Poesie di Laura Toffoli


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Potessi sorgere come il sole
e il mio amore per te
nel diamante di ogni giorno
sarebbe lava incandescente,
potresti allor essere luna
e ti illuminerei sempre
sì da seguir il mio io
nel magistrale giro delle stagioni,
ma sono umana creatura
di creta il mio destino
e allora l’amore
che serbo per te nel cuore
e’ fragile rosa
che dura l’istante intenso
della vita mia.
 

Granaio
Luce come baffi di gatto
filtrano da sacchi di iuta
carichi di chicchi dorati
stivati nel granaio
d’un centenario casolare,
dove pulviscolo farinoso
sembra danzare sulle note
d’un nostalgico bianco natale,
che lentamente si leva
verso la finestrella aperta
che raccoglie i bagliori
della lucente stella della sera,
spaccando il buio
che si fa nido sicuro
al ricordo d’un vissuto…
 

Giardino incantato per sognare
Ai piedi di statue
nel giardino di pietre rosse
rose bianche
e qualche foglia ingiallita
che accartocciata
diviene carta da musica per il vento,
e sul finire del giorno
arde il camino dietro gli azzurri monti,
lanciando nell’aria cristallina scintille come stelle
a disegnare arabeschi disegni
per gli amanti più ardenti.
 

Animo a fiori
Fiori a mille
tappezzano
il mio animo
profuma di vita,
così variopinto
sogna
nell’angolo di cielo
del mio pensiero
che si fa azzurro respiro.
 

Mesto carnevale
Accarezzami con ali di foglie:
il carnevale autunnale
carico di variopinte secche farfalle
girerà per il bosco
e così sentirò meste risate,
è lo sibilar del rugginoso vento
tra spade addormentate
ma al calar del sole
nella coltre rosso rubino
si dipingeranno maschere di solitudine,
ombre lunghe lunghe
che toccheranno le mie dita
per non sentire il freddo dell’addio.
 

Cuore in inverno
Reti di cristallo
nel manto freddo cielo
imbavagliano le punte
delle brillanti stelle.

Leggermente graffiato
il cielo sanguina rugiada,
sì velo trasparente s’adagia
con pioggerellina fine fine
sullo sguardo immobile
del terreo palmo.

Serpeggia il vento
insinuandosi tra rovi
dove bacche rosse
come le tue labbra
accennano vita
in quel cesto addormentato.

La tua voce la sento
respirare tra l’acque di lago
che evapora calde bolle,
scoppiano nell’are
toccati da fredde dita,
e raccolgo i frammenti
cristallini del tuo io,
e li pongo nel mio seno
per cullarli nel caldo del mio cuore.
 

Serra
Lune di sole a spicchi
incorniciano su vetro opaco
di serra incatenata all’edera
il volto suadente di donna
quando, un pallido settembre
strofina il suo panno rosso dorato
su una natura che si vuol addormentare
cullata dalle sue ammalianti,
carezzevoli e amorevoli mani,
e i canti di languidi pensieri
si intrecciano coi rami di salice,
che compagnia si faran nell’inverno
quando la beltà del frutto tace
per librarsi poi nel dolce invito
d’una primavera complice.

 

Portone………………………………………………. di Villa DOLFIN di Porcia (PN)
Mezzaluna arrugginita
                                    ………………………………………...ferro a fiori e stelle
incornicia il portone
                                        ……………………………………..di vecchie travi nere,
chiusa è l’entrata
                                         ……………………………………..il tempo è ragnatela
fan passare la voce del vento
                                                                …………………......riecheggiano schegge di brecce
occhi che guardano dentro e fuori
                                     ………………………………………. illuminano il buio
                                                                                                  e velano di mistero il vissuto
                                                                                                   nelle trame del legno.
Da Poesie col filo

 

Veranda anni ’30 nascosta dal tempo
Codesta làtebra di remota casa
accesa nel fitto preludio notturno
da malia lunare a tratti cancellata
da raminghi bendaggi di nuvole
è avvolta dal suo passato,
nella matura rimembranza
ella era scena d’avventure clandestine,
corte d’anni ’30
veranda popolata dalla caccia
immersa in palmeti ed edere,
potessi rivedere lo splendore
ora offuscato dalla patina del tempo,
aspetterò la campana che rintocca mezzanotte
ridesterà i suoi fantasmi
ed io la vedrò finalmente rianimarsi…
 

Quadro di natura sul finire dell’estate
Una spiga dorata dalle lunghe ciglia
un papavero rosso pomodoro
e un girasole giallo luce d’antica cantina
parevano fissare l’orizzonte,
confine tremulo di mare e cielo
nel loro giaciglio di cristallo vuoto,
la solitudine fissa
voleva uscire dall’aperta finestra
fondersi con il moto delle onde
sì d’esser eterno dondolio
continuo rinnovo,
mossi un po’ dal vento
l’una perse i chicchi,
l’altro i fragili petali
e l’altro ancora reclinò il capo,
arrendendosi tutti all’inevitabile fato.
 

Nobili radici



Radici
aggroviglio d’aria, terra e cielo,
siete scultura senza tempo
d’albero candelabro
di stirpe regale
addossato a nobile casa
vestita da fresca verde edera
donna innamorata
che stringe a sé il muro
suo innamorato:
un amore senza tempo
specchiato da un piccolo lago
che placido dorme
vicino a secolare bosco di canneto,
e le canne si lasciano accarezzare
da gocce di rugiada
stillate da mattina di novembre
dove veli bianchi d’eterea dama
rapiscono lo sguardo
che si perde nel misterioso
impalpabile bianco.
 

Haiku a modo mio
Gigioneggio io
ma voglio vita vera
allora sbotto.
 

Miraggio di luce ovunque
Girovago
nel fitto canneto

luce girovaga
nella casa bucata

arresto il respiro
il buio a fette

arresta il fascio
il muro nasconde la stanza

io..……………esco
raggio…………esce

nel quadrato della scena
barriere rimangono
nello spazio aperto
che si fa cesto di luce
ad illuminare il buio.
 

Storia d’una goccia
Goccia goccia
che lenta cadi
sulla mia aperta mano
dove il palmo è incavo
e profumi d’antico amore,
scia luminosa del cielo
t’ha lasciato un dì
sul freddo manto,
e tu, goccia
sei divenuta pozza
poi lago
aperto mare
e profondo oceano,
sei risalita come goccia
nel mantello eterno
per ridiscendere sulla mia mano
e finalmente…
berrò il tuo vital splendore
sì d’esser parte della memoria
del misterioso universo.
 

Luce nella notte
La lanterna nera del paese addormentato
da una luna regina della notte scura
sbirciava i nostri passi
tamburi nel buio
illuminato a macchia,

qualche balcone socchiuso
incernierato di luce
giallo becco di tucano
sembrava occhio assonnato,

mano nella mano
la mia nella tua
per non inciampare sulla via
e i nostri sorrisi complici,

non pensava la mia mente
ma il mio cuore si
era vivo
gorgogliava d'amore intenso
sì da profumar di fresia
tutt'intorno
e luce intensa giallo limone
rischiarava l'anima..
 

Stolta in amore
Brezza di città
deserta da sembrar campagna
nei dì di festa
regalava fierezza a Don Suero de Quinones
nobile di stirpe
passo forte sul cammino
spadaccino audace della Rotta Giacobea
che per amor infierì di braccio
più di 300 banditi caddero ai suoi piedi
per vanto da mostrare alla giovine
ch’aveva incendiato di sincero ardore il petto,
ma ella con fermezza lo respinse
oltre l’orizzonte del suo sguardo
e nulla valse la prodezza
ella non cambiò d’una virgola
la sua bocca che storta
disse no ancora una volta,
di quel cavaliere le gesta si ricorda
ma di lei nulla è segnato sulla via
il tempo l’ha cancellata dalla storia
poteva essere l’amore grande d’un baldo cavaliere
ora è la stolta che non riconobbe il vero amore.
 

Abbandono
Seduto sul vecchio ceppo
ormai levigato ad arte
per il troppo guardare l’orizzonte
oltre le azzurre montagne
oltre dell’oltre,
ormai consumato
dal vivere quotidiano
c’è l’uomo
quello che ardeva d’amore
col dolce miele tra le labbra tumide
nel campo di grano maturo,
e che andava fischiando
al levar del splendente astro
nei sudati solchi
di terra a blocchi,
vendeva fumo ogni tanto
storielle tra un bicchiere e l’altro,
oggi come allora
e’ ubriaco
ma non di rosso vino
ubriaco di giorni di vita,
e allora s’abbandona
quell’uomo ormai stanco,
s’abbandona al tramonto
che non sarà oggi il solito
striato di fasce giallo arancio,
ma si esibirà sol per lui
coi colori ambrati e ombrati
la coda del fato
dal sapore amaro,
e allora la parola fine
gli dirà d’abbandonar la scena
lasciando il posto sul ceppo
a un altro…uomo di vita
che col bicchier di vino in mano
s’abbandona, per ora, all’allegra
e spensierata compagnia.
 

La vita… magia ci dona
Come cambiano gli eventi
nel tempo del nostro vivere
che sembra eterno
ma è un soffio,
ci si accorge come la magia della vita
è una marea che riporta a riva
un giorno non lontano
quella bottiglia con i nostri sogni dentro,
e li vediamo, lì davanti a noi
ci cercano quel dì per essere letti all’universo
tra le stelle brillanti risuoneranno,
e noi, nell’eco li vedremo giganti
come supernove esploderanno
per ricaderci addosso
e così, baciati dai nostri sogni
ci sentiremo sazi di gratitudine
per aver capito che prima o poi
Iddio ci regala
ciò che fa veramente bene a noi.
 

Chicchi di ricordi
Mi ricordo del tempo trascorso
tra liti e grasse risate di noi bimbi
nei campi di frumento
dove pannocchie settembrine
sembravano frinire
con le loro secche foglie
quando un vento a piene mani
le invadeva,
e fiume in piena passava
sulla collinetta,
e abbondante d’acqua
sussultava felice d’essere,
mentre ombre di nuvole
velavano un cielo
spalmato d’azzurro
di cartolina d’oltre oceano
quando la guerra rombava
sulla terra
tra un silenzioso campo di pannocchie
e l’altro.
 

Vi racconto un settembre diverso
Sono una ribelle
lo dice la mia tatuata pelle
bruciata da un sole cocente
e scotta la mia chioma
ramata e bionda,
e quando l’amico vento
mi fa svelto svelto una carezza
perdo la testa,
e agitandomi tutta
nel respiro bagnato di nuvola
lascio le mie impronte per terra
coprendo di colore il terreno
che suda nell’accogliermi con ardore:
sono una pianta che sa stare al suo posto
albero di non alto fusto,
ma l’eleganza è la mia firma
che lascio cadere come diva
staccando parti di me
ormai bruciate di passione,
non ricordo mai l’inizio dell’oblio
che giunge senza preavviso
sul finire dell’estate
vestita di splendenti giornate,
ma quando i riflettori si abbassano all’orizzonte
un brivido mi percorre tutta
e statua divento
immortalata dal fotografo tempo.
….per sorridere un po'
 

Avete mai inseguito una lacrima
quando esce dall’anima?
Rapisce il cuore
scivolando nella sua inconsistente luce buia
travolta dal suo stesso universo
intriso di amarezza,
percorre silenziosa
ma rumorosa di fremito
sentieri inesplorati di noi stessi,
ha un cuore quella lacrima
è di puro spazio
e palpita,
e quando incontra un’altra lacrima
ampia la sua veduta,
e nel conforto di non essere sola
si annulla
rendendosi consapevole
anche lei
del tutto.
 

Il mio angelo
Un angelo ha bussato al mio cuore
era ieri in tarda notte
quando il silenzio è d’oro
e le stelle lassù nell’universo
cantano in coro
ninna nanne così dolci
da incantar i soli
che le stanno a guardare
dimenticando il freddo vuoto pieno
che è il profondo nero cielo,
e mi ha sussurrato all’orecchio
il mio angelo
parole d’amore intenso
da riempire di sereno il mio cuore
che ardeva di troppo grigio silenzio,
ed io, restando ad ascoltarlo
l’ho visto in volto il mio angelo
e la sua bellezza incantò il mio sguardo
ma fu solo per un attimo
sì intenso che mi rimarrà impresso
per sempre nell’animo….

 


Disordine (poesia fuori da ogni schema)
f
e
d
a g h i …………………….le lettere ovunque noi le mettiamo rimangono tali nel leggerle
                                           noi, cambiando di posto nella nostra vita mutiamo il nostro essere
b l’ordine cambia solo se noi lo vogliamo
c diventando un altro ordine con altre regole
                                             ma noi rimaniamo sempre disordinati in questo universo
                                             fiori dai mille colori gettati in aria e trasportati dal vento
                                             è inutile la perfezione cercarla
                                             spreco di tempo prezioso
                                             è nel caos la risposta
                                             ribaltiamo quindi i nostri pensieri, le nostre convinzioni
                                             ogni giorno
                                             per trovare l’Io vero che ci guarda
                                             nel labirinto del nostro essere
                                             per essere trovato da noi stessi.

 

Goccia di brina nel bosco
Gocciola piano sul terreno arso

NASCONDO la goccia appesa al ramo

del ciliegio dai fiori di raso

UN TESORO: umida pallida sfera di brina

sogno della mattina
nella quiete di bosco.


IL CANTO DEL GIORNO.
 

Perle di montagna
    La grigia trave di roccia
                    ha vene scavate
                                da panno ruvido e dolce
                                             d’acqua di montagna
                                                          che scivola brontolando
                                                                     rotolando bolle di fieno e stelle,
                                                                                e par dialogare con le rocce
                                                                                             che s’affacciano lisce di fattura
                                                                                                       a raccogliere il silenzio del sole.

 


Rosa di rosso porpora
E’ rorida la rosa vicino ai rovi
schiusa al primo tremulo raggio
e reca spalmato il rosso porpora
sui suoi freschi petali
che paiono labbra di dama
d’ingenuo pensiero:
ella s’affaccia al balcone
dove suole rapire
sguardi di giovinetti
ormai avvezzi alla caccia.

Il suo profumo così fine
richiama al pensiero sublime,
e tace così il mio respiro
rinchiuso nel tuo.
 


Libro ingiallito (2 poesia)
Ho ripreso per mano
una poesia scritta tempo addietro
parlava di un libro ingiallito dal tempo,
sognava quel libro l’eternità
tra le mani di chi nutriva vivo interesse
nel sfogliare le sue delicate pagine
di carta di riso scritte fitto fitto,
gli occhiali ormai sono d’obbligo per me nel leggerlo
perché anche per me il tempo è passato,
ho maturato la mia coscienza
son forse diventata più cosciente ora
di ciò che è giusto o sbagliato nella scelta?
no, ora mitigo la scelta nel comprendere
che esiste la via di mezzo dettata
dalla saggia presenza di Dio,
e rileggo volentieri quel libro ingiallito
pensando d’esser anch’io ingiallita
ma non per questo lo butto via.
 


Nella metro di grandi città:Vienna estate 2016, Roma primavera 2016
Com’erano tristi quei volti
guardavano ma non guardavano
pigiati gli uni verso gli altri
vicini ma non vicini
ascoltavano le voci ma non ascoltavano
sagome che si muovevano vorticosamente
su e giù per le stanze della metro
dove la luce artificiale fungeva da sole,
io ero lì ed ero triste per loro
vedevo anime spente
dove la solitudine nella moltitudine
era scolpita sui loro corpi non vivi.

 



Fiaba/Poesia
Dov’e’ finito il sole?
Era là, sopra l’orizzonte
maestoso e sfarzoso
come un re sopra cavalli
di fiabesche nuvole.

Ma perché se ne è andato?
Mi ha lasciato a cercarlo
tra le foto della mia mente
scattate sulla spiaggia
quando è deserta e calda
quando i gabbiani volteggiano eleganti
quando il suono del mare è più vivo
quando si respira l’aria salmastra.

Cosa posso fare ora che non c’è?
per scaldarmi
per avere l’oro tra i capelli
per aver un sorriso splendente
per giocar spensierata tra i suoi raggi…

Aspetterò l’alba sotto il mantello della notte
e mi addormenterò con la nenia delle stelle
e la luna sarà fievole lumicino nel buio blu blu,

così lo vedrò di nuovo
nel novello giorno
per incantarmi ancora.
 



nuvola
rimembri tu
nuvola antica
i giorni trascorsi
sulle gote delle valli
al profumo di selvatica menta
e di fragolini cespi
scaldati dal fieno
giaciglio di spericolati
amanti settembrini,

rimembri tu
nuvola antica
il tuono che spacca con fragore
il suono di ancestrale vita
che giace silenzioso e sinuoso
tra le speranzose membra del vento
che da te si veste
impietrito di salino verso
getto del mare verso il cielo
bacio sublime dell’amato all’amata,

si…rimembri…. e ti incendi d’amore…

e il tuo gomitolo bianco
di piume d’angelo
rubato al cesto
della mia amata nonna Assunta
che si ammanta di radioso sole
parla d’amore
e diviene grembo dell’eterno.
 



Ulivo
Ulivo di Dio
pianta spettacolare tu sei
e il tuo profumo è verso di natura,
e nel tuo incavo nodoso
che s’erge annoso ma vitale
nel tuo compleanno centenario
aggrappato al terreo grembo
raccogli i sospiri d’amanti
desiderosi di caldi scambi,
e quando rivolgi
le foglie tue tremanti verso il cielo
sibili mistici
d’incanto nascono
per irradiare il creato.

 



Incandescenti pensieri
I pensieri alle volte
son grevi macigni
spettacolari i colori
se son verginei
e pallidi mattini
se il cancello della mente
aperto fu nella notte
da crear fuga incontrollata
nell’immenso volto del cielo
da divenir polvere lucente,

oggi nel mio luogo
non ho trovato riposo
e ancor trovo
nella mente ragnatela
impigliate bacche rosse
pensieri incandescenti
che illuminano ad arte
ma bruciano se li tocchi.

 


Tristezza lancia di sapienza
Scava me tristezza
come goccia che lenta
ma inesorabile scava la roccia
sei crudità nel cuore
è la tua essenza,
buccia amara
rifletti luce opaca e ringhi,
scava me nella profondità del mio essere
entra e spacca
sconvolgi le ossa del mio interiore
respirami e poi rigettami
sul terreno nudo
e lì
vedrò l’oro del nuovo inizio.

 


Nuvole nebbia di vetta
Grigie
nuvole nebbia
guanti bagnati
di dolci gocce
d’azzurro cielo
lambivano la vetta
di roccia nuda e fredda,
ogni sorriso
ogni grido
ogni sguardo
tra le fitte maglie
prigionieri,
un fato che non svela
copre le macchie
copre le gobbe
copre le spaccature
tutto sembra uno
e l’uno è l’insieme di molti uno,
nuvole nebbia
restate ancora
per incontrare
nel vostro mistero
l’essenza dell’Uno.

(1/8/16 - essere alle 5 Torri – sopra Cortina)

 


Eccomi tra i sassi memoria
Serpeggia il vento
tra piatte pareti
coi profili arsi spinosi seghettati
rombando e fischiando,
ma il silenzio regale
delle cime innevate
sgretola come dita
il rumore eco delle valli,
tra le trincee rimaste sentinelle
in quei luoghi persi nel tempo
il mio respiro si unisce
ai fantasmi macchiati di sangue,
non mi sento sola
giovani cori si rincorrono:
quasi impercettibile il suono
ma è rimasto imprigionato
tra le pietre bucate
e fiori violacei e bianchi,
ora è memoria di dolore
quel luogo
sacra per sempre
rimarrà la sua immagine
agli occhi del mondo.
 


Lento il passo è del tempo
quando suole essere
faticoso tormento,
e la vita come partita a scacchi
che viviamo dal nascere in umani schiavi
nel lento roteare della macina del destino
bimbo del nostro mortale grembo
è lenta ruota di giostrai,
che lentamente lasciano al termine del giorno
di un dì di festa che langue al tramonto
la via che schiava è della terra
che gira lenta nell’infinito cielo
dove lenti nel loro spaziare
tanto non hanno il tempo
che scandisce il passo
gli astri con smorfie buffe
ci guardano.
 


Frutti di stagione
Là, nel cesto abbandonato
sì, lì vicino al vecchio casolare
dalle pietre rosse erose dal sole cocente
imbrigliate dalle mani d’edera
dalle striature verderame
di molte e molte estati,
sì, lì vicino al salice piangente dei poeti
sì, lì del laghetto dai rossi pesci
ci sono i frutti dell’orto
quelli succosi
che al palato lasciano dolci scie
meravigliose storie
da inebriare cuore e mente,
sono mele cariche di passione
e l’uva del desiderio respira a malapena
schiacciata dalla forza dell’anguria
regina del sorriso quando è aperta
a mezzaluna,
e il canto dei grilli fa sognare
ancora per un po’ chi vuol dimenticare
pene del cuore si sa
verso una fine della stagione giuliva
che regala ma poi chiede il conto
un ritorno a tutto tondo nel mondo
nel palpito dell’autunno
pedalando di più per recuperare
il tempo passato a sonnecchiare
tra pagine di verdi rame.
 


Amato del cinquecento
all’amata del duecento
“Rimembro…
il tuo gentil sorriso
la tua voce suadente
lo sguardo tuo ammaliante…
son impronte digitali
impresse nell’alma mia..”

…l’amore vero e intenso
supera le barriere dei tempi.
da..amore tascabile



dove sei?
sei nascosto dal manto della notte
nella luce abbagliante del giorno
sei sempre nascosto
eppure io ti vedo…
il fluire della tua linfa vitale
mi ha rapito l’anima
è come se giorno e notte si fossero fusi
e le stelle e la luna e il sole
fossero lì a regalarci i loro strali magici…
dove sei?

Non ti vedo ma io ti sento….

 


Dedicata a tutti i Lorenzo:
soprattutto al mio caro figlio,
e al poeta…
che apre ogni giorno i palmi delle mani
per accogliere i nostri umili pensieri.
Composta alle 23.23 del 10/08/2016





La notte stellata

Erubescente scheggia di luce
nel tremolo tramonto,
così fugace da sembrar bacio
rubato all’alba
all’amato,
sogghigna la luna
creatura misteriosa
al sole che come cavalla storna
s’appresta
a divenir stella cadente
nel bagliore della sera,
in un ciel che
in un batter di ciglia
sarà nuvola nera notte
illuminato a giorno
per brevi incandescenti momenti
da lagrime stellari
versate dal regale alito
per ricordare
le spoglie mortali del Lorenzo
che portava in petto l’ardore
del Divino amore.



….io nel mio cammino
Eccomi percorrere quella strada
a stordimento è dell’anima
qualche curva
qualche buca
qualche restringimento,
e nella mia gioia
che esplode quando dritta è la via
ecco sempre comparir l’ombra della riflessione,
e allor ti senti in bolla di sapone
sospesa nell’aria,
allor pensi di forgiar il tuo destino
col patimento
col sudore
col giusto vigore,
ma l’inevitabile
come rete sulla preda
e che sempre avanza
come goccia di temporale
nel sereno cielo
ti fa smussare la frenesia
e l’invito a percorrere adagio adagio
il cammino dentro di noi
alla ricerca del senso
della primordiale vestigia divina.

 


Vestiti di luce
Tremolano le virginee verdi stelle
sulle rame di scorza terrea
e si vestono di biancoazzurro
quando s’ergono verso il cielo,

l’alma mia s’infiora di carnee rosse rose
polpa di velluto il loro incarnato,
e tra ridenti macchie di fragoline
si arrende al delicato profumo
abbassando le rosee palpebre per l’estasi,

rinasce il tuo sorriso in una luce abissale
da sembrar pergola di vigna
bagnata di luce astrale,
e nel tuo io rifuggo dal solito girovagare
incidendo l’espressione tua
nella perla del mio essere,

quanto soave è l’incrocio di rami
da sembrar abbracci di calde braccia
ma il vento non si fa afferrare
nemmeno la luce,
rimarranno immagini di ricordo
sì da sembrar eterno luminoso suono.

 


Ricordi nella soffitta della vita
Scricchiola piano piano
la trave del solaio
polvere antica aleggia
si respira balsamo di vissuto,

geme il respiro
ricordi riaffiorano
la luce che filtra è faro
sul baule marrone tarlato,

…i sacri ricordi pulsano
col mio cuore all’unisono…


secche stuoie srotolate
son tempi arsi ormai
ribattezzata è la soffitta
dal rintocco del cu cu risvegliato,

pagine di giornale tra vetri
trasparenze colmate di giorni
sorrido tra le ingiallite foto
gli avi son ormai angeli miei.
 


Langue il giorno
in sul far della sera,
langue la cantilena
di richiami amorosi nel bosco,
langue il sospiro
nel non veder il tuo volto,
langue l’arrivo del messaggio in bottiglia
sospinto da onde lente
verso la spiaggia ormai deserta.
 


Mi chiedo e chiedo…
…cos’è la felicità?
Se dovessi chiedere al vento
cos’è la felicità
mi porterebbe all’orecchio
frasi d’affetto.

Se dovessi chiedere alla pioggia
cos’è la felicità
mi suonerebbe col suo battito cadenzato
dolce melodia della natura.

Se dovessi chiedere al sole
cos’è la felicità
mi abbraccerebbe coi suoi caldi raggi.

Se dovessi chiedere ad un uomo
cos’è la felicità
mi risponderebbe colui che è semplice
e puro di cuore…

…che bisogna accontentarsi del poco
amare intensamente il prossimo
e cercar di sorridere sempre alla vita
che ci è stata data in dono.

….pensieri semplici di una persona semplice.



 
Incontro della Primavera con l’Estate
Nella stanza della Primavera
ho incontrato l’Estate piena
era spendente più del sole
energia pura
sublime
trasformò il mio essere
e irradiata da bellezza e amore
tornai nel mondo
consapevole
che l’amore vero
va vissuto e non trattenuto
come oggetto,
è immenso l’amore vero
spazia nell’essere
lo riempie
lo rende sazio
lo esalta
lo ingrandisce
lo rende libero
lo porta fino al cielo
dove confini non esistono,
se dovessi descriverne i colori
sarebbero oltre quelli dell’arcobaleno
mai visti sulla terra,
conserverò per sempre quell’Estate
dentro di me
non per possessione
ma per amare ancora di più….
dimmi… dimmi…dimmi..
ripetilo all’infinito
ed io ripeterò muta sorridendo.

 


Noia
Perché prende corpo
la parola noia se respiriamo?
il respiro se ascoltato
è un messaggio di vita concentrato
che nel meditarlo
ci apre un universo
tutto da scoprire
e da vivere….

 


Borgo (domenica 17/07/2016)
Scrive
l’ombra sul muro
compone musica
muro fatto di parole imbrigliate,
tempo è passato
respirato dalle maestose vecchie chiome
porte del sentire intenso
il loro corrugato tronco,
ecco il fiume del desiderio
che scorre ancora
circonda la casa dalle basse porte
e dalle alte volte ,
volte e volte di sorrisi
tra nebbie antiche
e rischiarati mattini
su pani di profumata natura,
ridestano gli echi di guerriglia
lo sbattere del vento
sui sassi rossi polverosi
abbracciati da edere e rose,
e il bianco tondo lunare
segna l’ingresso
alla fine della fila di verdi braccia unite,
la speranza qui è segno del continuo fluire
di vita che si intreccia.
 


acqua
setosa essenza che m’avvolgi
quando nelle tue spire
i miei pensieri carnei
un tutt’uno divengono
con te
molle manto
quasi specchio
cristallina esperienza della terra
antica espressione del divino
entro nel tuo subconscio
ma ne esco incredulo
un mondo ancorato
agli dei
sognatrice per eccellenza
tu dolce acqua
amara quando incontri il sale
spandi gioia di vivere
perché tu stessa sei vita
acqua si acqua
desiderio di tutti noi
un desiderio che è nel primordiale vagito
di questo pianeta
acqua si acqua
ci immergiamo consci
d’essere ma ne usciamo diversi
sensazioni che a pelle si fanno sottopelle
acqua mistero nel mistero
volgi il sentiero di concepimento
sull’arida terra denudata dallo squallore
imbuto di tetro fine
acqua risorgi sempre
nel ventre di questa madre terra
tu rinascita continua
nel tuo incessante divenire
essere che confluisce nel proprio essere
acqua
e quanto più…..

 


Rapimento
Rapito nel grembo
del solstizio d’estate
il girasole muove
a passo di sole,
se mi guardi
rapito sarai dai miei occhi
e il tuo sguardo
girerà a cercarmi,
palpita l’alito di vento
nella radura imperlata
da secchio rovesciato
di gocce salate rubate al mare
e rovescia i palmi in cerca di frescura
seguendo la scia veloce,
seguo il contorno del tuo viso
della tua bocca
del tuo sorriso…
…e allora inseguiamo il sogno
che dietro l’angolo per noi è nascosto.

 


Ricetta del senso della vita a modo mio
Perché dovrei ascoltare il vento?
Lui ti direbbe di tacere
ti direbbe di ascoltare le voci di chi ci ha preceduto
son voci che richiamano a cercar di capire
di non arrendersi all’inevitabile.
Perché dovrei ascoltare i colori dell’arcobaleno?
Per ingenuità dovresti proiettare il suoi colori come suoni
armonici nell’anima
ti renderebbe più serene le giornate.
Perché dovrei ascoltare la natura?
Perché è lei la tua culla
amorevolmente accompagna i tuoi passi,
sii riconoscente ascolta i suoi richiami
a trattala con rispetto
accarezzando con lo sguardo i fiori
salutando le montagne al tramonto con riverenza
esprimendo amore nel conservarla al meglio,
tutto è Dio, energia pura, e noi suoi figli
parti energetiche manteniamoci
come al momento della nascita
trasparenti come acqua
e assaporeremo così il nostro vero io.
 


Spaccato di pensiero
Quelle lagrime di pioggia
che scivolavano rigando il vetro,
dietro il vetro
realtà si muoveva colorata
puntinata nello sfondo:
era in balia d’una pioggia fitta fitta
balenata all’improvviso
nel sorriso d’uno spaccato d’estate
condiviso nella mezzaluna
di specchio di lago,
acque chete di solitudini aggrovigliato…
…chissà perché l’acqua calma
gli agitati animi indifesi
davanti al turbinio d’una vita
dalla doppia faccia,
rimuginando codesti pensieri
voltai lo sguardo verso il ritorno
nella perfezione d’una calma acquisita
da quella breve gita
passata bevendo con gli occhi
l’onda fresca dalla tasca aperta
d’una natura serena.
 


Occhi di campagna
Fagiani sulla via
di campagna polverosa
quand’anche polvere rosata
sull’orizzonte ingabbiato
da alte verdi braccia
insabbia l’ultimo scoglio
del serpente giorno,
sul greto del fiume secco
arde vita in cerca d’acqua
e fili ingialliti intrecciano
serbando il ricordo
d’aver intessuto giacigli
caldi e amorosi
di veloci passaggi
che profumano di giovinezza
pescata al largo
nella notte di luna piena.

 


Un tuffo nel passato
Ruotano merlettati ombrellini
bianchi come piume di cigno
che scivola silenzioso maestoso
pescando sguardi persi sulla scia
tra sussurri ingenui e passionali
d’amanti senza tempo,

rintocca l’orologio della torre
soleggiato meriggio è in sorte,

sgretola la romantica immagine
quando il respiro del vento
s’alza con pesanti gocce
e gli occhi miei s’aprono
palpitanti d’intensa poesia
che s’appresta a girare la pagina
sulla quotidiana verità di vita.
“alle volte capita che in un istante
                                                         si vivano cento mille vite in contemporanea
                                                         e le sensazioni spazino così velocemente
                                                         d’essere meravigliosamente incantati,
                                                         questo si chiama pienezza di vita o magia…”


E’  dentro me Ti cerco
Restano imprigionate
nelle finestre delle mie cellule
idilliache risposte di te
sensori d’emozioni
esaltano la forma
la dilatano
restituendo l’immagine
confinata nella mente
nella esplicita forma dell’essere                             A passi di danza
che si riflette sul lago del possibile,                         in punta di piedi
argentati sonagli richiamano                                      ti cerco
basta è la parola che esalta
          la giostra
esplode il senso dell’uno
                                dove alternati
dimostrazione di mine vaganti                                    salivamo in alto
tra sogno e realtà                                                                      respirando celi paradisiaci.

                                                                                                       il tuo volto è fotografia
                                                                                                       imprigionata nel mio
                                                                                                       l’eternità non riuscirà
                                                                                                        a cantare giustizia
     
                                                                                                                                                        GrazieGrazie


 


Casa fantasma
Tante mute finestre
a guardar la strada
che solitaria si snoda
tra fichi e difficili rose,
qualche rondine che torna
sul nido disfatto dal tempo
sotto travi scavate
strumenti di sibilo
d’un compagno vento,
gatti bianchi e neri
che come randagi pensieri
si rincorrono su ciottoloso viottolo
che par segnato da preghiere
e da passi stanchi
di duro lavoro
nei neri campi,
e là c’è sempre un salice
che piange lacrime amare
di genti addossate al suo dorso
quando l’estate è falce impietosa,
ed ora leggo il libro del suo eterno destino:
una casa
un campo
un albero
e fantasmi nell’ombra
a cercar fortuna nell’oltre.

 


A passeggio per Serravalle (TV) di notte
Rapita da bifore e trifore
illuminate nell’istante
da lanterne opache
sbircio nel passato d’altri
in punta di piedi rubo il profumo
delle vite vissute
e imprimo nel mio io
ciò che è stato…
un fulmine di sguardo
che acceca il mio futuro.
 


Rifletto i miei pensieri nell’universo
Azzurri sentieri i nostri pensieri
pensano d’essere spazi aperti
giganti del nostro universo
vengono aperti e si richiudono
come libri e noi li riponiamo
nella libreria della nostra mente.

Sensazioni che si sciolgono nel cuore
quando gli occhi orbitano nei sogni
e il ventre del respiro prende spazio
sentendo l’universale bene che filtra
dal remoto involucro scritto da Dio.

Silente attesa di fiumi di risposte
ragnatela di energia che si allarga
abbracciando il nostro nervo vitale
convergendo l’essere nella spirale
della intermittente vita che si accende
nel buio dell’io nascituro.

Ecco ciò che io penso ora
cancellato dall’istante dopo dello scrivere
non giudico ma guardo con infinita serenità.

 


L’ombre intessuta di luce
Nell’ombre si muovono
nell’ombre giocano
nell’ombre si ospitano
nell’ombre imprigionano i loro esseri
nell’ombre oltre il velo della luce
si amano.
 


Colpa dell’egoismo
Bevete mie orecchie
dal brioso specchio di vita
zampillanti astri
a cascata riversi
intonano per noi
melodioso ritmo,
sorseggiamo piano
giungano i lirici versi
come salvifico balsamo
nelle arsure del cuore
svuotato dall’altrui egoismo.
 


Risveglio
Rivoli di polline stella
serpeggiano sui palmi riversi
di generose foglie,
barche di sogni
le pannose bianche nuvole
sono raggomitolate
al di là dell’azzurra riga
passaggio da stato a stato,
il re della foresta cielo
sprizza energia infuocando la vita,
ed io sistemo il mio essere
sulla riva sicura
attendendo germogliare l’alba
sospirando nell’attesa
del radioso risveglio.
 


Misterioso angolo di mare
Ombre sovrapposte
ricamano una storia nascosta
nell’oscurità rischiarata
da luna selvaggia
tra dune calde d’un sole
che le ha scottate,
e l’acqua che è balsamo
bacia la sabbia rossa
lentamente spumeggiando un po’,
respira il vento nel salato angolo
aperto verso l’infinito finito
dove velieri han lasciato
le loro impronte scricchiolanti
il cui eco sbatte sulle onde
ancora ancora ancora…
 


Perché i saggi son tristi?
Ricordano molto i saggi
vissuti nel tessuto intrecciato d’una vita
fili a tratti con nodi
in altri con strappi rattoppati
sanno, ma alle volte
tacciano
vedendo le capriole
di alcuni senza rete,
tacciono
quando il loro silenzio
sospende una baldoria
che li aggredisce,
tacciono
se li superi affannosamente,
ecco
basta un loro sguardo
un piccolo cenno di bocca
e la vita la leggi in un istante
come andrebbe letta,
ma i giovani si sa hanno sempre
sempre una grande fretta
ma… per andare dove?
dimenticando di fermarsi
a… respirare.
 


Per la mia mente
Corde di sabbia
si muovono nel gioco
di tiro con la fune
quando il vento l’arrotola
e da lontano
puntini colorati coriandolo
nell’arcobaleno dell’estate
son scia di risate piene
che spaccano l’uniformità
d’un cielo terso
d’azzurro carta da zucchero,

ed io, riquadro con le dita
pezzetto di colori in allegria
per portarmi a casa l’immagine
e riguardarmela
nell’infinito cielo della mia mente.



Fiaba n° 10
Un papavero rosso
è lì muto
nel suo silenzioso esilio
nella macchia di gialli arbusti
coro rigoglioso che s’apre alla spiaggia,
è nato per caso
troneggia
ma è solitario
si bea che gli altri lo guardino
lui, il diverso
nel veloce passaggio
ma è solo
bello ma solo
elegante ma solo,
un giorno
di fresca mattina estiva
bagnata da lacrime salate
d’un mare in burrasca
una riccioluta bionda bimba
dal vestitino rosa a campana
lo raccolse e lo pose
al grembo della sua mamma,
la felicità del papavero fu tale
da perdere come lacrime
i suoi vellutati petali
dono si era fatto
per esser d’amor dono,
un regalo del cielo
per sua vita fuori dal coro.

 


Amorevole vento
Nelle fessure del legno
canta il vento
melodioso è il suo verso
profuma di fiori
rubati ai verdi campi,
gentile è il suo palmo
accarezza le gote calde di sole
di mela profumate,
veleggia per l’aria cristallina
di fresca brina profumata,
respira tra tende di bianco lino
stese vela al levar del mattino
paravento eran dell’intreccio tango
di due amanti
addormentati al chiaror d’una complice luna
nella luce blu ombra
palpebra da racchiuder
la rossa bramosa intensità.

 


Nostra sorte
Pianeti giostrano nel ciel
ove a milioni
stelle di luce rigano
là dove il buio è luce nera,
conforto eterno
pace all’alme serene
che partono da codesto nido
ramificato di vita:
è nostra sorte rientrar
là nel guscio etereo
a espiar i fardelli,
e quando rinfrescate
son le membra trasparenti
energia cometa ci trasporta
là dover germogliar vedremo
il nostro spirito di nuovo
per ancora contemplare
per ancora essere
per ancora imparare.

 


Gomitolo di verdi
Verde chiaro e verde scuro
e il verde muschio?
Già, c’erano troppi verdi
il mio occhio spaziava nel divorarli tutti
mi respiravano
li respiravo,
allora prima di andarmene
da quell’immersione nel verde natura
raccolsi i fili di vita
e feci un gomitolo nella mia mente
farò un maglione in inverno, pensai
mi abbraccerà di vitalità
quando la luce obliqua all’orizzonte
morirà velocemente tra rami neri e gelidi,
grazie natura.
 


Balli nella notte
Il grano maturo
rosso bronzo
è lì
per i miei occhi affamati,
festa nell’aria
abbracci e giri
illuminati da lampadine di stelle
nel buio notte
ove brandelli di solitudine
fanno sospirare
tra gaie risate
rigate dalla mano del vento
che scende dalle vette
per accarezzare le vallate
che al suo passaggio
rabbrividiscono di piacere.

 


Lettera aperta all’angelo custode
Caro angelo custode,
la tua presenza essenza
è da tempo assenza,
neanche il raggio di sole che filtra dal finestrino
come sveglia di buon mattino
apre spiraglio di sentirti a me vicino,
come posso riaverti accanto
caldo abbraccio nelle intemperie della vita
gentile occhio che mi controlla dove sbaglio
di saggezza bagaglio,
in alcune occasioni appropriato bavaglio,
correggermi nello sbaglio
era forse per te sì ardua impresa?
spero non sia un addio
per il mio essere difficile alle volte,
rispondimi al più presto
e se vedrò una piuma sul mio cammino
capirò che ritornerai presto da me.
 


Comunicazione non verbale
Transizione è il meriggio
nel grembo del giorno,

pascola il pensier
di chi riposa all’ombra dei palmizi
nelle dune di sabbia rossa
roteata dal vento
filigrana alla luce,

solo il rumore della tua voce
rompe il silenzioso riposo:
è giunta col ricordo
fievole ma è giunta
arrampicandosi nella mia mente
rubando la scena all’estate ridente,
mi hai svegliato
ed ora sorridendo
richiudo gli occhi,

e porgendo lo sguardo al cielo
spazio con un…
…a presto.

 


Ulivi dal cuore antico
Ulivi dispettosi nel vento scuro
nuvole nere si contorcono
nei lineamenti delicati
di sbiadite grigioverdi foglioline
che lagrimano brina mattutina,
gocce di lacrime
che scendono dai miei occhi
volano via
nei corridoi di contorti spettrali legni
che a sentir il loro cuore pulsa da secoli
lento ma continuo nelle loro legnose vene
come nenia di ristoro per l’anima
che ha cuore di starli ad ascoltare.
 


Il mio cuore
Di antica mussola
è stoffa del mio cuore
preziosa e introvabile la sua essenza
come perla d’oceano
incastonata tra verdi alghe ad anfora romana
trattienilo nei tuoi occhi
quando incrociano appassionatamente i miei
perché diventi eco di nostalgia
quando sei lontano dal mio sguardo.
 


L’amore che il tuo sentire esprime
raggiunge il mio cuore
come freccia su bersaglio molto vicino.
 


E’ foglia d’estate
Non racconto della foglia d’autunno
ricorrente
su pagina d’alunno
in silloge di poeta
in libro carico di memoria
nei giorni d’autunno,
ma il mio guardare
va sulla foglia d’estate
verde, carica di speranza
apertura dell’animo alla meraviglia
ogni anno nella pienezza del frutto,
è dono sincero del cuore di madre natura
da respirare.
 


Ho litigato ma non volevo, davvero.
Creste di monti
rosse di tramonti
nel loro dorso
la fatica d’esser mura
fortezza delle gentili vallate
da nuvole di sole irradiate
ove sinuose scie di ruscello
rinfrescano l’erbe
che s’adagiano mollemente
e son carezza nel vento
e l’aria di fiori cento mille
ha profumata tappezzeria,
e così con questa preziosa scena
sosto nel cestino della mia memoria
un poco
in mezzo al tormento dell’animo che m’affligge
perché non vorrei aver mai litigato
ma nell’azzardo d’essere
ho rotto, purtroppo, il vaso di fine porcellana inglese.
a cui tenevo veramente molto,
e ora una lacrima mi riga il volto
è stato veramente per me un brutto brutto giorno.
 


Gente di mercato
Regalano entusiasmo
le anime che incontri a passaggio:
gente di mercato
sorridono tra colorati tendoni
sguardi che compaiono
tra mura antiche e stoffe nove,
si liberano del peso del faticoso vivere
tra l’arie profumate di spezie
dove amori acerbi li vedi ridenti e abbracciati
tra coppie dal passo dell’uno che anticipa l’altro
tra solitarie figurine e grida di bimbi dispettosi e divertiti
festose d’inizio estate
che calda comincia a incorniciare
la città dalle mille facce.
 


Fiaba n. 9
Dichiarazione d’amore del fuoco all’acqua
Risata gentile
è il tuo gorgoglio
nel tuo letto
tra flessuose erbe fresche di campo
e eleganti sassi
che si lasciano da te accarezzare
al tuo passaggio,
e allegro è il tuo canto
quando cadi nelle braccia sicure
d’una pozza antica
culla di saggezza stellare,
non mi vedi neppure
se divampo quando mi sei accanto
nell’arsura dell’estate
tra sterpi secchi
quando cado sulla terra
come angelo senz’ali
con la forza di un fulmine.
Cerco di raggiungerti se da lontano ti scorgo
ma appena ti tocco ti mi annienti
scompaio alla tua vista
annego in te e tu non ti accorgi neppure
non lo sai, ma la mia esistenza vera
comincia in te, nel tuo splendore
capisco che non potremo mai vivere insieme
io fuoco
tu acqua
elementi così diversi
forse l’uno accanto all’altro per un breve attimo:
già…e così il mio cuore rosso e caldo sarà triste per sempre,
ma nel vederti ogni tanto
è tutto quello che posso sperare
ma me lo farò bastare,
caro amore, così diverso
così unico da non poter rinunciare.
 


Bizzarro quadro ricordo
Schegge rosse, blu, gialle si baciano
annodandosi a linee nere
che son lampioni dall’accento un po’ tremulo
quasi è ricordo sfumato
che si accartoccia nel cielo blu
quando alzo lo sguardo,
e subito, aquilone desiderio
si mette a correre su e giù
ribattezzando l’aria col tuo nome.
Esplode una pioggia
che lava la tela ricordo,
ed io giro l’angolo
ove gocce di melodia di Beethoven
profumano di te sulle mie gote
e nell’orizzonte ove tenui pastelli rosati
lasciano tratti su tratti sigillo il prossimo incontro.
 


Dolcezza
Zucchero di miele
sulla bocca spandono le tue parole
e fragole sono i tuoi intensi baci
che rapiscono i miei
cullandomi nella nenia paradisiaca
di un amore che mi fa gemere
sospiri di un piacere immenso.



Amore Oriente
Scia di bianchi petali
paiono bianche lagrime
di geisha dal bianco volto
ove perle nere lo illuminano di bianco candore,
perle di terra lontana ove troneggia grande bianca luna
richiamo nelle notti scure dell’amor avvolto da bianche lenzuola
sospiri e poi sospiri germogliano come bianchi gigli
e neve fitta fitta di petali è favola che imbianca la scena,

e tamburo del boléro di Ravel ritma i passi silenziosi
dell’amore che avanza,
avanza danzando con movenze fatali dalla spuma bianca del mar.

 


L’invidia
L’invidia è una brutta bestia
si camuffa da amica
ma poi ringhia e morde
allora pensa d’essere superiore
pavoneggiandosi
ma chi conosce il cuore
sa che dura poco sulla scena
si riconosce il posticcio
rubare agli altri le altrui idee
è rendersi ridicoli, piccoli d’animo
il mondo aspetta solo
chi dal cuore sa estrarre se stesso
con sincerità d’intenti
senza il dover ansimare per superar a tutti i costi
tanto la vita sa poi distribuire il giusto merito
a chi si dona senza malizia nell’apparire
perché i migliori a tutti i costi fan sempre una brutta fine.
 


I nostri tempi
I giorni d’antica sapienza e virtù
son oggi pagine di nulla,
gabbie ai mortali
son le virtuali stanze del divenire
inventate ad arte
da astute menti
ricche di esasperazione
vuote, caotiche
dove giostre di denari
regalano piaceri a tutte l’ore,
e allor, ormai, la nostra sveglia?
l’introspezione è spenta
che cosa ci rimane dell’alba serena?
ombre di noi vincolate da storte anime vuote
che si divincolano nelle nebbie in cerca del veritiero sole.
 


Tutti a teatro: l’amore va in scena.
Sipari abbassati
raccattano gocce di sudore
e petali pesca
nell’incavo del teatro
conca di snocciolati sentimenti
denudati, messi in luce,…
…ecco la dolce donzella
farsi timida tra le sete del mercato
rubar suole il cor di giovinetto
che lacci di sguardi lancia
tra pentole di terracotta
e stuoie arcobaleno,
spezie a ristorar
nel suono di scalpiccio
passi lenti e incrociati
bagnati d’astro lucente
in un’estate egizia…

applausi si rincorrono
tra sorrisi, germogliano gli inchini
e la storia raccontata
sipario dopo sipario
diviene leggenda..

 


Il temporale nella natura
Rugge il temporale
tra gocciole cristallo sale
reo d’averle al mare rubate
rotolando la sua ombra sulle onde alate.

E’ la notte delle nuvole
che sparge d’universo sapienza
sulle verdi colline baciate dal sole
sulle pianure cariche di semenza.

La natura è ammaliata
dalla sua forza travolgente
nel turbinio abbracciata e rovesciata
lasciandola piena e stordita amorevolmente.
 


Casa del passato che riporto alla luce
d’una nuova vita.
Su quel muro
ricordo di casa
gialli fiabeschi scarabocchi
ridono con le crepe verdognole
che imprigionano la dama:
lei, edera ottocentesca
abbracciata alla bianca rosa
che si dirama cercando il respiro
nei nuovi tempi
nei nuovi cieli,
spacco il velo ragnatela del passato
e la luce nova si strofina
ridestando a rosee albe
il giaciglio che fu nido
negli anni lontani
del lento cammino.

 


Quel viaggio…
Dal finestrino di quel treno
ho intravisto l’arcobaleno
recava l’intensità poetica di quel viaggio,
la risposta alle mille domande
che furono grovigli di pensieri per anni,
affollate sensazioni mescolate ai colori
dell’altrui conoscenza:
era sensazionale quel dì l’arcobaleno
nella mia vita per un breve tempo
era come se il cielo mi avesse aperto uno spiraglio,
intravidi in un lampo il mio futuro
che recava boccioli di profumate rose.
 


L’orchestra dell’estate
Quell’orchestra suona
in fondo là
dove finisce il giorno
costellato di zefiri sereni
una blanda armonia di suoni,
e sussurra ai poeti melanconici
versi da versare
come vino fragolino su bicchieri
in menti assetate
che aspettano liete
d’esser di profondi pensieri colmate.

Rapisce l’ingenuo sguardo di fanciulla
un sole tinto di ruggine,
e raggi come schegge di rovente lava
la chioma folta baciano
tra le mani del vento sinistro sciolta
dalla mano di fata intrigante.

Nacchere di conchiglia ritmano
il passo scalzo e cadenzato
riempito da polvere di stelle e sabbia
sulla pagina di spiaggia
scritta da umane esistenze
che racchiudono buio e luce.

E ancora, quando la volta del cielo
scuote gli animi sensibili
col giro girotondo di brillanti astri lontani
quell’orchestra suole sonare
il suo ritornello sempre uguale
per ingannare le serate calde e ubriache
della palpitante estate.

Ed io, rimango a guardare
nel mentre il mio sognare
rumoreggia col mare
intonando una melodica canzoncina
che sembra dar vita ad una carrozza
di fine porcellana cinese
esposta sul ripiano d’una polverosa vetrina
d’un fatiscente centro balneare.
 

Passione          /       Passione

Quello spazio /         Ancora

parlava          /           ancora 

il rosso campo/       ripeteva:

sussurrava   /   dolce    miele

parole d’eros /   il  tuo bacio

e il vento /  vorrei  in eterno,

arrossiva/ bere le tue parole

vagando/dal calice sguardo,

in un ciel / cullarmi   

cavalcato / tra le tue braccia

da onde azzurre / ali di gabbiano,

gocce cristallo /e sì volerei

unite /negli spazi infiniti

le une alle altre / arrossendo,

danzavano /e nei mulinelli d’aria

tra petali di ciliegio /girerei con te, 

profumavano /perderei i sensi

di sogno l’aria /e caduta nell’estasi

dipinta /disegnerei

dal suono di voci gaie /l’intreccio

d’amanti spensierati./nei palmi del cuore.  

 


La Poesia
Poetar è calore
fiammella di noi
energia armoniosa
parole si fondono col nostro essere
magia si sprigiona,
e la metallica parola diviene viva, sentita
e non semplice messaggio conformato
da manuale scientifico,
rompicapo dove le parole
non trasmettono nulla,
il vuoto.
 


Rosa di ricordo
Candele accese di solitudini
tra marmi freddi
vortici di luce
fiammelle che delicatamente
tremolano.

Scivola lentamente la goccia
sulla pelle della rosa bianca
leggermente rosata,
e baciando pian piano
imprigiona la luce
e arcobaleno disegna il suo desio
tra piume di petalo.

Riscalda il cuore la gentile presenza
sulla nuda sorte
rimembranza pallida di sentimento
che fu fiamma di vita.

 


Credenze son blocchi di cemento per l’anima.
Dentro me si fa strada
come chiodo che incrina un cristallo
tempio della mia anima
un fiume impetuoso,
è cruda smorfia del destino
e il suo corso brucia in me le illusioni
che divengono tremuli scricchi
riecheggiando nelle valli della mia vita randagia;
è un pallone ricolmo d’aria
son credenze insinuate nel mio essere
dalla notte dei tempi
dal mio vissuto intessuto di no
che affiorano quando l’arsura
del sentimento solca il cuore.
Questa filastrocca già la conosco
allor mi rifugio nello sguardo esterno
lascio passare l’acque tormentose
e quiete radica nuovamente
spingendomi a riprendere il volo
verso il respiro del nuovo vecchio cielo.

 


Devo dire…
Ti amo
per la tua forza nel vivere
per i tuoi sguardi su di me
per le tue certezze
per i tuoi rimproveri
per le tue bellezze.
Mi dispiace
alle volte di eccedere con le parole
d’essere pungente
d’essere possessiva
d’essere ciò che non vorresti vedere di me.
Ti prego, perdonami
se non sono come tu mi vorresti che fossi
se adoro essere me stessa.
Grazie
perché capisci i miei limiti
e mi fai capire che mi adori per come io sono.
 


Quel che dice la mia anima….
Le emozioni devono sgorgare
come fluida acqua da una sorgente.

Alla luce degli altri sono semplici gocce
ma racchiudono la preziosità della fonte
sono parte della fonte stessa
la fonte è preziosa
qualunque fonte è preziosa
perché racchiude la vita.
 


Caccia al tesoro
Se riuscirai a trovar la chiave del mio cuore
castello costruito dentro un altro castello
e se aprir saprai la porta della segreta stanza
un mondo d’amorosa magia scoprirai.
Allor, libri i giorni scritti fitto fitto
s’alzeranno liberi in volo
come leggere farfalle d’ali di carta
nel cielo limpido di sogno,
col tuo amore
imperlati da gocciole calde di nuvola
a pioggia il nero inchiostro ricadrà sulla terra
e bianchi immacolati ricominceranno a cercare
colorati e sereni arcobaleni da disegnare.

 


Intrecci
Dondola la spiga dorata
profumo di pane inebria la stanza
e sentendomi dal tuo respiro sfiorata
trascinata sono in una passionale danza,

Il tuo destino col mio è ormai intrecciato
passo dopo passo il mio cuore hai incantato
e ceste di frutta profumata di sole
adornano la nostra casa coi muri di sale,

Il mio sguardo ora adora l’orizzonte del mare
dove linee curve di vela bianca fan da corona
e bacio di piuma sulla mia pelle lasci con un sorriso
quando raggi di sole son caldi abbracci.

 


Il Violino complice
Violino
suona
sul ciglio del roccioso cuore
dove le carezzevoli onde di gentilezza
ricevono schiaffi d’indifferenza,

suona la tua straziante melodia
sì d’esser nell’animo breccia
allor scarabocchi impertinenti s’insinueranno
e
rametti d’emozioni germoglieranno
e
boccioli di timide passioni si formeranno
e
spine di solitudine s’addolciranno,
violino
suona
sì d’aprir palazzo a entusiasmanti danze
e girasoli gireranno la loro corolla
preziosi di sì profumata armonia.

 


Lì c’è quello che non c’è
Tele d’argento appaiono
sui bordi spaccati,
lastre di trave sollevate
su balconi polverosi
odorosi d’abito consumato
e
un foulard di seta
con nodo stretto
ha l’albero allungato
in cerca di respiro
attorcigliato d’edera,
e
riquadri silenziosi
guardano sconsolati
l’attraversare d’altrui voce
dove merletti in ferro
sposano cinquant’anni di giro di luna
i ballatoi d’aspetto incerto
un po’ ondulato,
e
ti giri a guardare quella casa
dal fascino che si allunga come mano
cercando d’afferrare
un lembo di vitalità:
è la casa del passato
d’un cerchio di vite
ora uscito dal cerchio della vita.

 


Rammenta cara Laura…
le gocce che ad una ad una cadendo
baciano le margherite novelle
e l’erbe fresche
figlie d’una primavera bambina,
e il melodioso canto d’uccelli
tra fronde aggraziate di docile manto,
e il rumoreggiante brontolio d’un ruscello d’acque limpide
macchiate qua e là da fiori di pesco,
e il vento che sibila tra pale tarlate silenziose di mulino abbandonato,
e spighe dorate circondate da rossi papaveri
che a mille
ridestano di passione il brullo campo,
ecco poesia che si svela al tuo spirito
comunicala in poesia
e sì armonia pian piano intonerà per te
la giusta melodia
per vivere la vita col passo più lieve.
15/05/2016
 


L’orologio è fermo
al cospetto del tempo eterno
e il tempo eterno si fa piccolo
per non deluderci.


 


Dentro noi …cosa c’è
Il mio cuore arpeggia
.....
vocalizzi si spandono
….
errori son orrori?
….
nessun ceda
….
e la chiamarono nelle spumose onde
dove il suono di stelle in frantumi
riecheggia divincolandosi esplodendo
coi zampilli di gocce goccioline gocciolone
e la cercarono con la zattera della sopravvivenza
nel percorso d’ogni giorno
e la tennero tra le mani come fiore profumato
…è la vita,


voglio sorridermi
per avanzare più forte.

 


Melodia d’estate
Quella tela blu cobalto profondo
bucata è da spicciolata luce
e riempie la volta del mio sguardo
rivolto verso l’alto,

è ombrello in questa serata d’estate piena
dove il canto brillo dei grilli
garbatamente intona
una nenia lenta e sonnolenta,

sbriciolo rivoli di stupore
che m’inebriano il cuore
e con le dita intrecciate ad altre dita
bacio il sapore della notte
con infinita gratitudine
che si sprigiona per l’aria fine fine.
 


Sole
Fasci di luce
spaziano
illuminando,
è nuvola di chiarità
acceca il pensiero
aleggia sinuosa energia
son spire irreali
entrano nel nostro spirito
rinnovando...
è pura armonia…
e senti tintinnare i campanelli
di risveglio.
 


Germoglio fatto di lacrime
Gradini imperlati di lacrime
sbandano come fossero di gomma
nella nebbia rosata
sabbia negli occhi
trasparenza di realtà
svuotate le tasche del cuore
rimane da riempire i viottoli arsi
con le lacrime….
un carillon suona una nenia
continua continua
ripete per far comprendere
….
….germogli nasceranno
ma quando?
intanto il gabbiano solitario
recupera con le ali spiegate
la nebbia e col becco richiama
forse…. all’orizzonte splende ancora un po’ di luce antica…
si avvia il gabbiano
e un piccolo germoglio spunta.
 


II – Continua il mio viaggio a Roma…
Rapita dall’intreccio di destini
binari a senso unico
con in viso la paura dell’altro
raggiunsi Roma Termini…

ecco il mio destino mescolarsi
nel calderone acceso rosso fuoco
sorridevo correvo evitavo
ma… la vita qui… è un inferno a cielo aperto?
la mente agitata
il cuore agitato
la mia anima rapita….

sognavo una Roma diversa
dipinta anni ’70
ma se pur nel caotico
zingaresco elegante nastro di vita
intravedevo la cupola
messaggio di raccoglimento…
cominciavo forse
a vedere l’ombra della vera luce
in quella città d’eterno fascino?
 


Rosa Rossa di maggio
Quella rosa rossa
di pesante velluto
palcoscenico antico
d’attori veri
non vuole rumore attorno a sé
non vuole nessun attimo di gemito
che sciupi il suo incarnato sì morbido
da racchiuder ombre imperlate
non vuole che la saggezza
l’arte d’apparir misteriosa
si sparga tra le nuvole
assieme ai messaggi in bottiglia
gocce d’acqua di mare…
…e il suo profumo
essenza di beltà
accarezzare vuole l’eterno
e l’eterno l’accarezza con il vento.
 


