Poesie di Stefano Medel


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Mi chiamo StefanoMedel, sono nato e vivo ad Ovada, piccolo centro nel sud del Piemonte, in una valle tra due fiumi. Sono Perito Meccanico e, da sempre, mi interesso di letteratura ma non solo. Mi piace scrivere, lo faccio da sempre, e leggere. Da anni mi diletto a redigere piccoli saggi, poesie, trattatelli e recensioni di cinema, fumettistica; ma i miei interessi sono da poligrafo, e spaziano tra storia, sociologia, arte, lettere e chi più ne ha...
Quando ho tempo, e anche soldi, partecipo a premi letterari, ormai sono anni che lo faccio, tra cui: il premio Gronchi, Potendera, Amici di Rivalto, Premio Marigliano, a cui ho partecipato più volte. Ai posteri la sentenza.

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Il tempo passa,
cuore infranto,
dolore interno;
smarrito sulla faccia della terra;
solo,
urlo soffocato;
mi tengo tutto dentro.

Rintocchi sincopati,
le campane ,suonano il giorno
che arriva;
la luce ferisce gli occhi,
e scaccia il buio e le sue creature
misteriche e strane;
silenzio del mattino,
dormienti continuano a sopire,
mentre il chiarore,
accende il cielo bianco,
costellato di nuvoloni;
chissà cosa sarà,
chissà,
cosa porterà il giorno,
bene o male;
arcano ,
presto svelato.

La notte corre,
come un nastro musicale,
nel buio;
tra le luci notturne,
le lampade tremule,
i neon ronzanti e pallidi,
le insegne multicolore dei bar
e dei ritrovi;
notte immensa,
figure evanescenti,
che si muovono nel buio;
una moto romba,
incasinando,
e svanisce nel nulla;
musica del sabato sera;
faretti rossi delle macchine,
che si perdono nelle tenebre;
le facce della notte,
le sue figure,
le sue ombre.

Notte agli antipodi;
momento,
prezioso,
e fecondo dei poeti;
che inseguono chimere,
acchiappano sogni,
e illusioni,
e le scaricano,
sulla carta.

Selenica notte,
con la luna piena,
momento magico,
strano,
irreale;
silenzio perfetto.

Vorrei ,vincesse l’allegria,
e non la tristezza e la noia,
vorrei ,sparissero i muri,
e nessuno fosse solo,
con se stesso;
vorrei vincesse la civiltà,
e non la cattiveria e l’egoismo;
vorrei un mondo,
basato sull’umanità,
e non sul più forte,
e il più ricco;
vorrei ci fosse libertà,
e non ipocrisia,
per camminare liberi,
per fare delle cose,
e ci fosse posto per tutti,
anche quelli con idee diverse;
vorrei libertà,
libertà.

Ragno,
siamo tutti appesi
ad un filo sottile,
tra pazzia e ragione,
tra normalità e
irregolarità;
in bilico sul nulla,
sospesi e appesi,
coi fili del nostro destino,
che il fato tira e dirige,
e ci sbracciamo,
e ci perdiamo il sonno,
soffriamo e amiamo,
lottando contro la solitudine,
il male e la crudeltà degli altri;
siamo soli,
sulla faccia della terra,
tra luci e ombre,
alti e bassi;
cercando di sopravivere.

Getto la polvere
Dei pensieri alle spalle;
getto via le parole
della gente,
le loro opinioni,
dò retta solo a me;
vado per conto mio.

Silenzio,
la notte pare
non finire mai;
girare in tondo,
ripetersi,
come un circolo vizioso,
non finisce più;
guardo le finestre nere,
imbrattate dalla notte.

Ancora presto,
vetri scuri,
di patina notturna;
quanto manca all'alba;
al nuovo giorno,
la luce;
il mondo è ancora nella tenebra ,
e nella quiete.

Guardo i vetri,
appannati di brina,
guardo la notte che ancora dura;
pensando a te,
domani,
domani,
che sarà di noi due,
mistero,
tenebra,
incerto.

Mattinata,
il sole fa già capolino,
ma è ancora debole,
poco potente,
traffico e via vai,
del mattino;
i negozi aprono ,
scaricano le merci,
la gente, cammina svelta
nei viali;
trambusto e caos,
di primo mattino,
tutti hanno fretta di andare,
chissà dove;
l’estate continua.

Albeggia,
una gazza canta il mattino,
o forse una civetta,
al sicuro tra i rami;
occhi pensanti,
pensiero greve;
dormire un po’;
mentre il giorno arriva.

Soffia il vento,
dando calci alle foglie,
le cartacce volano,
la roba stesa, svolazza;
mentre la notte ,
si stà eclissando via;
presto sarà la luce,
presto sarà giorno;
e non hai avuto tempo,
di finire la bibita,
non hai avuto tempo,
di pensare,
di correggere gli sbagli;
la notte vola via,
folate di vento continuano,
alzando la polvere,
nei tuoi pensieri.

Questa vita,
che non mi piace,
che ti prende troppo;
voglia di dare un calcio a tutto;
solo, faccio posto,
per te,
nel mio cuore,
un posto è per te,
che riempi la mia vita,
e i miei spazi vuoti;
è per te.

Solo qui,
senza te;
che dormi adesso,
che sogni,
o forse no;
è tardi,
notte ancora,
il tempo dei sogni,
l'incoscienza della notte;
silenzio totale.

Alle porte del mattino,
ancora buio,
cosa farà,
pioverà o cosa;
silenzio atono,
totale;
e mi immergo in questa pace,
perfetta.

La notte nei paesini,
con l’odore dell’erba tagliata,
delle balle di fieno,
lungo le strade,
nei pendii,
e nelle radure;
notte,
con lucette deboli,
mille finestre,
storie misteriose,
vite in bilico;
la gente ,
nella notte.

Prodigio della notte,
i fantasmi danzano accanto a me;
passato e presente;
ieri e oggi;
e vago ramingo,
con lo spirito inquieto,
cercando riparo,
cercando risposta.

Notte sempiterna,
non so che ora è,
non so quanto manca all'alba;
un eternità
da vivere,
da passare;
il tempo è una trappola,
un labirinto senza fine,
senza fine.

Silenzio,
e il tempo diventa strano,
e si perde in altre dimensioni;
mattina ,lontana;
lontana.

Staccarmi da tutto,
dimenticare,
volare alto,
verso mondi,
solo miei;
seguire i miei pensieri,
le mie chimere.

Il tempo pare fermo,
testuggine;
avanza lento,
parco,
pigramente.

Silenzio,
sovrasta ogni cosa;
tutto appartiene alla notte;
completamente;
giorno, remoto.

Mattina,
sonno arretrato,
voglia di pace,
calma,
suora la campana,
ancor a presto;
dovrei fare ancora un sogno,
fuggire ancora un po’;
stare con me stesso,
sognare,
riposare,
dormire.

Notte al termine,
i sogno sono finiti,
è stato bello sognare,
e stato bello immaginare;
mondi perduti e oniriche visioni,
amori perduti e impossibili,
sogni andati;
è andata anche la notte,
è andata.

La notte è fuggita,
lasciandomi,
in preda al giorno,
alla luce,
disincanto,
delle illusioni.

Serata,
nel caseggiato;
la vicina spunta fuori
a curiosare,dalla porta,
e si guarda intorno,
poi si ritrae svelta;
qualcun altro chiude le porte,
vasi allineati,
degli stendini,
un barattolo,
un pallone abbandonato;
le ombre della notte,
si allargano,
e si spande,
la frescura della notte;
i grilli friniscono,
e fanno un concerto tra l’erba;
cortile serale.

Notte fonda,
dimensione irreale,
luci soffuse,
tenebre vellutate,
silenzio onirico;
notte.

La strada,
che si protende in avanti,
come una freccia,
col sue righe bianche,
e aggira i monti e i bricchi,
coi pinnacoli e le rocce;
vallata di montagna,
natura onnipotente,
verde perfetto,
cespugli,felci,
arbusti,
sui crinali e le sommità;
montagna,piena di sentieri
segreti,
di viuzze,
di percorsi di ghiaia;
montagna.

La notte si prolunga,
all’infinito,
tra le ombre fatue,
i sogni infranti,
le luci tenui;
i neon accesi;
mondo notturno,
e la sua magia.

Scivolano
Le gocce cristalline,
poi,
il silenzio immoto
della tenebra,
viene scquarciato,
dal boato;
tuono;
ascolti,
il martellio della pioggia,
mentre sei nel focolare,
al sicuro.

Và,
la notte và;
portandosi via con sé,
i sogni fatti a metà,
i sospiri,
i cuori infranti dei poeti,
i ricordi,
di una gioventù finita;
le memorie dolorose,
le cose brutte e positive della giornata;
la notte và,
come sempre và.

Cielo adombro,
di nubi immani
e colosse;
che riempiono il cielo;
goccioline nell’aria;
cade qualcosa;
poche gocce;
attesa del temporale.

Tenera è la notte;
coi suoi spettri,
le illusioni,
le luci tenui,
la coltre buia;
e tutto scappa ,
tutto finisce;
ogni volta.

Silenzio ,
stà albeggiando,
penso a me,
e mi confondo,
con questa pace,
mattutina;
sprofondando
nel silenzio mesto,
dell’inizio giornata.

L’amicizia,
è il motore che fa girare il mondo;
l’amicizia,
è la speranza,
alla base di tutto;
più amici si hanno è meglio è;
e la vita è più rosea,
più umana,
e sopportabile;
ma l’amicizia vera,
è rara;
quanta strada,
quante facce,
prima di trovarla;
l’amicizia è il sale della vita;
il mattone della società;
che farei senza amici;
se non c’è nessuno che si interessa,
che ti chiede come và;
che ti dà una mano,
e si sacrifica anche;
l’amicizia è tutto.

Chiudo gli occhi,
rincorrendo un
probabile sogno;
del mondo
non m’importa;
chiudo tutto,
ho chiuso,
e basta.

Tornante di montagna;
la vallata di sotto;
l'erba alta ai fianchi della strada;
spuntoni di roccia,
crinali;
parete rocciosa,
boscaglia intorno,cespugli,
rovi,
alberi e pini;
mondo della montagna,sottobosco;
coi cinghiali,
che vagano ,nascosti.

Parole,
parole,
per te;
ho pensato,
nel mio giorno;
e ho messo insieme
un po' di strofe;
con parole,
parole,
per te;
un po' sensate,
un po' folli,
un po' serie,
e altre no;
m a tu non le ascolterai,
tu non leggerai;
te ne vai,
lo so,
te ne vai.

Dirti delle cose vorrei,
ma tu non chiami,
non telefoni;
cornetta muta;
sei svanita,
lontana,
perduta nelle tue cose;
non ti curi di me,
non te frega niente;
tu capisci solo la tua libertà;
come un cavallo selvaggio,
un aquilone ,che schizza tra il vento;
tu capisci solo,
la tua libertà.

Notte al termine;
i cardellini cantano tra i rami
frondosi;
stò qui,
come un albero spoglio;
privato dei miei sogni,
e delle illusioni della notte

Solitudine,
mentre stò nella stanza
ombrosa;
mentre cammino per il viale
e l'estate è alle porte,
col sole alto,
e l'odore di erba e di fieno
nell'aria;
solitudine,
una panchina vuota nel parco,all'ora di pranzo;
un meriggio,troppo grigio,
troppo vuoto;
il telefono tace;
e lei se ne và,
proprio quando avresti bisogno,
quando avresti tanto da dire,
e hai un groppo in gola;
in una giornata di nuvolo,
con le nubi grosse
e livide in cielo,
e il tempo non passa mai;
solitudine,sulla faccia della terra,
quando passi,
e nessuno ti vede,
nessuno capisce;
e sei solo,
con te stesso.

Dentro di me,
c'è un po' di te,
e quando non ti vedo,
la mia mente vaga raminga,
come una chiatta alla deriva,
in cerca di te;
e solo mi rigiro,nelle
mie infinite solitudini,
perché tu non sei,con me.
E col pensiero,
ti raggiungo,
e con la fantasia ti sfioro,
quando sei lontana,
come un anima in pena,
cerco di te,
di te.

vago solitario e soligno,
in questa notte senza fine,
senza capo nè coda,
mentre il sonno m'è sfuggito e lo spirito non si placa;
cerco i ricordi perduti,
il tempo andato,
gli anni spesi,
i tempi della scuola,
e dell'infanzia nova;
vago ramingo,
alla ricerca del tempo perduto,
senza sosta,
mentre la notte si ferma e non passa più;
e pace non ho, ela vado cercando,
mentre i ricordi mi seguono,
e le cose di ieri,si danno battaglia;
se solo potessi,
tornare indietro,
un età,
un minuto,
un secolo;
e avere una nuova chance,
nuovo inzio,
tornare al tempo perduto,
anche per poco.

Nel mio silenzio,
lacrima secca,
che non scende;
ho pensato a te,
laggiù;
ho pensato a te,
perché mi dai coraggio,
per sconfiggere la solitudine
ed il silenzio;
ho pensato a te,
che sei libera,
come il vento,
come la fiamma di una candela,
che si agita come vuole;
come una giornata di marzo un po’ matta;
ho pensato a te.

Ritorno sulla via di casa,
la macchina si spinge avanti
lentamente,
tra vallate,
e montagne circostanti;
girando lungo le curve,
e prendendo stradine strette;
lunghi rettilinei,
ed io vado,
sentendomi immensamente solo,
chiuso nel mio essere,
e dentro la cabine;
lontano da casa,
che devo ancora raggiungere;
mi sento sperduto,
sospeso nel nulla,
in un limbo stradale,senza fine
e penso a te,
che sei rimasta laggiù,
se solo ti ricordassi un po’,
un po’.

Con una matita,
fai un cerchio rotondo,
ed ecco,
che hai tutto il mondo;
con un palmo di dito,
attraversi la terra,
e sei subito alle
appendici del mondo;
se allarghi la mano,
abbracci tutta la terra,
stringi le mani a tutto il mondo,
e sei amico di tutti quanti,
in un abbraccio fraterno,
ti senti cittadino del mondo,
esci di c asa,ed è già primavera,
con l’aria che profuma davvero;
e siamo tutti nel mondo,
e siamo tutti in cammino;
se ci pensi il mondo,
è così grande,
e chissà cosa fa
la gente adesso,
vorresti
fare amicizia,
con tutti quanti,
e scacciare la cattiveria
e la tristezza,per un po’ almeno.

Scappare da tutto,
dal tedio e la tristezza,
da questo paese, sporco
e falso;
e camminare verso sentieri liberi,
che voglio solo io.

Ancora non mi sono stancato,
di lottare,
di cercare spazi liberi,
di trovare la mia libertà;
di vivere potendo scegliere,
decidere io,quello che voglio;
ancora non mi và la società;
e quelli che cercano di ingabbiarti,
di fregarti,
di usarti,
per i loro fini;
ancora non mi sono stancato,
di mandare al diavolo il mondo,
e le sue follie,
e la cattiveria.

Gira il foglio,
sposta la pagina,
leggi dentro,
e dimmi cosa ci vedi;
cosa vedi nel libro;
vedi un bambino con un gallo,
un fiume giallo,
le montagne ,i colori e la gente che và;
guarda questo foglio bianco,
adesso e da riempire,
e la fantasia ci vorrà;
apri il foglio,
guarda la pagina,
e dimmi cosa ci vedi;
vedo una distesa bianca,
come tanta neve d'inverno,
e l'inverno non passerà;
pagina bianca del computer,
da riempire di parole,
per dire cose varie,
per dire parole al tuo cuore,
e farti riflettere;
guarda il foglio bianco,
un bambino col cavallo;
guarda il foglio,
e dimmi ,
cosa ci vedi.

Persiane socchiuse,
filtra un po’ di sole;
stanza in silenzio,
sono immerso
nella quiete,
e sento la pochezza
della mia anima;
sperduta in incommensurabili
solitudini;
tristezza in superficie;
il telefono tace;
eterna lotta
contro la solitudine.

La notte è volata via,
è bastato un incantesimo breve;
chiudere gli occhi per un po’,
cadere nell’oblio,
non sentire non vedere,
meglio così;
evadere,e andare via,
da questo mondo pazzo e
squallido,
voltare le spalle,
ai problemi,
alle parole vuote della gente,
al tedio,
all’ottusità e l’indifferenza;
dormire un poco,
riposare,
un minuto,
un eternità,
e stare tranquilli,
fare con calma.
Volare via per un po’,in mondi strani e lontani;
e la notte,
dura un soffio,
un niente.

Pioggia cade ,
con veemenza;
gocce fitte,
battono sul selciato,
facendo un chiasso ritmico;
vetri inzaccherati,
polle d’acqua caduca,
aria fredda,
goccioloni precipitano dalle grondaie;
sembra già autunno;
tutto è livido e lavato;
e i ciottoli ,brillano sotto la luce dei lampioni;
rifugio in casa,
nel tepore e nella calma.

Momento di fine mattina;
silenzio e quiete;
mi immergo in dolorosa solitudine;
nemmeno tu mi hai sentito.

Sveglio,da non poter dormire;
la notte mi staglia davanti,
le sue luci,
le sue atmosfere surreali e
incantate;
e mi perdo nel suo abbraccio.

Io vicino a te,
ti ho guardata,
ti ho fissata;
tante cose da dirti,
volevo gridarti i miei segreti,
il mio dolore occulto,
la mia solitudine;
ma tu non mi hai dato retta;
ma tu eri lontana,
mille anni luce;
rapita dai tuoi pensieri,
rincorrevi un dolore,
un pensiero,
i tuoi guai;
io sono qui,
ma tu,
non mi hai visto,
non mi hai sentito.

La notte è senza fine;
un lungo abisso,
dove precipitano i pensieri,
dove presente e passato,si confondono;
e il tempo perde di significato;
nelle lunghe notti di insonnia,
ho cercato pace,
m a non ho trovato,
tutte le risposte,
ricordi dolorosi,
la rabbia di questa vita pesante
e schifosa,
che non è mai ,quello che vorresti;
e non sei capito,
e sei buggerato,
vittima delle opinioni altrui,
delle parole,
delle scemate,
dell’idiozia imperante,
di questo mondo,
meschino e a volte brutto;
e tiri avanti come puoi.

Di nuovo il buio,
l’oscurità mi stringe
nel suo tocco cinereo;
il tempo pare rallentare;
tutto si fa silenzioso e deserto;
città dormiente;
strade vuote;
rientro svelto,
per andare a dormire,
occhi stanchi,
voglia di casa,
e di mura domestiche;
fuori la notte giovane,
che si protende nel cielo
scuro,
all’infinito;
fin dove la terra abbraccia
il cielo.

Io qui,
vicina è l’alba;
sperduto in me stesso,
dentro le mie infinite solitudini;
una particella nell’universo;
solo un essere umano,che grida
all’aurora la sua solitudine,
senza te,
sono perduto,
e ti chiamo in silenzio,
e ti penso in segreto;
amami amore,
non mi lasciare,
non smettere di parlarmi;
ho mi perderò nel vento,
tra facce straniere,
nel mondo grande;
non dimenticarmi,
stammi a sentire,
un altro po’;
ho mi perderò,
nel tutto;
disperato e solo,
col mio dolore,
con le mie emozioni;
ascoltami,
non andare,
ascoltami.

Foglio bianco,
come una distesa nevosa;
un mondo banco da riempire;
un tratto,
ed ecco,
hai una parola;
e poi tante altre;
e nasce una poesia nuova;
una poesia un po’ così;
un po’ seria,
un po’ matta;
per ridere,
ma anche
pensare un pochino;
dettata dal mio cuore;
in cerca di parole d’amore per te,
per aprire la
serratura del tuo cuore;
forse sì,
oppure no;
se solo mi ascoltassi,
per un minuto,
senza fare altro,
senza fumare,
senza giocare,
e poi andartene via.

Notte profonda,
mi perdo nella notte
plumbea;
i miei pensieri si fondono
con l’universo;
una particella nel cosmo;
mi sento piccolo,piccolo;
in questa notte senza stelle,
viaggio con la fantasia,
per grandi spazi impossibili.

In mezzo al mio pomeriggio,
ho sentito silenzio nella mia vita;
smarrito ,e circondato da struggente solitudine;
ho pianto lacrime secche,
sulla faccia della terra;
che nessuno sentirà.

Mille parole,
da dire,
mille parole da scrivere;
una parola per un amico,
una parola d’amore;
voglio il mio mondo ,
pieno di parole;
parole da dire,
da urlare,
da tenere,
per sognare;
parole per tutti;
per vincere la noia,
e la solitudine,
quando sei troppo solo,
e sei lontano da tutto

Il tempo corre,
e se ne và la mattina;
mi sento smarrito,
anima vagante,
confusa tra i tanti;
trovare le parole,
trovare chi ti ascolta un po’;
una mano da stringere,
un come và;
ritrovare la forza,
e la sopportazione d’un mondo,
come questo

la notte mi tiene
Nel suo morbido abbraccio
Di seta nera;
fatto di luci sommesse,
di figure defilate,
di sagome incerte,
e ombre enormi;
la notte giovane.

Alba,
la luce nasce
in un nuovo giorno,
nuova genesi,
e scaccia il velo della notte,
che si ritrae,
per il momento;
poi tornerà nel suo tempo,
poi tornerà.

Cielo torbido,
sporco di nubi pregne e
maligne,
cariche di piovana;
il cielo si ottenebra,
viene buio,
tutto tace,
silenzio,
aspettando la pioggia,
che ancora non cade;
ma poi cadrà e passerà,
come tutto passa e và;
i colombi si avvicinano
in cerca di qualche cibo,
fresco nell’aria,
fa freddino,
il pomeriggio,
passa lentamente,
anche troppo.

Stanze,
casa mia,
il mio piccolo mondo personale;
la sveglia ,
la foto di nonna,
gli oggetti,
i libri;
mi muovo nella notte tarda,
ore piccole;
accendo la tele ,
ascolto musica;
il sonno ,si è allontanato,
e fuggito,
dall’altra parte della luna,
laggiù;
in America,
adesso e giorno,
chissà cosa faranno,
la vita di tutti i giorni,
poter vedere quei posti lontani,
poter andare,
scappare lontano;
ma sono qui,
e la notte persiste,
e non finisce più.

La notte è quasi passata,
come un bicchiere scollato,
è ancora buio,
m presto sarà l’aurora,
sarà il giorno,
l’inizio;
vorrei dormire,
chiudere gli occhi,
e non rispondere a nessuno,
non c’entrare più nulla,
vivere per me,
pensare solo alle mie cose,
come un monaco nella cella;
non sapere del mondo e le
sue follie;
vorrei che la mia vita fosse solo mia;
libera dalle opinioni altrui,
dai giudizi affrettati,
dall’ipocrisia;
libero,
libero.

Notte intorno a me;
tutto si ferma,
pausa,
sopore,
riposo;
silenzio ancestrale;
pace lunare;
sono solo coi miei pensieri,
i miei incubi,
i fantasmi,
i ricordi;
sino a quando mi libererà,
il giorno.

Il tempo passa,
la mattina vola via ,
spicca il volo,
come un albatros,
libero e volteggiante;
niente lo può fermare;
se anche dimentichi,
prima o poi il tempo ti passa
sopra ,come un treno in corsa;
provvisorietà della vita.

La luce ha invaso la terra,
è di nuovo giorno;
la notte è un ricordo fumoso e vago,
col suo manto nero,
se n’è andata:
per ora.

Notte fonda,
silenzio totale,
il mio spirito
è il solo sveglio,
la mia mente vaga
senza posa,
per gli spazi siderali;
cercando pace,
mi alzo ,
vado in bagno,
bevo un po’;
una caramella;
nero di china ,
la notte continua
ed il giorno pare remoto,
perduto,
un idea astratta e lontana,
in questo momento.

Buio ancora, tutti
Dormono;
solo io non ho pace,
solo io,
cerco me stesso
e le risposte;
e di avere nuova calma,
e tranquillità;
per sfuggire,
ai cattivi pensieri,
ai pensieri sbagliati,
e ritrovare la pace.

Vorrei avere l'oblio,
non pensare,
non ricordare,
scappare,
andare;
e trovare un nuovo inizio,
per me,
per le cose di ieri,
per come eri;
un nuovo inizio,
per me.

Solo,in questa prima mattina,
silenzio del mattino;
sbadiglio e cerco pace,
cerco di calmarmi,
dimenticare,
non pensare.

Strano ,
la notte pare ferma,
immobile,
non si sente che il nulla,
un mondo assoluto dormiente;
la quiete del riposo,
del sonno,
del sogno;
m a non per me,
io ho le mie domande,
i miei perché,
i pensieri,
i dubbi;
la rabbia di questa vita,
che non è mai,
come vorresti;
intanto la notte và;
indifferente,
verso il futuro,
verso un destino.

È giorno ormai,
occhi feriti dalla luce,
mente,che ancora latita,
chiusa in un limbo di un sogno spezzato;
rumori dei vicini,
ti alzi per il bagno;
poi farai colazione,
guardi la tele,
una radio accesa;
la mattina,
inizia così in sordina,tra
piccoli gesti,
piccole cose e
mille rituali,
che si ripetono all’infinito;
e la mattina passa così.

Ha smesso di piovere,
aria frescolina,
asfalto annerito dalla pioggia,
conche naturali
piene di piovana,
erba bagnata,
terra fangosa;
il cielo è una ridda
popolata da nubi deformi,
che minacciano di far cadere altre gocce;
ambiente un po’ triste,
il tempo passa lentamente.

Questa notte
Sempre più lunga,
che pare non finire mai;
il tempo nicchia e passa
flemmatico come
una tartaruga stanca;
inseguo il sonno,
che mi distanzia e mi pianta
in asso;
penso alle notti in città lontane,
con le loro luci,
i locali notturni,
i bar,
i viali lumiscenti;
notti in posti lontani,
che vedo con la fantasia.

Squilla il telefono,
sei tu certamente,
io dormicchio,
e mi muovo lento,
stai chiamando,
vorrei sentirti,
ascoltare la tua voce morbida,
che sa di tenerezza,
dolce,
femminile,
vorrei dirti cose,
tante cose;
della mia solitudine,
del mio dolore
e legarti un po' a me,
per il tempo di una telefonata;
ma il telefono tace,
sei già andata via,
silenzio,
e mi manchi un po'.

La mattina và avanti,
tra aroma di moka
e caffè,
la tazza fumante della colazione,
una musica,
la radio,
il bagno,
le incombenze della giornata;
e tu che vorresti solo ,startene
in casa.
Ma tutto continua tutto và,
e siamo d entro questo mondo,
ed è tutto un casino,
sempre problemi,
hai solo voglia di scappare.

Il tempo pare fermarsi un poco,
mentre la pioggia minuta,
cade cadenzata,
e dà un tichettio per terra;
malinconica atmosfera,
fa freddino,
vorresti un po’ di sole,
vorresti un po’ di speranza;
in questo pomeriggio,
piovano,
e grigio.

La vita è una farsa breve,
un palco dove un povero giullare,
fa i salti,
e si dimena,
nel poco tempo che ha;
poi sparisce,
e tutto continua,
come prima;
il tempo passa in fretta,
senza pietà,
e non aspetta nessuno;
è un dio beffardo e crudele ,che gioca cogli umani,
e li fa rimbalzare,qua e là;
ma non si ferma mai,
e non c'è mai tanto tempo.

Trovare un perché,
laddove,
spiegazioni non ce n 'è;
trovare un perché,
le cose improvvisamente,
vanno male,
e sai darti una spiegazione;
non sai capacitarti;
e cerchi mille perché ,
nella tua testa confusa;
trovare una risposta,
fartene una ragione;
di tutti questi perché.

Lottare con se stessi,
per tornare a galla,
per vedere di nuovo,
un sentiero ,di fronte a sé;
per sfuggire al male,
e ai cattivi pensieri,
ai ricordi perduti,
alle cose passate,
che non tornano più;
lottare ,contro tutto questo,
ancora,
ancora.

Pioggia di marzo,
che cade a stille,
e fa rigagnoli e polle,
sul selciato;
e la primavera sembra
lontana,mentre
è già qui;
rumore cadenzato di gocce,
che picchiano sulle grondaie e sui planciti;
pioggia che pare,
non finire mai.

Lenta è la notte,
mentre socchiudo le palpebre,
cercando la calma,
cercando la pace;
e di perdermi ascoltando una musica;
mezzo sonnecchiando;
non voler pensare a niente,solo
esistere,
solo il rumore del mio respiro;
è tutto quello che voglio.

Calma,
fare con calma,
non pensare più,
non ricordare,
chiudere gli occhi;
sogno,
volare via,
leggero,
come una farfalla filiforme;
stare calmo,
dimenticare,
scordare;
vivere e basta.

Lotto contro il sonno,
che non mi aspetta,
si gira e se ne và;
lontano da me;
e mi lascia
ubriaco
di stanchezza,mentre la
notte mi stà davanti;
e non chiudo occhio,
e non fuggo,
in un sogno ristoratore.

Luce mattutina ,
attraverso le imposte;
mentre sei ancora,
la riparo,
in un sogno,
mentre ancora riposi;
inseguendo chimere,
e sogni da mille e una notte;
luce,che annuncia il giorno imminente,
e la speranza,
d'un nuovo inizio,
un nuovo giorno.

Mattina presto,
ancora con le luci tenui
e flebili della notte;
magia del silenzio,
di luci notturne,
insegne tabelloni,
luci di cortesia;
la notte pare eternarsi,
non finire mai.
Aria fredda e umida,
macchine lucide;
il tempo nicchia,
la notte pervade tutto.

Buio,
è di nuovo notte ormai,
e mi manca la tua voce,
il tuo sorriso,
la luce dei tuoi occhi;
non ti ho sentito,
come mai;
sei lontana,
come questo inverno,
interminabile,
con le montagne imbiancate;
sei lontana,
adesso,
adesso;
un po' sei persa,
un po'.

Ancora presto,
vetri scuri,
di patina notturna;
quanto manca all'alba;
al nuovo giorno,
la luce;
il mondo è ancora nella tenebra ,
e nella quiete.

Riposare,
non pensare,scappare;
vorrei avvolgermi intorno al
mio sonno,
come ad un lenzuolo;
e di lì,
partire via,
vedere posti strani,
decollare per spazi assurdi,
e seri ,fatti di sogno,
e di illusione;
vorrei riuscire a dormire;
trovare la pace,
il silenzio.

Cerco il sonno,
che non mi vuole,
non mi prende;
e resto coi mozziconi
di sogni spezzati,
di fantasie interrotte a metà;
di fughe oniriche sospese sul più bello;
il sonno mi rigetta,
mi respinge,
mi lascia solo;
con me stesso;
e i miei cocci di realtà.

Sonno,
agitato,
mentre mi rigiro
più volte;
e cerco di prendere il volo,
di partire,
per una terra di sogni,
di fantasie e invenzioni;
mentre vedo solo buio,intorno;
mi nutro di fantasticherie,
di visioni fugaci;
mentre sogno situazioni strane e
grottesche;
il mondo del sogno,
del sogno.

La notte ,mi resta vicino,
in questo mio tempo,
in questa mia veglia;
assenza totale di rumori,
per fortuna;
voglia d'un caffè,
di bere una coca,
vado in cucina ,guardo l'orologio;
il tempo pare dilatarsi,all'infinito;
e non ci sono più limiti,
non ci sono frontiere,
notte senza fine,
immersa tra sogno
e reale,
tra fantasia,
e stanchezza,riposo
e veglia.

Solo,
mentre scrivo,
e penso a te;
non ti ho più sentita;
come stai,dove vai,
dove ti trovi;
lasci un vuoto,nella
vita mia;
un precipizio di solitudine e
tristezza,dove io cado senza posa;
quando telefoni,
quando mi dirai qualcosa;
mistero e silenzio,
intorno a te;
tiramolla,tra chi ,
chiamerà per primo.
È un deserto la mia vita,
senza te.

La notte stà scemando,
avanza lento e lieve,
il mattino,a passi leggeri,
più tenui d'un bambino;
come un gatto cauto e furbo.
Poi si sentirà odore di farina e di pane
Caldo nell'aria;
e la luce spaccherà di colpo la tenebra,
e un altro giorno nascerà;
il mio spirito agitato,
guarda i resti della notte,
contempla,
fuori,
il caseggiato,
ancora avvolto
dalla patina scura
dell'aurora;
poi sarà domani,
sarà domani,
tra poco.

La neve ha imbiancato
Tutto quanto,
rumore di gente che spala,
fruscio di neve smossa,
tristezza,
giornata bianca,
gelida,
dove il tempo passa
pigramente,
e tutto sembra lento ed
infinito;
noia d'una giornata invernale;
ma c'è la speranza,
poi le nuvole se ne andranno,
e tornerà il sole,
e tornerà la vita,
domani,
domani,
forse domani.

Pace,
mi distendo,
e chiudo gli occhi,
il mondo svanisce un po' per volta;
sogno,
e sprofondo nell'incoscienza,
e nell' inconsapevolezza;
e non vorrei tornare più;
restarmene tranquillo,
lontano da tutto e da tutti.

Silenzio ,
il mondo dormiente,
cercando il sonno perduto,
vago per la notte,
cammino sulla luna,
come le streghe a cavallo
d' una scopa;
contemplo,
le nuvole scurite,
dal buio e dal freddo;
le vie spopolate,
le panchine
libere e abbandonate;
mucchietti di neve,
negli angoli e anfratti;
vado cercando il tepore
della mia stanza,
in questo inverno freddo.

Mi giro nel letto,
notte fonda,
non c'è da fare,
mi devo svegliare;
guardo le lancette,
mi bevo qualcosa,
mi alzo,
accendo la luce,
sono solo nella notte,
eterna e infinita,
come un antro abissale
di streghe,
i pensieri volano,
la stanchezza anche,
occhi rossi,
sbadigliare,
vado in cucina,
leggo un libro;
guardo il telefono;
e tu mi lasci un messaggio,
ti penso un po',
poi torno a letto,
m a il sonno,
s'è ristretto;
queste notti,
che non passano mai.

Notte plumbea;
notte infinita;
regno dei gatti,
come un randagio,
vago ramingo,
tra le pagine;
nessuno,
niente,
con cui parlare;
solitudine,
freddo,
stanchezza,
occhi pesanti;
incommensurabile notte,
di eterne veglie.

Noi due vicini,
come anime perdute,
come anime sole,
che si cercano,
che si incontrano,
che si trovano;
ti siedi,
e ti raggomitoli,
intorno a me,
sento il tuo peso,
le tue membra calde;
e sei bella,
e dormi un po';
e di rubarti il sonno,
non sono capace;
e so in quel momento,
di amarti,
sempre più,
sempre più.

Io vicino a te,
e dimentico il male,
e la rabbia và via,
e ho di nuovo speranza;
il tuo corpo,vicino al mio,
il tuo calore,
la tua bellezza;
e ti amo in silenzio,
per non turbare il tuo sonno,
di mille sogni;
e tu non immagini cosa sento,
cosa provo;
tu vivi,e sei contenta;
e io mi stringo a te;
e sempre più,
ti voglio bene.

Vorrei dormire,
come un bambino,
facendo sogni liberi,
volando alto;
dimentico di tutto;
senza pensare a domani,
senza odio ,né male;
vorrei dormire il sonno d'un bambino,
vorrei l'età perduta,
dei sogni,
e dell'innocenza.

In mezzo alla notte,
non sapere cosa fare,
non sentire che il nulla,
tutto assorto,
tutto statico,
dormiente;
il mio spirito vaga nella notte,
in cerca di pace,
di ristoro,
mentre il giorno attende lontano,
e remoto.

Questa notte che mi sovrasta,
vetri opachi,
dipinti di buio stretto,
non vedo nulla,
non sento nulla;
oscurità,
calma,
assenza di rumore;
la notte pervade ogni cosa,
la notte è intorno al mondo,
adesso.

La notte buia e silente,
non si sente che il nulla,
fatto di lampioni accesi,
di lucette,
di insegne e neon,
di vetrine
e di monumenti illuminati;
ed intanto la notte và,
come sempre và;
lentamente,
fiaccamente,
senza fretta;
e stanno sospesi,
sogni,
incubi,
e sospiri a metà;
un cane abbaia sconsolato;
un gatto scappa;
figure e sagome
della notte.

Voglia di casa,
di dormicchiare
mestamente,
di perdere tempo,
di aspettare,che il tempo passi;
voglia di casa,
di rifugio,
di silenzio,
di cose amiche,
di gesti conosciuti,
casa,
a casa.

Solo,
con me stesso,
nel silenzio della stanza;
del mondo non mi curo,
voglio stare in disparte,
voglio pensare,
fermarmi,
riflettere;
non ascolto,
non sento;
non mi muovo.

Nevischio,
piccoli fiocchi,
cristalli,
minuti imbiancano la terra,
e le macchine;
aria gelida,
che sferza le mani e il naso,
mani infreddolite,
i merli cercano spazi liberi,
dove si vede l'erba,
per sminuzzare un po',
qualche cibo;
atmosfera bianca,
invernale.

Il sonno si eclissa,
e scappa via,
e mi lascia in compagnia
dell'amica di sempre,
la notte;
a lottare,
a ricordare,
a pensare,
ai gesti della notte,
il silenzio,
la quiete,
le luci soffuse,
il cortile
svuotato e
addormentato;
notte.

Voglia di casa,
di dormicchiare
mestamente,
di perdere tempo,
di aspettare,che il tempo passi;
voglia di casa,
di rifugio,
di silenzio,
di cose amiche,
di gesti conosciuti,
casa,
a casa.

Fragile,
mi sento fragile,
lacrima attaccata,
silenzio intorno;
mi sento fragile,
in questo mondo,
così duro,così pazzo;
dove c'è solo il vuoto,
tra la gente;dove tutto è falso e sporco,
e stà a galla il male;
mentre chi non fa male
a nessuno,
finisce male;
fragile,
fragile,
voglio solo chiudere gli occhi,
e non sapere,
non vedere ;
fragile.

Silenzio ,
il mondo dormiente,
cercando il sonno perduto,
vago per la notte,
cammino sulla luna,
come le streghe a cavallo
d’ una scopa;
contemplo,
le nuvole scurite,
dal buio e dal freddo;
le vie spopolate,
le panchine
libere e abbandonate;
mucchietti di neve,
negli angoli e anfratti;
vado cercando il tepore
della mia stanza,
in questo inverno freddo.

Questa vita sempre uguale,
che a volte mi spaventa,
a volte,mi stanca;
e mi lascia senza forze;
con le preoccupazioni,
e gli anni,
che cominciano ad esserci;
e questa catena d'odio,e di male,
la cattiveria della gente;
chi spezzerà questa catena;
è mai possibile,
non poter mai vivere in pace;
ed inseguo un sogno di normalità,
di quiete,
di silenzio,
e gli anni passano,
svelti;
tante cose da dire,
da fare;
mentre niente và mai,come
vuoi;
sempre qualche guaio,
sempre qualche grana.

La notte buia e silente,
non si sente che il nulla,
fatto di lampioni accesi,
di lucette,
di insegne e neon,
di vetrine
e di monumenti illuminati;
ed intanto la notte và,
come sempre và;
lentamente,
fiaccamente,
senza fretta;
e stanno sospesi,
sogni,
incubi,
e sospiri a metà;
un cane abbaia sconsolato;
un gatto scappa;
figure e sagome
della notte.

Mi sfugge questa vita tra le mani,
questo giorno,
che scappa svelto;
le ore ballano un po' danze strane, e
se ne vanno come muse deluse;
fugge il tempo,
e le settimane corrono,
corrono.

Mi perdo dentro abissi
Vertiginosi
Di tristezza non detta,
di infinite solitudini;
aspettando te,
il tuo viso,
il tuo sorriso.

Tempo che non passa,
in questa nevicata che scende piano,
a larghi fiocchi,
che incorniciano i vetri e le macchine;
e le strade diventano bianco e
sembrano infarinate;
e guardo i fiocchi cadere,
e il tempo,
pare fermarsi,
perdersi,
e non più ritrovarsi.

Senza di te ,
il mondo dentro di me ,si ferma;
senza di te,
sono perduto e senza sorriso;
mi sento smarrito,
e perso in colossali solitudini;
se solo tu capissi,
tu ascoltassi.

Avanza la mattina,
quietamente,
in silenzio,
e quasi ora,
di bere un caffèlatte,
di fare un po' di colazione;
tra poco,
tra poco;
ancora il silenzio della notte;
tutto assorto,
sopito,
poi ci sarà il risveglio;
poi sarà un nuovo giorno.

Notte intorno;
che mi stringe,
con un amano gelida sulla
spalla;
mentre il sonno mi scappa,
mentre penso,
a tutto,
e a niente;
voglia di calma,
di quiete,
pace,
e nient'altro.

Notte attorno,
prende ogni cosa,
nel suo abbraccio gelido,
e silenzioso;
luci lontane,
ombre e qualche macchina,
silenzio totale.

La notte avviluppa tutto,
abbraccia ogni cosa,
e stringe la città;
freddo e gelo;
penso a te,lassù,
nei monti,
e mi manchi di più;
penso a te,
e ti immagino,
con la tua giacca rossa;
e il naso rosso;
mi manchi,
mi manchi.

Notte,
ammanta tutto,
di velo nero
e vellutato;
e nascono forme e sagome,
strane,
figure indistinte,
luci e ombre,
fugaci e blande,
contorni enormi,
che si intersecano;
figure notturne,
strane e irreali,
terribili,
e stravaganti.

Cala la notte,
veloce,
il giorno ritrae,
scompare,
resta il buio,
le ombre,
i giochi di luce,
i lampioni,
le luci alle finestre;
un'altra notte,
e tu non ci sei ,
non ci sei.

Buio,
è di nuovo notte ormai,
e mi manca la tua voce,
il tuo sorriso,
la luce dei tuoi occhi;
non ti ho sentito,
come mai;
sei lontana,
come questo inverno,
interminabile,
con le montagne imbiancate;
sei lontana,
adesso,
adesso;
un po' sei persa,
un po'.

Liberarmi di tutto,
delle parole futili,
delle opinioni stupide;
e vagare libero,
con le mie idee,
la mia anima,
libera di spaziare,
di meditare,
senza nessun peso;
contento solo si essere
vivo;
per me stesso,
me stesso.

Dormire,
occhi chiusi,
buio;
glissare in altri mondi,
strani e pazzeschi,
andare sulla luna,
a trovare il senno
di orlando;
vagare tra le nubi,
come un fuscello,
sospinto dal vento;
sognare,
scordare,
dimenticare.

Chiudere gli occhi,
e rivedere l'infanzia,
con occhi tremuli;
e la nonna ferma sulla porta,
col grembiule,
ad aspettare il nonno;
e gli anni di allora,
e la gioia e
l'allegria;
commozione
struggente,
e tanta nostalgia;
infanzia,
mondo lontano.

La notte,
ancora la notte,
che ritorna,
come un amante attesa
e misteriosa,
avvolta di crine vellutato;
e mi tiene compagnia,
nei momenti di veglia,
mentre ascolto il silenzio,
con la luce dei lampioncini,
e il volo dei pipistrelli.

In questa notte plumbea,
senza luna,
con nuvole nere intorno;
speriamo non nevichi,
speriamo venga il sole
amico;
domani,
e un'altra alba,
un'altra speranza.

Notte,
mare nero,
oceano d'abisso;
fatto di sogni spezzati,
di desideri,
e sussurri,
e panchine vuote,
e lampioni soligni;
notte,
senza fine,
quasi eterna,
il mondo appartiene alle
tenebre ,ora.

Sogno,
sprofondo
in mondi strani e paralleli,
dimensioni eteree,
ed evanescenti,
situazioni oniriche,
tra realtà,
fantasia e mistero;
mondi impossibili,
storie struggenti,
bisogni inappagati;
sogno,
sogno,
e mi immergo sempre più,
fino al risveglio.

Silenzio,
il mondo pare lontano,
sperduto,
un isola remota;
scuro sui vetri,
i resti della notte;
voglia di cappuccino,
di caffè,
colazione.

Buio,
ultimo sprazzo della notte;
nessun rumore,
cortile svuotato,
immoto,
in attesa,
di nuova vita,
guardo l'orologio,
il tempo passa con flemma
esasperante;
un caffè forse,
poi sarà giorno,
di nuovo,
come sempre.

Attesa del giorno,
che stà per arrivare,
ancora le ombre dense
e scure della notte;
ancora calma,
silenzio dormiente;
poi,
il risveglio,
la colazione,
le cose da fare;
poi, sarà domani.

Silenzio,
la notte pare
non finire mai;
girare in tondo,
ripetersi,
come un circolo vizioso,
non finisce più;
guardo le finestre nere,
imbrattate dalla notte.

Ancora presto,
vetri scuri,
di patina notturna;
quanto manca all'alba;
al nuovo giorno,
la luce;
il mondo è ancora nella tenebra ,
e nella quiete.

Guardo i vetri,
appannati di brina,
guardo la notte che ancora dura;
pensando a te,
domani,
domani,
che sarà di noi due,
mistero,
tenebra,
incerto.

Alle porte del mattino,
ancora buio,
cosa farà,
pioverà o cosa;
silenzio atono,
totale;
e mi immergo in questa pace,
perfetta.

Solo qui,
senza te;
che dormi adesso,
che sogni,
o forse no;
è tardi,
notte ancora,
il tempo dei sogni,
l'incoscienza della notte;
silenzio totale.

Questa vita,
che non mi piace,
che ti prende troppo;
voglia di dare un calcio a tutto;
solo, faccio posto,
per te,
nel mio cuore,
un posto è per te,
che riempi la mia vita,
e i miei spazi vuoti;
è per te.

Pioggetta invernale,
fitta e minuta,
gocce piccolissime,
bagna appena,
e scurisce il ciottolato;
umidità e frescura,
e non vedi l'ora di rientrare
in casa,e chiudere le imposte;
la notte continuerà da sola,
da sola.

Mentre attendo l'alba,
guardo il nero,
china fuori
dalla finestra;
nessun suono,
nessun movimento;
la notte,
ancora ci pervade,
e ci possiede.

Cerco la pace,
cerco il sonno,
che scappano,
furtivi nella notte;
mentre tu dormi,
o fumi,
pensi a me o no ;
mentre la notte và.

Staccarmi da tutto,
dimenticare,
volare alto,
verso mondi,
solo miei;
seguire i miei pensieri,
le mie chimere.

Silenzio,
e il tempo diventa strano,
e si perde in altre dimensioni;
mattina ,lontana;
lontana.

Notte sempiterna,
non so che ora è,
non so quanto manca all'alba;
un eternità
da vivere,
da passare;
il tempo è una trappola,
un labirinto senza fine,
senza fine.

Silenzio,
sovrasta ogni cosa;
tutto appartiene alla notte;
completamente;
giorno, remoto.

Il tempo pare fermo,
testuggine;
avanza lento,
parco,
pigramente.

Dentro di me,
c'è un po' di te,
e quando non ti vedo,
la mia mente vaga raminga,
come una chiatta alla deriva,
in cerca di te;
e solo mi rigiro,nelle
mie infinite solitudini,
perché tu non sei,con me.
E col pensiero,
ti raggiungo,
e con la fantasia ti sfioro,
quando sei lontana,
come un anima in pena,
cerco di te,
di te.

E questa mia vita,
senza pace,
e questa mia vita in cammino,
verso un destino;
futuro incerto,
luci e ombre,
il meglio e il peggio;
ma io voglio libertà,
libertà che è libertà;
di fare a modo mio,
di staccare con tutto,
di fermarmi,
e riflettere,
pensare,
e fregarmene;
prendere tempo,
e sprecarlo come mi và;
è il mio tempo,
e decido io;
questa vita ,
è solo mia,
e di nessun altro.

Scusami amore,
se qualche volta,
rimani delusa,
se qualche volta,
non sono pronto,
a fare quel che si deve fare,
a dire ciò che bisogna dire;
se qualche volta non sono vicino
a te,
come vorrei;
gli anni a volte pesano,
a volte ti senti stanco,
e desideri solo il silenzio,
della casa;
sono solo,
un essere umano,
scusami,
scusami.
Ricordati di me,
anche ,delle mie fragilità,
ricordati.

Scende mesta, la sera,
il sole và a chetarsi,dietro le nubi,
fa freddo,
la luce scema,
è ancora un po’ inverno,
ma ho visto una formichina,
la primavera non è lontana,
non tanto,
arriverà,
arriverà,
domani.

Ciao,ti dico ciao,
mentre ti guardo,
tu accendi il mio giorno,
e ti amo sempre un po’ di più;
e di guardarti,non si stancherei,
e di parlarti,
vorrei;
che tu ascoltassi un po’,
e non andassi via,
aspetta un attimo,
un attimo,
non andare a fumare;
rimani qui,
con me,
rimani qui,
un altro po’;
due anime vicine,
mentre il mondo non sa niente,
e che vada al diavolo;
io e te,
noi due,
in mezzo a questo mondo,
così folle e strano;
io e te.

Parlami se vuoi,
parlami se ti senti,
io sono qui,
sono qui,
e te lo voglio dire;
sprofondo nelle mie
solite solitudini,
senza te;
parlami,
io ascolterò,
e se riderai,
riderò;
se piangerai,piangerò;
ma parlami,
non andare via,
non lasciarmi,
non voltarti,come se non
ci fossi;
parlami,
il mio cuore ascolterà,
e sarò vicino a te,
sempre.

Volare via,
sopra tutte le cose,
le parole inutili,
e la gente;
sopra le idee futili,
ed essere libero,
libero,
come un aquilone.

Casa,
voglia di pareti amiche,
di cose semplici,
di silenzio,
di estraniarmi;
pace,
in casa mia,
in casa mia.

In casa,
atmosfera soffusa,
luci fioche,
oggetti famigliari,
consueti,
il tuo mondo,
i tuoi ricordi,
ogni cosa ti rammenta di te,
o dei tuoi;
le tracce di mamma,
le sue cose,
utensili di sempre,
frigorifero,
lavatrice;
momenti di calma,
di silenzio,
il tempo passa
lento e parco;
casa tua,
e pensi,
un po' a tutto,
a lei,
al suo amore,
il suo viso;
cosa farai oggi,
non lo sai,
boh chi lo sa;
si vedrà.

Casa,
incommensurabile riparo,
rifugio,
fiordo amico,
approdo certo,
piccolo mondo mio in bottiglia,
con tutte le mie cose,
amiche,
con la mia roba,
e i ricordi,
pareti sicure;
oasi di pace;
a cui ritorno,
e da cui,
mai vorrei partire;
momenti di relax,
in pace.

Sogno,
sprofondo,
nel buio,
incoscienza,
mondi enormi e strani,
situazioni anomale,
abissi di silenzio,
voci e suoni;
sogno onirico,
e mi perdo,
e non so più la realtà;
e non tornerei più qua;
sogno,
mi sono smarrito,
sogno andato,
perso,
finito;
e riemergo nel vero,
purtroppo.

Silenzio nel cortile,
buio notturno,
ombre enormi,
luci soffuse,
lampioncini
che baluginano
nello scuro;
le macchine,
come grossi bisonti neri,
stazionano,
piene di gocce di brina;
il tempo,
sembra non passare più,
mai più.

Silenzio,
crepitio del computer;
tutto dormiente,
cortile spento,
a parte i lampioni;
fuori freddo notturno
di settembre;
l'estate svanisce lenta,
per fortuna,
nostalgia di un a stagione morente,
andata,
alla fine;
il tempo corre,
furtivo,
come una lepre lesta,
come un aquilone che scorrazza libero,
e si perde per aria;
vento settembrino,
che sa di umidità,
di freddo,
di autunno ,che viene;
il tempo passa.

Di fronte alla notte,
mi perdo,
smarrito,
tra pensieri,
sogni,
fantasie,
e chimere,
tra passato e presente,
dolore e cose buone;
galleggiando con la fantasia,
mentre la notte,
pare non finire più;
quasi fosse eterna,
senza fine ,né inizio;
e penso afflitto,
da mille solitudini,
sperduto,
sulla faccia della terra;
tra l'incomprensione,
e la stupidità degli altri,
da solo,
coi miei guai,
le mie speranze,
i miei sogni.

Cortile sopito,
tutto calmo,
quieto;
mattina,
auto gelate,
nessun rumore,
ancora dormono tutti.

Autobus,
la vita è un autobus,
che bisogna prendere in tempo;
autobus con le cose che devi fare,
coi posti dove andare,
le occasioni da non perdere,
le cose da fare;
autobus,
e non ne passano tanti,
hai poche chance,
poche occasioni,
devi prenderli per tempo,
autobus,
ne passa solo qualcuno ogni tanto,
con la fortuna
e la felicità dentro;
se lo perdi,
magari non passa
mai più;
autobus,
autobus;
tutta la vita
cogli
autobus,
che vanno e vengono,
e a volte non ritornano;
autobus.

Aurora nel cortile,
silenzioso,
umido,
goccioline di brina
dappertutto,
macchine lucide e fredde,
alberi ignudi,
foglie per terra,
cielo gravido e pensante,
come se stesse per piovere;
aria invernale,
aurora,
tra poco.

Il crepuscolo ,
và a morire,
la notte finisce,
si estingue;
tra poco la luce,
sciamerà,
accendendo il cielo;
lotti contro gli occhi stanchi,
voglia di colazione,
di silenzio;
di pace.

Andato.
Come una commedia americana,
se n'è andato ,un altro anno;
luci e ombre,
cose positive e altre da dimenticare.
Un altro anno,
in più,
e ti s enti vecchiotto,
e un po' più canuto.
Puoi solo sperare,
e guardare avanti;
chissà cosa sarà,
domani,
chissà.

Silenzio nel cortile,
torpore
e aria sonnolenta della festa,
mattonelle lucide di brina,
vasi da una parte,
dei simboli natalizi,
appesi agli usci;
ultimi preparativi,
per il primo dell'anno.

Mattino dell'ultimo dell'anno,
aria sonnolenta,
tutto calmo,
sopito,
dormiente;
aria di festa
e di spasso,
che verrà tra poche ore;
nessun rumore,
si cerca il relax,
e pochi amici,
con cui passare bene le feste,
poi si vedrà,
che accadrà.

Voltarmi,
e continuare a dormire,
inseguendo una chimera,
in un sogno strano
a colori;
continuare a stare,
in casa mia,
mentre il mondo
corra pure se vuole;
voglia di calma,
silenzio,
relax;
pensando a me.
a me.

Voglia di chiudere la porta,
di non esserci,
non rispondere,
e stare calmo,
e fermo;
pensare solo a me,
non ci sono,
non mi và,
non rispondo,
pensare alle mie cose,
fregarmene del mondo;
chiudere la porta
e basta.

Lontano dalla gente,
voglio stare lontano,
dimenticare il mondo,
dimenticare tutto;
lontano,
per conto mio.

Lontano me ne stò,
il mondo è remoto,
come un onda del mare,
in una conchiglia;
non voglio sentire
parole altrui,
non voglio niente;
starmene in pace,
con me stesso,
e basta.

Fuggire via,
per sentieri
solo miei,
per la strada mia;
lontano da tutto,
dal mondo,
e le sue mene,
dalle opinioni
vuote della gente;
stare con me stesso,
cercare il silenzio,
la pace,
le cose pulite,
e semplici;
lontano da tutto.

Ho voltato
Le spalle a tutto,
alle solite storie della gente,
a chi dice questo,
o quello,
ho rotto,
gli schemi,
non seguo nessuno,
non m'importa;
vado per conto mio;
ho voltato le spalle,
al mondo.

Notte,
il sonno
dove andato,
fuggito,
svanito;
me ne sto
coi fantasmi,
coi ricordi,
cercando di
dimenticare i guai,
cercando di non pensare;
ma la pace è lontana
inquietudine,
vorrei calma,
tranquillità ,
quiete.

Notte fonda,
occhi stanchi,
mente sopita,
il tempo si ferma
un po';
mille pensieri,
mi separano dal silenzio,
mentre scrivo parole
nel foglio;
se solo tu sentissi,
tu capissi,
la mia stanchezza,
i miei anni,
il tempo passato,
la tristezza,
per le cose che non vengono,
che non ci sono più.

Banchi di nebbia,
pallida,
esangue;
ti avvolge,
e ti perdi,
ti senti smarrito,
non si arriva mai,
la strada pare
interminabile;
nebbia,
nasconde ogni cosa,
come galleggiare
sul niente,
tutto è spettrale,
strano,
cangiante.

Sveglio,
il sonno
s'è involato,
niente,
voglia di niente,
di silenzio,
di calma
come l'autunno
di fuori,
con la sua quiete,
le sue malinconie,
le panchine vuote,
piene di foglie,
i giorni grigi,
il freddo;
tosse,
fuori
domenica,
voglia di tepore,
di focolare,
di casa,
fregarmene del mondo,
e dei problemi,
dare un calcio
a tutto,
non pensarci,
sorridere,
pensare,
prendersi cura di se
stessi,
volersi più bene,
più di quanto non faccia
la gente,
con la sua indifferenza;
fare con calma,
solo
le cose,
che ti vanno,
ti interessano,
senza che ne sappia
niente nessuno.

Volta notturna,
cielo ingombro di nubi
parcheggiate
e minacciose;
silenzio sepolcrale,
il giorno pare così lontano adesso;
me ne stò coi miei pensieri,
rincorrendo ,
il sonno perduto.

Il manto della notte,
coperta di crine
stellato,
mentre la luna latita,
da qualche parte;
voglio solo fuggire da tutto,
stare per conto mio,
fregarmene del mondo,
delle mene,
delle parole;
stare da solo,
in mondi solo miei;
insieme alla notte.

E si è soli spesso,
sulla crosta della terra;
lottando ogni giorno,
contro la solitudine,
e la tristezza.

La notte,
infinito avello,
oscuro antro di streghe,
un po’ magico,un po’ strano;
tra sogno e irrealtà.

La notte e i suoi giochi,
i suoi segreti,
il mistero,
la magia;
di notte ,
muoio un
po' ogni volta,
e poi risorgo,
ospite del buio
e della tenebra,
tra pensieri,
sogni e realtà.
Questo è quello che succede,
appartengo alla notte,
e al suo rebus,
e tutto può succedere,
tutto può accadere,
se c'è ancora speranza.

Un freno a mano,
un freno vorrei,
per fermare
i sogni miei,
per rallentare un pochino,
la corsa del tempo,
e stare con te,
più a lungo,
e bloccare i momenti belli,
quelli migliori,
quando siamo vicini,
quando tu
sei con me,
e mi tieni la mano,
e mi baci,
e mi dici
tante cose;
e un freno a mano,
ci vorrebbe,
per dire alt,
per un po’;
fermare il tempo,
fermare tutto quanto,
e fare in modo,
che non sia domani,
che le persone non vadano via,
che le cose non finiscano,
e sia troppo tardi,
che non ci siano addii,
fermare tutto,
con un freno a mano,
questo tempo reo,
che scappa via,
veloce,
e non te ne accorgi quasi,
e gli anni volano,
le cose si fanno sbiadite,
e lontane,
tutto corre via,
tutto scappa,
e non ritorna più;
poter frenare tutto,
con un freno a mano,
per tenere vicine ,
le cose belle,
ancora un po’.

Ascolto il mondo dormiente,
luci nel cielo ancora scuro,
mentre l’aurora è prossima;
assenza di suoni,
cortile sotto la luce pallida dei
lampioncini,
tutto tace,
tutto è zitto;
quel che resta della notte,
un sogno infranto,
rotto come un giocattolo,
un desiderio,
un pensiero della festa;
la voglia di andare via,
di stare in pace.

Notte ,
nero cenere,
silenzio religioso,
quiete totale;
freddo fuori,
deserto notturno;
alba vicina,
tra non molto,
tra non molto.

Notte ,
qua,
in fondo al letto;
che pare ,non
avere né principio,
né fine;
sembra che duri in eterno;
mentre vuoi il tuo tempo,
per te,
per te,
e il mondo stia pure fuori.

La notte davanti a me;
tutto appare sospeso,
fermo,
bloccato;
pausa notturna,
cortile immoto,
pace totale.
Il giorno appare,
remoto e irraggiungibile;
come se ci volesse un eternità;
tenebra ovunque,
poi si vedrà domani;
nessun suono,
neanche un a macchina che passa.

Le sei,
più o meno,
cielo scuro nei vetri,
ancora tracce della notte,
attaccate ai muri,
per il cortile,
nelle strade;
bruma notturna,
mattino presto,
macchine gelate,
piene di brina,
freddo insistente,
silenzio,
tutti dormono ancora;
tra non molto albeggerà,
e sarà domani,
bello o brutto,
si vedrà;
voglia di silenzio,
di pace,
di cose semplici,
starmene in casa mia,
e basta.

Il mattino,
vola presto,
una colazione,
la lavatrice,
faccende varie domestiche;
mentre il cielo è pallido
e smorto,
e sa di neve,
che vuole cadere;
speriamo nel sole,
di un giorno migliore,
con un inverno,
un po’ meno duro,
e sopportabile;
silenzio invernale.

Notte
Immensa,
interminabile,
il tempo sembra scorrere
a ritroso,
lento e fiacco;
ombre strane,
sagome e figure nascoste,
luci fioche,
cortile in penombra,
auto avvolte nel buio;
assenza di tutto;
mentre il sonno vola via,
lontano,
verso un altro posto,
un'altra estate,
lontano dal freddo,
da qui.

La notte sciama via,
come uno spettro scacciato
dalla luce del sole;
freddo invernale,
brina sui tetti delle macchine;
il rumore di una tapparella che si alza,
è mattina presto;
profumo di caffè,
di colazione,
biscotti sul tavolo,
la scatola dello zucchero,
la caffettiera sul fornello;
fuori,
c’è il sole o no,
cortile silenzioso,
cielo bianco come lacca,
il tempo passa lento,
e sonnecchia,
noia ,
e gelo;
e poi verrà il futuro,
che è già qui,
ora.

Vorrei amare,
finchè ancora un
po’ di tempo rimane,
vorrei amare,
per voltare le spalle alla
solitudine e andare via,
verso un'altra vita;
vorrei amare per sorridere di nuovo,
e dimenticare la noia e la malinconia;
per trovare la bellezza,
per perdermi,negli occhi
dell’amata,
per volare con la fantasia,
e dimenticare il brutto e il mondo,
per quello che è;
vorrei amare,
perché vinca la speranza e la gioia di vivere,
perché sento di poter dare,
perché provo tante cose,
e non vorrei finire solo;
vorrei amare,
anche quando nessuno,
se lo aspetta più,
ancora.

Albeggiando,
il verso d'un corvo,
nascosto tra i rami,
i piccioni,
si abbassano
caracollando,
in cerca di minuzie
di cibo;
prato imbiancato
di neve ,
tutto è pallido ,
e triste,
albeggiando,
a poco ,a poco,
la luce aumenta,
e il buio
si eclissa;
poi verrà il giorno,
una domenica invernale,
con tracce di natale già in giro,
senso di festa imminente.
Tra poco,
tra poco..

