Poesie di Stefano Medel


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Mi chiamo StefanoMedel, sono nato e vivo ad Ovada, piccolo centro nel sud del Piemonte, in una valle tra due fiumi. Sono Perito Meccanico e, da sempre, mi interesso di letteratura ma non solo. Mi piace scrivere, lo faccio da sempre, e leggere. Da anni mi diletto a redigere piccoli saggi, poesie, trattatelli e recensioni di cinema, fumettistica; ma i miei interessi sono da poligrafo, e spaziano tra storia, sociologia, arte, lettere e chi più ne ha...
Quando ho tempo, e anche soldi, partecipo a premi letterari, ormai sono anni che lo faccio, tra cui: il premio Gronchi, Potendera, Amici di Rivalto, Premio Marigliano, a cui ho partecipato più volte. Ai posteri la sentenza.

Leggi le altre poesie di Stefano

Giornata con te,
starti vicino,
parlarti,
farti coraggio,
mi fa piacere,
mi scaldi l’anima,
sei così viva,
forte,
fresca,
sei la gioventù
che mi è sfuggita;
hai appetito per tutto,
mangiare,
bere,
girare,
sentire,
amare;
non mi stanco
di stare con te,
e il tempo vola;
stai seduta con me
e parliamo;
ti arrabbi,
poi ridi,
poi pensi;
mi piaci così
come sei.

Bacetto
Mi vieni incontro,
mi sorridi
paciosa
e rubiconda,
i tuoi occhi grandi
e profondi;
i tuoi capelli corvini
un po’ scuri,
avvicini il tuo corpo,
mi sfiori con le labbra,
bacetto tra noi due,
bacetto di affetto,
che vuol dire tante cose,
che vuol dire,
il bene tra noi,
la nostra profonda amicizia,
da vecchia data;
piccolo gesto,
tanto affetto,
tra me e te.

Ciclo vitale
L’esistenza è tutta
Una sequenza,
un ciclo continuo,
un continuo ricominciare
e ripartire,
tra nascita e fine,
tra inizio e termine delle cose;
è una ruota che gira all’infinito,
e la vita non si ferma
e continua anche senza di te,
il giorno finisce e poi
risorgerà,
e siamo solo di passaggio,
precari e instabili,
e niente dura in eterno,
solo la vita si rinnova e riparte
perenne e senza posa,
in questo ciclo infinito di esistenze,
cerchiamo di fare qualcosa,
di f are la differenza,
di lasciare un segno,
e bisogna cercare di esprimersi,
di pensare,
riflettere,
scrivere,
avere delle idee,
in modo che qual cosetta di noi,
sopravviva,
in questo giro perenne,
che è la vita.

Il peso della libertà
La libertà
Non è mai un fatto scontato,
una cosa certa,
indeformabile,
una cosa inviolata,
la libertà,
bisogna difenderla un po’,
ogni giorno,
e c’è sempre chi te la nega,
chi te la vuol togliere,
chi rompe,
chi dice menate;
la libertà
non è comoda,
non è facile,
comporta un prezzo,
spesso vieni scansato,
deprezzato,
messo da parte,
bollato;
e la gente odia non quello che
appari,
o cosa fai,
ma quello che rappresenti,
la libertà ,che loro non hanno
più e a cui hanno rinunciato;
ed allora cercano di f arti il vuoto,
di fregarti,
di costringerti,
di farti correre
e ripudiare tutto,
la libertà non è facile,
come tutto in italia,
è un gran casino.

quando si fa sera,
i giochi sono fatti,
tutto si calma,
tutto si acquieta,
scende la sera,
sull’animo inquieto,
che cerca la pace,
che cerca il riposo;
si spengono le luci,
la festa è finita,
il locale chiude,
glia mici vanno via,
è sera,
è tardi,
resti solo,
come sempre,
con te stesso,
e le tue paure,
i tuoi demoni,
e vorresti non lasciare
mai gli amici,
che non venisse mai la fine ,
il dopo,
il domani;
si fa sera,
ascolta,
la tua solita solitudine,
il vicino dorme,
è ora di cenare,
dove siete amici,
cosa fate,
mi pensate un po’,
davanti alla tavola ammanita,
se solo rimaneste con me,
e scacciare il futuro
e la paura
e il silenzio pesante,
nella mia vita.

Brezza
Sferzante e vigoria,
che giungi dal mare
lontano,
e colpisci i volti,
scompigli
e fai rotolare
le foglie secche,
e il bucato si contorce
nervosamente,
colpito poscia
da spifferi gelati,
c’è ancora in te,
i resti dell’inverno
non del tutto morto;
brezza che sai
di stagione pria
e novella,
primavera
che avanza.
 

Sole the end di febbraio
Ultimi residui
Di febbraio,
albori di primavera,
sapore d’inizio,
l’aria sa di frescura,
di risveglio,
di ripresa,
ritorna il tepore
tiepido
del sole,
primavera nell’aria,
stagione si così primigenia,
virgulta
e deliziosa,
tenue e delicata,
con un sole tiepido e insistente,
e hai voglia di togliere la giacca,
di camminare a piedi nudi
nei prati,
di respirare,
dimenticare,
non pensare,
fregartene,
sole tiepido.

Ascoltami
Ascoltami
Quando sei distratta,
quando non mi guardi,
e sei troppo lontana,
ascoltami
quando sono troppo solo,
quando sto seduto
ad aspettare chi non chiama,
ascoltami,
quando sono nel bisogno,
quando le ore non passano mai,
quando il giorno è grigio e
ventoso,
e non sa di niente,
ascoltami quando ho bisogno di parlare,
di chiamarti,
ascoltami.

Mattino soft
Presto
È già giorno,
la luce si fa
forte a poco
a poco,
tra le imposte;
rumori ovattati,
tenui
della vicina,
qualcuno và in bagno,
un altro tossisce,
la mattina così,
voglia di coca cola,
pastiglie;
silenzio plumbeo,
diafana atmosfera,
mattino soft,
come sarà oggi,
che succederà,
il futuro arriverà presto,
è già qua.

Vivere noi
Vivere noi due,
quanto tempo
è
passato,
eppure mi sembra
sempre come la prima volta,
ti amo anche di più,
mi piaci come sempre,
e la voglia di te,
non è diminuita;
vivere è stare vicini,
e una carezza tra noi,
un piccolo bacio,
tante piccole attenzioni,
vivere e avere sempre qualche grana,
la vita è un casino,
è tutta un avventura,
ma con te,
rido
e spero in qualcosa,
sei la cosa più bella che speravo,
che cercavo,
ti aspettavo da sempre,
nelle mie solitudini,
nei miei giorni sempre uguali,
grigi e tristi;
vivere noi due,
grazie a te,
non sono solo,
e rido ancora,
vivere,come ridere,
con te,
anche della sfortuna,
della durezza della vita,
vivere noi,
insieme,
fino alla fine.

Neve di nuovo
Negli angoli
E i pertugi
La prima neve si
Era disciolta,
eravamo liberi e felici,
le strade erano scoperte e prone,
il traffico rutilante;
e adesso,
stanotte,
di nuovo
cala il nevischio,
imbiancando
i selciati
e ogni dove,
che casino,
un guaio camminare
per i vecchi e i macilenti;
di nuovo la neve,
jella nera.

Sole invernale
Foschia
E oscuro plumbeo
Del mattino incipiente;
poi poco a poco,
la luce taglia la
lama d’oriente,
spacca le nubi
e il grumo di bassa pressione,
si fa strada il chiarore,
un raggio di sole
novello:
aurora,
ti solleva il morale
vedere la luce
d’inverno,
l’incubo della notte
si ritrae,
è finito;
giorno,
hai solo voglia
di tepore,
di casa,
di fuoco,
di calore;
oggi stai spento,
stai in casa.

Paesaggio di nebbia
Sera d’inverno inoltrato,
l’auto avanza,caracollando
verso il centro abitato,
d’improvviso,una foschia,
è la nebbia;
un banco di nebbia invernale,
la luce è fugata via,
si fa tutto scuro,
indistinto,
pare di vagare in un limbo perduto
dello stige;
città e cose avvolte di nebbia,
sembrano inghiottite
e spariscono a tratti;
la gente paludata pesante,
và di fretta,
una signora col cane,
si perde immersa
dal nebbione
e si sperde allo sguardo,
paesaggio spettrale,
tutto si fa evanescente
e fosco
ogni cosa sembra appartenere
a una diversa dimensione;
ci aggiriamo,
cercando la luce del sole,
chissà
dove è finito.

È
Passato tanto tempo,
esistenza,
tanti ricordi
scolpiti nel tempo;
infanzia,un soffio
veloce,
un anelito di vita,
felicità perduta,
i banchi di scuola
il grembiule,
la maestra che sapeva tutto;
giovinezza,
che sembra ieri,
e gli anni sono volati
in fretta,
quanto tempo,
che non tornerà mai;
poter ricominciare,
avere un'altra possibilità,
un'altra vita;
esistenza breve.

Vicinanza
Averti vicina
È come un fuoco vitale
Che scalda e da cui
Prendere calore
E coraggio;
vicino a te,
sentire il tuo corpo
il tuo calore,
scaccia le nuvole,
i cattivi pensieri se ne vanno,
mi stupisce sempre
la tua energia
animalesca,
istintiva,
la tua voglia di esserci,
di vivere;
e io cerco di imitarti,
di seguirti,
nonostante il peso della mia età,
e gli acciacchi,
non mi stanco di averti accanto,
amore.

Bacio
Quando stai per lasciarmi
E mi saluti,
e ci congediamo,
sempre ti avvicini,
e mi dai un piccolo bacio,
che mi piace sempre;
avvicini le tue labbra calde
e sensuali alla mia bocca,
e sento il tuo tocco su di me,
e ripenso al primo bacio,
tra noi,
quella sera d’estate,
e mi pare ieri,
e questo amore che
ancor mi dura,
il tuo bacio
il tuo amore.

Vivendo
Vivere è passato
Un casino di tempo,
quanta acqua è passata sotto i ponti,
il tempo è volato,
gli anni sono andati via,
lesti,
come un treno in corsa,
sembra ieri che tutto era all’inizio,
l’infanzia,
la scuola,
la giovinezza,
tutto è già nel vento
e quante cose non
ritornano più;
vivendo,
un po’ come perdere tempo,
un po’ lottando,
un po’ patendo,
vita un po’ in salita,
tra male e bene,
cose positive
e altre ,meno;
vivendo.

 

Sorriso
Il tuo sorriso me lo porto
Appresso,
me lo immagino
quando sei lontana,
quando non ti vedo,
e cammino per le strade da solo,
e non so che fare,
quando sono seduto
in un posto in solitudine,
senza nessuno che pensa a me;
allora rivedo il tuo sorriso
pieno di vita,
pieno di forza,
sorriso radioso
che sprizza di vita,
di voglia di esserci;
come invidio la tua età,
i tuoi anni,
sei sempre viva,
forte,
mentre invece io
a volte sono avvilito
per la crudeltà del mondo;
per fortuna ci sei tu.

Insieme
Noi due insieme,
io e te,
vuole dire tanto,
vuole dire tante cose;
sei entrata nella mia vita
tanto tempo fa,
e non è un giorno,
e hai cambiato tutta
la mia esistenza,
hai sconvolto le mie abitudini, hai riempito
il mio vuoto
di solitudine;
sei arrivata come
un tornado,con
i tuoi guai,
i tuoi problemi,
i casini,
i tuoi problemi,
e non ti fermi,
incasini sempre tutto
e io invidio la tua
energia positiva,
la tua forza giovane,
il tuo impeto
ottimista e primigenio;
sei forte e istintiva,
sei una forza per me,
sei costruttiva.

 

Strano,
la notte è come un bambino,
gli dico e non so ,se dormicchia
o mi ascolta,
la radio trasmette brani inglesi,
mentre sono in auto;
notte plumbea,
cielo nero,
nuvole scure,
inverno di notte,
la sera è scesa in fretta adesso,
in questa stagione,
il cielo si è
tinto d’inchiostro,
la notte è gelida
come un pezzo di ghiaccio,
luci delle macchine,
illuminano il buio,
neon accesi e insegne luminose,
nei bar e nei negozi aperti,
ristoranti asiatici,
con dentro commessali misteriosi,
e le scritte orientali fuori,
mandano un odore di rosticceria;
i bus sfrecciano ,facendo d ei peli alle macchine,
qualche fegataccio in motorino,
passa una fiumana di gente,
sera invernale.

 

Poesiola beat
Una piccola poesia beat vorrei
Scrivere,
che dica un po’ ogni cosa,
e nulla
allo stesso tempo,
piena di argomenti,
di pensieri,
di voglia di libertà,
di spazi liberi,
di amicizia
e di valori genuini;
una poesia beat,
in attesa di un mondo migliore,
che contenga un po’ di umanità,
di parole buone
per pensare positivo,
una poesia beat.

On the road
Strada,
cammino lungo i viali,
negozi,caffè,
guardo il sociale,
gente che và,
che viene,
negozi illuminati,
beni di consumo,
falsi miti,
smania di possesso;
cerco la libertà
e la serenità,
tra la folla indifferente e ignavia,
tra il cemento e lo smog,
e i muri fuori e dentro la gente,
cerco un po’ di umanità,
difficile da notare ,da trovare,
barriere e alienazione,
ognuno chiuso nel suo mondo,
nei suoi guai,
nei cavoli suoi,
guerra tra poveri,
the road,
tutto passa,
tutto và
verso un destino,
e la gente non sa niente,
e non vede nulla,
che il proprio
misero nirvana personale,
tra facce sconosciute,
ignare e dure,
cerco facce amiche,
una speranza,
un valore,
una scappatoia.

I sogni di pianomen
Cantaci i tuoi sogni di pianomen,
cantaci i sogni che sai,
una canzone che sappia di tutto e di niente,
che dica della vita,
dell’esistenza,
dell’amore dell’odio,
della vita,
che contenga male e bene,
che significhi tutto e un po’ di niente;
che parli dei valori
di un tempo,
come l’amicizia e l’onesta
e la bontà,
che oggi valgono poco
e sono disattesi e squalificati,
considerati fessi e da stupidi,
in questo mondo brutto evano,
falso e becero;
ma tu poeta da pianomen,
cantaci il tuo poema,
la tua poesia,
che sappia di tutto e di niente,
pianomen.

Cicala cicala



Allegramente voli e vai,
finchè non muore il giorno,
e non ti fermi mai,
non guardi mai indietro,
tutto è in te, proteso verso la vita,
hai una forza primordiale,
sei istintiva,
forte,
vigorosa;
non stai mai ferma,
non ci riesci,
ed io,
ti seguo zoppicando
come posso,
col peso dei miei anni,
ma tu a volte non lo sai,ti sfugge,
non pensi,
concentrata nei tuoi pensieri,
nei tuoi guai;
io ti stò dietro in silenzio,
per non disturbarti,
e fermare la tua corsa,
il tuo volo,
non sono capace,
non posso chiudere la tua libertà,
portarti via il sorriso.

 

Masaniello è tornato,
sono io,sono qua,
e adesso parlo alla plebe,
anche se non posso,
anche se non mi è permesso;
sono qua,
un po’ strano,un po’ genio,
coi capelli arruffati e radi,
gli occhiali sporchi,
le scarpe vecchie,
e sono strambo,
per farmi notare,
per farmi lodare;
e non sono handicappato,
né picchiato,come dice la gente,
sono pure diplomato,
alla faccia vostra,e di chi,
mi vuol male;
non ho tempo,
per certa gentaglia,
in malafede,
vado di fretta
e me ne frego,
stò per conto mio,
e ci godo,
delle parole,
me ne fotto,
alzo le spalle,
non ci sono,
faccio a modo mio,
faccio come voglio,
ed esagero di nascosto,
e parlo a più non posso,
e capisco tutto,
anche se i bastardi,pensano di no;
me ne sbatto,.
Deh,
parla basso.

La casa in cima al mondo



Sempre ho davanti agli occhi,
la tua casa in cima al bricco,
sopra il paese,
nella vetta,
dove c’è il centro storico,
con la vecchia chiesa,
il castello medioevale,
e il selciato di ciottoli,
tutto lastricato;
lassù ci sei tu,
nella casa piccola,
che tanto ti somiglia,
con vecchie bici abbandonate,
antiche sedie un po’ sdrollate,
dei giocattoli abbandonati,
sacchetti e roba varia;
questa e la tua casa,
dove vengo volentieri;
con la sala cucina,
la stufetta a bombola,
la tua credenzina,
i pelusche,
la tavola con sopra roba,e dolci,
piccolo mondo,
il tuo mondo,
che riflette quello che sei;
due cuori e una capanna,
e ci salgo volentieri,
anche se fa freddo,
per stare con te,
per parlarti,
vederti;
e quando me ne vado,
ti perdo un po’,
e mi sento triste,
e non vedo l’ora di rivederti,
di tornare.

Hospital
Ospedale,mattino;
sale sparso per terra,
freddo maligno,
le colonne bianche con
la pensilina,
un ambulanza carica
un malato,
macchine ferme,
scendono persone,
via,vai di gente,
ingresso pieno,
chi sale in ascensore,
chi si siede,
chi và alle macchinette dei caffè,
dottori passano svelti,
infermiere indaffarate,
guizzano via veloci;
guardo la gente che passa,
che parlano,
dicono,
visitano i malati;
crocevia di gente,
porto di mare,
chi và,
e arriva;
vita che passa e và.

 

Kerouac il lungo cammino per la libertà
Kerouac Kerouac,
il lungo cammino per la libertà
il libro dello scrittore,
on the road,
una ricerca mistica,
quasi religiosa della libertà,
di se stessi,
di un modo migliore di vivere,
fuori dagli schemi e dal
sistema,
una ricerca sofferta,
spasmodica,
cruenta incasinata,
tra viaggi,
sbronze,
momenti di solitudine e confusione,
in cui ,a volte,non si ha altro da offrire,
se non i propri dubbi e l’incertezza;
una ricerca di libertà,
di spazi liberi,
di poter scegliere da soli.
Libertà.

 

Ricordo di scuola
Scuola lontana
Mi sembra ieri,
di avere ancora con me,
la borsa a tracolla,
sento ancora
l’odore di gesso,
di carta nuova,
di penne
e gomme da cancellare;
la campanella al mattino presto,
il freddo e la brina per le strade,
le vetrate scolastiche,
con le scale,
i bidelli
lavativi
e con poca voglia di lavorare,
altri invece,
simpatici,
e più saggi dei maestri;
odore di gioventù passata,
di giovinezza,
di forza,
come erano diverse allora ,
tante cose,
altri tempi;
e i compagni,
ch e fine avranno fatto,
chi bene ,chi male.

 

Notte metropolitana
Cala la sera,
rapidamente,
più presto adesso,
e fa già freddo,
non più come prima ,
notte di città,
notte metropolitana;
i gatti si rifugiano sotto
le macchine,
si sente freddo,
i ventilatori non servono
più o quasi,
notte gelida,
fresca,
che sa d’autunno,
di vendemmia e di mosto;
la bella stagione è finita ormai,
più o meno,
si raccoglie la legna,
ci si prepara,
all’inverno.

