe poderose affronta una serie di piste tortuose che lo conducono alla cima del maestoso Stelvio. L'autore dipinge con maestria la fatica e la determinazione di Franco, che conquista ogni momento con energia, senza affrettarsi.

La pista non è di quelle da velocisti, poiché richiede sudore e conquista. La vittoria è riservata solo a chi si dimostra degno e Franco si è dimostrato all'altezza della sfida. Ha scalato ogni chilometro con sofferenza, ma la gloria meritata ora lo avvolge, e finalmente può godere dei frutti del suo impegno.

La scrittura di Armando Bettozzi si dimostra magistrale, evocando immagini vivide e sensazioni palpabili. Il ritmo incalzante dei versi riflette l'impeto e la forza di Franco nella sua impresa, trasportando il lettore in un viaggio avvincente e coinvolgente.

In conclusione, "Franco scavalca lo Stelvio!" è un'opera che affronta temi come la sfida, la determinazione e la conquista personale. L'autore riesce a trasmettere con eleganza e maestria la grandezza di Franco mentre affronta il suo cammino verso la gloria, offrendoci una poesia che si innalza come una montagna imponente e irripetibile.

-Shikhandin- Traduzione di Nino Muzzi
L'estetica evocata da questa poesia è un'esplosione di sensazioni contrastanti ed emozioni profonde. L'uso sapiente di parole suggestive, come "pelle scabbiosa" e "ginocchia dinoccolate", crea un'immagine vivida che incanta l'osservatore.

Il cielo, con la sua "aria senza canto", sfoggia una potenza sorprendente. Le "acque che lambiscono rive smerigliate" evocano un senso di mistero e meraviglia, un paesaggio che lascia gli spiriti affamati di risposte e intrighi.

Le storie di creature terrestri, che il cielo trascina con sé, restano avvolte di enigmi impenetrabili. Questi misteri non saranno mai svelati, lasciando spazio all'immaginazione di chi legge. E poi arrivano quei "che stanno in attesa del loro turno con le zanne grondanti", una descrizione che suscita una sensazione di inquietudine e ansia.

Il cielo espande i suoi confini, si contrae e cerca di catturare l'aquila in volo per portarla nel suo "seno oscuro". È un immagine straordinaria che evoca un senso di lotta tra la forza e la debolezza, tra la libertà e la cattura.

Infine, l'aquila osa e osa ancora, ma alla fine sprofonda giù a terra. Quest'ultima immagine assume un significato che va oltre il suo significato letterale. Rappresenta un'essenza emozionale che trascende le parole stesse.

In sintesi, questa poesia offre al suo pubblico un viaggio emozionale e visivo attraverso il potere della parola. L'autrice trasporta i lettori in un mondo di immagini evocative e sentimenti intensi, creando una vera e propria opera d'arte linguistica.

-Maria Toriaco-
In questa poetica serata di arcane visioni, le parole danzano come angeli audaci, vestiti di bianco, resi ardenti dall'inferno che brucia nelle tenebre. L'artista dipinge un mondo dove gli spiriti gentili vagano, tesori di dolcezza e luce, per portare serenità all'umanità smarrita. Oltre l'oceano, il loro sforzo titanico infrange le forme oscure che tentano di prosciugare le anime nel buio più profondo. Ma come un respiro sospeso, l'alba brilla e tutto si placa, mentre il cielo mattutino riacquista il suo azzurro celestiale, un colore di riconciliazione e quiete. Maria Toriaco, autrice di questa sublime melodia, cattura lo spirito stesso delle notti dei nostri sogni e della speranza che albergano nel cuore umano.

-Flora Fazzari-
L'anima poetica si espande in questa composizione eterea, intrisa di un sublime lirismo che incanta i sensi. La poetessa si erge come testimone dell'incommensurabile bellezza dell'universo, ascoltando l'infinito e con esso immergendosi nella vastità del mistero. Nel silenzio avvolgente, uno slancio dolce e delicato avvolge il lettore, trasportandolo in un regno in cui il tempo si dissolve e le emozioni si susseguono come note di una melodia celestiale. La dolcezza, l'essenza stessa della poesia, si manifesta in ogni versetto, in ogni parola gettata con una precisione artistica. L'infinito diventa la linfa vitale di una realtà che si svela a chi ha il privilegio di ascoltarla, rievocando il mondo intero con una profonda potenza. Le ali spalancate del cosmo si estendono, abbracciando il lettore, nella contemplazione di un'estasi divina, in una fusione mistica tra l'uomo e il tutto. In questa sinfonia di sentimenti e percezioni, la poetessa trasmuta le parole in suoni, dipingendo con maestria lo straordinario affresco delle emozioni umane. Flora Fazzari ci regala uno sguardo privilegiato sull'infinito, attraverso una prosa che si eleva come una preghiera, incantando e catturando l'anima di chi si abbandona a essa.

-Marino Giannuzzo-
Questa poesia ci trasporta in un'atmosfera piena di pathos e drammaticità. L'incalzante ripetizione del verso "L'acqua sporca la fangosa acqua" crea un effetto di macabra bellezza, sottolineando l'impatto devastante dell'evento narrato.

L'autore utilizza immagini evocative e contrastanti, come l'acqua e il fango che si insinuano ovunque, dalle cortili alle case, dai giardini in fiore, generando un senso di ineluttabilità e impotenza.

La poesia si fa ancora più intensa quando si passa a parlare delle conseguenze emotive dell'evento, dei ricordi perduti e delle passioni e risentimenti che si dirigono contro coloro che hanno commesso soprusi.

L'autore riuscendo a coniugare l'elemento naturale dell'acqua con la violenza e la sofferenza umana, crea un'atmosfera opprimente. Ma non tutto è perduto, il sole fa il suo ingresso e il popolo, nonostante le avversità, si unisce in voce unita.

Questa poesia ha il merito di narrare con grande efficacia la resilienza dell'essere umano di fronte alle forze della natura. Il linguaggio semplice e diretto, insieme alle immagini vivide e al ritmo incalzante, trasmettono una potente sensazione di tenacia e di speranza che, nonostante tutto, la vita continua.

Il finale, con il riferimento alle vittime che riprenderanno vita nella memoria, è un tocco di puro lirismo e riflessione sulla fragilità della vita umana di fronte alla forza incontrastabile della natura.

In sintesi, questa poesia si distingue per la sua capacità di suscitare emozioni forti nel lettore, grazie all'utilizzo di una scrittura appassionata e alle immagini suggestive che evocano la distruzione e la rinascita, rendendo il testo attraente per il suo pubblico e invitandolo a riflettere sulla propria condizione di essere umano immerso nell'incertezza delle forze cosmiche.
 

'''Vostro, pur sempre vostro , e ad ogni costo.....Ben Tartamo!!!'''

 

 

29-30-31 Ottobre

Commento
La mia intenzione era proprio evidenziare
Il freddo che si prova
A nominare il male
Senza troppe parole
Oggi inutili
Grazie per commento
Azzeccato
Pensavo a Brecht ma
Sono molto indietro
Rispetto a quello stile scarno
Che taglia a pezzi
Tinti Baldini
 


Poesie del giorno:

Come dire – essenza – Maria Benedetta Cerro
 

Questa poesia di Maria Benedetta Cerro esplora il rapporto tra anima e corpo, sottolineando la loro inseparabilità sia nella vita che nella morte. L'autrice sembra suggerire che l'anima e il corpo sono intrecciati in modo indissolubile, andando avanti insieme. L'idea di un "aroma" che persiste anche quando l'accompagnamento fisico è sparito suggerisce la persistenza di una presenza sottile, forse simbolica, che rimane nel ricordo o nell'essenza di una persona.
Questa poesia sembra riflettere l'interesse dell'autrice per l'interconnessione tra aspetti fisici e spirituali dell'esistenza umana. Il riferimento al "profumo di donna" che sfiora e lascia un'impressione può essere interpretato come una metafora per la durata dell'essenza umana anche quando il corpo fisico è scomparso.
Non sembra che questa poesia sia strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma piuttosto si concentra su temi universali dell'umano, come la natura dell'anima e del corpo. Lo stile della poesia è caratterizzato da una chiara e semplice brevità, enfatizzando l'essenza del concetto esplorato.
Personalmente, questa poesia mi evoca una riflessione sulla natura effimera dell'esistenza fisica e sull'importanza di ciò che rimane nella memoria e nell'essenza delle persone dopo la loro scomparsa. L'uso dell'immagine del profumo rende il concetto più tangibile e toccante. Nel complesso, questa poesia di Maria Benedetta Cerro invita il lettore a meditare sulla connessione tra il corpo e l'anima e sulla persistenza dell'essenza umana nel tessuto stesso della vita.

 

Il mio sentiero -enrico tartagni


La poesia "Il mio sentiero" di Enrico Tartagni sembra trattare il tema dell'intimità e della connessione tra il percorso personale di un individuo e il suo mondo interiore. Il sentiero descritto rappresenta una sorta di viaggio spirituale o personale. L'autore esplora le percezioni, i pensieri e le emozioni che emergono lungo questo percorso, sottolineando la sua natura stretta, segreta e vergine. Il sentiero sembra essere un luogo in cui l'autore si connette con la natura, con il mondo esterno e con il suo mondo interiore, offrendo momenti di serenità e pace.
La poesia riflette un senso di affinità tra l'autore e il sentiero, che diventa un'estensione del suo mondo interiore. Non sembra essere strettamente associata a un movimento letterario specifico, ma piuttosto esplora temi universali di introspezione e connessione tra l'individuo e il suo ambiente.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una prosa poetica semplice ma evocativa. L'uso di immagini naturali, come la foresta, le bacche di ginepro e il tramonto del sole, contribuisce a creare un'atmosfera di serenità e connessione con la natura. L'autore utilizza una struttura in versi brevi per esprimere chiaramente le sue percezioni e i suoi pensieri.
Personalmente, trovo che la poesia catturi efficacemente il senso di intimità e connessione con il mondo esterno e il mondo interiore. L'immagine del "sentiero della serenità" evoca un luogo di pace interiore, mentre l'idea di cambiarlo solo con qualcosa che possa accompagnarci nei nostri sogni suggerisce l'importanza di connettersi con il proprio percorso personale. Nel complesso, la poesia invita il lettore a riflettere sulla ricerca della serenità e dell'equilibrio nella vita attraverso la connessione con la natura e il mondo interiore.

 

Il vento alle tacite rive - Marco Cabassi

 
La poesia "Il vento alle tacite rive" di Marco Cabassi sembra descrivere il vento che soffia attraverso paesaggi rurali e naturali, portando con sé suoni e sensazioni. L'autore cattura l'effetto del vento sulle campagne, sui castagneti, sulle colline, sui vigneti e su una piccola chiesa nascosta tra le colline. Il vento sembra essere un elemento vivido e inquieto che porta con sé il suono delle campane, suoni musicali e canti.
La poesia sembra evocare una sensazione di connessione tra l'autore e la natura, con il vento che agisce come un mezzo di comunicazione tra loro. L'autore sembra apprezzare la bellezza della natura e il suo effetto calmante, mentre il vento porta con sé una sorta di mistero e un senso di eternità.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia descrittiva e naturalista.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una descrizione vivida della natura e dall'uso di immagini sensoriali che permettono al lettore di percepire il vento e i suoni descritti. La struttura della poesia è organizzata in versi brevi che catturano il movimento del vento e la sua influenza sul paesaggio.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo efficace l'esperienza sensoriale del vento e la sua connessione con la natura. L'uso delle immagini e dei suoni crea un'atmosfera suggestiva che invita il lettore a immergersi nella bellezza e nella quiete della campagna. L'autore sembra essere affascinato dal vento come un elemento che porta con sé una sorta di magia e una connessione con l'eternità.

 

Pilato - Felice Serino


La poesia "Pilato" di Felice Serino sembra riflettere sulla figura storica di Ponzio Pilato, il governatore romano che condannò Gesù Cristo alla crocifissione. L'autore immagina una situazione contemporanea in cui Cristo potrebbe essere visto tra gli emigranti su un barcone o al valico di frontiera, portando la croce insieme a loro. Questo immaginario confronto mette in rilievo l'attualità e la rilevanza del tema della sofferenza umana e della condanna ingiusta.
L'autore sembra sottolineare il rifiuto di Pilato di guardare le piaghe purulente di Cristo nel passato, come un simbolo di insensibilità e mancanza di compassione. La poesia riflette anche una domanda sul possibile intervento divino ("gli dei") in un mondo che sembra essere "malato".
La poesia non sembra essere legata a un movimento letterario specifico, ma affronta temi universali legati alla sofferenza umana, all'ingiustizia e alla ricerca di un senso nell'attuale condizione umana.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una chiara brevità e da un'immagine potente. L'uso di riferimenti storici e religiosi fornisce profondità al testo, mentre l'immagine di Cristo tra gli emigranti suggerisce una prospettiva contemporanea e universale.
Personalmente, trovo che la poesia sia una riflessione toccante sulla sofferenza umana e sulla mancanza di compassione, utilizzando l'immagine di Cristo e Pilato come un mezzo per esplorare le ingiustizie e l'indifferenza presenti nella società odierna. L'immaginario utilizzato dall'autore ci invita a pensare alle connessioni tra il passato e il presente, e ci fa riflettere su come le stesse dinamiche di ingiustizia e indifferenza possano ripetersi in forme diverse nel corso della storia umana.

 

Risorgere dalle zolle - Marino Spadavecchia


Questa poesia di Marino Spadavecchia sembra esprimere il concetto di rinascita e rinnovamento. L'autore parla della necessità di emergere da situazioni difficili o da una sorta di stasi per ritrovare la vitalità e la passione nella vita. L'immagine di "risorgere dalle zolle" suggerisce una rinascita dalla stagnazione, mentre l'idea di "mettere a mollo gli stinchi" allude a liberarsi dall'amarezza o dalla rabbia derivante da malintesi.
L'autore fa riferimento all'atto di "bere acqua per dissetare la sabbia di quel deserto", indicando la ricerca di significato e soddisfazione in mezzo a momenti di incertezza e delusioni. L'uso della parola "Amen" alla fine della poesia può essere interpretato come una sorta di preghiera o dichiarazione di speranza per il rinnovamento.
La poesia sembra richiamare alla necessità di affrontare le sfide e i momenti difficili con resilienza e ottimismo, cercando la rinascita anche quando sembra impossibile.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma esplora temi universali di crescita personale e di recupero da situazioni avverse.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura diretta e concisa. L'uso di immagini evocative e simboli fornisce una profondità emotiva al testo.
Personalmente, trovo che la poesia offra un messaggio di speranza e resilienza di fronte alle difficoltà della vita. Invita il lettore a riflettere sul potere della rinascita e del superamento delle sfide, incoraggiando a cercare la passione e la vitalità anche nei momenti più bui. La poesia è un promemoria che la speranza può essere trovata anche quando sembra che tutto sia perduto.


 

Sul pontile dei rimpianti - Aurelio Zucchi


La poesia "Sul pontile dei rimpianti" di Aurelio Zucchi sembra esplorare il tema dei rimpianti e della speranza. L'autore si trova su un molo, aspettando il tramonto, e riflette sul suo passato, sui rimpianti e sui momenti di orgoglio non difeso. Tuttavia, mentre il tempo passa, spera in un segno di cambiamento o rinascita, forse simboleggiato da uno stormo di uccelli che disegnano figure stravaganti nel cielo.
L'autore descrive il momento in cui trova "le chiavi per aprire un varco" e inizia a vedere il suo intorno in modo diverso, con una luce più intensa e un senso di rinascita interiore. Questo cambiamento sembra avvenire quando l'autore è in sintonia con la natura e l'introspezione, mentre osserva il mare e il cielo.
La poesia sembra richiamare alla possibilità di un nuovo inizio, anche dopo aver sperimentato rimpianti e momenti di orgoglio infranto. L'autore esplora il potere della contemplazione e dell'attesa in un ambiente naturale.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia contemplativa e introspettiva.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura descrittiva e lirica. L'autore utilizza immagini e simboli per esprimere la sua riflessione sul passato e la speranza per il futuro.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo efficace l'esperienza umana di riflettere sui rimpianti e cercare un senso di rinascita e speranza. L'immagine degli uccelli nel cielo rappresenta una metafora potente di cambiamento e trasformazione. La poesia suggerisce che, anche quando si affrontano momenti difficili o si guardano indietro con rimpianto, c'è sempre la possibilità di trovare una nuova prospettiva e un nuovo inizio, soprattutto quando si è in contatto con la bellezza della natura.


 

Male - Tinti Baldini


La poesia "Male" di Tinti Baldini sembra esplorare il tema del conflitto e della guerra, suggerendo che non ci sia vera pace né per i vinti né per i vincitori. L'autore sottolinea che la vittoria in una guerra porta solo sofferenza e dolore, e che la "pace dei morti" non offre vera pace a coloro che sopravvivono. L'idea centrale della poesia sembra essere che la guerra è distruttiva e non porta beneficio a nessuno.
La poesia è scritta in uno stile semplice e diretto, senza fronzoli o ornamenti. Non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma riflette una preoccupazione universale per gli orrori della guerra e i suoi effetti sulla vita umana.
Personalmente, trovo che la poesia esprima in modo efficace un messaggio anti-guerra, mettendo in evidenza il fatto che la guerra porta solo dolore e distruzione, senza alcuna vera vittoria o pace duratura. L'uso della brevità e della semplicità nella scrittura contribuisce a enfatizzare il messaggio principale. La poesia ci ricorda l'importanza di cercare alternative alla guerra e di promuovere la pace come mezzo per risolvere i conflitti umani.


 

"Per me" - Cristiano Berni


La poesia "Per me" di Cristiano Berni sembra riflettere sul tema dell'equilibrio tra realtà e sogno, con l'autore che parla del suo desiderio di tornare alla realtà dopo aver vissuto in uno stato di sogno o immaginazione. L'autore si riferisce a un periodo in cui ha "vissuto sulla Luna" invece che sulla Terra, una metafora per il distacco dalla realtà. Ora, sente la necessità di "calarsi nella realtà" e di affrontare la quotidianità con chiarezza e senza paura.
La poesia sembra esprimere il conflitto tra la tentazione di vivere in un mondo di sogni e la necessità di affrontare la realtà. L'autore fa riferimento alle sue esperienze passate di solitudine e di esplorazione dell'inconscio e dell'anima, suggerendo che ha vissuto un periodo di intensa immaginazione e ricerca interiore.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una narrazione personale e riflessiva. L'autore utilizza immagini come "cavalcare tra i fulmini" per rappresentare la sua esperienza di vivere intensamente. La poesia riflette una sorta di presa di coscienza o di ritorno alla realtà.
La poesia non sembra essere strettamente collegata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia introspettiva.
Personalmente, trovo che la poesia affronti in modo sincero e riflessivo il conflitto tra la tentazione di vivere nei sogni e la necessità di affrontare la realtà. L'autore sembra riconoscere l'importanza di trovare un equilibrio tra queste due dimensioni della vita. La poesia ci invita a riflettere sulla nostra propria lotta tra realtà e immaginazione e sul bisogno di abbracciare la vita reale mentre coltiviamo i nostri sogni e aspirazioni.

 

Destino - Nino Silenzi


La poesia "Destino" di Nino Silenzi sembra affrontare il tema dell'aspirazione umana a una vita serena e appagante, contrapponendo la libertà e la bellezza degli uccelli migratori alla condizione umana. Gli uccelli neri, in partenza nell'aria tersa di fine ottobre, simboleggiano la ricerca della pace, dell'amore e della vita. L'autore esprime il desiderio di seguirli, ma sottolinea che all'umanità non è concesso un destino così libero e leggero. L'uomo è destinato a sperimentare sia il dolore che la gioia nella vita.
La poesia sembra riflettere una sorta di ammirazione per la libertà e la natura, ma anche una consapevolezza della complessità dell'esistenza umana, che comprende gioia e sofferenza. Gli uccelli migratori rappresentano la ricerca di un luogo migliore o di una vita più felice, mentre l'autore riconosce la sua realtà e la sua limitatezza.
Lo stile della poesia è caratterizzato da un tono riflessivo e da un linguaggio chiaro. L'uso di immagini naturali, come le rondini e le foglie dai mille colori, contribuisce a creare un'atmosfera vivida e suggestiva.
La poesia non sembra essere strettamente collegata a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi di poesia descrittiva e contemplativa.
Personalmente, trovo che la poesia rifletta in modo efficace sulla condizione umana e sul desiderio di una vita migliore, simboleggiato dagli uccelli migratori. L'autore esprime un desiderio sincero di fuggire dalla realtà a volte difficile, ma riconosce anche l'inevitabilità delle sfide e delle gioie della vita umana. La poesia ci invita a riflettere sull'equilibrio tra aspirazioni e realtà, e sulla necessità di trovare la serenità e la gioia all'interno delle sfide che la vita ci presenta.

 

Nella tua disperazione ho cercato - Franco Fronzoli

La poesia di Franco Fronzoli esprime il desiderio di condividere e alleviare la sofferenza di un altro individuo. L'autore riflette sul fatto di cercare di trovare un modo per aiutare qualcuno che sta vivendo una disperazione, lacrime e sofferenza profonde. L'autore sente una connessione profonda con la persona in questione e desidera prendersi cura di lei, cercando di allontanarla dalle ombre dell'oscurità esistenziale.
La poesia riflette un tema di empatia e compassione, e suggerisce un desiderio di condivisione del peso dell'altrui sofferenza. L'autore sembra voler offrire supporto emotivo a colui che sta soffrendo.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e concisa. L'uso della ripetizione delle parole "nella tua" enfatizza il senso di condivisione e connessione tra l'autore e l'altro individuo.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma esprime un sentimento universale di compassione e solidarietà umana.
Personalmente, trovo che la poesia catturi in modo efficace il desiderio di connettersi con il dolore e la sofferenza di un altro essere umano, riflettendo un sentimento di empatia e comprensione. L'autore sembra desiderare sinceramente di aiutare l'altro a superare le ombre dell'oscurità esistenziale, un sentimento che molti di noi possono comprendere e condividere. La poesia ci ricorda l'importanza dell'empatia e del supporto emotivo nelle relazioni umane.

 

La mente vaga - Marino Giannuzzo

 
La poesia "La mente vaga" di Marino Giannuzzo sembra esplorare il tema del passare del tempo e della memoria, con un focus sull'esperienza di un uomo anziano. L'autore descrive come la mente dell'ottantenne vaga attraverso mondi conosciuti e percorsi familiari, ricordando luoghi e momenti della sua gioventù. Tuttavia, questa vagabondaggine mentale è ora guidata dalla fantasia, poiché l'ottantenne non può più fisicamente rivivere quei momenti o visitare quei luoghi.
L'autore evidenzia il contrasto tra il passato, quando doveva correre per inseguire il treno e perse molte esperienze, e il presente, in cui la mente anziana può rivivere e apprezzare quei ricordi con calma. Tuttavia, l'autore suggerisce anche che la solitudine sarà una compagna familiare, simile a quanto avveniva nella giovinezza.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e semplice, con un tocco di malinconia. L'uso di immagini come il "passo greve e attardato" e il "nuovo sole" senza promesse contribuisce a creare un'atmosfera di riflessione sulla vecchiaia e sulla ricerca di pace nell'ultimo capitolo della vita.
La poesia sembra affrontare il tema universale dell'invecchiamento, dei ricordi e della solitudine. L'autore esprime la tensione tra la nostalgia dei momenti passati e la necessità di accettare la realtà della vecchiaia.
Personalmente, trovo che la poesia catturi in modo efficace il dilemma emotivo dell'ottantenne che cerca di riconnettersi con il suo passato e di trovare pace nella solitudine della sua età. L'autore esplora il potere della memoria e della fantasia nel preservare il significato e la bellezza della vita, anche quando il corpo non può più partecipare pienamente. La poesia è un omaggio alla ricchezza dei ricordi e alla resilienza dell'anima umana di fronte al passare del tempo.

 

Al bordo del letto - Salvatore Armando Santoro

 
La poesia "Al bordo del letto" di Salvatore Armando Santoro sembra affrontare il tema della passione e dell'intimità sessuale. L'immagine del reggipetto, delle mutandine, della sottana e dell'asciugamano rosso evoca un contesto intimo e personale, suggerendo una relazione amorosa o sessuale. L'autore riflette sulla fugacità di tali momenti e sul confronto con esperienze passate.
Lo stile della poesia è diretto e schietto, senza fronzoli letterari. L'autore utilizza immagini e oggetti comuni per rappresentare una situazione intima e personale.
La poesia sembra essere una riflessione sulla fugacità delle relazioni amorose e sul confronto tra il desiderio giovanile e l'esperienza accumulata nel tempo. L'autore sembra suggerire che, nonostante la brevità e l'effimera natura delle relazioni amorose, restano ricordi e sensazioni che persistono nel tempo.
Dal punto di vista critico, la poesia sembra essere una riflessione personale sull'amore e la sessualità. Il poeta utilizza un linguaggio semplice e oggettivo per esprimere il tema, ma potrebbe mancare di complessità o di profondità tematica. Tuttavia, la poesia può essere vista come una testimonianza sincera di esperienze umane comuni e delle emozioni che le accompagnano.

 

Esortazione - Sandra Greggio

 
La poesia "Esortazione" di Sandra Greggio sembra esprimere un profondo desiderio di amore, rinnovamento e speranza. L'autrice utilizza l'immagine delle stelle, del sole, delle carezze e dei baci per rappresentare la creazione di un mondo nuovo e più positivo per il destinatario della poesia. Essa vuole trasmettere il messaggio che, nonostante le difficoltà e le delusioni, la vita può ancora essere bella e degna di essere vissuta.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura chiara e un linguaggio diretto. La nostra cara poetessa estense utilizza immagini potenti per catturare il senso di rinascita e speranza.
La poesia sembra promuovere un messaggio di ottimismo e determinazione. L'autore esorta il destinatario a lottare per un futuro migliore e a non perdere la speranza nonostante le sfide della vita.
Dal punto di vista critico, la poesia è audace nel suo messaggio di rinnovamento e speranza. L'autore usa un linguaggio diretto e appassionato per esprimere il desiderio di creare un futuro migliore. La poesia riflette un tema universale di resilienza e speranza di fronte alle difficoltà della vita.
Ancora una volta e, non provo vergogna alcuna a doverlo testimoniare,  trovo che la poesia della Greggio sia una chiamata appassionata alla speranza e all'ottimismo e, questi sentimenti valoriali, sono intrinsechi di una persona evoluta che estrinsecandoli, ci contagia e fa appassionare.  Si' , la dico tutta, il nostro autore esprime il desiderio di creare un mondo migliore e invita il destinatario-ascoltatore-lettore, a condividere questo viaggio di rinascita e amore. La poesia ci ricorda l'importanza di continuare a sperare e lottare nonostante le avversità, un messaggio che può ispirare e motivare i lettori.
Cara dolcissima Sandra, santa Tecla, ''megalomartire'' e tua vera Musa, continui a baciarti sulla fronte e a regalarci, così preziose perle liriche.
 

Non beffeggiare - Alessio Romanini 

 
La poesia "Non beffeggiare" di Alessio Romanini è un'appassionata supplica e un richiamo all'empatia e al rispetto verso una persona che ha perso gran parte delle sue facoltà fisiche e mentali a causa di una malattia o di una condizione debilitante. L'autore chiede al lettore di non deridere, schernire o disprezzare il corpo e la mente di questa persona, nonostante la sua fragilità.
La poesia sottolinea l'importanza di trattare con dignità e rispetto le persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità, sottolineando che l'essere umano conserva il diritto alla dignità e all'amore, indipendentemente dalle condizioni fisiche o mentali.
Lo stile della poesia è diretto e appassionato, con un linguaggio che esprime chiaramente il senso di giustizia e umanità. L'uso del linguaggio forte e delle parole come "supplica", "rispetto", "amorevoli cure" rafforza l'urgente richiesta dell'autore di trattare il soggetto della poesia con gentilezza e compassione.
La poesia non sembra essere legata a un movimento letterario specifico ma esprime un messaggio universale di umanità e rispetto per il prossimo.
Personalmente, trovo che la poesia sia un potente richiamo all'empatia e alla compassione verso le persone che si trovano in situazioni di vulnerabilità. L'autore fa appello al nostro senso di umanità, sottolineando che, nonostante le sfide, ognuno merita dignità e amore. La poesia ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità di trattare gli altri con rispetto e gentilezza, indipendentemente dalla loro condizione.

 

Enigmatica luna - Antonia Scaligine


La poesia "Enigmatica luna" di Antonia Scaligine sembra essere una riflessione sulla luna e sul suo ruolo nell'influenzare le emozioni e gli umori delle persone. L'autore usa immagini suggestive per descrivere la luna come avvolta in un "scialle di mistero" e sottolinea il cambiamento della luce lunare e del cielo durante la notte.
La poesia sembra fare riferimento al fenomeno dell'eclissi lunare, quando la luna può apparire oscurata in parte. L'autore suggerisce che tali eventi astrali possono avere un impatto sullo spirito umano, influenzando l'umore e le emozioni delle persone.
Lo stile della poesia è caratterizzato da un linguaggio poetico e suggestivo, con l'uso di immagini come "scialle di mistero" e la descrizione del cielo come un luogo di cambiamenti energetici.
La poesia non sembra essere strettamente legata a un movimento letterario specifico, ma riflette una sensibilità poetica nei confronti dei fenomeni naturali e della loro connessione con l'esperienza umana.
Personalmente, trovo che la poesia sia una riflessione suggestiva sulla connessione tra i fenomeni astrali e le emozioni umane. L'autore suggerisce che il cielo e la luna hanno un impatto sul nostro spirito e sul nostro umore, e ci invita a riflettere su come il ciclo temporale e naturale influenzi le nostre vite. La poesia ci ricorda la bellezza e la complessità del mondo naturale e la sua interazione con la sfera umana.

 

Nuvole come mille cavalli neri e tu solo un lampo - Jacqueline Miu

 
La poesia "Nuvole come mille cavalli neri e tu solo un lampo" di Jacqueline Miu è un componimento ricco di immagini e simbolismo, che sembra evocare un senso di passione, desiderio e fugacità. Il poema sembra narrare un intenso desiderio di unione o passione, rappresentato attraverso metafore e immagini ardenti.
Le "mille cavalli neri" rappresentano un tumulto di emozioni o un'intensità incontenibile, mentre il "tu solo un lampo" suggerisce un momento di fulgore o un'esperienza fugace. L'uso di immagini come il "Cappellaio Matto" e la "Regina di Cuori" fa riferimento al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, aggiungendo un elemento di favola e sogno al poema.
Lo stile della poesia è caratterizzato da una scrittura passionale, con ripetizioni e un ritmo incalzante che richiama l'idea di corsa e ardore. L'uso di immagini forti e talvolta oscure, come "nera baldoria alla vigilia dei Morti", contribuisce a creare un'atmosfera di intensa passione e desiderio.
La poesia sembra essere libera da vincoli legati a un movimento letterario specifico, ma condivide elementi con la poesia d'amore e la poesia surreale, data la sua natura simbolica e visionaria.
Personalmente, trovo che questa poesia catturi in modo potente l'ardente desiderio e l'effimera bellezza delle esperienze umane. L'uso di immagini ardenti e simboli evocativi aggiunge profondità e intensità al poema, che invita il lettore a riflettere sulle passioni umane e sulla loro fugacità. La poesia incanta e coinvolge il lettore, portandolo in un mondo di emozioni e desiderio.

 
Vostro, pur sempre vostro e, ad ogni costo...
Ben Tartamo!!!

 

 

26-27-28 Ottobre

26, 27 e 28 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Giuseppe Stracuzzi –l’anniversario della primavera- Una benevola primavera, dunque. Che nonostante “pensieri assorti” riporta alla mente ricordi piacevoli. Primaverili, insomma. (cioè legati ad età giovanile…)

Maria Benedetta Cerro –Fogli strappati malamente-: Suggestive e belle immagini che paiono narrare di un abbandono. Disperata e la chiusa che pare dire d’arresa e sottomissione, con quel “Con un nome qualunque chiamami” “Sarò chi vuoi che sia/e ne sarò convinta”. Più vinta di così…!

Enrico Tartagni –Chill out al bar-: Una “rinfrescante” musica al bar, in buona compagnia, riporta ricordi e sogni, in attesa d’altra vita…nell’oltre. Sogna Enrico e narra sogni.

Laura Lapietra –Fievole Baldanza-: Invocazione/analisi alla o della verità, con questa lunga serie di suggestive, belle immagini metaforiche, rese con un limpido italiano. “Fuggi lontano o verità delusa,/deponendo l’ascia/sul tuo grembo partoriente/di sfacelo per allattarlo/nei suoi lamenti!” Versi centrali di questa lunga riflessione che richiama Schopenhauer  (Il velo di Maya) e l’inganno che spesso porta l’indefinibile verità, molto ben descritta nella chiusura della poetica riflessione. (da “Demotivate ormai”). Filosofia resa in poesia, dunque, dall’ottima Laura.

Marca Cabassi –Oh Vita-: Inno d’amore alla vita, reso con suggestive e belle immagini. Grazi, Marco, per la spiegazione che hai voluto dare di tuoi versi di qualche giorno fa.

Felice Serino –Il ciliegio-: Un misto di fede cattolica, nel verso d’attacco, e di pagano atteggiamento nell’immagine del ciliegio sopra il quale aleggia, immagino, l’anima in quella che, a dire del poeta, è morte apparente.

Franco Fronzoli –Hai bussato ed ho aperto-: La consapevolezza di un amore reale, dunque, ispira questa versi di Franco.

Marino Giannuzzo –Il vecchio ottuagenario-: Triste visione del dopo, quando i sogni svaniranno e rapido sarà l’oblio, resa con le crude immagini dei versi di Marino..

Jacqueline Miu –Dimensioni oscure-: Un oscuro viaggio, tra ignote dimensioni, tra tempestose onde alla ricerca di qualcosa, forse di sogni “dalla tremenda bellezza”, in questo suggestivo scritto poetico della nostra grande Jac.

Carlo Chionne –Striscia la premier-: Era inevitabile che la notizia della separazione di Gioggia dal compagno birichino ispirasse il nostro Orazio che ci regala questo  succoso epigramma.

Sandra Greggio –Eppure ti ho amato-: Un amore che cresce nel tempo, nonostante oblii del partner, gridato poeticamente.

Francesco Soldini –Fiori ai bambini-: Ricercano la pace i bimbi tormentati dalla guerra e sarà la poesia, alla fine della guerra, a dare consolazione. Questo il messaggio che il nostro Francesco invia con           questi suoi crudi versi.

Alessio Romanini –L’oblio-: Un duro vivere fa sperare soltanto nell’oltre del dopo vita. Questo narrano gli amari versi del nostro Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Scusandomi per la mia assenza, ho visto da poco che Ben Tartamo ha commentato la mia poesia “Eppure ti ho amato”: sono stata positivamente colpita dal suo commento e desidero ringraziarlo, io e anche l'oggetto del mio amore. Grazie anche a tutta la grande famiglia che crea questo Sito bellissimo ed affiatato, grazie a chi l'ha creata e la coordina, Lorenzo, al quale rivolgo il mio saluto.
 

 

La poesia "L'anniversario della primavera" di Giuseppe Stracuzzi evoca una profonda meditazione sulla trascendenza del tempo e la fragilità dell'esistenza umana. L'autore utilizza un linguaggio lirico per esprimere sentimenti di malinconia e nostalgia intrisi di una poetica atmosferica e melancolica.

L'immagine degli "occhi del vuoto" che fissano dolenti, e i pensieri assorti nella caducità, illustrano una visione pessimistica dell'invecchiamento e della mortalità, che si fa sentire nel cuore sofferente sotto il peso degli anni. L'uso della figura retorica dell'ossimoro ("sogni di ricordi") crea un senso di disorientamento in cui il passato e il presente si confondono.

Tuttavia, la poesia offre anche una via di fuga da questa tristezza esistenziale. I "fiori di momenti" e le "melodie vissute" che conducono a volare presso sprazzi di cielo, rappresentano la possibilità di trascendere la finitezza umana e di trovare gioia ed emozione nei ricordi e nelle esperienze passate. Queste immagini rievocano un senso di vitalità e rinascita che coincide con l'anniversario della primavera.

L'uso dei vari soggetti nel contesto del linguaggio utilizzato dall'autore é appropriato, poiché riflette la cura e l'eleganza con cui le parole vengono scelte e combinate per creare un'atmosfera sospesa e suggestiva. L'effetto complessivo è una poesia che si offre all'interpretazione personale del lettore, lasciando spazio per l'introspezione e l'immaginazione.

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Questa poesia intitolata "Fogli strappati malamente" di Maria Benedetta Cerro esplora temi di incomunicabilità, vuoto e identità. L'uso di parole semplici e una struttura minimale riflettono la fragilità del contenuto emotivo.

Il linguaggio poetico è essenziale e diretto, e non manca di originalità, ma forse di un'adeguata quantità di immagini descrittive. Ciò limita la profondità emotiva che potrebbe essere raggiunta con uno stile più ricco e metaforico.

L'uso della ripetizione con la frase "Vanno a pezzi parole senza invenzioni e indecisioni" contribuisce a creare un senso di frammentazione e instabilità.

Il verso "Potrebbe chiunque attraversare il crocevia di sfiorati incontri" offre una visione pessimistica delle relazioni umane, sottolineando l'effimero e superficiale delle connessioni. Tuttavia, avrei apprezzato una maggiore espansione su questa tematica per approfondire il punto di vista dell'autore.

Il finale si concentra sull'identità e sulla flessibilità del sé, invitando il lettore a definire il narratore con qualsiasi nome. Questa idea di mutevolezza e adattabilità può essere interpretata come una critica alla mancanza di una solida identità individuale nella società moderna.

Complessivamente, la poesia "Fogli strappati malamente" offre una riflessione suggestiva sulla comunicazione, l'identità e l'incomunicabilità, pur nel limitato  approfondimento dettagliato e di una minore complessità nella sua esecuzione linguistica. Ma questo è un mio punto di vista da profano ma convinto sostenitore della "poesia che dice e non dice, esprime ma nasconde..."

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La poesia "Chill out al bar" di Enrico Tartagni è un'ode alla musica chill out e ai suoi effetti rilassanti sulla mente e sul cuore. Il poeta descrive il bar come un luogo incantato dove la musica avvolge l'ambiente e allevia la stanchezza. La sensazione di allontanamento dalla realtà è resa attraverso l'immagine dello scout nel cortile della chiesa che si unisce alla signora che fa la spesa. Le note musicali, con il loro ritmo cadenzato, hanno il potere di ammorbidire il cuore, facendo dimenticare la guerra e riportando il poeta a ricordi più dolci, come il tempo passato con le viole nella serra. L'incontro con il barista, che gli prepara il caffè preferito, diventa un momento di riposo e relax mentale. La musica lieve e leggera accompagna gli amici nel loro incontro serale, andando a toccare il cuore del groove, creando un senso di distacco dal mondo esterno. La poesia evoca anche immagini di un'altra vita, rappresentate da una donna morbida e bella, che accanto al poeta rende la chill out una melodia audace. Tuttavia, il poeta confessa di non essere in grado di spiegare perché questa musica lo affascini così tanto. Infine, chiede un altro caffè per rinsaldare il suo battito cardiaco prima che la divinità della musica lo trasporti completamente altrove. In conclusione, la poesia "Chill out al bar" è un invito a concedersi una pausa dal caos quotidiano, immergendosi nella musica e nel relax che questa può offrire.

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La poesia "Fievole Baldanza" di Laura Lapietra si caratterizza per un linguaggio ricercato e suggestivo che crea un clima di malinconia e disillusione. Attraverso l'uso di immagini evocative, la poetessa esprime la fragilità della verità, schiacciata dagli ostili eventi e dalle menzogne. La protagonista, la verità stessa, si mostra avvilita e impotente nel resistere alle intemperie della vita. L'autrice utilizza metafore poetiche come fiocchi di neve che lentamente cadono, per descrivere la lenta scomparsa della verità nella società corrotta. L'immagine dell'"imbelle verità" che monta in sella alla pavidità e si dilegua tra le vie, lasciando dietro di sé solo fievole baldanza, riflette la frustrazione dell'autrice nei confronti di un mondo che preferisce annientare la verità anziché confrontarsi con essa. Le parole, ormai demotivate e inefficaci, vengono paragonate a un pugno di mosche al vento, prive di vita e di risonanza. L'ultimo verso evidenzia la vittoria della rassegnazione e la volontà di estirpare la dignità e la verità stessa come una fola mentecatta. Complessivamente, la poesia offre un'impressione di pessimismo e disillusione nei confronti dell'inesorabile avanzare della falsità e dell'indifferenza.

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La poesia "Le Voci della Natura"
di Armando Bettozzi
presenta una descrizione poetica dell'ambiente naturale che attraversa diverse fasi e cambiamenti. L'autore utilizza versi brevi e ritmo incalzante per creare una sensazione di dinamismo nella descrizione dell'evolversi della natura.

Inizialmente, l'autore sottolinea il silenzio e l'assenza di suoni che caratterizzano la natura, mettendo in evidenza l'effetto della mancanza di attività naturale sull'umano. Successivamente, l'autore introduce la voce della natura, che si manifesta attraverso il vento e si mescola ai rumori e ai suoni della città. Questo crea un senso di inquietudine e disorientamento, evidenziato dal cane che si agita.

L'autore descrive poi l'arrivo del crepuscolo, con l'indicazione del ritorno della tranquillità e del rilassamento del vento. L'immagine dei getti d'acqua che cantano animatamente durante la notte contribuisce a creare un'atmosfera rilassante e gioiosa.

Infine, l'autore introduce l'idea della musica del mare, sottolineando la maestosità e la potenza della natura che si manifesta attraverso le onde e il vento. Tuttavia, gli eventi climatici, rappresentati dal suono esplosivo, sovrastano il paesaggio naturale e introducono una nota di tristezza e paura.

Complessivamente, la poesia offre una visione dei diversi stati e delle emozioni che possono essere evocati dalla natura. L'autore utilizza immagini descrittive e sottolinea i contrasti tra il silenzio e il suono, il rilassamento e il tumulto, per creare un'atmosfera poetica che suscita emozioni e riflessioni nel lettore grazie a questo uso, tutto personale, di "ossimori emozionali"
p.s.: mi scusi il neologismo, ma così la sento la sua lirica 😉

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La poesia "Oh Vita" di Marco Cabassi evoca un senso di transizione e scavalcamento tra giorno e notte, tra passato e futuro. L'autore utilizza un linguaggio elegante e descrittivo per delineare il tema dell'eternità e l'esperienza della vita. L'uso di metafore come "lume di candela" e "gloria dell'eternità" amplifica la dimensione poetica del testo. Tuttavia, la poesia avrebbe potuto beneficiare di una maggiore struttura e coerenza tematica per rendere più fluente il suo messaggio.

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La poesia "Il ciliegio" di Felice Serino è un raffinato esempio di lirica che esplora il tema della morte e dalla rinascita. Il poeta utilizza un linguaggio semplice e immagini suggestive per trasmettere un forte senso di speranza e rinascita. L'uso della metafora del ciliegio in fiore rappresenta la morte apparente, l'apparente fine, ma allo stesso tempo suggerisce che dopo ogni morte c'è un ritorno alla vita. La poesia, nonostante la sua brevità, riesce a toccare le corde emotive del lettore attraverso una combinazione di immagini visive e concetti filosofici complessi.


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La poesia "Hai bussato ed ho aperto la porta" di Franco Fronzoli è un'espressione di delicata introspezione emotiva. L'elemento chiave di questa poesia è l'accoglienza del protagonista nei confronti dell'amore dell'interlocutore, della delusione, del dolore e della disperazione che portano con sé. L'uso di frasi brevi e incisive conferisce un tono diretto alla poesia, mentre l'uso del verso libero permette di esplorare liberamente le emozioni. Tuttavia, mi riservo l'impegno a rileggerla ancora perché potrebbe essere utile ad approfondire ulteriormente il significato e la coerenza del testo al fine di fornire una valutazione più completa.

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La poesia "Il vecchio ottuagenario" di Marino Giannuzzo è un'evocazione suggestiva della vecchiaia e del passare del tempo. L'autore dipinge un ritratto malinconico dell'anziano protagonista, che non cerca più soluzioni per la sua esistenza, ma rifugge nella nostalgia del suo passato.

Il testo è caratterizzato da una scelta linguistica semplice ed essenziale, che conferisce alla poesia un tono pacato ma intenso. L'uso di parole come "stanco", "stantio" e "illuso" suggeriscono l'affievolirsi delle forze e la delusione che pervade il protagonista.

Nell'ultima parte della poesia, l'autore introduce un'immagine potente che rappresenta l'uguaglianza che la morte porta con sé. La strada in discesa è una metafora della fine della vita, in cui tutti, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro esperienze passate, diventano uguali. L'uso dell'enjambement e delle rime interne accentua il senso di continuità e inevitabilità della morte.

In conclusione, "Il vecchio ottuagenario" è una poesia che tocca le corde dell'animo, evocando il tempo che passa e la fine della vita. L'autore riesce a trasmettere una profonda malinconia attraverso immagini suggestive e una scelta linguistica sobria ed elegante.


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La poesia "Eppure ti ho amato" di Sandra Greggio è una riflessione sulla fatica e la delusione che si prova quando una persona cara non comprende o non riconosce l'amore e l'attenzione che si ha per lei. L'autrice esprime la sua tristezza nel dover ripetere continuamente le cose, evidentemente dimenticate dall'oggetto del suo amore, e come ciò le causi sofferenza. Nonostante tutto, l'autrice ribadisce di aver amato profondamente, cosa che sembra non essere cambiata nonostante le difficoltà. La poesia è caratterizzata da un tono elegante e delicato, che enfatizza il dolore silenzioso dell'autrice e la persistenza dei suoi sentimenti. Credo, per chiudere questa mia umile "top ten" artistica, che non si possano non amare particolarmente i versi di ogni poesia di questa grande Donna  che si cela dietro la poetessa Sandra Greggio, perché ogni parola emoziona facendo vibrare le corde del nostro strumento preferito, il cuore.

Ringraziando in primis il nostro lungimirante prof. de Ninis e, poi ognuno di voi poeti, per l'azzurro Dono fattoci, vi saluto tutti con affetto e simpatia ...
vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo
Ben Tartamo!!!

 

 

 

23-24-25 Ottobre

Suvereto oggi

 

La Rocca Aldobrandesca, l’alta Maremma, i regnanti Aldobrandeschi e la bellezza della storia di un prezioso medioevo che incorona la Maremma di gioielli ancora da ricordare.

 

(Boccheggiano 12.09.2022 – 12:52)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Fede serena

La vita è troppo piccola

troppo si parte il vero

da quattro ossi, un scheletro,

i resti di un pensiero.

Uno spirito religioso che regala pensieri cosmici in puro stile poetico. Giuseppe Stracuzzi non ha bisogno di liberarsi dalla carne, la sua fede riesce ad arrivare nonostante il peso della materia, fino al cielo con la preghiera del mattino.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

Che nessuno si ricordi / di questa porta.

Bella questa porta che potrebbe restituire i passaggi, in questo labirintico poema che regala chiuse ermetiche “probabilmente” personali.

 

Da Prove per atto unico, I luoghi dei labirinti

Maria Benedetta Cerro  

 

 

"La caduta degli Dei"

La storia arata dalla poesia e un ottimo Cristiano Berni che cita l’oblio e le rassegnazioni di eroi nella storia dei libri e non solo. Citazioni di merito come: Paolo e Francesca, il Conte Ugolino e persino un Giuda con la meritata punizione.

Cristiano Berni

 

 

Ricchi indifferenti

Uomini strumenti del male in questa ammirabile lirica che ci parla dello spesso umano e della storicità di Bruno Amore. Condivido il suo pensiero pienamente e  sottolineo per il lettore quel finale con “i mercanti di Morte” di cui si parla in giro senza che alcuno faccia nulla.

 

il fetore chimico che ammorba l’aria l’atmosfera comune

non ha padroni Viene da strumenti identici forniti ai contendenti

dai mercanti di morte che tengono banco sulle gradinate

di ogni tempio o chiesa delle comunità degli indifferenti.

bruno amore [br1]

 

 

Un autunno

Uno smarrimento autunnale sposa la malinconia dei ricordi ed è una passeggiata attraverso il passato, abbracci desiderati e quel’ s’insera nella intimità poetica. Giocattoli atmosferici che impreziosiscono ogni verso creato per dire di una agonia lieve e sentimentale.

enrico tartagni

 

 

La Dolce Bontà

Impossibile ignorare la bontà, ci insegna la poetessa Laura Lapietra. La bontà nei suoi versi è come un giovane seme ricco di promesse e di edificanti azioni.

Laura Lapietra ©

 

 

Albe autunnali

Parla di un magnifico affresco autunnale il poema di Renzo Montagnoli. Il paesaggio con albe livide e le prime brume colpiscono come e più forte delle estati di afa.

 

Da Lungo il cammino

Renzo Montagnoli

 

 

Chiazze di giallo colza

Il Grande animo febbrile di Nino Silenzi che entra nell’autunno e lo vive indossando i suoi colori e la sua testarda resilienza. La ricerca della luce è un premio o l’attesa di colui che debutta a un’altra meraviglia della vita?

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Malgrado tutto

La consapevolezza di come sia cambiato il mondo e l’accettazione di ciò che ora manca da una natura sempre più imbruttita.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Nel volto di donna scorre

 la mia vita dal presente

        al passato

Una lirica densa di emozioni e con un finale adatto alla stagione. Bellissimi i versi d’apertura che meritano i complimenti a questo autore che sa come aprirsi all’affetto.

 

Franco Fronzoli

 

 

Il passato è passato

Il passato è passato.

Il presente necessita d’aiuto.

Non si sa il futuro.

 

Saccenti ignoranti

leggiamo di tutti il tutto

nella magica boccia di cristallo

dove il bene e il male s’indovina

del domani ignoto.

 

Ricca di coordinate umane e morali questa lirica a cui non si può replicare che con plausi.

Alcamo, 24.12.2022 ore 13,43.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo
 

 

Il mare in autunno

Il mare dell’autunno ha onde nell’intimo dell’autore che regala ottimi versi come:

Refoli di salsedine l'olfatto

raggiungono, e distratto

 

io rimango sommerso a sognare.

Alessio Romanini comincia a comporre piccoli gioielli che parlano di una poetica personale, limpida e fanciullesca.

Alessio Romanini 

 
 

I ladri di …

La verità sulla libertà di una strisciolina di terra rubata? Ambita? Chi vive lì da millenni probabilmente conoscerà la risposta, personalmente e a mio modesto parere non trovo il senso ad una guerra solo in nome di una religione con Dei in un Olimpo invisibile. Ha ragione chi vive in pace, il resto del male a quanto pare non vuole dar tregua e significato all’umana evoluzione in meglio.

Carlo Chionne

 

 

Senza spiccare il volo…

Un volo dalla finestra che porta lontano il cuore di Antonia Scaligine la quale ci regala questo flusso di panorami e nostalgie capaci di generare i colori dell’autunno.

Antonia Scaligine

 

 

Divertissement

Una scintillante poesia che mostra l’abilità poetica di Sandra Greggio. Una luna danzante, conturbante, tanto da ispirare questa bella, bella poesia.

 

25 aprile 2022

Sandra Greggio

 

 

Adusta fonte

L’amore fonte d’ispirazione è per i grandi poeti ciò che l’Olimpo è per gli Dei e Piero cerca in questa sorgente d’immaginario – il sentimento giusto, quello forte che possa rendere possibile il creare emozioni.

 

Piero Colonna Romano

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Un caro abbraccio di sincero ringraziamento per le belle parole ricevute dal poeta Roberto Soldà. Lei con me è troppo generoso. Il mio modesto e umile commento vuole solo riportare con la forza di piccole parole - la bellezza delle Sue opere. L'onore di leggerla è mio, caro Roberto.
Jacqueline
 

 

 

19-22 Ottobre

19, 20, 21 e 22 ottobre 2023

Poesie del giorno

Marino Giannuzzo –Hobby-: Come spendere il proprio tempo libero, senza annoiarsi, lo racconta Marino con questi suoi versi didattici. In fondo è quel che facciamo noi tutti, frequentando Poetare…

Marco Cabassi –L’ultimo volo-: La similitudine tra l’ultimo volo di una farfalla ed il triste tramonto di un anziano ben espressa da questi versi di Marco, densi di malinconia.

Tinti Baldini –Attesa-: La vivacità, la fantasia ed il linguaggio espressi dai bimbi disorientano nonna Tinti che, curiosa e colta,  tenta di decifrare il loro modo d’essere, per capire e poter essere d’aiuto.

Flora Fazzari –All’imbrunire-: Un delizioso acquerello sull’imbrunire, fatto di delicate immagini.

Giuseppe Stracuzzi –Ego sum-: Un singolare Giuseppe si confessa, e fa prevalere l’anima (la ragione) sul cuore. Poi ci ripensa e ci regala lezione di vita sull’indifferenza e sul desiderio di prevalere, usando ermetiche e suggestive immagini. (almeno mi pare)

Michele Cristiano Aulicino –Quattro parole in croce e dopo il vento-: “tutto lega/la notte”, verso centrale di questa analisi di pensieri giornalieri che tornano la notte per essere esaminati, rifiutati, risolti. E ritroviamo il classico Michele  nel prosieguo dei versi in “tutti agrumiti in gocce”, “ho le caviglie allacciate alla luna” ecc. Bentornato nell’azzurro, Michele. Resta con noi. Un caro saluto.

Vincenzo Melino .-Chiaro di luna-: Un sogno sognato, fatto di suggestive immagini, vagamente ricordanti il medioevo, che potrebbero essere state ispirate dalla violenza che oggi circonda il mondo.

Nino Silenzi -Lungo la laguna-: Un surreale paesaggio, denso di pioggia e di vento ma odoroso del salmastro del mare, dove su tutto prevale l’amore, in questa romantica, bellissima poesia.

Maria Benedetta Cerro –Dei gerani ridotti a scheletri piegati-: Una similitudine tra gerani ridotti a scheletri piegati  e gli umani, quelli d’oggi disperati per la violenza che ci circonda, “sospesi al caso”. Metafore di Maria Benedetta, dunque, di difficile interpretazione.

Felice Serino –Immortalare-: Un flash, dunque, presto dimenticata ma persistente sulla retina.

Franco Fronzoli –Sempre vicino a te come un’ombra-: Il titolo, che pare il tema da svolgere, si rivela, in chiusura, un ossimoro per quell’ “Amore sconosciuto”. Al centro bei versi, densi di un onirico romanticismo.

Alessio Romanini –Fittizio teatro-: Analisi dell’essere,  tra sogni ed illusioni, fino alla cruda realtà, e, verso dopo verso, fino all’onirica speranza di libertà, con quel “Viaggiare nell’infinito”.

Jacqueline Miu –ladri di notte-: Ed ancora la suggestione degli scritti della grande Jac, mi affascina, portandomi in gotici panorami fatti di sensuale amore. Particolarmente suggestiva l’immagine di un peschereccio privo di ancora, metafora di libertà priva di freni. Applausi, come sempre meritati.
 

Egregio sig. Rino Spadavecchia, il motivo per il quale non commento le poesie di Ben Tartamo è ben noto a questo signore e a tutti quelli che, frequentatori del sito da tempo, ne furono al corrente. Nulla è cambiato da quando smisi, anzi il commento da Lei fatto a quella poesia mi convince ancora di più a ignorare quello che sarebbe, a Suo dire, tra i poeti più importanti della nostra epoca.

Ma, a proposito di commenti, graditissimo sarebbe che anche altri ne facessero. Ne approfitti e dia al sito la sua cultura ed il suo amore per la poesia. Il sito gliene sarà grato.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Incontro”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

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la poesia "Hobby" di Marino Giannuzzo sembra appartenere al genere lirico
. La tecnica utilizzata sembra essere quella dello stile libero, senza una struttura metrica rigida.
Il testo esprime il concetto che un hobby è un momento gioioso e liberatorio nella vita di una persona. L'autore sottolinea l'importanza di praticare un'attività per pura passione e senza obblighi.
Complessivamente, la poesia esplora il concetto di libertà e piacere nella pratica di un hobby, indipendentemente dalla reazione degli altri.
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La poesia "Sogni" di Salvatore Armando Santoro sembra appartenere al genere poetico e utilizza la tecnica della narrazione in prima persona per esprimere i sogni e le visioni del protagonista. Il tono della poesia è sognante e misterioso, dando vita a immagini surreali e man mano che il protagonista si avventure attraverso luoghi sconosciuti e incontrando persone mai viste prima. Il poeta sembra interessato a esplorare l'irrazionalità e la bellezza sfuggente dei sogni, mentre cerca di dare un senso e un significato alle sue esperienze oniriche. In conclusione, la poesia "Sogni" offre un'esperienza onirica ed enigmatica.
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La poesia L'ultimo volo di Marco Cabassi
Genere: Poesia Tecnica: Rima alternata (ABAB) e rima interna.
Il parere critico su questa poesia è che presenta delle immagini evocative interessanti attraverso l'uso di una descrizione dettagliata dell'ambiente circostante. Tuttavia, la trama e il significato complessivo, sembrerebbero poco chiari se non si ponesse la giusta attenzione all'immagine chiave della farfalla Vanessa Atlanta simbolo di cambiamento, metamorfosi e di bellezza (il nome dell'insetto è una dedica alla dea greca).  Il linguaggio usato è abbastanza semplice e scorrevole, ma non manca di una struttura definita e di una trama solida. Inoltre,  è ben definito quale sia il messaggio o l'emozione che l'autore vuole comunicare: il passare del tempo oltre che il cambiamento espressi nella prima immagine chiave: il vecchio e la sedia.
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La poesia "Attesa" di Tinti Baldini
 

Genere: Poesia, Tecnica: Il poeta utilizza uno stile libero, senza una struttura metrica o rime specifiche facendo uso di immagini e parole forti per catturare l'attenzione del lettore e descrivere l'esperienza di attesa di fronte a una situazione confusa e carica di energia. Efficace, un dito puntato nel terzo occhio da vate!
 

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La poesia All'imbrunire... di Flora Fazzari
Genere: Poesia descrittiva/naturalistica
Tecnica: Versi liberi, uso dell'immaginario e del colore per creare un'atmosfera suggestiva. Brava Flora, vai avanti così, regalaci altre tue note dal sonno leggero di farfalle primaverili!
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La poesia "Ego sum" di Giuseppe Stracuzzi sembra appartenere al genere della poesia lirica, in particolare a una forma di introspezione emotiva. La tecnica utilizzata sembra essere quella dell'uso di immagini e metafore per esprimere, o meglio, stigmatizzare,  un senso di arroganza e indifferenza nei confronti degli altri. Il linguaggio è molto ricco e suggestivo, creando un'atmosfera densa di significato. Tuttavia, una apparente  mancanza di coerenza e fluidità nel passaggio tra le diverse immagini, ha reso la mia lettura  un po' difficile da seguire e comprendere completamente. Me ne scuso  con l'autore, chiedendo allo stesso, se possibile, maggiori dettagli interpretativi.
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La poesia "Lungo la laguna" di Nino Silenzi potrebbe essere classificata nel genere lirico e presenta una tecnica descrittiva-immaginativa. L'autore utilizza una serie di immagini visive e sonore per creare un'atmosfera suggestiva e coinvolgente. Attraverso la descrizione dell'odore salmastro della laguna, della pioggia insistente, del vento che piega l'ombrello e del suono delle canne e dei pioppi, l'autore trasporta il lettore in un'ambientazione specifica e crea una sensazione di intimità e tranquillità. La poesia trasmette anche un sentimento di amore implicito attraverso le frasi d'amore mai dette che sussurra nei pioppi. La tecnica utilizzata è principalmente descrittiva ed evocativa nello stile inconfondibile del nostro vate e mecenate , prof. de Ninis.
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Questa stupenda  poesia intitolata:
"Basso continuo" di Piero Colonna Romano
è un'opera che si avvicina al genere lirico. La tecnica utilizzata è prevalentemente descrittiva e ritmica.
 

La poesia descrive un paesaggio marino in cui si fondono i suoni e i movimenti dell'acqua, del vento e dell'uccello marino per eccellenza, il gabbiano. L'autore utilizza una serie di immagini sensoriali per creare un'atmosfera suggestiva e coinvolgente.
 

Il linguaggio utilizzato è semplice ma efficace, con versi brevi e un ritmo scandito che riecheggia le onde del mare. L'uso del "Basso continuo" come titolo della poesia sottolinea la presenza costante e ininterrotta di elementi naturali che si muovono e comunicano tra loro.
 

Globalmente, questa poesia è un'espressione artisticamente piacevole che trasmette un senso di tranquillità e bellezza della natura, ma al contempo evoca anche un senso di malinconia e tristezza. Bravo, eccellente, da pelle d'oca. Sinceri complimenti.
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La poesia "night thieves" di Jacqueline Miu:

- La poesia è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "tu" che si rivolge a un interlocutore misterioso o a se stesso.
- La poesia è caratterizzata da un forte uso di immagini e simboli, che creano un'atmosfera onirica e surreale. Alcuni esempi sono: la maschera sotto il letto, gli aracnidi che fissano, la piramide di chimere, le bombe della mente, il contratto con il dolore, la morte che ispira i miracoli, il cane che ringhia, il vento che abbaia, le tenebre che si insinuano, il desiderio per il mare, la barca senza ancora, i ladri di notte.
- La poesia esprime un contrasto tra luce e oscurità, tra vita e morte, tra speranza e disperazione. Il poeta sembra vivere una condizione di angoscia e solitudine, ma anche di ribellione e fuga verso un futuro incerto. La poesia è pervasa da una sensazione di inquietudine e di mistero, ma anche di fascino e di attrazione per l'ignoto.
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la poesia "Fittizio teatro" di Alessio Rommanini:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "tu" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- La poesia è caratterizzata da un tema esistenziale e filosofico, che riguarda la ricerca di sé e della verità. Il poeta si confronta con le illusioni e le apparenze della vita, che paragona a un "fittizio teatro", e sceglie di liberarsi da esse per viaggiare nell'infinito e vivere una realtà incondizionata.
- La poesia usa un linguaggio semplice e diretto, senza troppe figure retoriche o lessico ricercato. L'unica figura retorica evidente è la metafora del "fittizio teatro", che simboleggia la falsità e l'inganno del mondo. Il tono della poesia è riflessivo e assertivo, quasi a voler comunicare una certezza acquisita.
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la poesia "Quattro parole in croce e dopo il vento" di Michele Cristiano Aulicino:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "io" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- è caratterizzata da un tema amoroso e malinconico, che riguarda la fragilità e la fugacità dei sentimenti. Il poeta si confronta con la notte, che simboleggia il momento in cui i suoi pensieri si accendono e si intrecciano come note musicali, ma anche il momento in cui deve dire addio al suo amore. La notte è anche il tempo in cui scrive sulla schiena della sua amata parole d'amore, che però saranno cancellate dal vento.
- usa un linguaggio poetico e suggestivo, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera onirica e surreale. Alcuni esempi sono: i pensieri allacciati, la notte che lega e rianima, la malvasia, il budino al vento, le caviglie allacciate alla luna, le maree, le gocce, l'infinità transitoria della schiena. Il tono della poesia è dolce e amaro, quasi a voler comunicare una nostalgia per un amore impossibile.
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la poesia "Chiaro di luna" di Vincenzo Melino:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in prima persona singolare, con l'uso del pronome "io" che si rivolge a se stesso o a un interlocutore immaginario.
- è caratterizzata da un tema fantastico e visionario, che riguarda il viaggio onirico del poeta verso paesi sconosciuti, ispirato dal chiaro di luna. Il poeta si lascia trasportare dalla sua immaginazione e descrive scene suggestive e contrastanti, tra bellezza e violenza, tra lusso e dolore, tra risa e ricordi.
- usa un linguaggio poetico e ricercato, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera magica e misteriosa. Alcuni esempi sono: la luce dorata del chiaro di luna, i rasi prolissi, le porpore perplesse, gli esotici imbandieramenti, le lussurie di baldacchini, le armi portate nella dolente lentezza, le alabarde sdegnose, le ombre fascinose. Il tono della poesia è malinconico e nostalgico, quasi a voler comunicare una solitudine e una inquietudine del poeta.
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la poesia "Dei gerani ridotti a scheletri piegati" di Maria Benedetta Cerro:

- è un testo in versi liberi, cioè senza una struttura metrica o una rima fissa. I versi sono brevi e spezzati, creando un effetto di frammentazione e tensione.
- Il genere della poesia è la lirica, cioè una forma di espressione soggettiva e personale dei sentimenti e delle emozioni dell'autore. La poesia è scritta in terza persona singolare, con l'uso del pronome "alcuni" che si riferisce ai gerani, e in prima persona plurale, con l'uso del pronome "gli umani" che si riferisce al genere umano.
- è caratterizzata da un tema esistenziale e metaforico, che riguarda il contrasto tra vita e morte, tra speranza e disperazione, tra caso e destino. Il poeta osserva i gerani ridotti a scheletri piegati dall'inverno, tranne uno che resiste e fiorisce, creando un'isola estiva. Il poeta paragona questo fenomeno alla capacità degli umani di illudersi di sfuggire al caso con uno sguardo luminoso o un sorriso.
- usa un linguaggio poetico e suggestivo, ricco di immagini e simboli, che creano un'atmosfera malinconica e riflessiva. Alcuni esempi sono: la lanterna forata, la luce arabescata, l'isola estiva, il crudo inverno, il sapere doloroso, il piccolo miraggio. Il tono della poesia è amaro e ironico, quasi a voler comunicare una consapevolezza amara della condizione umana.

vostro, pur sempre vostro e ad ogni costo!!!
Ben Tartamo

 

 

La poesia "l'ignobile Alleanza" di questo spesso bistrattato e ghettizzato poeta che è Ben Tartamo, sembra appartenere al genere della poesia sociale e politica, che denuncia e critica le ingiustizie e i conflitti presenti nella società contemporanea.

La tecnica utilizzata è quella della rima baciata, con una struttura metrica regolare che crea un ritmo incalzante. Gli endecasillabi e il fluire delle parole contribuiscono a creare una cadenza ritmica e musicale.

La poesia affronta temi come il potere, la violenza e la sofferenza umana. L'autore utilizza immagini intense e forti per dipingere un'immagine della specie umana assetata di potere, pronta a inghiottire tutto quello che incontra per soddisfare questa sete.

L'uso di metafore e similitudini contribuisce a creare una particolare atmosfera di malinconia e tristezza, descritta come "mestizia postcoitale". L'immagine della "sigaretta accesa" e della "cenere sospesa" può simboleggiare la superficialità e l'indifferenza delle persone di fronte alla violenza e alla sofferenza altrui.

La poesia menziona anche il contesto specifico di Gaza, indicando un'ignobile alleanza che sembra perpetuare il dolore e la tristezza in quel luogo. L'utilizzo di termini forti come "triste" e "ganza" crea un contrasto interessante, sottolineando l'aspetto ambiguo e paradossale di questa alleanza.

Complessivamente, la poesia offre una critica acuta e profonda sulle dinamiche di potere e sulla disumanizzazione presente nella società contemporanea. L'autore utilizza immagini forti e una tecnica poetica ben strutturata per comunicare efficacemente il proprio messaggio.

Spero di trovare d'accordo in queste mie riflessioni critiche il fine critico e poeta Pietro Colonna Romano inspiegabilmente silenzioso, e da anni, quasi a voler volutamente emarginare questo splendido esempio di poesia del terzo millennio che, a mio umile parere incarna il nostro Ben Tartamo.
Rino Spadavecchia


Bellissima la poesia di Marco Cabassi
Cosi leggera e profonda ad un tempo ed
emotivamente ricca
Tinti Baldini
 

 

16-17-18 Ottobre

16, 17 e 18 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Vivo-: Un romantico guardarsi vivere, con delusioni cancellate dalle suggestioni che regala la natura e, soprattutto dal canto del mare. Molto piacevoli sono questi versi di Franco.

Marino Giannuzzo –Guardo mia madre in una foto antica-: Orfano di una madre poco conosciuta, Marino la narra come fosse stata sorella o amica, col particolare rimpianto di non avere avuto punizioni per le sue “marachelle” né complimenti per i suoi successi. Un modo di sentirsi solo, dunque, che pesa malinconicamente  e che bene questi versi esprimono.

Enrico Tartagni –Sorgente-: Si alternano dolci immagini ad amare e dure, in questo scritto di Enrico. Scritto ispirato da un sogno, come afferma l’autore scrivendo “D’un fosco rivolo del sogno mi s’è riempito il core”

Marino Spadavecchia –Cercandoti nel bel mezzo-: Una perdita, forse una sconfitta, ispirano Marino per questi versi densi di malinconia che sfocia nel pianto nella bellissima chiusa, tinta d’alta poesia.

Renzo Montagnoli –Autunno-: Malinconica similitudine tra speranze  ed effimere foglie, in una stagione che invita alla riflessione. Ci abbandonano anche stormi di garruli uccelli, lasciandoci soli. Restano soltanto, per darci attimi di pace, lontani dolcissimi ricordi, mentre declina la vita verso il tramonto. Belli i tuoi versi, Renzo, che narrano di una tristissima stagione.

Alessandra Piacentino -13 ottobre-: Una commossa dedica all’amato nonno, resa con versi fortemente ispirati dall’amore.

Antonietta Ursitti –Colto un fiore-: Versi che regalano suggestive e belle immagini della purificazione che  al mondo può dare la pioggia, in attesa di una sorta di metempsicosi. Un caro saluto, Antonietta e resta con noi.

Maria Benedetto Cerro –Di una gentilezza-: Un ritrarsi per un malinteso atteggiamento amorevole, non ancora abituati a queste tenerezze. Leggo così i versi della bravissima Maria Benedetta.

Felice Serino –In treno-: Evidentemente, ad una certa età, fa più effetto lo sferragliare di un treno che le belle gambe di una platinata signora. Accidenti!

Alessio Romanini –Aspettando l’autunno-: Ed anche per Alessio l’autunno è fonte di melanconia e lo racconta con versi intrisi di tristezza.

Jacqueline Miu –rosa morente nel palmo di strega-: Ed anche per la nostra Jac l’autunno è stagione negativa, addirittura livida. Così Diva Oscura “piantona i cimiteri tra corvi fantasmi e tombe”, mentre appassiscono le rose nelle mani di streghe. Prevale il gotico, come spesso accade, nel suggestivo scrivere della nostra ispirata amica. E noi ne godiamo.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

 

 

Vivo

La poesia ha un ritmo melodioso e offre pittoreschi “landscape” in cui meditare. Franco Fronzoli vive in un silenzio assordante che ben si combina con gli algoritmi tormentati della vita e lui non sublima nulla, anche se tutto si sposa perfettamente con la canzone di De André. La confusione sparisce davanti al mare che offre inattese risposte.

Franco Fronzoli

 

 

Guardo mia madre in una foto antica

Poesia realista che ben si accompagna a questa fotografia antica generatrice di ricordi.

Attimi di verità condivisi col lettore:

Questa madre vista nella foto

non fu mai mia madre.

Oppure …

È stata una sorella

mano nella mano

mi ha fatto compagnia.

Senza sensazionalismi penetra l’anima e conduce a un affetto ben custodito nell’anima.

Alcamo, 20.02.2023 ore 14,30.

 

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

Sorgente

Tra i versi di un magnifico Tartagni, ne scelgo uno e non a caso. Il poema si racconta e diventa intimo ma v’è un verso- questo: 

Sorgenti vergini indenni m'avvolgono il minimo corpo …

che diventa un torrente, un fulmine a ciel aperto. Poesia senza dedica e senza ricompensa se non l’ammirazione per quel minimo corpo che è custode di grande spirito.

enrico tartagni

 

 

Seduto alla panchina

Un attimo o un’eternità … poetica che descrive la fotografia dell’Elba lì a galleggiare sul mare …  

E’ un regalo poetico di un perfetto Salvatore Armando Santoro che giubila nel finale davanti all’infinito capace di rendere eterno questo poeta.

(Piombino 10.09.2022 – 20,21)

(Boccheggiano 11.09.2022 – 12:35)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Cercandoti nel bel mezzo

Rincorressi nei ricordi senza potersi legare veramente. Un sentimento mai assuefatto alla globalizzazione dell’amore che il bravo Marino Spadavecchia descrive senza perseguitare “il boia”.

 

13 ottobre 23

Marino Spadavecchia

 

 

Autunno

Il migrare delle speranze verso antiche mete e il conforto di una memoria lungimirante ancora capace di illuminare il cammino autunnale stanco del mirabile Renzo Montagnoli.

Da il Cerchio infinito (Il foglio, 2008)

 Renzo Montagnoli

 

 

13 ottobre

Una dedica al proprio nonno con versi affettuosi e candidi di questa piacevole poetessa.

Alessandra Piacentino

 

 

Colto un fiore

In un mondo assente e deformato c’è questa crisalide poetica, questo bozzolo “utopico” che energizza ed espande la bellezza di questa profonda scrittrice.

Antonietta Ursitti

 

 

Di una gentilezza

Labirintico questo affacciarsi ai sentimenti e molto interessante il ricamo timido che porta al mettersi in discussione. Giochi di parole e fantasia sono i gradini che innalzano il cogito. Spesso ermetica la poetica di questa autrice che mette alla prova la capacità di attenzione del lettore, premiandolo con alcuni squisiti versi.

 

Da Prove per atto unico, I luoghi dei labirinti

Maria Benedetta Cerro  

 

 

In treno

L’indolenza di un viaggio in treno premia l’attenzione vetusta coi procaci attributi di una bionda esplosiva. Felice Serino è sempre un così attento viaggiatore? Il biondo platino diventa garanzia di efficienza …

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Incontro

 

In quell'oscurità coglier vorrei

la luminosa più del firmamento

e sopra quella incidervi un pensiero.

Quanta poetica in questa lirica visionaria pervasa dal romanticismo.

Sulle orme di un Dante più moderno con passo in un tango di emozioni descritte per dare rifugio alla speranza. La sicurezza è negli occhi chiari che disperdono le ombre tormentate e il lungo faticoso viaggio fino alla verità. Plausi al nostro eroe letterario che dell’amore fa arma e mai vittime.

Piero Colonna Romano

 

 

Aspettando l'autunno

Un autunno ricco di cinguettii e tremendamente tenero, quando accetta la pioggia sul viso. E’ un autunno in cui esplode l’interiorità di questo ricco poeta pronto a sorseggiare attimi di vita - sebbene “combattuto” dall’annichilimento della natura.

Alessio Romanini 

 

 

 

Ottobre 23

Stamani,

è in quest'urlo di vento,

(l'ho riconosciuto)

il richiamo del mio fuoco.

Una poesia che tende all’incendio dello spirito. Un urlo di vento che contrabbanda “forze sconosciute all’eroe”. Complimenti.

Roberto Soldà

 

 

 Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Cosi vera ed autentica!!!

Cogliere gli attimi !
Bravo Felice Serino
Tinti Baldini

 

 

13-14-15 Ottobre

13, 14 e 15 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Il Sé-: Lo spirito carcerato nel corpo…..ecc. ecc. ecc. Magistrale sintesi poetica del grande Felice.

Franco Fronzoli –Buongiorno autunno, silenzioso e triste,-: Delizioso acquerello sulle caratteristiche dell’autunno, dai giorni che si accorciano, alle prime nebbie, al profumo di mosto, ecc. Il tutto ben narrato dai versi di Franco.

Tinti Baldini –La follia dell’uomo-: Forte grido d’accusa alla bestialità dell’uomo, con le sue guerre, i suoi inquinamenti, la sua superiorità su altre etnie e sesso femminile. Appunto senza cervello. Un caro saluto Tinti. Grazie d’esserci.

Marino Giannuzzo –Giunge la stanchezza-: Un pessimistico tirar di somme, confrontando le illusioni della gioventù con le delusioni che può avere regalato la vita. Così si resta in attesa…

Enrico Tartagni –Il vento mi conosce-: Ed anche questo scritto profuma di pessimismo, anche questo è attesa dolente della fine, rimpiangendo quel che poteva essere e non è stato.  Decisamente superlativa la frase di chiusura, ricca di poesia (da “Guarda che magico studio…” a “ho srotolato al vento…” ecc.) Forza Enrico, forse l’oltre sarà premiante. Forse.

Marco Cabassi –Arriva romantico l’Autunno-: Il languido, romantico autunno ispira anche la penna di Marco che ne elenca, con bel poetare, le caratteristiche.

Nino Silenzi –Sotto il cielo d’ottobre-: Autunno dunque, anche per il nostro Nino che, con la maestria che conosciamo, ne esalta la spiritualità e ci regala una chiusa densa di poesia.

Maria Benedetta Cerro –Così profondamente/  o più lieve-: Mi soffermo su quel “Ed io vorrei a volte essermi madre darmi una carezza/” che rivela il forte bisogno di protezione amorosa, detto con bel poetare, e prosegue, a sottolineare quel bisogno, con quello “smettere il rifiuto di un’attenzione/un gesto  persino di una bella parola (cioè accettare l’attenzione, un bel gesto, una bella parola). E’ proprio quello “smettere il rifiuto” , doppia negazione, che afferma e chiarisce quel che appare ermetico e vagamente ossimorico nella chiusa.

Jacqueline Miu .bolle d’acqua marina-: Brillante serie di formidabili immagini suggestive (siamo così radioattivi da camminare tre palmi da terra illuminando, spingimi l’amore nel petto con la tua bocca, voglio una festa nello stomaco farfalle e vino ecc. ecc.) dense d’alto lirismo, chiuse da un vero e proprio acuto poetico con quel “con cui costruiremo una casa/coi piedini a forma di code di sirene”. Scroscianti applausi.

Carlo Chionne –A Papa Francesco-: E’ l’attualità, fatta della  bestialità di Hamas e di Israele,  che ispira questa riflessione storico/religiosa al nostro Carlo. Forse proprio quell’omicidio di un palestinese realizzato da ebrei e consentito dagli occidentali d’allora (i Romani) dopo essere divenuto storia e vangelo, fu profetico dell’oggi.  Ed il peggio, temo, deve ancora venire. Un caro saluto, Carlo.

Francesco Soldini –Si diramano le braccia-: Braccia nude divengono i rami degli alberi, perdendo le foglie. Con questa bella immagine Francesco saluta l’autunno e lo rende, per quel cader di foglie, prodromo della primavera.                                                                               

Alessio Romanini –Meringa-: Omaggio ad una fedele amica, detto con poetare denso di riconoscenza.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Grazie per i complimenti
Scrivo poco per gravi problemi di vista ma apprezzo molto l" atmosfera intensa che pervade il sito
Grazie a tutti i poeti ed a Lorenzo
Tinti Baldini
 

 

 

10-11-12-Ottobre

10, 11 e 12 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetto Cerro –A chi ha dato ragione-: Il sottotitolo “I luoghi del labirinto” forse potrebbe dare un indicazione per la comprensione di quanto scritto sopra. Ma non azzardo ipotesi, chiedo soltanto alla bravissima Maria Benedetta di illuminarmi.

Felice Serino –Candido-: Potrebbe essere la descrizione di un disadattato, tutto sommato indifferente a tutto ciò che lo circonda. Potrebbe ma forse di tutt’altro si tratta.

Franco Fronzoli –E’ già morto-: Condivisibile analisi di un individuo incapace d’avere normali sentimenti, individuo “che vive di niente/e nel/niente” come afferma l’ottimo Franco.

Tinti Baldini –Tari-: Un prezioso ospite cui si vorrebbe strappare un sorriso, così come, nel passato, lo si è fatto con la madre, truccandosi da grande. Tenera e commovente, come spesso le accade d’essere, la nostra Tinti oggi. Un caro saluto

Flora Fazzari –Messico-: Un delicato acquerello per descrivere ricordi di un viaggio nel Messico.

Marino Giannuzzo –Franco-: Due pini, dunque, paiono diventati vecchi amici. Pini cioè immobili osservatori di quel che li circonda, ma  ormai privi di capacità di reagire. Pini, appunto, in un deserto esistenziale, in un’età che diviene sempre più tarda. Decisamente pessimistico questo guardare al mondo ed a se stessi, messo in poesia da un disilluso Marino.

Salvatore Presti –Trovami amore,-: Una pressante richiesta d’essere ritrovato, cioè di riprendere un rapporto d’amore passato, detto con romantiche e belle immagini, in questa ispirata poesia di Salvatore.

Enrico Tartagni –Pensiero distonico-: Appunto, pensieri distonici (distonico = affetto da distonia. distonia =alterazione del tono muscolare o dell’equilibrio neurovegetativo: da Grande dizionario italiano di Gabrielli Aldo, Hoepli) Comunque spassoso leggere questo Enrico.