Di fronte alla notte,
mi perdo,
smarrito,
tra pensieri,
sogni,
fantasie,
e chimere,
tra passato e presente,
dolore e cose buone;
galleggiando con la fantasia,
mentre la notte,
pare non finire più;
quasi fosse eterna,
senza fine ,né inizio;
e penso afflitto,
da mille solitudini,
sperduto,
sulla faccia della terra;
tra l'incomprensione,
e la stupidità degli altri,
da solo,
coi miei guai,
le mie speranze,
i miei sogni.

Andare via con te,
fuggire via,
di qui;
ricominciare,
un altro posto,
un'altra vita,
lontano dalle solite facce,
da quello che siamo,
da quello che dice la gente,
senza sapere mai niente;
fuggire con te,
insieme,
per gli anni,
che mi restano,
restare con te,
per quello che resta.

Mattino,
occhi velati di sonno,
voglia di colazione,
di bere una coca,
di stare in casa,
aspettando il giorno,
che è qui,
ormai;
non un rumore,
fuori,
la brina e le macchine
al gelo,
ferme come bisonti
addormentati;
il tempo passa ,
pigramente,
parco e silenzioso.

Notte che stà decadendo,
al termine,
fine vicina,
è ancora presto,
m a la luce,
non è lontana;
sonno eclissato,
cerco i miei pensieri,
sparsi per la testa,
impastati ad un sogno,
appena finito;
fuori,
leggero manto di neve,
scuro e ombra notturna,
ma il tempo,
il tempo passa,
e poi sarà il giorno,
sarà domani.

Starmene in silenzio,
per conto mio,
fregarmene;
ascoltare
il cicalare dei volatili,
il passare d’un auto,
lo sbattere d’un cancello;
staccato dal mondo,
e le sue mene;
non muovermi per nessuno,
fare con calma,
con comodo,
libertà,
libertà,
delle cose semplici,
delle piccole gioie della vita,
libertà per me,
libertà di non fare,
libertà.

Buio circostante,
lucette lontane,
qualche festone natalizio,
un alberello lontano;
freddo e gelo,
che ti schiaffeggia
la faccia;
piena notte,
non un lamento,
non un gatto,
che gira,
niente;
tutto è fermo,
immoto,
silente;
dormiente;
guardi le auto ferme,
che luccicano sotto
i lampioni;
come sagome strane
e mostruose;
persiane serrate,
sono tutti,
nel mondo dei sogni;
sacchetto della spazzatura,
lo appoggi fuori,
guardi il cortile deserto,
notte fonda,
notte livida,
di brina,
nuvole strane, avvolte e scure
girano nel cielo;
notte.

Libertà,
libertà un pochino
per tutti,
ma libertà,
anche per me;
di fare come voglio,
di s tare per conto mio,
di avere silenzio nella mia vita;
libertà per tutti,
che ognuno,
abbia il suo,
ma libertà,
anche per me;
libertà adesso,
subito,
non accetto,
non mi muovo,
non corro,
non sento nessuno;
libertà,
che è libertà.

Mattina che picchia sui vetri,
chiarore,
e alone di luce;
fa freddo,
freddo settembrino,
poi forse ci sarà il sole,
la città si desta,
rumori di operai edili,
al lavoro,
tutto ricomincia,
un altro giorno,
un altro sogno;
speranze
e desideri,
e il tempo corre.

Vetri,
foschi,
orlati,
ancora dalle ombre della
notte,
non si sente niente,
casa,
avvolta nel sonno,
solo io
sono desto,
aperti gli occhi,
mi lazo,
vado in bagno,
mi lavo la faccia,
mi guardo allo specchio,
accendo la lavatrice,
mi siedo,
scrivo,
penso,
sbadiglio
un po';
Il tempo,
sembra smarrito
e zoppicante,
passa piano
e indulgendo,
ancora presto,
faccio con calma,
chiudo gli occhi,
dormo ancora un po';
poi si vedrà.

Strada
Lastricata di foglie caduche,
ammucchiate ai lati,
mezze rosse ramate,
gialle e di tante tonalità;
tappeto autunnale,
stagione di mezzo,
quasi finita,
poi c’è l’inverno ,
a pochi passi,
dietro l’angolo;
poi arriva il freddo,
e tutto il resto;
tempo che passa,
senza sosta,
gli anni volano.

Il poeta,
vive soprattutto di notte,
mentre gli altri dormono;
se ne stà solo,
con le sue carte,
i suoi versi,
i sogni,
e le speranze
d’una vita;
a scrivere forse,
una qualche piccola
verità.

Strada notturna,
popolata da ombre e sagome,
contorni indefiniti,
i lati della strada che si perdono nel buio,
intorno la campagna,
cartelli bianchi come spettri,
segnali stradali solitari e
spauriti;
la linea mezzana della strada,
mille vie,
sentieri,
tragitti;
un semaforo,
sembra un ciclope,
manda luce gialla;
la notte giovane,
inizia adesso.

Sole novembrino,
che butta luce in casa,
e ti torna la speranza e il sorriso,
sembra una specie di primavera,
e sei rincuorato un po’,
rumori del mattino,
un auto passa,
colpi lontani,
di muratori;
e pensi a lei,
al suo viso,
e tutto ti manca,
in questo silenzio
del mattino,
che ti fa volare col
pensiero sino a
lei,
lontana,
laggiù;
il telefono tace,
non ti parla,
non sai niente.

Camelot,
laggiù nelle alture
britannia antica,
d'un tempo arcano,
e dimenticato;
quando gli dei boschi,
erano giovani,
con folletti,
spiriti,
elfi;
la fata del lago,
la spada del potere,
nella roccia;
un tempo fantastico e fatato,
cavalieri fantastici del passato,
Merlino,
antico sapere,
mondo perduto.

Aleggia la notte,
cielo coperto,
la luna nascosta,
fuggita,
sopita,
che magari se n'è andata
a zonzo,
in questa notte di maggio;
tenue,
fosca,
con la pioggia
che è finita;
domani,
domani,
che sarà domani..

Fermati al mio stop,
almeno un po',
rifletti un po',
almeno un po'
renditi conto
di me,
e cerca di dire almeno un sì;
fermati,
fermati al mio stop,
ancora un po',
se stò qua,
se ti parlo,
se ci sono;
non andare via ,
non sparire,
non fischiare
alzando le spalle,
almeno per una volta,
stammi a sentire;
mentre ti parlo d'amore,
mentre ho un sentimento,
una cosa da dire,
che tenevo dentro;
fermati al mio stop,
un momento,adesso,
adesso,
ascoltami un po'.

Camminare e pensare a te,
svegliarmi e avere te dentro,
andare per le vie ,
e sperare in te,
che sei un po' distratta,
che pensi ad altro,
non ascolti,
e fischi e canti;
poter trovare la chiave del tuo cuore,
è difficile,
difficile,
non ascolti,
non ascolti.

A piccoli passi,
arrivare a te,
lì tra i bricchi e le
vette,
le baite e le cascine,
i monti innevati,
e i pini bianchi;
a piccoli passi,
arrivare a
sussurrarti,
ti amo,
nonostante il freddo,
e la noia,
arrivare al tuo cuore.

Freddo del mattino,
cielo ancora
tenebrato,
invaso di
ombre buie e oscure,
bisogno
di calore,
con la stufa accesa,
mentre la mattina
avanza parca e lenta;
poi sarà giorno,
col cielo zeppo
di nuvole
e ammassi
gibbosi di nubi;
chissà se pioverà,
o cosa.

Nell’alveo della notte,
ascolto il silenzio
religioso;
mi perdo,
nella quiete,
inseguendo,
sogni,
memorie,
pensieri,
che aleggiano,
sopra le nubi,
che corrono al vento,
spazzando foglie ramate.

Mancanza di te,
e tutto pare grigio
e brutto,
come una giornata di nuvolo,
sbiadita,
che sa di pioggia
e di tristezza;
il tempo non mi passa più;
e penso a te,
anche quando non me l’aspetto;
mancanza di te,
e mi resta poco e niente,
solo la noia,
e soliti gesti,
e la malinconia,
di giornate
vuote,
senza novità;
mancanza di te,
e continuo a sperare,
che capisci,
e mi senti,
e poi chiami.

Ombre e sagome della notte,
che aleggia dappertutto,
che preme sui vetri,
anche se l’alba non è lontana,
il tempo passa,
la notte vola,
e non è più giovane ormai,
presto la luce,
ferirà il cielo,
e spezzerà le tenebre;
godo della quiete
notturna,
silenzio magico,
la luna nascosta
da una coltre di nubi,
è da qualche parte,
lassù;
i pensieri corrono,
gli occhi bruciano,
il tempo incalza;
domani,
domani,
cosa sarà domani,
tutto o niente,
il sole ci sarà,
o sarà triste e
grigio,
autunno ormai,
ha preso piede,
presto le foglie
si staccheranno,
e tutto sarà ramato
e giallo;
autunno.

Oggi è già domani,
domani,
domani,
arriva così presto,
e il tempo vola via,
come un aquilone,
spinto dal vento del mare,
coi gabbiani
che stridono;
corre tutto,
e non posso farci niente,
fermare ogni cosa un pochino,
per pensare,
per riflettere,
ma tutto corre,
è già domani,
è già domani.

Calma,
ancora ombre residue
della notte,
cortile immoto,
silente,
muto panorama
del cortile,
tutto tace,
tutto
è fermo,
statico;
è mattino presto,
con le ore,
che non passano mai;
nubi grosse,
e grossi cumuli nuvolosi,
promettono pioggia;
che giornata sarà,
sarà autunnale,
con foglie secche,
alla deriva per terra,
l’erba umida,
niente sole,
o chissà,
atmosfera grigia
dell’autunno,
un po’ malinconica,
un po’ quieta,
la calma di fine stagione.

Libero,
ho cercato la mia libertà,
in questo immondezzaio di
società;
ho cercato una speranza,
e spazi liberi per me;
non mi frega di nessuno,
non mi muovo e non corro,
mi fermo,
rifletto,
perdo tempo,
ci penso su,
me la prendo con calma;
ho cercato la mia libertà,
perché sono stufo,
delle storie della gente,
chiudo la porta,
e me ne frego;
non ci sono per nessuno,
solo per me;
ho cercato la mia libertà,
in un giorno grigio,
camminando in una piazza,
ricordando il passato,
guardando le foglie
ramate,rotolare
per terra;
ho cercato la mia libertà,
mandando al diavolo tutto,
e non mi pento;
la stò cercando,
ogni giorno,
libertà,
libertà.

Guardo la pioggia cadere,
tempestosa nel cortile,
a raffiche alterne,
un po’ cade a secchi,
a volte si cheta,
e ci sono momenti
di bonaccia;
tristezza,
e grigiore dell’autunno,
un po’ di malinconia,
per la bella stagione,
che
se ne và;
cielo pieno di nuvoloni
e nubi massicce e
colossali,
bluastre e livide
di pioggia,
stanno attaccate,
quasi toccano la terra,
così pare,almeno;
masse nuvolose che si intersecano,
e stringono la terra
in un abbraccio;
per terra laghetti,
e pozzanghere,
cataletti e rivoli,
file di gocce,sospese,
e a volte spira un vento pungente;
autunno,
autunno,
che viene.
E il tempo,pare,
non passare più.

Autobus,
la vita è un autobus,
che bisogna prendere in tempo;
autobus con le cose che devi fare,
coi posti dove andare,
le occasioni da non perdere,
le cose da fare;
autobus,
e non ne passano tanti,
hai poche chance,
poche occasioni,
devi prenderli per tempo,
autobus,
ne passa solo qualcuno ogni tanto,
con la fortuna
e la felicità dentro;
se lo perdi,
magari non passa
mai più;
autobus,
autobus;
tutta la vita
cogli
autobus,
che vanno e vengono,
e a volte non ritornano;
autobus.

Vorrei essere una specie di poeta,
per dirti cose ,
mai dette,
per inventarmi parole
strane
e nuove;
per trovare quelle giuste,
per aprire lo scrigno
del tuo cuore;
vorrei essere poeta,
per escogitare nuove parole d’amore,
per sussurrarti le frasi giuste,
parole delicate, e sensibili,
con cui,sorprenderti un po’,
e fermare la tua corsa,
la tua fretta,
e farti stare qui con me,
e non andartene di là a fumare;
vorrei essere una specie di poeta,
perché così ti accorgeresti di me,
e potrei legarti a me,
e non scapperesti più,
non fuggiresti al mio amore;
vorrei essere tutto e niente,
tante cose,
solo per te,
per avere finalmente,
un tuo sì,
tutto per me,
per sempre.

Imput,
ti mando un imput,
un segnale d’amore,
un segnale per te,
un segnale breve,
e silenzioso,
come quello d’un telefonino;
ti mando un segnale,
per chiamarti,
per sentirti,
per fermarti;
per farti ascoltare,
e lascia stare
le menate,
stai ferma
e ascolta,
non distrarti,
non fumare,
abbi pazienza;
ho un segnale d’amore
per te,
in cui ti dico cose,
per te,
per noi due;
cose che mi stanno a cuore,
ti dico,
che sono qui,
sono,
non mi vedi,
non mi senti;
segnale ,
segnale
d’amore,
per te,
per te,
ascoltalo.

Una scorta dei tuoi sorrisi,
vorrei farmi,
per quando vado via,
per quando sono solo,
e fuori piove,coi vetri
bagnati di gocce,
e il tempo è brutto,
grigio e non passa mai;
una scorta di sorriso,
il tuo sorriso,
quando ridi,
sei allegra,
e mi baci,
e capisci.
E mi stai a sentire,
e mi sei vicina,
e riempi il mio cuore,
e la mia giornata,
grande e incredibile come sei,
troppa ed esagerata,
con le tue trovate,
le tue stranezze,
le tue idee;
un tuo sorriso,
vorrei portarmi via,
di scorta;
per pensarti,
per amarti,
un po’ di più,ancora.

Un nastro vorrei usare,
un nastro da far scorrere
avanti e indrè;
un nastro da far correre,
quando il tempo,
non passa mai,
quando c’è un dolore,
o uno sbaglio,
e una cosa da dimenticare;
un nastro da rallentare,
per stare con te,
più a lungo,
per parlarti,
per ascoltarti,
per capire i tuoi problemi,
per farti ridere,
o sorridere,
per scaldarmi
al tuo calore,
e starti vicino,
un po’ di più;
un nastro da far scorrere,
per ricordare,
per non dimenticare;
un nastro,
per registrare te,
e tenerti sempre vicina,
un nastro,
per amarti,
un po’ di più,
di più.

Notte,
che non passa più,
pare duri un eternità,
le ore sono scandite,
e sembrano lente e fiacche;
silenzio totale,
perfetto,
rotto
solo dal ronzio del pc;
penso a tutto e a niente;
cosa sarà domani,
non lo so,
preferisco,
non pensarci;
preferisco
rimandare,
chiudere gli occhi,
sognare,
dormire,
rinviare;
relax;
silenzio,
la notte,
col suo buio,
le sue tenebre strane,
le ombre,
i giochi di luce;
i lampioni,
tutto deserto.

Ti parlo ,
ma non ascolti,
ti urlo,
ma non mi senti;
il mio cuore
è colmo di affetto
per te,
ma tu non mi
stai a sentire,
ti volti e vai via;
ed io rimango qui,
fermo,
non posso fare a meno di te,
sto qui,
in preda ,
alle mie infinite solitudini,
nel vuoto dei miei
giorni uguali,
non so stare senza di te,
non lo capisci,
non lo capisci;
senza di te,
mi sento solo e
smarrito,
abbandonato,
come una chiatta
alla deriva,
se potessi trovare
le parole,
per toccare un po’ il tuo cuore,
e tu capissi,
telefono muto,
non rispondi;
ora dormi,
ed io
soffro in silenzio,
per te,
per te.

Se tu ascoltassi
Se tu ascoltassi,
ti parlerei con parole nuove,
e ti direi tutto di me,
e ti parlerei
dei miei momenti
belli e brutti,
della tristezza,
dei miei dolori,
del mio cercare affetto,
in questo mondo brutto
e squallido;
se tu ascoltassi,
stare con te,
tutto il tempo,
ti abbraccerei,
come un girasole
bacia il sole;
se tu non te andassi,
non ti perderei,
e avrei ancora speranza,
se tu mi sentissi,
stare vicino a te,
e non ti lascerei mai,
non andartene,
ascoltami,
ascoltami,
se vuoi.

Un freno a mano,
un freno vorrei,
per fermare
i sogni miei,
per rallentare un pochino,
la corsa del tempo,
e stare con te,
più a lungo,
e bloccare i momenti belli,
quelli migliori,
quando siamo vicini,
quando tu
sei con me,
e mi tieni la mano,
e mi baci,
e mi dici
tante cose;
e un freno a mano,
ci vorrebbe,
per dire alt,
per un po’;
fermare il tempo,
fermare tutto quanto,
e fare in modo,
che non sia domani,
che le persone non vadano via,
che le cose non finiscano,
e sia troppo tardi,
che non ci siano addii,
fermare tutto,
con un freno a mano,
questo tempo reo,
che scappa via,
veloce,
e non te ne accorgi quasi,
e gli anni volano,
le cose si fanno sbiadite,
e lontane,
tutto corre via,
tutto scappa,
e non ritorna più;
poter frenare tutto,
con un freno a mano,
per tenere vicine ,
le cose belle,
ancora un po’.

Notte che perdura,
che continua,
intorno alla stanza,
vetri neri cenere,
buio opprimente;
ma la notte,
mi libera,dalle facce
del giorno,
dalle parole idiote,
dai tizi di cui non mi importa,
e chiudo col mondo,standomene
in casa mia;
e non voglio sapere,
non voglio sentire,
non mi frega niente;
voglio solo pensare per me,
al mio tempo,
a quello che mi resta,
a quello che voglio,
alle cose che provo,
che sento;
voglio prendere solo tempo
per me,
del mondo,
non mi frega,
che corra pure,
la sua folle corsa di sempre,
dietro menate,
e cose squallide;
non ho tempo,
il mio tempo,
è per me,
per me.

Pioggia autunnale,
che cade a rovesci,
in modo torrentizio,
con veemenza
e forza grande;
rumore crepitante delle gocce,
dalle grondaie cola l’acqua piovana,
gettandosi per terra,e bagnando tutto;
laghetti d’acqua piovasca;
pozzanghere,
rivoli che corrono;
difficile camminare,
bisogna saltare,
da un a pozza all’altra;
a volte la pioggia si calma un po’,
ma per poco;
tristezza del temporale,
che rende tutto triste e
grigio,
anche se l’acqua è un amica;
ma spaventa anche;
asfalto annerito dalla pioggia,
nuvoloni immensi,coprono il cielo,
dov’è finito l’azzurro dell’estate,
dove andato tutto;
la fine di una stagione,
l’estate che se ne và.

Notte,
lotto contro
la solitudine,
che mi insegue,
come una strega a cavallo
di una scopa;
ascolto il silenzio,
mi perdo nel nulla;
ignoro il sonno,
le ore,passano
con flemma,
e lentezza;
tutto scorre lentamente;
penso a domani,
ma chissà che succederà,
domani,
domani;
la notte immensa,
scura,
con le nuvole che coprono
il cielo,
mi sovrasta;
il giorno sembra così lontano,
per fortuna;
si fermasse tutto per un po’,
per pensare,
per capire;
avere il tempo
di ricordare;
invece tutto corre.

Pioggia autunnale,
che cade a rovesci,
in modo torrentizio,
con veemenza
e forza grande;
rumore crepitante delle gocce,
dalle grondaie cola l’acqua piovana,
gettandosi per terra,e bagnando tutto;
laghetti d’acqua piovasca;
pozzanghere,
rivoli che corrono;
difficile camminare,
bisogna saltare,
da un a pozza all’altra;
a volte la pioggia si calma un po’,
ma per poco;
tristezza del temporale,
che rende tutto triste e
grigio,
anche se l’acqua è un amica;
ma spaventa anche;
asfalto annerito dalla pioggia,
nuvoloni immensi,coprono il cielo,
dov’è finito l’azzurro dell’estate,
dove andato tutto;
la fine di una stagione,
l’estate che se ne và.

Fuori è adesso l’alba;
alle soglie del mattino,
la notte stà scemando
lentamente,
ancora le sue ombre,
il suo scuro,
le tenebre,che creano giochi
di luce
e sagome strane
ed enormi;
silenzio perfetto,
cortile immerso nel sonno;
tutto fermo,immobile;
il freddo della notte,
il freddo di settembre,
un po’ pungente;
la bella stagione,
che si allontana;
scene di vendemmia,
coi trattori che di giorno,
vanno e vengono,
carichi di filari;
tra non molto sarà giorno,
e la luce,
fenderà il cielo;
e poi un altro giorno,
si vedrà,
si vedrà.
Puntata in bagno,
poi un caffè,
o qualcosa del genere,
in cucina,
e penserai un po’,
ascolterai,
i suoni del mattino;
come sempre.

Notte,
coltello tagliente,
crine nero,
mondo dormiente,
spirito libero,
che vaga tra le nubi,
nel vento,
cercando la luna nascosta;
sonno scomparso,
fuggito,
scappato;
pensieri,
sogni,
immagini di cristallo,
ricordi,
memorie;
immagini
della notte;
le mille facce,
del buio.

Grazie perché ci sei,
e mi tiri fuori,
dalla mia tristezza,
dalla mia apatia;
grazie di esserci,
perché sei arrivata,
quando non ci speravo più;
e mi hai tolto dai cattivi pensieri,
hai spezzato la mia solitudine,
hai colmato la mia vita,
hai riempito i miei giorni;
grazie perché ci sei,
perché mi dai un motivo,
una ragione,
per ricominciare,
per uscire,
e vedere questo mondo,
così folle ,così triste;
ma con te,
mi faccio coraggio,
e spero ancora;
grazie perché ci sei,
e non finisci,
mai di stupirmi,
di sorprendermi;
con le tue trovate,
le tue parole,
i tuoi guai,
le tue abitudini;
sei un ancora,
un salvagente,
una speranza;
grazie perchè ci sei.

La notte,
la notte stà finendo,
le ore piccole,
passano con flemma
esasperante,
il tempo nicchia
e si riposa,
tutto dorme ancora;
solo lo spirito
è inquieto,
e cerca spazi liberi,
e cerca di immaginarsi,
prati olandesi,
cieli liberi,
un aquilone in alto,
i fili d’erba,
non pensare a niente,
dimenticare il mondo,
il male;
essere libero,
come da bambino,
buttare via i pensieri;
il giorno è ancora lontano,
meglio non pensare,
meglio scordare;
e cercare se stessi,
i sogni,
le speranze,
la libertà,
amore,
pensare per me,
la mia vita,
per me.

Sonno dileguato,
come le ombre della notte,
alle porte del mattino;
tra poco,albeggerà,
tra poco,
sarà giorno;
ed io ,
non trovo pace,
ed io penso a tante cose,
e nessuna;
ed io,
cerco la tranquillità,
il silenzio,
la calma,
lontano d a tutto,
lontano dal mondo,
e le sue mene;
nessun rumore,
tutto avvolto nella cappa
del sonno,
sovrumani silenzi,
il tempo nicchia un po’,
poi si vedrà,
cosa sarà domani,
domani.

La notte
Non mi lascia,
mi stà vicina,
mi accompagna
nella veglia;
unico rumore,
il ronzio del computer,
non un suono,
buio nei vetri,
fuori,
il cortile illuminato a notte;
persiane chiuse,
i vasi da fiori,
una scatola,
dei giocattoli riposti,
la macchina parcheggiata,
luccica per i lampioni,
immota e ferma;
silenzio spettrale,
la notte,
la notte;
che pare non finisca mai,
amica,
complice,
amante;
accanto a me;
giorno lontano.

Non mi guardi,
non mi senti,
non ti vedo;sparisci
e te ne vai;
e io qui,
povero poeta sentimentale;
guardo la tua figura allontanarsi,
e soffro in silenzio;
mio piccolo cuore infranto,
in silenzio;
aspetto che tu ci pensi,
che ci ripensi,
che mi vedi,
che capisci;
io povero poeta sentimentale,
mi perdo nella mia malinconia,
dentro qualche solita
solitudine di sempre;
non mi resta molto,senza di te;
io povero poeta sentimentale;
che patisco un po’ per la tua assenza,
ma toglierti la libertà,
sarebbe una crudeltà;
io povero poeta sentimentale.

Pioggia notturna,
che picchia sul parabrezza,
come tante lacrime vitree,
i fari scrutano a fatica,
e mandano luce
nella tenebra imperante;
mi sento sperduto e abbandonato,
e vorrei essere a casa,
al caldo,in pace;
il vetro si appanna;
montana scura,
ombrosa,
coperta dalla notte;
avanzo lentamente
verso la valle giù in basso;
incontro il paese;
stò ritornando,
solo,
pensando al viso di lei,
al suo calore,
poi sarà a casa,
sulla via del ritorno,
del ritorno.

Stò qui,
in questa sedia,
in questa domenica,
un po’ fiacca,
un po’ smorta,
con la pioggia,
che deve cadere,
con le gocce,
che bagnano i vetri,
le auto,
il selciato scuro,
con la polvere umida,
e le chiazze d’acqua,
sembra già autunno
avanzato,
e l’estate è dietro
l’angolo;
sento,
il vuoto di te,
la tua lontananza,
vedo i tuoi occhi,
cerco la tua immagine,
malinconia,
senza te,
senza te,
cosa mi resta,
solo la solitudine,
senza fine,
come una pioggia
che non smette mai.

Trovare le parole,
quelle giuste,
quelle che funzionano,
delle parole che non dimentichi,
che ti restano,
da cui impari qualcosa;
trovare le parole,
le avevo,
e poi sono scappate via,
svanite,
scordate;
erano parole,
sentimentali,
con qualche emozione,
parole d’amore,
per te,
per farti ragionare,
per farti capire,
che io ci sono,
e sono qui,
sono qui,
per te,
in punta di piedi,
sono qui,
e tu non mi vedi,
non capisci,
non ti rendi conto,
del bene che ti voglio,
parole,
parole,
trovassi quelle giuste,
per te,
per te.

Luna che ci guardi ,
dall’alto del cielo scuro
e plumbeo,
accerchiata da corone
di nuvoloni pregni
e maligni,
nuvole a pecorelle,
che portano pioggia,
che portano l’autunno;
mentre l’estate,
stà passando,
e se ne và via lentamente,
poi verrà il tempo
delle foglie caduche,
poi verrà il tempo,
delle nebbie,
della rugiada e la brina,
verrà il tempo,
delle castagne;
autunno.

Niente di strano se
Resto qui,
a far niente tanto è così;
è così bello vederti ridere,
scherzare e fumare,
che disturbarti non sono capace;
e resto qui,
a pensare a noi due,
ma tu non mi vedi,
corri via,
da un posto all’altro,
non stai ferma,
non mi senti,
mi resta solo la mia ombra,
e resto qui,
in compagnia
della tristezza,
solo,
fra la gente;
passi svelta e non mi guardi,
perché fai così;
non mi vedi,
non mi vedi,
non mi ascolti.
Sono qui,
amore,
sono qui,
per te,
per te,
non lo capisci.

E io tra voi,
così,
non c’entro nulla,
io ti guardo,
ma tu non mi vedi,
io ti parlo,
ma tu non mi senti;
io aspetto seduto e solo,
solo la mia solitudine è con me,
ma tu non capisci,
non mi senti,
non mi ascolti,
prendi e vai,
e non ti fermi,
non ti fermi mai;
ed io qua,
rimango seduto,
a sperare,
a soffrire,
in silenzio,
in punta di piedi,
per non offenderti,
per non disturbarti;
sei lontana,
distratta,
te ne freghi,
ridi e te ne vai,
te ne vai,
a fumare,
a parlare;
ed io,
rimango qua,
sempre qua,
pronto,
appena mi chiami,
ti amo in silenzio,
m a tu non te ne rendi conto,
non mi senti,
non mi senti.

Poeta non sarò,
ma per te vorrei,
trovare le parole giuste,
per dirti di più,
e scrivere con parole grosse,
il mio amore per te,
e il mio sentimento;
poeta non sarò,
ma tu mi ispiri sempre più,
e per te,
cerco di comporre,
una poesia,
una strofa,
che dica di tutto e di niente,
che possa arrivare al tuo cuore,
e catturarti,
farti pensare,
farti capire;
poeta non sarò,
ma per te troverò,
il mondo,
di farmi ascoltare,
e tu mi sentirai,
e forse,
non te ne andrai,
non riderai.

Una poesia piccola
Una poesia per te,
con delle parole alla buona,
con parole d’amore,
per arrivare un po’ al
tuo cuore,
e farti dire di sì;
per fermare la tua corsa,
per attirarti,
chiamarti,
dirti un sentimento,
un emozione;
ma tu forse riderai,
forse non capirai,
e te ne andrai;
e allora scrivo ancora più
forte,
questa piccola poesia,
per te,
con sentimenti semplici,
dove ti do,tutto quello che ho,
il mio cuore,
se solo trovassi le parole giuste,
questa piccola poesia,
servirebbe,
per te,
per me.

Parole,
cerco di mettere ordine,
al casino di parole,
che ho in testa;
cerco di trovare quelle giuste,
quelle azzeccate,
per farti capire,
per farti fermare,
e un po’ pensare;
e forse,
tu non scapperai,
forse non riderai,
o forse sì;
non lo so;
ecco metto queste parole,
le butto giù per te,
e nasce questa poesia,
per te,
parole,
parole.

Vado per il sentiero mio,
la mia vita,
il mio destino,
non ascolto più nessuno,
non guardo e non mi interessa
la gente e le loro storie;
vado per la strada mia,
tra alti e bassi,
luci e ombre;
con il male che lotta contro il bene;
un giorno stai bene e sei contento,
un altro,un po’ meno,
è tutto così,
e non bisogna pensarci più di tanto,
me n e frego,
e tiro avanti,
con le mie idee,
i miei sogni,
le speranze,
la mia storia,
il mio tempo,
è solo mio,
solo mio.

Silenzio,
cerco solo silenzio,
nella mia vita,
nel mio giorno;
ascoltare il vento
che scuote le foglie,
e muove il bucato,
e fa rotolare i pezzi di carta;
ascoltare il suono mesto d’una campana,
il battito d’un cancello
che si richiude;
silenzio,
per pensare,
per meditare,
ascoltare il silenzio,
pensare con calma,
rincorrere i sogni,
e mille idee;
pensare all’amore,
ad un sentimento,
alle cose belle della vita,
alle cose positive della giornata,
e buttare via tutto il resto,
il ciarpame e la tristezza;
non ascoltare nessuno,
solo il silenzio,
e la propria vita.

Un'altra notte magica,
avvolta da un a patina morbida,
di coltre notturna,
cielo di pece,
stelle lontane,
assenza di suono,
tutto fermo,
statico,
bloccato,
sospeso;
cortile deserto,
sedie e seggiole,
vuote e solitarie,
un pallone in un angolo,
la ramazza per le foglie,
i cavi del bucato,
gli stendini con le pinze;
tutto sembra abbandonato adesso;
un gatto vaga d a solo,
tra l’erba bruciata dal sole,
e fugge svelto sotto una macchina,
immagini notturne,
lampioncini ,
come ciclopi tristi.

Con questa notte qui,
con questa notte,che rotola giù,
come un barattolo svuotato,
che fa rumore nel cortile,
mosso dal vento;
notte lunga,
interminabile,
ma anche giovane baiadera,
che danza sotto il falò,
come un a baccante di dionisio;
si sentono a volte,i grilli,
che un a volta ce n’erano di più;
notte plumbea,
fosca,
la luna si è nascosta,
o no;
ore piccole,
che non passano mai;
il giorno è lontano,
per fortuna;
un po’ di fresco,
senza la calura
e l’afa della giornata,
ma in casa,fa caldo.
Dormire è un problema.

La notte è già qui,
come sempre;
come un amica attesa,
che arriva un po’ troppo presto
e di sorpresa;
lampioni accesi,
cortile illuminato;
una leggera brezza ,
che ti fa rivivere,
respiri finalmente,
a pieni polmoni;
guardi le auto avvolte dal buio,
coi vetri che baluginano alla luce
delle lampade;
si sente qualche cane,
e la tele della vicina,
col telegiornale e le notizie;
la giornata è volata;
il tempo corre,
e non si ferma,
e ti porta verso un destino;
verso il domani,
che arriva così presto.

Parlare al telefono,
una voce amica,
una voce che ti ascolta,
una voce che ti capisce;
che ti dice una buona parola,
che ti fa star bene,
le parole di una madre,
che scaldano il cuore,
e tutto ti sembra più chiaro,
e semplice,
e tutto ti sembra meno nero;
le parole di un a madre,
che con poche parole,
ti dice tante cose,
che ti porti dentro,
e ti fanno coraggio.

Nottetempo,
sveglio,
occhi pesanti,
mente confusa,
che gira a vuoto,
che sogna,
che i perde nell’alveo
della notte;
mille pensieri galoppano,
all’infinito,
in steppe
di sogno;
mille sogni e una notte,
rimpianti nostalgia,
e fantasmi del passato,
con pezzi e
schegge di sogno,
sogni perduti,
mentre fuori,
l’immensa notte,
e il fresco del buio,
con una lieve brezza;
notte continua,
notte giovane.

Festa,
silenzio intorno,
di nuovo ferragosto,
qualche voce lontana,
la città è adagiata,
dormiente,
sopita,
traccheggia,
e indulge,
nella festa;
fuori è giorno fatto,
ci sarà il solleone,
e la solita afa e canicola,
che non mi và di affrontare;
quiete della festa,
non si s ente un anima,
o quasi,
il tempo passa lento eparco;
momenti di pausa,
di vacanza,
feria,
ferragosto,
ferragosto.

Notte selenica;
calma totale,
silenzio profondo;
assenza di tutto;
guardo lo schermo,
e lotto contro il sonno;
fuori il buio,
e i lampioncini accesi;
non un anima si sente;
un rumore lontano di clacson,
qualche camion che stà andando
nella notte;
e poi sarà domani,
e poi sarà il futuro,
chi può dire,
chi può prevedere;
siamo sbattuti dal destino,
dalla sorte;
tutto può succedere;
cose negative e positive;
amici e non;
persone che ti vogliono bene,
altre in vece no;
lotta tra bene e male;
e così.

Solo,
nella stanza immersa
nella notte ,silenzio,
un cane guaisce;
caldo,
in casa;
voglia di fresco,
di una bibita,
dimenticare,
dormire,
sognare;
rinviare tutto a domani,
non pensare,
bere qualcosa;
una macchina stride lontana;
mille pensieri e nessuno;
la notte o qui,
è qui.

Strada montana,
immersa nella tenebra,
scuro serale,
odore di erba,
di fogliame,
venticello,
e brezza fresca,
che ti colpisce la faccia,
la strada discende a valle,
verso il primo paese,
la macchina avanza spedita,
vedi le sagome grosse e massicce
delle montagne e le alture;
luci dalle baite,
e dalle cascine di montagna,
una stalla con le luci accese;
sentieri piccoli,
e tracciati di ghiaia,
nascosti dal buio,
i cartelli segnaletici,
animali vaganti da qualche parte.
Silenzio alpestre,
ti godi il fresco,
che riempie i polmoni,
fresco di montagna.

Il tempo passa,
la mattina vola via,
tra caffè,
piccole faccende,
voci di vicini,
il cancello si apre
e sbatte;
il tempo,
passa
inesorabile,
e porta presto
verso il futuro,
ed è tardi,
e ti trovi
davanti al domani,
che non vorresti,;
e non vuoi esserci,
non vuoi essere trovato,
non vuoi decidere niente,
vuoi solo stare tranquillo,
in disparte,
non pensare,
non fare niente;
com’è difficile essere
adulto,
come difficile,
trovare la pace,
serenità.

Notte
Profondo abisso,
ricettacolo
di pensieri,
sogni,
incubi,
pensieri del passato,
e il presente che
si scontrano;
e poi il pensiero di lei,
così bella,
così libera e
lontana;
cosa sarà domani,
un po’ bene
un po’ male;
lotta tra forze opposte;
ma le e bene,
positivo e negativo;
è sempre così,
a una cosa buona ,
ce n’è attaccata,
un a cattiva;
e proseguiamo
il cammino,
in questo mondo,
così strano,
così folle.

Cielo fosco,
ovattato,
oscuro,
avvolto di nero,
velo della notte;
stò seduto fuori,
e ascolto,
il niente della notte;
tutto avvolto dal manto del buio,
non si sente niente;
il nulla;
la vicina esce un attimo,
ha un po’ d’insonnia,
apre la persiana,
e guarda se piove;
ma non piove;
cielo di cenere,
non vedo le stelle;
nuvolo ,
penso;
solo qualche verso d’uccello,
dai rami,
ma anche lì,
sono tutti dormienti,
il fresco della notte,
mi lambisce il volto,
notte,
notte che và.

Vento,
che si insinua,
entra,
fa forza sul cortile,
sbatte i nailon,
alza il bucato,
fa muovere i palloni,
disordina i capelli,
fa tirare un respiro
di sollievo;
arriva dal mare,
chi lo sa,
dalle montagne,
dove fa fresco,
e c’è un po’ di foschia e
di natura verdeggiante;
le vicine,
si tengono i capelli,
e parlottano,
sedendosi,
sugli sdrai;
giorno ventoso,
con l’estate in mezzo.

Fine della notte,
fine del buio,
la tenebra,
si ritira,
svanisce,
scappa;
cantano gli uccelli del mattino,
frusciando tra gli alberi,
le nuvole sono poche,
e alte nel cielo,
niente pioggia;
la luce aumenta,
è giorno ormai;
guardo il cortile,
dalla mia sedia;
il caseggiato è ancora dormiente,
qualche rumore di macchina,
di gente che mormora,
di panettieri al lavoro;
è giorno,
adesso,
ora.

Albeggia,
la notte si invola,
il buio diminuisce,
si sentono i corvi,
fare versi strani,
le gazze e altri animali;
nel cortile silenzioso,
tutti dormono;
guardo la macchina,
innaffio due fiori,
mi siedo,
e mi godo il fresco;
sopra nuvole e ammassi nuvolosi,
scaricano qualche goccetta di pioggia;
poca,
tra poco sarà giorno,
caldo,
afa,
rottura.

Di eroi ce n’è tanti,
nei fumetti,
nelle storie,
nel far west;
ma l’eroe più grande,
lo sai qual è,
il coraggio di una mamma;
la mamma che tutto pensa,
tutto fa,
tutto ascolta;
e cerca di farti coraggio,
ti ascolta,
ti incoraggia,
ti calma,
ti fa da complice,
ti aiuta;
ti asciuga una lacrima;
l’eroina più grande,
e il coraggio della mamma;
che interviene,
fatica,
ti fa coraggio,
ti assiste,
ti dice un a buona parola,
un consiglio,
un suggerimento.

Albachiara di Voltaggio
Struttura abbastanza elegante,posta in un oasi di verde;
c’è l’ingresso,la holle,la reception,
il soggiorno e la stanza degli hobby;
e i lunghi corridoi che sembrano incontrare il cielo;
tutto pare strano,irreale;
dentro la comunità,si respirano tante cose;
una certa porzione di noia,
di tedio,
e il tempo,che non passa mai,
e difficoltà di farlo passare;
si ascolta musica,
si fuma,
si passa il tempo come si può,
passeggiando;
la comunità è un luogo dove si ride,
si parla,
si obbietta,ci si arrabbia,
si propone;
si hanno mille idee,
anche le più strane;
m a è anche un luogo di dolore,
di malinconia,.
Di solitudine,
di tristezza;
per i genitori lontani,
i parenti
che non si fanno vivi;
le telefonate che si aspettano,
e non arrivano mai;
ognuno ha la sua storia,
il suo dramma personale;
il suo dolore;
chi è stufo di stare dentro,
e ormai sono anni che ci vive,
chi vorrebbe andarsene,
chi scappa,
chi ritorna;
e la vita và,
in comunità.

Non mi arrendo,
e cerco la mia normalità;
cerco la calma,
la pace;
la gioia di vivere;
nonostante le lacrime del mondo;
un mare di lacrime;
ci sono più lacrime che sorrisi;
cerco la mi anormalità,
in una fermata deserta;
nelle pagine d’un libro,
in un viaggio,
in un paesaggio montano;
cerco la mia normalità,
come un sogno svanito,
troppo presto;
malgrado l’età,
e gli anni passati;
cerco la normalità,
nei tuoi occhi,
per asciugarli dalle lacrime;
cerco.

Improvvisamente
Scoppia l’estate,
un caldo che mozza il fiato,
e buca la testa;
voglia di fresco,
di bibita,
di stare al riparo,
cercando l’ombra;
aria asfissiante,
afa;
e poco vento;
l’estate,
l’estate.

Albeggia;
non ho voglia di altro,
se non di un caffè,
un cappuccino;
è ancora buio,
notte
è ancora con me,
mi vela,
mi copre,
il tempo nicchia,
e non passa;
persiane serrate,
fuori il fresco della notte,
le lucette accese,
qualche finestra
illuminata,
i lampioncini
sfarfallano pieni
di insetti;
poi verrà il sole,
e la calura,
l’afa,
e il caldo che rompe;
meglio non pensarci.

Il tempo scorre
Senza pietà,
è già quasi giorno,
il casino del mattino inizia,
tra il gridio degli uccelli,
e i rumori di inizio giorno;
poi ti alzerai,
aprirai le imposte,
guarderai fuori,
nel cielo alcune nuvole,
e un aereo che corre lontano,
verso posti di sogno;
e vorresti partire,
volare via,pure te,
dimenticare,
e lasciarti dietro,
tutto quanto,
questo paese balordo,
le solite facce,
le opinioni stupide
della gente,
al vita di sempre;
vorresti voltare pagina,
e mandare tutto al diavolo,
lasciare tutto,
ricominciare.

Siamo tutti soli,
tante parole,
le luci della città,
i casini,
le compere,
gli oggetti,
e tutti i beni superflui,
con cui cerchiamo,
di ingannare la solitudine,
e la morte;
ma siamo soli,
soli,coi nostri guai,
con la nostalgia,
coi rimpianti,
soli,
cogli anni sulle spalle,
e i vecchi tempi,
per noi,
non ci sono più;
soli in mezzo ai vicini,
soli,
in una stanza,
soli,
mentre aspettiamo la vicina,
soli con noi stessi,
e nessuno capisce,
nessuno ne sa niente;
lottiamo come possiamo contro,
la nostra solitudine,
e il tempo che passa,
che ci fa restare soli.

Mattina,
le ore transitano lente,
poi di botto viene tardi,
e ora di pranzo;
stai dentro,
cerchi dormire ancora un po’;
fuori,
il becchio degli uccelli,
rumori di lavori lontani,
un a moto passa svelta,
scaricando e facendo casino;
voci sommesse,
gente che esce dal cancello,
la vicina si s veglia,
e ci dà con la ramazza,
gesti di sempre,
mattutini,
mentre il sole c’è già,
e farà di nuovo caldo,
con delle folate di vento.

Mattino,
tutto và via veloce,
come una tazza di
latte,bevuta in fretta;
il tempo a volte scorre,
a volte si perde,
come un vecchio,
che cammina piano;
colazione,
bagno,
il sacco dell’immondizia,
solite cose della mattina,
poi chissà che farai,
sentirai le vicine uscire;
sotto il primo sole mattiniero;
il beccare dei colombi,
i merli e il cicalare degli uccelli,
speriamo non faccia troppo caldo.

Un po’ ogni giorno,
alzarsi e farsi coraggio,
un po’ ogni giorno,
sperare in un sorriso,
una mano amica,
una parola,
di chi gli importa di te;
andare avanti un po’ ogni giorno,
una rabbia in più,
un esperienza in più,
sperare è importante,
sperare in te,che sei unica;
andare avanti,
lottando contro la solitudine,
la paura,
il silenzio,
il passare degli anni,
e la nostalgia,
dei giorni passati,
dei bei tempi;
andare avanti,
e sperare in qualcosa,
un po’ ogni giorno,
credere ancora,
e cercare di vivere,
di vivere.

E adesso lotto ,
per calmare lo spirito senza pace,
adesso,
devo cercare il sonno
finito,
spento,
consumato,
che mi lascia prono,
scoperto,
in ginocchio;
davanti alla notte ,
immensa,
senza fine;
senza limiti;
le porte della notte,
fatte di sogni,
speranze,
illusioni,
rabbia,
insonnia.

Sopore,
dormire,
sogno muto,
grigio,
indistinto,
stò sognando,
ma cosa,
non lo so,
stò dormendo un po’;
occhi chiusi,
respiro piano;
poi d’improvviso,
un sussulto,
mi piego,
apro gli occhi;
realtà,
mi alzo,
guardo,
che ora è,
ancora notte,la
notte alla fine;
sono sveglio,
ora,
di nuovo.

Amore che fai,
dormi,
dormi,
tutti i sogni del creato,
sogni fatati,
sogni sospesi,
in questa notte,
zitta e silente;
dormi,
inconscia,
inconsapevole
creatura;
dormi,
dormi;
la notte è perfetta,
non si sente un anima,
silenzio criptico,
solo il mio pensiero,
mi tiene compagnia;
ma tu dormi,
dormi;
veglierò su di te,
sui tuoi sogni,
le tue speranze,
la tua vita;
le cose passate,
quelle a venire;
notte,
dormi,
dormi.

Notte,
mille silenzi,
pensieri,
dolore,
rabbia;
il ricordo di ieri,
le memorie del passato,
che ritornano a galla;
la voglia di fare,
di non perdere più altro tempo;
il tempo è tiranno,
e non guarda nessuno,
solo passa,
e passa in fretta;
e non ti resta niente,
se non stai attento,
non ti resta niente,
solo sogni infranti;
se non stai attento,
il tempo ti frega;
e non ti lascia neanche
la voglia di gridare;
il tempo passa,
senza pietà,
passa;
resta solo l’amore,
come unica speranza.

Notte profonda,
le ore nicchiano,
si fermano,
perdono tempo,
danzano nella mente,
e rimangono lì,
dove sono;
occhi stanchi,
mille pensieri
si accavallano,
mille cose da dire,
da fare;
vorresti qualcuno,
che ti ascolti,
che capisca,
che intuisca;
il tuo bisogno,
di vincere la solitudine;
ma tutto và,
tutto passa,
gli anni volano
via;
in fretta e furia,
e ti resta solo il ricordo,
il rimpianto,
la voglia di tornare giovane,
di ricominciare daccapo,
tutto quanto,
questo vorresti,
questo faresti,
lo sai,
lo sai.

Notte,
incubi dietro la porta,
spettri
e fantasmi di ieri;
passato  e presente;
lottano,
nella mente stanca;
poco da fare,
lo schermo acceso,
non sai che fare,
dove andare;
silenzio spettrale,
tutto fermo,
immobile;
notte,
notte.

Ci vorrebbe un sorriso,
un sorriso al giorno,
il tuo sorriso,
per cominciare la giornata,
per non essere solo,
per non sentire,
solo il silenzio
della stanza;
ci vorrebbe un tuo sorriso,
per uscire,
per credere di nuovo,
per avere fiducia;
per affrontare la giornata,
ci vorrebbe un sorriso,
per sentire calore,
un raggio di sole,
tale quale ad un sorriso,
che scalda il cuore,
che fa
sperare,
che ti fa alzare,
e respirare,
e credere di nuovo,
nell’amore.

Montagne voltaggesi,
avvolte dalla verzura,
ricoperte di verde vivo,
di fogliame,
di cespugli,
e sembra di essere nel Borneo,
in Indonesia,
nel fiume giallo,
con la montagne pluviali;
i battelli ed i traghetti;
ed invece sono a voltaggio,
e sogno la giungla;
intorno i monti e i bricchi,
un po’ primitivi,
lo sono davvero;
li contempo,
per un po’,
in silenzio,
natura forte,
vigorosa,
montagna viva.

Alture a voltaggio,
ai fianchi dello stradone,
pinnacoli e guglie,
altipiani e radure;
case e baite,
con le stalle
e i bovini,
e gli armenti;
pezzi di roccia muda,
monti possenti e arcaici,
di mari che non sono più,
di abissi scomparsi;
contemplo
la natura libera
montana,
con la coda dell’occhio,
mentre l’auto si incammina;
e mi perdo nel verde,
e nella libertà,
primigenia della natura.

Temporale estivo,
che arriva come una
manna,
una ventata di fresco,
di aria,
di pulito,
e finalmente respiri;
il cielo si scurisce,
le nubi galoppano,
scroscio,
improvviso,
tutto
si tinge
di stille,
tutto si impregna d’acqua,
si chiudono le imposte,
zampilli
sul ciottolato;
osservi la pioggia,
e ti fai cullare,
dal ritmo delle gocce.

La primavera stà
Morendo,
tra folate,
e spifferi,
vento di mare
che sbattono i
cespugli,
che agitano le fronde,
colpi di vento,
s’alzano le cartacce
e i nailon,
stò perdendo la primavera,
come perdo te,
velocemente,
e in modo
burrascoso,
tra casini
e rumori,
almeno parlassi,
almeno dicessi,
ricordarti di noi due,
delle promesse,
dei sogni,
e noi vicini,
le mie speranze,
le mie illusioni,
e adesso,
te ne vai,
adesso,
sparisci,
come il vento,
che porta
via una stagione
con le nuvole,
sparisci,
e io ti cerco,
ti chiamo,
ma non mi senti..

Orologio,
le lancette a volte,
non si muovono più,
e il tempo pare nicchiare e
smarrirsi,
quando hai problema ,
stai male,
il tempo si impunta,
e non vuol passare;
strano questo tempo,
e quando stai bene e sei felice,
le ore volano,
veloci  e saettanti,
come un treno in una galleria;
e questo orologio,
che scandisce il nostro tempo,
fatto di male
e bene,
di corse,
o di relax,
il tempo scorre sempre,
ruota che gira,
vita che se ne và;
il tempo,
il tempo.

La stagione stà finendo,
la primavera stà morendo,
giornate lunghe,
sole alto,
nuvole amiche,
vento,
poi anche lui,
se ne andrà,
e rimarrà il caldo,
saluto alla primavera,
arrivederci,
coi suoi colori forti,
l’erba verde,
le ,giornate fresche e
ventilate,
gli acquazzoni,
che portano
il fresco;
da questo caldo,
vorrei solo,
andare via,
e trovare un'altra
primavera,
lontano da quest’afa,
dal tedio,
dalla polvere,
e dall’inerzia,
quando muore la
primavera.

Chissà cosa cos’ha,
questa notte spettrale,
questa notte bianca,
lattea,
illuminata,
dalla luce fioca dei lampioni,
e le insegne al neon dei bar;
chissà che mistero c’è,nella notte;
in un sogno frantumato,
spirito insonne,
il riposo scemato,
e tu che vai avanti e indietro,
cercando di riposare,
in questa notte enorme,
buia,
le stelle dove sono andate,
vuoi tutto e niente,
ripensi al giorno finito,
alla rabbia,
le cose che non ti sono piaciute,
che ti bruciano dentro;
la notte,
cos’è la notte,
è ricordo,
nostalgia,
pensiero,
stanchezza,
memoria;
e tutto allo stesso tempo,
e niente;
cos’è la notte.

notte sfavillante,
chiarori e luci,
giochi di ombre,
e aloni lontani;
lampioncini accesi,
quiete notturna,
pausa totale,
relax;
solo io,
stò sveglio,
inseguendo
il mio spirito
senza pace,
pensando,
ricordando,
immaginando,
mentre il giorno
di ieri,
è finito,
e il domani
è ancora avvolto
nell’oscurità,
e nella bisso delle tenebre
senza fine;
il tempo non passa più,
tutto apre lento,
congelato,
stracco,
flemmatico;
la notte.

Liberazione;
senza di te non potrei stare qui,
non potrei scrivere,
né respirare,
né esserci,
né pensare,
senza di te,
libertà;
non sarei più lo stesso,
morirei,
sarei senza fiato,
non avrei più la forza di esserci,
libertà,
libertà;
ti scrivo col pensiero,
nei muri,
nella mia casa,
nel mio giorno,
ti porto sempre con me;
libertà,
e per te ricomincio,
grazie a te,
libertà.

Cuore della notte,
spirito inquieto,
vagabonda,
per il mondo notturno,
a cavallo d’una scopa;
laggiù,
verso le porte del mattino,
verso l’aurora,
ancora a venire,
dove il cielo si fa rosso,
e c’è la brina notturna,
vagabondo per la notte,
lampioni e luci,
del cortile,
tutto immoto
e spento,
fermo,
la notte prosegue
veloce,
verso la sua
fine.

Buio novembrino,
che scende presto,
e oscura la città,
il paese,e ogni dove;
non fai tempo ad uscire,
è già notte,
e arriva la tristezza e
la malinconia d’un inverno,
che torna ogni volta,
a rompere le balle,
coi suoi silenzi,
i suoi freddi,
i suoi stati letargici,
la natura sopita,
e anche la gente,
che è più pigra,
e ha meno voglia di uscire,
e di lavorare,
e tutti scappano a casa,
per sfuggire al gelo e
alla brina;
e l’edificio,si svuota repentino,
rimangono pochi ritardatari,
quiete,
pace,
esco e rincaso,
pensando alle mie cose.

E mi manchi,
stella all’imbrunire,
che il cielo
si fa rosso,
e le nubi scure;
volano i colombi,
e le poche rondini
alte;
il bimbo gioca,
aria tiepida
primaverile,
polvere,
soleggiato;
la madre lo scruta,
attenta;
silenzio,
cala la sera,
odore di cena,
piatti e posate,
che si muovono,
voci sommesse;
fa fresco in casa,
e pensi a lei,
alla fine del giorno,
lei,
lei,
lei.

Eli,
la neve caduta,
raccolta,
negli anfratti,
e negli spazi,
rompe le scatole,
e ci rallenta,
è un gran casino,
questa tormenta;
vuoto dentro,
senza te,
spesso mi fermo,
pensandoti,
il tuo viso,
i tuoi
occhi
un po’ velati,
un po’ tristi,
ti penso,
ti penso.

Domenica,
col caldo
che già
secca e disturba,
nessun vestito và bene,
giorno tranquillo,
silente,
rituali domenicali;
lavatrice,
doccia,
radio;
ricerca di relax,
di calma,
di ristoro,
lontano da tutto,
dalle mene
del mondo,
dal mondo fuori;
alzo le spalle,
e penso a casa mia,
a me,
gli altri
non esistono,
il mio tempo,
me lo gioco,
io,
come voglio,
e decido io;
se non và bene,
e lo stesso;
giorno festivo,
tutto fermo,
distante,
smorto,
letargico;
si vedrà lunedì,
non pensiamoci.

Stanzetta,
guscio personale,
oasi domestica,
isola sperduta,
momento
di relax,
stacco da tutto;
il mondo turbina
e corre,là fuori,
da qualche parte.

Scozia,
Granfield,
la torre medievale,
i pescherecci,
le reti  a riva;
un cielo rosso,
tramonto,
Scozia,
terra di avi,
di antenati,
una cornamusa,
suona ,lontano,
la melodia sincopata si spande;
sapore di storia,
tradizione,
terra di antichi splendori,
dignità,
tradizioni
della terra;
Scozia,
Scozia.

Cammino nel mio giorno,
adesso,
mentre è vicina l’alba;
penso alla libertà,
libertà di pensare,
di credere,
di sognare,
di fare,
o non fare niente;
di muovermi solo
se ne ho voglia,
di mandare al
diavolo le opinioni altrui,
di chiunque,
perché non mi và,
perché non le accetto,
non mi riguardano,
sono tutte storie,
di chi,
tira sempre a
indovinare;
penso alla libertà,
la mia libertà,
la mia.

Tu sei là,
lontana ,chiusa,
appartata là.
E ti comporti come
Se fossi inesistente,
ed io resto qui
senza far niente,
non ce la faccio a staccarmi
da te,
e non pensarti,
cancellarti,
ma tu sei là,
chiusa nel tuo privato
piccolo mondo personale,
e a me non pensi,
non parli,
non senti,
ed io resto qua,
senza parlare,
tanto lo so,
che non stò
senza pensarti,
senza immaginarti,
dove sei,
dove sei,
che fai,
mistero in te..

Tele ,
schermo bianco,
acceso,
non vedo più niente,
solo dormo,
assopito sulla sedia;
è notte,
all’inizio,
ma il tempo pare di
granito,
non passa più,
stà fermo,
immobile come me,
che non sento più niente;
bevo qualcosa,
di fresco,
frigo,
thè;
vorrei
alzarmi,
fare,
andare,
spendere la notte,
usare il tempo che resta;
tu non capisci,
tu non sai;
il tempo a volte
si impunta,
a volte fugge;
questa mia vita,che vola via;
come questa notte,
strana
e fosca,
silente
e falsa,
fatta di ombre,
di nero,
di sogni,
pensieri
fugaci.

Pensiero,
che vola,
aleggia,
vortica nella mente;
mille e un pensiero,
anche per te,
per te;
che non ti vedo,
che sei lontana,
che ti ho pèrduto,
come il tempo
che è passato,
e che mi frega sempre un po’;
pensiero di te,
che mi manchi,
per le cose sfuggite,
le cose non dette,
per un saluto affrettato,
pensiero per te.

Stufo,
delle parole,
chi dice qua,
chi dice là;
tutte storie,
non c’è la verità,
in mezzo alla gente,
non c’è nulla,
che mi riguarda;
vivo la vita mia,
mia,
alla giornata,
e non ascolto;
chi vuole solo
vedermi male,
correre,
vuole solo,
vedermi in guai;
non mi muovo,
non mi frega;
volto le spalle,
e vado via;
non ci sono,
non mi fermo,
sono solo ombre e voci;
sono solo,passato.

Fermare tutto per un po’,
fermare questo nastro in moto,
il film dell’esistenza,
fermare ogni cosa un pochino,
per pensarci su,
per riflettere,
rimediare,
e aggiustare gli errori,
chiedere scusa,
tornare indietro,
ripensarci,
e avere un'altra occasione;
recuperare un amore perduto,
e poter tentare di nuovo,
a farti dire un sì,
fermare un momento,
questa corsa di tutte le cose,
il bruciare della candela,
poter fermare ,
fermare tutto,
fermare.

Vorrei trovare le parole,
per farti fermare,
farti pensare,
e voltare un po’ verso di me;
e non farti andar via,
mentre cammini svelta,
affaccendata,
e non mi vedi,
non mi senti,
ed io non arrivo
al tuo cuore,
non ti faccio pensare a me;
vorrei avere le parole
giuste,
per farti capire di me,
per fermare la tua corsa,
la corsa di questo mondo pazzo,
e fare in modo che non mi
dimentichi,
e durare nel tuo cuore,
ma tu scappi,
ti volti
e scappi via,
veloce,
e sicura;
e mi resta solo
il silenzio,
la solitudine,
e non ascolti,
e hai fretta,
e io che posto
ho,
non so;
vorrei avere le parole,
quelle che contano,
al momento giusto,
per non farti dimenticare,
dimenticare…

Tetra notte,
incombe,
col suo
sudario nero;
il tempo nicchia,
indulge,
e si ferma,
fuori
assenza di tutto,
ogni cosa
sopita  e dormiente,
niente
e nessuno;
tace il telefono,
messaggio
mandato
per domani,
voglia
solo di riposo,
di silenzio,
di fregarmene
del mondo intero,
con tutto il
suo pacchetto
di fregature;
non ci sono,
non rispondo,
non scendo;
stò dove sono.

Vieni avanti,
in un vestito
bianco
colorato e fiorato,
capelli raccolti
viso pacato,
occhi grandi
e pieni di vita;
cammini sinuosa ed
elegante e stai benissimo,
quasi non ti riconosco,
sei alta,
slanciata,
forte,
eretta;
ti guardo,
e non smetto di farlo,
e vorrei
poter stare con te,
e trascorrere i miei anni
che restano con te,
vederti,
sentirti,
tutti i giorni,
e non lasciarti
mai,
e non dovermene
andare;
ma che vuoi fare,
è così;
e sono contento lo stesso,
di tutto quello che puoi darmi,
anche se è poco;
facciamo quello che possiamo,
nel poco tempo che c’è,
tra le mura ospedaliere;
parliamo ,
ci guardiamo,
vediamo la tele,
mangiamo,
o beviamo se
ce n’è;
io con te,
stò bene,
e non ti lascio,
non ti dimentico,
qualche volta è dura
viaggiare,
ma và bene così;
grazie a te,
che mi dai tanto;ascoltami,ascoltami..

Ritrovarti,
e stare con te,
seguirti,
seguire il
tuo profilo,
seguire il tuo
respiro;
sederti accanto,
e non sentire più male,
non sentire più il tempo che passa;
un bacio,
poi un altro ancora,
ridere
e scherzare,
mentre l’estate incombe,
con l’afa e la calura;
ma ora tramonta,
cielo rosso,
ora con te,
non voglio sapere,
non voglio pensare;
sento solo te,
e il tuo calore,
e riempi,
il mio vuoto,
riempi,
il mio giorno,
il cuore,
la testa;
e stò bene.

Sento il tuono
Roboante,
che squarcia il
silenzio,
con grosse bordate,
piove,
refrigerio
e aria fresca,
ci salva dal caldo;
ascolto la pioggia
amica,
continui pure,
  col suo ritmare
infinito.

Pensierino per te,
in questa notte calma
e diafana,
dove tutto pare distante
e immutabile;
ascolto il niente;
pensierino per te,
che dormi o sogni,
o fumi di nascosto,
o ascolti una radiolina;
pensierino solo per te,
per sentirti vicina,
per pensarti,
averti in mente,
e ingannare un po’,
la malinconia e la solitudine.

Manciata di minuti,
come granelli di sabbia,
i minuti scappano,
volano,
si eclissano,
mi lasciano,
si voltano e sono già passati;
come tutto passa,
tutto và,
ed è provvisorio ed effimero,
non c’è niente di sicuro,
oggi è così,
domani chissà dove sarai,
come starai;
tutti siamo in ballo col destino,
e tutto passa.

Assenza di rumori,
tutto soffuso,
notte fonda,
luce accesa,
mi alzo,
cammino,due passi,
il bagno,
bevo un pochino,
orologio,
ore piccole,
lente e
flemmatiche,
come una testuggine veneranda;
il tempo,
non passa,
non passa,
così sembra;
penso a ruota libera,
a tutto e a niente,
la mattina sembra così lontana,
e distante adesso,
ingannare il tempo,
un po’ di musica,
poi si vedrà,
si vedrà.

Il tempo incalza,
senza sosta,
non si ferma mai,
se non ,
nella nostra fantasia;
i giorni ,
i mesi,
gli anni,
scivolano via,
come un torrente primaverile;
tutto passa,
tutto è provvisorio,
effimero,
cangiante;
il tempo stringe,
tutto vola via,
comunque,
anche se noi,
non ci pensiamo,
il tempo passa.

