Parigi io non ti amo in questo ottobre senza
sole
buffone Nosferato inciniglia la strada di ombre
Parigi collassa sulle rovine dei romantici decaduti
t’attendo sul ciglio dell’alba con un tremito al secondo
consapevole d’amare la cosa più bella che esista
i sogni inflanellati nel loro pigiamino d’ottobre
nei lampioni resta l’anima di ogni falena innamorata
sommergibili con ali tic tac sotto la Senna _ prendono il volo
le mie mille anime parigine che rinunciano all’eternità per i tuoi
occhi
Verlaine col suo umore Gargoyle passeggia tra le dimensioni del
tempo
mi sfiora le spalle dicendo “il mondo è dei cretini che s’amano
male se avessi un ancora un attimo …” – poi svanisce
non pentirti quando ami … nella mia mente una spada colorata
trafigge la morte
e ti riempio di baci
un troubadour canta Paris Lullaby in cambio di monetine
sopra il Louvre una nuvola rosa tira fuori gli artigli contro il
buio
le mie fantasie corrono sulla tua bocca
ssst nascondiamoci dietro quei due castagni …
come cigni coi colli lunghi senza voci le nostre mani strette
angeli dal culone di nebbia seduti sui tetti in schiacciata
azzurro diventa il mio ego quando ti danzo vicino
… tu sorridi … chissà cosa ci rende così belli quest’oggi
risorgono i pedoni come dei Moliere dalla canfora
aprono i bar c’è odore di pane dai forni
Piaf si mette il rossetto specchiata nella vetrina degli eclair
e noi nel nostro succo emotivo come due agrumi attacchiamo
Montmartre
il sole entra nel grigio ed è buono come l’amore
ti porto quasi sul petto verso un bistrot _ facciamo colazione?
ti mangerò cominciando dal cuore
e sarò sazio – se lo sarò poi potrai fare con me altrettanto
Leo Ferrè irrompe Paris je ne t'aime plus
ma nessun innamorato l’ascolta
La divina solitudine
in me un demonio con ali di angelo allarga le gambe per
partorire ombre
uno stormo di peccati torna dall’Ade dove hanno svernato per tutta
l’estate
i fili d’erba diventano ghiacciati persino col respiro caldo
e mi rendo conto che i sogni di pochi uomini non bastano per
scaldare il mondo
eccomi! eccomi! lucifera una voce da ogni strada
non devi spaventarti! tu non devi avere paura!
un loop di eco nella mia testa nutre di spaventose chimere il
sonno
la voce che m’insegue è dell’altro io in me che veste piume da
corvo
ed è bizzarro come io tenti di volare alto nonostante il peso
come le tenebre m’inizino a pratiche e a giochi di cui amo il
mistero
ahi piccolo uomo! mi lusinga il corpo della strega appena
accennato da nebbia
lasciati andare alla vita che non puoi chiudere dentro una regola
in me si sveglia come un bruciore caldo da veleno
s’accoppia alle vene e diventa possente stordente il fuoco
il mese dei morti rinasce con pioggia fitta che lava i poeti
liberi dal peso delle loro tombe e dai peccati
e ci abbracciamo tutti al vento siamo degli aquiloni selvaggi
un odore penetrante e amoroso ci cinge i fianchi
tra le ultime rose di ottobre liberate le danze
amuleti di foglie cadute tutti recitanti incantesimi … maghi poeti
e streghe
dalle rocche di solitudine a piangere poche ombre
oramai l’alba deterge di ogni baldoria le tracce
ho freddo e il mio corpo perde la forza dell’ala
solitario il passo spietra il silenzio in strada
Pascoli indaga sulla metrica sul filo sottile del Limbo
un coro di voci reali gli chiedono “salva Poesia”
lui amica sornione da una nuvola nera di acque
sotto i suoi piedi la mia testa una lapide con poche iscrizioni
“Poeti unti dal divino ancora in esame”
la tomba di questo giro è vuota
e mi prende come una febbre di stimolante danza
però senza metrica
nuda la mia anima
bagnata la mia anima
peccatrice la mia anima
buona la mia anima
il dolore s’è genuflesso e le ultime lacrime
una sirena nella carne
nel mare di tutti i sogni serviti al nulla
in cui io Re
io schiavo
io uomo
… m’inchino a Musa
Young Zero
Nosferatu
sapere dove Nosferatu nasconde l’immortalità
come tiene acceso quel fuoco bianco e freddo
in cui palpitano i sogni
potere togliere alla notte la sua nudità
fino a vedere attraverso i fantasmi le loro vite
disporre a piacimento del tempo
capire quando divorare la dolcezza dell’aria
finché senza fumi
salvare dall’estinzione poesia
come se fosse l’ultimo baluardo di coraggio
di molti senza nome
Young Zero
gufi con teste d’ottone e fantasmiche aure
in bagliori
Isadora lamputa e brilla in atomi nel denso grigiore
la mia anima è una strega con ovaie sibilline nel pieno computo di
magia
colori inesistenti in natura per saziare d’allegria i demoni
o contagiare poeti appena usciti dai cimiteri
per creare bizzarre forme d’aria
come degli abili soffiatori di vetro
scopro che luce e buio - sono in me
la stessa cosa
il male che genera bellezza è come un sale sparso ovunque
e confesso ai tuoi occhi
fantasmi di astri più belli perché lontani
d’amare penombra più del contorno
mi spingo nelle ere della città – stessi diavoli
odori di fritto
di dolci dall'aspetto e dal gusto di plastica
di piscio di cani viziati con padroni al guinzaglio
i quadrupedi li fanno correre intorno ai lampioni
intorpiditi da una lucina gialla
che renderebbe vecchia qualunque strada del mondo
mentre sclerotici bambati in navicelle spaziali
stirano vite while messaggiano al prossimo orgasmo
ecco il mondo reale
si nuota
si striscia
ci si arrampica
scimmie essere e non sapremmo lo stesso volare
l’unica cosa bella
imparare a manomettere l’impianto
prima che il castello di ossa crolli
senza che abbia mai dato ai pavimenti
la possibilità di toccare anche per un attimo – le stelle
gufi con teste d’ottone sulle insegne dei pub _ già ubriachi
mi molesta speranza
e mi chiede “che ne sai tu di un vero abbraccio?”
mi prende come una morte
fissare l’interminabile grigio del cielo senza ala
m’arruffo nelle piume dei sogni
come se un Keats mi fosse saltato nell'anima
per dirmi tutto sull'Eden
please take me out of this world
sulle spalle della tua nave
oh piccolo mostro nella mia testa che chiamo Chimera
in un qualunque giovane solstizio
bruciante in altre più forti fiamme – o fuochi
portami a te finché col cuore vivo
finché l’amore mi è cibo e veleno sulla bocca
attraverso la città coi caproni della movida
in mezzo a streghe gnude ignoranti incantesimi
e ti chiamo
urlo il tuo nome
statica la bestia d’aria mi ringhia contro col vento
ghosting come ogni altra ombra
per poi tessere universi nella mia mente
che strano _ il gufo d’ottone ubriaco di birra ora ha gli occhi
lucidi
tutti sognanti
stanotte
rido con tutte le anime che non ho ancora avuto
warrior
keep smiling to the darkness
poets and lovers
Uccidimi Diavolo!
certe volte ti amo
ti metto sulle mia labbra assassine
per avvelenarti
di dolcezza
di sola dolcezza si può morire
lentamente
morso dopo morso
ti contagio
certe volte ti porto dentro
non nei miei battiti
ma nella mia carne
ti metto alla tavola coi miei organi
e ti dico
mangiami!
saziati!
divorami!
certe volte mi lascio morire
tra le tue braccia
una
due
tre volte e più ancora
finché non ti vedo tremare di fatica
finché non chiudi gli occhi perché non capisci
cosa ci divida dall'indivisibile
certe volte ti chiamo “Mio Diavolo”
mentre corri col sorriso nel mio cervello
finché non ti prego
“Uccidimi Diavolo!”
poi mi togli l’aria
dalla pelle dalle ossa dalla carne
semplicemente con gli occhi
certe volte mi ami
mi metti sulle labbra i tuoi sogni
mi sfinisci di brividi con una favola
sussurrata sotto le stelle
ed io ti avrò ceduto qualche lacrima
che avrai bevuto quando assettato e a fuoco
“Dimmi che sono il tuo Diavolo!”
si sentirà da una dimensione temporale futura
mentre il letto già vuoto
racconterà all'amore dei nostri fantasmi
poets and lovers
Mago Z nella Oz senza sole e corvi d’oro che
inghiottono Manhattan
notte con le pantofole d’oro per un tip tap tra le stelle
son qui a pensare
che il calore delle tue braccia sia svanito troppo presto
piove da Brooklyn fino a Lond Island
mio tormento
mia estasi
mio bene
l’autunno ti stappa alla mia anima
per portarti altrove … al sole
le nuvole dei tramonti come grandi garofani celesti
lupi le ombre con artigli coltelli per banchettare col mio
cervello
piccola nocciolina nell'immenso bizzarro della vita
e sei tu la colpa delle mie pene
tu che rendi facile o impossibile ogni cosa
sei tu nelle vetrine di lusso con modelle dal vivo
che hanno sofferto di una qualche fame
mentre fuori piove
e lo scotch di Carragher’s
non basta per tenere alto il morale di tutta la baracca
l’intera New York è a un meeting col Diavolo stasera
i felici
gli allegri
i depressi
e i cofanati
pidocchiano travestiti - le feste
mentre fantasmano dai cimiteri verso la battigia … i poeti
dall'aria banale e un po’ persa
mi chiede se ho d’accendere un Poe nell'ultimo abito nero
al mignolo
ha l’anello con un corvo grande quanto basta
per coprire il polsino della camicia
ed sono orrore le orbite di quel gioiello
che pare abbiano dentro una scintilla di vita
socchiudo gli occhi _ ma poco dopo ecco - sono scomparsi -
entrambi
dentro un nulla di fitta nebbia
che inghiotte i vivi e i morti di Manhattan
non voglio sperimentare il dolore ma la gioia
l’inferno ambulante di persone con varie bulimie
saremo noi gli esiliati nelle pagine di siti per la Resistenza con
la letteratura
a cambiare il mondo
sino allora
proverò a trovarti
così ti stamperò quel bacio
che ti promisi quando scappasti
in piena notte _ quando malati com'eravamo di troppo amore
vedemmo la paura di aver bisogno l’uno dell’altra
ore mezzanotte e uno
fine ottobre
Desdemone livide escono dalle tombe
si sparano ai confini tra bene e male - gli angeli
nell'Eden un albero pieno di mele rosse nemmeno un respiro
Dio in ritardo con giacca Lamè Oro scende da un limousine bianca
ha le ali stipate in una chitarra elettrica e jeans attillati
compra ping per tenersi aggiornato coi mali moderni
le sue scarpe sull'asfalto fanno un certo rumore
è alle mie spalle
un attimo
mi pesa
mi consuma
mi riavvia
svanisce lasciando alle streghe l’ora d’aria
me irrisolto innamorato e radioattivo
questa città ama e odia tutti in egual misura
non avrò bisogno di difendermi
dagli Hemingway bevuti
dai Whitman col loro striminzito glossario da dandy
anticonformisti
dalle Dickinson Maiuscolate e severe
o dalle chimere dei Cabaret sulla 42°
senza te io qui sono già morto
campane battete!
è mezzanotte si apra lo scenario!
Arran spreme le pietre etiliche le fionda in bottiglie stivate nei
bar
dove brindiamo ai pochi momenti di sincerità con noi stessi
e il mondo di Halloween è aperto su una app di incontri
tra Veneri in botulino e tritoni invasati dal sesso
è una città New York dove anche l’ubriaco è un eroe
servigi poetici a domicilio sulle pagine gialle _
e a buon prezzo anche una narratrice pronta a spogliarsi
un extra per imparare a memoria il poema
alberi ora pomiciano con l’uggioso
cani da strada recitano i propri umori per le amanti
marine spalmabili nelle tasche delle giacche addosso a
sentimentali
voglia d’amore come profumo di lusso dietro la nuca
non ti vorrei
io ti voglio
brillo
in questo medioevale teatro con quadrupedi a motore che puzzano
più dei cavalli
con ladri in giacca e cravatta
con Diavoli in minigonne senza mutande
ti voglio non per il mio non sonno
ma per la mia lunga veglia mortale
i miei ormoni divorano qualunque cosa voglia l’aria dare oltre la
pioggia
infervorato ascendo al tuo amore
con i sogni
dimmi per favore
che sono completamente fuori di testa
un pazzo senza senno
un folle
che non dosa con poca umiltà il passo
quando m’appare ignoto
in mezzo agli sconfitti dai festini delle streghe
danzanti nude su ogni tetto di ogni grattacielo
che rende il bosco di cemento un altro Ade
io ti invoco
mia creatura disciplinata solo dall'ordinario
dall'abitudine lavorativa
e dal poco consumo di alcool
fatti amare
io riaprirò l’Eden
ma questa è un’altra fiaba
…
sceglimi come tuo mostro
non ti deluderò – lo giuro
Poems of lust for Lovers
The scienziato
le mani nel cosmo in mezzo alle stelle
cercare
argilla per l’uomo in cui soffiare i tuoi sogni
stanco ma il tuo cuore ha bisogno di aria
le ali solo per angeli che non cercano un premio
t’ho già visto e forse t’incontrerò ancora stasera
ho nelle ossa una cimice spia del tuo rivale
“l’amore lo devi dare” l’hai scritto come hai potuto nel mio
midollo
non piangere per ciò che è stato nell'Eden
t’alzi presto che il tempo non ti conosce nemmeno
la Morte passa alla tua porta ma non sa come entrare
i serafini sono dei pasticcini con mille ali
cui tu ripari il motore per una lunga durata
ti spingi stagione dopo stagione nei sogni di noi altri
spesso ci fai navigare in acque proibite
“un assaggio di eternità” lasci segno nel petto
e sorridente ritorni al cielo in cerca di una nuova magia
The Scienziato
Morfina
Fatti più vicino alla mia bocca, così che io possa
prenderti l’aria dalle labbra,
così da incollare alla tua pelle il mio silenzio e annusarti i
battiti, ancora nel petto.
Fatti più vicino ai miei muscoli, tese cortecce di legno bagnate
dal sudore a pioggia
e non ti domandare perché tremo una volta vinti i tuoi e i miei
brividi
con un bacio.
Fatti più vicino alla mia nuca,
innocente sentiero per sensazioni ostili alla pace
e non sorprenderti se le nostre mani intrecciate,
non vogliano liberarsi dalla stretta.
Prenditi la mia febbre e il malanno che svirgola nel cieco del
sangue.
Lasciami al drago cuore tuo in pasto,
finché la mia anima non reclamerà una via per l’Eden.
Fatti più vicino all’abbraccio di tutti sogni nella gabbia del
torace,
non ti spaventare se l'incendio troverà anche il tuo fuoco.
Non ti spaventare se le mie fiamme troveranno le tue fiamme,
o se bruciando … tu sentissi la mia richiesta d'aiuto
in qualche scintilla lontana dell'universo
che s’è sostituita a una stella, pur di amarti ..
poets and lovers
diavolerie e incantesimi
quercia podalica in simbiosi col vento
testarda radice che germogli visioni
dentro la carne dentro il mio corpo una strega
pronta per le sue infernali danze
vieni straniero più vicino alla mia bocca
miele avrei sulla lingua se non temi inganno
ti lascerei libero stanotte
ma non conosceresti l’estasi che brami
batte il vento batte controverso la fitta pioggia
eccomi tremare non servono coperte
dammi del tuo sangue … dammi un assaggio
per purificare diavolerie e incantesimi
discepolo della notte oh, m’agita il buio
che scende in me appena si nudano gli astri
ombre con nomi di grandi poeti sopra le tombe
nulla dell’Ade stasera ha sonno nulla che abbia smarrito un’alma
vieni ai miei fianchi larghi per concepire creature
lascia alle spalle un altro giorno di guerra
sbottonati vestiti anima paure e segreti
firma per l’infinito davanti all'occhio di corvo
s’ubriaca la Senna di acque troppo dolci
dei sanculotti il sangue nasconderò all'alba
ma tu incendia per me ogni Gargoyle che guarda in alto
dove nemmeno la mia scopa magica potrebbe arrivare
astri come lillipuziani nel bicchiere di cognac e fa freddo
spiritica l’aria nella stanza in cui vorresti amarmi
se ci gettassimo sul pavimento non è vero che penseresti a un
campo d’erba
ho fame ho fame ho fame
luna bisciona che striscia in ogni parte del cielo per spiarci
chiudi le tende
la porta
spegni la luce
il cellulare
controlla che i vicini ci sentano bene
nelle nostre danze
perché anche se hanno i loro inferni
preferiscono odiare sparlare di quello d’altri
ora amami assassino
amami mio diavolo
più forte di quanto l’autunno ami il vino le foglie morte o i
risorti
meno delle fiamme infernali ma più di qualunque altro uomo
di cui potrei volere essere l’amante
appena alba
Poems of lust for lovers
Il Bacio angelico
quando non so più di cosa scrivere _ ti penso
m’accendo lento come un motore diesel
poi inarco la schiena per liberarmi le ali dal fardello della
giacca
fissando l’angelo che mi urla da sottopelle _ fammi volare!
m'innalzo chiudendo gli occhi da umano
perdo pelliccia di yeti _ i modi selvatici _ il bruciore post
sbornia
mentre tu diventi il centro preciso dell'universo
dove puntare il compasso della mia alma ignara
d’avere un chissà compito tra Ade e Eden
mi sei bizzarro appetito di cose non umane
vorrei bere vino _ alcool _ assenzio _ birra _ acqua
tenere i canini nella carne di una bestia d'un altro pianeta
succhiare linfe ai soli troppo sbronzi d’elio per fermarmi
dare di stomaco dopo una indigestione di favole
ma nulla toglierebbe il bruciore nel capo
che mi da il sognarti
ho legato fiocchi rossi ai lampioni
in caso dovessi perdermi nel buio dell’autunno
mi riporteranno dove sono i miei passi ora
sotto casa tua
dentro la notte più fredda in cui ottobre si sia visto
mi farai posto nel letto?
mi dirai ti amo dopo aver fatto l'amore?
mi porterai il caffè la mattina?
mi ucciderai di nuovo con la promessa “ti sarò per sempre”
che importa
uccidimi all’infinito
persino il tuo cane cui avevo lanciato un osso continua ad
abbaiarmi contro
il maledetto
e quello stronzo di un gatto nero che ti ostini a chiamare Cupido
ha fatto i suoi bisogni vicino alle mie scarpe
l’avessi io in Cina …
ho perduto la fiamma mentre ti pensavo forte
sarò la prossima stella Polare tanto son gelido
c'è una sorta di fuoco che non controllo ma mi spinge a darmi
la pelle si strappa
si divide dai suoi colori il sangue
le ossa non reggono il peso della creatura dentro
che s’apre sulle ali
mentre il dolore si chiude in una biblioteca
dove angelici apprendisti
imparano la prima arte del miracolo
ti lascio un bacio qui sul vetro che specchia Luna
domani … avvicina le tue labbra così da imprimere calde
io le sentirò ovunque l’autunno ospiti i suoi nuovi mostri
all'alba seguirò i fili rossi dei lampioni
rianimando vecchie falene
e salverò il tuo cane dal diabete
darò un biscottino all’infernale gatto
ti stringerò al cuore con sovrumana forza
versando nei tuoi occhi con due soli tristi
la forza invisibile delle mie fiamme
allora mi penserai
bruciandoti per distrazione la gola con del caffè bollente
“… chissà” dirai “.. dove lui è …”
mentre queste grosse ridicole arroganti angeliche ali
ti faranno da coperta
...
Poets and Lovers
Flyer
dissero che uno scherzo non potrà mai volare
contro i sogni il verdetto dell’uomo con smusso immaginario
il suolo fu un ricordo per pochi secondi
e la libertà aveva già un nome sull'ala
audaci o folli che importa
all'orizzonte non si arriva da fermi
tu non mi devi credere!
tu devi solo guardare!
una corsa e il mio carro di fuoco è nel cielo
uomini … per puro caso eroi _ di certo pionieri
siamo nati per dare filo da torcere a ogni paura
occhi aperti … trema se vuoi ma ecco le stelle
in basso i cuori trattengono i loro respiri
avanti
avanti ancora
a spaccare il vento
avanti oltre tutti no dei miscredenti
abbiamo le mani che fanno scintille
abbiamo riposto gli astri nel loro cosmo
il giorno dopo andremo a giocarci
ali di fuoco e cuore in fiamme
uomini contro titani oltre le nuvole
da dove saliremo più su ancora
Folgori notturne
Disco Noeferatu
uomini fatti di fiammiferi pronti a incendiarsi
tutine di amarezza nei frigo con cibo a lunga scadenza
solitudini in pigiamini con stelle
ogni cuore cucito con fili di un colore diverso
fiori ai morti e case vuote
tombe nei letti mentre gli spettri escono in mezzo all'autunno per
scaldarsi
Londra sotto i fari occhiuti di gatti neri
se il Tamigi fosse un fiume di birra sarebbe già asciutto
Whitman un po’ pallido ingravida lo spettro di una Musa
che aveva già donato le sue delizie a Byron
perlato dal sudore in cui ti tengo
conto i mostri di ritorno dagli uffici
credenti nelle serendipità autunnali fumati di viaggi ultraterreni
kissami … kissami … ma le tue labbra sono gelide
maglie di pensiero con buchi di tarme virtuali
nutrite dalla mia brama
malinconia … euforia … si fott…no bene insieme
ho un angelo bipolare a guardia della mia anima
questi fianchi si muovono come un inferno
forse vogliono ballare
forse ti stanno volendo
forse farebbero bene a stare fermi
Elisabetta mastica un dolcetto e parla del tempo
a wolf is howling to the moon ma nessuno lo sente
è il mio cuore che ti chiama
le steppe sui tetti con asciugamani da spiaggia per i defunti
ed è l’estate più romantica che abbia mai visto in autunno
creme solari per cadaveri di mezzo secolo
abbronzanti per quelli già secolari
barrette energetiche per i Siffredi dell’Aldilà
che corrono per le strade annusando ogni lampione
nessuno può disintossicare il mio cervello dal sogno
ho la testa incollata alle nuvole – potrai mai arrivarci
tolgo allo Shard le ferraglie per farci crescere un fiore
il cui profumo sarà come la tua bellezza
trilioni di spettri nudi su tutti i tetti di tutte le case del
mondo
poeti col petto da riempire di luce
non più schiavi al sonno ma alle carni
di cui sospirano l’assenza sotto la Luna
figli di Odisseo sognatori catturano l’autunno e ne restano poi
prigionieri
fiamme sui davanzali le ultime rose d’argilla
Un estintore! grida la mia anima presa da uno strano incendio
ehi cosa succede ai dormienti quando sveglia altre creature?
stavolta non farò il mortale che trema
stavolta andrò marinaio per fiumi
navigli
per ogni strettino d’acqua
sarò libero
come un bambino coi nervi d’acciaio in vetta alle montagne russe
andrò a vedere il mistero
andrò a indagare l’ignoto
mi mescolerò alle ombre
come un bravo giostraio guarda al proprio Parco
nell'odore di castagne
calpestando le noci
sfiorato da forme da ombre da cose senza vita
addolcite
ballerò come non ho mai fatto con gli uomini
ballerò i SMASHING PUMPKINS Cyr con qualche strega
mentre mani di altri diavoli d’ufficio
cuciranno scope coi nodi delle cravatte
orgieranno poeti vivi e morti nel diluvio
faranno golem di fango per l’anima fuori dai letti di seta
madidi di sogni
nei roghi dei fulmini
come se corvi e tempeste ci nutrissero
ossa bianche
ossa candide
ossa danzanti
di ubriaconi di scorreggioni di coraggiosi o di falsi
ossa di poeti macchiate d’assenzio
di amanti burlesque
d’avvide meretrici
di belle e accecanti Godive
è nella natura dell’autunno di richiamare defunti
Morte fa il lap dance sulla propria Falce
come i gatti stregati e neri appena usciti dagli Inferi
un giovane e livido Chagall fa il bagnetto nella tempera a olio
tu ora scendi a prenderti i miei baci
Sarò molto maleducato col tuo cuore,
vorrò sfinirlo, riempirlo, impanarlo con nuvole,
appesantirlo con boe di sogni,
scardinare tutte le porte in cui nascondi i segreti
e tinteggiare i muri neri della paura
con acque d’oceano.
Ci sarà sempre un fiore, una goccia di pioggia,
una stella nel palmo della mia mano,
una bellezza che verrà a sfiorarti
anche quando non ti ricorderai più del mio volto,
ma io correrò sempre per i corridoi della miniera d’oro nella tua
anima,
dove si alzano alberi bevitori di dolore e di tenebre,
dove i diamanti sono timidi sogni
che attendono l’amante
e il nero
ti sarà mitigato solo dal sorriso agli zombi del mattino,
tutti inginocchiati al rosso dei semafori.
"poems of lust for lovers"
Lumen et umbra
E’ l’ora delle streghe unte con l’olio del desio.
Specchio i bicipiti con posture di pietra per piacere a chimere.
L’ago del buio che porta il fuoco in ogni vena
diventa nel mio capo un altro dei miliardi di sogni.
Adamo supplica Eva di aprire la porta di casa perché ha freddo,
li sentirò ansimare per tutta la notte,
mentre io aprirò le finestre e miagolerò alla perfida Luna,
come un gatto mai sazio d’amanti.
Sono stregato,
glorificato,
dall'assenza di qualunque bisogno materiale,
sono in pura ascesa al paradiso di quei peccati
che ti rendono morbido alle sottili dita della Musa.
Stanotte le porte dell’Eden son chiuse.
Poe inspira il fumo della città dalla nebbia,
la sua vacanza all'Inferno dura da troppo,
tutti psicopatici, tutti figli di Byron
che stanno alle finestre dei puri digrignando i denti,
mentre i Frankenstein concepiscono angeli con vergini da romanzi
rosa.
Natura umida in decomposizione,
cadaveri di foglie senza sepoltura,
un vento che chiama all'amore ma l’amore si sfonda di alcool,
ti voglio – ma le tue pelvi non rispondono
hai un accredito illimitato di baci che mi fanno male
se trattenuti …
qui sulle labbra.
Vado spinto dal vento.
Miracolo quel sole rimasto chissà dove sopra il nero,
potrei incendiare ancor Notre Dame
sono come un fuoco sopra un distributore di benzina …
dove ti nascondi dalle maschere delle ombre?
Dove pensi che il tuo amore ti aspetti?
Nel letto che t’abbraccia il corpo … non c’è nessuno.
We are the magicians … tutti i Love eaters si danno appuntamento
dopo la mezzanotte,
non ti vestire, non temere, segui il desiderio …
Nessun Orfeo capitolerà stasera.
Nessuna Euridice tornerà all'Inferno.
Chiunque vorrà si amerà … noi pure …
"poems of lust for lovers"
Violina un caffè nella tazza con scritto
Amore
alba notturna e un violinare di caffè nella tazza con scritta Amore
dalla foresta di libri - alcuna luce accesa per indicarmi la via
ignoro il meccanismo ossequioso delle ombre quando buio
sarò dei mostri il pasto in questo ottobre di rumbe e venti guerrieri
uscite dalle loro tombe secolari - le creature di cui ho amato i canti
immobili come statue a bagnarsi il volto nel lume delle stelle
chi nel mondo dei vivi le vedono oltre a me e da quanto
là fuori s’esaltano i corvi già ben tostati dalla pioggia
come navi assassine che speronano le foglie nelle pozze - i miei passi
Bounjour Paris nella tua gonna da mercato stanca di battere in periferia
un giovane Napoleone bacia Giuseppina sopra la panchina della metro
“Il mio regno per un Gargoyle” grida Verlaine dall'Oltre
alba senza sole
città nell’odore dei forni
moschee e chiese duellano per lo spazio
La Vie en rose è un suricato che canta alla Senna
la bellezza
è un quadro negli occhi di chi spoglia di morte
ogni nuvola
ogni fiore
ogni uomo
così mi perdo
sapendo di non poterti cercare altrove se non nel mio cuore
mi perdo
dove fiaba e delirio s’amano di nascosto
rane di fango sono un ricordo sotto i cementi
nel petto il ruttino della colazione la dice tutta
nulla si combina col fuoco quando terra e acque sono distanti
farei piovere latte
mucche
o scogli
sopra questo mortume di vivi nel peccato
povera Nostra Signora gotica senza mutande e col tetto scoperto
ora avrai per te tutti gli astri
in tutte le vie ho pronunciato il tuo nome
ho fatto pari dispari con Rimbaud
per chi è più libero qui o in Ade
“Arthur, Arthur nemmeno le ombre lo sono”
io resto prigioniero non solo dei respiri
cher amì
ma anche dei miei sogni
amore ho lasciato il veleno nel portafogli
ho dato tutti i soldi a un vagabondo
probabilmente per drogarsi
e ho giurato sull'albero nudo rimasto senza foglie
che nulla potrebbe togliermi dal petto la tua alma
"poems of lust for lovers"
chanson du mort
s’inciutano i vespri
alberi cavalcano il vento sulle ultime foglie
finalmente il cielo – il loro sospiro
i campi bruciano di ruggini fino alla terra
e sull'arco di nebbia i tuoi occhi unici astri
verso cui navigare col pesante corpo
s’inciutano i fantasmi
attraversano i mari Wilde Keats Byron Orazio
scendono dai roghi le streghe per amoreggiare
con uomini addormentati e dalla pelle sudata
si baciano i fiumi coi mari
con gli orizzonti si baciano gli oceani
ottobre è già ubriaco di esistenzialisti
l’amore profondo perisce
enunciano dopo essersi scolati qualche rossa bottiglia
la Grecò cammina nuda sulle strade
cantando mon amour non è questo il modo per lasciarci
guarda come fornicano tra loro i colori autunnali
ma lei è nelle fiamme della più antica canzone del mondo – quella della morte
quando l’amore ha fame _ l’amore ti mangia
orseggia un vecchio davanti al suo cognac nel piccolo Bistrot
saranno i napoleonici a rubarci le anime
ma fuori piove con tutti i re e gli imperatori caduti
un orologio senza lancette contempla i morti
l’anima d’una azzurra Piaf pianta nell'aria una canzone struggente
penso che sarei perduto in un mondo senza poesia
eppure ai tavoli non si fuma
non ci si abbraccia
non si scrivono più lettere
per cosa mi consumo
L'âge des lumières è sotto l’asfalto
Rousseau è stato chiamato “il lampione preferito dai cani”
Parigi ostenta ricchezza ma la gente è sola
ottobre piove ed è come una lenta anestesia
sguardi come carte da parati
ogni tanto bisogna dare all'amore “un calcio nel culo” per svegliarlo
dal torpore per l’assenza del sentimentale
io sono malato
non l ‘ultimo
siamo tutti seduti con ciute eppure muti
dovremmo baciarle – cazzo
dovremmo far loro l’amore
le vene amazzoni nutrite con la paura
io sono malato di ciò che non posso cambiare
avanti vino fai il tuo dovere rendimi appetibile per l’Inferno
rendimi debole ma fantasioso
dammi in pasto alle dolci chimere
escono dalle tombe finalmente i migliori
è la loro Festa è il loro momento
entrano danzanti nelle città nelle campagne vanno per mare
viaggiatori ossessi dalla libertà
escono come diamanti dalle cave
ed io li ascolto _ ascolto i loro sussurri
goditi la vita finché hai la carne
finché i battiti ti danno amplessi
lasciati andare all'onda
coi sensi nutri anima e osso
ottobre col silenziatore puntato alla testa
s’aggrappa al grigiore ogni giorno caldo
il sole è malato _ ora dorme
ma io ho sogni
col cazzo che mollo
l’amare
buio o luce che sia
danzano nel fuoco il loro Sabba poetico autunnale
i veri sognatori non dormono mai
sui rami più alti Poe duella col Corvo
Ça fait des tas d'printemps
et l'printemps fait l'amour …
notti di balocchi coi morti
di stelle nelle pozze sui tetti
notti di tremiti tra vagabondi
e odori di piscio nelle vie del centro
notti per chi ha perduto tutto ma non il cuore
notti per chi ci crede ancora …
per chi no … ma vaf
"poems of lust for lovers"
sì ho la mano sul tuo
sedere ... cammina
fai finta di niente
stasera New York è una fontana uggiosa
l’Atlantico ha deciso di rovesciarsi in testa ai passanti
beati i nuvoloni scarlatti che nascondono il sole
non so nemmeno se aspettarti … o per quanto
lei resta lì musona e fiera nella baia a Manhattan
sono l’ultimo della fila di spettatori rimasti
Hudson ingrassa di acque dolci poi alza la schiena sotto le barche
la mia mente prega per il volo
ti stringo la mano
più per paura forse
darò di stomaco dopo tu mi dirai “vuoi qualcosa che ti riscaldi
dal bar”
al diavolo il bar io voglio amarti
traghetto pieno
dondoliamo tu io mentre il mondo sviene
Bukowsi ha un amplesso con la bottiglia
sento uscire dai nostri petti i respiri che si contagiano col
salato
mi fiondo sulla tua bocca
la prendo tutta senza permesso
ti abbottono gli occhi col desio che in me brucia
finché non mi chiedi ancora ---
vorrei adagiarti qua _ la stupida gente nei propri cellerari
riflessa
non ci noterebbe
troppo caldi
troppo francesi
troppo italiani
troppo accesi
penseranno a degli attori
di Broadway – sai quelle comparse
che fanno le prove ovunque pur d’avere fama
se il mio sguardo potesse parlarti
ora saresti nel mare
a rinfrescarti il corpo
l’anima anche
l’autunno non è mai abbastanza freddo per chi si porta dietro i
sogni
vorresti prima bere
o prima mangiare
posso prima farti l’amore
in un angolo buio dietro una statua o in mezzo alla folla
mi farò arrestare per essere un bipede scemo e nudo
guarda quei cani
cani solitari sotto la pioggia mi mettono tristezza
chissà dove vanno quando hanno fame
e per amare chi cercano in questa città
c’è posto per i disperati allontanati dalla stampa
dalla follia dei social
dagli influencer banali
dalle banane viventi nelle orge su Pornplus
o forse loro li metteremo nei libri
dove staremo noi quando morti
dopo anni e anni di bruciori di stomaco
di scleri
di insonnie
di bevute
e di amplessi
New York ci ha fatto un posto su quella panchina in fondo
ma tu tremi?
fa freddo
abbiamo sonno
io comunque ho molte altre cose “cui non darò un nome”
cose così belle che potrebbero stare nel Metropolitan
ma che preferisco siano tue
così stanotte
in mezzo al rovescio dell’oceano sulla gente
io penso sia una pagina alla Cohen
e non per una coincidenza del destino
che ci apparteniamo
adesso stringimi
cammineremo fino all’unico pazzo di un irlandese aperto
ci ubriacheremo
pomiceremo come i bambini
e forse ne concepiremo
I love You babe
non è pioggia ma fiori
stanotte pioveranno le ultime foglie rimaste sugli alberi
e domani i cieli grigi vuoti senza stormi
ricorderanno l’inverno
ma noi
saremo a casa nostra sotto la coperta
sssssssst … ora corri
l’Atlantico è diventato un gigantesco Poe
la notte è un corvo al suo servizio con ali generose
col loro peso corriamo stanchi madidi sconfitti dai deliri della
vita
eppure
io ti amo su questo non sarò mai e dico mai
confuso
sì ho la mano sul tuo sedere ... cammina
fai finta di niente
"poems of lust for lovers"
nero musone un po’
Shakespeariano il cielo sotto le nuvole
ho sciolto due stelle nel caffè del mattino
nero musone un po’ Shakespeariano il cielo sotto le nuvole
canticchio Allons enfants de la Patrie .. per rende più burberi
gli inglesi
Tamigi più del Po’ col sangue belligero _ m’arma
al glaciale petto dell’umida giornata - cavaliere stretto
d’alberi pieno il fiato … si alza marea … s’alza il fiume fino
alle nuvole
unicorni di nebbia trafiggono i sogni ancora freschi nei passanti
non ho pace
non ho pace
io non avrò mai pace finché vento
darà tormento alla mia anima come a un albero di Natale la scure
del folle
loro restano in aria
i baci dati
i baci avuti
i baci rimasti sottopelle a orticare il sangue
a fare tremolare la materia fragilmente legata all’osso
nel cui midollo ti nascondi
minuettano i fantasmi di Windsor
lasciva la gonna autunnale d’una rossa Bolena
non avrò mai pace
potrei mai averne?
t’amo
lo sanno persino le foglie in strada corrotte dall'umidore che le
sfalda
mentre il vento mi mura tra le grandi solitudini
dove la passione resta col capo sotto la ghigliottina dei divani
t’amo
ego
volgare bevitore di Chambertin nella patria della birra
e povero
mai infinito quanto dovrei
io ti mento
come la goccia che non accarezza il monte ma lo pugnala
ti mento che sarà per sempre questo dono di promesse
relitti nell'universo _ oltre
vieni a cantare sotto la pioggia nel Blue Raincoat di Cohen
porta l’ombrello con pois gialli
faremo innamorare il grigiore della gente
e andremo a svegliare nei cimiteri i poeti
cavalcheremo il verde nel pieno incendio dell’autunno
ci sfideremo a chi bacia l’altro più a lungo
avremo il mal di piedi
ma soprattutto saremo elettrici infiammabili bizzarramente felici
per una città dove i migliori Vati sono
migrati e morti altrove perché troppo grandi persino per l’odio
ricevuto in vita
non portiamo oro al mondo ma solo i respiri
vieni a farti amare
ho le mani intirizzite dalla pioggia tanto che nei palmi
mi stanno germogliando cose verdi
piante forse fiori
con cui ti accarezzerò i capelli
o il viso
… se ti prendo
"poems of lust for lovers"
Ti scrivo questa
fiaba
foglie nel tè di mezzanotte con tutti i diavoli
ombre si sussurrano sotto la pioggia
gli amanti litigano poi s’abbracciano col corpo tremante
fila la nebbia sopra il costato _ mi scrive di te
il vento
cercano nell’inchiostro il colore della pelle _ i resuscitati
impavidi
cercano il sole per scaldarsi dal freddo d’ottobre
Byron borseggia un ubriaco per tirare in fuoco il proprio animo
col broncio tornato dall’Ade _ Keats grida alla notte il nome
dell'amata perduta
mentre Poe tira sassi a un corvo
ricordando del suo vivere solo “Reynolds”
e Karajan dirige la morte delle foglie per il trionfo d’alberi
non certi di voler fare da bara agli uomini
non so perché esco di casa appena buio
ma col freddo vado d’accordo
si serendipano certi misteri con ogni cosa respiri
ed io sono uno di quelli
meticoloso il latrato di un cane inchioda la quiete
volo contromano nella nostra fiaba
la Senna si alza sulle rotondità esibendo i fianchi
Verne acchiappa piccioni al Louvre
poi scrive le leghe sotto i mari
Maria di Scozia affonda il cattolico sangue … nel vino
eppure è tardi
ma io ti voglio
ti voglio
è il desio
nell'anima dei lampioni freddati dal piscio
è il desio
a imbiscottarsi tutti i fottuti problemi
è il desio a farmi da ombrello
mentre tu dormi
ed io folle ma non idiota _ in strada
chiedimi come sta Parigi
Parigi sta male
Verlaine sta male
è un grosso circo di anime in combustione speranti fortuna
mentre Notre Dame arde
a Nantes piange ogni guglia
ed io che vorrei condividere da innamorato
i miei tormenti
resto in ascolto dell'ultima stella in cielo
la più lontana dall'occhio
e in lei ripongo fede
d’averti prima di morire
è l'ora dei morti a ricordo
Borboni contro i d'Orléans
Edith Piaf s’ammorbidisce le labbra baciando
Morrison già nella benzina
e le loro voci percorrono il cosmo
fino all'Ade
all’Eden
la loro Chanson D'amour è l'unica cosa
spinga a fare scoprire il sesso agli angeli
sì lo riconosco
non fa di me uno normale
questi versi
sono il ricordo
di ogni mio sogno
stanotte
sono il più improbabile
un cane scodinzola clandestino
l’apocalisse libera poeti e re da Saint-Denis
il mondo gira intorno a un’asse d’ossa
sogna il quadrupede
sogna
mentre lecca la base del lampione
che io ho gentilmente ferito
… prima
con la pip’
nebbia non altro rumore nemmeno un coro di angeli
ottobre un filo di pioggia
Mozart sussurra un requiem di campane mute
s’avvicina al dolore il tuo ricordo
amo e amare è un pianeta sulle mie ali
mi viene facile reggere la fatica
in fondo sono la guglia del castello di uomini verso l'Oltre
i pozzi dei desideri assorbono tutte le stelle
la Luna resta nel suo pigiamino arancio
ci mandiamo baci e baci e baci e ancora baci … attraverso l’aria
che ricorda le corde vocali dei mandarini
è una bomba di acqua questo inizio d’autunno
in auto come un cantuccino a volerti sognare
spaghetti e vino rosso stasera dopo la doccia
ti scrivo questa fiaba
ma col pensiero
che mai avrà una voce
…
tu dormi
io con poeti ischeletriti e persino ubriachi
tirando sassi ai corvi
rinuncio per te all'eterno
Poems of Lust for Lovers
Orange Moon
tu sei per me come la notte
non come una notte stellata
ammorbidita da una luna arancio
sbalenata sull’orizzonte
no
tu sei come una completamente buia
senza un faro che decida per la sorte dell’audace
senza luci di lampioni scampo ai perduti sulle strade
sei un forma sconosciuta di sussurro cosmico
fiondato da pianeti molto più lontani della Terra
ed io resto solo un lamento del crepuscolo
che guarda con ingordigia ai tuoi misteri
come se loro potessero illuminare oscurità più grevi
in cui lo specchio suicida non ha mai visto facce
e troppa solitudine gli ha crepato il vetro
tu sei per me la pioggia costante sopra gli alberi
quel rumore di foglie verdi che ti resistono
innamorate del blu col pellicciotto grigio invernale
che spinge ogni alma verso una coperta
ed è come scalare un Everest più caparbio
con solo la forza delle mani
temendo che guardando il basso non resti che il nulla
cosa peggiore persino della morte
il mio capirti
eppure nessuno può competere con me nella tenacia
nessuno vede oltre il buio come io vedo
non servono gli occhi di un corvo per contare le ombre
natura appaga i mostri di doni inconcepibili
tu sei per me come il muso duro del cielo oltre il Faro
che manda onde titaniche a pugnalare gli scogli
spolpando il legno delle chiglie come un predatore
eppure io guardiano di quel Faro … io ho lo scintillio negli occhi
che paura
che tremori
ma altro
ben più forte di quanto sia il tuo mistero _ fuori
Orange Mooners
Quand’ero
strega, le falene avevano solo gli incendi per trovarsi,
il resto era buio.
voglio fare tacere la pioggia
così del suo rumore solo la mia mente avrà il peso
ti chiamerò ... appena azzurro ... appena sole
anche se la ruggine e l'autunno siano diamanti
per un poeta
m’incendia come poche cose al mondo
la tua anima rubata a chissà quanti libri
scritti dalla mano di me _ quand’ero strega
e tu un temuto cavaliere
le rose che fioriscono ora san già dell'inverno
Giulietta ha pece sugli occhi e Romeo sanguina
ovunque
l'amore dispera poi lotta poi dispera poi lotta
noi selvatici dimentichi gli arcobaleni
ci abbracciamo
quando capita che vogliamo amore
sbraniamo dalle parole dolci - le promesse
dando poi spinta ai corpi come razzi
o facendo alle ossa incastrate dei nostri due
un piccolo bagno di Luna
dove perdere la muta da bruchi
per divenire farfalle nere con ali grandi e spesse
capaci di abbracci su grandi
immense
distanze
quand’ero strega
giocavo contro il Globe coi temporali
amavo Amleto ma solo nella storia
passavo notti a osservare Byron sfigurarsi col veleno
o baciando Keats durante le sue febbri
tu ... non eri
... ancora nato
ancora
t'aspettavo coccolando i fulmini
come si fa coi cuccioli di drago
allora ti pensavo … pensavo
danzavo nuda per il mio Signore
nella foresta
ma dopo sei nato
io son rimasta donna
le forze valchirie sono andate ai morti
con le loro aure d'oro
e mentre la mia immortalità svaniva
il mio cuore s’imbellettava con dolcezze
che avrei tenuto nude dopo la mezzanotte
appena quietato il mondo e in risveglio
poeti musicisti amanti …
che come noi avrebbero ardito negli incendi
sfidare il freddo
sfidare il buio
baciandosi
coricandosi schiena contro schiena
anche contro anche
quand’ero strega
tu eri l'unico guardiano sui miei sogni
ora sei anche del mio proibito
il Signore
mentre
le falene oramai vanno ai lampioni a fottersi beate
i cani son chiusi in casa inebetiti dai croccantini
i gatti miagolano a una Luna lesbico vegana
io medito di ucciderti
per darti vita eterna ritornando Strega
La Ciuta dolce
anima Tudor
gatti plantageneti amore fish and chips
ciute nude su scope di liquirizia _ volante l’ultimo bombo
ubriachi stipati nel petto io – tu – Dio - il Diavolo e qualche
libro
t’amo ma non è importante
l’autunno è come il cognac se sai come scaldarti
Shumann grida dal cielo la quarta senza finirla
cadiamo in estasi al profumo di castagne arrosto
io ti avrò per sempre lo scrivo sulle acque del fiume
nuvole fritte e i lampi meringano i tetti
Keats si adatta ai treni veloci Londra spara ai diversi
io Montale e Shakespeare a gara di spelling
viviamo fantasmi secondo una strana logica della carne
cantami dolce creatura i tuoi carmi per tenere viva l’insonnia
Tamigi allatta gabbiani feroci le ombre d’ottobre
Amleto contro la monarchia recita al Hyde in un bagno di birra
Freud nei vestiti della propria madre bacia Kant al Punchbowl
stelle sui falli giganti nella moda di Renzo Piano
e questa è Londra oggi
dove il mio cuore ti porta nonostante l’asfalto
è pronta sulla Torre per te la corona
oppure un poema sugli scalini di un certo pota dietro Borough
Market
abbandono il sentiero d’ambrosia post estiva
per ammirare il panorama dal ponte
solo con il mio cuore e i suoi segreti
chissà dove andrà a finire questo sogno
Ricardo III ubriaco grida ai Tudoriani “farabutti”
gatti con l’anima York decapitano i silenzi tifando la monarchia
sbagliata
spacciatore di dolcezze notturne Korner sfuggito al Limbo
Starbucks chiude alle nove di notte solo scotch niente coffee
nessuna pazza come Bridget Jones corre nel buio a piedi nudi
sulle strade fa paura tutto ciò che di giorno conosci
gli angoli
la spazzatura
persino le insegne diventano un mostro
e tu il povero Don Chisciotte
amore non si rassegna convinto resisto
ho tutti i postumi di qualunque cosa possa fare male al sangue
ma domani ti porterò fresie cappuccino e baci
domani ti sposerò con l’anima _ nulla di fenomenale eppure la
nebbia
stanotte
ha capito … che se esci col buio ti basta un sogno per stare in
piedi
anche se tutto ciò che architetti per domani
sembra una bugia
cavalca
cavalca mio nero destriero
spegniti misera candela
toglietevi astri dal cielo
sul mio amore veglieranno le fiamme
"Poems of Lust for Lovers"
Corveggia la
pioggia, i cani a dormire, sono io il sassolino contro la tua
finestra.
mare fondo
anima ondeggia
occhi alle stelle
tormento sta rannicchiato nel profondo a forzare cella
parlami
su parla
ma tace
madide in rosso le rose d’autunno
amore corveggio* sotto la pioggia da vagabondo
odoro d’asfalto ma vengo ai tuoi fianchi
nutro come posso l’insonnia
fammi amare quel corpo in cui ti nascondi dalle paure
spesso ho tanta proprio tanta fame d’astri
da pensarti persino col midollo delle mie ossa
sello unicorno salvato a un mattatoio
polveri come fantasmi gridano dalle tombe d’ottobre
amore ti vengo a salvare
che importa se tutti i mostri han la pelle umana
rombeggia il nero di mezzanotte e mi scudo
dietro a muli satanici chiamati lampioni
mi fiondo sassolino testardo contro le tua finestra
denudati preparati a far l’amore che vola il tempo
m’approprierò delle tue danze in cui dai libero ai sogni
apri la porta stasera i cani dormono l’amore dovrà urlare
*corveggiare a modo corvo
"Poets and Lovers"
Adoratori di
mare
mantra di nuvole intorno alla Luna
coricate a mare le barche affaticate le chiglie
Desdemoni viziate dal vento le onde Otello scoglio
carcasse di valve sulle rive baciate da astri
Montale accende un lumino dal suo Faro
ti rincorro unicorno per tutti i sogni che mi sono rimasti
notte di silenzi che rimbombano nelle vene
non dormire ora … vienimi a trovare dove tutto inizia
Nina Simone jurassica per l’aria che frizza orizzonti
Poe tiene a spasso con un guinzaglio – il Corvo
noi nella nostra muta di birichini ci mandiamo sms
vorrei non durassero per tutta la vita
eppure quando ci manchiamo ci tradiamo spesso
clave di parole per fare male al cuore
poi insieme a curarci feriti
a riva assorbiti chissà da che cosa …
balena blu il cielo preso dai dardi
“stelle avere” sospira il fondale cui manca la fiamma
spinti nei fianchi le immensità senza uomini
pronti a nascere spiriti fatti si acque di sale
“danzami“ moto ondoso “non darmi pace”
perché io la pace no la cerco ne mai l’ho cercata
dammi il fiabesco dei cicloni dei temporali o delle tempeste
la caparbia ala degli albatri
e ssssssst sssssssssssssssssssssssttttttttttttt … taci l’amore
non dire di lui ad altri
sarà un segreto
sotto le dune di sabbia
sotto i monti d’alghe
nell’ingovernabile cimitero di conchiglie
dove tengo il passo come un innamorato resta nella prigione dei
sensi
"Tè con le nuvole"
Romeo è caduto,
salva Romeo!
prendo a morsi i sogni pur d’arrivarti Romeo è caduto
crescono sopra le sue ferite i fiori che bevono il sangue per
essere rossi
gotico Byron sussurra la sua ricetta perfetta
alchemico veleno pozioni d’amore per spirito maledetto dalla fame
salvami
salvami
ma la torre è una gabbia di fradicie ombre
ottobre di "ciute" che attendono il Sabba
cornuti diavoli s’addormentano sopra i miei sogni
l’alba è un pugnale dentro l’anima
quando non sei ancora risorto
ho una larva di gabbiano che s’agita quando ti perdo
resisto al Tamigi come una nuvola a tenersi la pioggia
mascherine per i turisti il Tate senza file
il fantasma di uno scrittore che batte a macchina poemi per i
passanti
solo io lo vedo
sanguino da ogni punto del cuore collegato a un’arteria
l’autunno è Romeo e Romeo è l’autunno
vento umido dolce ma troppi cappotti
auto nere chissà dove ti nascondi senza vedermi morire
la pazzia è una cosa privata ma io la diffondo stasera
che ti possa arrivare nuvola in cui sognare profondo
mi perderò tra Borough Market il Globe potremmo incontrarci
nude come le alghe le nostre anime sulle rive fredde del fiume
t’apparirò stanco tu abbracciami
fammi il solletico perché la morte possa ridere del mio amante
poiché sparirò appena fatta alba
prima dal mio ferito un lungo inatteso bacio … tuo Romeo
"Alba migale"
notte traslucida
sdraiato sotto le stelle
ho spinto le mani nella pancia del cosmo e brillo
s’impollinano i sogni sotto i miei occhi
tu balli innocente mia Desdemona falena
m’inseguono ombre
ma in fondo è così l’autunno
sa un po’ di mare e un po’ di foglie morte
e ha sempre sete di vino
è autunno
noi troppo spesso soli
sognanti abbracci ci scriviamo messaggi proibiti
in bottiglie di vetro che restano a riva
mi consumo Keats
sudato di viaggi ultraterreni il corpo
uno dieci mille voli fino alla tua finestra per spiarti
restare senza fiato appena sbocciato il fiore
che ha bagnato la pioggia
e penso “i miracoli accadano quando sole
le cose dipendano dal loro destino”
ballando con qualche farfalla notturna
m’addentro nel regno dei poeti
sfrattati dai cimiteri dalla voglia d’amore
e come dare loro torto _ così invadiamo
il mondo
in cui ognuno dorme per sognare ciò che non è
ciò che non avrà mai
ma noi siamo sognatori a occhi aperti
svegli quanto nemmeno in vita son mai stati
donatori d’amore congenito
mentre l’autunno diventa una coperta
sotto cui covare unicorni
ubriachi di favole chiuse in libri nelle biblioteche
che un giorno manderò a spiare alla finestra
quando l’autunno sarà più tetro
e tu un po’ più triste
ed io ti sembrerò il meglio di tutti gli angeli
sarà una bugia?
sarà un'illusione?
di certo sarà autunno
con alberi nudi dalle cortecce fredde
muschio umido al posto dei colori
nebbia invece che azzurro
il mondo avrà voglia di ubriacarsi
d'evadere con gli stormi
il cielo sventolerà il suo plenilunio
all'abbaiare dei cani vocii di vaffancu...o
poeti vagabondi ballanti o muti _ poeti ovunque
sul loro destriero nero chiamato morte
a sussurrarci quando addormentati
è inverno ma voi amate ... amate ... amate finché vi batte il
cuore
e avete fianchi
“Stregonerie occhiute”
mourir doucement
il cuore esplode come una bomba
la pioggia batte a vetro
lercio di fango il marciapiede
ho le ali spezzate da troppe sbronze di sogni
ed è tanta la voglia di volare
che nemmeno la cintura di Orione mi sfama
voglio l’Universo
siamo già in tanti qui negli stormi dei poeti
che svernano al sole dell’Oltre
sono un randagio assoluto
dimmi amico di cantarti il mare
e ti sentiresti tutto il peso del blu nell'anima
poiché ti passerei le onde contro scogli
ti passerei le tempeste invernali
e il grido dei marinai di ritorno a casa
la mia debolezza nella vita è come il mare
si prende dal mio corpo il fuoco
la mia debolezza è l’amore
come un fondale oceanico
di cui a volte ignoro i tesori
piove come si fossero rotti i tubi nel cielo
gli ombrelli sono sempre di moda
amanti a passeggio si mangiano di nascosto coi baci
fango pioggia vento contro ma ti scrivo un messaggio “d’amore si
muore”
il cuore esplode come una bomba
la pioggia batte a vetro
tramonta la tetta del sole
piangono ancora bambini i fiori …
vado all'azzurro
… tu mi segui
“Stregonerie occhiute”
Hostaria de’
Pazzi
Col foco di tutte le tragedie che ho vissuto
non m’inaspro.
Non mi voglio aceto, come non mi voglio banano in centro Milano
a stare comodo per le foto di stupidi turisti.
Ho un delicato ricamo che m’orna l’intelletto
non sia mai si sgualcisca,
sotto lo sguardo curioso d’inetto spettatore.
Mi fa appetito autunno,
il cuore è già una fiumana di vino da prima di pestare le uve
e vorrei dedicarti il mio Ave _ amico di coppa
ci stanno abbastanza stelle nelle bettole
da fare circo e questa
è meraviglia.
Si cerchino gli altri i posti preferiti per trovare splendenza.
Meco portato i sogni
già belli al sole per quasi tutta estate
or senti che profumo!
Vendano l’oro,
lo rigetterei ai pozzi dentro la fanghiglia
o lo scambierei per un sol sorso
della grazia che ci toglie il male
più dell’acqua.
Se fossi un vero pazzo,
sarei un poco meno inamidato spiritualmente,
meno di tutti i dandy sulle strade
con le loro macchinine colorate
e la poca ostinazione a dare virtù al proprio cosmo.
Io lascerò qui a questo tavolo, tutti i confini
e mi libererò dai pesi che il mondo vuole che io porti da adulto,
sarò semplicemente un uomo con molta, molta sete,
davanti al proprio mare di ambrosia
e non dirò più al cane del dirimpettaio
“vaffan…o”
che smonti pure le orecchie a tutto il vicinato,
s’inzecchino di larve micidiali i pensatori mondiali
che mai hanno fatto un bene
senza riscontro.
Si beva e si canti.
Si sogni senza limite alcuno.
Parlate tutti voi ... fate rumore in questa vita di silenzi
assoluti.
Autunno caro alle foglie morte,
collane per i piedi di splendide coi tacchi,
non è mai vano alcun ricordo,
quando il sorseggiato vino in vena,
è micia per ogni fiamma.
“Stregonerie occhiute”
Un ombrello e un
libro
Come stai? Cosa ti dice il tramonto di noi?
Quando e come ci incontreremo
e se pioverà … avremo forse l’ombrello
solo per stringerci un poco l’uno all’altra?
sarà sole o sarà già inverno?
t’inviterò a bere qualcosa dentro un bar poco affollato
ordinerò un caffè e il gelato alla crema
sorrideremo tacendo le cose passate
fingendoci perfetti sconosciuti
mi strofinerò elegantemente al tuo profumo
mentre mi racconterai di lei – dell'altra
di quanto tu sia innamorato
amicherò usando solo parole di convenienza
come si usa quando stupidi o presi fino al midollo dall’amore
e tu lo sei?
sei davvero innamorato di lei
che non ti conosce come ti conosco io
che ti sfama poco per tenerti a sé
come un brigante tiene la sua arma
il tempo passerà in fretta
mi dirai _ ce l’hai ancora il mio numero di telefono “fatti
sentire”
sì lo so …. diciamo così quando non vogliamo
avere intorno chi si strofini
senza permesso
eppure nei tuoi occhi avrai ancora i miei “ti amo”
scintillavano come se fosse estate a lauto consumo di sole
pomiceranno il gelato con quel cucchiaio che terrai sospeso a
mezz'aria
tentando di scordare come andavano a finire i nostri abbracci
ti volterai
rimpiangerai
inciamperai
io sarò in auto a chiudere l'ombrello
come un buon lettore chiude con amore
la copertina del più amato libro
“Stregonerie occhiute”
Milano che sogna
Milano che sogna farfalle
dietro il suo cielo grigio
ti porterò alla Scala a congiurare con la Madonnina
contro gli ottusi
sarò nel miglior carme per sedurti
mio Armaggedon contro i fumi neri delle strade
e la vita oziosa in tristi appartamenti
saremo abbracciati ombre lunghe in Brera
con gli ignari delle belle biblioteche proprio in centro
andremo a romanticare giuggiosi lungo i Navigli
cantando fino al mal di gola in Budineria
saremo gli unici in strada dopo mezzanotte _ autunno
a stanare gli spettri nelle cove di poesia madidi d’amore
e non temere per la pioggia
magari scendesse cos' fradici fino alla pelle noi baciatori folli
coi brividi a scrivere un ricordo
sino ad allora
patire di ciò che ora ci tormenta _ tutte le fiamme
“Stregonerie occhiute”
Guy dannato e ubriachi
probabilmente farfalle
salvo nella memoria l’ultima briciola d’amore
i fumi nei campi ricordano gli incendi di Cartagine
il fuoco megalitico delle ruggini autunnali s’estende maestoso
io come il vino invecchio in una botte piena di sogni
al Diavolo i grandi parlamenti urbani
al Diavolo le giustizie sociali sulla carta
al Diavolo il refrigerio condizionato dai macchinari
benvenuto vento
benvenuta nebbia
le ultime farfalle fanno chiasso nei rovi
volerò con loro sopra le ceneri dei vulcani nella speranza del
sole
ma cado sfiancato da ali impotenti e dal sonno
lucciola umana come una primizia dal cielo che si spatascia a
terra
i Gargoyle strafatti di fumi forzano dalle creste bruciate _
l’altezza
Notre Dame piange come una giovane vedova – i suoi turisti
frenesie umane alimentano il traffico
il mondo cerca nelle abitudini di sfuggire alla morte
Maupassant impara a fare poesie dagli ubriachi sul ponte
d’Alessandro
non c’è angolo di mondo senza il proprio fantasma poeta
o senza una strega che vinca in dolcezza sull’uomo
non c’è scampo alla mano assassina della paura
ma se questo deve essere un altro autunno
imbellettato dal Covid 19
o dalle astuzie dei suoi creatori
sia più del dantesco cordone ombelicale tra noi e l’Ade
nella speranza … si beva a oltranza il vino
in cui sacre e profane commedie abbondano senza parole
io ti amo parigino cuore
affacciati a un balcone qualunque perché ti possa rapire al
cemento
e portare in quelle foreste piene di frutti
stesi a fare l’amore sotto una coperta
scappo dalla città_ l’autunno mi segue
uomini come camaleonti subiscono l’ascendenza bizzarra del tempo
si beve e si fuma ovunque ... la vita è una
capricci da bohémien … m’inseguono ovunque i tuoi occhi
“Stregonerie occhiute”
La Bellezza
tacere davanti alla bellezza
sentirne il profumo
coglierne il sussulto
gustarne la dolcezza
poi chiudersi nella biblioteca dei sogni
cercandola donna amante amica o semplicemente icona
per venerarne gli attributi
che mai sarebbero stati di un mortale
ecco cosa ispira un cuore all’amore
a cedere i respiri quando s’intovaglia il cosmo per gli astri
oh perduta sarebbe la ragione per una gloria
che dura poco ma l'attimo in cui la miri ti porta tanto in alto
“Stregonerie occhiute”
Soldato assoluto
ho trovato un posto sotto la luna dove sospirare dove
ululare
in mezzo all'autunno quando anemico d'amore mi sento perduto
trovati un rifugio
diceva un tizio alla fine morto credendo di avere cambiato il
mondo
e forse l'ha fatto
ho un riparo dove il sognare m’è rimasto come impermeabile contro
la pioggia
ora sono un lupo
cammino sui marciapiedi col mio odore di cane bagnato addosso
gente che odora di chiacchiere di litigi e di cibo congelato
mi ignora
la ignoro
sono perfettamente integro
lambruscoso
con zanne senza macchie di sangue ma molte ferite nel cuore
cuore di lupo
cuore di animale
meno selvatico di chi si è preso l'estate lasciandomi alla nebbia
m’ergo sul bastimento delle fiamme
come un soldato assoluto
a vedere crepare nello stoicismo universale “la bellezza”
resto innamorato e nella mia trappola di dolore e sale
per ricordarmi che da uomo pur lottando non ero nessuno
da lupo
me ne frego delle vittorie
vado avanti nel branco
bandiera di ciò che non si compra e non si consuma
forse un superstite
uno che morirà pensando di aver cambiato il mondo
dietro di me le fiamme sugli alberi
l'incendio dei tramonti divorati da nubi
avanti il freddo
giuro che vorrei tenerlo
ma me ne frego
“Stregonerie occhiute”
“quella certa cosa”
è sempre mattina
le lancette si aspettano il profumo del caffè
gli orizzonti vogliono vedere in casa se aperte le finestre
ma tu hai passo del gigante ubriaco
un mietitore di fiori che guarda alla porta del bagno come a un
Eden
l’eros convalescente da un sogno
si porta in spalla una poesia
che si agita dolcemente
facendogli sperare in altri bei momenti appena chiusi gli occhi
nemmeno i primi due biscotti bastano per dire “buongiorno”
ci vorranno altri due caffè al bar
qualche sorriso dentro il bavero del cappotto per
un bella signorina
e la mancia di pochi centesimi
che ti farà sentire gentiluomo
in mezzo alle scimmie
è la mattina della dittatura sull'estate dell'autunno
l’aria non più appiccicosa diventa solida smog
case cose uomini prendono le sembianze di piante con steli lunghi
tutti diretti al cosmo verso il sogno di Lestat un'immortalità
fuori dal buio
e perdi le ali di farfalla sfiorando le pareti del corridoio
strette
i m ri crollano per il peso del colore e i vicini gridano
furibondi al mostro
mentre tu
hai solo poeticamente benedetto il lerciume giornaliero
con la leggerezza dell’essere _ ma nessuno contempla la follia
come bellezza
stregone ti nascondi
dal giorno dello sterminio delle foglie
innamorato danzi con la folata di vento
il passato va con altre beatitudini
e a te uomo resta negli occhi a brillare “quella certa cosa”
“Stregonerie occhiute”
Lullabay for the
broken-hearted
c'è un incendio nel bosco ma è solo l’autunno
nel petto un mare che si chiama benzina
“infiammabile” un cartello vicino al cuore
e una miccia corta che si soddisfa di desideri
dannazione un gatto nero attraversa la strada
nessuno dice ad alcuno che al mondo ci sono “più inferni”
l'autunno preludio di ogni mistero
nella morte ci si potrà amare?
guardo alle stelle come una polveriera cui dedicare i sogni
lotteria in Ade per quest’anima clandestina
le strade di notte brulicano di ombre
offerta speciale per i sentimentali – nelle trame dei teatri
io come tanti
col cuore spezzato
io come tanti
un pozzo di lacrime per candeggiare Luna
m’ergo torre di paraffina sopra la notte
ogni scintilla è buona per farmi bruciare
sarò il faro più alto della tua vita
mio amico
mia vedetta
mio amante
… mai darti ai mostri dello sventurato oblio
potrei
così mi armo
caffè
pazienza
carmi
fondando sulle ronde autunnali
un qualche presagio di gioia
senza trovare refrigerio al fuoco
che aumenta il riscaldamento globale
la forza di Whitman nelle dita
amore ti scrivo …
lettere come cenere di questo è fatta la vita
“resta folle” ti dico
tu resta arcobaleno
in una città con resti d’insonni che ballano il buio
sopra le ruggini delle foglie
perduto io
anche se festa alle vigne urgenti
per gli ubriachi di mete
canterò di te coi vagabondi
il mondo già si coccola nella sua copertina di speme
goccia di pioggia
perduta estate
ninna nanna sole
…
mentre t'illumino
il sonno
"La follia di Euridice"
Ivorying Darkness – Bordelli poetici
pallida è la luce appena si rivela agli occhi
alba sopra i mille e passa ponti
intorno alle novanta isole della città io ti rincorro
girando il pianeta
mentre Beirut esplode
sono preso dalle Netherlands
in pieno Golpe di Pandemia
io ti amo _ no?
forse oso troppo
sei l’invincibile cura e me ne strafotto di Morte
sì ti vorrei sempre
è pericoloso pensare oltre i limiti umani
è dipendenza da carne da coccole da insonnia
sono un uomo cattivo con malesseri d’immaginario
cui involontariamente affido le pene d’amore
nella mia anima ho un abisso come i canali sull’Amstel sotto la
pioggia
per te ho ucciso ogni stella - ora cadente
e il cosmo pesa per l’ardore del desio
che attira i poeti notturni danzanti sulle rovine di Ligeia
sono colpevole forse di tanto coraggio?
è forse follia aspettarti a capo nudo sotto il diluvio?
preponderante nei deboli l’inerzia umana
me ne frego di tutti di tutto _ per te resisto ai mali
qui vedo troppe Veneri che si smutandano fiamminghe dietro ai
vetri
temo la mia mente non sia così pura per dare loro etica
i fumi di marijuana inghiottono perennemente le strade
come disse Confucio Ogni cosa ha la sua bellezza ma non tutti
la vedono
sarò forse cieco?
Dracula ha una casa vicino al Jordaan
di notte avvicina i ragazzini fumati per farli sognare amplessi
nessuno sconfigge l’aura di mistero del posto
tailored per dannati bohemien
avvizziti nell’ennesima canna
la mia anima oramai cammina sopra questo fiume
malinconico quanto l’interro forestiero paesaggio
ponti sopra i canali affollati di baracche e barconi
non sembra nemmeno di vedere il futuro _ qui il tempo si ferma
immobile senza abbracci
vago perduto
citando “la speranza” di Dante immune all’Ade
col mediterraneo sole nei polmoni
se tu fossi me _ cosa faresti?
ti basterebbe sognare?
città morsa dall’acqua sotto e sopra
palpata da un vento freddo persino ad agosto
l’aria sa di buscofen nei giorni col ciclo delle donne
il cibo olandese fa schifo
come lo sporco ovunque
ma c’è qualcosa che si trascina da anni
da secoli
ed è immortale
una sorta di oscurità
un ozio
una anemia del cuore
che rende tutti malati _ immuni
alla espressione plateale della gioia
colpa
di un diadema di nebbie
di nuvole color malto birra che si prostituiscono coi polder
per salvare qualche metro di questa terra
in cui nessuno dipinge più nessuno
quasi una cortesia al torto fatto al povero Van Gogh
questa è Amsterdam
mio amore
un eccesso di vivere sugli allori dei primati defunti
non so per quanto ancora resisterò ai canali
in cui immergerei il cuore lasciato troppo a fuoco
è un popolo dalla latente fiamma
e mi sento ancora troppo vivo per omologarmi
ai Beethoven strafatti
agli alberi ribelli all’asfalto
alle vetrine bisunte
ai corvi rimpiccioliti dalla fame
qui vivono a lungo i fiori
due metri sotto il livello del mare
bici senza freni e selvatici in corsa
porno shop per i bulimici di sesso
dicono qui tutto sia un Tempio al Piacere
ma Eros vive in incuria per i turisti
ho salvato un parco per noi _ vicino al Rijksmuseum
salici piangenti nelle acque calme
rock inglese alla radio locale senza pubblicità
e panchine cui mancano gli innamorati
i pomiciatori seriali
il sesso sotto la gonna lunga
le mani che ambiscono al seno
tutto nascosto ai passanti
l’intera congrega qui è un museo
sono antichi persino i giovani coi loro occhi spenti
si paga tutto e troppo persino i fiori
che preferisco descriverti poiché così dureranno in eterno
l’amore rende fanciullo il mondo
e vorrei lasciarmi alle spalle briciole di vita
per appartenerti quando il tempo tacerà le lancette
non conosco bene le vie del Tamigi
errare è meglio di un invito al sonno
esploro i chiodi vertiginosi di cemento alti come mostri
con gli occhi mi porto dove tu hai lasciato scritto il mio nome
lo leggo lo rileggo mi ubriaco
e in quell’abisso pieno di quiete _ ecco una luce
col passo danzo poemi come un Gene Kelly moderno
raffiche di vento pre temporale arginano il bruciore delle ferite
che portiamo come fari per i veri amori
quelli capaci di curare la loro dolorante follia
tetti bagnati col cuore degli Usher supplicanti perdono
vedo case
gente che vi abita coi propri sogni
vedo il vuoto tra i loro corpi e il cosmo
e il resto sono le nostre trasparenze
i nostri spiriti come crociati nell’aura della propria fede
case traslucenti tu sei l’anima che corre con le nuvole
mentre acque sotto e sopra mordono il corpo della città
moire cacofoniche in poetici Boudoir
si spoglia l’aria del suo profumo e resta in sotto veste marijuana
con fame indotta di ogni cosa
Dam affonda nell’Amstel io sono nudo
ho l’anima che trema per la veduta
sebbene qualunque quadro di Van Gogh dia ai brividi più senso
ti ho smarrito nelle nubi dei coffee shop con le loro luci tristi
qui in questo requiem d’artisti che non conoscono la morte
oh sì ti stringo
dammi fuoco
… nero il vento umido in questo avamposto
persino l’estate resta vergine fredda
sto morendo
morirò presto
io amo il sole
lurida città
ti mancano i baci
Bordelli poetici (Jordaan Session 2020)
Di Vedetta
è tarda estate
resto di vedetta al mare
mi chiama e le onde hanno perso il potere di spingersi nella riva
il mio sesso diventa un fondale colorato
uno squalo ghiotto di coralli ingrassa poi esplode in una marea ardente
e scarlatta
la pelle s’abbronza da dentro
l'ecosistema sbriciola giacche di John Richmond
bottiglie liquami gabbie di plastica in cui soffocare
prima della prova all’estinzione
ma il Vecchio il mare non muore anzi sopravvive in un mormorio tra gli
scogli
while Hemingway’s ghost is watching the sunrise
sogno d’essere sul cielo a volare
mi innamoro di un gabbiano urlatore che crede il sole sia un pesce da
cui beccare la vita
all'orizzonte un muro comunista cade
donne asiatiche in topless danzano vicino alle spiagge
dove sottomarini disarmati offrono gelaterie ad affittuari ricchi
e le onde diventano maree imponenti
e noi guardiani di un fatiscente faro che resiste al vento
c'è odore di genesi ma è solo la torrefazione dentro l'unica via con bar
per quelli che fanno tardi
quelli che se ne infischiano della poesia
quelli che mai hanno danzato sulla spiaggia fredda e umida prima del
sole
poi tu svanisci dal mio sogno
solitudine vedetta al futuro con occhio ai cicloni
come se fossi un Poe nella oscurità mattutina
evoco l’amore
cercando di non fare troppo rumore tanto da togliere il verbo d’oro
all’oceano
… ti amo … poi come tutti quelli che non hanno nulla da dire davanti
alla perfezione della natura
contemplo
seguo l'odore di caffè caldo misto molluschi
le mie impronte coperte dalle onde
… svaniscono
canticchio mentre mi allontano
"largo ai sognatori"
"Il Faro scarlatto"
Destinazione
L’amore è padre.
L’amore è madre.
Conosce il digiuno,
conosce … il dolore.
L’amore sta in silenzio
o fa molto, molto rumore.
L’amore anche quando parte,
lontano dai battiti, dai fatti,
resta
… in qualche modo,
nel sangue
dei cari.
Da “Lovers and Poets”
cuccia - cuccia nella tana del
coniglio
cuccia - cuccia nella tana del coniglio
un gatto matto e assassino di sogni nella mia mente
ti cancellerei se potessi _ come vedi sto diventando matto
non ho altro per la testa che la resa
sotto casa tua
convincimi
allontanami
o addomesticami
toglimi Moliere Keats e Verlaine dalle vene
sono entrato in tutte le dannate farmacie della città
e non vogliono vendermi l’oblio
sono così strafatto di te da vedere azzurro persino al buio
Orson Street ha le sottane di una prostituta con le caviglie sottili
ma nulla mi prende l’anima stasera
nulla che abbia un senso su questo pianeta
cuccia cuccia nella tana del coniglio
amore ombra massa di pietra sul petto
se il dolore fosse commestibile avrebbe il gusto di un cuore
che mangia se stesso
allucinato mi tolgo le scarpe
a piedi nudi ovunque
niente aria pulita
niente vento
solo angosce umane che tutti respirano dietro le loro mura
fumi di birra lasciati alle mie spalle
resterò sobrio ancora per un po’
disordinati
non riesco a sistemare i pensieri di te
qualcosa che ti scacci dalla mia esistenza _ dove trovarla
poi comprendo tutto
mi fermo
aspetto
espiro
apnea poi sorrido
e corro
bambino non più con cicatrici ma sogni
che tu alimenti
libera Manhattan dalle tigri dai squali o dagli approfittatori
guado sul Hudson solo il vento
resto nel cuore di un bar notturno
mozziconi di sigarette probabilmente spinelli
stelle senza green card eppure splendono
continuo a stringere i denti
più non ti penso più diventa giorno
fammi spazio nel letto
la nostra storia ha le pagine bianche
ti comprerò tante matite colorate
anche dei fiammiferi
per darmi fuoco
perché tutte le risposte che ho sono Mayday per aria
voci di altri
voci nostre
voci sopra altre voci
rumori che scacciano il coniglio dalla sua tana
m’inginocchierò
Spongebob platinato con virgole perfette e occhi lucidi
come pergamene antiche dove hanno scritto i poeti
le loro bravate amorose
mozzerei la testa ai lampioni per vedere l’unica luce che mi interessa
calpesto l’asfalto ma sogno di sdraiarmi con te sull’erba
trovare un mare con fame di verde che porti vassoi di sushi
mentre le acque salate limoneranno con le rugiade dei fiori
e sarà come in un circo ma con due soli animali
ammaestrati per darsi gioia
se solo fosse come nella mia testa _ il mondo
se solo non fosse difficile lasciarsi alle spalle _ l’orgoglio
vieni
vieni
trovami
io dormirò sotto la luna stasera
portati il cuore ma senza pigiamino
allena le labbra poiché il mio bacio sarà lungo
durerà l’intera estate
ti consumerò
in qualche modo ti lascerò dei segni
un tracciato
mappe future dovessi scivolarmi tra le dita
oh io ti ritroverò
vento tempesta fulmini o cosmo
vieni a me
orrenda creatura piena di meraviglie
mi tieni in mano come un fiore reciso
non so dirti di no
non so come difendermi dal tuo chiamarmi “amore”
e mi lascio andare
al moto perpetuo delle orbite terrestri intorno al sole
tutti i cartelloni sulla Broadway diventano mongolfiere
i teatri solo delle tane per ombre e relativi mostri
sent0o dai parassiti della disperazione la chiamata
ma sono così sordo alla città da vivere solo dei tuoi ultrasuoni
il tuo volto nel mio pensiero fa così tanta luce da attirare le falene
cammino inbozzolato nel filo sottile della liturgia amorosa
sono consacrato alle fenomenali cascate di sudore
sulla scia di ogni desio
in cui possiamo stringerci
Il miglior piano, sia di topo che umano,
Burns scende dal piedistallo e m’incoraggia al folle,
di me tace la natura persino il respiro,
corriamo insieme verso un ignoto
ma le mie gambe correndo sviano verso il tuo indirizzo …
eccomi
quando non ci sei m’arrendo ai libri
una foresta di pagine in fiamme che mi scaldano il cuore
studente ma fuori corso alla facoltà senza aule della speranza
perennemente bocciato agli esami sulla felicità dello spirito
estate è afa
non più lunghe piogge
con stelle torpedo contro gli occhi
tu non mi ascolti mai mon mostro
mi bistecchi l’anima con quella mente
plenilunio rosso sangue lampioni come monaci recidivi al silenzio
chiamami criminale ma ucciderei ogni nuvola tra noi e le stelle
con l’anima debole per troppe bevute di blues o pensieri di te a orari
proibiti
resto in strada
come una statua
piedistallo per ogni tuo sogno
nell’ottimo tepore in cui regolare l’atomizzazione dei sogni.
chiamami criminale ma ucciderei ogni nuvola tra noi e le stelle
la goccia
poi un’altra
oh …
temporale come una musica in cui cercarti quando io non ho sonno
davanti a un pubblico di misteri chiamati da tutti i profani _ ombre
re della notte ubriaco delle calunnie del cosmo contro gli uomini
che hanno rinunciato alla propria immortalità per una mela
la vita è un non parlare delle cose importanti
tetti azzurri e grigi di una Parigi guascone
non posso scordarti ora che m’hai abbellito lo sguardo coi cieli rosa
ma dovrei per controllare la natalità delle farfalle nello stomaco
mentre Keats sogna
Cartagine brucia
Burns ancora corre corre verso la Scozia
tutta la pietra che ha perduto diventa l’ode
che ti porterò al posto di un mazzo di fiori
milky way man
per mille anni
s’increspano le onde blu
m’assorbe il mare e divento Marte per gli abissi
che mai han visto i sogni di un uomo
corazza di tritone per navigare sereno
nella brezza
ecco l’estate
che porta al faro dove ti concepisco _ amore
per te io stringo i denti quando sono a largo
disperso
pensando al meglio
bruciato dalle spume
mentre il sale mi divora
come la stella verso cui guido l’anima
fredda alle mie richieste di soccorso
spiaggia dorata di un isolotto
ti offro ogni bassa marea
dove potrai calzare i flutti giocando felice
sulle chiome bianche e ridenti indifferenti al cielo
che bada a lavarsi il costumino stellato
ogni notte con la frescura dei venti
ora sono perduto
per mille anni ancora vivrò questi misteri
che portano al fondo del gigante
perché è qui che io so d’amarti senza pena alcuna
nel petto d’acqua a cui rifiuto il sonno
quando il pensarti m’è unica ragione d’essere eterno
all’azzurra porta vienimi a salvare
rive dove i tuoi occhi vedano i miei portarti orizzonti
e avrai i piedi baciati dalle labbra di piccole conchiglie
cui ho donato i ricordi pirati
chiamami
mandami il tuo canto
scova una sirena che t’ascolti il prego
ed io ritornerò a casa
sopra l’azzurro che forte tiene l’uomo l’incatenato
coi suoi misteri
quel blu che dell’amore nulla sa
così in cambio della mia vita e della tua
gli darò i sogni
e quegli abbracci mancati nel tempo in cui son sparito
sussurra
sussurra al vento il mio nome
il mare mi riporterà ai tuoi baci
se il mare vorrà che io sia tuo
Felicemente tristi
spremute pietre
spremute pietre di città _ diventate un mare per la malinconica
vena
crollate muri per dare spazio all’aria estiva con tutti i suoi profumi
inginocchiatevi statue di marmo davanti alla bellezza di un albero
e voi strateghi della pace lasciate gli allori per i poeti marciti tra
le pagine
bambini ergete barricate sulle biblioteche davanti ai dittatori
degli avi bandiera sia la legge umana
ribelli ribelli ribelli furiosamente ribelli non nella moda ma nel
sangue
così che resti ai figli di vostro figlio cibo speranza per il loro animo
young zero
green water fields and Ghost of
poets in erotic pose …
(no any alien shit but lots of co(s)mic dreamers)
silenzio cosmico in coma vegetativo _ irrequieto il mio sonno a causa
tua
lassù un mare pescoso d’astri longevi lontani dalla mia rete
esco di casa marinaio sulla mia barca di sogni
stanotte cecchinerò per ogni angolo di Parigi il buio
pur di salvarti
mi strappo l'anima per coprire gli alberi con le chiome bruciate
dall’afa
tramuto il sangue in linfa e scorro sotto le case con le radici
pur di alzare il letto della Senna come se fosse un bell'aquilone
mandato a ì cullarti il sonno
se la tua anima invece che stare sveglia per me _ volesse dormire
oh quanti favolosi strepitosi dinosauri di profumi
nei rari cespugli di rose
spazzatura da medioevo e Ferrari
hanno assassinato l’eleganza
le sartorie
le boulangeries
e in mancanza di pan brioche con quell'odore di vaniglia in strada
ci sono le vetrine asettiche di Gucci
nelle enoteche superstiti si ubriacano solo gli spettri
che hanno professato con Jim Morrison
Mallarmé … Prevert una qualche dipendenza sublime da arte
ho una urgenza di suoni al 58 Rue des Lombards
qualche folle batte il ritmo del jazz
ai tavoli i soliti sospetti si lamentano di un servizio vergognoso
ma chi se ne frega
io ho te
con te nel cuore I can endure qualunque cosa o dolore
così ascolto il vento a un tavolino traballante come la storia
liturgie amorose tra piccioni nottambuli
mentre Notre Dame cade sulle proprie polveri
aspettando una fede moderna che la chiuda in una teca di vetro
in cui preservarsi dagli stessi che l’hanno voluta
e la mia anima in tua assenza _ amore mio
diventa un Gargoyle che sbatte la testa contro i lampioni
volo male con sto corpo di pietra
da Chez Papa la birra è calda come le note del piano
ti prego raggiungimi anche se ho solo un brivido da regalare
queste mani inventano solo quando si perdono _ un po’ di poesia
altro non saprebbero fare se non ci fossi su questo pianeta per
dirmi degli abbracci
su tutti i ponti di questa vecchia signora io leggo il tuo nome
sarebbe come morire non inseguirti
Parigi coi tetti blu dove gli spettri dei poeti in posa erotica
s’abbronzano al luccichio di stelle
campi d’acqua fangosa con melmosi imbastarditi fondali
cunicolano nelle arterie di un Quasimodo centenario
illuso dalle danze di una nuda Esmeralda
che tiene ogni anima dannata e non
incollata ai propri capricci
prendimi dalla strada
afferrami prima dell’abisso notturno
cullami sul tuo cuore e scopami
con una passione che sazi la mia dipendenza da desio
perché se l'amore non sale finisce all'inferno
a patire astinenza volta a perversione
e al mio cuore poeta non basta solo un morso della mela
ma l’albero intero dei piaceri
quelli che rendono molto mortali le anime
con la loro sottomissione al sogno
guardali
Hugo, Baudelaire, l’oracolo folgorante Rimbaud
mai nel sole rimasti per essere eternamente felici
quindi
vieni a me
conduci il peso di tutte le lotte
di tutti i tuoi sbagli e peccati
alla fonte fresca del fiume che scorre meco sotto questi ponti
complici di battaglie e d’anarchia
sii il mio medioevo e il mio rinascimento
poi potrai calunniare il corpo da stringere e con cui godere
nella sepoltura
bruciamo contro
radia quella solarità che oggi manca
ispirami a imprese poetiche eccezionali
sì scopami dentro
con ardore
con furore
in modo che nessuno su questa terra
se io mancassi potesse sostituire il vuoto
eccoti la mia mano
alzata in aria
i filistei mi osservano e mi credono pazzo
ma io ho solo voglia di te
per temprare la malinconia
la mancanza di mare
di spiagge con alghe
basta! basta!
con questi campi di acque verdi con chiavi di lucchetti sui loro fondali
sono troppo unto con stelle per farmi bastare il fiume della storia
ho voglia di caraffe di vino fatto in casa per tenermi ubriaco
disteso su un letto con te
a dirci niente
a stringerci le mani uno sul petto dell'altra
perforando l’immensità stagnante coi nostri respiri
belli come dei macarons al cioccolato in una bella scatola rossa
chiusa con un nastro di velluto blu nero
Felicemente tristi
mio tenero innamorato
sopra una montagna di libri sta il genere umano
pagine con le loro anime di arditi
adepti a passione calda
per tutto ciò che esprime amore
e io sarò lì’ a proteggerti _ mio tenero innamorato
su quella vetta di libri coi loro canti dolci
che portano alla gioia
nei folli inconsapevoli di grandi imprese
sì! - io sarò lì per te
se vorrai l’anima ricca come la pioggia
poiché un giorno saremo tutti lì _ sulla vetta ricca di libri
e giovani stelle
in attesa di fecondare i pianeti - coi nostri sogni
milky way man
arde azzurro il Mediterraneo
arde azzurro il Mediterraneo e sulle rive care al gabbiano
svegli gli aranceti in fiore nel foco dei profumi
alghe come sirenidi sugli scogli per bagni di spume calde
cara onda al sole
andiamo fino all’ombelico del mondo e ritorno con le maree
danzanti per il cielo innamorato di troppi astri
e qui che s’inchina il sogno d’avventura
beati o folli come noi _ i pionieri
ubriachi di blu mai sazi di traguardo
vieni a me piccina ma oltre modo forte _ stella guida
guarda come si baciano le isole al tramonto
come affondano chete nei loro sogni
cullate dai bisbigli della luna
coi suoi capelli bianchi sparsi in acque
io vado al paradiso sappi _ col cuore puro
incerto mi è viaggio e meno male
che a scoprire il gran destino mio sia una forza
aliena persino al mio sangue e ai miei piani
Mediterraneo mistero vicino alle montagne
ai campi che discendono con gran risate di colore
alle coste rotte dal vociare di acque traslucenti
al dolce tuo corpo m’avvicino ancora
per inumidirmi la pelle nelle alghe
e farmi sussurrare da loro il futuro
viaggi di coraggio su indomabili abissi
ignoti più delle galassie alla fame umana
e quando mi ringhieranno contro le nere nubi
fatta tempesta sopra il mio capo
Mediterraneo cavalcherò ognuno dei tuoi mostri d'acqua
al fine di vincere per meritato amore _ le alte stelle
milky way man
Il Compositore
Invisibili fautori di grandi romanzi
cuori che si librano in aria
liberi come le speranze
volano fino ai confini del cielo.
Cosa portino sulle loro ali, nessuno sa?
Tu sai?
Portano il nostro desiderio di volare,
inconsapevoli del peso,
sfidando ceneri vulcaniche, altezze con poco ossigeno, aeroplani,
vanno fino dove si bagna con l’azzurro, la stella.
Oh, ditemi che sono pazzo ma io li adoro.
Quelle loro anime senza peccato,
il loro parlare col cinguettio,
adoro il piumaggio
e l’eleganza di ogni figura
sospesa tra terra verde e silente cosmo.
Uscirei di senno se avessi quelle piume sulla schiena.
Se vedessi giorno dopo giorno, crescermi delle ali.
Torcere il filo del fuoco quando al primo lancio
potrebbe essere un precipitare poi su
sfidando con coraggio la paura … poi planare
sopra acque di fiumi nervosi o mari disciplinati da spaventosi abissi,
io, io essere l’arbitro della disputa tra terra e aria
io come un angelo alla porta del mio amore,
dietro cui abbaierà un brutto cane,
pronto ad affondare i denti in un pennuto.
Non dire mai al compositore come scrivere l’armonia
che ha in testa
e nemmeno a un uccello come comandare l’ala per andare
ancora più lontano,
ma se ci fosse qualcosa da dire ...
qualcuno insegni a sti arti penzolanti che ho lungo i fianchi,
buoni nella vita solo per gli abbracci,
a volare.
Felicemente tristi
Il Sognatore.
Lenze celesti lanciate nell’oceanico infinito.
Pesci solari cacciati dai pescatori di sogni.
Dolci le Lune costrette all’amo col loro angelico pallore,
sussurranti sirenidi canti alla marea cosmica.
Ogni tanto una acida pioggia,
come una tenebra con occhi scuri di cui avere paura
e tremare.
Una vischiosa piuma nera mi sfiora la pelle … un nulla
che si muove intorno non lasciandosi dietro profumi solo un senso come di
esitazione.
Chi siete, domando alle ombre?
Noi? Siamo farfalle olimpiche o meglio guerriere sciogli asteroidi,
combattiamo chi non obbedisce alla regola dell’universo.
Mi prende una febbre da panico.
La mia vita chissà quanto vale per questi soldati
arrivati dal niente?
Nella morso di un sogno che pare io stia facendo a occhi aperti,
continuo a vedere dalla finestra della mia dimensione,
fiori planetari dalle dimensioni di cento pianeti che si schiudono
come dei frutti per esseri
di cui sarei incapace a quantificare la grandezza.
Quale sogno diabolico sto facendo?
Sono così incompiuto da non comprendere
cosa il mio immaginario voglia dirmi?
Sì, sono un idiota.
L’Infinito chiama a sé creature altrettanto enormi,
come una Fossa delle Marianne per titani in uno scafandro
che alimenta quelle strane materie pensanti non con aria
come noi umani, ma con super suoni poetici,
elementi difficili da trovare nella natura silente dello spazio.
Ogni vortice nero è un circo per abbonati a frenesie immaginifiche.
I pesci solari lo evitano poiché molte delle loro tombe
sono platee per curiosi che non zittiscono il calpestio
in tutte le eternità del tempo.
Sono curioso come un furetto,
annuso, osservo, assaggio, ascolto quella esperienza
celeste.
Gloria ai fantasmi!
E’ una immensa bolla di anime di poeti, artisti, umani
che hanno la propria scena dove recitare e farsi applaudire
… dallo spietato onnivoro tempo.
Ecco la dannazione. Essere se stessi per sempre.
Il veleno è una danza e un poema è la chiave per guarire
dalla mortale noia che a volte coglie
chiunque abbia un’anima.
La mia vede l’onniscienza.
Ogni tanto la lenza trema
preso all’amo il corpo celeste usa le tempeste di fuoco
per scappare,
luce che diventa un tremendo fischio,
rompe gli argini della propria galassia
mettendo alla prova la mano del Giudice che tiene la lenza,
“per te posso essere coraggioso” sussurro al sole morente
… tendo le mani …
ma la nana rossa, sopite le fiamme,
finisce nel sacco di cacciatore che io non vedo
perché troppo piccolo universalmente
e troppo umano.
Un buffetto sulla testa.
Chi me l’avrà fatto?
La caccia pacifica ai destinati a morte
ha lasciato in me lacrima.
Vorrei dire di questa tristezza,
ma la invisibile mano continua il suo bonario
avvertirmi che posso stare tranquillo.
Lui è il Sognatore.
Lui non ha limiti di spazio, di tempo, di forza.
Forse io e Lui abbiamo qualcosa in comune.
Io non so intenzionalmente serio e Lui intenzionalmente
reale.
Entrambi lanciamo segnali.
Entrambi non moriamo.
La carezza smette.
Io mi risveglio.
Ho dato una sbirciata alla conoscenza …
la verità e che ho parenti anche nell’infinito
anche certi privilegi.
Gli uomini hanno due cuori, lo sapevi?
Uno di carne, uno beh uno che non si vede
e quell’uno che non si vede è come il Suo.
Il nostro, il mio secondo cuore
è un sogno. Ora nulla e nessuno può distruggerlo,
a dire il vero, siamo noi i Cacciatori di Stelle.
Chiudo gli occhi e getto la lenza-
fin dove i Shakespeare, i Poe, i Byron, i Cechov saranno arrivati?
Oh, ho quel granitico desio che mi dice
che io sarò il più bravo di tutti i cacciatori.
Luna piccola Luna vieni al mio amo …
vieni piccola, sussurra ai soli il mio nome …
io sono il Sognatore.
Young Zero
serendipità marine
ciondoli d’alghe alle caviglie
correnti rastrellano il mare
fantasmi di pirati che cercano casa sui fondali
un sole a tizzoni sulla riva
Fari con la schiena scoperta alle tempeste
innamorato di pericolose sirenidi
gabbiani guardiani dell’infinito
occhi che pattugliano orizzonti
rose di spume salate
labbra fritte dai baci alla Luna
oceano ovunque _ ovunque un paradiso d’acqua
canterine sul vento delle piume che giocano in salti
Cerberi flutti smossi da vigorose maree
nubi
nubi nere che sbottano sotto i talloni del cosmo
ubriachi i poeti compongono canzoni
dalle loro tombe senza croci
venticello come una colonna calda
pioniera sussulta la chiglia
serendipità marine
il cuor è una vela cui nessuno può dire basta
bussola rotta
buio e indomiti
avanti nei sogni
mare con le gonne alzate
rimbomba di misteri la notte
onde come bravi in battaglia
aria conchiglia
creature di brezza
albatri contro uomini contro titani
un fiato di luce
l’arcobaleno
sono solo serendipità marine
Milky Way Man
Flashes from Jupiter and dreams round
monsters
mastico demone ringhiera di ferro del tuo terrazzo
freddo col buio dietro la schiena quasi un temporale
fammi posto nel letto_ io sono qui ma tu non ti affacci
ombre in orgia il lampione maniaco ringhia d’invidia
mi cucio il cuore col amor proprio rimasto
piove dinamite ghiacciata e non ci sono ripari
Oxford Street aperti i bar per pandemici ubriachi senza una casa
ti appartengo ma piuttosto che dirtelo preferisco morire
Blake è un notturno che fa cose con Muse e poi le scrive
l’ozio è padre dei vizi ed io sono il re del non traguardo
mi ancoro a un tavolo abituato agli squilibri
spengo il cervello
tu unico pianeta orbitante nella mia galassia
freddami
fammi qualcosa
macchiami la reputazione
dividimi dalla ragione
sbloccami dalla tua app perversa
vieni fuori dal tuo covo di amici inutili
col ringhio di chi ha visto la Luna cibarsi di lupi
pur di avere un cielo di predatori ubbidienti intorno
su _ fammi l’occhiolino
hai mani leggere quando m’apri il petto per prenderti una costa
che fai? la metti nel tuo torace per una qualche emergenza?
scendi in pigiama
andremo a bere senza pensare all’amarci
finché finiremo sul marciapiedi come materassini
per foglie
gocce notturne di pioggia
acqua colante dai vasi
resti di meteore
escrementi di passeri
funamboli disubbidienti alle fisica
acrobati caduti dall’Eden
poeti risorti in fantasmi e suicidi dai balconi del Chrysler (Building)
a noi abbracciati per sempre
negli attimi in cui il danzare si sposta sull’aria
come profumi di rose o di rifiuti mischiati ai giornali
impure materie ma complementari
un bacio profondo che ti dica chi sono
Clinton Street a quest’ora brucia di vita
stiamo nascosti contro un albero al buio
potremmo mangiarci volendo - ignorando i passanti
ti supplico usami fossero le mie ultime ore di vita
noi turisti di questa esistenza che va verso l’ignoto
col tuo sorriso fai cadere egocentrici i palazzi
ho sempre sognato fosse davvero così l’Eden
Rockefeller Center ha un prepuzio gigante che spara led contro il cielo
nascondiamoci poiché sparano agli angeli con solitudini sociali
quando si mostrano gli accalappia anime dalle tane della politica
magic bananas all the skycrappers accesi nemmeno fosse la fine del mondo
we’re rockin’ in mezzo alla pandemia con maschere riririlavabili brrrrr ...
le tue labbra restano dolci nonostante la distanza dal bacio
che ti darei non piovesse e noi fradici fino dentro le ossa
ma sì osiamo questa volgarità fuori moda _
dentro un bacio ci stanno le vere domande
le mai dette risposte
nel bacio imitiamo quello che ci sazia quando soli nell’immaginario
in un bacio capisci quanto tu possa brillare per l’altro
al posto degli astri
Poems of Lust for Lovers
Sirtano
il diavolo riposa all’ombra di una quercia
anima muta
ebbri i fantasmi della coscienza biscottano a tono
calabroni assassini _ gli astri
abiuro il vento
l’umidiccio abbraccio del fine autunno
visionario solo
ci guardiamo tramite bagliori come diamanti
fiori notturni a Northumberland
rovine dall'ego gotico baciato dal mare
io e quel demone assorto nel silenzio
rosso nel mio sangue il sole al tramonto
spaventato sarei se l’Ade non fosse già nella mia carne
accendetevi città coi vostri migliori eroi - si canti!
ma il crimine sta alla vetta come il burro alla fetta di pane
l’ineffabile ha chiuso ogni frequenza con l’umano
domando al cane infernale se nella sua competenza esistono dei doni
dammi quel tocco d'immensità che mi manca
lui tace
dammi il potere di curare il male
lui ride
dammi la forza di arrivare sognante
il diavolo mi tocca la fronte con un dito
e vedo
finalmente
non sono immenso nemmeno quanto un granello di sabbia
ne più unto di una salsiccia nel piatto del breakfast del mattino
le mie opinabili convinzioni minestronano contro i nemici
che non hanno altro colpa che un egoismo superiore a qualunque fede
oh sirtano colore di machiavellica fattura
con cui onori all’uscita dall’Inferno il servo tuo
t’ammiro come un entusiasta innocente davanti ai dipinti
dove la del tempo non oscura le chiare bellezze
ho piuma nera o bianca __ mi domando
folgori nell'energia sottopelle
amore dannato amore dillo al diavolo cosa intendi “per sempre”
ora sto seduto all’ombra di una quercia
col mio cuore veggente sul oltremare
marinaio pioniere visionario innamorato piloto la vita
lui non s'è più fatto vedere il Diavolo
quando mi manca ho come un prurito dentro le vene
anzi il fuoco mi sale col sangue
poi negli occhi vedo tutto come un tramonto rosso fiamma
mi sento
non so bene come mi sento
ma continuo a odiare il freddo
l’uggioso e l’umidiccio di fine autunno
per il resto tra le corna continuo i bei sogni
Young Zero
Exit
Non dire ai sogni che non si possono avverare
perché loro lavorano per te.
Marcia all' indietro, marcia avanti ma se stai fermo,
loro comunque ti sorpassano,
per questo motivo
pensi di vivere nel tempo sbagliato
perché sei troppo lento e i tuoi sogni sono così veloci
da arrivare,
dove la tua mente ancora sogna di inventare quel posto.
Non dire ai sogni che non si possono avverare,
tanto i tuoi sogni non ti ascoltano.
Milky Way Man
Bacche di mirtillo sto cielo da temporale mentre
ti spigiamo
Mi disarmo Stranger Things
cena maionese, insalata e uova,
un Brixi al succo d’arancia poi favole
con mostri che fanno sempre meno paura
se visti dallo spazio.
Tutti in strada come pesci in libera uscita
fuggiti da un mare caldo.
M’azzurro per te
danzo sta caffeina nel sangue
tostata alla luce di pagine in libri con impavida coscienza
dove imparo l’amore che sono si consuma
col numero dei giorni sui calendari.
Mio nostromo mostrati.
Ogni direzione del vento è sbagliata,
morta è la vela davanti al fisso ignoto
m’inscatolo con braghe di sogni nel presente
per non soffrire agli attacchi dei miscredenti.
L’amore è sotto attacco
il virtuale ha colpito ancora,
scappa, spegni il cellulare, trovami
segui l’istinto
ma fuggi dal falso Orfeo che torna all’Ade
delle app, dei contatti superflui o del solitario trio:
mutande, davano, Nutella.
Stiamo tutti bruciando è un Inferno.
Ground Zero ogni ammasso di corpi,
scavati i mari di ossa,
piango poi rido poi piango ancora _ ho sete
nulla in me è infinito se non la sbornia
per la notte dove i morti non sono morti che fanno paura
e il sesso è un divenire divino,
dimmi che sono troppo cretino per avere delle speranze,
ti risponderò “Tesoro, lasciami nel mio ardere e da lontano osserva la
luce”.
Sempre meno api,
meno rondini nel cielo,
meno nuvole da pioggia.
Puniti tutto l’anno in attesa di sentire la vita dentro,
meno amore nelle strade,
meno innamorati contro i muri a baciarsi.
Nulla è vietato,
la morte vende morte agli adulti,
non c’è più un nascondiglio nel bosco,
Google ha già mappato il mistero,
sempre più esposti al nulla
che marcia in ronde prima che la sera veda nelle stelle,
un rifugio.
Io ti penso.
L’amore scrive obliquo, verticale, orizzontale
come cazzo gli pare pur di non correre con i folli
ed è come il vedere la neve d’inverno
dopo anni
le auto sepolte dal bianco,
sepolti noi nelle case,
una gioia immensa,
persino quel silenzio di morte che porta al sonno,
sotto le coperte
fissando i muri,
o decifrando codici alieni oltre le tende.
In un infinito maggiore la Via Lattea è un giovane gelso
coi frutti maturi per piccole divinità contadine.
Ogni dolcezza chiama a sé palati di buoni e cattivi
anche le vespe attingono al nettare di un fiore_
e sto qui da mezz’ora a immaginarmi come dare il meglio
di me stesso al mondo.
Io che ho sempre fame di ignoto.
Io che sono sempre un selvaggio.
Io che non rispondo agli insolenti con decoro_
io mi chiamo diavolo da quando amo.
Un amore riverso,
i piedi nel blu e la testa tra rami in foglie beate di giovinezza
ed è come un corrida tra colori,
uno arpiona l’altro verso sera quando desideri solo
una doccia al ghiaccio e pizza col bordo alto
e bolle … bolle come dei Nautilus di pasta in rosso
verso cui dirigere i denti.
Mi manchi oramai da sei viaggi nello spazio profondo.
Ti penso mio ninja in pigiama che resta a occhi aperti,
componendo lettere d’amore sull’aria che tardi a mandare
… non senza decoro vorrei spigiamarti
con o senza il consenso della notte in mirtillo che va al temporale ...
amanti
Ste case stalagmiti, sti forni hai presente? Grattacieli. Incubi.
Questi toreri giganti a sfida del vento,
beh io non ci abito.
Non sto nemmeno con gli scoiattoli in Central Park anche se ho nido
dove c’è guerra in strada
anche oggi.
Bianchi che uccidono neri
persino nell'anno venti dopo il duemila,
andremo a nasconderci nello spazio,
coi soldi, con i brevetti, con quel tanto chi se ne frega dei poveri _
S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche.
Voglio i seni.
Pelle da odorare.
Essere maldestro come l’acqua di fontana se forte il vento.
Voglio sbeccarmi gli orli dell’ego per starti comodo,
forse una volta indossato ti sarò miracolosa cura contro ogni male possa
viziare la tua porta, le tue finestre,
le tue mani sui mobili della cucina.
Easy peasy
non cammino mai nell’arcobaleno - zoppico indifferente alla staffetta
tra idioti
è sempre un attendere,
prima della pioggia,
dopo la pioggia,
dopo l’inverno,
dopo l’estate,
come una cozza al proprio scoglio di cazzate,
spesso con le farfalle nello stomaco,
strafatte di steroidi che le gonfiano,
diventando Demogorgoni
per starsene lì nel mio succulento corpo
a nutrirsi di illusioni.
Sì questo fanno i mostri ai mostri come me.
Si cibano a loro volta del fragile,
in cui ti nascondo come posso_
come un vigliacco avaro che teme gli sia rubata persino l’avarizia quasi
fosse un talento
testimone fossile di gesta memorabili
per amore.
Danzate pietre!
Danzate polveri!
Stronza di una passione, danza!
Central Park diventa una vecchia Parigi di alberi
con l’odore nauseante di erba tagliata,
di piscia di cani che controlla la zona dei muri,
delle fameliche falene che coitano coi lampioni in rotazioni e amplessi
acrobatici.
Siamo seri chi mi vorrebbe?
Questa o altre città non sono cattedrali,
cieli blu o balene di rose.
Vivo dentro una rumorosa cloaca
col nero sulle gengive,
controllata a distanza da armate di Minotauri
che Dei olimpici credono perfetti per la mia pazzia
accumulate dopo ore di lettura su tomi
ancora nell’immaginario.
Svestiti è sera.
La luce è stanca.
Le vipere usciranno a caccia,
pure i vampiri ma io sappi,
sono già in strada a aspettarti.
Sono armato.
Sono innamorato.
Pensa che non faremo l’amore come conviene a questo secolo.
Io vorrò altro. Che significa?
Te lo dirò_ ora corri_ardo dal desiderio di baciarti,
a modo mio
che non è nelle leggi, nelle regole, nei cannoni religiosi
ma solo quelli umani.
Odori di un traffico che si spegne,
ecco la notte,
si ritirano stanchi
… ho le scarpe che friggono
l’adrenalina pura ai livelli stellari,
non c’è abbastanza spazio libero che mi contenga
più ti penso, più mi dilato orizzonte
ma se non mi vuoi, mandami pure a quel paese
e resta tra le braccia nemiche.
Tu brutta creatura
che sevizi il notturno
rapito dal mio progetto in cui ti creo bella
- t'aspetto! come un colpevole sotto il patibolo
per lasciarti la testa, il sonno, i frullati d'amplessi,le grandi corse
nel cosmo
tutto.
