inutilità di pretesa
Perplessità
di continuo controllo
su ciò che tocco,
vedo senza sosta
nel dare valore di non esistenza
in sola materia.
Guardo indietro (sempre)
igienizzando gesti
che pre(te)ndono il sopravvento.
Non sono lacrime
non sono occhi (MIEI)
rossi dopo lo sfogo
è una guerra fredda dentro
chè non trovo freccia
di direzione d’anima
con chi ho avuto vicino
(in sofferenza).
Indosso il vestito di pelle
lasciando morire
ogni contatto sulla mia mano
delle labbra (sognate) di chissà chi.
Il mio cibo
ombre mai fissate
e sentite nelle loro vacuità,
ritmi incalzanti
scolpiti d’antichità
esenti di tempo.
Che forza so
e ho saputo dare
a questa mia rabbia
se sa ancora trafiggermi
senza esistere, senza vivere?
Vendetta per me stessa
derivante dall’occluso aspettare
..... .... ..... ..... ..... .....
aspettare come reclamare,
forse ho solo rubato
!NON LO SO!
sentimenti e delusioni
nelle illusioni
pretendendo libertà assente.
Pretendo e ancora pretendo
vita calda, già evaporata,
nella assolutezza circoncisa
del futuro d’autopsia
non recitata, non aggredita
in un qualsiasi attimo
di follia esasperata
nei pori d’amore che sento,
nel toccarmi sul grazioso perdono
che posso avere
di me stessa....
emozione artificiale
Guardar vetrine
e fissarne la moda
oltre i passi
del vetro.
Si consumano
sguardi di letargo
nei freddi saluti affrettati.
Sospesa
ispirata da una poesia di Natàlia Castaldi
L'affanno del respiro
inciso nell'ombra
del viversi,
sulla punta dei riccioli
caduti, osservati e raccolti
sulla sfumatura
di quel piccolo tempo passato.
Piccoli passi
di fronte a strade
del ieri curioso,
ora presente
nei sogni più estesi
in una possibile, scontrosa
verità da esplorare
destarsi un solo attimo
in gomitolo strecciato,
chiedersi il "perchè"
già descritto nelle visioni
del domani...
non c'è scusa o frase
per l'impotenza nutrita
nella sofferenza.
L’intorno storico
occhi, solo occhi
per svestire
forme in prossimità
della porta accanto.
occhi, solo occhi
per schiuderla distrattamente:
un affascinante
sole eclissato
dal trambusto di una pausa
investendo
la vita altrui
di cuoio bollente
come una cintura
di afoso marchio proprio,
di moda irrilevante,
di notizia,
di boom saltato in aria.
occhi, solo occhi
nel guardare
la povertà altrui
e dir contenti:
^ non tocca a me! ^
marcisce l’Umano,
insieme all’Altruismo
in un ballo
d’ogni momento
sbirciato...
.... .... ....
intorno a noi.
con una mano
nel portafoglio
da tenere gelosamente
custodito
.... .... .... ....
e l’altra
nell’Indifferenza,
nel Far Finta del Non Vedere.
L’altra me
Oggi ho ritrovato
i fantasmi delle mie parole:
han un peso sensato
lontano da impercettibili dubbi.
Una coscienziosa
lacrima di stanchezza
riga una strada
senza certezza;
la vita sommersa
tra le vesti profumate
d’inconfondibile
girotondo affrescato
su creta resistente.
Da non so dove
arriva la calma
della tua voce
nell’eco del mio
istintivo cercarti.
Fuori l’albero
soleggiato d’ombra sulle cime
ricopre di cromatico diamante
la linfa nascosta e timida
del non volersi mostrare,
ma tra i suoi spazi tuonano
le assillanti particelle
del tuo eterno esserci
a cui non so sottrarmi:
persevera esistenza cantata
nel vivere d’ogni mattino
quando il sole sa
di volerci baciare
con lo stesso raggio
dove ogni tuo suono
si posa per venirmi
a cercare accarezzandomi
nel presente
e nel sempre.
Spot
Immagini
dentro schermi
saccenti.
Echi d’acquisto
equipaggiati
di castelli,
mulini,
madri volanti,
padri sorridenti,
figli sguazzanti
in favole di pane
o di biscotti
senza toccare mai
la fragilità
di un guscio fresco
tra calli
teneri di fatiche,
senza specchiarsi mai
nella perla di un sudore
sopra occhi
di chi ha visto scorrere
anni di progresso
poi affacciati
alla rovina
di genuinità
sotto l’età
del sole stanco
… … …
Cosa conosce
l’anima di un bambino
se non una corsa
accerchiata
dal (finto) benessere
filastroccato?
Solo il voler avere
tra segmenti pindarici
della pretesa.
Hai... (16 maggio 2008 ore 23.23)
hai mai sentito
l'amore parlare tra le fessure
delle paure?
Hai mai sentito il mormorìo timido
del destino che sa tappezzare
i tuoi occhi d'attesa
mai stanchi?
Hai mai sentito le grida
di un poeta che san sciogliersi
da clessidre dei tempi
e da lame di frontiere corporee
immaginate solo...
per ferirsi sopravvivendo?
Hai mai ascoltato
la leggerezza
del tuo cuore atomico
sbiancato dalla purezza
che stai regalando
a chi non è cosciente di respirare?
semplice nero
mi lascio andare
alla deriva
come una bussola
senza direzioni.
annaspo fede dopo fede
perdifiato
di piccole risorse d’aria
in mappamondo
d’oltreoceanico mare
finendo in camera a gas
tra bolle respirate
nelle verità profonde
da estirpare
e cacciare
senza un angolo d’ossigeno
d’afferrare pietosamente.
Fluttuare tra onde
di trasparenze
dove tutto sa affogare
e mai aggrapparsi
alla sopravvivenza
gratuita della superficialità
che bramo dall’infinità
dei miei tempi.
Ora finisco di mentire
nelle mie viscere
accostate nelle fondamenta
ataviche dell’esser nata...
... semplicemente così...
Senza scelta...
Kancer
Scavano il grembo
della terra trapanando
timpani d'eco assuefatti;
raccolgono frutti
della sua scorza ammalata
ingoiandone gusti precari,
senza futuri certi d'astratti cibi;
affresco tempestoso
di faraonici ricchi moderni
nell'era del nuovo "era" imperfetto
senza sosta l'America tossisce
e all'europeo sanno diagnosticare
letale cancro ai polmoni;
troppo fumo tra le distese
d'evacuate emozioni...
e la terra (quasi)
implode tra i suoi stessi peccati.
15-04-08 Ciao Walter
Non esce una parola
dai miei toni questa sera
c’è solo l’atmosfera
da tunnel rabbrividito
al richiamo del tuo ultimo sospiro
tu scivoli nei miei ricordi
sorridendo
e conservi stanco il tuo smembrarti
che ora posso solo immaginare
Il tuo corpo assorbito
da particelle indefinibili
e velenose
ha lasciato in eredità
il mistero del tuo domani
progettato a lasciarci
filamenti di tuo esser trasparente,
quasi assente.
Senza parole questa sera
anche la cittàè risparmiata
dal tuo attraversarla piano
con i tuoi soliti passi
e scrivere una lettera a dio
non solleva nessuna pena
per una voce che ti ha solo sfiorato,
e t’ho solo ammirato da lontano
per tuo tanto catturar d’anima.
Chiedere aiuto a dio, no.
Al mistero che stai vivendo si.
Inafferrabile la morte
con lo spillo della sofferenza
che t’ha spento alla mia età,
alla mia generazione;
non ha saputo salvarti
col miracolo della vita,
col miracolo di tanta resurrezione
di fronte al secolare contagio
di progresso,
inafferrabile medicina.
Sei spento e vivo. Vicino e lontano.
Mi sorridi e ti guardo.
intanto dagli occhi trasparenze
di come hai saputo parlarmi
TU, adesso.
Mia libertà
Crescono i giorni,
le promesse,
le libertà,
le semplicità.
Ogni istante un bagliore
di pensiero.
Ogni attimo una luce
da guardare.
Sempre io:
al centro di ogni momento
da amare.
Immagini di viaggiatore
Tra visi passivi e indifferenti
lo scenario di immagini
fuori da un treno
che non si guarda mai.
I ghiacci delle montagne si sciolgono
al sole che sorride con tenerezza.
Entro in galleria
e mi ritrovo ad essere sorridente
lasciando alle spalle
scene di festa natalizia
tra paesi cullati
dal ricordo ossessivo
che ho di te.
Rido in faccia alla mia interiorità
subliminando
il desiderio della mia pace
nascosta.
Misteriosamente tua
Apparivi dal nulla,
sommessamente.
Felicità di soli tatti.
Nella mente
i soliti balli di parole.
Se parlavo, però…
il sole tramontava.
Non importa.
Nasce il nuovo giorno.
E mi colpisce sempre di più
il tuo viso naturale;
segretamente me ne impossesso.
E’ arrivata l’eternità
e si avvia
verso nessun confine;
Non trafigge alcun dubbio
verso il mistero
in cui mi porterai vivendo
anche solo
dentro il mio silenzio.
Il segreto
Per anni ho chiesto comprensione
perfino a me stessa;
nascondevo la mia passione.
Adesso arde con fiamme alte
pur chiedendo apertura;
morirei in un’ombra nascosta
senza aver vissuto profondamente
sulle ali della libertà.
Un’ultima domenica di maggio
Il vento mi accarezzava
i capelli.
Il mio sguardo
tendeva ad isolarsi dal chiasso
ma le grida mi riportavano
alla vita.
E’ l’ultima domenica di maggio
e il sole si nasconde
dal mio cercare macchie
di blu e d’azzurro.
L’anno è scivolato
come sul ghiaccio.
Adesso ci sei tu.
Hai frenato
la costante sofferenza
con il bacio rubato.
Il ghiaccio si è sciolto
ed ora sono stesa sul prato
a coglierne i fiori
dell’esperienza d’amore
vissuto
con te.
Scruto
Sento l’affanno mio
tra rumori di schegge.
La mia mano segue
l’istinto della mia profondità.
Piano, lentamente
salgo scale traballanti.
Riparo me stessa dal dolore
e anelo alla freschezza
della mia fortuna.
Sorrido
alla mia paura d’essere;
Le schegge si ricompongono:
specchio trasparente
tra mille verdi
e i colori della mia penna
anelano all’infinito.
Ogni volta che scrivo
abbatto un po’
di mia finta timidezza
nei confronti del mondo
che fa solo rumore
senza mai insegnare.
Cantico del pianoforte
Straniero nel mio corpo
l’effluvio di note
seminato dalle vibrazioni d’aria…
Matematica insegnante
delle corde vocali
tra le dita:
burrattini legnosi
danzanti tra fiati di festa
di pollini ballerini
di oscillazioni fantastiche;
regìe teatrali
di nostre lenzuola tessute
di favole da ascoltare
………….
dentro.
Senza rumore.
Me lo chiedo spesso...
Il bel paese pieno di radici
il nostro,
di storie fiorite da alte menti
ed abili mani
il nostro, una volta;
il crescere crescente
nell’ alba di speranza
gioiosa, piena di tanti domani;
l’uomo e la donna
abili scrutatori
di mutamenti d’animo improvvisi
per una naturale comprensione,
per una naturale fiducia
l’uno nell’altro
.... .... ....
quanto tempo fa?
Un paese da seminare
di valori, il nostro
nel giardino di un globo
già decollato
nelle fauci d’assoluzione
del Nostro Mastellone
solo da consolare
OGGI, poverino!
Incomunicabilità d’amare nella sofferenza d’amore
Amore,
aprire gli occhi e non vederti più
sarebbe come vivere l’assenza perenne
dei labirinti che sanno indicarti
l’esatta strada della non-uscita.
Farti capire,
amore,
che i nostri giorni
son illuminati da vettori
lacrimali capaci d’incontrarsi
per saperne definire sopravvivenza,
questo sì,
amore...
è esser àtono di liberatorio e veritiero
qualunquismo di dolore
passato e ingabbiato da un sé
nel buio d’una salvezza
di luna salvatrice...
Il mio desiderarti,
amore,
il mio volerti amare,
amore,
mi prende dalla bocca
da un parto nato
nell’indefinibilità dell’essere,
nella consumata definizione
d’uno spiegarti,
amore,
senza che da parte tua
ci sia stata porta aperta nel vivere
al parlare,
amore.
Scoli gocce d’incomunicabilità
nel nostro labirinto
che sa trovar uscita solo
nel guardarci dalle parole,
amore Mio....
L’esser...
L’esser mondo per indossare
il suo calore di grembo;
espìo partorendo il suo spogliarsi
d’amore puro, nella sua occhiata
di sorseggiata sessuale
dal cui buio, dal cui mistero
irraggiungibile e vicino
tossisco versi d’infarto...
annaffiandosi di goccia frammentata
in versi di perché...
non comprensibili;
e poi come un niente
pare si affievolisca quella determinazione
atea del credere oltremontano,
silenzioso, ombreggiato dal timido sole....
edè vivo quell’angolo lacerato,
squarciato, smussato
di pacifica pace con un “se stessi”
da cui tutti saprebbero partire,
ma da pochi calpestabili nelle parole
di un masso o di una pietra
scolpita dall’esterna esteriorità
di pace che tanti gridano...
eppure...
manca poco
in un questo virtuale gesto
d’amore consumato....
Ali di carta
Tu che imbarchi i miei remi
tra le onde dei tuoi verdi oceani
dove le sfumature danno profumo
al solo desiderio che ho di te, sempre.
Tu che sai ridere di me,
dei miei balli accartocciati
al vento dei miei movimenti...
dai passi di tango ardente
e di hip-hop disteso
su lenzuola ancora da corteggiare.
Tu che annebbi nel chiarore di pioggia
galassie imprigionate di torpore
come un lettino da coprire
in aliti di baci sempre da levigare
in consistenti momenti del “toccarsi”.
Tu che sai rendermi fragile
nella mia libertà di tristezza...
ascolto i palcoscenici orrori
a cui non so sottrarmi
nemmeno se impongo alla mia ricezione
un muro di cemento armato
che sa sgretolarsi
quando le mie linee di confine
accolgono nella mia vicina lontananza
grida e lamenti come bombe umane, sorde
che non sanno e non vogliono vedere armonia
in qualsiasi tempo della mia giornata...
e ne fanno dell’amore
l’utopico sentimento atavicamente presente
solo tra le righe di poesia, di romanzi, di film
senza percepire tra un piccolo impulso
quel germoglio naturale che può salvare
mille parti del mondo...
Avvicinati papà
Era la notte
dei mille amori per te
papà;
fucilasti le sofferenze
alle tue spalle
perchè nel volo
d' un'ala spezzata
ridasti senso
al tuo guardarti
innamorato.
Tra la miopìa
delle tue mani
petali
di qualsiasi profumo
t'inebriò il cuore
nel vasto verde
di una donna
che chiamasti amore
per possederla
di me,
alito del tuo domani
lontano,
effigie di scultura
scolpita nei sensi
del tuo perchè.
E quando gettasti
le tue sfocate mani
al grembo di chi
volle farti estensione
allora il tuo seme
si è sparso
incantevole
sull'alta nota
di una notte
chiamata alba
di un nuovo respiro.
E me in un a culla
a piangerti
in assenza
di tuo sorriso,
sobbarcandomi di parole
che avrei espresso
solo questa sera.
Senza il senza
Brucia questo inferno
tra le urla
delle anime stanche.
Assisto
all’eternità
disegnata
dalla fantasia
dei viventi.
Brucia questo paradiso
dove la santità
è contesa
dagli assassini…
… entrano raccomandati.