Mattina,
non tanto tardi,
fuori fa freddo,
vetri appannati,
solo
i volatili  e gli uccelli,
cantano il nuovo giorno,
in un frinire,
e un cantico continuo;
ho solo gli occhi stanchi,
assonnato,
voglia di cappuccino,
di fare ancora un sogno strano,
di scomparire,
volatilizzarmi,
fregarmene,
starmene in casa,
e nulla più;
dal cortile nessun rumore,
la vicina sarà ancora sopita,
non sento il fruscio della
sua ramazza,
che spazza le foglie
e gli sterpi,
non sento niente;
è nuvolo,
o forse no,
staremo a vedere,
cosa succederà,
tutto è possibile.

Il trillio dei cardellini,
il canto degli uccelli,
odore di gemme nell’aria,
di erba nuova,
di stalla
e di fieno;
risveglio primaverile,
il grande freddo è finito,
il gelo,
le sciarpe,
la tosse e tutto il resto,
adesso c’è il sole,
che scalda,
e la temperatura è alta,
anche troppo a volte;
voglia di vita,
di andare,
partire,
scappare,
di fare un viaggio,
di vacanza;
magari solo in sogno.
Primavera nell’aria,
speranza soffusa.

Sono qui,
vicino a te,
ma non siamo
mai stati
così distanti,
così lontani
anni luce;
sono qui,
sono qui,
per te,
ma tu non mi
vedi,
non mi senti,
non mi senti;
immersa nei tuoi pensieri,
a cosa pensi,
a chi pensi,
a lui,
a lui;
ti ha detto
cosa,
ti ha fatto promesse,
pensi a lui,
e io,
qui,
qui,
non lo capisci,
non mi vedi,
non mi senti,
non ascolti,
sei arrabbiata,
non parli,
non pensi più a me,
e io qui,
qui,
ma tu sei
staccata,
lontana,
chiusa,
sono qui,
sono qui,
non lo capisci,
non mi senti,
non mi senti.

Tragitto primaverile,
alture,
pianori,
altipiani e
terrapieni,
pieni di erba novella,
verde intenso,
come se fosse d’Irlanda;
calore sopportabile,
nuvolosi all’orizzonte,
pioverà ,o forse no;
vita e risveglio nell’aria,
e il bel tempo,
ti mette allegria.

Notte
Amante,
amica,
confidente,
cassandra notturna,
dove i pensieri
volano e aleggiano,
dove le ore nicchiano,
e sembrano fermarsi
e ammiccare,
tra il sonno che và e viene;
e i sogni sospesi,
che ti aspettano.

Pesante,
testa pesante,
non voglio
ripensare,
non voglio sapere,
alzare le spalle,
e basta;
stare tranquillo,
ascoltare
il silenzio diafano
del buio,
concentrarmi,
su cose mie,
essere libero,
tornare a ridere,
ridere,
pesante,
liberarmi di tutto,
avere il coraggio
di decidere,
volare via libero,
con la fantasia,
scrollando le spalle,
non pensare più,
non angustiarmi
più,
pensare a te,
me,
alle cose mie;
riflettere in silenzio,
mentre il tempo,
passa lento,
e cadenzato,
passa e và via,
e allora,
voglio
pensare a te,
a noi due,
prima che tutto svanisca,
che
tutto sia silenzio,
e vada via,
libero,
in pace;
in pace.

Proiettato
In avanti nel tempo,
dall’ora nuova;
e tutto sembra scorrere,
fuggire via,
passare svelto,come
l’acqua dal rubinetto;
mentre la notte giovane,
sembra ritrarsi,
e scappare via,
come una baiadera notturna,
velata di nero;
io raccolgo i cocci,
del mio sonno,
dei sogni finiti,
le speranze infrante,
il tempo passato,
i visi perduti,
le occasioni sfuggite;
in questa notte,
troppo lesta
e veloce,
come una gatta furba;
guardo il nero nei vetri,
cercando
il riposo,
e la pace.

Amore,
sei stata su,
e io seduto
solo,
a pensare,
a cercare,
di ingannare il tempo;
non lasciarmi solo,
non lasciarmi lì;
se non ci sei,
sono sperduto,
amaro
e stanco;
scendi giù,
non stare lì
sopra;
ti aspetto,
ti aspetto;
ti amo tanto,
soprattutto
quando mi manchi,
e non scendi.

Mi manchi tu,
il sorriso,
i tuoi
grandi,
e un po'
afflitti,
i tuoi capelli
raccolti,
cascata castana,
le dita,
la tua voce
morbida,
mi manchi tutta,
ti penso,
penso,
in questo giorno
che và,
penso a te,
tutto il resto,
non conta,
non lo
voglio.

Notte lunga,
non ne vedo la fine,
mi sembra di avere dormito,
un eternità,
e sono poche ore;
la notte davanti  a me,
senza fine,
lunga,
interminabile,
come un abisso,
un buco nero profondo,
per altre dimensioni di sogno,
fantasie,
incubi,
pensieri,.
Ricordi;
tutto questo stà,
nello scatolone della notte,
e il buio sembra non finire mai,
e il tempo,
pare un ferro arrugginito,
che non scorre più;
la notte,
la notte.

Stò in casa,
e non mi frega,
delle mene
del mondo,
del suo folle
affannare la gente,
della corsa per ogni cosa;
stò in casa,
e mi và così,
a pensare,
a riflettere
a fuggire,
per prendermi
il mio tempo,
per pensare a me,
per fare cose mie,
per buttare
fuori tutti quanti;
stò in casa,
e non ci sono,
non rispondo;
voglio rilassarmi,
scordare,
non fare;
rimandare.
Perché dare
Spiegazioni,
tutto continua lo stesso,
anche senza di te,
ma il mio tempo
rimasto,
lo voglio  per me.

La notte mi circonda,
mi stringe nelle sue braccia nere,
e seleniche,
mi avviluppa,
mi pervade;
le ore traccheggiano,
e non passano mai;
vorrei tante cose,
il mio tempo solo per me,
staccare da tutto,
non sentire,
non sapere più niente,
non essere coinvolto,
con le bizze del mondo,
chiudere la porta,
vivere la mia vita  e basta,
camminare lungo il mio sentiero tracciato,
scelto da me,
in pace,
fregarmene,
non esserci,
lontano,
dal male,
e dalla cattiveria.

Il mattino stà arrivando,
alle porte del giorno,
la notte è fugata,
scompare lentamente,
rintocchi di campana,
il buio retrocede,
e scema via,
musichetta,
la radio và piano,
mi alzo,
bagno,
un goccio di caffè,
fuori
ancora un po’ di lieve tenebra,
il tempo fugge,
ci sarà il sole,
o nuvole grosse e livide,
chi lo sa;
penso a te,
lassù nei monti,
penso a noi due,
spero nella fortuna,
mentre i colombi volano,
e vanno a beccare,
sul cortile;
mattino,
mattino,
è un altro giorno,
adesso.

Trovassi la parola,
quella parola,
la parola giusta,
la parola,che và bene,
che stà a pennello;
trovassi la parola giusta,
non ancora detta,
non ancor inventata,
che fa scattare la serratura
del tuo cuore,
per farti ascoltare,
per farti dire un sì,
e superare il muro,
tra te,
e me;
se la trovassi,
te la scriverei,
a forma di poesia,
te la manderei,
te la sussurrerei;
lo farei,
se trovassi la parola.

Vorrei poter fermare,
la corsa di tutto quanto,
il dover andare ,
il dover partire,
vorrei fermarmi,
aspettare,
e rimandare,
perdere tempo,
e ragionare;
tutto và troppo in fretta
e di corsa,
non c’è tempo di pensare,
e si sbaglia facilmente;
io mi fermo,
ci penso,
stò attento,
rimando;
il mondo corra pure,
io non c’entro,
mi fermo,
rifletto un po’,
per do tempo.

X elisa
Mattinata
Calma,
molto soft,
rumori
velati,
della vicina;
voci fuori,
la lavatrice ruota,
musica in cuffia,
e tu dove sei,
che fai,
non ti fai sentire,
mistero;
mi manchi,
i tuoi occhi,
il tuo sorriso,
la tua voce,
il tuo giaccone rosso,
la tutona bianca,
ti penso,
ti voglio bene,
come sempre.

Mattino,
madre in cucina,
colazione,
sedia,
gran daffare,
tutto di corsa,
la mattina vola;
e tu vorresti non esserci,
partire,
andare via,
fuggire lontano,
lontano da tutto.

Fuori,
il calore
della primavera
in anticipo;
calura,
afa,
aria secca,
maglia leggera;
e già rimpiangi
il freddo dell’inverno,
il sole
dardeggia nel cielo,
aria di festa,
e da vacanza estiva;
è esplosa la bella
stagione,
abiti succinti,
maniche corte,
braghette;
già è una lotta contro
il calore;
voglio solo
starmene tranquillo,
nel fresco di casa mia,
voglio stare
a casa mia,
e dimenticare
tutto.

Notte davanti  a me,
interminabile;
lungo abisso,
senza fine;
mondo strano,
sogni infranti,
sonno evaporato,
magia occulta,
mille pensieri si aggrovigliano,
si accavallano,
desideri,
speranze,
rabbia,
cose perdute,
fatti lontani;
tutto nella notte,
tutto adesso,
cercando pace,
e il sonno.

Sera,
buio
mi circonda,
come le spire
d'un serpente;
un'altra notte
immane,
interminabile buio;
nero china,
tutto pare svanito,
velato,
occulto;
fino al sorgere
del giorno,
fino alla fine
del buio.

Poesia per aria,
poesia nell’aria,
mi gira intorno,
aleggia su di me,
viene e poi scappa via;
le idee vanno e vengono,
trovare le parole,
quelle giuste,
trovare quelle,
mai trovate prima,
magari non usate da nessuno;
un idea giusta,
un idea mia;
per dirti delle cose,
per parlarti,
almeno fermarti,
perlomeno attirarti;
poesia nell’aria,
gioca nella mia testa,
c’è e non c’è;
una poesia per te.

Poesia,
ho pensato delle parole,
in mezzo al mio tempo,
alla mia giornata,
per vincere la noia,
e la tristezza;
da buttare sul foglio bianco,
e da mandarti,
per dirti cose,
per catturarti un po’;
ma tu corri libera,
e non ti curi troppo
di me,
non hai pensieri,
ne dubbi;
sei libera,
e ti basta;
io invece sono qui,
e cerco per te,
parole d’amore,
per vincere il male,
e l’egoismo della gente,
ascoltami.

Bianco,
foglio
bianco  solitario,
come un pino
abbandonato,
una distesa di
neve vecchia,
una landa desertica,
un cuore triste
e disadorno;
spazio immenso,
immoto  silenzioso,
da riempire,
da scrivere,
ancora da pensare;
foglio bianco,
dove ancora devo pensare,
un sentimento,
un idea,
un emozione,
per te.

Staccarmi da te,
e andare via;
il tuo viso,
il tuo naso,
i tuoi occhi dentro di me;
mi saluti con la mano,
mi sento sperduto
e desolato,
abbandonato
come un cucciolo,
senza di te;
non vorrei partire,
non vorrei andare;
c’è qualcosa di sbagliato
e mostruoso
in una separazione;
ti perdo un po’,
e perdo me stesso;
mi saluti,
e vorrei restare,
allungare il tempo,
fermare ogni cosa,
mandare al diavolo
questo e quello,
sei tutto quello,
che di buono o
trovato,
in questo mondo
pazzo
e incasinato;
sei la sola,
che mi ha dato
qualcosa,
che mi ha capito,
che si è accorta di me,
che mi ha dato una mano,
mi ha ascoltato;
lasciarti mi spezza un po’,
mi sento affranto,
ma devo andare,
tornare,
nel buio
e nella noia,
d’un ritorno.

Sonno un po’ evaporato,
contemplo
la mattina presto,
luci scure dell’alba,
ancora buio;
silenzio dormiente,
avvolge la casa,
acqua fresca nel viso,
bevo un po’,
poi,
le solite medicine,
e verrà il giorno,
ormai attaccato,
alle porte del mattino;
occhi pesanti,
i sogni infranti,
come bicchieri di vetro rotti,
ormai scassati;
e adesso,
contemplo,
la stanza
freddina,
mattina,
mattina,
adesso.

E c’è un posto per
Te,
sempre sgombro,
sempre fiorito,
con erba novella,
col sole dorato di primavera ,
che non rompe le scatole;
nel mio cuore,
c’è sempre un posticino
per te,
per te;
anche quando sono
lontano,
tu sei per me,
la cosa più
bella,
la risposta
alle speranze,
che aspettavo;
e sei unica,
e per te,
ritrovo
il sorriso,
e rido ancora,
e dimentico
il male il brutto,
e una giornata
sbagliata,
con gente da perdere,
e cattive parole,
da gettare dietro,
e non vedo più,
questa società di schifo,
questo squallore,
grazie a te;
grazie che ci sei,
e ti penso un po’,
ora.

Voglia di calma
Nella
Mia vita,
di stare lontano da tutto,
da guai,
da grane,
dalle parole
inutili della gente;
di avere spazi per me,
momenti miei,
di spendere il tempo
rimasto,
che è solo mio,
infrangere tutti i calcoli,
fare tutto e niente,
stare in casa mia,
tra le mie cose,
sbattendo la porta
in faccia,
a questo mondo
squallido;
voglia di libertà.

Tu non parli,
non ti fai viva,
il telefono muto,
assenza di te,
assenza di tutto;
vuoto,
sei remota,
distante,
irraggiungibile,
non ti importa,
come se io fossi
trasparente;
rimango qui,
senza far niente,
senza dir niente,
non posso fare a meno
di te,
non posso non pensarti;
ma tu sperduta,
lontana anni luce,
sprofondata in te,
nelle tue cose,
non dici una parola,
e io rimango qui,
senza dir niente,
a pensare,
aspettare…

Intorno,
l’involucro
fosco e
ombroso
della notte;
abisso di tenebra,
silenzio
criptico
e perfetto,
soffuso
e diafano;
sprofondo
nel suo grembo,
in un abbraccio,
cinereo.

Cammino
Sole più forte,
più insistente,
calore,
le sciarpe e i
berretti
cadono
in disuso;
intorno,
prati d’un verde foglia
intenso,
come siepi inglesi;
volano i primi
insetti,
per terra,
formichine,
riprendono il lavoro
certosino,di ricerca
di cibo;
primavera
nell’aria,
giornate più lunghe,
ora nuova che rompe
non poco;
voglia di dormire,
di relax,
di rimandare,
di guardare
fuori,
il paesaggio;
montagna,
in rigoglio,
boschi,
e pinete,
sentierini
e passaggi,
risveglio
di ogni cosa;
nuova stagione.

Lucio Dalla
Caro amico ti scrivo,
adesso che non sei qui,
e siccome te ne sei andato,
hai lasciato un vuoto qui;
non sembra vero,
e nessuno ci crede,
e già la tua mancanza si sente;
ed è dura tirare avanti,
ora che non sei qui;
ma ancora ascoltiamo la tua musica,
e ci facciamo coraggio;
e tu continui ad esserci,
coi tuoi brani,
i tuoi pezzi,
ancora qui,
sei ancora qui.

Di nuovo un'altra notte,
all’inizio,
le porte delle tenebre,
il tempo si ferma,
traccheggia,
ciondola,
tutto suona
come irreale,
sognante,
strano;
pensi a domani,
a ieri,
alle cose andate,
a quelle future,
a lei,
davanti a te,
la notte è giovane.

Infanzia,
adesso che sono vecchiotto,
e ho davanti lo stillicidio
degli anni,
e mi sento un po’ canuto;
con le ombre della memoria,
rivedo,
la mia infanzia,
con nostalgia
e commozione;
dove tutto era strano,
magico
e fantastico,
dove c’era nonna,
china su di me,
con la scodella della merenda,
il berretto,
le sue mani amiche,
che si prendevano cura
di me;
la tv vecchia di allora,
i cartoon di quei tempi,
allegri e divertenti,
non come quelli giapponesi;
il continuo correre,
ogni cosa nuova,
e una scoperta continua
del mondo;
vorrei ritrovare quei giorni,
e tutti quanti,
i visi cari;
la mia infanzia.

È sempre un casino,
stare con te,
mille guai che spuntano,
mille complicazioni,
e sola non ci stai mai,
rompiscatole
intorno  a te,
e io
io,
non riesco,
  a stare solo
con te;
ma tu
ma tu,
fai sempre come
vuoi tu,
non mi ascolti mai,
sul serio,
e io rimango a volte
perplesso,
a volte deluso;
voglio stare
con te,
noi due soli,
parlarti,
starti vicino,
sentirti,
ridere,
scherzare,
mentre mi tocchi
col tuo corpo,
mentre seguo
il tuo profilo,
i tuoi occhi,
cerca di capire,
cerca di capire,
voglio stare solo con te,
senza intrusi,
ficcanasi,
gente che cercano solo
di ottenere cose;
se solo tu ascoltassi,
qualche volta.

Soli,
nessuno
sa niente,
nessuno capisce
per davvero;
chiacchere
e parole al vento,
parole vuote,
tirate  a indovinare;
solo noi
sappiamo,
di noi stessi,
di quello che
pensiamo,
che facciamo,
la verità
su di noi,
la nostra storia,
il nostro segreto,
le idee,
cosa vogliamo,
cosa sentiamo;
che ne sà la gente,
niente,
nulla;
parole vuote,
berciare  a vuoto,
chi spara questo,
quello;
solo noi sappiamo,
del nostro cammino.

Camera d’aspetto del medico,
il tempo si ferma,
non passa mai;
giornali su un tavolino,
sedie in fila,
gente che và e viene,
porto di mare;
l’impiegata,
scruta tutti
tra gli occhiali,
poster,
e qualche foto;
si
aspetta,
sperando in bene.

Gli anni volano,
come il tempo,
come la notte,
che passa svelta,
e la vita,
non è che un soffio,
passeggero,
e caduco,
un momento sfuggevole,
una bella fiaba corta di bambini,
un sogno frenetico  e
splendido;
e vorresti ricominciare,
e vorresti rimediare,
e avere più tempo,
per cambiare,
per correggere gli errori,
per ritrovare gli amici,
e i tempi perduti,
e le occasioni sfumate,
e non colte;
la vita,
non è che un soffio,
lieve di una candela,
che languisce svelta,
e poi,
è già buio.

Il sonno fugge nella notte scura,
vola fuori,
con le streghe nelle scope,
aleggia nei sogni,
fluttua nell’etere,
e mi lascia a pensare,
in questa notte
invernale,
immersa nel buio,
nella quiete,
e nel ristoro del riposo;
e i pensieri bussano,
nella mente stanca
e confusa,
si intrecciano,
mentre il tempo nicchia,
e non passa più.
Vorrei andasse,più in fretta,
ma la luce,
è ancora lontana,
il giorno è
un a chimera persa,
nella notte;
senza fine.

Alba vicina,
alle porte del giorno,
luce del mattino;
sogni volati,
finiti,
svaniti;
penso a te,
un po’;
tra il freddo
e il cielo
ancora scuro
e
slavato,
penso un po’ a te,
lassù,
lontana;
e vorrei essere vicino
a te,
al tuo calore,
il tuo viso.

ricordo del tenente colombo
L’impermeabile
Sbiadito,
consunto e
spieghettato,
le tasche piene di trucchetti,
l’inseparabile taccuino,
la macchina fracassona pegeout,
scassata con la porta
bloccata;
il cane dog,
lui,
l’arruffato tenente Colombo,
che rivive ogni volta nei suoi
telefilm;
nel nostro ricordo,
per sempre.

Il
Giorno è finito,

dimenticare,
rilassarmi,
non
pensare,
volto
le spalle
al futuro;
chiudo gli occhi
sulla notte,
mentre pioviggina,
e il cortile
luccica
di piovana;
relax,
ascolto musica,
basta.

Sei lì davanti,
a me,
seduta
che fumi;ma sei distratta,
e non pensi a me,
noi stiamo insieme sì,
da tanto,
ma non mi senti,
non ascolti,
non t’importa;
tu non pensi i a me,
sei distratta,
e badi solo a te;
non mi guardi,
vai via,
e io resto qui,
da solo,
è così,
da solo,
e parlo col muro,
e tu non pensi a me,
non mi senti,
non mi senti,
sei lontana,
anni luce;
te ne vai,
non hai capito,
te ne vai,
non mi senti.

Ti chiamo,
ti cerco;
distante,
scostante,
non parli,
non mi rispondi,
hai solo sonno,
non dici molto;
lontana,
sei lontana,
remota;
oggi so
che non è giornata,
forse è finita,
non mi pensi,
non mi vuoi,
non ti importa.
Lontana,
remota,
non arrivo a te,
non mi ascolti,
oggi.

Mattinata,
socchiudi
la finestra,
luce
sgattaiola dentro,
dagli anfratti,
forse c'è il sole;
ascolti musica,
le ore passano;
che farai,
e tu
non
ti fai viva,
perché,
perché…

Sera qui,
ora,
cala il buio,
tutto si ferma,
si arresta,
pausa,
torpore;
la notte è davanti,
la notte giovane,
giovane.
Mi aspetta,
coi suoi incantesimi,
le sue malie.

E non sei qui,
adesso,
adesso mi manchi,
un vuoto senza te,
vuoto di te;
adesso sei distante,
perduta lassù,
tra i monti e la neve;
vuoto e malinconia,
mescolate alla coca cola,
una coca di tristezza,
senza te;
e vorrei essere lì,
e correre nel tuo grembo,
e vorrei
dirti cose d’amore,
e che l’inverno morisse,
adesso,
e ritornasse la primavera,
col disgelo,
e il ghiaccio che cola via,
a gocce;
una coca cola di solitudine,
senza te,
e mi manchi,
vuoto,
vuoto,
senza te;
solo solitudine
e freddo,
senza te.

Distributore di caffè,
stò seduto
parecchie volte,
per ingannare il tempo,
la noia,
per sfuggire alla monotonia
della casa,
e guardare la gente passare,;
li osservo sempre,
più di quanto,
loro vedano me,
gente che passa,
che fa la coda,
che blatera,
che dice idiozie,
che si trastulla,
che aspetta un parente,
chi prende un caffè,
chi non ti vede,
chi non vuole vederti,
e abbassa gli occhi,
chi scruta,
chi giudica,
io me ne frego,
voglio solo,un caffè;
e rido dietro chi crede,
che io non sento,
o non capisco;
osservo le manie della gente,
le abitudini,
le stranezze,
lì dal distributore,
e non mi importa di niente,
stò tranquillo e basta,
se la gente non capisce,
chi se ne sbatte;
a volte una faccia amica,
due parole,
chiacchere,
chiedo questo,
quello,
il tempo passa,
tutto passa,
mentre la gente
transita,
davanti al distributore.

Tu sei lontana,
sei un po’ assente,
distratta,
come se io fossi
trasparente;
e resto qui,
senza far niente immobile così,
non ci riesco a staccarmi da te;
non so che fai,
dove sei,
come ti senti,
come stai;
e resto qui immobile,
senza far niente,
non posso non pensare a te,
a noi due,
a quello che è stato;
adesso però,
sei muta,
distante,
assorta;
forse piangi,
forse sei triste,
perché non parli,
non mi chiami,
un po’;
e resto qui,
immobile,
pensando a te,
con le immagini di te,
su di me;
ora sei triste,
ora,
non pensi a me;
a me.

Poesia per te,
mi piacerebbe scrivere una
poesia
non ancora scritta,
non ancora pensata,
non ancora nata,
per colmare questa parete
bianca,
una poesia un po’ strana,
un po’ sbilenca,
che ti dica un po’ tutto,
e niente,
per farti sorridere,
per farti pensare,
a chi l’ha scritta,
e ricordare,
di chi hai già dimenticato,
una poesia,
per ridere,
per ricordare,
per farti tornare,
per farti fermare,
perché torni da me,
e mi parli,
parli…

Desiderio di casa,
di mura domestiche,
silenzio,
riflessione,
di pensare,
oppure no;
voglia di casa,
stanco di tutto,
di parole,
di questo,quello,
di richieste,
di casini;
voglia di casa mia,
stare cogli occhi chiusi,
dimenticare,
respirare,
scusa amore,
non ci sono,
non mi muovo,
voglia di stare in pace,
con me stesso.

Aria ventosa fuori,
carta che rotola,
spifferi
di corrente,
che ti fanno respirare;
voglia di tutto e niente,
di stare in casa,
di vacanza,
relax,
rilassarsi  e fregarsene;
di aspettare,
rinviare,
di fare con calma,
non correndo per nessuno;
prendere tempo,
pensare;
guardare una nuvola,
un aereo che lascia una coda
di scia,
e và nei posti
di sogno,
laggiù,
a fare un viaggio,
Miami,
Los angeles,
laggiù,
lontano
dalla noia,
da questo paese,
sempre uguale,
come un villaggio messicano.

Fuori,
la luce
balugina,
attraverso gli
anfratti delle persiane,
ci sarà il sole;
sbadiglio,
mamma stà facendo
la colazione in cucina,
mattinata avviata;
forse andrò via,
oppure,
non lo so che farò,
futuro incerto,
mentre il tempo passa,
impassibile ed
inesorabile,
ed io resto qui,
mentre tutto fugge,
tutto và.

Scusami,
se non so fare,
tutto quel che si deve fare,
se non ho voglia di fare,
di andare,
se mi sento stanco,
e a volte ne ho abbastanza
del mondo,
e non me ne frega niente,
voglio solo,
starmene in disparte,
pensare ,
riflettere,
prendere tempo,
prendermela comoda,
rimandare,
aspettare;
scusami se non sono sempre lì,
sono solo un essere umano,
coi suoi limiti,
i suoi guai,
scusami.

La tua voce al telefono,
un po’ stanca,
un po’ annoiata,
un po’ distratta;
e come sentire un soffio di vita,
una ventata fresca,
un soffio di speranza,
un massaggio di allegria;
sentire te,
vuol dire sperare,
e credere in qualcosa,
tante cose da dirti,
ma tu hai fretta,
non hai tempo,
devi andare;
la telefonata è già finita,
e tu mi manchi ,
ancora di più.

Neve bianca
Compatta e congelata,
da un po’ di giorni,
luccica sotto il sole
invernale,fiacco e tremulo
vedo la macchina
circondata dal manto bianco,
dovunque un tappeto bianco,
l’erba non esiste più,
la ringhiera,
e gli oggetti sono scomparsi,
il tempo indulge,
e passa lento
e snervante;
inverno,
stagione inerte.

Silenzio,
guardo dentro di me,
cercando libertà,
nel mio tempo,
nei miei pensieri,
nel giorno,
di notte,
fuori,
in casa;
libertà.

Stancamente,
guardo la pagina bianca,
davanti a me,
bianca come il manto di neve dura,
fuori dall’ingresso,
come la distesa nel cortile di neve
ghiacciata,
di questo inverno lungo e
pieno di sviluppi
e imprevisti;
mentre il sonno,
và e viene,
mentre il tempo,
indulge,e si blocca,
un po’ impietrito dal freddo,
anche lui;
mentre il giorno,
è ancora lontano,
mentre i pensieri si agitano nella mente,
un po’ congestionata dal sonno,
vanno e vengono le idee,
i pensieri,
la rabbia per le cose sbagliate,
ingiuste,
cattive;
cerchi la pace,
e il ristoro,
la tranquillità e la calma,
scrollandoti di dosso,
le amenità e le idiozie,
della giornata,
alzi le spalle,
e vai avanti,
senza guardarti indietro.

Alba prossima,
le ombre sono ancora dense,
ma presto spariranno,
presto la luce,
solcherà la barca del cielo,
fendendo l’oscurità;
occhi pesanti,
naso che cola,
freddo,
brina;
guardo il nero del vetro,
e vado col pensiero a te,
amore,
che adesso dormi,
adesso sogni ancora,
e non sai il bisogno che ho di te,
non sai,
quanto sono solo,
e tediato da questo posto;
da te,
da te,
vengo da te.

Persiane chiuse,
fuori il freddo
fulminante del mattino,
con la brina,
i vetri ghiacciati,
il cielo bianco e smorto,
e la voglia solo di starsene al caldo,
in casa.
Naso che cola,
il solito raffreddore,
chiudi gli occhi,
e ascolti musica,
senza pensare a domani,
a quel che si deve o non si deve fare,
può aspettare;
ascoltare il silenzio della stanza,
i rintocchi della sveglia,
telefono spento,
mondo remoto,
sperduto,
come l’inverno,
venuto da lontano;
voglia di calma,
e di calore.

Gracchiare
D’una gazza
Ladra,
cielo
pallido,
i colombi
planano,
in cerca
di becchime;
dai camini,
una scia di fumo,
da te,
nessuna notizia,
dove sei,
come stai,
non parli,
non dici niente,
febbraio,
inizia…

Non c’è altro
Per me,
che questa libertà,
libertà,
che sento,
che ho dentro,
libertà di cui ho
bisogno,
che voglio;
libertà che è libertà,
di pensare quello che voglio,
di fare
o di non fare,
di non muovermi,
di restare,
traccheggiare,
pensare,
rimandare,
di perdere tempo,
se mi và,
e di non fare niente,
se non fa per me,
se non mi
interessa;
e tengo solo,
a questa libertà,
e lotto,
per fare cose mie,
come mi và,
come decido io;
c’è chi dice quà,
chi dice là,
non mi muovo,
non mi và,
non corro,
e me ne frego;
faccio solo,
come mi dice,
la mia libertà.

C’è una parola
Sempre viva,
una parola per cui ricomincio
la mia vita,
una parola al femminile,
una parola,
che ripeto quando dormo,
quando sogno,
o cammino per la città livida e innevata,
mentre i fiocchi scendono;
una parola in cui credo,
che è mia,
è lotto un pochino ogni giorno,
la parola si chiama,
libertà;
libertà,
di fare,
o di non fare nulla,
se non mi và;
libertà,
di aspettare,
di perdere tempo,
di pensare,
riflettere,
creare,
sognare,
scrivere
una poesia,
un verso d’amore,
solo per te;
libertà,
di decidere
da solo,
di andare avanti,
come voglio,
per la mia strada,
di alzare le spalle,
sulle chiacchere della gente;
di non muovermi,
stare fermo,
fregarmene;
libertà.

Mattina,
luce soffusa del neon,
rumori spenti,
ovattati,
bagno,
scroscio d’acqua,
la lavatrice carambola
rumoreggiando,
fuori
il trillio degli uccelli
del mattino,
ascolti il nulla,
ancora dormono,
atmosfera soft
pacata;
poi il risveglio.

Ti sei chiuso,
dentro,
non parli
più;
non frequenti,
il mondo è sempre
più lontano;
e il tuo povero
cuore,
soffre
per la solitudine,
ubriaco di malinconia,
ha bisogno d’amore,
ma tu fai finta,
ti volti e dormi;
apri il tuo cuore,
e vola,
cerca di amare,
guarda
il tramonto ramato,
apri il tuo cuore,
cerca di crederci,
di crederci;
và da lei,
và da lei.
Forse c’è ancora
Speranza,forse…

Bene e male,
sempre un eterna lotta,
tra le due forze;
a una cosa positiva,
che và benino,
ne segue una
negativa,
un guaio o qualche intoppo;
bene e male si contrastano
continuamente,
e si avvicendano,
si accalcano,
e non si finisce mai,
di avere qualche problema,
che rompe le scatole;
ma è così che vanno le cose.

Questa è la mia strada,
e non la cambio,
non la smetto per nessuno,
nessuno ha mai capito,
nessuno mi ha mai
aiutato;
tutto quanto è successo,
me lo sono visto io,
tante parole inutili,
tanti sbagli,
e porte chiuse in faccia;
ma la mia vita non la cambierò,
mai,
mai;
tante volte degli idioti
a parlarmi sulla schiena,
alzo le spalle,
tutto passa,
se ne và;
non dico niente a nessuno,
quello che voglio,
che sono,
lo so io,
la gente non sa niente,
e mi tengo dacconto
questa mia libertà;
se non capisci,
se non ti và,
non m’importa,
io mi volto e m e ne vado,
non ti ascolto,
la mia vita non la cambio,
e mia,
mia,
la mia vita non
la cambio…

Se non avessi te,
non so come farei,
se non avessi te,
sarei perduto,
in me stesso,
in balia del gorgo
della mia
solitudine,
della tristezza,
con giorni uguali,
fatti di noia,
menate,
e scemenze;
se non avessi te,
che mi stai vicino,
il tuo volto,
sfiora il mio,
e ti appoggi a me,
non sa dove andrei,
che farei,
cosa mi rimarrebbe,
niente,
il nulla,
solo
parole
e gente da perdere,
da dimenticare,
da cui scappare,
evadere,
lasciare;
circondato da squallore,
e meschinità,
dalla crudeltà degli altri,
dalla loro indifferenza,
dall’imbecillità della
gente;
se non avessi te,
ti inventerei,
uscirei fuori
a cercarti,
scriverei
una poesia,
per sognarti,
per citarti,
per amarti,
come stò facendo adesso;
se non avessi te,
manderei al diavolo
tutto,
chiuderei la porta,
e basta;se non ti avessi….

Nottata interminabile,
quando il sonno,
fugge e và via,
e si nasconde,
nel paese di alice,
tra sogni
e miraggi,
incubi e
fantasia;
allora la notte,
diventa,
eterna,
sempiterna,
immane,
un guanto nero,
di velluto,
che ammortizza
e spegne i rumori,
mentre chiudi gli occhi,
o guardi la tele,
e fissi l’orologio,
aspettando l’alba;
mille pensieri,
mille cose,
e nessuna;
vorrei restare
avvolto
nell’alveo
della notte,
non essere più trovato,
lasciato in disparte,
in pace,
in pace;
ascoltare
il frinire degli insetti
e dei grilli,
che una volta,
udivi da bambino,
il cicalare
delle civette,
un fischio lontano,
una sirena,
momenti della notte.

Primo
Pomeriggio,
presto;
sole battente,
noia incombente,
atmosfera
sonnolenta
e stracca;
voglia di dormire,
riposare,
fare una siesta,
lasciare che il tempo,
passi pacato;
non fare niente,
pomeriggio,
attesa di tutto,
di niente,
forse il
telefono chiamerà.

Adesso che stò qui seduto,
a guardare gli altri passare,
nel lento stillicidio degli anni,
adesso che i giochi sono quasi compiuti,
e tante cose sono successe,
accadute,
passate;
sempre di più mi accorgo,
delle cose semplici della vita,
e le cose più genuine e piccole,
sono quelle che apprezzo di più;
come la calma,
la tranquillità,
il piacere di un posto cheto,
d’un tramonto velato,
di una parola amica,
d’un sorriso di chi conosco,
e mi apprezza,
l’amicizia per le persone
che mi vogliono bene,
che mi aiutano e mi vedono volentieri;
e vado avanti per il mio destino,
senza che nessuno veda,
senza che nessuno sappia,
e molti non capiscono;
mi tengo la mia storia,
le mie cose per me;
in mezzo all’indifferenza,
e la crudeltà del mondo;
vado avanti.

Notturno,
occhi piccoli dal sonno,
sogni caduti e spezzati,
come statue di vetro,
come castelli di sabbia ,
sulla riva;
ronzio e lo schermo,
davanti a me;
un bicchiere d’acqua,
una puntata al bagno,
qualcosa da riporre;
ore nicchiano sul quadrante;
la mente vola via,
inseguendo chimere,
e pensieri,
sulle ali della fantasia,
alle porte del giorno,
ancora lontano;
occhi si chiudono,
spengo,
riposo,
buio,
nero.

Fuori la pioggia,
cade a rovesci,
zampillando sui ciottoli
e le mattonelle,
rumore di gocce
ritmico,
scroscio
continuo,
sinuoso,
armonico,
rilassante;
ascolti
il ribattio della pioggia,
per fortuna sei in casa,
il rumore delle stille,
distensivo,
danno un senso di calma,
mondo primitivo,
forza
primigenia della natura,
cascata d’acqua,
dove tutto scorre via,
anche i pensieri.

Uscire fuori da tutto,
alzare le spalle,
e non pensare più,
non sapere,
non sentire;
stare calmo,
con le cose mie,
la mia vita,
i miei amici;
camminare,
senza curarsi del domani,
poter tornare all’infanzia,
e correre libero
tra i prati e i covoni di fieno,
col sole che ti colpiva la faccia,
contento di esserci,
pieno di vita e di amore,
per ogni cosa;
con la nonna,
che batteva i lenzuoli,
e la tua età minuta,
per cui tutto ti sembrava,
strano,
magico e invitante;
tornare all’infanzia,
con la merenda e la scodella,
con le figure,
i fumetti,
e la tv coi pupazzi,
tornare indietro,
e ritrovare tutti,
e lasciare,
questa malinconia,
e tutti questi casini
da adulto.

Ho chiuso la porta,
per aprire il mio cuore,
e guardare in me stesso,
nella mia anima,
per stare per conto mio,
per fregarmene del mondo,
aspettare,
stare calmo,
perdere tempo,
non avere fretta;
ho chiuso la porta,
per pensare
in modo autonomo,
per essere libero,
indipendente,
per decidere da solo,
nel silenzio,
facendo gli affari miei,
lontano dalle balle della gente;
ho chiuso la porta,
per fare pulizia,
per vedere chiaro,
per fermarmi,
riflettere,
e fare come voglio,
seguire solo le mie idee,
non ascoltare nessuno,
andare per la strada mia.

Sabato a gennaio,
il velo della notte,
ancora copre
la città,
nero intorno,
oscurità,
silenzio cotonato,
pochi rumori,
ti alzi,
un bicchiere d’acqua,
il bagno,
guardi le persiane
chiuse,
che tempo sarà;
mattina presto,
tutto gelato,
croste di brina sui vetri,
erba bagnata,
le cornacchie volano,
il tempo indulge a passare,
un sabato qualunque,
d’inizio anno,
dove fai tutto e niente,
passerà,
passerà.

Polvere,
nei miei pensieri,
polvere di ieri,
di cose andate,
finite,
lasciate;
polvere
di stanchezza,
di cose non fatte,
o non ancora finite;
fatica a togliere la
polvere,
da un lavoro da cominciare,
una cosa da fare;
vorresti scappare,
o nasconderti un pochino,
girarci intorno,
finchè puoi;
polvere,
da togliere,
sopra la tua pigrizia,
e voglia di fare,
che devi ancora trovare,
polvere,
per le cose da fare,
che aspettano lì,
finche non le finisci,
finchè non le fai.

Non ascolto nessuno,
e do retta solo a me,
vado per la mia strada
e penso per me;
a volte tizi
che mi gridano
questo,
quello,
alzo le spalle,
mi volto e chi se  ne frega,non mi
interessa;
questa è la mia vita,
la mia vita,
e lo so io,
la verità,
solo io decido,
solo io sò,
la mia storia;
non devo niente,
e quello che faccio
è per me;
il tempo che rimane,
le cose da fare,
quello che voglio,
quello che sento;
vado per la mia strada,
per conto mio,
è la mia vita,
la mia vita,
solo mia,
non di altri,
è così.

Tu sei come il pane e salame,
dai sapore alla mia vita,
con la tua forza,
la tua energia,
la tua incoscienza,
sei un po’ furba,
un po’ astuta,
un po’ folle,
assolutamente imprevedibile
e immensa,
sei come
il pane e salame.

Amore mio,
sono qui,
di fronte a questa notte
scura,
buia,
silente
e infinita;
nessun rumore,
solo la mia mano che scrive;
occhi appannati dal sonno,
pensieri di oggi e di domani,
che si affrontano,
e si scontrano;
voglio solo stare tranquillo,
con me stesso,
scordando il mondo,
lontano dalle parole vuote,
dall’indifferenza,
da tutto questo grigiore,
questa vita affannosa.

Per i tuoi occhi
Lisa,
per i tuoi occhi,
faccio dei trucchi,
per i tuoi occhi mi metto a barare,
per i tuoi occhi,
non mi stacco da te;
per i tuoi occhi,
ho pensato a te,
tante volte,
per i tuoi occhi,
mi torni sempre in mente;
per i tuoi occhi,
non vorrei più
ritornare;
per i tuoi occhi,
mi metto
a sognare
ancora una volta,
a ridere,
a tentare
qualcosa.

Sera,
gennaio,
inizio di tutto,
voglio solo silenzio,
pace,
per me stesso,
e che il mondo
rimanga remoto,
pace per me,
lontano da tutto.

Lunedì,
di nuovo lunedì,
ancora lunedì,
con l’anno nuovo,
si ricomincia,
nella normalità,
col tedio e la noia,
la tristezza per la fine
delle feste,
ancora delle luci,
e gli addobbi attaccati,
mettono un po’ di allegria;
tra gelo,
brina,
e ghiaccio per le strade,
sperando che nevichi,
il più tardi che può;
giornate di sole tiepido,
che fa solo luce,
e scalda poco;
di nuovo un anno da vivere.

Hospital,
via vai
a getto
continuo,
di persone,
chi stà seduto,
chi legge,
chi prende l’ascensore,
chi parte,
chi torna,
chi và;
odore di amido,
di medicine,
di camici,
infermiere
vanno di fretta,
inservienti,
pulitrici;
macchinette del caffè,
dove ti fermi,
e osservi intorno,
col solito bicchierino
e le monete in tasca.

Monna lisa
Tra le stanze in penombra,
corridoi
e anfratti,
arazzi e dipinti;
poi avanzo e vedo te,
monna lisa,monna lisa,
lisa;
di sotto mi dicono di uscire,
il guardiano vuole un'altra botta
in testa ora,
monna lisa,
monna lisa,
lisa;
mi fermo davanti a te,
e contempo
il tuo sguardo
enigmatico
nei secoli;
e mi pare che mi fissi,
e mi pare
che mi scruti,
stare fermo ore,
a fissarti,
e il tempo,
non lo sento più;
di sotto mi gridano di uscire,
il custode vuole
probabilmente vuole
un'altra botta in testa,ora;
monna lisa,
lisa,
se potessi ti ruberei,
ti prenderei,
ti porterei via lontano,
lisa,
lisa
lisa…

Uscio
Sono stufo,
del mondo;
del grigiore,
lo squallore
della gente,
non voglio sapere,
non voglio esserci,
né rispondere,
basta,
basta;
mollo e basta;
chiudo l’uscio,
i guai aspettino,
stiano fuori.

Cielo nero,
ancora notte,
che dura,
e pesa sugli occhi stanchi;
guardo lo schermo,
sbadiglio,
freddo;
la mattina si avvicina piano,
silenzio plumbeo,
ancora buio,
non sento niente,
tutto dorme,
riposa.

Buio,
oscurità,
silente notte,
desolatamente
quieta,
vuota,
mancante di ogni
suono;
atmosfera onirica
da sogno,
il mondo dorme;
la notte
pare interminabile,
senza fine,
e le ore nicchiano,
sembrano arrugginite,
e non passano;
mi adagio nel silenzio,
cullandomi nei pensieri,
nei sogni,
dimentico di tutto,
gettando fuori
il mondo,
per fortuna.

Leggera nebbia
Che offusca la vista,
paesaggio inglese,
con un po’ di pioggia
insistente e noiosa,
tedio e silenzio,
dopo la festa
e il capodanno,
adesso resta il silenzio mesto,
dei primi giorni dell’anno,
il calendario nuovo,
e la befana che
si avvicina.

Passa il tempo,
mestamente,
in questo inizio
d’estate,
il sole già
caldo,
scalda le giornate,
e alza la temperatura,
gente in canottiera,
sbracciata,
pomeriggio
assolato e afoso,
già troppo
infuocato;
e intano,
non ci pensiamo,
ma tutto và
tutto passa,
e finisce;
e tu amore,
dove sei,
scena muta,
muro di silenzio,
tristezza,
tedio e noia,
mi chiami tu,
o io,
gara tra noi,
chi l’avrà vinta.

L’anno vecchio se ne và,
ecco il nuovo,
tra botti,
casino,
luci e ombre,
speranze illusioni;
chi lo sa,
che cosa succederà,
posso solo tirare avanti,
sopravvivere,
un altro anno;
voglia di relax,
di passare il capodanno,
tra la quiete,
e la calma della mia stanza;
senza andare,
fare,
o correre,
solo stare,
non pensare,
chiudere gli occhi,
riposare,
dimenticare,
non ascoltare nessuno,
non ascoltare il mondo,
e lasciarlo,
fuori
tra il gelo,
e i resti dei botti,
e delle stelle filanti
buttate via;
voglia di pensare a me,
lontano da tutto.

Chiudere gli occhi,
stanchi del giorno,
di vedere guai,
di notare problemi,
di constatare scemenze;
occhi stanchi,
voglia solo di chiuderli,
scivolare,
nel nero,
nel niente,
sonno,
buio,
oblio;
e staccarsi da suolo,
scendere nel regno di alice,
fare cose strane,
sognare,
pensare,
ricordare;
fuggire via,
a bordo d’un drago onirico,
spiccare il volo,
sganciarsi
da ogni cosa,
ritornare un po’
bambino,
un po’ piccolo,
e non sapere più niente,
non conoscere niente,
solo vivere,
alla giornata,
un po’ di più,
un po’ alla volta.

Pochi minuti
Insieme a te,
pochi minuti per noi due,
per dirti,
cose in un minuto,
che ho pensato per ore,
per farti capire,
per farti sognare,
e fermarti un pochino;
pochi minuti,
e vorrei tenerti,
una vita intera,
e vorrei solo stare con te,
e invecchiare vicino a te,
e non lasciarti più andare via;
pochi minuti,
prima che arrivino
dei rompiscatole,
per parlarti d’amore,
per dirti cosa sento,
pochi minuti,
ecco sono già passati;
non ci sei più,
sei andata.

Tramonto,
d’inverno la notte
arriva di botto,
d’improvviso,
e ti coglie quasi alla
sprovvista,
e il sole svanisce presto,
con lo scuro, che arriva veloce
e svelto,
e riempie di ombre e di buio,
che preme sui vetri;
e la notte giovane,
già ti aspetta,
e non sai che farai,
la notte,
con le sue ore lunghe,
interminabili
e lente.

Buio novembrino,
che scende presto,
e oscura la città,
il paese,e ogni dove;
non fai tempo ad uscire,
è già notte,
e arriva la tristezza e
la malinconia d’un inverno,
che torna ogni volta,
a rompere le balle,
coi suoi silenzi,
i suoi freddi,
i suoi stati letargici,
la natura sopita,
e anche la gente,
che è più pigra,
e ha meno voglia di uscire,
e di lavorare,
e tutti scappano a casa,
per sfuggire al gelo e
alla brina;
e l’edificio,si svuota repentino,
rimangono pochi ritardatari,
quiete,
pace,
esco e rincaso,
pensando alle mie cose.

Assenza di suono,
stò insieme al niente,
calma bucolica notturna,
fatta di sogni sfumati,
di sonno arretrato,
di risvegli,
di pensieri,
di fantasie;
cerco di non pensare,
d’altronde ho sonno,
e non ho voglia di riflettere troppo,
ascolto il silenzio,
capto i segnali della notte,
il suo misticismo,
la sua magia arcana,
il giorno è lontano,
non so che sarà domani,
non ci penso,
vivo e basta,.
Buttando via tutto,
sprofondando nel silenzio,
nella quiete,
pace e buio intorno,
si vedrà,
si vedrà ,
domani.

A santo stefano,
la festa è agli sgoccioli,
e il natale si è già quasi esaurito,
e la baldoria natalizia,
non è più una primizia;
il tempo corre è la festa scema,
natale ce l’hai già alla tua schiena,
e avresti voluto,
fare e andare,
scappare,
ma hai potuto solo sognare,
un pochino di più,
dormendo al mattino,coi parenti che chiamano,
per fare gli auguri;
e ti buttano giù dal letto,
dove dormi come un furetto;
natale se ne và,
ma capodanno arriverà,
e la befana,
poi scenderà.

Vigilia di natale,
traffico caotico,
auto frettolose,
gente con pacchi,
e sporte,
negozi illuminati,
gastronomie fumanti,
con odore di fritto,
la festa è quasi
arrivata,
domani è natale,
per quello che ancora significa;
un natale come tanti,
fatto di consumismo,
di mangiate,
gran bevute e indigestioni;
speriamo di no,
che il natale,
non sia solo quello.

Con te,
se fosse per me,
verrei a prenderti e ti porto via,
con me,
e starei con te,
negli anni miei,
con te,
ascolterei ogni tua cosa,
ogni parola,
le tue fantasie,
i sogni,
le stranezze,
i desideri,
i tuoi guai,
il tuo dolore;
con te starei,
ogni giorno dei miei,
con te,
non sentirei,
l’amarezza e il silenzio,
della paura e
della solitudine;
se potessi,
ti terrei con me,
tutti i giorni miei.

Sole pallido tra i vetri
Dell' istituto,
eppure c’è chiaro,
luce,
e ti conforta,
mette allegria,
la giornata sembra più lunga,
più promettente;
la gente passa e và agli uffici,
o agli ambulatori,
li guardo con la coda dell’occhio e
sorseggio il caffè,
via,vai,
chi è indaffarato,
chi infreddolito,
chi invece no;
le ore corrono svelte,
ed è già sera,
saluto le facce amiche,
parlo e chiacchiero ogni tanto,
il giorno se ne và.

La mia piccola libertà,
è questa vita mia,
che è solo mia,
e non è un giocattolo in mano agli altri,
e non è un pupazzo,
con cui la gente può giocare,
e non sono gli altri,
a decidere;
questa è la mia piccola libertà,
ed è mia,
una cosa mia;
decido io cosa voglio,
cosa faccio,
cosa penso,
la gente non sa un cavolo,
solo noi sappiamo,
la verità di noi;
ed è la mia piccola libertà,
la libertà,
che non è un fiammifero,
un fazzoletto in tasca,
la libertà,
di difende un po’ ogni giorno,
la mia piccola libertà.

Voglia di solitudine,
di cercare il silenzio,
di sfuggire,
dal casino e dal caos,
dalle menate sempre uguali,
dai riti di sempre,
voglia di starmene per conto mio,
e non sapere ,
non sentire;
rimanere qui,
nella mia stanzetta,
e sbattere fuori il mondo,
non esserci e basta;
tranquillità.

La notte se n’è andata,
le ombre sono fuggite,
a nascondersi,
gli spiriti della notte ,
giacciono chiusi
nei loro anfratti arcani;
mi muovo cogli occhi,
ancora pieni di sogni sfumati,
cercando di racappezzarmi un po’,
nel mattino,
voglia di tutto, di niente,
di stare nel silenzio,
di ritardare tutto,
di fare con calma,
di pensare,
ieri con te,
ora mi sembri cosi lontana,
e non parli,
stai già prendendo la colazione,
la terapia,
con l’aria assonnata
e un po’ menefreghista del mattino,
se solo, pensassi un po’ a me.

Seduto accanto a te,
sentirsi felici dentro,
grazie a te,
aver voglia di sorridere di nuovo,
grazie a te;
studiare i tuoi contorni,
il tuo viso,
il naso e i capelli col codino,
ti guardo in silenzio ,
quattamente,
per non seccarti,
per non stufarti,
ti guardo,
perché non sai,
quanto mi sei mancata;
e ti voglio bene di più,
e ti cerco un po’ di più,
e ti penso,
ti studio,
ti voglio;
ringrazio il cielo,
di te,
sei arrivata,
e non ci speravo più,
ti amo,
e ti rispetto,
per questo ti spio un po’,
con la coda dell’occhio,
in punta di piedi,
ma il mio amore è forte,
e faccio quello che posso,
nonostante,
gli anni,
e gli acciacchi,
e vorrei il tempo
andasse indietro,
e le lancette a ritroso,
per avere la tua età,
ed essere come vuoi;
ma questo è un sogno,
amore la realtà,
è quella che è,
e io non so stare,
senza te.

Presto,
occhi bruciano
per il sonno finito,
ti alzi,
qualche doloretto,
vai in bagno,
scroscio dell’acqua fredda,
che colpisce la faccia;
metti a posto un oggetto,
butti nell’immondizia;
mattina presto,
sei scappato da un sogno,
dal riposo,
dal niente,
e il mondo strano dei sogni,
non ti accoglie più,
forse ti coricherai ancora un po’,
forse no;
ascolti la radio,
poi il caffè;
fuori un freddo cane,
con la brina che copre i vetri e
la macchina,
sarà nuvolo,
non si sa.

Quiete,
buio,
silenzio diafano notturno,
cono di luce,
solo il ronzio dello schermo;
davanti a me,
la notte infinita,
grande,
maestosa,
interminabile,
solo il mio sonno è poco,
ed è scappato via,
furtivo come un gatto;
voglia di tutto,
di niente;
di pace,
relax,
al caldo,
nel focolare,
fuori,
il gelo e il freddo;
e non vorresti uscire,
ti alzi,
bicchiere,
sete,
seduto,
la notte all’inizio,
sembra senza fine,
come un orizzonte
che tocca il cielo,
indistinta,
dai contorni sfumati,
notte.

La notte di fronte a me,
col suo abbraccio,
di crine nero,
il suo manto vellutato,
i giochi di ombre,
il tempo strano,
che rallenta un po’,
e sembra durare per sempre;
i pensieri che si accavallano,
vanno e vengono,
sulla giornata passata,
sugli sbagli,
sulle cose non dette,
quelle perdute,
e le occasioni smarrite,
e le parole taciute;
che si ammucchiano nel cervello,
e ti fanno rabbia,
o sconforto,
e nostalgia;
e il pensiero di lei,
e tutto quello che vorresti,
tutto quello che è solo un sogno,
e non si avvererà mai;
la notte con le sue illusioni,
e i trucchi di prestigio,
il sonno fuggito,
le speranze sofferte,
andate,
sogni ,
incubi,
e un po’ di tutto;
la notte.

Mi alzo,
sonno fugato,
sparito,
dileguato,
spento;
s’è inquattato nella notte,
e chi lo ritrova più;
il pensiero di te,mi tiene desto,
dei tuoi capelli,
il tuo sorriso,
la tua faccia,
il tuo corpo;
ora le ore,
sono piccole
e danzano come ballerine
polinesiane intorno al fuoco,
con le collane intrecciate e tutto il resto;
ed io corro col pensiero a te,
e tu dormi,
o fumi,
o ascolti la radio piano,
o chissà cosa combini;
e la notte pesa come
un macigno o quasi,
mi godo il silenzio perfetto,
e il tuo pensiero è con me,
e mi tiene compagnia.

Giorno fuori,
persiane accostate,
poca luce,
inverno,
ci sarà un po’ di sole,
ci speri un pochino,
ti lavi la faccia,
zampillio e acqua fredda sul viso,
poi fai qualcosa,
guardi l’ora,
metti a posto un abito,
ti guardi intorno,
poi dovrai decidere qualcosa,
cosa fare,
dove andare,
vuoi solo rimandare,
goderti il silenzio,
mentre fuori,
i colombi cercano qualche cosa,
il verso delle cornacchie,
il cielo rannuvolato,
l’immagine dell’inverno,
che dura ancora,
e ti accompagna.

Notte incombe
Come un velo
Vellutato di nero che copre
L’intera città,
il tempo si è fermato,
indulge,
nicchia,
gironzola su se stesso;
ho dormito un ora,
un secolo,
un eternità;
ore piccole,
e il sonno
s’è involato,
ed è sgattaiolato via;
mille pensieri,
e nessuno;
domani,
domani,
verrà,
si vedrà,
si penserà;
m a non adesso,
adesso non voglio pensare,
non voglio fare,
voglio stare in pace,
sognare,
riposare,
rimandare,
spostare tutto a domani;
che arriva presto,
è
gia qui.

Natale adesso,
natale tra un po’,
natale prossimo,
natale ancora;
cosa resta dei tempi
andati,
dei vecchi natali,
dell’infanzia,
delle luci,
l’albero,
il presepe di nonna,
dentro la grande scatola,
il muschio,
le statuette,
restano i ricordi
d’un età spenta,
passata,
lontana;
e tante cose non ci sono più,
neanche tu sei più lo stesso,
non ci credi più,
non ci speri,
vuoi solo un po’ di pace,
fregartene,
un po’ di silenzio,
una parola,
sonno,
riposo,
questo rimane del natale ,
per te.

Mentre il giorno và,
consumandosi lentamente,
e avanzano le ombre della notte ,
sveltamente;
io sono qui,
nella quiete della casa,
pensando a te,
solo a te;
e il tempo
è stracco,
nuvolo,
e noioso,
senza poter vedere te,
ti ho persa un po’,oggi,
ma sento il bisogno di correre li da te,
sei per me tutto quello che manca,
uno sprazzo di luce,
una fonte di vita,
e trovare te,
è stato il giorno,
più bello;
e non vedo l’ora ,
di essere da te,
da te,
fuggendo dal mio silenzio.

Cercare di te ,
appena sveglio,
reduce da un sogno,
con le ombre della notte, appena fugate via,
cercare di te,
in un momento vuoto,
un momento di solitudine,
in un giorno spento,
soliti rituali mattutini;
cercare di te,
che non ci sei,
che sei lontana,
cercare il tuo viso,
i tuoi occhi,
il tuo calore;
cercare di te,
all’inizio d’un giorno
sbiadito,
nel silenzio della stanza,
nella noia d’un gesto,
per fuggire dal vuoto,
dal tedio;
cercare di te,
che torni sempre in mente,
sempre a galla,
nel cuore,
e nel pensiero.

Notte senza fine,
il sonno s’è dileguato,
come un amico
che si volta,
e ti pianta in asso;
ascolto il nulla costante,
assoluto,
mancanza di rumore,
per fortuna;
il tempo pare aver perso
il suo potere,
e la sua dimensione,
mi trovo in un limbo
senza tempo;
guardo l’ora,
la notte non passa più;
è giovane,
fatta di ombre,
di nicchie,
di sospiri,
di parole soffuse degli
innamorati,
se stanno fuori,
a quest’ora;
appartengo alla notte,
la sua magia,
la sua complicità,
le idee.
Volano,
vanno e vengono,
e poi,
rimangono,
in questa pagina bianca;
notte.

Con te,
starti vicina,
tenerti la mano,
e mi sento un altro,
mi sento felice,
vorrei il tempo si bloccasse
di schianto,
rimanesse un po’ lì ,
congelato, fermo,
di stucco,
e restare con te,
con la tua mano nella mia,
e ti voglio bene un po’ di più,
in questo mondo folle
e stupido,
che non capisce,
e non sa nulla di noi,
la mia mano,
nella tua,
e ho voglia di
sperare di nuovo.

Il sonno si fa tenue,
leggero,come carta velina,
sveglio,
mi guardo attorno,
cose da fare,
da riordinare,
da finire,
pensieri,
speranze ,
sogni,
incubi;
fantasmi scacciati,
svaniti,
col sonno che se n’è andato,
mi alzo,
bagno,
bicchiere d’acqua,
ascolto la radio,
faccio qualcosa,
muoviti,
muoviti,
c’è ancora da fare,
da andare,
sperare,
pensare,
ancora,
ancora.

Notte,
buio profondo,
velo nero,
china,
vuoto e silenzio,
non un anima,
solo i miei pensieri,
i miei fantasmi,
i ricordi,
sentimenti,
idee che volano,
rimembranze di te,
di ieri,
del giorno finito,
di quello che ho perduto,
di tutto quello che è passato,
e non tornerà;
questa notte giovane,
giovane,come te,
è per te,
pensandoti,
fissandoti,
se solo non dimenticassi,
se solo tu pensassi,
a me,
a me.

Quel che resta del giorno,
sei tu,
quel che mi rimane sei tu,
chi mi salva la giornata sei te,
e riempi il cuore mio,
di sereno,
e mi togli dalle mie  immani
solitudini
sei tu;
quello che mi resta,
la mia risorsa sei tu,
col tuo sorriso,
i tuoi capelli raccolti,
i tuoi occhi profondi
e sfuggenti,
pieni di malinconia,
quel che resta di buono nella giornata sei tu,
tu che voglio,
che spero,
e rivederti,
e ritrovare il sorriso,
e tutto ciò che è buono, sei tu.

Rumori della fiera,
casino e brusio,
gruppi di gente,
via,vai,
una radio suona un
motivetto triste,
fiera d’inverno,
lottando contro il freddo
e la brina,
la gente passa
e guarda
i banchetti e le merci,
mille tentazioni,
pochi quattrini;
la giornata non passa mai,
traffico incasinato,
le auto non possono passare,
confusione ,
vocio;
fiera così.

All’imbrunire,
la luce scema alla svelta,
e il buio avanza,
in questi giorni,
troppo corti,
troppo brevi,
dove la sera ti coglie
impreparato,
e la notte t’affligge,
con la sua tristezza,
la sua penombra,
inverno;
e non ci puoi fare niente,
il tempo scappa,
tra le nuvole ammassate e
brutte,
domani ci sarà pioggia o sole,
non si sa,
sfuggi al freddo come puoi,
nel tuo paltò,
saluti gli amici,
che vanno di fretta,
malinconia.

Montagne voltaggesi,
aria fredda,
nebbia,
lassù è già inverno,
tra gli alberi,
i pini,
e la boscaglia,
che si erge,
ai lati della strada,
e sei sperduto,
tra i monti e i bricchi,
a contatto con l’aria pura,
e la natura,
silenzio naturale,
ancestrale,
primigenio,
perfetto,
lontano dai casini e dai rumori di città,
la macchina si arrampica,
inerpicandosi,
per strade umide e
bagnaticce;
speriamo che la neve,
stenti ancora a venire,
e il tempo regga,
meglio non pensare,
al ghiaccio e la tormenta,
meglio dimenticare.

Albeggia,
strati ancora vivi
della notte,
aloni di chiaro scuro,
ombre lunghe  che resistono,
albeggia,
la città immota,
assenza di suoni rilevanti;
davanti al lavabo,
ronzio del rasoio,
monotono rumore,
che spacca la quiete
notturna
e siderale,
cappuccino ,
sapore di caffè e moka,
di dolce
e zuccheroso aroma,
poi le ombre si alzeranno,
tornerà la luce del giorno,
casini vari,
ci penserai,
ci penserai.

Ho visto cose ,
che voi umani non
potete concepire;
navi in fiamme al largo
dei cieli di orione,
le supernova collassare
ed esplodere e collidere nel buio siderale;
e relitti di guerre dimenticate,
al di là della galassia;
adesso,
però,
è tempo di morire,
e questi ricordi svaniranno
per sempre come gocce di pioggia,
la mattina di rugiada,
dopo il temporale;
adesso è tardi,
umano,
adesso,
è tempo di
morire.

Vieni avanti,
in un vestito
bianco
colorato e fiorato,
capelli raccolti
viso pacato,
occhi grandi
e pieni di vita;
cammini sinuosa ed
elegante e stai benissimo,
quasi non ti riconosco,
sei alta,
slanciata,
forte,
eretta;
ti guardo,
e non smetto di farlo,
e vorrei
poter stare con te,
e trascorrere i miei anni
che restano con te,
vederti,
sentirti,
tutti i giorni,
e non lasciarti
mai,
e non dovermene
andare;
ma che vuoi fare,
è così;
e sono contento lo stesso,
di tutto quello che puoi darmi,
anche se è poco;
facciamo quello che possiamo,
nel poco tempo che c’è,
tra le mura ospedaliere;
parliamo ,
ci guardiamo,
vediamo la tele,
mangiamo,
o beviamo se
ce n’è;
io con te,
stò bene,
e non ti lascio,
non ti dimentico,
qualche volta è dura
viaggiare,
ma và bene così;
grazie a te,
che mi dai tanto;ascoltami,ascoltami..