Alessio Romanini –Un nero drappo-: La sofferenza che può causare un lutto molto ben descritta dagli intensi versi di Alessio.

Jacqueline Miu –amorangeratropia-: Una surreale Jac disegna immagini eterogenee (da Montale sdraiato su ossi di seppia a Poe ischeletrito che insegue ombre di donne, da un ottobre caro agli amanti (?) a battagliando mostri di cui aver paura ecc.) il tutto per approdare ad un bacio ottenuto sulla punta dei piedi. Strepitosa Jac! Applausi.

Carlo Chionne –L’ultima intifada-: L’ultimo terribile dramma che stiamo vivendo, con migliaia di morti da entrambi i contendenti, ispira questi duri versi accusatori del grande Carlo, che, in chiusura, propone l’unica soluzione per porre fine a questa tragedia, e cioè fare un'unica nazione tra Israele e Palestina, che poi era esattamente la situazione precedente il 1947. (suggerisco, al riguardo, leggere “Gerusalemme, Gerusalemme”  cronaca storica di quando la Gran Bretagna abbandonò, per decisione dell’ONU, il protettorato su quel territorio palestinese).

Purtroppo stiamo assistendo alla lotta tra due simili bestialità: quella di Hamas che usa il terrore, prendendo centinaia di ostaggi e uccidendo anche decine di bambini (esattamente come ha fatto Israele col bombardamento sulla striscia di Gaza, con, pare, 500 bambini uccisi) e quella di Israele che dalla sua nascita (1947) mai ha aderito alle risoluzioni dell’ONU, anzi ha continuato a rubare terreno ai palestinesi, riempiendolo di coloni ed affamando i legittimi residenti, con ciò provocando Hamas (e temo anche altri) per la bestiale risposta cui stiamo assistendo. Due bestialità che oggi (visto il “tifo” che le varie nazione occidentali e medio orientali fanno) rischiano di sviluppare davvero la terza guerra mondiale.

Antonia Scaligine –Cosa sono gli scrupoli?-: Approfondita analisi di cosa sono gli scrupoli e di quali conseguenze posso portare alla mente ed alla coscienza,, resa con forte compartecipazione, quasi da outing, dalla nostra ottima Antonia.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Quanta ragione ha Carlo
Siamo senza ragione!!!
Tinti baldini
 

Ciao a tutti;
in risposta al commento del caro Piero Colonna- Romano :
spesso il lettore non percepisce le intenzioni dell'autore ma trovo sia bello è piacevole che il lettore trovi in ciò che legge le proprie emozioni e fantasie,  ma per Inconsistente felicità vorrei dare delle spiegazioni
E aspetterò...  è l'attesa della felicità intesa come emozione assoluta che va ricercata, e spesso la vita ci costringe a stringere dei patti per ottenere questa felicità 

l'amore dono ai miei pensieri - felicità filosofica
nelle tasche gli effimeri desideri - felicità psicologica
e una visione di sola semplicità - felicità spirituale 

e arriva improvvisa in tutte le sue forme e profili come una liberazione un sentimento estremo e positivo 

ciao e complimenti a tutti 
Marco Cabassi

 

 

 

7-8-9 Ottobre

7, 8 e 9 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Cristiano Berni –“Le piccole cose”-: Non è soltanto una romantica richiesta, ma è lezione di vita quella che Cristiano ci invia con questi suoi rimati versi. Viva le piccole cose quindi!

Marco Cabassi –Inconsistente felicità-:   L’attesa di un amore (effimero?) ispira Marco per questi versi densi di romanticismo.

Maria Benedetta Cerro –Destarsi nello stupore-: Il sonno più faticoso della vita, per quelle tensioni e disillusioni che porta. E’ come avere il doppio degli anni, afferma il poeta, in questa pessimistica analisi di sogno e vita.

Felice Serino –L’oasi-: Al contrario di Maria Benedetta, Felice vede nel sonno un oasi felice della vita. Punti di vista, insomma.

Franco Fronzoli –Cammini nei miei sogni .-: Ed anche Franco parla di sogni. Ma felice di farli perché gli portano  l’immagine deliziosa di un amore. Viva i sogni, dunque!

Tinti Baldini –Sono-: Cara Tinti che bello rileggerti!  Concordo con quanto scrivi: bisogna continuare a farlo, per scaricare dolori e guardare con ottimismo alla vita. Scrivi,  cara Tinti e rinascerai. Ti sono vicino ed attendo altri tuoi scritti.

Laura Lapietra –Autunno Meteoropatico-: “dopo l’amplesso dei sensi” una lunga, intensa considerazione su tutto ciò che circonda e sulle proprie sensazioni. Un narrarsi dopo e prima dell’amore, immaginando città, strade e case, dove si può essere prigionieri. Versi dalla forte intensità emotiva di romantiche immagini, mettono a nudo un’anima e coinvolgono il lettore.

Flora Fazzari –Anime perse-: Pessimistica rappresentazione del dopo vita, in un panorama cupo e silenzioso, in questi duri versi della bravissima Flora.

Nino Silenzi –Poi il cielo si tinse d’oro-: Una corsa in treno lungo il mare, un attendere, un ritrovarsi felici. Tutto questo nella magistrale sintesi poetica dell’ottimo Nino.

Marino Giannuzzo  -Essere poveri non è vergogna-: Essere poveri, in definitiva, è un fatto genetico, afferma il nostro Marino e Dio non c’entra. Unica possibilità è reagire. In definitiva questi versi sono lezione di vita di un saggio ottuagenario.

Enrico Tartagni –La botte piena e la moglie ubriaca-: Singolare analisi del fenomeno migrazione, con la quale si può essere o non essere d’accordo. Manca in questa analisi la vera causa di questo esodo biblico che a mio avviso è da vedere nel colonialismo predatorio che tutti i  paesi occidentali e orientali (Italia compresa) hanno fatto in Africa. Quel che oggi accade, in definitiva, è l’inconsapevole richiesta (da parte di quelli che il nostro Enrico, assieme all’intera destra nazileghista italiana, definisce “clandestini”) di rendere quel che gli si è rubato. E non vedo proprio come questa realtà si possa cambiare. A fiumi arriveranno (credo ne vedremo ancora di peggio) e non c’è alcun accordo “epocale” della Gioggia che potrà cambiare questa realtà.

Alessio Romanini –Mute parole-: Talvolta mancano le parole, per descrivere una realtà che angoscia. Leggo così i duri versi di Alessio.

Jacqueline Miu –Il Paradigma Mobydick-: Il senso (l’insegnamento che viene) dal racconto di Melville è l’incapacità dell’uomo di capire che non può tutto sottomettere alla propria ragione, fino a che non sarà troppo tardi per capirlo. In aggiunta a questo c’è  la banale eterna lotta tra bene e male, dove spesso è il male a prevalere. Ma Jac non dice questo, inventa fantastiche immagini di gente che ruba le stelle al cielo per poi finire, tutti, in un carcere di massima sicurezza, perché troppo pericolosi sono i loro sogni. Strepitosa Jac, dunque che incanta con la sua fervida fantasia.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

I versi di Flora Fazzari li avrei voluto scrivere io per quel senso di disagio trito e mangiato che vivo ogni giorno
Grazie e grazie a Lorenzo
Tinti Baldini
 

 

 

 

4-5-6 Ottobre

4, 5 e 6 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Spirito delle tenebre-: Un’analisi esistenziale di se stesso, tra paure e miti religiosi, determinata da “uno spirito di tenebra”.

Carlo Festa –Insegnerai al futuro-: Dagli errori si impara. Questo il messaggio che ci invia Carlo con questi suoi sintetici versi.

Cristiano Berni –“Intenzioni di vagabondaggio”-: Ad un desiderio di libertà si sovrappone il desiderio degli inferi bui. Dicotomia disperante, dunque che trova soluzione nell’essere “solitario o nel nulla”, in questa intensa poesia ispirata da profondo pessimismo.

Pasquale Mesolella –Abbracciami e baciami-: Annullarsi nell’amore, in definitiva, è la romantica richiesta di un innamorato che vuole baci a pioggia, a grandine, fino a non riuscire più a contarli, detto con questi iperbolici versi di un ispirato Pasquale.

Renzo Montagnoli –Era di primavera-: Un tenero ricordo d’amore, con la donna compagna di vita, narrato con pennellate di bei versi che vanno a comporre un dolce acquerello.

Marco Cabassi –Ahhh se bastasse soltanto-: Un desiderio ma anche un omaggio, per una donna reso con versi densi di un sentire amore.

Maria Benedetta Cerro –Ti avrò percorso come una pianura-: Di difficile interpretazione sono questi versi (oscuri?) di Maria Benedetta. Ci provo, leggendoli come una sorta di fuga da un amore/follia, chiedendo scusa se ho toppato. 

Felice Serino –Colpo di sonno-: L’ipnosi che può causare lo schermo di un pc, qui narrata dal nostro eccellente Felice che, a ragione, si congratula con se stesso per la decisione di rinunciare alla patente di guida.

Franco Fronzoli –Le parole le scrivo sopra le pietre-: Condivisibile, approfondita analisi, resa con bel poetare, delle motivazioni del nascere poesia. Bravo Franco!

Marino Giannuzzo –Eccolo esploso il profumo acuto-: Profuma di rose l’odoroso maggio ed ispira Marino per questi bei versi che dicono del suo sentire, comunicandolo con maestria al lettore.

Sandra Greggio –Trasfigurazione-: Una sorta di “Il sabato del villaggio” in tema religioso, ben detto dagli ispirati versi della bravissima Sandra.

Alessio Romanini –La scritta-: L’incanto dell’irreale ed una scritta sulla battigia che il mare cancella in continuazione. Un sogno reso con l’intenso e bel poetare di romantiche immagini. Bravo Alessio!

Jacqueline Miu –astro che cala-: Surreale racconto gotico, reso con immagini forti, che ha per tema un astro che cala, che è metafora limpida di un cuore affannato, “salato di mari/bruciato da soli/torturato da promesse”, come esplicitano i forti versi di chiusura ma che, comunque, sarà vittorioso perché “tu sei l’unico astro che non cala”, come afferma la nostra preziosa Jac. Applausi dovuti e resi.

Antonia Scaligine –Ogni stagione ti dice : taci e ascolta-: Autunno, dunque, narrato con bella maestria dai versi della bravissima Antonia che rende poetiche le più rilevanti caratteristiche di questa riflessiva stagione. Complimenti.

Francesco Soldini –Ricordo la melodia-: Tenera poesia d’amore  regalataci dall’ottimo “uomo di lago”. Un caro saluto, Francesco e auguri per questo onomastico.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al ns generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

1-2-3 Ottobre

 1, 2 e 3 ottobre 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –In assenza di sé-: Analisi di se stesso, ricercandosi tra incubi e afflati religiosi. Impossibile trovarsi, perdendosi nei meandri di una religione che ti fa cannibale.

Santi Cardella –Incontri-: Farfalle che volteggiano, metafora deliziosamente poetica di ricordi d’amori, nata dall’anima di un vero poeta che oggi ci regala un concentrato di liriche immagini romantiche. Applausi a Santi.

Carlo Festa –C’era un Italia felice-: Immagino che Carlo si riferisca all’Italia nata dalla Resistenza al nazifascismo, quando si respirò speranza di libertà, per una civile rinascita morale. Purtroppo la peste del fascismo è ricomparsa e si può sperare solo in altra resistenza, augurandoci non serva altro nefasto ventennio per la purificazione.

Pasquale Di Meo –I tuoi occhi-: Iperbolica dichiarazione d’amore resa con immagini dense di romanticismo.

Maria Benedetta Cerro –Tutto è cominciato-: E’ l’anima che ci guida? Per Maria Benedetta pare di si, e lo fa nel bene e nel male.

Nino Silenzi –Affanno-: Un pessimistico guardare al tempo che scorre sulla terra, dove uomini s’affannano, come formicuzze, per accumulare effimeri beni. La salvezza è solo in cielo, afferma il poeta disegnandone una serena immagine, ed è scontato invito  all’uomo a guardare in alto.

Felice Serino –Un verso-: Lezione che deriva da questi versi è la poesia non fa invecchiare. In definitiva questo ci narra oggi il grande “anziano” Felice.

Franco Fronzoli –Genova Città-:  Remember Caproni e la sua “Litania” che suggerisco a tutti di leggere. Questo mi fanno ricordare gli intensi e bei versi di Franco, che condivido.

Marino Giannuzzo –Dolore lancinante hanno in cuore-:  La narrazione di un maritale rapporto d’amore che, col passar del tempo, si sfilaccia per incomprensioni reciproche. Ma, come accade in molti film, alla fine prevale l’amore e si schiariranno i rapporti. Pulita e poetica narrazione di un fatto di vita vissuta.

Sandra Greggio -Parole sparse-: La pena del poeta, che non trova più parole per dirsi, ben narrata dalle significative metafore di Sandra che chiude la bella poesia con un acuto denso di lirismo nei quattro versi finali. Brava Sandra!

Alessio Romanini –Il cuore vede anche nell’oscurità-: Intensa analisi di un essere che, smarrito nei tormenti della vita trova forza col cuore (che vuol dire amore) di rinascere alla speranza.

Roberto Soldà –Caccia grossa-: E’ da applausi questo narrarsi usando teneri ricordi ed immagini dense di poesia. Particolarmente significativo quel “le mie idee viaggiano su un crinale/inclinato tra realtà e fantasia”  perché è confessione di desiderio di superare una realtà che poco piace, con la fantasia che viene dai sogni, dai desideri, ed a quelli il poeta tende, realizzando pittoriche opere d’arte. Altro che badile! Bentornato nell’azzurro Roberto e complimenti!

Jacqueline Miu –l’incantesimo della morte sul letto di neve-: e per te farò cadere le stelle con arpioni d'inchiostro” in una composizione poetica che è richiesta d’amore anche nella morte (Eros e Thanatos classicamente rivisto dalla nostro incommensurabile Jac) un lampo d’alta e bellissima poesia. Come sempre è affascinante leggere la nostra preziosa amica, come spesso i suo racconti sono ambientati in gotici, suggestivi paesaggi. E come sempre applausi.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti,  in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

28-29-30 Settembre

28, 29 e 30 settembre 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzo –Caini il nome-: Nomen omen, insomma. Così Marino ricorda, con tutto lo sdegno possibile, un presunto  tutore della legge.

Giuseppe Stracuzzi –Il colore di sogni-: Bellissime pennellate, fatte di versi densi di poesia, per narrar di sogni.

Enrico Tartagni –io sergente-: Sembra un racconto surreale, sembra. Invece è metafora di quanto male si può stare nella propria terra e di quanto desiderio si può avere d’evadere, d’emigrare in terre più accoglienti. Così ci incanta anche oggi l’ottimo Enrico, sergente e guida morale.

Cristiano Berni –“Promenade”-: Una pioggia purificante, dunque, per godere della vita, per ripulirsi dentro, per fare una “dolce promenade” del vivere. Speranza, insomma, decisamente onirica in questa bella poesia ricca d’ottimismo.

Marco Cabassi –Una volta fiorivano le Viole-: Il contrasto tra il dolce ieri e il “macabro” oggi in questi versi/analisi di uno sconfortato Marco.

Maria Benedetta Cerro –Mi sono assentata-: Amara analisi esistenziale dell’essere, smarrendosi in se stessa, in questi forti versi della bravissima Maria Benedetta.

Felice Serino –L’angelo-: Nel dopo si realizzerà l’unione tra carne  e spirito, pare affermare Felice con questi versi.

Flora Fazzari –Pazzia…-: L’impossibilità di vedere la realtà nella quale si vive, pare essere frutto di pazzia, come afferma Flora con questi suoi versi dall’intenso tono.

Franco Fronzoli – La mia vita è una tempesta di pioggia-: Tra delusioni e sconfitte scorre la vita. Rari arcobaleni e rari momenti d’amore la donano luce. Tra significative metafore questo narra l’ottimo Franco.

Jacqueline Miu –stanotte ti porterò a ballare vicino alle tombe-: Thanatos ed Eros, tema ricorrente spesso negli scritti della grande Jac che oggi calca la mano nel macabro gotico. Ti porterò a ballare vicino alle tombe, afferma, e le immagino illuminate da fuochi fatui e di Mozart, col sottofondo della messa da requiem, rivedo il risorto commendatore che invita al pentimento. Un canto d’amore gotico insomma, nel più bello stile di questa grande scrittrice.

Sandra Greggio –Stella cadente-: Intensa preghiera che chiede chiarezza dentro se stessa, detta con forti e bei versi, densi di speranza.

Carlo Chionne –Tu es Petrus … Aedificabo ecclesiam meam-: Un critico confronto tra due morti celebrate analogamente, nonostante il silenzio di Francesco, dalla chiesa , reso con questi versi/epitaffio del grande e attento Carlo.

Francesco Soldini –Quando il sole bacia-: Bentornato nell’azzurro, Francesco! E’ un piacere rileggere le tue serene e poetiche descrizioni di un paesaggio lacustre. Grazie.

Alessio Romanini –La mia certezza-: Il tempo non cura le ferite, se non c’è impegno personale. Questo il messaggio che Alessio invia con questi suoi versi.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

25-26-27 Settembre

25, 26 e 27 settembre 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Quando viene la note mi siedo-: Ogni strofa nasce da un sogno, da un desiderio, in questa romantica attesa del primo raggio di sole del giorno. Bello tutto. Complimenti.

Marino Giannuzzo –Arrogante con il petto in fuori-: Storia di mafia e morte, scandita dai ritmi di versi duri e accusatori di una realtà fuori dalle leggi morali. Bravo Marino!

Giuseppe Stracuzzi –Dona ragione al cuore-: L’amore per la pace e per il civile convivere ispira Giuseppe per questi significativi e bei versi didattici.

Enrico Tartagni –laudato sii meo signore…-: Preghiera a più divinità, ispirata dai numerosi incendi ed alluvioni che affliggono varie zone della terra, sottomettendosi al loro volere, come afferma la chiusa di questa forte composizione del grande Enrico.

Nino Muzzi traduce S. Garzetti-: Un ricordo d’amore ispira Garzetti per questi suggestivi versi che Nino traduce per noi.

Bruno Amore –Forse-: La sempiterna lotta tra bene e male ispira Bruno per questa analisi dalla pessimistica chiusa. Pare che i tempi che viviamo stiano vedendo la vittoria del male sul bene ed a noi non resta che sperare.

Alessandra Piacentino –Soffrire-: Narrano di un abbandono (se non fisico almeno palpabile nella stanchezza) questi versi densi di pena della brava Alessandra.

Renzo Montagnoli –Fine estate-: Un realistico racconto del finir dell’estate, col riaprir delle scuole, la vendemmia, le prime foglie che cadono. Un magistralmente descrittivo Renzo scrive versi che sono pennellate sulla tela di una bianca pagina e incanta.

Pasquale Mesolella –Nota d’autunno-: La malinconia per l’estate che tramonta riempi questi versi di Pasquale. Ma l’intensa poesia contiene anche un messaggio d’umiltà che è invito a difendere questo “mondo smarrito/dalle fugaci e contrastanti intemperie della vita.”.

Maria Benedetta Cerro –Chi mi viene in sogno stanotte-: Un sogno incubo, dove si cerca, disperando, la salvezza. Questo leggo nei forti versi dell’ottima Maria Benedetta.

Felice Serino –Nascita-: Deliziosa immagine di una gravidanza in questi intensi versi del grande Felice.

Alessio Romanini -:Villana violenza-: Un grido d’accusa contro quella ottusa violenza che certi individui, difficilmente definibili uomini, esercitano su chi di loro è più debole, ispira Alessio per questi condivisibili versi.

Jacqueline Miu –siamo troppo giovani per guardare al confine del mare-: Troppo giovani per “guardare al confine del mare” cioè ad un dopo sconosciuto, che è metafora di un dopo vita. Eppure a quel dopo la nostra pensa e confronta il suo mistero con un oggi dove il sangue brucia di desideri appagati “che sublimano la carne”. Troppo giovani, dunque, ma consapevoli di ciò che, nel dopo, non si potrà più avere. Una meditativa Jac è quella di oggi, piacevole come sempre.

Sandra Greggio –Chimera-: Un positivo sogno narrato con romantiche e suggestive immagini, dense di bella poesia. Brava Sandra!

Antonia Scaligine –Eppure una cosa faccio spesso-: Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere.”
(Ennio Flaiano)

Ma Antonia supera quel concetto e riempie la sua scrittura di se stessa, la abbellisce di immagini romantiche, diviene un colloquio (rassicurante) con se stessa, diviene analisi. E’ qualcosa, lo scrivere, senza il quale resterebbe un profondo silenzio, un nulla. Vive perché scrive il poeta. Ed Antonia poeta è.

Antonio Scalas –Tra le palme di un deserto-: Lunga e significativa metafora sulla ricerca dell’amore, resa con forti immagini poetiche.

Pirluigi Ciolini –La notte e il giorno si susseguono-: Bentornato nell’azzurro, Pierluigi! Bello e apprezzato questo tuo interrogarti sul vivere , sulla natura, sugli errori che si possono fare nei rapporti con gli altri, reso con un intenso interrogarsi. Un caro saluto.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Sogno mare”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

22-23-24 Settembre

Olanda...

Bellezza mai afferrata ma solo sfiorata. Questo viaggio rimasto nel cuore della brava poetessa, diventa un sogno che lei continuerà a desiderare di sognare.

Flora Fazzari

 

 

Giocavamo sulla sponda di un lago

        Giochi che riemergono dalla memoria e una bellezza immortale di una compagna d’avventure che incanta ancora il poeta.

 

Sei bella

Sarai sempre bella

Franco Fronzoli

 

 

Cos'è la vita

L’istante secondo il poeta Carlo Festa, può vivere nella declinazione della vita come una costante che inganna e affascina allo stesso tempo.

Carlo Festa

 

 

Angelo ha gli occhi tristi

 

Alcamo, 12.02

Una appassionata e magistrale lirica che accompagna l’amore fino alla morte e lascia una delicata quanto vibrante scia di speranza. Complimenti all’autore che dipinge i sentimenti in una aura pacifica nonostante la sofferenza che li accompagna.

Da Versi di un ottuagenario

Marino Giannuzzo

 

 

In alto nel blu

Dove scappare? Dove nascondersi dalle brutture della vita e dai buffoni? Il bravo Marco Cabassi ci indica il blu del cielo - nella speranza che vi sia una pace per le anime che non sopportano i buboni in forma umana oramai evoluti al punto di essere ovunque.

Marco Cabassi

 

 

Il senso della giostra

Un quadro per le stagioni che fioriscono in versi e nel lirismo di questo ottimo poeta.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

"Poesia per Francesco"

Un omaggio a Guccini e alla sua poesia “cantata”. Magistrale composizione che rende chiara la bravura del poeta Cristiano Berni.

Cristiano Berni

 

 

La firma al nostro insieme

Amore non si ciba di clamori – l’amore non diventa vetusto e Aurelio Zucchi resta una realtà poetica di grande importanza.

Questa lirica è una rinascita in tutti i sensi.

 

*

Condivido questa mia poesia, scritta in occasione della partecipazione al Contest PAROLE RIFLESSE X Edizione Settembre 2023 (Imago della Poesia). - Nel rinnovare anche da qui i miei complimenti ai vincitori e ai finalisti e non, ringrazio Wilbur, Bina Gagliano ed Emilia Otello per questo Contest al quale ho aderito con entusiasmo per le motivazioni e gli stimoli che hanno regalato alla mia scrittura e a quella di tutti coloro che hanno partecipato.

 

Data di stesura 09/09/2023

Aurelio Zucchi

 

 

Conturbante Opera

Poetica intrisa di passione umana e amore per l’arte. Folgorazione d’amore in entrambi i casi e la brava Laura non si risparmia in energie che incendiano lettore e protagonisti.

©Laura Lapietra

 

 

M47 sono io il Pilota

Probabilmente una passione che spinge Enrico a incendiarsi per un carrarmato. Probabilmente una proiezione di se stesso e questo dice tutto o quasi tutto sulla sua personalità. In ogni modo sempre bella la sua poetica e con valori proporzionati all’ampiezza del suo immaginario.

enrico tartagni

 

 

[Sotto lo straccio bagnato]

Bella questa “caramella” letteraria offerta dal magnifico Nino Muzzi che regala poemi di autori a noi sconosciuti ma di bravura incredibile.

Sascha Garzetti                  traduzione di Nino Muzzi

 

 

E il sonno scende

Una calma avvolgente che sposa il sonno. Una lirica in cui traspare la fragilità del momento e quella bellezza d’amore in cui i poeti nascondono la propria anima. Avvolgente, trascinante, penetrante e calmante questa superlativa lirica del superbo Nino Silenzi. Alcun rumore impedirà al sogno di sorgere, alcuna tempesta travolgerà la natura. C’è posto solo per sospiri e piccole azioni delle foglie che magnificano il sonno che scende. Bis e plausi. Stratosferica composizione.

 

Il silenzio avvolge

il desiderio di te,

il vento ha paura

di far rumore

e freme sospirando

alle foglie stanche

che si chiudono,

e il sonno scende

sui tuoi occhi.

 

Da La nostra storia

Nino Silenzi

 

 

Abbi cura del nome che deve attraversare l’aldilà.

Ciò che resta e ciò che siamo si perderà in qualche modo e il nome sarà privo di ciò che ha posseduto in vita. La brava autrice attinge nell’aldilà e rende probabili la perdita dei sogni.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

 

Lazzaro

Ermetico il risveglio del Lazzaro Poeta con finale dai toni eccelsi.

La vera poesia è una condizione perfetta in cui si trova la composizione e Felice compone con augusta vivacità di toni e immagini i suoi poemi.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Sogno mare

Un’inebriante rondò di chimere sul mare che danzano per il piacere del lettore. Un poema “onirico” come un defibrillatore ed è pura poesia, puro spettacolo con salsa di luci, carezze granulari sabbiose, tutto in un tornado sanguigno quanto incendiario – chiamato tramonto. Plausi – bis e una grande stretta di mano per l’onore che ho di leggere questo insostituibile Poeta. Vorrei invitare il lettore a godersi lentamente questi versi. Si ha la sensazione di sentire il sangue urlare e si percepisce una verità straziante e cruda, qualunque essa sia … finché umana, deflagra nel petto come una bomba.

 

 

Ed urlan forte

l'onde

ed è di sangue

che al tramonto

avvampa.

Piero Colonna Romano

 

 

La rugiada delle foglie

Attento osservatore che sviluppa una ipersensibilità e avversione al male. Poema che scava nella natura e trova risposte alla schiavitù umana. Una grande semplicità liberatoria. Un ottimo percorso che diventa sempre più profondo. Complimenti Alessio.

Alessio Romanini 

 

 

"Leggera leggera"

Nella culla della natura con l’anima foglia, pronto questo bravo poeta a rinascere ogni primavera. Un poema sulla resilienza più amabile.

4settembre23

Ben Tartamo

 

 

 Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

22, 23 e 24 settembre 2023

Poesie del giorno:

Flora Fazzari –Olanda-: Un sogno, il ricordo d’Olanda, che torna prepotente ed ispira questi bei versi a Flora.

Franco Fronzoli –Giocavamo sulla sponda di un lago-: Un delizioso, romantico ricordo riportato alla mente dalla bellezza di una compagna di giochi, in questi intensi e bei versi di Franco.

Carlo Festa –Cos’è la vita-: La vita declinata come fosse verbo è bella invenzione poetica.

Marino Giannuzzo –Angelo ha gli occhi tristi-: Magistralmente descritti gli stati d’animo di chi vede sfiorire la vita della compagna, fino ad un riprendersi che dona ultima, consolatoria speranza.

Marco Cabassi –In alto nel blu-: Il caos del vivere, bene narrato da significative immagini, portano a guardare al cielo, sperando che lassù possa esserci una pace qui negata, questo il messaggio poetico che Marco ci invia con questi intensi versi.

Giuseppe Stracuzzi –Il senso della giostra-: La giostra del tempo e delle stagioni, bene narrata dagli ispirati e significativi versi del grande Giuseppe.

Cristiano Berni –“Poesia per Francesco”-: Opportuna dedica ad uno dei più grandi cantautori poeti viventi (Francesco Guccini) alla quale mi associo convintamente, augurando che la sua voce ancora a lungo sovrasti la cacofonia di stampo fascista che oggi ci opprime. Complimenti, Cristiano.

Aurelio Zucchi –La firma al nostro insieme-: Un affrontare assieme le suggestioni del nuovo giorno (bella la similitudine con l’alba che nasce) in un romantico paesaggio marino, ben disegnato dai versi di Aurelio, mentre la città fa da pesante, negativo sfondo, in questa ispirata poesia del nostro amico, cui auguriamo ulteriori meritati successi.

Laura Lapietra –Conturbante opera-: Immagino che i versi siano stati ispirati  da una sorta di sindrome di Stendhal, davanti, appunto, ad una conturbante opera d’arte. Se poi l’arte c’entra poco, beh…cherche l’homme. Comunque complimenti a Laura per le forti immagini poetiche che compongono la composizione.

Enrico Tartagni –M47 sono io il Pilota-: La narrazione della guida di un carro armato (appunto M47) e le emozioni che genera ben proposta dal nostro Enrico cui non manca, certamente, “ferreo cuore”.

Nino Muzzi traduce S.  Garzetti-: Il racconto di una colazione su di un tavolo sull’erba, tra arbusti e merli, mentre scende la sera, in questa poesia di Garzetti che Nino traduce per noi.

Nino Silenzi –E il sonno scende-: Veloce ma intensa pennellata poetica, dal suono dell’epigramma, per disegnare, con grande maestria, l’inizio del sonno notturno, tra desiderio e timor di tempesta. Da applausi.

Maria Benedetta Cerro –Abbi cura del nome che deve attraversare l’aldilà.-: Versi dal tono decisamente pessimistico, che narrano di un dopo, dove cessano le illusioni ed i progetti, e di una inestinguibile sete.

Felice Serino –Lazzaro-: Un tocco d’alta poesia per narrare di una resurrezione, dal grande Felice

Alessio Romanini –La rugiada delle foglie-: Poetica similitudine tra rugiada e lacrime in questi versi che sono analisi del nostro vivere, schiavi la vita.

Jacqueline Miu –amori e tempeste-: Ed anche la nostra incomparabile Jac pare esercitarsi con l’epigramma. E ce ne regala uno degno di un poeta greco dove si disegna la natura notturna sul mare e dove i sogni navigano lontani “spinti da un amor ignoto tra piccoli fari e forti tempeste”. Applausi dovuti e dati.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

19-20-21 Settembre

19, 20 e 21 settembre 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Oltre stravolti cieli-: Un grido di dolore si alza contro le malefatte ecologiche dell’uomo. Quelle malefatte che rischiano di accelerare, ai giorni nostri, la fine della terra e dell’umanità.

Flora Fazzoli –Virginia…-: Commosso ricordo della grande scrittrice, reso con versi densi d’amore.

Franco Fronzoli –Non invecchierai mai perché fermerò il tempo-: Fermare il tempo per amore, dunque, detto con romantici  e forti versi densi d’amore e di bella poesia.

Carlo Festa –Nuova prospettiva-: Un po’  di Cartesio (cogito ergo sum) echeggia nei filosofici versi di  un tollerante Carlo, alla ricerca di una verità sfuggente e multiforme.

Marino Giannuzzo –Amici e conoscenti in processione-: Falsi amici, dunque, compagnoni se la tua sorte è positiva, freddini se cadi in disgrazia. Grande verità tradotta in versi dal nostro amico Marino.

Marco Cabassi –Sulla mia terra-: Una pessimistica visione del mondo (e di chi lo abita) in questi versi densi di suggestive immagini.

Maria Benedetta Cerro –A voce alta / o con un sussurro?-: Sempre complesso è interpretare questi scritti. Oggi vi trovo una considerazione realistica sulla morte, dove, accadendo, diverrà impossibile il parlare…facendo mancare il respiro.

Alessio Romanini –Il bene più prezioso-: Ed anche Alessio riflette sulla morte e sopra i suoi effetti, a dire del poeta, positivi. Le religioni narrano che il corpo è gabbia/prigione per l’anima, anima che sarà libera solo dopo la morte. Libera di fare che non è dato sapere.

Antonia Scaligine –Qualcuno mi chiese cos’è l’amore?-: Preziosa analisi sull’amore in questi bei versi di un ispirata Antonia.

Jacqueline Miu -Stelle sul mare-:  Un concentrato di bella ed ispirata poesia per descrivere un paesaggio marino dove navigar tra sogni. Applausi. Come sempre.

Sandra Greggio –Precipizio-: Catastrofica Sandra! Cancellati squilli di campane da fastidioso frinire e, al posto del caldo cuore, un blocco di ghiaccio. Che si può avere di peggio? Forza Sandra che tutto è per il meglio (come diceva Pangloss …)

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione e per il gradito commento alla mia “Dove siamo dove andiamo?”

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

15-16-17-18 Settembre

Muerte querida – compañera muerte

Disegni poetici bellissimi e anticonvenzionali. Molto, molto ermetici e densi come profumi d’autore.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

 

νὺξ μακρὴ καὶ χεῖμα, μέσην δ᾽ ἐπὶ Πλειάδα δύνει:

κἀγὼ πὰρ προθύροις νίσσομαι ὑόμενος,

τρωθεὶς τῆς δολίης κείνης πόθῳ: οὐ γὰρ ἔρωτα

Κύπρις, ἀνιηρὸν δ᾽ ἐκ πυρὸς ἧκε βέλος.

Asclepiade - Epigramma 5,189

 

Splendida in forma e traduzione questa rigenerata di Asclepiade. Gianpaolo Casarini ci invita alla classicità che offre l’amore secondo i propri canoni e non delle mode.

 

da un dardo di rosso fuoco infuocato

Asclepiade - Epigramma 5,189             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

L'anima tendeva

Nina ferma il tempo e diventa una nuvola d’amore. Bellissimo poema in cui il romanticismo è pura tenerezza e offre persino una pausa dal tempo. Plausi.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Mille coriandoli...

Simili ai sogni colorati, i coriandoli nella loro breve ma gioiosa vita. Trasmette allegria e leggerezza questa piccola ma deliziosa lirica della poetessa Flora Fazzari.

Flora Fazzari

 

 

Mar Dell'oblio

Un gemito che non va in letargo e divampa nell’anima della poetessa. L’angoscia che anima l’anima di questa autrice è splendidamente descritta. Appassionante tumulto che come un’ondata potente scardina e assorbe la realtà del suo essere.

©Laura Lapietra

 

 

"Il Mare"

Il mare che delizia in rima baciata e che ispira a un quadro così blu da volere immergersi. Poema non solo descrittivo ma molto leggero che si dirama in atmosfere pittoriche su cui soffermarsi se fossero veramente dei quadri.

Cristiano Berni

 

 

[Inverno, da settimane troppo freddo]

Spesso la poetica tedesca moderna è molto descrittiva e pittoresca. Nino Muzzi sceglie una piccola gemma poetica. Sempre grati al suo encomiabile lavoro.

Sascha Garzetti             traduzione di Nino Muzzi

 

 

Quella luce nella mia solitudine

        La tanta passione che soccombe al dolore dell’abbandono. Splendida la chiusa.

 

di una notte

senza stelle

nel cielo

Franco Fronzoli

 

 

Amore ostacolato

L’amore non sempre ha facili ragioni d’esistenza e Carlo Festa ne parla, elencando gli ostacoli e i problemi cui soccombe.

Carlo Festa

 

 

Sfinge

Il Poeta dovrebbe essere una fenice e potere risorgere dalle proprie ceneri. L’oscurità che si avvale del potere di ingoiare l’immaginario umano  è la parte più inaccettabile della vita umana. L’ottimo Nino Silenzi è un architetto deciso a non fare crollare la propria opera (esistenza) è ben lontano dal lasciarsi andare e precipitare nel cono nero che annulla e cancella tutta una vita. Inaccettabile quanto orribile la fine eppure … su questo viale c’è quell’aura d’amore e di tenera luce che ancora ci fa da scudo.

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Un giorno del 1942

La nascita è la rinascita ed è con questa vivacità poetica che Marino Giannuzzo si narra e ci narra con occhi puntati su una alba dell’anima in cui le emozioni sono parti della virtù di una terra sicula generosa di sentimenti.

Cutrofiano, 1965 (o 1966)

Marino Giannuzzo

 

 

I luoghi dell'anima

 

Ricordi come viali d’amore su cui passeggiare coi ricordi e qualche debolezza nel vedere avanti ma Enrico va oltre il male d’oggi, va a scavare dentro se stesso per la luce rimasta e per il coraggio di vivere. La linfa di saggezza se deve finire … finirà in bellezza. La chiusa è un monumento.

del vento dell'eterno sparire

E c'è un amen per ogni end

enrico tartagni

 

 

Cercando l’amore

Cerco l’amore ma l’odio mi circonda …

Di tutto il poema, ascolto e sento questa frase che da potenza all’intera lirica - e mi pare di vedere la realtà d’oggi con qualche sfumatura colorata ma sulle facce di moltissimi clown.

 

(Boccheggiano 24.09.2022 – 17:19)

Salvatore Armando Santoro

 

 

"E ancora canto"

Una melodia sotto un pioggia bambina in questo fotogramma romantico che diventa il viale della vita per un ispirato Ben Tartamo. I’m singing in the rain …

 

29 agosto 23

Ben Tartamo

 

 

Canzone per un lager

Persino la musica diventa orrore quando si tratta di prigionia e di morte. Le note del violino diventano oscuramente “ghiaccianti” e qualunque sia la canzone appena nata, essa vedrà solo la barbarie di un lager. Le metafore del Vate Piero Colonna Romano, porterebbero il velo della morte persino laddove il sole cerca pallido e piccino a cancellare l’orrore dagli occhi dei viventi. Certe immagini però restano in noi per tutta la vita a ricordare che l’uomo è il vero e unico diavolo che ha le armi e la volontà di fare male contro i propri simili.

 

Era pallido il sole,

e rimane il ricordo

di barbarie che resta

in straziante silenzio.

 

Un violino piangeva…

le sue note di ghiaccio

…ci congelano i cuori

…e smarriscon la mente.

Piero Colonna Romano

 

 

Chi si può salvare?

Armiamoci e combattete “dicono i generali”. La guerra non ha mai senso ed è questo pensiero che anima e costruisce la lirica di un appassionato Alessio Romanini. La guerra produce solo e unicamente dolore, non ci sono vinti ne vincitori. Bravo Alessio.

Alessio Romanini 

 

 

Speranza

Con una penna delicata, la poetessa Antonia Scaligine descrive la speranza e lo fa in modo che lasci nel lettore un’immagine estatica e armoniosa.

Antonia Scaligine

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nell’Olimpo del Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

15, 16, 17 e 18 settembre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetta Cerro –Muerte querida – companera muerte-: Decisamente suggestiva questa serie di forti immagini, tutte metaforiche del sentire del poeta. Un giorno capirò…oggi mi limito a sottolineare la bravura pittorica dei versi di Maria Benedetta, ricordando che Ungaretti, della poesia di Mallarmè, disse che prima di capirla bisognava apprezzarne la musicalità.

G. G. Casarini propone Asclepiade-: Da applausi la considerazione sull’amore regalataci da Asclepiade  e sempre un grande grazie all’amico Giuseppe per queste deliziose “chicche” di grande poesia.

Felice Serino –L’anima tendeva-:  “mentre il tempo aveva una sosta” per l’incanto che dona la grazia di Nina. Bell’affresco di un romantico Felice.

Flora Fazzari -Mille coriandoli…-: Quel che rimane di un corteo di carnevale deliziosamente descritto da Flora.

Laura Lapietra –Mar Dell’oblio-:  Una tempesta dell’anima cui fa similitudine un tempestoso mare, molto ben narrato dalla bravissima Laura che pare dipingere, con bella maestria, la sua pena.

Cristiano Berni –“Il Mare”-:  L’incanto del mare, con le sue suggestioni, ispira Cristiano per queste rime baciate che danno alla poesia quasi ritmo di filastrocca.

Nino Muzzi traduce S. Garzetti-: “i versi… binario segreto” bellissima immagine per dire dove possono, i versi, portarci con la fantasia. Il resto mi pare piuttosto un banale raccontino di sensazioni, legate alle stagioni che cambiano. Comunque sempre grazie a Nino per queste sue proposte di sconosciuti poeti.

Franco Fronzoli –Quella luce nella mia solitudine-: Il ricordo di un amore perduto ispira questi versi, dalla forte intensità emotiva, di Franco, molto ben sottolineata dalla forte, amarissima chiusa.

Carlo Festa –Amore ostacolato-: Bene svolto il tema del titolo dai versi di Carlo.

Nino Silenzi –Sfinge-: Suggestive immagini, metaforiche di un’angosciante crisi esistenziale che rende amaro il vivere. Singolare questa intensa poesia di Nino che soltanto in chiusura rivela il suo amore per la natura e per il dolce amore della sua donna,  sicuri rimedi terapeutici al male di vivere.

Marino Giannuzzo –Un giorno del 1942-: Simpatico racconto di vita vissuta, certamente più vivace e accattivante  nella versione siciliana, del bravissimo Marino.     

Enrico Tartagni –I luoghi dell’anima-: Un turbinio di ricordi si accavallano pensandosi. Ed Enrico, chiude ogni ricordo con un così sia, accettandolo, nel bene e nel male. E’ sempre affascinante leggere il nostro amico

Sandra Greggio –Le persone innamorate-: Un soprannaturale amore, dunque, narrato con delicati e bei versi che Sandra dedica alla memoria dell’amata madre.

Alessio Romanini -.Chi si può salvare?-: Un grido d’accusa contro tutte le guerre, si alza forte dagli intensi versi di Alessio.

Antonia Scaligine –Speranza-: La speranza ci accompagna lungo la strada della vita, ci illumina, come alba che nasce al giorno, e pare spegnersi quando prevalgono idee negative. Studio sulla speranza, dunque, sono i bei versi della nostra ottima amica Antonia.

Jacqueline Miu –Il dissipatore di sogni-: “fumeremo tutte le stelle che potremmo arrotolare nella cartina dei sogni” Sarebbe sufficiente questa frase per definire l’alta poesia che ispira e realizza lo scrivere della grande Jac. Difficile non tornare all’inizio e rileggere questa narrazione che è vibrante richiesta d’amore intessuta di poesia e di suggestive affascinanti immagini, secondo l’ormai tradizione della nostra incomparabile amica. Applausi e richiesta di bis.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

12-13-14 Settembre

A colpi di versi / come una contesa

Metafore forti della brava Maria Benedetta Cerro, spesso tremendamente ermetiche con versi ricchi di trasformazioni narrative.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro  

 

   

φείδῃ παρθενίης: καὶ τί πλέον; οὐ γὰρ ἐς Ἅιδην

ἐλθοῦς1᾽ εὑρήσεις τὸν φιλέοντα, κόρη.

ἐν ζωοῖσι τὰ τερπνὰ τὰ Κύπριδος:; ἐν δ᾽ Ἀχέροντι

ὀστέα καὶ σποδιή, παρθένε, κεισόμεθα.

Asclepiade - Epigramma 5,85

 

Una nuova proposta e carica di vitalità - Asclepiade – traduzione del nostro Giuseppe Gianpaolo Casarini cui siamo grati.

 Epigramma 5,85             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

 

Si concentra il dolore

La vittoria del dolore sull’amore perduto. Versi che traducono ciò che è stata una passione e poi è deflagrata in una pena indicibile.

 

Da "Poesie future", Puntoacapo editrice, 2020.

Carla Malerba

 

 

Quanto amore

Il premio dei premi che ha valore più dell’oro. Poesia che non cura la mente ma riflette come uno specchio, lo spirito di chi la legge. Complimenti sempre a Felice Serino.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

L'essenza di noi stessi...

Il bene fuori e il bene cui mira l’anima in questi delicati e bei versi di Flora Fazzari.

Flora Fazzari

 

 

Dondola il mare

Spiaggia e mare in questo matrimonio aquilone che rapisce il lettore. Versi leggeri e atmosfere senza tempo che alleggeriscono lo spirito di chi legge.

Marco Cabassi

 

 

Pensieri Erranti

Pensarsi diventa un multiforme essere che abbraccia la bellezza e con bravura questa poetessa esce dalla sua muta per concepire un canto che porta via dal reale.  

©Laura Lapietra

 

 

"Al tuo capezzale"

(Per Rita)

 

Una lirica commovente e carica d’affetto per questa donna che sta morendo. Angelica la scia che lei lascerà nella profondità del poeta. Doloroso l’ultimo saluto e col dolore ogni emozione per cui valga la pena vivere, esce fuori.

Cristiano Berni

 

 

La neve cade

Poema vinto per invincibili. Ultima firma per chi deve morire. Una delizia offerta dal nostro bravissimo talent scout Nino Muzzi.

 

Sascha Garzetti             traduzione di Nino Muzzi

 

 

Nella mia mente circola un groviglio

"sofisticato bouquet" di pensieri che gravitano a palpebre chiuse per poi dissolversi al mattino. Ben descritti questi cortei di proliferazioni del cogito che vanno per labirintiche vie del capo come se volesse costruire qualcosa ma ciò non sarà possibile, il Poeta deciderà di liberarsi di tale carico col risveglio del sole.

 

Franco Fronzoli

 

 

Un figlio di papà

(traduzione)

 

Amore, tradimento e liquidazione in questa testimonianza ben narrata da marino Giannuzzo. Alloggio al dogma e morale sottile.

 

Alcamo, 27.04.2020 ore 09,40.

Marino Giannuzzo

 

 

L'attimo fuggente

La poesia nasce come nasce la bellezza e questa squisita lirica della bravissima Sandra Greggio. Una floreale missiva all’etere a cui lasciare il segno del proprio passaggio.

 

1 Agosto 2023

Sandra Greggio

 

 

"impazzire di luna"

Poema romantico dal titolo delizioso. Una luce sempre accesa nonostante il tramonto del sole. Il cuore di ben Tartamo resta una torcia d’amore che non intende spegnersi, nemmeno in mezzo a elementi destinati a mutare.

 

 

Ed impazzire di luna per te.

 

27 agosto 23

Ben Tartamo

 

 

Dove siamo, dove andiamo?

Cantando sull’orlo di un buio universo, travolto, stravolto e insicuro mentre con la sua poesia continua a cercare il Poeta, quella ignota magia magica che macina e mai soccombe al silenzio.

Il Vate ci trasporta in un incanto oscuro ma non indiavolato. E’ un pioniero, un ricercatore, in questo poema Piero Colonna Romano è uno scienziato

 

 

Dubitare d'un dubbio dubbioso

che s'avvolge avvolgendosi al vuoto

non risolve né assolve domande

e tormenta e tormenta davvero.

 

Piero Colonna Romano

 

 

Protagonista di realtà

Il poeta che non interpreta la vita ma la vive. La consapevolezza di non possedere maschere e di non cercare una platea per atteggiarsi da attore. Con grande innocenza umana qui c’è l’uomo che si proclama libero dai fardelli dell’illusorio mondo delle farse.

Alessio Romanini 

 

 

Illusione

Ottima opera a quattro mani che invita il lettore a comparare quella vanità dello spirito spesso illusoria con il vero mordente nascosto dentro se stesso ovvero “l’amore”. I poeti ci rammentano che è proprio questo sentimento a vincere sui “mali assoluti”.

 

Poesia a due mani

9 sett 2023

Carmine De Masi e Fabio Petrilli.

 

 

Un caro saluto al nostro Ospite il Magister Lorenzo che generosamente ci accoglie nel Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api.  Un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

 

12, 13 e 14 settembre 2023

Poesie del giorno:

Maria Benedetta Cerro –A colpi di versi / come una contesa-: Suggestive e forti immagini, metafore di difficile interpretazione, ma che, ci provo, dicono dell’andar della vita, con la bella maestria di Maria Benedetta.

G. G. Casarini propone Asclepiade-: Versi che sono omaggio alla vita, resi da un pragmatico Asclepiade, ben tradotto dall’ottimo G. G. Casarini, cui invio un caro saluto ed un grazie.

Carla Malerba –Si concentra il dolore-: La forte pena per un illusione d’amore narra con magistrali versi ricchi di forti e belle immagini ben descrittive.

Felice Serino –Quanto amore-: Nel dopo, al dopo, può sopravvivere solo l’amore che si è dato. Questo il messaggio, condivisibile, che il grande Felice ci invia con questi suoi bei versi.

Flora Fazzari –L’essenza di noi stessi…-: Il dualismo tra il male che si può fare ed il bene che l’anima desidera narrato con questi versi della bravissima Flora.

Marco Cabassi –Dondola il mare-: Un delizioso acquerello per narrare un romantico paesaggio marino, con i bei versi di Marco.

Laura Lapietra –Pensieri Erranti-: Pensarsi, dunque, come immergersi in un sogno fatto di romantiche immagini suggestive. Pensarsi, come superare tempo e spazio, per entrare in una realtà altra. Pensarsi, “come piccola indigena/dispersa nel tempo”…”una cinerea fine/colorata di disincanto”. Applausi.

Cristiano Berni –“Al tuo capezzale”-: Un commovente saluto riconoscente ad una amica malata terminale, detto con intensi versi, densi d’amore.

Nino Muzzi traduce Sacha Garzetti-: Ed anche questa, con ben altro stile, è saluto a chi ci sta lasciando, ben tradotto dal nostro indefesso ricercatore di novità letterarie Nino.

Franco Fronzoli –Nella mia mente circola un groviglio-: Pensare e ripensarsi, mentre scende il sonno nella notte e tutto diventa “groviglio di pensieri” che si rincorrono e sovrappongono. Per svanire all’alba.

Marino Giannuzzo –Un figlio di papà-: Una storia di soldi, d’amore e di corna, sviluppatesi tra singolari norme giuridiche che privilegiano la …privacy, ben narrata dall’attento Marino.

Jacqueline Miu –“Eterno tesoro”-: Gotico a gogò in questo macabro scritto della nostra Jac. C’è di tutto, dal corvo che corveggia al pipistrello che si muta in vampiro. Classiche immagini, battezzate da Poe a suo tempo, si rincorrono magistralmente per deliziare il lettore, secondo, questo sempre, il più bello stile della nostra impagabile amica.

Sandra Greggio –L’attimo fuggente-: Gli attimi esaltanti che la vita ci regala, sono qui sintetizzati da romantiche immagini della fantasiosa, bravissima Sandra. C’è tanta poesia in quella goccia di rugiada posata sulle labbra. Brava Sandra!

Alessio Romanini –Protagonista di realtà-: Analisi dell’uomo con i suoi difetti dei quali è interprete, in questi versi del nostro Alessio.

Carmine De Masi e Fabio Petrilli –Illusione-: Mi pare ben riuscito questo esperimento di poesia a due mani dove il termine “Illusione” diviene tema (ben svolto) di un guardare alla vita, con le sue pene, ma dove è l’amore che la salva.

Un grazie di cuore all’amica Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Topante”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

9-10-11 Settembre

Sciamano

Redento e stoico questo cuore che avanza col suo desiderio immortale mentre l’uomo si priva delle galere e sfida col solo cuore  un destino avverso alla materia mortale.

enrico tartagni

 

 

Al di qua dei nuvoli

Soggetti che accudiscono in sordina, salvezza concessa in extremis e un poema molto ermetico su cui riflettere – con annotazione se ci fossero concesse. I poemi di Maria Cerro sono architetture quasi futuristiche che potrebbero essere apprezzate molto di più con qualche mappatura della gentile autrice.

 

Da Prove per atto unico, La mala hora

Maria Benedetta Cerro       

 

 

Meleagro-Epigramma5,163

 

Epigrammi amorosi e succulenti dalla densità atmosferica impenetrabile e col lustro di un pochetto di lussuria. Bravo il nostro Gianpaolo Casarini che ci regala leccornie sentimentali che limite hanno solo nell’immaginario del lettore.

 

               traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini 

 

 

Se vuoi ti cerco

Amore tra angoli piramidali, occhi stellati e tempus fugit ma non senza innamorati. Ispirata e romantica come un quadro di cui si ammira la generale e bella composizione.

 

Da "Poesie future", Puntoacapo editrice, 2020.

Carla Malerba

 

 

L'ultima parola

Il più caro degli uomini a Dio fu Giobbe -  La parabola di Giobbe, l'attenzione al valore degli anziani.

"Deus unus est, ed anche l'uomo deve riconoscersi uno nell'Uno, altrimenti tutto sarà male e dolore.

"solo la virtù giunta a compimento e vivente nell’anima, insieme con la saggezza, mostrano Dio: senza la vera virtù, Dio è un mero nome”.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Seppur con gli occhi.

Insaziabile e incontentabile compositore che fa ricerca nel proprio vocabolario per togliere la vanità all’amore pur di regalargli quella purezza (spesso cruda e crudele) di cui lui sa come dipingere.

Chiuse semplici ma sono come un bicchiere d’acqua dopo aver attraversato il deserto.

amore bruno [br1]

 

 

Elucubrazioni mentali...

Costruiti poetici su un fatto ordinario con testimoni innocenti e l’anima che in silenzio parla all’autrice. La semplicità offre poesia e perché no, qualche riflessione.

Flora Fazzari

 

 

Un'altra giornata di sole

05.09.2023 ore 09:30

 

Una poesia dedicata all’amato gatto che è venuto a mancare e l’autrice dipinge i momenti gioiosi rimasti nei ricordi.

Rosa Giusti De Ruggiero

 

 

Sogno all'alba

Altri cieli, altri mondi.

 

Bellezza sfolgorante questo titolo che trascina ad altri mondi, gli stessi di cui vorremmo essere i pirati o almeno ispirati.

Un soggiorno nella luce che Nino Silenzi dipinge affacciato in una realtà appartenente a una magica dimensione. Lirismo che ci trascina e comunica una pienezza cui tutti possono accedere. C’è mai pace per il tumulto dello spirito? L’armonia sposa una pace del cuore che divinamente si mostra all’uomo come un percorso illuminato e giustificato dal credo. Il sogno all’alba si protrae nel lettore che diventa contagiato o meglio contaminato da una magia poetica così vistosamente semplice e cosi magnificamente potente. Plausi e bis.

all'armonia dei sensi,

alla pace del cuore

in tumulto sempre.

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Vorrei camminare tra le nuvole

Una notte magica in cui liberare lo spirito artistico. Franco Fronzoli non è un dilettante al contrario è un ottimo pittore dell’anima. Complimenti a questo poema che parla di jazz e di bambini, di nottate stellate che ben dipingono quell’armonia trascinante in cui qualunque sognatore vorrebbe trovarsi.

Franco Fronzoli

 

 

Speranza

Con un gioco di metafore, la brava scrittrice ci narra della speranza e della sua rinascita. Le avversioni sono solo un portale che attraversato porta al sollievo spirituale o a ciò che comunemente chiamiamo speranza.

 

30 luglio 2023

Sandra Greggio

 

 

"Racattare frammenti di cuore"

Frammenti di un amore svanito e pezzi di cuore da incollare. Delusione e dolore che hanno sostituito una passione forte. Proprio di questa forza conserva ancora il ricordo, il nostro poeta Ben Tartamo.

 

23 agosto 23

Ben Tartamo

 

 

Topante

 -un apologo-

Esopo moderno il Vate Piero Colonna Romano che ci offre un apologo (Favola allegorica a fine spiccatamente pedagogico) da cui trarre morale e incoraggiamento (nel senso buono).

Scritto con generosa grandezza letteraria e con materia di spirito incrollabile davanti al male. Il bene trionfa e il prezzo che ogni diavolo dovrebbe pagare sta nel finale. Leggere bene è consuetudine di un’anima allenata al superamento dei confini e a opinioni sicuramente non di massa.

Ognuno è libero di scegliere in ciò che vuol credere e in questo caso – ognuno è libero di scegliere ciò che leggendo lo forma. Piero è un raffinato anche sotto  metafora e sfido chiunque a parlare della sua “semplicità”  … che semplice non è ma solo di spessore.

Piero Colonna Romano

 

 

Idee

Eteree che all’origine dormono nell’intelletto umano ecco le idee, abilmente descritte da una bravissima Laura Toffoli la quale forgia poetiche miniature preziose.

laura toffoli

 

 

La mia Itaca

Il naufrago poeta che sogna la sua Itaca che generosamente ne nutre l’immaginario e lo spirito. Diversità finalmente in questa fucina letteraria che rende onore e giustizia ai passi di questo autore.

Alessio Romanini 

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

6-7-8 Settembre

7, 8 e 9 settembre 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Ri-pò-so!-: Parole in libertà ispirate dal ricordo di una ragazza che profumava di primavera e faceva andar fuori di testa. Peccato poi sia arrivato l’autunno, con i suoi colori cangianti che non dicono costanza (almeno, così ne leggo la metafora). Enrico ci regala un tourbillon di immagini che stordiscono, piacevolmente, il lettore.

Maria Benedetta Cerro –Uni ad uno / all’appello.-: L’amara sintesi di un abbandono, in versi densi d’amarezza.

Giuseppe Gianpaolo Casarini propone Meleagro-: Ancora una volta sottolineo l’estrema semplicità con la quale Meleagro (ma anche, credo, tutti gli altri poeti greci) narra del suo incantarsi per una donna.

Carla Malerba –Tu sei dove nulla si perde-: Un iperbolica dichiarazione d’amore, resa con versi dalla forte intensità sentimentale.

Felice Serino –L’avversario-: L’inganno del serpente (la mela tramite per la conoscenza) prosegue successivamente (per esempio le tentazioni di Gesù sulla montagna) fino ad oggi. Ci sarà mai chi darà scacco matto?

Laura Lapietra –Velleità D’amore-: Una serie di splendide ed intensissime immagini romantiche, per dire amore ed, in chiusura, speranza d’essere ricambiata ( o ricambiato?). Intendevo riportarne alcune ad esempio, ma mi sono accorto che avrei interrotto un discorso unitario dal primo all’ultimo verso, discorso denso d’alti lampi poetici che sottolineano il sentire del poeta. Perfetto il titolo (il tema poi svolto con maestria) dove il termine “velleità” è definito quale “desiderio o aspirazione impotente a definirsi o ad affermarsi”. Complimenti, Laura!

Bruno Amore –Bighellona-: Inquietante narrazione di quel che aspetta noi tutti, resa con vera maestria dal grande Bruno.

E sfidarla ad una partita a scacchi, come fece lo stanco, ma desideroso di risolvere in vita i problemi morali e religiosi che lo affliggono, Antonius Block, ne “Il settimo sigillo”? In altri termini bello sarebbe riuscire a fare i conti con se stessi, prima di cedere al dopo.

Flora Fazzari –Battito…-: Lezione di vita nei versi della bravissima Flora: non perdere tempo a cercar lontano quel che si ha accanto (o, metaforicamente, non attribuire ad altri responsabilità tue).

Marco Cabassi –Campagna estiva-: Poesia che bene disegna l’atmosfera di sospensione che pare esserci al calar del sole, in questo, caso in un ambiente agreste.

Rosa Giusti De Ruggiero –Bel Sudoku-: Riposare, vittoriosa la mente, al termine di una faticosa giornata di casalinga, aggravata da uno sportivo footing e bene narrarlo con adeguati versi descrittivi.

Franco Fronzoli –Il primo bacio nella penombra-: Il dolcissimo ricordo del primo bacio narrato con ispirati e ben comunicativi versi.

Marino Giannuzzo –Figlio ti tengo stretto-: Struggente saluto, e richiesta di perdono per errori forse fatti, ad un figlio che, nella traduzione in lingua italiana, perde molto del profondo sentire che trasmette nella versione dialettale. Grande poesia di Marino comunque e vi sento il richiamo d’antica scuola siculo/toscana. Complimenti.

Alessio Romanini –Come il passero-: Il bisogno di cancellare una pena (d’amore?) volando alto nella libertà del cielo, in questi intensi versi del nostro Alessio.

Carlo Chionne –Diario estivo ’23-: Beh, nella numerologia, il numero sette è beneaugurante. Porta fortuna insomma. Quindi, caro Carlo il prossimo anno, e per altri sette anni, farai sette bagni, sette scalate, sette passeggiate per poi riposare, tra altri 77 anni. Un caro saluto ed un abbraccio.

Jacqueline Miu –Gli urlatori-: Fremente richiesta d’amore nel più bello, forte stile di una sempre  ispirata Jac. Bello e propedeutico il titolo, tema poi perfettamente svolto nel prosieguo denso di invenzioni fantasiose per un terremotato amore che resterà nella storia. “pescami l’anima dalla bolla di fumo”, afferma il poeta augurando che mai venga l’alba, “mentre con le mani ti cerco in sta afa”. E, a dimostrazione ulteriore della strepitosa fantasia della nostra, ecco “ho pastorizzato l’impazienza/ho diversificato le posizioni sessuali e sociali che potremmo avere” ecc. ecc. ecc. Insomma questa è altra composizione da leggere e rileggere, per apprezzare la spontaneità che c’è dentro la tecnica comunicativa della grande Jacqueline. 

Sandra Greggio –La parola fine-: Forte richiesta a non dimenticare un antico amore, vero o sognato, resa con ispirati versi chiusi da una vibrante minaccia

A voi tutti  il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

3-4-5 Settembre

3, 4 e 5 settembre 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzzo  -Cutrofiano, paese piccolino-: Il malinconico ricordo di una forzata emigrazione in terre lontane, per guadagnar quel pane negato nelle terre dove si è nati, detto con la rabbia che porta il ricordo delle ruberie che paesi più forti militarmente hanno realizzato in quelli d’origine, come l’italica storia narra da Cavour in poi.

Enrico Tartagni –I giochi-: Commovente lettera ad una figlia, ricordando giochi e canzoni antiche d’un tempo, sostituiti tutti da altri d’importazione dall’estero. Chiude i ricordi un esortazione/augurio a salvarsi dalle brutture che la vita può riservare.

Maria Benedetta Cerro –Guarda – mi disse – è stampato a lettere cubitali.-: Bella serie di suggestive immagini per definire un pericoloso scenario temporale (aprile sciagurato, direi) che pare definire l’ignoranza del vivere ( vite analfabete, afferma Maria Benedetta). Ma, quando c’è ermetismo, tutto può essere.

Giuseppe Gianpaolo Casarini –Ai vecchi spesso sovviene?-: Vero. Quante volte capita di pensare a quel che poteva essere e non è stato! Sottoscrivo l’affermazione dell’amico Casarini. Quante volte!

Carla Malerba –Non bastano-: Bentornata nell’azzurro, Carla! Densa di alta poesia è questa memoria che torna con un sottofondo d’amarezza, resa, da una profonda ispirazione, con grande maestria: “echi dispersi”, “il tuo sfocato profilo”, “il dubbio della speranza”, “assillo /che avviluppa l’anima”, “frammenti/dispongo incerta”, “la parola che non dica.”. Applausi scroscianti.

Giovanni Abbate .L’amicizia sale della vita-: Mi piace completare questo poetico, lungo aforismo sull’amicizia che Giovanni ci regala, con alcune frasi di grandi del passato sullo stesso argomento:

Epicuro: “Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.” Cicerone: “Coloro che eliminano dalla vita l'amicizia, eliminano il sole dal mondo.” “L'amicizia migliora la felicità e abbatte l'infelicità, col raddoppiare della nostra gioia e col dividere il nostro dolore.”

Seneca: “Nessun bene senza un compagno ci dà gioia.”

Aristotele: “L'amicizia è un'anima dimorante in due corpi, un cuore che abita due anime.”

Ed un grazie di cuore all’amico Giovanni per essersi accompagnato a quei grandi, con ispirata, profonda emozione.

Renzo Montagnoli –La nascita-: Una romantica, dolcissima similitudine tra l’andare del giorno ed  il suo finire con la vita dell’essere umano, resa con versi descrittivi, densi d’alta, deliziosa poesia (struggente e splendido l’attacco di questa bellissima composizione, profonda riflessione di Renzo sul vivere). Poesia da leggere e rileggere, credo sia una delle più affascinanti del nostro amico. Da applausi.

Nino Silenzi –Come una breve gioia-: Un malinconico saluto all’estate, ispirato da profondo amore per quel che la calda stagione ci sa regalare. Un sentire nostalgico espresso con una grande maestria comunicativa che coinvolge il lettore, facendogli provare le stesse emozioni del grande Nino.

Felice Serino –Essere-: “diminuirti - /per espanderti” suona forte la voce di Democrito in questo “espandersi” nel dopo. E’ un espandersi nell’infinito, atomo tra gli atomi. Leggo così i bei versi del grande Felice 

Franco Fronzoli –Ai piedi di un faggio guardo-: Un atmosfera romantica descritta con pennellate di vera poesia descrittiva. Affascina Franco!

Alessio Romanini –Un abbraccio nell’infinito-: Il ricordo di un amorevole sorriso ispira Alessio per questi romanticissimi, intensi versi.

Carlo Chionne  -Al ristorante-: Culinario suggerimento del nostro amico poeta, che trova ispirazione (mai rinunciando alle rime) leggendo il menù di un ristorante.

Jacqueline Miu –La notte del lungo sonno-: Un forte invito, nel più bello stile della nostra Jac, ad essere se stessi, non facendosi condizionare da convenzioni e regole del borghese vivere, prima del lungo sonno…alfine liberatorio. La nostra Jac di sempre, sempre affascinante, sempre da leggere e rileggere. Grazie cara amica.

Sandra Greggio –Il sorriso della sera-: Vagamente leopardiano il bell’attacco di questa poetica riflessione sul giorno che passa e che, al suo svanire, regala promesse ottimistiche su quello che sta per arrivare, in questa bella e riflessiva composizione della nostra Sandra.

Tiziana Cocolo –Traccia sull’anima-: La leggo come se il tema fosse l’incomunicabilità tra cuori e mi pare tema ben svolto dalla bravissima Tiziana che chiude la poesia con versi che paiono sentenza inappellabile quando afferma:  “come quella strofa musicale/dove manca il finale,”.

Antonia Scaligine –Cosa mi dice settembre?-: Settembre ispira esistenziali considerazioni alla nostro ottima Antonia. Mese che è addio all’estate e preludio alla calma autunnale, mese dove la natura va spegnendosi lentamente e cambia colori ed odori, bene descritti dalla nostra impagabile amica. Mese che porta a guardare al cielo, al mistero della vita, con la sua dolcissima calma, detti con versi che paiono invito alla riflessione. Grazie Antonia!

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

31 Agosto-1,2 Settembre

31 agosto e 1 e 2 settembre 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Sono tra le foglie tra i rami-: Un ripensarsi, assolvendosi per i confronti tra quel che fu e quel che oggi è, reso con ispirati versi.

Marino Giannuzzo  -Il gas illuminante accende il fuoco-: Versi che confermano bellamente l’intenzione di farne uno “scherzo ritmico”.

Bruno Amore –“lucean le stelle”-: Molto ben descritta l’attesa di una pioggia di stelle che darà speranza ai desideri. E, appunto “nella meraviglia della notte fibrilleranno i sensi”. Una notte per sognare, dunque, e sperare.

Enrico Tartagni –Il mormorio del silenzio-: C’è un senso di grande stanchezza in questo scritto di Enrico che dice “e io penso e guardo qui intorno il fondo del nero dei cuori degli uomini/immondi sgretolati d’inconscio odio” E da qui a desiderare il  mormorio del silenzio” del dopo è passo breve.

Rosa Giusti –Piove spesso-: Si cade, a volte, e si vedono gli spigoli del vivere, ma importante è reagire e rialzarsi. Questo il messaggio che l’ottima Rosa ci invia con questi suoi apprezzabili versi.

Maria Benedetta Cerro –Gli occhi giustiziati / il corpo spianato-: Prosecuzione della precedente “Vengo dalla scarto/sono il penultimo” così, come per quella, per capire resto in attesa della conclusione dell’atto unico da cui i versi sono tolti.

G.G: Casarini propone Meleagro-: Iperbole, ovviamente, allora come oggi, a divinizzar la donna innalzandola (anzi facendola luccicare). Nihil sub sole novum, insomma. Poi verrà Dante. Sempre grazie, caro Giuseppe.

Felice Serino –Belle penne-: Velleità ,dunque, sono quelle di chi fa poesie non essendo poeta. Questa l’amara analisi nei versi di chi è vero poeta.

Alessio Romanini –Luccicano lucciole-: La suggestione che regala il luccichio delle lucciole, ben narrata, ricreando magistralmente l’atmosfera che regalano, in questi belli ed ispirati versi del nostro Alessio.

Carlo Chionne -Vannacci: volano gli stracci-: Vannacci, bocca della verità, ingenuamente dice (anzi, scrive) quel che i FdI (fascisti d’Italia) e nazileghisti pensano e, prima o poi, attueranno.

Ed hai ragione, caro Carlo, “ce le ha messe tutte quante”.

Non resta che augurarci che qualche magistrato si ricordi delle leggi di Scelba e di Mancino  ed il Capo della Stato continui ad  evidenziare nei suoi interventi (che mi auguro frequenti più del solito vista la gravità della situazione) il senso della Costituzione Italiana.

Jacqueline Miu –Il fantasma di Buckingham-: Una dichiarazione d’intenti, per un amore che sconvolge visceri e menti, nel più classico stile di una strepitosa Jac che riesce a superarsi, scritto dopo scritto e lascia senza fiato il lettore.

Scrive la nostra “un fantasma s’aggira sul Tamigi” ma, a differenza d’altro fantasma (quello del comunismo di Marx) questo vince e vincerà sempre.

Cerco in questo scritto la frase più rappresentativa (ma dovrei ricopiarlo dall’inizio alla fine) ne scelgo quella che mi ha più impressionato, anche per il forte ossimoro che vi è presente: “ ed io per la tua bocca ballerò macumbe dolci”,  dove per macumbe si intendono pratiche magiche, di rovente origine africana. Come sempre applausi e richiesta di bis.

Sandra Greggio –Il distacco-: Il circolo inevitabile della vita, in questi ispirati e amari versi della bravissima Sandra.

Un grazie di cuore ad Antonia per le belle parole dedicatimi.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

28-29-30 Agosto

28, 29 e 30 agosto 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Viaggi psichici-: “dolci smarrimenti” e “dimestichezza con la morte”. Il sempre dualismo Eros e Thanatos sintetizzato con maestria dal grande Felice.

Franco Fronzoli –Ti ho scritto mille lettere due parole-: L’anafora più usata al mondo va a comporre una intensa poesia d’amore di Franco.

Marino Giannuzzo –Un’estate così non tornerà più-: Gioiosi incontri con amici hanno caratterizzato l’estate di Marino e li narra con bei versi sincopati. Auguro che questa possa essere una delle tante, in un futuro denso d’amicizia.

Bruno Amore –La fame di pace-: Condivisibile, amarissima  riflessione sul bisogno di pace, resa con un limpido esame della violenza che opprime il mondo, praticata sia da uomini in barracani sia in eleganti blazer. In nome del profitto.

Enrico Tartagni –Dell’Amore-: Un mortale amore, narrato con i cruenti versi di una dura poesia/analisi, densa di rabbia, di un ispirato Enrico.

Cristiano Berni –“Confondi tutto”-: Versi che narrano dell’incomprensione, più o meno voluta, e della capacità d’accettare, e, in definitiva nonostante la confusione, perdonando.

Vincenzo Patierno –Italia-: Decisamente suggestivo il metaforico attacco di questa bella poesia storica che narra della nascita dell’Italia, dopo che Garibaldi, avendo spazzato definitivamente i borboni dal Regno delle due Sicilie (battaglia del Volturno) incontra Vittorio Emanuele II in quel di Teano e, con una stretta di mano sancisce la nascita del Regno d’Italia. Vincenzo poi prosegue per una trentina d’anni durante i quali, tra guerre d’indipendenza, questione romana, nascita della Città del Vaticano ecc.  si concretizzò l’Italia, più o meno così come la conosciamo oggi, fino alla versione definitiva data dal trattato di Osimo del 1975.

Maria Benedetta Cerro –Vengo dallo scarto / sono il penultimo-: Difficile interpretare questo breve scritto (probabilmente sintesi o parte di commedia dal deciso tono gotico) ma una considerazione sorge: Thanatos (come afferma Maria Benedetta) “compie operazioni elementari” a differenza di Eros che complica, e di molto, la vita e, con quello, i conti raramente tornano.

G.G. Casarini –Si per le campestri divinità d’Arcadia e al tocco della cetra Zenofila-: sempre grato al grande G.G. Casarini per queste sue proposte letterarie fatte di poesie dove, nel trionfo della estrema semplicità, esplodono sentimenti, ora d’amore, ora di satira socio/politica, brillando della assoluta mancanza di metafore…

Sandra Greggio –Il paese del sole-: Fortemente ispirata da ricordi, Sandra esprime alta poesia con questi descrittivi e bei versi. Complimenti!

Alessio Romani9ni –Eretico poeta-: Lungi dall’accettare imposizioni convenzionali, Alessio si definisce eretico, e lo grida con questi forti versi.

Carlo Chionne –La rima-: Colta definizione della rima, resa da un appassionato poeta e artista, seguace di Caproni.

Jacqueline Miu -vampiro a chiamata-: “in me solo tu rendi il sangue – lava” è verso centrale che dice dell’esplosione di un torrido amore fatto della donazione di se stessa, fino all’annullamento. Superlativo l’attacco surreale dello scritto, secondo abitudine della incomparabile Jac, così come  altrettanto lo è la chiusa, fantasiosa ed appassionata, che non poteva chiudersi altro che con un “ti amo”. Applausi scroscianti.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

25-26-27 Agosto

L’estate sta finendo …
diceva il cantante Richiera , il solito rituale
ma ciò che ci consola sei tu, Lorenzo, che ci dai la possibilità di affacciarci alla tua finestra azzurra con parole in rima e senza , esprimono i nostri sentimenti .Sei davvero una forza per noi, perché ci dai ,insieme a Piero e Jacqueline e tutti i poeti, la spinta a scrivere, se pur a volte niente di eccezionalmente poetico, ma Piero con i suoi commenti riesce a trovare la bellezza in ogni poesia , grazie Piero e ben tornato , grazie per i tuoi commenti , è vero a volte mi viene la voglia di evadere , di prendermi una vacanza dalla vita rituale , vorrei come ha scritto “
“Harper Faith Spegni Sto C***O Di Cervello
ma poi ringrazio Dio che ancora mi funziona
Sono solo questa sera ,carissimo Nino che se pur serena è la sera non vedi le stelle tutto ti sembra dolente, anche il mare , bellissima poesia
Bella , come sempre è la poesia di Piero che sa tirare la penna in modo insuperabile
mi par di leggere Edmond Rostand
il bacio cos ‘è un apostrofo rosa tra le parole “t’amo” bravo Piero
Jacqueline Miu con aspro mare va il teso corpo vela
per cercar le stelle .Complimenti per la tua poesia ,anzi per tutte le tue poesie, sempre particolmente belle e speciali
Un applauso faccio anche a Sandra Greggio con il Cuore impazzito
A laura toffoli che cerca in una assenza una presenza e il suo io fugge nel futuro
bravi tutti i poeti , un saluto a tutti
a Lorenzo un saluto con un abbraccio e grazie
Antonia Scaligine
 

 

25,  26  e 27 agosto 2023

Poesie del giorno:

G. G. Casarini –Il volto di Nicarete desiderosa d’Amore-: Asclepiade nasce 320 anni a.C. Scrive epigrammi d’amore, delizie di una estrema semplicità che toccano il cuore. Ignote le metafore. Grazie G.G. Casarini.

Felice Serino –Elucubrazioni-: Suggestive immagini di corpo ed anima, asserviti alla morte, regalateci dal grande Felice.

Franco Fronzoli –Quanta bellezza nei tuoi passi-: Un attacco tipo epigramma, di grande bellezza  ed una prosecuzione nello stesso stile, per dire amore e gratitudine alla bellezza. Bravo Franco!

Rosa Giusti De Ruggiero –Gelato alla vaniglia-: Un delizioso ricordo ed una lezione d’igiene ben narrati da un ispirata e brava Rosa.

Marino Giannuzzo –“Una persona cara”-: Bruciante delusione nel sapere della vita indegna condotta da una sorella, chiusa da un evangelico perdono. Questo narrano i forti versi dell’ottimo Marino.

Marino Spadavecchia –Pungiglione-: Penosi ricordi, come acuminati coltelli nell’anima, narrati con suggestive, fantasiose immagini da un ispirato Marino.

Nino Muzzi traduce Sascha Garzetti-: Filosofica riflessione sull’essere, dello sconosciuto Garzetti, ben tradotta dal nostro incomparabile Nino.

Alessandra Piacentino -2 anime come le onde-: Un amorevole riflessione sui figli, detta con immagini dense di tenerezza, da un innamorato madre.  Brava Alessandra!

Nino Silenzi –Sono solo questa sera-: Una malinconica solitudine, in riva al mare, con un cielo privo di stelle e lo sciabordio delle onde a fare da sottofondo musicale, in versi che conquistano e la comunicano, magistralmente, al lettore incantato.

Giovanni Abbate –Il mio olivo-: Descrizione, colma di meraviglia per la sua resistenza, di un vecchio e forte ulivo del quale di coglieranno i frutti ed il loro prezioso succo, detta con i bei versi descrittivi dell’ottimo Giovanni, cui invio un caro saluto.

Bruno Amore –“L’erba voglio”-: Il tormento che può dare al ricordo “un lunato sopracciglio, inarcato di malizia” resta dentro per sempre ed ispira questi forti e ben descrittivi versi di un inappagato amante, che coinvolgono…e fanno ricordare.  Un caro saluto.

Enrico Tartagni –Il sesso-: Dettagliata, puntuale descrizione di quel che possono far provare d’emozione la sessualità ed il “dopo scontro” (come lo definisce il poeta).   E, per concludere, ecco Eros e Thanatos  che, comunque sempre, sopra un letto si riversano. Ed Enrico che sempre incanta.

Salvatore Presti –La caletta-: Belle e veloci pennellate per disegnare deliziose immagini marine, con colori e rumori, in questi bei versi di Salvatore.

Maria Benedetta Cerro –Rendimi esperta del sentire più profondamente.-: Filosofica riflessione sul nome che devono avere le cose per essere. Vagamente risuona Parmenide, in questi versi della nostra Maria Benedetta.

Jacqueline Miu –Per cercare stelle-: Romantica, bellissima lettera ad un innamorato amico, densa di poetiche immagini di forte suggestione, sia che guardino al firmamento sia al mare. Jac, romantica ed ispirata, ci regala alta poesia e noi gliene siamo grati. Complimenti Jac, sempre.

Sandra Greggio –Cuore impazzito-: Bella descrizione di un attimo di gioia, che auguriamo duri per sempre, in questi spontanei versi della nostra Sandra.

Laura Toffoli –Case e alberi-: Il tempo ed il suo essere effimero paiono il tema di questi versi dell’ottima Laura, proiettata  (e viva) nel futuro, come Eraclito ci ha insegnato. “presenza/assenza”, “tempo attimo” ed il rumore del vento che pare, col suo passare, sottolineare, del tempo, l’effimero, son versi di questa filosofica riflessione poetica della nostra Laura. 

Antonia Scaligine –Vorrei-: Il desiderio di poter vivere diversamente, espresso da questi forti versi di un ispirata Antonia. Versi che coinvolgono il lettore e lo invitano a riflettere sulle brutture di questo mondo, del quale, consapevolmente, siamo responsabili. Mi pare questo il messaggio che la nostra Antonia ci invia, apparentemente indirizzandolo a se stessa.  Complimenti, Antonia!

Alessio Romanini –Non ci sarà più un domani-: La mancanza d’amore, il suo svanire, rendono incerto il futuro che pare svanire, così come  svanito è l’amore. Questa pena ispira Alessio per questi dolenti versi, densi di pessimismo. Un caro saluto, Alessio, ed un grazie per il gradito bentornato che mi hai indirizzato.         

Carlo Chionne propone Neruda-: Bella e didattica la poesia di Neruda che Carlo ha scelto per noi. Un grazie ed un caro saluto.

Il più  cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

22-23-24 Agosto

Un ben tornato a Piero Colonna Romano

Felicissimo delle sua guarigione,

A Lorenzo che mi ospita nell’Azzurro

A Miu e tutti gli splendidi poeti di Poetare!

Alessio Romanini

 

22, 23 e 24 agosto 2023

POESIE DEL GIORNO:

Maria Benedetta Cerro –Il tempo. Il tempo si ricorderà l’inciso-:Interessante riflessione sullo spaziotempo indifferente, in definitiva, all’inciso delle nostre vite

G. G. Casarini traduce Meleagro-: Epigrammista di gran valore e poeta d’amore e di forti passioni (omo o etero indifferentemente) riempie di alta poesia i pochi, intensissimi versi che vanno a comporli. Ve ne propongo uno che mi pare particolarmente significativo della sua produzione e ringrazio il colto Casarini per questa full immersion nella cultura di tempi che, pur decisamente lontani, fanno parte della nostra cultura: “Languida, con gli occhi azzurri di onda silenziosa, Asclepiade ti invita a far vela nel mare dell’amore”

Felice Serino –La colpa-: Il ricordo di un avventura giovanile e la pena che certamente aveva causato in chi lo amava, reso con questi intensi e bei versi.