Bruciamo
in un calderone
dove anche l’acqua
evapora goccia
di lacrima
insapore,
di gioia spenta,
d’emozione
amorfa.
In una culla
senza vele
senza mèta
senza il Dove
del senza un Senso.
Umano.
Il mio esser donna
Non ricordo più
l’istante dei profumi inebrianti
dei miei fiori di campo.
Vestivano aloni d’ebrezza
simile ad espressione
visibilmente inesistente.
Io presente per loro
nella minuscola invisibilità.
L’esser aggrappata alla cecità
del loro presuntuoso volare alto,
nel loro abile destreggiarsi
in misteri a cui non accetto
d’appartenere...
mi fan virare in alto
come respirare e camminare senza peso,
come soffrire ed osannare
uno stato senza strato,
vivendo stesa
alle promesse,
ai baci,
al martellarmi
senza colpi da subire,
non ferendomi nella non-forma
di un arco paurosamente levigato.
So solo di tatto toccare,
so solo cercare rispetto
in un desiderio espresso
in una singola eternità
di memoria specchiata.
In ogni donna,
in ogni suo vivere profondo,
forse,
ho ancora bisogno di scoprire
me stessa,
senza identità,
tra giunture di conchiglie d’oceano
non devastate da una qualsiasi ragione.
Riuscirò a scolpire ali
per imparare a volare?
Fard
Fuoco d'artificio
disidratato
dalle mie stesse ossa;
si muove
tra balli d'aria invisibile;
pesantezza nell'oblìo di un fard
creato per abbellire,
per nascondere
per evidenziare,
far della mia ombra
la mia ricercatezza
dell'esser pura.
Tutto sfuma. Tutto tace
tra la sua polvere cristallina...
nei vari echi
di essermi pervasa dentro
come in una prigionìa.
In forza - in fragilità
in esser semplicemente io:
donna e uomo
asessuati di sola essenza...
L’altro nulla esistente
Assenza non vuol dire
partire sempre da una vita scialba,
non è remare dall’indefinibilità
di un’emozione multiforme.
Si stringe intorno
alla stretta dell’Invalicabile
da dove nasce
l’affresco d’esser al centro.
Un non-senso allucinato
di comprensione eterea...
Tempi passati
Il mondo è troppo piccolo
per abbracciarlo con ardore;
i limiti consueti di ogni giorno
passano all’insegna di una pazzia
per spuntare in un momento
di gioia rara.
Amicizie tornano a radicare
flotte di malinconie
su quadri di vita lasciate a metà.
Abitudini rare si prospettano
su luoghi affascinanti
sbocciando in realtà forti e potenti
perché non possono finire mai
con leggerezza,
senza cogliere i motivi
dell’adesso
costruite dal lontano passato.
Racchiusa
Racchiusa in una stanza
c’è il segreto
della mia solitudine:
niente mi è più caro ora:
vincere nostalgie e paure
di ricordi profondi
e irreversibili.
... Una piccola pillola d'inesistenza...
L'anonimo disconoscersi
è lo scavare
del naturale comprendersi
nella propria pentagrammata irrealtà.
Fiamma d’acqua
Ancora un po’
vorrei di questo giorno
stanco.
Il mio alito
si mescola
al sussurro
di chiusura animale.
Luce
solo luce
galattica
del pulsare
tra i miei muri
dilaniati.
Ho la testa alta
alla forma diamantesca
del vapore
... ... ...
ed ogni sua goccia
balla nella coscienza
fotogrammatica
di ricchezza
inebriante
di fuoco perpetuo...
Naturalezza di cuori
recepisco quel ventoso
accarezzarti dimensionale,
oltraggioso
biancheggia nei sudori
del cuore una passione
morbosa, senza fingere
il bacio sognato
nella realtà di menti
mi fondo nel cratere
del piacere
che solo baciandomi
potrò desiderare
il "di te",
assopita e sognante tra
lo scorrere delle mie vene... in questa
vita di ordinaria naturalezza.
Alla poeta
Sei sempre tra me
e l’altra me
tra una mano che scrive
e l’altra temporeggiata
tra gli assilli delle reclamate
ispirazioni.
Sei sempre tra cerchi
assoluti
come il mito
da ricreare in me
per sentire il tuo sentire
affamandomi ancor di più
dell’attimo di un attimo
ossigenato di fresche scoperte.
Un mezzo di trasporto
-che so-
una specie ancora sconosciuta
(com’è che si chiama?)
MENTE
che sa farsi spazio
anche tra la chimica
di teoremi o esperimenti
che solo il cuore infervorato
sa sciogliere
tra i nodi
delle tue coperte fiorite.
Per raggiungere e raggiungerti
quanto basta
per saperti presente.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
dalla dichiarazione dei “DIRITTI UMANI”
scritta dall’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite il 10 dicembre 1948
L’Africa
Tutto si smaltisce
con l’euforica corsa
al progresso.
Mani e menti
elaboratori di denaro
e potere
... ... ...
forse è solo un bisogno
di sopravvivenza
l’atto di svendita
di piccole essenze
private d’infanzia?
Tutto si smaltisce
con una corsa
alla comprensione
... (finta)...
del mondo occidentale
che scolpisce solide colonne
di educazione illusoria
smembrando famiglie
consumate dai morsi
della vera fame
... ... ...
un fiume in piena
che non scorre,
un pezzo di pane
mai cotto e profumato,
un assillo di parole
che non hanno né suono
né significato
se si da un senso lontano
alle ingiustizie
che ogni giorno
decolora un paese
mostrato e disegnato
da finte favole
di beneficenza.
E seduta
davanti ai poteri
di alte cariche
determinanti e ricche
(basterebbe un anello religioso
a sfamare piccoli desideri
di naturale sopravvivenza)
un brivido di movimento tellurico
solo alla vista dei tanti
“uomini e donne”
bianchi e grassi
di protagonismo ignorante
... ... ...
L’Africa muore ingoiata
in un morso d’alito
di confusionale indifferenza.
Un istante fa
Adesso nasce un sospiro
lento
liberatorio
mi culla
tra l’etereo essere rotondo.
Tossisco versi
per scoprire
un ennesimo centro
di sole radioso...
e lo stesso
non mi brucia
e non mi “sembra”
e non mi parla
e non mi penetra
nemmeno la memoria
del filo spinato
appena sciolto
con l’amore
delle parole.
Adesso
tra il mio scontato
respirare
stanco
presente
convulso
per gli anni dei sentimenti
appena provati
in un illusorio istante
rimuoio riguardando
istantaneamente
il mio solfeggio di sguardi
persi nelle sinfonie
non ancora ascoltate.
Tradimenti
Le immagini corrono nella mente
di un fantasma occulto,
brama di prendere l’aureola dell’innocenza
di ogni uomo.
Il tradimento lo scagiona
dalle falsità proposte dalla Santità,
e ci porta tra le fiamme
assetate di bugie.
Freddezze allettanti
Basta credere ad una favola
separata dalla realtà creata
per far soffrire.
Norme di felicità raggiunte solo
dall’odore di muschio colorato,
in balia di sguardi passivi e lontani.
Nessun rumore.
Solo il frastuono
di chi sa condividere
le sofferenze con gli altri.
Lezione di morte lontana
Quella luna lassù…
per chi c’è?
Esiste per noi che guardiamo
lo spazio tra le stelle,
esiste per colui che dipinge
paesaggi di quadri
salvandolo dalla sopravvivenza.
Impara ad accettare
la friabilità della lontananza
che scorre
oltre il buio spaziale.
Un angolo d’amore
Graffia un angolo d’amore
non espresso.
Una strana malinconia o nostalgia
mai vissuti
nei suoi eterni giochi
di bambino.
Mi crogiolo nei polmoni
senz’aria
non potendo superare
una barriera di confine
guerreggiata nella distanza
d’affetto nata oggi, adesso,
nel giorno concluso
senza averlo toccato
nelle vive emozioni
dei suoi tristi capricci innocenti.
Quando mi sposi
Quando mi sposi
tra le tue vibrazioni
anche di dolore
allora smembro
la solitudine
in particelle d'eco
da sfamare solo
con la sicurezza
del tuo esserci.
Quando poi
mi dormi accanto
allora la culla
dei tuoi sogni
sapranno di cuscini
profumati:
immaginazioni lente
protette
anche durante
il giorno,
non morendo mai
in assilli ventosi
d'inutili guerre di parole.
Confusione
Volevo ridere
piangere dalla gioia
pensando a quanto è bella la vita
e la mia esistenza
stroncata dalla confusione,
fatta solo da considerazioni
lasciate a metà,
per una libertà tolta
dall’ignoranza,
per la voglia di chiedere aiuto
a te, che non ci sei.
Non c’è posto per il mio sfogo,
non c’è posto per il mio sentire,
non c’è posto per me
persa in un vuoto profondo;
chiedo di urlare invano:
Vivo in un mondo soffocato…
e questo fa trasparire
l’ombra di una pazzia
prossima a venire.
L’incanto
Dentro di me bussa il tuo respiro:
scatena la malinconia
di tenere accanto il sospiro del vento
racchiuso nell’istante
provato dentro di me.
Esserci
Raccolgo le stagioni
tra i sorrisi dei fiori.
L’estate c’è
anche nel freddo
d’inverno polare:
la neve si appoggia
tra le silenziose frasi.
La primavera esiste
anche sulle colline di vento
dove i sussurri
raccontano favole
di passi umani
malinconici, nostalgici
assiderati dal freddo d’anima.
Ma il fiato batte
perennemente nell’inconscio
vivente dei ricordi
dove le memorie scolpite
non si stancano
di emozionarsi.
Mai.
Donne della sua vita
Riposavano su giacigli
vacillanti di tenerezze.
Ispiravano passioni
istantaneamente prolungate.
Dormivano sul suo corpo,
sul sogno del suo riposo.
E poi andavano via
con libertà conquistate
costruite con la mano
del coraggio.
In ogni storia
l’ombra di una luce
di una donna della sua vita.
Oppressore sconosciuto
Schizzi di oscurità
scendono sulle ombre appartate
di una stanza rumoreggiante
di scricchiolii nascosti,
dentro emozioni soffocati clandestinamente.
Non sempre raggiungi le tue ambizioni
con i tuoi silenzi
pronunciati dalla sordità
delle singole parole.
Ti rode la freddezza,
trattieni pianti soffocati
da una forza bruta che ti uccide
senza la consapevolezza
di quell’istante
trattenuto con un fiato sospeso.
Ma perché non urlo?
Casa di ieri
Sulla schiena
il calore di fuoco
familiare,
(quasi) senza bugie
di sangue che non mente
nei colori dell’aria.
Il verde disboscato
dal sole
irradia nuvola e montagna;
da lontano la vista
è come un soprano
di fresco profumo;
c’è lui,
il mio piccolo,
pien di lode
a vociare un rosso
amaranto
all’orizzonte
dopo giorni
di assoluta pioggia.
Nascondendo nascondeva
… … …
pillole di me svestita
di semplici sussurri
catturate solo adesso
in questo tempo fermo.
Mi espando…
Maschere
Cambio strofa
come cambiar pelle
azzardo
malinconicamente
spruzzi di feste
nell’oasi dei profondi laghi
e ne pretendo
l’arioso vestito bagnato
che mi tinge
le braccia
sul corpo delle mie espressioni.
E’ lacerante
sposarmi
con grandi dolori
e sofferenze.
Quando i sensi
non riescono a penetrarmi
dalla luce che m’investe
fino a farmi
diventare cieca,
fino a farmi
diventare
me stessa
nella solitudine.
Fulmine
Questa bianca
nuvola d’estate
è un ronzìo del tempo
che scorre
tra le nostre occhiate.
E’ la luna piena
con le sue impronte
attaccate al ricordo
dello scrivere
in controluce.
Altezzosa e candida
rivelatrice
di un temporale sciolto
dalla paura…
La punta spinata
delle mie dita.
Grido lontano
Richiamo alla luce della sera
il suo lontano respiro,
quasi assente;
le ombre di vento
mi trasformerebbero,
con preciso intento,
in una perdizione senza fine:
guiderei passi ansiosi
scoprendo il perché
di un gesto racchiuso
nella memoria fragile…
incompresa.
Credibilità istantanea
Sono leggermente ferite
le passioni di un’anima:
sfocia in seno
ad un pudore nascosto,
profondamente contemplate
da una paura sentita
solo sull’ombra di un viso.
Sensi
Serenamente poso la mano
sulla guancia tiepida,
spingo la mente
a guardare immagini pensate
con giudizi falsi.
Urlo:
perché lasci parlare
il momento di una parola
pronunciata senza essere capita?
Il mito ritrovato
Il mito nasce
dall’illusione
di voler superare
i suoi passi stesi
su traettorie da seguire,
dall’oscurarsi
di fronte all’Io
per non capirne certezze mosse
disegnanti
di naturale bisogno
di dialogo interiore.
Fa paura smascherarsi
di tasselli inondati
di certezze proprie
vacillanti grazie
a conferme esterne.
Nuotare
sulla vita
dei propri gradini
è solo
la conquista
di libertà
affaticata
d’espressione
curandoci sempre
con l’abbraccio
dell’aver capito
i nostri vissuti,
le nostre accoglienze
i nostri rifiuti
i nostri aver amato
amando ancora...
Giorni lontani
Colori di seta
urlano alle anime
di menti che fuggono,
e le incomprensioni
trascendono;
un modo di essere
che ora non c’è più.
E’ nostalgia.
Stelle
Stelle cadenti,
cuori morenti,
fiori piangenti,
lacrime fuggenti.
Vita di chi ama
anche l’ultimo
sospiro
dell’età che si spegne.
Libertà
E’ una felicità appena nata
per pensare
ad avvenimenti lontani,
vissuti con passività.
Il mio dolore non trapassa
il confine dell’indifferenza.
Amicizie nutrite con colpe,
oscurate dal dovere,
e senza dolcezze di condividere
alcunchè.
Ma ora io consapevole
di accettare
i miei amori,
le mie passioni solo sognate
e tendere all’immensità
di essere libera.
La luna
Ho visto la luna.
Colorava il suo intorno
di galassia
con il giallo vivace
per rasserenare
chi sente il buio dentro.
Quante volte ci guardi?
Conosci il nostro palcoscenico
di guerre, cattiverie
e miserie.
Immagini il nostro destino.
Le luci si spengono.
Ti guardo conservando
la tua poesia
dentro l’anima mia
che affretta a ricordarti
quando inizia
il tetro dentro di me.
Profumi di poesia
Mi sazio
di silenziosità
tra aromi
indiscutibili
e laceranti
viziosi ed altezzosi
solo tra il vibrar
delle corde
o dei tasti
o più ancora
dei tamburi
essenziali
che fan di una casa
l'altosonante
guardarsi
senza paura.
Per dividere il sè
senza bramarne
lontananza
per ascoltarla
senza assordarsi
per cantarla
senza avvertir paura
di stonarsi
con i fiumi
dei ricordi
che si avvertono
nei loro letti
profondi
in vicinanza
col vissuto
o per il...
sarà.
Generazioni
Son separate da un sottile
soffio di distanza
eppure in me
la cura e l'immobilità
nel vederle così immortali.
Son fiori di sorrisi,
di gemme portate interiormente
nella culla di luce
delle mie vene inaccessibili...
se non dal loro eterno
mormorìo di vita
che infinitamente
custodisco dentro.
En passant
En passant
messaggi preclusi
tra gigantesche
onde fotografiche
c'è l'alba che si spoglia
e si muove nel suo vestiario
di sinuosità.
