Poesie di Roberto Bottiroli
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Sono nato a Corvino San Quirico, paese situato sulle colline dell'Oltrepò Pavese il 4 dicembre del 1949, dove volentieri ritorno nel periodo estivo. Risiedo a Pavia da 25 anni; abito in via Cavagna Sangiuliani, 5. Sono coniugato (mia moglie insegna lettere presso le Medie inferiori e non scrive poesie!) Ho 2 figlie; la prima laureanda in Economia Aziendale ( possiede una spiccata predisposizione per la poesia in metrica) e la seconda iscritta al 2° anno di Farmacia (più pragmatica, lungi da lei la metrica). |
Piccole rime
Sussurri al vento Sognando E se rammento...... Agnese Kate Roberta Il sole va calando dietro al monte E mentre il sogno assale immantinente copre la luna di candido velo
La Musa Tardona
Il Vaso di Pandora
Nembi
Effluvio
Una notte nel ricordo
A Leuconoe
Sonetto ad Anna P.
Carolina
Desirée, speranza vana
Chissà come mai
Solitudine
Filastrocca
Romeo er mejo der Colosseo
Ma che bello ma che bello
Passione
L'incenso
San Lorenzo
Per Carmen
Sogni ad occhi aperti
L'Ottonario, che calvario
Caterina F.
Maria Grazia (il mistero)
Silenzio
Lapalissiano
La luna
Aurora Juve, Juve,Juve Il salice Creola, fior di primavera Il ludopatico Giulia L. A Silvia S. Notte d'argento Sospiri in una notte stellata Rosaria Cammino mentre mi accompagna Silvia R. (il ritorno) Il buzzurro colpisce ancora Uno strano poeta ( con la minuscola) Un bel quinario doppio (al suon di ragli) Elettra ( il
sogno ) Silvia R. C'è purtroppo chi si crede del Manzoni grande erede pur del Pascoli e del Monti e ci tratta come tonti. Crede d'essere Carducci ci propina gli ucci,ucci come fossimo prosciutti ricoperti dagli strutti. Quasi fosse Leopardi d'ogni parte scaglia dardi e di errori sacrosanti pur mi spiace ne fa tanti. Metastasio poveretto vuole solo buon rispetto e persino il grande Dante pur gli dice: sacripante! Scorgo il Foscolo piangente per il tono irriverente e Boccaccio ed il Petrarca son saliti già sull'arca. Van cercando nuovi lidi traversando luoghi infidi van lontano nel Perù per no rivederlo più. Notte e giorno legge troppo cade spesso nell'intoppo il mio spirito non regge non comprende ciò che legge. Ma vuol spesso aver ragione sempre in singolar tenzone crede d'essere il divino ma pur resta un trottolino.
Teneramente un sogno
Un soffio di serenità
Il tormento
La preghiera di un disperato
Che bella la politica
Il calore della bontà
Ignobili versi sul momento
Gertrude
Nuvole
Filastrocca mitologica Lascia perdere Gli Dei Romani
Parafrasando Ipermestra Parafrasando Semiramide Al Vittoriale
Parafrasando Da Ponte
Parafrasando Metastasio Nebbia fitta a Pavia In cauda venenum (parte
terza) In cauda venenum
(parte seconda)
In cauda venenum Ad abundantiam Amore eterno "Simo" Un bardotto nuovo di zecca
La Rima
Giulia
Eleonora
Scorre pallido il fiume
Edè sempre amore Richiesta di un amico
Popoli senza pace
Ricordo solitario
L'indomito linguista Hola! que tal? miao,miao ciao, ciao. Dasvidania il mugico della steppa. Bon jour a Parigi sulla Senna. Good morning sono a Londra sul Tamigi. Guten morgen le patate pur novelle. Com'è bello sciorinare tanti idiomi di sti tempi senza troppo provocare escon spesso degli scempi. Dedica a Clara Sussurra il vento dolcemente al piano ed io ti cerco mia fanciulla invano il nuovo sole s'alza in cielo e brilla già s'empie il prato di rugiada a stilla. Sei come un fiore che alla primavera penetra il cuore che fremente spera come usignolo di vederti allora mentre nell'alma la passion riaffiora. Si perde un canto tra l'antiche fronde un suono dolce che il mio sen rapisce volan gabbiani cavalcando l'onde sei la violetta che all'april fiorisce vola Cupido alle ridenti sponde scaglia la freccia che il mio cuor colpisce. Cristina e Valentina (chi sarà?) Sei pur tu la mia dolce chimera è il mio cuore in sussulto che spera nella notte si scorge una stella e fra tutte sei tu la più bella. Soffia il vento e ti sfiora i capelli mentre guardo gli occhioni tuoi belli come Venere scesa alla fonte d'acqua pura che sgorga dal monte. L'usignolo sul ramo cinguetta ed il cuore fremente t'aspetta or cammino silente sul prato e mi prende d'amore l'afflato. Su dirupi scoscesi alla valle ricoperta di fragili calle io ti vedo nel vespero d'oro ed all'animo doni ristoro. Mentre il sole novello risplende uno strano vigore mi prende nel vederti divina bellezza torna allora la mia giovinezza. Alla piana si perde il bel rile mentre sbocciano i fior nell'aprile o mia dolce sublime illusione spargi i fiori d'eterna illusione.
Dedica a Paola Sei come un fiore alle perdute sponde d'un fiume azzurro che si perde al piano ed io ti penso mia fanciulla invano mentre s'adagia il vento tra le fronde. Si perde al cielo un canto spensierato d'antica Diva che il mio cuor trascina mentre silente e dolce s'avvicina e ti prende d'amor il grande afflato. Fra le stelle si perde il mio pensiero ella m'appare come nube bianca continuo peregrino sul sentiero girovagando con la faccia stanca ancor sospiro con lo sguardo fiero pur ve lo giuro questo fior mi manca Dedicato a Chiara Sei come un fiore che al suadente aprile ti volgi al cielo nel tepor del sole al rifiorir di delicate viole mentre sussurra al vento il dolce rile. Un attimo, un sospiro, un solo istante all'ondeggiar delle novelle fronde ed un calor soffuso al cuore infonde si tinge il ciel di rosso al sol calante. E mentre il fiume ancor scorre silente sei la sirena che pur sempre ammiro sei pura come l'acqua di sorgente e l'arco di Cupido allora attiro io t'assicuro che il mio cuor non mente mentre ti penso: un battito, un sospiro.
Sonetto per Tiziana
La vispa Rosetta
Infiniti sospiri
Sensazioni
Alla dolce Camilla
Canzon d'amore
A Susanna
Sguardi e pensieri
Poveri Professori
Il sogno
Poveri Ragionieri
La verde valle
L'aia
La mia terra
Domitilla (a Stefania)
La Fornarina ( a
Eliana per il suo compleanno )
La nuova primavera (omaggio a Metastasio) Il lido Il cormorano vola fra nubi dardeggianti fra nubi color cenere par guidi i naviganti li guida verso terre d'assai lontani lidi mentre talor si piegano le vele ai venti infidi.
Sul ponte un uomo scruta per riveder la terra muove le chiome Zefiro, le forze allor rinserra su prodi all'opra, all'opra va tosto richiamando con voce perentoria la ciurma al suo comando.
E dopo giorni e giorni guardando l'orizzonte si van scorgendo l'alberi già tutti son sul ponte; inesplorato lido gl'indigeni alla pesca mentre le donne attendono spira la brezza fresca.
In alto brilla il sole, già l'ancora gettata nel mare calmo e placido su landa ormai svelata. Lo stuolo di fanciulle con le ghirlande in mano accolgono festevoli chi giunge di lontano.
Sull'isola incantata passaron mesi ed anni un grande amore nacque con gioie e senza affanni fra variopinti uccelli, fra sempiterni fiori fra rivi e fiumiciattoli s'unirono due cuori.
Sovente allor pensando nella sua casa andava quando talor fra i refoli la mente sua vagava e un giorno si risolse: patria ritornerò alfine levò l'ancora che in riva un dì gettò.
E il pianto di fanciulla bagnò la bianca rena ed una voce flebile nel cuor lasciò gran pena; disse al calar del sole: per sempre t'amerò addio mia dolce silfide giammai ti scorderò.
Una finestra aperta sul cortile un volo di farfalle variopinte un gatto accovacciato sul fienile due vecchie camiciole tutte stinte.
Son flebili ricordi del passato ed il pensiero penetra la mente s'ode lontano un canto spensierato che l'animo pervade dolcemente.
Il sole spicca in alto là nel cielo una giornata splendida, radiosa un fiore rosso dal superbo stelo
una bambina col nastrino rosa e s'intravvede sotto il bianco velo felice il volto di novella sposa.