 

L’ultimo paese
Da quello che si vede,e
Da come vanno le cose,
e da come si stà mettendo,
l’italia,
è proprio
destinata ad essere un paese fetente,
brutto,
invivibile,
e con una qualità della vita
low,bassa a livelli bestiali e
pre industriali;
l’ultimo paese è il nostro,
senza frontiere,
senza controlli,
con leggi deboli e mosce,
dove tutto è affidato
alla volontà del singolo,
e dell’uomo della strada;
lo stato è assente,
carente,
lontano,
latitante,
i servizi sono pochi
e le tasse tante,
facciamo come i gamberi,
e mi sembra sempre peggio;
e la società italica,
è il riflesso della classe politica
e del governo di merda che abbiamo;
il sociale è duro,
la vita è pensante,
violenta,
siamo costretti sempre a sgomitare,
a fare casini,
a litigare per ogni cosa;
un paese di merda,
l’ultimo paese.
In fondo alla sentina d’Europa;
in balia di tutto,
delle migrazioni
e non solo.
Eppure miracolosamente,
ci sono persone,
che in silenzio,
continuano
a impegnarsi e sperare.

 

Noi altri soli
Solo noi sappiamo di noi stessi
Solo noi sappiamo le nostre cose,
la nostra anima,
la vera storia della nostra vita,
cosa siamo,
dove andiamo,
ch e pensiamo,
cosa proviamo,
se amiamo,
i nostri sì,
i nostri no,
gli errori o i successi;
la gente,
la massa,
e certi bastardi,
non sanno un cacchio di noi,
tirano solo ad indovinare,
sparano a casaccio a zero,
si aggrappano agli specchi,
dicono balle,
e inventano cazzate su quello
che non sanno di noi.
La gente non sa niente,
non ci conosce,
ogni persona ,
e un caso a parte,
un mistero,
un segreto.

 

Un artista in mezzo agli altri
Essere artista qui da noi è una grana,
anche se d a noi,quasi tutto è un esigenza,
è in realtà come ha detto un poeta famoso,
di artisti in italia, non è
che ce ne sono tutti i momenti,
di artisti veri,seri,talentuosi,sono rari
e non capitano sovente,
di imitatori e trafficoni ce ne sono a josa,
ma di veri artisti,mica tanto;
eppure quasi sempre l’artista in italia,
è una mosca bianca nel caffè,
un anomalia esotica,
un aberrazione,
un mostro,
che si ritrova solo contro tutti,
disprezzato e beffeggiato,
isolato e schernito
per la sua diversità
e le sue eccentricità;:
la società in prevalenza,
è in mano ai pecoroni,
ai guitti,ai più cretini,
e i peggiori,
è un artista,
non viene visto volentieri.
Si ritrova straniero
E solo,
abbandonato o odiato,
e chi più n e ha..
com’è difficile
vivere in questo paese.

 

Il mare d'autunno
Il mare d’autunno
È un qualcosa sospeso
Tra due stagioni,
una transizione tra estate
e autunno,
il mare d’autunno,
le giornate più corte,
le prime foglie per terra,
e il mare con le correnti,
e il vento,
tanti villeggianti sono rientrati,
chi parte,
chi arriva,
chi finisce la goduria,
chi incomincia la feria.
Ultimo spasso,
ultimo divertimento,
ultimo appello,
poi il locale chiude.
La stagione và,
e un anno passa.

 

Borghesi e scarafaggi
Piccolo borghesi scarafaggi
Purtroppo ci tocca vivere
Con della gentaccia di basso livello,
tutta la vita studiamo a scuola,
m a poi,
per le strade,
è pieno di burini senza cultura,
ignoranti,
incolti,
e il livello standard italiano
è raso terra,
ci dobbiamo confrontare ogni giorno,
con piccolo borghesi e paesani
bifolchi e con poco cervello,
che odiano la libertà
e le differenze altrui,
più che non la propria schiavitù,
e il fango in cui vivono,
e invece di fare qualcosa per vivere meglio,
vogliono vedere solo anche gli altri nella bratta come loro,
e ridotti a degli zeri come loro.
La gente non è un sicuro bene,e la solitudine ,
non è un sicuro male.
Se questa è la società,
non vale la pena di viverci.

 



Igiene mentale sistema fascista o fascitizzante
A vederli così dall’esterno,
da fuori,
non si direbbe,
ma a ben guardare,
nel medioevo esisteva l’inquisizione,
i gesuiti di Loyola,
la tortura giudiziaria,
o i giudizi di dio,
e i processi sommari,
con cui
si perseguitavano,
i ribelli,
i dissidenti,
i personaggi scomodi,
gli eretici,
i sovversivi,
o quelli che si ribellavano al sistema,
ed erano ingombranti ed imbarazzanti;
oggi che gli anni sono passati,
usiamo metodi ,
molto più incruenti,
più eufemistici,
puliti,
e senza spargimenti di sangue,
l’igiene mentale,
che in realtà,
è un sis tema oppressivo
e repressivo,
per tenere a bada chi si esce dal seminato,
chi si ribella,
o ha atteggiamenti pericolosi,
scomodi,
e perniciosi per la società,
chi non accetta di subire e sopportare,
in silenzio,
viene colpito dall’igiene mentale,
a furia di ricoveri e di
merdate di psicofarmaci.
Ne sanno qualcosa,
quelli che ci sono dentro,
e la cui vita,
è segnata per sempre.
E faticano a ritrovare una vita
Libera e normale,al di fuori del
Circuito psichiatrico.

 



Stare con te,
ogni volta non è
poi facile,
bisogna sempre sacrificarsi un po’,
per lasciare spazio a te,
per ascoltare i tuoi desideri;
a volte sono stanco,
e non ho volgia di niente,
ma con te è così;
l’amore comporta sempre uno sforzo,
un impegno per l’altra persona,
un rinunciare al proprio egoismo,
per la persona amata.

 



Non è un giorno
Non è un giorno che siamo insieme,
e tu non ci pensi,
m a io si,
mi sembra poco fa,
che tutto è cominciato tra noi,
mi ricordo quella sera,
la mia mano si avvicinò alla tua,
e poi tu mi baciasti lungamente,
e quel bacio,non l’ho mai dimenticato,
iniziò così.
E l’amore ancora mi dura ,
nonostante gli anni e gli acciacchi,
gli alti e bassi tra noi.
È per me ,è sempre come la prima volta.

 



L’uomo del banco delle macchinette
Sono io,
sempre dalle macchinette del caffè,
sono io,
seduto prono
nella poltrona,
mentre la gente passa
trafelata
e
indifferente;
sono io,
che osservo e guardo,
e capisco tante cose,
anche quello che la gente,
non crede;
chi mi vede bene,
chi male,
chi mi saluta,
chi mi disprezza;
male e bene,
negativo e positivo,
cose giuste
altre meno;
il mondo è così,
alcuni non ti vedranno mai,
altri sono amici.

 



Sporco paese
Che non si fa mai
Gli affari suoi,
tra cetti,
pettegolezzi,
dicerie;
paese vecchio
e addormentato,
con gente capocciona
e testarda,
che non capisce,
e ragiona poco,
parlando troppo;
paese bastardo,
tra colline e vigneti,
carugi e viottoli,
gatti randagi,
negozietti,
i bar,
le gelaterie;
traffico convulso,
sporco paese,
tanti ricordi,
la mia giovinezza,
la scuola;
paese così.

 



Amore particolare
È particolare il nostro amore,
è un po’ strano,
un po’ burrascoso,
pieno di casini,
di incasinamenti in cui tu
ti cacci sempre;
un amore così,
che ancora mi dura,
che ancora mi prende;
ma tu sei distratta,
a volte lontana,
a volte chiusa,
nel tuo mondo,
nella luna;
e non torni giù;
e non pensi a me.

 

Notte
Oscuro antro
Di notti insonni,
dove il sonno fugge,
e non si trova;
nottate senza tempo,
in cui le ore,
indulgono
e ruotano a vuoto;
notte,
una musica
nella radio,
sbadiglio,
la ventola gira,
insonne ,insonne;
notte senza fine.

 

Disegno
Se prendi una matita
E fai un cerchio tondo,
ed ecco,
tu avrai tutto il mondo;
e il mondo è una scatola grossa,
piena di cose,
un milione saranno tue
e altre no;
ed il mondo fa un po’
paura e la cattiveria e tanta,
ma noi non smettiamo di lottare,
disegno,
fai un disegno,
ed ecco,
hai un locale
e tavola calda,
con la gente,che và e viene,
odore di caffè,
di cucina,
mentre guardi la barista,
che non ti fila,
e questa gente bevono e magnano,
e tra un poco,saranno ubriachi;
e non ti capiscono,
e magari non ci pensan o,
ma sono tutti nella storia,
nella stessa barca,
anche se ti guardano
dall’alto in basso;
disegno,
noi che viviamo in città,
tra indifferenza e stupidità,
pregiudizi e meschinità,
forse abbiamo un po’ schifo,
un po’ paura,
ma tutto passa,
tutto
passerà,
anche i bastardi che ci parlano
sulla schiena.
Disegno,
disegno,
che scolorirà.

 

Utopia
Magari a volte
Ti avvicini a raggiungere
L’utopia nella tua vita;
ottieni tante cose,
riesci nello sport,
nella scuola,
come poeta e scrittore
sei apprezzato,
ti imponi in internet,
e fai delle cose;
e quando sei lì per toccare la felicità,
e ci sei vicino,
la società
e certa gente,
rovinano tutto
e ti portano a fondo;
è la società
e il suo marciume,
il conformismo,
le regole,
i tabù
e i condizionamenti sociali,
che rompono tutto
e rovinano l’uomo,
stiamo male ,
perché
la società
è marcia , putrefatta,
con un degrado sociale e culturale,
la prevalenza dei peggiori,
degli stupidi
dei burini
e dei più provinciali;
il peggiore stà a galla;
e la felicità,
si allontana sempre più.

 

Libera e selvaggia
Come un a puledra,
corri e vai
da un posto all’altro,
da un guaio ad un altro,
da un abbraccio
e per te,
tutto fa brodo,
libera e selvaggia,
e non ti fermi,
e pensi solo al
tuo benessere,
ai tuoi bisogni,
non mi vedi,
non mi senti,.
Libera vai,
verso il tuo destino.

 

Incorreggibile sei
E non ti fermi un momento,
sempre in casini,
in moto,
impegolata
a correre dietro
i tuoi sogni,
i tuoi aneliti,
sempre nei guai,
sempre pronta a soddisfar ei
tuoi appetiti;
incorreggibile,
non cambi mai,
nessuno ci è mai riuscito,
ormai ti conosco,
e ti accetto come sei,
e ti amo anche per questo.

 

Lo sforzo per la normalità
Essere normali e vivere normalmente,
in questa società di schifo,non è facile,
e c’è da studiare;
è difficile realizzarsi e costruire qualcosa,
e il sistema è pesante come un macigno,
con la sua stupidità,
l’ignoranza della gente,
che non ti accetta mai
per quello che sei realmente,
pretendono un sacco di balle,
che magari non puoi dare,
cose che non puoi essere,
e non diventerai mai;
e stare a galla nella normalità
è un miracolo,
e non è facile;
se poi la pensi diversamente,
e dissenti o non sei conforme,
la normalità te la tolgono subito,
e cercano subito
di rovinarti,
di smontarti
,umiliarti,
di farti rientrare nel gregge.
La gente teme e odia
La libertà,
forse perché non
ce l’hanno mai avuta,
e non la sopportano,
negli altri.
Normale,
cosa vuol dire normale;
nel sociale,
significa,
solo ,
subire,
accettare tutto,
stare in riga e basta,
rinunciare al cervello
e alla ragione.

 

Mangiafuoco
Mangiafuoco stà alla cassa,
tiene i prezzi alti,
chi sgarra se ne pente,
se si accorge che non
balli come gli altri,
e che non segui il gregge,
ti dichiara pazzo;
quanti mangiafuoco delle balle,
ci sono in questo paese,
pronti a giudicare,
a bollare a fuoco vivo,
a scartare,
a dire che sei una nullità,
che non hai dignità;
a segnarti come pazzo,
per buttarti giù;
paese fetente;
meno male che c’è anche della
brava gente,
spesso dimenticata,
costretta al silenzio,
che deve stare attenta,
in mezzo a tanti guai.

 

Fottutissima società
Cara fottutissima società
Dove è meglio perderla
Che trovarla,
la società non è un sicuro bene,
la solitudine non è poi
un certo male;
fottuta società
di pecoroni,
di burini e bifolchi
rintronati,
senza cultura,
senza passioni,
senza istruzione,
capace solo di far e i tubi digerenti,
fottutissima società,
in mano ai peggiori,
ai violenti,
ai più cretini,
che sono subito osannati
da tutti,
dove siamo rassegnati,
abituati al peggio,
pronti ad omaggiare solo
il più forte.
E per i buoni è dura,
e le cose vanno male,
è tutto è un esigenza
da noi;
com’è difficile
la libertà.

 

Diversi
Cammino col mio pastrano,
mentre soffia la brezza primaverile,
dei bastardi a parlarmi sulla schiena,
degli imbecilli
piccolo borghesi
pecoroni invigliacchiti
e convenzionali,
che non mi vogliono,
che non mi accettano;
peggio per loro,
nemmeno io li accetto,
che si tengano le loro certezze
piccole e conformi,
il loro piccolo razzismo
borghese convenzionale,
me ne frego delle loro regole,
dei condizionamenti sociali,
me ne frego di tutto,
e vado verso il mio destino,
pensando a me,
fermandomi,
perdendo tempo,
per conto mio,
prendendomela comoda,
senza correre.

 

Fermarti
Fermarti un attimo,
riuscire a fermar e il
tuo correre affannoso,
i tuoi casini quotidiani,
il volare come una cicala da
un situazione all’altra,
senza niente curarti degli altri;
fermarti,
una parola,
se solo tu ti fermassi un momento,
ad ascoltarmi,
a vedermi,
capendo chi ti vuole bene veramente,
fermarti,
fermarti,
ma tu corri via,
non ti curi di nessuno,
solo della tua libertà.

 

Questi poeti maledetti
Il poeta e il vate
Scrive,
di solito in notti
insonni che non
finiscono mai;
c’è chi legge e capisce,
e chi no,
il poeta è per tutti,
ma non tutti sono per il poeta,
il poeta è spesso solo contro
tutti,
i beceri i cretini di ogni colore,
gli stupidi che disprezzano,
e vogliono distruggere e umiliare;
gli incolti che non leggono,
e sputano sui poeti,
che sono soli e maledetti
e sovente scrivono
nello spregio e l’astio dei più,
lupi solitari,
questi poeti maledetti.

Quella sera e tu
Quella sera e noi,
quanto tempo,
gli anni sono scappati via,
e con essi anche la giovinezza;
quella sera,
venni in soggiorno,
e tu eri lì al buio,
e poi,
le nostre mani vicine,
e tu,
un lungo bacio tra noi,
che ancora sento,
che ancora provo,
che non ho più dimenticato;
e adesso che tu sei invescendata,
e non hai tempo,
ripenso a noi,
a quella prima volta,
se tu stessi un attimo ferma,
e ascoltassi,
se solo ci fosse,
un'altra primavera tra noi.

 

Primo bacio
Ne ho ancora
Il sapore nelle labbra,
sento ancora il calore
del tuo corpo,
del tuo abbraccio;
primo bacio tra noi,
quella sera,
quella sera,
ti ricordi,
ti rammenti
o forse hai dimenticato,
e corri dietro i tuoi guai
come al solito,
primo bacio
che non scordo più,
e penso ancora a te,
come la prima volta,
anche se tante cose sono cambiate,
e sono invecchiato
e tutto il resto,
primo bacio,
tra noi.

 

Noi siamo liberi
Siamo quelli dalle grandi passioni,
dalle grandi idee,
anche se siamo in un angolo,
da un a parte,
scartati,
guardati con disprezzo,
beffeggiati,
e ridacchiati dalla gente;
siamo scartati,
ma abbiamo grandi idee,
siamo qui,
tra voi,
i cosiddetti normali delle balle,
coi vostri giudizi,
la vostra ignoranza;
ma ci siamo lo stesso,
e siamo liberi,
o lottiamo per esserlo,
per volare,
per sbagliare,
fregarcene e
e non fare,
pensare
o sognare,
dormire
o restare.
Siamo liberi.

 

Qui picchiatelli in ascolto
Anche s e non ci volete,
anche se ci rifiutate,
noi siamo qui lo stesso,
ci siamo,
sembrava che dovesse cadere il mondo,
ma siamo ancora qua,
noi, che non vi frega,
con le nostre storie tese,
i nostri dolori segreti;
i picchiatelli,
gli ultimi,
che credete sempre di giudicare,
che credete di sottovalutare,
noi siamo qui,
e capiamo anche quello,
che la gente non crede,
e andiamo avanti,
in un mondo che è un cesso,
e non ci vuole,
noi picchiatelli in ascolto,
noi,
sospesi in un filo,
sempre in bilico,
sempre con pochi soldi.
Noi.

 

Come ci vedete qui,
siamo qui,
i picchiatelli,
gli svitati,
i grulli,
quelli che non
servono a niente,
quelli che non vi frega,
che non volete,
che non vedete,
quelli che non volete,
siamo qui,
come ci vedete qui;
un po’ soli,
un po’ tristi,
un po’ artisti,
un po’ falliti,siamo qui,
ci vedete così;
e siamo di troppo,
e ingombriamo,
e vi secchiamo,
siamo qui,
con le nostre storie,.
Il nostro bisogno d’amore.
Qui.

 

Il nido del cuculo,
siamo qui,
siamo come ci vedete qui,
quelli picchiatelli,
un po’ svitati,
un po’ genii,
un po’ artisti,
quelli come noi,
dimenticati,
scherniti,
beffeggiati,
quelli della salute
mentale,
visti con sospetto,
quelli come noi,
che non facciamo niente,
che vegetiamo e basta,
tra sorrisi ironici della gente,
quelli come noi,
sempre tra i piedi,
sempre di troppo;
e non ci credete,
non ci ascoltate,
il disprezzo della gente,
mentre i mostri
sono loro,
con la loro stupidità,
e l’ignoranza.
Quelli come noi.

 

Il lungo cammino per la normalità
È difficile essere normali in questo sociale,
quando sei adolescente,non desideri
essere normale,
vuoi distinguerti,emergere,
essere qualcuno,diverso;
a volte lo sei davvero,
ma se come me,
finisci all’igiene mentale,
rimani segnato per tutta la vita,
resti anormale per sempre;
puoi lottare e fare il doppio,
puoi essere un artista,
un creativo,
avere talento,
ma resti sempre un pazzo,
per i più,
la gente ipocrita,
i pecoroni,
i beceri,
i cretini e i peggiori,
che prevalgono sempre.
È difficilissimo tornare normali,per
Noi della salute mentale,
devi dimostrare il doppio,
non solo che non sei spastico,
ma anche che sei abile,
capace,
e tutti si stupiscono,
e non ci credono,
e gli idioti,
contiuano
a cagarti addosso.
È difficile il cammino
Per la normalità.