Poesi/Fiaba 8: Petalo ingenuo
Goccia sul tavolino
par bolla rubino
un petalo di geranio
caduto dal ballatoio del granaio
è finito suo prigioniero
dondolando fiero
sorprendentemente
e mollemente
dove gabbia liscia
è culla fascia
e così si bea del gioco
pensando che non duri poco
ma la bellezza
unita alla freschezza
si sa è di breve durata
allor a bolla esplosa petalo è in frittata.

Per ridere un poco…
 


In viaggio per Roma da Pordenone –
Ia puntata

Righe veloci
s’alternavano
verdi
azzurre
nere
sul finestrino
occhio che guardava
il tratto di strada,
e paffute speranze
s’alternavano
tra un rigo e l’altro
della mia mente
inciampate qua e là
da antichi timori non veritieri:
ero in viaggio
verso una Roma
a lungo sognata
nel rumore cadenzato
quasi a ninnananna
su un treno di vita
con un lungo binario.




Piombi s’incuneano
Ginestra in fiore
spazia nell’aria
ruota il sole,
sorride il poeta
gaio ha il cuore
nella sua vita curva
dove piombi di nuvole
alle volte passano
spaccando la lastra sottile
di celeste avvenire.
 


Fasce di girasoli
fasciano l’orizzonte di luce
e il crepuscolo così fasciato
fascia di fascino il ritaglio di sguardo.
 


Grazie
Cristallina luce si frantuma
lievemente scorre
sulle corolle armoniose
palpiti di radiosità
traspirano
brividi di trasparente bellezza
scivolano
apro i palmi del mio sentire
abbozzo con le labbra un grazie
che pieno si dilata nel mio spirito.

 


Amore luna sole
Pallida guancia lunare
che sorridi barcollando
nel buio fitto della notte,
nel silenzioso rumoroso universo
sperando di trovar conforto
dalle sorelle stelle
adagiate ad una ad una
nella rete del vuoto pieno,
dove luce buio rimbalzano
tra un pianeta e l’altro ,
pallido sguardo solitario
d’una luna in cerca di compagnia
regina delle tele nere
d’un re sole delle tele bianche,
un amore il loro
distante metà d’un giorno
un rincorrersi perenne
stuzzicato da qualche occhiolino di passaggio
al tramonto e all’alba
pochi ma magici istanti.

 


Un libro vivo
La pelle di quel papavero rosso
respirava a fatica
tra le pagine di libro
dall’espressione antica:
profumate alla lavanda
garbata presenza tra le lenzuola,
cerchiate da sonnacchiosi
fiori di camomilla,
spruzzate qua e là
da violacee medaglie
di viole sbarazzine di marzo,
distrutte ai margini
da foglie di pungitopo
ricordo di pacchi dono,

scalini e poi ancora scalini
di petali a rubar la scena finale…
boccioli di rose rubati alle ridenti estati,
impossibile rileggere ora quel libro d’un tempo
ogni pagina oggi è un ricordo
ogni pagina oggi è un mondo d’emozioni
ogni pagina oggi è vissuta nel piacere d’essere
quel libro è diventato ciò che sono io…
ora e solo ora è vivo.
 

Richiamami
Nella nebbia il tuo profumo
che si espande dentro me
e mi sogno il tuo bel viso
e lo guardo dentro me…

richiamami…
richiamami se puoi…,
richiamami…
richiamami nel tuo giardino

il tuo silenzio è un muro di cemento
anche se il soffio del vento
mi porta nel cerchio del tuo sé
allora si risveglia il tormento per te
che sveglio mi tiene dentro

ascoltami un momento
un solo attimo
un solo…attimo…

sarà un’eterno attimo in te…

richiamami…
richiamami se puoi…,
richiamami…
richiamami nel tuo giardino

ho una rosa tra le dita
un pensiero mio per te
vuoi aprirmi il tuo cuore?
ti riscalderò d’amore…

ascoltami un momento
un solo attimo
un solo…attimo…

sarà un’eterno attimo in te…

richiamami…
richiamami se puoi…,
richiamami…
richiamami nel tuo giardino

nel gioco che tu fai
di non ascoltarmi mai
finirà prima o poi
e il gelo calerà su di noi…

ascoltami un momento
un solo attimo
un solo…attimo…

sarà un’eterno attimo in te…

richiamami…
richiamami se puoi…,
richiamami…
richiamami nel tuo giardino

ti prego…amore mio…aprimi.

 

romA
romA aspettami…
sto arrivando col treno
sto arrivando col pieno del mio io
sto arrivando portando il giusto bagaglio
sto arrivando per saziarmi l’anima.

(ore 16:00 – Roma 2 maggio 2016- presentazione del mio “libretto di pensieri” che ha per titolo…. in una trasmissione televisiva).
 

Gita di cuori
Ecco, corri corri…
in fretta percorriamo
sì, quel tratto
laggiù ove il fiume
nel suo gomito scompare
e poi dietro il canneto riappare,
ora puoi veder striscia gialla limone di fiori
baciar il blu cobalto del cielo ingrossato
dove pois di nuvole bianche
sorprendono con simpatico solletico
le nodose fronde di verde fresco piumaggio,
piume di fragili gentili esseri
scorrono lievi su liane d’acqua
mordicchiate da mulinelli,
dammi un piccolo bacio
sfiorami le labbra sul traballante ponte di legno,
e quadrifoglio trovo sotto il salice che mollemente
s’adagia sul vivace scorrere
sarà quadro di fortuna
da appendere alla parete sogno della nostra vita.
 

 La marcia del tempo
Tempo che sfuggi al mio essere
più ti guardo e più tu ti nascondi
così sembri schivo, eppure sei coraggioso
quando il tuo passo lo sentiamo incalzante
su la nostra via; se ci fermiamo il tuo sorpasso
diventa frenetico quasi da chi vuol vincere
a ogni costo e allora ci sproni ad inseguirti…,
caro tempo vorrei darti un nome
renderti umano per dialogar un po’ con te
rubar così vorrei minuti
preziosi tuoi figli
tenerli come scorta
nei momenti che son di gloria
per farli durar per esser d’eterna visione,
caro tempo..quando sarà per me giunta l’ultima corsa
allo scoccar del campanello
tirerò un sospiro di sollievo
perché dove andrò
tu non varcherai con me la fatidica soglia.
 

Virgola tra un discorso e l’altro.
Hai sigillato le mie labbra
col silenzio del tuo penetrante sguardo
screpolate da un’arsura di deserto
sepolcro d’edere,

portasti il naturale verso del sapiente vivere
nelle bigie nebbie
dove argilla era plastica
e forme di terra sembravano umane figure,

il lento fluire delle similitudini
ornavano ormai i nostri discorsi
dentro il canale dei suoni
richiamo gioioso della rete di fili di natura.
 

Al mio maestro
Maestro d’arte
M’inchino
Riverenza fiorita al tuo cospetto
Perle di saggezza dalla tua bocca
Sentieri apri d’incoraggiamento
Fuoco d’energia dirigi in diverse direzioni
Pioggia d’opinioni
Versi di sensazioni potenti
La balena di Pinocchio è tua allieva
Estasiata rimango alla ricerca di me stessa
Piccola piccola sono ma….
forse forse grande grande sono
se riesco a riconoscere ove c’è saggezza.

Da stranezze…
 

Gentile incontro col passato
Nel valzer di Chopin…
polline dorato di desideri
si spande per l’aria
e il naso del gatto si strofina
cambiando posizione sonnolenta
in un meriggio di groviglio solare
da note nere e bianche scompigliato
che rimbalzano lente
in un solaio d’arte nascosta
ove spostando solitudini d’oggetti
polvere s’alza
e nell’alone di pallide trasparenze
zeppi cestini pensieri
zollette di zucchero indurite
zuppiera di sospiri
zanzariere di solitudini
zitti…zitti
il cuore ora ci parlerà di vite lontane
tra bagliori di lanterne
allungarsi malinconicamente
alla ricerca di luoghi nascosti e appassionati…
briciole son ora quei versi d’amore
nel pentagramma ingiallito dal vissuto stordimento.

 

L’immortale
Ecco tu
fuoco che sei
nel tuo seno vita esplode a mille
pallottole effervescenti
incandescenti stelle
si riversa come cascata
sulla spiaggia del divenire
tempo elastico
si snoda nel turbine dell’essere,
è come musica di Chopin
estasiati ci percorriamo
e immortale sembra la nostra creatività
fiori a ceste
nell’intrecciarsi dei nostri cuori.
 

Persone?
Pioggia di solitudini
tra le persone
sento
cuori soli isolati esauriti
piangono quei cuori
non riescono a vedere,
perché il velo non viene tolto?
è il velo dell’inganno che molti formano
su sé stessi,
hanno paura
paura d’essere
e li porta ad essere anime di marmo,
sulla terra la missione
che ognuno di noi ha
alle volte non la si vuole,
basterebbe un respiro profondo
un respiro di luce
e il velo si frantumerebbe nel vento
e la gioia del sentire veramente esploderebbe
e un grande nuovo sole
nell’universo diverrebbe
ad illuminare di consapevolezza
la crescita del tutto.
 

Strano ma vero
Ecco a voi
la pagina bianca…
speravate fosse una mia poesia
no! non lo è, ma….., di cosa allora si tratta?
…è un ricordo lontano lontano
rubato alla nebbia del tempo
spruzzato di umore sereno
acceso di rosso fuoco
specchiato su acqua di lago,
è un relitto profumato d’eterno
ingentilito di sogni sognati
tra grappoli di pensieri inventati
ha cavalcato il cavallo vita
dimenticando d’esser vivo,
ma allora cos’è….
è ciò che di più bello fa parte di te.
 

Il sì alla vita
Ho visto un sole luminoso
espandersi nell’infinito divino
e il divino farsi piccolo come un sole:
è entrato quel sole in me
nel mio cuore
è esploso l’immenso amore
e tutto intorno a me brilla di luce
luce che sazia
luce che armonizza
luce che è voragine
parla questa luce
in una lingua antica
conoscenza dell’intelletto
che entra nella subcoscienza
sperimentando l’essere potente
di infinito essere
che si esprime in un sì senza confini
e senza riserve
un sì alla vita.
 

Il mare è musica
Gestualità fluide come onde
ritmano la musica
a onde alterne si muove
scivola nel mare
attirata dal canto dei delfini,

fluida entro
danzo nel ventre degli abissi
energia di gioia
sprigiona il mio essere
immerso nel liscio liquido
spartito vivente.
 

Mi guardo
Sdraiata sul bordo d’un fiume
assaporo il suo scorrere
onde lievi a tratti incerte
rifletto un poco
chi sono?
cosa voglio?
il tratto di strada da me percorso
cosa mi ha insegnato?
sbagli e successi
tutti nello stesso paniere,
alzo gli occhi al cielo
il velo d’un azzurro cristallino
e le dita calde e lucenti d’un sole maestro
mi perdo tra i carezzevoli capelli
d’un maestoso salice
dalla chioma verde chiaro…
…ora mi è tutto più chiaro
sogniamo tutta la vita
ad occhi chiusi
e quando per brevi momenti li riapriamo
vediamo la vera bellezza
profumata di sapienza antica e divina.
 

Libero prigioniero
La mano di ramo
ancora bagnata
da una sottile rugiada
racchiude come un cuore
il merlo nero:
nel suo incavo è un libero prigioniero.


Ho raccolto il tuo eco
Brusio sommesso
son voci d’eco
bisbigli di poco
suadenti se baciano lievi le gote
vanno a zonzo
nelle linee d’onda
di arrugginite canzonette,
bagnandosi nelle pale del mare
truccandosi di bianco con la salsedine
e brucando tra l’erbette fresche
cercando riparo tra i sassi,
e nelle pergole fiorite
son ridenti cristalli di sogni,

ecco avvicinarsi il tuo eco
lo respiro piano e senza far rumore
adagio il palmo sul mio cuore
batterà all’unisono
e musica divamperà.
30.03.2016


Diversi che si cercano per divenire unici.
Ho gettato pugni di fuoco vivo
sulla cenere di vento
scivola il sogno sospeso
dentro il marsupio del vento

 amami incondizionatamente,

bende di cielo sulle mie nocche
stelle gelo fanno da paravento
paiono farfalle impazzite
nuvole sul finire del giorno nel suo paravento

vortice di essere dentro l’essere emotivamente,

vecchie ragnatele si strappano
se uso il tormento
indietreggia il sole
avanza la sera col suo solito tormento.

gigante l’eco del nostro amore nell’eterna mente,

 fuocostelleragnategrasslegamesognofarfallesolegameamoresseremente
(legami diversi di versi ma densi da perdere i sensi…).
Da poesie che cercano più risposte…..
 

N. 7 Fiaba/Poesia: Un coniglio, un pappagallo e un gatto…
insieme in uno strano affare.

Gran trambusto
nell’erba liscia come seta
al di là del fossato
dove un ruscello dall’acque fresche
bagna a piccoli morsi
papaveri rossi
baciati dal sole,
un grosso coniglio color nocciola
se ne sta quieto
coi baffi lunghi lunghi e bianchi
a sonnecchiar
quando un balzo come temporale
d’un gatto nero
investe il coniglio
e... zum zum
un rotolo di peli giù dalla collinetta
nero e nocciola
il tutto da sembrar zuffa,
ma un colpo di becco li ferma
è il pappagallo di bianco piumaggio,
-“olà …sì…dico a voi…”
-“fermi qua”-,
e i due incuriositi e spaventati
arretrano di alcune zampate
sull’attenti e guardinghi se ne stanno,
-“che gioco fate?”-
-“o è una danza tribale?”-
nessuno dei due risponde
e con ali spiegate
ancora il pennuto suole domandare
-“allora, allora…”-
- “voglio anch’io giocare…,
cosa state facendo?”
innervositi dal tanto insistente domandare
su un loro privato affare
si guardano un poco
e poi con cenno d’accordo
insieme spingono l’impiccione
pappagallo bianco
nel fresco ruscelletto,
e soddisfatti del fatto
uno a destra e l’altro a sinistra
se ne vanno con un gran balzo
lasciando incredulo
il povero e ingenuo malcapitato.
 

Ecco cara nonna…
quel profumo di biscotti
sazia l’anima afflitta,
è un profumo
che sorge nei palmi caldi
di un’amorevole nonna,
è suonato il campanello
del suo portone
migliaia e migliaia di volte….
ormai il suono si è disperso nel vento
tacciono le radio del 1976
escono di scena i fuochi d’artificio
sbirciati da un cassetto di memorie
si asciuga l’aria
col sole che stampa giallo
incorniciato su parete dimenticata,
ho rinchiuso quel profumo
nel cassettone che sa di lavanda
colta tra gocciole di vita all’alba
la sua lavanda…
ecco cara nonna…
sussurra il vento del ricordo
baciato da lacrime di gratitudine.
 

Foglia d’autunno in primavera
Si srotolano i tappeti dei pensieri a primavera
sui prati di piccinine margherite
rigate da fasce di fresche onde verdi di prato
ove giocano sogni di soffioni
nelle lingue lucenti del giorno,
qualche pagina ormai sgretolata
dall’autunno scritta in fretta
è rimasta ormai sola all’ombra
a rimuginare grondante tristezza di poeta:
è foglia di platano
cullata dal tepore dolce
una fine la sua come diva
profumata tra stelle di fiori.
 

Ricerca
nei giorni bivio della nostra esistenza
fiumi d’inconsistenti pensieri
sperano di raggiungere il mare della consapevolezza,
interiorità nascosta
cuore del nostro io
per divenire essere incarnato
plasma a sostegno del nostro calvario:
luce lumino
per condurci nel cammino
verso il faro della verità.

(pensiero delle ore10.08 del 26/03/2016)


Una poesia un po’ magica:primo tempo.
Strali di candida luce
gattonano incerti
levati dal seno
del nuovo scorrere
tra occhi novelli
gemme ordinate
che spaccano gli steli
esili e solitari
nella voragine del tempo.
 

n.6 fiaba/poesia
Il bruco mela
Zig zag il bruco bruco
fece nella mela rossa rossa
come la guancia di bimbi in corsa,
una mela caduta dal ramo
pronta a d’esser accolta
nel cesto del buon Martino,
che ogni mattino
la passeggiata al fresco fa
tra filari di vigna
alberi di meli, peri e ciliegi,
sognando ad occhi aperti un poco
fischiettando col fare di chi vuol burlare,
ma senza offendere …per carità,
ma quel giorno, sul finire dell’estate
quella mela così rossa e succulenta
divenne il pasto del bruco bruco,
che affamato di bontà
fece festa così una domenica intera …
tanto tanto d’esser poi sazio e ciondolante
riverso all’esterno sulla buccia liscia liscia..
e ops…finì sul terreno …e la sua vita?…
il giorno dopo riaprì gli occhi..
il vestito molle non c’era più
ma splendide ali dipinte di cielo
era lì a vestirlo di velo,
farfalla farfalla era il suo nome ormai
volò via così, felice d’essere
diventato grande
ignaro dell’inevitabile fato.
…per sorridere un pò
 

Dimensione di luce
Nel raggio di sole
pulviscolo dorato
nastri armoniosi
luce soave di pace
dimensione viva
energia di purezza,

il silenzio è sguardo
mi lascio andare
accetto di osservare
levarsi disarmonia
evadere e dissolversi
nell’aria del rinnovo.
 

Il nostro amor indietro è rimasto, s’è fermato, ora lo riguardo…
Bevvi il tuo sorriso
ubriaca di sogni divenni
sospirai tra bruchi di progetti
ma un giorno farfalle divennero
e respirato il volo si dispersero
come petali fragili
nelle mani incerte del destino
e così, come lunga nota stonata
divenne il nostro amore…
…..e allora non mi resta che dirti…..…....………..…..…….fine .
 

Voglio sognar….
Ho preso dal sacco del sonno
una chiave
è quella per aprir
i desideri del cuore
li voglio far volare tutti
saltare sulle nuvole
fargli fare il girotondo
intorno alla luna nova
gettarli nel mare
inchiostro per disegnar
splendidi pensieri
tra occhi di luce
rapiti dalle onde,
voglio sognare ad occhi aperti
voglio essere la bambina
d’un tempo
spensierata e giocosa
mi manca la tenerezza dei miei cari
le risate con i compagni
i pianti d’innamorata a senso unico
mi manca ogni passo di strada
della mia vecchia casa
mi manca il tempo perduto
ora lacrime mi rigano il volto
sono tornata là ma non sono più
quella di ieri
ho vissuto lasciando perdermi
alle volte in pagine bianche
no…ho tessuto un abito
il mio abito
me lo guardo e piango di felicità
sono contenta d’esser così come sono diventata
con la speranza di migliorarmi ogni giorno
che mi resta ancora da vivere….
lasciatemi sognare….
tu o mio io permettimi di farlo sempre…

…ho chiuso poesia sull’ultima nota di del Notturno di Chopin.
 

Il re del sogno
Amo di te
la forza del sogno
sorprenderti ogni giorno
che mi sorprende nell’illusione
d’una eterna freschezza
di visione del tutto.


Poesia scritta al volo
Ho preso il tram al volo
passava veloce quel tram rosso pepe,
era attaccato ad un filo
ed io per un filo di tempo
ho rischiato di perdere il volo,
non sapevo nella confusione del momento
cosa stessi effettivamente facendo,
perché nell’attimo dell’avanzata
mi si prospettava una brusca frenata,
ma ecco subentrare nella scena strana
una grassa grassa risata
emessa a gran voce da un passante
che fermo sul mio agire stette
nell’attimo fuggente calcolato
ad arte per me
dal misterioso fato
nel vicolo stretto
della mia città vita.


Il continuo fluire
Cascata di carezze d’acqua
zampilla armoniosa
il gentil tocco eco diviene
sui sassi pezzati di morbido muschio,
rimbalza il mio pensiero
sul fluire senza sosta
d’una immagine,

emerge il sogno dal tutto
si estrae, prende forma
compone una musica dolce
ritma il salto dell’acqua,
nulla distrae il mio rimuginare
continuo nel definire il mentre,
tralasciando di sospendere,
aspetta l’ombra della notte
l’incessante respiro vitreo
per abbandonarsi a un’illusione di pace,
aspetto l’ombra della notte
che dia riposo al mio essere
per aver leggerezza di piuma
al mio respiro.


Gesù
Piegato il capo
le gocce di sangue scorrono
col sudore sulle gote
sulla bocca arsa dal sole…

non son degno mio Signore di
parlare del tuo sacro dolore
il mio cuor non è
colomba bianca


si parlava di te
si parla di te
si parlerà di te

l’acqua delle nuvole
conserva il tuo sudore
la terra nelle sue pieghe
conserva il tuo sangue
l’aria conserva
il tuo profumo di giustizia

….silenzio….

non capisce il mio essere
ma muto si prostra al tuo sì.

 

n. 5 fiaba/poesia :Il Fiocco di neve
Un fiocco di neve
dal tono acerbo
fuori dal coro di voci bianche
uscì
per posarsi
sul naso a ciliegia
del “mestri Giovannin” (mio nonno),
aspettava a sciogliersi
annotava le meraviglie
attorno a lui confondersi
coi fiocchi ghiaccioli
sminuzzati,
la sua era una sfida
lanciata al caldo sapiente
aquilino naso
su cui era finito in grembo
scomodo ma importante,
rapiva velocemente
con ingordigia
le immagini spalmate
di bianco candido
ma…sfinito d’essere
alla fine si sciolse…
divenendo lacrima luminosa
perché un timido raggio di sole
lo raggiunse vestendolo di luce.
 

L’albero nero
Piegato coi rami protesi
quasi ad ancora
verso una nuda roccia porosa
roccia carsica
battuta da impetuosi venti
è l’albero nero,
quasi sradicato
dal suo destino di guardiano
sul bordo della rupe
che cade rovinosa verso l’onde salmastre
sembra chiedere pace,
la sua corteccia esala
rumore di mare in burrasca
colorato di verde eco
rumore di nuvole lignee
colorato di bianco scricchiolio
rumore di erbe aromatiche pungenti
colorato di azzurro sibilo
rumore di luna e sole giocosi
colorato di giallo vita,
è lì che mi guarda quell’albero
ma tace per pudore
ed io raccolgo il suo lamento
per renderlo vivo in me.
 

Pallida Primavera
Esplode la stagione dei fiori
avvolta come pacco dono
da carta azzurra di riso
è pallida orchestra
bolla di sogno delicato
spicchio di tenerezza del creato,

triste il mio sguardo è,
aleggia sapienza antica nell’aria
che conserva le memorie del passato
di uomini che hanno lasciato i loro passi
riecheggiare nel vento per l’eternità,

qualche lacrima mi scivola sul volto
che non più fa parte della Primavera…
 

Tramonto d’oro
Un brivido mi percorre la schiena
sostando col sorriso sulle labbra
a mirar un tramonto
vestito d’oro:
l’astro del mattino
scioglie i lacci del giorno
lentamente
tra lastre bluastre
d’un mare ricolmo
sipario d’un mondo sommerso,

sì…lentamente linee di barca
all’orizzonte si sfiorano
prima che tramonti la vitale luce…
lasciando così ai lunari bagliori
illuminar tracce di sogno
pergamene d’esistenza…

….sospiro… e poi sospiro…
attimi di felicità
battiti di candide ali
candele accese
racchiusi in un libro.

 

FiabaPoesia/4
L’aquilone e il sole
Un bimbo riccioluto
e paffuto
ruotava tra le dita
una gialla matita
guardando fuori dalla finestra
un giardino pieno di vita
mentre un foglio bianco aspettava
d’animarsi del suo colorato pensiero…
ma ecco che la sua corsa
a perdifiato
tra dune e cespugli
d’una selvaggia natura
bagnata da un mare cristallo
spalancò il suo viso
con un raggiante sorriso
mentre un aquilone rosso pomodoro
volava tra le nuvole spensierato
tenuto stretto stretto nel suo piccolo palmo…
“ma dov’è il vecchio sole?…
si domandò il leggero aquilone
“eccolo che gioca a nascondino
con le nuvole pannose..”
“voglio vederlo,
voglio fargli una domanda
nascosta in me dal tempo della mia nascita…”
“caro sole
astro che illumini i nostri giorni
e preziosi li rendi col tuo tocco
dimmi… chi creò il tuo splendido vestito?
o caro aquilone la domanda che mi fai
è difficile, sai?
dentro di te c’è un piccolo sole
dono del cielo
e lui lo ha ricevuto da un cielo ancora più immenso
ed io sono il frutto di quel cielo,
sappi che il tuo io illumina me
tu sei lì che mi guardi contento
ed io allora mi accendo …
io non potrei essere senza te
e tu senza di me….”
“o caro sole mi mancano le forze
addio
mi sento strattonare verso la calda sabbia
addio…”
Il bimbo si svegliò
uscì dalla stanza per correre felice
per correre a perdifiato tra dune e cespugli
lasciando sul foglio disegnato
un aquilone rosso pomodoro
con un sole giallo limone
a sognare di dialogare un po’ tra le nuvole…
 

Gioco geometrico e aritmetico è la vita.
Quadrato è la nostra storia
nel cerchio della vita
dove a volte rombi di tuoni
spaccano le linee rette di confine…
così,
i numeri acrobatici del tempo
s’inseriscono nelle lettere dei nostri nomi
e dei nostri discorsi…

e se tutto planerà sulla superficie piana
brillerà allora una stella a cinque punte
all’apice della sfera
che racchiude il nostro passato, presente e futuro
nel reticolato dell’universo
marchiato a fuoco col segno dell’infinito.
 

Il flauto del risveglio
Si distrae
il suono del flauto dolce
tra righe di fertile mente:
fiori con corolle aperte
aspettano le vibrazioni
essere che invia all’essere,
segue nebbia di torpore
mista a danze di ragionevoli dubbi
nel barcollante naviglio
dove gobbe di fatica
fanno salire il risultato amaro,
riprende vigore il suono
quando strappi del velo
paiono frammenti di io
che si risvegliano
nell’incoscienza primordiale,

ecco rinascere la dolce verità.
 

L’8 d’infinito nel tratto di mare misterioso
A cavallo di delfini
sulle onde di calda sabbia
raggiungo il porto di barche che ormai sbadigliano:
hanno solcato i mari delle illusioni
perdendosi nelle ombrosità della notte,
hanno pescato con reti che scolpivano l’acqua
che gesticola con palmi di certezza antica
tra segrete insenature che rivelano conchiglie
che son germogli di echi lontani…
e sul finale di questo tratto di veduta
ti aspetto a respirare con me l’immensità
nascosta dietro d’una gigante incerta vecchia duna
al chiaro di una possente mastodontica nova luna.
 

Notte gelida ai confini di una Pasqua carica di dolore
Fitte fitte gelide stelle
a mucchi scendono
da un vaso di albastro nero
e il sibilo del vento
annoda gli abeti
che ondeggiano come barche
sulle linee delle pareti di roccia viva
anima animalesca che respira
il tagliente profumo di vitalità
nelle crepe di solitudine,
e la luna è spicchio di curiosità
sopra densi panni biancheggianti
infeltriti di nuvola gotica…
…scivolanoivaporidellefolatecontorcendosielamentandosiespiandocosìimalannidegliuominiraccoltineloroviaggiocondannasenzametaesenzafineintornoalmondo.

E’ parentesi d’estate
Tacco di grandine spacca
e vento in burrasca imbavaglia,

gira il suono piantando
chiodi di secco garofano
sulle arance arabe:
pastosità acida
di solstizio d’estate
povero di pianto di cielo
che risucchia con suolo arso la parola
decifrando i versi muti d’una natura
che con le sue linee d’ombra corte
implora.

 

Ecco un mio sogno…
…s’aprono cancelli di cristallo nero
su bende violacee paradisiache di nuvole
che son mare dentro il mare
culla di gondola di madreperlaceo sguardo
che svirgola apparendo a tratti
linearmente sul dritto nascere
di questo idilliaco quadro….
s’erge il campanile sbiadito
con l’orologio fuori dal tempo
ma il gong d’uscita sbarca
e l’occhio riapre per la sua terrena meta
nella sua sorte guerriera.
 

Palpito
Scivola il giorno
sull’ala bagnata
che spazza anatre
sul mentre dell’inganno
luce/ombra,
nel sipario di erbe piegate
dall’urlo del vento rastrellate
maestro nello spavento
se gioca col tempo
quando d’umore porta scarponi pesanti,

nella spazzola dorata
d’un accenno di sereno
capelli di sogni ben distesi
lasciati da chi è col naso pigiato
sulla finestra a…
….rimembrare un passato non colmato
sperimentare un presente da plasmare
inventare un futuro da raggiungere…

…caspita com’è bello essere
tra chi vuole essere
ogni giorno nel pieno del suo essere
dove presente, passato e futuro si
incontrano serenamente.
 

La vita: emozioni da collezionare
Bamboleggia il sommo caldo
tra i palmizi aggraziati d’edera
stuzzicati dal dolce nettare
esalato da procaci fiori,

nella grotta della mente
stallatiti di pensiero
e nulla cambia
il freddo dei sentimenti
gela l’anima,

tepore rosato
son le gote dell’innamorato
sbadiglio di compiacimento
tra risate zuccherate,

frizzante passione
gestualità infuocata che zampilla
senso di bolle
che circoscrivono la scena,

raccolta di temperature
son francobolli d’esistenza.
 

La nostra forza è la nostra debolezza
(Nel mio guardare dentro…
Rema, rema controcorrente
o uomo di ieri, oggi e domani
un muro di pianto d’acqua
fatica sulle braccia dell’anima
e passo verso il basso è il risultato,
è ciò che alla fine produciamo
se forza e forza mettiamo
per rimanere a galla
con l’inganno di noi stessi
…allora? via i remi e…
lasciarsi andare
lasciarsi cullare
lasciarsi arrendevoli
così, pace nell’animo
e sguardo senza affanno avremo
forza senza sforzo arriverà
e i problemi si risolveranno
con poco…quel poco carico
di consapevolezza
nelle divine forze al di là di noi
nell’umano vicino
nel noi che si guarda con sincerità
nella propria profondità…
allora emergeranno fluide
le volontà
come semi germoglieranno
semi piantati nel nostro giardino
alle soglie dell’inizio dal Divino…

poesia nata alle ore 20.45 del 09.03.16).
 

Ignota
Non ho più parole
si son perse nei bianchi vicoli stretti
che si rincorrono
verso il mare blu,
e dietro ogni curva
porte scure…

son chiuse quelle porte
il respiro è dietro oltre la soglia
che attende il passaggio del vento
che porta scompiglio…
poi si libereranno gli animi a sera
tra le ombre
quando la luce se ne va oltre l’orizzonte
e si vedranno velate sembianze
aggirarsi senza meta certa
perché serenità non c’era
e mai ci sarà
per chi non vuol trovarla
nell’altrui verità.
 

Si perdono le tracce
Pillole d’acqua
piroettano giù dalla rupe
pigramente scorrono nelle fessure
pigiandosi alla pelle rossa graffiata
plasmando il corpo della montagna
porgendo agli astri il loro sguardo limpido
pescando sale di roccia sudata…
passano solitarie e cadono nell’oblio
pozza d’azzurro cielo.

 

Appunto…
Non dimenticarmi
come una bella penna sulla scrivania
non dimenticarmi come ombrello al supermercato
non dimenticarmi nel portaoggetti della macchina
non dimenticarmi tra anatre che scappano
sul ciglio della strada di campagna
non dimenticarmi come occhiale da sole
sul bordo del letto
non dimenticarti di cercar sempre il mio essere
capriccioso nella grigia folla…
…lì vedrai un puntino giallo con un libro in mano
e il computer…col sorriso ciliegia sul volto che respira dolce miele,
non dimenticarmi…punto e basta.


N.3 Poesia/Fiaba
Una giostra di risate
Zucchero filato
si è tutto appiccicato
sul palmo della mano
che stretta tiene
al girare di giostra:
girano i cavallini
in una fuga ordinata
cercando il cielo
come libertà,
e suoi boccoli biondi
di bimba
divengono anelli d’aria
calda e profumata,
il suo vestitino di bianco gelsomino
con balze di pizzo
è fiore a petali aperti,
lei si bea
in quel meriggio d’estate
nella girandola colorata
con una spensierata risata
e con sguardi amorevoli abbracciata,
vedendo il mondo bello come allegro girotondo.
 

Mesti pensieri………………………………gravitano nell’orbita io
Si sgretola il cielo
sento il suo discorso
frammentato come disco rotto,

 e cenere esce
dalla bocca di madre terra
nello sbadiglio di rifiuto, 

or sento miagolare……………………..filo di luce tace nell’ombra…tace, ancora è acerbo
il mare
che aspetta digiuno
la marea arretrare
col canto della luna,

 e sorgente di pensieri
come gomitolo di lana
si srotola nell’alveare
reticolato di piacere,

 mi specchio sull’acque di molo
e trovo il livido del nulla
che gioca a nascondino
col generoso sguardo di speranza……………bagna l’occhio il tempo vivo che ricorda il ricordo…
per non più sbagliare.

 

Poesia dedicata al candore di tutti i bimbi
Ninna nanna al bimbo
nel grembo della culla
che dondola come ramo
dal vento di marzo accarezzato,
beato dorme con dolce sguardo
le palpebre rosa pesco chiuse
sul sorriso di labbra rosso corallo aperto,
dondola sognando
tra dolci vagiti di mare:
musica bianca di onde madre
che si espandono nell’aria soffice
culla del candido bimbo
placidamente addormentato.


Campagne a mare
Quando nelle campagne a mare
il suono delle campane è onda
riporta sul morbido giaciglio
il sordo strusciare del vento
sulle pale di mulini muti
e le pietre solitarie dei canneti
son passi di rimbalzo del suono scalzo,

ecco la soavità della regnante estate
che abbraccia le dune sabbiose,

e la solarità d’un cielo terso
rapisce lo sguardo
nel vagare solitario d’una boa rossa
ai confini d’una barriera
di fine puro corallo grezzo.

 

Pensiero nel bosco
Nel viottolo che gira
verso il fitto bosco
fermati un momento ad osservare…
lì al di là della staccionata
che esala gli odori violacei
d’erbe marcite
sì… lì
in quella pozzanghera
d’acqua pesante
vestita di fango
girini palpitano
voraci di vita s’agitano
paiono sogni ignari
fotografie di pallide lune
screzi di luce tra plumbee nuvole
ecco il silenzio
che odora d’azzurro
e il mio pensiero
che odora di nuovo.
 

Gli Scapigliati
Farfalle variopinte
            s’aggiravano libere
nel loro comune stato d’essere
             in quella di Milano
culla del loro eccentrico entusiasmo:
             erano gli scapigliati, poeti ribelli
esseri d’animo di nobile arte
             vollero libertà d’esprimersi
al di là delle barriere
             aquile inquiete, travagliate
turbolenti,
estasiati da una sorte
              decisa dal caso
fantasioso loro alleato
              che nella creta giornaliera
si esibivano nel mestiere
              di giostrai di parole,
erano i nostri antenati…
….malati di poesia

 e a loro dedico
un silenzioso applauso.

 

Messaggio d’altri tempi
Pergamena ingiallita
sto tenendo fra le dita
ingentilita da lettere gotiche
scrittura minuta e scura,
ma al tatto secca secca è
par sì foglia ormai spenta…,

…la sua vitale sorte
fu in un tempo remoto
messaggio di conforto
d’una regina di castello
smaniosa di trovar pensieri d’amore
nel suo elegante grembo…,

….ora perduta sembrava
tra polvere e sassi
tra ruderi di vissuto
da guerra e amore intessuto,
ma il tempo clemente
la riportò alla luce della conoscenza
e così, tra le mie membra
ancora preziosa messaggera sarà
ai cuori che sognano speranzosi
sincero ardore.
 

L’ulivo
E’ contorsionista
l’ulivo,
le sue radici s’attorcigliano
affamate di amorevole spazio
si sollevano
si abbracciano
si cercano
rievocano incontri proibiti,
paiono grezzo lino
coi bordi sfilacciati
contornati da carta da zucchero
e le loro braccia
ammantate di tulle
sono poesia
sogni evanescenti
solisti d’una musica silenziosa
ma che se l’ascolti attentamente
ti stordisce il cuore e la mente
coi suoi suoni grevi,
la mia mano accarezza
il loro essere
e sogna….
 

Un lago di Porcia sul finire dell’inverno
Il fluire lento
dell’acqua di lago
verso la bianca barca
che aspetta
l’ombra biancastra del meriggio
che sia vela
per la sua immobile figura lignea,

tremola il lago al passaggio
di bianchi cigni
su fotografie memoria d’acqua
dello specchiare di sagome d’albero,

fiera la montagna innevata
cinta d’azzurro cielo
è corona al paesaggio
spugna marrone
d’un inverno che aspetta
il risveglio.
 

Le onde e gli scogli:un amore impossibile
Martelli bagnati
son quegli scogli
alla riva addossati
e rifiutano gli inviti
carezzevoli delle onde,
s’ode il rumore dello scontro
urla di dolore
lacere le onde
si ritirano deluse
di non potersi aggrappare
di non poterli trattenere
nel loro mondo…
…sospirano un poco
al salir della luna in cielo
e placano il loro ardore
distendendosi verso l’orizzonte.
 

N. 2 – Fiaba/poesia:
Ombre divertenti
Ritagliavo figure di carta
per farne ombre cinesi
nella penombra giallognola
d’un meriggio d’autunno
mentre un temporale scuro
bussava alla porta del cielo plumbeo,

l’occhio mio vagava al di là
quando scorsi sorridendo
il gatto nero alla finestra
che guardava curioso
le ombre tuonanti in fretta avvicinarsi,

la sua esile figurina
col musetto inclinato sulla destra
e la coda penzolante per intero
giù dal davanzale di legno
segnato dal tempo
sulla lastra azzurrina
sembrava disegnata da raffinato maestro,

ma…nel salutare il postino
che passava sorridendo
col bavero alzato per il troppo vento
il colore nero pupilla tempera
brillò sbadatamente
sulla mia bianca camicia,

orrore o risatina?
balzo del gatto
sul mio braccio
e macchia s’allargò
sul pelo della zampina…
agitata risi come una matta
e luce di lampo mi scattò
così una foto ricordo
della strana giornata
vestita d’ombre
dal sapore gioioso.
 

N.1 - Fiaba/poesia
Un uccellino bagnato
Un uccellino col capo chino
le sue piume adagiate su di lui
inzuppate dalla pioggia che cade a catinelle
è fermo
è immobile
quasi non gli si sente il respiro,
le sue zampette s’aggrappano alla trave
d’un recinto vicino a un casolare,
e la pioggia intanto cade su di lui
è ormai un intreccio di linee il suo fresco piumaggio
è fiore della primavera or ora sbocciata
è lì nel suo minuto essere
è nel suo intimo ad ascoltare
il battere ripetuto quasi a carezzare
di gocce su gocce
è lì a respirare il mondo così grande
assaggia l’ignoto avanzare
d’un temporale,
ma ecco le mani amorevoli e calde
d’un bimbo che vuole lui salvare
l’occhio pigramente apre
e lo sguardo si fonde coll’umano sentire
in un attimo così s’arrende
ma poi con scatto vitale si riprende
e ritorna nel cielo felice d’essere
anche lui parte
del misterioso creato.
 

Immobilizzo la luce
Potessi sigillare
il solstizio d’estate
un quadro surreale
diverrebbe il creato,
bagliori imprigionati
nella griglia d’un tempo
che eterno fermo urlerebbe
e due stelle metterei
come sentinelle
alle porte del cielo
per celebrare l’incontro
dell’estate con l’immenso.
 

La sfera a spicchi
Nel silenzio d’una caldissima estate
il bianco delle scale
delle mura e degli archi
mi richiama alla mente
il bianco del tutto possibile,

anche nel nulla
prima dell’inizio concepimento
si proietta ciò che già c’è,
e così, ombre bluastre
sfumate dalla luce
disegni dalle forme nuove
prendono vita nella vita
sullo schermo d’un paese
che attende il movimento,

dentro di me c’è
una sfera dall’inizio dei tempi
è il mio io
la mia anima
scoperta dal mio essere col crescere
in questa cosiddetta forma umana:
è una sfera luminosa
che s’apre a spicchi
sulla tela bianca del mio divenire,
ogni spicchio un po’ di me
dono che riverso su questa terra
perché diventi ogni istante
più importante
in questo spicchio d’universo
nella sfera di Dio.
 

Sogni friulani
Polenta di sogni
scivola sul tagliere mente
e s’increspa nel freddo
spento reale quotidiano,
ma ancorandosi calda d’intenti
nel centro del pensiero anima
esala profumo di novità
che irretisce l’inconscio
elevandolo a paladino dell’io.
 

Il canto del temporale
Nella stanza buia buia
graffi di luce
candele spente
dal rotolar di bianche tende
che si gonfiano
di pozzanghere d'aria bagnata
d'una tela nera
da lame azzurre tagliata,
e il rumore orchestra di bicchieri rotti
fa minestra con sacchi di chicchi ghiaccio
che l'arrotino tempo
rilascia nella cesta di madre terra...

…e il temporale col suo fragore scende sul nostro amore
rompendo le righe...e un tuono lacera la lastra bagnata di sogni
ricadendo come lacrime di pioggia sulla terra arsa.

 

Vento artico
Una pioggia di voci
tra i capelli del vento artico
il suo frusciare spacca l’aria,
un’aria bianca
spumosa vestaglia
scivola sul vetro ghiaccio
teatro di ombre burattino
dei pini a pacchi imbiancati,
si svuotano ceste di echi
raccolti nelle valli cristallo
dove la luce si frantuma
allo scoccare del mezzogiorno
diventando perle di ghiaccio,
scivola l’orlo del giorno
scucito da un inverno perenne
che non dà respiro di tepore.
 

A * inizio * * ricordo * * pensieri naturalmente spensierati
Soffioni ondeggiano a mille
tra alte erbe di campo
ed io, delicatamente
con dita ben aperte
li sfioro e i soffici piumini
prendono il volo…
posarsi li vedi su colorate corolle
o lasciarsi cullare dalla corrente
d’un ruscello
o lasciarsi irretire
dalla mano del vento
che come barca veleggia
nel mare azzurro del cielo
e così, tra sogni e stelle
divengono espressione
di preziose gemme.

Erano gli anni “70…era un vasto campo dove correvo da bambina e i miei sogni correvano insieme a me, mi piaceva essere solleticata dalle erbe ed era un gioco far volare i piumini, come tutti i bambini anch’io facevo parte di quel quadro naturale col candore del mio animo…penso che la natura risponda agli esseri giovani con la sua lucentezza da far risplendere anche i loro pensieri che si fondono con lei permettendo di essere in armonia col creato, e così una grande serenità invade l’animo.
(14.02.2016)
 

Labbra
La bocca sì perfetta:
la curva del sorriso
da renderla mistero
s’infila nella mente
stordendo i pensieri
solleticando i sensi,
fermo è il respirare
si dilata il cuore
e se appoggio le dita
chiudendo gli occhi
ho l’impressione
di seguir il disegno
d’un artista…,

nello sfarfallio d’una pioggia
che insiste frenetica
a sbatter sul vetro,
lascio il vapore del mio respiro
qualche attimo
tra righe di gocce…
è bacio sul ricordo
di quelle labbra
immensamente amate.
 

Spicchio di stagno al tramonto
Pinne di canneto
son denti di pettine
che s’ergono sul mielato stagno
nella battuta finale
d’una giornata
orchestrata ad arte,

“…cala la sera
confondendo la realtà:
il tutto può avere altre sembianze…”


e righe di polvere
violacee e rosate
son nastri tra scheletriti rami
bucate da note nere d’uccelli
che ritmano la dama sera
che lenta avanza
nella stanza di questa casa
accompagnata dalla
strega luna ombra lucente.
 

Il mare desiderio
Eccomi nelle trasparenti bolle nuotare
e mi lascio trasportare
dall’onda blu del mare,

tamburo è il mio cuore
risvegliato dal tuo amore
che mi avvolge con grande ardore,


arabe muraglie bianche
incorniciate da variopinte barche
ci invitano a dondolare abbracciati
su cigolanti amache,

ed ora, si libra il gabbiano viaggiatore
con le sue braccia d’ali eleganti
sulla grande distesa d’acqua di salato sapore…
culla di desiderio di tutti gli amanti.

 

L’addio d’una rosa
Una delicata rosa rosa
s’inchinò
all’impetuoso vento…
“ora passa oltre
o caro vento
il tuo ardore
è per me giocoso tormento
in questo meriggio d’ottobre,
non odo le campane di festa
ma le tue spire fasciarmi la testa
corolla è ormai fragile
in questa pagina autunnale
sfiorala non scuoterla
è ancora bella nel suo incarnato
d’essere da ogni sguardo umano incantato,
o no caro vento
lasciami stare un momento
riprenderò fiato
e così ti parlerò del mio poetico stato
da tutti i poeti ammirato
e nelle loro poesie narrato,
o no caro vento
lasciami l’ultimo petalo
per porgerlo come segno
d’eterno amore
a chi innamorato ha il cuore
per chi non può amar alla luce del sole…
o caro vento
lascio lacrima di polline
ora non puoi più ferir
libera sono di cader nell’oblio
e così ti dico con voce strozzata
da un silenzioso pianto
addio”…


Il tuo mondo
Rapiscimi e portami nel tuo mondo…
s’apre la favola
fogli scritti nei nostri palmi
incontro di mani
ruotano gli sguardi
e nel veloce attimo
un giro di walzer
e i giochi sono fatti…
un mondo il tuo
che non ha confini
ma solo dolci vortici.


                               

                                               nord

              Il mare ha rigettato una barca….

              barca arenata sulla spiaggia

               nel legno marcio               IL FARO                        Coordinate

ovest     alghe legano                         VERSA                               incerte       est

               conchiglie vivono             SU DI LEI                per una barca

               spaccature sorridono,           LUCE               che sopravvive

               sotto l’occhio               E OSCURITA’                     nei ricordi.

               del vecchio astro                COM’E’

              che lustra il gemito d’una     VITA.

                                              sud

 

Esponiamoci nel giusto verso
Ramificata esposizione del nostro sé
ci risulta nel percorso vitale
contesto esistenziale
della nostra condizione naturale,
ma che snaturata viene
dal doverci sottomettere
alle condizioni generate
da menti altrui,
pronte
a delineare
una figura di noi
che vada bene nel puzzle generale
creato per ordinare
l’insieme generato
da un incontrollato procreare…
e allor bene…
dobbiamo subire
l’altrui proferire?
riflettere un poco occorre prima di agire,
le carte del sapere
a tutti bisogna distribuire
per alfine chiarire
i diritti di tutti
per un giusto comune vivere…

 

Passo di danza della sera

                                                                           Nel crepuscolo d’un solitario bosco           

                                                                    l’aria fine fine

                                                          di nuvole plumbee strizzate

                                   gocciola di sazietà

sulle nocche di aeree radici

                 appollaiate l’une sulle altre

                                                         che strisciano sinuose come bisce

                                                                      sul terreno che non conosce germoglio,

                                                             e nel canto d’un solitario uccello

                                                         che si fa sentiero

                                  tra linee di neri rami

                varca la soglia del giorno

l’ombra della sera.

                    (concepita con passi di danza immersi nella musica di Beethoven)


Goccia di primavera
Gocce di pioggia
pesanti pesanti sulla via
gocce grosse grosse
d’una primavera
che imbavaglia d’allegria
il mio respiro di vita,
batte un tempo cadenzato
questa pioggia
profumata di terre lontane e fiori
fa girare la testa,
e subito sparecchio la mente
e nidi di introspezione
si svuotano lasciando posto
alla nascita di nuove esperienze cariche
di entusiasmanti sensazioni.
 

Viaggio tra le voci della musica Conquista del Paradiso….
Varchi nel vuoto aprirono
potenti voci d’impavidi marinai
lasciarono la terra natia
per luoghi di mistero
dalle nebbie cancellati allo sguardo dei più,
forza e coraggio nel cercar lontano
i remi a fender ora placida ora in burrasca
salata amara spietata compagna
acqua di mar,
ancora voci sempre più vigorose
da far rabbrividir la pelle
raggiunsero le profondità dell’oceano
cavalcarono le onde per raggiunger
l’ignoto destin …
ma ecco lì la scintillante chimera
il paradiso inferno
la terra dagli dei promessa ….
…e ancor oggi le conchiglie
melanconici cori imbrigliati dal tempo
rilasciano nelle vene del marinaio vento…
e tu li ascolti… e tremi piangendo
per l’ardore della conquista
che ingannava la vita.
 

 

Panorama da sogno
Mute presenze
si allineano al lineare orizzonte
colmato da morbida espressione bianca
culla di sogni perduti
nel deserto della realtà…
Sconfina l'idea di te
nel panorama dentellato
di queste montagne
che attendono la luna.
 

O nostro Dio…
Lassù tu o Dio
quaggiù noi
così piccoli
così….

una preghiera piccola piccola
o mio Dio ti rivolgo
è nel mio piccolo cuore
e ora sale alla mia bocca
ma tu mio Dio come farai a sentirla
in mezzo a tanti milioni di uomini
che ti supplicano
in mezzo ai milioni di soli e di pianeti
in mezzo alle luminose stelle…
è una preghiera perché la mia vita
non sia sprecata inutilmente…
raccoglila nel tuo sguardo
milioni di occhi e milioni di orecchi
e che il tuo respiro apra i nostri piccoli polmoni
per capire l’energia della vera vita…
o mio Dio e Dio di tutti
anche di quelli
che non vedono al di là del loro io…

ascoltatipregolapiccolapreghieradaquestatuapiccolacreaturaqualesonoio...
-28 gennaio 2016-ore 21.36 daquestopiccolopianetasperdutonell’universochenoichiamiamosemplicementeaffettuosamenteTerra…


Alba nella notte
Si raggomitola il vento
nei letti ancora caldi
la fresca e stuzzicante
bora stira le membra,

filtra il fievole candore d’alba
posandosi sulle rosse gote baciate,
pesche dove mandorle d’occhi
son nell’abisso di variopinta estasi
febbre d’amore,
e così la sveglia par perduta
nel labirinto amoroso
e l’uscita è nascosta da intrecci…

…l’amoreèilluogopiùbelloperdutoneltempocherespiralbenellenotti.
 

Risvegliare le coscienze …
Trincee di solitudini
nel prato delle illusioni
sibili di vento increspano
tra le onde di un sole spento

fiume di pace scorre
urtato da libri di pensiero
 bandierine colorate
nel caos creato per dimenticare
sigilli alle bocche
tamburella la pioggia sul vetro
…lasentinelladelnostroiocirisvegliadalsonnoartificialedelpensieroaltrui.
 

Poesia dedicata al fluire naturale corso della vita.
Gioisci o ribelle
del tuo mal d’essere
attraverso dilemmi
si cresce
sospinti dal fato
ci si forgia
lame affilate diverremo
sì da tagliar capello
brilleremo al sole
quando usciremo alla luce
saper usare lama affilata
al fine di non usarla come arma
ma mostrarla a crear riverenza
è saggezza…
o piccolo acerbo fiore
figlio mio…

 

Le quattro stagioni di Vivaldi

Primavera

Argentee acque scorrono

fluiscono rapide

rimbalzando tra scivolosi lisci sassi

respirano un poco alzandosi

e poi rientrano nel sinuoso gioco

d’un letto di brioso ruscello

profumato e ingentilito

da coriandoli di petali di bianco ciliegio ….

                                                                       Estate 

                                                                       ….ormai cori d’uccelli s’alternano

                                                                       nel walzer più spumeggiante dell’anno

                                                                       nascosti da folte verdi chiome

                                                                       dove sonnolenti versi di caldo

                                                                       imprigionano l’atmosfera

                                                                       in una fotografia senza tempo…

Autunno

…ora lente note si sdraiano

nei colori accesi del rosso

per non arrendersi all’inevitabile

susseguirsi del declino

accenni di forzata ribellione

sotto un sole dal bagliore stanco…

                                                                       Inverno

                                                                       ….morde il freddo, morsi prolungati

                                                                       graffi sul ghiaccio lasciati da esseri infreddoliti

                                                                       più brillante il paesaggio

                                                                       e le dita del vento scorrono tra  pini di cristallo

                                                                       in una natura che sembra morta

                                                                                             spogliata ad arte dalla sarta invernale.                                                                     

 

La tragica danza
Foglia rosicchiata
che dal ventre della pianta
ti stacchi per divenir frutto del cielo
ingannata dalla sorte per aver breve spazio di gloria
nell’agonia del tempo….

tilasciandareinetàmaturaperdanzareliberaconlealidelventotuogiocosocompagnoperbrevintensiattimi.


Girandola d’emozioni
Girano e poi girano
le emozioni
strisce di colori
rossi, arancioni, rosa
e ancora mille altri
con le sfumature che li legano
gli uni agli altri,

ruota nella sincronicità si forma
un mondo di fatale ingresso,

giostra è vivere
nel pentagramma del nostro destino…

noicompositoridinoistessimmersidamilleriflessicidoniamounamusicaimprontadigitaledellanima.
 

Una cascata di fiori

           Pollini gialli
scie luminose    tra fili d’erba
       son tracce di dolce miele          

                                                       margherite si aprono
                                       corolle gentili       di passionali amanti
                                                        petali si staccano

               leggere ali
carezze di sogno    da fiore a fiore
            baciano la luce

                                                           amore si spande
                                                  fiori delicati    occhi del creato
                                                         bellezza si anima.   

 

Azzurra me
Immerso è il mio essere
tra gocce azzurre
d’un limpido cielo,

ricerco l’essenza perduta
tra vaporose nuvole
dove, smarrita la strada
vago alla ricerca d’una antica me,

sipari e ancora sipari…
ma il palcoscenico
ora è vuoto
sono uscita di scena
per un momento
per capire chi sono
frammentata da molti chi
recuperar ora mi voglio.
 

Felicità a fette
Filo di foglia appesa
Fotografia di natura nascosta
Filigrana di luce che ride
Forbice di vento che taglia l’aria
Farfalle di canti novelli tra i rami imperlati
Festa di fiori che incorniciano il volto
Filastrocca di nonna che addormenta il bimbo
che sotto la fresca chioma d’albero riposa.

 

Goccia nera

                  E’

             goccia

          che cade

         lenta lenta

       dal davanzale

     e scende sul muro

per cadere sul terreno

ecco scuro l’abito di luce

   non più vitale s’accascia

         lenta lenta s’adagia

            è ormai spenta

               lei è terra                                               Goccia bianca

                         vita.                                                       E’

                                                                                    goccia

                                                                                  che cade  

                                                                                 lenta lenta

                                                                             dal bianco fiore

                                                                           e scende sul ramo

                                                                        per cadere sullo stagno

                                                                      ecco chiaro l’abito di luce

                                                                         vita nel palmo della vita

                                                                              lenta lenta s’adagia

                                                                                  è ormai spenta

                                                                                       lei è acqua

                                                                                                  vita.
 


 

Pace prende corpo
Palme piangono
lacrime salate
il rombo tuono
è tra cielo e acqua
lentamente
favole di natura selvaggia
nelle pagine della terra
addormenteranno una luna
tra occhi accesi di stelle.


Lento sguardo di attesa
Spaccano i rami
la lastra di ghiaccio:
l’aria è pungente
si ritirano i raggi
del rosso sole nascente,
par che il velluto di brina
sia bianco abbraccio di mamma regina
tra le piccole gemme che ancora sognano…

…fermoiltemposullanaturasembrasiaperassaporarillentodivenirdigiovialpassoches’apprestaneidìdimarzoacomparirsullaviadell’usualeritorno.

    

              Bianca muraglia avvolta a ZIG ZAG
                 dall’estate
           

                           Ho attraversato quella città nella
                  tua memoria…

zampilli d’entusiasmo

si rincorrevano su e giù

pei gradini,

bianchi accecati

da divenir distesa

di bianca sabbia

snodarsi verso una piazza

orchestrata da fiati e da tamburi

tra filastrocche di chiacchiericcio

che si sdraiavano al sole

tra occhiate e risate

                               immerse in una calda

                     e spietata estate

          vista da una bianca muraglia

bagnata dal fresco mare

che odorava d’alga

           liberailcuorenellasinfoniacheabbaglia


 Violino vita
Un violino si anima
prende vita
è un corpo che si struscia
tra pareti di gesso
striduli graffianti affilati note
intrecci di palpitanti sensazioni
le vedi scivolare
raggiungere la scogliera
e scendere velocemente a picco
verso il mare
e poi risalire verso l’alto
un cielo le attende
spingendole ancora più su
oltre il ghiaccio
oltre la sfera
oltre
nel ventre della vita,
vita nella vita…
e poi come lame di luce
ridiscendono squarciando
ed espandendo il nostro dentro.
 

3 volte:
Desiderio
                                           Desiderio    Desiderio
Grandi onde blu sembrano danzare   Sonata          Danzate 
al chiaror d’argenteo spicchio       al chiaror    vergini onde
e da un melodico sciabordio    d’una luna      sussurratemi
nostalgica sonata        spettatrice   dolci parole di  marinai            
d’un amor senza risposta   complice     struggenti  richiami
si leva come esasperata richiesta,  muta     di amori lontani
…forse le pagine di questo capitolo    e      ardenti desideri
nelle lucenti e ingenue albe musa ispiratrice        a colmar
renderanno meno aspra la notte d’ardore    spicchio vuoto
che con la sua ombra annoda le paure.  in seno     nel cuor.


Enigma di cuori
Polvere di luna tra i capelli
che s’agitano
gitani di fuoco
ribelli e bendati dalla passione
direzioni diverse di sogni
si mescolano in diversi punti
pensosi i versi che dal fumo
di scoppiettanti ceppi
salgono al luminoso cielo notturno
annodandosi ai contorti disegni
di costellazioni cariche d’energia,

esplosione d’identità
nel nulla tutto.


Invertite la marcia a questo mondo
Sferruzza la speranza
il caldo mantello
rivestire suole
il freddo manto,
l’indifferenza fiera
gira libera
da una bocca all’altra
sulla creta fiorata:
una terra che sembra aver
il biglietto di sola andata…
fermate il treno, per carità,
invertite la marcia,
non c’è stazione se questo dove
è ciò che si propone,
alt del capostazione
è ignorato ad ogni curva
dove lento si riprende un po’
da una velocità che non lascia scampo
al mutamento…
specchi riflettono un sole
aprite le porte al nuovo vecchio
consapevolezza di ancora recuperare
il giusto di tutto a un buon prezzo.
 

Saette rosse
Rosse organze
volteggiare di strati
onde rubate al mare
vestito di rubino
al travaglio del giorno,
soldatini nelle loro rosse divise
passano salutando
tutti uguali
impeccabili
inavvicinabili,
rubando rossi baci
carichi di eros,
liberato è il nastro rosso
un via alle danze
movenze che si ubriacano
col rosso vino,
l’allegria sbalza fuori
da deboli argini
riempiendo di rosso cupo
le gote di chi suonava un tempo
quella melodia che lancia strali di fermento.
 

Incerti che cercano certezza
Rituali
gesti ritmati
metodici passaggi
desideri controllati
sospiri orientati
regole

mettiamo sempre
nel quotidiano vivere
un disco che ripete
la stessa melodia
per paura di perderci
sull’incerta via…
 

Re Sole
Se il re sol
potesse ridestare
ciò che si chiude a riccio
e par sì immobile restare
nel tempo a meditare,
si vedrebbe finalmente
l’idea divenire forma,
baciata da luce diretta
fiorirebbe come orchidea
e beltà splenderebbe tutta
nella compiaciuta sorpresa.
 

Quadretto nervoso
Gatti randagi s’azzuffano
nelle intrappolate viuzze
accesi da fasci di luce falsa,
adombrati da mura prigioniere
di ragnatele di strada,
dove code di affamati del tempo
spargono veleno
e la stordita luna s’accontenta
del pietoso spettacolo,
mentre il mare tenta d’accarezzarla
alzando l’onde col fare da burrasca.
 