Il Condominio
L'alligatore
Il raglio dell'asino (Genus irritabile vatum)
(cadenza ritmica 4-6-10)
Il bardotto rigenerato
Decasillabo ascendente per pochi intimi
Bisillabi imperfetti
Il giudizio
Il sorcio
Al pianoforte
Michelina e Valentina (poesia burlesca per due
fanciulle)
Un battito d'ali
Lo strutto
Il rogo
Il somarello (beato)
Ambrosia
Cupido
Il Muro
Vento
Case chiuse
Il novello bardotto
Ah le donne!
Notte di plenilunio
1949 ai Coscritti di Corvino S. Quirico (PV)
Il fiocco di neve
Ah.. la politica!
Sconsolata visione
Sdrucciole
Passa il tempo
Poesia
Rimembranze
Corallina
Armonia
Palpiti (dedicata a
Silvia)
Tornado (ricordo d'un
bambino)
Filastrocca
(pubblicitaria)
Filastrocca
Come le foglie
Pensieri che sfumano
Absit iniuria....
(ovvero....)
Margaritas ante porcos
(ovvero Il somaro parte quarta)
Frammenti
Poesia
Il Natale
Foglie
La Primavera
Gran Poeta
Antichi ricordi
Castigat ridendo mores
Poeta
Profumo di campagna
Sera Sol calante
Ricordo del mare
Maddalena
Maggio |
Il somaro Un giorno che solingo andavo in giro un gran somaro mi trovai di fronte era bello, ridente e tutto in tiro avea l'aspetto nobile d'un conte. M'accosto e pur m'inchino al suo cospetto con lui proseguo intanto il mio cammino sempre vicino e ognor con gran rispetto gli chiedo: cosa fai mio bel carino. Scrivo poesie e critico pur anco menando gran fendenti a destra e a manca, di criticar non sono proprio stanco disse il somaro dalla faccia stanca, io gli risposi in modo molto franco: resti somaro e non puoi farla franca.
Il raglio (ovvero Il somaro parte seconda) |
Donna bruna Vago anelante al tremulo chiarore della luna, guardo e sospiro al pallido viso di donna bruna, notte silente e immobile dona il sublime amor. Fanciulla, tu che languida ti perdi ai caldi abbracci di quel calor che insolito ti prende fra i suoi lacci quando nel ciel lo spirito s'empie d'antico ardor. Se nella notte canta il rusignolo al vento volando allor rammento l'antico grande amor. Il caldo tuo respiro si perde tra le fronde e il cuore mio risponde: sei tu l'amato fior.
Carovaniere
Immagini d'amore
Mondo
Speranza
Dicembre
Futuro
Aprile
Penso e ripenso
Il fiore
Luci
Inquietudine |
A Bice (l'addio)
Sei tu la mia ossessione
più non sospiro Bice
son proprio un infelice
non voglio più soffrir.
S'è spenta la passione
sparisci dal mio sogno
di te non ho bisogno
son stanco di subir.
Pur l'incubo m'assale
di rivederti ancora
di notte come allora
quando rapisti il cuor.
E se il patir non vale
io ti saluto o Bice
tu stolta ingannatrice
da me non cogli amor.
E forse t'ho sognato
per ritrovare ancora
l'amore come allora
di quei perduti dì.
Amor che sì agognato
ricordo dei verd'anni
fra spasimi ed affanni
d'un fiore che svanì.
Allor sui prati in fiore
spuntavano le calle
e un volo di farfalle
saliva al cielo ancor.
Quel giorno, con ardore
tenendoci per mano
ci giuravamo invano
un grande, eterno amor.
Distesa sul bel prato
delle colline verdi
ancora tu disperdi
i fiori come allor.
Ricordo del passato
o Bice più non t'amo
amor che più non bramo
non ritornare ancor.
E se sconvolto i sensi
tu m'hai, bella figura
m'hai reso ancor più dura
la cruda realtà.
O forse ancor tu pensi
d'avermi alfin legato
da quando ho rimirato
la strana tua beltà.
E il cuor che s'assopisce
vagando più non freme,
rimane sol la speme
d'un volto al ritornar.
Il sogno alfin svanisce
d'amore un dì profondo
e il sole a tutto tondo
radioso in cielo appar.
Violetta
Sparse le trine morbide
nel letto in cui si giace
Violetta, il volto attonito
per l'avvenir fallace
rivolge il guardo agli ultimi
raggi d'un freddo sol.
Penetra il cuore un gelido
soffio di vita estrema
quando la gota pallida
langue, sussulta e trema
ed il camino un tiepido
effonde suo calor.
Alfredo, Alfredo saziami
di mille e mille baci
e ancor del fato ascondimi
d'artigli suoi rapaci,
dal viso il pianto tergimi
o mio perduto amor.
Quest'ultimo mio palpito
rimanga nel pensiero,
buon Dio del cielo ascendimi
sul bianco tuo sentiero,
ti prego ancora ascoltami:
non ti scordar di me.
E tu padre rammentati
d'un appassito fiore
che pur fra l'ansie e i triboli
abbandonò l'amore
pensando a quella vergine,
salvandole l'onor.
Luna suadente e nobile
illumina la stanza
ove ancor s'ode il gemito
di chi con gran costanza
amò suo Alfredo indomito
e alfine se ne va.
Addio città che il tenero
amor vedi svanire,
addio città che l'umile
donna vedi sfiorire
fra le camelie splendide
ch'eran gli amati fior.
Ancor le usate immagini
d'un tempo ormai passato
pian piano allor svaniscono
come d'amor l'afflato,
le dolci vie recondite
che ascendono lassù,
fra le radenti nuvole
che coprono la luna,
al ciel che ancor s'imporpora
mentre la sera imbruna,
si perde alfine il flebile
ultimo suo respir.
Fra sogno e realtà
Rime strane, un po' ribelli
fra cespugli e minareti
uso versi un po' desueti
già con fronzoli ed orpelli.
Pur mi piace sillabare
ed in metrica comporre
quando il verso dolce scorre
posso alfin dunque rimare.
Se nel verso trovo il canto
di Calliope ch'apre il cuore,
di chi scrive con ardore....
solo allor trovo l'incanto
d'un bel sogno che rinasce
come i petali d'un fiore
che dipinge un gran pittore
ed il cuore alfin si pasce.
Ritorno
Quando dal cielo un fulmine
trafigge il cuore affranto
un nuovo amor d'incanto
possente nasce allor.
Un suono dolce e flebile
si perde là sul colle
e dall'umide zolle
si scorge un bianco fior.
E l'acque che purissime
discendono dal monte
ti bagnano la fronte
rivolta al sole in ciel.
Il viso suo bellissimo
di grazia ancor riluce
e al grande amor t'induce
mirando il suo candor.
Allor ti sfiora un palpito
si perde con il vento,
il cuor che non è spento
ancor s'empia d'ardor.
Non ti mostrare impavido
o giovine sognante
e il guardo sia costante
rivolto al grande amor.
Cormorani
Quando tra cielo e mare
volavan cormorani
s'udivan dall'Olimpo
venir canti lontani.
Bella d'eburneo viso
scendea dall'Ida al piano
splendidamente Venere
a ricercar l'umano.
Nascea da quell'amore
un giovin di valor
e fu grande e possente
di Roma stirpe allor.
E mentre tutto fugge
svaniscono i pensieri
guardando l'orizzonte
sognar bianchi velieri.
Sguardi
Rivolto il guardo al rapido
fuggir del rio che scorre
nei pressi d'una torre
un vecchio ancor ristà.
Ripensa ai dì che furono
agli anni suoi felici
all'arse tamerici
ai verdi prati in fior.
Rinasce il giorno al tiepido
salir del sol novello
e il volto suo rubello
appare nel candor.
Talor le mani eburnee
ti sfioran dolcemente
ancor corre la mente
con spensierato ardor.
Sublime amor che al palpito
d'un cuor che vola e freme
rimane sol la speme
di rivederti ancor.
Ricordo vago e flebile
si perde all'orizzonte
e il sole dietro il monte
pian piano cala e va.
E allor nel cielo limpido
svanisce il bel sembiante
il cuore va anelante
al suo perduto amor.
Amor perduto
Odi su l'acque il gemito
d'un cuore che sospira
quando la brezza spira
e il guardo s'alza al ciel.
Solo un sussurro, un palpito
nell'animo dolente,
ancor scorre silente
il fiume e se ne va.
Talor ti sfiora un fremito
che perdesi col vento
e dolce ancor rammento
il viso suo e il candor.
Innanzi allor mi passano
le gote sue rubelle
la tenera sua pelle
il volto al par d'un fior.