Ti seguo
In punta di piedi,
ti stò dietro
in silenzio,
faccio piano,
per non rubarti il
sorriso;
mi fai star bene,
mi fai sentire
un altro,
mi rendi sereno,
mi fai sperare;
lo so,
non sono il massimo,
ma il bene che ti voglio,
non lo immagini,
per quanto possano,
prometterti.o dirti,
io ti voglio di più;
anche se a volte,
non ci sei,
non capisci,
non senti,
e non usi
il cuore,
fischietti
e te ne vai;
vicino  a te,
stò vicino  a te.

Perché mi fai questo,
perché sei così lontana,
così distratta,
non chiami,
non parli,
non dai un segno,
non ti interessi;
chiusa nel tuo guscio,
di preoccupazioni
quotidiane,
ed io,
che spazio ho,
in tutto questo,
nella tua vita,
tra le tue cose,
dimmi;
ti penso,
ma anche un po’
ti perdo,
ogni volta,
che tu taci,
e non rispondi,
insegui le tue chimere,
i tuoi sogni,
apri il tuo cuore,
e vola,
da me,
da me,
lascia tutto com’è,
e vola da me,
pensami un po’,
lascia che le banalità,
e la noia,
vadano via,.
Vola da me,
pensami,
pensami…

Mille lire,mille lire,
che bellezza,
tu mi chiedi
con noncuranza,
ma è la spesa la
sostanza,
tesoro cerca di capire,
spendere è facile,
più facile che avercene,
cerca finalmente
di intuire,
che la money,
per me ,
non è un belvedere,
che se spendo e spando,
non arrivo al pranzo;
mille lire,mille lire,
ti ho fregato;
anche se tu tesoro,
devi
comperare,cerca di
almeno moderare,
la tua vocazione,
a sperperare…

Sei seduta,comoda
Nella sedia
E fumi come
Una turca;
non mi vedi,
non mi senti,
non ti viene in mente
di sederti accanto a me;
te lo dico,
allora eccoti,
ti sdrai su di me,
e io ti abbraccio,
momento magico,
il tempo si ferma,
e mi sento al settimo cielo,
sei tu la mia forza,
sei tu,
con la tua pelle,
i tuoi capelli castani,
abbronzata,
stiamo vicini,
vicini,
per un pochino,
e sono contento,
di quello che mi puoi dare,
anche se sei distratta,
a volte frivola,
a volte lontana,
o chiusa in te;
momento con te,
e mi sento bene,
felice.

Parola di libertà,
voglio
riempire la mia
bocca,
voglio pensarci con la mente,
voglio ricordarmela,
nella memoria;
libertà,
da tutto,
dai luoghi comuni,
dalle giornate oziose,
dallo squallore
e la noia di paese,
gettarla in faccia,
alle idiozie della gente,
alle opinioni,sbagliate
alla presunzione della gente,
che crede di capire,di decidere;
voglio libertà,
per la mia vita, di guardare lontano,
di fare come voglio,
di stare fermo,
e non fare niente,se mi và,
e non correre,
e non ascoltare nessuno;
per me ,credo solo
a libertà.

Voglio allontanarmi
Da tutto,
dal chiasso della gente,
dal loro berciare,
dalle loro opinioni
stantie;
starmene per conto mio,
volare libero,
come una sterna,
sopra la tundra  e
le alture;
come un aquilone
perduto,
e preso dal vento,
che se lo porta via;
lontano,starmene
lontano
dalle mene,
dal chiasso,
dalle troppe parole,
dalle fregature;
volare via,
libero,
respirare.

Zuppa strana
E se mi và,
lo sai cosa faccio,
preparo una zuppa
strana,e la riempio
di parole,
di virgole,
di idee,
e ci metto un po’ di sogni,
un po’ d’emozioni,
e la condisco con un po’ di speranza;
una zuppa piena di pensieri,
un po’ seri,
un po’ faceti,
per farti ridere,
per farti stare,
rimanere,
e non partire,
per trattenerti,
per interessarti , così resti,
e non mi lasci,
ridi
e ti ricordi,
di me, per farmi sentire da te.

Con questo sole,
qua fuori,
con questo caldo,
un po’
seccante,
un po’ sfiancante,
non trovo le parole,
non c’è più
il contatto,
con c’è più il dialogo,
e ho solo
voglia di stare a casa,
al fresco,
lontano dalla calura,
lontano
dai viaggi;
e non dover andare,
non dover pensare;
anche se tu,
ci sei tu,
tu,
tu;
impossibile non pensarti,
impossibile scansarti;
ma voglio un po’ scappare,
stare calmo,
respirare,
non fare,
non muovermi,
degli altri
non mi frega,
lontano dalle
storie,
dai pareri altrui,
voglio solo dimenticare,
sognare,
dormire,
riposare,
rimuovere tutto,
non correre
per nessuno;
ma tu,
ci sei tu,
tu,
tesoro,
un po’ a te penso,
e mi dispiace,
ma oggi non rispondo,
non ci sono.

Notturna autunnale
Buio sovrasta ogni cosa,
che pare spenta,
che pare morta;
tutto tace,
tutto è rimandato,
rinviato a domani,
solo la luce lattea dei lampioni
sporchi di polvere,
un gatto che passa
tra l’erba bagnata,
un latrato,
lo stridio d’un auto,
una sirena lontana;
notturna autunnale,
domani,
pioverà,
o forse ci sarà,
un sole debole
e stantio,
domani verrà,
sarà un altro giorno,
ora è notte,
la notte giovane;
ora.

Cara,cara,
vieni,
vieni,
vieni via con me,
è una brutta giornata,
tira vento,senti che fresco,
senti che spifferi,
le rondini
sfrecciano in alto,
rotolano le foglie,
vieni,
vieni,
vieni via ,con me;
senti il tempo che cambia,
guarda come siamo cambiati
noi;
mi dicevi tante cose,
mi parlavi,
mi amavi
eri vicina,
vieni,
vieni via
con me;
o non ti importa,
o non mi vuoi,
o sei stanca,
stufa,
e non vado bene,
cosa sono,
cosa sono,
uno che non vuoi più,
vieni via
vieni via,
con me;
staremo insieme,
lontano da questo casino,
da questo vento
strano,
dal male,
dal brutto,
vieni
vieni via con me..

Strada di foglie,
viale cosparso di foglie gialle
ocra e scarlatte,
ai lati della strada,
spazzate dal vento,
e dai netturbini,
inondano la via,
rotolando la centro
del passaggio,
mare di foglie,
che sa di fine,
di termine,
della stagione,
conclusione d’un ciclo,
la natura và a sonnecchiare;
silenzio e quiete
autunnale,
pausa di tutto,
la strada,
invasa dall’autunno,
acquista i mille colori
delle foglie morenti,
senso della natura,
stagione intermedia.

Auto autunnale
Pioggia battente,
sera scura,
il temporale non
passa più,
pioviggina a
a ritmo continuo;
passa un auto,
piena di foglie,
gialle,zuppe e fradice,
inghirlandata di fogliame,
come un carro da sagra
autunnale;
senso d’autunno,
pioggia,
poca luce,
foglie caduche.

L’auto,
lentamente,và,
arrampicandosi
sulla strada montana;
casette lontane,
su pinnacoli,
guglie e
sommità,
sopra i bricchi;
chissà che pace,che silenzio,
le guardo mentre sfilano
lente,
poter lasciare tutto,
cambiare casa,
godersi la pace
tra le alture,
ai piedi delle montagne;
tra radure,
altipiani,
colline,
spazi erbosi,
tenute e cascine
in mezzo al verde,
tra boschi e pinete;
paesaggio montano.

Lampo
Pioggia a secchi,
rumore scrosciante,
d’un tratto,
una luce primordiale,
fende l’aria,
e illumina, la tenebra di china;
lampo,
sussulto,
istante di luce forte,
rischiara la terra.

Tesoro sei lassù,
in mezzo ai bricchi e ai
fossi;
e io qua,
a trafficare,
a travasare,
a cazzeggiare;
in questo paese
fetente,
in questo paese
monotono,
e assente,
in mezzo  a gente,
che non gliene
frega niente;
e che vuoi farci,
a volte,
non ho voglia di partire,
non ho voglia di venire;
voglio solo,
chiudere gli occhi,
e starmene
fermo,
seduto,
nella mia casetta,
a dimenticare,
a scordare,
staccare da tutto,
e non pensare;
lontano dal mondo,
incasinato
e affannato,
con le sue mene,
  le sue storie,
che spesso,
è
meglio perdere,
che trovare;
tesoro,
abbi pazienza,
voglio solo
riposare,
senza urgenza.

E ti cerco,
ohh,
nell’universo,
ohh,
e grido forte,
per te;
anche se sei lontana,
anche se non mi senti;
è maggio ormai,
e la brina
è lontana,
l’inverno
è andato,
portato
via
dal vento;
e noi,
due canne sferzate,
dal maestrale,
due vite sospese,
due anime perse;
io e te,
da soli,
in questo mondo scuro,
futuro incerto,
chi lo sa,
e restiamo
solo noi,
e non ti perdo,
e ti penso,
anche se è passato,
tanto tempo,
anche
se la gioventù,
è alle spalle,
noi due,
vite
in mezzo a questo niente,
a questo
casino;
mondo indifferente,
non capisce niente,
mondo da dimenticare;
solo noi due,
io e te.

Illusione,
tu facilmente riderai,
tu mi prendi in giro,
illusione,
illusione;
ed io corro da te,
da te,
che altro posso fare,
sono solo un pagliaccio,
è vero,
rido e scherzo per te,
corro per te,
in bilico
tra la mia solitudine,
e la speranza,
tra falso e vero,
odio e amore;
come sai giocare bene,
e giochi con me,
povero pagliaccio,
come il gatto e il topo,
dicendo bugie
travestite di verità;
ed io corro,
e salto,
per il tuo divertimento,
e non so,
se ridi solo di me,
oppure no;
pagliaccio,
sono solo
un pagliaccio
per te..

Vorrei che vincesse l’amore,
solo l’amore,
e non l’odio,
non la chiusura,
non l’egoismo;
non il muro contro muro,
e si cercasse di capire;
vorrei che ci fosse,
ancora spazio per la speranza,
e che vincesse la verità,
sulle opinioni,
sulle menzogne,
sulle frottole,
sui sentito dire;
vorrei un mondo più umano,
con posto per tutti;
che ci fosse l’amore,
che ci fosse un sorriso.

Scappa
Questo reo tempo,
mi sfugge dalle mani,
scolora le foto,
ricordi sbiaditi,
ma vivi
vivi;
stop,
ed è già
tardi,
tutto fugge,
tutto passa;
cara pensaci un po’,
e non c’è tanto tempo,
non lasciarmi,
non dimenticarmi,
non buttarmi,
tra i ricordi
vecchi
e scartati;
siamo qui,
io e te,
eh,
tutto può succedere,
se mi vuoi,
se mi vuoi;
non andartene ,
non voltarti..

Silenzio,
è già
tardi,
è già buio,
colpa anche
dell’ora nuova;
nessuno
con cui parlare,
nessuno;
silenzio tra noi,
e mi sento
solo
sperduto,
come una chiatta
che và
a rilento,
senza di te,
cosa rimane;
buio,
solitudine,
quiete,
e un mare
di malinconia;
è quasi primavera,
anche se pioviggina;
tu non mi pensi,
non mi senti,
mi hai già cancellato,
e sono
meno d’un particolare,
spero di no;
sei la cosa,
migliore che avevo,
in questo
squallore,
sei la
cosa migliore.

C’è un
Momento anche
Per te,
anche se non posso,
anche se
il tempo è poco;
un momento per te,
in cui mi ricordo,
in cui ti rammento,
in cui mi fermo
un attimo,
a respirare
a pensare,
e mi vieni
in mente;
un momento
per te,
anche se tu
non lo crederesti,
anche se tu,
non lo sai,
non ci pensi;
un momento
anche per te,
e non è un giorno,
che stiamo
insieme;
in cui ti immagino,
e mi figuro
il tuo profilo,
lo seguo con la
mente,
e vorrei
tu ti
fermassi
un attimo,
lasciassi tutto
com’è;
e capissi,
pensando a me,
ai giorni
che restano,
al tempo
che passa
tiranno,
senza requie,
senza aspettare
nessuno;
un momento,
anche per te.

Resto in ascolto,
ma silenzio,
null’altro da te,
nessun segno,
non ti fai viva,
non parli,
non chiami;
scomparsa,
nelle pieghe della tua vita,
è festa,
e la primavera
è iniziata
da un po’,
tutto è verde,
in fiore,
cade la pioggia
primaverile,
ma tu non ci sei,
non ti sento,
che fai,
che pensi,
dove sei;
rimango qui,
sospeso,
tra il serio e il faceto,
tra malinconia
e noia,
in questi giorni di festa,
manchi,
come l’acqua fresca,
come una doccia dopo il caldo,
il relax dopo la fatica,
il silenzio,
dopo il chiasso;
dove sei,
che stai facendo,
mistero,
non pensi più
a noi,
non t’importa,
forse è finita,
forse,
ma io ti penso,
ancora,
ancora

In questa stanza,
pareti bianche,
spazio angusto;
sedia vicino alla finestra;
chiudo gli occhi,
per volare via,
per fuggire via;
verso spazi liberi,
e mondi strani,
tutti miei;
volo via sopra gli anni miei,
sopra il tempo reo,
che semino indietro,
e ritorno ai vecchi tempi,
ai miei nonni,
al paese,come era
una volta,
all’innocenza e
pacatezza
dell’infanzia,
ritorno
al tempo mio,
e lascio,
il brutto,
lo schifo e il male,
del presente,
e del reale,
con le sue sozzure,
le parole
stantie,
e inutili,
della gente;
vado via,
a modo mio,
inseguendo
le ali della fantasia,
e del ricordo .

Montagna di notte,
la macchina avanza
lenta,
fendendo
l’oscurità,
coi fari bianchi,
ombre enormi
e titaniche,
cespugli,
sagome di pini;
finestrelle
illuminate,
lampioni
e lucette di cortesia;
qualche stalla
lontana,
cascine e baite,
immerse nel buio,
la strada sembra più lunga
e interminabile;
quiete
e silenzio,
magari passerà una lepre,
o un capriolo;
spazi grandi,
i contorni dei monti
e bricchi,
si stagliano
nella notte;
mentre mi allontano,
da questa pace alpestre.

Ciao amore,
sei là,tra i monti,
e non so perché,
non parli,
non dici,
non chiami;
ciao amore,
quaggiù,
è sempre più grigio,
più autunno,
la pioggia cade
a catinelle,
picchiando sul cortile,
e allagando le cantine,
con noi che imprechiamo,
e ci incazziamo,
freddo autunnale,
umidità,
grandi nuvole pregne,
le prima foglie adagiate;
spazzate e buttate
nei sacchi,
chissà lì da te,
in montagna,
è già inverno
avanzato,
col vento che ti
perfora i vestiti,
coi giacconi e i berrettoni,
ciao amore,
tutto si fa in bianco e nero,
e tu lassù,
non parli,
non parli.

Una volta tutto era diverso,
una volta eravamo più giovani,
e tutto sembrava chiaro e scontato,
una volta era tutto diverso,
c’era più allegria,
e il mondo ci sembrava giovane;
una volta,
c’erano i tuoi cari,
che adesso ti hanno lasciato;
una volta c’era un sole che metteva
allegria,
e il tempo è volato,
amore,
e tutto passa in fretta,
i giorni volano,
i mesi,schizzano via,
al punto che se non stai attento,
la tua vita
te la sei già giocata;
tutto passa,
senza tregua,
e il mondo cambia,
senza spettare nessuno;
il futuro
non ha pietà,
non ha tempo,
e và dove vuole,
senza guardarsi indietro;
amore
ascoltami.

La notte mi sovrasta,
diafana
e
priva di suoni,
almeno per ora,
le ore piccole
ballano intorno a me,
nicchiando e indulgendo,
tutto pare fermo,
e rallentato,
come il passo d’una testuggine
vetusta;
vuoto,
se potessi farti capire,
il vuoto che hai lasciato,
ma tu ora non sei qui,sei laggiù,
pensi alle tue cose,
ed ora dormi,
dormi,
incurante di tutto,
e a me non pensi;
solo nella notte,
ascolto il silenzio,
assente,
della notte,
e il tempo,
pare allungarsi
all’infinito,
come il mare
all’orizzonte,
immane e sconfinato.
La notte passerà,
prima o poi,
e tu non sai nulla,
non sai nulla,
di tutto questo,
di quello
che provo,
adesso,
per te.

Incoscienza
Dormo,
occhi chiusi,
il sonno mi ha accolto
finalmente,
sono
nel dominio di morfeo,
nel suo mondo,
i suoni sono lontani,
non sento niente,
sogno ricorrente,
inseguo
pensieri a casaccio,
buttatti nella mente,
come tanti pezzetti di carta
scritti,
d’una tombola;
faccio diversi sogni,
situazioni,
idee,
la mente vaga
a tentoni;
quando stò per realizzare un sogno,
e stò vincendo,
l’incubo finisce,
e riemergo,
sotto il pelo dell’acqua
della realtà,
sono vicino a svegliarmi,
socchiudo le palpebre,
è giorno,
orologio,
sveglia,
me lo conferma,
è giorno,
giorno.

Soffio
Questa mia vita non è,
che un soffio breve;
un battito di ciglia,
un respiro,
un volo di libellula,
e in un attimo,
tutto insieme,
è già tardi,
e l’ora volge al tramonto;
è tutto si fa veloce,
e passa in fretta,
è il tempo diventa poco,
ed è tiranno;
e il passato scorre
davanti alla memoria,
e lotta ,contro il presente;
la vita,
non è che un soffio,
un rimpianto;
nostalgia.

Cara, tu sei là,
lontana,
là,
e non ci pensiamo,
ma tutto và,
tutto passa
svelto,
tutto finisce
e si conclude,
e il domani,
chi lo sa,
non c’è niente
di sicuro;
oggi ci sei,
domani no,
domani,
domani..,
amore mio,
pensaci un
po’;
e il futuro,
e un bambino,
che chiude
gli occhi davanti al muro,
e vede il futuro già;
il futuro
è un astronave
senza pietà,
che và qua e là,
và dove vuole, e non si ferma mai,
neanche
un momentino,
per riflettere,
per respirare,
per pensare un attimo,
ha solo fretta,
e ci porta via,
questo e quello;
il futuro,
è già quà.

paese
Questa città,
con le vecchie strade,
i vicoli,
gli anfratti,
il solito volto,
le solite facce della gente;
i posti e luoghi,
che hanno tanti ricordi,
che ti portano indietro,
ad anni migliori,
ai tempi della gioventù e
dell’adolescenza,
strade dimenticate,
dove passavi con nonna,
la vecchia segheria,
dove il nonno arrivava,
e tu eri bambino,
e ti sembra ieri,
e ti sembra poco fa;
e cosa daresti per
rivederli,
per rivivere quei giorni,
per stare tranquillo,
per essere felice
e sereno come una volta;
vecchia città,
paese polveroso,
identico,
quasi immutabile,
un po’ invecchiato come te,
e altre cose,che invece,
una volta non c’erano;
paese un po’ caro,
un po’ bastardo,
un po’ da perdere,
e da ricordare;
paese ,la mia storia.

Poesia d’emergenza
C’è bisogno di tutto,
ci vorrebbe un trucco,
una poesia d’emergenza,
che scaturisce dall’impellenza;
un po’ poesia,
un po’ porcheria,
metà poesia,
e forse un po’ fesseria;
con dentro le parole,
che vorresti,
che terresti,
da conservare,
da recuperare;
per sperare,
e ridere
dopo tanto
che non lo fai;
e scrollare le spalle,
dimenticando i guai.

Senza parole,
le avevo qui,
erano intorno,
me le ero messe da parte,
ma poi sono scappate,
sono volate,
sono andate;
senza parole,
e come farò,
a riempire
questo foglio,
questo spazio,
questo vuoto,
come la solitudine,
d’una panchina
a novembre;
senza parole,
le avevo qui,
ma ora,non più;
e tu te ne andrai,
e tu scapperai,
e non mi parlerai;
senza parole.

Tracce d’autunno
Le giornate
Si fanno brevi,
tira il vento,
che fa
galoppare le nubi,
fa frescolino,
la notte si gela ,
con un freddo,
che sa già d’inverno,
cerchi qualche traccia d’estate,
ogni giorno,
che svanisce sempre
più;
sensazione
di stagione finita,
passata,
ti senti più vecchio.

Per te
Se potessi fermarti un attimo,
bloccare la tua corsa,
la tua inquietudine,
il tuo nervosismo,
lo farei,
inventandomi un mucchio di parole,
cercando quelle giuste per te,
per farti pensare,
parole un po’ sensate,
un po’ pazze,
un po’ artiste,
parole strane,
per farti riflettere;
se potessi farti scendere giù,
dal tuo mondo chiuso,
dalla luna ,in cui ti rifugi
a volte,
e non vuoi tornare sulla terra,
se potessi farti scendere,
lo farei,
cercando per te,
parole d’amore,
col cuore in mano,
parole semplici,
di quello che sento,
che provo;
se potessi farti capire me stesso,
e il bene che ti voglio,
lo farei,
per restare,
per non essere dimenticato,
da te;
per te,
per te,
farei mille cose,
lo sforzo
di dire sì,
per fare posto a te.

Me ne vado
Per il sentiero mio,
non ascolto
più nessuno,
non ho tempo,
il mio tempo scarseggia,
e lo voglio spendere solo
per me, come voglio;
sono stanco di parole,
di buffonate,
di menate
della gente,
le chiacchere,
l’ipocrisia,
c’è chi dice qua,
o là,
io non mi muovo,
io non vado,
non faccio;
stò qui,
con me,
e penso per me,
e quello che faccio
è per me,
per stare meglio,
pen pensare,
per riflettere,
per scrivere un verso,
per dire la mia,
e fregarmene se mi và;
me ne vado
per la strada mia;
tutto è stato in salita,
nessuno mi ha mai sentito,
mi son tenuto
i miei segreti,
le mie cose;
adesso è tardi,
non mi frega di nessuno,
voglio solo tempo per me,
voglio fare
e rifare,
tutto e il contrario di tutto,
o non fare nulla,
rimandare
e perdere tempo,
decidere io,
starmene qui,
e non fare nulla
se mi và,
per il sentiero mio.

Nero,
finestra chiusa,
silenzio
criptico,
il nulla
della notte;
sonno dileguato,
vuoi tutto e
niente,
nessuno con
cui parlare;
tutti dormono,
la tua anima
si agita,
come un
cencio,
mosso dal vento;
non vuoi niente,
solo calma,
relax,
dimenticare tutto,
non fare niente,
non pensare
a niente;
le lancette corrono,
implacabili,
poi sarà giorno;
vorresti
solo il sonno
d’un bambino,
come tanto tempo fa;
come nei vecchi tempi,
una volta,
quando eri leggero,
e innocente,
vorresti i vecchi tempi,
vecchi tempi..

Oblio notturno,
silenzi disumani,
sepolcrale quiete,
assenza di suoni,
profondo alveo
della notte,
in cui mi perdo,
le ore rallentano,
nicchiano;
la notte
sembra,
non finire mai.

Buio,
notturno,
dimensione
irreale,
trascesa,
onirico mondo,
in bilico
tra sogno e incubo,
vero e falso,
fantasia  o ricordo;
il sonno fugge,
resto in compagnia di ombre,
e fantasmi.

Vai su
Io sto
Seduto nella panca
Così,
e tu non mi
vedi,
come se fossi
niente,
come se fossi
inesistente;
ti volti,
e vai su,
blaterando,
e io rimango,
solo,rimuginando;
amore,
amore,
pensa,
pensaci,
pensaci;
pensa a me
a me,
ma tu vai su,
e non ti frega,
e io
ti ho vista
a malapena.

Chiudo la persiana,
il mondo m’ha stufato,
non voglio più vedere,
non voglio più
pensare;
chiudere gli occhi,
stare in silenzio,
guardare in me stesso,
riflettere,
respirare,
lasciarmi andare,
rilassarmi e basta.
Scrivere punto e
A capo,
e fregarmene,
di chi dice no,
di chi non gli và bene,
chiudo la persiana,
in faccia al mondo,
ai furbi,
ai rompiballe,
non ho più tempo
per nessuno,
voglio pensare
solo a me,
fare con calma,
decidere
a modo mio,
fare le mie cose,
senza guardare in faccia;
chiudo le persiane,
ho bisogno di staccare,
di calma,
al diavolo
guai
e tutto il resto,
calma,
voglio prendermela
con calma.

Bruxelles,
con le sue vie umide
e mandide di pioggia,
con la rugiada
e le strade
slavate piene di
chiazze e pozzanghere,
il cielo sporco e grigio,
che sembra debba sempre piovere,
le vie antiche e medievali,
i negozietti,
i bistrò,
le insegne al neon,
le vetrine,
le sue chiese
e cattedrali,
le vie un po’
malinconiche,
tipo in bianco e nero;
Bruxelles,
Sogno nella notte.

Sabato cheto,
solito sabato
di fine settimana;
e con un aria
da commedia
americana
finisce
pure
questa settimana;
tra calura,
afa,
e sete,
e non sappiamo
come vestirci;
voglia di relax,
di pensare,
riflettere,
di rimandare tutto,
di stare in casa
al sicuro,
tra le proprie cose,
i propri affari,
le faccende,
i sogni;
fuori
il sole stà picchiando,
e già mi stà rompendo,
cosa si farà,
dove si và,
non lo so,
si vedrà.

Cosa hai fatto,
al mio vecchio cuore,
cosa hai fatto alla
mia mente,
non so,
tu mi catturi,
mi attiri,
come una
libellula alla luce;
mi hai stregato,
preso,
avvinto;
non so stare,
lontano,
solo tu,
mi vedi,
capisci,
mi sei vicina
a volte;
che hai fatto,
hai preso le carte
della mia vita,
e le hai
gettate per aria,
scompigliandole tutte,
hai cambiato,
e mi hai salvato,
dalla mia solitudine,
dal mio sconforto,
dal silenzio
di chi è solo,
e non sà che fare;
che mi hai fatto,
hai fatto…

Silenzio perfetto,
ovattato,
velluto notturno,
le ore vanno via lente,
nicchiano,
dormono;
quiete spettrale,
in bilico tra sogno e
realtà;
mille pensieri lottano
contro il sonno;
notte.

Ti ho incontrato
Una sera,
un giorno,
chi se l’aspettava,
dopo aver attraversato
il
deserto della mia vita,
tra noia,
malinconia,
vuoto,
e ricerca di te;
ti ho incontrato,
senza più aspettarlo,
senza più crederci,
quando ormai,
non ci contavo più;
ti ho incontrato,
e sei arrivata tu,
ti sei seduta,
baci tra noi,
e sei entrata nella vita mia,
e sei diventata,
più di ogni altra cosa,
e ti voglio bene,
come la prima volta,
un amore ,
che ancora,
mi dura;
e i miei anni,
il mio tempo,
non è più stato lo stesso;
grazie,
grazie perché,
sei una forza,
uno scudo;
anche se a volte,
sbagli,
e sei un
po’ testona,
grazie perché,
cerco il tuo
volto,
in tanti volti;
la tua faccia,
tra facce,
nemiche,
di cui non mi
frega,
grazie
perché,
alzo lo sguardo,e tu ci sei.

E t’amerò,
finchè respiro avrò,
nei dolci anni tuoi;
e starò vicino a te,
respirando piano,
per non seccarti,
per non disturbarti;
anche se tu,
a volte non ci sarai,
non penserai a me;
io t’amerò,
finchè potrò,
e non ti lascerò,
e come posso ti ascolterò,
le tue risa,
o se piangerai,
o avrai un problema;
io ci sarò,
in qualche modo ci sarò,
te lo prometto;
anche se qualche capello
grigio avrò,
io verrò,
e camminerò,
fino a te,
fino al tuo cuore;
bella sei,
nei dolci anni tuoi,
e ti amerò,
finchè
che respiro avrò,
e poi si vedrà,
che succederò;
e il futuro,
fa un po’ paura,
ma ci sarò,
ci sarò,
finchè potrò.

E cercarti in un momento,
sentirsi soli,
e sospesi,
in bilico ad un giorno inconcludente,
senza niente,
sentire il male intorno a te,
cercarti un momento di dolore,
di stupore,
di silenzio,
di abbandono,
quando senti,
che non  importa  a nessuno
di te;
e cercarti proprio adesso,
in un a notte
monotona,
una notte plumbea,
di sopore,
cercarti per te,
per me,
per sfuggire
alla solitudine e
ad una struggente malinconia,
cercarti
perchè e così,
mi vieni in mente,
solo senza te,
perché sei unica,
che mi ascolti,
che mi vedi,
che mi parli.

Notte,
schermo acceso,
e come un bambino,
non so se dorme o fa finta:
ore piccole,
ferme,
il tempo
nicchia indulgendo,
il buio sembra uno
scuro perenne;
pensieri,si accavallano,
lottando tra presente e passato;
se tu fossi qui,
ti direi mille cose,
se tu fossi qui,
la noia e il dolore,
se ne andrebbero;
la notte mi pervade,
il sonno fugge nella notte
come un ladro randagio;
domani,
sarà domani.

Notte interminabile,
a cavallo d’una scopa,
in bilico tra realtà e sogno;
mille e più pensieri,
tra ieri e oggi,
passato e presente;
vorresti tutto e niente,
stare bene,
amare,
trovare,
il tuo posto,
fare meglio che puoi
raggiungere
le tue mete,
notte opaca,
perfetto silenzio,
domani,
si vedrà.

Sei in me,
e ti penso,
e ti ricordo,
anche quando non mi và,
anche quando ti ho mandata
al diavolo,
anche se mi stufi,
anche se mi deludi,
e non ti sopporto più,
e quasi vorrei
non averti mai vista;
eppure ti ripenso,
di continuo,
ho bisogno di te,
dei tuoi capelli,
il tuo viso,
il tuo modo di fare,
la tua voce;
sei in me,
non ti lascio.

Il cielo è pieno di nuvole
E ammassi immensi e giganti,
spira un aria fraschetta,
la polvere e le foglie
sono spazzate dalle correnti,
è l’autunno che viene,
adesso che sei abituato al caldo,
proprio ora l’estate
è the end,
fine,
basta,
chiuso,
fine stagione.

E il tempo è volato
Come un treno mattutino,
che hai perduto,
gli anni li hai sulle spalle,
la scuola,
quanti ricordi,
e i compagni che fine
avranno fatto;
e poi lei,
la tua storia fallimentare,
che cagava tutti,
meno che te,
meno che te;
e i capelli sono ingrigiti,
la panza prominente,
ma dentro se tu,
tu,
sempre lo stesso,
con mille domande,
mille perche,
ancora la voglia
di ribellarti,
di dire,
pensare,
amare;
di andare via,
lontano,
lontano.

Sono distante
Da te,
dai miei
tempi,
dai ricordi,
dagli anni
che erano,
e non saranno più;
sono distante
dalla gioventù,
e tutto si fa
difficile
e triste,
coi tuoi capelli
grigi,
i tuoi
anni,
in mezzo a un mondo
folle,
che non capisce niente
di te;
sono distante amore,
voglio stare nel
mio mondo,
al caldo,
al sicuro,
tra le mie cose,
tra gli affari
miei,
al diavolo
gli altri,
non devo niente,
tutto
quello
che ho,
dipende solo da me;
nessuno mi
ha regalato;
sono distante,amore,
voglio
solo sognare,
dormire,
fregarmene.

Cerco di te,
nel mio pomeriggio,
troppo lungo e ozioso,
cerco di te,
del tuo viso,
la tua pelle,
la tua voce per parlarti,
il tuo corpo,
per accarezzarti,
la tua presenza per
scaldarmi,
in questo autunno qua,
ai nostri piedi,
che inizia,
e porta via,
la bella stagione;
mi manchi,
vuoto e silenzio
senza te;
in mezzo al lento
soffiare del vento,
che butta per aria polvere
e
  foglie rinsecchite;
vorrei trovarti,
sentirti,
parlarti;
mi manchi.

Il tempo si ferma,
e non passa,
quando sei malato,
tutto nicchia,
tutto indulge;
voglia di correre fuori,
di
respirare,
di andare via,
di gironzolare,
in mezzo ai primi sintomi
dell’autunno che viene;
le giornate corte,
il vento,
le nuvolaglie ,
che corrono veloci nel cielo;
e tu con la tua voglia
di sparire,
di partire,
di guarire.
E con lei,
nella testa,
cercando,
il suo viso,
la sua immagine.

Vicino a te,
dimentico il brutto
e il male
del giorno;
vicino a te,
mi sento già in recupero,
sei una risorsa,
una risposta,
una speranza
rinnovata;
sei un sorriso che torna,
un raggio di luce,
che fende
la penombra,
sei questo
e di più;
e per te,
ritrovo
la voglia di aprire
un po’ la porta,
la voglia di ridere,.
Di credere di nuovo;
sei così piena di vita,
di energia;
sempre in moto,
avanti indietro;
hai sete,
hai fame,
tutto in te sprizza
di vita e di voglia
di esserci;
guardo la tua forza,
e ti invidio un po’,
con stupore
e ammirazione;
vicino a te,
dimentico i miei anni,
il passato,
e la nostalgia
dei tempi che non tornano
più;
ascoltami un po’,
un po’.

Cosa si fa,
dove si và,
in questo
giorno
stracco,
e incolore;
che si fa,
dove si và,
e tu ora
sei lontana;
e lontano da te,
tutto mi appare,
triste,
noioso
e vacuo,
come del resto è;
siamo soli,
con noi stessi,
le nostre cose,
i pensieri,
la nostra esistenza,
i crucci;
siamo soli,
e nessuno sà niente,
e capisce;
solo parole  insulse
e vuote,
della gente che non sa
niente,
non capisce ;
solo noi ,
sappiamo di
noi stessi.

Casa mia,
sogno solo
di tornare
a casa mia;
tra le mie mura
amiche,
le mie finestre con
le tende di mamma,
i miei cassettoni,
il telefono,
gli oggetti,
le foto,
la credenza
della nonna;
casa mia,
rifugio,
riparo,
fiordo,
oasi privata;
col mondo
fuori dalle scatole,
con le sue mene,
le sue frottole;
casa mia,
col cortile,
la ringhiera,
e il prato
da tagliare,
con gli alberi,
e le vecchie case,
con le colombaie,
le foglie
e  gli sterpi,
da raccogliere,
spicchi di cielo,
con nuvole strane;
la bici del vicino,
la roba stesa;
casa mia,
casa mia;
non voglio altro,
non mi fido ,
solo di casa mia.

Non so dove sei ora,
non so che stai facendo,
stai dormendo o fumando,
o ascoltando musica;
non so,che sarà domani,
se starò bene o male,
col caldo,
e poche nuvole
in alto,
cercando un po’ d’ombra ,
un po’ un ristoro;
ma so che tutto passa,
tutto svanisce,
tutto corre di fretta,
anche se non ti và,
se non vuoi;
ti viene tolto tutto,
per questo non smetto di pensarti,
di cercarti,
immaginarti,
di scriverti,
in questa poesia,
per questo,
mentre il tempo,
fugge lontano
da qui.

Bordello infernale dal cortile,
ci svegliamo tutti,
e usciamo con gli accappatoi,
guardiamo fuori,
la vicina si siede,
taglio dell’erba,
con la falciatrice grande meccanica,
che avanza sollevando
nuvole di polvere e
di erba,
odore di verde,
di erba tagliata,
il camion aspetta,noi
assonnati guardiamo per un po’,
l’erba cade,
e diventa un prato
regolare,
che sa di clorofilla,
di gambi,
di radici troncate,
una mattina un po’ diversa,
la steppa cede il passo,
all’erba bassa,
tutto qui.

Pioggia
Insistente,
mille rivoli
e rigagnoli,
cadono in terra;
stille si infrangono
sugli stipiti,
il ciottolato,
e le grondaie,
con un rumore
di martellio,
pioggia amica,
che spezza
il silenzio
e la monotonia
della mattina;
ancora scuro
pesto,
caseggiato immoto
e dormiente,
lunedì imminente,
purtroppo.

Quiete
Immane e assoluta,
pausa notturna,
dove il sonno
và e viene;
mi alzo
nella quiete
selenica,
bagno,
un getto d’acqua,
mi lavo la faccia,
bevo un attimo,
il tempo
pare
traccheggiare e
perdersi,
nella tenebra
lunare,
non voglio pensare a niente,
non voglio lambiccarmi,
rimando a domani,
tutto quanto;
luce a basso consumo,
un pensiero per te,
voglia di tutto,
e di niente,
di partire,
per un viaggio
mai tentato,
mandare tutto
a quel paese,
non esserci,
non farmi trovare.

Sei qui,
davanti a me,
fremi e sei nervosa,
vai avanti  e indietro,
che hai,
cosa fai,
che vuoi;
hai il fuoco addosso,
non mi ascolti,
ti alzi più volte,
e non so se è colpa
mia,
non so se stò sbagliando,
ma prendi e te ne vai,
via,
via,
ed io rimango qui,
e ti cerco,
nel mio universo,
e dico forte,
il tuo nome,
e ti penso forte,
ma non so,
so che se te ne vai,
è un guaio,
e io me lo tengo;
non riesco a legarti,
non riesco a fermarti,
vai,
vai,
v ia,
via ,
così,
e io resto qui,
resto qui.

Niente di strano
Se stò qui,
a far niente,
tanto è così;
è così bello vederti felice,
che di rubarti
il sorriso,
non sono capace;
tu non capisci,
che non voglio fregarti,
rubarti,
o chiuderti,
tu capisci,
solo,
la tua libertà.
E io stò qua,
in questa sedia,
mentre,
tu vai via,
a girare,
scompari,
e
tanti saluti,
ma la tua libertà
è tua,
e rispetto,
la tua volontà,
di libertà;
voli,
vai,
non pensi,
sei libera,
come una cicala,
come un aquilone,
sospeso
dal vento;
libera,
libera.

Corridoio ;
vecchio ospèdale,
i soffitti alti
d’una volta con le arcate,
porte antiche e porticine in disuso;
i cartelli prensili,
sportelli
fogli,
manifesti affissi;
foglie entrano ,
spintonate dal vento,
le poltroncine vuote,
pomeriggio;
chi viene,chi parte,
chi stacca,
chi traffica;
saluto le impiegate, e mi godo la frescura
e la corrente;
qualche amico che passa,
mi offre un caffè,
una parola,
un amica mi saluta,
assistente sociale,
passa e se ne và;
le ore nicchiano,
la macchinetta gorgoglia
e stride,
la giornata vola
lentamente.

Non c’è libertà,
tra le parole
le opinioni sballate,
la spazzatura della
tele,
non c’è libertà,
solo apparenza,
solo illusione,
tra luci,
negozi,
insegne,
strade,
casino;
tante cose sì,
tante parole,
ma in fondo è così,
non c’è libertà,
libertà
di startene in pace,
di fare quello che vuoi,
di rimandare,
di non seguire nessuno,
di stare per conto tuo,
di dire basta,
e non fare niente,
se non ti và;
non c’è libertà,
libertà,
solo chiacchere,
solo trucchi di prestigio,
illusioni.

Esagerare,
voglio esagerare,
senza
far capire,
cosa faccio,
cosa dico,
la gente non deve sapere,
la gente la butto fuori,
non la voglio nella mia vita;
l’importante è
esagerare,
nelle cose mie,
che mi piacciono,
in quello che voglio,
che mi piace,
negli affari miei,
in quello che sento,
in quello che provo;
esagerare a modo mio,
senza dire niente a nessuno,
non mi interessa
è una cosa solo mia,
è la mia vita,
la mia vita,
e la spendo,
come credo,
come mi và;
l’importante è esagerare,
ma gli altri non c’entrano,
non devono sapere,
non dico nulla a nessuno,
cavoli miei
e basta;
l’importante è fare cose per me,
per me,
l’importante è trovare
libertà,
respirare libero,
e mandare al diavolo,
tutto quanto,
le menate,
i compromessi,
la polvere e il
pattume della gente,
le loro frottole,
le scemenze,
le opinioni
ciccate e sbagliate;
voglio solo esagerare,
come voglio io,
affare mio,mio soltanto.

Guardo la città,
la stessa piazza,
le stesse vie;
ma intanto gli anni
volano via,
tante cose finite,
cambiate,
tanta gente,
che chissà dov’è,
e come stanno,
e cosa faranno;
questa vita che ti frega,
in realtà così breve,
che tutto scappa via,
poco tempo,
per tutto,
poco tempo,
per te,
e ogni
cosa è persa,
e
l’autobus passa
solo una volta,
e il tempo,
non ritorna
più,
non ritorna…

Tante facce intorno a me,
passano a frotte,
chi ha fretta,
chi ciondola,
chi parla,
chi non ha nulla da fare,
sono seduto,
e osservo la gente,
vicino alle macchinette,
ombre che passano,
molti non ti vedono,
o fanno finta di non vedere,
altri meglio perderli,
chi parla troppo,
chi non ti vuole
e non capisce niente di te;
gente passa,
qualche volta
un barlume,
un sorriso,
un amica,
o un amico,
facce che ti conoscono,
chi dona un sorriso,
chi non sa donare niente,
neanche quello;
gente che passa,
via ,vai,
mentre mi appoggio
al bastone,
e aspetto
che il tempo passi,
o devo fare qualcosa,
aspetto seduto,
e vedo le facce della gente,
che credono di sapere,
e non sanno niente di te,
guardo e so e capisco,
anche quello che la gente,
crede che io non sappia;
me ne frego,
e stò seduto,
pensando ai casi miei,
bevendo un cappuccino,
guardando il telefono,
stò seduto,
e vedo al vita che passa,
e nessuno sa niente,
e non vede niente,
stò seduto…

E il tempo è volato
Come un treno mattutino,
che hai perduto,
gli anni li hai sulle spalle,
la scuola,
quanti ricordi,
e i compagni che fine
avranno fatto;
e poi lei,
la tua storia fallimentare,
che cagava tutti,
meno che te,
meno che te;
e i capelli sono ingrigiti,
la panza prominente,
ma dentro se tu,
tu,
sempre lo stesso,
con mille domande,
mille perche,
ancora la voglia
di ribellarti,
di dire,
pensare,
amare;
di andare via,
lontano,
lontano.

Breve
Ogni giorno
È unico e insostituibile,
la vita è breve,
e scivola via,
ti sfugge tra le mani,
come acqua salata di mare;
per una sequoia gigante,
la vita umana ,non è che un attimo;
e provvisoria ,
temporanea,
cangiante,
e dura poco;
possiamo solo cercare
di passarla al meglio,
fregandocene e divertendoci
più che possiamo,
di domani non c’è certezza.

E adesso sono qui,
dentro questo pomeriggio,
silente e afoso,
col sole
che bombarda le teste,
e il caldo arrivato;
qui,
e sento il vuoto ,
senza te,
mi sento sperduto,
lasciato,
dimenticato;
senza te
ho visto delle
foto tue,
e penso al tuo viso,
i tuoi occhi,
così grandi,
così buoni,
e un po’ tristi;
e mi manchi,
e ho voglia,
solo
di rivederti,
e correre da te.

Gettare alle
Spalle,
le cose sporche,
dimenticare gli errori,
lo squallore,
le parole idiote
della gente,
che non conta,
che non c’entra,
e camminare,
libero,
per sentieri voluti da me,
nella calma,
nel silenzio,
come da bambino,
quando tutto era
chiaro,
tutto era semplice;
provare gioia per tutto,
per le cose semplici,
il pane caldo,
un focolare,
un campo
di fieno raccolto,
i sapori d’una volta,
i vecchi tempi;
mandare al diavolo,
questa realtà,
questo oggi,
così pesante,
così carico di
scemate,
di cose idiote da dimenticare;
tutta questa società
greve.

La vita è
Poca cosa,
è un breve momento,
dove l’essere umano,
si agita e sbraita,
credendo a tante cose;
e tutti gli rompono
le balle,
per questo o quello;
io non ci credo,
non mi muovo,
stò qui,
me ne frego;
penso solo
a cose mie,
faccio
come voglio,
e non
ascolto nessuno;
gentaccia a volte,
crede,
di sapere,
di capire,
di decidere al posto mio;
alla larga,
dico no;
non ci stò,
non mi frega,
non mi muovo,
non ci sono,
vado via;
faccio come voglio
e basta,
questa vita corta,
la voglio spendere,solo
come voglio io.

O cara,
dormi ora,
dormi,
immersa nei regni
di morfeo il sacro;
io non ti sveglio,
non ti desto;
guardo solo il tuo sonno,
fantastico e unico;
il tuo volto,
le gote  pallide e rilassate,
il respiro,
un sospiro mesto;
graziosa creatura,dormi,
dormi pure,
mentre ti guardo nascosto,
cercando di indovinarti il sogno,
segreto che ti possiede e ti domina,
in questa che passa con flemma.

Pagina vuota,
che ci metterò,
parole per te,
per me,
per farmi coraggio,
per pensare,
per meditare,
per trovare coraggio;
per farti ridere,
o pensare, o ascoltare,
e fermare la tua corsa, e
i casini,
dove sei messa;
parole per te,
nella pagina bianca.

Mattino
Albeggiante,
occhi pesanti,
capelli arruffati,
bevi un po’ di latte,
poi lavi la faccia,
per svegliarti,
e fuggire da un sogno;
fuori
un debole chiarore
mattutino,
fà freschetto,
ancora nessuna
luce alle finestre;
d’altra parte
è domenica;
solite menate,
tedio,
cose banali,
faccenduole domestiche,
il bucato,
roba da stendere;
magari ti corichi ancora un po’;
tutto tace;
aurora.

Voglia di starmene
Fermo,
di stare calmo,
di stare  a casa,
di stare tra le mie cose;
e non ascoltare
nessuno,
non sentire le menate
della gente,
le loro falsità,
le loro ipocrisie;
nessuno sa niente,
nessuno capisce niente;
la mia storia,
la sò soltanto
io,
solo io,so
la  verità,
chi sono,
cosa voglio;
non mi frega
di altri,
voglio starmene
per conto mio,
vivere
a modo mio,
camminare
per la mia strada,
per sentieri,
scelti da me,
in libertà,
pensando per conto mio,
senza guardare nessuno;
facendo il mio cammino

Cerco refrigerio,
piccoli spazi d’ombra,
fuggo dal caldo,
dall’afa,
dal clima umido,
e asfissiante
dell’estate;
nel cielo,
volta sgombra,
non una nuvola amica,
attendo una perturbazione
amica,
un annuvolamento;
ma invano,
sete,
voglia di doccia,
di ristoro,
di dormire,
di sparire,
rimandare,
respirare;
caldo spietato,
boccheggio,
e sonnecchio,
voglia di dormire,
alla messicana.

Provvisorio
Resto qui,
a far niente,
tanto è così,
e tu amore,
manco a dirlo,
ti volti prendi la
rincorsa,
e te ne vai;
ed io,resto qui,
senza parlare,
senza dire,
e a te non passa per la mente,
di noi,
e di come tutto ,
và di fretta,
come te,
come tutto passa,
e siamo provvisori
ed effimeri,
e consumiamo in fretta,
come candele,
che danno il
doppio di luce,
e finiscono in fretta;
e poi non né rimane
che pochi avanzi;
e così amore,
e noi due siamo
un po’ così,
tu te ne freghi,
ma tutto passa,
tutto finisce ,
prima o poi;
amore pensaci,
e non lasciarmi,
adesso,
non
lasciarmi, ancora.

Senza te,
è tutto strano,
tutto anomalo;
ogni cosa mi pare brutta e
opaca,
come un film
in bianco e nero;
ti penso ,
a te lontana,
a te che taci,
che dimentichi,
che non parli,
e non ti fai sentire,
hai già messo una pietra
sopra;
mi resta solo
la speranza,
in te.

Notte ,
buia,
fosca,
in attesa del temporale;
nubili maligne,
abnormi,
livide,
opache transitano
in alto,
aria fresca,
ventate
cariche
di gocce,
e di ozono;
improvviso,
un lampo,
squarcia la sera,
e illumina a giorno,
come un flash;
qualche goccia,
aria fresca in faccia,
respiri,
stai bene;
un tuono remoto,
echeggia burbero e
minaccioso…

Vuoto,
estate,
un'altra estate,
di noia,
di caldo,
di afa,
e di polvere;
coi pomeriggi lunghi ,
che non passano più,
col fuggi fuggi generale,
dalle città,
la solitudine ,
la tristezza,
il tempo che và,
gli anni,
il loro peso,
quello che sogni,
un desiderio nel cassetto
voglia di partire,
di sparire,
di calma,
relax;
un'altra estate.

Voltaggio,
inerpicato sopra la salita,
su un bricco,
città molto ligure,
con viottoli,
viuzze,
vecchie saracinesche,
botteghini
e carugi genovesi;
paesino gradevole,
calmo
e silenzioso,
a parte le sagre
e le processioni;
paese staccato dal tempo,
un po’ fermo,
un po’ immobile,
con un aria da anni 50’;
e poi il fiume,
l’acqua pura e l’aria fresca;
montagna.

Vento sopra,
folate si abbattono
sul cortiletto,
arriva un sentore
di pioggia,o forse se ne và la
primavera,
e poi il vento,sarà
solo un bel ricordo,
con il caldo che viene;
colpi di vento e correnti,
lanciano in aria,
foglie  e
polvere,
scuotono la biancheria,
piegano le bacche,
sbattono le imposte;
la vicina esce con
la ramazza,
borbottando,
e fa pulito come può.

Cade questo giorno,
e domani non si sa,
che succederà,
che vuoi che dica, tesoro,
siamo qua,
io e te,
in mezzo al mondo,
due puntini sull’universo;
due vite in bilico,
due vite sospese;
e camminiamo
in mezzo alle buriane,
nella notte scura,
e abbiamo un po’ paura,
cara,stammi vicina,
ho solo te, che mi
salvi dalla noia,
dall’apatia,
dal mio guscio,
tesoro,
rispondi, un
poco…

Senza parole,
le avevo qui,
erano intorno,
me le ero messe da parte,
ma poi sono scappate,
sono volate,
sono andate;
senza parole,
e come farò,
a riempire
questo foglio,
questo spazio,
questo vuoto,
come la solitudine,
d’una panchina
a novembre;
senza parole,
le avevo qui,
ma ora,non più;
e tu te ne andrai,
e tu scapperai,
e non mi parlerai;
senza parole.

Morrison,
Morrison,
poeta maledetto,
poeta con la bottiglia,
artista,
genio,
precursore,
un po’ zingaro,
ribelle,
libertino,
un po’ poeta;
tra eccessi e contrasti,
vita,
vita,
re del rock,
per sempre.

Montagna notturna,
scendendo lungo
il crinale,
verso la vallata di gavi;
cespugli e arbusti
in penombra;
alberi e pini,
oscuri  e velati;
odori di montagna
primaverili;
odore di fieno,
di stalle,
di erba novella tagliata,
di paglia,
di lavori alpestri;
odore di montagna,
di natura,
di libertà,
che ti accompagna,
mentre discendi,
con la macchina,
sperando di non
cozzare,
contro qualche capriolo,
o cinghiale;
qualche lepre,
corre a nascondersi,
abbacinata
dai fari;
montagna.

Notte estiva,
dove l’aria fresca
è solo un ricordo;
tardi.
Mi sveglio,
accendo la luce,
orologio,
bagno,
un bicchiere d’acqua,
la notte non è più
tanto giovane,
stà passando in fretta,
tra poco l’alba,
rintocchi di campana,
desiderio,
di frescura,
refrigerio,
di aria,
di una giornata di nuvolo,
di un po’ di pioggia amica,
ma niente,
solo caldo,
un'altra doccia magari,
acqua che zampilla
nello scarico,
come un ruscello
brinato di montagna,
sapore di fresco,
e pulito,
maledetto caldo,
quando finirà.

Mantello notturno,
ore piccole,
mente vuota,
silenzio
assoluto,
perfetto,
sacro,
magia notturna;
dimenticare,
non pensare,
stare in pace,
cullarsi nel silenzio.

Noi i pazzi
Siamo qui,
solo noi,
i pazzi,
e scusate il popolo ci aspetta,
andiamo di fretta,
e oggi pure noi
vogliamo parlare,
pure noi,
vogliamo esserci,
e per la gente ,
siamo solo noi,i pazzi,
quelli che non fanno niente,
quelli che non
capiscono,
quelli che vegetano,
e poltriscono,
quelli con cui è inutile ragionare,
quelli da perdere,
da non trovare,
non ascoltare;
perché è più facile e comodo,
dire pazzo,
che capire,
che comprendere;
la gente è sorda,irrazionale
e indifferente;
e i pazzi siamo sempre noi,
quelli che non lavorano,
quelli ridicoli,
e siamo pure diplomati,
e siamo strani,
per farci notare,
per farci vedere,
ascoltare;
ma non c’è niente da fare,
c’è sempre il sospetto,
il dubbio,
siamo solo noi,
quelli che è sempre colpa nostra,
che non contiamo niente,
gli esclusi,
da una parte,
seduti a guardare,
gli altri,
siamo noi,
i pazzi.
Ma anche noi ci siamo,
sentiamo,amiamo,soffriamo;
noi,i pazzi.

La notte,
è un abisso
di infinite nottate,
un oscuro avello,
un manto vellutato
di nero;
pieno di echi,
di fantasmi,
di spiriti
e sogni;
il tempo và lento,
come un orologio rotto,
mille pensieri,
voglia di volare
libero,
al di là
delle tenebre,
e del male.

Vai avanti e indietro,
non ti fermi,
sei nervosa,
e non sai perché;
ehh
tu non puoi chiedere,
tu non puoi esagerare,
siamo qui,
sospesi nel vuoto,
a cavallo d’un filo,
siamo qui,
vivi,
vivi,
e domani,
domani chi lo sa,
tutto passa presto,
e s e ne và
la nostra età;
cosa vuoi che ti dica,
tesoro,
fermati un po’,
ascoltami,
guardami
un po’;
senza di te,
le ore,
diventano
infiniti abissi,
che non passano più;
tesoro fermati,
almeno un po’,
fermati.

Esagerare,
voglio esagerare,
senza
far capire,
cosa faccio,
cosa dico,
la gente non deve sapere,
la gente la butto fuori,
non la voglio nella mia vita;
l’importante è
esagerare,
nelle cose mie,
che mi piacciono,
in quello che voglio,
che mi piace,
negli affari miei,
in quello che sento,
in quello che provo;
esagerare a modo mio,
senza dire niente a nessuno,
non mi interessa
è una cosa solo mia,
è la mia vita,
la mia vita,
e la spendo,
come credo,
come mi và;
l’importante è esagerare,
ma gli altri non c’entrano,
non devono sapere,
non dico nulla a nessuno,
cavoli miei
e basta;
l’importante è fare cose per me,
per me,
l’importante è trovare
libertà,
respirare libero,
e mandare al diavolo,
tutto quanto,
le menate,
i compromessi,
la polvere e il
pattume della gente,
le loro frottole,
le scemenze,
le opinioni
ciccate e sbagliate;
voglio solo esagerare,
come voglio io,
affare mio,mio soltanto.

Ora che tu non
Sei qui con me,
tutto mi appare
triste ,
grigio
e bianco e nero
com’è;
ora che tu,
non sei qui con me,
il tempo
è un macigno,
un peso,
un eterna notte,
di infiniti abissi,
che non passa mai,
ora che tu non sei qui con me,
non ho più
forze,
non ho risorse,
e resto qui,
senza dir niente,
in preda a infinite
solitudini,
tu non sei qui.

Sole alto,
poca aria,
afa
e polvere secca,
testa pesante,
sudore,
sete implacabile;
pomeriggio ozioso
e stracco,
il tempo non passa,
vicine rumoreggiano,
quiete pomeridiana,
coni di luce,
caldo..

Desiderio di casa,
di mura domestiche,
silenzio,
riflessione,
di pensare,
oppure no;
voglia di casa,
stanco di tutto,
di parole,
di questo,quello,
di richieste,
di casini;
voglia di casa mia,
stare cogli occhi chiusi,
dimenticare,
respirare,
scusa amore,
non ci sono,
non mi muovo,
voglia di stare in pace,
con me stesso.

Fuori,
la luce
balugina,
attraverso gli
anfratti delle persiane,
ci sarà il sole;
sbadiglio,
mamma stà facendo
la colazione in cucina,
mattinata avviata;
forse andrò via,
oppure,
non lo so che farò,
futuro incerto,
mentre il tempo passa,
impassibile ed
inesorabile,
ed io resto qui,
mentre tutto fugge,
tutto và.

Impossibile,
impossibile ogni cosa
senza te;
e stò qui,
in questa mezza festa,
senza arte né parte,
e tutto mi appare
noioso e sbiadito,
com’è,
senza te;
impossibile,
c’è troppo silenzio,
troppa tristezza,
nella mia vita,
se tu non ci sei,
se tu non
sei con me;
impossibile,
starti lontano,
impossibile,
e con te,
mando al diavolo
il mondo
e le sue mene,
volto le spalle a tutto,
e me ne frego;
impossibile stare
lontano da te.

Cosa è successo,
è stato bello sognare,
ora le luci si sono spente,
la festa è finita;
silenzio,
sei lontana,
distratta,
affaccendata,
torni su
e non scendi più;
non ti volti,
non mi guardi,
non ti ricordi,
una volta stavamo più insieme,
una volta ridevamo,
e passavamo tempo insieme;
cosa è successo,
non hai voglia,
non ci pensi,
ti volti e sparisci,
e tanti saluti,
non capisci,
niente è cambiato per me,
ed allora perché,
abbiamo così fretta,
non parliamo più tanto,
non abbiamo più molto da dividere,
che succede,
che succede…

Agosto che caldo fa,
per ammazzare il tempo,
vorrei mettere insieme
una roba scritta,
con tante parole e
pensieri pensati,
e riempire,
questo muro bianco
della gente,che non
ha imparato a dire,
un solo sì;
vorrei escogitare
uno scritto un po’ importante,
un po’ non tanto,
mezzo riuscito,
mezzo serio,
o forse no,
che faccia sorridere,
e pensare
un po’,
ma non so se riuscirò,
come un bambino
che chiude gli occhi,
e vede il futuro già,
che è già qua,
non ha pietà,
e ci porta via,
chissà dove,
chissà quando;
uno scritto,
che riempia
il vuoto,
e il grigiore,
della lontananza
e della solitudine.

Ti sei chiuso,
dentro,
non parli
più;
non frequenti,
il mondo è sempre
più lontano;
e il tuo povero
cuore,
soffre
per la solitudine,
ubriaco di malinconia,
ha bisogno d’amore,
ma tu fai finta,
ti volti e dormi;
apri il tuo cuore,
e vola,
cerca di amare,
guarda
il tramonto ramato,
apri il tuo cuore,
cerca di crederci,
di crederci;
và da lei,
và da lei.
Forse c’è ancora
Speranza,forse…

Notte
Estiva,
il frinire
degli insetti,
il cicalio
delle gazze,
e dei colombi,
notte alla fine,
quel che ne resta,
stà facendo giorno,
finestra aperta,
pensando a tutto,
e a niente;
domani è già qui,
giorno,
tutto succederà.
O forse no.

Cielo sgombro,
poche nuvole solitarie
e striminzite,
arriva un po’ di vento,
per fortuna,
la tele accesa,
finestre aperte,
ora di cena,
piatti
e vivande,
posate che sbattono,
farai una doccia,
o forse no,
impossibile,
farne a meno.

Settimana che si spegne,
noiosa
e pallosa;
niente di nuovo,
tutto passa
e finisce,
l’inverno se ne và,
arriva il caldo,
a rompere,
e chi se ne frega,
meglio non pensarci;
ed io,tra voi,
e tu ,
che fingi di non
vedermi,
di non sapere,
stò lì e non dico
niente,
come posso farti capire,
non mi ascolti,
non mi pensi,
non mi parli;
ed io tra voi,
non c’entro nulla,
vorrei gridarti forte,
per farti vedere,
per farti sentire,
capire,
sono qui,
qui;
ma non mi senti,
non mi parli,
ed io tra voi,
tra voi.

Cara amica,
da quando non ci sei,
tutto è strano,
tutto è cupo,
non ho voglia di parlare,
non mi fido di nessuno;
tutto è tristo e scuro,
e questo vuoto,
che hai lasciato,
non diminuisce,
amica mia,
dove sei,
che fine hai fatto,
senza te non parlo,
non rido,
e ogni problema,
è un gran casino;
amica,
non ti lascio lì,
il tuo posto vuoto,
è triste,
e cupo,
senza di te,
mi sento,
solo,
in mezzo ad una foresta,
di gente foresta;
amica mia senza di te,
non c’è festa,
il tempo non passa,
si ferma,
indulge,
come una testuggine,
che stà ferma.

Voglio
Chiudere gli occhi,
pace,
respirare,
dimenticare,
scordare tutto,
stare quieto,
libero,
tranquillo;
sentire il silenzio,
non pensare,
stare calmo,
calmo.

Se potessi,
io ti farei,
quasi una canzone,
ah ahg ah,
e ci metterei
dentro,
delle parole,
mai usate,
mai sentite;
delle parole per te,
se sapessi
trovare il tuo cuore,
scriverei
una mezza canzone,
una mezza poesia,
per dirti cose,
che sento,
che provo,
per farti ascoltare,
per farti fermare,
così tu non andresti via,
non mi lasceresti,
non ti volteresti,
fischiettando,
e pensando ad altro;
se potessi,
stupirti,
comporrei
una strana poesia,
metà canzone,
metà strofetta,
che ti dica un
po’ di tutto,
e un po’ di niente,
che ti ricordi
di me,
quando sono lontano,
quando sono stanco,
triste
e solo.
Se potessi…

C’è un istante anche per te,
vieni qui un momento,
lascia tutto com’è,
e smetti di fumare,
smetti di ascoltare musica,
stammi a sentire un attimo,
c’è un istante anche per te,
quando ti penso nel mio giorno,
mentre cammino da solo,
in un pomeriggio stracco e noioso,
stanco di menate,
quando ritorno,
quando stò seduto,
dormo,
o penso,
un istante per te,
per noi due,
comunque sia,
se stò bene,
o male,
se piango,
se rido,
un istante per te,
anche se non ci sono,
anche se siamo lontani,
fermati un attimo ,
stammi a sentire,
pensaci,
non dimenticare,
lascia stare il vestito,
lascia stare
le cavolate,
fermati un attimo,
torna qui,
non andare,
non scappare,
un momento anche per te,
solo per te,
in cui mi ricordo di te,
e ti penso,
e tu non lo sai,
non mi senti,
non ascolti,
fermati un attimo,dai…

Libero,libero,
perché
è così difficile,
dov’è
dov’è,
la libertà,
che ho dentro,
nel cuore,
nell’anima,
nella testa;
si parla di libertà,
ma poi,
non ce né;
libero,
libero,
voglio
libertà,
di fare,
e non fare,
di stare fermo,
fregarmene
e basta,
muovermi,
o forse no,
stare quì,
sognare,
pensare,
rimandare,
decidere,
libertà.