Franco Fronzoli –Tornerò-: Un forte desiderio di rivivere antichi ricordi, narrato con versi nati da una particolare intensità emotiva, sottolineata dall’anafora, che bene lo comunicano.

Rosa Giusti De Ruggiero –E’ il primo agosto-: Suggestiva, spiritosa  (e vagamente surreale) presa d’atto dell’inizio di un mese particolarmente caldo.

Marino Giannuzzo –Un grande è partito-: Intenso e commosso omaggio ad un grande musicista che ci ha regalato momenti di grandi emozioni con le sue indimenticabili note. Come non associarsi?

Fausto Beretta –Mare piatto-: Puntuale, poetica descrizione (sembra quasi una fotografia) di un’assolata mattinata passata in una affollata spiaggia, con i suoi rumori, colori e, soprattutto, calori di tipo africano.

Michele Gentile –Mistral-: Un malinconico guardarsi, un malessere esistenziale, un annullarsi in un nulla, reso con versi densi di pessimismo che bene sottolineano questa analisi negativa di se stesso.

Cristiano Berni –“Notte marina”-: Romantica descrizione di un panorama notturno, resa con un bello ed ispirato poetare che bene fa percepire al lettore la suggestiva atmosfera vissuta dal poeta.

Marco Cabassi –Ho calda estate!-: Bell’acquerello sull’estate che stiamo vivendo, che bene disegna panorami e dettagli della natura, con questi descrittivi versi.

Marino Spadavecchia –Le peonie hanno lasciato il giardino-: Decisamente surreali queste descrizioni di scene che sarebbero normali ma, tradotte dalla fantasia del poeta, assumono un che di super reale sconfinante nel fiabesco. Chiusa decisamente pessimistica, da scongiuri.

Nino Muzzi traduce Sascha Garzetti-: Altro sconosciuto poeta proposto alla nostra attenzione dall’infaticabile ricercatore di novità poetiche Nino. Interessante questa serie di immagini dal titolo che rimanda a località geografica, che, probabilmente, sono ricordi dl poeta e/o metafore, talvolta vagamente surreali.

Laura Lapietra -Waka O-: con perfetta aderenza alle regole di questa forma di poesia giapponese (5-7-5-7-7) la bravissima Laura narra di un viaggio dal cuore in un atmosfera decisamente romantica fatta di stelle, notti argentate e sogni d’amore.  Applausi.

Alessandra Piacentino –Quando il talento non incontra la fortuna-: Amara considerazione, resa in poesia, sul non realizzarsi talenti in assenza di fortuna. Che dire se non augurare fortuna? Certamente “talentuosa “ è Alessandra. Complimenti.

Vincenzo Patierno –All’astro dei sogni-: Deliziosa ode/preghiera alla luna, musa dei sogni, resa da un “teatrante/del librato scoglio” perché adotti “i travagli miei” come afferma l’ottimo Vincenzo con affascinante linguaggio di tempi andati. Complimenti.

Renzo Montagnoli –Siamo niente-: Malinconica considerazione sul nostro essere nulla (uno sputo rispetto all’immensità dell’universo, afferma Renzo) eppure attorniati dalle bellezze della natura che non sappiamo cogliere. Questo il messaggio che da questi versi arriva, come fosse invito a maggior rispetto per quel che ci circonda. Rassegnato è il poeta con la chiusa priva di speranza.

Alessio Romanini –Buon compleanno figli miei-: Commovente dichiarazione d’amore verso i figli, resa con versi nati da un forte sentimento paterno, a formare intensa poesia.

Jacqueline Miu .All’amore e alle stelle va il foco mio-:  Un instancabile amore “scalfito solo dalla morte” e mai vinto, aleggia dall’inizio alla fine di questi versi, densi di passione, regalatici da un ispirata, bravissima Jac, che li titola con una dichiarazione d’intenti, poi sviluppata magistralmente.

Sandra Greggio –A distanza di secoli-: Il ricordo di un amore reso con significativi versi dalla forte intensità emotiva.

Laura Toffoli –Oriento il mio pensare nella rinascita-: Versi di grande fascino dove vi leggo un ripensarsi, un ripensare a quel che si è scritto, intendendolo ancora e sempre quale “semi/di nuove piante…idee”. Laura qui traccia altro programma di vita e di poesia che affascinerà come il precedente. E noi restiamo in attesa.

Antonia Scaligine –Marte, Mercurio e tu, falcetta di Luna-: Affascinata dalla spettacolo che, in questo mese d’agosto, donano astri e pianeti, Antonia ci regala un’affascinante, romantica narrazione che è anche un invito a guardare in alto, per godere di questo incomparabile spettacolo. Decisamente bella ed ispirata è la poesia regalataci da questa bravissima poetessa, vanto del nostro sito.

Carlo Chionne –Centenario della nascita di don Lorenzo Milani e don Alfredo Nesi-: Reverente omaggio a due preti che hanno tentato di cambiare in meglio la visione dell’essere, secondo civili insegnamenti. Omaggio al quale, convintamente, mi associo, rimpiangendoli.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

3-4-5 Agosto

4 agosto 2023

Carissimi amici, purtroppo cause di forza maggiore mi hanno tenuto lontano da Poetare per quasi  tutto il lunghissimo mese di luglio.

 Mese che si è finalmente concluso ma con un rientro che corrisponde all’inizio delle meritate ferie estive vostre e del sito.

Augurando a voi tutti le più serene e gratificanti ferie, vi do appuntamento alla riapertura del 25 agosto prossimo.

A voi tutti un affettuoso saluto, in primis al nostro generoso Lorenzo. A presto.

Piero Colonna-Romano

 

 

Buone Vacanze a tutti i sitani.
Un saluto particolare a Piero Colonna Romano, sperando di averlo presto con noi.
Un caro saluto a Miu per i meravigliosi commenti.
E un caro saluto a Lorenzo che mi ospita e rende tutto questo possibile.
Buon Agosto e Buon ferragosto!
Alessio Romanini
 

 

31 Luglio - 1-2 Agosto

Ringraziando un bel commento.

2023. Limerick

Miù ch'hai di latte hai la cammisa
u carretteri co'ttia nun si ravvisa
sulo u marranzano
d'istinto so sunare
pe'vui cu meli nella bocca risa
amore bruno [br1]
 

 

Ringrazio tutti e vi leggo spesso. Buona estate e buona penna a tutti. Ciao
Bianca Casti


Buone vacanze a TUTTI TUTTI
Bruno Amore

 

 

 

Evoluzione

Tecnologia avanzata per riordinare e aggiornare il sedime vitale umano. Dalla evoluzione della specie di Darwin passando per Galileo fino ad angelo sottotetto (splendidamente coniato) – per scoprire anzi’ riscoprire quello che è il doloroso “se tesso” immutato che affronta il giornaliero aggiornamento che in combinazione col remoto ancora si interfaccia coi Nibelunghi.  Una avventura nel dramma moderno che nasconde e finalizza la trasformazione di un uomo in IA.

 

 

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enrico tartagni

 

 

L’anima cieca se ne va lungo i muri.

Molto ermetica – con pensieri e parole che non meritano il risveglio e una neve ad aprile che quasi uccide i fiori d’arancio.

Mi è difficile comprendere la prospettiva di questa interessante autrice che parla con naturalezza di stati d’animo spesso uniti a passaggi temporali e temporaleschi.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

 

λύχνε, σὲ γὰρ παρεοῦσα τρὶς ὤμοσεν Ἡράκλεια

ἥξειν, κοὐχ ἥκει: λύχνε, σὺ δ᾽, εἰ θεὸς εἶ, [p. 132]

τὴν δολίην ἀπάμυνον ὅταν φίλον ἔνδον ἔχουσα

παίζῃ, ἀποσβεσθεὶς μηκέτι φῶς πάρεχε.

Asclepiade-Epigramma 5,6

La maggior parte degli epigrammi di Asclepiade è dedicata all’amore visto nelle sue diverse manifestazioni e sfaccettature: la passione, l’entusiasmo, lo scoramento, la gelosia, la noia.

 

 

Ringraziando Giuseppe Gianpaolo Casarini  per le gemme classiche che riporta sul sito che hanno la capacità di nutrire le nostre menti.

 

traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

 

quelli sì erano bei tempi

(prosastica)

 

Com’eravamo – un film diretto e prodotto da Bruno Amore con tanto di carrellata storico letteraria di un Don Chisciotte dalla Sicilia . cresciuto come Skywalker bevendo Coca Cola e ingozzandosi di cattive maniere. Che poema!

I calzoni ricuciti e i papaveri rossi sposano una tradizione umile che il dopo guerra ha lasciato nella sua scia ma c’è di più – c’è la conferma di una storia personale così ricca da appannare gli occhiali da sole delle star che si scrivono da sole Mission Impossible.  bruno Amore nella sua versione ha vinto anzi trionfato sui fatti storici e sociali dei tempi, ricchezza ed esperienza che possono solo fare Poesia? Potrebbero di più se solo la gente si togliesse gli occhiali sa sole quando legge la buona letteratura.

amore bruno [br1]

 

 

Vite alternative

(s'affaccia la notte su

vite alternative

freudiana "via regia")

 

 Sempre più sintetiche e profonde le creazioni di Felice Serino che restano comunque dei gioielli di impareggiabile bellezza letteraria.

 

nel balzo lucente

della tigre

trema la bellezza immaginata

 

("La tigre" è una famosa poesia di William Blake)

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Il nostro amore fragile caparbio resistente

Il poeta combatte per il proprio amore ed è questa resistenza alle avversità che l’ha reso vincitore.  Una dichiarazione esaustiva e molto romantica in cui alcuna battaglia è persa.

 

 

Amore facile difficile perduto recuperato

un amore che abbiamo

sempre desiderato

Franco Fronzoli

 

 

Scogliera

In questo corsetto di rocce baciate dalle maree un quadro bel dipinto dalla brava Bianca Casti.  Nidi di cormorani vicino alle coste e onde che si fanno strada in mezzo agli scogli. di una anima già antica che vede navi alzare le ancore per tempo con l’alta marea.

 

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

Bianca Casti

 

 

Ho il ballo di San Vito               25.07.2023

(Passeggiando per Napoli mia)

Una dedica e un ballo quello di San Vito - protagonisti di questa poesia dove l’autrice usa pennellate sentimentali per dare bellezza al quadro poetico.

 

Non sai quanto ci soffra, se non ti vedo,

se non ti ammalio. Non mi lasciare!

Rosa Giusti De Ruggiero

 

 

Paese di notte

In questa passeggiata notturna il rimarcabile  Renzo Montagnoli sposa quella pace che dona conforto all’anima.  Una lirica, dove ritrovarsi tra le vie della propria città ,sotto la luce dei lampioni,  fa sentire il Poeta re e suddito ricco della propria esperienza di vita e null'altro. Il silenzio diventa un ottimo compagni di viaggio.

 

e in questo tempo

che trascorre inerte

del paese sono suddito e re

ma nulla possiedo se non me stesso

e il piacere del silenzio.

 

Da Il mio paese

Renzo Montagnoli

 

 

Tra le macerie

Una fratellanza sopra l’atrocità della guerra. bellissimo il testo coniato dall’ottimo Marino Giannozzo che  parla di bombe come confetti (per chi le getta non per chi le ricevere).

Una unione di spirito tra anime devote alla pace le quali devono difendersi da predatori umani e fingono di non vedere che quelli che colpiscono sono persone come quelle che “il nemico” ha lasciato a casa.

 

Alcamo, 12.03.2022 ore 15,10.

Marino Giannuzzo

 

 

Come Dio comanda

Un poema in cui l’unione degli spiriti è garanzia di una lunga vita d’amore e d’intesa. Bellissima lirica firmata da Tonino Fadda che incanta con questa verticalità di spirito che eleva i suoi sentimenti personali.

Tonino Fadda   

 

 

Sensibilità

Una sensibilità umana che espone ogni fragilità della poetessa ma decreta allo stesso tempo la sua forza. Un attributo che lei non cambierebbe mai. Il coraggio di essere se stessi non appartiene a tutti e questa poesia ne è la conferma.

18 giugno 2023

Sandra Greggio

 

 

Ebbro d'amore

Voglio un bicchiere ricolmo di stelle

per poi brindare davanti a quel mare

voglio ubriacarmi di luci e pigliare

sol le più belle.

 

Una ambrosia che contamini l’umanità con la sua leggerezza e bontà. Il filo condotto sia l’amore, decreta con versi luminosi il Vate Piero Colonna Romano.  Le stelle siano una via per sogni capaci di diventare reali e proprio da questa realtà che vuole partire il bellissimo poema. Da una realtà “miracolosa” capace di vincerci tutti.

Piero Colonna Romano

 

 

Lacrime nel vento

Nel sanguinante costato scoppia questa melodia fatta di paesaggi malinconici e di lacrime. La poetica di Alessio Romanini va perfezionando quella sua naturale dualità che lo contraddistingue.

Alessio Romanini 

 

 

Agosto tra stelle e sogni

La notte di San Lorenzo che appaga gli occhi del lettore con uno scenario che pare una esplosione di luci in un dipinto di Van Gogh.  L’incanto che procura la poetessa non è solo nelle parole ma pure in quella energia che esse trasportano. Complimenti cara Antonia.

 

grazie a tutti buon ferragosto

antonia Scaligine

 

 

Ruota natura

La scenografia marina che ammanetta la natura nei suoi odori, offre spunto all'autrice per nuovi pensieri coraggiosi. Il poema ci offre una chiusa che l'arma di una nuova e speranzosa luce.

laura toffoli

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione (sottolineando il peso della sua mancanza) al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Vorrei ringraziare ancora tutti voi che rendete possibile questo sogno letterario. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Felice onomastico al nostro Magister nonché generoso Ospite!

 

                                                                                                  Buona estate Sitani!
Miu

 

 

 

28-29-30 Luglio

Stella Primitiva

Lei fu prima di ogni cosa. Un poema che sa di magia e cui vanno i plausi. La chiusa s’incipria con qualcosa che dovrebbe restare immortalato. Non v’è ombra che non possa essere vinta da questa lirica. Complimenti a Marco Cabassi per questa minuziosa via verso la bellezza.

Marco Cabassi

 

 

Post scriptum

L’unicità non balbetta mai in un post scriptum – ed è amorevole l’intesa tra quell’ego potrei essere il bambino di cui parlo e il Bambino che impara senza istruzioni dalla vita. Nulla di ciò che scrive Enrico Tartagni è mai lasciato al caso. V’è maestria, v’è esperienza, v’è gioco e aria che si espande fino al lettore anche lui un Unicum in questa vita.

 

Apro un'altra stella

Prima non c'era

 

Scendo la scala senza gradini

fino in fondo al precipizio...

 

Bambino!

 

Mi piace il parco giochi della vita

Noto bene

in un unicum

non ho post scriptum

enrico tartagni

 

 

Non pensare alla morte / mentre la morte impera.

Una immersione nella vita sotto la sorveglianza stretta della signora Morte. Poemi emblematici che s’addentrano nella profondità dell’essere con quel tocco di mistero e dualità leggermente ermetici.

 

 

Perché chi non ha ombra / non è vivo.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

 

ἤδη λευκόιον θάλλει, θάλλει δὲ φίλομβρος

νάρκισσος, θάλλει δ᾽ οὐρεσίφοιτα κρίνα

ἤδη δ᾽ ἡ φιλέραστος, ἐν ἄνθεσιν ὥριμον ἄνθος,

Ζηνοφίλα Πειθοῦς ἡδὺ τέθηλε ῥόδον.

λειμῶνες, τί μάταια κόμαις ἔπι φαιδρὰ γελᾶτε;

ἁ γὰρ παῖς κρέσσων ἁδυπνόων στεφάνων.

Meleagro-Epigramma 5, 144

 

Un’altra donna amata da Meleagro è Zenofila, alla quale Meleagro dedicò molti epigrammi spiritosi e bizzarri, paragonata al profumo dei fiori di campo, ma che lei vince.

 

Sempre grati al nostro Giuseppe Gianpaolo Casarini per il lavoro di traduzione e per la scelta delle liriche che colmano le nostra lacune di letteratura classica.

traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

 

Il poeta di ora.

Una vecchia giacca militare d’altri tempi, il vinile e tutto quell’amore per la poesia da trincea che bruno Amore sa regalare. La facilità non è il piatto del giorno. La battaglia segna i morti e il sangue tra le pagine di un giornale arrotolato. Lui è il maestro che legge la vita in quel giro di vinile da cui un vecchio soul scortica l’aria che sa di guerra.

amore bruno [br1]

 

 

Quale limite

(parla un intellettuale)

 

[a tutti gli oppressi dai regimi]

 

Mi fa venire in mente l’ultimo discorso di Martin Luther King prima di essere ucciso. I sogni sono la chiave che apre la catena agli oppressi ma sognare a volte si paga con la vita.  

A tutti gli oppressi dei regimi – superare il limite della paura!

 

Lirica con plausi per chi impara alzarsi in piedi dopo la caduta ma soprattutto usando l’arma finale: l’amore.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Sempiterno

Una fusione amorosa che crea scie luminose destinate all’eternità. Una pennellata romantica che accelera in finale e confluisce in questo sogno che sogno non è ma una danza tra due essere destini l’un l’altra.

Sempiterno

©Laura Lapietra

 

 

"Dalle pareti"

(Resti di vita)

 

Una stanchezza malinconica e febbrile che assale questo bravo poeta in cerca del proprio Faro (non più presente) e distratto dai vicini e dai rumori della vita d’ogni giorno. Ci sono dei ricordi che vanno gustati e sorseggiati per auto guarirsi. Una nuvola pesante )le pareti) avvolge l’uomo che usa la poetica per non soccombere.

 

22/07/2023

Cristiano Berni

 

 

Se tu fossi qui seduta al mio fianco

Un romantico invito che il poeta compone con delicata passione. Probabilmente una lirica dedicata – con quel finale

ciao amore che probabilmente apre una lettera invisibile che non possiamo né dobbiamo leggere ma solo interpretare.

Franco Fronzoli

 

 

Su notturno divano

 Un canto notturno d’addio non voluto a pensieri che il poeta non ha mai voluto accettare.

Il lettore è solo un umile testimone del suo stato d’animo.

Alcamo, c/da Molinello, 04.07.2021 ore 23,15.

Marino Giannuzzo

 

 

Gli innamorati

La comunicazione d’amore avviene attraverso gli occhi. Una comunicazione celeste, incontrollabile e inarrestabile. Simbologia che esalta questo affetto tra innamorati che non hanno bisogno di parole per capirsi.  Splendido componimento che mette in luce quella “vibratio melodica” che pondera la parola da dirsi.

 

Tonino Fadda   

 

 

Il sussurro della Musa

Arcano e Divino in questo sussurro portico che la poetessa compone ispirata da un’anima al suo risveglio (dopo un pesante letargo). Dio unico e vittorioso sarà ciò che esalterà il suo spirito al fine di avere vittoria sui mali – ed sarà quella luminosità incontenibile unica nuova forza per ricominciare.  

 

8 luglio 2023

Sandra Greggio

 

 

Nell'oltre

Un naufrago d’élite nel mare dell’Oltre. Ovunque la mente o l’anima vorrà smarrirsi ci sarà la pace meritata sebbene si parli di ignoto. Alcun male consuma il Vate Piero colonna Romano, solo una scia malinconica verso la via del Mistero. Un orologio dalle lancette marine che segna un tempo avvenire ma in una dimensione diversa. L’uomo è un eterno esploratore e per questo viaggio non servono mappe --- solo coraggio.

 

Or sfuma l'orizzonte e in sé s'eterna,

la mente si smarrisce e in quell'immenso

soltanto navigar potrà nell'oltre

 

e in quella calma troverà la coltre

che darà pace a un viver che fu denso,

così quel naufragar non la costerna.

Piero Colonna Romano

 

 

Sfingea forza

Una forza umana lontana dal materialismo che la decompone e la imbruttisce. Nuova ricerca nelle profondità spirituali del ispirato Alessio Romanini che con vitale carica si arma di una poesia che rinvigorisce lo spirito di chi la legge mostrando temi attuali dell’esistenza umana.

Alessio Romanini 

 

 

Amicus diu quaeritur, vix invenitur, difficile tenetur

L'amico è cercato a lungo, si trova raramente ed è difficile da conservare..

 

Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita

Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,

Però posso ascoltarli e dividerli con te.

 

Un amico è difficile da conservare ma sarebbe opportunamente catastrofico perderlo senza aver provato per milioni di volte più uno a contattarlo quando ha avuto più bisogno.

 

Plausi a una lirica che diffonde in spirito classico e moderno il sentimento senza tempo - di inaestimabĭlis valore dell’amicizia.

 

Io invece penso e dico

Che avere un vero amico

 sia la cosa più importante,

molto meglio di un’amante…

Carlo Chionne

 

 

"la sua sommessa danza"

Messaggi come sussurri di astri in questa intramontabile danza d’amore del bravo Ben Tartamo.

La felicità lancia messaggi a molti incomprensibili ma proprio per questa è unica e difficile da reperire, da vivere, da trattenere.

23 luglio 23

Ben Tartamo

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione (sottolineando il peso della sua mancanza) al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Vorrei ringraziare ancora tutti voi che rendete possibile questo sogno letterario. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Ringrazio tutti e vi leggo spesso. Buona estate e buona penna a tutti. Ciao
Bianca Casti

 

 

25-26-27 Luglio

L'autunno è un vecchietto normale

John Keats, ' In autunno '.

 

Stagione di nebbie e dolce fecondità,

intima amica del sole che matura;

Cospirando con lui su come caricare e benedire

di frutti le viti che corrono intorno ai tetti di paglia;

Per piegare con le mele gli alberi coperti di muschio,

e riempire tutti i frutti di maturità fino al midollo;

Tonnino Fadda si scalda come il vino e più va avanti nel suo scrivere più il sorso diventa benevolo e pieno di aromi.

Una pennellata di ricchezze in questa carrellata di immagini e sentimenti scaturiti da ogni stagione ma soprattutto dall’autunno.  Cosa cogliere di questo poema pieno di vita? I frutti. Non quelli appariscenti estivi o prima di loro le fioriture primaverili, si intende di cogliere quei frutti maturi e profumati il cui zucchero ha raccolto tutta la sapienza dell’estate. Probabilmente non pochi sanno che l’autunno in verità sia il mese più (bello) ricco dell’anno. I suoi colori sono incredibili e i suoi raccolti parlano di longevità dell’essere che col tempo acquista sapo.re

 

l'autunno è un vecchietto normale,

ma anche lui desidera dalla vita,

l'amore che non ha mai avuto!!

Tonino Fadda    

 

 

Ohhh !

Mare, vento e terra in una cola voce poetica, quella di Marco Cabassi il cui orizzonte diventa una piccola scia di inchiostro da seguire per potere incontrare il vento, seguire la voce di una sirena o semplicemente annusare il sentore dei frutti, gridato dalla terra.   

Condivide ricchezze come una piccola maestà vicino al mare questo autore dalle righe bonarie e travolgenti.

Marco Cabassi

 

 

Crisologo al bar La Fontana

E che Orsi ti capiscono! Una solitudine nobile e non eretica, non pedante che diventa il bozzolo colorato di un vedente solo dal terzo occhio. Enrico non sa offrire placebo al lettore ma solo gradazioni alte di qualità come queste righe che se volessero soffocare qualcosa, soffocherebbero la noia sociale che si tiene distante dall’arte. Leggere il Crisologo è come andare in terapia da un buon oste che ti legge negli occhi tutti i poemi che ancora devi scrivere.

enrico tartagni

 

 

Ci è imposto di stare – ora siamo alberi –

Poema post covid probabilmente che sempre in stile ermetico, tipico oramai di questa brava poetessa che alcune volte dovrebbe aiutarci con la parafrasi, parla di vita e non solo. Una bella chiusa in quel fiorire alberi dopo tanta tenebra e dolore.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro        

 

 

ἔγχει, καὶ πάλιν εἰπέ, πάλιν, πάλιν ‘ Ἡλιοδώρας’
εἰπέ, σὺν ἀκρήτῳ τὸ γλυκὺ μίσγ᾽ ὄνομα:
καί μοι τὸν βρεχθέντα μύροις καὶ χθιζὸν ἐόντα,
μναμόσυνον κείνας ἀμφιτίθει στέφανον.
δακρύει φιλέραστον ἰδοὺ ῥόδον, οὕνεκα κείναν
ἄλλοθι, κοὐ κόλποις ἁμετέροις ἐσορᾷ. 

Meleagro-Epigramma   5, 136

 

Traduzioni amorose di qualità e in arrivo da un classicismo che resta la cupola dorata della poetica. Siamo sempre Grati a questo strepitoso Giuseppe Gianpaolo Casarini che alimenta le menti e gli spiriti affamati di dottrina poetica.

             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

 

Un ultimo giorno d’estate.

Una muscolatura giovane e vivace che s’erge colonna di questo poetico e romantico ricordo.

Ci alzammo tra i baci e sorrisi di gaiezza

quell’ultimo giorno d’estate.

Per parlare di passione Amore Bruno pesca dall’amico mare l’alibi perfetto.

amore bruno [br1]

 

 

Se tendi oltre l'orizzonte

Posologia che non sia letale al paziente. Luce che non sia mortale per il malato e ci vuole l’abilità di un poeta per una corretta posologia . da intendersi oltre l’orizzonte.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Meriggio estivo

Vele pigre oziano sotto l’onda piatta, piccole nuvole, voci di vacanzieri come melodie sottofondo e pensieri in armonia con la natura.

In questo splendore quieto e sonnecchiante c’è spazio per un’apertura dei ventricoli a cui fare arrivare aria salmastra carica di nuove energie e promesse. Splendida chiusa.

 

La vita si rinnova

desiderata più che mai.

 

Da Verso l'orizzonte

Nino Silenzi

 

 

In quella stanza buia ho riposto

Questi versi sono come un tango che solo nella perfezione della copia si possono intendere ma il poema si evolve da solo e si combina con certificati passi poetici – bello spettacolo persino per il lettore che sbircia da dietro la porta questo segreto (che segreto non è mai stato) amoroso.

 

In quella stanza buia vive solo

         la mia speranza

              di trovare

 

un amore

una candela accesa

un soffio di vento

 

una goccia di rugiada

il caldo del tramonto

         ed una

 

stella

una sola

Franco Fronzoli

 

 

Sul far dell’aurora

Plausi a Marino Giannuzzo per questa stella che ha un firmamento tutto suo ma ciò nonostante è umile.

Una matassa luminosa verso cui dirigersi, quando affranti della giornata. Un fotogramma alla volta e pare di immergersi in una vasca cosmica … bravo, bravo il poeta.

 

 

Sul far dell’aurora

brilla fulgida stella

che il buio saluta

mentre il giorno s’appressa.

 

 

Mia compagna di vita

tra l’erba tu incedi

che cola rugiada

che sazia gli armenti.

 

 

Alcamo, G.M., 13.08.2020 ore 22,00

Marino Giannuzzo

 

 

Campane

Questo coro di campane che diventano il personaggio di un dramma del novecento che è inibito dalle sofferenze sociali o un coro di campane che annunciano la presenza di un angelo al proprio fianco. Una poetica che sfida la sofferenza e la morte. Sandra Greggio mostra in finale tutto quel fascino che solo la speranza sa offrire.

 

5 luglio 2023

Sandra Greggio

 

 

Via delle monache

(Gorizia 1952)

 

Poesia come un pane caldo che strappi a morsi. Leggere, annusare libri, coltivare sogni e la via verso l’ignoto alimentata da un personaggio affascinante capace di trasmetterti la curiosità e la passione per la carta.

Forse tra i più bei poemi qui letti, forse è solo un unicorno che alimenta altri unicorni ma io voglio credere che questo sentore arrivi al lettore più che col plauso col vero odore di quei libri. Magia a portata di inchiostro che il Vate sapientemente dosa così nessuno mai si possa ubriacare di troppa cultura (per mano sua). Sarebbe da ritrovare questi negozietti zeppi di libri e impolverati dove sonnecchia la cultura sotto il peso dell’immortalità tra arcobaleni e feste di scrittori mostri illustri oramai fantasmi. Grazie a Piero si ritrova la strada maestra, quella che sgiungere tutti noi a scrivere e tramandare qualcosa che non è solo parola.

 

 

Fu proprio quella donna affascinante

che in me trasmise tutta la passione

per la letteratura e l'emozione

oggi perdura ancora ed è appagante.

 

Son ritornato un giorno in quel pertugio,

plastica e vetri, è sorta una vetrina,

in bella mostra c'è una mutandina,

e reggiseni e calze fan gran sfoggio.

 

Ma quell'odor di carta e di cultura

mi resta dentro e grande nostalgia

m'assale quando penso a quella via

ch'amai in prima età d'amor che dura.

Piero Colonna Romano

 

 

Per capirti

Tentazioni a suon di rossetto e parole romantiche in questo quadro con demonietto annesso. Bella come un giorno soleggiato questa piccola seduzione poetica di un ottimo Antonio Scalas.

Antonio Scalas

 

 

Vento imbroglione!

Mai abbandonarsi al vento perché è un ingannatore. Alessio Romanini usa tutta la sua sensibilità letteraria per dimostrarcelo.

Alessio Romanini 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Vorrei ringraziare ancora tutti voi che rendete possibile questo sogno letterario. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

Un saluto, se si può, a Cristina Bove e Tinti Baldini. CIAO
Bruno Amore

 

Caro Bruno 
la Poesia conta legioni di umani che umilmente creano mondi sognanti per quelli a cui questo immaginario manca. Noi tutti facciamo parte di questo mondo invisibile e ricco. La cultura è semplicemente bagaglio personale ma la Poesia non sempre si fa con la cultura ma con il cuore. Il cuore è l'artefice di qualsiasi opera umana. Non esiste lavoro ben fatto se si allontana da esso il cuore.

Io sono a ringraziarti perché ciò che leggo sazia e nutre la mia fantasia. Modestamente leggo i vostri mirabili scritti e poi penso a voce alta - cose che direi a voi personalmente se vi avessi davanti. Non è mio quell'altare che spetta solo ai nostri Magister e rientro come voi nella categoria degli studenti che ammirano la forza e la bellezza della cultura di chi ci commenta.
La tua poesia è un regalo per gli occhi e per lo spirito. E' ricca, è profonda e soprattutto è trascinante. Grazie a te e grazie della stima che ricambio.
 
Jac

 

Tornerò a rincorrere il vento

La liberazione dello spirito dalle contaminazioni aggressive e totalitarie che annullano la diversità umana e nello spirito di questa diversità che il poeta Franco Fronzoli cerca il vento sotto le proprie ali. Sicuramente non è un atto di sottomissione al destino la sua poesia ma una scelta di coraggio che rincorre l’amore o il palpito poetico sotto un temporale. La sua inarrestabile forza trascinerà il lettore sempre più lontano … sino a saziare la propria anima di un bene globale che è tuttora utopia.

 

 

Lontano

 

verso un

 

mondo migliore

 

Franco Fronzoli

Miu

 

Ringraziamento
Non so come e cosa fare per dire GRAZIE INFINITE a JAC MIU, per certi commenti su miei “pezzi”, che il Prence Lorenzo ha la generosità di pubblicare nel Suo sito Guida alla poesia: titolo che mi attrasse, al tempo in cui chiesi l’iscrizione, perché una Guida era (é) la mia necessità, mancandomi le fondamenta culturali necessarie per scrivere, qualunque cosa possa così dirsi.

Se mai la dovessi incontrare di persona, la saluterò col più bel saluto della mia terra di nascita : Sabbinirica!

Nel frattempo lo accetterà – prego – “on line”.

Bruno Amore [br1]

 

 

22-23-24 Luglio

Spiega l’ali il gabbiano

Spiega l’ali il gabbiano.

 

La libertà del gabbiano diventa la libertà del poeta che ne anticipa le evoluzioni, la partenza e il ritorno, magari con l’alba. La poetica di questo ottimo autore lascia una scia vibrante di desiderio di volo, di pensieri liberatori e di acrobazie cosmiche non più limitate dal corpo umano.

 

Alcamo Marina, 08.06.2021 ore 16,30.

Marino Giannuzzo

 

 

Risalta l' Universo

Un universo colorato e vivace che risplende di colori estivi, mentre la calura ferma dal suo operato un contadino che appoggiato alla vanga pare un soldato.  Tigli esuberanti e cicale rumorose orchestrano la vivacità della vita che la calura esalta sotto la testimonianza di un cielo privo di nuvole. L’ottimo Marco Cabassi offre l’impressione di trarre forza dalla propria terra e trasmette con vigore poetico una radicata visione solare del suo patrimonio artistico.

Marco Cabassi

 

 

 

55 31 90

Ulisse a Gibilterra

Navigatore di esperienze stanco chiamato dalla storia a vincere sulle proprie battaglie mentre il fido cane a casa aspetta.

Odisseo di nome e di fatto – Oltre le Colonne di Ercole provare al proprio destino il coraggio di vincere sull’umana fragilità. Spesso l’eroe è disgiunto dai buoni perché arrogante in questo volere tenere testa persino agli Dei. Ulisse porta una e mille maschere come uomo. E’ l’eroe che tartassa che mente che ordisce e che lotta. La sua memorabile nostalgia di casa di Itaca e l’amore per la moglie e il figlio – lo portano a vincere i mille incantesimi che poi proveranno la sua dedizione famigliare. Enrico Tartagni diventa l’Oratore sul palco non c’è Ulisse ma quella chimera che osa alle Colonne di Ercole passare il confine. Sarà l’Oltre Poetico?

enrico tartagni

 

 

Il tempo cronologico divenne oscillante

Una Poetica ermetica, molto ricercata e dagli indizi prepotenti che indicano un dove e un quando (soprattutto) del poema. Di ritorno dalle dimensioni delle stringhe una maturata predisposizione semantica che porta al fiorire delle violette.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

 

 

ξν χεις τ φίλημα, τ δ μματα, Τιμάριον, πρ:

ν σίδς, καίεις: ν δ θίγς, δέδεκας.

Meleagro-Epigramma,174

 

 

— Meleagro fu soprattutto un poeta di epigrammi amorosi, erotici ed omoerotici.

Naufragi e furti d’amore – una nuova scelta letteraria che colma un pochino le nostre lacune classiche. Il merito va all’abile Giuseppe Gianpaolo Casarini che ringraziamo ardentemente.

 

Meleagro             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

 

"Effimere glorie"

(Tutto passa)

 

Poema di riflessione filosofica sulla vita e sul suo passaggio in mezzo a gioie e dolori.

Ogni gloria è vacua dimostra il nostro autore il cui impegno è esaltare la fragilità umana. Gloria meteora che si disperde nel cosmo e così gli eroi del Romanticismo trascinati dall’orgoglio come: Napoleone, Byron e chi come loro hanno abbracciato la devastane forza dell’ego. La riflessione che deriva da questo poema invita alla moderazione in tutto.

 

Tutto passa, tutto muore,

come un fluir continuo

dalla Luna al Sole,

dalle Stelle al mattino.

27/10/2016

Cristiano Berni

 

 

era inverno

Dentro e fuori i sogni di un soldato

fuori dal sogno e dentro la speranza – l’orrore della guerra per un soldato che non intende cedere alla morte e ha tutte le intenzioni di ritornare dall’amata con cui compie notturne evoluzioni amorose ma solo nel suo capo. Un racconto poetico non sbrigativo e nemmeno pragmatico ma evolutivo come la cromia di un quadro che passa dal realismo al surrealismo con poche determinanti pennellate. Chiusa spettacolare e nella sua limpidezza anche pungente.

Un documentario senza tempo (anche se qui il tempo moderno parla di cecchino che col laser ti punta e spara da 10 miglia distanza).

Il poeta dov’è?

Il poeta è nell’orrore sottile (raccontato quasi da testata giornalistica), nell’amore paziente e nella struttura testarda del personaggio; motivo per cui l’intera poesia è una canzone malinconica che bisogna rileggere per captarne i segreti (sentimentali ben piazzati).

 

 

già il quarto di guerra

il sobbalzo del risveglio alla chiamata stentorea

interruppe l’amplesso che stava sognando e mimando

tra le braccia tra le cosce di Dunja la sua ex d’anteguerra

sotto i mucchi di coperte che esalavano vapore

che ognuno tirava sopra sé

per ripararsi dal freddo e dalle indiscrezioni

- caldo come sei, un cecchino vedrà la tua sagoma infrarossa

già da 10 miglia -

ridacchiarono veterani e reclute

infilò senza allacciarli gli scarponi e di nuovo fuori

a recuperare corpi di caduti sperabilmente in vita

trascinarli al sicuro sulla neve nei crateri

sotto i colpi di cannone

non a me non ora non qui tornerò a casa da Dunja

questo devo pensare solo questo

e strofinò forte i calzari in un ciuffo di sterpi

aveva calpestato brandelli di carne sanguinolenta

andrà così Dunja non dispiaceva a mamma Sonia.

 

amore bruno [br1]

 

 

Patrimonio Marino

Parla di bellezza marina e di affascinante natura questo bel poema di Laura Lapietra. Una orchestra anzi una architettura ben orchestrata che mostra con pennellate vivaci un patrimonio “marino” assolutamente da salvare.

©Laura Lapietra

 

 

Dismesso l'abito

(visione)

 

Un Oltre con la bocca piena di luce e nell’avanzare verso l’Eliso mai toccando terra. La mortalità abbandonata alleggerisce di parecchio l’anima il cui navigare all’eden è unico principio.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Tornerò a rincorrere il vento

       a fuggire dai luoghi

               comuni

 

Ho bisogno di sogni dove il vento

         mi porta lontano

            a cercare un

 

amore un bacio fuggito dalle tue

        labbra un sorriso

              lasciato per

 

caso sulle note di una chitarra

       sull’ultima pagina

         di una poesia

 

Supererò la pioggia il temporale

         varcherò il mare

                a cavallo

 

di un’onda che corre verso il tramonto

         di una primavera appena

                    arrivata

 

Tornerò a rincorrere il vento che soffia

          forte che muove alberi

             scavalca montagne

 

attraversa

il mio

passato

 

Via via via col vento lontano verso un

   nuovo universo verso il silenzio

                in cerca di pace

 

per il mio cuore

 

Lontano

verso un

mondo migliore

Franco Fronzoli

 

 

Strida rimbalzano

nella quiete

Un giorno di mare e la poetica che ne scaturisce. Riva, barca a risposo e chele che con la marea dovrebbero essere protagoniste.

laura toffoli

 

 

"accarezza la notte"

Tenera questa combinazione di fragilità umana e fattori ambientali romantici. Un rodeo in spalla alla chimera che sfugge e lascia tanti dilemmi al poeta.

Bugia, illusione e quel senso del possesso che lo spirito acclama pur sapendo di non averne i poteri.

 

17 luglio 23

Ben Tartamo

 

 

La corsa

 

Alla ricerca dell’Amore e alla sua conquista. Un omaggio al proprio sentire che la brava Sandra Greggio indirizza nella migliore direzione umana, quella dell’affetto e non uno qualsiasi quello di un amore con la a maiuscola. Strade su cui non si stanca di camminare, strade che prima di portarla da Lui la porteranno a smarrirsi ma c’è quella positività che alimenta l’ingranaggio della speranza. La stessa positività che la poetessa trasmette con molti dei suoi scritti.

 

 

Al centro di strade concentriche

Avviluppate in un serpente acciambellato.

Ma nel mezzo...lui

L'amore con la A maiuscola.

Pronto a ricominciare

Pronto a correre

Un'avventura che non ha età

 

LA VITA

LA MIA VITA

 

5 Febbraio 2011

Sandra Greggio

 

 

Melagrana

Melodia dal sapore orientaleggiante e romantico. La metafora della “melagrana” non poteva essere più appropriata.

 

Sei come melagrana,

d'oriente il suo venire,

canta mille e una notte

di Sherazade l'incanto.

 

Sei come melagrana,

soda la scorza e rude,

bella nell'apparire,

arduo il mio conquistare.

 

Sei come melagrana,

grani rubino e dolci,

aspri come tua bocca,

come tua bocca ambrosia.

 

Sei come melagrana,

quei semi conquistati

grondano umor di sangue

e allappa la lor pelle.

 

Sei come melagrana,

canti mille e una notte,

d'oriente è il tuo venire,

di Sherazade hai incanto.

Piero Colonna Romano

 

 

Greta, ultima spes

( … E stiamo freschi… )

 

Cicloni, tornadi e calura sono i nuovi demoni ambientali che devastano senza trattenersi in forza. Un richiamo alla saggezza e alla ragionevolezza basteranno a curare il male del nuovo millennio?

Le patologie ambientali sono in parte create dall’uomo e quest’ultimo non può aspettarsi che sia la natura a curarli tutti.

Carlo Chionne

 

 

Poetiche mani hanno scritto...

 

Le mani di un dotto che crea poesia. Alessio Romanini si fa indirizzare da Musa e crea un Poema che parla del Poeta già illuminato dalla sua arte. Molto particolareggiata ogni descrizione come pennellate (malinconiche) dai toni caldi che illuminano l’atmosfera calma della creazione.

 

Alessio Romanini 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu


 

19-20-21 Luglio

Desideri che ritornano

 

I desideri nel mutamento d’astri ancora inappagati e forti postulati sullo scorrere del tempo mentre l’anima è entro del vortice d’impulsi giovani (vestiti a festa) che riscoprono sogni combustibile per altri preziosi attimi di gioia. Chi non s’alimenterebbe dei sogni vecchi e nuovi in qualunque età della vita? I nemici e gli ostacoli non sono mai stati un muro invalicabile per il poeta.

 Fausto Beretta

 

 

Sono Marino detto Caddàra

Marino Giannuzzo è un poeta generoso e ce lo insegna con i suoi poemi, poemi come quest’ultimo dove prende per mano la vita. Nella sua semplicità offre una poesia che conforta e edifica. Complimenti a questo autore il cui spirito semina forza e gioie gratuite e da molto tempo dimenticate dalla società e dai suoi abitanti.

 

 

Siate felici siate contenti

come ottantenni

che han nulla da fare.

 

Poi riposate

soddisfatti e ridenti.

 

Alcamo, G.M., 02.07.2020. ore 23,04

Marino Giannuzzo

 

 

Il Presagio

Il miraggio in pieno giorno estivo. In questo castello d’asfalto e di afa, s’aggira una vecchia come un fantasma, ed è questo incontro a lasciare interdetto l’autore. Il poema nell’atmosfera soffocante libera quell’inspiegabile aura di mistero e tra profezie sussurrate e a malapena percettibili da orecchio umano e poeta sbigottito, il lettore s’addentra nel fantastico senza ricevere risposta all’enigma.

Marco Cabassi

 

 

Al Fricandò

 

Il Fricandò è un vino bianco ricco e secco prodotto dalla lunga macerazione di uve Albana in anfore di terracotta. Ha un colore dorato e profumi di miele, fiori secchi e frutti autunnali maturi. Il gusto è succoso, saporito e molto lungo.

 

Un poema corposo e dalla bellezza intrinseca. Una consapevolezza che evade le varie gerarchie “invisibili” della vita e visto che dall’inventario non manca nulla se non l’ultima, il poeta la certifica in presenza materna in un connubio di puro affetto. La chiusa è sublime e il lettore si lascia andare a una lacrima che vale più del plauso dovuto. Poema che merita essere riletto e annunciato come manifesto poetico di chi uno spirito che l’amore lo condivide.

 

Eusebio - Ma la pietà e la erudizione del Santo non poteva sfuggire al Papa Giulio, che lo ordinò vescovo e lo mandò a reggere la diocesi di Vercelli.

 

La grande poetica ha un archivio intellettuale potente come nel caso di Enrico Tartagni. I suoi non sono giochi di singolarità da pescare tra le strofe ma sono vie di credo e vie di ascendenza a un bene meritato che lascia in eredità come modesto tesoro materiale ma inestimabile a livello spirituale. Per modesto tesoro intendo che una poetica del genere dovrebbe vibrare ben oltre i confini del Tempio Azzurro e proliferare in parafrasi nei quaderni dei giovani. La modestia è una di quelle pregiate qualità che alcuno può comprare. 

 

 

Ora so della Bellezza dello Spazio

Ha i suoi ieratici stati

Tra i rami delle sue correnti nasconde la sua ratio

Le immagini della mente d'amianto col caldo delle estati

È il respiro profondo d'amore delle madri

Nella memoria del ? cuore m'accoglie d'immensità

Così il vigile occhio su questa cima fisso se ne sta

Restituisce al corpo sospeso le storie incorniciate nei quadri

Animo la mia fine

Le foglie del Tempo cadranno

Della madre pettinerò il crine

Per risorgere d'Eusebio in un altro anno

enrico tartagni

 

 

Dimmelo tu che devo fare.

                      Un “Tu” indicativo probabilmente Dio. Una consapevolezza di vivere in maniera “monotona” soggiogata allo smarrimento che la poetessa si ritro0va intorno a se. Lei però non fa parte del gregge di “smarriti” – l’analisi perfetta del mondo intorno e il lettore on può che concordare con la brava autrice.

 

Una forza crescente / smisurata

nel non sentire propria soltanto

la vita nulla e senza pace.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

 

Ho una pena nascosta

Il Placido fiume del Tempo che non s’arresta e quella pena interiore ardente e commisurata alla certezza dell’impossibilità di fermarlo.

Il grande Nino Silenzi in vesti ebano trasferisce la fiamma vitale alle certezze rimaste.

V’è il lascito dei realisti che preme e trasborda dalla limpidezza cruda della poetica del Magister. Viscose acque deterrenti al nulla della meta – e il tono di mesta amarezza che accompagna al più tardo finale possibile caro amico, la vita.

 

si fermi sospeso

in attesa del nulla

come fiume melmoso

giunto alla foce,

gorgoglio di pensieri

senza fine.

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

φίλερως χαροπος σκληπις οα γαλήνης

μμασι συμπείθει πάντας ρωτοπλοεν.

Meleagro A.P. V, 156

 

Meleagro (in greco antico: Μελέαγρος, Meléagros) è un personaggio della mitologia greca. Fu un principe di Calidone e un Argonauta[1], e partecipò alla caccia al cinghiale calidonio[2].

 

 

Sic docet – il nostro prezioso Giuseppe Gianpaolo Casarini che riporta in auge la letteratura classica che molto insegna, molto offre alle anime e alle menti di chi legge. Un grazie immenso per le preziose opere scelte e il lavoro di traduzione.

 

Asclepia dagli occhi come le serene acque

che d’amor sacerdotessa appare tutti invita

a navigar con lei  nel mare grande dell’amore

Meleagro             traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

 

Il sole era alto

Un incontro d’estate e l’amore fulminante che ha colpito il poeta. Il grande Poeta Renzo Montagnoli rende omaggio a questa leggiadra (libellula)  chimera che non ha mai scordato. Il quadro è l’affresco di un'estate perfetta e la gioia è rimasta assopita nella mente che riprova dopo anni a ricordare il momento.

 

Da Lungo il cammino

Renzo Montagnoli

 

 

Quando muore un poeta

Poema che parla dell’immortalità del poeta – il cui morire è un atto umano ma la sua anima è qualcosa che va oltre l’umano e il bravo autore Michele Gentile offre la parte della medaglia che giustifica una vita al servizio dell’immaginario. Il lettore si domanderà sempre ma i poeti muoiono? E se sì le loro opere non sono forse parte del loro spirito? Allora poiché parte di quello spirito non sono forse immortali?

Michele Gentile   

 

 

Le tempeste nella vita sono necessarie

 

Per amare bisogna tenere testa a ostacoli e tempeste nonché superarle. La necessità di questa prova di coraggio tempra l’anima che si congiunge al meritato amore, amore che diventa un astro nel cielo, punto fisso per il satellite uomo poeta felice di gravitare intorno alla forza superiore che lui ritiene la “più bella” Un amore romantico oltre le asprezze e le dure prove che lo spirito deve affrontare.

 

e nel cielo

brilla una

stella

 

sei tu

la più

bella

Franco Fronzoli

 

 

Brividi dell'anima

Il cantore dell’amore “sublime” puro e innocente, il sentimento che cura e toglie le gabbie “sociale” all’umo è per eccellenza Alessio Romanini. Questa poesia è l’atto liberatorio e (per noi) confortante che indugia sulla gioia premio a questo voler appartenere a se stessi prima che ad altro.

Alessio Romanini 

 

 

Punto di arrovellamento

Il lavoro dell’immaginario in cui il poeta passa la maggior parte del tempo cercando di allontanare le oscure presenza nella propria anima. La poetessa si ricongiunge al sorriso che celebra la sua determinazione nella vita e nella scrittura.

laura toffoli

 

 

"E tutto, rifiorirà."

Nulla ci appartiene e con questa premessa il poeta Ben Tartamo ci invita a godere dei palpiti e dei sensi finché non sarà la polvere a vincere su questa ancora meravigliosa unicità umana.

 

Lascia che sia

sospiro e sogno,

battito e sangue

e tutto, rifiorirà.

 

10 luglio 23

Ben Tartamo

 

 

Oggi

Spume arcobaleno e piccole ombre, un equilibrio direi naturale che si esplicita in questa poesia trascinante e dalle atmosfere acquarellate. Una spinta di coraggio anima l’autrice che sfida i monti e le cime delle proprie fantasie nonostante il pericolo delle paure che la inseguono. Una chiusa che ci lascia confusi e non finiti – sicuramente perché la vita non da tutte le risposte che cerchiamo. un alone di leggero mistero avvolge lo scritto ed è un bel leggere.

Antonia Scaligine

 

 

L'alba

L’acerrimo nemico – il Tempo è vinto dalla determinazione poetica dell’ottima Sandra Greggio a rilevare nella luce, speranze e dispositivi di gioia annessi verso cui dirigere il proprio spirito. il lettore la segue e come premio sarà partecipe di questa festa di positive vibes.

 

5 Febbraio 2011

Sandra Greggio

 

 

Illusioni

Splendida apertura e drammatica chiusa. Il Vate non storpia la realtà né l’accetta per accondiscenda – Lui sa che ciò che è  - è! L’amara verità sono i rimpianti con cui chi non ha partecipato alla “festa” (della sua vita) dovrà fare i conti. “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate! Il tempo finito è un carceriere impietoso e in finale ciò che abbiamo o abbiamo avuto – resta di proprietà del Tempo (probabilmente il Titano più ignorante e ingordo tra i dodici che inghiotte disperdendo la magia delle anime che furono o si credettero eccezionali).

Le chimere non sono sempre dolci e vanno servite fredde certe volte.

Piero Colonna Romano

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

16-17-18 Luglio

Genova ferita caduta rianimata

Una bellissima Genova ferita da mani conosciute, omaggio alle vittime del Ponte Morandi e una riflessione sui malfattori che si nascondono dietro drappi politici. La mala Italia di Franco Fronzoli che uccide e segna la storia di posti che dovrebbero essere protetti e premiati ma soprattutto salvaguardati.  Genova Le repubblica marinara che ha segnato una lunga via di ricchezza per l’Italia dai tempi del Medioevo, la Genova potenza militare e commerciale, ma soprattutto degli eroi della letteratura e della musica –  della poesia il grandissimo Montale.

Un poema sull’ingiustizia e sulla corruzione – questo poema dovrebbe stare sopra la pagina di un giornale e i complimenti in questo caso sono solo un basso gradino di una scala lunga su cui tutti dovrebbero salire.

Franco Fronzoli

 

Idiosincrasie

Sempre in quel vortice di tumulti che generano con moltissima fantasia pensieri e idee., questo poema di Laura Lapietra parla in terza persona di idiosincrasie (

n medicina, manifestazione di ipersensibilità allergica nei confronti di varie sostanze, che insorge al primo contatto con esse.)

La sensibilità poetica ha una doppia lama che l’autrice

non ha paura di usare. Sempre forti i suoi versi che “asfaltano” letteralmente il lettore (in senso buono).

 

È come un oscuro abisso

che inghiotte

la luce della gratitudine

nelle sue viscere

rendendo l'invidioso prigioniero

di una tetra gelosia,

che lo mangia dall'interno

consapevole di essere

l'unica consumata vittima.

©Laura Lapietra

 

Avanti nel tempo

La velocità che ha invaso il tempo e la vita odierna o la velocità con cui passa il tempo quando siamo già adulti? Direi un poco entrambe e proprio di questo “volersi sbrigare” che parla il nostro ottimo autore Fausto Berretta. Non ci sono più lettere da leggere dagli amici e pure loro quando incontrati sembrano non volere concedersi il tempo di una chiacchierata o di una bevuta.

L’evoluzione inghiotte il sentimento e per il sentimento serve lentezza sia per crescere sia per essere gustato. Quanta bella verità in questa poesia.

 

Gioie e dolori

più vengono condivisi

solo lontane primavere

ci regalano ancora sorrisi

salvandoci dal divenire

un po' tutti estranei.

Fausto Beretta

 

Sono caduto con i piedi miei

Quanto è bello il gioco della vita! Un poema che abbraccia con sincerità ciò che siamo e saremo d’ora in poi. C’è della grande emozione nel leggerlo e aggiungo plausi a questo coraggio di dire bene anche sul finale.

 

Ad uno ad uno noi andremo via

finito il gioco -il gioco della vita-

dove ciascuno ebbe il proprio ruolo

dove qualcuno creato ha un tesoro

e dove altri soffrirono per tutti.

 

Io son caduto con i piedi miei

sono caduto in mezzo agli ottant’anni.

 

Alcamo, 03.02.2022 ore 08,05.

Marino Giannuzzo

 

A trascinarmi via

Quieta cala tacita la sera

si posa e si svela la Luna

che ammicca pacata e sincera

il dì rumoroso che sfuma

il cielo ha il color della Barbera

... che pace alla sera!

 

Una notte trascinante e ricca d’indizi poetici. La tranquillità diventa il canto serale a cui brindare con anima leggera. Bravissimo Marco Cabassi che trascina il lettore e lo ubriaca (un po’) di semplice gioia (cose oramai rare persino nella poesia).

Marco Cabassi

 

Alla ricerca dell’anima

Bravo a immortalare i propri ricordi (e le donne della sua vita) - Salvatore Armando Santoro non sa quanto il lettore apprezzi il suo lavoro. Le sue opere sono private e riservate alla cerca della propria anima ma proprio perché riservate che diventano il Diario di una Vita Sentimentale che spesso mi coinvolge. Quanti plausi meriterebbero molti dei suoi scritti e non facendoli mi aspetto che ci sia un Eden per scrittori che parlano così tanto di amore da meritarselo.

 

ma non fan luce le candele spente.

 

- Sonetto ritornellato

(Boccheggiano 21.08.2022 – 10.54)

Salvatore Armando Santoro

 

La madre è donna.

Non voglio credere che ci possa essere tanta bellezza nella letteratura non condivisa dall’interro mondo.

Questo poema è la sutura dell’anima al corpo umano., scritta da un uomo che rende giustizia alla metà del cielo che l’ha creato.

Capace di rilevare l’attacco del cinghiale che formatta il proprio sesso sconsacrando la donna madre sorella – immagine cui il grande Autore rende omaggio.

Il poema qui lo lascio intero perché tutte le sue parti si offrono a specchio per l’educazione del figlio uomo amante fratello e padre. Invece che applaudire a questo poema – bisognerebbe fare una telefonata a a Bruno Amore “Amico ma che poema e che parole. Anch’io sono figlio di una donna, oggi scendi al bar offro io il vino.”

 

Ho il sangue di mia madre questo è certo

e quello di mio padre che Lei ha voluto

così che in corpo porto un misto fluido

ch’è quello a percorre vene e galassie

una catena infinita di geni in tutto l’universo.

E nasce il maschio presunto congenere del creatore (?)

che nei dì di festa ammanta di stima infiora applaude

la metà femmina della sua vita naturale carnale mortale.

Ma gli è congenito un tarlo nemico giurato dell’amore

potente cova nella mente pare dormiente il gran tumore

che tante bellezze della vita pure ha nel cuore

ma capita che si svegli col il più brutale ardore

vuol far preda chi non l’asseconda e la prende

la piega ai suoi tanti perversi luridi indebiti piaceri

fa scempio della metà del cielo che gli è data

del proprio e del di lei onore.

Non gli sfiora il cerebro che tale strazio di bruta usanza

possa toccare a sua madre a sua moglie anche a sua figlia o

alla sua amante. Come verro di cinghiale segue d’istinto

ingiuste voglie primordiali come se al mondo

non si fossero mai accesi lumi.

Crudele violare una creatura che è sorella - in nuce

che sarà pietra angolare del proliferare dell’umanità

dovrebbe ricordare chi travagliando fece un uomo

quella dolce amabile madre è donna.

amore bruno [br1]

 

Kundera sul Mare del Madagascar

Milan Kundera è stato uno scrittore, poeta, saggista e drammaturgo francese di origine cecoslovacca ed etnia ceca. La sua opera più nota è il romanzo L'insostenibile leggerezza dell'essere

Cosa vuol dire yakamoz?

Alla fine del 2007 l'espressione più bella è stata scelta: ed è risultata la turca “yakamoz”, il cui significato in italiano (e anche in tedesco) è traducibile con almeno sei parole: vuol dire “il riflesso della luna sull'acqua”

 

Riflessione sulla bellezza che è di una difficoltà pazzesca. Anzitutto l’etimologia delle parole scelte e poi la struttura cui sono imparentate per scelta di questo architetto muratore decoratore e ingegnare della poetica. Non è una poetica per accampati. Non è una vertigine gratuita a cui scatenare l’attirarsi di bandierine colorate.

E’ una essenza trascinante se catturata dentro la parola scelta. Ah, Enrico, Enrico che tendi trappole ai piccoli mortali! Forse è nata da  un intuito pazzesco questa poesia ma c’è tanto virtuosismo e tanto orchestrare cui dare merito prima della lettura.

enrico tartagni

 

"Canto solitario"

(Sorgi Sole)

Fratello Sole e sorella Luna – ma qui il canto è unicamente dell’unico astro che ci illumina. Una lode solitaria e gioiosa in cui a brillare sono le parole di lode dell’ispirato Cristiano Berni.

Cristiano Berni

 

Il me stesso spaventato – ti parla –

Molto ermetica e di cui chiedo modestamente un chiarore letterario …

Quasi un gioco con sciogli lingua ma molto più audace dal punto di vista della tempra.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro

 

Delle vanità

Vanità applaude se stessa nello specchio – parte dei vizi capitali e tra i primi se non erro – il circo della vanità – per me ermetica (qualora volesse il Poeta darmi un indizio) – plausi per la chiusa che è pura pioggia sulle fiamme infernali.

 

II

"vedi tutto questo? sarà tuo se..."

cogli l'intenso e breve

l'offerta allettante - il "se" ti eccita lo temi

 

ah inganno

del mondo che nasconde una mano

nel sangue dei papaveri

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

Al quinto giorno di vento

Poema con musicalità circondato dalla potenza di un addio che ha animato lo spirito di Michele Gentile a creare questa raffica di sensazioni e paesaggi da cui lasciarsi trasportare. Quel vento intorno e le foglie smarrite sono lo spartito per la melodia che il poeta ha voluto scrivere.

Michele Gentile

 

Poesia smarrita

Canta la Poesia nell’uomo Piero Colonna Romano e canta la musa per mano del Vate Piero Colonna Romano. Una sensazione hopeless che spiazza e tormenta. Una ingiustizia di base che è reale e non può essere mitigata dal ricco immaginario in cui fuggiamo tutti – quando il mondo è brutto. Piero vede col terzo occhio il mondo che lo circonda e il bene di cui vorrebbe cantare è ostacolato dalla corruzione dell’anima umana e l’opera cui lui si consacra vorrebbe essere per tutti ma come un fiocco di neve che sciolto non servirà a dissetare alcuno.

Poesia essa stessa scrive per mano dell’autore. Ciò che Lei vede – l’uomo (con già esercizio di anni) vede. Non v’è casualità nell’immagine e non v’è salvezza dai bruti – solo un vivere affacciato al mondo reale con gli occhi puntati sul Blu del Destino poiché* nel mondo di questo irraggiungibile e dotto poeta – la parte blu è stoica più della bellissima chiusa di questo poema.

Piero Colonna Romano

 

La Fede è come un ruscello... (Narrate dalla Poetessa Nadia)

Un poema dono alla Musa (maestra) che ha coordinato i primi passi poetici di Alessio Romanini.

Alessio Romanini

 

Sussurro d'onda

Mare, vita e fiaba – elementi per la ricetta poetica di Laura Toffoli. Lontana dalla frenesia la poetessa crea sensazioni da pensieri che lascia navigare fino all’orizzonte del proprio immaginario.

laura toffoli

 

Inquietudine e meraviglia

Un poeta è un grande poeta se sa ancora stupirsi! L’anima col suo peso e con la sua solitudine diventa più abile nel vedere l’invisibile.  Ogni catena d’inquietudine si spezza davanti alla meraviglia. Una dualità prepotentemente umana in cui ritrovare la potente voglia di riavere “il tempo dell’immaginario” oppure rompere il cronometro prima di vedere quanto sia bello il mondo (anche se imperfetto). Un Carlo Chionne  in formissima che cavalca coi propri anni la valchiria dello stupore.  Opera a briglie sciolte e piccola vertigine per premiare ego artistico e il curioso lettore.

 

si aprono alla… meraviglia!

Carlo Chionne

 

Ma che sera è questa ?

Un quadro col mare per ritrovare se stessi. Un dipinto della speranza che offre in mezzo alle nuvole nere belle scene di bagnanti … dentro quella anima poetica un piccolo Faro si accende e noi con la poetessa lo vediamo bene illuminare le nuvole nere.

Come vorrei che il mio cuore

ritrovasse la serenità

ma lunga, lunga è la strada

nel cielo ci sono solo nuvole erranti

ma che sera

è per me questa sera !

 

la luna è sbiadita

le stelle son rade

accendo la lampada della speranza

Antonia Scaligine

 

Pennellate

Un’atmosfera velata che offre un assaggio del mondo “erotico femminile” della bravissima autrice Sandra Greggio che tramite metafora “rosso proibita” svela una natura intima e delicata che non è per il profano Complimenti dovuti per l’empatia che il poema suscita  … quasi proibita.

 

13 giugno 2023

Sandra Greggio

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

 

13-14-15 Luglio

Per ogni mia solitudine

Una poesia ricca e dirompente. Nella chiara visione del bravo Michele Gentile ogni partenza si porta via un pezzo del suo essere e ogni mancanza è una pozione cui sta ancora cercando il rimedio. C’è una musicalità letteraria che porta il suo sfarzo nelle descrizioni e per ogni solitudine di questo poeta io alzo un plauso.

Michele Gentile    

 

Non ho più musica e nemmeno parole

          Metafisica che passeggia nelle astrazioni, dove Poesia diventa compagna di viaggio e Diva abile a recitare parole d’amore. Opera implementata da cortesie verso questa natura capace di scrivere poemi in giorni qualunque – piccole strofe ma quanta bellezza in questa semplicità di cui condivido la forza e la narrazione.

Mi complimento con un autore che ha il suo timbro autentico e si capacita di gioielli come questo.

 

Una poesia mi passa vicino mi prende

per mano recita parole

d’amore

 

Una poesia scritta dal vento sotto una

pioggia pressante in un giorno

qualunque

Franco Fronzoli

 

Il Povero Ricco

Dettagliato e generoso in descrizioni , questo poema di Laura Lapietra dipinge l’approccio di una persona in difficoltà che trovando ricchezze perde il senso della misura e perde i veri amici (i sorrisi sinceri). Il titolo fa fede all’opera che cerca nel flusso di energie positive il suo vero ridimensionamento. Brava l’autrice a mettere a confronto il povero con l’altro suo ego che lo priva di ogni bellezza e ne massimizza i difetti, deturpandone l’umanità.

©Laura Lapietra

 

Amore

Dietro le maschere i loro volti sono ingentiliti e le loro paure svanite poiché condivise. In totale semplicità ci si dona a questo gentile atto o sentimento che sia ed è Lui che riappacifica le due parti poiché sono state create per Esso.

Niente al mondo è single;

Tutte le cose per legge divina

in un solo spirito si incontrano e si mescolano.

Percy Bysshe Shelley

Un poema che distribuisce i giusti pesi alle parti e assembla il puzzle della vita con una eleganza e una modestia, incredibili. Le migliori acrobazie poetiche sono quelle in cui le parole non umiliano il trionfo della performance e con umiltà ne declama la grandezza.

Fausto Beretta

 

Sonnacchiosa Nika

Molto triste questo canto all’amicizia tra un cane e la propria padrona morente. Un quadro che regala tanta sensibilità e un affetto immenso che il personaggio Nika regala. Delicato è questo animo che dipinge un poema sulla misura canina che altro non può che aspettare il risveglio della sua padrona.  Ottima la narrazione che il poeta Marino Giannuzzo volutamente scrive in chiave malinconica, dove il traguardo è un Dopo o un Oltre a noi oscuri.

Alcamo, 19.03.2022 ore 17,45

Marino Giannuzzo

 

L'oro dei campi

Un canto ai campi e ai contadini che mettono in tavola il pane caldo premio per il duro lavoro e per chi si  rallegra anche in una vita povera. A partire dalla semina fino alla sua raccolta quando il grano è coloro oro sotto il sole, l’estate resta ridente nei cuori di chi lo lavora e di chi poi mangia il prodotto finito.

Il grande Renzo Montagnoli ci regala una poesia della terra. Lirica che fa festa con lo spirito dell’uomo che sa cosa sia coltivare e la fatica nel farlo. Dona soltanto gioia questa poesia e merita una doppia lettura prima dei plausi dovuti.

 

di questa terra così prodiga

quando la stagione è propizia.

Gli dei quasi sempre tendono

una mano a questi fragili mortali,

che seminano quando le foglie cadono,

che trepidano con la neve dell'inverno,

che sperano nella primavera

e che al caldo dell'estate

raccolgono i frutti del loro lavoro,

i semi dorati che nella macina

diverranno polvere bianca

con cui fare il loro cibo migliore,

 

il pane fragrante

che arricchisce la povera mensa.

 

Da Canti celtici

Renzo Montagnoli

 

Un attimo appena, il temporale

Un fermo immagine in cui traspare la vita e la forza poetica di questo interessantissimo autore. Molto bella quanto forte la chiusa (avrei voluto scriverla io)

il pensiero eccitato una luce

che passa ed un tuono che sbalza

e rimbalza è la vita che scorre.

Marco Cabassi

 

Didima si sta prendendo gioco di me,

Il regola dei regali da parte di questo autore unico che insegna senza insegnare e rende la poesia quella che è Maestra di emozioni.

La buona lettura è una ricetta antica e Giuseppe Gianpaolo Casarini sa come renderla “gustosa” anche dopo secoli di nascita. Complimenti-

 

ahimè!ma io  guardando la sua bellezza,

mi sciolgo come cera davanti al fuoco.

E se lei è nera, dunque che fa?Pur neri sono i carboni,

ma quando prendono fuoco, splendono qual splendide  rose.

Asclepiade       Traduzione di Giuseppe Gianpaolo Casarini

 

Nel giorno della cenere

Una cenere pietosa – un poema che trova il perdono o la salvezza e noi nel suo ermetico troviamo la via di luce.  L’ineffabile ha una sua guida spirituale e poetica in questo caso.

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

L'intima essenza

Bello il titolo e altrettanto invitante questa lirica che rispolvera vecchi ricordi (naturalmente senza aprire il vaso di Pandora) – e il lettore, testimone delle eteree percezioni dell’autore, gioca al gioco delle parole  che rendono il poema un piccolo gioiello (appena percettibili).

 

stornare la realtà con l'immaginario

ti sembra più congeniale:

per lasciarti sfiorare

 

dal difficilmente percepibile

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

Piccoli Angeli

Bella, intensa ed emotivamente toccante questa lirica che parla degli angeli stipati sui barconi che arrivano da noi per salvarsi. La bravissima autrice ci mostra la dualità del proprio essere e la toccante sofferenza degli innocenti che partono per questi infelici viaggi della salvezza. Complimenti.

17 giugno 2023

Sandra Greggio

 

"Ma perché dare al sole,

perché reggere in vita

chi poi di quella consolar convenga?"

(Canto notturno di un pastore errante dell'Asia.

G. Leopardi)

perché mantenere in vita poi negli anni,

chi poi deve essere consolato perché ciò è accaduto?

Il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, composto tra il 22 ottobre e il 9 aprile 1830 a Recanati, è uno dei Canti più noti di Giacomo Leopardi.

Nella poesia il poeta si cala nelle vesti di un pastore e interroga la luna sulla sua condizione umana. Tra il pastore e il suo gregge esiste, infatti, una differenza sostanziale: gli animali vivono beati e non conoscono la sofferenza a cui l’uomo è condannato con la nascita.

La luna, impassibile, non dà nessuna risposta al pastore, lasciandolo solo a struggersi. Persino l’ultima ipotesi di trovare felicità nel volo (la connessione tra volo e felicità è centrale anche nell’Elogio degli uccelli, una delle Operette morali), sfocia nella consapevolezza della tragedia di essere al mondo.

Ma perché permettere di venire alla luce, perché mantenere in vita poi negli anni, chi poi deve essere consolato perché ciò è accaduto? Se la vita non è altro che una disgrazia impostaci da chissà cosa perché ci teniamo così tanto? Luna irraggiungibile e innocente, questa è la condizione della vita degli uomini. Ma tu sei un astro eterno e immortale, e probabilmente non ti interessa nulla di quello che io dico.

Poetica legata al mistero della vita e dell’Oltre – argomento caro alle note straordinarie esecuzioni letterarie di Piero colonna Romano. L’uomo che non segue il gregge e non si accontenta dello spartitraffico tra bene e male, insegue la via verso quella frontiera oscura agli umani. Frontiera che dovrebbe ripagare delle numerose sofferenze, dolori e privazioni patite. L’uomo non ha armi contro il Fato ma il suo spirito (instancabile guerriero della luce e della riconciliazione) agguanta con forza quella speranza di un dopo in una baia calma dove la gioia è il premio alle lotte e alle battaglie. Un segno positivo che in Leopardi difficilmente troveremo. MAIORA CREDI DE ABSENTIBUS.

 

Senza rimpianti il mondo lasceremo

per un altrove con il suo mistero,

ove speriamo in ore dolci e liete.

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

Il canarino nella gabbia

Una grande sensibilità chiusa in una una gabbia (direi toracica) ed è questa trappola per splendidi canarini che dovrebbero volare liberi che genera una lirica intensa ma anche dalla scia consapevolmente malinconica. In quella gabbia l’autore sa di non potere aprire le ali e espandersi nel cosmo come vorrebbe ma nonostante questo, Alessio Romanini è un guerriero della luce che scrive non per dare dimostrazione di sé ma per liberare il sé dalla gabbia.

Alessio Romanini 

 

Lettura d’una storia

Un piccolo gioiello poetico della bravissima Laura Toffoli che esegue questo delicato ricamo di sensazioni e colori. Un qualcosa di benevolo viene elargito allo spirito del lettore. Complimenti Laura.

Forza di natura era creazione

di musica nel cuore.

Pezzo di cielo e di mare

incollati al mio essere, sereno volgeva

nella nuova chiara.

laura toffoli

 

"Oasi di Parola"

Le parole che non sempre traducono al meglio il sentire, generano l’inquietudine ma dietro il tormento c’è la bellezza della ricerca o dell’attesa del Dono. Una illuminante e illuminata via per il profondo umano che abilmente il poeta  Ben Tartamo indaga col suo pensiero.

Ma mai si quieta

e, in questo deserto

di sete, sole e miraggi,

si nutre di ciò che fu

- e pur sempre sarà -,

Oasi di Parola.

 

6 luglio 23

Ben Tartamo

Il mio personale pensiero va al Vate e amico Piero Colonna Romano che esorterei a tornare il prima possibile poiché la sua carica energetica e intellettuale nonché l’affetto che dimostra per la famiglia azzurra – sono la Colonna portante del Tempio. Un augurio di abbondante forza e salute. Jac 

Il ringraziamento va al generoso Magister Lorenzo e al suo infaticabile lavoro che dona a tutti noi un Tempio (Portale) in cui esprimere il talento letterario. Un saluto ai sitani che percorrono le vie azzurre, creando i giardini poetici, dove il lettore può saziarsi. Siate laboriose api in questa celeste arnia.

Miu

 

 

 

10-11-12 Luglio

Nodoso ciliegio

Il ciliegio è un albero resiliente il cui fiorire rallegra e incanta.

I ciliegi si piegano e stanno cadendo,

Sulla vecchia strada dove tutto ciò che è passato è morto,

I loro petali, spargendo l' erba come per un matrimonio

Questa mattina di inizio maggio quando non c'è nessuno da sposare. E. T.

 

Il Poeta Alessio Romanini sente che il proprio spirito sia un poco ciliegio-in un finale malinconico in cui guarire è dovuto – rileggiamo delle ferite poetiche che ancora non sono chiuse.

 

Le ferite della corteccia curi

con resina color arancio giallo:

è ambra: lacrima del tuo gaudio.

 

Alessio Romanini
 

Miu

 

Vita sommersa

Introspezione legata all’eterea visione del sé che plasma mondi ed è uno di questi che emerge in questa bella poesia di Felice Serino che la chiude in modo lodevole.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

Ti bacio in silenzio tu ferma

                dormi

Un volo d’amore in questa tenera descrizione di una notte romantica con rosa appoggiata e bacio finale. Molto romanticismo che accentua la poetica di Franco Fronzoli cos’ generoso no in tenerezza e mai banale.

Franco Fronzoli

 

"Gioia"

Leggera e celestiale la descrizione della gioia che il poeta Cristiano Berni non confina a un sentimento o a un momento ma la libera offrendole piume e ali per librarsi sopra gli spiriti.

Cristiano Berni

 

Batticuore

Irruente amore e passionalità che travolgono la poetessa Laura Lapietra la quale si abbandona ai sensi senza abbandonare l’eleganza poetica. Il trasporto febbrile diventa una necessità che in fondo è la chiave di lettura dell’opera.

©Laura Lapietra

 

Appuntamento al bar

Potremmo certificare di grande autenticità ogni poema del grande Enrico Tartagni.

Una autenticità pittorica e volumetrica che assorbono il lettore e che lo trasportano come un vento didattico dall’energia inesauribile.

Banale non è questo appuntamento al Bar che passa per la cultura musicale, mode e cosmi univoci.  

Una emozione diventa un assalto all’ipotalamo e l’unità di misura non è la ragionevolezza ma il numero di battiti cardiaci ancora consentiti.

Molta buona letteratura nascosta tra le rime e il complimentarsi diventa solo un piccolo omaggio a cotanta creatività

Sai m'è un mood d'immagini ricreato su dal Nilo da un'estasi demente

Sai l'amore è in uno spazio senza fine riempie cosmi universi e il rimanente vuoto

Io qui ci vivo e per non annegarmi a stile libero ci nuoto

E donna mia te sei tutto questo in forma d'estasi e meraviglia

Fin tanto che un placido accidente al cor non mi cipiglia...

enrico tartagni

 

Il bimbo e il nonno

Il mondo nuovo e il vecchio mondo – entrambi offerti in questo sincero abbraccio letterario dall’abile Fausto Berretta.

Fausto Beretta

 

Se tornar potessi

Nec quae praeteriit hora redire potest.

Poema sugli effetti degli errori nella vita e sull’impossibilità di cambiarli.  Metafisica? Fatalismo?

S’apprende molto

quando si è già vecchi.

Dei giovani è pretesa

il sapere tutto.

Il bravo poeta Marino Giannuzzo ci illumina e fa giustizia al proprio tempo che è ricco ed è garante di una saggezza evolutiva.

L’umanità è questa:

povera e ricca umile ed altèra.

Alcamo, su monte Bonifato, 02.05.2021 ore 17,55

Marino Giannuzzo

 

credevo esperta / ed ero impreparata.

Molto ermetica – che porta alla nascita di lacrime? L’infante è inconsapevole di scelta probabilmente come la madre. Necessiterei ulteriori indizi …

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro       

 

Leggerezza

Si libra in volo pindarico la nostra bravissima Sandra Greggio col suo ottimismo e la sua musicalità. Ogni parola dispensa energie e la natura premia questo piccolo capolavoro con voli di farfalle che non possiamo ma vorremmo acchiappare. L’anima dell’autrice si esprime al meglio.

22 giugno 2023

Sandra Greggio

 

Tempus fugit

Omnia mutantur, nos et mutamur in illis.

Piero Colonna Romano mostra ancora tutte le forze poetiche e non si arrende alle ombre. C’è una strana velatura di speranza (quasi certificata nelle sue opere) – molto molto sottile, eterea quasi che rende accettabile il proprio battagliare per la vita.

Mai che si sia arreso il Vate e questo poema nella sua chiusa è la conferma.

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

Luglio , Agosto

Una carrellata i riflessioni estive con pirotecnici sfavillii stagioni e qualche “dispiacere chiuso in bambagia”. Questa poetessa diventa il cerimoniere di una stagione che libera i sensi.

Antonia Scaligine

 

Nodoso ciliegio

Ermo ciliegio ignudo nell'inverno,

di bottoni pallidi in primavera

ti vesti, e verdeggianti foglioline.

 

Nodoso è il tronco e i ramoscelli.

Vetusto ed abbandonato dal tempo

sei oh ciliegio, dal lontano passato.

 

Nella mestizia del campo smarrito

a maggese, maggio riporta dolci

piccole bacche di color vermiglio.

 

La tua chioma ombreggiante è gigante

rigogliosa, imponente sui soffioni.

Fra fronde fruscio, zefiro si ode

 

del mare si sente nel respirare.

Sotto i tuoi rami gli innamorati

fanciulli si son baciati; ronzano

 

api ed altri insetti. Del bus la sosta

sei e miri e sei mirato dai passanti.

Anche io sotto le foglie ho sostato

 

e della tua meravigliosa vita

mi sono innamorato! Sei tenace

resistente, viver è importante.

 

Le ferite della corteccia curi

con resina color arancio giallo:

è ambra: lacrima del tuo gaudio.

Alessio Romanini 

 

Ritorno a Parmenide

Il ritorno a Parmenide, motto con il quale Emanuele Severino ha connotato il programma della sua filosofia, costituisce in realtà la più radicale negazione del pensiero dell’eleate. La questione è stata una delle più dibattute nell’ultimo ritiro filosofico che, dedicato al rapporto tra pensiero e linguaggio nel pensiero del grande filosofo bresciano, ha sostanzialmente finito per sottoporre ad indagine dettagliata la sua opera fondamentale, ovvero la Struttura Originaria. Legata al tema dell’identità, così come avevamo già messo in rilievo in un altro precedente articolo, la conseguenza decisiva di quel ritorno consiste in una sorta di conferimento all’ente di tutte quelle caratteristiche che precedentemente erano state attribuite all’essere. Si verifica insomma un vero e proprio rovesciamento: ponendo al centro la relazione oppositiva, ovvero il luogo del disporsi dell’essere e del non essere, non solo si finisce per decretare l’essere del non essere (l’ente) ma si fa della relazione negativa (l’opposizione) il grande tema della metafisica.

Una conta del sapere di poeta che oblia il vacuo con ciò che sa. Salviamo l’esperienza ed è questa la forza del sapere di questo autore, irrompere nello spazio multidimensionale con la propria esistenza o almeno quella dello spirito.

essendo un esser che è quello che è

che c’era prima, dopo e ancora c’è

perché l’essere a quello che si sa

c’era, c’è stato e sempre ci sarà…

Carlo Chionne

 

Lameggia, ed io attraverso me stessa

L’idea del suono vento: frastuono disperso,

smeraldo prato su prato.

Qualche canto attraversa

linee rosse e violacee, passi di lameggiare

d’un tempo a briglia sciolte.

Veloce rimembranza nel solstizio vita, girasoli volti

su volti.

Mi attardo a girovagar tra vigne, e spighe ormai piegate,

mieto il pensiero, incomincio a sognare,

bolle d’aria tra stelle appena accennate.

laura toffoli

 

"E non lasciate più parlare i poeti"

Che dire Ben io appartengo pienamente, deliberatamente a questa categoria ma comprendo che il tuo spirito sensibile di cantautore voglia sfuggire al Limbo poetico che spesso dal suo lato oscuro, trasmette al poeta quelle fiamme che diventano dilette chimere. Amo questa strofa.

