Traduzione de I
sonetti di William Shakespeare 1
Dai più begli esseri vogliamo un frutto,
che Rosa di beltà non muoia mai,
ma quando al tempo ceda il più maturo,
ne rechi il tenero erede memoria;
ma, sposato ai tuoi fulgidi occhi, nutri
di te la fiamma tu della tua luce,
in penuria volgendo l'abbondanza,
troppo crudo nemico all'io tuo dolce.
Tu che ora sei fresco ornamento al mondo,
allo sfarzoso aprile unico araldo,
nel tuo bocciolo affossi ciò che hai dentro,
tenero tirchio, spilorcio sprecone.
Pietà del mondo! O nella tomba, ingordo,
ingoi e in te quanto è dovuto al mondo. 2
Quaranta inverni profonde trincee
nell'assediata beltà scaveranno:
la superba livrea di giovinezza,
ora tanto ammirata, sarà un cencio.
Chiesto ti fosse dov'è la beltà,
dove il tesoro dei tuoi giorni ardenti,
dire allora ch'è in fondo agli occhi tuoi
onta ingorda sarebbe e inane vanto.
Ben altro vanto avrà beltà, se l'usi.
Rispondere: "Eccolo, il mio bel figliolo:
salderà il conto e scuserà l'età",
tua dimostrando la beltà di lui.
Nuovo vederti, quando sarai vecchio!
e caldo il sangue, quando sarà freddo! 3
Guarda allo specchio, e di' a quella faccia
che di formarne un'altra ormai è tempo;
se ora non ne rinnovi il fresco aspetto,
inganni il mondo, defraudi una madre.
Dov'è la bella il cui grembo inarato
sdegni il dissodamento del tuo vomere?
Chi tomba al suo amor di sé vuol essere,
fermando, fatuo, la posterità?
Di tua madre sei specchio, e lei il leggiadro
aprile evoca in te del suo rigoglio;
pur con le rughe, tu quest'aureo tempo
vedrai dalle finestre dell'età.
Ma se vivi per non lasciar ricordo,
muori, e con te la tua Immagine, solo. 4
Prodiga grazia, perché su te stesso
spendi il retaggio della tua beltà?
Non dà Natura in lascito, ma presta,
generosa con chi è generoso.
Perché abusi dunque, bell'avaro,
del ricco dono per dare a te dato?
E perché usi, sterile usuraio,
tal capitale senz'averne il frutto?
Con te stesso soltanto trafficando,
dell'io tuo dolce defraudi te stesso.
Quando a partire ti chiama Natura,
qual bilancio accettabile tu lasci?
Con te sepolta è beltà, se non l'usi;
vive, ed esegue il lascito, se l'usi. 5
Quelle ore che gentili hanno il sembiante
plasmato amabile ove ogni occhio indugia,
gli si faranno tiranne, ogni grazia
togliendo a chi per grazia eccelle: il Tempo
inarrestabile spinge l'estate
giù nell'orrido inverno, e la sommerge;
ghiaccia è la linfa, e vive foglie cadono:
sulla beltà neve e squallore ovunque.
Se non restasse l'essenza d'estate,
liquida prigioniera in vitrei muri,
con la beltà sparirebbe ogni effetto:
non ci sarebbe né lei né il ricordo.
Toglie inverno parvenza ai distillati
fiori; ma dolce ne vive l'essenza. 6
Non storpi l'aspra mano dell'inverno
in te l'estate, distìllati prima:
fa' dolce un vetro, prima che s'uccida
la tua beltà, ingioiellane un luogo.
Non è profitto illecito, se allieta
colui che volentieri paga il prestito;
per te sarebbe un altro te creare;
tanto meglio se l'uno desse dieci:
dieci volte saresti più felice
se fossi riprodotto dieci volte;
che potrebbe la morte, se partendo
te lasciassi nei posteri vivente?
Non esser chiuso in te: bello tu sei
troppo per far da morto eredi i vermi. 7
Guarda, ad oriente, quando il gentil lume
alza il capo fiammante, rende ogni occhio
quaggiù omaggio al suo riapparire,
la maestà sua sacra ossequiando;
e quando l'erta celeste ha scalato
simile a forte gioventù nel fiore,
la sua beltà sguardi mortali adorano
ancora, e l'aureo pellegrinaggio.
Ma quando giù dal culmine barcolla
qual tarda età, col carro esausto, gli occhi
prima devoti ora sono distolti
dal suo discendere, e guardano altrove.
Così varcando tu il tuo meriggio,
negletto muori, se non hai un figlio. 8
Triste, musica mia, ti fa la musica?
dolce è nemico a dolce, gioia a gioia?
ami ciò cui non dài lieta accoglienza?
ciò che ti tedia accogli con piacere?
Se perfetta armonia di coniugati
suoni offende il tuo orecchio, dolcemente
ti biasima di sciogliere in assolo
le parti che dovresti rispettare.
Guarda il vibrare in mutua rispondenza
delle corde tra loro, dolci spose,
simili a padre e figlio e lieta madre
che cantano una dolce nota insieme;
senza parole, è un concento plurimo
per te: "Da solo, resterai nessuno".
-Sonetti di William Shakespeare tradotti da Letterio Cassata- 9
Per non bagnare l'occhio d'una vedova
consumi in solitudine te stesso?
Ah, se morissi senza prole, il mondo
qual moglie orbata, tuo vedovo il mondo
piangerà sempre che di te nessuna
forma hai lasciata, mentre ogni altra vedova
può attraverso gli occhi dei suoi figli
serbar l'aspetto del marito in mente.
Cambia solo di posto quanto un prodigo
spende al mondo: ne gode il mondo ancora;
ma sprecata beltà nel mondo ha fine,
e la distrugge chi l'ha, se non l'usa.
Per altri amore non regna nel petto
che fa quest'onta assassina a se stesso. 10
Di' per vergogna che tu nessuno ami,
tu così improvvido verso te stesso!
Se vuoi, d'accordo: molti amano te,
ma tu nessuno, è più che manifesto.
Un tal odio assassino ti possiede,
da cospirare anche contro te stesso,
quella splendida stanza rovinando
che dovresti agognare restaurata.
Oh, cambia idea, fammi cambiar parere!
Miglior sede avrà l'odio che l'amore?
Sii quale appari, nobile e gentile,
mostra almeno a te stesso gentil cuore:
un altro te fa' per amor di me:
viva nel doppio tuo beltà o in te. 11
Come declinerai, ricrescerai
in un tuo nato da ciò che tu lasci,
e il fresco sangue che giovane investi,
passata gioventù, puoi tuo chiamarlo:
Qui sta saggezza, qui beltà e crescita;
fuori follia, vecchiezza e freddo inverno.
Così pensasse ognuno, tre ventennî
i tempi disfarebbero ed il mondo.
Chi non creò Natura a riprodurre,
rozzo, deforme e brutto, muoia sterile;
a chi meglio dotò diede di più:
munificenza che dovresti rendere.
Te per altri improntare, suo suggello
scolpì, non per far perdere il modello. 12
Se il rintocco delle ore io conto, e vedo
l'altero giorno in notte orrida immerso,
se già sfiorita scorgo la viola
e bruni ricci argentati o canuti,
se vedo nudi di foglie grandi alberi
già schermo al gregge contro la calura,
e il verde estivo, in covoni composto,
sopra il carro con barba ispida e bianca,
allora sulla tua beltà m'interrogo,
come anche te spazzerà via il Tempo,
che fa smarrire dolcezze e beltà
e morir presto, e crescerne altre intanto.
Null'altro che la sfida può difenderti
d'un figlio, se la falce viene a prenderti. 13
Fossi tu tuo! ma tuo non sei, amore,
se non fintanto che quaggiù tu vivi;
dovresti prepararti a questa fine,
e ad altri dare il sembiante tuo dolce.
Così questa beltà che hai in affitto
non ha scadenza; te stesso saresti
anche dopo la morte, se recasse
la dolce forma tua la dolce prole.
Chi così bella casa lascia perdere,
che uso virile terrebbe in onore
contro l'arida rabbia dell'inverno
e dell'eterno gelo della morte?
Oh, lo sai, solo chi sciala, amor mio;
come te, abbia un padre anche tuo figlio. 14
Non dalle stelle il mio giudizio io colgo,
benché d'astrologia, credo, io capisca,
ma non per dire buona o mala sorte,
carestie, pesti, o tipo di stagioni;
né so fortuna ai brevi istanti dire,
tuono assegnando a ognuno, pioggia e vento,
o se andrà bene ai prìncipi, da spesse
premonizioni che ho trovate in cielo.
Ma traggo dai tuoi occhi il mio sapere,
stelle fisse in cui leggo tal dottrina:
virtù insieme e beltà fioriranno,
se a procreare tu da te ti volgi;
condanna e termine ti vaticino
di Virtù e Beltà nella tua fine. 15
Se ogni cosa considero che cresce
regger perfetta solo un breve istante,
solo parvenza questa scena immensa
su cui fan gli astri commenti segreti;
se vedo come piante crescer gli uomini,
su e giù spinti dallo stesso cielo,
nel giovane rigoglio decadere,
disfare anche il ricordo di quel vanto;
il concetto di questo stato instabile
te mi presenta in gioventù più ricco,
dove a gara Tempo avido e Declino
fanno atra notte del giorno tuo giovane:
per amor tuo in guerra aspra col Tempo,
di quanto egli ti toglie io ti rinnesto. 16
Ma perché con più forza al Tempo, a questo
sanguinario tiranno, non fai guerra,
premunendoti contro il tuo declino
meglio che con la mia sterile rima?
Stai ora in cima alle ore liete, e ancora
incolto, più d'un vergine giardino
ti darebbe virtuoso fiori vivi,
d'un tuo pinto ritratto ben più simili.
Così linee di vita innoveranno
la vita che un pennello o la mia penna
nei suoi pregi interiori ed esteriori
non può darti: tal quale, agli occhi umani.
Ti conserva per sempre il tuo donarti;
vivo ti ritrarrà la tua dolce arte. 17
Chi crede al verso mio nell'avvenire,
se lo colmo dei tuoi più alti meriti?
Ma sa il cielo ch'è tomba che ti cela
e non mostra metà delle tue doti.
Degli occhi la beltà sapessi scrivere
e in freschi ritmi contare le grazie,
l'avvenire dirà: "Mente il poeta:
tocchi celesti, men che mai terreni".
Le mie carte, ingiallite dall'età,
schernite come chiacchiere senili
saranno, e i pregi tuoi furor poetico
e forzatura metrica antiquata.
Ma se vivesse un tuo figlio in quel tempo,
vivresti in lui, vivresti nel mio verso. 18
Dovrò paragonarti a un giorno estivo?
Più amabile e docile tu sei:
scuotono rudi venti a maggio i teneri
boccioli, e breve termine ha l'estate:
troppo può ardere l'occhio del cielo,
l'aureo incarnato suo spesso offuscarsi,
e declinare ogni bellezza, guasta
dal caso o da vicende naturali.
Ma la tua eterna estate non svanisce
né si priva di questa tua bellezza,
né l'ombra sua su te stende la Morte,
se col tempo tu cresci in versi eterni.
Finché uomo respiri e occhio veda,
vivranno questi, e a te daranno vita. 19
Spunta al leone le zampe, Tempo avido,
fa' che divori la terra i suoi nati;
strappa alla fiera tigre i denti aguzzi,
la longeva fenice ardi nel sangue;
fa' liete e tristi stagioni fuggendo,
fa' quel che vuoi alle dolcezze vane
e al vasto mondo, o piè-veloce Tempo.
Solo il più odioso crimine ti vieto:
la fronte non incidere al mio amore,
con l'antica tua penna non rigarla;
nel tuo impeto lascia integro lui,
ai posteri modello di beltà.
Fa' pure, vecchio Tempo, fa': ma giovane
nel verso mio sempre vivrà il mio amore. 20
Volto hai femmineo, da Natura pinto,
tu donno-donna della mia passione,
gentil cuore femmineo, ma ignaro
del femmineo variabile mutare;
occhio più fulgido, meno volubile,
che l'oggetto su cui si fissa indora;
uomo in forma che domina ogni forma,
occhi a maschi rapendo, anime a femmine.
Femmina prima eri stato creato,
poi nel plasmarti perduta, Natura
m'ha privato di te con un'aggiunta,
una cosa aggiungendo a me non utile.
Armato t'ha al femmineo piacimento:
mio sia il tuo amore, loro il godimento. 21
Quella musa io non seguo che, ispirata
da dipinta beltà, adorna il canto
col cielo stesso, e ogni leggiadria
riduce a quella, in paragoni alteri
lei accoppiando a sole e luna, a ricche
gemme di terra e mare, ai primi fiori
di primavera, e ad ogni cosa rara
dal cielo orlata entro l'immensa volta.
Se posso scriver sincero d'amore,
credimi, l'amor mio come ogni nato
di donna è bello, anche se meno fulgido
di quelle auree candele fisse in cielo.
Dica di più chi ama frasi viete:
non vanto io ciò che non intendo vendere. 22
Non crederò allo specchio d'esser vecchio
finché sei tu di gioventù coetaneo;
ma quando i solchi in te vedrò del tempo,
morte aspetto che ai giorni miei dia pace.
Tutta questa beltà che ti ricopre
non è che degna veste del mio cuore,
che vive in te, come il tuo nel mio petto:
e come esser potrei di te più vecchio?
Dunque, amore, abbi cura di te stesso,
come avrò io - non per me, ma per te -
custodendo il tuo cuore da ogni male
come il bambino suo tenera balia.
Non contar sul cuor tuo, se il mio è ucciso:
me l'hai tu dato, non perché sia reso. 23
Come attore imperfetto sulla scena,
che per timore si scorda la parte,
o un iracondo ricolmo di rabbia,
cui impeto eccessivo fiacca il cuore;
per timor di fidarmi io mi dimentico
la cerimonia d'amore perfetta,
e mancare nell'impeto mi sento,
schiacciato dalla forza del mio amore.
Oh, l'eloquenza siano i libri e i muti
vaticini del mio parlante petto:
amore implorino, e compenso aspettino
più che alla lingua più e più eloquente.
Oh, leggi quanto il muto amore scrive:
sa con gli occhi amoroso ingegno udire. 24
L'occhio s'è fatto pittore e ha stampato
la tua forma nel quadro del mio cuore;
cornice è il corpo, ed è la prospettiva
suprema arte pittorica: il pittore
t'insegna il mezzo per scoprire dove
l'Immagine tua vera sia dipinta:
nella bottega del mio petto è appesa,
che i tuoi occhi ha per vetri alle finestre.
Ora vedi l'aiuto d'occhi ad occhi:
gli occhi miei t'han ritratto, e i tuoi per me
son finestre al mio petto, e gode il sole
a sbirciar dentro per mirarvi te.
Però gli occhi perfetta arte non hanno:
vedono, ma del cuore nulla sanno. 25
Vanti chi ha il favore delle stelle
pubblici onori e titoli sonanti;
tali trionfi a me vieta la sorte:
ciò che più onoro mi godo, non visto.
Sotto l'occhio del sole i favoriti
come calendule aprono i bei petali:
già sepolto il rigoglio giace in loro,
se basta a farlo morire un cipiglio.
L'eroe famoso per le sue fatiche
dopo mille vittorie una sconfitta
radia per sempre dall'albo d'onore,
ed è dimenticato tutto il resto.
Felice me, che amo e sono amato,
né da me sono smosso né da un altro. 26
Re del mio amore, il cui merito ha avvinto
in vassallaggio la mia devozione,
a te questa imbasciata scritta invio,
devoto omaggio, non sfoggio d'ingegno;
omaggio che un ingegno così misero,
senza parole, fa sembrare spoglio;
ma spero che una tua bella invenzione
nudo l'alloghi entro l'anima tua,
finché una stella che i miei passi muova
benigna a me si volga in dolce aspetto
e addobbi l'amor mio cencioso, degno
mostrandomi del tuo dolce riguardo.
Quanto t'amo oserò vantare allora;
prima non voglio espormi alla tua prova. 27
Sfinito mi rifugio nel mio letto,
caro riposo alle membra spossate;
ma un viaggio comincia allora in testa,
la mente affaticando, dopo il corpo.
Di lontano i pensieri, ove mi trovo,
pellegrini devoti, a te si volgono,
e aperte tengono le grevi palpebre
fisse nel buio visibile ai ciechi.
Ma la vista fantastica dell'anima
offre all'inerte sguardo l'ombra tua,
gioiello appeso nell'orrida notte:
bella è la notte nera, e nuovo ha il volto.
Così per te, per me, non ho quiete
di giorno al corpo, di notte alla mente. 28
Come posso in letizia ritornare
se m'è sbarrato il bene del riposo,
né notte allevia l'angoscia diurna,
ma giorno e notte a vicenda s'opprimono,
e l'uno e l'altra, sebbene nemici,
si dànno mano a torturarmi, l'uno
d'affanno, l'altra gemendo che sempre
io più lontano m'affanno da te?
Che splendi e gli dài grazia dico al giorno,
per compiacerlo, se il cielo s'annuvola;
la bruna notte lusingo che quando
non brillano le stelle tu la indori.
Ma più lungo ogni giorno fa il dolore,
ed ogni notte la pena più forte. 29
Quando, a Fortuna inviso e agli occhi umani,
solo, il mio stato reietto compiango
e affliggo d'urla inani il cielo sordo
e guardo a me e maledico il fato,
e simile mi bramo a chi più spera,
come altri bello, come altri assediato,
arte e talento altrui desiderando,
di ciò scontento che più mi dà gioia,
quasi in questi pensieri disprezzandomi,
ecco che penso a te, ed il mio stato,
come allodola al rompere del giorno,
dal cupo inneggia alla porta del cielo:
dà tal dolcezza il tuo amore al ricordo
che il mio stato io coi re cambiar non voglio. 30
Se innanzi al dolce silente pensiero
chiamo il passato, di ciò che cercavo
gemo l'assenza, e rinnovo le pene
del caro tempo mio sprecato; in pianti
l'occhio non uso annego per amici
cari nell'infinita notte avvolti
della morte, e mi struggono rimosse
pene d'amore e immagini svanite.
M'affliggo allora d'afflizioni antiche,
e ridico di pena in pena il triste
conto dei gemiti che pago ancora
come se non l'avessi già pagato.
Ma se a te penso, caro, è risarcita
ogni perdita, e passa la ferita. 31
Caro fanno il tuo petto tutti i cuori
che, mancandomi, io morti supponevo;
con ogni parte sua vi regna Amore
e con gli amici che pensai sepolti.
Quante lacrime sante e religiose
m'ha rubate un devoto amore caro,
tributo ai morti che ora appaion solo
cose in te trasferite e in te nascoste!
Tu tomba ove sepolto vive amore
coi trofei degli amanti andati via,
di me la parte sua t'ha data ognuno:
soltanto tuo è ciò che fu di molti.
Le immagini che amai io vedo in te;
tu, che sei tutti loro, hai tutto me. 32
Se vivi oltre il mio giorno atteso, quando
Morte villana coprirà di polvere
le mie ossa, e qualora i rozzi versi
del tuo povero amante rivedessi,
paragonali al meglio di quei tempi,
e se inferiori fossero a ogni penna,
per l'amor mio, non per la rima serbali,
sorpassata da più dotati autori.
Oh, dammi allora un pensiero amoroso:
"Fosse cresciuta coi tempi, darebbe
miglior parto la Musa del mio amico,
da tener testa al migliore equipaggio;
morto lui, per lo stile i versi altrui
leggerò, per il suo amore i suoi". 33
Più d'un mattino glorioso ho veduto
blandir le vette con occhio sovrano,
con volto aureo baciare i prati verdi,
con celeste alchimia pallidi rivi
dorare, e fosche orride nubi a un tratto
lasciarsi cavalcar sul volto etereo
nascosto al mondo desolato, mentre
furtivo ontoso a occidente fuggiva.
Così splendeva di primo mattino
sulla mia fronte il mio sole in trionfo;
ma mio è stato, ahimè, soltanto un'ora:
altera nube ora me l'ha celato.
Non lo sdegna il mio amore: così può
macchiarsi in terra come in cielo un sole. 34
Perché hai promesso un giorno così bello,
senza mantello lasciandomi andare,
per farmi cogliere da fosche nubi
che in lercio fumo celano il tuo sfarzo?
Non basta che tu fenda la tempesta
per asciugarmi la pioggia sul viso:
nessuno può un balsamo lodare
che la piaga risana e non il morbo.
Né la vergogna medica la pena:
se tu ti penti, a me rimane il danno.
Magro sollievo è il dolor di chi offende
a chi porta la croce dell'offesa.
Ma le lacrime che il tuo amore versa,
ah, ricche sono e redentrici perle. 35
Non affliggerti più per ciò che hai fatto:
spine le rose, fango i fonti argentei,
nubi ed eclissi luna e sole insidiano,
e laido bruco il bocciolo più dolce.
Tutti sbagliano, e anch'io, legittimando
con paragoni i falli tuoi, me stesso
svilendo per redimere il tuo torto,
scusando i tuoi peccati oltre misura:
do senso alla tua colpa sensuale -
tuo avvocato è la tua controparte -
e intento causa legale a me stesso.
Tal guerra c'è nel mio amore e odio
che complice m'è forza diventare
al dolce ladro nei suoi furti amari. 36
Dobbiamo restar due, benché siano uno
i nostri amori indivisi: io da solo
quelle macchie che a me solo appartengono,
così le porterò senza il tuo aiuto.
C'è nei nostri due amori un sol rispetto,
ma le vite le sèpara uno smacco:
l'unicità dell'amore non àltera,
ma dolci ore sottrae alla delizia.
Mai io apertamente riconoscerti
potrò: ti darebbe onta la mia colpa;
né tu m'onorerai pubblicamente
senza togliere onore al nome tuo.
Ma non farlo: ho per te un tale amore,
che mio sei tu, e mio il tuo buon nome. 37
Come un padre decrepito gioisce
nel giovane vigore di suo figlio,
così da crudelissima Fortuna
me storpiato conforta il tuo valore:
beltà, ricchezza, intelligenza, nascita,
o una o tutte incoronate regnino,
o altre a loro modo titolate,
io l'amor mio in questo ceppo innesto.
Storpio non sono, misero, spregiato,
se dà quest'ombra una tale sostanza
che nella tua abbondanza io d'una parte
della tua gloria vivo soddisfatto.
Il meglio, il meglio io desidero in te;
e l'ho: beato dieci volte me! 38
Può mancare un soggetto alla mia Musa,
finché respiri tu, che nel mio verso
la tua dolcezza infondi, troppo eccelsa
perché foglio volgare la ripeta?
Oh, te ringrazia, se alcunché di mio
ti vien sott'occhio, degno d'attenzione:
chi è muto da non saperti scrivere,
se tu stesso dài luce all'invenzione?
Sii la decima Musa, ben più degna
di quelle antiche nei versi invocate;
e chi s'ispira a te possa creare
ritmi eterni, al di là del tempo estremo.
Piacesse a età esigenti la mia Musa,
mia la fatica, ma la lode è tua. 39
Come ti posso cantar con misura
se tutta sei la mia parte migliore?
Che può giovarmi me stesso lodare?
e lodar te non è lodare me?
Perciò dobbiamo vivere divisi,
né uno deve dirsi il caro amore:
per poterti io, con tal separazione,
dare il dovuto, che spetta a te solo.
Oh, qual tormento, assenza, appariresti,
se dolce agio non desse l'ozio amaro
a pensieri d'amore, e dolcemente
così non ingannassi ozio e pensieri,
e se non m'insegnassi a far due d'uno,
qui lodando chi è di qui lontano! 40
Ogni mio amore prenditi, amor mio;
più di prima che avrai? Nessun amore
da chiamare amor vero, amore mio:
era già tutto tuo il mio, da prima.
Se per mio amore il mio amore fai tuo,
non posso biasimarti: usi il mio amore;
ma ti biasimo, se te stesso inganni
gustando ciò che tu stesso condanni.
Ti perdóno il tuo furto, gentil ladro,
anche se tutto al povero tu rubi;
lo sa amore, che torto d'amore
più che scontato insulto d'odio duole.
Lasciva grazia, in cui par bene il male,
non saremo nemici: uccidi, strazia. 41
Quei vaghi torti che fa libertà
se talvolta m'assento dal tuo cuore
ben s'addicono agli anni, alla beltà:
sempre ovunque ti segue tentazione.
Gentile sei, da conquistare; bello,
da assalire; e se donna lo corteggia,
quale figlio di donna così rude
lascerà lei prima d'aver prevalso?
Ah, ma potevi il posto mio lasciarmi,
e sgridare beltà e giovinezza,
che in bagordi ti sviano ove non puoi
non rompere una doppia fedeltà:
la sua, con la beltà tentando lei;
la tua, con la beltà ingannando me. 42
Che abbia tu lei non è tutta la pena,
anche se io caramente l'amavo;
che abbia lei te è il tormento maggiore,
perdita che ben più dentro mi tocca.
Così vi scuso, amanti traditori:
tu ami lei perché sai che amo lei,
e anche lei per amor mio m'inganna,
lasciandosi provare dal mio amico.
Se perdo te, guadagna te il mio amore;
se perdo lei, l'amico mio lei trova;
voi trovate l'un l'altra, entrambi io perdo:
per amor mio questa croce mi date.
Ma eccola, la gioia: uno noi siamo.
Dolce inganno! lei ama me soltanto. 43
Più li chiudo, i miei occhi, e meglio vedono:
cose futili guardano di giorno;
ma te, se dormo, mirano nei sogni,
e, buie luci, illuminano il buio.
Se ombra illumini le ombre, che spettacolo
in chiaro giorno, con la tua più chiara
luce, la forma dell'ombra che tanto
ad occhi che non vedono risplende!
Quanto beati gli occhi miei, mirando
te nel vivido giorno, se la vaga
tua ombra fende nella morta notte
il greve sonno, e ad occhi inerti appare!
Finché non vedo te, notti i miei giorni,
giorni le notti, se in sogno a me torni. 44
Fosse pensiero l'inerte mia carne,
la distanza empia non mi fermerebbe:
contro lo spazio mi farei portare,
dagli estremi confini, ove tu sei.
Che importerebbe se stesse il mio piede
sopra la terra da te più remota?
Balza oltre mare e terra il pensiero agile
nel tempo di pensare la sua meta.
Muoio al pensiero, ah, che non son pensiero,
da saltar miglia e miglia se sei via;
di terra e acqua composto, qual sono,
del Tempo aspetto i comodi gemendo:
ho solo, da elementi così lenti,
lacrime grevi, dolorosi emblemi. 45
Gli altri due, aria lieve e fuoco puro,
sono entrambi con te, dovunque io sia:
l'una il pensiero, l'altro il desiderio;
presenti-assenti trascorrono rapidi.
Se in tenera imbasciata a te d'amore
vanno questi più agili elementi,
la mia vita, da quattro, con due soli,
sprofonda in morte, oppressa da mestizia;
finché quei rapidi messi non tornano
a ricomporre l'unità vitale,
rassicurati adesso della buona
tua salute, e notizia a me ne dànno.
Ne gioisco; ma poi, non più contento,
li mando indietro, e triste ridivento. 46
Sono in guerra mortale l'occhio e il cuore
per spartirsi il trofeo della tua vista;
vuol vietare il ritratto l'occhio al cuore,
e così viceversa il cuore all'occhio:
che tu risiedi in lui sostiene il cuore,
scrigno da occhi cristallini intatto;
ma ciò rifiuta il contendente, e dice
che il bel sembiante tuo in lui risiede.
Per assegnare il titolo, s'insedia
un giurì di pensieri, ligi al cuore,
e stabilito è dal loro verdetto
qual parte all'occhio e quale al cuore spetta:
all'occhio spetta la parte esteriore,
l'intimo amore del tuo cuore al cuore. 47
Tra l'occhio e il cuore s'è stretto un accordo:
buoni servigi ora fa l'uno all'altro.
Quando affamato è l'occhio d'uno sguardo,
o il cuore soffoca nei suoi sospiri,
l'occhio allora si pasce del ritratto
e al banchetto dipinto invita il cuore,
oppure è il cuore ad ospitare l'occhio,
dividendo con lui i suoi pensieri.
Così, col tuo ritratto o col mio amore,
pur lontano mi sei sempre presente:
non puoi dai miei pensieri allontanarti,
sempre con loro io sto, loro con te;
o del ritratto la vista, se dormono,
desta il cuore beando cuore e occhio. 48
Con che cura, partendo, ogni nonnulla
dietro le sbarre più fidate ho posto,
che all'uso mio inusato restasse
al sicuro da mani disoneste!
Tu, che annulli al confronto i miei gioielli,
mio gran conforto, ora massima pena,
tu mio bene più caro, unica cura,
preda d'ogni vil ladro sei rimasto.
Te non ho io serrato in altro scrigno
se non dove non sei ma io ti sento,
nella tenera chiostra del mio petto:
a tuo talento puoi entrarne e uscirne.
E di là tu sarai rubato, temo:
ladra si fa virtù per un tal premio. 49
Contro il tempo - se mai verrà quel tempo -
che ti vedrò accigliare ai miei difetti,
che il tuo amore trarrà l'ultima somma,
mosso da ponderate riflessioni;
contro il tempo che appena questo sole,
l'occhio, mi volgerai, passando estraneo,
che l'amore, altra cosa da com'era,
troverà gravi profonde ragioni;
contro quel tempo io qui mi premunisco
dentro la conoscenza del mio merito,
e questa mano alzo contro me stesso,
in pro dei tuoi legittimi diritti.
Delle leggi hai la forza per lasciarmi:
movente addurti non so per amarmi. 50
Come mi pesa fare il mio cammino,
se il fine mio, la faticosa meta,
fa dire a quel sollievo e a quel riposo:
"Lungi da lui tante miglia hai percorse"!
Stanca del mio dolore, la mia bestia
tarda arranca, il mio peso sopportando,
quasi d'istinto sapesse, la misera:
via da te non ha fretta il cavaliere.
Lo sprone non la stimola cruento,
che la rabbia le affonda nella pelle:
lei mesta con un gemito risponde
più crudo a me che al suo fianco lo sprone:
mi fa quel gemito in mente tornare
che ho pena innanzi a me, gioia alle spalle. 51
L'amore mio può scusare l'inerzia
del mio corsiero a fuggir via da te:
"Perché affrettarmi ad andarmene via?
a che pro correre, finché non torno?".
Oh, che scusa avrà mai, povera bestia,
se parrà lento sfrenato galoppo?
Darei di sprone, anche montassi il vento:
mi sembrerà immota alata corsa.
Non reggerà cavallo al desiderio:
non carne inerte, fatto d'amor puro,
nitrirà lui nella sua corsa ardente.
Ma scuserà l'amore il mio ronzino:
"Se piano è andato via, io solo verso
te correrò, e lascerò lui lento". 52
Son come il ricco che beata chiave
porta al suo dolce tesoro rinchiuso,
che non ogni ora vuole contemplare
per non spuntare un piacer fino e rado.
Così rare e solenni son le feste,
perché, rade nel volgere dell'anno,
come pietre preziose sono sparse,
o in monile i gioielli dominanti.
Il tempo che ti serba è il mio forziere,
il guardaroba che cela la veste
per più beare un istante beato
l'imprigionato splendore svelando.
Beato te: chi t'ha fai esultare
col tuo valore, chi non t'ha sperare. 53
Qual è l'essenza tua, di che sei fatto,
che milioni di strane ombre ti cerchiano?
Ha ciascuno la sua ombra, una sola;
tu, uno solo, ad ogni ombra dài forma.
Disegna Adone, e quel ritratto è solo
imitazione misera di te;
metti in Elena ogni arte di beltà,
e sei tu, ridipinto in greca foggia.
Parla d'aprile, dell'opimo autunno:
è l'uno l'ombra della tua beltà,
l'altro appare una tua munificenza:
te ogni forma beata rivela.
D'ogni grazia esteriore hai parte; è tua,
soltanto tua la costanza di cuore. 54
Oh, quanto è abbellita la beltà
dal dolce fregio che virtù le dona!
Bella la rosa, ma ancor più ci sembra
per quell'odore dolce che in lei vive.
Colore intenso le canine come
la tinta profumata hanno delle altre,
su spine uguali pendono vezzose
quando le fa sbocciare alito estivo;
ma sola loro virtù è mostrarsi:
non corteggiate, neglette appassiscono,
da sé muoiono. Non le rose dolci:
dànno, da morte, i più dolci profumi.
Se da te, bello e vago, svanirà,
nel verso ancora virtù stillerà. 55
Marmo, aurei monumenti principeschi
non vivranno oltre il mio verso possente:
più luminoso qui tu splenderai
che pietra incolta, insozzata dal tempo.
Devastate le statue, rasi i muri,
non la spada di Marte né il vorace
fuoco di guerra il vivo testimone
della memoria tua brucerà mai.
Contro la morte e ogni oblio nemico
incederai, e s'imporrà il tuo vanto
sempre agli occhi di tutte le future
età, che il mondo trarranno alla fine.
Prima che tu nel Giudizio rinasca,
vivi qui, e negli occhi di chi ama. 56
Dolce amore, rinnòvati; il tuo filo
non sia smussato più dell'appetito,
ch'è oggi calmo dopo il nutrimento,
domani, acuto, ha il vigore di prima.
Così tu; anche se gli occhi affamati
oggi t'empi finché sazi si chiudono,
domani guarda ancora, e non uccidere
lo spirito d'Amore ottusamente.
Sia questo triste intervallo l'oceano
che separa le sponde ove s'affacciano
due promessi ogni giorno, a far più lieta
la vista dell'amoroso ritorno;
o inverno chiamalo: pieno d'ambascia,
fa più agognata l'estate, più rara. 57
Tuo schiavo, che altro posso se non le ore
servire e i tempi del tuo desiderio?
Da spendere non ho tempo prezioso,
né servigi, finché tu non li chieda.
Né l'ora oso accusare senza fine
quando, sovrano mio, scruto il quadrante
in tua attesa, o l'acerba amara assenza
quando tu al tuo servo hai detto addio.
Né oso chiedermi gelosamente
dove esser puoi, immaginar che fai,
ma, schiavo triste, sto lì a pensare
quanto felici, ove sei, fai quegli altri.
Amore è un tal pagliaccio, che non coglie
alcun male in qualunque tuo capriccio. 58
Non voglia il Dio che m'ha fatto tuo schiavo
che col pensiero io controlli i tuoi ozi
o delle ore t'implori il resoconto,
io tuo vassallo, tenuto ai tuoi comodi.
Oh, lasciami soffrire, al tuo comando,
l'imprigionata assenza della tua
libertà; ogni colpo la pazienza
soffra, senz'accusarti d'alcun torto.
Sta' dove vuoi: hai carta così forte,
che privilegi puoi dare al tuo tempo
come ti pare; e solo a te appartiene
perdonar le tue colpe contro te.
Inferno è attendere, ma devo, e male
o bene, il piacer tuo non biasimare. 59
Se nulla è nuovo, e passato è il presente,
sbaglia il nostro cervello, nel travaglio
dell'invenzione partorendo invano,
secondo parto, un bimbo già vissuto.
Oh, potesse il ricordo indietro volgersi
giusto di cinquecento soli, in qualche
libro antico mostrando la tua immagine,
dacché la mente fu scritta in caratteri,
e vedessi io che disse il vecchio mondo
al compiuto miracolo di te!
Siamo avanti, o migliori erano loro?
o il volgere del tempo è sempre identico?
Oh, ne son certo, gl'ingegni d'allora
diedero lodi a soggetti peggiori. 60
Come alla spiaggia ciottolosa le onde,
i nostri istanti alla fine s'affrettano;
ciascuno subentrando al precedente,
tutti avanti s'accalcano affannosi.
Nel mare della luce entra la nascita,
verso maturità; incoronata,
sinistre eclissi insidiano la gloria,
e distrugge ora il Tempo ciò che ha dato.
Il fior di gioventù trafigge il Tempo,
e solchi scava in fronte alla beltà,
le rarità di natura divora,
e nulla c'è che sfugga alla sua falce.
Ma sfida il Tempo e la cruda sua mano
il mio verso, il valore tuo lodando. 61
Tu vuoi nella spossata notte aperte
dall'Immagine tua le grevi palpebre?
Da ombre che a te simili mi beffano
tu desideri rotti i sonni miei?
Così lontano mandi via il tuo spirito
a spiare i miei atti, a rivelare
vergogne in me e ore vane, oggetto
ed alimento alla tua gelosia?
Molto è il tuo amore, ma non così grande;
desti tiene i miei occhi l'amor mio,
è lui che mi distrugge il mio riposo,
montando sempre la guardia per te.
Veglio io per te, vegli da me lontano
altrove tu, troppo ad altri vicino. 62
Tutto il mio occhio amor di me possiede,
e tutta l'anima, ed ogni mia parte;
né a questo peccato c'è rimedio,
radicato com'è dentro il mio cuore.
Viso grazioso come il mio non vedo,
né forma così vera, o virtù pari;
e il mio pregio determino da me,
poiché tutti sorpasso in ogni pregio.
Ma se il mio specchio mi mostra qual sono,
da consunta vecchiezza pesto e vizzo,
il mio amor di me leggo al contrario:
assurdo un tale amor di sé sarebbe.
Te, che sei me, lodando in vece mia,
pingo coi tuoi bei giorni io l'età mia. 63
Il mio amore sarà com'io son ora,
dagli oltraggi del Tempo guasto e logoro,
dalle ore il sangue asciugato e la fronte
piena di righe e rughe avrà, il suo giovane
mattino andrà nella notte degli anni,
e le beltà di cui è ora re
svaniranno o saranno già svanite,
s'involerà il tesoro del suo aprile;
per allora io fin d'ora mi munisco
contro il crudele coltello degli anni,
che mai dalla memoria la beltà
tagli del dolce amor mio, con la vita.
Parrà in questi neri versi miei
la sua beltà, e sempre verde lui. 64
Ho visto il Tempo spietato disfare
d'età passate il ricco sfarzo altero,
torri sublimi vedo rase al suolo,
e bronzo eterno schiavo a mortale ira,
l'oceano ho visto avido conquistare
vantaggio sopra il reame terrestre,
la terraferma vincere sulle acque:
avere e perdere, perdere e avere;
vedendo un tale avvicendar di cose,
o cose in sé distruggersi e crollare,
meditare m'ha fatto la rovina
che via il Tempo porterà il mio amore.
Quasi morte è questo pensiero: lutto
che avendo teme di perdere tutto. 65
Non bronzo, o pietra, o terra, o mare immenso
si sottrae al potere della morte:
da tal furia si può beltà difendere,
se più vigore d'un fiore non ha?
Oh, reggerà l'estivo odor di miele
contro l'assedio dei battenti giorni,
se imprendibili rocche o ferree porte
non vi sono che il tempo non abbatta?
Oh, rovello terribile! Ahimè, come
sottrarre al tempo il suo più bel gioiello?
Qual mano può fermare il piè-veloce,
chi di beltà proibirgli il saccheggio?
Oh, nessuno, se non questo miracolo:
l'amor mio sempre in nero inchiostro chiaro. 66
Stanco di tutto, pace imploro a morte:
vedere nascere mendico il merito,
e nullità meschina messa in ghingheri,
e rinnegata la fede più pura,
e onore tributato indegnamente,
e vergine virtù prostituita,
e diffamata perfetta onestà,
e sotto zoppo potere il vigore,
e da autorità arte zittita,
e in cattedra follia contro talento,
e genuinità chiamata ingenua,
e prigioniero e schiavo il bene al male!
Stanco di tutto, sceglierei sparire,
se non lasciassi solo il mio amore. 67
Ah, perché vivere nell'infezione
egli dovrebbe, e l'empietà graziare
della presenza, sì che abbia il peccato
dalla sua compagnia vantaggio e fregio?
Perché dovrebbe imitarne la guancia
falsa pittura, e al vivo aspetto morta
rubar parvenza? o meschina beltà
da Rosa vera cercar rose d'ombra?
Vivere ora che, già di tanti fiera,
méndica sangue ch'arda in vive vene,
fallita, la Natura, e solo vive
dei guadagni di lui, senz'altro erario?
Oh, lo serba a mostrar com'era ricca
prima di questa età così maligna. 68
Del passato la sua guancia è la mappa,
quando viveva beltà e moriva
come ora i fiori: abitar non osava
grazia bastarda ancora un vivo volto;
prima che le auree trecce della morte
recise fossero e tolte ai sepolcri
per vivere altra vita in altra testa,
prima che morto vello altri abbellisse.
I sacri tempi antichi in lui si vedono,
senza ornamento alcuno, schietti, autentici,
senz'altrui verde per fingere estate,
o rubata beltà vestita a nuovo;
lui serba alla falsa Arte la Natura,
mappa che mostri la beltà d'allora. 69
Le parti tue che vede occhio mondano
menda al riposto pensiero non hanno;
voce d'anima, il tuo ti dà, il nudo
vero ogni lingua, come ostile encomio.
L'esterno tuo lode esterna incorona;
ma quelle lingue che ti dànno il tuo
con altri accenti intorbidan la lode:
vedon di là di quanto l'occhio mostra.
Scrutano la beltà della tua mente
indovinandola dagli atti tuoi:
contro i gentili occhi, al bel fiore aggiungono
pensieri avari il lezzo delle erbacce.
Non corrisponde al tuo aspetto l'odore:
ciò deriva dal tuo farti volgare. 70
Patir biasimo non sarà tua colpa:
segno a calunnia fu sempre la grazia;
è di beltà l'ornamento il sospetto,
corvo che vola nel più dolce cielo.
Se tu sei buono, la calunnia è lode
- valgon più quelli che il mondo corteggia -:
bruco, ama il vizio i più dolci boccioli,
e immacolata è la tua primavera.
Non assalito, o vincente, scampato
sei agli agguati dei giovani giorni;
ma non è lode questa da potere
fermar l'invidia, sempre più sfrenata.
Senza maschera alcuna di sospetto,
dei cuori avresti solo tu il regno. 71
Non compiangermi morto più del tempo
che udrai la tetra lugubre campana
far noto al mondo che dal mondo vile
fuggito io sono tra i vermi più vili.
Anzi, se leggi, la mano che scrisse
non ricordare: per amore tuo
voglio l'oblio nei tuoi dolci pensieri,
se dovesse il pensarmi darti pena.