È stato bello sognare,
ma adesso non c’è più
nulla da fare,
solo il silenzio
è restato tra noi;
e tu non ci sei,
tu dove sei,
è estate,
e sei andata via,
immersa nelle tue cose,
presa dai tuoi pensieri,
è stato bello sognare,
ma non c’ è più nulla da fare,
non so cosa pensi,
cosa resta di noi;
e tu non parli più,
non chiami,
non mi senti,
non mi parli;
forse è finita
così,
no non può essere,
no,
non voglio,
non ci credo,
ma tu dove sei,
che fai…

Folate di vento improvvise,
gettano per aria cespugli e foglie,
sbattono pezzi di carta,
piegano le imposte,
scuotono i cavi da bucato,
mandando in faccia
colpi di vento fresco;
guardo il cielo dallo sdraio,
nuvoloni grossi,
corrono nell’atmosfera,
chissà se pioverà un po’,
o no;
voglia di stare in casa,
di godersi
gli spifferi ,
di non fare nulla,
chiudere gli occhi,
senza pensare,
rimandare a dopo,
tutto quanto,
mentre il tempo
passa,
senza posa,
come sempre,
consumando anche l’estate.

Passa il tempo inesorabile
E i giorni,
partono
e sfilano veloci,
e i mesi volano,
snocciolano via
gli anni,
senza posa,
inesorabilmente,
tutto si conclude,
tutto ha una fine,
e ogni cosa è
una questione di tempo;
e la vita poi,
a ben guardare attenti,
è ben poca cosa,
breve  e veloce;
e conta come te la sei
passata,
e ogni giorno è unico e insostituibile,
e non ritorna,
tutto fugge via,
e i tuoi cari,
oggi ci sono,
domani non più;
siamo soli,
e lottiamo
contro la solitudine,
e la tristezza,
mentre intorno a noi,
si fa
il vuoto,
e tutto ci viene tolto;
tempo che passa.

Ascolta,
prima che ti volti,
e te ne vai,
io non so se pensi  a noi,
oppure no,
non so se hai capito,
ma se te ne vai,
questo è un guaio,lo so;
eh quante scene fai,
se te ne vai,
ma di noi ti importa,
oppure no;
o già vai per la strada tua,
verso il futuro,
e me,
mi hai scartato via,
dimenticato,
non ci sono più,
ma che fai,
te ne vai,
e io,
io,
non so se stare,
oppure no,
andarmene via,
ma non posso,
non posso,
stare senza di te.

Amore,
tu sei lassù,
tra i bricchi e i fossi,
tra mulattiere
e sentieri,
stalle
e case di montagna;
starai passeggiando,
godenti l’aria buona;
qui c’è un vento forte
di città,
un libeccio,
o maestrale,
chissà,
che sferza le foglie,
alza il terriccio,
piega gli steli
delle piante,
e dei fiori
delle vicine;
un vento alleato,
che ferma
la monotonia
del caldo
desertico;
amore tu sei là,
ti vedrò,
o no,
non lo so,
a casa mia bene stò,
lontano dal casino
e della calura;
amore scusami,
voglio stare a casa mia,
chiudere gli occhi,
ascoltare le folate,
rimandare,
lasciare tutto così,
fregarmene non pensare,
lontano da questo sole,
rompino,
lontano da tutto,
felice di stare
con le mie cose;
amore,
prima o poi,
ci vediamo,
ma con calma,
che fa caldo.

Spruzzatore
Congegno da bagno,
apro l’acqua,
in quest afa,
in questo caldo
inumano,
boccheggiando;
mille canaletti,
mille rivoli,
fuoriescono,
dallo spruzzatore,
come rigagnoli di sorgente,
zampilli in faccia,
gocce,
che colano,
capelli
bagnati,
odore di cascata,
di acqua di
rugiada,
che tutto porta via,
la stanchezza,
la fiacchezza,
la noia,
la voglia,
di mandare tutto
a quel paese,
stare a casa,
in questa estate,
barbosa,
e rovente;
spruzzatore,
cascata
di stille
lucenti,
gocce amiche.

Che belle scene,
di lei che arriva,
stò aspettando
nella holl,
lei stà per arrivare,
non stò nella pelle,
e sono contento;
e poi eccoti,
finalmente,con
la tua tuta
coi brillanti,
che sberluccicano
alla luce;
eccoti,
coi tuoi capelli,
il tuo viso
fresco e forte,
i tuoi occhi grandi,
eccoti,
tante cose da dirti,
e poco tempo
per farlo,
ma tu sei svampita,
distratta,
devi andare,
fare,
incasinare;
non stai ferma,
non mi senti,
non mi senti,
che belle scene,
tu che arrivi,
ma sei lontana,
anni luce,
non riesco a darmi
ascoltare,
devi andare,
andare..

Rubinetto,
lucente e cromato,
apro,
gorgoglio d’acqua,
getto bianco,
fruscio nel lavabo,
mi pare un laghetto rupestre,
d’alta quota,
mi pare di
essere lontano,
al fresco,
in una baita,
presso quelle
sorgenti di montagna,
per riempire borracce
e bottiglie;
mi lavo,
sensazione
di fresco,
e pulito,
mondato,
caldo alleviato,
afa dimentica,
rubinetto,
volo via,
fantasticando,
immaginando di
non essere qua,
alle cascate
del niagara,
o in Africa,
o chissa dove;
rubinetto,
gorgogliante,
tutto sparisce
nello scarico,
anche i pensieri.

Acqua minerale,
miriadi di bolle,
fresca,invitante,
con le gocce
che scivolano lungo il
collo della bottiglia,
tolta dal frigo;
acqua
che scivola,
che entra,
che placa,
calma,
ristora,
rinfresca;
e chiudo gli occhi,
vedo torrenti
ghiacciati,
brina,
neve novella,
acqua amica,
cristallina,
mi alzo,
e tracanno,
in questo caldo
desertico,
e shaarariano.

Doccia
Il giorno incanutisce,
con monotono languore,
fuori c’è un sole peperino,
afa,
caldo,
gola secca;
non c’è scampo,
faccio la doccia;
doccia,
mille zampilli,
bianchi e cristallini,
piovono sul capo,
come sorgente
pura di vetta,
torrente della moldavia,
le gocce tergono la pelle,
scrosciano e vanno,
verso lo scarico;
fresco e pulito,
di ruscello alpestre;
e fuori c’è un caldo boia,
non mi muove un ombra,
il sole ristagna,
e tutta una lagna,
questa estate,
arsa
e secca;
doccia,
rivoli
adamantini su di me,
amore,
di meglio non c’è..

È stato bello sognare,
non c’è più nulla
da dire,
da fare,
tra noi;
e tu
non parli più,
tu non chiami più;
non ti sento,
non ascolti,
non ricordi;
è stato bello sognare,
la festa è finita,
le luci son spente,
la fine
la fine di tutto,
tra noi,
o forse no;
ma tu non chiami,
non senti,
non parli,
che hai;
è stato bello sognare,
ma adesso sei lontana,
distratta,
non parli,
non senti,
non ricordi più,
e vai per il tuo
sentiero;
è stato bello sognare…

Caldo d’africa,
tropico,
giungla urbana,
gola secca,
come carta vetro.
Voglia di doccia,
di fresco,
di acqua zampillante,
di ristoro;
il tempo non passa,
le nuvole non passano,
cielo a specchio,
sole efferato,
crudele;
maledetto caldo,
scappare tra la neve,
respirare,
lontano da questo.

Alture di voltaggio,
avvolte  e pregne
di verzura,
di verde,
piante  e foresta,
che sembra un
paesaggio del Borneo,
con le giungle di Sandokan;
e poi filari di pini
svettanti,
incolonnati,
alberi,cespugli e sterpi;
spazi cin baite e cascine
di montagna,
ambiente parco e tranquillo,
frescura
e silenzio
montano;
e ti perdi nel verde,
e non più,
vorresti il ritorno.

Domenica di luglio,
che caldo fa;
la vicina parla,
odore di cucina,
di cibo,
di cipolla,
di consumè;
sole forte fuori,
meglio evitare,
meglio scappare,
cielo pulito come
uno specchio;
afa dominante,
sete,
voglia di gelato,
di fresco,
doccia,
bibita;
ombra,
fregarsene,
solita estate.

Il vento spazza il cortile,
maestrale,
amico vento,
che fa respirare,
rimanesse;
foglie e sterpi,
corrono,
polvere,
folate veementi;
la vicina ramazza;
fine settimana.

Lenta,avanza l’alba,debole
Chiarore,
buca la tenebra,
cinguettio
degli uccelli,che
salutano
l’imminenza del
mattino;
alba,col futuro che è già qui;
occhi velati di sonno,
puntata in bagno,
bicchiere d’acqua,
silenzio magico,
naturale,
mattutino;
cosa sarà,
ti assalgono,
i ricordi,
del giorno prima,
fatti buoni,
o brutti,
è passato,
è storia,ormai;
aurora incipiente,
giorno,
inizio;
speranza,
illusione.

Vento estivo,
spifferi e folate,
amiche,
che ti fanno respirare,
che ti fanno star bene,
e ti salvano dalla canicola,
e dall’afa;
correnti e sbalzi di vento,
che alzano le cartacce,
nugoli di polvere:
le imposte sbattono di
brutto,
voglia di correre dietro al vento,
di rimanere al fresco,
di fregare il caldo estivo,
che toglie il fiato,
di scappare verso un'altra
primavera,
verso il fresco e l’aria;
tristezza,
per il vento che se ne và via

Tesoro,
nevica da un po',
tutto gremito,
da masse bianche,
neve fresca spalata;
freddo,
lieve nebbia,
tristezza,
il mondo pare
assediato;
il verde,
l'erba scomparsa,
mi manchi,
mondo bianco
latteo,
polare,
ghiacciato.

Plumbeo,
oscurità,
sonno,
nervosismo;
tra non molto
albeggerà,
mi sento solo
e sperduto,
remoto,
chiuso nei miei
problemi,
le mie cose;
cosa sarà domani,
cosa;
meglio non
pensare,
meglio
rimandare;
il giorno,
il futuro,
magari sbagliato,
magari amaro,
meglio fregarsene,
finchè si può,
cercare un sorriso,
una scappatoia,
finchè si può,
finchè si può..

Tarda mattina,
pranzo,
languorino,
mangerò
poco,
o tanto,
me ne fregherò,
ci penserò
più
tardi;
domenica,
silenzio
amorfo,
soffuso,
silente;
non un anima,
a parte,
rompiscatole
vari,
telefono suona,
sarà mamma,
o sei tu,
non so,
non so,
che faccio oggi,
tra un minuto,
un secolo,
non so,
voglio
solo,
ignorare il
mondo.

Domani,
domani,
tu parli
di domani,
non so che farò,
non so che sarà;
non so nemmeno che succederà
tra poco;
chi lo sa,
dove saremo,
che faremo,
domani,
staremo
a vedere,
non chiedermi
niente,
non lo so
se potrò,
che farò,
non lo so domani,
anche se ci sei tu,
non lo so,
che sarà domani.

Mattina,
insegui
da vicino
un sogno,
onirico,
buio,
occhi
chiusi,
i rompiballe
fanno casino;
ti alzi,
stropicci gli occhi,
mah,
accendi computer,
adesso fai
rumore tu,
calma,
e quiete,
sabato mattina,
lieto dormire,
ci fosse
un po'
di tranquillità,
lei non chiama,
brutta storia.

Amica mia,
se non ti vedo,
sono perduto,
cieco,
solo;
tutto diventa,
grigio
e sbiadito,
sei una luce
di coraggio
per me,
sei nel
mio cuore.

Ancora non albeggia,
tenebre,
il sonno
s’è squagliato,
voglio
pensare,
decidere,
ragionare,
come voglio;
il mondo fuori dalle
scatole,
non mi và,
non voglio
niente,
fregarmene,
e credere in me,
dare un calcio
a tutto,
libero
dalla gente,
dalle opinioni,
dalle storie;
vita mia,
solo mia.

Amore
Lo so
Che mi aspetti,
lo so,
che sei sola,
come me;
sei nel cuore,
nella mente;
sempre,
non ti dimentico,
non ti dimentico.

Uggiosa,
domenica
malinconica,
stracca,
plumbea,
cielo bianco,
stille di pioggia,
si adagiano
sul parabrezza,
triste,
oggi
uscirai,
o no,
penserai
a lei,
certamente.

Pioggetta
Cade in silenzio,
colmando la strada
già piena di buche,
di pozzanghere,
chiazze e conche
di piovana;
giornate tetre,
grigie,
noiose
e stucchevoli;
tutto
è sfumato,
in bianco e nero;
voglia di tepore,
focolare,
calduccio;
e il mondo
fuori
dalle scatole.

Calma,
voglio calma
solo quello,
voglio pulizia nella mia vita,
chiarezza;
gettare via
gli errori,
i compromessi,
le situazioni sbagliate,
la brutta gente;
voglio una vita
calma
e pulita,
serena,
per quanto sia possibile,
in un mondo come questo,
mandare a quel paese ,tutto
quanto non và bene;
non accetto mezze misure,
ambiguità,
cose rinunciatarie;
pulizia nella mia vita,
e mandare al diavolo,
tutto quanto non và.

Amore
Ascolto
Il silenzio
Fatto di niente,
della stanza;
voci sporadiche
di vicini,
il postino,
qualche rompiscatole;
ma ho te,
ho te,
e penso
ai tuoi occhi,
il sorriso,
la tua carica vitale;
vuoto,
senza te.

Amore,
vuoto
intorno
a me,
lontana
tu,
tra i bricchi
e le vette,
baite e
cascine;
silenzio
che grava
su di me,
lontano
dal tuo
sorriso,
la tua voce,
ti porto nel
cuore,
sempre
e
mi immagino di te

Cercherò
Di essere
Più
Libero
Che posso,
e mandare a
quel paese,
compromessi
e mezze misure;
cercherò di dire la mia,
di ridere ultimo,
cercherò
di
non
mollare mai,
nelle cose
che mi
piacciono;
di alzare le
spalle al mondo
intero,
fregarmene,
girarmi
e andarmene,
che dicano
cosa vogliono,
non ci sono,
non me ne
frega niente,
vado per il
mio cammino,
che conosco
solo io.

Se non ho te,
mi resta,
la mia ombra nel muro;
il male,
il dolore,
la rabbia
per questo mondo
squallido,sbiadito
e meschino;
se non ti vedo,
perdo
il sorriso,
mi smarrisco,
in preda
alla mia
tristezza;
penso ai tuoi
occhi,
il tuo
sguardo,
lo cerco negli angoli,
per la strada,
camminando,
ti penso
ovunque.

Non ho più tempo
Per certa gente;
il mio tempo,
è solo per me,
quello che voglio,
che sento che provo;
non m’importa
di nessuno,
non mi fido,
ho tempo,
solo per me,
e per te,
amore,
noi
due,
il
mondo
si tolga di
torno.

Amore,
vorrei solo
stare con te,
tirare i remi
in barca;
fregarmene,
e scrollarmi
di dosso
il sociale
e la gente,
come un gatto
la polvere;
vorrei solo
chiudere gli
occhi e dimenticare,
non pensare ,
sognare,
scordare tutto;
pace.

Mi manca il tuo viso,
i tuoi occhi vivi,
e un po’ tristi;
sei in me;
sei tanto per me;
la tua immagine,
sempre con me;
aspettami,
pensami.

Ti chini
Verso di me,
seduta vicino,
il tuo collo
vellutato
e
le spalle,
ti accarezzo,
sei
sensuale,
fresca,
giovane;
sonnecchi,
mentre ascolti
musica,
e la festa
và;
è tardi,
tengo stretta
la tua mano,
non vorrei perderti
mai,
non vorrei
partire mai;
ascoltami,
ascoltami.

Silenzio
Cotonato,
plumbeo cielo,
ultimo
giorno
di san silvestro,
ultimo giorno
per tutto;
vorresti
un po’ di pace,
di calma,
e mandare a
quel paese tutti
quelli
a cui non vai,
che non te ne frega
niente,
non pensare,
e cacciare i guai,
fuori di casa;
tutti dormicchiano,
poi si vedrà,
l’importante è
stare non male,
l’importante è
vederti,
sentirti;
dov’è la
speranza,
tranquillità.

Solo,
casa
silenziosa,
luce spenta,
tutto immoto,
fermo;
solo,
ho bisogno di te,
vorrei correre lì,
dove sei,
aspettami,
pensami,
credimi;
tristezza,
non mi resti
che tu.

Dove sei,
che pensi,
sei distaccata,
stanca,
nervosa,
niente ti interessa,
non chiami,
non parli;
silenzio,
che c’è,
che c’è;
le feste
ti stordiscono,
ti portano
lontano
da me…

Tra poco
Albeggerà,
tra poco,
nuovo giorno,
cielo bianco,
ghiaccio,
e aria
polare,
grumi di neve
negli angoli,
voglia di casa,
tepore,
calma;
e tu sei lontana,
e tu ,
dove sei tu.

Sei
Così lontana
Adesso,
milioni di
anni luce,
e non ascolti,
e non parli,
non senti;
allora
è fine,
sulla nostra
storia,
the end,
così,
senza una
parola,
non c'è
speranza,
o forse si,
si;
che fai,
che fai.

Non mi parli,
non mi senti,
sei distante,
remota,
perduta ,
chiusa nei tuoi pensieri,
coi tuoi problemi,
lassù,
nessun contatto
tra noi,
per motivi
che sfuggono
ad entrambi;
ti stai allontanando
per la festa,
vuoi startene da parte,
divertirti,
staccarti,
troncare col passato,
non lo so,
che vuoi,
che fai,
spero non sia finita,
spero.

Per i tuoi
Occhi,
scappo via,
per i tuoi
occhi
cerco di fare,
per i tuoi
spero di nuovo;
per i tuoi occhi,
vado incontro al
giorno,
per i tuoi occhi
lascio tutto
e vengo via,
per i tuoi
occhi
posso lottare,
fregare,
credere.

Mattinata
Triste,
bianco e nero,
cielo grigio,
gocce e
umidità
ovunque,
tracce di neve
nei prati
e negli anfratti;
il cielo non promette
buono,
aria raggelante,
cerco te,
ma tu non ci sei,
sei lassù,
non chiami,
non parli,
che hai,
sei già
avvinta
dall’atmosfera
pre natalizia,
e pensi solo
alla festa,
a uscire,
luminarie,
locali,
e a me no;
mi hai scordato,
messo da parte,
trascurato;
perché non parli,
perché sei così distante,
come sperduta
nell’inverno..

Mondo in bottiglia,
cose mie,
roba mia,
stà bene con me,
tutta guadagnata,
meritata;
mondo piccolo,
di cose antiche,
mondo mio,
fuori da tutto,
e chi se ne frega,
sto bene così,
per conto mio,
in santa pace,
non cerco nessuno,
calma.

Che casino che c’è qui,
non si finisce più,
allora sai cosa fò,
soddisfazione non ne dò,
e faccio il contrario di tutto,
e il resto a mia mercè,
e nicchio aspetto,
e dormo di più,
mi giro dall’altra parte,
e faccio un sogno,
dò retta solo a me,
delle opinioni,
mi faccio un baffo,
l’importante
è divertimi,
e fare quello che mi pare,
mi prendo il mio tempo,
per me,
non mi frega d’altro,
solo delle cose mie,
di me.

Amore,
è notte,
buia e fosca,
neve imminente;
ho bisogno
di te,
ho bisogno,
di libertà,
di rompere
ogni vincolo,
ogni catena,
di essere libero
e tranquillo.

Amore,
ci sei tu,
e io,
e il
mondo
fuori,
non c’entra
niente,
con
la sua follia,
le sue storture,
la folle corsa
dietro sogni;
mi
interessi solo tu,
e basta,
tu,
io;
il mondo
non sa neanche
che ci siamo,
non me ne importa,
voglio te,
e basta,
il resto
vada via.

In mezzo
A questo grigio,
al freddo
dell’inverno,
che ormai è qui,
tra gente da perdere,
e la malinconia
della stagione;
solo tu,
amore,
raggio di sole,
forza vitale,
solo tu,
mi fai vivere,
e credere in
qualcosa.

Chiudo la porta,
stanco del mondo,
di parole,
di giudizi altrui,
di avere a che fare,
con certa gente;
voglio il tempo
che mi resta,
solo per me;
voglio pensare,
riflettere,
fermarmi,
fare con calma,
fregarmene,
voglio
il
mio tempo,
solo per me.

Amica mia,
non chiami,
non ti sento,
scivolo
nella
noia
plumbea,
di questo
giorno
stracco
e
piovigginoso,
fa freddo,
gocce sui vetri,
triste,
il tempo
senza te,
non passa,
mi schiaccia,
e resto
solo
e prono.

Voglia di
Dare un calcio
A tutto,
e correre
da te,
lasciare alle spalle,
questa casa,
questa gente
infima,
i loro giudizi,
le loro opinioni;
voglia di lasciarmi dietro,
questo sporco
paese,
gretto
e
ipocrita;
voglia di
fregarmene
completamente,
di rimandare tutto,
chiudere
la porta,
e avere solo tempo
per me;
il tempo che resta,
il tempo che mi è dato,
tutto quello
che posso ancora
fare,
sperare,
spassarmela,
per me,
pensando
alle cose solo
mie,
agli affari miei,
e buttare fuori
tutti quanti,
voglia
di serenità,
e di libertà,
scrollandomi
di dosso,
tutto quanto.

Amica mia,
solo
nei tuoi occhi
ridenti,
ritrovo il sorriso
e la calma;
vorrei essere lì,
e non
staccarmi mai da te,
abbi pazienza se sono
stanco,
nervoso;
come vorrei portare
indietro le
lancette,
e avere la tua età
e forza;
non sai,
che farei per te,
non lasciarmi
non…

Aurora,
da poco
alzato,
silenzio
magico,
irreale,
rumori
di vicini,
rubinetto
acqua scroscia,
voglia di caffè fumante,
di brioches,
di tepore,
basta con
la pioggia;
vorrei
una giornata
di sole autunnale,
che spezzi
le nubi,
e faccia
chiaro,
sui viali,
tappezzati
di foglie,
di sterpi,
legna pronta
in un orto,
terra fangosa,
l’inverno viene,
quando finirà;
tu ,
solo tu,
mi porti
un po’ di calore,
amore.

Arrivo a te,
dopo aver
viaggiato,
inoltrandomi
nelle tenebre,
diradate
dai lampioni
e dalle luci
delle vetrine
e degli esercizi;
salgo piano,
piano,
come una testuggine
verso te,
nonostante il sonno,
e la stanchezza;
sino a vedere
le alture,
e le montagne
verdastre,
intorno a te,
col fresco,
e il clima
già invernale,
dei monti e dei bricchi,
sono felice,
seduto accanto a te,
ti sfioro le guance,
ti accarezzo i capelli,
un tuo sorriso,
vuol dire tanto;
sono un po’ stanco,
un po’ nervoso,
ti voglio bene,
e voglio
stare con te,
non andartene,
non
andartene
amore
amore;
scacciamo,
la tristezza,
e il grigiore
per un po’.

Se potessi,
ti darei di più,
se potessi
trasformerei
tutti i tuoi sogni,
in cose vere;
voglio
vederti serena,
voglio che tu senta,
che mi hai vicino,
che non sei sola;
ascoltami,
ascoltami,
fermati un attimo,
se solo
tu capissi.

Silenzio,
quiete selenica,
senza te,
c’è il silenzio
nella vita mia;
senza te,
sono smarrito,
sono perduto,
solo;
momento per te.

Casa,
pareti amiche,
il caldo
dei termosifoni,
tepore;
non cerco altro;
che starmene
in casa mia,
dando un calcio al
mondo;
prendendomela comoda,
prendendo tempo.
Non so cosa sarà domani,
non so
se andrà bene o male;
so solo
che voglio starmene fuori
da tutto,
dal casino,
dall’imbecillità altrui,
a casa mia,
e tutto il resto fuori,
voglio pensare
ai fatti miei,
fare cose,
solo per me;
pensare a
quelli che mi
vogliono bene,
gli altri
stiano
fuori dai piedi,
stò in casa mia,
casa mia,
non c’è altro.

Divano,
caro divano,
meno male che ci sei,
quando stò con lei,
e scende giù,
dopo aver fatto le sue cose,
una fumatina,
una sigaretta,
la musica con lo stereo,
i pettegolezzi con le amiche;
e poi finalmente eccola,
con le sue tute,
i suoi capelli
castani spioventi
e incornicianti,
il viso lungo,
il naso,
e gli occhioni un po’ tristi,
un po’ provati,
come ombrati da pensieri,
e dai guai;
stò con lei,
divano,
vicini,
appoggiati,
il braccio intorno a
lei,
parliamo piano,
guardiamo la tele,
beviamo
qualcosa,
guardiamo
una cavolata
in tv;
io la osservo ,
la bacio,
seguo i
lineamenti
della bocca,
del naso,
il tocco
e calore,
del suo corpo;
e vorrei non andare
più,
e vorrei,
fare e dire tante cose
per lei;
ancora di più
aiutarla,
e poi,è già ora,è già tardi.

Scelgo
Il mio cammino,
per sentieri solo
miei,
non ascolto parole,
non ascolto opinioni,
non accetto sì o nò
di altri,
proseguo per la mia strada,
con me stesso,
tentando di stare calmo,
di pensare,
guardare,
riflettere,
rifiutare,
e mi stacco da tutto,
e faccio a modo mio,
me ne frego e alzo le spalle,
di fronte alla stupidità,
all’arroganza,
a chi crede di aver capito
tutto,
e non sa niente,
solo io so,
della mia vita,
delle mie idee,
di quello che voglio,
che sento,
che provo,
vado per il mio sentiero,
e non ascolto più nessuno,
non mi cercare,
non ci sono,
me ne sono andato,
stò per conto mio,
calmo,
tranquillo,
non corro,
non mi muovo.

Fine,
immerso
nel buio
d’inchiostro,
oleoso,
perfetto,
manto scuro,
ascolto
il nulla
opaco e plumbeo,
della notte
che si ferma,
e pare diventare eterna;
sono stanco di tutto,
di guai,
di pensare,
voglio
solo dormire,
sognare,
viaggiare via
nell’immaginario,
dimenticare,
avere l’oblio di tutto,
non dico niente più,
e decido solo io,
faccio o non faccio,
cerco libertà,
libertà;
e mi confondo
nell’eterno velo in maschera,
di questa notte
enigmatica,
piena di ombre,
e di ganti,
di demoni e di paure;
notte.

Le parole,
di chi si crede,
di mettersi in mezzo,
di chi,
pensa
di decidere per me,
di chi crede ,
di essere meglio,
per poter comandare,
non le sento più,
non le ascolto più,
faccio di testa mia,
dò retta solo a me;
e penso,
e la prendo con calma,
rifletto,
anche su quello
che la gente non crede,non sa;
non ascolto nessuno,
non m’importa
di altri,
penso a me,
e vado avanti,
per la mia strada,
per conto mio,
su quello che voglio io,
libero.

Adesso che non
Sei qui,
penso
alla cascata dei tuoi
capelli castani,
ai tuoi occhi
tristi e fuggitivi,
al tuo naso,
le tue spalle
agili,
le tue gambe
inquiete,
ripenso,
e senza te
vicina,
sono smarrito
e stanco.

Domenica,
pomeriggio
sciatto e sbiadito,
noia e freddo
e foglie
svolazzanti;
ho aspettato
che chiamassi,
telefono morto;
noia mortale,
dove sei,
non chiami,
non chiami,
perché;
non so niente,
e sono solo,
con la mia tosse,
e una dose di malinconia
in saccoccia;
tedio,
vuoto,
menata di festa,
se solo ti sentissi,
se solo mi parlassi.

Sabato,
dormiente,
silenzio,
riposo,
tenui rumori
per ora;
noia
gira per aria,
come bolla di sapone;
sto nella mia stanza,
piccolo mondo in
bottiglia,personale;
e mi basta.

Sveglio,
il sonno
s’è involato,
niente,
voglia di niente,
di silenzio,
di calma
come l’autunno
di fuori,
con la sua quiete,
le sue malinconie,
le panchine vuote,
piene di foglie,
i giorni grigi,
il freddo;
tosse,
fuori
domenica,
voglia di tepore,
di focolare,
di casa,
fregarmene del mondo,
e dei problemi,
dare un calcio
a tutto,
non pensarci,
sorridere,
pensare,
prendersi cura di se
stessi,
volersi più bene,
più di quanto non faccia
la gente,
con la sua indifferenza;
fare con calma,
solo
le cose,
che ti vanno,
ti interessano,
senza che ne sappia
niente nessuno.

Leggero,
leggero come
se potessi volare via,
come un aquilone di carta,
smosso dalla brezza
autunnale,in alto,
tra le nuvole più immani;
voglia di buttare via tutto,
per strada;
problemi,
grane,
pensieri,
al diavolo tutto quanto,
io ho fatto del mio meglio,
adesso basta,
non ci penso più,
voglio essere leggero,
tranquillo,
immergermi nella calma
di casa mia;
non voglio
più pensare,
pensare;
stare sereno,
e alzare le spalle,
nicchiare,
e rimandare,
camminare piano,
senza fretta;
tra le foglie caduche.

Stò nel mio mondo,
fuori tutto
è lontano,
remoto per me;
il mio tempo,
è
solo mio,
è per me,
e lo uso
a modo mio,
per cose mie,
perché mi và,
perché la mia
vita,
appartiene solo
a me,
a me.

Ne ho abbastanza,
problemi
e menate varie,
basta,
non ne posso più,
voglio scaricare la
testa,
respirare,
chiudere gli occhi,
smettere di pensare,
basta con grane,
basta;
al diavolo tutto
quanto,
chiudere gli occhi,
e sognare,
procrastinare,
nicchiare,
ridere lo stesso,
della sventura
e della sfortuna,
rimanere a casa,
e dare un calcio al mondo,
un calcio a tutto,
fregarmene,
fischiare,
e fare a modo mio,
quello che mi và;
fare di testa mia,
cercare la libertà,
fuori dalle gabbie,
dalle parole,
dalle regole
e dai divieti
del cavolo;
non stare a sentire nessuno,
alzare le spalle,
e usare solo
la mia testa,
e decidere da me,
capire,
le cose,
che gli altri credono non capisco,
fare come voglio,
quando voglio;
al diavolo
quello che è giusto,
oppure no,
al diavolo.

Luce saettante,
si insinua tra
gli stipiti della finestra,
mattina,
giorno fatto,
luce,
fuori c’è un
sole pallido
e tiepido autunnale,
che però dà coraggio
e allegria;
vorrei starmene
a casa mia,
non uscire,
non vedere,
non mi interessa il mondo,
le sue mene,
le sue follie,
le sue storie;
vorrei solo rimanere qui,
pensare alle cose mie,
riflettere,
prendere tempo,
prendermela con calma,
fare senza fretta,
lasciare tutto com’è,
rimandare e basta,
stufo,
stufo di grane,
di problemi,
di doverci pensare,
voglio solo fregarmene,
e posticipare tutto ,
anche se non si può,
chi se ne frega,
non ho voglia di fare,
non voglia di andare,
casa mia,
casa mia;
e l’unico posto,
voglio solo riposare,
non pensare,
gettare tutto dietro,
seguire solo i miei
pensieri,
essere leggero,
libero,
tranquillo.

Occhi grevi,
rossi,
per il sonno
negato,
fuori è mattina,
è già chiaro,
è già domani,
non m’importa
di niente,
voglio solo
starmene in casa,
pensare per me,
ascoltare un po’
il silenzio,
finchè dura,
riflettere su di me,
solo per me,
fare con calma;
prendere tempo,
rimandare,
gettare fuori
i problemi,
come lattine
scadute;
non pensarci,
fare tabula rasa,
tanto è lo stesso,
tutto passa,
comunque,
tanto vale,
starsene
tranquilli.

Casa,
pareti
conosciute,
la doccia
gocciolante,
la sala,
la tele,
i libri;
mondo a parte,
mondo mio,
cose mie,
la mia vita
personale;
e gli altri
non c’entrano,
stiano fuori,
non m’interessa,
non mi và,
stò a casa mia,
casa mia.

Intorno a me,
solo gabbie,
solo balle,
frottole,
chi dice questo ,
o quello;
mondo corrotto
e squallido,
non ci stò,
non ci stò,
io cerco
libertà.

Monotono
Ribattio
Frusciante
Di pioggia,
non smette più,
conche d’acqua,
pozzanghere,
mattonelle
slavate e
lucide,
sfarfallano
alla luce;
tedio
piovano,
che si può fare,
dove andare;
meglio la casa,
il tepore,
tosse che peggiora,
freddo
e umidità,
pioggia gorgoglia
e si spande
in mille rivoli
e canaletti,
aumenta
il raffreddore,
cielo scuro,
torbido,
pioggia.

Notte,
stà spiovendo,
e forse,
il temporale
ha smesso
per poco,
la notte stà finendo,
anche se il tempo
pare indulgere,
e perdere colpi,
come una tartaruga
che zampetta piano;
voglio solo stare
da parte,
in casa mia;
il mondo fuori,
fare cose mie,
per conto mio,
senza dire niente
a nessuno,
senza dare retta;
pensare per me,
in funzione mia,
fare cose per me,
e lasciare che il
mondo vada per la sua strada,
con le sue mene;
stò bene qui,
stò bene così,
non voglio altro.

Manca poco
All’aurora,
occhi velati
di sonno,
stanza,
neon,
quiete,
silenzio,
presto;
non
ti ho sentita,
non hai chiamato,
cosa c’è,
che hai,
mi lavo
la faccia,
guardo
i vetri
e l’oscurità
appiccicata,
voglia di casa mia,
fregarmene
e basta,
casa mia.

Non voglio sapere,
cosa c’è fuori,
non voglio pensare,
non voglio perdere
tempo,
col mondo;
non ho tempo
di ascoltare,
le idiozie della gente,
la cattiveria;
non mi frega niente;
voglio tempo per me,
pensare,
riflettere,
perdere tempo,
stare fermo,
aspettare,
nicchiare;
rilassarmi
e riflettere
con calma;
non mi interessa
il mondo di fuori,
non mi interessa,
non c’è mai stato
niente di regalato
per me,
niente di facile;
basta coi guai,
non ci voglio pensare,
non mi interessa,
dimenticare,
amare,
sognare.

Basta,
basta
con le grane,
pensieri,
menate,
chiudo la porta,
chiudo gli occhi,
non rispondo più,
non ascolto più,
alzo le spalle,
e me ne frego,
anche se è proibito,
anche se non si fa;
ne ho abbastanza,
ho fatto quello che potevo,
basta,
basta,
voglio vivere,
ridere,
fermarmi,
sparire;
guardare la
sera d’autunno,
le foglie,
il vento,
il freddo gelido,
la caldaia,
col suo tepore;
basta,
voglio
rilassarmi,
e fregarmene,
non ci sono,
non rispondo.

La lontananza,
mi fa
star male,
nostalgia
e groppo
Alla gola
Di malinconia,
quando sono qui,
vorrei essere lì,
da te,
quando sono lì,
sono stanco,
e vorrei casa mia;
ti penso,
mentre tu,
chissà
che fai,
che combini;
non dimenticare amore,
non mi lasciare,
vorrei
pensassi a me,
come io faccio di te;
ma la lontananza
fa dimenticare,
scordare,
e tu già
ti darai da fare,
col telefono
per chiamare
altri ;
e io qui,
vuoto,
chiuso,
tra noia
e menate,
tra facce
e parole,
di cui non
mi frega niente;
lontananza.

Fine della notte,
rumori
dai vicini,
voci,
mi alzo,
ascolto musica,
accendo lo schermo,
stufa accesa,
fuori
ancora scuro,
insonnolito,
rincorro
un sogno fresco,
che farò,
e chi lo sa;
freddo,
scarpetta,
un bicchiere di te;
forse ti sentirò,
mi sentirai.

Ore piccole,
arrivate di botto,
sonno leggero,
finito,
sfumato,
irreale,
atmosfera notturna,
strana,
evanescente,
ancestrale;
niente di tutto,
tutto assorto,
sopito,
smarrito,
non un fiato,
un anima;
a quest’ora,
c’è solo
la tua ombra,
a farti compagnia;
e domani,
meglio
non pensarci.

Mezzogiorno,
quiete,
qualche voce
da fuori,
languorino,
sgranocchi
qualcosa;
poi si vedrà,
poi si andrà;
adesso non pensi,
adesso dimentichi,
un po’ di musica,
per scacciare
le preoccupazioni,
la lavatrice che
che cigola
e sussulta,
la tavola,
fornello,
cosa mangerai,
mah
si vedrà…

Calma,
ascolto il
silenzio
vellutato della stanza,
non voglio nessuno,
non voglio pensare,
né fare;
solo stare calmo,
in pace,
riflettere,
rimandare tutto
a dopo;
fuori,
forse un tenue
sole autunnale;
ronzio del computer,
non mi interessa di
nessuno,
voglio liberta,
una vita pulita,
lontano,
dal pattume,
e il ciarpame della
gente;
volto le spalle,
a chi non mi vuole,
a chi mi vuol male;
scrollo le spalle,
non sono più qui;
mi giro
e dormo,
arrivederci e grazie,
voglio solo calma
e libertà per me.

Rivedere te,
vuol dire,
riavere il sorriso,
rilassarmi
e dimenticare,
il brutto,
la noia,
il tedio della stagione
delle foglie,
col grigio e
la pioggia
sempre pronta a cadere;
arrivi col tuo
giubbotto invernale,
e i capelli al vento,
che ti scendono
lungo le spalle,
ci sediamo vicini,
parliamo,
e guardiamo
la tele,
ti bacio
sul naso
e così via,
mi scruti
sorridendo,
e stiamo lì,
appoggiati,
mentre il mondo
corre,
e và a ramengo;
poi ti addormenti,
non ti sveglio,
guardo il tuo viso
calmo
e sopito;
è tardi,
devo partire,
ti bacio,
ti lascio,
triste,
fine giornata.

Il sonno
S’è dileguato,
sto qui,
pensando
un po’ a tutto,
e a niente,
ascoltando
il silenzio,
assenza di tutto,
puntata in bagno,
acqua scrosciante,
luce accesa,
sete,
te nella testa,
dove sei ,
che fai;
telefono muto,
sei svanita,
come mai;
ti penso,
in mezzo a questa nottata,
a questo buio,
a questa notte,
livida,
con la neve che si ritira
sempre più,
quiete,
non penso al giorno,
domani,
domani,
meglio rimandare,
non pensare.

Mattina,
ancora il velo
della notte,
presto,
silenzio;
tutto immoto,
quieto,
domenica,
niente da fare,
nessuna fretta,
meglio così,
il mondo aspetti,
lontano,
lontano;
resto a casa mia,
separato da tutto,
non voglio altro.

Sabato,
cala la sera,
ombre
e giganti,
forme
astratte,
e contorni
sfumati;
ti mando messaggi,
la notte incalza,
il tempo scappa,
e ci fa
soli
e perduti,
pensi a me,
o no;
le lunghe
ombre
notturne,
sono qui.

Banchi di nebbia,
mondo
irreale,
sfuggente,
notte di spettri,
scuro pece,
notte fonda;
l’auto,
và lenta ,
piano,piano;
illuminando
alberi bui,
fronde,
recinti,
e vigneti
scarni;
l’umana
specie,
sembra
inghiottita
dal buio;
arriverò a casa,
mah,
tu sei andata a
dormire;
mi muovo
nella notte,
solo e ramingo;
cielo nero,
foschia,
nebbia e freddo;
autunno
perdura…

Siamo
Lontani,
che succede;
sarà la
festa,
sarà la noia
dell’inverno,
il freddo,
il bianco
sterile
e livido,
sarà che non ti vedo,
abbastanza,
che non mi
capisci,
che pensi solo
a cose tue,
e hai la testa piena
di pensieri,
desideri,
sogni;
siamo lontani,
che c’è,
che c’è,
sei distratta,
nervosa;
non lo capisci,
non lo capisci,
siamo soli,
siamo soli.

Notte,
il buio è come,
un bambino,
non so,
se dorme o mi ascolta;
i lampioni rischiarano l'oscurità;
non ho sonno,
voglio capire,
pensare,
intuire;
amare,
e non perdere tempo,
in stupide battaglie;
non sparire tesoro,
non sparire.

Lisa
Il giorno
È andato,
la festa
è fuita,
l’uovo è rotto,
e forse fuori,
piove a dirotto;
e non c’è scampo,
non c’è nulla da fare,
il tuo nome mi dà da
pensare;
Lisa,Lisa,
Lisa,
coi tuoi occhioni,
il naso,
e la giacca bianca,
da volpe bianca,
probabilmente,
non so dove sei,
che fai,
dove vai,
che combini,
Lisa,
Lisa,
Lisa
Non ti fermi mai,
e sogni
a ruota libera,
e balli,
canti,
fischi,
con la musica alla radio;
Lisa senza te,
rido di rado;
non c’è via di scampo,
sono cotto come un tonno,
Lisa,Lisa Lisa;
ci sei,
o ci fai,
sei sveglia,
o russi,
o mangi
di nascosto
un dolce,
e tracanni un sorso;
Lisa,Lisa,Lisa,
senza te non stò,
non me ne vado,
io ti amo,e non è un caso.

Terreno,
bagnato di pioggia,
come tante lacrime
di cristallo,
cadute
dal cielo;
pozze,
e chiazze,
stille
e mattoni
lucidi
e brillanti
per l’acqua;
atmosfera
grigia
e triste;
autunno
che viene,
un anno
che và,
e ti senti più vecchio,
sorpassato,
solo,
coi ricordi.

Vado per la mia
Strada,
percorso solitario,
dove tante cose,
sono successe,
dove tante cose sono finite,
andate;
col ricordo di nonna
dentro,
con le facce,
e gli amici,
e i tempi della scuola,
che sono
già nel vento,
dove saranno
andati,
che fine avranno fatto,
a tutti loro,
dovunque siano,
sono dedicate un po’
queste parole,
e poi i primi palpiti,
e i battiti del cuore,
il primo amore,
fallimentare,
e lei che non hai
mai capito,
non ha mai intuito,
quello che era;
la strada mia,
con le foto,
e le immagini
sfocate
nella memoria,
e l’infanzia
distante,
un sogno dorato,
ormai perduto,
e tanta gente,
che non c’è più;
e vado avanti,
sperando,
sognando,
lottando,
credendo
in un speranza per il domani,
cercando un sorriso,
una mano da stringere,
un come stai,
e l’amore così difficile
da trovare,da capire,da meritare.

Giornata tiepida,
come un estate
di san martino,
un sole coraggioso
che fende le nubi,
e smembra la neve
negli angoli
e negli anfratti;
chiaro e luce,
una piccola
primavera;
apri le persiane,
e fasci di luce
dardeggiano
nel muro,
aria fresca,
sicuramente uscirai,
da qualche parte,
speranza e
allegria,
ti fai coraggio
e speri
in lei,
capirà,
speriamo.

La gallina
Non è un animale,
poco intelligente,
e c’è della gente,
che hanno meno sale
in zucca di loro,
e non ci puoi neanche fare
il brodo;
saranno forse i rompiscatole
e i cretini;
come vorrei,
che tornassero i vecchi tempi,
di quando
nonna aveva il recinto
con le galline,
e tutto sembrava che andasse
bene;
vedi qua,
cosa mi tocca inventare,
per ridere
e sperare,
adesso
che tutto è finito,
che tutto passato,
amore mi resti solo tu.

La notte
Mi
Sovrasta,
solo,
silenzio,
tu mi sembri
lontana,
perduta,
irraggiungibile;
il tempo
nicchia,
e si ferma;
notte,
buio,
cenere,
nero;
mi sembra sempre notte,
ogni giorno,
finisce nella notte,
e vorrei
chiamarti,
sentirti,
urlarti,
la mia pena,
la
mia
solitudine,
non hai capito,
non hai capito.

Alba si avvicina,
a grandi passi,
tra poco,
il peso
d’un nuovo
giorno,
e avresti voglia
di startene in casa,
chiudere gli
stipiti e basta,
sognare,
ascoltare musica,
perdere tempo,
lasciar scorrere
il tempo,
pensando a cose
tue,
dimenticando
il resto,
dimenticando
il mondo,
e le sue storture;
cerchi la
calma,
libertà,
la pace.

Mattinata,
freddo,
vetri appannati,
la vicina
spazza il
cortiletto,
colazione,
tazze fumanti,
biscotti;
che farai,
dove andrai,
non ci hai ancora
pensato,
pensi a lei
a lei.

Crepuscolo primaverile,
le giornate durano di più,
è ancora presto,
e dell’ora te ne freghi,
c’è luce e chiarore;
in alto nuvoloni
sinistri e minacciosi
a volte compatti,
a volte smembrati,
circolano nell’aria,
fa frescolino,
ancora freddo
e si respira,
meno male,
vola un ape,
o una vespa,
erba verde e
alta,
orti in fiore,
qualche falò
di rumenta
e di erbacce;
ti godi
il tepore,
dopo tanto freddo.

Occhi rossi,
ore piccole,
freddo,
sciarpa sul collo,
un po’ di musica,
silenzio
criptico,
immenso,
mortorio;
assenza di suoni,
buio di china
sulla finestra,
l’alba può aspettare,
insieme
al giorno.

Notte che incombe,
come una coperta spessa,
che non puoi spostare;
ore piccole,
silenzio
perdurante;
tele spenta,
mille pensieri
e nessuno;
bisogno d riposo,
dormire,
scordare,
rimandare
a domani;
nero china,
preme sui vetri,
non senti nulla,
solo
il frinio del computer,
solo quello.

Amore,
dove sei,
dove vai;
adesso te ne vai,
così,
improvvisamente,
e forse ti perdo,
ti smarrisco,
che sarà domani;
adesso te ne vai,
il destino ha voluto,
e io,
non so,
se potrò,
vederti,
chi lo sa,
domani,
che succederà;
te ne vai,
e magari sei contenta,
e magari,
non vedi l'ora,
te ne vai,
te ne vai,
e io,
e io,
a me non pensi;
te ne vai,
semplicemente
te ne vai..

Amore
Si fa tardi,
non lo vedi,
parli e ridi,
e non mi vedi,
sono qui,
sono qui,
ora,
per te;
hai una parola
per tutti
e per me,
no;
che sono qui,
sei lontana,
distratta,
allegramente vai
e io,
seduto tra voi;
non capisci,
non mi senti,
la sera qui,
qui.

Fuori
Mattino grigio,
slavato,
cielo bianco
immoto,
luci e ombre
del mattino presto;
voglia di dormire,
riposare,
sognare,
dimenticare;
meglio non fare,
non esserci,
tepore domestico,
poi farai colazione,
più tardi,
poi tante cose,
saranno più tardi;
voglia di pace,
di stare qui,
separato,
staccato dal mondo,
come una spina;
fregarsene e basta,
gettare le menate.

Sole invernale,
tra vento
e freddo,
fiato che vedi,
cielo bianco;
cammini paludato,
cappotti
e pellicce,
berretti
e colbacchi;
sperando
non
nevichi,
ci speri forte;
cerchi tepore,
in macchina,
davanti
al termosifone,
speri,
speri sempre.

Stanco
Delle parole della gente,
delle idee,
dei giudizi da due soldi,
tutti sbagliati,
del fango e la meschinità;
non voglio sapere,
non m’importa più niente,
voglio chiudere
l’uscio,
stare in pace,
in silenzio,
ascoltando me stesso,
il mio tempo,
le mie idee;
non m’importa
di nessuno,
basta,chiudo tutto,
mi giro,
me ne frego,
non ci sono,
non mi frega,
alzo le spalle,
non ascolto più;
penso solo,
alla mia vita.

La sera,
stà passando,
viene tardi,
un po’ di vento,
giornata soleggiata;
forse già
un accenno
di primavera;
dove sei amore,
tutto passa,
tutto và;
pensami,
pensami,
questo
momento
l’ho voglio
con te,
tutto corre,
tutto scappa;
pensaci amore,
pensami.

Notte
Di sorpresa,
mi coglie
senza te;
buio,
sonno,
sogno spezzato,
come
un pezzo di ghiaccio,
cosa resta;
non so che fare,
dove andare,
dormire,
far,
baciare;
voglia di te,
di compagnia,
la notte,
sembra eterna,
infinita,
immutabile;
occhi chiusi,
sento telefono,
poterti dire,
poterti,
far capire,
sei tutto
quello
che
ho,
che ho,
amore…

Basta
Con le parole,
basta con le
opinioni
della gente,
basta
con chi crede,
di farti,
andare,
correre;
basta.

Alture non
Lontane dalla
Strada per
Voltaggio;
monti scuri,
folti,
boscosi,
misteriosi
e suggestivi;
li guardi
cercando di scorgere
qualche animale,
qualche cercatore
di funghi;
natura maestosa,
che ti dà
un senso
di silenzio.

Libertà,
voglio solo
libertà,
per me,
per i
miei pensieri,
le mie
idee;
per fare come voglio,
per dare un calcio
a tutto,
per non scendere,
per non esserci,
per prendermela con calma,
e non correre;
alzare le spalle,
e sbattermene,
delle opinioni altrui,
delle menate della gente;
libertà,
per stare da una parte,
per conto mio,
per non essere solo un numero,
una pecora del gregge;
libertà,
di essere autonomo,
e indipendente;
e fregarmene di tutto
il resto,
libertà,
che è libertà.

Ti ho vista
Fugacemente,
per poco;
ti ho vista chiusa in te stessa,
nei tuoi problemi,
nei tuoi pensieri,
poco tempo per noi;
sei sparita,
non sei scesa,
non hai voluto,
non hai capito;
ti ho vista poco,
e ti ho persa un poco;
domani,
domani,
chi lo sa,
quando ti vedrò,
se mi ascolterai,
mi ascolterai,
oppure no,
oppure no.

Casa mia,
voglia di pace,
di quiete domestica;
non m’importa del mondo
fuori dalla soglia,
casa mia,
rimanere,tra le mie cose,
i miei ricordi,
i fatti miei;
fuori dalla porta
c’è il mondo,
meglio casa mia,
non ci sono,
non rispondo,
voglio continuare
il mio sogno,
pensare per me,
casa mia,
casa mia.

Porta chiusa,
fuori il giorno,
stà spazzando via,
le coltri della notte;
voglio solo starmene
per conto mio,
non mi interessa
nessuno,
non mi interessa
il mondo,
con le sue mene,
le sue ipocrisie;
voglio starmene
lontano da tutto,
pensare,
riflettere,
godermi la calma
delle mie stanze,
le mie cose,
i miei ricordi,
la foto di nonna;
gli altri non c’entrano,
non sanno niente,
non capiscono;
solo io so cosa sono,
cosa voglio,
dove vado;
il mondo non
c’entra niente.

Casa mia,
il mio mondo
in bottiglia;
rifugio,
riparo,
fiordo,
rada,
approdo sicuro;
le pareti amiche,
gli oggetti,
le cose di mamma,
i ricordi di nonna,
con la foto,
e tante cose qua e là;
di tutti i posti ,
cerco solo casa mia,
e non vedo l’ora di
ritornare,
di fare ritorno,
alle mie cose;
lasciando il mondo,
alle sue follie
e buffonate,
chiudendo fuori,
parole inutili,
e storie meschine,
e gente che ha imparato solo
a fregarti;
torno a casa mia,
e me ne frego ,
tranne che degli amici,
e di te,
che sei nel mio cuore;
di tutto il resto,
non voglio sapere,
alzo le spalle e
chiudo l’uscio;
per chi mi vuole male,
non ci sono,
non rispondo,
non c’è che fare,
me ne resto
in casa mia.

Fiotti
Di luce,
sprizzano
dagli spazi
delle persiane;
fuori sole,
mattina,
giorno;
tristezza,
silenzio,
non un anima,
telefono zitto,
dove si và,
che si fa;
il mondo pare
remoto
e dormiente;
ti penso un po’,
ti vedrò
o forse no;
rumore d’ali
dei colombi,
in cerca di
minuzie,
un campanio lontano;
tranquillo,
voglio
starmene tranquillo,
sganciato da tutto,
per conto mio.

Basta,
con le chiacchiere,
basta,
con lo schifo
della gente;
chiudo la porta,
chiudo la finestra;
voglio solo casa mia,
le mie cose,
il mio mondo,
i miei pensieri,
non ho tempo,
per nessuno,
basta con gli altri,
non perdo tempo,
non mi và;
chiudo la porta,
non mi frega,
non ci sono,
non sono disponibile,
il mio tempo,
è solo mio,
quello che resta,
non lo spreco,
per nessuno;
voglio tutto per me,
spassarmela,
fregarmene,
sia quello che sia;
chiudo la porta.

Buio
Finestra chiusa,
tepore domestico,
stanza;
le ore volano,
schermo
luminoso,
occhi stanchi;
domani,
domani,
vedrò,
farò,
o forse no;
voglio
solo
libertà,
il mio mondo,
fregarmene delle
mene degli altri,
dei loro calcoli,
di chiacchiere;
staccare la spina,
respirare,
lasciare fuori
tutto quanto,
stare con me
stesso,
pensare,
scordare;
il mondo
chiuso fuori.

Viene
Inesorabilmente
Tardi,
viene tardi presto,
e il tempo si eclissa
e non aspetta,
non dà tregua,
né ha pietà
delle cose umane;
i giorni corrono,
i mesi,
gli anni,
tutto fugge,
e il tempo è limitato;
anche se cerchi
la tua libertà,
la tua calma;
l’uomo non è come una sequoia;
la pianta ha davanti a sé,
cent’anni,
e anno più o meno,
può prendersi dei ritmi
lenti e pacati;
la vita dell’uomo invece,
è tutta di corsa,
anche se non te ne frega nulla,
anche se non vuoi.

Voglia,
di stare a casa,
di chiudere la porta,
e saluti a tutti;
voglia di sbattere fuori il mondo,
di fregarmene,
e pensare solo a cose mie;
voglia di non esserci,
di mandare fuori dalle scatole,
le frottole e le storie
della gente,
non mi frega,
non ci sono;
non c’entro,
non mi fido,
e do retta solo a me,
vado
per la mia strada,
non seguo,
nessuno,
chiudo la porta
e basta;
penso solo
alla vita mia,
le mie cose,
le mie speranze;
non mi frega di nessuno,
non ci sono.

Libertà,
quello che voglio
è la mia libertà;
essere libero,
da tutto,
dalle idiozie,
dalle balle
della
gente;
dalla loro ipocrisia,
dai calcoli,
da chi crede
di sapere,
e di poterti
manovrare,
e fregare;
voglia di libertà,
libertà
di fregarmene,
di non fare nulla
se mi và,
di rimanere qui,
di non uscire,
di non andare,
di non credere,
e non mi frega
di ascoltare
nessuno;
libertà,
di fare o non fare,
di decidere solo io,
quello che voglio,
di staccare da tutto,
di andare sino in fondo,
a modo mio,
a modo mio.

Luce del giorno,
notte fugata,
il chiarore
si insinua tra
gli interstizi,
voci dei vicini,
la mattina inizia,
merendine,
caffelatte caldo,
finestra socchiusa,
giorno,
si vedrà.

Pioggia che
Cade giù,
sento il frammestio,
fuori dalla finestra,
gocce e stille,
si infrangono,
sulle persiane e i
vetri;
chiazze
e polle
di acqua
nelle cavità
e i buchi,
ti bagni i piedi,
camminando svelto,
al sicuro,
notte da lupi,
umidità,
pioggia scrosciante,
noia,
tristezza,
e la notte
si ferma,
e non passa,
come
una tartaruga,
che và con flemma,
prigioniero delle ore,
quando sarà
l’alba,
quando sarà domani;
non ci pensi,
vuoi dimenticare,
dormire,
sognare,
non pensare.

Scivolo ancora
Dentro un mondo
Di sogno,
mentre il mattino
avanza,
ed emerge
il giorno,
sole fuori
dalle persiane,
non ho voglia di niente,
solo di uno sbadiglio,
d’un caffè,
una musica,
l’acqua scrosciante,
che mi lava la faccia,
un occhiata alle notizie;
voglia solo di silenzio,
di concentrazione,
di non pensare,
di lasciare il mondo
e le sue menate,
lì dove stà,
pensare a ruota libera,
a me stesso,
le mie cose,
i miei sentimenti;
come voglio io,
gli altri dicano qua,
o là,
non me frega niente,
vado per la mia strada,
come voglio io.

Notte
Siderale,
buio che preme
sui vetri,
plumbeo scuro,
cerco
pace,
silenzio;
fuga da tutto;
non voglio esserci,
non voglio
rispondere,
né andare,
solo stare
con me stesso,
meditare,
evadere;
casa mia.

Mattina
Presto,
nuvoloni
immensi e paurosi,
forse piove,
forse no;
aria fredda,
tutto sopito
e dormiente,
aria domenicale,
dove tutto
si rimanda
a dopo,
si nicchia,
si dorme,
si fa tutto con
flemma;
cappuccino,
la lavatrice
ballonzola,
il tempo,
passa,
indulgendo.

Aurora vicina,
il sonno
mi ha lasciato
sul più bello,
occhi rossi,
sbadiglio,
vetro nero,
oscurità
prima dell’alba;
non so che sarà
domani,
non so,
che farò,
oppure no;
non lo voglio sapere,
non voglio pensarci,
voglio solo starmene
in casa mia,
pensare ai cavoli miei,
fregarmene alla grande
del mondo,
e delle sue mene,
di quello che gli altri vogliono,
o meno;
non m’importa,
il mio tempo,
il mio destino,
la mia vita,
è solo mia,
nelle mie mani,
solo io so
la verità,
solo
io,decido
e basta;
gli altri sono fuori,
non c’entrano,
non ci sono,
non ci sono.

Sole fuori,
stà spiovendo,
silenzio
della
festa,
solo casini
dei vicini;
vuoi niente,
solo silenzio
nella tua vita,
pensare come vuoi,
fare come vuoi;
lontano da sociale,
dalle parole della gente,
dalle opinioni sbagliate,
dalle balle non vere;
vuoi solo
silenzio,
per te,
le tue emozioni,
il tuo affetto,
la tua vita;
solo tua,
solo tua.

Piove ancora,
pozzanghere
e avvallamenti
d’acqua dappertutto,
freddo e umidità,
voglia di rimanere a
casa,
di rimandare tutto,
di aspettare,
nicchiare,
dormicchiare,
davanti alla radio
e al termosifone;
pensando a te,
lontana,
anche tu, starai guardando
la pioggia,
dai vetri;
anche tu.

Pioggia,
scende
caracollando,
e capitombolando
a catinelle;
rumore ritmico,
di ribattio
sull’ asfalto;
odore di umido,
freddo,
ciottolati
lucidi
di piovana,
brillano
alla luce;
e bello rimanere
a casa,
al caldo,
ascoltando
la pioggia,
cadere a rovesci,
non pensando a
niente,
tutto è mondato,
lavato.

Il mio piccolo
Mondo in bottiglia,
la mia stanzetta,
il neon,
la foto di nonna,
la sedia,
i libri,
le mie cose,
i fatti miei,
i miei pensieri,
le mie emozioni,
solo io
so di me,
solo io mi
conosco,
e so la verità;
le chiacchere della
gente,
non mi frega nulla,
non le ascolto più,
mi prendo il mio tempo,
penso per me,
decido io,
sò io cosa fare,
sò io come stanno le cose;
me ne stò per conto mio,
e faccio cose mie,
come voglio io,
il mondo non c’entra nulla,
che si tolga dai piedi,
opinioni,
bla,
bla,
non fa per me,
non m’interessa,
vado via,
o resto quà,
a modo mio,
solo a modo mio.

In questa notte,
che cade giù,
in questo buio
totale e perfetto;
tra pensieri,
e sogni,
misteri notturni e
demoni,
e ricordi di ieri,
ti stò pensando;
poi uno squillo,
sei tu,
che sorpresa,
non riesci a dormire,
parliamo un po’;
in questa notte,
che non passa più;
pensando a te,
mi faccio coraggio,
e cerco di non pensare,
di dormire,
scordare.

Pioggia fitta,
freddo,
stille sul parabrezza,
mattonelle umide
e
annerite di pioggia;
cielo strano,
plumbeo,
sporco;
ritorna per un po’
l’inverno.

Accanto a te,
se ne và il male,
il brutto di una giornata
stracca
e
noiosa,
fatta di cose
troppo uguali,
di gente da dimenticare,
di cose da non fare,
di ore ferme,
che non passano mai;
accanto a te,
dimentico
il tempo che è volato via,
e gli anni alle spalle,
e i vecchi tempi,
da cui mi
pare,
mi separa un eternità;
accanto a te,guardo
il tuo profilo,
le tue guance ;
tra noi,
un bacio,
le risate,
ti guardo
di soppiatto,
se ridi,
riderò,
se stai male,
piangerò;
non ti dimentico
mai,
non ti lascio,
mai.

Lontananza,
silenzio
tra noi,
dove sei adesso,
che fai,
che combini;
e mi manchi,
come alla notte
manca la luna,
al giorno
l’abbraccio del sole;
mi manchi come
l’acqua,
lassù da te,
penserai a me
un pò,
o forse no;
sempre non
posso,lo sai;
ma sento
il vuoto che lasci,
quando non ti vedo,
non ti sento;
manca qualcosa
alla giornata,
le tue risa,
i tuoi occhi,
una carezza,
che tutto
porta via;
mancanza di te.

Arriva il sole,
sbucando da
sotto le imposte,
tra gli interstizi;
fa freddo,
anche se i coni dorati
di luce,
mettono speranza e forza;
farai colazione,
cappuccino,
latte,
poi
qualche faccenda
domestica,
qualche commissione,
chiami qualcuno,
ascolti la vicina
che passeggia
nel cortile,
il tempo nicchia,
e non passa più,
mattina scialba e
qualunque,
il telefono tace,
silenzio,
lei dove sarà,
che penserà,
non chiama.

Mattina
Stracca,
e incolore;
cielo
slavato
e sbiadito,
freddo,
silenzio intorno;
ancora presto,
colazione,
tazza fumante,
bagno,
acqua ti sveglia,
col suo getto;
poi che sarà,
non si sa.

Stà sorgendo il giorno,
sento i rintocchi mattutini
delle campane;
casa ancora in penombra,
rumori attutiti
di vicini che si alzano;
ombre lunghe
della notte
vanno a morire
lentamente,
tra non molto,
la luce,
squarcerà
il velo del buio,
tra poco,
di nuovo
giorno;
mattina,
inizio.

Lunedì,
giorno
infausto,
noia
mortale,
voglia di scappare,
dare un calcio a tutto,
non esserci,
non uscire;
restare in casa,
non pensando,
cercando
la tranquillità
e il relax;
lasciando che
il lunedì sia caotico
quanto vuole,
sia rompiballe
quanto vuole;
non rispondere,
chiudere la porta,
lunedì non ci sono,
assente,
vado via.