Alae Sanae
Dedalo sfuggir volea
dal suo destin
chiuso nel labirinto
giusto disegno di tal mente
ad incastrar Minotauro,
spinto d’ali di penne e cera
col suo figliol Icaro
vide così la luce del sol
ma che deviò pensier di vita
alla sua prole
e lui salvo nell’acque
del Basso Salento
sì da esclamar …Alae Sanae.


Oceano d’amore
Nell’oceano sbandierano
venti di silenziosi assensi

in cerca di pallide lune
le mani di soli

un incontro destinato a inabissarsi
nelle profondità cobalto
sogno freddo ed eterno

solstizio d’estate
calde emozioni nel cielo di cristallo
trapuntato di farfalle di creta
gocce di sabbia
che ricadono come pianto
a baciar la salata bocca
che sfugge con le passeggere onde.
 

Evoluzione
Evoluzione
Dirigo i miei gemiti
su argentate rive,
albergano pensieri di passaggio
nella mente scatola,
irreali ma vitali.

Nuvole si spostano senza fine,
respirano la luce nella voce dell’aria.

Il tutto è essere che attende
il fluttuare della vita
da una sponda all’altra.
 

Ripetizione di naturali gesti
Germogliano nel circolare cambio
sul palcoscenico universale,
per addormentarsi tra applausi
di spettatori dalle ripetute forme.
 

Maschere di nero merletto
Cammino per sentieri spettrali
neri candelabri
braccia di nude fronde
ove maschere di merletto nero
occhieggiano
tra ventagli d’argentee ragnatele
impreziosite da spicchi d’aperture d’immenso,

il mio pensiero è passo di respiro
nell’intreccio di solitudini
di quest’inverno che mi raccoglie
tra spasmi d’echi lontani
tamburi del Bolero di Ravel.
 

Chi siamo?
Orme di deserto
calpestano la corrente del fiume vita
che sbatte con violenza
sulle sponde del mare universo
e tutto si muove vorticosamente
nella mente creatrice dell’essere
che germoglia semi
nell’ignara essenza della consistenza
subendo il giro del tacco tempo.
 

Seguo le linee di ginestra
Linee di ginestra in fiore
di giallo limone
la sua veste di stelle:
è un ricordo lontano
che rileggo nel nodo fatto
della mia mente,
era il giardino ridente al sole d’estate
e il mio sguardo sognante
sbucciava qua e là frutti maturi,
i miei pensieri fluttuavano lenti
e lenti attente divenivano
scorrendo sull’essere natura,
i petali ad uno ad uno
nel loro mistero di beltà
corolle di sapore antico,
antico come il filare attorcigliato
aggrovigliato ansimante
nel suo incedere lento
ma sontuoso, carico di soli e lune,
abbozzo di finito che si modifica
per esser quasi infinito,
brulicanti sorprese ai miei occhi,
occhi di chi vedeva il sole regnare
perfino nel mio cuore…
 

Villa Manin
Nell’ombra gelida stellata
bagliori giallognoli mielati
pendono dall’alto soffitto
dove archi di storia
eseguono melodie di vite vissute,

dall’angolo di te son rapita
che s’apre verso un abbraccio
di alternanza di mute statue
di ricordi vestite,
che si tuffano nel buio della notte
con lunghe briglia di luce
proiettata a stella
dal calice di marmo
dell’imponente caseggiato,

sento di cavalli il nitrire
e di ferree ruote il cigolare
in polverose carrozze incastonate,

sento il batter di pesanti e lievi passi
andare e venire
sul fiume di levigati sassi,
e le risate nascoste da ventagli piumati
accompagnate dal frusciare d’eleganti abiti rasati,

sento il vento le storie accompagnare
nei lunghi corridoi di spazio architettato,

sento il tuo cuore vicino al mio…
balzan verso la magica atmosfera
fusione d’arte e di natura
nel vissuto d’un epoca
d’apparente splendore per pochi:
una vita al di sopra delle righe
ammirati dagli occhi affamati
di chi le ore del giorno contava
per sopravvivere.


Parmenide: tu, filosofo della ragione d’essere.
Grecia antica
terra di filosofi
figlia tua fu colonia d’Elea
figlio tuo fu Parmenide filosofo
padre e madre di te fu filosofia
della quotidian vita…
…nel pensier caro Parmenide
smascherar volevi di natur magia
fabbrica di sogni
esplosione in fuochi d’artificio
nel stellato cielo
corpo materia denso
ad arte costruito,
tu volevi reprimer sensi
della sensoriale natura
volevi cancellar la passione
scintilla d’eco lontano
opponendo la ragione
alla sregolata impressionista espressione
d’una fantasiosa creatura…
…quale fu chi creò te e tuo cruccio
nella tua terrena sorte.
 

Note d’inverno
Danzano le note
dolcemente affondano
nella soffice panna
nuvola bianca
anello di vetta innevata
cristallo di roccia
mentre passi d’incanto
serpeggiano sul sentiero
che costeggia la misteriosa montagna
dove scivola sui suoi pendii scoscesi
lo scherzo d’un vento
che s’inebria
trascinato nel walzer
dei pattinatori sul ghiaccio…
 

L’alba di un nuovo mondo
L’alba del nuovo anno
par sempre agli occhi
dei cercatori d’oro speranza
d’aver l’alba
di un nuovo mondo
dove tutto s’apre a nuovo:
più pulito
più giusto
più sereno,
ma l’uomo
per aver tale dono
non deve aspettare
col cuore agire
l’amore sperimentare,
per aver sì tra le mani
un mondo migliore
dei precedenti domani.
 

Frammenti di ricordi
Sulle strade della vita
ho visto papaveri rossi
nel grano maturo,
ho visto sterpaglie sudate nell’arsa piega
d’una vermiglia estate,
ho visto perle di sorrisi
e strappi d’anima,
ho visto burattini
e eleganti manichini,
ho visto l’impensabile
di ciò che pensavo quand’ero
tenero fiore di primavera,
ho visto me stessa riflessa allo specchio
e l’anima m’ha risposto
di cambiare abito ogni volta…
 

Ancora una volta guardo al mio io, e penso…
….io non sono più quella di ieri
ma oggi non sono neanche quella di domani
sono un io indefinito di spaccato vissuto
e di progetti ancora non realizzati
un io che non ha confini
che si estende più di un universo
sono l’io del tuo essere
e l’io dell’esser di un altro
pazienza ci vuole per definirmi
forse è meglio non farlo
vivermi è ciò che ritengo sia più sensato.
 

Chiuso il vecchio
s’apre il nuovo
Nostalgico desiderio
è il chiudere una porta:
l’ubriaca sceneggiatura
sfuma l’inchiostro con la parola fine,

sigillato il vecchio e ossuto
libera è la colomba che spiega l’ali
verso l’orizzonte ignoto,

si sdraiano le linee d’inquietudine
su un mare calmo
sorseggiando il contratto
per l’uovo novello.
 

La muta del tempo
Nella bianca calla
il giallo polline esplode,

tentenna il verde gambo
mossa lieve di filo vento rosso:
le sue liane son scie
di calda sabbia d’Africa
petali di dune sibilanti solitudine
bagnati da un mare giostra vita,

il tamburo stacca dall’aria il tuono
s’agitano le tende rigate
si gonfiano i sentieri di maglie d’erba
s’alza il mantello ubriaco d’un cielo
color vinaccia,

par pioggia sospender fiaba
legame di corda di caramelle
colori ridenti baciati dal re sole…

…incolla il francobollo
e spedisci la cartolina
l’amico attende tue notizie…

si muovono le parole al ritmo del tempo
che muta con l’evolversi del suo naturale moto.
 

Se l’uomo fosse in grado di capire
il granello di bene
si spoglierebbe di tutto
e vedrebbe finalmente il vero Natale.


Respiro di passione
Respirami tra odorose ciliegie
rosse di sole ardente
tra profumate noci di cocco
accarezzate dai palmi delle palme
tra grappoli d’uva bianca
carichi di dolce nettare
tra sete di petali rubati a rose
impreziosite dagli occhi seducenti di luna…

…respirami…ed io divorata nel tuo respiro
sarò nel tuo cuore a cullare il tuo desir.
 

Piccole e preziose emozioni dell’inverno
I fiumi di gennaio della mia terra
sono secchi, ghiacciati e neri
pungenti per gli aghi di foglie
e macchiati di rosse bolle,
accompagnati nel loro fermo cammino
da sterpi che ritti come dita
sembrano indicare il cielo:
un cielo col bavero
dove a stento una fievole luce compare,
e poi il pigolare d’uccelli infreddoliti
tra righe di sassi di fossati stanchi,
piegati dalla brina che imbianca ogni mattina,
e nascosti agli occhi fissi degli uomini manichino
ecco tasche di bacche e di semi oleosi
tra ciuffi d’aghi d’odoroso pino,
scrigni d’un inverno che ai pochi
regala emozioni, quelle vere
che si trovano come vene
sotto la pelle della natura amica.
 

Bianco e nero
Una pagina bianca
nella lavagna nera,
è vela bianca lattea che scivola sul vasto mare
nella nera notte,
come dita leggere e sinuose
sulla tastiera bianca d’un pianoforte nero a coda,
mentre un organetto suona malinconicamente
ai bordi d’una strada polverosa
d’una city anni ’30 nella pellicola in bianco e nero,
dove mano nera e mano bianca s’incrociano
e così i diversi divengono magicamente uno.


Dietro ogni ombra si nasconde la grande luce…
 

Parlami solo quando sei sincero…
allora e solo allora capirò chi vedo, chi ascolto
e chi tocco…
tolto il muro il paesaggio si tingerà
d’entusiasmo.
 

Pensieri poetici di vita
Sospesi i nostri passi
divengono sassi sulla via
quando cadono dal sogno…
Potessi sorprendere il giorno
nel suo intercedere cadenzato;
le fauci che s’aprono con l’occhio vigile del mattino
divorano l’ore che si imbrattano di colori,
di ruvidezze, di stanchezze e di suoni.
Aggrovigliato è il senso che serpeggia
nella lavagna di un destino che si muove
quando il gesso lascia la sua scia,
solo la fede in se stessi coglie l’attimo ruggente
per portarsi via l’ombra che si appiattisce
sul verde cammino.
 

Una storiella di Natale
Distese di limoni a mare
aranci succosi
profumi che respirano
legami che si intrecciano
nei colori,

scivola lo scialle di seta
sulla scogliera blu ruggine,
scheletro d’un mare cristallino
che trattiene il sole
nell’ammaliante stagione
tra le spire di alghe scivolose,
per regalarlo a pezzetti golosi
nella festa solare del bianco Natale.
 

Il Natale d’un abete
Nel camino arde lento
il ceppo del vivo bosco,
la fiamma dorata
respira e sobbalza,
e alle volte sembra liberar
il canto degli uccelli, del vento
e dell’ondeggiar delle fronde,
incastonato è come gemma
tra le vene del tronco
nell’agonia dell’abbraccio
di un insaziabile fuoco.

Sorride amaro il giovane abete
fresco di manto
agghindato a festa,
pensando al triste ceppo
annerito e ormai quasi spento:
sperar vuole nel Natale
che ai cuori ridenti d’intorno
doni buon senso,
d’aver salva dimora
in buona terra
al calar della festa,
e sospira alla luna si mesto pensiero
nel guardarsi luminoso
più delle stelle in cielo.
 

Dialogo d’amore a senso unico
Tu
Il tuo ammaliante sorriso
è succosa fetta rossa d’anguria
e il tuo dolce sguardo
è spicchio d’universo
intriso di affascinante mistero
le tue gentili parole
son doni luminosi che rischiarano
la mia anima…
Noi
Sulla verde smeraldo collina
dove il rosso rubino di tramonto
si fonda con l’oro del maestoso astro,
tra note arcobaleno d’un violino
lavorato ad arte dal liutaio amore,
sognerò il fatal incontro…
s’animeranno i nostri corpi
nella magica danza
e allor respiri, sguardi, gemiti, baci, carezze
e intrecci inganneranno il mio cuore..
si fermerà il battito del mio
per sentire il tuo
e così, saremo l’uno nell’altro
nell’infinito attimo…
Io
Persa nei veli della nebbia dell’irreale
che circonda chi è ebbro d’amore
cercherò un varco per tornare alla realtà,
girando infinite volte lo sguardo per ritrovarti
là, dove si mescolarono le nostre essenze.
 

La parola scava gole profonde
Lame taglienti son le parole
rompono silenzi in singhiozzi
fiumi di tuoni sulla via
corazze di smeraldo
anime che si intravedono
sfalsate da schemi preordinati
sbilancia il tutto soffi di ingratitudine…
…giro lo sguardo e vado oltre
tanto la linea d’orizzonte nasconde sempre il lato migliore.
 

Invasa
Note lenti di violino
come corde suadenti
cercano di stringermi:
è una morsa dolce dolce
ed io, mi lascio invadere…
si rompe il ghiaccio
in mille pezzi
nel cielo stellato
fiori di luce
misteri lontani
sogni di uomini
nel balletto del nero universo.
 

Un fiore di cristallo
Petali di luce arcobaleno
s’irradiavano a ventaglio
sulla trasparente acqua di lago
a sembrar delicati spicchi di cielo
tra gocce odorose di rose,
mentre soave batter di campane lontane
impreziosiva l’arrendevole carezza del sole
all’alzarsi del sospirato rinnovo,

e la tua mano tremante
accarezzava la mia
legate insieme erano
da filigrana che filtrava dalle fessure
d’una porta di legno antico
prezioso scrigno nel tempo
di sospiri e respiri di molti amori.


Ampolla di vetro:ricordo

sifrantumailricordomossodaldesideriodiriguardarlo…

ampolla di vetro

                                                                  tintinnio sordo

cristalli di neve

                                                                  prigionieri dell’acqua

felicità di pensiero passato

brillal’occhioches’aprestupitoalfiabescomessaggiodiuncuoreracchiusoinunsognoliscioetondo…
 

Un mio pensiero al tramonto…
…dune rosse di sabbia riempiono
lo spazio, accese sono
dal zampillante astro
che tuona la sua musica
nella pausa di istante dopo istante
nel suo svuotarsi lentamente
raggomitolandosi tra le lunghe ombre
che firmano la storia,

ed io, appeso ho il respiro
tra la battuta finale del libro
e del giorno, confidando
di riuscire a leggere le loro righe
prima che l’uno inghiotti l’altro.
 

Emozioni d’amore:petali di ciliegio
Un nascondiglio segreto
giace tra le pieghe del tuo respiro
che fluisce leggero nella curva
del tuo profilo

è

pungente mattina d’inverno
dove velatura rosa di cielo
incornicia alberi madreperlacei

sabbia calda di sole
plasma il mio corpo,
così avvolta
un brivido mi percorre tutta


libera il tuo essere nei miei desideri
e così, l’aria accarezzata d’armonia
invaderà gli spazi tra i rami
di ciliegi in fiore, e quadro d’artista
apparirà nella tua anima.
 

Caro Angelo
la tua presenza
avvolge la mia anima,
profuma il mio cammino
di intenso gelsomino,
mi sorprende a sorridere per un niente,
e così riesco a toccare
il cielo con un dito,
le tue bianche ali
mi portano in alto alto
e voli di sogno
cullano il mio essere…
essere celestiale tu sei…
ma per me sei…
ciò che gli altri non potranno
mai vedere…
solo io ti vedo… nel mio cuore
così per sempre sarai… e solo mio.


Bella domanda
è quella di chiederci dove sia finito oggi il natale…

….il natale è finito nel fondo dei nostri cuori
il bambino buono
il mondo di oggi non lo vuole
è uno scomodo
guardarlo negli occhi ci porterebbe a…
vedere le nostre azioni sotto la vera luce
umilmente accettare tutti come fratelli
riconoscere l’amore di Dio
quale nostro creatore…

ma…allora… perché se lo rifiutiamo
continuiamo ogni anno
con l’inganno a festeggiarlo?
….risposta che sa di felicità
impacchettata dalla mente ad arte col fiocco,

tutto ciò mi fa pensare che sia l’uomo un mistero
e non Dio come la maggioranza di noi crede che sia tale.


Vago…
Leggo nei tuoi occhi profondi
un ricordo lontano che ora è vago,
allor sottraggo la ragione dal sentimento
e vedo un’emozione vaga,
sorvolo sul tuo parlare
perché il pensiero che hai è vago,
così la tua risposta equivale al vago
che s’insinua nel tormentato presente,
solo gli occhi mi chiariranno
se la schiarita è apparsa sul vago
che è candore d’espressione
di una situazione in movimento
in allontanamento dal vago
punto centrale su cui
si snoda adesso l’argomento
che a parere di chi sta leggendo
risulta inequivocabilmente
d’aspetto assai vago…
e tu…risulti esser vago?
spero di si… vago
vuol dire esser nella corrente
giusta del vivere.
 

Linee di confine
Esistono sottili linee
corde trasparenti
segni di confine
che è bene non valicare
che è bene non toccare
che è bene non tagliare,

vortici incontrollabili
si nascondono insidiosi
al di là del loro sguardo,
baratri da cui risulterebbe
difficile riemergere,
la luce sarebbe eterna ombra
e il sorriso si scioglierebbe
in granelli di polvere…
girerebbero senza riprendere
consistenza nel mare del nulla
dove si snoderebbe un tutto
che non si potrebbe delineare:

la fermata è così d’obbligo
per chi è saggio
e non vuole nessun
vano assaggio.
 

Messaggio in bottiglia
Vi stupirete perché io non parli
mai della guerra in poesia…
ora ve lo spiego
con le mie semplici parole
che mi sgorgano dal cuore…
la guerra per me non dovrebbe entrare
nella poesia,
è già nell’aria sparsa
nelle menti
nei cuori
ovunque è lei regina
perché aprirle le porte anche in poesia?

La poesia dovrebbe essere freccia
che faccia breccia nei cuori induriti
nelle menti fredde
nell’aria grigia e tetra,

dovrebbe essere raggio di sole
che filtra tra le nuvole
primo messaggio d’amore
per far vedere il mondo
come dovrebbe essere
quando fu creato per noi
nella notte dei tempi:
un paradiso terrestre.
 

Ma!
Puntinato di bianche stelle
è il cielo
fiori di ghiaccio scendono,
ho il naso infreddolito
in questo invernale mattino,
con le mani sciolgo
le meraviglie,
e gocce di musica dell’universo
vibrano nel mio palmo,
le sento…, e il mio cuore
non resiste a gridare
al mondo la mia felicità….
che sia solo per la neve? ….ma!
 

Pagine di vita profumano
Profumano foglioline di menta
tra le tue piccole mani
coi fiocchi di polline
di camomilla in fiore
tra i capelli dorati,
sfiorati sono da dondolanti
mazzi di violacea lavanda
tra grappoli di rose perlacee
che s’aprono come delicate labbra
aspettando il bacio del primo raggio di sole,
nell’alba che scotta di sogni
d’amanti sfiniti tra incroci di braccia,
in una bianca stanza
dove l’aria calda è solleticata
da oli d’agrumi maturati
sul davanzale di casa coloniale,
dove conchiglie ristorano
l’orecchio dell’anima
nel cigolio del loro zoppicante
movimento.
 

Un gotico occhio blu
Tra guglie forate dal sole
brandelli di stelle
ferite di luce
soffi d’eternità imbrigliati,

geme l’occhio blu del ciel
nel centro dell’anima antica
riflettendo il suo opaco bagliore
sul suolo polveroso, silenzioso e vuoto
filtrato da vitrea presenza senza vita,

là sul verde prato
stride allo sguardo
la parete di chiesa gotica
morsa dal tempo
superstite di un glorioso presente
che oramai giace nella memoria distorta
scritta nei libri di storia,

ma rosati petali
scia nel vento
sembran abbracciare
di sincero sentimento
quel triste pensiero
stanco e così, teneramente
cullato, sospira rassegnato
sul suo mistico viaggio
perso tra le nebbie.
 

1 mese al risveglio di quelle coscienze
ancora addormentate:
Lanterne per la pace
Danzano le lanterne
tra i rami d’abete
addormentati sotto la coltre
d’una soffice e bianca neve,
palpitano i cuori
riscaldati dall’amore
che li unisce per il Divino:
son scie luminose nella sacra notte
dove il silenzio è stupore
che si inebria di cielo stellato
nelle stradine imbiancate
e accarezzate da fredda tenue
luce lunare, son piccoli uomini
che chiedono pace con la preghiera
al Bimbo dal grande cuore.


La farfalla
Vorrei cavalcare una farfalla
volerei lungo il deserto
sul mare leggermente increspato
sfiorerei le verdi colline con una mano
toccherei le possenti chiome degli alberi
e riposerei sulle vette innevate,
raggiungerei con lei facilmente qualsiasi luogo;
ma per raggiungere il tuo cuore
diventerei farfalla per farti volare.
 

Un dì lei incontrò il suo Angelo
Una bimba con le bionde trecce
seduta se ne stava su una liscia bianca pietra
sotto l’ombra profumata d’arancio
dove rami carichi di bianchi fiori
l’accarezzavano, mossi lievemente
dal delicato vento di marzo,
e lei, chiusi gli occhi sognava
nella sua solitudine…
ma quel dì un Angelo le si avvicinò,
sussurrò al suo orecchio
che le sarebbe rimasto sempre accanto
e lei lo comprese tra petali scesi sulle sue rosse gote
rigate da piccole perle di pianto
e allora sorrise…
abbracciando col cuore il pensiero
di quel suo nuovo meraviglioso Amico.
 

Ciclo di desiderio
Il mio desiderio è come nuvola
che quando sfiorato è dal re sole
si scioglie…
allor gocce dorate diviene
scende lentamente tra le fessure
del mio cuore
che come terra accoglie
e quando gonfio diviene
esplode sorridendo
e nuova nuvola si forma.
 

Rosso fuoco di tramonto
striature che son lacerazioni
nella pelle d’un cielo
esausto,
pace assapora dopo
il vortice temporale
che nelle sue spire lastricate
si è lasciato aggrovigliare
giri e poi giri
allungamenti
e saette di scontri incontri
questo è…
il tango argentino anni ’30.
 

La città bianca
Sotto l’ampio cappello
giallo limone
il caldo fa da tarantella,
e il bianco accecante
delle case adagiate a presepe
sulla collina
invita a perdersi
tra il salire e scendere
di stradine strette come anfore,
dove la vista, nell’intreccio d’archi
che legano il tempo,
raccoglie coriandoli di fresco cielo
d’un brillante blu pulito,
ma l’occhio si bea, quando,
i lampioni a sera s’accendono
incorniciando d’oro
la bianca signora
avvolta dall’ala romantica
d’un’argentea luna.
 

Un Pierrot
Ho dimenticato il sorriso
sull’uscio del tuo cuore,
e il pensiero si è fatto fitto
denso, nuvole si sono addensate
là dove brillava il sole,
nessun raggio ora passa
prigioniero del fato
e l’ombra raccoglie le ombre
e nel frutteto le mele rosse
son squallida immagine
e il vento ha raccolto le ultime lacrime
di pioggia per portarmele,
ora brillano nella mia mano
e rifletto il raggio lunare
di una luna che apre alla notte
il suo sorriso malinconico.
 

Chi dice che viver la gioia
sia semplice,
semplicemente a mio modesto avviso erra,

rara e preziosa come farfalla dai mille colori
si presenta,
leggera, tu l’ammiri per la durata breve
che in seno reca
come arcobaleno che appare
nel suo magico splendore
per annunciar sereno,
ma poi scompare al batter di ciglia.

Quando cerchi d’afferrarla nel cuore
l’attimo di gustarla dura poco
e poi un attimo dopo è già sparita,
lasciando il posto a una malinconia
che diventa in gran parte del nostro cammino
un’amica che ricerca come compagnia sempre
l’amica gioia che ama giocare a nascondino
nelle anse della nostra vita.
 

Il giocoso e infuocato ballo a due
Nella Polka di Strauss
rincorrersi vedo
due amanti
lei giocosamente invita
e scappa
l’altro risponde cercandola
e invitandola nel suo amore
lei dice no
lui insiste con un si
e il ballo prende vita
un’emozione corpo a corpo
che si accende
e poi si dilegua
quando
per ritrosia dispettosa
lei si stacca di colpo dall’amato…
ma è un gioco
dove l’uno si concede e poi si ritrae
e la ricerca del piacere così
non ha mai fine.
 

Parole…dolci
Le tue parole son come miele
miele dolce dolce carico di luce

che accarezzano la mia anima tormentata
tormento nell’aria acceso da temporale

ma che stretta nel tuo abbraccio di pensiero
pensiero etereo balsamico il tuo

si riscalda e sorride alla vita
vita che ci aspetta in ogni suo attimo

per scrivere il nostro romanzo.
 

Nenia autunnale di sogni
Sembrano sbadigliare le chiome degli alberi,
s’agitano piano quasi mossi a danza
nella sonnolente canzone autunnale
spargendo lacrime colorate,
foglie ormai rassegnate
che si lasciano andare
cullate dalle mani amorevoli
di un vento che trasporta sogni,
cristalline speranze di mille e più
raccolte da mani con palmi
rivolti verso un cielo
che è cesta di pensieri
da spargere tra le stelle
affinché vengano illuminati,
irradiati, per divenire un giorno soli.


Spighe lontane
Spighe
gettate qua e là
tra graffi di cemento,
ricordano nel lamento
un terreno che fu vivo un tempo,
pieno di sentimento:
ridente grano nel suo palmo
accarezzato da un ingenuo vento
nell’arcata d’un cielo azzurro velo,
e la spensierata giovinetta
sulla sua rossa bicicletta
percorreva in fretta
il sentiero che costeggiava la dorata fetta
con una lettera d’amore nella mano stretta,
ricordo è ormai
come foto ingiallita e bruciacchiata
nella tasca mal orlata
di una donzella dalla chioma argentata,
che sospira guardando dalla finestra
quel lontano campo di grano
che irradiato era
dalla calda luce di sole e d’amore.


La ruota
Scivola scivolando
correndo a perdifiato
la ruota sul burrone
rotolando e inciampando
girando a destra e a sinistra
ruotando riga il terreno
e poi riparte,
rosicando l’aria
la ramifica sulla sua scia
che si fa corsia.
 

Sonata al chiaro di luna
Gravosa melodia s’addensa
nell’acqua argentea
di pallida luna piena:
disco evanescente
quando la sua immagine
sacra ai filosofi greci
tremola come fiammella
nelle lamelle dell’onde leggere di lago
dove s’ode tintinnante
tra le canne che s’ergono
sul bordo incerto nel suo disegno
dalle folte erbe selvatiche,
la sonata che vaga senza meta ma fluida
nel suo molle intercedere
trasportata a braccia
dall’aria resa sazia
dal pungente sodalizio d’odori
d’acqua stagna e di fresche erbe,
sonata struggente
d’un cuore che anima un piano nero
carico di pianto azzurro.
 

Fiore di loto
Muovo passi di danza sull’acqua
mentre pizzicate note di violino
cuciono l’incontro
e il vento mi fa ali di leggere piume
bianche e soffici
scivolo volteggiando nel grembo
di delicati sospiri
e fiore di loto divengo….
 

Giardino segreto
Ho intarsiato finemente
nei petali del mio cuore
il tuo sorriso,
un gabbiano volteggiava leggero
e si posava a sussurrare amore
alla distesa blu cobalto
d’un mare schiavo della terra,
ho raccolto dalla sabbia umida
una conchiglia nera lucida
e il suo splendore abbagliava
quando il sole nel suo incavo
riluceva, e l’armonia del creato
tessuta nel remoto passato
si espandeva creando meraviglia,
e lacrima, così, dal mio viso scendeva…
quel gabbiano chiavo del suo amore
per il mare volteggiava con la tristezza
nel suo piccolo cuore,
ho cercato un giardino meraviglioso
segreto agli occhi
dove il seme del mio amore per te
ho nascosto, dove sarà annaffiato
dalle mie lacrime, e il suo ricordo
rimarrà vivo in me per sempre
finché il mio respiro sarà nel respiro
della vita….
 

La ciambella rossa
Sulla panchina grigia
baciata dalla salsedine,
lungo la curva
che porta allo scoglio
aggrappato alla parete di vite rossa
e lambito da un mare artista,
due colombi si scambiano effusioni
a passo di tango
mosso da nostalgica fisarmonica
di un uomo in ombra,
si struscia il gatto color fumo
sui passanti che come giostre
girano girano
e la mente va
rapita da un tramonto
che sa di ciambella con glassa
color rosso ciliegia.
 

La stella del giorno
Piedi nell’acqua di fresco ruscello
coi pensieri che volano silenziosi
nel cielo dipinto di cielo,
e le mani poggiano sul cuscino
di verdi versi di prato,
mentre per l’aria fine
chiocciole di sole
scivolano lentamente sulla mia pelle
accarezzandomi,
variopinte carte di aquiloni
accenti di spensieratezza
che vanno a confondersi
con vele di nuvole
prendono il volo verso l’oltre
che il mio sguardo non riesce a vedere,
e così, stupita, rimango col naso all’insù
come bimba che attende
la stella del giorno.
 

Parlami del cuore contento:
raccontami di lui,
insegnami i suoi movimenti
affinché possa imitarlo,
disegnami i suoi sogni
perché possa vederli,
ti prego, non lasciarmi
nel guardarlo solamente
perché proverei invidia
del suo modo d’essere:
linguaggio il suo che nessuno
m’ha mai mostrato.


Dritto e rovescio:una poesia lavorata a maglia.
Le tue difese son scogliere di cristallo
Sempreverdi le speranze
dove rimbalza la luce calda del solstizio estivo,
profumano di pini addossati l’uno accanto all’altro,
attraverso la parete trasparente
anche passo trascinato di vento
vedo il tuo cuore che ritma incertezze,
sembra intrecciare petali di novità,
ascolto rapsodia in blu
ascolto un americano a Parigi
e sulla scia dell’ammaliante musica
e con l’entusiasmo di un viaggiatore
incrino il tuo cristallo con un sorriso,
raccolgo il coraggio di osare
e finalmente tu rispondi.
e così i desideri si animano.

 

Il battito della notte
Notte silenziosa
che rapisci gli animi
a cavallo del sole nascente,
il tuo sguardo è fuso col bagliore delle stelle
e spalanchi orizzonti di paure sconfinate
dilaniate dallo scorrere delle ore
che paiono essere lente lente.
Ti ritrovo a meditare il tuo solitario giro
spesso accompagnato da vite grigie,
ma lo spettro che racchiudi svanirà
quando il mondo darà alla luce la tanto attesa alba.
 

Il blu mi fa sognar
Il cerchio della luna blu
nella fredda notte blu
abbraccia l’universo blu
e mi fa pensar al cerchio nel lago blu
puntinato di cristalli di neve illuminati da luce intermittente blu,
ed io, al caldo sotto un cappotto blu
ammiro la scena blu
che ai miei occhi è un soffio di sogno blu.
 

Ruderi riecheggiano nel vento
Veli su veli
la danzatrice bianca sale
mistero appare e scompare
sbriciolato dal maestro tempo
il grigio castello,
ombre s’allungano
ai suoi piedi
nel tardo meriggio autunnale
dove stuoie di arrendevoli foglie
accarezzano al suolo i passi del passato:
s’odono con le orecchie del vento
cavalli e grida, risate e chiacchierate,
s’odono le dolci parole
di amori che si ripetono nella loro diversità
dalla notte dei tempi
nella scacchiera del mondo.

Una stella ora brilla sovrana
su tutto, il silenzio cala
e la notte come mantello
coprirà anche le nostre orme,
e i ricordi in quel luogo
prenderanno magicamente vita
fino all’arrivo della nuova alba.
 

Atto I: Risveglio dei sensi.
Nodosi rami coi paffuti fiori
plaudono il cielo all’imbrunire,
graffiati dal gelido manto
che si sta pian piano
raggomitolando come un gatto
tra tiepidi fili lanosi primaverili.
Specchia la placida scena
l’acqua blu notte di lago,
a scatti mosso da insetti curiosi
smaniosi d’aria
che con il suo andare lento
a sacche, spazia dondolando
chi nel suo passaggio s’adagia.
Da dietro il masso sospira l’amato
suonando dolce nenia,
note di chitarra cariche di eros
si spandono per l’aria, arca di speranza.
Gaia par ora la lignea scena
ingannando l’atto di nostalgico tema.
 

Amica foglia che ti stacchi dal ramo
e ti muovi mossa dal vento leggero
per danzare una volta sola,
per regalar sollievo
allo sguardo attento
di un passante dal vestito grigio
e dal passo spento,
non saprai mai della gioia
che il tuo finire reca,
ma quella gioia come energia
nell’aria fluttuerà
e per albero che ti diede vita
nuova e fresca linfa sarà,
e così, al comparir della tiepida primavera
ci regalerà la tua gemella.


Luce
Tra gli alberi di lunghi viali
lasciasti andare le tue incertezze,
ricercando con lo sguardo
le finestre di dolce luce.

Miele dorato sembrava
colare da foglia a foglia,
dove gocce di rugiada
s’erano posate nella fredda notte.

E tu, provasti piacere
nell’assaporare si dolce miele,
d’accostare ad occhi chiusi
le labbra al vento.

Ora quelle gocce han raccolto
il grigiore delle paure,
si son sciolte con l’ardente luce
ed è scomparsa la notte.
 

Un grazie carico di grazie
Chino sulla sua scrittura minuta,
silenziosa…
curvo in adorazione
piega di se stesso
nel palmo di Dio,
ombra marrone di terra
il suo mantello
ma di cielo azzurro vivo
l’universo dentro,
si scoprì al mondo
come umile servo,
ma nascosto in lui
riversò il suo immenso amore
per Colui che gli donò preziosa vita…
vita spesa tutta a ringraziare
è stata quella del frate cappuccino
Padre Pio da Pietralcina,
e così. ricevette il dono delle grazie
a chi a lui affidò il suo incerto domani.
 

Silenzioso scoglio
Sullo scoglio scosceso
scie scavate
strisce sinuose
sentieri stretti,

silenzio serpeggia solitario
sognando saluto solare
splendente sorriso.
 

………………………………………cielo di sogno
mani bianche…

tra polveri d’oriente
spruzzate d’acqua
di specchi d’oasi,

tra farfalle di foglie
che si rincorrono nella valle
che si sta addormentando,

tra diamanti grezzi salati
balzati da archi d’onda
sul dorso del vento,

…che cullano il sogno dipinto
di bimbo…………………………………………..
 

Astro chiarezza
Ho nella mia mente un astro,
luce che spacca il sentiero
fattosi aggrovigliato
da pensieri liana
che nodi han creato:
fiordi di paure.
L’astro dell’infinito Maestro
è ancestrale ricordo di pura meraviglia
che come nave fa salpare l’anima
nel misterioso incerto destino
deliziato dal vento delle novità
con a bordo l’ancora del coraggio
che è speranza.


Attenzione
Pargoli di luce
nello spigolo dov’è squarcio del velo…

…allor, che vedi?
vedo il tuo occhio
che rastrella la mia essenza.
 

Novembre:saggi pensieri
Respiro sentiero di pace:
silenzio che fluisce limpido
tra file di cipressi,
non per trovarvi la fine
ma per carpire la poesia nella vita
che tra soli e lune palpita…
il suo palpito è come uno sbatter d’ali
in un ciel dove nuvole nere e bianche
son abiti d’emozioni.

Tutti gli oggetti che fan parte
della mia cara vita
son lì che mi guardano vivere
ma non sono quelli che mi fanno vivere,
sono io che sono importante, io sola.

Mi allontano spensierata
dal saggio e sacro luogo di riposo eterno
che segna l’inizio di nuove vite,
nella nebbiolina di Novembre
che confonde i contorni:
ombre umane nell’ombra della vita.
 

Spensierato shopping di versi
Sali e scendi di versi
scalini di parole
nel magazzino di poetare
che portano ai piani alti,
dove la poesia è l’unica merce
che non puoi acquistare
e si gusta come un caffè
che emana profumo di luoghi lontani
e la mente e il cuore viaggia…
richiamano al sapersi lasciar andare
le alte palme che vedi dondolare
in riva al turchese mare
che da nuvole gentili si lascia accarezzare…
ma quando esco da poetare
mi porto via pezzetti d’anima da conservare
nello scrigno del mio io… per migliorare
e così, con questa mia poesia, voglio approfittare
per degnamente ringraziare
tutti i poeti del meraviglioso sito di poetare.
 

Il tempo dell’amore
Edera di vento il tuo amore
che profuma di spighe dorate:
grano maturo,
che mi avvolge sull’uscio della nostra storia
dove chioccioline di tenero pensiero
lasciano stradine argentee
che le puoi riguardare
sfogliando con gli occhi sognanti
il libro della memoria del cuore.

Guardandoti, l’arco dell’amore ideale tendo
con la forza dello spirito,
la sua freccia andrà lontano
nel punto già segnato per lei
sulla linea del nostro comune destino:
la distanza del tempo per noi all’unisono.
 

Contemplazione
Luna nuova, grande e maestosa
abbracciata sei dai nodosi e possenti rami
che son come braccia di un amato,
e rametti disegnano magici segni
sulla tua biancastra lavagna
per divenir linguaggio universale:
dialogo della natura con l’uomo.
Nel silenzio di questa notte
ti contemplo, mentre scendono
fiocchi di neve come note musicali,
e la musica composta nella loro danza
col vento mi invade, ed io canto…
inni a colui che ha dato vita
a questa meravigliosa sinfonia.
 

Nebbia che sfuma nel bagliore del giorno
Le nebbie e i melanconici dubbi della mente
si fondono nel teatro vita alla sera,
ma cercano la luce nell’alba serena
risveglio del nuovo volto del mondo.

Al canto del gallo l’inizio è svelato
e scomparso è il velo di dubbia visuale.
Ricordo così le ore gioiose che strillano
illuminate dal solstizio d’estate
che sembra mai tramontare.

Parto rinvigorita nel giro della vita
perché il cambio d’abito del giorno
è fiore nuovo che s’apre per ricevere
e dare amore.
 

L’ultimo bacio autunnale del sole
Il melograno rapisce la scena
in una campagna che dall’autunno
è svestita lentamente:
il suo frutto rosso
tra rami che tremano
quando son sfiorati dal vento
e son cembali a tratti armoniosi
negli applausi di foglie ormai
sull’uscio di nuova storia,
è l’ultimo bacio caldo di un sole
che ormai sta fuggendo verso altre terre,
come un amante che non ama catene.
 

Fare poesia
è un luminoso modo d’esprimersi,
le sue spire
irradiano luce,
quella luce che va a illuminare
il nostro sguardo
su tutto ciò che è dentro
e fuori di noi.
 

Attesa
Posato col capo chino
è quello spiumato pulcino
sulla staccionata di un rigoglioso giardino
dove l’acqua piovana scende a catino.

La tenerezza invade l’atmosfera bagnata
d’una estate spenta, ormai rassegnata,
in quel lembo di terra da alti alberi circondata
che fan da sentinelle per render la natura indisturbata.

La grondaia a calice riceve l’acqua come vino,
mentre riposa esausto e compito il contadino
sulla sua veranda d’edera abbellita
e coll’immancabile panca arrugginita.

Gocce son suono interrotto sul pino
e ceste rovesciate di vetri rotti sul gradino,
mentre una cicogna alberga su un tetto come dita
e l’attesa d’un sole a rischiarare pare infinita.
 

haiku salino
S’alza il mare
bagnato di rugiada
vita in vita.


Piacere d’amore
Rubava la tua ingenuità l’elogio
nei tuoi sorrisi l’innocenza di un gioco,
nell’aria si mescolava il frastuono:
mille bianche farfalle sembravano alzarsi in volo
nel dilatarsi azzurro mattutino.

In un’insolita veste tu ti trovavi:
portavi nel palmo della tua mano
la comprensione e la gratitudine,
mentre l’aria lacrimosa
velatamente s’insinuava pian piano
posandosi ovunque come perle.

Gemme sbocciate i tuoi occhi sembravano
quando il suo mistero venne rivelato,
allora si diffuse da pergamene di nuvole
una mielata luce nel giardino
dove un no divenne un si.
 

Nell’oceano sento il tuo richiamo
Intensi i tuoi versi:
lasciano delicate emozioni
nel mio cuore,
mutando il mio silenzio
abisso senza confini
in movimenti di pesci colorati
tra filtrati e ondulati
raggi stellari.

Il richiamo d’amore delle balene
spazia vorticoso
nel maestoso oceano,
ed io lo sento insinuarsi
tra le mie vene eteree
segrete entrate al mio essere.

Non si libra dal libro
il tuo vello di passione,
tenderò allor l’orecchio
in riva aspettando i tuoi passi.

Nenia salmastra sdraiata
la sento scivolare lentamente
sulle mie guance,
chiudo gli occhi
e i tuoi racconti nel ricordo
mi sfiorano deliziandomi.

I nodosi filamenti
dei nostri discorsi
ora tacciono
nel grido del vento,
aspetterò così la luna nuova
che li faccia rivivere.
 

Luogo dimenticato dal tempo
Grata di sassi ed edera
lega volti di case annoiate,
dove rimbalza giallognola luce
trafitta dalla pioggia fina fina,
appannata dalla curva d’un cielo
che nasconde un sole al sul declino.

Nascondono i sorrisi tra rossi gerani
bimbi spettinati, profumano alla lavanda
le loro vesti macchiate di fango.
Sull’uscio d’una dimora d’altri tempi
contemplo le finestre, i muri, le scale
e le stradine ciottolose.
Ti ho scritto una lettera
da questo luogo silenzioso
puntinato d’emozioni,
il tuo volto era ovunque…
sentivo il profumo del bianco
gelsomino, delle mele e della menta,
sentivo il rumore dell’acqua piovana
che sbatteva sulla nera grondaia,
sentivo il pelo liscio del placido gatto
accovacciato vicino alla nuda stufa,
sentivo il tuo respiro tra le fessure del bosco…
non potevo dimenticarti
non potrò mai dimenticarti.
 

Se è gentil d’aspetto
ferisce chi sicuro è nell’afferrarla
con decisa presa,
racchiude un cuore profumato
da veli vellutati circondato
e ad arte adagiati l’uno accanto all’altro,
impreziosita è quando
perle cristalline d’acqua la baciano,
e solletico sente
tra le mani dispettose del vento,
ma sorridente appare
se circondata dalla calda voce
dell’astro che all’alba splende.
Non potrete non amarla vedendola,
la sua bellezza rapisce i cuori intrisi
d’amore…
nel suo nome, la storia di chi ama
da secoli si specchia…
è la Rosa, la bella signora.
 

Il colore del silenzio nelle foglie
Nevica musica
quando il respiro
del vento si fa ampio:
una musica di carte variopinte.

Le dita rossastre impresse sulle foglie
son tatuaggi rubati al tramonto,
segno di fine d’un cenno di vita
apparsa per esser
com’era dover d’essere,
in una vallata dove
rintocchi di campana
pesanti echi si dilatano
sul corteo
che sul finire dell’autunno
prende corpo
tra alberi rassegnati alla loro vitale sorte.


Germoglio di bambù
Un germoglio di bambù
stella solitaria
affiora dall’acqua
tintinnante di luce,

esprime
gentile presenza
nella trasparente
anima
mossa a ghirlanda
dal ribollir
di sotterranea sorgente,

tace, e poi tace
il sogno che s’apre
come spicchio di luna
quando fluido pensiero vola
nel sereno cielo
d’una chiara oscurità.
 

Poesia è…
ammirar un paesaggio
trasformarlo coi colori del proprio animo
dargli i suoni che son eco
dentro di noi,
suoni di vita ereditati dai nostri avi
e suoni che vibrano nelle nostre cellule,
porterem così alla luce
la nostra idea di visione della vita…
poesia è l’anima che il nostro essere
plasma, un nostro io con le sembianze
d’un mondo
che per ognuno diverso appare
quando con curiosità lo sta ad ascoltare.
 

Racconti di me
Cosa posso raccontare ancora
per far breccia nel vostro animo…
dei miei mille soli:gioie
dei miei mille granelli: pensieri
dei miei mille germogli: speranze
dei miei mille nuvoloni: tristezze
dei miei mille aquiloni:sogni,

se non siete stanchi di me
basta che mi leggiate ogni giorno,
perché il mio io è un universo
che si espande attimo dopo attimo
in questa mia esistenza terrena;
non trova limiti nel raccontarsi
perché la vita è una forza così travolgente
che merita tutta la nostra gratitudine:
viverla con immenso amore
è ciò che ci chiede umilmente
inchinandosi a noi
con ogni splendida
e sempre diversa
alba.
 

Impressionista del mio cuore
Parlami ancor con gli sguardi
così i miei pensieri insabbiati
nel deserto dell’anima
si sveglieranno
nell’oasi del tuo cuore
per dissetarsi alla fonte
del tuo amore,
s’alza l’alba fresca
in un tramonto
se incornici di sorrisi
il tuo volto,
m’addormenterò sul tuo petto
mentre il caldo d’una capricciosa estate
stordirà le membra,
e il suono d’un violino
sarà liana che ci legherà
in un sonno fatto di dolci
carezzevoli sogni.
 

L’Autunno
Nell’incavo
d’una rossa
nostalgica stagione
vene nere
ci regalano l’emozione:
il contrasto…
che è naturale.
 

Sulla scia
del caldo scialle
lasciato dagli ultimi
caldi raggi
d’una estate
che sta chiudendo
la sua finestra,
ringrazio calorosamente
Piero per i suoi sempre
gentili commenti sulle mie
piccole e ingenue tracce.
 

Linee argentee
leggere
son le corde
che vibrano
nel mio essere…
al passaggio
delle note
che danzano
al ritmo ora lieve
e ora forte
degli stati d’animo…
ed io goccia a goccia
li raccolgo, li guardo,
li ascolto…
e li trasformo in poesia
perché…è così per me…
e questo mi basta saper….

 

Sibili di solitudine
Nel silenzio
della solare campagna
onde nel grano
son le mature spighe,

a balze rosate
si mostra il cielo
che geme: gocce dondolano
appese a fili di vento,

panni stesi
col loro bianco candido
son nuvole rubate
per regalare nuova luce,

e il lento fluire delle ore
rilascia sospiri presi
alle sudate fronti,
che volgono il loro saluto
alle pallidi solitudini
che si intrecciano
con i fievoli raggi
abbandonati al loro destino
nell’ultimo abbraccio
tra sole e terra.
 

Paesaggio amaro
Nella canicola
la terra arsa
fa una cruda smorfia,
e l’aria è grava di strati stagnanti:
l’odore pungente
della catasta di rami e di foglie
segue l’onda dell’arrendevole
giovane erba, che macchia
la collina edificata
vicino al ruscello
dove scorre accesa linfa.


I ricordi nelle pietre
Il palmo della mia mano
sente i battiti
il pulsare delle scene
attimi imprigionati
dall’umidità di pietre
screziate verderame,
scaglie su scaglie di vita
lasciate inconsapevolmente
evaporare nel passaggio
da vite allora
ombre umane ora,
nei vicoli dove il cielo
è frantumato dai tetti,
e lo sguardo
diventa folla di occhi
per catturare l’insieme.
 

Gabbiani
Nella matassa grigia
di mare e cielo
archi bianchi
si rincorrono
si piegano
si distendono
formando delicati origani
a spezzar monotonia.
 

Nel seno di un’innamorata….

Palmo palpitante del cuore
Una pellicola  Lei  bramava
in bianco e nero
arrossendo
muove ricordo   di riaverlo
lento lento   nel suo intimo,
tra nostalgiche, graffianti,...
dolci note e   accarezzando 
di walzer viennese si arduo
di saluti dal ponte pensiero
d’un battello a vapore:  e…
una donna sulle zingaresche
candida vibrazioni musicali
come il suo abito delle onde
di grezzo lino,   componeva
cenno di mano il messaggio
tra zampilli salati da lasciar
di lacrime e oceano,  come
rincorre sulla scia    nastro
spumosa e bianca per legar
la tratteggiata immagine al
dell’amato
vento impetuoso
lasciato sulla riva della baia
al suo destino…i loro nomi
il fatal incontro d’esser così
per divenir rimpianto   uniti
nel palmo del cuore. sempre.

poesia nel palmo di un’altra poesia.

 

Luce nella solitudine
Un secolare albero solitario
con la sua maestosa chioma
in cima alla grande collina
respira….
polvere di stelle
illuminate dai caldi raggi solari
nell’azzurro cielo.
 

Linea di speranza
Cordoni di sabbia e
salina argentea acqua
fan cordata fino al faro:
luminosa speranza.
 

...
Sono andata là,
ma non l’ho trovato.

Sospiri riempiono l’anima.

Mi disseterò al pozzo,
dove l’acqua non tramonta.
 

Parliamo sempre tanto…
ma alle volte tacere
ci permette di immergersi
in un noi così profondo
da abbracciare
in una frazione di secondo
l’intero mondo.
 

Porticciolo: Portopiccolo di Sistiana
Spicchio di pallida luna
bianca lattea
in un tramonto che arde
nelle ultime battute
d’una stagione cicala,
sei vela d’un velato cielo
e ti fan compagnia
le leggiadre vele
in un mar leggermente increspato
dal loro sinuoso movimento
che rincorre gli ultimi raggi
d’un rosso disco
sul finire della giornaliera musica,
corona di conchiglie son le case
abbracciate dalla selvaggia roccia carsica
che sentinelle come stelle
luccicano nelle notti coi lumi
ad arte incastonati, creando magia…
e noi, passeggeri sul veliero
della vita
dall’alto della scogliera
nell’alito salmastro
impregnato d’oli di lavanda,
salvia, melissa e rosmarino,
sogniamo d’esser gabbiani
per volare in quell’incantevole conca
dove terra, acqua e cielo
si librano all’unisono.

22/08/2015
Splendida gita….alle porte di casa mia.
 

Piccole grandi gioie
Traducimi il respiro
quando lo fai evaporare
tra spaghi di goccioline
che rigano un lampione
dove crepe vivono
nella sua anima vitrea
animata da un bagliore
appena accennato
che a tratti scompare
fondendosi con i neri
contorni della notte,
perché possa vedere
l’attimo del tuo rapito
sguardo che ingenuo
sa gioire d’ogni virgola
di questa terrena sorte.
 

Tu, mio calice
Che le tue mani
delicati calici
siano a raccoglier
lacrime
che verso
perché la mia anima
s’è adagiata un poco…
intreccia il tuo sorriso
col mio
e allor vedrò l’ombra fresca
che lascia la bianca calla
ristoro nel delicato pensiero suono
i rami del mio essere
vigore riprenderanno
così gioia e speranza
saran fiori freschi che riempiranno
il vaso vuoto del mio cuore.
 

Inganno
Fiori screziati
nella stanza del quotidiano
son carezze

nastri rossi di intensità
nella griglia dei giorni
son passioni

germogli di bivi
scie luminose
nella chioma fitta fitta della vita
son destini

ti ricordo il tic tac
del tuo orologio
che può essere inganno,
se è inganno
allora fuggi via dal ciglio
del burrone
e riempi i tuoi vuoti
prima che il tempo
li riempia come vuole
se tu sei
il solo spettatore
di te stesso.
 

Enigma d’amore
Maschera bianca
cosa nascondi?
sussurri dolci
parole crepuscolari,
sorridi con gli occhi
color grigio nebbia
che fa scomparir il sentiero
per l’ombroso bosco,
annuisci girando lentamente il capo
come luna misteriosa,
e nel mio palmo
lasci rosa rossa
senza spine
odorosa di stuzzicanti promesse
ma poi te ne vai sfiorandomi…
lasciandomi rapita
dal tuo spettrale fascino.


Viaggio con le parole
Son viaggiatrice…
nel mio piccolo bagaglio
penna e bianchi fogli
son sempre pronti
a imprigionar
le preziose parole
onde dello spirito
ricami dei nostri sentimenti
perle della mente
quando i miei occhi
fotografano l’attimo fatato
incrocio di suoni, colori
e stati d’animo,
e sulla scia del loro magico
suono s’aprono scenari nuovi
dove lo stupore rende muta la parola.
 


Cos’è per me poesia?
Ogni uomo
è espressione poetica
di colui che l’ha creato,

poesia
è delicato ruscello
di un mare
che è il sentimento,

ognuno di noi
è poeta
se si sofferma ad osservar
con gli occhi dell’anima,

ed è poeta alla luce del sole colui
che coraggio dimostra
nel condivider i suoi pensieri
più profondi con gli altri,

e se poi i suoi pensieri
son espressi in forma un po’ contorta,
è l’originalità del suo io
la loro essenza,

allora un ….io son in te…
è già poesia…
ma forse sol per me
che in ogni scritto d’uomo
vedo la vita che pulsa
in ogni sua miliardesima
sfaccettatura, e l’incanto
mi nasce dentro
ed esplode con un
applauso del mio cuore:
viva la poesia
che è nostra espressione
più delicata di contemplazione
della vita che ci è stata
data in dono.
 

Il richiamo forte della natura
Una delicata carezza
con morbida eleganza
il tuo ramo di rosati petali
lascia all’acqua cheta di lago
pozza verde smeraldo
quando s’adagia piano
mosso dalle dita del vento
che come pianista
il suo tocco musica crea
ispirato dal soffio lieve
dell’amore che sboccia
nei cuori sinceri
innamorati della vita.
 

Inutile squadratura
Riquadrato è il nostro cielo
dove l’amore è pallina di flipper,
sottile velo è percezione di
vuoti d’aria che son disordine:
fan scivolare l’ordine
nelle bollicine del frizzante
enigmatico, incontrollabile
ed eccitante caos…

…così, nuovi universi
si formeranno
apriranno l’involucro
e pagine variopinte
saranno i nostri giorni.
 

Passione
Nel vento rosso di passione
sono foglia
strappata al ramo,
bloccata al tronco
mi muovo scivolando un poco
ma ruoto a vuoto,
mi manca il respiro
mi arrendo
e allora mi perdo…
nel girotondo dei sensi
il cielo sopra me
perde i colori
e spazio spalanca le sue braccia,
lanciata in alto
e subito a terra mi trovo…
vivo ma vita era
nel brivido di quel momento
vissuto tra le sue spire.
 


Fili di pensiero
M’incamminavo
tra petraie: bordura muta
e immobile
di un mobile rigagnolo
quasi secco
nel suo letto divenuto scorza
per l’aria resa arsa e grava
dall’incandescente astro,
e il pensiero su di te
fresco ramoscello
s’insinuava
tra le fessure
grigie,
respirava gaiezza.

Continuavo attenta
nel mio cammino
sentendo pulsare i polsi
nella speranza
di una chiarità che facesse svanire
la trasparente ombra
che inganna l’anima.
 

Io
La mia anima
dialoga
e ventaglio d’emozioni
fioriscono,
i miei pensieri
si rincorrono
e veli di sogno
divengono,
e così trasparenza di soavità
sento traboccare
dal mio cuore.

5/8/2015
 

Il ponte luna
Sospirar al chiaro
d’una luna
che inebria lo sguardo
accende gli animi di
desideri,
sospiri e poi sospiri
rapiti
aspirati
impagliati
e
passo veloce
si divincola tra la folla
che urla
che sbraita
che ringhia
che sgomita,
il suo scalpiccio
tra scie di luce
bagnate
frantumate
impastate
improvvisa veloce
sorriso alla luna…

…la luna
è la distesa
nel cielo che aspetta
gli sguardi che han mille
intenzioni:
lei scrigno
libererà per ognuno di noi
il cigno,
nastri rosati di raso
son i sogni delicati
che tra le sue piume
scivolano silenziosamente
abbracciando
l’aurora del nostro
io, e noi pronti allor saremo
gonfi di mille intenzioni
a librarci con spericolate
luminose acrobazie nell’ignoto.
 

Diario: il bosco ci parla.
Corteccia esala
catenaccio d’odori:
guanti di muschio
impregnati di nuvola
avvolgono sassi consumati
vestiti di umida fanghiglia
dove arse farfalle di foglie
piangono luce respirata,
scivola ridente di freschezza
germoglio d’acqua
specchio di verde chioma,
e nel grembo di tronco mozzato
vita nascosta e protetta
occhi furtivi gialli ti guardano,
ma nella piastrella di prato
miele di garbate e semplici corolle
addolciscono il palato,

abbarbicato è il mio sguardo
nel sentiero che il destino ha scelto
oggi per me…
ringrazio il libro natura
che riequilibra il nostro sé.
 

Mantra in montagna
Graffi in volo
la roccia suda
lame di sole,

nei veli d’ombra
il profumo d’erba
si fa più intenso,

resti di mosaico
i miei sentimenti,
il rollio di pietre
m’incatena

esco dalla linea
del sentiero
per sentire la curva
di un pensiero più sereno.
 


L’Impronta di Francesco
Nell’eremo francescano
l’idea del giusto
affiora da tutto
osservanza della misura,

si levano canti
inni
per il cammino di San Francesco
che ha lasciato l’impronta di Dio

e Dio lo si respira nell’eco
della vita del Santo
come ali che sbattono
sulle pareti del tempo
rilasciando armonici suoni
che rischiarano l’anima.
 


L’anima di un sogno
Sollevo il lembo
di sottile organza
e brulicante brusio
inciampando un poco
pia piano prende corpo,
fiori di campo e ciliegie
nel paiolo in rame
aspettano le virtuose dame
che danze le han rese
stanche e affamate
nelle stanze scarsamente
illuminate da candele
ormai consumate,
scalini e ancora scalini
bagnati dal veloce temporale
immobili respirano il movimento
e vivi divengono,
mentre l’alba preziosa perla
finemente lavorata
dal paziente tempo
coprirà presto la notte
e i suoi segreti
che ritorneranno nello scrigno
di un sogno d’altri tempi
sul muro dipinto.
 


Un pomeriggio estivo
Giostra di girasoli
si muove lenta
nell’onda del vento
dove note musicali
cicale ovunque
zappano con piccoli
solchi il caldo
bucando di musicalità
la sua sonnolenza
che raggiunge la stanza
dove bottiglie di verde d’alga
vuote e solitarie incorniciano
un davanzale
dove margherite si sono addormentate
mollemente tra mosche
che come gatti
stordite sonnecchiano
placidamente,
si lascia andare il fazzoletto
sull’erba
unico movimento
di un pomeriggio spento.
 


Pensiero semplice d’amore
Così semplicemente
son seduta sulla calda sabbia
a mirar gli sguardi del mare
che mutano
plasmati dalle mani carezzevoli
di dolci e fresche onde azzurre
e nel frangersi la luce
in mille specchi
vedo specchiato il tuo sorriso
sorrisi di baci
sparsi sulla distesa d’acqua
immensa
arrivano a riva per me
baciandomi i piedi
che nudi assaporano
il delicato messaggio d’amore
che mi giunge da te
da un lontano presente.
 


L’ombra del silenzio
Son riuscita
per un attimo
nella frenesia
del fare e del disfare
a catturar
l’ombra del silenzio,
carezzevole freschezza
letizia per il cuore
e la mente
…ora pronta mi sento
a dar di me il meglio.

….ecco l’ombra fune
che va a recuperare
l’ombra della poesia
e l’ombra stessa diviene
poesia… un tutt’uno…
corpo e ombra…

Ombra
L’ombra si espande
cambia forma
ma rimane
agganciata
cucita
edera
magica presenza
che dà corposità
al corpo stesso,

anche se priva di consistenza
aspetti della realtà
li racchiude nel suo scrigno,

luce che scompare e non si fa vedere
cerchiamo di entrarne e uscirne
pause nel discorso
note mancanti,

è sacra quando
guarisce al suo passaggio
è ignara e potente
l’ombra di San Pietro
sugli storpi,

ombra è traccia
del passaggio
coda dell’essere
e l’essere si fa diverso
più legato alla madre terra
che l’accoglie come impronta
regale della vita.
 

Coro per la vita
Voci da brivido
si levano in coro,
si aggrappano
come colorati palloncini
alle nuvole,
che son velieri del nuovo millennio,
per esser trasportate
ai confini del mondo:
salviamo il nostro pianeta
urlano disperate,
salviamolo per i nostri bambini
è arcobaleno la vita qui…
…che rimanga sempre vivo
nel cielo del luminoso firmamento
dove i nostri piccoli passi
riecheggeranno per l’eternità
come segno della nostra esistenza.
 