E al bel ricordo spazia
l'anima all'orizzonte
la strada e il vecchio ponte
ove nasceva amor.
E mentre il sole tiepido
ancor cala a ponente
al cuor torna possente
il rinnovato ardor.
Il bel sembiante fulgido
svanisce piano piano
si perde e va lontano
varcando monti e mar:
Addio mia dolce silfide
un dì ci rivedremo
e allor ritroveremo
l'amor che non ha età.
Amo
Amo il giorno
che pian piano se ne va
mentre il sole modella
sagome rossastre all'orizzonte.
Amo la sera
che lenta s'avvicina
allo spirare d'una brezza leggera
che muove le fronde d'alberi immensi.
Amo la notte
che apre un varco
alla luna d'argento
ed alle stelle immobili nel cielo.
Amo il nuovo giorno
che baldanzoso s'appressa
mentre il sole caldo e suadente
illumina la vecchia terra.
Amo questo mondo perduto
che perenne rinasce
dalle ceneri che il vento
disperde coi sospiri della gente.
Amo!
Canto d'amore
(dedicato a Terenzia)
Dolcemente cullata dall'onde
una ninfa vagava su l'acque
io la vidi ed alfine mi piacque
veleggiando sul tiepido mar.
Della diva il sorriso sul viso
m'abbagliava ed il cuore fremeva
mentre il sole suoi raggi stendeva
ed un dardo scagliavami Amor.
Quando i flutti frangevansi a riva
sulle antiche e tortuose scogliere
tramutandomi in gran cavaliere
m'appressavo iniziando a sognar.
Mi guardava celata la ninfa
ma il richiamo del mar le giungeva
mentre ancora il mio cuore fremeva
se ne andava con grande dolor.
Percorrendo quei lidi lontani
il ricordo mi torna alla mente
e talora con l'alma dolente
il pensiero mi fa sospirar.
Vo' pensando all'amore perduto
ed un canto si perde nel vento
passan gli anni ed ancora rammento
la bellezza d'un candido fior.
Anelito
Quando nel ciel s'imporpora
il sole ad occidente
da lungi allor si sente
un corno a risuonar.
Un corso d'acque rapido
si perde fra le valli
nitriscono i cavalli
del bosco al limitar.
Scorgi dolenti e miseri
di gleba ancora i servi
per i tratturi impervi
dolenti a camminar.
Scende la sera al tremulo
chiaror d'un ciel stellato
va il popolo accorato
le stelle a rimirar.
S'ode talor su l'aride
sponde del gran Ticino
il pianto cittadino
su l'acque ad ascoltar.
Assiso il re sul gelido
trono che un dì usurpò,
tremendo seguitò
le genti a torturar.
Nel suo castello il perfido
re se ne sta gaudente
continua il sofferente
popolo ad affamar.
S'avanza, cuore impavido
il cavalier guerriero
veloce sul sentiero
com'aquila a volar.
Il cavalier indomito
la man ha forte e franca
s'odon a destra e a manca
le trombe ad echeggiar.
Fuggono in preda al panico
del re le truppe vinte
dai vincitor son spinte
sino al lontano mar.
Vaga silente e attonito
torvo il re scellerato
nel regno liberato
si torna a festeggiar.
Salendo l'erta il vindice
guerriero là sul monte
varcato ha già quel ponte
ritorna al casolar.
Novello il sol si staglia
lontano all'orizzonte
le pecore sul monte
or stanno a pascolar.
Di pace il cor s'inebria
alfin che l'ira tacque
ritornano su l'acque
le barche a veleggiar.
La valle splende limpida
di luce e di bellezza
spirando ancor la brezza
il volto va a sfiorar.
Attimi
Sospiri, sogni perduti
fra le fronde quando spira
la brezza che scioglie i pensieri
al rinverdir degli anni.
Un turbinio di sensi,
un cuore ruggente
nell'attimo che fugge
dalle celate speranze.
Sguardi dispersi dal vento
che soffia e scompiglia
mentre lenta s'avvicina la notte
ricoperta di stelle.
Brilla ancora o luna!
A illuminar la via d'un cuore
che non è spento e vola
sino all'ultimo orizzonte
Dedicato a Pavia
Vicoli angusti di Pavia perduta
antiche nebbie ed i sospir d'allora
passano gli anni e l'amor mio non muta
bella e ridente nell'april s'infiora.
Aneliti, sussurri, una preghiera,
solingo sul selciato d'una via
or vago spensierato e il cuore spera
sognando vedo ancor la vita mia.
Illumina coi raggi il vecchio ponte
sospeso il sol che il cielo ognor ristà,
mi bacia ancor la brezza sulla fronte
e il canto di fanciulla un dì s'udrà,
lontano il guardo spazia all'orizzonte
silente il fiume scorre e se ne va.
Risveglio
O solitudine d'una valle desolata
tetra all'apparir di cane randagio
vagolante fra secche cespugli radi
mentre il sole fosco dirada le nubi
che svolazzano selvagge nel cielo.
Scorre un ruscello murmure al vento
serpeggiando fra pioppi secolari
e tristemente s'insinua nella valle
mentre s'ode fra le tetre fronde
d'un usignolo la canzone antica.
E se cammini solingo in quelle terre
più non ti pervade ahimè il profumo
di fiori, appassiti da quel tempo
in cui un dio terribile e superbo
coprì la valle con sua coltre scura.
Una fanciulla curva sotto il peso
d'un fardello carico di tristezza
s'avanza alla ricerca d'un rifugio
nella notte cupa che più non brilla
di stelle gaie lassù nel firmamento.
Sospeso in aria fra terra e cielo
vola un falco con l'ali spiegate
e la luna coperta di luce esangue
più non guida il viandante solitario
alla ricerca d'un luogo incantato.
Pian piano s'appressa il nuovo giorno
forse fu sogno terribile e bugiardo
l'aurora ammanta ancor la verde valle
risplende l'universo e s'ode il canto
di bimbi gioiosi al sol di maggio.
Giovinezza perduta
O dolci ricordi d'un tempo passato
soffiava nel petto d'amore l'afflato,
fra i prati coperti di fiori vermigli
s'udian tra le fronde sussurri e bisbigli.
Su verdi colline lo spirto vagava
fra boschi e dirupi un falco volava,
scendea serpeggiando dall'arido monte
purissima l'acqua di limpida fonte.
Il sole brillava laggiù nella valle
su prati ricolmi di splendide calle,
su campi coperti di spighe dorate,
su vecchie cascine, su case isolate.
Fanciulle gioiose con cuore fremente
guardavan ragazzi dal piglio insolente,
con ampie volute volava leggera
un'aquila grigia sul far della sera.
E ancora i villani finito il lavoro
tornavan dai campi, cantavano in coro,
la luna sorgeva d'argento vestita
e il cuore s'empiva di gioia infinita.
Immagini care che sfuman pian piano
il cuore ritorna sul colle lontano
la bianca casetta felice rammento
il dolce ricordo svanisce col vento.
Corvino
Sul castello di Corvino
cala il sole nella sera
sta volando un cardellino
mentre sboccia primavera.
Soffia lieve ancor la brezza
vo il paese a rimirar
mentre torna giovinezza
e lo spirito a sognar.
Una chiesa là si scorge
solitaria alla collina
un ragazzo fiori porge
alla dolce ragazzina.
Prati in fiore nell'aprile
spuntan già le margherite
stan le donne al fontanile
pur le viole son fiorite.
Sera che la valle ammanti
stan tornando i contadini
s'ode di lontano il canto
d'uno stuolo di bambini.
Va spirando il vento fresco
luna in ciel fa capolino
stan seduti intorno al desco
padre, madre ed un bambino.
Gente allegra nella valle
della sera nel tepor
i cavalli nelle stalle
scalpitando fan fragor.
Or la luna sta calando
e la notte se ne va
rondinella sta volando
dì novello è giunto già.
Nasce il sole là sul colle
col suo carro se ne va
spuntan fiori e le corolle
nella valle s'apron già.
E di nuovo un gran fermento
vanno tutti a festeggiar
nella piazza e ancor rammento
le campane a risuonar.
Dolci valli un sol ricordo
il pensiero che s'en va
al paese che non scordo
pace in cor ognor ristà
I girasoli
se tu nella penombra
di un luglio infuocato
chiedi ai girasoli:
perché guardate il cielo?
Non ti risponderanno.
Sono intenti a bearsi
di quel giallo colore
che ora scintilla
nell'aria impregnata
di pressante calura.
T'assopisci distratto
sotto le fronde
d'un albero immenso
ancor rimirando
quei fiori superbi.