Si nutron d'utopie e son permalosi

con quegli idioti dai volti sempre arcigni

che amano le ombre, e il buio agognato.

Che fare, son poeti dal grugno duro:

esiliateli nelle solitudini!

 

6 luglio 23

Ben Tartamo

 

Racconti e testi vari

Letteratura classica e moderna. Ritratti di donne poco conosciuti

Grazie a Giuseppe Gianpaolo Casarini per questo mirabile affresco letterario sulle donne meno conosciute nella letteratura italiana. Grazie alla sua ricerca abbiamo modo di scoprire e colmare lacune. Lui ha fatto parlare le biblioteche e plausi ancora per questa diletta lettura.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo, al Vate Piero Romano - Colonna e a tutti Voi.

Miu

Caro Piero ci manchi. Torna presto e torna in forze. Tutta la famiglia di Poetare è trepidante … 

 

 

 

7-8-9 Luglio

Canto celtico

Una carrellata di atmosfere mistiche che si articolano in uno scenario fiabesco e antico.  Brume mattutine e melodie di cornamuse, Dei addormentati, folletti e un gioco di ombre deterse dalle foschie in cui il potere celestiale, quasi perde il suo peso.  Poetica dalla ottima regia di un abilissimo Renzo Montagnoli che perfezionando il suo stile – alza la nota letteraria a una melodia che calma e trionfa tra le leggende notturne che ancora si conservano per la memoria.

 

 

Da Canti celtici (Il Foglio, 2007)

 

Renzo Montagnoli

 

 

 

Il nero totale è nel fissare

Appassionata questa lettura che trascina ed è corpulenta di emozioni in cui la Poetessa si immerge per emergere battagliera. Lo specchio e il suo rovescio. La piacevolezza evolve con l’osservare. I complimenti sono doverosi.

 

Da Prove per atto unico, Versi della malapena

Maria Benedetta Cerro        

 

 

Sogno antico

Un quadro ispirato che lascia una scia di sensazioni campestri, di umanità incontrastate e piccole vittorie ed è traumaticamente “dolce quanto dark” la chiusa. Cosa dire di questo autore che sa come regolare la parola quando la lancia nel cerchio della vita.

 

Tra i fiori sui prati un profumo

l’odore di fieno, di miele

nel cielo che arde c’è fumo

si lacerano al vento bandiere.

 

In ogni respiro s’esala

l’effluvio che passa col tempo

il buio oscuro che cala

in bagliore il lampo s’è spento.

 

Marco Cabassi

 

 

Il poeta

William Wordsworth, ' Il mio cuore sussulta '.

… impossibile mettere in una categoria poetica questo mirabile autore. Poche strofe e intensità poetica – lo rendono unico. Strali e saette per dire del proprio “letterario” e i plausi scroscianti (a mio modesto parere) sono pertinenti.

 

cavalli d'aria - virgola di fuoco il

pensiero saettante: vederti un

sansebastiano trafitto

da strali della parola

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Sorridi ma io vedo una lacrima

Una lacrima per continuare a lottare ed è proprio di questa forza che serve (nutre) il poeta Franco Fronzoli, quando dipinge la pietra pronta a aprirsi per un fiore. Belle immagini che non smettono di incoraggiare il lettore.

Franco Fronzoli

 

 

"Amare una donna"

Poema dalle sembianze di un canzone che ripete il dolce e l’amaro nell’amare la donna. La forza e la passionalità con cui è concepita diventano la chiave di lettura dell’intero scritto. Molto ispirato e fortemente motivato il nostro bravo poeta Cristiano Berni.

Cristiano Berni

 

 

L'anima

L'urobòro è un simbolo rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.

Ah Enrico Enrico con questo prurito poetico che è artefice e condanna di meraviglie che impazienti di vivere, tendono poi a svanire. Mi riferisco all’anima pura che completa dall’inizio alla fine questo poema.

 

Mi affascina il male che rende completo questo lavoro. Sei un insaziabile ricercatore di fenomeni “spirituali” e noi come spiritati leggiamo cose che ci portano ai patemi Nietzschiani.

E’ leggera e vale cento punti cherubino … adoro questa introspezione condivisa – dovessimo morire totalmente … se no allora all’anima pura il cielo al completo. Plausi.

 

Il male è più vecchio del nascere ed io me ne sto all'ombra d'un albero secco di fico

Se non passassi libero in cielo con un'anima pura dovrei poi morire di iodio cremato...

enrico tartagni

 

 

Canto celtico

S´alzano le brume del mattino

frustate dagli strali del primo sole

e al lontano suono di cornamuse

s´accompagna la lenta melodia di una cetra.

Della notte, popolata di folletti,

resta solo l´erba imperlata di sudore.

Gli dei di quel tempo si sono ormai assopiti,

ma alle note del citaredo che saluta l´alba

s´affacciano nella nebbia che si dirada

per un ultimo sguardo a un mondo

che non è più loro,

a una terra dal futuro senza memoria.

Sembra allora di indovinare nella caligine armati

che cantano le gesta al levar del sole.

Ma tutto sfuma, tutto cessa, nella luce

che ravviva il giorno e che spegne la notte.

Solo nel bosco la vecchia quercia conserva

negli scrigni preziosi delle foglie

le note malinconiche di cento cornamuse.

La realtà ritorna,

il sogno si nasconde,

fino alla prossima alba.

 

Da Canti celtici (Il Foglio, 2007)

Renzo Montagnoli

 

Seduto sui gradini d’una chiesa

Una poesia ispirata dall’umiltà, dalla fede e dall’amore. L’abile poeta Marino Giannuzzo è testimone di questo “tocco angelico” che lo rincuora. Una pozione di buoni sentimenti serviti per colmare il vuoto che l’Umanità ha intorno.

 

Alcamo, G.M., 29.07.2020 ore 23,45

Marino Giannuzzo

 

 

Temporeggiando

Poema che parla del rimpianto amore e dell’insostituibilità dei grandi sentimenti (nemmeno pagando in offerte Dio) . Il bravo Armando Salvatore Santoro magnifica un “vecchio” amore cui non ha dato il giusto peso ai tempi o che ha deliberatamente lasciato inconsapevole del prezzo da pagare (negli anni).

 

- Sonetto

(Boccheggiano 23.07.2022 – 5:14)

Salvatore Armando Santoro

 

 

"E vorrei sapere"

Ben è ispirato da una grande fede verso il proprio Dio. Difatti mi scuso per non aver compreso l’altra poesia poiché non credo negli esseri divini ma devo rendere giustizia alla bella poesia che riesci a costruire intorno a questa forza che ti anima.

 

 

1 luglio 23

Ben Tartamo

 

 

La verde età

La bravissima Sandra Greggio cede al ricordo giovanile poiché è quello che l’ha resa più felice e condivide questa Armada di sensazioni che le ostacolano l’emozionarsi.  Il traposto verso questo lato intimo è intenso e non resta che lasciarsi andare alla melodia di un dolce ricordo, scrive l’Autrice.

1 luglio 2023

Sandra Greggio

 

 

Tanto gentile e tanto onesto pare

(nel giorno della donna, da una donna)

 

In (grandioso) Dolce Stil Novo, questo allegorico canto contro la violenza sulla donna. Opera che andrebbe mostrata e certificata come metro per un equo rispetto tra sessi. Una satira amara e affilata. Pungente quanto basta e chiara abbastanza da non lasciare fraintendimenti. Chiusa chiara che da uomo a uomo – la dice lunga. Basterebbe una poesia per dire della vigliaccheria del Diavolo – beh, eccola!

Plausi al nostro Vate Piero Romano Colonna.

 

 

Tanto gentile e tanto onesto pare

lo sposo mio quand'egli me lusinga;

allor la lingua me devien meringa

e godo tanto di cotanto amare.

 

Egli si va, sentendosi adorare,

ma ho da stare invero ben guardinga,

quando m'assal con rabbia casalinga

che per violenza fammi vomitare.

 

Mostrasi sì carogna a chi lo mira

che una gran pena mette dentr'al core,

che 'ntender non la può chi no la prova;

 

e par che de la sua labbia si mova

un odio sol, che genera terrore

…e che soltanto un va a cagar m'ispira.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Tramonto dipinto da Dio

La bellezza di un tramonto, della natura che fiorisce nei nostri occhi sono un “dipinto di Dio” afferma la brava poetessa. Ogni pennellata dipinge un quadro in cui perdersi.

Antonia Scaligine

 

 

Un concerto di cinguettii

Inneggia alla vita con la passione per la natura e i suoi abitanti, il poeta Alessio Romanini.  ci incanta con una tenera performance che rende leggero

Alessio Romanini 

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

Dirti  solo grazie Miu non è abbastanza per esprimere tutta la gratitudine per i tuoi commenti alle mie poesie , vorrei tanto ricambiare con un grande commento per i tuoi capolavori, davvero poemi bellissimi  (per non parlare dei tuoi quadri ) ,  ma so solo dirti ”stupendi “ ricambiare  con parole che parlano e esaltano la tua bravura  non sono capace , ho solo una parola sincera  , brava e grazie.
 Grazie a te,  grazie a Piero  per i suoi commenti e le sue belle poesie  , a tutti poeti ,alcuni  li seguo anche su Facebook , grazie perché  esiste questo meraviglioso sito e se non ci fosse io non avrei mai potuto  esternare  (senza mai apparire) le mie poesie , più che altro pensieri , dal momento che scrivo solo per me e per Lorenzo ,non mi interessa" il certificato  ad honorem " anche perché non partecipo ai  concorsi,che certamente non vincerei mai, mi basta il commento di Miu,  di Piero e spero la stima di Lorenzo che se pur la mano non posso stringertela ,  caro  Lorenzo, ti  abbraccio sempre con affetto e gratitudine   
Auguro a tutti delle buone vacanze e a te , Lorenzo,  un particolare abbraccio che Dio ti benedica ,  grazie
  Antonia Scaligine

 

Con tutto il Pacemaker che ho.
P iero c’ha da dà ‘na mano
jò detto paro paro alla madonna
non potemo annà avanti senza Colonna
semo come ‘na stadera senza Romano
amore bruno [br1]

 

Ringrazio Jac per il gradito commento alla mia
"Come faccio a non amarti ?".
Devo, però precisare che l'oggetto/soggetto del mio sentimento d'amore non è una lei, ma un Lui.
Parlo cioè di un Amore spirituale verso il Signore e Maestro Gesù.
La Poesia, a volte, è ingannatrice, perché i sentimenti sono così delicati che li camuffiamo in parole, frasi che vogliono restare gelosamente intimistiche esprimendosi in un linguaggio criptico, per soli amanti.
Grazie Jacqueline e perdona la precisazione.
Benedetto TARTAMO

 

4-5-6 Luglio

I comandamenti

Bella Bella Bella – senza retrocedere in additivi di religiosità e marcata da pure semplicità che ne mantiene l’incanto la poesia del mirabile Giuseppe Stracuzzi getta le regole della fede e ne cattura una aura mistica e leggera che merita la doppia lettura. Complimenti.

 

per non turbare incanto

del silenzio

quando raggiunge il cielo

entra furtivo

senza palpitare.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

Non il primo è l’ultimo che

La Dama Nera in questa favola dark che un pochino la esorcizza e ne alleggerisce il fardello. Poema intelligente, godibile, e soprattutto carismatico che cattura la mente e l’opinione esaltante su Bruno Amore.  Molto e molto belli questi versi (vorrei averli scritti io) … ancora complimenti Bruno la tua scrittura è ricca, ambiziosa e nuova al contempo.

 

Ora sento concavo vuoto il cuore

come un nido abbandonato

che piano piano si spoglia

delle piume rubate per averlo caldo

tanto mi dava quel che mi dava.

bruno amore [br1]

 

 

Prestami i tuoi occhi

Occhi celestiali per sondare il cosmo – davvero bello il quadro e il soggetto ritratto. Una  visione curativa e medicamentosa che il bravo Poeta esalta con un finale di scie astrali.

 

… ai sogni han preso posto i miei pensieri

ed il notturno cielo non ha più scintille.

 

Donami i tuoi occhi oh rifulgente Luna

tu che vedi ciò che ho perso da su in alto

ch’io veda ch’io riprenda con un balzo

delle stelle le scie ricolme d’or d’ognuna.

Marco Cabassi

 

 

La vita

“E così, nel capitolo 2 Giona è gettato in mare, ma un "grande pesce" (da nessuna parte è precisato che si tratti di una balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera, che ricorda uno dei Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.”

 

La spiaggia luminosa del grande poeta  Nino Silenzi è un punto di partenza per un Oltre che dovrebbe ripagare dalle agonie della vita. C’è un silenzio dolente in questo poema che spiega quante cose si spingano (senza regole e senza invito) nel budello della vita che appesantito dai pensieri neri e dalle perdite si contorce intorno all’oggi. La speranza, afferma il poeta, è che nel Mondo Dopo ci sia quella pace e quella ricchezza offerte dall’immaginario.

Morte sebbene compaia con la sua mannaia negli angoli remoti dei pensieri di questo grande, non può ostacolare il gladiatore che lui nasconde in sé, già pronto a lanciarsi in altri mondi se avrà la possibilità.

 

 

Alla fine sarai libero

- si dice - di librarti leggero

puro spirito

verso un altro mondo luminoso

sconosciuto, o forse

solo immaginato.

 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Amo l'idea

Sintesi di un amore che concepisce l’amore e il tutto condito con un viaggio interstellare verso mondi ignoti che il nostro poeta Felice Serino ancora sta cercando di decifrare. Le descrizioni minime ma intense sono naturali nella penna dell’autore e viene facile seguirlo lungo la strada che lui ha costruito per il lettore, stupendolo a ogni fine frase – come solo lui sa fare.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Nuoto nel silenzio accompagnato

       dalle onde del mare

                   nuoto

Una cornucopia di pensieri con un finale che cattura e incide nel costato del lettore. Bella la costruzione e mai lento questo film che trasporta verso ciò che resta dei sogni.

Molto interessanti e freschi i lavori di Franco Fronzoli.

 

 

Ed il silenzio vaga si accoppia

      col vento abbraccia

              la pioggia

 

Franco Fronzoli

 

In - corrispondente

In – Out . La poetessa fa una dichiarazione chiara in una sola strofa e senza se e senza ma – risponde a tono a quel sentire che lei non ricambia.

Isabel Gide

 

 

Carta

Questa figura allegorica ardente anima l’autore Antonio Sangervasio a costruire un viale poetico che rassicura e invita ad accompagnarlo. Se solo avesse una voce (questa Musa intrappolata) …

antonio sangervasio

 

 

Seduto sul ciglio della strada

Poema della morte e del senso della vita. Una armata di ombre, idee, folgori di coscienza e armate di volontà contro uccelli iettatori. Ovunque noi si vada … la nostra ombra ci segue.

 

Alcamo, 03.06.2021 ore 14,14

Marino Giannuzzo

 

 

Calice di vita di gaudio

Sei caduto quaranta volte a terra!

Nella brulla terra tu hai respirato

la polvere dei dì che hanno sporcato

lo spirito. Con le unghie sporche afferra

 

fragili fronde del piangente salice,

solleva del tuo greve torace

ferite, e con l'amore che non tace

la vita e gaudio, riempi il tuo calice.

Alessio Romanini 

 

 

"Come faccio a non amarti ?"

Una poesia che arma d’amore chi ama. Il Poeta sente questo sentimento e lo riflette a sua volta in versi che devono restare come un dopo prezioso per colei che ricambia con forze questo sentimento.

 

Il cuor mio sempre cogli

pure al buio lo troverai.

Di luce mi scaldi e sciogli...

mi ami, come solo Tu sai!

 

26 giugno 23

Ben Tartamo

 

 

Incantesimo

Una magia spenta che la brava poetessa vuole comunque preservare nella sua memoria. Come tutte le cose preziose resterà nascosta in un forziere – infine il mare testimone dell’anima amata …

Poesia scritta con molta delicatezza e armata di armonie marine capaci di preservarne la bellezza.

 

 

Perché il mare altro non è

Che il respiro della tua anima

Un brivido di infinito

Una carezza sussurrata piano

 

27 giugno 2023

Sandra Greggio

 

 

Fugge

Una ronda a sfioro di mare che conforta lo spirito ferito della poetessa Silvia Trabanelli.

silvia trabanelli

 

 

Scende Poesia

In ogni poema scritto e letto c’è un’amante. Questo poema trascinante dle Vate Piero Colonna Romano è una porta aperta sulla vita che mira agli orizzonti e non per conquistarli ma per pura ambiziosa contemplazione perché si sa, gli orizzonti nascondono mondi ignoti che noi potremmo scoprire. Insonnia agli scrittori on piacciono i confini ed è proprio questo sconfinato sentire che equilibra il dolore con la gioia umana. Poesia come essenza consolatoria nei momenti bui. Poesia come compagna di sogni e desii.  Puro spettacolo per chi legge ma soprattutto per chi leggendo scriverà di quei mondi soltanto accennati dallo scrittore Piero Colonna Romano.

 

,

dentro mi scese come fa un amante,

mi diede e luce e amore e comprensione

e al mio tramonto vissi un'emozione.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Una crescita letteraria che merita attenzione e profonda lettura. Alessio Romanini riesce a trovare energie che costruiscono poemi non solamente profondi o intimi ma umani al punto di travolgere in noi ogni cinismo che s'è barricato dietro ai sensi. La sua poesia non è semplice anche se la lettura la fa sembrare. E' un uomo che attraverso gli sforzi, i sacrifici e i dolori è cresciuto in una letteratura che lo appaga (appagando noi) e riesce a catturare il lettore persino quando è esausto.  Questa poesia è una riga sopra ogni cosa da lui scritta finora e i plausi sono doverosi. Grazie Alessio per la magnifica lettura. Ogni verso di questo poema ha musicalità, ha emozioni ed è trascinante.


 

Calice di vita di gaudio

Sei caduto quaranta volte a terra!

Nella brulla terra tu hai respirato

la polvere dei dì che hanno sporcato

lo spirito. Con le unghie sporche afferra

 

fragili fronde del piangente salice,

solleva del tuo greve torace

ferite, e con l'amore che non tace

la vita e gaudio, riempi il tuo calice.

Alessio Romanini 

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo, al Vate Piero Romano - Colonna e a tutti Voi.

Miu

 

Un grazie di cuore a Jac, Alessio e Benedetto, per i graditi auguri di veloce guarigione, assieme ad un affettuoso saluto.

A presto.
Piero 

 

GRAZIE MIU

br1

 

Carissimo Piero Colonna Romano
Ci mancherai nell'azzurro ma so che più
Forte tornerai.
Grazie per i commenti e la cultura.

Ti sono vicino con il cuore e l'amicizia
Un abbraccio
A presto!
Alessio Romanini

 

Infiniti auguri di salute e pronta guarigione al caro Pietro Colonna Romano.
La tempra forte del poeta e le ali della comune fede ti riportino presto tra noi.
Benedetto

 

 

1-2-3 Luglio

Sopravvissuto

La chiusa di questa “metafora di vita” è un monumento ai propri ricordi, custoditi come un tesoro nel forziere dell’anima poetica di Salvatore Armando Santoro.

 

- Sonetto

(Boccheggiano 13.07.2022 – 18,20)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Vecchiezza

Il peso della vita è un lungo accumulare di peso che l’anima sente e l’anima poetica dell’ottimo Giuseppe Stracuzzi che vive non per se stessa ma per la Trascendenza, si esprime con evidente naturalità creando una poesia intensa, drammatica di cui si diventa fortemente partecipi.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

Sangue.

Poema di una intensità pazzesca. Il simulacro dell’ottemperanza a una bellezza “pronta a svanire (o svenire)”. Il mondo etereo è nell’organica materia che ottenebra la sensualità vitale ma l’Artista, lo scrittore Bruno Amore conosce bene le lande sopra cui fa camminare l’Immaginario. Discepolo ma non per scelta e cinico di questo nuovo millennio – Lui pessimista  ma solo per avvalorare il gusto di una morale incline al bene e all’amore. Poema di lettura non facile ma per questo squisita come sempre.

 

 

Da molto tanto troppo tempo

come una malattia cronica

questo bisogno isterico di lavarmi le mani

strofinando ogni strato deL dermatoglifo

per questo vago lezzo quasi un miasma

dal misto sentore di polvere nera esplosa e

di sangue e piscio nel lavacro di un mattatoio

a ogni consueto refren dei notiziari

alla vista dei titoli dei quotidiani

che mi puntano l’indice

E io che sottoscrivo ogni iniziativa di pace

contribuisco come so a raccolte di fondi

pro disastrose disastrate regioni in fiamme

sento lorde le mani come ci fossi stato

beccaio sanguinario alieno disumano

Del sangue avevo un solo ricordo dolce sensuale

restatomi in mente nonostante tutta la vita

quello che succhiai dal suo polpastrello

punto dallo spino d’un racimolo di more

nere brillanti come l’ossidiana

un giorno lontano lungo una sentiero di campagna.

bruno amore [br1]

 

 

La finestra

Il Poema è la memoria mezzo al quadrato moltiplicata l’Autore. Facile per Enrico Tartagni scardinare l’Universo e noi piccoli apicoltori astrali lo seguiamo con in spalle le nostre arnie di curiosità ancora da riempire. I suoi mondi diventano algebrici poi umani e nuovamente verso un abissale “me” in cui tocchiamo l’attimo della nascita davanti a una pallida luce. Se la lettura sembra assordante io a mio modesto parere dico no, la lettura è confortevole e morbida e concede al lettore il lusso di riflettere sull’astralità del complesso meccanismo umano. Sarebbe ovvio applaudir (ma mai banale) – preferisco un umile abbraccio letterario, quindi all’amico Enrico - ad maiora.

enrico tartagni

 

 

Lascia che vada

Silenzio, sole e una migrazione di pensieri poetici effige di un immaginario che trasborda con sensazioni sempre protese verso un apice come quel fulmine finale – finale che avanza col mutamento. Ogni energia che sembra disperdere Marco Cabassi si ricongiunge a un Universo ricco e vasto e ancora da indagare.

Marco Cabassi

 

 

...e il poeta resta solo

Un attimo di malinconia ben descritta e mai intimidita dall’avanzare delle parole che invadono il silenzio di una solitudine quasi rassicurante sebbene vista da una prospettiva pessimistica. Bravo Cristiano Berni a trovare le atmosfere giuste (l’autunnale, l’appassire della rosa …) in cui il lettore se immerso rigetta dalla monotonia e trova come sperimentare questo stato melanconico poetico.

Cristiano Berni

 

 

Un sempre nel Mai

La poetessa Alessandra Piacentino riporta un filo universale che sembra trovare luce alla fine di un tunnel molto buio. Una dualità che pare lei stessa volere battagliare come se una delle due la trascinasse verso la propria parte.

 

Dalla raccolta “sembri l’angelo Di un demone”

Alessandra Piacentino

 

 

Il temporale

Pittoresca questa cartolina quasi d’altri tempi che rievoca la gioia nel momento in cui si esprime in tutta forza il temporale…

Ci sono poemi del nostro amato Nino Silenzi che esaltano una freschezza letteraria capace di trascinante sentimento. Ovunque il grande poeta voglia condurci, noi ci sentiremo sempre appagati.

L’amore è una corsa sotto la pioggia e questa leggerezza d’animo traspira da ogni lettera che il Poeta regala alla propria anima e all’anima dell’Amata.

 

Ridemmo.

Poi, tu coi capelli bagnati,

io anche con le scarpe inzaccherate,

tornammo felici a casa.

 

Da La nostra storia

Nino Silenzi

 

 

Il rumore perpetuo del mare...

Lo specchio del mare nelle sue infinite sfaccettature abilmente disegnate dalla Poetessa Flora Fazzari. Poema che riporta la musicalità marina e ci lancia verso territori profondi che ancora dobbiamo esplorare.

Flora Fazzari

 

 

Grazie ...

Un ringraziamento poetico alla bellezza e a una Musa che ha incantato il poeta Silvano Notari.

Silvano Notari

 

 

Il mare era una favola

Grande Poesia. Qui si fa e si legge Grande Poesia.

Le mille dimensioni del encomiabile Felice Serino che ci catapulta verso una realtà “rosa, azzurra, turchina” che invade totalmente i sensi del lettore. Plausi scroscianti perché questo poema è un’apoteosi letteraria che resta vibrante ogni volta che la si rilegge.

 

"non vorrei più uscire da questa

dimensione eppure basterebbe

come altre volte

stringere forte gli occhi e..."

 

ma voglia non ne avevo - poi giocoforza

mi ritrovai quasi deluso nel mio letto

 

avevo lasciato un mare che era

una favola

un'immensa tavola

imbandita per i gabbiani a frotte

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Rosa nera

Tumulto e rammarico accompagnano queste strofe. Una rosa nera quasi funesta e violenta – diverrà vermiglia nell’eden dell’anima angelica cui è indirizzata. Marino Giannuzzo confessa questo dolore che lo trascina per colori verso un baratro da cui uscire potrebbe solo con l’immaginario (cosa che effettivamente fa).

 

 

Alcamo, c/da Molinello 14.07.2021 ore 21,30

Marino Giannuzzo

 

 

Rime chiocce

Partendo dal  nono cerchio dell'Inferno che il Vate riapre per i contemporanei storici che si avvallano di questo titolo quando emergono dalle poltrone.  

Un poema partigiano (non in senso politico) ma in senso divulgatore. L’uomo contro il vero mostro, il Poeta contro Giuda e la colonna infernale che s’alza alle stelle non può che assorbire questa patetica figura di cui l’Umanità (politica) si dovrebbe liberare. I denti di Piero Colonna Romano azzannano la mediocrità di una figura che svende e svilisce l’istituzione che vuole rappresentare ma la mia domanda è – non è forse la gente lui smogliante che l’ha investito con tale potere?

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Volar vorrei

Libero da chimere e fardelli di malinconie violente – a questo ambisce il nostro poeta Alessio Romanini. Le ali sono quelle della poesia e lui ritrova forze in se stesso che lo lanciano in un mondo in cui quei dolori patiti possono essere combattuti con la semplice fantasia – e ci riesce.

 

da fardelli e dalle umane chimere

libero!

 

All'albeggiare lo odo cinguettare

il meriggio lo vedo vagare.

Simile volar vorrei

spezzando catene dell'ovvietà!

Simile a lui aliare

lungi dalle afflizioni!

Di volar avrei voglia ma nacqui uomo:

le mie ali sono di poesia.

Alessio Romanini 

 

 

"Dalla mia finestra vedo"

 

Grazie Ben per la dettagliata spiegazione.

 

IN questo poema la finestra della vita ci mostra la ricchezza delle esistenze umane. Mi piacciono molto le ultime poesie postate, sono molto ricche di dettagli e di preziose profondità che incuriosiscono il lettore. Complimenti.

 

22 giugno 23

Ben Tartamo

 

 

[Prima che sorga l'alba,

vegliamo nell'attesa:

tace il creato e canta

nel silenzio il mistero.»]

 

Una poesia che risveglia i sensi e illumina da dietro gli occhi, il lettore. Plausi a Antonia Scaligine così abile a descrivere con semplicità la complessità di una combinazione natura e umana – virtù e tesori solo a lei così ben evidenti. Merita la rilettura questo bellissimo poema.

 

L’alba è per tutti, oggi è mia

ti vengo a spiare nel tuo mistero divino

quando esci dal guscio del buio

e la notte diventa una nera toppa

che si oscura di più

per slabbrarsi appena tu appari

e sciogliersi nella prima carezza d’azzurro

Aspetto che il sole spunti dal mare

ad illuminare il cielo

e poter remare

nel dolce o amaro mistero della vita

La luna intanto

ha messo in fuga le stelle

che svaniscono

sui cornicioni della mia città

E poi…un normale andare

a sbriciolare il tempo

a scheggiare il presente

tra strade , case e gente

e poi…tra l’aroma del caffè

e un leggero vociare

il passo lieve s’involerà

tra riverberi di sole

che svelano il segreto del giorno

tracciano la strada

schiacciata dai piedi in cammino

riportando alla luce

anfratti sospiri

fotogrammi di sogni

frantumati inganni

Tutto si sveglia

anche il vento rende

visibile il silenzio

e si raggruma in sussurri

nell’aria che sa di mistero

la luce s’impiglia nei vestiti del giorno

con i raggi del sole ricamati a punta a giorno .

Antonia Scaligine

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

Pensiero

 

Mi lascio trasportare dalla poesia di arrivederci di Piero.  Mai abbastanza potrò ringraziare del suo ricco letterario che pochi possono affrontare.  La sua assenza è come l’assenza di pioggia o di nevi in periodo invernale. Riparati, riposati e germoglia di energie perché sei il Pilastro di questo Azzurro Tempio. Torna presto amico caro. Jac

 

 

 

1, 2 e 3 luglio 2023

Poesie del giorno:

Giuseppe Stracuzzi –Vecchiezza-: Una magistrale serie di suggestive immagini metaforiche per narrare dell’andare dell’età fino al tramonto. Io scrissi: “vecchiezza di colpo t’assale/ed uno ci resta anche male/vedendo finir la giornata” ma il grande Giuseppe vola su alte vette poetiche. Complimenti.

Bruno Amore –Sangue-: Quel sentirsi sporche le mani, ad ogni notizia di crudeltà che ci viene dai telegiornali, come se ne fossimo responsabili, molto bene raccontato dal sensibile, ottimo Bruno, in questa poesia dagli intensi, addolorati toni.

Enrico Tartagni –La finestra-: Se non ricordo male fu Gadda che per primo nei suoi romanzi mescolò italiano e vernacolo, e fu un grande successo (nel “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” se ne contano almeno quattro) poi venne Camilleri. Enrico, per narrare di se stesso in maniera più viva, intermezza ravennate e lingua italica. L’effetto è, spesso , esilarante e sono ricordi che viaggiano da una finestra che “sghèt di luna brilla” a riflessioni quantiche sul tempo, sugli asparagi selvatici, sulla pineta, per chiudere con un “me ingarbuiè di memoria/nella fulga della smorzata luce alla finestra”. Grande Enrico!

Marco Cabassi –Lascia che vada-: Leggo una similitudine, in questi versi di Marco, tra pensiero e tempo. Entrambi si compiono velocemente, entrambi svaniscono.

Cristiano Berni -…e il poeta resta solo-: Solitudine che dice, almeno per la poesia, incomprensione. Ed i versi di Cristiano sono una serie di similitudini tra quelli che paiono inutili enti.

Alessandra Piacentino –Un sempre nel mai-: Una malinconica sensazione di smarrimento, resa con amare similitudini in questi versi di Alessandra.

Nino Silenzi –Il temporale-: Leggendo questo Nino, mi torna in mente la pascoliana “La mia sera” (“Il giorno fu pieno di lampi/ma ora verranno le stelle”). C’è una specie d’assonanza tra le due poesie, in entrambe il tema della paura (per Pascoli i suoi dolori) il suo svilupparsi ed il suo disciogliersi nella tenerezza, nei versi di Nino, nel ricordo, rassicurante, della madre, in Pascoli. E’ limpido e gioioso il poetare del nostro amico Poeta, scorrono lievi i suoi puliti versi che di natura e di sentimenti narrano, coinvolgendoci.

Flora Fazzari –Il rumore perpetuo del mare-:  La leggo come un ode d’amore al mare. Belle e romantiche le immagini, ben espresso il sentire amore.

Silvano Notari –Grazie …-: In definitiva, dopo una serie di ispirate immagini suggestive, presentate da un’anafora, il poeta rende grato ed amorevole omaggio alla madre, fonte di vita.

Felice Serino –Il mare era una favola-: Un  magistrale affresco del mare, reso con ispirati e bei versi.

Marino Giannuzzo –Rosa nera-: Nera l’anima e nera la mente ha reso il rifiuto di un eccezionale rosa nera. Così Marino spera che il potere del sole sia tale da modificarne il colore e, forse, il gradimento. Questo narra il poeta, con questi intensi versi.

Alessio Romanini –Volar vorrei-: Il confronto tra la libertà di un passero e la prigionia dell’uomo, legato alla terra, ben narrato da Alessio con questi versi che donano speranza di libertà solo nella poesia.

Antonia Scaligine –L’alba è per tutti, oggi è mia-: Suggestivo e bellissimo l’esergo che pare divenire il tema dei bei versi di un ispirata Antonia che ci regala un chiusa magistrale, densa di poesia con quel “Tutto si sveglia/anche il vento rende/visibile il silenzio/e si raggruma in sussurri/nell’aria che sa di mistero/la luce s’impiglia nei vestiti dl giorno/con i raggi del sole ricamati a punta a giorno.” Da applausi.

Jacqueline Miu –Morphiade-: Ancora una fremente richiesta d’amore, in salsa gotica, secondo l’ineguagliabile stile della grande Jac. Non stanca mai leggere e rileggere, ché ogni volta pare essere la prima volta e si resta stupiti. Complimenti Jac e grazie d’esserci.

Cari amici, questa volta i miei saluti, cordiali ed affettuosi, saranno gli ultimi per un indefinito tempo. A voi tutti dedico versi scritti molti anni fa in analoga occasione:

 

Arrivederci tre

Mi mancherete come il pane e il sale,

come l’aria pulita e come il mare

e già una tristezza ora m’assale

pensando a giorni privi di Poetare.

 

Un truce conciaossa abituale

un anca, dice, vuol far ancheggiare

e pronta  ha una lametta artigianale

e m’ha acciuffato e non mi fa scappare.

 

Così m’avvio a far questo tagliando

ma dopo tornerò più forte e bello

 e volerò più in alto di un uccello.

 

Ma a tutti voi, col cuore, raccomando

volate in alto con la poesia,

unica e sola a illuminar la via.

 

Un abbraccio a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Risposta a Sandra Greggio:
Grazie infinite Sandra, non avrei dovuto, da credente, scrivere cose così, ma a volte la notte ci assale, parlo di quella dell'anima e, parole come le tue, ridanno coraggio e forza come un caldo abbraccio o una tenera carezza sul viso di chi ha pianto.
Il Signore Gesù Cristo e la Madre nostra celeste ti benedicano di ogni Grazia.
Ben Tartamo

 

Commento
Ho letto in una disquisizione di Ben Tartamo e Jac queste domande esistenziali che spontanee vengono alle labbra in tempi come questi. Perché Signore infinitamente buono permetti ancora tante vittorie del male sul Bene, perché tanta sofferenza e morte di esseri indifesi, perché? Perché?! A cosa sono serviti l'immenso sacrificio del tuo unico Figlio? I nostri personali sacrifici, sforzi per raggiungere mezze, monche verità per un ideale imprescindibile di Giustizia?!
Anch'io sono credente , la mia professione è insegnante di Lettere, ora in pensione. Quante, ma quante volte i miei alunni mi ponevano domande come quelle di Ben Tartamo ed io ero in difficoltà nel trovare una risposta. Eppure c'è la risposta e la riporto qui: “ Dio non creò il male. Il male è il risultato dell'assenza di Dio nel cuore degli esseri umani”. Albert Einstein . Grazie
Sandra Greggio


Ringraziamenti
Scusandomi per il ritardo, desidero ringraziare vivamente l'amico e poeta Piero Colonna Romano per aver dato notizia del mio diploma d'onore, nonché congratularmi con il poeta ed amico Santi Cardella per i suoi successi ben meritati.
Colgo l'occasione per porgere i miei saluti a tutti i componenti del Sito e, in particolare, a Jac, che sempre spende parole molto lusinghiere nei miei confronti. Non può mancare il mio ringraziamento a chi ci guida, il nostro Magnifico Lorenzo, stupendo compositore di versi.
Sandra Greggio
 

 

 

27-28-29-30 Giugno

27, 28, 29 e 30 giugno 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzo –Quel giorno di settembre-: Malinconico, nostalgico ricordo di un giorno d’amore. Momenti che restano profondi nel cuore e nella mente e che l’ottimo Marino riesce, con bella maestria, a comunicare, con i suoi coinvolgenti versi.

Giusedppe Stracuzzi –Come fiorite aiole-: Un romantico, delicato modo di guardare al dopo, reso con la maestria che sempre si trova nel poetare del grande Giuseppe. Questa dolcissima la poesia, ci porta in un sereno domani e ce lo fa quasi desiderare. Complimenti, Giuseppe!

Bruno Amore –Lo so-: Forse Bruno ci vuol dire quanto confuso è un ricordo se si realizza in un tourbillon di congiuntivi imperfetti, passati remoti, presenti (ricchi di illusioni) che, comunque, resta dentro malinconicamente, dolentemente, nostalgicamente. Ma tant’è!  (sei decisamente forte, Bruno!)

Laura Lapietra –Waka-: E’ quasi tutto sintetico in Giappone, a partire dalla quasi totalità degli esseri umani. Inevitabile che anche nell’arte della poesia si realizzasse, a maggior ragione, efficace sintesi espressiva. Così Laura, con brevi pennellate, disegna il suo sentire romantico, con una chiusa vagamente ermetica, per non rivelarlo appieno e dargli un aura di mistero.

Antonella Frison –A Te, o Signore-: Intensa preghiera, velata di poesia, ispirata da una profonda fede.

Ciro Germano –Mille altre cose-: C’è bisogno di riposo dopo l’amore, riposo perché altro tipo d’amore prosegua teneramente. E così Ciro, con intensi versi, lo narra e coinvolge il lettore.

Nino Muzzi traduce Bob Dylan-: Ottima traduzione di una delle più significative canzoni dell’immenso Dylan che, in questa, chiede ad un certo mr. Tamburino (forse spacciatore) di poter svanire in un sogno, non sapendo dove andare a vivere. Grande canzone di un grande della musica.

Enrico Tartagni –Artù-: Ode al fedele amico di una vita, resa con accenti d’alta poesia da un ispirato, affettuoso e riconoscente Enrico.

Felice Serino –Mare aperto-:  Poetica similitudine tra mare ed anima, entrambi luoghi “aperti” al sogno, in magistrali versi del grande Felice.

Jacqueline Miu –Un mostro che ama potare i giardini infernali-: Con l’amore quale unico, desiderato traguardo, ecco una surreale narrazione di inferni e gironi, di richieste sadiche, di progetti di vita in boschi disneyani, il tutto immerso in gotica atmosfera da sogno e per sognare. La solita grande Jac che stupisce ed incanta, in scritti che meritano solo applausi.

Sandra Greggio –Un nuovo amore-: Perfetta descrizione del fascino che può regalare un nuovo romanzo e di come  questo fascino si realizza. Un ottima Sandra lo narra alla perfezione con forti e bei versi.

Alessio Romanini –Specchio delle mie brame-: La verità immutabile e vera la si trova soltanto guardando in uno specchio. Così il nostro ispirato Alessio lo narra con i suoi intensi versi.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed i graditi commenti alle mie “Ofelia” e “Più bella e più grande che pria”.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

 

Rispondo volentieri ai sempre graditi e sinceri commenti della nostra cara Jacqueline Miu.
 

"Pianto antico"

Bella e molto profonda la prima strofa ma non sono riuscita a capire bene il finale (se possibile  … avere altra chiave di lettura).

sab 10 giugno 23

Ben Tartamo

 

Innanzitutto un grazie sentito e commosso, sei l'unica che vede poesia là, dove io stesso, non trovo forse più il senso del mio infantile modo di tradurre in parole e pause, quel confuso , triste, arrabbiato e, forse rassegnato mio mondo interiore.

Stanco, troppo stanco, per non riuscire più a vedere giustizia, buon senso, umanità e coerenza là, dove ho speso i miei anni migliori, quelli della giovinezza e della maturità: lo Stato, la Patria!

Fortuna ha voluto, io direi meglio Dono, Grazia, che il buon Dio mi ha posto dentro l'anima il seme della Fede, se no, davvero, in tutta sincerità, avrei fatto altro nella vita. Il brigante, il terrorista oppure il folle e semplice artista , pazzo per scelta e per convenienza.

E dopo questa confessione intima, un tentativo di risposta, perché non è sempre semplice rispondere e trovare le parole giuste, appropriate che traducano il senso di un poetare, il mio, spesso automatico, mosso da ispirazione improvvisa, da un suono, un colore, un'immagine dipinta o naturale ovvero l'improvviso dolore per una vecchia ferita mai del tutto guarita o ben cicatrizzata: Giustizia e Verità.

Prima di arrivare alla spiegazione della chiusa finale, permettimi però di raccontarti com'è nata questa lacerata pagina intima pregna di rimembranze, ricordi, riflessioni su ciò che siamo oggi, quello che siamo stati , ciò che avremmo voluto essere e realizzare e, il tentativo tra l'inconscio e il surreale, di dare a se stesso un po' il senso della propria vita, del personale agire oltre che effondersi tra pensieri e parole e non solo azioni.

Innanzitutto il titolo, è lo stesso, ("Pianto antico") che si può leggere nella stupenda poesia di Giosuè Carducci. Lirica dedicata a suo figlio Dante morto in tenera età. Anche in questa opera c'è l'immagine dell'albero che nella mia visione onirica dell'esistenza rappresenta per me il proprio corpo, anima e spirito. Una visione, la mia, per dirla con le parole di una precedente poesia, che tenta di : "...Scrivere di un sogno

nella quarta dimensione,
perché c'è bisogno
di uno sguardo di eccezione,
un cubismo orfico,
una danza di Dervisci...."
 

In effetti, molte volte , come penso realizzi tu, dolce e cara Jac, io parto da un quadro, da una scena, da una confusa tela di colori, pennellate tipo pixel, strappi, tagli, macchie....per poi arrivare alla poesia vera.

Quell'albero, teso nella tormenta sono io stesso che rifletto su quanti volti smarriti, scomparsi , quante occasioni, amicizie, amori e passioni perdute, errori, tenerezza non donata o quasi rubata,etc (le foglie che lasciai rubare al vento).

E poi, chiedendoti perdono per la mia mancanza di sintesi, arrivo al finale dove, come spesso si ripresenta l'immagine di un Dio che sento, avverto, in cui credo profondamente come Entità d'Amore vedendolo come Padre certamente misericordioso e giusto, ma tante volte misteriosamente assente, silenzioso, quasi fuggito a tanta crudeltà umana, ingiustizie, follia , etc. (Cielo di brivido argento).

Infine, la doverosa spiegazione del finale criptico:

".. lascia che i miei rami..." (vedendomi come un albero, i rami rappresentano per me, le mie braccia e mani che oranti in un momento di sconforto e di "notte dell'anima", lasciano scivolare copiose lacrime che danno sfogo ad una sincera preghiera di singhiozzi e turbamento , paura, sgomento...("...rugiada di fresca preghiera bevi la mia terra.") come nell'immagine evangelica di Gesù nel Getsemani. Figura di un'umanità disarmante e disarmata, perché quasi priva della parte divina, ricordi? Gesù presago della sua imminente cattura e orribile svilimento della sua dignità fino alla morte in croce, piange quasi, oserei dire , disperato e inconsolabile. Si sente solo, abbandonato non solo dai suoi amici, ma persino dallo stesso Padre celeste.

Ecco, questa mia umile poesia, è la rappresentazione scenica, grafica e pittorica, di un urlo sgomento di dolore e paura ai piedi della tomba di un mio fraterno e giovane amico, marito e padre, poliziotto in Terra di mafia, morto suicida o, come io credo, "suicidato". È il mio voler gridare, quasi litigando con Dio e pur riconoscendo le mie fragilità, i mille perché di un'umanità ammalata, confusa, sperduta davanti alle immancabili ingiustizie verso i più deboli e fragili. Il mio personale, apparentemente blasfemo ma sincero: ""Eloì, Eloì, lemà sabactàni?" (Dio Mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?)

Perché Signore infinitamente buono permetti ancora tante vittorie del male sul Bene, perché tanta sofferenza e morte di esseri indifesi, perché? Perché?! A cosa sono serviti l'immenso sacrificio del tuo unico Figlio? I nostri personali sacrifici, sforzi per raggiungere mezze, monche verità per un ideale imprescindibile di Giustizia?!

E ,  teso come un albero, resto ancora, scosso dal vento, fradicio di grandine e pioggia incessante in un'estate strana che, anziché profumare di rose e gigli, esala miasmi di veleni e polvere e morte.

Tuo Ben Tartamo

PS: una preghiera per i tanti sconosciuti eroi e martiri di questa amara Terra italiana e anche per me, ne ho davvero bisogno.

 

 

24-25-26 Giugno

E intanto cadono le foglie

Canto in ritornello e ste foglie che accompagnano il passo pensiero dell’autore.

Marco Cabassi

 

 

Quelle tue delicate fragilità

Questa fragilità che invita il poeta ad assumere un atteggiamento di protezione. Una poesia che attribuisce alla bellezza anche l’attributo di vulnerabilità. Un amore discreto, mai altisonante che prenderà il ritmo del cuore dell’amata senza volerlo possedere (in negativo). Un senso di appartenenza che sviluppa una sua radice umile e consacrata – ottimo Franco Fronzoli che sottolinea una volontà lontana dall’egoismo e stoica confronto al benessere dell’altra.

 

Vivrò nei tuoi respiri nelle tue ansie

nelle tue fragilità

nel tuo

 

cuore

Franco Fronzoli

 

 

Ascoltando un cinguettio

Bellissimo poema che s’intona molto col mondo storico (insipido) che ci circonda. Il settimo senso di questo dotto e spesso cinico autore ci invita a sentire ciò che resta al mondo – quando scondito delle virtù che lo rendono bello. I complimenti sono dovuti.

Da un pezzo mangio cibi senza sale

ma vedo che d'insipido è ormai tutto

e chi governa invece di discese

al popolo costruisce solo scale.

 

(Boccheggiano 8.7.2022 - 9:41)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Altalena

All’estremità del filo c’è l’inizio dello stesso ma è proprio quel passato e i suoi ricordi che pettinano i nodi di ciò che ancora non è ben chiaro.  L’inimitabile Nino Silenzi cerca all’orizzonte ciò che nell’illusione è ancora in ombra e sebbene la sua congenita limpidezza poetica lo accompagni – v’è un sensore gotico di crescita verticale a cui lui non può negarsi e con cui fa i conti anche quando scrive. Sempre armato di sogni lui tiene acceso il fuoco e il lettore è appagato, quasi possa sentire in se stesso la medesima discendenza.

Vivo rimedio essi sono

per districare il groviglio

di sogni e sentimenti,

di illusioni e speranze.

 

 

Da Verso l'orizzonte

Nino Silenzi

 

 

Il canto

a Manuela

Preghiera alla Luna – oppure Ode all’amata. Romantica questa atmosfera dai profumi antichi che segue coi sensi il ritmo sentimentale del poeta. C’è della leggera trascendenza che rende mistica questa lontananza da ciò che il pensiero vuole.

Aldo Calò Gabrieli

 

 

Viale Fulvio Testi

Graziosa questa sosta su Viale Fulvio Testi – un encomio timido ambivalente per un interessante finale. Chissà se si trattava solo di seduzione o semplicemente una visione che andava col passo del funambolo. Molto interessante e questo finale mi piace molto. In attesa di altri lavori …

E poi con un cenno della mano

timido ambivalente ti voltasti

a tagliare in due il traffico (grazie a Alessio Vailati diventato poetico) di Milano.

Alessio Vailati

 

 

D’antico (C)arme

Attraverso i colori della Luna il poeta Patrizia Spinelli narra le imprese umane.  Elogio alla limpidezza della sua esigente indagine  e in attesa di leggere altri lavori …

Patrizio Spinelli

 

 

[Scrivo, busso]

Surreale e fresca … pizzichino elaborata ma perché no? In fondo è Poesia e Poesia abbraccia qualunque espressione di ratio e anima. Riverenze al nobile Nino Muzzi che ci allieta le menti con continue proposti di autori meritevoli di lettura. Grazie Nino.

Sascha Garzetti      traduzione di Nino Muzzi

 

 

Il Giglio Freud e l'inchiesta

Il peso della piuma di Anubis e l’ora del Tributo. Una indagine del miglior poliziesco poetico – un giallo letterario pertinente e inquadratura sul pater della psichiatria moderna ma basta? Certamente no. Fiorisce nella più elaborata ambizione poetica un Enrico Tartagni che con la baionetta d’inchiostro

arriva alla … sete del capire

Ci saranno mai mondi capaci di negargli l’esistenza – credo fermamente che ci sia una Suite nell’Albergo 5 stelle dell’Oltre che spetta a questo incantatore di platee.

enrico tartagni

 

 

"Pianto antico"

Bella e molto profonda la prima strofa ma non sono riuscita a capire bene il finale (se possibile  … avere altra chiave di lettura).

sab 10 giugno 23

Ben Tartamo

 

 

Ringraziamento

Un gioioso e energizzante racconto della propria fede e il ringraziamento per la forza che la grande Autrice Sandra Greggio ha ereditato da questo bene divino.

Sandra Greggio

 

 

Più bella e più grande che pria

(aprile-maggio 2014)

 

Cambiano attori ma a diriger la Patria sono sempre i burattinai. Figure losche e predicatori di fede che cambia come il vento durante le stagioni.

Il Vate non se ne sta comodo nella propria poltrona ma aggiunge pulci nell’orecchio di chi ancora può sentire come predica bene il male quando ha una sì grande scena. Povera Patria.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Filastrocca dell’estate

Deliziosa. Un mare che diventa un quadro da ammirare e la bravissima poetessa decanta con vibranti parole ogni sensazione – il lettore è inebriato.

Antonia Scaligine

 

 

"Lasciate che i fanciulli vengano a me" (Marco 10,14)

 

Poesia che riflette la tragedia dei bambini in questa folle guerra. Ma chi pensa a loro? Encomio all’autore che con vibrante passione parla di un argomento spesso sulla bocca di stolti politici che si fan pagare per dire bene ma del bene in fatte non c’è verso di vedere. Bravo Alessio, continua così.

Alessio Romanini 

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

21-22-23 Giugno

Cerco il paradiso...con la gazza ladra 
Paradiso
Tira il vento - lo coloro.

Mi sarebbero bastate queste sei parole per creare il poema perfetto – caro Enrico il resto è un peso per la meraviglia che hai creato. Lo so che tutto quello che ti anima è una scenografia straordinaria e partecipe al tuo stato immaginativo ma queste sei parole hanno creato un Poema da Nobel. Poema che parla di positività, creatività, gioia e vita. Il mio modesto parere non conta ma torno ad affermare con piacere che certi scritti – vorrei averli concepiti io. Plausi e Plausi!

Il resto del Poema segue tutti i canoni di questo straordinario autore imbevuto di immaginazione e un creativo (avvinazzare – concept attoriale – guida per eccellenza per le Vie di un Mondo a molti inammissibile).

Enrico Tartagni

 

"Io sono"

Meritocrazia equilibrata questa essenza dell’essere umano. Cristiano Berni è non solo il fautore di una morale bonaria ma il discepolo Dum vivimus, vivamus. Follia e candore, eroe mancato e tante altre idee che ha di se stesso questo bravo autore.
Cristiano Berni

 

Ossessione
Profonda e penetrante questa ossessiva immagina di passaggio del tempo. Bravo Marco Cabassi a organizzare il ritmo poetico che non affatica il lettore durante la lettura del poema.
 Marco Cabassi

 

Strade piene di luce soffusa di chiari

Una città con vele spiegate e non una città qualunque ma la meravigliosa Genova, qui abilmente descritta dal nostro autore Franco Fronzoli. Questa bella città fatta di passioni e donne eleganti parla pure di una poesia soffice che invita allo specchiarsi nel mare blu su cui s’affaccia.

Franco Fronzoli

 

Vita e idea
Un poema che staziona sulle pene umane per poi decollare verso il cielo. La speranza è il bene sono i sentimenti prevaricanti nell’ardore poetico di questo ottimo autore. Porta con te soltanto il bene … belle, belle parole.

Se il portator si ferma la fiaccola cammina,
porta soltanto il bene, lascia morire il male.
Nel cielo ardon le idee che ogni uomo trascina
per ricomporre, insieme, la luce universale".

Santi Cardella

 

Voli circospetta
Bellezza e naturale vitalità sono il connubio che vivacizzano questo piccolo e delizioso poema della brava Antonietta Ursitti.

Antonietta Ursitti

 

 

Il torpore di una casa è fatto dalle persone che ci vivono.
Un orgasmatico invito a leggere di questo transoceanico amore cui la poetessa dedica ogni cellula di se stessa – senza risparmiarsi in ardore.

Sabatina Napolitano

 

Mi amarono i re

Una nuova scoperta regalataci dal nostro insuperabile Nino Muzzi e trattasi di questa giovane autrice austriaca il cui percorso merita la nostra attenzione. Grazie per il lavoro svolto e molto interessante il poema.-
Daniela Chana      traduzione di 
Nino Muzzi

 

 

Sistro

La crescita poetica di Alessio Romanini è esponenziale alla variegata natura dei suoi scritti e va elogiato questo volersi cimentate in tutto il ramo umano e del suo percepire la natura. Poca eloquenza ma molto trasporto che vivacizza pensieri e idee che lo portano a navigare la Fantasia.

Alessio Romanini

 

Per non dimenticare
Mi chiamava il sole
 

L’ottima Sandra Greggio non dimentica l’amore e usa per esaltarlo, tutta la sua delicatezza poetica. Una gioia che solo lei sa esprime con parole come “mi chiamava il sole”. I complimenti sono il minimo per questa categoria di lavori in cui l’autrice eccelle.


La nostra indimenticabile empatia.

19 aprile 2023

Sandra Greggio

 

Mediterraneo
Il mare blu è diventato il Mare di Morte. Una tomba d’acqua che accoglie immigranti – ecco lo scempio di queste carni mandate a morire dal loro paese e da tutti quelli che non li vogliono nel proprio senno. Una vergogna che tinge di Tristezza la storia dei nostri tempi.

Carlo Chionne

 

Ofelia
(da un dipinto di Millais)


Sarebbe strano non trovare una “favola poetica in assenza del mare” nei contenuti letterari del Vate Piero Colonna Romano. La figura di Ophelia è ingentilita dallo scenario e mentre l ’annichilazione assorbirà quei dibattuti momenti tra ethos e pathos – la ragion poetica della bellezza che svanisce per raggiungere obiettivi celestiali più ambiti diventa la colonna portante del Poema.  Fino al finale, dove il male è annullato e non v’è alcuna contorsione sentimentale che riporti al dolore – Ophelia rappresenta l’anima di colui che crea questo vibrante scenario, una allegoria così diafana e mai impertinente molto vicine alle immense esperienze di vita che ha raccolto. Plausi a questo pilastro Poetico e nulla altro dico se non … rileggere --

Mente che visse promesse d'amore,
perse ragion per la grande illusione,
marcio sfuggì con crudele emozione.

Or che dal mare avrà liete le ore
e svaniran le frementi passioni,
potrà cantar le più dolci canzoni.

Da  DI SONETTI UN ARCOBALENO

Piero Colonna Romano

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

21, 22 e 23 giugno 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni -: Cerco il paradiso…con la gazza ladra-: Come quadro astratto dalle surreali immagini si sviluppa il pensare, narrandolo, del fantasioso Enrico. E’ come guardare un quadro astratto leggerlo e provarne piacere.

Felice Serino –Fantasie (ipotesi dell’impossibile)-: Sensazioni che vanno e vengono, sintetizzate dai versi di Felice il grande.

Marino Giannuzzo –Pesce d’aprile-: Spassoso racconto in versi di un malizioso pesce d’aprile che di corna parlava. Di chi? Resta un mistero perché a tutti ed a nessuno attribuite. Bravo Marino!

Cristiano Berni –“Io sono”-: Narrarsi in rime baciate, outing e analisi di se stesso,  in definitiva assolvendosi, in questi piacevoli versi del bravissimo Cristiano.

Marco Cabassi –Ossessione-: Con altro ritmo ecco altra analisi di se stesso e dei propri sogni, chiusa da una pessimistica conclusione.

Franco Fronzoli –Strade piene di luce soffusa di chiari-: Intenso e condivisibile omaggio alla splendida Genova, cantata, struggentemente, nell’operetta “Paganini” di Lehàr, là definita “Genova madre, mia superba e gran città” in un brindisi all’Italia (“bel cielo azzurro dell’Italia mia”). E struggenti sono i versi del bravissimo Franco. Complimenti. (suggerisco la lettura di “Litania” di Giorgio Caproni)

Santi Cardella –Vita e idea-: Un malinconico tirar di somme, al tramonto del tempo che ci è dato, in questi bellissimi versi, densi di sentimento, di un ispirato, grandissimo Poeta, quale è Santi. Applausi convinti.

Antonietta Ursitti –Voli circospetta-: Deliziosa metafora sul vivere in mezzo alla gente, resa con magistrale poetare dalla bravissima Antonietta.

Sabatina Napolitano -:Il torpore di una casa è fatto dalle persone che ci vivono.-: Morale della favola: amor omnia vincit, e, soprattutto, rassicura e conforta. Questo narra, poeticamente, l’eccezionale affabulatrice che è la nostra bravissima Sabatina. Applauso.

Nino Muzzi traduce Daniela Chana-: Singolare composizione che forse, metaforicamente, denuncia un disadattamento alla gente normale (la amano i re ma ne hanno sospetto le fruttivendole, sostanzialmente recitano i versi) di questa ignota (a me per lo meno) poetessa austriaca. E sempre grazia a Nino per queste colte proposte.

Alessio Romanini –Sistro-: Intenso omaggio a Iside, ispiratrice del poetare di Alessio, dea della magia, della fertilità e della maternità nell’antico Egitto. Omaggio che, reso col suono (sgradevole) del sistro, forse la dea non gradirà, ma si sa, i gusti musicali cambiano nei tempi.

Jacqueline Miu –radici di liquirizia-:  La frenetica ricerca dell’amore, da Parigi a Casablanca, recitando Valéry e Mallarmé, slogandosi le caviglie, inseguita da mega zanzare ecc. ecc. ecc. Insomma la fantasiosa, affascinante affabulatrice di sempre che incanta e muove agli applausi. Grande Jac! Come sempre.

Sandra Greggio –Per non dimenticare-: Il nostalgico. Malinconico ricordo di un romantico lago, narrato con belli e puliti versi di un ispirata, bravissima Sandra.

Carlo Chionne –Mediterraneo-: I drammi che si realizzano, ormai da troppo tempo nel Mediterraneo, tra gente che chiede soltanto di poter vivere una vita degna d’essere vissuta ma vi trova la morte, nell’indifferenza di un opulenta, suprematista civiltà cattolica, ispira Carlo per questi taglienti versi accusatori. Il Mare Nostrum è diventato il loro cimitero e, prima o poi, una qualche Meloni di passaggio chiederà ai sopravvissuti indennità per l’inquinamento causato da troppe salme al nostro azzurro mare.

Un grazie di cuore a Jacqueline ed a Sandra per l’attenzione ed i graditi commenti alla mia “Nostalgia”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

18-19-20 Giugno

Oltre che complimentarmi con tutti i Sitani ed esprimere il mio ringraziamento a chi commenta, volevo dire che la mia poesia Mancanza potrebbe sembrare una risposta virtuale a Nostalgia di Piero Colonna Romano. Le due poesie secondo me si sposano perfettamente. Grazie a tutti, in particolare al Nostro Lorenzo.
Sandra Greggio
 

 

 

Un grazie e un saluto ai sitani
Le mie gengive poetiche non accettano qualsiasi cosa nel palato delle “mie scelluline grigie” (diceva Poirot) ma questo fa di me l’esperto apprendista – primo livello sopra il nulla poetico.

La vita è breve è unica e bisogna cantarla. Ogni Tempio non è necessariamente azzurro ma se dovessi scegliere, dove potermi ispirare, io m’innesterei alle Colonne Blu e a coloro che lo hanno creato. Il mio grazie è solo la minima parte di un affetto acquisito e silente che m’anima a fantasticare, quando Vi leggo.

Siete il mio alveare, casa congiunta alla gioia produttiva di una grande (e umile) letteratura italiana.
Miu

 

 

 

Ecchymose etc

[ritrovarsi ad un tratto già vecchio]

Patrice Delbourg

Nato nel 1949, a Parigi. Vive ancora lì. Poeta, romanziere, editorialista, complice di "Papous dans la tête" su France-Culture. È stato a lungo giornalista presso "Nouvelles Littéraires" e "L'Evénement du Jeudi". Autore di libri che riflettono la varietà dei suoi interessi: umorismo, diario, canzone francese, giochi mediatici, sport, scrittori dimenticati.

 

Vincitore del Prix Max Jacob, del Prix Apollinaire e del Prix de la Société des Gens de Lettres per i suoi libri di poesie.

 

Muri bianchi un ostacolo probabilmente all’eternità desiderata dal poeta. Un significativo prodotto letterario in cui ogni riga scritta fa parte di un profondo  percorso di vita poetica.

Nino Muzzi che altro dire a questo impagabile Spirito Cacciatore di Talenti: Grazie.

Un sito poetico letterario non è solo mettere in mostra le proprie creazioni ma accettare, vivere e scoprire nuove rivelazioni letterarie. Il pane quotidiano dell’apprendimento è l’entusiasmo si altri come noi.

 Patrice Delbourg       traduzione di Nino Muzzi

 

 

C'è l'hai un stamattina...

 

Caffè amore – uno splendido scenario fin de siècle ’90 – aria tiepida per quell’ondeggio di gonne e una deliziosa atmosfera “sognante”. Quale donna rifiuterebbe tale invito? Insomma un caffè senza zucchero per il grande poeta quasi sicuramente perché la sua galanteria non ha bisogno di aggiunte al consistente bagaglio emotivo, culturale e umano. Merita una rilettura libera sensi quindi lascio l’intera poesia.

Un amore esclusivo al Caffè

Non Escludo niente

Ti vedo amore

Da tanti infiniti preziosi anni

Bella ondeggi tra la folla

Palpito per te ad ogni passo

È un cross visivo e ti urlo da lontano

ti amooo!

Volteggi e non ti volti eppure te l'ho detto in un orecchio

Ti amo

E tinseguo tuttinsieme

In un crocchio

 

Senza respiro

Tra la folla

Per poter dire a te

Fermati con me

Lasciati baciare

Andiamo da Fiorella

in questo bar prendiamoci un caffè

Nero e bollente

È l'oro tuo dei tuoi capelli che mi sconvolge il corpo

E i tuoi occhi di celeste invio

Pungono il mio cuore

Mi blocco nel parlare

Sto dicendo t'amo

Nel mentre sto a guardarti

Voglio averti qui con me

Tu sorridi

Mi sussurri

Buono il tuo caffè

Amore mio

Non lo sapevo

Ma non escludo niente io

ps senza zucchero il mio caffè

enrico tartagni

 

 

Riflesso

(il soma: "appendice" del cielo)

 

M’illumino d’immenso. Così commenterei questo piccolo poema. Che altro dire – leggere e leggere Felice Serino appaga.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Nel mio garage

I veri animali son là fuori. Questa nuova amicizia che appassiona il poeta Marino Giannuzzo appassiona anche noi. Il vero spettacolo è quella paura felina narrata con maestria dal padrone di casa(meglio dire del garage). Godibilissima e necessariamente piena di sentimento che non bisogna dimenticare di elogiare.

 

Alcamo, c/da Molinello, 05.11.2021 ore 11,45

Marino Giannuzzo

 

 

"Atlantide"

Un suono sommerso di campane nel ricordo delle civiltà narrate da Platone e perdute per sempre. Un curioso “blackuot” della storia umana rimasta solo tra le pagine dei libri dell’antico filosofo. Noi non ricordiamo. Ci saranno state meraviglie degne di segnare il passo moderno ma … oramai sono sepolte.

Un poema che il bravo Cristiano Berni ci regala per incentivare il sapere che ha sempre bisogno di essere alimentato.-

Cristiano Berni

 

 

Incompiuto

L’amore come un petalo di un fiore caduto. Momenta fugitiva – il raggio di sole in quel pieno inverno e un Marco Cabassi che guarda indietro pieno ancora di molte domande. Non è forse romanticismo questo?

Marco Cabassi

 

 

Lunghi pensieri...

Snap Out Of It – pensieri che rubano il presente e il corridoio del tempo che si dilata. Tutto si smussa e persino il peso dei pensieri neri diventa una cosa diretta verso una dimensione antigravitazionale.

Flora Fazzari

 

 

Gelosia Proiettiva

Una gelosia che segna con le sue spine. Laura Lapietra parla di tutte quelle deformazioni nascoste dal piumaggio colorato di un sentimento che appare bonario.

©Laura Lapietra

 

 

Ricordo

Ricordi vivi e chiari nella luce e ricordi nel sempre più buio che s’impiglia nel costato.

Un canto sublime che prende l’anima del lettore e la ubriaca. Magnifico fin dentro ogni cellula il Poetare di Renzo Montagnoli. Plausi scroscianti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

evaporerà al luccichio delle stelle

si scioglierà in polvere di luna

e di me non resterà che la memoria

in lei e in chi vorrà.

 

Da Canti celtici

Renzo Montagnoli

 

 

Quel leggero vento che mi accompagna

Il vento della vita che spinge avanti lo spirito di Franco Fronzoli. Un vento che ispira i ricordi e l’azione.

Franco Fronzoli

 

 

Quando cantano le cicale

Amore, cicale e ricordi. Una tavola bandita di ricchezze poetiche che invitano il lettore a lasciarsi trasportare. Mirabile questo dono di “sole” e di pioppetti e ulivi.

 

(Boccheggiano 31.07.2022 – 2:47)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Dopo preparo un frullato con pere, latte e biscotti.

La storia personale nascosta nella ricetta di un pancake.  Piccoli gusti, sogni e ricordi ma soprattutto quel torrente che alimentava tutti. Questa è la vera ricchezza di un poeta, il suo bagaglio e la sua terra.

 

Da "Nelle sue braccia" (Gian Giacomo Della Porta, 2022)

Sabatina Napolitano  

 

 

Nostalgia

Il traguardo d’altri sarà il “dopo” ma ora il pensare poetico va alla mancanze.

Paul Valéry

La morte è scrutata solo da occhi viventi.

Il Vate Piero Colonna Romano non resta impigliato nell’uncino della morte, la scansa per quell’Oltre dovuto e di pace. L’unico rimpianto suo e di tutti noi (io in primis) sono le canzoni e i brividi davanti alla bellezza che il sentire sarà mancante dall’altra parte.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Scacco matto

Il mondo del Parassita -  l’Uomo che ha inflitto mali aggiuntivi alla natura. Alessio con la sua bravura poetica l’ha smascherato.

Alessio Romanini 

 

 

"A volte"

Questo grido di giustizia è un piccolo fiore all’occhiello nella poetica di Ben Tartamo.

 

17 maggio 23

Ben Tartamo

 

 

Mancanza

Un poema che fa emergere quei colori e quella freschezza creativa – doni caratteristici della ottima Sandra greggio. L’amore che la armo è il filo conduttore di questo “regalo” che offre a una terza persona e al lettore.

 

7 Maggio 2023

Sandra Greggio

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

15-16-17 Giugno

15, 16 e 17 giugno 2023

Poesie del giorno:

Nino Muzzi traduce Patrice Delbourg -: Wiki ci informa che questo giornalista, scrittore e poeta contemporaneo ha vinto un concorso sull’umorismo nero. In questa composizione, che pare autobiografica, ne troviamo qualche accenno. Sempre grati a Nino per queste sue colte proposte letterarie.

Enrico Tartagni –Mausoleo-: Pare un testamento, reso con immagini che fanno riferimento a fumetti famosi, del fantasioso Enrico, epigono dei beat trapassati.

Felice Serino –Per poca fede-: Fremente invito alla fede, condito da pesanti anatemi, per i non credenti..

Marino Giannuzzo  -Nel buio della notte-: Una notte d’amore che porta ad un risveglio da innamorati, narrato con delicati ed ispirati versi, di Marino.

Cristiano Berni –“Lo specchio”-: Studiarsi nello specchio e vedersi diversi da come immaginiamo d’essere. Pirandellianamente  Cristiano, costruisce  ottimi versi/analisi di se stesso ma che sono anche un invito ad imitarlo, per meglio conoscersi.

Marco Cabassi –Tra i colli piacentini-: Delizioso acquerello dei colli Piacentini e dei dolci paesi che li abitano, in questi descrittivi e bei versi di Marco.

Marino Spadavecchia –E dirti-: Un romantico Marino compone versi che sono pennellate d’amore e di pena per non trovarne corrispondenza. Un capolavoro quel verso di chiusura da ricordare.

Anna Maria Guerrieri –Rimpianto-: Una lunga separazione crea dolore e rimpianto per quel che poteva essere e non è. Ed è questa pena che ispira versi dal dolente tono della bravissima Anna Maria.

Carlo Tella  -Scendono-: La leggo come fosse una protesta verso chi pare non avere molto interesse per il poeta, situazione che crea dolore e smarrimento come, magistralmente, dice il verso di chiusura.

Sabatina Napolitano –Le colline formano delle onde come la tua schiena-: Un mix di pensieri in libertà che vagano da una maleodorante cappa alle contrade di Asciano, al desiderio di visitare amene località, alle “minne” di Sant’Agata (così si chiamano in Catania dei dolci che ne richiamano le forme). Un piacevole viaggio nella fantasia della nostra Sabatina, insomma.

Sandra Greggio –Voglia di cielo-: Intenso atto di fede e d’amore verso i bimbi colpiti da un insana guerra, col desiderio intenso, che da questi forti versi deriva, di pace. Brava Sandra !

Alessio Romanini –Il mare è sirena d’incanto-:  Un atto e dichiarazione d’amore al mare, detto con rime incatenate di dantesca memoria.

Jacqueline Miu –Funerale alla pioggia-: Bentornata nell’azzurro, Jac! E grazie per questi versi densi d’amore e di passione, e lo sono anche quando piove su di una Parigi e cadono gargoyle. Un capolavoro d’intensità sentimentale da ricordare quell’ “innamorati indecisi fradici di sogni di cui mal conosciamo la strada” . Difficile non rileggerti, cara Jac !

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Nell’oltre”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

 

Ecchymose etc

[lui veniva sempre a mezzogiorno]

Un realismo aerioso e imperante in questo ennesimo splendido regalo del nostro Nino Muzzi. Grazie Nino per la tua instancabile fatica e questa promessa di novità che non ti smentisce. Sei un grande, grande talent scout.

Patrice Delbourg       traduzione di Nino Muzzi

 

 

 Mausoleo

Viaggiatore dell’immaginario col taccuino pieno di fantasie extra dimensionale. Letterature mirate con didascalie in cui emergono il carattere (alla Ariosto) avventuriero e indomito in un certo senso. Infaticabile divulgatore di una angoscia sottomessa alla ratio e quindi candidamente controllata da questo “complesso argonauta” della poetica italiana.

enrico tartagni

 

 

Per poca fede

Molti degli scritti di Felice Serino potrebbero squisitamente essere serviti come aforismi. Apprezzo moltissimo il suo sintetico profondo poetico che non è mai “buttato lì” ma che educa “bonariamente” il lettore. Non v’è una profusione di parole – poco ma buono e il tutto ingetilito da una fede incrollabile che si riesce a respirare in Tutta la sua Poetica. Splendida lettura.

 

 

vertigine dei giorni vuoti -

ci si trova appesi ad una fune

se apriamo la cerniera della notte

 

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Nel buio della notte

Una tenerezza che magnifica l’abbraccio notturno e l’amore. Un omaggio allo spirito cui si resta congiunti.

 

Alcamo, c/da Molinello, 09.09.21 ore 14,14

Marino Giannuzzo

 

 

"Lo specchio"

L’immagine riflessa è quella sorta di narrazione di noi stessi ma fatta all’contrario. Ciò che siamo è veramente ciò che vediamo?

Paul Valéry - The Mind in the Mirror e Cristiano Berni si analizza cercando di smussare nel notturno ciò che potrebbe mancare agli occhi.

Cristiano Berni

 

 

Tra i colli Piacentini

Con grande spirito e degno delle più grandi composizioni pastorali, questo poema vibrante di naturalezza è un canto gioioso che il lettore vorrà abbracciare senza alcuna fatica.

Marco Cabassi

 

 

E dirti

L’ultima stazione del tempo e un amore inafferrabile edificano questa poesia che Marino erge come un Tempio da cui contemplare “quell’amore” sfuggito e nulla resta che quelle giornate diluite … a cui ritornare ma sempre con un se … che mitica l’assenza acuta.

 

13 giugno 23

Marino Spadavecchia

 

 

Rimpianto

Lontana dalla riconciliazione e in lotta col desiderio – questa poetica romantica che insegue l’ombra amata con un virtuoso controllo della sensibilità.

 

Svanita la notte mi ridesto e ti sogno

Anna Maria Guerrieri

 

 

Scendono

Leggermente ermetica ma non contradittoria – questa poetica che discende fini dentro le fibre dell’autore che s’impasta a quel lato ombroso dei proprio pensieri. Umane quelle lacrime che si ritrovano nascoste all’urlo del vagabondare dello sguardo.

Carlo Tella

 

 

Temporale estivo

Luce e oscurità sono la premessa di questo bel temporale diretto con maestria dal poeta Salvatore Armando Santoro. Una canzone che mitiga quel suo irruento e passionale lato solare ma sempre e dico sempre – armato di mea culpa (nelle storie d’amore) o di grande colorata ispirazione verso la natura o la propria terra.

 

(Donnas 15-06.2022 – 20:14)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Le colline formano delle onde come la tua schiena.

Una sfilata del quotidiano affrescata con precisione e cenni storici.

Questo titolo invita alla marcia poetica e il lettore non abbandona la strada.

 

Da "Nelle sue braccia" (Gian Giacomo Della Porta, 2022)

Sabatina Napolitano  

 

 

Voglia di Cielo

Fede, speranza e Amore spingono la bravissima poetessa Sandra Greggio a creare e recitare questo poema dedicato ai bambini che sopportano guerre e violenze. Una preghiera a cui mi unisco volentieri, sperando un giorno ci sia davvero una fine a queste guerre inutili volute dagli adulti.

 

31 marzo 2023

Sandra Greggio

 

 

Nemesi

Probabilmente un classico tra i classici. Questo poema è il postulato della vita. Ciò che era sarà. Il Covid è il premio per il nostro accanirci contro la natura. Insomma l’Umanità non controlla nulla anzì siamo e saremo sempre solo delle righe nei palmi della natura che non smetterà di ricordarci quanto siamo “buffi” quando tentiamo di assoggettarla. Lo scritto è un regalo che ci aiuta a pensare e ragionare sul nostro operato. insomma ognuno noi fa parte di un meccanismo ma questo non significa che non abbiamo “Voce”.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Il mare è sirena d'incanto

Mare è sirena. Splendida scelta di parole che conoscendo il modo di scrivere (in crescendo) del nostro autore portano a un “nido” di speranza e all’amore. Questo matrimonio felice diventa una poesia godibilissima e ben lontana dal lato ombroso della malinconia dei suoi primi scritti. Bravo Alessio e meritati complimenti.

 

Ricordi, dalla magia distratti.

Alessio Romanini 

 

 

"Come una favola"

Amore, favola in cerca di fortuna. Un cantando dinamico che offre spicchi di positività e sempre ben nutriti dall’unico sentimento di cui meriti parlare “l’Amore”.  Bravo il nostro instancabile Ben Tartamo che ci ricorda quanto sia semplice pensarlo e poi renderlo proprio questo magnifico sentimento.

 

11 maggio 23

Ben Tartamo

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu

 

 

 

12-13-14 Giugno

12, 13 e 14 giugno 2023

Poesie del giorno:

Sabatina Napolitano –Ho sognato che mi ha svegliata di buon mattino,-: Una deliziosa narrazione sull’amore e sulle colazioni, dove colpisce la similitudine tra il fare l’amore che abbisogna di tenerezza ed il fare colazione che abbisogna di cioccolata e cacao. Migliore similitudine non poteva esserci! Ma c’è un mistero in questo scritto: l’uovo è fatto di tuorlo, albume ma che fare di quel che resta? Spassosa Sabatina, ti leggerò con piacere sempre.

Nino Muzzi traduce Mirko Bonné-: Un paesaggio vagamente surreale descritto poeticamente dal Bonné e tradotto con bravura dal nostro Nino.

Enrico Tartagni –Fontana con acqua piovana-: Un simbolica fontana ispira Enrico per questa analisi/confessione di se stesso e della vita, e le stelle stanno a guardare.

Felice Serino –Con l’anima nuda-: Intrigante domanda è quella sul che saremo dopo? Resto molto curioso. Poi vi dirò.

Aurelio Zucchi –Un gioco serio-: Riflette sulla poesia il nostro Aurelio e lo fa ispirato dal suo mare con i suoi suggestivi spettacoli fatti di colori e profumi sublimi. Lieve scorre la descrizione, col bello stile limpido del nostro poeta.

Nino Silenzi –I tarli-: La consapevolezza dell’età pare si accentui col passar degli anni e Nino la rende in magistrale poesia. E’ un lieve sospiro in gioventù, quando le pulsioni del cuore non la fanno nemmeno prendere in considerazione, mentre nell’età matura diviene un pacato battito del cuore assieme al desiderio di una pace serena, come affermano i bei versi di Nino. Regole di vita, dunque, messe in vibrante poesia, una volta di  più strumento supremo per dire del proprio sentire, coinvolgendo.

Marino Giannuzzo –Lo specchio m’ha guardato-: La sensazione di un identificazione col genitore, trasmessa da uno specchio  nel guardarvisi, narrata con intenso e suggestivo poetare del bravissimo Marino.

Franco Fronzoli –Lenta come una piuma spinta-: Una vibrante serie di delicate iperbole per dire amore, in questi bei versi dalla struggente chiusa, del romantico, bravissimo Franco.

Jacqueline Miu –poeta maledetto-: La confessione del sentir amore, quale “poète maudit”, in questo pregevole scritto/confessione ed auto analisi di un ispirata eccellente Jac chiusa da una superba affermazione, che pare invito ad imitarla se si vuol parlar d’amore, che recita: “non vendo meraviglie agli inesperti/raggiunto l’apice del fuoco dirigo orchestra/che dalla mia fiamma danza le tempeste”. Applausi.

Sandra Greggio –Luce-: Un fantasmagorico dopo vita dove in cielo si realizzeranno connubi tra stelle ed anime vaganti, nato dall’ispirata fantasia della bravissima Sandra.

Alessio Romanini –Tremor non avrò nell’oblio-: L’amore abbisogna dichiarazioni in chiaro e pubbliche. Questo paiono narrare i versi dell’intenso sonetto del romantico Alessio.

Antonia Scaligine –L’antidoto alla violenza-: La violenza, in particolare quella sulle donne, è il tema di questa importante poesia/denuncia della nostra preziosa amica Antonia, che suggerisce, quale rimedio educativo, una più consapevole educazione che i genitori e la scuola devono dare ai giovani, perché imparino il rispetto delle regole e del prossimo. Come non concordare? Brava Antonia!

Carlo Chionne –Arrivo-: Lieto del tuo ritorno, sono convinto che farai felici gli amici che ti aspettano al Castellaccio, già pregustando gli spettacoli culturali che offrirai loro. Bentornato, Carlo! Un caro saluto ed a presto.

Euro Della Sala –Africa-: Si chiama mal d’Africa quel sentimento, denso di nostalgia, che prende chi l’abbandona e bene lo descrivono gli intensi  e bei versi di Euro. Complimenti!

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Un carissimo saluto all’Amico Soldà la cui espressione letteraria e artistica mi ispira. Rinnovo la mia ammirazione per ogni cosa da Lei creata.

Con affetto Jac


 

Ho sognato che mi ha svegliata di buon mattino,

Una ricetta d’amore che va elaborata e diventa un trionfo di ingredienti. Poetica in cui non deve mancare il “cacao”.

Un abbraccio alla vita che diventa il messaggio ricorrente di questa poetica fresca. Grazie.

 

Da "Nelle sue braccia" (Gian Giacomo Della Porta, 2022)

Sabatina Napolitano  

 

 

 

Gli alberi all'orizzonte

Mirko Bonné è uno scrittore e traduttore tedesco. Bonné è nato a Tegernsee, in Baviera. Nel 1975 la sua famiglia si trasferì ad Amburgo, dove frequentò l'Hansa Gymnasium. Si è diplomato all'Otto Hahn Gymnasium di Geesthacht nel 1986 e ha lavorato come assistente di libreria, tassista e infermiere.

Un altro bel regalo del nostro mirabile Nino Muzzi cui dico grazie per questa piccola “leccornia” poetica.

Mirko Bonné        traduzione di Nino Muzzi

 

 

Fontana con acqua piovana

 

La poesia non ha mia fine ma è solo un lungo integerrimo incipit fatto di “cortesie” alla Morte  per Il grande e ripeto grande Enrico che scalfisce la pietra dell’anima con la sua poetica “precisa, appuntita, grammaticalmente alta e con una struttura da operatore celeste al servizio degli umani. Lettura preziosa e lontana dal pessimismo poco educativo. Sempre plausi a un autore che costruisce strutture poetiche michelangiolesche.