Lucida, lei, tra le
mani tappezzate
di languidi sbadigli
che sonno non ha.
En passant
parole confezionate
da infinitesimali
squarci trasparenti
che si ricamano
con le fusa di un gatto
pronto a svegliarti
dal languore delle coperte
cenerentolate da sogni
inconsciamente vissuti
nella coscienza.
En passant
una matita sugli occhi
una gomma da cancellare
sulla bocca
un pugno nei gesti
ancora d'ammaestrare
in umiltà.
Negli anni, passando.
Quel partito "vestito di nuovo"
L'Italia oggi
è come un vivere
assopito.
C'è chi si sorvola
con le voci
tra zapping di TV,
martelli e picconi
sulle teste
di chi sospira
lagne soffocate
in cerca
di falsa credulità.
Sempre le stesse facce
più gonfie
di benessere,
sempre le stesse poltrone
con le molle
che li spingono
sempre più su
e come aquile reali
registrano prede
da cui spennare
perfino gli odori
di fatiche ormai
inodori...
non han sapore
nemmeno quelle
più
ormai.
L'Italia oggi
è come un vivere
assonnato
con la nascita
del "Popolo della Libertà":
quella lontana Libertà
si sta seminando
come un dolce ricordo
tra gli anni passati
quando la guerra
faceva sperare
in un mondo migliore
quando le intemperie
della miseria
nutriva ancora
la forza
di una ricostruzione
che adesso
nell'Italia di oggi
non si sa neppure
sognare, desiderare,
Vivere.
Volti bianchi
A volte
anche i cocci
di vetro
sanno ballare
tra i loro frantumi…
guardandosi
avvertono la magia
della loro stessa trasparenza
affogando nel dolore
che han saputo creare
rompendosi
tra i loro
piccoli
infiniti
pianti.
Soffrendo come chi
non sa d’esser spezzato
nell’invisibile esserci.
Dispersa
Io cellula distaccata
dall’oceano mosso
di guerre umane
dove le lotte
interiori clandestine
s’imprigionano
prima di un
palpabile contatto…
Io fibra consunta
tra scarpe calpestate
schiacciata
solo dall’amore
di una storia
in riva ad un letto
d’acqua passionale…
Io ramo distaccato
da rumori naturali
peso il mio fardello
di un ritmo
ancora da comporre.
Io con un odore
ritemprato
accolgo
nel mio vasto labirinto
infiniti raggi
di tele
tutte da vestire.
Felicità e sofferenza
La tua immagine impressa
sempre dentro e fuori di me.
Rido, grido, piango,
parlo, scrivo, canto
sopportando
la mia pesantezza.
Forse così imparo
ad essere felice.
Zampilli dimenticati
Buttate via le mie schegge
di desideri lontani.
Allontanate da me il suono
dell’echeggianti parole
ancora nel mio cuore,
lasciatemi imparare
ad evocare l’assenza di vita:
C’è ancora il bisogno
di adagiarmi nelle mie illusioni
bruciate su una tela
e disintegrate nella polvere austera.
Nel sacrificio invano
(dedicato alle vittime dell'acciaieria di Torino)
Temporalesche grida
dal soffitto del cielo
dal buio del ventre
nato per distruggere.
Avvolgente nastro
imbiancato dal tepore
della sofferenza innocua
voluta dal destino d'era prescritto.
(E' d'industriale arricchimento!!!)
Fumosi avvoltoi striscianti
su lapidi e funerali
inattesi
in simbiosi con la falce
spezzata tra la pericolosità
del malessere d'ogni fiato.
Continuano ancora a mordere
il brutale pane spezzato.
Nel sacrificio invano.
Il tutto
Io non sono niente
quando tra il vento
mi accascio
in fumo di desiderio.
Non sono niente
quando tra il rossore
non trovo apatia,
smagliatura
di ferita sofferente.
Non sono niente
tra le parole
del cosmo
che parla
di quiete silenziosa
-e forte-
solo nel costruire
sillabe di ventre
che dovranno
ancora nascere
tra erbe
d’arcobaleno
e tra lussurie
di umanità,
di trasparenza,
di soldo
appartenente ad appigli
giocosi di sola
ventilazione acrobatica
letale…
Vitale spirale
giallastro di stelle,
di spazi
d’espansione…
L’onnipotenza
Alle spalle
fitto sguardo
allucinato.
Dall’Alto
rumoroso
colpeggiare
senza una colpa;
non ammetto
mani
non-eistenti-
che sanno crear fantasie
a bellezze espositive.
Quadro surreale
di fiati sul collo
dove potenza
d’alito pesante
annulla,
lacerando,
volontà,
capacità,
l’esser creativo
di fronte ad un buio
di mafioso
politicizzato
solo da piccole sedie
da aggrappare.
Finale:
sedere a terra
-il nostro-
con un fianco
morso
come una mela
e il succo ristagna
perfido
per dirti acerbo
“non vali nulla”.
Noi,
vermi solitari
senza lasciar striscie
inciampiamo
tra risorse
del “non si può”
solo perché
il sistema globalizzato
sorvola
sopra le anime
dei diritti umani.
Pindarica
Risucchiata
dalla stanchezza
dell’esser sveglia
cado dal letto
come fantasma
grigio-perlato.
Avanzo
tra odore di caffè
già gustato
e disilludo
il mio petto
a respirare ancora
il pane quotidiano
dello stress
che mi aspetta
fuori da un cancello
di solo cemento.
Apro con quale chiave?
Nera, bianca,
d’oro, d’argento?
La serratura
le accetta tutte
ma l’ansia
del varcare
il passo
oltre il mio
profumato giardino
lo abbatto col ruggito
appagandomi
diversamente
con una traiettoria
altalenante e briosa.
Ombre sottili
Le lucidità superano
versi più profondi.
Le penombre sfiorano
tatuaggi di rose profumate.
Al di là di nessun rancore
lieve nostalgia
di un tempo;
non più fughe
ma lenti passi
di un cammino
ombreggiato
in momenti
di profondità superate.
Credo ci sia ancora
un attimo di leggerezza
ora che la notte
sforna mille stelle.
C’è ancora tanto da crescere
in questa notte piena
di altezzosi gesti d’amore.
Lascio cadere qui
alcune ombre di ormai ricordi:
adesso voglio solo respirare
di cuore,
di vivacità,
di mia anima riscoperta.
Agonie incantate
Agonie disperse
su campi fioriti
sbocciati in seno al sole.
Poesie nate
in notti di grida
cantati in seno
all’amore.
Mancanze di sussurri
urlati alla felicità
su orli di paradisi incantati.
Julie
Come posso io esser accanto
a quel sospiro così solo
tra le mille e più infinite
molecole d'aria?
Come posso io ascoltare
la vicinanza del suo parlare
tra le distanze innaturali
delle nostre strade?
Come non posso io
starle accanto
se tra queste lontananze
si avverte solo simbiosi
di naturalezza immensa
e tra la cecità d'occhi
si respira oltre
la sottile comprensione.
Tutto diventa carezza
anche tra mari
di cotonati
brividi d'amicizia
dove appoggiare
il proprio cuscino
di reali sensazioni.
Succede!
Lampante.
Così.
Sosta di una corsa sfrenata.
Non vedendo.
Era ubriaco.
Corpi stesi urlanti
con la morte sulla coperta d'asfalto.
Luci rosse
morte tra gli scoppi dei fari
sorridenti.
E poi...
in riva al panorama
dello scontro in strada.
Non pesa quella massa
sulla sua coscienza
quando dentro di lui
si svegliano
quegli occhi
mai cresciuti
spezzati dalla sua stoltezza.
Già...
Perchè perdonata
dalla Legge.
Quale?
Se quelle poltrone
di verità
seminano solo rigetto
di sabbie mobili
dove affogare...
i perchè sgozzati
i sogni bruciati
i domani cancellati.
L'Ogni giorno
continua
nella bussola impazzita
di questa vergogna
ITALIANA.
L'altra vita
Slegata da un film
catturata in sogno
e addormentata
nel dubbio.
Tra le inesistenze
delle tinte
mai vissute.
Tra incompiuti gesti
mai desiderati.
Cuciti soltanto
da infiniti se.
Nascita di una semplicità
Un brusio percuote
la pienezza di un deserto;
lascia cadere
indifferenze
di uomini che dormono…
c’è un piccolo risveglio,
una leggera esilità.
Ora sente il vuoto
di un cuore che batte
per qualcuno già pronto
a vivere.
Fragilità di solitudine notturna
Ogni passo si ferma pesante
in questa città silenziosa,
mentre il cielo ricorda
pesantezze di serate piovose.
Gente che cammina
tra sogni e illusioni notturne
acclamano fughe
da giorni inquietanti
e i bambini lasciano crescere
innocenze in tenere età.
Rumori assopiti interrompono
questa scena madre,
tratta dall’istante
di un ricordo vicino.
Vivo di un silenzio
che racconta
più di infinite fantasie.
Doni
Regalo a pagine vuote
la bellezza della sofferenza,
i colori della solitudine.
Regalo a lei
l’incapacità del mio sentire,
il rumore dell’anima mia.
Regalo a noi
il desiderio sconfinato,
la voglia di voler cambiare
stagioni alternate,
l’amore oramai radicato.
Poltrona
Accòmodati
tra il lenzuolo
di frasi,
tra la lussuria affaticata
delle parole,
s'inebria festosa la cultura
di chi insegna alla Vita
l’estrosa spiaggia
di benevolenza astuta.
Rincuòrati tra il firmamento
di storia profonda
di aforismi in festa
di balli in movimento
dove tu osi essere il filo
d’infinita particella
allo scroscio curioso
del sapere.
Ieri
Mi oscuravo allarmante
di fronte a magie
di mare,
per paure, per vergogna;
richiedevo lumi destreggiati
da voci altrui,
apposta per ferirmi
da cicatrici lunari:
mai sarebbero andati via
erano silloge di verità
appartenenti alla foga
del mio pozzo segreto.
Assenza
Grattar le linfe
dalle foglie
che non han più vita
e porle su cuscini
di respiri.
Lentamente seguire
le sue strade
per arrivar
sulla punte fine
di un arco
pronto a scivolar via
dalle dita.
Rompere le acidità
velenose protese
a dissanguare
chi di linfa propria
non sa vivere:
solo adottar così bene
estraneità di vigori
imploranti per mostrarsi.
Come non si è.
Non so se....
E' giusto morir di lunedì
quando la vita inizia
a nuove avventure...
o il martedì
quando guerreggiano
enfasi di costruzione...
il mercoledì
nel mezzo del cammin
di vita
oppure il giovedì
quando la maturità dei sensi
non è ancora arrivata
... venerdì?
Se tocco l'amore
tra dita d'orgasmi
e sabato
languidamente
infuocata di ricordi
Neppur la domenica
tra strepitosi
sonni e sogni...
I mesi
che invocano
gli anni
Da scartare
come regali
d'infiniti
fiocchi d'oro, d'argento,
rossi, neri---
Come nel vivere
anche nel dopo
dei fotogrammi
istantanei
a cui ci si abbandona
sotto forma d'amore
e d'ascolto.
In ogni senso
ne rimane il respiro
da catturare
se si ha voglia
di vivere ancora...
Glò 09/11/07
L'allòro
Non tace più
Si accartoccia
tra le palpebre
dell'aria campestre
ed al suo fianco
piante, odori
di rosmarino, basilico,
prezzemolo
... e quadrifogli
Un dono d'altri tempi
quando la sua fine
era lontana
neppure tra le fessure
dei confini
inesistenti
Giace la terra
languida
alle sue carezze
Adesso spira
la foglia grande
della sua eternità
E mia nonna
sempre ad abbracciare
con i suoi occhi
l'umile dono
adesso diventato grande,
l'umile abbandono
al suo nome nome
solo amato,
come un figlio.
Rolando.
Tu, amore mio
Io ti sciolgo
i capelli al sole
e ti abbraccio
con pennelli di stupore,
così ti rendo mia
tra il diamante di roccia
che ho scavato
per arrivare
al tuo suono
d’essere.
Io ti spoglio
con le mani al vento
e se non parlo
è il mio cuore
che si accarezza
con i tuoi occhi verdi
tra le simbiosi di un cratere
da cui non cado:
ne sorvolo il soffio
che afferro tra le ali
della nostra esistenza
e ne respiro
onnipotenza
rendendomi aggrappata
all’eterno sogno
che vivo solo con te.
Senza rimpianto
Solo un piccolo
sbircio
tra le fiamme del fuoco.
Osanno senza limiti
i geometrici calori
del suo stesso gelo
non rimpiangendo
nessun attimo
di vita respirata
istante dopo istante.
Il j’accuse
Io non so
se questo bruciore
allo stomaco
è solo segno
di un cammino inesorabile
dentro ingiustizie
del mondo.
E’ forse
impotenza astrale
di combattimento
“collettivi”
depravati da ricchezza
di possedimento.
… … …
Anche di vite
morte
calpestate.
… … …
Poi,
se guardo
il fondo marcio, scuro
vedo loro,
non noi
tra le odorose melme
che hanno costruito
come autostrade
per puro egoismo.
… … …
Il mio stomaco
brucia ancora
di indigestione
cancerogena.
Gli occhi miei
corrosi
dalla troppa luce
di finto artificiale.
... … …
Una vista di tale scena,
la vista di miseria futura.
Una lacrima nella tua anima
Mi è sembrato di vivere
in un tempo lontano
pochi attimi fa,
ripercorrendo lettere
piene di parole
che contenevano verità
racchiuse e imprigionate
sotto gli occhi del tempo.
Ho immaginato di vedere
nella tua anima
una grande lacrima
che aveva bisogno di sfogare
per poi asciugarsi sulla tua mano.
Chiudo gli occhi dopo aver baciato
le tue dita,
e sento l’ombra che ravviva
la mia mente
tesa a ricordare un vento
spirato con delicatezza,
quando una volta ero felice.
Lasciarsi andare
Attraverso prati,
montagne, mari
all’apparire del tramonto.
Il rossore lascia cadere
il suo fascino
nelle acque profonde,
dove il corpo
non vuole toccare
il fondo trasparente,
per non cadere
in un errore che potrebbe
ferire.
Lasciarti
I miei passi affrontano
il coraggio della vita.
Un’altra consapevolezza,
come se tu
non ci fossi mai stata.
Un legame sciolto
perché ora il mio cuore
sta gridando segretamente
un altro nome.
Non ho sonno
Squarcio d’animosità
tra le palpebre
che si abbassano.
Vorrei ancora
e poi
ancora
passeggiare tra cantieri
canterini di farfalle
dispiegandoli in voli
di fantasia
e saziarmi
di soli odori
che mi regalano
misteri oscuri,
lamentosi
di forti bui,
di silenziose luci
e di acuti coriandoli
da colorare
tra occhi sonnolenti.
Senza dormire.
Nel cielo ritrovato
Questo dolore
non mi fa stare
in piedi,
zoppico tra lo scorrere
di un tempo
alla rovescia
della mia caduta.
Nell’asfalto di fiori
profumo il dopo
del rialzo
con lenti al cielo
senza che il sole
bruci le mie visioni
di stanchezza provata
anche solo
per l’istantaneo attimo.
Per fortuna…
nuvola.
Difesa
Resistono agli occhi
volate ingannevoli
di frasi striscianti
tra muffe stantìe.
Son logorate sempre là
nella striscia di perversione.
Resisto, io,
all’accettazione
di una regia bugiarda
chiassosa,
ma…
efficace
dentro un vestito malconcio
di minime noie
da tappezzare.
Così lavica, fumante
sgretolo con i piedi
e la testa
la storia infinita
di frivola grandezza
costruita
solo per difendermi.