Nella notte serena,
mentre brilla la luna,
ripassi dal campo
che un giorno vedesti
sotto il sole cocente.
Odi flebili voci,
un sussurro sgomento,
qualcuno ti prega,
non conosci le voci
che invocano aiuto.
Intorno lo sguardo
si posa sui fiori
appassiti e tremanti
al chiarore stellato,
velato e suadente.
Ti avvicini e ricordi
le corolle sprezzanti
che un giorno superbe
guardavan gaudenti
il cielo infuocato.
Il tempo della vita
ormai è trascorso;
miei poveri steli
chiedete perdono,
questo solo
a profonda,
che tanto orgogliose
avete scacciato,
la natura sovrana
le reca con sé.
Giugno
Campi di grano nel sole di giugno
spighe dorate che s'alzano al cielo
rondini in volo radenti su l'acque
d'un fiume che va scorrendo silente.
Viso raggiante di dolce fanciulla
sparsa la chioma ora mossa dal vento
se ne va il giorno ed il sole calante
lancia i sui tiepidi dardi a ponente.
Sera che avanzi allo spiro di brezza
strilla di bimbi nel vecchio cortile
desco fumante di calde vivande
soffio di pace t'avvolge e ristà.
Ancor la luna vestita d'argento
erra solinga nel cielo stellato
giunge la notte e ricopre la valle
mentre le luci si spengon lontano.
Giorno novello nell'alba radiosa
e la mattina si desta d'incanto
s'ode una dolce canzone d'amore
che dona al cuore la felicità.
Colle antico
Là sul colle a primavera
passan stormi di fringuelli
mentre sul far della sera
guardo gli occhi tuoi sì belli.
Canta la canzone al vento
una bimba spensierata
e da lungi ancora sento
il fragor d'una risata.
S'intravede all'orizzonte
triste il sole ormai calante
allo scorger della fonte
l'acqua pura zampillante.
Or la luna a tutto tondo
par ch'illumini il sentiero
al viandante giramondo,
vola ognora il mio pensiero.
Rimirando il col fiorito
il mio cor attende e spera
il bel sogno ch'è svanito
al tornar di primavera.
Verdi fronde
Orsù nella magione
da cui partisti un dì
ritorni e una canzone
che un giorno ti rapì
ancor l'odi tra i rami
d'un bel ciliegio in fior.
Ricordi della mente
la luce e la bellezza
un cuor che ancora sente
tornar la giovinezza
là nella valle antica
sbocciava un grande amor.
E tra le verdi fronde
si perdono i tormenti
due vecchi sulle sponde
d'un fiume stan silenti
rammentano il passato
che più non tornerà.
E ancora il vento fresco
ti sfiora e sale al cielo
all'ombra d'un bel pesco
tra i fior di bianco stelo
ti volgi al sol calante
e il sogno svanirà.
Palpiti d'amore
Tenero amor che al palpito
d'un cuore che sospira
mentre la brezza spira
silente freme e sta.
Dolce l'abbraccio al rapido
fuggire ognor degli anni
fra spasimi ed affanni
fra i sogni a rammentar.
Dolente un canto perdesi
allo stormir di fronde,
del fiume sulle sponde
sta un vecchio casolar.
Suadente il sole tiepido
su l'acque ancor si specchia
lo sguardo d'una vecchia
si volge e s'alza al ciel.
Solo vagando al limite
dell'ultimo sentiero
lo spirto audace e fiero
un dì ritornerà.
Vola la mente al fremito
d'un rinnovato ardore
rinasce ancor l'amore
d'un cor che va a sognar.
Perché
Parti di un mondo in lotta
la noia, la vita, la gioia,
tristezza, tetra fuliggine,
farragine in contrapposto,
delicata somiglianza d'ignoto,
tetro squilibrio di somme aspirazioni,
sicurezza d'infinito, malcelato gaudio,
solitudine che dolcemente rifugge.
Cuori erranti
Amor che il cor repente infiamma
ed un sospiro al vento serotino
odi nella campagna tra le fronde
d'un alto pioppo verde e secolare.
Sfuma la brezza che il volto sfiora
gaio e raggiante di rara bellezza
ed il sole all'orizzonte calando
lancia gli ultimi dardi a ponente.
Dolce l'incanto dal ciel purpureo
all'apparir d'una vision fatata
corri cavallo nell'ampia distesa
libera sia la tua corsa selvaggia.
Luna che brilli fra immobili stelle
sorridi gioiosa ai giovani amanti
mentre zampilla l'acqua di fonte
s'ode squillante una voce lontana.
Notte silente che presto t'adagi
quasi a coprire l'immenso creato
Veglia la Luna imbiancando la via
al rapido passo d'un uomo errante.
Da Morfeo rapiti i giovani amanti
vagan sognando per luoghi incantati;
l'aurora s'appressa, di rosa vestita,
il sole risorge e illumina il mondo.
Sogno in un giorno di maggio
Odi dal cor che palpita
l'afflato d'un amore
mentre il cavallo scalpita
e tu raccogli un fiore.
Dono alla fata bruna
del lago inargentato
brilla nel ciel la luna
credi d'aver sognato.
Vola cavallo al monte
col cavalier in sella
per ritrovar la fonte
su cui brilla una stella.
Vestita eri d'argento
dal monte discendevi
e con la chioma al vento
di fiori tu splendevi.
All'orizzonte il guardo
volgi e Cupido intanto
repente scaglia un dardo
e s'ode solo un canto.
E' lei la fata bruna
dal lago al monte sale
non brilla più la luna
or spira il Maestrale.
Svanito ormai l'incanto
ritorni al tuo villaggio
e s'ode solo il canto
di ninfa al sol di maggio.
Canto nel vento
Solo uno sguardo a lei volgo
quando la chioma moresca
si staglia all'orizzonte
e s'imporpora il sole lontano.
Giunge pian piano la sera
e una voce si perde nel vento,
veglia la luna argentata
e tu risplendi alle stelle.
Notte silente che tutto ammanti
con la coltre oscura e le case
ricopri di valle e risplendon
di luce soffusa e suadente.
E' solo un sogno che fugge
ritorni d'incanto al presente,
addio o dolce rimpianto
d'un cuor che spento non è.
Infiniti perché
Perché canti usignolo
alla luna alta nel cielo
che argentea sorride
all'errante vagabondo?
Perché natura rifiorisci
nella nuova primavera
ed un profumo soave
ti prende e t'inebria?
Oh verdi fronde mosse
dalla brezza che repentina
t'avvolge, perché v'alzate
sino al limite d'ogni sguardo?
Acque correnti nel letto
d'un fiume che s'adagia
nella piana infinita,
perché fuggite lontano?
Perché o uomo continui
la tua fatica nella speranza
che il sogno diventi reale
e lo sforzo non sia vano?
Forse rimarrà un sogno,
forse sarà solo un miraggio
e tu seguiti a sognare
nell'attesa d'un mondo nuovo!
In ricordo del Cinque Maggio
Ricordo il cinque maggio
che un giorno si studiava
e ti prendeva l'impeto
d'imprese e allor volava
la mente volta all'anima
del grande condottier.
Solingo l'uom nell'eremo
vicino a quella fonte
guardava sino al limite
dell'ultimo orizzonte,
mirava il sol di porpora
al terminar del dì.
Fu vera gloria leggesi,
a noi l'ardua sentenza
e tramandata ai posteri
la forza e la sapienza
che allor nel cuore indomito
il Creator gli di è.
Ah quante volte al pallido
salir di luna inerte
all'apparir di tremule
stelle d'un vel coperte,
volse lo sguardo agli ultimi
rai del calante sol.
Quando possente e indocile
varcava i monti e i mari
mai gli toccò la polvere
fu sempre sugli altari,
passava come il fulmine
fra l'alte nubi in ciel.
Pur sento già rinascere
commosso un grande affetto
ed il profondo anelito
che soffia ancor nel petto
e allor di mille palpiti
s'empie novello il cor.
Ricordi vaghi e flebili
svaniscono pian piano
e il sol che ancor s'imporpora
calando di lontano
dona alla spoglia immemore
alfin l'estremo onor.
Ricordo d'estate
Oh foglie gialle e rossastre
foriere di prima bruma,
mosse dal vento frizzante,
annunciate l'autunno che incalza.
La vite ormai spoglia
del frutto superbo
par quasi penetrata
da ciò che verrà.
Fresche e scintillanti acque
che correte sul letto non fondo
in cui si specchiano le foglie
che in breve cadranno tremanti.
Il sole si spegna pian piano,
non v'è più la calura pressante
che spesso angosciava il mio corpo
e che ora è solo un ricordo.
Il viandante sulle rive del ruscello
si è assopito e sognando
i bei giorni passati,
non s'avvede del tempo che passa.