 

Piccolo mondo antico
Piccolo mondo antico,
paese con delel facce
patibolari,
espressioni caratteristiche,
volti di paese,
strade e viottoli,
i carugi che sanno di spezie,
di aromi,
caffè,
e polvere,
i caffè bar coi neon
vecchi parlano negli angoli,
persone di fretta,
moto e ganzi,
sbragiaroni
e rompiballe,
bastardi e impiccioni,
piccolo paese del cavolo,
provinciale e becero,
moderno e vecchio.

 

Sbarre
Questa società di schifo,
non è un sicuro bene,
la solitudine non è un sicuro male;
si può solo cercare di mandarla
al diavolo,
ignorandola il più possibile,
e facendo come se non ci fosse,
vivendo per conto proprio,
fidandosi poco ,
pensando al particulare personale,
alla propria vita,
le idee,
gli amici,
alle cose semplici;
la società
vuole solo farci correre,
condizionarci,
tirarci in mezzo a
vederci nei rotti,
possibilmente avendo a che fare con
ignoranti senza troppa cultura
beceri e idioti,
non è richiesta intelligenza ad
uno schiavo.

 

Quelli dell’igiene mentale
Quelli come noi,
mai creduti,
sempre col sospetto addosso,
,beffeggiati,
parlati,
criticati,
guardati con disprezzo
e pietà;
qualunque cosa facciamo,
per quanto abbiamo successo,
o ci impegniamo,
sempre dubbi su di noi,
sempre pettegolezzi,
alla fine siamo sempre dei pazzi,
e la nostra parola vale poco,
quasi niente;
vita segnata per sempre,
costretti a lottare il doppio,
per avere dignità,
per dimostrare,
che non siamo
lucchi o fessi;
in mezzo all’idiozia delal gente,
all’imbecillità del sistema.

 

Masaniello
Eccomi,
additato,
accusato,
sparlato,
io
il pazzo,
e chi più ne ha ,più ne metta;
dei bastardi a parlarmi sulla schiena,
che non capiscono
e non ragionano,
e allora vogliono solo coprire di fango;
ed io,
qua,
pazzo e genio,
poeta maledetto
e ribelle,
angelo nero o erudito,
la mia vita ,
tra luce e ombre;
tra chi mi capisce e chi no,
questa vita senza pace.

 

A gran giornate
Gli anni passano a gran giornate,
e la vecchiaia e sempre più meco
e a manca;
con un piede nel passato,
ieri e oggi si danno battaglia,
e se potessi
ricomincerei,
un'altra vita,
un'altra chance;
ma quante cose
non torneranno mai,
ricordi sul filo del dolore
e della nostalgia,
fantasmi e ombre
di passata gioventù.

 

Bacio
Quanto tempo è passato,
noi due,
e tu quasi non ricordi,
quella prima sera
fra noi,
al buio sul divano,
la tele accesa,
io e te vicini,
e e io sfiorai la tua mano,
e tu mi baciasti
con passione,
un lungo bacio,
che non ho più scordato;
poi mi hai ancora baciato,
dopo,
ma non più così,
e io non ho scordato
più quella sera.
E vorrei che tu mi amassi ancora,
che tu mi volessi,
e non andassi via,
e non mi lasciassi qui,
da solo.

 

Festa
Noia
Giorno di festa,
nessuno chiama,
nulla da fare,
o dove andare;
la città svuotata,
tutti via a mangiare
e fare gite fuori porta;
strade deserte,
il pomeriggio
è una lama di tedio,
che mi entra dentro.
Silenzio,dentro e fuori.

 

Ma comprarti non posso
Se tu mi ascoltassi,
se tu mi amassi,
ma comprare il tuo
amore è un assurdità,
l’amore non si compra,
non si intasca,
come una banconota,
un cadò,
un assegno girabile;
e me l’hai detto,
non posso costringerti ad amarmi,
eppure speravo,
che tu imparassi,
che tu potessi provare,
qaulcosa per me,
ho fatto di tutto,
del mio meglio,
ma comprarti,non posso.

 

Nel sistema
La vita ci dà la libertà,
la società ci rende schiavi
del sistema,
delle mode,
dei luoghi comuni,
dei pettegolezzi della gente;
la società
è
un sistema tumefatto
e decomposto,
che sfrutta la gente,
e vuole solo veder correre tutti quanti;
e nella società
prevale il cretino,
l’idiota,
l’incolto
e la mota sta a galla,
mentre i buoni mica tanto.
Gli idioti,
odiano
la libertà altrui,
le novità,
le diversità,
l’originalità,
e tutti cercano solo,
di renderti la vita
squallida;
che gentaglia sta a galla a volte.

 

L’amore spesso è solo
Un a parola,
si fa presto a dire,
l’amore vero,
che và oltre
i sensi,
il divertimento
e la ricerca del benessere e dello spasso,
è tanto difficile da trovare;
trovi gente,
pronta sfruttare i soldi altrui,a spendere e spandere se si può,
finchè la pacchia dura,
ma trovare una persona che ti voglia bene,
che ti consideri,
e ti rispetti,
non solo esteriormente,
ma anche dal punto di vista
interiore,
non è uno scherzo,
non basta girare l’angolo,
o fare un annuncio su face book;
amare ed essere amati è raro in questo mondo.

 

Paese ,
tra bricchi,fossi
e colline;
tra filari
e capannoni,
tra vecchio e nuovo;
un po’ provinciale,
un po’ bastardo,
e fetente
e anche irriverente;
fatto di pettegolezzi,
luoghi comuni,
soliti discorsi
da osteria;
il calcio,
le donne,
i soldi;
vita banale e
lineare;
a volte ,
vorresti andartene;
ma sei affezionato
ai posti,
come i gatti.
Paese un po’
Addormentato.

 

La mia penna ribelle
Penna gialla, penna rossa,
la mia penna è diventata
una bandiera,
un po’ per tutti,
un a penna un po’ beat,
un po’ strana,
un artista di strada,
un cantore,
un cantastorie metropolitano;
e la mia penna eccola qua,
intinta nella ribellione,
e nella trasgressione,
e non mi pento di quello
che sono,
e mi ribello ancora,
anche adesso,
che sono mesto e canuto;
penna gialla,
penna rossa,
il tuo nome è diventato
una bandiera.

 

Elogio alla pazzia
Cammino piano per la città,
che non sa niente di me,
tira solo
ad indovinare,
tra piccoli bastardi,
che parlano dietro;
e dicono pazzo,
e chi sene frega,
e scusatemi ho fretta,
il popolo
mi aspetta,
tutto il mondo è un po’
pazzo,
e se non sei un po’ pazzo,
come sopporteresti,
un mondo schifoso
come questo,
e non sono menomato,
sono pure un po’
diplomato,
e sono eccentrico,
un po’ artista
e strano,
per lottare a modo mio,
per ribellarmi ancora;
e mene vado,
con la mia pazzia,
e la vita mia,
tenendomi il
mio segreto.

 

Essere beat
Beat generation,
non è riconducibile a nessuna
accademia o scuola
letteraria;
essere beat, o on the road,
non è solo uno stilismo,
un appartenenza a qualche
nicchia culturale;
beat,
è un modo di pensare,
di ragionare,
di credere,
di ribellarsi,
di contestare i conformismi,
e il sistema,
i dogmi e i baroni della cultura;
è un uscire dagli schemi,
e scrivere in modo parco
ed essenziale,
rustico e immediato,
descrivendo la realtà circostante,
con occhio realista e crudo;
e un a ricerca di umanità
e di libertà,
al di fuori,
dei sistemi sociali,
e del conformismo di massa;
beat.

 

Città
La città,
e questo è il mio mondo
però,
tra la gelateria,
il bar e il cortile
coll’albero grande;
vago per la città di sera,
ombre scure e indistinte,
scruto e guardo,
come kerouac,
il paese,
che stà finendo la giornata,
e tutti rientrano,
la notte resta giovane;
e quanta gente arriva,
e altri partiranno,
e sfrecciano nel buio,
verso la loro serata,
cercando di sfuggire all’inverno
e alla tristezza;
buio.

 

Brevità della vita
Tutto passa ,
senza fermarsi mai;
tutto se ne va;
il tempo è inesorabile,
e non si cura delle cose umane,
è perfido e crudele,
e non aspetta nessuno;
il tempo passa,
senza che ce ne accorgiamo troppo,
ma gli anni volano veloci,
e ogni c osa lasciata è persa.
Bisognerebbe avere più tempo,
fermarsi e riflettere,
ponderare e pensare,ma la vita dell’uomo è breve;
veloce come quella di un a farfalla;
bisogna sempre decidere,anche quando si vorrebbe rimandare;
e non sono tanti,gli autobus,
che puoi permetterti di perdere;
ecco perché è importante,
che in questo poco tempo,
ci sia l’amicizia
e la condivisione
con qualcuno,
cercare di amare,
finché
si può.

 

La mia poesia beat
Beat,
beat,
la mia poesia è beat,
un po’ on the road,
un pò raso terra,
con parole semplici,
un po’ diretta,
e anche cruda
se vuoi;
che parla della vita,
dell’amore,
dei sogni,
la città,
la vita in paese,
gli odi,
i dolori;
e di tutto un po’;
beat,
beat.

 

È poesia
Caro lettore,
cerca finalmente di capire,
che questa,
è poesia beat generation,
poesia hippy,
poesia beat,
come quella di keruac;
un po’ strana,
un po’
immediata,
diretta,
lineare,
fatta di parole semplici,
crude ed essenziali;
non enfasi,
né retorica,
né stramberie sillabiche;
questa è poesia
di vita,
la vita normale,
per quello che è;
è poesia beat.

 

Mondo donna
Il mio mondo personale
È pieno di donne,
in tutto quello che faccio,
dove vado,nei miei bisogni,
c’entrano sempre le donne,
e devo dire che mi stimolano
molto,
sono attratto dalla loro conturbanza
e avvenenza ma non solo,
apprezzo la loro capacità di amare,
e di essere di aiuto,
in ogni cosa;
vorrei averne amate di più,
ma la vita è quello che è,
e si fa quello che si può.

 

Donne
Donne
Che non ho mai
Incontrato,
donne che mi sono perso,
e adesso mi spiace;
donne perdute per strada,
occasioni non colte,
amori sfumati;
donne che avrei potuto avere,
e le ho perse;
donne che non smetto di amare,
donne.

 

Donne,
guardo il vostro viso
sottile,
la pelle vellutata,
gli occhi grandi,
e vorrei parlarvi,
e dire tante cose;
e tu che sei là,
piccola ragazza,
come vorrei conoscerti adesso,
e non perderti tra la folla,
e resto lì,
a guardarti di soppiatto;
e poi devo andare,
e ti porto con me,
il tuo sorriso,
la tua figura;
ti ho già perduta ,
tra la gente.

 

Segreto sogno
Ti guardo di soppiatto,
mentre scrivi,
e parli con le persone,
nel tuo posto,
la scrivania;
guardo i tuoi capelli
dorati,
il tuo viso leggermente paffuto,
i tuoi occhi;
vorrei poterti amare,
in un'altra vita, magari,
se fosse possibile,
magari,
magari;
ti guardo in silenzio,
tacendo,
e tu non lo saprai.

 

I poeti e le donne
Per i poeti
E gli scrittori
Il lato emozionale,
il sentimento,
l’amore, gli affetti,
sono il pane quotidiano,
quindi per i poeti,
le donne contato almeno
il triplo,
è lo stesso anche per me,
anche se a volte loro,
pensano,
che le trascuro un po’;
gran parte delle cose che scriviamo, sono per le donne,
per loro,
per farle pensare,
per stupirle,
per fermarle;
i poeti sono sempre per le donne,
e hanno il cuore infranto,
a volte.

 

L'artista
Artista,
un po’ cialtrone un po’ umanista,
un po’ barbone,
un po’ sognatore,
con il cuore un po’ infranto,
come tutti i poeti,
in bilico tra malinconia e solitudine;
con la voglia di parlare,
con tanta umanità
da donare,
ed ecco,
io scrivo due parole,
e sono un po’ un cantastorie,
un narratore di favole,
un venditore di piccoli sogni,
e te ne faccio omaggio,.
Un artista,
non è solo per se stesso,
è un po’ per tutti.

 

Il volto della libertà
Finchè si parla di libertà
Soltanto ,è un conto,
cercare di vivere liberi è un altro;
la gente non teme tanto,
il tuo aspetto,
le tue eccentricità,
o stranezze,
non più di tanto, perlomeno,
la gente teme quello che
rappresenti,
la libertà;
libertà che non hanno,
che hanno perduto,
perché la gente,
sono pecoroni,
ignoranti,
senza cervello,
stupidi e passivi,
e magari da tempo ormai,
sono schiavi dl sistema,
e di tutto quanto;
la gente odia ,
la libertà
e la felicità degli altri,
e cercano sempre di fregarti,
di mettere un bastone tra
le ruote;
società di schifo.

 

Trovare l'amore
Trovare l’amore,
in un mondo fetente
come questo,
pieno di egoismo e brutture,
non è facile;
ognuno si accontenta,e fa come può;
si prende l’amore dove lo si trova;
e c’è chi è fortunato,
chi è ricambiato e chi no;
c’è chi ha fortuna con le donne,
e altri,
che invece, non sono precoci;
amare e d essere amati,
non è scontato,
e non è facile;
tutto è affidato al caso,
alla fortuna,
alle abitudini,
alle frequentazioni,
che uno ha;
chi conosce tanti,
e chi invece è solo,
e di gente ne vede poca;
ognuno di noi,
cerca l’amore,
vagabondando disperato,
cercando di colmare la
propria solitudine.

 

La libertà
Finchè se ne parla soltanto,è un conto,
ma se uno cerca di passare ai fatti,
e di vivere realmente libero,
è un altro paio di maniche;
in italia,anche la libertà è
un lusso esclusivo,
riservato
ai potenti,
ai ricchi,a persone forti
ed intoccabili,
che possono permettersi di fare
quello che vogliono,
grazie alla potenza del loro ceto,
e della loro classe sociale;
se uno della strada,
raso terra,
cerca di essere libero,
gli succede di tutto,
ti fanno di tutto,
ti ostacolano,
ti beffeggiano,
mettono il bastone tra le ruote,
fanno ostruzionismo,
ti dicono pazzo e strano come niente;
essere liberi non è facile,
bisogna lottare per la libertà,
un po’ ogni giorno,e comunque da noi,
è così ,non è facile ,
né semplice essere liberi,pienamente.

 

domenica è sempre domenica
domenica,
un po' pallosa,
un po' noiosa,
un giorno strano,
rerefatto,
con piccole cose da fare;
la lavatrice gira,
la radiolina manda un brano;
che fare,
dove andare,
è un dilemma amletico;
la ragazza non chiama,
chissà dove sarà;
aspettare la colazione,
e il pranzo;
ore lente e flaccide;
uscirà un po' di sole,
forse,o no.

 

La felicità
La felicità a volte
È provvisoria,
e dura un attimo,
un momento,
altre volte un po’ di più;
ma non è facile ,trovare la felicità,
in questa nostra società di consumi;
trovi tante cose,
beni materiali,
cibo,
cose voluttuarie,
ma a volte,
la felicità non
si raggiunge mai;
la insegui per tutta la vita;
ma scappa tra le dita,
per colpa della crudeltà
degli altri,
perché è un mondo brutto,
per tante ragioni.

 

Due facce
Siamo sempre in bilico,
sospesi su un filo,
tra male e bene,
cose positive e negative;
vita a due facce,
i due risvolti della medaglia;
per ogni cosa positiva,c’è né un'altra negativa;
bene e male;
ma per quanto ci siano,
cose brutte,
ci sono sempre degli amici
e delle persone che ti aiutano;
e il male non dura in eterno,
e non vince sempre,
dopo la pioggia,
viene il sereno;
si tira avanti,
pensando al meglio della giornata
e alle cose positive.

 

Momento notturno
Momento notturno,
silenzio amico,
manto della notte,
che avvolge ogni cosa;
ed io stò seduto
sulle carte sudate,
come dice il poeta,
e il sonno non mi è amico,
e se n’è andato via;
il tempo non passa più,
la notte indulge e non si muove;
il giorno sembra un sogno lontano

 

Ognuna con la sua solitudine
La stanza buia,
in penombra;
luce fioca del mattino,
tra le persiane;
vorrei urlare forte il mio dolore,
la mia immane solita
solitudine,
ma l’urlo,
mi muore in gola,
la gente non capirebbe,
ma solo,riderebbe;
ognuno di noi si tiene la sua
solitudine
personale e i suoi guai;
ognuno di noi cammina un
po’ solo,
cercando un sorriso,
una voce amica,
una mano da stringere,
un amico da ritrovare,
un amore da incontrare.

 

La solitudine
Nella solitudine
A volte,cerchiamo rifugio,
specie quando si è giovani,
si ha voglia di isolarsi,
di stare per conto proprio,
di fregarsene;
ma la solitudine non è una vittoria,
e alla fine,
non vinci mai,
anzi perdi;
nella solitudine,
c’è solo malinconia tristezza,
sei solo con te stesso,
cosa desiderabile a volte,
ma se la cosa continua,
diventa un dolore continuo;
nessuno dovrebbe essere
lasciato solo a se stesso;
nonostante tutto ,
però,
a dispetto di tutte le cose
che ci sono adesso,
per motivi che a volte ci sfuggono,
non riusciamo a comunicare,
per delle barriere psicologiche,
per scelta ,
o ribellione;
perché non si è capiti,
fraintesi,
e il cuore della gente
è freddo ed indifferente,
e sappiano solo,
fregarcene,
escludere,
e chiudere la porta.

 

Dracul
Dall’ alba del tempo,
ci fù un tempo,
in epoche dimenticate,
un sovrano crudele e spietato;
il suo nome era Vlad,
l’impalatore,
e il suo ordine era quello del drago;
la sua forza e ferocia,
erano
inimmaginabili,
e le armate fuggivano al suo cospetto;
i turchi impararono a conoscerlo,
con un nome leggendario
Dracul,
che voleva dire diavolo;
e il suo popolo,
lo venerava e temeva nello stesso tempo,
dicendo che era dannato,
e costretto a bere sangue umano;
Dracul,
Dracul,
era il suo nome;
e portava il terrore,
nei cuori.

 

Notte autunnale
Notte,
il tempo si ferma,
come congelato;
i pensieri si alternano,
volano nell’etere,
passato e presente,
il sonno scappa via;
domani,
che sarà domani,
meglio non pensare,
meglio dimenticare;
piove
o ha smesso,
stille e pozzanghere,
freddo notturno.

 

Ottobre
Freddo ottobrino,
lenzuoli di castagne per terra,
il vento comincia
a spingere le foglie;
spifferi gelati
rabbrividiscono dentro
gli abiti ancora leggeri;
nuvole maligne
coprono l’aere;
nostalgia del tempo
trascorso,
ricordando il mare,
le onde,
l’ozio delle ferie.