Rapita dall’insieme
Battito di mani
eleganti volteggi
bagno di sapore autentico
quando tra le fronde
del mio grande albero
m’immergo tra le sue fresche
e timide foglie
che a mille rapiscono
il mio sentire
quando agitate dal camaleontico
vento
e così vento diviene foglia
quando la rapisce nella sua bocca
e vento divengo io
quando m’invade tutta
con la sua energia
e spazio diviene girotondo
e tutto si trasforma
e l’incontro coll’indefinito
m’inebria
toccato è il mio animo
dalle dita del naturale essere
e il pensiero diviene astratto e pieno
e lo sento sfumare all’orizzonte
come delicato sogno
che con le ali del desiderio
si dilata divenendo lama luminosa
d’unione tra cielo e terra
abbracciando tutto il mondo.
 


Essere
Erbe alte, altissime
fili sottili
verdi smeraldo
gialle come il grano
a macchie
setose,
i miei capelli
giocano con loro
il vento ci lega
e ci slega
e il mio riso
si fa bianco, pulito
sincero
una bimba si è ritrovata
si era persa nel mondo
adulto…
mi sono presa per mano
e ho cominciato a capire
che per essere vibrazione corporea
cosciente e matura
è essere anche come bimbi
per vedere
per contemplare
per esistere al meglio
nella magia di questo universo.…
 


Voci dell’estate 2015
Profuma l’aria
di immagini antiche,
anche il lampione
tra le fronde
illuminate di fioca luce
giallo caramello
sembra catturare
un tempo ormai che tace,
e la finestra opaca
mostra segni,
arrugginite sembianze
sgranate
accese speranze
incollate
dove al di là dello sguardo
di alte case
s’accendeva lo spettacolo
dei fuochi colorati
e tuonanti
mentre il cuore palpitava
sognava
ardeva l’amore in petto
attendeva
un segno nella notte
dal cielo.



Rinnovata promessa
La palpebra del giorno
s’è alzata…

nasce il nuovo sole

entrato nel mondo
germoglierà la vita…

…arca di speranza
pronta ogni dì
a rinnovare le sue promesse

…illuminare d’amore le coscienze.
 

Esplosione di vita
Ragnatele di lampi nel cielo
energia che prende corpo

pavimento obliquo
tutto sembra rovesciarsi,
evoluzione rapida
senza argini

ruota il vento
colpi di tacco la grandine
sinistri volti
le ombre di alberi scheletriti
sul lago
ceste di lacrime
son le nuvole
verniciate di nero

papavero rosso
nella tua mano
aspetta

comparirà l’antica alba
e la sua armoniosa
trasparenza lucente
incanterà anche il tuo messaggio
sospeso dal tempo
e allora il mio cuore
bagliore vedrà
nel ricevere quel papavero rosso.
 


Lettura delle altrui idee
Alberi di conoscenza
rapiscono il lettore
nella loro linfa

libro come sirena
richiamo nei pensieri
che son varchi in altri mondi

colgo l’intimo sentire altrui
e così pergola fiorita
sarà la mia mente.
 


 È….
sOPRA
uNA
nUDA
e fREDDA
pIETRA
lA
tUA
sCHIENA
bIANCA
o
aLATA
fIGURA
rIVOLTA
è
all’oMBRA
dEI
mIEI
iNTIMI
pENSIERI
cHE
vEDI
aLLUNGARSI
tENUTA
dALLE
tUE
aMOREVOLI
pIUME
sUL
cAMMINO
dELLA
vITA
gRAZIE
aNGELO
PUNTo
 

Il miracolo degli occhi di Maria:
9/7/1796 – Roma

In quel vicolo
ecco Maria, Madre di Gesù,
il suo sguardo anima
i suoi occhi ti cercano
non puoi più scappare
il miracolo sacro
è sulle bocche
rimbalza come eco
e si accende ovunque
dove Lei è immagine,
anche Napoleone si arrende
…è Lei la Regina che il povero
e l’umile attende.
 

Poesia d’ulivo
L’ulivo desidera
nella quiete
il tuo respiro

s’alzano in volo colombe

trascina il passo
la radice
nella palude del tempo
immerso nell’alternarsi
di gioiose albe

mentre la poesia
regna tra i rami
carichi di sacrificio
mescolato alla linfa
in quei sacri dì
dall’animo tormentato
e benedetto
di Gesù Cristo.
 

Giallo in piazza
Becco giallo
manto nero
ecco il merlo
dallo sguardo fiero
nel giardino ombroso
di un convento silenzioso,

e s’aprono i fiori di camomilla
a mazzi tra cocci e pietre scolpite
addormentati dal fuso del tempo,

e la cicala non si stanca
tra foglie di menta e salvia
e profumata canta,

e ragno dispettoso
salta
sul bimbo biondo
e riccioluto col gelato
che presto toglie il malcapitato
e lo finisce a terra
con colpo secco di sandalo
slacciato velocemente
dal piedino sudato,

e ringhia il vento sul campanile
tra campane mute d’imponente
aspetto, s’attorciglia, rimbalza
tra le pareti perlate di preghiera,
e scende a invadere la piazza
che con l’imminente burrasca
si è svuotata come una tasca
lasciando al centro
dondolarsi placidamente
un’ignara gialla palla.
 

Pensiero plastico
Ritagliavo con lo sguardo
i pensieri sull’asfalto
li staccavo
erano pesanti
grattavano la polvere fine
finezza di spensieratezza
che aleggiava nell’aria
dove si intrecciavano
danze d’onde
trasparenze d’azzurro
trafitte da raggi d’oro zecchino…
e così sgretolati
polvere di pace divennero
sognanti sprazzi di nuvole leggere
…godevo d’essenza intima estrema
pienezza d’eterea saggezza…
 

Foto dal finestrino
Colonne di luce
all’ombra del tendone
e scalini di gocce di pioggia…
…e la natura ringrazia il cielo.
 

La partita della vita
Le giornate con le loro canzoni
s’alzano di buona lena al mattino
e vengono a cercarti come tuoni
lì dove tu riposi sotto lenzuola di lino.

Forse per te le albe non ci sono
svanite nella scelta che tutto è scuro, ombroso
ma loro, la presa non la lasciano
voglio anche te sulla linea di partenza sicuro, fiducioso.

Resta una sola cosa da fare allora
non indugiare, perché il mondo
pur nel suo fare giocondo
ci aspetta ogni giorno
a giocare la preziosa partita della vita.
 

Voci dal sottobosco
Le auliche voci
nel fitto sottobosco
rimbalzano sulla coperta di gialle foglie
bagnate dall’argentea
pioggia che fine fine
goccia su goccia
sbatte sul terreno
tamburello,
canti docili, versi sinistri
richiami caldi,
giocano a nascondino
tra gli arrendevoli rami,

…fronde come gabbie
racchiudono
una natura che è libera d’essere.

 

 

Il caro nostro Cuore
Il cuore per millenni
sempre lui
il centro dei nostri pensieri
il centro della nostra
vitale terrena esistenza,

cantato in migliaia di versi
è rimasto giovane
perché lo abbiamo nutrito d’attenzione
e d’amore….
 

Nome Speranza
Chiamatela sempre la speranza
urlate al vento il suo nome
che giunga con le nuvole
ovunque voi siate
che vi porti il dono
quello che il vostro cuore desidera
un dono che racchiude tanti doni
siate consapevoli
che è lì per voi dalla notte dei tempi
tra le incandescenti stelle
voi dono speciale
donatevi sempre l’amore
che è chiave che apre le porte della vita
stanze vedrete luminose
e allora capirete i perché….
 

Sguardo salato
Bianca spuma salina
leggera e fresca
che accarezzi con gentilezza
la guancia rosata e cristallina
della sabbia,
che si abbandona all’onda
danzatrice col vento suo cavaliere
scie di luce lascia
sagome trasparenti
pagine nuove
da riscrivere con ogni mio passo
che adagio pian piano
senza disturbare la vita
che come nastro si srotola
sotto il mio attento sguardo.
 


Un raggio di sole
Perché te ne vai raggio di sole?
Non andartene in mezzo alle
sciupate nuvole,
resta nel brioso canto d’uccelli
nella giostra dei rami imperlati
dalla dolce brina
nei sorrisi dei fiori
che mostrano la loro
splendida corolla
nella fresca mattina,
resta tra le lenzuola
di chi non vuole svegliarsi ancora
per assaporare lentamente
l’aroma del giorno novello,
….resta nel mio sguardo
perché irradi a raggiera gioia
nel mio triste animo.

 


Umanità
Il ventaglio colorato
d’umanità
quando si agita con grazia
nel cosmo si liberano
onde come nastri luminosi
nodi di ghiaccio
che si sciolgono col caldo
Amore,
abbraccio armonioso di
perfezione divina.
 

Le mie riflessioni
Nell’armadio
del mio essere
ho appeso
le mie riflessioni:
le ho lavate
tolto la patina
della banalità,
al sole
le ho asciugate
luce che rischiara
e le ha rese
più brillanti,

ecco che son pronte…

per esser
dalla mia mente
indossate
presentate
a chi
saprà cogliere
il loro vivo
saggio
messaggio
di curioso
interesse
per la vita.
 

La Vita: che passione.
Oggi la vita
è entrata
dentro al mio cuore,
si è fatta viva più che mai
mi ha strappato i veli
quei veli rosa
che confondevano
il suo volto,
strappi
che son diventati squarci,
ho sentito il suo urlo
l’ho plasmato
nella mia mente
l’ho fatto diventare
farfalla,
il dolore l’ho visto in faccia
è sempre dietro l’angolo
pronto a uscire
e a farci vedere chi siamo
veramente
e a farci capire
il perché siamo qui,
un gioco altalenante
la vita
montagne russe…
è pur sempre affascinante
il suo percorso
anche se alle volte molto
ma molto faticoso…
diamoci una scrollata
e via… per iniziare
una nuova partita.
 


A Charlie: un mito degli anni ’30.
Charlie,
sorriso che incanta
è cascata di tenerezza
sul fiore sciupato
possibile regalo
a un amore sognato,

sopra una trave polverosa
sospira con sguardo perso
alla pallida luna
togliendo i petali
in cerca del m’ama.

Incerte le sue difese
alla luce d’un lampione
nero lucido anni ’30,
sbriciola frasi sdolcinate
all’elegante figura
attrice di teatro
che aspetta impaziente
l’ultimo tram.

Charlie ora è solo
con la sua delicata ironia,
di chi sa che il domani
recherà una nuova sinfonia.
 

Calda Estate
Righe di tendoni
si rincorrono
nell’estate afosa
di un pomeriggio
dove il caldo
conta le ultime gocce
d’asciugare
rimaste sospese
nelle grondaie spaccate
nelle pietre scavate
nelle calle addossate,

nelle mie palpebre
la goccia dell’ultimo
pianto ha impressa
una nota di tristezza
che aspetta d’essere asciugata
da un tuo caldo abbraccio.
 

Movenze fatali
Frusciare di vesti
e sguardi obliqui
con mezze frasi
sussurrate,
tra arcobaleni di sorrisi
qualche azzardato occhiolino,
e il cuore fa le fusa…
scalini di cristallo
ad uno ad uno
saliti per toccare
un cielo dolce dolce
che sa di zucchero a velo…
ed ecco la mia mano nella tua
e il paradisiaco incontro
prende il volo.
 

Giugno
Mentre giugno è generoso
di succosi rossi frutti
e vela d’azzurro tenue il cielo,
una frizzante frenesia mi prende
nel cogliere un’alba fresca
che nasce tra rigogliosi rami.

Profumata è l’aria
di rinnovata saggezza,
memoria ciclica
che ogni volta pare sia
nuova.

Il letargo dei miei progetti
finisce,
lascia la tana la mia pigrizia
per aprirsi al nuovo.

Mi ruba la voglia
quest’immagine solare,
l’attorciglia tra le sonore foglie
e la espande
s’aprono i sentieri dell’immensità
ed entro nel cambiamento,
e piacevolmente turbata
la mia anima rischiara.
 

Ombre tatuate
Tatuaggi arzigogolati
di singolari rompicapi
le fronde lasciano copiosi,
ombre di nera china
dense di mistero
che durano un istante
al passaggio del fugace
solare sguardo,
e i tuoi occhi
cerchiati dal gradevole paesaggio
paiono linee di confine
dalla realtà al sogno.
 


Agguato al Castello di Torre –Pordenone

(notte tra l’11 e il 12 Aprile del 1402)
 

In una notte lontana

lumi di luce fioca

ardevano tra mura

armate di sassi

da selvatiche erbe circondate

dove ortiche nei fossati

regnavano indisturbate,

 

una luna tonda

disco dal melanconico

fascino

inebriava i viandanti

e i caldi amanti

ammaliati dal canto

lastricato di desideri

dei grilli,

 

ma al sopraggiungere

d’una velata nuvola

più scura della notte

il buio fitto fitto

mantello di infausti presagi

coprì ogni luce,

 

dalla torre del castello

grida di dolore

agguato inaspettato

fece rogo, morte e pianto,

 

ora la guardo quella torre

silenziosa alla luce del sole

e sospirare sembra

per quel fascino castellano

che per vigliacca mano

quella fatidica notte

andò perduto nell’eterno sonno.

 

Giostre di paese

Giri, lacrime dolci e solari,

giostre colorate agitano

le nostre grida,

tramonto senza sole,

neon bianco sparato

illumina

voracità di gioia,

si annullano i pensieri

nel vortice umano

centrifugati nel vento,

in mezzo a dondolanti

canzonette ormai tramontate.

Per alcuni il sentimento

prende corpo: nel coro

piroette di giovani sguardi

fermano la giostra.
 

 

Il salice

Nella calda estate

geme

all’imbrunire

il salice piangente,

 

che riverso

sul lento fiume

aspetta

la carezza fresca

della sera,

 

tra case

dal fascino lontano

che dal diroccato ballatoio

barocco

gli mandano baci

silenziosi

e provocanti

lasciati da amanti

il cui eco rimbalza

tra le sue fronde

lunghe e imbavagliate

dalle spirali del tempo

culla di vita

che si rinnova.
 

Un vecchio vecchio
ha sfiorato una rosa
lacrima per lei.
 

Luce
Sbianca il respiro
si fa velo

eterea l’aria
diventa
quando

immersa
nella sua pulsante vita.
 

Poetare è volare
saper rendere più colorata
la realtà
plasmarla
sognarla con rivoli freschi
di passione
e se uniamo le nostre rime
in un’azzurra pagina
la forza delle nostre idee
potrà far cambiare rotta di pensiero
rendendolo forse un po’ più sereno
a chi vorrà leggerle
ritagliandosi un secondo
del suo prezioso tempo.
 

Sinfonia marina
Ondeggia la barca
e malinconicamente
ritagli blu scuro
si sfumano sullo specchio
lievemente increspato.

Raminghi rami
come braccia stanche
si lasciano lungamente
e ripetutamente
accarezzare dal palmo
umido.

A riva il tuo sguardo
abbraccia il mio
e anelli di alghe
giocheranno con noi
quando ci arrotoleremo
spensierati ed eccitati
sulla calda e morbida
sabbia che le linee d’aria
plasmano a loro piacimento
in un gioco senza fine...

…ascolta amore mio…
la sinfonia di questo luogo
dove l’amore è lievito.
 

Cassetto d’altri tempi
Cartoline ingiallite
sui bordi cancellate ad arte lettere
rosicchiate
dal tempo scandito
da orologio a cipolla
intarsiato
sparse
nel cigolante cassetto
d’un vecchio e tarlato scrittoio
profumano
di boccioli di rosa
appassiti
osservate
da lenti piccole e tonde
macchiate
d’argenteo pianto
la penna d’oca bianca e setosa
riposa
su foglio madreperlaceo
con un inizio birichino …
…al mio caro amato…
ignaro
che un secolo
lo abbia sepolto vivo
con una passione travolgente
che giace tra quelle mute righe
nascosta
al resto del mondo
nel segreto di un cuore
che si è rinchiuso
in quel cassetto…
la nipote sorride
e un bacio manda alla nonna
e alla sua ardente giovinezza.
 

Faro
Salgo le scale
scalini ruotano
nel faro
dove le nostre
giocose sagome
disegnate dal maestoso astro
che entra da piccole fessure
si rincorrono
plasmano allegria
mista a infantile curiosità,
e tintinnii di campanelle
scivolano
sulle pareti arrotolate
come dolce caramella
ma ecco il mare
teneramente un bacio
diventa eco tra le sue onde
e il salato si trasforma in dolce.
 

Storia in un campo di grano
Scie nel grano
che tempesta d’amore
ha lasciato

pian piano
il vento riunirà
le spighe

inebriata dal solitario
brusio degli insetti
la terra

ubriaca di baci e carezze
l’amata
si gira a guardarlo
scende copiosa la pioggia
cancellando ogni traccia
nella cesta di grano

trema la terra
e trema lei
nella fresca brezza
e il calore s’allontana.
 

Maturità
Zampillano i miei pensieri
e luminosi sentieri diventano,

ti racconto una storia
fatta di matasse di lana
da sbrogliare,
le lane sparse
gomitoli son diventate,
e nella cesta ordinate
son andate…

ora posso fare il vestito
coi colori dell’arcobaleno
ormai i fili son diventati uno
il tracciato è finalmente segnato
sboccia il sogno
divenuto realtà.
 

Emozioni in vendita
I nuovi dei
i manipolatori delle emozioni
noi voragini interiori
affamati
ci aggrappiamo a chi
profuma di sogni
per annaffiare il giardino
della nostra arida anima…
emozioni in vendita
oggi dobbiamo comprare pure quelle…
o forse c’è la speranza che
l’egoismo non sia in tutti…
 

Ritagliato haiku nel mio cuore
Ritaglio l’angolo…
ho preso le forbici del tempo
carta straccia di veranda trascurata
un raggio di sole
e un’anguria matura
rossa rossa
edera attorcigliata
alle seggiole in ferro bianco latte
profumate di glicine
irradiato in mille direzioni
manchi solo tu…
allora ti dedico
queste parole fragili come farfalle…
….haiku
Colori ti dedico
nasce l’arcobaleno
dal tuo cuore al mio.
 

Finestra di campagna
Un vecchio mulino
vola la farfalla tra le mute pale
un palpito di vita,

l’acqua scorre
il silenzio adagiato dal caldo
sassi spettatori.
 

Il momento
L’immobilità del momento
nel toccare con lo sguardo
questo o quello:
istanti intensi
brevi momenti
è come il prendere in prestito
il ticchettio dell’orologio
ma solo uno, per carità,
e farlo divenire musica
che giace sul punto
dove si amplia la veduta
che va la di là di ciò che è…

…il vaso di cristallo
trafitto da raggio
pulsa di vita propria...

nenia che nasce a dar pace
e l’anima si rischiara,
ma è poco dicono in tanti
invece per me che il poco è molto
riesco a sentire moltissimo:
la luce incredibile
emanata da ogni cosa che mi circonda.
 

Un piegato canneto
affiora un fiore di loto
spacca la ruvidità.
 

Il tempo ci insegna
Fradice stoffe grezze
con ricami di grappoli violacei
questa mattina, a onde,
coprono un cielo
che appare ingenuo bimbo
quando è tinto d’azzurro turchino.

Son qui china sui libri
a cercar d’apprendere
un po’ di saggezza
da chi prima di me
cavalcò le scene
del teatro vita,
e ogni tanto
alzo lo sguardo
a mirar la volta
che è in continuo mutamento,
e penso che, lasciarsi andare
ogni tanto a cambiare dentro
ci doni uno sguardo su tutto
più interessante e più fresco.
Intanto crepa è comparsa
sulla parete plumbea
come lampo,
è forza dirompente
dell’astro splendente
che farà strada
alle alate nuvole bianche
cancellando così la macchia
d’inchiostro lasciata
dallo sbadato, d’umore variabile,
ma pur sempre simpatico
allievo tempo.
 

Neve al sole
Una folata di gelido vento
s’alza
dove cattedrali di bianco ghiaccio
s’ergono
in un mare liscio vitreo senz’anima.

E’ sorgente nel nostro cuore
la voglia
che si dirama a ventaglio
nel nostro essere
piccolo puzzle di creato.

Una luna velata da velina
s’accende
dove il cielo è imbalsamato
in uno strato di pulviscolo ghiacciato.

Rose rosse
che m’hai regalato
cariche di passione
perdendo i loro petali
sulla loro scia
il cuore si scioglie
come neve al sole…
e la nave su cui viaggiamo
può scorrere più fluida
spinta dalla corrente della vita
tra iceberg arrotondati
e frantumati.
 

Toccati dal silenzio
Piedi nudi
silenziosamente
accarezzano la sabbia,

e il silenzioso confine
tra mare e cielo
ci racconta
della saggezza di Dio.
 

Rossi papaveri
Nella fitta maglia
di dorato grano
rossi papaveri
son eleganti
calici di seta
coi neri bottoni
di lana cotta,

toccarli
è sciupar armonia:
cadono i petali
e gusci divengono
tra mani tremanti
e il soffio d’alito
li renderà
a nuova poesia…
sparsi
e nuovamente accolti
saranno pezze
nel vestito
del prezioso campo
dove sole e luna
intrecciano i loro sguardi.
 

Casa abbandonata
Inzuppano di dolcezza
sbiadite roselline rosa
antica presenza rigogliosa
nella rete ormai ruggine
stivata nell’angolo d’una casa
dove solo soli di rondini la animano
trascinando coriandoli di fiori
nel loro arco di giro,
e il giro si espande
tra le mani di delicati fanciulli
che passando lì vicino
ruote di risate improvvisano
tra gialli fili d’erba stanchi
maturati dall’impietoso tempo,
sospirano il ritorno d’uno sguardo di vita
gli ulivi e i muri sgretolati e macchiati,
ma tace ancora la musica…
ormai in quel grembo
s’è spenta da tanto tempo la luce
così da sembrare anche il dì
notte…


Piacevole camminata
Ecco la polverosa salita
son frange gli altri sentieri
all’ingresso della valle
che raggomitolata
tra le mani morbide
di pini e larici
s’addormenta
nell’aspro tramonto
dove tratti di gessetto bianco
lastricano la lavagna del nero ghiaccio,
raccolgo fiori con delicato piacere
ornamento diverranno
nel tragitto di ritorno verso casa,
coccolata son dalla sciarpa calda
di un’estate che non mente
la sua intenzione
e firmo coi piedi bagnati alla fonte
il mio percorso
che sarà presto cancellato
dal temporale
che è un vecchio brontolone montanaro
che vuol far risuonare la sua voce
nella valle…
è lui il guardiano che mette pace
mandando via gli intrusi…
un bacio mando al vento
ringraziamento è alla visita
di una montagna che mi svela
ogni volta qualche suo segreto.
 

Io, mendicante di sensazioni
Anima la mia anima
il tutto…
i miei occhi vedono
ciò che gli altri
dimenticano
di osservare al loro passaggio
ecco son la mendicante…
che osserva ai bordi delle strade
sulla panchina sotto un salice
addossata alla colonna
di un centro storico
in riva al mare sopra una barca
rovesciata
sul bordo di un crepaccio di montagna
dentro al mio essere
quando respiro me stessa…
insomma ringrazio Dio
che mi fa vedere meglio…
 

Amore a prima vista
L’odio era alla finestra
disperato e solo
quando vide passare
per la strada l’amore
che risplendeva d’una luce calda,
tutti avevano occhi solo per lei
era impossibile non starle accanto
fascino dolcezza mitezza,
l’odio era infelice
si vide la sua essenza
che era grigia e fredda
sempre pronto
a far fuggire tutti al suo passaggio,
ma quando una scintilla d’amore
entrò nel suo petto
allora arrivò l’amico coraggio
che gli diede una mano a uscire dal tunnel
e gli disse anche di provare
a inseguir anche lui l’amore
e di lasciarsi andare…
cambiò allora abito
mise quello più bello
quello che aveva il colore roseo della speranza
e la raggiunse velocemente
e alla sua presenza
invaso dalla sua dorata bellezza
non ebbe più dubbi
decise di accompagnarla ovunque
… cotto a puntino dal sole amore
si unì a lei per sempre e la gioia
squarcio il velo nero della tristezza…
 

Oceano dell’immaginazione…
quant’è bello immergersi
scenari di rosso corallo
s’incrociano col reticolato
di verdi alghe
che son briglie morbide
per pesci dai vivi colori
perlacei

tentennano lische ondulate di sole
a tratti s’insabbiano
ricercano i suoni nascosti
come fantasmi
tra velieri ammorbiditi
da muschi

notte e dì
offuscate realtà
di un’altra giocosità
vita nella grande immensa goccia
di pioggia…


Serenata
Scacchiera di pavimento
ondulata e ruvida
profuma
gocce di fiori di glicine

salta il grillo
sulla mia mano,
la tua chitarra
ora è nel silenzio

attende lo schiudersi
l’uovo
nella paglia al caldo
la vita

serenata attendo
allo schiudersi
della sera,
la prima stella
apparirà nel cielo
ad annunciar
il romantico evento

e sulla scia
della canzone d’amore
sognerò…
 

Appannata vista da meraviglia
Rosa purpurea
di roseto rampicante
bagnata di salata acqua
da sandali nero cuoio
messi a sgocciolare
appesi a molle fil di ferro
sospesi su terrazzino
di marmo grigio spaccato
che sbircia nella fessura
tra alte bianche pareti sudate
una chioma fluente di blu mare
tagliato a fette da spumose dolci onde
dove sbriciolati solari bagliori
rotti in mille pezzettini
specchi sembrano
stelline ora sono
bellezze nella bellezza…
rimango senza parole
rapite sono dall’incantevole
scenario che s’apre ai miei
occhi grandi e marroni
nel taschino
di questo piccolo paese
vestito
dal mare
dal sole
da case e dal….
mio sguardo.
 

Purezza
Il mio animo ha sete
di quella purezza
che come colomba bianca
dalle ali soffici
vola con magia dal sapore antico
nel tappeto d’acqua
d’azzurrina velatura di cielo
che increspa come mare
e dondola soavemente il nostro sguardo
che irradiato dolcemente dai lucenti raggi
diviene passeggero leggero e sereno.
 

Stuoia di canneto
Capsula di storia
nella stuoia di canneto:
insetti si specchiano
sulla traccia d’acqua
nel fango imbrigliata,
scivola via la foglia
strappo è della tela grezza
della chioma d’un vecchio albero
che sfida le schermaglie
di un fragile dispettoso
e confuso mese di marzo,
intenso profumo di menta
a grappoli esplode
in una natura selvaggia,
la zattera tocca e poi mollemente
come millepiedi si lascia andare
dalla corrente d’un fiume
che sa percorrere incerti
cammini, e segue cinguettio
frettoloso e vivace
a tirar sipario sulla scena annodata
a dover d’illogica naturale svolta
che è logica a rovescio
a noi sapientemente nascosta.
 

La danza della Primavera
Sombreri son le chiazze
di tulipani

tubetti di colore
gettati sul piatto pianura

campanelle appese
alla trave

il loro dolce suono metallico
riecheggia

maestro in bicicletta
s’affretta

la scuola attende
avvolta dalla sonnolenza

la primavera è danzatrice
che gira l’ampia gonna fiorata
e lo sguardo si perde
il piede inciampa
e un sorriso di letizia
compare anche sui volti
dove la tristezza è parentesi
che racchiude giornalmente
una bocca a ponte…

…è ora di suonare a festa o colori
sulla terra, perché il tempo
nostalgico ha finito le sue battute.

Mulino a vento
Un mulino gira lento
le sue lunghe pale
mosse da un vento
nostalgico…
che ha appena
sfiorato un violino
mosso da mani mielate
che ha appena
accarezzato il volto
stanco e segnato da mille perché
che ha appena
sonnecchiato tra lettere
tatuate da cristalli di lacrime,

…gira nel suo tempo
respira un poco
e cigolando
e gemendo
e scricchiolando
lascia le impronte
di nostalgia
e riparte per nuovi e vecchi lidi
dove aprirà il suo orecchio
fatto di mille e mille occhi
all’ingranaggio perfetto
di ciò che noi chiamiamo vita.
 

Gomitolo di sensazioni
Sprazzi di luce
tra vetri smerigliati di nuvole
bagnano il mio viso

miele sulle labbra
mi hai lasciato

girotondo di musiche
tra gli alberi
rapiscono il mio io

resina il tuo abbraccio

groviglio di arbusti
i miei pensieri
confusi girasoli
per un sole che si nasconde

come gatta nera
mi raggomitolo
sul masso bianco e liscio

aspetterò con pazienza

leggo col palmo
la saggezza della corteccia
e sospiro…
 

Gocce di speranza d’amore
Tante volte mi domando come
tanta bellezza nel mondo
possa coesistere
con la brutalità dei gesti umani,
allora il mio pensiero si fa piccolo
e penso a quando un neonato apre
per la prima volta i suoi occhi al mondo
e mi arriva la risposta…
ogni nuova vita è una goccia di freschezza
che genera onde d’amore che puliscono
l’acqua che molti adulti inquinano
per ignoranza di spirito…
quest’ultimi capiranno i loro errori
quando tutto tacerà intorno a loro…
e finalmente piangeranno…e le loro
lacrime ricadranno sulla terra come pioggia
per mantenere viva la vita…
e allora la natura mostrerà la sua bellezza
per gratitudine del loro estremo gesto d’amore…


Cara nonna…
rimbalza il mio cuore
come quando saltellavo
vicino a te felice,
bambina ero dalle lunghe
trecce bionde
spensierata accanto
alla sua nonna
che infondeva amore
anche nello sguardo
attento e premuroso…
in ogni tramonto di quell’estate
eravamo con le mani
intrecciate l’una nell’altra
ad ascoltare i grilli cantare
nel campo dove gialle pannocchie
come spicchi di soli
erano sentinelle alla nostra usuale
e semplice passeggiata
a respirare quel momento
dove natura e affetto si fondono
e coniano momento indescrivibile
e incancellabile…
lo rivivo ogni volta che ho nostalgia di te
cara nonna…
e per ricordarmelo più vivamente
aspetto l’estate
ma tu non ci sei più là…
ma è rimasto solo il ricordo
come foto impressa in ogni particella
di quel luogo a me caro
che tengo gelosamente nello scrigno
del mio cuore per il resto dell’anno…

Artegna (Ud)- Buon compleanno nonna Assunta 2/5/1900 – 2/5/2015
dalla tua nipotina Laura
 

Mano fredda
Il gelo è mano fredda
che non ha sentimenti
e si ritira solo quando…
non ha più l’alleato inverno
non ha più armi per coprir beltà
non ha più forze per impedir il nascer
dei frutti della madre terra,
ma la primavera è battagliera
e al ritmo di tamburi che si fan sempre
più forti spazza il mantello cristallino
con l’amico sole
e la natura sboccia
in ogni sua forma e colore
regalando rinnovato candore
alle menti.
 

Giardino di villa al tramonto
Narcisi grondanti
di grosse perle d’acqua
in file tristi su viottoli
dove manciate di sassi
dagli spigoli appuntiti
come punte di matite
stan appollaiate
in grosse buche.
Percorsi che si perdono
in fossati mal bordati
con tratti d’erba a ciuffi secchi
sul terreno ossuto
per le sporgenti radici
di alberi secolari
umide e storpiate dal tempo
ingannatore e torturatore.
Pesci rossi frugati e sbiaditi
silenziosi spettatori
s’intravedono tra misteriose
forme in pietra e alghe
nella cheta acqua
pellicola intrisa della vita affascinante
che si trascinava spensierata
nel raffinato e curato giardino...
ora dimenticato …
ma sempre vivo e splendente nel quaderno
riposto nella soffitta polverosa
di una nonna che un tempo
fu donna innamorata
e meravigliosa sposa…
 

Alba marina
Aggiusto i capelli che ribelli
ballano al ritmo di un vento
che è come tango rosso scuro
che sa di salsedine e cocco
come la mia pelle
che nuda a spicchi
si mostra al sole nascente,

fasce di brina sulle dune di sabbia
pesce e cocci di vasi di terracotta a riva
si riempie di giocosa ingenuità
la stiva del mio essere,

ombrelli rovesciati son le buche
carichi d’acqua che svuota a onde il mare,

il portale dell’alba non lascia ombre
scuote il giorno a riprendere il largo,

e cucio l’orlo dell’esperienza di ieri
perché il mio vestito profuma
di storia fatta di mille e mille giorni,
e così brilla di luce propria
come fulgente stella
sull’oceano della vita.


Deserto di musica
Polvere di stelle
vibra d’armonia
col sibilante vento
che incespica
svoltando ora a destra
e ora a sinistra
nei corridoi stretti
di antiche rocce
altezzose regine
nel palmo vuoto
del riservato deserto,

una farfalla gialla
con ali spalancate
come occhi increduli
rapita dall’adulante
sognatore
che l’ha avvolta col suo
caldo mantello d’aria
da verdeggianti e rigogliosi
giardini dai succosi frutti,
ora sola ammira un affascinante
panorama dove la luce
par essere scintillante corona
e il cielo è pentagramma
della musica
che ogni dì gli scricchiolii
le cadute le rotolate dei sassi
scrivono…

anche l’uomo all’apparenza silenzioso
nasconde nel cuore tanta musica
imperlata di pensieri meditati…
 

Rosa di creta
La mia vita…
è una rosa di creta
tra le mie mani
che si sgretola
pian piano
coi raggi del sole
e coi raggi della luna…
quella rosa che Dio
nel suo infinito Amore
mi donò quando nacqui.
 

Mezz’estate
Sostano le cicale
sulle foglie nascoste,
palpitano le fronde degli alberi
nelle fauci del caldo e immobile vento,
sonnecchiano gli uccelli
nei freschi intrecci ingentiliti
da gonfi fiori di polline,
panni bianchi stesi dritti dritti
son tele alla lavanda
che trasuda tra le fibre,
ovunque è fremente l’attesa…

d’acqua
di gocce
di pioggia
di temporale
di mezz’estate.

 

Foto col sorriso nascosto
Raggomitolate tra fili e
lane rimaste
foto sospese dal tempo
ombreggiano i miei pensieri
quando su di loro cadono
come ninna nanne
dal sapore lontano…
eppure i veloci passi dei miei figli
erano dietro quell’angolo
a giocare a nascondino
l’altro giorno…
ora si sente l’eco di risate
dalla voce forte e roca
compagnie di amici
ruotare nella mia casa
come girotondi festosi di rondini,
eppure lacrime mi scendono
a rigarmi di luce il viso
ho dato loro il mio amore
con grande amore mi dico…
come caldo scialle sulle spalle…
e chiudo velocemente quel cassetto,
e con un fascio di margherite
tra le braccia
prendo al volo la bicicletta
e corro col sorriso nel cuore
a trovar le amiche.
 

Giochi d’immagini
Sereni disegni colorati
dall’animo
nei tratti indefiniti
e intrecciati
di ciò che ci mostra il sole
quando colma con la sua irradiante luce
la ginestra che si riversa abbondante
come davanzale ridondante
di manciate di fiori
sul piatto del freddo cemento,

…ed io, prendo appunti
di quello ch’è nascosto
per mostrarlo all’occhio curioso
del mondo.
 

Passeggiando fino all’alba:Parigi
Il passo si fa lento
sotto il ponte illuminato
quasi a nascondere,
e una panchina arrugginita
è laccio invitante alle nostre
stanche gambe,
e un barcone dai colori incerti
lentamente si fa strada
sul fiume incolore
che sprigiona odore di pioggia
su foglie secche e stropicciate,
vola via la carta che stava
attaccata al muro
che ci parla di un’opera
che s’era fatta novella
nel giorno fresco che fu,
ora tutto è sbiadito
condito dall’ombra,
ma la luce rimbalza sul bianco
Palazzo a condurci su nova via
dove l’alba si farà presto perla
incastonata nella collana
del nuovo dì.
 

L’ora del ricordo
Tacchi di trasparente freddo ghiaccio
orlano la piccola bianca finestrella
dai bordi mangiati
dai racconti di un tempo affamato
di cavalcare le onde della vita
fretta, sempre tanta fretta …
gocciola come tamburellare nervoso
di esili dita il rubinetto arrugginito
stanco dell’aprire continuo…
una mela rossa la mangio ora
lentamente…
tornando con la mente nell’ora precedente
di vent’anni fa e chiudendo gli occhi
rivedo l’amore che come nastro dorato
legava una famiglia che respirava
tra un affanno e l’altro
riuscendo a sorridersi e a parlare…
 

Rapita dall’estasi
vedo il mondo
sfumare...
e l’infinito cielo
che appare….


Il titolo è vostro
Nodosi arbusti lisci e spezzati
detriti ammutoliti dalla disperazione
d’un mare carico di lagrime
riversate come copiosa pioggia
sul terreno intimidito arrendevole
sul far di mesta forza,
s’è impreziosito di tracce di conchiglie
che schegge gementi
strappate all’arte
or mutano il paesaggio
divenuto lunare
quando tutto ora tace.
 

Onestà e Disonestà
L’onestà ha una moneta
sempre corrente nel tempo,
un credito da riscuotere in là
quando i tempi saranno maturi
e i frutti cadranno dai loro rami
per essere gustati con la pace
nel cuore,

la disonestà paga subito
ma il debito nei confronti di noi stessi
durerà…
i tempi in là dopo il fatto
saranno d’affanno a cercare
di colmare il vuoto che abbiamo creato
scavando in noi con pensieri ansiosi d’avere
subito quello che ci faceva piacere
spingendo a terra gli altri
saranno lance di fredda inconsistenza…

e allora dovremmo aprirci un varco nell’anima
per far entrare la luce….


Lancio le comode pantofole:finalmente vivrò.
Pantofole di morbido pelo
son le comodità del momento
che ci trasciniamo coi nostri corpi
stanchi e stressati
dalla pressa del viver quotidiano,

nell’acqua fonda strati verde blu
d’un mare limpido veritiero
le ho lasciate affogare,
a piedi nudi sentendo il terreno
freddo e duro camminerò come fiera
d’ora in avanti,
così, percorrerò il mio cammino sentendo…,

e se sentirò fastidio o dolore
vi metterò delle ali di leggero pensiero,
e allora tutto sarà più facile
ma sarà perché avrò capito,
finalmente avrò capito il valore
d’ogni pezzetto del puzzle vita,
e mettendoli al posto giusto
vedrò il mio quadro
disegnato per me prima di nascere
dall’Amore…
 

Illusione di padrone
Camminate o uomini con le vostri possenti voci
sulle mille strade di questo grande mondo,
siete così piccoli ma così tanto presuntuosi
da volerlo sottomettere…

Camminate o uomini con le vostre possenti voci
nelle strisce dei cieli che guardate a testa in su,
non sarete mai in grado di volare da soli
corpi nati nudi e fragili senz’ali…

Camminate o uomini con le vostre possenti voci
nei vascelli dei vasti oceani,
illusi siete con le vostre misurate bracciate
di rimanere a galla…

La forza del vostro spirito coltivatela
come un sacro orticello,
perché sarà l’unica forza che vi salverà
potrete essere ovunque voi vorrete essere….


Ripetuto gesto
Ritmate a ugual cadenza
mani ignude
operar le vedi nei soliti
plasmati pensieri,
alla mente recan sovente
sconforto o pianto:
o lavoro che uguale uguale
ne sei l’artefice del gemente
inganno
per ottener libero movimento
nel mondo ristretto dal dio denaro,
illusione che si spegne
col misurato piacere,
allor rimane al saggio
di trasformar ore lente e tediose
in sussurri freschi di preghiera
ringraziamenti che pungono
smuovono l’ignoto
s’aprono così spiragli di fulgente luce
dove tutto s’avventura di rinnovata
speme che porta all’alma triste fioritura.
 

Barchette di carta

Vi ho lasciato andare come barchette di carta

nel ruscello dal gioioso percorso

lentamente siete scivolati tra le sue fresche mani

plasmati dal suo fluire dolce e armonioso

imbavagliati dalla sua trasparente giocosa essenza

siete spariti dalla mia vista per sempre  …

il nulla è così apparso come sentinella

alle porte del mio animo e spazio d’identità è diventato

donandomi pace e serenità  .................................

……………………………………………………………….Disegno di barchetta all’interno


Attimo di malinconia
Pizzicare di corde sulla chitarra
sbatte il ritmo
erompe nell’aria
spostando dorato fascio di polvere
s’insinua nelle fessure del cuore,
paravento colorato dove il pianto
scende a coprire un pallido volto lunare
sormontato da velature di pensieri
che come nubi rubano la scena
alla limpidezza dello sguardo
che cerca d’essere sole.
 

Speranze

      Nel rigoglioso giardino dell’universo

ho piantato semi di speranza:

       saranno annaffiati dai miei pensieri

di pazienza

        riceveranno il calore dai milioni di soli

sentiranno le ninnananne sussurrate

        dalle galassie in lento movimento

si impregneranno del mistero della vita …

         e un lontano giorno diverranno splendide

scie luminose di certezze

         che vedrò come splendenti comete

nella lucente nera notte

          puntinata da luccicanti stelle.


Farfalle
Variopinte farfalle
han preso il volo
in un’aria fine fine
che sa di dolce miele,
la loro scia par colomba
nell’azzurro velo,
e veliero diviene il vento
che le porta lontano
come carte di riso
illuminate da lanterna;
si disperdono all’orizzonte
sbriciolando delicato messaggio
di leggerezza ovunque;
facciamoci lievi lievi nei sentimenti
e così assaporeremo la loro preziosa
impalpabile essenza.

 

Sull’alta scogliera
        raccolgo i miei pensieri
                       tra le note d’un flauto che s’ode
                                                                                                                                                      in lontananza tra righe velate di sogni,
                                                                                   e la voce del vento si leva sempre più forte
                                                 quando mi sento chiamare da un’onda che sbatte contro le rocce,
                                                                             e gabbiani intrecciano i loro bianchi voli a disegnare preziosi ricami
                                                                                                           quando il mio sguardo incrocia per un attimo il tuo nel silenzio d’un caldo abbraccio
                                                                                                                     nei fili tagliati di ricordi lontani dove tu ora sei come ombra bianca voluta da un certo fato
                                                                                                                           che ci invita sempre a sperare nella mutevole flebile speranza di un ritorno nell’incerta certezza
che
noi
chiamiamo
vita.
….Così ti vedo… oh mia poesia di ricordo…

 

L’Olocausto in Gesù
Oscurata è la via
cielo plumbeo è comparso
all’improvviso
nel triste meriggio
quando con calzari impolverati
e impregnati di sangue
ha implorato al Padre
il perdono su tutti gli uomini,
il suo cuore splendea
di luce divina
e sua Madre dilaniato
aveva il suo
nel vedere il figlio tanto amato
crocefisso…
un’innocente per milioni d’innocenti
senza parole ora è l’ora di rimaner…
…pensiero mio congiungiti
a Lui e al Suo Sacro Dolore….
perché io possa essere il sorriso
per una sua lacrima…


Cambio d’abito
Tante volte penso che cosa posso offrire
al mondo che ogni giorno
mi apre le sue braccia
col sorriso della vita;
una me stessa che cerca di rinnovarsi
non cambiando abito di tessuto
ma abito d’essenza d’anima.
 

Ghiaccio primaverile
Cristalli lucenti trasparenti
appesi a pareti scheletriche
armonizzano,
si spezzano toccati
dal nastro caldo dorato
impreziosendo fiori che sprizzano blu
tra le rughe d’una terra
che aspetta la giovinezza
della timida primavera.
 


Piuma di cigno
Camminando sulla neve
bianca e soffice
il mio pensiero divenuto
piuma di cigno
ha accarezzato l’acqua azzurra
del ruscello,
e alzando gli occhi al cielo
tra delicati fiocchi come petali
un arcobaleno è comparso
ad annunciar il sereno…
ho chiuso gli occhi
e ho aperto l’anima…
 


I colori della vita

La magia della vita

è negli occhi di quell’anima

che rompe il velo grigio

della monotonia e della solitudine

con coraggio

prendendo colori e pennelli

imbrattando la tela bianca

della propria vita

esprimendo così al meglio

il proprio essere ogni giorno

senza farsi fermare dall’invidia

degli altri….
 


È un uomo

ben distinto

lato oscuro e lato chiaro

nel cappello della sua mente ha,

cerca cerca

nella sua vita

di pensatore

d’essere,

ma

ogni tanto

s’arresta davanti all’ignoto

non capisce dove andare

vorrebbe scappare senza provare

ha paura che al di là della porta

ci sia chi non gli dà certezze d’essere

metà di lui vorrebbe l’altra metà s’arrende,

ma…allora che fare

nell’equilibrio

dell’incerto?

Affidarsi

è sempre

una

gran bella cosa.
(poesia con immagine)


Primavera è ovunque…
nel mio cuore
nel mio respiro
nel mio pensiero
rami sono del mio essere
fioriti con spettacolari fiori
quelli che sfioriranno
solo quando anche per me
arriverà l’inverno...
 

Cattedrale gotica per voi
S’è aperta una mano di sole
tra le guglie della cattedrale gotica:
nero paravento si staglia
verso l’alto d’un cielo che è bianco lana d’agnello,
si ritaglia la figura imponente
una fetta di realtà
che dura nella pellicola in bianco e nero
del tempo
macchiata dagli sguardi pieni di colore
stride la pietra col caldo
sembra sciogliersi per un attimo
in un intimo abbraccio
che dura l’istante d’un clic di foto
del turista che s’incanta
nel veder fatal dama d’altri tempi.
 

Miracolo
Un bimbo era alla fine
della sua tenera vita
il legno verde
si stava seccando
tutto sembrava andare al tramonto
i genitori soldi per guarirlo
non ne avevano più
il miracolo doveva bussare alle loro porte
per ridargli la speranza di riaverlo
sano tra le braccia
la sorellina con gli occhi sbarrati
dal terrore di perderlo
andò a rompere il salvadanaio
e coi pochi spiccioli cha aveva
tra le sue manine piene di ardore
per il fratellino
si avviò dal farmacista per comprare
un piccolo miracolo
lì miracoli non ne avevano
dissero in coro disperatamente
ma il coro accorato
venne udito da un gentiluomo
che prese i soldini con la mano destra
e con la sinistra l’amorevole sorellina
si avviarono dal fratellino…
il chirurgo più famoso al mondo
ridiede la vita al bimbo….
il miracolo s’era rivelato
perché l’amore lo aveva cercato...
Da una storia vera
 

In ogni momento della propria vita
ci si può fermare a contemplarla
come si guarda lo scorrere
d’un fiume seduti su una panchina
sotto un salice: guardarsi vivere
alle volte serve a capire meglio
quello che porta il treno della vita
guidato dalla forza del destino.
 

In questa vita sto imparando
a sentire il cuore degli altri
e l’emozione è così forte
che gli altri riescono a sentire
i battiti del mio….
 

Crepuscolo
Poesia da leggere nel senso: dall’inizio alla fine.
E’atmosfera elegante crepuscolare
dove palpiti rossi danze improvvisano,
macina è
goffa movenza di temporale
dove ricami lucenti cielo ha.
Poesia da leggere nel senso: dalla fine all’inizio.
Crepuscolo
(i due titoli sono d’obbligo)
 

Sulle note d’una musica da brivido
compongo la poesia a Maria,
la Mamma di Gesù,
poesia è lei stessa
difficile è definirla
ci definisce lei
col suo sguardo d’amore
che abbraccia tutti,
a Lei diamo ogni nostro patimento
di balsamo ricolmerà il nostro cuore
la preghiera a consolarci
a farci vedere il tutto
da un altro angolo
sopraelevato
e i pensieri…
con Lei non saranno più neri
non invaderanno la nostra mente
saranno petali che cadranno a terra
e un luminoso cielo
s’aprirà a farci vedere la potenza del bene…
Inno a Maria
 

Fare Poesia è…
terapia contro ogni sorta di affanno
apre lo spirito alla meraviglia
sposta lo sguardo dall’angolo buio
al luminoso aperto spazio
a tutti la consiglio
è medicina che ripara
come ombrello dalla pioggia
delle nere virgole
per spostarle in là
per vederle cadere a terra
e talvolta per poterci sorridere sopra
senza accusarci di farlo
con la leggerezza di chi non capisce
ciò che fa…
…Poesia è consapevolezza dell’essere
nel vivere il proprio stato d’essere
in armonia col Divino essere…
 

Sentito sentimento
Astratto corposo sentimento
prende vita
sulle corde di violino,
all’unisono vibrano
con le corde del mio essere
legate intrecciate ingarbugliate
nel mio cuore…
ali di felicità divengono
incantando sciogliendo liberando...
 

Mimosa d’altri tempi
Sul davanzale pende
la gialla mimosa,
una nonna l’ha ricevuta
dal nipotino:
l’ha tirata fuori dal taschino
e tutta stropicciata
gliela donata con un inchino,
…è per te cara nonna…
ha detto sussurrando
…perché sei una speciale donna
come la mia mamma
come lo era la tua
come era la sua..
e così all’infinito
ringraziò l’amore
trasmesso dalle donne
di tutto il suo albero genealogico
e lo fece tutto d’un fiato…
per ricevere alla fine
un fragoroso
grande grande grande bacio.
 

Petalo
Accarezzo velluto rasato
di petalo sceso dal fiore
ormai al suo crepuscolo,
è goccia di lacrima
geme l’aria
s’è spento l’ardore
che splendeva ridente
sotto l’ala del sole.
 

Girasoli
Illuminano i campi sbiaditi
stelle di girasoli
ruotano nello spazio quadrato
alla ricerca del maestro sole
per imparare la lezione…
….la grazia nell’esposizione.


Un ricordo blu
Caro papà,
quel giorno
son venuta a trovarti
in punta di piedi
nella tua dimora
d’eterno riposo
con una rosa blu…
…l’hai veduta dal ciel
caro papà?
blu per ricordare
il mare quando da piccola
mi facevi nuotare tra le onde;
spensierata ero tra le tue braccia
e il tuo sorriso,
blu per ricordar l’amore
intenso e speciale
che mi facevi sentire crescendo,
blu perché nessun altro penserà
a te con tale fiore
così, che io possa ancora
essere speciale per te
ora che vederti non posso più…
…solo con gli occhi dell’anima
caro papà…
potrò sentire la tua presenza
sempre vicino a me…
…al prossimo incontro di ricordi
caro papà Dino….
la tua Lauretta…
quasi dimenticavo di dirti…
le mie poesie
sono riuscita a pubblicarle in un libro…
peccato tu non le possa leggere
saresti orgoglioso di me
come quand’ero bambina
che prima di farle sentire ai miei compagni
tu le ascoltavi
non per giudicarmi
ma per applaudirmi calorosamente
con le lacrime agli occhi…
…un bacio dal cuore per te
su piuma invio nel ciel...
caro papà…
 

Accesa speranza
Pallida luna ascolta…
nella mia rosata mano
ho perle di sogni,
il rosso delle mie gote
s’accende
quando m’inondi
di madreperlacea speranza…,
é un tam tam che mi cresce dentro…
sempre più forte lo sento
e così, prepotentemente irrompono
come dolce carezzevole cascata
lacrime di gioia…
 

Respiro Giapponese
Cesta di passi,voci
e canti di uccelli
si rovescia sui viali
incantati dalle nuvole
di ciliegi in fiore,
e boccioli di lanterne
illuminano
l’incontro col cielo
all’imbrunire:
stelle di fiori a mille
macchiano di magia
il mantello blu
e gli occhi dell’anima
sentono il loro respiro di beltà
che si leva come delicata purezza
al Dio del creato.
 

Come compongo Poesia
Pian piano la rima si fa strada
nella strada del racconto:
è come una fresca alba
nella città della mente,
esce da intreccio di liane
frasi egoiste, che bastano a se stesse,
esce dalle stoviglie
dei quotidiani doveri,
esce dal clima di film del terrore
paura d’affrontare lo scrivere presente,
esce da me, pescatore di sogni,
che nella campagna ove regna la quiete
aspetta con pazienza
meditando un poco
e così ecco l’evolversi dell’evoluzione
e intesa nasce,
sospiro col fluire fluido del passaggio
d’informazioni
e parto accompagnata nel viaggio
di ciò che doveva formarsi
nella dolce musicalità del mio essere.
 

Mi appoggio alla parete
di questo foglio per trovare
conforto,
rassegnata piego le parole
per accasciarmi a terra
ma quando mi siedo
non riesco a pronunciare il finale
che mi farebbe da poltrona,
rilassarmi in effetti ne avrei voglia
magari guardarmi una foto di chi ride
scaricandola da Internet qui un poco a destra,
ma il muro triste mi rimarrebbe qui a sinistra
ma allora che fare…
lascio una scia di io, io, io, io, io….
e col piede del pensiero li scavalco
uno dopo l’altro
e fuggo via…

…lasciando a chi legge
di creare la nuvola di stupore
che è segno d’uscita di scena veloce
come disegno di fumetto.
Immagine fantastica del mio io.
 

Festa
di
primavera
Cadenza
cantilenante
è
riga
di bianche calle che
bordano il fossato
lasciato,
abbandonato,
col vento che
lento percorre
il ridente corridoio,
piedi rigogliosi
e festosi sono
di maestoso
ciliegio in fiore,
dove petali coriandoli
ovunque
si spargono
come dolci confetti,
festa sembra
di un
qualunque dì
per me
che mi lascio
trascinare
dal primaverile
spettacolo
naturale.
 

Il bianco futuro
Bianco che apre
passo dopo passo
all’avanguardia del domani
linee e punti per vederlo
colori per sorridergli
speme di gloria
che fuoriesce dall’allettante
involucro,
accecante bianco
quando prendiamo un abbaglio,
allora sbadigliamo e
scegliamo un altro bianco.
 

Ombre nella notte
Giochi d’ombra sul ponte
dove si muovono sembianze velate
che sono dalla nebbia avvolte
e immerse nella cieca oscurità,

guance come pesche
aspettano nascoste
sotto uno sguardo
di fremente attesa,

la forza degli eventi
sgretola un’immagine incerta,
sorridono così gli amanti
alla bianca luna che nel cielo compare,
sguainata come spada
è l’affilata luce lunare
che lacera la maschera della nera notte
restituendo magia all’amore.
 

Universo
Paralumi rovesciati nel burrone
i buchi neri sopravvivono
divorando la luce,
palpitano i vuoti pieni
nella danza nell’universo
dove mescolanza di armonie
ruotano nel vortice storia
vita che cresce brulicante
nella tasca bucata del tempo,
e le stelle come preziose gemme
guidano gli sguardi dei pianeti
che sognano nell’inganno di una realtà
plasmata magicamente in essere.
 

Ironia
Ironizzare sempre e comunque
me lo dico spesso
ma spesso fallisco.

Pensieri tristi come farfalle lunari
che cercano nel buio fitto fitto
la luce d’una lanterna
sono i miei
quando
mi lascio catturare
e lo sconforto sale,
sale e poi…
e poi basta così…
sbatto forte la porta del vivere passato
e il giorno dopo ricomincio
con in bocca un fiore di sorriso…

….questa è la vita, una pazienza infinita…


Circo di illusioni
Righe di blu brillante
come nastri di bianchi colletti inamidati
baciate a righe di rosso cupo
come vino di grosse botti stivate
son speranza d’atleti in cerca di fortuna
saltando di paese in paese.

Sole e pioggia s’alternano
scivolando sulle risate versate
per uomini che nascondono
col pesante trucco bianco
il giornaliero pianto.

Sulla collina si son fermati
il riposo non è certo il loro mestiere
circo girovago, carrozzone di speranze
sogni d’altri interpretano
mentre le loro vite
si snodano silenziose
all’ombra dei loro personaggi.
 

Poema
Nuvole d’artista nella stesura
del tuo poema,
frange bianche a illuminare l’elmo del gladiatore
che ha trovato riposo tra fiori di campo
carezzevoli illusioni di pace
come corrente calda
nel freddo oceano d’un tempo
dove scintille di fuoco
accendevano le spade
e le spose raccoglievano le vesti
dei propri uomini macchiate
da colate di rosso vita,
che scivolavano a formare vene sul terreno
quel terreno che le aveva accolte
sotto il sorriso dell’ammaliante estate
come nido d’amore.
 

Pacco dal paradiso
Scalini di vento scendono dal cielo
un mistero etereo di luce
ad uno ad uno li sorvola
scie di stelle lascia dietro a sé
farfalle di pensieri lo circondano
profumi dello spazio infinito irradia
un pacco per te porta tra le sue spire dorate
racchiude i tuoi perché
lassù nessuno li vuole
risposte avrai
ma solo se accetterai amando il tuo io….
 

L’essere tu
Groviglio d’essenza
il tuo essere,
rosso come la tua passione
appare sullo schema della bianca
tavolozza vita
che ti vede protagonista
giostrando il tuo io con fermezza
e concretezza nello spasimo del tempo.


Il silenzio si tinge di rosa
Tagli di grigie ombre
che sfumano verso l’orizzonte…

dove il rosa è ovunque
amaca di respiro
spiraglio del divenire
apertura dopo la chiusura…
e un’esplosione di suoni armonici
ingrandisce un’anima
che ha finalmente capito.
 

Gita fuori porta
Porta antica d’entrata
d’edera attorcigliata a sassi che gemono,
ricordano energie vitali
di oli profumate
girare tra il verde lucente di alte piante,
esplode il passato con un solo sguardo
mille piccoli vetri taglienti si spargono,
batte l’eco di amori diseguali
che si rincorrono nello mappa del tempo,
è una felicità eterea, eterna
sempre accesa come lanterna
che il buio del vissuto vuol rischiarare
dove una natura libera d’esprimersi
ora lo avvolge come tenera e dolce mamma
e lo protegge dal passo dell’uomo moderno
che è solo curioso minuscolo fruscio.
 

Non giriamoci tanto intorno
Ci son persone a questo mondo
che arano i propri ristretti giardini
con le carcasse dei mali altrui,
son avvoltoi appollaiati
sui rami dei nostri sentimenti
che aspettano fiduciosi come sentinelle..
spronano ad andare
dove essi possono facilmente colpire,
dove debolezza appare,
e così non c’è pace
per l’anima indotta a sbagliare,
il loro sorriso beffardo era un invito allettante
velato di puro cristallino inganno,
queste son le false persone da temere
quelle vestite d’agnello
col cuore di feroce fiera
ma queste son anche le persone
che aimè ci scegliamo
il più delle volte…con cura..
inconsapevolmente vogliamo
l’ebbrezza provare di sbagliare,
dando così colpa dell’altrui,
ma da noi cercato, sguardo.


L’erborista del cuore
Nell’arancio spaccato
dal raggio giallo carico
di un sole disegnato da mani di bimbo,
ingenuo mistero mattutino,
spicchi di felicità s’aprono a fiore
tra chicchi violacei succosi
che appesi come boccoli ricadono
nel loro splendore quasi come abbandono
all’accettazione di carezze
dalla favola del tiepido vento
complice d’un cielo
rosato come frullato di fragole
dove spigolosi cubetti di giaccio
immersi mollemente danzano,

nell’azzurro stupore di tutto ciò
prendo il tuo radioso sorriso
e lo conservo tra rametti di lavanda
e profumata fresca menta
tra le pagine del mio libro…
il libro che racconta del mio incredibile
e splendido cammino qui su questa incredibile terra.
 

Vendesi quadro d’una vita
Di verde prato trapuntato
è quel quadro esposto al mercato,
spruzzato qua e là di sguardi arancioni
tra vele rosse di passioni,
virgole grigie di solitudine
tra righe dorate di gioia
alternate a graffi rosa di tenere carezze,

mano gigante l’ha disegnato
su tela di piccolo formato
e così squarcio d’una vita è apparso
per esser da tutti i curiosi ammirato...
ed io, aggiungo con doveroso inchino di palpebra…
un muto caloroso applauso.
 