Un cavallo nitrisce e s'impenna,
sente il fresco penetrare le ossa,
prosegue la corsa sfrenata
cercando il sicuro rifugio.
Ho carpito un caldo raggio al sole
perché brilli nel cuore angosciato
e mi segua splendente e solitario
nelle fredde giornate d'inverno.
Addio dolci paesaggi
ci rivedremo l'anno che viene
mentre il cuore pensa al futuro
ed al tempo ch'è dietro di noi.
Oh carezze perdute o ricordi,
un canto si perde nel vento
che gelido penetra in corpo
fermando il tempo presente.
Oh qual musica dolce, soave!
Rugiada
Oh lacrimose stille
di rugiada mattutina
al levarsi d'un sole
tiepido e suadente.
Rammentare il flebile
cinguettio d'usignolo
fra le fronde accarezzate
dalla silente brezza.
Canto d'amore perduto
nel giovanile ardore,
strane sensazioni
di speranze sopite.
Resta solo il sogno
che vaga nella mente
e dolce s'adagia
fra i perenni ricordi.
Fanciulla addio!
A ser Burlacco
Son rimasto esterrefatto
per l'ignobile misfatto
di quel tal che copia il verso
già con l'animo perverso.
E pur io che son padano
parlo ognor col cuore in mano.
no, non sono come lui
non ghermisco i versi altrui.
Or però vedo sul sito
che il misfatto s'è chiarito
riportando all'estensore
giusto alfine il suo valore.
Dico no, non ti crucciare,
possa il verso prosperare,
su prosegui caro Ghino
di poeta il tuo cammino.
Sentimento hanno i tuoi versi,
non andranno mai dispersi,
e al tuo pari sbatto il tacco,
ti saluto Ser Burlacco.
Penso e ripenso
Saggio che lo sguardo al cielo
rivolgi e alla luna chiedi
una risposta a conforto
del pensiero assillante,
ritorna all'animo umano;
e aspettando il ritorno
una preghiera, a colui che la vita
crea, con slancio profondo,
invio raggiante e desioso.
Al principiar della radura
vedo alcuno che cammina disteso,
mi avvicino e rivedo quel saggio
che pensavo m'avesse lasciato.
O essere umano rammenta:
non scordare chi è sempre con te.
Ricordi della giovinezza
In un meriggio caldo d'estate
cantano al sole cicale oziose
mentre disteso sotto una pianta
fiori stupendi vo' rimirando.
E la cascina vecchia d'innanzi
mi porta ai tempi quando piccino
correvo ancora con l'aquilone
sui prati verdi della collina.
Brezza che spiri dolce e leggera
tra folti rami d'un bel ciliegio
mentre la sera piano s'appressa
e ancor rammento la giovinezza.
Là nel cortile stan chiacchierando
donne vegliarde quando pian piano
sale nel cielo la bianca luna
ed argentate brillan le stelle.
Notte che copri l'antica valle
d'un velo scuro, dona ristoro
al bel paese ch'ora s'addorme
sulla collina dolce e pacata.
E ancor rinasce lucente il sole,
volan a frotte le rondinelle
nel cielo azzurro splendente e terso
d'un dì d'agosto caldo e suadente.
E sempre il tempo corre lontano,
il bel ricordo torna alla mente
e rammentando lidi perduti
l'anima ognora fugge col vento.
Uno squarcio di cielo
Scorgo sognando
nel verde bosco
nubi volando
nel cielo fosco.
Solcano i campi
bigi cavalli
guizzano i lampi
là nelle valli.
Un canto breve,
spira la brezza,
un soffio lieve
che t'accarezza.
Or cala il sole,
giunge la sera,
nascon le viole
a primavera.
La luna ascende
color d'argento,
chiara risplende
nel firmamento.
E nella notte
splendon le stelle
volano a frotte
le rondinelle.
Vicino al mare
brilla una luce,
nel casolare
la nonna cuce.
E dolcemente
l'alma rifugge
dal cor fremente
che più non rugge.
Il sol ritorna
e al par di rosa
ancor s'adorna
l'alba radiosa
Dedicata a Bice (ovvero parodia di Nice)
Dal dì che t'incontrai
ancor sospiro o Bice
un guardo all'infelice
ti prego, volgi amor.
Il sol dai caldi rai
si posa sul tuo viso
e il dolce tuo sorriso
di luce splende ognor.
Fra petali di rose,
fra viole e margherite
le gote colorite
si perdon nel rossor.
Sul cuore mio si pose
il dardo di Cupido
ed il destino infido
mi trasse nel torpor.
Tu Venere discesa
dall'Ida sino al piano
ti supplicavo invano:
abbi pietà di me!
Or dunque l'ardua impresa
vorrei compire alfine
di coccole e di trine
vorrei coprirti ahimè!
Correvo sul bel prato
fra mille e mille fiori
e i giovanili ardori
spronavano all'amor;
d'amore il grande afflato
nell'impeto ti prende
e sotto il giogo rende
l'alma, lo spirto, il cuor.
E l'acque che tranquille
discendono dal monte
ove bevemmo al fonte
in quei perduti dì,
si mescolan con stille
della rugiada a valle
coperta già di calle....
e tutto poi finì.
Non è furore il mio,
ti prego amata Bice
ridona all'infelice
alfin la libertà.
Fa che il mio cuore pio
ritorni come prima
e che l'usata rima
non susciti pietà.
Or che il mattino è giunto
vi dico che ho sognato,
non ho mai dunque amato
codesto amabil fior.
Ho preso sol lo spunto...
non ti crucciare Piera,
non è una storia vera,
sei tu il mio grande amor.
Nostalgia
Volan pensieri nella notte
mentre la luna beffarda s'adagia
sulle nubi scure mosse dal vento
portate al limitar dell'orizzonte.
Una luce fioca illumina l'antro
d'una grotta sperduta fra le rocce
d'alto monte coperto di cespugli
radi di colore verde pallido.
In quell'antro un ragazzo sta sognando
mentre al di fuori infuria il temporale,
possente il vento sibila fra i rami
antichi e dolenti d'alberi immensi.
Ricordo, nostalgia d'un tempo andato,
pensiero che s'inerpica sul monte,
passata è la tempesta e ancor la valle
alla luna si volge nella notte.
E nel giorno novello che ritorna
tutt'intorno è un rifiorir di prati,
addio sogno fuggente nel mattino
che dolcemente se ne va lontano.
Ritorno
Il cuore mio si strugge
tu sei partita un giorno
lo spirto più non rugge
attendo il tuo ritorno.
Veloce va il pensiero
al colle verdeggiante,
cammino sul sentiero
con l'animo anelante.
Lo spirto vaga e freme,
col vento va silente
rimane ognor la speme
per l'animo dolente.
Si perde al cielo un canto
e il viso tuo rammento,
ancor si desta affranto
il cuor che non è spento.
Nuvole
Guarda le nuvole che volano
come i pensieri nella mente!
Guarda la luna che si specchia
nel lago argentato dei ricordi!
Solo, in una notte chiara,
cammino con passo disteso
sino al limitare d'una radura
e un dolce profumo mi avvolge.
Mi passano innanzi e mi sfiorano
immagini d'un tempo perduto,
sbiadite nell'ansa dei ricordi
e il vento le disperde sospirando.
Ancora s'ode il diuturno canto
d'un grigio passerotto
che si volge alle stelle
immobili nel cielo.
E allora, nel notturno silenzio,
con l'incedere degli anni
vaga lo spirito sereno
sino all'ultima stella lucente.
Oblio
Notte, lunga notte
che t'ammanti di sospiri
apri un varco
alla luna d'argento!
Perché continui
a scorrere lenta
e premi il mio cuore
angustiato e stanco?
Lo spirito vola su vette
incontaminate e triste s'adagia
sul cupo incedere
degli anni fuggenti.
E fra le tenebre
solitario un viso
m'appare in uno squarcio
di cielo senza stelle.
L'immagine svanisce,
rimane solo un pendolo
che scandisce nel silenzio
interminabili attimi.
La mente vacilla
e si perde nell'infinito
oblio dei sogni;
Resurrezione, ultima meta!
Desolazione
Camini spenti
nella città deserta,
lande desolate,
sogni infranti,
vuoti sospiri
si perdono
negli anfratti
della montagna.
Arcobaleni svaniti
fra nubi grigiastre
e sulla vecchia terra
scorre il lezzo
fra sogni divelti
dall'anima esangue.
Volti perduti,
speranze sopite,
rinascerai,
mondo perverso!
Estasi
L'onda placata
dolce mi sommerge,
sensazioni ignote
mi sfiorano la pelle
come le calde dita
della brezza che spira
nella sera.