 

La morte premio ambito

Opero dentro

Nell'ambito dell'ei fu

Le stelle sanno guardare

Scalfisco dell'anima il cemento...

enrico tartagni

 

 

Con l'anima nuda

Sempre più essenziale il prezioso e unico Felice Serino.

L’amore  lasciato il corpo – lo spirito senza alcun segreto – sarà così nel dopo? Lui e lei saranno asessuati angeli?

Su Poetare non esiste la poesia nuda e cruda ma la Poetica e quando scrivo Poetica mi riferisco a quella di spessore.

Felice Serino è uno degli autori il cui scrivere è così filosofico e così interessante da acchiappare non la vista del lettore ma la sua mente. I plausi sono di rigore.

 

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Un gioco serio

Arte, Poesia e colori. Aurelio Zucchi dipinge emozioni e abbraccia il lettore con quella “decente” umiltà che rende poetiche come questa: una cascata, un campo d’erba verde sotto un cielo azzurro, un fiume limpido in cui sono cascati i piedi di chi voleva attraversarlo senza inzupparseli.  L’aria è densa come un’ambrosia che offre ai lettori.

 

Fu istintivo un giorno domandargli:

"È così che tu poeta diventasti?"

Vestito con sorrisi d'umiltà, rispose:

"No, per diventarlo pulisco i miei colori.

Ma di quel gioco serio con quell'alba

devo imparare ancora un punto fermo:

il modo giusto di come copiarla."

Aurelio Zucchi

 

 

I tarli

Una dualità fortissima. La ricerca di pace e l’anima potente che ancora freme.  Nino Silenzi ha sempre approfondito questa sua predisposizione all’indagine dello spirito. C’è del lieve desio “nell’attimo giovane” e in quel bruciare che è caratteristico nei poeti. Proprio quel fremito fa da antagonista alla pace e alla leggerezza della segatura scavata dai tarli e dal tempo.

I limpidi pensieri di questo grande artista, diventano statue anzi megaliti di cui ammirarne l’impassibilità davanti al tempo.

 

 

Ero giovane,

ma non sapevo di esserlo.

 

mentre l’anima freme.

Sento il desiderio

di pace serena avvolgere

tutto me stesso.

 

Non sono più giovane,

e so di non esserlo.

 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Lo specchio m’ha guardato

Quella figura nello specchio che ripercorre il tempo diventa nella sincera e sentimentale poetica di Marino Giannuzzo un bell’omaggio al padre.

 

Alcamo, c/da Molinello, 24.08.2021 ore 19,05

Marino Giannuzzo

 

 

Lenta come una piuma spinta

      da un vento leggero

              ti posasti

 

Tenerezza primaverile che incarna una poetica romantica.  L’acquarello diventa vibrante come lo è quel lacrimare verso la fine della poesia. Un tocco leggero che stuzzica la lettura e coinvolge persino il cuore.

Franco Fronzoli 

 

 

Rondini in volo

Una carezza primaverile poetica e un omaggio al Salento Terra Madre cara al poeta.  Le rondini portano con il loro primaverile arrivo , il desiderio dell’uomo di rivedere i posti cari.

 

(Donnas 06.06.2022 – 7:01)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Luce

Un matrimonio tra astri in questa bella poesia che la bravissima Sandra Greggio ci regala, immortalando un mondo celeste che è pieno dei nostri sogni.

 

Maggio 2023

Sandra Greggio

 

 

Nell'oltre

Questo pioniere della poesia italiana naviga acque di cui noi non vediamo tutti i colori. Acque come merletti, balli dei ricordi ma non balli selvatici bensì minuetti.  Il Vate è il Galantuomo per eccellenza della Poesia Italiana un poco ricorda Leonard Cohen.

Chionne, Nino Silenzi, Piero Colonna Romano oggi parlano (e tutti e tre in modo diverso) dell’Oltre. Insomma leggere la poetica di Piero Colonna Romano è come indossare un abito di sartoria perché solo così riesce a cucire i propri pensieri. La meraviglia non è rossa accesa o fulminante bensì una cordiale amica che saluta con la manina dai flutti di un mare magnetico e misterioso.

La vera fenomenologia letteraria non è quella che porta il lettore nel proprio mondo ma quella in cui il lettore è il mondo da cui il poeta viene rapito per altre dimensioni. Oltre è il posto più agognato da chi usa l’immaginario per vivere.

 

 

e in quella calma troverà la coltre

che darà pace a un viver che fu denso,

così quel naufragar non la costerna.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Tremor non avrò nell'oblio

Un uomo toccato dalla vita ma non svilito.  Alessio porta amore nella propria poetica e si rende disponibile nonostante le crudeli ferite. La sua maturazione letteraria è un processo elegante e privo di assolutismi che regalano bellezze come questa poesia.

Alessio Romanini 

 

 

L’antidoto alla violenza

Parole che parlano contro la violenza e contro gli orribili omicidi degli ultimi tempi. Una poetessa in prima linea che non risparmia la crudità con cui “la storia nera dei femminicidi”  tocca questa scellerata Umanità.  Bisognerebbe educare meglio i giovani e bisognerebbe liberare dal sessismo e dall’abuso di potere – il mondo intorno a noi. Plausi alla cara poetessa cui bisogna riconoscere l’impegno della prima linea quando si tratta di lottare per i più fragili.

Antonia Scaligine

 

 

Arrivo

Un canto – una visione per quello che sarà l’Oltre. Un momento di ritrovo felice, l’attimo in cui rivedere e abbracciare i volti amici. Carlo Chionne fotografa la gioia di questo momento e ci rende tutti partecipi del momento.

Carlo Chionne

 

 

Africa

Una Africa selvaggia e calorosa dipinta da Euro Della Sala. L’amore per questo continente diventa contagioso e noi partecipi a questo contagio.

Euro Della Sala

 

 

"Cos'è questa voce"

Una preghiera? Una domanda la cui risposta curerebbe l’Umanità. La dolcezza che cancella ogni pena e una natura benevola che smossa con gentilezza dal proprio letargo aggiunge  sentimento  che anima il poetico di Ben Tartamo per poi passare al lettore.

 

10 maggio 23

Ben Tartamo

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu
 

 

9-10-11 Giugno

9, 10 e 11 giugno 2023

Poesie del giorno:

Sabatina Napolitano –Prima credevo nel flueniprofebe (la borocillina),-: Pensieri in libertà di un’affabulatrice di classe, che ci porta, con turistico viaggio, da un infiammazione alla gola ad un frappè consolatore, a sante pievi romaniche, ai fantastici vini del senese, percorrendo la  Lauretana, franchigena anti litteram degli etruschi. Complimenti, Sabatina!

Nino Muzzi traduce Mirko Bonnè-: Con una serie di suggestive immagini il Bonné dipinge (meglio dire “ricostruisce”) un paesaggio invernale percorso da un rivolo d’acqua. E Nino, con merito, lo traduce per noi.

Flora Fazzari –Aldilà.-: Le sensazioni che forse proveremo nel passaggio dall’immanenza alla trascendenza, ben narrate dagli ispirati versi della nostra Flora che, comunque, non chiariscono i dubbi di base sul perché vivere e morire.

Renzo Montagnoli –Il cuore resta là-: Potrebbero narrare di un viaggio avventuroso in un deserto, questi suggestivi versi di Renzo, ma, ed è più probabile, li si può leggere come la metafora del faticoso viaggio nella vita, narrato con bella maestria, tra tramonti infuocati, acque fangose e ululati alla luna, tutte indicazione metaforiche degli accadimenti nella vita e della sua “terra promessa”.

Enrico Tartagni –Il muro-: Di difficile interpretazione è questa narrazione. Posso immaginare che il muro sia una specie di confine tra vita e dopo vita, confine che, superato, rivelerà l’inutilità del vivere. Ovviamente forse.

Marco Cabassi –Lo specchio-: Borges: “gli specchi e la copula sono abominevoli, perché moltiplicano il numero degli uomini.” Elsa Morante: “secondo certi negromanti gli specchi sarebbero voragini senza fondo che inghiottono, per non consumarle mai, le luci del passato.” L’infinito, secondo me, vibra e si materializza in due specchi che si guardano. Questi aforismi mi tornano in mente leggendo Marco ed il suo specchio analizzato in dettagli vagamente onirici, dai suoi bei versi.

Cristiano Berni –“Un cuore malato”-: Romantica riflessione su di un cuore malato, resa con le suggestive immagini di un ottimo Cristiano.

Felice Serino –Alberi che camminano-: Il richiamo di una miracolosa guarigione in due tempi di Gesù, (dal vangelo di Marco) in questa poetica sintesi di Felice.

Marino Giannuzzo –Litigar la sera-: Romantica e bella descrizione di un (inevitabile) litigio serale che trova composizione in un sereno risveglio di due innamorati.

Franco Fronzoli –Aspettando una … lacrima-: Teneramente confortata una pena, da quel raccogliere una lacrima, in questo bel racconto del sensibile e bravo Franco.

Jacqueline Miu –Rubasonno in un nocciolina-: Una surreale, suggestiva Jac ci regala una serie d’immagini fantasiose, degne di un quadro di Dalì,  e dalla strepitosa la chiusa.

Sandra Greggio –L’ombra-: Ed occhio e croce la nostra ottima Sandra si accompagna ad un angelo (quello custode, mi pare) e lo narra con bella sintesi poetica.

Alessio Romanini –Io e Te-: Un instabile rapporto (foglie in balia siamo/del destino, dice il poeta) che troverà composizione nel reciproco sorridersi. Questo narrano gli ispirati versi del nostro Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

6-7-8 Giugno

6, 7 e 8 giugno 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Ruberò i tuoi pensieri i tuoi sogni-: Una dichiarazione d’amore ricca di romantiche, dolcissime iperbole. Deliziosa la chiusa ad alto contenuto poetico, nato da un profondo sentire.

Fausto Beretta –Ma cos’è sto Amore?-: La nascita, la crescita e la fine dell’amore, creano dubbi sul suo essere. Così l’ottimo Fausto si interroga e lo interroga, restando privo di certa risposta, in questa didattica e bella poesia.

Giuseppe Stracuzzi –La preghiera-: Analisi del pregare, resa con immagini metaforiche, significative di un tormento placato solo dalla preghiera, in questi versi di grande spessore dell’ottimo Giuseppe.

Sabatina Napolitano –Il bicarbonato era ottimo anche per i gargarismi e i suffimigi-: Ode alla camomilla ed al bicarbonato, per il loro effetto lenitivo per quasi tutti i mali, soprattutto per quelli dell’anima. Ma, in chiusura, Sabatina ha un ripensamento e, tornando nel ricordo, ecco materializzarsi il vero, unico esclusivo rimedio ai malesseri esistenziali:  il cornetto (lenitivo, ovviamente) di Diamante. Bisogna che ne prendiamo nota. Grazie, Sabatina.

Santi Cardella –Vigilia-: L’inverno della vita, dopo le illusioni che ci ha regalato, narrato con questi intensi, bellissimi versi del grande Santi. Da applausi.

Laura Lapietra-Luci Di Anime Violate-: La sensibile e brava Laura narra in questi versi, densi di pena e dolore, la morte violenta di un bimbo, coinvolgendo, nella commozione, il lettore.

Nino Muzzi traduce  A. F. Mallo-: Ancora versi con surreali immagini, di questo fisico/poeta che Nino traduce  brillantemente per noi.

Felice Serino –L’indicibile parte di cielo-: Siamo consapevoli del nostro essere immortali? Sarebbe sufficiente, secondo il nostro grande Felice, essere consci di quanta parte del cielo ci abita. (da “La vita immaginata”…)

Marino Giannuzzo –Lidi lontani cerca l’aurora-: Ricordi, dal sapore dolceamaro, ispirano Marino per questi versi densi di un malinconico sentimento.

Alessio Romanini –Giocondo giullare-: Le delusioni che ci regala la vita, dopo le illusioni, narrate da Alessio con questi ispirati versi che, comunque, le dicono d’amore.

Jacqueline Miu –Dimmi stella perché il mio cuore brucia?-: Intensa preghiera ad una entità, rappresentata metaforicamente da stella ed astri, perché spieghi da cosa deriva la passione che brucia dentro e narri di quel che riserva il futuro, resa con versi dalla forte intensità emotiva,  di un ispirata, bravissima Jacqueline.

Sandra Greggio –Sogno o realtà-: Una riflessione su sogno e realtà, resa come interrogazione ad una fantastica entità trascendentale alla quale si chiede più tempo per realizzare scelte di vita, in questi belli ed intensi versi della nostra Sandra.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-.Romano

 

 

2-3-4-5 Giugno

2, 3, 4 e 5 giugno 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzo –La vecchiaia-: Ode ragionata alla vecchiaia della quale il poeta sottolinea, con bella maestria, i vantaggi che vengono da una più serena visione del vivere. Concordiamo?

Franco Fronzoli –Scivolò dal tuo volto una lacrima-: Una romantica visione di una lacrima che diviene messaggio d’amore, si fonde con la pioggia, si scioglie nel mare, in questa intensa poesia dell’ottimo Franco. 

Enrico Tartagni –Il temporale-: L’inizio di un temporale ispira Enrico per queste digressioni sul suo vivere, nella geometria, nel mito ecc. Un fantasioso scrittore, dunque, sempre di piacevole lettura.

Fausto Beretta –Cianfrusaglie di solitudine-: Inutili oggettini vari, acquistati qua e là e sparsi per la casa, sembra siano, con ricordi sfumati dal tempo, portatori di solitudine e forse di noia ed ispirano questi versi all’ottimo Fausto.

Giuseppe Stracuzzi –Dolce incanto-: Delizioso, commovente racconto di un tenero rapporto tra una nipote ed un nonno. Complimenti, Giuseppe!

Bruno Amore –profumi-: Con le pennellate d’acquerello il nostro Bruno dipinge lo spegnersi dei rumori al lento salire della notte e ne evidenzia i profumi, mentre un lontano ricordo si riaccende.

Sabatina Napolitano -Alcuni mesi prima nelle notti di insonnia-: Istruzioni alle donne per vivere serenamente il parto, rese con  un tocco di lieve allegria da un ispirata, fantasiosa Sabatina che, tanto per tranquillità, suggerisce anche di dotarsi di un particolare amuleto e, forse meglio, della vicinanza di un amorevole lui.

Cristiano Berni –“…e così sia”-: La poesia quale rimedio all’apatia, alla solitudine ed alla malinconia, in questi ispirati versi di Cristiano.

Aurelio Zucchi –Il volto del bello-: L’amore, il bello e l’illuminazione sacra ispirano Aurelio per questi versi che paiono omaggio a Dante ed al suo divino viaggio che lo condusse al vero amore, al vero bello, alla vera luce.

Renzo Montagnoli –Memoria di primavera-: Il malinconico, dolcissimo ricordo del primo amore (così bene dipinto da pennellati versi) è ispirato da una dolce primavera, presaga di un tramonto che auguro lontanissimo nel tempo. E’ sempre un piacere leggere Renzo, per quei suoi limpidi versi che da sentimento sono ispirati e coinvolgono.

Marino Spadavecchia –Nascere-: Bella serie di immagini metaforiche sulla vita, sulla quale discetta l’ottimo Marino, qui decisamente pessimista su questo incomprensibile vivere.

Nino Muzzi traduce A. F. Mallo-: Una surreale visione della vita, tra unicellulari baci, chiazze quantiche e luce che dice del tempo/spazio, in questi versi del Mallo, ben tradotti per noi dall’infaticabile Nino.

Felice Serino –Chi eravamo-: Il mistero della vita ispira lo straordinario Felice per questi didattici versi.

Alessio Romanini –Perché non favelli?-: Un malinconico  uccello ispira Alessio per questi versi, resi in terza rima dantesca, che mi fanno ricordare la martellata che Michelangelo diede al suo Mosè al suo completamento.

Jacqueline Miu –Spezza una stella-: Strepitoso l’esordio di questo poetico invito all’amore, con quel “Lascia la porta di casa aperta ai miei sogni”, così come ad alto contenuto di poesia, per dire desiderio, è ogni verso successivo. Grande Jac, grazie d’esserci.

Sandra Greggio –Le ultime lacrime-: Nonostante qualche lacrima, fortunatamente c’è qualche spazio nel quale trovare conforto. Questo narrano i limpidi versi della nostra amica Sandra.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

30-31 Maggio - 1 Giugno

30, 31 maggio e 1 giugno 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Che luce-: Un pensiero a chi ci ha lasciato, intessuto di fede e nostalgia.

Marino Giannuzzo –L’amore è rischio-: Le dolcezze ed i rischi che possono esserci nell’amore molto ben narrati dai riflessivi versi di Marino.

Franco Fronzoli –Addio …-: Un saluto, denso di malinconia, a tutto ciò che sia vita, detto col grafico tipico stile di Franco.

Marco Cabassi –Tenete ogni speranza-: Il degrado dei paesaggi, dovuto all’incuria di uomini scellerati, ispira Marco per questi forti versi accusatori, densi di nostalgia per quel che era e non è più.

Enrico Tartagni –Le Resistenze-: Un capolavoro d’umorismo per narrare jogging nelle campagne del ravennate, mentre il tempo inesorabilmente allunga ed il fiato s’accorcia.  Complimenti vivissimi, Enrico!

Fausto Beretta –Amici-: Opporsi ai crimini della guerra. Questo il messaggio che Fausto ci invia con questi ispirati versi.

Giuseppe Stracuzzi -Alba gioiosa indora-: Violento contrasto tra una gradevole natura al risveglio primaverile e la bestialità di una guerra che affligge il nostro continente, narrato da questi bei versi dell’ottimo Giuseppe.

Bruno Amore –Gente d’Italia-: Malinconica, puntuale rivisitazione della storia del Bel Paese con, in chiusa, forte timore per l’assalto alla Costituzione che porterà l’attuale governo d’ispirazione nazi fascista. Come non concordare?

Nino Silenzi –Mistero-: Questi versi di Nino disegnano suggestive atmosfere. Pare sogno quel silenzio dal quale germogliano profumate immagini magiche, mentre uno sciabordio d’onde culla la mente trasportandola in onirici spazi lontani. Decisamente da applausi!

Sabatina Napolitano –Era in arrivo il temporale-: La mia ambizione più forte è confessarti i miei moti interiori, non fermarmi mai” Questo afferma Sabatina, appunto narrandoci dei suoi moti interiori, dei suoi sogni, delle sue esperienze e del suo viversi, con quella che pare una destrutturazione della scrittura, finalizzata alla meraviglia di chi legge e, ovviamente, non fermandosi mai. Piacevole lettura, dunque, attendendo sempre un qualcosa di fantastico, per accorgersi, alla fine, che il normale è fantastico, così narrato.

Nino Muzzi traduce Augustìn Fernàndez Mallo-: Di difficile interpretazione questi versi del Mallo, tranne, forse, quando parlano di poesia e di non poesia. Il resto  destrutturazione? Comunque sempre grazie a Nino per queste proposte che invitano a capire anche chi è decisamente fuori da classici schemi.

Sandra Greggio –Il mio tempo-: Pare che Sandra dica che il tempo che passa porta solitudine.  Lo dice con immagini poetiche, dense di malinconia.

Alessio Romanini –La pioggia odo uggiolar-: Un acquerello che disegna paesaggi piovosi dentro cui un merlo zirla, sono questi descrittivi versi del sognatore Alessio.

Jacqueline Miu –Il tuo Cuore-: Fremente omaggio al cuore di un innamorato, nel più bello stile della nostra grande Jac.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

27-28-29 Maggio

27, 28 e 29 maggio 2023

Poesie del giorno:

Nino Muzzi traduce Fernandez Mallo-: Questo trovo in Wiki sull’autore oggi tradotto per noi da Nino: Agustín Fernández Mallo è nato nel 1967 in Galizia. Fisico, poeta e scrittore, è il fondatore e l’esponente di punta della generazione Nocilla, anche nota come afterpop, una corrente letteraria che teorizza la frammentarietà e l’interdisciplinarità del testo, proponendo una commistione tra la cultura alta e quella popolare, la destrutturazione della trama, l’utilizzo dei testi altrui in nuovi mosaici narrativi e l’ibridazione dei generi letterari. Come autore di versi, ha introdotto il concetto di postpoesia, identificando una nuova ricerca poetica che favorisce il dialogo tra arte, letteratura e scienza.” In altri termini ecco un ulteriore attacco alla poesia classica, per il suo definitivo oblio. Ciò nonostante lo scritto in esame è null’altro che una amara dichiarazione, densa di metafore, di un amore smarrito, resa con le poetiche ispirazioni di versi liberi.

Felice Serino –Intatto lo spirito-: Ogni tanto vale la pena rileggersi. Questo il messaggio che Felice ci invia con questi suoi versi, purché resti intatto lo spirito che li ha fatti nascere.

Marino Giannuzzo –Fosti l’orgoglio dei giovani miei anni-: La tenera rievocazione di un durevole amore, resa con versi fortemente ispirati da profondo sentire, vanno a comporre questo commovente saluto , che diviene anche progetto dell’ultimo percorso della vita, denso come sempre d’amore.

Franco Fronzoli -Ma tu chi sei che entri nei miei-: Sentirsi posseduto da un mistero d’amore e renderlo con versi disassati, che forse sottolineano incertezza. Ecco questo è il magistrale rendere un sentire, realizzato dal bravissimo Franco.

Marco Cabassi –Lasciami tornare indietro-: Fremente dichiarazione d’amore, densa di ricordi  nostalgici, resa con poetica, ispirata prosa.

Enrico Tartagni –Il sentiero … -: Un romantico narrare della vita, con suggestive immagini metaforiche del grande Enrico.

Cristiano Berni –“Dedica”-: Delicata dichiarazione d’amore e di desiderio, resa con rime baciate (e quali più opportune?) da un ispirato Cristiano.

Laura Lapietra –Poesia Tanka-: In un fantascientifico panorama stellare, fatto di sciami, di costellazioni e di luminose stelle, prende senso il tanka di un sensuale amore.

Aurelio Zucchi –Mentre scrivo fiabeggiando un po’-:  “I nostri antenati” di Calvino, ha acceso la fantasia di Aurelio che ci regala questi versi, narrazione di quelle immagini e di quelle considerazioni sul vivere, per confronto tra ciò che era l’ieri e ciò che è l’oggi.

Fausto Beretta -Vecchietti a passeggio-: Un immenso senso di solitudine permea questi versi che Fausto dedica agli anziani che il mondo, con la sua frenesia del vivere, dimentica.

Sabatina Napolitano -Quando gesticolavi avevi sempre i palmi aperti-: “hai i salmi nelle vene e nelle iridi i colori degli angeli” così una strepitosa Sabatina descrive l’uomo, amore della sua vita. Ed a lui invia richieste di fremente amore sensuale, indicandogli la tecnica più efficace per realizzarlo, pur sapendo di potersi fidare (“La mia anima è riposta bene” afferma). Decisamente interessante è leggere queste confessioni/analisi di se stessa che possono diventare invito a fare altrettanto, per un miglior vivere.

Jacqueline Miu –Titano furioso-: Il tormento che può dare un silenzio, narrato con i forti versi di un ispirata Jac, cui invio un caro saluto.

Sandra Greggio –Il mio felino-: Omaggio ad un gatto, amico della vita, detto con grande amore.

Alessio Romanini –Rondini-: Bel dipinto, poeticamente sintetico, sul ritorno delle rondini, in questi versi di Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Omaggi al Magnifico Lorense e alla Corte Azzurra.
bruno amore [br1]
 

 

24-25-26 Maggio

24, 25 e 26 maggio 2023

Poesie del giorno:

Flora Fazzari -Passeggiando…-: Immagini in movimento in un incipiente primavera dalla profumata aria, ben narrate dai versi di Flora-

Nino Muzzi traduce Birgit Kreipe-: Romantica e fantasiosa descrizione di un tratto della via Appia, nata dalla penna di un ispirata Birgit, ben tradotta dal nostro incommensurabile Nino.

Felice Serino –L’infinito di noi-: Un clamoroso ossimoro della Dickinson ed un affermazione di Paolo di Tarso che, in un certo senso, potrebbero completarsi. Infatti se è vero che l’infinto non può essere finito, altrettanto vero è che nello specchio non si vede la verità. Un sogno, appunto, reso in poesia dal grande Felice

Marino Giannuzzo –Essere in vita dopo essere morta-: In effetti qualcosa di noi può restare in vita se i nostri organi saranno usati da qualcun altro. E Marino traduce in poesia questo gesto pieno d’amore e d’altruismo.

Franco Fronzoli –Io uomo sciagurato ubriaco di sogni-: Dura analisi di se stesso, resa con versi che la grafica pare rendere sincopati, quasi come singhiozzi. Originale ma efficace il nostro amico.

Marco Cabassi –Desiderio d’amore-: Il delicato, elegante racconto d’un desiderio d’amore chiuso da una splendida iperbole che rappresenta (forse meglio dire: dovrebbe rappresentare…) alla perfezione il sentire conclusivo (forse meglio dire: l’atmosfera che sarebbe bene si creasse…) di un desiderio realizzato. Complimenti, Marco!

Enrico Tartagni –In prossimità di Dio-: Un sogno tra miti e vangelo crea una serie di immagini disomogenee che dicono di miracoli ed Enrico le narra vivendole come proprie  oniriche esperienze.

Cristiano Berni –“Raffigurazione di Vincent”-: Interessante analisi critica delle opere di Van Gogh, resa in questa poesia del nostro Cristiano.

Nino Silenzi –Ascolto-: Un dolce sentir l’amore, narrato con delicati versi che ne preannunciano romantica conclusione. Poesia, densa di serena atmosfera, chiusa dal sorriso di maliziose foglie vibranti. Applausi.

Sabatina Napolitano –In ascensore-: Suggestiva sequenza di pensieri in libertà resi con la maestria di grande affabulatrice. Si svaga da Nabokov a film da vedere, da uno specchiarsi ad un vivere amore notturno, da musica elettronica a le voci dell’anima, dal profumo di primavera ai segreti mangiati. Un carosello di idee, quelle che potrebbero essere di ognuno di noi. C’è del fascino nella scrittura di Sabatina.

Jacqueline Miu – I pazzi pattugliano il mio sangue-: Un surreale, suggestivo esaminarsi, con tema di base l’amore. Affabulazione magistrale condita di aforismi che rivelano sogni e filosofia di vita della nostra incommensurabile Jac. Leggerla è sognare. Applausi.                                          

Sandra Greggio –Fuoco-: L’amore quale iperbole, il pessimismo per tornare dal cielo alla terra.

Antonia Scaligine –Perché non scrivi una poesia d’amore?-: Sottile riflessione sull’amore, resa con la pregevole poesia della grande Antonia con la quale come non concordare quando afferma: “L’amore è un sentimento universale/l’unico vero prezzo della vita/che quando c’è non badi a spese.”

 Alessio Romanini –Il mar ricordi custodisce-: Bella e romantica ode al mare, sottolineandone il suo essere amore con belle immagini.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

21-22-23 Maggio

Ringraziamento

Non c’è nessuna scusa per non trovare un pò di tempo per scrivere grazie , un grazie sincero e di cuore a chi sostiene con poesia e bellissime parole questo sito celestiale , grazie Piero , sei gentilissimo , quando leggo i tuoi commenti mi sembra di non siano rivolti a me , troppa bontà da parte tua, di cui ho una grandissima stima, come poeta e commentatore . Grazie per la fiducia!
La tua opinione conta, grazie!
Come per me conta sempre anche quella di Lorenzo ,
fautore del sito , e se pur poeta con il suo pseudonimo
io lo considero un vero , grande poeta , d’animo , di penna e di fatto
il modo più semplice per consolidare un rapporto anche con tutti i poeti del sito è dire loro che “ siete tutti bravi”
Antonia Scaligine

 

 

18-19-20 Maggio

18, 19 e 20 maggio 2023

Poesie del giorno:

Sabatina Napolitano –La valigia di Vera-:.  Sogna Broda la super colta Sabatina (Martine immagino, con la sua sensuale poesia d’amore) e Deleuze (filosofo dello strutturalismo linguistico che tenta di dimostrare come l’uomo, attraverso la conoscenza di Spinosa, potrebbe raggiungere la felicità  imparando, dalle conoscenze e dalle esperienze che vive, a distinguere ciò che è e fa  bene e lo rende forte e migliore, da ciò che è e fa male e lo rende debole e peggiore, qui, oggi sulla terra, raggiungendo, nell’immanenza, una sorta di stato di beatitudine simile alla gioia. (nda: mica per sbaglio Spinosa è stato espulso, scomunicato con comiche motivazioni peraltro, dalla comunità ebraica olandese).

Ed è, appunto, un sogno quello che narrano questi suggestivi versi, ed i sogni, come cantava Cenerentola, son desideri. Così la nostra eccezionale scrittrice li imbastisce come collana dai multiformi grani, per colore e sostanza, e va dall’essere l’appassionata moglie di Nabokov (nella cui valigia stipa illusioni e speranze) ai cani portati a spasso, dai suoi “posti fertili” (che immagino metafora di progetti in sviluppo) a scrittori che la rincorrono, dalla visita ad una farmacia (luogo dove vi sono rimedi ai dolori) al grido di rabbia per il degrado di immense fette di questa nostra terra. Lascia senza fiato leggerla ma incanta. Applausi.

Flora Fazzari –Bianchi deserti…-: Velocissimi pennellate per un dipinto il cui soggetto sono donne mussulmane in un paesaggio desertico. Chiara metafora della schiavitù nella quale vivono. Brava Flora!

Nino Muzzi traduce Birgit Kreipe -: poesia dedicata a Yves Klein, artista eclettico le cui opere pittoriche, tra Duchamp e Malevich,  suscitarono roventi polemiche. Qui la Kreipe ne sintetizza immagini e sensazioni, tratte e generate dalle sue opere. Sempre grazie a Nino per questo suo indefesso lavoro di traduttore.

Felice Serino –Incanto-: “Vanno/vengono/ogni tanto si fermano/e quando si fermano/sono nere come il corvo” è l’inizio della surreale, suggestiva canzone di De André (Le nuvole) che la lettura del Felice di oggi mi fa tornare alla mente.

Marino Giannuzzo –Divorziato o vedovo-: La drammatica solitudine, dopo anni di matrimonio, narrata con grande maestria da questi intensi e bei versi di Marino.

Francesco D’Addino -*Piazze vuote-: La sensazione di solitudine, di smarrimento, che può prendere nei momenti del tramonto della vita, qui ben rappresentata dai forti versi di Francesco.

Cristiano Berni –“Astrazioni”-: “dell’inutile e vuoto/cammino della vita” è la chiusa amara di una pessimistica analisi del vivere che tutti i versi narrano. Molto ben rappresentato quel sentire da versi molto bene ispirati. Bravo Cristiano!

Francesco Miranda –Chiamala morte-: Il nostro Francesco ci suggerisce un modo per esorcizzarla, la morte. Beh, proviamoci. Hai visto mai.

Renzo Montagnoli-A un amico che se ne va-: Commovente saluto ad un amico che ha lasciato questa terra per volare, cenere, verso il cielo, reso con intensi versi densi d’amarezza.

Franco Fronzoli –Note stupende di una poesia sciamano-: La bravura dell’invenzione di immagini dense di poesia, sottolineato dalla grafica che pare sospensione di fiato per approdare alla loro sostanza, in questi bei versi del bravissimo Franco

Marcao Cabassi –Nella Notte-: Bell’acquerello sulla notte e le paure che fa nascere, in questi bei versi di Marco.

Antonia Scaligine –E’ sera-: Una piovosa sera primaverile, con le emozioni che genera, narrata con ispirati e significativi versi, che bene descrivono uno stato d’animo, della bravissima Antonia. Complimenti cara amica!

Alessio Romanini –Verbo d’amore-: Omaggio a Gesù ed al suo sacrificio da parte di un agnostico, reso con gli intensi versi di un sonetto.

Jacqueline Miu –Scatola di sogni-: Tra la veglia ed il sonno, attimi descritti con maestria dalla grande Jac in questi ispirati, descrittivi versi . Brava, come sempre, la nostra amica alla quale chiediamo di tornare presto ad accompagnarci in questo percorso di vita.  Un caro saluto.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

15-16-17 Maggio

15, 16 e 17 maggio 2023

Poesie del giorno:

Marco Cabassi –E va pensiero-:Una brillante satira (ma quanto vicino alla realtà) che è analisi del nostro vivere odierno. Leggere questi magistrali versi, resi col ritmo della filastrocca, dona angoscia. Quella che è impossibile non provare…vivendo. Complimenti vivissimi Marco, hai saputo interpretare alla perfezione il sentire della maggior parte di noi. Applausi.

Sabatina Napolitano –La ricerca all’università-: “Lezioni di letteratura” è il titolo di un libro (magistrale lezione sul leggere, appunto, la letteratura) del grande Nabokov e con questo brillante scritto l’ottima Sabatina, pare coglierne il più significativo senso: vivere la letteratura anche perdendosi nella magia. E la nostra amica narra, appunto, la magia che c’è in un suo sogno. Per inciso, Vera fu realmente la moglie appassionata del grande Nabokov. Complimenti vivissimi, Sabatina. Applausi. (invito tutti a leggere il libro citato)

Flora Fazzari –Angeli…-: Beh pare che Flora abbia letto la poesia di Marco, per cui chiama gli angeli chiedendo loro di regalarci un po’ di pace e di regole, per un vivere sereno. E lo fa con bello ed intenso poetare. Brava!

Nino Muzzi traduce Birgit Kreipe-: Puntuale ed emozionante descrizione della splendida basilica di San Clemente in Roma. Mi ha commosso leggere questi versi perché mi hanno riportato alla memoria una visita che vi feci molti anni fa, rivedendola per intero, così come la Kreipe la descrive. Ancora grazie  Nino per questa proposta culturale.

Laura Lapietra –Haiku-: Il dolce movimento, il colore ed il profumo delle peonie, in questa magistrale sintesi di Laura. Bravissima!

Joseph 65 –Il volto della tristezza- : Sottile analisi psicologica dell’errore che certi genitori fanno nell’educare i figli o alla mascolinità o alla femminilità, termini intesi nel loro più negativo significato. Joseph ci regala versi densi di profonda amarezza, che sono forte accusa a errati paradigmi educativi, purtroppo causa di molte delle brutture che ci circondano, dall’omofobia agli stupri, al maschilismo, al sovranismo ecc.  Significativa molto e da ricordare  la chiusa di questa importante poesia. Grazie Joseph.

Felice Serino –In questo giorno chiaro-: Riprendo due versi di questa rievocativa poesia, perché nessuno dimentichi: “ libertà è un apertura di vento/in questo giorno chiaro senza sconti”. E. ovviamente, mi associo al grande Felice.

Enrico Tartagni –Piccole cose-: La bellezza e l’importanza delle piccole cose, ricercando il vero senso della vita, narrate in questi versi dell’ottimo Enrico per il quale spero che la recente alluvione romagnola e ravennate non gli abbia causato particolari danni. Auguri, Enrico!

Marino Giannuzzo –Dal balcone d’Alcamo Marina-: Bellissima e profonda nel senso questa similitudine tra ciò che tiene e ciò che butta il pescatore con quello che fa (o dovrebbe fare) normalmente un uomo nel vivere. Bella (quanta malinconica nostalgia mi provoca!) la descrizione del panorama che Marino descrive con grande maestria. Bella e da rileggere l’intera poesia. Bravo Marino!

Franco Fronzoli –La curva dei tuoi occhi intorno al cuore-: Da applausi questa bellissima descrizione di un rivelare il proprio corpo per amore. Magistrale la grafica data ai versi che è, in sostanza,  la sospensione del fiato (del poeta e del lettore) man mano che la nudità si rivela. Complimenti, Franco per questa bella poesia pervasa di romanticismo.

Jacqueline Miu –Volare alto-: Io non cerco nulla di raggiungibile a parole
e quando il piacere mi tocca - capisco di volare alto”. E che altro potrei aggiungere a questi versi che dicono espressamente cosa sia, cosa animi, la nostra incommensurabile Jac?

Antonia Scaligine-Mamma-: Commovente ode alla madre, in questi intensi e bellissimi versi regalatici da un ispirata, bravissima Antonia.

Alessio Romanini –Brina primaverile-: Un delizioso acquerello per disegnare un incipiente primavera, con piccoli delicati tocchi di pennello. Ok Alessio!

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

12-13-14 Maggio

 12, 13 e 14 maggio 2023

Poesie del giorno:

Franco Fronzoli –Nuoto nel mare nella sua tempesta-: Benvenuto nell’azzurro, Franco! Bella questa intensa ode al mare, narrato in molti dei suoi suggestivi, romantici aspetti. Bello questo esordio.

Marco Cabassi –Brivido in una notte d’Aprile-: L’emozione che può regalare una notte d’aprile sotto la luna, ben narrata dagli ispirati versi di Marco.

Sabatina Napolitano –In atelier-: Pensieri in libertà mentre si sceglie qualcosa con cui vestirsi, per piacere, inframezzati da ricordi di materni consigli e attestati di gelosia di chi regala collane di farfalle. Simpatia per il poeta genera il leggere Sabatina.

Francesco D’Addino –Insonne-: Pensiero notturno di un’insonne mente che si analizza, chiuso da una pessimistica considerazione su di un brillar di stelle, già morte lontano.

Simone Zanette –Al vedermi dopo tempo,-: Il ricordo di un tempo lontano, quando una madre (la chioccia, mi pare) assisteva i due amici studenti, reso con versi dal nostalgico tono di Simone.

Flora Fazzari –Ai confini del tempo-: Pensarsi capace di superare le barriere del tempo, per rivedere attimi vissuti e cercarvi immagini e persone, ispira Flora per questi suggestivi e bei versi.

Renzo Montagnoli –Il piacere di scrivere-: Si può fare arte solo per se stessi? Renzo lo afferma e sottolinea le emozioni che se ne possono provare con questi suoi ispirati e bei versi che forse  sono un invito a imitarlo.

Cristiano Berni –“Anni Giovanili”-: Le utopistiche, romantiche illusioni vissute negli anni giovanili, destinate a svanire? Declamavamo Guccini ed era un sogno? Credevamo nel nostro pensiero, nei nostri ideali e ci dicono oggi che non ci sono più ideali (ovviamente quelli di sinistra, perché quelli di destra si affermano, prevalgono, ci governano). Questo narrano gli amarissimi versi, densi di nostalgia, di Cristiano. Ed io apprezzo la poesia, che correttamente narra di un sentire, ma è quel sentire che, ne sono convinto, si sbagliato. La storia è ciclica ed alla tragedia segue la farsa. Quella che oggi stiamo vivendo. Forza Cristiano! 

Nino Silenzi –Nido-: Una deliziosa, romantica similitudine tra il volo dei gabbiani verso il nido, in cerca di cibo ed il cuore che vola verso la casa/rifugio in cerca d’un sensuale amore, cibo dell’anima, narrata con delicati versi, di un ispirato bravissimo Nino, che disegnano suggestivi scenari dominati da cielo e mare. Il tutto chiuso dal ricordo di un acquedotto romano che dissetava i goti.      

Nino Muzzi traduce Birgit Kreipe-: Di non facile lettura questi versi della Kreipe, magistralmente tradotti dal nostro ottimo Nino. Pare rappresentino un viaggio su di un motorino semi fuso, in un ambiente a temperatura da deserto africano, di una lei, che lo narra, e di un lui che splende, essendo fatto di luce.

Felice Serino –Anime che si cercano-: Versi di una notevole bellezza e suggestione. Giusto siano ispirati da letture di Borges e di Pessoa, ma molto, molto ben assimilate da uno strepitoso Felice. Complimenti!

Marino Giannuzzo –Da ponente arriva la pioggia-: La magistrale descrizione di un temporale estivo (particolarmente violento sulla piana d’Alcamo) con versi che paiono renderne colori e suoni, con grande realismo. Bravo Marino

Jacqueline Miu –Il Sussurratore di peccati-: Una strepitosa Jac, in questa composizione dal tono gotico, degna d’apparire nell’Antologia di Spoon River, sin dal titolo.  Leggo e rileggo e m’incanto. Meriti valanga d’applausi cara, preziosa amica.                                                       

Antonia Scaligine -10 Maggio San Cataldo-: Da grande affabulatrice, la nostra Antonia ci narra, con affettuosa precisione, di una religiosa ricorrenza nella bella Taranto, lasciando il lettore incantato. Complimenti vivissimi, cara amica e concordo con te, Taranto è poesia e con te prego, a proposito di un lapillo di onestà che possa cadervi sopra, magari divenendo forte pioggia per l’intera Nazione.

Alessio Romanini –Il dì pare aver perso…: Il timore d’aver perso un amore ispira Alessio per questo sonetto reso con versi densi d’amarezza.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

9-10-11 Maggio

Carissimo Piero Colonna Romano,

assolutamente non ti devi scusare, io apprezzo i tuoi

preziosissimi consigli. Sono quelli che mi hanno fatto

maturare poeticamente. Io ti stimo e  ti rispetto.

Sei un grande Poeta, i tuoi commenti sono molto preziosi.

Grazie e concordo con te.

Un abbraccio.

Alessio Romanini

 

 

9, 10 e 11 maggio 2023

Poesie del giorno:

Marino Giannuzzo –Cumuli di zucchero filato-: Di non facile comprensione tutto questo dolce che va a sciogliersi nel mare di Sicilia. Probabilmente il poeta ricorda, assieme ad un suo amore, dolci momenti che divengono, in traduzione poetica, metafore.

Sabina Napolitano –Insegnare poesia-: Vagamente ermetica è questa composizione di Sabatina. La leggo come fosse una lettera indirizzata ad un giornalista, critico d’arte, che parla dei suoi scritti con affermazioni ritenute errate. C’è dell’ironia nel definirlo “grande poeta come nuove Borges” e dell’ironia affermando che la poetessa resta “la sua amante preferita” (forse il suo argomento preferito per i suoi articoli). Questo intendo ma, probabilmente, la nostra amica intendeva tutt’altro. Bello sarebbe scoprirlo.

Giuseppe Stracuzzi –Aci e Galatea-: Intreccia leggende e miti siciliani l’ottimo Giuseppe con questi versi narrazione. Composi anche io, su Aci e Galatea,  una poesia che ne descriveva l’interrotto amore e la metamorfosi, voluta da Giove, dei due amanti nelle acque dell’Alcantara, perché restassero per sempre uniti. Leggere Giuseppe  mi fa provare nostalgia per quella terra e torno con la memoria a quei faraglioni (massi lanciati da Polifemo) che più volte vidi sul mare di Acicastello. (per inciso la leggenda di Aci e Galatea è diffusissima nella Sicilia orientale, dove molti paesi hanno il prefisso Aci, quale Acicastello, Acireale, Acitrezza ecc).

Francesco D’Addino –Dame-: Lo specchiarsi della vita tra dubbi e immagini svanite. Quel che si riflette non è reale, come quel che l’uomo crede di vedere, assumendo per reali i sogni. Che poi è esattamente quel che Francesco afferma in quel variare l’anima in bianco fiore. Emozioni dunque, narrate con suggestivi metaforici versi.

Bianca Casti –Acqua lucente S’ abba lughida-: Una riflessione sul passare della vita, rappresentata dalle due facciate di un foglio, passato e futuro, mentre il presente è attimo fuggente (panta rei si disse) e solo il futuro ha sapore di miele, ma nei sogni.  Bella è quella barca “imbiancata dagli anni e priva di paura” che rappresenta, in metafora, il poeta. Poeta amareggiato da un amore vago.  S’abba lughida, titola Bianca, usando, nel titolo, un più sonoro e affascinante linguaggio dialettale.

Simone Zanette –Sei diventato grande-: Pare il racconto di un evento religioso dove un giovane lesse malamente una preghiera, creando imbarazzo. Traduco così questi versi vagamente ermetici del nostro Simone.

Bruno Amore –E viene il tempo-: Elegante narrazione del ricordo di un atto d’amore che si vorrebbe portare in un dopo mondano, “dove – pare- si viva per sempre  … felici”.  E non resta che sperare…

Tinti Baldini –Chiamalo sonno-: Bentornata nell’azzurro, Tinti! Bello, denso di poetiche immagini, questo narrar di sogni. Sempre ispirata e sempre bravissima. Un caro saluto.

Nino Muzzi traduce Brigit Kreipe-: Fantastica descrizione di quel fantastico paradiso che è Capri detta dai versi della Kreipe, tradotti magistralmente dall’appassionato, bravissimo Nino.

Felice Seino –Dei miei detrattori-: Assomiglia molto a versi dell’ “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters. Ha lo stesso tono di quelli, la stessa intenzione assolutoria. Bravo Felice!

Alessio Romanini –Materno seno-: Un sonetto aperto da un ossimoro (tipico della poesia d’Alessio) e denso di inutili tronche, oltre che di inutili termini in disuso da secoli. Comunque corretto nel rimare. Mi scuso per questo commento ma, sinceramente, suggerisco maggiore limpidezza nella sintassi, oppure convertirsi all’ermetico.

Jacqueline Miu –Malinconie feline-: il sottotitolo rumeno dice: “Dradostea non è stupida, vuole solo due bare e una tomba”, tanto per chiarire… 
Ed è  una gotica Jac che parla, così come Jac dice anche questa delizia “mi divori da dentro come un dessert col cucchiaino del sesso” 
e non finirà mai di stupirci e deliziarci con la sua strepitosa fantasia e cultura. Ma l’intero componimento è lamento 
per un amore che pare raffreddarsi e si chiude con questi versi densi di amara rassegnazione: 
“mi chiedi se t’amo

ma quale senso avrebbe

sapere della felicità del fuoco nel proprio Inferno

lui arde ed è questa la sola verità che mi consuma”

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

6-7-8 Maggio

6, 7 e 8 maggio 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Fuori dall’ordinario-: Cosa sia il vero è antica domanda che i filosofi (per esempio i greci antichi) si posero. Domanda tuttora priva di risposta quale la differenza tra sogni e realtà. Ma ottimo argomento per farne tema per una poesia. E di questo il nostro grande Felice approfitta con bella maestria. Lasciandoci nel dubbio.

Marco Cabassi –Quattro passi-: Deliziosa analisi del vivere, tra parole in libertà e nella natura, resa con sottile humor, più evidente nella quartina di chiusura. Complimenti, Marco.

Marino Giannuzzo –Cercavo la sorpresa-: La narrazione di una delusione infantile, detta con la descrizione di un surreale avvenimento, in una poesia che pare metafora d’altre e più penose delusioni.

Enrico Tartagni –Falco nero-: Un indifferente volo sul tempo che passa, pare essere l’argomento centrale di questa serie di svariate considerazioni, affermato dal verso “Attento prosciugo il passato allontano il presente chiudo il tempo al futuro”. Il resto è contorno.

Sabatina Napolitano –Il racconto e la poesia-: Interessante disamina della poesia, resa …in poesia. C’è tutto ciò che la nostra ottima Sabatina pensa della poesia, compreso quello che fa nascere nel cuore di chi legge, tranne al marito, un tantino distratto.

Giuseppe Stracuzzi –Fruscio del web-: Non è soltanto “fruscio” il web ma anche emozioni e dolcezza. Questa la poetica analisi che l’ottimo Giuseppe, del web ci regala.

Francesco D’Addino –Stanze di argilla-: Metafora sullo spazio incerto e pericoloso nel quale vivremo (dopo la nascita) che trova difesa solo nell’amore di una madre. Leggo così gli intensi versi del bravo Francesco.

Cristiano Berni –“Smarrimento”-: Una morale in costante involuzione, che crea sconforto e confusione, è il tema che Cristiano, con bella maestria, sviluppa con questi suoi forti versi di denuncia.

Nino Silenzi –Son tornato a Vacri-: Commovente omaggio al paese natale, disegnato con grande maestria descrittiva. Senti, in quei versi, tutto l’amore per la sua terra e la sua nostalgia. Leggerli è come fare un viaggio in quella terra ricca di fascino.

Nino Muzzi traduce B. Kreipe-: A proposito della Kreipe leggo in Wiki : “ Le sue poesie mettono in collegamento strati temporali ed esperienziali dell’individuo con quelli storici e fantastici, anche grazie a riferimenti alla psicoanalisi, alle ricerche su ricordi e sogni e a opere d’arte visiva.”

E così credo di capire il senso dei versi che il nostro Nino traduce con maestria.

Alessio Romanini –La cenere della guerra-: La pena e l’indignazione per la bestiale guerra ucraina, ispirano Alessio per questi forti, apprezzabili versi di denuncia.

Carmine De Masi –Ostilità e supplica-: Lo stesso tema che ha ispirato Alessio ispira Carmine per questa intensa preghiera, scritta con profondo sentimento, perché la strage disumana finisca.

Jacqueline Miu –oltre il volare coi sogni-: Splendida invocazione per riuscire ad andare oltre il sogno, in uno spazio dove si può respirare solo amore, regalataci dai versi una strepitosa Jac. Ovviamente applausi.

Sandra Greggio –Quel momento-: La consapevolezza di guardare al proprio vivere con eccessiva severità, ispira Sandra per questi versi che sono un auto invito ad una maggiore serenità di giudizio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

3-4-5 Maggio

3, 4 e 5 maggio 2023

Poesie del giorno:

Nino Muzzi traduce  Birgit Kreipe-: Una deliziosa descrizione delle Alpi, con belle immagini suggestive ed un ritorno al passato da vivere, come sdoppiamento, nel presente. Annibale, elefanti, invasione, si ripresentano vivi grazie agli ispirati versi della Kreipe, ben tradotti da Nino.

Felice Serino –Assonanza-: Itaca, dunque, è quel ritornare con la mente al ricordo di chi ci ha lasciati. Questa la romantica tesi svolta dal grande Felice.

Marco Cabassi –Pareva amore-: La pena per un amore svanito, narrata con versi che comunicano  profonda emozione per quelle forti e suggestive immagini che sanno disegnare.

Marino Giannuzzo –C’era una volta un campanile-: La drammatica narrazione di un periodo di guerra che pare interminabile, visto quel che accade nel mondo anche oggi, in questi versi forti e duri di un ispirato Marino.

Enrico Tartagni –Le corse in bicicletta sulla Sabbionara-: Dolci ricordi della gioventù che tornano riempiendo anima e mente di malinconica nostalgia. “Vedi quanto tremo amore/m’è scaduto il tempo /per inseguirti in una corsa in bicicletta/sulla Sabbionara.” È la chiusa, densa di tristezza per l’amore e per il tempo che passano e tramontano, inevitabilmente, uniti assieme.

Sabatina Napolitano –Scienziati-: Il racconto della giornata lavorativa di uno studente/scienziato, reso con toni poetici che affascinano il lettore. C’è poesia in quelle considerazioni, c’è in quel legare pioggia e noia.  E c’è questa splendida affabulatrice che dona a Poetare ulteriore prestigio.

Giuseppe Stracuzzi –Il primo amore-: Il ricordo del primo amore crea malinconica nostalgia e Giuseppe la traduce in versi che portano il lettore in una specie di sogno dalla grande suggestione. Giuseppe è Poeta.

Aurelio Zucchi –Se l’alba parlasse-: In effetti qui Aurelio sviluppa un tema molto concreto, l’alba che parla è fantasia inconsistente. Così il tema della poesia, divengono le paure della notte, i sogni/ incubi che talvolta ci perseguitano, i ricordi d’errori fatti, difficilmente rimediabili. Una metafora, dunque, narrata col bello stile limpido del nostro amico che, come afferma, per difendersi dai pericoli della notte (cioè dell’assenza di lucide visioni della vita) vorrebbe costruire castelli dalle mura d’acciaio (altra metafora per dire di certezze, morali ed etiche, incrollabili) contro le tentazioni.

Marino Spadavecchia -Dispiaceri all’incanto-: Con un tourbillon di immagini suggestive, talvolta surreali, se non chiari ossimori (la rete che pesca vento) l’ottimo Marino ci conduce alla saggia conclusione del sedersi ad aspettare.   

Francesco D’Addino –Lapislazzuli-: Una delicata, romantica dichiarazione d’amore, non priva di avvertimenti sulle “spine” possibili in un rapporto.

Sandra Greggio –Ora è troppo presto-: Dalle difficoltà della vita troverai conforto nella fede. Questo il messaggio che Sandra veicola con i suoi intensi versi.

Alessio Romanini –Quando una giovane stella muore-: Intenso e convinto omaggio alla madre, narrata come stella che, nel morire, crea un disperante vuoto, in una bella poesia ispirata da un profondo sentimento.

Carmine De Masi –Piove-:  Delicato acquerello sull’attesa del marito che torna dal lavoro, mentre una lieve pioggia bagna strada e fiori, reso con limpidi versi.

Jacqueline Miu –Con la tempesta nelle vene-: Una dichiarazione ed una forte richiesta d’amore, confessandosi. Jac usa un violento linguaggio per dire e dare amore, per poi sciogliersi in infinita dolcezza. Merita applausi, come sempre.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

30 Aprile- 1-2 Maggio

 30 aprile e 1 e 2 maggio 2023

Poesie del giorno:

Francesco D’Addino –Chimica-: Benvenuto nell’azzurro, Francesco! Interessanti aforismi, densi di pessimismo, su amore, donna e vita. Bello questo esordio.

Nino Muzzi traduce B. Kreipe -: Tedesca. Poetessa, psicologa e, in poesia, creatrice di immagini fortemente insofferenti della realtà. Così, con un minimo di conoscenza della Kreipe, si può intendere la rivisitazione di Biancaneve, avvelenata, danzatrice su colline, amante del pulito (brillantosa, la definisce la poetessa) e chiaro è il riferimento alla conclusione della fiaba con quella quartina di chiusura. Sempre grazie a Nino per queste sue colte proposte di nuovi, sconosciuti autori.

Felice Serino -Fogli-aquiloni-: Fantastica immagine dei fogli di carta che accolgono versi del poeta. La poesia fa miracoli e quei fogli si trasformano in aquiloni che portano messaggi al mondo. Bravo Felice!

Marco Cabassi –Bacio acerbo-: Una deliziosa, delicata rappresentazione di una splendida donna amata, resa con poesia d’alto, significativo contenuto. Complimenti, Marco.

Marino Giannuzzo –Billi il vecchio bastardino-: Bel racconto di come l’amore deve cedere al tempo che passa, alla stanchezza dei muscoli, per trasformarsi in profonda amicizia. Complimenti per la metafora, Marino!

Santi Cardella –Voli pindarici-: Voli pindarici che ci portano in romantici paesaggi nati dalla fantasia di un grande della poesia moderna. Piacevolissimo leggere questi affreschi densi di poesia, dove ogni  immagine levita dal foglio per donare dolcezza e meraviglia al lettore. Inusuale è oggi Santi ma anche qui realizza gradevoli composizioni ad alto contenuto poetico.

Renzo Montagnoli –Memorie-: Memorie dolcissime che, per un qualsiasi motivo, tornano alla memoria per commuovere, in questo magistrale descrizione di un ispirato, bravissimo Renzo che coinvolge emotivamente il lettore.

Enrico Tartagni –Un mondo in testa-: Dunque un altro mondo non è necessario al poeta per disegnare quello noto con magistrali, romantici affreschi.

Nino Silenzi –Notte e giorno-: La notte è terra di dolore, col suo nero colore, le ansie che genera, le paure. Soltanto il giorno, cancellando timori con la sua luce, regalerà nuove speranze. Ed un ispirato  Nino, col suo poetare, riflette su questa alternanza buio/luce e sulle emozioni che generano, con grande maestria, coinvolgendo il lettore.

Sabatina Napolitano –Mai più voglio stare senza-: Si analizza e racconta di se, delle sue speranze, dei suoi sentimenti, la nostra Sabatina, e lo fa con spontanea sincerità, in scritto denso di poetiche immagini.

Jacqueline Miu –Dio delle larve-: Questa la chiusa de “Il verme conquistatore” di E. A. Poe che mi pare abbia ispirato questo scritto della nostra grande Jac:

 Le luci! Or tutto è spento!
Su ogni tremante attore
cade il sipar con vento,
drappo mortal, dolore!
Dicon gli angeli esangui :
– “Uomo” è tragedia allor,
eroe quindi rimane
il “Verme Conquistator” –


Poesia che rammenta la morte ed il suo inesorabile, inevitabile potere.
E’ gotica spesso la nostra preziosa amica, e credo conosca Poe alla perfezione, sapendolo molto bene renderlo ed usarlo nei suoi scritti. Complimenti Jac!
 

Sandra Greggio –Oltre la finestra-: Gli effetti dell’incipiente primavera ben narrati da questi bei versi di Sandra.

Antonia Scaligine –Chissà se c’è ancora-: Bella, poetica riflessione sull’onestà dell’uomo. Questi versi mi ricordano Diogene e la sua lanterna, con la differenza che lui cercava l’uomo (meglio: l’animo umano smarrito nelle convenzioni e disonestà della vita sociale) e la nostra Antonia, con i suoi versi, cerca l’onesto. Non so se Diogene lo trovò, spero che ci riesca l’ottima, brava Antonia.

Alessio Romanini –Della vita ognuno è autore-: Il tema che Alessio si è dato è riflettere poeticamente sul destino ed il libero arbitrio. Lo svolge con un sonetto ritornellato dal perfetto rimare.

Carmine De Masi –Bentornata primavera-: Bella ode alla primavera, portatrice di lieti umori per i suoi colori e profumi, detta con un delicato e bel  poetare di Carmine

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

27-28-29 Aprile

27, 28 e 29 aprile 2023

Poesie del giorno:

Sabatina Napolitano –Come la moglie-: Benvenuta nell’azzurro, Sabatina. Notevole esordio con questo atto d’amore per la letteratura, in particolare per la poesia, attraverso la quale realizzarsi. Promette molto bene le nostra nuova amica e restiamo in attesa, fiduciosi, d’altre sue opere.

Nino Muzzi traduce P. Huchel-: Altro sconosciuto (ovviamente a me) poeta scrittore tedesco, proposto dall’ottimo Nino, che, con questi versi, disegna il romantico paesaggio nel quale Ade rapì la figlia di Demetra. Panorama bucolico dunque, al quale seguì terribile carestia, per vendetta della madre.

Felice Serino –Da quando la mano-: Felice afferma che l’odio che genera le disumane guerre che affliggono attualmente l’umanità, sia retaggio del primo crimine che un fratello compì sul fratello, e lo fa con versi dall’alto contenuto poetico. Complimenti.

Flora Fazzari –Equilibrio precario-: Nessuna certezza accompagna l’uomo nel corso della vita. Questo il tema che, con pessimistica ma forse giusta visione, la bravissima Flora sviluppa con questi versi scanditi da un’anafora che non lascia speranza.

Marco Cabassi –Amerò forse amerò-: L’incapacità d’amare la normalità ispira Marco per questi forti versi che paiono densi di insoddisfazione. Significativo, a sottolinearne il senso, la chiusa che auspica un mondo parallelo. Interessante composizione di un Marco in gran forma poetica.

Marino Giannuzzo –Intorno a te-: Intensa invocazione a Dio perché giudichi e punisca la menzogna, il furto, la mala gestione della cosa pubblica da parte di disonesti che arraffano, nascondendosi dietro una facciata di finta onestà. E come non concordare con Marino?

Fabio Rocca –Il lungo addio-: Tristissimo saluto ad un amore mancato, che pur resta dentro e continua a tormentare, reso con versi dalla forte intensità emotiva.

Michele Cristiano Aulicino –Reti-: Rete e reti che ci avvolgono, ispirano queste riflessioni del nostro grande Michele, rese in forma di aforismi vagamente surreali, sui quali riflettere. Bentornato Michele, indimenticabile Bibappalula, ci mancano le tue surreali verità.

Jacqueline Miu –Navigatore-: “fammi fiamma amore” grida Jac , per salvarsi dal buio di questo strano mondo che opprime. E noi ci uniamo a lei nella protesta/proposta, sperando.

Sandra Greggio –Naufragio di un sogno-: Una bella descrizione del moto delle onde che si conclude con l’infinita pena per quei diseredati che a loro affidano vita e speranze, in questa poesia di grande spessore.

Antonia Scaligine –Magia di questa sera di aprile-: Un fantascientifico bacio siderale ispira la bravissima Antonia per questi bei versi dal romantico tono, chiusi da un  bell’omaggio alla luna. Brava Antonia!

Alessio Romanini –Ancor ci allontani Destino-: La disperazione per un amore finito ispira Alessio per questi versi, densi di pena.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al  nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

24-25-26 Aprile

24, 25 e 26 aprile 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Post Tangentopoli 1993-: Strepitoso Enrico! Riflessioni che farebbero invidia a Bergonzoni, a Crozza. Complimenti vivissimi, sei un grande!

Nino Muzzi traduce Marie-Celie Agnant-: Personaggio di grande interesse culturale e sociale, nasce nella misera Haiti ma riesce ad emergere ed affermarsi in Canada. Questa la sua sintetica biografia, tratta da Wiki: “Marie-Célie Agnant è nata ad Haiti e vive dal 1970 nel Quebec, dove ha insegnato francese e lavorato come traduttrice prima di raggiungere la celebrità come autrice di romanzi. Da sempre impegnata nel sociale, nella sua scrittura emerge l’interesse per temi «forti» come il razzismo, la condizione femminile, l’emarginazione. Ormai scrittrice a tempo pieno, ha pubblicato anche opere destinate ai ragazzi. Il libro di Emma è la sua prima opera tradotta in italiano.”

Decisamente interessante, per la semplicità del narrare profondi fatti della vita, la poesia che Nino traduce per noi. A Nino il nostro grazie per queste sue appassionate ricerche, poi condivise con noi tutti.

Felice Serino –La ferita-: L’incapacità dell’indignarsi, anche per fatti densi di crudeltà, pare derivi da una sorta di assuefazione culturale alla quale i media ci hanno assuefatti. Questo il messaggio che Felice ci invia con questi suoi versi frementi di sdegno.

Cristiano Berni –“Veronique”-: Iperbole? Forse ma quanto bene descrivono una pena! Quanto bene descrivono la dolce bellezza di un viso e lo struggimento per la sua perdita! Intensi versi fortemente ispirati da una profonda nostalgia. Complimenti Cristiano!

Claudio Badalotti –Il pipistrello-:  Simpatica (per quanto lo possa essere riferita ad un pipistrello) descrizione dell’attività (benefica, in definitiva) del topo volante, in questi settenari ben rimati del nostro Claudio.

Nino Silenzi –Il tuono-: Perfetta descrizione del rotolar del tuono, reso con la poetica similitudine di un cavallo al galoppo che si avvicina ed allontana. Suggestiva l’ambientazione ( da ricordare i versi “verso la striscia/di luce rosata/che inghirlanda/il nero vestito/delle nuvole pregne.”) mentre quell’acqua che alla fine cade, pare un respiro di sollievo per la tensione che, fino ad allora, donavano i versi. Ovviamente, complimenti Nino!

Fausto Beretta –Perdono … per un domani nuovo-: Struggente racconto di una ”eroica impresa” di fascisti, al soldo di nazisti, durante l’ultima guerra. Fausto narra di un episodio realmente accaduto, uno tra migliaia, e commuove. Per un domani nuovo? La storia è ciclica ed oggi son tornati…

Marino Spadavecchia –Mezzemaniche al ragù-: Suggestive immagini che, come visioni oniriche, si rincorrono quasi per andare a formare un surreale quadro astratto. “Benedetta poesia/-che come il malocchio-/ non mi lascia chiuder occhio.” Afferma il nostro ottimo Marino. E noi con lui.

Bruno Amore –L’ora-: Partita a dame, preludio d’altro gioco, ben narrata da un ispirato, bravissimo Bruno.

Rosa Giusti De Ruggiero –Ai miei tempi-: Un grido di dolore classico in ogni tempo: ai miei tempi era altra musica…Così Rosa rimpiange il rimpiangibile d’altri tempi. Tra qualche decennio i nipoti di Rosa rimpiangeranno il rimpiangibile dei loro tempi …e così via.  Qual è la verità? C’è o l’uomo che realizza progressi (?) sempre è incapace di vedere quel che, in ogni tempo, c’è di meglio rispetto al passato? Resta la poesia. Già la poesia, ma quella d’altri tempi, mica questa d’oggi. Comunque la poesia di Rosa merita applauso ed io glielo attribuisco.

Alessio Romanini –La virtude della vita onorare-: Filosofeggia con la vita, il nostro Alessio ed apre scenari aperti alla discussione.

La vita è (un) sogno, scrisse Calderon de la Barca (narrando sostanzialmente del libero arbitrio –quello che restituisce dignità e onore all’esistenza- che vince sul destino da altri imposto)… ed il resto è silenzio. Sarà vero oppure no? Restiamo in attesa.

Jacqueline Miu –Di origine sconosciuta-: Profondo, affascinante aforisma su quello stato ipnagogico che è transizione tra veglia e sonno e che, per Jac, è paragonabile, ad uno stato tra vita e morte, stato nel quale l’anima fortemente desidera arrivare al piacere. In definitiva là si realizza la competizione tra Eros e Thanatos. Ed io non faccio pronostici…perché la vita è sogno.

Sandra Greggio –La mi stanchezza-: Un profondo senso di sfiducia nella vita ispira Sandra per questi amari, pessimistici versi che lo rivelano. Che dire se non forza Sandra?

Carlo Chionne - Crescere-: E, a proposito d’ottimismo, ecco il nostro Carlo che cala la sua briscola sulla poesia di Sandra e la stende. Ed anche a Carlo dico forza Carlo.  Un caro saluto.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

21-22-23 Aprile

21, 22 e 23 aprile 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni  -Dov’è il mistero?-: Il mistero della donna e della vita ispira questa poetica riflessione del grande Enrico che, indagando e indagando, la fa diventare fremente dichiarazione d’amore.

Nino Muzzi traduce Sabina Brilo-: Nino propone sconosciuti panorami poetici e, meritoriamente, semina cultura. Oggi è la volta di tale Sabina Brillo, tedesca che  pare scrivere in cirillico e, coerentemente, oggi ci invita a leggere un limpidissimo racconto, limpidamente ermetico.

Felice Serino –Quasi estate-: L’immoralità che c’è in un atto terroristico sottolineata da questi intensi versi dell’ottimo Felice.

Wilma M. Certan –Pensiero farfalla-: La verità vista in un attimo fugace, narrata dai bei versi di un ispirata Wilma.

Eleonora Pozzuoli –My happiness-: Poetica sintesi di una visione ottimistica del vivere. Brava Eleonora!

Marco Cabassi –Jeu de pensées mephitique-: Pensieri in libertà (chissà perché “méphitiques”), su svariati argomenti, legati tra loro da rime baciate.

Vincenzo Melino –Mirti e tamarindi-: Un pensarsi vivere in diversi panorami, dal romantico “mattino di rose” al “crespuscolo insanguinato” di “fantasmi di menzogne”. Un perdersi, dunque, sull’onda lenta di un fiume che scorre, espresso con intenso e bel poetare.

Antonio Sangervaso –Come col ghiaccio-: Narrano di un rapporto conflittuale (come capita a individui simili nel loro vivere) questi versi densi di significative metafore. Forse soltanto la musica mette d’accordo la visione del vivere, come mi pare indichi la chiusa di questa interessante poesia.

Rosa Giusti De Ruggiero –I libri moltiplico-: Il profumo che ha un libro, il fascino che dona, non potrà mai essere sostituito dalla luminosità di uno schermo. Questo afferma la nostra Rosa ed io concordo con lei.

Alessio Romanini –Oh primavera!-: Intensa ed appassionata ode alla primavera, narrata in tutti i suoi più significativi, fioriti e profumati aspetti, con  corretti versi in terza rima.

Jacqueline Miu –Pura solitudine-: Profonda analisi esistenziale, resa come confessione per la quale non si chiedono assoluzioni ma vittorie della carne che domina lo spirito. C’è una sorta di smarrimento, in questo giudicarsi. E lo scritto è invito al lettore a compiere analoga operazione. Quanto siamo lontani dalle stelle, quanto tra l’equilibrio tra cuore e ragione?

Sandra Greggio –La pausa-: Guardarsi vivere e chiederne una pausa per stanchezza. Questo il messaggio/confessione che l’ottima Sandra oggi ci invia con questi intensi versi dal rassegnato tono.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

18-19-20 Aprile

Quando vedi un maggiolino            Nov. 2020

Simpatia poesia dall’aria leggera e briosa. Una primavera ricca di incontri e nuovi amici … anche se maggiolini.

Rosa Giusti De Ruggiero

 

 

Ucraina

Riflessione sulla guerra e sulla continua richiesta di armi, armi che non parlano di pace e nemmeno di speranza. Pensiero che condivido pienamente.  Il poeta mostra il male alla radice del problema. Invece di edificare e di proteggere – la natura umana è l’unica sul pianeta che costruisce mezzi per autodistruggersi.

Fausto Beretta

 

 

I vecchi

Che Poema! Una vita che regala emozioni e che ha ancora molto di cui alimentarsi.  Splendida chiusa.  Il combattente Enrico Tartagni, il grande Poeta Enrico Tartagni ci parla della auto – reclusione a cui si abbandonano “i vecchi” – una solitudine voluta e taciturna che toglie loro ogni luce dagli occhi facendoli sembrare viventi in eutanasia ma lui, Lui l’Autore non la pensa così. Ha ancora molto per cui combattere, ha una insaziabile voglie di scoprire e di amare. Non esiste vecchiaia per chi dentro è alimentato da un potente fuoco.

enrico tartagni

 

 

La strada per la stazione

Günter Eich è stato un drammaturgo e un autore tedesco. Nacque a Lebus, sul fiume Oder, e studiò a Lipsia, Berlino e Parigi.Vita

Eich ha fatto la sua prima apparizione in stampa con alcune poesie in Anthology of the Latest Poetry. La sua prima commedia radiofonica, scritta in collaborazione con Martin Raschke, fu rappresentata nel 1929. Dal 1929 al 1932, Eich visse come scrittore freelance a Dresda, Berlino e sulla costa baltica, scrivendo principalmente per la radio. Dal 1939 al 1945, Eich prestò servizio nell'esercito tedesco in un'unità di segnali. Nel 1945 fu tenuto prigioniero di guerra in un campo di internamento americano e nel 1946 fu rilasciato e trasferito a Geisenhausen in Baviera. Dopo essere stato prigioniero di guerra, fu uno dei fondatori nel 1947 del Gruppe 47, e per le poesie nel suo allora inedito Abgelegene Gehöfte, fu uno dei primi due destinatari, nel 1950, del suo Premio di letteratura per giovani scrittori . Nel 1953 sposò la scrittrice austriaca Ilse Aichinger. Il loro figlio Clemens è nato il 22 maggio 1954 e la loro figlia Mirjam è nata nel 1958.

Ha continuato a pubblicare prosa, poesia e spettacoli radiofonici per il resto della sua vita. Eich morì a Salisburgo nel 1972.

 

 

In questo bellissimo e sottolineo bellissimo poema , troviamo una fermezza compositiva e ricca di vitalità nonostante si parli di “fabbrica”. Facilmente si può dedurre che l’uomo della seconda guerra mondiale  è un uomo forgiato con tutti i mali della guerra. Lo spirito di questo poeta tedesco è ricco, è concretamente prepositivo e sebbene non sia abbagliante, mostra quella eleganza europea che gli autori apprendono durante gli spostamenti tra varie città del continente. Magnifico il nostro Nino Muzzi a cui dedico i miei plausi.

G. Eich          traduzione di Nino Muzzi

 

 

Mentori

L'Iperuranio, o mondo delle idee, è un concetto proprio di Platone espresso nel Fedro. La dottrina delle idee ad esso collegata era già stata illustrata dall'autore nel dialogo Repubblica, considerato dai critici precedente al Fedro.

 

Secondo Platone l'Iperuranio è quella zona al di là del cielo (da cui il nome) dove risiedono le idee. Dunque l'iperuranio è quel mondo oltre la volta celeste che è sempre esistito in cui vi sono le idee immutabili e perfette, raggiungibile solo dall'intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili. È importante notare come nella cultura classica la volta celeste rappresentasse il limite estremo del luogo fisico: la definizione di "oltre la volta celeste", dunque, porta l'iperuranio in una dimensione metafisica, aspaziale e atemporale, ovvero puramente spirituale.

 

Sebbene chiara nel proprio intento resta miticamente ermetica – da buon esploratore della parola Felice Serino mostra la natura celeste -

 

ledi armonia se nel

voltarti

chiedi vaticini agli

iperurani

 

mentori della volta

celeste dal volto

rasserenante

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

I Campi Elisi...

Interessante questo gioco tra dolenti e meteore, tra il fiorire e la pace.

Campi Elisi  dalle membra dolenti, illuminati e accarezzati da questi versi che portano alle nuove odissee.  

Flora Fazzari

 

 

"Distratto"

Col perno di anafore ma migliore di ieri, questo poema cerca una solidità su cui basare il proprio vivere.  Il volere allontanarsi dalla vacuità per ritrovare il pieno del sé.

Cristiano Berni

 

 

Ecco

"Ma ora è tempo di andare, io a morire, voi a vivere: chi di noi vada verso un destino migliore, è ignoto a tutti, fuorchè al Dio"

Questo triste annuncio futuro che parla della Poetica Ora X.

Voglio pensarla molto lontana perché mi disturberebbe un mondo senza più Vette e mi mancherebbe il motivo per cui siamo tutti qui riuniti ovvero l’Amore per una vita nella Poesia più cara e eccelsa dentro il Tempio Azzurro fortificato contro i cataclismi e tutti i Cavalieri dell’Apocalisse dal Prof. – ma torniamo ala poesia.

Il partire affrontando la nebbia oscura …

La dicotomia del sentire, il ripetersi delle “care onde” come sinonimo di libertà e in qualche modo di mezzo di trasporto etereo ma non ridondante.

L’ora placida – riva ai silenzi davanti a un mare calmo e Nino Silenzi che nasconde la sua visione passionale si confessa pronto per questo “ancoraggio”  che se avverrà sicuramente sarà tra cent’anni e più.

 

 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Ritorno

***

(30.3.’011)

 

Ritorno

Un gioco ritmato in scala “R” e dal tono allegro. Una ribellione ai versi classici che ci ricorda come Poesia sia fatta di innumerevoli equilibri e perché no – squilibri. Tutto fa tesoro in questa poesia persino quella scia romantica …

Wilma M. Certhan

 

 

Poemetto

Piccolo tesoro  scritto in versi.

 

Prima mi appoggiavo

a tronchi di speranza,

aspettando il tuo arrivo...

 

Un itinerario di lettura dall’odore talcato e fresco come un odore di violetta simile a  L'Heure Bleue.  L’ipotalamo gode di questo amor simbiosi con la natura magica e l’invisibilità delle forze cosmiche . Se vi fosse un ordine tantrico legato alla poesia l’incipit inizierebbe con questo leggero ma superlativo passo. Bravo.

magnetismi a lunga distanza

onde incontenibili telepatiche.

 

Cosi la vita ci ha fatto dono

di lampi invisibili, ma magici

e tuoni dolci come sospiri.

Silvano Notari

 

 

E continua anche senza di noi

Una forza continua questi versi:

 

Il cielo non crolla non cede

di pianto di luce ci inonda

d’azzurro immoto ch’arride

nel grigio cupo sprofonda.

 

Quasi blasonato il passo che incede nel mare dell’indifferenza di una natura che vive e guarisce da sola mentre noi ci affolliamo a farle male e a farci male.  Significativa è la costante evoluzione di ogni verso che non si imbelletta ma resta onesto testimone della nostra fine e della “sua” (della Terra) indifferenza. Ottimo e potente, piace e trascina.

 

E perpetua continua a girare

gira e gira senza badare

zombi la stiamo accalcare

sarà tomba la terra ed il mare.

Marco Cabassi

 

 

 

La vita fremente

Un sorriso cura il mondo e sebbene non cancelli la guerra in atto, ci ricerca di speranza per l’avvenire. Poema in cui emerge il generoso lato positivo della brava autrice.

La natura rinasce nei prati e continua a rendersi piacevole a chi la osserva. Dopo una lunga Pandemia e in costante pena per il Flagello contro l’Ucraina, il minimo è mostrare un semplice sorriso a chi ci circonda.

 

 

9 marzo 2022

Sandra Greggio

 

 

Genocidio

Un Poema e una Condanna. Uno dei mali che pugnala lo spirito della democrazia ha un nome ed è Putin. Questo poema non fa mistero degli stermini ordinati da questo “virus a forma umana” che si magnifica attraverso gli orrori procurati alle povere genti su cui cadono in testa bombe e missili. Non è il poema a cui applaudire ma è il poema che deve alimentarci i respiri dando il peso giusto all’Ade e ai suoi diavoli.

 

Nel pozzo nero di mente malata

s'è distillato il male quale fiele;

su inerme gente è versato crudele,

gente che l'armi hanno già mutilata.

 

Assiso in trono da folla accecata,

lucido criminal, più che bestiale,

vuol l'Ucraina a lui solo fedele

e la vendetta ha di già consumata.

 

Mattanza no, non si può perdonare,

bisogna d'armi armar quella gente

che per la Patria ha un amor commovente

 

e un tribunale, veloci, approntare

per giudicare il genocida infame

e giusta pena dare a 'sto liquame.

 

Putin, per le sue trame,

così, per dargli giusto passatempo,

da corda spero penda in breve tempo.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Fulgente umiltà

Bella questa creativa lontananza dai pesi giornalieri in mezzo a una natura incontaminata. La semplice margherita che non grida la propria bellezza ed è ostinatamente umile. Una serenità che si ha solo in questi attimi di osservazione. Il poema ci ripaga con la sua fresca innocenza.

Alessio Romanini 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

18, 19 e 20 aprile 2023

Poesie del giorno:

Rosa Giusti De Ruggiero –Quando vedi un maggiolino-: Ad un insetto che regala allegria e, si dice, fortuna, la bravissima Rosa dedica questo delicato omaggio.

Fausto Beretta –Ucraina-: Versi che sono una condivisibile riflessione, su armi ed Ucraina, densa di profonda pena.

Enrico Tartagni –I vecchi-: L’inutilità dei vecchi, il loro peso sulla società, la loro delusione sulla vita. Tutto questo è sottolineato, con grande amarezza, dai versi del nostro Enrico che però, all’età che passa, reagisce intendendo lasciar messaggi a se stesso, a futura memoria.

Nino Muzzi traduce G. Eich-: Il racconto di un abitudine mattutina, nel freddo e nel buio, per iniziare il giornaliero lavoro, narrato con versi che molto bene disegnano la fredda atmosfera e lo stato d’animo del poeta. Ed a Nino sempre un grazie per queste stimolanti proposte di ignoti poeti stranieri.

Felice Serino –Mentori-: Vagamente ermetico, il nostro Felice ci invita a guardare nell’iperuranio, cercandovi positivi mentori, per trovarvi, magari, Platone.

Flora Fazzari –I Campi Elisi-: Secondo la mitologia greca sarebbero un luogo felice dove le anime dei giusti sono mandate da Minosse e da Radamanto che li giudicano. Ma, per restare un po’ più dalle nostre parti, come dimenticare gli incantevoli champs elysées parigini? Particolarmente bella è la descrizione (degli uni e degli altri, direi) della bravissima Flora.

Cristiano Berni –“Distratto”-: Gli impegni e gli affanni del vivere (resi con adeguate anafore) asciugano la fonte della poesia. Questo, poeticamente, affermano i versi di un (sempre) ispirato Cristiano.

Nino Silenzi –Ecco-: Decisamente gotico (leggerlo fa tornare in mente tutte le discese all’Ade, da Enea ad Achille, da Orfeo a Persefone, ed a Ulisse con Tiresia, per non parlar di Dante) questo premonitore racconto dell’inevitabile conclusione del nostro tempo su questa terra. E’ un piacere leggere Nino che, in questa occasione, affascina per quel sentimento di dolore e d’amarezza che ha ispirato questi bellissimi, suggestivi versi che contagiano  ed intimoriscono il lettore.  Per conto mio sono curioso e resto in attesa, augurando lunga e felice vita al nostro ineguagliabile Nino.

Wilma M. Certhan  -Ritorno-: Deliziosa descrizione di un romantico ricordo che torna, resa con poesia dall’apprezzabile serie di ritmate allitterazioni. Brava Wilma!

Silvano Notari –Poemetto-: Romantico omaggio a chi ha saputo rendere tangibile un sogno, reso con bella poesia, fortemente ispirata dalla gratitudine e dalla chiusa capolavoro.

Marco Cabassi –E continua anche senza di noi-: E così sarà, infatti. Dopo noi terra e cielo continueranno ad esistere, ignorando completamente l’umanità cui hanno dato emozioni. Questo raccontano i versi dal ritmo di filastrocca dell’ottimo Marco.