Notte
Magica,
strana,
buia,
scura,
spettrale;
pace,
cerco pace,
dimenticare,
sognare,
riposare;
il tempo,
sembra fermo,
bloccato,
avvinghiato dal buio,
aspetto il nuovo giorno,
che non viene.

Domenica,
noia,
tedio,
aria
pallosa,
irreale,
leggera
della festa,
me ne andrei,
scapperei,
fuggirei,
via da tutto
questo,
dalle cose da fare,
da quelle che aspettano,
dalle menate,
dalle cose sbagliate,
che ti danno fastidio;
e non essere cercato,
né trovato;
me ne andrei,
alla ricerca,
della pace perduta,
di calma,
di quiete,
me ne andrei,
cercando
di svuotare
i pensieri,
come da bambino,
senza pensare
a niente,
me ne andrei.

Notte,
il sonno
và e viene,
non puoi fare
a meno di
pensare;
pensieri
fluttuano,
e ti inquietano,
sbagli,
errori,
cose venute male;
domani,
ci penserai domani,
non puoi fare altro.

Penso a te,
volando col pensiero,
togliendomi di dosso,
i pensieri,
la tristezza,
e la noia;
di questo inverno freddo,
alla fine ormai;
volo da te,
col pensiero,
da te,
per non lasciarti,
per ritrovarti.

Mamma,

quante cose vuol
dire una mamma;
è il calore
che ti è vicino,
è chi pensa sempre a te;
sempre pronta,
sempre vicina;
cosa vuol dire mamma,
tante cose;
è poter avere un consiglio,
non rimanere solo,
ricevere sempre una buona
parola,
un aiuto,
un consiglio;
quante cose vuol dire mamma,
l’unica che ti chiama,
che ti telefona,
che si ricorda che ci sei,
che esisti,
che ti soccorre,
ti aiuta,
ti suggerisce,
ti parla,
e ascolta,
i tuoi sfoghi e
il tuo dolore,
a cui parli delle tue preoccupazioni,
quante cose vuol dire
mamma.

Buio,
mi avvolge
come un lenzuolo
notturno,
fatto
di tenebra
e ombra;
non voglio
pensare a domani,
non voglio
esserci.
Non voglio
Andare,
voglio solo
stare a casa mia,
chiudere gli occhi,
continuare un sogno,
dimenticare il reale,
pensare per me,
dormire,
sognare,
fregarmene,
e non credere,
non correre per
nessuno;
solo calma,
calma,
nella vita mia.

Ultima neve di febbraio,
ultima neve
alla fine di tutto,
fine stagione;
l’inverno stà morendo,
le giornate
sono un po’ più lunghe,
freddo
e vento,
ma nell’aria,
si sente odore di primavera,
una neve fiacca
e stentata
cade ancora,
e fa un po’
di bianco,
rompendo le scatole,
ma è la fine;
l’inverno stà andando.

Stanco,
di rimanere
in trappola di
situazioni
vecchie,
scontate,
senza rimedio;
stanco
di essere messo in mezzo;
voglia di sputare tutto,
gettare tutto via,
girarmi
e andarmene,
da dove sono venuto,
libero,
libero;
buttando via la polvere,
di situazioni,
che tanto,
non c’è nulla da fare,
sogni,
illusioni;
voglia
di libertà,
tranquillità,
staccare la spina,
non rispondere,
non esserci.

Nel mentre
Di questa mattina
Festiva,
un po’ sciatta,
un po’ pallosa,
solite cose,
latte,
caffè,
lavandino,
la madre con
la colazione,
la luce del sole,
entra dalle persiane;
domenica come tante,
tutto fermo,
sopito,
in pausa,
intervallo;
non lo sai che farai,
non si sa mai,
tutto può succedere,
credimi
amore,
chi lo sa;
mentre sono qui,
che mi
vieni in mente.

Sole invernale,
bella giornata,
la luce,
il chiarore
dà forza
e
allegria;
i colombi
strepitano
e friniscono,
abbassandosi
a cercare briciole
e qualcosa
di commestibile,
la neve si ritrae,
si squaglia,
si scioglie,
in questo giorno
solare,
che sa di primavera
in anticipo,
vuoi solo
riposare,
sospirare
tranquillo,
liberarti
dei problemi,
non pensarci più,
non vederli più,
libero,
come un foglio di
carta velina,
sospinto
dal vento
tenace
d’inverno,
chiudere gli occhi,
non sapere,
non c’entrare
più nulla.

Amore
Non ci sei,
non ti ho visto,
eravamo stanchi,
eravamo provati,
e oggi niente,
siamo lontani,
perduti,
staccati;
e io qui,
anima
inquieta,
vado avanti indietro,
mangio,
mi alzo,
doccia,
ascolto la tele,
non ho pace,
niente calma,
senza te,
vorrei scappare di casa,
e correre da te,
giornata alla fine,
notte ormai,
sei quasi a dormire,
o forse no;
ti sento lontana,
distaccata,
distante,
soffro,
e non vedo l’ora,
che sia domani,
per vederti,
e tu stai pensando a me,
o stai dormicchiando,
con la radio vicina,
nella tua stanza,
tra le tue cose,
il tuo mondo;
non ho pace,
non ho pace,
senza te.

Mi chiedi tante cose,
cerco di
risponderti,
e dico si,
sinceramente;
ma il domani,
chi lo sa,
il domani
che farò,
che sarà;
cerco di
farti contenta,
e dico sempre sì,
ma il domani,
non lo so,
non so;
tante cose
succedono,
domani;
vedremo,
forse sì,
forse no.

Mezzogiorno,
mangerò qualcosa,
una cosa veloce;
tutto ammutolito,
la vicina
imbandisce
il tavolino,
vapore
delle pignatte,
e sfrigolio
della roba che
cuoce;
pranzo,
poi chi lo sa,
si vedrà,
telefono
tace,
nessuno.

La notte
Scema lentamente,
non ho voglia
del nuovo giorno,
non voglio sapere,
non voglio esserci,
non essere trovato;
poter restare a casa mia,
dimenticato,
tranquillo,
nella calma della
mia stanza,
tra le mie cose amiche,
in pace;
non essere trovato,
e non pensare
a domani,
a quello
che succederà;
alzare le spalle,
continuare un sonno,
un sogno,
senza fretta,
senza correre,
non mi muovo,
voglio solo,
casa mia,
casa mia.

Voglia di
Perdermi nel
Silenzio,
fare calma,
fare chiarezza;
non rispondere,
quiete,
la mattina và
và;
non voglio pensare,
solo starmene
per conto mio,
pensare a me.

Casa,
mondo
tutto mio,
rifugio,
riparo;
cose mie,
ricordi,
oggetti;
il mondo fuori,
da qualche parte,
non ci penso.

Rain,
pioggia
battente,
ritmo cadenzato,
regolare,
sincopato,
monotonia,
d’una giornata
da lupi;
le gocce si spezzano su tegole,
e selciato,
picchiettando,
il tempo non passa,
viene sonno,
ancora inverno,
che dura.

Notte

Greve,
plumbeo vetro,
nero canicolare,
preme sui vetri,
che ora è,
che giorno è;
poi sarà domani,
meglio
non pensare,
meglio rimandare;
il tempo
pare fermo,
nicchiando su se stesso;
freddino,
termosifone spento,
sonno scappato;
notte giovane,
anche troppo,
non passa,
infinita pausa,
solo il rumore
della ventola,
schermo,
e tu
dove sei,
che fai,
dormi,
dormi.

Mattina,
presto;
freddo,
scuro,
cielo velato,
sarà nuvolo
o pioverà,
non lo so,
cosa sarà;
voci mattiniere,
bagno,
cappuccino,
sacco della
mondezza,
piccole cose,
cerchi un sorriso,
speranza.

Buio
Profondo,
plumbeo,
infinito,
notte
sepolcrale;
non voglio sapere,
non voglio pensare,
rilassarmi,
rimandare;
domani,
domani.

Sera,
mi sovieni,
il buio,
la tenebra,
solo nella stanza;
e penso a te,
con la giacca
il berretto,
a te,
il tuo sguardo,
il tuo corpo,
la tua testa appoggiata
a me,
le tue mani,
il tuo affetto,
e mi manchi,
e mi sento perduto;
penso a te,
speranza,
luce,
in questa vita
di casini
e problemi,
a te,
a te.

Amore,
a volte sono stanco,
a volte sono sopito,
a volte ne ho abbastanza,
del mondo;
ma senza di te,
mi fermo,
non sono nulla,
e la mia esistenza,
si fa
vuota,
deserto
metropolitano,
ti cerco nel mio giorno,
nel mio tempo,
sei un raggio di sole,
in mezzo
al grigio.

Libero,
voglio
liberarmi,
di zavorre,
di polvere,
di gentaccia,
voglio essere,
libero e leggero,
come da bambino;
libero,
dalle parole,
dalle futilità,
libero.

Amore tu
Seduta qui,
guardi la tele;
partita,
io con te,
ti sbircio
di soppiatto,
il tuo naso
il mento,
gli occhi agitati
e vispi,
il berretto
e la giacca,
ti stringo
e ti sfioro;
sereno,
sereno,
accanto a te,
non voglio
perderti,
non voglio
andarmene,
non voglio
stare solo,
aiutami
amore,
in questo tempo,
dove tutto passa,
come le foglie secche,
la neve sciolta,
il falò
di roba vecchia;
inverno,
non finisce più,
amore ,
stai con me,
vicina.

Calma,
voglio
pace,
stare
in pace,
dimenticare,
chiudere gli occhi;
buio,
silenzio,
levitare
sino a te,
pensarti,
stai bene
o no;
pace ,
pace
per me,
libertà.

Amore,
accanto a te,
il calore,
il tuo profumo,
la tua forza vitale;
accanto a te,
scaccio il male,
non vorrei
smettere l’abbraccio,
con cui ti cingo;
vorrei fermare
questo tempo,
per rimanere,
per baciarti,
sentirti,
accarezzarti;
davvero,
davvero.

Notte,
buio
mi
sovrasta,
ricopre
ogni cosa;
abbandonato
al silenzio,
mi spaurisco,
e soffro,
in balia,
della mia paura,
dei demoni,
dei cattivi pensieri;
il peso di domani,
che sarà,
che succederà,
meglio non saperlo,
meglio
non vederlo,
scappare lontano,
pensare ad altro,
trovare un ricordo,
un sorriso,
una stretta di mano,
una parola buona;
non pensando a
domani.

Neve recente,
a cavallo
tra gennaio
e febbraio,
ancora inverno,
tiri fuori la
pala,
poca voglia
di usarla,
crei una stradina,
un passaggio,
un sentiero;
mucchi di
coltre bianca,
nel dorso
dei muri,
fiancheggiano
lo stabile,
neve ammonticchiata,
se il sole viene,
la
dissolverà,
rumore
felpato
della pala,
fende
e ferisce
la neve fresca,
poi si vedrà,
un sole tiepido,
febbraio,
di nuovo
tutto bianco,
latteo,
ma
le feste,
sono lontane,
un anno da
vivere.

Vieni accanto a me,
ma
sei stanca,
devi digerire,
ti addormenti
stendendoti sul
sofà;
gli occhi
calati,
tremano ogni tanto,
ti gratti,
ti sposti,
i capelli raccolti,
ti coronano la fronte,
come fluttui castani;
non ti chiamo,
non parlo,
disturbarti non voglio,
sei nei tuoi sogni,
un altro mondo,
mi piace guardarti,
il tuo viso,
le gote,
il naso,
le tue labbra
accattivanti;
vorrei stare con te,
ma è tardi,
devo ripartire,
e senza te,
c’è solo
solitudine,
e
malinconica
mancanza di te.

Amore,
mi sento
smarrito
e solo,
alla deriva,
come una vecchia
foglia secca,
che galleggia
sull’acqua;
spero che mi
pensi,
come io
faccio con te,
ricordati,
ricordami,
non mi
lasciare,
non mi
lasciare,
ricordati.

Sei nel mio cuore,
ogni cosa,
parte da te,
e a te ritorna;
ritorna da te,
dalla mia
solitudine,
la tristezza,
la noia;
un giorno bianco,
grigio e sfatto
d'inverno;
ritorna a te,
il pensiero,
dopo
aver vagato
solitario
e smarrito,
ritorno a te,
perché mi và,
è giusto,
sei
la luce,
nella mia vita,
ritorno a te,
come una falena
stanca;
ascoltami,
ascoltami.

Amore,
lo so
che non
sono lì,
lo so
che ti trascuro
un po’;
lo so,
che tu
mi aspetti;
ma vedrai,
correrò da te,
da te;
sei l’unica
luce,
in questo
grigiore,
in questo
inverno.

Penso a te,
in questa aurora,
alba;
fuori ancora scuro,
ancora sonno,
ancora sopimento;
silenzio
notturno,
per te,
per te,
voglio farcela per te,
voglio credere per te,
ricominciare.

Amore
Sei distante,
amore
hai problemi,
e a me,
non pensi;
sperduto,
qui,
poco
nevischio
per terra,
freddo,
gelo,
cielo smunto,
triste,
vorrei scappare,
e correre da te,
vorrei
tu pensassi
a me,
non lasciarmi
solo,
tra la noia,
e il brutto
tempo
grigio.

Sera,
buio,
veloce,
il tempo
è schizzato via,
voglia di parlare,
vedere qualcuno,
in questo
giorno di fine gennaio,
neve gonfia
e fresca,
umidità
e gocce
dappertutto,
il cortile
fattosi bianco,
tutto
sparito,
fumaioli
col vapore che esce,
inverno,
silenzio,
freddo.

Notte,
sonno scappato,
voglia di libertà,
tirare un respiro,
alzare le spalle,
mandare tutto al diavolo;
pensare solo a te,
unica;
della gente,
me ne frego,
non sono,
sono assente.

Casa mia,
casa mia,
ritorno
e chiudo la porta,
oggetti amici,
il tavolo ,
la tele ,
le mura,
il mio mondo;
come mi và,
come voglio io,
chiudo le persiane,
al diavolo il mondo,
la gente,
e tutto il resto;
non voglio sapere,
alzo le spalle,
dicano quello che vogliono,
io non c’entro,
non me ne frega niente,
voglio solo pensare a me,
alle mie cose,
il futuro,
i miei pensieri,
le speranze,
quello che mi và,
che voglio;
casa mia,
casa mia.

Libertà,
da tutto,
dalle frottole,
le opinioni,
le cose assurde,
dalle menate solite;
starmene con
la mia
vita,
per conto mio.

Silenzio,
ti perdi
nella
sua
essenza,
morbido e
vellutato;
puoi
pensare,
riflettere;
guardi
in te stesso.

Amore,
la tua voce
morbida,
mi fa sentire
affetto,
mi fa sognare,
mi fa
dimenticare
la gentaglia,
il male,
il brutto;
la tua voce,
mi dà forza,
e sento,
che non
sono solo.

Cielo pallido,
stracco,
aria fredda,
noia,
malinconia;
vuoi
solo
il
calore
della
casa,
il tepore,
le tue cose,
le pareti,
il tuo
mondo,
gli altri,
stiano lontani,
amore,
non ti fai sentire.

Notte,
non voglio
sapere,
non voglio
pensare;
solo andare,
volare libero,
lasciare galoppare
la fantasia,
guardare un sogno,
pensare a cose mie,
a quello che mi và,
cose giuste,
semplici,
come il pane caldo,
come il fuoco nel camino;
ascoltare il piacere
del silenzio,
della quiete;
lontano dai rompiscatole,
ascoltare la notte,
notte.

Nebbia
Diradata
Un po';
non per molto,
senso
di malinconia,
freddo,
il fiato che esce,
sale per la strada;
vorresti tutto o niente;
la calma
e la tranquillità,
di quando eri bambino,
e c'era la neve alta,
e la vecchia casa;
non t'importa di altri,
vuoi solo andare avanti,
vuoi solo pensare,
riflettere,
staccarti da tutto,
vuoi camminare
tranquillo,
mentre tutto và,
tutto passa;
poter fermare ogni cosa,
i visi cari,
gli amici perduti,
ritrovare il sorriso,
e una stretta di mano;
ridere come una volta,
mentre tutto và.

Nebbia
Vela
La strada,
atmosfera
plumbea
e fosca,
da film
dell'orrore,
pare di stare a
Londra,
o in Scozia,
i passanti,
spariscono
nel
nulla,
tristezza,
freddo,
gelo,
gennaio.

Banchi di nebbia,
pallida,
esangue;
ti avvolge,
e ti perdi,
ti senti smarrito,
non si arriva mai,
la strada pare
interminabile;
nebbia,
nasconde ogni cosa,
come galleggiare
sul niente,
tutto è spettrale,
strano,
cangiante.

Nebbia,
schermo bianco,
evanescente
barriera,
bianca lattea;
inghiotte
le ombre umane,
tutto sembra svanito.

Nebbia spettrale,
la strada pare sparire,
inghiottita dal nulla;
bianco dappertutto,
banchi di nebbia;
si vedono i fari
a stento,
apparire da nulla;
freddo,
plumbeo,
ogni cosa,
appare
remota,
svanita,
inconsistente,
nebbia.

Nebbia circostante,
velo che offusca,
ottunde,
nasconde;
le figure spariscono,
come spettri
lontani;
tutto pare
irreale,
trasognato,
grottesco;
nebbia
sulla strada,
ai lati,
nelle conche
delle valli
montane;
mondo magico,
tutto evanescente.

Mattina,
chiaro,
luce amica,
fuga i sogni,
le tenebre,
i demoni;
i pensieri
si squagliano
come la neve;
vuoi
pensare,
amare,
fregartene;
sole invernale,
speranza.

Mattino,
albeggia,
il sonno
è fugato via,
luce neon,
acqua in faccia,
bagno,
lavabo,
schermo acceso;
oggi non ci sei,
non ti vedrò,
giorno triste,
questo mio,
senza te,
non è possibile,
non è possibile;
se non ti vedo,
mi perdo,
mi smarrisco,
mi sento vuoto,
e fregato,
non ci sei,
non ci sei,
e a me hai pensato,
ti sei guardata indietro,
hai capito,
hai capito,
o sei distratta,
presa dalle tue cose,
dalle faccende,
dai tuoi scopi,
e io qui,
qui,
senza te,
impossibile
stare;
vuoto,
e grigio;
tristezza,
un giorno
senza te.

Amore,
senza te,
sono
un vascello
senza nocchiero;
senza te,
sono solo,
smarrito,
sperduto;
porto dentro
te,
il tuo sorriso,
i tuoi
occhi,
sei la luce,
del mio
mondo
solitario.

Notte giovane,
notte senza fine,
perenne,
interminabile;
vorresti essere
il bambino che non
è più;
chiudere gli occhi
e basta.

Amore,
voglio te,
non il
mondo,
non la gente,
non le parole,
le opinioni,
voglio solo te.

Amore
Siamo
Lontani,
ieri sera,
noi due;
sei nervosa,
tesa,
distratta,
le feste si
avvicinano,
e tu vorresti,
tutto e niente,
scappare,
evadere,
aspettami,
ascoltami,
ascoltami;
non fuggire,
ascoltami.

Tu devi andare,
vuoi partire,
fare un giro,
uscire fuori,
vedere la città,
scappare,
evadere,
posso capire il tuo bisogno
di spazi,
di libertà,
ma io stò bene qui,
non ho voglia
di andare,
di correre,
di sentire
blateramenti;
io rimango,
ho sperato che tu capissi,
che tu volessi restare con me,
starmi vicino,
come io faccio
ogni volta che posso con te,
ma tu devi partire,
qualcosa ti muove ,
ti agita,
e io non so,
non voglio fermarti,
se tu resti,
devi volerlo tu,
devi capirlo,
devi sentirlo,
la voglia di stare con me,
ma tu parti,
fai giro,
vai ;
e io resto qui,
triste
e assorto,
col peso dei miei anni,
dei miei guai,
di quello che non mi và,
delle cose che mi hanno stufato,
di tutto questo,
tu vai,
tu vai,
non mi senti,
non mi senti.

Non ti sento,
non parlo,
non insisto,
non sò
perche non
chiami,
aspettando
che tu lo faccia;
non ho voglia
di niente,
solo
di
godermi
il silenzio,
quiete
autunnale,
è quasi inverno;
ti ho persa,
o forse no,
aspetto,
aspetto….

Vuoto,
non ti fai
sentire,
e io rimango
qui,
sospeso,
tra il serio e
il faceto,
tra tutto
e niente;
senza di te,
mi fermo,
nicchio,
traccheggio,
in bilico,
tra noia
e sconforto;
senza te,
rimane solo
solitudine.

Giorni
Di tedio
E tetraggine,
strade
fradice
di pozzanghere
e di neve
ai lati
dei viali,
il verde è sparito,
dietro le staccionate,
nei rilievi,
e promontori,
cumuli di neve,
il bianco ha invaso
ogni cosa,
solo la striscia della strada,
è sgombra,
e gli uccelli si posano,
in cerca di qualche cosa da mangiare,
cielo latteo,
natura morta,
ti vedo accigliata,
stanca ,
snervata,
cose sentissi
il tempo;
voglia di serenità,
di calma,
di evasione,
atmosfera natalizia,
vorresti tutto e niente.

Amore,
non mi frega,
più di certa gente,
non ho più tempo,
sono stanco di parole,
di menate,
di credere
a questo,
o quello,
non sono disposto
a correre,
non dò retta
a nessuno;
lotto solo per la mia libertà,
di altro non mi frega,
alzo le spalle
e me ne infischio del mondo,
non tocca a me,
non mi riguarda;
io posso solo
pensare per me;
niente ho ricevuto,
e niente sono tenuto
a dare;
non ci sono ,
non rispondo,
me ne frego di tutti;
che vadano da altri,
che vogliono dalla
mia vita,
non ho tempo per nessuno,
il mio tempo ,
è solo per me,
per me.

Amore,
sei lontana,
vuoto immane,
deserto in me;
ti penso,
e costruisco il
tuo viso nel cuore;
fino a quando,
non
mi condurrà
a te.

Epifania,
ultima festa,
le altre le
porta via;
ho solo sonno,
voglia di chiudere gli occhi,
ignorare tutto,
non sapere,
non esserci,
io non c’entro,
non voglio nulla,
solo riposare,
pensare,
fregarmene;
fine delle feste,
fine;
ancora intorno, le luci e gli alberi
incorollati di lampadine
e lucette,
insegne,
neon,
giochi di luci,
mi mancherà lo spirito
del natale,
mi manchi tu,
lassù,
e non ho saputo
darti di più,
non ho saputo,
stare di più;
ma cosa vuoi,
la stanchezza,
il viaggio;
il tempo che passa,
e noi in mezzo,
sballottati
dal destino;
adesso fine delle feste,
fine di tutto,
cosa rimane,
non so,
desiderio di pace,
e di tranquillità,
solo quello.

Amore,
ti sento
lontana,
separato
da te,
da questo gelo,
questa neve farinosa,
cortile imbiancato;
si stà bene in casa,
al caldo,
vorrei guardarti,
e portarti,
un po’ di serenità;
vorrei pace,
calma,
per noi due;
ti penso,
e tu ti
guardi dietro,
ricordati,
pensami.

Amore ciao,
giorno normale,
dopo le feste,
noia e tedio,
solita routine;
freddo,
voglia
di starmene in
casa,
voglia
di scappare,
evadere,
non esserci,
fregarmene;
non mi
lasciare amore,
non mi lasciare.
I fuochi sono finiti,
le bottiglie vuote,
e adesso,
un anno da vivere,
da vivere.

Amore,
non ti sento,
telefono
quieto,
silenzio,
distante,
sei distante anni
luce;
chiusa nelle tue
cose,
pensieri,
dolori,
preoccupazioni;
la festa si avvicina
e tu ti allontani,
vuoi scappare,
evadere,
troncare con tutto,
amore,
non mi
lasciare,
rispondi,
fermati un attimo,
voltati e ascoltami,
non andare,
non scappare;
non lasciarmi solo
adesso,
tra questo
freddo,
la nebbia,
la tristezza,
e le prime luci
natalizie,
che parlano della
gioia degli altri,
non mi lasciare
solo adesso…

Amore,
il tempo
brutto,
il ghiaccio,
la neve,
ci separano,
ma io conto
di essere da te,
prima o poi,
non
mi lasciare,
non ti scordare,
sono vuoto
e triste,
come questo
cielo d'inverno;
questa neve dura,
farinosa,
questo
gelo,
che spacca le mani,
distante,
sei così distante;
aspettami,
aspettami.

Amore,
solo
per te,
esco
e cammino,
fuori,
in questo
mondo,
tra
facce estranee,
di cui non
mi importa.

Giorni
Di festività
Negozi,
luci,
festoni,
addobbi,
alberi
luccicano nella
notte,
atmosfera
frettolosa e indaffarata
della gente;
voglio solo
casa mia,
starmene al caldo,
tepore,
gustare
il silenzio
il calore,
non pensare,
non vedere,
fregarmene
degli altri,
e trovare tempo
per me,
voler bene
a me stesso;
a me ,
a me.

Amore,
sapore
di festa,
posate,
cibo,
cucina;
ma la
tranquillità,
non te la regala
nessuno;
cerco la pace,
serenità,
cerco te,
amore.

Amore,
guardo
il cielo
spegnersi
per la sera
che viene,
vedo il buio
premere sui vetri;
mi manchi,
più di ogni
altra cosa,
mi manchi,
ed esco di casa,
fluttuando
con la fantasia,
sino a te,
lassù tra i monti;
vorrei vederti,
vorrei sentirti;
cielo latteo,
freddo
e neve
ghiacciata,
e sono
solo
e chiuso qui,
senza di te.

Amore,
Festa nell'aria,
luci,
alberi che
baluginano
con lucette e festoni,
freddo,
e ghiaccio,
e voglia solo
di calore,
fuoco,
e tepore casalingo;
ti immagino,
nella tua stanza,
mentre
vorrei solo
starmene
in casa,
in pace.

Silenzio
Tra noi,
giorno di festa,
grigio e in colore,
tra pioggia
insistente
e freddo;
parlami,
parlami,
amore,
mi sembri
così distante,
adesso.

Sei là,
tra le alture,
dove l'inverno
arriva lesto,
dove è scuro
e i tornanti,
sono ghiacciati
e pini di nebbia;
io tossisco,
e guardo fuori,
tepore della stanza,
la mia sciarpa,
le pastiglie,
raffreddore;
il sonno
è sgattaiolato
altrove,
notte natalizia,
desidero solo,
starmene da solo,
pensare per me,
sganciato da tutto;
un po' di calma,
pace,
solo quello.

Telefono tace,
silenzio,
e tu,
dove sei,
che pensi,
di noi due,
sei arrabbiata,
o
distratta,
dormicchi sul
divano,
sbadigliando;
non chiami,
non dici
niente,
perché;
lontana,
sei lontana
adesso,
come una
chimera;
il nostro sogno
è finito,
oppure no,
telefono tace.

Assenza di suono,
la notte
mi tiene compagnia
in silenzio,
non so niente,
non voglio sapere niente,
solo starmene in casa,
con questo freddo,
questo inverno
rigido,
temperatura
bassa,
neve fresca,
i colombi,
sminuzzano
col becco dove
trovano qualcosa,
voglia di casa,
calore,
tepore,
e tu lassù,
lassù,
lontana.

Cielo ombrato,
freddo,
nevischio
recente per terra,
chiazze e pozzanghere,
neve sui muretti,
e gli stipiti,
camminare
è un problema,
scivolare è facile;
noia
e
tristezza,
mi
manchi,
tu lassù
nei monti,
chissà
che ghiaccio,
mi pensi
o no;
quando ci
vedremo,
stò male
senza te,
penso al
tuo sorriso,
a te,
a te,
in mezzo,
a questo inverno.

Freddo,
sferza la faccia,
vorrei vederti;
cielo bianco,
pallido
come cera,
voglio
credere che
non nevichi,
altrimenti,
staremo di nuovo
lontani;
tutto brullo,
scarno;
inverno.

E l’alba arriva già,
con i sogni che
si spezzano,
come vetri,
la tua faccia
stanca,
le solite
cose,
facce,
parole da
buttare,
cose da dimenticare;
e tutto quello
che voglio
che penso,
sei tu,
solo tu;
solo tu,
riempi
il
mio cuore,
e mi fai stare
bene,
solo tu,
sei la risposta
alle mie preghiere;
te,
voglio te,
aspetto te,
in mezzo a questo
pattume,
a questo squallore..

Mattino presto,
il sonno
è scappato
via furtivo,
in qualche angolo
della mente;
intorno
quiete,
ancora buio,
che giornata sarà,
non si sa,
speriamo nel sole,
nel tepore,
e che la neve vada
da un'altra parte;
voglia di casa,
di mura domestiche,
di cose famigliare,
di cose mie,
casa mia,
lontano da tutto,
fuori
da ogni cosa,
non mi frega;
voglia di casa,
libertà,
tranquillità.

Alba,
arriva
lento
chiarore,
che fende
il velluto
della notte;
e il giorno,
è già davanti.

Negozi addobbati,
luci,
striscioni,
lucette natalizie;
dov’è finito
il natale dell’infanzia,
cerco la serenità,
noia e malinconia,
tu lontana,
ti sentirò,
mi sentirai,
chiamerai
o no;
il freddo dell’inverno,
ghiaccio,
ti sento lontana,
distratta,
stanca,
sei attirata da tutto
e da niente;
dall’attesa del natale,
i suoi miti,
il suo consumismo;
vorrei esserti più vicino,
più vicino,
fare di più;
vorrei tu mi capissi.

Amore,
sono stanco,
della gente,
le loro opinioni,
le loro ipocrisie;
stanco di ascoltare parole
vuote;
amami,
amami,
non
lasciarmi
in
balia,
di questo
mondo pazzo.

Dove sei,
cosa fai;
stai in silenzio,
non ti fai
sentire,
non pensi
a
me,
non ti stò
a cuore;
sotto
le
feste,
pensi ad altro,
sei distratta,
lontana,
cosa c’è,
cosa c’è,
amore,
parlami,
parlami;
sono qui,
qui,
ti
ascolto,
parlami.

Perche non chiami,
che c’è amore,
stai male,
sei lontana,
distratta,
non hai voglia
di me,
non mi pensi;
cosa c’è,
qualche nuvola
ti turba,
qualche cosa nuova,
sei staccata,
indolente,
non chiami,
non ti sento,
che c’è,
che c’è;
sei stanca di noi,
e non lo dici,
te ne stai andando,
e non lo so;
perché non chiami,
perché non chiami,
amore,
non dimenticarmi,
perché non chiami,
cosa c’è,
qualcosa ci separa,
cosa c’è.

Fermati,
non mi devi lasciar
così,
come uno scemo
che molli qui,
fermati,
fermati,
sono qui per te,
non lo capisci,
non lo sai,
hai fretta,
vuoi andare,
partire,
girare;
fermati,
fermati,
non ti rendi conto,
sono qui,
sono
qui,
tesoro
per te,
per
starti vicino,
ascoltarti,
scacciare il male
e la tristezza,
d’ una giornata pallosa,
d’un mondo pesante;
non andare,
non andare,
fermati un attimo,
aspetta,
pensaci,
pensa un po’ a me,
non andare.

Se un giorno tu,
non ci fossi più,
mi son mai chiesto che
farei,
dove andrei,
come potrei tirare
avanti
e stare a galla,
se un giorno
tu ,
non mi amassi più;
momento critico tra noi,
nervosismo,
noia,
tedio,
e tanta
stanchezza,
con il grigiore
dell’inverno
imminente,
giorni corti,
pioggia,
freddo;
e tu che sei distratta,
e lontana,
e se non mi amassi più,
mi son mai chiesto
che farei,
ti prego pensami,
non te ne andare,
non dire,
è finita;
così di colpo,
stop,
staccata la spina,
non andartene,
ti prego
ti prego,
cosa farei
senza di te,
ho
solo te,
che farei…

Amore,
vedo te
e mi caldo,
vedo te
e sorrido;
vicino a te,
le nubi se ne vanno,
e si allontana
il male,
e il temporale;
come farei,
dove andrei,
senza te;
sei necessaria,
come acqua sorgiva,
sei tu,
sei tu.

Lisa,
lontano
dai tuoi
occhi,
dal tuo sorriso,
dalle tue parole,
si spegne il
giorno mio;
tutto tace,
e si fa solitario
e triste,
e mi manca
la parte di te,
che è in me;
e mi rotolo,
nella noia,
in menate,
e nella banalità
squallida
della giornata,
tra gente
da perdere,
parole da buttare,
giudizi da scartare;
e mi viene voglia
di vederti.

Tesoro,
lascia aperta
quella porta,
voglio vedere
il tuo viso,
i tuoi lineamenti,
il sorriso,
il naso;
voglio ricordarti,
fissarti
nella mente;
amore,
lascia aperta la porta,
lasciami ancora
una chance,
ancora uno spiraglio,
una possibilità,
per farti capire,
spiegare,
dirti,
quello
che sento,
che provo,
e quanto sei necessaria,
e non posso
perderti,
per te
è diverso,
sei giovane,
forte,
per te,
ci sono tanti,
io ho solo te,
amore ,
lascia aperta
la porta,
non
te ne andare,
parlami,
ti prego,
parlami..

Da qualche parte nella notte,
fonda e siderale,
da qualche parte,
del crepuscolo,
si staglia,
il dragone rosso,
l’ultimato,
il definitivo,
dopo essere stato trasformato,
tatuaggio sulla schiena,
red Dragon,
l’angelo nero,
red dragon,
il figlio della notte;
dove sarà,
chi lo vedrà,
attento,
egli vola,
maestosamente,
coperto
dal manto notturno,
il grande red dragon;
forse hannibal the cannibal,
capira,
intuirà,
chi può
mai essere,
red dragon
red dragon
re della notte,
il flagello,
l’ultimato,
red dragon,
figlio della notte.

Tranquillo,
voglio
starmene qui,
separato
dal mondo,
raccolto,
a guardare
in me stesso;
non mi frega,
di fuori,
della gente,
solo calma
per me;
fare chiarezza,
dire basta,
fregarmene,
andarmene,
dormire,
sognare;
voltare le spalle,
alle opinioni,
ai giudizi,
alle menate;
dare un calcio
a tutto,
tranquillità,
calma,
silenzio,
nella
mia
vita,
e basta.

Chiudo,
voglio
separarmi,
staccarmi
dal resto,
dal mondo,
dalle parole,
dalle balle,
da questo
mondo
così
fetido,
così allo
sfascio;
chiudo,
non ho tempo,
voglio
pensare per me,
quello
che voglio,
quello
che sento.

Amore mio,
notte
sepolcrale,
perfetta,invernale,
freddo intenso,
me ne stò intabarrato
nella stanzetta,
pensando a te, e
ascoltando musica;
tu sei laggiù,
tra i bricchi
e le alture
montane,
lì ci sarà parecchia neve
a cumuli,
i sentieri e le mulattiere
a fianco delle strade,
saranno ingombrate
e ghiacciate,
e io chissà quando
ti vedrò;
nostalgia di te,
dei tuoi capelli,
la tua faccia,
il tuo muoverti,
tutto di te,
mi manca un po’;
col pensiero volo da te,
sento tristezza,
mentre
tra poco ,
sarà natale,
ho voglia di te,
del tuo calore,
il tuo affetto,
senza di te,
impossibile,
senza te,
sono solo
una statua di ghiaccio,
inerte.

Niente,
ascolto
il nulla della
notte,
mentre nevica
piano;
voglio stare al
di fuori
di tutto,
fuori
dalla gente,
dalle opinioni,
dalle storie,
dalle menate;
voglio stare
nel mio mondo,
separato
dalla corsa folle
del mondo,
dal casino
perenne;
voglio
il mio tempo,
per me,
spenderlo come voglio,
fare
o non fare nulla,
se mi và;
non ho tempo per nessuno,
voglio
spendere
il mio tempo
per me,
e per te,
tesoro,
non andare,
pensami,
pensami,
mentre i
fiocchi,
planano adagio,
sul selciato,
bisogno di tepore,
casa.

Notte,
vetro
nero
cenere,
buio
immenso,
generalizzato;
mi perdo nel silenzio,
penso a domani,
che sarà,
che succederà,
ti vedrò o no,
ti penso,
vuoto dentro me,
voglia di calma,
libertà,
di vivere con te,
in pace;
mandando
a quel paese tutto
il resto,
il tempo passa,
è per me,
lo voglio per me,
non per altri.

Eh siamo
Qua,
la neve è caduta,
che ci vuoi fare,
infarinatura
bianca,
freddo,
il naso cola,
brutta giornata,
non posso venire da
te,
termosifone,
il
mio più grande amico,
bisogno
d’aria,
odore di chiuso,
tutti dormono,
silenzio.

Buio,
forse nevica,
forse no,
speri
l’inverno
stia ancora
un poco in là;
giornate fredde,
nuvoloni abnormi,
noia ,
tetraggine;
ricerca
di serenità.

Fuori
Nevischio,
sento il
fruscio
dei fiocchi
per terra;
tristezza,
stasera senza te;
come farò,
il tempo
nicchia
e non passa più;
noia,
serata barbosa,
vorrei libertà,
per me,
per te,
noi due.

Voglia di
Andarmene,
di voltarmi,
chiudere gli occhi,
e continuare a dormire,
e non sapere,
non vedere,
lasciar perdere,
staccare da tutto,
mandare al
diavolo
regole
e quello che è giusto,
o sbagliato;
fare tutto e niente,
ribellarsi
anche se non è permesso,
libertà,
ritrovare libertà,
pensare,
anche quello
che non ci si aspetta,
che non vogliono,
fare il contrario,
spezzare i calcoli,
le opinioni,
libertà.

Mattinata,
sarà giorno,
o forse no,
boh,
persiane serrate,
luce neon,
frizzio computer,
sono staccato da tutto,
spina tolta,
mi frega niente,
voglio solo
stare qui,
casa mia,
mie cose,
pareti,
stanza,
oggetti;
il mio piccolo
mondo antico,
cavoli miei,
al diavolo
il resto,
il
mondo,
menate,
cavolate;
lavabo,
acqua zampillante
in faccia,
porta socchiusa,
non voglio vedere,
non voglio sapere,
niente rompiballe,
gente che dice,
quel che devi fare
o no;
casa,
voglio
solo casa mia,
pensare,
a chi mi importa,
sentimenti,
cose mie,
casa mia,
il mondo
stia fuori,
lì.

Cala
Il
Velo
Di crine
Della sera,
buio pesto,
immensa
voglia di te;
lontana tu,
vado alla
deriva,
come un relitto,
senza nocchiero,
smarrito,
solo.

Sera,
già qui,
manto
nero
di china;
il buio
mi
sovrasta,
è già
sera,
è già
tardi.

Sera,
buio preme
sui vetri,
comincia la
notte;
tu
sei
in
pizzeria;
io sono qui,
senza te,
chiuso,
solo,
spento;
insopportabile
silenzio
vellutato;
non chiami,
non chiami,
ho bisogno di te,
amore,
amore,
pensami
se puoi…

Vuoto,
non ti vedo,
oggi senza te,
e vado in rovina;
mi sento a pezzi,
schiacciato
dalla noia,
le menate,
il lavoro;
vorrei scappare
furtivo,
e correre da te;
non chiami,
triste;
tutto grigio,
smorto,
invernale;
amore pensami
un po’.

Dove sei adesso,
che fai,
fumi,
cammini,
passeggi,
o cosa;
vuoto
spinto
senza te;
giorno
brutto,
non
passa più,
menate
e
cose
da dimenticare;
mi resti
tu,
tu.

Sommessamente,
è un'altra mattina,
occhi velati,
voglia di colazione,
poi doccia,
un po’ di radio,
ascolti a occhi chiusi,
dormicchiando ancora un po’,
ti lavi la faccia,
l’acqua scroscia,
che farai,
che farai,
la vedrai,
forse sì,
o no.

Continua
La pioggia,
tutti giù
per terra,
noia
tra le pareti
casalinghe;
la radio,
un bicchiere d’acqua,
doccia,
il pensiero di lei,
che non chiama mai,
ha dimenticato,
cosa succede,
cosa le prende,
adesso che è inverno,
paura di solitudine,
di abbandono,
di camminare
tra le foglie morte,
con un rimpianto,
dolore,
speranza,
cielo grigio…

Pioggia a
Dirotto,
novembre,
sempre più inverno,
ogni giorno di più;
foglie fradice
per terra,
rumorio
del temporale,
cadere cadenzato
delle gocce;
scuro,
cielo torbido,
tristezza e grigio,
solo tu,
mi dai un po’ di luce,
mentre
ti penso un po’,
mentre mi manchi,
e vorrei essere lì da te.

Il mio tempo
Con te,
non mi basta mai,
appena vado,
vorrei
ritornare
subito da te,
che il tempo
scorresse
velocizzato,
come una moviola,
per essere di nuovo
in viaggio verso te,
appena non ti vedo,
mi manchi,
vuoto grande
dentro me,
tristezza,
e ripenso al tuo sorriso,
i tuoi capelli,
il tuo capo adagiato
sulle mie spalle,
i momenti insieme,
mi manchi,
mi manchi;
ti penso,
e questo
momento
è per te.

*lontano,
giro lo sguardo,
cammino lontano,
lontano da tutto,
dalle opinioni
degli altri,
dalle parole,
da tutto
questo mondo;
lontano,
me ne stò lontano,
per conto mio;
non voglio
sapere,
non voglio
esserci;
voglio la
mia vita
e basta.

Mattina presto,
socchiudo
persiana,
freddo,
sferzata in faccia
gelida,
cielo di biacca,
latteo,
grigio,
silenzio
indulgente del mattino,
voglia di caffè,
di cappuccino,
radio,
un occhiata
alle notizie;
ti vedrò o no,
tristezza
se non ci sei,
coi tuoi
silenzi,
la tua assenza,
telefono muto,
cosa fai,
cosa fai,
pensami
un po’,
un po’.

Una tua telefonata,
mi strappa dalla
solitudine,
dal silenzio,
dal tedio
della
pioggia battente,
che sporca i vetri,
e inonda tutto,
facendomi tossire,
calzini bagnati,
quando finirà,
questo temporale sempiterno.

Serata autunnale,
stanza,
neon,
tepore;
sento un vuoto,
senza te,
senza i tuoi sorrisi,
le tue risate;
mi resta poco,
mi sento prono,
chiuso,
dentro la noia,
la solitudine,
e gente che
non m’importa;
vuoto,
senza te,
vuotaggine
e noia.

Sono stanco
Di parole,
stanco
delle opinioni
altrui,
dei giudizi,
delle menate;
alzo le spalle,
mi giro
e me ne vado,
non mi troverai più;
non ho tempo da perdere,
con la gente,
il tempo si invola,
e scorre rapido
nella clessidra,
e tutto fugge via,
e tutto diventa ricordo,
e si fa lontano;
non ho tempo per la gente,
devo pensare a me,
alla mia vita,
alle mie cose;
cerco la calma,
e un po’ di pace,
stando lontano
dai guai,
più che posso,
gli altri dicano,
quello che vogliono.

Quiete,
sabato
primo pomeriggio,
non sento niente,
atmosfera stracca
noiosa
e umida,
cielo
torbido
e plumbeo,
freddo,
che sferza il volto;
autunno che avanza,
e il tempo passa,
novembre;
tetraggine e noia,
e tu dove sei,
che farai,
ti vedrò,
forse sì,
oppure..,
voglio solo
stare in pace ,
tranquillo,
senza far parte di niente,
fuori da tutto…

Amore,
in questa sera
cadente,
in questa natura
decadente,
fatta di autunno,
di foglie morte
a tappeto,
di pioggia
e colori smorti,
mi manchi tu,
e domani,
che sarà
domani,
spero di
vederti;
tristezza nera,
intorno me,
male
e cose funeste,
e tu,
adesso
dormi,
dormi,
amore.

Manchi tu,
e sono perso,
manchi tu,
e sono giù,
manchi tu,
e il giorno
mi piomba
addosso,
col peso
della noia,
della gente
di cui
non
mi frega,
di menate
e rotture;
manchi tu,
e sono vuoto,
debole,
solitario.

Assenza di te,
solo
nella
stanza;
tu dormirai
adesso,
sul tuo cuscino,
accanto
il comodino,
la tua radio,
le tue cose,
l’armadio,
gli abiti;
mi manchi,
e scivolo,
dentro
un abisso
di solitudine,
e di sconforto;
oggi ti ho
perduta,
lasciata,
non vista;
non ho altro,
senza di te,
resto,
piegato,
senso di vuoto;
tu
lontana

Piccola stanza,
amica mia,
rifugio,
riparo,
coi
miei segreti,
le mie cose,
i ricordi,
gli oggetti;
mi siedo,
chiudo gli occhi,
sentendo una musica,
e dimentico il mondo,
stò tranquillo,
non m’importa d’altro;
gli altri non ci sono,
non esistono;
voglio solo la mia stanza,
il silenzio,
la mia vita,
i miei pensieri,
cose mie,
solo mie.

Casa mia,
porta chiusa,
libero,
finalmente
libero;
libero
dal mondo,
dalle sue
mene,
da certa gente;
non ho tempo,
il mio tempo,
è solo mio,
domani non si sa,
domani potrebbe
essere tardi,
il
mio tempo,
è solo
mio.

A casa mia,
stò bene solo,
a casa mia;
il mio mondo,
le mie cose,
solo io,
so chi sono,
dove vado,
la verità,
quello che sento,
che provo;
casa mia,
non c’è altro,
fuori il mondo,
e chi se ne frega,
stia pure lì,
con le sue mene,
le sue parole,
il suo voler far correre,
per una scemata,
o l’altra;
casa mia,
chiudo la porta,
non mi interessa,
vadano tutti
a quel paese,
non ci sono per nessuno,
non mi muovo per nessuno,
silenzio,
voglio solo silenzio,
e chiarezza,
casa mia,
me ne stò a casa mia.

Hai visto mai,
hai visto mai,
che qualcosa cambierà,
hai visto mai,
che il male passerà,
hai visto mai
hai visto mai,
che ci sarà il tempo per noi,
hai visto mai,
che capirai,
mi sentirai,
e la tristezza
svanirà,
e questa pioggia smetterà,
hai visto mai,
hai visto mai,
che qualcosa succederà,
hai visto mai,
che poi sorriderai,
quando il male passerà,
quando i guai
prima o poi
smetteranno,
chi lo sa,
che succederà,
hai visto mai,
hai visto mai,
io ti parlerò,
e tu sentirai,
e non avrai fretta
di andare,
e non dovrai partire,
hai visto mai,
hai visto mai,
tesorò,
quel che sarà.

Stanco
Di certa gente,
stanco
delle parole,
delle opinioni,
voglio
prendere in mano
la mia
vita,
fregarmene,
gettare via
il pattume,
di chi mi vuol male,
e pensare solo a me,
chiudere la porta,
e stop,
fine.

Che il
Mondo
Vada dove vuole,
non mi interessa;
penso per me,
per me;
voglio tempo
per me,
non
mi interessa di nessuno;
è la mia vita,
solo mia,
e di nessun altro.

La notte
È finita ormai,
ancora regna
un silenzio perfetto,
dalla finestra vedo un
nero caliginoso,
plumbea atmosfera,
termosifoni spenti,
freschetto;
occhi che cercano
ancora il sonno,
ma i miei sogni
onirici sono ormai fuggiti via,
e non torneranno;
un altro giorno,
voglia di dare un calcio a tutto,
e rimandare ogni cosa,
chiudere gli occhi,
e prendersela comoda,
fregarsene,
e stare calmo,
pensare alle cose belle della vita,
ai fatti positivi,
è gettare tutto il resto
nella rumenta;
non voglio
muovermi per nessuno,
a modo mio,
voglio stare in pace,
e fare piano ogni cosa,
libero,
libero,
pensare,
decidere,
il mondo può aspettare,
con le sue mene,
le sue pazzie,
le parole vuote,
e tutto quanto
il resto;
attendo il giorno,
in silenzio,
e nel silenzio,
mi perdo.

Pioggia notturna,
scrosciare
di acqua zampillante,
rutilante,
che cade con cadenza ritmica,
in un turbinio di gocce,
laghetti
e chiazze di piovana
dappertutto,
non sai dove camminare;
in mezzo a strati di foglie
autunnali secche,
che fluttuano tra le stille,
cielo nero,
leggera nebbiolina,
i fari scrutano a stento,
temporale
autunnale,
e il mondo sembra ai primordi,
malinconica
monotonia della pioggia,
che tutto monda
e lava,
e ti fa piacere,
tornare a casa,
al riparo,
al caldo,
focolare.

Meriggio
Autunnale
Ottobrino;
il sole
ancora non
ci ha abbandonato,
e ritorna,
un po’ malato,
un po’ debole,
a darci luce e coraggio;
porta chiusa,
con la mia tosse,
voglio solo
starmene per conto mio,
in casa;
non ho voglia
di niente,
non mi
và di andare,
di partire,
di menarmela,
di stare fuori,
voglio
casa mia,
le mie cose,
le mie idee,
i miei pensieri,
e nessun altro;
poi si vedrà.

Sera
Nuvole
Torbide e
Nere,
in alto;
freddo intenso,
vetro appannato;
è autunno,
sera fredda,
buio presto.

Voglio
Svegliarmi
Libero,
respirare,
alzare le spalle,
e scrollarmi di dosso,
ciarpame,
e parole,
e giudizi
che non mi vanno;
voglio fare,
o non fare,
aspettare,
rimandare,
nicchiare,
e non avere fretta,
fino a domani,
o anche più;
non voglio correre per
nessuno,
e nessuno mi ha mai
regalato;
voglio preoccuparmi solo di me,
e del tempo che resta,
di chi mi ama,
di chi crede;
di tutto il resto me ne frego,
non c’è ,
non esiste,
libero,
libero.

Seduto,
accanto a te,
ti sfioro
i capelli
castani,
miriadi di fili,
guardo il tuo naso,
mentre
scruti la tele,
vicini;
ti abbraccio
e non sento
più dolore,
il peso di
questa vita,
i guai,
e i pensieri
menosi
di ogni giorno,
con tutto
il resto,
e la pazzia
infingarda
del mondo;
stò con te
e mi basta,
il mondo vada pure
dove vuole,
la gente dica quello
che vuole,
me ne frego;
stiamo attaccati,
ti appoggi a me,
e mi racconti,
i tuoi pensieri,
i tuoi
guai,
le cose che ti affliggono;
cerco di aiutarti come posso,
questo mondo
è così torbido,
così squallido;
vorrei poter fare di più,
per te,
risolvere tutto,
ma non è possibile,
posso solo starti accanto,
posso solo,
volerti bene,
ed essere vicino a te,
più che posso.

Voglio
Un mondo libero,
il mio mondo,
alzarmi quando mi và,
fare quello che voglio,
pensare,
ragionare,
rimandare,
fregarmene,
e muovermi solo
se voglio;
fare il contrario di quello
che vogliono gli altri,
e pensare per me;
fare pulizia nella mia vita,
e gettare via,
parole,
e gente inutile,
che mi vuole solo male;
voglio un mondo libero,
un mondo per me ,
respirare,
e prendere fiato,
fermarmi,
nicchiare,
e non correre
per nessuno,
dare un calcio a tutto,
e rimandare i guai
a dopo,
voglio libertà,
libertà..

Ti porto nel mio
Cuore,
ogni volta che mi sento solo,
ogni volta,
che sono lontano,
ogni volta che
non arrivo a te,
e mi resta solo
la mia stanza,
e la solitudine,
e gente intorno
da perdere,
che non c’entra niente,
ed allora col pensiero mi rifugio in te,
e vedo il tuo sorriso,
i tuoi occhi grandi,
e mi faccio coraggio,
in questo inverno che stà per
iniziare,
e già il freddo e il buio,
fà tristezza,
e già,
vorresti andar via,
fuggire via,
da qualche parte,
lontano,
da qui;
e per te,
ricomincio,
e per te,
spero ancora,
e mi sforzo
di tornare a sorridere,
ancora…

È sempre più autunno,
giornate corte,
è il buio è già qui,
per strada fogliame qua e là,
la fiera di paese,
giungla di banchetti,
vociare,
casino,
e il natale non è tanto
lontano,
i mesi corrono,
i giorni corrono,
il tempo vola via,
amore mio,
e ogni cosa lasciata
è persa,
ti senti un po’
più vecchio,
con un autunno in più,
freddo gelido di notte,
e di mattina presto,
e ti attacchi sempre più
ai termosifoni,
caldaia amica,
col suo brontolio,
del bruciatore,
occhi stanchi,
domani
è già domenica,
domani,
che farai,
una dormita si spera,
silenzio intorno,
la sciarpa che ti
cinge,
tosse,
mali autunnali,
il caldo se n’è andato,
un ricordo
lontano.

Sole autunnale,
gradito come
un amico atteso,
che da un po’
non si fa vedere;
ti ristora,
e ti fa sembrare
tutto più gaio e colorito,
mette allegria,
mentre le foglie
gremiscono i
piedi
degli alberi
e dei castagni,
prati di foglie rosse
e scarlatte,
rinsecchite
per terra,
viene buio presto,
e fa freddo,
che ti entra nelle ossa,
un po’ di tosse,
un po’ di raffreddore,
ti aggrappi,
ai pochi giorni
di sole che ancora restano,
sperando
che l’inverno
tardi ad arrivare,
più che può,
panchine vuote nei viali,
sedie e poltrone
di plastica
all’aperto,
abbandonate
e solitarie,
fa fresco adesso,
per stare fuori,
nel cielo,
nubi
enormi,
colossali,
si spezzano
ogni tanto,
e si frastagliano,
l’estate,
è sempre più
lontana.

Insomma che,
per un motivo o
per l’altro,
non c’è pace quaggiù,
sempre nuove rotture,
ma io sono stufo,
sono stanco,
stacco la spina,
chiudo la festa,
e vado via;
mi giro,
e continuo a dormire,
e non me ne frega niente,
mi giro è non faccio niente,
nuovamente;
sono stufo di guai,
di pensare,
di rompermi l’anima,
sono stufo di stare male,
voglio pace,
silenzio,
fregarmene del mondo,
chiudere la persiana,
e stop,
tanti saluti,
arrivederci e grazie,
ai suonatori,
a chi mi vuol male,
a chi non mi vuole,
tanto meglio,
io non voglio loro,
non ci sono non rispondo,
fuggo via,
dai guai,
dai casini,
colpa o non colpa,
me ne frego,
getto un colpo di spugna,
cancello la lavagna e me
ne vado,
non ci sono più,
sono a casa mia,
parlate basso,
tanto non rispondo,
me ne frego e basta,
finalmente.

Chiudo
La porta,
dietro di me,
basta con la gente,
basta con le chiacchere,
voglio stare lontano
da tutto,
dalle opinioni altrui,
da parole,
dai giudizi,
dall’umana idiozia;
voglio stare a casa mia,
e tutto il resto vada via,
non sapere ,non sentire,
non dover fare niente;
io comunque non mi muovo,
per nessuno,
per questo,
o quello,
perché lo dice qualcuno,
io non mi muovo,
non mi muovo.

Fuori il mattino,
chiarore
attraverso gli interstizi
delle persiane,
socchiudo la porta,
fresco del giorno
che entra,
forse un po’ di sole,
per fortuna;
acqua fresca sugli occhi,
vampata sferzante,
che gorgoglia nel lavabo,
cappuccino,
il telefonino pronto,
e tu dove sarai,
che farai,
chiami o no,
mah;
rumori dai muri
vicini,
un anziana
spazza il cortile,
cinguettio e tramestio degli
uccelli
nascosti negli anfratti,
cose da fare,
altre no,
forse le farai,
forse no,
il tempo corre veloce,
la mattina passa,
veloce..

Il buio inghiotte
Il mondo,
cielo nero,
come cenere,
notte su di noi;
immensa vastità di quiete,
mi immergo in questo niente,
e voglio svanire
rapito dal silenzio;
tutto tace,
dove sei adesso,
occhi rossi,
il freddo
ti assilla e ti
assedia,
basta non vuoi pensare,
a domani,
vuoi solo
confonderti con la notte,
non essere cercato,
né trovato..

Sera,
a casa finalmente,
il mondo
lo voglio dimenticare,
la gente da scordare;
tante cose,
tante parole,
luoghi e posti,
ma non c’è umanità,
non c’è comprensione,
nei sentieri umani,
sei solo,
in mezzo all’indifferenza
degli altri,
solo in una stazione,
seduto vicino alle macchinette
del caffè,
solo mentre tutto và,
tutto continua
lo stesso,
anche senza di te,
in questo mondo,
che non sa,
non capisce.

Domenica,
il tempo non passa più,
rintocchi di mezzogiorno,
silenzio,
atmosfera,
irreale,
trasognata,
ovattata,
cielo plumbeo,
forse c’è un debole
sole autunnale;
calma,
voglio ascoltare la calma e
il silenzio,
fare con calma,
non ho fretta ,
il mondo aspetti.

L’autunno
Si vede ormai
In ogni giorno,
fa sempre meno caldo,
il sole nicchia,
e sparisce in fretta,
dopo un debole tepore,
nuvole grandi
stagliano il cielo,
piove spesso,
sempre più spesso;
ti stringi dentro la giacca,
fa frescolino,
trattori trasportano l’ultima uva,
odore di mosto,
fa freddo,
autunno,
tappeti di castagne
schiacciate per terra.

Lontano,
lontano da tutto,
stare per conto mio,
fare a modo mio,
o non fare nulla,
nulla,
chiudere gli occhi,
e cedere ad un sogno,
al sonno;
rimandare,
pensare,
dimenticare;
fare il contrario di tutto,
e uscire dagli schemi,
fregarsene,
di regole,
e di quello che si deve fare,
stare qui,
fermo e basta,
lasciare correre gli altri,
dire di no
di no e basta,
non seguire nessuno,
non imitare nessuno,
non entrare in gioco,
libertà,
avere solo
libertà…

Il tempo
Vola,
come sempre,
imperterrito,
non si ferma mai,
non ti aspetta,
non ha pietà
delle cose umane,
e non fa sconti;
chiudi gli occhi,
e ti immagini il futuro,
è quello,è già lì,
che ti aspetta;
non c’è mai tempo,
o ce n’è troppo poco;
e di sbagli grossi,
di errori,
te ne puoi
permettere pochi;
se li fai,
te li porti dietro,
e non te ne liberi più;
tutto ti scappa,
e fuggono gli anni,
sempre più velocemente,
che ti senti,
vecchio e sorpassato,
tanto il mondo cambia e si trasforma;
tu non ci pensi,
ma tutto cambia,
cambia,
anche senza di te,
anche se non ti và;
ti puoi nascondere in un buco,
o sopra un albero,
che tanto è lo stesso,
il tempo passa,
e prima o poi,
sei vecchio anche tu;
e allora vorresti rimediare,
e recuperare,
e fare cose mai fatte,
tutte quelle che ti sei perso,
che te ne sei fregato;
a volte ci riesci,
ma a volte no;
è meglio non perdere tempo,
se si può,
ed è meglio un uovo oggi,
ogni cosa che lasci
la perdi,forse per sempre,per sempre..

Silenzio,
sei in vacanza,
un altro posto,
un altro luogo;
cerco di immaginarti,
stai passeggiando,
ridendo,
o mangiando
un gelato,
ascolti musica seduta
su un piumone,
chi lo sa,
so solo che non ci sei,
e non sono più nulla,
mi rotolo nel mio silenzio,
poi corro al telefonino
e ti mando un messaggio,
rispondimi,
rispondimi…

Rain,
la pioggia
cade a rovesci,
già da un po’,
rumore di stille,
e di gocce che
saltellano e si infrangono,
sulle tegole e i vetri,
picchiettando in modo
ritmico;
rumore scrosciante
del temporale,
chiazze,
e polle d’acqua
schizzano al passaggio
delle macchine,
tutto lucido
e brillante,
capelli bagnati,
odore di umido,
freddo;
qualche grondaia
bucata,
vomita,torrenti d’acqua;
sembra una notte
primordiale,
come se il mondo fosse appena uscito,
dal buio e dal diluvio;
stai bene a casa,
rifugio,
focolare,mentre
la pioggia cade
battente;
non esci più,
e aspetti,
prima o poi,
finirà,
finirà,
il temporale…

Immenso buio,
ovattato silenzio,
occhi pesanti,
il sonno s’è dileguato;
un momento con te,
passato in fretta,
stai per partire,
viaggiare,
e riderai,
guarderai tutto coi tuoi occhini,
fumerai,
canticchiando;
e a me penserai un po’,
chissà;
già mi manchi tanto,
vuoto intorno a me,
senza di te,
senza il tuo calore,
impossibile pensare,
impossibile stare;
torna presto…

Notte
Di pioggia,
senti lo scroscio
continuo delle gocce,
che precipitano
a secchi;
tambureggiando
il terreno e gli oggetti,
piove da un bel po’,
sei contento di essere al riparo,
e non vorresti uscire,
per niente la mondo;
te ne stai bene
rintanato,
te ne stai bene dove sei,
gli altri facciano
cosa vogliono,
il ribattio della pioggia
ti fa compagnia;
fuori un diluvio d’acqua
e di pozzanghere,
ascolti la pioggia,
mentre l’alba è prossima,
e non ti importa di nulla,
solo di casa tua…

La sera è già
Qui,
adesso,
le ore sonno
ballate,
e sono scappate via,
come cenerentola;
so che dovrei vederti,
ma ho solo voglia,
di casa mia,
casa mia,
stare tra le mie cose,
le mie pareti,
la stanzetta,
le foto,
i miei libri,
i ricordi
di scuola,
il computer
che di solito ronza,
e mi tiene compagnia
nelle ore notturne;
casa mia
casa mia,
il mondo
è là fuori,
da qualche parte,
nella notte incombente,
fa freddo,
e l’autunno,
arriva come un vecchio,
che ingrigisce,
gli alberi e le foglie,
seminando castagne ai piedi
dei viali,
le nuvole sono basse e paurose,
forse stanotte pioverà amore,
forse stanotte,
tutto succederà,
ma io sono qui che ti penso,
stà sicura,
in questa sera a casa mia,
ti penserò,
e mi mancherai un po’,
poi domani verrà,
si vedrà,
ti vedrò,
lo spero…

Sapore di stagione
Andata,
finita,
le giornate si fanno brevi,
il sole raro,
appare debole
e stantio;
il cielo e gremito di
ammassi nuvolosi,
come enormi cuscini
colorati in alto,
minaccia sempre pioggia,
freschetto;
ti aggrappi a quello
che resta dell’estate,
ma ormai
il tempo è passato;
un altro inverno,
il tempo passa veloce,
che quasi non te ne accorgi,
ed è subito tardi…

Ci siamo noi due,
e poi il nulla,
ci siamo noi due,
e il mondo
non ne sa niente,
non capisce;
parole al vento,
ci siamo noi due e
mi basta;
i tuoi occhi nei miei,
la tua voce,
il tuo sorriso;
tutto il resto si tolga dai
piedi,
non m’importa;
ci siamo noi due,
le nostre parole,
l’affetto,
le nostre anime;
tu pensi a me,
io a te,
è tutto qui,
non c’è altro,
il mondo blatera,
e tutto continua ad
andare in malora,
vada pure,
ci siamo noi due,
e mi basta,
tutto il resto è lo
stesso,
non m’importa….