Attimi sospesi
nell'abbraccio estatico
fra cirri vaganti
che sfiorano la luna
immersa nel lago
dei ricordi.
Silenziosa notte
copri d'un velo
i teneri amanti
nell'onirica visione
d'orizzonti lontani!
E tra l'antiche fronde
d'alberi immensi
che s'alzano al cielo
si perde un sospiro.
Delicate sembianze
d'eterea fanciulla
mi passano innanzi.
Immobili stelle
perché non brillate?
Addio dolce rimpianto!
Sogno d'un momento
Amor che il sogno dolce d'un momento
mi trasse dall'incedere degli anni
toccando il cuore mio triste e solingo
mi colse nel diuturno rammentar.
Un fiore bianco, pallido, fuggente
sereno nel mattino quando il sole
si desta e ancor risplende nella valle,
novello allor si schiude e s'alza al ciel.
Seduta sulla riva d'un ruscello
guardando l'acqua scorrere silente
rifulge al sole tiepido il bel viso
e il cuor s'inebria di felicità.
Leggiadra vola come una farfalla
sfiorando i prati in fiore nell'aprile
e mentre un suono d'arpa ti sorprende
il canto d'una ninfa allor s'udrà.
E come rondinella che migrando
passando il piano e il monte verso il mare
si perde quel sembiante all'orizzonte
con la brezza leggera se ne va.
Paesaggio
Vedo nubi all'orizzonte
che s'intrecciano pian piano
odo i tuoni di lontano,
un rintocco di campana.
L'acqua pura della fonte
zampillando se ne va
nella valle in fondo sta
la superba diva Diana.
Dalla casa là sul monte
esce fumo dal camino
s'ode un canto di bambino
echeggiante nella piana.
Or raggela il vento in fronte
si scompigliano i capelli
miro gli occhi, son sì belli
quella chioma un poco strana.
Cavalier, non Duca o Conte
divenir prode guerriero
e sognando sul sentiero
d'incontrar fata Morgana.
Mi risveglio là sul monte
vedo scorrere un ruscello
odo il cinguettar d'uccello
la tempesta è già lontana.
Buonanotte sognatore
M'assopisco distratto sotto un ciliegio
al cinguettio d'un usignolo
mentre un leggero soffio di vento
disperde il canto oltre la collina.
Immagini fosche, nel notturno silenzio
di popoli che lottano per una terra,
per una landa desolata e sperduta
fra le rovine segnate dal tempo.
M'adagio al limitare
d'una chiazza lacustre quando
le forme d'una foresta incantata
mi avvolgono pian piano.
Circondato da fate, elfi e folletti
che felici emanano la serenità
le tristi immagini si dileguano
tra le fronde sfiorate dalla brezza.
E mentre seguito a sognare
una voce soave che giunge
dall'orizzonte lontano
mi sussurra dolcemente:
buonanotte sognatore!
Immagini dal mondo
Vita che scorri con passo lento
al ritmato tic-tac d'un orologio
mentre tetre immagini di un mondo
perennemente in lotta
mi passano innanzi
come in un film già visto.
E tu continui per la tua strada
dimentico delle nefandezze che ti sfiorano
e sembrano non toccarti mai.
Ascolta i sospiri della sofferenza
che il vento gelido disperde lontano!
Sogno, speranza, dolce rifugio.
Il ritorno del crociato
Ricordate il prode Anselmo
che in oriente se ne andò
un bel buco avea nell'elmo
ed a casa non tornò.
Or leggendo la poesia
tutti sanno che perì
solitario per la via
ma la storia non finì.
Un guerriero del sultano
ch'era un gran buon uomo in ver
prese la fiaschetta in mano
e gli diede alfin da ber.
Quasi fosse suo fratello,
quando si riebbe un po'
lo depose sul cammello
ed a casa lo portò.
Più di prima ancor fremente
prode Anselmo volle andar
perché nel lontano oriente
non voleva proprio star.
Il guerriero disse allora
te ne prego resta qui
ma tornar voleva ancora
al paese e alfin partì.
E trascorse più di un mese
mari e monti egli passò
giunto alfine al suo paese
verso casa se ne andò.
Dolci frasi ed una prece
ma la donna non uscì
si fe' avanti un uomo invece
che gli disse via di qui.
Sconsolato, esterrefatto
da quel posto se ne andò
e correndo come un matto
in oriente ritornò.
Quando giunse il suo veliero
là nel porto ad aspettar
v'era ancora il gran guerriero
che lo venne a salutar.
All'Anselmo disse tosto
la magion pronta è per te
lo vedrai,è un gran bel posto
e starai vicino a me.
Passa un giorno ed il tapino
vede una fanciulla ahimè
camminando nel giardino
s'innamora su due pi è.
Era dolce e spensierata
della bella s'invaghì
era anch'ella innamorata
alla fine disse sì.
Passan gli anni e ognor felici
pranze e cene al desinar
tanti figli, tanti amici
nella casa in riva al mar.
Qui finisce un'altra storia
che ho voluto ancor narrar
dell'Anselmo senza boria
che sereno ora può star.
E se alcuno fra cent'anni
dell'Anselmo vuol parlar
senza dubbi, senza affanni
certamente lo può far.
Un bimbo
La neve dal cielo
discende pian piano
e copre d'un velo
il colle lontano.
Un vecchio camino,
la bianca casetta,
un bimbo piccino
ancora che aspetta.
Dal giorno che il padre
lontan se ne andò
coi nonni e la madre
alfine restò.
E tutti d'accanto
al bianco lettino
tergevano il pianto
del dolce bambino.
E un dì che correva
solingo col vento
da lungi scorgeva
un gran bastimento.
E l'onde solcava
del mar dolcemente
la brezza sfiorava
quel volto dolente.
La nave giungeva
nel porto vicino
e ancora correva
veloce il bambino.
Festeggiano alfine
il padre che torna
di fiori e di trine
la casa s'adorna.
Ognor splende il sole
là sui prati in fiore
rispuntan le viole
ritorna l'amore.
Rinasce più bella
il cor me lo dice
la vita novella
pel bimbo felice.
Cancello chiuso
Un cancello chiuso
un'edera senza cure
che s'inerpica
sulla casa diroccata
e il pensiero corre
al tempo in cui
nell'ampio cortile
era tutto un rigoglio di fiori.
E s'udiva........
il vocio continuo di donne e
di contadini al ritorno dai campi,
il ruminare di buoi nelle stalle,
lo starnazzare d'oche bianche,
il canto isolato del gallo,
l'abbaiare dei cani,
il miagolio di gatti d'ogni colore.
Solo una casa è rimasta
e distrutta dal tempo;
dolce ricordo
che fugge col vento.
Crepuscolo
E la sera avanza
spegnendo
l'ultimo bagliore
d'un crepuscolo
di fine estate.
Scorgi fra i rami
rossastre foglie
che annunciano
il rapido incedere
d'autunno incalzante.
Uno strano tepore
suadente pervade
le tue membra
adagiate sulla riva
dell'antico torrente.
Acque silenziose
scorrono sino al limite
dell'umano sguardo
fra i dolci pendii
di colli digradanti.
E tu fanciulla
svanisci col sogno
mentre il soffio
d'un battito d'ali
si perde nel vento.
Dolce rimpianto
Tristemente cullata dai flutti
va pian piano la nave solinga
e da lungi nel cielo si scorge
il bel raggio del sole che sorge.
Va spirando lo zefiro amico
nell'incanto del dì che s'avanza
s'ode allor nell'azzurro silente
il sospiro d'un canto dolente.
Mentre il cielo s'oscura pian piano
e le nubi s'appressan coi lampi
sta sul ponte sferzato dal vento
solo un uomo dal guardo sgomento.
Par vedersi una strana figura
che s'avanza dal mare in tempesta
or pervaso da grande tormento
un ricordo, l'amor non è spento.
Vaga ognora la nave sul mare
ricercando fanciulla perduta
e al brillar della luna un lamento
s'ode triste e svanisce nel vento.
Nobili amanti
Scorgo il volo d'un augello
mentre il sole sta calando
di lontano sul castello,
sta l'aratro ancor solcando.
Vola Prence sul destriero,
un caval di pece nera
dallo sguardo fiero fiero
per veder l'amata vera.
Nel castello là sul monte
v'è la donna che non ama,
ha varcato già quel ponte,
al di là c'è la sua dama.
Un rintocco dalla piana,
a campana del villaggio,
s'ode gracidar la rana,
sulla riva il grande saggio.
Di lassù la ripudiata
si trasforma in maga nera
per raggiungere celata
traditor prima di sera.