Sandra Greggio –La vita fremente-: Pare essere la continuazione della precedente poesia di Marco, questa di Sandra. La natura si risveglia ed invita a sorridere, indifferente alle crudeltà che una bestiale e ingiusta guerra genera in Ucraina. Auguriamoci che quell’indifferenza non contagi anche l’umanità, come pare stia accadendo.

Alessio Romanini –Fulgente umiltà-: In forma di madrigale, ecco un omaggio alla natura, reso dal nostro Alessio.

Jacqueline Miu –tumulto-:Tumulto dunque, di sensazioni contrastanti sulle quali prevale il desiderio d’amore e d’amare, narrato con l’inimitabile e suggestivo stile narrativo di una Jac in splendida forma. Inevitabile è rileggere questa composizione, per apprezzarla sempre di più, per “sentire”, assieme al poeta, il sentimento che l’ha ispirata.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti , in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

15-16-17 Aprile

- Commento alla poesia "In un Regno di Liberi" di Ben Tartamo -
Straordinaria lirica:

Metafore, Allegorie ed Ermetismi ben tessuti e rifiniti.
Evidenzio con piacere e soddisfazione, una nuova tendenza e una raggiunta maturità poetica di questo vate molte volte sottovalutato dalla critica.
Mi identifico completamente in questo stile e contenuto.
Complimenti vivissimi Ben!
 
Marino Spadavecchia
San Cristóbal, Táchira - Venezuela 

 

 

12-13-14 Aprile

12, 13 e 14 aprile 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Visioni-: Ispirata similitudine tra le le lotte tra animali e le guerre tra uomini, in entrambi i casi per la supremazia di razza sopra razza.

Rosa Giusti De Ruggiero –Bastano poche frasi-: Non capita di viverla soltanto davanti ad un quadro, la sindrome di Stendhal, ma, a maggior ragione secondo me, ascoltando un concerto di musica classica. A me è successo di venire trasportato in altro spazio/tempo e duro è stato il rientro nella realtà.

Fausto Beretta –Piccoli paradisi resistenti-: Le bellezze della natura e quelle che ci regala l’arte ignorate dal nostro essere distratti da brutture e da incredibili guerre. Così i versi di Fausto sembrano un invito a maggiore attenzione al bello che ci circonda, solo così, forse, riusciremmo ad evitare atroci crudeltà volute dal potere politico di criminali.

La bellezza salverà il mondo, scrisse  Dostoevskij ne L’idiota, speriamo sia stato profetico, ma quel titolo…

Laura Lapietra –Tanka-: Decisamente originale questo uso di una tecnica poetica giapponese (di religione –filosofia- prevalentemente scintoista) per esaltare il sacrificio estremo del Cristo. Il ritmo dato a questo tanka da laura lo fa somigliare molto ad una preghiera cristiana. Complimenti, Laura!

Marino Spadavecchia –Abiurare all’anima in sommossa-: Una malinconica, pessimistica analisi del mondo nel quale viviamo. Mondo che, a dire del poeta, sarebbe governato da assiomi privi di scopo. E che si può volere di più negativo? Giustamente Marino lo definisce, assiomaticamente,  “globo in via d’estinzione”.

Enrico Tartagni –La spazialità del Tempo-: Riflette sul tempo e sul suo essere stato “inquinato” dallo spazio, matrimonio indissolubile nato dalla mente di un genio. E lo fa spaziando nella mitologia di tempi antichi che ritornano alla memoria, quasi cercandovi verità negate. E questo è Enrico, un fantasioso cultore di scienza e mito, poeta affabulatore suggestivo, da applaudire. 

Bruno Amore –Fiumi di vivenza-: Inno sensual romantico a l’origine du monde (così la definì Courbet, riproducendola con gran realismo) vista in ogni sua angolazione. “chè nessun lemma è così pieno di intrinseco senso/con due sillabe”. Complimenti, Bruno, come non essere d’accordo con te?

Nino Silenzi –Immagine d’amore--: Il tempo che passa matura e poi corrompe tutto (e Shakespeare ne “As you like it” afferma: Ando so , from hour to hour, we ripe and ripe, and then, from hour to hour, we rote and rote) E il nostro ottimo Nino sviluppa questo tema, confermandolo e attribuendolo ai sentimenti, anche i più profondi, con questi suoi notevoli versi che, solo in chiusura, si aprono all’ottimistica speranza. Complimenti, maestro!

Nino Muzzi traduce Jean-Francois Poupart-: Nino traduce  e ci propone questa incredibile composizione di un più che fantasioso poeta francese. Composizione che, col voler rassicurare dalla morte il destinatario dei versi, si svolge tra immagini surreali (superlativa, ma non unica, quella che vuole creare a maglia, battelli di lana per i miracolati) e immagini fortemente gotiche (tipo :” t’infila –la morte- la lingua nel cuore/ti fa marcire la spina dorsale” ecc. ecc. ecc.) per non parlare della sottovalutazione del miracolo dei pani e dei pesci (cosa scontata, secondo Poupart) e, tanto per non farsi mancare nulla, aggiungendoci pure una lezione sull’uso della lingua in amore. Che dire? Bello sarebbe conoscere il significato di queste metaforiche immagini, così, tanto per capire e, forse, apprezzare.

Jacqueline Miu –Roma in arancio-: Ancora una volta applausi a Jac per questo viaggio in una Roma densa d’amore e di passione (di Jac, ovviamente). Roma, città eterna ed eternamente bella, risalta immensa in questi versi/omaggio, con tutte le sue più note caratteristiche (compresa Sora Lella, per quel che rappresenta gastronomicamente, quindi quale preludio all’amare). Leggere questa Jac è fare a nascondino tra il colonnato di San Pietro, è fuggire dalla confusione della stazione Termini, è incantarsi delle fontane, è perdersi nell’arte dei musei (Vaticani in testa) è schivare preti e parlamentari. Grazie, Jac, dopo Londra e dopo Parigi, questa Roma ci voleva proprio.

Sandra Greggio –Il mio sorriso-: Lacrime quale conforto e sorriso quale inganno. Beh questa è confessione di una profonda pena che merita auguri auguri ed auguri, perché si abbia una più ottimistica visione del vivere.

Carlo Chionne –Tempi-: I tempi della vita sono quelli che designano l’andamento dei brani nella musica classica. Così, con quei tempi, noi tutti viviamo ed il grande Carlo ce lo rammenta, attribuendo a se stesso quel  diverso vivere, a seconda degli umori del giorno o dell’ora o delle frequentazioni più o meno occasionali.. Un caro saluto.

Antonia Scaligine –Non sto mai comoda-: Beh la poesia può essere anche outing, anzi quasi sempre lo è. Quindi ok dire delle proprie insoddisfazioni, facendo metafora delle insoddisfacenti posizioni fisiche che, in effetti, sono metafora che indica ben diverse insoddisfazioni nel vivere. Ottima la lezione finale, messaggio importante che arriva da questi versi, con quel mondo in frequente movimento, che è segno di vita. Come sempre, cara Antonia, le tue importanti poesie sono apprezzabili lezioni di vita.

Antonio Scalas- -Pronunciare le parole-: Un lungo percorso…propedeutico per dire amore. Bravo Antonio!

Alessio Romanini –Non ti scordar di me-: Fremente invocazione all’amore, quello che non fa dimenticare dolcezze, reso con intensi versi troppo ricchi di inutili tronche.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Chi l’’ha visto?”

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

6 -11 Aprile

Segni

Versi fantasiosi di questo autore tedesco che trasporta e affascina ma questo solo grazie al grande lavoro di traduzione fatto dal nostro insostituibile Nino Muzzi. Grazie Nino.

Henning Ahrens         traduzione di Nino Muzzi

 

Io non so

Piacevole, godibile filastrocca sui tormenti poetici e umani dell’autore.  Nella  ricerca dell’ineffabile il piacere e il tormento  sono tra i pilastri dello spirito adepto all’inquietudine.

Non ho mai pace nel cuore

mai non c’è giusta risposta

che sia d’odio, o sia d’amore

mai è chiara e mai è nascosta.

Marco Cabassi

 

L'essere e il nulla

La debolezza di Felice Serino è la sua intensa umanità.  Con la resurrezione si abbattono le barriere della non esistenza infatti il poema scrive  …

il nulla non esiste

Sempre argonauta nell’ermetismo , molte sono le domande aperte per ogni suo scritto letto.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

A Yaroon...

Descrittivo e modellato col tormento di una poetessa che esplicita i suoi sentimenti.  Il lirismo tiene il passo dell’ispirato poema.

Mi sorge il dubbio se Yaroon non sia il cantante ... in attesa ...

Flora Fazzari

 

Bella fanciulla                    13.03.2020           ore 03:15

L’augurio a “una bella fanciulla” di continuare a coltivare i propri talenti.  Un omaggio scritto con affetto e versi di intensa speranza che la poetessa Rosa Giusti lascia fiorire nella chiusa.

Rosa Giusti De Ruggiero

 

Stipiti del male

Com’è forte il male! dichiara con forza il nostro ispirato  Giuseppe Stracuzzi che omaggia le vita e la pace sopra la violenza e il male delle guerre che andrebbe chiuso definitivamente in Ade.  L’emozione che ne nasce rende ancor più vigorosi quei pilastri che reggono il titolo.

Giuseppe Stracuzzi

 

Arcobaleno

Del bene che fu e di cui resiste ancora il sogno, parlano questi versi, evocando una nostalgia madre cui resta fibra - il sogno. L’indifferenza della Terra perseguita ma ci sono armi con cui combatterla.

Aldo Calò Gabrieli

 

Prescrizione inutile

Questo isolamento non sconfigge “le voci del silenzio” afferma patrizio Spinelli nei suoi versi. Il rifugio perfetto, afferma lui, non esiste.

Patrizio Spinelli

 

Impronte nella neve

Dura poco la felicità e questa sua “debolezza”  - rendono i versi del poeta Alessio Vailati “orme sulla neve”. Proprio per questo il suo valore è quasi inestimabile. Sono le cose semplici, non programmate, volatili che rendono la felicità vulnerabile al tempo ma anche straordinaria, quando decide di ripresentarsi.

Alessio Vailati

 

Vecchio villaggio

Il cuore richiama il sole del sud e la gioia dei bambini che corrono. Versi di nostalgia che colorano il poema richiamando l’amore per la propria terra.

Cuneo 10 dicembre 2001, ore 19,05

Carlo Tella

 

Gli amici e i segreti

Ci sono segreti e tesori che devono restare segreti e fedeli al patto tra amici.

Fausto Beretta

 

Eco di morte

Parlano di distruzione e di abbandono, i crudi versi di Alessio Romanini.  Le guerre di oggi, la morte di innocenti, la natura ferita sono ombre che coi loro rulli di tamburi contrastano le gioie dell’infanzia.

Alessio Romanini 

 

"Quelle risposte che non ho"

Un poetico itinerario alla ricerca delle risposte che l’uomo ancora non ha.  Cenni classici e  forme di reminiscenza romantica .

12 marzo 23

Ben Tartamo

 

Il mandorlo in fiore

I tormenti le agonie che spesso battagliano lo spirito, dovrebbero trovare pace davanti alla bellezza della natura che si esplica e fiorisce per tutti.  La poetessa Sandra Greggio sprona il lato positivo e alimenta la vita con quei germogli che resterebbero nascosti se i pensieri trovassero casa nelle cose negative. Combattente e coraggiosa l’altra faccia della medaglia-.

12 marzo 2023

Sandra Greggio

 

NATO O MORTO

L’ingresso della Finlandia nella NATO – mossa intelligente per accerchiare Putin o volontario atto di dimostrazione di forza ai paesi belligeranti? Carlo Chionne riflette e ci fa riflettere.

Carlo Chionne

 

Chi l'ha visto?

Sette giorni per creare un mondo e alcuno che applauda per la fatica fatta. Così nel proprio solitario “divino” resta Lui che addormentato è rimasto e da allora il mattino se lo gode il mal umano.

Grande Piero e non basta mai quella dotta ironia immune allo screanzato che resta in trincea come un soldato col male del vedere l’Umanità per quello che è diventata.

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

 

6, 7, 8, 9, 10 e 11 aprile 2023

Poesie del giorno:

Nino Muzzi traduce Ahrens-: Quel che sembra un fantasioso, tenero invito alla complicità, reso con surreali, suggestive immagini, in questi bei versi di Ahrens, tradotto magistralmente dal nostro Nino.

Marco Cabassi –Io non so-: E’ l’incertezza, dunque, nel definire sentimenti che ispira Marco per questi versi in forma di piacevole filastrocca.

Felice Serino –L’essere e il nulla-: Credere nella resurrezione della carne porta, inevitabilmente, ad essere certi che il nulla non esiste. Questo il senso del messaggio che Felice, fideisticamente, ci invia. Resto in attesa…

Flora Fazzari – A Yaroon…-: Un vago richiamo a Pavese ispira questi versi d’amore della bravissima Flora.

Rosa Giusti De Ruggiero –Bella fanciulla-: Intensa dedica/augurio ad una “bella fanciulla” perché la vita le doni quel che merita il suo essere artista ed altruista, resa con forti versi, densi di sentimento, della nostra Rosa.  

Giuseppe Stracuzzi –Stipiti del male-: Invocazione alla pace, ispirata dal periodo pasquale che stiamo vivendo, in questi forti e commoventi versi del grande Giuseppe che ci vede contornati, con ragione, da “stipiti” del male.

Aldo Calò Gabrielli –Arcobaleno-: “il sogno continua” afferma il poeta vedendo la malvagità che pervade questo mondo. Sogno e speranza di pace, dunque, in questi ispirati versi di Aldo, cui do il bentornato nell’azzurro, assieme ad un caro saluto.

Patrizio Spinelli –Prescrizione inutile-: Inutile isolarsi, alla ricerca della pace e del silenzio, dicono questi bei versi (didattici direi) di Patrizio.

Alessio Vailati –Impronte nella neve-: L’effimero della felicità, il suo apparire e sparire in istanti, di questo narrano i versi di un ispirato Alessio.

Carlo Tella –Vecchio villaggio-: Lievi pennellate sono questi versi di Carlo. Immagini nate da ricordi, elencate così come la memoria consente.

Fausto Beretta –Gli amici e i segreti-: Ancora versi che celebrano l’amicizia, sono questi, densi di un profondo sentire, del sensibile, ottimo Fausto.

Alessio Romanini –Eco di morte-:  Il violento contrasto tra gioie infantili e rumore di guerra ispira questi duri, amarissimi versi di Alessio.

Jacqueline Miu –un cacciatore e non più un ostaggio-: l’amore mi vuole folle fino all’ultima cellula nel midollo dell’osso” afferma il poeta ed il suo sentire narra con immagini dense di ricordi e cultura. E di Keats resta nostalgia, del vecchio e il mare una triste lisca di marlin. Così la narrazione d’amore diviene cultura e ricordo e si esalta in poesia quando afferma : “dire d’amore alla morte/dare all’acqua l’ultimo sogno/facendo di una scintilla di vita/un ricordo/…poi nulla”. Jacqueline, insomma, quella che affascina e trascina la fantasia del lettore in spiagge d’amore sempre.

Sandra Greggio –Il mandorlo in fiore-: Un fremente invito a godere delle bellezze della natura, dimenticando neri pensieri e negative emozioni. Un invito a non perdere quel che la natura, generosamente, ci regala, in questi intensi versi della nostra Sandra.

Carlo Chionne –NATO O MORTO-: L’ampliarsi della Nato alla Finlandia ispira il grande Carlo per questa filastrocca, ricordo di infantili versi.

A voi tutti i più cordiali saluti uniti ai più sinceri auguri per delle serene festività pasquali, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Auguri di Buona Pasqua a tutti i poeti del sito, in moto particolare a Lorenzo e a Piero, che sia per tutti di Pace, Serenità e di Bellezza.
Fausto Beretta

 

Un caldo augurio di Buona Pasqua ai Sitani e alle Loro Pregiate Famiglie.  Buona Pasqua ai nostri generosi lettori . Le giornate di festività siano luminose come i vostri scritti.

Miu

 

AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTI I SITANI!!!

Alessio Romanini

 

3-4-5 Aprile

Gli amici e i segreti

Omaggio poetico al sentimento che tiene legati per lunghi anni i veri amici. Una ricchezza che occupa lo scrigno nel cuore di un uomo in cui si elevano i veri valori della vita.

Fausto Beretta

 

 

Epoca, acquario

Un ennesimo gioiellino della letteratura tedesca che ispirato alla rinascita primaverile scrive questo poema che parla di nuovi inizi e l’iniziazione della natura sotto l’atteggiamento “giulivo” degli uccelli.

Rimarchevole il lavoro di Nino che va oltre la “normalità letteraria”  - oltre quello che ci piace o ci fa comodo leggere. Grazie Nino sei il migliore.

Henning Ahrens         traduzione di Nino Muzzi

 

 

Ed è Primavera

Versi coniati con notevole leggerezza e che sembrano usciti dall’epoca del Sensibilismo.  La Primavera di Marco Cabassi ha un suo canto quasi Botticelliano. 

Marco Cabassi

 

 

Lacrime rosse

Un addio poco rumoroso ma molto pittorico. Il saluto a un amore non durevole e velocista solo nella traiettoria del proprio egoismo. La brava poetessa non perdona questo Gargoyle e lo getta meritatamente nel girone dei propri inferi poetici. Vi è una leggera bellezza in quel pastello rosso usato per dipingere le proprie lacrime.

Isabel Gide

 

 

Il risveglio dei sensi

Grandezza poetica nelle semplici emozioni del risveglio primaverile e nell’affetto che l’uomo condivide con la propria moglie. Il tempo passa, gli anni si sentono e gli scricchiolii sorpassano le fughe ma rimangono imperiture le carezze, i benevoli raggi del sole e quell’atmosfera d’abbraccio tra natura e poeta così melodiosa da essere percettibile in tutti i versi. Maestria da plausi.

Da Sensazioni ed emozioni

Renzo Montagnoli

 

 

Non voglio più ragionare

Necessità di amare e di essere amato. Amore come alimento di questa vita e non come una cura. Amore per fare tacere i pensieri e i ragionamenti che privano le sensazioni positive della loro leggerezza. Il Prof sciabola con la debolezza delle cose che lo circondano, affermando la necessità “cruda” di avere un amore cui dare il meglio. Tutti i contorsionismi mentali cesserebbero ed è al  gentile silenzio  della mente “tranquilla – realizzata”  che il Poeta ambisce.  L’onor di logica è come l’acqua pura.  I pesci non vivono nell’acqua pura.

L’augurio più sincero è che l’uomo e il Poeta trovino l’amore agognato.

Da rileggere la memorabile chiusa …

 

Non voglio più ragionare,

voglio soltanto amare.

 

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

 

Solitudine

Il crepuscolo della vita avvolge il lettore come un sudario e lo tiene ancorato al senso di amarezza che traspare dall’intero poema dell’ottimo  Felice.   Bella e intensa descrizione di questo declino cui tutti cediamo dopo la nascita … lentamente.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Fasci di luce

Grande poema.  Un sussulto di allegorie che sposano la chiusa e trasporta il lettore verso una pace che ancora può fiorire.

In un mondo di guerre v’è la coscienza della libertà che libera l’uomo dal male della violenza.  

 

1 aprile 23

Marino Spadavecchia

 

 

Capo Gallo

(località a poca distanza, da Palermo,

ad ovest dell'affollata spiaggia di Mondello)

 

Descrizione poetica di questo meraviglioso paesino Capo Gallo. Riserva naturale con spiagge e mare di assoluta bellezza. Posti in cui lo stupore è l’unico e sincero gradito omaggio.

Un omaggio che leggiamo nei versi del Vate. Poetica dove il mare e i sogni diventano la medesima materia.  

L’itinerario a cui qualsiasi poeta ambirebbe. Ammiriamo, respiriamo e gioiamo di questa natura cui si abbandona lo spirito sognate nella sua iperbole trascendentale – spettacolare e iconica la chiusa.

 

Così sogno davvero,

respiro salso e nel profondo scende

la grazia dell'incanto che mi prende.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Piantate cipressi

Amara descrizione dei cipressi – Alberi cimiteriali per antonomasia e l'immagine che offrono della sofferenza. Alessio Romanini si fa trasportare da un dolore profondo  che circonda la realtà in cui vive. Guerre, crimini, violenze di ogni genere sono gli argomenti che fucilano la bellezza del vero vivere.

Alessio Romanini 

 

 

Aprile, freschezze di brezze

annunciano Pasqua

il silenzio della resurrezione

Grazie Antonia per gli auguri e una serena Pasqua a te, splendida poetessa.

Versi sempre freschi che parlano di questa doppia primavera, doppia rinascita. Una fede che germoglia ed è garanzia di pace.

 

Buona Pasqua a tutti del sito

Antonia Scaligine

 

 

Italia mia

Versi animati da un grande amore per la propria Italia composti con ispirato lirismo dalla brava Silvia Trabanelli.

Silvia Trabanelli

 

 

Flash

la velocità con cui la felicità ci sfugge dalle mani sposando la nuvola ombra al sole.  Ottimi versi densi di amarezza ma che portano il lettore alla speranza della chiusa. Sandra Greggio è la fonte della gioia che mai si spegne – ed è proprio questa sua forza che leggiamo nell’ultimo verso. La forza del cambiamento ci cattura e ci trascina.

21 marzo 2023

Sandra Greggio

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e  Buona Pasqua  a tutti.

 

Miu

 

 

3, 4 e 5 aprile 2023

Poesie del giorno:

Fausto Beretta –Gli amici e i segreti-: Il più nobile dei sentimenti, l’amicizia, ispira questi versi/inno al nostro prezioso amico Fausto, versi che sono dedicati, soprattutto, all’affettuoso  ricordo di amici di oggi e di ieri.

Nino Muzzi traduce Ahrens-: Altra interessante scoperta di sconosciuto poeta, questa volta tedesco, scrittore di romanzi onirici e fiabeschi e traduttore.  Qui, con questi interessanti suoi versi, narra di un paesaggio invernale che pare preluda la primavera e che ispira sentimenti di rinascita e di fastidio per un gracchiar d’uccelli.

Marco Cabassi –Ed è Primavera-: Deliziosa descrizione del ritorno della primavera, con i suoi colori e profumi e con le emozioni che genera, in questi bei versi di Marco.

Isabel Gide –Lacrime rosse-: Un fugace rapporto d’amore, descritto con accenti gotici, causati dalla forte delusione. Cito per la bravissima Isabel, facendole sinceri auguri , “ chi non ci vuole non ci merita”

Renzo Montagnoli –Il risveglio dei sensi-: Il tempo che passa, i dolori artritici, la sonnolenza, tutto cancella un timido raggio di sole, capace di ridestare ricordi teneri, che poi si concretizzano in un tenero gesto d’amore. E’ maestro, il nostro Renzo, nel creare atmosfere suggestive con i suoi versi che sempre coinvolgono il lettore.

Nino Silenzi –Non voglio più ragionare-: Il bisogno d’amore, da dare e da ricevere, talvolta confligge col bisogno di raziocino ispirato dal cervello.
Così si analizza l’ottimo Nino, arrivando alla logica e condivisibile conclusione che è il cuore che deve prevalere, sottolineando la necessità, per vivere, dell’amore. Così anche in questa poesia torna una lezione di vita che spesso  ci viene regalata dai versi del  nostro prof. Poeta.

Felice Serino –Solitudine-: La tristezza dell’invecchiare malati, ben descritta da questi versi, dall’amarissimo tono, del grande Fel ice.

Marino Spadavechia –Fasci di luce-: Suggestive, metaforiche immagini per disegnare l’atrocità dell’attuale mondo di guerre. Versi magistrali che si chiudono col desiderio di pace e libertà, espressi con molta forza dagli ultimi, ricordabili, sei finali., con particolare applauso al distico di chiusura. Complimenti vivissimi, Marino!

Alessio Romanini –Piantate cipressi-: Il cipresso, albero che ombreggia i cimiteri divenendone quasi simbolo, ispira questi amari, durissimi versi di Alessio, osservatore dolente della realtà di guerre criminali che stiamo oggi vivendo.

Jacqueline Miu –poema del cazzo che serve allo scopo-: Invocazione all’amore più sadomasochista, in perfetto stile della nostra strepitosa Jac che ci regala anche immagini originali, dense di poesia, tipo “ sono un pesce con squame spleen unte d’amore” oppure un tourbillon di poeti citati con colta competenza.  Altra suggestiva, fantasiosa immagine, degna di un grande della poesia,  quel “farò della Via Lattea un Buckingham Palace con camere sul Mare/Celeste”. Insomma Jac è sempre Jac. Leggerla può lasciare senza fiato ma impossibile fermarsi. Applausi.

Antonia Scaligine –Aprile, freschezze di brezze-: La descrizione di una duplice rinascita: quella della primavera e quella dell’affermarsi della fede cristiana, sono i temi che in questa bellissima, intensa poesia, la bravissima, ispirata Antonia svolge con grande maestria, regalandoci versi che dicono amore. Complimenti e buona e serena Pasqua.

Silvia Trabanelli –Italia mia-: Inno d’amore per un’Italia maltrattata da uomini avidi solo di potere, reso con versi (condivisibili) di particolare durezza di un ispirata, bravissima Silvia.

Sandra Greggio –Flash-: L’illusione della felicità dura un fugace attimo, afferma la nostra Sandra, ma non perde l’ottimismo per quel che potrà portare il futuro, certa che quel flash si ripeterà e permarrà a lungo, con questi limpidi, ispirati versi.

A voi tutti i  più sinceri auguri per delle serene festività pasquali, assieme ad un caro saluto, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

31 Marzo- 1-2 Aprile

Verso il Calvario

Le conclusioni del nostro amareggiato Fausto Berretta che disegna la perfetta immagine di un Paese esasperato

 e di come si specchia nella storia; siamo tutti concordi che la scelleratezza è concubina a maggiori mali – dietro la sua metafora,  una Italia sotto dittatura palesemente fascista che vive di propaganda ai disperati.  Leggiamo DI QUESTA  bulimia politica camuffata e subdola che ci trascina tutti nel suo vortice di silente accettazione. Ahimè …

Fausto Beretta

 

 

Un’altra vita

UN sentire secolare dell’amore o probabilmente tale Musa serve come esca al proprio amo poetico per afferrare l’inafferrabile. Bruno Amore si rende strumento passionale e attraversa il tempo per esplicare la sua funzione di “innamorato”.  Parliamo dello stesso atleta che va  al crogiolo con armi ben più pesanti del pensiero e qui vediamo sfoderare quella parte d’immaginario a noi sensibili “appetibile e sconosciuta” per ergere un ponte tra anime.  Instancabile e infaticabile questo suo “inventarsi”  che trascina il lettore, lo inebria e lo interroga (persino sulla storia) –

Bruno nelle sue metamorfosi e potere capire il segreto di questo fantasioso viaggiare … con la mente.

bruno amore [br1]

 

 

La vittima designata

Poesia con morale e ben narrata.  La fortuna col suo occhio cecchino per la “vittima” designata. Brillante.

Ciro Germano

 

 

Sei nato in piena notte in pieno mare

Sofferenza, indolenza malinconica indi Poesia. Un viaggio ricco di contaminazioni americano – europee proposto dal nostro insostituibile Nino Muzzi. Brillante la scelta di questo poema che incarna un millennio appena nato e già stanco.

Jean-François Poupart         traduzione di Nino Muzzi

 

 

E’ Tornata la pioggia

Una anafora per glorificare la pioggia e il suo cosmico benessere.  Versi freschi e ricchi di energia positiva.

Marco Cabassi

 

 

Preghiera all'Angelo Custode

Una preghiera poetica al Celeste e alla sua entità per eccellenza – l’Angelo.  Una trasfigurazione poetica del sé maturo e empatico con le fragilità umane.  L’ispiratissimo Francesco Miranda dona un momento di intima riflessione.

Francesco Miranda

 

 

Sopraffatti dalla disperazione

Poema che si ispira alle numerose tragedie dei disperati in cerca di speranza. Non c’è assoluzione per l’umanità bisbetica e denigratoria.  La vita non ha prezzo. L’amarezza che si deve condividere non è l’unico messaggio del nostro Carlo Festa ma anche il visibile totale abbandono dei fragili davanti alle avversità.

Carlo Festa

 

 

Dante mi ha fregato

Profanatori e illusionismo dantesco artefici di questo viaggio poetico dopo la lettura del Sommo Poeta. Una traslazione dimensionale attraverso i portali “poetici”  che salvano l’incubo con la ragione.

Isabel Gide

 

 

Tolgo il disturbo

Ehee ……. quante cose si potrebbero dire di questo poema e di questo poeta. Dall’incipit è Poesia.

Notte pensavo e non disturbavo il sonno delle cose intorno a me …

I miti e le fantasmagorie sono dei bellissimi e leggerissimi castelli nell’aria – come non farsi tra volgere?

Lasci amo illudere da Enrico e chiudiamo gli occhi, permettendo alla sua scrittura di intromettersi con gli inutili ragionamenti del momento.

Per chi non ne ha abbastanza di abbracci poetici a trecentosessanta gradì – per chi vuole navigare in una oceanografia libera da orizzonti – questo è il Poema.

enrico tartagni

 

 

Kermesse

La maschera è il trucco del brutto e l’apparire è la nuova moda – Felice Serina parla del costume e degli inganni del nostro secolo che predilige l’apparire più che l’essere.

l'apparenza è sovrana

il gusto è g(i)usto

truccarsi in bruttezza è bello

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Dipinto

Una malinconica e veritiera carolina primaverile. L’ottima poetessa inneggia alla pace, parla delle guerre e delle sofferenze, mentre il cielo e il sole splendono quasi indifferenti ai mali umani.

 

4 marzo 2023

Sandra Greggio

 

 

Candela

Una metamorfosi quasi gotica nell’incipit poetico. Una scia borosa e densa come nei migliori poemi di Poe che non scappa dall’animo poetico anzi lo solletica e lo alimenta con echi, paure, dolori,. La luce debole della candela come la debole luce della vita che accumula pochi tesori anche loro destinati a restare nel buio.

Il Vate  si offre alla corrente e l’eccellenza poetica lo salva “miracolosamente” – offrendo una partenza oltre la speranza e i sogni – una pace senza suoni .

Sebbene parli del “tacere” in molti dei suoi poemi, Piero Colonna – Romano omaggia con ogni sua forza la vita.  Ogni ricchezza accumulata è personale, è potente ma destinata a restare nel forziere di un’anima sempre esagitata ma consapevole del punto d’arresto.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

31 marzo e 1 e 2 aprile 2023

Poesie del giorno:

Fausto Beretta –Verso il Calvario-: La metaforica, tristissima descrizione di questa Italia simil- fascista, ispira un sdegnato Fausto che la dipinge a fosche tinte, prive di speranza. E come non concordare?

Bruno Amore –Un'altra vita-:  Incuriosito dal nome di Inanna, frequento Wiki alla ricerca di illuminazione e vi trovo interessantissima mitica storia sumera e mesopotamica. E giustamente il nostro grande Bruno vive quel mito  “come un seme sulla cresta della corrente/leggero senza meta senza timore ecc. ecc.” e come facitore di sensuali sensazioni. Forse prima tra i miti, Inanna scende nell’Ade e vi arriva  splendente e nuda, per essere poi resa libera da un suo innamorato. “Bruciami che sei calore che/null’altro fa essere più vivi.” Recita in chiusura della narrazione l’ottimo nostro amico, cui vanno ringraziamenti per aver suscitato curiosità su di un periodo storico di circa 3.500 anni a.C.

Ciro Germano –La vittima designata-: Ad occhio direi che la vittima designata (cioè l’uomo) lo è del suo simile. Homo homini lupus, dunque. Gli mancano solo le vibrisse…

Nino Muzzi traduce JF Poupart-: Nino oggi ci propone in lettura altro giovane poeta canadese, di notevole interesse per la sua storia culturale ed i suoi insegnamenti. In questa poesia narra, con limpide metafore, della storia dell’uomo e del suo vivere dolente, della sua ricerca di dignità del vivere e dei suoi fallimenti. Più moderno di così!

Marco Cabassi –E’ tornata la pioggia-: Inno all’attesa pioggia ristoratrice, reso con anafora che pare preghiera di ringraziamento. Belli  i versi dal giusto rimare, che paiono rendere i ritmi del piovere.

Francesco Miranda –Preghiera dell’Angelo Custode-: Intensa, fideistica preghiera all’angelo custode, resa con versi nati dalla sensibilità di Francesco.

Carlo Festa -Sopraffatti dalla disperazione-:  Forse non serve particolare analisi per capire a chi si riferisce Carlo con questi suoi durissimi, amari versi. E’ di ogni giorno la storia di disperati che, inutilmente, tentano di dare dignità alla loro vita, affrontando il mare, ma, troppo spesso, trovandovi  morte.

Isabel Gide –Dante mi ha fregato-: L’illusione di un rilassante dopo, nato dalla lettura di Dante, svanisce con l’uso della ragione. E’ grande inganno, pare gridare Isabel con questi suoi versi. E come non darle ragione?!

Enrico Tartagni –Tolgo il disturbo-: La narrazione di un sogno sognato, resa col bello stile del nostro Enrico. E con lui viaggiamo, con la fantasia che creano i suoi prosastici e forti versi, in un mondo diverso. E con lui vorremmo “togliere il disturbo” da questo e volare in un altrove più appagante.

Felice Serino –Kermesse-: “truccarsi in bruttezza è bello” afferma il nostro filosofo. Ma è carnevale e l’inganno è di moda.

Sandra Greggio –Dipinto-: Amaro acquerello sull’attualità che stiamo vivendo, sotto un cielo che appare benevolo e consolante, in versi che gridano l’indegnità degli umani comportamenti.

Alessio Romanini –Il mio rivo-: Il romantico disegno di un paesaggio campestre lungo un fiume, in questi descrittivi versi del nostro Alessio.

Jacqueline Miu –drunk by your voice Amplessitudine-  Ed, in effetti, c’è un temporale nelle vene di chi scrive, gridando amore amore amore. Oggi gotica più che mai, la nostra preziosa amica ci conduce in viaggio per mare e per Ade, con la sua sfrenata, deliziosa fantasia. E viaggiamo con lei nell’amore, nel desiderio, in quel bruciare energie e sfinirsi. Leggere e rileggere è obbligo, per capire e per apprezzare la capacità di rendere sentimenti e pulsioni. E incantarsi come sempre.

Ed ancora grazie a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia  “Cammino sulle mani”.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

28-29-30 Marzo

28, 29 e 30 marzo 2023

Poesie del giorno:

Giuseppe Stracuzzi –Il cambio di stagione-: Una lirica interpretazione del cambio di stagione, con le suggestioni che fa nascere e le speranze. Giuseppe è poeta e dipinge con le parole il suo sentire, affascinandoci.

Fausto Beretta –Annegati a Cutro-: Se certi governanti che abbiamo avessero coscienza non dormirebbero di notte. Ma i loro sono tranquilli sogni di ipocriti, privi di coscienza. Così Fausto, con la sua sensibilità, punta il dito contro quegli spregevoli individui che (e non è la prima volta che accade) dicono di non avere saputo quel che era clamorosa evidenza di imminente tragedia.

Bruno Amore –(l’8 marzo)-: Amorevole omaggio alla madre, nel giorno dedicato alla donna, reso con profondo affetto e riconoscenza per quel che ha saputo dare.

Ciro Germano –Il politico-: Accurata e perfetta descrizione del modello dell’uomo politico italiano, reso con versi che, in filigrana, dicono sdegno e disgusto. Ed io acconsento convintamente, in particolare quando sento parlare parlare i Foti (o Fotti?) i Donzelli, i Lollobrigida, ecc ecc ecc guidati dalla soubrette di nero fasciata che tutto accetta, copre e giustifica.

Claudio Badalotti –La mia poesia-: Inno alla poesia, dunque, cui mi associo convintamente, del quale sottolineo la chiusa che recita “così, poetando, sale/nel cuor la verità.” Bravo Claudio!

Nino Muzzi traduce Max Czollek-: Altro prezioso suggerimento culturale del nostro Nino, cui dobbiamo gratitudine per questa sua continua ricerca di grandi della poesia contemporanea che, non fosse per questa meritoria attività, resterebbero per noi nell’oblio assoluto.

Nino Silenzi –Galoppa, galoppa-: La corsa della vita rappresentata, con forte evidenza pittorica, dai versi di un Nino particolarmente ispirato. Si sentono rulli di tamburi, leggendo, si corre verso l’inevitabile fine, avendola vissuta questa frenetica vita, così come la narra il nostro poeta.

Felice Serino –Gli ultimi giorni-: Frase di difficile comprensione è quella che Gesù disse ad un suo discepolo. Metafora, probabilmente, per dire che ancora non sono nati a vita nuova (cioè alla conoscenza del Cristo) quelli che seppelliranno analoghi a loro, con i loro peccati, ed infatti Felice chiude questa riflessione poetica recitando: “già vedi come funereo lenzuolo/penzolare il male dall’alto ramo”.

Jacqueline Miu –tra fiamme fluttuanti-: Suggestive, surreali immagini nate dalla fantasia di questa nostra strepitosa amica, rese con magiche pennellate  che vanno a disegnare  emozioni per chi legge. E questa è sempre Jac, insuperabile artista che merita applausi sempre.

Sandra Greggio –Divertissement-: Beh sul faro sarei d’accordo anche io, soprattutto se con finestre a 360°. Simpatici questi versi della nostra Sandra. Ogni tanto vale la pena lasciarsi andare, ricordando Palazzeschi.

Alessio Romanini –La speranza nel seno di primavera-: Primavera quale simbolo di rinascita anche delle speranze, per una più degna vita. Così un ispirato Alessio omaggia il risveglio della primavera con questi ben rimati versi.

Antonia Scaligine –La vita puntuale-: Bella ed intensa riflessione sul durar della vita a unico traguardo, in questi bei versi di un attenta ed originale Antonia che sa anche giocare con le parole, frantumandole, per esprimervi un duplice significato. Complimenti, cara amica.

Carlo Chionne –Rien ne va plus-: Fa satira il nostro prezioso amico e pare divertirsi alle difficoltà che affliggono oggi Macron. Allons enfants de la Patrie, risuona per le strade di Parigi e della Francia tutta, in rivolta contro i previsti 64 anni per godere della pensione (oggi a 62).  E pensare che gli italioti hanno accettato, senza proferire un beh, l’andare in pensione a 67 anni più sette mesi (sessantacinque per le donne)… Quando impareremo dai nostri cugini a non accettare opportunistiche imposizioni? Ciao Carlo, un caro saluto.

Silvia Trabanelli –Il tempo – 2 -: Il mesto passare del tempo e la nostalgia per ricordi che vi tornano, molto ben descritti dai bei versi della brava Silvia.

Un grazie di cuore a Jacqueline per i sontuosi commenti alle mie modeste poesie, commenti che mi fanno arrossire.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Nella notte

Significativa e ispirata questa notevole poesia e Armando plausi a questa memorabile chiusa!

La notte cancella i conflitti e schiarisce le idee. Una notte esplicativa in cui il poeta ammette le fragilità e le debolezze. L’amore non è semplice commemorazione ma lo stoppino sempre ardente che non sa spegnersi nemmeno quando manca la luce. Sinceri complimenti.

 

- Sonetto

(Donnas 9.5.2022 – 2:51)

Salvatore Armando Santoro

 

 

Il Cambio di stagione

Questo impero

d’infinito sentire

Primavera e intervento divino – ottimo connubio nel sentire poetico di Giuseppe Stracuzzi. Il sottile passaggio temporale e la descrizione sensibile, sventolano bandiera luminosa nei tormentati giorni.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

Annegati a Cutro

Una giusta critica al traffico “di disperati” che alimenta in morti le acque di questo paese. Il messaggio politico e soprattutto umano dovrebbe svegliare le menti dei “professionisti” capaci di fermare l’orrore di questi decenni. Uomini, donne, bambini in questo poema non sono semplici “sostantivi” ma anime armate di coraggio che combattono le avversità di dei paesi che li vedono come “nemici”. L’immigrazione non è un problema se gestita con la serietà e la protezione che si deve a una qualsiasi vita. Ottimo il nostro Fausto Beretta che umilia la nostra cecità quotidiana armata di pochi fatti e tante parole e rende il giusto valore a quello che dovrebbe essere un atto di “Umanità”.

 

27/2/2023

Fausto Beretta

 

 

(l’8 marzo)

Capitano! Mio Capitano! – onorato sarebbe Whitman se sapesse che questi versi sono una dedica alla Grande Donna che ha modellato la vita di un così meritevole figlio. Una donna non superiore ma una donna come tante donne che rende ammirevole la propria vita. Questo omaggio amplifica la nozione di “donna” di un poeta che spesso indaga nella vastità emotiva del “femminile”. Bruno Amore il mago degli abissi dove luccicano entità ancora da scoprire si mostra senza maschera per onorare il suo primo grande amore e la sua prima Grande Donna della Vita. Il poema non vuole essere un altare ricco di offerte ma un passaggio temporale dove il navigante sente il carico di peso umano e la forza di andare avanti nel quotidiano. Bisogna essere un ottimo atleta della parola per fare sembrare anche un piccolo poema – una opera d’arte. Bruno crea tesori, onorando la vita che l’ha creato (e non per forza maschio).

bruno amore [br1]

 

 

Il politico

Splendida questa satira sul Politico e veritiera la chiusa. Complimenti a questo “nuovo” poeta che si apre al nostro azzurro.

Ciro Germano

 

 

La mia poesia

Omaggio alla Musa. La poesia viaggia nel sangue del Poeta e illumina le strade dell’immaginario. Molto ispirato questo vittorioso panorama sulla creazione “letteraria” che appaga il lettore con un sentire sensibile dell’Arte. Interessante la chiusa e bellissimi i suoi primi versi.

Ti senti sol ma forte

nel dedalo mentale

di vera libertà,

così, poetando, sale

nel cuor la verità.

Claudio Badalotti

 

 

ad un nato prima

I

 

Altro splendido regalo del nostro Nino Muzzi che applaudiamo per il suo valoroso e ricco apporto di nuove “internazionali” poetiche.

Max Czollek è un poeta lirico, scrittore e interprete teatrale tedesco classe ’87 è un artista molto attivo. È membro del collettivo di poesia G13 e, nel 2013, ha fondato il progetto internazionale di poesia Babelsprech per promuovere la rete di giovani poeti di lingua tedesca.

Max Czollek           traduzione di Nino Muzzi

 

 

Galoppa, galoppa

Galoppa, galoppa

nella prateria dei sogni,

cuore sfrenato,

fino a sfinirti.

Stremato dal suo Galoppo fino alle visioni lucenti ed infine muore. Virtù celesti e pathos umano armano Nino Silenzi.  Poema “epico”, forte, passionale, drammatico che fa molto Poeta dello Sturm und Drang. Illuminista quanto basta e profetico che demolisce la caducità, ispirando l’anima a ruggire – beh, che Poema! Plausi amico caro e a valanghe.

Questo “galoppare visionario” mi veste perfettamente.
 

Da Le strade della vita

Nino Silenzi

 

 

Gli ultimi giorni

Ermetica descrizione della morte. Versi che non lasciano scampo e replicano in modo chiaro – l’ultimo grido delle ossa.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Divertissement

Un titolo davvero splendido che ci accompagna nel mondo della fantasia. Il premio dovrebbe essere un sentire di attimi di gioia illimitati o limitati “al momento in cui la nostra mirabile poetessa Sandra Greggio” non pensa.

 

10 Giugno 2022

Sandra Greggio

 

 

Cammino sulle mani

Geniale, prorompente, ironica, sfidante mode e gusti personali – questo camminare sulle mani dovrebbe rivoluzionare “il sentire umano del male”. Piero Colonna – Romano non ha avversari nel dire le cose come stanno anche quando prova a vedere il mondo da sottosopra. Se ci fosse un premio più di un umile plauso – a lui dovrebbe essere intestato. Noi restiamo in piedi ad applaudire all’uomo che corre con “i Grandi”.

 

Chi scelse un giorno d'esser delinquente

diviene all'improvviso uomo augusto,

il suo mutare è certo commovente

e il portamento ha pieno di buongusto.

 

Ma questa mia illusione

è nata da un bel sogno che ho sognato.

Ritorno dritto e vedo ogni peccato.

 

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

 

La speranza nel seno di primavera

di vita è germoglio di salvezza

Grande verso! L’intensa poetica di Alessio torna alla sua massima vitalità e ne sono contenta. Lo confermano questi versi che parlano di volontà di amare e di nuove speranze. Complimenti al poeta.

Alessio Romanini 

 

 

La vita puntuale

arriva al punto finale

 

 

S’inarca

s’incurva

scende

ridiscende

Una analisi profonda e intima della vita con la sua conclusione finale. La bravissima Antonia Scaligine espone e si espone al reticolato del tempo e della sua azione sull’uomo. E’ una poesia molto profonda meritevole di plausi.

Antonia Scaligine

 

 

Rien ne va plus

C’è della Maccronica differenza tra Meloni premier e il Presidente francese. La differenza che uno vive in un paese, dove la Rivoluzione è cosa molto possibile mentre la seconda vive in un paese di dirottatori di responsabilità taciturni e pettegoli. Il Poeta mostra i dubbi su chi ci governa e ricorda a chi non sa … la lezione della Rivoluzione.

Carlo Chionne

 

 

Il tempo-2

Molto indicativo questo “passare per acquee morte” che mi hanno deliziato.

Splendida la chiusa e ammirevole la profondità di alcuni versi degni dei migliori poeti.

silvia trabanelli

 

 

"Davanti a te"

Una romantica e profonda se non infinita dichiarazione d’amore. Versi densi di ammirazione lirica e di forti sentimenti.

 

8 marzo 23

Ben Tartamo


 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

25-26-27 Marzo

25, 26 e 27 marzo 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Penso dunque sono-: Deliziosa interpretazione del cogito ergo sum cartesiano. E come non condividere?

Santi Cardella –Sublimazione-: Tutto sublima l’amore ed all’amore l’ottimo Santi dedica questi sublimi versi, in forma madrigale, semplicemente deliziosi.

Giuseppe Stracuzzi –Una lacrima muta-: Una nave che s’allontana, e che diviene metafora di un amore che pare svanire, è la poetica immagine che bene lo rappresenta. C’è sapore di mare in ogni verso e c’è tenero amore in un cuore incagliato in quella nave che corre nel tempo. Sensazioni, dunque, rese con le suggestive immagini di un grande della poesia.

Teresa Armenti –Copia e incolla-: Forte atto d’accusa ad uno strumento che pare portarci a contatto con un lontano mondo ma, in effetti, ci allontana da chi ci è fisicamente vicino. Molto ben rappresentato il pensiero (condivisibile) dai versi della bravissima Teresa.

Flora Fazzari –Un fulgido fuoco…-:  Un atroce lampo nel momento della fine di un rapporto, lampo che non illumina ma porta buio profondo, ferma il tempo, genera pena infinita. E Flora narra il suo sentire con  la maestria di questi versi/confessione che si chiudono con un guardare al cielo, per fuggir dalla terra. Brava!

Antonella Frison -A Te, o Signore-: Intensa preghiera, dalle frementi invocazioni,  di una delusa della vita che aspira alla pace che immagina esserci nel dopo mondano. Di tutto cuore auguro ad Antonella trovare quel che cerca qui, in questa terra che può essere inferno ma anche paradiso.

Anna Maria Guerrieri –Stringimi-: Una richiesta d’amore resa con immagini di grande forza poetica. Brava Anna Maria!

Bruno Amore –Semidei …-: Totò distinse gli uomini in uomini o caporali, Sciascia in uomini, mezzi uomini, pigliainculo e quaquaraquà. Bruno in semidei e cocci con la crepa dentro. Ma dalle caratteristiche che a quelli attribuisce (orchi, Caino ecc.), meglio essere cocci con la crepa dentro o, meglio ed auspicabile, avere “lo schietto timbro del vaso senza falli”. Immagino a chi si riferisca l’iperbolica descrizione di questi presunti semidei. Viviamo con loro, ci governano, ci imbrogliano.

Marino Spadavecchia –Ballo liscio-: Ermetico, ma fino ad un certo punto, Marino si rivela quando narra di “coleotteri fuori stagione/aggrappati al salvagente”…”cavalcando il destriero della morte”. Altro che martini, caro Marino! Qui per dimenticare ci vorrebbe una anestesia dal profondo effetto. O la rivoluzione contro quelli che Bruno definisce Semidei.

Jacqueline Miu –io muoio in respiri-: Ancora un sogno in questo scritto dell’impagabile Jac. Tamigi, gabbiani, anatre cui leggere Keats, Harrods e St. James’s Park, per destarsi e cominciare a camminare sulle acque “mio sogno – amandoti/io muoio in respiri”. Applausi a valanga.

Carmine De Masi –Profumo-: Il ricordo (bruciante) di un amore descritto con dolcissimi versi romantici dall’ottimo Carmine.

Sandra Greggio –Dichiarazione-: E, a proposito di versi densi di romanticismo, Sandra non è seconda a nessuno. Ricorda e scrive il suo desiderio, la sua delusione, con forte, ispirata intensità.

Alessio Romanini -Coraggio nella Speranza-: Inno alla speranza detto con classico madrigale da un ispirato Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

22-23-24 Marzo

22, 23 e 24 marzo 2023

Poesie del giorno:

Marino Spadavecchia –Passione attorcigliata-: Fremente dichiarazione d’amore e di desiderio, resa con suggestive, bellissime metafore che vanno anche a disegnare un fiabesco scenario. Applausi.

Marco Cabassi  - La mia follia-:  Lo smarrirsi (la mente che governa) in un mondo ostile, alla ricerca di pace in un universo che appare lontano e, forse, più amico, reso con vera maestria letteraria da un ispirato Marco, mediante l’uso di una girandola interminabile di parole a formare suggestive e surreali immagini.

Felice Serino –Dietro il velario-: Mi pare ci sia molto Schopenhauer in questo cercarsi dell’uomo non trovandosi. E Felice sa come incantarci con la sua preziosa poesia.

Nino Silenzi –In certi momenti-: Il gabbiano, a similitudine di vita e d’amore, diviene  simbolo delle pulsioni umane del poeta, la cui immagine, poeticamente, vola alla ricerca di terrene soddisfazioni e di esaltazioni date dall’amore. Nino racconta e si racconta, con una limpida scrittura, densa del suo sentire., coinvolgendo il lettore con grande dolcezza. Complimenti!

Alessio Romanini –Pace-: Un grido per dire pace, in questi forti versi del sensibile Alessio.

Jacqueline Miu – lentamente morire dove l’oceano finisce-: “un costrutto sulle rovine” questo il senso dell’apocalittica visione di un mondo crudele che ci ospita. Così leggo questa sinfonia in minore di immagini e sensazioni negative, tutte narrando il peggior vivere possibile dell’uomo d’oggi. E cos’, correttamente, il poema si chiude con la rassegnazione dicendo “La collera del mare e sopra le catene di ossa/un (inutile o canzonatorio, forse) dolce canto di sirena”. La splendida Jac di sempre. E, come sempre, applausi.

Carmine De Masi –L’isola che vorrei-: Le dolcezze che ha regalato l’amore un tempo, nel ricordo creano il bisogno di un isola felice dove poterli rivivere. Questo mi pare sia il senso dei bei versi, struggenti in chiusura, dell’ottimo Carmine.

Sandra Greggio –Desiderio-: La casa quale unico rifugio rasserenante, i soprammobili, con le loro storie, quali concrete presenze di un più sereno passato. Il tutto per continuare a cercarsi, per amarsi un poco di più. Poesia dalla forte intensità emotiva, ben resa dai versi dell’ottima Sandra.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Commento
"... dove l'oceano finisce " di Jac Miu. Cose così, non dovevano sentire i marinai di Ulisse o il bello li avrebbe portati altrove, Troppo tardi - per me - per imparare, non di godere. Ciao.
Bruno Amore [b]r1

 

 

19-20-21 Marzo

19, 20 e 21 marzo 2023

Poesie del giorno:

Bruno Amore –Ho avuto in sorte…-: La bellissima narrazione, unica lunga metafora, della sua vita, resa da un ispirato, bravissimo Bruno. Cari amici se vogliamo capire cosa sono le metafore suggerisco questa lettura esplicativa. Complimenti, Bruno!

Marino Spadavecchia –Soporifere parole-: Ed anche qui metafore per narrare di un vivere e suggerirne il modo. Le parole, dunque, a volte sono false incantatrici (pifferi glitterati e promesse farcite di crema acida, le definisce Marino). Desiderio di giustizia, contro inique sentenze (quei pesci disabilitati ecce ecc ecc ). E’ un illusione dedicare la vita ad un sogno (Tazze di ferro fuso ecc ecc ecc) quindi invito alla concretezza. E, per concludere, il nostro suggerisce di “portare a spasso lo sconforto” “camminando in un vicolo” ignorando le ingiustizie, che paiono costellino la vita. Niente male come visione ottimistica del vivere, Marino!

Marco Cabassi –Abbandonati alla quiete-: Il titolo è il tema che poi l’ottimo Marco svolge nei versi che seguono, che sono una deliziosa descrizione, appunto, di momenti di serenità, resi con adeguate immagini. (da applausi il termine “callaia” che credo solo Dante abbia usato e pochissimi altri).

Felice Serino –In te l’immenso-: E’ un illuminazione dell’anima il credere. Questo il messaggio che ci invia il nostro amico Felice.

Renzo Montagnoli –Sognavamo la primavera-: La scoperta del dolore, in età quasi infantile, narrata con  delicati versi che dicono di una pena mai dimenticata da Renzo, ottimo maestro della narrazione poetica.

Carlo Chionne -16 marzo 2023-: Amorevole dedica alla moglie, in un giorno che immagino sia importante per entrambi, in versi (endecasillabi perfettamente ritmati e rimati) che dicono di Carlo essere il più romantico frequentatore della perfetta poesia. Un caro saluto.

Alessio Romanini –Pace in terra-: Il contrasto tra la bellezza del rinascere della primavera e le disumane brutture della guerra in Ucraina (fianco dei Balcani ?) ispirano Alessio per questi versi, messaggio e desiderio di pace.

Jacqueline Miu –Spleen-: Leggere i versi di questa Jac e sentire urlare le campane di Baudelaire è cosa naturale. Spleen inarrestabile dunque, ma non incurabile perché la nostra, nonostante l’affermazione di chiusura, la cura la conosce bene, la pratica e la richiede con forte convinzione. Sesso anti spleen, dunque, narrato con la forza che conosciamo nella nostra preziosa amica, per  immagini che si superano a spirale crescente, per bellezza fantasiosa, simboliste come non mai. Ne scelgo alcune, per esempio: “abrasione da stelle cadute per amore”, “nessuno sente il grido dell’anima nell’arena di fuochi”, “ho un bisogno incazzato/di spupazzarti”, “ho come una fame chimica/che anticipa la bulimia di te”, “verrò per stringerti/ad ascoltare/la tua pancia contro la mia creare musica”, “pedofili – ubriachi di Vaticantropie”, “tu mi bruci/radiazioni cui cedo per debolezza”, “spàlmati di vertigini”, “fango sudore oscurità abissale e dolore”. Ed invito tutti a rileggere questo capolavoro di spleen che all’epoca giusta avrebbe fatto di Baudelaire un apprenti sorcier.

Antonia Scaligine –Cosa si può dire?-: Infatti. Poi arriva l’età della ragione e, come tu scruvi “incominciano a capire/che fuori della loro fiaba c’è un’altra fiaba/diversa da quella che le nonne/hanno sempre raccontato”. Commovente e realistica poesia dell’attenta alla vita Antonia.

Carmine De Masi –Poche briciole-: Rapide, suggestive pennellate per parlar d’amore. Complimenti, Carmine.

Sandra Greggio –Cuore ed anima-: La ricerca della salvezza da questo mondo impazzito di crudeltà in questi forti ed ispirati versi della nostra Sandra.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

16-17-18 Marzo

16, 17 e 18 marzo 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Perché-: Un dolcissimo, tenero narrare di una lei ritornata nel sogno, reso con una magistrale serie di metafore che esprimono alla perfezione lo stato d’animo sognante di quel grande narratore che è Enrico.

Bruno Amore –L’antro della speranza-: Magistrale rievocazione delle miniere siciliane abbandonate e della pena di chi dovette lavorarci. Veri complimenti, caro Bruno, mi hai fatto tornare alla mente Sciascia e Pirandello con la loro vita ed i loro racconti sulle solfatare ed altre miniere della loro terra.

Flora Fazzari –L’infinita dolcezza…-: La dolcezza che regala la notte con i suoi silenzi bene narrata da questi delicati versi di Flora. E la raccontò anche la Merini quella dolcezza notturna che ispira poeti.

Marino Spadavecchia –Apriscatole in formazione-: Una magistrale serie di immagini metaforiche (sin dal titolo/tema) per narrare delle scommesse alla vita (pare più perse che vinte) di questo grande della poesia moderna.

Marco Cabassi –Mattino-: Intensa descrizione del mattino (versi come pennellate) e delle sensazioni che regala in questi sciolti versi di Marco.

Felice Serino –Anime ferite-: La compassione dunque (la parabola del buon samaritano) ispira questi versi del grande Felice. Applausi.

Laura Lapietra –Viaggio Senza Tempo-: Un’analisi del vivere e delle delusioni che possono aversene, resa con bei versi dalle belle metaforiche immagini.

Nino Silenzi –Sarò libero-:   Il bisogno di liberarsi dei lacci di un condizionante sapere, per vivere libero. Questo esprimono, con maestria nata da cultura,  gli intensi e bei versi, densi di poesia, di un Nino in strepitosa forma. Poesia che si può legger anche come invito a liberarsi di una stantia cultura che ci opprime e condiziona in negativo la nostra vita.

Sandra Greggio –Compieta-: L’ultima preghiera della giornata, quale atto liberatorio delle angustie del giorno, perché l’anima goda del giusto riposo notturno. Questo narra, con bella ispirazione, la nostra Sandra.

Carlo Chionne –Karaoke?-: Epigrammista di gran valore (mi ricorda Marziale) ecco Carlo affilare i suoi versi per condannare il disumano comportamento della gentaglia di questo fascileghista governo, che ha consentito, assistendovi con indifferenza, le decine di morti in mare di disgraziati alla ricerca di una vita più dignitosa. Applaudo convintamente Carlo, nostro grande poeta.

Alessio Romanini –Non si ode cinguettare-: La tragedia che sta vivendo l’Ucraina ispira Alessio per questa amara similitudine. Complimenti per come hai saputo mantenere l’endecasillabo in ogni verso (un paio di elisioni ed una tronca a fine verso).

Jacqueline Miu –notti ancora vergini-: Un affresco per una notte ancora giovane dove si possono vedere scarpe piene di chimere, una lumaca in cerca d’amore, due passanti che “s’impiccionano” e, per concludere, un soffritto di sogni. Il tutto sulla riva del Tamigi. Leggo e rileggo Jac e mi incanto.

Un grazie di cuore a Jacqueline per il gratificante commento fatto alla mia “A Francesco Petrarca”.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

dovevo immaginarlo che cavalchi un unicorno, JAC MIU. L'aspetto da una vita, inutilmente, insieme a Godot ma, il capo della matassa è ormai a pochi metri. Chissà, se nei campi gravitazionali .... 

BUONA POESIA A TUTTI.

[br1]               

 

 

13-14-15 Marzo

si licet parva

Le composizioni di Enrico Tartagni sono lo specchio della sua cultura e ricchezza poetica.  Come nelle “Trascendenze” del giovane Liszt – la bravura nel giocare con i pensieri, le parole e i quadri diventano un piccolo fiore di metafisica di cui cogliere la bellezza.  Dipinto da un maestro per cogliere “in tutta la sempli9cità” l’euforia Celeste. Chiusa che  regala una eco di cu cogliere (magari  rileggendo il poema) l’intera finezza.

Spartito che pare consequenziale ma la sovrastruttura “mistica” è molto più ampia.  Decisamente unica. Interamente proporzionata all’immenso mondo  in cui nascono continuamente i versi di questo poeta capace di magie.

enrico tartagni

 

Cambiare marciapiede.

Novità! Questa forte innocenza poetica che emerge dalla lettura di questi versi, invita allo smarrimento e all’evoluzione di un e se … ma solo nella fantasia del lettore.

Descrittiva quanto basta per seguire il passo dei due protagonisti – la poesia ci manda all’universo parallelo delle testimonianze mute: un portone, la pioggia, un ombrello e soprattutto quel marciapiede che attutisce il peso dello smarrimento.

Domanda legittima (perderò un paio di punti unicorno) ma sarebbe stato lo stesso sguardo, stesso sentimento, stesso “smarrimento” se si fosse trattato di un qualsiasi altro essere (bambino, tartaruga, uomo maschio sulla trentina, signorina nubile in avanzato stato di decomposizione=….) ? Ironia a parte, Bruno riesce a farmi tele trasportare in regioni impercettibili della poesia che sono “matasse”, stoffe leggerissime.

Bruno Amore [br1]

 

Sebbene io sapessi...

La brava poetessa offre il suo appoggio morale e il conforto a una persona amica.  In un mondo duro e scellerato, questi versi rappresentano una via nella luce.  

Flora Fazzari

 

Crepuscoli di sangue rutilante

Visionario e mastro di metafore.  Un mondo di mostri che non si possono cancellare con le semplici risa, gioie bambine e carezze.

Ottimo, a mio modesto parere, come direttore di scena. Il teatrino macabro della vita, vede il destino vestito da pagliaccio maneggiare le anime della gente. Superlativa chiusa.

Fato vestito da pagliaccio

che allieta i cadaveri viventi:

entrata gratis,

si riserva il diritto di ammissione.

 

5 marzo 23

Marino Spadavecchia

 

Alba di Febbraio

Pittoresco e delicato acquarello dell’alba. Il bravo poeta sfuma il colore della luce e toglie alla nebbia il peso per regalarci  una piccola deliziosa magia creativa.

Marco Cabassi

 

Di là

Riflessioni, visioni eteree e l’impercettibilità della dimensione onirica.  Brancusiana riflessione sull’alternanza inizio fine (colonna infinita . Tirgu jiu)

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

Coglimi

L’animo gentile di questa grande poetessa è racchiuso e non solo metaforicamente, in un fiore.  Anafora che completa il ciclo vitale amoroso e ci premia con questi deliziosi versi ispirati alla bellezza e alla purezza del più bel sentimento

14 febbraio 2022

Sandra Greggio

 

A Francesco Petrarca

Sato leggendo il libro “Di sonetti un arcobaleno” da cui questo sonetto è tratto  - sarebbe riduttivo l’appellativo Grande – pertanto mi riferirò al Vate come Inimitabile Poeta. Prima di scrivere il commento (al libro – cosa che avverrà a breve) che altro non sarebbe se un omaggio al privilegio di averlo letto, ritengo opportuno ricordare che lui in primis è uno studente a vita, un lettore e un Professore la cui cultura è notevole.

Collega Petrarca che offri lezione sul bel Poetare … poetare capace di addolcir il cuore …

Stil Novista convinto e passionale, moralmente convinto che una bandiera di azzurro poetare sia cura al blasfemo, oh quante parole potrei mettere in fila per suffragare una poetica pura e convinta del suo celestiale tocco. Il classicismo non prende il tocco pesante e rigido ma libera il sonetto dalla malizia e dalla scortesia. La Poesia è come il respiro in piena natura.  La Poesia ci libera dalla confusione e soprattutto è gioia, unico alimento che esalta nello spirito giusto.

Due grandi Poeti Petrarca e Romano – Colonna che sposano la freschezza intatta del verso messaggero di pace.

In piedi ad abbracciare questo stile poetico applaudendo a una letteratura che Piero sa rendere immortale.

Di sonetti un arcobaleno

Piero Colonna Romano

 

...credetemi anche io ne faccio parte

Concordo pienamente con l’enfasi della bravissima e intensa Antonia Scaligine.  Il messaggio e l’utilità della poesia. O suoi grandi valori. Versi che ci fanno capire quanto siano importanti gli scrittori che abbracciano “La Via della Musa”. Bravissima Antonia.

Antonia Scaligine

 

Proposta

Riservato e riluttante ad affacciarsi al mondo esausto di mali, questo bravissimo poeta che continua a nascondersi, rappresenta in prima persona il messaggio “io esisto ma c’è bisogno di cercare “. Una esistenza di cui siamo grati per la splendida poetica che regala e per la forza con cui combatte contro il Mostro Nero dell’inciviltà. Vogliamo avere la fortuna di trovarti e di non perderti mai!

Carlo Chionne

 

Il balcone del pettirosso

Deliziosa primaverile e rinvigorente poesia che ci regala l’amicizia tra poeta e pettirosso. Bello e gioioso il nuovo modello poetico del nostro semper in crescendo Alessio Romanini.

Alessio Romanini 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

13, 14 e 15 marzo 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –si licet parva-: Una frase tratta dalle Georgiche di Virgilio (e là ripetutamente usata dal poeta, quasi a scusarsi per il paragonare tra loro cose diverse) ispira il colto Enrico per questa narrazione, resa, nella prima parte, in stile simil-biblico, della genesi.

Poi si alza poesia nella chiusa dove una conchiglia contiene il suono del mare dove “Brilla l’altezza di un mondo lontano” e “Nella coppa di una rosa/Abita il languore e la passione di giugno.” E, per chiudere questa onirica/mistica visione del mondo: “Nella gola di un uccello/vive il messaggio di Dio alla sua terra,/Ecco! La parola mistica/Nella gola di un uccello !”

Decisamente applausi per questo inconsueto, delizioso Enrico.

Bruno Amore –Cambiare marciapiede-: Leggo ( e non mi pare di sbagliare) la narrazione di un timido malinteso, dove in un paesaggio di pioggia ecco un romantico malizioso invito ignorato.

Bella e suggestiva la narrazione poetica che ne fa l’ottimo Bruno e ben reso il suo stato d’animo di quei momenti.

Flora Fazzari –Sebbene io sapessi…-: Forte invito ad una persona amica a rasserenarsi, essendo consapevole delle brutture del mondo nel quale viviamo, reso con un intenso poetare.

Marino Spadavecchia –Crepuscoli di sangue rutilante-: Serie di immagini suggestive ed inquietanti che disegnano un mondo “grigio e senza senso” dove non basta cercare dolcezza nel viso di un bimbo, né atti d’amore per farlo accettare. Siamo gestiti da un “Fato vestito da pagliaccio”, afferma il poeta, siamo cadaveri viventi. Marino ci regala un altra sua ottima poesia per dire, con la maestria di metaforiche immagini, della sua visione pessimistica del vivere e del mondo nel quale viviamo.

Marco Cabassi –Alba di febbraio-: Bella e surreale descrizione di un alba, resa con versi che la pennellano come quadro impressionista.

Felice Serino –Di là-: Riflette sul dopo, il nostro Felice. Ci sarà o no? pare dire. Sarà la fine di un sogno o il suo inizio? Questi pensieri fa sorgere la lettura dei suoi versi, densi di dubbi.

Jacqueline Miu –narcisi urlanti-: Un poetico, fantasioso raccontare un sensualissimo atto d’amore, reso con versi che dicono di forte desiderio e lo comunicano al lettore con notevole evidenza. Jac, preziosa affabulatrice, incanta come sempre. I suoi racconti sono un invito ad amare, facendo della vita un donarsi prima del chiedere. Impressionanti e da ricordare versi quali “il tuo corpo mi tiene prigioniera (con un superlativo) sto alberando/rami/radici/foglie/fiori/frutti” (che pare essere la narrazione di una metamorfosi ovidiana) e “siamo strafatti di giuggiole/di attimi persi nel ragionare”. Insomma la Jac che conosciamo ma che è capace di superarsi ad ogni suo scritto.

Merita applausi interminabili ed un grazie d’esserci.

Sandra Greggio –Coglimi-: Fremente anafora è quel “Coglimi/Come cogliessi un fiore” indirizzata ad un amante svanito nel tempo, da una romantica Sandra che questo sue esserlo dimostra in ogni verso di questa intensa, iperbolica poesia.

Antonia Scaligine -…credetemi anche io ne faccio parte-:  Interessante e condivisibile definizione del senso e dello scopo della poesia, reso con limpido e bel poetare di Antonia, poetessa di vaglia.

Carlo Chionne –Proposta-: Non ama questo mondo il nostro grande Carlo e, ispirato, ci invia questi versi densi di pessimismo. Ma noi ci riteniamo fortunati per averlo conosciuto e, ne siamo certi, a lungo continuerà ad inviarci le sue lezioni di vita in stile oraziano. Un caro saluto, colto e prezioso amico.

Alessio Romanini –Il balcone del pettirosso-: Simpatica descrizione dell’amicizia con un pettirosso, detta con questi versi in forma sonetto.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Tanto di cappello a Madame Metaphore Jac Miu. Capirne il senso mi manderà alla neuro a causa dell'orgasmo ;)

Bruno Amore [br1)

 

TANTISSIMI AUGURI PIERO sei grande ..." che all'alma dolce donerà tremore.
Dentro di noi gemmerà passione:
la nostra voce s'alzerà suadente"
ed io ... resterò sempre ... lettor pago ed ardente. Infatti
i tuoi sonetti sono grandi ,deliziosi, a volte mi sembra di leggere i
sonetti di Petrarca perché dei tuoi ne hai fatto" un arcobaleno "
Piero Colonna Romano
buon compleanno ,grazie per ogni tua parola di approvazione ,di complimenti per ciò che scrivo .grazie
Grazie Jacqueline Miu per i tuoi commenti di stima e plauso ,di fronte a quello che tu crei non è niente ,ogni tua poesia ,poema ,quadro è
meraviglia , bellezza per nostri occhi "narcisi urlanti sulla tua schiena... le mie mani scrivono poemi (che non )solo il buio legge..."grazie
E per finire questo mio messaggio ringrazio tutti i poeti del sito , in primis grazie Lorenzo che con le tue folate , brezze, improvvisi raggi di sole di poesie , gentilezza e accoglienza rendi poeta anche chi vorrebbe esserlo
"Linfa di vita freme col cuore."questo è il tuo sito grazie sempre di cuore Antonia Scaligine

 

 

7-8-9 Marzo

7, 8 e 9 marzo 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –Sogni-: Capriole per atti d’amore e per la poesia, tornano in sogno, quasi a costringere il tempo a tornare indietro con, appunto, una capriola. Versi nati da un sogno, dice Felice con molta, doppia nostalgia.

Fausto Beretta –Lei,lui,loro-: La narrazione del vivere quotidiano, tra sogni e difficoltà, in questi versi, vagamente ermetici, di un ispirato ottimo Fausto.

Enrico Tartagni –Nel bosco-: Un luogo di pace alla ricerca di serenità, tra citazioni colte e timori. Ma c’è sempre, nello sfondo, l’amore. Suggestive immagini che bene narrano lo stato d’animo del poeta.

Bruno Amore –Sento piangere-: Quanto dolore c’è in questo scritto! E Bruno sente in profondità quel che accade giornalmente nel mondo e nel nostro mare. Guerre e morti annegati, distruzioni. Non possono che generare pianti e pene, qui bene rappresentati dal sensibile poeta.

Michael Santhers –Ricorderai-: Una serie di nostalgici flash back, ricordi che tornano come fossero sogni, ben narrati, rendendone magistralmente l’atmosfera, dal grande Michael, cui mando un caro saluto.

Nino Muzzi traduce D. Danz-: Interessante poesia/riflessione, densa di metafore, di questa eclettica artista, attiva nella poesia ma anche nella musica, nella pittura e nel cinema. E sempre grazie a Nino per queste colte evidenze.

Nino Silenzi –Marzo-: Ed in effetti questi sono versi che fanno fremere il cuore. Nino pennella marzo con pochi e magistrali gesti, regalandoci suggestive, descrittive immagini.

Marino Spadavecchia –Fettine di palpiti statici-: L’incertezza domina la vita, pare dire il grande Marino con questi suoi ermeticamente metaforici versi, dalle inquietanti immagini.

Marco Cabassi –Nostalgia-: La nostalgia che possono portare i ricordi quei bene resa dai  descrittivi bei versi di Marco.

Alessio Romanini –Aspetterò-: Similitudine, dal tono romantico, tra il quietar del mare e l’attesa di un amore che porta serenità. Bene, Alessio, ma cura meglio la punteggiatura per quel che i segni dicono.

Jacqueline Miu –notte nel fango cercarti poiché il celeste-: Deliziosamente chiede amore, la nostra impagabile Jac e lo fa con frasi di una notevole violenza, tipo: “cura il male della carne che mi va a fuoco”, “toglimi alle fatture d’amore e ai suoi incantesimi”, “i nervi bloccati al desio del piacere” ecc. Il tutto in una Londra fantastica, dove canta Keats  con rancida nostalgia (del suo usignolo?) e sotto un cielo stellato di stelle fritte. Una Londra che “burleggia” la nostra incommensurabile poetessa. Mentre noi continuiamo a godere dei suoi racconti metafisici, applaudendo stupefatti da tanta poetica fantasia.

Roberto Soldà –Acqua fresca-: Tenero ricordo d’infanzia, narrato con poetica semplicità e con tanta nostalgia che traspare da ogni verso. Delizioso Roberto, un caro saluto.

Sandra Greggio –Anima-: Un appassionato parlar con la propria anima, reso con intensi e suggestivi versi.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Origami” (prima mia poesia ad avere ottenuto un primo posto in un concorso letterario).

Ed a voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

4-5-6 Marzo

Carissimo Piero C.R. ... "Dio e ... Noè". Pare, le notizie sono tante, credibili non so quanto, che dalle scoperte archeologiche più recenti, grazie alle moderne tecnologie di ricerca e identificazione, viene fuori che è da un tempo pregresso lontanissimo che ci sono voluti molti Noè (alieni ?) per ricominciare la vita umana sul pianeta, dopo immani disastri universali. E, sempre, c'è "voluto" un Dio, da brandire, per ammansire e addestrare la popolazione umana. Grazie del gratificante tuo commento. Stammi bene.
Bruno Amore [br1] 

 

Solitudine

Visionaria dimensione gotica che trasporta il lettore verso uno spazio capace di assorbire ogni inquietudine dipinta.

Marco Cabassi

 

 

In veste d'angelo

 

Un luminoso che desta l’immaginario poetico e alimenta un mondo fantastico che altrimenti resterebbe senza parole. Interprete di queste dettagliate meditazioni è sempre il nostro bravissimo Felice Serino che meglio di Sherlock Holmes sfrutta l’ingegno per trovare “l’ago nel pagliaio” poetico.

 

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

 

Crisi

La caducità di uno dei sentimenti più nobili “l’amicizia” che diventa “invisibile” e indifferente al cuore con cui condivideva vita e opinioni. L’amicizia e il suo rovescio lascia una ferita nello spirito del nostro ottimo Fausto Beretta che vede tradita quella energia vitale che aveva investito nel rapporto.

Fausto Beretta

 

 

"Inutile, vecchio amore"

A mio modesto parere alcun amore è inutile. Vero che possono essere immeritevoli ma se la pensassimo in un modo diverso – potremmo comprendere quanto siano “educativi” e quanto ci insegnano “la grandezza” delle nostre risorse (persino nel resistergli o lasciarli). Impossibile contingentare le spese in questi amori “inutili” ma dall’altra parte - quando guariamo, siamo noi quelli forti e non quelli che ci hanno lasciato. La poetessa conosce bene l’entità di queste ferite e non le nasconde.

 

2/03 /2023

Licia Minervini

 

 

Migranti fuggitivi abbandonano la loro terra!

Condivido ogni parola di questa poesia e in todo – il suo pensiero. Su quei barconi potremmo esserci noi e ad annegare potrebbero essere i nostri figli. Ma oggi chi la pensa così? Chi davvero allunga la mano per un aiuto?

Benvenuti... ma non troppo film francese del 2015

Chi offrirebbe la propria casa per ospitare? … meditate gente … meditate

plausi Enrico

enrico tartagni

 

 

Imprecare per amore

Come liberarsi da un’Armata di Ombre? Come contenere una Pandemia Politica fatta di diavoli a servizio del proprio bene? Come limitare i poteri della prevaricazione e dell’intolleranza?

Persino chi non ha fede oggi in Italia sarebbe esortato a trovarne una poiché i tempi storici la richiedono. Siamo i piccoli gladiatori nel Colosseo di una cerchia di “famelici” che tutto hanno fuorché di “motivati dall’umanità o dalla fede”- Bruno Amore non vuole parlare da visionario e nemmeno da atleta ma da uomo che guarda a quelle croci alte sopra le cupole delle chiese, domandandosi “ma dove sei”? Dove sei? resta nell’appetito quotidiano che noi (penso tutti) abbiamo della giustizia. Visto che manca la giustizia umana, il poeta chiama al risveglio quella divina.

Ci sarà qualche briciola di “celestiale” da qualche parte in un piccolo miracolo o (come sarebbe giusto) Sodoma e Gomorra non sarebbero che dei miti eventi in confronto a quello che sta Umanità dovrebbe aspettarsi.

.

Bruno Amore [br1]

 

 

Quel bioccolo d'ovatta

La leggerezza delle nuvole assimilata e riportata come evoluzione spirituale. Una bella considerazione che marca la notevole sensibilità di questo grande poeta che fa del suo poetare una porta su un mondo cui tutti noi possiamo accedere (per evolvere naturalmente).

Aurelio Zucchi

 

 

Haiku

Oggi la nostra poetessa gioca con la natura e il suo risveglio invitando alla leggerezza.

Laura Lapietra

 

 

Noi viviamo. Noi siamo per tutto.

Un’altra bella poesia della Danz. Sempre grati a Nino Muzzi per i suoi regali letterari che premiano il lettore con la qualità mondiale della poesia moderna. Plausi alla sua infaticabile ricerca che personalmente apprezzo moltissimo. Grazie Nino..

Daniela Danz                traduzione di Nino Muzzi

 

 

Squattrinati somari

Immagini ironiche e satira poetica per queste frivolezze che pascolano. Analfabete consuetudini ... figure retoriche e poco blandi rimproveri.

 

17 febbraio 23

Marino Spadavecchia

 

 

Fiori giapponesi bis (*)

(poesia interattiva)

 

E fragili origami

farò di quelle carte

scolpite di poesie.

 

Diventeranno fiore,

e uccelli e lievi barche,

e silenziosi alianti.

 

Li poserò sull'acqua,

mentre tramonta il sole

nel mare azzurro e d'oro.

 

Pian pian si schiuderanno,

là quando verso oriente,

il sol levante gemma.

 

Poi, come per magia,

da quelle incise carte,

i versi fioriranno.

 

E saliranno lievi,

qual dolci note e canti,

nel ciel si scioglieranno.

 

 

         Prima scelta                      Seconda scelta        

 

       Ma preda di gabbiani            Da nubi bianche amiche

    quei lassativi versi               d'amor verso la terra

in guan ritorneranno.            un cantico cadrà.

 

Poema origami con seconda scelta. In primis non sono una fan dei gabbiani anche se … simboleggiano vicinanze dei mari. In todo resto una creativa la cui sorte avanza la presunzione di nutrire altri spiriti col canto, quindi quelle melodie a “nubi bianche amiche (che meraviglia) d’amor verso la terra un cantico cadrà. Sarei curiosa di leggere i commenti per chi ha optato per la prima scelta (perché no  - anzi)

Piero Colonna Romano Pirata animato da cari ricordi, da eccelsa natura su di un vascello d’inchiostro che cavalca un mare di diavoli che ha come limite solo il cielo.

Io sono una che crede nelle parole come crede nell’onore, nell’etica e in qualche reminiscenza di fede (perché no).

Anche se parla d’amore questo non è un poeta tra le nuvole – i suoi piedi sono ben piantati a terra e sono terrene quelle immagini

Diventeranno fiore,

e uccelli e lievi barche,

e silenziosi alianti.

Le battaglie, anche dell'ingegno, non sono mai finite. I decori per la sala spirituali mai ultimati. C’è sempre da dire. C’è sempre da fare. Scrivere è bellezza e non è un messaggio cosmico, un latrato alla luna o capsula nello spazio ma missiva sopra i campi e sopra le case che possa lasciar piovere quelle delicatezze e quei canti che solo i poeti sanno comporre.

 

commenti

(*) sono composizioni di carta che, al contatto con l'acqua, si aprono

Piero Colonna Romano

 

 

Ecatombe

(Immigrazione)

 

Molto animato dal dolore che sente per la morte degli innocenti e sensibile alla realtà Alessio Romanini trasporta col suo poetare. I tragici eventi echeggiano di sofferenza umana che pare palpabile. Bravo Alessio.   

Alessio Romanini 

 

 

“ ei fu …”

Nella umile dimora di una poetica gentile e di riflessione. L’ottima Antonia Scaligine non usa i suoi versi per sopraffare ma per ammorbidire questo tempo che travolge e ci coinvolge.