Lo so, sono un idiota ma così bello
che l'universo si contorce dalla rabbia di non poterne concepire un
altro-
per farti felice.
felicemente tristi
Stasera piovono asteroidi
facciamo l’amore ma piovono _ asteroidi
stasera troppo rumore
che non riconosco come quello di casa
nella navicella spaziale sotto la doccia m’immagino noi in riva al mare
parlandoci con echi veloci sulle orbite di un globo azzurro
so che a te sono rimaste _ le farfalle
gli alberi
il verde
il miagolio dei gatti
nevi
nuvole
flutti contro gli scogli
ti sono rimasti ... Van Morrison col suo accelerato irlandese americano
nei libri nessuno ha scritto mai
quanto sia vuoto lo spazio _ senza l’amore per riempirlo
il silenzio è inferno ma la tua voce è Eden
m’impressionano dinosauri le stelle nel cosmo
alla pelle manca la spiaggia di sabbia cotta
l’odore delle creme al cocco o l'allegria dei bagnanti contro i flutti
vado a vedere come colonizzare la storia
non ci sono segreti nascosti solo pessime strade
mangiamo poco ma l’aria a volte sa di pasta al forno
negli occhi le impronte dei tuoi piedi
nel mare
Dio sembra abbia lasciato le sue dita tra i tuoi capelli _ così io ti
penso
venticello disubbidiente spazzola strade
chioschi con fiori
volano portati dal vento
ardi senza un senso
ardi a dismisura
puoi controllare il battito ma non il sogno
c’è un posto nella notte per tutti i sognatori
per i puri e gli impuri svalutati dalla dipendenza dal sole
sull’orlo dell’eternità non cresce nemmeno un albero
io volo
verso l’ignoto come un lottatore di sumo contro il suo antagonista
ai confini
oltre il nulla
io ti sto portando lì
mio amore
felicemente tristi
sono un unicorno
cuore leone silente pronto alla caccia
quieto in una fornace lo spirito appena buio
sogno che altri sogni non vogliono fare vincere
labbra nell’ardire una dolcezza in cerca di baci
tu scendi dalle stelle con un profumo di rose
oh sta città è una macedonia di profumi
cari a certi temporali col vento alla porta
e innamorati stretti sotto un ombrello
baby sto mordendo le cerniere delle finestre come un vampiro
ti prego _ fammi entrare
il letto è freddo e piange i nostri corpi
guardami _ guarda come mi consumo madido nell’attesa
lasciami entrare nella tua casa
o romperò i vetri di tutte quelle cattedrali
dove ti nascondi
al mio amore
farò tanto tanto di quel rumore
lo giuro
che le rovine si alzeranno sui mattoni per scappare
che il cielo si metterà le mani sugli occhi
e le stelle si nasconderanno sotto l’erba
tu fuggi
scappi da me mentre sogni
ho visto fantasmi più allegri sotto le ceneri di Notre Dame
a volte m’entri così triste dentro
che per giorni mangio zuccheri fino al mal di pancia
poi rido ubriaco unicorno davanti a un semaforo verde
mentre inizia il circo della strada (clacson_parolacce_dito medio_ facce
brutte)
un museo degli orrori sentimentali in cui perdersi senza pagare
biglietto
loro non sanno che mi consumo per te nel petto
loro pensano alla propria corsa
ai soldi che non hanno
alle donne o agli uomini che non posseggono
ai sogni persi
io ho tutto
sono un unicorno
Rondò parigino
con algoritmo musicale all’orizzonte
hai mani calde che fanno biri biri all’aria
primavera e noi ragazzini
fuggiamo!
si spogliano le nuvole prima della pioggia
brucia più del sole il cielo nudo
sei l’unica cosa azzurra che vorrei guardare
perché mi piaci
avvicinati mio fiume
salterò nelle tue acque
sarà invidiosa la Senna
si fottano quelli che non osano
milky way man
Juliette nei televisori e panna due punti ciccione
Juliette mostra i seni bianchi poi porta le mani nel basso
dell’intimità
il televisore già madido di sudore la spia _ lo spengo e cerco il caffè
non ho fame e la panna vale due punti ciccione nella tazza a fiori
quella degli ultimi due traslochi _ sbeccata sull’orlo
fuori libere come donnine allegre le allergie al verde
meno api sui fiori fritti dal sole con la malinconia nel pigmento
meno scie nel cielo d’aerei verso I paradisi nell’oltreoceano freddati dal
Covid
profondamente solitario e più+ di prima l’anima dei sensibili
circondati da una prigione prigionia con Pandemia scroccata
all’Inferno
non c’è equivoco è un mondo per idioti
sincronizzati all’Alleluya post messa _ stretta di mano _ e un “che cazz”
all’uscita da chiesa
la brava gente ha le stesse righe della stoffa del proprio divano
conta sulle dita delle mani le bollette
pensa al suicidio la Domenica e il Lunedì torna in strada a inventarsi
ecco perché faccio una sorta di duello con l’onnipotenza
perché non vesto Versace
non voto Renzi
mi fanno cagare i senatori a vita
come i ciarlatani in svizzera con la scorta di stato
fanculo agli immortali _ morire non è da stronzi ma da bravi
Byron Keats Shelley Mallarmé
forse sono stronzo perché ho appetiti senza liturgie varie
resto innamorato di te che non perdoni ogni mio sbaglio
nessuno di noi è bello quando s’arrabbia
mi sento come un cane poliziotto che segue la scia di droga
io il tuo battito che
riempie la stanza
la casa riempie
e riempie me di sogni
mentre tolgo la cacca dal mondo con le parole
sperando di mettere gli astri a luccicare sul serio
solo per i tuoi occhi
dove già mi vedo nell’ultimo giorno di vita
come un Dio che trascende la propria forma
vicino all’essere più bello
diventiamo silenti
temporali ma senza una pioggia
facciamoci una ala per uno poi abbracciati _ al decollo!
facciamo male in mezzo alle nuvole
che poco possono sapere del respirare aria
guardiamo quelle foreste abbattute e preghiamo per i semi
che un dio della terra fertile li faccia crescere
fino a seppellire il proprio nemico col solo frutto
diventiamo silenti
mi avvicinerò _ non allontanarti
uno
mmmm labbra soffici
due
mmmm beato più che in Paradiso
tre
mi fai male chiamando il desiderio a bruciarmi
davvero fu bello il mondo del libero coraggio
ora anche se fossi _ audace _ non sarei immune
ai Cerberi liberati dai laboratori dei frankenmostri
resto a casa col mio amore … che ancora mi aspetta su questo pianeta
Felicemente tristi
siamo i sognatori sopra le
barricate come audaci
we are dreamers
in castelli di carta con centro un incendio
dragoni sensibili alla troppa luce e alla pioggia
inconsapevoli di ciò per cui ardiamo
we are losers
troppo fragili contro il destino
con anime come i postumi di una sbornia
vacilliamo perché decollare controvento è quasi sempre da folli
e vorremmo azzardare di più con la lava al posto del sangue
azzardare battaglia che non siano derise dal tempo
che cazzo we are … visto che abbiamo sempre fame
o sete
guardoni invidiosi degli alberi
delle ossa cave o dei culi con piume
più veloci di noi a arrivare al cielo
respiriamo
aria
angoscia
amore
persino le stelle
usiamo le narici per sniffare i sogni che non arrivano da soli al
cervello
we are dark minds no friendship with light
sometimes
con farfalle dentro lo stomaco
the favorite happy meal of all demons
siamo I sognatori sopra le barricate come audaci
usiamo la tempesta per scrivere della speranza
sbocciamo come i leoni nella battaglie
quando zittiamo in noi il Poeta per fare uscire il Guerriero
Felicemente tristi
Andromeda calling, I hear y at
twilight time
mi divora l’inquietudine notturna appena si ritira il sole
le lascio la carne per il suo bacio di fuoco
il sangue a bollire nel pentolone delle favole
per quelli come me mendicanti di desideri
incarniti fino al dolore
tanto da fare tremare le fondamenta dell’anima
quando brucianti
divento a mia volta un divoratore di qualcuno o di qualcosa
mai sazio veramente _ finché incalza in me il sogno
quello che appaga le viscere come una buona droga coi giusti dosaggi
egoista tuttofare dell’Inferno
alcolista in prova di peccati
sesso addicted
musica addicted
vita addicted e mare
tanto di quell’oceano estremo di cui essere fondale
non solo onda
o infermiere
alle chimere ustionate dalle albe _
sei il mio più improbabile momento di sentimentalismo
distruggerò un giorno ma prima lo virò tutto
e piangerò quel dolore che sentirò dentro sino le ossa
piangerò per te
per l’anima caduta da cui ho preso i tremiti e i sogni
per nutrirmi
così fanno i poeti
distruggono per poi alzare Costantinopoli d’amore
su cui lasciare gli occhi quando il buio
o un temporale
li ammalerà di malinconia
fammi cambiare idea
come quella volta che ho votato sinistra e la gente finì disoccupata e
più povera di prima
non lo farò più
non darò più al ridacchino senza congiuntivi la mia anima vera
però la darei a te
che non combini mai nulla che abbia un senso d’immortalità
che te ne freghi delle ghigliottine delle mode
che mangi chiedendo il permesso alla carne
come se fossi colpevole di averla uccisa
che non fai sesso ma fai l’amore poi ridi
pensando alla bellezza dei nei nel cosmo
tendimi trappole
sparati sulla mia bocca coi baci
legami al letto
e pianta piume sulla mia pelle ogni sera
spingimi fino agli abissi della tua mente
lasciami navigare contro vento
come un idiota
poi ridi con lacrime di ridi di me di noi
costruisci botole in cui farmi cadere
fammi lo sgambetto se furiosi i tuoi occhi
metti fili elettrici alla porta
per quando sarà colpevole di troppa sbronza da sogno
e mi vorrai per te solo
troppe stelle stanotte e tutte matte
la vita mi è come un covo di pipistrelli liberi solo dopo il tramonto
l’ora in cui vedo veramente coi sensi
e tu diventi l’unica cosa dolce nell’aria
dammi il sonno se puoi
tu che hai il potere dell’amore
ristora questo che brucia fino all’osso
le sue carni stoppini per ogni tua delizia
ti rispondo Andromeda _ sono nello spazio _ e sono perduto
fuori orbita non puoi più afferrarmi
casa immagino saresti così m’arrendo
lancia a qualunque Dio un’esca o adesca la Sorte
così ci ameremo
ameremo
fino alla morte
Felicemente tristi
dark horses of hope
and a dream lightning over the night's darkness
ho promesso di essere puro
cuore che arde in una promessa
ho assunto troppe pozioni d’amore
per dimenticarti
ti sono devoto
come lo è una Luna all’orbita del proprio pianeta
siamo letali noi due
ai mostri
non sarebbe danno cantarti al cuore
persino con una gola ferita dall’asma primaverile
in un poco illustre tono
ma preferisco tacere
i morti sono benedetti dal silenzio
i vivi dal rumore
e gli amanti dagli spasimi
erro nel bosco degli esseri umani
in solitudine
in mezzo allo scempio di profumi
con cementi non steli a fiorire
odori severi di scarico
proteso al bacio di una mano di zombie
di qualunque felice notte abbia astri
io sono l’Oltre
in cui non oseresti mai guardare
mi è vanto portarti nei battiti
che l’ombra offre quando digiuna di traffico
un carosello di danze invisibili
tra amanti poeti gladiatori
maudit nostalgici le Bette Davis fantasma
o le leggende di Gengis e dei Khan
io macchiatore di costati con Lune
io sposarti i baci nella gorgone Buio
mentre gli altri si affaticheranno ad arrivare
all’immaginario
cercando il sonno
svegliarti
potrò
per ore giorni anni ere millenni
sono febbrile un fuoco direi
cavalli neri i pensieri contro il muro d’aria
abbattuto con ogni forza in me
passare il confine _ fino al sogno
questo
e questo soltanto illuminerà il barbaro mondo
senza Poesia sarebbe tutto prigioni di fili spinati
dalla fiamma ti parlo
nella fiamma ti cerco
fiamma offrirti
illusione canzone senza tempo per intenerirti
se inverno o angoscia
mille cavalli neri
mille gladiatori
la piccola speranza avanza forte al buio
nulla potrebbe superarla
se non quella strana luce che parte dal cuore
quando ama
Felicemente tristi
Notte esplode
la notte esplode
prenderò un taxi per l’inferno
passerò davanti al fioraio
poi al pronto soccorso
per una flebo di sogni – o almeno la ricarica
c’è una nave di colesterolo nel porto sotto casa
frittelle allo zucchero e piscia di cani
lampioni imbastarditi dalle erbacce
fantasmi poeti che leggono nei pensieri dei passanti
le proprie opere
stelle in piena luminescenza
chiama se sentirai il cuore indurito
file col chiasso del virus dentro le vene
è già Ade dovremmo sperimentare l’Eden
ho perso il lavoro
i soldi non hanno tatuato il mio nome sulla banconota
body art storici
scuole Tattoo per guerrieri
con metri di pelle
gatti filosofi miagolano a intenerite amanti
spiccioli per un caffè di mezzanotte
chi diavolo lo berrebbe a quest’ora …
forse col rhum
col cognac meglio
steroidi per l’insonne di turno
professore con cattedra alla scuola dei Losers
voglio solo far tardi
senza pensare alla morte
al confine tra bene e male
alla prematura dipartita del sole
ai tripli axel dei pipistrelli nell’aria
bramami
saprò trovarti senza il GPS
baby imprenditori con followers si beffano della mia laurea
cos ho studiato a fare le fiamme di Keats
la malinconia di Byron
non so vendere fumi ai serpenti dell’oligarchia politica
ma riconosco chi li combatte
ovvero di draghi
i santi
i cavalieri
con nuovo blasone nel cuore
rosa spada e piume
altro che fede
nell’avarizia
nel costo delle candele
delle tombe
dei riti di pace con parolacce alla porta
coi doni fiscali e anziani in asilo
siamo soli per ogni vita avanti
io non voglio
non voglio non amarti
non voglio non curarti
non voglio non vederti invecchiare
in qualunque povero o grande castello
tu possa chiamare casa
notte in fulgida gonna e gambe blu scure
Luna tonda albicocca che fraternizza col lupo
vergini palestrate in fila o per colore su Tinder
Nostradamus con i bicipiti come vasi d’abeti fa il barista
non sono fatto mi i long drink _ mi scuso
con gli altri discepoli della notte in bikini
sono qui per una Musa
che tarda
sbadata o maleducata da usarsi qualsivoglia aggettivo
i gigli bianchi
cazzo sono fuori moda
adeguati (mi sussurrano i diavoli all’orecchio)
c’è Meetic se lei è ancora in ritardo dai banchi di scuola
o dagli altri amanti
pure la prigione (risponde la parte angelica più allarmante)
io voglio peccare
importerà in questa vita a qualcuno
del bene che voglio alla vita?
notte notte notte vai a fare in culo coi tuoi entusiasmi
con le bisbocce d’avventure che alcuno vive
coi serial Tv per immortali vicini alla pensione
con i preservativi filmati ma senza sesso
amore ti chiamo? amore mi senti?
esci in strada così come sei _ in pigiama
vanno bene anche i puffi sulla flanella
anche l’alito di dentifricio
a piedi nudi
sopra l’asfalto con buche pietruzze oli immondizie varie
sii tu ciò che vuoi essere
sii tu a decidere quando
sii tu a fare la scelta
sto arrivando
da quella foresta di mostri nocturno/diurni
incolume e sfacciato
il tuo atleta
Hill Farmer's Blues non è mai fuori moda
inizia a spogliarti se pensi io debba essere cattivo
strapperò rose ai giardini senza guardiani
e mi farò male appena ti consegnerò queste promesse
balla
balliamo
la notte esplode
noi gli unici astri
Poems of Lust for Lovers
That’s Amore
Vieni stasera al solito posto
l’amore è doloroso quando è in fiamme
ho la primavera in ogni tasca
potrei fiorire in qualsiasi momento o posto in grandi grossi petali
vorrei dirti che il mio sangue è arcobaleno
ma è rosso con tracce di vino chimere - banalità quotidiane
nessuno ha mai vinto nulla senza esporsi
potrei aprirti il petto per mostrarti nel cuore _ l’aria
diventerei vegetariano per te
ma non astemio
scalerei i monti per te con polmoni migliori
ci fossero di ricambio
nel giardino posso piantare per te un albero di ciliegio
solo per i fiori
per guardare quei suoi nasi rossi spuntare
quando la pioggia cadrà a farfalla sulle cose
nasi che rideranno dei pazzi che si nascondono negli ombrelli
tu ed io saremo come loro
bozzoli di celestiale qualcosa appesi a strani rami
di alberi probabilmente invisibili a chi ha smarrito l’innocenza
ma dannatamente ben ancorati alla fede nell’amore
vivimi
vieni al centro di questo pianeta
portati un parasole
crema abbronzante
una fiaba che ti tenga compagnia
un vaso di gerani
la foto del tuo poeta preferito
vieni
nel nido dei compositori che hanno creato le nuvole
per altri artisti
lampi come pianoforti
musica per l’immortalità
Mozart Sollima Philip Glass
vieni ad ascoltare le liturgie frementi del tramonto
quando il rosso uovo del sole si condensa sull’orizzonte
divorato da altre stelle
voglio il tuo corpo come se fosse un intero pranzo di Natale
tutte le portate alcuna esclusa
lost in you
rimanere
cani in strada gli altri a cercarsi
masticatori di desio platonico e vanesi
consunto fino alle ceneri
avanzi solo la pioggia
dopo
o il freddo della notte senza coperte
usami
granata solare contro i vampiri negli angoli bui della casa
usami
aroma al caffè per le labbra secche dopo una giornata di lavoro
usami
il mio cuore ha labbra umide che potrai baciare
sognando
l’attimo
l’eternità
i secondi
sarai
Venezia maestra di maschere
maliarda sensibile alla luce
mia chimera
divoratrice di carne
leucemico fantasma hardcore e byroniano
strega chiama sangue anche se sembra innocente
postumi di sbornie mannare che temono argenti
sogni dipinti su tele reali con colori a olio su lino
caccia vampira per un morso di vita
il tuo collo in cerca dei baci
e la grottesca stagione per fili d’erba sui campi
senza un senso
verde selvatico o rose asfissianti
tigli brutali che si sniffano il proprio profumo dalle tue narici
così egocentrici da salire in ramo all’Eden
sono qui per insegnarti a tremare
per migliorare ogni paura vivente nella tua adrenalina
per fare un elenco di tutti i difetti da proteggere
come un bene dell’UNESCO
sono qui per lasciarti sbagliare e sbagliare e sbagliare
lo sbaglio ha un che di
lasciarti l’immoralità i vecchi peccati o l’ironia
al loro posto
imperituro imperfecto
saremo un faro in due
gli ingredienti di una fetta di panettone
coccole al posto degli incubi
io sarò _ that’s amore
Felicemente tristi
Bumblebee in New York
esploratore un casco contro le stelle cadenti _ poeta
aria arancione nuvole nere da temporale
divano zombie assorbi sentimento
Mobydick in una scatola di cereali con glutine al 1%
che ti risparmiano la smania di frutta e vitamine vere
più costose della porcellana per collezionisti
dallo spazio e per dire chissà che cosa _ una belva tuona
due piccioni sul letto di rame della grondaia a fare l’amore
noi col capo di vetro incollato alla liturgia del tramonto
mentre i vespri sussurrano ai benigni fantasmi
con gola poetica silente _ i sogni
i fortini di cemento hanno un bypass di verde … idratati dal mare
qualche spruzzata di pioggia poi il diluvio sotto una foglia
piramide l’essenza di un rifugio
ti porto sopra una arca colorata che ha orrore dei lampi
che strani navigatori siamo quando il cielo grandina
fa freddo prima troppo caldo ora tremiamo
serpenti con i misteri del mondo in una muta dentro il celeste
gli astri
diverranno campi da arare per poi piantarci grano
di specie aliena
illuminano la città nella febbre dei led ben più grandi titani
traffico zittito voli impercettibili verso la piccionaia e bisboccia in
Paradiso
comete di zucchero che si sciolgono sulla bocca di terra
palline ghiacciate con argonauti minuscoli nella sala comandi
tuoni e lampi come voci di grotteschi Poe sublimanti d’assenzio
nelle gocce d’acqua
se guardassimo dentro _ sembreremmo noi con un phon di anelli saturnidi
che asciugano foglie
ruggito di pioggia scrosciante
locali affondati da torrenti maleducati
sette dita di fango in lussuria per scarpe dall’aria immacolata
oh le fritture gagliarde a qualsiasi ora del giorno
o della notte dipende dal numero di birre e tequila
caostica post Pandemia metropoli sotto cura
ci stringiamo le mani le anime sotto la porta di Whitman
questa città è un continente di poesia e demoni
da navigare a piedi nudi e adrenalina
ti voglio
fiorisco coi moscerini nel parco sopra i gelsi mielosi
cotto armato Armageddon lascia ti dichiari ogni desio
i miei occhi _ mon Dieu i miei occhi vedono l’Oltre
salgo cento piani di contentezza sopra il mare
di grattacieli piazzo una boa
stammi vicino non serve volare
ho un sesso maleducato ricordi _ io così abbraccio
tutto o nulla nella misura in cui la morte è il diktat della vita
fatti onore dacci dentro non risparmiarti non risparmiarmi
chi mai ha bisogno della conta del tempo
avanti indietro ancora avanti
che importa a chi importa
ora è consapevole delle nostre forze
chi si risparmia è un perdente
chi si risparmia affonda i propri sogni
ho un casco cadessero le stelle
un dolmen di ideali per non so quale credo
e un rifiuto al chiudere le pagine dei libri
che rileggo per non farli morire o chissà
per cambiare il corso della loro vita
pioniere
evasore della parola eccezionale
atmosfere verlainiane malinconia maudit fino all’osso
traffico di luci che fioriscono la carne fino ai parchi
lusso lussurioso il campo pestato dal jogging
facciamo l’amore dopo
ora
adesso
comunque
ovunque
in questa era e in quelle dopo
mi piaci
mi basti
il mio sangue se promette
ha una sola parola
non ti stupire dei lampioni _ ci pisciano i cani
meglio un seno bianco che una Ferrari
si
io sono ricco
ma non dillo a nessuno
i predatori di farfalle si cibano di colori
e tu sei il mio arcobaleno
spesso
senza saperlo
New York si inchina ai mostri
Felicemente tristi
polpette fredde nei giorni del
melograno in fiore
è solo un Kraken di carne e patate in piccole dosi e fritte
fredde dopo alcuni giorni sono delizie per l’anima
forse l’aggiunta di cipollina oltre a un uovo – uno solo
una lacrima di cognac come diceva mia nonna grande gourmet
e assassina di arterie sane
per lei Dio avrebbe una vagina gigante con cui partorisce angeli
sapienti o buoni
mai entrambe le cose
tipo Michele Guerriero
Lucifero Bello
Gabriele Colto
e noi
razza di ranocchi celestiali in attesa di essere baciati
per diventare meravigliosi
la fede non l’ho scoperta guardando il cielo
ma fissando le foglie degli alberi
il cielo l’ho sempre guardato per desiderare mentre
la breve longevità della foglia mi ha spezzato il cuore
sono innamorato degli alberi
delle polpette fredde e del vino rosso corposo e fermo
ho una passione smisurata per ciò che non comprendo
e visto che sono tante cose
sono ben certo che starò lontano dalla noia per chissà quante vite
vivo in trincea poiché da soldato posso capire
l’esercizio dell’amore per il prossimo
il resto conta relativamente
gli amori sono fiori poi frutti poi semi poi alberi
io amo gli alberi
e le polpette come steroidi
con la loro piccola dimensione
intrise di cognac
Maman è morta senza lasciarsi dietro l’esperienza
mia madre è stata una pessima cuoca e mio padre
un grande politico
i miei fratelli inetti e ricchi di auto e castelli
io ho ereditato
una ricetta
dai mille ricordi nelle corse dentro e fuori
le cucine
del palazzo
non è niente di speciale
chi conosceva mia nanna sapeva che metteva cognac in tutto
nella marmellata
nel latte caldo
nelle ciambelle
nel bucato
e persino nello sciroppo per la tosse
è morta di vecchiaia nel sonno
qualcuno mi disse che la bottiglia di cognac era finita
molti giorni prima che lei partisse
ora comprendo tutto
spesso cucino
ho la dispensa piena di cognac invecchiato 30 anni
lascio un bicchierino al mese davanti alla sua foto
“non hai due cuori nel petto”
insegnava lei agli altri troppo avari per amare
sono una donna particolare
una francese complicata dicono molti
je m'en fiche
metto cognac ovunque
e rido dei mali della gente
che mangiano poco amano poco
pensando la fede sia un cero di pochi soldi
quella gente pensa di avere due cuori
io a fatica uso l’unico e non ho ancora tradotto bene
tutte le istruzioni di fabbrica
Maman mi manchi
milky way man
Ostriche a KERSANTON
Dopo una prima colazione abbondante,
coi resti di una gallette uovo formaggio e prosciutto,
mezzo bicchiere di Cuvée Brabançonne fresco
in una mattina d’afa tipica di fine luglio,
lascio la città per un altro angolo di meraviglia.
La Bretagna conserva i suoi sogni in una austera atmosfera
con bronci, occhi segugi, costumi lontani dal metropolismo,
v’è un candore generale
ore soporifere nelle pietre e odori
profumi di erbe selvatiche e di fiori
testardi come le estati e le strade cotte
turbinii di polveri col racconto pronto al turista
mai sazio di assaggi sul percorso.
Smarrito Papageno con voce muta,
solitario ma rigenerato da vacanze nei posti amati,
chissà l’amore … mi domando,
la domanda resta là nel prossimo calice in cui affonderò il naso,
barbaro il destino del Poeta che sfida la propria Sorte,
mettendosi alla prova senza illusioni
anche se è il primo mangione di sogni _ all’occorrenza.
Vado per fari.
Mi è caro il viaggio.
E’ quello che cerco per la mia felicità.
Vivere di mare, all’altezza di un gigante che lo domi.
La scogliera, le rive brune, questo è il mio essere.
Mi fermo in una taverna.
Sono giovani i gestori e parlano poco.
Sorridono ma non convinti,
le donne sole, ovunque, sono donne sole.
Me ne infischio. Io non sono sola ma mica vado a dirlo in giro.
Credano quello che vogliono.
Cosa desidera? mi chiede la ragazza magra e con poche esperienze,
facile leggerle gli occhi.
“Ostriche.” Rispondo. “Vino bianco fermo.”
Lei sorride al suo ragazzo o capo.
Si vedeva un faro dalla vetrata non molto lucida del posto.
Nuvole come da temporale.
Clima perfetto. Da estate. Da duello tra mare e cielo.
Ho mangiato ostriche, ho bevuto parecchio anche …
ho dormito in macchina un paio d’ore.
Era stato il miglior pasto della mia vita.
Ritornerò. Lo so. Lo sento.
La prossima volta salirò su un peschereccio.
Reciterò Verlaine all’equipaggio …
chissà forse diventerò una allevatrice di ostriche.
La strada bretone proseguiva tra colline e mare …
con cieli sempre diversi,
con rive brune,
barche senza pretese,
uomini e donne di un’altra natura
di quella che non regala niente se non combatti.
Clima perfetto. Da estate. Da duello tra mare e cielo.
In Bretagna non si compongono poemi ma si mangia
_ restino i profumi, gli odori forti nelle conchiglie
i versi da lasciare.
Felicemente tristi
Mugle Mugle
non mi dire addio
il mio cuore non è pronto al silenzio
invece delle lacrime fammi ridere
prometti di dimenticarmi
così avremo gioia
e pace
col vuoto di cui taceremo il dentro
agli altri
cucina per noi qualcosa e lascia che bruci sui fornelli
perché era così mentre ci baciavamo
mutando il cane con un osso come esca
poi canticchia “all y need is love” mentre togli la polvere
dalle cornice con nuove fotografie
sapendo
che io sto bene in quei posti dove mi nascondi
agli altri
ma se di rado tu capitassi su qualche ponte osservando il fiume
con l’immaginario lontano alza un prego col tuo sorriso
non ai tediosi astri ma al rumore che fanno i cuori quando legati
me ne frego di sentirmi dire amore – che bello – il bene
gioisco con le miserie che sono tante
ovunque si trovino
raccontami delle tue
ti direi delle mie _ dopo
perché quelle ... indigenze
alzano le difese e fortificano le debolezze
ed esaltano la bellezza di chi affronta i mali
senza usare la stella o la speranza ma solo la fatica
dietro ai propri sogni quelli che tacciamo
agli altri
ho sempre optato per il rumore come un canto
nel silenzioso cosmo
spacca pure i piatti rimasti
compra nuovi bicchieri
nuove posate
nuove lenzuola
brucia tutte le scartoffie dove ho esagerato coi pensieri
coi desii
coi bruciori di sesso e di stomaco
di a tutti quanti mi hanno conosciuto di sbattersene
se mi dimenticano
io li ricorderò comunque
ma senza tristezza
allora sarò dove nessuno potrebbe mai andare senza invito
vi lascerò a rosicare
in mezzo ad ogni cosa che ho amato di più nella vita
l'amore
il cielo
il verde
il bere
il mangiare
naturalmente il sesso
non mi dire addio
dillo agli altri
ora mi occupo di faccende meno impegnative
porto a spasso le anime dei cani sulle luuunghe strade del Paradiso
Felicemente tristi
Paladini di Dante alla Porta
sull'Oltre
Piero Colonna e Jac nel Tempio di Nino Silenzi
beati alle stelle speranzosi i cuori
di avere ragione sull’oscurità perenne
e vincere della Titana Morte _ l’ira
correndo il rischio d’immortale corpo
mezzanotte fantasmica in una baia d’ombre
che rodono se alte le paure dei bimbi- i tremori
nascosti sotto le coperte
sudate dalla loro innocente alma
s’azzannano a vicenda gli astri
presi da furie passionali care a una Luna
svestita come una vergine non ancora preparata al sesso
e minacciata all’infelicità solo dal suo pudore
all’ora delle lascive streghe
selvagge in groppa ai loro demoni amanti
m’era entrato in petto col buio _ un corvo
quando già vacillavo
forse per la stanchezza o presumibilmente
per il troppo leggere le pagine di gran bellezza
in cui la mia mente s’era immersa
davanti a un certo libro –
l'autunno non aveva bisogno di fingere per lamentarsi
il vento si prendeva l’attimo alla fine della foglia
l’ozio e la calura avevano girato il globo
un umido rancore borseggiava i lumi della ragione
si dibatteva la bestia con furioso senno
beccava in osso il nervo poi la carne
fissava col suo occhio freddo i miei occhi
come se vedesse fuori e dentro … la sua preda
si era accomodato il Nero Cavaliere
al tavolo rotondo del mio immaginario
per godere anche se ora ho confuse le ragioni
virtù e vizi
emozioni
armi e ogni sentimento i cui battiti
io
avrei scritto in eterno
perduta la certezza di realtà o sogno,
continuai a guardare oltre _ cercando suoni
un conforto dalle stelle piroettanti
tra le foreste nei vasi fradici dopo la pioggia
all'ora in cui la scandalosa notte era già nuda
ma io avevo come il sentore di qualcosa …
mi prendeva dalla quieta pace del mio sonno
verso le chiuse di mai immaginati lidi
che fosse Limbo Tartaro o Eden non saprei
un passo ancora
il baratro nascosto alla vista
e nel momento del cadere
fui afferrato dall’angelo amico
che nell’Oltre vigilava da più tempo
cosciente di quei rischi corsi nelle terre ignote dagli sconosciuti
se ali avesse avuto io non le avrei mai viste
o aureola o quanto altro di divino
Piero reggeva il buon governo di Poesia
in lande invise a Ade e Eden
terreno neutrale per tutti i pittori in viaggio al loro Dove
ma fuori dalla rotta andava a caccia il buio
così io fui salvato dalla Bestia
mentre il mio Vate intonava ai cori assoluti :.. i canti
“Buon amico questa è una cara casa”
mi disse mentre gli invidiavo il suo percorso
che biblioteche!
che cieli!
che splendidi colori hai a cui badare!
lui mi sorrise e con umile fare
andò avanti a indicarmi strada
“teco insonne porta ogni fede” _ diceva il mio Illustre
il Corvo in me taceva - quasi sapesse
quale voce governasse tutto
prima che Questa creasse universi
l'Operatore Nero aveva innescato la strana dipendenza
rapito e rapitore
per invidia
di quell'incontro strano e fatale
“non v’è gloria che duri più del conforto di un amore”
non ascoltare l’angelo _ gridava il Messaggero
“ti dai tormento per la scelta giusta” _ parlava meco il Maestro
“ma non v’è bene se non hai nel tuo sangue la speranza
ogni caduta insegna al bambino il cammino
l’atto di violenza è pater di quelle debolezze umane
che piglia gli scellerati”
c'era in me quel Male entrato per togliermi alla meta
“Tu non avere paura di tremare mentre ti guiderò avanti”
dove andiamo chiesi
perché sono perduto
“Tu solo sai perché ti trovi dove io ho Faro”
Questo è l'Inferno o il Paradiso?
gli domandai seguendo il suo passo senza alcun appoggio a terra
“Questo è ciò che vuoi per te lui sia“
mi piace eppure ho paura
non sono qui per essere bello animo o piacere a tutti io sono qui …
per essere io
“già” rispose sorridente il Vate
ma io ho catene grosse che mi confinano al Male
ho sbagli
ho peccati ed altre cose
“noi non siamo chiamati a dare Giudizio ma solo a Cantare”
mi disse il mio Illustre mirando agli usignoli cui era circondato
come se fosse un asse di un pianeta caro
gli arcobaleni lo avvolsero come il buon zucchero filato
e camminava … raggiante in quella cosa
che toglieva fio al Corvo dentro ancor ringhiante
l’Inferno non è che un paralizzato corpo
con tutto intorno un invito al danzare
a volte piangi
a volte bruci
a volte tremi di un dolore sì forte
da augurarti la fine che mai arriva
eppure questo potrebbe darti forza per scrivere a digiuno dei tanti soli
quella Poesia Pura che altri hanno mai cantato
stai zitto! urlai dentro me stesso
mentre gli occhi seguivano il Maestro verso un dove ancora più chiaro
offerte avevo due nuove strade
una verso il circolo del gran dolore dove è tutto nero
una a lande rimaste agli uomini misteriose
sarei rimasto all’infinito a pensare quale sarebbe stata la mia finale
scelta
ma una mano mi strinse sì forte l'avambraccio che capì
oh che sacrificio tenere il Corvo imprigionato in petto
ma andai a una gloria premio per lo scrivere del cuore
scappa _ ritorna all’abisso_ vieni alle chimere belle
gracidava volgare il Corvo puntando ogni artiglio contro l’osso
sebbene dolorante seguivo vinto _ l'ascesa ai lumi
mira bene ora così avrai la mappa
candido il consiglio del buon Piero
mi dibattevo cercando di vincere il mio male
il Professore mi disse di ignorare l’Inferno
“Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.” recitando Dante
io seguivo la scia del suo profumo
forse di gigli o rose appena nate su macchie d’erba
“Riposa e mira a quella luce intensa …
Di tanto in tanto è bene fare una pausa
nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.
disse un caro amico Apollinaire? L'hai mai letto?”
Non seppi dire che Ahhhhhhhhhh!
al miracolo d'un blu che scioglierebbe gli occhi in lacrime
tant’era bello
il Tempio delle Muse Azzurro e null'altro intorno
vedrò allora la mia guardiana ispiratrice
la somma Musa di cui seguire il corso
o vedrò qualcosa di ancora più vasto della parola
che spesso non è necessaria se forti i battiti
entrammo ma Piero rimase alla porta
l'ingresso era costellato di animati sigilli
che solo lui poteva tenere aperti per un uomo
lo strinsi forte a me – e a occhi chiusi varcai confine
cercai per le immense stanze vuote di ritrovare qualcuno
quando lontano sopra una sedia d'aria immerso in lettura
la forma ma soprattutto il volto di un bene sorridente
che si apriva a un ospite per la sua prima volta
e poggiato il libro grosso sulle gambe
discese dal suo monumento in toga aurea per il saluto
io porsi la mano ma lui le prese entrambi
“eccoti al tuo Destino” sussurrava
emersero dalle luci altre forme
tutte belle
lui continuava a indicarle care
“vedi dove riposa quando fuori Eden _ l’anima di Dante
in questa biblioteca con raggi buoni lungo le pareti
costellate da letture che vanno oltre l'umana ambizione
e comprese solo da anime celesti
qui siamo in tanti a riordinare lettura della sorte d’Arte
qui vegliamo sugli eroi sacrificati per mero scempio d’intelletto
qui noi siamo coccolati dagli astri
che tengono a bada il buio”
e come - domandai
“le Muse tu non vedi ma loro sono tutto
mattoni del tuo Tempio - finestre _ cielo _ mondo
quindi son Loro che cantano contro i mostri
mentre fioriscono in colore e profumo
per noi altri”
io non vedo altro che libri Mio Sommo
osai cercare le divinità con questo sguardo
il Corvo continuava a urlare per l’aria
di troppo bene intrisa che andava al cuore
ma nulla della mia Musa
“Lei non è la forma che tu pensi e in questo loco
tu l’hai salutata veduta e ammirata tante volte”
allora sono un pazzo che non ha abbracciato l’Oltre
come si conviene
“Oh tu non hai capito _ Lei è questo posto
l’aria_i libri sulle non mensole
persino la sedia che mi è offerta per la lettura
Lei è da quando sei partito _ già nei tuoi respiri”
il Tempio m’assorbiva ogni pensiero
tenendo a bada il Corvo coi suoi assalti osceni
pareva di essere un mondo al confine con altre cose
di cui solo il Sommo avea conoscenza
ora andrei all’atrio dal Grande Piero
per fare unione d'Immensi in questa impresa
ma mentre lo dicevo - il pavimento azzurro tremò
come se un fulmine separasse il guado dai pionieri
Piero!
Piero!
“Al Faro vista il Sommo tu mi troverai per ogni vita”
fu del mio sentire ultima cosa poi il risveglio
ai cari astri resto fedele per quel momento
Musa non ha clessidre da quando m’è rimasta in sangue
il Corvo non ha mai saziato il suo appetito
sebbene certi nemici andrebbero bruciati
lo perdonai _ lui forse no_ ma pace
uscito dal mio sonno
pioveva sul grande buio
ma nella notte uscito per ristorarmi
sebbene fosse un poco estrema la mia scelta
stare ai palmi contro il viso delle acque _ pregai per altri sogni
mirando agli astri là nascosti
con la speranza meco d’avere coi gloriosi l'ingresso all'Oltre
mai uomo fu così innamorato di Poesia da farne sposa
mai Musa ebbe come adepto uno così propenso ai versi
e nello sposalizio videro insieme il bene e il male
per ritirarsi poi per vero amore … nel Tempio
con stima e ammirazione ai Poeti Piero Romano Colonna e Lorenzo De
Ninis
"Le odi migliori"
sparkle
notte inferno un vaso dilatatore del cuore
ombre cui si inchinano i muri ma non il tuo tremito
silenzio morde biscotti lasciati sul tavolo dalla mattina
s’inteneriscono gli astri all’ascolto dei tuoi battiti
attimo un segno sulla tempia con tintura della regina Luna
il varco ai sogni passa attraverso i mondi
si rompono i soffitti spinti dalle tue ali piumate
leggero e veloce il sonno si prende il regno
fuggire perde il suo senso ora insegui qualcosa
non è mortale
nemmeno una divinità
è incolore ma tiepida
notte d’amore tra gatti sopra le balaustre
s’ingentiliscono fiori che solo col buio donano il loro profumo
vagabondo ma re sui tuoi passi
esprimi un desiderio ti dice la Fata … qui tutto s’avvera
Young Zero
bandiere di invisibili sulle barricate del coraggio
caos nel mondo morti infetti intanto è primavera
amanti come rondini al confine aspettando il destino
“sconto trenta per cento sulle crociere” sognando da prigionieri
l’aria brucia c’è voglia d’abitudine ma il virus non fa pace
la regina nel Bunker i bambini senza una scuola ecco l’Inferno
la fame ci obbliga a cercare un lavoro che manca
in fila per i desideri guardiamo le rive del mare dal cellulare
il premio Nobel agli infermieri nelle corsie a morire con gli altri
la zattera di salvataggio per gli altri pianeti è rotta
siti porno gratuiti per i minori che non hanno soldi per i videogiochi
Roma coraggio e la Madonnina in cima a un Duomo dove piangono le guglie
la moda è quella delle tombe senza un nome al cimitero
chi piange chi ride chi fa l’amore chi ha speranza
i mostri sono usciti in strada e non temono il sole
rapiti dal fiorir delle rose noi altri
Milky Way Man
chiuditi amore il cappotto _ c’è vento e una Luna arrappata
chiuditi amore il cappotto _ c’è vento
si porta via ogni raggio di sole
la città ora è buia tendente ai vespri
ho gli ingranaggi del corpo inceppati sulla tua bocca
abiuro il blu per le tue guance rosse
fantasmi bruni si inseguono tra i bidoni della spazzatura
il sesso è urgente ma non ci sono le condizioni
noi alibi di qualche gatto mentre uccide il silenzio
rallenta il passo voglio ancora baciarti
oppur corri … corri a casa e apri la porta
fammi sognare la strada fino al tuo corpo
sei l’unico fuoco che mi scorre nel sangue
miagolo sensibile all’odore del verde in travaglio
immagino sogni che sanno di frutti acerbi
si sciolgono tutte le stelle sul mando celeste
io rapportato all’infinito _ nulla
chiuditi amore il cappotto e vienimi a prendere _ mi sono perso
ho graffi dai gentili artigli di una Luna arrappata … ovunque
so di non essere abbastanza per prometterti oltre sta vita
concediti ora adesso _ col rischio di innamorarmi eccoti i miei sensi
Poems of Lust for Lovers
I folli vedono la bellezza persino nel silenzio delle
pietre
conosco il gusto del fango
due metri sotto l’orgoglio quando ingiustizia
il salto delle lacrime in bocca e gli sputi
conosco l’orrore del male
ma il nemico peggiore è l’altro in me a volte
troppo temerario per questa storia
veloce nel togliere i veli al mistero
davanti agli occhi degli increduli
sono legato a una sedia d’aria
passionario nella corrente dei deboli
accolgo chimere cui nessun altro darebbe ascolto
i cui sussurri aprono le porte ad ogni limite
non so pregare in ginocchio
non mi drogo
accetto il celeste quando buono
e sono spesso colpevole di ideare ombre
sulle cui scope volano verso mete sconosciute i piaceri
sono l’anima che accetta ogni colpa
ogni peccato presso cui ho prestato servizio
conosco il gusto del fango sul palato
e ricordo di ogni diavolo la forma
sarà difficile che mi vogliano in Eden o in Ade
l’amore che inseguo non è un confine di prigioni
datemi una biblioteca da mangiare
datemi pioggia da bere nel plenilunio
a occhi chiusi reciterò i suoni che fanno gli infiniti
dietro ai cosmi
per questo state attenti al mortale
che ogni tanto lancia il guanto ai titani
abituato già a mangiare il fango
lui non teme nulla
Young Zero
Danzanti in Central Park sotto un temporale di gelsi
cadono come fiocchi di miele i gelsi bianchi
temporale di maggio
Central Park nuovamente ubriaco
aria elettrica sulle labbra imprinting di baci
mascherati gli innamorati corrono sotto la pioggia
avorio il lampo
ribelli le acque
il tuo abbraccio fa diga
una foglia ci legge la mano
le linee del destino in questo secolo per ogni promessa saranno infinite
danziamo in molti sull’erba bagnata
danziamo sfiniti
prosperano i ridenti guarisce un pochino dal male
persino il solitario col suo consunto libro
triste all’abbandonare una panchina
ho fame
hai sete
ti amo
poi ridi
con la notte la natura diventerà buia
e la città sarà dei balordi
della Pandemia
delle riviste
delle luci a led
dei lampioni e spacciatori
degli uomini di cartone trattati da spazzatura
ogni mattone all’altezza dell’uomo diverrà un monumento ai perdenti
ai diversi
alle capacità alternative
al resistere
noi siamo la prova
che la fortuna ci vede – eccome anche se non molto spesso
nuvole come betoniere s’intonano ai grattacieli così piove grigio
farei l’amore con te
lo dice il mio sesso
educatamente nascosto dai pantaloni
ti parlerei di quanto e come sarebbe bello
rotolarci per mesi nelle camere nei corridoi nelle cucine
passandoci in dolcezza il cibo
ma vorrei complicarmi di più regalandoti un - no
aspetteremo – per fare l’amore
nulla di strano
ne mesi ne ore ne anni ma il giusto
finché sarò la scelta
è così che funziona tra i forti
quelli che si amano lo fanno per sempre
in questa città nulla è impossibile
come vedere la pioggia infilarsi dalle finestre
fare torrente in salotto
noi su barche di carta
marinai improvvisati mentre il faro
è un abat-jour giallo
che ci fulminerebbe se non remassimo verso salvezza
da professionisti
da amanti
ma noi siamo ancora qui fuori … dalla parte ovest del parco
immenso continente per belli e per dannati
questa New York che eccede col rock con la Cola la coca
il pastrami le altezze vertiginose dei palazzi o il whiskey
ti tengo per mano _ la legge non lo vorrebbe
ti porto a Manhattan sulla Broadway
svuotata dai pazzi e dai turisti
qualcuno impreca e volano bottiglie
persino uno sparo spezza il silenzio
una pattuglia di polizia ci nascondiamo
dietro un’auto
mentre là fuori arrestano i ladri
privi di guanti e di mascherina
vetrine come le concubine di un re oramai vecchio
si specchiano nella Luna le ombre
e niente stelle
gocce minuscole gocce d’acqua continuano a cadere
sulla nostra testa sotto un ombrello di abiti
come siamo felici
di non possedere altro in questo momento
come due cicogne in missione sopra i camini
laddove il vento tocca le nubi
e il cielo scende a patto coi poeti mai andati in Paradiso
ti darò un nido
una casa coi fiori in giardino
fuori dallo zoo degli zombie
in qualche terra dove il grano s’alza di un metro
o dove le ciliegie crescono grandi come meloni
in fondo a ogni vacanza
c’è un ritorno
oh come divento vuoto di magie
quando ciò che mi piglia nel corpo
vince sui pensieri più creativi
stringimi
sentimi
ascolta il pulsare del sangue
chiudi gli occhi quando mi baci e immaginaci
felici da vecchi ingrinziti
o nelle future rinascite
le carrozze sono sparite da mesi
per il giro dei romantici
ti regalo il maggio come anello di fidanzamento
notti notti e notti
d’amore amore amore
sono ubriaco
stordito
confuso
mi togli il respiro
togliti i vestiti
staremo cuore contro cuore
petto contro petto
mani nelle mani
e portami lontano dove non vedano gli occhi
dove i lampi saranno avorio perché appena usciti dall’Eden
lasciami volare in questo parcheggio
in questo orfanotrofio d’auto
qualche istante
di sonno – scappa dal sonno torniamo in centro
tremanti
folli folli folli fuori dalle rotelle
folli con le campanelle di sogni alle caviglie
fuori diluvia
lumina
lumina e lumina ancora il lampo
nei tuoi occhi riversi i Strawberry Fields
corriamo lascia perdere il dormire
Bethesda beve poi fa un ruttino
s’acquietano le folgori celesti
stringimi con l’anima
arriverà l’alba poi l’arcobaleno
Felicemente tristi
dimmi amore che tu esisti
siamo foreste nel fuoco
con incendi incontrollabili sopra un pianeta senza respiro
t’inseguo lontano dalla pioggia
perché non voglio si spengano le fiamme
ma dimmi che esisti
dimmi che ti diverte mostrare quel cuore pazzo
canta se puoi sopra i veleni
toglimi dal vizio dell’abitudine
tra i narcisi
tra le cloache dei “io voglio”
esci fuori da quei polmoni intasati di fumo
siamo foreste verdi con radici nei cosmi
viviamo di sogni per non temere la morte
lasciamo le lacrime e la speranza sopra il cuscino
con piuma che porta in Paradiso la sofferenza
non è difficile volare quando sei aquilone
non servono le ali se il buono dentro appartiene a tutti
non dobbiamo scappare ma esplorare
nel modo più intenso
sfidando le mura
noi siamo foreste in fiamme innamorate delle vertigini
ci abbracciamo coi rami _ coi fiori persino con le radici
da alberi diventando cammelli
resistenti ai deserti del traffico
eravamo torrenti trasformati in acquari coi pesci sui rubinetti a filtrare
l’asfissia dall’acqua
mentre le auto germogliando frutti colore del cielo
dormiranno al nostro posto nel letto
il sesso sarà un bacio elettrico
mentre il temporale prometterà arcobaleni alle folle
con vocine vivaci che
sussurreranno alle nuvole “pioggia”
saremo quel giorno dopo l’incendio
pazzi come battelli a sfida dell’oceano
e la tazzina di caffè sul tavolo rimasta lì da chissà quanti anni
sarà il faro quando noi diventati una cosa sola
indipendentemente dal corpo
forse pietre canditi per temporali
o marmellose di rovine per colossi di Rodi redivivi
in cerca di sedia nell’apocalisse dei virus
ardiamo legni sotto copertura umana e sottovento
tutti sanno che dalle nostre ceneri un giorno nasceranno fenici
l’aria è un imbuto che travasa gli espiri di tutti
per questo abbiamo i loro sogni a volte
faremo voto
di mai spegnere fiamma
saremo il filo leggero di seta che regge il peso della Via Lattea
ci dondoleremo spinti dal ditino del vento
quando si penserà Mozart con tutto intorno un mondo musicale
dimmi soltanto amore che tu esisti
Felicemente tristi
Hocus Pocus
North Riverdale _ Fanshaw sulla Broadway
un altro ospedale con zombie zittiti dietro a finestre
un paradiso per nuvole sti cieli liberi
cementi e cementi e cementi che fremono dalle fondamenta
per i passi di quelli in catena al virus come animali
che si strofinano contro i muri
nel coro di mugugni
io passerei inosservato
come alzare fino lassù al trentesimo piano - la voce?
i territori sono limitati _tu fatti vedere
non posso restare in strada per tutto il giorno
King Lion ha il palcoscenico tutto per sé
senza luci nel camerino
senza plausi
mi bisbocciano nello stomaco gli ormoni
così ho portato fin qui dall’Italia il mio corpo
ogni suo atomo vuole darti amore
a comic situation direbbe Bernard Shaw appoggiato al suo Nobel
passerei da clandestino che ha trovato in te la sua terra promessa _ ai
doberman del NYPD
recito ma da muto tra sti buffali di mattoni
-or scendi- che mi bolle il sangue
le cuffie Bluetooth sono scariche e così il telefono
i piccioni defecano ovunque non vorrei essere il loro bersaglio
l’Apocalisse è vicina – orsù fatti baciare
stappa la bottiglia di vino togli tutti i vestiti
e apri il portone
occhi spioni faccia buffe sbuco sulla Broadway sudato
mi guardo intorno – è vuoto – un pianto di vetrine
per chilometri _ colorate
la morte cammina sopra le luci dei riflettori
sulle insegne dei teatri
cosa dirle – cosa insegnarle
che lei non sappia già di ogni uomo
Whitman all’orecchio mi recita i ricordi
“Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.”
come non dargli ragione
sono quel gabbiano rimasto sul ponte di Londra
col cuore tragico shakespeariano nella sua più alta marea
di sentimenti
tutti dobbiamo morire
tutti noi moriamo
ma morire con gioia
morire facendo l’amore sarebbero miracoli
che non spesso accadono tra noi uomini
vuoi perché perdenti
vuoi per i peccati
spesso perché indolenti
alla compassione
al male intorno
ignoranti
così sta immensa strada è un teatro per le gorgoni
che salgono sopra i muri per succhiare dagli occhi vitrei
dei rinchiusi – ogni speranza
è un virus gente non sparirà con Hocus Pocus
amatevi
deterioratevi aiutando
… sono venuto qui a cavallo di una metallica cicogna
per mostrarti il cuore
fa male la pioggia sul capo bollente
le resisto
come sti lampioni pretoriani col broncio
in mezzo al verde del polmone contro l’oceano di Central Parck
mi faccio amici degli scoiattoli
racconto di te
di noi – scappano
sul marciapiedi bagnato una carcassa di animale
me ne innamoro
la coccolo
la piango
ne ricordo le imprese
poi con gesto umano la trascino per le zampe sotto un cespuglio
nascosta ai corvi dove sognare mentre latri si nutriranno
di ciò che era
mentre ciò che sarà volerà in un ciclo naturale di cose
ai fili d’erba trasmetto il mio peso di sogni
che piova pure
un male mi maschera
è la tua assenza
acque illese scendete pure sulla mia faccia
son fradicio – capisci
fradicio e la carne
come un salmone controcorrente risalgo la Broadway
poi mi perdo in parchi
vagabondi mascherati da senzatetto più liberi di noi altri
sarei nel letto con te a quest’ora
entrambi già ubriachi di vino
affannati sotto una doccia calda
che durerà ore
finché ritorneremo a letto non per dormire
ma per stare zitti e abbracciati
come si conviene quando la vita perde il senso
là fuori
finché il rosposo infante del buio ci chiuderà gli occhi
mai il sonno è stato così malvoluto da me
mai ho pensato di odiare avvicinarmi all’immaginario
dopo il sesso
…
nulla mi copre davvero e sento freddo
non è la pioggia – chi se ne frega
siam noi che non togliamo abbastanza poteri ai dubbi
per dare alle certezze che abbiamo le loro vittorie
ti amo ma è più forte il vento in questo maggio
sono ospite malvoluto in una città fantasma
sento il brusio dei morti nelle orecchie
la poca poesia che resta nel jazz di una volta
così ballerò finché cadrò a terra esausto
ballerò
amore shaolin
gli innamorati al pronto soccorso del fortino chiamato speranza
vienimi incontro
porta quella coperta a fiori
il cane a guinzaglio
qualche vecchio biscotto per le parule di Central Park
non mi offenderò se sotto il soprabito non ci saranno vestiti o biancheria
se l’odore di ammorbidente ti segue ovunque
fanchiurlo al pulito
a piedi nudi nel parco “Robert Redford e Jane Fonda” incredibili
mentre altri golem di fango usciranno dai limiti
della salvezza aprendo i portoni
ai ristoranti
alle paninoteche
ai vizzi
Trump a forma di Godzilla sta già sui manifesti del prossimo novembre
come Zorro ma a difesa di mostri
tremo sto male e ho freddo ma rido
che strano il mondo
dei plus potenti che non hanno nulla da fare
che rompere le palle ai poveri coi virus
coi giochi di politica
con le gironde nei mitraglioni
ho il cuore che frigge
nel mio sangue ci ha pucciato le dita prima Poe poi Whitman ora è un
banchetto d’illustri illusi
come Groucho Marx agonizzo l’ironia dentro un sigaro
ho tutto il coraggio che serve per darti il mio corpo
che non mi fa sempre da limite
la pioggia continua
la Pandemia continua
Leonard Cohen rimane nell’euforia
O Capitano! mio Capitano! … si propaga una fede
dalla foce del fiume Hudson fino alla cima della Freedom Tower
sento se non sono malato di chimere
già il tuo profumo
fresie bianche pepate rose e unicorni selvatici
dietro l’arcobaleno dopo il temporale
sì sono pazzo lo so
con scarpe e vestiti fradici sotto la pioggia
non potrei piacere nemmeno ai ladri
quindi non c’è la possibilità che qualcuno mi rubi il cuore
quest’oggi
è tutta per te la mia follia
mi baci?
starò attento a stare sveglio anche per le prossime ere
semmai ti venisse voglia
così per caso
di addomesticarmi
Felicemente tristi
Canal Saint Martin
sentinelle sul canale insonni e veggenti cuori ardenti
disordinati e irresponsabili al bagno di sole
ci manca la vita – si parlano da dietro una maschera
ovunque canzoni da un grande brusio
amore richiama un fiore sul tavolino
un bicchiere di vino quello che sa di frutti di bosco
il sangue m’è divino
divento un angelo un lottatore
mentre il fiume decolla verso un Paradiso di acque senza fondali
io lieto aspetto
la tua mano tra i capelli
leggera condanna all’eternità col profumo di rosa su tutto il corpo
in jeans con le magliette colorate oh estate sotto il flagello
corriamo rischi ogni giorno dobbiamo volare
la gonna è leggere
siamo entrambi leggeri
forme di sentimenti umani sulla banchisa
chi ha ragione
chi ha torto – grida il telegiornale
ma la vita vuole vivere all’aperto
vuole il cielo
vuole l’aria
Parigi prigione solo per i fantasmi
gli altri a caccia d’amore
col respiro a prova di bacio
contaminato
non contaminato
sterilizzate le labbra si sfiorano nell’appartamento
vorrei il tempo di prima _ resta nell’aria
il mondo è cambiato noi inabili a volerlo
la tua mano nei miei capelli e baciarci in strada
contro le regole _ mi diresti
che mi frega
sarà così per sempre
non intendo morire
oggi
Poets and Lovers
note d’aria stonate il cuore in aritmia forse un
arcobaleno ma dopo
mi guardo le mani
le giro le rigiro le giro ancora sì ho cinque dita
m’ama non m’ama e così via
le stelle se ne fregano a loro volta schiave di una conta
di qualche insonne
il sole arde eppure non è mattina
sei tu – mi ardi
tu peggio della birra nello stomaco
mischiata a due bicchieri di vino e un caffè con la sbornia incorporata
ho un apice Shard nei pensieri buoni
sfido Amleto trovarsi un posto a Londra
che non sia di un altro fantasma
anche lui con le braccia legate contro gli abbracci
oramai solo i virus sbranano le vetrine educate allo sguardo lussurioso
dei spendaccioni
ho una toppa di lana rossa
probabilmente un totem di un tuo vecchio maglione
sul ventricolo destro
respiro male
respiro vermiglio
respiro solo il tuo profumo
veggente
dipendente
assuefatto
corridore solitario
tra battelli col motore spento sul fiume
Magister di favole per gabbiani a poltrire sui ponti
con eroi incorporati
e ombre percosse dal vento
rimaste dopo il passaggio in auto o calesse – dei reali
help me – all y need is love
nessun odore dai ristoranti
che apocalisse
questo muro alieno che ci divide
nessuno lo vede
nessuno lo sente
eppure si mangia la gente
quando faremo l’amore?
sorridi sempre alle domande serie
davanti allo specchio del tuo ego
sei forte
sei invincibile
imparerò a ridere delle cose serie
tu piangerai perché mi riterrai frivolo
stammi a sentire
io voglio solo abbracciarti
voglio il tuo corpo
voglio un abisso di sudori
voglio non calmarmi nel sonno e cercarti sotto le coperte
finché avrò vita
come un povero Keats con la paresi prima di morie
dopo l’ultima lettera alla sua Funny
forse si masturbava – non aveva altro allora
non aveva chi
se non la Musa
oh L’amore indecente sfoggia la sua calma dissoluta
tra i mortali
niente jazz in strada
niente sguardi
mi manca l’afa da folle col proprio delirio pendolare
col traffico tra un bar e un altro per spezzare la giornata
mi mancano i valzer improvvisati lungo il Tamigi
le lettere battute a macchina davanti al Tate per pochi spiccioli
e la tua perenne voglia di baciare
vesto una cosa nuova una cosa vecchia e una cosa che mi ricorda noi
ho una canotta bianca sul petto con l’odore dello stesso sapone da bucato
il tuo preferito
metropoli abbandonata e bizzarra
Camden sembra uno strano esperimento per zombie
nei locali chiusi chissà
sono nudo
resto nudo in città e mi pesa sull’anima smarrirmi
il peso del cuore mi piega le ginocchia
ti prego in strada al buio
dimmi dov’è il tuo posto amore- dove ti trovi
barcollo
così fanno gli uomini che non sanno quello che cercano
quando sono soli
dimmi tu che mi conosci
quanto resisterò da sobrio al freddo dopo la pioggia
dimmi quanto starò alle briglia del destino
questo posto non è per i sognatori
questo posto è per i sognatori che temono il volo
lasciami venire a cercarti con queste ali
pesanti di nuvole nere e cemento
lascia che atterri sul tuo piccolo balcone con i gerani
fammi posto sotto la gonna
i tempi difficili ci corrono dietro
faremo bambini coi nomi di grandi poeti
e piangeremo con loro per i dentini
invecchieremo guardando i due lucchetti sul ponte dell’amore
ancora lucidi
ancora giovani
ancora fighi
e moriremo senza dirci addio
ma ti amo – in un giorno sbagliato della settimana
tu sarai a fare la spesa
io con la mano sul petto
mentre il vento
si porterà alle chiese di nuvole
il resto dei sogni
per il futuro insieme
nelle altre ere
anni avanti
il tuo sorriso dopo le lacrime
sul tuo volto la pioggia
e ci sarà l’arcobaleno ma dopo
Poets and Lovers
Una favola a Milano e Leap Year per amanti
Sesso o Amore
serata cicogna con stelle in grembo
le tue mani sul portone del Duomo – lo odierei
non fossero fredde quelle sculture
che sfiori
maschere ovunque ma non è carnevale
un caffè?
compro una rosa rossa
dal giovane immigrato che pensa di vendere oro
come dargli torto
ti vivo nella storia
domani con o senza il virus – sarà la stessa cosa
di oggi
uomini e donne
scoloriti dalle quattro mura prigioni
anche tu hai la pelle candeggiata dalla Luna
ti vorrei stringere le mani
abbracciarti
spingerti nell’universo per farti l’amore
per ore dirti parole coi suoni rauchi
ma dove vai
dove balli con l’animo lontano dal mio
ho uno spirito surfista che ti segue per le calle di Brera
onde alte come palazzi non mi fanno paura
ti volo incontro
volo per amarti
e tu che fai? ti allontani
fino a sparire nella notte
come un fantasma
una pattuglia di carabinieri
brutalmente duri e in sovrappeso
due ciambelle da supermercato _ i resti sulle loro camicie
sembro un molesto
non ho una foresta in cui nascondermi
non sono un drogato ma un innamorato – non ridono
mi lasciano andare perché … nemmeno loro sanno perché
i nessuno non fanno male
non fanno gli spacciatori o gli adescatori
i nessuno sono felici di avere un nome con un peso sulla coscienza
Milano non sa che di pioggia
resto solo
grate di ferro ovunque come verruche contro i castelli
tu vivi qui?
ti ruberò se potrò
ti porterò al mio lontano
aria fresca
e pusher ma solo in televisione dovessero mancarti sotto casa
nevicano le rose coi loro petali al vento del temporale
via Palestro dall’aria funerea come il guardiano di un cimitero
dove i corvi stanno nascosti nella gamba nera del lampione
per poi all’alba volare in qualche Ade milanese
lampi senza una bussola sciamannano
il cielo come un cigno nero m’avvolge gli occhi
e quel caffè poi _ l’abbiam bevuto?
il Dio degli ormoni mi spinge a cercarti
St Centrale spacciatori e polizia giocano a guardie e ladri
Leap Yaer su Amanzon
troppi cuori e troppe facce
piccioni in smoking per i turisti
sto coi corvi
ritorno in Brianza
sei tutti i miei sogni
resisti
Poets and Lovers
Gente qualunque
è una vita così
...
cuore mai sazio alla ricerca di vette
qualcosa che vinca la morte nel libro sul comodino
la tua carne mai fredda mai abbastanza dissoluta
in attesa di giochi
un flagello di chimere chiamate con la lussuria
sballato da una democrazia con sottane troppo corte e un po’ meretrice
tu
sei tu quello allo specchio
bende come chiodi per tenere insieme i muri
delle speranze
delle illusioni
dei sogni
Young Zero
sotto le stelle infiniti
ho il cuore bendato
terapia intensiva
strafatto di sogni
estate esausta di verde
girami dalla parte del nudo
dove l’anima ha il sole
e coprimi le labbra
coi baci
i mostri che abbiamo dentro
lasciamoli sfidare la prigione
ma stringi più forte la loro catena
nel petto con altri demoni
l’amore è un angelo che non si fa guardare
ma che ucciderebbe il dannoso circo
e ucciderebbe noi
se lo vedesse
resta all’estate
ai profumi
al mio abbraccio
ho una anima per te
di cioccolato
è vergine
nessuno l’ha mai posseduta
chi mai leggerebbe un diario
se non amasse chi lo ha scritto?
leggimi
da ogni pagine
i sospiri
gli attimi perduti
il dolore che mi procura pensarti distante
ho questo banchetto per te
di magie
di notti sdraiati sotto le stelle
a creare
cose che da solo potrei solo con l’immaginario
ora girami dalla parte dell’anima
falle l’amore
i giorni non sono infiniti
non sprecarli
poems of lust for lovers
ho un sesso maleducato
ho un sesso maleducato
non stringe amicizia non fa prigionieri
possiede
come un addicted alla propria dose d’inferno
niente razione per ciò che provo
se è amore brucia
se è odio tormenta
se è vita fa rumore
quando all’apice del sogno il buio si arrende
all’alba nemica
la mia carne si lamenta
perderti
perderti quando non sono ancora sazio
mi toglie il controllo sul cuore
e diventa un temporale
non ho pazienza a frenare i battiti
tu ascoltali
calmali
dì loro qualcosa
ho un sesso maleducato che non è a disagio
con ciò che lo sconvolge
tu cosa straordinaria
nel mio mai calmo ma permanente acceso
spirito
io un bollente occultatore di piogge -
che finiranno in mari o in oceani
nei laghetti o nei fiumi
dove rinfrescherai la tua pelle e la tua anima
quando non riuscirai più a stare nelle fiamme dei piaceri
- non sono maledetto
passione è un tiranno
che prende ai gigli bianchi l’innocenza
per poi dimenticarsene
rifiutami
rifiuta il mio sangue il mio fuoco
il mio cuore un siluro rosso
rifiuta
la mia anima
così io sia dannato nel Limbo del desio
finché il buono dell’amore
non m’avrà domesticato
tu verrai con me dove gli immortali
hanno portato i poemi e la musica
ti convincerò
sono un giardiniere
io semino fiori nella mia mente
colorati
profumati
di cui colgo la dolcezza per queste labbra
che dovranno baciarti
baciarti
e ancora baciarti
consumarti la lingua
la saliva
tenerti sul fio del respiro
quindi non pensare ma che
mi porto ombre addosso
sono in un nero costante
in cui ardo unica luce sfidando gli astri
perché là dentro io ho già un sole
che ha il tuo nome
e se
ti farai desiderare
sorriderò
coi nervi tesi armonica in strane melodie
oh tu m’alimenti l’inquieto
come una pioggia estiva
scende a temporale con nuvole nere per poi arcobaleni
ho un sesso maleducato
che se ne infischia delle regole
ed io ti appartengo
lui ti appartiene
mio unico tiranno e inferno
"sesso maleducato"
Il gioco degli oceani
stanotte non voglio parlare
voglio fare l’amore
porridge di sudori
ubriachi di vino
ridenti di pesche col succo estivo
e mentiremo la sofferenza nelle nostre vene di mortali
infrangendo i limiti dei sensi
con la poesia delle labbra
unite in un bacio
ai lontani mari
non diremo nulla
saremo muti nella biblioteca dei sogni
muti come le acque senza vento
e
diremo alla Luna “Taci!”
lei tacerà il suo splendore
le stelle si ammutineranno
per stare nei nostri occhi
finché alba
ma noi
stanotte non avremmo corpi
saremo fiumi
che diverranno un mare
poi un oceano poi ancora pioggia
saremo
l’uno nell’altra
imperituri
al confine con l’insonnia dei titani
partorienti il cosmo
come le copertine dei libri
noi abbracciati
dai
ora rimetti a posto le stelle sulla scacchiera della giornata
appena il sole ciccione si nasconderà nel tramonto
giocheremo nuovamente al gioco degli oceani
Felicemente tristi
when the wind comes back
to hunt us
beyond the surface
verde brumbose le foglie di notte col vento
mi spoglio
un bagno nudo di maggio sotto le stelle
caduti come angeli sulla Terra a cercarci
non so perché la pelle bruci col buio
perché i nervi tesi facciano tanto male
labbra secche come se non avessi mai bevuto
come se fossi casualmente ancora in vita
mi faccio di sogni
per dimenticarti
anche se mi ami _ mi faccio di vino
di sudate da fermo guardandoti nella mia mente
sono un drago rinchiuso in una piscina per una Luna balena
come un bambino spavaldo che sfida di un oceano i flutti
senza temere la morte
chiedimi se ho fame di te
chiedimi quanto resisterò ancora
infermo tra queste strade e mura di assenti zombi
tra malati d’un diavolo col nome di un numero
nubi celesti fumano hashish dalla mia speme
nemmeno l’aria sa quanto mi faccia impazzire _respirarla
un mostro all’apice della Senna mi ruba l’innocenza
ballerei sui tetti termosifoni per bruciarmi la carne
più di adesso – per farmi vedere
per farmi trovare da qualche oramai rara cicogna
e guardarla covare nei nidi i nostri figli
sparano come alle bestie le ombre in fin di vita
sparano paure sugli ultimi sogni rimasti
per non avere pace
non mi do pace se non ti ritrovo
dopo gli incubi
arrivi pure la gioia
pronto o non pronto all’amore
Buongiorno fiore di Maggio
Buongiorno sole
non me ne frega nulla della gente
tu solo
noi
i tetti di Parigi brucianti
e probabilmente la piscia della Senna
coi maghi delle rivoluzioni
in un portagioie
di perseveranza
mi stanchi
mi bruci
ma non importa
ho fame del tuo corpo
ancora
ancora
managgia ancora
"It comes back to hunt us"
Valerica
Sarò con te fino all'alba
per farti da guida nel buio
indicarti dove sbocciano stelle
verso cui esprimere desideri
ma se tu dovessi perderti sul tragitto
se non mi trovassi nel tuo mondo
segui sul sentiero la mia voce …
ti amo non avere paura
stanotte sarò il tuo faro _ sarò lì quando lo guarderai _ io sarò lì per
sempre
a volte fa male sai
fa male nel petto l’assenza
mi domando quanti pianeti visiterai
con quanti avrai parlato di ciò che eri
non smettere di sentirmi perché odio tanto il silenzio
non ricordo la tua voce
ma ricordo com'eri
sia il tuo viaggio audace
i tuoi confini sfiorino l’Oltre
ma se nella solitudine tu avessi nuovamente paura
io non ho dimenticato
tu aspetta
arriverò
e ci faremo da faro
a vicenda
milky way man
St. Ermin’s
L’amore per un posto è un affetto intimo.
Ti possiede con tatto e ti preserva in ricordi
che nulla, potrà cancellarli.
E’ come un nido che sfida Scotland Yard coi mattoni rossi,
oh my Bridal Suite guarisco a Londra
m’è felice il petto solo baciando le nuvole
pioggia o sole o api nelle arnie esposte sul piccolo terrazzo – meraviglia
s’incipria il viso con stemma nobile
basta un cioccolatino sul guanciale
e ti senti un fiore …
Ti porterò nei miei pensieri sempre e tornerò
perché è come tornare a casa.
L’ora del Tè nel salottino bohème,
tonerò a girare l’angolo della strada mirando ai torrioni rossi, sarò come
sposare la direzione giusta della sorte sempre.
Good Morning Lady e s’apre sul marmo bianco un sorriso,
giornata carica di luce e di affari.
Polpa di fiori ovunque nei grandi vasi, che bellezza!
Già mi manchi.
Oggi ti penso.
Domani io torno.
milky way man
Un giardino di bombe
Ti dico che brucio.
Cosa ne sai del mio fuoco, del mio incendio?
bracciarmi!
E’ una febbre, un evento imminente nella mia mente
che non vuole saperne del sonno.
Ho la compagnia della notte per i miei mali.
Volermi è come attraversare un giardino di bombe – bracciami bracciami
Cosa aspetti?
Togliti la maschera
col buio
… i tuoi segreti stanotte saranno nel mio cuore,
togliti i vestiti,
togliti tutto l’armamentario sull’anima,
spogliati dei tesori,
… sono tuo.
Ti dico che brucio se vuoi darmi altro fuoco
… amami finché alba di una prossima era
non ci separi.
Nessuna grande frase mette in posizione migliore l’amore di quando ti
sacrifichi.
Comunque qualunque cosa mi ferisce una più una in meno
morie per amore ha più senso che morire da ebbro e idiota e peggio ancora,
solo.
La notte questa notte è una bottiglia di vino,
rosso, sadico di profumi e vero.
Non sarò mai sbronzo abbastanza per giustificare il mio starti lontano.
Non mollarmi anche se da stolto mi piaccio.
Non mollarmi perché è facile farlo con uno sbronzo
tienimi reliquia – una scatolina d’ora
dentro – la gioia –
non ne ho altra … ora sono un gelido nulla senza
te
L’incendio ride di me
gli sputo contro ma non basta per spegnerlo.
Tu non m’bracci perché?
Sono bello.
Sono snello.
Sono tuo.
Villana primavera che mi fa gara.
Troppi “sono, sono” – fanculo …
questo sono – uno scorpione sensibile,
passionale – divoratore d’occulto,
sono impertinente ma vero.
Sono, sono … a questo punto della nenia triste
tu dovresti bracciarmi.
Chissà quanti giardini pieni i bombe dovrai attraversare
quando sarò io a non desiderarti più … ha ha!
Amore.
E’ un trattore che ara i campi della mente
già presa dall’incendio prepotente di qualche sogno,
senza utopie non potremmo prodigarci in certi miracoli.
Ho lasciato il corpo in camera e mi sono messo in viaggio.
Vago per calle a Venezia
come un salmone controcorrente mi spingo a mare,
rive pazzesche con odori forti, navi da crociera
che cagano petrolio - sul bello,
io a mirare luci oro di vecchi lampioni
dando la buonanotte alle maschere di Brighella.
Sentirmi,
finché la carne non mi richiamerà a casa,
sarò un po’ meneghino,
farò bancarotta per un amore locale,
poi lo stare sul Rialto mirando al mare in alba,
voci non udire che flutti ,
sotto le gondole col sospiro a una Colombina irreale.
Ti dico che brucio
come un pentolino d’olio sul fuoco da ore,
se fossi sulle mie ossa sentiresti l’Inferno chiamare goduria,
il male caccia via il male di te.
bracciami
di sconfiggerlo.
Mi affligge amare.
Mi affligge non amare.
Questo testimonia la mia nudità maudit
davanti al destino
e nulla se non questo corpo, questi respiri …
per proteggermi _
Tu mi ascolti?
Mi ascolti davvero?
Lottatore ma stanco
perseverante come una stella
ma ferito eppure col buio, in silenzio, io sono consapevole
di non avere potere sul cosmo,
muoio poi risorgo a occhi aperti
con sogni come creature che mi tengono strette a sé
per sentire del calore _ come sfuggire
Chi ha acceso in me la fiamma?
A cosa serve?
Spegnerla o contenerla?
bracciami
Sono un giardino pieno di bombe
e già,
questo è un invito.
Young Zero
il male è entrato in me appena ho smesso di pensarti
corro sopra un cavallo nero nessuno mi ferma
vienimi incontro stasera non perdere tempo
darò alla Luna un dolcetto e una lucidata alle stelle
perché bisogna essere buoni persino coi smorfiosi quando innamorati
sono come una centrale nucleare col nucleo fuso
avverti l’umanità di scappare
stanotte saremo radioattivi
non chiamare il soccorso
intendo sdraiarmi con te su tutto il pianeta
baciamoci
baciamoci – fa già tanto caldo
facciamo l’amore
curiamoci ogni ferita
ogni arsura del sole quando distanti
stanotte appena decollata la Luna verso il cosmo
baciamoci come i soldati l’ultimo giorno sul fronte
inebriati dalla vittoria
baciamoci
Ramdesivir speranza contro la morte
david Bowie mi canta “We can be heroes just for one day.”
siamo tutti nati per questo
that’s amore – questa è la circostanza per dirti “è ora”
cavallo nero strade libere amore nel petto
non provare a fermarmi
… and never stop smiling
giochi amorosi un piccionare con febbri di primavera
ma io tremo freddo
tremo nel mio morbido Ade
finché vivo sul cuore non potrò abbassare le luci
il caldo dentro è un caldo senza sole - è un caldo cieco
se tremo
nel petto non posso indossare maglioni
nemmeno coperte
posso solo accendere sigari
e inghiottire fumo
corro tra i cartelli “hanno voluto ucciderci” di un ambulante
che non vende più nulla da mesi
corro il cavallo è stanco ma non intendo fermarmi
sto arrivando
ti tocca ‘spettarmi
fermati ovunque tu sia
fatti trovare
amore non perderti la Luna piena stanotte
scendi in strada anche se proibito
baciamoci fino a consumarci le lingue e labbra
stringiamoci coi petti coi cuori con gli organi
guardo ai Gargoyle che piangono brucianti irrequieti
io li guardo - loro mi guardano tra mostri ci si capisce si sa …
un giro sopra le teste gorgoniche protese al cielo
i turisti viaggiano coi canali della tv ultimamente
… nessuno è in città … a godersi i fiori
giardini liberi per passeggiate metaforiche
lunghe le ore solo al pensare ordinario
brontosauri di apnee stipate come sardine in gola
aspettando i respiri …
soffro senza lo smog nella vena
questione di abitudine alle folle
giorno uguale a ieri ma giorno oggi diverso
sento già il tuo odore di mare che ti porti dai sogni
il male è entrato in me appena ho smesso di pensarti
un inverno senza capotto sciarpa o guanti e una vocina che mi sussurra …
aspetta
giochi amorosi un piccionare da primavera
ma io tremo freddo
nel mio morbido Afe
finché vivo non potrò abbassare le luci sul cuore
il caldo dentro è un caldo senza sole
è un caldo cieco
se tremo
nel petto non posso indossare maglioni
nemmeno coperte
posso solo accende sigari
inghiottire fumo
i tuoi occhi quando entrano in me e trovano
un manicomio che non da false speranze sulla cura
porte semichiuse con ombre sibilline sole nell’abisso della mente
un merlare di volatili col becco
nuvole come granate in mano a un orizzonte indeciso
balene di falene intorno a una Luna picciona
si trascinano alle mie spalle le ombre
con un dolce flamenco adescarmi la voglia
di essere trascinato nel loro regno di
da quando non bazzico più con Follia sono idiota
l’universo è diventato un dispender di cose
che poco comprendo da mortale
ingrasso creature che nemmeno vedo con gli occhi
sotto una pioggia che ha un perlage di acerbo
miraggio di maggio amore bombastik d’asfalto
tra ciurme chiuse in case
crepuscolo di un viandante romantico
direbbe l’arcobaleno
l’aria ha voglia di fare la putt..na col vento
la guardo
polveri come machete sui fiori caduti
Agrippine speranze borseggiano i poeti dai loro allori
spedantendoli in neo profumi di rosa
che sanno d’eccelso
Mungo Jerry and his summer time te lo porto dall’Oltre
sopra cavallo nero che corre selvaggio sui tetti delle case
come un re un po' rocchetaro che si trasforma in giustiziere se messo alla
prova
non è solo una storia carnale tra noi –
mentre m’aspetti
raccogli tutta la stoffa del desiderio
ci stendemmo sotto la Luna
Poems of Lust for Lovers
Verde
sono una essenza
oscurità che plasma ombre quando chiudo gli occhi
io parlo ai Gargoyle di speranze
di quella pietra che possa animarsi in noi per divenire volo
ah cosa sono
cosa sono?
dimmelo tu silenzio
sto tormento svirgola senza leggi dentro il sangue
che per darmi forza mi mente sul suo colore poiché è blu
come lo fu il sangue dei miei padri
non rosso
e io non lo voglio
preferisco il verde
d’un verde che mi curi dalle arsure estive
dai freddi invernali
un quieto bosco ove ritemprare l’alma
Io sono inquietudine
che danza
con effimera gioia – il momento
ho una centrale termica che non serve a nessuno poiché obsoleta
si chiama immaginario di ieri
ho vissuto guerre
ho vissuto rivoluzioni
amori ho vissuto
ma mai abbastanza da interrompere i voli
io non so esattamente cosa sono
per l’ora nera di cui temo i veli
lei soffocherà questa pianta che ho tirato su dal nulla
dentro il cuore
sparpagliati saranno i suoi frutti per tutto l’immaginario
sperando il vento un dì li possa portare ai folli
che cresceranno foreste più grandi delle mie
con regni palazzi e gente buona
…oh poesia
se non ci fossi tu
saprei nulla o poco della mia essenza
ed ora silenzio
SI CONTEMPLA
Young Zero
Lui ha vinto l’infinito.
Avanti! Non fermarti!
Il gabbiano con l’ala ferita cerca appoggio.
Mi teme, tenta il volo è audace.
Mi limito al respiro e fermo i muscoli per non fargli paura.
Ce la farà?
E’ rimasto solo.
Lo sono anch’io nella vita.
Forza alzati! me lo dico ogni mattina e pare funzioni,
al discapito dello schifo che vedrò per tutto il giorno
dell’aria buona che non respirerò se non in montagna,
della fece umana a balze sulle strade
prese a contaminarmi i sogni col loro osceno “io sono”
e mi vien spontaneo pensare alla spazzatura.
Mica tutti uguali
chi si salva non prende la barca
ma usa il remo per farsi spazio nelle torbide acque
del destino.
Gabbiano ferito.
Gli altri sono a fare schiamazzo sopra il mare
mentre lui soffre, così è la vita.
Tenta una corsa sopra le pietre.
La spiaggia lontana è vuota
ma c’è qualche follata di brezza che lo spinge
e la creatura ritenta e ritenta accora,
poi demorde.
Vorrei dargli un pezzo della mia vita
ma non posso.
MI rattrista e la sua ala ferita diventa un mio male,
mi congiunge a chi ha perso il volo,
agli occhi che fissano i flutti,
quasi il mare fosse per entrambi la cura.
Mare! Mare!
Siamo i tuoi soldati non abbandonarci!
Col capo sulla roccia
occhi sull’orizzonte fondo
eccolo che becca dall’aria
sorte?
resilienza?
paura?
un’onda greve e mossa avanza in mille spume
immobili entrambi
poi il volo!
L’attimo non fu di morte ma della vita.
Si allontana l’eroe della giornata
io lo seguo come posso con lo sguardo
e tremo
mi dispero
piango
per quella leggerezza sopra gli abissi.
Grido.
Un grido forte di sentinella.
E’ lui. Gesticolo in aria al vento.
Prendilo o lancialo ancora più lontano!
Ahhhhhhhhhhhhhhhhh ha vinto lui!
Lui ha vinto l’infinito.
A me restano i sogni …
da codardo.
milky way man
Due cuori
1
ti penso .. fino al dolore
finché non esce da me il delinquente per dare di matto
sradicando quelle poche bellezze che in tua assenza
sono semi piantati in deserti
inarco la schiena … mi capita persino in strada
come un animale impaurito ma resiliente
preso a difendersi
contro l’onta d’aria che porta il tuo profumo
sì sono malato
qual è la cura se cura esiste oltre ai miracoli
cure umane - intendo - per un uomo
che ringhia
persino alle nuvole se esse si combinano in un cuore
2
ho gli occhi rossi d’insonnia … gonfi come rane intorno a uno stagno
probabilmente gracido vicino agli innamorati
di cui invidio ogni carezza
ti piace soffrire? dovresti chiedermi
no – preferisco il tabacco
in sigari … meglio
adoro il fumo che sa di terre lontano e piogge salmastre
a te piacerebbe morire per amore?
perché non rispondi
sapevi
che il buio genera un numero di ombre pari al doppio della fatica che fa una
scintilla per entrarti negli occhi durante il sonno
siamo stati creati un poco angeli e un poco mostri
ora ti puoi esercitare a odiarmi
a dimenticarmi
a mandarmi a quel paese
chiudermi in una boccia di pesci rossi
chissà che fine avranno fatto quelli degli anni passati
io invece che sono molto più crudele
ti lascio il cuore
fanne quello che vuoi
ne ho un altro - un cuore che vive solo per l’aria
quello dell’amore lo puoi anche uccidere
preferisco il tabacco
a chi è senza sogni
3
vago
maggio barbaro con rose in fiore
venduto ha l’anima al loro profumo
io preferisco tacere davanti alla bellezza
tenermi lontano dalla loro fortuna
che stermina con voglie incoerenti le nostre abitudini ordinarie
amore che sei sul sentiero di ogni incubo quando lontano
rubami la salvezza
rubami al bene che ti voglio
gli uomini che scrivono poesie ma non fanno soldi
attento spirito a quello che ami
poiché sarà per sempre
4
sono di una stoffa fragile
facile ferirmi
come diceva Jim nella Vita secondo Jim – sono uno difficile da piazzare
ho scudo di sogni nulla altro
per fermare i fendenti del destino
di cui ho tracce sulla pelle
nella carne
sulle ossa
5
ciò che mi seduce mi uccide
stella cadente tu mi colpisci il sonno
quanti santi in accanita prigionia
sono dovuti soccombere ai tuoi miraggi
amore e delirio
inquietudine come i cadaveri delle foglie dopo le piogge
senza te
io non vado da alcuna parte
sono come una Rolls Royce in garage col motore rimosso
a chiunque mi guardi
sembrerò capriccioso o strano
ma i miei veri valori sono dentro
con cima di monte a rovescio come tappo
sono un paracadutista che si lancia senza il paracadute
sopra l’abisso del più tremendo mare
che invita l’uomo ai suoi tesori
o peggio alla morte sotto il peso di sabbia
6
dimmi se credere al tuo amore come il fiore crede all’acqua
spesso c’è una pulce che mi pizzica nell’orecchio
una trama di voci afone contro la sorte
viali di innamorati noi essere
qualcuno ci sarebbe a non volerci vedere felici
io me ne strafotto
vado avanti e ti penso
7
specchio di acque poco profonde con loti ridenti - l’amore
quando celebra balli in maschera con mostri di mezzanotte
in alti immaginari alieni
dove tu sei l’unico ospite con sangue caldo
ed è una metamorfosi questo aspettarti
è una trasformazione
in gabbiano spero – o uno stormo di fenici
solo per raggiungere la tua carezza
8
io non sono a Parigi io sono Parigi
ovunque mi trovi
frustrato dalle genti prese dai soldi - dimentiche dell’amore
acida sotto acidi che girano di notte nei locali per l’avvenenza
tutto il mondo è paese ma il mio non è mai pronto
mi sono impoverito senza te stamani
ho un kit di pronto soccorso
un lego di parole
di cui ridono le meningi
placebo direbbe il medico ma forse mi basterà
per reggere un altro giorno e un’altra notte
senza amore
9
sappi
io non me ne vado dal mondo senza lottare
non mi sento schiavo non mi sento inutile o nemico di alcuno
voglio indietro tutto l’amore che ti posso dare
la forza che prima mi spingeva ai gesti folli
e ridevi
tu ridevi come se ti bastasse
come se non ci fossero cose da comprare per riempirti il giorno
ridevi col cuore bambino dimenticando gli anni
ridevi
10
sono un passerotto notturno che ti vigila il sonno
distante molto distante Notre Dame confusa sui suoi
i miei occhi bruciano più delle luci della Torre Eiffel quando è in festa
so dire addio ma non arrivederci
ho un Taj mahal coi resti del nostro amore dentro il petto
sono uno spirito che vive
ww
vento sibilante come una ode al crauti
in una Oktober Fest con gente assente per pandemia
come un portale persiano coi flags blu
inno al supremo
mi punge e mi dà gioia
mi fa sentire vivo
ti penso .. fino al dolore
ho due cuori
uno da poeta
uno umano
li avrai entrambi
senza nulla in cambio
questa è l’idea
Young Zero
Haiku 1
Temporale di rose.
Cavalco il vento,
furore.
Haiku 13
Innamorati.
Al gracidio di rane,
oh estate.
Haiku 17
Nude forme.
Nascondimi.
Bianco velo.
Haiku 25
Bocci.
Cuore di mezzanotte
poi sogni.
Haiku 88
Oro estivo.
Vento di ombre,
ma sui papaveri le farfalle.
Haiku TT
Piccolo vascello.
Sopra i mughetti,
la nuda Luna.
Haiku
Minestra calda,
continua a piovere,
stasera faremo l’amore.
Cuore bastardo
Veggente.
Preso dal mio Faro e dal mio mare.
Ho la compagnia degli scogli,
soldati muti contro la marea,
qualche albatro che pattuglia a caccia di vita tra onde
e nuvole scure come spume di birra,
ricche di profetici temporali cui dare ascolto,
se non già ebbro dopo lunghe giornate di ozio.
So di sale.
La mia pelle arde come la volontà del sole
e non mi adatto mai a questo nulla,
più lo cerco,
più lui m’ignora,
più vorrei e vorrei ancora,
appartenergli.
L’estate qui è estate.
Picchia duro la stella sulle rocce,
allegro il mare ma non troppo,
ha i vortici
in cui calarmi sarebbe mortale
eppure è un invito.
La mia pelle parla di un amore da non scordare.
L’inverno invece, beh l’inverno è puro sogno.
Aria statica che preme sull’orizzonte in combutta con la tempesta.
Sotto metri di gelo,
di pochi colori,
col il vento libero quasi avesse sempre voglia di fare il turista.
D’inverno esco poco … il necessario.
Faccio raccolta di sogni e pensieri,
mi disarmo completamente.
Qui non sono un sopravvissuto - sono un uomo.
Paziente.
Resiliente.
Sognante.
Mi parlo spesso, non butto nulla nemmeno i pensieri più stupidi
di cui rido mentre bevo caffè
che sanno di oriente.
Ho bisogno di poco per fare battere il cuore.
Non ci sono serpenti ma molti gabbiani
cui non nego il volo,
e navi, molte navi che vanno al loro dove
fino a sparire dietro un fumo grigio rosa
di altra neve in arrivo
per farmi felice.
Il mare è vedovo di stormi
lo lascio alla sua malinconia
ai tumulti e alle rabbie
finché non torneranno gli astri
a fargli ridere i flutti …
Ho un Faro.
Un occhio sul mondo sopra e sotto.
Ho guadagnato il suo rispetto,
nulla di suo mi appartiene.
Lo nutro di brame umane.
Mi seduce come un re che ti concede una parte
del suo regno.
Lui è nudo.
Io sono nudo.
La nostre pelle sotto il sole,
la nostra pelle al vento,
davanti al mare,
i nostri cuori
fino ai limiti
parlano persino ai cosmi,
certo un parlare umano
di storie di marinai poeti,
di vanesi cercatori di tesori,
di principesse da salvare,
e di amori su isole sperdute,
dove non arriva nessuno senza invito.
Qui non si compra niente.
I viveri son pochi o quanto basta
per campare dietro un buon libro,
l’aria ti assorbe
l’oceano è l’unico rumore che senti
ma se vuoi cantare puoi farlo a squarciagola,
farai la gioia dei fantasmi.
E non hai paura? mi domanderesti.
Certo il buio qui non è leggero.
Di notte a volte grido come Mozart
contro i nessuno che sbattono sulle finestre
e mi prende come un delirio da palcoscenico
facendomi salire tra le turbe oscure degli spettri
alla cima, alla luce
dove m’acquieto e dormo.
Ho un Faro.
In lui il mio cuore.
Sarà di altri un giorno e non lo nego
sono geloso – ma ciò che durerà in eterno
saranno le cose che abbiamo appreso entrambi
mentre ci negavamo l’importanza.
Nella carne sono rimasto marinaio
freme in me la voglia di pigliare il largo fino alla fine
poi alzo lo sguardo e fisso l’occhio
che nasconde chissà quante storie di uomini come me
dei nessuno …
il mio Faro mi ascolta
ed io gli insegno come una musica
quando tutto è calmo,
quando i mostri lontani,
come siano i battiti di un cuore.
Al Faro resto,
non dirlo a nessuno
dove abito,
qui la fama non esiste
esistono solo i sogni
e chissà quant’altro …
milky way man
tu ti innamorerai carne e sesso e testa
a chi passero il mio contagio di sogni quando sarò immune alla vita
dove perpetuerò le volgari peripezie di un subconscio avido di sapere
a chi farò ombra quando il sole alto dirà estate perché inquinamento
potrò mai esserci per un abbraccio tra gli amati
dopo?
o forse saranno taciute le avventure di tutti i cuori ribelli
vivranno di ricordi e leggende le pagine nel web dei perditempo
sarò tra quelli sigillati nei libri come discepolo di rea musa
che concesse il dono dell’oltre a chi non poteva che essere mortale
ci sarai tu sulle mie orme?
giovane poeta senza casta
tu che non sai nemmeno del tuo gran talento
eh sì scelgo te perché non hai eguali
perché non ti inchini ai grandi
ma li assorbi come l’alcool
ed è così che vivi da ubriaco di sentenze eccelse
per qualcosa di disturbato 7
cui fai corone con le parole
…
si diventerai malato come me di strane cose
di arpeggi estivi contro sole
di ruggini votive autunnali
di grigiore celeste in inverno
poi succube come una pianta velenosa al tronco di cui beve linfa
succube di tutti i profumi che fanno vanto ai fiori
e ti innamorerai sì idiota
tu ti innamorerai carne e sesso e testa
di qualche anima che non ti capirà perfettamente
e dedicherai le tue canzoni insonni alle immeritevole lune satelliti del
fuoco nella tua vita
ah come vorrei poterti leggere già adesso
… sì mio erede
tu
milky way man
per te che guardi le stelle
per te che guardi le stelle come se volessi una liana tra le giungle
del cosmo
non sai che dell’amore se ne infischiano gli astri nel loro lontano dove
è qui e ora che avviene il futuro
per te che non soccombi alle chimere – sono i miei carmi
fingerò per sempre di averti scordato il nome
sarai mio prigioniero nei giardini di questa testa
con gare tra Athene tessitrici e Aracnee belle
tele con fatture ed incanti mai uditi
in quelle segrete buie che salvi dentro il petto
e se vorrai evadere
al confine del mio Eden ci sarà Caronte a ringhiarti contro
quindi se vuoi scappare - scappa
io resto qui
ho tutto il tempo che mi dà il potere dell’indolenza
amore spesso è un naufrago in mezzo ai dubbi
io ho certezza tu veda il faro
non temendo il mare che ti circonda
per te che sfidi le onde con imperituro ardore
questo sangue sorgente di dolcezza
sarà meno del veleno sulla tua bocca e più dell’alcool
in cui nascondi i sogni
ti masticherò
ti divorerò lentamente
lasciandoti solo la coscienza
di quella mi privo senza dispiacere
ti terrò come colla d’amore tra i pianeti che ho in testa
un universo nostro
fatto di cose mai dette a parole
e in qui sciogliersi entrambi
un blues tra onde
con esseri umani
noi due ma uno solo
che strana aritmetica ha questa vita
…
tu scappa
hai il cosmo contro
siediti e goditi la partita
io te
te e io
un gioco tra le forme
oh temporali
oh tempeste
chi mai potrebbe fermare una donna
quando ama
Poems of Lust for Lovers
Serale desnuda
sulla sua bocca un corvo sbronzo ci poggia il becco
lei si denuda dolce – almeno fosse donna
splende … si copre i seni o l’intimo di stelle
incredula ai nostri umani incendi
mi è divino il palato quando l’assaggio un poco
in aria profuma di tutte le antiche rose nei bagni di regine
sono così madido da alimentare la sete degli spettri
ci uniamo tutti in danze corrotte dal desio
non sono forte ma so bene come stare sbronzo
direbbe il caro buon vecchio O’Grady
si spande come alcool in tutto il mio cervello la chimera
cos’è notturno senza una forma che piglia ai piaceri?
la sera
l’attimo dopo il tramonto
confine tra Ade ed Eden
mi piaccio impuro
illesa solo quella parte di coscienza da prendere
con forza a martellate
che mi dice – lei non esiste se non nella tua testa –
ah che sbornia spero duratura
spero che mi tolga dal peso della carne
in cui sto stretto quando il sangue a mille vampirizza il sesso
ed ogni cosa sicura in me sono certo che andrà ai broccoli
così resto perverso
lei non rimpiange l’altro in me
l’ossesso – il normale di ogni giorno – quello della ragione
mi garbano i suoi giochi
e se non sarò il solo con cui dividere il nido
pace
saremo in tanti a sfracellarci i sogni contro l’alba
signora vergine e violenta
lei ama me
così come ha amato altri impuri
folli
stolti
poeti o meno
si è spogliata per ogni decadente Poe
per ogni risorgente Byron
per ogni maledetto col battito francese
lei si è data a tutti
neanche uno meno
e sa farlo bene quando t’avvicina al buio
ti fa il solletico nell’ombelico della vita
smetti di costruire pensieri se non per i suoi sensi
dove tu sei nudo fino all’anima
mentre lei ti cavalca i respiri
fregandosene del tuo nome
Poems of Lust for Lovers
Musa cannibale ma bella
ho filtrato il mio sangue il Lei
stava lì contro il muro e muta
mi osservava canticchiando tra sé
parole oscene per i silenzi
il corpo avvolto in fiamme che non scaldavano
la desideravo
fino alla follia
vestiva una bellezza ribelle senza bardi
fulgida iride quasi rubata alla Luna
sarei voluto morire
per quel corpo
in cui si contorcevano tutte le stagioni del piacere
l’inverno con la voglia di coperte
l’autunno già ubriaco di vino
la primavera frizzante ai sensi
o l’estate concubina dell’ombra
sì … poteva trasformarsi in qualunque cosa
ma restò femmina per me
quasi mi avesse letto i pensieri
quelli segreti
quelli senza vergogna
Lei si prendeva dal mio tumulto _l’amore
si compiaceva a giacere con me senza alcuna vergogna
un incontro tra sessi
un rubarci a vicenda le anime
poi il silenzio
il dolore di perderla … domani
col sorgere del sole
chiusi le tende _ spensi le luci _ mai più alba
nel buio un solo respiro-il mio
lei silente come una pietra
ardeva
ardeva
ardeva
eccomi Dea d’inchiostro sono il tuo derviscio -
l’abbracciavo
si contorceva in lei il Delirio
con le labbra
con le salive mi passava la fame
diventai agnostico
con fede solo nei sogni
e sudavo
mentre si prendeva ogni forza
ogni creatura rimastami nell’immaginario
come protestare
come volerla lasciare
l’istante era perfetto per dichiararmi Amante
il suo Amante per tutta la vita
e Oltre
col tocco sulla fronte vidi il miraggio
altri Poeti affamati si tolsero la vita
dopo averla posseduta
si dice “Un Amore grande fa diventare folli!”
Byron sotto un lume di candela ebbro di alcool e veleno
Poe nella sua caccia ai fantasmi nella nebbia di Baltimore
di fine ottocento
i Maledetti francesi con l’ossessione di un varco tra desio proibito e
sesso
oh con Loro
Lei c’era stata e non per poco
ho visto così la mia vita scorrere in un altro corpo
la Musa cannibale ma bella
voleva
e voleva ancora
i sogni dell’uomo innamorato
a quel punto cedetti
capii che era per sempre
per sempre sarei stato suo
Poems of Lust for Lovers
Il Tempio proibito
tu mi tormenti il sonno così vago di notte
parlando ai fantasmi di una Luna drogata di strani appetiti
cui ispiro il corpo
la mia carne
la mia mente
ogni stanza dell’immaginario
dove è proibito fare entrare gli altri
ed è il tormento oramai il mio pane
mi nutre senza saziarmi
ispira ma non ha gusto
è un’aquila col becco d’acciaio
nel mio fegato Prometeo alla roccia
commetto crimini di notte
contro le luci artificiali
la pietra è l’arma migliore
perché non vedo le stelle
e non vedo il colore del cielo
voglio il buio pesto per guardare in alto dove trovarti
tu sai vero
quanto mi manchi
quando sia doloroso affacciarsi sul vuoto per gridare il tuo nome
il silenzio non risponde è troppo avaro di suoni
così resto alle allegre ombre come piace all’Inferno
e agli uomini col fuoco nel sangue
ogni tanto danzano
sono sempre nude
come una bellezza selvaggia
resto al guinzaglio
devoto idiota
sono solitario
come un cane ma senza fare pipì sulle statue
sui prati di nuvole leggeri i miei passi
quando vengo da te
mi prendo i pesi delle tue paure
li rendo poemi baciati da una musa
che non sa della propria bellezza nulla
di tanta umiltà si bea amore
ma tu l’amore lo conosci?
è una formala priva di egoismi …
con tutto il tuo imperfetto
t’amo
stammi vicino
ti scalderò il sangue
…..sssssttttt
Poems of Lust for Lovers
Oltre
Luna da mangiare da uno stagno stellato,
in acque nere e argento, nuota Poesia,
un tuffo per toccare gli abissi celesti,
mentre il mondo va in amore … Oltre.
milky way man
semplicemente uomo
tu mi domini dinosauro
quadriglie di ombre le tue lunghe braccia
sugli equilibri degli attimi
io ti osservo senza fare rumore
sonno
che sonno non è
con occhi socchiusi
aspettando l’idillio
che acquieti il senso
mi domini
immaginario
mi domini
sogno
che vivi in una fiamma
alimentata dal cuore
a me
ribelle
tu mi domini il corpo
amore
poesia
ignoto
sulle orme dell’oltre
pioniere
o semplicemente uomo
che pensa siano casa
tutti gli astri fuori
milky way man
just flowering in the moonlight
Luna spezzacori ti sento dentro
ombre di alberi come titani sull’acqua
ho una collezione di nuvole nelle tasche dei pantaloni
persino nei calzini
azzurro ferito
mi pare di camminare coi piedi zuppi dopo una lunga giornata
so d’incontrarti
oltre questa galera d’oro con cupidigia per i sensi
frenati
da una piccola Apocalisse
con equipaggi di estinti e la speranza una reliquia
io vendico le strade dalla pioggia
con una danza sciamanna sotto i lampi di temporali _
sono nudo
sono in un sogno?
l’amore mi reclama ed io volo
con queste ali di albatro urlatore
sono un mare
un oceano io sono
un corpo che mi apre a meraviglia
avrei voluto fossi stata tu a scrivermi questa poesia
ma io la scriverò per me
perché?
perché sono un uomo col cuore di mille Byron
sono un Mallarmé in una struggente insonnia di fin de siècle
solitudine – scoglio _ soglia
un giovane Rimbaud madido di eccessi amorosi
una barbara carne allenata al dolore di Poe
sono una nota che graffia l’udito
poiché stridula e non dolce
né compiacente col creato
e posso
posso infrangere i muri del tempo
dell’odio
del destino e persino dell’amore
questo è il sacrificio di un cuore
sull’altare della tu memoria
come condividere
l’alba è fresca con un cuore farfalla
c’è sentore di vita ancora lontano il caos
jazz di fantasmi
ho un Central Park nel mio polmone verde
dove tu innamorata passeggi
tip tap sulle foglie cadute col pestifero vento
ho tutto
spenti i pensieri
mi sorreggi sulla punta delle dita
come un pianeta che fai girare desiderando
ferma il sorgere del sole!
Luna da temporale sulla pelle stasera
fradicio e preso a palmi dal vento
io brucio nello show idilliaco dei sogni
non sarò mai perfetto
nemmeno tiranno
I’ve for ya my Armageddon kiss
don’t be late my love
tonight I’m flowering
mi senti?
mi ascolti?
è desio
poems of lust for lovers
questo sono questo voglio essere
fino all’ultimo
ho visto il male troppe volte, così spesso da aver perso il conto
mai ho mollato quando il dolore si è fatto sentire più forte
ho dato calci all’impotenza e mi sono fatto scudo con un altro Forza!
ma nessuno davvero sa quanto sia difficile non stare in piedi ma provarci
se mi trascino soltanto e qualcuno ride _ non mi fa strano
quel passo mi costa più di una vittoria tra i normali
faccio finta di niente perché non voglio piangere
per le ferite nella mia vita
il mio inferno potrebbe essere di chiunque
meglio pensare a sorridere finché i muscoli vanno
stringere i denti e seguire i sogni
la cima del monte mi chiama non ho tempo di fermare la salita
questo sono questo voglio essere
fino all’ultimo
ho visto chi soffre per me perché mi ama
ci sono orizzonti persino per le barche più piccole
non importa quanto lontano siano quegli orizzonti
i miei occhi
i tuoi occhi
lo sanno che loro ci appartengono
eccomi allo specchio
imperfetto in tutto ma non un perdente
mi alzo mi trascino probabilmente non corro ma arrivo
non molla la corsa la piccola tartaruga
allora avanti ridete di me! ridete!
brutti o lenti noi corriamo cadiamo risaliamo lenti ma arriviamo
coi nostri cuori
milky way man
thin air
mi trema la terra sotto i piedi
questi edifici che ti occultano mi abbaiano contro
vorrei aiutarti a reggere il buio
nonostante la fredda giornata e gli sbalzi d’umore del sole
come proteggerti dalla malinconia se la città mi vuole tenere a bada
distante
sopra un marciapiedi
come un cane con un guinzaglio
legato alla gamba scheletrica di un lampione
che sarà mai resistere pur di vederti
che sarà mai vincere i brividi della tristezza
io sono qui
maledetto
da un incantesimo come un profumo di rose
le rose di un giardino dove io t’avrei portata
se ci fossimo incontrati da vagabondi
in questa città ora tirata a lutto
sono qui col crepuscolo in tasca
trattengo il tempo che scorre leggero
vorrei
io vorrei dannatamente vorrei viziarti
coi miei abbracci
ma manca quel corpo di cui uso chimera
nei sogni
sei sempre
nei sogni appari
ma qui sono solo io e l’oceano
scuri entrambi
entrambi ghiacciati
entrambi innamorati di un lontano fondale
aprile è piovoso
le strade sono vuote
martiri le panchine senza turisti
in Central Park sono tornate le rondini di una volta
c’è il lockdown persino aria pulita
accendo una Camel ma non mi drogo
mi riscalda il fumo che m’ pigiama i ricordi
di noi che atterriamo di pancia sulla sabbia del mare
di noi che corriamo fino in cima a un faro mostruosi
di noi che cantiamo mentre facciamo l’amore
dammi un suono in questo tetro silenzio
urlami contro
grida il mio nome
lancia la giarrettiera di sposa quaggiù
fai sognare questo vento coi pantaloni da temporale
mostra i seni
mostra i tuoi occhi
il tuo sorriso
vieni in strada _ pazza_ vieni a ballareeeeeeeeeeeeeeee
milky way man
Un assalto di uragani ma il porpora è in lamento
sei come rapide di chimere
un assalto di uragani per anima quieta
sei perdutamente la cosa più lontana dal mio destino
ma io solo te bramo col sangue col corpo con tutti i sogni
tenera è notte mentre il cuore è in fiamma
teneri i lampioni con falene che si baciano nelle loro luci
grottesco il corvo eppure con gli occhi alle stelle
teneri i cuori amanti di malinconie
la tenebra m’è cara
mentre mi struggo
lontano dai baci
dalle tue carezze
…
tu sei in boccio come lo è il giardino inghiottito dalle violette
piove aprile
piove dolce sulle foglie madide di verde un oppio che mi calma il respiro
sei qui nell’aria come lussuria
famelica nel diaframma
non erano questi i tuoi desii?
non eri tu che mi spingevi all’oltre?
che mi chiedevi – ancora! ancora! lasciami insonne! chiedevi
oh
oh il mio oltre è un campo di battaglie feroci degne di Byron
non ti porterei in quell’Ade d’immaginario
dove frammento
impasto
vinco sui miei dubbi
dove i fiori neri non vedono luce
ma mezzenotti lunghe di Lune nude ad astri
freddi
odorano di sospiri d’amore _ odorano le rose
scrivono lettere per incurabili innamorati
grosse giganti col porpora in lamento
per incipriarti il corpo - ne raccoglierò qualcuna
e tu?
dimmi
se la pioggia ti ha corrotto il credo nel caldo sole?
allontana le ombre dalla speranza
io ci sono
oltre le spalle
ad aiutarti a tenere aperte le ali
milky way man
7
camminiamo sopra la lava da quando nati
coi piedi più sicuri in un incerto destino che sopra la Terra
fatti di polvere
fatti di cosmi
di cosa siamo fatti?
amore - direbbe qualcuno meno crudele
sprofondiamo senza volere nel sogno
poeti
straordinari perdenti
col cuore in mille fiamme
circondato da acque
ricche d’altra vita come in Eden
noi siamo la stella verso cui guardardano i piccoli dell'Olimpo
siamo vertigini
una danza
tra foglie
tra fiocchi di neve
gocce di pioggia
tra salive
tra lunghi rami
camminiamo sopra la va da quando nati
ogni tanto ci va di volare
Young zero
ci siamo appartenuti poi New York ci ha dimenticati
hai scritto dietro un muro – siamo entrambi perduti
è stato un attimo con fuochi d’artificio
con platea invisibile e applausi
poi Broadway ti ha dimenticato completamente
finendo per sfamarsi di falsi luci
mentre io ho continuato per settimane a leggere la tua scritta
ci siamo appartenuti
baciati
feriti
storditi
ci siamo rincorsi
poi il vento
il freddo
la gente intorno a noi
la tua fame perenne di nuovo
la mia povertà
quella sua bellezza che nessuno vede
mi è rimasta addosso come una residente con asilo politico
e ci amiamo io e lei - pensando a te
notte senza una stella vicina l’alba
cos’è Manhattan senza gli sfarzi dei modaioli?
persino il Greco è chiuso stasera
che avevo fame
che volevo bere
forse danzare come un ridicolo turista
in questa città che da diventare i turisti _ cittadini
sappi che l’amore ti pensa assiduamente
sappi che Aprile spaventa senza la gente in strada
eppure io sono qui fuori tra finte folle
a recitare con Bernard Show la speranza
agli apocrifi
diremo – ci siamo separati
ma noi dentro noi stessi – lo sai – non mentiamo
lì ti dirò sempre – per sempre
perché non saprei altra vita con altre amanti
non voglio conoscerti per due ore
nemmeno per due giorni o per due anni
voglio tutte le vite future che avrai nelle ere
voglio sapere al mio rinascere dove trovarti
perché è come questa città il nostro amore
chiassosa
con luci che non hanno mai visto il buio
con notti che saettano di pubblicità il cosmo
e taxi a trasportare mariti ubriachi in altre alcove
sono spariti i baracchini con hot dog
le criminali adescatrici con buffe parrucche
i pusher si diplomeranno ai corsi online in mancanza di clienti
e la vita va avanti
che è disperato – disperato resta
poi chi è come me perduto – espia le sue colpe da vagabondo
ostaggio delle Avenue con luci da alieni
ma spero ancora
io spero tu veda
qualcosa che hai perso lasciandomi andare
ti strapperai il cuore per metterlo in un portamonete
fingendo di avere l’Innocenza d’allora
si presume siano stati dei detenuti a rapinare la banca stasera
sono qui ma non vedo nessuno
solo un nastro giallo di polizia che dice – attenti!!