 

Sapori d'autunno
Brezza fredda,
mentre il giorno muore,
nuvole grasse e grosse
stagliano in cielo;
pioggia che verrà,
foglie che cadranno,
castagne per terra;
sapore d’autunno,
odore d’autunno
e di falò;
autunno.

Settembre
Settembre,
giornate più corte,
il buio arriva in fretta,
orme di trattori
per la vendemmia,
i tralci attendono,
pregni d’uva matura;
aria tiepida,
brezza frescolina,
nuvoloni immensi
colmano il cielo,
pioverà
prima o poi.

Estate settembrina
autunno,
tempo di vendemmia,
i filari attendono
pregni di chicchi,
trattori immensi
rombano ingombrando
le strade;
cielo rannuvolato,
giornate tiepide,
estate settembrina.
 

Punto e basta
Solo,
mi hai lasciato solo,
nella stanza,
nella mia vita,
di giorni che non finiscono mai,
di ore che si fermano,
di pomeriggi bui,
senza sapere bene che fare,
dove andare;
te ne sei andata e basta,
punto e basta.

È stato bello sognare
È stato bello sognare,
è stato bello con te,
amare,
sognare,
finchè è durata;
è stato bello sognare,
stare con te,
e parlare,
dire e
baciare;
è stato bello sognare,
non c’è più niente da dire,
per adesso,
tra noi;
e forse tu,
ci penserai
a me,
e forse tu,
tornerai;
è stato bello sognare.

Il poeta e il contadino
Il poeta e il contadino,
i poeti sono animali strani
e solitari,
lavorano di notte,
sognano,
pensano,
soffrono in silenzio,
lontano da tutti,
in casa,
in un anfratto,
in un angolo;
parlano d’amore,
che è un elemento molto
importante per loro,
e hanno i cuori infranti,
si innamorano,
ma non sono corrisposti,
e al donna è un a figura centrale,
in un attività poetica;
i poeti soffrono
e piangono dentro in silenzio,
esprimono umanità.

 

Mancanza di te
I giorni passano lenti
Ed estenuanti,
a passo di lumaca;
non so che fare,
come empire il tempo,
che mi appare vuoto e stupido;
mi manchi tu,
in questo grigiore
della mia vita solitaria;
mi manchi tu.

 

Vivere un po' di più
Bisogna prendere in mano
La propria vita,
bisogna cercare di viverla,
non lasciarsi vivere;
ma non è facile,
in un mondo brutto come questo;
sento in me,
la voglia di far qualcosa,
qualcosa;
e guastare la vita più che si può;
tanto il tempo passa lo stesso,
e non aspetta nessuno;
il tempo ci porta via,
via.

 

Questa notte
Notte,
lavagna nera,
dove le ore si smarriscono,
e non tornano;
dove il tempo
non ha significato,
e non passa mai;
l’alba è un sogno perduto
e lontano;
e in fondo alla notte,
cerco te,
dentro la mia anima,
te.

 

La notte che non sai
La notte,
calma patina
di crine nero;
luna nascosta,
lassù da qualche parte;
mi perdo nel silenzio,
cerco di dimenticare,
dimenticare ieri,
scordare il dolore,
e la malinconia,
della tua assenza,
della tua lontananza,
che nemmeno sai;
notte senza fine,
le ore
sembrano ferme di ghiaccio,
ferme.

 

Piccolo fottutissimo paese
Questo paese
È sempre più decadente,
sporco ,
fetente ed in crisi;
una nazione che marcisce,
e che viene svenduta,
da una classe politica
di buffoni e corrotti,
che non sono capaci di fare nulla,
se non pensare a se stessi;
e noi siamo solo pecore,
tenuti nell’ignoranza,
ignavi,
chiusi,
nelle nostre piccole guerre tra poveri,
separati,
disuniti,
sempre in lotta,
in un paese povero di tutto,
senza lavoro,
sempre più costoso,
e pieno di tasse;
la gente non capisce niente,
vivono come bestioline,
si accontentano del peggio,
e lo accettano con rassegnazione,
sappiamo solo rassegnarci;
è una società di merda,
corrotta,
mondana,
in mano alle mode,
ai mass media,
al consumismo,
società idiota.

 

Poesia io, il poeta
Eh sono qui,
quello fatto così,
quello difficile,
da perdere,
che non và bene,
sono qui,
con le mie idee,
la mia ribellione,
il mio dire no,
all’imbecillità imperante,
al conformismo,
ai luoghi comuni,
alla prevalenza del cretino
e del peggiore;
eccomi qua,
da legare,
da guardare,
da buttare;
io
un poeta,
un artista,
diverso,
differente,
stufo
di questa società,
di questo paese fetente;
un po’ pensatore,
un po’ strano;
eccomi qua,
ci sono,
e non rinuncio,
non me ne vado.

 

Pozzo notturno
Pozzo notturno,
la luna, c’è caduta dentro
,e non si vede;
il tempo nicchia,
vento notturno;
una moto nella notte,
sfreccia verso il suo destino;
degli sfaccendati,girano di notte;
sera notturna.

 

Il poeta
Eh sono qui,
quello fatto così,
quello difficile,
da perdere,
che non và bene,
sono qui,
con le mie idee,
la mia ribellione,
il mio dire no,
all’imbecillità imperante,
al conformismo,
ai luoghi comuni,
alla prevalenza del cretino
e del peggiore;
eccomi qua,
da legare,
da guardare,
da buttare;
io
un poeta,
un artista,
diverso,
differente,
stufo
di questa società,
di questo paese fetente;
un po’ pensatore,
un po’ strano;
eccomi qua,
ci sono,
e non rinuncio,
non me ne vado.

 

Tunnel
Notte senza fine,
un tunnel immane,
le ore vanno e vengono;
il tempo si ferma un po’,
tra poco,l’alba,
tra poco.

 

Se tu mi amassi di più
Vorrei ,
mi amassi di più,
e capissi cosa è successo,
cosa è accaduto,
sono anni che ci conosciamo,
che stiamo vicini,
sono anni,
che ho passato con te;
m a tu non hai ancora capito,
non hai capito;
tu pensi a stupidate varie,
alle tue cose,
pensi solo per te;
non capisci,
non capisci,
che ci sono io,
nella tua vita,
non capisci.

 

Notte sempiterna,
il tempo si è fermato un po’,
un minuto,
un secondo,
un eternità;
occhi pesanti,
labbra secche,
acqua minerale,
silenzio atono,
notte tiepida,
ristoro senza la calura;
un gatto sotto l’auto,
scappa via;
notte.

 

Sono quello che sono
Io sono un creativo,
un uomo di idee,
un letterato,
un po’ beat,
un po’ artista,
un po’ anomalo,
un po’ strano;
e capisco anche quello,
che la gente non crede che io
capisca;
mi interesso di tutto e
di niente;
credo nell’arte,
nella pace,
nella libertà
di scegliere;
sono quello che sono,
sono io.

 

La massa
La gente fa presto a dire,
a dare del pazzo,
quando non capisce,
per ignoranza ,
fa presto a distruggere,
a sporcare tutto,
a infangare;
la gente è meschina e stupida,
preda delle mode,
dei luoghi comuni,
del becerismo,
della volgarità;
ma io,
ci sono,
e vado avanti,
come artista,
come letterato,
e cerco libertà,
libertà.
Nella mia vita,
libertà.

 

L'uomo delle macchinette
Sono l’uomo
Del banco del caffè,
e al gente và e viene,
chi finge di non vedermi,
chi mi vede male,
chi mi saluta e mi è amico;
sono l’uomo delle macchinette
del caffè,
il mio posto preferito,
e guardo le persone andare,
mille storie,
mille problemi,
segreti,
che non sapremo mai;
ognuno coi suoi guai,
ognuno col suo daffare;
ed io capisco,
anche quello che la gente,
non crede che io capisca.

 

Mè sono qua
Mè sono qua,
anche se la gente non vuole,
anche se non capisce,
e parla troppo
e a vanvera;
sono qua,
con le mie idee,
i miei pensieri,
i miei scritti,
la mia arte;
me stesso,
un po’ strano,
un po’ artista,
un po’ inventivo;
e la gente non gli và,
e non sono menomato,
sono pure diplomato;
ma la gente non capisce,
non capisce,
e io vado
per la mia strada.

 

Io, un artista
La gente giudica facilmente,
ma non sa niente,
non sa nulla di me;
di quello che sono,
delle mie idee,
la mi arte,
le mie lettere,
sono un po’ artista,
un po’ scrivano,
un po’ satiro,
un po’ polemico;
sono un artista,
non facile da capire,
da spiegare,
e vivo con le mie idee,
la mia fantasia,
il mio estro;
la gente non capisce,
non capisce e mi odia,
ride e parla,
ma io sono un artista,
che non si può spiegare.

 

Istanti nella notte
Notte,
pensieri in fuga;
notte ,
istanti nel tempo,
che non passano più;
silenzi perfetti,
paese svuotato,
panchine ferme,
luci tremule dei lampioni;
l’andare infinito dei semafori
gialli;
notte perenne.

 

Muri
vorrei vincesse l'amore
tra le persone,
vorrei cadessero i muri
di solitudine e di incomprensione,
e si aprissero delle porticine;
vorrei tu capissi il bene che ti
voglio,
senza pensare solo a te,
o a quello ,che ti fa più comodo.

La notte
E un baratro senza fine,
dove le ore
sono inghiottite,
e non passano più;
sembra trascorsa un eternità,
e invece è solo qualche ora;
occhi provati,
voglia di un po’
d’acqua fresca;
la radio suona piano
un brano,
che riempie la notte
atona e diafana;
aspettando il giorno,
lontano,
lontano.

 

Io da una parte
E tu parli con lui,
e ridi forte,
e perdi tempo,
ascoltando le sue cose,
ascolti lui,
e ridi,
e sei tutta presa
e infervorata;
fai promesse,
scherzi,
dici battute;
ed io,
lì da una parte,
io da un a parte,
ma tu non ti accorgi di me,
non capisci,
non ti rendi conto;
ed io da una parte,
mentre tu parli con lui
a lungo;
io da una parte.

Artista
Sono un artista guarda un
Po’,lungo di vista
A volte sì,
ed esagero sempre un po’,
e ti scrivo un pensiero,
una poesia,
e ti parlo d’amore,
e tutto un po’;
con dei bastardi
che mi parlano male,
e il mondo,
è così.


Cantastorie
Sono qua,
un po’ artista,
un po’ creativo,
e magari un po’ poeta;
un trovatore,
un cantastorie di ricordi perduti,
sogni andati,
an ni bruciati,
persone amate,
momenti andati;
e continuo a pensare,
a usare la mia testa,
a fare a modo mio,
a proseguire il cammino,
tra amici buoni
e bastardi,
che parlano male;
con un piede nel passato,
e l’altro già nel domani,
che arriva troppo presto,
e non aspetta nessuno.

Lo strano
Eccomi qua,
un po’ strano,
un po’ artista,
un po’ diverso,
ma chi se ne importa,
vivo la mia vita,
e non mi frega di altri;
cerco di non disturbare,
faccio
poco male,
e ho un mano tesa in amicizia;
a volte mi sono amici,
a volte dei bastardi a parlarmi dietro;
eccomi qui,
sono lo strano,
il differente,
l’anomalo,
un artista,
bene o male che sia.

Normale
Normali,
che cosa vuol dire normali,
per tutta la vita ho cercato di
essere diverso,
di essere qualcuno;
e adesso non so più
cosa è normale;
adesso la normalità
ci sfugge,
per tutta la vita,
ho sognato la normalità,
una vita tranquilla,
posata;
normale,
ognuno lo è,
come vuole,
ognuno è se stesso,
con le sue peculiarità;
cosa vuol dire normale,
ognuno vive come vuole,
ognuno cerca la sua vita;
io sono quel che sono,
un poeta,
un artista,
un ciarlatano,
non sono mai stato normale;
sono un essere umano,
che cerca se stesso.

Faccia
Il tuo volto
Un po’ esangue,
le tue gote
pallidine;
i capelli
biondi
che ti cadono ai lati;
faccia amica,
la tua.

È stato bello sognare
Non c’è più molto da dire,
è stato bello sognare,
ridere,
rincorrere un sogno d’amore;
ma il tempo passa,
e tu non mi perdoni,
non lo dimentichi;
per te,
cosa sono,
solo un vecchio strano,
solo uno che non ha capito;
è stato bello credere,
di poterti amare,
ma tu non vuoi me,
vuoi un giovane,
che io,
non sono più;
è stato bello sognare;
ma gli anni, sono quello
che sono,
lo so,
ho capito,
ho sentito.
Anche se pure io,
ho sentimenti,
pure io provo,
tanto per te;
pure io.

Eppure sono qui
Sono qui,
sono qui,
non mi vedi,
non capisci,
sono qui,
non per caso,
sono qui,
per te,
come sempre,
e non è un giorno,
che ti conosco;
m a tu non stai con me,
vai via,
e mi lasci,
qui,
solo,
nel mio silenzio,
nel mio deserto;
sono qui,
non capisci,
non ti rendi conto,
del bene che provo per te,
sono qui.

Ancora ribelle
Ribelle,
ancora ribelle,
nonostante gli anni,
nonostante i capelli bianchi;
non rinuncio,
voglio scegliere io,come vivere,
voglio una vita ,voluta da me,
non imposta dagli altri,
non preriscaldata;
conforme da pappagallo da cortile;
non c’è solo il sistema,
e non mi và di essere conforme,
ognuno ha diritto di scegliere,
di fare come vuole,
di stare per conto proprio;
non mi và,
non ci stò,
ancora ribelle,
ancora,
ancora.

E scusatemi sono poeta
E sono un po’ pazzo,
e un po’ artista,
un po’ ciarlatano
e letterato,
e scusatemi vado di fretta,
c’è il popolo che mi aspetta;
e ne ne frego delle regole,
e vivo la mia libertà,
che per me artista è tutto,
senza libertà non c’è arte,
non c’è vera poesia,
e il pensiero deve essere libero;
e dei luoghi comuni,
delle convenzioni,
me ne importa nulla;
e scusatemi sono poeta.

Il pazzo di qua
Pazzo,
e sono sempre qua,
non mi arrendo,
non
rinuncio,
sono quà ,
anche se la gente non
è d’accordo,
anche se non gli và;
sempre a parlarmi dietro,
della gente me ne frego,
e non sono
menomato,
sono pure diplomato;
ma la gente non capisce,
non ci arriva,
e sputano solo sentenze,
e fanno presto,
a distruggere;
sono qua,
sono qua,
sempre assetato di libertà.
E non seguo il carrozzone,
esco fuori dal seminato,
sempre cercando la
mia libertà.

Abisso
Il tempo si è fermato,
la notte non passa più,
interminabile voragine;
il tempo è un abisso,
di notti senza fine;
pensieri,
ricordi,
dimensione strana;
notte.

E tu te ne vai
E tu te ne vai,
per la tua strada,
la tua vita;
le tue cose,
e mi lasci qui,
qui,
seduto,
in balia del vento,
e della malinconia,
che mi prende,
e non sai,
non sai;
non ci pensi,
tu vai e basta;
verso la tua vita.

Un'altra primavera
Veggo il cielo
Da ogni lato,
aria tiepida
e delizia di maggio;
strisce d’aereo passato,
fuito via,andato chissà dove,
verso un'altra estate;
e mi soffermo estasiato,
mentre una brezza fresca,
mi gratta il viso barboso;
i giorni sono lunghi adesso,
la luce non spaura,
e il buio cala tardi;
e sento la primavera,
un'altra primavera,
in me.

Si resta soli
Solo,
è passato tanto tempo,
e poi ti ritrovi solo,
coi capelli bianchi,
i sogni perduti,
le occasioni mancate;
lei non chiama,
non capisce,
la tua
solitudine;
si resta soli,
a volte ,
in casa ,
fuori,
in mezzo ai tanti;
si resta soli,per colpa o per difetto,
per scelta
o motivazione,
si resta soli,
e nessuno ne sa niente.

Pomeriggio con te
Pomeriggio con te,
e sono felice,
il tempo vola via
in un attimo,
passeggiamo,
beviamo qualcosa,
tu fumi alla grande,
non ti fermi mai,
avanti e indietro;
non stai ferma,
è la tua età,
la tua giovinezza,
che si fa sentire,
ed io ti stò dietro,
come posso,
col peso degli anni,
i miei guai,
che tu non sai,
di cui non ti parlo;
la giornata,vola via,
io con te.

Abbraccio
Abbraccio,
un abbraccio tra noi,
ti avvicini,
e mi stringi forte,
il calore del tuo corpo,
il tuo profumo,
io ti cingo forte,
e stiamo lì così,
noi due insieme,
in mezzo ad un mondo,
che non capisce niente,
e non sa nulla di noi;
mi stringi,
e in quel
momento,
ti rendi conto,
che ti voglio bene,
lo sai,
lo sai.
Lo so.

così vicini, così perduti
sei seduta vicina a me,
eppure sei lontana,
distante,
irraggiungibile,
come una meteora cadente;
stai seduta,
m a non dici niente,
chiusa in pensieri strani,
distanti,
remoti da me,
che non riesco a raggiungerti,
a darti serenità;
così vicini,
così perduti.

Ti voglio sempre più bene,
a volte non lo capisci,
a volte non mi spiego bene;
e se soffri,soffro anch’io,
vorrei donarti la serenità,
e la pace,
vorrei darti la luna,
e farti star bene,
scacciare le tue nuvole,
e far ritornare il sereno;
vorrei mi amassi,
come io amo te.

Noi due innamorati,
il tempo si ferma ,un po’
per noi;
noi due vicini,
la tua mano sfiora la mia,
mi guardi e sorridi,
e mi sento bene,
e dimentico,questo mondo
schifoso;
noi due innamorati,
e gli altri vadano
fuori dalle scatole;
non mi interessa,
ci sei tu,
e io,
noi due,
per sempre e oltre.

La ruota gira
La ruota gira,
e il mondo gira,
è tutto una ruota,
e il tempo vola via,
e tutto và,
tutto passa;
gira la ruota,
e non si ferma mai,
non c’è pausa,
tutto continua sempre.

Il futuro è già qui
Passa tutto in fretta,
tutto continua anche senza di te,
non c’è bisogno di parlare,
di fornire spiegazioni;
tutto passa inesorabile,
e il tempo ha poca pietà;
il futuro è già qua,
poco tempo,
poco tempo.

Sarò vicino a te,
Sarò vicino a te,
ogni volta che chiamerai,
ogni volta che mi parlerai;
sarò vicino a te,
se riderai,
se piangerai,
cercherò di ascoltarti,
di capirti,
e per te ,
ricomincerò,
da te tornerò;
sarò vicino a te,
per il tempo che mi resta,
aspetterò,
quando non avrai voglia
di parlare,
quando sarai triste e stanca;
io ci sarò.

Esagerare
Mi và di esagerare un po’,
nelle mie cose,
coi miei sogni;
mi và di esagerare nelle cose
che mi piacciono,
facendo più che posso,
senza dirlo a nessuno,
senza farmi capire;
mi và di s tare con te,
anche s e il mondo,
non capisce un acca,
e non sa niente;
mi và di vivere la vita mia,
come và a me.