Oh, se qui ti cadrà, dico, lo sguardo
quando io, forse, sarò fuso alla creta,
non dir nemmeno il mio povero nome:
con la mia vita abbia fine il tuo amore.
Non guardi nel tuo pianto il savio mondo,
te non burli per me che non ci sono. 72
Oh, non t'imponga il mondo di ridire
qual vivo merito tu debba amare
in me morto; del tutto, caro amore,
scordami: nulla in me puoi trovar degno,
se inventare non vuoi bugia virtuosa
per dare a me più del merito mio
e lodar me defunto più di quanto
l'avara verità concederebbe.
Oh, falso in ciò non sembri il tuo amor vero:
bene non vero dirmi per amore;
sia sepolto il mio nome col mio corpo,
e ad onta mia e tua oltre non viva:
come io di ciò che produco ho vergogna,
dovresti tu, se cosa ami non degna. 73
Quel tempo in me puoi scorgere in cui gialla
foglia nessuna, o rara, ai rami pende
tremanti contro il freddo, nudi cori
già famosi, ove dolci erano i canti.
Vedi in me come un giorno impallidisce
dopo il tramonto, e via la nera notte
se lo porta, alter ego della morte,
che ogni cosa suggella nel riposo.
Vedi in me sulle ceneri del suo
vigore il barbaglìo d'un fuoco, come
sul letto funebre ove spirerà,
consumato da ciò che lo nutriva.
Ciò percepisci, e più forte il tuo amore
ama ciò che dovrai presto lasciare. 74
Ma tu consólati se il crudo arresto
senz'alcuna cauzione via mi porta;
la mia vita su questi versi ha titolo,
che con te sempre terrai per ricordo.
Se li rileggerai, tu rivedrai
quella parte che a te è consacrata:
terra la terra avrà, tanto le spetta;
tuo è lo spirito, mia miglior parte.
Le fecce della vita, preda ai vermi,
morto il mio corpo, avrai perduto allora,
vil bottino di lama sciagurata,
per la memoria tua troppo meschino.
Il suo valore è ciò ch'esso contiene:
questi versi, che tuoi sono per sempre. 75
Ai miei pensieri sei qual cibo a vita,
o come dolci acquazzoni alla terra;
per la tua pace io quella lotta affronto
che fa l'avaro con il suo tesoro:
ora possiede esultante, e poi subito
teme l'epoca ladra glielo rubi;
ora io star solo con te preferisco,
poi far veder la mia delizia al mondo;
ora sazio di pascere in te gli occhi,
poi subito affamato d'uno sguardo;
non possedendo o inseguendo diletto
che tu non m'hai già dato o ridarai.
Di giorno in giorno languisco e m'appago,
tutto ingoiando, o di tutto mancando. 76
Perché non ha il mio verso nuovi fregi,
né variazioni o repentine svolte?
Perché coi tempi non volgo lo sguardo
a nuovi metodi e a composti strani?
Perché scrivo una cosa, sempre quella,
e chiudo l'invenzione in veste nota,
sì che quasi ha il mio nome ogni parola,
origine mostrando e provenienza?
Oh, sappi, amore caro, io di te sempre
scrivo, e il mio tema siete tu e amore:
solo vestir vecchie parole a nuovo
io so, quanto ho già speso rispendendo.
Come ogni giorno è nuovo il sole e vecchio,
sempre il mio amore ridice il già detto. 77
Mostrerà le beltà spente lo specchio,
il quadrante i preziosi attimi persi,
i fogli vuoti impronterà la mente;
e questo insegnamento avrai dal libro:
le rughe nel verace specchio apparse
fosse voraci ti ricorderanno,
dirà l'ombra furtiva sul quadrante
il rifuggire del Tempo all'eterno.
Quanto nella memoria tua non entra,
ai fogli bianchi affidalo, e vedrai,
cresciuti, i figli nati dal cervello
far con la mente nuova conoscenza.
Questi riti, iterati con lo sguardo,
ti gioveranno, e il libro arricchiranno. 78
Spesso t'ho invocato come Musa,
e bel soccorso al mio verso ho trovato:
imitato m'ha ogni penna aliena,
e al tuo servizio sparpaglia poesia.
Han fatto gli occhi tuoi alto cantare
i muti, l'ignoranza alto volare,
penne hanno aggiunte alle ali dei sapienti,
maestà doppia hanno data alla grazia.
Ma più sii fiero di ciò che io compilo
sotto la tua influenza, e da te nasce:
solo lo stile emendi alle altrui opere,
l'arte aggraziandone con le tue grazie,
ma sei l'arte mia tutta, al sapere alto
la mia rozza ignoranza sollevando. 79
Finché io solo invocavo il tuo aiuto,
solo aveva il mio verso ogni tua grazia;
ma, scaduti i graziosi ritmi miei,
cede la Musa mia malata a un altro.
Dolce amore, il tuo amabile argomento
merita, ammetto, una penna più degna,
ma quel che inventa di te il tuo poeta,
lo ruba a te, ed a te lo ripaga;
virtù ti presta, e ha tratto la parola
dal tuo contegno; ti dona beltà
nel tuo volto trovata: non può darti
altra lode che quella che in te vive.
Non ringraziarlo per quello che dice:
ciò che ti deve sei tu a pagarlo. 80
Oh, non mi sento di scriver di te,
sapendo che uno spirito migliore
usa il tuo nome, e a lodarlo ogni forza
mette per far tacere la mia lingua.
Ma, vasto come oceano, il tuo valore
regge l'umile vela e la più altera:
sugli ampi spazi tuoi la mia sfrontata
barca, tanto inferiore, s'avventura.
Mi sosterrà il tuo minimo aiuto,
mentre egli solca il tuo insondato abisso;
se affondo, io sono una vile barchetta,
lui d'alta stazza, e di pompa grandiosa.
Se a lui va bene, ed io vado in malora,
questo è il peggio: la mia rovina è amore. 81
O io viva per fare il tuo epitaffio,
o viva tu e io marcisca in terra,
di qui, fosse obliata ogni mia parte,
morte non toglierà la tua memoria.
Di qui il tuo nome avrà vita immortale,
anche s'io vada via, e muoia al mondo;
darà la terra a me fossa ordinaria,
sarà negli occhi umani la tua tomba;
tuo monumento, il mio verso gentile
leggeranno occhi non creati ancora;
di quest'epoca morto ogni respiro,
diranno lingue future il tuo essere.
Vivrai nel più vivo alito, tal forza
ha la mia penna: nell'umana bocca. 82
Non sei sposato, ammetto, alla mia Musa:
senza biasimo puoi guardar le dediche
che al loro bel soggetto usano scrivere
gli scrittori, ogni libro benedire.
Bello in coscienza come nell'aspetto,
trovi il tuo pregio maggior del mio elogio,
e sei costretto a cercare daccapo
più fresco stampo al progresso dei tempi.
Fallo, amore; ma quando avran trovato
i più arditi tocchi di retorica,
tu, bello vero, hai il tuo ritratto vero
nel sobrio vero del tuo vero amico.
Codeste tinte cariche s'addicono
a guance esangui: su di te disdicono. 83
Mai m'è sembrato t'occorresse trucco,
e non ho trucco alla tua grazia aggiunto;
ti trovavo, o credevo di trovarti,
sopra sterile offerta di poeta,
e ho tardato a lodarti: da te, vivo,
tu potevi mostrare quanto è corta,
parlando di valore, una comune
penna a dir quale valore in te cresce.
Questo silenzio m'hai imputato a colpa,
ma mi sarà maggior gloria il tacere:
stando zitto, io non ledo la beltà,
altri vuol dare vita e fa una tomba.
In un bell'occhio tuo vive più vita
che nelle immagini d'ambo i poeti. 84
Chi dice più, chi può dir più di questa
ricca lode, che solo tu sei tu,
nei cui confini è murato quel ceppo
che dovrebbe indicare ov'è il tuo eguale?
Magra penuria abita in quella penna
che al soggetto non presta un po' di gloria;
ma chi scrive di te, se sa dir solo
che tu sei tu, fa degna la sua storia.
Copi quanto è in te scritto, e non peggiori
quanto natura ha fatto così chiaro:
fama darà tal ritratto al suo ingegno,
rendendo ovunque il suo stile ammirato.
Tu ai beati doni un male associ:
bramar lode peggiora le tue lodi. 85
Tien la lingua legata la mia Musa,
mentre ricchi trattati di tue lodi
d'aurea penna conservano il carattere,
preziosità da ogni Musa limate.
Io bei pensieri, altri ha belle parole,
e, illetterato chierico, sempre "Amen"
grido ad ogn'inno che l'abile spirito
offre in forbita forma e raffinata.
Udendoti lodare, io dico: "È vero!",
e al sommo elogio aggiungo qualcos'altro,
ma nel pensiero: l'amor suo per te
(ultime le parole) è in prima fila.
Parole alate in altri, in me i pensieri
muti rispetta, di fatto eloquenti. 86
La gonfia vela altera del gran verso,
tesa a predare te più che prezioso,
sepolto m'ha le idee mature in testa,
del loro grembo facendo una tomba?
Ferito m'ha spirito a morte, a voli
più che mortali da spiriti edotto?
No, né lui né i compari che l'aiutano
di notte, hanno il mio verso istupidito.
Né lui né il caro suo fantasma affabile,
che di notte informandolo lo gabba,
vincitori, del mio silenzio han vanto;
da lì nessun timore mi feriva.
Ma il tuo favore il suo verso ha riempito:
ciò ha snervato il mio, ciò l'ha infiacchito. 87
Addio, troppo sei caro per averti,
e sai probabilmente il tuo valore;
la Carta del tuo pregio ti dispensa;
su te ogni mio titolo è scaduto.
Come ti tengo se non per tuo placet?
e per tali ricchezze ov'è il mio merito?
Motivo a tanto bel dono in me manca,
e indietro m'è ritolta la licenza.
Donato t'eri ignorando il tuo pregio,
o, nel donarlo, mi pensavi un altro;
cresciuto sull'equivoco, il gran dono
indietro torna, giudicando meglio.
T'ho avuto come un sogno lusinghiero:
nel sonno un re, altra cosa al risveglio. 88
Quando t'andrà di tenermi in non cale
e d'esporre il mio merito allo scorno,
contro di me mi batterò al tuo fianco:
ti mostrerò virtuoso, te spergiuro.
Sulle magagne mie meglio informato,
posso una storia a favor tuo deporre
di falli oscuri, di cui son macchiato:
perdendo me, molta gloria guadagni;
e guadagno ne traggo anch'io: in te
rivolto ogni amoroso mio pensiero,
le offese che a me faccio, se vantaggio
a te recano, a me vantaggio doppio.
Tanto io t'amo e son tuo, che ben sopporto,
per il diritto tuo, qualunque torto. 89
Di' che per qualche colpa m'hai lasciato,
e chioserò io tale imputazione.
Di' che son zoppo, e io claudicherò:
dalle ragioni tue non mi difendo.
Non puoi, amore, a metà denigrarmi
- per truccare il bramato cambiamento -,
di quanto io faccio: sapendo che vuoi,
l'affetto soffoco, faccio l'estraneo,
m'assento dai tuoi passi, e sulla lingua
più non ho il dolce amato nome tuo,
per non offenderlo, io troppo profano,
parlando dell'affetto nostro antico.
Per te, giuro che contro me mi batto:
chi odiato è da te mai devo amarlo. 90
Se vuoi odiami dunque, e se mai, ora,
ora che il mondo è intento a contrariarmi,
all'avversa Fortuna allèati, piegami;
non piombar dopo a darmi il colpo postumo.
Ah, se il cuore scampasse a tal dolore,
pena già vinta non perseguitare,
non far venir la pioggia dopo il vento,
prolungando disfatta già decisa.
Se vuoi lasciarmi, non lasciarmi dopo
che altri dispetti piccini io patisca,
subito assali: così proverò
subito il peggio che può la Fortuna,
e altre pene, che pene ora paiono,
di fronte al perderti non lo parranno. 91
Chi si gloria di nascita, chi d'arte,
chi di ricchezza, chi di forza fisica,
chi di vesti alla moda mal tagliate,
chi di falchi e levrieri, o di cavalli;
ha ogni umore il suo proprio piacere,
che sopra ogni altra cosa gli dà gioia.
Particolari a cui non mi misuro:
tutti li supero in un essere unico.
L'amor tuo mi val più che illustre nascita,
più che ricchezza, più che vesti esose,
più che falchi o cavalli dà diletto,
e avendo te, ho ogni vanto umano:
misero solo in ciò, che tu puoi prendermi
via tutto quanto, e miserrimo rendermi. 92
Fa' pure il peggio per sottrarti a me,
sei mio fino alla fine della vita,
né vita durerà più del tuo amore,
poiché da questo amore tuo dipende.
Perché temere il peggiore dei torti,
se alla mia vita il minore dà fine?
Stato migliore vedo appartenermi
di quello che dipende dal tuo umore.
Tormentarmi non puoi con l'incostanza:
legata al tuo volteggio è la mia vita.
Oh, qual felice titolo io mi trovo,
nell'amar te felice e nel morire!
Ma qual felicità macchia non teme?
Falso puoi esser tu, io non sapere. 93
Sì, vivrò supponendoti fedele,
qual marito ingannato; amore il volto
d'amore mi parrà, benché alterato:
con me gli sguardi tuoi, altrove il cuore.
Poiché negli occhi tuoi odio non vive,
da loro non saprò il tuo cambiare.
D'un cuore falso in molte facce è scritta
la storia in smorfie, cipigli e rugacce;
ma il cielo nel crearti ha decretato
dolce amore perenne sul tuo volto;
quali che siano i pensieri e gli affetti,
nel tuo aspetto nient'altro che dolcezza.
La tua beltà è come il pomo d'Eva,
se non risponde una dolcezza vera. 94
Chi di ferire ha il potere e non l'usa,
chi da ciò che più suo mostra s'astiene,
chi altri muove, e lui stesso è di pietra,
immoto, freddo, e lento a tentazione,
grazie celesti eredita legittime
e non spreca ricchezze di natura;
lui del suo volto signore e padrone,
ministri gli altri della sua eccellenza.
All'estate è dolcezza il fiore estivo,
benché per sé soltanto viva e muoia;
ma se toccato è da vile infezione,
l'erba più vile in dignità gli è sopra:
l'uso ciò ch'è più dolce fa più agro,
puzza ben più ch'erbaccia il giglio marcio. 95
Dolce e amabile rendi la vergogna,
che, come bruco entro rosa fragrante,
guasta al tuo nome in boccio la beltà.
In qual dolcezza i tuoi peccati avvolgi!
Lingua che fa la storia dei tuoi giorni,
commentando lasciva il tuo diporto,
non sa spregiare, ma col nominarti
pregia, benedicendo il mal che dice.
Oh, quale alta dimora hanno quei vizi
che t'hanno scelto per abitazione!
Ogni macchia vi ammanta la beltà,
e tutto agli occhi trasfonde in candore!
Bada, cuor mio, a un privilegio tale:
si sfila ottima lama, usata male. 96
Chi gioventù tua colpa, chi licenza,
chi gioventù tua grazia e bel diporto
dice; aman grazia e colpe umili e grandi;
delle colpe fai grazie che a te vengono.
Come sul dito di regina in trono
bello si stimerà il più vil gioiello,
così gli errori visibili in te,
trasformati in virtù, passan per giusti.
Quanti agnelli attrarrebbe il fiero lupo,
se trasformasse in agnello i sembianti!
Quanti ne sedurresti, ammiratori,
tutta usando la forza del tuo stato!
Ma non farlo: ho per te un tale amore,
che mio sei tu, e mio il tuo buon nome. 97
Come un inverno è stata la mia assenza
da te, delizia dell'anno fuggente:
geli ho patiti, giorni bui ho visti,
squallido vecchio dicembre dovunque.
Pure era questo esilio tempo estivo,
era l'autunno fecondo di frutti,
ingravidato dal lascivo aprile:
vedovi parti, defunto lo sposo.
Ma questa esuberanza a me sembrava
speranza orfana, prole senza padre,
se a te fa scorta con le sue delizie
l'estate, e senza te taccion gli uccelli,
o così tetri cantano, che inverno
le foglie pallide vicino temono. 98
T'ero lontano; altero, variopinto,
tutto vestito a festa, in ogni cosa
giovane spirito Aprile infondeva:
con lui Saturno rideva e saltava.
Ma né canti d'uccelli, né odore
dolce di fiori diversi ad estiva
canzone m'inducevano, o a raccogliere
dal loro grembo rigoglioso i bocci;
non apprezzavo dei gigli il candore
né il profondo vermiglio della Rosa:
dolci figure deliziose, ma
su te esemplate, te modello a tutte.
Sempre inverno sembrava, e te lontano,
con quelle ombre di te quasi giocavo. 99
La violetta procace ho sgridata:
"Dove, se non dal fiato del mio amore,
dolce ladra, hai rubato il dolce odore?
La porpora che tinge la tua guancia
dalle sue vene attinta l'hai senz'altro".
Per la tua mano il giglio ho condannato,
la maggiorana per i tuoi capelli;
sulle spine le rose stavan timide,
rossa-vergogna e bianca-disperata:
aveva un'altra, né rossa né bianca,
rubato a entrambe, aggiungendo il tuo fiato,
ma per quel furto, al colmo del rigoglio,
vindice bruco la rodeva a morte.
Fra tanti, nessun fiore che rubato
non t'ha dolcezza o colore ho notato. 100
Dove sei, Musa, che ti sei scordata
di ciò che ti dà tutto il tuo potere?
In canti indegni spendi il tuo furore,
dài luce a inezie, e la tua forza oscuri?
Torna, immemore Musa, ed in gentili
ritmi redimi il tempo speso invano;
canta all'orecchio che ai tuoi lai dà pregio,
e arte alla tua penna ed argomento,
Su, pigra Musa, osserva il dolce volto,
se qualche ruga il Tempo v'abbia incisa;
se sì, tu il declino satireggia,
svergogna ovunque i saccheggi del Tempo.
Prima che il Tempo uccida, dàgli fama:
la falce preverrai, la curva lama. 101
Musa oziosa, d'aver negletto intinta
verità in beltà come ripari?
Dal mio amore dipende e l'una e l'altra;
anche tu, e ne sei nobilitata.
Rispondi, Musa. Vorrai forse dire:
"Non vuol color verità, nel suo fissa,
né pennello beltà, che la figuri;
il meglio è il meglio se non mescolato"?
Se lode non gli serve, starai zitta?
Non scusarti così: in te sta farlo
sopravvivere a lungo a un'aurea tomba
e lodare da secoli futuri.
Musa, a te il compito: come ora appare,
t'insegno io, farlo a lungo sembrare. 102
È più il mio amore, anche se sembra meno:
meno non amo, anche se meno ostento.
Merce è l'amore la cui ricca lode
divulga in ogni dove il detentore.
Fresco era il nostro, nell'aprile appena,
quando lo salutavo coi miei lai.
Sulla soglia d'estate Filomela
canta, e ai giorni maturi il flauto tace:
non che gaia sia meno ora l'estate
delle notti azzittite dai suoi pianti,
ma pesa ai rami musica sturbata,
dolcezza perde confusa il diletto.
Perciò, come fa lei, la lingua io freno:
per non infastidirti col mio verso. 103
Che miseria produce la mia Musa!
Con un tal campo a mostrar la sua altezza,
l'argomento ha più pregio tutto nudo
che aggiungendogli il mio apprezzamento.
Non biasimarmi se non so più scrivere!
Guarda allo specchio, e lì appare un volto
che trascende la mia stanca invenzione,
offuscando i miei versi e screditandomi.
Non sarebbe peccato, a migliorarlo,
deturpare il soggetto, prima bello?
Non mirano a null'altro i versi miei,
che a dire le tue grazie e le tue doti;
e più, ben più che non stia nel mio verso,
mostra lo specchio tuo, se guardi dentro. 104
Per me, mio caro, non sarai mai vecchio:
come quando il tuo viso io mirai prima,
bello mi sembri. Hanno tre freddi inverni
scosso dai boschi a tre estati il vanto,
tre belle primavere in gialli autunni
mutarsi ho visto nel volger dell'anno,
tre profumi d'aprile arsi in tre giugni,
da quando vidi te verde come ora.
Ah, come un indice di meridiana,
trascorre impercettibile beltà:
sempre immota a me sembra la tua forma,
ma è mobile, e può l'occhio ingannare.
Future età, prima che foste nate,
era già morta di beltà l'estate. 105
Non si chiami il mio amore idolatria,
né sembri un idolo l'amato mio,
se tutti uguali i miei canti ed elogi
vanno ad uno, uno solo, sempre quelli.
Buono oggi è l'amor mio, domani buono,
sempre costante in stupenda eccellenza:
e il mio verso, legato alla costanza,
vario non è, solo una cosa esprime.
È "bello, buono e vero" il mio argomento,
in vario ordine "bello, buono e vero";
e in ciò la mia invenzione si risolve:
tre temi in uno, offre un campo stupendo.
Spesso isolati, bello, buono e vero,
mai son finora convissuti in tre. 106
Se nelle cronache del tempo andato
vedo descritte creature egregie,
e da beltà abbellite antiche rime
su morte dame e gentil' cavalieri,
nel celebrar la suprema beltà
di mano, piede, labbro, occhio, fronte,
vedo l'antica volontà di esprimere
quella beltà che tu ora possiedi.
Quelle lodi non son che profezie
del tempo nostro, te prefiguranti.
Divinanti guardavano i loro occhi
non tanto da cantare il tuo valore;
noi questi giorni presenti ammiriamo
con gli occhi, ma le lingue non le abbiamo. 107
Non mie paure né profetica anima
del vasto mondo che sogna il futuro
posson più porre scadenza al mio amore,
che pensavo soggetto a un chiuso fato.
La mortal luna ha avuto la sua eclissi,
dei lor presagi ridono i tristi àuguri;
certe ora le incertezze s'incoronano,
e pace annunzia ulivi imperituri.
Nel gocciare di questa età balsamica
fresco appare il mio amore, e a me s'inchina
Morte: a suo scorno io vivo in queste povere
rime, su mute tribù lei esulta.
E tu qui monumento avrai; corone
di tiranni cadranno e bronzee tombe. 108
Nel cervello che c'è che inchiostro verghi,
già non segnato dal fedele spirito?
Che c'è di nuovo ancor da registrare,
che il mio amore e il tuo caro pregio esprima?
Nulla, dolce ragazzo, eppur ripetere,
come preghiere a Dio, devo ogni giorno,
senza dar vecchio il vecchio - io tuo, tu mio -,
consacrando il bel nome, come prima.
Così l'amore eterno, rinfrescato,
non cura polvere e oltraggio di tempo,
né a rughe inesorabili dà spazio,
ma fa il passato per sempre suo paggio,
ritrovando la prima idea d'amore,
sottratta al tempo e alla forma esteriore. 109
Oh, non chiamarmi mai falso di cuore,
se pur l'assenza è parsa affievolirmi;
mi staccherei piuttosto da me stesso
che dall'anima mia, ch'è nel tuo petto:
lì il mio asilo d'amore; ho deviato,
ma come un viaggiatore ora ritorno,
giusto a tempo, né il tempo m'ha cambiato,
acqua io stesso portando alla mia macchia.
Non creder mai, se pure in me regnasse
ogni fralezza che ogn'indole assedia,
ch'io mi macchi così assurdamente
da lasciare un tal bene per un nulla:
nulla chiamo io questo vasto universo,
in cui il mio tutto sei tu, Rosa mia. 110
Ahimè, è vero, ho qua e là errato,
pagliaccio agli occhi altrui, sciupato ho i miei
pensieri, ciò ch'è più caro ho svenduto,
in vecchie offese ho volto affetti nuovi.
E come estranea, è ben vero, ho guardata
di sbieco la virtù. Ma, per il cielo,
ringiovanito han quegli errori il cuore:
te supremo amor mio mostrato ha il peggio.
Ora basta, abbi ciò che non ha fine:
mai più affilerò in nuovi assaggi
la voglia, per provare un vecchio amico,
dio in amore, a cui tutto son votato.
Dammi, prima del cielo, asilo eccelso
dentro il puro amantissimo tuo seno. 111
Oh, sgrida la Fortuna tu per me,
la dea colpevole dei miei misfatti,
ch'altro alla vita non m'ha provveduto:
volgarità, che dà volgarità.
Viene di qui il marchio del mio nome,
di qui quasi asservita è la natura
al lavoro, qual mano di tintore.
Pietà di me, cerca di rinnovarmi,
se, docile paziente, vorrò bere
contro il mio morbo pozioni d'aceto;
nessun amaro mi sarà amaro,
non doppia pena, a sanare il sanato.
Pietà di me, mio caro, e t'assicuro
che con la sola tua pietà mi curo. 112
L'amore e la pietà cancella il marchio
da scandalo volgare in fronte impresso:
che importa chi mi dice bene o male,
se tu veli il mio male, e segni il bene?
Sei tu il mio mondo, e io dalla tua lingua
vergogne e pregi miei devo sapere:
per me nessuno vive - io per nessuno -,
che volga il duro stampo in bene o in male.
Di voci altrui getto ogni cura in tale
profondo abisso, che il mio udito d'aspide
a chi critica è chiuso e a chi lusinga.
Ecco il perché di tanta indifferenza:
tali radici hai tu nel mio pensiero,
che del mondo par morto tutto il resto. 113
Lungi da te, il mio occhio è nella mente,
e quello che mi guida nell'andare
svolge in parte il suo ufficio, e in parte è cieco,
sembra vedere, ma in vero è spento:
non trasmette nessuna forma al cuore
d'uccello, o fiore, o figura da cogliere.
Dei suoi fugaci oggetti non ha parte
la mente: quel che vede non trattiene,
perché, goffa o gentile cosa veda,
l'essere più perfetto o il più deforme,
montagna o mare, giorno o notte, corvo
o colomba, su te tutto figura.
D'altro incapace, ricolma di te,
la mente vera l'occhio fa non vero. 114
Di te incoronata, la mia mente
beve il veleno dei re, la lusinga?
O dirò che il mio occhio dice il vero,
che l'amor tuo gli ha insegnato alchimia
da trasformare mostri e cose informi
in cherubini all'io tuo dolce simili,
da bruttezza creando perfezione
quando ai suoi raggi gli oggetti si aggreghino?
Oh, certo c'è lusinga nel mio sguardo:
la beve come un re l'alta mia mente;
sa l'occhio ciò che al gusto l'è gradito
e al suo palato la coppa prepara.
Avvelenata, è peccato più lieve
se l'occhio l'ama e per primo la beve. 115
Mentono i versi che ho scritti finora:
di non poterti amar di più dicevo;
ragione non sapevo per cui colma
fiamma dovesse ardere poi più chiara.
Se del Tempo i milioni d'accidenti
voti intralciano e cambiano decreti,
sacra beltà, sublimi intenti sciupano,
svian salde menti al fluir delle cose,
temendo, ahimè, la tirannia del Tempo,
perché non dire: "Ora è il mio amore al sommo"?
Di là d'ogn'incertezza n'ero certo,
aureo il presente, dubbio m'era il resto.
Bambino è amore: no, non lo dovevo,
ciò che ancor cresce, dir cresciuto a pieno. 116
Mai porrò alle nozze di fedeli
anime impedimenti: amore amore
non è se muta quando mutamenti
trova o da chi si ritrae vuol ritrarsi.
Oh no! è un faro sempre fisso; guarda
alle tempeste e non ne è scosso mai;
per ogni barca smarrita è la stella;
nota è l'altezza sua, non il valore.
Non è zimbello al Tempo, anche se sotto
la curva lama rosee labbra e gote
cadono. No, con ore e settimane
non muta, ma fino al Giudizio dura.
Se errore è questo, e mi sarà provato,
non ho io scritto mai, nessuno ha amato. 117
Accusami d'avere lesinato
nel ripagare i meriti tuoi grandi,
disertato il carissimo tuo amore,
cui giorno dopo giorno son più avvinto,
e frequentato menti sconosciute,
speso il diritto tuo pagato caro,
innalzato la vela a tutti i venti,
che via dalla tua vista mi portassero.
Registra testardaggine ed errori,
e a giuste prove aggiungi congetture,
alla mira del tuo cipiglio esponimi,
ma non spararmi al proromper dell'odio:
mettevo, afferma la difesa, a prova
dell'amor tuo la costanza e la forza. 118
Come per aguzzare l'appetito
con aspri intrugli pungiamo il palato,
o a prevenir malattie non presenti
c'infettiamo con purghe antinfettive,
colmo io della dolcezza che mai sazia,
mi son volto a nutrirmi d'agre salse,
e affetto da benessere, ho deciso
di star male ancor prima del dovuto.
Quest'astuzia amorosa, di precorrere
mali assenti, ha creato colpe vere:
a medicina affidata, salute
voluto ha il bene suo curar col male.
Ma di qui la lezione apprendo vera:
chi s'ammala di te droga avvelena. 119
Che lacrime ho bevute di sirena,
in filtri dentro come inferno luridi,
mescolando speranze con paure,
perdendo dove mi vedevo vincere!
Errori orrendi ha commessi il mio cuore,
quando credeva d'esser più beato;
gli occhi fuori dalle orbite in delirio
ha stravolti la febbre furibonda.
Bene del male! Ora conosco vero
che fa il male ancor migliore il meglio,
e che l'amore infranto, restaurato,
cresce più bello, più forte, più grande.
Così torno alla mia gioia punito,
e il male rende della spesa il triplo.
-Sonetti di William Shakespeare tradotti da Letterio Cassata- 120
Che hai tradito una volta ora mi giova:
per il dolore che ho provato allora
sotto il mio fallo m'è forza piegarmi,
se i miei nervi non sono bronzo o acciaio.
Se te sconvolto ha il tradimento mio
come il tuo me, un inferno hai patito,
e io, crudele, a pesar quanto avevo
per te sofferto agio non ho trovato.
Rammentato m'avesse quella notte
come colpisce duro un dolor vero!
come allora a me tu, t'avesse sùbito
l'umile balsamo offerto allo strazio!
Ma quel tuo fallo ora un pegno diviene:
il mio il tuo, e il tuo redima me. 121
Meglio esser vile che passar per vile,
se il non esserlo d'esserlo è tacciato,
e il piacer giusto si perde, bollato
non da noi come tale, ma dagli altri.
Devono dunque al mio lubrico sangue
ammiccare occhi altrui falsi e corrotti?
perché i miei vizi han più viziose spie
pronte a dir male ciò che a me par bene?
No, io son quel che sono, e chi ai miei
eccessi mira, fa dei propri il conto.
Forse io son retto, e storti loro: laidi
pensieri non esporranno i miei atti.
O sostengono il male universale?
malvagi tutti, e regnanti nel male? 122
Qui nel cervello è il tuo dono, il quaderno,
dalla tenace memoria riempito;
più durerà che quelle vane righe,
oltre ogni data, per l'eternità,
o, almeno, finché cervello e cuore
facoltà da natura hanno d'esistere:
finché al labile oblio non dian la parte
che hanno di te, non perirà il ricordo.
Tanto non entra in quel povero alloggio,
né registro al tuo caro amor mi serve:
ecco perché ho osato darlo via,
fidando in questo, per te più capiente.
Un promemoria tenere per te
dimenticanza implicherebbe in me. 123
No, Tempo, non ti vanterai ch'io cambi!
La nuova forza delle tue piramidi
per me nuova non è affatto, o strana:
rivestimenti di cose già viste.
Breve è la vita, e per questo ammiriamo
quello che ci propini, ed è già vecchio;
lo preferiamo nato al piacer nostro,
anziché già udito raccontare.
I tuoi registri e te insieme io sfido,
senz'ammirar presente né passato:
mentono i segni tuoi, ciò che vediamo,
tutto àltera la tua fretta continua.
Questo è il mio voto, e sempre sarà questo:
contro la falce e te sarò me stesso. 124
Fosse il mio caro amore solo figlio
di rango, potrebbe orfano restare,
bastardo di Fortuna, amato o odiato
dal Tempo, erba tra erbe, o fior tra fiori.
No, fuor d'ogni accidente costruito,
non soggetto allo sfarzo, sotto i colpi
dell'asservito scontento non cade,
cui chiama l'epoca il nostro costume.
No, non teme l'intrigo, quell'eretico
che opera a brevi termini contati;
se ne sta tutto solo, alto politico,
non cresce al caldo, né alle piogge annega.
Gli zimbelli del Tempo testimonino,
che, al crimine vissuti, al bene muoiono. 125
Che mi serve ch'io regga il baldacchino,
all'esterno rendendo esterno onore,
o gettar grandi basi a eternità
più breve di deserto o di rovina?
Non ho visto chi vive di favori
perder tutto, pagando troppo caro,
lasciar per dolci intrugli i gusti semplici,
consunti in sguardi arrivisti pietosi?
No, riverente sarò al tuo cuore:
l'offerta accogli, povera ma libera,
non mista a scorie, che sa solo l'arte
del mutuo dare, solo me per te.
Via, spione venduto! Anima schietta,
più l'accusi, ed a te meno è soggetta. 126
Dolce ragazzo, che hai in dominio il labile
vetro del Tempo e l'ora della falce,
declinando tu cresci, e l'appassire
di chi t'ama indichi nel tuo fiorire;
se Natura, sovrana alle rovine,
mentre procedi, indietro ti trattiene,
lo fa perché l'arte sua possa irridere
il Tempo e attimi miseri uccidere.
Tu, beniamino suo, devi tremare:
trattener può, non per sempre serbare.
Se pur tardi, il suo conto salderà,
e per quietanza te consegnerà. 127
Un tempo il nero non pareva bello,
o non portava di beltà il nome;
di beltà ora il nero è vero erede,
ed ha Beltà il marchio di bastarda:
ha ogni mano usurpato Natura,
fa bello il brutto con faccia artefatta;
nome beltà non ha, né sacro asilo,
profanata, se non proprio sbandita.
Perciò ha la mia donna occhi corvini,
occhi a lutto, che sembrano compiangere
le non belle che voglion farsi belle
la creazione col trucco irridendo.
E dà tal grazia il pianto a quel dolore,
che quella a tutti beltà vera appare. 128
Quando, musica mia, tu esegui musica
su quei beati legni risonanti
sotto le dolci dita, e crei gentile
gli accordi che m'incantano l'orecchio,
come invidio quei tasti che a baciare
l'incavo della mano agili balzano!
Le mie labbra, anziché mieter tal messe,
a tanto ardire misere arrossiscono.
Per esser vellicate, stato e posto
con le schegge danzanti scambierebbero
che le tue dita scorrono gentili:
beati legni più che labbra vive!
Se son così felici i tasti audaci,
le dita a loro, a me le labbra dài. 129
Sprecato spirito in ontoso scempio
lussuria è in atto, ed in atto è spergiura,
assassina, cruenta, rea, selvaggia,
brutale, estrema, crudele, malfida;
goduta appena, e subito sprezzata;
oltre ragione ambita e poi odiata
appena avuta, come un'esca tesa
proprio per render pazzo chi la ingoia;
siffatta e prima e durante il possesso:
dopo, durante e prima, sempre estrema;
prima beatitudine, e poi pena;
da promessa di gioia, mero sogno.
Si sa, ma al paradiso non si sfugge,
pur tuttavia, che a questo inferno adduce. 130
Occhi di sole non ha la mia donna,
labbra non ha come corallo rosse.
Bianca è la neve? cinerino ha il petto.
Fil d'oro è il crine? ha fil di ferro in testa.
Di rose damascate, rosse e bianche,
sulle sue guance io non ne vedo alcuna;
e più delizia hanno certi profumi
del fiato che la bocca sua esala.
Amo udirla parlare, eppure so
che Musica ha una voce assai più grata.
Non ho mai visto una dea camminare;
va la mia donna coi piedi per terra.
Ma, per Dio, rara è così com'è rara
chi da falso confronto è sfigurata. 131
Tal quale sei, tiranna tu sei tanto
quanto quelle che fa beltà crudeli:
ben sai d'essere al mio perduto cuore
il gioiello più candido e prezioso.
Sospirare non fa il tuo viso, dice
guardandoti qualcuno, in buona fede;
ch'è in errore non oso dirlo aperto,
benché lo giuri a me stesso da solo.
E a farmi certo che il falso io non giuro,
mille sospiri, se penso al tuo viso,
in frotta accorrono a testimoniare
quanto il tuo nero a mio giudizio è candido.
Se non negli atti, non sei nera in nulla:
nasce, credo, di là quella calunnia. 132
Amo i tuoi occhi, e come impietositi,
sapendo che il cuor tuo mi piaga e sdegna,
vestiti a nero, in amoroso lutto
guardan con dolce pietà la mia pena.
Non meglio il sole mattutino in cielo
s'addice alle orientali guance grige,
né l'astro fulgido che annunzia sera
dona al cupo occidente più splendore,
che quei due luttuosi occhi al tuo viso.
S'addica il lutto per me anche al cuore,
perché grazia ti dona il lutto, e uguale
si vesta in ogni parte la pietà:
nera la stessa beltà giurerò,
brutte le donne senza il tuo colore. 133
Maledetto quel cuor che il mio fa gemere,
il mio amico e me così straziando!
Non basta torturare me soltanto?
di schiavitù vuoi schiavo il mio diletto?
Me stesso a me l'occhio crudele ha tolto,
più strettamente hai l'altro me avvinto;
da lui, da me, da te abbandonato,
tre volte triplice la croce io porto.
Serra il mio cuore entro il ferreo tuo petto,
ma il cuor redima all'amico il mio cuore;
chiunque m'abbia, il cuor mio gli sia guardia:
nella prigione mia non puoi infierire.
Pur lo farai: essendo io chiuso in te,
per forza tuo è tutto ciò ch'è in me. 134
Così, ora che ho ammesso ch'egli è tuo,
alla tua voglia io stesso ipotecato,
do me in pegno, se l'altro me stesso,
che sempre mi conforti, tu mi renda.
Ma tu non vuoi, né vuol lui esser libero:
insaziabile tu, gentile lui.
Doveva solo per me garantire,
ma anche lui lega stretto il contratto.
La cambiale tu esigi alla beltà,
tu strozzina che dài tutto ad usura,
e un amico per me indebitatosi
persegui; ed io per mio torto lo perdo.
Lui ho perduto, e tu hai lui e me;
lui paga il saldo, e non libera me. 135
Se ognuna ha quel che vuole, hai tu il tuo Will,
e un Will ancora, e un Will in sovrappiù;
di più son io che sempre ti molesto,
al will tuo dolce così aggiungendomi.
Non vuoi tu, col tuo will largo e spazioso,
nel tuo will una volta il mio celare?
Pieno di grazia parrà l'altrui will,
né arriderà al mio will dolce accoglienza?
Tutto acqua, accoglie pur la pioggia il mare
e in abbondanza accresce le sue scorte:
ricca di Will, aggiungi tu al tuo will
un mio will, che il tuo will faccia più largo.
Non uccida un reo no cuori gentili;
pensa tutti uno, e in quell'uno me Will. 136
Se l'anima non vuol questo incalzare,
giura all'anima cieca ch'ero io, Will,
e sa l'anima will là dentro ammesso;
per amor sazia l'amorosa istanza.
Will sazierà lo scrigno del tuo amore,
lo riempirà di wills, solo il mio will.
Troviamo agevolmente, in cose vaste,
nulla contare l'uno nel gran numero.
Fammi nel numero passar non visto,
pur uno essendo nel conto dei beni;
contami un nulla, ma alcunché di caro
a te quel nulla, me, ti piaccia avere.
Ama soltanto, ama sempre il mio nome,
e ami me, perché Will è il mio nome. 137
Cieco Amor folle, che fai ai miei occhi,
che guardano e non vedon ciò che vedono?
Cos'è beltà vedono, ove si trova,
eppur prendono il peggio per il meglio.
Se, da sguardi parziali infetti, gli occhi
nella baia di tutti gettan l'àncora,
perché del loro errare hai fatto uncini
che legano il giudizio del mio cuore?
Dovrebbe credere privato pascolo
quel terreno che sa aperto al pubblico?
O negano, vedendo, gli occhi miei,
per dar bella virtù a volto impuro?
Sul vero e giusto occhi e cuore hanno errato,
e a questa falsità sono sviati. 138
Giura il mio amore d'esser tutta vera;
io le do credito, eppur so che mente:
che mi reputi un giovane inesperto,
ignaro delle false arti del mondo.
Pensando invano che mi pensi giovane -
ben sa passati i miei giorni migliori -
ingenuo credo alla lingua bugiarda:
la pura verità taciamo entrambi.
Perché non dice lei d'essere falsa?
E perché non dico io d'essere vecchio?
Oh, in amore dar fiducia è il meglio,
e amante età non ama esser contata.
Perciò mento io con lei, e lei con me:
c'illudiamo colpevoli mentendo. 139
Oh, non chiamare me a scusare il torto
che la tua slealtà m'infligge al cuore;
feriscimi non d'occhi, ma di lingua;
forza aperta usa, e non arte, ad uccidermi;
dimmi che ami altri, ma in mia presenza,
cuore mio, non lanciare occhiate intorno.
Che bisogno hai d'astuzia, se hai fin troppa
forza per la stremata mia difesa?
Ti scuserò: "Ah, ben lo sa il mio amore,
nemici ho avuti i suoi sguardi graziosi,
e perciò li distoglie dal mio viso,
che saettino altrove i loro strali".
Ma non farlo: giacché son morto quasi,
me finisci e la pena con gli sguardi. 140
Sii saggia quanto crudele, non urgere
la mia zitta pazienza in troppo sdegno,
che il dolore non dia parole a esprimere
il modo della mia pena deserta.
Se posso consigliarti, meglio, amore,
senz'amarmi, sarebbe dir d'amarmi,
come a malati stizzosi, in extremis,
non dànno i medici se non speranza.
Se disperassi, impazzirei, e pazzo
potrei di te sparlare; ora il maligno
mondo così perverso è diventato,
che a pazze infamie pazze orecchie credono.
Non accada, e infamata tu non sia:
drizza gli occhi, anche contro l'albagia. 141
Non t'amo, in fede, con gli occhi, che notano
mille difetti in te; è il cuore che ama
ciò che quelli disprezzano, e a dispetto
della vista delira in te perduto.
Né delizia le orecchie la tua voce,
né a vili carezze inclina il tatto,
né gusto e olfatto anelano a un invito
a una festa dei sensi con te sola;
ma cinque facoltà e cinque sensi
non vietano il servirti a un cuore sciocco:
questa parvenza d'uomo è ingovernata,
schiava e vassalla, ah, del tuo cuore altero.