Merito
Meriterei, forse,
un po’ più d’attenzione
tra frammentati spazi.
Peso senza paura
il racconto
della mia mano
lenta, disincantata.
Sorrido
con un piccolo
indifeso grazie
a chi ha paura
di mostrarsi
trasparente.
L’esser veri
anche di fronte
a se stessi
non ha pesantezza
se si calpesta
la mancanza
di coraggio.
Questa notte
...questa notte
ancora oscurata
nell’alba,
il tramonto
del bosco
ancora pieno.
...gli occhi miei
ancora accesi
dai fuochi di vetro,
trasparenze certe
si avvicinano.
Come un lampo
vedo l’aria,
saetta fumosa
tra i miei pensieri
dell’Aurora
dove per lei
c’è ancora lo spiffero
della notte…
che dorme sognante
tra cuscini
di oasi indifese.
Bronza
Il mio diario?
Incantato di sapore
come un buon vino
dentro una botte
ubriaca di vivacità d' anni.
Il mio ieri?
Senza la culla bambina
dove la mia memoria
già sapeva
di affogare nell’aria.
Il mio ora?
Fresco astenersi
dalle parole incattivite
dall’invidia
che non voglio
nemmeno percepire
attraverso l’occhio scrutatore.
Silenziosa.
Come un tizzone coperto.
Pronto a scoppiettare
tra lingue assatanate.
Consapevolezza
Sono ancora in festa
tra vestiti di ricordi,
tra lieti fini
tutti da digerire
alla sommità
di un picco
altamente folgorato
da simbiosi vincenti.
Naturali
e spogli
come gli alberi
rigogliosi
e respiro…
anelo alla forma
d’essenza
ancora da scolpire
… con gli affanni degli anni…
… no…
con la minuziosa
carezza
intarsiata nella radice linfosa
e nella caparbietà
delle saggezze
riemerse
… adesso…
nelle delusioni!
Se d’amore
Se cadrò
… e quando
creo adagie percussioni
di castelli
dove l’eco amareggia lenta
le silloge nelle ombre.
Tocco e spiro
sul feto
del mio penetrante
rientro al mondo
guardando,
allibita,
le sirene divulganti
a suoni d’ambulanza
e scorgo, da lontano,
il fantasma
di un essere
vicino ai punti d’aria d’azzurro.
M i parla:
“Alzati e guardami
in faccia
perché Io sono
la Vita che tu
ancora e per sempre
potrai esplorare
col cammino che corre
oltre la speranza
perché li
troverai l’universo
d’amore
che folgora anche la morte!”
Scie di incomprensioni
Le ore passano,
il tempo non si ferma,
la gente cresce,
ma non matura;
apro la mente
e lascio cadere
in me
le comprensioni
di chi non sa vivere
giudicando qualsiasi
propria giusta moralità.
Assopirsi
Sguardo infinito
al cielo,
manti di nuvole
sull’anima della notte.
La luna chiude
i suoi occhi
e cancella
la luminosità
del firmamento.
Tesori
Apro le mani
e trovo segni
di leggerezze assillanti.
Apro gli occhi
scrutando, osservando
semplicità nascoste
nell’anima
di un bambino.
Canzone per Me
Non amarmi se cerchi
i fantasmi
dei tuoi anni
dentro gli occhi miei.
Non toccarmi
se vuoi
un’emozione da poco
usando i sensi miei e tuoi.
Non guardarmi
come se io fossi
una pazza idea da inserire
nelle tue poesie.
Se invece vorrai
un profumo,
una lacrima sul viso,
una sporca poesia
e non vorrai gettarmi via
come una bambola
che non serve più,
in tenere radici
dentro i pensieri tuoi
mi troverai.
Il vuoto
Se non ci fossi stata tu
sarei stata meglio.
Se avessi avuto il coraggio
di spiegarti la mia apatia,
forse non saresti stata qui.
Quanto può durare ancora?
Un giorno pari all’eternità?
La mia interiore insicurezza
mi fa sentire il vuoto
che mi trascina verso
il più profondo
degli abissi.
L’amore nascosto
Passerei ore ed ore
ad immaginare a come ti vorrei.
Darei non so cosa per stare con te,
anche provando la paura
dell’insicurezza.
Mi perderei nei tuoi occhi
dove sfiorerei la tua mente.
Come farei?
Non è paura la mia,
è forse vergogna…
mi ucciderebbe
il tuo andar via,
per timore che tu possa
sentirti dire
“Ti amo”.
Sapore natale
(a Vacri, mio paese d'origine)
L’aria di casa mia
non ha alcunchè
di vistoso
tra foglie di querce
solo quadrifogli
nascosti parlanti
tra le memorie
delle stagioni secolari.
Sapori di rugiada
freschi decembrini
e aliti di pollini
tra espressioni coltivate
alle nascite d’alba
e di tramonti primaverili;
i rumori
dei trattori raccolgono
frutti ed erbe di fieno
in balli di quadri
pastellati fino al cielo.
E tra le infinite memorie
si spogliano gli affanni
dei lavori sui corpi
degli anni…
Mi trovo sola,
come in un sogno
davanti alla montagna
invalicabile, lontana,
innevata anche d’estate,
scruto scheletri
da lontano
tra gli avi delle presenze.
Olive spremute
in olio
sulla fetta di pane
provato con il bacio
d’amore sciolto
al sapore desiderato.
Distese dipinte
nel cuore dei miei ricordi
ancora oggi, adesso
vigila con il tocco
per non fuggire
dalle origini
a cui appartengo…
Un’estate
Guardavo campi aperti
ai raggi del sole,
cullati da zampilli di acqua azzurra:
si allontanavano da me
con velocità estrema;
vedevo nuvole grigie,
tempo da ammazzare,
magari a tappe,
da notizie e nomi
da voler bene,
in questo paese ombroso,
affascinante come
un bosco illuminato:
irradia il suo colore scuro
e rassicurante
ad una paura: urla al mistero;
annuncia il giorno
di rossore unico, di vita,
di tempo che si muove.
Gocce d’acqua, poi…
scendono dal cielo,
sull’erba, sulle foglie,
su di me,
con una leggerezza…
quasi non si avverte,
senza lamento;
rinfresca l’aria
di semplice essenza.
Come posso asciugare
tanta dolcezza
dall’anima che mi riporta
a vivere col cuore?
Pianto dissolto
Esistere solo
per essere ciò che si vuole,
bamboleggiando con le frasi,
distogliendosi dai doveri,
mostrando solo maschere
fasulle o vere,
ma non a me stessa…
mi trovo in un luogo
che non conosco
quando il mio cuore
tocca la coscienza.
Girovagare
Dietro questo traffico assoluto,
dietro le grida di un vento
che agita rumorosamente il mare,
dietro il bersaglio di frecce
insistenti…
si nasconde qualcosa…
Desolazione, forse,
per non riuscire a capire
i tanti perché.
La luce nascosta
A volte vorrei provare
a vedere il mondo
con gli occhi di un cieco,
immobile davanti all’oggetto
dove ne percepisce il senso.
Vorrei provare ad amare qualcuno
con il suo cuore,
riconosce il sapore
di un profumo intenso
sulla sua mano anche se
non tocca…
ne percepisce il senso.
Accetta le sfumature
delle più grandi sofferenze
al di là del tatto e delle parole.
Cieli di fuoco
Cieli di fuoco
si affacciano nella notte
sommersa dalle paure.
Soldati affacciati
su campi di battaglia
rischiano la vita
per abbandonarsi
al destino crudele.
I loro occhi incavati
dal sonno;
volare in una terra libera
dove non si sente
il fischio del missile
che riduce l’innocenza
ad una nullità.
Sono stanca di sopportare
la morte come un dono,
come la fine naturale
da accettare.
Questa guerra sta spegnendo
la speranza e la purezza
di ogni bambino
in una terra abbandonata
al deserto nero.
(Chieti, 5 febbraio 1991)
Vita
Si urla , si nasce,
è vita.
Ogni bambino che cresce
è un po’ d’emozione.
Impara a camminare,
a parlare, a giocare.
Non sa di vivere
solo respirando.
Ogni ragazzo che cresce
è un po’ d’amore.
Scopre il sentimento
chiudendo gli occhi sognando
abbandonandosi
alle sue illusioni.
Le prime emozioni,
il primo bacio,
la sua prima volta,
indelebile.
Ogni uomo che cresce
è la sua storia
di vitalità, di decisioni,
di sicurezze, di orgogli…
di successi creati con istinti.
E’ la maturità arrivata
sulla cima della sua solitudine,
dove ricorda e riflette.
Adesso ogni uomo che ha vissuto
è ricordo
di forze, debolezze,
emozioni e rimpianti.
E’ vecchio
con la sua impronta
e la sua ombra sul mondo fugace.
E’ un attimo.
Osserva il tramonto
con il suo ultimo raggio di sole.
Il vento è leggero,
il suo sospiro
dolce e sereno.
Fuori una foglia secca
si stacca dal ramo.
Guarda il vecchio
che muore insieme a lei.
Accettarsi
Il mondo è meraviglioso
quando si è innamorati,
felici solo all’idea
di vedersi aprire un fiore:
godereccio dei raggi
che gli viene regalato
da tanto miracolo.
Il mondo inizia
ad essere accettabile
quando ti sfioro:
una foglia trasportata
dal vento che ama.
Adesso il mondo
non è più come prima;
ora
ricordi fugaci.
E’ inverno
e non posso più vivere
col suo sole freddo,
col suo fugace sorriso.
Il mio amore non trabocca
nella ragione
che pensa solo
a non accettare se stessa.
Il lungo aforisma
La politica
è una banca
di parole
e nozioni.
Chi si vende
con l'investimento
delle proprie frasi
(ripetute
e già sentite)
non paga interessi
di proprie spese.
E' retribuito
con il sudore
di coloro
che sono "in rosso"
e di coloro
che percorrono
la strada
della indesiderata
bancarotta.
Epilogo secondo
Alzarsi
ogni ora
tra ombre riflesse
Fulmine
tra grinfie…
… mancanza
E’ storia d’incanto.
Storia d’incanto
… Perché i tuoi occhi
sono lo specchio
del mio riflesso in te
e il mio sguardo
voce lucida
di presenza
tra meandri
di amorevole passione.
Mancanza
Sono sola da un’ora
con il sole che splende
alto e caldo;
tra le pozzanghere
di fresco s’illumina
l’impronta di noi;
viva e trascendente
nella mancanza
morbida e setosa
come la felicità
che mi regala
tra i gesti
della sua esistenza.
Tra grinfie
Narro con timori
di tornare a scavare
nei dolori
di percezione.
Fioca ombra
il mio sentire
tornando dal gregge
di presunzione.
Mi limito
a far forza
su debolezze ancestrali
scuotendo
a testa bassa
tentacoli da superare.
Solo con silenzioso
malumore
di sopravvivenza.
Fulmine
Questa bianca
nuvola d’estate
è un ronzìo del tempo
che scorre
tra le nostre occhiate.
E’ la luna piena
con le sue impronte
attaccate al ricordo
dello scrivere
in controluce.
Altezzosa e candida
rivelatrice
di un temporale sciolto
dalla paura…
La punta spinata
delle mie dita.
Tra ombre riflesse
Mi sento accerchiata
dalla mia rotondità
dove rimbalzo
in continuazione
per spegnere fuochi
dei miei falò.
Ma poi scorgo il buio
e avverto presenze
amiche
da cui bere sorsi
di consapevolezza
per potermi alzare
con stampelle
incatenate
sconfiggendo
chi attacca
il surreale
del mio mondo fatato.
Ogni ora
Avverto magia
nei valori primari,
e realizzazione
dei sogni
nell’ampio volare.
Restare aggrappati
sul vago
innamorarsi
della coscienza
con il fluente scorrere
del rialzo coraggioso.
Sono solo amante
delle illusioni
materializzate
nell’aria
respirata
e goduta
in ogni attimo
costruito di frammenti
spaziali e spaziosi
dell’Ogni Ora.
Alzarsi
Delucidata
dagli spifferi
birichini
ricompare
una leggerezza
nel cerchio
della pace.
Non si offuscano
le mie pene:
son soltanto
bizzarrie
esposte
in un attimo
di follia
quando l’esteriorità
mi esterna
voce dilagante
nel voler difendere
quel poco
di punto esistente
nel vortice salente.
Silenzio d'abisso
Seduta.
In silenzio.
Non c'è
nemmeno
l'ombra
della sera.
Ma sugli occhi
sfibrati
di stanchezza
una piccola luce
guida
la trasformazione.
Salto,
senza pensare,
nel mio
seduto silenzio.
E sento
il battere
delle vene
nelle arterie
asportandomi
lenta
dentro culle
profumate
d'incoscienti
subconsci
tra abbandoni
di letarghi
movimentati.
E non mi conosco...
Non ancora... no.
L’immenso
Tra queste mura spoglie
si sentono squallide voci
di assenze incorporate
da folli sentimenti.
E tra questi corpi
un atto folle
di occhi che impossessano
le mani ricoperte
del bianco che fugge.
Tra le pagine di un libro
un cuore che palpita
dietro un’anima sconosciuta
che viaggia da un paese
all’altro.
E’ grande
il nostro sentire,
misterioso scoprire
l’intimità di ogni angolo
nascosto.
Liberati!
Incanto di paradiso
Intanto il grido della voce
si confonde con l’ombra dell’aria.
Vola sopra di noi
e si posa sul cielo infinito.
E’ come finire dentro l’anima
di un immenso prato
dove le mani sfiorano
piccoli segreti
di grandi silenzi.
La tua mano sul mio pensiero
Spingo la mia volontà
ad osservare tutto ciò che mi circonda
quando respiro l’aria pesante
di questa città.
Incontro sguardi insignificanti:
mi ricordano i suoi occhi
persi in quelli di un’altra persona;
mani che sfioro per abitudine
e non perché ci sia un affetto
che colpisce con delicatezza
come la rugiada al mattino.
Tutto questo viene riempito da te.
Dalla vicinanza che in silenzio ascolta
le pene di un’anima turbata
dalla dura realtà.
(A Donella Scrine, mia prof d'inglese)
... Di Cristina...
Io mi fondo
tra le cellule
accese del mio
piccolo universo
quando vibro
tra le parole
dei miei occhi
che non parlano:
si sciolgono
solo in mattine
di "Ore piccole"
divampanti
di estasi
quando so
che posso dare,
amando,
i mille grazie
a chi mi trasmette
pura luce
di viaggi
che non hanno
mai fine...
e che mai hanno iniziato
solo perchè
desiderati così...
da un "Niente"
affacciato nel "Tutto"...
Morire
Le certezze non fanno più parte
di te,
vuoi solo pensare ad altro
per allontanare da te
queste tante domande
che ti spingono
a raggiungere conclusioni
che ti cancellano con forza.
A volte prevedo la mia fine,
magari con un succo di vita
sospirato con lentezza.
Abbandonando te stessa nell’infinito.
Fiamme
Con il fumo
nello sguardo
mi trascino
nel dormirmi addosso,
ma con forza
non voglio chiudere gli occhi
pur avendo paura
nel piangere.
Eppure
i fuochi esistono
ancora.
Le vite
un pò meno
consumate
dal lento ribollire
d'aria mancante.
Come una cappa alare
sorvolerei
boschi, vite,
cieli di tosse
cospargendo
con le mie lacrime
gli alberi
le terre
le creature
affinchè tacciano
di soffrire
con il sollievo
del mio profondo
dolore.
Distanza presente
Rimango qui,
senza sguardo
negli occhi,
senza aria
nel naso,
senza fiato
tra le labbra.