è pericoloso lo so
ogni passo intorno a te mi porta all’Inferno
ogni passo in questo ciclopico infinito di vetri e cemento è una droga
diventi un derviscio roteante che perde i confini
non capisci veramente se stai scappando o passeggiando
non capisci se l’amore ti spinge a camminare
o cammini per non sentirti dentro il vuoto
Pearl the Squirrel mi segue nell’Upper Side
di fantasmi
Questo mio bacio accogli sulla fronte! ti parla Poe – io taccio
da quei finestroni enormi nemmeno un suono
noi altri spettri col celeste dentro
cantiamo ai bocci sugli alberi
e voglio dirti ancora
siamo perfetti
sto aspettando il traghetto da ore
partirò per Long Island con un economico Ferry
forse lì troverò la mia umana forma
lontano dai mostri di ferro
dalle serpi di ghiaccio delle finanza
dai parchi senza gente
lontano dall’Apocalisse per curarmi
per tenerti immune al male
vicino all’oceano
mi mancheranno i fiori
i nostri universi cittadini
guardare verso le tue finestre senza tende
ora ...
parto perché mi manca l’amore che mi hai dato
non potendo vivere di ricordi _m’assento da me stesso
vado a bere il mare
vado alle fiamme della mite primavera
che spero spero spero
mi annulli i fermenti da sogno
in cui tu sei l’unico punto fisso durante i regressi
una volta scrivesti sul muro di un grande gigante - siamo entrambi perduti
domani Io lo scriverò sulla sabbia
con le alghe
duellando con onde fanatiche
come un cavaliere di altri tempi
a mani nude alzerò il nostro castello _ alto _ alto
in cui avrai tende alle finestre, un trono di conchiglie
e una corona di spume
non importa se non resisterà alle tempeste
se sarai in pericolo ti salverò ancora e ancora e ancora
poi chissà costruirò una nuova casa per noi
piccina e accogliente
probabilmente su Marte
Poems of Lust for Lovers
Una favola a New York (con sciarpa rossa)
New York è ghiacciata per Marzo quasi un deserto
senza guanti mani in tasca …
una sciarpa rossa intorno al collo
trascino i piedi
mi disturba pensarti senza poterti offrire le stelle _ stasera
siamo un po’ zombie sai com’è in guerra
contro qualcosa senza un nome
mi è estranea la primavera
il vero Killer è un laconico lupo tipo Leonard Cohen
mi assassina saperti dove ora tu dormi
tra braccia sicure che non sono le mie
levati dagli occhi il mio ricordo
accendi almeno una luce in quel petto senza finestre
e dammi aria
mettimi dove possono fiorire i fiori
dove ci sono alberi
marciapiedi con gente presa dalle malizie umane
ma se vorrai cacciarmi del tutto _stasera
sarà forse la volta buona
in cui oltre alla solitudine sentirmi dentro l’inverno
quello vero
col vento tra le ossa tremanti
lo stomaco in fiamme per un cognac di troppo
coi nervi tesi per la paura
di essere solo
ancora una volta
per questo è fatto l’inverno
sai _ per lasciarsi
Liberty Street tace di noia
mancano i predatori del lusso
gli schiamazzi notturni
ci sono soltanto sirene e ambulanze
che portano a spasso la morte
e noi
tutti noi
siamo rimasti qui
prigionieri di uno strano nemico
mentre l’aria gelida col suo carillon gira in vortici tra i grattacieli
che danzano come danziamo noi
al canto lontano delle sirene
coi morti
con i feriti
aggrappati ai miracoli
alle speranze
le scarpe lucide camminano ma nemmeno un rumore
una mano gelida sulla tempia _ come vorrei la vita di prima
una sciarpa di lana rossa che strizza l’occhio a un semaforo
attraverso senza guardare … io e le mie scarpe siamo i soli nel Paradiso
e di te che mi dici
chi ti conforta
chi ti conta le nuvole sopra il capo
quando sei in mezzo all’amplesso … ti perdi o parli
c’è differenza
con me tacevi perché ti facevo sognare
con me il sesso non era un incontro di corpi
ma volo
in tutte le piume dei tuoi cuscini non troverai l’estate
poiché ho portato via tutti gli stormi
i miei bagagli di favole
e la brigata di poeti fantasma
ho un odore addosso che sa di buono
i negozi di fritto e takeaway sono chiusi
mi stringo la sciarpa rossa intorno al collo - guardando i vestiti nelle
vetrine
seguo le scie di luci dei lampioni come un filo di Arianna
e tutto di questo mondo mi porta a te
appartamento 112 settimo piano al buio
chissà se mi pensi e se mi pensi Perché?
sfonderei il portone con questo ridicolo amore così
grido in Central Park il tuo nome
sinceramente? non gliene frega a nessuno
mi multeranno per disturbo alla quiete
quasi quasi da nudo con la mia sciarpa rossa …
ma fa freddo più in me che fuori
fa così freddo che solo da ubriaco potrei smettere di delirare
il tuo richiamo che richiamo non è
mi ferma un Cop e gli dico che sono Leonard Cohen
perché non mi arresta? Perché’?
gli racconto il mio dramma da innamorato
-torna a casa- mi dice
mi scuso e canto a Famous Blue Raincoat
mentre lego a un albero la mia sciarpa rossa
perché non geli
sperando domani
l’estate
con te
sarebbe meglio
Poems of Lust for Lovers
scavatore di buche nel cielo per fare cascare astri
l’amore veste sempre poco e sta bene con tutto
voglia di escargot al secondo piano della Tour Eiffel in una giornata di
pioggia
ho certe muse in testa che non smettono di fare shopping per le
Champs-Élysées
sono uno sciamano indiano che danza intorno al proprio fuoco per fare parlare
i sogni
per te ho fatto il mondo ma mai abbastanza - credi
certo sono cose che ben poco hanno a che fare con la luce del giorno
ma sappi che dentro queste cose mi consumano tutte
è come un continuo dipingere quadri che solo il pittore sa di avere in testa
tu nella mia esplodi
implodi
esplodi
tramonti e sorgi
nel disordine più completo
e non capisco come regolarti
come darti sonno
giusto per prendere fiato
ma chi lo vuole un fiato senza amore?
no di certo
fai pure il guazzabuglio che fai di solito nel cuore
ti porterò a mangiare il gelato sotto la pioggia
e faremo l’amore contro il portone … al buio
come se fosse il compleanno di entrambi
nel tuo mondo nel tuo cuore nel tuo petto
sono ancora un irregolare in attesa di permesso di soggiorno
ti faccio ridere ti faccio ubriacare di risate per comprare la tua anima – lo
capisci?!
mi uccide mi morde mi divora ogni aspetto di te
orribile giornata starti lontano per sognarti
disumano come guardare i Facchinetti’s in tv captandone un senso
mia Notre Dame nelle fiamme – mi manchi mi manchi – mi hai preso nella tua
rete
mi prenderò prometto cura del tuo incendio quando tu meno lontana
orribile disgustoso mostro questa tempesta sui fiori di primavera
che bruca dia petali degli alberi ignorando il verde
incubi a caccia di colori ecco il mondo
che non sa ammirare e come sfiorare con tenerezza la vita
io non voglio averti
non voglio possederti
darti con forza la mia regola
questo cuore prima
era instabile
ribelle
solitario
come un lungo grande espiro dal diaframma
poi mi è arrivato un piccolo respiro ai polmoni – di aria fresca
così ’ho smesso di bruciare per colpa del vuoto
di minare i campi nel nulla recitando poeti morti
o scavare buche nel cielo per farci cadere qualche stella
ora le mie fiamme sono tutte tue ma tutte dolci
come un vino che nasce e invecchia in una botte
così l’amore
nulla lo calma tutto lo impreziosisce
e il tempo nemico di tutti – beh il tempo sta all’amore
come un whisky torbato ai decenni
me
unico sognatore e delirante al centro dei campi di Marte stasera
canterò Puccini prima che mi arrestino – All’alba vincerò!
pezzo tra quelle poche grandi cose mai trafugate dalla Francia
oh amore che vedi attraverso mille veli sugli occhi
– dammi voce
il timbro caldo di Mallarmè dalle prigioni del convulso “sento”
Keats nel suo dolce
lei è primavera
lei è eccitazione
lei è notturna con gracidio di rane in uno stagno
l’amore veste sempre poco e sta bene con tutto
io do spettacolo di poco virtuosismo infischiandomi delle mode – delle
bellezze brutte
mi laverò i piedi nella Senna prima di farmi trovare in strada
penserai che strana creatura mi osserva ma che bei occhi profondi mondi
mondi
mondi
e mondi ancora
sussurrando al tuo cuore senza che alcuno senta
questo è l’alieno che fa per me
Poets and Lovers
trattoria a conduzione familiare
l’alba sta ai sogni come un killer sta ai guanti di velluto
emergo dal sonno un po’ selvatico con brame dissolute
sono una radice di rosmarino in fiore che allontana i mostri
il fitto cespuglio di aghi sono solo poemi in attesa di vita
ci sono tre cervi che corrono in città tanto sono liberi dopo la
Pandemia - li invidio
l’azzurro col sole risorto è gasolio per il fiammifero cuore
sorseggio caffè con l’impronta della mano sul vetro della finestra
fissando laddove ogni fiore d’aprile degenera in colori
vieni fuori! _ il terrazzo non ha altri soffitti che il cosmo
vigili e stanchi come dopo aver fatto l’amore – il mondo risplende
stringiamoci nonostante il silenzio – alla pungente bellezza
potremmo volare volendo ma quali ali valgono il prezzo degli abbracci
guardaci!
insieme siamo una trattoria a conduzione familiare dove si vive bene
poche pretese ma il lusso di guardare al domani in due – è una stella
cui guardare quando il buio assoluto scende sul mondo
dammi ogni tuo pensiero il karma ogni tua paura … li renderò immensi
il tuo corpo sa di spezie stamattina
è tanto scostumato che farà infuriare natura
vieni … avvicinati alla mia bocca così sofferente
lascia stare il caffè … ho bel altri progetti
milky way man
il fiore debole
ora non ti chiederò più niente
ho tutto
s’è spento ogni pensiero
le scintille fanno marcia indietro lasciando il cuore a riposo
se dopo avrò fame o sete o voglia di sogni … non so
mi hai dato tutto
la forma della felicità con le parole è spesso obesa o peggio iniqua
la tua pelle parla di gioia
ed io la consumo al posto del cibo e dell’acqua
vicino agli altri fiori
il fiore stesso pensa debole il proprio profumo
così davanti agli Dei questo potere che mi dai _ si annulla
sei l’unica cosa che rende possibile l’attimo di pace in me
non è molto?
è una immane impresa tenermi quieto
lontano dal curiosare nelle sorprese della vita
ecco il potere dell’amore
ammansire i diavoli e il loro fuoco
ora
non conterò il tempo
non voglio sapere cosa sarà domani
per quanto e come stare insieme
ora
l’amplesso dei nostri occhi separati da una cucina
mentre io sfido ai fornelli il caffè
mentre tu vorresti andare in bagno ma ti fermi sul letto a guardarmi
ora
siamo ricchi
e mentre faccio il pugile con una mosca sull’orlo delle vecchie tazze
t’assorbo
s’innesta come un osso al centro della mia fronte
il desio
così da essere sicuro di controllarmi per tutta la giornata
mica mi spaventa
è solo che mi fa ridere
sto amore astuta volpe che mai perde una partita
mi lavo gli occhi nel lavandino coi piatti di ieri
solo per intenerire la fiamma nel loro dentro
so di sapone alla menta e grasso di bistecca _ ora
caffè pronto
siamo ancora lontani
alzati _ ma non te lo dico
aspetterò qui al tavolo da solo che ti alzi
per vedere il tuo corpo camminare
per capire quante forze hai ancora
per tentarti prendendoti la mano e appoggiandola sopra il mio cuore
e danzare
e danzare
guardandoci dai lati opposti del tavolo
tazze di caffè fumanti in mano
una diavola di mosca stanca di avere fame
continuando ad amarci
fino a domani
poi
poi
il potere di mettere il punto a questa frase ahimè non mi appartiene
"Felicemente tristi"
la prima legge dell’amore
vivo in una tempesta perfetta da sempre
quando avrò smesso di sognare voi sognerete per me
lidi biondi spume di scintille sopra le squame
io avrò
seta nastri tra le pagine di parole
notti nere in attesa di stelle tra i capelli
e negli occhi maturerò frutti rossi
per nevi nei lunghe giorni del Natale
con le scorze d’arancia
io
sarò una nave con la sirena sempre accesa
piangerò contro la furia del vento ma terrò duro
galleggerò finché reggerà la mia chiglia nel nulla
e voi
mi direte se ho fatto bene dopo avervi soccorso col mio lavoro
perché
io posso resistere al buio ancora anche senza candela
non mi serve vedere quello che molti temono
non c’è destino che non tema l’uomo quando ha paura
e non c’è uomo che non possa combatterlo finché è sveglio
lasciate una coperta per il mio freddo e i tremiti
una candela accesa alla finestra anche se giorno
dare a una farfalla digiuna di fiore un piccolo giardino
è la prima legge dell’amore _ amarmi
nonostante tu non sappia chi veramente io sia
"Felicemente tristi"
felicemente tristi
m’avvinghio alle tue anche
tra le costole il bruciore dell’aria che chiama la tua bocca
è come un breakfast di mezzanotte tra innamorati
caffè capelli arruffati marmellata omelette e sesso
amabile primavera
scure le infezioni brucano dal suo bello
farming di Banski lungo le strade
lacrimano i muri
Pulcinella imbratta Piazza san Marco di colori per piacere al turista
follie d’Aprile chiudermi dentro con te in una stella
che cadrà a san Lorenza per impressionare i sognatori
l’incubo è una culla per tutto il respiro
oh Ade ci sono peccati che tacciono nelle loro case
mentre s’accendono alla vita più dolce – i fiori
come un’offerta all’Eden
piccoli baci
piccole parole
la conta dei nei
il vino da bere nell’ombelico
la passione non frena se avanza Pandemia
divento un fuoco d’artificio
potrai contenermi?
piccole carezze
una recita di d’Annunzio
poi un altro morso alla mela
siamo tristemente felici
oppure felicemente tristi
siamo perfetti per questa era
per questo fiume vorticoso di sentimenti
m’avvinghio alle tue braccia alle tue spalle
poi mi soffermo per un respiro
mentre le strade si emozionano per le luci dai lampioni
e il silenzio fiorisce scarlatto proibito
arrogante
eccomi amore
un bicchiere d’acqua
"Felicemente tristi"
al limite del bosco
al limite dl bosco dove l’orizzonte è uno specchio d’acqua con stelle
c’è il punto perfetto di buio che ti lascia senza fiato
le ombre stanno a cavalcioni su lunghe scope di rugiada
pronte a evaporarsi dopo le danze sabatiche degli astri
il silenzio non bada al gioco famelico dei pipistrelli
ogni tanto un gufo _ un occhio freddo di corvo _ un grillo
guardano disorientati i giochi eleganti delle lucciole
ti pestano i rami bassi mentre i alti rami sospesi tra due mondi
tra cielo e Terra
ti chiamano la rampicata
hai due solo
chissà con quali forze arrivare … se si arriva oltre
l’inganno dell’immaginario
le forme mai rigide delle chimere
il su e giù del corpo
col corto elastico dei sogni
… chiederei alle ombre dove andare
ruberei le loro evanescenti scope
ma resto qui
col cuore che pompa forte il sangue ed aria nei polmoni
non sono morto
non sono vivo
esisto
non esisto
qualunque cosa io sia è incompleta
in un bosco folto di fogliame verde
coi rami degli alberi quasi infiniti
sotto l’occhi freddo di un corvo _ di un grillo canterino
un gufo nel suo pigiama quasi spettrale
m’accerto che gli astri sul fiume diventino farfalle
le inseguirò cavalcando le cime alte dei titani
finché non arriverò all’oltre
ebbro o no poco importa
da vivo non sono meglio d’un battito di ali
del più lento uccello in uno stormo
milky way man
La scala alchemica delle sciagure precelestiali
ascolto la musica
fissando il cielo quando sono in disaccordo coi terroristi
dell’ambiente
c’è una scala alchemica per tutte le diavolerie umane
di cui la storia non si vergogna
quindi se io pretendessi da me stesso l’immortalità e questa fosse fattibile
almeno nel cogito
mi dico - istigarla
sarei un grande peccatore?
quale è la migliore virtù dell’amore
se non la curiosità di capire quanto di se stessi ci sia nell’altro
ecco la sviolinata per il destino – la mela dell’eden ha sempre avuto una
storia biforcuta
cosa c’è da perdere più dell’anima mi domando
cosa c’è in me che possa interessare il Paradiso
SONO SIAMO
il mistero dell’ultima isola emersa
sono siamo
la vita
e nel colore esotico che quel rumore d’Eden mi lascia in testa
mi riconosco
mai ho dato credo ai confini
Young Zero
il mistero dell’ultima isola emersa
ergo cattedrali da un bunker senza mare sull’orizzonte azzurro
adorne di guglie alte di coraggio che Byron portò con sé su isole Egee
io amo _ mi parla il cuore mentre segue la scia di una stella
non durerà per sempre il dolore ne la vita ma guarda ai sogni
che ti lasci dietro _ recita il saggio
guarda ai matti che leggono i tuoi occhi
c’è qualcosa in questo mondo che si trasmette tramite un contagio
sono gli ideali
simili ai battiti dei cuoi nelle tempeste
tu esisti
esiste il tuo coraggio
allora avanti costruisci
non importa per chi o per quanto
tieniti il tuo segreto _ mia ultima isola emersa dall’infinito
riscatta la tua morte col grido colorato dei più alti voli
nei cosmi che non ti sono sfuggiti perché mortale
ora pazienta e guarda al futuro – non c’è alcuna traccia di resa
non tra i sognatori
Milky Way Man
Il tramonto di orgoglio e pregiudizio
la notte poco sa della anima di una donna
oh adorato cuore
tu che nella tenebra più cruda ostenti una tua luce
dove trovi la forza di non cedere alle lusinghe del silenzio?
e quando le forze oscure …
quando l’Ade sussurra sulla tua bocca promesse di immortalità ma senza un
corpo
dimmi cosa rispondi loro?
proprio quello strano fuoco che tormentava il buio
dopo avere detto d’amore – ora - tace
la fiamma altezzosa che s’innalzava con femminile astuzia
ora innesca d’un altro sole i raggi
il sole di chi con ogni brio di respiro ti ricorda
l’ultimo amore
il cuore è corto di generosità con la bugia
quando costei avvince l’essere cui si rivolge
ogni tuo sogno
ogni speranzosa ora
ogni premessa di futuro
il cuore piange
il proprio tumulto
con insindacabile eleganza
umiltà
il cuore tace la rabbia e si consuma per essa
quando amore ti mente
l’inganno è una freccia avvelenata
allora sia tramonto
sulle pretese
sulle ansie
e sui sogni
sia ovunque per amore ferito _ Ade
il cuore non è crine per nodi
ne capigliatura per pulci
onda anomala distruttrice di mondi
se lo è – tu remale contro
brucia quelle pelli indiavolate
soffoca l’infezione che s’impropria di un respiro
ferisci mortalmente il tuo amore
lascialo moribondo sull’orlo dell’abisso
perché guarirà lentamente anche dal dolore
dalle ferite
dalle bestie che lo hanno morso
le donne – ah illuse profetiche insane creature
non fossimo maldestre
saremo meno soggiogate dalle brame
tu che donna vuoi
quella che fui
quella che sono
o quella che sarò
poiché di tutte una soltanto potrai svegliare
chi tra queste ti sarà amore
tormento
rimpianto
la notte poco sa della anima di una donna
l’amore che prima era eccitazione adesso è stanco
perdona alla notte per essere feroce solo coi disabili di meraviglie
oltre i cosmi
ma non perdona chi per tempo e a lungo gli ha spento le fiamme
tu sai se l’amore sia nobile
plebeo o celestiale?
che voli
si trascini
o rimbalzi
ne sai qualcosa? Io non so proprio nulla
per me è un inno al passaggio dell’aria
Ti chiami Vento allora?
il vento carezza i fiori senza capacitarsi di troppa tenerezza
spesso distrugge nonostante l’amore
per la giusta misura della bella natura
ma lo stesso amore possiede entrambi forte fino alle viscere
e la giovinezza che le arde
questo è il contingente di tutti i sogni
rigetto di sbagli spesso ha l’anima nel corpo
ma dello stesso corpo ringrazia i carmi
amore non fa meraviglia e nemmeno inganna
in disparte la rosa della fortuna gioca all’azzardo
contro l’abbaglio mi rannicchio mi nascondo
taccio
solo il Fato può innescare di un altro sole – i raggi
chi sono io per oppormi alla loro luce
chi sei tu che mi stai davanti senza farti vedere dai miei occhi?
Poets and Lovers
a Jean Marc
potrà mai esserci la pace in chi guarda al potere come all’aria?
divine le tue parole ma i fatti dichiarano superbia ed ovviamente
sto lontano – dall’Ade che ritieni Eden
noi non siamo ne saremo mai sulla stessa scacchiera
Amore non bacia Guerra da alcuna parte
e tu non sai che in ginocchio significa eliminare orgoglio
ha ragione forse …
il vento non si ferma per una carezza
ciò che pensi del mondo spesso è limitato
alla tua fame sempre inquinata dell’ozio di una quiete
insana
io amo i temporali
ma che ti frega
io amo oltre
e dove sono le tue armi
davanti all’onnipotenza dei miei sogni
non hai il potere di dare la libertà alle mie ali –
offri voliere d’oro
ma anche le voliere sono delle prigioni
per schiave
per senza ambizione
per chi non vede altri confini nella vita
Amore non bacia Guerra nemmeno nell’irreale
dovrei dunque affondare tutta sul tuo abisso
dove riaffiorano per pochi istanti dei tesori
che farmene se il buio intorno mi tormenta?
siamo opposti a ogni regola della ragione
a ogni legge naturale dell’amore
persino sulle mappe poco chiare del nostro Karma
io non ti invidio
ma comprendo le tue ragioni di avere il meglio nella vita
ma fossi in te salirei i gradini di quella scala ad uno ad uno
il salto fino all’ultimo è pericoloso per chi non ha le ali
se ami luce allora stammi intorno
e coltiva col tuo contro la mia fame
Amore non bacia Guerra
e nei miei sogni tu ardi con tutto un deserto intorno
Poets and Lovers
il libro dell’amore
tu mi buchi la testa con i ricordi
mi sfinisci d’amore nonostante distanza
tu mi uccidi di violento desio
come una furibonda tempesta sul mare
ma quando la smania si calma
il resto diventa piacere
lo assorbo come un premier cru color sangue
in un bicchiere immacolato di un vecchio servizio da armadi
che tace al martirio delle labbra
e nel sorseggiare profezie ti vedo
come un libro di cui non so saziarmi
ne aspiro conoscerne la fine
la notte ha convulsioni d’amore e d’astri
nascono soli intorno alle Lune
si chiudono in lucine rosse le nane
di noi ci sarà una piccola traccia forse mai
nelle ere dei grandi universi
eppure poiché piccini i sogni di questi cuori
che il resto non è più grande
di un fagiolo
ecco cosa sono gli innamorati
dei permanenti titani che nutrono l’amore
Milky Way Man
Canto di sirena, di albatro per bruciare
non so quale sia il canto di sirena e quale amore
in quale fuoco io possa bruciare senza morire
so che nel sogno perfetto c’è il risveglio
e di certe tempeste che i fari debbono superare da soli
la dirò alla O’Grady “l’amore senza lotta e come l’alcool senza ubriachi_nulla“
vivo in me e spesso non sai di questo corpo
in quale fiamma arde
la natura scopa – per propria follia
io voglio farti l’amore
voglio una cosa così umana e forte da scendere dal mio Olimpo di sogni
solo per te e per te solo
vedere l’alba in rosa
fosse il giorno più piovoso più uggioso della storia
io sarei felice
come una aragosta che vive per mille anni la propria sposa
da albatro il cuore goffo di poeta sorvola oceani
non coincide il coraggio con la bellezza
amante dolce amante che non regge le distanze
questo sono
e tu lo vuoi?
vuoi cedere al mio corpo
alle mie voglie
ai miei abbracci
vuoi darmi quei pensieri che temi di avere contro
mi lascerai entrare nella tua carne
fosse il giorno dell’Apocalisse
il più buio di tutti mi faresti da luce nell’Ade
perché io non vedo che con il cuore
di giorno sono cieco come tutti i mortali che non vedono l’amore
ma che lo cercano e basta
Milky Way Man
C’è epidemia di rose.
Un sole da mantecare col sangue prima d’amore.
Pulire l’organo genitale dell’immaginario con cui concupisci chimera
e tieni l’odore di mare nel fazzoletto della nonna
così se mezzanotte non avesse stelle, lo sventolerai
braccio alto verso gli astri _ a chiamare le ombre
già predisposte a dolcezza.
Falene come grizzly in agguato aspettando sera,
devi essere veloce a decidere la durata dei sogni
ma non guardare la copula del buio con l’inferno,
le maschere, i volti, potrebbero spezzarti il cuore.
C’è epidemia di rose. Troppo profumo?
Troppa primavera o mai abbastanza rondini?
Merli, ovunque piccioni e corvi
pronti per fare da modelli in un quadro di Pollock,
ed è uno sputo di colore ovunque nei vasi, nei campi, nei boschi;
è pazza, ti fa pensare, la primavera coi suoi disturbi d’umore,
Caldo. Tiepido. Freddo, Sole o pioggia
ma quanti capricci …
L’attimo che ti perdi è quello in cui chiusi gli occhi,
vai nell’oltre,
Al diavolo il sonno, l’insonnia è veggenza –
è vittoria sulla materia …
Balli di moscerini innocenti sui resti di frutta,
Venere in piume saltella sui tetti,
se non è una colomba allora è uno spettro _ aspetta!
nuovamente quell’odore della notte addosso – scaccialo dalla testa, dalla
pelle,
Caccia via il mostro dalle forme del male
che t’inchiodano se solo
e goditi la luce con tutti i suoi misteri.
Non è buio.
Il sole e poche nuvole avvolte da un dolore post parto di arcobaleni
…
Una pioggia masticatrice di nervi in quelle nuvole,
spegni, accendi, spegni, riaccendi, è intermittente il tuo cervello
quando si tratta di noia.
Scrivi, dipingi questo momento di aria che porta avanti i profumi
a nessuno importerà mai di loro eppure
ci sarà uno, uno solo di pazzo innamorato a cogliere un fiore
e a portarlo chissà dove _
non saprai se la sua storia finirà bene ma finché luce
sbrividerranno ubriachi i sentimenti.
Milky Way Man
Bastille Requiem
l’immaginario ha un torso di legni a contatto col sole
e vicino alla fiamma
ammazzo il tempo lungo le rive del fiume per assorbirne il senso
ho ragione di credere ci siano fantasmi
che si specchiano in queste acque
tu mi hai mai visto così? così innamorato da avere paura?
all’oste ubriaco non dare la bere l’acqua
così come al sognatore non dire non dire dove guardare
chiamami alza la mano sopra le teste dei passanti _ ancora non ti vedo
c’è una buganvillea che azzarda un fucsia stridente contro le case
ah i fiori _ i fiori sono il passato e il presente di tutti i grandi amori
che si legano nella memoria ai loro profumi
a volte sopra gli scogli della vita si abbattono tempeste
li smussano ma non cancellano quell’ostinazione
con ci guardano al re oceano dotto di orgoglio
oh no gli scogli sono soldati passivi per scelta di natura
come i poeti
che da insonni difendono gli ideali
a sto petto oggi mancano gli abbracci
quanta Pandemia servirà per ricordarci la morte
ho un mazzo di violette prese dai vasi del terrazzo
ma non ho il coraggio e il piccolo diavolo in me ghigna
oh traditore …
c’è un genuflesso Gargoyle che non teme la storia
ha l’ardire di contrastare l’incendio del proprio corpo
se Parigi non fosse Parigi ma un villaggio qualunque – ti direi scappa da ma
ma tu resta _ questa è la città dove persino le nuvole contemplano l’amore
dove persino i tetti sono colorati
e la bocca delle metro invitano a cercarsi
gli alberi sono muti non dicono niente
verde è qualunque cosa abbia linfa mi duole poco di loro
ma il fiume mi ricorda quando mi sei vicino
e mi stringi
ecco il senso delle guglie sopra un Duomo
ecco il senso dei sogni nel profondo immaginario
ecco il senso dei Gargoyle quando in strada cammina la morte
noi siamo come gli angeli in missione che non hanno mai visto il volto di Dio ma
concepiscono bene l’amore
mi andrebbe del caffè ma i bar sono chiusi
mi andrebbe del vino mai bistrot sono chiusi
stessa cosa vale per tutto in tutto il mondo
ma io ho fame
ma io ho sete
e voglio farlo mentre la gente cammina e ride
mentre corre e si dispera
voglio sognare mentre ti osservo il corpo
mentre lo faccio mio
mentre mi chiami _ ti ricordi il mio nome? ti ricordi che eri felice?
il mio blasone va di moda solo tra i strafatti
lo tengo solo per ricordarmi da dove vengo e dove voglio andare
strade che mai vorrei finissero vuote
quanta bellezza sprecata
solo per gli occhi delle statue di pietra
sono forse accecato da nostalgia?
come un cane per il proprio padrone
come una Bastiglia per i suoi rivoluzionari
le donne … dicono gli altri … meglio se sono silenziose
no! io voglio che parli
che vivi che canti che imprechi che ami
silenzio è solo per la tomba
Eiffel faro spento faro triste senza traffico
primavera per insetti felici noi – ammalati come in guerra
una città vuota che chiama libertà quattro pareti e i loro soffitti
sono un marziano – non mi contagia il male
e ti amo
questo dirò alla storia quando si tornerà in strada
questo dirò al bicchiere di vino loquace
all’oste ubriaco che non vorrà l’acqua
gli dirò che tu parli che tu ami
ora aspetto … violette … un fiume senza barche e il cielo terso
io non voglio essere un angelo
voglio essere un uomo
ogni giorno per il tempo che mi resta
potere amare
e dire come l'acqua del fiume ai romantici - la mia storia
Milky Way Man
noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
notti di Luna cicciona
splendente per le noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
tenebra gotica mi trascino verso il tuo cuscino
posso baciarti con tutti i fantasmi che danzano pirati
su quest’isola di mortali chiamata Tortuga
nella Via Lattea le tenebre della Terra sono un nodo
per folli
assenzio sulle tue labbra
lacrimo amore
verrò domani mattina
suonerò alla tua porta _ tu apri
ci sono i giardini in fiore
le strade formicolanti
ti nasconderò in un bar per guardare la tua bellezza
finché il caffè diventerà freddo
le brioches perderanno il gusto e tu sarai più dolce
le daremo in briciole agli uccellini
la tua faccia sarà sorpresa e io mi sentirò un eroe
notti di noi prigionieri
a fare staffetta con le ombre die mobili
a rispolverare libri con copertine usurate
finché gli occhi trasgrediscono alla storia per cercarsi
altre mete
in aria
nel vuoto
altrove
vengo da te
mi arresteranno al confine del comune
mi segnaleranno per ribelle
rischierò il carcere
ma sono bugiardo
rischiare la tua vita per un mio ghippo di solitudine – jamais!
troubadour in chioccia a casa
col cuore sciroppo d’acero istigo alle api
non sarò altro oggi
per te
alla vita
ritornare insieme
vedere gente
ascoltare i rumori
e rubarti baci nei momenti più strani
mentre il mondo avrà altro da fare
da scrivere per il proprio destino
oh prego che passi in fretta sta notte
la Luna resterà al giorno come il sonno agli insonni
saremo gazzelle romantiche in un giardino beato
con tutto quello che hanno creato i poeti
per amarci
notti di luna cicciona
oh mia musa cantami dolce
tornerò dal silenzio dei muri
al tuo dormire quieto per un abbraccio
Milky Way Man
Giorni di malinconia seriale
Passeggiamo come due sconosciuti stessa strada, corsie opposte.
C’è tutto il peso del cielo nei nostri occhi.
Parliamo agli sconosciuti sfoggiando una gioia reale,
sembriamo una gang del sorriso
con predisposizione allo straordinario.
Ti vedo.
Si ferma il respiro.
M’avvicinerò con fare indifferente solo per sfiorarti,
per chiederti, ci conosciamo?
Passeggiamo invidiando alle falene le danze nella luce calda dei lampioni
intossicati dalla maleducazione dei cani,
le rose diventano il nido delle tue labbra
chissà perché le baci? Hanno spine, ti farai male!
Mi piaci. Nessuno fa più queste cose oggigiorno.
Non hai fame?
Hai un amante?
Vorrei stare nei tuoi giorni come un barattolo enorme di Nutella per i giorni da
malinconia seriale, mi ameresti?
I muri di cemento contro il verde che triste battaglia,
tu chi vorresti vincesse?
Una goccia di pioggia sul capo mi ricorda che non ho l’ombrello, c’è un bar,
entreresti?
Come ti chiami?
Io coltivo ananas sul terrazzo e amareni,
vorrà pur dire qualcosa sul mio esserti speciale.
No, non ti dimenticherai di me facilmente.
Farò in modo di darti un pizzicotto cosmico
tanto forte da lasciarti un segno sui sogni.
mi guardi. Sono buffo? Ti piaccio? Non ti piaccio?
Inventati qualcosa e fermami. Chiedendomi magari che ore sono …
Fammi scivolare tra le tue abitudini. Sono un raviolino di zucchero
nelle stagioni col sole.
Sono come una pasta che succhia il condimento, usami per il tuo umore
accendimi con qualche battuta banale,
incendiami lasciando che i tuoi piedi non si muovano da dove sono … ora.
Il mio cuore batte forte, è un motore che sta navigando veloce l’aria
carico di emozioni
sai cosa sono?
Sono le follie di un uomo che vuole innamorarsi e tu? La tua anima è pronta per
l’amore?
Forse potrei provare con un abbraccio vero, tu uno schiaffo
così mi odierai poi mi amerai per il mio coraggio.
Un caffè? Potrei presentarmi …
La barriera di gente diventano le Dolomiti da scalare e se ti perdessi in questo
naufragio ? Imparerò a pregare
la luna, le stelle, le virgole che spesso non metto nei discorsi, pregherò
persino i mattoni dei marciapiedi per trattenerti …
non scappare, sto arrivando e non intendo fare cadere il tramonto senza prima
sapere il tuo nome.
Milky Way Man
ho una muta di ricordi - di arsure - di vari stadi di fame
portami al beozio della follia amorosa
al vento caldo dietro l’orecchio della natura in fiore
strade silenti troppo silenti i polmoni di Keats annegano
straordinarie le ali libere
nei poemi sui muri con poemi immortali
la vie en rose
promette per sempre a tutti gli amanti
Capps canta a Love Song for Bobby Long
mentre batte col piede il ritmo sul pavimento
l’aria è aria ovunque ma qui
sa di magia
tutto quello che porto al cuore
è un ritmo di sogni
mi ubriaco di Youtube mentre il resto del mondo
combatte i grandi demoni
e nella povera abitudine di ogni giorno
nella Kuskotopia dei mortali
sono l' Ulisse di ritorno dalla sua Penelope
con la forza di un abbraccio
sono spacciato (fottuto)
mi sono innamorato di te
gli occhi che non volevano vedere alla fine hanno visto
ora persino il silenzio fa un rumore assillante
mi ripeto nell’inconscio il tuo nome
riderai di me che cerco una via di fuga nell’immaginario
ma non riesco ad aprirne la porta
non senza sentirmi male
…
e tu che ti disperi per chissà chi
mentre io sono madido in un sudario amoroso
ho una muta di ricordi di arsure di vari stadi di fame
mi manchi
quindi ti voglio
quindi aspettami
sì portami ai tuoi baci
con le mani alla bocca come se bevessi acqua
io torrente scenderti già per le vene
per poi stringermi ai tuoi atomi come un infante alla mamma
ridi
ridi di me
questa è follia
ma chi non è mai stato folle per amore non è mai stato felice
solo io so
solo io un maledetto giovane Rimbaud uno strafatto di ideali Byron
un genio che meritava più di queste ossa Shakespeare
solo noi e pochi altri sappiamo
come fare funzionare questo balletto sensuale
tra anime
e corpi
portami al beozio della follia amorosa
stringimi come se non ci fosse un domani
oggi sulle vie del mondo cammina l’Ade
tu restami accanto come la luce che vince sul buio
Milky Way Man
aprile
si risvegliano i Gargoyle dal torpore notturno
e gli amanti appiccicosi nelle alcove
in riva nessuno dipinge il cielo dell’alba ma io ho gli occhi lontano
dove neppure la Senna arriva
laddove la voce di un giovane Apollinaire
miete innamorati coi versi
la mia bocca sarà per te un inferno di dolcezza e seduzione – l’ecco d’Aprile
meringhe giganti nelle boulangerie con piccole api zuccherine intorno
e noi formicanti
ancora dormienti ci avviciniamo alle vetrine dolci
contemplandone la meraviglia e le calorie
come in una corrida con noi stessi
alle acque restano fedeli quei lunghi barconi
che si baciano con le acque poco importa del loro colore
hai fame _ si legge nei tuoi occhi e ti resisto
resisto a quel fuoco solo per dare tempo alla gioia di prendersi il sesso
ho pace dove la natura non fa a botte con le cose
vedo attraverso le case ognuno prepararsi per la giornata
poi osservo te che hai fretta di vivere il tuo corpo
e mentre io ne leggo i sospiri – una rondine stanca di viaggi
torna al suo nido
io non ho scampo in questa città
non ho scampo da te probabilmente nel lontano cosmo
la muta pietra della gran chiesa racconta del suo incendio
come comprendo le ferite dei grandi incendi
réclame de belles strip-teaseuses stampe abbandonate
il tuo corpo vicino
amplifica il caldo che sento guardando il sole
all’arrondissement di Paris Il giardino delle Tuileries ci adorna
noi
come due lacrime gemelle ci commoviamo
guardandoci attraverso i fiori
ho vissuto tutta la vita per te
aspettandoti
ora sei qui
anima di giglio in corpo umano
grande bellezza come è grande il sentiero invisibile di tutti i romantici
che vengono qui per abbracciarsi
ho fame
sono indiscutibilmente barbaro
mangerei dieci uova per poi consumarti
è strano ma sento di non avere paura di nulla
cammino sopra le nuvole
ubriaco più dei nobili ubriachi di La Tâche
un privilegio che ha di nobile in tutti i sensi
noi siamo la luce sopra le nuvole
solitudine stella – solitudine Addio – che Mallarmé
rapide d’acque tetre ma vivaci
ecco a te amore – la primavera sul ciglio di una strada
dove porta?
a ogni tuo più bel sogno
Milky Way Man
Gnossiennes, la bellezza ai tempi della peste
Tu mi spingi contro il muro impalpabile dell’aria
per tenermi prigioniero
in quegli occhi che ardono con compulsive fiamme
e mi disorienta ogni abbraccio satellite intorno al mio corpo
che freme
che trema
sono tuo prigioniero cosa vuoi farmi?
mi arrendo
mi sciolgo
giochi di Satie con dita impercettibili mi mescolano il sangue
un calderone di fuoco con stregoni inneggianti incantesimi
un mago Sollima inizia il suo incendio del mondo a partire dalla mia vena
mentre tu nulla
tu nella quiete osservi
come i mondi dei nostri nervi collidono
la tua bellezza è una finestra su altre dimensioni del tempo
cello sonata archetto sfiora sto tempio è la piega delle tue labbra
buffe a volte sinistre creature che mi invitano a un gioco di paure
sei invincibile
pungi mia ape assassina
ho corso per ere pur d’afferrarti
ma tu nulla
scappi sempre
fantasma
che amo
amo e mi dispero pur di trovarti
mentre le ossa si crepano dentro per un tic tac infernale
che solo tu
potresti fermare per un attimo
spingi quel tasto di armonie sui miei muscoli
fammi vibrare di suoni
fammi cantare alla tua anima
così da respingermi ancora e ancora
finché non ti innamorerai di questo ferito contro il muro d’aria dolce
dove siamo costretti a respirare entrambi
come bamboli in mani celesti
tu mi spingi contro un muro d’aria
fammi tuo
fammi tuo
sospira il cuore
vieni avanti pungi
mia ape assassina
Milky Way Man
piccoli dirigibili di nebbie mattutine _ notturne con rose selvatiche
notte di mongolfiere
di piccoli dirigibili con libere boe d’immaginario
cieli con stelle confetti intorno alla Luna
noi addolciti dai sogni
come tanti nei propri sudari imbrividiti da Chopin
recluso nelle mattutine nebbie
mentre desio ancora respira cotoni colorati dalle lenzuola
l’alba ha un credo d’amore che allontana la paura del buio
dalle notturne sfiorate con dita fantasma su pianoforti smaterici
In un giardino di rose selvatiche
ti bacerei fino a consumarmi le labbra
ridendo del tuo volto
congestionato dalle buffe espressioni di gioia
io sono impavido
un po’ distratto
quando il vento contro ma arrivo alla mia meta dolce
siamo belli
siamo belli - siamo fantastici
roboanti falene intorno al mutismo gotico dei lampioni
siamo cattedrali medievali che nessuno espugna
non per paura di Dio
ma per un rispetto verso le altezze cui reggono il peso
ti vivrei mio Machu Picchu
oh io divorerei i tuoi occhi che divorano le cose costose in vetrina
vivrei contando i respiri che ci separeranno
per motivi di vita
ma cosa sarebbe la vita
senza il tremito di passione
senza te
vieni
vieni a mangiare il gelato in centro Milano
a guardare dal deserto del Teide le spiagge miti di Tenerife
vieni lungo la Senna a farti rubare il sesso
nella cabina di una barca che ci porta
fino alla fine del mondo e ritorno
ci stringiamo le mani
chissà cosa pensi
quanti It hai combattuto fino a essere quello che sei
cuore puro
che mi ricorda il caffè tostato in un faro
mentre fissi la tempesta e le onde combattere roccia
sotto un plaid scozzese in cui tenere a caldo i piedini
cerco un servizio assistenza per le mie lacrime quando mi ignori
l’amore un po' bastardo che non ha bisogno di sangue blu per regnare su tutto il
mondo
è una immensa vagina pronta a un parto spettacolare di sogni
l’amore è un disegno raccolto dalla spazzatura per poi farlo diventare un quadro
pregiato
mi alzo al mattino
e ti abbraccio
vado a dormire col corpo estatico
in un ardere verde foresta senza vie al fiume
quel fiume sei tu
mi attraversi da capo a capo
snervante o dolce
dipende dalle stagioni
togliti dai vestiti
spegni il cellulare
non guarderò la polvere in casa
i piatti sporchi nel lavandino
il disordine negli armadi
ma la tua bellezza e te lo dirò
a voce alta o sussurrando
io te lo dirò che ti appartengo fin dentro le ossa
quegli occhi , si i tuoi occhi un accendino
ed io inizio già a bruciare
Poems of Lust for Lovers
Il cuore non ha mai visto le stelle
orche le stelle affondano i denti nel blu della notte
abiti la via lattea come un cherubino servizievole beato di gloria
pallida argonauta Luna ti chiama innocente al sesso
mentre friggi indolente tu friggi costante nei sogni
offerte in calici colmi di miracoli dei piccoli diavoli in buio kimono
sei solo l’ennesima fiamma in un petto insolente
su cui dormono alterne _ quando dormi _ strane chimere
l’oscurità in certi posti dell’anima è come te
e un’insonne
ma lei quegli astri voraci
lei non li ha mai visti
per questo la notte condanna l’immaginario a una catena
di ossa
difficle stare lontano dal proprio corpo quando è lui che li legge
tutti i segnali d’amore scritti nel cosmo
che valgono l’Ade se ardue straordinarie vette a passioni
Milky Way Man
rêveur le petit diable civilisé
tango di fiori Paris ai piccioni in amore - si riscrive la storia
sogno e ancora sogno di amare oltre la vita
mi servono I tuoi occhi - Monet - fresco il verde
ma troppa vitiligine da incessante desio nell' aria
se ami una donna come ami il mare allora sarai fortunato
canta la strega in un chiosco di rose
mai stato marinaio direbbe il mio cuore ma lei risponderebbe
_ impara
dai temporali
o dalle stelle
non è difficile fare l’amore alla bellezza
ho un chiodo nel cuore e solo quando ti sto vicino fa male
mi chiudo un pò flare un po’ Rimbaud in me stesso
la gente mi sfiora le spalle ma la gente non sa chi io sia
non più cattedrale ma ferita la chiesa sulla Senna
oniriche le guglie fritte per accarezzare il cielo
Oddio quanto ti penso qui a mezz’aria
sospeso tra i romantici e i visitatori compulsivi
sorniona Parigi coi capelli scompigliati felice d’aver fatto l’amore
il mio letto ti chiama ma il mio letto è vuoto _tesoro
tetti azzurri tetti grigi tetti che di baciano
Edith Piaf tradita da un bistrot dove canta toto Cutugno
fragili celebrità zalandano in cove di sogni
caffè e negozi per i tiranni dello shopping
due milioni di anni distanza tu e il sole e ancora mi brucia la pelle
poiché sono così innamorato da avere paura di ogni cosa
da tremare persino quando assente il vento
poiché in questo brusio che mi manca
nel rumore del traffico incessante
delle luci frenetiche
del mio vivere oggi
quando i fiori s’alzano nei posti più improbabili
che tu sei assente
Paris dolorante Paris sul letto d’ossa della Senna
mentre il mio ego patriota inneggia Italia tra le sponde
per un corrucciato Mallarmè eremita sui suoi argini
mia Paris dove gli amanti si riconoscono dallo sguardo
io cammino lento da folle in una magia senza fine
ogni faccia ogni costume con dentro un cuore parla al mio fiato
un poco Baudelaire col suo decadente blasone il mio capirli
voglio quel sesso caldo fino allo stremo delle forze
voglio restare così contaminato dai giovanili incendi di Rimbaud
torna a me
stasera
col tuo parapendio di ardori
torna senza dire una parola
fammi tuo per sempre
fammi ogni cosa sia corrisposta da amore
lascia dietro la porta le tue storie e i tuoi dubbi
porta con un bacio sulla mia bocca tutto il dolore
e chiedimi che io lo curi
nero nero il fumo sui mattoni del celeste
rimane lì qualcosa del bel tempo che fu
ti sveglierai Notre Dame ferita ma tu tra le mie braccia
torna a me
stasera
torna a farti del male per passione
e non dire mai una parola
che noi legata all’eterno
Milky Way Man
Fiore del tormento
fiabe al fuoco del sole - fiori di pero e farfalle
cuore danzante la Senna mai troppe anime per l’Idillio di primavera
cantami rispondimi portami i tuoi occhi coi sogni dentro
rendi infelici gli invidiosi che ci volevano separati
jazz in fondo alla via per il traffico del turista
oggi fa caldo
non è più un mistero lo smog di sti anni
che strano aprile che strana storia
pandemia smog mentre Dio piange sopra l’incendio
della sua casa
il destino spara col silenziatore la speranza
non esiste un interruttore per l’amore se c’è ti vive ti sfama
perché ti amo
perché - chi lo sa
perché …
non ho risposta
mi mettono allegria ste strade con alberi alle prime foglie nel vento
ogni nuvola che assorbe un po’ del dolore della mia vita
mi rende una piuma
sulle tue ali
parlo alle acque del fiume – come un matto
noblesse oblige all’anima di questo sopravvissuto a battaglie
e conto i suoi ponti come un romantico i petali della margherita
… chissà se tu
… chissà quando noi
… entrambi
è vero i fiori muoiono
il cielo non è sempre lindo
il vento spesso è perverso e frusta male
le stelle non sempre ascoltano i desideri
e i sogni corrono molto più avanti delle tue gambe
ma amore tu
come diceva Prévert _ tu salverai il mondo
braci dell’inverno sono rimaste sotto i vortici del fiume
innamorato dei suoi pigri battelli
nulla può spegnere ciò che un proprio sole dentro
guarda questa città – è tutto un ritmo che stravolge la storia
ed io ti amo
onda dopo onda dopo onda verso la riva di pietra
ti dirò oggi quel cielo terso non ha alcuna idea del mio conflitto nel cuore
ma ti mentirei se ti dicessi sto bene – sono a posto
… è un fiore nato sull’aria
ciò che è il mio tormento
e tu lo alimenti
Paris per non passare agli altri il tuo contagioso perché
severamente proibito abbracciare
ma un bacio
che sarà mai un bacio
tra me e te
oggi che il sole alto parla d’amore persino ai dannati
Milky Way Man
al buio l’aria ubriaca di fiori mentre il mondo in
tempesta
sento la tua voce un incendio peggio di Notre Dame
è un ardere in una prigione al buio coi soli sogni
sapere come arrivarti sarei già li oltre questa finestra
non avere paura tu non cade io ti amo
la pioggia i fiori di primavera il venticello un po caldo
non sedano l’incertezza che hai del domani
oh mio cuore mio sussurro di vita – tu hai la speranza
di volare col cuore ovunque su quell’orizzonte
sento la tua voce un triste canto ma a me piace
ti stringo comunque ti stringo al petto tu sappi non ti ho mai lasciato
nemmeno per una sbronza di malinconia
come i fiori che ubriacano il buio di notte sotto gli astri tu reggi tutto il
mondo dove cammino
se hai paura chiedi al tuo respiro chi ti ama poi lanciati tra le mie braccia
cerca i miei baci
nessuna bufera tempesta o temporale
spegnerà il tuo fuoco
se ami
Milky Way Man
le parole non sanno
nulla di tutti i sogni
un re senza corona mi abita mi vive
siamo due insonni con occhi al cielo
a volte sentiamo tutto il peso di gravità sulle ossa
a volte ci sembrano ali i pensieri diretti agli astri
sono un piccolo senza un numero per stare avanti
mi accorgo di avere un ingranaggio incompleto senza amore
se morirò la mia anima avrà in queste parole di aria unica casa
oh fragile magia tienimi desto sul mondo
mi chiedi troppo spesso quanto sia o dove arrivi il mio volerti
ti rispondo di rado poiché le parole non sanno
nulla di tutti i sogni
che mi porto pur di non perderti mai in questa o nella vita dopo
ti amo ... io sogno – ma tu più di me oltre
Milky Way Man
chiedimi se sto male
chiedimi se sto male
ti risponderò _ è solo l’ignoto
un passo avanti
mentre da fermo i battiti
cercano un’altra miccia per restare in fiamma
è vero a volte sono ferito
li sul margine del mondo
mi eclisso soffiando frescura di nuvole dai pensieri
in attesa d’amore
spesso non funziona
spesso fa male e basta
eppure
da fermo vedo cose intorno
ali nuvole esperimenti di libertà oltre i confini
da fermo sono un re gabbiano davanti al mare
e mi domando “sarà per me tutta questa bellezza?”
io ti chiedo invece
ti posso amare
vuoi farti amare da me sotto questo cielo
perché sono bravo in certe lotte certi sbagli
sono bravo ad accendere una luce quando serve speranza
ti prego tienimi vicino
non farò rumore
nemmeno con le costole
non mi lascerò erodere dal tempo
così in caso tu possa cadere t’afferrerò con ogni forza
spesso non funziona
spesso fa male e basta
eppure
da fermo ti amerò portando il faro dei miei sogni
a farti da astro
Milky Way Man
marinaio insonne questo sogno
vento leggero anima il porto
marinaio più insonne dei gabbiani
col cuore nel mare a dare alle spume i miei sogni
lunga dorata e soleggiata riva
navigatore ogni domani ovunque orizzonte
con la fame di chi non è mai sazio d’avventura
slegato il nodo che frena lo spirito all’oggi
tu vola mia vela vola con l’albatro
e trova delle stelle i canti
liberi noi con gli occhi oltre i confini
per amore umili a una grande causa
vento leggero per sfidare con spume la nube
ah mia sorte _ libero insonne e straordinario
sto sogno
Milky Way Man
Amore al tempo della peste
sono nel buio Gargoyle che ti penso
ho ali bianche per volare ma resto bloccato nei sogni
sei una nuvola che mi tesse la fame
d’arrivare con un bacio sino alla tua anima
sei il mio forziere segreto sull’abisso pensante
mi hai punto _ spina di rosa ora lascio scia di sangue fino all’Eden
e vorrei
vorrei davvero vorrei tu mi trovassi
in questo dolce prigione di blu intenso del cielo
Milky Way Man
About Heaven and Hell
cerco di imparare dai miei stessi sbagli _ non sempre ci riesco
ho amato
ho amato
ti ho amato
perdutamente
ho bruciato molecole
ho divorato sogni
ho pianto
un oceano così vasto da lasciarci il cuore
ma tu mi hai visto ogni tanto a riva
smarrito come un fantasma
hai sorriso
per l’alba quel sorriso significava “vieni avanti”
un invito che solitamente nel buio dell’esistenza umana
lo fanno solo gli astri
e ho ceduto la parte di me non corrotta
alla bellezza
a quegli occhi
a ciò che le tue labbra promettevano
seppur mute
sei tu il motivo per cui rincorro pezzi di me nell’universo
mi danno la caccia nel cosmo per i colori di questi sogni
che sono il richiamo di balena per te … nell’aria
le raffiche di vento intorno
sono diventate animali col ringhio stolto
gustano la carne
ferito continuo nel mio fuoco
ma guardami
ti dico con le mani legate alle alghe
sono di spume
mi scioglierò blu con la prossima marea
tu afferrami
non lasciarmi andare
salvami al monocromo dell’abisso
stringimi al tuo sesso
al tuo sangue
al tuo futuro
tienimi legato o curami le ali
sarò tuo _ io
sarò tuo _ per sempre
Poems of Lust for Lovers
Il gettito di Venere
voglio ascoltare tutti i tuoi silenzi
friggere fino a stare male sotto la pioggia
aspettando tu cacci via le nuvole da sopra le nostre teste
chiudendoti ancora di più nel mio abbraccio
potrò anche andare all’Inferno più tardi
è troppo prezioso ogni momento con te
sto reagendo alle cose di ogni giorno ignorandone il peso
sulle mi spalle il monte è molto meno pesante dei sogni
mi trascino nel mondo reale come un pesce fuori dall’acqua
ho le branchie asciutte per tutto il giorno e detesto la polvere
qui si beve caffè o alcool per scacciare la malinconia .- che c…o
cosa c’è di più forte dell’amore nelle vene quando vorresti sentirti
il più vivo dei vivi
la paura è il terrorista che ti spara in faccia quando ti senti al sicuro
ora convivo coi dubbi che hanno tutti i mortali
rispetto la regola del non varcare il territorio ignoto senza certezza
e lo faccio – vorrei però scoprire cosa … c’è dietro ai temporali
hai le labbra umide sanno di mare
regolo il letargo con la fisiognomia di Marzo
stretti nel grembo materno di un amore ispirato all’onda
siamo travolti da una marea strana con conseguenze insonni
collaudo albe laudano contro il buio
nell’anima ho solo te a tenere vivi i pensieri
sono un gettito di sogni sparato nel cosmo per te amore
sommergimi dolce acqua _ non ho paura
Milky Way Man
strada nr. 20
selva senza argini a fuoco prima del buio _ nella mia mente
una grande cattedrale di colori con guglie di zucchero
e serpenti avvolti alle nuvole per mieterle se pensano pioggia
così resterebbe azzurro
disegno Oreo in tazze di latte
confondo la musica con il buio
ho fame
ho fame
ho fame
e continuo a ingerire astri che mi fanno paura
ho una indigestione di speranza
mi astengo dal fare altri bei sogni
indico un torneo di bevute
con anime allegre
poeti senza corpi
anime blues che fissano incredule il futuro
gridano
urlano
cantano
dalla mia bocca escono tutte le loro voci
prima di perdersi libere
oltre la barriera
albe come latte in polvere
mi stringo al tuo corpo per sentirmi vivo
ti sussurro poemi di Shakespeare sopravvissuti al rogo del Globe
e dormi
dormi
dormi
lasciandomi re su tutto quello che respiri
re di tenerezza
perdo scudo e difese
albe termosifoni alimentati da una sola stella
eppure quando apri gli occhi a me sembra
che tutto intorno sino ad allora sia stato buio
la mia mente ha mille strade dove farmi andare
volentieri cerco posti che non conosco in quest’immaginario
so del pericolo di perdermi senza mai trovarti – che importa
cadere in abissi
devo sapere che persino nel mondo dei sogni sei tu - il sole
Milky Way Man
voglio farti l’amore ma parli
di altro
tu mi bruci nell’anima come un pugnale
piccola ossessione che ruba aria ai miei polmoni
ti ergi sull’unico faro che guarda all’oceano nel sogno
acceso quando il mio immaginario in tempesta
sono una - moltiplicate mille, le mie voglie di un bacio
voglio farti l’amore
ma parli
di altro
di cose
di soldi
di ciaspanate
chiudendo quella scintilla strana di cui fatto il sesso
nell’ordinario
ma avrai fame … dopo … più tardi
allora socchiuderò gli occhi a sfida
e penserò a sorseggiare vino guardando a perditempo le nuvole
linciando i poemi di Keats con ali di rondini
cui darò il benvenuto nella primavera
ecco il mio copro nudo
miele per api sto cuore
voglio farti l’amore
con ogni piccola parte di me che ti pensa
tu mi piaci
mi fai sentire un sentimentale
uno sbagliato per il proprio tempo
quello che fallisce sempre e spesso ma poi si rialza
un Byron moderno
un sognatore Keats
un Verlaine dannato
uno che rincorre l’Ade per liberare chissà cosa
tu riesci a cancellare ogni orizzonte
ogni guerra
ogni battaglia
e ora che voglio volerti
sei distante
come l’aurora
tu mi bruci nell’anima come un pugnale
come un incendio di Notre Dame
visto dalle lacrime dei Gargoyle di pietra
che pazientemente aspettano
non che il fuoco si spenga
ma che l'azzurro ... finito il fumo
torni a baciarli
Milky Way Man
the air whispers lilac and little dragons chase tails of clouds
l’aria è un lillà coi fiori incisi sull’immaginario
si calma la luce contro le quattro pareti di casa
punisco i foschi pensieri che cancellano il tuo sorriso e i tuoi occhi –
limitando il cogito a guardare un fiore
mi prende come un fuoco d’amore
un piccolo drago che insegue le codine di nuvole di un cielo azzurro
e dove mi fermerei _ io lì, vorrei splendere al posto di tutti gli astri
unicamente per te anima mia
non sono come i tuoi altri amori – non ho bisogno di ali per arrivarti
qui fermo a battere il cuore eppure sta nel tuo petto ben piantato
drago veloce questo senso di pace veloce nell’etere
Buongiorno –
the kind remains of dark above the pink of clouds and the haze of Dawn
non c’è un lontano oltre l’orizzonte che valga il mio sforzo
sto vicino soltanto a ciò che nutre in me ogni vampata
e divento una chiesa _ un tempio all’amore
dove stanno in ginocchio persino i guerrieri e gli Dei
Milky Way Man
Gomorra
Additò Gomorra poi il Quarto Cavaliere come umano
venne tra noi.
Cammina senza farsi mai vedere
mentre il sole bada ai suoi affari di stella
con divinità immunità.
Siamo soli.
Non valgono più i tesori, i ceti, vale solo la vita.
Ai sognatori il compito di sperare,
ai medici il compito di combattere
agli altri … resistere.
Ci siamo fermati.
Alieni lontani e vicini uniti dallo stesso Inferno.
Ogni tanto la gloria di un sorriso, di un ricordo,
ogni tanto si sente come una carezza di vento che porta all’estate
mentre qualcuno che non sa di non svegliarsi più … dorme.
Fa male tanto da desiderare altri sbagli che cancellino la Pandemia.
Vorrei restare qui nel cerchio dei romantici a chiamare in soccorso
l’amore
-
il Quarto Cavaliere cammina in una città vuota.
Sui litorali le sabbie baciano spume
in alto rondini si beffano delle nuvole,
qualcuno piange disperato
mentre una vita nuova nasce …
così è la vita che lotta.
Milky Way Man
ronde di Marzo
Incontriamoci.
Sulle punte di nuvole basta.
Siamo martiri.
Fantasmi nelle nostre case.
Ci hanno infettati, Dio sa con cosa.
Non potremmo più abbracciarci.
Allora io ti bacerò e morirò beato.
Ribelle? Per niente ma dissanguato, amorfo, morto.
La mia anima muore ogni giorno di più,
come muoiono i pesci fuori dall’acqua.
Io senza libertà sono una vasca senza il proprio oceano
e se credi che senza te io sia felice, beh, ti sbagli.
Io sono più malato dei malati che soffrono il contagio
di questa Pandemia.
Tu sei altrove. Tra altrui braccia Probabilmente più al sicuro di me,
meno esposto ai sogni il tuo forte cuore.
Io ti voglio.
Tu sei speciale.
Entrambi portatori sani di miracoli.
Barbari questi momenti con lunghe catene intorno ai nostri arti.
Qui non basta guardare le rondini volare,+
giuro le ferirei tutte con la mia invidia _ loro libere, noi no.
Il nostro cielo oggi è l’asfalto.
Chiudo gli occhi e sfondo il cranio gridando il tuo nome … nulla.
Ho scassato il petto, tanto da lasciare crepe come sfiatatoi
altrimenti implodo.
Sono un vulcano che erutta i propri sogni sugli altri,
sono sbagliato?
Morire in prigione o morire perché malato cosa cambia?
Che cosa ci hanno fatto?
Finirà bene?
M’importa solo di te e tutte queste rose in fiore mi portano
a immaginare un mondo dove il bello si stende con noi sul letto
e tutto e tutti sono felici.
Noi non siamo isole, alcuno di noi lo è,
noi siamo continenti lambiti da oceani
e quegli oceani possono essere di nuvole, di stelle e persino di foglie
… oh quanto mi manca sfiorarti la mano tanto da sentire i brividi chiamarmi
all’appello.
Sono un frangi pane che esplode di profumo.
Dalla Brianza all’Alaska _ ho accesso diretto .
Perché sto costruendo un corridoio per l’Eden
ed è in un mondo fragile di fantasia.
Quasi Aprile e mi manca Parigi.
Mi mancano Londra coi tetti romantici e il traffico strano.
Vorrei arrampicarmi Gargoyle sulle guglie del Duomo
e fingere che il cielo di Milano sia la vetta
… dove incontrarci.
Milky Way Man
28 Marzo nel temporale
gorgone romantica fante del crepuscolo soffia oppio sugli occhi
sono così stanco che il sonno mi sta alla larga da tempo
i sogni si prendono il merito di tutto il pensare
ti tengo certezza di un attimo nella mia vita
per alleviare il dolore di un tormento che non mi da pace
irrequieto da sempre ma ora tutto peggiora
i dolci carmi di primavera diventano velenoso contagio
ho il sangue con dentro qualche vulcano diletto a incendi
i mostri del delirio si fanno avanti in tutte le cade del mondo
è pandemia
diventiamo nuvole che mangiano dalle mani degli dei - la speranza
odio l’aria che mi odia tanto da fare fiorire i fiori ed io non poterli
annusare
trilli vivaci – cani che non abbaiano – buio nei Fari
l’anima non deve toccare terra per sporcarsi
resiliente il vento che non ha padrone
danza lasciando ai raggi il loro lavoro
una piramide di colori e s’innesca la Primavera
Milky Way Man
mentre ti tradisco
quando ti penso l’amore ha un soffitto così alto da toccare il sole
ma quando scompari dai pensieri
piove e nevica e temporaleggia nel mio petto
mentre una mareggiata di tristezza m’investe e ferisce la chiglia
mi vedo già sulla tua bocca di ribes rossi
sono uno che scrive _ non mando messaggi d’amore sul cellulare
sei quello che io voglio di meglio in questa vita
ma come tutti i tesori _ ti nascondi nel tuo abisso
la Terra sarebbe buia senza i sogni
l+ facciamo l’amore tutte le ore del giorno
poi da stanchi ci ascoltiamo in silenzio i respiri del cuore
si diventa di percepisce si è una cosa sola
l’aria profuma Kenzo con tutti i suoi flowers
la qualità del fuoco dipende dalla legna che arde
questo sono
questo offro
questo ti stringe di notte
questo ti ama
questo ti bacia
questo ti odia
questo ti tormenta
l’unica normalità che conosco è dell’immaginario
o dei suoi confini
il resto per me la fuori .. è follia
non so come arrivarti
così ti scrivo
mentre ti tradisco con altre anime che non fanno per me
mentre tu attendi che il destino ti recapiti un cuore alla porta
fiori che ardono in bocci rossi
mi porto a te lungo la scia di rondini come un mustang selvaggio
tolgo il fio al cielo
irrompo nei raggi di sole
ti chiamo sommersamene per nome nell’aria
e appena apri gli occhi appena m’avvicino per baciarti
svanisco
Milky Way Man
tutte le chimere ballano col proprio mohicano
sole cavalca il cielo come un samurai solitario
risveglio lento con allergia e sete ma in fondo è aprile
non ricordo se a letto io abbia mai smesso di pensarti
mi divora da dentro un leone – una mantide – una chimera
le notti smettono di essere serene per tutti i Byron
per i pessimi Keats che volano di amore lontani – lontani
per i folli passeggiatori dell’universo nell’immaginario
mentre orchestrano destini di tenerezza cui forse non faranno mai parte
caffè caldo acqua sporca Buongiorno cielo soldato depresso contro le nubi
è solo l’alba
paramedico per l’anima barcollante in uscita dai sogni il freddo ossigeno
amore è bello come l’Italia … paese di forti
mio cuore audace
poeti sollevano il proprio ego andando in battaglia
io alle frontiere del tuo ricordo – resiliente
oramai mi avrai sostituito tradito dimenticato
oramai chiudo gli occhi per vedere solo i fantasmi
sono fermo davanti al tuo viso da parecchie ore
e mi consumo consumo sfidando le barriere della fisica per una carezza
canto per te alle rondini boomerang verso il vecchio nido di ritorno da ovest
loro portano i miei occhi dove i raggi sono col blu - un’unica cosa
vette di Everest le tristezze a punta in giù che pesano sul mio cuore
balla con me nel giardino
sul balcone o
sul terrazzo
stringimi cosi da ricordare com’è il vero amore
quando arde
partendo dai sonetti di Shakespeare fino ai poemi di Rimbaud
amore Desdemona nuda e coi capelli sciolti che appicca incendio
nella mia anima
un altro giorno nel mio Ade con le finestre sul mondo in fiore
piovesse una eternità e nulla spegnerebbe il mio fuoco
dimmi che ci sei
che mi pensi
mentre sorseggi il tuo caffè appena finiti i sogni
Milky Way Man
silly spring _ restless river
vivo in un corpo caldo _vaniglia
sette giorni su sette filo di zucchero per le sole nuvole
mi sciolgo al sole sperando … vederti
unta di cosmi splendere
se spenti gli astri farti da giorno
lei s’inchina serpente alla mia anima quando distanti
questa corruzione di fiori
di tiepido vento
di fiume sotto l’incendio di Notre Dame
di alberi che fischiettano tra i rami in boccio _ la vie en rose
ti entrerei narciso nel sangue non fosse veleno il suo ego
bisbetico l’alveolo che porta aria al cuore non ciò nulla dei tuoi profumi
sono insoddisfatto del cielo
lui più di me è blu per i tuoi occhi
ma non ti illudere
io ti ruberò alla tua pelle
ai tuoi nervi
ai tuoi muscoli
ti ruberò alle ossa che ti bloccano a terra
io ti ruberò al respiro
ai tuoi stessi sogni
per essere l’unico
dopotutto cos’è l’Amores se non il regno assoluto della bellezza
ho portato a Pompidou le mie tele
le lascerò loro
non ho un soldo
e ho sempre fame
sono malato
tu spazzoli via tutto il cibo che mangio
il mio stomaco in fiamme chiede acqua
chiede cibo
chiede carne
oh sorseggerei ogni goccia del tuo spirito
fino a stare male
fino a sentirmi sazio-sarò mai sazio?
bel dilemma
jo soy loco _ un pappagallo dentro un Bistrot per turisti
mi fissa_lo fosso mentre addento una coscia di pollo
Crème fraîche ovunque persino nel Irish coffee che caldo stasera
mastico in solitudine cercando una traccia- almeno una
del tuo amore
vivo in un corpo caldo pistacchio _
Paris blindata non fa Primavera
duro quanto può durare in lussuria - il corpo
Chabis mi vende speranze
piccioni in amore e la strada diventa aspetta ubriachi
che si abbraccino
si bacino
che tubino incitando l’ardore
che si consumino
si logorino
si trasportino
in nidi anonimo dove solo loro_il sole
mi sono innamorato di te il miglior sbaglio
sei la persona meno adatta credo per farmi felice
eppure mi manca il respiro quando t’immagino tra queste braccia
non sono nessuno senza vederti
annusarti
gustarti
giocarti
sgridarti
mais
je sais
Je sais que je suis très blessé avec toi
mais c'est la vie
nous ne choisissons pas qui aimer
solo gli amanti lo fanno meglio dei poeti
e io non sono un poeta
Milky Way Man
chiatte di nuvole al sole
l’inno d’Italia sui balconi che strane mattine
mai visti così patrioti nella mia casa
manca ogni cosa che prima rendeva liberi
partigiani persino i piccioni
oh la vita
hanno perso il senso_ le luci serali sui viali ora muti
le albe sull’apocalisse non parlano di colori ma di silenzio
chiatte di nuvole al sole _ alta e veloce una rondine
che non fa primavera
voglio l’amore le città sono vuote
panchine abbandonate dagli innamorati
vetrine morte sotto le saracinesche scure
ci teniamo per mano tramite messaggi sul cellulare
oh amore che non cogli l’attimo
Dante ripassa l’Inferno
senza ugole gli uccellini nascosti tra case
campane con din don dan alla speranza
infuria solo il buio e ho fame
come diceva Totò “la pasta è amore”
sugo pomodoro e basilico
questo è il mio canto
per vincerti
per tenerti
gira gira il cucchiaio nella pentola
è un amplesso di miracoli che mi sorride
dove sei
parla di pace e bellezza la pioggia
oh mio fuoco che nutri gli animi di talenti
dammi un sogno in cui credere
oggi la Madonnina versa lacrime in cima al Duomo_che pazienza
nel petto si nutre d’astri la fanciulla d’oro
vorrei fare alzare quel mare in onde alte
solo per venire da te in queste ore di matti
dimmi che non so nulla del futuro
ricordami che sulle rive ignoranti restano a morire solo le alghe
eppure la stella veglia sul viaggiatore in fortuna
verrò a stringerti forte con tutta la forza nei muscoli
preparati
l’amore è morto diceva Jacques Brel nelle sue dolci canzoni
l’amore spesso è notte in attesa di alba
siamo nudi distanti emozionati – probabilmente traditi e traditori
dolore spesso sveglia con paure _ il mondo
ma sono sveglio da un po’ _ stringimi
non smettere di essere
tutto per me
qualcosa ciò che per altri sarebbe impossibile
Milky Way Man
Recapitami l’alba
luna come una Caterina perversa accetta solo astri nudi
il tempo s’increspa
quasi della vita non abbia certezza
mentre io ti sogno
oh Marzo oh Marzo
con rondini boomerang sotto i tetti di case
ali che battono per dire tutto quello che loro manca
se lontane dall’orizzonte
sogno oh sogno
avvolami alto
punta al sole
senza paure
senza rimpianti
sogno oh sogno
tu che mai dici di te a parole
dove nascondi i tuoi incubi quando riesci a sopraffarli
erode la roccia persino l’acqua più cheta
io ti resisto ma ferito
mio amore distante da tutte ste agonie terrestri
poiché se t’abbracciassi ora _ ti ucciderei_forse
e non v’è condanna peggiore
del aver soppresso il senso che dai alla tua vita
_ con un bacio
tu anima di rosa bianca ancora in attesa di boccio
frigge l’aria d’attesa … purché ritorni
Orgoglio e Pregiudizio in televisione _ visto troppe troppe volte
oh Darcy mio Darcy
non so come stai
non so come vederti
non so cosa darei per viverti
ma fuori il sole parla di speranza
mentre si muore
trame d’orgoglio amoroso ecco lo scandire dei giorni
cieco il vedere quando si muta il cuore
mille tempesta mi gelino nel sangue il caldo accento
che tutto smuove nonostante l’assenza
primavera è una bella tiranna
così l’amore
_
ti dedico da qui ogni volo verso quelle nuvole leggere lassù nel cielo
e finché notte chiamerà a sé le stelle pregherò tu sia al sicuro
come al sicuro è questo amarti
che la convinzione rende un giardino
una statua
una rondine
o un fiume
fino all’alba appena nebbia mattutina si dirada
camminare lento senza una meta senza un pensiero _ pur avendo te con me in
segreto _
non riuscirò a dormire _ ignorandoti
insonne per sempre
fino alla fine
Milky Way Man
Sentire donna
è nella mia testa che brucia
l’aria s’incendia al solo stare così lunghe ore al giorno
fissando le nuvole _ vorrei il rumore
voci
voci
voci
aria che esplode dipendiamo dall’ isolamento
ore che passano lente
ci siamo fermati
chicchi di riso ricordi film in tv playstation e sport rigorosamente in casa
all’assurdo la dipendenza da cose
mentre continuano a mancare gli abbracci
dammi un bacio
dammi un bacio
poiché è vietato
poiché prezioso
poiché pericoloso
morirò comunque
ma il morire per colpa di un bacio
sarà un morire dolce
tu mi manchi
divisi da chissà quante cose coronano il “questo oggi”
ronin un po’ samurai il cuore mentre osserva la gente in fila davanti ai
supermercati
e la pioggia
e la pioggia
fa schiudere i fiori di marzo
laddove il mare torna alle rive
i fondali coi loro sogni d’astri
laddove vette alte sorridono ai fiumi
immagino tu sia
si sterminano nell’impotenza i nostri avi
un giorno parleranno di loro - di noi - di me _ quelle leggende
di tante primavere che andranno avanti
a cercare l’amore
vieni più vicino
più vicino ancora
con la tua voce
mentre la Terra brucia
tienimi stretta
potrei cadere
afferrami
…
oh
Poets and Lovers
un martello di sogni
vivo disarmato stagione dopo stagione
illuminato dall’’unica vittoria della mia vita _ tu
sebbene ora al chiuso con disperati cui hanno messo sulle spalle una colpa
ti sento accanto … quasi i respiri fossero l’aria che porto nel petto
un raggio di sole colpisce lo spigolo della finestra
sono un cieco che vede per la prima volta _la luce
in me
la patria ignorante degli eroi che rubano il fuoco all’Olimpo
con tutte le metamorfosi quotidiane dei dubbi
colpiscimi con un sorriso se puoi
a distanza
colpiscimi forte
con un martello di sogni
fammi paura con quella troppa bellezza
multami la carne per il desiderio che mi arde perenne
o prendimi nel sonno
dimmi che vuoi un bacio
uno solo
che stringerti sarebbe la cosa più irreale da vivere come speranza
ah quante magie si potrebbero fare in astinenza di tutto
il mio cuore è il detonatore _
se credi di potere morire per colpa del mio amore allora fuggi
altrimenti
devastami le ore della giornata
come solo tu sai fare
meglio di qualunque altra forma di vita
cui cederei la mia se fosse necessario
colpiscimi con tutte le giostre dalle luci colorate accese
col luna park pervaso dall’odore di zucchero filato
noi incollati contro gli specchi dentro il magico labirinto
un rito d’amore
nelle ore che filano lunghe da quando tutti malati
da quando le città spente
i rumori blandi
oh che terrore
che terrore mi invade
chiuderò gli occhi
mi lascerò andare
ti cederò il mio corpo la mia anima la mia mente
oh dolce creatura con un martello di sogni _ mira bene
e centra il petto
Poets and Lovers
i miei occhi polveriera innescata dal sole
cacciami dal tuo cuore
dalla tua mente
cacciami dal tuo stomaco
mettimi in un angolo buio di ogni cellula
come una sbronza da smaltire al mattino dimenticando di ieri
prendi i miei nervi
i miei muscoli
la luce nei miei occhi e impastali ai rifiuti di ogni giorno
toglimi di mezzo con arma possibile ti sia concessa dalla natura
un giorno però
quel giorno dopo la tenebra
i miei occhi polveriera innescata dal sole
sarò più forte
sarò perfetto
sarò come sempre me stresso
toglierò ogni ancora a qualunque nave dal porto sia carica di tormento
avrò falangi lunghe come ali per volare altrove
e tu
sarai nella carne che mi rende umano _ ancora una luce
sarai comunque nel mio sistema immunitario – guerriero
sarai per sempre tu
m’è troppo ricco il giorno per soffermarmi sul male
mi è stato vietato di avere rapporto con Ade da sobrio
ti gesticolo “vieni avanti, non avere paura”
ma resti lì con l’incredulità dei senza speranza _ a guardarmi
i forti non sono forti perché non hanno paura
loro falliscono, noi falliamo eppure … domani
c’è sempre un gradino sopra un altro e vada al diavolo il vuoto
sotto i passi del cuore che rischia ogni giorno pur di amare
io non torno da te perché non sono mai andato via
dipende da quanta solitudine ora tu hai sulle spalle
e liberati- liberati prego da quel corrotto buio
che ti trascina con sé privandoti di Primavera
i miei occhi esplodono tanto che
neppure le parole sono in grado di ardere fino a quel punto
appena sei nel mio raggio di luce
io ardo
m’è il destino una tempesta da cui non volere mai uscire fuori
poiché tra queste onde alte di trovo mentre con calma attendi
l’alba
Poets and Lovers
fuck the silence
Mi accendi.
Mi spegni..
Mi spezzi il cuore.
M’infetti i sogni, di dubbi, di amarezze con una forza sovrannaturale.
Puoi e mi cali dai Paradisi della mia mente per tenermi incollato
alle gioie di un risveglio con te … ogni mattina,
ma coi battiti, coi pensieri spesso tu …
mi allontani
e mi seduce sa cosa in cui il dolore fa parte del sangue nelle mie vene.
E’ severa la Primavera coi principianti in amore.
Non è mai detto
sia per sempre ogni battito che regaliamo all’altra,
eppure tu …
eppure sei il mio tormento,
nelle parole,
nei movimenti della giornata,
sei il mio dannato tormento ovunque
eppure …
non metto mai fine al castigo che ho di amarti.
Sarò masochista come la pioggia che sa di morire colpendo la terra.
Un infante senza il convoglio di ragionamenti sentimentali.
Ma ciò che non sono è un vigliacco che si nasconde dentro un buco,
quando il mostro del dubbio attacca l’amore.
Qui non mi conosce nessuno finché non ha bisogno di me, di un mago.
Mi accompagno ai fantasmi che spesso nei sogni sembrano dolci
con la loro voce spesso ti canto all’orecchio _ resta insonne
così da regalarti non un unico sole di giorno
ma di notte tutti gli astri.
Poets and Lovers
Londra impura
Londra impura, guerriera rimasta sola.
Voodoo di gregge _ per i migliori solo ospedali a pagamento.
Mi vorrebbe Gargoyle, quella romanticona in cima alla lista dei sogni,
oh Chimera! mia Chimera _ viviamo ore da prede _ restami ora e più che mai -
fedele.
Davanti al divino cerco una luce che dia speranza.
Ti scrivo come si scrive un abbandono a ciò che sarò anch’io
e tra questi feriti … una volta immortali – per Dionisio! a chi il futuro?
il mio sogno il mio unico grande sogno … lotta col mondo dei predatori,
coi senza immaginario,
coi veri titani che tritano genti comuni da assassini.
La morte cammina lenta ma decisa tra i vivi.
Nessun trionfo per la Regina divisa dal mondo.
Tace in strada davanti alla sua porta un fantasma_
è Keats le cui lacrime lasciano in aria
poesia.
Ero fuggito soltanto per capire quanto mi manchi.
Io ti vorrei,
vorrei popolarti il dentro col peso massimo del mio immaginario,
sei il mio amore,
un amore che non ha tempo
che non ha argini,
mentre questi perimetri tra noi _l’orizzonte
sono costanti - mai decisi
mai veramente misurabili quando in amore il cosmo
coi suoi fedeli .
Sei ciò che m’è rimasto dell’infinito qui nell’Inferno.
Una pioggerellina calda
nei tropici della mia mente
e resto a capo nudo
resto per sentire sui miei occhi aperti
il tuo invisibile tocco.
La fredda pietra, i bus rossi a due piani, i pro dal sangue blu
nulla dorme più quieto …
Sei qui e altrove.
Potessi abbracciarti.
Baciarti,
spingendo a largo i gabbiani saturi di fiume sporco_
non canta nessuno al Tate stamani
mi manchi.
Londra impura con la lingua piena di medicina per buoni diavoli.
Pace innaturale su tutte le strade della California anglosassone.
Forse morirò, oggi o domani …
ma tu non esporti al buio,
non rischiare.
Verrò da te, rose bianche
prima del grande tramonto.
Dirò a Byron di prendersi cura di tutti i suoi cari.
Tornerò a te
tornerò se no
pensa, io non ho mai smesso di baciarti.
Poets and Lovers
yogurt
Bevo St. Anna per i peccati_ c’è Pandemia, le chiese chiuse.
Notti senza più nubi, le stelle fredde ho bisogno d’amore.
Letti malati di sogni con le coperte che imprigionano ardori,
ottuse ombre senza uno specchio dove guardarsi quando … ma quando?
Quando gli astri mortificano ogni forma di malinconia terrestre,
e il cuore sebbene nel suo battito caldo sia già come un malato di ipocondria -
ah, madide dolci oscurità in gara con la mia mente
… sarò pur una semplice anima corrotta dai riti di un immaginario senza limiti
ma voi tutti intorno che mi guardate, voi cosa siete?
Vivo in casa come se fossi in guerra, soldato di una legione fantasma.
Ho molte idee su ciò che vorrei dalla vita ma sono fermo per passione,
qui sulla strada in mezzo al cemento a sfida del bisogno dei cani,
mi morde una volontà d’abbracciare chiunque sebbene vietato
viva la vita
in ogni forma
e speranza
purché porti all’amore
Sono confuso ma diligente sui miei drammi e sbagli.
Scrivo correttamente solo quando non devo guadagnare qualcosa.
Delle profezie me ne infischio, me ne sbatto, mi piace l’Ade
anche se ogni tanto mi perdo dietro qualcuno o qualcosa che mi alza al cielo.
Young Zero
apocalisse 2.0
terre ardono infette noi senza abbracci
la città è sola
i rimasti come i cani randagi a cercare quel poco d’umano altrove
qualcuno muore … qualcuno che non sa di cosa
poi diventa un fiume dove lasciarsi trasportare è obbligo
sopra l’oceano c’è un po’ di calma
l’amore vincerebbe … se potesse - sul virtuale
restami accanto _ sussurro al mio sogno
se chiudo gli occhi io so dove trovarti
apocalisse 2.0 perfezionata dal Mago della Magia Superiore
quando pandemica la terra si gratta dai parassiti coi temporali
io vorrei una scossa mica la pioggia
prigioniero in questo limbo sfregiato da qualche esaltato
Young Zero
nudi noi
un filo mi tiene appeso alle vette di Marte
io fino in fondo anima uragano e labbra che ti pensano come una droga
vene con la tequila mescolata al sangue _ già che paradosso
viverti come un angelo mentre con la mente vederti tra piccoli demoni
dovresti lasciarti amare dentro il costato
ore e ore e ore e ore cui dare il senso a questa vita
nudi noi fino al midollo dell’osso _ fino al fuoco
e ancora oltre quell’embolo che tiene in fiamma il sole
ho visto l’Alaska negli occhi di ogni notte passata di qui a trovarmi
ho sempre tremato timidamente come i forti prima della battaglia
ma sappi che io se non mi spengo perché troppo ubriaco di sogni _ ti penso
fino a farti diventare un corpo caldo e vivo su cui riversare amore
"Poets and Lovers"
The Black Butterfly
Al dodicesimo rintocco, ora della sorella Morte, il buio entrò in me in
segreto.
M’adagiavo Poe sull’io dell’assoluto silenzio mentre le ombre fitte ...
fitte
battevano Pandemia corsara … anche se la guerra al mostro nessuno l’avrebbe
vinta,
finché Natura non avesse deciso di fare scendere in campo i suoi migliori
guerrieri.
M’ero addentrato nel mondo degli spiriti per cercare conforto,
quando Paura come un laborioso ragno all’angolo della vita,
preso a tessere i mosaici di un equilibrio tra prede e predatori,
m’avvolse nella vischiosa trappola e lì non io il vincitore.
Ecco la fine! Cos’è sto Limbo? I miei occhi cosa vedono?
Stordito e impotente al vaglio di tutti i pensieri,
trovai una via per dare al risveglio speranza
in modo da capire cosa nella notte fosse così tremendamente delirante …
io?
le ombre?
o il silenzio?
Ahi gli uomini che pensano d’avere tutto nelle proprie mani,
oh sciagurati col cappio della propria forza al collo,
mai e mai e mai e mai davanti ai misteri,
povere creature _ capirete del vostro destino la strategia.
La notte al dodicesimo rintocco _ una farfalla nera entrò nella mia bocca,
ne assaporai le ali che si sciolsero drogandomi di sogni
e furono così tanti e così forti da sentire i loro passi nella mia testa,
febbricitante eccitata creatura di cui non ne conosco il corpo.
Poiché dai sogni bisognerebbe liberarsi
per vedere nella luce una speranza,
cercai in altro vigore di uscire dalla prigione.
Dietro di me altri fantasmi di più grandi menti
chiamavano aiuto,
ma io non andai in loro soccorso
sapevo dai libri delle memorie
che erano morti
ed io vivo,
così dissi il respiro: taci!
In assoluta apnea tornai dal sonno
come un contadino stando dopo una giornata nei campi
e il ogni muscolo in me era tirato
ogni nervo gridava fino ai crampi “è stata dura”
ora però nella stanza c’è solo questo mondo
con ancora più solitudine di prima
con più pareti e soffitti da fare crollare
per non morire io _ sulla forca di un mostro invisibile.
Udii come un suono _ qualcuno mi chiamava per nome?
A quell’ora?
La luce era andata via persino nelle strade.
Al tempo di Pandemia a chi chiedere soccorso per la mia anima?
Stizzose le finestre verso gli astri mi lasciavano al crudele mondo.
L’ombra su di me più lunga dell’incubo da cui ero scappato,
quell’ombra parlava di un altro mondo che non sapeva
cosa fosse il rumore, il colore, l’odore, il gusto.
Per non morire presi a dare un senso ai tic leggeri.
Ogni tic un respiro. Ogni Tac una cosa che svegliava in me la fame.
Da affamato sarei rimasto desto al buio con un prurito alla schiena.
La pelle più bruciava e più forte la grattavo da quelli che pensavo licheni
innaturali
ma la vera storia del mostro che nacque al rintocco della dodicesima ora
ora della sorella Morte _ sarebbe stata un’altra.
Tutto intorno mi sembrava sbavato,
una gabbia vischiosa e io prigioniero di un aracnide predatore
ma dove scappare e come?
L’Oscurità non si perdona quando vede in me la luce.
Was the shinning. A lightning …
mi torcevo come un bruco in un bozzolo oramai stretto.
Voci che prima sentivo deboli si fecero più forti
eppure ero scappato dai sogni alla realtà
che fossi una Gorgone?
Che fossi io il mostro additato dall’Inferi fino all’Eden.
Che farne di me?
Quale casa per ciò che vive in un mondo distorto dal reale?
Mi ricordai del Carnival of Rust _ potevo essere
colui che celebra per vocazione la messa ai Deliranti
e mi prese come una musica mentre mi dibattevo nel bozzolo.
Sul mio corpo non avevo più impero ma negli occhi mi si era accesa una luce.
Dopo la muta, mi sussurrò il Gigante dalle tombe dei diafani angeli.
sentirai meno male,
il dolore sarà percettibile in base alla fame …
le altre cose saranno dimenticate …
come effìgie Gargoyle in cima ad altre pietre
di cui si curano da morti i poeti ma solo per lanciarsi nel volare
verso l’alba.
Nell’ora più buia del secolo e della mia vita,
nessuna porta aperta se non della speranza.
Tacevo trepidate pur di capire cosa nel passaggio tra i mondi
mi avesse preso il sangue.
Nemmeno un uccello di notte che osasse il cielo
nemmeno una carrozza di cristallo in cui vedere spiriti eccelsi in fuga
ma solo io con quel fuoco addosso come un sifone di paure
pronto a esplodere se esposto alle fiamme non d’ordinari astri.
Il sole non fu mai così lontano da me.
Nemmeno una certezza.
Tortuga per i sognatori in pancia a Pandemia _ la forma delle strade
… dai lampioni una tiepida carezza sul me freddo.
Il dolce amore m’era ancora nel sangue?
I muri tutti sembravano caduti come a una guerra.
Del pavimento _ del soffitto solo rovine.
Urlai. Il nome rimase nell’aria per un momento.
Poi il nulla.
Senza vedermi mi sentii al confine tra anima e il suo segreto.
Stavo fuggendo o rimanendo?
Di tutte le voci ricordavo solo una … quella che mi chiamava per nome,
un nome allora a me sconosciuto.
Oramai non mi importava più capire quale.
Il bruciore era cessato.
Il fuoco placato.
La luce era una sensazione lontana di qualcosa verso cui andare
se avessi potuto.
Il resto era una condanna come il colore che portavo. Un colore nero
ed io ero uscito dalla stanza, nelle strade in quella notte.
Da farfalla.
"young Zero"
Laddove il vento ...
laddove batte la pioggia senza mai ferire il vento
alla luce flebile della Luna
io ardo per te
convulsioni di fiabe nel me taciturno
come l’ultima farfalla che prima di morire dona all’arcobaleno le ali
Joie De Vivre scriverebbe Chopin
ma spesso ai sogni nessuno di noi dà un nome
laddove la pioggia …
laddove il vento …
sui cementi crescerà selvaggia la natura
ed i fiori ambiziosi d’aria calda parleranno d’amore
quello in cui io ora brucio
merli nel sottocutaneo del muschio
si spegne l’inverno
resisto nella linfa caparbia degli oleandri al vento
soffiano in lontane paure le bufere
nell’ego caldo compongo respiri
che ti darei se potessi per allungarti la vita
laddove batte la pioggia senza mai ferire il vento
qualche strada priva di fiori
qualche anima colorata di cemento
si spegne per l’azzurro dell’alba il cosmo
ahi Primavera
e proprio su quelle vette dove sole combatte il buio
proprio tra il cordone ombelicale del cielo e noi
io tengo stretti al petto
i nostri ricordi
laddove la pioggia
laddove il vento
…
quello per cui io vivo
non ha pelle
non ha confini
è scoperto
"Donne che amano gli Uomini che amano le Ciute"
Notti arabe
cadono sul deserto gli astri
il cielo ha perso lo spazio
tacciono fredde le sabbie
in attesa dell’alba
notti con fuochi celesti
dolci dolci dolci
danze d’amore dolci
un velo appena il vento
un bacio che dura millenni e ancora …. e ancora
sceicchi di dune
a cavallo d’impavido il coraggio
spose col canto serafico verso il nulla
mistero s’incorona all’oasi
tu taci
davanti … l’ignoto
infinito il granello sopra i tesori
ballano allegoriche ombre
sultano l’amore
di noi parlano le notti delle notti questa
poiché l’aria è più calda
di tutti i sogni questo il più bello
si lasciano ardere ste notti
ardere
mentre io muoio desiderando
si perdono gli asfalti
il cemento
le guglie delle antenne sui tetti
si perdono nella nebbia dell’alba
il deserto
questo cuore mio va alle fiamme
il sole sorge
restano sulle dune gli astri
per ricordarci
dei sogni
"Poets and Lovers"
le bistrot des fous
c’era una volta la pioggia
c’erano una volta gli alberi
allora guardavamo a occhi aperti le stelle
poiché i sogni avevano bisogno di boe nel cielo
“le bistrot des fous”
Incurabile malinconia
sono totalmente perduto … e,
totalmente diverso
sono qui sulle pietre a costruire una città
più vicina ai sogni
solo per darti i sorrisi che ti meriti
da quando
da quando c’è inverno su tutte le strade
da quando il vento fa pillates in traffico e tu non sei nessuno
da quando il cielo ha il cancro
la pioggia una malinconia incurabile
oggi
ora
sono qui
io col diaframma d’immaginario allenato a un acuto più lungo di quello di
Pavarotti
e posso
posso davvero portarti ai castelli con finestre sempre baciate dal sole
con stelle al posto di tende
o soffitti fatti di frutti non ancora maturi
che esaudiscono da sempre la richiesta d’ambrosia di dei
eccentrici a noi sconosciuti
sono totalmente perduto … e,
so che fallirò come i tanti usciti dalla tua vita
quelli che davvero hanno contato qualcosa
rinchiusi dentro fortini sopra cui regni
con canzoni perfette per rammarico
melodie capace di chiamare in vita i morti
cui manca solo l’amore
sono diventato un giardino
con fiori assoluti
condannati alla perfezione
un Eden spesso crudo
crudele bellezza che porta chiunque entri ai sogni
e tu sarai la chiave di quel giardino
senza recinti
senza confini
sopra il fiume di nuvole corrotte dalle albe poi dai tramonti
sappi che nel futuro un albero avrà più valore di una auto
Leonard Cohen insegnerà tenerezza agli infelici
prima ancora che Prévert bruci nella propria poesia
o Baudelaire si danni all’Inferno sperando di risorgere
argonauta verso pianeti con meno mali
meno peccati
e più lussuria
è una barbarie accettare una sorte che mi vuole vedere cieco
io mi vedo e mi voglio tra le fiamme
annoderò le mie vene alle tue per vedere scorrere il fuoco
continuando a starti dietro mentre correrai verso qualcosa
come gli ubriachi che per dimenticare il dolore
camminano in una febbrile nebbia
capace di alleviare il dolori
coi cuori sempre giovani
perché la forza delle emozioni non conta il tempo
è sarà un bacio sulla bocca
la forma più delicata per dire alla morte - addio
ora dammi la tua bocca
perché oggi non voglio morire
"Poets and Lovers"
precipito sognante e lontano da te
voglio farti male in tutto il corpo
ma lui Poeta non c’è ora ci sono io
ci potrebbe volere del tempo
per farti volare fino lassù _
ho vissuto tante tragedie
nessuna con un rimedio miracoloso
ora sono qui in piedi
vedo il sole
sento voci nel buio
e sono disperato d’amore
alla radio i Low cantano un Lullaby
da strapparsi i tendini dalle ossa
da accasciarsi sotto gli abeti
e fingersi giganti soltanto alzando gli occhi al cielo
sono così innamorato da lasciare che il vento resti nel mio stomaco
cannibalizzo la mia bocca coi denti fino al sangue
e del suo dolce nutrirmi ancora
finché l’esausta ferita si ribelli a me col dolore
e quel dolore cancelli la tua assenza
dalla mia mente
dalla mia carne
dalle vene dalle arterie e dalle cellule tutte
qui
a sospirare il tuo nome come un ubriaco
che legge la sintomatologia sopra un pacchetto di sigarette
poi continua a fumare _ lentement très lentement
finisce la sigaretta e beve
poiché il fumo causa il cancro ma l’alcool causa solo rimpianti
sì ha letto bene lui
si sente forte
così dà fondo a qualsiasi bottiglia possa spegnergli il fuoco
del ricordo_
io come lui
in sfida con ogni fondo di bottiglia
mi consumo e mi lascio consumare
frutto tardivo
ossequio del destino al tempo
il me conservativo ma romantico
vaffanculo destino
mi hai portato via molto
lasciami a quello per cui respiro
Desdemona alcoolica iniettata in questo sorriso
un bicchiere mi scivola dalle mani ora la notte ha gusto di stella bagnata
meglio chiudere gli occhi
chiamare il sonno
chiamare il tuo corpo
chiamare le tue gambe
il tuo petto
la tua gola
la tua bocca
chiamare la scia di saliva dolce in cui si sono fermate le parole
perché le parole sono come specchi di astri
che preferiscono consumarsi sull’onda
tacendo
brillando
davanti al mistero della vita
l’amore risponde coi sogni
precipito sognante e lontano da te
alberi in fiore
aria secca
dannata pioggia dove ti nascondi???
perché ti nascondi??
puffaldine le rose già in boccio
premature testarde come sto cuore
avanti sul tempo ma in ritardo con la storia
ho freddo e tremo
sii tu lo Scirocco per la mia vela
sui mari rossi di Marte
sii tu la mia cometa
resiliente sul suo asse
resiliente io a cercare di fermarti
oh amore
"Poets and Lovers"
Solo gli amanti ei poeti conoscono il segreto per
affidare al vento le loro emozioni
affinché sopravvivano alla loro vita
aforismi
Se posso non mi arrendo se non posso la resa diventa
impossibile.
aforismi
l'animo ha sentieri impercettibili che lo spirito
percorre ciecamente
e di cui le parole ne riflettono la grandezza.
aforismi
se dovessi dare retta al mio corpo potrei sentirmi sempre
più vecchia
ma do retta solo alla mia mente e mi sento immortale
aforismi
Gli inferni hanno il dono di portarci alla vita,
e quando i sogni hanno smesso di tradirti,
ti renderai conto che la cosa straordinaria non sarà cercare qualcosa
che non esiste,
ma farti trovare da ciò che ha resistito con te - al
buio.
aforismi 2013
Scrivere non è tutto ma fa diventare tutto possibile
aforismi
Inno al Sole
Mai
fummo nati per il buio.
Dal sole venuti chissà per fare cosa.
Né ombre ad alcun titano
ma forti anime
siamo di sangue rosso tutte
capaci a capire come
di grandi bei miracoli.
Mai schiavi
di re
di dei
di limiti
o tempo
anche se fragili
illuse marionette di un Fato
a poter sembrare
mai
alla morte
mai al silenzio
ma alla luce
al canto
il nostro fuoco
è indirizzato.
Vivi e per amore
a soddisfare il volere dei sogni
avanti …
chissà poi dove
_
poco importa.
Mai
fummo nati per il buio.
"Young Zero"
Samurai
Pensi che il vento.
Stai in ginocchio.
Creatura patetica mai nonostante il non senso.
In un gioco di regole
solo Oltre
coi sogni
_ ci si diverte, ma dove?
Dove è l’Eden che guarda ai poeti come angeli?
Di notte le Terre,
spada affilata con le paure,
sei samurai.
Uragani nel petto.
Cicloni.
Il cuore un pianeta col proprio asse di rotazione
e vai all’amore come la testa di un re al patibolo, sei forse pazzo?
Meglio pazzi che niente.
Ti fermeranno fino ad allora corri … col dolore ai piedi, alle ali, agli
occhi …
persino nella direzione sbagliata.
Sulla Terra in pochi
sottoterra popoli e popoli e popoli
dovresti sentirli cantare i fantasmi,
oh quale spreco di creatività lontana dai mortali.
Hai esaurito le camicie bianche
tutte col sangue delle ferite d’amore
mai lavate
poiché i libri della tua vita.
Resta lì.
Sulla cima per un attimo …
ammira …
sopra,
una centrifuga di nuvole e astri abbastanza dolce,
ma giù,
giù ai tuoi piedi,
le meraviglie che impugnano spade
e sai _ sai di avere già scelto il dove.
Uragano.
Tu questo sei quando sogni,
poi ti acquieti sapendo di non potere controllare gli orgasmi.
i poemi nascono dai respiri in attesa di essere domati
dai tuoi polmoni prima
dal tuo cuore dopo …
ed è nel fuoco più cruento appena arriva l’alba,
che inizi a scalare il dove …
se solo esistessero delle parole per lo straordinario
…
samurai
"Young Zero"
Le donne possiedono il talento straordinario di rendere incredibili le
cose più inutili di questa terra
e gli uomini capaci di consumarsi per
inventarle.
aforismi
jeu d'amour
ci copriamo di baci perché così dev’essere quando hai un cuore caldo
in un petto dove buio domanda un po’ di vero fuoco per non ghiacciare
è vero
… diventiamo esaltati come gli asteroidi matti in corsa verso la gravità dei
pianeti
l’unica cosa che può superarci è un sogno spesso impaurito dall’alba
giochiamo al gioco dell’amore da quando nati
un po’ con le parole
un po’ con le fughe
un po’ con gli abbandoni
spesso coi giuramenti
è così difficile
dannatamente difficile dire “mi piaci”
com’è difficile cercare il perdono quando si è esaurita ogni dannata cosa
creata da un bizzarro Dio
lo stesso che ha dato il profumo ai fiori
e la forza alle montagne
ci sono regole ancora che noi non conosciamo
regole che ascoltiamo o che prendiamo a calci
l’amore è lento
lento più di un bradipo
lento quasi quanto un fiore di cactus
meraviglia che meraviglia il tempo
con la sua testardaggine
sì noi ci baciamo
con arti smisurati
sì noi ci limoniamo per sempre adolescenti
finché le nostre ossa diventano vulcani e il loro midollo lava
pronta a creare isole intorno alle città reali
isole su cui scappare di tanto in tanto
quando il troppo traffico ci ammala
quando perdiamo il sorriso
quando sfioriamo pugnali nelle routine delle giornate
ci copriamo di carezze come gli angeli si coprono il corpo con le ali
per non tremare nel mondo dei freddi
bozzoli di tenerezze colorate
fantastiche fiabe fatte di risate
di poemi di Keats che rivivono nel sangue
di tutti i sentimentali del mondo senza un tempio per il loro prego
sulla nostra pelle
nel nostro stomaco
nei nostri organi
incantesimi come geroglifici da decifrare quando soli
quando in fuga
quando abbandonati
quando liberiamo la rabbia del vulcano per troppo a silenzio
nei nostri occhi
noi che ci baciamo
ci scambiamo le stelle
creando le nostre proprie costellazioni
si
ci serviranno un giorno
dopo la morte
a ritrovarci
a salvarci
portando al prossimo livello
questa vita
spesso così strana da non poterla proteggere o progettare
stringiamoci più forte
ancora più forte
dannazione ho detto più forte!
ah così.
"Poets and Lovers"
lettere mai scritte a un amore che verrà
words are flying low my late night love
accarezzano l’aria come un corpo
che respinge il male per proteggere chi ama
sono mari dell’immaginario
mai adirati con gli innamorati strafottenti
dei loro abissi tesori
mi lascia senza fiato
l’aria in cui sento la tua presenza
ho come un fuoco
incensi come batuffoli d’oleandro alla scintilla del lungo sognare
una specie di cerchio che arde nella mia corsa verso l’alba
… lo attraverso
ed è come attraversare mondi di colori diversi
in cui il mio nome non è mai stato scritto per il tuo destino
attendo la notte
febbrile e gioioso
chiudo le palpebre col peso della mia fragile mortalità
col peso della impotenza contro i forti del plagio
o delle ostentazioni prive di bellezze
speranzoso ci sia una botte d’ambrosia
per quelli con fede nei sensi
qualcosa che ubriachi il cuore con miraggi di altre dimensioni
dove essere amanti immortali
mai sbranati dai denti della morte
però
tu non ti trovi in quel sogno
sparisci appena ti penso
appena accenno alla tua forma vicino al mio corpo
che mi sproni i battiti alzare il gomito fino a provocare
desiderio
there’s an angel sleeping in my bed tonight
a funny sexy moon is watching us
I’m so tired of being alone
need a rough lightning
so all my nightmares will swept away
words are flying low my late night love
finisco col vendermi alla musica per un boccone di batti
ogni refrain chiama dai cieli le entità non ancora risolte con la vita
lasciata
cibo per i fantasmi
voglio essere
se da amante non io non ti scaldo
perché non ci sei
nemmeno al mattino quando apro gli occhi
nemmeno nelle canzoni dentro l’auto cucita al traffico
con idioti come ricamo delle giornate
che non hanno più neve
non hanno più piogge
ma solo fumi
neri scuri fumi sopra il cielo blu
dove sta la mia porta di Brandeburgo aperta su un Eden di Poeti
ehi fatti dare un morso a quello sguardo che mi cerca
chiama i pompieri sto per incendiare la città
qui fa freddo c come dopo una guerra ma senza morti
chiama in aiuto la pioggia
ma sappi che resterà incastrata tra le nuvole
persino loro si schifano di bagnare il cemento …
ehi
sono sempre un animo fragile
sono carne cruda facilmente feribile …
ma quando chiami i miei occhi a salvarti
tutti gli inverni temono il passo che ti rincorre
nemmeno il tempo per una sigaretta
cammino veloce
volo quasi
sulla sensazione che se non lo facessi
ti perderei per sempre
…
uccidimi scappando
oppure aspettami
I’m so tired of being alone
need a rough lightning
so all my nightmares will swept away
dammi tutti I sogni con un bacio
ecco perché corro
nulla potrebbe fermarmi
… scappa e sentenzia la mia fine
oppure fermati al mio ti amo
… siamo solo altri due che occupano la Via Lattea di desio
"Poems of Lust for Lovers"
Fari sul Cosmo
salpiamo cercatori di sogni il vento propizio a fortuna
gabbiani come boe legate all’ondeggio del mare
sfiorano il vento per cui sono nati
sono il Capitano del mio destino voglio sfidare l’orizzonte
ho fame
spume fino alla casa dell’Eden
alte
pericolose
audaci
entrano nei respiri
diventi dipendente dal loro profumo e dal loro sapore
diventi un acquario per le sirene
smetti di avere paura di Morte
t’alzi Nettuno sulle vene per respirare i ricordi
delle vele
dei viaggi
della libertà
salpiamo cercatori di Oltre su un Mare Ignoto
ancora tremo Meraviglia
ancora impotente sul mio destino
ma lotto
poeta infinito negli infiniti viaggi di Goethe
per consumare tutto lo stoppino della mente
in cui immaginario regna sul fuoco e dove il fuoco alimenta
il senso di vita
ho ali da albatro per un destino onnipotente
mi spinge un amore lontano
molto lontano
fino ai confini del mondo
gli occhi si consumano di giorno
poi si rinnovano con le stelle
la notte
come fari per entità clandestine che si sono smarrite nel cosmo
mare
oh mare vasto
immenso
severo coi tuoi figli
apri le ali d’acque e alzati dagli abissi
porta sulla tua schiena questo mio sogno
da pirata che cerca nel grande universo una casa
dove alzare templi al cuore che batte
quando innamorato della sua causa
mare non ascoltare
alle moine dello spazio che ti vuole in gabbia
come me guarda al cielo
e fosse pesante
questo tuo alzarti con fragili forze
non mollare
un solo volo
fosse solo per poi precipitare
basterà perché tu mi capisca
un unico volo per poi precipitare
ma i sogni quando s’avverano cominciano
dal dolore
dall’esasperazione
e dalla fame
apri per me le tue ali
io son pronto
fari sul cosmo
per eternauti d’altri galassie
così l’amore spinge la vela
come due innamorati uniti in un unico Destino
indissolubile persino per il potere degli astri
"Poets and Lovers"
Black bird in the sky _ the warrios’s coming
ossa che scomunicano il tempo _ nel midollo il vero vulcano
mi mandano in fiamme poiché sono come il Diavolo che ha fame
di liberarsi dal corpo fino a volare per toccare gli astri
fanculo al buio così urlerò dalla carne “Voglio l’alba!”
guerriero dentro ogni uragano abbia una vita
templare contro i falsi profeti che non conosco le virtù del dolore
ho bevuto dal Graal del silenzio
sono tutto ciò di cui il mio corpo parla quando passa alle armi
io non sarò mai offerta per l’inevitabile
conosco il mio destino _ vado avanti
lontano da casa
dal giusto
dall’abbraccio dell’amore spesso solo
spesso umiliato
impotente
quindi mai in ginocchio scopato da ombre
il guerriero è solitario
più mostro agli uomini che non capiscono il coraggio
arrrrr
arrrrr
le mie zanne hanno il sangue dei nemici stolti venduti per santi
alle fiere noiose del commerciale
arrrr arrrr
meglio angelo all’inferno che diavolo in paradiso
arrrr
le mie mani hanno il potere di volare
di guarire
guardami dal tuo immaginario
se vuoi trovarmi
fammi strada non pensare di essere più del me umile – un divino
da sobrio valgo meno di due parole ma da ebbro
passo all’altro me convinto di poter cambiare il mondo con le fiamme
quelle che gli fanno uscire il cuore dal petto quando combatte
perché per lottare lo schifo serve molto di più dei respiri
ossa che raccontano quanto sia caparbio nella Tana dell’Ade
fammi strada _ fede _ portami alla scia di luce anche se sono caparbio
corrono dietro di me le ombre,
gli uomini in fila per diventare leggende
i re guerrieri pestati dal verme
i mostri
e gli assassini
mi corrono dietro senza acchiapparmi tutti i fantasmi
per cui ho avuto un orgasmo
per cui ho falsamente pregando pensando fosse amore
mi corrono dietro le Sfingi tutte
oh bellissime Gorgoni dell’avidità umana
nulla di me è per il mio personale possesso
sono l’arma che rende felici i portatori di sogni
ed ogni mio desiderio fa parte del vuoto lasciato dall’assenza
di quel temporale
che spinge alle scintille gli occhi
gli uomini a compiere miracoli
per poi cadere
cadere
cadere
voglio rinascere lampo
lo dichiara in me ogni cellula
avanti oscurità
sfidami
chi se ne frega se l’alba è lontana
anche i guerrieri piangono
anche le stelle cadono
cadono
poi rinascono
dal nulla pare
avanti oscurità
fatti vincere
hai solo stanotte
per farmi accendere
e non chiamare il Diavolo
da lui ci andrò dopo
…
e toccherà lui cadere
cadere
perché nulla di quello che è mio resta in mio possesso
e questo uomo
fa paura più degli uragani
più dei cicloni
più degli inferni
ah dolore
dolore
…
più cado
più sento di alzarmi in me stesso
conosco bene la luce
per questo la vedo di rado
sono tutto ciò di cui il mio corpo parla quando passa alle armi
Young Zero
Il ruggito delle farfalle sopra i vulcani
t’innesti ai nervi
ai miei muscoli _ sulle mie ossa
occhi fiori di cenere ancora incandescenti
amore testardo come una farfalla che vola sopra i vulcani
col loro ruggito fatto di colori
con la resilienza di chi è fragile ma spera
poiché non è la sfida che le spinge oltre il pericolo
nemmeno la meta
bensì il bisogno
tu mi insegni ad ardere
mentre ti guardo bruciare
danza voodoo contro i demoni dentro
e pare che il vento sia una sirena che ti vuole trascinare
negli abissi della città dove nessuno conta davvero
negozi stanchi con vetrine spente
marciapiedi sporchi di orme e di ombre
lampioni in perpetuo pomiciare con le falene
cani col fiuto olimpionico
odori dei petroli imbisteccati alle strade
eppure
tu l’inferno lo educhi all’amore
cosa sei?
sei un angelo forse
le tue ali entrano nel mio costato
diventano carezze poi dolore poi carezze
il mio sangue esplode per guadarmi da innamorato
quanto è felice
il me vedermi sognante
mentre l’abisso dei mondi di cemento s’accecano con la salita delle stelle al
cielo
ti stringo dentro
ti faccio sdraiare nella mia mente
ti sublimo
falso lo show dell’Ultimo tango a Parigi
modello la tua anima sul mio corpo
sei la mia pasta di pane
le mie mani corrono
teneri traguardi
tutto il buio
il nero pece _ sparisce
la città alza bandiere colorate
e osteggia il vento
si alzano dagli angoli i senza speranza al richiamo del dolce
c’è la speranza
eccomi amore
col tuo sorriso cancello il freddo
prendiamo il volo
finché non mi cederanno le ossa
perché mi guardi così _
come mirtillo in fuga dal rovo
vieni al tuo innesto sull’osso
vieni a prenderti il cuore
portami via il respiro
così potrò seguirti come un babà secco
la propria scia d’alcool
farfalla senza paura
non esistesse _ inventerei per te un vulcano
t’innesti ai nervi
ai miei muscoli _ sulle mie ossa
“Poems of Lust for Lovers”
sogno tu mi distruggi la mente
sogno
tu mi distruggi la mente
crei voragini
sono diventato dipendente dal torpore
l’ immaginario si regge sulle mie ossa
per rubarmi il corpo
ho un spirito fattucchiera
dedito a incantesimi
sabbie mobili di magia
m’annegano il cuore
proprio in quel momento
mentre soffoco
chimere allungano mani dal sonno per afferrarmi
divento altro
un grido
una pallottola di vento
un regno di bestie
col grugnito rauco davanti alle ombre
divento una freccia d’amore in cerca di un petto dove colpire
un lampo
un attimo
sogno tu mi distruggi la mente
sono arrivato a confessarmi con le crepe nei muri
loro mi ascoltano
i mattoni tremano
i soffitti
esplodono
liberando il cielo
e sto in questa febbre
come un papero che si bea di uno stagno
in una notte felice
con Luna svelta al pallore
perché nuda
occhi alle stelle
canto di grilli
cori di rane …
sogno tu mi uccidi
ma ogni volta rinasco
Young Zero
Nemmeno il cielo è puro
At that time the sun burned more than it does today
nessuno ha mai amato tanto da arrendersi
per farsi spaccare dentro
per farsi spezzare le ossa
per sentirsi avvelenare il sangue
come una nave con le vertigini quando viene portata a terra
non può volare
non può più sognare orizzonti
può solo
guardarsi la chiglia scoperta e pensare “ecco è finita”
ho dimenticato tutto l’inverno
col fuoco di oggi nel petto
Yves Montand canta con voce roca agli innamorati delle strade
in un caffè dove tu ti nascondi ridendo di niente
l’amore mi fonde lo stomaco e nei crampi
le parole che vorrei dirti
sono pinguini nell’Antartide del tuo silenzio
l’aria non profuma di fiori ma me li fa pensare
e la Senna è sempre sporca da anni
però ha la bellezza che m’invoglia a tradire il demone della superbia
oh l’orgoglio _ l’orgoglio ha distrutto molti
quindi ti canto
io canterò ai tuoi occhi con ogni vena
ti canto perdono
ti canto Buongiorno
ti canto “ancora”
un utero di cicogna dove nascono bambini all’infinito
nella sala chirurgica dei poeti a Le Procope
ti canto farfalle con fame di brividi dentro lo stomaco
ti canto la rabbia quanto odiavo
ho sbagliato
forse imparo solo ora a pentirmi
mi hai tradito
ti ho tradita
nemmeno il cielo è puro
e spesso la pioggia cade con sabbie di molti deserti
con polveri
con animali
con palle di ghiaccio perfino
ma ogni volta è la prima volta
quando il cuore batte
ogni volta è diverso
è intenso
fa male
prendo un Gargoyle al guinzaglio per fare scena
scodinzola in mezzo a rivoluzioni in cui muore e rinasce
po’ artista
bohèmien
col grugno gotico da “chissene’ io sono un immortale”
mentre io indosso smorfia di fiero templare santo in una rocca
e porto le stigmate delle vetrate di Notre Dame al mondo
non perché santo
nooo mon dieu … jamais
un esaltato
che ispira le acque di Parigi a rivoluzioni
o il furioso vento
che batte inutilmente contro una montagna fiera
mentre la goccia più abile di me _ la seduce
la ferisce
la scava
il furioso vento a dare schiaffi al moderno
nelle rue senza prospettive maudit
dove qualche Tarte au citronal massimo litica con un Eclair
tutti i santi oggi sono a Parigi
io però mi sento all’Inferno
col mio cane di pietra ammansito ai poemi
con il cuore una frittella di mele
davanti a un onnipotente bicchiere di vino
I’m high
per te che voli coi sogni avanti nel tempo
anima elementare che teme solo il vento
ridi di me _ così ubriaco da farti vedere il cuore
nudo nudo nudo fino ai ventricoli
fino alle arterie così rosse
da tingersi d’alcool col vino
…
anche la cosa meno bella di te è un solenne traguardo
mio Marte
mio Graal
mia Colonna d’Ercole
un passo per raggiungerti
distanza da paura
che esige il condannato all’amore eterno _ ubriaco
At that time the sun burned more than it does today
turisti entusiasti col fiuto animale in cerca di delizie francesi
un pascolo di ombre ultraterreni
e ponti
dove fuggirai da me
dove ti nasconderai pensandomi
…
col capo chino e il cuore in fiamme
vado via
un cane Gargoyle al guinzaglio e la coda tra le zampe
arietta fresca un po’ di smog nella città degli innamorati
nella tasca del cappotto la mano stretta a pugno
nel pugno ... i sorrisi
gli occhi pieni di Vicodin
le parole che ho dato al silenzio
una nuvoletta ... bianca
laggiù … lontano ma non troppo
il sole
Young Zero
LA CIUTA
I Non Poemi
Dopo aver perso la vista, Dio disse: “Si spengano tutte le stelle.”
il Diavolo
Ho paura.