Pur conto la mia piaga a mio guadagno,
perché pena mi dà chi dà peccato. 142
L'amore è vizio mio, virtù tua cara
l'odio: odio del vizio mio, fondato
in amare vizioso. Oh, ma confronta
lo stato mio col tuo: vedrai, non merita
condanna, o se mai non dalle tue labbra,
che hanno il rosso ornamento profanato
e suggellato anch'esse falsi patti,
rubando a letti altrui debite rendite.
Giusto sia che ami io te, come tu quelli
che tu corteggi come io te importuno.
Radica in cuore pietà, che crescendo
l'altrui pietà ti possa meritare.
Cerchi d'avere ciò che ad altri neghi?
Potrà l'esempio tuo negarlo a te. 143
Qual solerte massaia, per raggiungere
un suo pennuto ch'è scappato via,
posa il suo bimbo, e in fretta in fretta insegue
la creatura che vuole fermare,
mentre, negletto, il figlio alla sua caccia
per raggiungerla strilla a lei protesa
a inseguir quello che innanzi le fugge
senza curar l'affanno del suo nato:
così corri tu dietro a chi ti fugge,
mentre il tuo bimbo da lungi t'insegue;
ma, se raggiungi quello, torna a me:
maternamente baciami, sii buona.
Io pregherò che tu abbia il tuo Will,
se tu torni a calmarmi gli alti strilli. 144
Due amori ho, conforto e perdizione;
come spiriti sempre mi perseguono:
l'angelo buono è uomo tutto bello,
donna mal tinta lo spirito tristo.
Per perdermi, la femmina mio male
dal fianco mi sottrae l'angelo buono,
e vuol corrompermi il santo in demonio,
la purezza attraendo in laido scialo.
E che fatto si sia diavolo l'angelo,
lo sospetto, ma non posso affermarlo;
lontani entrambi da me, ed amici,
nell'altrui inferno io indovino un angelo.
Ma non lo saprò mai: nel dubbio vivo,
finché il buono bruciato sia dal tristo. 145
Le labbra forgiate da Amore
un suono alitarono: "Io odio",
a me che languivo per lei;
ma, visto il mio stato penoso,
pietà le discese nel cuore,
riprese la lingua che dolce
soleva dar miti sentenze,
l'indusse a parlarmi di nuovo:
"Io odio", con altro finale:
seguì quale giorno gentile
la notte che come un demonio
dal cielo all'inferno discende.
"Io odio" dall'odio affrancò;
la vita mi rese: "non te". 146
Povera anima, centro del mio fango
peccaminoso che i ribelli vestono,
perché dentro languisci e soffri fame,
con tanto sfarzo tingendo l'esterno?
Con così breve affitto, perché tanto
spendi per la tua casa fatiscente?
Di tanto spreco eredi, mangeranno
la spesa i vermi? ha tal fine il tuo corpo?
Sfrutta le privazioni del tuo servo;
soffra lui, tu le scorte aumenta, e termini
divini scambia con ore di scorie:
cìbati dentro, senza lusso esterno.
D'uomini mangerai la mangiatrice:
morta la Morte, finito il morire. 147
Come febbre è il mio amore: anela sempre
a ciò che nutre e prolunga il malessere,
cibandosi di ciò che serba il male,
per compiacere il malsano appetito.
La mia ragione, medico al mio amore,
furente ch'io non seguo i suoi precetti,
m'ha lasciato: ora scopro, disperato,
che il desiderio è morte, proibito.
Non mi curo, se non lo fa ragione,
e farnetico sempre esagitato:
pensieri sono e discorsi d'un folle,
vani, confusi, lontani dal vero:
bella ho giurato te, pensato splendida,
te come inferno, come notte nera. 148
Quali occhi, ohimè, m'ha messi in fronte Amore,
che non han rispondenza in vista vera!
O, se l'hanno, il giudizio ov'è fuggito,
che falsa giudica la vista giusta?
Se bello è ciò che vagheggiano gli occhi,
che intende il mondo dicendo di no?
Se non è, ben lo mostra l'amor mio:
no, non come altri è vero occhio d'amore.
Come potrebbe, oh, come, essere vero,
così turbato da lacrime e veglie?
Non è strano se sbaglio nel vedere:
non vede il sole, finché non rischiara.
Furbo amore, di lacrime m'accechi
per non farmi scoprire i tuoi difetti. 149
Puoi tu dire, o crudele, che non t'amo,
quando contro di me con te mi schiero?
Non penso a te quando di me mi scordo,
di me stesso tiranno per tuo amore?
Chi odia te, lo chiamo forse amico?
lusingo chi subisce il tuo cipiglio?
E se con me t'imbronci, non mi vendico
con pronti gemiti contro me stesso?
Qual merito in me stesso riconosco
tale da disdegnare i tuoi servigi,
se i tuoi difetti venera il mio meglio,
comandato dal moto dei tuoi occhi?
Odiami, amore, ora so la tua mente:
chi vede, l'ami, e io non so vedere. 150
Oh, qual potere ti dà tal potere
di governarmi coi difetti il cuore,
la vista vera farmi sbugiardare,
giurar che luce non allieta giorno?
Donde codesto abbellir cose brutte,
che perfino le fecce dei tuoi atti
han tal forza e tal marchio di talento
che per me vince il tuo peggio ogni meglio?
Chi t'ha insegnato a farti amar da me
quanto più odo e vedo cause d'odio?
Oh, perché amo ciò che gli altri aborrono,
con gli altri non dovresti me aborrire.
Se la tua indegnità m'ha amore acceso,
tanto più che tu m'ami io sono degno. 151
Giovane è Amore per saper coscienza
che sia, ma chi non sa che da lui nasce?
Gentil falsa, non batter sul mio sbaglio:
l'esser tuo dolce apparirebbe reo.
Me tu tradisci, io la parte più nobile
tradisco al corpo, perché la tradisca.
L'anima al corpo dice che può lui
trionfar nell'amore; che altro aspetta
la carne, ergendosi al tuo nome, a fare
te bersaglio di preda trionfale?
Per tal vanto entra, povera tua serva,
nei tuoi affari, cadendo al tuo fianco.
Non è incoscienza se "amore" io lei chiamo,
per il cui caro amore m'ergo e cado. 152
Nell'amar te, lo sai, sono spergiuro,
ma tu due volte, giurandomi amore;
rotto il voto, stracciato hai fede nuova:
dài nuovo amore, e nuovo odio poi giuri.
Ma perché di due voti accuso te,
se venti ne rompo io? Il più spergiuro
son io, che giuro solo per falsarti,
e in te si annulla la mia fede onesta.
Fervidi voti sul fervido affetto,
sull'amor tuo, su virtù, su costanza:
gli occhi ho accecati per illuminarti,
o li ho fatti giurare contro sé.
"Bella" ho giurato: tanto più spergiuro,
occhio di tale menzogna spergiuro. 153
Posò Cupìdo la torcia, e dormiva.
Di Diana una ninfa colse l'attimo,
e il suo fuoco d'amore presto immerse
là nella valle in una fredda fonte,
che dal fuoco d'amore sacro trasse
eterno calor vivo imperituro,
e fu bagno bollente, ancora agli uomini
cura sovrana contro strani morbi.
Ma all'occhio della donna mia raccesa
la torcia, volle il fanciullo il mio petto
provare; aiuto in quel bagno io malato
cercai in fretta, triste ospite infermo.
Invano; è bagno vero ove raccese
Cupìdo il fuoco: negli occhi di lei. 154
Giacendo in sonno il picciol dio d'Amore,
pose al fianco la torcia infiamma-cuori;
molte ninfe, votate a vita casta,
lì danzavano; e in mano la più bella
vergine prese il fuoco che arse aveva
molte legioni di cuori sinceri;
ed il duce del caldo desiderio
così, dormiente, disarmò una vergine.
La torcia spense in una fredda polla,
che da quel fuoco calore perpetuo
trasse, e fu bagno e rimedio salubre
per malati; ma, schiavo alla mia donna,
vi andai io, e provar posso che amore
scalda l'acqua, non gela acqua l'amore.
Traduzione dei Carmi di
Catullo
1. A Cornelio: dedica.
A chi lo do, fresco pimpante, appena
raso da secca pomice, il libretto?
Cornelio, a te, che già qualche valore
alle cose mie frivole solevi
dare quando unico in Italia osasti
tutta in tre tomi svolgere la storia:
dotti, per Giove padre, e laboriosi.
Ecco, per quel che è, sia tuo il libretto:
tal qual è possa, vergine patrona,
vivere oltre lo spazio di una vita.
2. Al passero.
Passero, gioia della gioia mia,
con te, con te in seno usa giocare
lei, agli assalti tuoi dare la punta
del dito, ed aizzarti acerbi morsi:
quando all'amore mio sfolgoreggiante
va di far non so quale caro scherzo,
vago sollievo sei del dolor suo.
Credo, allora avrà pace il cupo ardore:
con te giocare come lei potessi
e lenire le tristi intime pene! 3. Epicedio del passero.
Piangete voi, o Veneri ed Amori,
e voi innamorati tutti quanti.
È morto il passero alla gioia mia,
passero, gioia della gioia mia,
da lei amato più degli occhi suoi:
tutto miele era, e sua la conosceva
così come la madre una bambina,
e dal grembo di lei non si staccava,
ma saltellando qua e là dintorno,
alla sola padrona cinguettava.
E ora va, nel buio fitto fitto,
là donde dicono nessuno torna.
Maledette voi tenebre malvage
dell'Orco, che ogni grazia divorate:
così grazioso passero mi avete
tolto! Oh misfatto! oh passerottino!
Ora per causa tua la gioia mia
gonfi di pianto e rossi ha gli occhi belli.
4. Il battello.
Fu quel battello che vedete, o ospiti,
lui delle navi, dice, la più celere,
e di nessun natante legno l'impeto
- o a remi o a vela fosse necessario
volare - fu per lui, dice, imbattibile.
E non il lido del rabbioso Adriatico
lo nega, né le Cicladi e la nobile
Rodi e di Tracia l'orrida Propontide,
né il truce seno pontico, ove garrula
selva fu prima che battello: sibili
soleva sopra i gioghi del Citorio
con la loquace chioma allora emettere.
Ciò fu ed è ancora a te notissimo,
bossifero Citorio, Amastri pontica,
dice il battello: dalla prima origine
svettare lo vedesti sul tuo culmine,
nelle tue acque poi i remi immergere
e di laggiù per tanti flutti indomiti
portare il suo padrone, a manca l'aura
chiamasse o a destra, o urtasse simultaneo
ambe le scotte Giove favorevole;
né voti ai litorali dèi mai furono
fatti da lui per finalmente giungere
dal mare fino a questo lago limpido.
Cose del tempo andato: ora in recondita
quiete invecchia, e a te, gemello Castore,
a te ed al gemello tuo si dedica.
5. A Lesbia: la breve luce.
Viviamo, Lesbia mia, viviamo e amiamo,
e a tutto quanto il blablablà dei vecchi
severoni non diamo più d'un soldo.
Si può spegnere il sole e ritornare:
noi, quando spenta s'è la breve luce,
una notte perpetua dormiamo.
Mille baci tu dammi, ancora cento,
poi altri mille, poi ancora cento,
poi ancora altri mille, ancora cento.
Poi, fatti che ne avremo a mille a mille,
per non sapere li confonderemo,
e per sventare l'invidioso sguardo
di chi sapesse i baci quanti sono.
6. A Flavio, che tace invano.
Della tua gioia, Flavio, se non fosse
priva di garbo e grazia, dir vorresti
a Catullo, e tacere non sapresti.
Veramente non so che gracilina
sgualdrina hai cara: ciò ti fa pudico.
Ma no, vedove notti tu non dormi:
no, non tace, lo grida la tua alcova,
di ghirlande, ah, di siro olio fragrante,
e il cuscino ugualmente d'ambo i lati
sprimacciato, e lo scosso spasseggiare
scricchioloso del letto tremebondo.
No, neppure tu stesso sai tacere:
così fottuti mostreresti i fianchi
se tu certe sciocchezze non facessi?
Tutto quanto tu hai di bene e male,
dillo a me: con la grazia del mio verso
te, l'amor tuo voglio innalzare al cielo.
7. A Lesbia: il numero dei baci.
Chiedi, Lesbia, qual numero di baci
tuoi bastare mi può ed avanzare.
Quanti granelli di libissa arena
giacciono sotto il silfio di Cirene,
là tra l'oracolo di Giove torrido
e il sacro avello del vetusto Batto,
quanti astri lassù vedono i furtivi,
mentre tace la notte, amori umani:
tanti bastare possono e avanzare
baci tuoi a Catullo forsennato:
che i curiosi non possano contarli
né possa mala lingua affatturarli.
8. A se stesso: ora basta.
Basta, Catullo, coi penosi deliri:
finito credi ciò che vedi finito.
Brillò per te allora il sole radioso:
guidare ti lasciavi dalla fanciulla
amata quanto non sarà mai nessuna;
e a quelle tante capricciose tue voglie
là non diceva mai di no la fanciulla:
brillò per te davvero il sole radioso:
No ora dice: e tu di' no, forsennato,
non inseguir chi fugge, non penar tanto,
ma risolutamente fermo resisti.
Addio, mia bella: ormai Catullo resiste,
né tornerà se tu non vuoi a cercarti.
Ma a te dorrà, se non sarai più cercata:
guai, scellerata! quale vita ti resta!
Chi più verrà da te? a chi parrai bella?
chi amerai? di chi diranno che sei?
chi bacerai? le labbra a chi morderai?
Ma tu, Catullo, risoluto resisti.
9. A Veranio: bentornato.
Veranio, tu fra tutti i miei amici
preferito da me a trecentomila,
a casa tua sei giunto, al focolare,
ai fratelli amorevoli, a tua madre?
Sì, sei giunto: oh lietissime notizie!
Ti rivedrò incolume, narrare
dell'Iberia ti udrò, com'è tuo uso,
luoghi, popoli, gesta, e avvinto al collo
il gaio volto bacerò e gli occhi.
O uomini che più fortuna avete,
che c'è di me più lieto o fortunato?
10. Il miele-fiele dell'amica di Varo.
Via dal foro il mio Varo, mentre oziavo,
mi aveva all'amor suo portato in visita:
mi parve sùbito una sgualdrinella
di spirito non priva né di grazia.
Giunti che fummo, tra discorsi vari
capitò pure la Bitinia, cosa
mai ne fosse, in che condizioni stesse,
se mi avesse fruttato qualche soldo.
Risposi il vero: niente loro avevano,
niente i pretori, niente la coorte,
di che più unta riportar la testa;
specie chi un pretor-marpione aveva,
che della sua coorte s'infischiava.
"Almeno - incalzano - ciò che, si dice,
è tipico di lì, ne avrai trovati,
uomini da lettiga". Io, per sembrare
l'unico fortunato alla ragazza,
"No - dico -, tanto male non mi è andata,
per malvagia che fosse la provincia,
da non comprarmene otto, uomini in gamba".
Ma nessuno né qui né lì ci avevo
che il piede rotto di una vecchia branda
in collo si potesse collocare.
Da brava paracula, allora quella
"Prego - fa -, mio Catullo: a me costoro
per un po'. Voglio comoda al Serapide
farmi portare". "Aspetta - replicai -,
che ti avevo mai detto di aver io?
dove avevo la testa? È il mio compagno
Cinna, sì, Gaio, è lui che li ha comprati.
D'altronde, suoi o miei, a me che importa?
Come fossero miei ne usufruisco.
Ma fiele è il miele tuo, acido fiele,
se con te non è lecito distrarsi".
11. A Furio e Aurelio: parole amare.
Furio e Aurelio, anche in India voi Catullo
vorreste accompagnare, in capo al mondo,
dove battendo il lido l'onda eoa
lungi risuona,
anche in Ircania, o tra gli Aràbi frolli,
anche tra i Sagi, o tra gli arcieri Parti,
anche dove da sette bocche il Nilo
colora il mare,
e varcare anche le alte Alpi con lui
in visita ai trofei del grande Cesare,
il Reno in Gallia, e orribili ed ultimi
anche i Britanni:
voi sempre pronti ad arrischiar con lui
tutto quanto volessero i Celesti,
poche alla bella mia, poche parole
dite non buone.
Che si goda coi ganzi suoi la vita:
stringe insieme trecento, e nessuno ama
davvero, ma di tutti senza posa
rompe le reni.
Né guardi come prima il mio amore:
per sua colpa è caduto, come al ciglio
del prato il fiore che l'aratro tocca
oltre passando.
12. Al marrucino Asinio lesto di mano.
Non è carino, o marrucino Asinio,
fra scherzo e vino ai più distratti togliere
il fazzoletto con la mano manca.
Pensi di fare spirito: imbecille,
non sai quanto meschino è il gesto e sciocco.
Non mi credi: a Pollione tuo fratello
credi, che riscattati da un talento
vorrebbe i furti tuoi: egli è ragazzo
ben arguto, di spirito e di garbo.
Orbene, endecasillabi trecento
aspettane, o ridammi il fazzoletto.
Se ci tengo non è per il valore,
ma è ricordo di un mio caro amico.
Sì, fazzoletti sètabi d'Iberia
hanno in dono mandati a me Fabullo
e Veranio: non posso non amarli
come Veranio mio, come Fabullo.
13. A Fabullo: invito a cena.
Da me cenerai bene, mio Fabullo,
se ti amano gli dèi, tra pochi giorni,
se con te porterai una gran buona
cena non senza fulgida fanciulla,
vino, sale e le risa tutte quante.
Se ciò, galante mio, porterai, dico,
cenerai bene: un borsellino pieno
di ragnatele è questo di Catullo.
Ma amor puro in cambio accetterai,
o se di più soave c'è o più fine:
l'unguento ti darò che hanno donato
Veneri e Amori alla fanciulla mia.
Come l'annuserai, gli dèi, Fabullo,
di farti tutto naso pregherai.
14. A Calvo: un dono squisito.
Se non ti amassi più degli occhi miei,
amenissimo Calvo, per tal dono
di odio vatiniano ti odierei:
che ho fatto o detto, io, da rovinarmi
con cotanta caterva di poeti?
Guai sopra guai gli dèi diano al cliente
che ti ha mandato un tal subisso d'empi.
Se poi, come sospetto, questo nuovo
squisito dono Sulla il maestrino
te lo fa, niente male, anzi benone:
non si disperdono le tue fatiche.
Grandi dèi, orrido esecrando libro!
E mandato tu l'hai al tuo Catullo
lì per lì: lo volevi far crepare
nel più bel giorno, il dì dei Saturnali.
No, non ti andrà, bugiardo, così liscia.
Lascia schiarire il giorno: io dei librai
corro alle casse, e i Cesii, gli Aquini,
Suffeno, tutti accumulo i veleni,
e con questi supplizi ti ripago.
Voi di qui ora andatevene, addio,
là donde infausto il piede avete mosso,
fecce del mondo, pessimi poeti.
14b. Al generalissimo: ira gradita.
Se mai a leggere le mie sciocchezze
ce ne sarete, e non avrete orrore
d'avvicinare a noi le vostre mani,
t'incazzerai di nuovo coi miei giambi
immeritevoli, generalissimo:
grato mi è come fu alla fanciulla
lesta, dicono, il bel pomo dorato
che l'a lungo negata fascia sciolse.
Ma non potrai schivarli, no, i miei giambi.
15. Ad Aurelio: raccomandazione pudica.
Me stesso e l'amor mio ti affido, Aurelio.
È pudico il favore che ti chiedo:
se tu cosa in cuor tuo hai mai bramata
e casta l'agognavi, integra e bella,
pudicamente serbami il fanciullo,
non dalla gente (no, non li temiamo,
questi che qua e là van per la piazza
nelle loro faccende affaccendati),
ma da te e dal cazzo tuo nefasto
sia ai buoni fanciulli che ai cattivi.
Dove e come ti pare quanto vuoi
menalo, quando è fuori pronto: escludo
soltanto lui: pudico intento, credo.
Se pazza idea o frenetico furore
t'indurrà, scellerato, a colpa tale
da innervosirmi con le insidie tue,
ah te misero allora! ah sventurato!
A gambe tese per la porta aperta
rafani e muggini ti passeranno.
16. Ad Aurelio e Furio: versi e virilità.
Vi verrò io a voi in culo e in bocca,
finocchio Aurelio e Furio bagascione.
Dai versi miei, perché son morbidelli,
creduto avete me poco pudico.
Esser casto si addice al pio poeta,
a lui soltanto; ai versi non occorre:
solo allora hanno sale e leggiadria,
se morbidelli e se poco pudichi,
e se un certo prurito san destare
non ai fanciulli, ma a quei pelosi
che smuovere non sanno i duri lombi.
Voi, che baci ne avete a mille a mille
letti, maschio non maschio mi credete:
vi verrò io a voi in culo e in bocca.
17. Alla Colonia: il rito del Ponte Lungo.
Colonia, tu desideri far feste al Ponte Lungo,
e a ballar sei prontissima, ma paventi le gambe
del ponticello instabili (poggia su redivive
assicelle): può cedere e sdraiarsi sul fondo.
Un buon ponte tu abbia secondo il tuo volere,
che farci i Salisubsili possano i loro riti;
ma tu un dono, colonia, fammi d'immenso riso:
dal tuo ponte desidero che un mio concittadino
giù nel fango precipiti con la testa e coi piedi,
proprio, di tutto il putrido stagno della palude,
laddove più è livida la voragine e fonda.
È un uomo insulsissimo, non ha il sale di un bimbo
di due anni, che in braccio al padre fa la nanna:
ha per moglie un verdissimo fior di fanciulla, e più
delicata di un tenero capretto, da accudire
con premura e con scrupolo più dell'uva più nera,
e spassarsi a suo libito la lascia, e se ne frega,
né da sé vuole scuotersi, ma come in una fossa
un ontano da ligure scure giace stroncato,
senza di nulla accorgersi, quasi non esistesse,
così questo mio stupido nulla vede né ode,
l'identità sua propria, l'essere suo ignora.
Ora farlo procombere voglio giù dal tuo ponte:
potesse a un tratto espellere lo stolido letargo,
e lo spirito succubo lasciar giù nella mota,
come una mula il ferreo zoccolo in un pantano.
21. Ad Aurelio, padre di ogni inedia e fame.
Aurelio, padre di ogni inedia e fame,
non di queste soltanto, ma di tutte
quelle di ieri, d'oggi e di domani,
inculare tu brami l'amor mio.
Né ti nascondi: stai con lui, ci scherzi,
e ti appiccichi al fianco e tutto provi.
Invano: mentre tu m'insidierai,
prima a te sarò io venuto in bocca.
Se tu da sazio agissi, io tacerei:
mi duole appunto ciò, che ad aver fame
m'imparerà il mio fanciullo, e sete.
Smetti, salvando, finché puoi, il pudore:
se no la finirai, ma inzeppato.
22. A Varo: la metamorfosi di Suffeno.
Quel tuo Suffeno, o Varo, a te così noto,
uomo gentile arguto urbano, per giunta
è facitore di moltissimi versi.
Ne avrà costui, io penso, dieci o più mila
scritti, né come càpita in palinsesto
redatti: carte regie, nuovi i volumi,
nuove le borchie, alla membrana i cuoi rossi
squadrati a piombo, e il tutto ben pareggiato.
Però tu leggili: il carino ed urbano
Suffeno un vero mungicapre o un bifolco
torna a sembrarti: tanto si àltera e muta.
Che credere? Colui che uomo di mondo
o se c'è cosa più garbata sembrava,
più che sgarbato zoticone è sgarbato
solo a toccar poesie; però non è mai
felice come quando scrive poesie:
tanto in se stesso gode e tanto si ammira.
Strano non è: sbagliamo tutti, e nessuno
c'è che in qualcosa non ti sembri un Suffeno.
L'errore suo a ognuno è stato assegnato,
ma non vediamo la bisaccia sul dorso.
23. A Furio senza schiavo e senza scrigno.
Furio, schiavo non hai e non hai scrigno,
non hai cimice o ragno, non hai fuoco,
ma hai un padre e una matrigna i cui
denti sanno mangiare anche la selce:
te la passi in bellezza col papà
e la sposa legnosa del papà.
Niente di strano: state tutti bene,
digerite d'incanto, e non temete
né incendi né crolli rovinosi
né misfatti né subdoli veleni
né alcun altro genere di rischi.
E anzi il corpo secco più del corno,
o se altro c'è più arido, lo avete
per il sole ed il freddo e per la fame.
Perché mai non dovresti star benone?
Immune da sudore, da saliva,
da muco, da catarro fastidioso!
A tal purezza aggiungi una più pura:
pulito il culo hai più di una saliera,
e in un anno non cachi dieci volte,
e più duro che fave e sassolini:
se tu lo gratti e sfreghi con le mani
non ti potresti mai sporcare un dito.
Un tal benessere, una tal fortuna,
Furio, non devi sottovalutare.
E non chiedere i soliti sesterzi
centomila: fortuna ne hai già tanta.
24. A Giovenzio, contro Furio.
Tu sei il fiorellino dei Giovenzi,
non di questi soltanto, ma di tutti
quelli di ieri, d'oggi e anche di domani:
meglio dare di Mida le ricchezze
ad uno senza schiavo e senza scrigno,
che lasciarti così da lui amare.
"Non è carino?" dirai tu. Carino
sì, però senza schiavo e senza scrigno.
Scansa, rimuovi ciò quanto ti pare:
resta che è senza schiavo e senza scrigno.
24. A Giovenzio, contro Furio.
Tu sei il fiorellino dei Giovenzi,
non di questi soltanto, ma di tutti
quelli di ieri, d'oggi e anche di domani:
meglio dare di Mida le ricchezze
ad uno senza schiavo e senza scrigno,
che lasciarti così da lui amare.
"Non è carino?" dirai tu. Carino
sì, però senza schiavo e senza scrigno.
Scansa, rimuovi ciò quanto ti pare:
resta che è senza schiavo e senza scrigno.
26. A Furio: la villetta male esposta.
No, Furio, la villetta vostra ai soffi
d'Austro esposta non è né di Favonio
né di Borea crudele o di Afeliota,
ma a quindicimila ed a duecento.
Oh vento orribile e pestilenziale!
27. Agli ordini di Postumia.
O fanciullo che vecchio buon falerno
mesci, calici dammi più amari,
come decreta l'arbitra Postumia,
più d'ubriaca acina ubriaca.
Ma voi di qui dove vi pare, linfe,
peste del vino, tra i severi, via,
via, via: questo è lo schietto tioniano.
28. A Veranio e Fabullo: cercali nobili, gli amici …
O eterea coorte di Pisone,
nei vostri agili e comodi bagagli,
tu, ottimo Veranio, e tu, Fabullo,
che portate? Abbastanza freddo e fame
avete sopportato con quel fesso?
Alla voce 'profitti' vi risulta
forse la spesa, come a me, che il dare
col mio pretore segno tra i profitti?
O Memmio, bene e a lungo a me supino
tutta hai ficcata l'asta tua, tranquillo.
Ma pari, a quanto vedo, è stato il vostro
caso: trafitti vi ha non meno grosso
palo: cercali nobili, gli amici …
Di guai gli dèi sommergano e le dee
voi, obbrobri di Romolo e di Remo.
29. Mamurra, Pompeo e Cesare.
Chi può vedere ciò, chi può permetterlo,
se non sfrontato biscazzier famelico,
che abbia Mamurra ciò che della Gallia
Chiomata fu, dell'ultima Britannia?
Finocchio Romolo, tu vedi e tolleri?
E tutti passerà in rassegna i talami
ora costui come un colombo candido
o come Adone, tracotante e tronfio?
Finocchio Romolo, tu vedi e tolleri?
Sfrontato biscazziere sei, famelico.
Per ciò osasti tu, generalissimo,
dell'occidente andare all'ultima isola,
perché la nostra strafottuta Mentula
pappare si potesse cifre altissime?
Forse non è larghezza, questa, improvvida?
È stato poco lo sciupio, lo sperpero?
Prima i paterni beni si dilaniano,
e poi la preda pontica, e l'iberica
ancora (ben la sa il Tago aurifero):
per Gallia ora si teme e per Britannia.
Perché covate questo inesorabile
divorator di patrimoni lauti?
Per ciò il mondo intero, voi purissimi,
suocero e genero, mandaste a rotoli?
30. Ad Alfeno fedifrago.
Alfeno, ingrato e falso con quanti più bene ti vogliono,
più non t'importa, infame, del povero amico tuo tenero?
più a tradirmi, ad ingannarmi tu non esiti, perfido?
Ma non piace ai celesti l'agire degli empi sacrilego.
Tu, noncurante, solo coi miei mali lasci me misero.
Ah, che possono fare, dico, in chi credere gli uomini?
E proprio tu, malvagio, m'invitavi a darti l'anima,
spronandomi ad amare, quasi non vi fosse alcun rischio.
Ora tu ti ritrai, lasciando che tutto via portino
nel nulla il tuo dire e l'agire venti e nuvole aeree.
Se hai tu dimenticato, gli dèi e la Fede ricordano:
questa di ciò che fai il conto vorrà poi richiederti.
31. A Sirmione.
Sirmione, d'isole e penisole, quante
nei chiari laghi reggono e nel mar vasto
e l'un Nettuno e l'altro, sei la pupilla:
con che piacere e con che gioia ti guardo!
Non credo quasi io stesso: tini e bitini
campi ho lasciato, e vedo te al sicuro.
C'è maggior bene se, dissolte le ambasce,
si libera la mente, ed al focolare
giungiamo stanchi di lontane fatiche
e nel desiderato letto giaciamo?
È questo il solo premio a tanti travagli.
Salve, o Sirmione bella, del signor tuo
godi, e godete voi lidie onde del lago:
tutte ridete le risate che avete.
32. Ad Ipsimilla: per un meriggio di fuoco.
Ti prego, ascolta, mia dolce Ipsimilla,
delizia mia, vaghezza mia, invitami
a passare il meriggio a casa tua.
E se m'inviterai, questo favore
mi farai: che nessuno sbarri l'uscio,
e che d'uscire a te non venga voglia,
ma in casa rimani, e a me prepara
nove fottute l'una dietro l'altra.
Ma, se ci stai, devi invitarmi sùbito:
ho pranzato e sto sazio qui sdraiato
perforando la tunica e il mantello.
33. A Vibennio padre e figlio.
Tu, massimo fra i ladri balneari,
Vibennio padre, e tu, finocchio figlio
(più ha il padre lurida la destra,
più il culo famelico ha il figliolo),
perché esuli in sponde maledette
non andate, se al popolo son noti
del padre i furti, e vendere non puoi,
tu, figlio, a un soldo le pelose natiche?
34. Inno a Diana.
Siamo a Diana sudditi,
fanciulle e fanciulli integri:
Diana, fanciulli integri
e fanciulle, cantiamo.
O Latonia, del massimo
Giove grande progenie,
presso l'ulivo delio
te depose tua madre.
Tu sui monti hai dominio,
sulle selve frondifere,
sulle balze recondite
e sui fiumi sonanti.
Te Lucina anche chiamano
le dolenti puerpere,
detta sei grande Trivia,
dal non tuo lume Luna.
Col percorso tuo mestruo
l'annuo viaggio tu indichi
e al villano empi i rustici
tetti di buone messi.
Con qual nome desideri
santa sii, e di Romolo
con le antiche tue valide
arti salva la gente.
35. Invito a Cecilio.
A un tenero poeta, al mio compagno
Cecilio, di', papiro, per piacere,
di venire a Verona, via da Como
Nuova e dal lario lido: certe cose
voglio fargli ascoltare, escogitate
da un suo e mio amico. Se avrà senno,
divorerà la strada, anche se mille
volte lo richiamasse, nel partire,
la fulgida fanciulla, e con le mani
al collo lo pregasse di restare,
lei che, se vero è ciò che mi si dice,
per lui si strugge di smodato amore.
Dal momento in cui letto ha dall'inizio
"La signora del Dindimo", da allora
il fuoco l'arde dentro, miserella.
Della musa di Saffo sei più dotta,
fanciulla. Ti capisco: delizioso
inizio ha la "Gran Madre" di Cecilio.
36. Agli "Annali" di Volusio: per il voto di Lesbia.
Carta cacata, "Annali" di Volusio,
per la fanciulla mia sciogliete il voto.
Sì, a Venere santa ed a Cupido
ha fatto voto, se le fossi reso
e più non le vibrassi truci giambi,
che degli scritti del peggior poeta
darà il fior fiore al dio dal tardo piede,
da bruciacchiare sopra infausta legna.
Scherzoso, spiritoso alla fanciulla
pessima è parso un tal voto agli dèi.
Orsù, tu nata dal ceruleo ponto,
che il santo Idalio monte ed Uri aperta
e Ancona e Cnido densa di canneti
abiti ed Amatunta ed anche Golgi
e Durazzo, l'adriatica taverna,
accettato e adempiuto poni il voto,
se di spirito e grazia non è privo.
Ma voi intanto andatevene al fuoco,
pieni di villania e sgarbatezza,
carta cacata, "Annali" di Volusio.
37. Ai tavernieri cazzoni.
Laida taverna e tavernieri, dai due
fratelli imberrettati al nono pilastro,
il cazzo solo voi credete di averlo
e tutte quante le fanciulle voi soli
poter chiavare, e gli altri credere becchi?
O, stando in fila in cento scemi o duecento
seduti, non credete me tanto audace
da trapanar duecento insieme seduti?
Credetemi: l'intesterò, la facciata
di tutta la taverna, a voi, "AI CAZZONI".
Dal seno mio fuggita mi è la fanciulla
amata quanto non sarà mai nessuna
(che grandi guerre ho combattute per lei!),
e tra voi siede: tutti, belli e beati,
costei amate, e siete - indegna sconcezza! -
meschini adulteri da vicolo tutti;
tu sopra tutti, capellone modello,
tu dalla terra dei conigli venuto,
Egnazio celtibèro, bello di bruna
barba e d'ibèro dentifricio all'urina.
38. A Cornificio: bisogno di conforto.
Male sta, Cornificio, il tuo Catullo,
male, male, per Ercole, malissimo,
ogni giorno ed ogni ora sempre peggio.
E tu - semplice cosa e facilissima -,
che parole gli hai dette di conforto?
Ce l'ho con te: così l'amore mio …
Poche parole, su, quelle che vuoi,
più meste anche dei pianti di Simonide!
39. Il dentifricio di Egnazio.
Egnazio, per mostrare candidi i denti,
sorride sempre ovunque. Al banco di un reo,
allorché l'oratore suscita il pianto,
sorride. Al rogo lugubre di un pio figlio,
quando unico la madre orbata lo piange,
sorride. In ogni circostanza e ogni luogo,
in tutto ciò che fa sorride. Ha tal morbo
indelicato a mio parere e inurbano.
Perciò, mio buon Egnazio, devo ammonirti.
Se anche un Romano o Tiburtino o Sabino,
o un Umbro parco o Etrusco obeso tu fossi,
oppure un Lanuvino nero e dentato,
o un Transpadano, per toccar pure i miei,
ma che lavasse i denti in modo pulito,
io non vorrei che sempre ovunque ridessi:
di un riso sciocco che c'è mai di più sciocco?
Ma Celtibèro sei: e nella tua terra
con ciò che ognuno piscia suole al mattino
sfregarsi il dente e l'arrossata gengiva.
Insomma più puliti i denti tu mostri,
più hai bevuto piscio: prova lampante.
40. A Ravido incauto.
Qual pazza idea, o miserello Ravido,
ti getta a testa bassa incontro ai miei
giambi? Qual dio non invocato ammodo
ti fa destar la forsennata zuffa?
Forse per arrivare in bocca al volgo?
Che vuoi? brami esser noto ad ogni costo!
Lo sarai: conscio della lunga pena,
l'amore mio tu hai voluto amare.
41. Ameana l'insana.
Ameana puttana sputtanata
diecimila mi ha chiesto tondi tondi:
la fanciulla dal naso schifosetto,
l'amica del Formiano scialacquone.
Parenti che di lei vi date cura,
su, convocate medici ed amici:
non è sana, e di sé non fa domande
ai riflessi del bronzo, la puttana.
42. Agli endecasillabi: adunata.
Qui tutti, endecasillabi, qui tutti
d'ogni dove accorrete, tutti quanti.
Crede farsi di me la laida troia
gioco, e non vuole rendermi le vostre
carte, se voi potete sopportarlo.
Incalziamola, su, e reclamiamo.
- Chi è? - chiedete. Laida la vedete
ancheggiare, irritante come un mimo
ridere, con facciona gallicagna.
Accerchiatela tutti e reclamate:
"Troia lurida, rendi i bigliettini,
rendi, lurida troia, i bigliettini!".
Se ne frega: che fango, che bordello,
o se cosa può esservi peggiore!
Ma ciò non è da credere che basti.
Se nient'altro si può, il ferrigno muso
di cagna costringiamo ad arrossire.
Reclamate di nuovo, ancor più forte:
"Troia lurida, rendi i bigliettini,
rendi, lurida troia, i bigliettini!".
Non otteniamo nulla, non si smuove.
Cambiar tattica e metodo dobbiamo,
se potete ottenere in più qualcosa:
"Casta ed onesta, rendi i bigliettini!".
43. Ad Ameana: paragone assurdo.
Salve, fanciulla, non piccino il naso,
non piè carino, non pupille nere,
non lunghe dita, non la bocca tersa,
né certo hai troppo delicata lingua,
o amica del Formiano scialacquone.
E te in provincia chiamano carina?
a te paragonata è Lesbia mia?
Oh gente senza senno e senza gusto!
44. Al suo podere: storia di un raffreddore.
Sia tu sabino o tiburtino, podere
mio (tiburtino per chi male a Catullo
non vuole; ma invece chi gliene vuole
ad ogni costo ti proclama sabino),
sia tu sabino, o tiburtino piuttosto,
con gioia nella villa tua suburbana
son stato, e, non immeritata, dal petto
cattiva tosse vi ho sputata, a me data
dal ventre mio, per gola di sontuose
cene. Per essere invitato da Sestio,
contro Anzio, suo competitore, un discorso
farcito di veleno ho letto e di peste;
un raffreddore ed una tosse insistente
mi ha lì squassato, finché son nel tuo seno
fuggito, per curarmi ad ozio ed ortica.
Rimesso, ti ringrazio quanto più posso,
che del peccato mio punito non mi hai.
Ma, se riceverò da Sestio nefasti
scritti, essi diano il raffreddore e la tosse
non più a me, ma proprio a Sestio, che solo
quando un cattivo libro ha letto m'invita.
45. Acme e Settimio: il buon auspicio.
Acme, l'amore suo, tenendo in grembo,
Settimio: "Acme mia - disse -, se non t'amo
perdutamente e se non son deciso
ad amarti per tutta la mia vita
quanto perdutamente più si possa,
in Libia o nella torrida India io solo
vada incontro ad un cerulo leone".
Disse e Amore da manca, come prima
da destra, starnutì l'approvazione.
Ed Acme, lieve il capo reclinando,
del suo dolce fanciullo baciò gli ebbri
occhi con quella bocca porporina;
"sì - poi disse -, mia vita, Settimillo,
sempre serviamo questo sol signore,
com'è vero che assai più forte e intenso
nelle molli midolla m'arde un fuoco".
Disse e Amore da destra, come prima
da manca, starnutì l'approvazione.
Ora, avviati sotto il buon auspicio,
amano amati, vicendevolmente.
Settimio miserello preferisce
Acme sola alle Sirie e alle Britannie:
Acme fedele voluttà e gioia
in Settimio soltanto sa trovare.
Chi mai persone ha visto più felici?
chi mai di Venere migliori auspici?
46. A se stesso: fremito di primavera.
Già torna aprile e il tepido disgelo,
già il furore del cielo equinoziale
placano le festose aure di Zefiro.
Via, Catullo, dai frigi campi, via
dal suolo pingue di Nicea rovente:
voliamo alle città nobili d'Asia.
Già di andar via freme la mente trepida,
già letizia e vigore i piedi sentono.
Salute a voi, o dolci comitive.
Via da casa noi siam partiti insieme,
per varie divergenti vie torniamo.
47. A Porcio e Socrazione, mani sinistre di Pisone.
Mani sinistre di Pisone, scabbia
del mondo e fame, Porcio e Socrazione,
voi a Veranio mio, voi a Fabullo
quel Priapo spellato ha preferiti.
Lauti conviti sontuosamente
voi fate già di giorno; i miei compagni
vanno cercando per il trivio inviti.
48. A Giovenzio occhi di miele
Sono di miele gli occhi tuoi, Giovenzio:
se me li si lasciasse baciar sempre,
li bacerei trecentomila volte,
e mai non mi parrebbe di saziarmi,
no, mai, foss'anche più di secche spighe
fitta la messe dei tuoi baci e miei.
49. A Marco Tullio: ringraziamento.
Facondissimo tu di tutti quanti
i nipoti di Romolo di oggi,
Marco Tullio, e di ieri e di domani,
grazie grandi a te, grandi, da Catullo:
il pessimo poeta lui di tutti,
tanto di tutti pessimo poeta,
quanto ottimo patrono tu di tutti.
50. A Licinio: smania poetica.
Ieri, Licinio, molto abbiamo, oziando,
giocato sopra le mie tavolette,
in vena entrambi di raffinatezze.
Scrivendo ambedue versi ora in un ritmo
giocavamo, ora in altro, rispondendo
tra scherzo e vino vicendevolmente.
E me ne sono andato tutto acceso
dal tuo garbo, Licinio, e dal tuo brio:
misero me, non mi piaceva il cibo
né quieti copriva gli occhi il sonno,
ma, in preda al furore, mi giravo
per tutto il letto, ansioso di vedere
la luce, per parlarti e stare insieme.
Quando stanche giacevano le membra
quasi morte d'angoscia nel lettino,
questa poesia, dolcissimo, ti ho scritta,
per farti intendere il dolore mio.
Ora non far l'altero, sulle mie
suppliche, bada, non sputar, ti prego:
Nemesi, caro mio, ti punirebbe.
È dea tremenda: bada, non l'offendere.