È sempre troppo
Poco,
il tempo con te,
non riesco a dirti,
non riesco a farti capire,
a farmi sentire;
tele accesa,

ti guardo con la coda dell’occhio,
e ti stringo,
la serata và via così,
velocemente;
e ogni volta ti perdo,
e volta,
ricado a piombo,
nella mia solitudine,
nella tristezza;
e vorrei poter costruire
qualcosa di duraturo per noi
due,
non lasciarti,
non smarrirti,
ogni volta muoio un pochino,
quando vado via,
domani non si sa,
domani non si sa,
tutto può succedere…

Stanco,
vorrei solo
chiudere gli occhi,
e non sentire nulla,
sentire il silenzio della stanza,
solo i miei pensieri,
solo i miei sogni,
i desideri;
ascoltare me stesso,
prendermela con calma,
rimandare ogni cosa,
aspettare,
restare a casa;
tranquillo
e basta.

Casa,
non c’è altro,
nessuno di cui fidarsi,
nessuno in cui credere,
parole vuote bla
bla,
ma poi ognuno
è solo coi suoi guai,
con se stesso,
la vita,
le proprie cose,
il proprio tran tran;
nei guai sei sempre solo,
e tutto dipende da te,
gli altri,
solo parole,
ma poi spariscono,
e tutto finisce lì;
e lotti contro la solitudine,
e nessuno ne sa niente;
siamo soli,
sulla faccia della terra;
tutto difficile…

Stacco la spina,
e me ne batto,
stacco la spina,
e stò al buio,
coi miei pensieri,
le cose mie;
stacco la spina,
ne ho abbastanza del
mondo,
non lo voglio,
non mi và,
stacco la spina,
e voglio solo
me stesso,
la mia anima,
il mio mondo,
cose mie,
mie…

Vorrei
Essere
Qualcosa di più di quello
Che sono,
per capire i tuoi guai,
vorrei
saper ascoltare di più,
vorrei sapere di più,
e starti vicino,
senza lasciarti mai;
esserci quando piangi,
quando hai bisogno,
quando stai male,
e hai bisogno di me;
vorrei colmare la tua solitudine,
insieme alla mia,
e invecchiare con te,
con calma,
mandando al diavolo
i guai,
e questo mondo pazzo,
con le sue bassezze,
la sua stupidità;
vorrei parlarti
con parole nuove
e particolari,
per colpire il tuo cuore,
per farti ricordare,
così da non farti andar via,
così,che non mi lasci più…

La tua voce,
sul filo,
mi riporta a galla,
mi fa sentire vivo,
mi dà forza;
se solo tu
capissi,
se solo
ascoltassi
sul serio,
ti accorgessi
di quanto
ho bisogno di te;
ma tante cose ti
distraggono,
non mi senti,
non mi ascolti,
quanto vorrei,
quanto sarebbe necessario,
non ascolti…

Voglia di casa mia,
chiudere lo stipite,
fare silenzio,
non vedere,
non sapere,
fregarmene
del mondo intero;
voglia di casa mia,
tra le mie cose,
i miei ricordi,
le mie idee,
che sò solo io,
solo io so,
la mia storia,
la mia avventura,
la mia vita;
gli altri
non c’entrano niente,
voglia di casa mia,
del calore,
della quiete,
pareti e oggetti amici,
casa mia,
dove faccio quello che voglio,
dove,
stò con me stesso,
e dimentico il mondo,
con tutte le sue
fregature;
casa mia,
solo per me,
e tutto il resto,
stia fuori dalle
scatole…

Non è facile amarti,
tesoro,
non è facile,
avere la forza
di vincere la pigrizia,
l’inerzia,
l’abitudine
alla routine;
non è facile
mobilitarsi per
l’altro,
essere generoso;
non è facile trovare
le parole,
il momento giusto;
magari sei stanca,
non ti và,
non vuoi parlare,
non vuoi nessuno;
non è facile essere
sempre al fianco
dell’altro;
esserci sempre,
rinunciare
al proprio egoismo;
non è facile,
amarti,
non è facile come sembra,
a volte mi sento debole,
stanco,
afflitto,
solo,
e tu non lo capisci,
non mi senti..

Fuori è già buio,
avanza con flemma
sicura l’autunno,
e accorcia i giorni,
e colma il cielo di nubi
seghettate,
porta la brezza,
il freddo,
e il raffreddore,
mentre ancora sai di estate;
un'altra stagione che và,
e mi sento più vecchio,
mentre tu sei tutta
presa dalla tua gioventù,
e non ti accorgi di niente,
e vorrei stare con te un po’ di più,
adesso,
che viene il brutto
e la tristezza,
adesso che tutto passa,
adesso che sono qua,
solo,
nel grigiore
e lo squallore
della mia solitudine..

Vengo da te,
mi fermo un po’,
ma il tempo vola sempre troppo
in fretta tra noi;
sei stanca,
sonnecchi
e sbadigli,
devi andare,
devo partire;
ma mi sento solo
e triste;
quando vado ti perdo un po’,
e perdo un po’ me stesso;
mi smarrisco
e stò male,
ubriaco di malinconia,
ritorno
al solito appartamento,
la stanzetta,
le menate,
la noia,
tizi
di cui non mi frega;
ma tu non capisci,
e hai fretta
di dormire,
e io resto
solo;
e vorrei urlare,
vorrei una vita
calma,
normale,
stare con te,
essere come altri;
non separarci mai;
ed invece sono
di nuovo in viaggio,
solo…

Correre
Di qui,
di là,
inseguire chimere,
e sogni fatui;
vorrei solo
riprendermi il mio tempo,
mettere le mani dietro la testa,
e gli anni in tasca,
socchiudere gli occhi,
come da bambino,
senza pensare al passato,
né al futuro;
solo pensare per me,
e per te,
respirare sollevato,
e rimandare tutto,
tutto quanto;
fermarmi e riflettere,
non andare,
non partire;
vorrei più tempo per te,
vorrei fare quello
che tu,
vuoi che faccia,
vorrei di più,
per te,
per noi;
vorrei non
aprire quella porta,
non esserci,
e lasciare che il
mondo aspetti,
come le sue miserie,
le sue vanità;
vorrei fermare,
fermare tutto…

Momento di solitudine
Personale,
la mia stanza,
le pareti,
gli oggetti;
sto qui,
senza arte né parte,
col mio mondo che mi
crolla addosso,
e grava su di me,
con il peso
dei ricordi,
e di immagini sfocate,
il peso degli anni
perduti,
dei sogni sfioriti,
degli amici persi,
partiti per il mondo,
e non sai che fine hanno fatto;
delle cose malfatte,
quelle andate male,
e questa vita,
che non è come vorrei;
e io che non riesco a fare ,
le cose da fare,
che non so dire le parole,
con cui parlare,
che non so farti capire,
che non mi so spiegare;
dovrei chiamarti,
ma non mi sento di
vedere nessuno,
di raccontare bugie,
silenzio nella stanza,
con questa mia vita,
mezza giusta e
mezza sbagliata,
col tempo che sfugge tra le dita,
e resta poco
per fare,
per rimediare;
e avrei voglio di
dire forte
il dolore,
e la rabbia,
di questa vita,
che non è facile;
ci sei tu,
ma a volte,
sei così lontana;
momento con me stesso…

Me ne frego,
di vuote parole,
chi dice questo,
o quello,
me ne frego
delle opinioni altrui;
al diavolo il mondo intero,
e tutto quanto ,ci stà dentro;
al diavolo a chi crede,
di tenerti in pugno,
di dirti,
cosa puoi,
o non puoi
fare;
me ne frego
di tutto e di tutti,
e cerco la mia vita,
il mio futuro,
i miei sogni,
cerco le cose che mi vanno,
che mi fanno star bene,
cerco di fregarmene,
dello squallore della gente,
la loro ottusità,
la loro pochezza;
e vado per la mia strada,
fino in fondo,
coi miei pensieri,
i miei sentimenti,
vado…

Pensiero beat,
voglia di spezzare tutte le catene,
voglia di rompere i vincoli,
di alzare le spalle,
di fare come voglio,
quando voglio;
pensiero beat,
di libertà,
dare un calcio
alle regole,
a chi ti vuole lì,
ingabbiato,
fregato,
pecora nel gregge,
fregarsene,
di chi,
crede di averti
impugno,
di aver capito,
di essere chi,
decide per te;
pensiero beat,
beat,
lontano da tutto,
al diavolo
il
sistema,
le leggi
del consumismo,
materialismo;
pensiero beat,
libertà,
da chi ti vuole male,
e vuole solo
fregarti,
libertà,
alla larga,
da tutto questo…

Vorrei
Che tutto,
si fermasse,
un pochetino,
si fermasse
anche solo un ora,
o poco più;
si fermasse,
per avere il tempo
di pensare,
per fermarsi e riflettere,
per mettere in fila gli errori,
e gli sbagli,
e le cose giuste,
e cercare di rimediare,
per avere più tempo per te,
per parlarti,
quanto vuoi,
per ascoltare,
per capire,
per starti vicino,
consolarti,
aiutarti,
amarti;
vorrei si fermasse,
questa folle corsa,
di tutte le cose,
che ti porta via ogni cosa,
e resti solo,
coi rimpianti ,
i ricordi,
le occasioni perdute,
quelle non colte,
le strade che hai sbagliato,
quando capivi meno,
e magari vorresti chiedere scusa,e
stringere tante mani,
e recuperare il tempo perduto;
vorrei che tutto si fermasse,
un po’,
per avere il tempo di capire,
le cose che contano,
mentre stanno passando,
tutto passa,
senza pietà,
e resti solo,
se non stai attento…

Domenica,
l’aspetti
tutta la settimana,
e improvvisamente,
ti rotola addosso
e non sai cosa fare;
l’estate stà scappando,
il cielo e gremito di nuvole
dalle forme strane,come tante mattonelle
irregolari,
il sole nicchia ,
e non si fa vedere;
mi stropiccio gli occhi,
i bambini blaterano,
e giocano
facendo casino;
ed io penso a te,
a questa storia,
che non è come vorrei;
hai sempre fretta,
devi andare,
sei stanca,
devi russare,
ma di me non capisci,
non capisci,
che sono qui per te,
per te,
che ho bisogno di te,
per scappare dalla
solitudine,
e la tristezza,
per le cose finite,
per le cose sbagliate,
che sono andate così,
per gli errori,
e gli sbagli,
che mi porto dietro,
e le speranze finite,
e questa storia,
che non è ,
come vorrei,
e sei distratta,
non ti rendi conto,
allegramente vai,
ma non ti rendi conto,
di quanto sei per me,
non ti rendi conto,
in questa storia,
che non è ,
come vorrei;
non riesco a farti capire…

Vorrei solo
Restare con te,
riposare il capo,
appoggiato ai tuoi capelli,
seguire il tuo profilo,
il tuo naso ,
la linea della tua bocca;
vorrei solo riposare con te,
gli anni che mi restano,
e non lasciarti più,
non dover guardare
l’orologio,
e doverti salutare,
e lasciarti;
vorrei restare con te,
e dimenticare
la mia vecchia solitudine,
i giorni vuoti,
la noia di anni
andati a rotoli,
la disperazione,
la tristezza,
di giorni sempre uguali,
di menate,
di momenti
fatti di tedio
e di apatia;
vorrei passare il mio tempo
con te,
invecchiare tranquillo,
e avere la pace,
che ho perso da tempo,
con la fine dell’infanzia,
e l’incedere,
degli anni,
con lo scempio
che fanno,
delle cose umane;
non ti resta nulla,
tutto passa,
e se ne và;
e se non afferri le cose che vuoi,
che ti piacciono,
passano,
e resti
vuoto,
solo,
come uno spettro,evocato da tempi lontani,
sibilante nel vento,
legato a un passato
perduto e irrecuperabile.

Di nuovo sabato,
il solito sabato di sempre,
mezza festa e mezza nò;
ti alzi nel silenzio della stanzetta,
senti le campane rintoccare
lontane,
senti brusii e voci,
luce fioca, filtra
attraverso i pertugi
delle persiane,
purtroppo è giorno,
vorresti rimanere abbracciato
ad un sogno,
al nulla,
incoscienza,
non sentire,
non vedere,
non sapere di domani,
vorresti
stare lì dove sei,
immoto,
staccato dal mondo;
ed invece ti alzi,
socchiudi la porta,
fai entrare il chiarore,
fuori nuvolo,
con tante nubi sparse,
che transitano in alto;
bagno,
lo scroscio dell’acqua,
ti lavi la faccia,
acqua fredda in faccia,
metti a posto qualcosa,
fai spazio,
ordinando un po’,
il sabato inizia così,
sabato settembrino…

Amore mio,
questo mondo è
un gran casino,
e non c’è niente,
non c’è pace,
non c’è calma,
e soprattutto,
neanche libertà;
è tutto un putiferio,
un gran bordello,
dove tutti vogliono
comandare,
e nessuno
fare niente;
dove non c’è vera amicizia,
né pulizia,
né chiarezza;
e c’è chi ha imparato studiare,
per poterti fregare
e solo comandare;
ed è un deserto di cemento
e pietra,
dove sei solo,
come un pino solitario,
e quante porte devi
bussare,
per trovare amicizia
e affetto,
e quanta strada devi fare,
per imparare a ragionare,
per pensare un po’ di più,
e quando lo sai,
è già tardi,
e sei vecchiotto;
lotti sempre,
contro questo mondo
così
fetido,
che và a fondo;
contro la cattiveria e
l’indifferenza,
di chi crede
di sapere,
e vuole metterti a tacere,
e farti fare questo e quello,
tutto quello che non vuoi,
che non ti và,
per fregarti meglio;
amore,
è tutto un bailamme,
che ci vuoi fare,ed è già tanto,stare a galla…

Non voglio
Pensare a
Domani,
non voglio sapere,
dell’aurora che stà arrivando;
non voglio decidere niente,
solo,
starmene tranquillo,
cogli occhi chiusi,
inseguendo un sogno,
e il sonno arretrato;
non voglio pensare a cose
di domani,
fare non fare,
nulla;
voglio sparire,
nascondermi,
fregarmene,
staccare tutto,
e mandare fuori
il mondo a calci,
essere libero,
calmo,
non pensare,
non sapere;
domani,
domani,
non importa,
non voglio
sapere….

È troppo
Tardi stasera,
troppo tardi,
per pensare,
per pentirsi,
per ragionare;
la notte ci
sovrasta,
campane
scandiscono
il tempo,
luci
dalle case,
lumini,
lampioni;
aloni bianchi scarlatti,
la notte sarà giovane
se vuoi;
mi manchi,
in questa notte,
in cui ,
è troppo tardi per tutto,
e cado prigioniero,
dei fantasmi,
dei ricordi,
della malinconia,
di stare qui,
tra facce non amiche,
sento la tua mancanza,
per farmi coraggio,
ti telefono,
ma è tardi,
è troppo tardi,
per tutto;
non mi và di stare qui,
vorrei scappare,
fuggire,
vorrei uno spazio,
solo mio;
vorrei fare cose per
me,
dove non c’entri nessuno,
alla larga da tutti,
voglio solo,
pensare per me,
prendermi del tempo
per me,
fregarmene
del mondo
intero;
è tardi…

Non sento
Più le chiacchere
Sordide e vane,
le sentenze stupide,
e le scempiaggini
della gente;
ho chiuso
ho chiuso la porta
e la mente,
e volo via,
verso spazi solo miei,
e perdo il tempo mio,
come voglio,
facendo quello che mi và,
che mi piace,
esagerando sempre,
e fregandomene;
l’unica cosa che voglio,
che cerco,
è libertà,
libertà dalle opinioni,
dalle gabbie,
dalle falsità,
e dalle ipocrisie
dalle menate di ogni giorno,
dalle banalità,
e dai rituali;
non m’importa di niente,
cerco e voglio
libertà,
dalle regole,
dai luoghi comuni,
dalle balle di chi
cerca solo di fregarti,
e toglierti la tua
libertà,
e il tuo spirito libero,
libertà,
cerco libertà…

Stai ancora con me,
amore,
in questa notte fresca
e scura,
dove arriva la brezza
portata da nuvole grandi,
che annunciano l’autunno,
e poi le foglie
voleranno per terra,
e poi i rami saranno
ignudi,
stai con me ancora,
amore,
che si fa notte,
e non voglio
rimanere solo,
stanotte,
non voglio pensare,
alla tristezza,
ai guai,
agli anni perduti,
alle persone
andate,
che non torneranno
più,
ai compagni
persi per il mondo,
e la scuola e così lontana,
non mi lasciare stasera ,
amore,
stiamo insieme ancora un po’,
tu hai fretta,
vuoi dormire,
vuoi andare,
il tuo cuscino,
e poi il tuo mondo personale,
un sogno ,
la radio,
la musica,
una sigaretta;
non andare amore,
non andare via;
adesso che l’estate se ne và,
mi resti solo tu,
adesso che questo mondo
così
brutto non sa nulla,
e non capisce,
restiamo noi,
noi,
e dopo il nulla,non andare,baciami ancora…

Apri gli occhi,
la luce ferisce gli occhi,
il sole è già alto,
mattina inoltrata,
sei in ritardo,
cose da fare,
da vedere,
posti dove andare;
il tempo è scappato via,
e non ti ha aspettato,
sei ancora stordito
dal sonno,
ancora dentro e fuori
in un sogno interrotto,
ti guardi intorno,
ti alzi,
vai in bagno,
poi ti laverai,
poi la colazione,
cappuccino caldo,
devi andare,
partire,
è un nuovo giorno,
bene o male che sia,
che ti piaccia o no;
mentre settembre
è iniziato,
e le foglie si staccheranno,
e verrà la vendemmia,
e l’odore di mosto,
e le strade si copriranno,
con un velo di foglie
e di castagne;
verrà,
verrà,
tutto questo,
un nuovo giorno,
un nuovo giorno..

La sera mi
È caduta addosso,
come una stagione
non voluta;
improvvisamente,
il buio è di nuovo qui,
lampioncini accesi,
coi vetri sporchi,rischiarano
il prato e il cortile,
le fronde si muovono
al vento fresco della sera;
luci lontane dai palazzi
adiacenti,
vedo i lampadari accessi
e le tv in funzione,
cercando di immaginare
chi abita queste finestrelle
illuminate,
un pianto di bebè,
il rumore graffiante di una
moto che và,
la sera incalza,
e fa freddo,
lento viene
l’autunno,
coi giorni corti,
e le brezze forti,
con le nuvole grosse
e pregne,che stazionano
in cielo;
un gatto avanza
con prudenza tra l’erba,
la vicina chiude la persiana,
la notte giovane,
incomincia,
la notte….

Stanco,
col sonno arretrato
in tasca,
gli occhi velati
che bruciano un po’;
e i sogni infranti,
sparsi in cocci per
la stanza;
tutto tace ed è immoto,
nella stanza;
ore piccole nell’orologio,
stanco di tutto,
delle parole vane della gente,
dei loro trucchi,
del loro non capire mai niente,
stanco di essere qui,
di dover andare da qualche parte;
delle cose da fare,
voglia solo di scrollare le spalle,
di non sapere,
di non vedere,
tirare un sospiro grosso di sollievo,
fregarmene e basta del mondo intero,
e aver voglia di esagerare di nuovo,
di questo e quello,
di pensare per me,
di f armi gli affari miei,
e sbattere fuori tutti quanti;
voglia di libertà,
che è libertà.

Solo,
insieme alla notte;
col suo mistero,
il suo filing,
la sua magia,
non so che fai,
so che penso a te,
in questo momento,
tra poco alba,
tra poco,
il velluto nero
e plumbeo della notte,
sarà fugato,
scemato,
dal giorno,
purtroppo.

Albeggiando
Il giorno fende
Le ultime ombre della notte,
che si ritraggono
come spiriti
scacciati
nel regno delle ombre,
cinguettio degli uccelli mattutini,
qualche rumore ovattato,
una persiana che si apre;
mattino;
che mi cade addosso,
come un sasso non voluto,
niente,
non so niente,
dove andrò,
che farò,
non voglio pensare,
voglio solo
stare in pace,
chiudere gli occhi,
riflettere,
ascoltare
il silenzio del mattino
che inizia;
cappuccino caldo,
bagno,
riti di sempre;
la luce filtra
tra le porte;
è giorno,
un altro giorno.

Splash
Che caldo fa,
in questa città,
guardo il cielo a
caccia d’una nube,
fuggo a scoprire
un pochino d’ombra,
boccheggiando,
con una bibita in mano;
finalmente una gocciolina,
poi un'altra,
si bagna il ciottolato,
stille prendono a cadere,
boato infernale di tuono;
splash,
inizia a rovesciarsi
la pioggia,
d’improvviso,
una saetta,
fa chiaro nella notte,
scrosci
torrentizi dalle grondaie,
crepitio
e colpi
di tuono;
il mondo appare,
arcaico e primordiale,
il cielo è scuro,
la pioggia tempesta,
e si raccolgono,
pozzanghere di pioggia,
che vanno ai tombini;
splash,
un po’ di frescura,
pioggia amica,
tanto attesa,
ascolto il
rumorio della pioggia;
temporale potente,
paese slavato,
e pregno d’acqua,
la pioggia continua,
mentre cerco di prendere
sonno.

Il tempo
Và di corsa,
e non hai tempo di pensare,
non hai tempo
per fermare,
tutta questa folle
corsa di ogni cosa,
verso un destino;
tutto scappa,
tutto cambia;
e oggi ci sei domani,
non più,
non c’è niente di certo,
di sicuro;
facce intorno a te,
che passano svelte,
e svaniscono;
e cerchi un volto amico,
un sorriso,
un saluto ,
una parola,
cerchi l’amore,
tra le mura della città,
tra i portici,
e un piazzale,
bagnato di pioggia
e di brina,
con la nebbia del mattino,
che avanza;
un estate che vola via;
cerchi l’amore,
tra facce sporche
e nemiche,
tra chi non
ti vuole vedere
e non gli importa nulla;
cerchi lei,
il suo viso
tra i visi,
i suoi occhi,
tra tanti occhi;
e tiri avanti
con coraggio,
tra tanti no,
tante cose brutte,
tanti guai
e casini;
sperando in bene.

A volte,
ti senti sperduto,
smarrito,
e solo;
solo
nei tuoi problemi,
nei guai,
negli accidenti di
tutti i giorni,
che nessuno sa,
nessuno vede,
e non importa
a nessuno;
non sanno
neanche che ci sei,
ma tu continui il
tuo cammino,
sperando in bene,
guardando lontano;
cercando le piccole gioie
della vita,
accontentandoti,
tentando di non
perdere di vista,
quelle cose che contano,
come l’amicizia,
la libertà,
la serenità,
e l’amore di chi,
gli importa di te,
e ti accetta come sei;
e vai avanti ogni giorno
di più,
ricordando il passato,
di cui resta poco,
ma è dentro di te,
cercando un segno,
qualche speranza;
a volte raccogli i cocci,
a volte sei giù,
e nessuno capisce;
ma non ti fermi,
e cerchi di fare di più,
del tuo meglio,
nelle cose che ti piacciono,
senza dire niente a nessuno;
e continui il cammino,
asciugando le lacrime,
e senza pensare troppo,
alle porte sbattute in faccia,
e ai guai;e continui il cammino.

Voglia
Solo,
di stare
solo,
con le mie cose,
i miei pensieri,
chiudo la porta,
scusa tanto,
ma voglio
spazio per me,
voglio respirare,
riflettere,
pensare a tutto
e niente,
socchiudere la persiana,
ascoltare il silenzio;
i guai vadano altrove,
non ci sono oggi,
non apro,
non me ne importa;
i guai vadano altrove.
Voglio chiudere gli occhi
E sognare,
cose mai sognate;
voglio stare calmo,
pensare per me,
non fare niente
di speciale;
fermarmi,
e chiudere la porta,
il mondo
è lontano remoto,
con le sue balle,
le sue storie
assurde,
le sue menate,
questo o quello,
fai questo,
oppure quello;
il mondo non mi và,
mi ha stufato;
i guai che passino,
e vadano via;
non ci sono,
non rispondo al
campanello;
voglio solo,
tempo per me,
per ripensare,
al passato,
a quello che era una volta,al volto di nonna..

I guai
Che brutto guaio,
sono i guai,
che non finiscono mai,
che ti sorprendono,
guastano la festa,
disturbano,
e ti rompono,
sul più bello,
proprio quando,
sei lì,
che stai tranquillo,
e te la stai godendo;
ecco,
arrivano i guai,
e scombussolano,
tutta la tua vita,
ti tolgono il sonno,
e non stai tanto bene,
ti preoccupi,
e ci pensi;
accidenti ai guai,
che non ti lasciano mai;
che ti strappano dal
quieto vivere,
che sospendono tutto;
e nella vita,
c’è sempre un imprevisto,
sempre da correre,
sempre qualcosa che non và,
è così così…

Se non ci fossi,
ti inventerei,
e vagherei
nel dolore,
nella tristezza,
nella speranza di trovarti;
ed ogni momento con te,
bello o brutto,
di risa,
o di riflessione,
di pianto o di allegria,
di racconto,
o di ricordo,
è come un regalo per me;
e vorrei portarti via,
portarti fuori,
e tenerti con me,
e non lasciarti mai,
e ascoltare ogni tuo pensiero,
diventare parte della tua vita,
delle tue abitudini,
per sfuggire
alla solitudine,
alle lacrime,
al mio vuoto,
la mia tristezza...

Ci sei tu,
in mezzo al pensiero,
ci sei tu nel cuore;
ci sei tu ,
dietro al speranza;
ma a volte non mi senti,
non mi vedi;
che sono qua,
sono qua,
per te,
con le mie parole,
le mie speranze,
le frasi d'amore,
tentando di farmi notare da te,
che ti fermi,
e mi vedi,
e smetti di fare,
le cose che fai,
e di guardare,
altro;
ed io sono qua,
ma tu non ci sei,
non mi vedi,
non sai,
non ci pensi;
ridi
delle mie piccole cose,
delle mie trovate;
ti volti e vai;
in cammino negli anni tuoi,
ed io dietro a te,
cerco di farmi vedere,
da te,
da te

Paolo villaggio,
eterno bambinone,
a cavallo,
tra realtà e fantasia,
tra dramma e sogno;
tragedia e tristezza,
dietro le righe;
personaggi in bilico,
tra l'illusione,
e la miseria della vita,
con le sue crudeltà,
la sua cattiveria;
mille personaggi,
tutti e nessuno,
che cercano di esistere,
dio andare avanti,
di ritrovare una speranza;
e si ride della tristezza,
mentre la malinconia
e nell'aria

Adesso qui,
stanza vuota,
tu non sei qui con me;
tutto mi appare vuoto,
tutto è pesante;
queste mura mi soffocano,
non ci sei,
non ci siamo visti;
e adesso qua,
mi sento un niente,
il nulla si è preso di me;
insopportabile ,mancanza di te;
vuoto,
vuoto;
vorrei correre da te,
se non fosse tardi,
se non facesse freddo;
giornata andata senza di te,
impazzisco
a pensare a dove sei,
cosa fai;
senza di te,
sono vuoto,
come un guscio,
come una noce aperta,
come una speranza delusa;
sono alla deriva;
volevo vederti,
mancanza di te;
e il cuore brucia,
la mente si perde in un
onda di tristezza,
che avanza come
ondate negli scogli;
non ce la faccio
non cela faccio,
senza te,
mi sei
necessaria,
se unica,
ti amo,
amore pensami,
pensami;
non cancellarmi dal tuo cuore,
sono solo,
solo
senza te,
te;
sono solo,
una goccia isolata,
un gatto randagio triste

Non ti vedo,
e si spegne tutto,
il cielo diventa nero,nero,
come una notte selvatica;
la stanza piena di inumani silenzi,
di soverchianti solitudini;
non ti vedo e mi perdo,
nella selva dei pensieri,
nel groviglio
delle paure,
dei demoni,
dei ricordi tristi,
delle cose andate,
in mezzo ad un grigiore,
che non riesco a dissipare,
nel dolore,
di cose passate,
ormai finite,
che non tornano,
mi resti solo tu,
solo tu,
e non ti voglio perdere,
non ti voglio lasciare,
se non ti vedo,
finisco,
termino,
sprofondo in me stesso,
nel mio guscio

Dormi,
viso adagiato,
occhi reclini,
fermi;
le tue ciglia
fremono ogni tanto;
ti muovi,
grattandoti un po'
ogni tanto;
le tue labbra socchiuse,
il viso rilassato;
ti amo un po' di più
in silenzio,
in punta di piedi...

Ti guardo mentre,
vinta dal sonno,
chiudi gli occhi,
e reclini il capo
e pieghi l'omero,appoggiandoti
all'armadio per dormire un po';
ti osservo in silenzio,mentre
ad occhi chiusi,
sei lontana,
dispersa,
presa in un sogno magari,
ed io ti ho un po' perduta;
scruto i tuoi occhi serrati,
le tue ciglia tenuti,
i capelli sparsi per il viso;
ti curvi ancora un po',
respirando con calma,
inseguendo
il buio d'un immagine,
d'un ricordo,
nel torpore d'un sogno breve,
ti guardo,e non disturbo
la pace del tuo sonno;
sei così calma e tranquilla adesso;
non mi và di disturbare la tua pace;
ti guardo zitto,
pensando,
osservandoti
con tenerezza,e vorrei solo
stare con te,
con te,
stare con te...

Se non ti vedo,
perdo me stesso,
e mi smarrisco,
come una zattera
senza controllo
in balia della corrente;
se non ti sento,
cala il silenzio,
nella giornata mia,
e non mi resta,
che sovrumani silenzi,
che immense solitudini;
se non ti accarezzo,
la giornata rimane triste,
e mi pare perduta;
tu sei di tutto un po',
per me;
la parte migliore della giornata,
scusami amore,
se a volte non so capire,
le cose da capire,
se a volte non posso
venire da te;
scusami amore,
se resto lontano,
e stò male senza te;
le distanze paiono immense;
e vedo il tuo sorriso,
e i tuoi occhi,
e mi manchi
tanto,
lasci un vuoto gigante;
senza te,
senza te

Fuori è già giorno,
il fresco della mattina,
il profumo della primavera nell'aria;
un sole amico che scaccia
le nebbie,
che scaccia la paura,
che tiene allegria e compagnia;
è come te amore,
primavera nell'aria;
c'è primavera nel mio cuore,
quando ti vedo,
quando stiamo insieme,
quando parliamo,
ridiamo,
scherziamo;
c'è primavera,
quando stai appoggiata a me,
e sento il calore del tuo calore,
c'è primavera quando cerco di
consolare,
una tua nube di tristezza,
e mi stringo a te,
per far andare via
la mia tristezza;
c'è primavera,
nei tuoi occhi,
nella tua bocca;
primavera in te

La notte vola,
mentre il sonno scappa via,
tra i meandri egli anfratti bui;
mi rigiro nel cuscino,
senza pace,
tutto pare fermo;
il mio animo non trova pace;
troppe cose andate,
troppe cose perdute;
e la gioventù,
dietro l'angolo,
e i vecchi tempi,
spariti;
e i tempi d'una volta,
i tuoi tempi,
non ci sono più;
mondo nuovo,
che jella;
tutto è cambiato in fretta,
e pare un incubo,
senza fine;
chiudo gli occhi,
ma il riposo non viene,
che sarà domani,
che succederà,
ansia,
e tu non trovi tranquillità;
e poi penso a te,
amore,
per ritrovare,
un po' di buon umore,
in questa notte a pezzi e bocconi;
non dormo,
luce al neon,
senza pace,
senza sonno,
notte senza fine...

Tra noi
C'è la lontananza,
ti sento ,
ma poi ti perdo;
poi svanisci,
come un ombra nella notte,
presa
dalle tue cose,
dalle tue abitudini,
inghiottita nel silenzio;
dove sei,
che fai;
ti sento e poi ti perdo,
e non so che fai,
che dici,
se mi pensi,
se vuoi vedermi,
non so più nulla,
e in questa stanza,
c'è solo il silenzio di me stesso,
la mia tristezza,
il vuoto della solitudine,
dell'abitudine;
e sento la mancanza di te,
e vorrei poterci vedere fuori;
in un giorno d'inizio primavera,
quando il vento è ancora pungente,
quando c'è ancora la neve negli anfratti;
quando tu non m i hai ancora dimenticato,
e non ti ho perduta;
sento al distanza da te,
cuore solitario,
silenzio immenso

Sono qui per te,
ma tu non capisci,
tu non mi vedi;
sono qui perché ti amo,
perché sei la cosa che più
desideravo;
sono qui per te,
per te;
esisto
e stò vicino a te,
e anch'io ho sentimenti,
amore,
affetto per te,
anch'io provo per te,
qualcosa,
non solo gli altri;
ma tu mi prendi alla leggera,
non ti soffermi,
mi dici,
che ti faccio solo compagnia,
ed io vicino a te,
soffro in silenzio,
e ti cerco,
ti penso,
cerco di parlarti,
di dirti cose,
nel poco tempo che mi dai,
nel poco tempo che mi concedi,
di farti capire quel che sei per me;
ed io sono qui,
sono qui,
per te;
non mi vedi,
non capisci;
perché mi screditi,
perché,
parli con sufficienza;
per te,
per te,
ti cerco ogni volta,
e stò umile,
per te,
faccio quello che posso,
per te,
non ho pace,
quando non ci sei,
non ti vedo;
ma tu sembri non renderti conto,
non dici quello che sono,
uno che ti ama,
ed io me ne stò,con te,sono qui

Pace
Voglia di pace,
ascoltare il silenzio,
camminare piano,
sentendo la primavera nell'aria;
portata dal vento,
sulle ali di qualche farfalla,
rada;
nelle giornate più lunghe;
pace,
prendersela con calma,
pensando a te;
la pioggia se n'è andata;
nuvole spaccate,
sole;
la neve resta solo
a chiazze negli angoli bui;
pace
e primavera nell'aria

Stanza vuota,
volto sul cuscino;
per un ora guardo una macchia sul muro;
mi giro,
e mi rigiro,
ma il sonno non mi viene;
mi viene la mancanza di te,
che mi manchi in modo incredibile,
dentro voglia di te,
una voglia astronomica;
stò pensando a te,
lassù,
tra i bricchi,
tra i monti,
sempre innevati;
con la neve dura e gelata;
guardo l'ora ,
ma il tempo non passa,
ascolto il tuo messaggio sul telefonino;
e più ci penso ,
più mi manchi;
senza te,
non ho risorse,
senza te,
mi annoio,
senza requie;
senza te,
non trovo pace;
ora che fai,
staì già dormendo,
o fumando di nascosto;
ed io qui,
penso a te,
col sonno,
che mi snobba,
con la stanza troppo piccola,
troppo vuota senza te,
e vorrei fare tutto e niente,
con questo freddo da
lapponia che non molla,
e si stà bene in casa,
nel tepore,
anche se la stanza
è fresca,
termosifoni tiepidi;
mi vien in mente il tuo collo,
il tuo volto i tuoi occhi,
tutto di te mi torna,
in questa notte
di febbraio,
senza arte né parte;

Pomeriggio con te,
e la paura,
la tristezza,
si fanno piccole,
accanto a te,
mi calmo;
quiete nel mio corpo,
nel mio spirito;
e sono contento
di essere con te;
e tu mi parli,
e facciamo cose,
e poi andiamo e
camminiamo;
e io con te,
dimentico me stesso,
e le mie paure;
e il tempo passa in fretta
con te
con te;
ascolto le parole,
che mi dici,
medicina su di me;
sei solo tu,
tu che mi fai bene,
mi fai star bene

Due minuti,
solo due minuti
per guardarti,
per vederti;
per dirti mille cose
e nessuna;
due minuti,
per sentire il tuo bacio
caldo,
i tuoi capelli,
la tua voce tenue,
un po' soffusa,
un po' velata;
due minuti,
per stare con te;
e non sai quanto mi manchi;
e non sai quanto desideravo
vederti;
due minuti,
e poi vai via,
e ti perdo di nuovo,
due minuti

Ho bisogno di te,

nel mezzo del mio giorno,
durante una giornata tediosa,
che non può darmi altro;
ho bisogno di te,
per scappare dalla tristezza,
dalla solitudine d'una partenza,
d'un arrivederci,
quando resti solo,
e non vorresti;
quando ti rimane la casa
buia e silenziosa,
e ti senti perduto,
smarrito;
ho bisogno di te,
per sperare di nuovo,
nel giorno di domani,
per andare avanti,
ho bisogno di te

Deserto bianco
Sul foglio,
come neve antica,
che non vuole andarsene,
come il vuoto
dentro,
assenza di te;
necessaria
al mio cuore,
ai miei sensi,
i miei occhi cercano di te,
la mia anima
travagliata,
ha in te la pace,
che finalmente trovo,
con te;
e ti cerco quando non ci sei,
pensando a te;
e la lontananza mi rende triste,
triste,
il tempo volato,
speso,
gli sbagli lasciati,
le scuse non dette,
gli amici persi,
le occasioni mancate;
triste non vederti,
non essere lì con te

Seduto accanto a te,
la tv da qualche parte,
spara delle baggianate;
bla
bla,
le parole non mi arrivano;
ascolto te,
guardo te,
voglio te;
osservo la tua persona ,
i tuoi occhi bistrati,
tu mi parli delle tue cose,
dei tuoi problemi,
dei tuoi guai,
un po' di tutto,
dei parenti,
di tua madre;
io sono stanco,
con il peso della giornata sulle spalle;
ma non ti dico niente,
non t'interrompo,
mi piace ascoltarti,
sono felice,
quando ti vedo,
e cerco di partecipare,
e non perdere una tua parola,
a volte intervengo,
a volte ti fermo,
lungamente ascolto,
di te e di me;
poi improvviso,
parli di lui,
perché,
di lui,
non doveva esserci più;
ancora speri in lui,
ancora è tra noi
come uno spettro,
un fantasma,
un ombra tra noi due;
ed io mi sento ,
un niente,
una nullità,
così mi distruggi,
e mi fai soffrire,cerco di dirti,
del mio amore,
di quello che sei,
per me,
noi due,
parlo di noi due;
ma mi sento morto dentro,lui tra noi,perché...
e sono un fantoccio,
una bambola di pezza,
una bambola cascante,
un povero spaventapasseri,
che si è illuso,
per un momento di essere umano,
e che tu l'amassi,
che ha sognato di essere,
un essere umano,
che sperava di avere il tuo cuore;
lui tra noi,
dolore dentro,
mi sento male,
e ti parlo,
sperando di convincerti,
di farti capire,
di me,
di me,
di noi due,
noi due..

Apro
La porta,
solito freddo,
freddo glaciale,
tipo polare,
neve dura e vecchia,
mezza imbrattata,
che rompe le scatole,
l'inverno se l'è portata;
non c'è niente da fare,
questo inverno,
non vuole smammare,
ed allora
accendo la stufa chiudo gli occhi,e
immagino noi due,
ai tropici,
sullo sdraio,
liberi ,
liberi,
da tutto,
come da bambini;
in un estate lontana,
un estate diversa;
che sciolga il ghiaccio,
e la tristezza;
non c'è niente da fare,
qui bisogna scappare;
da questo inverno polare,
da queste neve cadente
e decadente,
amore salvami tu,
col tuo amore,
da questo inverno
incombente...

Stamattina
Presto,
sette e mezza;
occhi schermati di sonno,
fuori è ancora buio pesto;
stomaco vuoto,
voglia di cappuccino,
di caffè;
magari piove,
o forse no;
tutto ricoperto da gocce cristalline;
il temporale sarà finito,
e tu stai per partire;
prederai l'autobus,
ed io
non so che farai,
dove andrai;
a spasso per la città;
e mi manchi,
e mi chiedo se penserai a me
un po',
se sarai un po' triste senza di me,
o
penserai solo alla gita;
ed io qui,
lontano da te,
lontano da te;
il mio cuore,
và un po' in frantumi,
e le schegge le raccolgo,
e le do a te,
se le vuoi amore,
pensami
pensami

Cosa c'è,
c'è che niente và,
senza te;
il giorno non passa mai,
la notte è un abisso
di infinite oscurità;
c'è sempre qualcosa da fare,
qualcosa di non fatto,
che ti porta via,
che ti ruba il tempo;
mentre vorrei,
vorrei,
correre da te;
a volte sono stanco,
col peso dei miei anni,
che mi cascano addosso,
come un macigno,
come i millenni d'un castello
in rovina;
e vorrei poter fare di più,
e vorrei essere come una volta,
essere tante cose,
per te,
per te

Neve fresca ,
adagiata,
come un manto freddo,
sa d'inverno,
di letargo,
triste,
questo inverno,
che non se ne và;
solo tu mi scaldi
nel cuore,
e sciogli questo ghiaccio,
questo brutto tempo,
questa nebbia
sinistra e
spettrale

Mattino,
apri gli occhi controvoglia,
la luce ferisce le pupille,
sbadiglio,
stanza fredda;
chiudi gli occhi ancora un poco,
poi ti alzi,
ciabatte,
vai in bagno,
e poi prepari un cappuccino,
odore di moka,
di acqua calda,
sapore di dolce sulle labbra,
e mi ricorda te,
con la mente
ripercorro
il tuo viso,
ricalco i tuoi lineamenti,
come un flash,
a sprazzi vedo te;
che fai,
dove sei,
dove stai;
a occhi chiusi starai ascoltando musica,
dopo la colazione,passeggi,
o cosa;
col telefonino in mano,
una merendina sull'altra;
il berretto calato sugli occhi;
e lo zainetto tuo amico
inseparabile;
e sento che ti voglio,
ti ripenso,
una,
due tremila volte;
colazione che sa di te;
bevo dal bicchierino;
e penso a te,
lassù,
tra pini,
neve,
e ghiaccio,
e questo inverno
dannato,
che non finisce,
che ci divide,
con le sue brutte
giornate

Questa neve ,
che vien giù,
e mi rompe di più;
questo gelo,
questa coltre bianca,
che blocca tutto,
e cancella le strade;
cuore freddo,
fiato fuori,
e tu amore,
dove sei tu,
lassù,
tra i monti,
e mi manchi di più,
come un respiro,
una buona notizia,
una cartolina di natale,
una persona inattesa;
e tu amore,
sei lassù,
e mi pensi un po',
o guardi il bianco,
e i pini carichi,
e le strade piene di zolle
spalate,
e questa neve,
questo inverno,
che non si toglie dalle scatole,
e servisse qualcosa,
oltre
a separarmi da te;
e tu amore,
sei lontana lassù,
e io ti perdo un po',
un po';
e mi sento smarrito,
in mezzo a questo
freddo,
questo gelo,
che mi entra nell'anima,
che dà tristezza,
come una malattia che non passa;
e tu tesoro dove sei tu

Vicino a te,
seduta sul sofà,
con la tua vestaglia,
dormi,
occhi chiusi,
dormi o fai finta,
e mi ascolti di nascosto,
mentre ti parlo,
mentre ti accarezzo,
sorniona
come un gatto
coricato,
che fa le fusa,
quando non te l’aspetti;
guardo
la tua bellezza,
e non mi staccherei da te per nulla,
mentre le lancette corrono,
questi momenti vorrei fermarli,
fermare tutto,
e non dover partire,
non dover ritornare;
ma la notte vola;
stò in silenzio per non turbare
il tuo sonno;
guardo il tuo viso affusolato,
le gote rosse,
le labbra piacevoli e
socchiuse;
respiri adagio,
stai sognando,
o mi prendi in giro,
mi avvicino per baciarti,
sorridi leggermente,
socchiudi un occhio,
per spiarmi,
e la notte vola ,
vola così

Vedo te,
dovunque guardo,
cerco te,
nella giornata,
tra gli angoli,
negli incroci dei semafori,
in un tramonto,
cerco te dovunque,
mi manchi,
voglio rivederti

Più stò lontano da te,
più ti penso.
E più stò male,
vuoto dentro
come questo inverno,
con le lande innevate e tristi,
triste dentro,
senza te;
più sei lontana,più ti penso
e mi manchi,
senso di vuoto
immane,
come una foglia morta,
una lattina gettata;
dolore
e vuoto,
senza te,
senza te;
e pensarti un ora,
due ore,
un secolo,
non basta,
sei dentro i miei pensieri;
spero tu non te la prenda,
più ti penso,
è più mi manchi,
male dentro

E questo inverno,
che non vuol finire,
con delle nuvole brutte,
che n on vogliono sparire;
e questo tempo spietato,
che mi porta via tutto,
che mi cancella il passato,
e mi tiene lontano da te;
resta la poesia,
quella che gira intorno,
quella da poco,
con parole semplici;
resta la poesia che gira intorno,
con cui ti dico,
cose di te,
ti dico cosa provo,
e come vorrei
stare con te;
in mezzo a questo gelo,
questa neve imbrattata,
le panchine gelate;
sarà la poesia che gira intorno,
con cui,
cerco di attirare la tua attenzione,
mentre tu ridi,
e non mi ascolti,
non mi ascolti;
mentre sono qua,
vicino a te,
con la poesia
che gira intorno,
quella con poche parole,
parole semplici,
per te,
per parlarti di
te e me

Mattino,
buio,
occhi chiusi,
bocca amara,
sogno infranto,
rotto,
in pezzi;
cosa sarà oggi,
non si sa,
non si sà

Poesia,
dovrei scrivere
una poesia per te,
una poesia telligente;
che copra questo foglio bianco,
come la neve e il ghiaccio,
che c’è fuori,
che scacci il freddo,
che occupi il vuoto;
una poesia telligente,
per te,
che dica tante cose,
di un po’ di tutto,
e di un po’ di niente;
che arrivi al tuo cuore,
che ti dica qualcosa,
che ti convinca,
a non essere distratta,
una poesia telligente,
per farti capire di noi,
per dirti cose di me,
che non ti ho detto mai;
in somma,
una poesia sul serio,
in onda sul tuo cuore,
un po’ seria,
un po’ faceta,
che ti faccia sorridere,
ma anche un po’ riflettere;
una poesia telligente,
che faccia pensare a tutto,
e a niente..

Il mattino sa di caffè,
tazzina e te;
la prima cosa a cui penso sei tu,
ancora avvolto tra i veli del sogno,
gli occhi stretti di sonno,
fuori è ancora buio,
freddo,
mi lavo la faccia,
il pettine sul lavabo,
che si fa,
si vedrà,
il giorno stà
per cominciare

Senza parole,
senza te,
sono, sono,
senza parole,
come una vignetta bianca,
una vignetta vuota,
una pagina non scritta,
una parola d'amore non detta,
e perduta;
senza te,
torno nel mio silenzio,
senza parole;
senza più risorse,
senza speranza,
senza la forza che mi dai,
senza parole,
non sono,
nulla;
un fantoccio alla deriva,
una bambola cascante,
uno spaventapasseri
abbandonato ai corvi;
senza di te,
sono
senza parole

Pensare a te,
porta via
un po' di questa neve,
di questa tormenta,
che stà scendendo,
imbiancando cose
e persone e posti
dove già c'è neve vecchia;
pensare a te mi consola,
chiudo gli occhi e vedo la tua faccia,
il tuo mento,
il tuo sguardo
un po malinconico,
un po' assorto,
un po' strano,
pensare a te,
mi fa dimenticare il freddo,
di questa città,
di questo borgo selvaggio;
pensare a te,
mi scalda un po',
e mi porta già un po' di primavera,
di tepore ;
questo mi fa,
pensare a te

Quiete,
noia
mattutina,
le solite cose,
la casa,
i lavori domestici,
lavatrice,
odore di cappuccino
e di caffè;
cosa mi manca,
tutto mi manca di te,
ogni cosa mi riporta a te;
vedo i tuoi occhi chiusi,
mentre mi baci ,
la tua bocca,
i tuoi capelli corvini,
che ti escono dalla visiera;
tutto mi riporta da te

Stò arrivando da te,
angelo mio,
e tu mi appari sul portone,
e mi apri il cancello,
finalmente ti vedo angelo,
e non vedevo l'ora,
di guardare,
i tuoi capelli,
nascosti dal berretto a visiera,
i tuoi occhi grandi da cerbiatta,
il tuo naso,
e ascoltare la tua voce,un po' bassa;
angelo finalmente sono con te,
e a furia di guardarti,
spero sarai mia;
e vorrei il tempo
non sfuggisse più,
e mi lasciasse in pace con te;
accidenti quanto mi sei mancata,
quanto vorrei stare sempre con te,
e non perderti più.
angelo

Nel centro dei miei
Pensieri,
tu ,
sei nel centro dei miei pensieri,
oltre questo freddo,
oltre questa nebbia,
questa neve sporca,
che non se ne và,
questa stagione arida e brulla,
questa folle corse
quotidiana,
per cose futili,
queste parole inutili,
e gente da dimenticare;
tu ,
resti tu,
nel centro dei
miei pensieri,
per quello che sei,
per quello che mi dai

Fuori,
dalle porte della notte,
il buio,
neve ghiacciata,
colline e monti
imbiancati,
montagna;
caspita di montagna,
la diavolo
con tutta la sua neve,
e il suo freddo;
e col freddo non possiamo stare,
dobbiamo rincasare;
ed io,
che non riesco a stare solo con te,
non riesco a stare solo con te;
sempre rompiballe;
e il tempo passa,
i minuti volano,
ed io
non riesco a stare solo con te;
e sono qui per te,
per te.
Maledetti rompiballe,
vorrei un po' di tempo,
per noi due,
per noi due;
non riesco a stare solo con te

Quando non ci sei
Mi manchi di più,
e intorno a me,
si fa il vuoto;
tutto diventa grigio,
incolore,
scarno e brullo,
come uno stagno d'inverno;
e ripenso
a te,
vedo il tuo
viso,
la tua bocca,
il tuo volto,
nella mia immaginazione,
e mi pare di udire la tua voce,
che il mio cuore,
vuole sentire;
ma tu queste cose,
manco le sai,
manco ci pensi,
se tu solo
ti rendessi conto,
di quanto sei importante

Sera senza te,
e mi pare
di scoppiare;
come se le stelle
mi cadessero in testa;
sera senza te,
e sento un vuoto dentro,
grande come un vulcano;
stare lontano da te
mi fa male,
mi dà effetti collaterali,
lontano da te sono malato,
malato d'amore per te.

Felice,
credevo non fosse
più possibile,
credevo fosse
ormai per me,
un sogno antico e
perduto,
avevo perso le speranze,
ma adesso ci sei tu,
e ti sono grato per quello che fai,
per quello che mi dai,
per il tempo che passiamo insieme;
si lo so,
ho qualche problema,
e non sono un granchè;
e anche tu a volte,
sei un po' strana,
ma che importa,
stiamo bene insieme,
e proviamo qualcosa
l'uno per l'altra;
sentiamo qualcosa,
parliamo,
ridiamo
e tutto il resto;
ti sono grato,
e devo più a te,
che ad altre,
che non mi hanno mai
visto,
che non gliene
mai importato;
starò sempre vicino a te,
e sarò sempre tuo amico,
anche quando non mi vorrai più...
devo molto a te,
e non mi dimenticherò,
di quello che tu hai fatto
per me,
non lo dimenticherò

Il tempo
È volato,
due minuti,
solo due minuti,
poco tempo
per fare l'amore,
per baciarti,
per dirti,
parole d'amore,
parole per te,
parole di te;
pochi minuti,
per cancellare il male,
per buttare via il peso
della giornata,
per dimenticare,
grazie a te;
ma tu guardi la tele,
e non ti accorgi di me,
forse dormi,
forse sei stanca,
o stai sognando già,
pochi minuti,
poi sarà the end,
e via dovrò ripartire,
pochi minuti per stringerti,
per dirti,
di te,
quanto sei per me,
cosa sei,
cosa significhi,
tu mi guardi un po' stranita,
forse non ne hai voglia,
forse non mi credi,
ci ridi sopra;
due minuti,
solo due minuti,
per dirti
un kilometro
di cose,
una
valanga di emozioni,
per te

Mi avvicino al tuo volto,
tu accosti il tuo mento,
bacio,
e se ne và,
la bruttezza del mondo,
ed i pensieri,
e la tristezza
per i tempi andati,
svanisce per un po,il male';
e io ti voglio bene
un po' di più;
e spero di restare accanto a te,
finchè vorrai

La tua voce al telefono,
ma ormai non posso
venire;
è tardi,
ma tu mi dici
di partire,
e io vorrei farlo,
non è per una
mancanza di sensibilità,
o di voglia nei
tuoi confronti,
non è perché,
ti considero poco importante,
anzi,
sei la persona
a cui devo di più,
e pr te,
un sacrificio lo faccio
volentieri;
ma sono un essere umano,
e ho i miei limiti;
tu a volte,
non hai senso della
misura,
non ti curi,
dell'ora,
o se è tardi;
vorrei venire,
ma ormai è così;
e mi sento triste,
senza di te;
vorrei spiarti,
mentre ti addormenti,
e chiudi gli occhi nel tuo cuscino

A gennaio
Tutto riparte daccapo,
a gennaio le feste
sono andate
e non è rimasto niente,
solo alcuni addobbi
sono avanzati,
e poi spariranno;
a gennaio è un altro anno
da vivere,
altri sogni,
altre speranze,
e altri guai;
con tante parole,
senza dire niente;
a gennaio
un anno di più,
e ti senti più vecchio,
a gennaio,
feste finite,
mi rimani solo tu,
col tuo sorriso,
a mitigare la tristezza,
per la festa finita;
a gennaio,
e questo inverno,
che non vuol finire,
e di nuovo,
nuove nubi all'orizzonte,
e forse nevicherà,
a gennaio,
siamo di nuovo
in cammino,
e io stringo la tua mano,
e ti bacio,
per fortuna
siamo insieme,
io e te

Posso stare un solo minuto con te,
e mi spiace,
ma è tardi
e bisogna andare;
un minuto,
un secondo,
una vita con te;
magari
potessi dividere la tua vita;
potessi rimanere al tuo fianco;
io sono,
è sarò sempre tuo amico,
e spero anche di più,
e non ti lascerò,
sperò durerà,
o forse no,
forse
vorrai
uno più giovane e più ricco;
ma io per me,
non ti lascerò,
sei troppo importante,
e ti devo così tanto,
devo a te,
più che ad ogni altra,
perché tu hai cercato di fare
tanto per me,
hai cercato di aiutarmi
nei fatti,
non lo dimenticherò,
se solo potesse durare tra noi

Pochi istanti,
una manciata di minuti,
poche noccioline
di secondi,
e poi
ti ho già perduta,
il tempo d'un bacio d'uno sguardo,
e poi,
devi andare a dormire,devi rientrare;
ed io,
ti ho già persa,
e mi sento perso,
senza te;
e darei non so cosa,
per stare di più con te;
pochi istanti per fare l'amore,
poi l'incantesimo finisce,
le luci si spengono,
e devo tornare;
giro la macchina,
e già stò avanzando verso il buio,
tra la neve e i pini,
i cinghiali e
i merli nascosti tra i rami;
e mi avvio verso casa,
un po' triste

Ti amo
Perché sei sempre nei miei
Pensieri,
perché sei quello che sei;
per come ridi,
per il tuo sorriso,
per le tue lacrime,
o la tua tristezza;
perché sei viva,
e altre volte un po' triste;
perché ti sei accorta di me,
perché
mi hai trovato,
perché mi parli,
perché
ti sei accorta di me..

Amore mio,
domani,
domani,
ci vediamo domani,
ma che ne sappiamo
noi, di domani;
domani,
domani,
tutto può succedere,
tutto o niente;
cosa sappiamo di domani;
ogni cosa lasciata è persa,
bisogna cogliere
l'attimo che fugge;
domani potrebbe essere tardi,
magari sei partita,
sei andata via,
e io ti ho perduta;
domani,
chi lo sa,
che sarà domani;
domani potrebbe essere tardi,
per tutto,
lo so,
lo so;
e tu mi chiedi
tutto subito,
adesso,
adesso;
e io vorrei accontentarti,
ma non posso;
domani tesoro,
domani,
domani...

Bisogna
Fermare ogni tanto,
la nostra assurda corsa
dietro le cose del mondo;
fermarsi
e respirare,
fermarsi e riflettere,
essere autonomi,
indipendenti,
fare solo
quello
che si vuole;
non perché gli altri,
dicono sì,
o no;
bisogna fermarsi,
e prendere le cose con calma;
capire i propri errori,
capire cosa si stà facendo;
aprire la porta del cuore,
all'amore,
mandare al diavolo le menate;
bisogna fermarsi
e guardarsi intorno,
e riprendersi la
propria libertà,
per avere almeno quella,
nel disincanto,
nella disillusione,
quando si resta soli,
quando la storia
è finita;
almeno
resteremo soli
da uomini liberi;
occorre fermasi.
E dire basta,
alzare le spalle,
e chiudere la porta;
e non cercare guai;
fregarsene,
ci
vuole libertà,
libertà

Eli,
faccio una scappata,
lassù da te,
ho voglia di muovermi,
di prendere un po' d'aria,
e soprattutto di rivederti,
di guardare il tuo viso,
accarezzare le tue gote,
vedere la tua bocca;
salgo,
con la macchina
che và spedita,
in mezzo alla nebbia,
pare un mondo strano,
di streghe e di spettri,
in mezzo a qualche palude
da fiaba gotica;
arrivo da te,
tu sei lì che aspetti,
ti do qualcosa da mangiare,
che mi sono portato dietro;
poi ti bacio,
e ti saluto,
e tardi,
devi andare dormire;
purtroppo,
sono stato poco con te,
lo spazio d'un bacio,
ma sono felice,
di averti visto;
come sei bella,
sei entrata dentro di me;
io starò con te,
finchè mi vorrai,
ti voglio bene;
e la nottata finisce così,
lentamente,
ridiscendo
dalle mie parti,
verso casa...