Paura.
Io ho paura.
Di imputridire
marcire
essere divorato dall’impotenza terrena.
Oggi caldo domani cadavere
oggi bello
domani scheletro senza fama tra altri e senza corona.
Io ho paura del dolore che continui nel violento silenzio.
Che i rimpianti e i ricordi restino
ma senza un corpo
vagare imprigionato dal nulla e per sempre.
La mia fede nell’ora si sgretola …
Serafica scintilla di speranza che m’abbandoni
appena la mente scappa dal martirio del Tempo
torna a chi t’ha creato e digli
digli delle mie continue lotte contro i serpenti del futuro
contro le anime rimpiante
contro ciò che avrei voluto ma non avrò mai tempo di continuare …
datemi una patria d’inchiostro,
una fiaba con molte pagine
e un libro senza un mai fine
datemi ciò che mai è stato per chi respira.
Ho paura.
Paura.
Con tutta questa neve,
i miei occhi vanno ai sogni mentre il corpo trema freddo.
Una gelida sibilla incontra il me dolce sulle labbra
e ne sento il bacio che non ha nulla del torpore umano … porta solo morte,
eppure nel sogno la seguo,
seguo il suo abbracciarmi
nei mondi dove i soli non bruciano affatto
e dove il vento,
è un kanji sull’invisibilità dell’aria.
Non v’è speranza di credere nelle scintille dei cristalli di ghiaccio.
Blunotte per guardiani dell’amore
e per chi non vede
beh …
tremito e gelo dell’inverno
come la morte
“Deemoni”
Lo Spaventapasseri
In un cerchio di sale,
respira, inspira e respira ..
Ha il potere di dare morte.
Non è immortale.
Non è benevolo.
Si agita battagliando il tempo
senza vittoria,
Chi o cosa appartiene al destino?
Cosa regna oltre i titani?
Tra questi intervalli,
la vita col suo lento scorrere.
Coi mini pasti di gioia,
col troppo lungo sonno.
Guarda al campo di ossa …
cresceranno i fiori,
poi il grano,
poi il mais.
Signore dei filari che s’erge sulla notte,
la sua maschera
parla creature con la pelle che si ritira dal viso
per liberare il ghigno …
nelle bare
un solo innocente e mille assassini …
Nemmeno la Morte
ferma la paura
dal rinvenire discepoli _
curiosamente prestanti per arti occulte
ma mai così forti da fottersene del marcio.
E’ un inganno in un altro inganno
il delirio di chi è spaventato
… ed io ricordo il mostro
non me ne sono mai liberato.
“Deemoni”
La Strega
Volevo concedere più spazio alla parte più oscura in me.
Temevo che l’avrei persa se non l’avessi alimentata
con voodoo di paure e stridii di corvi.
Doveva esserci un modo per annullare quella vana attesa di speranza
che mi confondeva più che darmi certezze.
Sono mortale?
Vino nero al posto del sangue un oceano infuriato
e non ho pace
non ne ho ai avuta
mai l’avrò.
“Deemoni”
Allucinazioni
Canti allegri
io l’unico pazzo insofferente al loro ritmo.
E’ Natale eppure soffro.
Sono ferito.
Sono malato ma non v’è cura in natura per me.
Ho un forno in cui sto bruciando la mia storia,
lo alimento con l’angoscia di stare solo …
di perire immeritevolmente.
Unica fonte di bene è il sogno.
Allevia
e toglie velocità alla caduta nel mio stesso immaginario.
Ho visto perire un’altra notte e giorno sta arrivando.
S’accorcia il mio tempo
e non ho più sonno.
Temo che il riposo sia un’arma meschina della Morte.
Mi fulminano le luci dell’alba
che con l’inverno sono più timide.
Un altro funerale della notte.
Dolce chimera perduta
ti farò una tomba tra queste righe.
Non dormirò mai più
così che il sogno rimpianga il me perduto
e se il suo amore sarà forte
mi salverà dai miei predatori.
Oh mostri celesti
che furtivi camminate gioiosi
in mezzo agli uomini,
non adempirete al vostro scopo con me.
Datemi in pasto alle fiamme
e dimenticatevi del mio nome assurdo,
non quello di uomo,
non quello dello spirito
ma quello dell’entità che mi possiede
quando scrivo
…
“Deemoni”
La Morte ride
Il mondo stanco di perfezione,
celebra le sue aberrazioni di plastica.
Come cercatori d’oro,
i randagi della vita
sublimano l’innocenza
ma quei libri non esistono più
e nemmeno le loro mode.
È tutto fatto di attimi.
Come alle veglie irlandesi,
la morte gioca a carte sulle bare degli errori
con gli ospiti
e ride sicura di sé,
ride e ti confonde
perché lei sa di vincere alla fine,
qualunque carta tu possa avere.
“Deemoni”
Sei mai stato all’Inferno
Sei mai stato all’Inferno?
Spesso credo il Diavolo sia qui in terra.
Oramai vedo solo attori e sempre meno uomini,
sarà colpa a della storia?
Figli d’Ade
cerimonieri della sua potente violenza
servi ai nomi che portano ma mai a una causa
impera e svirgola nel sangue il verme tosto.
Fummo mai buoni?
Ah a quali traguardi arriverà il cuore
se alcuno lo benedice per questo!
Col vento sull’oscurità il mio umore fa capricci.
Mi innamoro dell’orgoglio dell’inverno
e rifiuto la compassionevole luce.
Gli unici mostri di cui temo la forza sono in me.
Diabolico e santo.
Bevitore di notte ma astemio all’alba,
ecco cos’è la carne dell’uomo,
un dono per le delinquenze infernali
che abbracciano i martiri sublimanti in fiamme
con poco leciti _ pensieri.
Povere piante ancora sotto la gelida acqua,
poveri steli in cui la linfa s’arrangia lenta alle percosse,
povero me che non ho caldo nemmeno al sicuro
e sento fin dentro le ossa
i pugni avvidi di fragile
della notte.
“Deemoni”
Il Portale
Ma io non avrò mai pace
starò sempre dal lato sbagliato del tempo mai comprendendo a fondo universo
e se avrò fame dovrò guardare in faccia il verme
più affamato di me
e con più conoscenza della carne
Mi stanno strette tutte le stelle e spero davvero spero che nell’oltre non vi
siano confini
e ci siano tante altre domande molte e più delle risposte
che amplifichino l’appetito
che oggi nutre il cuore
Non sono mai stanco e non mi basta il giorno
per benedire ciò che l’immaginario porta
affiora sempre più in me la paura che il segno
vinca sulla vera verità
e che nulla effettivamente resterà mai mi
eppure
io ci sono
io voglio restare
io voglio compiere e ardire
voglio potere dire
ecco sono andato oltre
ed esiste
ma come farlo?
come dirlo?
fortunato l’incredulo mondo e la sua poca astuzia
soffre meno
Se la pioggia ha colpa di malinconia io dell’assurdo
ma entrambi abbiamo fatto un patto
di guardarci le spalle dalla morte
e in questo statuto di equilibrio
diamo foggio delle nostre forze al mondo
e della miseria
del fango che copre le radici
temo solo la bruttura
che ha tutta la consapevolezza del boia
che porta ciò che genera il bello
allo sfinimento
Io amo la vista
amo i miei occhi ma dopo
perduti i sensi
che si possa udire dei ricordi il canto
o le voci care che sono le prime a morire dopo il morto
Il male non riposa mai
così l’insoddisfatto poema che aspetta una povera mano per avere vita
siamo miseri
la pioggia lo sa così anche la morte e il tempo
le vere ricchezze di cui non ne possediamo nemmeno una briciola
notte notte
nero nero
uccello del malaugurio senza fr0onte ed occhi larghi menzogneri
all’avamposto di Ade
mentre io tremo in egual misura con cui amo la vita
non ci saranno altri fuochi
morta la stella
ma finché brucia
tutto sembra possibile
persino illudermi di essere infinito
“Deemoni”
La mia mente mi mente
la mia mente
gioca brutti scherzi
vede mondi
a cui non saprei come altro arrivare
la mia mente mi mente
come l’infamia avida di possedere che mente l’umiltà dell’eroe
vorrei vedere i miei fantasmi
vorrei ubriacarmi con loro
farmi raccontare i loro segreti
ma nessuno bisbiglia in questo universo abbandonato da Dio
sono confuso
il più delle volte il mio sangue che ama scorrere lungo le ossa
cede al richiamo innocente della poltiglia sotto le radici
ascolta senza temerlo il silenzio
e ho paura
tempo più ogni altra cosa l’assenza
la vittoria del nulla
e l’opulenza del ciò che non è
bolliamo dentro questi corpi di fervori perversi
spesso ci alimentiamo con l’odio
dove vanno a finire i nostri fuochi
i nostri giuramenti
Il destino non ha mai fatto un uso spropositato di gioia con me
ma finché respiro ancora io non mi lamento
i combattenti sono le peggiori pustole per i re
poiché usano la violenza dell’essere e non uccidono
senza usare la loro vita nelle guerre
quanti denti mi aspettano
tutti pronti
tutti allenati
tutti fedeli alla loro natura
ma io sono fedele ala mia
riuscirò ad azzerare i conti con la fortuna
vorrei mille vite e mille ancora
per non piangere mai
e mi basterebbe essere messo lì a osservare semplicemente il cielo
di cui conoscono tutti colori
gli azzurri
i blu tempesta
i rosa neve
gli arancioni dei tramonti
“Deemoni”
tormento
diventerò brutto
come le muffe
vuoto in un sodalizio tacito col cosmo
e le mie ossa bianche saranno le uniche a ricordarsi di essere nate
in un lontano Natale
mentre l’assassina Morte
canterà di gioia
alle mie orecchie
oh calvario
ti prego non togliermi il sogno
lascia le porte aperte
quando arrivato
il quando certo
io non sarò pronto
temo il freddo
il buio
il silenzio e il fuoco
tempo di annegare in mari che non conoscono pietà per l’uomo
sono il trofeo delle forze oscure che liberati i sensi nella notte
corrono libere per le strade
assecondando i desideri lascivi
per gli atti impuri tra ombre e uomini
tra uomini e uomini
tra ombre e ombre
oh che strani sodalizi
“Deemoni”
“Decapitato”
L’amore si è servito di me
più di follia.
Ho troppi segni per dirmi speciale,
troppe domande per dirmi sicura
e mai appagata veramente dalla vita
cui per devozione ho alzato altare,
nonostante
tutte le guerre della natura degli uomini
contro.
Ai funerali della verità, nessuno piange.
Più della notte
il mio segreto è nero
e per conviverci lo sfoggio
in modo che alcuni lo passa vedere.
Alla luce del sole
anche il Diavolo sembrerebbe normale,
figurarsi una donna.
“Deemoni”
La valigia
Con gli occhi vedo nel mondo cose terrificanti,
non fosse per il cuore,
credo che sarei già morto di dolore.
Ho troppe voci in testa,
alcune parlano, altre gridano
e ciò che raccontano non è mai gioia
perché rimpiangono la vita.
Forse non mi sono mai sentito il figlio della storia del mio secolo,
ma non penso nemmeno di appartenere a questo mondo
o a questo pianeta.
Ogni mio sforzo di bene
è vano.
Resterò qui per poco,
vedrò di non lasciare alcuna impronta.
Starò attento a non istruire alcuno.
Ho già una valigia che ho lasciato vuota
in cui non ho messo l’amore che lascio
o i ricordi.
Del mio passaggio non si parli.
Si prendano i cani neri …
il mio creato
e diventino grasse le loro pance infernali,
non resti nemmeno una lacrima di questa esistenza
di cui non ho avuto istruzioni per l’uso.
“Deemoni”
Incubo
prendi un pelo di lupo morto in notte di plenilunio
il becco nero dalla carcassa di un corvo
ma attento che questo non sia mai stato toccato dai vermi
e mescolali con l’erba maledetta dalla tomba di strega
poi giura alla notte col tuo sangue
che sarà per sempre
resta nudo allo specchio di tutti i peccati
ricorda al serpente la delizia della conoscenza
tira al torso ogni piacere del sesso
per rendere schiava la Morte
ungi la tua carne col miele di mille api impazzite
cavalca nel fuoco contri i figli di Marte
i diavoli ti porgano corona reliquia d’oro
sul capo che mai con gli artigli del tempo potrà ferirsi
evoca dal Regno delle Ombre una sposa
compiacente
bella e ricca
con lo scheletro bianco ma le guance rosa
nutrite da pasciute rose in bocciolo recise
per generare abomini
e l’ora di mezzanotte sulla Terra durerà in eterno
“Deemoni”
Asmò
le azioni più terribili sono giustificate dall’amore
gli abomini contro natura sono stati fatti in nome dell’amore
e allora l’orripilante volto del desio _ è bello
come a una madre il figlio storpio
l’amore guida a pace nel sangue
l’amore scava tombe per quelli che ha fatto nascere
ah che tragedia dovere soccombere al sentimento
quando l’inferno stesso ne alimenta la fiamma
“Deemoni”
Pietra
Vampira pietra che prosperi insonne
fredda lapide per acque dolci
non senti il mio corpo
ne la mia anima?
Eppure tu non temi morte.
Ti invidio.
Lì sotto il cielo
immobile e gigante
custode in segreto della storia.
“Deemoni”
gorgonauti
Sono seduto in un Museo degli Orrori.
Vedo gente gustarsi ogni forma deforme
di un corpo contorto da chissà quale sofferenza
e pare una gioia per gli occhi dei mostri venuti a vedere l’Inferno.
Il raccapriccio m’investe.
Ho il vomito.
Darei di stomaco non per ogni deforme reliquia,
ma per sti gorgonauti con appetiti insani nascosti dai bei cappotti.
Ho smesso di fissare le cose.
Le cose ora fissano me e compiango la mia limitata saggezza.
C’è più dignità in loro
che tra gli uomini.
Oh mostro,
siamo figli naturali di un Ade terreno
e tra noi non più
cammineranno gli angeli
… gli ultimi rimasti stanno in sto Museo
al ghigno del demone in ozio
col plauso al prezzo di un biglietto.
“Deemoni”
Teuza
l’empatia e la compassione sono i miei deemoni
assorbo
assorbo
e assorbo il dolore
ma quando lo vivo il dolore
divento paralizzata
l’amore è bellezza
beh io non sono bella
sono …
io sono aliena
sono eterea
sono imperfetta e incompiuta
come tutte le più grandi opere
resto in un sogno
lungo
quanto resiste sta vita
la mia mente
la mia fervida mente
ha sempre vinto gli ostacoli del cuore
ha sempre superato le avversità
le pochezze umane
la mia mente ha visto cadere muri e dittatori
lottato contro i soliti fasci di una cultura vecchia
e se resisto
perché c’è aria d’amore
anche dopo la morte
anche nel brutto
o nella spazzatura
basta chiudere gli occhi
…. andare lontano
fino ai propri limiti
Se questa non sarà chiamata poesia, allora sarà chiamato delirio. Magnifico
vaneggiamento di un uomo il cui cuore è continuamente tormentato. La pace mi
fa orrore. Amo inquietudine poiché sprezzo la Morte per il suo carico di
bruttezza che mai le porterà encomio.
Non appartengo alle stelle ma nemmeno a questa terra che incita al sonno.
Voglio vivere ma la vita è un compromesso tra tempo e sorte di cui noi
clandestini cosmici ne possiamo solo accettare le regole. Il mio è un canto
di balena ma gli oceani in cui nuoto non sono d’acqua bensì di nebbie
solitarie e malinconiche. La mia mente decapita ciò che disdegna, le male
intenzioni umane e credo che resteremo pochi nell’universo a respirare …
Vivo di sensi e in combutta col dubbio. L’incertezza è un paletto confitto
nel cuore dalla nascita. Nessuno mi vedrà mai per quello che sono. Un
dirottatore, un giostraio , un alchemico febbricitante sporco di inchiostro.
Il mio desiderio è stato di fare durare l’attimo una vita intera cosa mai
avverata. Con abnegazione e vicino all’Ade remo sullo Stige e qui nemmeno il
vento ozioso sa il mio nome e nemmeno la brace cui la sponda a meta, è
alimentata con costanza. Ditemi che avere paura genera bene altrimenti il
mio inferno è iniziato col primo respiro. Non sono adatto al compromesso.
Ditemi ombre perché son nato? E se desto perché io sogno di altri sogni che
non hanno un tempo?
“Deemoni”
a Jacqueline
Et quand l’heure vient. Ode à la Providence.
A puiser dans tes mots la source de mon tourment
A ne plus jamais rêver éveillé que de ton sein
Spectateur obscène de mon propre délitement,
D’un lâche renoncement le bonheur m’étreint
Quand des tréfonds de ton cœur indolent
S’annonce triomphante la Lumière de notre destin
A jamais démenti notre orgueil improbable
Quand meurtris et repus de nos phrases assassines
S’impose à nos cœurs ta sentence immuable
Et qu’à l’ombre de tes mystères s’éclairent nos pudeurs sibyllines,
Le tumulte cesse et mes yeux embrassent l’ineffable,
Quand de ton Verbe divin s’embrase le visage de Jacqueline
Jean Marc Bennet - 2017
sunny day dreamer …
no monument for the fury of each heartbeat better a stormy day
‘couse I’m The King of fools and lovers
vivo in un sole che si beve dal mio respiro l’acqua
come un timido adicted to lust
eh sì la mia lussuria è pazza quanto sono pazzi i malinconici
che ballano sotto la pioggia quasi disturbati dal pensiero
di un cielo senza alcuna nuvola
per dopo
tu non hai misericordia per la mia anima malata di piacere
a volte dolce
a volte mostro
inganni coi tuoi trucchi di bellezza
i sensi
che mi fanno scudo
che mi sono arma
contro i nemici _ spesso gli idioti
e raramente contro la lode esausta di ricambio
mi consumo
dentro per amore
ero io sai
mentre nelle mie cellule malate
terrorizzate dalla morte
circolava un raggio di speranza
che ti seguivo
come un cane insegue gli odori nella natura
potresti fare un posto nel tuo petto per il mio cuore
non chiedo troppo
Boom Boom Boom alla Hooker ma forse un blues
convincerebbe me ma non te di quanto sia esausto di desiderio
il mio corpo
or sono un fuco imbrutito dalla testardaggine
or sono un velenoso
con Dio che mi ha dato questa carne per farne amo alle tue smorfie amorose
siamo come due infermi che si tirano schiaffi sull’orgoglio
ma io imbroglierò per non perderti
cederò per farti piacere
morire di vergogna in me stesso come un mistero che copre un altro mistero
solo per salvare l’autore del libro dalla facilità della storia
mai un mediocre visse bene il suo futuro come ora
non uso il telefono per dirti quanto …
odio più della morte comporre il tuo numero senza vederti
sarei il più frustato di tutti lasciare a wapp una lettera d’amore
l’anima è un calice e l’amore si aspetta di bere
quindi
o vino o alcol o sangue
ma non testi eterei
non chiamate vangeli
non tempi biblici senza vederci
…
io chiamo il tuo odore
chiamo la tua carne
chiamo i tuoi occhi
chiamo le tue labbra
chiamo il tuo udito
il tuo sesso chiamo
l’amore è in tutto e non nelle singole parti
di un mostro creato per parlare sulle distanze
io mi rifiuto limitare la bellezza
limitare il fuoco e l’intensità del bruciare
agli stolti il mondo che si limita a non andare oltre il sogno
io sono qui per sfidare la legge di gravità dell’uomo
e portarti su pianeti che fanno sconti agli innamorati
è vero che offrono poco
ma non è vero che tolto il superfluo
l’essenziale sono proprio le nostre mani intrecciate
l’odore dei nostri corpi cotti
il buongiorno
il grazie
il ti amo
ecco perché sono mediocre
un imbroglione di parole
mi dicono
perché sogno col sole alto
o forse
è il sole alto che sogna con tutta la sua forza di elementi fusi
di rombolanti energie
di essere me
innamorato di te
come una furia della natura
boom
boom boom boom
Young zero
stelle fuoco sesso sogni
oh corvo
oh corvo
stelle fuoco sesso sogni
cinquecento anni vivere
forze come un impero romano alla conquista del mondo
sospiri
sei una maschera
una recita
un guerriero
biada aliena per cavalli comete
sei quello che
si lancia dalla Torre dell’Orologio
nell’ora dei maledetti quando si sveglia l’Inferno
ammansito dalla stregoneria
da un libro magico
da qualche dolce veleno
versato coi baci si chimere lussuriose nei bordelli opulenti
delle tue fantasie
oh corvo
oh corvo
un nodo in gola
nessuno può sentirti
quindi togli la maschera
notte calda senza sottane
ahi meraviglia Luna alabastro
il cane si lecca il muso mentre dorme
nessuno bussa alla porta
mentre il buio origlia
i respiri
e la maschera cade
il tuo viso sente l’aria come una pietra ardente nell’acqua fredda
ti ammalerai di tutte le debolezze umane
inclusa quella per il profumo dei fiori appena sbocciati
senza maschera hai paura di vedere
senza maschera ti ferirai semplicemente desiderando
senza maschera l’uragano non ti riconoscerà come suo figlio
oh corvo
oh corvo
i tuoi occhi come vampiri in una stanza di vergini dormienti
affamati
freddi
assassini
mi leggono dentro i sogni
vado ad imperi più alti dei mari con tesori in abissi
vado a rocche più intricate dei labirinti che hanno temuto Minotauri
vado dove Icaro ha perso le ali
dove Egeo è diventato azzurro
vado all’immaginario
oh corvo
oh corvo
un bicchiere di vino non è il Diavolo
qui mi consumo pensando al cibo che nutre l’eroe prima della battaglia
orgoglio
gloria
rabbia
o semplice dolore
oh corvo
oh corvo
caduta la maschera l’uomo sente la primavera in tutto il suo sangue
e qui mi fermo
come un malato che cede al letto per fatica
mi fermo sentire il profumo
del primo fiore contro l’inverno
se fossi io quello
sarei temuto
non per il coraggio
ma
per i sospiri
non dire d’amore
ma vivilo
attimi
anni
o sospiri
Young zero
Le ciel bleu sur nous peut s'effondrer … Magic in a bottle
Le ciel bleu sur nous peut s'effondrer
a sera di me Frankenstein sul Pont Neuf
solo un’ombra
come un piccolo diavolo che gioca a scacchi col proprio esorcista
mentre gli Inferni pagano tangenti alle chimere
per trascinare ogni povero uomo in tentazione
coi sogni
col buio
col ricordo
l’anima nuda spesso si vergogna del putrido corpo
rende appariscenti e tristi i suoi punti deboli
la mia non è un fiore ma ha un lungo ramo verso le stelle
che mai tocca
così mi trovo qui
sopra Il fiume
con le risorse a brandelli e un mazzo di fiori ancora da sbocciare … s’intende
marciapiedi antichi ma moderni
beoti di languide luci serali davanti ad acque che nessuno ascolta
Mon amour crois-tu qu'on s'aime
Dieu réunit ceux qui s'aiment
… sussurra primavera con una vecchia voce
mi rapirei a ogni sorte che non avesse te nel futuro
sfascerei il corpo contro il tempo
come un toro in una corrida feroce
io
lui
te
il fiume verso la Manica
con suo Yuppidooo da ancient scout pronto a curare la storia
dalle leggende e dai mali
con un sangue arterioso divino ma melmoso
come la fede umana debole
impaziente
la pioggia porta l’ignoto
per cui mi consumo quando temo di perderti
les poèmes d’un maudit.
l’urlo del letto
il lago di sudore delle mie braccia in cui vederti nuotare
tace la Senna stasera
tace
il mio petto è una rovina
come Notre Dame liberata dai tarli del tetto col fuoco
sono quell’uomo che non si concede alla morte solo perché fa paura
che sa che lo metterai tra i tuoi incantesimi
prima o poi
e saremo insieme per sempre senza il bisogno della fortuna
come si dice
À l'amour comme à la guerre
sono l’esca romantica per tutti gli stupidi in strada a quest’ora
ma forse il meno idiota di tutti pensando alla bellezza del sogno
mandami al Diavolo
perché io ti saluto
…
acque torbide di Senna
acque amare specchio del sole
tu non ci sei
eppure
eppure
eppure
Young zero
the air is shimmering …my midnight love
the air is shimmering …my midnight love with hot blood in vein’s _
light me up
in questo strano crepuscolo che pomicia col sogno
sei la goccia di pioggia
che chiama la mia lingua di drago nella sua bocca
you bake my lips
fino a farmi sentire come un selvaggio davanti al primo fuoco
oh mio mulino tu mi frantumi il cuore in grani
questo spirito era un terrazzo con statue d’angeli rivolti all’alba
ora la carne
oh la carne è tigre mai sazia di ciò che mangia
e l’aria
sì l’aria ha pinnacoli alti di silenzio come nelle chiese
dove mi rifugio a volte
non spesso
quando il male supera il numero delle ferite
the air is shimmering …my marine buoy
l’occhio è in continua deriva
muri
soffitti e mattoni
strade con lampioni al gelo e orfani di falene
ovunque ostacoli tra noi come una guerra
contro mostri a forma di cose
è una vera barbarie
non un albero verde
non una rosa
un fumo dentro altro fumo in dardi verso uomini
che non possono permettersi in tutta una vita
ribellarsi
come è lento nello spazio tra noi _ il suono
the voice of thousand restless sleepers
si ferma in gola
così da poter darti poco forse anche meno
di sta tempesta in cui vivo
perciò ti prego
tu guarda al sole
così che la sua luce ti parli
più delle parole
fuggi dal medioevo
salvati dal morente
shine my sparkle
brilla per la notturna chiamata della mia anima
mio faro con oceaniche facce comuni intorno
illuminami il sorriso
o dammi morte
the air is shimmering …my midnight howl
e questo howlin’ Wooo Woooooo Woo Wooooo
I'm gonna leave you, I'm goin' away
I'm gonna leave, I'll be back someday
perché l’amore deve lasciarti per capirne la grandezza
l’amore deve tornare per darti certezza
the air is shimmering
e non c’è Inferno che non ci invidi il nostro potere di ardere
e non ci sarà Eden con porte chiuse davanti
di un convoglio di stelle nemmeno una tanto bella
come i sogni che mi dai quando a occhi chiusi mi sento perso
c’è scritto nel destino
for restless sleepers only
come un Amazi? che balla la Zorba col proprio cavallo
questo me samurai davanti alla marinata di ombre
mentre fuori il vento è ancora incazzato
al fiore precoce m’inchino
the
air
is shimmering
don't leave
me
Young zero
Invasori
veniamo per vedere
per accertarci che vada tutto bene
un capellino di stelle
per gli inverni
di cui non avremmo mai saputo niente
se non fossimo venuti
ci hanno svegliati
per viaggiare capelli rossi del vento
odore di fiori nei boschi
vestiti solo di petali e foglie
era Eden
ora Terra
col fumo negli occhi il resto della vita _ Uuuuuuuuuu
Uuuuuuuu
ulula il vento
ululano i lupi
ulula il cuore
verso i cosmi da cui siamo stati chiamati
veniamo per conoscere
la paura
di addormentarci
senza portare con noi altro che il silenzio
e fa male
fa molto male l’amore promesso per sempre
che resta lì
in un bicchiere mezzo pieno
the pain and the fear
ci fanno stare in piedi
perché volare a volte è più facile
dell’ equilibrio
ti danno una scatola per i respiri
senza spiegarci il perché del sangue caldo
e una rotellina nel capo creata per sbagliare
per barare
metterci a letto insoddisfatti
come degli ubriachi sotto una botte che perde
che piangono di non avere più posto nello stomaco
mentre la loro avarizia li spingono a bere ancora
ancora
affogatevi
riempitevi
c’è spazio
senza sbaglio
non c’è gioco
non c’è divertimento
alla pari
noi e il verme
il buio e il corvo
la pioggia e la tomba
il tempo e il suo riflesso nello specchio
veniamo pensando di essere dei cercatori d’oro in terre selvagge
ma l’oro non ci piace
e scaviamo fino a non trovare negli abissi il tesoro
poiché il compito di un tesoro è restare nascosto alla vista
veniamo per toccare
per essere toccati
balene bianche
nei giorni con lune grosse come pompelmi
e mari che sussurrano alle nostre branchie “casa”
ma non sempre
ricordiamo
la vita spesso è bruttezza con rifiniture pregiate
e nei rari
rarissimi momenti
in cui riusciamo a fermare i proiettili coi palmi
non capiamo di avere avuto solo fortuna
tempus fugit
carpe diem
non potendo mai afferrare l’universo
spesso brutto ma con rifiniture pregiate
nessuno è davvero completo
Young zero
Les amoureux des bancs publics
Gomorra di nebbia patriottica
sudario per acque grigie
cieli col corpo freddo lento per i volatili che giocano ai pirati
nel cuore un pinnacolo al sacro duomo _ il sogno
Parigi usurata dai troppi desideri di romanticismo
cornificata con bacio in cima allo Shard di innamorati
ma bella sempre se nuda nella sua storia
Des ronds dans l'eau … alcun poeta più maledetto di me
si perde nel tormento della Senna
La chanson de Prévert s’accompagna alla rivolta
solo un temporale mi dico _ chi canterà alle foglie morte
io per amore farei tutto
non c’è strada che non conversi con la mia fame d’abbracci
non ho la voce di Gainsbourg
l’unico punto dolce dell’intero spirito è “resilienza”
una solta di olio per cuocere le chimere più belle
inclusa questo aspettarti mentre passeggio in centro
fino alla panchina dove ti aspetterò finché ho tempo
di tutte le prigioni l’aspettare è la più cruenta
se fossi un poeta t’avrei inciso una canzone
oggi li chiamano teppisti quelli come me … ancora innamorati
mi siedo calmo ma ho un piccone nel petto che mi sfracella
la carne sta nelle proprie ferite come il prosciutto in un panino
urlerei se potessi il tuo nome ma sarebbe un peccato
la cosa più bella che ho - non è per tutti
cani narcisi si prendono ogni angolo per il loro piscio proletario
dei vecchi lampioni mi rattrista dirti – non c’è più traccia
ogni boule è l’esperienza minimalista di qualche sfigato
rivorrei la pioggerellina sulla vecchia armata di amanti
tutto è passato
tutto è passato
ora sono qui a guardare il futuro
al posto di questa lettera dovrei mandarti wapp
ma io non voglio
non voglio tradire la mia sbagliata natura
che vede ancora l’amore tra le priorità della vita
il cielo appena si vede è tutto un velo
chi martire come me
anche a quest’ora di condanna della quiete _ passeggia
ho il corpo come inceneritore di rifiuti
potrei salvare il mondo dalla sporcizia ma mai dalla solitudine
ho un coltellino nascosto nel cappotto
voglio incidere sulla panchina i nostri nomi
domani chissà sarà sostituita dall’acciaio … o mai più panchine
per i virtuosi del pensare
e tu mio cuore
chissà quando ti rivedrò ancora
sto fiume ha nel sangue una grande resilienza
è resistito a monarchi
guerre e rivoluzioni
sto fiume è come noi
esiste
non mi trascino ma cammino
stesso percorso con la mente ogni giorno … pensandoti
nutro il mio sogno con il misero del tuo Olimpo
strade che portano a panchine con meno innamorati
ma dei loro fantasmi io vedo la forma
e canto
come se fosse sempre Aprile
io canto
per amore
canto
Young zero
Uomo libero
sono un uomo libero non cerco alcuna salvezza
ho attraversato uragani per difendere il mio fuoco
e se nell’imperfetto dell’essere a volte ho fatto scelte sbagliate
dico che anche gli Inferni più grandi temono le timide luci
Young zero
acchiappa chimere
in ogni mia parte c’è un pezzo di cielo ardito
un dirigibile con un comandante bambino
e quando sono inverso
volo ai regni con grandi altezze
semplicemente per rituffarmi nell’abisso
così spaventoso e così eccitante
cadere senza volare
cadere senza fine
cadere con tutto il peso
e la paura
come la nota acuta di un archetto che consuma la corda
la spezza
poi il silenzio
poi cadere
poi nulla
fin dove non potrai più comprendere
i soli sensi non basteranno
sei solo un cuore
uno spirito
nulla di eccezionale
un curioso meccanismo sognante
che al confine trova risposte
ma per quelle cose
le parole non sono ancora state inventate
il sacro Vaticano delle idee
è una caccia all’acchiappa chimera
tua solo se chiudi gli occhi
se hai fede in tutto ciò che non è umano
che ha un’altra storia
altre regole
altre leggi
tutto in sto universo ci è alieno
persino capire la bellezza del sangue
che forse ha un intento migliore
di seccare
in una bara
lontana dall’alba
e dal tramonto
ultima impronta un formicolio nell’aria
pazzo
pazzo per il precipitare negli abissi
senza fondale
dove i sensi diventano altro
tutto diverso da ciò che sei e sai
quando respiri
"Poets & Lovers"
vieni a letto con me
sto nelle acque
mascherato gargoyle
vento tra fronde in walzer
quasi stagione di fiori
in sogno l’abisso del cuore
amante subacqueo
oceaniche le distanze dai voli
diavolo di una piuma!
blu resta il dolore nel sangue
incantata la notte
troppo desio agli astri
troppo amore in profondo
vieni a letto con me _ direbbe il sussurro
l’aria flirta col sogni
cura please questa mia sindrome da lampone
innamorato di una ciliegia
sto nelle acque
mascherato gargoyle
in cima a un Duomo di astri
mai così bella fu la felicità
da quando ti penso
doloroso emergere dall’immaginario
pari all’Australia quando s’incendia
vago come negli ultimi giorni di vita il povero Poe
in cerca dei miei fantasmi
odio il campo in tutta la sua bellezza
quando rinasce
pace avere mai _ è il motto dei folli
l’inverno è un sonno obbligatorio
ma io non chiuderò mai occhi
insonne sempre
per l’alba
oh io sto nelle acque
il peggiore di tutti i gargoyle di pietra
che snobba la gloria per altri sogni
ogni tanto una nuvola _ piccola_ sulla mia testa
poi solo sole
il sole
la luce
“Young Zero"
Affetto da abissopatia Oceanica
Night Bride uscita dall’odore del pane
notte nei muscoli
e il corpo sullo spiedo delle chimere
che mi assaggiano il fuoco
sento il cuore
fuori dal petto
una lingua dolce m’entra in bocca
mi fa bollire la mente
con astri che s’avviluppano gli uni agli altri
quando sboccia primavera?
quando finirà il gelo?
t’invento in qualche litro di sangue
m’avveleno con ombre
come un Poe battuto dalle nebbie
sudario inghiotti mondi di Baltimore --- ai tempi
oh fine lastra ghiacciata
trappola per le Erodiadi danzanti e megere
inghiottimi
fammi entrare nel tuo immaginario
o in ogni paura
lascia che ti tolga
dalla bocca
l’inverno
Squeeze as lovers should—O kiss
And in thy heart inurn me—
ah già quel bacio ...
ti farò tremare a gioia
sfilando il coltello della morte dai tuoi anni
portando questo giuramento
ad abissi di mare _ temuti persino dall’Eden e Ade
staremo lì
nel nostro nido con pressioni alte a giugiularci
come marmotte scaldate da un tiepido astro
capace di vincere le acque
fino al profondo
il mio terrore va oltre l’amore
perderti?
che Orrore!
che Orrore!
seguimi alla Valle del Sogno
dove le mie braccia diventano i rami di un albero cosmico
per stringerti
tu non cadere
sarà presto Primavera
ora
questo cuore giace sopra un palco di rami secchi
e tu sei la fiamma che reclama il mio ardere
un corvo mi osserva da una finestra
ha fame
ha sempre fame e mi molesta
col suo occhio
esausto di vigilanza sui vivi e sui morti
piove freddo
ma io m’arrendo all’amore
mentre ti perdo
nella nebbia che accelera i battiti del cuore_ di paura
mi siedo qui
e ci resterò
finché sentirò i nostri cuori ancora battere
I’m sorry I know you have no idea
I’am talking about
“Young Zero"
immagina un fiume scorrere al mare che lo respinge
voglio passarti il gusto della notte con un bacio
prendimi
prendimi a me stesso
al male che mi faccio sognandoti
voglio passarti il gusto della notte con un bacio
lasciando che lui per me
cancelli ogni tuo dolore
io voglio passarti il sentore di primavera nel sangue
chiamandoti di notte _ che tu possa udirmi??
non c’è posto nella mia anima che non conosca il buio in tua mancanza
sei il mio X File
la mia never ending story
recapitami il tuo cuore
il suo battito
i respiri
il tuo odore
la tua disperazione
le tue risa
ogni abbraccio rimasto sospeso nell’aria
ero indomito
tu mi conosci _ quanto
ora sono parco
o quasi
ha più fame d’amore questo cuore di uomo
che tutta la congrega di poeti nati maledetti
per fare razza alla comica follia romantica
tu
mi dai la vita
tu
mi dai la morte
ogni sera pensando
ogni sera aspettando
che i miei occhi vedano nei tuoi gli stessi sogni
quante vite hai vissuto per raggiungermi
quante vite ci vorranno ancora per congiungerci
più mi avvicino a te
più ti perdo
così
ti aspetto qua
vieni a prendermi
come la Morte che ha una cotta per l’oscurità
io per te mio ardito Sole
quindi scendi giù
scendi i piani di quel castello nel tempo
lascerò che tu mi faccia qualsiasi incantesimo
sarò lo giuro sfrontato
e mi batterò con draghi
vampiri
mostri
impiegati
generali
e dittatori
persino il Tamigi oggi scorre all’contrario
il mare lo respinge
la diga è asciutta
vado ai gabbiani
immagina
" Poe's still dreaming of a fairytale romance."
Dig on Mars
ti aspetto
aspetto
che esci dalla placenta con foreste verdi
viali con muschi nei pleniluni
grilli parlanti e rane canterine in stagni pieni di stelle acquofobe
l'attesa rospina
è come l’ascesso di un dente in bocca a un fantasma ancorato al passato
e il tempo beh, il tempo assorbe ogni cosa dal mio corpo
mentre mi muovo in direzione di una luce che non ha mai sognato di brillare
dove sei quando ti chiamo
perché siamo invisibili
wha’s life?
miracle?
genetics?
shit?
forse
è un pozzo di ombre a lezione di chiasso dal vento
pessimo davvero
pessimo professore
per me tu diventi
muri davanti ad altri muri
uso lo stuzzicadenti speranza per abbatterne almeno uno
ma so che mi toccherà doverlo ricostruire
mattone dopo mattone
con la follia
con forze sovrumane
per fare pace col destino
in fondo non importa quanti muri cadano o restino in piedi
importa quanto sentimento in sto cuore mi renda uomo
poiché è l’integro te che amo e non una sola parte
la migliore
qualcuno dice …
puoi restare ubriaco finché vivi
del profumo d’arancia
se sei intenditore
e nemmeno la polpa
squisita
matura dolce
cancella il suo forte richiamo
che in te urla
che in te disegna
che in te vive
quindi lo userò per dirti
che tu odori come immensa piantagione di aranceti
testardi
forti
aspri
l’attesa
ha il compito di farmi odiare il tempo
e di insegnarti a essere un buon coltivatore di profondità oceaniche
“ma cosa te ne fai?”
mi domanderesti
ti risponderei che
gli abissi ti insegnano molto sulle altezze
come gli inferni più bui ci fanno apprezzare i paradisi ecc.
quindi il mio tempo perduto
diventa il mio tempo migliore quando sarò con te
anche se poco misurato all’età dell’universo
rescue me
dalle albe bizantine e faleniche
dai cani con zane bisestili degli anni avvenire
dai draghi coi tacchi come missili tra gli uomini
dai fiori notturni con orticarie lunari che infettano la carne col vizio
rescue me
dalle mani di gentili chimere senza preservativi
dagli occhi ciechi di Fortuna in agonia per la mia esistenza
dalle piogge col sole che bruciano i raccolti
se sono in contrasto con dio significa che sono infedele
perché i pianeti sono tondi e le stelle non non sanno rotolare nell’universo
è vero che la felicità non tiene conto del tempo
teme più l'uomo di morire o l'anima di essere eterna senza un corpo
salvami
da quando ti aspetto
è verde ogni luce sul cielo
e il cosmo è un prato che attende solo i temporali per fare sbocciare i fiori
...
sempre io
da Marte
in un pozzo senz'acqua ma pieno zeppo di stelle
" Poe's still dreaming of a fairytale romance."
cavaliere di stracci
mostro col destino che abbatte le barriere del tempo
chiaroveggente in missione per le nuvole ... private di neve
col salvagente della speranza contro ogni onda
supplicante il fuoco nel cuore a non spegnersi
dei sogni io arpeggio le forze
furioso predatore di uragani dall’impropria memoria
cavaliere di stracci
eppure son l’uomo che mai si piega al buio
venitemi contro
non datemi gloria
cancellate il mio nome dai libri
eppure sarò nel vostro sangue
oltre
nelle vostre teste
libertà
sulle vostre schiene
ali
ubriaco come i Gargoyle _ di temporali
mai finito
mai perfetto
come tutte le cose semplici
straordinario
e diventa lento il passo
nelle miserie d’oggi
aspettando il ritorno dei fiori
sulle piaghe
per gli occhi
pesanti di macerie in strada
macerie come genti
macerie come spazzatura
macerie come il vuoto intorno
a capo di tutti gli uragani la forza bambina dell’oggi
non fermatemi
lasciatemi giocare a colori col mando
che male potrà mai fare
dare forma a un sogno in cui si potrebbe stare bene tutti quanti
"Young Zero"
strawberry woman blueberry boy
lei lo ucciderà lentamente coi baci
così racconterà la fiaba
il suo nome
come la dichiarazione di un biscotto all’aria “io profumo di spezie”
ogni tanto il sospiro di un blues di mezzanotte
strawberry woman snaking around a blueberry boy
stordito dai sogni forever
i golem bruciati di Nostre Dame col panico da fiamme
dirà la leggenda
fisseranno le serigrafie aeree di passerotti
rimasti all’inverno
mentre innamorati tremuli
si daranno battaglia d’orgoglio
per dirsi in abbandono quanto si mancano
l’uno
all’altra
lei ancora non sazia gli divorerà il cuore
servendogli voli che lui mai avrà fatto
togliendogli dai muscoli la forza dei decolli
per poi inabissarlo nel suo oscuro profumo
sui suoi seni lascerà scorrere la Senna in sudore
con albe e tramonti senza tempo
albe bianche con tetti ghiacciati al sole
e tramonti ostili a dolcezza
e soffocheranno insieme alle parole
ai fiocchi di neve malati di poca nuvola
senza dirsi “Ti amo” ne “Addio”
si mescoleranno alle canzoni
stringendosi le mani
winter fire flowers
hot midnight radio
"Poets and Lovers"
Il cavallo è spaventato, chiamalo indietro
sei la mia chimera
che veste Angelica Houston nella Famiglia Addams
rendi il mio ego un gabbiano evergreen con l’odio per qualunque guerra
mi dipingi come un Santo diventato il Diavolo
dopo aver smesso di credere nel Paradiso
gemellato col talento del vento che
spinge a largo i bastimenti
little less conversation and a little more action … please
tired of talking
Reynolds! Reynolds!
The Last wild place on Earth is Hope
in un governo di scarafaggi mai una formica
schiavi a turno di un Capitan Uncino col diritto sull’Isola che non c’è
l’amore spesso penetra nella profondità delle carni
tu sei alieno
nascosto nel baratro della mente al culmine della sua disperazione
e
mi rendi strano
un Hyde untold
con macchinosi tormenti da penna
da albe
da desii
dovrei essere un mago per sopravvivere
per tenere limpido l’immaginario
facile imbecellere
"Young Zero"
Fever, delirium, and madness
Io sarò forte
anche se tutte le mie debolezze umane
espiano peccati che rendono gli uomini eroi e poi martiri
ho un rimpianto
non potere dire dei miei sogni tanto quanto loro sanno di me
di questo sangue malato da anni di abissi
che nessun oceano oserebbe se potesse scegliere … avere
siate meglio del bene che chiedete indietro
io non sempre ne sono capace
ma so quale scintilla mi basti per ardere
e in quale fuoco identificarmi
sono un donatore febbrile di straordinario
incompreso dal mio tempo
dagli altri
persino da chi mi ama
ma io sarò forte
nel non temere le mie stesse chimere
spesso digiune e affamate
che mi attendono ogni notte
per divorarmi da dentro
… io non so quale sia strada migliore
tra Ade ed Eden
io non ho cura al dolore
al male
all’assurda violenza dei sentimenti
ma nella febbre
nella malinconia
nella follia del momento che mi piglia vuoto
so che c’è qualcosa in me
da difendere
lascio posto all’immaginario
poiché lui è artefice
di ogni cosa sembri folle e cara
se l’aria mi stesse lontana
io non morirei che di una morte sola
tutte le altre vite
astri
Poe's still dreaming of a fairytale romance.
Winter ‘s Hyde this day of romance
Winter ‘s Hyde this day of romance
io profondamente caos ma tu bufera
abbiamo un patto tra lupi nei nostri abbracci
cacciami se puoi
se sei un predatore … temuto dal mondo che osteggia il coraggio
trovami
vola fino
al l’Isola nel mare Oltre col Faro che non c’è
senza prese elettriche
wifi
senza segnale satellitare
dove forgiare incantesimi al sonno
per liberarci dai fili della sorte
e vivere dei sogni senza chiudere gli occhi
Winter ‘s Hyde this day of romance
aghi di pino infilati nella buccia di mela rossa
quale dolore dovrebbe sentire il frutto
quale dolore il ramo reciso del grande
ma al mio sentire
al mio senso di uomo
arriva in tutta dolcezza il matrimonio tra gentili
la mia personale terapia di speranza
per colmare l’assenza della mano che mi sfiori la pelle
senza temerne il fuoco
ma non posso nascondermi nemmeno ai miei stessi respiri
esistere non respinge il vento
non ferma la morte dei fiori
crudele inverno quanto crudele la parte oscura in me
di cui vorrei liberarmi
se solo il cuocere nel sangue non fermentasse
continuamente fiabe
Dio inverno emotivo e poco loquace
mentre io sull’asinello del sogno
fulmino la distanza
tra nostri cuori
e forse il gelo il segreto del rinascere
quindi ama
corri
ama
sono così nudo
così fragile
così bello
da compensare tutte le agonie
che superi quando mi vivi
"Poems of Lust for Lovers"
Stregati
ti contemplo romantico e radioattivo di gioia
commosso fino all’orgasmo dalla tua bellezza ma tu menti
tu menti il tempo mentre io mi logoro per rallentarlo
chi se ne frega se morirò _ oggi per me vale come un per sempre
fallisco con te … spesso … ogni cosa
sesso e alcool accenderebbero la luce in sta notte senza una stella
resto astemio per domandarti col silenzio “per te quanto valgo”
spogliati di quel sorriso che mi carica di tempeste
e mi spingono a te per possederti
serata buia e sentimentale quanto una scalinata in centro Parigi di notte
nudo di ogni talento commisurato a un genio … m’arrendo al niente
che sia il niente tra noi il ponte di uno sposo verso la sua sposa
obiettivamente ci son troppi vestiti di mezzo tra i nostri cuori
bruciarteli vorrei con gli occhi
ti direi ancora meno _se tu lo facessi seduta stante
elegante sorseggiare sherry mentre pensi alla mossa
io un po’ più animale ti butterei a terra per fornicare come diavoli
questo è l’unico senso che dò alla vita
passione
oh perseverante e perdente come un Danton per la sua rivoluzione
ego battuto il valchirio fermento che mi anima dal non divorarti in todo
tu acclami chimera per darle un bacio
io fuggo dai sogni sebbene una gelida pioggia
testa china solo per rispetto del calvario che subisce fino al ventre di terra
mentre mi porta a te
da lontano
e arrivato lo giuro
ti lascerò osare
appena capirai i passi dell’incantesimo
stringimi
senza darti risparmio
… abracadabra
"Poems of Lust for Lovers"
La seppia pazza
le mie vene sono tagliate all’altezza dei sogni
ricordi
fosti tu a dirmi che il colore del mio sangue
sarebbe stato stellato non rosso
sarebbe stato inutile tenerlo solo per il mio corpo
così l’ho liberato
adesso tutto il mio sangue è sopra il tuo cielo
per infierire sul buio che di noi se ne frega
per stellarti la smorfia di tristezza
quando la lacrimuccia liberata ti sfida tutte le altre debolezze
ora le vene le riempio col fiato caldo dalla tua bocca
pietra solitaria che invoglia la veglia al cosmo
bellezza indistruttibile dagli scarafaggi delle rughe
che recitano “quanto sei inessenziale vita”
per la gigantesca seppia chiamata Universo
che fai … sorridi
megera aria che si compiace della tua gioia
ti morderei la luce che ti ricama gli occhi
quando mi guardi
atee le forze del cosmo nel contropiede
la pochezza del tempo per difenderci dal limiti
eppure io ti amo
come una bugia correttiva detta ai bambini
per difenderli da un divorzio
che festa sta foresta di imperfetto
in equilibrio sul precipizio
che pare siamo in pochi a vedere
come tutto volge a morte
nella passione dell’attimo
le mie vene sono spaccate all’altezza dei sogni
dentro ho queste lame del tuo essere fino alle ossa
violento capitano Achab contro la tua Mobydick
la mia insana disperazione
per il troppo amore che ti dedico
adesso affacciati alla finestra e ascolta il mio recitare il tuo nome
stupido e folle lo sono ma smettila di perdere tempo
cancella tutto ciò che vedi
guardati nei miei occhi e sogna
non sono solo parole ma sangue che scorre a fiumi
verso un oceano che tieni nella tua testa
ed è senza fondali
ed è solo per marinai coraggiosi
ed ha il faro più grande
che vince sulle stelle quando sei in tempesta
fammi entrare nel tuo immaginario
e mandami pure al diavolo se insufficiente
il lamento delle mie ossa che stai tagliando con le tue lame
a forma di gioia
di sorrisi
e di cose paurosamente
eccitatamente
pazze
"Poems of Lust for Lovers"
picchi di neve sul fuoco
sono nella tua testa mentre i tuoi respiri restano tra le mie costole
abbiamo un pasto di fiamme e fame di fuoco
lanciamoci dagli scogli più alti
nel vuoto
nel sogno non c’è fondale solo un volo dentro un altro volo
e dal nostro abbraccio potrà nascere la tempesta perfetta
ma lasciati ardere
cosi ti libererò i pensieri dal loro peso
ti ho morso il labbro
il rosso più bello di questo natale
il tuo sangue un fiume con rapide
verso un oceano di cui temo grandezza
ricordati di questo sogno
se non ti sarò più vicino
telefona all’odore della notte chiusi gli occhi
e chiamami
verrò da te lasciando indietro il mio corpo
verrò da te lasciando a casa persino i respiri
verrò da te
cancella tutti tuoi conoscenti in wapp
blocca i followers indifferenti di FB
lascia aperta la porta di casa stanotte
supererò le trincee dei vicini da ninja
persino il tuo silenzio è una lunga lettera d’amore
che odio lasciare ad altri
geloso … no
innamorato persino della scia di luce che lascia quando palpita _la stella
raccontami
chiamami e raccontami
quante volte hai avuto il raffreddore
quante parolacce mi hai detto mentre mi pensavi
stordito blues in sesso con me nella notte
poi
più niente
solo picchi di neve sul fuoco
in cui io ardere disperato nella cenere
come un idiota
se resto nella tua testa ...
è per il caldo dei sogni
ma che ne sai ... tu
che bruci orgasmi ... al gelo
"Poems of Lust for Lovers"
shadows
they move like demons
into night
going for the darkness
and stretch the fire
of my mind
with kind of Hades ‘blackness
I believe there is much of the unsaid
what I could chant
oh helpless voice
oh red good blood in the ice of fear
misty shades
they dance with Death and shiny bones
oh cruel crow in nighty clothes
if is a dream
please let me go to light
Young Zero
It’s dark my Love, the wind ‘s howling the dogs are barking
tu mi geli il cuore
come se stessi sotto una cascata di fuochi d’artificio
non sapendo se avere paura o meravigliarmi
tu come le stelle fredde nibelungo
lassù
una luce
Bestitudine est Belle
brutta creatura
uscita dalle fiabe
nemica del mio stare quieto
ascoltami
this snowy dance twists my blood
ti penso come l’ultimo sorso di acqua sul fondo di una bottiglia in mezzo al
deserto
mi fai sentire
mi fai esplodere colore come in un quadro di Pollock
sono segretamente innamorato del temporale
della tempesta che mi smuovi dentro
come una vasca d’alcool pronta al tuo fuoco
temo la neve si sciolga
si porti con sé la magia
che il cielo diventi azzurro col sole
perdendo il grigio mistero di gonfie nubi
sposate a segreti cosmici simili ai sogni
amore mostro con dieci teste ululanti con fuoco sull’anima
tu _ dove ti nascondi
e quale fame o rabbia ti spinge a lottare la sbornia di neve
in me formicolio
tu hai un nome
che mi nascondo
che non pronuncio
che taccio
che salvo
e proteggo
dal sonno
dalla morte
tu mi geli il cuore
dovrei odiarti
eppure
It’s dark my Love
the wind ‘s howling the dogs are barking
"Poems of Lust for Lovers"
Ed è pace
(Poema di Natale)
Ed è pace.
Nascono bambini santi sotto gli alberi.
Si perdonano per il nudo i rami e le foglie fanno ricami col fiore di gelo.
Cantano a voce alta le stelle,
nell’aria restano dolci i baci di chi ritorna a casa
e i passi rallentano per un momento per dare al cuore il tempo di svegliarsi.
Scintillano le corone degli angeli,
stanotte non c’è posto per il male,
escono dalle loro tombe gli arditi
s’incipriano di bello i Mozart, i Beethoven, i Byron … tutti i grandi
per riunirsi in una Band Aid di fantasmi
ed è Natale,
è Natale!
L’amore già nell’aria contagia chiunque abbia caldo in sangue
mani pietose alzano al divino chi vive nei cartoni
alla mensa dei poveri gli Dei, i folli, gli artisti nascosti alla storia
s’abbracciano le madri con i figli
fratelli e sorelle
gli amici
è Natale.
La neve è meno fredda col Blue_ Blue Christmas di Elvis Presley,
una cane randagio brucia di gioia a Nu9ova Delhi davanti al suo osso,
governi a suon di mafia vanno a avanti stanchi e senza pausa,
è Natale per tutti quelli che hanno coraggio di combattere il dolore,
per i bambini senza futuro
per chi conta le ore di vita rimaste col sorriso negli occhi.
Non ti nascondere
se puoi stanotte esci fuori,
vai in avanscoperta del tuo amore
e se perduti gli indizi del Destino poco imposta,
non sei mai solo …
bussa a una porta,
chiama quel numero in rubrica lasciato al dopo,
scrivi la lettera d’amore senza rimpianto
semina i tuoi sogni
vola
e vola alto.
A Natale chi crede nella magia non è un pazzo
ma pazzo chi evita di dare il cuore in dono …
adesso lascia stare l’Ade …
ferma la tua corsa …
“ti amo “ e detto a voce
sia i tuo vestito migliore
quello mai stretto,
quello mai vecchio,
quello mai Largo.
E’ Natale! è Natale!
Ruba gli abbracci e ridi senza parsimonia
come se fuggissi dalla Strega del Pianto
o dai mostri dei film saldi nelle paure ,
come se fosse il tuo primo vero giorno da uomo e ultimo da perdente.
Bu0on Natale chiunque tu sia
ovunque tu sia
e di qualunque colore sia la tua pelle.
Io ti amo.
Ed è pace
"Young Zero"
Amico caro
fortissimamente forte il bianco agli occhi
nevica cancellando la malinconia dal cemento
basterebbe guardarla partire dal cielo sta meraviglia
per sentirci quasi invincibili sulla sorte
neve Gucci cade sui ricchi _ gli altri dormono nel cartone
sto cucendo questa piccola fiaba per portarti una gioia
sebbene il grigio di nuvole non sia sorriso
e la frenesia del giorno non parli di bene ai cuori
ti prego non tormentarti con il passato e vinci sulle ferite d’amore
amico caro siamo lontani
ma non abbastanza per un abbraccio
che questa epistola di Natale ti lascia
sii un soldato potente là ai confini della ragione
migliora ancora se puoi questo mondo
che porta auricolari fino all’Ade
già pieno di testamenti in wapp di audaci
tu sei unico
sei speciale
non possiedi nulla ma hai molto da dare
e se ciò che fluisce nel tuo sangue fosse contaminante
beh allora vorrei tanto ammalarmi
di quella magia che incresce nel capo
coi sogni più grandi
ti perdono la lontananza
mi scuso per non avere costruito un ponte più vigoroso della parola
Londoneggio in questo Natale
pensando ai nostri ricordi
e tra le luci che addobbano a festa la strada
la tua più forte di tutte sfondano nel mio petto il buio
nessuno vive di abiti da sera
e Bambi ha un rifugio solo nei Grandi Magazzini
per chi non può resta il Let It Snow del buon Dean Martin
in Metrò si spaccia ancora bu9ona musica di ignori artisti
viva la gloria umana in ogni forma e talento
mi diresti se solo tu fossi qui con me quest’oggi
ti porto in questo cuore
come il poeta di Borough Market la sua certezza di vittoria sul male
ti porto nei miei occhi
in sta neve che scende sui capi
come un crack nelle vene del drogato
se io fossi stato un fiume e tu oceano ci saremo incontrati
al delta
ma siamo 8uomini
siamo imperfetti
spesso in ritardo
spesso indecisi
ma sappi
sappi mio condannato alla leggenda
che io ti penso
che mi sento ricco di averti
e che nonostante il gelo qui fuori
la gente coi pesi del quotidiano sulle spalle
con la voglia di doni
ti sono vicino in purezza
senza nulla altro che il battito
e una stretta di mano così forte da suggellare montagne
poiché alle radici questo siamo rimasti
due monti a reggere il cielo
non solo per gli astri
ma per la meraviglia del sentimento
che scorre tacito e bello
nel loro dentro
nella più profonda carne
Buon Natale amico caro
"Folgori notturne"
sing me a snow
t’aspetto a riva del me
dove ghiaccia il gelso
e la notte mi nevica contro i ricordi
come una canzone d’amore
che sta al sogno come le zeppole allo strutto
e il fritto alla gioia
oggi ti sono come un giorno senza sole
poiché m’è venuta la magia al sangue
e ciò che penso di te è meraviglioso
tanto che illumino il mondo
da questo manicomio chiamato corpo imbizzarrito se ti pensa
di fuoco se ti abbraccia
ho caldo al pensarti
giro nudo tremante senza vergogna e nonostante inverno
per compensare ogni altra bellezza che natura mostra
quando vuole incantare gli increduli e le fattucchiere
sing me a snow ogni notte di dicembre
ogni alba nebbiosa
in mezzo alla gente
o quando solo
portami alla droga delle stelle
e allontana il corvo dai cimiteri
la morte dai tango tra piccioni
cantami
sirena
balena
chimera
musa
cantami l’amore
comete
meteore
Lune
cantami le tue gambe in un paio di jeans
le smorfie quando non voglio mangiare la carne
il fiordo di bolle di sapone nella fontana del Centro
quando volevi restringere il tuo Roland Mouret
t’aspetto a riva del me
voglio viverti incontro
disegnarti sulle labbra i frutti rossi
soffiarti tra i capelli gli zuccherini delle torte
in mancanza
continuerò a infornare tutte le tradizioni delle feste
finché l’aria che respirerai sarà
di vaniglia
scorza d’arancio
cacao e nocciole
mele e cannella
vino con chiodi di garofano
mandarini con foglie verdi scure
altro non so che dirti di questo Natale
un bacio
"Rosa dalla schiena nera"
Casa
dicembre affollato di piccioni in amore ovunque
gli unionisti piangono il divorzio con la Regina
gorgoni di pietra col desio di un cuore in un Oz di cementi
uccellini come fionde tra i rami a lottare il gelo
ma è Natale
con un odore di buono nel ricordo
col senso di casa
col forno in cucina acceso per qualcosa di buono
e una voce dolce che ti chiama per nome
quando lontano
irrequieto stare col bisogno di fuga
è Natale
è Natale
persino nel fango
nelle foglie gelate
nei nidi e nelle tane
tremule onde è Natale
barche dondolanti al molo
little Harbour senza turisti e senza chiasso
in un cosmo stracolmo di astri
cuore a caccia pur di friggere in piccoli sogni
mostri con occhi senza idee – troppi mostri
meno male il talento resta invisibile e immune al brutto
è un Natale di strette di mano uscite da un libro di Shakespeare
in cui leggeresti “fai dono d’abbracci”
se dormissero sulle panchine
gli angeli
tu trova l tempo per leggere i loro ricordi
diventerai ricco di storie così grandi da migliorare il mondo
è Natale rallenta
bussa a una porta e sorridi
chiedi scusa e ringrazia con la tua vita
a chiunque ti abbia cantato per amore
e se
se davvero non riuscirai a salvare da solo il pianeta
salva dalle lacrime un bambino
sarà abbastanza
notte
notte di gelo
febbricitante nel mistero
che l’anima più randagia torni al proprio castello dalla strada
don’t be shy
give love
and love will be for all of us
a home
"Folgori notturne"
Principessa Fiocco di Neve
tutto quello di cui ho bisogno è di un sogno
e di un amore marea calma oltre gli argini di ogni limite
di Bing Crosby dall’Eden del swing
che canti a sta città maledetta dal fumo e dal traffico
“Im dreaming of a lost Christmas”
mentre reduce di un sonno straordinario
su strade in pioggia ma col cuore a neve
io aspetterò
bruco nel bozzolo le mie ali farfalla
quello che brucia in me per te mi consuma
saranno per te tutti i gradini verso la vetta
di quelle impo9ssibili cose da superare se innamorati
cose mai scritte nei libri ma sempre sottintese
tra la parole “per sempre” e “fine”
tra copertine e pagine
sospiro di animo partito
per lasciarle a noi mortali
chiamato a consumare il giorno con cose che odio
finché sera
quando torno alla fattura che ci lega
spingendomi a cercarti
come furia berniniana di gelo
inconsciamente colpevole
del bisogno
dei no detti a bisbiglio
degli “stringimi forte”
quelli che si gridano quando troppo presi
nella rete di una fiamma che accalda il petto
notte e giorno
giorno e notte
del possederti sebbene amore non sia una catena
e nemmeno un voglio
tutto quello di cui tutti hanno bisogno è di un sogno
frutto dei poteri di una Principessa chiamata Fiocco di Neve
un atto di magia per il buio
che teme la forza della luce
al pari di un incendio che teme la pioggia
qualcosa che invogli gli occhi dei sognatori a fissare il cielo
nei suoi strati rosa
nelle sue nuvole gravide di cristalli
che inviti gli uomini a cercarsi
e i cuori all’amore
cammino contro i rami spogli
con la certezza che vi sia sempre una speranza
per i piccoli nel mondo
per i perdenti
persino per i peccatori
per tutti una strada verso un genitore
una sorella
un fratello
un amico
verso casa
e non v’è notte in cui non pensarti
non v’è pensiero a cui non portarti
tra mille vetrine Jingle Bells Ho Ho Ho è Natale
mille diamanti e Santa Klaus di ori
mille troni
regni e potere
sei solo tu quello che voglio
avesse il mio aspettarti
il prezzo della vita
arcane o divine siano le forze che spingono a neve
sarò
per i tuoi occhi
sotto i tuoi piedi
alla tua finestra
dono d’amore
poiché è di una sola cosa hai bisogno
un sogno
"Lovers and Poets"
animali alchemici
ti porto alla bocca come il cibo
nemmeno tu sai veramente quanto ti ami il buio
si satura l’aria dei nostri profumi che si baciano
tanto che l’inverno si trasforma in zabaione bollente al freddo
le tue labbra potenti armi puntate contro il mio corpo
diluito oramai il sangue poiché in un sogno
tremo e tremo
ancora tremo
mentre ti seguo
in quei mondi mistero
c’è come un fiume nervoso
che prende vita dal nero
mentre dalla sua tomba la notte arde in ogni astro
m’è l’anima monte per ardito
che solo amore se sincero ne conquista il corpo
di ogni illusione l’incanto del sonno
porta al dopo
dove io ti vedo
ti cedo
ti aspetto
come animali di neve in mezzo al gelo
alla conquista di sta città che di regale ha poco
febbricitante la tua pelle sotto il cielo
quasi in diamanti il sudore del sentimento
eccomi tuo schiavo
tuo al bisogno
per darti sesso
darti stagioni con qualunque frutto
balli col tuo preferito matto notturno
e se qualcuno mi domandasse ma l’amore vero di cosa è fatto?
io risponderei – di un nodo in gola che tace il gran tumulto
"Poems of Lust for Lovers"
fiume tra alberi
curiosa creatura
la chimera
buffa faccenda quella dei sogni
ed è un infinito ignoto
il cosmo
l’amore
il mistero
come una fuga dal castello di Noisy
piccoli uomini
nascono straordinari
piccoli uomini
fanno grandi cose
foreste che cantano fiabe
e un fiume che le ascolta
col suo cuore d’acque
col suo silente assenso
al cielo
in attesa di rinascere
col sangue in fiamme
uomo
bizzarro destino
avere tutto del cosmo
tranne la percezione del finito
che rende importante la vita
rabbiosa creatura la chimera
alle cui voglie rimani
schiavo
segnato sulla pelle e nella carne
dal suo desiderio di avere un battito
così fai l’amore col sogno
ogni notte per tutti i tuoi giorni
fiume in mezzo agli alberi
che ripete le loro stesse parole
fino a domani
fino a domani
è tutto un sogno nel sogno
finché vita
e alla morte del fiume
quando secchi gli alberi
chimera tornerà serpente al proprio Eden
e quelle acque rudi ma limpide andranno avanti
nelle vene di qualunque cosa appena nata
come un canto
che ricorderà fiabe
e nelle fiabe
ci saranno stelle
estati di caldo
e nevi fredde
…
quando secchi gli alberi
dal cosmo manderanno un giardiniere
verrà a piantare altro
brutta o bella
buona o cattiva
poco importa
ma ..
sarà viva
folgori notturne
La La La Love
ho venduto tutte le bugie
per farti cadere tra le mie braccia
e sistemato un paio di stelle sotto i cuscini
poiché sei in tutte le mie colpe della notte quando in desio
t’ho riconosciuto nel mio futuro
e abbiamo ballato all’unisono gli stessi battiti
bacio dopo bacio
poi come la pioggia che filtra in terreno
ogni cosa di te è passata
rimasta
la tua schiena girata
e il mio cuore in dolore come in un poema di Verlaine
ma senza il suicidio dell’ego
senza il rimpianto
sono uomo col sangue caldo nelle vene
caldo come il sole negli occhi di luglio
vibrante ai sogni come un diapason per armonie celesti
che mi divorano da dentro la fibra
sono facile agli sbagli e spesso alla catena di un desio
io ti amo
t’amo fino a sciogliermi nelle ossa
fino ad annullare il bisogno d’aria
fino a domandarmi se morte fosse più forte del mio sentire
amo
fino a lasciare
ad abbandonare
a fuggire
amo fino a nascondermi
pur di darti libertà
ora sono intermittente
come una decorazione di Natale in strada
al freddo
al traffico
al buio
ho smesso di sentirmi il polso
di guardare nei sushi bar
di impressionarmi alla vista dei Godzilla al wasabi
da quando non vedo ci vedo meglio
e con le mani
senza guanti
stringo nei pugni il vento
conto i spicci nella tasca
recito “amore è una stella fissa” del brutto Shakespeare
fingo
di morire con ogni foglia morta sotto la scarpa
di divenire nocciolo solo per i frutti
ma resto questa impressionabile cosa
che langue per un temporale
che langue per una stella di notte
che langue per te
in sto inverno dolce frizzante
come un bicchiere di coca-cola che corrode le arterie
siamo tutti uguali davanti al tremendo amore
tutti fragili
tutti punibili
tutti mentitori
tutti pentiti
ma è un ritmo
o forse è solo colpa del Natale
vedere le rose ancora in bocciolo nonostante il ghiaccio
la luce dei lampioni ispirare quadri nella testa
fionde di locali che ti proiettano in mondi nuovi
genti che cercano un abbraccio seppur virtuale
io solo a sapere
che nel mio cuore canta un Salomon Burke
per te tra le pareti di chissà quale idea
questo La La La Love
sto canto
sarà un maestoso
regale
silenzioso abete
che alzo senza altri decori e in attesa di neve
per noi
poiché di un sogno sappi si resta dipendenti
finché non s’avvera
“Lovers & Poets”
cuore comanda
Credi solo alla notte oltre le stelle alte,
al formicolio dietro la schiena davanti a bellezza
e al richiamo d’amore che infuria nei battiti.
Credi a ogni tuo sogno.
Sii ciò che il tuo cuore comanda
davanti allo specchio leggi negli occhi
serra i denti quando acuto il dolore
resta affamato.
“Sole in Tempesta”
confini
mare pece
niente stelle in Paradiso
eppure resiste l’onda
a forza verso i Fari
mai marinai fummo abbastanza
lente chiglie con bravi
al vento il Fati
il domani nel cuore col battito d’un sogno
Le dissero sarebbe diventata un marinaio
ma fini col fare la scrittrice
il mare le lascio il sangue salato
e i sogni un peschereccio ormeggiato all’ignoto
Folgori notturne
finché piove
buttati sul mio corpo
così da sentirti l’anima respirare
m’è il sudore caramello amaro
che continua a bruciare sopra il tuo fuoco
fermami
fermami la bocca
le gambe
le mani
ferma sulle anche
la leggera l’apnea del dono
e finché piove
ferma il maestoso dicembre
alla finestra confusa dal blues delle foglie morenti
abbraccianti radici di alberi
tu mi fai scoppiare il cuore
ti infili sotto la pelle
come un canto di Natale donato al silenzio
per restare nel letto a fare all’amore coi sogni
al più bravo andrà la lode
il bis
una marea di baci
al perdente
il ricordo
della pioggia ghiacciata
quando girando in solo
davanti a lui
si fotteranno solo le strade
un circo di pulci per i padroni del proprio destino
non sei tra quelli
mi dico
Belzebù è un trafficante curioso di brame
cui apro sempre la porta
ci aspettiamo da secoli
ora fermati e ascolta
il mio richiamo
attraverso il tempo
attraverso la storia
attraverso le folle
ho freddo
e non sai quanto tremo ogni sera al buio
perdute le speranze di vivere nella tua fiamma
ogni dicembre
così ti faccio domande
quando a letto fisso il soffitto – e tu non rispondi
capricciosi orgasmi per cloni che la mente mi manda
pensandoti
sei una bomba con l’innesco a distanza
sei di qualunque cosa si dica bella _ la migliore
gioca con me scimmia parlante … mi chiami in soccorso
ti scoperei amore non fossi di etere
ho freddo e fuori piove
dicembre col cuore pepato ma un po’ dolce
resto immobile desiderando
col sonno
nei sogni
almeno
baciarti
"Poets & lovers"
rapimento di dicembre
un terribile inizio dicembre nemmeno un raggio di sole
caldo quasi poema dentro le vene vorrei raggiungerti ma non posso
è una battaglia tra foglie morte e foglie ancora sui rami
sessi invertiti le nuvole per dare a pioggia il senso della magia
fai chiasso in me eppure non s’ode un suono
rose marciscono nella meraviglia dei loro profumi
ha un corpo d’acqua il mio bacio sulla tua carne
nulla è più disperato di un grido d’amore rimasto in gola
sei qui
sei in tutto il mio universo
rovesci ogni regola della vita
con stupore
apprendo di non avere paura quando il mondo è uggioso
così io potrò sempre raggiungerti
anche senza un telefono
pareti bianche
troppi quadri
una arena di cose
ma darei tutto al fuoco
darei alle fiamme divani
coperte
vestiti
computer
pur di tenerti in braccio ancora una volta
persino sotto sta pioggia clinica
che cura opulenza con la nudità delle siepi
piove a strati
prima tristezza
poi tenerezza
infine gioia
inizio dicembre col miracolo sotto la scarpa
in attesa di un canto
mi batte il cuore
con furia mi batte – ne sai qualcosa?
posso offrirti interminabili passeggiate nei sogni e sesso davanti al
fuoco
dimmi che è romantico non aspettarsi nulla
nemmeno un dono
dimmi che mi regalerai i tuoi occhi sotto un mazzo di vischio
tormentami il capo per giorni e giorni
altrimenti
lasciami qui a fissare la pioggia
in attesa….
fermati in quest’istante
fermati e basta
guarda al cielo e parlami senza voce
allunga la mano fino alle stelle
fino a raggiungermi quando ho sonno
verrò a rapirti
è il mio mestiere
col mondo al gelo
tremante
superato il dolore
delle paure
tenerti
e la pioggia scende dicendo … siete deboli
la pioggia scende che triste dicembre
ma io sogno
ti sogno ovunque
senza freno corro
…
mettiti in salvo
o arrenditi
Poets & Lovers
piuma bianca
Dio col petto di latte per i suoi angeli che chiamano Spirito Santo
verranno pasciute a nuvole le favole nella neve alta
si chiudono bastando a se stessi gli animi nati per “io voglio”
trema senza chiedere nulla la semplicità e sorride ai passanti
Ho Ho Ho … striscioni e colori e led e auguri sempre virtuali
finito nell’abbraccio passato il caldo ricordo d’amore
andiamo avanti!
ma dove andremo si domanda un diavolo
poco importa gli risponde la Sorte – in fondo a Natale cercheranno di
essere tutti buoni
cielo sentinella ma grigio e blu non stanno bene insieme eppure ego sogno
voli dei senza stormi rimasti a farsi battere il cuore per le foglie
cadute
c’è rischio di sogno … sussurra un astro agli occhi degli increduli
più alto sempre più in alto la meta del tuo desio che inevitabilmente
precipita
a rate si venderanno promesse di tutti i per sempre mancanti all’appello
nell’attimo – una voce sospira poi chiede perdono pur di ricominciare
a ogni decollo in vita c’è una forza pari e contro chiamata – dubbi
ma spesso più delle certezze sono le paure a farti desiderare qualcosa
regala un … ti amo
non chiedere nulla
regala un abbraccio
… che si senta in carne
regala qualcosa per sentirti vivo
in fondo
è dentro che il fuoco conserva il senso
di ogni piccola gioia che per splendere
non ha bisogno di carta
di fiocchi di oro o di tanto
Folgori notturne
sogni ubriaconi con tragici veggenti
rimasto qui per tutta la notte a pensare
mentre cuocevo in gola liquore di Nanac
ammettendo in ritardo e a me stesso il sovradosaggio d’errori
ma nulla è più bello e affollato dell’Inferno sotto le feste
dove si comprano alberi amputati
e i visionari svendono per una notte in stella cometa
la loro veggenza
si era elevata sulla mia anima
la debolezza
quasi il peso della notte fosse di carne
alle timide voci dell’ombra rispondevo – non posso
io non posso darvi il desio di quei piaceri umani
restando li a fissare il buio
con poche probabilità di restare tra gli immortali
degni nello spirito delle crociate
di qualcosa
affamato come un cane a catena corta davanti all’osso
vocivo
balbettavo
m’imbizzarrivo
dal tuo infinito al mio infinito
promettendo amore
mentendo sul per sempre
da ultima pagina scritto nei libri
mentendo al mio cuore confuso sulla discesa di neve
da un prospero Eden di ghiaccio
per slitte con angeli allegri dalle guance paffute
ti avrei detto
dolcemente
sommersamene
ineducatamente
creatura crepuscolare del cui incanto io non saprò mai nulla
che qualunque cosa sorprenda un sognatore
ha il prezzo inferiore alla goccia di pioggia
non detesterò il tuo Shangri-La
finché il pensarti
darà speme al sangue a corto di gioia
saremo come i lottatori in gironde da deliranti poeti
combatteremo
grideremo
canteremo
silurando il silenzio
come coraggiosi spartani
finché pioggia toglierà tutto al calvario amoroso
che piglia al mattino di quella carne
ogni cosa
remavo Novembre contro ma chi se ne frega
ero fottuto e mi detestavo per tutti i desii quando ero
preso a passione
avevo idee per te
per me
per noi
rose già morte
eppure in bocciolo
la prima veglia
il primo sogno
in cui portarti
i miei carioca abbracci
i miei baci ho chi minh
rimasto qui per tutta la notte a pensare
inverno
un fottio di pioggia contro il vetro
forme umane inappetenti sorrisi
eppure …
che brutta quella magia senza un nome
di cui mi restava in cuore
il tormento
Folgori notturne
il cuore non è fatto per i respiri
il cuore non è fatto per i respiri
ma per la memoria
per i passaggi tra buio e luce
per gli assaggi dolci
per le sbronze
è un carro armato con batterie a battiti
e si difende
con sbornie di sogni
dall’aria che lo rende vulnerabile
se lo cercassi
se tu lo chiamassi
non risponderebbe
troppo snob
troppo ego
troppo sordo
troppo cieco
non è pecora
non è leone
per il diavolo
è cuore
arde
brucia
piange
vola
in una gabbia
al buio
in una notte senza cielo e senza stelle
nel troppo silenzio
il cuore è un Dio che colpisce l’umanità
per amore
vivi
tu vivi
lui vive
chiedendo senza perché
domani
l’adesso
il cuore non è fatto per i respiri
e nemmeno per i silenzi
il cuore è fatto
… chissà per cosa è fatto
non per i respiri
ma per il fuoco
o la tempesta
nati ovunquemente per grande destino
Folgori notturne
giust kiss me gud bai
un pavimento seminato coi Fonzies ridenti alla pioggia battente
wapp confuso da milioni di voci che scrivono a faccine “Buongiorno”
Darcy resiste al miracolo dell’amore nel libro di Austen
un caffè bollente
un pensiero lontano
l’attesa di neve
e poi la luce che gravita in mezzo alle nuvole
nonostante la fame d’inverno degli spiriti allegri
nessuno più bussa alla porta in un giorno qualunque
oggi qualunquemente diventa una favola per i dispersi
per i fantasmi nelle loro conchiglie del tempo
che tu non vedi
di cui non conosci la porta
date alla pioggia l’onore della parola – direbbe il poeta
e cade
cade giù per poi sparire nel nulla
tu resti del vento
come un irlandese la cui paura diventa audacia
da usare quando chi ami resta a corto di sogni
bambina città con smorfia da capriccio per cose dolci
ed ho smarrito le ancore per ormeggiare
sull’alta marea del traffico mattutino
ma dove diavolo sono quelli che dopo messa promettono pace
dove abitano le vere renne col naso termosifone
dove s’ubriaca amore quando litiga per stronzate
parcheggio full
mi mordo la lingua
mi scappa un ti amo
ma manchi
nero notte
passaggio di mese senza una stella
nel me freddo davanti al bello di foglie morte
ancora sui rami
chiodo di fuoco nel cuore
stanare magia dal cilindro delle anonime strade
e ti penso lì
unico colore
mio unicorno
ad aspettarmi
giust kiss me gud bai
ma i tuoi occhi dicono altro
dopo milioni trilioni di pianeti su cui cercare
mi fermo pietra roccia vasca di immenso oceano
davanti alla tua bocca
per baciarti
"Poets & Lovers"
milky way dreamer
t’amo così tanto che ho perduto il senso della mia pelle
sono strafatto di piogge invernali tant’è che barcollo senza una nube in
testa
ti vedo pallida luce dentro il buio che appesta il mio sonno
si spezza in magia il desio vorrei – non ci sei – ancora
nei miei respiri
io maledetto dal dono di stare trafitto per il contagio all’intero
universo – d’amore
resto seduto qui dentro un bar affollato dai milioni di sogni di chi spera
estate
ma io non voglio – mi basta il gelo che fuori picchia il mondo
col freddo dentro le scarpe più corro più so di volere arrivare nei tuoi
abbracci
dimmi che non puoi addormentarti senza il mio bacio
dimmi che l’aurora boreale è solo una canzone che si canta a Natale per i
più dolci
dimmi che forse le streghe sono belle ma hanno bisogno di un manuale
e che loro scope se spaventate dal fuoco piangono neve sull’alba
ho detto e ripeto che sono malato di te
tra i più malati al mondo del proprio miraggio
che costruirò un calesse con corde di ghiaccio che regga nell’inverno ai
voli
e ci porterà ovunque tu possa evadere da sta galassia
anche se nella Via Lattea
A Natale i sogni diventano ancora più belli
"poets & Lovers"
Ielou deis tuu
In te,
immortale il blu fino all’amore,
fino al sangue.
Vagabondo,
insegnante di libertà agli spiriti nati per un talento,
tu sei legato al cordone ombelicale dell’Eden,
dove i poeti ubriachi di alcool e sesso, inneggiano l’Oltre.
Ti procuri i peccati in cui fare crogiolare il desio in onnipotenza,
giochi ai vampiri con le ore d’insonnia dove t’immagini un Dio,
t’inoltri nelle foreste in fiamme di tutti i silenzi che covano follie,
per aprire gli occhi in un mondo di fango e tornare agli uomini.
Scrivi incantesimi e stregonerie sulle foglie dei fiori,
ti spandi profumo,
poi veleno fino al cuore innamorato …
Un sognatore perverso che stermina nuvole per vedere le stelle
con tutta la forza del buio che ha nel petto.
Giorni gialli. Giorni di sole.
Piove diamanti dai rami e il verde esplode in bellezza,
t’adagi sul prato convalescente d’ego per alzarti in volo,
verso ciò che ti rende appassionato di vita e ti fa meritare i respiri.
In te,
fila indiana di colpe,
assurdi gli sbagli,
le notti senza sonno per piramidi d’orgoglio,
dove trionfa unico re - il sentimento.
Allo specchio senza maschera.
Qualche cicatrice ti rende deforme eppure … piaci oh, mostro …
Tu piaci al mondo, spaventapasseri di rima
col tuo cencio di parole
una volta lustro in mano ai veri poeti.
Poe direbbe “defunta eleganza augusto il volo” …
Keats esalterebbe “mio pensiero sappi è nulla la distanza se amore” …
Tu unico compositore al 20 di una strada periferia al nulla,
tu, frecci distanti estranei col cuore Cupido
... facendo spesso cilecca …
domani forse speranza.
Sole in Tempesta
Mud
balene bianche in testa nulla fino al fango
abissi senza fondale e ali per i sogni
malato troppo malato d’aria
cerco nell’azzurro le risposte
eppure silenzio
Sole in Tempesta
Dream teraphy
troppe navi all’orizzonte e molti relitti
quando vedevo bambino il mare mi sembrava infinito
più ne osservo l’onda più capisco il blu abbia una vena aliena
con uomini al posto delle balene a volare nel sale
Pink Floyd drammasauri picchiano e la pioggia non ha mai ali
acque azzurre la carne a volte albatri fino alle stelle
stupido l’ego con frusta d’orgoglio per una meta
eppure … eppure rompe l’orizzonte spesso il respiro
ti sei mai chiesto quale sia il tuo vero colore
dove finisca il tuo spirito chiusi gli occhi
ti sei mai dato veramente all’amore fino al dolore
fino al midollo dell’osso
sei mai stato giustificato per l’assenza di straordinario nei gesti
hai mai conosciuto da vicino un miracolo
vestito magia per dare semplicemente un sorriso
eppure … eppure lo spazio non è abbastanza grande
quando chiudi gli occhi
e vinci con l’immaginario il muro del silenzio di qualunque stella
“Sole in Tempesta”
marseide
conosco della follia ogni cosa
ogni corsa nelle baie notturne dell’ego a caccia di mostri
l’ardore della sfida alle spiritate stelle
mentre coi piedi tentare il salto più alto per il volo
m’è dolce pazzia nel sangue e benedico l’ombra
dipinta in mille colori nella mia mente oltre orizzonte
forte più forte di un Paganini che compone l’eterno
per i bambini nei bozzoli dei tanti sogni cullati da astri
conosco il male che plasma natura
sono miserevole taciturno e impotente nelle guerre dell’uomo
imploro la bestia nel sangue … d’acquietarsi
eppure lei mi domina in desio piacere e mete
“Sole in Tempesta”
monsterpedia
mio dolce e tenero mostro
incatenato alle fiabe delle stelle cadenti
tremenda chimera cui cedo l’aria
per sentirla nel sangue
corrispondi ardente il mio fuoco
rosso il piatto orizzonte non fosse il piacere
a fare bruciare del mondo ogni cosa
quando nei sogni mi prendi
mia belva assetata di vita nel dentro
incatenata come non mai a queste emozioni
anima perdo come un mare
che non sente il peso del fondale per seguire l’onda
ti chiamo e non mi rispondi
sappi che delle rose fiorite non sento il profumo
dei temporali i fulmini sembrano dolci carezze
unico acuto nel mio dolore i tuoi occhi
fissi nei miei nonostante distanza
Io non posso uccidere il sonno.
Io non posso uccidere il sonno.
Palese è l’istinto del Diavolo di circuire i sensi.
Amo la notte e di più l’insonnia
coi mostri pallidi alle finestre.
Violoncellista fantasma nell’orchestra di Schumann,
vittima del caos nel cuore cui cedo in desio
solo quando al buio si aprono sull’immaginario – gli occhi,
protetto dall’Olimpo nel capo _ io smetto la fuga.
Con l’incubo in corpo mi sento Novembre,
vorrei sole ma piovo col grigio e nel sangue solo tempesta,
fumo di brami e scalate verso un nulla
che amo per le sue promesse senza orizzonti.
Io non posso uccidere il sonno.
Dietro le palpebre imploro le ore restarmi.
Accendo lo stoppino di pensiero d’amore
e t’abbraccio poema … dedicato alla luce.
“Sole in Tempesta”
Notte scoppia di stelle
lo spazio è marmo silenzio-
tu mi attraversi corrente
e resti in crociata contro la parete di nervi,
bolle di sapone i palpiti nel petto cuore di cera
divoramondi quegli occhi nella mia testa
distratta dalle fenici notturne
intorno a una luce come petardi
come disperati esseri che tremano di freddo
io tremo
io credo
io immagino
tesso Penelope
e nella fiamma di un ardere
muta
Notte scoppia di stelle
lo spazio è marmo silenzio
il tuo passo avanti
il tuo passo leggero sull’aria
…
…
l’uomo che ama non rinuncia mai ai propri sogni
“Poets and Lovers”
Fiaba della pioggia
zuppa di pioggia fino alle anche
terapia di nuvole nere sincronizzata all’autunno
sedotto da muschi avvinghiati ad alberi
cotto come un biscotto dal cuore nocciola
con sopracciglia di zuccherini
porkland il traffico umano d’asfalto
vorrei stiparmi con te in un bar al pan di zenzero ma non esiste
s’ingrippa la marcia fermo al semaforo cielo mugugna da parolaccia
penso al sesso costantemente al sesso solo sesso
e unicamente sesso senza un domani
ma non si può dire
taccio
coi pattini d’ego corro in silenzio verso qualcosa che ancor mi garba
telefono spento
contro l’umido e il vento
facciamo l’amore
lo vuoi?
poi penso
che starei seduto su un peschereccio a lasciarmi andare al mare
ti sposerei senza recitare un anello
ma forse ti lascio a questa fiaba
dove tu mi credi un eroe
io una principessa
…
credimi
sulla mia strada le rose sfioriscono anche se le penso
penso al loro profumo
non vorrei dirti per sempre
solo pensami
a quanto io ti desideri
io non più vergine alle prime voglie
che spinge l’amore a follia
Young zero
acquari di fuoco
stelle di fuoco come bolle con pesci drago
pieni di desiderio
pensieri bradipi che bruciano distanze fingendosi canguri dell’immaginario
fine ottobre con incantesimi e stregonerie
piogge sopra cumuli di foglie morte quando aspettare il buio
fa paura
e nel petto ti prende come una forza
che ti alza da terra di tre palmi almeno
cominci a sospettare che il tempo sia afrodisiaco quando ami
cosi chiudi gli occhi
sorridi
sapendo che fanno parte della tua natura
le fiamme
tanto quanto i sogni
in te cuore pazzo di gioia
che perdo le mie catene
grande Colorado per quindici dighe di speme
il mai tramontato autunno
alle stelle di fuoco il viaggio
tu stringimi amore
stringimi dentro
finché diventati draghi
come pesci di fiamme nel cosmo
"Poets and Lovers"
tu non mi dimenticare mai
col buio voglio incannarti i sensi
come chi per troppa luce smarrisce la direzione del sole
e metterti nella trappola delle mie mani – due – ma due sono poche
per tenerti il corpo
ancorato
appiccicato _ cucito
alla mia finta noncuranza
che maschera amore
ti celi in lontananza al me mostro
quasi i sogni fossero colpevoli di truffe
ma i sogni No
loro si muovono per i loro orgasmi
quando la tua mente inizia a filare per qualcosa
così mi lascio colpire da te nell’immaginario
i brividi partono dai muscoli fino ad affiorare in pelle
fingo distacco ma
ma tu
tu sei
come un fresco bignè mattutino
servito nei bar eleganti della Brianza
nascosti da file di alberi incarniti all’asfalto
e arpiono
ogni tuo morso d’affetto che mi fa male
sono una spugna umana con eccesso d’amozioni
divento un reattore nucleare
nel mio dentro sono così radioattivo
da contaminarti
per tutte le tue rinascite nel futuro
tu non mi dimenticare mai
anche quando sfinita l’anima d’attesa
stanco il cuore di battere
il fio corto da corse verso il desiderio illuso
cercami in quello che potrebbe essere il prossimo sbaglio
nelle cantine ruffiane ai vini
nel postumo di una sbornia senza sesso
apri le gambe della mia mente
e sii quello per cui ogni delirio lotta
l’assassino delle farfalle nello stomaco
il clown del salottino piaceri
sii il terrore che amplifica gli orizzonti della mente
quando cerca salvezza
sii il mio uranio o la mia irreversibile morte
Young Zero
balocco il vespro
a fuoco ma non arde poiché ottobre e si dispera
il cuore
narciso il lutto delle chiome che bella l’aria!
mi canti
s’insera e bofonchia l’autunno
in pioggia
ti stringo sperando primavera
e sogno
"poets and lovers"
Mu
Malato di cuore, malato d’amore, malato di sogni.
In me_ il male dentro è pressoché costante
come un tumulto, come una pioggia, come un uggioso autunno
che mi divora la calma.
Ho un fuoco intenso nella carne
pari alla goccia
che scava la montagna
e io per me sono perduto
nei peccati delle dolcezze che il buio regala ai sognatori.
In me è anatema l’alba.
Chi meglio della tenebra t’abbraccia nel sangue?