51. A Lesbia e a se stesso: segni d'amore (da Saffo).
Lui sì mi sembra essere pari a un dio,
lui più che dio, se è lecito, mi sembra:
chi, seduto di fronte, senza sosta
te guarda e ascolta
che dolce ridi. Misero, ciò tutti
i sensi a me rapisce: appena, o Lesbia,
ho volto a te lo sguardo, a me non resta
nulla da dirti,
ma torpida è la lingua, gli arti invade
fiamma sottile, suonano le orecchie
di un interno ronzare, gli occhi copre
duplice notte.
L'ozio, Catullo, l'ozio ti è molesto:
l'ozio ti esaspera e ti fa smodare:
l'ozio già prima re, città felici
ha rovinato.
52. A sé stesso: tempo di andarsene.
E che, Catullo? e ch'esiti ad andartene?
Sulla curule siede Nonio Scrofola;
sé console spergiura già Vatinio.
E che, Catullo? e ch'esiti ad andartene?
53. La facondia di Calvo.
Riso ho ora di non so chi del pubblico.
Aveva Calvo mio mirabilmente
dispiegato le colpe vatiniane:
meravigliato, e a mani alzate, esclama:
"Grandi dèi, che facondia di pistello!".
54. Al generalissimo: amici sgradevoli.
Proprio minuscola ha la testa Ottone,
Erio zotiche gambe, mal lavate;
sottile e lieve è il peto di Libone:
se non altro, vorrei che ciò spiacesse
a te e Sufficio, vecchio ribollito.
55. A Camerio irreperibile.
Prego, se non ti spiace, dimmi dove
son le tue tenebre. Ho cercato al Campo
Minore, al Circo, in ogni libreria
te, e persino dentro il tempio sacro
del sommo Giove. Intanto le donnine
al passeggio del Magno tutte quante
fermavo, amico, tutte quelle almeno
che parevano aver sereno il volto.
Ah, così te io forte reclamavo:
"Camerio a me, ragazze maledette!".
Una fa: "Nudo, eccolo qui, rimenalo,
qui si nasconde, tra le rosee tette".
Ma che fatica d'Ercole trovarti!
Se custode di Creta io mi facessi,
o potessi su Pegaso volare,
o l'alipede Pèrseo, o Lada, o fossi
la nivea biga celere di Reso,
e plumipedi aggiungici e volatili,
e cerca pure l'impeto dei venti:
se a me, Camerio, tutto questo offrissi,
comunque stanco in tutte le midolla
e da forti languori logorato
sarei, amico, a furia di cercarti.
In tanta boria tu ti neghi, amico!
Dimmelo, il luogo ove sarai; coraggio,
svelalo, aprilo, affidalo alla luce:
ti tengon ragazzuole tutte panna.
Stretta la lingua nella bocca chiusa
tutti ti fa sciupar d'amore i frutti:
lingua loquace fa gioire Venere.
O sigilla, se vuoi, il tuo palato,
purché l'amore tuo ti appartenga.
56. A Catone: una cosa da ridere.
Cosa buffa e da ridere, Catone,
e degna del tuo orecchio e del tuo riso!
Ridi, Catone, se Catullo hai caro:
cosa buffa e da ridere, davvero.
Ho sorpreso un pupattolo a ficcare
in una pupa: se a Diona piace,
lì per lì col mio duro l'ho trafitto.
57. Una bella intesa.
Bella intesa d'infami bucaioli:
Mamurra bardassone col suo Cesare.
Strano non è: a entrambi macchie uguali,
romana questa qui, formiana l'altra,
impresse restano, indelebilmente:
ugualmente morbosi - due gemelli -,
in un lettuccio eruditelli entrambi,
l'un dell'altro non più vorace adultero,
rivali soci delle ragazzuole.
Bella intesa d'infami bucaioli!
58. A Celio: Lesbia e i nipoti di Remo.
Celio, la vostra Lesbia, quella Lesbia,
quella tal Lesbia che Catullo sola
più che se stesso e tutti i suoi amava,
ora sbuccia in quadrivi ed angiporti
quei di Remo magnanimo nipoti.
59. Rufa e l'ustore.
La bolognese Rufa Rufolo succia:
la moglie di Menenio: spesso arraffare
l'avete vista al rogo nei cimiteri
la cena: lei raccatta il pane cascato
dal fuoco, e un semiraso ustore la nerba.
60. A Lesbia: invocazione estrema.
Una leonessa sopra i monti libissi
o Scilla che da dentro gl'inguini latra
te procreò di così dura anima e tetra
da disprezzar nel punto estremo la voce
di un supplice, ah, con troppa, troppa ferocia?
Traduzione di Poesie di Emily
Dickinson
1760
È lontano l'Elisio
Come la stanza accanto
Se in quella stanza attende
Felicità un amico o condanna -
Quanta forza ha in sé l'anima,
Da poter sopportare
L'eco vicina d'un passo che viene -
L'aprirsi d'una porta -
.
1763
La fama è un'ape.
Ha un canto -
Un pungiglione -
Ah, anche un'ala.
.
1765
Che è amore tutto quel che
c'è
Questo è quanto sappiamo dell'amore,
Questo basta, dovrebbe essere il carico
Proporzionato al solco.
.
|
1760
Elysium is as far as to
The very nearest Room
If in that Room a Friend await
Felicity or Doom -
What fortitude the Soul contains,
That it can so endure
The accent of a coming Foot -
The opening of a Door -
.1763
Fame is a bee.
It has a song -
It has a sting -
Ah, too, it has a wing.
.
1765
That Love is all there is
Is all we know of Love,
It is enough, the freight should be
Proportioned to the groove.
.
|
1750
Le parole che
dice chi è felice
Son melodia meschina
Ma le parole che sente chi tace
Sono meravigliose -
.
1755
Serve un trifoglio e
un'ape a fare un prato,
Solo un trifoglio, e un'ape,
E sognare.
Basta solo sognare,
Se le api sono poche.
.
|
1750
The words the happy say
Are paltry melody
But those the silent feel
Are beautiful -
.1755
To make a prairie it takes a clover and one bee,
One clover, and a bee,
And revery.
The revery alone will do,
If bees are few.
. |
1739
Dicono buonanotte
alcuni - a notte -
Io dico buonanotte quando è giorno -
Arrivederci - mi dice chi va -
Buonanotte, rispondo -
Perché separazione, quella è notte,
E presenza, non è nient'altro l'alba -
Sì, la porpora in alto
Che ha nome mattino.
.
1741
Il fatto che
non tornerà mai più
Questo rende così dolce la vita.
Dover credere ciò che non crediamo
Certo non rende euforici.
Se mai fosse, sarebbe tutt'al più
Un patrimonio allotrio -
Istiga un appetito
Precisamente opposto.
.
|
1739
Some say good night - at night -
I say good night by day -
Good bye - the Going utter me -
Good night, I still reply -
For parting, that is night,
And presence, simply dawn -
Itself, the purple on the hight
Denominated morn.
.1741
That it will never come again
Is what makes life so sweet.
Believing what we dont believe
Does not exhilarate.
That if it be, it be at best
An ablative estate -
This instigates an appetite
Precisely opposite.
. |
1726
Se tutta quanta
la pena futura
Mi venisse oggi stesso,
Felice come sono, son sicura
Che riderebbe e correrebbe via.
Se tutta quanta la gioia futura
Mi venisse oggi stesso,
Non sarebbe mai grande come questa
Che è in me adesso.
.
1728
È un veleno l'immortalità
Che gli uomini ne sono così oppressi?
.
1732
Morta due volte prima della
morte,
Resta ancor da vedere
Se l'immortalità
Altro evento mi sveli,
Enorme, disperante a concepirlo
Come questi accaduti già due volte.
Separazione è ciò che conosciamo
Del cielo, e che ci occorre dell'inferno.
.
|
1726
If all the griefs I am to have
Would only come today,
I am so happy I believe
They'd laugh and run away.
If all the joys I am to have
Would only come today,
They could not be so big as this
That happens to me now.
.1728
Is Immortality a bane
That men are so oppressed?
.
1732
My life closed twice before it's close;
It yet remains to see
If Immortality unveil
A third event to me,
So huge, so hopeless to conceive
As these that twice befell.
Parting is all we know of heaven,
And all we need of hell.
. |
1705
In Sicilia vulcani
E in Sud America
Così m'attesta la mia geografia
Qui ci sono vulcani più vicini
Un gradino di lava dopo l'altro
Sono pronta a salire
Ed un cratere posso contemplare
A casa mia il Vesuvio
.
1711
Un volto privo d'amore o di
grazia,
Odioso, duro, vittorioso volto,
Un volto che una pietra
Si sentirebbe del tutto a suo agio
Come fossero vecchie conoscenze -
La prima volta imbattendosi insieme.
.
|
1705
Volcanoes be in Sicily
And South America
I judge from my Geography
Volcanoes nearer here
A Lava step at any time
Am I inclined to climb
A Crater I may contemplate
Vesuvius at Home
.1711
A face devoid of love or grace,
A hateful, hard, successful face,
A face with which a stone
Would feel as thoroughly at ease
As were they old acquaintances -
First time together thrown.
. |
1651
Parola fatta carne
Di rado e con tremore è condivisa
Né viene forse allora riferita
Ma se non vado errata
Gustato abbiamo ognuno
Con estasi furtive
Il giusto cibo assegnato alla nostra
Forza individuale -
Parola che respira netta e schietta
Non ha nessun potere di morire
Coesiva così come lo spirito
Può spirare se lui -
"Si fece carne ed abitò fra noi"
Potesse essere condiscendenza
Come questo consenso della lingua
Questa filologia così amata
.
1695
C'è una solitudine di spazio
C'è una solitudine di mare
C'è una solitudine di morte,
Ma saranno una folla
In confronto a quel luogo più profondo
Segretezza polare
Un'anima presente a sé medesima -
Finita infinità.
.
|
1651
A Word made Flesh is seldom
And tremblingly partook
Nor then perhaps reported
But have I not mistook
Each one of us has tasted
With ecstasies of stealth
The very food debated
To our specific strength -
A Word that breathes distinctly
Has not the power to die
Cohesive as the Spirit
It may expire if He -
"Made Flesh and dwelt among us"
Could condescension be
Like this consent of Language
This loved Philology
.1695
There is a
solitude of space
A solitude of sea
A solitude of Death, but these
Society shall be
Compared with that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself -
Finite Infinity.
. |
1620
Circonferenza sposa del timore
Tu sarai possedendo
Posseduta da ogni consacrato
Cavaliere che osi - concupirti
.
1622
Scivola via una scialuppa d'ambra
Sopra un etereo mare,
E affonda in pace un marinaio purpureo,
È il figlio dell'estasi -
.
1637
È troppo tardi per toccarti, cara?
Conosciuto ora abbiamo -
Sia amore marino che terreno -
Anche amore celeste -
.1639
È una gioia
terrena una lettera -
Agli dei è negata -
.
|
1620
Circumference thou Bride of Awe
Possessing thou shalt be
Possessed by every hallowed Knight
That dares - to Covet thee
.1622
A Sloop of Amber slips away
Upon an Ether Sea,
And wrecks in Peace a Purple Tar,
The Son of Ecstasy -
.
1637
Is it too late to touch you, Dear?
We this moment knew -
Love Marine and Love Terrene -
Love celestial too -
.
1639
A Letter is a joy of Earth -
It is denied the Gods -
. |
1583
Stregheria:
impiccata, nella storia,
Però la storia ed io
Tutta la stregheria che ci necessita
Intorno a noi la troviamo, ogni giorno -
.
1619
Non conoscendo
quando verrà l'alba,
Apro ogni porta:
Piume avrà, come uccello,
O onde, come spiaggia -
.
|
1583
Witchcraft was hung, in History,
But History and I
Find all the Witchcraft that we need
Around us, Every Day -
.1619
Not knowing when the Dawn will come,
I open every Door,
Or has it Feathers, like a Bird,
Or Billows, like a Shore -
. |
1571
Il vento, com'è lento
Il mare, com'è lento -
Come le loro ali sono tarde!
.
1577
Spetta a tutti il
mattino -
Ad alcuni - la notte -
Privilegio imperiale -
La luce dell'aurora -
.
|
1571
How slow the Wind
How slow the Sea -
How late their Feathers be!
.1577
Morning is due to all -
To some - the Night -
To an imperial few -
The Auroral Light -
.
|
1563
Per dono
semplice e stente parole
Il cuore umano è messo a conoscenza
Del nulla -
"Nulla": la forza che
Rinnova il mondo -
.
1568
Vederla è un quadro -
Ascoltarla è una musica -
Conoscerla un eccesso
Come giugno innocente -
Non conoscerla - è affliggersi -
Averla per amica
Un calore vicino, come il sole
Ti sfolgorasse in mano -
.
|
1563
By homely gifts and hindered words
The human heart is told
Of nothing -
"Nothing" is the force
That renovates the World -
.1568
To see her is a Picture -
To hear her is a Tune -
To know her an Intemperance
As innocent as June -
To know her not - Affliction -
To own her for a Friend
A warmth as near as if the Sun
Were shining in your Hand -
. |
1541
Non importa
dove abitano i santi,
Dove formano il loro cerchio bello
Guarda il gran firmamento
Che accompagna una stella.
.
1551
Chi - moriva una volta,
Sapeva dove andare -
Alla destra di Dio -
È amputata adesso quella mano
E Dio è irreperibile -
Abdicare alla fede
Fa meschino l'agire -
Un fuoco fatuo, meglio
Che niente luce -
.
|
1541
No matter where the Saints abide,
They make their Circuit fair
Behold how great a Firmament
Accompanies a Star.
.1551
Those - dying then,
Knew where they went -
They went to God's Right Hand -
That Hand is amputated now
And God cannot be found -
The abdication of Belief
Makes the Behavior small -
Better an ignis fatuus
Than no illume at all -
. |
1461
"Padre celeste" -
prendila su te
L'iniquità suprema
Dalla tua mano candida
Foggiata in momentaneo contrabbando -
Benché fidare in noi - ci sembrerebbe
Più dignitoso - "Polvere noi siamo" -
Chiediamo a te perdono
Per la doppiezza tua -
.
1474
Estraneo
alla bellezza - non può essere
Nessuno - se bellezza è infinità -
Ed il potere d'essere finiti
Prima cessò che identità ottenessimo -
.
|
1461
"Heavenly Father" - take to thee
The supreme iniquità
Fashioned by thy candid Hand
In a moment contraband -
Though to trust us - seem to us
More respectful - "We are Dust" -
We apologize to thee
For thine own Duplicity -
.1474
Estranged from Beauty - none can be -
For Beauty is Infinity -
And power to be finite ceased
Before Identity was leased -
. |
1441
Questi giorni febbrili
- portarli alla foresta
Dove acque fresche intorno a muschi scorrono -
E solo l'ombra turba la quiete
Sembra talvolta che questo sia tutto -
.
1453
Essere una
persona contraffatta -
O placcata - non voglio -
Qualunque limite d'iniquità
Celi la mia natura -
Buona salute è il vero - ed è salvezza, e cielo -
Che miseria, che esilio - una menzogna,
E clamorosa - all'ora della morte -
.
|
1441
These Fevered Days - to take them to the Forest
Where Waters cool around the mosses crawl -
And shade is all that devastates the stillness
Seems it sometimes this would be all -
.1453
A Counterfeit - a Plated Person -
I would not be -
Whatever Strata of Iniquità
My Nature underlie -
Truth is good Health - and Safety, and the Sky -
How meagre, what an Exile - is a Lie,
And Vocal - when we die -
.
|
1333
Un filo di follia
in primavera
Fa bene pure al re,
Ma Dio assista il buffone - che medita
Questa scena tremenda -
Questa integrale esperienza di verde -
Come fosse sua propria!
.
1409
Se mai labbro
mortale indovinasse
Il carico segreto
D'una sillaba espressa
In frantumi cadrebbe sotto il peso.
.
|
1333
A little Madness in the Spring
Is wholesome even for the King,
But God be with the Clown -
Who ponders this tremendous scene -
This whole Experiment of Green -
As if it were his own!
.1409
Could mortal Lip divine
The undeveloped Freight
Of a delivered syllable
'Twould crumble with the weight.
. |
1306
La sorpresa è come
salsa - piccante -
Sopra insipida carne -
Sola - troppo aspra - ma accompagnata
Delizia commestibile -
.
1322
Fil di seta
non salva da un abisso
Ma una fune sì -
Nonostante che come souvenir
Non sia bella una fune -
Ma io ti dico che ogni passo è un solco -
Ed ogni sosta un pozzo -
Adesso sceglierai la fune o il filo?
Prezzi trattabili -
.
|
1306
Surprise is like a thrilling - pungent -
Upon a tasteless meat.
Alone - too acrid - but combined
An edible Delight -
.1322
Floss wont save you from an Abyss
But a Rope will -
Notwithstanding a Rope for a Souvenir
Is not beautiful -
But I tell you every step is a Trough -
And every stop a well -
Now will you have the Rope or the Floss?
Prices reasonable -
. |
1247
Come tuono aumentare
fino all'ultimo
Grandiosamente poi precipitare
Mentre ogni creatura si nasconde
Ciò - poesia può essere -
O amore - coevi vanno i due -
Ambedue insieme proviamo o ignoriamo -
Sperimentati ambedue ci distruggono -
Perché nessuno vede Dio e vive -
.
1251
Silenzio è
tutto quanto noi temiamo.
Può una voce redimere -
Silenzio è infinità.
In sé non ha un volto.
.
|
1247
To pile like Thunder to it's close
Then crumble grand away
While everything created hid
This - would be Poetry -
Or Love - the two coeval come -
We both and neither prove -
Experience either and consume -
For none see God and live -
.1251
Silence is all we dread.
There's Ransom in a Voice -
But Silence is Infinity.
Himself have not a face.
. |
1233
Senz'aver visto il sole
Avrei potuto sopportare l'ombra
Ma più deserto ancora
Ha fatto esser la luce il mio deserto -
.
1242
Per fuggir la memoria
Avessimo noi ali
Volerebbero tanti
Assuefatti a più lente operazioni
Uccelli con sgomento
Lo stipato furgone scruterebbero
Degli uomini che scappano
Dalla mente dell'uomo
.
|
1233
Had I not seen the
Sun
I could have borne the shade
But Light a newer Wilderness
My Wilderness has made -
.1242
To flee from memory
Had we the Wings
Many would fly
Inured to slower things
Birds with dismay
Would scan the mighty Van
Of men escaping
From the mind of man
. |
1214
Ci facciamo conoscere
Da pianeti e da fiori
Ma con noi stessi abbiamo
Etichette
Imbarazzi
E paure
.
1225
Mai con sé la sua ora
Manifesta lo spirito.
Che terrore la via pervaderebbe
Se il contegno svelasse
Il peso sotterraneo
Le cantine dell'anima -
Grazie a Dio il permesso di star zitto
Ha il luogo più chiassoso da lui fatto.
.
|
1214
We introduce ourselves
To Planets and to Flowers
But with ourselves
Have etiquettes
Embarrassments
And awes
.1225
It's Hour with itself
The Spirit never shows.
What Terror would enthrall the Street
Could Countenance disclose
The Subterranean Freight
The Cellars of the Soul -
Thank God the loudest Place he made
Is licensed to be still.
. |
1201
Mi tiro via le calze
Camminando nell'acqua
Per il piacere di disobbedire
Il ragazzo che visse nello zelo
In cielo forse andò quando morì
E forse non ci andò
Mosè non fu trattato con giustizia -
E Anania neppure -
.
1212
Parola morta
Appena detta,
Dice qualcuno.
Io dico che
Comincia a vivere
Quel giorno
.
|
1201
So I pull my Stockings off
Wading in the Water
For the Disobedience' Sake
Boy that lived for "Ought to"
Went to Heaven perhaps at Death
And perhaps he did'nt
Moses was'nt fairly used -
Ananias was'nt -
.1212
A word is dead
When it is said,
Some say.
I say it just
Begins to live
That day
. |
1138
Un ragno nella notte
Senza luce cuciva
Sopra un arco di bianco -
Fosse trina di dama
O sudario di gnomo
Se lo spieghi lui stesso.
Dell'immortalità
La sua strategia
Era fisionomia.
.
1159
Grandi vie di
silenzio conducevano
A sobborghi di pausa -
Non c'era intimazione - né dissenso
Né universo - né leggi -
Mattino agli orologi era, e chiamavano
Per la notte a distanza le campane -
Ma base alcuna non v'aveva il tempo
Spirata era la storia.
.
|
1138
A Spider sewed at Night
Without a Light
Upon an Arc of White -
If Ruff it was of Dame
Or Shroud of Gnome
Himself himself inform -
Of Immortality
His strategy
Was physiognomy -
.1159
Great Streets of silence led away
To Neighborhoods of Pause -
Here was no Notice - no Dissent
No Universe - no Laws -
By Clocks, 'Twas Morning, and for Night
The Bells at Distance called -
But Epoch had no basis here
For Period exhaled.
. |
1129
Di' tutto il
vero ma obliquo dillo -
Il successo è nel cerchio
Per l'infermo piacere nostro è troppo
Il superbo miracolo del vero
Come lampo accessibile ai bambini
Con piana spiegazione
Deve il vero abbagliare gradualmente
Se no ognuno è cieco -
.
1136
Il gelo della
morte era sul vetro -
"Salva il tuo fiore" disse.
Come contro una falla i marinai
Noi resistemmo alla mortalità.
Passivo il nostro fiore offrimmo al mare -
Alla montagna - al sole -
Ma persino sul suo rosso scaffale
S'insinuava il gelo -
Lo respingemmo indietro
Frapponemmo noi stessi
Tra lui e lei in mezzo -
Ma svelto come l'esile serpente
La via s'apriva innanzi
Finché l'inerme bellezza cedette
E allora cominciò la nostra rabbia -
E lo cacciammo fino alla sua forra
E lo braccammo fino alla sua tana -
Morte odiavamo e odiavamo vita
E nessun luogo c'era dove andare -
Qualcosa c'è più che il mare e la terra
Vasto - è il dolore -
.
|
1129
Tell all the truth but tell it slant -
Success in Circuit lies
Too bright for our infirm Delight
The Truth's superb surprise
As Lightning to the Children eased
With explanation kind
The Truth must dazzle gradually
Or every man be blind -
.1136
The Frost of Death was on the Pane -
"Secure your Flower" said he.
Like Sailors fighting with a Leak
We fought Mortality.
Our passive Flower we held to Sea -
To mountain - to the Sun -
Yet even on his Scarlet shelf
To crawl the Frost begun -
We pried him back
Ourselves we wedged
Himself and her between -
Yet easy as the narrow Snake
He forked his way along
Till all her helpless beauty bent
And then our wrath begun -
We hunted him to his Ravine
We chased him to his Den -
We hated Death and hated Life
And nowhere was to go -
Than Sea and continent there is
A larger - it is Woe -
. |
1109
Per loro mi preparo -
Il buio cerco
Finché sarò preparata del tutto.
È sobria la fatica
Ed ha questa dolcezza sufficiente
Che una tale astinenza, se riesco,
Cibo più puro produca per loro,
Se no avrò avuto
Lo slancio della meta -
.
1127
Morbido come il
massacro di soli
Trucidati da sciabole serali
.
|
1109
I fit for them -
I seek the Dark
Till I am thorough fit.
The labor is a sober one
With the sufficient sweet
That abstinence of mine produce
A purer food for them, if I succeed,
If not I had
The transport of the Aim -
.1127
Soft as the massacre of Suns
By Evening's sabres slain
. |
1078
È il trambusto
domestico
Il mattino seguente ad una morte
La più solenne
Delle incombenze assolte sulla terra -
Spazzolar bene il cuore
E metter via l'amore
Più non avremo bisogno d'usarlo
Fino all'eternità -
.
1082
Rivoluzione è il guscio
Donde sistemi erompono
Quando s'alzano i venti del volere
È magnifico il fiore
Ma tranne per la base rugginosa
Diviene ad ogni estate
Di sé medesima seppellitrice,
Così di libertà -
Inattivo lasciato sullo stelo
Fuggitasene via tutta la porpora
Rivoluzione l'agita
Per provare s'è morto -
.
|
1078
The Bustle in a House
The Morning after Death
Is solemnest of industries
Enacted upon Earth -
The Sweeping up the Heart
And putting Love away
We shall not want to use again
Until Eternity -
.1082
Revolution is the Pod
Systems rattle from
When the Winds of Will are stirred
Excellent is Bloom
But except it's Russet Base
Every Summer be
The Entomber of itself,
So of Liberty -
Left inactive on the Stalk
All it's Purple fled
Revolution shakes it for
Test if it be dead -
. |
1052
Non ho mai
visto nessuna brughiera -
Non ho mai visto il mare -
Ma dell'erica so bene l'aspetto
E un'onda so cos'è -
Non son mai stata con Dio a parlare
Né a far visita in cielo -
Ma del posto son certa
Come avessi il biglietto -
.
1069
Il paradiso non
è che una scelta -
Chiunque voglia
Ha nell'eden un posto nonostante
Adamo, e la cacciata -
.
|
1052
I never saw a Moor -
I never saw the Sea -
Yet know I how the Heather looks
And what a Billow be -
I never spoke with God
Nor visited in Heaven -
Yet certain am I of the spot
As if the Checks were given -
.1069
Paradise is of the Option -
Whosoever will
Own in Eden notwithstanding
Adam, and Repeal -
.
|
1019
L'ultimo fiore
della mia stagione -
Lo raccomando più teneramente
Perché senza congiunti l'ho trovato,
Grazia senza un amico.
.
1028
La mia unica gloria -
Lascia che resti
Nella memoria
Tua sono stata -
.
|
1019
My Season's furthest Flower -
I tenderer commend
Because I found Her Kinsmanless,
A Grace without a Friend.
.1028
'Twas my one Glory -
Let it be
Remembered
I was owned of Thee -
. |
1014
Abolissimo il gelo
Non avrebbe mai termine l'estate -
Che le stagioni muoiano o trionfino
È una scelta nostra -
.
1016
In sillabe
purpuree le colline
Raccontano del giorno le avventure
A continenti che in piccoli gruppi
A casa ora ritornano da scuola.
.
|
1014
Did We abolish Frost
The Summer would no cease -
If Seasons perish or prevail
Is optional with Us -
.1016
The Hills in Purple syllables
The Day's Adventures tell
To little Groups of Continents
Just going Home from School.
. |
1008
Come stan le
campane sulle torri
Quete finché di cielo
Gonfie sui loro argentei piedi bàlzano
In melodia frenetica!
.
1009
Sono stata una Febe -
niente più -
Niente meno - una Febe -
Il tassello che altri trascuravano
Al suo posto l'ho messo -
Troppo giù stavo per esser cercata -
Troppo in ombra, per esser biasimata -
Una minuscola impronta una Febe
Lascia sui pavimenti della fama -
.
|
1008
How still the Bells in Steeples stand
Till swollen with the Sky
They leap upon their silver Feet
In frantic Melody!
.1009
I was a Phebe - nothing more -
A Phebe - nothing less -
The little note that others dropt
I fitted into place -
I dwelt too low that any seek -
Too shy, that any blame -
A Phebe makes a little print
Upon the Floors of Fame -
. |
937
Uno squarcio sentivo
nella mente -
Come fosse spaccato il mio cervello -
Pezzo a pezzo - cercavo di congiungere -
Ma non sapevo farli combaciare -
Il pensiero seguente, mi sforzavo
D'unirlo al precedente -
Ma svanì senza suono la sequenza -
Come gomitoli - su un pavimento -
.
974
La connessione precisa
dell'anima
Con l'immortalità
È rivelata meglio da pericolo
O calamità rapida -
Così il fulmine su un paesaggio
Lembi scopre di spazio -
Non sospettati - se non per il lampo -
E la guizzante - subitaneità.
.
|
937
I felt a Cleaving in my Mind -
As if my Brain had split -
I tried to match it - Seam by Seam -
But could not make them fit -
The thought behind, I strove to join
Unto the thought before -
But Sequence ravelled out of Sound -
Like Balls - upon a Floor -
.974
The Soul's distinct connection
With immortality
Is best disclosed by Danger
Or quick Calamity -
As Lightning on a Landscape
Exhibits Sheets of Place -
Not yet suspected - but for Flash -
And Click - and Suddenness.
.
|
870
Atto primo, trovare
Secondo, perdere,
Terzo, la spedizione
Al "vello d'oro"
Quarto, niente scoperta -
Quinto, niente equipaggio -
In conclusione, niente vello d'oro -
Finto - anche Giasone.
.
919
Se
impedissi ad un cuore di spezzarsi
Io non vivrò invano
Se alleviassi il soffrire d'una vita
O lenissi una pena
O aiutassi un esausto pettirosso
A tornar nel suo nido
Io non vivrò invano.
.
|
870
Finding is the first Act
The second, loss,
Third, Expedition for
The "Golden Fleece"
Fourth, no Discovery -
Fifth, no Crew -
Finally, no Golden Fleece -
Jason - sham - too.
.919
If I can stop one Heart from breaking
I shall not live in vain
If I can ease one Life the Aching
Or cool one Pain
Or help one fainting Robin
Unto his Nest again
I shall not live in vain.
.
|
856
Un senso di finito
Si prova fra le tombe -
Vastità di futuro -
Profusione di forme -
La nuda esibizione della morte
Più preciso ci mostra ciò che siamo
E l'eterna funzione
Ci abilita a dedurre.
.
859
Un dubbio sul nostro
essere
La nostra mente assiste che vacilla
In un'angoscia estrema
Finché un punto d'appoggio non trovi -
Dono d'irrealtà,
D'un miraggio pietoso
Fa possibile il vivere
Sospendendo le vite.
.
|
856
There is a finished feeling
Experienced at Graves -
A leisure of the Future -
A Wilderness of Size.
By Death's bold Exhibition
Preciser what we are
And the Eternal function
Enabled to infer
.859
A doubt if it be Us
Assists the staggering Mind
In an extremer Anguish
Until it footing find -
An Unreality is lent,
A merciful Mirage
That makes the living possible
While it suspends the lives.
. |
842
Bello nascondersi, e
sentirli a caccia!
Meglio, essere trovati,
Se si vuole, cioè,
La volpe accoglie il cane -
Bello sapere, e non dire parola,
Meglio, sapere e dire,
Trovare si potesse il raro orecchio
Non troppo ottuso -
.
850
Io canto per consumare
l'attesa,
Allacciare la cuffia
E della casa chiudere la porta
Altro non ho da fare
Finché vicini al suo passo supremo
Cammineremo insieme verso il giorno
E ci diremo come cantavamo
Per cacciar via la tenebra.
.
|
842
Good to hide, and hear 'em hunt!
Better, to be found,
If one care to, that is,
The Fox fits the Hound -
Good to know, and not tell,
Best, to know and tell,
Can one find the rare Ear
Not too dull -
.850
I sing to use the Waiting,
My Bonnet but to tie
And shut the Door unto my House
No more to do have I
Till His best step approaching
We journey to the Day
And tell each other how We sung
To Keep the Dark away.
. |
826
Da sé stesso misura
amore - solo -
"Grande - dichiara il sole - come me"
A chi non l'ha sentito ardere mai -
Con sé stesso soltanto ha somiglianza -
.
836
La verità - è
vecchia quanto Dio -
Identità gemella
E durerà altrettanto
Una co-eternità -
E perirà quel giorno
Che lui portato via dalla magione
Sarà dell'universo
Deità senza vita.
.
|
826
Love reckons by itself - alone -
"As large as I" - relate the Sun
To One who never felt it blaze -
Itself is all the like it has -
.836
Truth - is as old as God -
His Twin identity
And will endure as long as He
A Co-Eternity -
And perish on the Day
Himself is borne away
From Mansion of the Universe
A lifeless Deity.
. |
770
Vissuto ho di paura -
Per coloro che sanno
Lo stimolo che c'è
Nel pericolo - altro impeto
È fiacco - e senza vita -
Come se fosse uno sprone - nell'anima -
Una paura la spinge là dove
Andar senza l'aiuto d'uno spettro
Sfida sarebbe alla disperazione.
.
771
Non può provare stento
Chi benessere - non ha conosciuto -
La fame - non esiste
Se non esiste il grano -
Bisogno - è una magra arte acquistata
Per inversione -
Povertà che ricchezza non è stata -
Non è indigenza -
.
|
770
I lived on Dread -
To Those who know
The Stimulus there is
In Danger - Other impetus
Is numb - and vitalless -
As 'twere a Spur - upon the Soul -
A Fear will urge it where
To go without the Spectre's aid
Were challenging Despair.
.771
None can experience stint
Who Bounty - have not known -
The fact of Famine - could not be
Except for Fact of Corn -
Want - is a meagre Art
Acquired by Reverse -
The Poverty that was not Wealth -
Cannot be Indigence -
. |
764
Presentimento - è quell'ombra
- sul prato -
Lunga - che annuncia il sole che va via -
Avvertimento all'erba trasalita
Che la tenebra - sta per arrivare -
.
769
Uno e uno - fa uno -
Il due - sia messo al bando -
Per le scuole può andare -
Ma per l'intima scelta -
Vita - semplicemente -
O morte - o infinità -
Troppo - sarebbe vasto
Da capire per l'anima -
.
|
764
Presentiment - is that long shadow - on the Lawn -
Indicative that Suns go down -
Monition to the startled Grass
That Darkness - is about to pass -
.769
One and One - are One -
Two - be finished using -
Well enough for schools -
But for inner Choosing -
Life - just - Or Death -
Or the Everlasting -
More - would be too vast
For the Soul's Comprising -
.
|
730
Una farfalla -
l'erede legittima -
Defraudata ho - per te -
.
754
La vita mia -
era un fucile carico -
Nell'angolo - finché il proprietario
Passò un giorno - m'identificò -
E mi portò con sé -
Ed ora in boschi sovrani vaghiamo -
Ed ora andiamo a caccia della cerva -
Ed ogni volta che parlo per lui
Sùbito le montagne mi rispondono -
E a un mio sorriso, splende così intensa
Luce sulla vallata -
È come se una faccia vesuviana
Avesse liberato il suo piacere -
E quando a notte - finito il bel giorno -
Veglio la testa del padrone mio -
È meglio che le piume d'un profondo
Cuscino morbido - aver condivise -
Sono mortal nemica - al suo nemico -
Niente fa mai una seconda mossa -
Su cui abbia io posato un occhio giallo -
O un energico pollice -
Sebbene più di lui - io possa vivere
Deve più lui - di me -
Perché io solo il potere ho d'uccidere,
Non di morire -
.
|
730
Defrauded I a Butterfly -
The lawful Heir - for Thee -
.754
My Life had stood - a Loaded Gun -
In Corners - till a Day
The Owner passed - identified -
And carried Me away -
And now We roam in Sovreign Woods -
And now We hunt the Doe -
And every time I speak for Him
The Mountains straight reply -
And do I smile, such cordial light
Upon the Valley glow -
It is as a Vesuvian face
Had let it's pleasure through -
And when at Night - Our good Day done -
I guard My Master's Head -
'Tis better than the Eider-Duck's
Deep Pillow - to have shared -
To foe of His - I'm deadly foe -
None stir the second time -
On whom I lay a Yellow Eye -
Or an emphatic Thumb -
Though I than He - may longer live
He longer must - than I -
For I have but the power to kill,
Without - the power to die -
. |
712
Non potevo
fermarmi per la morte -
Si fermò gentilmente lei per me -
Solo noi due portava la carrozza -
E l'immortalità -
Piano andavamo - non aveva fretta
Ed io avevo smesso
Il mio lavoro e l'ozio,
Per la sua cortesia -
Passammo oltre la scuola, dove bimbi
Nell'intervallo lottavano - in cerchio -
Passammo i campi di grano occhieggiante -
Passammo oltre il tramonto -
Anzi - lui passò noi -
Rugiade scesero tremule e gelide -
Era soltanto garza, il mio vestito -
Solo tulle - il mantello -
Ci fermammo a una casa che sembrava
Una protuberanza del terreno -
Visibile era a malapena il tetto -
Il cornicione - in terra -
Da allora - sono secoli - eppure io
Brevi li avverto più del giorno in cui
Prima intuii le teste dei cavalli
Volte all'eternità -
.
721
Dietro di me - l'eternità sprofonda -
A me davanti - l'immortalità -
Io - il confine in mezzo -
Morte solo il fluire ad est del grigio,
In aurora dissolto,
Prima che inizi l'ovest -
Ci son regni - poi - dicono -
In monarchia perfetta - senza fine -
Il cui principe - figlio è di nessuno -
È lui - la sua dinastia senza tempo -
Sé - da sé diversifica -
In divina scissione -
È miracolo a me davanti - allora -
È miracolo dietro a me - in mezzo -
Una falce nel mare -
Con mezzanotte a nord -
E mezzanotte a sud -
E vortice - nel cielo -
.
|
712
Because I could not stop for Death -
He kindly stopped for me -
The Carriage held but just Ourselves -
And Immortality.
We slowly drove - He knew no haste
And I had put away
My labor and my leisure too,
For His Civility -
We passed the School, where Children strove
At Recess - in the Ring -
We passed the Fields of Gazing Grain -
We passed the Setting Sun -
Or rather - He passed Us -
The Dews drew quivering and Chill -
For only Gossamer, my Gown -
My Tippet - only Tulle -
We paused before a House that seemed
A Swelling of the Ground -
The Roof was scarcely visible -
The Cornice - in the Ground -
Since then - 'tis Centuries - and yet
Feels shorter than the Day
I first surmised the Horses' Heads
Were toward Eternity -
.721
Behind Me - dips
Eternity -
Before Me - Immortality -
Myself - the Term between -
Death but the Drift of Eastern Gray,
Dissolving into Dawn away,
Before the West begin -
'Tis Kingdoms - afterward - they say -
In perfect - pauseless Monarchy -
Whose Prince - is Son of none -
Himself - His Dateless Dynasty -
Himself - Himself diversify -
In Duplicate divine -
'Tis Miracle before Me - then -
'Tis Miracle behind - between -
A Crescent in the Sea -
With Midnight to the North of Her -
And Midnight to the South of Her -
And Maelstrom - in the Sky -
. |
692
Il sole ancora calava
- calava -
Del pomeriggio - sul borgo nessuna
Percezione io avevo -
Era di casa in casa mezzogiorno -
Scendeva ancora - scendeva - il crepuscolo
Non sull'erba rugiada -
Solo sulla mia fronte si fermava -
E vagava sul volto -
Pesanti - ancora più pesanti - i piedi -
Le dita erano sveglie -
Ma perché - da me stessa - così fioco
Suono sentivo - fare?
Bene la luce conoscevo prima -
Non la vedo più ora -
È il morire - ed io sto morendo - ma
Non temo di conoscere -
.
709
Pubblicazione - è vendita all'incanto
Della mente dell'uomo -
Indigenza - giustifica
Un atto così vile
Forse - ma noi - vorremmo
Dalla nostra soffitta
Al bianco creatore - bianchi andare -
Più che investire - sulla nostra neve -
Il pensiero appartiene a chi l'ha dato -
Poi - a chi ne produce
Corporea illustrazione - Vendi pure
L'aria regale -
Impacchettata - sii pure il mercante
Della grazia celeste -
Ma non ridurre lo spirito umano
All'orrore del prezzo -
.
|
692
The Sun kept setting - setting - still
No Hue of Afternoon -
Upon the Village I perceived -
From House to House 'twas Noon -
The Dusk kept dropping - dropping - still
No Dew upon the Grass -
But only on my Forehead stopped -
And wandered in my Face -
My Feet kept drowsing - drowsing - still
My fingers were awake -
Yet why so little sound - Myself
Unto my seeming - make?
How well I knew the Light before -
I could see it now -
'Tis Dying - I am doing - but
I'm not afraid to know -
.709
Publication - is the Auction
Of the Mind of Man -
Poverty - be justifying
For so foul a thing
Possibly - but We - would rather
From Our Garret go
White - Unto the White Creator -
Than invest - Our Snow -
Thought belong to Him who gave it -
Then - to Him Who bear
It's Corporeal illustration - Sell
The Royal Air -
In the Parcel - Be the Merchant
Of the Heavenly Grace -
But reduce no Human Spirit
To Disgrace of Price -
. |
668
"Natura" è
tutto quanto noi vediamo -
Collina - pomeriggio -
Scoiattolo - eclisse - il calabrone -
No - natura è il cielo -
"Natura" è tutto quanto noi udiamo -
Il bobolink - il mare -
Il tuono - il grillo -
No - natura è armonia -
"Natura" è tutto quanto noi sappiamo -
Ma non riusciamo a dire -
Tanto è impotente la nostra sapienza
In confronto alla sua semplicità -
.
679
Nella mia
stanza sono consapevole -
D'un amico incorporeo -
Non gesto lo rivela -
Né l'attesta - parola -
Né serve fargli - posto -
Più propria cortesia
L'ospitale intuizione
Della sua compagnia -
È presenza - la sua libertà massima -
Né lui per me
Né io per lui - tradiamo
Probità - con un suono -
Di lui stancarsi, sarebbe più strano
Che se una particella
Monotonia sentisse - nella vasta
Società dello spazio -
Né se ad altri fa visita -
Né se ci abita - o no - a me è noto -
Ma l'istinto lo nomina
Immortalità -
.
|
668
"Nature" is what We see -
The Hill - the Afternoon -
Squirrel - Eclipse - the Bumble bee -
Nay - Nature is Heaven -
"Nature" is what We hear -
The Bobolink - the Sea -
Thunder - the Cricket -
Nay - Nature is Harmony -
"Nature" is what We know -
But have no Art to say -
So impotent our Wisdom is
To Her Sincerity -
.679
Conscious am I in my Chamber -
Of a shapeless friend -
He doth not attest by Posture -
Nor Confirm - by Word -
Neither Place - need I present Him -
Fitter Courtesy
Hospitable intuition
Of His Company -
Presence - is His furthest license -
Neither He to Me
Nor Myself to Him - by Accent -
Forfeit Probity -
Weariness of Him, were quainter
Than Monotony
Knew a Particle - of Space's
Vast Society -
Neither if He visit Other -
Do He dwell - or Nay - know I -
But Instinct esteem Him
Immortality -
. |
662
L'imbarazzo dell'uno verso l'altro
E verso Dio -
Della rivelazione è questo il limite,
Ad alta voce
Nulla che sia importante,
Ma in silenzio,
Sta la divinità sotto sigillo -
.