Gustatevi il paesaggio..
dune di sabbia s’alternano…
è calda e rosata,
cespugli dai fili lunghi
gonfiano la linea morbida,
e canne piegate sembrano suonare
quando agitate sono
dai capelli lisci e setosi del vento
che come lisca di pesce
s’insinua nella macchia salmastra.
Tra le dita dei piedi
verdi alghe come nastri
muovono il mio spirito
a contemplare la loro culla
che è giostra di nenie
rubate nei tempi remoti
a impavidi pirati.

 

Risposta
Lenisco il mio rancore col sospiro
guardando le crepe luminose incendiare
un cielo tappezzato di nuvole nere
mentre incessante la pioggia scende.
Sbatte di qua e di là
col vento impetuoso
l’ala dell’angelo di ferro
nell’aria impregnata di incubi,
non trovano pace le carte scritte
macchiate da gocce di pesanti lacrime
che ruotano senza una direzione
nel giardino dove ombre bisbigliano.

L’inizio del perdono è la più vera risposta
che deve farsi strada nel presente,
è l’alba radiosa di luce
che rischiara ogni tenebra.
 

Vedo
cerchi nel grano dorato d’agosto
disegnare la rincorsa di due appassionati amanti,
vedo
ruote di sole nella calura estiva
illuminare d’immenso una natura vergine,
vedo
anelli attorno alla misteriosa
e pallida luna tonda
annunciare tocchi lievi di fiocchi di neve,
vedo
corolle di bianche margherite
sorridere ai gioiosi bimbi che sanno
senza affanno vivere,
percepisco
corona di gemme attorno al mio cuore…
sono emozioni preziose che la vita m’ha donato
che mi fanno capire quante anime
mi hanno apprezzato…
grazie al Divino che mi ha fatto chiaramente
vedere per amare.
 

Piccola speranza
Pozzo di nostalgia la mia
nel fondo un fiore aggrappato alle pietre
luce a tratti illumina il fitto buio
sete ha quel fiore
d’aria
d’acqua
di sole
sfiorisce pian piano
è speranza che si sta addormentando…


Accettare per il proprio bene
Non trovo dove cerco
eppure l’ho visto
son sicura, m’è sfuggito di poco:
lo sguardo mio come frullare d’ali
veloce s’era posato là
dov’era quel che cercavo,
forse è per puro caso
che ora non si trova
oppure era nell’attimo,
in quell’istante che doveva esserci
e ora non c’è, e forse non ci sarà più;
ho rimpianto di ciò che non ho avuto
ma forse non doveva accadere
che ciò in cui credevo fermamente fosse per me
non era alla fine adatto a me…
ed io ora mi arrendo ed accetto.


Un mattino umido
Fumo di legna e resina
mescolati nelle vive fiamme
annerisce l’immagine,
radici protese verso l’umida macchia
mentre gazze sorvolano
le strisce d’erba tagliente
che giocano a nascondino
con arbusti spinosi
resi docili da bianche piume e rosse bacche,
rumore di sparo s’incunea nella coltre
tremano le perle di rugiada
su accenni di foglia,
s’impiglia il passero
nel grembo lastricato melmoso
e il timido mattino si perde
nelle linee curve di grigie nuvole.
 

Corse in varie direzioni
Percorrono i corridoi d’aria
i nostri sogni ad occhi aperti
nella pasta madre della mente
che ogni giorno tra le mani del destino
con energia del conoscere
viene lavorata a dovere,
corrono le foglie staccate dal ramo della vita
giornate vissute sono
e gettate sul terreno del proprio io
aspettano d’essere consumate
e dimenticate,
corse nei prati in fiore facciamo
spensierati i nostri incontri
ci catapultano in mondi paradisiaci
dove non esiste il difetto,
corridori tutti noi siamo
e in corse mozzafiato ci sfidiamo
e se per primi giungiamo
tutto ciò è un falso,
perché prima o poi
ognuno di noi
arriva al fatidico traguardo.
 

Semplicemente un Amore
Corde di sapone
legano drappi di velluto rosso
momenti carichi di eros
al cuscino di petali rosa
pensieri delicati incrociati,
mentre gabbiani con le loro ali
un cuore disegnano in volo
ballando corpo a corpo
nel respiro del vento
celebrando un amore terreno
che si specchia nel mare
così l’immagine prigioniera diviene
della memoria antica dell’acqua
per eternamente vivere…


Girotondo d’infanzia immobile
Voci tra le fessure del legno…

…e subito compare un ricordo
che è già storia lontana
ma l’emozione provata in quel dì che fu
nella scena ora sbiadita è vicina,
geme il mio cuore…
uniti eravamo con le mani
e in coro cantavamo
un inno alla vita e alla speranza,
ma sapevamo intimamente allora
che sarebbe giunto il fatal momento
ognuno avrebbe proseguito da solo la sua strada
ma l’ore passate insieme spensierate
negli anni verdi e vincenti
erano labirinti di risate
e confidenze
l’uscita non volevamo trovarla
ma lei un giorno si è mostrata a noi
con l’inganno del destino…
e da lì in poi la realtà del crescere
ci ha rapiti nel suo mondo...
 

Elle di Laura
Una piuma bianca
nel nero calamaio ondeggia
e una elle si forma elegante
su tela di grezzo lino
dove dita delicate si muovono sicure,
occhieggia un giglio dorato
nell’angolo ricamato
segno di nobile casato,
ma una bimba passa correndo veloce col cerchio
forato in un istante viene dal raggio specchiato
accecando la scena tranquilla,
e mentre la corsa va verso l’uscita
distrazione cancella il bel nome
e striscia compare per l’immediato
sbaglio di mano.
 

Breve confessione su me stessa
Sorrido…,
ebbene sì, vi confesso che anch’io
qualche volta, tra me e me sorrido:
limo i miei pensieri
quando si fanno spessi e grevi,
mi dico che son io a renderli poco leggeri,
e il mio sguardo che a giudicar dagli altri
è allegro e spensierato
in verità di affanno in alcuni giorni è velato,
allor mi prendo per mano
e dico a me stessa
se ne vale davvero la pena
di vedermi offesa
per qualche parola detta a bocca aperta,
senza cerniera, dagli altri a me che mi reputo principessa…
e così…torna coi piedi per terra cara Lauretta
sei come tutti gli altri un fiore di cristallo
che se messo alla luce brilla
d’armonia pura che illumina di meraviglia,
ma guai a urtarlo troppo che nel cadere a terra
in mille pezzi andrebbe rotto...
 

Lettere di petali
Il silenzio dentro al cuore
preludio di accettazione
verità nascosta da tempo
or è rivelata dal sospiro del vento,
piccoli semi di speranza sbocciano
e fiori divengono
nel giardino del vivere quotidiano,
in alto petali salgono
spinti sono dalla forza intima
nella lavagna del cielo
a comporre una parola magnifica…
…amore.
 

Ricordi palpitanti d’amore
Azzurri sorrisi legano i miei pensieri al tuo essere
e abbassando le palpebre i ricordi si destano:
son come scatoline dorate
nel tracciato del vissuto allineate
aprirle vuol dire rivedere e risentire,
e subito palpito sento nel mio petto
e realtà rovesciata si risveglia in me
facendo breccia un grande e rinnovato desiderio di te.


Ecco a voi il Carnevale
Stelle filanti si stiracchiano
dal carro mascherato ad arte
bocche giganti che sembrano mangiarti
sputano allegri coriandoli colorati
pezzetti di tanti io frantumati
dietro a maschere dal volto immobile
prendono aria e si confondono
in una folla urlante che vuol dimenticare.

Fata è il carnevale dai mille tentacoli
raggiunge il più misantropo della compagnia
lo avvinghia, e anche se lui ringhia
lo trasforma in ranocchio pronto per una principessa,
tolgo la maschera e m’accorgo d’esser sola
come soli gli altri sono
immersi
in un’inutile fantasia costruita.

Il fuoco della realtà alla sera divamperà
e tutto lo spettacolo finirà
tra le braccia del pubblico che gli occhi riaprirà …
ha sognato per un po’ cose belle e strane
assaporando il pensiero ovattato
del nulla.
 

Magici numeri
Quattro risate a toglier l’amaro in bocca
nella sala con otto commensali
dove venti rintocchi d’orologio
annunciar vogliono pasto pronto:
è l’insalata dell’orto
condita da sedici gocce di profumato olio
dei cento girasoli
dall’allegro e grosso oste,

nella serata d’una calda estate
appena iniziata
stordita dai grilli nei freschi fili d’erba dei prati
e illuminata qua e là da lucciole
che sembrano palpitare
nella veste scura della notte…

mentre una luna
nel cielo che par diamante nero
accende la speranza d’amore
in mille e più cuori solitari…


Armonia tra i capelli
Perle di luce tra i capelli
la neve che scende lieve lascia
quando i raggi antichi
la sfiorano per salutarla
e così musica dolce s’espande
profumando l’aria
a ricordare al cuore
della sensibile anima
il legame profondo e genuino
con madre natura.
 

Fatale incontro di cuori
Volteggiano energie
nell’aria incandescente
rosso rubino,

rissa di cuori
curiosi d’incontrarsi
animano la scena
di attacchi a orari contrari,

scende lampo dal cielo…
e scocca la fatal scintilla
e l’incendio divampa
e l’energia si espande
a squarciar velata incertezza.
 

Piacere
Ruota il giorno attorno a me
nel lastricato piano
posto in essere dal gioco della vita,
sinuose movenze d’amore
nei rivoli d’acqua che scendono
dalla cascata,
vortice è il divenire del destino
a cui si è legati a filo doppio,
campanule solitarie
macchie profumate di colore
aspettano la goccia
che scende dall’alto come bacio,
leniscono i miei pensieri tristi
passi di tango alternati
a passi di valzer, preziosi momenti
lettere di piacere da rileggere
e pellicola divengono per proteggere
come l’acqua quando allargata a raggiera
copre la nuda e fredda roccia
rendendola viva.
 

Pensiero correlato alla memoria dell’Olocausto
Ho sentito piangere
il cuore di mio figlio Andrea, diciottenne,
ripensando all’Olocausto:discorso
intrapreso oggi 27 gennaio 2015.
Tra me e me sono rimasta sorpresa,
e ho pensato che forse i giovani di oggi
non sono poi così insensibili come li si
dipinge…forse dobbiamo imparare
da loro….dobbiamo recuperare quella
sensibilità che abbiamo tralasciato
ascoltando le comode vanità del mondo
che hanno cavalcato sino ad ora gli anni
del dopoguerra.
E’ nostro dovere allora sforzarci per
lasciargli un buon ricordo di noi:
dobbiamo impegnarci nell’ascoltarli sempre…
forse, così facendo, diventeranno quegli adulti
che costruiranno il vero domani, affinché diventi
a sua volta prezioso esempio per un cammino
dell’umanità sempre più illuminato, sempre
più cosciente di ciò che è bene…
 

Porta s’apre sul risveglio
Voce s’alza celestiale
nella natura risvegliata
dalla dentellata ruota infuocata,
alba come colomba
prende il volo nuova svolta,
gomitoli nella notte siamo
nei nostri letti, giacigli di ristoro,
ci srotoliamo col solletico
del doveroso risveglio,
luce e ombra tra i palazzi
fila di vita si snoda fluente,
sbattere d’ali nella volta
come applauso di benvenuto
al risveglio, luce d’uscita
nel labirinto del sogno.
 

Palmo invernale
Spade nere
rami intrecciati
trafiggono il disco rosso
freddo nella veste dell’imbrunire
dove aleggiano ombre
gotiche presenze
bendate da nebbia lattea
profumata agli agrumi
che ingentiliscono la tavola
dove il tintinnio di stoviglie
dà vita all’aria lenta
che prende respiro nella campagna
sorda immagine in lontananza.
 

Amore dolce salato
Si spandono voci tra le stelle
da ogni dove…
e fievoli raggiungono un mare tempestoso
che muove palpito fremente fra le spume,
veleggia il vento sicuro
sgomitando tra scogli scontrosi
resi docili dalle carezze di onde
all’apparenza minacciose,
saluta il gabbiano volando raso
la voce a singhiozzo della timida primavera
rannicchiata sulla spiaggia in attesa
che il sole col fare da burlone
compaia a renderle omaggio…

…dialogo del sole con la primavera
quando s’incontrano al mare:

“…amore mio ti tengo per mano
sospira l’alma mia quando
il tuo bacio dal sapore salato
mi rapisce portandomi
ai confini dell’orizzonte
dove mare e cielo
si uniscono: l’uno è l’inizio
e la fine dell’altro, e viceversa; amore dal sapore d’infinito”.
 

Omaggio alla Puglia: ulivi
Formule mute di spettrale consistenza
si attorcigliano nell’aria fine
di azzurrina velatura
regalando magico aspetto
di un tempo remoto,
consumato nella trasformazione
spettacolare mutamento nella forma:ulivi centenari.
 

Occhio di luce
Un occhio dorato allungato
squarcia la coltre bianca di nuvole
all’orizzonte
mi sta guardando e mi illumina,
esplode luce nel mio cuore
a irradiarmi tutta.

Come non esprimere
felicità a chi mi starà vicino oggi:
è troppa da tenere solo per me…
Basta così poco alle volte…
accorgersi di ciò che ci circonda
ci darà quello che ci servirà
in abbondanza:
fidarsi della vita
è grande esperienza di vita.
 

Goccioloni
Pesanti goccioloni cadono
sul masso che durezza vuole
spaccare in mille gocce
bagnano la terra pronta a rinascere
sotto il peso della vita che rimbalza
da parte a parte della terra
come pallina di ping pong.

Scoppia goccia sul mio naso
lasciando rivoli scendermi
sulla mantella blu
ed io felice ruoto nell’aria
armoniosamente riempita…
eccomi bimba dove il gioco
nasceva da ogni cosa
ed ogni cosa trasformava le mie giornate
in spensierate risate.

Ora quelle risate riservo nel mio cuore
con la speranza di riviverle ancora
con altre vesti.
 

Grazie
Grazie a chi sopporta
i miei lunghi discorsi sulla vita
a chi mi sorride quando mi arrabbio
a chi mi coccola quando mi vede
come pulcino bagnato dalle intemperie
a chi non mi giudica
a chi non mi capisce e me lo dimostra
con dispetti…per svegliarmi dal mio io
che non si accorge di lui

e a mio figlio che quando diedi
un consiglio ad un suo amico
gli disse di ascoltarmi
perché ero saggia…
in quel momento la mia anima ha pianto
di gratitudine…
un grazie di cuore alla vita.


Messaggio…
Bambole di stoffa
tra le tue mani
col viso di porcellana
labbra di rosso dipinte;
nell’angolo le metti a gioco finito,
le une addossate alle altre
senza linea di consistenza nell’insieme.

Ghiaccio nei tuoi occhi
azzurro vitreo, vedo
il tuo cuore non batte, sento
e l’anima è non anima, percepisco.

Un dì per caso passai
davanti alla tua spettrale presenza,
e il tuo sguardo su di me sentii posare
come lama affilata ad arte sulla mia figura
e ritagliata dal mio spazio circostante mi sentii
come fossi figurina da attaccare ad un album:

un sorriso abbozzasti…
ed io di rimando indifferenza
ti comunicai,
e il mio passo
velocemente affrettai…

caro mio, tu non mi avrai mai
ridendo tra me e me pensai…
e alzando lo sguardo me ne andai
verso un cielo più limpido, sincero
allontanandomi così da oscuri certi guai.
 

Prezioso istante
Nel giardino segreto della mia anima
un angelo s’è fermato
odora di rosa la sua essenza
s’adorna di ciliegie rosse calde di sole
e tra i boccoli biondi margherite
colte al mattino leggermente schiuse,
velo impalpabile la sua veste
color di cielo boreale,
porgo l’orecchio interno
il suo canto melodioso
fa vibrare le corde del mio essere…
piume bianche e morbide a solleticarmi lascia
quando in un istante svanisce
nell’infinito respiro divino.


Intreccio d’amore
Raccolto ha il mio cuore
il rosso dei papaveri
nella distesa del dorato grano
sfiorato
dalle nostre mani tremanti
piene del suono delle nostre anime intrecciate.

Intrecci di sentieri tra le stelle
con lo sguardo sognante formiamo
quando
distesi sul cuscino di paglia siamo
e la voglia intensa sale fino a toccare
il palmo del firmamento
che la raccoglie nella sua arca
per farla viaggiare in luoghi lontani
dove il mistero Dio la trasforma
in un battito d’ali il cui eco risuona all’infinito
tra le pareti del cielo.

Adornano il volto del nostro amore
colore del miele
trecce di sincero sentimento …
 

Penso rapita dall’arte
Passi veloci manipolano
lo spazio tra archi
che si susseguono a formar catena,
mani legate le une alle altre,
nella scia d’una accennata e veloce
occhiata, ombreggiata da veli di bomboniera
vecchie ragnatele adagiate su gotiche lanterne
che illuminano a tratti
scatole casa d’un tempo rigoglioso
ferri arrugginiti ormai, privi di splendore,
ma affascinanti punti di forza
linee guida di storia
centratura d’espressione
estasi d’introspezione.
Con pensiero intriso di meraviglia
che sa di gelato alla vaniglia
liscio il morbido pelo
del piccolo paese
percorso frettolosamente
in mezzo a tanta gente,
imbavagliata da larga sciarpa,
come fosse gatto coccolato
dalle braccia di stretti viottoli
che si fan strada tra antiche mura.
 

Stella di mare
Affiora dalla sabbia
della mia memoria
una stella di mare,
racchiude bagliori
desideri infranti
sfumate lacrime
lasciati alle onde
e ritornati a riva…
ora il vortice della vita
la porta via da me
rotola e sole diventa…
posso camminare
finalmente su fine sabbia
calda e pulita.
 

Bolla tra le mani della primavera
Bolla di eterea essenza
luminosa trasparenza
ondeggia nella fine aria,
dove fiori di pesco
dalla bellezza un po’ ruvida
regalano applausi di stupore
all’azzurro tenue manto
di un cielo che abbozza
il sorriso delicato della primavera.

Tenere mani di bimba
la bolla prendono:
dura un istante
l’incontro tra le due purezze,
il calore le fa sciogliere:
l’una scoppia in gioiose risate
l’altra scoppia in goccioline d’incanto
tra dita incredule.
 

Geometria di Dio
Triangoli di luce rischiarano
quadrati ombrosi rigogliosi di natura
dove liane s’intrecciano ai respiri
delle palmate foglie verde smeraldo
e cerchi nell’acqua di cheto lago s’allargano
mentre linee d’albero tagliano a strisce sottili
la pagina patinata frutto della mente di Dio,

ed io ammiro quella pagina donatami…
e la riguardo plasmandola con la fantasia
tutte le volte che voglio evadere dal pensiero
madreperlaceo della realtà.
 

Poesia trottola su ciò che ci circonda
L’asciugamano bagnato
in un angolo del bagno lasciato
tra la nebbia di vapore acqueo:
groviglio di fibre larghe panciute
che respirano piano e affannosamente
quasi soffocate dalla dose abbondante di sapone;
scaglie grattugiate profumate al gelsomino
mescolate all’acqua
scivolano dalla mano alla pelle
e dalla pelle alle squame di un ingenuo
setoso cotone che accetta il destino
di porger lato a e lato b per asciugare
ciò che di bagnato gli si propone
senza fiatare e senza far rumore.
Ma se lo guardi ora quell’asciugamano
così stremato diventa agli occhi attenti
arte della tua mano, forme geometriche
e alle volte visi dalle espressioni strane assume,
basta saper guardare
con gli occhi di chi vuol plasmare
la realtà a suo piacimento
e per suo godimento…perché la realtà
non è come è, non è come ce la fanno credere…
sta a noi ora provare la nuova avventura
della consapevolezza che a nostro pensiero
realtà si forma
e ciò che dico per me è vero.
 

Una serie di coincidenze
Partenza dall’involucro
ormai dal sipario abbassato
del passato
percorso in entrambi i sensi
un trovarsi, cercarsi, incontrarsi
e all’incontrario tutto è stato fatto
per ricominciare con più entusiasmo,
nella scia di fresca aria
di una mattina invernale
alzo il bavero e sorrido,
quando il sole scorgo all’orizzonte
sento come suono di batteria
e l’agitazione cresce
mi divora l’anima come mio immenso piacere
è arrivato ciò che da tempo aspettavo...
 

Cuore scordato
Senza sosta il mio cuore
percorre il tempo del vivere presente.
Striato da lacrime che si sono fatte strada tra le sue pieghe,
che giocando prima e fendendo poi senza pietà
han creato solchi come note nere…
che ritmate dal battito
vita han dato ad una musica stridente.
Al mio cuore serve il liutaio
che con la sua maestria riesca ad accordarlo.
Gemente tra le sue mani supplica
un tepore lontano di romanzo nostalgico
abbandonato sul davanzale di vecchia casa coloniale
finestre incorniciate di azzurro mare,
quel mare che occhieggia dal vicolo bianco serpentino
e sembra sospirare tra le sue onde
col suo moto continuo….
un perduto amore .
A poco a poco l’eco di un suono dolce e amaro lo investe…
gli sussurra frasi che come balsamo si posano
ad una ad una leggere come carte di riso
ingiallite dal sole e lasciate al vento da mano tremante
di ricordi impietriti.
Il cuore avvolto comincia a palpitare
alla ricerca di un'alba senza fine dai colori tenui,
rosati come guance di bimbo.
Senso di sazietà che non si ferma
un continuo e delicato ricercare
….un non fine sul pentagramma del mio cuore.
 

Quello che è stato
Immagine ormai grigia
sfumata dal tempo
trascorso è…
si tuffa nel trasparente nulla
per insabbiarsi nella palude
dell’oblio.


Un dì
Filigrana di luce
tra i capelli degli alberi
intreccia lo sguardo,
gondole di rondini salgono
e girotondi di sorrisi incantano;
piccola ancora di spensieratezza
che il mio cuore inebria.…
 

Trattenere l’emozione
Fermarsi davanti a te
a pochi centimetri
rimanendo impassibili
celando il vulcano che è in noi,
questo è scalare una montagna
con uno zaino che pesa una tonnellata,
questo è trattenersi dall’abbracciarti.
Allora legateci come Ulisse all’albero maestro
perché tu per noi sei come una sirena
davanti a te siamo indifesi
difficile è rimanere indifferenti,
ma lo si deve fare
così tu non ci farai più del male…


Porticciolo
Lanterne dalla luce che è nenia
sono anime consumate dalla salsedine,
mentine di zucchero d’altri tempi
che tradiscono la rotta nella nera notte
allo sguardo veloce che sa di colonia,
compagne fedeli sono
di uomini segnati dall’avventura
che dura una vita per il mare.


I sogni ad occhi aperti
son come splendide,
variopinte farfalle
che delicatamente si posano
nelle anse del cuore,
sentieri di desiderio.
Trattenerle è come ucciderle
godiamo allora
nel lasciarle volare via;
cercheranno il loro sospirato fiore,
destino per cui sono nate.
 

La natura vestita dal sarto
Cinture di sole illuminano gole ombrose
nel palmo umido della valle
riparata dalla giacca logorata della montagna,
dove tasche di verdi alberi
palpitano
quando agitati sono
i loro rami che sembrano fili di lana
da un vento lieve e profumato
di gialli pollini
preziosi morbidi bottoni.

Il sasso macinato sul sentiero
tessuto della terra
consumato dal continuo passaggio
di pesanti passi di cuoio
resta ancorato come gancio
e memoria di bacio diventa.

Lente lumache scie d’argento
come fili di seta lasciano
sui tronchi rigati gessati
dove ai loro piedi tra le lunghe dita
foglie pezzate di fango increspano
tra le guance morbide delle felci.

Sopra la danzatrice natura
piatti di bianche nuvole
di raffinata porcellana
apparecchiano la tavola del cielo
che mostra una tovaglia d’azzurro intenso
che sa di fresco bucato
steso dalle mani di nonna amorevole
di antico passato.

dedicata alla mia cara nonna Assunta
che dal cielo mi assiste sempre

 

A tanti te
A te che mi stai leggendo…
accorgiti di lui che accanto a te piange
accorgiti del sorriso di lei insistente
del malato di niente che vuole amore
del sole che ogni mattina sorge
per augurarci rinnovata speranza
nei nostri passi
della goccia di pioggia che è vita
accorgiti sempre di te
che è l’unico giusto amico per te.
 

Il gioco della vita
Quale verità di gioco
troppe le biglie sparse per raccoglierle,
la sabbia sta affossando i percorsi
col vento suo alleato,
tracce di niente scivolano
come granelli sulla mia pelle,
brividi trattengono l’emozione
mi giro e il rimpianto è un pugno;
onda che sbatte sullo scoglio
e così un granchio si ritrova
a cercare nuovo appiglio nel grande
e immenso mare.
 

Poesia è…
Abbracciati dalla poesia
vediamo il mondo velato di rosa,
rosso il tramonto si tinge ogni volta
e il mare col suo blu blu ci fa immergere
per esplorare i fondali dell’anima.


Ridiamo a bocca aperta tutto l’anno
Denti i giorni nella bocca dell’anno…
all’inizio è un sorriso smagliante
fresche voglie e nuove idee aperte
che son come sciatori pronti a scendere,
nel mezzo del percorso
qualche dente cariato o devitalizzato
anche se pulizia dentale come speranza
vuol ridar perduto splendore
al giallognolo triste alone,
ma al traguardo poco dell’iniziale sorriso
è rimasto; con l’amaro d’iniezione anti-dolore
la bocca s’è disgustata,
forse in parte s’è salvata…
per alcuni sfavillanti denti d’oro
per altri nuovi ponti d’accordo,
e a chi la dentiera mostra fiero
finto sguardo s’è guadagnato,
ma col gran male provato
scudo di valoroso cavaliere s’è fatto
così l’anno venturo
sarà forse meno duro…
chissà …dal nuovo 1° gennaio
per tutti si vedrà.
 

L’aereo colomba
L’aereo planava come colomba bianca
uscito dalle nuvole pergamena,
come filigrana la ragnatela di luce
disegni indiani creava,
come placche di metallo i miei germogli
di sogni ad occhi aperti colmavano
i tasselli lasciati come squarcio
qua e là; aperture di cielo
per raggiungere l’universo infinito
immaginando di volare senz’ali.
 

Stella: granello di vita
Ho una stella di luce blu
nel mio cuore
nella notte delle notti
dove stelle esplodono a mille
per creare altre stelle; celebrano l’evento,
sono scie di vita
disegnate nella lavagna del cielo…
Tra le mie braccia
i miei ragazzi…
stelle ai miei occhi sono
che illuminano le mie giornate
rendendole assolate.

 

Fotografia notturna di una via di Sacile
Calata è la nebbia
nella via buia e stretta,
panno bianco trapuntato sembra
coi lampioni come bottoni
accesi di luce giallo miele.

Di legno traforato è il ponte
di piccole luci blu natalizie incastonato;
è partecipe continuo del gioco sopra sotto,
col fiume che scorre nel suo letto
senza alcuna posa,
mentre alte case dai balconi ammaccati
tristemente porgono il loro volto
agli infreddoliti passanti; racchiudono speranze,
dolori e gioie di persone
che ormai ombra sono nell’eterna notte.

Fotografo l’imboccatura della via
ornata di grigie goccioline
e con fare pensieroso
raggiungo gli altri,
che allegri e spensierato se ne stanno
l’uno accanto all’altro
tra le fette del dolce freddo.
 

Dentro l’argomento Amore
Ho posato con estrema dolcezza
tre rose rosse sull’argomento amore,
virgole nell’aria i pensieri di desiderio
parentesi d’estasi tra le lenzuola
mentre il tucano dal becco ricurvo
e giallo ci guarda curioso,
scappa il gatto crema dalla sedia in vimini
disturbato dal sordo rumore e dalle gocce di pioggia
che cadono silenziose; son come unghie smaltate
che riflettono i colori dell’arcobaleno di un cielo estivo,
pieghe sul cuscino son onde dove
giacevano insaziabili bocche
come parentesi graffe baciate; la stanza ci parla
di una grande passione che ha come argomento
principe l’amore.
 

Le stanze della nostra vita
Nel bagliore dorato
che prende forma dal nulla
quando lui e lei insieme
si accendono
immagini si fondono
e realtà divengono.
S’aprono sull’oceano del possibile
finestre, varcarle muri invisibili di stanza s’alzano
idee dal sapore unico e irripetibile
prendono forma.
All’unisono vivono esperienze
belle e brutte, macchiate di stelle,
di latte e di polline.
Alle volte con la corrente
le finestre aperte con spensierato ardore
sbattono e i pensieri inciampano,
e cadute in altre stanze avvengono
dove finestre invitanti sopraggiungono.
Nel cammino del ponte verso l’ignoto
miriade di stanze come occhi compaiono
sta a noi guardarle con la giusta intensità
così armonia si fa strada per accompagnarci
per renderci più lieve il passo.


Emozione
Spalancata è la mia anima
nel vedere un fiore dai petali delicati
aprirsi al nuovo giorno,
guardarlo vivere con poche gocce d’acqua
e sfiorarlo con attenzione per non sciupare
la sua eterea bellezza,
emozione che è linea curva…
ponte tra il mio cuore
e la natura.


Buon compleanno Gesù
Pulsa la luce
è forte il suo chiarore
acceca l’anima che deve trovare riparo,
produce vibrazioni
suono armonico che si propaga
cerchi che abbracciano,
ali d’angelo piume bianche e soffici
si muovono con grazia
spargendo nell’aria polvere d’amore,
universo che si è fatto piccolo
per incontrare i nostri mondi
la sua nascita ogni anno
agita, mescola, scatena
reazioni a catena
che uniscono…
buon compleanno piccolo grande Gesù.
 

Lo spirito del sonno
Dorme il sonno
tra le braccia della notte
mentre il sogno apre le porte
al meritato riposo
che giace con fragoroso russare
tra le mani piumate di un fresco guanciale.
 

È…..
Acqua cheta di lago montano
lambisce i piedi scalzi di dama,
castellana di ruderi avvolti dal sonno
la nebbia come scialle gli dà calore,
in lontananza un pallido sole
si raggomitola tra le basse montagne,
veli di luce ridanno vita
mentre a chiudere la cerniera
di quello che fu splendido abito medioevale
è un vocio bisbigliato rimasto impigliato
dalla sciarpa del vento…
…..immagine medioevale.
 

Momentanea chiusura
Fluttua colore neutro
di immobilità,
introspezione
chiudo…
e riapro dopo breve pausa
con solari vortici,
intensi intrattenimenti
rapiscono il mio io,
e sulle note di dolci musiche
ritrovo me stessa dal punto
che pensavo erroneamente
di aver lasciato…
 

Pani di speranza
passano da mano a mano
in quella zolla di terra
dove il marrone è ovunque
con tutte le sue sfumature
striato dal grande cerchio rosso
di un sole che sulle linee
intrecciate uomo terra animale
non ha pietà.
Africa


Fredda curiosità
Grigie metamorfosi di nuvoloni
ingabbiano il cielo come fiera,
dove viottoli di aspro sole dicembrino
liberano spazi ai pochi uccelli rimasti
che traballano sotto i colpi delle fredde
gomitate dell’inverno che implacabile avanza.

Timidi piccoli fiori gialli
spaccano la nudità dei rami
che con la loro stridula apparizione
sono vergine natura nell’alba di una matassa
lasciata nel cesto in attesa della genialità
della primavera.

Percorre la faticosa salita
il postino infreddolito in bicicletta,
il naso ghiacciato si scioglie
nel sentire l’aroma di caffè
inscatolato dal profumo di legno
accarezzato dall’avvolgente fiamma
dei camini anneriti delle case di campagna.

Sorvola la mia curiosità
annaspando nella fatica
dell’evoluzione lineare
della giocosità che a volte incespica
della mutevole stagione invernale.
 

Fiume di parole
Sbriciolo al vento il fiume di parole…
sorgente ha avuto nel tuo cuore
rivolo ha percorso le tue vene
torrente ha varcato la tua gola
fiume in piena è diventato
aprendo la tua bocca…
ha nuotato il mio essere
nella tua acqua cristallina
galleggiavo spensierata
ma il sole con la sua potente luce
lo ha prosciugato
ora nel mio palmo
il suo letto di creta mi è rimasto…
 

Corrispondenza antica
Lingue di ceralacca
spengono il loro ardore
su fazzoletti di carta profumata
piegata ad arte,
retine sono a raccoglier frasi come farfalle,
creature di amori appassionati,
lettere senza tempo
che preziose bambole di porcellana divengono
se custodite con lacrima di ricordo lontano,
gioisce l’anima che legge con fiducioso
e accorato fremito d’attesa,
palpiti di puro incanto
cristalli d’infinita luce
si incastonano nella parete
di quel cuore che riceve
…e l’eco di si erompe
e si fa armoniosa cascata.
 

Pensiero ansioso svanisce
Briciole di gomma ruotano
nei palmi dove il rumore
del pensiero si smorza
e diventa plastico, malleabile
e morbido al tatto, si addormenta
tra le dita dimenticandosi d’esistere
perde la sua consistenza posta in essere
da una mente in ansia,
fragile diventa, si spacca,
sbiadisce e crolla esausto nel cestino.


Fila di luce intermittente
Tocchi di spillo sulla mia mano
quando poso il mio sguardo
su pezzetti di fila di luce intermittente
da casa a casa nella notte fredda e buia
di dicembre.
Fili luminosi tristi, sono pensieri superficiali,
invitano chi li guarda a esaltare l’inutilità,
a non andare in fondo nel perché
del Regale ricordo; strisce che sono come bende
a coprir ferite di un’anima spenta.
Piango nel guardare che ogni anno
più anime s’aggiungo nel nulla delle cose,
perdendo il treno della vera serenità.
 

Curva più ampia del destino
Giro la curva e lampioni
accesi, palle giallognole
che costeggiano l’ombroso parco
dalla cappa della notte oscurato,
staccano i tasselli usuali del vedere
svelando pensieri catapultati in un’epoca lontana
dove carrozze si muovono
ballonzolando, trascinando destini
su percorsi incerti e sconnessi,
dove la campana delle ore scandisce il tempo,
un tempo lento e prezioso, vissuto e tessuto
di veri valori che bollano l’anima
assicurando un viaggio più sereno nell’aldilà.
La strada dritta mi riporta alla realtà
e chiudendo la finestra del tempo
continuo il mio destino, sorpresa
dall’emozione nata per caso
da quello che forse non per caso fu messo lì.
 

Paesaggio avvolto dalla nebbia…
da reale ad irreale.
Bave di dentifricio azzurro
sul guanto liscio di seta bianca
e tra le sue dita chiodi di garofano…
spicchi di cielo e tronchi d’albero dei fossati
appaiono e scompaiono
quando teli di nebbia passano.


Magia di una sola notte
Suono d’arpa sbatte…
nel dondolo fermo di un giardino
da copertina inglese,
nella ciotola di terracotta sbeccata
e maculata di profumato muschio,
nel fermacarte di sasso colorato
da spensierate mani di bimbo
appoggiato sul davanzale
dove candele accese attendono
la magica notte,
nel rosone di luce che fa eco
da stanza a stanza di una casa
in dolce attesa...

….è vento di lieto evento
che pizzica i rami d’abete
impreziositi dal tintinnio
di scintillanti campanelli.
 

Contrasti che si incontrano
Poltiglia di fragole rosse nel’amaro miele
il mio cuore è colmo di fiele,
partono gli ultimi uccelli dal paese bollente
raccolte sono le anime pie a pregare
circondate da una folla urlante.

Gatti randagi affondano le loro unghie
nel morbido materasso
a mani vuote sono le anime che hanno avuto tutto,
invadono gli arrendevoli prati le cavallette impazzite
s’alzano le mani dei votanti
avvolti dall’incertezza generale.

Mi srotolo la mente nel rintocco
di una campana per travasare
il pieno vuoto nel silenzioso tutto.
 

Sorpresi del solito tramonto
Strappi nella fodera rossa
della palpebra del giorno
che lentamente si abbassa
distendendo le lunghe ciglia
di un sole pronto a spegnersi
ai nostri occhi che si sorprendono
ogni volta a fotografare un film
sempre uguale ma sempre diverso
nella visione di ciò
che deve pur sempre accadere
per volere supremo.
 

Inversione di marcia autunnale
Banale autunno sulla maglietta appesa
emozione firmata placata,
sghembe bordure di cespugli radi
seguono un fiume brunito
gonfio e quasi fermo,
cappellini colorati e ingentiliti da pon pon
frullano tra la folla grigia e nera
che sospira nello sguardo severo e color cenere,
mentre un’auto rossa fiammante
di un giovane manager rampante
scoppietta allegramente
facendo voltare la monotona gente,
e così velo di spensieratezza fa breccia
in una giornata autunnale
segnata dalla marcia giornaliera
di chi al lavoro deve andare.


Manovre d’amore
Ruotano i corpi nel letto disfatto
linee guida per una perfetta manovra
qui non servono
guidare con prudenza qui non serve
sregolata alternanza ad incastro
dolcezza intensa che sfocia
in esplosione…fuochi d’artificio
nel cielo stellato.


Ballo d’amore
Parole tue son come fiori
che sbocciano nella notte
quando s’apre la tua sensuale bocca,
il picchio del bosco
rintocca col becco il legno tenero
che si lascia plasmare,
rintocca il mio cuore a ritmo accelerato
quando le tue dita leggere ma legnose
delicatamente mi sfiorano
e così arrendevole diviene,
si attorciglia l’edera all’albero spento
ridandogli vita,
il tuo calore mi circonda
disorientandomi,
ricordandomi il sapore dell’intenso
esistere.

Passo doppio di sguardi, carezze,
abbracci…e quant’altro
di più bello, intrigante c’è…
…e un occhiolino malizioso
con accento di rosso passione
su quel resto, con mio immenso piacere,
vi lascio…firmato…laura
 

Lasciamo che la vita ci cerchi
Mi rammarico nel non capire la vita fino in fondo
la sua evoluzione che mistero,
ma racchiudo un sogno nel mio cuore
coltivare noi stessi con delicato amore.

Giorni e giorni per cercare di capire
ma nulla del suo prezioso seme è affiorato,
sempre la dolce marea della sera
cancella le orme del giorno.

Conchiglie sono le meravigliose idee
che si muovono trasportate dalle onde di passione,
sfiorano la mente i risvegli di conoscenza
ma segue sempre la sonnolenza dell’oblio.

Forse quello che dobbiamo sapere della vita
è di viverla intensamente…
non sprechiamo così
il prezioso tempo che ci è concesso
a cercarla nella sua magica borsa,
ma facciamoci tirare fuori
dal mago come teneri e un po’ ingenui coniglietti bianchi
curiosi di assaggiare il mondo.
 

Breve panoramica che guarda in lontananza…
Mare di cielo
azzurrina espressione
ombreggiata da rosati ciuffi
di capelli ghiacciati,
sono in alto tra vette vellutate
impreziosite dal bianco innocente
di una neve luccicante
quando i nastri luminosi la sfiorano,
in lontananza vedo quello
che a valle scompare
nel livellato sguardo,
scorgo il mio futuro
sono oltre qui
lasciato il mio quotidiano…

24/11/2014
 

Tintinnio di pioggia…
pigola la goccia sul legno di trave
segnata da profonde rughe,
scheggia di ferro quando bacia
la fredda e altezzosa grondaia,
rivolo di resina quando lentamente
scende nel fiore di bianca calla,
palpito d’infinito chiudendo gli occhi.


Accenno di luci di risveglio
Perle di luce disegnate
sulla mia mano
argentate foglie tremano
respiri d’oriente
sotto il ciliegio pendulo
addormentato,
sbrina la scia ciottolosa
sassi rotolano ammaestrati
dal mio lieve passaggio,
un gallo passa disorientato
nel divenire del rinnovo
tra suoni di risvegli velati.


Dipinto vivo
Rannicchiata l’anima mia
tra candele accese grondanti di cera
nelle loro plastiche rosse e bianche
mani di anime colme di febbrile incertezza
le hanno accese
preghiera che si è fatta attesa,
alzo lo sguardo mio implorante
alla Vergine dallo sguardo incipriato di soavità
con in braccio il Bimbo Regale
che stringe con la sua manina quella della mamma;
sa che da Lei cura costante ha.
Prezioso amore reciproco spazia
trapassa la tela oliata
e irradiato giunge al cuore di chi in loro
confida.
Lentamente chiudo gli occhi
per accogliere rassegnata
una lacrima salata
che pulisce e rischiara…
e così torno al mondo col passo più fermo e tranquillo,
ritornerò presto in quel luogo
dove ogni volta perle di ristoro
con gioia assaporo.
 

Mio figlio è a ginnastica
Sulla parete addormentata e infreddolita
lingue gialle e crepe come sfoglia
appesi nelle loro dorate cornici
mille volti mi guardano
anche se avvolti dal mantello invisibile
dell’immobilità,
sorridono su un podio…
momentanea popolarità
illusione d’aver in tasca duratura felicità,
ombre di corpi che si susseguono velocemente
animano quel muro,
le voci bisbigliate di giovani vite
fasciano come arcobaleno d’entusiasmo
cordoni di sorrisi legano…

…sono seduta e rilassata su una consumata panchina di legno
che ormai ha fatto il suo tempo
in attesa che mio figlio finisca la sua ora di atletica…

….sono estasiata dal movimento della mia vita
dove ogni scena nel mio cuore gelosamente terrò
che come un film proietterò
quando…
nella mia sera…
con la scatola di latta dei miei ricordi
da sola rimarrò.


Giro di valzer
Sul selciato di minuscole pietre colorate
si annidano amari pensieri
cercano riposo nel lastricato percorso,
e una mano d’acqua distesa
con dita lunghe e affusolate
sembra catturare la mia ombra
e imprigionarla nella trasparente
ed elastica pellicola,
pensieri e ombra di me stessa
giacciono per terra
immobili,
resina e legno impregnano l’aria,
si respira pulito
e fiocchi di neve scendono a illuminare
con patina lucida,
si cancella come su lavagna
il passaggio,
nel girare lo sguardo
allegri giri di valzer
di persone innamorate
fanno remare i miei pensieri al largo
ritorno così a catturare
zollette di zucchero
dal cestino del mio essere.


Scherma d’amore
Nel lago della mia solitudine
annego i pensieri più arditi
cercavano scampo per non affogare
sono usciti dal mio cuore ferito umiliato,
il tuo affondo aveva una lamina affilata
lingue di fuoco uscirono dal tocco
e ridicoli coriandoli colorati
ora sono i nostri ricordi,
geme come pianta di salice
la linea del mio essere
che guarda alla curva dell’orizzonte
sperando di non avere più altro caldo fronte.
 

Nuvole
Vene rosate nell’incavo della nuvola
spuma leggera soffiata
culla delle sognate scene d’amore,
batuffoli di cotone tra le vele
baciati dai scintillanti zaffiri d’acqua
sospinti dai palpiti del mare,
srotolati spiegazzati drappi rossi
ghiaccio sgretolato all’orizzonte
come mosaico di pavimento greco
sipario è di una volta fermentata
dal tempo.
 

La notte dei desideri: 31 dicembre.
Lanterne rosse cinesi
lumini caldi che riscaldano il cuore
accese morbide speranze sono
che liberar vogliono da dure catene
i prigionieri che siamo
nelle stanze della nostra mente

s’alzeranno…

nella notte fredda e nera
bucata qua e là da luci giallo bianche…dove,
allontanarsi le vedrai come calde macchie di sole
e strisciando come bisce
lacereranno a strisce
l’immensa gola del firmamento…,
urlerà così d’acceso turbamento la notte di desideri
e il mio, sarà tra mille nel cielo dispersi…
…si libra in me la sconfinata fiducia
che li raccoglierà Dio
dalle mani del Suo vento
per divenire delicati fiori di vetro
nella Regale cesta del suo amorevole Cuore…

…31 Dicembre 2014
sarà notte di desideri accesi e dispersi
ma che per nulla andranno persi…
 

Ai miei monti
Azzurre nocche nella mano della
mia terra, quando a sera il cielo
riflette come carta stagnola stropicciata
l’accordo del sole con la luna sul finire del giorno,
e i miei occhi color nocciola specchiano
la favola di quei monti che viene raccontata
dai tempi remoti ai bimbi buoni.
 

La misteriosa neve
Scende come fosse coperta di lana
bianca e soffice
lavorata a maglie larghe
la neve fitta fitta
il silenzio copre gli spazi
gli sguardi sognanti incorniciano
il paesaggio…
agita il ventaglio il maestro inverno
scoprendo ad arte il delicato mistero.
 

Saggezza in internet
Oggi…giganti libri di saggezza
scivolano fluidi come pensiero
per ampliare universalmente
il pensiero che piccolo si è fatto
col crescente uso del non senso.
 

La solitudine isola o l’isola della solitudine
L’isola è ancora lontana…

respiro e ancora respiro
ancorata al dondolio
della mia vita
che va a destra e a sinistra
nel finito mare,

l’isola della matura solitudine
può ancora aspettare…
 

Preghiera ristoratrice
Seduta sulla fredda panchina
di un cimitero
prego…
annegando di rimpianti la mente
guardando i cari defunti
coi volti tutti uguali
sorridenti stridenti
stanno ritti sull’attenti
appesi sul marmo bianco
un po’ striato e sembrano
parlare delle loro strade
percorse con affanno
e alle volte arrecandosi consapevole danno
sembrano consigliarmi cosa fare
del tempo che ancora mi rimane
sulle spalle…
ma ora è sera devo andarmene
nel mondo di quelli che chiamano vivi
e i lumini accesi come fioca speranza
mi aprono la scia verso l’uscita
ma prima di lasciare chi ci ha lasciato
ringrazio silenziosamente
per aver respirato…
attraverso i loro sguardi…
coraggio.
2 Novembre
 

Voce alla natura
Foglie come asciugamani usati
gettati nell’ombra umida del canneto
fiori sciupati dalle virgole del tempo
germogli sradicati dal dispettoso
mutamento delle pagine del cielo,

luci e ombre si confondono
nella pietà che come alito
s’alza dal groviglio incandescente
di una natura mutilata nel suo essere.
 

Fiore di sguardo
Solletico le ginestre fanno
nel muoversi con infinita grazia
negli ondulati versi del vento
al gatto nero e bianco accoccolato
sotto i fiorati rami
e stuzzicato dai morsi
del bollente sole d’agosto,
bisbiglia la goccia del rubinetto
nel lanciarsi con arrendevolezza
tra i capelli della tenera erba
che aspetta con impazienza
la nuvoletta dispettosa e giocosa
che piange quando il sole
maestro d’arte del cielo
la scioglie col suo caloroso abbraccio,
disegnano allegri origami le rondini in volo
liberando i cuori che si perdono nel guardare
mentre leggere ciocche di sonnolenza
mi sfiorano il sorriso
accesomi in viso nel ripensare
a quanto di tutto questo vi ho scritto.
 

Dolce sonno a tutti
Cristalli di sospiri
tra petali di luce
nel passo del giorno,
la notte giungerà con le sue ali scure
rapendoci lo spirito che varcherà
il mondo dei sogni,
ansie e dolori dimenticheremo
e nel mattutino risveglio
nuove magiche liane argentate
muoveranno la nostra storia,
speranza vuole che un sorriso
riusciamo a rubare nel dolce sonno
perché sia di speciale compagnia
nel nuovo dì di vita.


Cesta di mele calde di sole
Abbandonata sembra la sbiadita cesta
addossata è al muro di sassi spigolosi
che cinge come collana grezza
il fazzoletto verde di prato,
profumate mele attende sospirando
nel suo caldo grembo,
colte saranno quando il sole
come un gatto farà dolci fusa
attorcigliandosi ai rami lentamente
e poi come bimbo spericolato
lo vedremo piroettare e cadere sulla mano
che profuma di attenta pazienza, esperienza
e che con singolare riverenza farà da lenza
pescando i frutti succosi
che rubati nella notte sono,
quando tutto sembra scomparire,
dalle mani di ragazzi brilli di balli
dove a scoprirli v’è una luna
dallo sguardo ingannevole
amica dietro la nuvola
bugiarda quando con bianca luce
svela innocente sbaglio.
Sbadiglia da lontano
il vecchio e saggio contadino
che tutto vede e sente, sorride
sulla scena rimembrando il passato
gustandosi ammagliato il profumo di mele
che nella stanza dell’amata aleggia
presagio di dolci e stuzzichevoli promesse.
 

Le quattro stagioni
Spatola di gelato è il vento
onde larghe lascia sul grano,
raccoglie qualche chicco
da lasciare al corvo affamato
che sorvola placido e indisturbato
il dorato campo sul sentiero
che le nuvole tracciano
come filo lasciato da mano di sarto.
L’estate ormai è su foglio dell’alunno
che deve ricordare…
ora la finestra mostra energica pioggia
e un vento furioso perché nulla di frutto
può raccogliere, e così passa lasciando
onde che spaccano e ammutoliscono
una natura infreddolita che dall’autunno
viene svestita.
L’inverno è mano severa
e sembra che induca a chieder preghiera
perché torni presto la tiepida e
profumata primavera.
Insomma… le stagioni son prime donne
ognuna regala la sua luce
rubandosi a ruota la scena
e noi spettatori d’emozioni
gustiamoci lo spettacolo
che ogni anno ha per loro
contratto rinnovato.
 

Laguna Veneziana
Maschere veneziane
cancelli dal volto antico
velano di mistero,
un passo di tango
tra la grigia folla
bacia le labbra
del rosso tramonto
di una laguna che ascolta
e tace, ma emana amore
dai pori della sua naturale
affascinante pelle.
 

Solitudine
Sibila il nulla
nella risacca della mente,
spiccioli di pensiero con qualche guscio
di sentimento nella tasca del presente,
rombo nell’aria di aerei
in attesa di veder decollare i sogni,
spugne di mare a cancellare le orme
per non farsi trovare
nell’incontro col nuovo io,
in fondo… la solitudine
è volersi ritrovare
ma diversi, prima che gli altri
intervengano a plasmarci
coi loro desideri.
 

Pittore
Pennelli volati via dalla furia
gabbie di bianco nella mente
teste rovesciate di colori sul pavimento
legni di cavalletto addossati a rami di glicine
ma ecco comparire...
porpora sul muro
le dita si muovono
spalmano e ricamano
onde di tramonto toccano il firmamento...
e calma su verde acqua si cala.


Cartolina di montagna innevata
Piccole tracce
sulla candida neve;
soffici piume d’angelo
accarezzano con tocco lieve
come la mano di madre sulla guancia
del figlio, soavemente addormentato,
dopo esser stato da lei amorevolmente cullato,
la silenziosa vallata, dalla corona di verdi pini circondata,
dove, a farle compagnia v’è solo l’immagine riflessa sul piccolo lago;
tocco l’acqua, e onde infrangono, scompongono, impagliano
la dolce immagine d’una vivente cartolina invernale,
che accompagna ogni anno le nostre vacanze
dove di noi in punta di piedi lasciamo,
mentre ammutoliti il tutto ammiriamo,
traccia del nostro fugace passaggio.
 

Evoluzione naturale di un amore
Laghi ingenui di amori acerbi
respirano soli di pensiero
riparati da convinzioni
che son abeti vestiti di fresco alito,
ma che al scomparir del velo bianco di brina
difficile è nascondere i sentieri segreti
del cuore…
…e così scompare gioco di magia
dell’illusione di infinita comprensione.

Paradosso di direzione…
incontro l’uno verso l’altro si va
ma lo scontro è allontanamento…
s’insinua pian piano
liscio pavimento d’incomprensione
che fa slittare su due piani diversi,
e così venti impetuosi diveniamo
in cerca di nuovo cielo.
 

Rompicapo d’amore
Poligono stellato è il nostro amore
punte di disaccordo col centro solido
incastro perfetto di bianco e nero
due facce d’una medesima medaglia
binari paralleli nel tragitto tra monti e pianure,

una farfalla è volata via…
segno della leggerezza d’un tempo
che ora è concretezza…
un pane quotidiano da gustare a piccoli morsi…


Sapore di vita lontana
Lavorio continuo del tempo
sul piccolo paese
con le poche case addossate
le une alle altre come per darsi coraggio
nel buio fitto fitto della notte,
quando anche la luna tonda
fatica a illuminare le tasche dei viottoli,
percorse nel giorno da pochi passi stanchi
ma illuminate dai raggi che si rincorrono
tra i sassi appiattiti, tutti uguali,
delle solitarie mura.
Boccioli di rosa rossa
dimenticati sono sulla rete arrugginita
a tratti rotta o penzolante,
fan finta d’ingentilire l’uscio
speranzosi sono di un ritorno
di quei dì dove c’era un amante premuroso
che staccava il romantico fiore
per porgerlo al sospirato amore.

Lentamente una velina rosata
si posa sulle montagne
regalando antico sapore
di danzante gioventù spensierata
a rallegrar l’atmosfera cupa e grigia
del piccolo paese ormai spento.


Messaggio di speranza
Scivola il sottile fango melmoso
sulla membrana d’acqua piovana
calpestata dai pesanti passi dei passanti
in una strada sinistra oscurata dal velo
dell’indifferenza e della paura
mentre una campana densa di rintocchi
rilascia con stanca cadenza
richiami alla preghiera
alle orecchie ormai sorde.
Il cieco illuminato dal fervore
per l’intima rassegnazione tra le braccia di Dio
alza la testa al cielo
e con un cenno della mano
saluta l’angelo che lo protegge
invocando protezione al mondo
piagato dall’ignoranza
e dalla solitudine interiore.
 

A Lorenzo, l’altro mio splendido figlio
Artistico lembo stropicciato
sui quaderni tu lasci
caro piccolo Lorenzo,
firma del tuo impegno,
movimento il tuo
nascosto dalla linea piega
che si mostra a me, tua madre,
segno della tua crescita,
punto fermo
regola
giudizioso comportamento
tu devi…passo dopo passo
col l’evolversi del giorno
che come catenella ne segue sempre un altro;
è bello vederti attento scolaro
e col piede e la mano che tenti la fuga.
Figlio mio, prezioso è il tempo per me
nell’osservarti nei tuoi piccoli sbagli
che sono perle che custodirò per sempre
nel mio cuore, e quando sarai genitore anche tu
e la pazienza perderai
te le mostrerò e allora anche tu capirai….
ti voglio bene….la tua mamma
 

Pannocchie di vita
Grappoli di luce sospesi
nel buio del granaio
son le pannocchie cariche di sole
che irradiano gialla natura matura,
i grani rotolano giù nel fieno
svegliando con tocchi secchi
come gocce lente scese da forata grondaia
gli amanti sognanti dondolanti
su amaca intrecciata sfilacciata,
veglia su di loro la luna taciturna notturna,
mentre un topolino piccino birichino
ruba un chicco e scappando
scope e secchi cadono…
gran baccano gratta come ruvida spugna
su scena idilliaca…questa è la vita
rumore nel silenzio…
alternanza continua.
 

Incantevole alba
Nebbia impalpabile come cipria
s’alza dal verde lago,
polvere rosata ombretto è del bosco
che sembra stiracchiare le sue verdi chiome
tra l’argentea alba, che con i suoi nastri lucenti
è bavaglio del giorno che muove i primi passi
sotto lo sguardo attento della nonna luna.

Scosto la tenda della brina,
vestita a festa è la ragnatela
tra i tentacoli del vecchio albero,
ormai rifugio caldo e sicuro
di indaffarati minuscoli insetti,
e fotografare vo’ col l’occhio assonnato
il miracolo che s’apre tra le dita di madre natura…

bacio il tuo volto nascosto tra le pieghe
delle verdi foglie,
lo vedo librarsi tra le strofe che accompagnano
il vento viaggiatore,
sussurro piano un t’amo…
…ora il quadro è perfetto.
 

L’inverno visto da Laura
Fredde lische di raggi di pallido sole
tra forbici arrugginite di rami ringhiano,
si appallottolano a sopite gemme
solleticate dal ghiaccio nel suo lento movimento
dimenticato da una neve che come prima donna
si è lasciata abbagliare dai riflettori del giorno invernale,
fa capolino il pettirosso che cinguettando
come fosse coperto da panno
con un timido inchino saluta il mattino
che sgretola la lastra del tempo riducendola
pian piano in polvere fine fine
che Dio col sul alito
puntualmente…
la fa roteare nell’infinito cielo
divenendo bagliore di vita tra le stelle….
 

Distacco d’amore
Lamianimasorridespansadamorequandotuminnondibaciecarezzediocosìmielevostaccandomidal…
…mondo.
 

Amare
Amando…l’anima è come un canguro
che salta facilmente evitando gli ostacoli
insiti del normale cammino…
allora cosa aspettate aprite gli occhi e…
aprite il vostro cuore con cieca fiducia
al potente sentimento dell’amore.
 

Breve tuffo nel passato: ma un tuffo profondo nel mio cuore.
Sento ancora il battito allegro di quelle campane che annunciavano
il dì di festa nel paese della mia cara nonna materna; quel paese
che fu parte della costruzione della mia importate e splendida storia.
E’un suono di memoria che sento fluire nell’anima e che mi richiama alla mente
una gioia sincera di voglia di festa, che sentivo nel cuore in quei giorni
e che mi vedevano spensierata bambina nelle vacanze estive impregnate dal dolce
profumo di piccole mele degli alberi che circondavano la casa dei miei avi.
Così con gli occhi pieni d’emozione vedevo il sole entrare dalla piccola finestra bianca riquadrata da liste diseguali della cucina dagli angoli anneriti dalla fuliggine per il camino sempre acceso, e mi meravigliavo nel vedere l’arcobaleno che sul freddo marmo biancastro si andava a formare; sorridevo nel pensare che in quella cucina così piccina stavo bene e pensavo anche che quell’arcobaleno fosse regalo del cielo, perché lì c’era tanto amore ed io lo sentivo nel mio piccolo cuore.
L’abbraccio affettuoso della nonna riscaldava la stanza anche se il più delle volte era fredda e umida, e il suo sorriso mi faceva volare in un cielo terso senza nuvole; ero senza pensieri ed era come girare a piedi scalzi con gli occhi chiusi su una stradina colma di chiodi, ma che venivano accuratamente tutti evitati; la sicurezza che mi infondeva era immensa.
Torno molto volentieri in quella cucina ormai lontana…e più la ricordo e più si fa viva in me…
è bello sentirsi alle volte bambini… grazie di avermi aperto le porte del vostro sguardo
sul mio tenero passato che è un peccato lasciarlo nascosto…io sono così oggi… ho il piacere di sentirmi viva d’essere, per non avere un giorno futuro il rimpianto di non aver espresso
questa me stessa al mondo che mi ha accolto quando sono nata per vivere appieno la vita che mi è stata data in dono.grazie
 

Voglio farvi un regalo
raccontarvi una fiaba….
mettetevi comodi
come bambini sedete sui cuscini
sparsi sul caldo pavimento di legno del tempo
pantofole morbide ai piedi che non vi vanno strette
come le incombenze
e coi capelli sciolti dai lacci dei grevi pensieri
respirate l’aria che sa di caramelle al miele
appoggiate i pesanti libri del doveroso sapere
e sorseggiate la camomilla del breve momento
di spensierata ventata di gaiezza fanciullesca
allora se siete pronti si comincia
c’era una volta…
ma cosa succede…tutti dormono beatamente
sognando la loro favola preferita
raccontata con cuore carico d’amore
dalla loro mamma premurosa
quand’erano teneri bimbi…
buonanotte… e meritati sogni d’oro a tutti voi…
 

Poesia speciale
Ho scritto breve poesia sul tuo petto
l’ho lasciata lì perché germogli
nel tuo cuore
se saprai ascoltarla
vedrai sui suoi rami i fiori
e quando il vento del desiderio
passerà si staccheranno per ricoprirti tutto
come fossero caldi baci
e il loro profumo inebrierà i sensi
fino a stordirti,
allora chiuderai gli occhi ed io
anche se distante ti sentirò…
 

Acrobati di sogni
Ruotano i loro sinuosi corpi
a disegnar figure nello spazio,
tagliano l’aria addolcendola
con l’incrociare di sguardi
artista pubblico,
fatica col sorriso sparisce
mentre nuvola colorata
avvolge l’acrobazia ben riuscita.