Ciò che mi scorre nelle vene spesso ha poco dell’umano,
io non voglio salvarmi, non voglio la meta …
io voglio perdermi ancora
ancora
e ancora
…
“Black Cat Prophecies“
L’Amore da innamorati
(la parrocchia dei folli)
tu mi salvi dall’uggioso settembre
divorandomi col sole negli occhi – la materia
i miei nervi sono una scuderia di purosangue ribelli alle briglie
e qui è notte
è buio
c’è silenzio
tu mi rendi albatro sopra le montagne d’acque
e semini fili di grano sui campi arridi di questo orgoglio
per fare pane caldo nell’inverno degli inverni
quando avrai fame
quando sotto la mia pelle non troverai cibo
o mi dirai che ho il sangue tropo amaro
quando sarò grigio
responsabile delle agonie della parola
tacendoti i ti amo
dovuti
ora qui è notte
con una fiocina di tenebra in carne
mi perdo per trovarti
ancora
ancora
ma quanto diluvia
sta sete autunnale
terra ubriaca con fronde morenti in fiamme
Ottobre bambino zuccone
io indomito fuoco
con l’ovest estivo nei battiti
ti vorrei mio dolce nel caffè mattutino
mio vino in ste vene calde
nella serra globale di spettri
cani in galere di strade professano disagiati il randagio
che nessuno vuole oramai
ci sono regole anche per la solitudine
per la tristezza
per la malinconia
ora ti danno i farmaci
per togliere il verbo
la poesia dal sangue
finché non pensi come loro
una macchina
con un lavoro
una bara d’ufficio
una bara di vita sulle autostrade
sognando di liberare prima o poi il randagio
anche se lo temono
anche se
nessuno che parli alle stelle
le campane dei morti libere e folli
raccolgono silenti preghiere
da chi fissa il soffitto pensando al domani
facendo l’amore
noi non l’abbiamo ancora fatto
l’amore da innamorati
con l’anima e la carne
con il sudore e il silenzio
con le risa e il gioco
l’amore da innamorati
uno scherzo per dittatori di un circo itinerante nel Cosmo
oh mio Caos
mio tormento
mio dolore
mio Bernstein per l’orchestra dei sensi
meglio che piova
a lungo
e noi tutti immuni all’infelicità
tutti in strada
tutti randagi
tutti con le nostre malinconie confessate di nascosto
ai fantasmi
ai buoni di ieri
ti canto onde d’acque in viso e occhi in fiamme
non fosse per te io sarei morto
non fossi tu sole
io sarei cieco
prendimi ora
ho qui nel costato
l’amore per due innamorati
Poets and Lovers
Quando autunno quando amore
Sono il Re Assoluto del niente!
assolutissimamente autunno eppure ti copro di pioggia
perché fa caldo troppo caldo nel tuo petto
allora il ti coltivo con rose che germineranno Soli
al cui fuoco
d’inverno
mi riscalderò il corpo
se tu non mi farai all’amore
dammi le tue spine – rosa - per scoprire il colore del sangue
e ti assicuro
sarà arcobaleno
ti contagerà
si
ti contagerà
di cose che si apprendono solo se malati di sogni
saprò del tuo futuro
chiusi gli occhi
sarò nel tuo futuro
chiusi gli occhi
saremo insieme per sbaglio
e contro tutte le leggi dello spazio
bambini
stregoni
clown
attori
diavoli innamorati
saremo follia
pura
e i nostri corpi sottili come nebbie mattutine
tutt’uno con l’aria che li colora
sposami
sposa me
il Re Assoluto del nulla
m’inginocchio
e ti prego
sì
io ti prego
nel male che provo
che rende la morte una scaltra via di fuga al dolore
del desiderio
sii di questo autunno
la sposa
l’amante
la strega
sii la mia cura o il mio male definitivo
"Poems of Lust for Lovers"
Cose di un altro mondo
vedo cose
cose che non hanno nulla a che fare col mondo
si distruggono con un battito di ciglia
sono fragili ma reggono come navi nella tempesta
alle turbe del tempo
hanno una loro volontà
per vivere fanno l’amore coi desideri
non mangiano
non respirano aria
non creano per lasciare qualcosa
non possiedono
vivono in colonie di vortici
si specchiano nella tua anima
copiano la tua faccia
le tue parole
il tuo corpo
finché non sei schiavo
di un sogno che non è umano
io vedo mondi
la dove termina l’immaginario
hanno cancelli chiusi al cuore
hanno sbarre
eppure nella loro direzione volano stormi fantastici
di cui ne invidio la forza
in quello che non c’è che esiste lo straordinario
e troverò le forze per navigare quelle nebbie oceaniche
senza una stella
senza fortuna
o mieloso destino
io arriverò a quelle porte
a quelle sbarre
e al mio arrivo saranno aperte
perché
io vedo cose di un altro
altro
altro mondo
e quelle cose
mi amano
"Fiori di luna"
cantore
sono invisibile
feribile
fragile se colpito da pioggia
cannibale sulla tua bocca
ma quando nudo il brivido
io sono sogni
altro non essere
che il cantore
d’immaginario
"Poets and Lovers"
ottobre
ottobre gela il sangue nelle vene ma tu mi tieni in fuoco
l’universo ha i brividi per l’occulta bellezza degli astri
severo l’inno d’addio del vento alle foglie morte
più fredda cade più ardo per te sotto la pioggia
"poems of lust for lovers"
Oscurità
lei veniva da me di sera - aveva certi ardigli
che prima di sfiorarmi la pelle
la pizzicava
l’assaggiava
e in quel tormento si svegliavano certi demoni
col senso malvagio del predominio
sulla ragione
stava lì
l’Oscurità stava lì
nella sua pelle bianca che gridava alla Luna
come i serpenti in amore
ma senza struscio
senza lingua
una eco da un mondo con voragini e abissi
chiamato incoscienza
e io la desideravo
ardevo per lei
mi emozionavo come un bambino piccolo con perdite di urina
ah sì era gioia
anche lo sporco del corpo
vinceva in bellezza sull’ordinario celeste
io proprio io _ amavo amarla
la notte nera senza colore per ombre
senza vociferio di insetti
senza campane per morti
capita che vomiti quando lei arriva
quel palpito troppo forte sull’ordinario
quella artiglieria infernale contro le farfalle
nello stomaco minato
dove lei impianta i suoi interminabili sogni
una gigantesca ovaia di fuoco
sospesa tra le mie carni e la coscienza
in cui incubare un mostro dolce quanto la malinconia autunnale
che nascerà senza nome
ma che regnerà sopra gli spiriti incompiuti e piumati
sopra i poeti e gli innamorati
ecco perché l’amo
perché il mio nudo le sia cibo fino al sorgere del sole
quando Shakespeare con le legioni d’Amleti disfunzionali
e Ophelie eccitate dalla mano Morte
svaniscono per sudare inferni nei libri di qualche biblioteca
subirò tutta la tortura del tempo fino al tramonto
come un fedele amante ai piedi delicati della sua Musa
col capo arso dal sole
col cuore in cenere da troppi astri
io la bacerò
la farò mia
poi salirò verso il punto assoluto del buio
come un Re
come uno sposo
come un fottuto nulla
la cui fortuna è avere visto gli oceani del Caos
ora dimmi che sono pazzo
ma non fermarmi dal provare dolore
in sua assenza
"poems of lust for lovers"
l’Erba curda
questa aria sa di polvere da sparo
e l’erba brucia sotto il sangue
muoiono cadendo per i sogni - gli angeli
per loro che s’accende ogni stella
"Fiori di luna"
malato di mare
ma al Faro chi ancora guarda se più forte è la stella
oh mio Capitano con cuore temerario
i mari macchiano di blu i sognatori
ed io ho un oceano dentro cui volare
il pianto del pesce quando pescato – chi lo ode
o il male di Shakespeare quando non c’è vento in vela
al porto sai sempre chi ti aspetta
ma sono le chimere i veri grandi amori dei viaggi
ed è come un canto osservare il confine
si beffa di noi Capitano – quest’orizzonte oramai vecchio
andiamo avanti bizzarra ciurma di fantasmi dall’Ade dei Poeti
senza la bussola
senza la meta
andiamo a tempesta con la marea
zampogne d’alghe
coi tori di spume andiamo a corride
affilate le spade del vostro coraggio
strappate la zavorra ai mostri
e con chiglia libera gridiamo “Odino!”
portaci verso le terre ignote della sorte
cantate Poeti alle Muse!
alzate loro ari d’amore
tirate fuori il fuoco dai vostri petti
e incendiate l’aria
così che le stelle ci temano tutti
sussurrino alla Luna la nostra causa di perdenti
e ci proteggano dalla morte dagli scogli e dalla calma piatta
agli astri mio Capitano guida la tua chiglia
l’Amore non ha sonno
"Tumulti di pallide acque"
cold star
io maledico il fuoco con cui mi tieni insonne
non sono che un morto con un sudario di fiamme che cammina
si lamentano di me persino le strade
gli alberi
mi abbaiano contro i cani
e l’unico che mi ignora al suo passaggio - è il vento
ho smesso di crescere
di alzarmi sugli ideali
di fucilare la morte nei sogni
tu hai corrotto la cura del mio mortale
e ora t’infili nelle vene di una leggenda
di cui non posso che mirare il corpo
tu mi fai male
così male da pressare con la tua bellezza sulle mie ossa
hai denti d’amore tanto lunghi da mordermi lo stomaco
e se non sento dolore è perché sei una droga
di quelle che paralizzano il tempo non solo le carni
tutte le farfalle che avevo nel petto – andate
le hai uccise tu con le piogge autunnali
hai assassinato il loro colore
la loro armonia
ogni poetica danza
così in me stesso sono rimasto solo
tu animale
tu fantasma
tu belva con fauci che promettono miele poi divorano vita
mi fai diventare matto
sono arrivato ad avere conversazioni col buio
sono incurabile e spesso rido
senza una ragione che il pensarti
legami
ma tu mi hai già legato
poeta d’asporto sono per chi paga
prostituisco le mie rime per averti
innalzarti
per cantare di te a chi non ti ha mai visto
sono come un chiosco che vende solo ai ragni dello scaffale
la merce esaurita
le scorte mai arrivate
mentre la porta del negozio è in balia alle stagioni
ho bisogno di stare nudo con una stella fredda
invocando Cosmo
ho bisogno di rimettere il cuore nel costato
per sentirne i battiti
ma cuore stelle e vento ti appartengono
m’è rimasta l’ ombra
ma anche lei
storpio essere senza anima
lei mostro oscuro
demone del buio
lei ti difende
così ora sai che tutto in me ti ama
e solo io
io del me che riflette
io ti temo quanto il Diavolo
fanculo la buona sorte
addio estate
autunno foglie morte temporali
e tu sai tutto
questo mi disarma
Young zero
lady GARBAGE
lei è adorna di plastica piatti spezzati e odora d’olio
ma la tengo al petto come la cosa più bella in Terra per cui lottare
ha mani sporche
calza la spazzatura
lei è perfetta
tra i più perfetti e sta nei miei sogni
come
l’unica ballerina sul palcoscenico di un intero cosmo
donna con corna di vetri rotti avvolte in stracci
spesso la odiano per la miseria
ma ha un cuore caldo
ed una forma che non rende giustizia al suo splendore
lei è timida ed è sincera
vive su una montagna di immondizie
non chiede castelli per stare meglio
ne ori
ne tesori
nemmeno contratti
a un simposio di Dee è la migliore
prescelta bellezza sebbene d’avanzi
non puoi comprare ciò che lei dona
ed io so d’essere fortunato
"Fiori di luna"
Il Santo bevitore
il bevitore scostumato … è un santo
non v’è alcuna regola per sedare poi certificare i suoi deliri
si possono posticipare gli effetti d’amore ma non di una sbronza
e spesso entrambe lasciano tracce nel sangue
in un team di spacciati lui è il capo
nulla ha ragione o un posto o un perché tanto meno risposta
il vino è il concubino della sua storia d’amante
cancella poi scrivi sopra i ricordi cancella poi scrivi nuovi dolori
il Santo Bevitore vive e convive spesso con una chimera
la veste poco poiché nel suo capo il desio è già caldo
è un soldato che ha marciato contro mano nel regno del forse
poiché è lo sbaglio la cosa più cara in vetta ai suoi sogni
spacciatore di “e chi se ne frega”
secondo lavoro “vado al mare”
con vera avversione per “non immagini chi sia io”
the King of all Losers is the best guy in town – believe It
warrior
thief of shadows
painter of fears
teacher of the frozen yogurt
il Santo Bevitore è un lupo in catena
che vorrebbe correre libero fino a consumarsi le gambe
tenere conferenze con le stelle sui tetti dei grattacieli
sfracellarsi l’inguine contro una bella donna
e morire di pianto mentre ride di un nulla al buio
Lads and Gents he’s the heart of the party
arde come il fuoco sul fondo di una bottiglia
si ispira ai Byron o ai maledetti poeti dell’arte
quando sussurra cose comprensibili unicamente al vento
he drivers a creepy yellow beetle
diventa aquilone verso il cosmo dopo una corsa nei campi
e spesso troppo spesso frattura il suo sogno
d’amare più della forza degli astri un’altra alma
ha un amore segreto per i fiori
li distilla nel miglior alcool fuori piazza che possa bruciare la carne
ed una sola unica regola di vita
se non puoi essere nessuno allora sii il miglior nessuno del Mondo
“Young zero”
ossa di falene
ora taci
fammi parlare
no _ non ai tuoi occhi
nemmeno al tuo cuore
voglio parlare al tuo sesso
che cosa non comprendi? l’amore?
l’amore non si comprende
si vive
parli troppo
troppe parole per dire niente
troppe posizioni mentali
perché il tuo sesso? ma ovvio no?
mi comprende
mi ama
si lascia andare senza dubbi
e non mi mente
ora taci … taci troppo
e noi dovremmo scopare
o ridere dello stupido tempo che passa in fretta
invece tu
t’allontani con gli occhi
con l’anima
col corpo ti allontani
fa freddo
mentre la mia carne arde
sto andando al Diavolo
addestro circhi di pulci
sono un mostro d’aria che ti gira intorno
ma tu … nulla
tu non mi vedi
allora farò silenzio
ho l’esofago allagato dal tormento
vienimi dentro
vienimi dietro
vienimi incontro
non puoi nascere due volte per avere risposte
ora è adesso
stringimi finché al buio restano insieme le stelle
taci
solo tacendo mi sai dire d’amore
non voglio vedere i tuoi occhi
non voglio sentire il tuo corpo
ma ascolterò il tuo sesso
perché lui non mi mente
“Young zero”
low lullaby
torva la notte
torvo il buio
madida di sudore
la piccionaia
uccelli con abnorme appetito di stelle
un tuffo nel cosmo
s’inarca chimera
in equilibro sull’aria le tele dei ragni
torvo il buio
torva la notte
fiorisce lussuria
nella burraia
si stirano ombre
da tetto a tetto
spose fantasma danzano nude
per occhi alieni
torva la notte
torvo il buio
orride blatte nel sudiciume
questa la faglia
le tua lingua nella mia bocca
stanotte è lussuria
la Terra è piccola
noi due _ giganti
torvo il buio
torva la notte
silenzio di nicotina
caos di falene arrappate
un frigido lampione
strada al profumo di pioggia
e dalla bisca del Fato
i sogni
"fiori di Luna"
A spasso con gli Dei
il mio mondo è una antologia perfezionata di peccati
d’ogni genere
quando cammino vicino a una chiesa
le campane suonano speranzose
che lassù qualcuno mi veda e perdoni
ma non ho bisogno di pietà
tiro avanti che ca..zo
cosciente che l’Eden sia patria più felice se vivo il corpo
in fondo
sono un aristocratico borioso e in letargo se mi conviene
non posso mica mortificare
la mia natura di antieroe pronto agli sbagli
raramente al servizio del compromesso contro l’orgoglio
cosciente che la gloria non soddisfi minimamente
- la fame d’orgasmo e di sogni
io sono un mostro
e prediligo l’autunno
da buon viziato
snob
sostengo e voto per le cose imperfette
anche loro come l’uomo
sempre in una combustione di multi forme
che danno disturbo agli str……zi
…
il mio Nord
punta alla stella più lontana nel Cosmo
mi piace credere di essere l’unico stupido a rincorrere il Caos
c’è della poesia nel disordine universale
o nelle falene sopra le schiene dei lampioni
disturbati dalla piscia dei cani
o nel notturno bisbiglio di ombre ai pochi passanti
mentre il pentolone del buio
bolle in perenne desio di sonno o di baci
ho paura
anzi
ho il terrore
che venga messo ordine nei sentimenti
nei colpi di fulmine
che aggiungano solo zucchero a velo sul bombolone
e non messa la crema
ho scritto un invito per portare a spasso gli Dei in sto mondo
coi Chicken McNuggets per il popolo delle due
e i Steve McQueen col tattoo di Einstein sui cromosomi
che puntano alle vergini pagate nella periferia
per fare guardia alle lunghezze dei marciapiedi
non cedo al Destino pur conoscendo la morte impietosa
me ne frego della paura dell’impossibile _io lo supero
per poi iniziare a lottare
ho l’appetito vorace di un bambino _per il buon sesso
sarebbe un male punibile col rimorso
dover rinunciare anche a lussuria
mentre trovo orrida
la triste e silente_ contemplazione
ci dovrebbero essere leggi per fare felici tutti i cuori
se imbevuti bene di alcool e sogni
dentro un letto che profumi di rosa
per tutto il giorno
tutto il giorno
ho un passato come l’asfalto che ha sopportato betoniere
e forze ligie al dovere del mai chinarsi per debolezza
il pianto mi resta dentro a tappare l’assenza dei morti
io non guarirò mai dal romanticismo
me ne fotto
lo sai
dei ben pensanti
dei calciatori
dei soldi spesi male
della industria del petrolio
evito strade con troppi lampioni e per il Santo Graal
io amo i mostri
ripeto io sono un mostro
che vive in un bozzolo fragile di dolcezza
e aspetta la schiusa
mi dedico a carezzare le ombre se non troppo timide o puttane
spesso a spasso con gli Dei
più di me
ubriachi di sogni che hanno dimenticato nel petto
quanto dolore respirando
faccia l’aria
sono un soldato povero
spesso troppo povero di mezzi o di idee
a volte prometto ai santi di peggiorare _ per scherzo
tanto da leggere poesie in strada agli idioti
"Young Zero"
Oro Eden Fato
Tu non nasci servitore al senato dei dittatori
ne obbligato a leggi che mai e mai regolano in natura
tu nasci libero da gabbie
o catene
non sei per le oscure ditte
che alle parate parlano di sé con giubilo
ma ciò che sei ricorda bene _ parte da un fio – il primo
il bene o l’amore o il sogno son nudi
senza veli d’oro
chiari come acque limpidi e fredde
permani in sacrificio per la tua opera
o Musa
non dare forza al credo d’un Demostene pigliato al nervo
tanto da dire che si loda i forti a sprezzo di tutti i deboli
sii uno di loro
sii un perdente
e riscatta tutti loro col passo della fede
in ciò che la tua vena canta quando ha gioia
in nome della madre che t’ha dato latte al petto
spesso è straniero in propria patria persino il divino
spesso la pietra è nella mano di chi difende
spesso morte toglie all’anima più pura il destino
spesso sei una voce che canta al rumore
ma non sei nato per urlare
per dare a morte il suo supplizio
per torturare deturpare i malvagi
la tua causa è chiusa nel petto
lontana dall’aria ma già nelle tue ossa
spesso il male ha il giardino più grande in cui prendere mele
a volte ci passerai del tempo a mangiarle
ma l’anima non è sparviero contro i propri astri
spesso non ci sarà guardo con l’ignorante
ma tu vola cerca l’alto
se ferito
se senza speranza
vola più in alto che puoi
con le tue pesanti gambe
con quel ridicolo sogno
sii ideale per altri e cerca dove gli altri ti dicono scemo
cerca il tuo oro
il tuo Eden
il tuo Fato
dobbiamo temere i fratelli nostri
si insegna oggi
temere la cortesia
l’affetto evitarlo per timore
tu nasci per avere il cuore caldo e pulsante
con la cura in sangue agli errori umani
nasci per essere saggio nella tarda alba
e dire di pace ai mostri che
madre qualunque cosa sia
umana
bestia
o patria
amore insegna degna rendere il tempo alla tua vita
che la tua vita non sia in costume di qualcosa
tu possa stare in posa col solo spirito tuo
lontano dai plausi encomi e dalle mode
ma nel costante passo del coraggio
che anima chi t’ama mai a voler perderti
comprati un quadro
costoso
dal giovane o la giovane con più talento
vesti di poco molto poco
non risparmiarti montagne e altre montagne ancora
servi il vecchio
lasciati andare al bene
impara che grande significa soltanto con più sogni
e se avrai figli o figlie
falli e falle diventare poeti
passa loro i tuoi sogni
così che loro ne creino altri
"Young Zero"
Randagio
cammino malato di foglie in ruggine
sei quegli occhi che cerco in mezzo a una folla
tormentata dall’oroscopo mattutino
un caffè al bar
sempre di corsa verso qualcosa che non da mai premi
eccoti! mi dico ma i tuoi occhi fuggono via
via dove?
cerco un parcheggio in settima fila
costa un rene sognare a tutte le ore del giorno
vado verso una tomba
che mi aspetta otto ore per quarant’anni circa
dopo di che andrò in una buca sempre uguale
con più silenzi forse
viva l’amore
che non ti vede
che non ti guarda
e non ti sorride
nelle ore lavorative
rincorro come l’infetto
una cura per questo autunno
senza alberi secolari
senza ossigeno
senza profumi di fiori
ma ho l’app conta passi o incontra l’anima gemella
dietro una stella nel Paradiso del Botox
che può suturare per il momento
quella ferita umana
lasciata aperta dai troppi ormoni
con astinenza da sentimento
eccomi qua
randagio come i randagi
ringhione con il magone e rosicone per la felicità d’altri
oh cerco gli occhi
dove stanno i tuoi occhi
il mio Apple contento mi gratifica con il Pokemon
Durdix appostato in mezzo a una strada
dove potrei morire investito
ma vale la pena rischiare
per catturare l’ennesima chimera
costruita dall’uomo
per ovviare a solitudini tristezze e suicidi
mi manchi
e quella condensa mi manca
che parte col fuoco del tuo corpo quando si muove
come una corona di alberi danzanti durante una pioggia
per me sei come un fiore che sboccia tre le mani spettrali
di un poeta sfuggito all’inferno
che resta in strada a mirare le onde
di uomini e nuvole e stagioni
ognuno col proprio vulcano pieno di lava
col proprio poema
da recitare
alle paure nei pensieri astratti
di pogni passante senza uno scopo
un brivido
che rende ancora possibile
mirare all’autunno come un gioia per pochi
ed io ti cerco
in mezzo a una folla
col peso del cielo e d’ogni stella
su questo cuore che tiene nel brivido d’amore
la sua essenza di sognatore tra sognatori
"Young Zero"
Young Zero
ho smesso di fare lo shakespeariano
il mio cuore ha una sentenza di morte partita alla nascita col conto alla
rovescia
e sono incapace di costruire dopo il Ground 0 della poetica lasciata da
Keats e gli altri
la femminilità della Luna traumatizzata dalla mia noia
mi chiamo 0 come il principio fondamentale di qualcosa
che piace agli spettri in letargo sotto sta pelle di lupo
ciò mi rende rognoso ai diavoli abbelliti a biscotti con spezie
ma dentro più del putrido stagno _ amari
io sono il Re della mia storia
il guerriero
l’uragano
il ciclone
l’incipit
l’infetto di malinconia
l’infermo d’amore
l’incurabile
il malato di tutto ciò che l’emozione potrà mai trasmettere
io sono il bastoncino di lussuria intinto nel miele di donna
pagliaccio per le emergenze
abbaio
ringhio e mordo
fotto
corro e friggo guardando alle stelle
chiamatemi Male
chiamatemi Demone o Uomo
queste mani sentono più di quanto l’occhio possa vedere
sentono i morti
i poemi rimasti non scritti
sentono le leggende ancora da tramandare
e allora
l’infermo lascia impronta
mentre al suo orecchio
il sensibile sussurro d’ astri
quello di Dei lontani
gli canta
lo imbriglia
lo ubriaca di eterno
tanto da sentire come la carne urla in quel buio
dentro il petto
o vedere l’orco della rima divincolarsi alla catena di sangue
è un vecchio rito d’assenza dal presente
con un pugnale più vigoroso dell’acciaio chiamato ode
che infligge il più acuto dolore quello da sogni
oh Follia
di cui di son guardiano
in sta nebbia notturna fatta di specchi con legioni
di Byron e di Cesari
io ho sto bulbo in battito che ancora non fa fiore
e per cui scrivo
per cui amo
per cui rovescio mari
per cui resto in viaggio
senza una mappa
senza una strada
senza una meta
"Young Zero"
Solo gli amanti e i poeti conoscono il segreto per
affidare al vento le loro emozioni
affinché sopravvivano alla loro vita.
scopami il cuore
t’amo vaniglia unguento sulle ferite d’amore
tristezza mastica verme ogni paura da cui diserti nei sogni
e tu … tu mio amaro tu resti la mia unica via di fuga
non fosse che le piogge d’autunno non più diciottenni mi rendono freddo
scopami il cuore invece di pensarmi
se il mio nudo il vero me ti fa obbrobrio allora basta
c’è un pugnale persino nel silenzio se vuoi mi allontano
ma ho un disperato bisogno di stringerti più forte delle mie forze ..
tutte
No! tu non amarmi mai – io te lo chiedo
cos’è amore se non l’illudersi d’esserci sempre l’uno per l’altra
io non ti sarò per sempre e lo sai
ma fammi sdraiare più vicino al tuo odore di lampone
ti mangerò finché il tuo corpo avrà ancora gusto
t’avvolgerò sudario di nuvole per ogni tua morte
aspettandoti alle rinascite … ad un angolo di strada
indossando lo stesso abito e lo stesso cappotto e la stessa luce negli
occhi
t’odio come nebbie notturne da porto per Poe
gridi troppo e mangi male e sbiascichi col cibo in bocca
a volte ti ucciderei tanto mi sembri normale
ma proprio in quel momento in quel preciso momento tu Sali
in un firmamento che pochi se non i poeti han visto
ti ergi divinità tra le fiare
e illumini il buio che copre di giorno la folla
quasi avessi radici nel sole e in più profondi astri
a quegli occhi sgranati rispondo – mi fai orrore
non sai musicare la vita quando ci sarebbe davvero bisogno
soltanto quando mi sussurri – ma sei tu il poeta
capisco d’avere Ade nel sangue e tu la forza delle odi di chi è innamorato
"poems of lust for lovers"
fiori amari
è una città di fiori amari che s’arrampicano sui grattacieli
a ognuno piace il vento vicino al cielo vicino alla vetta
anche se non hanno gambe abbastanza lunghe per raggiungere le stelle
usano i fiori amari per centrare il cosmo
danzano spettrali i loro profumi
quando fioriscono questi tristi fiori del male
sui davanzali assassinati dall’aria nera
bonificata solo dalla forza di un sogno
lei è la donna _ ha l’utero pronto – feconda il cosmo
instagramabile se mezza nuda meglio sui tacchi
come un sexy food sul menù lui le manda bacini e like
ma solo su una app così da non passarsi infezioni
umane
blue viola solo acrilico per fare arte sui muri
questa è la storia
addio all’amore che dura decine di lettere se lontani
addio al lento tango del desio
e là fuori corre sulla scia del bit un profumo d’autunno
i fiori amari hanno messo radici ovunque
peccato non possano parlare
del veleno che li alimenta
mentre la vita scorre verso gli astri
e oltre
"Tumulti di pallide acque"
la Sciamana
ma quella gonna triste che ti cade bene
non è un fiore appena sbocciato eppure si nota
tutta la donna in te cammina nel fuoco
che venga prima il buio perché io sono in fiamme
ma lascia stare il seno non smettere mai di tremare
strappami il capo e portatelo al petto
crudeli astri senza una luna
illuminano i tuoi occhi mari senza orizzonte
sorridi guardando al cielo chissà perché sorridi
quasi stolta la ciglia rimasta impigliata nel grumo di mascara
la lingua mi s’è macchiata col tuo rossetto
oramai il contagio è mortale
quel tacco puntato in carne vorrei essere l’asfalto
la calza quasi nulla che morde la tua caviglia
che orrore! che orrore! immaginarti morta senza prima averti
e un boccolo ribelle ti bacia la tempia
l’aria frizza dopo la pioggia ho il corpo freddo
orrenda creatura nel mio cuore lava
sul mondo marcio sembri l’unico fiore
o forse è solo per i ciechi il mondo degli amanti
ondeggi con curve sinuose come un flutto a chiglia
t’inneschi nei miei nervi eccitati a male
e io ti morderei sì ti strapperei a morso
ogni sottile strato di dolcezza coperto dai profumi
strega che chiami col maleficio a te i mortali
un bacio tengo in me senza ardire
affondo più d’un drago d’aria nel nulla intorno
mentre svanisci concubina d’altri occhi – tra la folla
fermate il mostro! grido
Fermate il Mostro!
tu troppo Bella
tu troppo sogno
tu mia chimera
appena pugnalato dal silenzio ho chiuso gli occhi
e tu … candidamente spettrale ti sei dissolta
tra milioni di gocce d’acqua
lasciandomi al sortilegio del mortale
…
tu mia chimera
tu troppo sogno
“Poems of Lust for Lovers”
Morphonauta
io sono un morphonauta
esploro il mondo dei sogni
baciato dalla bellezza del buio
eclissi di sole
“Poems of Lust for Lovers”
lampade cinesi
tu mi esplodi in testa
nervo teso e tremore
dai sogni trafitto
lampade cinesi
“Poems of Lust for Lovers”
in a world of clowns I’m the Joker
ti diranno sempre che farà poco male – ma non è vero
sarai pugnalo alle spalle finché in piedi
e l’eroe in te non avrà mai storia
ma questo lo pensano loro … poveri Diavoli
sei e sarai sempre da solo
punito per ogni male che l’uomo conosca
additato anche se puro per chissà quali peccati
poiché è nei peccati che si computano i re
avrai sempre fame d’amore
come un ricercatore che sa far funzionare la sua macchina della felicità
come un evaso che cerca di libertà lontano dal carcere
e questa fame tra gli aliena sarà una risorsa
come fantasmi che camminano sulla linea dell’equatore
plurisensibili alla bambagia di sogni in cui crogiolarsi
e ti travolge come l’ondata di una diga che s’è spezzata
questo fervore da anima della giungla tu unico diverso
"Poets and Lovers"
x
imboccami con stelle e sogni
e fai tardare l’alba
accenditi di dolce buio
ti sarò amore
ti sarò amore
io ti sarò tutto
“Poems of Lust for Lovers”
flowing
fiorisce di ruggine per poi tornare a torrida … l’aria
s’inarca settembre mentre si eccita il cielo di nubi
profuma a vino lontano nelle campagne
sotto shock il sogno di percepire il silenzio
ma
fluttuano come se non ci fosse un domani _ le ali
nel blu come un mare dall’infinito fondale azzurro
amore è impalpabile e si sposta tra anime
sempre dirette al proprio inferno
non c’è un nome vero per quello che cerchi
sta nel confine cromatico tra le stagioni _ forse
ti passa attraverso il poema del libero vento
da te si alza sopra il mondo – la chimera
"Poets and Lovers"
The man in light armour
sono compatibile con l’inferno
mi piace credere di essere figlio delle fiamme
non penso di avere un cuore nel petto ma astri
e brucio sempre di un fuoco che non si clona in natura
I love the light under my armour
mi ama l’amore e io lo spingo nel sangue
fino a farmi desiderare di sognarlo
sudarlo
cercarlo
amo darmi spogliarmi di ogni pesante zavorra
di carne per essere emozione pura
there’s something great behind the silence
a sort of dance with darkness
a sort of music of the cosmic walls
è in quel momento di ode allo spazio
che divento l’asceta di perdizione
e lascio che lussuria m’adenti
finché non sono un tutt’uno con chimera
I’ve never been as much as a poet
ma come uomo sì ho navigato I mari
ho cercato in tempeste l’alba
senza mai piangere un porto o il faro
dove m’avrebbe protetto la sorte
dicono di noi _ gli altri
che siamo come i cani infernali
pronti a dare caccia alla storia
se priva di pace
noi sognatori
noi creativi
cantanti
noi visionari
vedette in cima alla vita
noi direttori d’orchestre di poeti ischeletriti
siamo il cibo spesso della noia o dell’odio
mai gli eroi
ma c’è un qualcosa che ci preserva dall’oblio
un che di fragile divino nelle ossa
ed io mi sento a capo di questa legione
oh dannato me
dannata la brevità della carne
resti nella leggenda l’opera
anche quando prematura per la comprensione dell’uomo
amo la luce sotto l’armatura
sono decivilizzato
mi servirebbe l’amore
con le mani macchiate dal crimine di molte ombre
bacio Poe
abbraccio la lussuria di Byron
immaginando il corpo di Keats
mentre scrive in passione i suoi tormenti
il me è una bestia insonne davanti ad altra stella
che mai sovrasta gli infiniti per cui lotto
"Poems of Lust for Lovers"
sparviero
a volte di notte ti spari una dose sogno così grande da gelarti le
vene
se buio abbastanza t’addentri nella dolcezza dell’ombra
per avere una pelle meno pesante senza tremito
perché tacerai
le preghiere d’amore urlanti sotto gli occhi … se chiusi
a volte di notte sarai condannato ad adorare fiamme
di un Inferno di Dante con folli mai morti e desti
gli stessi che ascoltano i mugolii di piacere nell’inno alla bellezza
che il tuo cuore imprescindibilmente il dove
canterà al mondo
di notte spesso
sarai l’ultimo
unico sparviero a predare sui tumuli di cemento gli spettri
nella cui ugola si tramandano poemi e leggende
e dal loro ultimo grido nascerà una stella
a volte di notte keats o byron o Poe cercheranno luce
dall’oltretomba dei forti
sarai tu a capo di una chimera
a tenerli desti – tu assassino di spettri
col cosmo chiuso nel petto e aperto al miracolo
"Poets and Lovers"
Ehi assassino
portami al culmine dell’amore
mio assassino
fiume di vandali che hanno incendiato una intera città
il corso del sangue
quando in arena tutti leoni i partecipanti
mentre la fame ordina al forte di azzannare la preda
tu fallo con me
ti passerò il mio male
di Luna
di stelle
di sogni
di corse notturne su fiere selvatiche
in un cosmo con carcerati e streghe rimaste a rimembrare della vita
i giorni
muore ancora l’estate col governo alla fine
Amazzonia in fiamme
Hong Kong già ribelle
ed è come un mare freddo evaso dai gabbiani
il tempo tra noi distanti
Elena tra i pianeti gli occhi di Venere
così luminosi da fare gridare l’Ade di paura
tu mi manchi manchi
mio folle eroe eroe
"Poets and Lovers"
i Porti di Marte
quando il mare è spume
non dubitare del vento che lo alza
i fiori che lì hanno altri nomi
si mescolano al salato
per poi morire a riva
con voto di silenzio
a una regina leggenda del fondale
custodita lontano dagli astri
solo un saldo timone
passa oltre la rissa di flutti
con la sua sbornia d’azzurro
cara ai capitani dall’alma poeta
sul mare che s’inarca fino alla Luna
che si gratta dagli scogli quando avanza in maree
e si toglie i capricci di nobile con i cicloni
spinti a pugilare contro il marinaio orgoglio
quando le spume del mare si sciolgono a riva
e il sole giaguaro preda la vita alle notturne
il falco della corrente spinge le chiglie avanti
verso i porti di Marte nel cosmo
dove i Fari sono miraggi
e il sogno d’un avventura solo chimera
eppure in quei tentacoli dello spazio
che navigando acque in tumulto che l’eroe scoprì l’Eden
"tumulti di pallide acque"
l’orologiaio invalido
il sogno è la più piccola rotellina dell’ingranaggio – lui dice
difficile posizionarla forse sotto la vite d’amore che regge il corpo
la mano trema
ma il corpo corre nella sua illusione di tanti domani
dovrebbe fare tic tac come qualunque orologio
dovrebbe scattare il moto perpetuo universale
eppure il dannato tempo ti frega
e il sudore è umano il sudore le articolazioni poetiche e le paure …
tesa come una abete la mente contro lo spazio d’un atomo
come i cavalli che corrono dietro alle nuvole il cuore
si può fare – ripete – tutto si può fare con un po’ di speranza
ma la rotella non trova il suo posto tra i suoi simili
sono una metà di tutto – lui pensa –
un quarto di Dio e due quarti di Morte
dannata creatura che fremi in attesa di vita – parlami!
la rotellina rimbalza – non puoi collaudare un bambino
fallo giocare – l’orologiaio sorride
e con le pinza lascia cadere la rotellina nel proprio cosmo
Tic! Tac! Tic! Tic! Tac! la magia
l’aria … la stanza … le gambe d’infermo … danzano ai canti
quegli ingranaggi
fanno emozione
come il tempo non l’ha mai fatto
canticchiando rinchiuse la rotellina
un quarto di un Dio
due quarti di Morte
e un quarto di sogni
lui gira la sedia verso lo spazio l’accende e poi vola
"fiori di luna"
Kitano
forte come le fiamme sull’Amazzonia
armigero solo il fuoco
cenere di Angeli verso meno inquinati cosmi
io sono dolore – recita Morte
verrò al tuo capo
piccolo guerriero dell’Amore
voce dentro una voce nei sogni
alba ringhia d’astro ma tu vesti armatura poeta
bruciano prima delle nuvole - i fiori
indietro resta il deserto supplicante acque
dov’è la tua anima uomo
ruspe addentano terra
"Amazzonia"
Ombre di settembre
Dimmi amore, dimmi dove abita la notte
perché io possa raggiungerti schivando il fosco buio
per abbracciare tutte le tue forme di dolcezza,
rubate dal sole che mi prende gli occhi.
Ti odierò prometto per tutta la mia vita.
l’aria è nervosa come dovrebbe esserlo a settembre
tu non mi piaci nemmeno …
eppure io ti penso,
dimmi fragile creatura dei miei pensieri, come raggiungerti.
Sti giorni, mi sono liberato dal sonno ,
uso il tempo che ho per chiedermi
perché la pioggia non produca risate ma tristezza
e non sai quanto vorrei sopravvivere alla quiete.
Amore fai un po' di rumore poiché stordito dal silenzio ,
orfano di stelle ti prego indicami una via
che bruci le ombre sulle mia pelle scritta con rime
di cui ora ti parlo ma che tu non ascolti.
Nulla di che se sono nudo.
Un uomo.
Una bistecca per vermi.
Un trasformatore di luce per il buio
e nella tua anima buia tu sai che mi cerchi
come lo stoppino cerca il fuoco per un’altra ferita.
Siamo una folla di mostri a bussare al tuo cuore,
di me grazie a Dio puoi dire “ecco non è mai migliorato”
migliore di un vino vecchio c’è solo l’aceto.
Il mio amore per te è così antico da annullarsi
e più ti rifiuto
più io t’amo
più t’allontano
più ti sento potente
quindi brucia con me odiato amore,
fanculo alle stelle e sposami
perché volare con te è una battaglia,
stare con te è una guerra,
viverti è assurdo
ma la mia vita abita il regno del Caos
e tu se non provassi a distruggerlo
saresti nessuno …
quindi continua
continua a batterti mio maleficio
e vincano su di noi … i sensi.
"Poets and Lovers"
grana fina
tu mi disarmi dagli uragani che ho in testa
e fai nascere in me tempeste persino nei giorni più belli
dilati il buio tanto da avere più stelle
in cui guardarti
quando non ci sono
è per colpa tua se ho troppi sogni
se parto soldato per guerre contro l’ingiustizia
quindi spegni la luce _ amore
e fammi posto nel letto
"Rosa dalla schiena nera"
giovane Frankenstein
notte con Dodo
che ascoltano poemi di Keats per poi fare l’amore
notte con altalene giocattolo per i fantasmi di ragazzine
e un giovane Frankenstein che sogna il suo impossibile Eden
fatto d’altri bei mostri
sfamati dalle chimere di Mary Shelley
notti di fionde dai rami lanciati verso il cielo
con viali sbarrati da ombre che danzano con le streghe - i malefici
e piccole bacche del dolce veleno ricordo
steso a rugiada sui fiori
proprio quando scende la notte
che l’illustre congrega di peccatori sale dall’Ade per fare poesia
“moriremo giovani” grideranno già ubriachi di sogni
più dei vivi canteranno la vita
poi nuovamente il silenzio
scenderà a mezzanotte la pioggia
per fare invidia al cosmo
s’udiranno campane tetre e mugugni nei cimiteri
con corvi nel blasone dei morti nero pece
proprio appena l’oscurità si prenderà il mondo
che tu aprirai gli occhi
nessuna maschera
nessun nome
il buio di prenderà la paura
droga adrenalina motivo per toccare le stelle
"fiori di Luna"
Fiori di Luna
chiuso nell’ala
il ponte _ Tamigi e un autunno ancora più scuro
cuore gabbiano
sonnecchio distratto dai mostri di nube
volare diventa una voglia
all you need is love – pirleggia nell’aria
dolci di fate ancora bambine s’inzuppano al futuro dei sogni
scappo dall’uomo
le piume son calde
le acque poltriscono in fango
e della città m’importa poco
un altro sorso di smog
un’altra chimera sui tacchi
Desdemona
al Globe recita da fantasma
eccomi amore
eccomi a te sogno
eccomi
deliri di un matto
fiori di Luna
pallide acque
orchi di limo invalidi a riva
mentre nasce una stella
verso cui alzi gli occhi
e il tremito di piuma diventa fuoco
Luna s’illumina al mio battito d’ali
"fiori di Luna"
oggi fa freddo
ti odio dolcezza
t’amo quanto sei brutta
il mio cuore brucia per te come uno stoppino di zucchero in fiamme
coltelli di vento pugnalano il vetro della finestra - oggi fa freddo
odora a vendemmia l’aria ma io sono già ubriaco di una chimera
il vuoto nella stanza è come quando va via la luce e … tremi
ma guarda
il cielo in Brianza è una piccionaia che s’accoppia con moto perpetuo
ti cerco nei fumi grigi
che diventano statue poi castelli con mostri e meduse
nei cui tentacoli s’avvolge quasi impotente la vita
mentre
s’aratta _ l’ombra lungo le vie di gioia solo al silenzio
t’osservo dal mio lontano mentre mi pensi
nella nuda carne ogni senso di quello che sento quando mi manchi
ma l’amore è spesso muto e crudele
l’amore che odio al pari di quanto io t’amo
"Poets and Lovers"
shivering nights
da quando sono insonne non straripo più
sono diventato educato con le croci ma non m’inginocchio
finisco in mutande da ubriaco di sogni un solito posto in casa
e penso a quanto sia bella notte quando desideri desiderarla
ogni atomo in me è un meticcio che grida orgoglio quando ama
come un ultimo poeta un po’ mohicano sull’argine di un abisso infernale
dove il gorgoglio umano parte dalla mancanza d’abbracci
Sugar Baby Love fa score in Ade … io l’ascolto
sii forte – mi dico – sii paziente
ma dall’Inferno le voci diventano un canto
una chiamata
e sale come uno strano piacere nel sangue fino al cu … ore
che mi arde
che mi prende
che mi fotte
il mio nord segue un sentimento visionario vicino al piacere
vesto di nobile il buio di cui non condanno l’aspetto
sono solo con la mia carne quando mi do a chimera
e mento a ogni forma di divino sfruttando al meglio i peccati
ecco
le nostre bellissime anime torce nell’oscurità della notte
ecco
i silenzi che ammutiscono i latrati per dare pace alle tombe
ecco
i sospiri degli amanti intrecciati sudati per un nuovo frutto
ecco
la mia condanna e musa che dalle ossa in brividi volge al cielo
non ditemi di non essere quello che sono
non datemi altre regole in cui governano le parole
lasciatemi alle stelle
al rumore del mondo
da quando sono insonne penso alla bellezza della mezzanotte
alle campane mute
ai tesori nelle fondamenta dei templi
ai cadaveri sordi alla musica
ed è quasi un peccato non dare un colore a tutto
bacio aria
fisso la gente
e rido del nulla
"Poets and Lovers"
cameo
col mare lento e in assenza di vento
cuore aquilone adagio su riva
mi morde i fianchi un raggio di sole
e prego ancora per pioggia
anime d’alghe ascoltano un Deep Blue Sea Blues
sopra termosifoni di sabbie
sto cuore salmone
sale la controcorrente del tempo giocando coi flutti
tengo il blu
al collo cameo e nuoto un sogno
spume con fantastici nomi
portano sulla spiaggia vecchie leggende
un TOMMY McCLENNAN dal un poetico inferno
charla in chitarra emozioni
mi chiamo Nessuno
sussurro al cielo
e il mare diventa una fiaba
"tumulti di pallide acque"
Amantide
bocca nera e dolce cui rubare l’aria
il brusco torpore in cui ti spogli a sogni
l’oscurità già stira l’alma in alcol
mentre coi nervi tesi affondi dentro il buio
gli angoli di strada difendono gli ubriachi dai lampioni
ombre già nude s’incorporano stanche
tu … e chissà quanti altri fantasmi
abbracciati al mistero
la notte si copre d’ansia
e inchiodato al tuo corpo
all’odore d’amore
oh fammi morire lento
questo ti dico
mia amantide calda
"Poets and Lovers"
La morte di Luna
si schianta senza fare rumore la Luna sul mare
la piangono gli astri e il cielo è vuoto
un sogno marinaio le canta “dai risali”
ma lei pigra
chiude gli occhi
“Tumulti di Pallide acque”
Profezia
io non respiro
mi reggo al mare
così mi contaminerà d’azzurro
il cuore
poi il sangue
in una muta silente
del me che si libera del corpo
per diventare un pesce
non puoi capirmi
… tu no -
non sai andare che dove vedono i tuoi occhi
mai oltre
mai al confine delle acque
ma io ho visto un cosmo
che preme intorno agli umani
in cui il tempo
lo spazio
sono nulli
e c’è come un infinito in cui guardare
la propria danza
se mai smettessi di respirare
vieni a largo
trovati un vento amico vicino all’orizzonte
e cerca l’onda su cui chinarti
ecco … senti la mia voce …
senti mancarti l’aria …
poesia ha il velo sottile di un fantasma
eppure quanto è dolce l’ineffabile bellezza
nel mistero delle acque
“Tumulti di Pallide acque”
A pallide onde
a pallide onde tornare
l’inverno di nebbie a orizzonte
pigri galleggiano i gabbiani sull’aria
gli unici a rompere il tempo del giorno – col verso
ora tu mastro di angeli e chimere cammini su alghe
timido il sole ti cerca coi rauchi raggi
ma sulle orme non c’è altro che il vuoto
e qualche onda che s’è lasciata dietro la spuma
rovine degli ultimi castelli di sabbia
fantasmi i re e le regine frantumate conchiglie
con ancora più fame dei tesori perduti
sepolti in leggende sul fondo d’oceano
così sei smarrito
smarrito sul mare
perduto il peso di ogni pensiero
quasi incorporeo il passo
t’immergi nei ricordi d’assalti di audaci che porta il flutto
diventi un marinaio
adesso alzi il capo e a un cielo senza astri
sorridi
un sorriso bizzarro che sa di fame
o di sfida
al Diavolo tutti quanti! l’onda arriva
e tu sei pronto a navigarla
“tumulti di pallide acque”
ninna nanna ai fondali
vele che cantano ninna nanna ai fondali e quieto il vento
albatri con tattoo d’astri sulle ali e sugli occhi le onde
che detergono ai marinai come un sapone _ gli ultimi incubi della notte
oh tiranna natura d’aria
chiglia e capitano accecati dal firmamento
ma danzano
danzano in una fiamma come dei folli ballerini d’etere
loro danzano la vita
l’amore
mentre il mare suona sul violino d’acque
il loro coraggio
notti
notti
notti di pece nera e appiccicosa ma non per i fantasmi pirati
notti per malati di conquiste
notti di pesci che scampano alle reti
notti di balene col muso sull’orlo dell’universo in attesa di carezze
e diventa oscura come la tenebra la paura con le sue chele
intorno alla gola di una speranza di luce
questo sogno dentro un sogno sempre più grande
scintilla solo lo sbronzo poeta che spinge a prua la sorte
diventa un incendio la fede d’un diabolico shakespeariano
con l’ego leone che vede sull’orizzonte
altri pianeti
egoista la Musa sussurra all’orecchio di un Poe fantasma
“cerca la nebbia cerca il mistero “dolce concubina Malizia offre il suo
corpo
a una forma silente uscita da una bottiglia di vino
chimera col corpo fiorente di fantasie
chimera d’amore
chimera dell’odio
si prende la carne la nave l’uomo
e li trasporta matrigna la sorte
eroico il flutto
contrastano forze del cosmo
poi dolce
nuovamente dolce diventa il respiro
la nave
un punto sull’orizzonte
le onde che vanno
dove diavolo vanno senza una mappa senza un discorso senza …
allora ascolti come un canto
una ninna nanna di vele ai fondali
mentre la madre Cosmica abbraccia al suo petto il mare
e tu * da riva guardi in alto
all’orecchio una ninna nanna di vele ai fondali
"Poets and Lovers"
dichiarazione d’amore alla vita
tu mi manchi anche se sei sempre con me
quando il sonno cancella le memorie diurne
così che lo spirito sia libero dalla catena del corpo
e voli fino ai confini di cui sfiderà il karma
sarò leone pronto a ferire l’elegante Morte
poiché tu mia vita tu sola vali
come il canto più bello a un Dio spesso in vacanza
che lascerai in eredità a un altro poetico folle o soldato
sarà che dichiararti amore mi venga con la forza di un fiume e sangue
rondò per asini principianti della rima qual sono anch’io
oh amore grande amore da dannati di un mondo dentro i sogni
di cui non posso fare ameno e mi condanno a servire finché in vita
"Poets and Lovers"
la società degli albatri giganti
oggi fuggirò su una vecchia barca ormeggiata in un porto di
pescatori
le mie vele avranno le ustioni di stelle rimaste senza pianeta
e tutto il sale che mi verrà dalle onde diventerà la casa di un sole
per una società di albatri giganti riuniti per rubare agli uomini il cosmo
e scaverò gli alberi sui fondali marini per trovare un immortale cuore
che starebbe meglio in questo petto d’ossa
dove si celebrano festival della morte senza spettatori
con canti silenti e poemi come corna sulla fronte di un Dio pagano
viaggerò sulla rotta degli stormi
con fame grande grande fame di tempesta
e avrò negli occhi lo sguardo dell’uomo davanti a un unicorno
poetico mancino rubato a deliri in notturna carme alle sirene
davanti al Fato io griderò chi sono
un albatro! un po’ poeta che vola sopra il mare
innamorato come il più puro cuore di chi è libero sotto gli astri
di una idea che tiene il sangue in fiamma
"Poets and Lovers"
Visionari poeti o fantasmi
se diventa come sera l’aria tra noi … allora sappi che
il tuo corpo sarà il mio pane e mai mi sazierò mai ingrasserò o me ne priverò
nonostante il freddo dell’invidia di Morte
mi farai posto vicino al tuo grembo
saremo come alpini che scalano le vette ripide dei sogni
imbacuccati fino al mento con forti volontà
e terremo chiuse fino alle cime le nostre ridicole ali
senza farci sfiorare dal dubbio che possano non volare
poiché nei sogni non vola il corpo ma altro
in quante stelle dovrò cercarti quando saremo nel canto dell’oblio
su quale ossi potrò rivedere la catena di risa
per cui restavo a pensarti anche se non più nella stanza
dove abita il miracolo che porta in vita ciò che immagini
vorrei e qui mi affranco poiché mortale
ridisegnarti in una vita dopo
oh se solo diventasse sera l’aria tra noi
saremo nel nostro calesse di cristallo scintillante
a fare l’amore
fino a bruciare nelle carni nelle viscere nelle ossa
fino a mescolarci lave e ceneri per poi rimodellarci un corpo
e mi dirai
“ho sonno”
mentre io avrò ancora fame
e Keats ci morderà dai cuori l’amore per rimembrarlo
fino a cantare a squarciagola “io senza te non respiro”
voce insonne che attraverserà astri
mentre noi fusi in calcio saremo lo scheletro di una galassia
pronta ad accogliere altri pianeti o angeli
pronta a vivere l'amore
quello di visionari poeti o fantasmi
"La rosa dalla schiena nera"
esploratori
anime ufo nel sistema solare
baci di morte già dalla nascita
partoriente di stelle la mamma di ogni cosa
un abbraccio di fede _ restare
ogni respiro è nomade - togliete i confini al cuore
disperato solo chi alza agli altri prigioni
il gioco è puntare tutto sull’unico viaggio
siamo esploratori
esploratori
parata delle insonni
buio sul mare come una carezza nel cuore
che spacca la dolcezza del silente col suo ritmo
nemmeno una stella che strappi a fondale i suoi tesori
gelosa del suo spazio t’avvince bella ma pericolosa l’onda
il blu è un raro cosmico di cui stai a catena
distante mai da quelle forze che vincono gli occhi
col desiderio d’assorbire eterno t’immergi nell’irreale
nemmeno morte comprende la forza d’un oceano
e pensi …
a quanto soffrano le barche immobili al porto
e senti come un dolore sotto l’ala che smania di partire
un fremito di liberta già impicciata ai sogni
un cuore che riveste col suo fuoco il fragile di piuma
ma vola libero come l’animo del più veloce gabbiano
non v’è barca d’ardito che abbia mai conosciuto paura
così attendi alla parata delle insonni costrette a cima
che forze ben più grandi del volere le spingano a largo
Da dolciario per sentimentali
è troppo mare
è troppo mare questo intenso che sfida il blu coi sogni
a volte sente il sangue e pensa all’uomo che gli resiste
è troppo nero il denso della notte come un nocciolo elefante che s’impone all’aria
tu vivi di verde alle radici sebbene oceano
incurante del deficit d’infinto che il corpo rimpiange
emergi dal canto di sirena per rapire la Luna
“Io ti rapisco Luna” ma nelle mani solo una polpetta di stelle
che sfrigola fino a lacerarti i palmi
che bruciano per le spume salate
che fasci con garze d’alghe
hai troppo mare in questo intenso di cui ricevi i carmi
al Diavolo le nomenclature senza sfizio della natura
vai di alcol e d’assoluto o di peccanti incanti
in fondo ciò che ti sfida è come l’amore persino più infinito
allora ama
poeta o guerriero
finché il fuoco sottopelle
nei pensieri
nel cuore
è pari ad astri
Da dolciario per sentimentali
Fiore del Caos
tu sei e bruci in tutti gli strati della pelle come un divoratore di mondi
bisbetica e circense l’insonnia che fa l’acrobata col mio corpo teso
ho un tattoo di pura follia e shakespeariano _ miccia al piacere
mentre t’ergo templi al buio dove grido sta carne ferita
nemmeno il miele dell’alba cura il veleno della mancanza
mentre m’inizio a un mare di fiamme senza ausilio di pioggia
bado al frastuono d’onde che vanno forte nel sangue
bollente e incapace Ade a ridarmi i tuoi occhi
come un poema giustiziato dal silenzio della storia
io t’amo
come la scostumata notte nuda all’amplesso con stelle
ti chiamo
come un tremendo vento che non si emoziona per la rosa
strazio il ricordo
nella sua gabbia il cuore modella
origami di sogni
che i fiori sanno imitare
che i poeti non sanno cantare
che gli arditi non sanno conquistare
e dove tu solo
incoroni il Caos
Da dolciario per sentimentali
radiazioni
aspetto sulle scale del vento dopo il temporale
le gorgoni si spingono negli alveoli non più l’aria
finché buio – mi dico – sarò stregato
al sorgere di placide stelle
assorbirò la forza dal crack di sogni
dove Giulietta è morta ora crescono fiori rosso sangue
amore non è amore senza il suo dramma
che rincorre Romeo suicida fino all’Inferno
dove il vento non ha potere sugli ideali
e resto impavido all’ultimo stadio del contagio
col fio corto a piccionare in tenebra
shakespearizzando banalità quotidiane
che incendiano tutto il me già in via agli astri
mi killano dalle torrette del regno delle ombre
le serendipità con dipendenza umana
e cedo la vena fragile come un drogato
al circuito nero dei mali romantici
stanotte morirò d’amore
grandinerà profumi come se fosse l’epifania delle rose
cadute nuvole nei mie palmi i mari di sola goccia
falchi col fremito di oltre nelle piume … i battiti per arrivarti
da Dolciario per Sentimentali
passaggio per l’eden
dopo un lungo giorno di sole ecco che si alza sulle maree _ il mare
il blu prende l’aria fino al cielo
e nella dimora di stelle comincia la festa
il vento passa insonne sui flutti
delle onde si sente come un canto
magia è l’ignoto all’orizzonte
che un capitano appena uscito dal porto … conquista
saltano dagli abissi i pirati
aggottano e friggono sulla goletta in danze
perduta memoria della tempesta
perduto del timone l’agugliotto
sui cirri alti va un gigante sognante
un albatro cui è finito il tempo
ma tu mi piaci - gli sussurra il Dio del vento nel chiaro d’astri
alle Porte dell’Eden troverà l’anima dell’eroe
una scritta
“non sarà il tuo ultimo volo ne la tua ultima alba” …
notturne bisbocciano a riva le alghe
come allegre sirenidi s’abbracciano prima di ripartire _ i flutti
foreste mappe leggende di spume con un sospiro
guardano all’Eden che abbraccia la Terra
da Dolciario per Sentimentali
Luna procionica
è con una Luna così birichina che ti butti nei sogni
molecole d’acqua pazza e danzereccia al sole
guardi verso le nuvole e perdi la vista
prima di impollinare con l’alcool nel tuo corpo – il cosmo
non verrà mai a te la chimera
sarai tu ad andarle incontro
morbido missionario placebo che ti tiene acceso
nel madido del sudore quando in preda ai piaceri
e senti che hai bisogno del fuoco
per non smarrire la via
poiché resti solo un mortale
un uomo
ohhh
ma quanto incanto sta dietro al temporale
lo stesso impresso di giorno o di notte – nei tuoi occhi
è con una Luna così birichina
che rinasce dalle sue ceneri … per qualcosa di forte
il cuore
da Dolciario per Sentimentali
profumi rossi
forte come il grido quando stringi gli occhi _ il tuo amore
è disarmante pure quel corpo che tessi sopra il mio
mi togli i respiri e mi impicci i sogni
quando m’entri profumo nel sangue per dargli dolcezza
Bang!
è un perpetuum di spari a pistola contro il mio sonno
il tuo continuo ridere senza una ragione
e morderei col suono del silenzio quelle tue labbra
su cui m’adagio principiante alla tempesta _ in baci
non sono che un’immortale con l’appetito mai sazio per la gioia
un demone
un’aliena creatura
un mostro con l’ego infernale e deforme
che ha scoperto il cuore nella sua prigione al buio
capace di voli e di folli
folli gesti
mi batterò come una Sfinge
per restarti nella storia di tutte le tue rinascite
saprò calmare sto oceano in fiamme un giorno se incontrata la tua pioggia
di stelle che dagli occhi farai gocciolare sulle mie mezzenotti senza luce
con notti al gelo intenso dove starò nascosto nel tiepido dei sogni
mi canterai mai quei tuoi colori sex and zen presi dalla fiamma
saprò mai domarti quando libererai la selvaggia danza dell’amore
Euriale creativa d’orge notturne e stellari
e noi due comete ammutinate al resto del cosmo
da Dolciario per Sentimentali
pandemologia astrale ludica
accendo un Bisanzio di stelle in un inferno con ludiche ombre
do fuoco ai sogni e gli occhi fiammiferi ardono il cielo
spingo come un ariete contro i pianeti per fare spazio ai sogni
in cui celebrarti ogni attimo la mia follia voglia volare nuda
non sia che questo corpo resti più fragile del vetro
e io non faccia in tempo a ricamarti ali per sfuggire a morte
in dimensioni non fatte per gli umani
che sento mi appartengano per colpa amorosa
c’è una regola tra noi piccoli demoni da non superare
mirare a stelle più alte di dove cammina il cuore
ma io come un pirata che ha sempre fame di una nuova rotta
miro alle sfide
miro alle più grandi
alle più luminose chimere
su cui portarti
aprirò la voliera infernale
rinascerò con più coraggio alla gioia
per te
che togli la luce al cielo
e l’incarni
m’è d’oscurità il sangue come un vino grosso di uve mai pigiate
sono desto da millenni per amarti
come un abisso troppo profondo per vederne il fondale
io ti sono
io ti sono
da Dolciario per Sentimentali
Fot...ute Fiabe
ho crampi al cuore che soffre in un distillato di primavera e dolore
bramo tutta l’incoscienza che mi rende libero di sedurti
sotto sti cieli come campi di cotone nelle fiamme di una luna africana
in mezzo ad astri disidratati che incornano l’oscurità cosmica _ bruciando
dovrei dirti che
… di noi non si cura alcuna eternità sentimentale
a noi vengono spediti ogni tanto per alleviare la vita – i sogni
usati come propellente quotidiano
da mostri da meno mostri da chi ha fame e non aspetta
Sorte
per te
io diverrei un animale da corrida con la morte
e farei pagare alle arene secondi in tempo di gioia per la tua vita
perché ho visto come una luce nel buio dei giorni
quando perdute le fot…ute fiabe nei libri letti a letto
un luccicore un brillio una cometa
eri tu
eri tu nel “c’era una volta” sul comodino triste delle Parche
ti vidi allora
e da allora impossibile per me
dimenticarti
non ti domandi mai
davvero _ mai ti domandi
dove vivano gli Dei della Fortuna
quando noi in astinenza
o il delirio ti fa servizio a domicilio poiché Amore è insonne
sebbene ci siano ambulanze della felicità chiamate droghe
ahimè col mio carattere ci vorrebbe però … dell’esplosivo
per superare le notti
in cui ti penso
in cui ti voglio
in cui sudo
in cui mi arrabbio
o piango e rido da folle
segnato da un liturgico tic tac delle dolci albe
che si sostituiscono alle brutte mosse del buio
mi sei
come le magie del venerdì 17 cui alcuno crede
come quel drago che ho tatuato sul petto e ogni tanto ringhia
t’amo senza scervellarmi poiché m’è già complicato il verbo
incartarlo abbellirlo col nonsense dei fatti
guardami
sono il caos che vede la vita dal proprio casino
sono come un bambino che posticipa i pasti pur di giocare ai suoi sogni
rimpatriato da chissà quale vecchio destino cui non ho dato abbastanza
sono nella forza del tuono
della solitudine bambina che corre nuda sui prati
pioggia estate inverno e non la vede alcuno
ma c’è una teoria
laddove finisce il dolore inizia la gioia
e il movente della fiaba non potrebbe farsi più avvincente
motivante
misterioso
ecco perché ti amo
come un Tarzan poetico appeso a liane d’ombre
o un sorbetto al limone in una giornata torrida
come quelle fot…ute fiabe lette a letto in giorno uggioso
rimaste a grandinarmi di speranze
nonostante il buio consumi il loro inchiostro
e a volte persino il nostro sangue
m’incendio fiore selvatico
tu verrai - vero
verrai a salvarmi?
da Dolciario per Sentimentali
Principe del Caos
ho una granata al posto del sangue con sorte fatale
sono uno spirito scomunicato con appetititi umani
non mi inginocchio più agli idoli _ alle campane _ alle croci _ al nulla
sono un bastardo
nutrito da reggimenti legioni armate
d’ideali _ in romantico tempio senza oracoli
fatto unicamente di cellule di atomi folli e di carne
spinti all’ignoto
insaziabili
dicono
io sia un testimone scomodo che vede nell’Eden la noia
cerco di salvarmi dalla morte dell’amore
dal freddo e dagli occhi spenti
sperando di prendere la forma della pioggia o della marea
quando sarà livida e buia la notte
e vedo una via che nessuno altro vede
oltre la rete wifi oltre il Pentagono oltre la Santa Sede
persino oltre i temporali cosmici di asteroidi
di soli a nane spaziali senz’energia
io vedo il Sogno
c’è una voce che mi canta nel capo sera mattino
sera
mattino
ho l’anima come una chitarra per le dita dolci del tempo
in me si espande e irrequieta … l’insonnia
come una felicità bambina solo con molte più chiassose radici
m’esplode come una musica nel petto – la vita
cattivo maestro delle mie brame
ma ardo – io ardo fiaccola incontenibile incontentabile irreprensibile
ardo come se non ci fossero stelle con più forte foco del mio
“Poets and Lovers”
Ladri di nuvole
il mio cuore brucia per te come Cartagine in fiamme
ho scritto a Keats del mio amore e lo tiene in ostaggio
dice di restare come i bambini _ occhi golosi di stelle e innamorati
ma cosa ne sa lui che è morto …
per scontare l’Idillio del suo secolo – nel Limbo
---
prometto
di toglierti al dolore della rinascita
di passarmi i tuoi peccati
e di fare doppia eternità all’Inferno
dandomi al Diavolo in dolore e carne
ho comprato spazio dentro i giornali
un cuore leccabile gusto frutta e petrolio
tanto trash tanto umano e tanto disarmante
questa idea fissa
questa fissa idea di ogni mattino che mi toglie la vita
per portarla alla tua
finché oltre
tu
m’emozioni
come un ghirigoro di nuvole arancio in un cielo fresco d’alba in viola
mentre l’aria è paciosa d’anime col culto poetico in fasce
ti respiro
e come un ladro di acrobazie aeree
salto la barriera del suono fino a rincorrere temporali
fino a esserti arcobaleno
aspettando
di leggerti negli occhi
la felicità con cui la loro luce ingannano
per amor mio la morte
e mi fai perdere i sensi sognandoti
col buio di giorno a tutte le ore
“Rosa dalla Schiena Nera”
ma cos’è l’amore
col vento il cielo si libera un po’ delle nuvole
mentre nevica in pioppi
divento più buio se il cuore che brucia per il suo sogno
zittisce lo spazio
zittisce
le onde dei fiumi in cui
scorro per arrivarti
sebbene io non sappia di preciso
dove ti trovi
ed è dolore
ed è tristezza
ed è una ferita profonda abissi
la fiamma dentro il desio
è una virgola che si dispera in una frase di sole due parole
“ti amo”
ma cos’è l’amore
se non la creazione della disperazione
in cui sta bella a mirarsi nei tuoi occhi – la speranza
come uno chef che dirige guerriero un esercito di sapori
che t’arrivano all’anima prima del taste
così mi dirigo a te all’ombra della mia ombra
per non dare tumulto
all’aria
con l’ego
vengo col vento
m’è il passo asciutto
ma tu spera pioggia col mio venire
spera fioriscano le rose
e ci resti il profumo
fino al divenire ciò che entrambi abbiamo sognato
s’alza sulle radici ogni albero per superare l’uomo
nella corsa al cosmo
il cuore si tuffa nel fiume
“Poets and Lovers”
Cosmiche circensi
s’insera perché piova di stelle per i tuoi occhi
intanto che il buio difende i morti nei loro monumenti silenti
e le campane inneggiano tacendo alla ascesa di una Luna dolce
che farà spazio nel buio al mio io goloso di poemi
così
andrò a stanare dagli inferni peccaminosi _ i Poeti
cui dire del mio fuoco in cui si sono caramellate le nuvole
le cosmiche circensi dei miei desideri lanciati sulle distanze
solo per afferrarti prima dell’abisso del sonno
prima della non morte fino all’alba
quando da sveglio e sudato
pensandoti mi dirò
vivo per un sogno cantando
vivo in una fiamma mai spenta
io vivo per te
e per questo ennesimo tramonto
applicato al teorema del battito di ciglia che confonde i ragionamenti
se sullo spiedo dell’amore
che tiene il mio corpo caldo
soffocato dall’afa
e ribelle
… in una progressione costanze e mattiniera
come un artificio di orgasmi
di cui tu mio sogno sei colpevole
ma ecco
eccoti dietro il blu del cielo pronto ai popcorn d’astri
che ti farebbero sorridere
se solo vedessi gli Alberi infiniti piantati lungo le strade del futuro
su cui pendono frutti rossi
passionali
i frutti del fuoco
della carne e del sangue
…
chiuso in questo inferno di caos e rumori
ecco
eccoti il mio canto
“Poets and Lovers”
L’imperfetto urgente
tanti troppi sogni che vanno al cielo _ così pesante
da fare cadere con le piogge tutti gli aquiloni di assurdità
rimasti impigliati alle stelle
e nei grovigli dei fili dei voglio
tu hai gli arti legati da impedirti il volo
e non c’è imperfetto più assurdo
di quello che ti scorre nelle vene
l’urgenza d’avere infinito nella carne
di non nutrire corvi e cicorie se morto
ma di retare oracolo tra belli alla bellezza
ma oggi piove e grazie a Dio gli aquiloni non possono volare
coi loro fili slegati dal tuo corpo hai costruito ali
che sarà mai bussare direttamente al cosmo
tempeste o uragani – confronto al tuo sogno non hanno alcuna urgenza
di una vita lunga
“Lo sforna stelle”
Isole senza acque intorno
c’è un’oscurità
e ci sono cose che si posson dire solo col silenzio
come certe distanze verso i sogni
come il coraggio dello stare lontano da chi ami
che schiuma il cuore dall’asprezza
c’è un’oscurità
sei una farfalla nel giardino tropicale della tua speranza
mentre il tuo amore diventa un lottatore di sumo
che controlla il ring con il suo peso
in attesa della schiusa di un fiore notturno dal profumo dolce
dove fermare – le ali
c’è un’oscurità
e ci sono cose per cui non ci sono parole
che ti spaccano da dentro _ il petto
ti lasci divorare dalla loro ardente follia
spodestando la crudeltà del fuoco sopra i sogni
che ti sfuggono appena alba una Cordelia con miglior Fato
caccia dai tuoi occhi il buio
ma resta come un’oscurità che ti prende e ti nutre
una oscurità senza nome e senza peso
che t’abbraccia calda in solitudine
c’è un’oscurità e quando entra in te
non vuoi più nulla
“Acque”
acque
è solo un altro grande desiderio di distanze
lussuria di onde per maestre ali in volo verso Eden
io solo un uomo che sfida il blu coi bracci
mi spingo contro il blu sfidando ignoto
ed ardo di dolore e di fuoco
in questo cuore che vede altri oceani oltre l’orizzonte
mi spingo fin dove la mia ragione teme
di sciogliermi in acque raggiunta meta
poi salverò i mondo con una pioggia
che farà fiorire persino pietre
e dalle tombe dei Keats dei Byron e dei Shakespeare patirà un canto
da dare ai temporali miei tutta la forza dei poeti
“Acque”
Felice il mare
di Odisseo il mare il mio infinito
in tutta la sua forza m’ondeggia dentro
col foco di stelle rimaste a respirare in cosmo
per dare gioia agli occhi d’un sopravvissuto
dell’azzurro io innamorato come tanti o … come nessuno
mare felice mare tutto il mare che ho nel petto
mi rende libero e uomo e prodigo
un combattente servo non di questa carne ma dell’assoluto
ma quanto è bello il mare se abbracciato al vento
che lo porta in spume fino all’altro mondo
di cui mi resta l’orizzonte amico di un saluto
e basta poco di questa vita mia che fugge il porto
sarà d’amore la sua eco in ogni mio sogno
gentile la carezza salina con spume erte a mostro
eppure nemmeno l’uragano col suo terrificante grido
cancella dal battito la sfida che impera tra due giganti il cui volere è tutto
felice il mare fino all’Eden
“Acque”
Demoni in paradiso e angeli all’Inferno
e quando è sera - grido il dolore del cuore per amore
come un uccello ferito nell’ala che agonizza per mancanza di volo
mi alzo fino a tetto più alto della città - sporco di lacrime
che potrebbero spegnere le stelle se lanciate verso lo spazio
la mia anima è un ospedale pieno d’altri feriti
recuperati sui campi dell’immaginario
che gemicano
ululano
nitriscono
mugugnano
digrignano mostri
alle puttane mannare della speranza cui s’erano affidati
…
poi mi calmo
lasciando che l’ardere mi guarisca dal morbo della malinconia
maliarda e in sintonia con le sempre più rare piogge primaverili
per cui bisbocciano le gemme delle piante
costipate del mio stesso desio
fatto di nuvole
di cieli
di cosmi
di astri
cui i rami e gli uomini tentano in vanno d’arrivare
e quando torna l’alba al mio corpo madido di sudore
sono Re sulla guerriglia d’ombre in ritirata
bramate dai demoni in machera gentile primatisti in Eden
odiate dagli angeli sofferenti all’inferno per sogni audaci
la vita vince sull’uomo schiavo a Parche
illesa ogni fame che m’erge risoluto sulla morte
fissa nel mio osso in cui resta fisso un sogno
che s’ammanetta furbo alle cellule del midollo
di cui m’è proibito vedere il conto alla rovescia
a me dell’avventura oltre le ragioni
piace l’azzardo
e quel non so che di piacere quando il dolore straripa per partorire gioia
diventi un mini Johnny Cash che parla a Dio
da un distributore in strada d medicinali
ma solo quando è sera fiorisco oscuro
d’ogni dannata peccaminosa lussuriosa tendenza musicale
mi apro in petali al pulviscolo stellare
per tenere ancora in luce i tremiti dl paura
che hanno uomini e Dei
trovato Amore
“Poets and Lovers”
Troppa bellezza
Ma tu che t’apri al sogno - chiusi gli occhi
in un giorno e in un posto qualunque
aspettando svaniti i mostri
di abbracciar l’amore
non sei un santo
non un pilota del tuo destino
ma solo un uomo
che piange
che ride
che dichiara guerra la male per poi cadere nel peccato
ma tu che cerchi un varco all’oltre
vieni
afferrami
insegnami a vedere nel buio più pesto
e rotta la voliera provare ste ali
trovare un mare
quello che porti al mistero
quello che porti a un Faro
e da lì cercare le galassie grasse come mucche elefantine su un prato d’astri
con lune pezzate denunciate per troppa bellezza
o cercare
sopra le onde
spinti dal vento
in mezzo a sirene dolci
in mezzo a ombre e nebbie
ascoltando Ray Charles e Albert King in Heaven
la follia …
che in marea si spinge verso riva
dove giargiani bagnanti chiamati poeti e in scafandri di sogni
emergono chitando rumorosamente con picco di sole
oh i tesori sommersi …
lasciando a noi e solo a noi
il blu del mare la loro leggenda
l’onta
l’audacia
il dolore
il cuore in fiamme
per replicarne i gesti
“Poets and Lovers”
E venne la notte
… e venne la notte.
Erano entrati nella mia costola i tuoi respiri.
Come ardeva e quanto ardeva in noi, il buio,
tanto da sentire piangere di tristezza i fantasmi
rimasti nudi in piena luce
mentre le ombre si coprivano amorevolmente
di baci.
Eravamo audaci,
con le nostre mani a disegnare bizzarre figure in aria
prima di un abbraccio -
portando sentore di narcisi al cuore cui era mancata la primavera
così testarda da tenersi per sé le piogge.
Venne la notte in solitario silenzio e con bramosia di sogni,
venne con le sue piccine stelle bianche nei carillon di cosmi
per dare felicità agli occhi eunuchi di questo pianeta …
ti stringevo fino a trovare nel tuo odore il mio nome
e mi rapivi la bocca
e ti rubavi il rosso dal mio sangue
tanto erano forti le notti di fine Marzo.
Volevo morire per te, per allungarti i giorni.
L’oscurità era meno famelica del bisogno che ha l’amore di nutrirsi
e andavamo entrambi Io e l’Amore a caccia appena notte
cercandoti nei letti delle altre
nelle case sbagliate
agli indirizzi di lettere mai mandate.
Così ora …
quando viene la notte io ho i brividi che espando come un canto
l’amore ha trovato riparo nelle tue vene
e sebbene non ci sia alcuna voce che mi chiami io sento
come un gemito
come un lamento
come un richiamo
come un invito
e accidenti quant’è dolce.
“Poets and Lovers”
Veloce follia
Ero diventato veloce
mi piaceva amarti
sempre in fuga per non darti noia
calzavo piedi piumati per rincorrerti nel sogno,
dove mi aspettavi -
mai ridendo ma col broncio.
Eh, sì, ti facevi amare
con tutti quei pensieri meticolosamente disordinati
capaci solo loro di generare follia
di cui ti vestivo per dare al tuo corpo l’aura
da immortale.
E molto prima del giorno
aprivo la porta sulla disperazione per ritornare sveglio
lasciandoti lì nella natura perfetta del tuo volo,
e forse mi restava nel palpito la percezione di averti ancora con me
sì mi mentivo, mi mentivo d’averti addosso, d’averti nel sangue, nella mente
nelle mie gambe e nelle mie ossa
ma più mi mentivo, sappi,
più io ero felice.
“Poets and Lovers”
Giornata della poesia
Non voglio morire libro ma anima, avrai compassione di me?
Proverai per me pietà? Raccoglierai le mie memorie, le mie lacrime ….
o resterò nelle ceneri dell’età un ingiallito contuso da muffe
tra le mani di qualche orribile essere che detesta i poemi …
“Poets and Lovers”
ultimo sogno
sei nelle mie ore dell’alba _ ultimo sogno
“Poets and Lovers”
verso le stelle
file
uomini
etichette
mostri
foreste di ceneri
amori non facili
caparbio il corpo
sculture
alture d’acciaio
prigioni
poi nudamente sognanti
foreste di ceneri
con anime di poeti
emersi dal fuoco
del loro amore
in vecchie ristampe
così urli
un urlo che sembra un canto
verso le stelle
“le Opere maledette”
Breakwater
cento brividi al secondo
il mio cuore è un fienile circondato dal fuoco
vittime dell’orizzonte e maledetti d’amore
mai separati dal cielo ma sempre fissi alle radici
sei nella primavera … nelle polvere della strada
… sei nelle mie vene
Paris rises graves for yellow matters
there’s more than a road
remember
nervosi come i velieri contro i frangionde tra i semafori
gli occhi di tutti ma non i tuoi
piogge che si trasformano in fiumi
poi in mari
poi in gabbiani
in volo spericolato sulle rive dei primi respiri
dopo il sogno
è così _ è alba
l’inverno s’inginocchia
è pronta per lui in Saint Denis una reale tomba
dove riposerà per altri sei mesi
non v’è vittoria dell’Inferno tra le sbocciate rose
non v’è vittoria nel sangue che del rosso
così come sei unica
tu creatura che ancora non mi appartieni
perduta forse tra le pagine fitte del destino
ricorda
il mio cercarti è veleno
è un contagio che parte da un passato alieno
da una vita in cui io ti appartenevo
e oggi
il mio cuore è un fienile circondato dal fuoco
davanti a una mesticanza di pedoni
di auto di consumatori Wi-Fi e di trafficanti
avanti fino alla primavera
fino al porto dove il Diavolo non porta tempeste
dove i tuoi occhi Faro ad altre stelle
non temono le stronzate
amando
il mio cercarti è sono il dannato
inizio
“le Opere maledette”
conquistatore
a cavallo dell’oscurità che vinco i sogni
mi ubriaco di ombre e m’incendio
lasciando al silenzio la stanza e le sue mura
scappando in strada per ogni tortura del sole
e mi lascio andare al fiore postumo all’inverno
inventando un Tamigi in mezzo al traffico con larghi ponti
dove si appoggiano gabbiani ischeletriti e senza fame
mentre le acque nere borbottano al me fantasma
i loro poemi
si lega in plastica
il fiocco al sacchetto di pattume
per logorare il pianeta malato e assente
e forse vorrebbe gridare alla vita
che lo consuma
che lo rende deserto
… in principio fu la luce
poi l’anima arrivò con altre stelle
di notte apriva le porte ai mostri
di giorno giocava agli “Immortali”
così mi lascio andare alla passione
come ogni conquistatore che reclama vittoria sul male
mai veramente perdente davanti a Morte
mai veramente vincitore sui mortali
“le Opere maledette”
fior d’alghe
s’ampolla tutto il ceruleo
sul mare nemmeno un’onda
capitano dei tuoi sogni indagando l’abisso
fiori di alghe
fino ai castelli di scogli
fino al faro avventura
probabilmente oltre la morte
valchirie nubi a difendere il Walhalla
dei prodi
dei timonieri
del folle
e del mare diventa il cuore
spugna imbevuta di tesori
cui il destino accede
dalla leggenda
v’è posto solo per un passeggero
la chiglia affonda
tremenda tempesta
si salva lo spettro del desiderio
d’essere libero
dalle catene
e a bracciate navigare stremato
fino a riva
fino alle stelle
fiori di alghe in abbracci quasi umani
dove tu divertito dallo stupore d’aver vinto l’inferno
trovare rifugio e il piacere
d’abbandonarti a un’altra follia
che ti vede riprendere il mare
a sfida
“Poets and Lovers”
bright light
il sole batte sul lato scuro
t’intendini fino al rimorchio dell’io che ti trascina i sogni
sei come un Syd Barrett maledetto ma con più silenzi intorno
che non parla mai della voce con cui gli urla il cuore
sai bene che i guerrieri sanguinano al pari dei tramonti
al pari delle ferite quasi senza cura
in cui nascondi l’essere invincibile
perché non v’è misura per una leggenda
quando questa è oltre ciò che gli altri comprendono
sei tu uragano con venti forti nelle tempie
sei tu ciclone contro i tempi tossici per illusionisti professionisti
tu che liberi dalla sua gabbia dorata _ l’amore bestia
sei tu cannibale che ti distruggi dentro quando il vuoto
non porta col risveglio … i colori
ma poi cedi alla danza bizzarra d’un raggio di sole
t’ammorbidisci quando l’orgasmo tarda per una chimera
che ti morde dai pensieri la dolcezza
e di cui temi i graffi quando buio
ecco come si accende la speranza
nel suo multicolore plenilunio
verso cui tutti pregano
pagani spettri cantanti dalla storia
morti Poeti disturbarti dai ricordi
di chi li chiama durante una lettura
di chi li raccoglie dai libri
o dal profumo esotico di un poema ermetico
o senza dozzinali spiegazioni
t’accendi
bandiera a fuoco
intossicato dagli ideali di purezza
il resto di te ai cani
ai vermi
alla morte cruda
il vero sentimento brilla a dispetto del tormento
della carne e dei respiri
tu splendi
“Poets and Lovers”
Mezza Luna ma splendente
Ti dirò di me in ginocchio, come una preghiera.
Il mio cuore è la mia bandiera.
Ombra, dietro quella tenda di pensiero che ti nasconde alla morte,
sarò lo spettatore che si racconta con una maschera …
quella che tu pure, indossi quando sei clone dell’abitudine.
Mi sfama l’Inferno.
Sono la sua timida creatura
che sceglie i peccati e le brutte strade,
per spingere il bene agli altri
anche loro pessimi interpreti della vita.
I miei seni friggono
e ho un cuore fornace che intimidisce gli uragani,
nel sangue mi scorre un piccolo Caronte col pallino della lirica
che canta “all’alba vincerò” _
sebbene lui sappia che appena l’alba vedrà il dentro del petto,
io sarò morto.
Sarò ossi bianchi,
quelli su cui ora appoggio la mia anima,
mai prostituta se peccato_
ma molto criminale per amore_
Non mi chiedere di essere un angelo
io sono verbo, anzi
io sono rumore e basta.
Un ronzio che ti resta in testa appena fuori
dalla tempesta …
dalla strada che hai fatto per vedermi ..
dalla fatica per ascoltarmi …
dal tempo che hai investito per vivermi,
clone dell’abitudine.
Qui si cibano vermi elettronici del nostro amore,
dei nostri sogni e della nostra vita.
Il tempo è un superstite abile a superare anche questi
ma ho il sentore con la carne, con ogni cellula
che ciò che no può essere fermato
è l’attimo in cui un bacio diventa universale - -
e due procreano altra vita
mentre la morte ci mangia,
ci mangia,
ci mangia
e noi consunti
continuiamo a procreare sogni _
così affamati e maledetti dallo stesso ideale di passione perpetua
per ogni cosa
sia vasta.
Ti dirò di me in ginocchio, come un preghiera.
quello che possiedo è quello che nessuno può vedere
ed è un bellissimo me senza materia,
senza vergogna,
senza niente
pieno di coraggio.
Lo stesso che hanno le farfalle monarca quando migrano -
oltre la vastità oceanica
per amore di una forza
che obbedisce a una chiamata.
Ora che sono qui
sarò il tuo ronzio nel capo.
Non domandarti perché?
Ma quando?
quando tu potrai divenire il mio
e questo ronzio moltiplicarlo per tutte le creature contagiate.
Ti dirò di me in ginocchio, come una preghiera.
Il mio cuore è la mia bandiera.
“Poets and Lovers”
Misty waves
dopo un notturno volo
sotto i fini fiori di ghiaccio
alle rive del fiume di nuvole dove si ferma il sole
t’arrendi
fuggito a letargia seppure ancora tremi marzo
come una falena ferita da falso del lampione
tu dal tormento
crei i sogni
povero Poe sparito nella notte
di tutti i desideri diventati uomo
che ha poca pace nella vita
dopo un notturno volo
sotto i fini fiori di ghiaccio
mentre amore resta in corsa
alle calcagna dell’Inverno
t’arresti davanti a un alberello che grida nudo “aiuto”
e gli sorridi
comparse in lentiggini le gemme sui suoi rami
che lui non vede
come tu non vedi i confini dei tuoi sogni
perché come tutti gli uomini hai solo cieca fede
nell’amore
quanto ti trasporta oltre
come un suono di balena
che attraversa lo spazio
per l’anima che stringi di notte
per cui scrivi poesie
ecco la follia
… se ti dicessero sei pazzo
tu –
tu non pensarci
ma vai all’amore
fosse anche passando per l’Inferno
“Poets and Lovers”
Febbraio
Voglio fuggire in un suono.
Essere ascoltata dall’infinito,
nascosta _ alla pioggia, al sole, al buio …
_ nascosta alle stelle
in un … antico tesoro,
sotto un fondale
con un oceano …
uno strano oceano sopra
di cui non conoscere i confini.
Un oceano che fosse mio - un giorno,
mio in quell’universo
dove dormire,
dove svegliarmi
per poi giocare a fare la vita.
Ecco dove vorrei fuggire.
Non più foglia.
Non più radici, non più nulla
solo armonia come un arcobaleno
ma senza la pioggia e senza le tempeste.
Con le mani aprire strade nei mari,
tra i geli dell’inverno
alle porte di febbraio che trema sotto le coperte _
ed io amarti …
cosmica creatura in fiamma perpetua
stella per questa nave
amarti
con ogni sogno che trascende la carne
amarti
_ nascosta alle stelle
in un … antico tesoro,
sotto un fondale
con un oceano …
lontano dai geli di febbraio
di cui mandare al Diavolo la perseveranza
con cui è ostico ai fiori,
alla dolce brezza,
agli innamorati …
“Poets and Lovers”
Il Cantore
ardi e nella città lontane sono le stelle
sotto una maschera come Frankenstein ripudiato dai sogni
bevi da una pioggia al piombo _ il futuro
spaccato ferito eppure resiliente tu regola della speranza
ti racconti bugie prima di chiudere gli occhi
tu ami
più di ogni uomo col cuore che ripudia la carne per vedere l’alba
tu infiammato dai confini e dal tocco d’anime nel coraggio
tu virtuoso eppure perduto
dannato se intensi i sentimenti nel sangue
tu che fai parlare le pietre perché poeta
ora canta!
canta al mare
all’albatro
alla vela maestra
e lasciati andare al destino
poiché trionfante sarà sempre Morte
che nulla può contro gli ideali dei folli
Poets and Lovers
Passaggio tra i mondi
ora che il freddo calma l’insonnia
stizziti eccitati eserciti nel traffico speranti il sole
e s’incendia quel che resta di Shakespeare
Juliette di nuvole e Romei vagabondi in tempeste
Tu parli al mio cuore rosso
come Keats a una pioggia di stelle
con lettere da un paese straniero dove
qualunque poeta senza i suoi sogni
muore
così mi scendi dentro
no Whatsapp
no cellulare
no grevi verbi
ma vento senza parole
onde senza Marea
fondali senza tesori
mi scendi fino al vuoto
fino all’odio che ho del silenzio
quasi
io fossi una Shelley senza il suo mostro
pronta a disperarsi per l’amore
quando non ne capisce il fuoco
ora che il freddo è mite _ veglia speranza
entri in me come un passaggio tra i mondi
tanto che la bocca s’appresta al bacio più lungo
su un ipotetico ponte sopra la Senna
dove regna l’amore
per gli illusi
non ho forse ragione?
…
(Rosa dalla Schiena Nera)
quando il cor’ s’appiccia
noi come i fiumi sussurriamo alle stelle
zitti di nuvole in brodo di sogni per i vagabondi
ti passo il silenzio e la corrente d’amore
mi passi il tuo fuoco per gli occhi
dimmi che la tempesta è solo un roseto e spine
dimmi che se arrabbiati tu ritorneresti coi stormi
noi come i fiumi sussurriamo alle stelle
mentre il mondo s’aggrappa in fortuna ai sognatori
“Chiove O Core”
Varco ai sogni
sangue scorre inverso in te
forti i venti d’immaginario
amiche di passioni le ombre
albe si tessono al tuo corpo
hai visto cose
le cose hanno visto te
chi ha paura di chi
ed ecco un varco ai sogni
tutto ciò che ha vita ti passa la sua fame
un divoratore universale con infinito appetito
sangue scorre inverso in te
nulla è’ per sempre
anche se non sai pregare
anche se mai in ginocchio
in ascolto d’un mare
lontano
che chiami a sé’ il tuo fuoco
ad ardere ancora
e ancora e ancora …
si chiama forse speranza?
si chiama fortuna?
il languore dentro lo stomaco
che ti lancia sul mondo
che ti mostra le stelle
senza il paravento degli occhi
oh friendly Hades
oh sweet shade of Darkness
una strada all’amore attraverso il mare
che il mistero nasconde nella sua tasca
e che vorresti rubare per prolungare
il momento di gioia
l’attimo d’insonnia
cui si arrende il te combattente
quando arde
quando arde
quando splende
Poets and Lovers
Il Natale dei borghesi
ci sono bambini con facce da mostri e mostri con facce da bambini
pianeti verdi pianeti neri pianeti rossi
inverni col sole e inverni con occhi che aspettano la neve
figli di angeli figli di demoni figli senza genitori
…
ci sono nelle lunghe notti di Dicembre
Lune piene vampire che assorbono sangue umano
dai sogni
dai desideri
dai piaceri
di esseri che hanno tutto pur non avendo niente
e ti domandi
io?
io a chi appartengo
io nella testa di chi vivo
…
ci sono unti d’amore di cui temere la forza
che ti contagiano
quelli che quando conosci ti portano a ridere con le lacrime
quelli che quando abbracci ti portano al loro fuoco
e tu
tu diventi una scintilla in mezzo al niente delle strade
ardi consapevole della tua missione d’amore
anche se imperfetto
anche se a volte criminale
o persino orrendo
…
tutto il marcio dietro al poetico
abbandoni e rimpianti
richiami silenti e palpiti disperati
… rumori come tumori che spezzano la quiete del gelo
in cui le braccia che ti abbracciano
escono dal suono
infrangono le barriere del tempo
e ti tengono lì
nello scrigno prezioso di un bacio
…
Natale di verità antiche mai capite
Natale di zombie in palestre e shopping d’incontri in etere
Natale di pochi sorrisi e molte solitudini
di film a lieto fine e insalata russa
di Gucci Dior o Valentino
il Natale non era per bambini?
…
ci sono alberi ancora più verdi se inverno
bocche di vulcani che fumano
nello stomaco degli innamorati
e ci sono quelli come te
che aspettano
di impazzire
per un amico arrivato da un lungo viaggio
solo per darti quell’abbraccio
che altrimenti non avresti mai avuto in dono
e
se ti domandassi dove e quando i MUSE leggeranno i tuoi versi
prima di ispirarsi a una nuova musica
troverai la risposta tra mille anni
dopo centinaia di forti abbracci
dopo aver dato un senso più forte del corpo
all’amore
…
qualunque sia la risposta
oggi è Natale e ti guardi allo specchio
se tu corressi in strada al cancello
sperando qualcuno che ti ami arrivi
arrivi col desiderio – saresti un folle
quindi starai in poltrona pensando e ora?
ci sono angeli che ti tengono tra le loro braccia
peccato che tu non li veda
…
se solo l’amore per un giorno soltanto fosse di tutti
l’orgoglio
i pregiudizi
le paure morirebbero di fame
e il buio
o il gelo
o il vuoto
sarebbero solo mari per i fari di tutti i contagiati
tutti i sognatori
tutti gli innamorati
tutti folli
… ma non è vero
non è da tutti e per tutti l’amore
purtroppo puoi solo sperare di volere pensare
che il bene almeno a Natale
trionfi!
Poets and Lovers
a winter tale
s’insera
s’instella
fiammeggia nel cuore
coi sogni
in silenzio
il Natale
“Poets and Lovers”
deep dark pine green
se hai il sangue maledetto dai sogni non resti ostaggio della paura
sei lì in strada con gli Alpha lupi a lottare per il tuo fuoco
e non mangerai
non berrai
non dormirai
non respirerai
finché quel trepidare leone avrà premio sul male
è un rodeo tra i tuoi denti e le parole ferme in gola
col gelo
Dicembre t’insegna a mordere più che puoi dal silenzio
sioux nei tuoi alveoli pronti per l’attacco _ gli istinti
come spettri di poeti che dormono nella nicotina della città tiranna
l’Inferno ti visita più volte al mese
come una recita di Keats alla sua donna
e non v’è ballo con più lussuria
di quello della febbre
che si compiace a prenderti in albe
gli orgasmi
ti domandi
“come amano gli amanti che stanno insieme per tutta la vita”
“amore corre fuori in pigiama a aspettarti nonostante inverno?”
il problema con l’amore è che non ha mai mezze misure
lo uccidi - ti uccide - lo uccidi
ti morde - lo mordi
e diventante nemici – amici - soci
bufere legate al nevischio
che incede
incide
incalza il cuore darsi a speranza
quando hai il sangue maledetto dai sogni …
sei feribile sei fragile
non sei un eroe
cresci follia come una bambina preziosa
nel tuo sottosopra del piacere
cui sei legato in carne in sangue in ossa
quando il mondo contro
e tu … in attesa di una magia
nel dì di Natale
“Poets and Lovers”
Uomini in inverno sul mare
vedo del mare le nebbie e il senso d’infinito
niente giochi di luci e rive calde
solo tormento di onde in umido d’aria
dove i sogni vanno per forza avanti
ho il cuore marinaio ma non spavaldo
e un impeto nel fuoco che mi spinge
a non cercare un posto migliore per amarti
persino quando aspro vento o tempesta
meglio dare alle spume le lacrime di ogni angoscia
portarti a casa solo il meglio del viaggio
con luci di stelle vere nel cuore del Natale
e un dono d’avventure da raccontarti in baci
inferno d’acque o Eden questo è il coraggio
e se morirò
morirò pensando ai tuoi occhi ancora più lontani
di dove saranno i miei allora chiusi
or dimmi
che Luna resterà nel celeste bianca per dare luce
a questa insonnia beata
di un regno tra Ade e Olimpo d’acque con tentatrici
or dimmi
che non mi odi solo perché non senti i canti di quest’avventura
vedo del mare le nebbie e capisco ancora meno l’uomo
v’è troppo ancora da plasmare nel Grande cosmo che mi sussurra “vai di cuore”
ed io vado alabastro gabbiano testarda creatura io vado a cercarti
dove so che tu fai adagiare i sogni
accendi una fiamma che scaldi sopra il cielo
nel mare blu nel mare mi senta mai perduto
mai prigioniero
dirò di te ai venti alle sorelle Parche a Nettuno _ e _
con dono d’onda dolce tornare al tuo abbraccio
“Poets and Lovers”
Love actually
Londra un po’ Frankenstein
tra eternauti in caschi d’immaginario alimentati da stelle
e gabbiani bulldog col cromosoma byroniano
contro i battelli di fango e miseria
Harrods dei poveri _ i viali lungo il Tamigi
receipe mielosa per voraci turisti scenario da Globe
al meriggio
s’inglassa di luci ogni viale ogni vetrina ogni cosa
non mi conosco più
ti sento nella mia testa
come se all’uggioso si sostituisse un giardino di fiori
con mosche api e zanzare
tutto perfetto fino al prossimo sogno
dove l’unico zucchero della giornata sarà il “ti amo”
vivo di te in questo biscottificio a cielo aperto
re e regine selezionati per fare etichetta sui merchandising
lo ucciderò
io ucciderò quel mostro secolare che t’imprigiona il cuore
chiamato paura
Londra scommessa su qualunque cosa abbia zampe
e si schiumano nella birra i fan del five o’clock in the evening
It rocks baby sul mio cuore in pigiama con le stelline
c’è posto per due nella promessa di essere felici
ever after
siamo gustosi diversi avversi alle mode siamo in amore
pieno inverno
fila davanti a Misato nemmeno un cliente scontento
ho fame
vivi con qualcuno e lascia che ti renda felice
un cartello in strada per la raccolta di soldi
ai sventurati
è Natale
è Natale
gioite un po’ di quello che non comprate
gioite di quello che vi avanza per qualcun altro
gioite se gioire vi porta in alto
tutte parole senza un senso tra gli strati del “io voglio”
dispersi ma sognatori restando
acque bisbetiche acque zitelle fino al mare
ponti per unire gli amanti
ponti per dire di luci colorate “ecco i nostri astri”
qui c’è ancora piacere nell’inesplorato
ciò che ancora il buio del tempio offre in dolcezza
a menti fervide
a menti che si appartengono
“Dicono che la Speranza sia felicità,
ma il vero Amore deve amare il passato …“
quanto è poetico nonostante il rumore
ciò che resta dei Grandi
e più mi sento solo in questo quartiere con disadattati
più il mio cuore cerca le tue braccia
non sia egoista il mio fuoco
e se lontani
sia il bene a Natale a unirci in sguardo
alle stelle insonni
“Poets and Lovers”
nr.25 senza campanello _ tu suona
leggo troppi libri
ho colpa di guardare le stelle
di uscire ferita dal sonno
e di litigare senza un perché con l’alba
come tutti i Byron correrei su un campo di guerra
mi hanno costruito una bara d’acciaio piena di poemi
dove il silenzio li reciterà tutti indifferentemente il tempo
mentre morirò sempre di più per il mio ideale
leggo troppi libri nata a Natale
menefreghista se le Pleiadi si spostassero dalla mappa dell’universo
non so bere e rido molto colpa del vino che restituisce la gioia
a tutti gli imperfetti
Dio li abbia in Gloria
i cani mi amano
i pesci mi amano
le piante mi amano
gli esseri umani un po’ meno
quando abiti dalla parte sbagliata del cielo e non impari mai a volare
ti rifugi nel soul fino a crescerti l’adolescente ribelle con Aretha Franklin
brucando in virtuale da foglie proibite e filmando nei cortei fumogeni
la coscienza _ be careful with a fool direbbe Winter
sono della pazzia di AB something
dell’ilarità sul volto luminoso di Igor
mentre Frank ostenta la sua creatura a un Dio oramai superato
… esausta … io “a natural woman”
nr.25 senza campanello … se vuoi … tu suona
“Rockets killed the Warriors”
sangue blu pieno di stelle
m’è l’inverno come un pane caldo di cui senti il profumo in strada
nemmeno una voce
nemmeno un latrato
nemmeno il rumore d’un ala
soporifero _ il glitter notturno sonnecchia sul soffice muschio
buffe le ombre
daini i fogliami
in viaggio il Poema Bianco
senza sciarpa guantini o capellino firmato
si sposano e sono felici campane coi campanili
mentre tu mi scivoli dentro dolce come il vino caldo
m’è il sangue blu e pieno di stelle
ogni cosa che tace porta a un desiderio
t’inebria il sapere che esiste magia
anche nel più buio angolo di questa città
il Luminescente sta all’Avvento come il bacio a due innamorati
in ste notti si scrivono per amore lettere senza parole
ecco il perché dell’inverno
del caldo nell’anima anche se smarrita
destati cometa
destati astro
destatevi angeli
destati Pittore
ecco la mia opera
chiudo gli occhi
inspiro l’aria fredda poi tremo
m’è il battito un canto di ringraziamento al Natale
silente la piccionaia umana in attesa dell’alba
cammino coi sogni davanti
e sono felice
“Poets and Lovers”
Il Natale degli uomini che amano
pesto i piedi di freddo contro l’asfalto … sei in ritardo-
ho il cuore melassa dentro la casetta di marzapane di quella pasticceria
dove i nostri incontri erano litigi e baci … litigi e baci poi litigi e baci
fino ai baci
gli altri umani ora stipati nei telefoni con le loro terze … quarte vite
a me basterebbe una intera con te
in un regno biscottificio
i Drifters escono illegalmente dalla spettrologia per il White Christmas
corvi col disturbo della personalità
gridano slogan vegani in corteo
viole nei vasi sopra i balconi brasati da smog _s’aprono gelide
Natale in canfora con sciarpe costose eppure infelici
se tu partissi dai miei sogni arriveresti prima …
oggi tutti nel traffico come rettili scaldati da noia
… vorrei alberi o lunghi viali di foglie morte su cui ballare
ahimè non vendono sonniferi per città giganti con erbafobia
spinta nell’anima del cemento
ed ecco che mi ritrovo a fare speleologia per centri commerciali
in cerca della misura giusta di un dolore che mi colmi
il te assente
sei la mia sinagoga per il prego
la mia rosa bianca e di ghiaccio che fiorisce in capricci
per brillare dove gli occhi non vedono che il presente
e mi manchi
tu mi manchi mi manchi
spesso gli uomini che amano si nascondono nel proprio orgoglio
io lo getto al vento
vago in giornate senza lavoro cercando la neve
sperando sempre sperando tu sia in completo abbandono
senza il pensarmi
così che il fuoco abbia ragione sul materiale
sulle sconfitte e sugli sbagli
tanti labirinti con minotauri per streghe capaci di soffiare l’amore
e drogare le loro febbrili menti con erotici giochi
giochi di guerra in notti con astri e nevi abbondanti dietro la tenda
tu mi manchi
mi manchi mia agonia da sesso
da fulmini con i brividi
da sangue nervoso e fame di morsi in carne
tu mi manchi
mi manchi libellula natalizia col rosso nel petto
dove lasciare il capo dopo la sbornia
mi è caparbio il tempo che si ostina contro
si chiama inverno forse?
o si chiamerà dissolutezza di pensieri
or belli or lussuriosi
non voglio fare un bambino di plastica
ne qualche mostruoso angelo di cui vantarmi in fotografia
vorrei uno come noi imperfetto e banale
col diritto al gioco sul prato che oramai non c’è
pesto i piedi di freddo contro l’asfalto … sei in ritardo-
notturniade con luci colorate e alberi agghindati
caravelle con fili d’angelo per dare argento al passante
m’imbudino nella folla col dentro in estate
Keats s’incorona re in qualche stanza del me
The feel of not to feel it
un altro Natale per comprarti senza averti
e vorrei vorrei tanto dirti anche se non posso
che poco m’interessa di quello che possiedi
e quanto incommensurabilmente io ti cerchi per i difetti
tu sia
siate tutti felici
luccicate e splendete
mangiate e bevete
amate e fatevi amare
fino al dolore di stomaco dalle risate
fino alle lacrime
che c…. è Natale
pregate tutti e siate gentili
come io lo sono col mio aspettarti
“Poets and Lovers”
rondò
lumeggia e spinta a nebbia l’aria
dei torsi d’alberi contro i cementi dove palpitano i cuori
il regno
s’avvinghia a chele d’ombra il freddo
mentre rincasi audace di grandi battaglie contro l’alcool
testine brille d’astri come gargoyle in cima al cielo
pinnacoli di corvi che battono a caccia la campagna
la tua natura si chiama desiderio
t’aggrappi sognatore a ciò che tace
mano sul petto per zittire Morte
spumeggia bardato in nubi grigie il buon Dicembre
si bloccano i ventricoli nelle campane del mattino
Miltoniano l’Eden in cui s’incantano di dolcezze gli occhi
nell’Infero dei peccati il corpo
ancora tra i tiepidi sudari di lenzuola
ed è una guerra sedare con la mente il fuoco
che lento scorre fiume lava nelle vene
che alimenta ogni testardo nervo
che alza il tetto dal piacere all’abbandono
infuria lussuria vampira nel te diletto
fino a tirarti folle fuori dalle carni
or vieni
tu vieni a salvarmi
da questo me tremate e in fin di vita
dal me sognante che brama ancora altro
tu vieni nell’ora del sole
così da togliermi dalle catene delle ombre
che qui
continuano a sussurrarmi … amore
che qui
continuano a darmi … tanto
che qui
cavalcano con me … oltre la morte
lumeggia eppure io dall’alba scappo
per farmi divorare da fauci crudeli
di spettri creati dal me pensante
per dare altro desio al piacere per svuotare il vuoto nella carne
e ritrovare il senso a sta vita
or vieni a salvarmi
ho posto per te tra queste braccia
la porta è aperta sai … da sempre
vieni col sole o meglio vieni col buio
per fare l’amore
per liberare follia
per sognare
in abbracci
in baci
in nulla
se non devi venire vai pure al Diavolo
ti troverò lo stesso sceso in Ade
nella notte in cui preso a noia
vorrò salvarti
… o no
“Folgori notturne”
Il festival della neve
Ti chiamerò Strega! mi farai innamorare sciogliere cera nera
sulle tue ciglia con occhi ardenti
e aspetterò il festival della neve
per vederti volare
bufera colpendo gli astri indifferenti per colpa tua,
alla Luna.
Saremo insieme uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna,
noi staremo insieme oltre le ere,
sarà un destino di magica caccia al bianco perfetto
del fiocco di ghiaccio …
nel dì di Natale.
Avremo fame e vorremo mangiarci,
divorarci a partire dal cuore, dall’aria,
dai passi poi dalle ombre,
noi ladri di storie d’amore,
diventate leggende nelle bibbie delle favole
scritte dai matti … …
“Poets and Lovers”
Midnightmare and Paris
sarò in pericolo stanotte
una notte senza Luna bianca e senza stelle solo blu solo inverno
tu dammi emozioni
dammi fiocchi di neve sul petto senza vestiti
è un vecchio Natale … canta una canzone
luci calde sulla Senna sporca di storia di guerra
di silenzio
morirò stanotte desiderando un desiderio
ti lascerò il mio amore nei sogni
puntati bandiera su Notre Dame
in tutù di Gargoyle e antichi pizzi di pietra
Petit Papa Noël non fa neve sei solo a letto
lenzuola inamidate che profumano di promesse di domani
tu scappa
vieni a me
sarò in pericolo stanotte
tra spettri tristi o tra quelli allegri
che tra vagabondi s’intendono solo se ubriachi
tu mi guarderai da lontano spogliarmi per farmi un bagno
per eliminare le regole e la paura rimasta in peso sulle ossa
topo Jerry sul Frosty River
resti di scioperi gli ultimi fischi
sempre diviso a metà il mondo dei poveri
il mondo dei ricchi
all’Operà sipario chiuso lo Schiaccianoci riposa
Dio ha una parcella autorizzata per il parking di renne
e si fuma un sigaro nella slitta rimasta nel garage abusivo d’un rom
chiudono gli occhi persino le piume nere sui corvi
le luci della città ardono il soffitto e sparano al cosmo
dove sei per guardarle?
sarò in pericolo stanotte
ascolterò le favole dei passati Natali camminando verso lo spazio
forse sognerò di te
forse saremo felici in quell’idea
e immaginerò le mie scarpe piene di neve correrti incontro
nei miei sogni sarai la New York d’oro
anche se è soltanto Parigi
con vagabondi che imprecano contro il governo
anche da morti i re e le regine inghirlandati scintilleranno
e le acque color fango prospero di sporco per un attimo in fiamme
Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu'il m'en souvienne
La joie venait toujours après la peine
di questo d’Artagnan ormai in gloria
ed io non ho sonno
ed io ti voglio
ed io cammino nell’ora tarda senza stelle in pieno inverno
blu nel mio cappotto
blu tremante perché ho freddo
blu immaginando di correrti incontro
oh Notre Dame
baciamoci
finché in pericolo
io e te
due mostri in una addormentata Parigi
coi cieli rosa
neve
“Poets and Lovers”
soloneititolidicoda
vivo disturbata sopra il mio asteroide lasciando agli umani il pianeta
pesco le stelle dai sogni per alimentare le fiamme del dentro
sono come si dice “una irrecuperabile” vagabonda di sensi
e chi non mi tollera ma mi passa attraverso diventa a sua insaputa portatore
delle mie visioni
dei miei desideri
dei miei piaceri
portatore di favole e leggende
senza un perché in natura
anche se v’è una regola strana
una che solo noi
quelli che viviamo sopra gli asteroidi
capiamo profondamente
…
“Sole in Tempesta”
stop movin’
trovami uno spazio in città senza tele di ragno e senza serpenti
da dove potere ammirare ogni bellezza del cielo in silenzio
portami sulle spalle a caccia di fiocchi di neve con cui farmi collane
mentre saremo seduti in un bar come predoni innamorati della cioccolata calda
vienimi incontro all’ingresso dell’ascensore per salire insieme all’Eden
se in ritardo spedisciti con le lettere d’amore all’indirizzo che non ricordi
ti troverò negli occhi di uno smarrito sognatore senza cappotto
che danza sui marciapiedi felice in mezzo a gente più pazza
ancora buio tra poco la ressa nel traffico tutti con una maschera
saremo su questo pianeta i numeri perfetti inconsci di un potere
che regola il domino del Karma causa e effetto
trovami uno spazio in città con rose in fiore e altri straordinari eventi
Poets and Lovers
lungo novembre
m’è passato l’autunno davanti agli occhi e t’ho sentito col freddo nelle ossa
ho rimesso i ricordi in una lettera avvolta in alluminio che riposa nel freezer
e sono un po’ come Dorian Grey i cui peccati resistono martiri al tempo
senza dovere mai pagare per essi poiché dormono felici coi blocchi di ghiaccio
mi pento di non essere abbastanza forte da fare un buco nel cielo
per prendermi le stelle che mi avevi promesso
mi avevi promesso qualcosa ricordi?
non era in mezzo al bianco al nero ma faceva molto rumore e mi piaceva
romantico e uggioso ma romantico come un valzer di Sviridov
per pochi poeti malati stagionali e contagiati da odi che nelle loro teste malate
fanno eco per una lunga vita
quasi un lungo novembre
un novembre nero seppia e di tremiti
con sguardi timidi che fissano il fondo tazza di cioccolata
ma vedi ora piove vorrei nevicasse
le nostre mani si propongono mentre noi freniamo
perché frenare ci fa male e ci fa sentire perfetti per un dramma art dcò
con palpiti sospiri fisime attese cose pratiche per malati mentali
i cui corridoi dell’immaginario non portano ai confini ma solo alle domande
ma hai visto quanto sia fredda la notte d’inverno
e di blu intenso il colore del dolore che parla al posto del cuore quando desidera
no
non puoi avere visto quello che io vedo con le luci spente
sparite le ombre
le foglie morte
gli alberi nudi
le gambe delle strade che imparano l’erotismo da prostitute eleganti
…
mmmmmm …
in una forma di piacere si rannicchia il corpo aspettando il sogno
non corre quasi mai novembre poiché sa di fare male ai soli
così tremo indipendentemente dal freddo dalla coperta che scivola
dal letto troppo grande e la brutta faccia dell’insetto errante
tremo e mi chiedo perché si fermi in me solo questa implosione di emozioni
perché ardo senza alimentare le fiamme
…
appena mi riponderai sarà ancora novembre
come quei novembre di cui Hood canta il vuoto
io spero sia il novembre bianco
che danza intorno al fuoco
ricordano alle anime animali
la loro folle forza nel divorarsi
per poi piangersi
per poi abbracciarsi
per poi
…. ma chi se ne frega
Poets and Lovers
Blue Monk
col seno scoperto allatta le stelle la stringi e lei ti sorride
il sogno ha un che di mistero che ringhia quando il corpo ti trema
ogni muscolo ogni nervo ti è nemico se in preda al desio
sei una catapulta di fuoco in una notturna land che sussurra ai folli
hai troppe maschere troppi piaceri cui dare ascolto troppe battaglie
non preghi non t’inginocchi non cerchi una chiesa la fuori
prigioniero solo di albe con dita sottili e dolci d’immaginario
t’arrendi davanti allo specchio ecco il sospiro e per amore la resa
sei guerriero
novembre ti piange sopra la spalla il freddo Thelonius è una song per adulti
coincidenze e vedi il destino scappare nel traffico dov’è bellezza
Blue Monk attraversi la strada col cuore che batte a mille
lei ti sevizia la bocca di baci ti mangia ti divora magia d’inverno
Poets and Lovers
donna sei folle
col seno scoperto per allattare le stelle
sto cuore che porta ai sogni e mi batte forte
sti occhi socchiusi che invitano all’amore
notte nuda e blu per cercarti all’orizzonte
e non dormirò per trovarti ne avrò sete
mi dimenticherò dei giorni e delle ore
sarò scoperta per darti il mio caldo nella pelle
sarò lì per te quando tu stanco delle tempeste
mi dirai sottovoce “donna sei folle”
mentre ti chiuderò la bocca coi baci non con le parole
saliremo nel cosmo col nostro abbraccio
saliremo di mani di gambe di pance di lacrime e di risate
saliremo astronauti senza una nave spaziale
e faremo nido in un posto lontano con verdi maree
lo chiameremo casa anche se mai stanchi di navigare
mentre col seno scoperto allatterò stelle
e tu geloso attraverserai il tempo tra i sogni per darmi luce
quando avrò perduto memoria di me
delle promesse d’amore
ricordandomi “donna sei folle”
ecco perché
Poets and Lovers
Mare in tempesta
navi lontane e mare in tempesta,
stelle nel petto e tremiti da visionari
partiamo per sentire come sia forte il vento … amore e novembre
orizzonti o fari
fuggiti dal caos _ quasi fantasmi per ardere infinito
su lidi con traffico d’onde
fisse alla legge dei sogni
di desideri che animano l’alma
lasciamo al blues calmo dei porti …. la memoria di casa
vie che amano gli uomini _ le donne audaci
navi lontane a cercare tesori che abbiano un cuore
abbiano la follia
abbiano qualcosa
“celeste con sbornia da moto perpetuo”
il mondo ha bisogno degli esaltati e dei romantici
perché con la loro follia rendono possibili i sogni persino degli increduli.
Luminanima
Pespsico in crisi,
bollicine di caffeina dopo una sbornia, tu ai miei piedi.
Mente in concorrenza coi grigi e nel buio ..
sei l’unica forma umana con fiamma.
Dentro il tuo corpo feroce tempesta
eccoci
stesi qui mare e fondale.
Shakespeare scriveva: non è amore senza il travaglio che vede nella sua forza, il Faro.
Ti prego amore, insegnami la dottrina di ogni peccato e lussuria,
frugami il petto e strappami il cuore,
così da bruciare per te nei miei sogni …
Grunge l’ora notturna delle sirene di nebbia,
dei soldati vampiro e ombre fale lungo la strade,
fa che non sia per sempre ma che sia totale.
Sti campi a fuoco di noi rimasti sull’orlo del tempo …
ora,
tu sei l’unica forma umana con la fiamma
che mi brucia in carne.
“La rosa dalla schiena nera”
I voli migliori
attraverso il giorno col grande freddo e il cuore fino al sole sperando
quante stelle vedono le radici ma di troppo cielo ci si perde nei sogni
arrivederci malinconia oggi il buio ha qualcosa di dolce anche nel bruciare
l’autunno si prende i voli migliori … oggi tu ti chiamerai Fortuna
al Diavolo la miseria così espandi coi sensi tra i rifiuti … la meraviglia
un fiore nasce senza stupore sul lato sbagliato del fiume umano
sposami idea … le certezze della bellezza sono armonie stellari
sfidando il più profondo fondo del buio ti lasci andare al momento
il futuro ha certi giorni non ancora scritti nel libro dei libri
resta un cuore puro finché ne sentirai dentro l’aria
e compiaciti per ogni piccola vittoria contro la morte e contro il male
“Folgori notturne”
Il giorno perfetto
ho visto bambini morire sulle mine
e ho visto un mare … un grande mare di sangue
con terribili tempeste chiamate guerre
per fame … di violenze di certo non umane
ho smesso di dormire di notte pensando ai domani
pensando che forse ci sarà qualcosa per quelli ancora buoni
che possa servire quando impotenti
o legati al peso del silenzio in inferni simili a prigioni
ho capito che soffrire non è pari al dolore
soffrire è temporaneo il dolore è un per sempre
come quando non hai tempo di dire addio all’amore
e resti a contare in vita tante lacrime
ho visto che la morte non ha pietà o scala sociale
che chi comanda non vede per forza il male
poi ho chiuso gli occhi per vedere il mio cuore
e mi sono detto oggi è il giorno perfetto per cambiare
“Folgori notturne”
marinaio
sentore di mare per partire verso orizzonte
col canto di boe lasciate al destino di una marea
mentre il vento sirenide bacia le vele di audaci
e sei a riva senza fissa dimora nel cosmo
folle figlio di folli e sognatori che contemplano gli astri
t’unisci all’ala del cormorano per sfiorare l’acqua
mentre John Lee Hoocker fa partire un blues dal lontano Eden
che ti scioglie nella vena il sangue e libera il tuo cuor … marinaio
“Folgori notturne”
0 negativo
ti cerco da quando è stato creato il mondo
oh mostro col cuore resiliente ai sogni
m’attraversi con fame d’infinito __ il corpo
mentre l’autunno dice addio ai stormi
bruci come brucia un fuoco nei pensieri
alzi maree di nuvole così io da non potere più vedere il sole
m’affoghi con l’idea di averti
se solo fuggissimo dalla prigionia della carne
e mi divori anima bella … mi divori tutto
con ogni colore che tu possa indossare
divento pazzo divento folle divento vuoto
senza trovarti quando aperti gli occhi sfido luce
irreale fino al dolore nel profondo osso
mio boia che strozza con la parola i sensi
eccomi qui morente di fame di sete d’aria _ di cosmo
raccoglimi … appena il sonno si prenderà i respiri
“Folgori notturne”
Brontolomantico
Vedi? E’ lo stesso cielo ma sotto le radici.
Cosa dici? Non è blu? Non è vero?
Le stelle sotto le tane delle talpe, ci fanno il solletico
e quando la notte è esausta non abita il profondo della terra
ma fugge, oltre i poli …
Nella nostra linfa scorrerà sempre il sole,
anche quando al freddo
saremo forzati a tenerci coi denti, gli ultimi frutti.
Eccomi.
Eccoti.
Brontolomantici.
Non è desiderio
ogni sogno nella mente di chi viaggia verso luce?
Ma quanto siamo belli anche senza la Luna specchio!
Stringimi e stringiti e stringiamoci.
Notti di guerra e alberi sul fuoco,
eppure dobbiamo crederci
che in fondo tutte le nostre paure hanno una sola cura,
qualcuno la chiama amore
io la chiamo stella.
La stella che brilla alle radici.
Un solo lungo pasto di cosmo
per piccoli folli determinati a cambiare il mondo …
pur senza foglie.
“Folgori notturne”
Very normal loser
l’amore ha un piano d’evasione per l’alma
tu sei parente di ogni perdente del mondo
per la legge di riqualifica della gioia tu- sei normale
basta tacere al male e stare in piedi coi soli sogni
“Folgori notturne”
Diamanti e pane
voglio una felicità che non sappia di diamanti ma di pane
che mi morda la carne di piacere ogni giorno
e voglio che ci sia una pioggia quando aperti gli occhi sull’alba
per nutrirmi le radici di albero da cui non posso strapparmi
sarò ubriaco e felice sotto la Luna
pronto a fare l’amore da predatore di ogni peccato
ed espierò i mali commessi al mondo ---- con sogni migliori
quelli che pochi uomini possono con le sole fiamme
voglio restare bambino nel cuore fino alla morte
dire ti amo a chi ho già perso in vita
e imparare a perdonare il mio nemico
pronto alla porta di casa per fucilarmi
voglio un mondo migliore in cui camminare non da ferito
con gente normale in corsa per i propri sogni
e condividere un canto che abbia soltanto una voce
quella di tutti noi smarriti e angeli sopra la Terra
“Folgori notturne”
l’uomo col cappotto rosso lungo
non c’è altro modo di peggiorare se stessi
che perseverando nella idea sbagliata
un cartello all’ingresso d’Inferno sulla quinta strada
angolo l’Eden
e nella lunga fila di ombre quiete c’era un uomo strano
con un cappotto rosso … lungo e la barba bianca
io – diceva lui – io sono d’un altro mondo – uno che non vedete
sono qui in fila per dimostrare a me stesso di avere fede
parlava sopra il silenzio senza che lo udisse alcuno
mentre la fila smaltiva gli ospiti che sparivano dietro una porta
e lui
lui faceva passare avanti chi aveva fretta
parlava e cantava mentre non lo ascoltava alcuno
sulla quinta strada angolo l’Eden una coppia d’innamorati
avevano sbagliato indirizzo ma poco importa
non avevano in mente altra meta che il loro amore
così l’uomo strano col cappotto rosso …lungo e la barba bianca
si avvicinò a loro cantando ...
e loro così sorpresi … così divertiti
iniziarono a ballare
… pronti per una nuova vita
“Folgori notturne”
Oggi non ho paura
quando Saturno mi batte i piedi in testa e il mondo si ostina contro
indosso una mascara di ghiaccio per sembrare normale
tengo i brividi dei sogni a bada sotto una maglia
e procedo nel mondo dei vivi che si combattono per ragioni non per ideali
recito bene la mia parte tenendo vivi i piccoli piaceri del quotidiano
pioggia … un caffè caldo o camminare sulle foglie morte
come un uomo non come uno zombie che vuole quello che vogliono altri
in attesa d’incrociare amore sulla propria strada
quando Saturno si muove contro il mondo le maschere cadono
e resti uno strano in mezzo ai mortali
uno che sa volare oltre i confini delle ossa
usando i fantasmi della mente in un mare di tempeste umane
“Folgori notturne”
one broken man
seduto in cima a una collina ma l’universo non risponde
hai la bilirubina che grida agli atomi dell’infinito “voglio bruciare ma sono rossa”
il nulla non si scompone e invidi il blu
detesti guardare il cadere delle stelle
ciò che sta morendo non fa marea ma solo silenzio
più sali
più le voci delle uomini con testa di zucca restano solo ricordi
oh – non è che un cerchio di fuoco la fame nel cuore
ogni tanto acrobata è solo la tua materia oltre la facciata di una maschera
“Folgori notturne”
Eros
Sono matto e ho un capello di sogni che il fiorire settembre non vede.
Mi copro il nudo con piume di fuoco --- forse dovute a troppi ideali,
in fondo sono un uomo che sulla soglia del cielo vede con l’immaginario,
ogni possibile follia che il volare gli porta.
Tu dammi due secondi,
dammi un autunno in cui liberarmi i rami dalla fronda
e sarò pronto per il decollo.
Ho visto un mare, non molto lontano dalle finestre,
vieni con me se non hai paura di sporcarti le ali
in mezzo alle nuvole,
con le tempeste,
quando le piogge portano le sabbie rosse del Sahara …
tu vieni con me a pesca di stelle,
a vedere danzare i fantasmi o a udire la voce di Eros
e lasciati conquistare, lasciati spogliare dai tremiti, dai sudori
dalle bramosie erotiche e dai piaceri umani …
io sono matto e sono insonne per questo m’è facile volare ….
ti prego vieni,
ti prego vieni,
ti prego vieni.
“poets and lovers”
Nella tundra l’unica cosa che ti separa dal cielo, è il rumore del vento.
Aforismi
ash
Era nella colonna di fumo che si alzava al cielo tutta la mia rabbia di uomo.
Avrei voluto volare … leggero ma un bastone di nuvole mi picchiava sul capo tenendomi a terra.
C’erano dragoni intorno, tutti in un città di fiamme che urlava senza pausa “strisciate!” ma io,
non volendo strisciare
mi rifiutai, fuggii, esule nei sogni, agognando la cima di una colonna di fumo
partita dalle radici del mondo
blindato nelle proprie leggi di sperduti umani.
Tu sentivi bruciare dentro le carni e il dolore era diventato una anomalia giornaliera
e sopportabile.
Guardavi chi danzava le ore, chi si lamentava specchiato in occhi alieni di altri,
chi aveva fame di un saluto, chi di un abbraccio.
Stavi male. Tutti stavano male. Un inferno di teoremi sull’assoluto amore.
Ogni tanto la pioggia scardinava da quel dolore, le viti, le cerniere sulle ossa
e allora capivi d0essere caldo come la cenere il cui destino dopo la colonna di fumo
sarebbe rimasto alle radici.
“celeste con sbornia da moto perpetuo”
Niano po domere
Fai battere il mio cuore, pazza creatura.
Io volo in alto, volo … per magia,
divento un drogato di abbracci e qui fa freddo,
qui - tra le montagne di un Olimpo dedicato ai sogni.
M’è mare ogni attraversarti con la nostalgia,
mi sei fondale dove inabissarmi dolce quando sono solo,
i tuoi respiri sulla mia pelle curano le arsure …
da astri – da salate onde – da arcobaleni dopo i temporali.
Tu mi fai muovere tip tap sui tizzoni ardenti dei secondi,
quelli in cui io t’afferro e tu, tu smetti di volare,
ti tengo a me, ti stringo con ogni forza al petto,
come i gelosi avvidi che aprono un forziere al buio di cui goderne - l’alma.
Siamo divisi soltanto da un muro d’aria,
che sarà mai il tempo tra il numero infinito di stagioni?
Io ti sono … in ogni stanza vuota dentro il capo,
un’ombra tra le ombre di cui ascolti i canti.
Isterica la notte brilla in stelle
ma io vorrei strapparle al cielo, una ad una,
per te icona del più bel sogno mai fatto dall’immaginario
che vince sulla morte, amandoti.