664
Di tutte quante
le anime create -
Io ne ho eletta - una -
Quando va via il senso - dallo spirito -
E non c'è - sotterfugio -
Quando ogni cosa presente - e passata -
Sta - in disparte - intrinseca -
E questa breve tragedia di carne -
Come sabbia - è rimossa -
Quando regali le figure appaiono -
E vengono troncate via - le brume,
Mirate l'atomo - che ho preferito -
A tutte quante le liste di creta!
.
|
662
Embarrassment
of one another
And God
Is Revelation's limit,
Aloud
Is nothing that is chief,
But still,
Divinity dwells under Seal -
.664
Of all the Souls that stand create -
I have Elected - One -
When Sense from Spirit - files away -
And Subterfuge - is done -
When that which is - and that which was -
Apart - intrinsic - stand -
And this brief Tragedy of Flesh -
Is shifted - like a Sand -
When Figures show their royal Front -
And Mists - are carved away,
Behold the Atom - I preferred -
To all the lists of Clay!
. |
657
Abito nel possibile -
Una casa più bella della prosa -
Più ricca di finestre -
Superiore - per porte -
Le stanze come i cedri -
All'occhio impenetrabili -
E per tetto infinito
Gli spioventi del cielo -
Visitatori - gli esseri più belli -
Occupazione - questa -
Spalancare le mie esili mani
Al paradiso -
.
661
Potessi cavalcare
all'infinito
Come l'ape sul prato
E visitare solo chi mi piace
E mai nessuno visitasse me
E flirtar tutto il giorno coi ranuncoli
E sposare chi voglio
E soggiornare un poco dappertutto
O meglio, fuggir via
Senza che alcun poliziotto m'insegua
O dare a lui la caccia se lo fa
Fino a fargli penisole saltare
Per fuggir via da me -
Ho detto "Essere solo
Un'ape" sopra una zattera d'aria
E remare nel nulla tutto il giorno
E l'àncora gettare "oltre la sbarra"
Che libertà! Così reclusi pensano
Prigionieri in segrete.
.
|
657
I dwell in Possibility -
A fairer House than Prose -
More numerous of Windows -
Superior - for Doors -
Of Chambers as the Cedars -
Impregnable of Eye -
And for an Everlasting Roof
The Gambrels of the Sky -
Of Visitors - the fairest -
For Occupation - This -
The spreading wide of narrow Hands
To gather Paradise -
.661
Could I but ride indefinite
As doth the Meadow Bee
And visit only where I liked
And No one visit me
And flirt all Day with Buttercups
And marry whom I may
And dwell a little everywhere
Or better, run away
With no Police to follow
Or chase Him if He do
Till He should jump Peninsulas
To get away from me -
I said "But just to be a Bee"
Upon a Raft of Air
And row in Nowhere all Day long
And anchor "off the Bar"
What Liberty! So Captives deem
Who tight in Dungeons are.
. |
654
Un lungo - lungo sonno
-
Un sonno - rinomato -
Senza un cenno al mattino -
Stiro di membra - o battito di palpebre -
Un sonno indipendente -
Indolenza fu mai simile a questa?
Sopra un banco di pietra
Crogiolarsi sui secoli che passano -
Senza alzar mai lo sguardo - al mezzogiorno?
.
656
"Autunno" - è il nome
- suo -
Sangue - è il colore - suo -
Sulla collina - arteria -
Vena - lungo la strada -
Nei viali - grandi globuli -
Oh il diluvio di chiazze -
Quando i venti - sconvolgono il bacino -
E la pioggia rovesciano scarlatta -
Sparge cuffie - laggiù -
Fa stagni paonazzi -
Poi - come rosa s'avvolge - lontano -
Sopra ruote vermiglie -
.
|
654
A long - long Sleep -
A famous - Sleep -
That makes no show for Morn -
By Stretch of Limb - or stir of Lid -
An independent One -
Was ever idleness like This?
Upon a Bank of Stone
To bask the Centuries away -
Nor once look up - for Noon?
.656
The name - of it - is "Autumn" -
The hue - of it - is Blood -
An Artery - upon the Hill -
A Vein - along the Road -
Great Globules - in the Alleys -
And Oh, the Shower of Stain -
When Winds - upset the Basin -
And spill the Scarlet Rain -
It sprinkles Bonnets - far below -
It gathers ruddy Pools -
Then - eddies like a Rose - away -
Upon Vermillion Wheels -
.
|
650
Un elemento di vuoto -
ha il dolore -
Non poter rammentare
Quando ha avuto inizio - o se c'è stato
Un tempo in cui non c'era -
Non ha futuro - tranne che in sé stesso -
Racchiuso è il suo passato
Dal suo infinito - illuminato a cogliere
Nuove ere - di dolore.
.
652
Una prigione un'amica diventa -
Affinità tra la grave sua faccia
E la nostra - si vien manifestando -
E negli occhi suoi stretti -
Con gratitudine andiamo a cercare
Il raggio destinato
Che ci assegna - fissato come il cibo -
Ed agognato - con la stessa fame -
Impariamo a conoscere l'assito -
Risponde ai nostri passi -
Suono - dapprima - così miserevole -
Nemmeno adesso - dolce -
Come già lo sguazzare negli stagni -
Quando era la memoria un ragazzino -
Ma più chiuso circuito -
Geometrica gioia -
Ferma la chiave in toppa
Che ai nostri sforzi il giorno
Sottrae - meno reale
Di libertà il volto -
Che il fantasma d'acciaio -
Le cui fattezze - di giorno e di notte -
Come le nostre - ci sono presenti -
Ed ugualmente - senza via di scampo -
Il giro stretto - il limite -
La speranza scambiata piano piano -
Con un che di passivo - troppo ripido
Appagamento per guardare in alto -
La libertà che abbiamo conosciuta
Scansata - come un sogno - troppo vasto
Per una notte che non sia il cielo -
Posto che quello - davvero - redima -
.
|
650
Pain - has an Element of Blank -
It cannot recollect
When it begun - Or if there were
A time when it was not -
It has no Future - but itself -
It's Infinite contain
It's Past - enlightened to perceive
New Periods - Of Pain.
.652
A Prison gets to be a friend -
Between it's Ponderous face
And Our's - a Kinsmanship express -
And in it's narrow Eyes -
We come to look with gratitude
For the appointed Beam
It deal us - stated as Our food -
And hungered for - the same -
We learn to know the Planks -
That answer to Our feet -
So miserable a sound - at first -
Nor even now - so sweet -
As plashing in the Pools -
When Memory was a Boy -
But a Demurer Circuit -
A Geometric Joy -
The Posture of the Key
That interrupt the Day
To Our Endeavor - Not so real
The Check of Liberty -
As this Phantasm Steel -
Whose features - Day and Night -
Are present to us - as Our Own -
And as escapeless - quite -
The narrow Round - the Stint -
The slow exchange of Hope -
For something passiver - Content
Too steep for lookinp up -
The Liberty we knew
Avoided - like a Dream -
Too wide for any night but Heaven -
If That - indeed - redeem -
. |
E fossi tu - salvato -
Ed io - dannata ad essere
Là dove tu non sei -
Per me quell'essere - sarebbe inferno -
Così dobbiamo incontrarci a distanza -
Tu là - io - qua -
Lasciando solo la porta socchiusa
Perché oceani vi siano - e preghiera -
E il bianco nutrimento -
Disperazione -
.
642
Avessi l'arte - di bandir me stessa -
Da me - inespugnabile
La mia fortezza
Ad ogni cuore -
Ma giacché sono io stessa - ad assaltarmi -
Come posso aver pace
Se non col soggiogare
La coscienza?
Ed essendo reciproci monarchi
Come può essere
Se non con l'abdicare -
Me - da me?
.
|
And were You - saved -
And I - condemned to be
Where You were not -
That self - were Hell to me -
So We must meet apart -
You there - I - here -
With just the Door ajar
That Oceans are - and Prayer -
And that White Sustenance -
Despair -
.642
Me from Myself -
to banish -
Had I Art -
Invincible My Fortress
Unto All Heart -
But since Myself - assault Me -
How have I peace
Except by subjugating
Consciousness?
And since We're Mutual Monarch
How this be
Except by Abdication -
Me - of Me?
. |
636
È
questo - il modo in cui leggo una lettera -
Prima - serro la porta -
E l'accompagno con le dita - intanto -
Perché sia al sicuro il rapimento -
E poi vado lontano più che posso -
Antidoto al bussare -
Poi tiro fuori la mia letterina
E lentamente tiro via il sigillo -
Poi - uno sguardo attento, alla parete -
E attento al pavimento
Fermamente convinta
D'un topo non ancora esorcizzato -
E quanto sono infinita contemplo
Per nessuno a voi - noto -
E il cielo assente sospiro - ma non
Il cielo da Dio dato -
.
640
Con te non posso vivere
-
Sarebbe vita -
E la vita è di là -
Dietro la mensola
Ne ha la chiave il becchino -
Per metter via
La nostra vita - la sua porcellana -
Come una tazza -
Che scarta la massaia
Perché antiquata - o rotta -
Piace un Sèvres più nuovo -
Quelli vecchi si crepano -
Con te - non posso neppure morire -
L'uno deve aspettare
Per chiudere la palpebra dell'altro -
Tu - non potresti -
Ed io - potrei star lì
E vederti - ghiacciare -
Rinunciando al mio gelo -
Privilegio di morte?
Con te non posso neppure risorgere -
Perché il tuo volto
Rimuoverebbe quello di Gesù -
Scialba la nuova grazia
Brillerebbe - ed estranea
Nel mio occhio nostalgico -
Tranne che più vicino
Di lui splendessi tu -
Giudicarci vorrebbero - ma come? -
Tu - hai servito il cielo - ben lo sai,
O ci hai provato -
Io potuto non ho -
Perché tu saturavi la mia vista -
E occhi io non avevo
Per una perfezione così squallida -
Il paradiso
E fossi tu perduto, io lo sarei -
Quand'anche il nome mio
Risuonasse il più alto
Nella gloria celeste -
.
|
636
The Way I read a Letter's - this -
'Tis first - I lock the Door -
And push it with my fingers - next -
For transport it be sure -
And then I go the furthest off
To counteract a knock -
Then draw my little Letter forth
And slowly pick the lock -
Then - glancing narrow, at the Wall -
And narrow at the floor
For firm Conviction of a Mouse
Not exorcised before -
Peruse how infinite I am
To no one that You - know -
And sigh for lack of Heaven - but not
The Heaven God bestow -
.640
I cannot live with You -
It would be Life -
And Life is over there -
Behind the Shelf
The Sexton keeps the key to -
Putting up
Our Life - His Porcelain -
Like a Cup -
Discarded of the Housewife -
Quaint - or Broke -
A newer Sevres pleases -
Old Ones crack -
I could not die - with You -
For One must wait
To shut the Other's Gaze down -
You - could not -
And I - Could I stand by
And see You - freeze -
Without my Right of Frost -
Death's privilege?
Nor could I rise - with You -
Because Your Face
Would put out Jesus' -
That New Grace
Glow plain - and foreign
On my homesick eye -
Except that You than He
Shone closer by -
They'd judge Us - How -
For You - served Heaven - You know,
Or sought to -
I could not -
Because You saturated sight -
And I had no more eyes
For sordid excellence
As Paradise
And were You lost, I would be -
Though my name
Rang loudest
On the Heavenly fame -
. |
632
È più spazioso del
cielo - il cervello -
Mettili fianco a fianco -
L'uno conterrà l'altro
Facilmente - e te - pure -
È più profondo del mare il cervello -
Stringili - blu con blu -
L'uno assorbirà l'altro -
Come la spugna - il secchio -
Ha proprio il peso di Dio il cervello -
Reggili - a libbra a libbra -
Differiranno - se differiranno -
Come da suono sillaba -
.
633
Se le campane tacciono
- comincia - la funzione -
Delle campane - il fine -
Se si fermano - i raggi - è la circonferenza -
Delle ruote - l'essenza -
.
|
632
The Brain - is wider than the Sky -
For - put them side by side -
The one the other will contain
With ease - and You - beside -
The Brain is deeper than the sea -
For - hold them - Blue to Blue -
The one the other will absorb -
As Sponges - Buckets - do -
The Brain is just the weight of God -
For - Heft them - Pound for Pound -
And they will differ - if they do -
As Syllable from Sound -
.633
When Bells stop ringing - Church - begins -
The Positive - of Bells -
When Cogs - stop - that's Circumference -
The Ultimate - of Wheels -
. |
624
Tanti ora fanno - un
sempre -
Tempo non è diverso -
Se non per latitudine di casa -
E per infinità -
Togli dal tempo - qui sperimentato -
A questi ora - le date -
In mesi lascia dissolvere i mesi -
Gli anni - svanire in anni -
Senza disputa - o pausa -
O giorni consacrati -
Non sarebbero i nostri anni diversi
Dagli anni Domini -
.
627
La
migliore - è la tinta inaccessibile -
Il colore troppo arduo
Per essere mostrato in un bazar -
Una ghinea a occhiata -
Il superbo - impalpabile sfilare -
Che trionfa sull'occhio
Simile ad un corteo di Cleopatra -
Ripetuto - nel cielo -
Gli attimi di dominio
Che càpitano all'anima
E la lasciano in una scontentezza
Troppo squisita - per essere detta -
Nei paesaggi - l'aspetto ansioso -
Come se reprimessero
Qualche segreto - che simile a cocchi -
Dalla veste - erompesse -
La foga dell'estate -
La burla - della neve - che di tulle
Imbottisce il mistero,
Per non farlo sapere - agli scoiattoli.
Ci beffano - quei modi inafferrabili -
Finché l'occhio truffato
Serra con arroganza - nella tomba -
Un'altra - vista -
.
|
624
Forever - it composed of Nows -
'Tis not a different time -
Except for Infiniteness -
And Latitude of Home -
From this - experienced Here -
Remove the Dates - to These -
Let Months dissolve in further Months -
And Years - exhale in Years -
Without Debate - or Pause -
Or Celebrated Days -
No different Our Years would be
From Anno Dominies -
.627
The Tint I cannot take - is best -
The Color too remote
That I could show it in Bazaar -
A Guinea at a sight -
The fine - impalpable Array -
That swaggers on the eye
Like Cleopatra's Company -
Repeated - in the sky -
The Moments of Dominion
That happen on the Soul
And leave it with a Discontent
Too exquisite - to tell -
The eager look - on Landscapes -
As if they just repressed
Some Secret - that was pushing
Like Chariots - in the Vest -
The Pleading of the Summer -
That other Prank - of Snow -
That Cushions Mystery with Tulle,
For fear the Squirrels - know.
Their Graspless manners - mock us -
Until the Cheated Eye
Shuts arrogantly - in the Grave -
Another way - to see -
. |
617
Non riporre ago e filo
-
Tornerò a seminare
Al tornare del fischio degli uccelli -
Così - punti migliori -
Storti questi erano - fosca la vista -
Quando serena sarà - la mia mente
Darò punti - che non arrossirebbe
Abilità regale ad appropriarsene -
Orli - sottili perché una dama
Scorga il nodo invisibile -
Pieghe - di delicata venatura -
Come punto trapunto -
Lascia l'ago nel solco -
Dove l'ho messo io -
Potrò rifare lo zigzag dei punti
Diritto - non appena sarò forte -
Fino ad allora - sognando che semino
Porta il trapunto smesso -
Più vicino - sicché - nel mio dormire -
Supporre di cucire io possa ancora -
.
623
Era tardi per l'uomo -
Presto, invece, per Dio -
Il creato - impotente ad aiutare -
Ma accanto a noi - restava - la preghiera -
Com'è eccelso il cielo -
Quando la terra - non si può avere -
Com'è ospitale - la faccia del nostro
Vecchio vicino - Dio -
.
|
617
Dont put up my Thread & Needle -
I'll begin to Sow
When the Birds begin to whistle -
Better stitches - so -
These were bent - my sight got crooked -
When my mind - is plain
I'll do seams - a Queen's endeavor
Would not blush to own -
Hems - too fine for Lady's tracing
To the sightless Knot -
Tucks - of dainty interspersion -
Like a dotted Dot -
Leave my Needle in the furrow -
Where I put it down -
I can make the zigzag stitches
Straight - when I am strong -
Till then - dreaming I am sowing
Fetch the seam I missed -
Closer - so I - at my sleeping -
Still surmise I stitch -
.623
It was too late for Man -
But early, yet, for God -
Creation - impotent to help -
But Prayer - remained - Our side -
How excellent the Heaven -
When Earth - cannot be had -
How hospitable - then - the face
Of Our Old Neighbor - God -
. |
593
Fui incantata, credo,
Non appena io, una tetra ragazza -
Lessi quella signora forestiera -
Meraviglioso mi sembrò - l'oscuro -
E se di notte mezzogiorno fosse -
O solo paradiso - a mezzogiorno -
Solo per pura frenesia di luce
Non lo sapevo dire -
Le api - come farfalle diventavano -
E queste - come cigni -
Venivano - sdegnando l'erba stenta -
E persino le più leggère ariette
Che fra sé mormorava la natura
Per mantenersi allegra -
Io per giganti le prendevo - intenti
A un'opera titanica -
I giorni - in ritmi possenti - incedevano -
Il più umile - adorno
Come se a giubileo
Fosse a un tratto promosso -
Indefinibile era il cambiamento -
La mente convertita
Come dell'anima il santificarsi -
Può essere attestata - non spiegata -
Era divina insania -
Se il rischio d'esser sana
Sperimentare dovessi di nuovo -
Un antidoto c'è a cui rivolgersi -
Tomi di solida stregoneria -
Dormano pure i maghi -
Ma la magia - un elemento ha simile
Alla divinità - la permanenza -
.
611
Meglio ti vedo - al
buio -
Non mi serve una luce -
L'amor di te - è un prisma -
Che oltrepassa il violetto -
Meglio ancora ti vedo per questi anni
Che s'inarcano in mezzo -
Con la lampada può - il minatore -
La miniera annullare -
E nella tomba - ancor meglio ti vedo -
Le sue corte pareti
Ardono - tutte rosse - della luce
Da me tenuta, per te, così alta -
A che mai serve il giorno -
Per chi nel buio - un sole ha - così eccelso -
Che sembra restar su - perpetuamente -
Sul meridiano?
.
|
593
I think I was enchanted
When first a sombre Girl -
I read that Foreign Lady -
The Dark - felt beautiful -
And whether it was noon at night -
Or only Heaven - at noon -
For very Lunacy of Light
I had not power to tell -
The Bees - became as Butterflies -
The Butterflies - as Swans -
Approached - and spurned the narrow Grass -
And just the meanest Tunes
That Nature murmured to herself
To keep herself in Cheer -
I took for Giants - practising
Titanic Opera -
The Days - to Mighty Metres stept -
The Homeliest - adorned
As if unto a Jubilee
'Twere suddenly confirmed -
I could not have defined the change -
Conversion of the Mind
Like Sanctifying in the Soul -
Is witnessed - not explained -
'Twas a Divine Insanity -
The Danger to be sane
Should I again experience -
'Tis Antidote to turn -
To Tomes of Solid Witchcraft -
Magicians be asleep -
But Magic - hath an Element
Like Deity - to keep -
.611
I see thee better - in the Dark -
I do not need a Light -
The Love of Thee - a Prism be -
Excelling Violet -
I see thee better for the Years
That hunch themselves between -
The Miner's Lamp - sufficient be -
To nullify the Mine -
And in the Grave - I see Thee best -
It's little Panels be
Aglow - All ruddy - with the Light
I held so high, for Thee -
What need of Day -
To Those whose Dark - hath so - surpassing Sun -
It deem it be - Continually -
At the Meridian?
. |
581
Le
parole ho trovate a ogni pensiero
Sempre - tranne che ad uno -
E quest'uno - mi sfida -
Come una mano ritraesse il sole
Per razze - nella tenebra cresciute -
Da dove - cominciare?
Si può la vampa esprimere in carminio -
O il mezzogiorno - in indaco?
.
585
M'attrae vederlo leccare le miglia -
E inghiottire le valli -
E a cisterne fermarsi per ristoro -
E prodigioso - poi -
Aggirare un massiccio di montagne -
E altezzoso spiare
Nelle baracche - ai lati delle strade -
E poi scavare un buco
Per metterci le costole
E scivolarci dentro
Senza posa lagnandosi
In orrida - stridente cantilena -
Poi buttarsi giù giù dalla collina -
E come Boanerges annitrire
Poi - puntualissimo come una stella
Fermarsi - docile ed onnipotente
Proprio innanzi alla porta della stalla -
.
|
581
I found the words to every thought
I ever had - but One -
And that - defies me -
As a Hand did try to chalk the Sun
To Races - nurtured in the Dark -
How would your own - begin?
Can Blaze be shown in Cochineal -
Or Noon - in Mazarin?
.585
I like to see
it lap the Miles -
And lick the Valleys up -
And stop to feed itself at Tanks -
And then - prodigious step
Around a Pile of Mountains -
And supercilious peer
In Shanties - by the sides of Roads -
And then a Quarry pare
To fit it's sides
And crawl between
Complaining all the while
In horrid - hooting stanza -
Then chase itself down Hill -
And neigh like Boanerges -
Then - punctual as a Star
Stop - docile and omnipotent
At it's own stable door -
. |
572
Pittorica
diventa - la delizia -
Quando è guardata attraverso la pena -
Più bella - per l'impossibilità
Che qualcuno l'ottenga -
La montagna - a distanza -
Nell'ambra - giace -
L'ambra - un po' - si dilegua - da vicino -
Ed ecco - i cieli -
.
576
All'inizio, pregavo, da bambina,
Perché detto m'avevano di farlo -
Ma smisi, quando in grado fui d'intendere
Come sentito avrei - io - la preghiera -
Credendo a un Dio che si guardava intorno,
Ogni volta che il mio occhio infantile
Diritto, e fermo, sul suo si fissava
Con onestà infantile -
Per dirgli ciò che avrei voluto, oggi,
E le parti del suo remoto piano
Che sconcerto mi davano -
Il lato torbido
Della divinità -
E spesso, nel pericolo, da allora
Considero che forza ci sarebbe
Ad avere un così potente Dio
Da sostenere per me la mia vita
Fino a farmi afferrare l'equilibrio
Che così spesso mi vacilla, ora,
Tenendomi sospesa tutto il tempo -
E poi - non regge -
.
|
572
Delight - becomes pictorial -
When viewed through Pain -
More fair - because impossible
That any gain -
The Mountain - at a given distance -
In Amber - lies -
Approached - the Amber flits - a little -
And That's - the Skies -
.576
I prayed,
at first, a little Girl,
Because they told me to -
But stopped, when qualified to guess
How prayer would feel - to me -
If I believed God looked around,
Each time my Childish eye
Fixed full, and steady, on his own
In Childish honesty -
And told him what I'd like, today,
And parts of his far plan
That baffled me -
The mingled side
Of his Divinity -
And often since, in Danger,
I count the force 'twould be
To have a God so strong as that
To hold my life for me
Till I could Catch my Balance
That tips so frequent, now,
It takes me all the while to poise -
And then - it does'nt stay -
. |
566
Gemeva
dalla sete - una tigre morente -
Tutta frugai la sabbia -
Il gocciolare colsi d'una roccia
E in mano lo portai -
Le possenti pupille - erano fosche in morte -
Ma cercando - un'immagine
Dell'acqua sulla rétina
Intravidi - e di me -
Non colpa mia - che corsi troppo lenta -
Non colpa sua - che mentre
Arrivavo morì -
Ma - il fatto ch'era morta -
.
569
Metto - se
faccio il conto - al primo posto -
I poeti - poi il sole - poi l'estate -
Poi il cielo di Dio -
E poi - la lista è fatta -
Ma, ripensando - i primi
Sembrano proprio comprendere il resto -
Gli altri appaiono inutile spettacolo -
Poeti - scrivo - e basta -
La loro estate - dura un anno intero -
Si permettono un sole
Che all'oriente - parrebbe esagerato -
E se il cielo finale -
Fosse pur bello come
Quello che a chi li venera dischiudono -
Grazia è troppo difficile -
Per risarcire il sogno -
.
|
566
A Dying Tiger - moaned for Drink -
I hunted all the Sand -
I caught the Dripping of a Rock
And bore it in my Hand -
His Mighty Balls - in death were thick -
But searching - I could see
A Vision on the Retina
Of Water - and of me -
'Twas not my blame - who sped too slow -
'Twas not his blame - who died
While I was reaching him -
But 'twas - the fact that He was dead -
.569
I reckon - When I count it all -
First - Poets - Then the Sun -
Then Summer - Then the Heaven of God -
And then - the List is done -
But, looking back - the First so seems
To Comprehend the Whole -
The Others look a needless Show -
So I write - Poets - All -
Their Summer - lasts a Solid Year -
They can afford a Sun
The East - would deem extravagant -
And if the final Heaven -
Be Beautiful as they Disclose
To Those who worship Them -
It is too difficult a Grace -
For justify the Dream -
. |
549
Che ho sempre amato
Te ne porto la prova
Prima d'amare infatti
Abbastanza - non ho vissuto mai -
Che amerò sempre -
Te l'argomento
L'amore è vita infatti -
Ed immortalità ha in sé la vita -
Se tu di questo - dubitassi - caro -
Allora non ho io
Nient'altro da mostrare
Tranne il Calvario -
.
553
È
registrata - solo - una crocifissione -
Quante siano
Non è da matematica attestato -
O da storia -
All'estraneo un calvario - è esibito -
Sono altrettanti
Quante son le persone - o le penisole -
È Getsemani - solo
Una provincia - nel centro dell'essere -
La Giudea -
È per un viaggio - o per una crociata -
Troppo vicina -
Rese testimonianza piena - nostro Signore -
Eppure -
Una crocifissione c'è più nuova -
Più vicina di quella -
.
|
549
That I did always love
I bring thee Proof
That till I loved
I never lived - Enough -
That I shall love alway -
I argue thee
That love is life -
And life hath Immortality -
This - dost thou doubt - Sweet -
Then have I
Nothing to show
But Calvary -
.553
One Crucifixion is recorded - only -
How many be
Is not affirmed of Mathematics -
Or History -
One Calvary - exhibited to Stranger -
As many be
As Persons - or Peninsulas -
Gethsemane -
Is but a Province - in the Being's Centre -
Judea -
For Journey - or Crusade's Achieving -
Too near -
Our Lord - indeed - made Compound Witness -
And yet -
There's newer - nearer Crucifixion
Than That -
. |
545
Conta uno ad uno
- il padre -
Poi uno spazio in mezzo
Sistema il senza cifra - ad insegnare
Il valore del dieci suo all'occhio -
Fintanto che lo scontroso scolaro
Acquisisca prontezza d'esperienza -
Restituiti sono allora i numeri -
Ad ornamento dell'intera regola -
Per lo più la lavagna e la matita -
E il buio sulla scuola
Distraggono le dita dei fanciulli -
Però l'eterna regola
Riguarda sia il più piccolo che conta
Che il capo della banda -
E ogni singola somma di marmocchio -
È modellata sulla mano sua -
.
546
Per chiudere una
falla
Devi inserire ciò che l'ha causata -
Bloccala
Con altro - e s'aprirà ancor di più -
Non puoi saldare
Un abisso con aria.
.
|
545
'Tis One by One - the Father counts -
And then a Tract between
Set Cypherless - to teach the Eye
The Value of it's Ten -
Until the peevish Student
Acquire the Quick of Skill -
Then Numerals are dowered back -
Adorning all the Rule -
'Tis mostly Slate and Pencil -
And Darkness on the School
Distracts the Children's fingers -
Still the Eternal Rule
Regards least Cypherer alike
With Leader of the Band -
And every separate Urchin's Sum -
Is fashioned for his hand -
.546
To fill a Gap
Insert the Thing that caused it -
Block it up
With Other - and 'twill yawn the more -
You cannot solder an Abyss
With Air.
.
|
536
Il cuore chiede
piacere - anzitutto -
E poi - essere esente da dolore -
E poi - quei palliativi piccolini
Che spengono il soffrire -
E poi - addormentarsi -
E poi - se questa fosse
La volontà del suo inquisitore
Il privilegio di poter morire -
.
543
Un uomo
temo dal frugale eloquio -
Temo un uomo che tace -
L'arringatore - posso sovrastarlo -
Il chiacchierone - posso intrattenerlo -
Ma chi pondera ancora - mentre gli altri -
Spendono fino all'ultima sterlina -
Di quest'uomo - diffido -
Temo ch'egli sia grande -
.
|
536
The Heart asks Pleasure - first -
And then - Excuse from Pain -
And then - those little Anodyness
That deaden suffering -
And then - to go to sleep -
And then - if it should be
The will of it's Inquisitor
The privilege to die -
.543
I fear a Man of frugal Speech -
I fear a Silent Man -
Haranguer - I can overtake -
Or Babbler - entertain -
But He who weigheth - While the Rest -
Expend their furthest pound -
Of this Man - I am wary -
I fear that He is Grand -
. |
529
Per chi è morto
mi dispiace - oggi -
Così piacevoli ore
Presso le siepi hanno i vecchi vicini -
È stagione di fieno,
E le rudi - abbronzate compagnie
Nelle pause discorrono -
E ridono, così semplicemente
Che sorridere fanno anche le siepi -
Appare duro giacere lontano
Da tutto quanto il rumore dei campi -
Gli alacri carri - i fragranti covoni -
Suscita - il cantico del falciatore -
Un'ansia che abbiano - quei campagnoli
E con loro le mogli - nostalgia -
Dal lavoro campestre separati -
E da tutte le vite dei vicini -
Un dubbio che il sepolcro
Paia una via deserta -
Quando uomini - e ragazzi - e carri - e giugno,
Vanno giù per i campi a fare "fieno" -
.
531
Noi
sogniamo - ed è bene che sogniamo -
Fossimo svegli - ci farebbe male -
Ma visto ch'è una recita - uccidiamoci,
Ed urliamo - che stiamo recitando -
Che male c'è? - Di fuori - muoiono uomini -
È verità - di sangue -
Ma in teatro noi - stiamo morendo -
Ed il teatro - morto non è mai -
Attenti - a non urtarci l'un con l'altro -
E aprire gli occhi - entrambi -
Che non riveli l'errore - il fantasma -
Né la sorpresa livida
In stele di granito ci congeli -
Con solo età - e nome
Ed una frase forse in egiziano -
Più prudente è - sognare -
.
|
529
I'm sorry for the Dead - Today -
It's such congenial times
Old neighbors have at fences -
It's time o'year for Hay,
And Broad - Sunburned Acquaintance
Discourse between the Toil -
And laugh, a homely species
That makes the Fences smile -
It seems so straight to lie away
From all of the noise of Fields -
The Busy Carts - the fragrant Cocks -
The Mower's metre - Steals -
A Trouble lest they're homesick -
Those Farmers - and their Wives -
Set separate from the Farming -
And all the Neighbor's lives -
A Wonder if the Sepulchre
Dont feel a lonesome way -
When Men - and Boys - and Carts - and June,
Go down the Fields to "Hay" -
.531
We dream - it is good we are dreaming -
It would hurt us - were we awake -
But since it is playing - kill us,
And we are playing - shriek -
What harm? Men die - externally -
It is a truth - of Blood -
But we - are dying in Drama -
And Drama - is never dead -
Cautious - We jar each other -
And either - open the eyes -
Lest the Phantasm - prove the Mistake -
And the livid Surprise
Cool us to Shafts of Granite -
With just an age - and name -
And perhaps a phrase in Egyptian -
It's prudenter - to dream -
. |
525
Penso che piaccia
all'abete di stare
Su un margine di neve -
Corrisponde alla sua austerità -
E soddisfa un terrore che gli umani
Spegnere debbono in desolazione -
Nel deserto - saziare -
Istinto al grigio, spoglio -
Di Lapponia - bisogno -
Prospera - al freddo - natura d'abete -
Stridio di venti nordici
È - per lui - il più dolce nutrimento -
I suoi migliori vini norvegesi -
Per le razze di raso - lui è niente -
Ma sul Don i bambini,
Di sotto ai suoi tabernacoli, giocano,
E i lottatori del Dnieper, gareggiano.
.
528
Mio -
per diritto di bianca elezione!
Mio - per regio sigillo!
Mio - per il segno nella rossa cella -
Da sbarre - non celabile!
Mio - qui - nella visione - e nel divieto!
Mio - per l'abrogazione della tomba -
Intestato - firmato -
Delirante contratto!
Mio - mentre le stagioni si dileguano!
.
|
525
I think the Hemlock likes to stand
Upon a Marge of Snow -
It suits his own Austerity -
And satisfies an awe
That men, must slake in Wilderness -
And in the Desert - cloy -
An instinct for the Hoar, the Bald -
Lapland's - nescessity -
The Hemlock's nature thrives - on cold -
The Gnash of Northern winds
Is sweetest nutriment - to him -
His best Norwegian Wines -
To satin Races - he is nought -
But Children on the Don,
Beneath his Tabernacles, play,
And Dnieper Wrestlers, run.
.528
Mine - by the Right of the White Election!
Mine - by the Royal Seal!
Mine - by the Sign in the Scarlet prison -
Bars - cannot conceal!
Mine - here - in Vision - and in Veto!
Mine - by the Grave's Repeal -
Titled - Confirmed -
Delirious Charter!
Mine - while Ages steal!
. |
511
Venissi tu in autunno,
Scaccerei via l'estate
Un po' con un sorriso e un po' con stizza,
Come scaccia una mosca la massaia.
Se ti potessi vedere entro un anno,
Avvolgerei in gomitoli i mesi -
E ognuno metterei nel suo cassetto,
Per paura che i numeri si mischino -
Fosse solo di secoli, il ritardo,
Conterei sulla mano, sottraendo,
Finché non mi cadessero le dita
In terra di Van Dieman.
Fossi certa che dopo questa vita -
La tua e la mia vita, ci saranno -
Questa la butterei, come una buccia,
E mi riserverei l'eternità -
Ma, adesso, ignorando la lunghezza
Del ciò che sta in mezzo,
Questo m'assilla, come ape folletto -
Che non vuole mostrare - il pungiglione.
.
520
Presto uscii -
presi il cane -
E visitai il mare -
Le sirene di sotto
Uscirono a guardarmi -
E protesero mani canapine
Le fregate - di sopra -
Supponendomi un topo -
Sulle sabbie - incagliato -
Ma non fui smossa - finché la marea
Oltrepassò la mia piccola scarpa -
E grembiule - e cintura
Ed il corsetto - anche -
E fece come volesse mangiarmi -
Tutta come rugiada
Sul lembo d'un soffione -
E allora - anch'io - mi mossi -
E lui seguiva - lui - appresso appresso -
Ne sentivo l'argenteo tallone
Sulla caviglia - Allora traboccarono
Di perle le mie scarpe -
Finché la città solida incontrammo -
Sembrava non conoscervi nessuno -
E a me - con uno sguardo vigoroso -
Inchinandosi - il mare si ritrasse -
.
|
511
If you were coming in the Fall,
I'd brush the Summer by
With half a smile, and half a spurn,
As Housewives do, a Fly.
If I could see you in a year,
I'd wind the months in balls -
And put them each in separate Drawers,
For fear the numbers fuse -
If only Centuries, delayed,
I'd count them on my Hand,
Subtracting, till my fingers dropped
Into Van Dieman's Land.
If certain, when this life was out -
That your's and mine, should be -
I'd toss it yonder, like a Rind,
And take Eternity -
But, now, uncertain of the length
Of this, that is between,
It goads me, like the Goblin Bee -
That will not state - it's sting.
.520
I started Early - Took my Dog -
And visited the Sea -
The Mermaids in the Basement
Came out to look at me -
And Frigates - in the Upper Floor
Extended Hempen Hands -
Presuming Me to be a Mouse -
Aground - upon the Sands -
But no Man moved Me - till the Tide
Went past my simple Shoe -
And past my Apron - and my Belt
And past my Boddice - too -
And made as He would eat me up -
As wholly as a Dew
Upon a Dandelion's Sleeve -
And then - I started - too -
And He - He followed - close behind -
I felt his Silver Heel
Upon my Ancle - Then My Shoes
Would overflow with Pearl -
Until We met the Solid Town -
No One He seemed to know -
And bowing - with a Mighty look -
At me - The Sea withdrew -
. |
505
Non un
quadro - dipingere vorrei -
Piuttosto vorrei essere chi indugia
Sulla delizia della sua splendente
Impossibilità -
E si chiede che sentano le dita
Il cui raro - agitarsi - celestiale -
Così dolce tormento sa evocare -
Disperazione - così sontuosa -
Come cornette, non vorrei parlare -
Piuttosto vorrei essere chi piano
S'innalza verso i tetti -
E via, e in su tranquillo -
Per eterei villaggi -
Pallone io stessa spinto
Solamente da un labbro di metallo -
Molo del mio pontile -
Neppure vorrei essere un poeta -
Più bello - aver l'orecchio -
Innamorato - impotente - appagato -
Aver licenza di venerazione,
Un privilegio così spaventoso
Quale sarebbe il dono,
D'avere l'arte di stordir me stessa
Con saette - di musica!
.
510
Non era
morte, perché stavo in piedi,
E giacciono distesi, tutti i morti -
Non era notte, perché sbatacchiavano
Per mezzogiorno, tutte le campane.
Non era gelo, perché sulla carne
Io sentivo scirocchi - scivolare -
Neppure fuoco - un presbiterio avrebbero
Tenuto fresco i miei piedi di marmo -
E tuttavia, di tutto ciò sapeva,
Le figure vedute
Composte in ordine, per il sepolcro,
Il mio mi ricordavano -
Come piallata fosse la mia vita,
E messa in una cassa,
Senza una chiave per poter fiatare,
Ed era come mezzanotte, quasi -
Quando - è fermo - ogni battito
E s'appunta lo spazio tutt'intorno -
O tetri geli - i mattini d'autunno,
Aboliscono il palpito del suolo -
Anzi come incessante - freddo - caos -
Senza un appiglio, o un'asse -
O almeno un qualche segnale di terra -
A risarcire - la disperazione.
.
|
505
I would not paint - a picture -
I'd rather be the One
It's bright impossibility
To dwell - delicious - on -
And wonder how the fingers feel
Whose rare - celestial - stir -
Evokes so sweet a torment -
Such sumptuous - Despair -
I would not talk, like Cornets -
I'd rather be the One
Raised softly to the Ceilings -
And out, and easy on -
Through Villages of Ether -
Myself upborne Balloon
By but a lip of Metal -
The pier to my Pontoon -
Nor would I be a Poet -
It's finer - own the Ear -
Enamored - impotent - content -
The License to revere,
A privilege so awful
What would the Dower be,
Had I the Art to stun myself
With Bolts - of Melody!
.510
It was not Death, for I stood up,
And all the Dead, lie down -
It was not Night, for all the Bells
Put out their Tongues, for Noon.
It was not Frost, for on my Flesh
I felt Siroccos - crawl -
Nor Fire - for just my marble feet
Could keep a Chancel, cool -
And yet, it tasted, like them all,
The Figures I have seen
Set orderly, for Burial,
Reminded me, of mine -
As if my life were shaven,
And fitted to a frame,
And could not breathe without a key,
And 'twas like Midnight, some -
When everything that ticked - has stopped -
And Space stares all around -
Or Grisly frosts - first Autumn morns,
Repeal the Beating Ground -
But, most, like Chaos - Stopless - cool -
Without a Chance, or Spar -
Or even a Report of Land -
To justify - Despair.
. |
501
Questo
mondo non è la conclusione.
Di là esiste un séguito -
Invisibile, come musica - e
Concreto, come suono -
Ammiccante, e sfuggente -
Filosofia, l'ignora -
Ed un indovinello attraversare -
Deve sagacia, infine -
I dotti fa scervellare, risolverlo -
Per adempierlo, gli uomini han patito
Secoli di disprezzo
E la crocifissione, hanno esibita -
La fede scivola - e ride, e riprende -
Se qualcuno la guarda, si fa rossa -
Ad un filo s'aggrappa d'evidenza -
E la via chiede, ad una banderuola -
Gran gestire, dal pulpito -
Rullano alti alleluia -
Non c'è narcotico che calmi il dente
Che rode l'anima -
.
502
Pregare -
almeno - è rimasto - è rimasto -
Oh, nell'aria - Gesù -
Io non so la tua stanza quale sia -
Sto bussando - dovunque -
Tu che scateni nel sud terremoti -
E vortici, nel mare -
Di', Gesù nazareno -
Non hai braccia per me?
.
|
501
This World is not Conclusion.
A sequel stands beyond -
Invisible, as Music -
But positive, as Sound -
It beckons, and it baffles -
Philosophy, dont know -
And through a Riddle, at the last -
Sagacity, must go -
To guess it, puzzles scholars -
To gain it, Men have borne
Contempt of Generations
And Crucifixion, shown -
Faith slips - and laughs, and rallies -
Blushes, if any see -
Plucks at a twig of Evidence -
And asks a Vane, the way -
Much Gesture, from the Pulpit -
Strong Hallelujahs roll -
Narcotics cannot still the Tooth
That nibbles at the soul -
.502
At least - to pray - is left - is left -
Oh Jesus - in the Air -
I know not which thy chamber is -
I'm knocking - everywhere -
Thou settest Earthquake in the South -
And Maelstrom, in the Sea -
Say, Jesus Christ of Nazareth -
Hast thou no Arm for Me?
. |
498
I mari invidio, che lui
attraversa -
I raggi invidio
Delle ruote dei carri, che lo portano -
Invidio le colline
Ondulate che scrutano il suo viaggio -
Com'è per tutti facile vedere
Tutto ciò ch'è vietato totalmente
Come il cielo - per me!
Dei passeri laggiù invidio i nidi -
Che punteggiano quelle sue grondaie -
Opulenta la mosca, sul suo vetro -
Le liete - liete foglie -
Cui permette l'estate di giocare
Appena fuori della sua finestra -
Per me non lo potrebbero ottenere
Neppure gli orecchini di Pizarro -
La luce invidio - che lo fa svegliare -
E le campane - che squillano forte
Per dirgli ch'è mezzogiorno, là fuori -
Io stessa fossi - per lui mezzogiorno -
Eppure vieto - al mio fiore d'aprirsi -
E annullo - la mia ape -
Perché in notte eterna il mezzogiorno -
Gabriele non faccia - e me - cadere.
.