Il gran saggio pur'è mago
d'abilissimi poteri,
ei s'apposta in riva al lago
va scrutandone i sentieri.
Ella giunge a passo lento
fiera a macchia di color
ed il mago chioma al vento
si tramuta in cacciator.
Improvviso scaglia un dardo
le trapassa il nero cuore
e cadendo il bel leopardo
ansimando tosto muore.
Dalla casa sul balcone
ecco il Prence che mirando
ciò che avvenne di tenzone
con la bella sta volando.
Volan Volan sul destriero
van solcando mari e monti
e poi cercan col pensiero
di raggiunger quelle fonti.
Là l'eterna giovinezza
agli amanti acqua darà
dalle fonti avran l'ebbrezza
della gran felicità.
Pensiero solitario
Addio terra negletta
al rimembrar d'un sogno
che fugge nel vento gelido
sferzante fra le fronde
ingiallite dal tempo
che avanza e fra sue spire
tutto avviluppa lento
nel suo continuo divenire.
Ricordi d'un tempo felice
fra boschi di betulle
spaziando in riva al ruscello
che s'adagiava nella chiazza
lacustre al mormorio notturno
mentre s'udia lontano soave
la voce di ninfa spensierata
distesa al rimirar di fiori.
Il sorriso d'una fanciulla
empiva gli anni fuggenti
d'un vecchio incanutito
disteso all'ombra d'un ontano
e di fiori vermigli sparsi
era coperto il sentiero
che serpeggiante giungeva
al limitar del bosco.
D'incanto ora svanisce
nell'aurora il sogno,
s'appressa il mattino radioso
ed il sole coi raggi furtivi
dolce s'adagia nel bosco,
risplende la valle perduta
mentre il cuore vaga ognor
perdutamente all'infinito.
Il mare
Sull'arenile, in un giorno di maggio,
guardo lontano, tra il cielo ed il mare,
lo spazio d'un orizzonte infinito.
Serpeggian, nel sole calante, scintille
al par di dardi infuocati e ribelli,
scagliati lassù dal sommo dio Giove
sulla nave che percorre solinga
l'ampia distesa d'un mare rossastro.
Non flutti bianchi si frangono a riva,
Nettuno riposa e l'acqua non freme;
la nave è scomparsa mentre lo sguardo
si posa sulla barca che s'appressa
fra dolci note che toccano il cuore.
(E quale epigono strappa al poeta
un poco i versi superbi e immortali)
le Nereidi ch'ora guizzan dall'acqua
fan liete col canto l'ampia distesa
e di lontano una soave armonia
sovrasta allor le nefandezze umane.
Sognando
Azzurri come i corsi d'acqua
che si perdono tra le valli
i tuoi occhi si perdono al sole
nel meriggio caldo d'estate.
Un profumo inebriante si spande
sui prati dorati dal grano
mentre i biondi capelli ondeggiano
allo spirar d'una brezza leggera.
Calando il sole oltre la collina
ricama dolci immagini sul viso
rivolto a ponente; la sera
s'appressa e s'odono canti lontani.
Astri d'argento sparsi nell'empireo
brillano e fan da paggi alla luna
che pian piano è salita sino
al punto più alto del cielo.
E tu brilli fra queste stelle
mentre il pensiero vola
verso ignoti lidi lontani,
un sogno che si perde all'infinito.
Dolce ricordo
O sogno fugge
d'un gelido giorno all'apparir
d'ombra vaga e solitaria
di vagabondo che solca la piana
al tiepido sole d'inverno.
Un passero vola di ramo in ramo
mentre gaudente la fanciulla
ognora si trastulla fino a sera
come cicala al sole d'estate
e non s'accorge del tempo che passa.
Il soffice manto di neve
ha ormai ricoperto la campagna
e il contadino con la pala s'apre
il cammino per giungere alla stalla
ove annoiati riposano i cavalli.
Un bimbo s'affaccia alla porta
e con fatica esce nel cortile,
ha per sostegno due stampelle
e guardando altri bimbi felici
una lacrima scorre sulla guancia.
Una bimba s'avvicina e sorridendo
lo invita a raggiungere gli amici
nella casa al fuoco scoppiettante
d'un antico camino mentre fuori
continua soffice a cader la neve.
Sol chi non prova il dolore
non può capir la gioia
e in una altalena continua
di sentimenti contrastanti
erra il vagabondo all'infinito.
Alla ricerca di se stesso
Tu che nella notte oscura risplendi
o Luna che fra le stelle t'adagi
ed allo spazio infinito sorridi,
illumina il passo al viandante solitario!
Squarcia le tenebre oscure incalzanti,
veglia sui casolari di bella campagna
il cui verde ha mutato il colore
già fosco ed ora rinato brillante.
Avanza l'uomo con passo lento lento
cercando la meta che non s'intravede,
ha camminato ormai per lungo tratto
scorge un rifugio, un vecchio casolare.
S'assopisce sul morbido letto di paglia,
ode in sogno il canto d'uccello notturno
e l'alba lo risveglia pronto al cammino
che riprende lentamente col solito passo.
Il cammino è ormai divenuto perenne,
d'un uomo alla ricerca del punto lontano
che girovagando va per il mondo felice
e fantasticando si volge alla meta agognata.
E se un ricordo
Sento nel cor rinascere
il giovanile spirito
e soffia ancor l'anelito
d'un sogno, d'un amor.
Ah quante volte al tacito
salir di luna esangue
or che il mio cuore langue
io vo pensando a te.
Quando salimmo il ripido
sentier del tuo villaggio
in quei giorni di maggio
tra i verdi prati in fior.
Distesi sulla tenera
terra donde salivano
profumi e ancor empivano
l'aria, la terra e il ciel.
Come il cavallo indocile
che va scorrendo e scalpita
così il mio cuore palpita
per un perduto fior.
Talora nell'onirica
vision che al ciel si libera
si perde ancor l'effimera
speranza dell'amor.
Come passion che flebile
sfiorisce al triste raggio
del sol d'un dì di maggio
il sogno svanirà.
Si perdono le immagini
alfin d'amata silfide
brillan nel ciel le limpide
stelle d'un grande amor.
Visione
T'immergi a rimirar la vetta
imbiancata d'un monte lontano
mentre il sole dai rai splendenti
effonde un tepore suadente.
Lo sguardo repente si posa
dolcemente sul volto cullato
dalla brezza che fresca s'avanza
fra le valli color di smeraldo.
Ella al par d'una vision di fata
splendidamente per l'ampia distesa
il passo affretta ed il sole
t'invade d'un chiaro fulgore.
Seguitando a rimirar quel fiore
m'assopisco sotto un albero immenso
e al par di cavaliere errante
sogno l'onor di superbe imprese.
Passione
E la sera ormai s'appressa
già risplende nel rossor
di quel sol che va calando
e ricopre i prati in fior.
Quando la campana il vespro
serotino va a suonar
stanno tutti intorno al desco
là nel vecchio casolar.
Dolce un canto d'usignolo
che si perde nel chiaror
va librandosi nel cielo
con la luna vaga ognor.
Un ragazzo ch'esce lesto
d'un gran bosco al limitar
s'avvicina alla casetta,
sta sull'uscio ad ascoltar.
Ei già spera che la bella
alla fin ritorni ancor,
pensa sempre sconsolato
al lontano grande amor.
Mentre il cielo che s'imbruna
sta il ragazzo a rimirar
s'ode allora il vento fresco
tra le fronde a sibilar.
Vento che sul far di sera
la speranza infonde al cor
mentre al cielo dolcemente
i suoi dardi scaglia Amor.
Ritornare
Se nel vento ritrovi l'incanto
d'un amor che perduto rinasce
come un fior che nel sole si pasce
si ridesta l'antica virtù.
Dolce luna vestita d'argento
nella notte che avanza silente
veglia allora sull'alma dolente
fra le stelle che brillan nel ciel.
Ridestarsi su l'aridi campi
impregnati di vecchi ricordi,
la fanciulla che ancora non scordi
fra i sentieri che portan lassù.
Fra le vette ammantate di neve
al suadente bisbiglio del vento
quando ancora ti sfiora il tormento
d'un amor che passione ti di è.
Come l'uom che in tumulto ritorna
fra le valli color di smeraldo
va con l'animo ancora spavaldo
ripensando all'amor che sfiorì.
Nel tepore d'un giorno novello
mentre il sole si desta e risplende
sulla terra e suoi raggi distende
s'odon teneri allora i sospir.
Come il fiume che docile scorre
fra le sponde cullate dal sole
ricoperte di calle e di viole
il mio cuore sereno ristà
Dolcemente si perde nel vento
quel sembiante che alfine svanisce
e lo spirito ancor s'assopisce
all'aprirsi dei petali in fior.