“Poets and Lovers”
Ode agli Imperatori
(I Poeti di Poetare)
Tempeste e lampi all’atrio del Tempio “Ecco i Vati!”.
Tesoro l’alba che gli accoglie dopo i sogni.
Insieme i Cavalieri per brindare
a Somma Poesia.
“Siamo qui, fraterna adunanza in luogo sacro,
qui per dire che la vita ha rima sebbene tacita nel costato d’ognuno.
Noi più di altri a balbettare parola o a cantare in versi,
questa anima che nulla lascia dietro - se non qualche rimpianto della gioia.”
La spoglia arena dove ciclopi erano solo pietre,
contava quelle teste ad una ad una,
curiosa
di penetrare nei simboli che rendono più grandi di altri pari “I Folli”,
forse la stessa stanza era un Olimpo
su qualche vetta di un ego più potente di quello umano,
oppure una immensa piazza con mitiche colonne sul Valhalla
dove gli spiriti dei Morti Re Artisti simposiano vikinghi.
Stoffe bianche per quel cuore astro erano tutti, erano tanti.
S’accesero candele un po’ ovunque,
tavole imbandite di nettare e vino,
s’animarono gli spiriti di altro Imperfetto che spinge poi l’Idea
a divenire Poema.
Delle molte voci prese a dire la sua sul dilemma
“E’ nata prima Poesia o altra Arte?”
s’alzava una calma che testimoniava il valore dell’io
e prese a raccontarsi alla non vedente “Aria”
ed ecco come:
“Prima del respiro nuotavo, ma non v’è ricordo,
nessuna traccia in me di quel caldo mare materno
e ricordo piuttosto bene dell’Inferno
in ogni passo che spinge l’uomo avanti.
Io ti dico che ho imparato sempre quando a me negata ogni grazia.
Ho imparato il valore di altri sul campo della guerra,
ho compreso la cura delle lacrime per colui che parte
dal tuo cuore _ per sempre.”
E il Poeta si alza in piedi tra i molti per ammonire.
“Non c’è misfatto maggiore che negarsi ad un talento.
Non c’è peggior nemico di noi stessi.
Non c’è amore più grande di quello che dobbiamo alla vita
che anima con forza il battere del cuore
e se perduti, se vi credete inferiori allora non tollerate
che morte venga con misericordia alla porta,
cacciatela ad altro buio verso più profondi bassi,
restate nella luce della storia.
Voi infelici, tutti lo siamo stati, voi feriti ma noi ci curiamo ancora
di quel dolore chiamato a tranciarci dentro
forse per dire meglio, per fare meglio finché respiri …
io dico.”
Sopra il silenzio c’era il sorseggiare
e qualche sguardo di lussuria ad altro vino
“Siamo noi!” tuonò il timbro di un bambino,
noi che diventati grandi dimentichiamo il gioco,
la furia di un amore,
il crimine del fiore calpestato dai nostri passi … !
Siamo noi che cambiamo il mondo, non lo credete!??
Lasciato il bicchiere al pavimento,
l’ardito insonne completò il proclamo:
“Noi siamo qui non per la storia, per essere Grandi,
ma per bisogno l’un dell’altro nella vita.
La vita in se ha poco senza l’Arte. Ecco la mia.”
La voce dolce d’un sacerdote donna calmò il chiasso.
“Io credo che l’aria stessa ci modelli ci sogni,
credo che siamo più di semplici atleti di un destino,
io voglio credere che quello che abbiamo amato resta
ad altri … idee, ideali, sogni, opere e bene
perché se siamo tutti matti che senso avrebbe essere normali senza i canti!”
Sedotto da altre idee ed ebro parlò qualcuno:
“Io credo nell’Inferno. Nel fuoco. Nel male che lotta il bene per qualcosa.
Credo di non avere mai io smesso di cercare lo sbaglio.
Non voglio le risposte ma le domande.
Al Diavolo le gaie zuccherine faccende umane,
voglio gli amplessi arditi e audaci.
Voglio sentire di ogni pena il peso sulla carne,
voglio vedere i resti della ferita
e fottermene di quelli che mi indicano “Matto!”
mi scoperei potendo, i loro piccoli cervelli con poche rime.
Volete un fatto, prendetevelo, vivetevelo, consumate di forza tutte le armi.
Date alle serpi dell’illogico i vostri nemici
confinateli coi mostri delle più belle parole.
Siate non tanto ma di più
sopra gli astri e non siate normali o diversi semplicemente, siate. ”
“Sei tu il mostro!”
disse qualcuno nella penombra.
“Tu taci!” rispose il Vate.
“Brindiamo amici con animi in fiamme …”
“A cosa brindare?!” domandò qualcuno …
“Brindiamo ai lampi!”
“Io brindo a me!”
“Io brindo ai sogni!”
“Io non brindo che alla morte dell’Uomo.”
“Io brindo alla vita dopo.”
“Io brindo alle ossa sveglie dopo il sonno!”
“Io brindo agli amici!”
“Io brindo agli eroi!”
il bambino seduto taciturno pensava …
“E tu piccolo a cosa brindi?”
L’Angelo si alzò e aprì le sue ali,
tutti smisero di parlare, di brindare, di ridere per guardarlo,
afferrò il calice di uno di loro e lo alzò al cielo
prima lanciarne il contenuto in alto che scese a pioggia sulle loro teste
“Io brindo all’Amore!” … e mentre scompariva … la sua voce, loro la sentirono ancora …
“che possa macchiarvi per sempre il sangue”.
Ecco Poetare.
“Poets and Lovers”
sonno
avvicinati, la mia pelle dorme e il sonno è come un volo
sento all’orecchio parole più forti del vento che s’infilano nelle ali
la notte è una piuma come tante
lucida della dolcezza del nero
“Sole in Tempesta”
Riflessioni
testa nel sole settembre e danzi di fuoco sperando
uomini lupi usciti da stelle che corrono solo coi sogni
banditi e prede il gioco del giorno fino alla morte
ti amo ma quando scende la pioggia?
nessuna risposta dall’universo io voglio solo volare
datemi il vento
datemi un mare
datemi l’onda
un soffio d’aria sotto le ali che mai farò crescere dalla carne
datemi una orchestra di grandi defunti compositori tra spettri
in alternativa lasciatemi al mio silenzio
dove imparo come strappare al vuoto … la meta
“Sole in Tempesta”
emozioni d’autunno
Settembre bizzarra creatura che ride coi denti.
Ridono della propria morte, le foglie, mentre t’aspetto.
Hai qualche anno di ritardo ma la città è la stessa.
L’aria è prugna, gli stormi in fermento, viviamo reclusi.
Le case come boutique funeree senza passione, senza amore, senza niente.
Mi sono deciso di aprire la porta per guardarti arrivare.
Settembre è il mese dei penultimi fiori,
qui sui davanzali solo qualche piuma, probabilmente piccioni
gli atri, tutti gli altri sono partiti con le loro ali perfette,
coi loro cuori sincronizzati per una terra calda,
dove l’assoluto diventa un bagno di sole … un minuetto audace.
T’intravedo felice, tra le finestre di nuvole aperte ai sogni,
una lussuria d’uve di ingenui profumi, t’invita alla festa,
oh, m’è calmo il passo ma in subbuglio la mente
appena ti sfioro la mano o rientro nel mio dentro --
Sì è un brivido d’autunno, il lampeggiare celeste
ed io qui per dirti che con l’immaginario sarò tuo per sempre
donami, tu donami i tuoi sorrisisi migliori
ahhh m’è dolce ,
non sai quanto mi sia caro l’attenderti fra le ere,
roghi di grandi corone verdi ora in oro questa lava d’amore. …
Settembre bizzarra creatura,
tu io e l’autunno.
“Sole in Tempesta”
The Lady is a hurricane
nonna diceva sempre che i sogni vestono bene solo i nudi
c’è poca speranza per la fortuna quando tu hai abdicato da qualsiasi credo
sei uragano indi valchiria indi vento
spesso ti diffondi come epidemia nel sangue di chi detesti
al diavolo i sinonimi di bello e perfetto _ per tutta la vita
viva ogni magia d’imperfetto non fosse glassato col silicone
viva la sbronza e poi i baci fuori dal mondo
e sia vita eterna per tutti gli impuri
stretta forte alla notte di cui ho grave incurabile_ dipendenza
non so volare ma so bene come farmi crescere le piume quando devo scappare
datemi Dei dell’Olimpo! datemi la forza dei lampi negli occhi
giusto quel poco per fare friggere la superbia di un iniquo
dea delle Chimere astuzia mai sulle ferite
erede di Bellerofonte o sacerdotessa del nulla però in poesia
io che ho paura dopo la morte persino del fuoco
io nata uragano ma figlia sorella e regina di tutti i perdenti
“Poets and Lovers”
you make me exist
col petto di fuori e in pantofole per ritirare la posta
tutti i capelli ammutinati alla riga centrale del capo e detesti i ribelli
t’arrampichi … il cordone ombelicale del quotidiano fan culo le scale
the bright side of the road e Van Morrison ha più speranza di te d’essere figo con poco
i seni bofonchiano nel tuo bra preferito “non è mica Natale!”
scarpe col tacco ti maledicono sopra i tombini … ti piace il mondo?
che saranno mai i muscoli del benzinaio tu hai più testa
vinci alla lotteria dei sogni la follia è solo dei creativi
la vita non ti capisce ti chiede soltanto di fare … ricordati che sei sempre in prova
mangiare bere respirare scopare … per forza se esisti
l’uomo scappa dalle prigioni e cerca legami per lamentarsi di altre sbarre
rock’n roll bitch! a tutti i perdenti del mondo e tuoi pari regali il migliore sorriso
“Poets and Lovers”
l’uomo della via lattea
alle cinque del mattino sei l’Uomo della Via Lattea un po’ sbronzo di sogni
ti guardi in giro ammaccato e coi lembi della bocca abbozzati in un sorriso amaro
sei bestia in uno specchio del corridoio dove i ragni svernano gloriosi di prede
quasi felice di non possedere nulla in questa vita se non l’invidia
per Mozart Poe Beethoven Keats Chopin ¬_
t’inventi “la balla” di essere visitatore da un altro pianeta
un ballerino sopra le nuvole
incuriosito dalle falene di perversioni intorno alle teste degli uomini
immerse nei porno
nelle follie
nelle ambizioni
nei crimini
nelle creazioni a lungo termine senza risposte dall’eternità
poco dopo il risveglio
t’accorgi d’avere perduto Semiramide nella storia
spalanchi la porta di casa e corri alle scale
scendi sei piani di beatitudine verso il desiderio
in strada sei nudo … tanto che guardano con disgusto i genitali
e la tua carne diventa vergogna _ ti senti perduto e brutto poi odori di morte
come loro
come tutti
t’arrestano mentre delle voci
tante voci
coprono persino il vento facendo solo macerie delle cose belle
che avevi in testa
chissà quanto pagherebbero per sentirsi liberi dal peso delle maschere
ti domandi
mentre ti rinchiudono in una stanza più piccola di quella dove t’eri svegliato
…
alte voci si consumano e tu guardi al cielo un pochino ammaccato con sparso grigiore
nulla è perfetto
davanti alle voci chiudi gli occhi
sarebbe così osceno se ballassi? così senza attende risposta
inizi a ondeggiare
Keats è già sbronzo sulla brandina e ride
Byron si masturba con beate vergini e fantasmi godendo in profondo
Verne compone oceaniche avventure di cui nessuno leggerà le pagine
mentre il ritmo delle tue danze diventa sempre più frenetico da rompere le grate
...
fa freddo sei nudo e sei solo
la città è un rumore che continua nella tua testa asse di un pianeta
con vulcani di musica
e senza pena di morte
dove l’aria è afrodisiaca e l’amore ha un piano B per i senza speranza
per i senza vestiti
e per quelli scampati alla prigione di buffe voci in testa che fanno rumore
che coprono il vento
…
non puoi fuggire
le nuvole sono così alte _ ma vuoi ballare
richiudi gli occhi
nei cimiteri solo sospiri
voli bassi di corvi
cacciatori
prede
poi la pioggia _ il freddo e tremi
ti vengono a prendere perché nudo e con l’anima buona
ma chi la vede? alcuno
chiudi gli occhi … la dentro resti a danzare sopra le nuvole
e Keats Byron Milton Degas Beethoven ti guardano con invidia
dal loro solitario nulla … come la casa che hai lasciato
pur di ballare in mezzo ad altri nascosti sognatori
coi loro nudi nelle gabbie
fragili alle armonie quelle che rompono le paure
del presente del passato e del futuro
alle cinque del mattino sei l’Uomo della Via Lattea un po’ sbronzo di sogni
“Poets and Lovers”
L’evasione
La Morte è persuasa a maltrattarmi
coi suoi spazi stretti di tempo nella mia testa,
ma lei non sa Candida Paziente Signora
che ho un piano di evasione dal mio mortale.
Il male è la cosa più veloce con cui ti ammansisce
fino a farti pregare di avere silenzio,
io però il silenzio lo detesto
come detesto i vermi e il dovere capire
che gli eroi hanno smesso di comporre li sotto le croci.
Organizzerò un complotto tra immortali.
Come farò? Non lo so. Non lo so.
Non è per i brav’uomini la storia, le faccende umane con le regoline di una fede
senza misura, senza un volto, senza una prova …
Canterò forse con la voce del verme? Io che temo il fuoco dopo l’ultimo bip del cuore! Io che temo le casse da morto!
Chi saprà di Mozart se Mozart non sa più di se stesso?
Bloody awful … there will be no other delight, no proud, no nude of shameless hearts all kissed and pissed off by the Black Queen.
Fornicate con la vostra creatività, ecco cosa dirò,
date al mostro in pasto altri mostri e non temete per l’anima
non temete per il bene,
ma se la carne e le viscere vi sono più care …
oh allora temete per la carne, per le viscere …
Noi possiamo distruggere solo ciò che abbiamo ideato,
il resto è del proprio inventore come la paura
…
ci fosse una cura
ci fosse un altare
ci fosse un monumento
ma al diavolo! non c’è niente
evaderò e sarà qualcosa che ribalterà la regola delle ombre.
“celeste con sbornia da moto perpetuo”
L'umanità è una qualità che non eccelle in tutti gli animali.
Da Aforismi
Non si può combattere la potenza dell'ignoranza ma si può ostacolare la sua influenza, convincendo gli altri di essere se non geniali, almeno creativi.
Da Aforismi
Tutte le navi affondano nel sole.
Prendi a calci la strada ma quando arriverà la pioggia?
Senso unico, un giro sotto le nuvole, vallate di case fino al nulla
e questo smog farà di te un marinaio?
Piccole illusioni … molto piccole che ardono
che ti prendono al loro amo e ti feriscono,
ma coi sogni e diventi insensibile al grigiore …
finché ardi,
ardono con te le balene negli occhi degli increduli,
arde nel petto il cuore e con lui la follia
di cui non devi curarne l’incompetenza riguardo l’infinito.
Tutte le navi affondano nel sole.
Rema contro.
Rema nel buio.
Vai col tramonto intorno alle Lune con piccoli paradisi per innamorati,
cerca tra le ombre un’amante con appetito di immortalità,
remate insieme, remate coi corpi nudi in un motel vischioso dal nome osceno,
finché la pioggia battente vi dividerà contagiandovi il sangue d’altro male
… chiamato volo,
chiamata libertà!
Amami ti chiederà il pericolo. Guardami ti chiederà la Luna.
Rema contro.
Rema nel buio.
Tutte le navi affondano nel sole.
Da “Sole in Tempesta”
L’abbraccio
non smettere di sognare
poiché la notte è fatta di fiori di fuoco
e falene
non avere paura di aver paura
io sto arrivando … tu aspettami
Da Poets and Lovers
A priori possiedo una ignoranza formidabile ma preferisco vivere che sopravvivere e vivere comporta avere dei nemici, quindi per imparare non bisogna avere paura di pestare qualche piede.
Da aforismi
Domani
ti prenderò con quella bestia selvaggia chiamata amore
anche in questo labirinto di città con cavie umane ammansite dai sogni
non ti nascondere nell’oscurità dell’avida ombra
ma incontrami con tutta la tua lussuria d’uomo
tramonteremo insieme in mezzo al rumore dei petardi
mentre altri cuori fuggiranno da questo inferno
di bidoo macchine create per pensare
al posto dell’anima al posto di un poeta
tu mi farai male lo so in futuro mi ucciderai … forse
perché è così che la tempesta quando arriva mostra la forza
finché imparerò a starti dentro a difendermi a amarti
come si conviene tra due esseri col dove senza un dove
con un quando mai sicuro
con un perché fisso nel sangue
poche certezze ma tanti avanti
io ti prenderò
con quella bestia chiamata amore che molti tengono reclusa
in qualche dormitorio del proprio corpo
a annegare in solitudine dentro l’amnio delle paure
e correremo come rinnegati in mezzo agli altri
correremo in mezzo al buio più buio
sfidando la tenebra dell’ossessione
e la vecchiaia
finché scheletri abbracciati in mezzo al nulla
noi guardanti insieme nel sonno la stessa dolce stella
che colmerà quelle orbite nere e vuote con altri … domani
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
we all live in a little scooby snack
siamo astronauti in un cosmo infernale con luci a led e traffico serale
viviamo d’insonnia dietro le sbarre del tempo alienati indifesi e malati
concepiti in fragili piccole gioie dalla pelle satura di lentiggini lunari
quelle che poi bruciano in scintille negli occhi ogni luna piena
ogni Luna arancio cicciona e bellissima
studiamo la storia dei bigotti leggiamo i giornali dei bigotti
e dei bigotti osserviamo le regole
tutti in un solo branco tranne pochi
quelli irreversibilmente irrecuperabili
che loro chiamano “Brancaleone” perché audaci
perché diversi e indomiti
perché non si affidano a fortuna ma al cuore
Da “Chiamale risate”
Love song
poiché la follia è dolce allora tutti vestiti in follia
brucia città brucia d’estivi amori di partenze di separazioni e di stelle
che ridono dei nostri corpi di carta incendiati coi sogni
quelli che ardono nella febbre incontrollabile e nel tremito del prima del dopo
ogni creazione ogni incontro ogni amore … ogni
ascoltiamo a “love song” col piede sull’acceleratore
domandandoci perché il cuore non rallenti davanti a nulla
e quelli che non ti capiscono ti perdonano come un malato
diverso da chi soffre davvero per qualcosa diverso persino da chi non soffre
come un predatore nella solitudine dei primi
anche loro buoni ascoltatori di armonie che ti restano addosso
per qualche motivo
che non ti serve capire
ci sono due tipi di esseri umani
di fuoco e di cenere
col sangue come un lungo agosto senza fine benedetto solo
da qualche rara pioggia
o da un temporale in cui lasciarci gli occhi bevuti d’immaginario
dove non vero confine c’è ed quello che scopri e da accettare
prima che ti distrugga la non facile comprensione di ciò che esiste solo per i folli
“guardalo” dice qualcuno indicando un matto seduto in strada a cantare
“nulla facente” e io lo guardo
e mi metto a cantare
non siamo forse tutti dei buoni e dei cattivi cantanti
con in testa quella canzone d’amore per cui lasciare andare
le redini dell’anima
ora poiché la follia è dolce _ droghiamoci tutti di dolcezza
per mal che possa andare ci chiuderanno in un manicomio con catene fisse a un muro
dello stesso colore del tuo sangue
che continuerà a bruciare
anche nonostante i freni iniettati in vena per calmarti
e loro tutti
loro non sapranno che il fuoco di cui sei fatto è destinato a non spegnersi
che altri come te bruceranno fino a farsi ancora più male
nonostante prigionieri
di una sorte meno amara di chi nella cenere osserva i dannati
i noi razza selvaggia
tizzoni sempre ardenti
tizzoni come parafulmini
da cui beviamo le stelle
che dire
date un altro po’ di follia a un folle e lui aprirà il suo immaginario
che vede posti lontani e un “dove le stelle fanno sesso col proprio nucleo”
lo stesso da cui nascono i fuochi dei matti
quelli di una razza selvaggia malati dannatamente malati di qualcosa
e meno male
senza cura
Da “Sole in Tempesta”
Nati dopo mezzanotte
alcuna donna è più donna di me quando amo
siamo così noi
quelli nati dopo mezzanotte
quando il buio è dolce e la fronda e calma
e le ombre s’insinuano nelle pareti per sbirciare certe cose audaci
siamo tutt’uno col nostro destino con o senza maschera
abbiamo un fuoco addosso che ci brucia furioso
e sentiamo più di tanti le danze degli spiriti
l’attrazione tra i folli e le magie dei maghi e delle streghe in amore
sì
le sentiamo sottopelle certe emozioni che ci spingono come venti
verso direzioni lontane dall’ago della bussola
a sfidare la madre del male che corrompe l’animo
chiamata immaginario
chiamata follia
chiamata sogno
chiamata … sorte
di tutte le donne io divento la più selvaggia quando dico che ti amo
e non significa cedere al non coraggio
ma spingermi fino dove altre non sono mai arrivate
fino a soffocarti il sangue – caro amore – soffocarti il sangue
con le mie danze lunari
la mia pelle calda
i miei occhi in scintille
le mie gambe atlanti per piccoli pianeti
dove tu – caro amore – ti nascondi per riflettere sul caos della vita
sulle poche regole cui obbedisci
sulla volubilità della femmina
ma
siamo così noi
quelli nati dopo mezzanotte
siamo i soprani delle città
sopra i cui tetti cantiamo senza voce fino a lacrimare lava
fino a fare ballare forme non umane ma divertenti
siamo le star del momento finché inganniamo con la creatività il vuoto
e se mi chiedessi perché - caro amore – io più delle altre
son forte
sono terribile
sono tremenda
…
semplicemente perché noi
quelli nati dopo mezzanotte siamo capace di inventarci persino il colore del sangue
della carne
della pelle
e dello spirito
come quando e perché è cosa saputa
solo dai poeti e dagli amanti
o
da noi
quelli nati dopo mezzanotte
Da "Poets and Lovers"
Tinto di nero
vorresti qualcosa che ti divori
una luna con aculei e vino a pioggia quando l’estate brucia
e non hai ombra per il riparo
ma una cosa bizzarra come uscita da un mazzo di Pokemon
che si espande nella tua mente per trasformarsi … Dio sa in cosa
ma credi che poco gli importi
sei sedotto dal temporale
t’assoggetta - ti diletta e diverte
mentre aspetti che la coda del Diavolo s’infilzi qualche stella
per friggerla nel suo girarrosto di sogni peccaminosi
di cui pensi al contagio
sospettando che alcune deformità dei tuoi ragionamenti
vivano già con essi
e con un gattino allevato da piccolo ad avere nove vite
tutte tinte di nero
che lo rendono immune (forse)
alla morte
in mancanza delle forze oscure
ci sono certe spire del quotidiano dolcemente avvelenate dal cui abbraccio
trarre una certa forza
come se il sopravvivere portasse a una beatitudine
completamente terrena e con overdose di orgasmi
catalessi da piacere
o cibi freschi che non esigono precottura
nel microonde
certo che vorresti qualcosa che ti divori da subito
senza chiederti il permesso
ma usando abusando del tuo corpo della tua mente
giusto per capire i limiti
in un passo con Charles Aznavour sottofondo da un altro mondo
di esseri siderali
che non hanno mai abusato del loro tempo
fingendosi troppo occupati nel capire una storia che si ripete
ma non per quelli sciroccati
quelli con male d’immaginario
che bruciano - bruciano
bruciano
bruciano
e bruciano
in attesa di essere divorati
Da "Poets and Lovers"
notte rossa
in una notte rossa che le stelle kamikaze cadranno tra noi
sarai il mio piccolo diavolo
io ti sarò qualcosa con cui curerai l’assenza di volo
che ti mancava in Ade
poi toglierai alle candele il fuoco finché non saremo cera
e ci consumeremo nella morte della carne _facendo l’amore
volendoci … ora bene … ora male
la nostra pelle rossa sarà come un campo di papaveri ad agosto
mi dirai “ecco come si diventa immortali” e io ti domanderò “diventato rossi?”
sorriderai dalle favole nella mia testa malata di cose immaginarie
sentendoti quasi reale tra le lenzuola molto prima dell’alba
nemica che offusca la scintilla della magia
è in una notte rossa che il mare borbotterà ancora più blu *
noi saremo oceaniche farfalle sfidanti le ceneri dei vulcani
pur di arrivare a casa
dove abbracciarsi spossate
mi addormenterò
sì … tra le tue braccia
pensando alla pazzia maestra di straordinario
tu non avrai mai paura della solitudine o della stanchezza
perché ti basterà guardare nei miei occhi gli altri ** colori mancanti
mi divorerai e mi lascerò divorare per non morire invano
resterò in te coi miei sogni
con le mie strane malattie di conquista
la mia sete di vedere ai limiti della carne
sperando di vestirti bene quando sarai capace di volare
per vedere se il fuoco dentro … il fuoco rimasto dell’Ade
sia compatibile con le promesse dell’Eden
o ci sia fuori per noi il posto perfetto per essere molto più che umani
umani innamorati
disperatamente soli
quando e se … distanti
in una notte rossa
e spente tutte le luci
accadrà qualcosa
a ogni innamorato
in una notte rossa
in una notte
rossa
Da "Poets and Lovers"
Hellami***
sei tu che di mezzanotte fai lumini per ardermi il cuore
con pioggia di fiori neri in una Stonehenge metropolitana
e ari di corpi querce coperte da muschi notturni di sogni
sotto la palpebra dell’occhio
hellami° infernami** colosso sussurreo*** della mia mente
sfuggimi ma solo fino al tramonto
cosicché al buio io ti catturi all’amo dell’amore con gli abbracci
e saremo stretti … stretti fili di seta intrecciati dentro le nostra umane ossa
oh zanzarami**** intorno a mare vasto in piena estate
da cui io emergere per l’aria - di tanto in tanto
e dove rituffarmi per troppo giallo del sole negli atomi
portandoti al fondale quello che resta della brezza
dimmi quando di tenebra imbriccare***** il tremore e le ombre
per farti assaporare pace quando troppo calda la giornata
e la pelle erotica salirà sugli eroi poeti del decadentismo
con piccoli brividi e sudori fino ad arrivare all’Eden delle emozioni
hellami mostro con le tue unghie dalle forme bizzarre prese a graffiarmi nel petto
i battiti
infernami per quel fuoco di cui conosco appena il nome
zanzarami cannibale e fammi sentire immortale sulla tua bocca
perché sei solo tu che di mezzanotte fai lumini per ardermi il cuore
colosso sussurreo con buffi argini sulla mia anima
pilotata dalla scintilla di un faro senza mattoni
erto sopra l’oceano dal profondo disorientante silenzio che è il mio mostro
· (parafrasando il fuoco nelle varie terminologie)
Da "La Rosa dalla schiena nera"
Guida divina per perdenti
in mezzo a piccole stramboidi divinità tu sei solubile
ti nascondi bene a macchia di caffè sopra una t-shirt bianca
un non fumatore coi postumi da porno in ufficio
e secolari occhiaie incurabili con altre abitudini
tre vodka martini cena light con tequila ricetta di Everett Capps - sulla felicità
ti viene un po’ come il respirare
due donne ogni notte solo due senza esagerare
per il cuore … per i sogni … per il mai soli
al buio
ma quando ti calmi?
perché si può? domanda un ignaro
libero e senza catena nello zoo del potere
se io fossi rinato Shakespeare e nessuno saperlo?
chi se ne frega
di cosa scrivi di come vivi senza un conto in banca
io ho paura che non si possa comprare almeno l’amore
e persino la casa non dura per sempre
quindi che Dio ci porti all’ozio
la sbornia e il letargo o il pensare
finché non morti possiamo dare
poi davvero il silenzio
e non potrai più domandarti perché sei marziano
sopra un pianeta che non è Marte
non hai scelto il tuo destino
ma sei libero di fare il cretino
in fondo la fame porta a qualcosa che resti leggenda
per altri folli senza un pianeta
Da “Chiamale risate”
Forsaken
quando perduto il caldo del cuore e rimasto solo il respiro
quando il tempo è poco e non vuoi sprecarlo
quando sai quello che vali ma trovi inutile dimostrarlo a chi vede solo il vuoto
allora saprai di essere solo
e di avere zero possibilità di successo
e milioni di chance di fare l’ennesima cosa sbagliata
quando abbandonato
dalla fortuna
e dalla stessa speranza
sarà allora che capirai chi ti ama quanto ti ami
chi dalla tua e chi contro
sarà proprio allora che diverrai un mostro in mezzo ai mostri
impietoso _ indomito_ solitario
risorto dalle tue stesse ceneri
e non per dare a vendetta battaglia
ma solo e unicamente per riavere le fiamme
nell’unico grande inferno dove chi possiede il fuoco
vale più di quello che ha solo il battito
per andare avanti
Da “Sole in Tempesta”
Dove finisce il mare?
Dove finisce il mare?
Il mare finisce nel tuo petto, oltre un qualche confine della parola “mare”
e pare trovi posto per espandersi o per scavare più profondi fondali
dove smarrirti quando * in fuga dal mondo terrestre.
Il tuo spirito un po’ marinaio amerà l’acqua fino a stare male,
fino a soffrire _ se privo di onde che ti crederanno scoglio o riva appena avanzeranno marea.
Per il mare non esistono esperti solo dilettanti con grandi sogni,
con mappe sbagliate, orientate a qualche tesoro.
E se il mare ti rigettasse allora tu diventerai un po’ albatro con ali grandi e pulite
pronte a salpare per i cieli di qualunque tempesta.
Perché quando il mondo ti avrà abbandonato,
quando dovrai cadere a prescindere delle forze rimaste,
quando le lacrime raddoppieranno i tuoi respiri
e le tue carni friggeranno toccate dal sole, soffriranno alla carezza del vento,
allora sarà il mare
quello rimasto dentro
a proteggere l’ultima fiamma,
un mare con acque gentili capaci di pace tra elementi
e di magie se necessarie al caduto mortale
quello sfidante un Olimpo più abissale dell’ignoto universo
e più pericoloso di tutte le armi
l’Olimpo dei sogni.
Da “Sole in Tempesta”
Kisses in the dark
Dimmi di esserti più della luce di tutte le stelle.
Dimmi che moriresti per me
che lasceresti marcire la carne e faresti da pasto al verme
pur di non perdermi mai _ in tutte le ere.
Dimmi che sono il tuo mostro, il tuo incubo, il tuo male assoluto
e l’uno di tutti i desideri di cui ti armi per farti avanti
nella vita.
Confessami il tuo amore senza splendore al buio e in silenzio con un abbraccio.
Fammi sentire divina, immancabile, indispensabile
al tuo respiro che sarebbe nulla senza la fortuna di starmi accanto.
Chiamami amore a tutte le ore del giorno e della notte!
In alternativa dimentica.
Lasciami andare a voli più alti, a mani di stolti, a fatiche d’amore senza sudore,
senza lacrime e senza abbracci.
Dimentica il mio nome - dimentica quando tremavi al pensarmi
perché troppo stanco in mezzo al mondo
in mezzo ai sordi, ai ciechi, ai falliti, ai poeti, ai soldati e ai perdenti
tutti in una sola legione che li hanno spinti alla speranza.
Dimmi che è stata fortuna
oppure solo l’errore di qualche sbadata Parca,
quel volare insieme in una voliera piena di sogni.
… quindi
per rischiare _ lasciami andare con un filo lungo legato a ste ali
e se perduta _ tu _ riportami a casa,
in quella gabbia dove il buio non vede mai astro
ma dove il cuore pompa il sole - in mezzo ai respiri di interminabili baci.
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Un essere odioso
Amo i guardoni.
Quelli che aspettano il destino.
Quelli che dicono “non è colpa mia”,
quelli che si consumano le unghie in bocca
nell’idea di un lieto fine.
Amo i bugiardi che escogitano piani criminali
pur di prendersi una meta, pur di vincere il premio,
pur di stare qualche ora nella storia.
Detesto i sognatori.
I buoni. Quelli che combattono per l’amore.
Odio quelli che credono nella giustizia e
quelli che si sacrificano per gli altri.
Quelli che imparano dai propri sbagli
e che allevano figli senza mai veramente imparare
a diventare grandi.
Anch’io sono un essere odioso.
Vorrei essere amato ma ha un costo esorbitante la fama.
Il mio cuore di sognatore pompa sangue caldo
e per natura _ per mia fortuna sono destinato
a essere odiato perché guardo agli astri
con grande speranza.
Da “Chiamale risate”
Marina
Poi sarai tu e il mare.
Lui immenso fuori,
tu immenso dentro.
Ti parlerà con le onde
e tu
tu lascerai che sia il vento a darti voce.
Il sole riderà fino a diventare un grosso pompelmo giallo
e l’aria odorerà di alghe, di sabbie calde e conchiglie fritte.
Ti domanderai come potere aprire quei forzieri d’acqua.
Non potrai. Sarà sempre un segreto.
I tuoi occhi catturati dal grande blu
immagineranno gli eroi rimasti intrappolati
sui fondali, le navi cariche di ori, le navi cariche d’anime
con ancore alle chiglie sfatte e persino agli scheletri
liberi d’andare di tanto in tanto in superficie
senza mai fare ritorno a casa.
Quel mare avrà stelle suo capo.
Milioni di astri in un oceano ancora più silente e determinato
a non svelare nulla dell’oltre … o delle sue leggi.
Le onde estive cavalcheranno riflessi con argenti sui capi,
mentre al cuore mancherà il respiro
davanti a un bagno di Luna
timida e nuda nella sua pelle bianca.
Solo allora,
solo di notte quando il profumo salino invaderà l’aria
ti sentirai un po’ faro … un po’ destino
per il primo cui salverai la vita se disperso …
Da “Sole in Tempesta”
l’antro del Diavolo
nessuno ti abita meglio del Diavolo quando * in fiamme
puttane con la divisa di mille promesse _ chimere Maye desunde nel capo
just stayin’ alive canta il cuore piccolo Rocky a Jab contro ogni alba
Monday morning no relax ecco l’Inferno che ti raggiunge persino quando orgasmi
e viene a piovere
con meteore
con comete
con pianeti senza gravità e orbita stazionaria
piove con poeti
con hot dogs unti in pellicole di senape
con desideri di un rinascimento e baldoria musicata
piovono lacrime di santi immigrati al tempo della prima grande guerra
e tutte le allergie svaniscono magicamente
magicamente sei il parafulmine più alto di una New York senza freni
senza calze nelle scarpe da tennis
senza pasta al pesto e trofie fatte in casa
senza un amore sentimentale in ginocchio per chiederti di sposarlo
… c’era una volta e per sempre
l’estate ti passa la sua febbre
mamma l’epidemia di fumo di voglia di mare e di pelli arancio
nessuno ti abita meglio di un grande peccato visto da una lente in miniatura
nell’Olimpo dei forti sei uno strano lillipuziano con densità ketchup del sangue
ad ogni angolo della strada t’addenterà il Dio del burro d’arachidi
e non avrai mai certezza dei tuoi veri bisogni finché non mangi
calmerai il tuo essere in qualunque bar della 9a senza Beethoven
… in fondo siamo i figli di altri pensatori e ti ricorderai del cuore che batte
quando solo
in una megalopoli dove i fiumi di sogni finiscono nel fiume Hudson
e le stelle sono così lontane dagli uomini da potere stare in una mano
se solo avesse arti l’immaginario
le acque più scure dell’oceano tu solo un battello per navigarle
chissà se la fuga avrà un prezzo molto più grande di un ricordo
scriverai un poema su ciò che ti spinge nello scoprire l’avanti
pochi lo capiranno ma in fondo tu sei già del futuro e sarà li anche la tua anima
sarà li ad aspettarli
tutti
perché in fondo i poeti si consumano girando il mondo
col cuore
con gli occhi
con l’immaginario
e per amore soltanto si fermano
quando impazziscono quando ricordano un solo nome
o quando piangono
così se non bastasse l’America a alimentare di sogni _ un Creatore dei Sogni
allora ci penserà la vita coi suoi sbagli
e forse facendo uno di questi che imparerai cosa sia per sempre
dove vada la vita dopo
quanto abbia senso ridere
in mezzo a quei normali tenuti con caramelle di piccole libertà
in immense prigioni di cemento che sfidano i cieli
Da “Sole in Tempesta”
Mare estate
Milioni in friggitoria sulla riva del mare. E’ estate.
Creme, profumi e costumi e colori _ gente nuda.
Mostri pronti per l’abbronzatura, è la natura, un gelato?
Perché l’acqua salata, è ghiacciata e non trasparente come nei sogni?
Settimana enigmistica o la passeggiata – troppi cadaveri,
tu devi prendere sole.
Viva la natura, viva la fortuna di potere essere stanco,
mentre il mondo vive di qualche guerra, di case distrutte e di fame.
“Vogliamo soltanto che tu ti diverta!” non stare all’erta qui tutto funziona –
il reclamo dell’agenzia.
Code equine, code infinite, code di traffico senza sorte
andare al mare … fare consumo --- ecco l’estate … ecco la vita di tutti i civili.
Da “Chiamale risate”
Sentinella
Ciò che ti colpisce è
come al cuore molo _ ritorni il mare.
Il sole fa un tuffo, poi lascia diamanti, poi nuovamente un tuffo,
finché s’insera e verso tardi …
emergeranno le navi fantasma coi loro equipaggi
presi a cazzare le vele al montare del vento
sulla spuma dolce delle onde dirette verso
… l’ignoto, i misteri, la magia, i confini più oscuri.
Si sentirà il silenzio impolparsi d’acqua fino al fondale.
La sotto ti chiuderai in un forziere a contare le perle
preso da una muta con pinne al posto degli arti
e branchie al posto delle orecchie.
Osserverai dal blu gli astri in alto.
Amerai lo spazio più di quanto tu non l’abbia fatto da uomo
… soltanto il vento sulla faccia quando emergerai
soltanto il vento ti parlerà di ogni sofferenza patita
per raggiungere un sogno che ha fatto nido in testa.
Avrai il tuo nuovo home theatre.
Se il cielo sarà di stelle
il mare si donerà come un’innamorata
lo abiterai _ ti abiterà
ti entrerà dentro fino a darti fondali e spingerti a lasciare tesori
per i pirati di un lontano futuro
che oseranno più dell’amore per vincere l’orizzonte.
Quel mare che resta calmo solo per il saluto
Tu non lo temi.
lo rispetti
e finché lui sa che lo difendi con ogni forza …
con la tua vita …
lui ti lascerà all’onda calma per altre mille impetuose avventure
sopra il suo dorso di vero mostro,
capace di uccidere ma anche di mostrare al sognatore l’argonauta
le più grandi bellezze
rive baciate dal sole, alghe sinuose e spume vive
che baciano altre onde senza mai riposo.
Da “Sole in Tempesta”
Pazzo in un Paradiso di metallo
New York spara sogni sui poveri mentre solo i turisti vivono senza orario Manhattan
hai un cuore testardo per cieli ad alta definizione e pieni di stelle
Mobydick suicida contro i grattacieli mentre l’arpione del tempo lo porta in un libro
polipi di nuvole s’avvinghiano tentacoli ai tuoi occhi … cerchi altro
la vita mangia pastrami nei pub - l’odore di fritto è un cliché per intenditori
siamo noi - i senza speranza a fare progetti folli in attesa di partorire il futuro
ti innamori …
sei solo sudato o fortunato a stare nei suoi pensieri senza corazza
la tua esistenza è compromessa dalle distanze dalle ombre dai troppi odori
Ade ed è perfetto per un dormiveglia anche se troppo stretto nel tuo corpo
vibrazioni o semplici emozioni non c’è morfina che ti rallenti le scarpe
semplice usura ogni uomo della strada trascina bagagli con sopra altri diavoli
l’innocenza … ah … è il privilegio del debole
difficile ogni lezione da predatore _ ci vuole costanza
NY ambulatorio di feriti gravi e ascensori da e per l’Eden ingresso libero
ciò che cerchi è nel tuo immaginario legato a un letto reparto chirurgia sentimentale
Starbucks senza emozioni molti scrivono seduti sulla stessa panchina da secoli
poeti risorti dalle tombe d’Europa qui a stormi per la Fine del Mondo in altrui vena
digli di fidarsi di te … bisbiglia a se stessa la donna … di aspettarti _ ma non le credi
scommettiamo che pioverà col sole pensa ogni devoto a St. Patrick
creatura dannata e piacevole come le nubi sopra l’azzurro - non ti nascondere
tu e tutti i pazzi di questa città fluite impeto e onde verso qualcosa
eppure il tuo sangue nasconde per principio il suo genio
violenta molto violenta quella dolcezza che t’anima quando cerchi
il male invisibile il verde d’acciaio le finestre più alte e dots
Upper West Side rodeo col traffico tu pensi ai biscotti
sbricioli unghie graffiando nell’immaginario le visioni per una never ending story
be yourself green _ ti suggerisce un passante credi sia anche lui irlandese
disordinato passi in rassegna cartoline di un mondo in cui ti ripari
anche se no da tempesta
le notti mai buie mai silenti eppure con legioni di solitudini riparate da un tetto
ti ritagli altri pensieri dal tartan di smog di grigiori con bombe di luci
ti sdrai … caldo l’asfalto e vischioso t’assorbe “drunk is better than hopeless”
Salinger ti fa sentire un condannato alle vibrazioni delle foglie in Central Park
donne quasi nude cerbiatte prese dal jogging sui vialetti perforati da Nike incolori
amore con la A sul dollaro col numero di un cellulare se solo … se solo …
diventa un fuoco ogni colpo del sole tu abiti il vento ma nulla è indolore
“Catch me!” implora la tua chimera
bambino con la follia nel sangue è l’immaginario in mezzo al circo
qualcuno col tuo cuore nel petto ti richiama a casa
qualcuno che tiene i fili del tuo destino attende
qualcuno cui non sai dire di no ti aspetta
ti siedi sull’erba
un pezzo di pizza
una vita da pesce e fuori acquario quasi hanno senso le branchie
… NY spara sogni tu solo ferito mortalmente
she told me a story was a happy one … nulla senz’amore ha senso
Da “Poets and Lovers”
Fiori (in)felici
l’inferno prigione con pochi posti liberi
e l’Eden un casolare abbandonato per beati fantasmi
fiori che non sanno nemmeno perché vengono al mondo
Tristano sussurra a Isotta ti amo da sotto le pietre
speculatore d’anime con cuore albatro scrive sull’etichetta
ma allo specchio mai verso di capire chi tu veramente sia
così cedi ai dubbi
le parti migliori da dare al mondo le ha già scritte Shakespeare
sei un perdente
t’immedesimi nella creatura zombie di Mary Shelley e pensi alla vita
hai un Iphone coordinato ai tuoi stati d’animo che non allarga i confini
e un Intel last generation che replica esattamente ciò cui aspiri
ma sei lento
lento nel percepire che là fuori ci sia dell’altro che possa stupirti
qualcosa nel Limbo di una mente estranea ai monopoli ai terroristi ai chiunque
c’è dell’amore ancora da prendere perché bimbo
e l’anima di un altro Frankenstein mal cucito mal vestito il cui cervello pensa
capisci che l’Ade è un Luna Park affollato dai bravi con sogni complessi
hai un VIP pass che usi per ogni giostra nel fuoco di un desiderio
non corri il pericolo mortale di perdere l’ego quando sognante
poiché è dei sogni più strampalati la forza
vieni con noi – gridano loro _ qui è tutto sbagliato _ e ti fai trascinare
abbassi gli scudi sul cuore perché possa ferirsi
e diventi una torcia umana in mezzo ai morti in mezzo ai violenti in mezzo ai pigri
che arde in memoria di ogni poeta in tomba
eh sì, non si cade per nulla quando impari la corsa la salita la scalata
il buio non è veleno quando vaccinato a ombre in infanzia
il dolore spaventa ma è un metro di gioia
vieni in quest’Olimpo di matti – ti chiama Speranza
troppi irlandesi sulla zatterra di fortuna scommettiamo sul chi superstite
qualche gorilla vanta da oltreoceano io solo guiderò il mondo
Sì! mi dico _ sono all’Inferno eppure …
le rose fioriscono io ricordo Keats dalle sue lettere d’amore
Poe da un corvo e sorrido
sorrido camminando pur non sapendo dove
non sapendo perché
quale sia il mio scopo
eppure
… un irlandese scommette sulla mia anima disperata – dicendo
questo non sarà il tuo giorno peggiore
Da “Folgori notturne”
Codice mistero
ti prego insegnami a uccidere
la morte
la noia
il grande zero
mostrami come cedere alle cose mortali in cambio di tolleranza al buio
o vincere le paturnie di fortuna quando distratta guida alla gioia
fino a spingerla nello stomaco d’altri
gli stessi cui i sogni sembrano felicemente piccoli
cui la vita è leggera
e il sorriso ha spore per altri milioni di pronti al contagio
piccole tracce di etere e di te nulla più
un vestito lungo la notte con l’anima nuda * sudo sogni
tu mi senti mentre grido il tuo nome
assassina la mente
più immagino più non lo trovo il tuo cuore
e sparo ai riflessi di pioggia
ombre doberman
Amarige nelle sete d’idea
scivolo lungo muri dell’anima
tutti muri il silenzio vipera veleno male
fino a precipitare
fino a …
ti morderò il collo o ti berrò il sangue ma
troppi dilemmi
vedo tutti noi coi postumi dei grandi viaggi immaginari
spesso marinai sui filamenti elicoidali infiniti di un mare ascendente e alieno
col timone fuori dall’acqua e prua immersa
che spingiamo nelle tempeste d’orgoglio per vincere le terribili onde
per quanto resistente la chiglia è pur sempre materia
noi nel fegato macinati dalla paura
fino a soffrire
vogliamo imperterriti vincere non solo la morte ma la sfida
con ogni cosa che regga al tempo e renda immortali
ti prego insegnami a uccidere
i dubbi
le paure terribili di quel verme già pronto per la mia carne
e l’insensibilità della gente in delirio che grida “Liberté, Égalité, Fraternité”
sulle ceneri di una storia senza soddisfazioni per i perdenti
che hanno miseri ari di pietra con nomi cui nessuna pensa
io vorrei fosse per sempre durasse per sempre vincesse per sempre _ ciò che mi anima ora
vorrei che il mio sangue fosse salato da tornare al mare
quando stanco di essere uomo
per fare alle stelle
più luce di quanto loro diano per splendere
ci cerchiamo
eppure
tutti dispersi
tutti ammutinati e tutti naufraghi
col faro in mente e una tempesta in corso
come resistere
finché qualcuno cui poco importa della sua sorte canterà
“così è la vita quando segui un fiume
ti porta all’amore e non sei pronto
ti porta all’oceano ma non sai navigare
allora fai figli per potere sperare
finché imparerai di non avere mai imparato nulla
che non fosse uno sbaglio
col premio di una lacrima o di un sorriso
così è la vita …” lui canterà
e sopra un pianeta di affamati
io l’unico vampiro inappetente
che fissa l’ombra dell’amato
distanziarsi dalla morte nell’eruzione solare di un poema
Da “Sole in Tempesta”
Nightwalk Romeo
notte cuore un missile e ombre tip tap sulla pelle
nightwalk Romeo il battito d’ali di quello che resta di un sogno
non ha un posto da chiamare nido Chimera mentre si spoglia
tu tremi Inferno a fuoco coi tuoi atomi solo fiammiferi
dai vieni – le chiedi – vieni tra le mie braccia _ amore
la parete di roccia diventa un cuore gigante che mordi
sei li – sei suo – lei tua ma dura poco
lasciati andare .. sussurri ma l’aria è veleno sulla sua bocca
tu Tenebra che ne sai dell’amore dell’uomo – lei tace
conti i brividi – i fremiti poi le pecore e i santi – niente sonno
morfina l’idea il pensiero poi parti
in un posto in te stesso dove sai di trovarla
Oh Mostro amami mostro – tienimi mostro è lunga la sera
Oh Mostro sono follia sono malato e sono sbronzo
Mio mostro con l’anima pira ma senza cuore
Oh Mostro mio mostro uccidimi se non mi ami
Da “Poets and Lovers”
An Laoi
(in memoria di un amico Desmond O’Grady)
è solo un passo nel fuoco per dire che libertà non ricorda battaglie di sangue
come gli uomini non ricordino della lotta per un amore da fiaba
Io l’ho visto morire Desmond grande uomo O’Grady ma pessimo padre
ottimo bevitore che scommetteva Irlanda sulla certezza della pioggia
non è questione d’ombrello diceva, ma di erba bagnata
di quanto e se la sposa fosse disposta a bagnarsi i piedi
e dello sposo cui sono voluti anni di silenzio
prima di dirle ti amo in riva al fiume
perché a un irlandese non devi dire di bene
ma dire che il suo nemico possa stare male*
lui poeta per sbaglio per scelta o per fede
lui raro in un mondo che vede solo il normale
è così che succede quando sei nessuno e combatti
nessuno ti crede la gente ignora ma tu hai ucciso o uccidi una vita
perché qualcuno possa dire “libero” al proprio figlio
è solo un passo nel fuoco ripeti quando non vuoi smaltire la sbornia
pensi che anche l’Italia potrebbe essere un po’ irlandese
Oi! dicesti ai grandi poeti caduti “Svegliatevi dal sonno!”
Spoleto città di fantasmi per anime nobili e di Ezra Pound i ricordi
l’amore non è sprovveduto canta il fiume mentre fornichi per piacere
per non dare vittoria al senso di vuoto dell’uomo
per dire di grandi imprese rimaste nei tuoi ricordi
celtico nel cesto di carne ma spirito mai a catena
macchinosa l’era del buio di cui scavarne reliquie
prospero il vivere per una forza che non da premio che Musa
senti quest’odore di fiori passiti di anni docente ai folli
“Datemi un antidoto alle fiamme alle peripezie della carne alle chimere negli occhi”
quanto sia grande il me senza sonno io mai saperlo
ma resterà al fiume gli argenti di lacrime Luna
quando un giorno in futuro qualunque posto abbia il poeta tra i morti
sarà la via a un pazzo col Karma dell’eroe
* Sempre
(Silenzio in Piccionaia)
In furia il vento
a furia d’adira il vento e frusta
cresce di rabbia e tormenta il monte
valanga _ dirompono in nero le nubi
mentre l’amore spinge dal petto
l’ora dei fantasmi che bussano a Poe in Carver Street - ti sveglia
l’etere si espande e la città diventa un microonde
per ombre popcorn nella teglia d’asfalto
e mostri della Marvel scappati da Fringe
in te l’emozione vuole un coperchio
diventi tutt’uno col ritmo incessante di pioggia
sudi poemi che ti graffiano i palmi
mentre cercano scampo alla carne
più tosto il tuono più dolce ti lasci andare al sogni
con gli occhi aperti apri il soffitto e raggiungi la Luna
ci pianti un roseto … costruisci un Faro poi dissemini una manciata di onde
e ti siedi a guardare il tramonto sulla Terra mentre il tuo innamorato
dorme
insonne col loop senza pace da guerra dei mondi
mutato il telefono per sperare lui venga
O ring per salvare dal gelo la parte più calda del corpo
speranza azzarda nel buio risponde violento il fulmine per breve luce
danzano probabilmente e ancora i rami
sei verde più di un’Irlanda a primavera che crede in fortuna
scommetti con l’alba che il sole farà sbocciare il cuore
e tutti
tutti si danno ai sogni la stessa notte di furia e ira del vento
Da “Sole in Tempesta”
Possiamo cambiare religione ma i peccati rimangono gli stessi.
Da Aforismi
l’amore è un errore imperdonabile quando chi lo pratica mette gli unici vestiti che ha dell’anima
Da Aforismi
Incubi cosmici e William Blake
notte d’inchiostro …
vento morente e campane
il verme innocente nei becchi dei corvi
Luna sirenide infedele al proprio oceano per lo specchio del mare
… ombre stendardo sotto guglie di pietra in attesa di vita
dolci i requiem di vedove nere che bevono assenzio mentre pensano al Diavolo
si sveglia la Bestia – è mezzanotte lo sballo che incanta
l’ora è perfetta per i cicloni
per i fulmini senza pioggia
per acquazzoni che coprono le tracce dei criminali
amore liquore
amore lussuria per chi non pensa o per chi ha fretta
siamo sempre e tutti malati di un male assoluto
il male del tempo che ci manca
o dell’eternità di cui non si sa nulla
siamo tutti irrimediabilmente infetti da un desio
tutti in cerca del contagio
oh,
ma com’è triste il piacere se privato del peccato
com’è sana e rosea la bellezza ma sempre depressa a noia
notte di bugiardi che puntano ai dadi la vita
di politicanti grassi con l’ego bambino
di puttane
di spacciatori
di poveri vagabondi o di malati di mente
di ribelli che perdono la testa perché altri si sentano liberi
notte per amanti dell’ultima gioia che è loro concessa prima di morire
ecco coscienza legata alle ombre che grida d’ardore le proprie idee
…
nessuno
nessuno che ascolti il cuore
lasciate ai mostri la strada e prendete il volo – azzarda la sua voce dal nulla
tutto l’immaginario del mondo lo sente ma solo tu rispondi
e solo tu apri le ali
Frankenstein batte cheeseburger le fronde di un albero amputato dal vento contro una casa
odora di morte la notte che stagna in un caglio d’aria avida di polvere
il tuo sangue scorre all’indietro sopra le ossa
il dolore la gioia si fanno strada in carne per poi fare a botte
vogliamo creare dei mostri ? chiede la mente al suo inventore
la notte ti taglia la testa ma tu continuo a sognare
un regno sul mondo o un mondo nel regno che non abbia mai luce
con farfalle più nude di una donna che ridano se accesi gli occhi
pirati di un fuoco mai dato all’uomo nel sonno
Tristezza passero solitario
rose veleno ancora boccioli toste di rosso
resti muto nell’assoluto poi ti domandi
chi ascolta il pianto degli agnelli appena nati e già vicini alla morte
chi ascolta la morte quando ti bacia ogni sera
dove finiscono le promesse d’amore in cui si nasconde il tormento
notte d’inchiostro …
le tue ali nere sugli occhi
mentre il corpo brucia brucia in fiamme dell’Ade
e i diavoli cominciano a salire in te dalle mani dai piedi
fino dentro lo stomaco fino al capo
ti separi da Dio dalla speranza dalla fortuna dalle convinzioni
componi brutti poemi per mostri che sono sordi che sono muti e non sanno leggere
odori si ossa di pelo di cane bagnato di mesi di siccità odori di anima perduta
vorresti cedere sei li per cedere ma poi ti armi
l’anima eroica non s’arresta e lotta
col buio
con la notte
coi mostri
forse è amore ciò che l’alimenta
e l’amore non ha una spiegazione in natura ma è la cosa che più spaventa
l’Inferno
Da “Folgori notturne”
Il futuro di ieri
acqua scura il notturno argento
eccesso d’astri freddi
entri nella bocca anaconda di un sogno
il sangue è granito e il respiro scappa dalle tue vene lucertole
in cerca di un sole amore o gioia
tutta la biblioteca nella mente è un incendio di libri ricordi e manie
i polmoni nel fumo - tossiscono
e lacrimi piccoli pianeti
tutti con orbite stazionarie intorno al cuore
hai troppa notte che urla ai lupi – dentro
troppi disastri e uragani che scardinano imperi dalle fondamenta
troppe soluzioni errate ai dilemmi
da sveglio hai meno paura che chiusi gli occhi
così ti scaldi con una lampadina
giallo il torpore
il giallo va nell’arteria in rovina dai detriti di brutti ricordi
t’inventi un piccolo paradiso dentro l’insonnia
e corri
corri come se fosse il tuo ultimo giorno
corri coi pazzi, coi malati del bello, con gli insensibili alle mode,
corri in un cuore più grande del tuo
e lasci al tuo spettro il posto nel letto
abbracci prima di chiudere gli occhi una forte idea
ti spingi nell’iride di un amore più grande
che ti lega con nodi di poemi copiati ai Mozart ai Keats ai Byron
finiti in una bottiglia con etichetta “cercami”
così a mezzanotte qualche era dopo e sotto lo stesso sole
una mano gentile leggerà il messaggio
verserà una lacrima - soltanto una
ricordando dai propri déjà-vu la vita di due innamorati
(dalla teoria delle stringhe in ricordo di Stephen Hawking cosmologo)
Da “Sole in Tempesta”
acchiappa le streghe volanti
fiori malati di Luna ogni notte al l’acchiappa le streghe volanti
madido di abissi a fiumi sul tuo corpo che scivola lento verso un sogno
un tic tac ostinato che parte dal buio in cerca dell’alba
“Il mio regno per un cavallo!” la fuga dal battito nudo e di sola carne
Big Bang Theory e Mazinga su una t-shirt avanzi di scuola
spiagge d’asfalto camminiamo in pesanti scafandri d’amore
la terra la notte ogni cosa brucia eppure non si vede il fuoco
un vecchio ti sfiora la spalla sussurrando ”non è mai troppo tardi”
eppure è sempre impossibile sostituirsi a una stella
serve sempre un ombrello se temporale
e l’uragano mette paura col mostro di vento
ma puoi scegliere –ripeti a te stesso – puoi darti
Dumas e tu un re con una maschera di ferro per il trono di Francia
ribelli in milioni e tulipani neri in mano
cantiamo canzoni per metà vita di cui non sappiamo ballare i passi
lascia stare le ali – grida un passante – impara se vuoi dall’amore
ci stringiamo tutti sotto un grande tendone di fede eppure tremiamo
tu cerchi soccorso in qualche disputa coi pensieri remoti – io ho paura
resto nella quiete del cielo nero a immaginare un valzer di spettri
mentre pazzi più pazzi di me contano i fulmini prima del temporale
e questo perché
perché in fondo le ali mescolate al fresco del tramonto
parlano di un unico grande volo
perché quello che se ne fotte del bene è quello che ne ha più bisogno
perché tutti spingiamo ogni briciolo di forza nel battito
perché siamo destinati a appartenere a qualcosa che non sappiamo immaginarci
fiori malati di Luna sospesi a giardini di carta di riso del Giappone
ti dipingo la punta del naso di azzurro e diventi un clown celeste ma senza ali
tu mi getti nella vasca di glitter che il sole lascia sul mare al tramonto
tutti gli altri fanno “Ola!” dal tendone ma non per una partita
qualcuno si bacia per ore e ore e ore e ore e ore e ore e ore
Enrico il Pazzo difende senza memoria la guerra dei fiori
eppure lui dice … forse amando il divino perdona il male dell’uomo –
fiori malati di Luna fiori d’insonnia fiori della follia
Da “Sole in Tempesta”
I più grandi Paradisi sono gremiti di esseri che si spingono in uno spazio stretto - cercando di aprire le ali mentre gli Inferni sono pieni di spiriti che volano continuamente in uno spazio immenso, senza mai riuscire a riposare le ali.
Da Aforismi
La storia della mia vita è un errore divino a cui si può rimediare con altri errori ma tutti di natura umana.
Da Aforismi
uncini di nuvole
Voglio amarti finché non mi si spezza il cuore.
Finché terminerò i respiri e sentirò il dolore della morte nei polmoni.
Immaginare che sarò immortale
e lasciar perdere tutte le guerre per cui combatto.
Per te rinuncerò a essermi destino,
soccomberò se necessario alle cose degli uomini,
e mi iscriverò all’ordine delle casalinghe,
quelle che sappiano qualcosa sulla magia.
Voglio il trauma da abbraccio se sarai lontano,
i lividi delle nuvole quando pioverà durante i nostri litigi
e morfina di lunghe lettere d’amore
da dare mai in pasto alle fiamme se linfa.
Mi educherò all’ordinario,
suonerò un diapason da pendolare ogni santa mattina
e ti preparerò la pasta al ragù pur vegetariana
perché un amore grande passa sempre dal cibo.
Sarò il tuo esplosivo personale in lingerie di seta,
ti farò esplodere gli occhi con maglie scollate
e ti farò l’amore con i brividi tutte le notti
da sveglio o nel sonno poco importa …
Da “Folgori notturne”
Posso ucciderti tutte le volte che voglio.
Posso ucciderti tutte le volte che voglio.
Portarti in alto, davvero in alto e poi farti cadere,
posso dirti ti amo fino a farti diventare sordo,
darti piacere o sconfiggere ogni certezza nel tuo sangue.
Posso toglierti la pelle per indossarla,
fare scambio di cuori e giocare a Void nel tuo torace,
piantare fiori coi tuoi sogni - in cui ti credi al sicuro
e sciogliermi con la pioggia battente del temporale …
io posso arrivarti ovunque …
e in qualunque momento,
ma non posso cambiarti con un altro,
questo non posso
anche quando temo per la mia vita
quando temo tu sia l’unico.
tu sia l’ultimo.
tu sia forte.
Posso ucciderti tutte le volte che voglio ma non lo faccio.
Ho paura.
Paura di esserti dentro con più forza di quanto tu sia in me fuori.
Dimmi se non ho ragione dei tuoi sogni?
Non c’è scoperta se il marinaio non osa e tu osi?
Posso ucciderti tutte le volte che voglio,
ma non lo faccio e sapere che ci sei quando io ti condanno,
mi da la forza di continuare a amarti, a odiarti, a amarti ancora,
senza alcuno sforzo se non quello di prendermi il merito
di ogni gioia possa sfuggire alla follia del possederti.
Da “Folgori notturne”
Fiori notturni
per ogni notte in cui uno muore un altro essere con sangue _ ama
ti ripari dai mostri mentre Babilonia va in verde da Semiramide
ridente del te che bruci Africa in qualche idea lontana dai quantum fisici
con la tua pelle portante il marchio del “uno qualunque nato per lo straordinario”
Baby_ l’anima ha una liaison col Diavolo e ti seduce ogni giorno del mese
friggi mortale in piccole convinzioni di grandi sogni
e in te c’è un Roadmaster Shostakovich col vento sui tasti del piano
della stessa marca di un reclamo in Eden che dice “dimentica pena”
poi ti lasci andare a …
ancora un attimo di piacere
ancora un attimo da albatro
ancora l’ultima sigaretta in trincea
ancora un attimo da farfalla che dona il sangue a fiori purpurei per arcobaleni
per ogni mondo fatto di crack di piogge e respiri si supera un altro di violenza
e tu
prosegui Cesare sulla via del silenzio che canta fiori notturni
per anime con virus letali alla noia e romantiche
in uno scenario Parigi ma solo ad Aprile e la tua chanson d'amour préférée
Jacques Brel seduto in un anonimo bar a scandagliare i clienti
una radio che inneggia La Bohème cercando degli innamorati il bacio
tu solo nei brividi Aznavour s’avvicina fantasma
She sembra lui ti sussurri poi tutto svanisce è alba
Da “Folgori notturne”
amorlandia
piove e il sole è un atto d’amore nell’universo
lo sento dietro il temporale dando a Chopin le prove di fuoco in vena
sono disidratato eppure vedo le nuvole in un blu pronto a esplodere
mentre le rose ci aspettano sui terrazzi più alti
quelli dove si toccano gli astri
io so che abbiamo ai nostri piedi città malate di coccole
scappo dal mio stampo di plastica mentre tu dipingi i muri di poemi
e quando non ti trovo –
spesso non ti trovo
ti leggo dai volti degli alieni stipati nel traffico
mentre il mio cuore semaforo lancia col verde l’anima verso la tua
Milano ha una casacca grigia per tutte le sante stagioni
qualcuno canta in strada ma siamo rimasti in pochi i folli con anima nomade
coltiverò fiori sopra i tetti di una New York senza le stelle appena autunno
e danzeremo la zorba sopra le foglie morte quando partiti gli stormi verso Amorlandia
Da “Sole in Tempesta”
Il fuoco sul crinale
porta il respiro a fatica e raggiungi le nuvole
facile sognare più facile perdersi per un sogno
ma tu accendi la fiamma se sei perduto provaci ancora
il fuoco sul crinale e il mistero quando innamorati
vieni a vedere all’orizzonte l’alba
hai mai visto il cielo diventare acqua quando bacia il mare
punta bene i piedi e apri le ali
ogni tanto oceano e sempre - sempre uomo
hai paura ma paura di cosa
siamo tutti parte di un piano con file lunghe di ombre
mai dire mai agli sbagli impara il passato
fuoco sul crinale dopo il temporale dopo la pioggia – la notte la calma e gli astri
Da “Poets and Lovers”
Fiore di cavolo
Voglio che tu sappia che moriamo un poco ogni giorno
che le rose fioriscono in profumi per le ombre degli uomini,
e qui in Ade abbiamo meccanici per un motore
che sostituisce l’ala agli angeli quando di ritorno dall’Eden.
T’amo con tutta la corrente sotto il fondale del mare,
col vento in ascolto di un Requiem da un Mozart di nubi,
t’amo è scritto nei libri dai poeti, sui giornali e resta un soffio
soltanto la disperazione che lasci per farmi pesare l’assenza.
Siamo in pochi a tenerci per mano al buio coi sogni.
In pochi a non volere una luce nel fuoco dell’immaginario.
Voglio che tu sappia che qui i fiori di cavolo parlano d’amore
e nessuna fiaba che sappia di lieta fine ne è priva.
Da “Poets and Lovers”
Dormire col Diavolo
La notte insegna che dormire col Diavolo porti chimere.
Bambini con balbuzie da primi mesi, tutte le ombre davanti agli occhi.
Senza forma le stelle fanno festa lontano,
dove il cielo non è per l’uomo,
dove tutte le speranze diventano panzer pronti a colpire il nulla.
Assiderati i grattacieli resistono “cicoria” alle vertigini “in un fiore blu”
i loro abitanti prigionieri di un incantesimo,
fanno parkour sulle nuvole ogni dannata sera …
restiamo
tu,
io,
travolti da insonnie metropolitane stringate alla gola
che ci impediscono di parlare,
così possiamo solo fissarci negli occhi,
come due lampioni equidistanti da un battito,
anche lui insonne.
Il desiderio diventa un grosso, grosso,
gigantesco,
mostruoso,
affamato ragno che riempie di tele la Via Lattea,
in attesa che i cadaveri dei ricordi svaniscano dal litorale stellato
e la matassa diventi il nido di un disperato richiamo d’amore
che non può fuggire dai sogni
ma solo restare in appetito lassù --- per i fantasmi.
Guido tutta la notte in direzione sbagliata opposta al mio sogno,
le scarpe sono larghe sanno di ordinario ma non m’importa,
perdo tutte le malattie dovute a troppi inverni sulle spalle -
coi chilometri avanti, solo per cercarti … avanti sempre avanti …
Dormo il Diavolo si lamenta l’abitacolo è stretto
alzo la musica a campana,
tu sulla Luna in combustione … sei lontano
molto lontano …
spingo il piede sull’acceleratore … salto il vuoto di una tempesta
e non hai idea di quanto sia veloce il dolore,
tu non hai idea di come proceda veloce il pensiero,
…
fuori dallo spazio degli uomini …
e ti abbraccio pur non sapendo cosa sia vero o cosa sia sogno,
l’amore come un bambino innocente mi entra in pancia …
quando mi sfiori,
Bigfoot for breakfast si sazia anche il futuro dell’ora
ci passiamo col sudore la cura al contagio da sogni
…
mentre il Diavolo aspetta il sonno per farsi avanti …
noi apriamo gli occhi in altre case … in altri spazi … con un altro nome …
Da “Sole in Tempesta”
Streghe dell’immaginario
Spesso le streghe dell’immaginario aprono le porte degli abissi.
Ci sono colori e forme di te che trovi solo in un sogno,
più scendi in quel vuoto più trovi i momenti del tuo essere,
quello la cui voce ascolti dall’anima.
Sei vulnerabile all’alba e agli arcobaleni dopo la pioggia,
alle promesse d’eterno di un altro cuore
che balbetta come te i primi passi nello straordinario,
tutti i momenti dell’anno tranne quando perde i sensi - negli abbracci.
Ci sono momenti della Domenica senza valore di tempo
e lunghi, lunghissimi Lunedì falena intorno al lampione speranza
che una pioggia di stelle renda il cielo un allegro biliardo per pazzi
per scommettitori con la sorte, per chi non teme niente.
Quei giorni neri li lasci volare – alti aquiloni con nastri in coda
tieni sedute spiritiche coni fantasmi
giusto per dare cura alle edere velenose delle distanze
col credo.
Poi ci sono i giorni arancioni e gialli quelli pieni di sole
che vedono i tuoi occhi splendere dinamitardi d’orizzonti,
quelli in cui il tuo cuore esplode senza parola
e ti abbandoni al volo dell’io.
Nei giorni bianchi resti fedele al passo verso la meta.
Sono giorni incolori di fatiche e sacrifici col fiato corto,
con l’orgoglio che cede all’umile divenire
di una pupa i cui colori fuori dal bozzolo e solo per amore,
diventano incandescenti.
Come amano le vipere
Il primo peccato davanti al buio è non cercare le stelle.
Ho visto Parigi affollata, sporca, piena di Lamborghini,
la Senna che ha smaltito il sangue della rivoluzione
ma ti ho perso nei Giardini Pubblici - mentre osservavi il sole,
pensando a cosa …
La vita è così ubriaca da riderci contro coi sogni,
e mi manchi,
ogni volta che giro in mezzo agli odori dei passati,
alle loro tristi storie che aggrediscono l’animo del sensibile –
il primo peccato davanti al buio è temere di non avere il cielo.
Possiamo passarci il veleno dalle labbra alle lingue poi fin nello stomaco
e restare muti a fissare di notte i tetti che ascoltano Piaf dall’Eden.
Noi infetti di cose straordinarie
che ci teniamo dentro per non dirle a parole.
Duron scrive dei Re Maledetti da una stanza fantasma.
Al Pavillon si redime la storia della cuisine d’autore, noi due sfrattati,
je m'appelle rêve e tu hai un profumo pazzesco,
ti stringo la mano guidami fuori, all’Inferno, nelle tue ore … nelle tue follie …
Come si amano le vipere?
Portano i sacchetti della spesa?
Trovano parcheggio per l’auto sotto casa?
Gettano nell’immondizia il cellulare?
Quando si amano, le vipere sentono il freddo
perché cambiano pelle per una muta
e si stringono i corpi nei nodi della carne,
finché per troppo amore si pestano, si odiano, si lasciano
per poi … rincorrersi ancora.
Regalami il vestito verde di spire, quello più caro, quello più bello …
al fiume portami per fare ingelosire le altre donne,
seducimi con una poesia senza rima, stupida e allegra
così io da baciarti -
L’unico grande peccato è non fissare le luci di Parigi,
senza pensare al burro con l’omelette dopo l’amore,
al vino che ti sbatte contro il muro col suo bouquet ,
tu fermati al verde senza le spire, io ti dirò mi basti!
e quando luna piena noi una sola muta verso qualcosa di più grande
non voglio fare eternità stando nella storia
ma tenerti ed ecco
ho paura …
Da “Sole in Tempesta”
Big Bang di sognatori
Stelle scarlatte care agli amanti di notte,
pigiami di foglie leggere per nudi legnosi e giganti,
un cuore in fiore col respiro devoto al mostro che lo infiamma,
folle su zattere d’etere per cercare il sogno.
Bisboccia di spettri nel tuo capo reame,
infliggi dolore alle parole rimaste in orgoglio a pregarti,
d’essere scritte, dette, d’essere vive in un mondo strano,
la cui regola è proibizionismo a magia.
Astri di cera e Big Bang di sognatori con occhi sbarrati
come loro mi perdo fissando il cielo e tracciando strade
che non hanno mai fine o forma o terra …
ma solo inizio.
T’avrò nella memoria, promette l’Eden.
Io non voglio promesse d’eterno -
solo capire,
quanta musica possa restare di questo folle battito,
a chi ha sempre amato varcare i confini.
Da “Sole in Tempesta”
So
ho sognato l’amore e sono rimasto senza respiro
tutta la notte in mezzo a nuvole di lenzuola per cercare il sudore
ero circondato da chimere ma di una soltanto volevo i baci
nessuno può capire cosa travolga il cuore quando rifiuta l’aria
un filo di perle bianche le ore prima dell’alba
dimmi che sbaglio – dimmi solo che sbaglio – dimmi di fermarmi
resta senza voce persino il colore del cielo prima del sonno
abbracciami – sta scritto sul libro ma tu sei altrove
Da “Sole in Tempesta”
MMG
(monster’s mind games)
Lilith lettere scritte per amore in pasto alle fiamme
serendipità leggendarie con le catene al collo in mezzo a umani
e tu disperso in salvo sugli scogli d’un oceano
che ha visto l’uragano con onde più alte della speranza
mi dispiace non arrivare in tempo a dirti “ti amo”
un cartello nella stazione in attesa di pendolari
ya big man - sopravvivi e con le mani stringi il volante
nulla del mondo reale è minimamente vicino a dove sei ora
serial killer a piede libero l’ombra dopo il tramonto
tu cecchinato da un predatore che pensavi legato ai ricordi
si ubriaca chimera prima di sorriderti mentre attraversa la strada
piove è Aprile finalmente l’amore
Da “Sole in Tempesta”
Pain is easy
silenzio
un criminale senza parole uccide t’uccide
e muori tra le sue carezze gentili
scrivi in un respiro i tuoi sogni e resisti gli resisti al mostro
finché stanco accetti la pena
sei fermo nelle parole li nella tua gola
che affondano in un altro silenzio
che vorresti gridare
ma non hai voce
nel tuo corpo non senti più nulla
quasi il sole sparisse divorato dai tuoi organi
siamo nella trappola delle percezioni
baciamo in bocca gorgoni tentatrici e multi forma
schiviamo le albe negli occhi con l’ultimo sogno
del cui sudore facciamo scudo per un più lungo piacere
mandi a te stesso un email per ricordarti d’esser felice
alieno amore bussa alla porta lo chiudi sotto un vetrino
e lo osservi curioso nel suo tentativo di salvarsi
non dall’umano che lo osserva ma dal contagio con la sua anima
martelli un cellulare con gli occhi niente missive
in strada fantasmi spaventano i passanti immuni a magia
ti chiudi in una canzone che continui a sussurrare a te stesso
mentre il mondo scivola lento verso il mistero dei sensi
Da “Sole in Tempesta”
winters darkness
Tienimi la mano.
Non tremare, non piangere non avere paura.
Ora che mi abiti l’anima non sentirti in prigione e
guarda al sole usando i miei occhi.
Ti lascerò andare appena primavera.
appena avrai imparato l’amore,
anche senza l’uso di quelle ali
in dotazione da quando sei nato.
Sarò io alla porta quando uragano.
A stringerti se in fuga dai brutti mostri.
Un giorno mi ricorderò d’averti pensato in angoscia
e tornerò al mondo per spingerti a volare.
Ti libero e sei libero da ogni colpa.
Persino d’aver taciuto i brutti sogni
di cui hai perduto le istruzioni per l’uso
pensando al male.
Sarò alla porta quando tempesta.
In qualunque vita – ti auguro - tu abbia mare calmo
e la vela aperta per temerario orizzonte
tu marinaio col cuore mai domo verso i migliori astri.
(18 Marzo 2018 – dedicata a Jacopo Sirtori morto suicida a 16 anni)
Da “Sole in Tempesta”
Vespro rosso
Occhi foreste.
Col fuoco della malinconia, ti domandi dove
si nasconda l’amore?
Vespro rosso,
un sole nell’addome,
il silenzio implode,
deboli i raggi.
Un cane l’ombra, ti morde,
ti mastica lenta e sul divenire più scuro,
il cielo parla con mille astri.
T’immagini al sicuro nel sogno,
in un bagno di sudore e fiamme,
poi tremi fatato, in un rigetto di lava,
da un vulcano di battiti.
Poi smetti, smetti di farti domande,
smetti di cercare la cura,
guarisci finché non farà ancora più male,
aprirti una porta nell’immaginario
con sole albe e senza tramonti.
Chimera ti fissa
da un vetrino sotto un microscopio alieno,
le anomali stagionali ti rendono incolume ai suoi studi,
sugli umani …
inspiri tutta l’aria dell’universo – ora nel petto
assorbi dall’atmosfera tempeste e uragani,
diventi un oceano ma senza abissi e sabbie dorate
solo un grande, immenso mare
che affascina la curiosità del predatore verso la preda
e ti rende inconcepibilmente,
l’anima che sfama gli immortali.
Occhi foreste.
Vespro rosso sangue.
Ali tagliate.
Mai forte la sorte per chi vuol volare.
Da “Sole in Tempesta”
Tolte le ali, sentirai la pelle bruciare per la mancanza di cielo.
aforisma
jurnal de moarte
praticamente col buio sta città diventa un motore a vapore
che intossica l’aria
tu
io
strade strette e sporche
e una solitudine da velo di Arianna
nel labirinto di un Minotauro urbano con lampioni
ci spaventiamo come bambini abbandonati che si nascondono
per aspettare che gli spettri scompaiano nella notte
prima di correre verso una stazione dei treni immaginaria
dove prendere la prima corsa verso un posto lontano e senza nome
solo per amarci
ma finiamo su due binari diversi
ci lanciamo in corsa dal vagone pur di ritrovare il punto di partenza
per finire in un posto ancora più buio del petto
dove tremare di paura e di gioia può essere la cura
troppo rumore e troppe luci le stelle lontane
siamo assenti ai nostri corpi presi da un sogno
una goccia di morfina
ancora una goccia
una goccia ancora
non fa più male
il veleno ha il dito leggero del silenzio
stiamo per arrenderci
quando qualcosa ci travolge
una tempesta un uragano
un vento terribile
diventiamo bestie con occhi luccicanti e la città dorme
tutte l dislessie passionali guariscono
noi con loro
mentre ci fanno piovere come angeli nei sogni d’altri
noi ancora innamorati
noi ancora insonni
noi così dannatamente piccoli
Da “Sole in Tempesta”
salvami mostro
salvami mostro
portami via ai sogni
mettimi sopra una pira di stelle
abbandonami alla fiamma
dammi un mare infinito
uno con onde giganti
e vele forti e stelle nel cielo e onde
da navigare senza paura
dimmi il perché dell’amore
quando tortura la forma della parola
e ti fa esplodere il cuore coi dubbi
fino a renderti schiavo
prendimi in forza il pensiero
tormentalo tempesta di piogge
lasciami sconfitto al mistero d’insonnia
quando gli occhi aperti colgono cose incredibili
Da “Sole in Tempesta”
rex
il guerriero ha l’animo nobile
piange ferita solo se d’orgoglio
stringe i denti quando battaglia
e ha gli occhi pieni di sogni
è innamorato perdutamente innamorato
della stella guida quella che solo lui vede col cuore
si piega davanti agli umili
cui inginocchiarsi è dovuto poiché fanno la storia
sei guerriero nato non per la guerra ma aprire catene
sei forte non nella carne ma negli ideali
quelli che spingono i mostri a difendere gli uomini
e se sbagliato in un mondo sbagliato nonostante l’incerto
tu hai ragione di vita solo se in battaglia
quando la tua stella rende per un attimo possibili i sogni
Da “Sole in Tempesta”
perpetuum
ho una deficienza immunitaria al limite umano
una extraterrestre ambizione per l’incerto d’oltre confine
malata per stelle che non sanguinano se dentro gli occhi
inguaribile ribelle mai schiava
servo solo i sogni e dei sogni sacerdotessa
innamorata fino al midollo dell’osso del temporale
fulmine nutrita da altri terribili fulmini
nella carne debole ma passionaria dell’amore
sono un vulcano che predilige l’insonnia
col centro di lava scorro in poemi invidiando il volo
aquila col desiderio di cime ove sperimentare la dipendenza da Eden
fragile onda se scoglio il confine dei tremiti da dolore
aspetto che piova per provare gioia
mi sento fiore
mi sento prato filo d’erba un albero forte
cerco le nuvole nere per esternare la forza incessante dei battiti
con vele mai aperte per i sogni navigo in follia il futuro
non sono mai abbastanza per me stessa ma non temo prigione
vedo dove altri ignorano ci sia qualcosa
toglietemi il nome toglietemi il respiro ma lasciatemi gli onori
dati in vita a chi meglio di me ha sfamato di libertà l’uomo
Da “Sole in Tempesta”
Canon A
sotto un mucchio di parole pronte a bruciare per fede
c’è un fuoco nel cuore che detta a sorpresa magia
e sfida i tempi le malinconie le paure e i mostri
per insegnarci lo straordinario
ogni sogno si spinge nella tua carne
se teme la luce diventa reale pur di averti
tu e il tuo sogno oltre il mistero
che rende ogni stella accesa la vena in cui scorrere per altrui alba
Da “Sole in Tempesta”
Più grande delle parole
gioco … cerchi concentrici sull’acqua “questi sono i giorni” canta Van Morrison
non c’è passato se guardi avanti e avanti c’è sempre un’alba
prestigiatore ogni sogno che ci separa per poi riunirci
in qualcosa di più grande delle parole
alte le nuvole ma più alto è quel senso di futuro
dove ti senti un minuscolo granello di sabbia
che tiene in pugno il cuore di chi ci ama
così quel pugno non lo stringi ma lo usi per rendere i battiti
del prezioso bene
immortali
questo è il momento
forse troppo precipitoso o lento mai giusto eppure è avanti
quando respiro sento il blu di ogni volo fatto per amare
e se ci fosse lassù … la presenza
per cui noi darci senza spavento
allora quale ridicola cosa non sarebbe risparmiarsi
pur di non dare libera scelta e massima spinta
al cuore
Da “Sole in Tempesta”
The Gate
Tu sogni, maledetto dall’unica chimera che non sei riuscito ad afferrare.
Inspiri profondamente e chiudi gli occhi, sperando lei appaia.
Cuoci dentro il fuoco di un’idea ignorando il dolore,
cercando nel buio della notte i suoi abbracci.
Sei pioniere del male più male che esista,
tu sai che in natura non c’è alcuna cura all’amore,
malato più dei malati di tutte le ere,
il più pazzo dei pazzi che si sono dati per follia, all’Inferno.
Tu sei così idiota da credere ci sia un varco nell’impossibile,
sei così piccolo da non temere la grandezza dell’universo,
fai l’amore per il piacere di smarrirti nella condanna
dell’appartenere a qualsiasi cosa capace in natura _ di tenerti testa.
Da “Sole in Tempesta”
L’uomo resta stupido ma pieno di sogni
succede che al cadere delle stelle si chiudano gli occhi
per volare oltre un grande finito di solo piacere
e respirare all’unisono con un sogno
dentro la gabbia della sua fiamma
innegabile fatto che il liquoroso cielo dia dipendenza
ubriaco nel sangue tu continuare a cercare
la ribelle di tutte le meteore in un uragano
fatto di lunghi silenzi e incendiato dai battiti
a luci spente farai penitenza chiamandone il nome
aspetterai piogge acide di comete per domarti il fuoco
succede che al cadere delle stelle a volte si crolli
per l’unica cosa che spinge avanti l’amore … speranza
se stanco della tua testa in mezzo alle nuvole
tornerai nudo e madido di sudore ai campi estivi d’erba
pregherai che gli astri restino fissi _ non muoiano
nemmeno per dare vita a ciò che sogni
Da “Sole in Tempesta”
amore ai tempi di una guerra
io posso dirti che sei il mio peggiore nemico
che non ti condanno perché cosi preso dalla mia anima
che in fondo è ciò che cerco nell’impossibile
di ritrovarmi con meno paure meno domande e meno dubbi
mi componi in piccoli cerchi di grano sulla mappa del tempo
ogni cellula di me ti è aliena eppure non scappi
ti ritrovo mostro con mani forti a spremere profumo di rose
mentre la notte chiama l’aria per darsi schiava
Venezia sott’acqua sussurri in dolcezza tu sogno
l’amore ha ponti sopra fiumi d’etere per farci correre
vorrei vederti alla luce del giorno ma poi scompari
ti odio io t’amo temo l’assenza se chiusi gli occhi tu non riappaia
me … a book unwritten
me … the words unspoken
and you the death of all – my dream my lover
my end
anche se non ti piacerà che io muoia
sebbene silente t’avrò lasciato al nulla
sappi che non ti ho mai voluto veramente avere
pur di continuare a cercarti chiusi gli occhi
perché il vero tesoro del buio è il percepire
e il vedere col cuore va oltre la parola
sei rimasto in me fino alla fine
che dire … vai a disturbare un altro col tuo amore
se sei così bravo leggi nel silenzio
ciò che mai sarà scritto
che mai avrà carne
che mai avrà fine
… tu resti
io volo
tu sia dannato
mio nemico
mio amore
mio sogno
Da “Sole in Tempesta”
Gute nacht
sei salvo solo nella pazzia
amore lambada di streghe intorno al fuoco di un piacere
pensieri sparvieri prigionieri in una voliera di carni
mentre fa buio
i pollini si aprono per spazi caldi
il bisturi del blu opera con le mani di un volo
mentre schiavo d’amore
e senza ali dalla cima più alta in te … apri le braccia
Da “Sole in Tempesta”
Male di veggenza
t’alimenta lo stellato
cavalli di neve comete
il big bang nel cuore silurato dai sogni
la parola non detta
e scappi nell’oltre di un piacere
sprofondando nella follia
per detergerti dal male più puro
cercando chiusi gli occhi di vincere i limiti
appartieni alla speranza fattucchiera
diviso nella tua stessa carne tra buio e luce
schiavo di una chimera che ti bruci il cervello
finché di inceneriti dragoni il tuo essere si plachi
Da “Sole in Tempesta”
Tu mi uccidi
Tu mi uccidi.
Tu stai nella mia bocca
di fianco alla parola e meravigliato
di un così lungo tacere,
mentre la primavera va avanti coi suoi colori.
Nel mio sangue c’è un monumento al buio in cui
sta chiuso il battito del cuore
e persevero nell’invidia di rondine,
nel mal di Luna,
negli eritemi da astri sul cogito,
nelle follie senza freni nei sogni … mentre
tu mi uccidi.
Chi non parla ai fiori è un malato senza speranza,
erro nei profumi col capo alle nuvole,
libero più libero che mai al confine che l’uomo
vede invalicabile eppure io già oltre, già a sentirti mentre
mi uccidi.
Da “Sole in Tempesta”
Sole in tempesta
io non so perché brucia il cuore
non ho idea di cosa mi consumi quando sogno a occhi chiusi
non è mai il momento giusto per le risposte alla tempesta
di cui probabilmente sono la causa pur restando nascosto
io invoco i riti antichi dell’amore
in nome di una fantasia che m’anima il midollo
ho bisogno di sapere che ardere sia più di una fiamma
e che nulla distrugga il circo centro dei sensi
parole Forest Gump febbricitanti e accoppiate ai sogni
qui le scale non salgono e le nuvole pesano pietre sul capo
fino alle stelle primavera implorando e luce
i battiti in cui si consuma la carne un Édouard Manet d’aria
voglio andarmene a vedere il sole in tempesta
più soffro più il sangue guerriero balena bianca combatte
se non vuoi un cuore che bruci allora taci
altrimenti vinci … vinci … vinci … vinci il buio
Da “Sole in Tempesta”
boogeyman
boogeyman poet scritto sull’anima sono nato tempesta
voglio abitare il veleno delle tue notti – mi sussurra la stella
che m’entra sottopelle detersa col fuoco
vergine il letto nutrito solo a insonnie
strappami alla carne grida il mio essere al silenzio
tu cuore
unica musa
Da “Poets and Lovers”
spaceship
sono irrequieta quasi il mio tempo finisse e restassi incompiuta
l’orologio spara da sempre sulle 11:11 nessuna cortesia nella spiegazione
solo la pioggia calma un fuoco di cui oramai non posso farne a meno
mi nascondo in un interminabile libro pieno di fantasmi
ho ferite ovunque persino nell’orgoglio ma non temo per la guarigione
mi ossessiona questo senso di vuoto che mi appartiene da sempre
e non riesco a colmare nemmeno col verso
sono in divenire qualcosa di cui non conosco la specie se aliena
tremo guardando in alto le stelle e vorrei con tutto il cuore amarti se esisti
nonostante l’amore dicono essere un riflesso incondizionato di speme
cosa che non appartiene ad alcuna cellula del mio corpo
se ciò accadesse sappi andrà oltre le forze di un poeta
se ciò accadesse anche per un attimo stringimi appartienimi
non spetto al mio tempo
alla mia storia
al mio corpo
sono sempre in frantumi per un pugno di sogni e ideali
vado a pezzi quando l’amore cerca nella ragione
un compromesso
io sono sbagliata
confusa
perduta
dannata
viaggio col passo impreciso sulla corsia errata e avversa a una meta
denigro ciò che ha fatto la storia spesso violenza
e amo fino a perdermi
fino a togliermi il sangue per metterlo in altrui corpo
amo ogni muta da qui alla morte
io non mi sono
ma mi sento
percepisco del me il bisogno di altro
non di confini
sono malata incurabile di chimere
visionaria e pioniera in mondo di fragili uomini
che non mi sanno spiegare 11:11 cosa significhi
Da “Poets and Lovers”
Passaggio nel Limbo
alto il sole dispero d’afferrare i sogni
sconvolto attendo la notte per la resa a chimera
mi precede l’infinito e mille poeti alle porte del Limbo
alle cui armi faccio appello – per rendere il silenzio meno importante
se fosse Keats al posto mio ti direbbe “aspetta!” ma non nel tormento
se fosse Karajan avrebbe ammansito brutale orchestra di morti per dolce sinfonia
ora sono solo io senza l’estro del genio e incompetente
solo un me povero di stile e accesso in mezzo al buio
unico faro sopra l’oceano dei tuoi battiti
fammi innamorare ancora
del bello non vi è mai abbastanza così come dell’amore
salvami dalla disperazione e dal bisogno di esserti
nonostante la certezza vi sia un mostro là fuori
che si nutre della gioia d’un uomo
soffocami negli abbracci appena soli
ricordami perché resistiamo in questa confusione di idee
perché costruiamo certezze sopra castelli di carta
in cui ci chiudiamo re e regine senza sonno
Da “Poets and Lovers”
Marzo
Temerario il narciso e vento caldo,
rasta di raggi solari,
volo di rondine,
è primavera.
Da “Sole in Tempesta”
annientamento
tu mi possiedi
io non conosco ragioni per prendere sonno
metti ali ai miei sogni poi mi annienti - diventando quasi reale
sento con gli artigli delle distanze … la sofferenza
e smetto di essere me per stare nei tuoi panni
smetto di avere bisogno di aria o fame
mi hai fatto un incantesimo oramai non posso liberare nemmeno la parola
resto confuso e in silenzio sopra questi versi - aspettando
cannibale il desiderio
pioggia tesse perle di marzo ma io vorrei gridare Vento portami via!
mi racconto fiabe con le chimere e viaggio di mente
divorami urla la carne e oramai senza sonno t’immagino nell’universo
al posto di tutti gli astri
Da “Poets and Lovers”
7a
cerca nei miei tremiti la luce del giorno
lasciami
lasciami ubriaco sotto il sole dei tuoi occhi
incidi senza delicata misura il pensiero
fallo morire per fare posto ai sogni
dimmi che non c’è speranza per i folli
che scriviamo lettere che andranno perdute nel tempo
che siamo e saremo sempre predati dagli attimi
nella stessa misura con cui noi prediamo l’amore
restami dentro o dammi il posto del tuo cuore
e con la tempesta liberami le ali
fino a toccare l’alto
per poi precipitare
nella mia cara prigione dentro il tuo sangue
dentro il tuo petto
dove prendere sonno
e smarrire il peso delle ere fino al prossimo volo
Da “Poets and Lovers”
sing
faro il battito blu notte l’onda contro gli scogli
ardi di stelle fino al midollo e tremi in un sogno
odore di alghe e di intrappolati tesori tu al confine
sei pioniere d’un fuoco alieno poeta in ogni cellula
Da “Poets and Lovers”
Love has no grave.
Da “Poets and Lovers”
Light off
at the end of the day I’ve killed you twice
one by frying you in my sadness
the second time by ignoring your phone calls
now I’m off light
shaming my own beats
you should know
there’s a doom in the words unspoken
there’s a dead way in a secret
a deep blackness
at the end of the day you killed me twice
one by recounting my name
the second time
by showing me the colors of your passion
Da “Poets and Lovers”
Eat me!
she lives in your mind
fearless
hurricane of stars and bleeding promises
sleepless lover
helping you to exorcise silence
while in your heart her sweet mouth is pleading
eat me!
eat me!
eat me!
Da “Poets and Lovers”
Love is the matter
clouds snake over my head
moon is moaning to lovers
this heart is ground zero and sleepless
wish I could storm with stars through darkness
still searching for the La La Land
lost in my dreams like no other
a legend for all damn gypsies that had ever sang
love is the matter
was me that day in the rain
checking with a broken wing how to warm your fire
please my ghost give shine to this sparkle
me is only a word with no sound if you remain a shadow
Da “Poets and Lovers”
Poets hunter
I’m haunting poets
searching for you a wonder
while wind is graving their white bones
and me talking with shadows
you’re not alone - I’m telling my self
you are not only a thought
foolish is jingling me
madness claims every moment of consciousness
I gave birth to a monster every time in the black night I’m missing you
the same monster has no beauty
has no happiness
has lots of sadness
did you ever hear a heart singing like mine
now I'm haunting love for your spirit
and I'm the monster
no other poet should ever write you
more than me
his gentle love
I’m haunting poets
is storming with rhymes
you _
only you
in my eyes
lightning
Da “Poets and Lovers”
Missing star
was a dream
felt darkness and hold the fire of my mind
while the sea stood up
till filling heart with his deep
night wasn't good for goodbyes
I was kissed
by a ghost on the trail of Heaven
my suffering expanded the wings of any fault over the air
I stopped breathing
thy was the spirit _the flesh _the flames_ the look - I missed
tell me now who's the fool
on my love
my dearest
I got to be wave
only to tell you how much light you are
into the darkest part of me
Da “Poets and Lovers”
Io non sono in competizione con l’Umanità, sono in competizione con me stessa.
Aforisma.
The last
not human
only a believer
perhaps a poet
a bad poet
a good dreamer
Da “Poets and Lovers”
Occhi sulle stelle
la mia famiglia è l’insonnia
sono orfana di ragioni di vita superiori all’amore
mi arrendo solo al bruciare senza un motivo
per appartenere a qualcosa di inspiegabilmente caro agli umani
si dice che la forma del vissuto sia data dal nostro modo di pensare
qualunque cosa non basta farla bene bisogna farla meglio
e mi viene male volare
recitare
restare in una regola
in fila
con sufficienza
così vivo tra i mostri di cui ne coltivo i sogni
le mie ossa hanno le bruciature delle stelle visitate quando chiudo gli occhi
fatico a capire e inserirmi tra le persone normo dotate
che mi guardano aliena
in un museo per scherzi della natura di cui loro non temono il contagio
ho sviluppato l’arte della fuga
tutti gli inferni umani hanno qualcosa di bonario
per fede vedo il mio oltre senza poterlo spiegare
io come altri alieni passati e futuri
che rispondono solo alle passioni
Da “Poets and Lovers”
The monsters of my mind
Dicono che il Diavolo abiti il mio corpo.
A volte penso di non appartenermi e mi piace il buio, non temo le ombre,
divento sincero al mio immaginario pieno di mostri
con cui corro affamato e predatore.
Le preghiere le cambio come le lenzuola,
non arrivano mai dove dovrebbero e cadono,
sbattendo contro le finestre, le pareti di casa e persino contro i ricordi,
facendo della mia carne fiammifero per un fuoco di cui non ne controllo le cause.
Travesto tutti i personaggi in me senza sonno
con una maschera
e la porto nei lunghi viaggi del quotidiano
per ascoltare altri insonni o cacciatori di anime
con altri diavoli nei loro corpi.
Sono inconsapevole dell’ultra potere dei sogni.
Fantastico di tempeste che mi seducano l’osso
che non mi risparmino di sudore
mentre salgo l’atmosfera
coi respiri in mezzo a un mare fatto di tremendissime onde spaventosi venti.
Dicono che il Diavolo abiti il mio sangue.
Sono così innamorato del suo amore da ferirlo,
sedurlo,
da straziarlo,
da divorarlo …
ma c’è una grande bellezza nel suo silenzio,
una tacita alba che non sa crescere e non diventa mai oscurità totale,
qualcosa che porta a entrambi grandi voli,
e le mie ali così piccole ma temerarie
ah, le mie ali –
non sono altro che parte della sua fiamma.
Da “Poets and Lovers”
Pupe di mostri
Conosco un mostro.
Si chiama amore.
Gli piace divorarmi nel petto il cuore a piccoli morsi
lasciandomi senz’aria.
S’è fatto spazio nella mia carne.
Mentre mi mangia, alleva farfalle in bozzoli dolci
piazzati nello stomaco.
Di notte sento le pupe con loro ali sbattere contro le pareti del corpo,
farsi strada attraverso il miei nervi,
i miei pensieri, i miei atomi.
Ho rinunciato al sonno o meglio lui ha rinunciato a me.
L’insonnia mi fa da padrona, amante e boia.
Uccide qualsiasi cosa non mi tormenti di piacere,
non mi dia un diavolo di ossessioni di cui doparmi,
se in astinenza d’abbraccio.
Ho provato a liberarmi.
Lui rideva.
Il mostro rideva con le sue fauci in espressione sarcastica,
rideva della mia impotenza di sfuggirgli.
Ora mi abita. Calmo.
Io lo nutro. Ogni istante.
Mi appartiene.
Gli appartengo.
Siamo due drogati senza speranza,
sull’orlo di una guerra da sempre.
Non se ne andrà mai.
Forse non lo lascerò io andare via.
Eppure ci detestiamo.
Eppure ci combattiamo.
Lui dentro.
Io fuori.
Lui fuori.
Io dentro.
Ho tutti i segni delle sue ferite nei ricordi.
Spesso sono in fuga dalle trappole della sua memoria.
Astuto, astuto nemico che si dirama nelle mie cellule appena umane,
facendomi cambiare,
facendomi diventare qualcosa di cui non conosco il senso, la forma, la meta.
Appartengo al mio mostro
e non vorrei volere mai altro.
Da “Poets and Lovers”
Notte scoppia di stelle
lo spazio è marmo silenzio-
tu mi attraversi corrente
e resti in crociata contro la parete di nervi,
bolle di sapone i palpiti nel petto cuore di cera
divoramondi quegli occhi nella mia testa
distratta dalle fenici notturne
intorno a una luce come petardi
come disperati esseri che tremano di freddo
io tremo
io credo
io immagino
tesso Penelope
e nella fiamma di un ardere
muta
Notte scoppia di stelle
lo spazio è marmo silenzio
il tuo passo avanti
il tuo passo leggero sull’aria
…
…
l’uomo che ama non rinuncia mai ai propri sogni
Da “Poets and Lovers”
Febbri e fresie
Sole in scintille di più nei tuoi occhi.
Brillo se saturo di gioia
ed è per questo il mio tormento d’amore.
Cosa sarei mai senza quella luce?
Cosa non farei per averne ancora?
Nulla della notte mi mette paura.
Resto abbracciato alle stelle,
dove so di trovarti,
quando il cuore in apnea cerca l’aria
di un sogno.
Bruciamo e bruciamo su questo altare in fiamme.
Abbiamo i colori dei fiori e i profumi dell’estate nei baci.
Che resta della paura se non l’avallo di morte nel dopo …
sino allora io brillo saturo di gioia.
Da “Poets and Lovers”
Supernero
amazzone possessiva e calda la mente assorta nei sogni
tenebra
supernero il buio nell’anima
un treno lungo ere e con un vagone di pazzi di cui uno domanda “e l’amore?”
fresie pepate e acerbe ardono
precoce primavera
tu vagabondo
login a un asilo di poeti spezzati nel cuore da una falsa promessa d’eterno
c’è posto per uno solo nella directory di “quelli sbagliati “che finiscono presto nell’Ade
palpiti machete nel petto e ondate di sangue bollente la resa a chimera
bambino diamante ciò che resta dei giorni
chiudi gli occhi affoghi nei brividi di ogni sera
saluti Keats passando il confine tra te e gli immortali
fantasmi in pigiami di liquirizia e tristi _ le ombre
scheletri col nudo bianco le nuvole ti rubano al sonno
di supernero nutrito al supernero diretto buie le strade
vortici nel cloroformio d’abitudini più veloce tu dell’uragano
sopra il tuo capo navi senza ancore e timonieri
amazzone la mente che ti possiede appena cedi a magia
Da “Poets and Lovers”
Gli uomini straordinari
gli uomini malati di sogni sono straordinari
bruciano di un fuoco alieno che non si trova in natura
agonizzano davanti a mappe oltre le barriere dell’infinito
e amano dando fondo al cuore senza mai rinunciare
Da “Poets and Lovers”
Dispersiva
chi ha detto che la poetica non debba essere in canoni di prosa?
chi fece tale regola da non evolvere in altro?
che la letteratura si basi solo su dettami di altri e non i nostri?
la poetica non è regola ma ispirazione!
la poesia è tutto quello che regala un via sull’Oltre!
quindi se dispersiva lunga prosaica sono indenne
alle regole d’altri
ai dettami d’altri
ognuno scrive ciò che sente
e se il suo sentire sia esausto di ego e non piaccia questo
significa che certi pensieri non vanno abbreviati
non vanno strozzati per vestirsi meglio davanti a chi ci legge e critica
i pensieri sono fiumi incostanti veloci con correnti forti per natura
del nostro operato poche cose si evolvono a “straordinario” il resto sono esercizi
sono messaggi
sono passaggi necessari per evolverci dentro e per dire agli altri
che non siamo pietre che il buon artista
il buon medico il buon uomo attraverso la pratica diventa miracolo
e forse i miracoli non piacciono a tutti
come non piace il bene se assoluto
come non piace la battaglia per il bene perché necessita sacrifici
spero dispersiva sia un bene
uno di quei beni che rendano la poesia di oggi
più di una canzone che si fa strada tra la gente anche se mediocre
anche se lineare ma colorata
dispersiva significa incolore e senza buon fine
i poemi non hanno un fine e ciò che scrivo sulla fede di ogni Dio
non è mai stato incolore
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
some
una nave sulla sabbia sussurra al mare
arde il sole le rive di schiuma salata
lunghe lettere di voli firmate dai gabbiani
solo amore e libero senza un destinatario
col vento e l’alta marea trema la chiglia
il cielo di nubi salici dentro le onde
sirenidi d’alghe procreano in abbracci
tempeste che cantano di tesori al Capitano
blu e sempre più blu diventa il sangue
la stella sarà la rotta fissa persino nell’uragano
a volte è dura essere uomini contro gli immortali
ma quale sogno potrebbe mai dirsi memorabile
senza una sfida
Da “Poets and Lovers”
Bellezza
fiore - donna
gridi col tuo profumo
bellezza
restami
Da “Poets and Lovers”
Terre lontane
"terre lontane nuvole nelle tasche un cuore pieno di sogni
piccoli passi grandi corse desio benzina per dare allo spirito un fuoco
povero di tutto tranne di immaginario vesto magia
pazzo come piace alla storia mai eroe di tutti i temporali della vita - il re"
Da “Poets and Lovers”
Corsaro
assorbi dal blu il volo di un uccello ed è mare aperto
ali spiegate corrente ascensionale
il vento
le braccia a vele
di tutte le stelle chiusi gli occhi ti basta speranza
infinito l’amore ti appartiene
e osi in mezzo al fragore di tuoni e fulmini superarti
avanti avanti finché alta marea
con onde sopra la tua testa testarda
avanti avanti avanti per fare della tua vita una storia
da ricordare negli anni
avanti avanti avanti e avanti ancora finché perduta la rotta
perduto il sonno
e il senno
folle nutrito da inaudite chimere
nella terra dei sognatori
Da “Poets and Lovers”
Stringimi
inseguo il tuo sorriso
inverno golem bloccato in argilla
nuvole gotiche e tristi io in fiore
asfalto fiume bacia il cemento i miei respiri …
campi verdi in cui ti rincorro se chiudessi gli occhi
questi battiti pazzi tasti di un pianoforte
le tue mani sull’aria compongono la magia
le tue mani nel delirio che ballano
perduto io per sempre nell’immaginario
traffico di folle di ombre compongono mesmeriche creazioni della fortuna
t’inseguo i palazzi crescono alti e con rami d’antenne
cerco di scalare il loro corpo ma cado
senz’ali io ti inseguo mentre tu voli
tracciando vie di fuga per noi in un universo più grande
ti inseguo farfalle m’animano il corpo
ho una fame nella carne come una droga
come un ferro bruciante appoggiato sul cuore
sanguinante e a fuoco cresco di sogni
i passi hanno il peso di due mondi
la terra m’assorbe e mi rallenta
le scarpe diventano desiderio
e corrono corrono nella tua direzione
qualunque essa sia
ovunque io possa trovarti
nonostante l’inverno
nonostante io solo un uomo
nonostante il mio amore taciuto
inseguo il tuo sorriso
Da “Poets and Lovers”
Rami nudi
ferma l’orologio è febbraio
piovono biscotti di ghiaccio
piove di neve - con merli affamati
piove con foglie secche cadute dai rami
piove di nostalgie perenni
l’aria fredda ti mangia
l’acqua del fiume scorre esausta dei grigi celesti
piovono nubi fino a intossicarti tristezza
e t’abbandoni a un pensiero caldo dove tutto ti protegge dal male
ferma i passi e ascolta
ogni rumore è una canzone
ogni delirio urbano un quadro
ogni profumo una emozione
ogni persona una storia
e tutte queste cose insieme sono la tua vita
la gioia è un orso in letargo
si nascondono persino i fili d’erba
i cuori fanno a pugni con l’aria
le anime con le loro solitudini
fino a cedere al semplice battito _ di speranze soldati che fanno la storia
febbraio generale si prende il merito
tutto è già scritto in ogni pioggia
in ogni inverno nel tempo di riposo delle rose
e dei loro sinceri profumi
Da “Poets and Lovers”
Poema delicato
Ammaestro le stagioni, io domatore di attimi.
Sbriciolatore ufficiale di rose con mani macchiate di profumo.
felice dirottatore di malinconie,
in questa gabbia di matti sorvegliati dalla fortuna.
Spendaccione di sorrisi, mani bucate d’amore …
Ti cerco però, per riempire il vuoto nel petto,
per colorarmi l’anima e per dare dolcezza al midollo.
Non so darti un nome, o una forma, non so se tu sia una cosa,
una persona, una stella …
Lento scorre il fuoco in vena.
Cera la parola senza scheletro s’adagia morbida e silente,
a volte posso magie spesso niente ,
e mi tormento -
e mi condanno
per l’ozio su strade immaginarie dove fioriscono i sogni,
dove la pioggia ubriaca
e la notte è cosi abbagliante di stelle da rapire il cuore.
Tornerai vento se esisti …
e io, io sarò là fuori a cercarti,
anche se non ti conosco
ma non conosco nemmeno il segreto del mio esistere.
Sì tu tornerai e io capirò nell’attimo ,
io capirò il perché io sia una cosa strana.
Da “Poets and Lovers”
starry night stormy sea
Blu fino alle ali, fino al battito. Blu saturo d’aria. Blu
fino ai polmoni, fino a divenire me.
Poi parto per cercare il sole.
Chiudo gli occhi e volo.
Chiudo gli occhi e vedo le stelle già dentro,
nella memoria.
Non temo niente. Non sento il dolore.
Ho lasciato il fuoco che arda per un punto lontano,
lontano dai miei occhi così
non smetterò mai di salire.
Così non smetterò mai di cercare.
Così le mie domande resteranno un punto nell’ignoto
di cui solo natura caparbia conosce i segreti.
Blu d’amore per ogni cosa. Ecco cosa sono.
Ecco cosa voglio essere.
Blu nell’espianto da un sogno
che ho rincorso da sempre.
Dimmi Sorte che avrò i brividi anche se Oltre
dimmi che non finirò col morire per nulla,
dimmi che volare è un atto di fede
e sono fatti di blu questi ossi
nel posacenere del destino.
Blu fino alle ali,
io col mare dentro, senza fondale …
ecco cosa sono.
Da “Poets and Lovers”
Ti amo doppio infinito
Nevica di stelle sui tuoi capelli.
Luna in argento lavata,
l’aria medica il cuore che batte.
Ti amo doppio infinito.
Da “Poets and Lovers”
Poesia
strega i tuoi capelli
pieni di fulmini
ammaliano tempesta
statuaria Dea di cera tu il mio fuoco nel calderone dei sogni
Da “Poets and Lovers”
samurai
la terra brucia per l’uomo incapace di stare fermo a un confine
e tu non saprai mai la verità sull’universo
così radunerai il resto della tua vita cose di cui poi dovrai separarti
è vero la Terra brucia dentro e fuori mentre fissi la più lontana stella
poiché è del fuoco in un cuore o di un fiume che sanguina in tramonti - ogni forza
se non fossi stato un vero marinaio avresti desiderato un porto
o non poeta avresti disdegnato l’oscurità della notte o la letargia d’amore
tu usi il pugno con emozioni da rose o stagioni e cicloni
in un macina spezie per condire pensieri altrimenti grigi
sei nudo fino all’osso
fino all’elettrone dell’anima che gira impazzito sull’asse di un sogno
a volte tempesta con mano i fulmini più forte di Zeus a volte attore di film scadenti
tu te ego calderone di strega - fumante di pozione magica
goccia sul becco di un merlo saltellante che impollina l’etere di danze
amami baciami stringimi mia Principessa di Mezzanotte
è’ un dolore di cui non posso fare a meno come l’aria
e col tuo cuore leggero di donna mi attraversi tutto
carne nervi sangue ossi globuli e atomi
scrive su pergamena un nobile samurai morente
guerriero non apprendi mai la logica di quei bisbigli al buio della Luna
le mani forti di battaglie per quello in cui credi a volte doloranti
sanguinanti per gli abbracci a quelli che poi si sono imprigionati nel ricordo
per un soldato la pace è solo una interminabile ricerca senza mai fine
nemmeno davanti all’orizzonte
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
geyser
mi stringi in braccio finché non perdo il mio corpo
i miei seni diventano piste per le tue mani veloci sulle prede
sole con ego byroniano inciampa nella penombra di casa
i nostri polmoni bruciano sui meridiani delle apnee colpa dei baci
ci trasformiamo crop circles in jungle giurassiche con sapiens sapiens
due bambini che si palpano a vicenda i sogni
micro correnti d’aria spiano dalla serratura della porta
due ragni che esorcizzano la troppa dolcezza dell’attimo - lapidando altri mostri
tutto luccica e sono sulla torre senza orizzonti da dove mi salvi
mi emoziono il cielo schiena di gatto s’inarca di blu con orgoglio
il filo della prima luce d’alba s’impicca e arde Lucifero nel sangue
mentre ci crescono stalagmiti di zucchero in bocca
il tuo cuore sopra il mio cuore - ci apriamo in un geyser di battiti
odoriamo di sale di cloro di sudore acido e veleno tu mi uccidi io ti torturo
il Tempo dei desideri è solo un Ateneo aperto a qualunque amore
lassù facciamo arrivare i nostri più tormentati silenzi
e la notte scappa lasciandoci al nuovo giorno con altro bruciare
noi piccoli piccoli in una pancia calda d’azzurro
scie serpenti di codeina lo scintillio negli occhi
fermi a sbranarsi col fuoco di una cattiva creatura
non conosco una strada per la bellezza che non passi per le spine del dolore
questo grande grande amore extraterrestre e alieno
con la cartella clinica bloccata sul “senza cura” in un ospedale
senza stanze
senza corsia
dove i poeti bevono fino a morire
per poi risorgere nelle febbri di amanti ancora più folli
Da “Poets and Lovers”
Moon fire
Poi fu notte.