500
Nel mio
giardino, cavalca un uccello
Sopra una sola ruota -
Fanno una musica vertiginosa
Come un mulino viaggiante i suoi raggi -
Mai si ferma, rallenta
Sulla rosa più turgida -
Senza posarsi assaggia
Ed apprezza passando,
Finché assaporata è ogni spezia -
E la fatata sua trottola allora
Si libra in atmosfere più remote -
Ed io torno al mio cane,
E dubitiamo, entrambi,
Se apparizione concreta sia stata -
O creato il giardino del cervello
Abbia questa stranezza -
Ma lui, il miglior logico,
Fa rivolgere l'occhio mio maldestro -
Verso i fiori che lì stanno vibrando!
Che risposta squisita!
.
|
498
I envy Seas, whereon He rides -
I envy Spokes of Wheels
Of Chariots, that Him convey -
I envy Crooked Hills
That gaze upon His journey -
How easy all can see
What is forbidden utterly
As Heaven - unto me!
I envy Nests of Sparrows -
That dot His distant Eaves -
The wealthy Fly, upon His Pane -
The happy - happy Leaves -
That just abroad His Window
Have Summer's leave to play -
The Ear Rings of Pizarro
Could not obtain for me -
I envy Light - that wakes Him -
And Bells - that boldly ring
To tell Him it is Noon, abroad -
Myself - be Noon to Him -
Yet interdict - my Blossom -
And abrogate - my Bee -
Lest Noon in everlasting night -
Drop Gabriel - and me -
.500
Within my Garden, rides a Bird
Upon a single Wheel -
Whose spokes a dizzy music make
As 'twere a travelling Mill -
He never stops, but slackens
Above the Ripest Rose -
Partakes without alighting
And praises as he goes,
Till every spice is tasted -
And then his Fairy Gig
Reels in remoter atmospheres -
And I rejoin my Dog,
And He and I, perplex us
If positive, 'twere we -
Or bore the Garden in the Brain
This Curiosity -
But He, the best Logician,
Refers my clumsy eye -
To just vibrating Blossoms!
An Exquisite Reply!
. |
494
Va' da lui!
lettera beata!
Digli -
Digli la pagina che non ho scritta -
Digli - che solo la sintassi ho messa -
E tralasciato il verbo ed il pronome -
Digli come le dita s'affrettavano -
Poi - come a guado - lente - procedevano -
Occhi avresti voluto nelle pagine -
Per veder cosa le turbasse tanto -
Digli - non era un esperto scrittore -
Le frasi faticose - l'indicavano -
Nascosto udivi battere il corsetto -
Come avesse la forza d'un bambino -
Quasi avevi pietà - di tanto sforzo -
Digli - no - qui puoi anche traccheggiare -
Si spezzerebbe il suo cuore, a saperlo -
E tu ed io, saremmo ancor più mute.
Digli - prima di noi - finì la notte -
E nitrì "Giorno!" l'orologio vecchio
E tu - eri assonnata -
Ed imploravi d'essere conclusa -
Che cosa tanto ostacolava - il dire?
Digli - con che cautela lei ti chiuse!
Ma - se lui chiede dove stai nascosta
Fino a domani - lettera beata!
Fa' un gesto civettuolo - e scuoti il capo!
.
496
Come
rimpianto, da pietà lontana -
Alla parola, fredda - come pietra -
Come se d'ossa io trattassi, insensibile
Alla rivelazione -
Come la storia - dal tempo lontana -
Vicina a te - quest'oggi -
Come bambini, alla sciarpa dell'iride -
O del tramonto il giallo
Gioco alle palpebre dentro il sepolcro -
Muta la ballerina giace - mentre
Rivelazioni di colore irrompono -
E le farfalle - ardono!
.
|
494
Going to Him! Happy letter!
Tell Him -
Tell Him the page I did'nt write -
Tell Him - I only said the Syntax -
And left the Verb and the pronoun - out -
Tell Him just how the fingers hurried -
Then - how they waded - slow - slow -
And then you wished you had eyes in your pages -
So you could see what moved them so -
Tell Him - it was'nt a Practised Writer -
You guessed - from the way the sentence toiled -
You could hear the Boddice tug, behind you -
As if it held but the might of a child -
You almost pitied it - you - it worked so -
Tell Him - No - you may quibble there -
For it would split His Heart, to know it -
And then you and I, were silenter.
Tell Him - Night finished - before we finished -
And the Old Clock kept neighing "Day"!
And you - got sleepy -
And begged to be ended -
What could it hinder so - to say?
Tell Him - just how she sealed you - Cautious!
But - if He ask where you are hid
Until tomorrow - Happy letter!
Gesture Coquette - and shake your Head!
.496
As far from pity, as complaint -
As cool to speech - as stone -
As numb to Revelation
As if my Trade were Bone -
As far from Time - as History -
As near yourself - Today -
As Children, to the Rainbow's scarf -
Or Sunset's Yellow play
To eyelids in the Sepulchre -
How dumb the Dancer lies -
While Color's Revelations break -
And blaze - the Butterflies!
. |
489
Preghiamo - il cielo
-
Vaneggiamo - del cielo -
Raccontiamo - allorché i vicini muoiono -
A che ora - volati sono - in cielo -
Chi li ha visti - perché volare via?
È un luogo il cielo - un firmamento - un albero?
A noi l'angusto ufficio d'ubicarlo -
Per i morti
Non c'è geografia -
Ma rango - investitura - centro - Dove -
Vola - l'onnipresenza?
.
492
La
civiltà - il leopardo - disprezza!
È stato forse sfrontato - il leopardo?
Mai - deserti - il suo raso hanno sgridato -
Etiope - l'oro suo -
Fulvi - i costumi suoi -
Consapevole n'era -
Maculata - la bruna gonna sua -
Questa era la natura sua - signore -
Occorre proprio - un guardiano - accigliato?
Pietà - dell'esule - dalla sua Asia!
Sopita non può essere memoria -
Di palma - con narcotico -
Né soppressa con balsamo -
.
|
489
We pray - to Heaven -
We prate - of Heaven -
Relate - when Neighbors die -
At what o'clock to Heaven - they fled -
Who saw them - Wherefore fly?
Is Heaven a Place - a Sky - a Tree?
Location's narrow way is for Ourselves -
Unto the Dead
There's no Geography -
But State - Endowal - Focus -
Where - Omnipresence - fly?
.492
Civilization - spurns - the Leopard!
Was the Leopard - bold?
Deserts - never rebuked her Satin -
Ethiop - her Gold -
Tawny - her Customs -
She was Conscious -
Spotted - her Dun Gown -
This was the Leopard's nature - Signor -
Need - a keeper - frown?
Pity - the Pard - that left her Asia -
Memories - of Palm -
Cannot be stifled - with Narcotic -
Nor suppressed - with Balm -
. |
486
Ero la più
minuta nella casa -
Per me avevo la stanza più piccola -
Di notte, il mio lumetto, ed un quaderno -
Ed un solo geranio -
Così appostata coglievo la menta
Che di cadere non cessava mai -
E appena il mio cestino -
Lasciatemi pensare - son sicura
Questo era proprio tutto -
Mai parlavo - se non interrogata -
Ed anche allora, in breve e a voce bassa -
Vivere non potevo - ad alta voce -
Tanto mi dava il baccano vergogna -
E se non era talmente lontano -
E che ci stava andando qualcheduno
A me noto - io pensato avevo spesso
Come poter morire - inavvertita -
.
488
Da me m'ero formata - falegname -
A tempo perso
La pialla, ed io, lavoravamo insieme
Fino a quando arrivò un costruttore -
A misurare i nostri risultati -
L'arte delle assi avessimo abbastanza
Sviluppata - ci avrebbe assunti a mezza
Paga -
Facce presero - umane - i miei arnesi -
Il banco, dove avevamo sgobbato -
Perorò, contro quello -
Io dissi - templi costruiamo - noi -
.
|
486
I was the slightest in the House -
I took the smallest Room -
At night, my little Lamp, and Book -
And one Geranium -
So stationed I could catch the Mint
That never ceased to fall -
And just my Basket -
Let me think - I'm sure
That this was all -
I never spoke - unless addressed -
And then, 'twas brief and low -
I could not bear to live - aloud -
The Racket shamed me so -
And if it had not been so far -
And any one I knew
Were going - I had often thought
How noteless - I could die -
.488
Myself was formed - a
Carpenter -
An unpretending time
My Plane, and I, together wrought
Before a Builder came -
To measure our attainments -
Had we the Art of Boards
Sufficiently developed - He'd hire us
At Halves -
My Tools took Human - Faces -
The Bench, where we had toiled -
Against the Man, persuaded -
We - Temples build - I said -
. |
479
Parole spargeva
come lame -
Luccicanti brillavano -
E ciascuna metteva un nervo a nudo
O stuzzicava un osso -
Mai avrebbe pensato - di ferire -
Non è problema - questo - dell'acciaio -
Una smorfia volgare nella carne -
Male le creature la sopportano -
Soffrire è umano - non certo elegante -
Il velo sopra l'occhio
Della mortalità antica usanza -
Chiudere - per morire -
.
483
Sensazione solenne
dentro l'anima
Sentirsi maturare -
E pendere dorata - mentre in alto -
Del creatore le scale si fermano -
E laggiù nel frutteto -
Odi cadere - un essere -
Meraviglioso - sentire alla guancia
Che pensavi finita
Ancora intento il sole -
Occhio gelido, e critico dell'opera -
Sposta il picciòlo - un poco - per rivolgere
Un'occhiata - al tuo nòcciolo -
Ma più solenne ancora -
Sapere il tuo probabile raccolto
Un poco più vicino - È ogni sole
L'unico - a certe vite.
.
|
479
She dealt her pretty words like Blades -
How glittering they shone -
And every One unbared a Nerve
Or wantoned with a Bone -
She never deemed - she hurt -
That - is not Steel's Affair -
A vulgar grimace in the Flesh -
How ill the Creatures bear -
To Ache is human - not polite -
The Film upon the eye
Mortality's old Custom -
Just locking up - to Die -
.483
A Solemn thing within the Soul
To feel itself get ripe -
And golden hang - while farther up -
The Maker's Ladders stop -
And in the Orchard far below -
You hear a Being - drop -
A wonderful - to feel the Sun
Still toiling at the cheek
You thought was finished -
Cool of eye, and critical of Work -
He shifts the stem - a little -
To give your Core - a look -
But solemnest - to know
Your chance in Harvest moves
A little nearer - Every Sun
The Single - to some lives.
. |
469
Rossa - fiamma
- è il mattino -
Viola - il mezzogiorno -
Gialla - il giorno - che cala -
E poi - il nulla -
Ma di sera - migliaia di scintille -
La vastità che bruciava rivelano -
L'argenteo territorio -
Non consumato - ancora -
.
470
Sono viva - suppongo
-
Sulla mia mano i rami
Son pieni di convolvolo -
Sulla punta del dito -
Caldo punge - il carminio -
E se un vetro avvicino
Alla bocca - s'appanna -
Prova - sperimentale - del respiro -
Sono viva - perché
Non sono in una stanza -
Il soggiorno - di solito -
Dove il visitatore possa entrare -
E chinarsi - e scrutare di traverso -
E soggiungere: "Com'è fredda - adesso -"
E "Aveva coscienza - quando entrava
Nell'immortalità?"
Sono viva - perché
Non ho una casa propria -
Intestata a me sola - espressamente -
E adatta a nessun altro -
Con sopra scritto il nome da ragazza -
Sì che i visitatori riconoscano
Qual è la porta mia - senza sbagliare -
E usare un'altra chiave -
Com'è bello - esser viva!
Com'è infinito - essere
Viva - due volte - La nascita allora -
E questa - ancora, in - te!
.
|
469
The Red - Blaze - is the Morning -
The Violet - is Noon -
The Yellow - Day - is falling -
And after that - is None -
But Miles of Sparks - at Evening -
Reveal the Width that burned -
The Territory Argent - that
Never yet - consumed -
.470
I am alive - I guess -
The Branches on my Hand
Are full of Morning Glory -
And at my finger's end -
The Carmine - tingles warm -
And if I hold a Glass
Across my Mouth - it blurs it -
Physician's - proof of Breath -
I am alive - because
I am not in a Room -
The Parlor - commonly - it is -
So Visitors may come -
And lean - and view it sidewise -
And add "How cold - it grew" -
And "Was it conscious - when it stepped
In Immortality"?
I am alive - because
I do not own a House -
Entitled to myself - precise -
And fitting no one else -
And marked my Girlhood's name -
So Visitors may know
Which Door is mine - and not mistake -
And try another Key -
How good - to be alive!
How infinite - to be
Alive - two-fold - The Birth I had -
And this - besides, in - Thee!
.
|
461
Moglie - sarò - allo spuntar del giorno -
Aurora - porti un vessillo per me?
Mezzanotte - son solo una fanciulla -
Ci vuol pochissimo a farne una sposa -
Poi - mezzanotte - da te son partita -
Verso l'oriente - e verso la vittoria.
Mezzanotte - li sento - buonanotte -
Gli angeli rumoreggiano nell'atrio -
Sale piano - le scale il mio futuro -
Biascico la preghiera mia infantile -
Così presto non esser più - bambina -
Eternità - ora arrivo - Signore -
Salvatore - quel volto ho visto - prima -
.
465
Ronzare udivo una
mosca - morendo -
Nella stanza il silenzio
Assomigliava al silenzio nell'aria -
Fra un turbine e l'altro -
Erano gli occhi intorno - prosciugati -
E i respiri tenuti fermi per
L'ultimo assalto - quando la regina -
Nella stanza - apparisse -
Cedetti i miei ricordi - via assegnai
Quanto fosse di me
Ereditabile - ed allora appunto
S'interpose una mosca -
Con azzurro ronzio - incerto - zoppo -
In mezzo tra la luce - e me - e allora
Niente finestre - e allora
Più non potei vedere di vedere -
.
|
461
A Wife - at Daybreak - I shall be -
Sunrise - Hast Thou a Flag for me?
At Midnight - I am but a Maid -
How short it takes to make it Bride -
Then - Midnight - I have passed from Thee -
Unto the East - and Victory.
Midnight - Good Night - I hear them Call -
The Angels bustle in the Hall -
Softly - my Future climbs the Stair -
I fumble at my Childhood's Prayer -
So soon to be a Child - no more -
Eternity - I'm coming - Sir -
Savior - I've seen the Face - before -
.465
I heard a Fly buzz - when I died -
The Stillness in the Room
Was like the Stillness in the Air -
Between the Heaves of Storm -
The Eyes around - had wrung them dry -
And Breaths were gathering firm
For that last Onset - when the King
Be witnessed - in the Room -
I willed my Keepsakes - Signed away
What portion of me be
Assignable - and then it was
There interposed a Fly -
With Blue - uncertain - stumbling Buzz -
Between the light - and me -
And then the Windows failed - and then
I could not see to see -
. |
457
Dolci - sicure - case
-
Felici - allegre - case -
Così solennemente sigillate -
Lastre d'acciaio - su lastre di marmo -
Che piedi scalzi escludono -
Rivi di felpa - tra sponde di raso
Così lievi non scendono
Come il riso - e il bisbiglio -
Dal popolo di perla -
Non ne oltraggia i salotti - calva morte -
Non viene audace morbo
A deturparne i solenni tesori -
Angoscia - e tomba -
Frusciano via - in carrozze imbottite -
Perché - non si stupiscano che - alcuni -
Per l'ansia di sorridere -
Smettano - di morire -
.
458
Come occhi
fissi su devastazioni -
Increduli di tutto
Se non del vuoto - e d'immoto deserto -
Dalla notte variato -
Infinità di nulla -
Fin là dov'è possibile vedere -
Tale appariva il volto che guardavo -
Tale guardava - me - quel volto stesso -
Aiuto non le offrii -
In me era la causa -
Disperato - e divino -
Patto la sofferenza -
Assolta non voleva essere - l'una -
Né essere regina
Senza l'altra - perciò -
Periamo - pur regnando -
.
|
457
Sweet - safe - Houses -
Glad - gay - Houses -
Sealed so stately tight -
Lids of Steel - on Lids of Marble -
Locking Bare feet out -
Brooks of Plush - in Banks of Satin
Not so softly fall
As the laughter - and the whisper -
From their People Pearl -
No Bald Death - affront their Parlors -
No Bold Sickness come
To deface their stately Treasures -
Anguish - and the Tomb -
Hum by - in muffled Coaches -
Lest they - wonder Why -
Any - for the Press of Smiling -
Interrupt - to die -
.458
Like Eyes that looked on Wastes -
Incredulous of Ought
But Blank - and steady Wilderness -
Diversified by Night -
Just Infinites of Nought -
As far as it could see -
So looked the face I looked upon -
So looked itself - on Me -
I offered it no Help -
Because the Cause was Mine -
The Misery a Compact
As hopeless - as divine -
Neither - would be absolved -
Neither would be a Queen
Without the Other - Therefore -
We perish - tho' We reign -
. |
453
Alto tu sei - amore
-
Io non ti so scalare -
Ma, se fossimo in due -
Chissà che noi -
Alternandoci - infine - al Chimborazo -
Ducali - non ci ergiamo accanto a te -
Profondo sei - amore -
Non so attraversarti -
Ma, se fossero due
Invece d'uno - rematore, e barca -
Una sovrana estate -
Chissà - che non giungiamo fino al sole?
Velato sei - amore -
Ti contemplano - pochi -
Ridono - e mutano - e balbano - e muoiono -
Sarebbe assurda - senza te - la gioia -
Nominata da Dio -
Eternità -
.
455
È di
diversi generi - il trionfo -
Trionfo nella stanza
Quando la vecchia imperatrice - morte -
Da fede - è sopraffatta -
Trionfo della mente più sottile
Quando la verità - a lungo offesa -
Verso il suo sommo - impassibile avanza -
Verso il suo Dio - sua sola moltitudine -
Trionfo - quando pian piano è respinta
L'esca di tentazione -
Un occhio volto al cielo ripudiato -
E l'altro - alla graticola -
Maggior trionfo - quello
Sperimentato - da colui che passa
Assolto - innanzi a quella nuda sbarra -
Al cospetto di Geova -
.
|
453
Love - thou art high -
I cannot climb thee -
But, were it Two -
Who know but we -
Taking turns - at the Chimborazo -
Ducal - at last - stand up by thee -
Love - thou art deep -
I cannot cross thee -
But, were there Two
Instead of One -
Rower, and Yacht - some sovreign Summer -
Who knows - but we'd reach the Sun?
Love - thou are Vailed -
A few - behold thee -
Smile - and alter - and prattle - and die -
Bliss - were an Oddity - without thee -
Nicknamed by God -
Eternity -
.455
Triumph - may be of several kinds -
There's Triumph in the Room
When that Old Imperator - Death -
By Faith - be overcome -
There's Triumph of the finer mind
When Truth - affronted long -
Advance unmoved - to Her Supreme -
Her God - Her only Throng -
A Triumph - when Temptation's Bribe
Be slowly handed back -
One eye upon the Heaven renounced -
And One - upon the Rack -
Severer Triumph - by Himself
Experienced - who pass
Acquitted - from that Naked Bar -
Jehovah's Countenance -
. |
449
Morta per la beltà - ma adagiata
Appena nella tomba,
Ecco uno morto per la verità,
Accanto fu deposto -
Domandò piano "Perché sei mancata?"
"Per la beltà", risposi -
"Io - per la verità - Sono una cosa -
Fratelli, siamo", disse -
Come congiunti, una notte incontratisi -
Chiacchieravamo da una stanza all'altra -
Finché alle nostre labbra giunge il muschio -
E copre - i nostri nomi -
.
452
Fu il Malese - a prendere la perla -
Non - io - il conte -
Temevo il mare - io - troppo
Profano - per toccarlo -
Mentre pregavo di potere degno
Essere - del destino -
Nuotava il bruno atleta -
E portava la gemma mia - a casa -
A casa in una capanna! Che sorte
Preso - avessi io - la gemma -
La porta un petto scuro -
Non una veste - d'ambra -
Avrei stimato adatta -
Non seppe mai il negro
Che la bramavo - anch'io -
Averla, o esser vinto -
Per lui simile - uguale -
.
|
449
I died for Beauty - but was scarce
Adjusted in the Tomb
When One who died for Truth, was lain
In an adjoining Room -
He questioned softly "Why I failed"?
"For Beauty", I replied -
"And I - for Truth - Themself are One -
We Bretheren, are", He said -
And so, as Kinsmen, met a Night -
We talked between the Rooms -
Until the Moss had reached our lips -
And covered up - our names -
.452
The Malay - took the Pearl -
Not - I - the Earl -
I - feared the Sea - too much
Unsanctified - to touch -
Praying that I might be
Worthy - the Destiny -
The Swarthy fellow swam -
And bore my Jewel - Home -
Home to the Hut! What lot
Had I - the Jewel - got -
Borne on a Dusky Breast -
I had not deemed a Vest
Of Amber - fit -
The Negro never knew
I - wooed it - too -
To gain, or be undone -
Alike to Him - One -
. |
445
A quest'ora morivo, l'anno scorso.
So che udivo il granturco,
Quando ero trasportata tra i poderi -
Aveva già i pennacchi -
Pensai come sarebbe parso giallo -
Nell'andare di Richard al mulino -
E allora, volli scendere,
Ma qualcosa bloccò il mio volere.
Pensai rosse - le mele incuneate
Nei solchi fra le stoppie -
Curvi i carri nei campi
Per raccoglier le zucche -
Mi chiesi a chi sarei mancata meno,
E se nel giorno del Ringraziamento,
Aumentato mio padre avrebbe i piatti -
Per pareggiar la somma -
E se avrebbe il Natale rattristato
La calza mia in su appesa troppo
Per lasciare arrivare Santa Claus
All'altezza di me -
Ma tutto questo, mi dava dolore,
Così, pensai altrove,
Come a quest'ora, in un anno perfetto -
Loro stessi, venuti a me sarebbero -
.
448
Era questi un poeta - cioè chi
Senso stupendo stilla da un qualsiasi
Significato - e nettare
Così immenso
Dai tipi familiari
Oltre la porta estinti -
Stupiamo di non esser stati noi
A fissarlo - per primi -
Svelatore, d'immagini -
È il poeta - lui -
Ci assegna - per contrasto -
Ad una povertà illimitata -
Di ciò ch'è suo - così inconsapevole -
Che il furto - non può nuocergli -
Lui stesso - per sé stesso - un patrimonio -
Al di fuori - del tempo -
.
|
445
'Twas
just this time, last year, I died.
I know I heard the Corn,
When I was carried by the Farms -
It had the Tassels on -
I thought how yellow it would look -
When Richard went to mill -
And then, I wanted to get out,
But something held my will.
I thought just how Red - Apples wedged
The Stubble's joints between -
And Carts went stooping round the fields
To take the Pumpkins in -
I wondered which would miss me, least,
And when Thanksgiving, came,
If Father'd multiply the plates -
To make an even Sum -
And would it blur the Christmas glee
My Stocking hang too high
For any Santa Claus to reach
The altitude of me -
But this sort, grieved myself,
And so, I thought the other way,
How just this time, some perfect year -
Themself, should come to me -
.448
This was a Poet
- It is That
Distills amazing sense
From Ordinary Meanings -
And Attar so immense
From the familiar species
That perished by the Door -
We wonder it was not Ourselves
Arrested it - before -
Of Pictures, the Discloser -
The Poet - it is He -
Entitles Us - by Contrast -
To ceaseless Poverty -
Of portion - so unconscious -
The Robbing - could not harm -
Himself - to Him - a Fortune -
Exterior - to Time -
. |
436
Bussò il vento - come un
uomo stanco -
E "Avanti" - come padrona di casa -
Risposi con baldanza - entrò allora
Dentro la mia dimora
Un ospite veloce - senza piedi -
Cui offrire una sedia
Era impossibile come un sofà
Porgere all'aria -
Ossa per sostenerlo non aveva -
Il suo linguaggio era come il trillare
Di numerosi colibrì insieme
Da un eccelso cespuglio -
Il suo aspetto - un'onda -
Le sue dita, al passare
Davano musica - come motivi
Tremolanti soffiati sopra un vetro -
Mi fece - sempre svolazzando - visita -
Poi come un uomo timido
Bussò un'altra volta - era nervoso -
Ed io rimasi sola -
.
443
Lego il cappello -
ripiego lo scialle -
Compio i doveri piccoli del vivere -
Con precisione - quasi il più minuto
Per me - fosse infinito -
Metto i freschi nel vaso -
E butto - i fiori vecchi -
Via dalla gonna un petalo
Che là s'era ancorato - calcolo
Quanto manca alle sei -
Tante cose ho da fare -
Eppure - l'esistenza - già da tempo -
S'è fermata - ha troncato - il mio pulsare -
Non possiamo riporre il nostro io
Come compiuto un uomo
O donna - quando sia finito il compito
Per cui abbiamo incontrato - la carne -
Miglia e miglia di nulla - possono esserci -
Ben più dure - che agire -
È fatica bruciante - simulare -
Celare ciò che siamo
A scienza - e chirurgia -
Occhi su noi telescopici troppo
Da reggere senz'ombra -
Per il loro - interesse - non il nostro -
Perciò - compiamo il lavoro del vivere -
Anche se il premio al vivere - è finito -
Con esattezza e scrupolo -
Per mantenere i nostri sensi - desti -
.
|
436
The Wind - tapped like a tired Man -
And like a Host - "Come in"
I boldly answered - entered then
My Residence within
A Rapid - footless Guest -
To offer whom a Chair
Were as impossible as hand
A Sofa to the Air -
No Bone had He to bind Him -
His Speech was like the Push
Of numerous Humming Birds at once
From a superior Bush -
His Countenance - a Billow -
His Fingers, as He passed
Let go a music - as of tunes
Blown tremulous in Glass -
He visited - still flitting -
Then like a timid Man
Again, He tapped - 'twas flurriedly -
And I became alone -
.443
I tie my Hat - I crease my Shawl -
Life's little duties do - precisely -
As the very least
Were infinite - to me -
I put new Blossoms in the Glass -
And throw the Old - away -
I push a petal from my Gown
That anchored there - I weigh
The time 'twill be till six o'clock -
So much I have to do -
And yet - existence - some way back -
Stopped - struck - my ticking - through -
We cannot put Ourself away
As a completed Man
Or Woman - When the errand's done
We came to Flesh - upon -
There may be - Miles on Miles of Nought -
Of Action - sicker far -
To simulate - is stinging work -
To cover what we are
From Science - and from Surgery -
Too Telescopic eyes
To bear on us unshaded -
For their - sake - Not for Our's -
Therefore - we do life's labor -
Though life's Reward - be done -
With scrupulous exactness -
To hold our Senses - on -
. |
425
Buongiorno -
mezzanotte -
Sto ritornando a casa -
È stato il giorno - a stancarsi di me -
Come io potrei - di lui?
Dolce luogo era la luce del sole -
Mi piaceva star lì -
Ma il mattino - ormai - non mi voleva -
E - buonanotte - giorno!
Posso guardare - vero? -
Quando è rosso l'oriente?
Allora - le colline - hanno un aspetto -
Che il cuore - ne trabocca -
Tu - non sei così bella - mezzanotte -
Ho preferito - il giorno -
Ma - accogli, ti prego, una bambina -
Da lui cacciata via!
.
430
Normale -
dissi - non sarà mai più -
La differenza - era già cominciata -
Tante ce n'erano state - amarezze -
Ma era quella stagione - passata -
O - se a volte - appariva - come accade -
Nel più tranquillo - mattino - una tale
Felicità - tutti quegli anni - io ebbi -
Da rendermi più facile - una pena -
Avevo tanta gioia - espressa - in rosso -
Sulla semplice guancia -
Nell'occhio mio - la sentivo palese -
Da rendere superfluo - ogni parlare -
Come se ali - spingessero il mio corpo -
Camminavo - Ora a me - non necessari -
Utili prima - i piedi -
Come stivali - sarebbero - a uccelli -
Spargevo il mio diletto tutt'intorno -
Una parola d'oro
Per ogni creatura - che incontravo -
E doni - al mondo intero -
Quando - a un tratto - i miei beni - prosciugati -
La mia rugiada - la bevve un folletto -
Crollarono svuotati - i miei palazzi -
Ed io stessa - ridotta a mendicare -
A suoni m'aggrappavo -
Brancolavo tra sagome -
I margini toccavo delle nebbie -
Il deserto sentivo ritornare
Sulle mie auree strade -
Pende dal chiodo - il saio -
La veste ch'ero solita indossare -
Ma dov'è quel momento di broccato -
Quella mia - goccia - d'India?
.
|
425
Good Morning - Midnight -
I'm coming Home -
Day - got tired of Me -
How could I - of Him?
Sunshine was a sweet place -
I liked to stay -
But Morn - did'nt want me - now -
So - Goodnight - Day!
I can look - cant I -
When the East is Red?
The Hills - have a way - then -
That puts the Heart - abroad -
You - are not so fair - Midnight -
I chose - Day -
But - please take a little Girl -
He turned away!
.430
It would never be Common - more - I said -
Difference - had begun -
Many a bitterness - had been -
But that old sort - was done -
Or - if it sometime - showed - as 'twill -
Upon the Downiest - morn -
Such bliss - had I - for all the years -
'Twould give an easier - pain -
I'd so much joy - I told it - Red -
Upon my simple Cheek -
I felt it publish - in my eye -
'Twas needless - any speak -
I walked - as wings - my body bore -
The feet - I former used -
Unnescessary - now to me -
As boots - would be - to Birds -
I put my pleasure all abroad -
I dealt a word of Gold
To every Creature - that I met -
And Dowered - all the World -
When - suddenly - my Riches shrank -
A Goblin - drank my Dew -
My Palaces - dropped tenantless -
Myself - was beggared - too -
I clutched at sounds -
I groped at shapes -
I touched the tops of Films -
I felt the Wilderness roll back
Along my Golden lines -
The Sackcloth - hangs upon the nail -
The Frock I used to wear -
But where my moment of Brocade -
My - drop - of India?
. |
419
Ci
abituiamo a poco a poco al buio -
Quando è spenta la luce -
Così regge la lampada il vicino
Per testimone al suo arrivederci -
Per un momento - camminiamo incerti
Perché nuova è la notte -
Poi - adattiamo al buio il nostro sguardo -
E ci avviamo - eretti -
E così per più vaste - oscurità -
Le sere del cervello -
Quando luna non c'è che sveli un segno -
Né stella - appare - dentro -
I più spavaldi - brancolano un poco -
E urtano talvolta contro un albero
Diritti in piena fronte -
Ma in tal modo imparano a vedere -
O è l'oscurità ad alterarsi -
O si va adeguando
Nella vista alcunché alla mezzanotte -
E quasi dritta procede la vita.
.
422
Con lui insieme - è
andata via - più vita
D'un normale respiro -
Accesa con un fosforo più puro -
Che voleva per spegnersi -
Vigore di fenomenale freddo,
Il clima della tomba
Temperatura adeguata
A un vivere 'antracite' -
Per alcuni - è più ampio
Zero - gelo che più d'un ago punga
Necessario, a domare
L'Etiope che sta dentro.
Altri - s'estinguono più facilmente -
D'un moscerino il minuscolo soffio
Basta ad obliterare
Di borghesi una tratta -
Vivace assai - la loro vita 'torba' -
La solenne notizia non conosce
Ch'esiste Popocatapel -
O gli scarlatti dell'Etna, scegliete -
.
|
419
We grow accustomed to the Dark -
When Light is put away -
As when the Neighbor holds the Lamp
To witness her Good bye -
A Moment - We uncertain step
For newness of the night -
Then - fit our Vision to the Dark -
And meet the Road - erect -
And so of larger - Darknesses -
Those Evenings of the Brain -
When not a Moon disclose a sign -
Or Star - come out - within -
The Bravest - grope a little -
And sometimes hit a Tree
Directly in the Forehead -
But as they learn to see -
Either the Darkness alters -
Or something in the sight
Adjusts itself to Midnight -
And Life steps almost straight.
.422
More Life - went out - when He went
Than Ordinary Breath -
Lit with a finer Phosphor -
Requiring in the Quench -
A Power of Renowned Cold,
The Climate of the Grave
A Temperature just adequate
So Anthracite, to live -
For some - an Ampler Zero -
A Frost more needle keen
Is nescessary, to reduce
The Ethiop within.
Others - extinguish easier -
A Gnat's minutest Fan
Sufficient to obliterate
A Tract of Citizen -
Whose Peat life - amply vivid -
Ignores the solemn News
That Popocatapel exists -
Or Etna's Scarlets, Choose -
. |
410
Del
primo giorno era giunta la notte -
E grata che una cosa
Così terribile - era superata -
Io dissi di cantare alla mia anima -
Rispose che le corde eran saltate -
L'arco - in atomi esploso -
E così a ripararla - mi ci volle
Fino a un nuovo mattino -
E allora - un giorno immenso
Come un paio di ieri,
L'orrore suo srotolò sul mio volto -
Fino a tapparmi gli occhi -
Il mio cervello - cominciò a ridere -
Io balbettavo - come fa un idiota -
E sebbene fosse anni fa - quel giorno -
Va sghignazzando il mio cervello - ancora.
E cosa strana - dentro -
La persona che ero -
E questa qui - non sembrano la stessa -
Può follia - esser questa?
.
412
Risoluta
- la mia sentenza ho letta -
Rivista coi miei occhi,
Per veder che fraintesa non l'avessi
Nell'estrema sua clausola -
Data, e modo, dell'onta -
E infine la pia formula
Che dell'anima "Dio abbia mercé"
Dalla giuria votata -
Abituato ho l'anima - al suo fato -
Che non ci sia nuova agonia, infine -
Ma, conosciutesi, lei e la morte -
Possano, amiche, incontrarsi tranquille -
Salutarsi, e passare, senza un cenno -
Ed allora, finita la faccenda -
.
|
410
The first Day's Night had come -
And grateful that a thing
So terrible - had been endured -
I told my Soul to sing -
She said her strings were snapt -
Her Bow - to atoms blown -
And so to mend her - gave me work
Until another Morn -
And then - a Day as huge
As Yesterdays in pairs,
Unrolled it's horror in my face -
Until it blocked my eyes -
My Brain - begun to laugh -
I mumbled - like a fool -
And tho' 'tis Years ago - that Day -
My Brain keeps giggling - still.
And Something's odd - within -
That person that I was -
And this One - do not feel the same -
Could it be Madness - this?
.412
I read my sentence - steadily -
Reviewed it with my eyes,
To see that I made no mistake
In it's extremest clause -
The Date, and manner, of the shame -
And then the Pious Form
That "God have mercy" on the Soul
The Jury voted Him -
I made my soul familiar - with her extremity -
That at the last, it should not be a novel Agony -
But she, and Death, acquainted -
Meet tranquilly, as friends -
Salute, and pass, without a Hint -
And there, the Matter ends -
. |
393
Durasse
il nostro momento migliore -
Supererebbe il cielo -
Pochi - e non senza rischio - ci riescono -
Di questa specie - non ne sono dati -
Se non come eccitanti - in caso di
Disperazione -
O di stupefazione - La riserva -
Sono questi momenti celestiali -
Concessione divina -
Che certa come viene -
Si ritrae - e abbagliata lascia l'anima
Nelle sue stanze spoglie -
.
405
Si può esser più soli
Senza la solitudine -
Sono così adusa al mio destino -
Forse l'altro - la pace -
Romperebbe la tenebra -
E affollerebbe la piccola stanza -
Scarsa - di cubiti - per contenere
Di lui - il sacramento -
Non sono abituata alla speranza -
Sarebbe un'intrusione -
Il suo dolce corteo - profanerebbe
Il luogo del soffrire -
Può essere più facile
In vista della terra - naufragare -
Che giungere - all'azzurra mia penisola -
A perire - di gioia -
.
|
393
Did Our Best Moment last -
'Twould supersede the Heaven -
A few - and they by Risk - procure -
So this Sort - are not given -
Except as stimulants - in
Cases of Despair -
Or Stupor - The Reserve -
These Heavenly Moments are -
A Grant of the Divine -
That Certain as it Comes -
Withdraws - and leaves the dazzled Soul
In her unfurnished Rooms
.405
It might be lonelier
Without the Loneliness -
I'm so accustomed to my Fate -
Perhaps the Other - Peace -
Would interrupt the Dark -
And crowd the little Room -
Too scant - by Cubits - to contain
The Sacrament - of Him -
I am not used to Hope -
It might intrude upon -
It's sweet parade - blaspheme the place -
Ordained to Suffering -
It might be easier
To fail - with Land in Sight -
Than gain - My Blue Peninsula -
To perish - of Delight -
.
|
384
Non c'è ruota che possa torturarmi -
La mia anima - libera -
Dietro questa mortale
Una più fiera ossatura è saldata -
Scalfire non la puoi con una sega -
Né forare con una scimitarra -
Vi son dunque - due corpi -
Leghi uno - l'altro vola -
Del suo nido non può
Più facilmente liberarsi l'aquila -
E guadagnare il cielo
Che non possa tu stesso -
A meno d'essere
Tu stesso il tuo nemico -
Coscienza è prigionia -
È anche libertà.
.
387
Delle eresie correnti
la più dolce
Ad uomo nota e a donna -
Il convertirsi dell'uno nell'altro -
Benché la fede solo due ne ammetta -
Sono così frequentate le chiese -
Così semplice - il rito -
La grazia inevitabile -
Mancare - è infedeltà -
.
|
384
No Rack can torture
me -
My Soul - at Liberty -
Behind this mortal Bone
There knits a bolder One -
You cannot prick with Saw -
Nor pierce with Cimitar -
Two Bodies - therefore be -
Bind One - The Other fly -
The Eagle of his Nest
No easier divest -
And gain the Sky
Than mayest Thou -
Except Thyself may be
Thine Enemy -
Captivity is Consciousness -
So's Liberty.
.387
The Sweetest Heresy received
That Man and Woman know -
Each Other's Convert -
Though the Faith accommodate but Two -
The Churches are so frequent -
The Ritual - so small -
The Grace so unavoidable -
To fail - is Infidel -
. |
375
Di paesaggio l'angolo -
Che ad ogni mio risveglio -
Fra la mia tenda e il muro
Di su un'ampia fessura -
Come una veneziana - lì in attesa -
All'occhio aperto appare -
È un ramo di melo -
Obliquamente sospeso, nel cielo -
D'un camino il disegno -
E la fronte d'un colle -
E a volte - un indice di banderuola -
Questo - occasionalmente -
Le stagioni - trasformano - il mio quadro -
Sul ramo smeraldino,
Mi risveglio - e non più smeraldi - trovo -
Diamanti - che la neve
A me da scrigni polari - ha portati -
Il camino - ed il colle -
Ed anche il dito sopra il campanile -
Questi - mai non si spostano -
.
383
È dentro - l'entusiasmo -
Non c'è vino esteriore
Che inebri regalmente
Così come quel più divino marchio
Che l'anima conquista - da sé stessa -
Da bere - o da riporre
Per un visitatore - o un sacramento -
Non sarà una festa
Ad eccitare un uomo
Che ha tutto l'ampio Reno
Nella credenza - il meglio che tu possa
Estrarre per offrirlo -
.
|
375
The Angle of a Landscape -
That every time I wake -
Between my Curtain and the Wall
Upon an ample Crack -
Like a Venetian - waiting -
Accosts my open eye -
Is just a Bough of Apples -
Held slanting, in the Sky -
The Pattern of a Chimney -
The Forehead of a Hill -
Sometimes - a Vane's Forefinger -
But that's - Occasional -
The Seasons - shift - my Picture -
Upon my Emerald Bough,
I wake - to find no - Emeralds -
Then - Diamonds - which the Snow
From Polar Caskets - fetched me -
The Chimney - and the Hill -
And just the Steeple's finger -
These - never stir at all -
.383
Exhilaration - is within -
There can no Outer Wine
So royally intoxicate
As that diviner Brand
The Soul achieves - Herself -
To drink - or set away
For Visiter - Or Sacrament -
'Tis not of Holiday
To stimulate a Man
Who hath the Ample Rhine
Within his Closet - Best you can
Exhale in offering -
.
|
364
La mattina che viene
dopo il lutto -
Spesso accade così -
Tutte le precedenti sopravanza -
Per giubilo totale -
Quasi incurante fosse la natura -
E la sua fioritura accumulasse -
E per mostrar più gioia
Fissasse la sua vittima -
Declamano gli uccelli i loro versi -
Scandendo ogni parola
Come martelli - Qualora sapessero
Che come litanie di piombo cadono -
Di qua, di là - sopra una creatura -
Adatterebbero il loro tripudio
Ad una chiave da crocifissione -
A un tono da Calvario -
.
365
Anima osi vedere al
calor bianco?
Allora accùcciati dietro la porta -
Rossa - è la tinta normale del fuoco -
Ma se il metallo vivo
Sazia le condizioni della fiamma -
Freme dalla fucina
Senza un colore, solo con la luce
D'una vampa non unta -
Il villaggio più piccolo, ha il suo fabbro -
Lo strepito continuo dell'incudine
Simboleggia fucina più sottile
Che muta batte - dentro -
Questi affinando impazienti metalli
Con martello, e con vampa, fino a quando
La luce designata
Ripudi la fucina -
.
|
364
The Morning after Wo -
'Tis frequently the Way -
Surpasses all that rose before -
For utter Jubilee -
As Nature did not Care -
And piled her Blossoms on -
And further to parade a Joy
Her Victim stared upon -
The Birds declaim their Tunes -
Pronouncing every word
Like Hammers - Did they know they fell
Like Litanies of Lead -
On here and there - a creature -
They'd modify the Glee
To fit some Crucifixal Clef -
Some Key of Calvary -
.365
Dare you see a Soul at the White Heat?
Then crouch within the door -
Red - is the Fire's common tint -
But when the vivid Ore
Has sated Flame's conditions -
It quivers from the Forge
Without a color, but the Light
Of unannointed Blaze -
Least Village, has it's Blacksmith -
Whose Anvil's even ring
Stands symbol for the finer Forge
That soundless tugs - within -
Refining these impatient Ores
With Hammer, and with Blaze
Until the Designated Light
Repudiate the Forge -
. |
342
Arriverà estate -
finalmente.
Dame - con parasoli -
Indolenti signori - con bastoni -
E bambine - con bambole -
Coloreranno il paesaggio pallido -
Come se fosse un radioso bouquet -
Benché nel pario immerso -
Oggi - giaccia il villaggio -
Curvi - i lillà - per gli anni -
Sotto il peso purpureo oscilleranno -
La melodia non sdegneranno - le api -
Sussurrata - dagli avi -
Arrossirà nello stagno la rosa -
L'aster - sulla collina
Rassetterà - l'aspetto suo perenne -
E le "genziane del patto" - le frange -
Finché ripieghi estate il suo miracolo -
Come fanno le donne - con le gonne -
O come i preti - ripongono i simboli -
Terminato che sia - il sacramento -
.