Allibita
tra le scosse
di croci
che una volta
guardavo
nella mente
del velo
che mi educava.
Io, lontana da tutti.
E adesso
torno indietro
senza penna
tra le dita
ma con lacrime
assurde
per non aver permesso
al mio cuore
di essermi lasciata
andar via
dalle mura antiche
di sospirato rosario.
Lì il fioco
negava il Fuori
di una mia vita
protesa solo
al voler volare
a tutti i costi
tra l'aria
di una famiglia
lontana.
E ne sono rimasta.
Dormire
C'è del perfetto
stonato
tra le griglie
di lembo piovano.
Scura attrattiva
sfarzosa e liberale
quando le vele
dell'inconscio
si istoriano
fiacchi
fra movimenti
d'alta sopravvivenza
estasiata.
L'ispirazione ritrovata
Vengono,
vanno,
tornano
questi stralci
di parole animate
d'azzurro
affibiati
da lacci fluorescenti.
Si ricompongono
anche slacciandosi
da fili conduttori
di voli pindarici
ma si ammanettano
e ti catturano
quando meno te lo aspetti:
danze di folklore,
vibrazioni tra arie
di foglie musicali.
Eccola...
è tornata
quell'ispirazione
del quando ti trovavi
nel "Perchè?".
J'accuse Bush senior
Forse si avvererà
il giorno
di pace universale
senza il sogno
di offuscare
il pianeta
in polvere fungosa
tra l'acerbo odore
di radiazioni.
Adesso solo immagini
di scenari familiari
di corde tese alla gola
o di gioielli
ammanettati
tra i denti potenti;
notizie di morti
dimenticati
perfino dal quarto potere
immenso schermo corrotto
tra le loro stesse fandonie
pubblicizzando
discorsi politici d'economia
in tasca
derubati anche a chi dorme
sulle panchine
fredde di notte.
Fumano dollari
per estrazioni preziose
(nell'aria
e tra le limpide vene
dei boschi puliti
esiste lo scorrere
del destino
sul fondo cadaverico
senza batterne frase,
parole, immagine)!
Che nessuno sappia!
Per carità!
L'uomo vivente
tra natura miracolosa
respira davanti
alla sua morte sfigurata,
sul picco di un cratere
diamantesco.
Con un senso di schifo
andrei a schiaffeggiare
con manette
di metallo rovente
la sua faccia
vecchia, cruda,
senza la punta
del minimo scrupolo.
Lui, il potente,
il dio del suo stesso ballo
acerbamente genioso
si prende a cuore
solo ciò che la natura stessa
dovrebbe negargli!
Ma io, io, Io!
Non gli andrei nemmeno vicino
per respirare
il comune centimetro d'aria
che ci unisce
dal filo d'esistenza stessa.
Solo con moderna
tecnologia pensierosa
di massa miliardaria
scateneremmo
un maremoto
ai suoi piedi
per farlo affogare lentamente
tra il ghiaccio bollente
d'energia emancipata
donando alla Terra
il giusto senso
del vivere
senza
"l"umano istinto politico".
Il dio estinto tra il bruciore
si accovaccerà
sotto il fosso
d'inferno apocalittico
guardando e vivendo
il suo stesso male
anche dopo la sua morte!
Parlarsi
(24 ore a Umag, Croazia)
Sole cometa
luna satellite
stelle pietrificate
dentro di noi:
scenario
nato dalla
spiaggiosa
cura dell'esserci.
Tra mondi universali
plasmate
come una carezza
alla creta.
L'eco del mare
(24 ore a Umag, Croazia)
Le onde
circondano rocce
fin troppo silenziose.
I passi del suo vestito
gocciolante
non si ritira
per tornare
al fondo
dell'immerso muschio.
E' come pensoso,
riflessivo,
noncurante
dell'afa che si respira
anche al tramonto
... e lì si susseguono
creature
timide e sonnecchiose.
Forma al colore.
Respiro sciolta
come un odore d'incenso
all'aperto,
pinne minuscole
di vita
al di là del largo.
Freschezza al falò.
E vita alla morte
di un giorno goduto
sulla riva.
Pensosa,
riflessiva,
noncurante del freddo
che taglia
la mia immensa gioia
tra fantasmi
d'aria respirati
qualche istante
del "ieri" fa.
Lingua di sole
(24 ore a Umag, Croazia)
C'è l'ombra del sole
sul piatto mare,
lingua di fuoco
dove atterrare
e sbollire
le scie delle vele
che si lasciano trasportare
da venti inesistenti.
Fuggirne i resti
del suo drappeggio
dopo essersi bagnati
tra danze cristalline
di propria ombra
echeggiante sul fondale.
Desideri di stelle
(24 ore a Umag, Croazia)
E' ladro l'orologio
del tempo
che spazza via
le sinuosità
del vivere.
Al giorno
nulla è impietrito
da scene
di monotonia...
come alla sera.
Scoppia il cielo
tra miliardi
di soli
illuminando
il remoto
da piccoli esseri
di nostri occhi
protesi
al ciglioso notturno.
Loro ogni tanto cadono.
Nasce desiderio
d'umanità.
Galleggiare
(24 ore a Umag, Croazia)
Passi di caldo,
richiamo del mare:
tuffo d'ebrezza
inventata.
Pillole di pelle
gocciolanti
nuotanti:
ballerini
allegri
di luci
ritagliati
da sorrisi interiori.
Dedica
Maga d'effetto speciale
fra mani, fra fiori,
fra suspance di vita
sbriciolata
agli occhi
di ragazzo
che sa
di sapere la verità
della sosta guardigna,
al gusto di languore,
di sguardo
di sazietà
di fronte al lume
della sua irrealtà
scoperta...
-ispirata da "i fiori dell'io" di Silvia Favaretto-
Le strade di notte
Le luci scolpiscono
le mie lacrime
che scendono
sulla pelle,
e i miei occhi
si confondono
con la notte scura
che si è immersa
in me.
Cuore smarrito
Ho smarrito il mio cuore
per l’assenza di un sentimento
legato stretto in fondo all’anima,
per colpa di voci
che hanno trascinato
la mia ingenua volontà
in un posto lontanamente freddo.
La ragione si è impossessata di me,
non amavo più,
ed accorgermi che poi…
il sentimento è l’essenza di me,
è una fiamma sempre incandescente.
Ho incontrato te
e amo perfino la vita.
Tempo
Rifugi le tue parole nel sentimento
radicato nel tuo pensiero
vivendo in queste ore piene
di riflessione e di perché.
Agisci sempre nel dubbio di capire
i motivi delle esperienze
che ti spingono a riempire
una dimensione priva di contenuto,
ma che finiscono lo stesso
nei luoghi in cui si da
maggiore importanza alla materialità.
C’è una forza imbattibile
che ti trascina ogni giorno
alla vicinanza della fine.
Il tempo chiarisce i tuoi sentimenti,
aggiunge un’età di un viso
rigato dalle sofferenze,
e la tua mente sembra raggiungere
la felicità e la divinità
che scompare sotto i tuoi occhi
quando senti la riga umida
del pianto
per colpa di un volere
estraneo alla tua volontà
inesauribile, perenne:
vuoi abbattere e sconfiggere
il tempo in uno spazio
che non conosce pietà.
Hai forse paura
di non vivere abbastanza
per conoscere fino in fondo
le tue emozioni.
Dimenticata da te
Mi tornano in mente
i momenti intramontabili
ora che son cambiata
chiedendomi il perché.
Oggi penso solo al domani,
a quando non ci sei.
Dentro di me
la paura di perderti,
di non vederti più.
In compagnia di canzoni
che lasceranno tramontare
spiaggie piene di ricordi,
mi accovaccerò
ad una sensibilità debole,
vittima di sentimento
colmo di te
che non ricorderai
neppure il mio nome..
Solo immagini…
sbiadite dal tempo…
da te.
Il tempo per pensare
Amo la solitudine
come la compagnia
della gente.
Amo il silenzio
di una parte del tempo
considerata
minacciosa...
la notte:
raccoglie i miei occhi
che di giorno
sono impegnati
nelle espressioni fugaci
di parole.
Di tenebre è riempita
la follia
di scrittura
su pezzi di frasi
concluse con la consapevolezza
di verità trasparenti.
Attimi fuggenti
“I tuoi occhi verso di me:
ispirano fascino, sicurezza.
C’è un po’ di timidezza sofferente,
c’è dell’allegria
tra le tue braccia
oltre che l’infinito.
Adesso ti voglio nell’oscurità
affianco alla luce lunare:
abbaglia il tuo sguardo
e la tua fronte
accigliata dal desiderio.
E così un bacio aspettando
la notte che si fa nostra.
La tua voce dentro il tuo respiro
e ti vedo, stringendomi
sempre più forte.
Le nostre labbra dentro
una danza decisa
di desiderio e possedimento.
Come la prima volta
siamo in noi stesse
appartenendoci nell’infinito
atto d’amore
che non smette di parlare
tra l’aureola dell’aria.
Spontaneità tra palpiti
di cuore che si sentono
come un ritmo perfetto.
Noi due ancora…”
Mi sveglio.
Il mio bisogno
Non pensiamo più
ai momenti in cui
la rabbia e l’impazienza
denudavano
le nostre armonie.
Hai scoperto
la forza e la debolezza
del mio sentire
sordo e accecante…
struggente.
Il mio silenzio solo la conferma
del mio amore
non dimostrato.
Hai fatto parte della mia vita.
Sei stata gioia
di averti amata,
dolore perché
grido al tempo
di non lasciarti
andare via.
Morirò dentro
E’ rimasto solo poco tempo
all’abitudine forzata
della tua assenza.
Ti conserverò
nell’isola del mio mondo
morendo tra gli odori
dei rintocchi surreali
che hai saputo
donarmi
solo sorridendomi.
Vita vissuta
Esperienza, amarezza,
dolcezza, sensibilità
di un uomo di guerra
con i suoi occhi di oggi.
Accoglie il sapere
delle proprie azioni
con le pupille
di nuove metafore
scelte per giustificare
le lotte di un tempo lontano.
Dedicata al mio preside Giordano Fiocca che non c'è
più
L’attesa
Sto aspettando sotto il cielo,
sto aspettando sotto la luna,
il cielo è sereno, io no.
Sto aspettando
ma non arrivi.
Ieri la perfezione
eri tu
l' estrema filosofia
della contemplazione:
adesso soltanto verità soffocante
di consapevolezza
di altra presenza
dove batte il ritmo
forzato di comprensione.
Ancora mi rode
il mio amore
di puro sentimento:
senza atti, senza baci.
Aspetterò.
I- Epilogo immaginario
Respiro
Aria
D'inganno.
Mi cancellerò
In apertura
Del volo
D'intarsio.
Inarrestabile
Nascita.
Inarrestabile
Non finisco
di cedere
alle premure
della mia voglia
persistente
di parlare
tra queste righe.
Non riesco
a fingere
di non esistere
tra queste spinte
di parole
che fluiscono
in continuazione
e il perchè
rimane incaccellabile
anche oltre
dell'aver capito
o... ancora sentito
continuamente
l'inarrestabile
corsa
delle mie dita
accartocciate
tra vivi pensieri
di brividi esplosivi
di fronte
al niente
del bianco
da riempire.
La corsa
non si arresta.
Ma il tempo
s'immortala
in questi solidi
sogni ricorrenti
coperti, scaldati
dalla viva realtà
che sto vivendo adesso
e rimbomba nel
-per sempre-.
D'intarsio
Gioconda e scolpita
il tempo non scorre
adesso
nemmeno
tra le stagioni.
Paure di gioie ricche
si assimilano
annullandosi
tra vortici
di leggeri sensi
dove tutto riposa
candidamente
senza menzogne
l'anima mia
protesa alla descrizione
di una nullità trasparente
e tra lingue
e mani di torrenti
sfocio all'arrembaggio
di mio cuore stonato.
Attacco, piano, senza pietà
impronte granulose
d'infinito vagare
tra lo stantìo d'istanti.
Del volo
Il passo s'insinua lento
nella forma alare
di un albatros.
Si vede all'orizzonte
il disegno che dipinge
nell'aria irradiata.
Con fantasia immaginaria
la forma della sua scansione:
vento al respiro,
tremore alla paura,
fiamma alla gioia
nuvole al nascondersi
senza pietà
tra lo spazio immenso
perfetto d'assillante
ballo sensuale
di tramonto e aurora
abissale d'abbraccio.
In apertura
La lavanda
nutre di aria
forme di pillole inesistenti
tra braccia di erosioni
simili a scoppi.
Tra gli occhi di scene rosse
all'orizzonte di acqua
tutte le stelle
formicolano tra loro.
Effimero il mio sentire
su tanta magia
che elargisce pianto vistoso
di gioioso miracolante
tela onnipotente.
M'insinuo tra gli arbusti
rigidi di verve areate
saziando la mia sete
di forme inesistenti.
Vivo solo nell'astralità
del vivere in oasi interiori.
Mi cancellerò
M'ingannerai
tra le crepe
di roccia consumata
fino a quando
la sua parete
diventa morbido cuscino
di muschio
ed il suo letto
gioiello
di propria freschezza.
Mi tradirai
tra lo stelo
di una rosa
fino a quando
le sue spine
si staccano
setosamente
e diventano appiglio
di gemme levigate
di propria luce.
Mi accecherai
tra le cortecce
di alberose querce
fino a quando
i suoi cerchi
segnano l'errare consumato
della sua interiore meraviglia.
Mi adagio il manto
di affermate verità
che m'illuderò di capovolgere...
D'inganno
Sbuccio risorse
da rattoppare con tranello,
bugia ramata
di arbusti secchi:
s'inteneriscono
dinanzi ad occhi sinceri
e lodano il racconto
di millesfoglie da sgretolare.
E' finito l'agrodolce
di uno sguardo
già annunciato.
Respiro
Il fuoco
di un caminetto
immortalato
in una fotografia.
Nel mondo
di questa eternità
ancora brucia
il presente di ieri,
ancora è fresco
il passato di oggi,
ancora aggrappato
al sospiro di sempre.
Lettera a mamma
Convincimi
che non abbiam bisogno
di parole
per giustificarci.
Rincuorami
di essermi
stata mamma
nei periodi
più neri e assenti
della mia vita.
Amami come quando
la prima volta
hai avvolto
il tuo seno
alla mia bocca
per saziarmi
dal pianto.
Ora disegno
il tempo perso
come se fossimo
sempre state insieme
abbracciate
sotto il nido
dell'arcobaleno
dopo la pioggia.
Il giorno dopo
E’ chiuso il sentiero
di una radice,
perso lungo il mio cammino
claudicante, mancante
di amore effettivo,
di oggetti preziosi
come le sue mani.
Lascia che pensi frasi
costruite con depressione.
Il sole tramonta
dietro un quadro
che nasconde luci
quando non ancora
c’era la sua presenza:
mi sta travolgendo ogni speranza
di continuare a lottare.
“Non si è abbastanza forti
per dimenticare il passato
lucido, felice, dilettevole,
oscuro, tormentato, sofferente.
Lasciare strade per accantonarsi
a ciò che non si è,
lasciare stelle
da cui non ci si scaldava,
lasciare cuori per non aver saputo
trarre con dignità
un angolo pieno di freddezza.”
Aria
Scontata magia
di trasparente
abbraccio universale.
Nascita
La vita...
un sogno refrattario
di illusioni accese
tra vincoli di dipendenza.
Un parto dopo ogni battito
di ciglia:
si appannano
di sonno logorato.
Nenia fasulla
di un gioco respinto
all'alba di un caldo
fatto solo di urli.