Il giorno di festa
Il giorno di festa,
clima ozioso e
rilassato,
silenzio cheto
del riposo;
ma la felicità dov’è,
sembra lontana,
irraggiungibile,
in queste città,
tra mille casini
e preoccupazioni;
cerchi la pace,
m a non
la trovi,
è festa,
ma tu
non ridi,
e sei stufo di tutto;
dov’è la felicità.

Amici lontani
Amici lontani,
sperduti,
smarriti per strada,
ognuno coi suoi guai,
ognuno con la sua vita,
a cui pensare,
e gli affanni,
le preoccupazioni;
vorrei ritrovarli tutti.

Amici, una speranza
Amici,
la speranza,
la forza che ti danno,
il coraggio che ti trasmettono,
una buona parola,
un sorriso,
un augurio;
amici,meno male,
che c’è qualche amico,
in mezzo a un mondo,
meschino come questo;
vorrei abbracciarli tutti,
anche quelli lontani,
che non ho più visto,
quelli che ho perso di vista,
e sono andati
verso la loro vita;
amici.

Apparenza
Viviamo in una
Società ipocrita e meschina,
basata sull’apparenza,
sui sentito dire,
i pettegolezzi,
i preconcetti,
le mode imposte dall’alto,
dai vari guru,
che si credono di comandarci,
e di tenerci al guinzaglio;
di libertà personale,
ne resta poca,
se non ci impegniamo.

Lo sforzo della libertà
La libertà non è mai facile,
n on è mai comoda,
sicura e scontata,
a volte è precaria,
ed è sempre in pericolo;
la libertà si difende un po’,
ogni giorno,
contro gli stupidi,
i troppo furbi,
i calcolatori,
certa gente in malafede,
che è gelosa della libertà altrui,
e te la vuole solo togliere,
limitare,
ridurre;
la libertà,
si difende un po’ ogni giorno.

Astronave
Il tempo non fa sconti,
è un dio spietato,
che viaggia in un astronave
senza pietà,e non aspetta nessuno,
e non si ferma;
ed il futuro,
il futuro,
arriva così presto.

Quasi non ci speravo più
Quasi non ci speravo più,
poi un giorno sei arrivata tu,
e tutto è cambiato ,
il primo lungo bacio tra di noi,
nel buio della sera,
come lo ricordo bene,
come se fosse adesso;
sei arrivata tu,
a riempire i miei giorni vuoti,
la mia noia,
il mio bicchiere pieno di malinconia;
sei arrivata,
e adesso non ti lascio più;
hai cambiato la mia vita,
scacciando le nuvole,
hai smosso le acque;
adesso sei parte della mia vita,
fino alla fine.

Voragine
Il tempo è una voragine
Senza fine,
un tunnel scuro,
che ci prende,
ci imprigiona,
ci divora;
il tempo
a volte si ferma
e non passa più,
un minuto,
un ora,
un eternità;
la notte
sembra un infinito.

Differenze
Per quanto se ne dica,
le persone,non sono uguali;
ognuno ha le su idee,
le sue peculiarità,
le sue scelte,
i suoi lati personali;
anche se alla società,
questo non và giù,
e ci vogliono tutti,
simili in batteria,
senza idee,
senza autonomia,
per sfruttarci meglio,
e non avere storie.

Non c’è amore
Non c’è amore,
tra le parole della gente,
non c’è amore
nei loro gesti,
per la strada,
lungo i viali pieni di cemento,
erba secca,pattume e negozi;
muri tra la gente,
chiusura;
diffidenza,
mondo brutto,
non c’è amore;
non c’è.

Fortuna, sfortuna

A volte la sfortuna si accanisce,
insieme alla malasorte,
sempre qualche guaio per strada,
e perdi la pazienza,
e magari,resti deluso,
la vita è tutto un casino,
c’è sempre qualcosa,che non và;
la felicità ideale,
è solo un utopia.

Ultimi giorni di marzo
Nuvolo,
giornata uggiosa
e stracca,
non un anima,
il telefono
latita,
nessuno chiama,
il tempo và a
rilento, e non passa
più;
aver voglia di tutto
e di niente;
ultimi
giorni di marzo un po’ pazzi,
un po’ pallosi;
ma è primavera,
è primavera.

Gente giusta, gente sbagliata
Il mondo è vario,
gente da trovare,
gente da perdere,
tizi che è meglio non conoscere,
altri,
che ti sono amici,
e magari ti danno anche una mano;
gente giusta,
gente sbagliata;
la vita è così.

Poter fermare tutto
Poter fermare il tempo per un po’,
prendere fiato,
rilassarsi,
stare in pace,
un po’ di calma,
e sospendere la folle corsa
affannosa di tutto quanto;
fermare tutto,
l’andare delle cose,
in cui perdi sempre qualcosa,
gli amici,
i tuoi cari;
poter fermare tutto per un po’.

Donne intorno a me,
donne amiche,
donne che mi aiutano,
che lavorano;
donne che mi hanno capito,
che mi hanno notato,
a volte aiutato;
donne che mi hanno odiato,
esecrato,
abbandonato;
mondo di donne,
a volte da amare,
a volte da perdere.

Oscuro avello
La notte,
un immenso antro
scuro,
un avello senza fine;
le ore vanno e vengono,
lente e sporadiche,
flemmatiche,
come i passi d’un canuto;
il giorno,
quando sarà giorno,
lontano,
lontano.

Speranza sulla strada
Nonostante il mondo
È quello che è,
continuo a sperare,
ad andare avanti,
nella mia vita,
con le mie idee,
non mi stanco di cercare libertà,
nelle parole,
per la strada,
nella vita di tutti i giorni;
libertà di esserci,
di essere come si vuole,
e di farsi accettare per come si è.

Il pericolo della libertà
La gente è squallida e meschina,
e odia la libertà degli altri,
più della propria schiavitù;
non tanto le eccentricità,
o le stranezze,
ma quello che rappresenti,
la libertà;
e non andare a dire ,che sei libero,
perché allora,
tutti gli imbecilli di paese,
cercheranno,
di fregarti,
e di metterti il bastone tra
le ruote,
per passivismo,
stupidità,
spirito di gruppo,
pochezza d’animo;
meno male,
che non sono,
tutti così.

Ero qui per te
Ero vicino a te,
m a tu non mi vedi,
non mi segui,
non ascolti,
sei distante;
sono qui,
sono qui,
ma non mi senti,
ti alzi e vai con lui,
gli sorridi e te ne vai;
e io qui per te,
rimango qui,
solo,
solo;
non lo capisci,
non lo capisci,
ero qui,
ero qui per te,
e tu vai da lui.

Sono qui
Sei vicina a me,
seduta mentre fumi,
m a non mi vedi,
non capisci,
sono qui,
sono qui,
per te,
m a tu non vedi,
chissà a che pensi,
la tua mente
è distante
anni luce;
sono qui,
m a non mi capisci,
sei lontana,
lontana,
distratta,
e non pensi a me.

Interminabile
Stanza ,
silenzio,
il tempo si è fermato,
la mattina non passa più,
sembra un vecchio
che zoppica come può;
telefono muto,
nessuno chiama,
nessun posto dove andare,
niente da fare;
dove sei,
dove sei,
non chiami più,
perché.

Nessuno può decidere per noi,
quando dobbiamo amare,
quando dobbiamo fare;
a volte ci innamoriamo,
a volte no;
non sempre si è precoci;
la società mette solo fretta,
per calcolo,
interesse,
cattiva fede,
e cercano di forzare le
nostre decisioni,
di decidere al posto nostro;
nessuno può dirci cosa fare,
dipende solo da noi.

Risvegli
Sorge il sole,
il peggio è passato,
l’inverno è finito,
se ne và via;
c’è più tepore,
anche se l’aria è ancora fredda;
luce e allegria,
i bambini passeggiano
coi parenti,
a spasso coi cani;
girano le bici,
aria di risveglio.

Scegliere
Voglia di libertà,
di camminare per il mio sentiero,
di fare scelte mie,
libere e personali;
libertà di pensare,
di essere originale,
differente,
di fare di testa mia,
di scegliere da solo;
libertà.

Buono e cattivo,
tra la gente si trova di tutto;
a volte ti và bene,
e incontri l’amicizia un po’ per caso,
se hai fortuna uno come te;
a volte sei ben visto,
a volte no;
buono e cattivo,
positivo e negativo;
lotta tra male e bene.

È un'avventura
Ogni giorno è un'avventura,
ogni giorno un incognita,
in questo mondo,
che è, quello che è;
e ci vorrebbe più tempo,
per decidere,
per capire,
per ripensare,
per scoprire meglio la vita;
e rendersi conto,
prima di fare uno sbaglio;
la vita è un' avventura,
che fa un po’,
paura;
sempre in bilico,
sempre un rischio,
più o meno,
un'avventura.

L'amore difficile
L’amore è una cosa difficile,
bisogna sforzarsi di mettersi nei
panni dell’altra persona,
bisogna sacrificarsi sempre un po’
per la persona amata;
e questo non è sempre facile;
rinunciare al proprio egoismo,
non sempre ci si riesce;
si tende apensare prima per sé,
e poi a chi ci stà accanto,
specie se ci sono problemi economici,
è difficile sacrificarsi per gli altri;
ogni giorno se si ama,
bisogna fare uno sforzo,
per rinunciare a se stessi.

Per gli amici
Con un abbraccio,
vorrei stringere
gli amici vicini e lontani,
anche quelli partiti,
anche quelli di una volta,
di cui ,non so più nulla;
vorrei stringere la mano a tutti loro;
grazie per l’amicizia,
che mi aiuta ad andare avanti,
in un mondo come questo,
pieno di crudeltà.

E io tra voi,
non c’entro niente,
stò in silenzio,
mentre parlate,
e ridete,
e giocate con le macchinette;
non pensi a me,
non pensi a me;
ridi con lui,
ed io tra voi,
stò sulla sedia fermo,
e penso a noi due,
al passato,
quando eravamo io e te,
e le parole,
le promesse,
allora c’ero io,con te;
ed ora ,tu sei con lui;
ed io fra voi,
sparisco in silenzio,
per non disturbarti;
tu vai con lui,
non mi vedi,
non mi pensi;
non hai capito,
che io ero qui,
per te,
per te;
ed io tra voi.

La forza dell'amicizia
Anche se il mondo
È quello che è ,
anche se è brutto e squallido,
esiste anche il bene come forza
propulsiva;
intorno a noi,
ci sono amici,
persone per cui vale
la pena di continuare,
di sperare;
ma non è facile trovare amicizia;
e molto più facile ,restare soli.

quando la gente non sa,
non capisce una cosa,
non ha le idee chiare,
e non ti conoscono,
si arrampicano sugli specchi,
tirano ad indovinare,
le sparano grosse,
per ignoranza,
stupidità,
passivismo,
conformismo;
la gente distrugge facilmente,
e ti danno del pazzo facilmente;
ignoranza.

Cerco libertà
Libertà,
cerco libertà,
nel mio cammino,
quando sono in strada,
se stò seduto
in una panchina solitaria,
di giorno,
o di notte;
cerco libertà,
più libertà,
in un mondo
di servi,
di schiavi,
dove tutti sanno solo,
essere uguali,
e non pensano da soli;
cerco libertà.

La società di massa
La società in cui,
ben e o male ci tocca vivere,
specie quella italiana,
è degradata e putrefatta;
dominata dalle mode,
dai conformismi,
dai sentito dire,
dalle maldicenze;
con un prevalenza del cretino,
della volgarità,
delle scelte pilotate
e comandate;
siamo vittime dell’omologazione,
dei calcoli dei potenti,
delle convenzioni;
e di libertà di movimento,
c’è né poca;
se ti ribelli,
diventi un pazzo,
un paria,
un intoccabile,
e resti solo.

Elogio alla pazzia
La gente ne dicono tante,
senza sapere,senza capire niente,
per malafede,stupidità ignoranza;
chi dice questo o quello,
mene ne frego di tutti,e vado avanti
con la mia lotta,
la mia vita ,
le mie idee;
dicono pazzo qui,
pazzo là;
sono orgoglioso della mia differenza,
contento della mia diversità;
nella vita bisogna esagerare,
infrangere tabù,
ribellarsi,
fare di testa propria;
elogio alla pazzia,
come dice Erasmo da Rotterdam;
chi si ribella ,
gli dicono di tutto,
e subito diventa un pazzo;
cercano di farti il vuoto intorno.

Tanti amici
Amici,
vorrei averne tanti,
e stringere tante mani,
e mandare via la solitudine
e lo sconforto,
di giorni troppo uguali
e solitari;
vorrei dire una parola a tutti,
e ritrovare quelli perduti,
e seminare l’amicizia,
e non l’odio e la tristezza.

in febbraio
Mattina invernale,
di febbraio,
carnevale nell’aria,
sapore di bugie,
scherzetti o dolcetti;
nuvole basse enormi,
premono sulla terra,
e adombrano il sole
tiepido appena;
mucchietti di neve agli
angoli delle strade,
gelo e vetri gelati;
sperando in una giornata di sole
il tempo passa lento
e assonnato;inverno.

aspettando la neve
mattina silenziosa,
gesti usuali,
la colazione tra poco,
o qualcosa di caldo;
attesa della neve,
sperando non cada;
voglia segreta di primavera,
di tepore,
di aria tiepida,
di risveglio.

La forza dinamica dell'amicizia
Quant’è importante avere un amico,
l’amicizia è la speranza,
un raggio di sole,
una vittoria sul male e sul brutto;
amicizia,
è la prova che il bene esiste,
come forza dinamica e potente,
come pulsione antagonista e contrapposta,
al male;
amicizia,
è la speranza,
una mano tesa,
in un mondo,
sempre più chiuso
ed egoista.

Aurora
S’alza aulica,
l’alba nova,
e lo spirito si
spaura,
e la mente vola alta,
a modo di
albatros;
e mi sovvengono i ricordi,
e le passate memorie,
e il viso di lei;
alba,
ancora alba,
tra poco.

Dimenticare
La notte pare eterna,
non finisce più;
un ora,
un secolo,
un eternità;
ed è sempre buio,
notte,
i pensieri si spengono,
nel sonno;
unica felicità possibile,
perfetta,
completa,
dormire e dimenticare,
o almeno, provarci.

In silenzio
Lasciarti mai,
non vorrei;
portarti con me,
e vivere noi due,
gli anni ,che restano;
grazie per tutto quello
che mi dai;
tu vivi la tua vita,
facendo tante cose;
e di rubarti il sorriso,
non sono capace;
ti guardo in silenzio,
amandoti,
un po’ di più.

Il tempo vola via,
e spazza via i giorni e
gli anni che volano
in un attimo;
e ogni cosa passa
e finisce,
prima o poi;
la felicità sono attimi,
che durano poco,
momenti unici e rari,
che bisogna vivere intensamente,
proprio perché finiscono;
e vorrei fermare tutto,
e restare dove sono,
con i volti cari,
e ritrovare gli amici,
e non dover mai dire addio,
non dover partire,
non dover lasciare;
un attimo,
la felicità,
è un attimo.

Domenica invernale
Il tempo passa lento e fiacco,
niente di speciale da fare,
tra noia e faccende domestiche;
tra poco colazione fumante,
poi chissà,
se il sole sorgerà,
oppure no;
silenzio della festa,
cortile deserto e muto,
si dorme ancora;
una domenica invernale.

Il tempo passa
Senza sosta,
non aspetta nessuno,
le feste già volate
via,
e natale è già un ricordo;
un anno in più,
un po’ più vecchi,
un po’ più tristi,
gli anni volano,
nei volti dei nostri cari,
e il mondo cambia,
il mondo cambia,
sempre di più.

Paesaggio invernale,
vigneti brulli e gelati,
bianchi di brina,
alberi spogli,
alzano i rami al cielo,
come braccia supplicanti,
terra dorme,
fango e d erba bagnata di piovana;
odore di camini accesi,
alberi di natale sui terrazzi
e luci di natale;
aria di vacanza,
di pausa,
di sonno;
inverno.

Laggiù,
nelle rive,
dove scorre,
il fiume Colorado,
fugge jack Nicholson,
cercando libertà,
rompendo la gabbia;
cerca di fuggire,
di evadere,
qualcuno deve volare,
in alto nel cuculo;
là,
dove scorre il Colorado,
tra monti e alture,
le acque cristalline;
sete di libertà,
di gradi spazi.

La libertà
Alzo le spalle
E me ne sbatto del mondo,
delle parole vuote della gente,
dei giudizi stupidi,
della scempiaggine e
ignoranza quotidiana,
e lo stillicidio del conformismo
piatto della gente.
Alzo le spalle,
e mi tengo caro,
solo la mia libertà,
libertà,
che ho dentro,
in tutti i suoi significati.

Fermare per un po’,
la corsa affannosa del tempo,
che ci porta via,
che ci fa restare soli,
dopo un addio,
dopo un partenza,
che ci fa sempre andare,
senza pace,
e non stiamo mai tranquilli;
fermare tutto per un po’,
in modo che i nostri
amici,
i cari,
restino con noi,
e nessuno vada via.

La vita è ben poca cosa
In fondo,
è breve,
veloce e corta;
a cosa si riduce,
a poche cose semplici,
invecchiare,
stare insieme ai nostri cari,
ammazzare il tempo in qualche modo;
la vita è precaria,
instabile,
incerta,
e il futuro non è mai sicuro;
la vita è provvisoria,
e l’uomo non è che una canna
al vento;
oggi ci sei,
domani non ci sei più,
basta poco per spazzarlo via;
la vita è breve e insicura.

Niente,
dolce far niente,
semplicemente fermarsi
un attimo,
a pensare,
a contemplare,
aspettare che il tempo passi,
da sé,
con calma,
senza fare,
senza correre,
senza esserci;
prendersela con calma,
lasciare il mondo,
alla sua follia;
niente.

I poeti sono
Una specie strana,
individui un po’ artisti,
un po’ sognatori,
un po’ illusi,
un po’ fragili,
che hanno sempre il cuore
in pezzi,
e scrivono di notte,
al rintocco delle ore piccole,
e pensano tanto,
guardano e osservano,
i particolari,
i dettagli,
una foglia che cade,
una panchina vuota,
un viale pieno di
fogliame ramato,
un tramonto d’autunno;
i poeti,
cercano umanità,
un sorriso,
una stretta di mano,
e guardano molto
in se stessi.

Diverso,
io sono diverso,
un poeta e scrittore
e vivo la mia vita di artista,
con le mie stranezze ed eccentricità,
e il bisogno di calma e di libertà,
la libertà è una cosa primaria
per un poeta;
senza libertà,
non c’è niente,
solo degrado ,
paura e regressione sociale;
e vado avanti
fiero
della mia diversità,
della mia originalità,
anche se la gente non capisce,
e c’è solo odio,
disprezzo , crudeltà;
vado avanti,
guardando al futuro.

Strada cittadina,
vicino un a scia di negozietti,
emporio cinese,
il ferramenta,
un bar ,
il ristorante con qualcuno
seduto fuori a bighellonare,
facce di paese;
via,vai di macchine,
camion,
e fornitori;
sembra una strada americana,
alla Kerouac,
strada 66,
come in california;
polvere,
odore di scappamento,
la gente passeggia,
e vola,
verso il proprio destino.