347
Quando la
notte è quasi terminata -
E l'alba a sorgere è così vicina
Che toccare gli spazi ci è possibile -
Di lisciare i capelli allora è tempo -
E preparar le fossette alle guance -
E stupirci d'aver tanto badato
A quella vecchia - stinta mezzanotte -
Che - solo per un'ora - ci ha atterriti -
.
|
342
It will be Summer - eventually.
Ladies - with parasols -
Sauntering Gentlemen - with Canes -
And little Girls - with Dolls -
Will tint the pallid landscape -
As 'twere a bright Boquet -
Tho' drifted deep, in Parian -
The Village lies - today -
The Lilacs - bending many a year -
Will sway with purple load -
The Bees - will not despise the tune -
Their Forefathers - have hummed -
The Wild Rose - redden in the Bog -
The Aster - on the Hill
Her everlasting fashion - set -
And Covenant Gentians - frill -
Till Summer folds her miracle -
As Women - do - their Gown -
Of Priests - adjust the Symbols -
When Sacrament - is done -
.347
When Night is almost done -
And Sunrise grows so near
That We can touch the Spaces -
It's time to smooth the Hair -
And get the Dimples ready -
And wonder We could care
For that old - faded Midnight -
That frightened - but an Hour -
. |
335
Non è tanto morire a
farci male -
Più ci fa male - vivere -
Ma una via differente è - morire -
Quasi dietro la porta -
Meridionale istinto - dell'uccello -
Che prima che arrivato sia il gelo -
Trova una latitudine migliore -
Siamo gli uccelli - che restano - noi.
Tremebondi alle porte del colono -
Con cui per una riluttante briciola -
Contrattiamo - finché nevi pietose
Invitino le nostre piume a casa.
.
341
Dopo gran pena, viene
compostezza -
Cerimoniosi i nervi, come tombe -
Si chiede il cuore irrigidito: "È stato
Lui a patire?", e "Ieri, o sono secoli?"
Van meccanicamente intorno i piedi -
In maniera legnosa
Di terra, o aria, o altro -
Incuranti oramai,
Contentezza di quarzo, come pietra -
Questa è l'ora di piombo -
Ricordata, da chi le sopravvive,
Come la neve dagli assiderati -
Gelo - stupore - poi lasciarsi andare -
.
|
335
'Tis not that Dying hurts us so -
'Tis Living - hurts us more -
But Dying - is a different way -
A Kind behind the Door -
The Southern Custom - of the Bird -
That ere the Frosts are due -
Accepts a better Latitude -
We - are the Birds - that stay.
The Shiverers round Farmer's doors -
For whose reluctant Crumb -
We stipulate - till pitying Snows
Persuade our Feathers Home.
.341
After great pain, a formal feeling comes -
The Nerves sit ceremonious, like Tombs -
The stiff Heart questions "was it He, that bore,"
And "Yesterday, or Centuries before"?
The Feet, mechanical, go round -
A Wooden way
Of Ground, or Air, or Ought -
Regardless grown,
A Quartz contentment, like a stone -
This is the Hour of Lead -
Remembered, if outlived,
As Freezing persons, recollect the Snow -
First - Chill - then Stupor - then the letting go -
. |
332
Di due maturazioni -
una - è visibile -
S'avvolgono le sue forze a spirale
Fino a quando il prodotto vellutato
Cade fragrante al suolo -
Una maturazione più segreta -
Un processo nel riccio -
Solo i denti del gelo la dischiudono
Nella lontana atmosfera ottobrina.
.
333
Poco ha da fare l'erba -
Sfera di puro verde -
Con soltanto farfalle da covare
E api da spassare -
E agitarsi di giorno ai dolci ritmi
Portati dalle brezze passeggere -
E in grembo avere la luce del sole
E inchinarsi a ogni cosa -
E di rugiade imperlarsi, di notte -
E farsi così fine
Che degna non sarebbe una duchessa
Neppure d'un suo cenno -
E anche quando muore - trapassare
In odori divini -
Come spezie umili, stese a dormire -
O nardi, che appassiscono -
E poi, in sovrani fienili abitare -
E sognare il trascorrere dei giorni,
Così poco ha da fare -
Che vorrei esser fieno -
.
|
332
There are two Ripenings - one - of sight -
Whose forces Spheric wind
Until the Velvet product
Drop spicy to the ground -
A homelier maturing -
A process in the Bur -
That teeth of Frosts alone disclose
In far October Air.
.333
The Grass so little has to do -
A Sphere of simple Green -
With only Butterflies to brood
And Bees to entertain -
And stir all day to pretty Tunes
The Breezes fetch along -
And hold the Sunshine in it's lap
And bow to everything -
And thread the Dews, all night, like Pearls -
And make itself so fine
A Duchess were too common
For such a noticing -
And even when it dies - to pass
In Odors so divine -
Like Lowly spices, lain to sleep -
Or Spikenards, perishing -
And then, in Sovreign Barns to dwell -
And dream the Days away,
The Grass so little has to do
I wish I were a Hay -
. |
327
Prima che spenti
avessi gli occhi miei -
Vedere mi piaceva come a ogni altra
Creatura, che ha occhi -
Né conosce altro modo -
Ma se, oggi, mi dicessero
Che potrei aver mio
Il cielo, per la mia insufficienza,
Vi dico che scoppierebbe il mio cuore -
I prati - miei -
I monti - miei -
Le foreste - le stelle senza fine -
Quanto meriggio accogliere potessi -
Tra i finiti occhi miei -
Gli uccelli che giù volano -
Il mattino col suo percorso d'ambra -
Tutto ciò guardar mio - quando mi pare,
Mi colpirebbe a morte la notizia -
Più sicuro con l'anima - intuire -
Al vetro alla finestra
Dove ogni creatura posa gli occhi -
Senza temere - il sole -
.
328
Scese un uccello giù
per il sentiero -
Senza sapere che l'avevo visto -
Beccò un lombrico in mezzo
E se lo mangiò, crudo,
E poi bevve rugiada
Da un'apposita erbetta -
E poi di fianco saltò verso il muro
Per dare ad uno scarafaggio il passo -
Sbirciò con occhi rapidi
In fretta tutt'intorno -
Come perline, pensai, spaventate -
Agitò il capino vellutato
Come fa uno in pericolo, cauto,
Io gli offrii una briciola
E lui stese le piume
E verso casa remigò più lieve -
Di remi che dividano l'oceano,
Troppo argenteo perché restasse un segno -
O di farfalle, che in volo si librino
Senza suono da rive meridiane.
.
|
327
Before I got my eye put out -
I liked as well to see
As other creatures, that have eyes -
And know no other way -
But were it told to me, Today,
That I might have the Sky
For mine, I tell you that my Heart
Would split, for size of me -
The Meadows - mine -
The Mountains - mine -
All Forests - Stintless Stars -
As much of noon, as I could take -
Between my finite eyes -
The Motions of the Dipping Birds -
The Morning's Amber Road -
For mine - to look at when I liked,
The news would strike me dead -
So safer - guess - with just my soul
Upon the window pane
Where other creatures put their eyes -
Incautious - of the Sun -
.328
A Bird came down the Walk -
He did not know I saw -
He bit an Angleworm in halves
And ate the fellow, raw,
And then he drank a Dew
From a convenient Grass -
And then hopped sidewise to the Wall
To let a Beetle pass -
He glanced with rapid eyes
That hurried all around -
They looked like frightened Beads, I thought -
He stirred his Velvet Head
Like one in danger, Cautious,
I offered him a Crumb
And he unrolled his feathers
And rowed him softer home -
Than Oars divide the Ocean,
Too silver for a seam -
Or Butterflies, off Banks of Noon
Leap, plashless as they swim.
. |
320
Giochiamo con il
vetro -
Fino ad essere, in perle, competenti -
Buttiamo, allora, il vetro -
E ci crediamo sciocchi -
Le forme - tuttavia - erano simili -
E tattiche di gemma
Hanno appreso le nostre nuove mani -
Usando sabbia -
.
322
Al colmo dell'estate
venne un giorno,
Tutto intero per me -
Pensavo solo per i santi fossero,
Dove ci fossero - resurrezioni -
Il sole, come al solito, uscì fuori,
Sbocciarono, secondo l'uso, i fiori,
Quasi anima non fosse oltre il solstizio
Che fa nuova ogni cosa -
Tempo poco turbato, da discorsi -
Simbolo di parola
Così superfluo, come al sacramento,
Il guardaroba, di nostro Signore -
L'uno era all'altro Chiesa suggellata,
Ammessi in comunione questa - volta -
Perché non ci vedesse troppo goffi
La cena dell'agnello.
Veloci le ore - come sono le ore,
Tenute strette, da mani bramose -
Su due tolde, così, facce si voltano,
Dirette a opposti lidi -
E quando fu trascorso tutto il tempo,
Senza suono esteriore
Ciascuno strinse l'altrui crocifisso -
Non offrimmo altro pegno -
Bastò la fede, che risorgeremo -
Tolta - infine, la tomba -
A quelle nuove nozze,
Da calvari - d'amore - meritate -
.
|
320
We play at Paste -
Till qualified, for Pearl -
Then, drop the Paste -
And deem ourself a fool -
The Shapes - though - were similar -
And our new Hands
Learned Gem-Tactics -
Practicing Sands -
.322
There came a Day at Summer's full,
Entirely for me -
I thought that such were for the Saints,
Where Resurrections - be -
The Sun, as common, went abroad,
The flowers, accustomed, blew,
As if no soul the solstice passed
That maketh all things new -
The time was scarce profaned, by speech -
The symbol of a word
Was needless, as at Sacrament,
The Wardrobe, of our Lord -
Each was to each The Sealed Church,
Permitted to commune this - time -
Lest we too awkward show
At Supper of the Lamb.
The Hours slid fast - as Hours will,
Clutched tight, by greedy hands -
So faces on two Decks, look back,
Bound to opposing lands -
And so when all the time had leaked,
Without external sound
Each bound the Other's Crucifix -
We gave no other Bond -
Sufficient Troth, that we shall rise -
Deposed - at length, the Grave -
To that new Marriage,
Justified - through Calvaries - of Love -
.
|
315
Maneggia la tua anima
Come fanno coi tasti i suonatori
Prima di spandere musica a pieno -
Ti stordisce per gradi -
Prepara la tua fragile natura
Al colpo etereo
Con martelli più tenui - più lontani -
Poi più vicini uditi - poi lentissimi
Sì che il tuo fiato ha tempo di riprendersi -
Di sbollire - il cervello -
Un fulmine - unico - imperiale - scatta -
Che scotenna la tua anima nuda -
Quando artigliano i venti le foreste -
Immoto è - l'universo -
.
318
Ora vi dico com'è sorto il
sole -
Una striscia alla volta -
A galla i campanili d'ametista -
Lesto, come scoiattolo, l'annunzio -
Si son sciolte le cuffie le colline -
Han cominciato - i bobolinks -
Fra me sommessamente allora ho detto -
"Dev'esser stato il sole!".
Ma com'è tramontato - non lo so -
Sembrava una purpurea staccionata
Da gialli ragazzini e ragazzine
Senza posa scalata -
E quando all'altra parte sono giunti -
Un precettore in grigio -
Gentile ha messo alla sera le sbarre -
E via portato il gregge -
.
|
315
He fumbles at your Soul
As Players at the Keys
Before they drop full Music on -
He stuns you by degrees -
Prepares your brittle Nature
For the Etherial Blow
By fainter Hammers - further heard -
Then nearer - Then so slow
Your Breath has time to straighten -
Your Brain - to bubble Cool -
Deals - One - imperial - Thunderbolt -
That scalps your naked Soul -
When Winds take Forests in the Paws -
The Universe - is still -
.318
I'll tell you how the Sun rose -
A Ribbon at a time -
The Steeples swam in Amethyst -
The news, like Squirrels, ran -
The Hills untied their Bonnets -
The Bobolinks - begun -
Then I said softly to myself -
"That must have been the Sun"!
But how he set - I know not -
There seemed a purple stile
That little Yellow boys and girls
Were climbing all the while -
Till when they reached the other side -
A Dominie in Gray -
Put gently up the evening Bars -
And led the flock away -
. |
308
Due tramonti ti mando
-
Il giorno ed io - a gara abbiamo fatto -
Io ne ho finiti due - e tante stelle -
Mentre lui - uno solo ne faceva -
Era più ampio il suo - ma come stavo
Dicendo ad un amico -
È più comodo - il mio
Da portarselo in mano -
.
314
Secca a volte un
arbusto - la natura -
Scotenna - a volte - un albero -
Se ne rammenta il suo popolo verde
Quando non muore -
Foglie più languide - in silenzio attestano -
Altre stagioni -
Di noi - che abbiamo l'anima - il morire
È più frequente - non così vitale -
.
|
308
I send Two Sunsets -
Day and I - in competition ran -
I finished Two - and several Stars -
While He - was making One -
His own was ampler - but as I
Was saying to a friend -
Mine - is the more convenient
To Carry in the Hand -
.314
Nature - sometimes sears a Sapling -
Sometimes - scalps a Tree -
Her Green People recollect it
When they do not die -
Fainter Leaves - to Further Seasons -
Dumbly testify -
We - who have the Souls -
Die oftener - Not so vitally -
. |
292
Se ti rinnega, il
fegato -
Va al di là del fegato -
Alla tomba può reggersi,
Se teme di sviarsi -
È posizione stabile -
Mai nessuno si piega
Sostenuto da quelle bronzee braccia -
Le migliori che mai gigante ha fatte -
Se vacilla lo spirito -
La porta alza di carne -
Vuole ossigeno il pigro -
Nient'altro -
.
303
L'anima sceglie la sua compagnia -
Poi - tien chiusa la porta -
Alla divina sua maggiore età -
Altri non presentarne -
Nota impassibile - fermarsi i cocchi -
Al cancelletto suo -
Nota impassibile - un imperatore
Sulla stuoia in ginocchio -
So che - tra un'ampia folla -
Uno ne sceglie - poi -
Chiude le valve della sua attenzione -
Come pietra -
.
|
292
If your Nerve, deny you -
Go above your Nerve -
He can lean against the Grave,
If he fear to swerve -
That's a steady posture -
Never any bend
Held of those Brass arms -
Best Giant made -
If your Soul seesaw -
Lift the Flesh door -
The Poltroon wants Oxygen -
Nothing more -
.303
The Soul selects her
own Society -
Then - shuts the Door -
To her divine Majority -
Present no more -
Unmoved - she notes the Chariots - pausing -
At her low Gate -
Unmoved - an Emperor be kneeling
Upon her Mat -
I've known her - from an ample nation -
Choose One -
Then - close the Valves of her attention -
Like Stone -
. |
281
Così terribile è - da
entusiasmare -
Oltre l'orrore, da sedurre quasi -
Al di là l'anima guarda, sicura -
Sapere il peggio, elimina l'angoscia -
Misera cosa, scrutare un fantasma -
Solo afferrandolo, lo si conquista -
Lieve, il tormento, adesso -
A tal punto straziava l'incertezza -
È calvo, e freddo, il vero -
Ma sarà lui a reggere -
A chi è insicuro
La preghiera - mostriamo -
Ma noi, noi che sappiamo,
Più non speriamo, adesso -
Guardar la morte, è morte -
Tu lascia andare il fiato -
E nemmeno il cuscino alla tua guancia
È così addormentato -
Possono, altri, lottare -
La parte tua, è fatta -
E così viene, tetra orrenda - doglia,
Scatena la paura -
E libero è il terrore -
Gaia, agghiacciante, festa!
.
285
Mio criterio tonale
è il pettirosso -
Perché vivo - laddove i pettirossi -
Fossi nata cucù -
Su di lui giurerei -
Segna il meriggio - il noto ritornello -
Mio capriccio è il ranuncolo, tra i fiori -
Perché, sbocciati siamo dal frutteto -
Fossi nata britannica,
Le margherite le disprezzerei -
S'addice a ottobre - soltanto la noce -
Perché, al suo cadere,
Le stagioni van via - m'hanno insegnato -
Senza nivea cornice
Bugia sarebbe, l'inverno - per me -
Perché vedo - con occhi del New England -
Discerne, la regina, come me -
Provincialmente -
.
|
281
'Tis so appalling - it exhilarates -
So over Horror, it half captivates -
The Soul stares after it, secure -
To know the worst, leaves no dread more -
To scan a Ghost, is faint -
But grappling, conquers it -
How easy, Torment, now -
Suspense kept sawing so -
The Truth, is Bald, and Cold -
But that will hold -
If any are not sure -
We show them - prayer -
But we, who know,
Stop hoping, now -
Looking at Death, is Dying -
Just let go the Breath -
And not the pillow at your cheek
So slumbereth -
Others, can wrestle -
Your's, is done -
And so of Wo, bleak dreaded - come,
It sets the Fright at liberty -
And Terror's free -
Gay, Ghastly, Holiday!
.285
The Robin's my Criterion for Tune -
Because I grow - where Robins do -
But, were I Cuckoo born -
I'd swear by him -
The ode familiar - rules the Noon -
The Buttercup's, my Whim for Bloom -
Because, we're Orchard sprung -
But, were I Britain born,
I'd Daisies spurn -
None but the Nut - October fit -
Because, through dropping it,
The Seasons flit - I'm taught -
Without the Snow's Tableau
Winter, were lie - to me -
Because I see - New Englandly -
The Queen, discerns like me -
Provincially -
. |
277
E se dicessi "non
aspetterò"!
E forzassi il cancello della carne -
E scappassi al di là - verso di te!
E questa spoglia mortale - smettessi -
Per veder dove duole - basterebbe -
E volar via fino alla libertà!
Non potrebbero prendermi - mai più!
Invocassero carceri - o fucili
Cose insignificanti - ora - per me -
Come risata - fatta - un'ora fa -
O pizzi - o uno spettacolo ambulante -
O chi è morto - ieri!
.
280
Sentivo un funerale,
nel cervello,
E in lutto avanti e indietro
Andare - andare - fino a quando parve
Che il senso si spezzasse -
E quando furono tutti seduti,
Una funzione, simile a un tamburo -
Battere - battere - finché pensai
Che la mia mente fosse intorpidita -
E poi li udii sollevare una cassa
E stridermi nell'anima con quegli
Stessi stivali di piombo, di nuovo,
Poi lo spazio - si mise a rintoccare,
Come se tutti i cieli una campana
fossero, e tutto l'essere un orecchio,
Ed io, ed il silenzio, una straniera
Razza qui naufragata, solitaria -
E si spezzò nella ragione un'asse,
E caddi giù, e giù -
E urtavo contro un mondo, ad ogni tuffo,
E di conoscere finii - allora -
.
|
277
What if I say I shall not wait!
What if I burst the fleshly Gate -
And pass escaped - to thee!
What if I file this mortal - off -
See where it hurt me - That's enough -
And step in Liberty!
They cannot take me - any more!
Dungeons can call - and Guns implore
Unmeaning - now - to me -
As laughter - was - an hour ago -
Or Laces - or a Travelling Show -
Or who died - yesterday!
.280
I felt a Funeral, in my Brain,
And Mourners to and fro
Kept treading - treading - till it seemed
That Sense was breaking through -
And when they all were seated,
A Service, like a Drum -
Kept beating - beating - till I thought
My Mind was going numb -
And then I heard them lift a Box
And creak across my Soul
With those same Boots of Lead, again,
Then Space - began to toll,
As all the Heavens were a Bell,
And Being, but an Ear,
And I, and Silence, some strange Race
Wrecked, solitary, here -
And then a Plank in Reason, broke,
And I dropped down, and down -
And hit a World, at every plunge,
And Finished knowing - then -
. |
274
Solo un fantasma
ho visto -
Vestito a Mechlin - sì -
Senza sandali ai piedi -
E come fiocchi di neve incedeva -
L'andatura - era muta, come uccello -
Come capriolo - rapida -
Le sue maniere, antiquate, a mosaico -
O magari, di vischio -
Il conversare - scarso -
Il riso, come brezza
Che va spegnendosi in increspature
Fra gli alberi pensosi -
Fu un incontro - fugace -
Di me, timore aveva -
E Dio mi guardi dal volgermi indietro -
A quel giorno terribile!
.
276
Molte frasi ha l'inglese
-
Ne ho udita una sola -
Leggera come il ridere del grillo,
Sonora, come tuono -
Morbida, come antichi cori caspi,
Se la marea s'acqueta -
Con inflessioni nuove ripetuta -
Come canta una nottola -
In luminosa ortografia irrompe
Nel mio semplice sonno -
Tonando il suo presagio -
Finché mi scuoto, e piango -
Non per la sofferenza -
Ma per l'impeto datomi di gioia -
Dilla di nuovo, Sassone!
Sottovoce - A me sola!
.
|
274
The only Ghost I ever saw
Was dressed in Mechlin - so -
He had no sandal on his foot -
And stepped like flakes of snow -
His Gait - was soundless, like a Bird -
But rapid - like the Roe -
His fashions, quaint, Mosaic -
Or haply, Mistletoe -
His conversation - seldom -
His laughter, like the Breeze
That dies away in Dimples
Among the pensive Trees -
Our interview - was transient -
Of me, himself was shy -
And God forbid I look behind -
Since that appalling Day!
.276
Many a phrase has the English language -
I have heard but one -
Low as the laughter of the Cricket,
Loud, as the Thunder's Tongue -
Murmuring, like old Caspian Choirs,
When the Tide's a'lull -
Saying itself in new inflection -
Like a Whippowil -
Breaking in bright Orthography
On my simple sleep -
Thundering it's Prospective -
Till I stir, and weep -
Not for the Sorrow, done me -
But the push of Joy -
Say it again, Saxon!
Hush - Only to me!
. |
271
Solenne cosa - dissi -
Essere - donna - in bianco -
Ed indossare - se me ne degnasse -
L' immacolato mistero di Dio -
Sacra cosa - una vita far cadere
Dentro il pozzo purpureo -
Troppo insondabile - perché ritorni -
Fino - all'eternità -
Meditai sull'aspetto della gioia -
E se sarebbe parsa così grande -
Quando avessi potuto averla in mano -
Come sospesa - vista - tra la nebbia -
E la misura di questa che chiamano
"Piccola" vita i saggi -
Crebbe - come orizzonti - nel mio abito -
Ed io irrisi - sommessa - quel "piccola"!
.
273
Al mio vivere mise la
cintura -
Sentii scattar la fibbia -
Ed altrove si volse, imperiale,
La vita mia piegando -
Con cura, come piegherebbe un duca
L'atto d'investitura d'un reame -
Da quel tempo - una sorte consacrata -
Un membro della nube -
Ma non tanto da eludere i richiami
Alle fatiche piccole
Da cui l'altrui itinerario è fatto -
E occasionali sorrisi rivolgere
A quelle vite che alla mia si chinano -
E gentili le chiedono d'entrare -
Declinare l'invito
Debbo, a causa di chi non lo sapete?
.
|
271
A solemn thing - it was - I said -
A woman - white - to be -
And wear - if God should count me fit -
Her blameless mystery -
A hallowed thing - to drop a life
Into the purple well -
Too plummetless - that it return -
Eternity - until -
I pondered how the bliss would look -
And would it feel as big -
When I could take it in my hand -
As hovering - seen - through fog -
And then - the size of this "small" life -
The Sages - call it small -
Swelled - like Horizons - in my vest -
And I sneered - softly - "small"!
.273
He put the Belt around my life -
I heard the Buckle snap -
And turned away, imperial,
My Lifetime folding up -
Deliberate, as a Duke would do
A Kingdom's Title Deed -
Henceforth - a Dedicated sort -
A Member of the Cloud -
Yet not too far to come at call -
And do the little Toils
That make the Circuit of the Rest -
And deal occasional smiles
To lives that stoop to notice mine -
And kindly ask it in -
Whose invitation, know you not
For Whom I must decline?
. |
269
(1861)
Delimita - una pena
-
E riescono i vivi a sopportarla!
Confinala - fin dove stilla il sangue!
Tante - gocce - di vivido scarlatto -
Tratta l'anima
Come algebra!
Contale il tempo - in cifre -
E soffrirà - contenta -
Canterà - in pena - come ogni operaio -
Che ogni sera il calar del sole annota -
.
(1863)
Delimita - una pena - e i vivi la sopportano -
Circoscritto - può essere un dolore
Ancora atteso - Fosse senza limiti -
Chi reggerebbe all'infelicità?
Fissagli il tempo - in cifre -
E soffrirà - contento -
Canterà, in pena, come l'operaio -
Che ogni sera il calar del sole annota -
.
|
269
(1861)
Bound - a trouble -
And lives can bear it!
Limit - how deep a bleeding go!
So - many - drops - of vital scarlet -
Deal with the soul
As with Algebra!
Tell it the Ages - to a cypher -
And it will ache - contented - on -
Sing - at it's pain - as any Workman -
Notching the fall of the Even Sun!
.(1863)
Bound - a Trouble - and Lives will bear it -
Circumscription - enables Wo -
Still to anticipate - Were no limit -
Who were sufficient to Misery?
State it the Ages - to a cipher -
And it will ache - contented on -
Sing, at it's pain, as any Workman -
Notching the fall of the Even Sun -
. |
252
So guadare il dolore
-
Stagni interi guadare -
Ci sono abituata -
Ma anche il minimo impulso di gioia
Fa bloccare il mio piede -
E barcollo - ubriaca -
Non mi derida - il ciottolo -
Era il liquore nuovo -
Tutto qui!
La forza altro non è che patimento -
Stretta, da disciplina,
Finché sospesi - saranno i fardelli -
Date ai giganti - balsami -
E avvizziranno, come fossero uomini -
Dategli l'Himalaya -
Lo reggeranno - su!
.
258
C'è una certa obliquità di luce,
D'inverno, i pomeriggi -
Opprimente, come una
Nota di cattedrale -
Una ferita c'infligge, celeste -
Non cicatrice, solo
Interna differenza ne troviamo,
Dove risiedono, i significati -
Non l'insegna - nessuno -
È la disperazione suo suggello -
Afflizione imperiale
Mandataci dall'aria -
Quando lei viene, il paesaggio ascolta -
Le ombre - tengono il fiato -
Quando va via, è come la distanza
Sul volto della morte -
.
|
252
I can wade Grief -
Whole Pools of it -
I'm used to that -
But the least push of Joy
Breaks up my feet -
And I tip - drunken -
Let no Pebble - smile -
'Twas the New Liquor -
That was all!
Power is only Pain -
Stranded, thro' Discipline,
Till Weights - will hang -
Give Balm - to Giants -
And they'll wilt, like Men -
Give Himmaleh -
They'll carry - Him!
.258
There's a certain Slant
of light,
Winter Afternoons -
That oppresses, like the Heft
Of Cathedral Tunes -
Heavenly Hurt, it gives us -
We can find no scar,
But internal difference,
Where the Meanings, are -
None may teach it - Any -
'Tis the Seal Despair -
An imperial affliction
Sent us of the Air -
When it comes, the Landscape listens -
Shadows - hold their breath -
When it goes, 'tis like the Distance
On the look of Death -
. |
244
Se gioca l'anima è facile
vivere -
Ma se l'anima è in pena -
Il sentirla riporre i suoi giocattoli -
Rende difficile la vita - allora -
Dolore d'ossa, o sulla pelle, è semplice -
Ma succhielli - tra i nervi -
Straziano più sottili - più terribili -
Come avere nel guanto una pantera -
.
246
Al suo fianco per sempre
camminare -
Io dei due la più piccola!
Cervello del cervello -
Sangue del sangue suo -
Due vite - un essere - ora -
La sua sorte per sempre assaporare -
Nel dolore - io il più -
Nella gioia - riporre la mia fetta
Per quell'amato cuore -
Tutta la vita - l'un l'altro conoscerci -
Senza che sia possibile imparare -
E a poco a poco infine - un cambiamento -
Chiamato cielo -
Umane unioni in estasi -
A risolvere - ciò che c'invischiava -
Senza il vocabolario!
.
|
244
It is easy to work when the soul is at play -
But when the soul is in pain -
The hearing him put his playthings up
Makes work difficult - then -
It is simple, to ache in the Bone, or the Rind -
But Gimblets - among the nerve -
Mangle daintier - terribler -
Like a Panther in the Glove -
.246
Forever at His side to walk -
The smaller of the two!
Brain of His Brain -
Blood of His Blood -
Two lives - One Being - now -
Forever of His fate to taste -
If grief - the largest part -
If joy - to put my piece away
For that beloved Heart -
All life - to know each other -
Whom we can never learn -
And bye and bye - a Change -
Called Heaven -
Rapt neighborhoods of men -
Just finding out - what puzzled us -
Without the lexicon!
. |
219
Lei spazza con
multicolori scope -
Ed indietro si lascia la laniccia -
Massaia del serotino occidente -
Torna - a pulir lo stagno!
Ti ci è caduto un frammento purpureo -
Ti ci è caduto dentro un filo ambrato -
E tutto hai ora cosparso l'oriente
Di stracci di smeraldo!
E ancora usa le scope variopinte -
Ed ancora svolazzano i grembiuli,
Piano le scope in stelle si dissolvono -
E allora vado via -
.
228
Sfavilla in oro - e
Si spegne - in porpora!
Balza - come i leopardi - verso il cielo -
Poi posa - ai piedi del vecchio orizzonte -
Il volto maculato - per morire!
Si china giù in cucina alla finestra -
Sfiora il soffitto -
E tinteggia il fienile -
Un bacio manda col berretto al prato -
E il giocoliere del giorno - è sparito!
.
|
219
She sweeps with many-colored Brooms -
And leaves the shreds behind -
Oh Housewife in the Evening West -
Come back - and dust the Pond!
You dropped a Purple Ravelling in -
You dropped an Amber Thread -
And now you've littered all the East
With Duds of Emerald!
And still, she plies her spotted Brooms -
And still the Aprons fly,
Till Brooms fade softly into stars -
And then I come away -
.228
Blazing in Gold - and
Quenching - in Purple!
Leaping - like Leopards - to the sky -
Then - at the feet of the old Horizon -
Laying it's spotted face - to die!
Stooping as low as the kitchen window -
Touching the Roof -
And tinting the Barn -
Kissing it's Bonnet to the Meadow -
And the Juggler of Day - is gone!
. |
198
Squassava l'aria un'orrenda
tempesta -
Erano livide le nubi, e scarse -
Un buio - come di manto spettrale
Alla vista nascose cielo e terra -
Le creature ghignavan sui tetti -
E fischiavan nell'aria -
E scuotevano i pugni -
E i denti digrignavano -
E la chioma agitavano frenetica -
Schiarì il mattino - sorsero gli uccelli -
Gli occhi spenti del mostro
Lenti alla costa natia si rivolsero -
Ed ecco pace - ecco fu paradiso!
.
214
Mai distillato
liquore assaporo -
Da boccali scavati nella perla -
Bacche di Francoforte non daranno
Un alcol come questo!
Ebbra d'aria - son io -
E di rugiada fradicia -
Lungo estive giornate senza fine -
Da locande di blu fuso - barcollo -
Se gli "osti" cacceranno l'ape brilla
Via dalla porta della digitale -
Se le farfalle - lasceranno il "goccio" -
Ancor più io berrò!
Finché i nivei cappelli diano al vento
I serafini - e s'affaccino i santi -
A vedere la piccola beona
Venir da Manzanilla!
.
|
198
An awful Tempest mashed the air -
The clouds were gaunt, and few -
A Black - as of a spectre's cloak
Hid Heaven and Earth from view -
The creatures chuckled on the Roofs -
And whistled in the air -
And shook their fists -
And gnashed their teeth -
And swung their frenzied hair -
The morning lit - the Birds arose -
The Monster's faded eyes
Turned slowly to his native coast -
And peace - was Paradise!
.214
I taste a liquor never brewed -
From Tankards scooped in Pearl -
Not all the Frankfort Berries
Yield such an Alcohol!
Inebriate of air - am I -
And Debauchee of Dew -
Reeling - thro' endless summer days -
From inns of Molten Blue -
When "Landlords" turn the drunken Bee
Out of the Foxglove's door -
When Butterflies - renounce their "drams" -
I shall but drink the more!
Till Seraphs swing their snowy Hats -
And Saints - to windows run -
To see the little Tippler
From Manzanilla come!
. |
177
Ah, soavissima
negromanzia!
Ah, erudito mago!
Insegnatemi l'arte,
Da instillar nella pena
Che alleviano i chirurghi vanamente,
Ch'erba non può di nessuna pianura
Sanare!
.
187
Quanto i piedi umili
hanno vacillato -
Può dire solo la bocca saldata -
Prova - a staccare tu l'orrendo chiodo -
Prova - ad alzar le cerniere d'acciaio!
Sfiora la fronte ghiaccia - che spesso arse -
Alza - se vuoi - l'insensibile chioma -
Tocca le adamantine
Dita che mai - metteran più - ditale -
Ronzan mosche tediose - alla finestra -
Spavaldo - brilla il sole al vetro opaco -
Pende la ragna dal soffitto - impavida -
Fra margherite - indolente massaia!
.
|
177
Ah, Necromancy Sweet!
Ah, Wizard erudite!
Teach me the skill,
That I instil the pain
Surgeons assuage in vain,
Nor Herb of all the plain
Can heal!
.187
How many times these low feet staggered -
Only the soldered mouth can tell -
Try - can you stir the awful rivet -
Try - can you lift the hasps of steel!
Stroke the cool forehead - hot so often -
Lift - if you care - the listless hair -
Handle the adamantine fingers
Never a thimble - more - shall wear -
Buzz the dull flies - on the chamber window -
Brave - shines the sun through the freckled pane -
Fearless - the cobweb swings from the ceiling -
Indolent Housewife - in Daisies - lain!
. |
165
Cervo ferito - più in alto
salta -
Al cacciatore l'ho sentito dire -
Non è altro che l'estasi di morte -
E poi tace la selva!
Sprizza roccia percossa!
Scatta acciaio pestato!
Sempre più rossa diventa una guancia
Proprio laddove la febbre la brucia!
La gioia è la corazza dell'angoscia
Che se n'arma guardinga,
Perché nessuno s'accorga del sangue
E "sei ferito" esclami!
.
172
È tanta gioia! È tanta, tanta gioia!
Quale miseria, dovessi fallire!
Eppure, miseri altri come me,
Tutto han rischiato in un tiro di dadi!
Han vinto! Sì! Tanto da questa parte -
La vittoria ha esitato!
Vita non è che vita! E morte, morte!
E respiro il respiro, estasi l'estasi!
E dovessi fallire,
Sapere il peggio, almeno, sarà dolce!
Sconfitta non vale altro che sconfitta,
Di più triste, non può nulla accadere!
E se vincessi! Oh cannoni sul mare!
Oh campane, là sopra i campanili!
Ripetetelo piano, da principio!
Cosa diversa è il cielo,
Immaginarlo, e svegliarcisi a un tratto -
E potrebbe annientarmi!
.
|
165
A wounded Deer - leaps highest -
I've heard the Hunter tell -
'Tis but the extasy of death -
And then the Brake is still!
The smitten Rock that gushes!
The trampled Steel that springs!
A Cheek is always redder
Just where the Hectic stings!
Mirth is the mail of Anguish
In which it cautious Arm,
Lest anybody spy the blood
And "you're hurt" exclaim!
.172
'Tis so much joy! 'Tis so much joy!
If I should fail, what poverty!
And yet, as poor as I,
Have ventured all upon a throw!
Have gained! Yes! Hesitated so -
This side the Victory!
Life is but Life! And Death, but Death!
Bliss is but Bliss, and Breath but Breath!
And if indeed I fail,
At least, to know the worst, is sweet!
Defeat means nothing but Defeat,
No drearier, can befall!
And if I gain! Oh Gun at sea!
Oh Bells, that in the steeples be!
At first, repeat it slow!
For Heaven is a different thing,
Conjectured, and waked sudden in -
And might extinguish me!
. |
140
Tra le colline un aspetto
mutato -
Tirio colore illumina il villaggio -
Una luce più ampia al far del giorno -
Sopra il prato un crepuscolo più fondo -
Un'orma impressa da un piede vermiglio -
Un dito porporino sul pendio -
Sopra il vetro una mosca impertinente -
Al suo lavoro un ragno si rimette -
Incede il gallo con maggiore boria -
Dovunque atteso è un fiore -
Nei boschi canta stridula una scure -
Odor di felce su vie non battute -
Queste e altre cose che dire non so -
Uno sguardo furtivo a voi ben noto -
E replica annuale al suo mistero
Riceve Nicodemo!
.
160
Perduta, proprio quando ero già
in salvo!
Sentivo appunto andare via il mondo!
M'accingevo allo scontro con l'eterno,
Quando indietro il respiro era respinto,
E dalla parte opposta
La delusa marea ritrarsi udivo!
Perciò, come uno che torna, mi sento,
A dir strani segreti equatoriali!
Lungo rive straniere marinaio -
Dalle terribili porte cronista
pallida, prima ancora del suggello!
Restare, un'altra volta!
Vedere, un'altra volta,
Le cose mai udite,
Mai da occhio scrutate -
Fermarmi, un'altra volta,
Mentre l'epoche scorrono -
Lenti incedono i secoli,
E i cicli ruotano!
.
|
140
An altered look about the hills -
A Tyrian light the village fills -
A wider sunrise in the morn -
A deeper twilight on the lawn -
A print of a vermillion foot -
A purple finger on the slope -
A flippant fly upon the pane -
A spider at his trade again -
An added strut in Chanticleer -
A flower expected everywhere -
An axe shrill singing in the woods -
Fern odors on untravelled roads -
All this and more I cannot tell -
A furtive look you know as well -
And Nicodemus' Mystery
Receives it's annual reply!
.160
Just lost, when I was saved!
Just felt the world go by!
Just girt me for the onset with Eternity,
When breath blew back,
And on the other side
I heard recede the disappointed tide!
Therefore, as One returned, I feel,
Odd secrets of the line to tell!
Some Sailor, skirting foreign shores -
Some pale Reporter, from the awful doors
Before the Seal!
Next time, to stay!
Next time, the things to see
By ear unheard,
Unscrutinized by eye -
Next time, to tarry,
While the Ages steal -
Slow tramp the Centuries,
And the Cycles wheel!
. |
130
Son questi i giorni
in cui gli uccelli tornano -
Pochissimi - uno o due -
Per uno sguardo indietro.
Son questi i giorni in cui i cieli riprendono
I vecchi - vecchi sofismi di giugno -
Azzurro ed aureo errore.
Oh frode che non può ingannare l'ape.
La plausibilità
Quasi m'induce a credere,
Finché smentiscono file di semi -
E leggera attraversa
L'aria alterata una timida foglia.
Oh sacramento dei giorni d'estate,
Ultima comunione nella nebbia -
D'unirsi a te permetti a una bambina -
Di condividere i tuoi sacri emblemi -
Di prendere il tuo pane consacrato
E il tuo vino immortale!
.
137
Fiori - sì - se qualcuno
Sa definire l'estasi -
Ebbrezza per metà - metà tormento -
Con cui i fiori umiliano gli umani:
Se qualcheduno trova la sorgente
Da cui così contrari flutti sgorgano -
Tutte le margherite io gli darò
Che sul pendio fioriscono.
Troppo intensi quei volti
Per un semplice petto come il mio -
Le farfalle che girano da Santo
Domingo intorno alla linea purpurea -
Hanno un sistema estetico -
Ben superiore al mio.
.
|
130
These are the days when Birds come back -
A very few - a Bird or two -
To take a backward look.
These are the days when skies resume
The old - old sophistries of June -
A blue and gold mistake.
Oh fraud that cannot cheat the Bee.
Almost thy plausibility
Induces my belief,
Till ranks of seeds their witness bear -
And softly thro' the altered air
Hurries a timid leaf.
Oh sacrament of summer days,
Oh Last Communion in the Haze -
Permit a child to join -
Thy sacred emblems to partake -
Thy consecrated bread to take
And thine immortal wine!
.137
Flowers - Well - if anybody
Can the extasy define -
Half a transport - half a trouble -
With which flowers humble men:
Anybody find the fountain
From which floods so contra flow -
I will give him all the Daisies
Which upon the hillside blow.
Too much pathos in their faces
For a simple breast like mine -
Butterflies from St Domingo
Cruising round the purple line -
Have a system of aesthetics -
Far superior to mine.
. |
109
Con un fiore -
una lettera -
Con un agile amore -
Se fisso meglio il chiodo -
Definitivo puntello - lassù -
Non importa l'affanno dell'incudine!
Non importa il riposo!
Non importano i volti di fuliggine
Madidi alla fucina!
.128
Portatemi
il tramonto in una tazza -
Contate le caraffe del mattino
E dite quante versano rugiada -
Ditemi dove il mattino si slancia -
Ditemi quando dorme il tessitore
Delle vaste distese dell'azzurro!
Enumeratemi tutte le note
Dell'estasi del nuovo pettirosso
Fra gli attoniti rami -
Tutti i viaggi che fa la tartaruga -
Tutte le tazze che consuma l'ape,
Fradicia di rugiade!
Poi, chi dell'iride ha messo i piloni,
Poi, chi conduce le docili sfere
Con vimini d'azzurro così tenero?
La stalattite quali dita intrecciano -
Chi conta le perline della notte
Per vedere che non manchi nessuna?
Chi costruì questa casetta albana
E chiuse così bene le finestre
Da non far nulla vedere al mio spirito?
Chi mi fa uscire in un giorno di gala
Con ciò che serve per volare via,
Sulla pomposità?
.
|
109
By a flower - By a letter -
By a nimble love -
If I weld the Rivet faster -
Final fast - above -
Never mind my breathless Anvil!
Never mind Repose!
Never mind the sooty faces
Tugging at the Forge!
.
128
Bring me the sunset in a cup -
Reckon the morning's flagons up
And say how many Dew -
Tell me how far the morning leaps -
Tell me what time the weaver sleeps
Who spun the breadths of blue!
Write me how many notes there be
In the new Robin's extasy
Among astonished boughs -
How many trips the Tortoise makes -
How many cups the Bee partakes,
The Debauchee of Dews!