Sono loro gli dei del momento
che dura il tempo d’uno spettacolo
lasciando tutti senza fiato.

Gli acrobati del circo si congedano
nello stupore generale,
impresse sono le loro meraviglie
nella foglia del tempo a loro consegnata
da un mondo all’apparenza non reale…
…è il circo bottega di sogni sotto un tendone
sorvegliato dal mantello infinito del cielo stellato
che fabbrica di desideri è…


Bacche rosse d’amore
S’aprono i capelli miei fluenti al docile sole
d’ottobre,
s’annodano tra le folate del vento nervoso
che raccoglie il gran disordine
lasciato dagli eleganti alberi
che nella nuova stagione
fan cambio dell’abito
scrollandosi d’addosso il colorato mantello
d’aria e di sole ormai sazio.

Pigola l’uccello tra i cardini dei rami,
sposto l’abito incollato alla mia figura
che si staglia nello spazio
imbiancato dalla nebbia fitta fitta,
e il tuo canto lo sento levare
come il sole che scorgo in lontananza,
è un richiamo forte
ed io, spostando lo sguardo sulle bacche rosse
accenno pensiero di ardente tenerezza per te
dentro al mio cuore.
 

Il dolore a cosa serve?
Il dolore ti fa sembrare
le giornate colme e senza fine,
e quando bussa alla porta del tuo essere
devi farlo entrare,
non ragiona col metro del benessere
vuol farti a fondo scavare
per l’intima e perenne fiamma della vita trovare.
 

Correzione alle volte errata
Sposto la virgola del mio guardare
sul discorso del tuo fare
perché l’accento che tu hai messo
non sia per me un gravoso peso,
anche se so del tuo disappunto
farò finta che sia un gentile punto,
e se tu riporterai il tutto a capo
tirerò un sospiro per il nuovo inizio
perché nella tua cocciuta continuazione
farò finta d’aver capito la lezione,
e quando finalmente mi dirai la conclusione
ti farò provare una forte emozione
che ti farà cambiare su di me
per sempre…
l’errata opinione.
 

Finestra sull’inverno
Spirale di tepore sento sulle gote
nell’abbraccio del freddo inverno,
a picchiettarmi sul naso
qualche goccia spremuta
da grande tovaglia di nuvola
pronta a riversare è pioggia con fare dinoccolato,
con passo stanco un solitario arbusto
staccato è da secolare albero
e ramazza è del vento fradicio,
foglie morte pietosamente vengono spostate
su morbido ciglio d’erba
che perso ha il suo brillante smalto
d’una estate dall’incantevole verde manto.

Ed io rimango a guardare…

Leggero brusio s’ode tra i viottoli
illuminati da sbieca luce di luna
che s’affaccia nella volta,
il giorno scivola tra le pieghe della sera
aggrovigliato da bruciato odore di camini
che s’alza in lontananza
richiamando ad affrettare il passo
per l’usuale rito del finire in allegra compagnia
le ultime ore di luce striata dalle allungate ombre.


Ed io sospirando…
rientro al casolare
dove vorrò la pagina riguardare
del quotidiano movimentare
scaldata dalla calda fiamma
d’un vecchio amico focolare.
 

Dolore in fondo al cuore
Lacere le mie vesti d’anima
per le tue carezze fredde
dolore intenso sento dentro al mio petto,
m’asciugo la lacrima che fende come cristallo
sulla pelle dove s’erano posati delicati petali di baci.


Un lumino d’amore
Tengo tra le mani un lumino…

è speranza accesa d’un sereno domani
il mio passo stanco a sera riflette un poco
prima di cedere all’avanzare del sonno

è preghiera al Dio degli umili, dei poveri,
degli ultimi, perché anch’io possa essere vista
da lui; messa nella sua regale mensa un giorno

è certezza di luce che cerca luce
nelle tenebre del nulla, dell’indifferenza
dell’aridità d’animo

Cristo Redentore accetta il mio lumino
tra i milioni di lumini di questa piccola
terra che naviga nell’oceano dell’universo

quando sarà spento dal tuo alito di vita
allora capirò che m’hai compreso
e acceso nel tuo cuore che arde eternamente
di luminoso amore.
 

Illuminazione
Fasci di luce
partiti dall’infinito cielo
rimangono sospesi
aspettano un nostro sì
per compenetrarci
e raffinarci
un sì …
duramente conquistato
come risultato da lenta ruota in pietra macinato
comprensione maturata
a fuoco lento nell’intricato lavorio
del quotidiano esistere per essere
risultato di perfezionamento
accettazione di volontà superiore
illuminazione necessaria all’io per compiere pienezza
se degno nell’organica funzione a lui preposta.
 

Nostalgia d’uno specchio…
Ho rotto uno specchio…
era quello in cui da bambina
del riflesso di me si vestiva
tunica bianca per anima
occhi luminosi e innocenti
l’impalpabile bucavano
sogni rimbalzavano
ore su di lui fluttuavano
e immobili sembravano
immagine di un’atmosfera
senza tempo mi restituiva
e quando la nonna da dietro
specchiata vedevo
lo posavo e incontro a lei andavo
e il suo abbraccio d’amore
luminoso più del sole
raggiungeva lo specchio
e tutto… attorno a noi s’illuminava
d’eterea essenza…
ed io ero felice.

Nonna non sai quanto mi manchi
anche se i tuoi passi accanto a me
non li sento più da molto, molto tempo…
assistimi quando puoi ovunque tu sia…
la tua per sempre nipotina…Lauretta


Incalza l’autunno
Sciami di foglie, uccelli e polveri
s’infrangono nel vento
lo dipingono di grioverdastro
illuminato da spire solari deboli
nello snodarsi tra le maglie umide
di questo autunno che crea subbuglio
nella stordita natura dall’estate
che abbraccia, coccola e fa addormentare.
L’estate abdica, febbrile e agitato
l’autunno incalza: è bimbo che cerca impavido via di fuga.
 

Cambio di veste
Trapassa gioia dall’animo,
è rigo di luce che affiora come
sorgente pura e semplice,
tu la contempli estasiato
prima c’era stinta soavità
nulla poteva essere generato
su ferrigna zolla, su mente
non arata a dovere,
ora sudore scende libero d’essere
la statua bianca dell’immobilità
s’è finalmente frantumata nel mare rigeneratore.


Spettro di vita
Angeli senz’ali
volti diseguali
girano come mulinelli
nelle corti ammutolite,
zingari scalzi ma anime lustre
sciolgono i lacci del fradicio perbenismo,
sudate mani
cercano affannosamente altre mani
nella vita fugace,

giace il mondo tarlato
nel suo usuale tramonto di soli.
 

Tristezza
il mio cuore lacerato
dal tuo disappunto dichiarato
una morsa stretta stretta
non c’è verso di carezza

circondato, imbavagliato
di sottile silenzio come fosse filo spinato
lacrime lascio evadere
affanni son spugne
cancellar pronte sono il passato
che m’ha devastato

sui cocci miei di fragili pensieri
che metter voglio nel cestino
del mio destino
metto dei fiori profumati di campo
m’aiuteranno a sollevar il mio avvilito animo.
 

Dio perché….
riflettiamo ancora sulla tua esistenza…
se portiamo le nostre mani al viso
se tocchiamo una foglia
se abbracciamo un altro essere umano
se possiamo scrutare l’universo infinito
zeppo di stelle, di pianeti e di soli,
se il nostro respiro ci fa riflettere…
forse non abbiamo capito il vero posto che
occupiamo… nel tuo cuore d’amore.
 

Regina nera
La mia mente strofinavo
col pensarti intensamente
attorcigliando rivoli di sorriso
sulla mia bocca fremente,

il mio cuore lo hai in scacco

nella scacchiera della mia vita
è crollata anche la torre
ma tu, o mio alfiere, col cavallo bianco
mi hai portato in salvo…

sarò tua… io regina del tuo cuore.
 

Vola la mia parola
S’aprono cerniere di luce tra le vene
di un cielo plumbeo
mentre grappoli di volatili grigi
storditi dall’alternanza dei veli
in lontananza sembrano scolpiti.

Madreperlacee colonne di goccioline
scendono a zig zag fasciate da bende
di sole, mentre alberi con le fronde riverse
generosi i frutti lasciano alla madre terra.

Si libra il mio canto d’amore nel vento
alcune parole zittite dal lampo
discorso distorto scivola via
a destinazione arriverà a morsi.

Grido un t’amo…
…e da lontano
l’eco risponde
m’hai preso all’amo.
 

La nostra vita?
Il giornale della nostra vita
mostra ciò che gli altri
vogliono leggere di noi;
la vera storia è nascosta
dai graffi delle altrui idee;
a vicenda ci confondiamo
con la conclusione che non
sappiamo più chi siamo.
 

Vi presento il nulla
Luce di pensiero s’apre
vulcano attivo
rivoli incandescenti di idee
scorrono nelle mie vene
pulsa la vita

ma tratto breve di strada vede

s’incaglia la nave antica
attorcigliarsi vogliono le verdastri alghe
nel suo lento avanzare ai legni arsi
il rintoccare dell’onda sullo scoglio nudo
risveglia il pigro gabbiano
che spiega le ali infreddolite dal gocciolare novembrino
rincorro il suono del mare rimbalzare stanco tra le pieghe delle grigie nubi
la mia parola si fa muta sul finire del giorno
e risucchiata mi sento dal vortice del nulla.
 

Breve pensiero confessione
Ti confido che…mi piace…
….quando mi sei accanto
e il tuo respiro si fa dolce affanno
allora io ti guardo girando e inclinando il capo
e tu mi prendi la bocca tra le mani come calice
e la sfiori con un bacio carico di delicata passione
slegando i miei ultimi lacci di difesa col tuo travolgente amore.
 

Nuvola
Nuvola che passi sopra mille terre
dona un po’ d’ombra alla natura accaldata
la tua pioggia sia goccia che dona chimere
all’animo stanco di minestra riscaldata.

Sopra il tuo manto bagnato e leggero
si posano i pensieri dei sognatori
quando ti vedono sospirando sul loro sentiero
perché vogliono il mondo dipinto di mille colori.

Intreccio lo sguardo con il mio amato
distesi siamo sull’erba fresca e morbida
col mio corpo dal suo intrappolato

mentre ci passi sopra nella tua veloce e silenziosa marcia
una tua goccia scende a baciarci la guancia
per rinfrescarci dall’ardore che ci fa rossi in faccia.
 

Sguardo a mare
Triste …..,
scivola il mio pensiero
di nulla vestito
su pietre lustrate dal vento
e dalla salsedine,
bucate dai passi
ingentilite da vasi fiorati
e da bancarelle imbellettate e incipriate,
caramelle e cioccolate
ad aglio mescolate
muovono dolci ricordi lontani,
…mi sento strattonare
un corridoio di vento
ruota tra pareti di case
a picco su piatto di mare blu
volteggio leggera lo sguardo
trattengo il fiato…
la vista racchiusa da cornice
dalle mani del tempo lavorata
è perla incastonata.
 

Dolce stordimento
Una girandola di profumi
scie oleose di saponi
di molteplici forme e colori
sparsi nell’aria,
tu che mi prendi i fianchi
e la mia testa comincia a girare,
la coscienza si perde
avvolta dal bisbiglio cadenzato
frutto di un piacere all’unisono.


Il mio veliero
Tu, veliero d’un tempo che fu
con eleganti e gonfie vele
sei giunto un dì da un lontano paese
e come fragoroso tuono che spacca il cielo
hai fatto saltare le mie acerbe difese.

Veleggiavi da solo in mare aperto;
eri come un re tra le carezze del vento
risplendevi tra i raggi del raggiante sole
e della pallida luna,
t’accompagnava lo sciabordio delle onde
mentre scrutavi l’orizzonte
alla ricerca d’una fertile terra da depredare
e poi subito da lasciare.

Eri però stanco di tanto veleggiare
in compagnia delle sirene e delle stelle,
ma quel dì del nostro incontro
pronto eri ad approdare in quella terra
che pensavi facile chimera.

Quando giunto a terra
assaggiasti una natura rigogliosa
e assai selvaggia da domare
pensasti ardua l’impresa,
ma in poco tempo ci fu subito la resa.

Ti piacque il gioco
e allora gettasi finalmente l’ancora…
…ancora qui stai
da tanto tempo ormai
e ora tu vedi il mare aperto
dalla riva d’una terra che ricolmato di gemme
ha la tua stiva,
e allor con mano su un cuor trafitto d’ardore
decidesti per noi di concludere con lieto evento;
intrecciasti la tua fune alla mia liana
in un nodo da marinaio sì perfetto
da non potersi più sciogliere da tanto era stretto.


Un po’ pensando tra me e me
Scrivo qui nel sito di poetare,
ma vi confesso che la gran parte delle volte
mi sento un piccolo germoglio
che sta tra alti alberi maestri;
guardo in alto meravigliata
e affascinata, e vedo le loro fronde
maestose di un verde brillante,
quasi raggiungono il sole tanto
sono alte, ed io catturo con innocente
sguardo i bagliori di luce
quando il vento le accarezza
e le muove a danza.
Respiro la loro eleganza
nel sapersi muovere
nello spazio da loro faticosamente
negli anni conquistato.
Fluttuare voglio con riverenza
nell’aria a loro circostante
con i miei acerbi pensieri di germoglio,
affinché vengano da loro cullati
per vederli un giorno nello splendore
del loro maturo frutto.

 

Guardare il tutto con più ottimismo
In questa giornata che volge
al suo declinare
tra lo sciame dispettoso
di fastidi d’ogni genere
ho preso un vecchio libro
tra le mani, la Bibbia,
pensieri d’amore con mille sfaccettature
sembravano irradiarsi da quelle pagine
scritte fitte fitte,
trafitto il mio cuore da quei raggi
ho cominciato respirare un’aria più leggera
l’occhio volto al tramonto
ha visto il rosa, e un’estasi di calma
m’ha subito rapito l’anima.

 

Il parto dello scrittore
Pagine bianche aspettano

la mente mia è rete
trattiene i pesci pensiero

gocce di acqua bagnano
sudore si espande
germoglio è di tumulto

un tunnel lungo di grigiore
accompagna l’attesa

trattengo il fiato per l’emozione
l’inizio è come fiume in piena
parole gettate a valanga

ecco è nato
discorso è fatto.

 

La natura in estate va in scena con gli applausi
Volteggiavano nei cerchi cristallini
disegnati dalle piume del vento nell’aria,
rubati alla pioggia
scesa come tappeto setoso in montagna,
i rossi papaveri con i loro delicati petali
di velluto fine fine,
tra bianche margherite
con le loro corolle sorridenti e perfette
ritagliate ad arte dal sarto natura,
mentre spruzzi d’innocente scherzo
arrivavano da rane che facevano
gran baccano tra le acque del lago
puntinato di grigia solitudine da piante
ormai prive di vitale bellezza,
e uccelli tra i rovi a cercar bacche mature
sfidavano la sorte nell’innocente quadro
estivo, mentre tuniche velate di nuvole
danzavano nel palcoscenico del cielo
rischiarato dal raggiante e caldo astro.



Rossa amarezza
Ho spaccato il mio cuore
per farti entrare
e tu lo hai lasciato là
a marcire al sole
aperto rosso fuoco
pieno di pensieri d’amore
come frutti di melograno.



Un’occhiata al tempo
Ho il tempo insabbiato,
con la mano ho aperto un varco
nella sabbia asciutta
e l’occhio sui granelli s’è posato
uno ad uno scorrevano
sinuosi roteavano
lentamente scendevano
il mio sguardo s’è fermato
nella scena inusuale ingarbugliato,
mille pensieri in pochi istanti è stato
che m’han sfiorato,
un tempo visibile e concentrato,
mi sono persa morbidamente
nel tempo, che a sua volta si è perso
tra le pieghe di una sabbia carezzevole
e ingannevole, e chi lo sa forse anche per lui piacevole.
 


Angelo mio
Caro Angelo,
dono di Dio
respiro azzurro
abbraccio infinito
presenza costante
domanda senza risposta
aiuto sussurrato
sguardo attento

quando penso a te
l’anima mia si lascia andare
tra le tue ali…
so che mai mi abbandonerai...
mi par d’averti visto un giorno
durato un istante solo
ed io ho pianto di gioia
capivo d’esser vegliata notte e dì
dal frutto dell’amore puro…
e ricordo che m’hai lasciato
come delicata carezza
una tua bianca e soffice piuma tra le mie mani.
 


Vita
Leggera tu sei alle volte o vita
quando gli anni migliori
si percorrono in fretta sulla via
fors’anche con estrema leggerezza.

Quando il passo si fa stanco
le giornate girano lente
e allor si vedono le ombre
lasciate dietro a sé dalle storie.

Il treno della vita è strano
tratti veloci e tratti lenti,
mille volti,
mille paesaggi,
mille pensieri,
un puzzle colorato
dove tutto all’inizio del nostro viaggio
dal fato è stato preordinato.

Vita mia…
che mai l’amore lasci l’amaro nel mio cuore,
così dolcemente sulle labbra
dirò grazie quando giungerò alla stazione…


 

Paesaggio montano
Nuvole leggere come zucchero filato
passano sopra le nostre teste,
velano i triangoli di cielo azzurro
sparpagliati tra le sagome di severe montagne,
mentre vallate fiorate come carte da parati
dal sapore di lontani anni sessanta,
cullano i nostri pensieri di libertà,
e i nostri passi riecheggiano col sorriso,
mentre un tramonto antico
striscia d’arancio il creato
e così l’armonia risuona melodiosa
come dolce sinfonia nei cuori più teneri.
 

Passante attento
Ombre di lanterne finto antiche
seguono la linea del sole,
appaiono come disegni neri sfuocati, arzigogolati
su muri dal pianto del cielo sciupati,
mentre bimbi come gemme fresche
rischiarano il mosaico umano
che si snoda chiacchierando
infilandosi ora in strade strette,
ora in ampie piazzette che s’aprono a imbuto
lasciando come punto iniziale
case di sasso che alzano il sipario sul passato.

Qualche passo è silenzioso, attento
nel suo fare alquanto minuzioso,
s’accorge delle onde di vita
che come nastri avvolgono tutto,
sentimenti s’intrecciano nell’invisibile
peseranno sul cuore, diverranno reali
li potrai toccare quando ti faranno ridere o piangere,
è giusto che qualcuno se ne accorga
apra la porta del vedere bene
perché sarà come tocco di mano sul mare
dove onde sempre più grandi si andranno a formare
per raggiungere anche chi lontano è ancora per fermarsi
per veramente sentire e capire.
 

Incontro gioioso
Catene nel miele,
vola e poi e si riposa
la bianca colomba,
passi ciottolosi s’affrettano
il tempo tagliato a fette dall’attesa,
fiori si rincorrono, alternanza di rose e fresie,
profumi ingentiliscono lo sguardo
il sogno appare da lontano,
una nuvola bianca si sposta piano piano,
là dove l’incontro sembra inevitabile
attende fremente chi sa di non poter più scegliere…

…finalmente ecco gli sposi adorni di sorrisi e doni.


Affetti? Cosa sono?
Chi sei tu per chiedermi dei miei affetti?
Affari miei risponderei
se fossi incapace nel raccontare,
se fossi poco addentro agli affari di cuore,
non sono né l’una e né l’altra immagine,
quell’immagine che la società
ci regala con facilità,
per pura comodità,
per renderci schiavi dell’inutilità
che è figlia del denaro,
mano nera che si allunga lungo i nostri verdi anni.
No, l’affetto è tutt’altro…
è riconoscere l’animo tenero di bambina
che circonda mia madre ora che è in là con l’età,
per poterla così coccolare,
per ricambiare l’affetto datomi quando
piccola e indifesa stretta a lei sorridevo
ad un mondo che mi sembrava così meno orco,
è riconoscere l’ardore di mio marito
nel curare i nostri figli e nel rendermi principessa ogni giorno
solo con lo sguardo,
è baciare sussurrando tenerezza
la guancia dei miei ragazzi mentre dormono
dopo che magari ho brontolato con loro tutto il giorno,
è il saper sorridere agli altri
perché sai che un pezzetto di ognuno
di loro è un dono prezioso
per riempire d’amore nel proprio cammino
il cuore che ci è stato dato in dono…
 

Guardo ancora per carpire meglio
Foglioline piccine, tenere
e al tatto elastiche, linee di gocce
a renderle preziose se illuminate
dal luminoso astro,
ruotano al tocco del maestro vento,
abbelliscono il creato…
…lì è racchiusa la sapiente arte di Dio.
 

La soffitta di tutti

Pigola la finestrella del lucernaio

che si affaccia curioso

su una soffitta arrotondata da tendoni,

rumore di barattoli degli sposi

fan i bimbi che giocano tra vecchi bauli

in cerca di avventure al di là dell’immaginazione,

il filare di fotografie appese a travi annerite

immortalare sembra una gioventù

carica di virtù e di non virtù,

gentile è la veste bianca e merlettata

gettata con strana ironia su cavallo a dondolo

immobile nel suo essere

partecipe muto di voglia di movimento su e giù,

non manca il vecchio e caro grammofono

dove stridule note argentate sono appollaiate

sul disco impolverato in vinile,

tutto compare al suo giusto posto

in un posto dove si posano oggetti

che han finito di aver riquadrato

uno scenario che ci fa ben sperare

nel tutto controllare.


Legati dalla lana
Abbracci di lana
fili che si annodano tra loro
morbidezza tra le dita
confondersi vuole con la pelle
insieme rotolandoci
un gomitolo divertente diventiamo.

Il destino come un gatto
quando con noi finirà di giocare
ci srotolerà.
 

Linea rosa
Piove nell’orto
si trascinano dondolando
falene svegliate nella pagina del giorno

pigramente allungo le braccia
nel pomeriggio estivo bagnato
respiro l’odore della terra buona
che sotto la pioggia ricomincia a respirare

l’ombrello nero si sta allontanando
gradini e discese lo stanno rimpicciolendo
alberi bagnati e rassegnati vicino al casolare
linee rosa come lame interrompono il cielo plumbeo

riparto rasserenata con lo scorrere del fare.
 

Il caos non esiste
Giacciono vetri colorati
per terra spaccati

fragoroso rumore a pestarli
più di mille risultano nel contarli

si insinuano nelle fessure più impensabili
selciato e vetri a formare forme incomprensibili

puoi ammirare dall’alto alla fine estasiato
un quadro moderno dal caos formato.


Camera con bella vista
Rombo di bianco cielo
seghettato a lato
da polmone verde di pini
che fan le fusa come un gatto
a velo di nuvola bianca
ad arte appoggiata
per esser da acuto osservator fotografata.

Chiudo la finestra,
ma lascio aperto il ricordo.
 

La casa animata dall’edera
Arrugginiscono i miei pensieri
tra l’edera di quella casa
che col vento si muove
come onde del mare

tra le chiuse finestre
ombre di persone ormai lontane
bisbigli tra i rami del glicine
che pende con superbia
da ballatoio di legno
finemente intarsiato

ringhia il vento
nella grondaia forata
mentre un flauto di traverso
con note solari
buca l’oscurità dei corridoi deserti

rintocchi dell’orologio
richiamano a voltare
altrove lo sguardo
in luoghi dove il tempo
ancora non s’è fermato.


Scivola l’estate verso il tramonto
Lentamente la notte
col suo mantello nero scintillante
scenderà a coprire
i colori allegri e spensierati del giorno,

rumori ovattati si spalmeranno
come crema burrosa su fetta di pane nero
nel paese illuminato fiocamente
da lanterne di luce mielata

anche le musiche che girano
per le vie cercando gente spensierata
si snoderanno nell’aria
inciampando in un vento
scia di un’estate
che sta annaspando,
e a tratti le sentirai come soffi lievi sul collo.

Prendimi tra le braccia amor mio,
avvolgimi come scialle caldo
perché sento l’aria fresca arrivare
vuole l’autunno annunciare
quando ancora
i grilli riempiono i prati,
e le rose in bocciolo
ingentilir vogliono ancora l’uva
ad ogni inizio filare
che s’appresta a mostrare
la beltà succosa e matura,
pronta, calda di sole tutta da assaporare.
 

Attesa di fioritura
Bocciolo questo mio sentimento
so che s’aprirà
quando il tuo sole
sarà caldo al punto giusto.
 

Linea diretta col cielo
Suoni d’archi
le grondaie gracidano come cornacchie
piove
il cielo ubriaco di nuvole color vinaccia
riversa sulla terra coppe d’acqua
ti penso
il nostro nido
col ciel sereno
voleremo
ansiosi di toccare l’infinito.
 

Quanto tu capisci
Scintillio di stelle questa sera
scia di macchine questa notte
scivolo di ghiaccio questa mattina
sciame d’api questo meriggio
…sciocco tu che prendi vani appunti
sull’agendina.


Cedere alla tentazione…
La costanza il più delle volte
è frutto di voglia forzata;
sorprendere se stessi
qualche volta uscendo
dall’ordine prestabilito
aiuta lo spirito ad amarsi di più.
 

Il cielo ha accolto Elio
Una foglia è caduta
quando la bara si è allontanata,
un vento forte si è alzato
e il pomeriggio sembrava sera.

La linea del bordo strada
era l’unica ad accompagnare
il suo ultimo tragitto
verso il posto prestabilito.

Un addio tra le palpebre gonfie
e pesanti l’ho lasciato
come palloncino,
girato l’angolo tutto
si è nascosto, ma il dolore
è rimasto come lancia
nel cuore.

(a Elio, un nonno con la N maiuscola)
10/07/2014


Essere
Se riuscissi totalmente a essere
ciò che vorrebbe il mio essere,
potrei dire di aver posto in essere
l’essenza stessa del mio essere.


Passo deliziosamente avventuroso
Tra le ombre di alte e rosse montagne
si snoda il mio ingenuo e calmo sguardo,
tra nuvole e guglie appuntite
si perde il filo dei miei pesanti pensieri,

nei sandali la fatica e la polvere
nel cuore la gioia e la leggerezza.

Dissetato ho il mio spirito
con il canto degli sciamani
che ho raccolto negli ampi spazi
mentre rimbalzavano come eco
tra lisce pareti come specchio.

La grande luna pallida
sorveglia la desolata valle
che sembra dormire
nella culla dei tempi,
qui è facile abbandonare l’essere
nei veli delle nenie della natura,

sprofondo e assaporo.
 

Quando c’è sinfonia d’emozioni
Ho percorso quei viali
tacevano le mie labbra
socchiuse baciavano

farfalla variopinta volava
legno bagnato scricchiolava
foglia gialla cadeva
pioggia fine accarezzava

brividi mi hanno percorsa
sentivo amore ovunque.


Scrigno proibito
Non aprir quello scrigno
contiene frammenti del mio cuore,
petali di lacrime son scese ogni volta
che il gancio ho aperto,
qualche rosa scheletrita
tra rametti di salice piangente
tra fogli di carta ubriacata da frasi d’amore
ricorda attimi vissuti
tra nuvole di piume
in un ciel che non ha colore,
cornici di situazioni con tele variopinte
appese in un punto definito del muro,
incontri nello spazio del nostro destino.
 

Amore mio
Un sussulto di gioia mi travolge nell’incontrarti
stampato è ogni dì il tuo bel viso nel mio cuore
che riempie il vaso del mio essere come fiore
voglio o mio diletto immensamente saziarti.

Ombre di luce fra i gigli in fiore
sorseggio a piccoli dosi la contentezza
di averti accanto per assaporare la tua dolcezza
il giardino s’irradia del nostro amore.

Il giorno lentamente si svela
il tempo sembra annunciar sereno
acini di luce compaiono sulla parete tela

s’aprono le margherite al nuovo sole
volgono il loro sguardo elegante agli alberi
svegliarmi assai mi duole

o mio dolce e unico amore ora taci
te ne andrai con l’alba nuova
ma mi lascerai come dono il ricordo dei tuoi caldi baci.
 

Mare: scrigno d’emozioni
Molli coralli bucati danzano
tra piccole rocce rosate
dal mare scavate,
sul fondo morbido affossate sono
anfore da tempo dimenticate
che si riempiono di vita al passaggio
del vivace branco di argentei pesci.

Leggo tra le righe delle onde
che giungono a riva stanche
i pensieri dei poeti,
che son come ciliegie rosse e mature
da gustare lentamente;
le rubo ad un mare
che come tempio sacro
le custodisce dalla notte
dei tempi.

Cristalli le gocce d’acqua salata
impreziosiscono la trama
delle mie emozioni
che s’aprono come ostrica
al tuo sole; impallidisco
nel pensare che sei oltre quella linea
che sembra fine d’ogni cosa.
 

Lettera d’amore di milite ignoto
Cara mia amata,
si è perso il mio cuore a cercarti
in mezzo alla nebbia di fumi d’inutili spari,
tra giovani vite
stroncate per mano di altre mani uguali,
tra cumoli di terra
ricoperta da bianca neve fredda
macchiata da rosso sangue caldo,
tra filo spinato
a lembi di natura sbiadita aggrovigliato,
tra lettere
cariche d’affetto e di pianti
scritte fitte fitte e gettate al vento
da una guerra senz’anima…

…ora tra le mie mani
sola è la speranza
di rivederti in un prossimo domani
in mezzo a un campo di fiori
dove il nostro amore profondo come il mare
vide le nostre bocche insaziabili d’un desiderio
immenso come l’universo.
 

Famiglia dal sapore antico
Bricco di latta smaltata bianca bianca,
ricorda il mare il bordo blu blu
lambito da onde infinite di sorrisi rosa rosa,
su tovaglia di grezzo lino
tracce di vino rosso rosso
come petali di dalia;
lacci di ricordi lontani
dove riunirsi in famiglia era gaiezza
se pur in un clima di profonda amarezza,
quella sedia vicino al soffitto basso basso
ha sentito discorsi lunghi lunghi
per i più piccoli erano nenie belle belle
quando il legno ardeva lento lento
quasi fosse morsicato piano piano
in un camino nero nero.

fiori di lavanda profumano a mazzi
nel cassettone dove grandi maniglie
solchi han scavato col ferro pesante pesante,
lì è il corredo della sposa dalla chioma grigia grigia
che riunisce con amore ogni dì una grande famiglia.
 

Estate
Veder l’estate è come veder pescare,
gettare la lenza nell’acqua
che leggermente increspa
e aspetti con pazienza
il pesce abboccare;
il cambio lento del mantello naturale
foto quasi banale,
tutto sembra immortale
nulla sembra cambiare
col tempo passare,
il sole, caldo infernale
il verde, sembra un poco rinfrescare
il cielo, da cartolina postale
la gente, spossata non ha forza di parlare,

l’estate è un’immensa ampolla luminosa
che agitata ogni tanto è
da veloce temporale,
ma dopo torna di nuovo tutto normale
e via caldo, e via sbuffi,
e via ancora così,

non siamo mai contenti
neanche quando il tempo stabile
vuole un poco stare,
in fondo anche lui dopo tanti mesi
di gran daffare
vuol riposare.


Apro una lettera d’amore
Incontrai…
i tuoi splendidi occhi d’un azzurro chiaro
come il cielo terso a primavera,
un dì che ora avvolto dalle nebbie del tempo è,
campane zen rintoccano
un suono che s’apre a imbuto nella distesa di prato
che sembra non aver confini,
rimbalza fin nel mio cuore
che si spacca e lascia uscire il ricordo di te.

Distese d’eriche in fiore
s’alternano a file di erbe ora fresche
e ora bruciate dal cocente sole,
eravamo là a sussurrarci tenere parole
sulle coste rocciose a picco sul mare
e le lasciavamo cadere verso il basso
dove onde spumose e minacciose
d’un mare sempre arrabbiato
inghiottivano tutto al loro passaggio,
velocemente tutto parte di esse diventava.

Albe e tramonti sembravano infiniti
come infiniti erano i nostri baci,
ma in questa vita tutto ha un inizio
e una fine, così fu il destino del nostro amore.

Abbracciarti ora col pensiero teneramente
posso fare e…
…. il resto lo lascio solo immaginare…
 

Rimuginando
Un acino ancora acerbo di pensiero
rotola da una parte all’altra della mente,
non trova pace,
fluido il pensare maturo è
scivola all’esterno consapevole,
coll’involucro dell’incognita
incontra, sperimenta il suo perché dell’essere in essere,
così la sua attesa nella mente premiata è
quando entra in scena nella vita d’ogni dì.


Il tango del cielo
Balletto di tuoni questa sera
un tango con rosa rossa,
nuvole nere e sole
si scontrano in un cielo
che è ampio palcoscenico.

Lame di pioggia scendono
a fendere un terreno duro,
anelli di sigaro calmi si levano
da veranda stile anni trenta
con assi sconnesse, forate.
Fronde furiosamente si muovono
non c’è pace ora
il silenzio è altrove
oltre la collina,
fischia il vento tra i tetti
urla e sagome informi
agitano gli animi più puri.

Una donna si accarezza il grembo
porta il frutto dell’amore,
guarda il mare di tempesta
tra corde morbide sospese,
sembra leghino cumolo di ghiaccio
che fa un gran baccano.

Tutto finisce,
sorrisi dalle finestre aperte
accolgono il ritorno sereno
dell’apparente normale quiete
che ogni dì fa il suo apparir
per poi scomparir.


Vi racconto di un pezzo di paese…
case squarciate dal tempo sulla via
che porta alla chiesetta della Madonna
del Monte, sentieri incuneati
in una vegetazione fitta fitta,
a tratti d’un verde scuro che fa fin paura,
mille odori si intrecciano creando il profumo
del luogo, e con la mente percorri quelle
viuzze strette strette, ciottolose, polverose,
e fotografi una grondaia attorcigliata all’edera,
un parapetto in ferro lavorato come fosse
disegno su mano di fanciulla indiana
d’un davanzale con mattonelle rosse
a tratti mancanti dove scuri di legno
scheggiato e ormai opaco sono tristemente
attaccati solo a un cardine,
un vecchietto sull’uscio che si regge al bastone
nodoso e anche lui ricurvo,
e cortili di sassi e davanzali con gerani rossi e rossa
si susseguono uno dopo l’altro come fotocopia,

…gira e rigira nel paese sotto al monte vedi mille
cose interessanti e curiose pronte
a diventar vive e preziose se le guardi amore.
 

Acquerello d’estate
Una barca appena accennata
linea di vela bianca
su linea d’orizzonte azzurra
linee sovrapposte di bianco sporco
a linee di blu intenso per cielo
puntini d’uccelli a sembrar
fori nella tela grezza
d’una estate ancora incerta.
 

Ho sognato…?
putti di pietra a sorregger
coppe a conchiglia,
dove bianche campanule
lievemente di rosa striate
rassegnate dondolano,
a fili ormai arsi legate;
son mute, eppur ancora belle,

tracciano coi piedi ombre bagnate
su pietre di cotto
le fanciulle dalle tuniche di fresco lino
e dal portamento elegante
come sacerdotesse di tempio greco,

scavalco il muro di pietra
per cercarti, o mio amore,
nel giardino proibito,
ma nuvole di tigli in fiore
abbaglia la mia vista
già incerta,

abbraccio coi piedi l’albero
per sentire il tuo palpito,
tra le rughe del suo tronco
lo vado cercando con affanno,

confusione di brezza tra le fronde
nel giardino circondato da bellezza,
lentamente scendo dal muretto
quando girar vedo le tue amiche
che sorridono beate al tuo comparire
e allor ti dico addio con un amaro sorriso…

mi sveglio al canto del gallo…
sospiro…era un sogno tinto di rosa
velato di triste pioggia…
 

Un dolce non normale
Vorrei un dolce un po’ speciale
una torta mai vista prima,

un pan di spagna fatto di strati d’erba fresca,
con in mezzo per mentine
corolle di fiori dai mille colori,
e cosparsa su tutto la brina come polvere zuccherina,
e sopra una stellina rubata al cielo per candelina
in una notte dove i sogni
ci portano a cavalcare…
negli spazi d’infinito più profondi,

si… un dolce mai visto prima
nella vetrina della mia fantasia,
giusto per sognare … alle volte…cose allegre e strane…
 

Scorcio di vissuto
Silenziosa sedia a dondolo in vimini
respira tra fori ondulati l’aria
impreziosita da schegge dorate
che entra baldanzosa
da finestra bianca riquadrata.

Grappoli di fiori rosa carico
dell’elegante ortensia
e ginestre gialle rovesciate
come perenne inchino
sull’uscio stanno,
dove tappeto di setole
girate un po’ a destra e un po’ a sinistra
come vento che scie lascia in maturo campo di grano,
aspettano da tempo qualcuno.

Il pianoforte scordato cerca compagnia
tra fotografie di facce sorridenti
d’epoche diverse, ora grigie, ora gialle
e ora dall’arcobaleno colorate,
appese a pareti di carta che a tratti
si lascia andare verso terra, come braccia
che cercano aiuto,

la casa abbandonata
trasuda di dolci e amari ricordi,
e sospira come fosse cosa viva.
 

Notizie dal fronte
Roteava ditale argenteo
tra dita nervose e sapienti,
scintillio di luce emanava
quando raggio di sole filtrava
da strappo su tendone
di stoffa coprente,
e così bolle luminose
macchiavano pareti azzurrine
di stanza dove mobili pesanti e scuri
accompagnare sembravano
l’animo vestito di pungente pianto,
figura esile e ricurva su lavoro
di minuziosa e fine fattura
a tratti alzava il capo
e sguardo nel vuoto posava,
pendola seriosa rintoccava
e il tempo così scandito tagliava
un silenzio fatto di attento e rassegnato ingegno.

Lettera ingiallita di lacrime puntinata
su tavolo tarlato aspettava,
notizie erano rimaste impietrite,
sembravano coppe di cristallo rovesciate
su tavola con tovaglia di grezzo lino
coperte da strati di bianca polvere,
un amore come rosa rossa appassita
era rinchiuso come tip tap d’altri tempi
tra le righe di un testo scritto
da mani amorose e tremanti
che dalla guerra non tornarono,
non più a stringer quelle dita ossute,
affusolate e leggere che si muovevano
tra lenzuola di dote di giovane sposa.


Gabbie mentali da aprire
Elegantemente a sera il tramonto inonda
il faro sullo scoglio s’accende
si muove giostra d’astri nel cielo con lenta onda

una frizzante carezza si leva di brezza
quando volteggiare vedi a riva i gabbiani
mi rassereno l’animo a rimirar salata bellezza
e volare via lascio tutti i miei perfetti piani.
 

Serata che pesa come piuma
Cartolina d’altri tempi sembrava,
dipinto di romantico accordo,
fusione di colori e voci,
girandola d’una estate sulla soglia,
copertina di libro d’elegante rilegatura,

La piazza energia sprizzava;
calda di sole e di allegri bimbi,
sembravano variopinti coriandoli
che roteavano tra loro a caso,
confuso ordine di spensierato gioco.

Cielo d’azzurro spento
puntinato di sagome di verde intenso
tra archi di mattoni giallognoli polverosi,
s’abbracciavano le grida leggere
a formar scia argenta
che fluiva dolce nell’aria tiepida
e impreziosiva di vita
l’intera serena scena.

Le tue mani cercavo tra la folla
anch’io volevo unirmi a quel turbinio,
zollette di zucchero nel cuore ho
farfalla variopinta l’anima mia è,
un po’ bambina lo sono ancora
anche se il tempo ingannar vuole gli occhi tuoi.


Io esisto nel tutto
Sono cielo,
sono nuvola,
sono pioggia,
sono natura,
sono donna,…
sono tutto questo ed altro ancora
quando mi accorgo d’esistere.
 

Natura nella natura
Petali di rugiada
lentamente germogliano
tra le vene della tenera foglia
al tocco fatato del cocente
e vecchio astro,
si allungano, raggiungono
la punta, si spandono
spalmano vita,
rinvigorita la foglia
si lascia andare
tra le liane del vento
che la fanno librare
tra spicchi di cielo.
 

Canto triste dell’anima
I miei sentimenti nelle tue mani
son come carte stropicciate,
sento violino suonare
e abbandono il mio sguardo
tra le calle addossate ai fossati.

volta il girasole la sua corolla dorata
a cercar il sole nascente,
pastoso il suo centro tondo
sembra zeppo di miele,
il tuo cuore poroso
assorbe il nettare del mio essere.

lische di pesce vicino ai barconi
gatti randagi affamati,
prima che io diventi arida
lascio la barca tua andar verso altra sponda,

tace il panorama davanti a me disteso
il tramonto è ormai sceso.
 

Montagne friulane: incorniciano la mia vita.
All’imbrunire mi raccolgo
ad ammirar tra spigolosi sassi
e ribelli ciuffi d’erba come capelli
di adolescenti,
le linee ora a picco,
ora dolci e carezzevoli
delle mie montagne.

Azzurre come l’acqua
piovana raccolta in tinozze
di legno, fiabe scritte
sulla corteccia dei suoi alberi
dai miei avi sussurrate
dalle creature fatate
tra i rami del fitto bosco,
polvere di stelle nei sentieri,
leggere piume sui rivoli
d’acqua,
bottoni di giocosi fiori,
righe di pioggia sulla natura
che s’apre come ostrica,

imprigionate sono queste scene
nel mio zaino
che aprir vo quando ho nostalgia
di camminar tra le mie amate
montagne friulane.
 

Inquietudini…
come scudi sono,
sulla via un poco ci fermano,
aria all’alma rubano,
decider vorrei sempre
di farle volar via come farfalle,

…ma col passar del tempo
parte di noi le vedi diventare,
quando saggi saremo
con fili d’argento tra i capelli,
come bambini le vedremo,
per mano le prenderemo
e allor capiremo che volevano
mostrar fragile essere che noi siamo
tra le braccia della vita maestra.


Armonicamente sé stessi
Ho rotto uno specchio,
vedo l’immagine mia riflessa
rimbalzare sui pezzetti
che riflettono l’azzurro cielo.

Mille io, delicati petali di me
raccolgo nella mano
stringo al cuore questa me stessa
divisa ma unita.

Finalmente lo specchio dell’anima
riflette la vera Laura,
ed io, emozionata rispondo
sorridendo alla meravigliosa
creatura che percorre le vie del tempo.
 

Il vento
In tasca tener vorrei
l’amico vento,
una manciata ogni tanto
ne prenderei
per scacciar velocemente
e lontano i tristi pensier,
che come cavalli neri imbizzarriti
percorrer ogni tanto li vedi
in furioso galoppo
la spiaggia della mente
che si affaccia sul mare dell’anima.
 

La torre antica dell’orologio
Camminavo estasiata
per insolita strada dove
pezzi di storia mi parlavano,
sottovoce mi raccontavano
di palpitante vita imbevuta
d’aria fine, pulita
ma macchiata di faticosi passi.

La torre dell’orologio muoveva
i miei pensier su prodi cavalieri
che passavan sotto il suo arco
ora stanco e straziato nel veder
furia moderna di gente
che non si ferma nel cammin
ad ammirar antica gloria,
muta bellezza del tempo che fu.

Un batter d’ali bianche
a sottolinear elegantemente
gentil presenza, tra mura di
ugual e banal fattura,
ferri neri a tener sassi consumati
stridevano come note stonate
sul quella facciata sognante
di storia impregnata.

Petali di rosa si lasciavan
volteggiare dal vento,
passar li vedevi sotto l’arco
ed io con loro,
chiusi gli occhi un istante
e con musica nell’anima
vestita da suoni flebili
di flauti e canti gregoriani
resi omaggio agli uomini
che con lei fecero variopinta
avventura circondati da rigogliosa
e profumata natura.
 

Sinceramente da un’amica…
ad un’amica…
Cara amica Rossana,
non ho mai incontrato un’amica
come te, solare su cui si può
contare e appoggiare nei momenti
bui, coperti dalle nuvole,
tu fai uscire il sole anche quando
c’è per forza della natura la luna
al suo posto.
La strada è ancora lunga per noi…
gli alberi, i valori che ci portiamo
dentro, che fiancheggiano la nostra
strada come sentinelle saranno
appoggio per noi due per riprendere
fiato e continuare la corsa insieme
tra le storie incasinate che la vita
ci farà protagoniste.
Carissima amica, sei la sorella che
non ho mai avuto, e per questo
e per tutto quello che mi hai dato
e che mi dai.. ti voglio bene.


Murales
Graffiti colorati ci parlano,
segni, firma dei tempi moderni,
fan bella mostra su muri muti,
indifesi, dove il tempo ha tolto
il fresco volto, rendendolo triste,
e sporco, a macchie di leopardo.

Un cuore trafitto da spade
tenuto da mani di frasi,
frasi di urla disperate
di giovani vite a cui han messo il bavaglio,
non han più sogni questi nostri ragazzi,
si son sbriciolati come sapone
nelle mani sporche dei grandi.

Passo ogni mattina davanti
a quei murales, dentro di me
vedo quei giovani, e prego
che abbiano un futuro migliore
dove poter dipingere nella propria vita
coi colori dell’anima
un progetto fatto di speranza,
carità e amore.
 

Sorridetemi
Regalatemi un sorriso,
quando
le nuvole nere
che richiamano bufere
compariranno all’orizzonte del mio essere,

mi aprirà un varco
nel buio labirinto,
disegno intarsiato nella mente,
seguirò il vostro sorriso
come fosse brillante lumino,

un sorriso fatto di corde
e pronte saranno a trascinarmi in salvo
quando
il mio piede cederà
sul ciglio del burrone,

non oscuratelo con i vostri futili timori
perché sia sole a riscaldarmi il cuore.

Una scala fatta di vostri sorrisi
mi condurrà oltre lo spazio
ristretto a pozzanghera
del buio che è dentro il mio
io…lacrima come goccia di pioggia…
è in arrivo ciò che temevo…
 

Una foglia qualunque
Roteava senza sosta
nell’aria come fosse ruota
lanciata lungo un pendio
la secca foglia rossa.
Splendeva verde e lucente
appesa al ramo come fosse
di lui mano,
l’estate la portò in grembo
l’autunno l’accolse matura
tra le ali del freddo vento.
Vagava nella scia di chi
imbocca una via
senza saper dove sia l’uscita.
Lievemente su un prato si adagiò
dopo aver volato lontano
dal suo amato nido.
E’ finita disse…ma
una mano fresca la prese
con sé, un bimbo di scuola
l’ammirò come fosse preziosa cosa
felice la mise nel libro…
era diventata una foglia famosa.
 

La mia cucina
Nella mia cucina vi stan
teiere di porcellana fine
di decori a fiori ingentilite,

l’allegra tovaglia a righe
armoniosamente accostate
ricorda l’aria allietata
da ammiccante musica
messicana, e che dire
delle mensole zeppe
di teneri ricordini,
comprati nei rionali mercatini
che a vederli da lontano così vicini, vicini,
e magari un po’ in discesa
sulla strada tra case logorate
o finemente decorate,
sembrar vogliono a serpente di pezza
di pezze, illuminato il tutto da lampioncini
che a sera emanano luce opaca
che s’infrange su mucchi
di rossi geranei non messi lì a caso
su davanzali d’uso lontano.

Nella mia cucina mi fermo ogni tanto,
rivedo me stessa quando…
per la prima volta ho pensato…
tutto qui è freddo, quasi invernale,
ma il mio cuore è caldo
e come estate la farà diventare,
e così oggi è, raggiante,
…siete tutti i benvenuti…
e allora …entrate…entrate.
 

La vita nei suoi tempi
Paffuti soffioni dondolano
tra strisce di verdi quadrifogli,
giocano a rincorrersi
amanti gioiosi tra fili d’erba
color del maturo grano.

S’apre il pesante portone,
s’odono lamenti soffiati dal vento
tra i cardini anneriti, ammorbiditi.
Un velato respiro lentamente
germoglia sulla soglia,
il tempo maestro e ingannatore
veste di faticoso affanno
l’uomo dal pesante sguardo.

Tra meli e ciliegi
si spandono aromi
di salvia e rosmarino,
rose a cascata aggraziano
viottoli impolverati
che si snodano nel campo
da anni non più arato,
lasciato, abbandonato.

La natura selvaggia
incornicia l’amore fresco
che intenerisce l’altrui cuor
aperto da ferite,
sorride così l’uomo nel rimembrare
gli antichi amori,
ormai conta i suoi giorni
e li vede ora come preziose gemme.

Sull’ombra del casolare
si spegne lo sguardo dell’uomo vestito
di grigio,
mentre s’accende sotto il raggio
caldo del luminoso astro
il giovane sguardo dell’uomo vestito
d’arancio,
…due facce di una stessa
medaglia.
 

Evoluzione di un’idea
Libra nell’aria l’idea,
plasmar la vorrei come argilla
tra le mie mani.

Saper che ancora è sogno,
i colori dell’arcobaleno
sorrider vedo nella sua essenza.

Prenderà forma,
e allor raccoglierò
i filamenti che l’abbozzarono
per crear ancora miraggi come tessuto
sui quali ricamar il mio futuro.


Pensieri plasmati
Aria leggera come carezza
nella salmastra landa,
canzoni a brandelli
intonacano i muri delle case
strette e basse,
grasse piante spinose grattano
il gentile manto di sole
che a mani piene getta
caramelle di luce ai boccioli
di tappeti di piante stesi
tra il selciato macchiato
rosso porpora a scacchi.

Fiocchi di pane lasciati
da mani amorevoli
agli uccelli di mare,
suono di campana di nebbia
linea nera all’improvviso
squarcia il velo di luce come lama,
s’alza il ritornello del marinaio
stanco, cadenzato e fradicio,

quando, il libro vado a lanciare
una nuova storia
voglio ricominciare.


Lasciarsi andare
Alabastro il mare sembra
dopo furioso temporale,
corro a piedi nudi
spiaggia bagnata culla,
pensieri li semino
nelle mie profonde impronte,
allegre bandiere rosse sventolano
punte come fiamme trafiggono
la lavagna nera del cielo arrabbiato.

Sereno scivolare di barca all’orizzonte
mi fermo a respirare, a guardare,
lego i capelli ribelli
il cuore batte forte,
bollo il mio sospirare
e vecchi amori li lascio andare…
come piume in un arrotolato vento.


I miei sogni come stelle
Stelle in acqua son finite,

tra le onde azzurrine cullate
tra le conchiglie impigliate
tra le alghe accarezzate
tra i granelli di sabbia imbiancate,

i miei sogni son lì catturati
nella rete dei notturni pescatori,
le stelle son lì nel fondo del mar
son vicino a me le posso toccar,

roseo l’incarnato tuo al tramonto
sbocciano i fiori della sera,
canta l’usignolo tra gli alti rami
del boschetto,
s’anima il mio cuor,
il mio sogno accanto a te s’avvera
nella mano mia ho la stella del mar.
 

Spicchio d’energia
Ho per coperta strati d’azzurro
d’infinito cielo,
per cuscino fiori alla camomilla,
per giaciglio la morbida erba,

riposa il mio io avvolto
dall’amorevole natura,
perché si carichi d’armonia pura.
 

Rincorrere la serenità
Perché non rincorrere
ancora le rondini nei cortili?

quando il sole lascia
baciando con gli ultimi
caldi raggi le fresche colline,

quando le briciole rotolar le vedi
da fantasiose tovaglie sui prati
dove verdi spighe accompagnano
fiori gialli dal profumo denso, intrigante,

quando biciclette con rumorose
catene saltellano su pietre porose
arrotondate, sbeccate,

quando donne stanche
sull’uscio si fermano un poco
a mirar il rosso tramonto,
e con le mani in tasca sospirar le vedi
forse per un uomo che nell’intimo
non l’han mai conosciuto,

quando musiche lente, trascinate
fan sonnecchiare, stiracchiare
il gatto sulla sedia impagliata,
abbandonata, impregnata d’umido
odor di solaio dove la luce profumata
giunge a gocce,

quando la sera spegne
l’allegro giorno, lì è il momento
che le rondini rincorrano i bambini,
e così saremo tutti un po’ più felici.
 

Cancello d’altri tempi
Cancello nero arzigogolato,
da bianche campanule come edera attorcigliato,
filo di sarta nella sua trama,
disegni che riportano
nella mente scene dove un tempo
gonne ampie e lunghe
di carezzevole seta
strusciavano al passaggio
catturando foglie e fiori
nell’erba sul confine con eleganza da lui segnato
come fosse gentiluomo con cilindro.

Avanti mi sussurrò…
il tempo non è trascorso sul suo aspetto,
il fascino è rimasto immutato,
guardandolo affascinata
entrai nel suo giardino per ancora
sognare come dama d’altri tempi.
 

Scalino d’infanzia
Scalino rotto, crepe
che come vene sottopelle
si sono insinuate,
di polvere colmate,
al passo mio rumore
di scricchiolio s’è sentito,
ho posato la mia mano
sul freddo marmo e chiusi
gli occhi come un lampo,
un momento di spensierata vita
è comparso.

Cantavo, inventavo, sognavo,
ridevo, piangevo,
sul quel gradino
bambina mi rivedevo,
bellissima infanzia la mia,
attorniata da amici gioiosi
sono cresciuta,
e… l’amore lo vedevo passare
in bicicletta…e il cuore in tumulto era,

sul quel gradino son rimasti
fotografati i miei primi passi di vita
che mai potrò scordare,
e distorti sarebbero se ad altri
dovrò raccontare.
 

Delicatezza
Boccioli di rosa selvatica
profumano di miele,
accarezzandoli
sembra sabbia di mare,

li ho raccolti
e
posati delicatamente
nell’acqua limpida,

galleggiano al chiaro di una luna
che appare e scompare
dietro una velata nuvola.

Il pensiero si è fatto leggero,
le tue labbra ho baciato
nell’attimo che il mio sguardo ho posato
sui tuoi splenditi occhi
che ora illuminano il mio cielo
di dolci ricordi.
 

Quello che vedi nella stanza di Andrea,
mio figlio quasi maggiorenne
quando …
la lascia per recarsi a scuola
è semplicemente pura armonia;
sculture di lenzuola
mescolate a vestiti, calzini
e chitarra, sormontate da libri
quasi dimenticati…
con lembi stropicciati.
Queste sculture invadono
gli spazi temporali del tempo,
incrocio di passato e futuro,
creano discorsi che non hanno
eguali,
nel loro essere qualcosa di vivo
sembra prendere forma
quando le guardi,
…sono di mio figlio Andrea.

Il suo disordine
non è più un disordine,
ma un ordine confuso
di conoscenza del proprio
cammino di vita,
questo è essere adolescente…
...ti voglio bene…la tua mamma


Il Campanile
Squarcio di vita
dall’alto d’un campanile vedo;
è un pezzo di strada spensierata
dipinto da gente allegra,
palloncini colorati a grappolo
ingentiliscono le mura antiche
d’un vecchio monastero,
e spalmati qua e là tendoni rigati
a coprir la testa di chi vuol trovar riposo
e ristoro.

Il vento quassù sibila
tra le fessure strette, impolverate
di voci e suoni che il tempo
ha adagiato anno dopo anno;
sembrar vuole accompagnar
le pesanti campane, quando
nei dì di festa le senti
di rintocchi tremare pesanti
e imponenti.

Ho posato le mie mani sulla
campana tremante,
di vita propria sembrava pulsare,
e un fremito mi ha percorso...
ho visto il destino d’ogni uomo
in ogni suo rintocco.
 

Casa che s’apre a nuovo.
Gettati in un angolo
di quel giardino abbandonato
giacciono alla rinfusa grovigli arabeschi,
gambi e foglie di fiori secchi
raccolti in un momento sereno
da una bimba colorata
di sorriso pieno,
profumata
di rosa appena sbocciata.

Ruote di carro sul prato stanno
imbiancate da soffici pollini,
trafitte da fili d’erba alti
e imperlati da rosse coccinelle
pronte a volare sulla mano
di chi aprir vuole il cuore
alla rosea speranza.

Libro scritto fitto, fitto
sul cestino è finito,
pagine strappate sono volate via
impregnate di pianto,
il vento se l’è portate lontano
piano, piano lasciando
il peso dell’abbandono
su quel lungo discorso
come prova di grande sconforto,
dove petalo rosa di pruno s’è posato
a lenire un dolore; lo si sente ancora come eco
dai fogli bruniti, stropicciati.

Ho aperto la porta cigolante
di quella casa,
da tempo dimenticata,
il mio respiro è entrato
e con un sobbalzo al cuore
ho visto scene di vita
rimbalzar da parete a parete,
futuro gli occhi dell’anima
vedevano,
l’amore era dappertutto
profumo ancestrale invadeva
l’aria di luce illuminata,
che abbracciava te ed io, ….insieme.
 

Scherzando un po' col tempo
Tic, tac
l'orologio del tempo
si è mosso per portarci
avanti un poco,
e noi a volte corriamo
per prima di lui arrivare,
ma il più delle volte
ci supera alla grande
e alla fine della giostra
è lui che sempre vince..
mostra a noi la lingua
di chi disprezza il nostro
incerto andare,
da lui controllato
e regolato.

Caro orologio del tempo,
se fermarti vuoi un momento
assaporeresti con noi il prezioso
succo del senza tempo e tu
riposeresti, e capiresti quanto
avaro sei con noi, e generoso
diventeresti un poco per diventare
paladino per un infinito momento.
 

I nostri luoghi visibili ed invisibili
I nostri luoghi son quelli
brutti e quelli belli,
quelli dove rifugiarti un poco
vai quando hai dei guai,
quelli dove qualche dolore
hanno inferto nel tuo cuore,
quelli dove il sacrificio
pareva montagna alta, alta
e così la voglia di scappare era tanta.

I nostri luoghi sono il frutto
dei nostri destini,
vasto è il luogo della mente,
intrigante è il luogo del cuore,
illusorio è il luogo dei sogni,
ma ciò che la vita ci regala
è l'incrociare magicamente
dei nostri luoghi con quelli
degli altri, e così i luoghi
meravigliosamente
diventano pieni e tanti.
 

Festa di mezz’estate
Lanterne rosse dondolano sul torrente
in una serata calda d’estate,

lumicini accesi sembrano giocare
con le lucciole che innumerevoli invadono
i prati vestiti di colorate e festose carte,
piegate a ventaglio come muto sonaglio.

L’acqua scorre facendo soave rumore
tra sassi coperti da morbidi muschi
come eleganti guanti di velluto,

sembrano prostrarsi al suo passaggio
le verdeggianti chiome dei nodosi
e flessuosi alberi,
che protese verso di lei sono come segno
d’arresa alla sua elegante e regale presenza.

Bianchi fiori s’accendono di tenue luce
quando la luna compare nel cielo
coperto da velo blu scuro,

di mistero s’adorna il bosco
come fosse donna fatale
che vuole ammaliare.

La festa inizia col chiacchiericcio
cha s’alza di tono a ondate
quando il vento a tratti si sente gonfiare,

ombre sono tra le luci soffuse
le grasse risate, interrotte da
fruscii e fragorosi calpestii.

Non vuole finire quell’allegria
impregnata di naturale magia,
ma brusco temporale di mezz’estate
interrompe in un baleno tutto quello
che sembrava fino a quel momento
ciel sereno.
 

Abbraccio di risvegli
L’alba è una lastra biancastra
nel momento che i sogni diradano,
scia di luna e stelle si incastra
coi raggi di sole che si allungano;
prati di luce e ombra come tele imbrattate
si mostrano al nuovo giorno,
mentre si svegliano allegri, spensierati,
i variopinti uccelli del bosco.

L’aria fresca entra nella calda stanza,
un incrocio di languidi sguardi
risveglia l’amore dei teneri amanti
aprendo la porta a sensuale danza.


Alpini nella mia città: Pordenone
9,10 e 11 maggio 2014
Cari alpini…
che la mia amata terra
calpesterete,
nei prossimi giorni
in tanti sarete.

Un rincorrersi di voci
si sente ancora come eco,
sembrano non trovare pace
se porgiamo l’orecchio
a quei monti che vi hanno visto
nel freddo, nella lontananza
dagli affetti forzata,
nel dolore, nella sofferenza dell’anima,
per salvarci la vita e la nostra terra
nei lontani anni di guerra,
le sentiamo valorose,
piene d’amore,
portatrici di vero conforto.