Da “Poets and Lovers”
San Valentino
tienimi stretta
rincorrimi sanguinante il tramonto
tramortiscimi il nervo
dammi il nero del vuoto in cui soffiarti i sogni
portami alta dove voli quando hai paura
stringimi stringimi fino al dolore e oltre
dimmi che ci sarai a proteggermi dai mostri
dalla notte
da me stessa
baciami finché non sarò morta
e se baciarmi non basterà dammi fuoco al midollo
io cera nelle tue mani
io sola a sedurti nel buio
e sebbene ombra nei corridoi della casa
perché punti gli occhi nel nulla
non mi vedi
sono qui dietro le spalle
basterebbe che ti girassi
oh … gli abbracci
balene in melassa i miei sussurri
candele di malinconia a finestre sul mondo
tu sei disperso ed io t’aspetto infelice
domani San Valentino tulipano rosso fa freddo e tremo malata
tienimi prendimi forte
fortissimamente finché non mi sarò sciolta
fiume lasciarti all’alba e ogni silenzio
stelle sopra il letto dopo l’amore
tu vero
io solo fantasma eppure
eppure
stretti
Da “Poets and Lovers”
Casa dolce casa
Casa è il posto dove l’anima abbraccia in calma la gioia,
il rifugio perfetto dalle paure,
estate, primavera, autunno, inverno,
lei ti stringe a sé,
pupa in un bozzolo caldo nutrito con lo straordinario.
Chiudi la porta e sai di lasciare fuori i mostri,
i bagagli che vita t’ha messo col tempo sulle spalle,
“Finalmente a casa!” e ti senti un bambino,
cullato sulle ginocchia forti di una mamma.
La tua casa è il motivo del ritorno da qualsiasi peregrinaggio
sei in cucina,
inspiri l’odore di buono,
apri la finestra ,
chiudi gli occhi,
la casa ti gusta dai passi quando hai perduto speranza,
casa ti prende t’abbraccia e fa partire il carillon dei sogni
mentre t’assorbe il dolore.
Quando sei solo lei ascolta i tuoi canti, se cadi ti pulisce le lacrime,
conserva le tue memorie, i tuoi ricordi, il tuo passato,
governa la tua felicità e quella dei tuoi ospiti Casa
non è casa ovunque e sa che l’ami.
Da “Poets and Lovers”
Mago
campi bruciati dal sole apatico il vento io pop star della strada
dolcezze diurne in un beauty di noia il quotidiano avanza attese
chimere irrompono nella casa di ombre a volte ti rubano i battiti
androidi s’abbracciano romantici col cuore aperto su un sogno ed è silenzio
bambino in un bozzolo pieno di giochi gessetti e castelli di sabbia
sopra i suoi passi cresce bello un mostro predato solo dallo straordinario
navi di pionieri giocano sul crepuscolo vorrei seguirne le orme
mari mari mari di fantasmi di onde di blu di tesori del mio sangue timoni
vergine notte non aspetta gli occhi per spogliarsi di astri piove di blu
pianeti si sussurrano incantesimi e maleficii con lingue di fuoco traversano spazi
diver alieno in incognito Speranza esplora la vita senza una torcia resiste al buio
dal tuo costato esce un mago e con un gioco di mani rivela magia
Da “Poets and Lovers”
Trust me
vincitore ferito ma in piedi superati i confini il sangue il fuoco mai terreno nella tempesta
ascolto chimere bisbigliare come i serpenti all’orecchio la pioggia colpisce meteore frantumano gli ossi
darei due centesimi al Diavolo per fare paura ai nemici agli amici che mi tradiscono
e ballo il tiptap nella lava delle ossessioni con le meraviglie delle mie colpe prospera l’Ade
foreste alberi di speranza baby sei multiforme cura il mio cuore non è pietra fai che piova
buongiorno a te disperazione buongiorno dolore e ogni sorta di malinconia
buongiorno amore!
qualcuno mi dirà – resta a pranzo – oggi abbiamo la cura a ogni male nel polpettone di sogni
Dio mi mitraglia con angeli _ trust Me he says e dico Sì senza nemmeno vederlo
fiume scorro argini leggi dogmi abitudini o quotidiano catene sempre più lunghe
i beati vedono belle le cose di ogni giorno cose cui hai già fatto diagnosi ultima cura e autopsia
oramai ho un concordato di fiducia con i mostri nelle metropoli sulle strade nei riformatori nelle prigioni
se volessi un talento sarebbe quello di seguire con gli occhi sul cielo anche quando nuvolo un sogno
Da “Poets and Lovers”
se vuoi capire chi sei chiedi a uno che non ti conosce di descriverti
Da Aforismi
one day monster
fammi posto nel tuo sangue sto tremando al buio in un eco sistema privo di soli
ho scritto il tuo nome sul mio pigiama per stringerti addosso tutte le notti come un drogato
trascino queste cazzo di gambe che tremano di desiderio fino a consumare le piastrelle
non ho più pavimento per camminare ma solo aria niente ali nulla
fumo trenta giorni trenta e conto pecore nere assassino di bestie contro l’insonnia
mi tieni sveglio mi tieni e ogni orgasmo all’alba mi sporca di piacere non condiviso
ti tradisco ho chimere un harem ho fantasmi in casa mi mordono le carni
vorrei fossi tu quel serpente intorno al mio corpo e di cui sento il veleno nella mente
vivo di brividi tu di sogni mai uguali mai resistenti mai veramente qualcosa per cui non amarci
non voglio salire non voglio scendere non voglio l’eternità solo l’abbraccio
cani solo cani tanti cani i piaceri a strusciarsi contro la noia contro i secondi per una gioia
King Kong kamasutra ti legge dagli occhi negli occhi nodi dei fuochi in cui sei rimasto a bruciare
fammi entrare iconami glassami di saliva chiudimi in una tela di ragno ogni notte e al buio
one day monster lontano dal Vaticano al tuo servizio vieni a cacciarmi
Da “Rockets killed the Warriors”
dammi quella droga che tu chiami sogno
dammi quella droga che chiami sogno
vivo di buio non credo al Diavolo sono insonne
fratelli di sangue notti e albe incolume agli astri
gridi bellezza! mentre ti spari alla tempia
la folla è ferma alla porta della libertà chiusa nessuno apre
piangono di fame alcuno ascolta i fantasmi
così prendi a pugni l’aria che soffia nella bandiera
perché qualcuno badi al tuo urlo
e rideranno di tutti noi quando sputeremo dalle lacrime la coscienza
ci toglieranno le catene per regalarci una bella riserva col filo spinato
schiavi otto ore pur sempre schiavi di qualcuno che non vedi
vendi la tua anima alla radio sottoscrivi col midollo per una eternità di piacere
dammi quella droga che chiami sogno
sono in simpatia con coi senza cura che abitano il pianeta con le chimere
fammi il piacere di mettere il silenziatore al colpo in canna
chi sta in piedi a volte regge il vento le guerre mai le prigioni
mira alle regole noi non le reggiamo se sono a senso unico
spara
o dammi ancora la droga che chiami sogno
figli di Byron legioni mute restiamo al confine muro
siamo mostri con Sneakers consunte al posto di armi
armate di perdenti lasciati indietro dalla storia
fratello stringi i denti nessuno pagherà per te la sorte
c’è solo una discografia ed è dei vincenti stasera si balla
ognuno nelle proprie lacrime in ordine se non sai nuotare
Lucifero appare in tv poca cosa i porno sono gratis su ogni android
Desdemona uccide Otello prima di diventare lesbica
i demoni solo sui cartelloni siamo in un cinema del futuro tutti mostri
mettiamo animali vivi nel carrello del supermercato fuori piove cenere
ho visto lo giuro i resti in spiaggia del futuro
ardevano tutti ardevano solo aria nera fino all’Eden
i diritti son fuori moda i soldi danno strani piaceri
Duddits contro le maschere non vince mai la gioia
ti piace amare resta in un giornale negli annunci per single
abbiamo fede in Dio su ogni banconota le truppe armate la droga il sogno
Da “Rockets killed the Warriors”
oro
bacio acido
sale tremito e fuoco
sei ombra sei aria sei sogno
vieni in me entrami dentro col tuo appetito coi tuoi denti
sfamati predatore
ghiacciami il sangue partendo
così griderò il tuo nome
al buio
noi due solo noi due prigionieri in prigione nell’acido nel veleno
mi innamoro tu oro lento il mio corpo
il vento il freddo facciamo un gioco assassino
eccoti le mie carni un fiume
eccoti sulle mani il male
ti stringo
mi stringo
fallo bene
fallo senza tremare
dimmelo dolce
dimmelo come se fosse l’ultima volta
silenzio
con le mani in gola fino allo stomaco per strapparti al dolore
alle farfalle
alle onde
eco l’Inferno
mi ghiacci il sangue partendo
io aspettarti
Da “Poets and Lovers”
la mia anima è un campo di fuoco
la mia anima è un campo di fuoco
bandiere cadute nemici fantasma erba che piange i perduti
resto in piedi con febbre a mille davanti alla morte
ho sete il cielo ride l’azzurro coi suoi denti da iena
è venuto il Diavolo a tenermi la mano a cantarmi io son sordo
questo cuore nella miseria di budelli e parassiti sa reggere il male
brucio mi brucia la carne ma non verserò per il dolore altra lacrima
toglimi la follia dal capo in alternativa spogliati per nutrirla
entra nel me Bestia Predatore cacciala dal suo stesso immaginario
le mani di Dio non sai sono spesso sporche di sangue
sussurrami profezie mentre muoio ricordami perché siamo cacciatori
ardono i campi con fumi neri fino all’Eden
stanno bruciando gli angeli tuona tempesta
la mia anima nella direzione del vento è fornace
a fuoco l’Eden in me la Bestia ride è alba finalmente i soccorsi
di nuovo a caccia e trema l’Inferno
Da “Poets and Lovers”
Un giorno Destino mi chiese:
Senti un po’ tu sai dove abita il talento?
Io gli risposi:
Sì. Certo.
Lui replicò:
Beh, allora lascialo in pace.
miu
vi parlerò del poco interesse che ho di stare in una enciclopedia
lascio ai grandi o ai profeti veri questa parte di boria d’arti io vado oltre
in mezzo ai veri vivi in battaglia in mezzo ai campi coi crampi alle mani che reggono spade
d’ideali
voi mi direte ma tutti gli scrittori cercano la gloria
mi servirebbe un pranzo con gli amici offerto dalla storia non il pianto
resto pur sempre un bambino libero di ridere dei propri sbagli
datemi ai vermi al nulla datemi al vostro immaginario lasciatemi nomade
non chiudetemi in libri che mai leggerete
cantatemi evocando i draghi di una grande memoria
cui veramente tenete e per amore di passioni
quelle che restano gratuite tra gli uomini
quando si permettono un sogno
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Up XXV
l’umanità non accetta il genio fabbrica martiri
si crogiola nel male che toglie altri mali di dosso
spara kamikaze contro la noia
cercando dei perfetti di cui costruirne il tempio
a volte si stupisce del proprio dolore come una madre cara
raccoglie i corpi degli eroi caduti per ogni suo principio
li piange per ore per secoli per ere avanti
fingendo di non avere le mani sporche del loro sangue
e se qualcuno pensasse ma io sono diverso da tutto il gruppo si faccia avanti
dica a voce alta con fatti cos’è che lo fa remare contro se ha il coraggio
perché noi tutti potessimo seguirne l’esempio in vita
prima che per orrore di grandi ideali ci si frantumi a vicenda il cuore
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Bam
i sogni sono bambini disordinati sempre di corsa
la tua mente li veste li nutre poi li ignora finché non ne senti i lamenti
e allora corri da loro e te li strappi dal cuore per guarirli dal mondo
lasciando che si scelgano da soli il mare da navigare
loro ti amano a tutte le ore del giorno
pasteggiano allegramente dalle tue carni
si rimproverano solo di non essere abbastanza folli da uscire
da quel capo che se li tiene stretti geloso com’è di ciò che crea
a volte ti tengono in piedi più degli ossi
fluiscono nelle tue vene lavandoti il sangue dalla noia
ti rendono leggero per farti raggiungere le altezze
che loro possono soltanto sprofondando nell’immaginario
sul ponte della realtà l’innocenza grida all’orco
la mano vergine di ogni tuo ideale la strappa all’orrore
ti siedi sulla riva aspettando l’onda
che renda d’oro la sabbia per i tuoi occhi
Da “Poets and Lovers”
Il mio animo non è un animo nobile solo resistente e la mia profonda ignoranza non è una balbuzie ma solo curiosità- Dai a un animo curioso una mappa e mandalo fuori senza una bussola a trovare la meta e lui si perderà scoprendo l’Oltre ma non perché fortunato ma perché quelli come lui ricchi d’immaginario vedono dove altri pensano siano confini-
chimere khmer
col petto crivellato dalle chimere khmer in agguato sull’alba
indossi pantaloni di fulmini per camminare immune in mezzo ad altre e più forti tempeste
il sole defibrillatore sul tuo sterno freddo compie sempre il miracolo
esimia equipe di fantasmi in coro sussurra tu sei “l’ennesimo paziente che crede d’avere talenti”
vivi cacciando farfalle incenerite dalle porte dell’eden di cui non hai le chinavi
ti strappi all’ordinario escogitando vie di fuga dal mondo ma davanti c’è una fila
respiri basso in alto c’è troppo ossigeno immortalità si nasconde in un pinnacolo senza ascensore
tu sei un altro John Doe in rampicata sulle corde di caramello di un sogno
sono quelle mani sporche di fiumi di traversate a bracciate di rime ancore al giorno
il resto di te è sull’orlo di un mostruoso frantuma ossa che t’inganna con armonie da carillon
continui a leggere le istruzioni per l’uso del cuore ma l’eternità è una sola
tanto cadranno tutte le etichette prima di usare le ali e l’unica cosa di cui essere proud of è un ideale
tutti i palpiti hanno rapide dove scivoli sbattendo la testa contro rive d’idee
le mani sono oramai remi ma il mare è agitato e segui la stella più furba
ti chiudi con l’SOS in una bottiglia già piena di lividi e stanca di flutti
chiusa in una gabbia la scimmietta allegra dell’infanzia prova a sabotare il lucchetto
le sigarette non bastano per le ore che passano nella pazzia più pura dell’immaginario
leggi sopra un cartello in un manicomio “siamo tutti un po’ criminali non credi”
il formicolio nei palmi non è una schiusa di ali ma solo linee del destino già stanche di te
resti pur sempre un bambino che molesta la noia correndo nudo e sudato sui prati dopo la pioggia
tu hai me ma io chi ho – chiedo allo specchio
un martello sfonda la carne e sbriciola il torrone che assorbe aria dai ventricoli
eserciti di formiche disperate di cibo escono dal nido e raccolgono la tua memoria
una regina insegna alle larve di avere pazienza
perché la poesia è solo una delle tante eredità
di un folle
Da “Poets and Lovers”
Ermione
la donna è donna quando si mostra dolce
agli occhi del suo sognante innamorato
la donna sublima l’aria con la sua forza
che spinge a nascita gli ardori
ma certe donne si innalzano con la sola mente
per infettare virali ogni umana linfa
e drogano il corso del respiro
che ubriaco abdica ai tremiti
Da “Poets and Lovers”
Medichieri
siamo lontani anni luce da ogni porto o riva
saliamo il mare col vento contro con le onde contro e in destino avverso
megalomani innamorati di oltre confini e di mostri che non temono gli uomini
noi con la fede nei battiti e coi battiti soltanto ad affrontare il ciclone
crediamo nella strada che emerge sulle acque grazie al volere di una stella
tracciamo leggende che altri canteranno quando ubriachi nelle cuccette
conservatori solo di una perduta rotta rimasta tesoro nel cuore di un sogno
vibranti con bussola rotta e inferno davanti noi pionieri
non siamo normali non siamo diversi siamo
colpevoli tutti di avere speranza in qualcosa
medichieri dei nostri mali come direbbero i bimbi
innamorati perdutamente infinitamente straordinariamente innamorati delle tempeste
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Melamara
bastardo e megalomane ego me io
scrauso e soporifero il sangue da alternativo poeta
mostro ereditato dal talento di altri divoratore d’anime
drogato di ipocrisia con infezione da sogni
a volte però
non spesso solo ogni tanto
debole e in fiducia con altri
calmo di tutte le tormente che mi difendono il cuore
lastra di ghiaccio sciolta al sole di un credo
rivolto più spesso all’amore per cui morire piuttosto che darsi al nulla
fenomeno da baraccone o artista per un alto volere
compassionevole o idiota diverso da massa perché senza gloria
resistente pilota al timone del proprio destino
chiglia assassina di onde sopra un mare che non ha mai visto i propri confini
chiuso in questa delicata prigione capisco il mio male
ne onda per infinite maree ne astro
al passo col dolore di divenire più di uno sputo di sperma nell’amnio casa
in attesa che ciò che mi consuma o mi prende i battiti abbia più vasti oceani
ho la costanza nello sbaglio in cui persevero per curiosità bambina
mai veramente sazio di qualsiasi cosa non abbia in sé passione
ardo continuamente ardo senza mai smettere cerco combustione alternativa al fuoco
perduto ma mai perduto veramente perché in fondo io appartengo ai sogni
sono un pericolo per me stesso e per gli altri
sfodero l’arma della parola con uso abuso e gloria
incido la pelle di tutti gli spiriti che contagio
finché a loro volta non diventano talenti di un bestiale male
chiamato febbre d’Oltre
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Cat from the Moon
speranza monogama e zitella falcia l’erba verde del prato del vicino io convalescente di sogni
ego bimbo alieno in una litografia certificata in fuga con la storia alle spalle acerbo di credo
vita con sistole otturate dalla malinconia dei giorni che passano mentre tu corri verso il nulla
fiori su steli cemento porta bandiera a nuove genetiche in lotta col bene
dentro dove tutto è solo buio c’è anche un mostro turbato dal volere morte o assenza
fermato solo dalle catene di un sogno che non ha forma in alcuna natura ma solo un dove
gatto lunare sui tetti delle incertezze a esplorare il mondo e i suoi fantasmi
piccolo operatore ecologico che trasforma i rifiuti nelle parole in possibile sogno
stolta assassina la noia che ruba esercizio ai veri miracoli d’ogni giorno
possibile reincarnato il me ottuso ma curioso al timone di una nave spaziale senza motore
nel mare agitato dell’evoluzione umana in balia di onde virtù e ideali
blasone ai poeti che sempre hanno lottato e da liberi o alquanto morti hanno lasciato qualcosa
briciola oligarca che detta dolcezza ai bei panettoni fatti in serie e ciccosi ma di bella etichetta
profana ma mai mediocre me altezza in un emisfero rigido non perché è inverno
essere umano altrimenti festività per cui dare gioia al cuore
canta follia dicono ma solo perché non hanno mai letto interamente o capito i miei versi
grazie al cielo principiante in ogni cosa e il diavolo sa come si consumi in peccati di ogni genere il respiro
fortunati gli ubriaconi che conoscono la via di guarigione per ogni dolore di carne e di mente
ogni tanto gli angeli ci fanno la guerra perché abbiamo le maternità senza un campo di fiori
in fondo cos’è l’umana giustizia se non avere pace sebbene caduti sebbene noi nulla
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Everest smile
è un giorno di pioggia col sole nel petto un dolore fitto di te l’erba è nera
ho messo scarpine calde ai pensieri e sono uscito nell’inverno a cercarti
le strade hanno i nomi di Dante o Shakespeare senza il Tamigi Milano è solo Milano
alberi impiccati nel traffico e uomini salamandre superstiti di ere senza poesia
il freddo ariete si fa strada nel caos eppure la Luna è ancora candida
so che abiti una galassia tua che confina con questa città di Igor e Frankenstein
sconvolti dal rumore del vento senza un cielo pulito e senza angeli
ma io ho te e seguo il filo di Arianna per trovarti
brucia l’inverno caldaia di fumi che ricordano il male e l’Inferno
rose lontane rose superstiti intrappolate in un foglio di ghiaccio – eleganti
occhi coi guanti oltre la sfera umana fissano il freddo dell’Eden
il mio cuore palpita sognante anche in assenza di cuori di primule lungo le strade
cerberi fiotti l’aria è catrame eppure il mare eppure la vita
mi nascondo in un caffè con altri poveri diavoli assenti nei loro pensieri
sono un drogato di sogni – vorrei dire loro – ma taccio
condivido il santo silenzio lanciando nello stomaco caffè bollente
Milano piena di gelaterie aperte anche d’inverno e di vetrine con miracoli scontati
mi prende per mano e mi spiega la teoria delle stringhe ridendo di Sheldon
e mi porta alle folle ancorate ai binari dei treni in stazioni emerse dal Limbo
con altri milioni di altri me a caccia di un sogno
Everest smile sposo il dittongo t’avrei se tu ti mostrassi
Da “Poets and Lovers”
Il grigiore mattutino è ossessionato dal peso di colore azzurro che spinge contro la forza di gravità dalla stratosfera
e l’allucinato colore che ne deriva dall’impasto dei due, è una cataratta malinconica e snervante,
ecco perché molti di noi camminano con la testa piegata e fissando l’asfalto, per il troppo peso del cielo sulla nuca.
Da “Poets and Lovers”
Vascelli
rami d’acque dolci le tue mani sui miei occhi
tu leggero vento sul mio petto
sogno dentro un sogno per aspettare l’alba
corpi in satelliti all’amore mettiamo le piume
Da “Poets and Lovers”
meet me at summer blue tears white flowers
chi balbetta genialità non è un genio ma un pazzo che interpreta una maschera di supereroe
soffro di distorsioni temporali disturbi del sonno insonnie d’amore e masochismo poetico
sono l’eccellenza dell’ignorante ricco solo d’immaginario che deturpa la regola della grammatica
per evolvere in bestia la cui bestitudine balbetta sete di conoscenza superiore ad altri ipotalami
tutto ciò che è inverno non è mai pari alla morte per ché l’inverno conserva la morte caccia e disperde
con tutta coscienza adoro le passioni dove io posso dire che ho dato di vena di sonno di gloria
non voglio insegnare alle masse che la storia è dei criminali delle guerre dei re su troni di sangue
in fondo io capisco solo che il me alieno che si sposa bene ai poeti fantastici morti per dei sogni
se tu mi leggi perché peggio di me cerchi non cura alla febbre ma il morbo il male che ti resti dentro
siamo discepoli tutti della pioggia
inversi al tempo che incede
incartati nelle carni ora bollenti ora tiepide ora fredde
noi siamo gli spettri misteriosi nascosti nelle menti dei folli
ed io
io che rido davanti a ogni confine posso solo dirti
se vuoi cadere avanza
se vuoi placida quiete stai fermo
il premio all’esistere è l’esaltazione dell’attimo
il fiore che si schiude
il profumo di poche notti
le mie ossa giocano a prendi il verme
anche la carne che ha reso martiri gli amanti
ogni poema è stato un’offerta
di me ti resti la domanda “e il dopo?” … beh, apri l’immaginario
Da “Poets and Lovers”
la stupidità grazie al cielo non ha bisogno di una bambinaia per crescere è provato che diventerà adulta e sana e molto sicura di sè
Da aforismi
la mia consapevole ignoranza rende drammaticamente IRONICA la certezza
che tutti intorno siano dei geni inconsapevoli di patetica limitatezza
Da aforismi
la mia ignoranza si evolve pari misura al mio invecchiare e questa illimitata sete di conoscenza prova
quando sia indiscutibile la mia incapacità di apprendere cose che per l’immaginario solo sono possibili
mentre per gli uomini sono solo confini della specie
Da aforismi
il mio contributo all’umanità è l’estrema ignoranza delle cose
più questa diventa prova inconfutabile più diventa possibile l’esistenza d’altri che possano smentirla
Da aforismi
l’appetito per il mistero e l’ignoto ci tiene vivi e il porci domande senza ancora risposte ci tiene lontani dall’estinzione
Da aforismi
prendi coraggio dal buio
Da aforismi
If don’t’ thrills don’t chills.
Da aforismi
de profundis
i voli d’ego alzano uomo alle stelle
i voli d’anima lo rendono pari a un dio
ma il volo del cuore lo ancora ai fiori
al dolore alla paura di morte al sincero sentimento
che accompagna la sua vita
non potendo esso stesso diventare un astro il poeta resta una scintilla
piccola verità che si consuma in un immenso universo
eppure cosi tormentata dai sogni
che segna con una cicatrice lo spazio generando l’Oltre
Da “Poets and Lovers”
Poetare
Volete conoscere il mistero della vita?
Allora affidatevi ai vostri sensi e all’emozione di un poema.
Ci sono cose così profonde nascoste nei versi
che potrebbero illuminare anche le più scettiche menti.
Dentro una poesia batte il cuore non di un poeta
ma di tutto il genere umano che si affida ai sogni e alle passioni
per non morire.
Da “Poets and Lovers”
Je cherche le silence
tutto è campo arso un sole al tramonto una pioggia di stelle un dondolo blu per la luna
un piccolo te spaventa i fantasmi in cantina resti di vite d’altri solitudine ha il sapore d’agrumi
Je cherche le silence qui me mange vivant des rêves et des tempêtes
Je cherche un mot qui me donne déjà le feu des yeux toujours sur mes lèvres qui reste dans mon sang
éternellement
ho una anima nuda col corpo di brillanti ossa e rime ridondanti di Keats
una domestica protestante serve crêpes aux framboises al soldato John Doe
martiri spinti con violenza nella storia aspettano in file indiane una rinascita
dolcezza l’amore si sdraia con concubine per attimi di gioia per piaceri carnali
io di cera ardo
ho ferite sulla pelle dovute ai fiocchi di neve e gocce di pioggia scese per ammansirmi
sono selvaggia per tutte le ore del giorno che passo sulla Promenade dell’immaginario pilota
ogni poema è un demone per cui morire d’amore aspettando nel Tardis della storia il premio
se vuoi strapparmi alla morte vestimi aui tuoi capelli sulle tue labbra sulla tua pelle
tutto arde
tutto tramonta
finiscono anche le stelle
ma in quel silenzio s’affollano i sogni e gli spiriti dei poeti
se solo tu potessi
se solo tu volessi
…
un inizio
Da “Poets and Lovers”
oful meu domnesc de poet
cersetori de complimente
strazi uitate de Dumnezeu in mijlocul iernii
iaduri impodobite cu lumini fara bec
si inimi de sticla pline cu detoate
caut sa fug dar n-am unde
caut sa cint dar nimeni ma aude
si colind fara pasi doar un sunet prin lume
azi
om cu pacate toate facute cu foc
mi-è dor numai de iubire
razboinic framintat de dureri
ascuns in paduri de cuvinte
of oful meu domnesc de poet
mult as vrea ca respirul gras sa-mi fie aripi
dar nu è nimic mai mult de un fulg de nea
Craciun cu porc cu vin si cozonaci pe masa
mortii pling flaminzi sub piatra
osti de visatori noi toti
spre viitor
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
L'Amore non fa miracoli ma ci aiuta a pensarli.
Da “Poets and Lovers”
The moun man
Io non vedo cose ma parlo alle cose
le considero fonte insostituibile della mia follia
così bella da essere chiave dell’immaginario
e dei sogni
non conosco la natura dei premi
a cosa servano veramente e se portino gioia
soffro più che posso
e con la mera soddisfazione del non capire
ci sono segni di artigli sulla porta ma vivo nell’altro me il buio
dovrei essere già andato vorrei partire ma resto fatica
il mio lavoro non ha alcun senso per me
sono sull’ultimo gradino del vero Olimpo dei Grandi
mi misuro con estenuanti pensieri corse
altaleno follia al non senso
entro esco dall’immaginario eremita in un tempio senza terra
inseguendo la trottola tempo sperando si fermi
ognuno ha in se l’originale di una idea mal espressa
vendiamo a platee i nostri drammi pur di mangiare
siamo schiavi della materia che ci costringe a un osso
mentre in noi il volare è coro di un milione di voci
c’è un posto in me dove non entra mai il sole
mi sciolgo al desiderio di essere il nulla al centro di quel vuoto
c’è un volere oscuro che mi delizia
e governa questa tristezza con tutti i suoi inferi
ti gridano da dietro le transenne “tu lotta”
nessuno però t’insegna dove raccogliere il senso
della guerra che fai a te stesso pur di piacere
con invenzioni di cui si beino le menti dei volgari
dirigo orchestre d’angoscia in mimetica d’arte
maschero il me della Domenica con ghiri o arcimbali di gioia
e vorrei vorrei fossi trafitto da impietoso lampo
veloce sarebbe il passare ai sogni senza i crampi
ogni strato di pelle che mostro al mondo è un foglio di carta
divento pazzo e mi guardo bruciare in sintonia con le chimere
mentre le ceneri salgono al cielo
per unirsi agli astri
morendo non siamo più figli di questo pianeta
torniamo all’essere di nessuno
pulcini invisibili senza coscienza intorno a una chioccia di luce
dove ibernare svuotare quel peso di dolore dai sogni
forse ha un nome il mostro nel mio ego poeta Malinconia
mi confonde mi spinge a fare tacere persino le odi
mi divora chiedendomi “perché non molli guerriero”
e capisco che non è questione di poco che questo succeda
the brave are all so handsome stupid
I don’t want to say I’m sorry for the rest of my life
rain comes over sunny and sunny over rain me just not enough
to compete with titans with some nostalgic struggles
e mi perdo spesso mi perdo in questa infinita insonnia
cercando il prezzo alle ore qui sveglio
sapendo di non essere utile con le parole
a mou ghost poet among other ghosts
Verlaine non ha mai fatto il tonfo sopra il foglio
cercando di se stesso l’ombra
sti martiri avevano già nel proprio sangue i grandi passi
tacere solo mi renderebbe pari a Keats a Poe o Byron
spenta si è la mia stella da qualche parte
ho sempre seguito fari altrui per non sbagliare strada
ma non capisco più il perché dell’avanti
se chi dovrebbe ascoltare per il meglio ti ignora
meet me at summer
blu
tears
white flowers
Da “Poets and Lovers”
elegia dell’abbraccio
al calar della notte ecco il Natale col musino dall’angolo della storia
farsi avanti
nell’aria la misericordia regge il gelo fondente per i tosti denti del vento
fiocchi ninja ascoltano angelici canti prima di scivolare sopra ogni casa
e dai tetti le braccia di lunghi lunghi spettri s’alzano in danze di Gloria verso l’Eden
amore piccolo samurai cerca sentiero nella fitta fitta foresta della speranza
astri furibondi di luce gridano contro l’oscurità ma nemmeno un suono
solo l’eco del battito di una farfalla disturba il Destino che lotta il complotto mortale
mentre un altro angelo parte per lasciarci con le lacrime coi dubbi e coi palpiti
questa città è una arnia di ghiaccio my dark side accetta l’amorfo perla del buio
il blu mi esce da dietro le palpebre per scappare nel Tibet di stelle
gli occhi incolori tornano a dipingere quadri con ogni cosa dolce sia rimasta loro in testa
il tempo mi sbrana eppure ci sono cipmunks tic tac per i 33 miracoli
le nostre vite sono unite da risposte scritte sui silenzi che si ripetono infiniti
una voce dejavu sbrana certezze entra esce dal lungo corridoio del tempo
ogni attesa ogni Natale ogni fede ogni cosa t’entrano sangue
per rigare di vene l’universo coi palmi rivolti a una immensa porta
dolce stringimi
dolce notte
scrivi la fiaba del dopo sui bimbi d’ombra
cannella uova fresche scorza di limone e lievito di birra
s’innalzano case pandori per un dio nocciolino che brighella in profumi
ornitorinchi dai fiumi di gin col veleno dei sogni
inverno
inverno
con sciarpa al collo con l’odore di buono in casa
inverno
inverno
Keats trema balbettando versi
Poe in fuga da una tomba fredda
Byron Whitman Elliott prostrati all’assenzio
Verlaine si mette il capello prima di tornare etere
dolce notte
dolce faro
oltre
Da “Poets and Lovers”
Christmasing hearts
una Luna blu si è fatta d’acqua e sta cadendo in fiocchi bianchi per esaltarsi
il mio ego pilota di formula uno ha smesso di correre per seguire questa magia
una farfalla superstite al gelo batte le ali gridando i suoi colori ma resta solo il silenzio
poco importa del suo passaggio al mondo preso com’è a nuotare
le acque sono pestilenza quando la turbano i pesci cannibali e gli assassini
sono molto malato d’idee di frasi di personaggi canzoni o di libri da ultimare
non ci sono abbastanza angeli da fare la guardia alle porte di questo universo
qui credono nell’onore quanto un pesce crede alla lenza
peacefully lands a snowflake wish I’ll be over
peacefully helps this winter song my beats
I’m needing for silence stop any rumor
don’t you hear the wind mourning for a dream
I’ll tell people I’m just learning
this new big lesson called being
yes It’s true I’m not always perfect
but there is no way called home without a hope
i poeti si lanciano ancora dalle torrette degli ideali per morire
usano le catapulte delle bestie che sbranano dal loro cuore ogni certezza
lasciano alla terra i diverbi sulla ricchezza e sui poveri o le leggi
per seguire lo scheletro di un albatro che li richiama a uno strano oceano
Natale non nato aspetta in una piccola noce di admio poetico l’ora
c’è come un canto nell’aria a volte triste a volte felice non si vende la gioia
non servono i soldi a guarire natura dai parassiti ma fede
chiudo gli occhi e mi sento colpevole di fare tacere i sogni in mezzo ai folli
cesti pieni di plausi macchine azzanna asfalto lontano il Paradiso
riti di doni tra oligarchi di nulla il resto è anarchia
qualcuno muore tu resti e non sai quali siano i motivi di questo errore
in strada gira un animale chiamato “mode” che sbrana i più deboli
amore è un passero che cerca al gelo una briciola di cui nutrirsi
i veri angeli non si possono permettere di scegliersi meta quando caduti dal cielo
c’è un Ground Zero in ogni uomo fatto di grandi e tristi rinunce
c’è un passaggio per tutti dall’inferno all’eden
la gioia fa beneficienza all’uomo il resto ed è un trascinar di chimere
saturnidi saltimbanco falsi profeti ci impestano di dolori
il male scende da cattedra per un nascituro
ovunque ci sarà pace e calma
so It’s
a new beginning
quest’anno niente doni o euforia magie o miracoli in piazza
staremo in silenzio e vicini abbracciati come cuccioli d’orso agli ideali
e se chiusi gli occhi di sonno troveremo memorie per cui bruciare
un Christmasing dal cuore per chiunque voglia solo un abbraccio
e quando gli altri con le loro maschere abituate a promesse
ti chiederanno “perché non sei felice è Natale?”
tu avrai col volto rigato di lacrime calde strette al corpo le mani
risponderai proprio perché lontano dal male sto dolore mi giura le ali per oggi io scrivo
vengono i pescatori con reti miracolate a portarsi in alto i migliori
resiste un pensiero fatato nella calza sopra il camino che va all’amore
scrivi lettere col tuo stesso sangue per dare alla neve sublime terreno
mentre un bambino apre anche ai non credenti la sua casa è semplice ma piena di gioia
Da “Poets and Lovers”
Wild Trumpets
il mio io tondo abita un corpo quadrato stretto per i sogni aspiro al buio
mi uccide d’impotenza il non capire perché io ami l’ombra più della luce
e quando in me perduta ragione della speranza arriva il silenzio cerco la calma
quella che porta al morire delle cose e sistema i danni di follia per ben più buone ragione
io solo ho il peccato di non capire me stesso o quello che voglio
io solo così fragile delicato e inutile al mondo
io solo termine di una frase senza alcuna parola
di passaggio sempre di passaggio in un mondo che non ascolta i diversi
vivo moltiplicando le cose per quello che realmente non sono
cerco l’arbitraggio del premio ma è questa la vera bellezza
piango i dispersi talenti i suicidi i lottatori i poeti i mostri
quelli che come me non sanno stare su un palco ma nemmeno con la gente
il mio io è cosi malato da non avere alcuna cura in natura
sono perennemente in overdose di qualcosa pur di restare
mi consuma cera per passioni che svaniscono nelle leggi dell’universo
non sono mai pronto per andare mai ma conscio che il mondo che respiro mi bruci gli occhi
così attendo con fascino amore e certezza l’ora
quando sarà io non avrò rimpianti
ardo fuoco eppure il mio dentro è vuoto
fiamme altre fiamme oh la morte oh la pace oh non piangete
io sono altro
Da “Poets and Lovers”
JongHyun
non ho forse lottato bene?
o abbastanza?
non ho mai detto che non mi appartiene il dolore o la gioia me ne sono servo
non ho forse forzato la mano cercando l’avanti
quando
forse è il fermarmi che darebbe il senso?
ovunque ma sempre avanti procedere indomito
in questo nero senza un diavolo non v’è mai una bussola
un arbitro col perdono per i peccati
una strada che non abbia doppio senso o biforcazione
dimmi che ho lottato bene
che se son andato c’è del mio buono ancora in qualcosa
la mia voce dentro non la sente nessuno
scrivo metà anche meno di ciò che mi travaglia il sangue
vorrei qualcosa che faccia smettere la pena d’azzannarmi
sto male male male veramente male
e ho sonno
c’è una scintilla che mi dice di non stare qui
la mia casa è oltre
il mondo non vede
cosa vede il mondo
sono confusa silente impotente assente distratta
vorrei perdermi smarrirmi assentarmi lasciarmi
il mio cuore è spezzato ferito rotto è fragile
non nato per stare in fama
cuore
le mie mani lo sanno quando scrivono ciò che lui vuole
le mie mani corrono quando lui detta
le mie mani ascoltano
le mie mani sapranno quando sarò per morire
e loro senza dire nulla a nessuno
decideranno il momento del tacere i sogni
Da “Poets and Lovers”
Kim Jong-hyun SHINee
Per certi veri artisti il mondo che brilla è solo buio. Il pessimismo è una ombra devastante che ti mastica di divora e ti rende inerme ai motivi di vita dei comuni mortali. Non ci basta essere i primi, gli unici, la grandezza ci fa sentire piccoli e infinitamente indifesi. Soffriamo e molto in silenzio. Componiamo pensieri che alcuno mai sentirà o leggerà o ---
La morte ci fa sperare nel silenzio della disperazione. Non è noia o tristezza. Non è dolore. Ciò che accompagna il nostro mal di vivere è un tumore che devasta la nostra resistenza coi sogni. Il domani è la solita colla nera. Il solito rumore.
E gli altri?
Beh noi non sentiamo gli altri. Non sentiamo il loro bisogno di noi. O forse siamo prematuramente curiosi dell’oltre. Forse cerchiamo il coraggio di affrontare la morte prima che lei voglia sceglierci. Quando voglio morire mi sorge la domanda non se mi ricorderò chi sono stato o cosa o fatto o se risorgerò ma se avrò coscienza di esistere se il mio annullarmi sarà perenne e immutabile. Quello che lascerò indietro è qualcosa che effettivamente non potrà mai appartenerci. Non ci appartengono le persone, le cose o ciò che costruiamo. Siamo deboli. Siamo fragili. Non vinciamo nulla. Morire non è il vero male il vero male è tenersi la morte dentro per tutta una vita per un motivo che nemmeno noi sappiamo spiegare. Non c’è pace senza silenzio totale.
rip
azzurro e tremante s’insera timido il cielo fila in lane di nevi e nubi
storpi gli steli al gelo le ultime rose in cristallo barbaro il battito al freddo
alla tua porta nemmeno un merlo pugni di vento al buio dormienti i giganti in radice
buffi bimbi di luce scappano agli astri per vegliare sul sonno con le loco carezze scintilla
marmoree strade con scarponi di ghiaccio le ombre timidine nascoste in silenzi
si stringono ai ricordi i fantasmi sui tetti defibrillati da lontane comete
sogni in tane di zucchero chiamano i pensieri per un caldo abbraccio
ogni cuore ha una casa senza pareti chiamata speranza
Natale si sveglia ghiotto di bianco e sorride
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Scatena uragano
voodoo d’ombre premier cru il buio liquido stretto all’inferno di carne bruciante
angeli genuflessi sulle nuvole per spremere neve o pioggia ma cade solo fango
più strilla più sanguina quasi morente e vicino al dolore ego divora urli
anima potente spezzata solo dalla noia di un combustione lenta colpa d’insonnia
e se lontano dai sogni trascino in tedio il cuore finché foco irrompe uragano che spinge al male
fuori dal mondo fuori dalla carne fuori dalle turpi abitudini con poveri sacrificati
fotto l’aria che mi fotte e bevo alla salute del buio col nero veleno del bell’immaginario
sono ferito dalla troppa luce cui si sono abituati i serpenti e cedo volentieri all’ombra
sono inappetente di solarità do scandalo col nudo violento del piacere
mi lascio consumare fino all’osso che dico – fino al midollo dell’osso dalla paura
perché amo e mi lascio amare finche non sopraggiungono i brividi
altrimenti odio
odio il fare dei mediocri
odio il cielo senza le stelle
oddio la malvagità dell’ala data solo al passero
odio non essere nel petto di una rondine
odio vedere il mare ma non averlo
io ho paura di smettere di ossessionarmi per alettante desio
mi piace godere della bellezza che sfuma via in una rosa
vedere il puro marcire già pasto a morte in mezzo a noi ancora non caduti
più entra in carne pugnale buio più vado in guerra a cercare l’amore
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
A Christmas Tale
cielo pan di nuvole sbriciola fiocchi le creature rotolano nei caramello dei sogni
soldatini con armature di zenzero difendono le mele nel pentolino con vino e cannella
il tuo cuore è un atelier di prose un po’ barocche inneggianti il bianco
ombre in corpi nudi incuranti paura sciolgono notturne le chiome per sfoggiare d’astri argenti le tiare
santi in flanella ascoltano a radio Eden elegie di cera che si consuma nei ricordi dei morti
un vento ventriloquo pattuglia cantando Christmas Carols romantiche al mondo
angeli su Corvette d’atmosfera sudano in abbracci per moltiplicare l’amore
che scenderà in fiocchi zuccherini costruendo sull’aria castelli ai ricchi d’insonnia
sei un fantasma che assorbe la bellezza esausta del blu coi denti sporchi di ghiaccio
cattivi in opulenti bisonti d’oro chiedono elemosina in tv da fondazioni famose
si nutre lo Sato col sangue del povero da un biberon abbellito di diamanti
e resti confuso nella notte del buono pregando per gioia
tutto il notturno è pace quasi il dolce silenzio sia fionda per il più bel sogno
tendi il braccio e lanci una freccia sorriso al nulla sperando voli distante più distante dell’universo
è un richiamo per chi deve nascere ancora dalle leggende da una fiaba
ti salvi addentando una frittella mentre cantano di freddo gli alberi
un topino di cioccolato salva nella propria stagnola le scorze d’arancia emarginate dal panettone
Dio col dito intinto in magia disegna la Linea Maginot sulla mappa dei sognatori
un porcellino d’etere raccoglie tutti i desideri mandati con letterine senza francobollo
il piccolo Natale nel grembo di una ghianda fa piani sul suo futuro di quercia
poeti illustri defunti aspettano in libreria di fianco alle proprie rime la memoria
sontuosi scarafaggi di polvere vengono cacciati per fare risorgere i Cavalieri dall’oblio
romantici acquistano odi nelle nuove macellerie della cultura sperando sconti
ricci in mutandine d’aculei si stringono nido mentre profeti in Fondant prestano servizio sui biscotti di mandorle
buio piumino pesante in letargo i cuori tutte le ali bisbocciano ferme
pensando ai voli …
qui è Natale sussurra il silenzio
chi ride chi sta male chi è solo
l’amore ha una slitta colma stracolma di doni
al prezzo della sola speranza
Da “Poets and Lovers”
“l’Amore è vittoria!”
stufato di renna è Natale e sciarpa di piume di albatro muto
shopping online per cannibali d’etere Babbo Natale con il bypass per troppa papaverina
sinistri e bizzarri fiocchi di neve già pioggia spaventano la carrozzeria costosa dei corvi
jubilee invernale chiama il chiasso delle vetrine tu in casa in mutande
in lavatrice le luci e l’albero di Natale rigorosamente di plastica
per l’odore di pino Silvestro fai partire il deumidificatore sei quasi ubriaco
forse un regalo lo farai a chi è stato buono e pensi …
a qualunque cosa non scintilli ma possa fare brillare ugualmente gli occhi
bruchi antenati gettati via in un asilo domestiche russe al posto d’amor figliale
panettoni con i diamanti al posto dei canditi e denti con colore improbabile in natura
tette di plastica in tute di plastica con nasi righelli
e ceretta al mesencefalo nella formaldeide dei tronisti
quest’anno aiuteremo i poveri ripete da duemila anni la stessa canzone offerte in chiese
l’eco di guerra e avvoltoi dalla Trumptower partono in slitte
Cometa in catene piange sul cuore d’oro della speranza
mani di uomini scuoiano l’Eden
per dare pelliccia di angelo - al male
un povero sentimentale in strada canta “l’Amore è vittoria!”
nessuno lo caga e lui guarda il cielo con le mani gelate
stringe quello che resta di un vecchio ricordo forse una foto
poi con le lacrime calde sul volto sorride guardando avanti
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Querce all’Eden
querce all’eden questi cuori pescatori di stelle in rive ad astri salici coi rami in acque del tempo
lenze di sogni lunghe ere lanciano malinconici poeti che nell’oceano d’eternità per un grande amore
ogni tanto gazzelle di neve attraversano le piane dei pensieri per disperdersi in fiocchi
in riunione Babbo Natale elfi e renne per pregare per i poveri per i malati o i senza casa
ed ecco che la festa calca il giorno con nuove leggi sulla guerra nuovi tasse nuovi arsenali
nessuna legione che prenda in mano il futuro del pianeta
parole vetture di propositi ma limousine cariche di detenuti per far governo
solo la speranza tremante esce dalla storia con gli occhi acuti e severi che ha soltanto il bene
Da “rissa di nuvole sopra collisioni di asteroidi nell’immaginario”
Amore si sbriciola Lindt
omino di scorzarancia biscuit di nubi pile - l’Amore si sbriciola Lindt davanti a un camino
bimbi vetusti gli angeli sulle sporgenze dei tetti per specchiarsi gli occhi nel plenilunio invernale
ragni in tute da sci fissano tele cristallo alle ringhiere del cielo heavy of storms
Vin Diesel fulmina un ponte saltando in tv le veline con le mini assassine ti sussurrano gli “auguri”
pantofoline di marzapane giri per casa il torpore un fiume caffè buon odore in cucina
cuore col silenziatore nel battito resta nel petto a spiare i fiochi di neve arrivare
timidino e nudo un poema d’inchiostro tira fuori il nasino dai tuoi pensieri
mentre tigri di ghiaccio i lampioni si accendono in boccoli luci falene chiuse in un sottomarino
t’alzi chimera per sinfonie di cioccolata calda lo zucchero con calzoncini a cubetti disperso sul pavimento
piedi di porcellana tra tintinnio di rami il silenzio ti supera eroico tu sanguini rima
raffiche di vento spingono spettri di poeti a uscire dall’eternità per una pinta di whiskey
Poe Byron Keats e Shelley tutti ubriachi ti scrivono sogni e tu leggero con le calzine in mezzo alla neve
li danzi
Da “Lovers and Poets”
flafole e cuor caramello
dolce flafosa* oscurità cangiante il bianco nido al cuore di caramello
inverno amnio di vino caldo e vena ubriaca in piumone
amore istrice permaloso offre per coccole mattutine il suo pancino piuma
bombe politicanti alla radio segnano il nostro destino chi giudica chi comanda noi soldati
dieci dollari di benzina in una navicella spaziale col serbatoio gorilla in un Ade di traffico
inferno narciso con negozi in lustrini barboni con laurea e tremanti in cartoni firmati
principi e principesse dell’oscurità fanno shopping online di anime balbuzienti ricchezza
un bastardino celebra il Natale con un osso di plastica sognante d’essere renna
un uomo con un grande sacco di juta trascina bagaglio e anni nessuno l’aiuta
pasti per poveri nei supermercati un business anonimo ma i destinatari??
case comete per orfani a cinque stelle e carceri in alternativa all’adozione
com’è bello festeggiare l’Avvento senza altro in tasca che un sogno
*flafoso è un termine coniato da mia figlia Joy di quattordici anni per un mondo dal lei creato su Minecraft
a indicare lo spirito gioioso e caldoso e splendidoso ---!
Da “Lovers and Poets”
lovers and poets
ghiotti di miele silenzio orsi di foglie fanno tane su placide rive d’asfalto in un poema di ghiaccio
caldi vapori dai tuoi sussurri scaldano le piccole mani di angeli in attesa di giocare a palle di neve
Dio in un pigiamino con draghi si stira prima di dare la buonanotte ai sogni bambini di ogni anima
gli ultimi frutti superstiti su Bastiglie di rami commettono il crimine di essere belli nonostante feriti
abiti amore dietro l’angolo rodeo di cani a guinzaglio città con moppine* e tane bar caffè per dispersi
una piccola sottiletta di neve basta per fare festa
con merli in caduta libera dalla cima di città spaventate da moti troppo euforici di allegria
quando la vita è una chiamata alle armi tutti tremano aspettando la pace
l’adunanza e muri d’orgoglio crollano un buon bicchiere di brandy il sangue diventa soldato
legalmente ubriaco di gioia ti porti il tuo Natale nel sangue senza la conta dei mesi
vivi alleato a una chimera chiamata speranza che usi a dosi di due nei caffè del mattino
inietti sorrisi a clandestini su zattere di abitudini ammanettate a monotonia
lovers and poets tutti per mano cercano l’amore e … nevica … nevica nevica
*Le ciabattine calde a forma di animali dei bimbi
Da “Lovers and Poets”
La bellezza
la mia bellezza è altrove - in un buio attorno a una piccola scintilla di fuoco felice
gli uccelli non hanno bisogno di strade per volare a me basta il battito e già ribelle
alle righe alle regole alle virgole alle mode al superfluo - è un tic tac originario in altro
forse nel vento che nessuno sa dove nasce dove cresce dove andrà a dormire per quieti sogni
rispondo al richiamo d’inchiostro il mio sangue d’arance amare per uomini corteccia io folle
primitivo come un borgogna per i Capeti ma di seno plebeo e puro in mezzo ai santi del quotidiano
la mia bellezza è aspra fiume d’impeto dopo il gelo che rompe gli argini fragili inconsueto per forza
e se straordinaria combattuta da miscredenti quasi magia non abbia sede nei battiti
la mia bellezza è un mostro con chiara fede nel particolare nel brivido nei timori e nelle ossessioni
vivo il me sovrano in piena solitudine frangendo il muro di silenzio col corpo in ogni direzione sbagliata
e troverò la mia America di rime io troverò un posto sulla mappa che alcuno vede
non per necessità ma per bisogno di rompere al sogno il cordone ombelicale del limite – io posso
tu sei la mia bellezza in mezzo all’autunno alla follia di ghiaccio dell’inverno tu sei la risposta
tre chicchi di riso ricchezza se in mani giuste o pattume nel palmo scellerato
Monna Lisa gotica in fuga da un Louvre in rovina e con visitatori senz’occhi sul cuore
ego il nostro poetico e sangue potabile dimmi struggente chimera dimmi di questi flutti
se in natura per paura o altro ci siano mostri uguali a spingersi nel pericolo della scoperta
se in natura per paura o altro ci siano pirati su mari terribili come quelli che sogno
perché la mia bellezza è altrove
perché in fondo la bellezza è così modesta da trovarsi solo nella pazzia dell’amore
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
The shining
Sono un sognatore.
Il mio ego è un esercizio con Dio in una luminescenza di dubbi,
dove cerco di misurare il destino di righe nel palmo
con l’onnipotenza dei sogni col limite della carne.
Credo di essere l’uomo perfetto per qualsiasi fallimento -
so come sia cadere, inciampare,
trovare tra mille … la strada sbagliata
e piangere per la morte di un albatro lontano dal mare.
Sono un poeta incompetente con le parole
ma so cospirare contro la noia
o reggere torrette di nubi sulla punta delle dita sotto i temporali,
orchestrano fulmini col cielo di pece e dello stesso blu
dei mari che collaudano i capitani coraggiosi sulle onde.
Come tutti i sognatori, sono innamorato di una meta,
non mi da pace cercarla sapendo che non si possa trovare
nei libri,
sulla bocca degli uomini,
sulle mappe di un tesoro,
e sebbene perdente davanti ai migliori degli umani
io non mollo,
non mi sento un fuggiasco
ma tengo alimentata la dignità nel sangue con la percezione del bene
che mi fa strada
mi onora
mi alimenta
e quando qualcuno o chiunque mi chiede,
ma tu chi sei?
Io gli rispondo assente e con gli occhi alle stelle
Ehm io sono quello che porta avanti i sogni nonostante
l’inverno, il buio o la fatica della strada.
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
meno sporco l’orlo dei pantaloni del cervello di un politico
Da Aforismi
Luna opossum appesa a un ramo di stelle
cielo cherosene una canoa di sogni il lento fiume del giorno e arde il sangue
Luna opossum appesa a un ramo di stelle dolce è chiudere gli occhi
vagabondo il cuore senza meta tra frittelle di cosmo e jam esistenziali di dubbi
il rumore è convalescente solo di notte ora rockeggia spavaldo sul palco di traffico
il Destino Bambino con un giocatolo a forma umana canticchia “strawberry fields forever”
angeli di Victoria Secrets su poster titanici tolgono il fiato tu in scarponcini di plastica sembri una scopa
loverboy cerca lavoro tra i tronisti e occupa la prima pagina di un sito d’incontri
mentre un congiuntivo senza speranza aspetta nell’anticamera di Hotel Transilvania di risorgere
un monumento corone di aglio contro i vampiri di tesse tutto è mera sopravvivenza
qualcuno parte col drappo grigio la strada firma un quaderno che verrà buttato che sia ridere
ciò che resta dell’amore e di un poeta abituato a vivere ubriaco di se stesso
e in constante brindisi coi propri diavoli
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
davanti all’infinito l’assoluto è un pigmeo coi tacchi
stringimi forte di notte chiuse in cantina le ombre coi loro inferi e tormenti adagio il sonno
Schumann fantasma porta un giovane Karajan a dirigere l’Eden pronta la Quarta
Valchirie di carta in fiamme fuggono all’impeto e aprono i cancelli liberando gli spiriti
un bambino monello rovescia una botte di risa in strada il fuoco nel cuore del gatto miagola alla Luna
e mi baci e di baci diventa blu anche l’aria e con i baci ardono le città supplicanti maree e pioggia
the Doom of Innocence è un limbo senza soffitti né spazi solo sospiri solo sussurri solo assenze
i nostri respiri diventano un Leviatano che becca stelle fluorescenti dal cartongesso del soffitto
teniamo nascoste in pancia le uova dei nostri bambini senza ali in attesa di un corso di volo per angeli
davanti all’infinito l’assoluto è un pigmeo coi tacchi un vecchio stonato blues man lo intona in riva al Tamigi
la pioggia è umida si appiccia dannata la pioggia finito l’amore e fuoricasa a prender vento caffè caldo la cura
il fiume col broncio scrive a rive di fango poemi triste il volo è gabbiano c’è già odore di fritto
rosso sgargiante un ombrello diventa gioia e cammini pensando al bacio e coi baci anche la pioggia è calda
il traffico nella pancia della città il cielo è un brodo grigio che qualcuno rovescia dal cielo
nulla di tutto ciò che faccio pareggia col mondo dell’immaginario e m’immergo felice in fiabe di neve
mestoli di nubi rovesciano acque sui capi con paltò azzurri ma solo nei petti
davanti all’infinito qualsiasi cosa non sia emozione diventa una vecchia polpetta
lampadine allegre i tuoi occhi scaldano i superstiti della giornata cammino all’indietro
e ricomincio da “stringimi forte di notte chiuse in cantina le ombre…” ripetendo baci e tremare d’amore
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
invernomou
santa klaus scappato a un ospedale geriatrico per comprare caramelle mou ai senza denti
tutti i sogni gli stipa in un sacco di plastica per conservarli lontani dal gelo
s’arrampica impavido sui grattacieli cercando di mantenersi fit nella Vigilia
e quando raccoglie qualche speranza dai cuori nel sonno della sera versa due lacrime
le renne sono in terapia da uno psicologo rimediato online e col mal di Luna
la slitta grande con propulsori intergalattici sta nel garage di un anonimo criminale
elfi in cassa integrazione in assemblea straordinaria coi reumatismi e artriti alle mani
solo un coro di voci provenienti da una radio programma vintage canta “buon anno”
santa klaus in fuga tutto il mondo lo legge dai rotocalchi ed è il caos
tutti vogliono tutti desiderano tutti esprimono desideri
qualcuno compra i propri sogni lasciando il meglio alle stelle
e da dietro una finestra una vecchia saluta il proprio sposo
mentre due innamorati concepiscono il primo figlio senza capirne la meta
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Credo nella speranza, negli uomini genuini e negli ideali.
Credo che ogni temporale porti il sole e il sole accenda gli occhi dei pionieri persi su strade sbagliate ... credo nella magia dell’amore e nella battaglia per i diritti. Credo che ogni violenza, il male, gli insulti trovino resistenza negli esseri che non smettono di stare in piedi solo perché feriti.
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
ghiri di neve sui tetti a cercarsi in abbracci
pascolo bianco l’alba col cielo vuoto di respiri freddo il sole
se avessi un sogno non gli correrei dietro lo realizzerei canta voce a Radio Speranza
ghiri di neve sui tetti a cercarsi in abbracci probabilmente inverno
ogni cosa si stringa al fuoco d’un sogno resiste d’amore splendenti gli astri
ci scriviamo magie sui vetri dei bar odore di dolci in strada il grigio
gli innamorati nel forno d’un corpo s’aspettano ai semafori col verde negli occhi
bombe di nuvole minacciano imperfette città in gran galà di luci
mostri di fango cercano vittime solo il vento gelido colpisce terrorista
she’s writing postcards from Heaven - tua mamma sorride da lontani ricordi
babbucce d’inchiostro nel corridoio ogni passo avanti lascia un’impronta
vegetazioni con piume di cristallo al posto dei fiori invadono il cosmo e scintille
diventa qualunque cosa col tramonto se visto dal cuore in tuta da mago
lui più di tutti si sa – potrebbe aprire le porte di magie altrimenti impossibili
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
alberi Trudi in pantofole di foglie morte
bambini col broncio nuvole a novembre il cuore è un orsetto di lava
alberi Trudi in pantofole di foglie morte la pioggia è una festa di lampi
serafini di polvere sporgono dagli spigoli dei corridoi stalagmiti le ombre
luci in strada accese per il tramonto col cielo nel petto vola un sogno
un vagabondo distribuisce piccole fette d’eternità in sorrisi
le strade diventano frane di musi lunghi con l’oblio in spalla
accovacciata una bambina gioca con un angelo lillipuziano di vetro
sette miliardi di cuori che battono all’unisono sperando l’amore …
Da “rissa di nuvole sopra collisioni di asteroidi dell’immaginario”
ladri di ghiande
il cuore
un pane caldo che spacchi appena uscito dal forno per sentirne il buono
nel mio petto
un omino di neve stringe la sua copertina di sogni contando le stelle
e gli uccellini
mai partiti con stormi mi cercano col becco per farsi impermeabilizzare le ali
con tutti i poemi rimasti a fare quercia
in nidi di ghiande ammassati sotto la finestra
la mia casa odora di fiori passiti e rose cotte in brina tutto l’intelletto è inverno
righe scavate da fiumi destino nei palmi mi ricordano che ho una meta
vorrei vorrei come vorrei scavalcare il muro d’inerzia e vivere fantasie
ma resto a lottare l’inverno con polpette di neve sperando
mollando ogni tanto il genio per liberare dalle catene di gelo i fiocchi
poi tutti in fila per la nostra ricompensa mortale
piccole fette di cielo che mai saranno nostre
e diventiamo inconsapevoli ladri di ghiande per fare delle nostre ossa
una quercia
ma non una qualunque
una che resista al freddo dell’intelletto al suo inverno
con foglie fiori e frutti
Da “rissa di nuvole sopra collisioni di asteroidi dell’immaginario”
Notte e …
notte in me orizzonte fantasma un tic al posto del cuore rapito dal vento
nel petto vuoto una campana che canta solo le Domeniche o Natale
e sopra lo sterno un bosco con muschio verde sopra cui piovono gocce di birra
da un bicchiere con scritta alla salute
preso coi punti al discount prima di innamorarmi
me nella notte con la sbronza gatto a miagolare a una luna diva se vista dai tetti
ho un battito di riserva nel porcellino sopra il tavolino del salotto che complotta col tempo
brucia Cartagine penso ai tuoi occhi stelle in frammenti di fiocchi di neve sulla finestra
da dove osservo l’altro me col cuore nel petto preso a battere impazzito segugio del tuo volto
notte seduta sulle panchine dei parchi a ridere degli innamorati
notte e San Francisco nuda e in bianco col corpo tremante in cerca di coperte
notte di baci al cioccolato fondente e lingue i gatto inzuppate nella crema
notte per una fiaba che ti tocca scrivere se l’immaginario
sa chi siano i protagonisti e il finale
Da “rissa di nuvole sopra collisioni di asteroidi dell’immaginario”
Vene bianche
mosca lunatica spara boccacce la tazza sbeccata ruggine il cielo
belva il cuore mozzica aria accieca ragione ogni bellezza che ti respiri
quieto il vento pensieri viaggiatori caffè senza zucchero è Domenica
orgoglio umano insensibile a Morte ansima amore ma lo spazio tace
strappami alle ossa appena t’accorgerai che il mio corpo ti mette i dubbi
dammi una mano a guarire dal male che ignora la tua mancanza
confeziono battaglie per raggiungerti happy solo il buio in cui ti divoro
tele di ragni blu un bambino cuce aquiloni lo spettro d’infanzia scrivo poemi
perdo il rosso del sangue spettri di mani lavano- le mie vene diventano bianche
ho una assicurazione sui sogni - immortali solo per pochi superstiti del romanticismo
apro la finestra Dio s’affaccia dalle nuvole piene di neve e canta “all ya need is love”
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Il cuore in un pigiamino di pioggia
Il cuore in un pigiamino di pioggia arde per una piccola stella coperta da nubi
nascosto a novembre dietro una tenda di nebbia predatore di ombre
impavidi uccellini sorvolano il traffico facendosi beffa degli stormi
Io poeta in un marsupio d’immaginario
dammi caldo dammi un abbraccio
tremo uncino la pioggia fiaba di mele è solo la brina
nebbia melassa sul cuore occhi sulle balene di nuvole astratti gli astri
penny wise in pigiama porta l’inverno la fuga un caffè bacia il sangue
piove sulle argille dei sogni che franano toccate dal vento
ho combattuto per anni ma l’amore resiste da qualche parte in una vena
vispo il passo acchiappasogni all’Wi-Fi nel cellulare atomizzato il tuo corpo
dammi caldo dammi un abbraccio una voce ti raggiunge da pianeti alieni
dammi caldo dammi un abbraccio tremi uncino il tuo sorriso che stringe i passanti
se hai mai smesso di cercarmi parla alla pioggia dietro qualunque vetro in silenzio
ho sparso nuvole coriandoli per dare una festa in onore alle ultime foglie sui rami
parlami attraverso l’orecchio del mondo che gira lucente di astri nella tua testa
dammi caldo dammi un abbraccio sotto le coperte blu del orizzonte
in cui sono rimasto tolta carne e pelle per cantarti fiocchi di neve oggi Novembre
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Se fossimo angeli
Da dove arrivano i sogni spente le luci e dove scappano all’alba?
Se fossimo angeli saremmo vestiti solo di meraviglia ma non lo siamo
e vestiamo cenci di abitudini imparando e male a gestirci i battiti
consunti fino all’osso dal fuoco verso un confine.
Svegliamo il sonno di qualche poeta nella speranza ci insegni la rima
componiamo emulando Chopin note struggenti per fuochi nel petto,
incolliamo le mani al timone di una chiglia in mezzo al mare
sperando, supplicando di resistere a tempesta per sentirci straordinari.
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
la scrittura mi ha salvata e la Poesia mi ha resa immortale
dio sa quante altre terribili cose avrei fatto e pensato e composto se non fossi stata mortale
aforisma
ho rivoluzionato il mondo dando immortalità solo all’amore il resto si era già estinto inconsapevolmente
aforisma
posso abdicare dall’ambizione ma mai dal egocentrismo
aforisma
volevo il Nobel peccato che nessuno ami la passione più della pubblicità nell’aver dato i soldi a qualcuno di già famoso
aforisma
vorrei imparare a scrivere in alternativa vorrei disimparare a tormentare le parole
aforisma
Qualcuno pensa io sia cattiva ma se così non fosse sarei sciocca
preferisco di gran lunga un’intelligenza a una mediocrità di massa.
aforisma
Volevo una vita piena di sogni e ora ho sogni che abusano della mia vita senza temermi.
aforisma
Scrittrice e ne ho fatto abuso..
aforisma
Non siate come me se non siete certi di potere essere migliori.
aforisma
di qualunque qualità sia la mia giornata i sogni saranno sempre straordinari
aforisma
Soldato Sole
gemito vetro il lampo e dentro le ossa la notte ecco la guerra
nastri color sangue le trincee la terra piange le madri orfane e le mogli
le dita in un vasetto di marmellata ora è fango è amaro è fiele
la voglia di casa è il minuto senza la morte con faccia al destino
tic tac le lancette perduto il sonno marea di corvi veglia in nero
fauci di leoni smettere di sperare non ha cura in natura
Dio è una pallottola con traiettoria perfetta verso un cuore
smorfia di disgusto e dolore ogni vittoria per cose in cui non credi
ho intimità col calvario di ogni suono sia più forte della danza di fronde
diamante gigante su Rainbow recluta nella vita prossimo sul libro dei morti Amleto
chiavi di una decapottabile rimasta nel box di una casa col mutuo a vita
bombe granate e razzi mostri sinfonici per cori di demoni
Dio protegga da tutte le debolezze della carne gli scarsi e gli innocenti
imparerai presto a piangere coi ricordi mormora un caporale in fin di vita
perde dalle labbra il mozzicone bagnato dalle ferite di altri e muore
cattivo ragazzo ama la guerra chi è nemico del mio nemico e se io e lui siamo uno
Da “Giochi di guerra per zombie competitivi”
Battaglia in stanze di fuoco
ogni amore che parte va via è un inverno
non hai abbastanza vestiti caldi per non fare tremare il cuore di paura
sogni con l’ambizione ci fossero i mondi costruiti dal tuo fuoco
in alternativa fuggi dalla morte sempre fissandola nell’oscuro degli occhi
ti menti ti menti senza pudore credendoti infinito
hai un Buckingham Palace per ogni sogno d’amore
sei recidivo vai verso future convalescenze di qualche appassionata battaglia
sei quel fantasma che la storia umana non debba dichiarare santo
solo perché non teme i demoni
sei livello diamante in un futuristico videogioco avviato al successo
sfidi Dunkerque col ritorno al passato da una colonna sonora
sottomarino classe Tifone nell’oceano di Muppets con i codici delle atomiche
figlio di qualsiasi Dio minore consideri meglio la fuga alle armi
hai intimità con l’inferno delle giornate torsoli senza un gusto
punti ogni asso che hai sul tormento della più seducente arpia
vipere i secondi i minuti in guerra pagando ideali
col rosso col caldo con l’infinito nel tuo sangue
litighi coi venditori di fede fette di salame sugli occhi sei l’esorcista
Dio consigliere in un Tempio con un senato di autorevoli martiri
in una rivista c’è il censimento di tutte le parolacce del mondo
vince “Fuck e che cazzo a noi porca di quella puttana “ piace
perse le albe per un saluto all’orgasmo sei madido di sudore
non ti inginocchi al male nemmeno se con la lama dietro la testa
uragano pensieri di giorno di notte follate di vento e lampi
il cielo scuro nell’anima alzi la vela veliero il sogno l’assoluto
portami lontano pensiero portami a casa
alla pace dei sogni in lenzuola asciugate all’aperto che sanno di sole
trovami nel sorriso di un amico lontano o vicino
lasciami morire con un amore più vero delle pagine belle nei libri
Da “Club dei Pazzi”
Club dei pazzi
è soltanto un altro infinito buio immenso orizzonte
combatterò senza risparmiare le forze ma sono ferito
dal pugno di ogni straordinario sogno trovi in me casa
o si cibi dei tremiti così obesi di paura da essere vinti solo dai voli
è proprio lì nell’immaginario poeta che non smetto di rialzarmi
sono così bravo a cadere che non sento più un briciolo di sofferenza
cuccio i lembi di carne con fili resistenti alla morte
perché credo prepotentemente nella magia nello straordinario nei diavoli
credo di potere valicare confini cari agli Dei per qualcosa di cui conoscono solo l’appetito
in ascolto nascosto con una sirena nel costato allarme sensibile al nemico
un tic tac nervoso ma è il ritmo del sangue che fluisce integro di onnipotenti ragioni
vigile ma stanco ecco il sognare la quiete l’abbraccio la dolcezza
se non posso demolire l’universo posso sempre scavare trincea nelle sue regole
è soltanto un attimo di vita poi un lungo infinito maledetto silenzio
non sarò mai discepolo ordinario di questo destino ma sacerdote
vestitemi pure di follia e non premiate l’ascesa che rendo facile ai vostri sogni
ho il mio Nobel quando mi sento di potere volare in mezzo a trappole della morte
e se domani mi cercherete tra le pagine sbagliate
se domani inciamperete nella pietra sopra le mia ossa
se ricorderete almeno due parole: volo e sogno
allora anche voi siete del magico Club dei Pazzi
Da “Club dei Pazzi”
Poema non facile
lascia che ti crei un sogno per il quale non dormire la notte
uno con stelle bambini in corsa verso i tuoi occhi
veggenti gitane di Luna Park invisibili mormoranti da tecche di cristallo
streghe sulle scope di fuoco o fantasmi terrorizzati dall’alba
potrei non stupirti di straordinario come una nevicata di notte
e sarei meno sbrilluccicante dei meli con frutti rossi nel ghiaccio
ma potrei entrare nelle tue ossessioni diurne per darti gioia
campanelle di risa per stupidi innocenti motivi
lascia che ti crei un sogno per cui tu perdere la sete la fame il sonno
quello per cui un grande marinaio affronterebbe qualsiasi tempesta
quello per cui un soldato affronterebbe tutti i nemici
proteggendo il tuo fragile al vento ma impermeabile alla morte
noi
saremo alti
alti
alti
così alti da non volere ali o spazi o nuvole
solo un terreno per le nostre radici intrecciate alla pioggia
al silenzio che ci è rimasto da ogni vita passata a cercarci
considerati i mondi da cui incoscientemente proveniamo
col mio sangue sul bianco inverno farei farò un grosso cuore
poi un grande castello di scorze d’arancia e melograni
con grandi finestre su orizzonti aperti e fiumi di vino
e una stanza col letto sorretto da favole … del c’era una volta …
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Yurei (fantasmi)
spogliami io brucio
due dosi di morfina nera il peso del buio sulle palpebre
sradicami dai battiti mio fiore senz’anima
lanciamoci insieme nel pozzo dell’abbandono
sognanti
gettati nel dolce fiume dell’ombra
fragile creatura impalpabile agli occhi
stritolami d’amore abbracciamoci forte
vieni a costruire l’inferno di lampi per la cara te3mpesta
di cui
canteremo il colore
con cui correremo liberi
per cui accenderemo gli occhi
ogni volta che
un dardo di luce simile all’amore
ci cercherà dentro
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Baby bee
angeli di nutella in fuga da una boulangerie celeste
grandina stormi in partenza verso promise lands fantasma
occhi di latte e cacao le stelle sognanti vendemmia
le mie mani ragni azzurri
tessono piume di zucchero per fatine dei denti
l’aria ci ubriaca tutti di chimere al neon
le gambe dei sogni s’innalzano in valzer di ciaicovski
una coccinella col martello della fortuna va a caccia di teste
naufraghi nel petrolio pendolari cercano il Faro
muse di liquirizia i lampioni per dive falene che recitano Ophelia
ogni notte sussurri dalla platea di ombre che ballano il blues di Mark KInopfler
una ape bambina cerca nel raggio di luna il proprio fiore
piegato dal peso del vento troppo carico di profumi
noi tutti ci nascondiamo in casette di marzapane con la paura del buio
piccoli spettri danziamo in un carillon con nuvole e lampi
le ultime saturnidi tappezzano per gerarchia di ali l’ingresso al forte
tempesta! intona il tuono e il resto è calma
le mie mani lontane dal corpo cercano il volo
ciclopi di nubi fanno la guardia all’Eden
siamo rimasti in pochi siamo rimasti
i sognatori in fila sulla rampa di lancio di un aereo di Smarties
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Darkness kiss
chopped skies falling dawn with keys of Heaven
autumn trees writing last poetry of green for wings departing
voices from asphalt woods talking to a blue Walhalla whale
kings without a crown
wearing angry clouds and reigning with a thunder
oh I - alone in this nowhere of virtual ink
reading strange Bibles of a credo
running in midnight’s games of mind
hoping far from all Death’s wonders
so cold the evening’s touch
so cold It’s purple flame
the dangerous fire of love
is digging deeply sorrow thoughts
my heart starts burning in a bizarre shade
while blood in vein fits winter’s freezing
while curse at his incipit is calling lots of ghosts from nowhere
I can see
dead spirits in sad exhausting dances
me at your door pleading
me just desire
oh my dear
my love
oh can’t you hear me singing
can’t you stop this falling rain of stars
the trials of gods crawling above the storms of autumn
I’ll keep the magic time’s collapse and you into a poem
I promise
this fantasy of overnight flight will seduce Ades
to never let the dream of you to nameless monsters
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
fortezze sul sole
credimi io vivo amandoti
perduto nel mondo e insonne
drogato del gusto del vino nel sangue avvelenato
dai troppi no d’amore e dal esubero di condanna all’astinenza
abito l’inferno da sempre
la mia febbre è un grido demonio di fame di sete di te del tuo corpo
gli occhi vedono solo spettri per la strada
vivo in guerra con il me nello specchio proteso a rubarmi i battiti
credimi mi strapperei alla carne
ti tesserei pleiadi e galassie con ogni vena
costruirei fortezze sul sole contro le tue paure e ossessioni
mi darei alla morte se la mia lapide ti proteggesse dall’inverno
e da ogni deforme bestia nel cuore celata ruberei la forza
per resistere alle distanze tra i nostri respiri
ora eccomi nella pietra del mio io in solitudine darmi alle fiamme
se questa torcia di sogni ti servisse contro
il buio
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
ruberò un arcobaleno per te _ scendesse la pioggia
fantasmi di lana sui tronchi a graffiare inverno gli spettri insonni
ti rincorro per i caffè della città stazioni di alieni e benzinai col contaminuti sul sorriso
fiorai troppo colorati per l’orgoglio grigio del passante
ruberò un arcobaleno per te _ scendesse la pioggia
ore in fila per strade verso un non dove
quasi possa disegnare nel primo futuro un destino in melassa
mi mescolo ai piccoli appetiti pubblicitari del mondo
assaggiandoti dall’aria a volte amara a volte fredda altrimenti
piena di profumi
metto Ottobre in tasca sono infelice senza il tuo battito nel mio petto
sminuzzo il cuore per farti briciole lungo i tragitti tu non debba perderti
acquisto due Éclair al cioccolato fondente immaginandoci entrambi lungo la Senna
in un prematuro calore ecco il raggio di luce uscire ignorando le nubi
conto i passi sull’asfalto il romanticismo è calpestato dalla fretta di vederti
fanciulle lasciano tracce di rossetto sul cielo io ne cancello il passaggio
sussurrando il tuo nome a ogni cosa incontri smetto di tremare per resistere
ferma tra spiriti di palazzi in attesa di una detonazione divina di colore
sei ancora tra i dispersi che il mio destino aspetta in ogni angolo
ogni statua umana ferma al semaforo è un Gargoyle refrigerato nei sogni
vorrei vendere il mio appetito di infinito pur di rubarti Fantasma
ci sono ancora le rose in fiore nonostante l’autunno ma nessuno le guarda
i discreti restano a contarsi sulle dita i desideri sfidando le porte del Bancomat della banca
ovunque ci sia un bar c’è un avventore come me in cerca di soccorso
ma il Fato rende infermi anche i più forti
buttata in strada dal desiderio coi postumi della mia sbronza d’amore
rosico impronte sui marciapiedi sognando la Pace o gli Inferni
Dio sa cos’altro sognando
agonia il bruciare in una città che già di suo brucia per altro male
chissà quante altre amerai prima di incontrarmi
quante volte mi dispererò per non averti mai avuto
chissà di quale colore sarà l’ultima rosa rimasta a fiorire in inverno
mentre in città scesa la neve ricorderà me con gli Eclair al fondente
immaginando la Senna
l’amore
i baci
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
preludio d’amore
tenera la tua mano sulla mia tempia febbrile d’altro fuoco a catena
vinto l’orizzonte dai tuoi occhi sono perduta in questa clessidra di muri
ondate silenzi di cui partorire sirena i tsunami per saziare il tuo appetito
di vette grandi d’amore
e voglia l’uragano vestire in fortuna le mie piume nate per attraversarti
mio oceanico essere che depredi misterioso i miei sogni delle loro forze
stringiti
stringimi
stringiamoci
fa freddo
il timore d’abbandono rende cari a morte i fiumi caldi del sangue
oramai lava
oramai astri
oramai nulla
tenera la tua pelle se sfiorata in penombra
quando la gelida alba mi chiama al risveglio
e tu scappi
Da “lettere dal silenzio”
Libertà e Prigioni
Anche se chiusi nelle prigioni, i nostri occhi al buio,
il giorno avanzerà sempre d’albe di fuoco e nel cuore i battiti
non avranno catene,
né boia,
né grate.
Anche se chiusi in fredde prigioni, avremmo sempre una stella
chiamata speranza
e se_
fucilati i sogni con le paure,
voi ci avrete …
noi vi mostreremo la forza
di ogni ideale con cui abbiamo volato
e per cui siamo caduti,
feriti o sconfitti,
avremmo dato la vita -
piccola sconfitta sarà la prigionia
se dentro l’essere resisteranno quelle forze
che possono alzarci anche senza ali agli astri !
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Autunno
purosangue con l’animo di valchirie le ombre in notturna
autunno in fiamme a fuoco i giganti le strade sconfitte da foglie
silenzi a forma di testuggini avanzano con il buio
cantanti innamorati certi cuori cercano Isotte spettrali cui dare i battiti
e resti in silenzio sulla schiena braccia aperte a vela
diventi un angelo che cerca la pioggia per farsi crescere le ali
sulla schiena hai tatuato un universo a forma di cuore
che rende musica ogni tramonto e ogni suo suono
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Vele
vivo avvolta in una nuvola nera
melanconia sussurra armonie ma più tremendo è il fuoco
lava in mezzo al sudario di ombre amore
che nutre se chiusi o aperti gli occhi
volo aprendo le grandi ali notturne
sconfiggo i giganti di noia con la spada del sogno
m’innamoro di un Tristano per cui alzerò vele bianche in prua
e domerò la morte offrendole solo per grande ragione i battiti
vivo nell’artico di un mondo in continua sfida col buio
concepisco canti di sirene per marinai timorosi degli uragani
scaravento i demoni della follia nel limbo di una poesia
aspettando che il mio unico bell’angelo mi spezzi il cuore
vivo sotto la triste custodia dei corvi in attesa di fissarmi la lapide
temeraria onda d’urto contro ciò che male piglia all’uomo senza un principio
serafica sincera metafora dell’esistenza
che si compiace a giocarmi con desii troppo forti e voli ancora più audaci
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Nýx
ombre elefanti in un fiume di fuoco palpitante la vena
carrozze di mostri e lustrini per il Ballo di Mezzanotte
formicolii sulla pelle qualche sussurro chiuso il palcoscenico d’astri
Nýx accende i lumi solo per i veggenti dell’altro mondo
un Beethoven di ossa compone sonate a un piano di nubi
tizzoni incandescenti gli occhi dei corvi in livrea il mondo è nel sonno
deliri di danze tra cose di non universi lo spettacolo incomincia
i gelidi tetti sotto i raggi di luna diventano il castello per i senza speranze
gorgoni e angeli concepiscono bambini dormienti in culle di nuvole nere
orchestranti senza scheletro fanno vibrare d’armonie ultraterrene l’aria
principesse vestite in scintille volteggiano infiammando platee ai raggi lunari
due timidi cadaveri si ritrovano dopo una vita assieme ed ecco il fragile bacio
che cosa resta ai sogni se non altri sogni da sognare?
cosa resta all’amore se non il per sempre di una speranza?
vieni al Ballo di Mezzanotte se sarai sveglio
concepiremo bambini con piccole ali di fuoco sulle schiene
Da “La Rosa dalla Schiena Nera”
Bisanzio
tutto ciò che non nasce da un amore è destinato al fallimento
così ti rubo al sogno di tutti sogni nelle lunghe notti piene di stelle
per portarti nel mio mondo e nella mia vita
darti respiro coi miei respiri e farti sentire quanto siano dolci le piogge sugli occhi
tutto ciò che non saprò dirti a parole lo esprimerò col silenzio
così come fa a volte la marea senza alzarsi in onde ma in massa
toglierti allo Stige senza astri dell’informe materia di pensieri
tenerti abbracciarti stringerti copertina di lana nelle tempeste
renderò liquido l’orizzonte per farti nuotare balena bianca
tutto ciò che non nasce da un amore grande muore
e io allargherò i confini del Bisanzio nell’Eden dei grandi cuori
perché siano perfetti i mondi quando emerso mi cercherai col lamento
potranno seppellire sto corpo ma mai il suo fuoco
buttarci sopra lapide di gelida pietra con intarsi fagiani per curiosi
tu resterai sopra il vento a chiamare il mio nome
e se forte io lo sentirò ovunque mi sia nuova casa
Da “lettere dal silenzio”
tenebra rossa
requiem di silenzio il buio fredda la tempesta di stelle
ghiacciate catinelle di balene bianche cadono in fiocchi
in me non c’è mai pace mi consumo candela legata solo al battito
entro ed esco dai brami a occhi aperti ubriaca
connessa a follia che langue dormiente guerriero
in attesa di lotte per universi lontani
posseduta dallo score di un demone nel mio sangue
che amore oltrepassa per forte fuoco di gioia
aliena bruciante invasore scorre in me tenebra rossa
Isotta chiamata ad ammansire un Walhalla vichingo
dea di infiniti poemi senza un nome
dedicati alla passione per un fuoco di cui non poterne descrivere i colori
ma solo i sogni
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
La regola del silenzio
gli uomini respirano dai propri sogni
incappucciati nelle loro stesse paure
e tendono trappole ai mostri del corpo
solo per liberarsi verso qualcosa più leggero dell’aria
gli uomini si uccidono a vicenda
per amore
per disperazione
per i brividi
per la vana gloria
si alzano se feriti
o muoiono
dopo aver cantato con tutte le forze
una melodia priva di significato per l’universo
eppure
hanno qualcosa
di piccolo
di magico
di straordinario
che rende i loro battiti piccole arche
verso orizzonti
di un valore superiore al Creato
in termini matematici
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
balene bianche
svegliati sogno
apri le ali
svegliati sogno
infiamma
incendia
brucia
illumina
accendi le stelle
irradia straordinario
con le lacrime a pioggia
degli angeli deliranti
nell’atmosfera
svegliati sogno
mia balena bianca
canta sulle dimensioni del tempo
tra i pianeti lontani rimasti a svernare
in piccole galassie con pochi soli
e sciogli le calotte delle paure
così
che il cuore sia temerario
pioniere
e innamorato
di ciò che ancor non vede
svegliati mio sogno!
Da “lettere dal silenzio”
Il richiamo del mare
chiudo gli occhi e mi perdo
tre nuvole cigni addormentati nelle notti polari
sogni che remano altri mari da sogno in un parco di stelle
ali di albatri come Cristi che sfidano il vento
col mio cuore motore dell’Arca
ho freddo non tremo
onde leoni cacciano gazzella orizzonte in branco
neri uragani con lingue di lampi disegnano iceberg
l’Artico in fiamme tuona
e io
balena emersa dalle pareti di ghiaccio del mondo a cantare
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Se fossimo immortali
se fossimo immortali non ci apparterrebbe la speranza
l’incanto del fuoco resterebbe nascosto al dolore mortale di possederlo
la vita sarebbe una lunga maratona scartando gioie
come la corsa alle vette senza mai scivolare feriti
sarebbe noia
ma non siamo immortali
ci appartiene la paura del domani
la fame di ogni conquista
il terrore di perderci senza un credo
la non curanza della morte fino alla fine
e
se fossimo immortali non ci diremmo - ti amerò per sempre
così
da vinto
io resisto al tempo scrivendo sul tuo sangue il poema
quello che rende spettacolare ogni piccolo giorno
quello che renderà felici le tue ali
e immortale resti per noi soltanto il mare
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
ardor
perduti i respiri e senza parola
nudo in un lontano sogno
i voli sopra ogni marea cercatore di lampi
ecco tempesta
aperte le ali gli occhi alle stelle
temerario il fuoco
mortale avanza per nubi
l’amore
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
come ti desidero
perdute irraggiungibili in un catino d’acqua- le stelle
vene di seta in volte reggono universi
scalatore di monti per mari di blu infinito
un re nell’onnipotenza buia
hai branchi di lupi che usi per entrare e uscire dai muri
il corpo una casa gigante di cera
inchiostri di lava per nutrire il vulcano in addome
dove cresci farfalle in strambe nicchie di fuoco
ecco
il veleno notturno che ti assorbe la carne
ecco
il bacio lussurioso di morte col volto di una bella chimera
bruciano i tuoi occhi nella fiamma dell’ignoto
ecco i palpiti di piacere oltre tuoi più segreti appetiti
volino pure sulle ossa bianche tutti i corvi
si sazi di paure il tuono
piangano le nuvole pioggia su ogni scottante ferita
ma resti intatto in te e a lungo il sogno
di un volare magico sopra il mare con miti o mostruose onde
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
De- light
posso vederti senza vedere con gli occhi
passare attraverso lo strato di pelle fino alle profondità di ogni vena
sentire il sangue scorrere fiume caldo
ascoltare seduta sui gradini di ogni ventricolo il tuo cuore
l’amore tu sai non obbedisce alle leggi dell’uomo
ruba rose rosse nel parco a novembre sotto la pioggia
si concede un caffè al buio di una tormenta di neve
senza svendere il romanticismo dei primi baci
posso ascoltare i tuoi passi nella notte
sapere se smarrito triste insonne con la voglia di sogni
dirottare la tua ala verso il mio corpo
candela che ti sussurra lieta la fiamma
Da “la Rosa dalla schiena Nera”
rosa ultraterrena
rosa ultraterrena ombra nell’oscurità amica quelle ali nere
navi di nuvole sul mare orizzonte spinte dal fuoco di una scoperta
tu tremi timoniere davanti alla bussola della fortuna chiamata Destino
avamposto del Limbo dove gli uomini divengono angeli
spingi avanti i battiti perduti i sensi per la chimera
bruci e il bruciare ti rende invincibile alla morte
così spezzi in scintille il respiro
per nutrire il fiore della vita
e ami
ami ogni cosa si renda in te boia o liberatore
ami rompere il varco tra reale irreale o assurdo
quelle ali nere nella funerea notte l’impavida stella
tu fiamma nell’oscurità amica trovi amore se chiusi gli occhi
ascoltando i battiti
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Blu
lettere d’onde in spume salate negli occhi
col cuore frantumi orizzonti sei sempre più alto senza paura
Wagner sveglia Valchirie in un universo alieno senza canzone
spingi profumi di rose in ogni ricordo cercando l’abbraccio
davanti al mare non senti il bisogno di un altro nome
col mare nel sangue tu stesso sei blu
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Eres
stretta al faro col mare in tempesta chiudo gli occhi
lazzaro un gabbiano emerso da un lampo
lontano molto lontano il mio vedere senza nuvole
lontano molto lontano la mia ala cerca l’aria
e tu ti desti con l’alba sulla soglia del temerario cuore
ti spingo a precipitare nel mare di ogni colore possibile nell’universo
lontano molto lontano pionieri indomiti consunti di vita
lontano molto lontano i nostri battiti si fondono con i sogni
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Fiori di fuoco
vorrei essere così libero da cantare la mia canzone
perdere tutte le partite col destino sentire ogni lacrima
bere dalla fonte della giovinezza la droga del fuoco
vivere vivere vivere spinto a camminare tra i lupi
tasche piene di sogni speranze bandiere ideali
sono solo un uomo un semplice uomo contro i Black Dogs della strada
feroce veloce madido di sudore e di lotte
redimere i dipendenti dal porno dalle vacanze a rate o dal crack in vena
solitario Ronin col codice di un fottuto guerriero dei sogni
nuovi alieni risorgiamo dalla democrazia questa è la strada
dimmi veggente! leggi nei miei occhi il fragile del mattino
oh come vorrei esserti abbraccio quando smetteremo di tremare
ti verrò a cacciare su tutti i pianeti non mi puoi più ingannare
donna non donna amazzone chimera certe volte abisso altre volte riva
cuore perduto nella partita con il destino morire anche ma solo per migliori lidi
vorrei essere così libero da potere cantare la mia canzone all’Inferno
eccoti bambino con troppa adolescenza di sangue sulle tue spalle
anche gli uomini forti a volte piangono
imparerai presto bambino – che piangere fa crescere più forti le ali
per quando arriverà la tempesta
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
il cacciatore di uragani
seduto insonne aspettando l’alba il cuore accoccolato al silenzio
la pelle sudata odora di sogni con gli occhi indomi sull’oltre
in te il passaggio d’amore - sanguina _ ferita l’ala
restano bianchi i giorni o da colorare le nubi
la chiami col suo vero nome ma lei resta muta
lacrimi dolore ogni ventricolo pompa il veleno
t’accendi scintilla in un mondo spento Orfeo aquilone il piacere
sbotti di fuoco vulcano il desiderio _ t’incendi
fredde le ombre tremi da dentro di piume il sangue
raggiungimi ti chiama e tu la segui ebbro drogato di Fato
ti alzi dal letto è Giovedì qualcosa incede forse – magia
seduto insonne aspettando l’alba – per cacciare uragani
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
mariage d’amour
come posso vivere senza i miei sogni
li respiro ne sono drogato ne cerco il fuoco
resisto al dolore seguendone la sorpresa
anche se spesso trita le ossa con le paure
mi perdo scrivendo coi brividi se chiusi gli occhi
percepisco il colore del cielo dalla forza del sole
io amo – io amo travolgente tempesta
temeraria strada del cuore fuori dal buio
sono nato cacciatore di gioia
di questo tormento che nutre la vita sull’oltre
insegno ai piccoli maghi nati dall’uomo - il volo
sfida alle piogge di stelle cadenti_ in certe notti
come posso non vivere cero abbagliato dal fuoco del grande amore
incalzando il ritmo del tuono dentro me stesso
sarei un folle se rinunciassi al taglio in carne di fantasia
che gli esseri si regalano ogni tanto – fingendo potere schivarne i colpi
ed io ti amo
ti amo mia meraviglia in qualunque posto tu ti nasconda
mentre compongo queste lettere che sanguinano inferno e follia
dal mio destino non ancora scritto t’aspetto dolce
odiando il sole a volte negandomi i raggi cercando solo te
appena chiudo gli occhi
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Fenice
col cuore salgo i gradini al cielo
dal sole trampolino mi lancio per cercare il mare
assaggiarne il profondo stella riflessa
io _ ali strette
in picchiata
vento contro
la meraviglia i brividi i battiti
uragano orizzonte i lampi sul blu la gioia
spezzare l’aria con l’ala in cerca d’ignoto
scritto nel sangue
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Andante
bruciano senza pietà i campi d’un ultimo soffio estivo
ardono di roghi giganti gli alberi col grigio timido del mattino
e sulla punta dell’orizzonte solo un raggio col suo disperare di luce
simile a un lampione per le falene simile a un cielo infinito per gli stormi
c’è solo un dito di vento ma molta malinconia
un forte indomito fuoco a riscaldarmi in profondità questa vena
che cerca un lontano più lontano degli occhi dove temprarsi la sbornia
di pazze fughe tra i mondi di forti fortissimi sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il credo è la forza che spinge il nostro animo a compiere anche imprese impossibili;
le grandi tenebre non possono spegnere la piccola luce della fede perché è lei e null’altro che sa tenere testa ai diavoli del mondo e della mente.
Da aforismi
Sermoni sogni e appetiti d’infinito
t’appoggi alla notte occhi aperti le stelle e tu
cammini sulle ombre senza sentire bruciare i piedi dall’inferno
fino all’estremità del corridoio che senza luci ti fa paura
consapevole di tremare per tante ragioni di cui non vuoi investigarne la forza
sopportando la miseria dei fallimenti nell’obbligo di trovare il meglio
così ti lanci in una disputa col tempo che perderai
aggrappato più alla costanza che alla determinazione
conscio di avere liberato il tuo ego recluso in una gabbia
la stessa in cui chiudi i sermoni i sogni e gli appetiti d’infinito
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Appena le nuvole
appena le nuvole si formano
e un leggero blu le porta in altalena
il sole si alza sopra l’orizzonte
per trionfare in raggi
ed io ti penso
ti esalto ad occhi chiusi
dietro un gran sorriso
lasciando che i pensieri partano rondini vivaci
verso il tuo cuore
Da “la rosa dalla schiena nera”
Toxigen
pare che l’aria ti tolga i veri respiri
a volte t’ingrippi in un insano appetito di sogni ti dici è normale
qualunque cosa s’infili nella tua pelle deve indossare lo scafandro del sentimento
ardito è il fuoco in ogni momento di calma
cosi ti vesti da angelo trionfatore su tutti i diavoli del risentimento
osservi Dio ascoltare Motown da un vinile intonando “Ain't no sunshine when she's gone”
ogni pausa –
fa un sospiro, girando per i parchimetri dell’eternità a braccia aperte
mentre una piccola Madonna corre in un giardino d’aranci sotto la pioggia
e le tue ali
quelle vere
si aprono automaticamente col primo lampo
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
TTY
il guerriero non teme uragano diffida di fortuna in battaglia
ha il fuoco al posto del sangue per resistere controvento
me se ferito o piegato fin a baciare la polvere – terrà serrati i denti
fin quando recuperata forza oltre il dolore si rialzerà per vincere
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
se posso non mi arrendo se non posso la resa diventa impossibile
Da Aforismi
I always had to fight to be a damn good loser
Da Aforismi
nero è nero solo per chi vede
Da Aforismi
lumachina
sono di materiale genetico alieno
invece di placare i temporali io li evoco
cammino guerriero anche con le ossa spezzate
combattente armato col sangue degli uragani
io vivo nel sottosopra della vita spinto alle stelle da una furia
per una calma che tra i mortali non sempre esiste
per una pace di cui pochi conoscono il prezzo
che spesso pagano quelli come me – se soldati
io sono vento adirato sopra la steppa
o che veglia sul mare insonne la vela del bravo
e porta al porto il cuore degli arditi
altri uomini provati da battaglie
trago conforto da ogni picco straordinario
con altri disperati al confine di qualcosa
che risponda alle domande
con cui ci nutriamo noi ribelli e i sogni
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Il signor autunno con la bocca di fuoco
il vento porta via le foglie ma non il tuo fuoco
bruci più dei soli presi nella rete da un povero Dio pescatore
ignaro di cosa faccia più male nella vita se l’amore o il veleno
contemplando il fumo dell’ultima sigaretta
è già full il cesto del perdono
troppe cose non dette troppe già dette
troppe canzoni mai ascoltate insieme nelle notte insonni
anche l’unica farfalla rimasta nello stomaco è oramai suicida
quindi addio
amore addio
se questa è la strada
addio col poema che solo un poeta potrebbe darti
e col sole o con la pioggia fosse invero o estate tu pensa
pensa alle canzoni mai ascoltate da noi
nelle lunghe notti insonni
vediamo ora dove porta il fiume
se la ruggine cadrà dagli alberi così col tempo il nostro orgoglio
portiamo un poco più lontano i nostri sogni
un buon ristorante vino rosso e bistecca
vecchi amici che ti hanno perdonato tutto
qualche idea per l’indomani che nutra il cuore
e l’autunno al risveglio nelle carni
quindi addio
amore addio
se questa è la strada
addio col poema che solo un poeta potrebbe darti
e col sole o con la pioggia fosse invero o estate tu pensa
pensa alle canzoni mai ascoltate da noi
nelle lunghe notti insonni
Da “la rosa dalla schiena nera”
un milione di ombrelli rossi
un milione di ombrelli rossi in strada ma niente pioggia
Manhattan è lontana partner del mio fuoco solo un sogno
ho un fiume sopra la testa che brucia di stelle
vago avvelenato di luce mentre nei miei occhi tu ti perdi
siamo milioni di malati col cuore spezzato e insonne
milioni di disidratati con la vena assetata di baci
milioni di scomparsi senza aver mai vissuto la pioggia
con lo stupore nella gola e senza respiro
balliamo in tanti con gli8 ombrelli rossi aperti al riparo dal sole
al ritmo di una canzone del cuore scritta per innamorati
non piove la gente ti giudica pazzo e tu fai finta di nulla
apro l’ombrello e danzo il mio spettro il mio tormento schiavo
schiavo di ore aspettando la pioggia
dove scogliere i tremiti
i brividi rimasti a concepire rughe per un amore struggente
e balliamo
un milione di ombrelli rossi aperti in strada ma niente pioggia
un irlandese ti ferma per dirti “oggi non è un giorno buono per sognare”
gli sorridi e gli regali il tuo ombrello rosso
“non è per la pioggia” gli dici
ma se vuoi amare
se vuoi il tormento
sebbene lontana Manhattan tu e altri novecento novantanovemila
aprite l’ombrello
appena alto il sole
appena impazziscono i battiti
Da “la rosa dalla schiena nera”
Charlie Gard
seppur tremi
abiti il credo d’essere straordinario
ferito dalla massa con lunghe lance di dubbi e senza meta
pasto al popolo degli increduli cui non vuoi provare la tua fede
ala forza delle leggi umane
delle leggi ingiuste
delle mode scostanti
seppur uomo
cammini avanti coi sogni
seguendo la voce dell’impercettibile fuoco
nel cuore
pulendo di tanto in tanto le piume delle tue ali sui cui grava
il peso di qualche superba stella
come tutte le anime forti
resisti
piccolo soldato
lasciando agli occhi verità specchio al sole
e guardandoti nessuno mai capirà
quanto siano immensi i tuoi sogni
tanto da potere portare chiunque nel tuo cosmo
chiunque abbia il potere di toccarti
chiunque non sia troppo poco alieno da non volere volare
Da “Il bambino che non voleva smettere di volare”
Up
la vita è una tremenda tempesta di sogni
se perduto e hai paura del caos – segui il vento
chiudi occhi e cerca in ogni tuo battito il sole
così è l’amore
che nel buio più buio braccia aperte a vela ti fa strada
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up II
sono un uomo che corre coi sogni
fragile in ogni sua parte mai davanti a tempesta
poiché il cuore v’è una forgia di fuoco
lo stesso che nutre le ali di chi è audace
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up III
il cuore appartiene alle tempeste
lotta con furia e battito contro il buio nel petto
non vedrà mai il sole
ma se innamorato alimenterà tutti i sogni
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up IV
il mare è una sinagoga col culto per marinai di vocazione
quelli che non chiudono le vele in tempesta
ma corrono sopra le onde bruciando di un fuoco chiamato coraggio
sfidante la morte che non lo percepisce come di mortali o eroi ma d’albatri
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up V
chiunque per il proprio fuoco è un piccolo straordinario
nulla toglie alle stelle lo spazio e al cuore i sogni
solo il coraggio determina dove inseguirli anche se folle
qualunque cosa può esserti Faro se certo che quello in cui credi ti è scintilla
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up VI
brucio sotto la pioggia col cuore fissa dimora in una tempesta
se gelido il vento mi copro la pelle coi sogni
puntando gli occhi sulle lontane stelle
mai domando il destriero coraggio e sempre col fuoco nel battito
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up VII
se sogni tu continui a bruciare nonostante tempesta
con tutte le forze contro ma ferma la scintilla di fede
ciò che sai essere straordinario incendia le tue vene più del fuoco
è lo stesso che alimenta i sogni con l’amore e porta l’amore oltre i sogni
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up VIII
cuore guerriero cerca in tempesta il coraggio
di resistere al buio al male al vento contro – coi sogni
nato congenito straordinario il suo fuoco
che da dentro la vena guida l’amore ad astra
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up IX
sono malato multicolore di qualunque forma del Karma
chiuso in un bozzolo dolce sognante gli astri
mentre il mio cuore vive aquilone sopra le nuvole
innamorato perdutamente di ciò che gli toglie il battito
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up X
sono un guerriero che si diverte a lottare col proprio destino
affamato più dei sogni che lo animano che degli astri
innamorato d’ogni temporale gli porti sul volto la pioggia
che gli calma il fuoco e l’amore per l’oltre confine
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XI
io brucio di sogni come arde il vento di furia nella tempesta
cerco col cuore la mia meta tra gli impavidi d’astri
che alimentino il mio faro se mi fossi perduto o al limite del coraggio
e di cui conservare nel petto le scintille o la forza per un amore a prova d’Oltre
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XII
il tuo cuore è un grande marinaio in attesa della tempesta perfetta
brucia tenacemente di sogni diamanti per fini esploratori
perde volentieri la rotta sperando nell’imprevedibile
e davanti alla morte sorride accettando la sfida per l’ultimo volo
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XIII
mi diverte qualunque volo mi sia fallimentare
che tolga fiato al cuore e gli nutra il fuoco
o spezzate le ossa del credo mi spinga a più audaci sogni
e alimenti di straordinario il sangue dentro vena
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XIV
cosa mi diverte?
bruciare di uno strano fuoco col capo sommerso da pioggia
cercare le stelle nel buio pesto del petto
cacciare onde anomale o inseguire i venti
portare ai sogni l’aria e falli respirare
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XV
se sconfitto posso imparare a piangere
come un piccolo d’aquila al suo primo fallimentare volo dal nido
ammettere che per certe altezze di essere un mortale ma non senza speranza
e ogni lacrima di questi occhi possa nutrire in dolcezza i duri astri
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XVI
sono quello che corre coi sogni
indomito fuoco pari alla furia del vento in tempesta
nutrito dal credo che lo straordinario sia insito in ogni uomo
come l’amore se il coraggio del cuore lo portasse alle stelle
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XVII
gli indomiti e i sognatori indossano occhiaie pigiama
seguono lezioni di volo d’aquila dalle cime di nuvole
brevettano scafandri di gioia nelle notti con stelle cadenti
prima di puntare la magica bussola rotta verso lo straordinario
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XVIII
sono il cuore dell’ultima aquila rimasta a vegliare sulle vette dalle tempeste
col timone dei battiti contro i venti aspri per dare alle ali altezza
a guardia dei tesori timidi del mare blu di impavidi astri
io sono l’ultimo dei sognatori che brucia di un fuoco alieno nell’immaginario
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XIX
educato al volo dall’ardore dei sogni
portami avanti
portami oltre
mio fuoco
dove le stelle diventano grandi
le onde del mare si stringono in un bicchiere
e lo spazio assoluto cura la mia febbre di libertà
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Up XX
il mio cuore appartiene al volo nelle tempeste
vivo nel buio del petto con un fuoco alieno
infiltrato in ogni emozione mi procuri magia
io corro coi sogni
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
XXI
i draghi sposano principesse di carta
le rapiscono ai voli nel petto
per custodirle immortali in un teca di nuvole
dove immortali potranno abbracciarsi
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
XXII
aspetti da sempre di morire ma non sei mai pronto
ti lasci portare ovunque dalle nuvole pur non sapendo volare
sta scritto in un libro perduto che tutto ciò che ci consuma sia magia
quindi poco importa come e quando cadere basta aprire le ali
Da “I draghi sposano le principesse di carta”
Promesse
vento in letargo
agonia estiva
gli occhi infrangono le barriere del cielo
t’acchiappo dai sogni t’afferro all’abisso e ti porto a volare ma tu gridi
squarciando il bozzolo con la punta delle ali troppo piccole per una meta
mentre il tuo sangue non pronto a farsi amare mi combatte
mi combatte
t’abbraccio_
ogni tua piuma fibrilla del desio per un lontano volo
fuori nevica fiori di mezza estate noi immuni
ci dondoliamo su una nuvola mangiatoia per rondini dell’Eden
Shakespeare legge poemi ad alta voce in Trafalgar Square nessuno gli bada
e ti tengo sul cuore lontano dagli argini delle paure
delle fobie
delle ossessioni
co n i nostri corpi intrappolati in un terreno con ossa di poeta e radici di quercia
la luce del giorno ci brucia
soffriamo d’eritemi da volo
troppo vicino al sole bruciamo
troppo nel buio tremiamo
vento in letargo
aria calma
grandina fiori
perché mi combatti amore
quando t’abbraccio
Da “La rosa dalla schiena nera”
Filippo di spagna aveva una gallina che amava ma un di la uccise
Filippo di spagna aveva una gallina che faceva uova d’oro ma lui preferì mangiarla
Aforisma
Che cosa fai per vivere? Beh io rimorchio cervelli dall’aldilà.
nativo di Venere
insonne caffè bollente la tua vita una corsa senza meta
una gabbia di fumo nella tua mente poche certezze
il Diavolo guida una Chevrolet nera nel traffico di mezzogiorno
lui ti sorride tu giri il capo dall’altra parte hai altri sogni
sole di giugno tieni gli occhi ghiacciati sul nulla la Terra è quadrata
hai un dolore nel petto e punte di spigoli ma è tutto prefetto
meglio che prendere a ginocchiate il vento rotte le ali
ogni benzinaio ti ricorda come si senta un fiammifero quando ha fame
te plimbi prin maracini nemuritor in coapsele lui Dumezeu
chasing form your heart storms dusty days wasted time sleepless
inforchetti fili di nuvole per la tua abulia sentimentale
perché in fondo ti piace sentire il richiamo degli stormi
ti guardi nudo allo specchio ogni mattina un uomo diverso
ogni parte di te fornica col desio colpa dei sogni
lasci le cellule masturbarsi per ogni silente chimera
poi bruci d’inconsueto bisogno d’amore che resta grido nella tua mente
Gli eroi sono pionieri senza mai buone circostanze con ombre solitudini e battaglie sulle loro orme non vedono confini o frontiere ai propri sogni e sono battibili come ogni altro uomo ma c’è un forte fuoco dentro quel rosso loro sangue che li rende appetibili all’amore e allo straordinario così che armati di sola speranza feriti o in catene o soli loro più di tutti rendono i propri ideali - immortali
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Ocean blue blues
dimmi che gli angeli resteranno nel nostro sangue anche dopo i sogni
che quella pioggia di stelle morenti smetterà di cadere e loro
resteranno fisse e ridenti ogni notte
quando uno di noi lancerà un s o s alla Luna
in cerca di fortuna
noi non sapremo mai chi spegnerà il loro fuoco
poiché noi8 ancora piangiamo le morti
e non v’è notte senza fissare per un attimo il cielo
in cerca del blues del blue oceano dove lanciamo con l’0immaginario gli occhi
dimmi che i demoni nella mente troveranno nella luce fissa prigione
che non fuggiremo mai più davanti all’amore
e che se confusi ci diremo tutto parlandoci con le mani dalle gabbie
scambiandoci le catene delle imperfezioni ogni volta che avremo dei dubbi
dimmi che le guerre non hanno un vero valore se non per quelli morti in vano
che siamo uguali davanti al dolore
ti prego se sentirai freddo nell’anima tu chiamami dalle tempeste
nel tuo cuore
nei tuoi respiri
dentro il tuo capo
io verrò a piedi
volando o dalla morte io verrò a abbracciarti
sebbene inverno
sebbene un muro
sebbene nuvolo o pioggia
e ci sarà un fermo immagine con cartolina di astri
noi tutti angeli appollaiati in lampioni dell’eden
a fare luce a un piccolo Dio che sorriderà da una culla di piume
le stesse che ci coprono il corpo di colore sensibile all’intensità del bacio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Path to Hollywood
La Luna ha un piano per evadere dal cielo
ti sei sistemato il letto nella stanza di un piccolo amore
stringilo al petto
stringilo quel sorriso mentre fuori grandina
di sogni
di grandi universi
di colori
sei un mostro sette giorni su sette tutto l’anno
in una Hollywood di mostri con armi Wi-Fi e satelliti personali
trascini quella strana insonnia di cui alimenti la fiaba
usando i battiti folli del cuore e le paure
La Luna è furba parla d’amore solo agli innamorati
vuole fuggire tu le offri uno spazio nella tua carne
le offri i brividi che ti portano avanti mentre ti graffia con la sua unghia
colorata di rosso
allo specchio
sulle pelle disegni parole e note
ciao mostro – leggi
e allora capisci che l’ami
quella strana creatura fatta di fantasie
così ti sistemerai il letto nella stanza di un piccolo amore
sorriderai al tuo sogno mentre fuori grandinerà astri
e ti lascerai cadere nell’universo di colori
ucciso da un piccolo bacio
sei un mostro sette giorni su sette
in una Hollywood di mostri con armi Wi-Fi e satelliti personali
trascini una strana insonnia di cui alimenti la fiaba
usando qualunque follia che fugga con la Luna dal buio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
grandina stelle
grandina stelle
regina d’Iceni
plenilunio col respiro strozzato
navigatore
forzato ai sogni
dal coraggio
Vittoria Signora
e se smarriti i passi
guida il compasso al bene
conosco il mio oltre
le aliene febbri
dell’alba
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
nightkiss
notte Desdemona si scioglie i capelli nel nero veleno del buio
un cucullo frantuma il silenzio che s’offre al vento vinto dall’afa
gli astri s’inchiodano ai tetti saette in mezzo alle nuvole
il tuo corpo bianco ondeggia sudato con le fitte trame dei sogni
sapevi che gli albatri hanno un cuore sempre più blu canta ubriaca tempesta
loro volano sopra un mare di cera specchio al fuoco notturno
mentre il tuo sangue è remo ai poemi mai scritti rimasti al tacere
tutti nel nostro umano destino siamo dei piccoli inconsapevoli poeti
t’alzerò un castello sulle colline di Altamura in mezzo al profumo dei peschi
ti sussurra l’espero okite con fissa dimora in carne mentre vaglia la sfida del volo
sei un attore che si dona senza parsimonia alla recita della propria fiaba
allora esplodano i plaus8i s’accendano le luci s’apra il sipario a voi stelle – l’istrione!