Also, who laid the Rainbow's piers,
Also, who leads the docile spheres
By withes of supple blue?
Whose fingers string the stalactite -
Who counts the wampum of the night
To see that none is due?
Who built this little Alban House
And shut the windows down so close
My spirit cannot see?
Who'll let me out some gala day
With implements to fly away,
Passing Pomposity?
. |
107
Un piccolo battello
- così piccolo
Che barcollava laggiù nella baia!
Un galante - così galante mare
Che l'invitava fuori!
Un'onda ingorda, ma così ingorda
Che via lo risucchiava dalla costa -
Mai supposto le vele eccelse avrebbero
Che il mio piccolo scafo era perduto!
.
108
Star molto attenti
devono i chirurghi
Nel prendere il coltello!
Di sotto a quelle sottili incisioni
S'agita il reo - la Vita!
.
|
107
'Twas such a little - little boat
That toddled down the bay!
'Twas such a gallant - gallant sea
That beckoned it away!
'Twas such a greedy, greedy wave
That licked it from the Coast -
Nor ever guessed the stately sails
My little craft was lost!
.108
Surgeons must be very careful
When they take the knife!
Underneath their fine incisions
Stirs the Culprit - Life!
. |
80
Svizzero è il
nostro vivere -
Così quieto - freddo -
Finché in qualche strambo pomeriggio
Le Alpi si scordano aperte le tende
E guardiamo al di là!
Al di là c'è l'Italia!
Mentre a guardia nel mezzo -
Le Alpi solenni -
Le Alpi sirene
Per sempre si frappongono!
.
79
Andare in cielo!
Quando non so -
Vi prego non mi domandate come!
Troppo sono stordita
Per pensare a rispondervi!
Andare in cielo!
Come suona confuso!
Eppure sarà fatto
Sicuro come le greggi di notte
A casa tornano in braccio al pastore!
Forse anche voi ci andrete!
Chissà?
Se ci arrivaste prima
Per me serbate solo un posticino
Presso i due che ho perduti -
La "veste" più modesta mi andrà bene
Ed una "coroncina" -
Lo sapete che non badiamo agli abiti
Quando torniamo a casa -
Son lieta di non crederci
Mi mozzerebbe il fiato -
E vorrei una terra così strana
Ancora un po' guardarla!
Lieta che ci credevano
Coloro che non ho mai ritrovati
Dal pomeriggio possente d'autunno
Nel quale li ho lasciati sottoterra.
. |
80
Our lives are Swiss -
So still - so Cool -
Till some odd afternoon
The Alps neglect their Curtains
And we look farther on!
Italy stands the other side!
While like a guard between -
The solemn Alps -
The siren Alps
Forever intervene!
.
79
Going to Heaven!
I dont know when -
Pray do not ask me how!
Indeed I'm too astonished
To think of answering you!
Going to Heaven!
How dim it sounds!
And yet it will be done
As sure as flocks go home at night
Unto the Shepherd's arm!
Perhaps you're going too!
Who knows?
If you sh'd get there first
Save just a little space for me
Close to the two I lost -
The smallest "Robe" will fit me
And just a bit of "Crown" -
For you know we do not mind our dress
When we are going home -
I'm glad I dont believe it
For it w'd stop my breath -
And I'd like to look a little more
At such a curious Earth!
I am glad they did believe it
Whom I have never found
Since the mighty autumn afternoon
I left them in the ground.
. |
7
Con più allegri
sandali
Vanno i piedi di chi ritorna a casa -
Della neve è il vassallo
Finché non spunta - il croco -
Le labbra all'alleluia
Han sostenuto lunghi anni di pratica
Fino a che dài e dài quei barcaioli
Cantando sulla riva hanno marciato.
Perle sono gli spiccioli
Che ha estorti il tuffatore al mare -
Del serafino son le piume - il carro
Appiedato una volta - come noi -
È la notte la tenda del mattino
È latrocinio - è lascito -
La morte, solo rapita attenzione
All'immortalità.
Non sanno dirmi le figure mie
Quanto dista il villaggio -
I cui coltivatori sono gli angeli -
Le cui contrade punteggiano i cieli -
S'inchinano i miei classici -
Adora la mia fede quella tenebra -
Dalle cui abbazie solenni piove
Tale risurrezione.
.
49
Solo due volte ho
perduto altrettanto -
E nella zolla è stato.
Due volte son rimasta a mendicare
Alla porta di Dio!
Due volte sono scesi
Angeli - a rimborsarmi il mio deposito -
Ladro! Banchiere - Padre!
Eccomi povera ancora una volta!
.
|
7
The feet of people walking home
With gayer sandals go -
The Crocus - till she rises
The Vassal of the snow -
The lips at Hallelujah
Long years of practise bore
Till bye and bye these Bargemen
Walked singing on the shore.
Pearls are the Diver's farthings
Extorted from the sea -
Pinions - the Seraph's wagon
Pedestrian once - as we -
Night is the morning's Canvas
Larceny - legacy -
Death, but our rapt attention
To Immortality.
My figures fail to tell me
How far the village lies -
Whose peasants are the angels -
Whose Cantons dot the skies -
My Classics vail their faces -
My faith that Dark adores -
Which from it's solemn abbeys
Such resurrection pours.
.
49
I never lost as much but twice -
And that was in the sod.
Twice have I stood a beggar
Before the door of God!
Angels - twice descending
Reimbursed my store -
Burglar! Banker - Father!
I am poor once more!
. |
547
Visto ho un
occhio morente
Correre intorno intorno ad una stanza -
Sembrava - alla ricerca di qualcosa -
Poi diventar più torbido -
Poi - di nebbia oscurarsi -
E poi - esser saldato
Senza svelar quale cosa beato
L'avrebbe reso se l'avesse vista -
. |
547
I've seen a Dying Eye
Run round and round a Room -
In search of Something - as it seemed -
Then Cloudier become -
And then - obscure with Fog -
And then - be soldered down
Without disclosing what it be
'Twere blessed to have seen -
.
|
540
In mano presi tutta la mia
forza -
E contro il mondo andai -
Non era uguale alla forza - di Davide -
Ma doppio il mio - coraggio -
Lo tirai il mio sasso - ma io stessa
Fui la sola a cadere -
Era forse Golia - troppo grande -
O troppo piccola - io?
.
|
540
I took my Power in my Hand -
And went against the World -
'Twas not so much as David - had -
But I - was twice as bold -
I aimed by Pebble - but Myself
Was all the one that fell -
Was it Goliath - was too large -
Or was myself - too small?
. |
516
Non è causata la
bellezza - è -
Inseguila, e dilegua -
Non seguirla, e rimane -
Cogli le increspature
Nel prato - quando il vento
Vi avvolge le sue dita -
Iddio farà in modo -
Che tu non ci riesca -
.
|
516
Beauty - be not caused - It Is -
Chase it, and it ceases -
Chase it not, and it abides -
Overtake the Creases
In the Meadow - when the Wind
Runs his fingers thro' it -
Deity will see to it
That You never do it -
. |
441
Eccola qui, la mia lettera al
mondo
Che mai ha scritto a me -
Ecco le semplici notizie date -
Con maestà tenera - da natura
Affidato è il messaggio
A mani che non vedo -
Per amor suo - dolci - compatrioti -
Giudicate di me - con tenerezza -
.
|
441
This my letter to the World
That never wrote to Me -
The simple News that Nature told -
With tender Majesty
Her Message is committed
To Hands I cannot see -
For love of Her - Sweet - countrymen -
Judge tenderly - of Me
. |
435
Grande follia è saggezza
suprema -
Per occhio perspicace -
Grande saggezza - la follia più pura -
Ma in ciò la maggioranza,
Come in tutto, prevale -
Approva - e sei sano -
Obietta - sùbito pericoloso -
E tenuto in catene -
.
|
435
Much Madness is divinest Sense -
To a discerning Eye -
Much Sense - the starkest Madness -
'Tis the Majority
In this, as All, prevail -
Assent - and you are sane -
Demur - you're straightway dangerous -
And handled with a Chain -
. |
413
Quaggiù - non mi son mai sentita
a casa -
E nei cieli leggiadri
Lo so - che a casa - non mi sentirò -
Non m'attrae il paradiso -
Perché domenica - è tutto il tempo -
E non arriva mai - un intervallo -
E così solitario sarà l'eden
Mercoledì nei pomeriggi chiari -
Se Dio facesse visite -
O qualche sonnellino -
Non ci vedrebbe - ma si dice che
Sia proprio - un telescopio
Che perenne ci osserva -
Quanto a me scapperei
Da lui - dal Santo Spirito - e da tutto -
Se non ci fosse il "giorno del giudizio"!
.
|
413
I never felt at Home - Below -
And in the Handsome Skies
I shall not feel at Home - I know -
I dont like Paradise -
Because it's Sunday - all the time -
And Recess - never comes -
And Eden'll be so lonesome
Bright Wednesday Afternoons -
If God could make a visit -
Or ever took a Nap -
So not to see us - but they say
Himself - a Telescope
Perennial beholds us -
Myself would run away
From Him - and Holy Ghost - and All -
But there's the "Judgement Day"!
. |
407
Se quello che
possiamo - fosse quel che vogliamo -
Che criterio - meschino -
L'ultimo limite della parola -
L'impotenza di dire -
.
|
407
If What we Could - were what we would -
Criterion - be small -
It is the Ultimate of Talk -
The Impotence to Tell -
. |
404
Quanti fiori
languiscono nel bosco -
O rovinano giù dalla collina -
Senz'aver la ventura di sapere
D'esser meravigliosi -
Quanti gettano un seme senza nome
Alla brezza vicina -
Senza sapere del dono scarlatto -
Che darà ad altri occhi -
.
|
404
How many Flowers fail in Wood -
Or perish from the Hill -
Without the privilege to know
That they are Beautiful -
How many cast a nameless Pod
Upon the nearest Breeze -
Unconscious of the Scarlet Freight -
It bear to other eyes -
. |
401
Che creature soffici
- cherubiche -
Codeste gentildonne -
Preferiresti assalire un peluche -
O violare una stella -
Convincimenti così ovattati -
Così squisito orrore
Verso l'umanità lentigginosa -
E schifiltose - di ciò ch'è divino -
Gloria - così banale -
Rango - di pescatore -
La redenzione - o fragile signora -
Sia altrettanto - con te - schifiltosa -
.
|
401
What Soft - Cherubic Creatures -
These Gentlewomen are -
One would as soon assault a Plush -
Or violate a Star -
Such Dimity Convictions -
A Horror so refined
Of freckled Human Nature -
Of Deity - ashamed -
It's such a common - Glory -
A Fisherman's - Degree -
Redemption - Brittle Lady -
Be so - ashamed of Thee -
. |
377
Perder la fede - è più
Che perdere un possesso -
Un possesso si può
Ricuperare - ma la fede no -
Un credo - ereditato con la vita -
Più d'una sola volta - non può essere -
Una singola clausola abolisci -
Ed è mendico - l'essere -
.
|
377
To lose One's faith - surpass
The loss of an Estate -
Because Estates can be
Replenished - faith cannot -
Inherited with Life -
Belief - but once - can be -
Annihilate a single clause -
And Being's - Beggary -
. |
376
Certo - ho pregato -
E Dio se n'è curato?
Se n'è curato come se nell'aria
Un uccello - battuto avesse il piede -
E avesse urlato "Dammi" -
La ragione - la vita -
Avuta non l'avrei - se non per te -
Sarebbe stata carità migliore
Nella tomba dell'atomo lasciarmi -
Allegra, e inane, e gaia, ed insensibile -
Che questa così lucida miseria.
.
|
376
Of Course - I prayed -
And did God Care?
He cared as much as on the Air
A Bird - had stamped her foot -
And cried "Give Me" -
My Reason - Life -
I had not had - but for Yourself -
'Twere better Charity
To leave me in the Atom's Tomb -
Merry, and nought, and gay, and numb -
Than this smart Misery.
.
|
374
In cielo sono andata
-
Era un paesino -
Con luce - di rubino -
E piastrelle - di piuma -
Più silente - dei campi
Con la rugiada al colmo -
Splendido - come immagini -
Non da uomo dipinte -
Gente - come falene -
Strutture - di merletto -
Mansioni - di bambagia -
Ed ovattati - nomi -
Quasi - contenta -
Io - potrei essere -
In così unica
Compagnia -
.
|
374
I went to Heaven -
'Twas a small Town -
Lit - with a Ruby -
Lathed - with Down -
Stiller - than the fields
At the full Dew -
Beautiful - as Pictures -
No Man drew -
People - like the Moth -
Of Mechlin - frames -
Duties - of Gossamer -
And Eider - names -
Almost - contented -
I - could be -
'Mong such unique
Society -
. |
370
Fino a tal
punto è della mente il cielo
Che se mai fosse la mente dissolta -
La sede sua - da nessun architetto
Sarebbe dimostrabile -
È vasto - come la nostra capienza -
Bello così - come la nostra idea -
Per chi ha adeguato desiderio
Non è altrove, che qui -
.
|
370
Heaven is so far of the Mind
That were the Mind dissolved -
The Site - of it - by Architect
Could not again be proved -
'Tis vast - as our Capacity -
As fair - as our idea -
To Him of adequate desire
No further 'tis, than Here -
. |
357
Dio è un lontano -
maestoso amante -
Fa la corte, ci spiega - attraverso suo figlio -
Una corte vicaria, veramente -
Tal quale: "Miles", e "Priscilla" bella -
Ma, perché l'anima - come "Priscilla"
Non scelga il messo - e disdegni lo sposo -
Decreta, con iperbolica astuzia -
"Miles", "John Alden": erano sinonimi -
.
|
357
God is a distant - stately Lover -
Woos, as He states us - by His Son -
Verily, a Vicarious Courtship -
"Miles", and "Priscilla", were such an One -
But, lest the Soul - like fair "Priscilla"
Choose the Envoy - and spurn the 'Groom -
Vouches, with hyperbolic archness -
"Miles", and "John Alden" were Synonyme -
. |
338
Lo so che esiste.
Nascosto in qualche luogo -
In silenzio - ai nostri occhi grossolani
Ha la sua vita rara.
È il gioco d'un istante -
Amorosa imboscata -
Perché appunto la felicità
La sua sorpresa meriti!
Ma - se dovesse il gioco rivelarsi
Tremendamente serio -
La gioia - raggelarsi -
Nello sguardo - severo - della Morte -
Non potrebbe lo spasso
Sembrar troppo costoso?
Non sarebbe lo scherzo -
Scivolato troppo oltre?
.
|
338
I know that He exists.
Somewhere - in silence -
He has hid his rare life
From our gross eyes.
'Tis an instant's play -
'Tis a fond Ambush -
Just to make Bliss
Earn her own surprise!
But - should the play
Prove piercing earnest -
Should the glee - glaze -
In Death's - stiff - stare -
Would not the fun
Look too expensive!
Would not the jest -
Have crawled too far!
. |
334
Tutte
le lettere che potrei scrivere
Non saranno mai belle come questa -
Sillabe di velluto -
Frasi di seta,
Abissi di rubino, mai scavati,
Nascosti, labbro, a te -
Immaginala come un Colibrì -
E che or ora abbia libato - me -
.
|
334
All the letters I can write
Are not fair as this -
Syllables of Velvet -
Sentences of Plush,
Depths of Ruby, undrained,
Hid, Lip, for Thee -
Play it were a Humming Bird -
And just sipped - me -
. |
326
Non riesco a danzare
sulle punte -
Nessuno m'ha istruita -
Ma spesso, nella mente,
Mi possiede una gioia,
Che se avessi nozioni di balletto -
Esplodere potrebbe in piroette
Tali da render pallida una troupe -
Matta una prima donna,
E anche se non ho gonna di tulle -
Né riccioli ai capelli,
Né per il pubblico - come gli uccelli,
Saltello a zampa in aria,
Né mi slancio in batuffoli di piuma,
Né mi rotolo su ruote di neve
Fino a uscire di scena, nel clamore,
Col teatro che il bis da me reclama -
Né sa nessuno che conosco l'arte
Che qui descrivo - con semplicità -
Né mi decanta nessun cartellone -
C'è il pieno come all'Opera -
.
|
326
I cannot dance upon my Toes -
No Man instructed me -
But oftentimes, among my mind,
A Glee possesseth me,
That had I Ballet knowledge -
Would put itself abroad
In Pirouette to blanch a Troupe -
Or lay a Prima, mad,
And though I had no Gown of Gauze -
No Ringlet, to my Hair,
Nor hopped for Audiences - like Birds,
One Claw upon the air,
Nor tossed my shape in Eider Balls,
Nor rolled on wheels of snow
Till I was out of sight, in sound,
The House encore me so -
Nor any know I know the Art
I mention - easy - Here -
Nor any Placard boast me -
It's full as Opera -
. |
324
C'è chi santifica la festa in chiesa -
Io la santifico, restando a casa -
Ho per corista un bobolink -
E un frutteto per cupola -
C'è chi santifica con paramenti -
Solo le ali io mi metto -
E invece di suonar campane, in chiesa,
Canta - il piccolo nostro sacrestano.
Fa la predica Dio, noto ecclesiastico -
Né mai lungo è il sermone,
Così invece di andarci alla fine -
Io, in cielo, ci vado tutto il tempo.
.
|
324
Some keep the Sabbath
going to Church -
I keep it, staying at Home -
With a Bobolink for a Chorister -
And an Orchard, for a Dome -
Some keep the Sabbath in Surplice -
I, just wear my Wings -
And instead of tolling the Bell, for Church,
Our little Sexton - sings.
God preaches, a noted Clergyman -
And the sermon is never long,
So instead of getting to Heaven, at least -
I'm going, all along.
. |
301
Penso, la terra è
breve -
E l'angoscia - assoluta -
E molti soffrono,
Ma, e con ciò?
Penso, siamo mortali -
Non c'è vitalità
Che possa vincere il decadimento,
Ma, e con ciò?
Penso, che in Cielo -
Compenso ci sarà, in qualche modo -
Qualche nuova equazione sarà data -
Ma, e con ciò?
.
|
301
I reason, Earth is short -
And Anguish - absolute -
And many hurt,
But, what of that?
I reason, we could die -
The best Vitality
Cannot excel Decay,
But, what of that?
I reason, that in Heaven -
Somehow, it will be even -
Some new Equation, given -
But, what of that?
. |
298
Sola, non posso stare -
Mi visitano - gli ospiti
Compagnia senza traccia -
Fanno a meno di chiavi -
Non hanno abiti, o nomi -
Né almanacchi - o climi -
Ma dimore comuni
Come gnomi -
Da corrieri interiori il loro arrivo
Può essere annunciato -
Ma la partenza - no -
Non se ne vanno mai -
.
|
298
Alone, I cannot be -
The Hosts - do visit me -
Recordless Company -
Who baffle Key -
They have no Robes, nor Names -
No Almanacs - nor Climes -
But general Homes
Like Gnomes -
Their Coming, may be known
By Couriers within -
Their going - is not -
For they're never gone -
. |
297
Come la luce -
Delizia senza forma -
E come l'ape -
Melodia - senza tempo -
Come i boschi - segreta -
Come la brezza -
Senza parole - scuote
Gli alberi più orgogliosi -
Come il mattino -
All'acme - quando cessa -
E gli orologi eterni -
Battono - mezzogiorno!
.
|
297
It's like the Light -
A fashionless Delight -
It's like the Bee -
A dateless - Melody -
It's like the Woods -
Private - Like the Breeze -
Phraseless - yet it stirs
The proudest Trees -
It's like the Morning -
Best - when it's done -
And the Everlasting Clocks -
Chime - Noon!
. |
288
Sono nessuno! E tu?
Sei - nessuno - anche tu?
Allora siamo due!
Taci! sai che pubblicità - farebbero!
Quale tristezza - essere - qualcuno!
Quale volgarità - come una rana -
Dire il tuo nome - quanto è lungo giugno -
A un pantano ammirante!
.
|
288
I'm Nobody! Who are you?
Are you - Nobody - too?
Then there's a pair of us!
Don't tell! They'd advertise - you know!
How dreary - to be - Somebody!
How public - like a Frog -
To tell one's name - the livelong June -
To an admiring Bog!
. |
265
Navi di porpora -
oscillano lievi -
Su mari di narcisi -
Lì marinai fantastici - affluiscono -
E poi - quieto è il molo.
.
|
265
Where Ships of Purple - gently toss -
On Seas of Daffodil -
Fantastic Sailors - mingle -
And then - the Wharf is still!
. |
249
Selvagge notti - Selvagge notti!
Fossi io con te, sarebbero
Selvagge notti
La nostra voluttà!
Futili - i venti -
A un cuore in porto -
Niente più bussola -
Niente più mappa!
Ah, remare nell'eden -
Ah, il mare!
Potessi gettar l'àncora - stanotte -
In te!
.
|
249
Wild nights - Wild nights!
Were I with thee
Wild nights should be
Our luxury!
Futile - the winds -
To a Heart in port -
Done with the Compass -
Done with the Chart!
Rowing in Eden -
Ah, the Sea!
Might I but moor - tonight -
In thee!
. |
245
Nelle mie dita tenevo un gioiello -
E mi misi a dormire -
Caldo era il giorno, ed il vento noioso -
Io dissi: "Durerà" -
Mi svegliai - e sgridai le buone dita,
La gemma era svanita -
E adesso, un ricordo d'ametista
È tutto quel che ho -
.
|
245
I held a Jewel in my fingers -
And went to sleep -
The day was warm, and winds were prosy -
I said "'Twill keep" -
I woke - and chid my honest fingers,
The Gem was gone -
And now, an Amethyst remembrance
Is all I own -
. |
(1861)
Sicuri nelle stanze d'alabastro -
Intatti dal mattino
E intatti dal meriggio -
Giacciono i miti membri della resurrezione -
Trave di raso - e tetto di pietra!
Grandi - sotto la falce - vanno gli anni su loro -
Mondi scavano archi -
E firmamenti - remano -
Diademi - cadono - e Dogi - s'arrendono -
Muti come granelli - sopra un disco di neve -
.
|
(1861)
Safe in their Alabaster Chambers -
Untouched by Morning
And untouched by Noon -
Lie the meek members of the Resurrection -
Rafter of Satin - and Roof of Stone!
Grand go the Years - in the Crescent - above them -
Worlds scoop their Arcs -
And Firmaments - row -
Diadems - drop - and Doges - surrender -
Soundless as dots - on a Disc of Snow -
. |
216
(1859)
Sicuri nelle stanze
d'alabastro -
Intatti dal mattino
E intatti dal meriggio -
Dormono i miti membri della resurrezione -
Trave di raso,
Tetto di pietra.
Lieve ride la brezza
Nel castello su loro -
Bisbiglia l'ape in un orecchio stolido,
Trillano gli uccellini in cadenza ignorante -
Ah, che sfacelo di sagacia qui!
.
|
216
(1859)
Safe in their Alabaster Chambers -
Untouched by Morning
And untouched by Noon -
Sleep the meek members of the Resurrection -
Rafter of satin,
And Roof of stone.
Light laughs the breeze
In her Castle above them -
Babbles the Bee in a stolid Ear,
Pipe the Sweet Birds in ignorant cadence -
Ah, what sagacity perished here!
.
|
211
Vieni pian piano -
eden!
Labbra a te non avvezze -
Timide - libano i tuoi gelsomini -
Come l'ape in deliquio -
Tardi giunta al suo fiore,
Ronza intorno al suo talamo -
I suoi nettari conta -
Entra - ed è nei balsami perduta.
.
|
211
Come slowly - Eden!
Lips unused to Thee -
Bashful - sip thy Jessamines -
As the fainting Bee -
Reaching late his flower,
Round her chamber hums -
Counts his nectars -
Enters - and is lost in Balms.
. |
200
Rubati a un'ape -
Per causa - tua -
Soave scusa -
M'ha perdonata!
.
|
200
I stole them from a Bee -
Because - Thee -
Sweet plea -
He pardoned me!
. |
190
Lui era debole, e io
forte - allora -
Così lui lasciò me guidarlo dentro -
Io ero debole, e lui forte allora -
Così io lasciai lui guidarmi - a casa.
Non lontano - la porta era vicina -
Non buio - infatti venne - pure lui -
Non c'era chiasso, nulla infatti disse -
Questo e non altro m'importò sapere.
Bussò il giorno - e dovemmo dividerci -
Né io ero più forte né lui - ora -
Lui tentò - e io pure -
Niente accadde - però!
.
|
190
He was weak, and I was strong - then -
So He let me lead him in -
I was weak, and He was strong then -
So I let him lead me - Home.
'Twas'nt far - the door was near -
'Twas'nt dark - for He went - too -
'Twas'nt loud, for He said nought -
That was all I cared to know.
Day knocked - and we must part -
Neither - was strongest - now -
He strove - and I strove - too -
We did'nt do it - tho'!
. |
189
Piccola cosa piangere -
Minima sospirare -
Eppure - d'accidenti - come questi
Moriamo uomini e donne!
.
|
189
It's such a little thing to weep -
So short a thing to sigh -
And yet - by Trades - the size of these
We men and women die!
. |
188
Fammi un quadro del sole -
Ch'io possa appenderlo nella mia stanza -
E finga di scaldarmi
Quando gli altri lo chiameranno "giorno"!
Ritraimi un pettirosso - sopra un ramo -
Ch'io in sogno l'ascolti,
E quando il canto fermerà il frutteto -
Deporrò la finzione -
Di' se davvero - è caldo a mezzogiorno -
Sono forse i ranuncoli - che "volano" -
O sono le farfalle - che "fioriscono"?
Evita - poi - il gelo - sopra il campo -
Ed evita la ruggine - sull'albero -
Illudiamoci che - non vengan mai!
.
|
188
Make me a picture of the sun -
So I can hang it in my room -
And make believe I'm getting warm
When others call it "Day"!
Draw me a Robin - on a stem -
So I am hearing him, I'll dream,
And when the Orchards stop their tune -
Put my pretense - away -
Say if it's really - warm at noon -
Whether it's Buttercups - that "skim" -
Or Butterflies - that "bloom"?
Then - skip - the frost - upon the lea -
And skip the Russet - on the tree -
Let's play those - never come!
. |
185
"Fede": bella invenzione
Se i gentiluomini sanno vedere -
Però sono prudenti i Microscopi
In caso d'emergenza.
.
|
185
"Faith" is a fine invention
When Gentlemen can see -
But Microscopes are prudent
In an Emergency.
. |
182
Non fossi viva quando
Verranno i pettirossi,
Date a quello in cravatta,
In memoria una briciola!
Non potessi dir grazie,
Perché immersa nel sonno,
Sappiate che mi sforzo
Col labbro di granito!
.
|
182
If I should'nt be alive
When the Robins come,
Give the one in Red Cravat,
A Memorial crumb!
If I could'nt thank you,
Being fast asleep,
You will know I'm trying
With my Granite lip!
. |
162
Il fiume mio scorre
verso di te -
Azzurro mare! mi riceverai?
Il fiume mio aspetta la risposta -
O mare - sii benevolo!
Ti porterò ruscelli
Da angoli sublimi -
Deh - mare - prendimi!
.
|
162
My River runs to Thee -
Blue Sea - Wilt welcome me?
My River waits reply -
Oh Sea - look graciously!
I'll fetch thee Brooks
From spotted nooks -
Say - Sea - take me!
. |
150
She died - this was the way she died.
And when her breath was done
Took up her simple wardrobe
And started for the sun.
Her little figure at the gate
The Angels must have spied,
Since I could never find her
Upon the mortal side.
.
|
150
Morì - fu questo il modo in cui morì.
E quando il suo respiro fu cessato
Raccolse il suo modesto guardaroba
E partì verso il sole.
La sua figura piccola al cancello
L'avranno scorta gli angeli,
Se io non non l'ho potuta mai trovare
Qui nel regno mortale.
.
|
135
L'acqua, viene insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani attraversati.
Lo slancio - dallo spasimo -
La pace - dai racconti di battaglia -
L'amore, da un'impronta di memoria -
Gli uccelli, dalla neve.
.
|
135
Water, is taught by thirst.
Land - by the oceans passed.
Transport - by throe -
Peace - by it's battles told -
Love, by memorial mold -
Birds, by the snow.
. |
125
Per ogni istante d'estasi
Un'angoscia paghiamo
In forte e palpitante proporzione
All'estasi -
Per ogni ora diletta
Compensi acerbi d'anni -
Soldini amaramente contrastati -
E cofanetti di lacrime colmi!
.
|
125
For each extatic instant
We must an anguish pay
In keen and quivering ratio
To the extasy -
For each beloved hour
Sharp pittances of Years -
Bitter contested farthings -
And Coffers heaped with tears!
. |
124
In terre che
non ho mai viste - dicono
Alpi immortali guardano all'ingiù -
Le loro cuffie il firmamento toccano -
Toccano la città i loro sandali -
Umili al loro sempiterno piede
Miriadi giocano di margherite -
Chi siete voi, Signore, e chi son io
In un giorno d'agosto?
.
|
124
In lands I never saw - they say
Immortal Alps look down -
Whose Bonnets touch the firmament -
Whose Sandals touch the town -
Meek at whose everlasting feet
A Myriad Daisy play -
Which, Sir, are you and which am I
Upon an August day?
. |
113
La nostra parte di notte
portare -
La nostra di mattino -
Il nostro vuoto riempire di gioia,
Il nostro vuoto riempir di disprezzo -
Qua una stella, e là un'altra stella,
Alcune si smarriscono!
Qua una nebbia - e là un'altra nebbia -
Infine - giorno!
. |
113
Our share of night to bear -
Our share of morning -
Our blank in bliss to fill,
Our blank in scorning -
Here a star, and there a star,
Some lose their way!
Here a mist - and there a mist -
Afterwards - Day!
.
|
111
L'ape paura di me non si mette.
Conosco la farfalla -
Il grazioso popolo dei boschi
M'accoglie cordialmente -
Ridon più forte i ruscelli al mio arrivo -
Più pazzerelle scherzano le brezze;
Perché l'argento tuo m'annebbia gli occhi,
Perché, o giorno estivo?
.
|
111
The Bee is not afraid of me.
I know the Butterfly -
The pretty people in the Woods
Receive me cordially -
The Brooks laugh louder when I come -
The Breezes madder play;
Wherefore mine eye thy silver mists,
Wherefore, Oh Summer's Day?
.
|
99
Nuovi piedi nel mio giardino
vanno -
Nuove dita rimuovono le zolle -
Tradisce sopra l'olmo un trovatore
La solitudine.
Nuovi bambini giocano sul prato -
Nuovi stremati dormono là sotto -
E ancora la pensosa primavera -
Ed ancora la neve puntuale!
.
|
99
New feet within my garden go -
New fingers stir the sod -
A Troubadour upon the Elm
Betrays the solitude.
New Children play upon the green -
New Weary sleep below -
And still the pensive Spring returns -
And still the punctual snow!
. |
92
L'amico mio dev'essere un uccello -
Infatti vola!
Dev'essere, l'amico mio, mortale,
Infatti muore!
Pungiglioni possiede, come un'ape!
Ah, strano amico!
Tu mi scombussoli!
.
|
92
My friend must be a Bird -
Because it flies!
Mortal, my friend must be,
Because it dies!
Barbs has it, like a Bee!
Ah, curious friend!
Thou puzzlest me!
. |
89
Ci son cose che
volano -
Uccelli - ore - il bombo -
Niente elegie su queste.
Ci son cose che restano -
Patimento - colline - eternità -
Nemmeno queste riguardano me.
Ce ne sono che stando ferme, sorgono.
Posso spiegare i cieli?
Com'è immobile l'indovinello!
. |
89
Some things that fly there be -
Birds - Hours - the Bumblebee -
Of these no Elegy.
Some things that stay there be -
Grief - Hills - Eternity -
Nor this behooveth me.
There are that resting, rise.
Can I expound the skies?
How still the Riddle lies!
.
|
85
"Non son loro che m'hanno
scelto" - disse -
"Ma io ho scelto loro!"
Forte - asserzione d'un cuore spezzato -
Pronunciata in Betlemme!
Io non avrei potuto,
Ma se Gesù osò,
Signore! sappi che una margherita
Il disonore tuo ha condiviso!
. |
85
"They have not chosen me" - he said -
"But I have chosen them"!
Brave - Broken hearted statement -
Uttered in Bethleem!
I could not have told it,
But since Jesus dared,
Sovreign! Know a Daisy
Thy dishonor shared!
. |
84
Al suo petto s'addicono le
perle,
Ma io proprio non ero un "tuffatore" -
Alla sua fronte i troni
Ma corona io non ho.
Al suo cuore la §casa -
Io - un passero - qui ho costruito
Dolce di ramicelli e cordicelle
Il mio nido perenne.
. |
84
Her breast is fit for pearls,
But I was not a "Diver".-
Her brow is fit for thrones
But I had not a crest.
Her heart is fit for §home -
I - a sparrow - build there
Sweet of twigs and twine
My perennial nest.
. |
77
Mai io non odo la parola
"fuga"
Senza un più forte pulsare del sangue,
Una sùbita attesa,
Un impulso a volare!
Mai io non odo di prigioni vaste
Da soldati abbattute,
Senza urtare bambina le mie sbarre
Per fallire di nuovo!
. |
77
I never hear the word "escape"
Without a quicker blood,
A sudden expectation,
A flying attitude!
I never hear of prisons broad
By soldiers battered down,
But I tug, childish, at my bars
Only to fail again!
. |
76
Esultanza è l'andare
D'un'anima terragna verso il mare,
Oltre le case - oltre i promontori,
Nell'eterno profondo -
Cresciuti come siamo in mezzo ai monti,
Può comprendere forse il marinaio
La divina ubriachezza
Del primo miglio lontano da terra?
. |
76
Exultation is the going
Of an inland soul to sea,
Past the houses - past the headlands,
Into deep Eternity -
Bred as we, among the mountains,
Can the sailor understand
The divine intoxication
Of the first league out from land?
. |
67
Dolcissimo il
successo
Pare a chi mai l'ha avuto.
Gustare un nettare
Fa soltanto durissima indigenza.
Della schiera purpurea
Che conquistato ha oggi la bandiera
Chi con tanta chiarezza
Saprebbe definire la vittoria
Come il vinto - morente -
Sul cui orecchio dannato trionfali
Scoppiano le lontane
Note strazianti e chiare?
. |
67
Success is counted sweetest
By those who ne'er succeed.
To comprehend a nectar
Requires sorest need.
Not one of all the purple Host
Who took the Flag today
Can tell the definition
So clear of Victory
As he defeated - dying -
On whose forbidden ear
The distant strains of triumph
Burst agonized and clear!
. |
61
Papà lassù!
Guarda un topino
Sopraffatto dal gatto!
Riserva nel tuo regno
Una "magione" al ratto!
A suo agio in serafiche dispense
A mordicchiare tutto il santo giorno,
Mentre senza sospetto
Gira il tempo la sua ruota solenne!
. |
61
Papa above!
Regard a Mouse
O'erpowered by the Cat!
Reserve within thy kingdom
A "Mansion" for the Rat!
Snug in seraphic Cupboards
To nibble all the day,
While unsuspecting Cycles
Wheel solemnly away!
. |
56
Se smetterò di portare una
rosa
In un giorno di festa,
Sarà perché al di là della rosa
Sarò stata chiamata -
Se smetterò di dare alle mie gemme
Per evocarle i nomi -
Sarà perché le dita della Morte
Chiuso avranno il mio labbro mormorante!
.
|
56
If I should cease to bring a Rose
Upon a festal day,
Twill be because beyond the Rose
I have been called away -
If I should cease to take the names
My buds commemorate -
Twill be because Death's finger
Clasps my murmuring lip!
. |
55
Da cortesie minuscole,
Un boccio, oppure un libro,
Sono piantati i semi dei sorrisi -
Che sbocciano nel buio.
.
. |
55
By Chivalries as tiny,
A Blossom, or a Book,
The seeds of smiles are planted -
Which blossom in the dark.
. |
52
Se la mia barca è
sprofondata in mare -
O incontrato ha tempeste -
O se ha volto ad isole incantate
Le sue docili vele -
Da qual mistico ormeggio
È oggi trattenuta -
È questo il compito affidato all'occhio
Là fuori nella baia.
. |
52
Whether my bark went down at sea -
Whether she met with gales -
Whether to isles enchanted
She bent her docile sails -
By what mystic mooring
She is held today -
This is the errand of the eye
Out upon the Bay.
. |
|
47
Cuore! Lo scorderemo!
Tu ed io - questa notte!
Tu scorderai il calore che ha donato -
Io scorderò la luce!
Quando hai finito, dimmelo, ti prego -
Ch'io subito cominci!
Presto! mentre tu indugi
Io potrei ricordarlo!
. |
47
Heart! We will forget him!
You and I - tonight!
You may forget the warmth he gave -
I will forget the light!
When you have done, pray tell me
That I may straight begin!
Haste! lest while you're lagging
I remember him!
. |
35
Nota a
nessuno è questa rosellina -
Pellegrina sarebbe
Se non l'avessi io tolta dalle strade
E raccolta per te.
Ne sentirà l'assenza solo un'ape -
Soltanto una farfalla,
Che da viaggio lontano s'affretta -
Per giacerle sul seno -
Solo un uccello se ne stupirà -
Solo una brezza ne sospirerà -
Ah rosellina - per chi è come te
È facile morire!
.. |
35
Nobody knows this little Rose -
It might a pilgrim be
Did I not take it from the ways
And lift it up to thee.
Only a Bee will miss it -
Only a Butterfly,
Hastening from far journey -
On it's breast to lie -
Only a Bird will wonder -
Only a Breeze will sigh -
Ah Little Rose - how easy
For such as thee to die!
. |
26
È tutto ciò che da portare
ho oggi -
Questo, e il mio cuore insieme -
Questo, e il mio cuore, e tutti quanti i campi -
E tutti i prati vasti -
Bada tu a contare - se io scordassi -
Qualcheduno la somma potrà dire -
Questo, e il mio cuore, e tutte le api che
Vivono nel trifoglio.
. |
26
It's all I have to bring today -
This, and my heart beside -
This, and my heart, and all the fields -
And all the meadows wide -
Be sure you count - sh'd I forget
Some one the sum could tell -
This, and my heart, and all the Bees
Which in the Clover dwell.
. |
19
Un sepalo - o un petalo - e una spina
In un comune mattino d'estate -
Un fiasco di rugiada - Un'Ape o due -
Una brezza - un frullare in mezzo agli alberi -
E io sono una rosa!
. |
19
A sepal, petal, and a thorn
Upon a common summer's morn -
A flask of Dew - A Bee or two -
A Breeze - a caper in the trees -
And I'm a Rose!
. |
16
Distillare una coppa,
Darla a tutti i miei amici,
Bevendo per colei che più non s'agita,
Presso ruscello, o fontana, o brughiera!
Trad. di Letterio Cassata |
16
I would distil a cup -
And bear to all my friends,
Drinking to her no more astir,
By beck, or burn, or moor!
. |
|
12
Le mattine diventano più miti -
Le noci si colorano di bruno -
La guancia della bacca è più paffuta -
La rosa è emigrata.
L'acero indossa una sciarpa più gaia -
E la campagna una gonna scarlatta -
Io per paura d'essere antiquata
Mi metterò un gingillo.
. |
12
The morns are meeker than they were -
The nuts are getting brown -
The berry's cheek is plumper -
The Rose is out of town.
The Maple wears a gayer scarf -
The field a scarlet gown -
Lest I should be old fashioned
I'll put a trinket on.
. |
11
Non ho svelato mai
l'oro sepolto
Sulla collina - giace -
Ho visto il sole - dopo la rapina
Giù accucciarsi a guardia della preda.
Stava così vicino -
Come stessi tu qui -
Un passo era tra noi -
Avesse un serpente solcato la macchia
La vita avrei perduta.
Un bottino mirabile -
Onestamente guadagnato, spero.
I lingotti più belli
Che abbia mai una vanga baciati!
Mantenere il segreto -
O piuttosto svelarlo -
Forse Kidd mentre io penso
Farà subito vela -
Mi consigliasse un furbo
Potremmo anche dividere -
Se un furbo mi tradisse -
Sia Atropo a decidere!
. |
11
I never told the buried gold
Upon the hill - that lies -
I saw the sun - his plunder done
Crouch low to guard his prize.
He stood as near
As stood you here -
A pace had been between -
Did but a snake bisect the brake
My life had forfeit been.
That was a wondrous booty -
I hope 'twas honest gained.
Those were the fairest ingots
That ever kissed the spade!
Whether to keep the secret -
Whether to reveal -
Whether as I ponder
Kidd will sudden sail -
Could a shrewd advise me
We might e'en divide -
Should a shrewd betray me -
Atropos decide!
. |
10
La mia ruota è nel buio!
Non vedo nessun raggio
Eppure so che i suoi piedi stillanti
Van sempre attorno attorno.
Il mio piede è sull'onda!
Strada non frequentata -
Eppure ha ogni strada
In fondo una radura -
Restituito hanno alcuni il telaio -
Nella tomba operosa
Trovano altri bizzarre attività -
Altri con nuovo - maestoso piede -
Passano regalmente oltre il cancello -
Rigettando il problema
A te e me!
. |
10
My Wheel is in the dark!
I cannot see a spoke
Yet know it's dripping feet
Go round and round.
My foot is on the Tide!
An unfrequented road -
Yet have all roads
A clearing at the end -
Some have resigned the Loom -
Some in the busy tomb
Find quaint employ -
Some with new - stately feet -
Pass royal thro' the gate -
Flinging the problem back
At you and I!
. |
2
C'è un altro cielo,
Sempre sereno e bello,
E c'è un altro sole,
Sebbene ci sia buio;
Non pensare a foreste fradice, Austin,
Non pensare a campagne silenziose -
Qui c'è una minuscola foresta,
Con foglie sempre verdi;
Qui un giardino c'è più luminoso,
Non toccato dal gelo;
Tra i suoi fiori perenni
Odo la luminosa ape ronzare;
Fratello mio, ti prego,
Vieni nel mio giardino!
. |
2
There is another sky,
Ever serene and fair,
And there is another sunshine,
Tho' it be darkness there;
Never mind faded forests, Austin,
Never mind silent fields -
Here is a little forest,
Whose leaf is ever green;
Here is a brighter garden,
Where not a frost has been;
In it's unfading flowers
I hear the bright bee hum;
Prithee, my Brother,
Into my garden come!
. |
|