Io e te,
per me vuol dire molto,
e la gente non capisce,
non sa,
e chi se ne frega;
solo io e te sappiamo,
cosa siamo l'uno per l'altra;
stiamo bene insieme,
tutto qui;
parliamo,
ridiamo,
stiamo insieme;
e io stò con te,
finchè mi vorrai,
e cerco di farti capire cosa sei;
noi due ,
io e te,
e la gente non sa,
non capisce;
io e te,
e non vuol dire,
solof are l'amore,
non vuol dire solo quello;
ma tutto quello che mi dai,
i tuoi
occhi,
il tuo affetto,
le tue parole,
le tue parole ;
noi due,
io e te

Amore
Pensami,
anche un attimo
adesso
che non ci sono,
amore pensami,
un minuto del tuo tempo,
mentre stai fumando,
stai ballando,
o ascolti musica;
pensami un attimo,
per strapparmi dalla
solitudine,
dalla tristezza,
quando s ono lontano da te;
da un giorno noioso,
quando c'è brutta gente;
pensami un attimo,
un attimo

Nel mio giorno,
di anima
sperduta,
senza pace,
dove
c'è sempre
qualcosa,
che turba,
che entra nel mio
mondo e mi disturba;
ci sei tu,
a cui,
bene o male,
o aperto il mio cuore,
per te,
sono uscito dal mio guscio,
e il mio cuore,
e la mia anima è aperta per te;
ho preso il mio povero cuore
solitario
e te l'ho dato,
ora è nelle tue mani;
se solo tu mi capissi
di più,
se solo ascoltassi
le mie parole,
e arrivassero in fondo
al tuo cuore;
ti amo,
per quello che posso,
e ti ho aperto il mio cuore,
con pensieri nuovi,
regalandoti i miei sentimenti,
non mi abbandonare,
se puoi

A larghi passi,
alla svelta
l'anno stà finendo,
le speranze stanno andando,
via ,
volando come gli anni
bruciati in fretta,
che non tornano più,
e non ci puoi fare niente;
e ti resta il rimpianto e il ricordo,
vecchie foto stinte,
e gli sbagli
e la gente perduta,
gli amici persi per strada,
a cui vorresti stringere la mano,
a cui vorresti chiedere scusa;
rimaniamo solo noi due amore,
con questo nuovo anno che arriverà,
con speranze e illusioni,
che non si avvereranno mai,
con propositi lasciati a mezzo;
ci rimaniamo solo noi due amore,
io e te,
in questa notte buia,
tra facce brutte e tristi,
tra l'indifferenza
e la crudeltà della gente,
tra le mille cose che non vanno,
l'unica luce sei tu amore;
e vorrei tu capissi,
e vorrei tu ascoltassi;
mentre sono qui per te,
per te;
è successo capisci,
siamo qui noi due,
sono qui per te,
tra milioni di persone,
che non sanno niente,
sono qui per te,
per te

Nei tuoi occhi,
mi riposo,
nei tuoi occhi vedo i tuoi anni,
la tua gioventù,
la tua voglia di ridere,
ballare,
vivere,
la tua voglia di sognare e di esserci,
nei tuoi occhi vedo
la speranza per me;
perché tu vuoi me,
proprio me,
chi l'avrebbe mai detto;
ti interessi a me,
e io non sono più solo,
solo;
vuol dire tanto;
nei tuoi occhi vedo
mondi
infiniti,
ifiniti sogni,
e la voglia di vivere;
e non vorrei andare via,
non vorrei

Non posso stare senza te,
e anche se sono stanco
del mio giorno,
mi metto in cammino per cercarti;
cercarti,
tutta l'esistenza
ti ho aspettata e cercata,
anche quando non lo sapevo,
anche quando non ci pensavo;
ti ho cercata un eternità,
disperando di trovarti,
ti ho cercata,
finchè avevo respiro;
e adesso non so,
quanto davvero capisci
di me,
delle mie abitudini,
dei miei sentimenti,
quanto davvero i importa
di quello che dico,
di quello che sento;
ma stò con te,
finchè
non ti stancherai,
finchè, non dirai no;
finchè vorrai,
io sarò
vicino ate

Stare solo con te,
non è solo far l'amore,
non è solo per la tua bellezza,
non è solo un abitudine,
solo una routine,
stò bene con te,
per il tuo carattere,
per il tuo modo di scherzare
di ridere,
per la tua vitalità,
per la tua voglia di fare,
di ballare di ascoltare musica,
perché vai avanti e indietro,
come un maratoneta vagante,
uno spirito errante senza pace;
mi trovo bene con te
perché sei unica,
perché sei quello che sei;
perché mi hai cercato,
quando tutti mi avevano dimenticato,
perché mi hai tirato fuori,
dal mio isolamento,
mi strappato dal mio muro personale,
e mi hai fatto risalire la china
della mia solitudine;
perché,
mi fai provare cose ,
che non sentivo da tanto tempo,
quasi non ci speravo più,
e sei arrivata,
tu,
sei importante,
spero di riuscire a fartelo capire

In questo mondo,
così affannato,
così pieno di bisogno e
di esigenze;
così irrequieto
e con poca
tranquillità
e tanti rompiballe;
solo l'amore può salvarci,
la pace,
la ricerca della serenità,
l'amicizia
sincera,
che tante volte vengono meno,
che tante volte perdiamo;
l'amore solo l'amore può salvarci,
ma dobbiamo aprire
il cuore,
e abbandonare l'odio,
stare attenti
a non farci annebbiare
troppo dalla rabbia;
ma non è facile,
lasciare che l'odio
e l'indifferenza vadano via,
solo l'amore intorno a noi,
può salvarci,
ma dobbiamo usare il cuore,
dobbiamo cogliere le piccole cose della vita;
sforzarci di amare di più,
di far caso alle piccole gioie
della vita;
solo il mio amore per te,
può salvarmi

Cala la sera,
veloce,
come succede d'inverno,
e il natale è già ieri;
e l'unica cosa che cerco,
e il tuo viso,
i tuoi capelli,
te;
e senza di te,
ho una marcia in meno,
come sarebbe bello
portarti via,
da questo inverno,
da questo posto,
lasciare indietro l'inverno,
seminare la cattiva stagione,
e trovare un'altra estate,
da qualche parte;
questo vorrei,
portarti via con me;
e passare il tempo che mi resta
insieme;
ignorando questo mondo,
e le parole della gente

Oggi purtroppo
Stiamo lontani,
se solo tu sapessi,
quanto mi costa,
quanto è terribile,
la mia solitudine
la tristezza,
la noia,
il sentirsi soli
e disperati,
il non avere nessuno,
se solo
sapessi,
cosa vuol
dire la solitudine,
la stanza vuota,
giorni sbiaditi,
senza vera gioia,
senza allegria,
se solo tu sapessi

Arrivo e finalmente ci sei tu,
mi vieni incontro
e mi abbracci,
e non sento più il gelo e il freddo
di ghiaccio dell'inverno,
non sento più
la tristezza,
degli anni passati,
dei tempi finiti,
dei volti che non rivedrò,
degli amici partiti,
che non si sa
più che fine hanno fatto;
non sento più il peso degli anni,
gli acciacchi,
il disincanto;
ci sei tu;
e la serata passa
anche troppo in fretta,
ti corichi stanca per la giornata,
e ti addormenti,
non oso svegliarti,
e così bello guardarti sognare,
che di rubarti
il sonno tranquillo non sono capace;
guardo le tue ciocche di capelli,
le tue ciglia chiuse,
le guance,
e non mi stanco mai di osservarti;
ti tengo la mano,
ogni tanto ti scuoti,
e domani sarà natale,
o manca poco,
ma per me,
sei tu
la festa,
e il regalo più bello,
la tua vicinanza ,
il tuo affetto;:
la serata passa così
nel silenzio,
mentre io ti guardo
assopita,
dormire pacatamente,
e non vorrei andarmene,
non vorrei

Cerco di fermarti,
di farti stare ancora,
un pochino con me;
tante cose da fare,
mille inconvenienti,
intoppi e accidenti vari
della giornata,
e così poco tempo per stare insieme;
poche ore che volano,
come foglie morte,
come cristalli di neve che si sciolgono;
com e un giorno di festa che passa in fretta;
cerdo di fermarti,
ti prego di restare ancora un po';
ma è tardi per te,
e vuoi salire a riposare;
domani,
domani,
ripeti domani,
ma non puoi dire cosa sarà domani,
forse tutto o niente,
forse non ci saremo,
o salirà la nebbia,
e sarà un brutto giorno,
e non ci potremo vedere
non so cosa sarà domani,
nessuno può saperlo,
nessuno;
voglio stare con te adesso,
e parlarti,
e sentirti,
e baciarti;
in questo mondo cattivo,
non voglio perderti,
voglio stare più che posso con te

Il mio sentimento per
Te,è
Una fiaccola
Che illumina
La mai vita,
che mi salva,
dalla notte
senza fine;
è un bagliore
che mi scalda,
e che mi toglie
dalla solitudine;
questo sei tu,
se solo capissi,
se solo
ascoltassi,
le parole del mio cuore

Ormai sei tu
Che resti,
sei tu che voglio,
anche quando non ci sei,
anche quando non sono lì;
sei tu,
mi fai contento,
che mi rassereni,
che mi dai nuova speranza;
e senza di te,
mi sento di nuovo solo,
e smarrito,
come una chiatta alla deriva;
e mi struggo,
pensando a che stai facendo,
dove sarai,
chi c'è con te,
e provo gelosia,
e provo,
desiderio di vederti,
di correre da te;
orami ci sei tu,
e non so stare a lungo,
senza te,
senza te

Mangio seduto
Profumo di salsa,
di pomodoro,
pizza,
intorno brusio di gente,
casino e via vai,
e nel bicchiere
nell'aria,
dentro ogni cosa,
cerco te,
penso a te,
e mi manca ogni cosa di te,
di te

Ogni cosa,
ogni cosa
è per te,
quello che penso,
nel mio pensiero
ci sei tu,
ogni cosa è per te,
il volto che cerco,
nel buio,
nella solitudine,
quando sono solo,
ogni cosa che faccio è per te,
ma tu sei nervosa,
ti arrabbi per poco,
e poi non mi ascolti più,
e poi vai via col pensiero,
e non ci sei;
ed io ti chiamo,
o cerco,
di farti ascoltare;
ma non mi senti,
ti lamenti,
perdi le staffe,
e mi fai soffrire,
non voglio litigare,
tu sei unica,
tu sei così tanto per me

Ti parlo di me,
di noi due,
tante cose da dirti,
e poco tempo
per farlo,
ma tu non mi senti,
cambi idea,
dici sì,poi no,
poi forse,
e io non ci capisco
più niente;
non so più bene cosa sono per te;
ed allora mi rattristo,
perché le mie parole non ti arrivano,
perché non le so trovare,
perché non tocco il tuo cuore;
e non ti rendi mai conto,
o fai finta;
ed io parlo,
parlo,
ma non so,
se dormi o mi ascolti,
se mi stai seguendo,
o
stai inseguendo un sogno,
un pensiero che vola,
ed io parlo,
e mi sembra di perdere sempre più terreno;
e mi accontento di stare vicino a te,
con la speranza che tu ti accorga,
che tu capisca,
che tu sappia,
cosa sei per me,
quello che ho sempre desiderato
tutto qui

Farei di tutto per te,
di tutto e di più;
vorrei essere di più,
essere diverso,
vorrei che tante cose fossero diverse;
per te,
per darti di più;
per accontentare i tuoi sogni,
per farti felice,
per seguirti,
per non deluderti mai;
a volt invece,
non sono capace,
di parlare,
non sono capace di capirti,
né di consolarti,
a volte ti perdo,
e resto solo,
a volte,
non riesco a farmi sentire da te

E l'anno è cominciato,
e un casino se n'è andato,
tutti a bere a profusione,
come cosacchi,
tutti a dormire
e a sognare,
perchè il primo
è meglio sognare;
poi ci sarà il risveglio
tra il silenzio
e tra l'inverno,
e vedremo
che si può fare.

Ultimo dell'anno,
la neve comincia
a scendere a falde piccole,
gocce
di vetro,
cristalline
,pure;
sento il freddo nelle ossa,
sento la solitudine
senza te;
che sei lassù,
e stai dormicchiando,
e vorrei essere lì con te,
e dirti parole che sento,
dirti,
che ho bisogno di te,
che sei importante,
che sei l'unico bagliore,
che rischiara
questo inverno;
e vorrei toccare le tue labbra,
e baciarti,
e chiudere gli occhi,
guancia nella guancia,
e pensare a noi,
finchè sarà possibile,
finchè mi vorrai

Natale nell'aria,
avverti un senso di sollievo,
un atmosfera di festa,
pure se sei vecchio,
pure se sei adulto,
c'è qualcosa nell'aria,
forse è solo l'allegria prima della vacanza e
il divertimento;
ma il natale è natale,
e spero di vedere te,
amore,
spero che tu abbia del tempo per me,
e che tu capisca,
quello che ti cerco di dire,
spero che niente ci separi,
spero tante cose,
che tu mi voglia,
che tu riaccetti,
con pregi e difetti;
spero che tra noi duri a lungo;
io sarò con te,
a fianco a te,
io ci sarò,
finchè potrò,
lo capisci tesoro,
puoi capirlo,
lo spero;
perché sono qui,
per te

Con te,
starti vicino,
e baciarti,
e cercare di capirti,
e osservare
il tuo viso,
a volte gaio,
a volte velato
da ombre di tristezza;
e allora le tue lacrime cadono,
e io non so come asciugarle,
non so,
come tirati fuori,
dalla tua tristezza,
dal tuo guscio,
a volte non so trovare le parole adatte,
che dovrei sapere;
senza di te non è possibile,
non so più stare,
tante cose mi piacciono di te,
non solo la tua bellezza,
il calore del tuo corpo,
la tua pelle vellutata;
non solo quello,
anche la tua allegria,
la tua forza vitale,
il tuo amore per la musica,
e la tua voglia di ballare;
tante cose mi piacciono di te;
e quando stò con te,
il pensiero di staccarmi,
mi fa star male,
mi deprime,
e mi getta nello sconforto,
e mi sento triste e solo;
tante cose da dirti,
da fare con te,
è così poco tempo per farle;
tante persone,
e pochi minuti per fare l'amore;
tante cose mi piacciono di te;
stare con te

Con te,
il tempo
scappa di corsa,
come una lepre,
tra i cespugli,
e vorrei fermare tutto,
fermare,
questa assurda corsa,
di ogni cosa,
per stare più con te;
ti bacio,
e poi ancora;
non so
se durerà o no,
per me sei unica,
e sarò al tuo fianco,
vicino a te,
finchè potrò,
finchè vorrai;
perderti mi fa paura
e mi spaventa;
che fare senza di te,
ripiomberei,
in giorni vuoti
di solitudine,
non so quanto durerà,
ma ti accompagnerò,
e quando mi cercherai,
io ci sarà,
fionchè potrò

È per te,
un pensiero nuovo,
e per te che mi sveglio all'alba,
e per te ,
che t'immagino per prima cosa ,
e per te,
che penso al tuo volto,
tra un casino e l'altro
della giornata,
è per te,
che ricomincio daccapo,
,
è per te che stò di nuovo sperando,
e per te,
che ho vagato,
negli anfratti del tempo,
passando nella breccia tra gli anni,
alla tua ricerca,
è per te,
questa poesia,
che nasce dal niente,
e copre questo foglio bianco,
di sogni e speranze,
è per te,
che c'è uno spiraglio per il domani,
è per te,
che non vedo l'ora di partire,
è per te,
che faccio quello che posso,
che cerco di parlarti,
e di farti capire,
è per te

Stò seduto qui,
tanto è così,
fuori buio pesto,
notte invernale,
pezzi di neve,
cadono dal tetto,
con uno schianto,
freddo cane,e
dentro di me,
ancora più freddo,
senza di te;
senza di te,
vuoto,
e le ore n on passano,
guardo la tv,
ma mi annoia,
fuggo dal tedio
con la musica,
ma penso a te,
vedo il tuo viso,
le tue gote,
la tua faccia,
le tue labbra,
ed il resto,
e mi manca il tuo affetto,
e la tua presenza,
senza di te,
tutto si ferma,
tutto diventa noioso,
e inconcludente;
guardo il soffitto,
poi il monitor,
ma vedo te,
dentro lo schermo,
vedo te,
ogni cosa faccio,
avrei voglia di partire,
e di venire da te,
a razzo,
ma non si può,
è tardi;
stasera ti ho un po' perduta,
e non voglio perderti,
pensami come io
penso a te

Se tu non esistessi,
ti inventerei,
se tu non ci fossi,
ti cercherei
per i viottoli del mondo,
se tu non mi vedessi morirei,
se tu non mi ascoltassi
andrei giù,
se ti perdessi,non lo sopporterei;
e io spero che tra noi,
duri lungo,
e non voglio pensarci,
ma un giorno magari
mi mollerai,
per uno più giovane
e più ricco,
ed allora che farei,
non riesco a immaginarlo;
ma io,
per quel che mi riguarda,
non ti abbandonerò,
non ti lascerò,
e le tue lacrime asciugherò,
se piangerai,
e riderò,
se riderai,
finchè ci sarai,
io ci sarò

Io stò qua con te,
e non chiedo di più,.
Che trovare il
Modo giusto
Per dirtelo;
e mi struggo per ore
parlando d'amore,
ma tu non mi fai entrare,
tu non vuoi parlare,
tieni gli occhi chiusi,
seguendo la musica,
e balli,
sulla scia delle note,
inseguendo la tua età,
inseguendo i tuoi sogni;
io stò con te,
e non chiedo di più,
che parlarti di me,
di noi,
ma tu non mi senti,
tu
hai una nube in volto,
a che pensi,
a casa tua,
a quello che farai al
futuro;
ed io qua,
per ore,
cerco d i parlarti d'amore,
ma tu sei lontana,
sei distratta,
non mi senti,
e non riesco
ad entrare nel tuo cuore;
ed ogni volta ci provo,
ed ogni volta il tempo vola via,
tra sciocchezze,
rompiscatole e
casini;
ed io stò con te,
non chiedo di più

Con te,
seduta accanto a te,
devo dirti,
devo parlarti,
devo farti capire,
ma tu non mi ascolti,
non mi senti,
dormi,
sogni,
o cosa,
sogni di essere fuori di qui,
lontano,
in vacanza,
sogni di noi due,
o forse no,
mille persone intorno,
e io
devo parlarti devo dirti..

Soli
Siamo soli sulla
Crosta della terra,
soli,
quando il tempo passa,
quando gli anni migliori
non ci sono più,
quando i bei tempi sono finiti;
soli,
rimaniamo soli,
povere anime raminghe,
perdute nel vento,
soli,
e lottiamo
contro la solitudine

Finalmente ti
Rivedo,
ti vengo incontro,
mi chino e ti bacio,
ti saluto,
finalmente sei qui,
ti ascolto,
sento la tua voce,
le tue risa,
e non sono più solo,
se solo il tempo si fermasse,
se solo il tempo,
ci lasciasse,
e si fermasse tutto per un po'...

Buio nella stanza,
ti senti solo,
e sperduto;
ripensando ai vecchi tempi,
che non torneranno;
solo sulla faccia della terra, e la tua ombra,
la tua ombra,e i ricordi, e la notte,
come unici amici;
rimasti
fino alla fine ,
accanto a te.

Notte,
unica amica mia,
forse,
l’unica che non mi
lascia mai;
amante,
amica,
complice;
dei miei sogni,
della mia
fuga,
del mio bisogno di libertà;
di serenità,
di chiusura,
con tutto questo;
e il mondo stia lontano,
alla larga;
voglio solo riposare,
fregarmene,
spegnere tutto,
buio,
ricordi,
distante,
questo paese,
chi se ne frega.

lacrima secca
Lacrima dentro,
secca,
malinconia,
d'un ritorno,
sconsolato,
non c'è nonna,
col suo ciao,
non c'è il suo affetto,
se non nel vento;
e pensi a lei,ogni giorno,
messo sulla terra,
e ti senti solo,
senza più nessuno che ti ama;
che gli importa,
e la tua vita,
non vale nulla,
un a bambola di pezza,
che tiri a campare.

Tempo perduto
Alla ricerca del tempo smarrito,
del tempo perduto,
e questo sporco paese,
che non è più,come una volta;
tutto cambiato,
la vita è un ciclo,
e già sei sorpassato,
obsoleto;
appartieni ad un altro tempi,
ad una volta;
e quei tempi,rivorresti,
non questo presente,
non questo presente.

La sera
Fuori,
copre
tutto,
con un crine
nero,
un foular tenue
plumbeo,
della
notte;
ed esisto solo
io
con me stesso,
e mi basta.

Finito tutto,
tutto scappato,
il passato
e dietro;
quante cose,
quanti ricordi;
la nonna,
Ceriale,
e poi,
poi;
la passeggiata;
il lungomare;
e vorresti essere lì,
e vorresti ricominciare;
non fermarti,
non fermarti.

Casanova,
personaggio sorprendente,
magnetico,
suadente,
sempre in fuga,
sempre in movimento,
sempre lanciato verso un avventura,
una conquista;
vagabondo d'Europa;
presso le corti;
baro,
giocatore,
impresario,
indovino;
figura
spregiudicata,
ed eccezionale umanità.

Domenica,
ti ammazzerò,
sei troppo vuota,
noiosa,
e motonona,
per vivere;
domenica
ti ammazzerò,
sei troppo uguale,
rituali,
gesti sempre indentici,
lavatrice,
faccende,
pranzo;
menate varie;
oggi che giorno è;
primavera,
profumo nell’aria,
sole forse,
o pioggia,
fiori
e virgulti,
una speranza c’è,
voglia di ridere;
domenica t’ho fregato.

Tognazzi,
col suo occhio strabico,
le sue movenze,
da paesano capoccione,
il suo faccione,
da prosciutto cremonese;
i suoi occhi piccoli e vivi,
vispi;
attore comico e anche drammatico,
pieno di umanità,
di auto riflessione,
un po' malinconico;
vizi e drammi dell'italiano.

Mattina,
purtroppo,
il lunedì,
con le sue mene;
i guai soliti,
che ritornano
a crucciarti;
la notte volata via,
festa
alle spalle;
fuori,
al luce fioca e
la foschia d'autunno;
poche foglie,
tutto morente,
tutto passato,
silenzio,
non voglio nulla,
solo
pensare a me,
a cose mie;
solo per me.

Solo,
finalmente,
silenzio,
quiete;
fuggire da tutto;
lasciare
il mondo,
basta,
stacco la spina;
non so nulla
del mondo,
meglio non sapere,
meglio non vedere;
e ripenso ai vecchi tempi,
potranno mai tornare non lo so.

Fuori nuvolo,
forse,
o forse no;
una mattina scialba,
d'una domenica
come altre,
che rompe ,più di quanto dà;
con le sue ore vuote,
l'ozio e il tempo sfaccendato,
mascherato da festa;
il non sapere mai che fare,
dove andare,
che inventare;
noia sospesa,
mescolata al caffè mattutino;
domenica,
passasse in un instante,
e se ne andasse,
a tediare altrove.

Non mollare mai,
anche se sei
un po' stanco,
anche se
non è più,
come una volta;
anche se tutto è cambiato,
e spesso, in peggio;
anche se i vecchi tempi,
forse,non torneranno mai;
e la felicità;
è una chimera,un sogno,
un attimo,almeno,
per un adulto;
anche se vorresti andare via;
fermati e se puoi non mollare,
per un altro po';
non mollare.

Tristezza sospesa in aria,
tristezza
nel ritorno,
almeno un po';
tristezza,
nei gesti serali;
nel cercare una quiete;
che non trovi,
in questa vita ,che non è pulita,
come dovrebbe
essere;
ma non cambierai,
e se
vivrai ,
sarà,
nella
piena
libertà.

Alba,
sempre più vicina,
sempre
prossima;
silenzio,
mentre
gli occhi
cercano
ristoro,
pace,
quiete;
alle porte del giorno;
finiscono i sogni,
ed i fantasmi ,
se ne vanno,
insieme
ai folletti.

Sera,
è già qui,
mentre
la luce,
tramonterà;
il tuo povero cuore,
mille tormenti,
per un amore,
mai avuto,
una donna,
che devi ancora trovare;
una storia
che vorresti,
amare,
ed essere amato;
vorresti qualcuna,
accanto a te;
ad un età,
nel momento
della tristezza,
e della
solitudine;
e amo,
un po' tutte le donne,
anche se poi,
non le conoscerò magari;
amo la vita,
un tramonto,
un idea,
un pensiero;
un giorno che ricomincia,
ed è fantastico;
amore,
amore,
per
amata,
spero di trovarti,
tra milioni di persone,
spero di trovarti  

È mattina,
che sa di sogni infranti,
di sogni finiti,
dove il velluto nero,
lo scialle
bruno della
notte,
s’è ritirato,
alle porte del giorno;
sbadigliando,
comincia il giorno.  

Cosa c'è,
cosa c'è che non và;
era diverso prima,
era differente prima,
era ieri,
tutto più fresco,
più vivo,
c'erano tante cose,
ieri;
adesso sei qui,
un po' solo,
e le luci si spengono,
le stelle
brillano meno,
quando sei
solo;
coraggio,
vuoi stare amico del mondo,
pensare
ad una feria,
dimenticare.  

Autostrada,
mille vite sospese,
mille vite in viaggio,
alla ventura,
partono,
o ritornano,
chissà dove stanno
marciando,
filando
svelte,
mentre il buio fa da contrasto,
con le luci stradali,
tutte accese;
in qualche modo,li invidi,
loro stanno andando,
partendo;
sono liberi.  

Il carnevale è finito,
un po' di tristezza,
come
alla fine
di ogni festa;
la strada imbiancata ,
dipinta di mille coriandoli,
bisognerebbe lasciarceli,
danno allegria,
è il paese è tutto colorato,
come per accogliere
degnamente
la primavera,
pavesato a festa;
stelle filanti,
cartacce,
involti di panini,
pezzi di coni gelato;
la fine del carnevale;
ma c'è la gioia,
che prima o poi,
la primavera
sarà qui;
e la tristezza se ne
andrà,
e anche la noia;
con la bella stagione.  

E con un' aria,
da
commedia
dimenticata,
sta finendo
la giornata,
e
sei contento di essere
tornato,
di aver chiuso,
il mondo
fuori
dalla serratura;
che importa
infine;
devi pensare
a
te,
Alla
Tua vita;
vuoi solo rilassarti,
un
pochino.

Domenica di
Novembre,
che freddo fa,
per fortuna,
c'è un po' di sole,
che stà qua,
che ti invita ad uscire,
a provare a
vivere,
una domenica
diversa,
magari facendo quello che
ti và,
domenica di novembre,
lieve neve sugli alberi,
strada
bagnata,
di neve sciolta,
l'inverno è qua è qua.

Questa
Vita,
si è un gran casino,
è a volte,
succedono,
cose strane;
e anche di più;
chiacchere
inutili,
di chi
vorrebbe
solo usarti,
di chi,
vorrebbe solo,
consumarti,
e poi gettarti,
come
una cartaccia
di caramella;
e sono matti quelli
fuori,
e quelli dentro
forse no;
questo mondo,
è un pozzo
pazzo,
e non ci stò…

Vivere,
quanto tempo,
è passato,
come un lampo,
un flash;
era solo ieri,
bambino
coi calzoni corti,
la tua pistola di plastica,
i giochi,
le corse;
il vecchio giardino,
la cantina,
la ghiaia,
che
bel posto;
dovevi solo vivere,
nell'allegria e
nella calma;
vivere,
tutto passa,
e continua comunque;
anche se
non ci pensi,
anche se non vuoi;
intorno a te,
il mondo cambia,
il mondo cambia.

Pace, è ora di pranzo, odore di bistecche,
di cose ai ferri;
finestre,
si sente,
il rumore delle posate,
e il tintinnio
dei piatti;
odore di casa,
di ritorno,
di tranquillità;
il miglior ritorno,
è quello in pace,
tra amici,
dove non ci sia ,chi ti vede con odio,
chi ti fa perdere
tempo;
chi non ti vuole,
e non te ne importa;
il miglior ritorno,
è quello,coi tuoi vecchi,
che ti salutano,
e ti dicono una parola buona;
il miglior ritorno,
era con loro;
di questi altri,
meglio dimenticarsene.

Incroci,
dove passano,
correndo,
saettando le auto;
dirette
all’infinito,
verso le strade ,
del destino di ognuno;
chi ritorna
a casa,
chi parte;
chi è solo,
e và sempre
più giù;
chi non lo è,
m agli manca il resto;
in questo mondo,
in cui,
c’è bisogno
di tutto;
in cui
non basterebbe un trucco;
pace,
cerco la pace,
in un angolo
solo mio;
tra gli incroci,
della vita mia;
mentre tutto continua.

Scorrono
Via le ore di ieri,
e sempre più
mi portano lontano,
dalla vecchia vita;
dalle corse
a perdifiato,
l'orto,
la vecchia casa,
il cancello,
il cane triste;
la nonna
e il cucinino,
da dove usciva il fumo,
la neve intorno,
era ieri,
ieri;
giravo e scrutavo il cielo,
con le nuvole alte,
e rade;
la bella stagione col ciliegio
in fiore,
passano le ore,
e mi portano lontano,
e ieri e oggi,sono sempre in lotta;
e rimane ,tristezza,
e voglia di tornare,
indietro.

Florida,
penisola,
al centro dell'universo,
nucleo dei desideri,
dove ti portano le strade blu;
le vie americane,
con le loro corsie grandi,
e il traffico incessante,
come nei libri di Kerouac;
e tu vorresti seguire il mare,
e vedere l'oceano,
e poi la verde Florida,
coi palmizi,
e le insegne e i school bus,
e la gente che và di fretta;
la tua voglia di partire,
di non voltarti più;
di vedere il mondo,
e la Florida che splende ,come un
quarzo nella notte;
e i lampioni ei neon sfavillano,
coi cartelloni dei mothel;
e tu vuoi andare ,
e non tornare,
più,
mai più.

Noi siamo picari,
belli e
slegati,
ma siamo picari,
soprattutto liberi,
senza dimora;
col tetto d'aurora;
siamo picari,
oppressi dai debiti,
inseguiti dagli sbirri;
non ci fermiamo,
noi andiamo;
come libellule,
come cavalli;
come spiriti,
siamo girovaghi,
come dire
nomadi;
abbaiamo alla luna,
non abbiamo paura,
senza dimora,
tutto il mondo
è una suola;
camminiamo kilometri,
siamo, nomadi.

A Elisa
Il giorno
Và via,
e tu non ci sei più;
era ieri,
che c’erano le piante in fiore,
era ieri,
che la vita era verde;
e adesso non ci sei più;
la vita ti ha presa è condotta,
per il mondo ,
tenendoti
per mano;
la festa è finita,
la stanza è buia,
la favola è finita,
la vita è andata e tu ,
tu
non ci sei più;
chissà se penserai a me,
chissà dove,
chissà quando;
e tu non ci sei più,
e io sono qui,
pensando a te.

Il futuro che arriva
Slitta,
al sera,
adagiandosi,
paino,
sopra
il paese,
stanco,
la giornata
alla fine;
le macchine ,corrono nel buio,
i fanalini rossi,
sembrano fiaccole votive
nella notte;
moccoli funerei,
che scompaiono;
il tempo,
indulge,solo un
momentino;
poi riprende
la sua folle e spietata corsa;
che riporta al domani,
che ci sbatte in faccia ,
il futuro,come sempre.

Addio,
ai giorni d’una volta;
il sole forte,
e riscaldava
l’anima giovane,
addio
alle risate schiette;
addio,
al tuo volto bambino,
ai giochi,
senza problemi;
addio, ai banchi di scuola,
il grembiule,
e il fiocco blu,
addio
all’età più bella e nova;
e cerchi,
nel tuo giorno,
adesso che sei grande,
di tornare a quei momenti;
e ti pare di sentire,
la risacca del mare,
che ti chiama,
che ti dice di tornare;
il mare,
il mare,
nella sua
immensa solitudine.

Notte fonda
Eterne paci,
infiniti
minuti,
nell'ascoltare,
il nulla
della notte,
col drappo
nero
e caliginoso;
qualche macchina,
passa spaurita,
e il sibilo delle
gomme,
viene inghiottito
nella notte;
qualche gatto
attraversa la
strada,
sgattaiolando via;
monotono faro bianco del lampione,
su una panchina,
contorta,
disadorna,
lasciata.

Le stagioni della vita
Stagioni della vita,
le stagioni sono tante,
e la vita intera
all’inizio è un eterna primavera,
con il tuo corpo bambino,
la voglia di scoprire,
i perché del mondo,
i tuoi dubbi,
e tutto ti interessava allora;
era un milione di anni fa,
o forse ieri,
le stagioni passano svelte,
e gli anni primi dell’infanzia,
a correre a perdifiato,
sono già nel vento;
e poi vengono le stagioni della scuola,
davanti all’entrata con gli amici,
senti la campanella,
il tuo grembiule,
il libro aperto, sopra il banco,
la cartella;
la focaccia da mangiare,
momenti magici,
li vedi ancora,
li senti ancora,
le voci dei tuoi compagni,dove sono tutti
adesso,
dove sono andati;
una foto che scolora,
gli anni belli;
com’era facile allora,
vivere,
e non c’erano problemi,
né depressioni;
sembra ieri, poco fa;
e tutto è fuggito,
evaporato,
le cos e le persone
girano in una giostra,
dei tuoi ricordi, sempre più veloce;
e rammenti gli anni al mare,
i tuoi nonni,
e poi le scuole alte;
dove sono tutti quanti,
dovunque per il mondo,
sperduti
sparsi,
ognuno con i suoi problemi,
le sue fortune;
poterli rivedere,
e dir lor la tua amicizia;
le stagioni deal vita,
così veloci,
che non hai avuto il tempo,
di dire una parola,
e ti bruciano
le parole non ascoltate,le cose non fatte;
le stagioni passano presto,
e poi dopo l’autunno,la primavera ritornerà,
e la ruota sempre gira,
che la vita, continua.

Altalena
Altalena,
senza requie,
altalena che mai si ferma;
altalena della vita mia;
da un a parte c’è il passato,
che non passa, e rimane fermo,
nel ricordo, e nei fatti, nei segni e nei sassi;
negli oggetti,
intorno a te,
e nel bene ricevuto;
di chi ha voluto,che tu fossi,
come sei;
altalena della vita;
bene o male,
giusto,
o errato;
io non mi sono mai rassegnato,
a voler vivere a modo mio;
pur sbagliando,
senza dubbio;
ma non mi pento
di aver tentato,
di essere uno schiavo
ribellato, e come Spartaco vado a vanti,
e per me non ci sono,
né santi, né fanti;
ci sono solo io,
e più in su anche Dio,
e ognuno pensi a sè,
che io penso,
un po'
per me.

Foglie
Giallastre, cartacee,
vizzite, marrognole,
volano da un capo
all’altro, sbattute dal vento,
buttate alla rinfusa,
sopra s’addensa un cielo
fosco,
imperniato di pioggia
da venire;
nubi accatastate,
incastrate, violacee,
sovrastano minacciose,
presto le pioggie
autunnali,
cadranno,
aumentando la noia,
di giornate tetre.

Estate, corsa
Via veloce,
tutto in fretta
è andato,
e noi con loro,
il cielo si fa spento
e bianchiccio,
le giornate brevi e fosche,
passano di botto,
voglia d’inseguire
l’estate,
correrle dietro
al tropico,
rintracciare il sole,
e rivedere il blu
del cielo e il rosso
del tramonto,
respirare l’aria calda,
e sentire
il tocco della sabbia
nella pelle, con la rena fine
che forma vortici infiniti.

007
agente speciale,
segugio da riporto
di sua maestà;
impeccabile,
nelle sue giacche,
look e self control,
inseparabile walter ppk;
a bordo di macchine d a sogno,
ragazze Bond favolose;
in giro per il mondo, eterno
nomade dell’avventura;
che ti fa sognare viaggi,
incredibili
posti
nel centro del tuo cuore;
i viaggi che non hai mai fatto, i posti , dove non sei mai andato;
Bond, riesce a fare tutto,
il mito di chi vince sempre;
uomo dall’energia
infinita,
inesauribili risorse;
la vittoria
per il rotto della
cuffia;
non sbaglia mai,
non ha dubbi;
non è umano,
un essere d’un utopia;
un mondo tutto suo,
dove si è vincenti e basta;
così lontano dal mondo reale,
fatto di piccole vittorie
e molti guai.

A Elisa
Il giorno
Và via,
e tu non ci sei più;
era ieri,
che c’erano le piante in fiore,
era ieri,
che la vita era verde;
e adesso non ci sei più;
la vita ti ha presa è condotta,
per il mondo ,
tenendoti
per mano;
la festa è finita,
la stanza è buia,
la favola è finita,
la vita è andata e tu ,
tu
non ci sei più;
chissà se penserai a me,
chissà dove,
chissà quando;
e tu non ci sei più,
e io sono qui,
pensando a te.

Sempre,
a casa,
finalmente,
il buon ricordo,
e stai sotto la
luce fioca della lampada;
e guardi dove,
oltre il muro,
vagando con la tua aleggiante fantasia,
che ti fa sognare,
che ti fa andare via;
e allora ti senti triste,
e vorresti spostarti e andartene via da questo
squallore,
da questi giorni troppo uguali;
e vorresti percorre ,
la strada 66,
che ti portano verso il Colorado,
e lo Yutha;
verso il Nebraska,
scoprire te stesso;
e poi giù fino alla
Florida,
con l’oceano,
e i pescherecci,
le barche con le vele spiegate;
e cerchi di immaginare
che stanno facendo adesso,
in fondo alla sentina d’America,
a Pesacola e
Apalachicola;
e insegui,
il mare,
nella
sua infinita
vastità;
e tu corre,
lontano,
lontano da tutto.

Fantozzi
Ometto rotondo,
sbuffante,
con le dita in bocca,
la lingua fuori,
come è umano lei,
e fa ridere
delle nostre miserie
le nostre debolezze allo specchio,
e tutto sbagliato
e non gli riesce niente;
eppure deve vivere,
e cerca di tirare
avanti
avventura di un povero Cristo;
la vittima sotto,
in fondo,
relegata;
che non offende ed è offeso da tutti,
non impone ed è sempre schiacciato,
e aspetta,
un riscatto
d’essere affrancato da una giustizia che non viene mai.
E l’esistenza sempre uguale, e vivere di piccole cose,
tra ombre e poche luci,
all’ultimo posto,
lontano dai protagonisti,
piccolo borghese;
uomo
umano,dai sentimenti veri,
pieno di stima
solo dei suoi,
guardare sfilare la vita degli altri,
e la vita passa come un cortometraggio,
e il domani e già oggi,
e la vita è passata.   

Crepuscolo attanaglia
La città,
impigliata nelle
maglie della notte;
oggetti e cose
nascoste dal buio,
svaniscono a
tratti dalla vista,
proiettando ombre
enormi;
rumori sopiti,
sprofondati nel
nulla,
interrotti
a tratti,
dal rumorio
delle cicale e dei
grilli;
binari corrono
nel buio catramato,
verso la notte.

Nel parco,
svolazzano foglie
tremule, decrepite
e stantie,
che tracciano disegni
di mucchietti
giallastri
di foglie raccolte;
strati d’aghi pino,
ammucchiati ai piedi
degli alti fusti;
un vento vorticante,
manda per aria
polvere
e foglie staccate,
dovunque traccia dell’autunno,
arrivato
come un foresto
inatteso.

Alba
Albeggio
In cielo de nubi stranite,
che sé colorano di strano
strati e nubi gibbose,
che prendono
colore,
sino a diventar
ramate;
e raggi d’aurei dorati,
entran tre le pupille,
ad annunciar
l’alba nova,
e il giorno iniziato.

Amore Ancora
Ancora qui
E poscia
Dimenticar
Non viene;
pur se il
tempo spezza
in cenere
le membra e
le fattezze nostre;
che la vita si piglia,
e t'illude tanto,
che un pover spaventapasseri,
esser creduto assai grande;
che invece buttato via,
d’improvviso,
come un pupazzo vero.
E la vita, rivincita si piglia
Eppur non si poteva
Dimenticar e rammentar,
sì di nuovo;
ed i battiti,
e i gran sospiri.
E lo sperar folle,
contr’ogni destin aspro.
E in sto momento,
niuno solamente, che sfumar veloce
va, d’una clessidra;
a ricordar del tempo,
a ritrovar il viso,
in vision fugacemente che alito
di vento, manda via.
Ancora te,
ancora te;
ancora.

E il meriggio
Si allunga,

con giornate in fiore
e i prati
di nuove verdi
e il risorgere delle cose,
sentire la primavera dentro e fuori
e lo stormire di volatili
ed aspettare
il ritorno delle rondini,
per un buon ritorno
e odore di legna vecchia
bruciata,
e lo spaccar della zolla,
e il camminar parco

del contadino piegato,
con l’omero nel vomero,
a passar tra i solchi
e rifarli
e crearne di nuovi;
e sentir il tepore del sole
nel volto,
e il frinire d’insetti
e il giorno
inseguire
le ombre della notte
che non arrivano mai;
sentire la vita scorrere e volervi partecipare,
di nuovo primavera,
per fortuna,
e tornata,
e tornata, dopo la morte
e il letargo.

Aria di casa
E questo è il
Mondo piccolo,
tra le vetrate
e
sentieri, a scorciar
la strada;
tra di viali alberati;
e silenzi atavici,
e rumor sperduti
in latrati lontani,
e odor di legno bruciato,
del profumo della
primavera rivenuta.
E veder di portali
E vecchie botteghe,
che san d’antico;
casa mia, casa mia.
nonostante tutto.

Calma
Sentir il gemer
Di latrati remoti,
di randagi sperduti,
lo squittir de civette,
il frinir d’insetti. Ascoltar, l’inascoltato
silente di selene notte.
Smarrir il mondo il tempo;
svuotar le orecchie;
fissar il buio di china
e d’intenebrar pesar
in se stesso,a cose
sperdute,
a mille sogni
mai sognati,
a cose d’involer
non ancora avute;
e confidar il tutto
al secreto della
tenebra;
in buio mistero.

Amicizia
Amicizia,
sembra niente,
poca cosa.
Sale della vita.
Vita nei giorni tetri;
raggio di luce.
Incontrare,
qualcuno che scambia
con te parola.
Dimenticare,
per un po’
i tuoi guai.
Esprimere,sfogare i tuoi pensieri.
Pensieri.
Bisogno di parlare.
Compagnia
Che ti fa passare il tempo.
Ritrova la voglia di parlare.
La voglia di lottare.
Ascolti, rifletti.
Vedi te stesso.
Amicizia,
pare poco.
Ma quanto ci sarebbe bisogno;
mondo meschino.
Pieno di facce tristi,
stranieri,
lontani.
Gente nel nulla,
che non ci sei.
Ombre di
passaggio.
Un amico, per sconfiggere il male.
Una mano, su cui contare.
Un sogno ancora da fare.
Tanta strada da fare,
per avere un amico.
Porte sbattute in faccia.
Fatica di vivere.
Com’era facile una volta.
Avere amici.
I compagni di scuola.
Te li ricordi ancora, certo.
Dove siete tutti voi.
Un brindisi a voi, dovunque siate.
Eravamo amici, e non era poco.

Il giorno della festa
Pomeriggio polveroso,
domenicale,
con quell’aria e atmosfera un po’ fiacca
e sonnolenta della festa.
Rumori attenuati;
fuori qualche fiera,con la gente
in crocicchi.
Risate di bimbi, il loro pianto
L’allegria
La voglia di esserci.
Giorno di festa,atteso
E sospirato,
ma spesso fatto di niente,
solite cose,
il bucato
la tele che parla, parla,
una passeggiata
in giro;
quella lieve malinconia
del non sapere
andare dove,
quando.
Il telefono che non squilla;
tu non decidi,
muoviti
muoviti.
Il giorno della festa,
tanti sogni,
tante idee, che rimangono
nell’aria,
i tuoi amici non ci sono,
sono via, chissà dove.
E pensi alle persone
Non viste, a quelle che
Vorresti rivedere,
ma non ci sono, sono
più.
Il giorno della festa,
sfuggire alla noia,
inventando di tutto,
voglia di correre
a perdifiato,
come un tempo,
una volta,
col corpo bambino
e la gola
che bruciava,
respirare di nuovo
quei giorni,
d’un tempo
andato.
Era solo ieri,
ieri.
E già gli anni, sono alle spalle.
E non una parola.
Solo un nodo alla gola rimane.

Tutto cambia in fretta
Giorno che va,
in lento
stillicidio del tempo;
che vola,
di soppiatto,
minuto,
dopo minuto,
un piccolo tintinnio
di secondi,
e ci troviamo ala fine della vita,
e il nostro mondo se ne va;
e il tempo ci strappa
le persone,
la vita,
le cose in cui crediamo,
per cui andiamo avanti;
tutto è vanità,
e provvisorio;
la foglia verde cadrà,
e una altra nascerà, dopo l’autunno;
tutto cambia,
e non si ferma,
e tutti siamo in cammino;
in queste semplici, parole,
c’è il dramma di questa
vita
meravigliosa,
ma che spaventa;
per bellezza,
e crudeltà;
e siamo di passaggio,
ma ogni nostro giorno,
è prezioso,
e và vissuto,
come un dono;
e bisogna pensarci, ed amare la vita,
e stringere le cose,
prima che se ne vadano,
e spariscano,
forse per sempre;
vita in cammino, tanti sogni
e poco tempo, per viverli;
ecco, che non ci possiamo arrendere,
e bisogna cercare,
di avverarli questi sogni,
di fare e cose che ci piacciono;
di credere in qualcosa,
di ricominciare ad amare,
se abbiamo perso la speranza;
e tentare sempre di ritrovarla;
amore,
affetto,
le uniche cose, che possono salvarci,
ma non è facile trovarle,
non è facile.

Città e la notte
Segmento sottile
Nella notte fonda,
velo di seta
nera come pece,
nuvole tenebrate,
passano con calma,
portando via
l’acquazzone,
e il brutto
tempo;
esistenza
coperta,
mascherata,
dalle ombre enormi,
alle luci vivide
di lampioni stentorei,
con moscerini
intorno ai neon,
come grossi occhi
banchi,
semafori ticchettano,
in mezzo
a piazzali deserti,
e raggelati,
dal buio
senza fine.

Fantozzi
Eccoci qua,
alla mattiana
alle tre,
cappuccino e
caffè;
e poi a prendere
il bus,
e in fretta,
a galoppar,
al megaufficio,
che è
un gran supplizio,
col
linguone fuori,
e gran inchini,
e spesso
scivoloni
non tanto fini,
e con
la lingua pastosa
a
dire-come è
umano lei;
e il piccolo
ragioniere,
abbassa la testa,
rassegnato,
e
sempre
pagherà,
la gran cattiveria
del mondo,
tra i potenti,
sempre
più bravacci
e fetenti;
e una speranza c’è,
la giustizia,
in un paese
che non c’è.

Vola Enterprise,
orbitando
in parcheggio,
intorno,
a mondi strani,
galassie
perdute,
incontrando
umanoidi,
stirpi
e robot
bizzarri;
tra croste
lunari,
grotte,
e bacini
lacustri,
ai confini
dell’universo,
dove vola
la fantasia,
tra le stelle,
in un tempo lontano,
ancora
a venire.

Situazioni
Che si ripropongono
Stanche,
basta con tutto,
poter
andare via,
dimenticare,
lasciare,
non pensare
più ai pensieri,
essere fuori da tutto,
fare tutto,
quel che si vuole,
buttare
tutto dietro,
andare, tornare,
quel che sia, sia,
liberi,
liberi,
e basta.      

Novembre
Domenica
Un'altra
Festa,
un
altro
tedio,
noia,
tra i gesti,
banali,
e soliti;
rituali
festivi;
la biancheria,
la tele
con qualche
idiozia;
il tempo
minaccioso,
le nubi,
gonfie
di pioggia;
un a
telefonata;
il sogno
d'un viaggio
che non farai;
andare via,
vedere
altri posti,
altri luoghi,
altri sogni    

A modo mio,
avrei bisogno,
di stare in pace,
anch'io,
a mio modo,
vorrei
ritrovare il riso
d'un tempo,
vita pulita e chiara;
a modo mio
sono stufo di stà galera,
di stà città;
meglio stare alla larga
da tutto;
più che si può,
alla larga dai guai,
dal male,
che ci sovrasta,
meglio alzare le spalle,
e pensare solo a sé.     

Gatto randagio
Gatto,
sonnecchiante,
con un occhio aperto,
dormi,
sogni,
di avere la pancia piena;
e di trovare un buon padrone;
gatto randagio,
senza
padroni;
la strada il tuo mondo,
aspetti,
qualche cosa
dalle finestre;
avere la tua libertà,
e girare senza mai
voltare lo sguardo.        

il tempo vola,
e queste mani,
cosa potrebbero raccontare;
quanto ricordano;
come sono cambiate;
un tempo esili,
ed imberbi;
adesso coi peli;
adesso vecchiotte;
con le linee,
del destino,che nessuno conosce;
le mani che danno dolore,
che soffrono,
che indicano amicizia;
quante cose,
fanno le mani;
le mani d'una madre,
d'una nonna,che
ti accarezzano;
e non vorresti perderle mai,
quelle mani,mai.        

Temporale,
le gocce cadono scrosciando,
zampillando,
e
infrangendosi,
sul terreno,
nei marciapiedi,
pozzanghere grandi,
martellate
dalle gocce;
le vie
con rivoli
e
scie di acqua
piovana,
fanno sembrare
già autunno,
come se la bella stagione,
fosse stata scacciata,
e mandata via;
le foglie tremano sotto la pioggia;
il mondo sembra nettato,
pulito,
almeno, per un po'.       

Non c'è,  non c'è più niente,
senza te,
Etty,
dov'è finito l'amore,
dov'è finito quel
tempo,
quando ancora
avevo
una possibilità,
quando ancora
i nostri sguardi ,
s'incontravano per caso,
ma tu non hai voluto,
Etty,
non hai voluto concedermi niente,
non mi hai permesso di amarti;
e questo mi ha fatto soffrire,
in giorni interminabili senza
fine,
pensando al tuo viso,
ai tuoi occhi,
i tuoi capelli ,
Etty;
ma tu neanche ti accorgevi di me,
neanche
ci pensavi;
chissà, se ti sei mai resa conto,
se hai capito,
cosa hai significato;
e la polvere del tempo,scesa su tutto,
ottenebra ,ormai i ricordi;
ma io non posso fare ameno,
di pensarti,
adesso
questo momento,
questo istante,
è per te,
per te.  

La vita, va,
rotolando,
e a rotoli a volte,
vanno anche i giorni,
e tutto scappa via in fretta;
e non te ne accorgi,
che gli anni,
volano;
che i capelli
sono grigi;
rotolano gli anni,
come sassi,
giù, per un dirupo;
e dietro,senti ancora,
le tue risa di bambino,
il mare nell'infanzia;
alzavi lo sguardo,
e vedevi gli aerei con
gli striscioni,
svolazzare verso
il nulla,
verso il mare;
con le vele lontane, e i motoscafi
veloci;
era ieri;
ma la felicità,
può e deve tornare,
dipende da te,
da te;
il tempo rotola,
comunque,
seppellendo,
i nostri sogni,
rubando i nostri giorni,
l'importante,
e fregarsene ,
e fare solo, quello
che vuoi tu.           

Lentamente
Lentamente,
scivola ,
come un velluto tenue,
e soffuso di donna,
la notte,
che tutto copre,
che tutto lenisce;
che tutto ferma;
e si smette di pensare,
e di fare;
la notte,
con le sue ombre,
le sue sagome strane;
le luci fioche
e fumose
dei lampioni;
le lucette,
che si scorgono
nelle case;
chissà chi sono,
che faranno;
quale storia c’è dietro
quelle finestre;
ognuno chiuso
in casa,
ognuno coi suoi
guai ,
e la sua vita da vivere,
che non sapremo,
che nessuno saprà mai;
quanta gente,
che potrebbero essere amici,
e non lo
sapremo;
quanti altri,
che sarebbe meglio perdere;
vita,
di ogni giorno,
luci e ombre,
grandezza e miseria.   

Bellezza
Distante,
vedo,
la forma affusolata,
d’una ragazza bruna ,
con le gambe scoperte,
in una minigonna
primaverile;
contemplo le sue gambe,
lisce,
slanciate,
ben formate;
il suo portamento legante;
avvolta in calze sottili,bianche;
guardo al sua bellezza,
e mi appago,
della sua figura,
minuta e snella;
e sono triste,
di perdere,tanta bellezza,
preso dal mio tempo che corre,
e devo andare via,
purtroppo.  

Onde di California
Chiudere gli occhi,
e vedere,
l’oceano di California,
con l’acqua montante,
color azzurro forte;
i marosi,
che si susseguono;
le creste delle onde,
venute dagli abissi;
la spiaggia,
con la sabbia di rena
chiara;
l’acqua
trasparente;
il vento soffia,
folate,
che scuotono le palme;
California,
California,
e le vedi ,
la desideri,
e vorresti ,
solo essere in viaggio;
lasciarti,
tutto alle spalle.   

Aurora
Aurora spuntata,
con lenta cadenza,
a passi lenti,
non frettolosi,
in cui il tempo
si è rincorso,
nel quadrante,
giocando con
i minuti,
ed il giorno è
sorto
all'improvviso,
un nuovo giorno,
ancora,
con mille rumori di città,
clacson, stridii,
vita sulla strada,
e profumo di caffè,
e la giornata, parte.   

Sera,
come sempre,
serata grigia,
smorta,
col cielo
impallidito,
cielo che non sa di niente,
insipido, sterile,
come
un campo ricoperto di ghiaccio;
un sole tenue,
si fa strada,
nel primo pomeriggio,
finalmente,
e non c’è molto da dire,
un ristoro per lo spirito,
un regalo festivo,
sempre
benvenuto il sole,
che
scaccia i cattivi pensieri,
e riscalda
la terra,
imbrunita
dal freddo;
poi la notte,
e già lì ai piedi,
del pomeriggio,
sarà notte,
sarà finita,
e domani un altro giorno,
se ci siamo,
se non scompariamo,
chi lo vedrà,
chi no;
e si tira avanti,
tra un po’ di bene,
un po’ di male,
come sempre,
ogni giorno.   

Niente,
da fuori,
solo il niente della notte,
il niente
del buio,
che ha preso al città;
niente dei tuoi
pensieri,
che ormai sono di ieri;
niente,
delle parole
stupide,
di
tizi,
lontani date,
anni luce,
e tu non sei più tra loro,
da sempre;
niente,
perché
non te ne frega niente,
di s tare con gente,
che per te ,
non sono niente;
niente,
meglio che avere qualcosa a che fare,
con la gente,
che sono nemici,
e non contano niente;
silenzio della notte,
le lancette sembrano rotte;
ed il tempo pare non passare,
in questa notte glaciale;
niente,
da fare con te,
che non hai mai
rinunciato,
alla tua libertà,
e nessuno sa che non te ne frega niente,
solo di fare,
come ti và.  

Passata stagione,
passata, ancora,
e senti
di perdere qualcosa,
qualcosa di te,
se ne è andato;
e le stagioni passano,
e sempre passeranno,
e un capello bianco
è spuntato in più,
e senti il tempo,
in un lento fuggire,
verso il venire,
e vorresti una nicchietta,
per nasconderti,
e pensare un po’,
ai casi tuoi.   

Elisabeth
Sogno
D’una primavera,
arrivata,
silenziosamente,
in punta di piedi;
troppo presto
per capirlo,
troppo tardi per me;
che sono qui,
adesso,
in questo momento,
fuori dalle losanghe delle persiane,
filtra il sole
di primavera;
che mi riporta alla vita,
che mi riporta,
a te;
e so,
che non ti ho mai veramente
lasciato,
mai,
ho solo
creduto,
di esserci riuscito,
di aver dimenticato;
ma non posso,
e qualcosa,
mi riporta sempre a te;
a chi,
ho amato,
amato veramente;
e se adesso,
si adesso,
potessi tornare indietro,
un minuto,
un secondo,
se mi fosse data una seconda
vita,
un'altra possibilità;
sarei, si
credo che sarei di nuovo lì,
per te,
cercando di vederti,
di amarti;
e amare si deve,
pure amare
qualcuno;
e adesso,
nel mezzo del mio giorno,
penso a te,
a te.   

Poesia
La poesia,
è tentare
di dare una riposta,
alle domande,
senza
risposta;è la tua umanità,
il tuo respiro,
di fronte
ad un sogno,
il
tuo correre
dietro un pensiero;
un idea da trascrivere,
prima che muoia evada via;
è interrogarti,
reagire
al male,
alle avversità;
sopportare il peso
d’un a persona che non c’è più,
e tu che non vorresti,
il futuro che non ti piace;
è calmare lo spirito inquieto,
di fronte alle cose che cambiano
velocemente
intorno;
il tentativo di lasciare qualcosa ,
un pensiero dietro di te,
mentre stai
andando;
scomparendo. 

Bivio,
incrocio
delle strade;
crossing,
di corsie blu
americane,
le numero 66;
crocevia della vita,
la mia vita;
ti volti,
e gli anni
migliori,
la scuola,
le amicizie,
sembrano
così distanti,
così remote;
bivio,
incrocio ,
tra passato e presente,
che si combattono,
ricordi belli oppure no;
non sai del domani,
magari hai ancora
anni,
o forse
solo qualche giorno;
semplicità e
dramma,
della vita,
di ogni giorno,
con le sue esperienze,
e le sue stagioni;
una ruota dove ogni
cose inizia
e poi giunge alla fine;
bivio,
e sai che il tuo cammino continua,
e devi fare,
devi fare,
la differenza con te stesso,
e impegnarti,
impegnarti.  

Oltre il duemila
Andare, pensare
E il cuor
S’impaura,
a pensar
al venire;
chiudere gli occhi
e veder
l’avvenire
che viene
come un disco volante,
e non ha tempo
né pietate,
e alle soglie del duemila,
sentir
il gran tempo
passato
e gli anni
finiti
pesano,
e quelli a venire
di più;
e cercare di pensare al dipoi,
t’aumentano i pensieri,
oltre il poi,
chi ha fatto,
chi no,
chi è passato,
chi senza accorgersene sfiorisce,
chi era partito,
e non è mai arrivato,
dolori,
dubbi,
fra preoccupazioni
ed incertezze di
domani;
tra macchine, e
apparecchi sconosciuti,
cavi e radar,
l’umanità ad un bivio;
tutto troppo veloce,
solo un conforto c’è,
una speranza rimane,
l’amicizia,
il buon pensare,
l’amore di una
madre,
un sorriso.   

S’accavallano le nubi
Cariche di pioggia
Sulla testa;
s’avverte un rombo di tuono
distante;
un ritocchio insistente,
inizia a battere sulle tegole,
e poi si sente scrosciare per
le grondaie,
le strade si riempiono
di zampillii e di canaletti
cristallini,
camminando si scansano
le pozzanghere e ci
si imbratta le scarpe,
che scoppiettano,
sul bagnato;
il cielo è cupo,
si fa buio,
è l’autunno.

Foglie vecchie,
lastricano i sentierini
e le viuzze;
colpi di ventate,
scacciano la polvere
e i pezzi di foglie,
per collinette
e spazi;
le nuvole scivolano
coprendo brandelli d’azzurro,
il tempo cammina,
come un anziano
paziente,
si sente l’autunno dentro,
come un età di mezzo.

Pioggia radente,
cade con lenta percussione,
mandando spruzzi e schizzi,
le gocce ingrandiscono,
s’urtano, s’incontrano,
muoiono nell’asfalto;
piante ed alberelli
nei viali, fradici e madidi,
lasciano uscire, zampilli
piovani;
la strada si riempie
di chiazze e
avvallamenti lacustri
d’acqua ferma,
si bagnano le scarpe, scalpicciando;
cielo tetro e abulico,
bianco come calce,
senso d’autunno,
impressione d’inverno.

Aleggia la festa
Lontana, dal cuore,
portato via da pensieri,
da pene nascoste,
da languori mai sopiti,
sapore di malinconia in
bocca,
tra i viali spenti
e le panche abbandonate,
tra
la città cheta
e adagiata,
e i giornali bianchi
e la tele,
con quell’occhio vitreo
che dice, dicembre
niente.
E cerchi la pace,
e il tranquillo
fare,
e getti
via le cose storte
e le sciocchezze
e cerchi
la pace,
la festa.

Ben nella memoria
Il ricordo dei
Giorni lieti,
e fare
qualcosa ancora,
perché ve
ne siano altri,
e non accetti la
parola
finito,
e andare
ancora,
e provar emozione,
come se fosse prima
come quando eri più fresco,
inseguire,
la felicità
di istante
fatta
di un' ala
di farfalla
delicata,
e la devi coglier
dal niente,
e trovarne
ancora
per afferrar il sorriso,
e soffocare
il tristo e il brutto;
e gustar la vita
in semplici cose,
e voler ancor di esistere
e veder il seguito,
e scoprir,
come una continua scoperta,
buttando via
il peso della tristezza,
e i pensieri da non
pensare.

Felicità
Un momento,
un palpito tenue,
un battito di ciglia;
che lo vuoi salvare,
metterlo da parte
serbarlo,
contro il buio,
lo sbagliato.
E giunto,
un attimo blando,
si ferma,
è gia fuggito.

E il tempo,
e si una vaporiera,
senza pietà
che non ti dà il
tempo di pensar,
e corre, corre,
per alture e vallate
tra presente e passato,
e il ricordar
i cari assenti, e le mille cose
fatte,
ti dà dolor,
e i posti visti,
e i giorni passati;
e le cose adesso,
che ti richiaman
ai fantasmi fatui,
di giorni
che non tornan più.
E il giorno, ti
Sembra troppo chiaro, e gli spazi
E le piazze troppo vuote,
piene di troppi pensier,
e vai,
col tuo fardello di pensieri,
e
di ricordi,da chi è rimasto;
e fai, e vedi, e muovi
per sfuggire, al rimpianto,
che ti batte la spalla,
e ti ricorda te stesso,
e la tua malinconia.

Pace
Volontà di pace,
di non perdere tempo
in sciocchezze,
di non stare
a sentire
nessuno,
di camminare godendo,
un tramonto,
una panchina nel
silenzio,
un momento di pace nella giornata;
strada vuota, picchiata dal
vento;
e tu senti,
la vita dentro,
preziosa,
ogni giorno
prezioso,
per te.

Anni giovani
Vuoto di tempo
Mancanza d’ogni giorno,
vedere dei lampi di passato,
che non passano mai.
Sentire le voci del passato;
ancora le risa e i ricordi
di quest’uomo
che non se ne andranno mai.
Che resta di tutto l’affanno.
Il tempo da solo spazza via,
intorno a te,
i visi,
le persone su cui contare.
E resta un uomo solo,
con le memorie, e d i fantasmi
delle cose andate, per sé,
sfumate.
Meglio essere piccoli,
ed avere intorno a sé
gli amici, e i visi dolci,
e tutti quanti.
Meglio l’alba del giorno, e non
Il crepuscolo.
Stagione fresca e tenera, che passa così presto.
E già il bambino, non è più.
Poter fermare tutto quanto.
E ritornare da te, da te nonna.
Riportare indietro il quadrante,
meridiana a ritroso.
Sentire le vostre voci,
e ridere ancora e forte.
Dimenticare il male,
il grigiore, e lo squallore, di gironi tetri.
Di errori commessi, di sbagli
Non più riparati.
E dunque, già tardi,
e il tramonto incombe,
sulle umane gesta.
Quanto tempo resta,
un anno, un giorno,
un minuto?
Era ieri, che tutto era nuovo e strano,
una scoperta senza fine.
E già i capelli son grigi,
e la faccia stanca.
Il tempo, il tempo
Corre, come un cavallo imbizzarrito.
Il futuro, che appura,
è già dietro, la porta,
nell’angolo, si fa avanti,
crudele e spietato.
Meglio è, rimanere piccoli,
e avere i sogni
e le speranze in tasca.
Dove sono gli anni meglio,
quelli allegri, senza problemi, senza pensieri.
Il cuore volava in alto, in alto.

A Leopardi,
poeta desolato
sepolto
in un borgo selvatico.
Lontano dagli sguardi;
grande cultore e d erudito
signore di se stesso e del suo
genio;
capace di trovare parole,
laddove non c’erano
per nessun altro,
osservando la natura,
e le cose,
con attenzione certosina
e feconda.
Curvo nelle sue carte,
perduto al mondo e a se stesso,
vita negata,
relegata
tra le carte e i testi
e tomi
della biblioteca,
il suo mondo.
Lì serrato, segregato
In perenni ed inconsolabili
solitudini,
malvisto,
a volte incompreso;
eppur grande e
irraggiungibile
nel dolore suo,
suo unico amico e
compagno.
Anima vagante e persa,
senza ristori,
senza conforto.
Difficile da capire, e mai capito
Dai suoi conterranei.
La sua solitudine grande,
come la sua afflizione;
e il cercar di fuggire,
e poi tornare,
fino all’addio a Recanati,
posto di crudeli ed infimi, che mai
compresero,
il grande tra loro.
Leopardi col suo sguardo triste,
l’incarnante
del travaglio del poeta,
spesso in attrito col mondo,
e sempre solo, con le sue
idee e i suoi tormenti;
inseguendo il pensiero suo,
segreto e sofferto;
gioia per i lettori.
Poeta fatto di pena e di abbandono;
grande, fra tanti piccoli.

Blade Runner
Ascoltami straniero,
ho visto pulviscoli
lontani,
nella via lattea,
la terra infuocata
di marte,
ho scorto navi
in fiamme
ai confini
d’orione,
desiderare, provare,
esistere,
più vita,
padre,
più vita creatore,
al replicante;
tra metropoli,
macchine volanti,
miasmi e
ciminiere,
smog
e pioggia
perenne,
con città affollate,
come vicoli,
con dirigibili
pubblicitari,
bar-sushi,
esseri
extra mondo,
vie buie
e umide;
dammi più vita,
padre,
prima che
la colomba della
vita, voli via;
muori sporco
poliziotto,
che mi rubi,
la poca
vita rimasta,
prima della
fine.

Domenica
Imbrattata da residui di pioggia,
strade intrise di gocce,
umide, lucidate dalle pioggia,
avvallamenti d’acqua,
pozzanghere, chiazze piovane,
pozze lacustri,
rigagnoli d’acqua, corrono
lungo i tombini,
o si smarriscono tra l’erba,
in conche, e spiazzi angolosi
nella terra;
aria fredda, odorosa
di pioggia acquosa,
strada pregna
di temporale,
scivolosa,
luminosa,
manda riflessi
a specchio,
su cui auto, vanno,
mandando spruzzi
dappertutto;
domenica indulge,
tra odori di cibo,
aroma di caffè,
e azioni sempre uguali,
del giorno di festa.

Psycho
Il ritmo aumenta,
e si fa sempre più
ossessivo,
suspance
in tutto lo stabile,
albergo della
paura,
vecchi mobili
antichità
poltrone,
coperte da lenzuola;
l’acqua inizia a scorrere
nella vasca,
esce da mille buchini,
ragazza,
ragazzaa,
dentro,
mille
occhi spiano,
terrore
corre
lungo il filo
della lama,
lancinanti urla,
casa del mistero;
Anthony Perkins
Alza lo sguardo
Lentamente,
occhi magnetici,
spiritati,
occhi di vetro pieni di niente,
e sorride
sorride
istericamente,
lo sguardo cupo,
perso nel
vuoto
della paura,
trilleher,
il suo volto
lo sguardo
spiritato
riempe
lo schermo,
egli ascolta voci,
che sente solo lui,
solo,
mille voci di dentro
si perde
nella sua mente,
malattia
oblio,
limbo,
senza fine.


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