Penne nere vi salutiamo… e in coro
un evviva intoniamo,
brividi ci percorrono sulla pelle
perché emozioni ci invadono
se pensiamo a tutto ciò che da voi
è stato fatto, e così…
vi abbracciamo calorosamente
o nostri alpini…
di ieri, …oggi e domani.
 

Gesù dove sei?
Perduto di nuovo ti ho tra le strade
che percorro nel mondo.
Speravo tu mi accompagnassi sempre,
ma ora tu non ci sei.
Il vuoto accompagna un cuore
che speranzoso calzava pensieri carichi d’amore.
Ora si è fatto buio all’improvviso,
con un flebile lumino avanzo.
Non mi fermerò finché tu non mi verrai
nuovamente accanto,
per rischiarare il mio incerto cammino.
 

Libri
Una scatola di fiori disegnata
tra pile di libri, scale verso
una più illuminata conoscenza.

Vagano i miei pensieri
nell’orto carico di profumati frutti,
mentre le mie dita toccano
colorate e fresche lenzuola.

Cavalcate nel selvaggio west,
canti sciamani accompagnano
l’accoppiarsi di due freschi sposi.

Spostando le alte piante palmate
a piedi scalzi percorro gli antichi
corridoi di tempi remoti,
cascata di fiori m’invade
la mia anima rinasce…

Pensieri liberi di vagare
tra mille storie stampate,
riposo un poco…
faticoso è …partire per mille
posti anche se seduti si è…
 

Raggi in città
Raggi di sole, ondulati nastri
a fatica si fan spazio
tra alti muri,
cercan gloria invano
che fu di un passato lontano.

Rubo un attimo del mio guardare
sul mio abituale andare,
e lo poso su raggio che giace
posato su ramo di larice,
imbrigliato da cemento
sicuro elemento di continuo tormento.

Passante appesantito
nella mente,
nel cuore,
questa son io,
come mille altri,
tanti io che per apparir migliori
copia di altri sono,
anime sbiadite,
quasi annerite.

Brandelli di luce son cerniere
che aprono, finestre spalancano
sul vivere di naturale aspetto,
nel cittadino deserto disperso.

Il mio viso ora è accarezzato
da goccia di luce rimbalzata,
s’apre nel mio cuore gentile pensiero
fiore di gaiezza sincero.
 

Pioggia
Ombrelli a mucchi colorano
il grigiore che la pioggia diffonde,
s’accompagna al loro veloce
passaggio il fiato rilassato
dei ragazzi all’uscita da scuola.

Ombre sono ormai nella nebbiolina
fina fina della pioggerellina
novembrina,
quando, rintocca metallica
la campana
lezione è finalmente terminata,
ed io rimembro nostalgica
quand’ero scolara spensierata.

Ombrosi pensieri rimbalzano
dalla mente all’umida aria
che sferza sulle guance,
accelero il passo, passato
è ormai andato, al futuro
volgo lo sguardo carico
d’un gran bagaglio,
che donare ora potrò,
il cammino d’altri illuminerò…
…guardo il cielo, s’apre la nera nuvola,
il sole ricompare e tutto è nuovamente sereno.
 

Leggo il giornale dell’estate
Rumore si spande tra le
piccole bianche case dai tetti rossi,
rossi come maturi pomodori,
scende nella piccola piazza
circondata da scarni cespugli
isolati l’uno dall’altro da
mattonelle di triste cemento.

Riparo sonnecchiando gli occhi
dal bagliore accecante del sole
che a mezzodì batte e sbatte
sulle lanterne, sulle vetrate,
sulle scale e sulle gocce di
fontana richiamo di consolante frescura,
il tintinnio di campana lontana
sveglia come mano di madre
il paesello che come bimbo
s’addormenta cullato dal
caldo manto d’una estate
che sa d’estate.

Bandierine a festa stanno
in file molli e dondolanti,
colori come pezze del vestito
d’un arlecchino moderno,
punti di colorati pastelli
da lontano, per mano
assieme al mio amore mi allontano
stordita dal silenzio
che ripiomba sul bel paese
chiudendo i cancelli
al rumore d’una città
che per le orecchie dell’anima
è senza pietà.
 

Campo di grano
Scia lascia lumaca sulla liscia
grigia pietra, mentre
con lo sguardo curioso assente
un bimbo disteso sul grano dorato
guarda l’arrotolarsi delle nuvole nere.

Formiche in fila come monaci
medioevali percorrono
con rigido ordine la liscia
grigia pietra, mentre
con mano ferma e decisa il
contadino miete il grano dorato,
e gocce di sudore scendono
sulla sua scura fronte.
Rapidamente tutto evolve
in questo spazio dove tutto
è ben collocato, goccioloni
molli che scendono da un
plumbeo cielo, fan rientrare la lumaca
nel suo sicuro guscio,
il bimbo scappa a casa dal babbo,
le formiche fuggono sparse in mille direzioni,
mentre
il contadino ferma il suo lavoro e
con le mani benedice il cielo,
sereno contempla la natura
che pane diventa col calore
del sole e del suo faticoso operare.


Fiori di campo
Margherita e papavero
raccolti in un grande
prato or sono ad ingentilir
il vecchio breviario
consumato nel tempo
da mani operose e smaniose
di sfogliar verità
svelate da parole preghiera
da leggere la sera
quando tutto sulla terra
s’addormenta.


Viaggio del mio respiro
Il mio respiro ha raggiunto
i rami più alti del maestoso
e affascinante albero che ombra
secolare dona a chi sotto
di lui vuol trovare ampia frescura
e calma sicura,
si è lasciato dondolare
lassù dalle foglie leggere
come piume di un verde
appena accennato, docili
e flessuose alle ondate
di un vento che sulla sua scia
raccoglie le impronte
della vita che si rinnova
dall’alba dei tempi.

Lassù il mio respiro si è riempito
di aria limpida striata di
caldi raggi, è volato più in
alto tra le impalpabili nuvole
culla dei nostri sguardi
ingenui, ha toccato le
preziose stelle e lì
respirando il divino
si è frantumato
e sparso ovunque
diventando parte dell’intero creato…
…così ho finalmente respirato.
 

Una romantica e antica storia
Mantelli al vento nella cavalcata
tra radiosi alberi dall’alto fusto
a guardia d’un puzzle di viva
natura che respira in un ciel
azzurro intenso ritagliato
in disuguali forme
da superbe fronde
di verdi foglioline grondanti.

In lontananza il maestoso
castello aspetta…,

incastonato all’antica rupe rocciosa
come perla su medaglione,
annodato da poderose radici
e ingentilito nella sua presenza
così austera da verde edera
di rosso porpora striata
macchiata di rose bianche
che all’alba mostrano un candore
di brina gocciolante, rosso
come improvviso sentimento
di rapimento d’estasi e bianco
come candore, purezza
nell’interezza dell’essere femmina,

…cavalieri che da terre
lontane arrivano per catturar
lo sguardo della leggiadra fanciulla
in attesa del futuro sposo.

Nella sala languidi sguardi e
movenze ammalianti tra
prodi cavalieri e aggraziate fanciulle
dalle mille speranze, illuminati da
fioca luce di candele, ovunque disseminate,
ad illuminar la romantica scena
tra futuri amanti,
ma ecco leggiadra
la regale dama tra mille veli da
sembrar farfalla toccar la mano
d’un bramoso raggiante sposo.

Sulla scia delle stelle finisce
quest’incantevole storia che tra le
mille, e mille più comparvero
sotto una luna
spettatrice e complice per millenni
dell’amoroso gioco.
 

Ho pescato con pazienza un pesce di pensiero
dal fiume della consapevolezza.

Se gettassi in aria i miei sogni
ricadrebbero dal cielo come fiori
a riempire il mio cuore di speranza,
nulla del buono si perde, anche se
stupidamente capita di lasciarlo
andare per noia, per capriccio.

Percepisco un po’ alla volta
il bene datomi, scusatemi
se lentamente entra in me,
rapita sono dal fare, fare
senza pensare a ciò che
d’importante è far
veramente restare.
 

Emozioni
Ho lasciato rosa bianca
sopra i tasti muti di un
pianoforte nero lucido,
mi son portata via con
lo sguardo il sorriso di
una sonata di notturno
immaginando stelle lì,
nello specchio riflesse
a contemplare l’amore
ammantare d’argento
lunare le nostre anime
immobili a respirarsi.
 

L’amore assume molteplici forme
Quest’amore sa di caramelle,
mentine di zucchero tenuamente
colorate come albe rubate
in riva all’oceano che con forza
muove onde a infrangersi su
scogli orlati da merletti di alghe
verdi di uno smeraldo intenso,
come quello della pietra che
incastona l’anello della mia cara
nonna, regalo bacio di fidanzato
profondamente innamorato,
che un dì da lei mi fu dato
come ornamento di un piacevole
ricordo ormai lontano che si è
allontanato pian piano come
gabbiano dallo scoglio verso
il mare aperto dove l’immagine
si confonderà con l’energia
del vento e nel trasparente
gioco di veli scomparirà.
 

Sogno o realtà?
Danzatrice nel vento
questa sono io,
m’accartoccio in me stessa
come foglia secca e poi m’apro
come fiore di rosa...

…passi rapidi sulle punte
mi portano su una scala
piumata verso il cielo,
in cima abbandono
le mie forze tra le braccia
di un uomo angelo
che mi riporta sulla terra
e m’adagia su un’amaca
di fiori accarezzandomi
dolcemente fino al
comparire delle stelle…

…un cuore di farfalle
esplode ed io danzo
il tango argentino
sospinta dalla passione.
 

Segmenti di particolari
Segmenti di me,
ognuno di loro parla di me,
mettili in fila nel tuo cuore
e avrai una linea che ti condurrà
alla vera me…

e se tu vorrai veramente incontrarmi…
le nostre linee si incroceranno
nell’attimo in cui il tempo
dei nostri orologi si fermerà,
per ripartire insieme dalla medesima ora.
 

Primavera:il suo potere misterioso
L’animo di bimbo che in noi adulti
giace addormentato,
dalla primavera viene inaspettatamente
risvegliato regalandoci germogli di
ingenuità che ci fanno amare di più.
 

Il luogo perfetto
Cammino silenziosamente
leggendo le voci che riecheggiano
dal borgo che sembra vaso di
alabastro, impreziosito da
tele dai mille colori che
balzano fuori da case
impolverate da preziosa
linfa di vissuto, profumate da
gentile lavanda in vasi ammaccati
di latta bianca smaltata, armoniosamente
incastonate come gemme su un monte
che maestosamente guarda il mare
che lo lambisce come gatto che fa
le fusa, mentre grilli intrappolati su fresco
quadrato di prato da biciclette lasciate
da due amanti frettolosi di amarsi
intonano il loro canto… e così
si chiude il cerchio racchiudendo
il luogo perfetto.
 

Stella marina:magia
Righe lasciate dalle mia dita
sulla bagnata spiaggia rincorrono
le onde che veloci si affacciano
e poi si ritirano in un giocoso
movimento.

Costellata di conchiglie
è l’isoletta dove il mio
sguardo si arrampica per vederla
dalla galleggiante boa rossa.

Allegria che giunge dalle
musiche di radioline adagiate
su asciugamani stesi mi prende
l’anima che regalarsi bagni
di sole vuole che a onde
arrivano sbattuti sul corpo
da vento di sabbia impetuoso.

Il tocco della tua mano mi risveglia,
assopita ero sotto un albero da eleganti fronde
a ventaglio, lasciato avevo il quaderno
di poesia per cavalcare l’onda del sogno,
apro gli occhi e stupita una stella marina
vedo posata sul piede nudo avvolto da
steli di vellutate erbe profumate di
margherite e menta piperita.
 

Sogno
Soffio tra le piume,
vaporoso bianco mantello
s’alza nel cielo,
diventa una nuvola
che con le altre nuvole
si disperde tra le stelle,

alzo lo sguardo
nella limpida notte sognante,
gocce, piume e stelle
sono come gemme.
 

Quadro primaverile al tramonto
La luna di luce smorzata
è sopra un ciliegio che sta sfiorendo,
avvolto il tutto è da un cielo
color azzurro carta da zucchero.
Questa poesia è se condiviso
il quadro è con l’amato.
 

Colomba bianca di Pasqua
Una colomba bianca s’alza in volo
tenendo nel becco l’ulivo benedetto,
rami di pesco carichi di fiori di rosa acceso
ondeggiano mossi da delicato vento
e rinfrescati sono da goccioloni grossi
che spaccandosi al suolo con fragore
sembra ripetuto suono di nota di pianoforte.

Arcobaleno nel cielo di nuvole adombrato compare
mentre la colomba bianca sembra squarciare
il velo nero che copre il bel sereno, che la
primavera sempre dipinge come gran pittrice
sulla tela spoglia lasciata dal crudo tocco dell’inverno.

La colomba bianca si libra leggera nell’aria tersa
finalmente illuminata dal sole sembra dorata,
additano i bimbi nel vederla nella
scia azzurra di rosa velata
e con grida di gioia corrono
per i prati con animi spensierati.

Un segno all’improvviso compare
nel cielo, una nuvola bianca
vestita di raggi ricorda
agli uomini giusti e stupisce
gli altri ancora increduli che il divino
è presente tra noi, la colomba bianca
nell’attraversarla lascia l’ulivo dal becco
e… pace fatta è.

Tanti auguri a tutti di una Pasqua
colorata di sentimenti delicati e gioiosi.

 

Il nulla è rinnovo
Trovare nel nulla le parole
per esprimere migliaia di cose
è forse il libro più letto
nel mondo, il vuoto
che porta conforto,
annullamento di pensiero
per il tutto trovare,
una nuova e gioiosa
espansione di sé stessi.
 

Regali dal mare
Legni attorcigliai ho raccolto
da un mare tormentato
e imbavagliato da un vento arrabbiato,
incantato dal suono delle sirene
di navi pescherecce
in balia di burrascose onde,
sono giunti da luoghi lontani
racchiudono immagini come scrigni,
scenari naturali ubriachi di caldo
e imperlati a tratti da lacrime di pioggia
che si sono posate sul loro
manto poroso seccato
dal cocente sole dorato.

Sereno il loro messaggio appare
agli occhi attenti e sognanti,
appesi a fili colorati e
di sassi e conchiglie adornati
ingentiliranno l’atmosfera
pacata di stanza anonima
e grigia, voleranno così i miei
pensieri, nel posare su di loro
il mio sguardo, in posti
di ampio respiro in compagnia
di presenze alate e così sognerò l’eterna estate
rinfrescata da dolce brezza e alte palme.
 

L’amore è senza tempo
L’ombra s’allunga sulla casa
dal tetto a guglia,
un timido sole di marzo
s’allontana piano.

Parlano con gli occhi
i due amanti sulla panchina,
mentre scorre l’acqua fresca
che scende dal monte a lambire
il paese che lentamente si chiude
all’incalzar della sera.

Nessuno dei due osa sfiorar
le labbra dell’altro,
s’accende il desiderio
col trascorrere del tempo
mentre cigolare di bicicletta
fa balzar il cuore di chi è
intrappolato dalla muta attesa.

Ora è ora di finir la storia
chiudo il sipario del teatro,
dei due amanti è rimasto
un bacio rubato in fretta
su quella panchina dove
la gente che ama si ferma
mentre il tempo fa ciò che
deve fare…agitare gli animi.
 

Essere per essere più forti.
Sentire se stessi nella caverna del
proprio essere…la paura
scappa…facendo fuggire le belve
impaurite.
 

Fugace sguardo poso su pezzetto di natura.
Scende azzurrina presenza di cielo
tra alberi dove il tempo sembra
fermarsi ad ogni alba,
pulviscolo di legno
impregnato di dolce brina
aleggia nell’aria dove profumo
di ciclamini come fiocchi
impalpabili si posano ovunque
mentre il sole entra a sfiorare
come dita la sempre misteriosa
e affascinante natura.
 

Affetto
Lampi tra palloncini colorati
volati via da mani incerte negli affetti,
bisognose di una stretta sicura,
di una stretta sincera,
perché affetto si consuma
come cera di candela accesa,
come fetta di torta di mele,
come bicchiere di vino buono,
ciò che rimane è l’averlo avvertito
nel suo battito e per i più fortunati
come tatuaggio si imprime sulla pelle dell’anima.
 

Appunti di viaggio...
quello che mi è rimasto
nel cuore...
In quel luogo di preghiera
sono stata a meditare
su ciò che il buono
se preso sul serio
può in noi fare,
serenità d'animo nell'affrontare
è ciò che qui imparo a trovare,
energia del divino
è ciò di cui noi abbiamo
oggi bisogno
così assorbiti nel turbinio
di un circuito elettronico
che ci prende anche la poca
energia rimasta da dura giornata.
E' d'effetto potente la preghiera
se detta nel cuore con devozione sincera,
porta alle stelle dove lo
sguardo di Maria ci attente
con Gesù suo figlio nella sua
misericordia infinita
per insegnarci a percorrere
il nostro cammino
con pace e amore per lenire qualsiasi dolore.

io c'ero..là tornerò..
Apparizione di Maria alla veggente
di Pederobba (TV) 04/04/14
 

La casa dei ricordi
Nell’assolata stanza
l’ombra regna in lontananza…
tra libri macchiati di gialli puntini,
tra sbeccate porcellane fiorate,
tra lacere stoffe di divani affogati nella polvere,
…ma il vaso di freschi rossi papaveri
suona come dolci note di violino
l’invito a rinnovare nel vecchio casolare.
Sospira l’alma mia nel guardare,
galleggiano nell’aria i ricordi, li posso toccare,
come bolle di sapone scompaiono
quand’ecco entrare il vento a rovistare
e andarsene con quello che ancor qui rimasto
era del tempo che fu.
E ora leggera riparto, perché breccia
nel futuro ora vedo che mi aspetta
con grande impazienza…è finita una scena
…l’altra ora finalmente inizierà
con mia grande e ansiosa curiosità.


Pensieri come gradini…
Pensieri come edera
attorcigliata a pietre sgretolate
dal sole, salgono dal prato
della memoria, si fanno strada,
trascinati dal vento del piacevole
ricordo, inciampando ogni tanto
nei nodi del fazzoletto di lacrime bagnato,
giocano tra rivoli d’acqua
del sereno e limpido guardare avanti,
rimbalzano nelle adulanti
canzoni senza tempo di innamoramenti
che lasciano il segno come iniziali
raccolte in un cuore su tronco
inciso…
…i miei pensieri sono tanti
che come gradini li salgo negli infiniti istanti…
fortuna vuole che gambe buone ho
e faticare così poco ho.
 

L’angolo buio si fa acceso.
Stelle in cielo,
come virgole di luce,
nella notte accendono l’angolo buio,
dove mani di delicato amore
accarezzano pian piano
calde guance di donna,

baci rubati dalle lucciole,
che a intervalli passano
ad addolcire quel momento
tanto atteso di suadente desiderio.
 

Vaso di miele dorato nel suo insieme,
cristallino giacevi, mentre fievoli raggi
filtrati da vetro smerigliato, imprigionati
venivano dalla tua molle e dolciastra,
e filante essenza, che colore di rame
sprigionava toccata da luce penetrata.
Se il gatto di pelo setoso sempre giocava
attorno al vaso rotondo e di dolce colmo,
un giorno per caso con grosso miao
fece cadere giù sul tappeto di fibra
attorcigliata come pelo d'agnello, la
dolciastra pietanza, ecco che tutto
l'oro mirato e rimirato finiva
inzuppato d'amaro, non più
si poteva godere allora di
tanta bontà che racchiusa
serbava alla gola smaniosa.


Accenni malinconici
Petali arrugginiti
nel mio cuore sono finiti...
profumavano di dolce vento,
mostravano un colore con accento,
regalavano piacere allo sguardo attento,
...ora il bel tempo è passato...
la loro bellezza è sfiorita
nell'attimo che tu da me ti sei allontanato...
 

Impressionista
Spostando il telo di linee colorate
intrecciate con delicata movenza di mano,
ora vedo la marea portare
spezzate lisce conchiglie sulla soglia
sabbiosa e umida, e di verdi alghe profumata.
Nenie imprecise nel loro
farsi presente nell’aria
trasparente e calda, a tratti percorse
da grida di gabbiani, raccontano
di corsari e impavidi marinai.
Abbasso le palpebre e i miei occhi
veloci sono a fotografare con espressione
intensa ciò che l’attimo di fugace visuale
si è appostata nel divenire presente che fu.
Silenziosamente tolgo il mio essere
e quadro diventa il tutto nella mia fervida mente.
 

Gocce di olio santo…
…sono scivolate dall’albero
d’ulivo, hanno percorso il
tronco e arrivate ai piedi
si sono fuse con la madre terra.
Il loro essere oleoso
ha tracciato un percorso silenzioso,
ha scosso le profondità
dell’anima, ha tirato fuori l’urlo
della vanità, l’urlo dell’ipocrisia,
l’urlo dell’inconsistenza…
che come voragini
rubavano affanni,
graffi nel vento la voglia di evadere,
senza appigli di salvezza
il vuoto nel suo nudo volto
mostrava.
Ma la preghiera del cuore,
pian piano ha creato
bolle come zattere…
e così risalita…la luce
illuminò di dolce amore la mia vita.
 

Giochi e preghiere nella valle
S’odono campane nel vento
rintocchi lenti di un richiamare orato,

giocose farfalle s’incrociano
nell’assolata verde vallata.

S’alzano aquiloni nel firmamento
macchie ondulanti di un volare spensierato,
rapiti occhi si perdono
nelle velate rosee nuvole.

S’inchinano fedeli nel convento
tocchi leggeri di un pregare cantato,

leggere ali si fondono
nel chiaro azzurro cielo.
 

Primavera...quella dentro....
Nel mio cielo che non è il vostro cielo
la primavera è dentro una boccia di vetro,
petali gentili e variopinti scendono
quando agito nel verso d'agitare
e così parto a sognare.
Mi ritrovo immersa nel colorato mondo
di tenui strisce d'arcobaleno e ritorna in me
il sereno.
Primavera è sempre...
...quando il mio cuore si rinfresca
con le immagini di spensierata gaiezza.
 

Autoironia è...
rompere quello specchio
che ci mostra l'immagine
che vogliamo vedere di noi
stessi e che gli altri non vedono.
 

Gioia
Scorro con le dita come frullare
d’ali di colibrì su fresche corolle
di campanule, rose
e viole.

Armonia di delicati suoni sembra
vibrar tra le verdi felci adombrate
da secolari alberi.

Serena espressione di consapevolezza
librar mi fa e i sogni come cristalli
alla luce del sole esplodono
in mille colori...
…incatenata or sono da infinita gioia.
 

Girotondo per arrivar in capo al mondo.
Giro e rigiro su questa
all’apparenza me stessa,
vortice mi prende la mente
ed entro nel cielo
che a braccia aperte mi prende…

…paesi e città sorvolo come gabbiano
in cerca del suo mare.

Vedo in lontananza il mio faro…
mi guiderà verso la mia speme,
giro e rigiro su me stessa
e stesa mi vedo sulla spiaggia del mio amore,
finalmente approdata come antico veliero
in cerca per secoli del suo tesoro.
 

Germoglio
Germoglio sono,
in questo ramo disadorno,
la mia puntina fresca
bagnata dalla brina è in festa,
pronta è…
a vedere il caro vecchio
sole; brillerà anche per me.

M’aprirò alla vita,
cerchio perfetto.
 

Scintilla di fuoco amoroso
Scintilla da fuoco rosso scarlatto
che arde nell’aria profumata di zenzero,
sul dondolo verde di prato appena svegliato
si spinge pigramente il giovane dal dorato pensiero.

Sul tavolo di levigato legno di nodoso pino
pani infarinati pronti ad esser infornati,
luna e sole sul far del solito giro mattutino
son come gli opposti di due teneri amanti.

Steso a respirare sta sul davanzale il bianco lenzuolo
di letto sudato di una notte infuocata,
anime unite come bianca colomba han preso il volo
il giovane nel solitario pensiero sorridendo rincorre l’amata.
 

I miei pensieri nell’acqua
Lo scorrere dell’acqua
che accarezza la madre terra
dalla notte dei tempi,
come un bimbo che ringrazia è.

Amore si irradia lucente
dal sole che si specchia sulla
sua superficie trasparente.

Fluido il mio pensiero si fa
quando giocare vuole tra
le sue gocce, che le une con le
altre come fascio si uniscono
ed uno diventano.

Mi lascio trasportare dal suo
continuo navigare nel pieno del suo essere,
i miei grevi pensieri come foglie
morte vedrò passare e lontano
da me finalmente andare.
 

Quadro estivo di romantico giardino
Volteggiava nell’aria calda
cappello giallo spento di paglia
sospinto da vento giocoso,
mentre papaveri rossi a mazzi,
distesi stavano su bianca e fredda panchina
di lucido marmo.

L’ombra a righe del salice
dalle disordinate fronde
interrompeva l’immagine del naturale puzzle,
mentre boccia di pesci rossi catturava
lo sguardo di un passero volato lì per caso.

Caduti a terra steli spezzati stavano
di dorate spighe con sciupate margherite,
mentre latrato di cane maculato risvegliava
anatre dolcemente appisolate tra lunghe canne
del vivace stagno.
Pergamene ingiallite abbracciate nel cesto,
legate da fili d’erba nell’angolo del patio stavano,
lettere d’amore erano, scritte da mano incerta,
irradiavano l’aria di dolci note musicali mute.
 

Armata altura
La verdeggiante altura
circondata da vecchie mura,
accarezzata è da acqua cristallina
che scorre inciampando tra massi e
ciuffi d’erba.

Leggo tra i miei pensieri
sospirati momenti dove
lo sguardo si fece più intenso,
mi perdo oltre l’orizzonte a cercare
il sole che lentamente muore.

Prodi cavalieri dagli sguardi fieri
armati di lucenti vesti,
giocarono alla guerra sulla vecchia altura
cavalcando la storia d’eroiche gesta.

Mi vedo come fantasma di nebbia
ingabbiata dall’epoca ormai lontana,
è struggente il ricordo d’esser passata
in questo luogo armata d’amore.
 

Respiro avventura al chiaror della luna.
Respiro piano,
senza far rumore veloce salgo le scale,
assi tarlate da tempo impietoso traballano
sotto i miei piedi piccoli e magri,
mentre una mano sorregge la lunga
camicia bianca, orlata sulla balza,
puntinata da minuscoli bottoni perlati,
e sul capo nastro di raso a tener i lunghi capelli
biondi e fini, ribelli e lucenti al chiaror
d’una luna grande estiva che da dietro
un pino di pigne adorno,
mi guarda curiosa e sorniona.

Rumori dal granaio mi fan sobbalzare
dipingendo di rosso fragola le mie guance rosate,
sulla mia pelle bianca come raffinata porcellana
ombre e luce di luna ingannevole si intrecciano,
disegnando origami impreziositi da fili dorati
cha a onde escon da trama di fresco lino.

Ecco un gatto nero scivolar velocemente,
puntarmi i suoi lucenti occhi come dispetto
pauroso vuole, e poi eccolo scomparir dietro il
mobile dall’anta a ribalta aperta e rotta, dove
mele profumate occhieggiano per esser mangiate
anche nelle ore più strane.

Grandi ali di tignosa civetta volteggiar vedo
sopra i tetti delle case, alcuni stretti,
scavati da pioggia e vento stan a riparar mura di sassi
a tratti macchiati da olivastro muschio odoroso,
bagnato da umida ombra chiara di giorno
e scura nella notte tenebrosa.

Leggera come piuma, volteggiando la veste,
arrivo alla porta dai cardini a giglio, e l’apro,
sosto un poco sull’uscio a mirar la luce lunare
dal tetto filtrare e la stanza imbiancare,
mi getto sul letto esausta,
avventura nella notte scura
rischiarata dalla luna è fatta,
chiudo gli occhi, il respiro si fa lieve,
e ora.. l’anima mia vuole….
esser cullata da dolci sogni nella chiara notte.
 

Sulle tracce della Primavera…
Sibilar sento provenir dal bosco
frondoso e cupo, di un vento
che serpeggiare vuole tra rami
carichi di fresche e lucenti gemme
spuntate a risvegliare rami addormentati
dal freddo e grigio inverno, mentre
su pietre bianche e lisce timidi insetti
s’aprono al nuovo sole che compare
e scompare tra nuvole a strati,
che come lenzuola profumate
stese ad asciugare tracciano
l’aria di sospirata primavera.
 

I nostri cari passi.
Passo dopo passo il cammino si
fa più breve…è riempire i propri
passi di entusiasmo che lo rende
sorprendentemente immenso….

…ogni giorno che nasce ci regala
il suo sorriso di vita,
i dettagli svelano il segreto…
bisogna dare beneficio del dubbio…
dualità nell’accettare..bianco e nero
luce e oscurità… è tutto due…
due parti formano un intero.
 

Memorie che si risvegliano
Radici d’albero aggrovigliate
alla madre terra abbracciate,
sono…
…dove
sontuose vecchie case
ormai senza nuove fasce,
memoria di un lontano passato
su suolo più volte calpestato,
sono testimoni mute di vissuto intrecciato.
Leggera pioggia scende a risvegliare
un paesaggio che sembra addormentato
da nenia lenta di vecchina col fuso in mano.

Ragnatela come veletta di cappello
d’ottocento di signora un po’ attempata,
si muove col venticello che sembra musica d’arpa
tra foglie e rami intrisi di profumi d’amore
d’altri tempi, rimasti qui a giocare a nascondino tra
rose gialle e rosee campanule.

Luce splendente a raggi ondulati
arrotola tutto dolcemente come coccola,
risplendere vogliono ancora le vecchie case di luce propria,
e gli alberi secolari con le loro maestose fronde
continueranno a tessere ancora romanzi tra nuovi amanti.
 

La mimosa del giorno dopo
Batuffoli gialli si piegano
nel bicchiere che riflette
scheggia d’arcobaleno su
nero tavolo.
E’ ramo gioioso di ieri,
forse dell’altro ieri,
ora è lì lasciato solo
memoria d’evento
è diventato.
Lo sfioro e polline
come fiume lucente
scende a lasciare scia.
Ero donna acclamata donna
col fiore mimosa in mano ieri,
e oggi chi sono?
Passato è il giorno di festa,
tutti a casa con la solita minestra.
Senso di disorientamento,
cosa doveva essere cambiato
col fiore di mimosa in mano?
Ricordarsi benevolmente di noi
cari uomini è da farsi un poco ogni giorno,
come goccia che scende lenta ma
senza sosta,.. è soffio di vento
con apertura di finestra all’improvviso
la luce di un giorno solo di festa comandata.
 

Deserto
Ombre nere scheggiate
dal deserto di sabbia rossa,
si srotolano come nastri
col passare delle ore.

Il sole rosso scuro
sembra cercare riposo
sulla linea curva di una calda duna,
dai suoi raggi dorati scottata.

Miraggi verdeggianti respirano
nell’aria calda, mentre la luna
cercando il suo veliero nel cielo
spacca il velo del giorno,

si abbassa finalmente il sipario,
la notte è pronta con la sua fredda carezza
nel suo usuale scenario.
 

Cuore bagnato
Vestiti bagnati i miei
da pioggia che illumina
di dolce suono argenteo
l’aria velata di profumo,
essenza d’erba.

Gentil tamburellare sembra
l’appoggiarsi delle gocce
che si inseguono,
cadono,
si spaccano,
rivolano in alto e poi…
ridiscendono in basso
più lievi nel loro minuscolo
passo.

Il vento piega come lenzuola
inamidate tutto al suo tumultuoso passaggio,
e il battito del mio cuore rallenta
per leggere le armonie che sente.

Riecheggia nella mia mente
il fuoco caldo del camino,
bacio rubato da una passione
travolgente,
in un istante il mio sguardo
si perde nel mezzo
tra passato e presente.

Un usignolo si sente cantare
tra le foglie,
amare vuole la sua compagna,
sospira l’alma mia,
e riprendo rinvigorita
la strada della mia vita.


Preghiera a Maria
Nel tuo splendente manto
o Vergine Madre,
raccogli le preghiere,
le suppliche sincere,
di chi volge a te lo sguardo
lacrimoso,
raccogli anche i sorrisi
dei teneri bimbi,
e di quanti sono
da te ammagliati
dalla tua splendida presenza
che non ha eguali qui sulla terra.
Manda ti prego spade
ad aprire i cuori,
per essere colmati di luce divina
che come specchio tu ci invii.
 

Dio in me
Se sapessi contare tutti i granelli di sabbia dorata,
se sapessi contare tutte le stelle del cielo blu cobalto,
se sapessi contare tutti fiori del prato verde smeraldo,

sarei Dio, ma per bontà sua non lo sono…
sento il suo amore riempirmi d’infinito….
…e sazia…la mia anima canta.
 

Sorriso profumato di biscotto della nonna.
Apro il mobile dei biscotti,
non quello mio, scontato messaggio
pubblicitario giornaliero di sorriso mattutino,
quello della nonna,
intarsiato mobile antico,
laccato bianco, liscio al tatto,
con vetrata, certo, quello d’uso era
dei lontani ormai anni sessanta…

…ora s’apre per magia
la porta della nostalgia,
e mi rivedo bambina
seduta su una sedia piccolina,
nella casa della mia cara nonnina
a sbriciolarmi il biscotto nella manina,
a sporcarmi il vestitino
pulito e stirato a puntino,

…ma ecco il bacio sulla guancia
arrivarmi come stampo sulla mia rosea faccia

abbraccio la scena con un sorriso,
è troppo bella tenerla chiusa in me, e così ho deciso

lascerò aperta la finestrella bella,

ricordi d’infanzia spaziare vedrò nell’aria
fibrillante sarà di naturale e dolce amore
da gustare come buon biscotto a tutte l’ore.

Fiori di ciliegio
Sembrano danzare come ballerine
le fronde in fiore di ciliegio,
quando mosse dal tiepido vento.

Petali rosa e bianchi,
vicini, vicini,
il ramo scheletro adornano.

Riempiono lo spazio
di delicato colore,
regalando nuvole di romantico stupore
a chi li sa guardare.

Nella notte, quando tutto tace,
con l’infinito cielo sembrano conversare,
fiori e stelle si confondono
e magicamente quadro di poeta diventano.

 

Raggio di luna bugiardo
Raggio di luna così ingenuo
nel suo colpirmi,
mentre ascolto i suoni della sera
che mi stordiscono all'unisono.
Non pensavo che raggio lunare
avesse potere così grande,
blando e argenteo
nel suo fare.
Sospettavo fascino e potere
nell'esprimersi,
ma mai così forte da ferirmi.

Trattengo le lacrime,
volgo lo sguardo altrove...
troverò un'altra luna
più romantica e dolce
da sorprendermi
e incantarmi...

Lo giuro a me stessa,
cercherò di nuovo,
avrò forse più fortuna...
e dimenticherò questa luna
così bugiarda e scura.

Puzzle primaverile
Rami come dita fine fine
si allungano a ritagliare
il cielo freddo azzurro,
in tanti pezzetti da sembrare
specchio rotto.

Melanzane e pomodori
sul tavolo di marmo di giardino
arruffato dal vento,
sono presenza stridente,
voglia esprimono di caldo mantello estivo
che sembra ancora lontano
nel calcolo dei giorni con la mano.

Qua e là, viole sembrano chiamare
il sole che fuggire ancora vuole
tra le nuvole lanose.

Sospira il vecchio sull’uscio,
ancora la spalla duole
dal freddo più volte baciata,
mentre rumore di bimbi col pallone
sembra tamburello
di spiaggia ancora deserta
ma di tiepida accoglienza.

Lego i miei pensieri ai germogli
che timidi cercano di trovare la loro strada,
aspettando che germoglino entrambi
richiamo alla mente le splendenti immagini
della passata estate, e nel chiudere gli occhi
il sogno pare dolce realtà
da assaporare in tutta la sua beltà.

 

Emozioni cullate dalle onde del mare.
Il sole è là un cerchio infuocato
nell’istante che il mio sguardo si posa,
là oltre l’orizzonte un veliero sfuocato
sembra, nella sua lontana posa.
Un ramo di fresche intenzioni
germoglia nel giardino del mio io,
mentre un uccello di mare su vecchi lampioni
richiama con note stridule il giorno al suo opaco oblio.
Alberga nel mio scoppiettante cuore
gioiosa e solenne promessa quel dì scambiata,
vorace la passione la resa d’ardente amore
sospinta dal vento non si è mai insabbiata,

ha visto il cielo stellato,
il mare agitato e calmo,
le nuvole e il cielo soleggiato,
perciò lascio cullare dalle onde un t’amo,

come bottiglia che porta un messaggio
lasciato da un naufrago.

 

Velluto blu:carezza d’immenso.
Rivoli di stelle scendono
dalla volta di velluto blu,
respiro rubato
da sguardo estasiato
di cielo notte perlato.

Cerco la mia stella,
quella che un tempo
lontano nacque per me
nello sconfinato spazio.
Così disse mia madre
quand’ero bambina,
quando con occhi brillanti
come diamanti,
guardavo col naso all’insù
le piccole luci accese lassù.

Se chiudo gli occhi
s’accende quella stella
nel mio petto,
brilla di luce azzurrina
come fosse tesoro
del profondo oceano,
è vita che pulsa,
racchiude per me
sogni e speranze che
come danze gitane,
come onde del mare,
come nuvole del cielo,
come fiori freschi di campo
mossi dal vento,
animano il mio mondo dentro,
facendomi esplodere
d’immenso.

 

Rifletto un po’…
Città di gomma sembra, quando
sguardo velocemente si posa
su curve di vie di colorate case,
che seguono vicine, vicine,
ornate da rosse tegole che come
merletti imbellettano occhi vitrei
affacciati al mondo.

Sembra che un gigante,
grande mano,
si sia divertito a creare
tutto ciò con pensiero disordine,
ordine.

Che gran confusione questo mondo,
uomini così piccoli con cose grandi,
grandi…. pensiero forma astratta
che diventa realtà…
che fantastica vita è mai questa?????
Già!!!!!

Rifletto un po’…
Città di gomma sembra, quando
sguardo velocemente si posa
su curve di vie di colorate case,
che seguono vicine, vicine,
ornate da rosse tegole che come
merletti imbellettano occhi vitrei
affacciati al mondo.

Sembra che un gigante,
grande mano,
si sia divertito a creare
tutto ciò con pensiero disordine,
ordine.

Che gran confusione questo mondo,
uomini così piccoli con cose grandi,
grandi…. pensiero forma astratta
che diventa realtà…
che fantastica vita è mai questa?????
Già!!!!!

Natura ed io
Lambiscono carezzevoli le onde del mare,
mentre gocce argentate giocano tra loro
illuminate dalla grande e misteriosa luna,
la mia figura di donna.

Accendono maliziose le stelle del cielo,
mentre sassi addolciti giocano tra loro
bagnati dal grande e profondo mare,
i miei pensieri di donna.

Donna che sono io,
mi fondo in attimi
con la natura…
mi accarezza,
mi accende…
serenità mi prende per
mano e lascio la spiaggia
posando piano i miei piedi
tornando al viver quotidiano.

 

Venezia:romantica visione.
Maschere colorate si rincorrono
sui ponti dal tempo sbiaditi, anneriti,
mentre gondole nere come sirene
ondeggiano affiancate,
aspettando chi le conduca
a sfoggiar la loro fiera andatura.

Da dietro una vetrata,
ritagliata nella sontuosa facciata
di villa veneziana,
se ne sta una maschera bianca,
silenziosa figura a mirar
una laguna accarezzata
da lingue di fuoco,
di un acceso tramonto.

Ombre di due amanti
con abiti damascati
si intrecciano,
nascosti da un lampione
che si accende a tratti,
e a bacio appassionato
segue rosa rossa
regalando poesia
alla splendida e pur sempre
misteriosa…..
Venezia.

Goccia dopo goccia…impariamo.
A piccoli sorsi bevo…
un cielo blu tra le mani,
assaporo piano, ...piano,
le gocce d’acqua che…
nate dall’immensità
racchiudono i segreti
del tempo,

porte verso l’infinito sono,

in me che finito sono
raccontano ingenue
nel loro essere
del grande sogno
universale di cui
tutti noi facciamo inconsapevolmente parte...

è bello essere per esser parte delle stesse.

 

Dolci note
Do, re, miiiiiiiii,

hai toccato le giuste note…,

fermati…

…ora sento l’orchestra intera suonare
dolce e suadente sinfonia.

 

Incantata
La tua mano m’ha sfiorato,

soffio di vento è passato,
fiocco di neve s’è posato,
passero sul pozzo è volato,
germoglio sul ramo è spuntato,

i miei occhi con te han veduto
quadretto invernale incantato,

…ad arte per me disegnato,

il mio cuore hai imprigionato
e l’amore tanto sognato…
in me è nato…

ma ho chiuso i miei occhi,
il tempo sembrava essersi fermato…
quando… mi hai baciato…
e allora di gioia ho pianto…
12/02/2014

Zitta…me ne sto.
Zampilla l’acqua,

dolce suono che rallenta
il frenetico brusio del vento,

io l’ascolto… e taccio.

Graffi di risveglio.
Graffi di luce sul
mio cuore hai lasciato
quando sei comparso quel dì
forse per sbaglio,

esplosione di stelle
ha illuminato il mio cielo,
cadute poi nel rivolo d’acqua
del passo del tempo che lascia
una scia di fresco risveglio
alla vita.
11/02/2014

Sensazione di leggerezza.
Sogno tra farfalle
che leggere intrecciano in volo
danze colorate,

il cielo azzurro le culla e il vento
accompagna la loro danza
cantilenante che accarezza
gentili corolle aperte all’alba.

Soffio il mio respiro
sul pensiero che si fa
leggero,
mi perdo tra le loro ali
credendo d’esser farfalla
anch’io.
10/02/2014

Poesia allo specchio
Un bacio ti vorrei dare…. per vedere sul tuo volto sorriso uno
cento coccole ti vorrei fare… per saziare le tue voglie cento
mille parole ti vorrei sussurrare… per conoscere le tue risposte mille

io davanti a te sono…
perché specchiarmi su di te voglio.


Crocifisso di montagna.
Legno curvo che sostieni colui
che dà pace e gioia allo spirito
perso tra le nebbie,
profumi di sandalo,
raccogli il passo stanco di chi
ha varcato molte soglie sbagliando..
accogli l’umile preghiera di chi
si vuole appoggiare per un poco riposare…
riprendere le forze per continuare il proprio cammino
e la pace finalmente il cuore trovare.
 

Risveglio estivo.
Cielo di mattino estivo
fa scendere raggi a fasci,

risvegli di foglie bagnate
da gocce dolci lasciate
nella notte da veloce temporale,

corde colorate di suoni
si snodano regalando armonia
d’inizio.
 

Ali nere
Ali nere di corvo
volano sopra la vigna,
dolce e matura l’uva occhieggia
tra tralci e foglie splendenti al sole,

al loro passaggio
acini rovinosamente a terra cadono,
e l’amaro in bocca lasciano
al contadino stanco.

Occhio rosso
all’orizzonte guarda la tua mano,
leggero bacio lascio
sussurrandoti piano t’amo,

corvi neri, puntini ormai nel cielo sono
sparsi dalle mani del tramonto.
 

Chi sei tu?
Chi sei tu per rompere
il mio muro con tanta delicatezza?

come può un fiore di fragile corolla
aprire un cuore racchiuso da gabbia?

mistero sei tu per me
che sei riuscito a leggermi dentro.

ora sono senza difese, a nudo,
come essere sola in mezzo ad un deserto dove
strade non ci sono

chiedo aiuto,
le tue possenti ali mi alzeranno in
volo….
…. e vedrò un nuovo mondo.
 

Siete invitati a partecipare alla notte di San Valentino….
Abbracciati i due amanti stanno,
mentre lingua nera dal ponte
si allunga piano scivolando
nell’acqua languida e argentea del canale,

la luna dall’alto muta e pallida
accende bagliori tra le macchie profumate
illuminando a tratti volti immersi
nell’incanto della passione
che avvolge di eterno attimo.


Sospiri
Sospiri voglio racchiudere
in un’ampolla
come fumi di nebbia,
goccioline sempre più
piccole imprigionano emozioni
grandi…..

espansioni d’animo.


Piaceri che si rincorrono.
Roteava nell’aria calda
il profumo di zucchero filato,
mistero racchiuso in conchiglia
la perla dell’oceano color freddo blu cobalto.

a ciuffi mordevo la spumosa essenza,
si perdeva nella mia bocca e
catturar piacere avanzava in me,
ornava come piacevole corolla
sequenza alternate di perle,
ora bianche ora rosa
mutava il collo dell’incantevole sposa.

intenso piacere ormai m’invadeva
tutta,
splendente al sole la perla
si beava della sua natural bellezza.

09/02/2014
 

Ombre invernali
Ombre lunghe e nere all'imbrunire
su muri bianchi disegnate,
in un inverno dove il sole
pare stanco all'orizzonte,
rami d'albero s'intrecciano
in una fila lunga e unita,
spogli ma vivi.
La natura maliziosa l'occhiolino
ce lo dona....
è artista pure lei.


Nebbia
Veli su veli s’adagiano perlati,
sui cornicioni gatti tutti bagnati,
strisce di terra a riposo coperte
dal bianco piovigginare fine, fine.

Un lontano casolare sospeso nel tempo
sembra, animato da voci tamponate
da muri impalpabili, mentre bacche
rosse fanno capolino da dietro un
carretto storto e ammaccato, abbandonato
dietro un tronco fradicio, squarciato
da lampo sfuggito dal cielo nero seppia
arrabbiato con gli dei.

Un tocco di mano, un fremito
mi percorre tutta, timorosa l’affronto,
l’ignoto mi è davanti leggermente nascosto,
sospiro lungo mi prende, ascolto
con vivace attenzione l’eco di un distorto
suono..ma ecco finalmente scorgo
la sagoma prendere forma umana,
sorrido al gentile aspetto che davanti mi
appare,è quel lui che momentaneamente
si era appannato, …ora stringendolo forte,
vedo tutto più chiaro.
 

Particolari attimi
Rametti
sempre più stretti,
neve
sempre più lieve,
pensiero
sempre più leggero,

attimi, istanti
sfavillanti sono
quando andiamo
in cerca di loro.

23/01/2014


Poesia a due mani:Piove
Piove, piove ormai da
otto giorni…
caro sole.. perché non ritorni?
ma le gocce di pioggia ripetono…
…”zitti, …zitti,.. prati e giardini hanno sete
…e noi diciamo…
bevete, bevete”.
Artegna, 1935
dal quaderno di poesie di mio nonno
maestro e poeta Giovanni Venturini
-classe 1893
Rivisitata da me.

Tic, toc,è il rumore
della pioggia che incessante
cade ormai da giorni
su questa terra dai polmoni
d’acqua ricolmi,
sembra chiedere pietà la terra
al cielo ormai nascosta
dalla trasparente coperta,
i bimbi inzuppati aspettano
con ansia il ritorno del
caldo sole,
ma le gocce di pioggia ripetono…
…”zitti,.. zitti, …prati e giardini hanno sete
…e noi diciamo…
saziarvi dovete”.

21 gennaio 2014
 

Dedicata all’amica Laura
(collega di lavoro)

Te ne stai, o cara Laura,
pensierosa, e nel tuo lavoro
laboriosa.
Costruttrice infaticabile
del tuo domani,
sai prendere tra le mani
quelle della tua cara nipotina,
e da dolce nonnina, le racconti
la fiaba della sera, dimenticando
tra i suoi riccioli, che delicatamente
sfiori con una carezza, che ancora
giovane donna tu sei…
…e allora forza….il mondo ogni
mattina che s’apre a nuovo giorno
vuol vederti ruggire ancora nel tuo
fare da gran signora.
 

Gomitolo di lana
Lancio lontano
il gomitolo di lana …
lentamente e delicatamente
il filo soffice pian piano
varca la soglia della stanza,
scende le scale, esce dalla porta
principale, il mio sguardo lo
ha perso, ma ancora lo tengo
per la mano, lo sento che
corre, che vuole esplorare
spazi sempre più grandi,
ma ecco lo strattone improvviso
e dalla mia mano sparito è il filo,
lontano se ne è andato…
… mi soffermo sulla foto di mio figlio,
è giunto il momento tanto atteso e temuto,
volgerà al mondo lo sguardo
per viver pienamente sé stesso.
 

Ridere di sé stessi.
Definire sé stessi
diciamo ambo i sessi
fa rimaner perplessi
a volte inseriamo compromessi
apparendo dei gran fessi
ma se fossimo non complessi
si sarebbe sottomessi
e quindi non più sé stessi.
Ma allora come siamo messi
di fronte a noi stessi?
Non giriamo intorno lessi
ma affrontiamo noi stessi
e per come sempre la mettiamo
un po’ ridicoli alla fine siamo
e per questo compatirci evitiamo.
 

Dedica alla mia Poesia
Mi dimenticherò, nel tempo
che passa impietoso, di
molte cose della mia esistenza,
e molti amici mi lasceranno sola,
ma certa sono che la poesia
mi rimarrà per sempre amica
e a lei ricorrerò per ricordare
chi sono.
 

Amore di rosa.
Una rosa tra le mani ho,
delicati petali profumati
a calice adagiati stanno
sul mio caldo palmo,
donata a me è stata
dal mio grande e gentile
amore.

14/01/2014
 

Ritrovarsi serve a….
Passo pensieroso
si specchia solitario
sul selciato cittadino,
ruvido e aggrovigliato, e
liscio di pioggia rovinosa bagnato,
istanti dove la mente poi si perde
in una traslucida ampolla d’oblio,
serena consuetudine di chi
consapevole è, che
camminare, camminare
senza sapere dove
andare conduce
alla fine a
sé.

Ritrovare
sé stessi
è
limpido
sapere
dove poi
andare.

da : Pensieri trafugati dalla mente di Laura.
14/01/2013
 

Dedicato a mio nonno Giovanni
Sono la nipote di un nonno poeta,
poesia la faceva in tempo di guerra.
Quella guerra ha visto morire
migliaia di giovani vite,
al grido di viva la patria, una patria
che dava fame e vana gloria.
Per “sbaglio” sei morto
quel dì caro nonno, o forse non per...
La guerra chiudeva le sue porte
e il cielo spalancò le sue per te.
Tu, animo nobile,
per salvare la vita di uomini e donne,
su un camion diretto
a Tricesimo in Friuli,
fosti ultimo a scendere,
per aiutare,
per salvare..
Per gioco forza del destino
l'unico fosti quel dì a morire,
prendesti sul petto
la vigliacca pallottola caduta dal cielo…
Si conficco’ nel tuo amabile cuore
di padre, di maestro e di capitano….
Caro nonno sono tua nipote Laura,
l’unica di tutti noi a scrivere
di te…
Il tuo racconto mi è rimasto nel cuore….
La tua anima respira nelle cellule della mia pelle….
Credo che quando scrivo poesia
tu mi sia accanto, ti sento
e lacrima di ricordo accende
malinconia nel mio animo
anche se non ti ho mai conosciuto.
Caro nonno, riposa in pace,
tra le anime, lassù nel cielo.
Grazie che sei esistito,
perché grazie anche te sono...


Anima
Sprofondo dentro di me
come su un cuscino pieno di piume,
dolcemente prendo me tra le mani
del mio sguardo, accarezzandomi,
pian piano respiro gioia cristallina,
a chicchi zampilla come fonte,
balzo nell’infinito dove ruoto
solleticata dal ticchettio del mio
cuore che acerbo cerca risposte.

Anima mia senza confini,
regalami in ogni attimo
della mia esistenza
l’infinita percezione della
tua splendida presenza,
così io sarò nel mondo
piena…. di me stessa.


 

Voce nel vento
….piego con le dita
        l’erba fresca appena nata,
          verde smeraldo,
            abbracciata
             da lucente sguardo
              di sole,
               accarezzata gioiosamente
                dal cadenzato passo ballo
                 del vento,
                   che come maestro depone parole qua e là,
                     catturate in paesi e città,
                      sul prato che muto se ne sta…
……ad aspettare……
chi voce gli vuol dare.


Risvegli
La collina si snoda verdeggiante
nella scia del caldo ansimante,
mentre il ruscello rinfresca un vecchio albero
riverso in basso di tempo carico
consumato come cero.

Un manto di leggere risate
ricopre i prati che scendono a cascate,
s’aprono come fosse mano
i fiori galleggianti sul lago antico
dove le voci si chiamano.

Intrecciarsi di cori
che aprono i chiusi cuori,
rimbalzano forti come tuoni
di foglia in foglia
i sentimenti germogliati buoni.

Primavera fra le fronde
fiori e foglie ondeggiano come onde,
la tua mano cerca la mia
di voglia in voglia
si risveglia la frastornata sinfonia.
 

Tu..
Trovo rifugio sul tuo petto,
nel silenzio mi riposo,
chiudo la porta al mondo,
ma quando la riaprirò
i miei passi carichi di te
leggeranno la vita
con pazienza e
gioiosa coscienza
del fare senza strafare.
 

Raggi autunnali
Sorridono gli ultimi
raggi di sole
alla spiaggia ormai
deserta,
le ultime orme sono
le mie che guardano
il mare che solitario
si appresta a restare
fino alla prossima estate.
 

Tu sei il mio mondo.
Coloro il mio mondo
con i colori che voglio,
tanto è il mio mondo
e non lo voglio spoglio.

Rubo il giallo sole
nell’azzurro cristallino
dei tuoi ammalianti occhi,
rubo il grigio perla
nel manto della tua carezzevole testa,
rubo il rosso pietra
di terra indiana d’America
nel bordo caldo delle tue labbra,
rubo tutto il colore
di te,
perché diventi tutt’uno
con me.

i tuoi colori mi
scorrono addosso
come arcobaleno
in un continuo
andirivieni.

Ora il mio mondo
è come lo voglio,
tu sopra me,
una girandola di colori,
estasi dei nostri cuori,
ci porta in un
mondo tutto nostro,
dove l’amore s’apre a fiore
che sbocciare vuole
a tutte le ore.

08/01/2014
 

Parentesi di sguardo.
Sbadiglio tra la folla,
mentre, distrattamente,
lascio cadere fiore di
ciliegio su grigio tappeto,
sorprendendomi di
seguire il lento ma
continuo movimento
del cielo, ora spento
ora acceso da sole
pieno, bucato da
virgole di rondini
nere e lacerato da
lame argentate
mosse da mano di
uomini illusi di
possedere l’infinito
spazio volando.

Se chiudo gli occhi,
lo spazio si apre davanti
a me,…è dentro di me.
 

Disco nero
Note sgretolate dal tempo
le senti scivolare nell’aria,
girano come caramello
nel palmo nero lucido
di un vecchio grammofono.

Suadenti ti vengono a cercare
per farti ballare nella
sala bianco nera
degli anni trenta.

Rapito,
varchi la porta del tempo
per librarti nell’atmosfera
armonica musicale,
gioisce l’animo tuo istanti di
pura estasi che tocca le
corde più profonde del tuo essere
colorando il mondo dimenticato
dai passi veloci dell’umanità ormai lontana.
06.01.2014
 

Inizio e fine di un arcobaleno
Nasce da paese puntinato
di luci che sembrano stelle,
fascia d’arcobaleno,
sereno pensiero di cielo
che guida il nostro cuore
a sperare in un futuro migliore.

Muore da cielo puntinato
di stelle che sembrano fiammelle,
fascia d’arcobaleno,
colorato augurio di universo
che guida il nostro amore
a sperare in un duraturo stupore.
 

Friuli
In questa terra sono nata,
in questa terra poso il mio
piede ogni giorno,
parole mille vorrei dire
per descrivere
questo luogo
dove i monti incontrano il mare
dove le verdi e dolci colline
incontrano l’azzurro cielo
nel rinnovarsi della primavera
dove la gente trattiene nel suo cuore
come forti radici d’albero
il valore della parola famiglia.
Una parola sola ora sgorga
forte ma dolce dalla mia mente
per salutare questa mia terra,
…grazie a Dio… per come sei.
 

Desiderio
Scivola e si snoda
il desiderio come
scialle di seta
sulle nude spalle,
arrotola il suo
intricato percorso
come filo di calza
su rocchetto di legno,
affiora nella solitudine
quando tutto tace
come sorgente
a bagnare terra arsa,
inebriarsi vuole,
ma se tutto ciò
accadesse, perderebbe
il suo senso d’essere.
 

Dio, nessuna parola può definirlo.
Poter definire Dio…
è percepirlo in tutto ciò che vedo, che
sento, che tocco.

Dio l’ho ritrovato
ammalata su letto d’ospedale..
era là… appeso sulla piccola croce
che mi stava aspettando,
dovevo…
capire
dolore vuol dire amore,
capire
nella prova cercare gli altri,
capire
gli uomini sono deboli
nel loro destino.

Dio era lì, grande,
che abbracciava tutti
me e… gli altri uguali a me,
per consolarci, per dirci di
abbandonarci a lui.
Io l’ho fatto….,
ho incontrato il suo sguardo
carico d’amore
e ho pianto,
ho capito…
che ero lì per incontrarlo.

Dio vuole che io sia,
lungo la mia via
testimone del suo amore..
e…così sia..
 

Pace tra i monti.
Lassù in alto,
tra le rocce nude
e grigie,
l’occhio si perde
tra le guglie,
s’adagia ad una ad una
a leggerne la storia
srotolata lungo i fianchi,
i pendii,
le valli,
calpestata da piedi
smaniosi di possedere,
di trovare,
di avere,
nel silenzio estatico
dei suoi varchi
tra boschi e brulli spazi,
la pace….
….pienezza eterea
che abbraccia i monti
perché Dio è lì.
 

Io, albero nel temporale.
Accenni di grandine
chicchi amari
furioso temporale
ti abbatti su di me

vento impetuoso
non perdona,
agita, scuote
le fessure più nascoste,
spicciole coperture
mi riparano

sradicato l’albero
tutto tace,
chiusa la porta
sei già lontano,
macerie da rimuovere sono
tante,
schiarita è già all’orizzonte
incontro vado al nuovo
giorno.
 

Albero che si guarda.
Albero a braccia….

come antico candelabro,
brunito dal tempo sul caminetto
del vecchio maniero intarsiato
da gelo all’esterno abbracciato
dal gioco alternato di edera rossa
con edera verde che al sole mostra
fiera il suo manto che come gusci di noce
raccolgono da grigia grondaia
gocce d’acqua piovana
che scende lenta,cadenzata dalla
decadente veranda col balcone
profumato da lavanda
che si sparge nell’aria striata
da sciami di foglie ora gialle
ora rosse ormai briciole
tra le mani nodose del vento,

…dove rimangono poche foglie
qua e là accartocciate come fiammelle,
tremolanti sentinelle di chi contempla rassegnato
il suo triste e ripetuto destino.
 

Grigio seppia.
Bisbigli di bimbi grigi
seduti sul marciapiede
degli anni settanta
aspettando una palla rossa
buttata con forza nella
casa del vicino infastidito
dalle grida a tutte l’ore.
Aspettano nel grigiore
della serata calda
e afosa, rallegrata
da giri di rondini tra le case,
non ancora abbandonate,
ma contente di essere visitate
ogni estate.
Tutto ormai è grigio, ma riecheggia
il giallo color seppia della
spensieratezza che si è
adagiato su queste foto
di memoria di un passato
ormai lontano.


Io, libro.
Apro
quel libro,
il mio libro,
dentro ci sono io,
ogni pagina, un giorno
vissuto in questo magico
e all’apparenza imperfetto mondo.
Scene di vita che hanno in comune
il mio amore che è dentro al cuore,
le vedi colorate su foglio lucido,
le puoi toccare, sono lontane,
non è libro di fiaba,
ma libro di vita
quotidiana.
Io, libro.
 