Se piangi,
sarò vicino a te,
e piangerò un po’
anch’io,
e ti ascolterò tutto
il giorno,
e ti parlerò,
asciugando le tue lacrime;
se piangi,
io ci sarò,
accanto a te,
per farti coraggio,
e ridarti il sorriso;
io ci sarò.

Le donne,
amiche,
compagne,
amanti;
figure centrali,
insostituibili,
per la loro capacità
di amare,
di donare,
di capire;
dove saremmo,
senza le nostre madri,
le nostre donne,
nel lavoro,
nello svago,
e di solito,
sono sensibili,
e capiscono molto di noi;
ogni violenza,
sulle donne ,
è terribile,
infausta e vergognosa;
donne grazie a loro,
tante cose,
sono possibili.

Se potessi,
prenderei a sassate la luna,
e la farei cadere a pezzi,
ai tuoi piedi;
se potessi darti la luna ,
lo farei;
se potessi,portare con me il
tuo sorriso,
i tuoi occhi lucenti,
lo farei,
e penserei a te,
nei momenti peggiori,
nella tristezza
e nel silenzio,
quando la gente non capisce,
e non sa,
neanche che ci sei;
se potessi fare faville,
lo farei,
e donarti la calma,
e la pace,
e vederti ridere,
mi dà forza,
e voglia di ricominciare,
nonostante tutto,
nonostante gli anni,
e le preoccupazioni;
per te,
questo mondo fetido,
mi sembra un po’ migliore,
per te,
per te.

Nei tuoi occhi,
c’è la luce della vita,
negli occhi tuoi,
vedo la speranza,
per noi due,
anche se il mondo
è quello che è;
nei tuoi occhi,
c’è la vita,
l’energia,
la simpatia;
sai di vita,
sei forte,
e la vita scorre in te.

Il tempo passa,
e io sono qui,
seduto,
chiuso dentro la mia
solitudine;
ma tu non lo sai,
non ci pensi,
tu prendi ,parli
e vai, e non ti curi
troppo,di chi è
intorno a te;
e si resta un po’ soli,
e tutto,
cambia,
cambiano le cose,
cambiano gli impegni;
sempre di corsa;
e mi lasci qui,
a rimuginare,
nel freddo dell’autunno;
mi lasci qui,
mi lasci qui,
e non pensi,
non capisci,
non ti rendi conto.

Questo mondo così affannato
E caotico,
mille casini,
sempre qualche guaio,
qualche problema;
vorrei solo un po’ di serenità,
e starmene tranquillo,
per i giorni a venire,
per i giorni che restano;
non chiedermi troppo,
non chiedermi più
di quello che posso dare;
sono solo un poeta,
con tanti dolori,
e poche gioie,
con mille solitudini
e amori infranti,
con un piede nel passato,
che non muore mai;
e la voglia di ricominciare,
semmai fosse possibile.

Girando con l’auto,
vedo ai fianchi della strada,
i colori dell’autunno;
alberi e cespugli,
multicolori,
vestiti coi cromatismi
delicati d’autunno,
foglie gialle e dorate,
si confondono con altre ,
rosate e ramate di rosso;
tappeti di foglie,
rotolano ,
spinte dalla corrente;
autunno.

L’ignoranza
E la madre di tutte
Le intolleranze;
e l’ignoranza della gente và di pari
passo,
con la loro pochezza mentale,
coi pregiudizi,
le facili sentenze,
i sentito dire stupidi;
e quando la gente,
non capisce,
prima o poi,
finisce col distruggere,
col fare del male,
etichettando le persone;
sparando
facili giudizi,
e dando del pazzo,
come niente;
ed è difficile andare
avanti;
ma se c’è tanto male,
c’è anche molto
bene,
ma non è facile,
notarlo.

Desidero stare con te,
per i giorni che restano,
per gli anni a venire;
e vorrei tu non mi lasciassi mai;
ma tu,
hai i tuoi guai,
i tuoi casini;
e io mi agito,
e ho sempre paura
di perderti,
forse sbaglio,
forse esagero;
e il futuro,
a volte,
fa paura;
ma spero che tu ci sarai,
sempre con me,
al mio fianco.

Girotondo
Intorno al mondo,
girano i giorni
e gli anni;
girano il bene
e il male,
e si inseguono,
senza fine;
girotondo.

La notte,
mi assale,
togliendomi tutto,
il sonno,
la calma;
le ore non passano più,
sembrano allungarsi e indulgere
senza fine;
penso a te,
alle tue parole,
la tua voce;
un tuo messaggio,
mi tiene compagnia.

La mia ribellione,
vado avanti con la mia guerra,
non mi fermo evado sino in fondo;
molti non capiscono,
molti non sanno,
e dicono questo
e quello,
a volte dei bastardi,
a parlarmi sulla schiena;
mondo meschino,
di pecoroni e conformisti,
di squallore
e convenzione;
ma io continuo la
mia ribellione;
sperando,
amando,
camminando,
per la strada
il mio sentiero.

In questa notte
Interminabile,
chi mi manca,
sei tu;
la notte ci separa e
anche la distanza;
stai dormendo,
oppure no,
magari fumi e ascolti
la radio,
o passeggi,
mangiando un dolce;
mi manchi,
come un cielo senza luna,
come il giorno senza sole,
un amante abbandonato,
mi manchi,
sempre più.

Mattina di settembre,
la vendemmia
è quasi conclusa,
odore di uva,
in campagna;
ancora giornate di sole,
ma tira un vento freddo,
e fa fresco di notte
e nelle mattinate;
qualcosa dell’estate,
è già andato via,
le giornate,
si accorciano,
tristi e malinconiche;
il tempo passa fiacco
e lento.

Il tuo viso,
lo stringo tra le mani,
il calore del tuo corpo,
la tua voce morbida e
cheta;
ti voglio bene,
come la prima volta,
come se ci fossimo
appena visti;
l’amore a volte,
è eterno e dura sempre,
ed è vita,
e si rinnova un po’ di più;
a volte,
dura per sempre,
per sempre.

Ogni giorno,
restiamo soli,
anche se non lo vogliamo,
anche se non ci pensiamo;
restiamo soli,
con noi stessi,
e dobbiamo lottare un po’,
contro la tristezza,
e la malinconia,
e il finire delle cose,
col tempo che passa in fretta,
e non aspetta nessuno;
e abbiamo bisogno
di amore,
di affetti,
di una parola,
un abbraccio,
per vincere la solitudine
e la tristezza,
della giornata.

Casa mia,
casa mia,
per piccola che sia,
casa mia,
roba mia,
il mio mondo,
un rifugio,
un oasi,
dove ritorno sempre,
dove riparo,
e stò in pace ,con me stesso;
casa mia;
col mondo che
rimane fuori.

Società falsa e
Ipocrita,
dove si cerca di sembrare,
migliori di quello che si è;
dove si fanno parole a vanvera,senza sapere,
senza capire;
dove si sparla e si getta il fango addosso,
facilmente,
per conformismo,
stupidità,
interesse o ignoranza;
dove si guarda solo i soldi,
è l’amicizia diventa solo calcolo
e interesse;
dove c’è chiusura
e indifferenza,
e si resta da soli,
e non ci si può fidare di nessuno;
società fatta di belle facciate,
ma dietro è tutto marcio;
eppure speriamo in bene,
non possiamo fare altro.

Si è vero,
mi fa paura l’imbecillità
gigante di certa gente,
mi fa paura l’intolleranza che nasce dall’ignoranza;
mi fa paura chi discrimina,
chi non accetta le opinioni altrui,
le idee diverse;
mi fa paura la stupidità della gente,
il conformismo becero e burino,
i luoghi comuni,
i pregiudizi;
e spero in un mondo migliore;
nei valori semplici e veri della vita,
nell’amicizia,
l’amore ,
e la comprensione.

Settembre,
i trattori vanno e vengono,
sporcando la strada di fango,
ultimi lavori agricoli;
la trebbiatrice passa sollevando polvere,
su un campo ,falciando
le piante;
le giornate sono,
un po’ più corte,
cielo ramato,
pieno di nubi,
cariche di pioggia,
forse piove,
forse no.

Se potessi ti darei la luna,
se potessi ,ti ascolterei sempre,
e cercherei di accontentarti,
e starei a sentire i tuoi guai;
se potessi,
starei sempre con te,
e la solitudine che se ne andasse
al diavolo;
tutto farei per te,
che sei unica,
che sei per me,
la cosa più bella;
e non mi stanchi mai.

Lunedì,
rimandiamo tutto a lunedì,
poi si vedrà,
poi si farà;
purtroppo
il lunedì arriverà,
quando si ricomincia,
quando tutto riparte,
e la festa finisce,
e la vacanza è un ricordo
alle spalle;
e l’estate stà finendo;
poi è di nuovo lunedì,
e vorresti solo
non pensare,
dormire ancora,
rimandare,
al prossimo lunedì.

Notte,
buio sacro,
luci e ombre strane,
un auto costosa,
sfreccia nel buio coi fanalini
accesi,
diretta a folleggiare chissà dove,
chissà quando;
deserto metropolitano,
negozi chiusi,
luci di cortesia,
vetrate illuminate,
una banca
manda luce fioca;
passa un metronotte guardingo,
sparisce;
una macchina di sbirri,
stà ferma in un angolo,
scrutando la notte;
universo notturno.

Notte,
quasi la fine,
della notte;
prime ore dell’alba;
il buio stà scemando,
la notte scappa via,
è volata,
alle porte del mattino;
è andata verso un altro crepuscolo,
dall’altra parte del mondo;
penso ate,
chiamarti o no;
dormi,
o no.

È l’amore che dà
La giovinezza,
l’amore dà la forza,
e ti fa venir voglia di fare le cose;
l’more è lo spunto,
la vibrazione,
il bene che senti per
l’altra persona,
e ti sacrifichi sempre un po’;
e ascolti,
parli,
e rinunci un po’,
al tuo egoismo;
l’amore ,
è la vita,
e dà giovinezza;
se si riesce a trovarlo

Mi aggiro ,
solo tra la gente,
che non vede,
che non capisce;
il tempo non passa più,
e non riesco ad ingannarlo,
a fuggire via;
tu sei lì,
latente nel mio pensiero,
sento la mancanza di te,
qualunque cosa faccio,
le ore sembrano cariatidi di gesso,
che non si muovono più;
niente mi soddisfa,
niente mi placa,
la mia sete sei tu,
la mia forza,
la speranza,
e tu non ne sai niente,
chissà dove sei.

Noi cerchiamo di farci capire,
di emergere,
di far sentire,
la nostra pena interiore,
il dolore di vivere,
il nostro segreto;
ma alla gente non interessa,
non sa niente e non vede;
noi cerchiamo di sfuggire alla solitudine;
ma ci ritroviamo sempre soli,
alla fine;
ognuno è solo con se stesso,
e il suo mistero.

Aurora,
la madre comincia a muoversi,
suona la sveglia,
bagno,
poi colazione fumante
nelle tazze;
si apre la persiana,
fuori il sole
del mattino,
che balugina
in casa,
mandando coni
di luce;
aurora.

La notte,
con la strada,
schiarita dalla
luce dei fari,
nastro infinito,
luci notturne,
faretti,
luminarie,
una fontana coi
riflettori;
le panchine vuote,
le sedie di plastica,
città deserta,
popolata da ombre e spettri;
la notte.

Il tempo passa,
e non si ferma per
le cose umane;
e lottiamo sempre,
per non restare soli,
per asciugare le lacrime,
per sorridere di nuovo,
per stringere una mano,
dire una parola,
provare un sentimento.

La società in cui
Viviamo,
è falsa ipocrita
e degenerata,
e non è fatta secondo giustizia;
i peggiori vanno avanti
e stanno bene,
prevale il cretino,
lo stupido,
il meschino,
che stanno sempre a
galla più o meno;
mentre le persone buone,
se la vedono male,
e spesso finiscono
malamente
e sono maltrattate;
società falsa
e putrefatta,
dove niente e giusto;
e lo sforzo dell’uomo,
è quello,
di fare un po’ di giustizia,
un po’ di bene,
in un mondo brutto,
come questo.

Mentre scende il
Crepuscolo lunare,

e il vento fischia tra i cespugli,
le nuvole si fanno nere come pece;
e il non morto,
si risveglia dalla tomba;
ed ecco due occhi nel buio,
è dracul il diavolo,
il principe degli inferi,
signore delle tenebre;
il nosferatu
che inizia la sua caccia
notturna;
per pascersi
di sangue;
lui dracula.

Rimembro nel segreto
Della stanza,
le tue fattezze,
il tuo incedere elegante,
i tuoi bei capelli castani,
la tua bocca vogliosa,
e i tuoi occhi vivi;
e non mi stancherei mai ,
di ascoltarti,
e di stare vicino a te.

Vago nel silenzio
Mesto della stanza;
dove l’affanno del mondo
non mi giunge;
mi perdo nei pensieri,
di ieri e oggi.

Ti cerco nei miei sogni,
quando sono troppo solo,
troppo sperduto,
in me stesso;
ti cerco all’inizio del giorno,
e quando declina la sera,
e vengono le ombre
della notte,
e non ho con chi parlare;
penso a te,
rivedo il tuo viso,
i tuoi capelli;
e mi sento solo adesso,
e ti vorrei qui,
accanto a me,
per un po’;
e vorrei la solitudine,
se ne andasse,
com’è venuta.

La libertà è una cosa,
molto personale,
ognuno cerca la libertà
che vuole,
che gli stà meglio;
ma per la libertà,
bisogna lottare un pochino,
ogni giorno;
contro la stupidità,
e l’inbecillità,
di certi;
un po’ ogni giorno.

Di fronte alla notte,
un enorme pozzo,
la luna c’è finita dentro,
e non si vede;
fuggire da tutto,
dalle parole,
dalle cose stupide,
e le vuote chiacchiere della gente;
il tempo ,
pare dilatarsi all’infinito;
senza fine,
sono perduto,
un po’ perduto.

L’amore,
può essere in tanti modi;
l’amore è vita,
e a volte,
dura una vita intera;
l’amore è speranza,
e sacrificarsi,
un po’ ,
per l’altro,
dimenticando l’egoismo,
e l’amor proprio;
l’amore quando c’è,
cambia tutto,
e sconvolge le carte,
della tua vita;
l’amore,
è tutto.

Se solo tu fossi qui,
adesso,
e il silenzio e la tristezza,
lo sconforto,
potessero andarsene;
se solo tu fossi qui,
adesso,
non sarei solo,
e parlerei,
di mille parole,
e direi cose del mio cuore,
che sento;
la tristezza,
e l’abbandono,
di giorni grigi ,
tra gente da dimenticare;
se solo tu fossi qui,
e sapessi,
non sarei più solo.

Solo l’amore può aiutarci,
solo l’amore può salvarci;
che non ho l’amore non sono nulla,
non valgo nulla,
e le giornate,
sono grigie,
e non passano più;
bisogna cercare le cose semplici
e genuine della vita;
come l’amicizia,
la cortesia,
la calma;
e l’amore.

Siamo in bilico
Con la sorte,
che ci porta dove vuole,
camminiamo sospesi,
e tentenniamo e trepidiamo;
ed è facile cadere,
e ritrovarsi per terra;
camminiamo in lande oscure,
tra buio e chiaro,
tra male e bene;
e non sappiamo dove ci conduce
la sorte,
speriamo in bene;
e cerchiamo amicizia e conforto,
dalla solitudine e
lo scoramento;
cerchiamo qualcosa,
una speranza.

Camminare nel mondo,
e vivere ancora,
è passato tanto tempo,
e non essere mai contento;
tra male e bene,
cose positive e negative,
che si contrastano,
e si danno battaglia;
al male segue poi il bene,
e la vita è così;
il bene esiste,
come forza reale,
ma quanta strada,
per trovarlo;
per notarlo,
per coglierlo;
sfumature,
che bisogna non perdere;
ma le e bene.

Soli,
la gente non ha tempo,
il mondo và di fretta,
frenetico e ansioso,
e non c’è mai tempo per niente;
vita di fretta,
siamo solo un quadro,
che scolora in fretta,
una foto che ingiallisce;
il tempo corre e non si ferma;
e noi lottiamo ,
per non restare soli,
per trovare un po’ di umanità,
un sorriso,
in mezzo a tanto brutto,
a tanto male.

Temporale di notte,
buio ancestrale,
scuro primordiale,
rotto dai lampi,
una saetta d’improvviso,
fende l’aria e
manda luce nell’oscurità;
nuvole enormi;
acqua che viene,
un boato immenso,
il cielo ruggisce;
rivoli d’acqua,
non vedi la strada;
la pioggia scorre per la strada;
e a casa non arrivi mai;
vuoi il focolare,
e chiuderti all’asciutto;
temporale,
forza della natura scatenata.

Capita ,
di rimanere soli,
con noi stessi,
a volte nel corso della
giornata;
e non sappiamo cosa fare,
cosa dire;
non c’è nessuno che ascolta,
il mondo và di fretta,
e non ha mai tempo;
mai tempo.

Tu sei un pensiero,
che mi prende sempre,
ogni tanto,
anche se non ci sei,
anche se non pensi a me;
tu ritorni sempre.

Di fronte alla notte,
mi perdo nel silenzio,
mille pensieri volano
verso il nulla;
sono solo,
nella notte fonda ,
smarrito nella tristezza,
e nell’universo.

Canne,
siamo come le canne,
colpite dal vento,
sbattute dalla pioggia
cadente;
basta poco per cadere,
per soffrire,
e il male è sempre in giro;
siamo solo esseri umani,
e sentiamo ,
soffriamo;
basta poco,
per resta re soli,
e non dire una parola;
sofferenza dentro;
come canne picchiare dal vento.

Chicchi di caffè,
siamo come chicchi di caffè,
e alla fine la vita,
più o meno,ci macina tutti,
e andiamo incontro
al nostro destino,
anche se non ci
pensiamo.

Pupazzetti,
siamo pupazzi,
poveri esseri,
smossi da
un fato crudele,
in un mondo
a volte malvagio
e indifferente,
che smaniano e si sbracciano,
cercando di superare,
la propria solitudine.

Siamo nelle mani del destino,
siamo retti dalla sorte,
che ci fa girare,
qua e là come trottole impazzite,
e chissà tra poco,dove saremo,
chissà il futuro,
che ci riserva,
chi può dirlo;
possiamo solo sperare,
e vivere,
meglio che possiamo.

Solitudine,
è una brutta cosa,
che ti prende e non ti molla,
quando sei solo,
e ti hanno abbandonato;
quando cammini,per le vie
solitarie di paese;
o stai seduto in un angolo,
e non sai,
come passare il tempo;
siamo soli,
e facciamo come possiamo.

Siamo soli sulla faccia della terra,
nessuno lo sa,
nessuno capisce;
camminiamo,
tenendoci il nostro
segreto;
cercando una faccia amica,
una speranza;
in mezzo a facce straniere,
che non ci vedono.