In una clessidra

il tempo è sabbia

sfugge e cade

per la vita è semenza

l’insieme dei tempi

e modi per “ essere “

 

Antonia Scaligine

 

 

Quando piangi

Bella questa descrizione del pianto che il bravo Antonio Scalas ci regala.

Antonio Scalas

 

 

Male nostro

Pater Noster 2.0 in mari forza10 con onde anomale. Versi su cui meditare poiché il fuoco potrebbe essere la cura del pidocchiame che ha invaso (invasato) il pianeta. Plausi al grande poeta..

Carlo Chionne

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

 

Miu

 

 

4, 5 e 6 marzo 2023

Poesie del giorno:

Marco Cabassi –Solitudine-: Poesia che ha del mito l’atmosfera e che narra di una visione della solitudine, con fosche immagini rimate.

Felice Serino–In veste d’angelo-: Una lanterna che ispira versi. Beh solo un poeta poteva regalarci questa immagine fantasiosa.

Fausto Beretta –Crisi-: Il sentimento dell’amicizia tradito, forse dimenticato, ispira Fausto per questi forti ed amari versi.

Licia Minervini –“Inutile, vecchio amore”-: Amare e non essere  amati è quanto di più penoso (umiliante, dice il poeta) ci possa essere. Fortunatamente c’è la carta sulla quale riversare, consolandosi, la propria pena.

Enrico Tartagni –Migranti fuggitivi abbandonano la loro terra!-: “sono partiti col cuore colmo di speranza dentro una visione” così Enrico giustifica il biblico esodo di disgraziati ai quali, nella loro terra, è negata dignità del vivere. Parola per parola sottoscrivo e rendo mio quel che ha scritto il nostro sensibile amico.

Bruno Amore –Imprecare per amore-:non son da Dio queste scelleratezze umane/se sei quel che si crede dacci la forza d’amare che/l’ingiustizia il sangue la fame vogliamo contrastare”  Questa è la sintesi del pensiero che Bruno esprime con questa poesia ricca di indignazione per la bestialità di certi individui che oggi, Meloni in testa, ci governano. E, a proposito di Dio, che sia nuovamente il tempo per un altro Noè?

Aurelio Zucchi –Quel bioccolo d’ovatta-: Nuvole che si sciolgono nelle nuvole e mutano aspetto, confondendosi. Questa la poetica, metaforica immagine, nata dalla fantasia d’Aurelio per farne similitudine col proprio voler avere autonomia di scelte nella vita, mentre pare d’essere soggetti ad un destino che altri hanno per noi preparato e, necessariamente, a quello sottostare, come al vento le nuvole. Sempre limpido è il poetare di Aurelio, sempre apprezzabile.

Laura Lapietra –Haiku-: Un lento risveglio acquarellato dai versi dell’ottima Laura.

Nino Muzzi traduce Daniela Danz-: Sempre grati a Nino per l’evidenza che dona a sconosciuti poeti, sui quali è opportuno indagare, per meglio goderne i versi.

Marino Spadavecchia –Squattrinati somari-: Una serie di suggestive, surreali immagini per narrare, metaforicamente  (forse) la frenesia che prende per i saldi di stagione.

Alessio Romanini –Ecatombe-: Atroci immagini di morte, di disperati che anelavano a più dignitosa vita, sono quelle che riempiono i versi di un sensibile e attento Alessio.

Antonia Scaligine –“ei fu … “-: Il tempo che passa ispira Antonia per questi intensi versi, nati da una profonda riflessione. Come sempre bello è il suo poetare che invita a riflettere.

Antonio Scalas –Quando piangi-: Forte e romantica rappresentazione di un pianto, resa con versi dalle suggestive immagini.

Carlo Chionne –Male nostro-: Significativa parodia di una famosa preghiera, parodia che quale fine ha la scomparsa del male che loschi tiranni ci regalano da troppo tempo. Un applauso a Carlo per questi incisivi versi, augurandoci che…vadano al cielo.

Jacqueline Miu –Un posto felice nella notte-: In una fantasmagorica Parigi si susseguono immagini di cantanti e poeti. Cantano amore e desiderio di viverlo e affascinano la nostra Jac che chiede, supplica, vuole. E’ viaggiare in un sogno (erotico) leggerla e può essere Parigi o Londra ma il richiamo alla poesia (ed ai poeti) sempre incanta il lettore. Così, assieme a lei che recita “ho lo stomaco mutilato dalle farfalle obese di desiderio”, quelle farfalle contagiano anche a noi  ed avviene d’avere “ un me col cuore divorato da non celestiali voglie”. Cosi non ci resta che ringraziare questa grande del racconto poetico, per le emozioni che riesce a far nascere. Jac, sei grande!

Un grazie di cuore a Jacqueline per il sontuoso commento alla mia modesta “La luna”.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Ringraziamento
"Trapano a testa diamantata"
JacMiu, tirando fuori dalle mie cose quel che leggo, mi fai sentire piacevolissimamente nudo.
Grazie
bruno amore [br1]

 

Commento al commento

Limerick
Disse mia madre che c'era sicura
i fascisti eran fuori misura
non davan a vedere
il calcio nel sedere
nessuno penso' alla dittatura
Amore Bruno [br1]
 

 

1-2-3 Marzo

Scimitarre e chitarre appese-

Un assunto che abbraccia la morale e sfida quegli “ladroni” che impoveriscono la gente. Un globale “qualunque posto” potrebbe essere e la veridicità sposa la ricchezza morale dell’assunto poetico.

Ispiratissimo e impavido. Complimenti.

21 febbraio 23

Marino Spadavecchia

 

Bella di notte

Un posto c’è sempre nell’inferno poetico e non solo,  per la meretrice e per quella parte di virtù che ruba all’amore.

Marco Cabassi

 

Angelo della volta

Fede, misticismo e una potenza creativa che credo derivi da questi concetti che il grande Felice Serino li ha ben chiari. Basta l’accenno di un angelo dipinto per vedersi proiettati in quell’eternità che mai smette di fiorire nel nostro amato poeta.

Da La vita immaginata, 2022

Felice Serino

 

Se al primo errore tutti addosso

L’ottimo Carlo Festa invita il lettore a essere comprensivi e dare l’opportunità ai giovani di sbagliare, di fallire nella ricerca della propria strada poiché la paura potrebbe impedire loro persino di tentare.  L’esperienza insegna più della paura di sperimentare.

Carlo Festa

 

Ti posso sussurrare...

Una dichiarazione d’amore che allarga gli spazi e i confini con la sua tenerezza. Un romanticismo delicato che il lettore condivide con la poetessa ispirata.

A Giacomo...

Flora Fazzari

 

"In cerca di pace"

Preghiera fortissimamente ispirata alla pace e alla giustizia. Una chiamata umana e poetica che non dobbiamo ignorare. La brava poetessa alza questa bandiera di valore e virtù che  altro non è se non un inno alla Pace.

26/02 /2023

Licia Minervini

 

Stagioni

Siamo la carne sentimentale delle stagioni. Il nostro magnifico Nino Silenzi le sfiora tutte e scappa da una. Una vita soltanto per cantarle ed è questa la vera bellezza umana. Cercare l’avito nella natura che ci ha sposati per farsi amare (soprattutto in versi).

Da Verso l'orizzonte

Nino Silenzi

 

L'apocalisse

Sarebbero bastati questi mirabili, immensi – intensi versi della chiusa.

C'è un gran silenzio su di me stasera

Enrico cerca scampo alla soffocante aria, alla densità che imprigiona sogni e chimere. L’interiorità è esposta alle forze soprannaturali e l’uomo che battaglia, l’unico che potrebbe farlo- Il Poeta, resta alle prigioni dell’oscuro fato. Grandezza pittorica quel “gran silenzio” che come un mattone resta sui nostri petti …

enrico tartagni

 

Divertissement // parodiando

ogU olocsoF

Abbassa le tue sottane oh Morte che nemmeno un delirante t’accerterebbe. Come dar torto al grande Bruno che fissa l’orologio e nemmeno tremante – un appuntamento, il rintocco dell’ora … lui sa di dover arrivare in ritardo. Evitare, posticipare, smussare “unghie” , tollerare e se pare spregevole – si faccia avanti il pazzo che non La teme!

Un tocco da Maestro per scappare e se non è coraggio ma sembra codardia ___ si scelgano le azioni intelligenti contro l’Imminente. L’ira non serve contro i Titani poiché il gran pensare deve e vuole – resistere in vita. Il Verme Bianco tace – ha ingoiato almeno per questa volta la trombetta. Vittoria poetica.

Bruno Amore [br1]

 

Vita sublime

Una muta serafica e delicata. Una donna all’apice della sua grazia. Versi che esondano gioia e bellezza. Bravissima la nostra Sandra Greggio che col poetare accende tutte le stelle del cielo.

13 novembre 2021

Sandra Greggio

 

La Luna

Non ormeggia mai la nave dell’immaginario che prende vento in vela verso la Luna. Un Astolfo moderno e meno bizzarro ma pur sempre umano.  Navigatore per eccellenza in mari che gli fanno ricordare ciò che perduto, ciò che rincorre ancora, ciò che umanamente non potrà mai avere.

Questo è Piero Colonna- Romano il Poeta del Sospiro davanti all’orizzonte e quando il sole scende e s’alza la Luna diventa il volo della ragione oltre la cintura di ferro del corpo perché la ragione non lo abbandona mai. La sua lucida conferenza con la testimone celeste è dedicata alle cadute e non alle ascese eroiche.  Un Pigmalione puro che offre con sincerità le debolezze in cambio della sua Galatea. Che Poeta! Che passione leggerlo cercando di sfiorare questi veli metafisici quasi sperando di assaporare la stessa celestiale beatitudine che ogni verso offre, quando amato da chi lo scrive.

Chiusa gentile e delicata che ben equilibra la resa delle forze descritte.

Piero Colonna Romano

 

Bella è la vita

Cantare la vita e cantarla in rima con le forze poetiche di un uomo che ha vissuto l’evoluzione della solitudine e del dolore in ogni loro aspetto. La carica di energia che i versi emanano chiamano il cambiamento. Un raggio di sole che dal poeta arriva al lettore. Bravissimo Alessio.

Alessio Romanini 
 

Sul barcone del calvario

tra il vento a loro contrario

 

Naufraghi pieni di speranza, traghettatori della morte e Ministri spettatori che rincorrono a parole prodezze “da farsi”.  C’è un serpente nell’uomo anzi nella sua “democrazia” e l’ottima poetessa parla di questo veleno che sperimentiamo su innocenti. Manca quel lusso che si chiama Umanità, manca quella virtù che si chiama amore per gli altri … Antonia è lo specchio limpido di questa tenace resistenza in trincea che si chiama poesia.

Antonia Scaligine

 

"E null'altro so fare"

Sempre più ispirato questo bravissimo cantore dell’assolutismo che inneggia all’amore con tutte le sue forze. Ogni Gorgone chiamata non gli servirà da Aiuto Destino. Il cantare lo rende libero e leggendolo lo capiamo perché.

17 febbraio 23

Ben Tartamo

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

1, 2 e 3 marzo 2023

Poesie del giorno:

Marino Spadavecchia –Scimitarre e chitarre appese-: Fantastica descrizione di quel che accade in un paese (che sia l’Italia?) gestito da ladroni che ai cittadini consentono solo di brucare l’erba rimasta. Convinti applausi a Marino per questo magistrale uso delle metafore più adeguate alla descrizione di un disgusto.

Marco Cabassi –Bella di notte-: Anatema per una prostituta, indirizzato a lei, con cattiveria, da un poeta moralista.

Felice Serino –Angelo della volta-: Da un angelo affrescato ad un fanciullo arriva l’ispirazione per ottime poesie, spesso dense di fede. Bellissima la chiusa regalataci da un grande della poesia.

Carlo Festa –Se al primo errore tutti addosso-: Forte invito alla comprensione d’eventuali comportamenti ritenuti errati nei giovani. Bella e condivisibile è questa lezione di vita che Carlo ci invia.

Fausto Beretta –Attesa-: Solitudine, malinconia e attesa della rinascita della natura (e dello spirito) in questi ispirati versi dell’amico Fausto.

Flora Fazzari –Ti posso sussurrare…-: Una tenera dichiarazione d’amore resa con molta dolcezza.

Licia Minervini –“In cerca di pace”-: Intensa richiesta di pace e giustizia, inviata ai signori che gestiscono il potere, in questo fremente scritto di un ispirata, bravissima Licia.

Nino Silenzi –Stagioni-: Le emozioni che regalano le stagioni, sottolineate da un pensoso Nino che, col suo poetico sentire, ne fa similitudine con le stagioni della vita.

Enrico Tartagni –L’apocalisse-: L’opprimente sensazione di imminente catastrofe, e le emozioni che fa sorgere, narrata come generata da un sogno/incubo, da questo coinvolgente scritto del nostro Enrico.

Bruno Amore –Divertissement//parodiando ogU olocsoF-: “Forse perché della fatal quiete” con quel che segue ispira Bruno che della morte ragiona, così come Foscolo fece. Ma, a differenza del grandissimo Ugo, tenta esorcizzarla, allontanandola da se. Comprendo e credo Ugo abbia ragione, ma mi accompagno a Bruno. Hai visto mai?

Jacqueline Miu –Baby Blue-: “aspre onde sopra la chiglia” è forte immagine metaforica pe rdire di una pena dolorosamente vissuta. Fortunatamente c’è la consolazione portata da una bocca che lascia, diciamo così, smarriti. E come può mancare Thanatos che ti guarda, ghignando, dentro? Non serve che Jac firmi questi scritti. La riconosciamo subito e l’apprezziamo per la scatenata fantasia quando parla d’amore e semina cultura, in frangipani sempre. E sempre un grazie Jac, per esserci.

Sandra Greggio –Vita sublime-: Semplicemente deliziosa questa di Sandra che rievoca un suo passato che pare vissuto in un sogno. Bella poesia detta con bei versi. Brava Sandra!

Alessio Romanini –Bella è la vita-: Un fremente omaggio alla vita con i suoi doni, reso con ritmato poetare di versi a rima baciata. Bravo Alessio!

Antonia Scaligine –Sul barcone del calvario tra il vento a loro contrario-: Il drammatico ultimo naufragio davanti alle coste della Calabria, naufragio ignorato a lungo (e non per caso) dai nostri nuovi governanti, ispira questi fortissimi versi alla sensibile Antonia.

L’incredibile ministro degli interni, Piantedosi, se ne assume per intero la responsabilità politica, così come Mussolini fece per l’omicidio di Matteotti, fregandosene ( motto costantemente ripetuto anche dal presidente del Senato) altamente. Ovviamente mi associo convintamente ai versi dell’amica Antonia con la quale mi complimento.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

25-26-27-28 Febbraio

Ringrazio Alessio, Jac e Aurelio per il loro apprezzamento al mio premio letterario.
Sandra Greggio

 

Un elogio da un(a) COLONNA ROMAN(A)O, sarebbe già come passare sotto l'Arco di Tito, in questo caso poi, m'ha resuscitato commozione. Grazie Caro Amico.

PS
Aggiungo un dettaglio della vicenda per rivendicare il "come erano una volta". Mio padre comandava una Stazione dei CC.RR. che da un giorno all'altro fu sottoposta alla Repubblica di Salò, che si premunì di inviare le uniformi grigioverdi con le mostrine M, in sostituzione di quelle tradizionali dell'Arma, turchine con banda rossa e fregio di VE. Non la indossò mai, asserendo che aveva già giurato fedeltà al RE. I repubblichini che assistevano i tedeschi nei rastrellamenti e catture, glielo fecero pesare dicendo "CON NOI O CONTRO DI NOI".

Cordialissimamente

Bruno Amore [br1]

 

 

22-23-24 Febbraio

22, 23 e 24 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Nasce un nuovo mondo-: “Credo in un Dio crudel che m’ha creato” recita Otello e chiude il canto con una drammatica visione del mondo, affermando “Vien dopo tanta irrision la Morte./E poi? E poi? La Morte è il Nulla./è vecchia fola il Ciel.”. Questo mi fa tornare in mente leggere l’amarissima analisi  poetica, chiusa da un lampo di speranza, che fa il grande Enrico del vivere oggi.

Bruno Amore –Al mi’ babbo, reduce-: Momenti drammatici, vissuti durante la prima giovinezza, che tornano brucianti alla memoria, narrati con ispirata maestria. Racconto che sarebbe bene fosse presente nelle antologie scolastiche, perché non si perda il ricordo di quelle infamità attuate da quelli che oggi, gentaglia che ci governa, vorrebbe far dimenticare. Prezioso è questo scritto di Bruno, da conservare e diffondere con ogni mezzo. Complimenti vivissimi per come hai saputo rendere la tua pena per quell’episodio, con un magistrale brano intenso d’emozione. Brano che riporterò fedelmente in FB.

Marino Spadavecchia –Aghi rotti-: Una magistrale serie di metaforiche immagini per narrare di un mondo corrotto che si rifiuta. Marino analizza freddamente la realtà che ci circonda e  freddamente la dipinge con questi durissimi versi. Conseguente ed inevitabile la sconsolata chiusa con quel “Meglio bere vino/per assopirmi e non avvilirmi,”. Complimenti vivissimi, Marino. Questa è poesia!

Marco Cabassi –Quel giorno sul battello; scusami se …..-: Ricordo dolente di un occasione persa per dire ammirazione, per dire amore, ben narrata da questi intensi, ispirati versi di Marco.

Giueseppe Stracuzzi –Il tuo sapore nudo-: Torna bruciante il ricordo d’un amore svanito ed il tempo che passa non ne attenua le sensazioni che ha regalato, anzi le esalta. E sono versi di grande intensità e bellezza questi che lo rendono vivo, coinvolgendo il lettore.                                   

Felice Serino -294 Il luogo accanto-: Torna, in questi bei versi, il dualismo vita/sogno e difficile è distinguere quale sia la realtà.

Flora Fazzari –Vorrei riscrivere…-: L’insoddisfazione per la realtà che si vive ispira Flora per questi bei versi densi di limpide metafore e l’anafora sottolinea magistralmente il sentire del poeta.

Carlo Festa –Parlava d’amore-: Corretta interpretazione di quel fatto storico che ha cambiato il corso della morale e della fede dell’umanità, reso con intenso e bel poetare.

Laura Lapietra -Incute Risoluzioni-: Profonda analisi del proprio vivere e delle proprie scelte di vita, delle quali il poeta si pente, condannando un suo impulsivo modo d’essere. Il tutto reso con aulico dire, infarcito di termini dal suggestivo suono e dall’adeguato significato. Bella la chiusa che dice dell’intenzione di cambiare certa di “…coronare cieca/la ricerca terminale/in un sorriso di sogno/da stringere tra le mie braccia.”.

Alessio Romanini –Gaziantep (6 Febbraio 2023 Epicentro)-: Il terribile terremoto che ha colpito la Turchia ispira Alessio per questi forti ed intensi versi densi di pena e cordoglio.

Jaqueline Miu –Incendiari adoratori e naufraghi tra grattacieli inclinati a una arruffata azalea-: Un dirsi e darsi amore in una caotica Londra tra ricordi di monarchi plantageneti, cani davanti la porta di Keats, blasoni macchiati di sangue ecc. ecc. ecc. Leggere Jac è  come fare viaggi nel sogno, e che sogni!  Continua cos’, cara amica, che è con grande piacere che continueremo a leggerti e ad apprezzarti.

Sandra Greggio –Divertissement-: Delizioso racconto di un tenero rapporto con un’affettuosa gatta, narrato con lieve humor da una Sandra in gran forma.

Antonia Scaligine –Tramonto di fine febbraio-: Ispirati versi che divengono pennellate d’acquerello per dipingere un dolcissimo paesaggio al tramonto. Versi che rivelano un sentimento d’amore per la pace di quelle ore di fine giornata, che serenità comunicano e la riversano sul lettore. Grazie Antonia!

Il più cordiale dei saluti a voi tutti , in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Non sono una critica d'arte né me ne intendo molto di pittura ma sono andata a vedere i quadri di Jac e sono rimasta folgorata da quella festa di colori tra cui prevale l'azzurro nonché dei soggetti scelti, in primis quella meraviglia del leone. Complimenti vivissimi Jac e lode alla tua versatilità.
Sandra Greggio

 

Ringrazio di cuore Piero Colonna Romano che tempestivamente, come sempre, ha dato notizia del mio premio ; il diploma e l'antologia mi sono arrivate ad un anno esatto dello scoppio della guerra. Che sia un messaggio di pace per tutti. Grazie anche al Nostro Lorenzo, che, come sempre, consente la pubblicazione dei nostri successi.
Sandra Greggio

 

Ho lasciato per ultimo Marino perché oggi, dopo varie letture dell'autore, mi sembrava giusto approfondire la sua mirabile scrittura. 

 

Aghi rotti

Ci vorranno molti più poemi per assimilare in modo decente questo artista poeta e autore che conserva molti assi nella manica.  Leggerlo riserva curiosità e una brava interferenza nella mimetica di un uomo collaudato.  Il suo sentire  è ermetico ma non pesante – è introverso ma non serrato . Nel crogiuolo letterario non è il mandante e nemmeno il sabotatore ma l’illuminato che veglia sugli innocenti non ancora aperti alla coerenza o alla saggezza. Davvero illuminante o meglio “sensibile” la chiusa che rende la fortezza umana meno decadente di quanto essa possa sembrare. Ci vorranno scritti e probabilmente non pochi per definire o captare una reale forma poetica ma anche così – da leone solitario qual egli sembra, piace e rende possibile quella poetica dove il fantastico non è adulatore di masse ma solo dei reduci e veri veterani sognatori.

11 febbraio 23

Marino Spadavecchia

 

 

 

Nasce un nuovo mondo

Il Partigiano dell’amore, difensore di virtù poetiche e uomo plasmato dal dolore. Enrico Tartagni, il nostro anti-eroe con un radar emotivo sempre pronto a captare ciò che l’universo gli offre (nel bene e nel male). Mai abbastanza vicina è la parola “superlativo” quando si tratta di includere nella naturalezza della lettura, le sue descrizioni, le sue implicite metafore e quella “delicata alienazione” che un po’ ci conforta come se Lui il poeta in fondo fosse uno di noi.

Lascio queste facili decifrazioni cui renderebbe onore solo tanta rilettura e meritevoli di plausi lunghiiiii:

Sfilo un chiodo piantato in una mano per inchiodarmi l'altra

Lavo il mio dolore con la visione dell'atto creatore

enrico tartagni

 

 

Al mi' babbo, reduce.

Credo ci sia molto o pochissimo da dire.  Molto poiché la poetica narra l’intimità del dolore che un soldato si porta a casa e pochissimo poiché l’amore con cui sono scritti questi versi è un amore viscerale, un patto tra padre e figlio, dove il dolore è stato il sigillo e l’amore lo scrigno. Plausi o complimenti sono solo parole  - il vero plauso sarebbe masticare questo poema con i propri denti e le proprie gengive, masticarlo a lungo e deglutirlo con lentezza come si fa quando ci offrono l’assaggio di un vino buono.

La devozione filiale è il gesto di necessità di questo mirabile poeta che è quello che è grazie a cotanto Genitore.

Bruno Amore [br1]

 

 

Aghi rotti

che cuciono a zig-zag

vite arlecchinate

lungo i sentieri incipriati

del Parnaso adulatore.

Vaporose essenze

che emanano

stornelli pungenti

e servili coccole.

Lampeggiano

i suoni delle armi colate

nel crogiolo della pace simulata,

summit di anguille e capitoni

nei viscidi emicicli

delle intenzioni camuffate.

Generazione di idioti artigliati

che non sanno come fare,

drappelli di veterani abbandonati,

perché il tempo li ha scartati.

Meglio bere vino

per assopirmi e non avvilirmi,

anche il sonno è cultura.

 

11 febbraio 23

Marino Spadavecchia

 

 

Quel giorno sul battello; scusami se ......

Leggera e danzante questa replica romantica a un incontro che il poeta avrebbe voluto finire “diversamente”. Una dolce tolleranza alla mancanza di coraggio e un fluido canto “stil novesco” per il placido ricordo. Si scopre così un altro tenero lato del nostro Marco Cabassi che ci disarma. Una confettura “primaverile” per nulla sdolcinata, una dolcezza delicata ammorbidita dall’enfasi di quel “avrei potuto …”

Marco Cabassi

 

 

Il tuo sapore nudo

L’amarezza romantico sentimentale che emerge dai versi dell’ottimo Giuseppe Stracuzzi è bruciante. Complice di questa invasione emotiva è la nostalgia che erode il velo dietro cui stava celata e ricompare vita e forte come non mai nella realtà pensante. Il poeta non è il guerriero che la vuole o la può combattere. L’uomo si dona totalmente e completamente alla chiusa:

il tuo sapore nudo,

il tuo perdono

non ha perdonato

con la forza di baci

abbraccia il pianto.

Giuseppe Stracuzzi

 

 

294

Il luogo accanto

Le infinite sfaccettature dell’umano, studiate, osservate e cantate dall'imimitabile Felice Serino. Il suo entrare e uscire dalla dimensioni con un carico di sensazioni su cui costruire un poema.  

 

come mi sono visto

in sogno una volta nell'altra vita

Felice Serino

 

 

Vorrei riscrivere...

Una rilettura del proprio confrontarsi con la natura e il mondo che ci circonda.  Molta sensibilità accompagna questa interpretazione “potente” di un mondo in cui si vorrebbe “sentire” di più quella gratuita bellezza che ci circonda.

Flora Fazzari

 

 

Parlava d'amore

… l’inizio della Passione di Cristo. Versi che narrano del bene e dell’amore per tutti. Un piccolo passo nella gloria divina che ci viene regalato da un ispirato Carlo Festa.

Carlo Festa

 

 

Incute Risoluzioni

Una lunga ricerca del bene e il confronto con l’ambiguità quotidiana. Il poco umano che offre lo spettacolo non appartiene a questa poetessa. L’abbraccio di un sogno è il conforto che l’accomuna a Marco Cabassi (in fondo anche il sonno è cultura). Il sogno è il rovescio del mondo reale, è la dimensione dove liberarsi dalle angosce e la poetessa Laura Lapietra ci conduce verso questa ottimale risoluzione ai mali dinastici di cui è composta la vita.

Laura Lapietra

 

 

Trema la terra in Turchia.

L’ossequio poetico e il cordoglio per le vittime del terremoto in Turchia. Una prova dell’umanità che resiste nei nostri autori e nei loro cuori generosi di condividere emozioni.

Alessio Romanini 

 

 

Divertissement

Un momento di felicità condivisa col proprio animale domestico. Questa soffice gattina bianca che ha la fortuna di essere amata dalla nostra poetessa. Sono proprio queste coccole che aprono la strada al sogno e noi comprendiamo e condividiamo l’affetto tra la padrona e la piccina.

 

5 febbraio 2023

Sandra Greggio

 

 

Tramonto di fine febbraio

Un mirabile tramonto che rigenera le forze creative di questa brava poetessa. I suoi versi confermano la volontà di non lasciarsi andare ai brutti ricordi o ai rimorsi ma solo di volere accettare la gratuita meraviglia che la natura offre. La contemplazione  è la medicina pura e semplice contro ogni angoscia. Brava Antonia.

Antonia Scaligine

 

 

Madrigale per il giorno compleanno

Un regalo ispirato dal cuore per questo “giorno compleanno”.  Una piccola gemma poetica per dire di gioia e di affetto.

Piero Colonna Romano

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

19-20-21 Febbraio

19, 20 e 21 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Enrico Tartagni –Rio Bravo-: Onirica rilettura di classici della cinematografia, nata dalla fantasia di un giovane Enrico che si diletta a disegnare  suggestivi palloncini rossi su tetti geometrici. Piacevole lettura di questo viaggio della fantasia, regalatoci da quel ottimo affabulatore che è il nostro amico poeta.

Bruno Amore –Pietà per la morte- Bruno sintetizza, con grande maestria, quella che fu la pena di Achille al dolore di Priamo e ne fa auspicio per quel che oggi ci affligge con l’Ucraina. Bisogna scegliere: o uomini o mostri. Se uomini, come Achille nell’Iliade, o mostri, come Putin, novello Hitler. E scegliere.

Marino Spadavecchia –Stupidi stupiti-: Suggestive immagini, nate in un sogno, che sono metafora per analizzare, condannandolo, questo singolare mondo che ci siamo costruiti. C’è una profonda rabbia che ispira ogni verso, nato dalla sensibilità di un  poeta che aspira ad altro mondo. Un mondo che, come disse De Sica in “Miracolo a Milano”, dove buongiorno vuol dire buon giorno., mentre una torma di diseredati vola verso il cielo.

Marco Cabassi –Ad una donna lasciata-: Dedicata ad una donna abbandonata, con (tardiva?) pena, questa ispirata poesia di Marco.

Giuseppe Stracuzzi –Ma tu ci sei-: La profonda pena per un abbandono e la speranza sia un errore, narrate con poesia d’alto contenuto. Giuseppe è poeta e ci regala immagini quali “Siamo al punto che l’alba/sgrida il sole” e “l’amore disilluso/…/stacca dal cielo fiori di parole.” in un climax crescente di dolore. Applausi.

Nino Silenzi –La terra trema-: La tragedia che ha martirizzate Turchia e Siria ispira Nino per questi forti versi, densi di dolore, coinvolgendo nella pena, per quella disperata umanità, il lettore.

Felice Serino – 293 Si spera-: Scrissi, a differenza di Marchesi, in una mia breve poesia: “Farò uno scherzo alla vecchia signora/e quando arriverà per suo dovere/io vivo allor non mi farò trovare”. Si scherza sulla morte, ed è meglio così. Ma i versi di Felice dicono anche che il mondo non ha fine catartico e lo trovo strano per un credente come è il nostro amico. Spinoza insegna

Laura Lapietra –Radiosa Speme-: Una fremente analisi del proprio vivere, del proprio essere, rievocando amare esperienze ma densa di speranza per il futuro, nella fede. Metafore limpide per esprimersi, dette con aulico, datato linguaggio dal particolare fascino che invita il lettore alla rilettura.

Alessio Romanini –Scarlatto-: Poesie dagli infuocati colori, per narrare di un vivere, chiusa da un clamoroso ossimoro dove vita è “fragranza di dolore” ma anche “essenza dell’amore” che, per sillogismo aristotelico può tradursi in “l’amore è dolore”.

Carlo Chionne -…Ieri oggi…-: Lezione di vita che ci arriva dal grande Carlo: vivere in semplicità significa avere abbondanza, affermano questi suoi splendidi versi. Ed io applaudo.

Jacqueline Miu –ti darò i miei seni dove sognare calmo riporta al piacere delle tempeste-: Come accade per quasi tutte le poesie del mondo anche questa ha nel titolo il tema da svolgere.

E Jac non si sottrae alla regola e sviluppa il fascinoso tema con versi che narrano un sentire profondo ed esuberante, ricco di citazioni colte ma, soprattutto, di promesse  per ardenti programmi d’amore, dove, al confronto, le fiamme dell’Ade non sono altro che un tiepido venticello primaverile. Ma non sono scritti per guardoni, questi della nostra, ma inni di sublimazione catartica dell’atto d’amore. Come non essergliene grati? Sempre complimenti, vibranti applausi ed un caro saluto.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

16-17-18 Febbraio

16, 17 e 18 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Laura Lapietra –Haiku-: Qui è decisamente ermetica la nostra Laura, azzardo la bellezza della maiolica (napoletana) assunta da un “mite campo”. Misterioso resta quel “non batte ciglio”. Laura, prego chiarire. Grazie.

Enrico Tartagni .Il genio del male (Sanremo)-: Una feroce critica a quel teatro regalato alla plebe, perché dimentichi i propri e gli altrui problemi, è quel che grida Enrico con questo suo scritto contro Sanremo, festival delle illusioni (anche musicali).

Bruno Amore –Lavacro-: Pessimistica visione del vivere, dove l’attività umana sporca ogni cosa. Questo giudizio morale ispira Bruno per questi versi di condanna, densi di metaforiche ma limpidissime immagini, che invitano il lettore a riflettere.

Marino Spadavecchia –Percorso ad ostacoli-: Anche Marino guarda al vivere e lo condanna con versi dalla forte intensità emotiva che hanno una drammatica chiusa con quel “Ancora vivo…e me ne vanto”.

Flora Fazzari –Sentirsi in colpa-: L’immane tragedia turco/siriana ispira Flora per questi versi densi di indignazione verso chi, con la propria disonesta attività, è stato causa della morte di decine di migliaia di persone, aggiungendo un giudizio morale su chi ha voluto ignorare questo dramma, dedicando la propria attenzione al festival di Sanremo. The show must go on. E come non concordare?

Renzo Montagnoli –L’onda-: Splendida metafora sulla vita, resa con questa magistrale similitudine da applausi dell’ottimo Renzo. Complimenti!

Marco Cabassi –Ci sarò per sempre…-: Un delicato invito all’amore reso con bei versi dalle significative immagini. Piacevole questa lettura, romantica e suadente, merita successo.

Marina Minet –Vicoli-: Leggo in questi versi la dolente attesa di un amore che dovrà attraversare “vicoli insabbiati/come umide trincee” per arrivare, superando le difficoltà che la vita può donare. Intensa poesia dall’atmosfera cupa, resa con adeguate immagini, ma chiusa da un ottimistica luce.

Felice Serino -292 Alla stazione-: Un attesa alfine appagata, narrata come fosse volo di libero uccello.

Jacqueline Miu –Malati d’amore-: Un inno all’amore che vuole canti, libagioni e libertà, in questo mondo ed anche nell’Ade, nel tipico suggestivo ed affascinante stile della nostra Jac.

Alessio Romanini –Il poeta è un fanciullo-: Bella e condivisibile descrizione di cosa mai sia un poeta, in questi bei versi rimati del nostro Alessio.

Antonia Scaligine –Domani-: Una poetica descrizione del divenire del tempo, resa con alto poetar filosofia. Particolarmente apprezzabile la didattica chiusa, densa di una sorta di gioioso ottimismo. Brava Antonia!

Carlo Chionne –Vecchio-: Non so (ma non lo credo) se il nostro Carlo è davvero così cadente ma so che ha una mente acuta capace di comporre, per se e per gli altri, satire dissacranti. Un caro saluto, mio vecchio amico, ed un abbraccio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Buongiorno Alessio e Poetare, vorrei ringraziarti per la dedizione letteraria e per l’impegno nel volerti non solo migliorare ma donare. I tuoi scritti si sono evoluti e sono certa che sarai in grado di offrire sempre grandi poetiche. Sii sempre te stesso. Ad maiora
Jac


Poichè non ne saprò mai abbastanza, dateci sotto. Io ho dei limiti ma molti di voi HANNO genio, da vendere. IO COMPRO (leggo).
Bruno Amore [br1]

 

Jac cara,
ti ringrazio di cuore per i tuoi meravigliosi complimenti.
Il contributo della mia crescita poetica è grazie anche a te
E lo splendido azzurro.
Sono emozionato ed imbarazzato dai tuoi commenti,
di una poetessa e persona che ammiro moltissimo.
Grazie di cuore Miu.
Alessio Romanini


Piero
Grazie per la puntualità dei tuoi commenti
E ti ringrazio per usare il sostantivo “Amico”;
grazie anche io mi sento vicino alla persona straordinaria
che sei.
Grazie
Alessio Romanini
 

 

Haiku

Strana la combinazione di bellezza e forza che esprimono un poetare singolare – che a me piacciono particolarmente. Brava questa autrice che sa come “acchiappare il lettore” offrendo versi come piccoli piatti prelibati.

Laura Lapietra

 

Sabato Santo

Lazzaro non vorrebbe essere, eppure lui (il Poeta) offre una sincera limpidezza d’animo che tiene tutti i pesi del vissuto e dalle brutture trovare pace in quel amniotico celeste – un mare con onde piatte in cui nuotare.

Un richiamo al premio della coscienza. Una volubilità che vuole trascendere quasi sicuramente per migliorarsi. Nella profondità del Sabato Santo – un bagliore di fede legge il pensiero intimo del Poeta.

 

 (Donnas 19.04.2022 – 10:52)

Salvatore Armando Santoro

 

Il genio del male (Sanremo)

Questa satirica caduta dall’Eden che a mio modesto parere (visto che i costi sono supportati dallo Stato ovvero il contribuente) è condivisibile ci lascia deliziati dalla scintillanza della “magia nera” che rende piacevoli diavoli e streghe. Un amo con due tre parole che parlino di bene ed ecco costruita la zattera della “canzon perfetta” …. che bello sto verso:

la chimica del genio sta

costruendo il mostro

Plausi e coriandoli per il finale.

Ho portato matite coi pastelli colorati

Farò del cielo nero un cielo blu

enrico tartagni

 

Lavacro

Sempre più intime e pure le poetiche di Bruno Amore. Una purezza che rende “vergini le pozzanghere” e spreme le nembi per piogge serene. V’è un sottile strato tra luce e buio in cui il lettore trova scampo alle ombre oppure le vede ma non le teme – così la poetica si alza in punta di piedi senza mai pestare quel mondo immondo dove cammina e pur sperando di trovare il volo … seppur in versi.

Bruno Amore [br1]

 

Percorso ad ostacoli

L’erosione rende il castello ancora più affascinante. Lo spettacolo della vita guarda al battagliero poeta che non sconfigge il buio ma non si lascia sconfitto. La prova del verso lo conduce a : Quomodo fabula, sic vita: non quam diu, sed quam bene acta sit, refert.

30 gennaio 23

Marino Spadavecchia

 

Sentirsi in colpa...

La poetessa parla delle disgrazie che affrontiamo, quando abbiamo la natura contro. Parla dell’impotenza o la non dolenza e vigila con i suoi versi sulla coscienza perché questo è il giusto modo di lottare del poeta, usare la penna per creare un “mondo migliore”.

Flora Fazzari

 

L'onda

Densa, potente, sfuggente e utilmente invasiva, questa onda che va verso la risacca e in finale il rimbombo non le rende giustizia per la strada fatta. Renzo Montagnoli narra della performance dinamica dell’onda” e la umanizza tanto che in finale questa “corsa” sembra quasi vana come tutto il nostro fare … La forza dell’espressività resta fino alla chiusa destinata a centrare il tono drammatico di tutta la bellezza e la fatica – fatte.

Da La pietà

Renzo Montagnoli

 

Ci sarò per sempre

Braccia come rami spogli da confortare. Sogni e danze per riunirsi all’amore. Una conferma lanciata nel cosmo come un “Distress Signal” per quella delicata “musa” meritevole di tanta potenza d’affetto.

Marco Cabassi

 

Vicoli

Un ritratto sociale con genti non immuni al male ma che ricevono il dono della lue quotidianamente.

da Scritti d'Inverno, a cura del premio Città di Taranto, PrintMe Editore 2017

Marina Minet

(Teresa Anna Biccai)

 

292

Alla stazione

Poema che potrebbe essere facilmente due piacevolissimi Haiku – il trasporto nel saluto quando si è aspettati alla stazione e il senso liberatorio simile al volo.

Felice Serino

 

Sia dolce la notte

Afrodisiaco questo etereo percorso tra la voce del vento e l’odore di mare. Inafferrabile “Poesia” che parte col passo dell’amore poi prende il volo nella “chimerica radiosa” di una dimensione vellutata che Piero costruisce come un Tempio per la sua Amata. Dolcezza infinita che non si esaurisce mai. Dalla rocca della sua anima “stoica” una prelibatezza “empirica” e petrarchesca. Non applausi ma abbracci per questo poema.

Piero Colonna Romano

  

Il poeta è un fanciullo

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo. Una crescita poetica si misura a piccoli passi. Non farò ovazioni ma posso esternare il piacere che osservo nello scrivere di Alessio che con la sua costanza ci arma di ogni sorta di sentimento. I suoi versi diventano sempre più forti e sempre meno gridati. I versi di Alessio ora si VEDONO, si leggono e trovano una risonanza nello spirito. Bravo Alessio.

Alessio Romanini 

 

Domani

Un soffio leggero di speranza, qualche spezia di fede e il tutto per condire un verso pervaso dalla sensibilità “storica” e stoica della nostra ottima Antonia Scaligine.

Antonia Scaligine

 

Vecchio

Se dovessi seguire le necessità del corpo, vivrei nella consapevolezza di dover aspettare la morte, ma inseguo quelle della mente che mi fanno sentire sempre giovane.

Vecchio ma non vetusto, tremolante ma vivo. La somma di tutti gli addendi – un Paradiso. Impossibile dar contro a Carlo Chionne il cui scrivere potrebbe essere “una brillante corsa della tartaruga” e questo non per il premio e nemmeno per sbeffeggiare Tamburello, semplicemente per dimostrare che l’età vive del suo e fuggire non è parte del “Menù”. Fortis cadere, cedere non potest

Carlo Chionne

 

"E so solo questo"

Odi profanum vulgus et arceo. Cantare per il solo vento rafforza la fede nella poesia e non necessariamente nel genere umano. Lo spirito sensibile si allontana deliberatamente dalle “cerchie nefaste” dove il liberatorio creare è premiato con indifferenza. Bem sa il fatto suo e sceglie il miglior pubblico cui donare la poesia del proprio spirito.

4 febbraio 23

Ben Tartamo

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu

 

 

W la contemporaneità
Carissima
​Jac ​onorato dell'appellativo e sottoscrivo, ". Basta coi vecchi

complimenti". C'è più gusto a leggere i tuoi commenti che scrivere.

Buonissima giornata

br1

 

 

13-14-15 Febbraio

13, 14 e 15 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino –L’alterego-: Peccato di superbia, dunque, simile a quello che provocò la cacciata da Paradiso di Adamo ed Eva, narrato con fantasiose, suggestive immagini di un Felice per cui, quel peccato, pare generare un golem che perseguiterà  per sempre chi lo ha generato.

Laura Lapietra –Haiku-: Un concentrato di pregiudizi, forse sottolineati dalla rossa luna, certamente pesanti come massi.

Enrico Tartagni –Abbandonare le locuzioni!-: Il ritorno di Agamennone non è una fine per Enrico ma l’inizio di una ricerca, probabilmente d’amore. Ma Elena veleggiava altrove… Questo mi ispira leggere questo Enrico.

Bruno Amore –La vita in soffitta-: La ricerca del passato porta Bruno a quella soffitta (che è metafora della sua mente) e là si rivede, là trova uno specchio che ha memoria di tempi passati, là si rivede capellone. Sono affascinanti sempre i racconti di Bruno, le indagini su se stesso, i rimpianti per ciò che si è perso, i ricordi di una vita vissuta intensamente, narrata con poesia spesso dal dolente tono.

Marino Spadavecchia –Secchiello di sabbia lunare-: Un secchiello pieno di nulla, quindi, per analizzarsi sconsolatamente e senza ottimismo per il futuro, chiusa da un consolatorio e poco convinto “ce la farò?!” Questa l’analisi di una poesia decisamente d’alto livello, resa da un poeta d’alto livello.

Nino Silenzi –Galaverna-: Questo sprazzo d’alta poesia, per narrare del fascino della galaverna, merita convinti applausi e richiesta di bis. Complimenti, Nino!

Flora Fazzari –Un urlo…-: Probabile descrizione di un incubo sognato, reso con forti immagini liberatorie.

Teresa Armenti –Atterraggio di fortuna-: Un divertente narrare del desiderio di volare oltre la realtà e le conseguenze che possono derivarne, in questa simpatica poesia di un ispirata Teresa. Complimenti., Teresa!

Jacqueline Miu –Lunacerva Oracolo – Ego verticale più di un albero-: Leggo Jac e nella mia mente si formano, quesi a prendere vita, i più onirici dei dipinti dell’immenso Dalì. Tra quei dipinti e questi scritti c’è grande affinità: nascono da sogni e sono resi da grande, suggestiva maestria.

Leggere Jac  è viaggiare nella fantasia, è godere dell’onirico narrato con poetici, intensissimi accenti. Inevitabile, per attrazione, rileggere ancora. Complimenti Jacqueline e sempre grazie d’esserci.

Alessio Romanini –Nella ferita-: La pena per un abbandono, narrata con versi dall’amaro tono, in una poesia che è anche analisi generale di quell’amarezza che  può provocare, resa con significative similitudini.

Sandra Greggio –Preghiera per chi non crede-: Risuona Spinoza in questi versi, densi di fede, di Sandra: “deus sive natura” disse il filosofo ed in questa poesia lo ritroviamo per intero.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Ascolta”

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

A Bruno Amore

Ciao caro amico (se mi offri l'onore di chiamarti così) la tua splendida poesia è "distratta" ovvero che pare focalizzata su te stesso ma è solo la distrazione, il gioco che offri al lettore. Il poema ha strati abbondanti di amore ma soprattutto di vissuto dei tuoi "amori" madre, nonna .... che io considero con umiltà tra gli affetti più grandi al mondo. Mi piace questa interiorità non gridata, questo tuo distratto metterti allo specchio offrendo non l'uomo ma quel dentro che uno specchio potrebbe mai vedere.
Il Distratto in questo contesto e in questo soltanto è un complimento di valore per una poesia che tiene nascosti grandi e profondi tesori.
Jac

Ha! Ha! intuivo che mi avresti scritto di quel "distratto". Ora sorrido pensando agli arroccamenti fantasmagorici che devo aver procurato. Basta coi vecchi complimenti - avanti il nuovo modo di rendere onore e giustizia ai bei scritti.
Jac

 

Ringraziamento
Jacqueline,
"io me n'vo sentendomi (da te laudare) ... d'umiltà vestuto" ... ma quel "distratto" - che non riesco a tradurre, potrebbe mandarmi all'ospedale. Di grazia ... Servo vostro ...
br1

 

 

 

291

L'alterego

 

Felice Serino un tuffo dentro e fuori la riluttanza del sé. Apertura memorabile e sti angeli che scendono nel sangue, ne sono la conferma. Brutture, amore e affondamento – Plausi. Lascio l’intero poema che fa parlare di sé l’uomo e non il poeta.

 

il soffitto ti si fa cielo

nel pregare

angeli ti scendono nel sangue

 

quando ancora ieri

abbrutito covavi

rancori verso te stesso e il mondo

 

amore

era parola vuota: eccoti ora

specchiato nel tuo doppelganger

 

che ogni volta

annega

nel lago della sua spocchia

Felice Serino

 

 

Haiku

Sempre dinamici questi Haiku di Laura Lapietra che parlano di sinergie fisiche e ben lavorati.

Laura Lapietra

 

 

Abbandonare le locuzioni!

Ah Enrico! Enrico! Il mio regno per un cavallo! Ci vorrebbe del buon esercizio psicologico per analizzare quelle amanti che attendono “il morto” alle stazioni. Difficile disciplinare l’irrequieto, la ipersensibilità e la locuzione forzata. Categorica l’assenza di un femminile armonioso. Il resto è un fiume troppo perfetto perché contenga pesci, infatti è un castello con tante finestre e tutte così irraggiungibili dal tocco immediato del sogno. Volere è potere e la chiusa ne è la conferma.

enrico tartagni

 

 

La vita in soffitta

Un poema “distratto” ma generoso. Bruno rovista nella soffitta e ritrova “ironicamente” se stesso ma c’è molto di più in questi versi. “prima di mia madre poi della sua” lo trovo un verso ispirato e carico di qualcosa di impossibile da mettere in parole. Nelle sue infinite “multiforme” come non deliziarci con una lettura che vede la storia del uomo prima ancora della sua nascita e nella sua ulteriore evoluzione …

Bruno Amore [br1]

 

 

Secchiello di sabbia lunare

Fanta autore ancora con dei numeri di magia e per nulla intorpidito dalle proprie avventure. Una consecutio temporum di questo “arcimbaldesco” figlio delle proprie avventure.

 

23 gennaio 23

Marino Spadavecchia

 

 

Galaverna

Due negazioni fanno un’asserzione. In fondo cos’è il verso se non l’espressione unica e indivisibile del “sé”? Ghiaccio e gelido si sposano metaforicamente all’uomo ma il sole sebbene lontano e blando – quel sole c’è ed è l’unico spiraglio rimasto e probabilmente l’unica forza possibile che arma l’uomo di difese “ma da dentro”. Pochi versi , una manciata di parole, obiettivamente e limpidamente fredde – un inverno “umano” ma io vedo la bellezza in quei diamanti che risplendono … una bellezza che non affonda, non ignora la morte ma nemmeno ne vanta il potere. Complimenti al nostro Nino.

 

Da Verso l'orizzonte

Nino Silenzi

 

 

Un urlo...

Questo urlo dovrebbe scalfire il silenzio ma resta in qualche modo intrappolato.

Flora Fazzari

 

 

Atterraggi di fortuna

Ogni tanto tocco terra.

Una danza di vita con rocambolesche “peripezie” e spettatori divini quali probabilmente sono i figli. Partecipazione attiva e “fisica”  narrata con piccole “virgole” di ironia.

 

(maggio 2008)

Teresa Armenti

 

 

"Timida fedele compagna"

Inno alla saggezza di Morte, inno alla forza e alla paura che Lei ispira. Consapevoli del suo potere, animati da sconosciuto legame col titano più incorruttibile – godiamo del breve ma inteso passaggio nella vita.

2 febbraio 23

Ben Tartamo

 

 

Ascolta

Mare e ancora mare… Tempio assoluto che corona i sogni e trascina ai suoi misteri gli animi umani. Piero Colonna Romano non invoca l’oracolo d’acque ma ne ascolta la voce e ne ammira la bellezza. Non ci sono verticalità artificiali e nemmeno pompose descrizioni ma solo arieggiate permanenze che arpeggiano con le corde del cuore, improvvisando melodie celestiali. Un caro saluto.

Piero Colonna Romano

 

 

Nella ferita

Una ferita nostalgica e romantica. Un dolore che cui nessuno è immune quando ci sono delle rotture sentimentali. Alessio Romanini diventa l’altare e l’oracolo di questo dolore.

Alessio Romanini 

 

 

Preghiera per chi non crede

In un momento di calma accogliere la bellezza di un pensiero elevato e condividerlo con le proprie parole. Una preghiera senza copie o dogmi, una preghiera libera diretta a qualunque cosa giustifichi per chiunque di noi “quella bontà astratta e perfetta”.

Ispirata da una fede incrollabile la nostra ottima Sandra Greggio invita il lettore a non demordere e a continuare il suo viaggio nel credo.

 

4 gennaio 2022

Sandra Greggio

 

 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 
 

 

10-11-12 Febbraio

10, 11 e 12 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Teresa Armenti –Il ballo a tre gambe-: Benvenuta nell’azzurro, Teresa! Decisamente apprezzabile è questa lezione di vita e non si può che concordare con il giudizio dato a questa poesia dalla giuria che ha esaminato la silloge della bravissima poetessa. Complimenti.

Felice Serino -290 Prima luce-: Aforisma apprezzabile di un apprezzabilissimo poeta.

Marco Cabassi –Strani giorni di Febbraio-: Un tiepido febbraio fa temere un deciso cambio della temperatura delle stagioni. Ed il poeta canta la sua perplessità con questi ispirati versi.

Laura Lapietra –Haiku-: Piange persino il cielo, vedendo la miseria che troppo spesso copre la terra. E la bravissima Laura esprime la sua pena con questa intensa sintesi poetica.

Enrico Tartagni –Jonathan Livingston-: Il percorso verso l’illuminazione, narrato dal fortunato libro di Bach, ispira Enrico per questo suo viaggio verso l’ignoto, reso con illuminanti immagini romagnole.

Bruno Amore –Fuochi che si spengono-: Magistralmente descritto quello spegnersi il fuoco del desiderio da questa narrazione densa di malinconia. Così si interroga sul futuro il poeta e pare trovare conforto soltanto nella chimicofisica, Conforto effimero ed insoddisfacente eppure unico per dare ancora brividi di calore a corpo ed anima.

Nino Muzzi traduce W. Hilbig-: Surreali immagini, tipiche della poesia di Hilbig, tradotte con maestria dal nostro Nino.

Marino Spadavecchia –Zucche-: E, a proposito di surrealismo, ecco Marino che si esercita nell’inventare immagini nate nella fantasia del nostro eccezionale poeta che ci regala questo meta metaforico racconto dell’astrazione.

Renzo Montagnoli –Dove cercare-: La ricerca di un essere superiore che condiziona natura e menti narrata in questi ispirati ed intensi versi di Renzo che di Spinoza risuonano. Ma quel dolore, quelle abiezioni che si concretizzano nelle infami guerre di oggi, come possono trovare giustificazione nella fede?

Flora Fazzari –Fermati…-: Pressante invito a ripensare il proprio vivere, cercandovi amore che possa rendere sereno il futuro. Leggo così i bei versi di Flora.

Sandra Greggio –Passione-: L’effimero della passione, quella destinata a tenere separati amanti, ben narrata da questi ispirati versi di Sandra.

Carmine De Masi –La nebbia nella valle-: Un romantico, nebbioso paesaggio, ben descritto da Carmine, trova luce in quel dono d’amore nel Natale di Gesù Bambino.

Jacqueline Miu –cascate eterne-: Leggo questo scritto di Jac come un fremente invito a sognare. Non uccidete i sogni, poeti, grida la nostra eccezionale amica. Ed io mi associo.

Salvatore Cutrupi –Nostalgia-: Un dolcissimo chiudere una giornata lavorativa, tra ricordi  velati da malinconia, aspettando il tepore della casa che ti attende, raccontato dal sensibile, bravissimo Salvatore.

Antonia Scaligine –Amore-: Amore e fede, dunque, per accettare questa vita. Questa la lezione che l’ottima Antonia ci invia con questa sua poetica riflessione.

Carlo Chionne –De bustibus-: Mette il dito nella piaga (una delle tante che questa indecorosa situazione politica ci regala) dell’ipocrisia il nostro grande Carlo e si indigna, ed io con lui, per questo affermarsi fascista da parte del secondo rappresentante di questa Repubblica, nata antifascista. E siamo appena all’inizio del ventennio…

Alessio Romanini –Febbraio e i cenci fritti-: Madrigale dedicato a questo mese corto e carnevalesco dal nostro amico Alessio.                                                                   

Il più cordiale dei saluti a voi tutti , in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

7-8-9-Febbraio

7, 8 e 9 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Giorgio Aguglia –Dove sei?-: Benvenuto nell’azzurro, Giorgio! Struggente è questa appassionata lettera d’amore. Ancor più struggente diviene quando si scopre che di un ideale amore si tratta. Bravo, Giorgio, ti attendiamo ad altra poetica prova, certi di aver trovato un altro poeta.

Felice Serino -289 Il vino-: Uno dei più significativi ed intensi racconti del Vangelo sintetizzato con maestria dai versi del grande Felice.

Antonietta Ursitti –Quando va via la nebbia-: Un paesaggio incantato, ben descritto dai pennellati versi della bravissima Antonietta, per alleviare lo spirito e farlo uscire da soffocanti nebbie. Metafora di una rinascita dunque, regalataci dalla nostra preziosa amica.

Marco Cabassi –Chi chiama?-: Versi di grande effetto scenico per descrivere la paura per la morte. Vagamente gotico (e fortemente dubbioso…) è Marco, in questa occasione, e rende alla perfezione un suo sentire.

Laura La pietra –Echi-: Metafore che s susseguono in una apprezzabile poesia ricca di toni malinconici, ed immagini di grande effetto, per narrare di una pena del cuore,  per quello che pare un abbandono o una mancanza di comprensione.

Santi Cardella –L’illusione-: Una dolorosa assenza ispira il poeta per questi magistrali versi, densi di pena e d’amore. Perfetta narrazione di un sentire, resa con  la maestria di un grande della poesia moderna.

Enrico Tartagni –Intime etichette-: Una vibrante serie di surreali immagini, composte con maestria, per narrare di un sentir bisogno d’altra (intima) vita, regalateci da un ispirato Enrico.

Aurelio Zucchi –L’apparir del faro-: Il bisogno di un faro, di una luce che guidi, ispira Aurelio per la narrazione di un avventura che, di quel bisogno, diviene la metafora. E’ sempre apprezzabile la pulizia con la quale Aurelio compone i suoi versi che raccolgono, giustamente, approvazioni e successi da competenti giurie.

Bruno Amore –Luminoso immenso nulla-: Pronto al dopo, certo trovarvi un “luminoso immenso” dove restare ciò che si è stato, il nostro Bruno lo narra regalandoci una serie di  affascinanti immagini di comportamenti d’animali.

Nino Muzzi traduce W. Hilbig-: Importante poeta del ‘900 ben tradotto dal nostro Nino cui possiamo dire solo grazie per queste colte, importanti proposte.

Nino Silenzi –Vivo-: Un romantico modo di intendere la vita, ed il suo sentirsi straniato, reso con gli intensi versi di questa bella ed apprezzabile poesia/outing, vagamente velata di malinconia.

Marino Spadavecchia –Sbatter d’onde e d’ali-: “Si continua a vivere,/per dispetto.” È la pessimistica chiusa di una poesia che è amarissima analisi del vivere, resa con fantasiose immagini dense di umor nero  di un apprezzabile poesia.

Flora Fazzari –Mugranti alla deriva…-: La drammatica avventura di diseredati alla ricerca di un più dignitoso vivere, ben narrata da questi ispirati e forti di versi della bravissima Flora.

Alessio Romanini –Sole d’uguaglianza-: Il sole, uguale per tutti, pare essere l’unica giustizia che illumina la terra. Questo il tema che Alessio svolge con questi suoi indagatori versi.

Sandra Greggio –Palpito rosso-:  Pura poesia ispirata dall’amore. Complimenti, Sandra!

Carmine De Masi –L’ultimo soffio -: Beh. Come si dice, chi s’accontenta gode. Scrivo questo perché mi pare che Carmine abbia descritto lo squallore che può esserci in un fine vita, soli e dimenticati, avendo come unica consolazione il rosario ed una chiesetta. Forse è bene accontentarsi di quel che si ha e questo è, molto probabilmente, il tema svolto dall’amico poeta.

Jacqueline Miu –posso ancora sognare…-: Testamento di un poeta disilluso dalla vita, regalatoci da un Jac in vena di pessimismi supremi. Molto gotico, secondo l’accertato stile della nostra, voli della fantasia ed un profondo sentire, oggi in negativo, della nostra amica. E sempre un applauso, sempre un grazie d’esserci.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

4-5-6 Febbraio

4, 5 e 6 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Flora Fazzari –La finestra…-:  Un immersione nello spazio che circonda, alla ricerca di collegamento tra il fuori ed il dentro, detto per narrare della ricerca di un ampio, fresco respiro di libertà

Felice Serino -288 Di noi-: Uno sdoppiamento tra realtà e sogno, analizzandosi, in questi versi, vagamente ermetici del grande Felice.

Bianca Casti –Evo-: La drammatica analisi di questo vivere resa con le forti (talvolta truci) immagini di una poesia di grande spessore, ispirata da una pessimistica visione della vita. Coerente col testo e suo perfetto sigillo è la chiusa. Complimenti Bianca!

Antonietta Ursitti –Sussurri-: Sempre caro mi fu quest’ermo colle…Così Antonietta getta il suo sguardo al di là di una barriera e scruta lo spazio infinito alla ricerca d’onirici sussurri. Un caro saluto, Antonietta, e complimenti. 

Marco Cabassi –Sensazione d’amore-: Un invocazione all’amore perché possa placare un “cielo che scuro di guerra e di morte” in questi intensi, ispirati versi dell’ottimo Marco.

Laura Lapietra –Haiku-: La romantica bellezza della neve, in questa delicata pennellata di Laura.

Cristiano Berni –“Servi”-: Beh non posso fare altro che accogliere e fare mio questo grido di dolore di Cristiano, mentre mi torna alla memoria la distinzione degli uomini in categorie che Sciascia fece fare al mafioso, padrino Mariano, ne Il giorno della civetta e che, per memoria, qui riporto: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà” . Tra chi ci governa sono spariti gli uomini, rara avis i mezzi uomini, mentre predominano i due restanti.

Marino Spadavechia –Tocchetti di anima affumicati-: In un certo senso questa poesia di Marino sembra essere la logica conclusione della poetica analisi  precedente di Cristiano, in particolare nella chiusa, tristissima conclusione di un guardare rassegnato.

Jacqueline Miu –Voglio fare una rivoluzione!-: Urlo di dolore che condanna questa società priva di ideali e lontana dall’amore, reso con notevole violenza da una indignata Jac. Uniamoci a lei in questa rivoluzione, cambiamolo questo mondo, rivestiamolo d’amore. Ed, assieme a Jac, recitiamo: “Io posso tutto perché nei miei sogni ho visto un mondo migliore.”

Alessio Romanini –Viaggiare lontano, senza viaggiare-: Romantico sogno, dunque, narrato con bei versi dalla bella alternanza nel rimare. Bravo Alessio!

Sandra Greggio –La sconfitta del cuore-: C’è una sorta di rassegnazione verso questo mondo che pare precipitare verso una catastrofe nucleare. C’è stanchezza, forse data dal passare del tempo, ed incapacità di reagire di fronte a tanta disumanità, in una poesia che narra alla perfezione lo stato d’animo del poeta.

Carlo Chionne –Anarchia-: Pungente ironia del nostro Carlo, attento osservatore e cantore delle cose di questo incredibile mondo.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione e la corretta analisi della mia “Come un’eco”

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

 

La finestra...

Liberatoria e “morbida” la poetica di Flora Fazzari che vorrebbe potere ricostruire lo “spazio umano intorno”. Nei tratti quasi ermetici una piccola sfumatura “ombrosa” che non guasta e spinge il poema verso nuove aperture e possibilità interpretative.

Flora Fazzari

 

 

288

Di noi

La vita che “bolle” nel sangue. La vita che nascondiamo agli altri. La vera vita che mai si mostra e resta complice dei nostri viaggi mentali. Pensieri muti che probabilmente possiamo condividere con qualcuno – un amico capace di leggere lo sguardo e l’anima. Un fido amico. Cane, uomo, entità – spiriti che s’intendono e rendono visibili quelle sfumature che restano nascoste dietro la maschera di ogni giorno. Complimenti a Felice Serino sempre coinvolto (nelle poetiche che condivide) e sempre coinvolgente.

Felice Serino

 

 

Evo

Una amara e drammatica interpretazione del sé con poche vie d’uscita. Poetica piena come una mareggiata d’angoscia da cui “probabilmente” è impossibile allontanarsi. Molto “chiusa in senso ermetico” e difficile da interpretare – l’intima natura di alcuni versi sfumano davanti alle “mostruosità” – sostantivi calcati e irrobustiti dalla trama “complicata”, battagliera, rumorosa.

 

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

Bianca Casti

 

 

Sussurri

Il terzo occhio? Colui che vede nella terza dimensione? Un poema che parla del mondo della fantasia, sussurri, immagini sfocate …

Antonietta Ursitti

 

 

Sensazione d’amore

Una traiettoria dei sensi che implode davanti alla natura osteggiata dall’inverno. Bellissima volta d’amore che regge sopra i mali e i tumulti. Splendida (come il resto del poema) la chiusa che freccia direttamente sul punto. Metafore e barbarie non offuscano il messaggio che Marco Cabassi ci regale e che condividiamo con tutto il cuore.

Marco Cabassi

 

 

Haiku

Un acquarello silente e dai toni pastello che esplicitano la stagione invernale senza l’ascendenza ghiacciata-

Laura Lapietra

 

 

Pazzi e pazzia

Basta non addolcire la morte che il poema diventa una lama e persino una lama veritiera quanto affamata. L’uomo che ha smesso di illudersi – è ancora preda delle “sue” falene e questo passo addolcisce il sentore di “fine” di una “fine sprezzante” che un uomo non merita. Ho apprezzato l’intera poesia che ha una direzione saggia dell’essere e che diventa un pathos e un percorso “obbligatorio” per tutti noi. Complimenti all’instancabile e sempre battagliero Salvatore Armando Santoro.

 

(Donnas 14.4.2022 – 1:02)

Salvatore Armando Santoro

 

 

"Servi!"

etica e morale – le medicine per una italianità malata e “abbandonata” in cambio di “servilismi adulatori”. Ottima e chiara dichiarazione di “escludetemi!” del nostro più che onesto Cristiano Berni. I momenti storici attuali non sono così degni di lasciare una nota per l’annuario eppure tutti decantano “sti professionisti e sto mondo fatto di falene”. Guai chi osa lamentarsi! Meglio oppressi in ombra a fare viaggi a rate! Cristiano Berni è di tutt’altra pasta e ne siamo fieri.

Cristiano Berni

 

 

Viaggiare lontano, senza viaggiare

Ho fatto un viaggio senza viaggiare.

 

Bellissima questa margherita fanciulla. Una nuova età poetica avanza nel nostro caro Alessio Romanini. Sempre migliorando con sentori di naturalità e serenità – condivisibili.

Alessio Romanini 

 

 

La sconfitta del cuore

Un cuore affaticato che la nostra poetessa vorrebbe più battagliero e più partecipe. Poema alla ricerca di energie per migliore sto mondo brutto e boia d’innocenti. A mio modesto parere questi sono versi di forza, di coraggio poiché ammettere la propria debolezza è un grande atto di coraggio.

 

21 aprile 2022

Sandra Greggio

 

 

Così come un'eco

Una eco romantica che carezza l’anima. Musiche serali di lune chiare e profumi di salsedine che invadono e stregano l’uomo in corto circuito poetico. Il Vate è stregato e discioglie versi per arrestare i respiri “coinvolgendo il lettore nell’eterna magia”. Ma queste magie hanno uno scopo più alto, più gioioso, più sincero:

Così, come un'eco,

riappari e mi incanti nel sogno.

Di mare e di sole ancora il sapore.

Il mare si annulla solo appena l’uomo comincia a sognare e il sogno è il premio di quell’attimo rimasto impresso come una Stonehenge dello spirito. Plausi alla poetica che mai rallenta il suo flusso vitale verso il lettore e ne condiziona l’empatia come una mare da assorbire e di cui alimentarsi dopo … in altri sogni ognuno legato al proprio Stonehenge amoroso.

Piero Colonna-Romano

 

 

Anarchia

Alfredo Cospito, classe 1967, accusato di due attentati, è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno.

Notizie interne sulla legge  41-bis. Concordi o discordi – persino l’Euro Parlamento si è espresso “poco convinto” sul regime di carcere duro della 41 bis. Necessita un dibattito popolare ...

Carlo Chionne

 

 

"La terza fucina"

Grande ispirazione patriottica per questa “massone macelleria italica”.

 

28 gennaio 23

Ben Tartamo

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 
 

 

J. MIU : "... ogni essere è Dio ogni essere è l’unica copia
esistente." Sì, per dio!
Bruno Amore [br1]
 

 

1-2-3 Febbraio

1, 2 e 3 febbraio 2023

Poesie del giorno:

Marino Spadavecchia –Rigattieri-: Illuminanti metafore per narrare della malinconica analisi di un amaro vivere con belle e adeguate immagini del bravissimo e fantasioso Marino. Complimenti!

Flora Fazzari –Scendi piano…-: Una sognante immersione nel blu del mare, alla ricerca di quella salvezza che la realtà terrena non pare consentire, in questi intensi versi di una pensosa Flora.

Felice Serino -287 Per un ricambio d’ali-: Forse non lo meritiamo, ma Lui ci invia un angelo che ci  dona ali per innalzarci in cielo. Tutta una metafora, dunque, inventata dallo strepitoso Felice quale lezione di vita. Guardate al cielo, lettori, non al dito che lo indica, pare ci dica.

Bruno Castelletti –Sei arrivato scricciolo-: E’ commovente questa tenerezza di nonno Bruno nei confronti della nipotina Sara. E solo un poeta di vaglia, come è il nostro prezioso amico, può essere capace di tradurre in  magnifici versi il suo sentire, coinvolgendo il lettore. Complimenti!

Bruno Amore –Il maestrale-: Un paesaggio marino, decisamente invernale, percosso da un freddo   maestrale che sferza l’elicriso rendendo musicale lo strisciar sulla sabbia. In questo scenario passeggia un poeta che troverà conforto in un bicchiere di rosso e nel canto di Paolo Conte. Bel racconto poetico del nostro ottimo B1.

Bianca Casti –L’alba-: Prezioso acquerello che narra di una fredda stagione, con i suoi colori, con i suoni e con quei brividi di freddo che regala. Ma il poeta ritrova calore nell’osservare le movenze delicate di un vivo, amato batuffolo. Sa catturare l’attenzione del lettore, la bravissima Bianca, anche con questi limpidi racconti detti in poesia.

Aurelio Zucchi –Scanserò le nuvole-: Mi ha sempre incantato leggere il poetare pulito e limpido di Aurelio, capace di descrivere profondi sentimenti (qui verso l’amato mare della gioventù che crea nostalgici ricordi e pare divenire rassicurante per il futuro) con l’uso di un correttissimo italiano, col quale compone immagini di grande suggestione. E’ quasi didattico il nostro ottimo poeta e, anche in questa occasione, merita applauso e sinceri complimenti.

Antonietta Ursitti –Nubi di sole-: Un delizioso acquerello per disegnare un sereno cielo illuminato da un salvifico sole, composto, con maestria e grande sentimento, da un’Antonietta in gran forma. Bentornata nell’azzurro, cara amica. Un caro saluto.

Marco Cabassi –La Terra e il Gelo-: Un bel racconto mitico, che pare tratto dalla Teogonia di Esiodo, reso con maestria da un ispirato Marco.

Enrico Tartagni –Block notes-: Joyce ispira questo scritto del nostro amico che, in stile Molly, narra di suoi timori per appunti d’amore chissà dove persi.

Nino Muzzi traduce Brassens -: E’ dalla Francia che è venuta, dal medioevo, la poesia ed è dalla Francia che è venuta l’ispirazione per la poetica musica di cantautori liguri. Brassens pare il primo e, forse, il più grande di quegli autori cui hanno attinto De Andrè, Lauzi, Paoli, Bindi, per le loro indimenticabili composizioni. Un grazie al nostro infaticabile amico Nino per la proposta di questa ironica analisi che il grande poeta fa di un’affranta (ma poi lo era tanto?) Penelope.

Nino Silenzi –Nuvole-: Nuvole, descritte con pennellate d’alta poesia, creano ricordi, spalancando lo scrigno di mente e cuore.

È un simbolo quel loro correre nel vento, così come nella mente si rincorrono ricordi e, così come si placano le nubi ,ecco si placano i ricordi.

Similitudini, dunque inventate dal sensibile Nino con questo magistrale poetare. Complimenti.

Jacqueline Miu –Sei di stelle e di neve-: Una romantica, sensualissima Jac, narra dell’amore con iperbole che, a ben vedere, paiono riduttive di quel sentire.

C’è qui una chiusa che tutto narra dell’amore, tutto dice di come dovrebbe essere sentito, di quanto l’abbandono che lo conclude possa essere la porta del paradiso. E così vale la pena rileggerla, quella chiusa che dice “comprendo il tuo restarmi dentro ed io averti/sia il Paradiso”

Alessio Romanini –Vedo ancora i soffioni-: Un perfetto sonetto caudato per una bucolica narrazione chiusa dal ricordo del volto amato della madre. Oh, Alessio!

Sandra Greggio –Fiocchi di neve-: Delizioso novenario frantumato (sarebbe piaciuto a Pascoli e ad Ungaretti) regalatoci da un ispirata Sandra.

Antonia Scaligine –Scrivo per te, di te “mamma”-: Commuove questo omaggio che Antonia dedica alla madre con versi intensi d’amore, nel ricordo. Poesia di grande qualità, infiorata d’immagini dense di ispirata poesia. Complimenti sinceri, cara amica, per questa tua capacità d’esprimere poeticamente sentimenti, coinvolgendo il lettore.

Antonio Scalas –Diversi gli occhi-: Il luminoso volto di un immagine da sogno descritto con enfasi da innamorato, in questi bei versi del bravissimo Antonio.

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione  ed il gradito commento alla mia “Metempsicosi”.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Poetare offre al lettore l’ascesa all’Olimpo letterario con tutte le sue indiscusse grandezze.

Rigattieri

Pensieri ottovolanti ora alti ora in fermo immagine mentre precipitano. Una raccolta sentimentale con atmosfere “forti” in cui l’uomo elabora le trappole in cui è caduto o a cui è scampato.  Criptica immagine della Poesia – incendi e fumi e dolori che si azzerano durante la Domenica.

22 gennaio 23

Marino Spadavecchia

_versione spagnola_

Scendi piano...

Un mare indiscutibilmente blu che abbraccia e conforta i pensieri poetici dell’autrice. La lentezza con cui ella assapora la gioia offerta dal gigante acquatico, diventa la traccia di lettura per il lettore.

Flora Fazzari

 

287

Per un ricambio d'ali

Purezza e anarchia umana. Ricerca di verità e volontà di ascesa. Un poema che rincorre l’innocenza perduta e ricorda il vano tentativo di Icaro di raggiungere il sole con le sue ali di cera. Le ali pure, quelle angeliche – ancora non le meritiamo ed è bellissima la chiusa del poema che Felice Serino plasma come se fosse parte delle sue vene.

ma l'impulso icariano

è brivido

che corre nelle vene del cielo

Felice Serino

 

Sei arrivata scricciolo

Favola per una bambina e poema per la nipotina. Un matrimonio poetico ben riuscito poiché colmo d’amore e di gioia. Leggeri i versi e coronati di una magia che Bruno Castelletti  dipinge con grande maestria.  Dolcezze embrionali che colpiscono il cuore.

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

Il maestrale

Dopo una burrasca restano i relitti, restano i segni della forza bruta della natura e quell’umidore chiave e fondamenta per la struttura poetico poiché è il salmastro spinto nei polmoni poetici del poeta Amore Bruno che carica la macchina immaginaria. Amore, ossessione, porta sull’oltre questo mare che accompagna gli scritti di Bruno. Cornacchie, neri messaggeri, ombre che deturpano la bellezza e parlano della realtà, come quel rosso e la musica del grande Paolo Conte. La macchia del male, della burrasca sbiadisce con l’arrivo delle stelle che cancellano i pensieri e s’innamorano dell’attimo umano: cortese,  ingentilito dai poemi musicali, irrobustito dal rosso e promesso al futuro che nonostante sia assente di gloria – riserva momenti a volte davvero magici. Plausi come colonne che reggono quella porta celeste cui s’ispira la poesia di Bruno.

Bruno Amore [br1]

 

L'alba

Musicale poema che raccoglie le magie dell’inverno, le feste e gli amori che si abbracciano. Attimi della natura dipinti con  attenta misura e catalogati per intensità emotiva e colori. Collane di lune e le piccole mani dell’infanzia ancora sognante.

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti. SIAE Roma

Dedicata ai miei figli Natale 1993 gennaio 1994

Bianca Casti

 

Scanserò le nuvole

Una primavera annunciata e gioiosa. Una ricarica di energie e pensieri positivi. La poetica di Aurelio sfila con tutte le sue potenzialità umane, regalando gemme e promettendo giorni di soli capaci di promettere giorni migliori. Complimenti al poeta e plausi per il crescendo letterario a CUI CI HA ABITUATI QUESTO MAGNIFICO ARTISTA.

Sarà una mia modesta opinione ma Aurelio ha la capacità poetica interpretativa meritevole di tutti i Primi Premi Letterari.

Aurelio Zucchi

 

Nubi di sole

Ode a un sole vittorioso sulle ombre. Un astro che non emerge del tutto ma di cui si percepisce la presenza. Un azzurro vincitore sebbene nella chiusa vi sia una pausa di riflessione sull’Oltre (fondo del cielo).

Antonietta Ursitti

 

La Terra e il Gelo

Amore e Ira. Gea padrona. Gelo vitreo e generoso di ghiacci nei suoi non proprio “caldi abbracci”.  Delizioso componimento che brilla nel suo classico richiamo e fredda ogni santa cosa fino a Primavera. Grande il nostro Marco Cabassi che delizia il lettore per l’ennesima volta.

Marco Cabassi

 

Block notes

Un vibrante rotocalco poetico con letture entusiasmanti e viaggi personificando il Re di Itaca. Un Odisseo nella sua Dubliniade rapito dalle dimensioni Marvel e contrastato solo da sogni d’amore impalpabili. Enrico Tartagni sa come giocare con la poesia e non serve scrivere bravo … penso lo sappia già.

enrico tartagni

 

G. Brassens

Penelope

First release by Georges Brassens (March 1960)    

           Georges Charles Brassens[1] (Sète, 22 ottobre 1921 – Saint-Gély-du-Fesc, 29 ottobre 1981) è stato un cantautore, poeta e attore francese.

È considerato a livello internazionale come uno dei più grandi maestri della canzone d'autore[2], ispiratore, insieme a Jacques Brel, della scuola genovese[3]. Nell'arco della sua carriera oltre ai testi di propria produzione ha messo in musica poesie di François Villon, Paul Verlaine, Louis Aragon, Antoine Pol, Paul Fort, Victor Hugo, Jean Richepin, Francis Jammes.

Nino Muzzi ci offre la Traduzione di questo “bad” canzoniere francese.

Plausi al nostro Nino che ci offre splendidi racconti e scene di vita ma soprattutto delle vere e proprie leccornie letterarie (oggi pure musicali)

G. Brassens   traduzione di Nino Muzzi

 

Nuvole

Nino Silenzi dal suo rifugio tra le altezze celesti con campi rosei e apici rocciosi, apre il cuore alla nostalgia. Incendi e lamenti – passioni e desii dolci non lasciano il tempo del sentire che già volano Oltre. La pace nella chiusa è significativa e fortemente malinconica. La contemplazione della natura non è l’ossessione del nostro caro Magister ma quella “enfasi” – quella benzina che ha nutrito corpo e spirito durante gli anni. Tremenda questa chiusa – forse perché io non sono mai in pace e perché la pace non è in grado di portarmi “altrove”.  In questa poesia è come guardare alle battaglie di un uomo e vederne senza capire il grado di dolore – le ferite.

s’incrociano nel cielo veloci,

nessuno mai li ferma

e l'animo torna in pace.

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

Mi chiudo a riccio

Bello, sottile e caldamente raccomandato questo poema che parla del nostro mondo d’oggi. Ci vorrebbe non un dottore ma un veterinario per questo animale selvatico che ha quasi perso la sua umanità. Spesso viene voglia di allontanarsi da tutto e tutti, smettere di combattere imbecilli e idioti, smettere di giudicare – in fondo l’unica cura di cui ha bisogno oggi il mondo, è l’amore. Sono totalmente d’accordo con il nostro poeta.

E sto nel mio convento

rimango solitario a meditare

su questo mondo spento

 

che vuole guerreggiare

e che disperde vanamente al vento

la volontà d’amare.

 

(Donnas 23.04.2022 – 1:38)

Salvatore Armando Santoro

 

"La leggenda dell'Amore cieco"

Sulla scia della “favola mitologica” e con interpreti importanti. Molto ispirato dall’amor cieco Bem scrive con tutte le energie della propria fantasia.

28 gennaio 23

Ben Tartamo

 

Vedo ancora i soffioni

Nostalgie, balocchi, astrazioni velate dalla fanciullezza.  Febbrile la rincorsa – quasi il passato fosse “la cura” e un finale dolce – in fondo Alessio Romanini sa abdicare ma solo davanti all’amore.

Alessio Romanini 

 

Fiocchi di neve

fringuellàre frin|guel|là|re pronuncia: /fringwelˈlare/ verbo intransitivo (AVERE) cantare, gorgheggiare come un fringuello

Un sussulto giocoso e invitante. Fiocchi di neve che irrompono nella fantasia della nostra amata autrice.

Gennaio 2023

Sandra Greggio

 

Scrivo per te, di te "mamma"

Bellissima e sofferta questa poesia alla cara madre della nostra ispiratissima e brava Antonia Scaligine. Ogni verso è scritto per ricordarla e ringraziarla. L’immagine cara che l’autrice compone ci trasmette infinito amore.

Antonia Scaligine

 

Diversi gli occhi

Splendida questa lirica tra due dimensioni. Versi ovattati e misteriosi. Delicata la natura della figura. Complimenti a Antonio Scalas che fa brillare il buio con una semplice chimera – prima che questo impietrisca nuovamente tutto.

Antonio Scalas

 

Metempsicosi

Splendida questa Metempsicosi emersa dalla leggenda del brutale e indemoniato Rasputin. Monaco che fu persino difficile uccidere. La differenza tra Putin e Rasputin? Parliamo di menzogna quindi direi sia rappresentativo questo gemellaggio “etnico”.

Il male consuma persino la terra dove egli posa i suoi piedi – peccato nessuno lo veda. Consiglio una breve lettura sull’ascesa di Rasputin alla Corte dello Zar e la sua caduta. Grande e inimitabile il nostro vate Piero Colonna-Romano.