Libellula: segno d’estate lontana.
Sbatter d’ali veloci di libellula
sulla scia dei fiori
profumata e colorata.

qualche quadrifoglio sfiora
quasi quasi a toccar fortuna
per goder giornata lunga.

un poco su tinozza grigia
di ferro vestita si ferma,
l’acqua cheta cheta
muover vuole con la zampetta.

la papera gialla di becco arancia
dondola dondola e avanza,
e la libellula scappa.

veloce nel vento ruota le ali
sognando
un incerto migliore domani.
 

Fantasia
Cara fantasia,
ti voglio parlare,
anzi, ringraziare
per il tuo luminescente fare
che mai può saziare,
perché tu, o fantasia, sai dare
a chi nel tuo mondo vuol andare,
saper realtà plasmare,
per colorare,
per sognare,
per reinventare…
il mondo dato a noi naturale,
ma che pur sempre dobbiamo rispettare.
 

Antico amore.
Gente al mercato,
che gran baccano,
alza il velo la dolce
pulzella, catturar amore
vuole con le sue
olive nere e le gote rosse
come mele.

Capelli al vento e braccia
alzate,
ecco il lui per lei in gran fermento
tra tappeti damascati, imbiancati
da polvere annidata come alveare
in quella strada romana secolare.

Carri trainati da cavalli sudati, affaticati
pieni d’otri e ampolle con spezie
ondeggiate, oscillate per monti e campagne,
barriera fan alla scena dell’incrociare
di sguardi furtivi alla ricerca del miele
piacere.

Vola la colomba bianca
nell’aria celeste
screziata di vaporosa ghirlanda
di petali rosa,

…ecco finalmente il momento tanto atteso,
il tempo si ferma, lancette sbattono
ripetute come goccia di rubinetto
sul minuto sempre lo stesso,
l’eterno si è infilato
come filo nella cruna dell’ago,
l’uno nell’altra…è puro incanto.
 

Immagine lontana.
Rumore di ruota della nera carrozza
che lucida come cuoio sembra
bagnata da pioggia stanca
illuminata da fioca luce giallastra
di lanterna un po’ sgretolata
aggrappata a mura di cinta
di vecchio castello circondato
da fossato di acqua ruggine
bagnato puntinato qua e là
da calle bianche di elegante
aspetto che regalano fresca
bordura al tempo impietrito.
 

Anno vecchio saluta anno nuovo.
Salutato abbiamo il nuovo anno
nel clamore generale,
nell’augurio corale.

Lasciato abbiamo il vecchio anno
nel cuore corale,
nell’ingiurio generale.

Aspettato abbiamo il passaggio da anno ad anno,

nell’istante dove muore
col battere della mezzanotte,
aleggiava nell’aria stellata
generale palpitazione,

nell’istante dove l’ore
coll’essere della nuova sorte,
girava nella storia rinnovata
corale esaltazione.

Nella strada d’ogni uomo,
ogni anno nuovo
doni amore per la vita,
e… mai e poi mai …capiti di tradirla.
 

Dolore condiviso.
Filo spinato attorno al mio cuore
rosso scuro come un tramonto
nell’inverno freddo freddo
mentre un uccello sagoma
nera si libra in lontananza
nel silenzio della baia.

Un angelo senz’ali rannicchiato
vicino a me soffre
lacrime scendono
sul terreno freddo freddo
uomo si è fatto per me
per il mio dolore abbracciare.

Sento lo sbattere
di una porta
spaccata da vento e pioggia
alzo lo sguardo al cielo
in questo luogo freddo freddo
e una stella
la prima della sera
mi induce a sperare
in un presto rasserenare.


Poesia nella poesia.
Sfioro con la mano
rami intrecciati di brina imbiancati,
merletto d’ottocento al tatto sembra
ragnatela accarezzata da aria gelida.

Poso gli occhi
sul casolare lacerato qua e là dal tempo,
sentinella muta allo sguardo sembra
un gatto addormentato baciato da tiepido sole.

Sento con l’orecchio
gorgoglio tintinnante d’acqua di ruscello,
musica d’archi all’ascolto sembra
fronde abbracciate da impetuoso vento.

Gusto con la bocca
fragole rosse di bosco,
delicata poesia sembra
labbra bagnate da dolce succo.

Annuso col naso
estasiante miscela speziata d’erbe,
magia di mago indiano sembra
fumo di legna aggrovigliato da aggraziato ventaglio.

Sfioro,
Poso,
Sento,
Gusto,
Annuso….
….è me stessa svelata a te.
 

Cartolina d’amore.
Ovunque vada il mio passo
il pensiero di te
mi prende, mi ferma,
ed io chiudo gli occhi
e il tuo profumo sento,
speziato, racchiude gli odori
del bosco, muschio e corteccia
di brina bagnati.
Poso le dita sulle mie labbra.
l’ultimo bacio datomi
non è ancora scappato.
Non è possibile…
non sono più padrona
di me stessa…
ma ciò mi piace
e sensuale idea accarezzo
di rivederti al più presto.
 

Pensiero rapito.
Viali alberati dal sole
illuminati, pace danno al cuore
quando lo sguardo posarsi vuole
sulle loro ampie fronde.

Luce dorata che palpita
vita, rimbalza da foglia a foglia
rapendoci l’anima che guardando sogna.
 

Grandi pensieri,
scavano nella mente
piccoli sentieri
che alle volte perdere
ti fanno nella selva oscura.


Alle volte il destino
sembra farci tornare
indietro sui nostri passi,
meditare su noi stessi
è ciò che vuol insegnarci.
 

Catturati attimi di carezzevole natura.
Gocce di brina,
che ad una ad una
cadete a dissetar la foglia palmata,
ormai arsa, adagiata dal frizzante
vento cristallino su suolo color cuoio,
quando il tremolante raggio
giallo ocra del timido sole
fa capolino fendendo
la nuvola come morbido
cuscino sull’uscio invernale,
e i rami degli alberi
come ossute braccia
protese sono
verso un cielo increspato
come da grigie onde di mare
agitato e ombrato.

Racchiudete nella vostra piccola
bolla come magiche
e misteriose ampolle
di vetro soffiato
dal respiro di esseri
velati di color
dorato,
i suoni argentati
fluttuanti nell’aria
della natura striata di colori
bronzati
soavemente addormentata.

Un bimbo curioso
saluta l’alba con
uno sbadiglio scomposto
e con un ciuffo che nasconde
un occhio, ma a lui non sfugge,
animo puro il suo,
il risveglio mattutino
del suo giardino,
il suo piccolo mondo
a misura di bambino.

La natura ci parla...
sta a noi ascoltarla,
sta a noi guardarla,
con occhi di chi sa
col cuore dell’anima
contemplarla.
 

Pensieri caldi.
Mi sono svegliata
in questa fredda mattinata
pensando a te
insieme a me sotto calde coperte.

Brividi mi percorrono
quando i tuoi passi mi raggiungono
quando i tuoi sguardi mi baciano
quando i tuoi sorrisi mi inondano.

Felice sono incatenata
in questa storia incantata
la dolcezza tua si sente
inebriandomi cuore e mente.

Le nostre anime si incontrano
quando i nostri cuori si cercano
quando i nostri pensieri si espandono
quando i nostri sensi si vogliono.


Poesia
Nel fare poesia disegniamo
la nostra anima…
dolcezza, amarezza,
tristezza, allegrezza…
prendono la forma
che vogliamo con la scelta
delle parole che usiamo…

…alle volte la poesia non
può esternarsi,
quando… essa stessa incarna in noi stessi.
 

Voci angeliche nella
magica notte.
Ecco…
da lontano giungon
rimbalzi di voci lucenti,
si rincorrono nel silenzio del tempo
cavalcando le vele del vento,
scivolano sulle onde di dune sabbiose
del caldo deserto.

Corale spaziale, scintillio di stelle,
soave mantello avvolge la Madre
di candore vestita
che tra le braccia culla amorevole
Gesù Bambino,
l’Amore Divino.

Sbatter di morbide bianche ali,
le voci celestiali alzan l’inno
di lode sempre più forte,
l’aria di eterna luce respira
e toccar vuole
d’ogni uomo il cuore.

Girotondo di angeli in coro,
volano nel cielo ad annunziar
il lieto evento al mondo intero.
 

Versi d’amore.
Scivolano come seta
sulla pelle nuda e fresca
le barche azzurre lungo il fiume,

silenziose testimoni…

fronde cariche di fiori profumati
lambiscono la carezzevole
acqua come rima baciata.

Cantano come coro
d’angeli sulle nuvole bianche e soffici
gli uccelli azzurri lungo i rami,

festosi testimoni…

ragazzi carichi di amori sognati
abbracciano la piacevole
compagna come rima alternata.

Eterno gioco d’amore
come eterna poesia del cuore,

sotto la volta celeste…

mai esaurirsi potrà,
finché la vita qui ci sarà.
 

L’amore va in scena.
Ormai sulla nostra
storia è calato
il sipario.

La scena d’amore
è svanita come neve
al sole,
lasciando il posto
ad un pianto di me,
inginocchiata con le
mani sul viso a
chiedermi come eco
il perché,
tutto… sia già finito.
Mi allontano piano da quella me stessa
adagiata sul palco senza vita,
mi giro impietosita
per l’ultima volta a guardarla,
ma subito dirigo il passo verso l’uscita…

…istanti del primo e secondo tempo
dell’atto, riuniti insieme
per la prima volta.

Applaudono loro, non hanno
capito che per me non era solo
un gioco.
 

Definizione d’amore.
La nostra storia
è fatta di foto acerbe,
giorni di albe senza tramonto.
 

Fiocco di neve
Guardo il tuo posare…
cristallo che scendi dal cielo
di bianco abito vestito,
disperso il mio pensiero
è… come passo nel tuo
silente manto.
 

Non ho più speranza:mi sono persa?!?
Il bacio tuo
mi prende tutta,
mi invade,
mi fa andar fuori di testa..

…rimbomba nella mente mia,
sortilegio giocato
da maestro esperto il tuo.

E’come se grancassa battesse,
non smette confusione
di circolare come ingorgo
di macchine.

Neanche il vino annebbia
così la mia vista, come
l’ultimo tuo ricordo
lasciatomi come ceralacca
sulle labbra.

Non resta che arrendermi a te,
il cuore mio è chiuso nel tuo,
una matriosca d’amore
che rotolare vuole
come trottola per
infinite voglie.
 

Ancora lei: la neve
Fiocchi qua e là scendono
come cotone sbriciolato
dagli angeli….

si posano lievi, lievi
imbiancando alberi e tetti.

Strade come matasse di lana
soffice e bianca
si snodano silenziose
tra le vie, rubando la scena
alle macchine che ora ferme in fila
stanno a far da cornice moderna
al quadro antico da maestro
esperto dipinto.

Non manca il pettirosso,
puntino colorato che
briciole cerca invano
come misero pasto quotidiano
sulla neve che ogni volta
addormenta ogni cosa
raccontando la fiaba
dell’inverno sempre uguale
ma che a tutti piace
ascoltare.

Un alone di vapore
dona mistero al bimbo
curioso che col naso
al vetro appiccicato
non si dà pace per
il magico spettacolo
che s’apre sul giardino
calpestato dai passi pesanti
dell’autunno ormai lontano.
Ora vestito a festa è
di bianco e fresco lino
da madre natura premurosa
verso un figlio che
prima mostrava aspetto
spettinato, disordinato.

….e noi esseri umani
raccogliamo nelle nostre mani
bianco regalo di cielo
che dura l’istante di un veloce sguardo,
che ci inebria come note delicate
velate di ingenuità,
che sembra carezza di Dio
all’uomo che così mai dimenticare
potrà di emozionare il suo cuore.
 

Scena danzante
Scivola il nastro musicale
tra le ritte gambe ballerine
ancorandole
le une alle altre
come onde del mare.

Il ritmo batte forte come
il cuore dentro il petto
eleganza e leggerezza
disegnano sulla scena
come variopinte farfalle
di primavera.

Petali s’aprono a chiusura
braccia come panni stesi
muovono tremolanti
e all’unisono intonano
il doveroso inchino.

Abbassato il sipario
deliziato e accontentato
il pubblico dona loro
caloroso applauso
e rosa rossa lasciano.
 

E ora, il via alla fantasia
tu apri…
io chiudo…
….che meravigliosa
scena di film muto.
 

Ideeeee
Idea è luce
che si accende
a illuminare un buio
fitto fitto
è mescolare l’arte
di saper giocare
col mondo circostante
e se ciò non bastasse
prendere la strada
delle stelle dove tutto
può accadere.
 

Pittrice del cielo
Un velo trasparente
trama di fine seta cinese
fiori freschi recisi
colorano come spennellate
di colori ad olio

lascio al vento
l’eterno gioco
è già lontano
vicino al caro
vecchio sole

….ecco le nuvole in fiore.


Ali stanche
Felice le mie ali ho posato,
in te ho trovato
il nido tanto altrove cercato.
 

Incastro del tempo:il tempo non esiste.
I nostri occhi vedono la
velocità del mondo
che ci circonda
ma non vedono
che un’ immagine,
frutto di lenta e profonda
trasformazione:tempo veloce
incastrato da tempo lento.
 

Qui,….parla la vita.
Zitto,
Taci,
Non proferir parola alcuna,

Sii testimone silenzioso
ma attento…
di seme
germogliato
in arido terreno
dimenticato.
 

Dove è Natale…
è forse nel plasticato albero
di fastidiose luci
di incessante abbaglio?
nel falso dono
di chi non dona perdono?
nel dividere il pasto
opulente con gente
di cui non ce ne importa niente?
nell’atmosfera di spesa fremente
per avere alla fine tra le mani
stress, litigi e insignificanti desideri insoddisfatti?

…lo abbiamo dimenticato il povero
Natale…

lui,è ricco solo d’amore,
non sappiamo più accettarlo
nel nostro cuore:
è troppo carico di umiltà…
è troppo carico di riflessione…
è troppo carico di giustizia…
è troppo carico…

…ora noi ci siamo caricati di
troppa superficialità
per degnamente saperlo ricevere
lui, il vero dono:
Dio fatto bambino.

La nostra falsa verità…,
è voce che si rincorre
nel deserto dell’anima.
 

Bizzarra confusione: uomo chiama animale feroce l’altro uomo.
Fuggiti son gli animali
dallo zoo

panico generale
chiamiamo la guardia nazionale
giriamo armati ci dice il giornale

confusi tra la folla
difficile sarà
distinguere animale da persona
ognuno di noi sia feroce cacciatore
questo gira nell’aria carica di malumore

tutti pensano ricevere giusta ricompensa
se un animale messa a punto è la consegna
spariti sembran nella nebbia
la gente ha molta rabbia
caccia grossa è bufalata

speriam domani lo zoo
riapra le porte
saziarsi vuole
la gente carica di distorte voglie.
 

Fantasia: prezioso scrigno.
Non mi perderò mai nella strada
della noia grigia e triste,
la fantasia come dea mi dona
le sue preziose idee come stelle
che luci sono a illuminare
la mia anima, rendendola
gioiosa e giocosa.


Il mio io si guarda allo specchio
Io, me…,
chi meglio conosce l’io
proprio se non noi stessi,

io, me…,
universo di riflessioni
comete di idee
sguardi di carezzevole tenerezza
sospiri di brezze marine
gioiosi sorrisi di ingenuità
tristi incertezze di crescita interiore
pozzo d’amore che non conosce
fine

io, me…,
rimango incantata ad osservarmi,
quindi non resta che amarmi
e che voi siate lì ad adularmi.
 

Rosa o Margherita?
Sempre dicon che
se son rose fioriranno,
ma ….
caduti i vellutati petali profumati
spine pungenti rimarranno
e a toccare l’ormai muto e triste gambo
saran mesti dolori.

Oh bella rosa rimani pure
chimera,
preferisco margherita
di campo assai più sincera,
che spensierata colgo
e con lei gioco.

Respiro delicato profumo e
lieve il mio tocco passo
sulla bianca corolla
dove pensieri amorosi
poso ad uno ad uno.

Se il mio amore sarà
certo,
di te ne rimarrà solo
il ricordo,
puntino di luce
di speranza giacerai sul
prato pronto ad accoglierti come
amorevole palmo di mano.

Se il mio amore
è vago sospiro,
di te ne farò
un tenero segnalibro,
diverrai eterno fiore
nel cuore del mio
giardino.

Oh margherita, per sempre tu,
rosa con la spina coglier
non vorrò mai più.
 

Voce
Ascolta bene
la voce della gente,
non la voce corale,
ma la singola voce.

Se con l’orecchio
del cuore vorrai sentire,
l’arcobaleno dell’anima
potrai avvertire.

Sentirai il bene,
il regale dono
che ognun racchiude
in sé,
da quando vien al mondo.

Onde di luce ti invaderanno
e allora capirai…. oh si…
finalmente capirai.
 

Dedicato a te
Tu sei per me l’alba
che al tramonto non scompare
tu sei la splendida aurora boreale
nel cielo glaciale
tu sei l’immenso blu
carezzevole del mare
tu sei la terra madre
che accoglie anche la foglia
ormai priva di luce vitale
tu sei l’astro luminoso
che rischiara il mio cammino
tu sei anche…tutto ciò che
sfugge a me ….e che tu sei.
 

Re Magi: regali testimoni.
Stella appare fulgida
nel cielo segue una coda
calore che il cuore riscalda
scintillio che mostra la strada.

Gente di aspetto regale
lo sguardo in alto sale
seguono la scia finale
via del deserto certa è tale.

Silenzio stellato perlato
avvolto di angelo canto
attesa che si fa sorpresa
inchino in segno di arresa.

E’ lui il Re dei cuori
doni e onori
sigillo di speranza
la nuova luce avanza.
 

Inutile confusione
Siamo sommersi dalle parole,
ma ciò di cui abbiamo veramente bisogno
è un sorriso che ci apra il cuore.
 

La vita è fatta di…
…giorni frementi di attesa,
giorni in cui si frena la scena
e…di istanti presenti
in cui si vive coscienti d’essere…
forse.
 

Pace di palude
Silenzio invade
tra le alte erbe come spade
la palude al di là del bosco.
Qualche anatra mostra
fiera il piumato manto
striato di un blu
cielo che s’apre
dopo tempestoso temporale.

Seduta me ne sto
a rimembrare sul ponte
di legno marcito da sole
e da acqua che dolcemente
lo culla notte e dì.

Sprazzi di nuvole grigio
rosate, brandelli di stoffa
gettati qua e là da un
vento che senza posa soffia,
specchiano un timido sole sulle
acque chete e melmose.
Qualche rana la senti
gracchiare, suono
di violino che stride,
su foglie larghe,
abbandonate.

Dondolo un piede
sul niente che libera
la mia mente,
tutto si muove lentamente
attorno a me, ma è pace
che pian piano mi
invade,
e sorridendo,
saluto il giorno lasciarsi
morire al tramonto.
 

Ancora tu:…. oh, nostalgia.
Cara nostalgia,
compagna mia nelle noiose giornate.
Tu, ricordo lontano,
rumore nel mio quotidiano.
Immagine viva e perenne
di continuo stormire
di fronde avvolto da sonnolente canto
di grilli e coperto da nuvole nere,
che come pesanti drappi,
le vedi vagabondare nel cielo
pronto a nuovo volto.
Piccola nostalgia
tu, per me,
non sarai mai grigia.
 

Il sonno del poeta
Dorme il poeta,
sognando,

sotto un salice che
piange per gli amori perduti
raccolti all’ombra dei suoi rami
che come capelli di fata
accarezzano il viso di chi
tristemente dice addio,
lasciandosi addormentare
stremato dal dolore,
cullato dal volteggiare
delle sue leggere fronde.
 

Ricordo d’infanzia: Artegna.
Pensiero,
come destriero
che cavalca le ali
del vento,
superando le barriere
del tempo,
invisibile ma denso,
adagiati come filo di lana
sulla collina friulana,
culla di vita
di mamma Rita.

Io sarò lì con te
per rivivere quei momenti
di quando bambina
credevo avere lì con me
il mondo intero.

Riposati un momento,
caricati di luci lontane
di case piccole, vicine vicine,
di voci che riecheggiano
nella valle,
di allegre farfalle e del canto
malinconico dei grilli
che baciano l’erba
morbida come coperta.

Chiudo gli occhi
e nel film della mia
memoria mi rivedo guardare
dal campo di pannocchie dorate,
lassù in alto,
sul profilo di alte montagne,
la piccola chiesetta
sentinella
di gente operosa
e silenziosa.

Apro la porta della casa
della nonna e la rivedo
col sorriso in viso
vicino al fuoco che arde
a scaldare come fosse
cuore carico d’amore.
Il suo abbraccio forte e caldo
è un’onda nel mare,
cerchio sempre più
grande, che alla vista scompare
ma ancor oggi lo senti avanzare.

Cara piccola Artegna,
teatro delle mie gioiose vacanze,
non ti potrò più scordare.
 

Velo di cielo
Velo di cielo,
azzurro accenno,
baffi bianchi di panna,
rosati petali sparsi nella volta,
pagliuzze d’oro zecchino
il sole che fa capolino,
onde di vento intrecciano
cristalli come diamanti,
tela di pittore poeta.
 

 Gente di paese
Veloce passo cadenzato
tra la folla s’ode, il giorno è iniziato.

Rumore di tacchi, di festose grida,
musica dell’Ave Maria,
in scena un matrimonio,
bianco sogno,
nella chiesa barocca
del centro storico.
Confetti e petali di rosa
in cielo salgono
a comporre archi di colorato
gaudio.

Nell’angolo buio,
del palazzo chiuso,
un musicante diletta
le orecchie della gente
che gira con aria assente.
Tristezza muta e scura
vela la gaia tessitura
delle dolci note,
che lasciato l’archetto
mosso veloce sulle corde,
volano nel respiro del vento
a comporre un arabesco disegno
di un mondo ormai perso nel tempo.
Pennellate nere, un po’ sbavate,
come uscite da mano delicata
di fanciulla spensierata.

Un bimbo piccino, dal
viso birichino, lascia la mano
in volata della mamma indaffarata
a comprare al mercato l’orata,
dove odori e colori si mescolano,
inebriano.
Rapito da una palla
la rincorre tra la folla
di gente assorta.
Pesta il piede
a una signora, che subito
nel brusio generale
si lascia scappare
…..ahi! che male!

Tanto agitare,
nella calda estate
di una mattinata
che ci voleva mostrare
il suo volto sempre uguale nel suo fare,
in questo centro di paese
dove gira e rigira la gente
con aria assente.
 

Magica natura
Tace l’anima mia,
rapita,
contempla
la natura infreddolita,
dai colori dell’autunno vestita.
Sospira l’anima mia
e sorride,
….tutto è magia.
 

Persa in un attimo
Stesi su telo di iuta,
tocco di mano
baciata da labbra
scottate dal sole,
arde d’amore
l’anima mia
che scivola d’incanto
perduta e muta.


Cigolii
Cigolio di dondolo
mosso da mani amorose
che accompagni come giocoso su e giù
il mio profondo sonno.
Cigolio di ruota colorata
comprata nella bancarella di sagra
in una serata d’estate spensierata,
sentinella muta di un rigoglioso orto
caldo di sole d’agosto,
mossa a tratti dalle leggere mani del vento.
Cigolio di cardini di portone logorato dal tempo
mosso da mani felici, a volte cupe e tristi,
passaggio di vacanze colorate
da festose risate di bimbi.
Cigolii che come gocce di miele zampillano
da un cuore carico di dolce nostalgia
…che assaggiar voglio....
quando cerco di riempir il vuoto
nell'anima mia.
 

Il blocco dello scrittore
Quando la mente
si rifiuta di ascoltare
le mille parole
che vogliono uscire
le senti spingere, urlare.
Rimbalza da una parola all'altra
la voglia di saltare sulla carta bianca,
e così prima in fila, poi alla rinfusa
sulla punta della lingua arrivano,
ma trovano la mano insicura
e così la porta d'uscita è chiusa.
Allora incatenate
diventano scatenate,
e un eco senza fine rimbomba
nella testa di farle uscire.
Lo stordimento è generale.
Ma ecco dopo tanto girare
il capo, lo sguardo fermarsi
verso un punto nell'infinito.
Il primo sorriso,
è giunta l'idea,
naviga felice la parola dalla
mente al cuore e ne esce
trasformata, una dea,
e con coraggio prende per mano
le altre parole
che ad una ad una
scivolano come bianche perle
nel fiume del nero inchiostro...
.....ed ecco finalmente prendere corpo
il tanto sospirato racconto.
 

Segno d’amore
Vorrei donarti
a palmi aperti una foglia orlata di
gocce di rugiada
staccata dall’albero secolare
a fronde piangenti riverse
sul lago dove il nostro
amore è sbocciato.

Di primo mattino
il lago è avvolto da
veli di nebbia che
regala alla
natura addormentata
gocce di acqua
come delicata
carezza.

Sussurro al vento che increspa
il lago come fosse una mano
che ti venga a
cercare….
Le onde arriveranno a te
per farti tornare da me.

Capirai solo allora
il valore del nostro
incontro di quel dì che non fu casuale
ma voluto da mani cariche
di una forza travolgente…
da unire le nostre anime per sempre…..


Il prezioso tempo
Si corre nel tempo per migliorare….
ma inesorabilmente si va incontro
al nostro declinare….
 

Messaggio d’amore
Cercare
di amare
le persone come creature
dalle mille sfaccettature.

Vedere di capire
prima di colpire.

La scuola della vita
solo a fine partita…
ti toglie il velo dal cuore
e senza far rumore
tu contempli un disegno
che è di Dio il segno.
 

Nostalgicamente parlando
Nostalgia è…..
guardare dalla finestra del passato
sfiorando con una lacrima nel cuore una rosa,
che rassegnata alla sua fine,
lascia cadere elegantemente
gli ultimi petali
dalle sfumature brunite.
 

Passeggiata spensierata
Petali rosa che ad uno a ad
uno cadono
regalando virgole di
delicatezza al grigiore
ruvido del selciato
del cammino, dove
il mio passo,
con rumore ritmato,
riempie la mia mente
di un bellissimo niente..
Il mio sguardo volgo
in avanti e vedo
dopo la curva finalmente
il mare.
Lascio alle sue onde
le mie emozioni di stupore
che prendono il largo, per sparire
poi lontano
oltre l’orizzonte.
Un volo di gabbiani col becco
pieno di grida
risvegliano dolci ricordi
e salutano il sole sulla soglia della sera
che tinge il cielo con colori a cera.
Contemplo in silenzio… lasciando andare
come granelli di sabbia tra le dita
i pensieri che avevo portato da casa
nella tasca .
è ormai giunta l’ora del ritorno.
Verrò forse domani in questo splendido luogo…
… a bearmi di un nuovo sognante tramonto…….
 

Papà Dino e Lauretta: un pomeriggio d’estate insieme.

Ero seduta all’ombra
di un grande albero
e il sole filtrava tra le foglie
verdi, odorose di fresco.

Attorno a me bimbi
felici correvano sul prato,
e un omino su un trenino
che faceva un minuscolo
giro del parco
li salutava con la mano.

Allietava l’aria calda pomeridiana
il suono di violino proveniente
da un lontano giardino.

Sorridevo felice accanto
a mio padre.
Mi teneva la mano
mentre un cono gelato mangiavo
e attenta ascoltavo
la storia di quando bambino
partì per la Francia, piangendo nel lasciare
l’amata Italia.

Ricordo bene quel giorno d’estate
assieme a mio padre sulla panchina
un po’ arrugginita….,
la foto grigia e ingiallita
che ho tra le dita la prendo
ogni tanto dal cassetto
del passato per scaldarmi il cuore…
salutare il mio papà, mandargli
un bacio e dirgli grazie per tutto
quello che per me ha fatto…
..….lacrima……
“nel ricordo di mio papà
che mi chiamava la bionda…e
mi diceva quand’ero bambina:- “sa tu ..putela
manda via le poesie…” ed io scuotevo
la testa e dicevo tra me e me… a chi?.. ora lo so.”

 

Tratto di strada
Cercavo trai rami carichi
di gemme la strada persa….
Alzavo gli occhi al cielo, e
tra nubi di velo un sole
sembrava macchiato di latte
versato per sbaglio da un figlio
sbadato.
Qua e là macchie rosse
di bacche spiccavano
da gelidi cumoli di neve,
rimasta nascosta per mesi
nell’ombra fredda
di pini imponenti.
Tronchi carichi di freschi
chiodini e odorosi di muschio
che passando la mano
sembrava velluto,
addossati a massi
che incutevano timore,
sembravano losche figure.
Il passo acceleravo, e
il mio pensiero correva
alla disperata ricerca
della strada certa.
Un cenno di mano lontano
con mio grande sollievo,
era l’amico sincero
che mi cercava sul sentiero.
Vidi il sole
splendente nel cielo,
luce che rischiarava ed io
finalmente salva tra le
sue braccia.
 

Bacio
Bacio che piano rapisci
la bocca,
per esplorare, per rubare l’anima.
Sei sempre uguale eppure diverso.
Godono gli amanti
nel mescolare le loro voglie
che crescono alimentate
dal fuoco della passione.
Ansimano gli amanti
che aprono le loro bocche per la ricerca del
bacio che non ha mai fine….
 

Uomini
Leggo i vostri pensieri sinceri,
a volte ingenui nel guardare
noi donne,
ma sempre molto sottili
e appaganti,
intriganti.
Quando feriti, cuccioli
indifesi siete, e lì il vostro
dolore esce come sorgente….
aspettando che
passi la fatal donna a dissetarsi
e …..a consolarvi.
Uomini….come
non amarvi…..


Arrendersi per capire
Buchi nel legno
passa il vento
spifferi di gelo sento
tutto ciòè un tormento
mi consola il gatto
mio alleato
un gemito, un pianto
respiro con affanno
mi addormento…
Lascio cadere il libro
dalla mano,
segno di abbandono..
..la vita in fondo è un dono.
 

Rinascita
Sensazione di acqua che mi scivola
addosso, gocce dappertutto mi solleticano i sensi,
trasparenze che racchiudono perle di luce
irradiata, come statua di ghiaccio mi plasmo,
liscia e lucente rinasco a nuova vita.
 

Breve respiro di pensiero…..
…..leggo questo libro ingiallito
dal tempo dove le parole
a tratti sbiadite, trasparenti
come anime, riflettono
l’intensità di chi ha voluto
usarle per imprigionare
dentro di sé l’essenza
di ciò che il libro è.

Passare oltre
Allungando il passo
nella strada della vita
evita di soffermarsi
e poi di fermarsi….
 

Nostalgia
Come definirti…….
fascio trasparente che avvolge
la mente e il cuore regalando
sensazione incolore di
pianto velato,
incontro in un
un mondo che sembrava perso
nel tempo….per
fermarti un secondo
fatto di scatti di pellicola grigia
pronta a tornare indietro a contemplare
e tu assapori e crei il tuo puzzle di emozioni
che come farfalle prendono il volo
quando riapri gli occhi di nuovo….
…..ecco quello che di te sento e provo…….
 

Nostalgia rapita dall’autunno.
Ero assorta a guardare
il confondersi dei colori autunnali
nella distesa di chiome,
lungo la strada che costeggia il bosco,
vicino la mia casa.
In lontananza…il canto degli uccelli,
melodia a toni incerti
che orla la variopinta e secca bordura
di colori accesi che come nota stonata
saluta la fine dell’estate,
regina delle calde e rigogliose
giornate.
L’odore un po’ acre dei casolari di legno,
m’inebria i sensi,
impregnati della velata nebbia
mattutina che col suo manto
biancastro regala alla natura,
come fosse dama di castello d’altura,
aria di misteriosa ed eterea creatura.
Il mio pensiero è andato a te
che sei lontano….
Una lacrima è scesa a consolare
il mio piccolo cuore di donna,
che aspetta con pazienza
la tua bella presenza, che
ora è solo un vago ricordo…
Nell’attesa del sospirato incontro
l’anima mia si bea
dell’amica natura
che mostra la sua bellezza
anche se pur
impregnata di dolce tristezza.
 

Angeli
Ali che si muovono
Piume che si alzano
Nebbia bianca e soffice
che ti avvolge e senti pace.
Aria che allieta il cuore.
Sogno che come ampolla
raccoglie il mio soffio di vita.
Angeli prendono il volo
nell’azzurro cielo.
Presenze trasparenti e luminose
attorno a me…
E’ stato un attimo
che sembrava un’eternità….
 

Ricordo o sogno?
Nelle orecchie rimbomba
Piacevolmente la tua voce
Che calda e suadente
Mi invita a sognare
Di noi due in riva al mare
Tra i granelli caldi di sole
Ci rotoliamo felici
E baciandoci ci respiriamo
Ci diamo la mano e….
L’uno nell’altro ci diciamo
Ti amo………………


Primo amore
Il primo amore sa di zucchero filato,
di vestito variopinto preso con
velocità al mercato,
di voli di colombe bianche sotto
una volta fresca e celeste ,
di margherite colte in un prato
sconfinato,
sa di qualcosa di magico….
che stordisce,
ti lascia e ti riprende
in un gioco senza fine,
dove il bacio… e si… il
bacio ruba l’essenza
dell’altro….
Potrò allor mai dimenticarlo?
No………e poi….ancora…..no.
 

Virgola d’amore
Abbracciami forte…
Il tuo abbraccio mi fa sciogliere…
Una lacrima calda mi scende
E mi riga il viso…
Sorrido…
Mi scaldi il cuore…
Luce che si espande
Nella mia anima…nasce amore…
Ora l’ho capito..
Tu esisti per me………….
 

Nuovo inizio
Sole all’orizzonte appare
Segno del nuovo giorno che nasce
Speranza che bacia le
Mie labbra
E mi riscalda il cuore
 

Speranza
Quando aspetti qualcosa o qualcuno
a rasserenare l’animo tuo
ecco comparire quasi dal nulla
ciò che cercavi con affanno e premura..
Doni dal cielo…. diremo poi
se quel che avremo
ci darà ciò che bramavamo
con grande intensità d’animo.
Persone alla porta avremo
a cercarci…e se poi …
ascoltare si vorrà con l’orecchio dell’anima
si troveranno sul cammino tanti messaggi
che tutti ci inviano per aiutarci...
Basta accettarli come messaggi d’amore
e saremo allora grati
di far parte di questo mondo
che pur se appare talvolta brutto e sporco
qualcosa di buono e magico
fa ancora entrare
nelle nostre misere vite
a dare speranza che molte cose
anche se pur non sembra all’apparenza
hanno meravigliosa consistenza.
 

Foglie d’Autunno
Fila di macchine.
Monotonia di prima mattina.
Ma ecco i miei occhi sorpresi,
quando, girato lo sguardo annoiato,
per un attimo, si son posati
sullo scivolare lento delle foglie.
Lasciato il ramo
le vedi ondeggiare nell’aria
come fossero carte scritte
e ingiallite dal tempo,
gettate,
senza alcun riguardo,
per essere
dimenticate.
Ma loro lasciano la scena
della calda stagione estiva
con eleganza, senza far rumore,
per adagiarsi pian piano,
sul nudo e freddo terreno,
per dargli colore e calore .
 

Estasi d’amore
Potessi raccontare l’estasi
d’amore….
Trasparenze fatte di veli
dai colori ora tenui ora forti
che si alternano
in una danza dove una forza
li porta in alto a respirare e poi in basso
a legarsi con eleganza
ma veloci a snodarsi
per riprendere nuove forme
ad animare un pensiero
all’unisono….


Aria
Impalpabile leggerezza
che mi accarezza la pelle
mentre socchiudo gli occhi
rannicchiandomi tutta
avvolta da una grande coperta
adagiata sull’erba verde
e bagnata di una giornata
di incerta primavera …
Mosaico di natura disteso
sulla liscia lastra d’acqua.
Specchio di un lago abbandonato
carico di braccia nodose riverse
su di lui in cerca di frescura
per quella radura attorcigliata e
confusa ...
Ma l’aria passa, avanza
leggera sulla natura matura..
passa su di me e
mi sorprende a sorridere…
è vita che si dona ad altra vita…
 

Cielo
Ancora una volta mi sorprendo
a guardare il cielo.
Non è mai uguale.....
mi emoziona ogni istante.
Dipinge nel mio essere
sensazioni di pace...
che prendono per mano
il mio pensiero
per farlo volare in alto
nell'infinito spazio
per essere coccolato
da soffici nuvole
dove andrà a sognare
cose belle...
tra le stelle.
 

Inno alla Madonna degli Angeli Custodi
di Pederobba (TV)
(apparsa Maria alla veggente il 04/10/2013… io c'ero.....)

Volteggiare di occhi nel cercare
o Madre del cielo…..
la tua preziosa grazia.
Silenzio perlato di orazioni
che giungono a Te…
a implorare….a ringraziare….
Luce interiore che si espande..
profusa di dolce mistero.
L'attesa di riconciliazione con Dio…
attraverso di Te, o Regina degli angeli…
sul monte bagnato
dal sangue di giovani vite innocenti
in quei dì di tormenti
dove la guerra come piovra
faceva da padrona…
O Madre del cielo….
che appari in quel dì del quattro
d’ogni mese….in quel monte…..
ascolta le nostre umili preghiere…
e nell’incontrarti con il rosario in mano
ti diciamo figli tuoi siamo
e per questo imploriamo
il tuo candido sorriso
a benedire il nostro cammino.
 

Vivere
Giocando tra le righe della mia vita
inciampo ogni tanto e macchia nera
d'inchiostro compare
e devo asciugare
perché non rovini il foglio
scritto fitto fitto con andatura regolare..
Sorrido un istante nel vedere
che nel pasticciare ogni tanto....
risulta il tutto un dipinto
fatto da un bimbo
che innocente cade
e non sa di farsi così del male...
In fondo vivere è anche questo..
coscienti di vivere e incoscienti
nei vari incidenti ..come...
fossimo addormentati per
un attimo per non gridare
più forte....
 

Gocce di pioggia
Gocce che ad una ad una cadete
come perle dal ciel pesante
e nero come mantello
che per magia s’apre a ombrello
e dolce pioggia scende a
dissetar natura calda di sole,
a rallegrar bimbi che felici
stan a cercar nella bocca la goccia
per dissetar la voglia di scherzar,
a posar vellutate pezze nei pensier
di chi s’appresta a contemplar
il soave gocciolar…
Oh!.. Che meraviglia acqua di cielo
che per breve momento
sveglia i cuor e li rapisce al
lor pensier giornaliero.
 

Cuore di roccia
Vorrei farti piangere..
Almeno una lacrima farti scendere
e toccare quel tuo cuore di pietra..
Roccia dura la tua… e così sgorgano
parole come grandine… fanno rumore
perché il rumore dentro di te è forte..
vuole esplodere…
Rabbia e narcisismo…
traboccano da ferite forse fatte da mani
che cullavano e accarezzavano
ma poi urlavano…
Il mondo ti ascolta …
ma non ti amerà come tu vuoi..
non sa chi sei nei versi che raccontano
di uomini doloranti, vinti…
Ma tu chi sei?
Non è forse qui nel mondo, in questa frazione
di secondo importante è vivere sé stessi in armonia?
Provocazione la mia…
ma è quella che cercavi..
o cerchi chi vuoi che raggiunga il tuo cuore..
lo spacchi fino in fondo e ti ridia
la luce rubata…che riscalda…
Sensazioni di pace e serenità da
provare…per capire finalmente il vivere…
Lasciati andare a provare ad amare…
 

Ninna nanna smarrita
Erano quelli i tempi bui…
quelli a me raccontati
quand’ero una bimba sognante..
La mamma posandomi la mano
sulla testolina….
cullandomi pian piano non mi
raccontava le fiabe
ma realtà amare da lei vissute..
Ed io le ascoltavo ..
ma non ci credevo…
e nel mio piccolo cuore
rivedevo le immagini di
lei bambina sotto le coperte
al buio piangente
per le bombe che alla sera sentiva scoppiare, fischiare…
Non erano fuochi d’artificio quelli..
erano fuochi veri
che ti venivano a cercare
per ammazzare…
E tu cara mamma non potevi
avere la dolce ninna nanna
…ora l’ho capito che
mamma son diventata anch’io…
Sogna serena ora…
gli echi della guerra sono lontani
ma tu lo so nel tuo domani
tintinnii di vetri li senti sempre
cicatrici nella memoria che per i nipoti
da nonna son antiche ma per te
son sempre vive……
alla mia cara mamma Rita
 

Amori funamboli
Sospesi siamo su un filo…
Il nostro amore è là in alto
e noi come funamboli dondoliamo
ma non cadiamo..
Vediamo il mondo piccolino
per abbracciare qua su in alto
il cosmo intero…
Le stelle come sentinelle
col loro luccichio ci invitano
a baciarci e il nostro
bacio ci fa sconfinare nell’immenso..
“Oddio.!!.Abbiamo perso l’equilibrio..”
Ma è così bello cadere… alle volte…
abbracciati dall’illusione
dell’unione perfetta….


Sosta veloce al capitello di Maria
Inno a Maria del viandante davanti
al capitello che con lo sguardo
rapito dal dolce bel viso
rinnova le promesse
di un viver migliore..
Riprende con più vigore
il suo viaggio nella vita
sapendo che a condurlo
sarà sempre Maria.


Sensazioni catturate in montagna
Leggero fruscio al mio passaggio
tra le alte erbe
degli ampi pascoli
arse a tratti dal sole di agosto.
Nell’aria un profumo di fieno
mescolato ai fiori dai mille colori
nostalgici quando racchiusi in un vaso di latta color
di cielo sul davanzale spaccato dal vento e
dal ghiaccio di una finestra
non aperta da anni
incorniciata da legno
vissuto, tarlato..
Sorrido al salto allegro e
spensierato dei grilli
che accompagnano la mia
camminata verso la ridente vallata.
Laggiù in lontananza vedo tra
case disposte come da bimbi giocosi
coi cubi il campanile di una chiesetta
che par rallegrar con il suo gentile
battito il passar del tempo dove
il tempo sembra fermo come in
una pagina patinata di dolce fiaba ...
Alzo gli occhi al cielo e
ringrazio Dio di quanto i
miei occhi vedono..
abbasso gli occhi e mi
ritrovo alla mia scrivania,
sul mio computer..
e tutto è così sbiadito, finto…
Ma quel ricordo colorato di serenità
riempirà la grigia e dura realtà in questa
mia città nei mesi avvenire…
fino a quando i miei passi torneranno
a far rumore tra i sentieri di bei paesi
sali e scendi di curve dolci di montagne
all’apparenza nostalgiche…
 

Il cigno bianco
Un cigno bianco,
bianco candido
con le sue piume morbide
ad una ad una sovrapposte
col collo bello ritto
se ne stava tutto fiero
mentre avanzava come
fosse una danza
sull’acqua mossa qua e là
da rane dispettose
che saltavano dai fili
di erbe selvatiche
alle pozzanghere in cerca
di insetti fitti fitti che si
muovevano come impazziti.
Ma lui il cigno dal portamento fiero
avanzava lentamente come un re,
un bellissimo re ……
Lo vidi scivolare lungo il fiume
si voltò a guardarmi una volta sola
e poi se ne tornò a bearsi della
natura che mostrava silenziosa
riverenza al suo avanzare sull’acqua cheta
cheta…
 

Sorpresa
Sentimento di stupore
avverte il mio animo
nell’esplorare il creato..
Solo respirando l’aria fresca
colgo l’immenso…
Sono viva in questo
fazzoletto di terra che
i miei occhi vedono
bello e sereno…
E’ il mio essere che vuole
trovare l’essenza del
divino in ciò che vede….

Il passato è passato
Guardando sempre indietro…
si perde l’alba del nuovo giorno.

Leggimi
Anima sensibile la tua…
più sensibile della mia se
leggi volentieri i miei versi
e li stampi per rileggerli all’infinito
quasi volessi possedermi….o capire
qualcosa di me che esce dalle poche
righe di questi fogli bianchi che aspettano
quasi con impazienza di essere riempiti
per esistere, per essere vivi..
Come fossero delle anime che prendono corpo
con le emozioni che gli diamo attraverso
le poesie che scriviamo..
E’ così forse.. perché mentre scrivo
mi sembra di esser davanti alla
tastiera di un pianoforte e dondolando
compongo sentendo la musica dentro
al cuore e la lascio evadere con le parole…
Tu la senti la mia musica?
Se è così parti assieme a me
nel mondo fantastico della scrittura….
un mondo magico dove la porta non
è mai chiusa…

Cestino di montagna
Ho lasciato la mia voce nella valle
in quella bella estate…
Rimbalza ancora il mio eco da una
parete all’altra come il gioco
di una biglia in un flipper degli
anni cinquanta dimenticato
nel ripostiglio polveroso di un vecchio
bar di periferia.
Ricordo ancora i miei passi silenziosi
sul piccolo sentiero…
segnato da solchi
lasciati da uomini carichi di pensierio.
Un sentiero che ti portava in una
valle ridente…
macchiata qua e là dal sole che giocava a nascondino.
Nascosto da nubi dispettose…
ora piume bianche, ora fette di torta
con panna montata perlate da gocce salate
perché raccolte dall’acqua del mare…
Non so raccontare tutta la bellezza
che i miei occhi videro….
…ma posso lasciare traccia
di pezzetti di memoria
come fossero funghi e fiori nel
cestino di una bici rossa
parcheggiata un istante al bordo di una strada
per bere l’acqua fresca di montagna…

Sola
S…o… l… a …
scandisco le sillabe per evidenziar
la parola…
Una parola che è tutto un programma..
il mio personalissimo programma..
Mi posso riveder all’infinito….
senza stancarmi, senza annoiarmi
tanto lo decido io, io sola…
E’ così bello ogni tanto isolarsi
dalla massa che ti spacca la mente
col ciarlare per niente…
col camminare distratto…
con la puzza sotto il naso…
Eccomi… sola con un buon libro..
col buon pensiero e con
un bel tramonto.. cosa volere
di più…mi beo di questa solitudine
che durerà poco….perchè interrotta sarà
da un “ma mamma…. dove sei?”………..
e allora il circo ricomincerà… ed io
penserò al mio prossimo io, ..io sola…

Sognare da svegli
Chiudere gli occhi per
sognare…
evita di non cadere giù per le scale…

Ode al Pianoforte
Scivolano le dita….
ritmate da musica dolce e suadente.
Percorrono la fila che sembra non terminare…
e poi eccole a riprendere la sequenza con forza
e vigore…. e poi piano quasi a colmare un dolore.
Fasci trasparenti partono ad avvolgere
chi segue rapito questo quadro non dipinto…
inebriano i sensi……
trascinano e ti portano via in antri mai visti…..
Scene colorate si susseguono…
regalando emozioni a non finire….
E’ musica che si espande….
rubando alla realtà lo spazio …
creando un nuovo universo dove tutto
sembra più armonioso e diverso…..

Immagine viva di ricordo
Ecco là quel vaso di fiori freschi
che muto fa da sentinella festosa
ad una casa che sa di casa…
Farfalla imbalsamata incornicia
un quadro tela che mostra
il tramonto blu mentre
diventa nero….
La scala maestosa calpestata
da una tela rossa ruvida e nodosa
mentre una scacchiera a lato
tristemente mostra un re
rovesciato…
Seguo la scia del profumo della
torta di mele… che mi inebria la
mente e mi accarezza il cuore…
So che dietro quella porta c’è
la cara nonna….
Corro di corsa…
il tempo purtroppo è veloce...
Ecco il cuore è in tumulto…lo sento
vivo .. carico di amore…..
Ecco ora giro l’angolo…
ma tutto tace… e la luce grigia
invade ogni cosa..
Il ricordo mi logora..
Chiudo gli occhi e sbatto la porta….
Tornerò ancora una volta a cercarla…
e finalmente mi dirà…. cara Laura…

Lago incantato
Sul lago leggermente increspato
poso la mia mano….
Scivolano come perle di fiume
tra le dita le verdi alghe che
come capelli di dama ondeggiano
e striano la scia lasciata
dalla piccola barca che
mi dondola pian piano come culla di neonato..
Petali rosa come
leggeri origami di carta di riso
s’aprono alla luce nera della notte…
Le nuvole come brandelli di
stoffa si muovono veloci al
chiaror di una luna che con i suoi
tenui raggi baciar vuole
la pallida natura risvegliata dai grilli
che col loro canto ritmato
fan capolino dalle foglie a cuore
che sembran lasciate galleggiare
dalle mani intrecciate… delle giovani coppie innamorate..

Bolle…magiche bolle.
Bolle di vernice sul muretto
col palmo sento..
Mi ricordano bolle di sapone colorate…
quelle che da bambina soffiavo con la mano
nell’afosa estate..
Rimanevo lì a guardarle con occhi sgranati…..
parevano leggeri pensieri animati..
Lievemente le posavo sul mio piccolo naso
e puff….mille gocce prendevano il volo…
e ricadevano a caso…
come per incanto.
Ero diventata una fata…
Gioisco nel ricordare
il mio piccolo mondo lasciato
ma mai e poi mai dimenticato..
Apro la finestra del ricordo ogni tanto
e così respiro
la mia spensierata fanciullezza..
per sognare ancora un poco….

Sogno rosa
Potessi indossare almeno una volta
nella vita il mio sogno…
E’ un sogno colorato di rosa, di raso lucido al tatto,
mi farebbe volare in alto e poi giù a disegnare sul legno
con piccoli solchi arabeschi disegni..
Una nuvola a strati mi avvolgerebbe tutta e
raccolta come un fiore mi chinerei a raccogliere una rosa…
donata da mano grata per una danza che ha sussurrato gioia nell’anima….

Descrivere alle volte è difficile.
Potessi descrivere la carezza della brezza
sulla pelle bagnata da goccioline di rugiada
cadute da una foglia di un platano
vecchio e stanco di agitare le fronde
al passaggio del cavaliere autunno
armato di colori all’apparenza gioiosi ma carichi di luce malinconica…
Potessi descrivere lo sguardo di un bimbo
seduto in braccio al nonno che regala sorrisi a non finire
e pronto a rotolarsi per terra per far divertire..
Potessi descrivere la magia che regala l’arcobaleno
dipinto nel cielo dopo un temporale
che dona a chi si accorge di lui la sensazione di una giornata speciale…
che andrà a colmare i vuoti lasciati da sensazioni che sconfinano nel nulla.
Potessi descrivere il sogno che ho fatto nella notte
impalpabile esperienza di un vagabondare nel non significato all’apparire
ma denso di energia per poi un giorno capire
se la mente lo farà riapparire…
Potessi descrivere me stessa
ma lascio agli altri il piacere di scoprire chi io sia….

Pensiero delicato
Delicata piuma bianca
che dolcemente ti posi sul suo viso
illuminato da un tenero sorriso.
Accarezzalo pian piano…
come se fosse la mia mano..
Scivola poi sulla sua bocca, bella e rossa,
e bacialo con un solletico simpatico..
Scendi sul suo petto…
e se pur con dispetto
raggiungi il suo cuore
per fargli ricordare il mio amore…
che lo vorrebbe con sé a tutte le ore.

Polvere
Polvere,…cara amica polvere,
nemica per tutti, ma per me amica…
Col caldo tu prendi svariate forme sospinta dal vento tuo amico
e percorri vie silenziose a cercar occhi che al tuo passaggio abbassan lo sguardo
quasi a riverenza per la tua dispettosa presenza…
Il tuo profumo sul selciato bagnato dopo un temporale sa di dolce ricordo
memoria di evento lontano e poi lacerato da un vissuto quotidiano…
Polvere che ti posi sui mobili di casa mia a farmi compagnia
segno del tempo che passa…
Nel silenzio interrotto a volte da balzi di mosca dispettosa..
una luce fioca ti illumina appena
e par segnar con cautela la tua delicata bianca patina..
Polvere sacra tu sei ..quella toccata da Gesù con i suoi sandali
….t’ho conservata in un vaso di vetro e onorata..
Ecco tu per me sei ora questo e ora quello…
..m’importa la tua presenza sai?
Non ti curar degli altri e avanza con fierezza….
un giorno capiranno la tua invadente presenza.

Attesa
Nell’aria pulviscolo come soffi di cotone
rimbalza da foglia a foglia……..
regalando un’atmosfera magica quasi fatata….
Rumori di natura che si fondono in una musica soave….
che allieta l’orecchio dell’anima che sa ascoltare..
Tutto è pace in questo mare armonico naturale…
Mi tocca la mano il vento amico
a consolare il mio cuore trafitto
che senza sosta prova un’angoscia priva di forma e colore.
Ma ad un tratto sobbalzo nel vedere da lontano… il sospirato amore…
E’ giunto qui per me….
Eccolo che con sorriso smagliante mi schiarisce i pensieri più neri…e
li trasforma in veloci cavalieri…
che con bianche e delicate farfalle prendono il volo
regalandomi un dolcissimo frastuono..
è sera ma pare alba di dolce primavera…

Luna
Nuvole si rincorrono nel cielo stellato
dove a far da padrona v’è una luna bianca lattea,
bucata qua e là, ma piena.
Piena di mille speranze, di mille canzoni, di mille emozioni
di uomini che col naso all’insù la cercano, la supplicano, la vogliono….
Piena di voci lontane abbandonate..
rimane a guardare il caro vecchio mondo
e con fare sornione
ci mostra il suo lato migliore…
Come una regina si atteggia con sguardo sfuggente...
ma se pur implorata e osannata non vuole mai niente …
Qui sotto di lei raccoglier vorrei
nel silenzio di questo istante i miei pensieri
che come cavalieri al galoppo fuggono via in luoghi stranieri..
Difficile è guardar se stessi
mentre la luna di lassù bella com’è…
rapisce lo sguardo… lo sospende nel cielo infinito e lo manda lontano
sussurandoci pian piano …
-…e ora caro piccolo uomo torna a dormire… -
ma a me starla a guardare per ore piace da morire .

Anima libera
La mia anima è libera…
nell’azzurro cielo del mio cuore.
Nessuno mai…
potrà legarla a sé.
Respira un’aria di luce interiore…
che la rende sazia d’amore.

Momento bagnato di grano
Bimbi si rincorrono felici nel prato di fili d’erba che mossi da un venticello lieve sembrano intrecciarsi per dolcemente abbracciarli …
Un prato che come un mare sembra cullare il loro rumoreggiare.
Giocano in una campagna che ride al loro passaggio…in quel bel mese di maggio
che regala una luce e un calore di gialla armonia alla natura che risvegliata sotto un bel sole
mostra al mondo tutto il suo splendore..
Nel ruscelletto d’acqua fresca e azzurrina lasciano andare barchette di carta con le loro gioiose grida
e le lasciano andare al loro destino fino alla fine di quel meraviglioso “giardino”..
Le seguono col ditino…” …è mia, quella più veloce!…”. dicono in coro..
E sudati e bagnati ….arrivano in fondo ….respirando profondo un’aria che sa di buono
e che un giorno saprà di dolce ricordo come la mano di una nonna cara che sa di mele appena prese nel frutteto di un bel paese…
Si buttano tra il grano macchiato di rosso “..hai! come punge!…” dicono in coro…
Ma le loro risa si fan sempre più forti… e guardando in alto il cielo macchiato di bianco..
dipingono i loro sogni ….immaginando un mondo migliore …pieno del loro amore..
Un rumore li fa sobbalzare all’istante …un vecchio col cappello calato li manda via bruscamente…
Ma loro dicono in coro.. “caro….spaventapasseri”… “non ti daremo niente …di tutto quello che abbiamo… “
“Le nostre mani sono vuote… ma il nostro cuore è pieno di giovane ardore…
Ricorderemo per sempre che amici eravamo …..giocando e cantando in un campo di grano….”.

Intermezzo
Calda estate.. che con le tue cicale mi fai addormentare …..
in un candido letto come vela di mare.
Il lino fresco mi accarezza la pelle…
nell’ombra illuminata da tenue luce lunare.
Sogno di poter fare mille cose…. al mio prossimo levare ...
Un pensiero mi prende per mano e la mente soavemente inizia a sognare..
Sono parte di un mondo fatato dove le storie che sembrano vere..
son velate da dolci e amare chimere.
Ma ecco che un trillo si sente lontano…
è giunta l’ora che non volevamo…
il sogno si spegne e…
l’occhio si apre a vedere la luce che forte rischiara il giorno che nasce e…
di nuovo la vita riparte.

Amore
Amore dove sei?
Tu rispondi che…..
Sei nei pensieri più profondi di me….
Sei nelle carezze tra i capelli….
Sei nel battito d’ali di uccelli che leggeri si librano nel cielo autunnale
baciato da tiepidi raggi argentati....
Sei nell’acqua di un torrente di montagna che bagna erbe profumate di ricordo
mosse da un vento che scende da bianche cime innevate ormai da tempo dimenticate…
Sei nel sorriso di un bimbo innocente alla ricerca di un sapere antico ma sempre nuovo…
Sei nell’aria fresca dell’estate bagnata dalla pioggia di un veloce temporale….
Sei nelle parole ti amo sussurrate all’orecchio dell’amato prigioniero del cuore dell’altro.
Sei ovunque… basta chiamarti e ….tu verrai finalmente a svegliarmi

Giovane poeta inesperta
Parole grosse le vostre … ben messe fra le righe a far le rime..
Le mie ..come timide ballerine in una fila malandata…
si cimentano in una danza Pascoliana.
Danzano insicure in cerca di lodi future.
Inciampano, cadono..
Vedremo nel futuro, diranno alcuni o penseranno altri.
Ma sii…poco importa cadere tra le spine se si sogna il lieto fine.
Spero un dì che grazie a voi e per voi,
cominceranno sicure a danzare sulle punte,
tenendosi per mano,
volteggiando elegantemente,
in una danza sorprendente,
perché quello che vogliono di più fare e volare tra le stelle…

Natura
Oh natura…. che ti ascolto dal canto degli uccelli…...
Dal vibrare all'unisono delle foglie.... al passaggio del vento
impetuoso e dispettoso…..
Dal profumo dei fiori novelli ….che si affacciano lieti…. in un allegro girotondo…..
al nuovo giorno che inizia giocoso col levare del sole…. nel cielo azzurro perlato d’amore…..
Dal rumore cristallino del ruscello che strusciando tra i sassi… muove a suadente e argentea melodia…
Oh .. ma ecco che odo nell’anima mia una strana malinconia….
Oh..natura... con la tua armonica bellezza porta via ....questa mia tristezza…portala lontano..
dove perdersi potrà.... tra le bianche e spumose onde del mar.

Ritaglio d'estate
In alto tra le nuvole...... si librano leggere note nere.....
giocano tra loro.... rimbalzando da casa a casa .......
in cerca di un riparo....
Da lontano nere nubi avanzano....
e col loro rumore le fan volare sempre più in basso...
Ecco i bimbi felici che con le loro gioiose grida....
le chiamano........sempre più in basso....
Le braccine alzate e le ali spiegate....si fondono insieme
magicamente.....in un bellissimo girotondo.... che abbraccia
tutto il mondo.
Ecco un quadro spensierato...dipinto da un artista d'animo
in un momento ormai passato.

Sogno
Sulle ali del vento guardo il mondo con occhio diverso
non posso fermarmi vedo tutto e tutto vede me....
un sollievo mi prende per mano
sgrano l'anima alla ricerca di un me disperso nel fato
e scaldata dal raggio di amore ritrovo la strada maestra...
mi insegna a perdermi nell'oblio di me stessa per ritrovare
chi dentro di me vuole sperare nel non dimenticare di sognare...

Sasso
Nel sentiero della vita qualsiasi sassolino non è lì per caso
pronto ad alzare la scarpa al passaggio
a farti volare in alto
a fermarti
a guardarti
ecco un sasso .....
mi inciampo.... un lieve sussurro generale.. un tumulto... un eccesso di paura avvolge senza sosta...
ecco un sasso...
ma dopo il cammino si fa leggero e sicuro...ma
ecco un sasso ...
ora non inciampo... non mi fermo...non mi alzo..
questo è un masso...... e mi ha finalmente fermato.



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