L’uomo davanti alle macchinette,
sono io,
e spesso mi siedo vicino
al coffe,
e prendo qualcosa di caldo,
mi accomodo e guardo la gente
che passa affannata, trafelata;
chi corre,
chi cerca un medico,
chi ha finito,
o chiede un informazione,
qualcuno mi sorride e
mi saluta,
scambio due chicchere,
altri mi guardano di sbieco,
io stò lì,
osservo,
guardo e capisco,
le parole e le manie della gente,
e cerco di scambiare due parole;
chi ironizza su di me,
ma io non me ne curo,
e m e ne stò sulle mie,
e penso alle mie cose,
e so più di quanto la
gente crede.

*lungo i tornanti,
del paese montano,
guardo le vallate,
e i pendii,
e le alture che troneggiano,
con le verzure,
e la vegetazione boschiva;
le conche naturali e i bacini
della montagna,
che cadono giù precipizio,
i pini e gli alberi,
verdeggianti;
la montagna,
che pace,
non mi staccherei da lei,
e rimarrei,
se potessi.

Sedia sul cortile,
nuvole coprono il cielo,
con un manto nuvoloso;
mi siedo con le vicine,
che sono uscite un po’ al fresco,
e parlano del più e del meno;
le ore passano,
inesorabili come sempre,
e non aspettano nessuno;
e poi ti accorgi,
che è già sera;
passa la processione,
coi baldacchini e i portantini,
la gente che segue,
e la banda comunale
cogli strumenti al collo,
due carabinieri,chiudono il corteo;
la giornata passa così,
momenti di pausa in cortile;
vedo il cielo imbrunire,
si fa sera,
un telecronaca dalla tele,
il pomeriggio è volato via,
come sempre.

Notte che scivola via,
come un lenzuolo sfatto
per terra;
restano i ricordi,
la nostalgia delle cose passate,
quando c’eri tu,
e tutto era diverso,
e avevo la speranza,
e la malinconia era lontana,
grazie a te;
adesso tutto è passato,
un ricordo sfumato
nella notte;
scivola la notte.

Risveglio
Al mattino,
la luce si fa forte,
balugina il sole,
che fa capolino,
dietro il caseggiato,
tra poco farà caldo;
la vicina apre le imposte,
e si guarda attorno,furtiva;
poi và in casa a fare il caffè;
nei terrazzi si affacciano la gente,
piccoli gesti mattutini,
si mettono a posto le cose,
si controlla il bucato,
si sistema il davanzale;
mattino come un altro.

Nemmeno tu
Hai sentito il mio urlo,
hai visto il mio dolore;
sei indifferente e chiusa in te
stessa;
silenzio.

Tutti quanti cerchiamo
L’amore,
lo cerchiamo ogni giorno,
ci pensiamo,
lo sogniamo;
lottando contro la solitudine
un po’ ogni giorno;
siamo tutti soli,
abbiamo bisogno d’amore,
d’affetto;
altrimenti siamo perduti e smarriti,
abbandonati come randagi;
ognuno di noi,
cerca un po’ d’amore,
in questo mondo.

Scende la sera,
stemperando il sole
e la luce;
avanzano le ombre,
l’aria si fa fresca
e tiepida;
ci si siede sul cortile,
a prendere il fresco,
si parla,
si confabula;
e i bimbi giocano con le bici;
ascolto,
e voglio anch’io,
un po’ di compagnia.

Albeggia,
lo scuro della notte,
viene meno,
e si diradano le ombre
sinistre e inquietanti
della tenebra;
l’amica notte,
scappa via,
si defila,
con la luce dell’aurora,
e mi lascia,
prono e scoperto,
senza più
il manto del buio;
la luce ferisce gli occhi,
la civetta canta triste e
monotona,
il frinire dei volatili,
nascosti
nel fogliame e i ramoni,
annunciano,
che la notte è finita;
purtroppo.

Abisso,
la notte è un abisso,
di infinite notti,
passate in bianco,
a pensare,
a ricordare,
sulle ali d’un amore
perduto,
sulle cose fatte,
sui giorni persi;
la notte è senza tempo,
le ore,
vanno e vengono,
e
sei sempre sveglio,
un ora,un minuto,
un eternità;
e tu dormi,
non sai niente,
sei lontana;
abisso,
tra noi,
abisso.

Non trovo le parole,
per far scattare,
la serratura del tuo cuore,
chiusa e silenziosa stai;
e non parli,
non dici;
non trovo le parole,
per farti pensare,
per farti tornare a me;
se potessi,
se potessi,
far breccia nel tuo cuore
chiuso,
e farti ricordare,
i giorni,
di noi due,
se potessi.

La montagna,
con le sue alture,
i suoi prati verdeggianti,a
tinte forti;
i sentieri e le mulattiere,
i viottoli e le stradine;
le cascine alpestri,
cogli animali,
le galline e il bestiame;
mondo montano,
in cui mi perdo,
tra il verde e la pace.

Noi dell’igiene mentale,
dobbiamo sempre lottare,
contro tutto e tutti,
ogni giorno;
e non c’è niente di scontato,
nessuno ci fa sconti,
nessuno dà fiducia;
c’è sempre il dubbio,
il sospetto;
e la male parole,
le maldicenze;
dobbiamo dimostrare tutto,
che non siamo stupidi,
che non siamo inutili;
che sappiamo le cose,
che abbiamo un cervello, anche noi ;
dobbiamo lottare contro i luoghi comuni,
e la stupidità della gente,
la loro grettezza,
la loro meschinità;
noi dell’igiene mentale.

Te ne sei andata,
sul più bello,
te ne sei andata,
proprio quando
avevo più bisogno;
improvvisamente hai detto
basta,
fine del film,
the end;
ed io resto qua,
a ricordare
a ricordare.

La libertà,
non è mai certa,
non è mai garantita,
non è mai una cosa sicura,
la libertà ,si difende un po’ ogni giorno;
contro le parole stupide,
i giudizi idioti,
le manovre e i calcoli,
di chi,
vuole far e il furbo,
e comandare;
la libertà,
è un lungo cammino,
una lotta continua,
almeno,
da noi.

L’uomo nelle poltroncine,
osservo la gente che passa,
frettolosa,
campioni di umanità,
microcosmo di gente;
chi ha fretta,
chi ha da fare,
chi mi sorride e mi saluta;
chi chiede un informazione,
chi si ferma a parlare a gruppetti;
io guardo,
ascolto,
osservo,
e la gente ,
non si cura di me,
e mi guardano,
con indifferenza,
senza vedere,
m a io ci sono,
nelle poltroncine.

Ritrovo sempre il tuo nome,
dentro la casella ,del mio cuore;
e ripenso a te,
anche s e non voglio,
ricordando i momenti felici;
i giorni passati insieme,
i pomeriggi con te,
stretta a me;
ritrovo il tuo nome,
e ho voglia di chiamarti,
di cercarti,
come sempre.

guardo la notte,
col suo velo nero,
il pensiero si perde,
nell’eternità della notte;
con le sue luci fioche e
pallide,
le insegne al neon,
i cartelloni illuminati,
le pubblicità,
i semafori monocoli;
guardo la notte,
e vago col pensiero,
fino a te,
che non ne sai nulla.

Sogno,
realtà remota,
incoscienza,
inconsapevole,
sonno leggero,
sulla superficie
del sogno;
dimensioni surreali,
posti di fiaba;
assenza di percezioni;
emozioni strane,
dormo senza accorgermene,
per fortuna,
riposo,
fino allo squillo
del telefono,
che mi riporta,
al vero.

Nemmeno tu,
hai capito,
nemmeno tu mi
hai sentito;
te ne sei andata,
proprio quando avevo
più bisogno;
mi son tenuto tutto
per me;
siamo soli,
nono stante le balle,
le parole,
e le promesse della gente;
rimaniamo soli,
improvvisamente,
per un sì o per un no;
nessuno ha mai capito,
nessuno ascolta;
mondo vuoto
ed ermetico;
siamo soli.

Notte,
abisso di silenzio
e sogni,
di ricordi
e memorie;
abisso senza sonno;
e il tempo nicchia,
e indulge un po’;
ombre enormi,
fantasmi di ieri,
del passato;
ti tengono compagnia.

Non ci sono più parole,
non mi ascolti più,
i sogni sono finiti,
non c’è sentimento;
ti volti,
e te ne vai,
non mi senti,
scrolli le spalle
e vai;
non ci sono più parole,
non vuoi più ascoltarle,
sogni finiti;
ma continuo a sperare,
che ritorni.

Vuoto,
nel mio giorno;
dove sei andata,
perché fai questo,
e ora sei lontana,
un eternità;
e non mi ascolti,
non mi parli,
ed io ,
sono sempre più solo
e spaurito,
senza sapere dove andare,
con chi parlare.

Dove sei tu,
i sogni sono finiti,
dove sono finite le nostre parole,
il nostro amore;
e le giornate ,passate insieme,
e tu mi stringevi forte,
ed io sentivo il tuo
corpo,
e il tuo calore;
dove sono finiti,
quei giorni di speranza,
di vibrazioni,
e il cuore batteva forte,
ed io,ero pieno di te,
e tranquillo;
dove sei,
dove sono finiti,
i giorni.

Adesso che non ci sei,
lasci un vuoto in me,
adesso che non ci sei,
precipito,
nelle mie solite ,
immancabili,solitudini;
adesso,
senza di te,
sono smarrito,
e alla deriva,
come un fuscello,
spinto dal vento;
se tu sapessi,
se tu capissi un poco,
ma tu vai,
e non ti volti
mai indietro,
vai.

Occhi ,
pieni di sogni inespressi,
voglio solo fuggire via,
stare in silenzio,
fare con calma,
con calma.

E se tu non ci fossi più,
che farei,
cosa direi;
come potrei sopportare il mondo,
così squallido,così grigio;
e se tu,non ci fossi più,
come andrei avanti,
con che forza ,
potrei affrontare ,
questi giorni,
uguali e monotoni;
se non ci fossi tu.

Libero,
ogni giorno,
lotto per difendere
la mia libertà,
dagli idioti,
dalle parole vane,
dai giudizi stupidi;
libertà.

Paese,
adagiato su due fiumi,
coi ponti vecchi,
i lampioncini e le luci notturne,
quanto tempo,
quanta acqua è passata sotto i ponti;
gli anni sono volati,
paese un po’ moderno un
po’ antico,
un po’ becero,
un po’ bastardo;
cose buone,
e altre,
da dimenticare;
paese così,
casa mia.

La fine della notte,
tra poco,
sarà la luce;
chiudo gli occhi,
non voglio vedere il mondo,
e le sue brutture;
voglio pensare,
con calma,
calma.

Amici di scuola,
dove sarete finiti,
come state,
che fine
avete fatto;
compagni di scuola;
il tempo è passato in fretta;
ricordo l’odore di gesso,
di libri ,
di carta e quaderni;
la campanella,a fine giornata,
i prof un po’ simpatici,
un po’ rompiballe;
dove siete adesso,
questa poesia,
è un po’ per voi,
dovunque siate.

Mattina sul tardi,
il tempo passa,
senza pietà e non
aspetta nessuno;
tutto finisce,
tutto và al suo termine;
il destino è dietro l’angolo,
chissà cosa succederà.

La notte non passa,
si ferma ,
e indulge,
coi suoi sortilegi,
le sue atmosfere soffuse,
le sue luci tenui,
i sogni sospesi per aria,
mentre non dormo,
non dormo,
e penso a te.

La notte mi avvolge,
coi suoi incantesimi,
i suoi sogni spezzati,
i desideri segreti,
gli aneliti,
i dolori d’amore,
e questa vita,
che passa,troppo veloce,
troppo incasinata.

Cala la sera,
in paese;
tutto si acquieta,
calma serale,
si consuma la cena;
io cerco la pace,
e la calma,chissà se ci riuscirò;
ci vorrebbe una parola amica,
e tu dove sei,
dove sei.

La via del ritorno,
rientrare a casa,
è sempre bello,
è sempre una fortuna;
rivedere le pareti amiche,
le tue cose,
la tua pace,
il tuo piccolo mondo
personale,
dove fai i casi tuoi,
e nessuno può metterci il becco;
vivi la tua vita,
in casa tua;
se gli altri non capiscono,
tanto peggio;
vivi per te.

Primavera,
il polline vola per l’aria,
giornate tiepide,
ogni tanto un temporale ,
rabbuia la terra,
il cielo con le nuvole alte,
un trattore và in campagna;
primavera.

Vorrei vincesse l’amore,
vorrei ci fosse un sorriso per tutti;
che il male e l’odio,
se ne andassero via;
e le cose brutte,
appartenessero al passato;
vorrei vincesse la solidarietà,
e l’amore,
e ridere di nuovo,
e asciugare le lacrime.

Male e bene,
la vita è un a bilancia continua,
tra queste due forze,
queste due pulsioni;
a un fatto negativo,
ne segue uno positivo;
dopo la pioggia,
torna il sole;
e se ci sono cose brutte,
ce ne sono
altre,
per cui,
vale la pena
di vivere;
bene e male,
sempre in lotta,
l’una ,
contro l’altra.

Notte fonda,
i pensieri galleggiano
nell’aria,
il sonno s’è dileguato,
non voglio sapere
di domani;
occhi che cercano un
sogno perduto;
penso a tutto e a niente;
tu non ci sei,
non chiami,
non sò niente,
la notte mi sovrasta,
coi suoi incantesimi,
silenzio perfetto,
la città dorme ancora,
per un po’,al meno.

Cala la sera,
il buio avanza,
e si protende
all’infinito,
si accendono
le luci della notte,
lampioni cerulei
e pallidi sfavillano
nell’oscurità;
tutto si ferma,
tutto tace,
ombre lunghe,
si allungano ,
alla luce.

Pomeriggio,
lento e stracco,
un po’ noioso,
cose monotono
le solite faccende di
ogni sabato,
il bucato,
le pulizie,
odore di detersivo
e di polvere,
i bambini giocano e
fanno versi a voce alta;
il tempo non passa più,
che fare,
dove andare,
enigma,
boh si vedrà

Nella vita dell’uomo,
ciascuno è un po’
solo prima o poi,
nella vita;
siamo soli con noi stessi,
coi nostri segreti,
i nostri guai,
in mezzo all’indifferenza altrui
e alla crudeltà della società;
e dobbiamo lottare ogni giorno,
un po’, contro la solitudine,
a volte ci riusciamo,
a volte no;
e siamo soli,
e nessuno capisce,
e nessuno vuole sapere.

Parigi che brilla nella notte,
come un diamante,
la grande città,
con la torre di ferro Eiffel che domina
la pianura,
con le sue capriate metalliche,
gigante immane;
le strade sembrano linee luminose,
le finestre rischiarate,
brillano nella notte;
traffico caotico,
fiumane di gente,
che và,
e scompare verso il proprio destino;
Parigi.
I vecchi tetti coi camini,
i fregi le sculture,
i draghi scolpiti nella pietra.

Quel che resta della notte,
sogni perduti, troncati,
interrotti a metà,
desideri caduti,
speranze vane;
idee nell'aria,
ricordi dolorosi,
occhi stanchi;
mentre la notte finisce lentamente,
e già i merli cantano il mattino;
silenzio assorto,
tutti sono dormienti nei loro giacigli,
strade vuote nel buio,
lampioncini d'epoca fanno una luce gialla,
nelle piazzette;
tutto è fermo e silente.

Dimensione notte,
luce siderale,
silenzi inumani;
incantesimo selenico,
il buio impregna i miei pensieri;
tempo strano,
che passa lento,
con flemma antica;
il rombo di un a moto,
un gatto miagola;
luci tenui e soffuse della notte,
che vola via.

Le parole giuste,
trovare le parole
che funzionino con te,
per farti ascoltare,
per farti fermare;
trovare le parole
giuste,
da dire al tuo cuore,
per farti capire cosa sei per me,
e come mi manchi;
poter trovare le parole,
che mi sfuggono,
che scappano via;
via.

Sibilo del vento,
che viene da lontano,
dai monti,
da posti remoti,
che vedo solo con la
fantasia,
che arriva dalla scandinavia,
dove c’è sempre fresco;
soffia e sbatte i nailon e il bucato,
le cartacce svolazzano per il cortile,
immerso nel silenzio festivo;
tutti dormono ancora,
il tempo passa fiacco e lento,
noia da giorno di festa,
cosa si farà,
cosa succederà,
da qualche parte la fiera,
cogli ombrelloni e i banchetti, la gente andrà,
via vai della domenica,
qualche cosa sarà.

Strada di notte,
mille ombre strane
sfuggenti,
sotto i lampioni dalla luce fioca,
la strada si prolunga laggiù,
verso la notte,
come un nastro,
con una striscia bianca,
che si dilunga all’infinito.
Mille luci notturne,
una finestrella illuminata,
il chiarore dalle case,
chissà cosa stanno facendo;
un bidone solitario,
un gatto che scappa,
una moto passa,
col fanalino posteriore,
che scompare nel buio;
strada.

Bene e male
Ogni giorno,
è un alternativa
continua,
tra male e bene,
a una cosa positiva,
ne segue una negativa;
ed il bene lotta contro il male;
in un perenne scontro;
sempre due forze a confronto,
e rimane la speranza,
che dopo il temporale,
venga il sole;
bene e male.

Sogna,
sogna più che puoi,
prima che la notte finisca
e torni il giorno;
sogna un enorme zucca,
che si è trasformata in carrozza
coi postiglioni,
sogna all’impossibile,
una vita intera in una notte,
sogna cose mai sognate,
di lei,
del suo amore,
del suo viso;
sogna lei,
e dimentica tutto il resto,
il mondo dica cosa vuole,
sogna adesso.

Amare e non essere amati,
è un tormento,
lento e crudele;
un dolore continuo,
una noia presente,
un languore che ti consuma
lentamente;
amare è la cosa
più meravigliosa,
ti senti vivo,
ti senti pieno,
vibrante,
senti la vita tra le dita,
e sfuggi alla solitudine;
l’amore è vita,
è meraviglia.

Il tempo mi schiaccia,
col suo lento andare, inesorabile;
vorrei fermare tutto per un po',
fermarmi e pensare,
e rimediare agli errori,
e tornare indietro;
fermare tutto.

Solo l’amore salva;
solo l’amore ci fa sperare,
ci riporta il sorriso;
e l’amore,
ci strappa,
dalla monotonia,
dalla nostra vita,
troppo uguale e
sbiadita;
solo l’amore,
ci salva,
dalla solitudine e
lo scoramento;
il tuo amore,
quello che provi tu,
per me.

New york,
con i suoi grattacieli a guglia,
i tetti di cemento,
i silos,
città insonne,
traffico caotico,
fiumane di gente,
metropoli di persone;
dall’altra parte dell’oceano;
sogno metropolitano.

Il tempo fugge,
come una foglia
sbattuta dal vento freddo;
edè subito tardi;
niente si ferma;
tutto è in cammino;
in cammino.

Mattina,
alle prese col sonno arretrato,
e le mie sudate carte,
le mie veglie,
il mio pensare,
lo scrivere,
i miei mille perché,
le mie domande,
le sensazioni;
e le notti si fanno lunghe,
e gli occhi pesanti;
e le parole fluttuano,
e volano,o restano sulla carta,
e diventano poesie,
poesie per te.