Piero Colonna-Romano

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 

 

29-30-31 Gennaio

29, 30 e 31 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Fausto Beretta –Incontri come fiori-:   Bella questa similitudine tra api che succhiano nettare e l’uomo che cerca sorrisi, per aver vita addolcita. Similitudine densa di poesia, dunque, regalataci da un vero poeta.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

Marino Spadavecchia –Tra l’apice e l’indice-: Surreali immagini per dire dell’incertezza del vivere e/o dell’incapacità di capire cosa mai sia il vivere, in queste fantasiose similitudini dell’ottimo Marino.

Flora Fazzari –Mondo distratto…-: Identità tra un mondo antropoformizzato e l’uomo, in questa analisi delle nostre illusioni, dei nostri desideri, della nostra impossibilità di accontentarci.

Felice Serino -286 Nella fine l’inizio-: Ricordo, con commozione, il racconto che Folco, figlio di Tiziano, fece della scrittura del libro “La fine è il mio inizio” assieme al padre. Libro eccezionale che credo tutti dovremmo leggere per tentare di capire, attraverso questa intensa biografia di un grande giornalista/filosofo, che cosa  può significare il vivere dandosi agli altri ed alla società con generosità. Ricordo che in quel tempo era malato terminale di cancro,  consapevolmente giunto al termine della sua vita. Non è il solo libro che ha scritto ma, certamente il più importante. Il nostro amico Felice ne dà, con questi versi, sintesi densa di fede.

Bruno Castelletti –Quando mi parli-: Il tenero amore di un nonno verso la nipotina ispira Bruno per questi deliziosi versi che rendono simile la vocina di Sara al canto dell’allodola, e paiono augurarle una vita simile a quella dell’allodola, fatta di canti che s’innalzano al cielo e che, tornando alla terra, inno d’amore divengono, collegando cielo e terra in una sorta di unione spirituale.

Bruno Amore –Risvegli di primavera-: Un bucolico Bruno disegna primavera con i suoi colori e profumi, con i suoi risvegli che fanno rifiorire fiori e fronde, assieme a desideri spenti dall’inverno. Un inconsueto Bruno, dunque, amante della natura ed attento osservatore degli effetti stagionali. Ben venga, Bruno, questo improvviso risveglio! Almeno una volta l’anno.

Bianca Casti –La vela-: Miraggi che sono sogni sognati, resi con alte immagini poetiche che portano il lettore a vivere odorosi e luminosi mari, con sottofondo musicale d’arpa. Poesia fortemente romantica, regalataci dall’inimitabile, bravissima Bianca.

Santi Cardella –Paura-: Non aver saputo osare, questo il tema svolto dal grandissimo Santi col suo superlativo poetare. E quel timore causa torrenti impetuosi, di rabbia e rimorso, mentre restano soltanto una rosa priva di profumo, ed una piangente natura. Forti immagini che, metaforicamente, dicono di una profonda pena.

Aurelio Zucchi –Shoah-: Ed hai ragione, Aurelio, non c’è scritto che possa rendere l’idea di quel che veramente è accaduto. Forse perché l’uomo rifiuta l’idea che  l’uomo possa essere peggiore delle belve. Lo sapevano i salvati dalla furia nazifascista che non sarebbero stati creduti e per questo hanno tardato a scrivere e a rivelare quel che era successo. E proprio sull’incredibilità delle stragi contavano anche gli aguzzini e dichiaravano pure che nessuno avrebbe creduto a tali pratiche crudeli e disumane. Mi piace la tua poesia, concordo con quel che scrivi ma so che, man mano che gli ultimi sopravvissuti ci lasceranno, a poco a poco svanirà il ricordo di quel che è stato. E tornerà l’homo homini lupus.

Jacqueline Miu –di un sogno d’aver sognato-: Pare surreale, astratta, onirica, colta, fortemente sensuale, nel suo raccontare la nostra incommensurabile Jac. Ed anche oggi leggiamo amore sulla riva della Senna e godiamo di immagini quali “”ti insciarpo il cuore col cashmere della mia anima” o la superlativa “i miei seni i tuoi ramponi verso il piacere assoluto”. Jac, insomma, che di giorno in giorno si supera. E noi restiamo in attesa delle prossime puntate.

Salvatore Cutrupi –Rosa mistica-: Il bisogno che ha l’uomo d’essere rassicurato sul viaggio della vita verso un incerto dopo, può spingere a cercare la calma rassicurante di una chiesa. E questo il bisogno che ispira l’ottimo Salvatore per questi intensi versi sui quali riflettere.

Carlo Chionne –Il vangelo secondo  Gesù Cristo-: L’ateo più religioso (per lo meno in termini di civismo sociale) fa porre al Cristo, indirizzata al Padre, la domanda che molti tra i praticanti religione credo si pongano. Personalmente ho risposto con una mia poesia intitolata “Chi l’ha visto?” dove narro che, dopo una frenetica attività costruttiva, uno stanco Creatore crolla addormentato su di un letto. “E da qual giorno non s’è più svegliato” ne era l’ultimo verso. E se non è così forse questo Creatore è impegnato in altri tempi/spazi di un infinito universo, lasciando libero (ah già il libero arbitrio!) l’uomo d’essere belva. Bravo, Carlo, sempre taglienti i tuoi versi che spesso invitano a riflettere. Un caro saluto.

Alessi Romanini –Campi di concentramento-: Il forte, ed intensamente sentito, contributo per sottolineare il senso della giornata del ricordo in questi versi di un ispirato Alessio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

26-27-28 Gennaio

 26, 27 e 28 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Fausto Beretta –“Come stai?”-:   Un amicizia difficile,  forse interrotta, riaperta dalla banale frase “come stai?”. Pare una semplice poesia ma, in effetti, è ispirata dal più profondo sentimento che può legare gli uomini e resa con bella maestria dal nostro amico Fausto.

Marino Spadavecchia –Distratto e miope cielo-: In effetti è un guardare più che sconsolato a questo mondo che pare, a ragione, rifiutare l’uomo. Marino usa termini che hanno dell’iperbolico  (superlativo quell’aprassico attribuito al mare!) per descrivere questo “sentire” l’umanità di una terra che il poeta vuole umanizzata  , per essere più chiara nella sua condanna.

Cristiano Berni – “Perfetta solitudine”-:  L’abbandonarsi dolcemente al tempo che passa in un atmosfera onirica, narrato con delicati versi che bene descrivono lo stato d’animo del poeta.

Flora Fazzari –La città …-: Il fascino di una città di mare ispira Flora per questi bei versi che ne narrano le emozioni che può donare.

Felice Serino – 285 Detrattori-: Fortunatamente la natura sa reagire alle attività demolitorie dell’uomo. E le rose sempre fioriranno. Questo il messaggio che Felice ci invia con questi suoi versi.

Bruno Castelletti –E d’improvviso-: Lezione di vita ad un amata nipote, resa con un significativo apologo di un innamorato nonno poeta.

Marco Cabassi –Il Ritorno-: Una magistrale sintesi del mito di Orfeo ed Euridice, in questi intensi e bei versi di Marco.

Enrico Tartagni –Tempesta-: Un sogno narrato ad una dolcissima amica, sogno di un viaggio, tra tempeste ed incendi, alla ricerca della serenità che, complice l’amore, si chiuderà nella luce e nel sole, narrato da quel fantasioso ed  affascinante affabulatore che è il nostro Enrico.

Nino Silenzi –Neve-: Il fascino della neve, per il silenzio che dona ai paesaggi, per quel rendere tutto omogeneo e per quel creare incantati merletti sui rami, ispirano il romantico poeta che è Nino per questi versi che di quei paesaggi narrano, e che dicono soprattutto delle emozioni che quel candore crea nell’animo, coinvolgendo il lettore. Grazie Nino!

Laura Lapietra –Il Mastio-: Con magistrali, coloratissime e metaforiche iperboli la nostra ottima Laura narra di una sua liberazione da un amore che ormai s’era spento nella noia e nell’indifferenza. Così la nostra scala un mastio per guardare lontano nel suo futuro dove, certamente, troverà altro appagante amore che la renderà felicemente libera. In questi versi bene si leggono tutta la rabbia per l’illusione vissuta e la speranza per un diverso futuro. Brava Laura e…auguri.

Renzo Montagnoli –La brezza al tramonto-: Il paesaggio ed il tempo sereno riportano alla mente di Renzo antiche fiabe di cavalieri, donne ed amori medioevali. E li narra con ispirati versi che sanno di fiaba.

Claudio Badalotti –La parola-: La musica del vivere, insomma, è la parola, secondo questa condivisibile analisi poetica che il nostro amico Claudio ci regala.

Nino Muzzi traduce Aragon-: Suggestive e vagamente surreali immagini che un grande della poesia (e della politica) ci regala, bene tradotto dal prezioso Nino.

Bruno Amore –Un anno ancora-: “ma un anno d’amore è andare a nozze” afferma il poeta ricordando quel che è svanito, con questa intensa poesia velata di malinconia.

Bianca Casti –Il tempo-: Scorre la vita nostra, canta la poetessa e riempie i suoi bei versi di metaforiche immagini suggestive che ne sono, della vita, dura analisi e speranza (“…/ mi pare che si metta gaio il sole/su luminose aiuole/…”). Poesia di grande spessore regalataci da un ottima interprete della metrica leopardiana della canzone.

Alessio Romanini –Rimembrerai le strofe-: Un ultima dichiarazione d’amore che ha vago richiamo ai foscoliani sepolcri. Forti le immagini che portano un saluto ed un invito a ricordarlo su di una lapide, certo che resteranno nella memoria i suoi versi.

Jacqueline Miu -lost was the skylark and The Hades was a beauty-: precipito dalle altezze a cui spesso mi alzi” immagine di un amore che fa diventare skylark, allodola. Quella che, cantando, si alza fino al più alto cielo e dopo precipita a terra continuando a intonare, ancora ancora e ancora, un inno d’amore. Tutta la composizione, incantevole ed ammaliante, parla d’un amore quasi mistico che innalza dalla terra al cielo. E’ sesso divino quello di cui narra una strepitosa Jac, ed ogni riga, ogni verso, è da godere e rileggere. Ma c’è il terrore che tutto cambi ed allora niente affollato eden, meglio un posto all’inferno, tavolo otto con martini ecc. Ma che sia eden o inferno  “a me solo quel sudore acre/che sommessamente parla della fatica dei lombi/nella sera” afferma la nostra entusiasmante amica. Non bastano gli applausi per questa Jac, ci vogliono trombe e tamburi.

Sandra Greggio –Gratitudine-: Altro tipo d’amore, ma sempre amore, è quello di cui una eccezionale Sandra narra in questi bellissimi versi. Un amore che dona e non chiede, un amore che ricorda con gratitudine e dolcezza. Poesia da applausi, forse una delle migliori della nostra brillante amica.

Antonia Scaligine –Come vorrei vivere l’amore!-: Ed Antonia dell’amore parla e d’amicizia e compone una poesia che è preghiera al cielo, chiedendo assoluzione per peccati che non esistono. Il dubbio, dunque, di non essere ligia a regole della liturgia sacra, ispira la penna di questa eccezionale poetessa che chiude questa profonda composizione con un grido liberatorio denso di speranza.  Brava Antonia!

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Genocidio”.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Il nodo
Poesia ermetica con metafora.
Chiaro riferimento ai giovani che "navigano" senza formare il loro destino. L'epoca moderna offre informazioni devianti che creano il paradosso nella società in cui viviamo. Anche le famiglie vivono uno spasmodico e scriteriato concetto del divertimento. Oggi si muore nel fine settimana e non solo, per velocità, musica, droga, sballo e coma etilico. Morire giovanissimi, sia ricchi che poveri, in una società che non ha percorsi ma solo illusioni sul lavoro. Una famiglia che non ci sarà, o se ci sarà è destinata a disgregarsi tra migliaia di tentazioni. L'amore è difficile da trovare e da difendere. Chi guiderà il timone per sciogliere questo nodo?

Ringrazio per l'attenzione al testo. Ciao di cuore a tutti voi.
Bianca
 

 

 

23-24-25 Gennaio

Il nodo

Una complicata e ermetica visione con riferimento il canto poetico leggero (petrarchesco). Baleniera opulenta questo mistero (probabilmente un io poetico che sbalza dall’inconscio?) che viaggia per versi, lasciando il lettore con molte domande aperte …

Prendo come esempio questo verso …

il verso all'alba torna a rosseggiare

senza capire perché l'uomo muore

aperte son le danze

Immagini ricche (nel vero senso della parola) e pittoresche  che passano dagli ormeggi, dal mare alla campagna e al lavoro duro dei contadini.

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

 

Canzone Petrarchesca

Leone di Caprera di Giuseppe Garibaldi

ABAB = Fronte+ Settenario C= chiave* CDDC=SIRMA

10 versi e (non più di 18) più il congedo=3 versi

Ritmo 4_ 7 _ 10

Bianca Casti

 

Cerco Bellezza

Chiara ed esaustiva questa ricerca di una bellezza “umana non necessariamente vicina alla trascendenza). Una poema che rasserena lo spirito, lo invita a semplificarsi la vita e a godere della gratuità e semplicità “naturali” che l’ottimo Fausto Beretta ci regala.

Fausto Beretta

 

Abbaiare di ricordi passeggeri,

Amara e nostalgica interpretazione poetica dell’Io. Ombre e memorie svuotate dalle forze combattive che Marino Spadavecchia lamenta senza lasciare spazio ad altre interpretazioni.

1 gennaio 2023

Marino Spadavecchia

 

"Incomunicabilità"

Analisi delle distanze umane e della protesi aliena “velata” che oscura ogni possibilità di avvicinamento, basta leggere l’ultimo forte verso del poema. Cristiano Berni dedica una accurata osservazione allo spazio sociale che lo circonda.

l'incomunicabilità

ci uccide come belva feroce

ed è l'angoscia che prende la voce.

Cristiano Berni

 

Se tu sapessi...

Sapere dove guardare. Intensificare l’ascolto e l’empatia – ritrovare un pathos perduto e comunicarlo.  Poetica come dialogo …

Se tu sapessi,

i giorni vuoti.

Le notti fredde,

i posti bui.

in cui la poetessa lascia traccia dei propri pensieri in dinamica tutina poetica pronta per essere condivisa. “I posti bui” sono un “accelerante” del decorso poetico con marcia in quinta sull’amarezza .

Flora Fazzari

 

284

Scopiazzare

Vero è che copiare non porta a nulla, né all’apprendimento, né alla conferma delle proprie capacità – chiara è la veduta poetica del nostro Felice Serino.

Felice Serino

 

Vispi gli occhietti tondi

Poesia che diventa carezza e questa carezza insegnamento. Dotto, affettuoso, religioso è l’animo di questo nonno che elargisce bellezza in versi alla cara nipotina e la istruisce con fiabe sulla fede. L’ottimo Bruno Castelletti scrive non per compiacere la propria progenie ma per regalare un sogno umano fatto di crescite interiori e di contatto umano.

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

Il decalogo

(Filastrocca sul coronavirus)

Sacrosante regole igieniche - salvavita. Poema sul Coronavirus e qui bisogna dare ascolto al dottore! Grazie Carmine.

20/4/2020

Carmine De Masi

 

Effluvio di un ricordo

Haiku – poemi tre in uno – narrati con la sensibilità di un Alessio sempre più ispirato e lontano dalla sua comfort zone.

Alessio Romanini 

 

Genocidio

Il male nato dall’uomo, supera in determinazione quello demoniaco.

Nel pozzo nero di mente malata

s'è distillato il male quale fiele.

Su inerme gente è versato crudele,

gente che l'armi ha di già mutilata.

Il male che compie volutamente un genocidio di innocenti, la violenza di una guerra perpetrata per anni e per mano di un “dittatore pazzo” (ce ne sono stati tanti e Putin fa parte della famiglia) – un Lazzaretto di infelici che chiamano Giustizia una Dea Bendata ben lontana dalle loro lacrime – almeno oggi. Il Vate Piero Colonna Romano ci porta all’oggi che ancora è nero, ci mostra i fatti che fingiamo di non vedere e vivere (in fondo sulle nostre tavole c’è di tutto persino la dieta per chi vuole smorfiosare) – Siamo il risultato della stessa cecità globale che colpì direttamente i popoli che ospitavano i campi di concertatamente. Non possiamo applaudire con la Morte ma i plausi vanno all’uomo che parla del dolore senza renderlo (per fortuna) digeribile – al lettore.

Piero Colonna-Romano

 

"Il cielo è un bianco crisantemo"

Un componimento – due poesie. Cielo fiore puro e delicato e alla mia dipartita non recidete i fiori poiché mi basta la fede come ornamento. Un Bem ispiratissimo che regala tenerezza anche nella chiusa.

16 gennaio 23

Ben Tartamo
 

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 
 

Divoro così quello che SCRIVE E DICE, Mademoiselle J.
Amore Bruno [br1]

 

23, 24 e 25 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Bianca Casti –Il nodo-: Composizione complessa è la “canzone petrarchesca” che, probabilmente, risale alla poesia provenzale ed alla scuola siciliana (per es. Jacopo da Lentini con la sua “Meravigliosamente”) e non commento, accettandola, la tecnica usata dalla bravissima Bianca per comporre questa sua poesia (in prevalente dattilico) della quale, piuttosto, mi è oscuro il senso. Da una baleniera (molto bene descritta) a Garibaldi, ad una considerazione sull’effimero del vivere, alla povertà di contadini, in un pirotecnico gioco di immagini suggestive, delle quali Bianca spero voglia chiarire il senso e lo scopo.

Fausto Beretta –Cerco Bellezza-: La bellezza che può esserci nelle azioni narrata da questi bei versi dell’ottimo Fausto.

Marino Spadavecchia –Abbaiare di ricordi passeggeri-: Ricordi che sono analisi di un vivere sconsolato, in questi versi che sono un grido denso di paura. Immagini che tendono ad essere consolatorie, fino ad una chiusa che le esclude tutte perché “la luce si appiatta” e …amen.

Cristiano Berni –“Incomunicabilità”-: L’impossibilità di comunicare all’altro, il non capirsi e, forse il non accettarsi, narrato da questi intensi versi di un attento Cristiano.

Flora Fazzari –Se tu sapessi…-: Forte invito a superare amarezze ed incomprensioni, per capire meglio  chi ci circonda, tentando capirne il cuore. Grazie, Flora, per aver chiarito il senso della tua scorsa poesia, senso che avevo malamente inteso.

Felice Serino -284 Scopiazzare-: Siate voi stessi, è il forte invito che Felice ci invia con questo suo didattico componimento.

Bruno Castelletti –Vispi gli occhietti tondi-: Fiabe raccontano i nonni ai nipoti, ma quando si è poeti come il grande Bruno con la sua fede, quelle fiabe assumono profondo senso religioso ed istruttivo. Ed ecco come una mistica leggenda diviene pura poesia che sarà ricordata per sempre dalla tenera Sara.      

Carmine De Masi –Il decalogo-: Beh meglio prendere atto e mettere in pratica questi igienici insegnamenti del nostro Carmine.

Alessio Romanini –Effluvio di un ricordo-: Belle immagini, tra loro decisamente scollegate, narrate in forma madrigale, dal nostro Alessio.

Jacqueline Miu - amore mastino Golden Age alle sette di sera in strada nessuno-:  Fantasmagorico insieme di fantasiose, bellissime ed ispirate immagini di una Londra dove i gabbiani frequentano pub e si ubriacano di birra ed un mastino attende Keats alla sua porta, forse per azzannarlo. Ma, tutte queste suggestive immagini servono solo per esaltare ancor più il desiderio d’amore di un corpo fatto con fiammiferi incendiabilissimi. Questa è la nostra incommensurabile Jac e noi le siamo grati d’esserci. Applaudendola.

Sandra Greggio –Luna con le ali-: Le due facce della luna umanizzate, nel bene e nel male, da Sandra, fantasiosa poetessa che ci regala questa deliziosa invenzione poetica.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Omaggi alla gagliarda compagnia AZZURRA.
Bruno Amore [br1]
 

 

20-21-22 Gennaio

La poesia Soffia il vento non vuole esaminare l interiorità Dell essere umano e neppure analizzare il rapporto spazio tempo vuole semplicemente  mettere in luce le sofferenze e i pericoli cui anno incontro i migranti che attraversano il mare sui barconi della speranza.....
Flora Fazzari

 

Ringrazio gli amici del sito poetare e auguro felicità e tante belle opportunità. Grazie per avermi considerato così benevolente nei vostri commenti.
Bianca


 

17-18-19 Gennaio

17, 18 e 19 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Bruno Castelletti –Ieri al telegiornale-: Ritrovo in questi versi la grande carica d’umanità che ha sempre ispirato il poetare di questo grande della poesia dialettale (e non solo) veneta. Così questi versi sono anche alta lezione di vita all’amata nipote.

Bruno Amore –E’ ancora una rosa-: Una creola, una rosa, spine. Tutto fuori stagione, forse. Ma così vive ed attuali nella mente del poeta  che le racconta con questi freschi versi che ridanno a loro vita.

Bianca Casti –Astragali-: Un chieder lumi al destino, usando quella sorta di dadi che sono gli astragali, narrato con questi descrittivi versi della nostra ottima poetessa, moderna aspirante Tiresia.

Marco Cabassi –E Dio è la Terra-: Dante e Baruch Spinoza ispirano Marco per questi descrittivi  ed intensi versi sul dopomondano dell’uomo.

Flora Fazzari –Soffia il vento …-: “Naufraghi lenti” che si muovono, dolenti, nello spazio/tempo. Leggo così, questa intensa poesia di Flora, quale metafora del muoversi di un uomo smarrito nel mondo.

Fausto Beretta –Sogni di pace-: Questi forti versi di Fausto narrano la triste realtà di un mondo che ha perso la speranza del bello, del giusto, del buono (tanto per dirla assieme al Socrate di Platone).  Difficile non concordare.

Enrico Tartagni –Letto  14-: La storia di un tempo passato in un letto di dolore di un ospedale, tra pene e sogni, fuori dal reale forse guardandosi da un’altra dimensione. Un sogno, pare , quel che racconta Enrico, mentre è realtà vissuta e sopravvissuta che può essere narrata con un umorismo ironico. Il dolore superato, dunque, anche grazie al bello ed al buono regalato da una fatina dai capelli turchini, interpretata da un valente infermiera. Ed Enrico resta grande delizioso affabulatore.

Marino Spadavecchia –Selvaggio ritorno alla realtà-: Valanghe di piume (angeliche?), un pendolo ingannatore, un fiore che mente. Tutte metafore per dire di una vita che non soddisfa e che si vorrebbe salutare. Leggo così le belle e fantasiose immagini del bravissimo Marino.

Felice Serino -282 La beffa-: L’inevitabile, allegorica fine di una processione religiosa, omaggio ad un santo inventato, in questi versi, densi d’ironia, dell’ottimo Felice.

Jacqueline Miu –disperso con una gamba nel sogno di novembre laboratorio d’amore-: La nostra pirotecnica narratrice ci regala altro racconto di desideri più o meno appagati, mentre nello sfondo si alternano una Milano “suk d’anime” che si deformano in base a quel che le ubriaca, demoni dostoevskiani, nebbie in val Padana, una corrispondenza tra Joyce e Verga ed una bottiglia di vino. E sempre in Jac queste immagini, o simili, fanno da contorno a prevalenti, vincenti visioni dense di sensualità, quella sensualità che, come afferma la nostra eccezionale scrittrice “quell(a) che ti riporta ogni tanto la nostalgia di me/quando il notturno stellato comincia a scaldarti”. Applausi.

Sandra Greggio  -Il dono della vita-: Il passar del tempo pare impedire le avventure vissute in gioventù. E questi versi dell’ottima Sandra sono lezione di fede e di vita, invitando ad accettare il divino dono che è la vita, col suo evolversi.

Carmine De Masi –Vivere i luoghi-: Il senso che hanno avuto  (ed hanno) luoghi amati, sottolineato da questi  descrittivi versi del nostro Carmine.

Alessio Romanini –Cullo il gemere nei vuoti cieli-: Un suggestivo guardare al dopo narrato con immagini della natura, affascinanti ed intense, chiusa da un ottimistica affermazione.

Carlo Chionne –Sangiuliano o San Crispino?-: No, caro Carlo, questi non sono ubriachi. Questi non sanno più a che santo votarsi, pur di trovare un immagine, un personaggio, un fatto che possa essere simbolo, ed affermazione in positivo, del loro essere squallidi epigoni di un passato fascista. E chi meglio del guelfo bianco Dante?

Antonia Scaligine –Dalla mia finestra guardo e poi …-: Deliziosa descrizione delle emozioni che si vivono, nella tranquillità della casa, guardandosi dentro, narrata con immagini dense d’alto poetare, in una poesia di gradevolissima lettura. Complimenti, Antonia!

Un grazie di cuore a Jacqueline per l’attenzione ed il gradito commento alla mia “Ebbrezza”.

Il più cordiale di saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

 

Ieri al telegiornale

Una commovente descrizione di una realtà infantile non sempre felice. Nella dichiarazione d’amore alla nipotina il nostro autore mette a confronto le realtà diverse che circondano la vita e l’infanzia. Sempre bravo anche nel mostrare il lato drammatico, Bruno Castelletti regala emozioni all’anima erede del suo totale affetto.

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

E' ancora una rosa

amore al tempo di una rosa invernale – poema seducente e dal romanticismo incontaminato, ricco di metafore – Bruno Amore con la sua bravura interpreta un Innocent Eroticus all’apice di un’ispirata nostalgica tenerezza.

bruno amore [br1]

 

Astragali

/a·strà·ga·lo/

sostantivo maschile

Osso breve del tarso, di forma irregolarmente cuboide, che si articola con la tibia e il perone, il calcagno e lo scafoide; gli astragali di capre o montoni erano usati dagli antichi come dadi per il gioco.

Ermetica, ricca di dettagli, una lirica concava come il suo cosmico viaggiare – molto descrittiva e elaborata.

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

Bianca Casti

 

E Dio è la Terra

Un poema ispirato dalla grande fede di questo ottimo poeta. Ogni cosa intorno e su cui camminiamo è opera se non Dio stesso. Per purinico dovremmo essere più rispettosi e orgogliosi di questo grande dono. Bravo Marco.

Marco Cabassi

 

Soffia il vento...

Il vento prima della tempesta - vicino all’infinità marina. Una pittorica pennellata di sensazioni/emozioni che regalano trasporto ai versi di questa più che interessante autrice.

Flora Fazzari

 

Sogni di pace

Immersione nella regressione “quasi apocalittica” umana. Grandioso questo grido richiamo ai valori persi, grandioso questo sentimento che arma l’autore di coraggio nel parlare di un mondo miserabile. Plausi al poeta Fausto Beretta poiché leggendo certi versi – si resta commossi da una verità intangibile.

Fausto Beretta

 

Letto 14

Ironica questa degenza che segna in positivo una millenaria muta nel drammatico delle degenze. Attore e protagonista, sarcasmo, avvento con resurrezione di Don Camillo, partecipazione ingenua di un’infermiera “angelica”? Lo sguardo eloquente di un crocefisso più vivo che ligneo e molta dinamicità letteraria. Persino da “infermo” letto 14 – Enrico riesce a fare le sue acrobazie – beninteso – letterarie!

enrico tartagni

 

Selvaggio ritorno alla realtà

Un addio al sogno con finale da manuale. Grande poesia con molti apici e molti livelli da rileggere e con cui colorarsi di nuove aspettative la giornata. Sempre bravo, sempre sul pezzo e sempre ispirato - questo autore che quando scrive non da mai nulla per scontato. I miei complimenti Marino.

Graffiare la vita ad un arcobaleno

dopo una pioggia di incongruenze

e scrivere a stampatello:

me ne vado!

 

29 dicembre 22

Marino Spadavecchia

 

282

La beffa

In fondo è stato solo un sogno – La beffa un'immaginata eccitazione del possibile disastro. Ricamo e trasfigurazioni all’ennesima potenza questo è il mitico e fantasmagorico Felice Serino.

Felice Serino

 

Il dono della vita

Il ritmo della vita che avanza e travolge così come ostacola. Sempre piena di fede questa ottima autrice che prova le nuove paure di una nuova età della vita. Da buona esploratrice, fatica ad accettare i nuovi ostacoli e riflette su quelle scoperte “doni” che il Creatore ci mette a disposizione e di cui lei vorrebbe continuare a godere. Complimenti Sandra per questa riflessiva profondità che è per tutti noi.

25 maggio 2022

Sandra Greggio

 

Vivere i luoghi

Pennellata d’autore dei luoghi amati. Sentori, emozioni, trepidazioni e un ottimo Carmine De Masi che pilota questa avventura come se avesse il fuoco nello stomaco.

Carmine De Masi

 

Cullo il gemere nei vuoti cieli

Finalmente infinito nelle note decise e passionali di Alessio. Bravo caro poeta. Versi che regalano un viaggio tra le parole e le immagini. Un'emancipazione letteraria (la tua) che ha un percorso in ascesa.

Alessio Romanini 

 

Dalla mia finestra guardo

e poi…

Bella questa nuova poetica di Antonia che regala momenti di colore e silenzi musicali. C’è dell’incanto in questa poesia che raccoglie i passi perduti del lettore e lo riporta alla realtà e al momento. Un momento fatto non di cose veloci, di mondi virtuali e appariscenti ma di semplici gioie celesti e serenità serale. Complimenti.

 … libera da ogni zavorra

mi abbandono felice nella stanza

Antonia Scaligine

 

Ebbrezza

Plausi scroscianti a questo bicchiere di stelle con cui ubriacare spiri e anima e corpo. Applausi ai boschi di conifere che arrivano succulenti ai nostri nasi e ci rimandano alle albe fresche delle primavere con le nevi sciolte. Foglie scritte dalle lacrime di un amore perduro e infine – canzoni che arrivino al cuore e riempiano d’amore il mondo amato dal nostro Vate.

Il manuale dell’uomo completo è inciso in questa poesia. Da leggere e rileggere. La bellezza dei versi è pari alla bellezza dell’animo di chi l’ha creata. Nulla seduce di più di un mare che ha come spettatore un poeta capace di descriverlo (naturalmente da ubriaco).

 

Voglio un bicchiere ricolmo di stelle

per poi brindare davanti al mio mare,

voglio ubriacarmi di luci e a te dare

sol le più belle.

 

Voglio canzoni che parlino al cuore

e sempre giungano là nel profondo

e a te che rendi sereno il mio mondo

donino amore.

Piero Colonna-Romano

 

"Ho provato"

Ermetica e dalle attese deluse. Una passione che diventa una ferita aperta anzi un male inguaribile. Forti e drammatici i versi di Bem Tartamo che ci offre una poesia che ha un corpo livido e dolorante.

 

9 gennaio 23

Ben Tartamo

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 

 

 

Sarà per la mia atavica scarsa autostima ma, gli apprezzamenti che ricevo/riceviamo dai NS stachanov (spiriti giusti) alla consolle dei commenti, mi mandano in visibilio. ONESTAMENTE E SOMMESSAMENTE RINGRAZIO.
br1
 

 

14-15-16 Gennaio

281

Senza titolo

Poema cosmico ma molto umanizzato. La trascendenza ha il cordone ombelicale legato all’azzurro e il bravissimo Felice Serino solo attraverso la fede si libera.  Personalmente amo molto la parte “umanizzata” quella dove il mortale nonostante la bellezza della volta celeste preferisce remare a largo per appagarsi anche del solo specchiare … ma è una riflessione personale. Del grande Felice serino amo quando scrive del sé ancorato a sangue e carni – ma ripeto fa parte del mio gusto poetico che in Felice trova sempre appagamento.

Felice Serino

 

Ha visto il nonno

Grande lirica – grande offerta d’amore alla nipotina. bruno Castelletti conferma questo suo sentimento, scrivendo un valzer in versi. Bravo.

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

Il senso dell’eroe.

La beffa del bene. Ci mandano in guerra come eroi, ci processano come martiri e poi ci fanno santi. Un Bruno Amore in piena forma. Un atleta anticonformista che mostra il breve passo della caducità umana. Il vile probabilmente è trapiantato cosmicamente in tutti noi che siamo prodighi del bene ma poi invece che combattere ci nascondiamo sui divani coi telecomandi in mano nelle nostre comode case.

Plausi Bruno che parli del male senza santificare queste ombre avverse alla luce, ombre in cui spesso ci nascondiamo per conforto, per paura o per stupidità. Troppi muoiono per servire una causa – troppi non saranno mai ricordati  e mi domando se siamo davvero meritevoli degli atti valorosi di questi pochi?

bruno amore [br1]

 

A città du liotru

Da manuale questa superlativa lirica regalataci da Giuseppe Stracuzzi. amore, paesaggio, storia e l’aria che s’illumina intorno alle statue e ai miti che egli ci narra. Applausi dovuti.

Giuseppe Stracuzzi

 

Ali

Ogni verso di questa poesia è una delizia. C’è del magnetismo letterario che confido di ritrovare anche nelle prossime letture.

Mi complimento per la chiusa e per la gioia che questo scritto trasmette. Brava brava brava.

che si è consumato

nella terra che è zuppa

e odorosa di lacrime, già tutta

fiorita nell'orto della mia gioia.

 

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

Bianca Casti

  

Frenesie

Colorando con parole … non è forse Poetare? Partendo dalla metafora e unendo la gioia innata che ha nel comporre … è il lettore a smarrirsi (e lo fa volentieri) in questo giardino che Aurelio Zucchi fa sembrare un Eden.

La poesia è il nutrimento, l’ambrosia di questo poeto consapevole della fragilità umana. Ma chi se ne frega. La poesia è una cosa bella che offre l’ascendenza al proprio spirito e quando è così ispirata anche a quello del lettore. Complimenti.

*

Antologia TRA I RIFLESSI DELLA POESIA a cura del Gruppo On line (Facebook) Riflessi di Poesia, pubblicata da Amazon 2022

Aurelio Zucchi

 

Tanka

Sempre semplici, interessanti, curiose e molto affascinanti sono le immagini trasmesse da Laura Lapietra.

©Laura Lapietra

 

"Moderna civiltà"

Un J'accuse prominente sulla montagna del dolore e della perdita d’umanità. Vibrante questo disperato “non risveglio” questo “uomo imbevuto di materialismo nel suo claustrofobico gabiotto” – Poema che non risparmia l’acuta alienazione e la disarmante riduzione di empatia. Bravissimo Cristiano.

Cristiano Berni

 

Tormento

Un diavolo in combutta con l’opulenza del dolore e entrambi nella vita umana, colpevoli delle disperazioni che ci affliggono.

Marco Cabassi

 

Il divenire

Nino Silenzi e Piero Colonna Romano – quante simbologie oggi? Un impianto poetico perfetto. Chiusa che meriterebbe essere scalfitta sull’appendice di qualche montagna. In questi versi però noto un leggero cambio di percorso – le due parole della chiusa. Leggendo bene bene Nino Silenzi – le chiuse o le metafore restano velate e devote a un cosmico celato – un cosmico poco partecipe e probabilmente parte di un Oltre in cui tutti speriamo ma sappiamo che non esiste. Qui invece la chiusa parla di apertura – una nuova rotta – un miliardo e più di possibilità di perdersi, mescolarsi, ritrovarsi, divenire … grande Nino!

Dondolo, dondolo

nel tempo che arretra

nel tempo che avanza

mentre danzo

come pietra

rotolante

immobile

nella fissità

dell'eterno divenire.

Nino Silenzi

 

Forme Psichedeliche

Giochi di immagini in questo caleidoscopio poetico. Colori che si mescolano alle sensazioni e infine alle parole.

Eugenio Flajani Galli

  

Dimmi se esiste l'epicentro

L’epicentro dell’amore di Giuseppe Buro è la nota passionale e romantica che fa respirare l’intero poema.

Giuseppe Buro

 

Paccheri imbottiti

Metafore che pungono, aculei mimetizzati da versi che Marino non nasconde. Un velo di ombre sembra pesare sul poema che regge benissimo tutta la drammaticità per cui è stato composto.

28 diciembre 22

Marino Spadavecchia

 

Flash sulla realtà

Immagini della realtà che fanno riflettere la bravissima Sandra Greggio Una realtà piena di di-affetti per le cose, per la natura e tra le persone. Un canto liberatorio questa lirica in cui troviamo anche cose belle che potrebbero ispirarci se solo le vedessimo. Complimenti alla poetessa che chiude il poema con questi bei versi:

Ma sole e luna fanno il loro corso

E questo maggio è una musica

Di uccelli e una festa di profumi.

Creati per goderne.

28 maggio 2022

Sandra Greggio

 

Al prode

Ode probabilmente ispirata dalla bella e prode personalità di un caro amico.

a Marco

Carmine De Masi

 

L'Iran spara alle donne

Un grido poetico contro la violenza sulle donne in Iran. Alessio Romanini apre il suo cuore a questo terribile e non tanto recente fatto storico, illuminando la propria scrittura con il desiderio di una pace e di un bene tra uomini e donne. Bravo Alessio.

Alessio Romanini 

 

Essere e divenire

(Parmenide - Eraclito)

Eraclito diceva che ogni cosa si trasforma incessantemente, Parmenide che la realtà non muta mai.

Un gioco esistenziale che dona un perpètuum cosmico dando al tempus il circo universale della percezione che abbiamo della vita. Dotto, sofisticato, ribelle alle forme noiose della poetica conformista, l’ottimo poeta Carlo Chionne diventa il paladino di questo pensiero in eterna mutazione.

Quando saró diventato,

sapró cosa sono stato…

Carlo Chionne

 

Sei già nel vento

Bellissimo questo “arazzo” poetico. Drammatico e ispirato il richiamo emotivo a un amore perduto. Violenta la patina di ombre che dovrebbero dissolversi se solo lei non fosse cieca d’amore per un altro. Complimenti a un Antonio Scalas che non si risparmia versi la cui amarezza, innalzano a livelli stratosferici, l’istinto passionale.

Antonio Scalas

 

Il viaggio

(ricordando Democrito)

L’etica.

Il pensiero etico di D. presenta lo stesso carattere razionalistico proprio della gnoseologia. Secondo D. la felicità dipende dalla conoscenza del bene, l’ignoranza del bene costituisce il principio delle colpe. La condizione più importante della felicità umana è la saggezza pratica o prudenza, la ragione educata ed esercitata. Il bene e il vero sono comuni a tutti gli uomini, pertanto l’intelletto deve stabilire che cosa sia il bene, ossia deve fissare le condizioni da cui dipende la felicità umana, le quali devono essere interne all’anima, perché in essa risiedono la felicità e l’infelicità. La felicità risiede pertanto nella salda, sicura letizia dell’anima, che è misura e armonia. Il saggio non persegue i piaceri corporei, i beni esteriori, l’utilità materiale, ma è diretto dalle norme della propria ragione e si astiene dalle colpe per dovere, non per timore delle leggi, anche se esse risultano necessarie perché sia garantita la stabilità e il buon ordinamento dello Stato.

Legato alla robusta condizione di “coscienza ampliata al cognitivo” il nostro grande poeta è l’investigatore della sovrumana metafisica senza privarsi della illusoria quanto acrobatica paura ma se l’Oltre non ci fosse …

Piero scandaglia profondità umane nel suo scafandro di millenario dotto  e condivide sfumature altrimenti inesistenti con noi bipedi ancora allo studio dei polinomi.

Questa poesia dovrebbe fare parte della scienza letteraria del vivere. Dovrebbe non risolvere o rispondere ai nostri drammatici dilemmi sulla vita dopo la morte ma illuminarci sul pensiero che conduce a sfere più alte dell’esistenza. A mio modesto parere la poetica di Piero Colonna – Romano è un viaggio dentro il viaggio.  Un sogno dentro un sogno che può sembrare di difficile comprensione come  … D'atomi diverrò; restan questioni - sul senso ch'ebbe questo breve viaggio, - sul senso ch'ebbe ancor l'essere nati.

Il lettore non troverà ostacoli culturali o emotivi. Leggere questo Viaggio

è come entrare a fare parte di quel genere di “clientela” che bazzica i posti “giusti tra le stelle”. I miei plausi caro amico.

Ma i miei pensier vietati

raccontano che andran verso le stelle

di me frammenti e il resto son novelle.

Piero Colonna-Romano

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 

 

14, 15 e 16 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Felice Serino -281 Senza titolo-: La duplicità corpo/anima ed una fremente fede ispira questa intensissima poesia/preghiera di un grande Felice. Ragione e fede, a base della scolastica e degli universali da tempi lontani (Agostino, Anselmo d’Aosta, Pietro Abelardo, Tomaso d’Aquino ecc ecc ecc) c’è un po’ di tutto in questi iperbolici versi che sono anche un invito a riflettere.

Bruno Castelletti –Ha visto il nonno-: Commovente dichiarazione di tenero amore per una dolcissima nipote, di un ispirato, innamorato nonno che, poeta di gran vaglia, va a comporre poesia di grande spessore.

Bruno Amore –Il senso dell’eroe.-: Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, disse Bertold Brecht. Frase che è stata dimenticata da tutti e, in conseguenza, ecco guerre a ripetizione e sangue nel quale affogano speranze di vita più equa per tutti.

Così si alza potente un grido di disperazione in questi versi di uno stratosferico Bruno, contro tutte le guerre, contro tutte le affermazioni di potere che creano soltanto fosse comuni, in nome di beceri ideali più o meno nazionalistici.

Ha ragione Nike ad essere decollata. Meglio non vedere gli scempi realizzati da un umanità…disumana. Meglio non vedere.

Complimenti vivissimi, Bruno. Mi associo a questo tuo sentire che è anche il mio.

Giuseppe Stracuzzi –A città du liotru-: Merita scroscianti applausi questa splendida, puntuale descrizione della bella città di Catania. Leggendo questa perla ho rifatto un viaggio nella città etnea, passeggiato sulla sua lunghissima strada principale. Rivisto piazza del duomo, l’elefante, l’obelisco, ripensato i miti che la narrano. E, soprattutto, sentito il profumo che emana dal mare, mischiato al calore delle ”sciare”. E mi ha preso grande nostalgia.

Poesia, degna di una trasmissione di Piero Angela, regalataci da Giuseppe, innamorato della città, al quale invio vivissimi complimenti.

Bianca Casti –Ali-: Potente immagine poetica è quel far diventare le parole piume, piume che vanno a formare ali con le quali vola la poesia. Ma Bianca è poeta di gran valore e questa similitudine, assieme a tutto quanto lei compone, ne dà limpida dimostrazione. Di questa poesia poi mi hanno colpito i versi “ Il foglio che ho scritto/è come un campo arato/intriso dell’inchiostro” versi che mi fanno ricordare uno dei primi esempi di lingua in volgare, che è il famoso indovinello di Verona e che, per memoria, qui riporto: “Se pareba boves, alba pratalia aràba/et albo versòrio teneba, et negro semen seminaba” (Precedevano i buoi (le dita della mano), bianchi prati aravamo (i fogli), e un bianco aratro (la penna) e un nero seme seminava (l’inchiostro). Brava Bianca!

Aurelio Zucchi –Frenesie-: Ho sempre apprezzato il limpido poetare dell’ottimo Aurelio, giustamente pluripremiato in vari concorsi letterari, ed oggi leggo, con grande piacere quella che a me sembra essere la migliore poesia che abbia mai scritto.

Il poeta guarda, forse ispirato anche da “Beautiful Day” degli U2, al suo vivere e lo traduce in immagini di grande effetto scenico e sentimentale e sono ricordi che si accavallano, desideri e speranze per il dopo, chiusi dalla considerazione che, in definitiva, si vive soltanto se vivere è frenesia. Complimenti, Aurelio!

Laura Lapietra –Tanka-: Un delizioso acquerello per disegnare, con grande maestria pittorica, una fredda giornata di vento, per ripararsi alla quale si ricorre al prezioso cashemere. Decisamente notevole è la capacità di Laura di realizzare metafore illuminanti per dire del suo sentire.

Cristiano Berni –“Moderna civiltà”-: Un atto d’accusa al progresso disumanizzante, reso con versi che ne indagano le negatività e gli effetti sull’uomo. Ad un certo punto di questa importante poesia mi è parso d’udire le melodia di Rafael Alberti nella sua  “Poetas andaluces” -Que cantan los poetas andaluces de ahora?- nell’interpretazione del complesso degli Aguaviva. Stessi toni indagatori sull’uomo che si sperde, stesso atto d’accusa. Ok Cristiano!

Marco Cabassi –Tormento-: Ed anche Marco porta il suo contributo alla pena che opprime l’uomo d’oggi con questa forte poesia chiusa dalla speranza che tutto cambi.

Nino Silenzi –Il divenire-: Sentire lo scorrere del tempo, guardare al vivere scandito da una sorta di metronomo e ripensare ai primi filosofi greci. Così il poeta si lascia trasportare dal ritmo inarrestabile delle onde del mare, che, col loro andare e venire infinito, divengono suggestiva metafora del vivere. Nino dipinge con le parole e sempre ci regala poesie che sono lezioni di vita ed invito a riflettere. E noi gliene siamo grati.

Eugenio Flajani Galli-:Forme psichedeliche-: Il fascino del mutar dei colori che ci regala l’andar del tempo, ben narrato, nelle sue emozioni che regala, da questi belli e descrittivi versi di un bravissimo Eugenio.

Giuseppe Buro –Dimmi se esiste l’epicentro-: In effetti di terremoto si tratta quando si parla d’amore. E Giuseppe non a caso usa il termine “epicentro” quando guarda ad un sentire e ci regala una romantica poesia che è, in definitiva, un iperbolica dichiarazione d’amore.

Marino Spadavecchia –Paccheri imbottini-: Serie d’analogie  tra alimenti scaduti, tra spine che pungono il cuore, tra un cielo privo di sorriso e le “illusioni citrine/e senza soggetto”. Uno stato d’animo tendente al nero ispira il poeta per queste immagini alimentari che ne divengono metafora.

Jacqueline Miu - lupeggiare coi demoni dentro un mondo di pazzi e un sogno a spasso in ciabatte-:

Ubriacarsi di lupicaia è costosissimo sistema per dimenticare un amore (…che non ti merita). Ma, afferma Jac: chi sene? Importante è lupeggiare coi demoni (chissà se la nostra incommensurabile poetessa ha letto Il gatto lupesco di Sereni) e dimenticare. Leggerla ancora e ancora e ancora, per godere delle fantasiosi immagini di questa grande della poesia moderna, così come mi accade oggi, è godimento per l’anima e può dare un emozione simile a quella che si può provare davanti ad un quadro di Van Gogh, uno dolce smarrimento. Una sorta di sindrome di Stendhal che dà capogiro e allucinazioni, ma conduce in un mondo fantastico fatto d’amore e di sensualità. Se poi ci incontri anche Chopin allora diviene un incantevole delirio. Brava Jac, sei grande!

Sandra Greggio –Flash sulla realtà-: Sandra narra della realtà disumana che stiamo vivendo, mentre la natura, indifferente, segue il suo corso fatto di colori e lieti suoni. Belle e forti le immagini di questa composizione di un ispirata  e attenta poetessa che pare invitarci a seguire di più quel che ci regala la natura, in termini di generosità.

Carmine De Masi –Al prode-: Intensi versi dedicati ad un caro amico, omaggiandone la grandezza del cuore ed il coraggio del vivere. Interessante questo rimare in terza rima con un osservazione (e mi scuso): mistero non può rimare con libero. La prima è parola piana la seconda sdrucciola.

Alessio Romanini –Iran spara alle donne-: Atto d’accusa verso la bestialità che pare sia la vera fede di certe religioni maschiliste, detto con questi forti versi di Alessio.

Carlo Chionne –Essere e divenire-: L’essere è e il non essere non è. Sembra un’ovvia cretinata invece su questa affermazione nacque l’ontologia (scienza di ciò che è) di Parmenide. Eraclito non lo contesta (anzi ribadisce che tutto è frutto del suo contrario) ed afferma “panta rei”, cioè tutto scorre ed in questo momento nulla (uomo compreso) è uguale a quel che era un attimo fa. Neppure noi che stiamo leggendo il grande Carlo che, per nostra fortuna, sarà pure diverso da quel che era un attimo fa ma con la sua arte e cultura ci ha  illuminato,  ci illumina e ci illuminerà ora e per sempre. Leggere Carlo è una delizia per lo spirito. Un caro saluto, caro amico.

Antonio Scalas –Sei già nel vento-: Un malinconico saluto ad un amore svanito, detto con le forti immagini di una amarissima poesia. Io direi, per quel che può contare, che chi non ci vuole non ci merita. Auguri, Antonio.

Il più cordiale dei saluti a voi tutti, in primis al nostro generoso Lorenzo-

Piero Colonna-Romano

 

11-12-13 Gennaio

Brontolio di una caffettiera

Immaginazione, creatività e quella leggerezza quasi metafisica che riempie le nostre mongolfiere spirituali.

27 dicembre 22

Marino Spadavecchia

 

Album bianco

Una poetessa “ricamatrice” di piccole realtà in cui assaporare semplicemente il momento. Grazie al nostro ottimo magnifico e maestoso Nino Muzzi che ci offre queste squisitezze poetiche.

Sandra Hubinger  Traduzione Nino Muzzi

 

280

Aspettative

Il sangue caldo è il rifugio delle passioni ma anche delle debolezze umane. Felice Serino cerca di chiamare il cuore – una fortezza, il rifugio da cui cambiare il mondo devastato dai mali. Ermetica ma moralmente giusta – questa poesia da cui estrarre le forze per ostacolare le crudeltà quotidiane.

Felice Serino

 

Piccola Sara

Ancora una piccola deliziosa ode all’amata nipotina del nostro ottimo Bruno Castelletti.

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

Quanto lontano …

La grande umanità di questo poeta lancia questo veritiero manifesto! Nello spirito sacro della vita e della fratellanza dovremmo costruire esistenze e non distruggerle. Poesia che non dovrebbe restare sulla carta ma dovrebbe diventare la verità di ogni passo nella nostra quotidianità. Vorrei fosse vero – vorrei dire a Bruno Amore che la fratellanza esiste in tutti noi. Questo autore non interpreta il ruolo poetico del “buono che parla del male” – questo autore alza uno specchio davanti agli occhi di ogni lettore, dicendo “guardati! ti piace quel che vedi?”  Plausi.

bruno amore [br1]

 

Spappolato nel blues

Gioco poetico in blues e versi come briciole della fantasia seminate da un Enrico Tartagni ispiratissimo. Viaggio nel cosmo unico e raro di questo poeta che non sa marciare con le poesie ma sa danzare con le poesie.

Ritmo, storia, musica … cocktail perfetto.

enrico tartagni

 

Questo povero anno

Una sofferenza fisica e atmosferica che irrompe nella drammatica poesia di Giuseppe Stracuzzi.

Giuseppe Stracuzzi

 

Sogno d'inverno

I canti di Renzo Montagnoli sono ricchi di sogni e di paure che lui supera grazie all’amore che lo circonda. La naturalezza poetica sposa la bontà di quei luoghi in cui ci si sente al sicuro. Complimenti al poeta-

Da Canti celtici

Renzo Montagnoli

 

Sole d' Inverno

Questo sole che ancora non amoreggia con la natura. Pittorica invernale che il poeta ci regala, mettendo in luce le atmosfere ferite dalle gelate.

Marco Cabassi

 

Mentre bevo lo spumante

La ricerca del sapere. La ricerca delle risposte. Le domande che reggono l’impianto del nostro DNA. Nino Silenzi investiga non sulle possibili risposte ma intraprende il viaggio umano nella curiosità dell’Oltre. Il poetico miglior attributo del nostro Nino Silenzi è l’innocenza. Una innocenza che ancora indaga su qualcosa che potrebbe essere semplicemente nulla. Credere, avere fede, insomma la purezza morale è ancora negli esseri che già incarnano inconsapevolmente l’Oltre. In vino veritas -  E dopo? A saperlo …

Dalle colline al mare

Nino Silenzi

 

Ai confini del tempo...

Una ricerca oltre qualunque barriera dimensionale e temporale. Una poetica intima che cerca una dolcezza e una presenza a cui manifestarsi pienamente.

Flora Fazzari

 

Sognando mare

Vele, amori nostalgici, onde che cantano e ascese notturne. Il tempo sogna – il silenzio non sente il salso dell’aria ma resta a intorpidire l’uomo che si consuma d’una emozione perpetua e indipendente dalla memoria – Piero Colonna- Romano conosce il vento contro e le stagioni avverse, ma queste sue solitudini ricevono conforto da amici muti e onnipresenti. Mare, stelle e silenzi profondi.

Piero Colonna-Romano

 

Haiku

Composizioni piene di vita - questi Haiku presentati da Bem Tartamo.

#

Stagioni che si alternano – romanticamente direi.

#

Nella goccia il segreto della vita.

#

Una testarda primavera che si conserva nello spirito poetico di Bem.

28 dicembre 22

Ben Tartamo

 

La medusa

Sono stanca diceva la medusa …

Dolcezze e fragilità. Antonia si immedesima nella vita della medusa e come lei – soffoca sotto la luce intensa del sole e sotto la violenza delle stagioni. Un poema descrittivo in cui la poetessa indugia sulle considerazioni umane del vivere con le proprie debolezzexx-

Antonia Scaligine

 

Dama dell'800

Dolcezze e pallore, ornamenti tipici delle dame dell’800. Una poetessa che vive nel proprio sogno vicino al mare, conversando coi propri pensieri – una raccolta virtuale di sensazioni che l’autrice conserva nella sua pochette.

22 Agosto 2022

Sandra Greggio

 

Bentornata primavera

Pastelli poetici primaverili, scritti con grande ispirazione. Carmine De Masi ci regala positività e sorrisi, bravo Carmine.

 

24/4/2022

Carmine De Masi

 

Ci sarò

Mi prenderò cura dei silenzi

Un inno all’umanità poetica e all’amor filiale. Bravo Alessio che reggi quei pilastri parentali con onore.

Alessio Romanini 

 Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.

Miu 

 

Buon anno a tutti gli amici poeti, e un ringraziamento speciale al nostro prezioso Lorenzo. Ringrazio i generosi commentatori per il mio modesto apporto alla vasta partecipazione dei bravi e impegnati poeti e poetesse. Buon Anno, che sia proficuo e porti gioia nei nostri cuori.
Ecco di seguito la prossima terzina. Cari saluti a tutti,
Bianca
 

 

11, 12 e 13 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Marino Spadavecchia –Brontolio di una caffettiera-: Surreali, suggestive immagini per formare un astratto quadro perfettamente commentato dalla terzina di chiusura. Inciampo nei mie dubbi, afferma il poeta, dopo avere narrato di una realtà fantastica che ognuno di noi sembra vivere giornalmente. Complimenti, Marino, davvero complimenti.

Nino Muzzi traduce Sandra Hubinger-: E’ interessante questa poetessa austriaca per la capacità d’inventare immagini vagamente surreali, che hanno la metaforica funzione di narrare un suo sentire. Sempre grati a Nino per queste sue proposte d’ignoti ma interessanti nuovi poeti.

Felice Serino -280 Aspettative-: Non so se interpreto correttamente il pensiero di Felice, ma in questi versi leggo il forte desiderio di estraniarsi dalla drammatica realtà che, giornalmente, viviamo., desiderio che nasce da un appassionato cuore.

Bruno Castelletti –Piccola Sara-: Un tenera dichiarazione ad un’amata nipote, detta con versi fortemente ispirati del grande Bruno.

Bruno Amore –Quanto lontano … -: Quanta forte passione per la giustizia c’è in questi versi che lanciano violenti accuse verso chi non tende la mano ai diseredati che affollano il mare e vi muoiono, ricercando una vota degna d’essere vissuta!  Versi ai quali mi associo per idem sentire. Complimenti Bruno!

Enrico Tartagni –Spappolato nel blues-: Il nostro fantasioso Enrico narra di se stesso giovinetto, con i desideri e le curiosità d’allora, usando immagini fantastiche e irreali ambientazioni. Enrico, insomma, grande affabulatore fantastico di sempre. Applausi.

Giuseppe Stracuzzi –Questo povero anno-: Dolente sintesi di quel che è stato l’anno passato, priva di speranza per quello che stiamo vivendo. Homo, homini lupus è l’affermazione che vale per ieri e varrà per l’oggi, in questi versi, dal drammatico tono , di un ispirato e dolente Giuseppe.

Renzo Montagnoli –Sogno d’inverno-: Col tono di fiaba ecco la narrazione di un incubo nato dalla paura. Versi coinvolgenti sono questi dell’ottimo Renzo, versi che invitano a pensare sulla vita e sugli amori famigliari che ci circondano.

Marco Cabassi –Sole d’inverno-: Bella filastrocca in ottonari ben rimati che ci regala le belle immagini acquerellate di una giornata invernale.

Nino Silenzi –Mentre bevo lo spumante-: Cosa ci attende dopo la vita? Questa è la domanda che ispira Nino per questi versi dal pensoso tono. Curiosità che è di noi tutti e che mai sarà appagata. Ed io, come credo noi tutti, resto in attesa.

Flora Fazzari –Ai confini del tempo  …-: Un guardare con forte curiosità ai confini (e aldilà) del tempo, per ritrovarsi e ritrovare il passato, gli amici, con un volo libero della fantasia, in questi affascinanti versi di Flora.

Antonia Scaligine –La medusa-: Un confronto tra due fragilità, quella effimera della medusa e quella che deriva da un esaminarsi. E nella similitudine c’è assonanza in quel desiderare di svanire, per stanchezza ed insoddisfazione. Così Antonia confessa la sua delusione su questo vivere con questa poesia/apologo di grande spessore.

Jacqueline Miu –sii pianeta  sii un sole  sii un cosmo-: Intensa dichiarazione d’amore resa con iperbolica similitudine con parti dell’universo. Versi ricchi di una straripante sensualità, secondo il noto stile della nostra incommensurabile Jac. Applausi.

Sandra Greggio –Dama dell’ottocento-: Un romantico sogno, nato forse da un desiderio, ben narrato dai versi della nostra Sandra.

Carmine De Masi –Bentornata primavera-: Un desiderio di rinascita pare essere l’ispirazione per questi intensi, descrittivi versi dedicati alla primavera.

Alessio Romanini –Ci sarò-: Vagamente risuona Battiato in questi bei versi (dalla convincente e molto rafforzativa anafora di un sentire) che Alessio dedica, con grande amore, al figlio, garantendogli assistenza prima e dopo la vita

Un grazie di cuore ad Antonia e a Jacqueline per le lusinghiere parole che mi riservano e che ricambio sinceramente.

A voi tutti il più cordiale dei saluti, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Vorrei ringraziare la generosa Miu
Per i commenti lusinghieri e le belle
Parole che mi riserva.
Se tu mi potessi vedere, vedresti il mio rossore. Grazie di cuore.
Se sono migliorato nel mio poetare
È Anche merito tuo, leggendo i tuoi meravigliosi poemi ricchi di cultura
Ho imparato a conoscere nuovi poeti
Ed avvicinarmi a loro.
E la passione che metti nel comporre.
Grazie Miu.
Alessio Romanini.
 

 

8-9-10 Gennaio

Jacqueline Miu ,  dirti solo grazie per i commenti  alle mie poesie    è troppo poco ,  quello che  scrivi non mi sembra vero.  Io  non  sono una poetessa come te , scrivo solo per me stessa   e per il sito di Lorenzo ,ma quando leggo i tuoi commenti , come quelli di Piero, mi fate credere di esserlo . Grazie, grazie, centomila volte grazie a te ,  a Piero , decisamente grazie  anche a Lorenzo , poeta e persona  davvero   speciale , vi prego di accettare la mia gratitudine  anche se non sempre commento e ringrazio .

Jacqueline Miu  hai creato  una poesia di una bellezza e  stile  personale  ,  i tuoi sentimenti,  positivi e negativi  sulla vita , sulla morte,   sulla  natura  e realtà , a  volte  sembrano  irreali,  frutto della tua immaginazione, forse troppo difficile da capire , almeno per me  ,  a volte sono immagini tangibili e  visibili  ,di una verità incomparabile,  non so come definirla  la tua poesia se satira o altro,  non vorrei sbagliare , ma so soltanto che è unica e speciale,  del resto penso che i tuoi scritti rispecchiano   ciò che c’è in te.  Sei grande ! 

della cui vita non sai nulla
ma sai che lei - unica nell'infinito
non andrà mai
a morire
Capo Gallo ecco un’ altra bellissima poesia di Piero, che sembra un canto , descrizione davvero reale ,  vedo il  mare, la spiaggia di Mondello , posto bellissimo dove nacque mia madre,  e ti posso assicurare che è davvero così come lo descrivi . Brilla qui il cielo ed è quieto il mare,
ascolto l'onda carezzar gli scogli,
l'acqua riflette monti rossi e spogli
e verso il sol gabbiani vedo andare.
Bravo  come sempre

Grazie a tutti , grazie Lorenzo perché ci sei per me e per  tutti noi

 Antonia Scaligine

 

Umori giornalieri...

Bella e intensa riflessione poetica dell’esistenzialismo umano in base all’umore stagionale.

Flora Fazzari

 

Pan asciutto, coltello e tasche vuote

Curioso come pochi versi possano essere così forti da trasmettere un “grido” al cielo. Sempre interessante e da scoprire (a trecento sessanta gradi) la poetica di Marino Spadavecchia. Il mio è un pensiero opinabile ma leggendo questa impazienza di smitizzare “il Fato” si arriva a pensare che c’è un Oltre più potente di quello a noi visibile persino tramite l’immaginario.

21 dicembre 22

Marino Spadavecchia

 

Loving

Un affresco delicato, soleggiante e pieno di energia che feconda mente e spirito. Bianca Casti si lascia trasportare dalle energie “verdi” e trascina anche noi nella lettura.

 

Madrepore

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

Bianca Casti

 

Tutto il giorno al pozzo-solitudine

Un “reservoir” di ombre nella cui penombra concepire “immagini creative” – luminescenze e parti di intimista natura. Interessante e agglomerata poesia di un’autrice new entry – che seguiremo. Grazie ancora a Nino Muzzi per il suo impegnativo lavoro di “scova talenti letterari”.

Louise Bouchard    Traduzione Nino Muzzi

 

279

Avevo in mente una poesia

La grande poesia parte dall’affondo del pensiero nell’anima. Questo è il mirabile Felice Serino. Mi piace essere sopraffatta da versi che portano nel loro essere “un trascinante sentimentalismo”. Siamo umani in fondo e ciò che percepiamo è ciò che ci alimenta la creatività. Da leggere e rileggere

ora rammento solo una pioggia di luce

di stelle sopra il letto

e il caldo abbraccio di lei

 

sullo schermo della mente

un vissuto che sembra ieri

Felice Serino

 

E possa tu volare

Tanto amore accompagna questa poesia. Un pastello di colorata leggerezza che rievoca un mondo incantato e bambino .

Da A Sara, dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

è di nuovo autunno

Un artista Bruno Amore che riesce a “spaccare le ossa” alla poesia. Emotivamente intatta ma molto molto nostalgica – acuminata – una di quelle poesie che ti entrano nel cuore ma senza farti male.  Vento, sole, oro limone, lei lontana eppur sempre presente e gli anni che si fanno sentire col loro scricchiolio. Potrebbe sembrare un poema normale – ma su questo sito di “normale” c’è ben poco. Gli Iper-lativi sono la vera normalità su Poetare. I poemi di spessore sono come quegli oceani che non mostrano quanto siano profondi i propri fondali.

bruno amore [br1]

 

Ripasserò

L’uomo volante … Infinito è il grande campo ed è anche santo … E non posso dire che v'aleggi sopra del grande spirito il respiro

Ogni passo dietro me è mio e ne ringrazio dio

Ripasserò…

Superlativo questo “immaginifico”, realistico, velocipede, sentimentalcommemorativo. Strana poesia – di quella stoffa double face – con esterni stagionali e interni profondamente pensate. Deduco Enrico sia in forma smagliante.

enrico tartagni

 

L'argilla in fondo al fiume

Ispirato alla fede questo poema mi regala due versi a dir poco – sorprendenti. La profondità non deraglia in questa poetessa che seguiremo con interesse.

E Dio non ha più rami da tagliare …

chiudere la porta alle ragioni

di questo mio restare.

 

da Scritti d'Inverno, a cura del premio Città di Taranto, PrintMe Editore 2017

Marina Minet 

(Teresa Anna Biccai)  

 

Speme d'amore (Amor senza condizione)

Questa analisi sentimentale è ispirata alla ricerca di un amore “puro” – un amore che non sia macchiato dalla malvagità o dal tedio e il nostro ispiratissimo (e sempre più bravo) Alessio Romanini ci conduce sulla via di una speranza guadagnata attraverso il dolore.

Alessio Romanini 

 

Capo Gallo

(località a poca distanza, verso ovest, dall'affollata spiaggia di Mondello)

Se guardi l'acqua al vento vele sciogli

e nascon sogni, dolci da sognare.

L’amore per il mare è pari all’amore per l’infinito. L’infinito del Vate Piero Colonna-Romano è fatto di salsedini e di turchesi orizzonti e venti in cui sciogliere le vele. La limpidezza dei versi è pari dalla bellezza del paesaggio in cui noi e l’autore, troviamo conforto. Naturalmente plausi.

Dove nascon sogni – dolci da sognare

Piero Colonna-Romano

 

"E siamo grumi"

Bellissima chiusa che emerge dalle ansie umane e dagli affanni quotidiani. Bravo Ben.

 

21dicembre22

Ben Tartamo

 

Gli oggetti del contendere

l’Amore non è oggetto del tempo. Bellissima riflessione e su questo tema, Antonia Scaligine s’addentra nel mondo dell’Oltre – ma lei scrive testualmente

con il mio tempo

sono il corpo e il cuore

quindi umanizzato questo viaggio che invece di accedere alla trascendenza si immerge nel mondo senza limiti di spazio – dell’amore.

 

Cosa mi rimarrà

quando il mio corpo

senza più tempo

non avrà più fiato

per dire addio alla luna

che nella mia sera

sfoca nell’ultimo suo bagliore

alla musica che si ritrae

prende forza

e poi sfuma in quella nota

senza più valore

nella poesia che si enuclea

diventa vita e poi scolora

 

Che fatica vivere !

Cosa rimarrà

su quelle orme del tempo

che il vento sfrangia

sul deserto che avanza

e copre il corpo

paese in espansione

di segni e di ricordi

 

e inizi a parlare al cuore

a far la guerra al tempo

se pur continui ad amare

perché solo ciò che si ama rimane

e come diceva

Pound,

“Quel che sai amare rimane

il resto è scoria“

Antonia Scaligine

 

Chissà se morire

Immersa nell’Oltre - la concentratissima e brava Sandra Greggio, riflette sulla morte. Il dolore svanisce, c’è persino aria di festa – e non manca la volontà di stupirsi e di volere essere stupita.

7 maggio 2022

Sandra Greggio

 

Cara mamma

Ispirato al grande amore per la madre, il poema dell’ottimo Carmine di Masi - è un canto dedicato alla bellezza di questa donna bella e luminosa. Il poeta ringrazia colei che gli ha dato vita e regalato sogni in maniera perfetta e con infinita gioia.

 

20/12/2021

Carmine De Masi

Un caro saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Rinnovo la mia ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Siate operosi come api e un Buon Poetare a tutti.
Miu 

 

 

5-6-7 Gennaio

5, 6 e 7 gennaio 2023

Poesie del giorno:

Marina Minet –Per finire lo scenario-: Ben arrivata nell’azzurro, Marina! Particolarmente profonda  questa poesia ricca di metafore per narrare di un mondo che, per difendersi da un uomo che appare sempre più nemico, si rifugia in un agghiacciante silenzio dove (per chiudere drammaticamente il racconto) “Le radici, quelle nude, guarderanno/il martirio abbracciato alla bellezza./(questa impura verità).” Complimenti, Marina!

Flora Fazzari –A Giulia…-: Commovente ricordo di un amica scomparsa, con omaggio alla sua bellezza fisica e morale, reso con poesia dalle dolcissime immagini.

Marino Spadavecchia –Seppie essiccate al sole-: Inquietante scenario, fatto di ermetiche, metaforiche immagini, per narrare di un vivere disumano “quando la vita scricchiola”, come, in chiusura afferma il poeta. Complimenti, Marino!

Bianca Casti –Cristalli-: Classico sonetto per narrare di un gioioso guardare al mondo brasiliano, con le sue purificatrici foreste e le sue incantate visioni che aprono cuore ed anima all’ottimismo. Perfetto l’uso delle immagini, descrittive di uno stato d’animo rilassato e ottimista. Sempre brava e coinvolgente la nostra Bianca!

Aurelio Zucchi –Laddove conchiglie sceglievo-: Malinconico confronto tra quel che si ricorda di tempi andati e quel che si ritrova su spiagge frequentate in gioventù. Aurelio narra di se stesso ma, purtroppo, lo scenario che descrive è ormai universale nel degrado che cresce di giorno in giorno. Limpida ed accusatrice poesia, condivisibile totalmente. Bravo Aurelio!

Nino Silenzi –All’amico mare-: “Nel cuore il respiro del mare” è il motto che ho adottato per il mio sentire il mare. E Nino mi pare possa averlo suo, per come disegna il mare, per come lo sente dentro quale emozione da vivere nel profondo. Il mare velato, il mare luminoso, il mare placido e quello tempestoso. Tutte metafore del sentire dell’uomo, alla ricerca di ampi respiri e di quella libertà che il mare può significare (Chiedi al vento/di liberarti, afferma il poeta). Un forte dipinto, in perfetto stile impressionista, sono questi bellissimi versi di un ispirato, bravissimo Nino.

Nino Muzzi traduce Jamila Medina Rios-: Sintesi poetica di un identificarsi con la primavera di questa splendida poetessa cubana che Nino traduce, con molta bravura, per noi.

Felice Serino –243 Relativo-: Strisciante inganno è il vivere. Questo pare affermare Felice con questi suoi ermetici versi, dove relativo ed assoluto, trascendente ed immanente si confrontano, non trovando soddisfacente soluzione al senso del vivere.

Bruno Castelletti –Vorrei rubare al cielo-: Un commosso atto d’amore verso la nipote Sara, detto con versi di una inarrivabile delicatezza di quel grande poeta che è il nostro amico Bruno.

Licia Minervini – “Oggi e sempre”.-: Intenso atto di fede e d’amore verso Gesù, in questa forte preghiera di un ispirata Licia.

Cristiano Berni –“D’estate, un mio sentimento”-: Un incanto vissuto genera questi intensi versi, che divengono forte ed ispirata dichiarazione d’amore.

Marco Cabassi –La Befana-: Deliziosa narrazione della befana e delle sue attività, in stile che ricorda quello di Rodari.

Carmine De Masi –“Messaggio”-: Il fascino della narrazione evangelica ispira questi versi, densi di fede, dell’ottimo Carmine.

Alessio Romanini –La Befana con la fascina-: E’ tempo di befane ed anche Alessio ne trova ispirazione e ci regala questa divertente filastrocca.

Antonia Scaligine –Che fatica essere cuore!-: Pensarsi cuore e diventarlo è  poetica operazione che la nostra incomparabile Antonia realizza e narra con questi suoi  bellissimi versi/confessione che sono poesia sulla quale riflettere. Brava Antonia!

Carlo Chionen –L’Ultima Cena-: Paiono ironica filastrocca questi ispirati versi del grande Carlo. In effetti c’è dentro profonda analisi del proprio vivere e divengono lezione di vita. Un caro saluto, Carlo.

Jacqueline Miu – where we’ve bled and anchored-: “Dove abbiamo sanguinato e ci siamo ancorati” questo il tema che Jac sviluppa con una serie di immagini fortemente descrittive di un duro vivere, che solo l’amore può addolcire. In questo vivere la morte è sempre in agguato, le tempeste ci tormentano, i fantasmi ci inseguono, le delusioni si annegano nella vodka. Un vivere senza senso (isola senza nome) che fa desiderare la morte. Ogni immagine, nata dalla fervida immagine di una grande della poesia, è metafora di un sentire. Poesia simbolista d’altissimo livello. Whitman, visionario inventore del verso libero, apprezzerebbe. Ed io con lui, vado a rileggere questo fremente racconto pittorico di una Jac in gran forma.

Sandra Greggio –Filastrocca d’Amore-: Lezione di vita su cosa sia corteggiamento e appagamento, regalataci da una pensosa, bravissima, Sandra.

A voi tutti I più affettuosi auguri per un nuovo anno ricco di soddisfazioni, assieme ad un caro saluto, in primis al nostro generoso Lorenzo.

Piero Colonna-Romano

 

Basito, letteralmente, dal "poema" di Jacqueline Miu. Grazie!
amore bruno [br1]

 

Spero abbiate più declamato che mangiato, CRAPULONI: come son io, BENRITROVATI,
bruno amore [br1]

 

Buon Anno 2023 a tutti!

Per finire lo scenario

Il Silenzio e le sue sfumature. Pennellate intime usate come ali per sfuggire alle celate verità, alle maschere e uno scenario di pieno autunno con tanto di rovesci. Un realismo che indaga nella psicologia umana e frena sugli sfondi teatrali invalidi di spettatori e con palcoscenici di radici nude. Interessante questa lettura in cui gli eroi sono questi eterni titani come il silenzio e le stagioni.

da Scritti d'Inverno, a cura del premio Città di Taranto, PrintMe Editore 2017

Marina Minet 

(Teresa Anna Biccai)   

 

A Giulia...

Giulia fanciulla,

fanciulla per sempre … questo delicato e infrangibile quadro deve restare nella memoria per sempre e lo sarà, grazie alla brava poetessa Flora Fazzari. L’Angelo che ora è ispirerà ogni bagliore poiché ha vissuto e ancor vive nell’amore di chi l’ha conosciuta. 

Flora Fazzari

 

Seppie essiccate al sole

Molto ricca di dettagli questa lirica molto bella, ritrova lo splendore perduto “della morte”. Bollicine di vetro ossigenate …. follie da asporto – ispiratissimo Marino Spadavecchia cui vanno i complimenti.

-dicembre 2022-

Marino Spadavecchia

 

Cristalli

La luce va geminando in fiore … splendido verso. Dolcezza in questo canto che mira al colore dello spirito … romanticismo, naturalezza vivono questo dipinto vivace di cui leggerne i dettagli all’apparenza nascosti.

Madrepore-sonetto

Poesie e Prose Liriche©di Bianca Casti.SIAE Roma

ABAB ABAB ABC CBA

Bianca Casti

 

Laddove conchiglie sceglievo

Plausi a questo componimento del grande Aurelio Zucchi. Liberati i freni della mente, andando oltre il peso della parola, trovare il connubio tra emozione e poesia – il poeta riesce tutto. Tempo passato e tempi odierni, mali e ricordi vivaci, bellezze di ieri e indefiniti inferni di oggi. Poema completo direi, meritevole di complimenti.

Su spiaggia in cui giovane fremevo

cammino adesso in smodate acque

laddove le conchiglie io sceglievo

e per la poesia amore nacque.

Aurelio Zucchi

 

All'amico mare

Gli Orizzonti di Nino Silenzi sono paesaggi temporali più che visuali, paesaggi spirituali seguiti da sussulti, tremiti, reminiscenze, sogni tutte appendici di una anima limpida , tremendamente e volutamente battagliera.    Il mare rappresenta per molti l’encomio del Fato. Rivolgiamo al mare e ai suoi segreti quella parte di noi che aspira all’infinito. Il poeta offre questo spettacolo ricordandoci che le miserie  sono sopravvalutate e nonostante la loro presenza, il mare è ancora blu e la speranza o il sorriso sono benefici per l’uomo. Complimenti a un autore che per fare poesia – interpreta solo se stesso e le emozioni di un uomo che non deve rapinare perle per creare tesori.

Da Verso l'orizzonte

Nino Silenzi

 

Nana I

Questo zuccherino offerto da Nino Muzzi  parla di primavera e di morte – di raffinata dolcezza e mal di vivere. Grazie a Nino per la ricerca, per il lavoro minuzioso e per quella parte di “talent scout” che fa di lui un visionario.

Jamila Medina Ríos   Traduzione Nino Muzzi

 

243

Relativo

Lo strisciante _ che bella invenzione poetica! Plausi nuovamente a Felice Serino che parla della nascita della lussuria appena sono stati creati i pilastri del mondo, pilastri del mondo – della modalità “Assoluto” in concezione ermetica ma che affascina e trasporta. Poema che espone alle radici non una fede ma un grande concetto di “umano pensante”.

Da Trasparenze

2019- '20

Felice Serino

 

Vorrei rubare al cielo

Il calore dell’amore e questo piccolo amore da stringere nell’abbraccio sicuro di chi l’ha visto crescere. Ottimo il nostro Bruno Castelletti  così ben ispirato dalla gioia.

Da A Sara, Dieci piccole poesie

Bruno Castelletti

 

"D'estate, un mio sentimento"

Veramente ancora non so …

questo finale ci colpisce poiché leggiamo un romantico poema d’amore, leggiamo un romanzo dedicato ai battiti e all’afasia poi ci troviamo davanti Cupido con le sue frecce eppure … il poema segna l’estate di un sentimento e su questo finale tutti ci domandiamo come sia andato a finire?

Cristiano Berni

 

La Befana

Descrizione della Befana e delle sue imprese. Il gaudente Marco Cabassi, la fa volare sopra le case sulla sua scopa o la fotografa nell’atto del dono di caramelle nei calzini dei buoni o carbone in quelle – parla dei poveri e degli infelici che ancora esistono nel mondo e probabilmente sono questi che la Befana, quasi impotente, osserva appena si ritira – con l’alba.  

Marco Cabassi

 

“Messaggio”

Poema di fede con apertura straordinaria. Complimenti a Carmine di Masi che continua a illuminarci con letture di spessore.

17/11/2019

Carmine De Masi

 

La Befana con la fascina

Un Alessio Romanini genuino, giocoso e libero. La creatività che lo ispira in questa poesia sulla Befana è bonaria e trascinante. Bravo Alessio.

Alessio Romanini 

 

Cielo d'Iran

Dello stupro della fede, della morale, di ogni etica umana -  parla questo poema – il cui titolo ci porta a fatti odierni ma che durano da millenni. Profondità e giudizio. Sacralità e scempio. Il male consuma i valori più sacri: quelli della vita. Donne scudo, ragazze macellate per pochi centimetri di tessuto e rabbia maschile che conduce il mondo intero “complice di cecità politica” sulla strada verso l’Ade. Non è un mistero la battaglia del Vate Piero Colonna - Romano per i diritti umani, per la giustizia (inclusa quella divina quasi sempre assente). Questo non è un poema che giudica ma che manifesta in modo aspro contro ogni forma di violenza. Sarebbe orrido da parte mia scrivere plausi poiché questo poema è scritto non per ricevere un encomio ma per sensibilizzare l’intelletto degli artisti e lo spirito dei lettori di passaggio. Ad maiora

Piero Colonna-Romano

 

"Il muro"

Un Muro con scritte di libertà e un poeta che riceve questo messaggio. Battagliero e prepositivo – il poema è indicato a coloro che armano lo spirito di buoni propositi. Bravo Ben.

18dicembre22

Ben Tartamo

 

Che fatica essere cuore !

Antonia Scaligine erge un tempio al cuore – al cuore poetico e al suo infinito diaframma emotivo. La grande autrice ci fa vibrare le corde dell’anima, con questi pastellati contorni poetici in cui si sente il battito e la forza creativa non solo della donna ma dell’artista.

Antonia Scaligine

 

L’Ultima Cena

La poesia è futuro ed il futuro dell’uomo è nella sua sintesi … l’esperienza. La conoscenza del bene e del male. Umanità e divinità fino alla fine. L’umiltà di Carlo Chionne, è la corona con cui adornare questo poema.

La penna cede solo alla maestà di questo piccolo componimento. Complimenti all’autore che già conosciamo per le sue indiscusse, grandi opere.

 

Come un vecchio commensale,

ormai sazio della vita …

Carlo Chionne

 

Filastrocca d'Amore

Interessante e molto naturale questa “canzoncina” filastrocca – rimedio per tutti i mali dell’esistenza. Versi che ci regalano un pezzo della femminilità e dell’umanità di questa bravissima poetessa. L’essere ammaliante che produce ed è sedotta da poesia … diventa una miscela incandescente.

Sandra Greggio

 

Un saluto al nostro Magister Lorenzo che generosamente ci ospita in questo celestiale Tempio Azzurro. Un saluto pieno di ammirazione al Vate Piero Colonna Romano che ci commenta e ci ispira. Buon Anno cari amici”

Miu 

 

 

Un Ben Tornato a tutto l’Azzurro!

Auguri di un Felice anno Nuovo!

A Lorenzo, Piero Colonna Romano, Miu

E Tutti gli straordinari poeti!

Mi siete mancati tutti!!!

Alessio Romanini

 



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