E colpa e ancora colpe:
son solo piccole orme
che si cancellano
con un mondo pulito
che nasce dalla stessa
Vita.
Tocchi di passato
Non è più il poeta
che sente l’odore
di una pioggia lontana?
Non è più il bambino
ondeggiante nella sua anima
che grida il suo silenzio?
Fragrante è quel tatto
di insofferenza
che ora si affaccia
su nubi sospese
nel cielo.
Leggero è il vento
che si è formato
con la rabbia di solitudini
assopite.
Essenzialità di un momento
E’ chiuso l’abbraccio
in una stanza.
Fugge la nota
della mente
pronta a cedere.
Riflessi di ricordi
vaganti sul punto
di rinascere.
Il nome e il richiamo
dell’amore dentro me.
E’ vuoto l’abbraccio
dentro questo letto.
La notte sognante di stelle
nell’anima mia.
I sogni notturni
di biancore puro
nella mia esistenza.
Il nome e il richiamo
dell’interiorità immersa
in me.
E’ pieno l’abbraccio
dentro la mia
eternità.
Stagioni di vita
Si diramano come gli alberi;
le foglie crescono, cadono:
è l’amicizia che nasce
e cade fragilmente
tra le stagioni vissute
con ricordi
spazzati via dal tempo,
ma non dagli atti
indelebili nell’eternità.
Radici insensate
Spine di trascuratezze
scendono sulle scie
di un lungo sconforto
radicate nell’ombra
di una sera di rabbia.
Malattie di sfiducia
ammalano e decolorano
la loro voglia di ascoltare me,
che sono la loro pelle.
Adesso credo nella vita
moralizzata dalla mia coscienza.
Loro sono la mia radice,
io la loro foglia che li guarda
dalla cima lontana.
Grido all’incomprensione
il travolgimento del mio sentire
chiuso in fondo
della mia anima appartata.
Il tramonto
E’ sera. Fa freddo.
Sono stesa sul letto.
Penso ad un amore finito.
Ieri il mio cuore di passione.
Oggi la lontananza di assenza
arrivata allo scoccare
della fine.
E’ arrivata
la bellezza folgorante
di chi ha stretto
il mio cuore
in una morsa.
Non rinuncerei
ad una sofferenza
che mi porterebbe
all’alba di una bellezza nuova.
L'altra sponda
Segnano storie scandalose
espresse con leggerezza ingenua:
l'uomo diverso, la donna diversa.
Amano tra loro.
Naturalezze che baciano
l'impossibilità
con realtà mortali.
Amori strani.
Amori non accettati.
Amori fiorenti,
celati dietro gesti ammaestrati
su un palcoscenico coperto...
Amori vissuti sulle punte
delle felicità segrete,
appagate per aver sconfitto
lacerazioni d'impressioni false.
Amori vissuti con dolore,
sofferenze, paure, timori...
Amori da non poter cantare.
Amori anche veri. Anche essenziali.
Amori pieni d'infiniti misteri,
colme di veritiere sensazioni.
Amori fraintesi
da chi non sa cogliere
le frasi dietro i loro perchè.
Amori urlati per uccidere il tatto,
la folle speranza
di voler vivere l'abbraccio, il bacio,
la nudità di una pelle velata...
E' il momento di una gracilità
fusa nel buio degli occhi:
Splendidi istanti,
scandalosamente rivelati
odoratamente vissuti
all'ombra di un sogno costruito.
Fuga
Eri al di là del muro,
a costruire
un futuro inesistente.
La guerra ti ha ferito
nel corpo, nella mente.
Guerra,
ladra di vite e sentimenti,
del buon senso,
generosa nella divisione
di animi.
Tu, tra il rischio
delle macerie consunte,
nel buio
delle gallerie sotterranee,
tu, lacerata
per non aver salvato
altri sogni:
quelli di tua madre
rimasta al di là,
nel regresso
infatuato di freddo.
Odio calpestato...
t'ispiri a volare
verso l'unica libertà:
Dolcezza vitale,
amante dell'uomo,
mèta di ogni cuore incatenato.
Salice
Maestosamente sommerso
tra ciglia di strade.
Malinconico e cupo
da tanta tristezza emanante
lamenti di piccole foglie
impazzite dal vento.
Umilmente chinato
al saluto solare.
All'ombra del suo rispetto
la serenità
del suo profumo
mi avvolge
con l'assillo
della quiete.
Scossone
Rientra un possesso
di specie rara
nel mappamondo ruotante
di pretese giuste.
Affievolisce l'arrosto
che sa solo di fumo
si distrugge il genere
lussurioso esagerato.
Vizi e malesseri
di aforismi scacciati
dall'emblematico
sussurro pindarico.
Suonano traballanti
le lamiere metalliche
prive di suono umano.
Il disarmante
esercito d'amore.
Sarà.........?
Sense-all
Veemente
noncurante magia
dell'esser
viziati da se stessi
con apicale spasmo.
Ne rapisce il senso
d'oscurità permanente
evocando vorticoso
abbandono d'irrequietezza;
sfocia in risorsa
di cantico interiore;
lascia trasparire
l'immortalità
del fuggitivo
senza porsi
alcun perchè.
E per il domani?
Tatuaggio
nella memoria
solo da sbirciare...
Nonsense-three
Quì... chiusa
tra le pareti
della pioggia
tra le mura
della mente
che mente
nel focolaio
del cervello
meccanico.
Cade innocua
la ragione
là dove
una spiegazione
non c'è
e poi,
d'un tratto
appare il rintocco
la sola oscillazione
che rivela il Tono
di cui si dice
che non si vive
eppure
tra torrenti
colti da poco
di nostri viaggi
lemmi come
percezione,
tragitto,
obiettivo,
percorso
non hanno
alcunchè d'eco
placidi
tra noi,
tra me
-gli altri-
c'è ritrovo
di sbaraglio
tra barriere
che non sanno
nemmeno
che significato abbia
un sospiro
di gemma
...quello ritrovato
tra odori e forme...
e ditemi allora
se di poesia
non si vive?!?
Nonsense-two
Tendenza al ricordo
di nuance foderate
tra pietre d'oro
e perle solidificate.
Solenne tra rifiniture
di occhi difformi;
(tutti bevono i colori
come me?)
di-versi
bianco - caldo di neve-
nero - freddo di fuoco-
giallo -scuro di sole-
blu - chiaro di notte-
verde - mitezza di freschezza-
rosso - fresco di tribolazione-
Grigio -
- compromettente
componimento
ideale d'utopia
anelante
tra l'arancione
combattimento
percettivo-
( o di qualsiasi
altra metà
di pastellata pazzia).
Notte sonnifera
Nottambula tra crepacci
di creatività
dell'essere sospeso;
sinfonìe logorroiche confuse;
immaginate e surclassate tendenze
ad imbrattare il buio;
e il passo soffuso dell'alba
aguzza l'occhio
da dove si sprigiona
il sipario del sonno.
Ancora muta
nel tumulto delle mie ossa;
confondo
il dissidio esteriore
della lungimiranza eterna.
Tra Pensieri e Parole
di un frutto incandescente
poso un addio
ad una notte appena trascorsa
nell'oblìo.
Se tu fossi
Se tu fossi il mio destino...
continuamente abbandono
i miei sensi al tatto tuo...
permea perfino l'aria che respiro;
sa di pura realtà,
vera, essenziale,
sa di te che vivi
in ogni sguardo della gente,
in ogni respiro del vento,
in ogni pianto della pioggia.
... E non vedo che te
nei meandri abbandonati
dei sensi tuoi,
dove il sapore venereo
tocca l'aria e ne percepisce
il Tutto di fronte a me...
dove tu sei destino raggiante
di ogni mio prezioso momento...
e abbraccio l'illusione del
"se tu fossi".
Tu ora sei,
infinita dolcezza.
Tra ieri e oggi
Ombre sottili di parole
passati davanti
a cancelli imperscrutabili:
anni timidi e soppressi
dalle sofferenze
ora,
quasi quasi riaffiorano;
la vergogna e l'imbarazzo
s'impossessano di me
e l'oscurità fa posto
alla luce
che adesso
si dimostra essere
la perfetta esistenza
del mio respiro.
Grande-finto-occhio
Macchia nera
senza sfumature
all'alba
di un grande fratello.
Acque cristalline
sciupate all'occhio
prigioniero
di chi festeggia
propria personalità,
copiando, senza essere.
Ospiti "graditi"
nelle case dove non si sa
nemmeno la tabellina del due
e puttaneggiare con la finzione...
questo sì.
Champagne tra braccia
di ubriachezza stolta
vuoto il narcisismo penoso.
Fuori guai in libertà
per un pezzo di pane
alla fine del mese.
Amplificazione
di assurdità interiori
senza il senso
d'abisso consapevole
di personalità di massa
che si sta intrecciando
in incresciose perdizioni
di follìe esaltanti;
l'Individualismo sano
è morto.
Bivio
Tra una lucciola
e una lanterna
un bivio di ghiaccio
non ancora sciolto
tra due estremi
da contemplare.
Come tra fuoco
e fumo.
Come tra sole
e temporale.
Come tra me
e il mondo
da esplorare
tra le loro metà.
Senza bugie
Tra le mie labbra
il silenzio del fato:
tocca il bicchiere vuoto.
Un sorso,
un sorso ancora
di anelito verso pillole
che rasserenano
la mia nebbia dissolta.
Tra le vele del mio gabbiano
la mèta della pace
a cavallo del senso
tutto ancora da costruire
tra pace indefinita,
sconosciuta;
volo pindarico
di speranze mai morte,
ed etereamente
brusìo di colpa
schiacciata nella coscienza
del volermi bene.
Il risveglio degli amanti
L'ora del risveglio;
aprire gli occhi
alla luce del mattino,
sotto la coperta del sogno
ancora immerso in te.
Realtà permanente
dopo il contatto
delle tue mani di passione.
Due colori alla gioia dell'anima tua...
sulla punta delle tue dita
che rubano il godimento
al momento della sazietà...
Aspettarti
Aspettare te,
sul grembo della pioggia
che scende.
Aspettare te
sulla soglia di una porta
che si aprirà.
Abbracciare te
sull'orlo della felicità
che tu mi dai.
Sentire te
che finalmente ci sei:
mi regali la libertà
di amare
con il cuore pronto ad accoglierti
ovunque tu sia.
Rimorso
Le parole non hanno sempre
la forza di convincere.
Una frase può lasciare
indifferenza,
ferendo.
Il silenzio non guarisce
quel momento.
Ti mordi la coscienza
e il tempo dentro te
avverte il vuoto.
Hai perfino timore
di respirare.
Oltre l'infinito
Umana,
non per legge naturale,
per possibilità concessa.
Io con sofferta resistenza
acclamo alle divinità
inesistenti
una mano,
la tua.
Mi fai respirare
oltre la barriera
di qualsiasi credo.
Nonsense-one
Semafori obliqui
scendono tra lance
di sorsi assetati;
losche e fatiscenti
invidie temerarie
accartocciate tra suicidi
immacolati.
Trai il breve freddo
d'estate
il caldo d'inverno
mostre aggrappate
tra le lune eclissate
dagli occhi umani.
Marte
lascerà posto
al domani
del nostro meschino
piede terrestre
baciato dal sole che ormai
spento tra il suo fuoco
desta solo fantascienza
di umile futuro.
Sfogarsi
Il modo per varcare
la soglia della sofferenza:
gridare.
Sentirsi urlare
esorcizzando
le paure e le pene
delle ferite
che ti stendono sotto il tetto
di cielo rovente
ed infinito
anche dentro una stanza.
Piangi in silenzio...
poi ti addormenti.
L'abbandono
Dentro di me
si avverte una rabbia
stridula e profonda
quando ricordo momenti
altamente reali.
Il suo viso dolce,
le frasi vere...
ed io...
ascoltavo.
Era la prova d'amore libero.
Andavo a caccia dei dei suoi baci
che mi rubava.
Così le davo libertà
e mi lasciava...
e le mie pene sotterrate
dalla gioia di libertà.
E' volata via,
e con lei i giorni ridenti
e la mia ingenuità.
Ora la mia felicità
è scomparsa
come la vita che ruba
le libertà di gioie accese
ingenue e vigorose.
In-certezze
I vuoti d'aria
trascinano le intemperie
tra le calde acque
delle montagne assetate.
Languidi equivoci
fan sì
che i sorsi intontiti
delle foglie
cadano a galla
dissetandosi tra le loro acque.
Ricadendo, poi,
annegando
tra consuetudini
vacillanti.
L'amore dorme
L'amore dorme
tra i cuscini dei suoi miraggi;
piccola- tra lenzuola colorate
desta espressione di viaggio
tra l'inconscio mai calpestato.
Tra le sue mani
lei bacia il fato
di un destino
con trecce di capelli
avvolte nella sinuosità
del suo respiro.
Mi avvicino cauta
alle sue labbra
per sentire il profumo
delle sue parole:
bisbiglia fuochi fluorescenti,
trasparenti;
dal suo ritmo
echeggiano dormienti
nel mio cuore i suoi battiti
avvoltoi di pentagrammi
dove universi di note
bamboleggiano sospiri
d'irrequietezza tranquillità.
Fascino scoperto
Ricopri il tuo mondo
di una tristezza leggera,
illumini questa malinconica sera
con una fibra di luce.
Amo il tuo paesaggio,
i tuoi segreti,
le tue bellezze nascoste.
E' una caduta di perla d'acqua
su un filo d'erba,
è una foglia di speranza
su un ramo appassito,
è un silenzio cotonato
da canzoni di creature alate,
è un profumo di fresco
che commuove anche il cuore.
E' un quadro che ti dona:
tutta la bellezza
avvizzita dal sole
adesso riprende vita
sotto il cielo tenebroso,
sonnolento.
Un cinguettìo si allontana:
si proteggerà nel suo nido.
Era il mio desiderio
nostalgico
ma avverato.
Piove.
Radici
La lontananza dei gesti
ricopre di perchè
la distanza dei tempi.
Il distacco delle parole
racchiude i segreti
degli stati d'animo
non visibili.
La mancanza del soffio vitale
rende cieca
ogni possibile raggio
di poter recuperare
i momenti di esser migliori
negli attimi
in cui si poteva capire
solo uno sguardo...
i perchè...
i tanti perchè...
dello sfiorare
di una semplice comprensione.
Non tradisco
Non tradisco gli occhi miei
con sassi che vogliono accecare
il mio sentire;
voglio spianare la strada
all'ascolto dei mondi
fatta di realtà diverse
e appropriarmi della loro forma
più realmente imperfetta
da cui posso dedurre
l'anima della sapienza.
Così posso continuare
a far domande
alle cui risposte riesco
solamente a stupirmi..
E non calpesterò le orecchie
che non osano nemmeno guardare
i miei passi
fatti con chiunque
sia al mio fianco.
Gerardo (il nostro Pozzi)
Arpeggia l'Ego
tra le corde intrise
di onde sonore.
Si ascolta fremendo
d'assistere a sue pene
senza paure.
Volteggia il suo cuore
tra battiti sofferenti
nella gioia delle sue canzoni
d'Interiorità
ricca alla ricerca
di Sè.
Crescita
Cucio malinconie
tra le crescenti
paure dei tempi.
I giorni migliori
dovranno ancora
venire
calpestati dai passi
dell'oggi
dove vivono potenzialità
sonnolente...
e solo lo scroscio vivace
dell'indefinito
può far nascere
il tocco intimorito
di attestate
verità interiori.
Alter ego
Tra le pupille
colori accesi
di pelle estiva;
trasuda tutto
in quello sguardo
accompagnato
da spirito evoluto.