Pagina bianca,
come una schiuma
d'un bagno mattutino,
la neve di una cima,
la farina d'un fornaio;
e adesso che faccio,
le parole sono nell'aria,
vanno e vengono,
come le idee;
le devo catturare,
le devo incantare,
e fissare sulla carta,
e scrivere,
scrivere,
una poesia ,
per te,
per regalarti un sogno,
una fantasia.

Gira il foglio,
sposta la pagina,
leggi dentro,
e dimmi cosa ci vedi;
cosa vedi nel libro;
vedi un bambino con un gallo,
un fiume giallo,
le montagne ,i colori e la gente che và;
guarda questo foglio bianco,
adesso e da riempire,
e la fantasia ci vorrà;
apri il foglio,
guarda la pagina,
e dimmi cosa ci vedi;
vedo una distesa bianca,
come tanta neve d'inverno,
e l'inverno non passerà;
pagina bianca del computer,
da riempire di parole,
per dire cose varie,
per dire parole al tuo cuore,
e farti riflettere;
guarda il foglio bianco,
un bambino col cavallo;
guarda il foglio,
e dimmi ,
cosa ci vedi.

Intorno il buio pesto della notte,
nero di china sui vetri;
e io ostò sveglio,
coi miei pensieri;
per trovare le parole,
prima che scappino via,
prima che mi lascino;
e fissarle nel foglio;
per scrivere una poesia,
una poesia per te.

Parlare di libertà,
è un conto,
e tutti possono farlo,
più o meno;
ma riuscire a essere veramente liberi,
è un altro paio di maniche;
e s e la gente capisce,
che vuoi essere,
libero,
è la cosa più pericolosa,
perché odiano soprattutto,
la libertà degli altri,
più ancora,
che la propria schiavitù;
e il fatto che dicano belinate,
e siano degli idioti,
non li rende ,
meno pericolosi;
è difficile essere liberi,
ogni giorno,
in un mondo di pecore.

Amica mia,
piove e sei lontana;
le gocce vengono giù con forza,
come lacrime cristalline;
come le lacrime dentro di me,
perché tu non mi stai a sentire;
perché tu giri sempre, e vai;
e non ti curi troppo di me;
e mi lasci da solo,
in balia delle mie solite solitudini;
il tempo passa lento,
vetri dove le gocce piovane corrono giù;
e tu,dove sei tu;
fumi o passeggi,
o senti musica;
e che spazio,
c'è per me,
nella tua vita;
non lo so,
fermati,
fermati.

Dirti vorrei,
i segreti miei,
e i giorni di tristezza,
i giorni troppo uguali,
troppo monotoni,
e raccontarti le mie cose,
la mia storia;
e farti capire,
cose ,che non s ai di me;
dirti vorrei,
parole d'amore,
per colpire il tuo cuore;
e fermare la tua corsa,
la tua fretta;
dirti tante cose,
quante riesco;
e stare con te,
per il tempo che resta.

La notte ,
pare ferma e immobile,
ora nuova,
non passa mai;
le ore paiono durare un eternità;
aspettando il giorno.

Chiudere gli occhi,
e dimenticare;
chiudere gli occhi,
e non essere trovato,
non essere cercato;
il mio spirito vaga,
agognando libertà.

Sono sveglio,
in mezzo alla
notte circostante;
il sonno si è perso;
cerca di recuperare la calma,
di dimenticare il mondo
e il male;
di stare in pace;
tranquillità.

Arriva la notte,
stò seduto di fronte ad un
dolore dentro;
vorrei parlare,
trovare il sorriso;
superare il silenzio che mi sovrasta;
stanza solitaria,
mi tengo tutto,
e l'alba ,appare così lontana
adesso;
ingannare il tempo,
con le ore che non passano mai.

Lunedì,
giorno tetro e un po’ triste,
dove non hai voglia di fare,
non avresti voglia di andare;
si stà bene in casa,
mentre fuori c’è l’autunno,
col cielo bianco,
il fogliame ,
e le castagne rotte per terra,
qualche parola delle vicine.
Freddo e la pioggia,
sembra venire,
da un momento all’altro

Casa mia,
piccolo mondo,
microcosmo in pillole;
il mondo mi giunge,
come un onda di mare ,lontana;
le parole dei vicini non le voglio;
voglio solo la pace,
l'oblio;
stare con me,
tra le mie cose

Occhi chiusi,
sogno aperto;
vago nel nulla,
con la coscienza appena sotto il
pelo dell'acqua;
non voglio svegliarmi;
dormire ,riposare;
fuggire via da tutto questo;
non voglio altro.

Stanza,
avvolta dal buio esterno;
la notte comincia,
io non dormirò mai,
appartengo al buio,
alla tenebra e al suo sortilegio;
e si confondono i pensieri,
con questa pace notturna.

Cielo mezzo coperto,
aria grigia,
tutto slavato,
nuvole arcigne e
testarde sostano in alto,
e coprono il sole;
tutto tace,
non si sente quasi niente,
solo qualche rumore di sedia smossa
dai vicini;
così passa,
l'ora di pranzo,
con il desco,
una musica,
e l'atmosfera
della mezza festa.

È giorno ormai,
occhi feriti dalla luce,
mente,che ancora latita,
chiusa in un limbo di un sogno spezzato;
rumori dei vicini,
ti alzi per il bagno;
poi farai colazione,
guardi la tele,
una radio accesa;
la mattina,
inizia così in sordina,tra
piccoli gesti,
piccole cose e
mille rituali,
che si ripetono all'infinito;
e la mattina passa così.

Non chiedermi
La verità in tasca,
perché non ce l’ho,
non chiedermi verità facili,
o il senso della vita,perché ci stò ancora pensando,
e forse,
non lo saprò mai;
sono solo,
un poeta sentimentale,
che guarda il mondo così grande,
così frenetico,
con occhi grandi e
un po’ tristi,
e che cerca solo,
di sfuggire al bordello,
e al casino,
di smettere di correre,
di pensare e riflettere,
e anche sorridere,
in mezzo alla gente che corre,
senza vedere,
mondo frenetico
e superficiale,
io poeta sentimentale,
stò seduto,
da un a parte,
e guardo,
cercando un sorriso,
in mezzo a brutte facce,
alla chiusura,
al vuoto,
che c’è;
poeta sentimentale,
non chiedermi altro,
non chiedermi di più,
ho solo tante domande,
ma poche risposte.

Sole d'aprile,
luce forte,
aria riscaldata dal calore,
fa caldino,
e le giacche ci vogliono leggere,
poche nubi in alto,
sono solitarie e spaurite
nel cielo;
una scia d'aereo,
chissà dove và,
verso altre estati,
posti lontani,
di sogno,
dove andrò,
solo con la fantasia.

Pioggia di aprile,
stille gocciolano
nel selciato,
e picchiano sulle grondaie;
il tempo è grigio,
e non passa;
bianco e nero,
polle d'acqua e pozzanghere;
e daresti qualunque cose,
per andare via,
per partire,
e lasciarti dietro la tristezza
e la pensa;
pensi a lei,
sembra così lontano tutto quanto;
malinconia nell'aria.

Meriggio,
che si trascina
lento flemmatico;
giorno di festa,
poco da fare,
la vicina col bucato,
il cortile spazzato,
il brusio dei vicini,
una tele accesa;
il tempo trascorre
placido e pigro,
con un cielo pieno
di nuvole grosse,
che bloccano il sole;
poi qualche cosa sarà.

Ti guardo,
col tuo giubbotto,
e la borsa,
i tuoi occhi un po’ tristi,
con un a leggera sfumatura
di trucco;
cosa hai per la testa,
sei triste,
e non sai perché,
vuoi tutto e niente;
io coi miei anni,
faccio quello che posso,
dove vai,
dove vai,
cosa vuoi;
a che stai pensando,
pensando.

Alle porte della notte,
si dispiega il buio
col suo oblio,
la sua oscurità,
la sua magia,
le ombre giganti mostruose,
le mille luci della notte,
piccole grandi,
intermittenti,
le insegne al neon
che sfrigolano
nel buio;
il traffico,
e le ultime auto,
che svaniscono,
coi fari,
nella tenebra;
e di nuovo notte,
col suo mistero,
i suoi esseri,
i suoi personaggi.

Cielo mezzo coperto,
aria grigia,
tutto slavato,
nuvole arcigne e
testarde sostano in alto,
e coprono il sole;
tutto tace,
non si sente quasi niente,
solo qualche rumore di sedia smossa
dai vicini;
così passa,
l'ora di pranzo,
con il desco,
una musica,
e l'atmosfera
della mezza festa.

Notte,
immenso manto,
vellutato di nero;
tutto sembra nascosto e velato,
dal buio e l'oscurità,
ombre grandi e strane
si formano e si agitano,
sotto i fari delle auto
che vanno;
la notte vola,
come sempre,
sino al giorno,
che arriverà,
chissà quando.

Goccioline sospese per aria,
giornata tetra e un po' triste,
d'ottobre;
aria fredda,
umidità,
piastrelle bagnate;
tempo da pioggia,
da un momento all'altro.

Coperte di foglie per terra,
asfalto umido di pioggia;
una foglia svolazza sotto le scarpe;
senso d' autunno,
stagione caduca;
stagione del ricordo
e della nostalgia;
giorni spenti e grigi;
malinconia.

C’è chi dice questo,
chi dice quello,
un po’ dicono così,
un po’ dicono cosà;
chi dice mezzo,
chi dice l’altro mezzo;
non m’importa più,
non mi frega più;
non corro,
stò fermo,
rifletto su di me,
e le mie cose,
stò fermo,
e ci penso su;
gli altri non m’importa;
stò fermo,
e prendo il mio tempo;
il mondo corra pure ,
se vuole;
stò fermo,
e rifletto,
cerco la calma,
il silenzio,
uno spazio mio;
libertà.

Notte al principio,
niente passa,
tutto sembra fermo,
immobile;
quiete totale,
completa;
mondo dormiente;
non sfuggirò
alla compagna notte;
lei mi cinge tra le braccia vellutate di nero;
sussurandomi sogni strani ed impossibili,
fino all'inizio del giorno.

È tardi,
tardi per andare,
tardi per fare;
la notte già dispiega le sue luci,
le sue ombre,
le sue figure sfumate;
in un arcano silenzio religioso,
tutto si sopisce,
tutto finisce;
il buio domina ogni cosa,
sino all'arrivo del giorno.

A ottobre,
le giornate si accorciano ancora,
coperte di foglie rinsecchite e
mucchi di castagne per terra;
ultimi lavori agricoli;
ancora trattori,
che vanno coi rimorchi,
carichi di uva nera;
mentre l'aria si fa fredda,
e spira una brezza gelata;
il sole si fa più rado e debole;
si prepara la legna da ardere.
Autunno che avanza.

Accanto a te,
il dolore và via,
e lotto con me stesso,per parlarti ,
per dirti cose;
ma non apro bocca,
non ho il coraggio di disturbarti;
ti guardo di sbieco,
per non seccarti,
per non offenderti;
la serata passa così;
se solo tu sapessi,
quanto ho bisogno di te;
quanto ti penso,
se solo sapessi.

Alle soglie del mattino,
lentamente si diradano,
i veli plumbei della notte;
poi sarà di nuovo luce,
sarà giorno;
cerco pace al mio animo
inquieto;
cerco risposte,
a mille domande;
cerco di te,
che sei là, lontana,
adesso.

Alle soglie del mattino,
lentamente si diradano,
i veli plumbei della notte;
poi sarà di nuovo luce,
sarà giorno;
cerco pace al mio animo
inquieto;
cerco risposte,
a mille domande;
cerco di te,
che sei là, lontana,
adesso.

Il mattino è iniziato,
luci soffuse,
pallide,
aurora lenta,
il cinguettio dei pennuti,
fuori;
il cortile prende vita;
la voce della vicina.
Alba.

Buio ancora, tutti
Dormono;
solo io non ho pace,
solo io,
cerco me stesso
e le risposte;
e di avere nuova calma,
e tranquillità;
per sfuggire,
ai cattivi pensieri,
ai pensieri sbagliati,
e ritrovare la pace.

Settembre,
i trattori vanno e vengono
nelle campagne e tra i vigneti,
coi rimorchi coperti, pieni
di uva raccolta,
vendemmia in corso;
i mezzi agricoli,
sembrano grossi mostri gracchianti
e rombanti,
contadini dall’aria neolitica
tagliati con l’accetta,
un po’ canuti,
con grossi baffoni ottocenteschi e non,
guidano i mezzi,
prendendo buona parte,
della strada;
le macchine dietro,
rallentano in processione;
vendemmia,
autunno,
con le foglie che svolazzano,
intorno.

La notte è volata,
sciolta in fretta,
tra una lattina
e un film,
tra un sonno leggero,
e un sogno fuggito;
mille pensieri,
mille ricordi;
e sei qua,
col tuo dolore segreto,
coi tuoi sbagli,
e tante cose ,
di cui avresti bisogno,
e cammini,
continui,
tra cose belle e brutte,
lottando contro la solitudine,
contro un mondo avverso e stupido.

La fine della notte,
tra poco,
brillerà la luce,
e le ombre verranno meno,
diraderà lo scuro della notte;
tra poco,
tra poco;
sarà già domani.

La notte stà scemando,
avanza lento e lieve,
il mattino,a passi leggeri,
più tenui d'un bambino;
come un gatto cauto e furbo.
Poi si sentirà odore di farina e di pane
Caldo nell'aria;
e la luce spaccherà di colpo la tenebra,
e un altro giorno nascerà;
il mio spirito agitato,
guarda i resti della notte,
contempla,
fuori,
il caseggiato,
ancora avvolto
dalla patina scura
dell'aurora;
poi sarà domani,
sarà domani,
tra poco.

Solitudine,
guardare fuori dalla finestra,
senza vedere,
persiana socchiusa,,
sei fuori da tutto;
sei solo con te stesso,
silenzio perfetto,
tempo che non passa,
e nicchia lì con te,
pigramente;
giorno settembrino,
l'autunno arriva a larghi passi,
è gia qui,
col freddo,
e il vento,
che rotola le foglie,
e le nubi che scappano in cielo,
e portano sempre la pioggia;
noia nell'aria,
silenzio,
sei lontano,
nel tuo mondo.

Il mattino è iniziato,
luci soffuse,
pallide,
aurora lenta,
il cinguettio dei pennuti,
fuori;
il cortile prende vita;
la voce della vicina.
Alba.

Aurora,
lenta,
con flemma
si alza la luce,
arriva il giorno;
nuovi pensieri,
nuove cose da fare,
il futuro vien e avanti.

Si alza la luce,
arriva il giorno;
non chiudere gli occhi,
non il sonno,
è stato amico,
e ti ha lasciato in mezzo
all'aurora,sul più bello.
Poi la colazione,poi
Farai quello che c'è da fare,
come sempre.

Il tempo passa,
goccia a goccia,
come un rubinetto rotto;
tutto và,
e non tornerà,
tutto cambia,
prima o poi;
siamo in cammino,
tirati dal destino,
che regge i fili;
futuro incerto,
domani si vedrà,
domani.

Scende cheta la notte,
e avvolge tutto,
in un velo nero di crine;
le cose si fanno strane,
il buio copre,
nasconde,
avvolge;
cancella i colori,
e crea giochi di ombre,
e luci soffuse;
le insegne dei negozi,
le gelaterie aperte,
i bar che sanno di caffè e di moka;
con la gente che parlotta
a gruppetti;
la notte,
passerà volando,
tra mille sogni e desideri,
fino all'arrivo del giorno.

Arriva la sera,
tutto pare fermarsi,
e colorarsi di luci soffuse e tenui;
i lampioni fanno un a luce pallida e
tremula;
tutti si ritirano in casa,
e stanno cenando,
o cose del genere;
giunge il buio,
con le sue ombre i suoi contorni
sfumati e strani;
poi un'altra notte,
senza fine

Accanto a te,
il dolore và via,
e lotto con me stesso,per parlarti ,
per dirti cose;
ma non apro bocca,
non ho il coraggio di disturbarti;
ti guardo di sbieco,
per non seccarti,
per non offenderti;
la serata passa così;
se solo tu sapessi,
quanto ho bisogno di te;
quanto ti penso,
se solo sapessi.

Amore mio ,
ti sento vicina a me,
il calore del tuo corpo mi scalda,
e mi fa stare bene;
se solo ,tu aprissi un po'
il tuo cuore e mi stessi a sentire;
se solo trovassi le parole giuste,
per farti ridere,
per arrivare al tuo cuore;
vicino a te,
il mal e si allontana,
e torna la speranza;
vicino a te.

Vicino a te nel sofà;
momento magico,
il tuo calore il tuo corpo,
ti guardo un po' di nascosto;
tu mi osservi ogni tanto,
come se avessi capito.
Vicino a te,
piacevole sensazione;
se solo tu capissi,
se solo
tu ascoltassi;
e lasciassi da parte,
il malumore,
e l'indifferenza;
e i tuoi problemi,
li dimenticassi un attimo vicino a
te,vicino a te.

Non so darmi vera pace,
inquietudine mattutina;
e perso alle tue parole,
e penso al tuo corpo,
alla tua anima;
e i tuoi occhi,
così belli e fuggitivi;
ti penso,
e vorrei essere da te,vicino,
e stringerti,
stringerti e basta.

Mattina,
rumore di lavabo,
di bagno in funzione;
occhi piccoli di sonno,
voglia di fare un altro sogno,
di fuggire via,
verso un latro mondo;
mattina ,che sa di caffè e biscotti;
poi il futuro si vedrà,
poi si farà.

Dove sei sonno amico,
dove te ne sei andato,
a gironzolare per la notte,
ramingando nelle strade lucide,
di ghiaccio e brina,
sporche di bianco ceruleo;
passeggi lungo i viali deserti,
qualche gatto che scappa
sornione,
qualche macchina che vola
nella notte;
i semafori che sfarfallano,
come monocoli misteriosi,
fendendo la notte;
le imposte chiuse,
le serrande abbassate;
i volti della notte.

Solo,
mentre scrivo,
e penso a te;
non ti ho più sentita;
come stai,dove vai,
dove ti trovi;
lasci un vuoto,nella
vita mia;
un precipizio di solitudine e
tristezza,dove io cado senza posa;
quando telefoni,
quando mi dirai qualcosa;
mistero e silenzio,
intorno a te;
tiramolla,tra chi ,
chiamerà per primo.
è un deserto la mia vita,
senza te.

La notte è volata via in un soffio,
un battito di ciglia;
dormire,
riposare,
non vedere,
buio.
Oblio;
apro gli occhi,
e vedo il reale;
l'alba è vicina,
mi alzo,
bevo un po',
bagno,
poi mi siedo;
soliti gesti,
solite cose;
silenzio circostante;
cosa sarà tra poco,
cosa sarà tra un ora,
un secolo;
siamo tutti nelle mani del destino,
che regge i fili,
come un dio despota
e incurante,
degli umani.


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