Fragilità
Scorgo gabbiani in volo
nel cielo di velluto
che si specchia sugli scogli
spruzzati di salsedine.
Fragili sembianze di donna
adagiata sull'altura
che sovrasta la bianca rena
e il mare si placa dolcemente.
Strani silenzi al sussurrar
d'una leggera brezza
che disperde il flebile canto
d'eterea, solitaria sirena.
Vaghi ricordi e antichi,
delicati sospiri che aleggiano
e si disperdono negli anfratti
d'un mondo inutile.
Risveglio
Ritornar fra dirupi e sentieri
d'un paese disperso sui monti
ritornar alle limpide fonti
all'amore che un giorno svanì.
Solitario su l'aspro tratturo
camminando il mendico silente
con lo sguardo rivolto a ponente
scorge i raggi calanti del sol.
Bianca luna che brilli nel cielo
fra le stelle che brillan d'argento
ed un battito d'ali nel vento
si disperde al ricordo d'allor.
Quando l'acqua che rapida scorre
d'un torrente che nasce dal monte
dolcemente ti bagna la fronte
e nell'estasi in sogno m'appar.
Su quei prati che ancor rigogliosi
quando il sole risplende a levante
io ritempro lo spirto sognante
che si perde sereno nel ciel.
Mentre il fior che si schiuse tremante
su le verdi vallate rammento
tra le fronde il mio canto col vento
come un soffio repente se n' va.
Mi ridesto nel fresco mattino
ed il sole che splende novello
dolce sfiora il tuo viso rubello
e d'incanto rinasce l'amor.
Dolce rimpianto
Tristemente cullata dai flutti
va pian piano la nave solinga
e da lungi nel cielo si scorge
il bel raggio del sole che sorge.
Va spirando lo zefiro amico
nell'incanto del dì che s'avanza
s'ode allor nell'azzurro silente
il sospiro d'un canto dolente.
Mentre il cielo s'oscura pian piano
e le nubi s'appressan coi lampi
sta sul ponte sferzato dal vento
solo un uomo dal guardo sgomento.
Par vedersi una strana figura
che s'avanza dal mare in tempesta
or pervaso da grande tormento...
un ricordo, l'amor non è spento.
Vaga ognora la nave sul mare
ricercando fanciulla perduta
e al brillar della luna un lamento
s'ode triste e svanisce nel vento.
Dedicato alla Madonna della Neve
Santa del ciel perdonaci,
ascolta il nostro cuore
e l'altro grido supplice
con rinnovato ardore.
Santa del ciel proteggici
da oscure tentazioni,
nell'alma nostra alberghino
ancor le buone azioni.
Santa del ciel rimettici
il Figlio benedetto
ed il profondo anelito
che soffia ancor nel petto.
Santa del ciel ti pregano
ognor perdute genti
ridona pace ai miseri,
all'anime dolenti.
Santa riprendi il viaggio,
Madonna della Neve
per in ver noi discendere
ancor con passo lieve.
Santa suprema al limite
dell'ultima frontiera
posa lo sguardo e ascoltaci
nell'umile preghiera.
Santa dal viso eburneo
ritempra il triste cuore
forte dal ciel ridonaci
l'afflato dell'amore.
Santa dal regio soglio
ristora le alme afflitte
che ancor quaggiù t'implorano
piangenti e derelitte.
Santa che guidi i popoli
dai monti sino al mare
alla magion d'un principe,
al vecchio casolare.
Santa del cielo i giovani
nel grembo tuo conduci
fa che novelle splendano
di stelle ancor le luci.
Paesaggio di campagna
Un verde pioppo va verso il cielo,
un fiore bianco dal lungo stelo,
nascono al sole le margherite
e pur le calle son già fiorite.
Fresca la terra, s'arano i campi,
lontano i tuoni, lontano i lampi,
nel cielo azzurro sorgendo splende
il sol novello, dolce ti prende.
I prati verdi s'empion di fiori,
bella e ridente, di bei colori
ancor si veste l'antica piana
e s'ode il tocco d'una campana.
Che suona a festa, chiama la gente
nella chiesetta, nel dì sorgente
e la fanciulla bella s'agghinda
di veste nuova porpora e linda.
La vecchierella stanca e dolente
cammina lenta sino al torrente
ed al ricordo d'un grande amore
con voce roca prega il Signore.
Soffia la brezza sul far di sera
or che rinasce la primavera,
tornano ai nidi le rondinelle,
stan negli stazzi le pecorelle.
Sale la luna nel firmamento,
or fra le fronde sibila il vento
e nella notte, nel bel chiarore
brillan le stelle d'Orsa Maggiore.
In fra le rocce dell'alto monte
fresca zampilla l'acqua di fonte,
s'appressa il baio, bevendo un sorso,
discende a valle tirando il morso.
Il cuore freme, s'empie d'ebbrezza
al rammentare di giovinezza
e mentre l'alma vaga silente
rinasce il sole caldo e splendente.
Chissà
Chissà se forse un dì, forse cent'anni
a scuola studieranno il Bottiroli
col Fabi, col Burlacco e non siam soli
senza lavare in Arno i propri panni.
Vale sempre la pena ricordare:
chi compone lo fa per suo diletto
scrivendo a volte rime con l'effetto
a volte solo per poter sognare.
Silenzi, gli abbandoni,il grande amore
e lo stormire delle fronde al vento,
quando correvi un dì sui prati in fiore;
i bei momenti che talor rammento
allo spirto ruggente dan calore
e nuova forza al cuor che non è spento.
I Crociati
(dodecasillabo a senario doppio)
Sul mare fra l'onde si scorgon lontani
radenti su l'acque veloci i gabbiani,
annuncian l'arrivo di bianchi velieri
recando sul ponte possenti guerrieri,
partirono un giorno, lasciando gli armenti,
i bimbi piccini, le donne piangenti.
Salpavano verso quei lidi d'oriente
ed il sole rosso calava a ponente,
allor salutando persone lor care
al triste ricordo d'un bel casolare
lasciavan dolenti la fertile terra,
s'udivan sul ponte canzoni di guerra.
Solcavano il mare talora in tempesta
ancor rammentando la folta foresta,
cacciavan veloci con lance le belve
fra rocce e dirupi, fra le verdi selve,
ed allo splendore di stelle lucenti
tornavano a casa felici e gaudenti.
E furon battaglie col gran Solimano,
le truppe agguerrite, le sciabole in mano,
brandivan le spade su l'aridi campi
con nuvole attorno, con tuoni e con lampi,
cozzavano l'armi con grande furore
ancora mostrando lor grande valore.
Passavano gli anni, lo spirto tornava
ai cari ricordi, dolente vagava;
la lotte infuriava nel vasto deserto
e per la vittoria dall'esito incerto
a colpi di brando pugnavan potenti
le truppe rivali sui corpi morenti.
Or giungono a casa, la guerra è finita,
rivedono alfine la terra fiorita
ritornano ai campi con bruni cavalli
tirando l'aratro laggiù nelle valli
e mentre il mattino s'avanza nel sole
là nella vallata rinascon le viole.
A Bice (il ritorno)
Di notte quando sogno
ancor m'appare Bice
e il cuor dell'infelice
ritorna a sussultar.
M'assale il gran bisogno
di rimirarti o fiore
ed il novello ardore
il sen fa palpitar.
Lo spirto vaga e freme
e nel prostrarmi ancora
ti vedo come allora,
io vivo sol per te.
Vorrei sostare insieme
a te, mia donna, al sole
tra rose, tra le viole,
non ti scordar di me.
Perchè m'appari solo
in sogno mia adorata
e la prece accorata
io ti rivolgo ognor.
Com'Icaro nel volo
mi libro in su le vette
e il cuore mio non smette
d'amarti con ardor.
Io vago su quell'onde
d'un mare tempestoso
eil guardo mio desioso
sol va cercando te.
Suvvia ve n'ho ben donde
mio caro, unico bene,
ognor scordo le pene
se solo sei con me.
Spargi sui prati in fiore
il tuo profumo aulente
e d'un vigor possente
già s'empie ancora il cuor.
Non mi sfuggire amore
fra viottoli scoscesi
e gli occhi al ciel sospesi
lacriman di dolor.
Io cerco invano altrove
amore senza pena
e con la nuova lena
ristoro pel tapin.
Tributi al sommo Giove
infin mia Bice porgo
e dall'Olimpo scorgo
un cenno del Divin.
E l'alma ancora intorno
su la collina verde
repente allor si perde
ma un dì ritornerà.
E ancor nel nuovo giorno
si leva il sol novello
e il volto tuo rubello
pian piano se ne va.
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