Con le ciglia abbassate
trafili di ombre
incorporate da un quadro
che mostra l'Io
fuoriuscendo solo
quando la mia volontà
si fa strada
vincendo.
Fiore nell'oceano
L'irrefrenabilità di un fiume
ha spinto un fiore
in mezzo all'oceano;
era sole pieno di colore.
E' stato un vento
a portarlo qui,
in mezzo alla mia tempesta.
Ha perso il suo colore
ma non il suo sole
confondendosi con l'oceano
afferrandosi tra le sue verità.
Approda su nuovo lido.
Solo
si riscalda col suo stesso calore.
Respira sua nuova vita,
sapendo che qualcuno
lo guarderà
amandolo.
L'onda del mare
Dovrei affondare il mio sentire
in un mare profondo
per ciò che provo,
per il mio essere o esserci,
semplicemente.
Dovrei strillare al mondo intero
che TUTTO
è favola di abissi
tra l'amore e l'amare.
Il mondo è come
un vortice tempestoso
arricchito dall'incessante rumore
delle onde
che arrivate a riva
si sgretolano sulla distesa di sabbia
spruzzando tutti gli stati d'animo
in granelli cristallini
scrosciando e rumoreggiando:
tuona la confusione.
Diluvia la mia coscienza.
Il silenzio interrotto
Ho provato ad ascoltarmi
dentro una quiete
dello schiamazzo marino.
Seduta sul morbido cuscino
di sabbia
stringevo i pugni
che strillavano il desiderio
di comprensione e di esistenza.
Cosa sono le emozioni
che mi appartengono?
Mi torni in mente.
Mi sento una nullità
per la rabbia immensa
provata:
non poterti mai avere.
Un'onda ha spezzato
il seguito dei miei pensieri.
Non voglio pensare più.
L'amore
Il cielo:
abbraccia un'infinità di stelle;
la terra:
ospita tanta gente.
La natura:
è colorata da infiniti fiori.
Ma che amore è un amore non esprimibile?
Il cielo senza stelle,
la terra senza gente,
l'uomo senza sentimento.
La stella che muore,
un respiro cessato per sempre,
il fiore seccato.
L'uomo che non ama.
Io amo ma
l'amore per me
è solo un sentimento
provato strano.
Riesco a rimediare
regalandoti
un cielo pieno di stelle,
fiori colorati
che anche se appassiscono
ti avranno donato
il colore vivente
e il profumo della vita.
Salutarsi
La neve scende lentamente
da un cielo grigio e scuro,
le stelle non illuminano
la nostra città
coperta di bianco, di pulito.
Sono fuori.
Il mio viso è fresco.
Improvvisamente lascio un'impronta,
il mio corpo in mezzo al bianco.
Io sono felice.
Alcune voci mi chiamano.
Osservo la mia immagine
che sarà riempita lentamente.
L'estate sembra così lontana
ma sto bene:
mi nutrirò di te.
Il tempo passa,è primavera;
cammino a piedi nudi
su una spiaggia,
accarezzo il mare.
Guardo l'orizzonte:
è così lontano, irraggiungibile,
lascio le impronte sul bagnato,
si cancellano in fretta.
Il tempo sta passando...
ho paura.
Il momento arriva, non ho parole,
solo tristezza impeccabile
di bianco bruciato.
Nutro lo strappo
di viverti nel futuro
dei mille tempi che vivrò
senza rinnegarti mai.
Propria essenza
Raccolta di difese
tra l'altanelante buio
scorzoso amaranto.
Epicentro saltuario
tra l'erba di riflesso
accorciato dal verde.
Simbiosi solare-lunare
quando i loro cuori spaziali
rimbombano tra loro.
Senza rumore di pause
da digerire.
Solo da vuoti
da ascoltare
quando porpora
salta tra cellule pensanti.
Si.
Consapevolezza di stupori,
sempre nuovi da curare.
Senza nulla poi insegnare
dal getto vivace
della Propria Essenza.
L'inizio del naufrago
Improvvisamente vivi.
Lasci cadere i tuoi sguardi
sui contorni delle braccia
che ti stringono.
E' l'inizio di un cammino
nato dalla sensazione
di cedere per sempre.
E' l'inizio di un viaggio
nato dalla consapevolezza
di essere amata.
E' l'inizio di un sorriso
che cerca di sotterrare
l'egoismo di una intimità
persa in un'agonia oscura.
Improvvisamente
sei cosciente di vivere:
non solo perchè respiri...
L'ultima
Immagini per l'ultima volta
il grido che avresti voluto
staccare da te,
per ricominciare tutto
dall'inizio.
Labirinto senza uscita.
Gli occhi commossi
penetrano dentro di te
e ti guardi intorno
piangendo l'ultima volta.
Tendi la mano verso la fine
che vuoi cancellare
e pensi al bacio rubato
del pieno giorno
vissuto con innocenza.
Era la nascita di un fiore
curato con scioltezza
ormai seccato.
Ancora intra-versi
Tra righe di quaderni
qui, colori alterni...
sospese girandole-
fiumi come ventole.
Rapisce lacrimosa
una gioia festosa
tra l'imparar dei detti
e genio d'intelletti.
In testa mia adesso
la rima porto appresso,
incombo un'altra volta--
giocar con mia rivolta.
Interiore.
Stupore.
Languore
Di Cuore.
Incontri
La notte s'imbatte
nel giorno
e il crepuscolo
bacia l'alba,
suonando eufonica
la sveglia del mondo.
Bacia peccati
tra puntini luminosi.
La lacrima incontra
il sorriso
e si lascia asciugare
il dolore.
La pioggia
incontra il vento
e si lascia prosciugare
la sofferenza battente.
L'albero canta con l'erba
e si accomunano
ad un sospeso sguardo
dove
l'odio s'imbatte
nell'amore
e germoglia
magia naturale.
(Retta) via
Spesso mi destreggio
tra bivi di modo d'essere;
e tanto argentea pare
la strada facile da percorrere.
Spesso mi accantono
tra le tante frasi costruite;
e tanto losco pare
il percorso facile
da interpretare.
Spesso mi avvolgo
tra spessori ingombranti;
e tanto dorato
incombe certezza
di percorsi e sentieri
così naturali da vivere.
Al moto d'essere
Vibrando alla sensualità
di tango
calpesto con la memoria
passioni ritmici;
all'ormeggio
di epoche traballanti,
di sinuosità,
un tuffo nell'esteriorità
del mio corpo
fluttuante
di effusioni mistiche:
sguardi sbocciati,
tatti profondi
di completezze
di universi
che si fondono.
Mio nipote
Labirinti di strade
scavavano l'uscita
per anelare all'aria...-
gridavo?
Gridavo quando mi lasciasti
dentro quel mio pianto soffocato...
sognavo?
Mentre te ne andavi?
Te ne andavi
sognando un tuo ricordo
trattenuto dalla lontananza,
mi sentivi?
Sentivi il mio anelare
verso te?
Te che di me
sognavi il futuro,
l'immaginavi?
Immaginavi, mamma,
che tra tanti silenzi
e rancori,
tra i miei pessimismi
pettinati in fiore
destavi sospetti di amore?
Amore prolungato
tra il binario
di rotaie altalenanti,
mi senti ora?
Ora che sei
pronta alla mia grandezza
e alla mia maturità distante,
accetti il mio volerti bene
e l'amarti
negli occhi
di chi ti stringe
nel tuo presente?
Lui che assomiglia a me
come una goccia del mio passato
che tu vorresti, -ma hai e stai-
dipingendo
come la cancellazione
dei tuoi sensi di colpa?
Colpa... no...
i tuoi non sono stati errori-
...i tuoi...
metamorfosi del presente
dialogante,
credente nel suo piccolo domani
immerso in me...
anche nel viso
e nei boccoli dei suoi capelli.
Labbra perse
Folla persistente
tra i viottoli
dei miei desideri.
Torrenti unti di verdi
perseveranti;
udire tra mattoni
le urla antiche
e mai fruttuose
di tulipani o gigli;
logorìi d'avvoltoi
recisi in un non-senso
buffo di palazzo.
Senza mai ascoltare,
capire
i dissidi favolosi
di chi voleva
i miei baci.
Saggezze
Un vecchio castello
conteneva alti picchi di montagne,
grandi vittorie,
vane sconfitte
dove l'aria filtrava nel mezzo
di un'anima che vi abitava.
Le ali dei pensieri
respiravano eventi
di vita turbolenti.
Continua ancora il volo
dei pensieri
con le sue forme tratteggiate
dai colori viventi.
La fortezza radica la sua forza
nell'acquisto dell'esperienza.
Fiori nella pioggia
Il cielo piange
e le stille muoiono
sul suolo asciugate
dai fili di vento.
Il cielo sorride
dietro le nuvole bianche
ma traspare e uccide
il buio di chi non è capace
di piegare le labbra
in un lieve spiraglio
di felicità.
Dentro
Il mio amore dov'è?
E' nascosto tra la lacrima
di una ciglia?
O tra un colore d'iride?
Forse tra la polvere
di un giro di fumo.
Semplicemente tra l'atomo
di ossigeno puro?
Vien fuori dalla luce
di una lampadina spenta?
Tra passi
che non sanno avanzare?
Forse in un viaggio
ancora da prenotare,
tra mille granelli
d'isola vergine.
L'amore,
l'amore per me stessa.
Mosaico d'arte folle
Spiragli di colori
di promesse mai mantenute,
unguenti d'impronte
mai rivelate,
emozioni vivibili
solo in balìa
della pazzia vissuta interiormente,
colori estesi
tra sentieri di arcobaleno.
Uomini persi
Perdere le emozioni che regala
la fiamma ardente di una candela
accesa in un angolo
buio,
oscuro,
losco;
è la sensazione persa durante
l'incoscienza di un quadro
soffocante,
chiaro,
forte;
è il pensiero di un uomo
senza le sue certezze
nascoste nelle profondità del suo io
rarefatto,
deluso,
disintegrato.
Corse
La corsa del tempo
è segnata dal mio disegno
di metafore ed illusioni.
Scorre per il mondo,
scorre per la gente,
per lui, per lei, per loro;
per lo scrittore chiuso in se stesso
a cercar risposte nascoste
nel mondo acrobatico.
Il movimento del tempo
fugge per chi cerca.
Forse non per me
che non sa infierire nel disegno
di ogni singolo giorno,
e mi ritrovo
sull'orlo di me stessa.
Il grido
Passeggiava sul ponte
insieme ad amici.
I suoi passi sicuri e rumorosi;
calpestava
scricchiolando le foglie.
Seguiva silenziosamente
l'istante di sguardo
al di sopra della paura da lui sconfitta.
Il grido l'afferrava,
la sua anima bruciava
tra le sue mani...
Il suo essere non tratteneva
il controllo della scena
perenizzata dai colori.
Ciccia non xè per barca (detto triestino)
Comune mortale io mi sento
tranne nell'anima non mento.
Cosa difficile rimaner assente
al giudizio di chi rinascente
aguzza critica per favorire
riguardo al mio dire.
Ripeto, forse, con parole vivaci
di fraseggiare versi loquaci
e ad ogni imbrunir di sera
persona migliore mi sento più fiera
di me, di me stessa...
e pure un poco fessa...
ora che sento puzza di bruciato:
la padella con dentro l'"infuocato"!
e il cibo conteso dalla mia fame?
ora non resta altro che una brama:
un piccolo pezzo di formaggio
per dire grazie ad un signore saggio.
E non credo di scrivere più in rima,
anzi, continuo ad essere come prima.
Cuore di montagna
Si ribella l'aria,
si confonde con la pioggia
e il suono del tuono
si avvicina
sulle strade depresse.
Vicino,
un lago di pensieri,
sotto debolezze di castelli,
rocce consumate un pò
dall'acqua...avvampa
correndo su sentieri tortuosi
fino a valli di oceani
sprofondati dal color turchese.
Echeggiano caverne
di voci penetranti,
l'ombra di mantelli
ricopre paesi disabitati
e strade desolate.
Solo brezze abitano lì,
su rocce forti, aride, ferme
ma antiche come l'eternità;
e parlano dalla loro cima
osservando drappeggi
di scompiglio al di sotto
delle loro valli maestose.
Capelli sciolti
Il vento non agita solo foglie,
non agita solo cuori
in preda a pazzie,
non agita solo pensieri.
Agita una bellezza che non conosci
per colpa di occhi che non vedono.
Sorpasso d'anima
Fluisce fluido
il sorpasso del cuore
alla ragione.
Echeggia l'eco
di corrente
sgorgare dal volo.
Passeggia il passo
del piede
che calpesta
l'aria del tempo
schiacciante.
Tu, io, noi, tutti
focolai, strumenti
di numeri tra tanti.
Finisce finito
l'istante del flusso
che si voleva immortalare.
Ma poi?
Ci si ferma
nello stesso modo
di quel preciso momento?
Io e lei
Sole di luce
nel cerchio di cristallo.
Giorno tra lamiere
di bollicine frastornate.
Bocca rosa
nel punto d'iride
gioioso del cuore.
Gioca e si burla di me
gesticolando l'adesso
scrivendo sorridente:
"Il tuo viso raggiante
come luna
illumina la notte;
le tue mani
accarezzano lievemente
come il vento le foglie."
Nella stanza frettolosa
il cerchio di cristallo
si stringe
fino a far scoppiare
le bollicine frastornate
in armoniosa sua canzone.
Sul porto
Una grande folla
comprime le voci
dei silenzi appartati.
Nel porto senti
le sirene delle navi
che portano a terra
i fiori dell'avventura
sospesi tra le memorie
dei soldati profumati
dalla brezza marina.
Si calano verso un tempo
che li vede scorrere
sempre più veloci,
sempre più lontano...
alla nostra curiosità
dei tanti perchè.
Il sogno
Luce avvolgente di carezze
imbambolata
tra il sipario della fantasia.
Stella
Spesso mi guardo allo specchio:
appaio confusa e turbata,
poi dentro gli occhi
vedo la punta di una stella
splendere per me.
Voglio denudare la mia anima
conoscendoti ancor di più,
scoprendo l'oasi d'impronte
che il tempo
continua a cancellare.
Risposta alla rabbia
Con l'incantesimo
di chi vuole distruggere
la mia mania d'essere
rispondo con un sorriso velato
di parole
che non sanno catturare
nemmeno l'ombra degli occhi
che osano massacrare
la mia ragione d'ira.
Con l'effimeratezza
di chi vuole soppiantare
il mio vero essere
rispondo con una forza maggiore
della mia esistenza stessa
per sconfiggere
una assurda pace guerriera
quando si osa distruggere
un pò di lealtà
costruita con il mio
silenzioso dolore.
Preghiera
Se la vista di Dio
è il calco dell'intorno colorato,
le sue mani
tutto ciò che è accerchiato
dai Suoi tratteggi naturali;
il suo udito
melodie cantate
da echi di nostre emozioni;
il suo olfatto
profumi delle stagioni
cangianti di mese in mese;
il suo tatto
potere di gesti
che modellano ciò che percepiamo;
il suo gusto
tuoni e lampi,
brezze e uragani
dolci o amari
di ogni angolo della terra;
...il Suo cuore
metastasi e connubio
tra sogni dei nostri inconsci,
tra realtà delle nostre ragioni;
il Suo potere
gioco di dadi
tra destini del tempo;
e le nostre vibrazioni...
così in mano
al Suo destino.
Incommensurabilmente
naturale
accettarlo
divinamente.
Lascia andar via
Lascia andar via
tutte le tue emozioni
provate nei momenti
di sconforto;
devi sorridere alla vita
persa nel punto
del grande universo.
Lascia andar via il buio
e la tempesta
e sorridi ai tuoi sogni
senza castelli di sabbia.
Sorridi al viaggiatore che è in te,
fatti portare lontano
dove non avverti neppure
il peso del tuo primo sasso
costruito con il tuo sorriso.
Grido d'amore
Si potrebbe morire
con gli occhi
puntati al cielo aperto:
vedi le stelle
anche in pieno giorno,
quando il vento
ti aiuta a respirare
proprio all'ultimo momento
di un incanto
vivido e trascendente.
Si potrebbe morire
con la bocca amara
riempita di parole amare
ansiose di scoppiare
come il freddo
che si perde
nel ghiaccio trasparente.
Si potrebbe vivere
ancora per un pò,
amare divinizzando,
perchè potresti regalare un sorriso
a chi ti ha amato
senza che tu
l'abbia mai saputo.
Cercare cosa?
Quanto pensi di valere
in questo attimo di riflessione?
La tua mente cammina
senza fermarsi mai,
cerca solo il tuo futuro
perso nelle mani del destino.
Non credi ad una astratta divinità,
in quel finto infinito
che ti dona solo la paura
di non saper vivere
l'immortalità dei sentimenti,
dove il panno di luce
riflette tra le lenzuola
di coccole.
35 anni
Dolcezze di note
affiancate dal borseggio d'innocenza.
Soffi di suoni
accorpati tra il dolore degli anni.
Sentire il profondo
d'anima-cuore
...e viceversa.
Diventare grandi
con i gradini
sempre più alti
da scalare
con esordi di braccia
sempre più forti
da scoprire.
Confine
Pastelli accartocciati
tra flagelli di palco cotonato,
soffusa e credula
a voci di sfide lontane
qui,
sentori e sentieri
accovacciati tra foglie di strada.
Storica foce
di fiume appassionato
con spinta di ciglia
volta a guardar lontano.
Orizzonte mai raggiunto.
Orizzonte solo eco da sfidare.
Forza e parola
Segretezze di stelle,
tra i loro spazi corposi,
cosa c'è?
Il vuoto di vita?
Nasce oscuro
un perchè di tuono
finchè non giunge
lampo di luce
tra costellazioni parlanti...
equilibri di uomini
comunicanti con battaglie...
e protesi tra fiumi
di verità
dietro cespugli di nebbie.
Atterrano tulipani
di lingue multicolori.
Mai l'oscuro dello spazio
inghiottirà
l'aurora dell'immenso celeste.
Ombre mie
Mi aggrappo atavica
a tutto ciò che sgorga
nella vita,
tra crepuscoli serali
e brillantezze giornaliere.
Fame disintossicante
di sensi di colpa attanaglianti
e crepe di fessure
dove cercare risposte fuggenti.
Limpido l'errare
tra spazi di cielo
dove atavica,
di nuovo aggrappo
la freccia della curiosità.
Ma poi,
appesantita da fardelli di scelte
cosa faccio
se non capir tutto il senso
del mio cammino costruito?
Adesso tra luci di gallerie nascoste
fingo tra scuri aneliti di luna.
Lontani
La lontananza
è la vicinanza
di due cuori distanti,
è un viaggio turbolento
per raggiungere il soffio
di un respiro
respirato nello stesso istante,
è uno sguardo unico
che cerca occhi
visti e baciati
in uno stesso momento,
è un tocco di mani
accarezzato fragilmente
in un giorno
uguale a ieri,
simile ad un domani
che verrà.
Sfera
E' umano provare
sentimenti chiari
che ti spingono
a voler vagheggiare
per un mondo fantastico,
dove non esistono
tempi e spazi.
E' forse sbagliato
credere alla speranza,
alla luce dell'intimo nascosto
sempre vivo dentro me
e che non si spegne mai,
perchè ci morirei
anche con te.
E' infinito il mio sognare
perenne, assiduo,
nasconde il male del mondo,
l'inattività di gente
persa nel proprio orgoglio,
persa nella solo volontà
di giudicarti
senza conoscerti.
Qualè il mio e tuo scopo?
Partita. Mortale.
Crepuscolo rotto
da abbagli stonati
nella notte.
Bimbi, donne, uomini,
creature, fiori, animali
non hanno più
gioia, speranza, volontà,
bellezze, odori, istinti.
Le lapidi piangono
accasciati tra le bombe
silenziose ancora urlanti,
non ancora scoppiate.
E li chiamano "alta tecnologia"
questi dieci, cento, mille colpi
che assordano prima di cadere.
Deserti neri, oro sporco,
soldo senza anima e colore:
riveste il valore
dell'essere umano,
pedina, bersaglio
tra le stesse macerie polverose.
Disintegrato. Annullato. Morto.
Per i grandi e potenti protetti
l'umano diventa
"Alta Partita A Scacchi".
Risvegli
Mai d'incanto
vive la poesia
se non con affiorarsi
di emozioni rafforzanti.
Mai di colori
vivono i fiori
se il profumo non volge
lo sguardo
alla sensibilità.
Mai di odore
vive l'amore
se l'arcaico
senso del pudore
si fa strada
tra i peccati.
Mai di pace
si vive dentro
se non con la lotta
al ritorno di noi stessi.
Limbo
L'amore è stanco
e non mi risponde.
Non risponde al mio richiamo
perchè stanco.
Stanco per il lavoro, il correre,
per il dormire:
la notte lo frammenta
in un batter di ciglio,
e il mio seno, così
non si riscalda neppure...
Amore...
risvegliati dal torpore della stanchezza.
Il tuo correre ormai
vortica nel limbo del non ritorno
alla vita senza fortuna,
il mio seno non avverte
il tuo forte calore.
Amore, amore
fai tuonare
la bora dei sensi
che ti riporti a me...
e scompiglia così
il senso del tempo
che corre dietro di te:
il mio seno così
si acciglia al tuo solo sfiorarmi...
...con gli occhi.
Semplicità
Rose rosse tra montagne intatte
aiutano a regalare al tramonto
il colore dei ricordi di ieri,
vivono ancora adesso
tra fessure di sussurri
pieni di messaggi rassicuranti...
di vita allegorica
nascosta tra metafore reali:
la sensibilità
fiorita all'interno di anime
in attesa d'istanti
piene di luce e certezze
come la scena semplice
che addormenta ogni giornata.
La mia arte di amare
E' ancora necessario
credere alle illusioni
di un posto lontano
dentro una conca
dove la montagna
cancella la vita
al di là della solitudine?
Mi aiuta a vincere
la sopravvivenza di una paura
lasciata inconsciamente
agli amori mai pronunciati.
L'alba di un vuoto
Ho seguito le orme
di un nomade
stanco di scortare
il cammino del sole.
Era seduto su un sasso,
era arrivato in cima:
vedeva lo sprofondarsi
dei colori frammentati.
Scorse le stelle,
zampilli effervescenti;
regalavano i lineamenti di un viso
affogato nel pianto di un dolore,
e vide la lucentezza di una culla
che dormiva nel ciel sereno...
opacamente sfumato
dall'ombra di un triste sorriso.
Il vento annunciava
l'assenza di palpiti viventi
nascondendo il furore umile e toccante
della tempesta.
Il nomade si allontanò dalla cima,
torna a vagare
tra fiori di pietre lontane.
L'ho seguito, accompagnandolo.
Mare
La voce incessante dei miei pensieri
assomiglia a te.
Mi avvolgi, rapisci la mia coscienza,
mi trascini in profondità
immersa nel silenzio più assoluto
dove ti sento e ammiro.
All'improvviso
emergo come una fortezza.
Vorrei che questo mare
mi amasse ancor di più,
le sue carezze non mi bastano;
ho bisogno
che tu mi sconfigga
nella mia indistruttibilità;
desidero mostrare la mia segretezza
radicata come in una roccia;
urlerei il mio amore puro,
senza ombra di peccato.
Abbracci d'orizzonte
Brividi piegati
al sole d'estate.
L'azzurro terrestre
si muove tranquillo
nell'orizzonte scolpito
degli occhi scuri.
Seguono una barca
fissata in un punto fermo.
Seguono un addio
riversato in un futuro lento
dove lo zaffiro scolpirà
statue di grandezze
verso domani passati.
Occhi spenti
Vorresti andare al mare
con chi ti sta vicino,
con chi dovrebbe amarti
e prendersi cura di te,
piccolo mio.
Sei seduto con le mani in tasca,
occhi tristi e luminosi
sugli altri che giocano:
non conoscono il dolore.
Le grida dei tuoi compagni
avvolgono il quartiere
in allegria,
e la paura dentro di te
si accascia...
non vuoi tornare a casa...
non hai speranza.
Sogni il calore di baci caldi
sotto le coperte,
labbra sorridenti
di chi ti ha portato alla luce,
prati di dolcezze floreali
negli occhi suoi.
Ora devi andare,
torni nella giungla
dei fuochi d'inferno.
Non hanno cura di te...
La salvezza e il tuo sollievo
abitano dentro il tuo futuro;
nascerà, sì, l'ingenuità
tra piante d'amore
di occhi innamorati.
Autoritratto
Assetata di passione moderata,
desiderosa di un amore
che non muore mai;
una fiamma perpetua
capace di illuminare
non solo la notte...
anche la luna, le stelle,
il silenzio,
con te affianco
in una stanza arredata di purezza.
I miei occhi fissano la goccia di fuoco
rallegrata da forza di volontà
di esplorare il mio sentire
senza paura.
Il cuore parla
senza rompere la pace
della mia ombra riflessa sul muro.
La candela anima il mio pensiero.
Pianto
Ascolto in silenzio
il pianto di un gattino;
lo accolgo accarezzandolo.
Lui è me.
Lo curo. Lo accarezzo.
Confortevole le fusa
che abbracciano
le mie vibrazioni del cuore,
e le mie dita inteneriscono
perfino il pugno reso violento
per la delusione...
ora penso alla tenerezza.
Trieste
Chiassosa e lunare
tra brandelli
di vento trascinante.
Solare e suggestiva
tra il chiarore della piazza
sull'acqua sussurrante.
Forte e fragile
le mura di città
dove la storia di ieri
non l'ha mai consumata.
Si sale, si scende
tra velati odori
di passi boschivi.
Silente e ridente
il chiasso
di occhi fugaci.
Ed io,
straniera quì,
lascio scorrere
la sua aria di arcobaleno,
tra l'amore
che mi ha suonato
il tuonante sillabare:
RESTA.
Come luce
Sono nata dal niente
eppure toccavo
le linfe tra il ballo
dei suoi pensieri.
Son cresciuta dal buio
e se qualcuno
mi avesse reso più felice
ora...
vivrei forse nel limbo
senza mai averla ascoltata.
Ho parlato dal nulla
ma come ho potuto
elargire un così triste dire
tra mille affanni?
Son rinata dalle sue mani
e se fosse stata
più serena
le sue gioie
le avrei inarcate
tra i germogli
di piccoli semi
di girasole.
E se odoravo
il suo tatto di vita
sarei nata, cresciuta
avrei parlato, gridato
da lontano
dove ne percepisco
i suoi echi di storia.
Esplode l'incanto
ad una risposta
del perchè Io.
A nonna Lucia
L'Aurora
Tic-tac
tac-tic,
lancettano
le vite,
le nostre,
tra destini
costruiti dentro.
Sospiro-respiro.
Tra le gelida
accuse di guerre
esterne
attraverso
la soglia
della nostra casa;
tutto un abbraccio
tra i colori
degli occhi suoi.
Adesso
lancetta
la vita, la mia,
tra l'odore
del suo sapore
pieno.
Desiderata
dentro.
Respiro...
sospiro.
Il senso della vita
Il cogliere l'attimo
che segna
la nostra storia.
La felicità rubata
e non apprezzata.
Il passato
colto all'improvviso
da una frase.
Rumoreggiare
passo per passo
durante l'incoscienza
che ci insegna.
Fotografie
Giorno piovoso,
voi spensierati
in quella domenica
che ora...
nostalgicamente affiora.
Al mare
ghirlande di onde scroscianti,
di allegria evidente,
per quelle poche ore
di castità rimanente.
Tu cosa provavi
dietro quel vestito bianco...
salvatore di una tristezza
che portava al futuro
con devozione
e libertà.
Stringi il tuo sposo
emozionato da tanto amore
negli occhi tuoi.
Il tuo bacio
immortalato,
scattato
tra lo sfondo
di acqua marina
.
Io ti vivo
nelle fotografie...
e tra l'aria che allora
bisbigliava
il mio destino.
A mamma e
papà
Pura follia
Domani ci sarò.
Adesso come ieri.
E non c'ero.
E cerco di essere.
Forse sono vera.
Forse sono autentica.
Oggi sono libera.
Oggi forse sono io.
Il poeta
Grida il suo silenzio
tra mille pagine bianche
e deserte.
Come un chicco
che splende
nella confusione
di tanta gente.
Legge tra i vuoti
dei suoi pensieri
che fuggono.
Passeggio
Cammino con gli occhi
tra mille molecole di odori;
calpesto l'asfalto
dei miei passi persistenti
tra mille scricchiolii
di vite colorate;
insinuo il mio respiro
tra venti che cullano
le gare d'aria.
Sommessa e timida,
io,
tra baci di amanti
che si adornano
tra foglie commosse
di inizio primavera.
La gioia del vento
Spaziosamente annuvolato
tra le ciglia della pioggia.
Raccimolato tra le radici
dei respiri d'ombra.
Accovacciato tra le emozioni
del sole mito.
L'apertura di sensazioni
ravvivante la vita.
Il giardino del poeta
Le foglie dell'albero
danzano al ritmo del vento
venuto da lontano;
canta sul petalo
leggero e forte
da dove nascono
sussurri
di speranze splendenti.
Ombre del passato
vengono calpestate da affetti
di ricordi fugaci
e lentamente
salgono in cielo
per disintegrare
mille parole dette
ad una giornata raggiante.
Bellezze stravaganti
si allungano su corpi
di Madre Natura,
nude, spontanee, eroiche,
come le pioggie delicate
delle giornate d'autunno.
Allora ci accompagna
l'imbrunire di lentezza
ammirato nella profondità d'anima
dove abitano
profumi, odori,
raccolti nel giardino
più bello che c'è.
Persa
Traballante nell'incoscienza,
zoppicante tra luci abbaglianti,
con fervore lievi ferite
di dinastie disordinate.
Gareggiano tra i balli
lividi divampanti di passi;
echeggiano tra rumori
di musica
galleggiante nel cuore.
All'improvviso
il buio negli occhi
varco la dimenticanza,
nell'oblio
trasuda la malinconia
di una bufera di vergogna.
Accascio tra i sogni confusi
lievi paure di non accettare
le sommosse dell'anima
e inarco nel ricordo
la freccia avvelenata
di una sera.
L'apertura
Mi sento piccola
così...
tra le pupille
sparse nell'anima
pronte
ad interferire tra il chiasso...
brulica tra i miagolii
di carezze
temperando di colori innocenti
la mia storia
di illuminazione crescente
non solo di emozioni;
l'espediente migliore
la folgorazione
degli occhi aperti al fulmine
di un'esperienza...
e la vitalità di una mano,
la mia,
sempre pronta a stupirsi
per le parole
che l'anima stessa
sa dettare.
In amore
E' facile sorseggiare
dalle tue labbra divine
il nettare della fusione
tra cielo e terra,
dove non si congiunge il Tutto...
... ma solo si gode
il senso dell'esistenza
nell'amarti.
L'incompreso silenzioso
E' la luna.
Si chiede il perchè
del sole
che splende.
Tace. |