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
tritanuvole
tutte le note di Chopin in un tritanuvole prima di cadere pioggia
in solitudine abbracci pensieri lupi e veloci poi saluti la Morte da un sogno
mondi acquatici di ombre falene intorno alle tue mani sul cuore dell’amore
così che le iene affamate di paure restino chiuse nei delicati bozzoli del dubbio
compri un Ministero ultimo piano dell’Eden senza ascensore vetrate sul mare
liberi gabbiani da un libro di Hemingway impregnato di passioni e tequila
dai fuoco a spume di elio per proteggere le chiglie dei respiri
poi col corpo sudato ti lanci e dal tritanuvole solo un lampo canta per il tuo volo
una corda di sabbia lega il Sahara allo spazio un Tempio di fiamme
giuri sul corpo di Byron d’aver legato chimera alla sedia del buio
mentre tutte le altre stanze nella tue mente sono illuminate da Glen Miller
orchestra desio black bird che trema di febbre per una polmonite poeta
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
minuit
at the end of the road a survivor chasing shadow into blue dark
un brivido lungo la schiena e la notte trattiene il respiro
demons rise in dance upon the roofs pleased of stars
una chimera gipsy canta da un carillon con loop di sogni
minuit
Da “La rosa dalla schiena nera”
cacciatori di nuvole
noi siamo i re del tempo col one way ticket per i sogni
sincronizzati a tutti gli alberi che ridono con l’insonnia scritta sule fronde
nascosti in un raggio di luce per paura del buio
stretti legati perdutamente al cuore e all’aria
spesso poeti in incognita seduti anonimi nella metro
assaggiatori ufficiali di pane e nutella con olio di palma
voliamo davanti a una finestra finché ubriachi
poi con l’occhio saturo di blu ci disperdiamo nell’etere
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
fiumane
il fuoco spegne me
alle sirene gli astri cantano di luminose notti
e di fiumane_ angelo mio
olio bollente negli occhi se t’arraffa dai sogni – l’alba
vento di strega treno fantasma su rotaie d’oleandri in fiore
mambe senza danzatori a battere cortiche di desio
frangi onde la foglia del salice che lacrima coi rami
t’avessi in radice più dell’acqua dolce
ma il fondo m’è solo pietra
vienimi incontro vieni a vedere
campi in fiamme ad agosto di sole ali
vite in mezzo al fuoco dello stormo
e cielo e nubi e lampi
quando dopo tempesta l’acqua torna chiara
il sole si gonfia melarancio
allora noi due amore
alle fiumane
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Quaderni 1
19/100
l’amore ha lo scafandro bucato e t’uccide in apnea
si arrampica pianta onnivora con linfa celeste lungo il tuo corpo
t’infetta il sangue di chimere
e s’innesta nella tua carne per nutrirsi
si disfa della mortalità con le illusioni
gira e rigira il suo feto alieno nella tua mente
ti ruba al respiro all’aria alla tua anima
per darti quando smarrito - il suo sogno
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
la Bella defunta
nel leggero sudario all’ambra di rose silente il calvario della carne
è morta -
le stesse stelle ‘ tristi balbettano funeree all’occhio dei corvi affamati
così dice la Morte “Ho fame!!” “Ho fame!” “Ho sempre fame!!!”
spogliami del sudore grida nel silenzio il fantasma
le mani legate a una membrana di roccia per l’ultima volta s’abbracciano
il cuore rapito guarda in dolcezza la statua muta frantumarsi
“Addio.” “Addio.” e ancora “Addio.” canta al suo capo _il sole
il mio colore è il rosso _parla lei sottovoce
ho paura del buio da quando son nata ma al buio ritorno
slegami le mani così che possa volare fuori che possa liberare le ali
apri le finestre e fate entrare l’aria più pura
cancella l’odore di morte dal mio corpo
levami dalle tempie il peso del sonno lunare
richiama dalla loro caccia i vermi
accendi le luci della casa
della città
del mondo
chiamami per nome una volta ancora
domani sarai già dimentico della mia voce
domani rimanderai a speranza il nostro incontro
domani pregherai ma io perduta sarò tra i morti
domani io? solo un ricordo
baci e carezze lontane io vi invoco il fuoco
questo piccolo cuore rimasto intrappolato nei sogni
col sangue stantio e ghiacciato io morta
amore in una reliquia resta immortale
rubami all’Ade l’ombra
che al seno di una madre io ritorni
sia temerario poi il mio cercarti ovunque “Amore.”
sopra o sotto il cielo
Da “La rosa dalla schiena nera”
Ragtimae
nella mia carne una strega bisbiglia incantesimi alle ombre
lo spettro di un usignolo pellegrino cinguetta nel fuoco del primo raggio dell’alba
chimere rauche si spogliano della tenebra per guardarsi allo specchio
le loro labbra cercano i tremiti per baciarsi
una dolcezza mi pugnala
mi dissangua
m’imbavaglia il battito
eroi sui comodini nella prigionia dei libri insultano Morte
nel macrocosmo dei sogni una Bestia recita poesie a una Musa
mentre il piccolo dio Falena si addormenta sognante una muta a fiori
il miele resta nella parola muta per glassare il silenzio
sottovoce nel caos parole d’amore tra spettri
un diavolo a otto zampe danza un delirio con la sua vittima
la strega si ribella ed esce dal petto mentre in casa
irrompe il sole
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Capitano! Mio Capitano!
col mare al posto del sangue in cerca del vento
pescatori di stelle ogni notte sirena fa l’amore coi sogni
noi tutti in questa anti eternità protesi in onde
a spingere contro orizzonte la carena
Capitano! Mio Capitano!
orfano il blu caduto il vecchio albatro una Luna d’ali in prua
gridano al destino assassino le mani col marchio dell’abominio
la sua piuma strappata all’aria boia la sorte
dolore s’espande boreale noi presto ai tesori
Morte è scrupolosa
toglie agli occhi la luce
alla bocca il respiro
muta il color della pelle
apre via ai vermi
danza sulle nostre ossa
caduto l’eroe ai venti non resta che l’ozio
vestite funebri i vostri tremiti
date alle parole il dolore
e temete – temete per la vostra vita
questo è un terribile presagio _ will be haunted! _ non lo capite?
marciamo sopra acque predando cacciando uccidendo
tutto si paga
a quella che scrive il destino nei nostri palmi
Capitano! Mio Capitano!
il mare non sa piangere i propri marinai
per lui è sempre una sfida al coraggio dell’uomo
ammaliato più dal segreto del blu che
delle fortune nelle stanze di sabbia
gettando il corpo nelle acque saremo maledetti
questo è forse il segnale oscuro dal quale non poter più scappare
attori di un palcoscenico vicino alle nuvole col ghigno demonio
verrà la Bestia! verrà per tutti noi impregnando l’aria della sua ira
non senti alzarsi la livida morte _quasi un bisbiglio
ho visto la vetta di un monte ramificarsi in spume
tanto è calmo l’inferno quando diventa furia
le tombe più nere perdono la loro paura confronto agli abissi
e apro gli occhi contusi di sonno _respirando appena
fisso il nulla dicendo a me stesso sottovoce “ecco il momento!”
ho vissuto un attimo
mai sazio di qualcosa e curioso di tutto
il marinaio indossa i propri fantasmi fino alla fine
Capitano! Mio Capitano!
una pinta di scotch delle feste in onore al caduto
prima sentire la sabbia sul letto d’oblio dove noi solo ossa
arpioni testardi vendetta avranno le loro vittime
sei tu pronto a morire – vociano dall’oltre i pirati
Capitano! Mio Capitano!
io piango
le lacrime del mio io ritornato bambino
ancora quando innamorato del mare
dei baci del sole all’onda
degli intramontabili astri
oh versa ancora veleno
versalo doppio nel bicchiere
brindo alla morte dei saldi
dei fautori di speranza
Capitano! Mio Capitano!
brindo all’amore
che chiama
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Heden
Nel’Eden
ci teniamo legati ai fili degli aquiloni in mano agli uomini
siamo liberi di programmarci l’eternità con l’obbligo di servire
ogni piccola causa di un cuore guidato
dalla volontà
dalla costanza
o follia
in alternativa possiamo sperperare voli in mezzo al niente
Dio ha un villaggio turistico molto più in alto
ospita poveri dispersi comparse del cine poeti senza fama
noialtri siamo a dieta di arcobaleni temporali o incedi
troppa passione tra gli angeli provoca caos
l’ora del bagnetto è un tuffo solo uno è raccomandato –
nella pioggia
bagniamo le ali
le sbattiamo bene per eccesso d’acqua
poi spiedini d’Angeli al sole
spesso
da un interfono si può sentire nelle ore del riposo
Dio che canta
anche lui farà il suo bagnetto
ma in una piscina con nuvole d’oro
mentre un serafino si farà col Capo da lontano un selfie
che andrà in rete col titolo “Lo riconosci?”
e la colonna sonora sarà fatta dai nodi dei fili degli aquiloni
in mano a qualche sbadato
mentre Dio canterà “I’m singing in the rain”
per gli arcangeli di ritorno dalla guerra
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia degli Stormi”
Kamasutra City
il tempo è un assassino col sangue del mio amore sulle sue mani
estate grida vento che spinge sino alla Luna il veleno delle rose rosse
notturno si stringe in una bambagia d’astri smercianti chinina di luce per febbri da sogno
il demone della pioggia sogghigna coi pugni di grandine in attesa dell’alba
testardo l’occhio sveglio nel violaceo formicaio di ombre
cerca il cielo il corpo in rovina saluta la fame dei corvi
in fronda si nasconde il cuore dal destino farfalla
solitario nido sul tetto del mondo nascosto nel fremito di foglia io ti stringo
hai saputo mai?
che cosa?
che l’aria è una buganvillea che non soffre il tramonto
che un fiore ad Agosto teme i fulmini non la pioggia
che forse ci sono forme di vita nelle profondità di Marte
e se tu fossi un fiume non conosceresti la conta delle volte che ho cercato le tue rive
per amarti
ora
splendida notte col mal di Luna insonnie di stelle sui petali arsi
sciogli il tuo blocco nero di cera per liberare la forma della mia chimera
in questo kamasutra con lucciole che tempestano la quiete
mio piccole demone della gioia fuggi dal tempo assassino nel sangue del mio braccio
Da “La rosa dalla schiena nera”
Light
Io sono solo un altro malato di tempeste spinto ai sogni.
Infetto di straordinario più di qualunque uomo
e vivo d’amore quanto un prestigiatore di magia
cercando un fuoco sotto le maschere.
Vago visionario innamorato e maledetto d’immaginario
infetto nelle vene di meraviglia
la stessa le cui scintille portano avanti il cuore
a darsi per un contagio d’ossessioni agli empi.
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Dark Byron
Sii la mia droga condanna, uccidimi il cuore.
Posso lottare col silenzio stando in piedi ubriaco -
sempre cercando il contagio del bello di un’idea.
Soffro le tempeste più di un passero
ma ho bisogno dei fulmini,
del cielo nero e dei temporali
per sentirmi un uomo.
Sono espatriato dal buono per una chimera.
Ho la forza della magia non comune ai mortali
e posso infettarti il cuore con uno sguardo
entrarti con la bocca del bacio nella carne.
Sono insensibile alla morte.
Godo di ogni cosa mi faccia male
e mi consumo candela di cera nera nel fuoco dei sogni,
cercando quel piacere per il rogo nel petto.
Sono solo stregato da te,
Non ho sete, sonno, fame.
Voglio la febbre o il delirio in mancanza dammi il tremito
che mi spacchi le ossa, mi spezzi la schiena e decapiti il fiato.
Drogami la saliva col tuo dolce e avvelenami gli occhi,
rendimi schiavo dell’invisibile fino all’alba
e lasciami alle catene dei tuoi seni,
del tuo nudo pudore
delle grida
finché sarò sazio.
Si può essere sazi dell’amore?
Si può essere sazi delle stelle? del mare? d’una bocca implorante baci?
In questo governo dell’Ade in cui combatto mortale,
voglio ammalarmi di te sincero di fiamma
Gorgone mi morde da dentro l’io visionario
e tu solo tu potermi salvare dai mostri,
le stelle abbracciano il buio da sempre
tremendo il bruto senza la maschera,
ma
se m’ami _ io accetterò il tuo bacio.
Da “La rosa dalla schiena nera”
Fuckin’ America
alba con afa treno affollato “Fuckin’ America” canta un teenager
“Damn” su una maglia il salto dal bordo della realtà verso follia
abbiamo sete di sangue o di pace ? grida un soldato nell’oltretomba da una croce
posta sopra un cartellone pubblicitario per alieni invasori
lei si uccide di lacrime in una lunga lettera forse d’amore
lui va in vacanza con una comparsa del cine conosciuta su un sito
scuole piene di giovani già pensionati sognanti McDonalds
qualcuno alla cassa di un supermercato sconta la vita
esperto di moda cerca allieva minima taglia con sole ossa
Bonnie Clyde cecchinano il Presidente per salvare le Borse
dentro la Casa Bianca accatastate le bombe per tirare giù L’empire State Building
confidiamo in a better future – la voce di un predicatore alla tele
poi
la fine del mondo
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
fantasmi sul mare
lei è onda con trecce di sale lunghe orizzonti
ogni marinaio l’adora la serve nel proprio sogno
sul mare _ lei l’unica a indossare una camicia di chimere
le stesse nel capo del beato che spinge nell’ignoto la sua follia
e
t’attraversa il corpo il suo vento
ti brucia la pelle più del calore del sole
t’entra nel cuore per farti desiderare marea
quella usata dai sognatori per partire verso gli infiniti
quando t’entra nel cuore _ quando ti possiede la carne
t’infetta d’un desio tale che è più forte d’ogni cura
sei maledetto a cercarla su tutti i mari
senza mai capire cosa lei sia davvero
molti riposano nei giardini d’acqua tra i fiori di seppia
perduti smarriti discepoli dimenticati
arresi all’oscurità fitta di stelle marine
con le orbite impressionate dal continuo sognare il cielo
lei ha smesso d’abbracciarli e va a caccia
di altri capitani pionieri con la febbre in petto
che li ha spinti oltre tutti quei confini
dove mare e cielo diventano prigione
e se mai passando sul blu tu ne sentissi i versi
dei resti disperati dei molti prigionieri
tu scappa!
scappa
via via !! dalla morte
verso la miglior riva in luce a un buon faro
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Rondini e api di fuoco in una Super Nova
rondini col becco di fuoco nel tunnel orizzonte il sangue in fiamme
monti insormontabili gli spazi tra noi notte di cera sotto la Luna
uragano il pensiero ci assorbe intenso diventiamo due piccole api
per tessere lunghi fili di miele sopra lo spazio del ti amo
seduto sopra una stella un piccolo angelo si ricuce le ali
sta imparando dalla dottrina di un libro perduto il senso dell’alma
mentre noi ci tuffiamo nel colore di una Super Nova col sogno
sperando che l’abbraccio in cui stretti duri oltre il per sempre
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
iris nero
in questo paradiso di pietra con vene al neon sei l’unica stella
perché il vestito nero sei forse in lutto?
bellezza non cede all’Ade e resta nascosta in profumi
satellite totalmente ubriaco della tua luce il cuore
tu fata notturna cara all’ombra regina ai poeti
marchiati in carne col puro estro dal diavolo orgoglio
uccisi dall’amore per ogni cosa bella li porti a sofferenza
sei nelle mie occhiaie di ogni nuovo sogno specchio
testarda ala l’idea di quell’ignoto di cui preservi causa
curioso del tuo immortale dono murato alle tempeste
stanca forse d’avere i petali del buio Stige ancor più neri?
lucida da perla la tua pelle se lacrima la notte in rugiada
tu parli al mio essere semplicemente tacendo
rinasco muoio e rinasco ancora d’emozioni
mentre il tuo odore cometa torna alla mia mente
Da “La rosa dalla schiena nera”
la proprietà straordinaria di modellare nuvole
vivo nella pancia di una balena d’inchiostro da quando son nato
my soulmate is an extraordinary paper ghost - a Muse
da piccolo volevo fare il guardia Faro di qualche isola vicina alle tempeste
ma i fari moderni non hanno più bisogno della cura umana
col tempo ho allenato la mente e sono diventato un ninja della parola
sono fondatore di un club “Collezionisti di nuvole”
mi occupo di modellismo costruzioni
navi fantasma per mari senza fondale
che si alzano sulle onde fino allo spazio con reti pronte
per le stelle
al posto del midollo spinale mi tiene in piedi l’oro dei morti
una causa per tutti gli ideali per l’onore per l’ignoto
sono la conseguenza temporale del me di un futuro migliore
tornato indietro per trawling di poeti con la cui legione venerare Musa
ho la straordinaria proprietà di modellare le nuvole
una versatilità verso quello che si mostra improbabile
mi venera la costanza dell’approdo all’inconsistenza
ben nutrita dal destino che lega con invisibili leggi tutti i grandi
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
cura dell’invisibilità per postumi da eccesso di volo
in un mondo ubriaco di leggerezza il peso dell’anima ha un nome
che solo i poeti
i vagabondi e i sognatori ricordano
io no
io non lo conosco
però so curare l’intolleranza di molti
alle nuvole
al nero tempesta
ai fulmini
alla pioggia
sono sempre stata una bimba vivace
parlavo ai mattoni _ accrescendo
loro la capacità di ascolto e io il bagaglio di sinonimi
sono rimasta caotica coi sensi sviluppati in senso opposto alle mode
fiuto il bello nel fango e derido le massime
uso l’invisibilità quando smetto di volare col cuore
viaggio con l’ombra
mascherata da particella elementare di una umanità confusa
mi diverto
coi giochi di prestigio per menti prese a brillare in uno spazio buio
senza spettatori
e coltivo speranze in vasi di fiori al sole del terrazzo
oggi
parlo ancora ai mattoni
ma nel mio immaginario abitato da straordinari fantasmi
ho imparato a scrivere poemi quando loro stanno nella mia mano
e ascolto la musica dei tasti accrescere di gioia
per ogni verso finito
per ogni libro conquistato
per ogni sofferenza
uso la cura dell’invisibilità quando la febbre d’ignoto
mi rende incompresa agli uomini
e cammino aliena distratta in attesa di pioggia
per ballare l’assurdo di una piccola vita che brilla in certi attimi ma solo
agli occhi di chi è speciale
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
La tempesta di Desmond O’Grady
chiudi una tempesta nel pugno poi bevila con due dita di pioggia
ti spunteranno le ali per cui spremerai un iris nero per avere piume nere
che ti serviranno per sfidare ogni fulmine ogni tuono ogni uragano
finché febbricitante di sogni ti fermerai seduto sull’orizzonte a goderti l’alba
se stanco
lasciati cadere tra le braccia di una musa senza discepolo
promettile eternità tracciando nei suoi palmi tutti i colori del tuo essere
dirotta le sue paure su piste d’emergenza vicino agli astri
e per la sua bellezza metti in ginocchio il tuo orgoglio
e se restassi solo dopo tutte queste meraviglie allora
corri a Limerick sulla tomba di O’Grady
chiedi ospitalità alla sua anima insonne
e impara il prezzo della libertà di chi non ha avuto il premio
se non essere Poeta e tu un successore
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
l’amore tra origami rossi e scheletri di carta
un soldatino di carta balla con l’anima di una ballerina di piume
in un corridoio privo di luce canta e tesse un ragno vestito da paggio
il me sognatore precipita angelo dal soffitto della storia
e perde l’innocenza – le ali
Blake e Baudelaire spingono a un gioco nefasto le proprie ombre bizzarre
ogni tanto cresce un incubo in un piccolo bozzolo di paura
triadi d’eroi della rima convergono in nebbioline spettrali
che cercano le altezze umane per uscire da un triste silenzio
un samurai apre le delicate ali di una creatura di carta
durante la cerimonia degli stomi
si uccide con un vecchio codice ninja per darle il suo sangue
e prima di imparare il volo la creatura piange il maestro
poi piena di colore lei si sbatte nella gabbia
chiama al raduno dei Grandi tutti i Poeti
rompe le catene della mortalità col suo becco
cercando oltre le nuvole ancora oltre la ragione del suo volare
già giugno ma grandina di stelle nel vecchio Eden
eroi profeti coi loro scheletri di carta si prestano al Tempo
fermo solo per innamorati che si giurano segretamente amore per sempre
mentre un piccolo Dio Falena con le loro anime costruisce leggeri origami rossi
che libererà durante una cerimonia degli stormi per i poeti
Da “Collaudo d’astri per Cerimonia di Stormi”
Invesus Mundi
Licantropi malati di Vaticantropie sui tetti di notte a chiamare la Luna.
Uomini fenomenali all’origine rimasti fantasmi dimentichi della gloria dei sogni
e tu oligarca di un percorso nel buio dell’essere poligamo di chimere,
inconveniente allo spirito della folla di fare massa e moda in silenzio.
Patrioti candele di cera cui pregano i nomi nelle chiese,
posteggiatori d’un Eden indifferente al dolore con cui sono morti
ed io poeta senza altra virtù nella vita che amore per musa,
spesso solo buffone alla corte di qualche adolescenziale follia.
Piccoli mostri domabili con caramelle quotidiane i miei vicini,
l’inferno d’un buon parcheggio inizia di prima mattina,
qualunque città spreme il buono dal sangue umano
e ti domandi se l’amore
senza una rima,
una carezza,
un sorriso, ti voglia aspettare per ere?
Vivi di sogni e sul tetto di notte cecchini un astro col tuo desio.
Animali dell’immaginario prendono vita prima del sonno,
una pallida Ophelia suicida recita vivida al chiar di Luna
ed è un simposio di mostri,
di terre senza confini,
di poeti condannati a soffrire,
questo mondo senza tempo da dove emergi regnante,
tritone da acque oscure
che hanno paura più dell’alba che degli uomini.
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Sick Yeats
Am I sick?
Rosa malata di speme chiusa in profumo.
Corpo dolce al verme, tu m’ignori e seduci l’aria triste e
il suo volto vacuo d’ombre affaccendate nello sfuggire al sole.
Dimmi mio sole, non è vero che il tuo odore cerca la mia carne,
il mio sangue
per brillare,
è troppo presto per aprire le ali?
Sarò troppo giovane per bruciare nel tuo fuoco?
Allora morte venga dolce in questo istante
e mi cancelli il dolore della tua assenza.
Cara colpa strapparti …
ecco i miei palmi col tuo sangue rosso e caldo,
Il mio crimine grida, vittoria!
Il mio cuore piange il misfatto!
Possiedimi finché t’avrò ceduto il mio tutto.
Prenditi i miei sogni,
i miei vizi,
questo contagio allegorico di magie _
Prenditi la mia dipendenza dai mali
dai piccoli peccati e dalle gioie.
Trova cura all’infermità della carne,
guida alla gloria quest’essere curioso_
Stringimi tra le tue spire,
infettami con le mille legioni di poemi in un bacio
poi abbandonami
al disperare più acuto sulle rive nere del Tamigi,
nel cerchio del più puro dolore_
a invocare del tuo perduto
morente in me resiliente solo nella speranza.
Da “La rosa dalla schiena nera”
stormland
parlami se ti va
fatti trovare
afferrami dal traffico di sogni strappami alla strada
indossa le mie labbra
mordile
falle sanguinare
così la mia sofferenza ti possa baciare
darò fuoco alla città con i battiti
tu non scappare lontano
lascia una scia d’affetto qualche piccola briciola
mordi sto corpo con la tua esistenza
incidi nella mia carne le tue passioni
dammi una mano con il tormento
sta cosa strana che tiene in mano i nostri destini
questa cosa che ci spinge a cercarci
vorrei darle un nome
vorrei tu avessi un nome
ti chiamerò amore
unica cosa resistente alle fiamme all’inferno ai mali
prenditi la mia aria
voglio trovarti
e se mi vedrai
ridammi il respiro
seda la mia sete
calma la mia fame
parlami se ti va
fatti trovare
Da “La rosa dalla schiena nera”
Intimità
sono soltanto un uomo discepolo di un piccolo diavolo chiamato desio
mi lusinga il piacere che forgia i migliori sogni nella mia mente
sono schiavo assoluto del mio immaginario poeta
resto volentieri legato al calvario che rende gli esploratori dei pionieri
cerco un angelo con comuni problemi di adattamento al reale
parlo la lingua della magia quando mi spoglio d’umano
cura la mia dipendenza dalle chimere sperando sia eterna
questa curiosa forma d’amore per ciò che si nasconde agli occhi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
acerbo
la calma mi abita solo se chiudo gli occhi altrimenti tempesta
foreste con alberi di pietra i giorni il resto è silenzio
ho fame d’amore come un’aquila di altezze o le farfalle prima di ardere
tutto mi tempra nulla mi doma bradi i respiri
ti amo fino al petto fino al sorriso fino all’apnea del cuore
nel sangue ho sistemato lì il tuo ricordo per non curare l’insonnia
per capire quando sia freddo l’inverno che uccide senza i tuoi occhi
oh corri fantasma - corri negli spazi del mio immaginario
scrivimi lettere d’amore sui brividi della pelle quando vicini
lasciami un messaggio nel capo colonna sonora su tutto il silenzio
prendimi dal caveau dei pensieri prigione
tutto mi tempra nulla mi doma solo tu più forte dell’aria
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
warrior
cielo in mimetica blu mesticanza di ali guerriero tra stelle
notte più buia del nero angeli nella luce dei lampioni
la porta di casa sfoggia solo un numero esausto d’essere ignorato e graffi del tempo
sul tetto di questo palazzo pattinano le nuvole di rado qualche fantasma
ha una liaison con un altro pallido spirito che coccola il sottoscala
in tutte le case la speranza ha un nome diverso chi la chiama soldi chi gioia chi sesso
guerriero in strada col certificato di sognatore
malato incurabile di follia l’ultimo architetto dell’umanità fabbrica speri
non più vagabondo di ideali questo cuore tamburo sotto tempeste
innamorato amante con la corazza di un poeta costretto a battaglia
chimere gorgoni nel ciclopico castello dell’immaginario
mi stringo al fedele orgoglio e lascio la mia bocca gridare “Resisti!”
ferito abbattuto ma caparbio il suono di una intera esistenza fa tremare i confini
vocianti le ombre succube del più tremende inferno legioni nella mia mente
bisbiglia i primi colori la timida alba
cacciati i demoni la città resta solo petrolio
un nuovo giorno all’orizzonte non resta che innamorarsi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
skelai
erede di Turner stormi e nuvole io in tempesta
di notte col buio le ombre con sete di pioggia s’abbracciano al vento
la chiamano la Terra con le foreste di pietra questa dimensione
a caccia d’un brivido che vada oltre i sogni sti palpiti
pestilenza in cemento con finestre macina sole
cerco un fulmine per togliere l’Ade dagli occhi
nuoto le nuvole braccia a vela un foco nel petto
qualcosa nell’oltre mi chiama ed è magia
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Scalatori di acque
camicia d’alghe aspettando la bassa marea orizzonte lontano
quieto il vento il bacio di riva alla sabbia sirena di statua muta
un fremito d’ala percettibile all’immaginario una bussola senza la mappa
indomite onde col sogno di potersi abbracciare amanti
campanelle conchiglie alle caviglie di una oceanide Dea
maestosi abissi montagne per scalatori di acque
poemi d’astri ai vergini fondali
dolce la luce del Faro cui il cuore poeta volge l’occhio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Whitman e mezzanotte
un file in loop l’immaginario in overload di sogni l’abisso è in rete
danze in instagram tutti malati d’incontri esausto l’amore langue nell’idea
superstite col sangue poeta maestro di draghi stipati nelle metro
rime di cenere rime in aria in una lingua conosciuta da pochi
Withman e mezzanotte col pieno di stelle nel petto esplode farfalla
dimmi che esisti da qualche parte nell’universo
dammi una traccia ti manderò i miei colori
Eva in un bozzolo della mia ebbrezza mattutina dopo notte
un uccello con fili di ferro canta nella vetrina di un negozio
lo libererò per darti un sorriso appena scenderai pioggia
e lui bacerà per me le tue piccole ali in cerca di colore
mentre io scapperò alla conta dei secondi solo una volta
e solo per sfiorarti
dopo mezzanotte
Da “La rosa dalla schiena nera”
Possiedo una sartoria di parole, salto senza paracadute da edifici di ideali quando voglio avventurarmi negli zoo degli uomini, spesso nuoto la mente dei miei pari ma solo perché l’avventura in terre sconosciute nutre e mai sazia il mio tempo libero.
BlueWhale
(Bluewhale è la nuova Challenge suicida che porta i giovani dopo 50 prove superate tutte che gli chiedono di farsi male – a uccidersi)
Dio abita in una confezione di zucchero monodose intanto imperversa il Bluewhale
piccoli passi suicidi disegnano anime prima del volo qualcuno in etere li esalta
nel manicomio di uomini scheletri di speranza stanno seduti in attesa di cure
sopra il monumento alla morte il Diavolo offre la gloria ma la tua anima si muove esercito
verso i suoi limiti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Numeri al limite del contatto
l’amore riposa in un’idea noi numeri al limite d’un contatto
un pugno di anime crisalidi in attesa di ali per un cielo col limite d’aria
e siamo sommersi dalle cure placebo per voli che mai potremmo fare
finché qualche indomito sognatore userà al follia per aprire lontani confini
sempre indifesi davanti a tempesta con l’immaginario pronto per un espianto
si potrebbero trapiantare i sogni in altrui cuore basta fare forte un ideale
se non mi conosci e mi passerai accanto dimmi il tuo nome lo scriverò nella storia
l’amore ci sfiora soltanto e noi vorremo legarlo
ma nessuno lega ciò che rende liberi i venti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
vortex
l’amore si ubriaca di traffico caffè nero amaro la tua mancanza
vivo una città con discepoli in attesa di notte
m’assento eroe in lotta contro il drago oggi
la migliore parte di me è quella che cede al peccato
spesso insonne nell’abbraccio di dolci chimere
instancabile il navigare senza ali verso qualcosa
piove con primavere inoltrate l’audace in me rompe il sudario
in lotta con angeli e demoni nella mente scintillano gli astri
sento un dolore intenso nel dare a parole il coraggio
mi trasportano oltre i brividi d’un sentimento barriera
nel petto col buio pianista sui tasti del cuore
io solo conosco il tormento d’amore per i limiti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Tamigi in fiamme
ponti sul vento Tamigi in fiamme è alba
Shard lascia al potere delle parole le sue bellezze
amore naviga battello in mezzo a pigri gabbiani
caffè in franchising aperti al turista per caso
Keats scrive d’amore in strada con rime fantasma
un bacio si scioglie sui prati del Tate sotto il sole
in cerca di storia con un microfono il canto d’un pellegrino
The Barrier ricorda del mare la forza agli esploratori
il fiume sussurra a eroi presi a scriverne il verso
poemi sospesi nell’aria al Globe si recita Shakespeare
veloci nel traffico piccole banalità quotidiane t’entrano in vena
in fiamme è l’alba ma tu hai un fuoco più forte chiamato sogni
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
esercizio
dammi tenerezza piccolo angelo della strada in sfida all’inferno
son stanco di combattere le maschere dei passanti
dimmi che esiste una maledetta droga per nutrire i miei sogni
un tampone d’amore sul mio petto su cui pesa col tramonto - l’ombra
trovami un poeta che ti abbia dato un nome quando t’ha incrociato
vestirò la sua tomba con fiori
e rime che mi escono dal petto senza fiato
e che andranno direttamente all’Eden bypassando il dolore
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Tornando a Blake
vorrai - un giorno - smettere di cacciare i demoni nel tuo capo
sarai nella pancia di una chimera aspettando una nuova vita con l’alba
nascerai con una spada nel capo chiamata giustizia ma troppo pesante
così dovrai portarla sulle tue ali abbastanza forti da tenerti lontano dai mostri
e alzerai città molto vicine al sole senza il pericolo delle fiamme
troverai il modo di non morire alla prima vita che ti verrà data
mentre angeli nati in nidi dell’uomo impareranno le mappe di un sogno
vorrai – un giorno – dire ti amo a qualcuno per cui avrai perso l’alma
sfiderai il fuoco della follia per sembrare normale a due passi dal cielo
spargerai noccioline per le scimmie deliranti nella ragione
che danzeranno ubriache la gioia di saperti felice nonostante i tormenti
poi chiamerai Blake da qualche incubo del paranormale
reciterai al suo fantasma le emozioni che continuano a litigarsi le vene
e griderai con tutta l’aria che hai nei polmoni “io ce l’ho fatta”
ce l’ho fatta a fare funzionare l’ingranaggio della magia
anche in mezzo ai pazzi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
king
livide stelle e le cadute risuonano nel capo
piove di dolore ma mi rialzo consapevole di speranza
lascio bollire il sangue nelle vene finché ritorno a precipitare
perché il volo fino all’atterraggio non è trionfo ma brividi
gli stessi che mi alimentano di sogni
un roll di dragoni sputano fuoco dai miei occhi
sono invasore di ogni secondo della mia vita
indosso la maschera per superare l’alba in mezzo alle masse
per uccidere il vuoto che si consuma in assenza di volo
ed eccomi parlare al Diavolo da dietro un display
sono nell’etere per più della metà dei miei giorni
consumo peccati dentro sudori caldi nel calderone di un film
di cui sono protagonista passivo ma solo quando non ho più ali
ho un messaggio d’amore scritto nelle ossa
sono un messaggero sperimentale inviato da entità sconosciute
vivo col vincolo a un patto ultraterreno
colpevole di mandare in fiamme gli spiriti degli increduli
e ogni alba che mi sveglia è un orgasmo
ogni passo avanti nei corridoi freddi in mezzo all’inverno una vittoria
ogni sintomo di essere adepto a una droga di chimere è disperato
non voglio vincere sulla vita ma esserne capo
così mi lascio andare non alla sopravvivenza ma alla scoperta
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
oltre il volare coi sogni
fammi volare coi sogni
dimmi che è possibile essere felici anche senza radici
dimmi che al riparo dal sole l’ombra non è un mostro
che tutto il mio sapere potrà diventare amore per qualcuno
dimmi che sono letale alla noia
che uccido con le scintille degli occhi le tue paure
dimmi che siamo tutti nati per uno scopo
che va oltre il volare coi sogni
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
aprite le ali cercatene i lampi
per tutti quelli che hanno da attraversare la propria tempesta
che hanno muri di vetro insormontabili davanti ai propri occhi
per quelli che non hanno mai superato il tunnel nel buio del dentro
o hanno semplicemente paura dei fantasmi che spaventano i battiti
rompete le regole del cammino
dei sogni
del volare
curate le ginocchia sbucciate con altre cadute
rompete gli specchi e gettatevi nella mischia
cercate un mostro cui curare il mal di solitudine
abbracciate gli estranei sulla vostra strada
e lasciate dietro un sorriso ogni passo avanti
per quelli che vedono l’uragano vicino alla porta di casa
aprite le ali cercatene i lampi
i tuoni
la furia dei venti
e col brivido nel sangue
con l’adrenalina nel petto
arriverete all’alba
a quel punto sedetevi sulla pietra orizzonte
semplicemente per stringere voi stessi una piccola gioia
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Red pink and violet
all’alba coi diavoli nel deposito d’un brutto sogno occhi sul pallido cielo
innamorati di una vertigine rimasta chimera nel capo in attesa d’amore
una febbre consuma tortura la calma sottovoce sussurra il vento avanti
gocce da onde d’un mare pieno di marinai a caccia di limiti sulle labbra
un grammo di felicità aquilone senza filo attraversa la vita e cerchi di catturarlo
ogni stella Pegaso capace di fare magia assorbe ogni tuo desiderio
in fondo alla strada il vagabondo in una casa cartone compone la nuova Bibbia
e sorridi all’amore nelle tue cellule che attende al riparo dal sole dentro il cuore – di uscire
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Aspettando le navi
aspettiamo le navi salpate all’orizzonte solo tempesta
il nero di nubi negli occhi parte aquila il cuore
angeli strafatti con crack di piccoli preghi precipitano lento
il loro capire l’amore prima di divenirne dipendenti
gabbiani in rotta navi perdute per sempre
vele le onde verso gli scogli prigioni per perle di sole senza paura
relitti sul fondo di abissi noi a caccia d’ignoto
un muro di blu che forza a sognare i respiri
un pandemio di lampi urlano i tuoni accelera il buio
un verme nel petto ricorda che morte ci abita calma
naufraghi in salvo e delle navi solo i ricordi
mentre si quieta con l’alba
l’azzurro tutti già pronti per un altro volo
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Esploratori
in un mondo col traffico del cuore limitato
in continua attesa di un bonus per paradisi terreni senza frontiere
e questi abbandoni sforbiciando nuvole in transito negli occhi
mentre con l’aria si cerca di capire la materia dell’alma
nere abitudini per piccoli peccati senza titolo d’apertura
quotidiano viaggiando pionieri di poche pretese
ah noi esploratori essere di vertigini oltre l’immaginario
con ali aperte a vele verso gli astri
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Io sono uragano
io sono uragano
piegato mai al destino che per onore
drogato indomito cuore pieno di sogni
forgiato col dolore delle cadute
se al stare in ginocchio proferisco la lotta
in conta avrò più e impietosi nemici
di questa fortezza sull’anima alcuna sorte
potrebbe mai levare dal sangue il credo
io sono furiosa tempesta
guerriero fedele soltanto ai propri valori
così che ogni rivale possa in me vedere quelle paure
cui sono immune da quando son nato
poco o nulla in natura che possa addomesticarmi il fuoco
pioniere col limite umano nelle ossa
visionario immortale col scudo di albe
che protegge dalle forme del buio che spesso indossano uomini
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Confini
col cuore di puro albatro verso un non dove
ad arpionare nubi in cerca di onde sull’orizzonte
verso un mistico blu chimera a marinai senza paure
che navigano impetuosi le tempeste
le nostre ali hanno la stoffa degli eroi
si spingono verso i tuoni e oltre i lampi
inseguono i richiami degli oceani
sirenidi confini per audaci
e se della paura a volte prigionieri
questi cuori abituati soltanto a volare
trovassero mai catena una boa senza spazio o acqua
allora ci saranno i sogni a portarli fuori
a trovare il vento
a trovare un astro
verso cui andare
liberi per sempre
nella certezze di più grandi tempeste onde e mari
Da “La rosa dalla schiena nera”
Tu crescerai
tu crescerai
metterai piume di coraggio sulle ali e varcherai i cieli
sfiorando vette di un sogno che cercherai lontano
e sarai pioniere di ogni più incredibile cosa
diventerai immune alle tempeste
ti misurerai col mare e l’immensità della vita
perché tu piccola aquila
avrai già mappe incredibili nel tuo immaginario
tu crescerai non per ammansire il vento ma per cercarlo
liberi saranno i tuoi occhi verso le stelle
e quando ti fermerai in un momento di paura
ascolterai i tuoi battiti
piccola aquila con quelli tu forgerai il Nuovo Mondo
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Aforisma -
ci sono cose nel mio possibile che voi non potreste raggiungere nemmeno con l’immaginario
Da “La rosa dalla schiena nera”
lasciami bruciare in questo angolo di eternità vicino al sole
non sai che gli uccelli volano alti
lontani dalle bufere del cuore
a volte troppo innamorati del blu o delle nubi
e sebbene in tempesta si fermino sotto un riparo
le loro ali non smettono di fremere vicino al vento
i loro sensi non smettono di avere appetito
del lontano
il posto più lontano che ci sia
---
lasciami bruciare per il mio sogno
non sai che gli uomini muoiono dentro
quando non hanno più gli ideali
se tenuti in prigionia o sotto tortura per una fede
in qualcuno o qualcosa
però sappi che loro
si sentiranno forti in tanti altri inferni
se messa alla prova la costanza
la volontà di avere un astro fisso
se toccati nella dignità
se privati dalla libertà
ti prego lasciami il mio sogno di cui sentirne il fuoco
così domani io lo lascerò a un altro
capace di sentirne la fiamma
in ogni atomo del proprio sangue
nella forza delle proprie ali
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Prendi le mie ali
prendi le mie ali e vola
smetti di avere paura dentro il blu
cerca una voce tra le nuvole di spuma
cui cantare forte i tuoi battiti
e lascia
lascia scritto il tuo nome sopra una stella
bacia col sorriso tutto il tuo passato e gli errori
non sarai mai un eroe ma solo un uomo
che brilla nell’attimo di ogni piccola gioia
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Il vento
Ma quando diventa forte il vento?
Il vento diventa forte quando s’adira e passa a selvaggio umore
investe turbolento ogni forma
per poi cedere quieto ai silenzi
se primavera lui blando vanta le carezze date a un fiore
se estate abbraccia di passione un nubifragio
se autunno marcia con pulsi funebri per una foglia morta
ma quando è inverno sferza con potere contro i suoi ostaggi
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
The Rose
demoni in silenzio dietro la porta un serafino con le mani legate
fiori spingono spine di profumo intenso e il cuore batte amando
filoni di ombre nel caos multicolore dei sogni
corro per poi fermarmi sono implume vorrei volare ma divento una rosa
Da “La rosa dalla schiena nera”
Spezzasoli
spezzasoli quest’anima nella tenebra tempesta di luci il mattino
King Kong sorseggia un espresso al bar dietro l’angolo immaginando il mare
corse di ragazzini aquiloni verso il domani uno è disperso per sovraccarico di sogni
in una bolla d’acqua dolce un pesciolino infrange la legge di gravità e vola
Da “La rosa dalla schiena nera”
Libertà
a mare in libertà vola il cuore e da ogni catena – lontano
frecce gli albatri contro cielo col peso d’azzurro sulle ali
davanti al timone e mai soccombere i sogni pionieri guado a tempesta
del vento amico col vento contro o nemico noi soli apparteniamo all’oltre
Da “La rosa dalla schiena nera”
Pt.2
lasciami bruciare in questo angolo di eternità vicino al sole
non sai che gli uccelli volano alti
lontani dalle bufere del cuore
a volte troppo innamorati del blu o delle nuvole
e sebbene in tempesta si fermino sotto un riparo
le loro ali non smettono di fremere vicino al vento
i loro sensi non smettono di avere appetito
del lontano più lontano che ci sia
---
lasciami bruciare per il mio sogno
non sai che gli uomini muoiono dentro senza ideali
tenuti in prigionia o sotto tortura hanno una fede
in qualcuno o qualcosa
e si sentono forti in tutti gli inferni
se messa alla prova la fede
se toccati nella dignità
se privati dalla libertà
ti prego lasciami il mio sogno di cui sentirne il fuoco
così domani io lo lascerò a un altro
capace di sentirne la fiamma
in ogni atomo del proprio sangue
nella forza delle proprie ali
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Ò9
l’amore non lo trovi sotto casa
non viene a bussarti alla porta
l’amore disconosce il tuo indirizzo
non è timido semplicemente ti ignora
così se vuoi l’amore
esci – vai la fuori a trovarlo
vai a cadere
a implorare
a conquistarlo
odiati per averlo fatto
scusati per averlo fatto
ma non mollare
l’amore non è sempre cortese
si nasconde
è timido
è sensibile
è fragile
l’amore non si forza si invita a ballare
sotto le stelle con le stelle
tu abbraccialo
stringilo
fagli capire che resti
e se ti allontanerai digli che torni
l’amore vero aspetta
ricorderà il tuo indirizzo di casa
e non smetterà qualunque cosa accada
di diventare tuo
di seguirti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Aforisma
A volte di notte mi domando, visto che noi tutti fatichiamo a contare le stelle - chissà se le stelle fanno la conta degli uomini o dei loro sogni?
Il danno
in lampi rotto il respiro mordimi la bocca
mordimi la gola salendo dal cuore lasciami morire
fammi scintille danni in tremiti
portami a ballare la Luna
insegnami segnali di fumo dai tuoi sogni
portami a raccogliere ombre nelle giornate estive
uccidimi a piccoli morsi l’orgoglio
sfidami a lasciarti per sempre
per poi vedermi tornare
cura l’artrite del coraggio coi slanci
seduci l’aria che porto ai polmoni rendila calda
spezzami le corde vocali con le tue parole
soffia coi baci aurore quando a occhi chiusi prenderò sonno
tagliami le ali così non scappo
nell’attimo timido del ti amo
abbracciamoci
non esiste il tempo solo il mare i gabbiani l’onda
mentiamoci per qualche momento sull’eternità di questa forza
come la notte ci mentre con gli astri
e ripetimi finché avrai vita che se perduti tu sarai la fuori senza pace
Da “La rosa dalla schiena nera”
collapse
cammino insonne occhi aperti sui sogni col blu del cielo alle spalle davanti il futuro
insensibile alla pioggia o semplicemente parte di essa
cammino con la pelle fragile e lentiggini lunari sul cuore nella propria sbornia
“ti penso” struggente la voce del dentro a pugni coi battiti
poi il silenzio! un lampo trapassa l’aria io divento un’ala
non intendo molare solo perché l’oceano è profondo e le onde giganti
cerco il vento contro così ricorderò perché sono partito
resisti – io vengo a cercarti
Da “La rosa dalla schiena nera”
60 sec
sessanta secondi senza respiro confesso t’aspetto malata di stelle
in questa forgia di fuoco chiamato petto
dove ogni tanto il cuore in catena grida di volere libertà dagli ossi
ed io impotente gli ascolto il pianto
davanti al muro di Hypnos lance di sogni
guerriero ardore ma resto una polpetta di fiamma
in collisione con l’Ade di tutti i pensati piaceri
Da “La rosa dalla schiena nera”
lunanide
sono lunanide
soffro di anomalie stagionali
chiome d’alberi smosse dal vento e parafulmini speranze mentre piove
giriamo senza ombrello in una città di disperati
con agglomerati di sogni
tutti smolecolati nell’aria
per dipendenze contro la solitudine
per drogati in attesa d’amore
cerco il respiro perfetto
con te in una bolla di sapone
piena estate lavica gocciolina di sudore gli occhi smarriti
appartengo a qualcosa di cui non conosco l’essenza
e ti vivo
così come posso
indipendentemente dal tempo che fa
dai momenti di gioia o di dolore
ti vivo nelle banalità
per curare le anomalie stagionali
con chiome di alberi smosse dal vento
e qualche temporale in cui fare piangere di felicità
a volte
gli occhi io
rapitore seriale di fulmini
Da “La rosa dalla schiena nera”
radici e ali
nelle storie berbere
la libertà granello di sabbia dorata del deserto
senza carne in catena agli ossi
there’s always a way out
cartello invisibile agli occhi in ogni prigione
prigioniero perfetto ma solo al boia aria
per il resto tagliate radici restan’ le ali
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Erothica
favole tantriche all’orecchio insonne
percuotimi il cuore il vento sposta la tenda
nella stanza entrano le stelle cercano occhi
l’inferno nel sangue a bollire legge i libri porno
passi felini al buio di me soltanto i battiti
il sentimento si nasconde dietro una volta di vetro e veste di piume
nudo con l’anima esposta - saliva di nuvole il cielo
sotto una coperta la pelle inventa tremiti che friggono l’aria
ma mi fermo alle tue parole
vorrei dirti per sempre
ma sarebbe una bugia
spogliati
è il mio più frequente desiderio trovarti
toccarti
averti
sentirti
provarti
portarti via dall’irreale
ai tuoi sogni
alle paure
ai limiti
quando torno solo
t’immagino e divento un fuoco
sudo e sto male
crudele in me più di ogni cosa
la solitudine è una schifezza
il silenzio un cattivo mentore
Rodin dei tristi
in un biscottificio le tue labbra nello zucchero
poi sono rimasto a filare allucinogene creature
che ci rapivano
detesto gli angeli
quando entrano nel tuo libro
per godersi la fine
mentre io sono solo alla prima pagina
Da “La rosa dalla schiena nera”
Ci sono posti o cose visibili soltanto ai sognatori.
(Ermione di Lorenor)
Telesto
Quel dolore petto, hai presente?
Il peso d’un sogno sullo sterno,
il palpito contro mentre la luce ferisce gli occhi
non sempre pronti per l’alba.
Tu sei perfetto,
la vita è perfetta,
sei un eroe,
come tutti …
come tanti ---
come quelli che hanno lasciato canzoni,
o scie di sangue sui campi di guerra,
o abbracci davanti a portoni nella notte alle innamorate.
Resti con l’amore nel petto
mentre strappi al cielo i pianeti con la bocca,
per mandarli nello stomaco a brillare,
finché sazio di fremiti –
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Mephistophenia
vivo un Diavolo con chimere d’alcool nel sangue e droga di sogni
la mia anima resta seduta sull’atmosfera di ogni peccato da ere
inciampo – riprovo e apro le ali di cera nera ma non decollo
ardo pericolosamente nel piccolo inferno che non ha mai visto una stella
brucio
soffro
poi brucio ancora
d’un fuoco
che non vorrei mai scardinare dal mio corpo
per te
per te che scorri col miele nel mio midollo
per te
che recidi i tendini di ogni certezza
per te
che frantumi la forza degli ossi
brucio
soffro
coltivo rose rosso veleno profumanti disperazione
tu mi attraversi
scardinando le porte del tempo
mi offro in pasto ai demoni rimedio alla schiavitù del desio
più dolore trovo io mi butto sperando di rendere chiare quelle fiamme
in cui solo il tuo cuore immune al mio chiamarti – brilla
Barbie ha smesso di giocare con Ken e sono al divorzio
Meetic svende Kebab d’amore in tv a prezzi stracciati
Ed Sheeran costruisce case di Lego per amore
vorrei vivere in ogni libro concepito dal più pazzo poeta
impotente al volare alzo un regno fino alle nuvole con azzurri castelli
scavo buche nel soffice mondo d’etere per piantare le stelle
mi spoglio del nudo e mi porto a te con l’aria
e divento un frutto nei palmi del tuo immaginario
tu non sai perché non vedi
sfiorando con le dita l’orlo di quel bicchiere
non è vero che percepisci dal mio sos
il tormento
e l’ansia
di trovarti
devi sapere che …
vivo col Diavolo e ogni parte di lui con me per te è bellissima
Da “La rosa dalla schiena nera”
Tamigi col sesso gabbiano
notte senza stelle allegre e puttane d’ombra a Park St
nevica con unghie di ghiaccio e sirene senza appetito di umani ma solo di canto
subcontinente oceanico con inferni nascosti dentro palazzi dall’ aria sobria
il mio cuore è la papilla gustativa di un demone di fuoco che s’alza in grattacieli
non voglio qualcosa di facile o di difficile ma voglio qualcosa di mio
Tamigi col sesso gabbiano l’aria stagna di freddo soltanto febbraio gela in vena
bistrot occupati fish and chips e Byron maledetto solo l’assenzio tra rime
ubriaca la gioia s’alza verso una stella lontana col nome di Keats ma in versi
piccoli angeli di pietra tubano con le guglie sui ponti già vecchi condanna alla storia
ogni tanto uno schiaffo di vento porta lontano il bianco dal fiocco di neve
nudi entrambi di ogni leggenda ci abbracciamo a terra cecandoci negli occhi
neve uomo neve cuore neve palpito e affondi tremante col corpo
notte senza stelle allegre
freddo scure
gelida insonnia
cielo d’acciaio
mentre solo tu bruci
Da “La rosa dalla schiena nera”
Quaderni 1
33/100
Mih
da qualche parte l’unico mare che non ricordi il proprio fondale
è quello il cui abisso non teme la solitudine lontano dal cielo
quello dove le stelle mai raggiunte
non sono meglio del faro che si specchia sui flutti
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
stick
alberi di ombre in fiore con frutti a forma di buio
bottoni caduti a un celeste rimasto col petto nudo a prendere il sole
soldati fantasma in ampolle di sogni sparse per i bastimenti della speranza
migliaia
milioni
miliardi di cuori verso le stelle per cercare di essere immortali
dai macrocosmi ancora in viaggio alieni su navicelle luminose
ruberemo loro le ali
qualcosa rende grande il cuore mentre respira
le labbra sorriso stick e l’eco di quella risata diventa l’evento del giorno
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
banshee
le emozioni uccidono spaventose vette di una montagna casa ai nembi
misteri in me per diritto del buono conservati in eterna verde primavera
gioventù rubata a un sogno che al sogno ritorna solo per bruciare
eccomi rubati i pensieri ai Grandi di versi Poeti e Maledetti cercare il Caos
e condannato al selvatico desio di ogni notte dipinta in stelle sperare d’amore
circondato dalle braccia del mio fantasma fuggito ai ricordi per darsi
vivere nel loop della condanna la forma più alta nel buio dell’essere – l’Eden
mentre con l’immaginario per qualche forza inspiegabile io vedere i miei demoni
e combatterli
vieni a me Sogno e ti sentirò coi brividi prendermi il corpo
col mio sangue a fiume verso il non territorio di Morte provarti vita
sperando di darti respiro con la bocca nella tua bocca fino al cuore
Paradiso Perduto Amore che mi possiedi
ogni maschera perdo
ogni battito fermo
ogni pensiero abbandono
ogni senso d’esistenza ritrovo
la mia casa è nell’estate e nel colore dei fiori
il ronzio di api cicciotte di nettare fardello
eternamente caro al volere cercare
ma al continuo incantesimo legato più di ogni cosa in terra.
Da “La rosa dalla schiena nera”
stanotte ci faremo del male
stanotte ci faremo del male amandoci molto
stanotte rideremo della paura dietro le porte di casa
ci spingeremo verso il letto ad ali spiegate
e allontaneremo il dolore della morte per pochi attimi
stanotte avremo il nostro assaggio di eternità dalla carne
ci chiuderemo
in un silenzio
in un tremito
o in un brivido che durerà pochi respiri
cercheremo il sole rimasto tra le nostre labbra
e piangeremo prima dell’addio
come i bambini rimasti orfani di un abbraccio
chiudi la porta e spegni dappertutto la luce
tienimi stretta prima che voli troppo lontano coi sogni
stanotte noi siamo gli altri che rincorrono la vita
ci faremo così male amando che rideremo il giorno dopo
e se non ci incontreremo più tu avvicinati alla prima stella
troverai nell’universo qualcosa di noi rimasto a fare luce
io ti guarderò mentre tu fuggirai nel domani
e se non sarai più sicuro --- ritorna
io sarò sempre dietro la porta
Da “La rosa dalla schiena nera”
Temple of you
every day I take my stone - till I’ll die whispering to the sky
per tutte quelle stelle col sifone tra le gonne pronto a farle splendere
mio Dio, quanto va veloce questo mondo di matti
come vorrei rallentare il mio desio farne un aquilone per volare
qui noi abbiamo zoo di angeli con l’ingresso gratuito
pago la mia consumazione alla morte regolarmente
mi bevo ogni cosa contenga veleno
mi fumo i campi di fiori con la lingua dell’alba ogni dì sulla mia pancia
fammi restare un cattivo un perdente un altro fallito inquinato dai sogni
perché per ogni sorriso dato io sono stato bravo a bruciare
basta che tu non mi svegli
ti prego
io non mi voglio svegliare in questo mondo al buio
quando lei ride mi da il miele non s’è mai visto un circo uguale
siamo al museo degli orrori spalmati al cimitero in fila ordinata mai in vita
lasciami ribelle senza capestro sul cuore
lasciami sudare l’Inferno
e se
se per caso tu vedessi in me del buono
ti prego fanne un Tempio
per quelli che veramente hanno fatto qualcosa senza mai sbagliare
troppi a chiedere mai nessuno a dare io sono sempre smarrito
ho lasciato nell’abito della Domenica il mio orgoglio adesso sto bene
sono innamorato non so bene di cosa ma se lo scoprirò tu perdona
dei perfetti il tuo regno è pieno sarebbe ingiusto toglierti del perdonare i diritti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Regina della Notte
non s’intonano i gioielli al rossetto ti togli il trucco e resti nuda davanti allo specchio
hai fame di qualsiasi cosa ti stringa la pelle o ti giuri il per sempre amore tu sorda
ogni tanto un patetico insetto s’infila nella tana d’un ragno ne segui indifferente la morte
il petto inspira espira capezzoli terre di Marte rosee per nidi di raggi solari
poi ti trasformi
appena la notte diventa una martire sul patibolo orizzonte con boia armato di stelle
ti sciogli i capelli diventano fiumi neri di pece che cominciano a chiamare il vento
le tue dita aliene disegnano pozze di fuoco in cui ti scaldi se fredda
dolce demone ascendi in strada per dare a ogni mortale stanco – i suoi sogni
davanti al tempo la tua dolcezza assorbe dall’immortale nemico il sapere
collidi contro gli spettri nel buio ne assorbi i ricordi li spargi ombre per il mattino
danzi ubriaca in antri cari a Paura pirite gli occhi in fiamme i passi diventano ali
enorme il timone solo un sussurro saluti ti dissolvi l’eclissi un attimo poi torni donna
finché dopo una lunga notte di balli tu non torni più al caro nido e resti sola
Signora Silente in fuga da luce nella penombra triste d’un Tempio
perduta memoria perduto ricordo di ciò che eri piangi del te stessa i desideri
quelli dentro un cuore innamorato dell’aria ma anche d’un palpito pazzo – ahimè assente
Da “La rosa dalla schiena nera”
Crudele astro
Voglio sbagliare con te.
Restare per resisterti ma non troppo a lungo e farti ridere
finché morderai nuovamente il mio cuore, appena t’allontanerai.
Prometto di non respirare che attraverso la tua bocca
non importa se soffocherò dopo e in tua assenza.
In the meantime, eccomi in fin di vita così come dovrei essere
se separato dall’abbraccio per cui darei tutti i miei sogni.
Fammi male se puoi.
Spingiti in me fino al sangue,
trovami in ogni atomo non contagiato dal tuo nome,
inquinami con i baci e se puoi, dammi fuoco
ardimi fino alle ossa,
dammi veleno nella saliva,
qualunque cosa che mi sciolga
poiché già abito l’Inferno.
Preparami un pasto di speranza,
leggero e dall’aria che espiri,
dammi il senso di onnipotenza che ho perduto alla nascita
nella mia corsa contro la Morte.
Voleremo stanotte innamorati.
Saremo falene intorno ai lampioni tristi di questa città
e nelle nostre acrobazie mortali,
cercheremo lampi di temporali da attraversare
per stringerci ancora una volta
disperatamente con ogni tremito.
Mi ucciderai.
Io vorrò morire.
Nessun scampo – nessuna fuga.
Per un ultimo bacio darò la vita
lo dico ora e lo dirò sempre.
Quanto dura la felicità?
Un battito d’ali?
L’attimo di un bel sogno
che ti lascia nel sudario di desio all’alba?
Lontana stella smetti di brillare sola,
non morire smettendo io di cercarti.
Crudele astro, sposami!
Non ponderare troppo nella fortuna,
metti fine a questa lotta e sfinisci le mie difese,
ho impiegato troppo tempo a trovarti
e mi resta troppo poco per non spenderlo,
mia religione,
dandoti gioia.
Da “La rosa dalla schiena nera”
trawling stars
sono così ubriaco che cerco sotto tutte le sottane del buio un po’ di euforia
dipendente a follia sessista mostro per chimere drogato d’angoscia a volte perdente
eppure stringo sempre i pugni senza perderne la forza negli anni
salgo le acque senza mai scenderle senza mai vedere l’abisso per un qualche tesoro
costruisco acque di granito col gelo
le mie mani hanno moltitudini di sensi per percepire l’altezza delle nuvole
in un giorno senza Luna più nero del nero col buio costruisco peccati angelici
soluzione analgesica per i sogni lavanda l’orizzonte è nebbia
le continue albe mi sfregano contro pelle un eritema di chimere
di latte l’anima in crociera coi demoni di tutti i piaceri
sono consapevole di poter inventare tutto tranne una cosa
quella che accende l’aria prima delle parole e dei fatti
ponti pinguini si stringono nelle rive ghiacciate gli occhi sul fiume
d’inverno Londra indossa sciarpe cornamuse e bandiere intirizzite dal freddo
ho costruito lo scheletro di un castello che non ha pace nelle fondamenta
lascio un bacio sulla guglia più alta della città in attesa tu lo afferri
un ghiacciaio gabbiano solitario le mie mani scivolano Londra un riccio di nebbia
santi su guglie appesi a vecchie mura tremano
bisboccia di incertezze e sbagli ma puoi dire di aver visto il sole
vicino al fuoco io solo apro le braccia per volarti
Da “La rosa dalla schiena nera”
Una splendida giornata
parlo col Diavolo
ha preso in affitto una piccola camera nella mia testa
resiste umile alla povertà dell’arredo
legge perennemente un libro col titolo “Sorte”
discutiamo per ore
lui le sue ragioni
io le mie
mi fa ridere col suo modo “so tutto io”
ma so che quello che dice è scritto già nei miei battiti
abbiamo stretto alleanza
ci fumiamo le medesime cose
ai medesimi orari
nella stessa posizione
pensiamo al sesso
agli sbagli
ai fallimenti totali
e alle dipendenze
di cui non possiamo fare meno
è un inquilino speciale
paga regolarmente
è insonne
spesso alza il volume dei sogni
fa sesso con le chimere
solo per la mia follia
non si veste mai gira nudo per ogni specchio di quest’anima
è un mostro
mi piace
coltivo il suo stesso sogno
la sua stessa dipendenza amorale
il suo bisogno
di uscire dal fuoco dal buio dalle giornate uggiose e dalle paranoie cosmopolite
di cancellare le pagine che conosce a memoria
perché sarò a riscriverle presto o tardi
in un ennesimo giorno di follia e strafatto
eccitato all’idea di sbatterlo fuori
per diventare migliore
parlo col Diavolo
lui mi parla
lo spazio tra le nostre parole
è speranza
lui mi spada mi fa sanguinare sul serio
mi disturba col suo decalogo di regole per l’Inferno
ogni tanto lo fermo e gli mostro la vita
“vedi non c’è bisogno di Ade”
qui sopra abbiamo già i nostri mostri
lui mi sorride teneramente e risponde
sì ma nella parità del peccato i mostri che tu conosci
sono quelli nella cui testa abito
di tanto in tanto
coi miei sogni ---
parlo col Diavolo
nel mio capo un mondo a rovescio
temporali
lampi e tuoni
acquazzoni con raffiche di vento
e un uomo che vi cammina sorridente in mezzo e senza ombrello
pensando sia come sempre e da ere
una splendida giornata
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
committed to Hades
non dormo se m’entri nel cuore per fumarti una sigaretta - fissarmi il dolore
e ridere dei miei incubi
ho rotto la porta tra noi il silenzio si era fatto curioso – ansimava l’animale
io però trovavo divertente questo nudo di anime corpi in fiamme al buio
tu m’accendi io ti spengo
io t’accendo tu mi spegni
intermittenti opposti astri orbitanti distanti eppure visibili l’uno all’altra
mi drogo, naturalmente
non sono un santo
non sono sano
non sono ovvio
non verso lacrime per niente
rido rumorosamente
non sono immune al peccato agli sbagli alle male parole e al desio del proibito
sono sporco di lettere di cenere di morsi di fili d’erba di briciole di biscotti e organze di sogni
mi dicono “sei malato” ancora più spesso “sei folle”
tra le due preferisco l’esercizio della pazzia
cordiale amica della Domenica che ti ricorda il pericolo tristezza dei Lunedì
passionale capricciosa nella pressione inversa del mio sangue committed to Hades
Da “La rosa dalla schiena nera”
Desii palicantropi
abito la notte – coi pipistrelli diavoli lumache falene e rugiada
col battito anche i desii palicantropi sono gendarmi severi
che mi pattugliano il sangue
sempre vicino a te nonostante distanza tra i nostri ossi
perdutamente pronto a morire in qualunque pensiero ti tolga il sonno
ogni cosa ci congiunga è un predatore più criminale della lava
sto congelando davanti ai tuoi minuti d’immaginario
qui tira forte il vento
accendi una luce
una candela
una scintilla
perché io possa mai smettere di guardarti
da quella finestra nell’anima che apri se ti sorride primavera
se solo non fosse così alto il castello dove si nasconde il tuo cuore
io avrei dalla mia parte speranza fionda arpione per qualche magico volo
ma inciampo nella mia stessa caparbia idea rozza stupida audacia
più vedo alto
più piccole diventano ste ali tanto pesanti di sogni
Da “La rosa dalla schiena nera”
Blu lussuria
sesta strada inverno il Diavolo ancora in camicia
piccolo Ade di ombre lussuriose nude ai lampioni - Byron piange il ritorno
funesto il gelo ma calda la radice - sveglio canta dall’Oltre Poe
mezzanotte abbassa una zip mostrando il nero del più nero sangue
che Morte veste chiusi gli occhi
imprigionata follia nel capo esco per fare due passi nel nulla
il mondo s’alza iceberg contro “stringimi!” le tue mani nella mia carne
febbre veleno Cupido intirizzito si scalda chiamandoti
dimmi mio delirio – dimmi – cosa uccide i battiti se non altri battiti
stringo forte le labbra fino a morire bramando
messa per una stella ambulatorio d’anime nel Limbo terrestre la notte
svenuti i rami pieno vento selvatici nastri queste braccia
più cerco di afferrarti più tenebra t’assorbe ai miei slanci
riesco a scoprire scheletri negli armadi che nemmeno tu sapevi di nascondere
stringo i pugni nelle tasche vuote sento l’eco dell’ego implorare trovarti
oppio candela il ciondolare notturno specchio del desiderio vetrina
sul tuo collo palpita vena mio fiume navigo solitario e lontano per cercarlo
grido alta voce pensiero dopo un sogno resta solo l’addio mentre la luce
lentiggini le ultime nuvole della notte
occhi aperti chimera nel capo resta solo l’alba
completo imbranato il cuore inciampa in un ricordo di te
poi resta irrimediabilmente senza fiato
meduse con tentacoli corpulenti i desii si prendono l’osso
tremo nella polpa vorrei vederti
perdermi per le strade
m’immergo nella follia
faccio a botte col buio
resisto al vuoto cauterizzato dai sogni
deliro ubriaco ferito ancora in piedi
mi trascino fino a te schivando morte
rischiando di crollare
blocco il cuore fino a spaccarlo
mi sento vivo solo perché il tuo volto
esiste
morirò innocente per amore
tu mi alzerai sulle pire dell’ego
guerriero il silenzio scorrerà placido in silenzio
mentre ci cercheremo nelle tenere ceneri gli abbracci
ogni tanto un drago gabbiano sputa il mare nel mio universo io affondo
venti passione tienimi stretto non lasciarmi andare a Tempesta!
dentro me una ferita perde il blu dal sentimentale che tu tamponi
mani fantasma m’entrano nel petto
ogni crepa aperta perde vita
vieni entra in me
oh tu che esisti
tu che sei sole
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Floutcuourt
bevi di tutto l’assenzio l’ultima goccia stai già bruciando è gennaio
maratona di sogni nell’alcool il dolore diventa il fantasma che tu trascuri
tempesta di vento nelle vene il male come un salice sulle tue acque
occhi socchiusi un faro nella nebbia ciò che ti scorre dentro s’incendia
io non so amore dove abiti in quale circo dell’Eden ti sia fermato
ho finito tutto il veleno dalle branchie respiro Ade stanotte tempesta
gli oroscopi circolano liberi sulle strade della Domenica e senza sottane
fortuna bisboccia clandestina ai tuoi confini ma tu la ignori
notte di nuvole martello col ghiaccio in bocca tu sei lontano
gli angeli tremano le loro ali dentro i cuscini di piccoli diavoli
sullo Stige il mio desio ha aperto un B&B
per mancanza di luce nel mio capo tu solo conosci la strada
notte in tempesta ogni pezzo di me è già un fuoco ma tu sei lontano
davanti al vetro non più tende o magia solo un cielo sbussolato senz’astri
persino l’asfalto trema di freddo ed io t’amo male
nonostante io sogni del calore del tuo respiro sulla mia faccia
non voglio che tu mi rubi alla morte ma solo all’oggi
non dare alcun significato normale alla mia esistenza
lasciami folle e dannato in una nuvola di passaggio nella bottiglia di bourbon
oppure taci finché a sentirti non sarà più il mio cuore
ma solo l’ebbro che in me t’onora
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Occhi sognanti
occhi sognanti freddo gennaio
sciarpa a quadretti si trema ogni tanto - le mani
luci azzurre città spoglia fantasmi e lampioni canditi per gelida aria
fino alle ossa ridere - spina l’attimo in cui fermi smarriti i battiti
per un tuo bacio
strade nocciole nel palmo d’un Dio in letargo
grovigli di ombre legate a vetrine a palazzi agli innamorati
una coda sirena il cuore fuori dall’ampolla del battito è tarda notte
lacci sul petto sui seni il rosso d’un tuo morso sulla mia anima
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
R
picchiami duro nell’anima se scontento spingimi i fianchi
tramortisci l’orgoglio fatti più avanti nel sangue
buttami di schiena sul tempo boicotta il gelido ego
frantumi di mare nello scoglio dell’occhio così è la fiamma
oppiacee labbra Medusa di spume i capelli nel nostro sudore
alba detona placebo restare nei sogni e tu corri
un minuetto di brividi coi piedi sul pavimento - navigare
perduto l’attimo perduta ogni idea di te - oh rimani
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
London pub Thursday’s end
siamo masse d’acqua
ci assorbiamo dai vortici
ci innamoriamo di rive cui non vogliamo appartenere
poiché destinati all’abisso
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
domani avrò sole
Buon Happy morning! non è mai abbastanza Domenica ma è fin troppo smisurato Lunedì
domani avrò sole un Ade melmoso Caronte traghetta un fiume caffè
una fata aracnide appesa a un filo di zucchero trema l’Olimpo
castelli la neve sultano il lampione davanti al parcheggio sull’Inferno - la nebbia
mille luci alba Gennaio col nodo alla gola smarriti gli astri
coperta in spalla viaggi per casa sposa di pile fragile al freddo
un fondo di vino piange in bottiglia rosso il sangue la lava
mattino chimera battiti i mostri grida all’orgasmo il cuore
portami via alle ossa strappami un urlo piacere detona memoria
nutrimi di rimorsi
di sbagli
di code in autostrada cercami una tempesta dove amarti
scivola in me profumo di rosa dai fuoco alla casa su Marte
e chiudi quello che resta del buio in un Oh! di straordinario
domani io avrò sole
tu ferma il tempo
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
sempre più ombre sempre meno forme non conosco il silenzio
abito due metà una buona una che si regola invece con le tempeste
ho un cane catena ringhio d’orgoglio mai mezza misura
sono uragano col senso del dolore del divenire del toccare solo culmini
in me acque dividono altre acque vinto taciturno d’abissi
un me cristallizzato con branchie nel Paradiso aeriforme
desiderando ardendo bruciando sfingi meduse ciclopi titani
flutti chiamato amore un Stevie Wonder di sabbia duetta col vento
plasmo castelli di vita di alghe di chiglie frantumate a riva
sempre meno me sempre più qualcosa senza maiuscole
un me senza pareti divisorie tra emozioni e tremiti e battiti
scorre prima lento poi sempre più veloce col sangue dentro
tu vieni da un pianeta lontano dove il tempo non esiste
hai braccia lunghe suoni e pause con silenzi per i respiri
mostro caldo amaro e dislessico in passione nel tuo petto io perla
luci di ghiaccio globi montagne i cuori in un sogno … non conosco il silenzio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
aliena
d’argento divento se mi specchio coi sogni io folle
fiume freddo e scuro ma gli occhi alle stelle cercano pace
nella gelida acqua mi tuffo col fuoco di volo gabbiano
se dispersa tu corri e prima che io tocchi il fondale - strappami ai mostri!!
cuore nero di pece dicembre pietra il battito sordo al mondo
dal mio seno veleno
siamo dispersi
siamo feriti
siamo già morti dell’amor schiavi
spine di ghiaccio cadere di bianco il mio sangue solo bandiera al dolore
dormiremo insieme dice un fiore
stringimi a te mi sussurra il vento
ma io al tuo viso torno quasi fossi condannata a tenerti
nel mio vuoto dell’osso
altrimenti posso anche chiudere gli occhi senza speranza
piume pensieri quando si armano coi tuoi occhi
volano via da me le parole
voliamo ma batte il vento contro
dolce solo il bianco ovunque tremare significa vita
d’argento il paese solo io nell’oscurità non ho pace
partiremo solo il tempo per un arrivederci
Dio fa freddo in carne freddo fa fino alle ossa
in processioni vergini templari in bianco i fiocchi di ghiaccio
perché mi dici che m’ami io ho paura
perché mostrarmi aprendoti il cuore – fiamme
notte più nera del nero Inferno stanotte
tempesta gaia alle porte dei sognatori
io in strada nel cappotto che mi nasconde alla mia ombra
tu sei con me e nel fiume di sangue che scorre
solo ogni tanto
dal suo lontano
un lamento
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Miracoli
hanno perfezionato il Paradiso si fumano spinelli dietro il banco bianco di nuvole dense
Dio vive in una poltrona in pelle e gioca a playstation viaggiando in etere su siti di appuntamento
criceti alieni ci allevano in zoo a forma di isole dove pescare occhi alle stelle – i sogni
Ray Charles vivo e vegeto ubriaca di blues l’eternità da Radio Zombie
mia madre è rimasta così giovane in una cornice d’argento
Gallifrey s’è scoperto nascosto in una supernova poco lontana da Terra
il cuore umano se innamorato cuoce pop corn con i battiti
siamo tutti nello zapping quotidiano di santi e falene
spediamo lettere d’amore con anime in busta attraverso galassie
il mare ha un fondale sul cielo e i pesci allevano al sole la loro pelle umana
distribuiamo Justin Biber come anfetamina per i dislessici d’amore giovani
distruggendo il pedale dell’acceleratore nel nostro shuttle respiro - per uno sbaglio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Electa Es - 2017
manichini con spina dorsale controluce abbaia il vento Gennaio
davanti al porto aria dormiente nemmeno un gabbiano soltanto foschia
prima alba da apocalisse i marciapiedi senza umani rimpiangono un cuore
qualcosa da cercare verso il mare e in lontananza soltanto altre nubi
mattino e fa buio come nel torace da dove urli
ci maledici Signore con questo corpo nato per la tua voliera
sono malato di ogni peccato che mi gira a fuoco il sonno
strappami alle fiamme dei sogni Signore e dammi pace
io prometterò di credere nei miracoli
nelle distorsioni temporali create da un tuo Tardis post Moffet
prometto che curerò le sirene dal mal di mare
e di gettare sabbia sotto i piedi di una Sfinge innamorata dell’uomo
adesso fissando il faro mi sento più te e meno me stesso
i bar sono ancora chiusi le ombre sono assassinate da nebbia
io solo a perpetrare un battito boa agli spettri dei tuoi discepoli
albatro torno a casa un bacio sotto l’albero poter trovare
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Plat d’Ecò
tesoro non nevica più
e le strade sono meno silenti dei passati Natali
sarà che ho smesso di fumare da poco e allora cammino
io e questo pugno di diavoli col pusher speranza dietro porta
non c’è sentore di gioia ma solo aspettative
come quando un drogato sognante di morfina arriva a Paradisi più alti
e non mi corrompe la noia la città il fragile vetro di ogni negozio
solo questa ombra che non sì stacca da me perché ti cerchi
devi nascere paraculato – mi sussurra ridente una vecchia
ma ha ragione
in fondo non ti ho mai trovata solo immaginata solo sognata
in fondo ho fatto l’amore con te così tante volte da annoiarmi
per volerti viva
per volerti negli occhi
già non nevica più
mi sembra di diventare di cenere
mille cellule di me segugi senza guinzaglio per ogni strada
mentre tu tremi da qualche parte nell’etere
passero ghiotto di briciole dolci d’un amore che hai sempre sognato
oh io
oh io
io non so proprio niente
io sono solo un drogato del cazzo di te
oh io
on io
tesoro non nevica più
vorrei massaggiarti ma Whatsapp nell’eden non esiste
o probabilmente dovrei stapparti a un Inferno di spettri come Euridice
ed eccomi qui templare in mezzo ai pagani con patologie ispirate a Guerre Stellari
smarrito infelice speranzoso
tu cara dimmi solo che esisti che resisterai fin oltre l’alba
così se nevicherà
non sarò io
oh io
ma noi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
caveau sotto ferita
in un attimo di peccato tutto quello che sapevi sull’amore svanisce
diventi un peccatore consapevole dello stato inesistente del tuo bene
e sei stanco
stanco di provare a migliorarti con la forza
così cominci a drogarti di sogni per stare in piedi
nonostante il desio
di non appartenere ad alcuna regola
in un attimo di peccato tu mi strappi alla carne
con gli occhi
diventi un argano
una fionda
una pallottola cieca
assorbi dal tendine la tensione
mentre ti spingi
ti spingi crudele nella vena
e siamo distanti dai nostri veri valori
siamo due caduti senza soccorso
sopravvissuti in una giungla di nebbie
con lava ma sotto la pelle e il corpo freddo a caccia di termosifoni
in un attimo di smarrimento ho trovato l’amore
senza cartello
senza ingredienti
senza istruzioni per l’uso
vestiva da folle quel giorno a Dicembre
tu sembravi felice col sole negli occhi
e senza discutere ho capito il futuro aperto la porta
adesso va tutto bene ma sono pieno di dubbi
non ho bisogno che di fiamme e poca d’aria
tu mi uccidi
tu mi quieti in questa bolla di morte
mentre col dito tracci pericolo nel mio innocente palmo
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Il pilota e la farfalla
diventiamo bellissimi disegnando stelle per un universo buio
buttiamo dei respiri nel motore di un aereo per la pesca a strascico di nuvole
con cui nella cabina di pilotaggio inventeremo macchine per fiocchi di neve
inibite fino in prossimità del Natale quando il cielo pioverà diamanti
e noi vestiremo pigiamini con draghi in prossimità di un fuoco baldo nel camino
faremo finta di essere piloti o pionieri di una causa
ci abbracceremo ma solo attraverso delle radici negli occhi
in fiamme e alle fiamme diretti
per la legge che nulla di ciò che arde
veramente muore
legheremo le nostre speranze a un crack di sogni
saremo bambini per sempre e oltre la morte
piloteremo emozioni astronavi per mondi alieni
rigenerandoci con piccoli abbracci di cui timidi ne nasconderemo la forza
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Who the fuck is Alice
l’aria è sottile fino ai polmoni
masticata diventa carbone ed io un uccello con piume e branchie
quando le apnee di sole richiedono muta per il nuoto al buio
sempre che il blu non pesi di stelle sui miei sogni
dimmi perché dovrei essere diverso da quello che sono
navigatore dittatore genio superbo pazzo e insonne
dimmi perché vorresti dare un metro all’uomo
nessuno è immune ai propri atti
in fuga smarrito qualunque città a coda di drago una gabbia
chiatte a forma di nubi sopra le acque Tamigi
l’aria è sottile quasi una lama
io ladro di nuvole una tomba di pietra la porta di Keats già batte il vento
nevica con creature in pozioni di panna nel caffè Starbucks resiste
è ufficiale! siamo tutti remoti tutti un download sul generis dei fantasmi
Londra è un server di flashback dall’inossidabile dentatura
pakistan cab s’infiltra nel traffico fermo al semaforo canta “Who the fuck is Alice”
e allora appoggio la testa alla prima vetrina con chineese butter cakes
sognando
in un piccolo perimetro della mia anima canto – Re di tutti i ladri di sorrisi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Brex song
portami
portami lontano da questo disastro
portami via alla tristezza
al vuoto
alle paure delle lacrime
stringimi con forza d’orso al tuo cuore
senza mai lasciarmi
dimmi senza mai puntare il dito
che mi ami
dimmi che quando sbaglio sono ugualmente perfetta
e se
se a volte tu possa arrivare a staccarti
tu cerca di guarire i nostri opposti che si attraggono
nonostante distanze
Natale non è fatto solo di doni
accendimi stella se afflitto da male
usa la luce che in me mai congela
per cercare col me ossigeno di uscire dal buio
e se smarriti totalmente i tuoi valori
aprimi una strada nel tuo torace nelle arterie
condivideremo il dolore stringendoci semplicemente l’uno all’altra
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Winter pastel
credimi! ti dirà la tua faccia nello specchio al mattino
non sarai mai troppo grande per i sogni –
col gelo d’inverno tremerai da dentro nel cuore
aspettando che il fiato di un’idea presa a frullarti la testa ti scaldi l’aria
svegliati! 25 Dicembre vocina da neon bislacco e convalescente
vorrai una leggenda così in ginocchio aspetterai
fumando
fumando
ore
sigarette
tormenti
farai una pausa dai sentimenti
mentre qualcuno cercherà di ricomporre i cocci del te sparsi per l’Universo
sfruttando l’ interminabilità del momento
dirà al tuo silenzio di uscire dalle crepe
e curerà il tuo stomaco vuoto
con farfalle e campane suonanti la Domenica
cucinerà per te nuvole con piume con la vita e con la morte
al buio si sistemerà sotto le coperte
dandosi un nome che farai fatica a ricordare se non quando chiuderai gli occhi
così
raccoglierai le briciole della gioia seminate dall’oscura speranza
accenderai sebbene incredulo - una candela davanti a un Re senza parole
tormentando l’inverno col sole rimasto nei versi che scriverai domani
nutrita la crisalide che dal tuo stomaco irrequieta - chiederà il volo
chiedimi meraviglia! sembrerà dirti qualche passante nervoso
un astronauta pellicano decollerà da un negozio sopra una renna di plastica
ti domanderai se tutti – proprio tutti siano pronti per l’amore
sorridendo - chiuderai quel cappotto che tiene al caldo il tuo cuore
certo che nel finito umano
tu palpiterai per cose di cui non vorrai mai liberarti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Gli inferni hanno il dono di portarci alla vita e quando i sogni hanno smesso di tradirti,
ti renderai conto che la cosa straordinaria non sarà cercare qualcosa che non esiste, ma farti trovare da ciò che ha resistito con te - al buio.
“caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Se dovessi seguire le necessità del corpo, vivrei nella consapevolezza di dover aspettare la morte, ma io inseguo quelle della mente che mi fanno sentire sempre giovane.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Educazione alla Felicità
La nostra tragedia è di dedicarci mediocremente alla nostra felicità. Cosa produce in noi la resilienza? Cosa ci indica la via all'opera giusta e al divenire di un sogno?
Quale anima non rifugge la solitudine e chi ama molestare le proprie attese, le proprie gioie?
Con questo corpulento dubbio io fuggo dal silenzio. Non sono per la fredda tomba dell'essere, restare davanti alle pietre a osservare la storia umana o come in noi la scintilla si spegne. Io sono per la vita in ogni suo totale, ogni battaglia fatta o portata avanti con tutte le risorse - se quella battaglia è per un ideale, un sogno, ciò che più amiamo al mondo. La nostra tragedia è di non educare le nostre menti alla felicità, al cedere, al chiedere perdono, a dire semplicemente grazie. Se in una mattina qualunque, una mattinata fredda di dicembre, i vostri piedi scalzi nonostante il pavimento ghiacciato, potessero danzare invece che trascinarsi e le vostre labbra aprirsi in uno stupido sorriso, non è vero che vi sentireste innamorati di qualunque cosa in quel momento vi abbia portati ad abbracciare una strana gioia? Non è vero che a volte smarrire il controllo di quelle emozioni ordinate fa sentire liberi o almeno sembra rendano meno inutili quelle ali dentro che non siete mai stati capaci ad usare? Educare la mente alla felicità significa potere dare un senso al battito del cuore. Non è vero che offrire un abbraccio è molto più bello che riceverlo? Nemmeno l'inverno ha il potere di togliere a chi apre le porte del cuore, la forza che questo ha di portare avanti i grandi sogni.
Perché non vivere con uno scrittore.
(note sfuggite alle Leggi di Murphy)
In noi scrittori, la pazzia è congenita – uccidiamo i nostri nemici nei libri (I mean It). Godiamo di tutte le imperfezioni che spacciamo per talenti.
Siamo una razza di sarcastici, ironici, transatlantici d'impazienza, suscettibili, permalosi, arroganti, sensibili cacciatori di momenti che vivono con scompensi della storia o sempre a disagio col proprio tempo e naturalmente, pecchiamo di squilibrio e di sovrastima. Siamo abili nel torturare la gente con le parole e renderla felice (se ci capita ) col silenzio. Afflitti da “verbomania” e trombosi d’idee, curiamo il male d’orgoglio con frequenti bagni d’ego sempre ma proprio sempre a duello con quella megera chiamata “coscienza”. Detestati da ogni sana posologia e Dentro dalla lista di “precauzioni per il sovradosaggio” – valiamo in oro il peso dei nostri sbagli – delle nostre notti insonni e delle battaglie per i diritti dell’uomo a scoprire! Curiamo la paura del non sapere con altri traumi e senza mai temere gli effetti collaterali di cui se realmente altamente e indelebilmente tossici, ne diventiamo dipendenti. Usiamo quella Icon droga chiamata desiderio che più di ogni oppiaceo ci esalta! Noi non balbettiamo gli stati d’animo – noi spariamo con gli stati d’animo siamo i migliori cecchini in fatto di guerra del silenzio. Sappiamo muovere truppe della mente più velocemente di un dittatore e quando dichiariamo guerra a un’idea, beh facciamo di tutto per vincerla. Perché per noi il perdere - ci tocca nell’onore, ci uccide. Per noi morire dentro è peggio che morire nella carne. Come tutti i bambini ci basta una matita, un Ipad, una tastiera per essere felici. Non cresciamo mai e godiamo del nostro stato infantile fino al termine dei nostri giorni. Se denutriti cerchiamo sentimenti tali da abusare del nostro corpo e della nostra mente febbrile. Amore e odio è sentito non dallo spirito ma da ogni cellula che fabbrica il nostro corpo. L’egocentrismo è il Top Crack di noi stessi. Non conosco in natura cura al talento o a questa condizione umana multiforme - ma posso acclamare che questo incondizionato spirito ribelle che ci anima, ci rende voraci e capaci di scoprire cose che solo la creatività può osare fare. Prevaricati da una ambizione Medusa- perversione per cui degeneriamo in fabule con trionfi e vittorie quasi sempre istantanee senza platea. Spesso ci comportiamo da mammiferi normali, occasionalmente ci mescoliamo alle folle camuffati da antieroi o anti poeti o impiegati dell’eden temporaneamente esonerati dal divino per troppa competitività sul posto del lavoro.
Bruchiamo notizie. Le maciniamo, le frolliamo nelle nostre teste e ponderiamo dopo lunga digestione una sorta di “quick movie” di cui diventiamo il main character.
Siamo ricercatori non del bello ma dell’attimo che ti colpisce allo stomaco – un jab ben assestato al lettore allo spettatore a qualunque mente di cui ne vogliamo sfidare l’attenzione.
Noi i tabù li facciamo cadere- una sorta di Rave anti dogmi quando il positivismo diventa sete di potere-.-
Obiettivamente chi vorrebbe mai curare un folle incolume all’ordinario, strafatto di sogni e drogato di speranze?
A volte però capita che noi si diventi dei fari per popoli in balia della storia e in attesa di soccorso. Il nostro coraggio spinto avanti con una forza pari ai nostri deliri. Vinti quei demoni che ci attanagliano, evitando di cascare nella mediocrità del copiare gli “esseri celestiali” sacrifichiamo ogni cosa per l’ardore di un bene. In quel momento anche se feriti, anche se solo umani noi apriamo le ali e mostriamo al mondo un volo impossibile nella natura e l’ordine delle cose ma possibile per quelli alimentati da ideali. In quei rari momenti siamo dei mostri che combattono al fianco dei deboli contro i soprusi e contro il male. Non di rado qualcuno ci indica come piccole stelle di cui seguire il raggio ma noi in quel momento siamo lontani perché nonostante l’ego smisurato, nonostante la soddisfazione di quello che facciamo noi non ci aspettiamo alcun premio poiché al pari di vivere noi condividiamo. Perché non vivere con uno scrittore? Perché quando lui ama un altro essere, una meta, un ideale non sa fare altro.
Farfalle di neve
sai come sono le farfalle di neve?
sono anime senza contorno o forma che brillano con la notte
Ti emozionerebbero se ascoltassi le parole dell'amore
ti salvano dalla tristezza
dalla solitudine
dall’ira
e se tu provassi a toccarne una
scopriresti un mondo fatto di colori
scintille il cui centro brucia
poiché per colui che sogna tutto ha un cuore
persino ciò che sembra neve
al buio
nel silenzio
in pieno freddo
palpita di sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Keats
L’amore mi abita, da sempre.
Ignoro cosa sia non avere batticuore o tormento.
Vivo esiliato in una continua emozione che mi espatria dal nulla,
così confortevole e caro agli esseri umani.
Sono di me stesso “la curandera” il fattucchiere, stregone,
ad ogni malanno condanna,
io cerco la cura,
con continue pozioni di sogni
unico rimedio di cui non temerne il sovradosaggio.
Vivo ispirando la gente all’oltre,
non temo i confini dell’immaginario
e dai sarcofaghi della storia raccolgo leggenda,
per lasciarne una mia ai visionari.
Io Sono quello che molti definirebbero un mostro.
Innamorato più della magia che del bello,
quella che in collisione coi corpi e con le menti poi genera scintille,
le stesse che alimentano dei pionieri
il fuoco!
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Strong ideals are not a gift of fortune but a way of faith.
Che non si dica che la storia non sia frutto di ideali e di coraggio poiché nasciamo senza un re o un premier che ci governi tutti ma da una madre e da un padre
di cui ne portiamo avanti il fuoco
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il canto bianco delle balene volanti
sono nato dal silenzio
da un urlo di freddo dopo un tiepido sogno
sotto le costole un fiore che fiorisce a Dicembre senza un perché
dicono che la felicità debba essere breve per essere goduta
i folli
sono felici sempre
navigano balene nello spazio dove friggono per desio di occhi
le stelle
negli ideali una passione tossica per l’equilibrio
seccati i fiumi in te scorrono ribelli per esigenza di pinne avverse ai voli
ma ti spingi perché creatura indomita
ti spingi ai confini dei tuoi poteri
dei tuoi limiti
dei tuoi stessi sogni
la luce vuole che tu chiuda gli occhi per esser vista
così
senza ali
senza vento sotto le vele
senza rincorsa da cui decollare
fai un lungo inspiro poi canti
un canto bianco che alza ogni peso del tuo io fino al cielo
fino alle nuvole
fino alla Luna
poi oltre ancora
e t’innamori
di qualcosa che nel cuore senti meraviglia
sono
nato senza catene febbrile di blu a Dicembre
maratoneta d’imprese straordinarie fide a prode silenzio
angelo lontano dall’eternità sulla stessa parete di casa
tacendo i Paradisi
colpevole di sbagli
innamorato di qualcosa nel capo
in una mente agitata
colpevole di mappe con destinazioni senza nome
mentre
l’inverno freddo chirurgo sutura col morbo della calma
i fuochi pindarici
ed l’amore che ti rende unico comincia a sciogliere
tutti i ghiacciai dell’universo
che aprono via al tuo volo di balena
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Cuori in catene
Sanguina perché tace
il cuore sanguina perché fuoco e in silenzio le fiamme.
Linee bianche di neve i passi scaldano
traumatizzano
feriscono il viale nudo perché a Dicembre.
Snervate le acque gelide in rotta verso un mare d’immaginario con bei tramonti per gli innamorati,
un noi ma meno lontani.
Sanguina perché di sangue questo sogno
nelle arterie del celeste con guinzaglio di stelle
morbido fiocco,
caldo il palpito,
i tristi stretti nei loro cappotti neri,
rasoi di traffico rimbomba canzone
ma c’è un ritmo nella vena che spinge oltre
a cercarti
in un posto dove i miei passi dovranno osare
guardo in alto
scende la neve
tu
ma io sto arrivando.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
campi pieno di a – more
tolti i vestiti del silenzio resta l’anima nemmeno ho mai visto il colore della sua pelle
ti stringi è inverno casuale la semina di parole mentre il fuoco di un dentro ricorda una stella
remote albe io ti spoglio ho il diritto di liberare l’assassino di conigli follia per averti
tu fammi salire quella scala ai sogni fino all’aurora boreale inchiodata al cielo
in un Nord vichingo raccolgo con parsimonia dal tuo dolce
noi ci stringiamo ho diritto ad amarti finché perduto il respiro t’acchiapperò dal caos
inverni cruenti estati fragili stai lacrimando di desiderio in un congelatore pieno di fantasmi
campi di pieni di a- more crescono alberi le piccole distanze se smarrito il passo nel traffico
quasi Natale ogni porta si chiude al mattino in fila per un permesso di soggiorno nella speranza
tu dipingi nuvole intorno al cordone ombelicale che ci lega all’amore
leggero quasi in volo avanti un fiocco di neve teste di lampioni freddi vento contro
con lui fino al tuo cosmo ciò che diventa magia non brilla ma batte nel petto – da matti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Popper Dogmeriana
Le rivoluzioni cancellano i Dittatori e liberano i criminali.
(Filantroligarchetterarie)
Chiaroveggenza
terrificanti i mostri escono dal portone della notte col buio
novembre pesta con pioggia tenero al saluto il corvo tra i rami
scheletri di legno piangono le proprie chiome
indemoniate clavicole di ossa dai cimiteri ergono castelli – nella nebbia
tu taci
immerso
sommerso
schiacciato dai troppi pensieri
tu taci
il vento canta ghiacciato alle orecchie d’un morto
oblio ricama sul nome bello di una tomba
c’era un grande amore per quello spirito una volta
c’era un grande amore di cui nessuno ricorderà i doni
solo tu
taci
immerso
sommerso
schiacciato dai pensieri
un mare d’inverno piantumato da pigri gabbiani incolore il cielo
saturo di luci il percorso tra te e i tuoi sogni
un bacio irrompe dal nulla – tetro il novembre spinge a ricordarne l’impronta
le labbra umide restano onde ancora bloccate a riva –
dannazione è novembre
piove
e tu
tu taci
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Eco
eco di pioggia un canale di ombre matasse di luci a novembre
corto circuito di parole solo il silenzio in pigiama davanti allo specchio
i battiti quando gridano lasciano allo stomaco la nostalgia
un sorso di caffè per barattare le scintille perdute negli occhi
ascolto
sento
ascolto
sento
passi di pioggia sulla pelle fredda della città inchiodata al presente
un angelo in tunica bianca si conta le piume davanti a un distributore di sogni
certe volte pensi più lontano del tuo piccolo ego
dall’immaginario codecaina in profumo s’innesta all’anima
puoi sentire dallo spiffero di una finestra dimenticata aperta – il vento
la solitudine e il sussurro di una angoscia sentimentale travolta dall’ora
puoi sentire i tuoi stessi battiti nel petto pronti a sbriciolarsi
sotto tutti i dannati colpi del martello che tieni al posto della memoria
e puoi sentire l’eco di pioggia scoperchiare i tetti alle case fantasma
mentre dalle stanze senza parenti volano via abbracciate all’amore - chimere
una marcia nuziale per due ragni che tessono regni sopra il tempo
puoi persino sentire una lontana voce nel tuo capo – chiamarti
un sonno senza riposo la cuspide di cera divorata da fiamma
il petto camino per un fuoco determinato a sciogliere dai dubbi la ragione
sovrano l’abbraccio – la strana creatura verso cui cammini
l’eco di pioggia in cui perdere per volontà l’orientamento
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Colmare
col mare nelle vene avanti finché tempesta alimenta in furore
salate le onde giganti di speme a volte irrequieta l’alma
corpo resiste ma deboli ali
ste vele di sogni legate al dna del desio
e fino agli abissi discendere gli inferni
e fino alle nubi più scure volare
attraversare il ruggito di fuoco
faro mio faro da te lontano – condanna!
tendine teso la prua infrange la spuma
fondale battuto da correnti - titanico il volere qualcosa
d’amore questo spirito veliero sull’irrequieto orizzonte
ti troverò! grida il bambino dentro con occhi fissi al cielo
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Stormanima
struggente in me l’incolore di questa magia
sazia il desio stoppino nutrito da cera in ore notturne
tele di acqua richiami al volo alto di uno stormo in fuga - autunno
gentile il vento palpeggia il fuoco del cuore poi fugge ai battiti
ti chiamo e non rispondi oh silenzio
ti chiamo la veglia è lunga
l’inferno parafrasa con colori tutto il mio sacrificio nell’aspettarti
struggente in me la gioia che nulla vende al corpo ma tutto da alle anime
e ogni parola resta inetta al dare forza
e ogni momento passato non torna più al sogno
tumulto in me tempesta mentre muore la foglia
strade crocifisse sull’asfalto superstiti gli ultimi legni
chiome che nascondono ricordi fissano il blu piangendo in prigione radice
una lacrima d’acqua perduta nuvola – autunno nel mio sangue scorre al tuo capo
ed è struggente in me
l’incolore di questa magia
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Fantasmatori
sterminata l’estate a grappoli pioggia rinato autunno
tesoro di morte la foglia in adagio sul culmine di sorelle
abbracciati noi tra monumenti distanti di candidi astri
febbre d’amore eppure l’aria è fredda
perfetta la curva del sogno nel tepore del letto
sonnecchiano fanciulli i sorrisi d’un ricordo distante
edere ragnatele copulano coi resti di polveri in angoli d’ombra
voci fantasma volteggiano sopra i capi dei sognatori
scheletri di cristallo danzano ultraterreni sopra le case
bagliori accecanti gli occhi lampioni nel cuore falena
adagio sinuoso il baciare le labbra in lieta ora
sconfitti i brividi restano poesie tra innamorati
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Senna Prometheea
giuri di non avere rubato il fuoco ma nascondi le mani bruciate dietro la schiena
di primavera non ce ne solo una ma la migliore la ricordi solo se ami
valanghe e valanghe di nuvole nelle tasche dei giacconi strozzati da sciarpe
Parigi stalagmite in piedi per Notre Dame promesse sopra la Senna scure del cielo
download di nuvole prima di pioggia ombrelli uccelli rincorrono il vento
ti nascondi all’ombra di un sorriso probabilmente gli occhi brillano più di un sole
atterriti astronauti in un mondo clessidra con sabbia dorata
ardiamo in sudori per il momento perfetto sopra cuscini di sogni rimbombano i battiti
Bonjour ma dimmi come ti chiami – la gioia è timida e scappa
transitorie cariche elettrostatiche piedi incrociati sopra il divano il cane dorme
cantiamo abbracciati inneggiando follia pane e nutella cuori biscotti
briciole di noi rimaste cantieri di un regno senza stagioni trono e corona
ti cercherò se perduto
ti cercherò se mai arrivato
ti cercherò se distante
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Non so che volare
non so che volare
l’ala è un sentimento che vince la gravità le forze superiori dell’intelletto
vento d’angoscia kafkiana a caccia di clausole impossibili d’azione
in un bunker sicuro dell’immaginario imparo a camminare sui sogni
col fremito fuoco nel sangue che bolle per qualche dolce idea
si suicidano le rose nel proprio profumo per non cedere all’inverno
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
segui il sole ragazzo
segui il sole ragazzo
la sofferenza non è fatta di parole ma di carne - diceva mia madre
troppe parole per dire “ti amo” eppure bruciare non basta
tu mi recidi le ossa con le promesse mentre io vorrei solo darti i voli
segui il sole ragazzo
testarde profezie d’orgoglio autunnale piogge per me preghiera
un saluto all’estate tu sola dispersa i viali affannati di traffico
persuadi l’intelletto solletica carne perversione moritura di foglie autunnali
fantasmi spazzati dal vento condanna le mie emozioni
segui il sole ragazzo
qualche goccia di miele a pioggia sulle tue labbra mio desio serale
rubati i battiti tagliati i polsi al buio per il suo sanguinare astri
ti vorrei nel mio capo sul mio petto sotto la pelle a fornicare con paura
oh perderti mio amore – sarebbe peggio dell’eterno cercarti nel sogno
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Tutti i Santi
sepolti in misericordiosa terra nulla siamo se non speranza
calda alcova al verme tiranno predatore di carne per suo volere
sereni mai furono per amore i pianti all’eterno dolore noi sacri
incauti passi sia ritrovarci uniti al dopo
oh mia vita
oh mia morte
tu pensa non col prego alto per Dio assoluto ma al trovarmi
trovami anima cara tra le stelle congiunte in splendore
trovami nel buco nero di un credo più forte del sapere stolto all’uomo
trovami perché non sia il cero bianco a illuminarmi ora
oh mia vita
oh mia morte
spezza la quiete triste del silenzio col peso del fango tritate ossa
amami amami oro sopra il riposo il tuo ricordo
bunker nell’eternità rimasti a voi ideali
amami amami oro a te i trionfi delle mie battaglie
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il naufragio della Goliath
una nave con vele a fuoco in cambusa marinai ubriachi
la pace è un segnale nell’universo lontano dal mare
superbo un Dio di acque prende a pugni la chiglia
in fiamme le paratie le cime il ponte il timone ma l’uomo
festeggia le ore lontane da casa col cuore in speranza
danza sui ricordi delle tempesta i mostri passati
prende e disarma tempesta un gorgoglio infernale zavorra
alti più alti gli astri lontani dalla mancanza di un abbraccio
oh Faro l’albatro nella discordia tetri giganti cecchini
minuetto trionfale di demoni coi tentacoli alti di spume
il viaggio mai più sarà a più grande amore ritorno
vele a fuoco lontane dall’alba ancora un sussulto - Morte avanza
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Ortopedia sentimentale
le pietre miliari di un grande amore sono attimi fuggenti
disobbediscono allo spicciolo credo del facile
hanno fauci toste per mostri e paura
le pietre miliari di un grande amore sono indistruttibili dal tempo
in una equazione d’incognite e fantasmi noi due il numero certo
qualcosa di rotto in comune guarito col manuale dell’Ortopedia sentimentale
stecche alle ali e piccoli sogni
nel tempio del cuore che ospita grande Promessa
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Bozzoli di sabbia
tantra di onde alta marea contro gli scogli erto il faro perduta la luce
sconfitta Ragione è amore sussurra il vento ai bozzoli di sabbia
in riva conchiglie prato funereo per alghe assopite prima di morte prima dell’alba
farfalle di spume farfalle salate nell’incolore livido del mattino
blu oceano spara all’etere le sue fiabe colme di tesori
Orfeo di sogni navigatore solitario con ala fior d’acqua l’albatro cuore
Euridice d’abissi strappata alle correnti marine profonde sussurra sirena
un canto marinaio che corre lungo le ere fino al prossimo Orfeo
che compone nel suo immaginario balena estreme passioni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
aqpod
le nostre strade non si sono mai incontrate- lo so
ma io ti aspetto da sempre
nel mio capo faro per il tuo viaggio vorticano venti cinghiali assassini di vela
che tu non conosci
così divento qualcosa in più del cuore che porto a fiamma
spirito oltre il mio corpo
ti danzo ti proteggo ti tormento con stelle il sonno
pur di dirti “amore”
adesso
qui
per sempre
ovunque
dentro o fuori sta vita
temporale sul lago crespe le acque in fremito Luna
l’ora perfetta è l’ora del tuo arrivo dal sogno
con la pioggia partorisce l’ostrica dolce una perla con dita sottili
mentre di noi si sa solo che siamo dispersi – la perla diventa un sole
adesso
qui
per sempre
ovunque
dentro o fuori sta vita
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Lemere
spegni i pianeti
il loro vociferare brillio turba dolcezza
silenzio negli scafandri del petto
togli al tribunale di ombre il potere
ospita il mio palpito tra le pause dei respiri
sfonda i muri il tempo che li alza del dittatore dimora
chiedi a Karajan di inneggiare Schumann dall’oltretomba
per amarci
arpeggia silenzio ma fuori di falene le ali scappano a pioggia
trema insicura luce prossimo non vedente un lampione
sulle strade del destino camminano fedeli al buio ovattato i fantasmi
com’è dolce l’apparir della notte quando ci s’infiamma
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
L’Indotta
gusto pianeti la parte selvaggia in me proferisce Lakmé al suicidio di pioggia
fedele ai presagi d’autunno te caldo e biscotti di nuvole grigie senza stormo
ogni tanto una danza di foglie sul parabrezza dell’orizzonte distratto ai tramonti
smarrito nelle prossime ere d’amore riempio il cilindro d’alba abile prestigiatore
di creta perlare ali finte sul busto finto del mio ego diurno
nulla conservo di ieri se non fedele al principio con l’eredità di creare
di qualche Dio figlio di qualche Dea erede di piccoli sogni
oh cuore mio oh mio cuore - batti per la magia mia sposa
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Aforisma
Ho provato a stare a passo con l’Umanità ma io ero più veloce.
tinseri
poi è sera con le sue ombre capanne col dolce degli astri invisi fantasmi
alle porte del sonno qualche dilemma qualche speranza in attesa di luce
tintristi tinseri il navigare col buio sotto una Luna falce per il piccolo volo
farfalle nel petto e mai più dubbi t’innalzi col fuoco fino alla calma
divori le mappe di mai più reali muse coi petti brucianti promesse
diventi un diavolo poi un angelo poi nulla
ti reinventi un temporale dentro cui progettare i tuoi mondi
e ti pigola da dentro il capo il piccolo verme del boia
tutto fino alla morte – tutto un vano cercare
ma poi sarà davvero vana la nostra battaglia – oggi perdenti domani il trionfo
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
eternity
“We are more than something.”
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Muse
asciutto in attesa di pioggia pronto per nascere petalo
poeta sergente a falangi d’idee straordinarie
perdente ferito dal cogito dell’impossibile ogni tanto atleta
tra le corsie del tempo corridore contro mostri e diavoli
infermiere nei tempi bui a qualche carezza
non ascende la stella in me taccio d’inerzia
mondo buio ad alta fedeltà il silenzio
in concubinaggio con la solitudine le ombre
scoiattoli a caccia di ghiande d’anima
coi muscoli al caldo di lampioni
in attesa di muse
oligarche innamorate d’immaginario
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
occhi su carrozze di cristallo urla novembre ubriaco di pioggia
ali pesanti di troppo cielo si muore nelle vene emboli i sogni
tramonti guerriero mai pace in alleanza col cuore
ogni inferno il silenzio t’innamori del rumore che uccide la morte nel capo
nubi con booster di acqua tremi di freddo ma dentro
abbracci un’idea scintilla nel fondale abisso a volte speranza
esumi un fantasma perché ti parli di bene o d’amore o di sorrisi
attendi che asciutta l’ala sfidi l’aria per il semplice piacere di vivere
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Rondini
ci alziamo in volo
ti danzo novembre con pioggia
nudo in solitario il cuore tiene in vita i battiti
poeti fantasma innamorati dell’amore
ci alziamo in volo
spezzati come ogni mortale dall’orgoglio
trascinati per i capelli dai sogni
smarriti in un fugace brivido di piacere
ci alziamo fino alle nuvole
piccole rondini alimentate dal credo
intrecciate ai fili invisibili della speranza
a volte smarrite con gli occhi desiderio fino agli astri
ci alziamo fin dove la nostra ala regge
la fatica
i temporali
la sorte
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Byroniade
completamente nuda Londra si spoglia del fiume nell’ombra
ogni tanto con la pioggia si smarrisce un cuore dentro il peccato
un gabbiano per l’ultimo volo lancia la voce chiglia sul vento poi muore
strette tra le mani di una prostituta le ultime stelle rimaste nascoste agli occhi
un antico Poeta recita odi ai cari fantasmi dentro un’arena
freddo come la morte il sangue delle fronde stipate nelle grondaie
fischia il vento al vuoto baldi in fiamme solo i lampioni cari a qualche randagio
amanti in bolle calde di miele si mescolano nei voli alle farfalle
nubi arpionano tuoni per farne saette nelle mani di un Dio burlone
voci rimaste rovine perdono qualche pezzetto di storia sotto la pioggia
infetti dal virus di gioia si abbracciano nell’eternità gli amanti
Byron ubriaco usa la mano di un fallito per comporre un canto
il coito breve di sopravvissute falene null’altro copre di volo la strada
abbaiano i cani in catene Jericho è una città per i morti nel zinco lontani dai vermi
una giovane Musa mostra le cosce al passante - mentre
recita un sonetto di Shakespeare
Da “La Rosa dalla schiena nera”
Trump patch 2.1
nel giorno del drago a sette teste
un anziano alzava con le proprie mutande un muro di pace ai confini
sulla schiena gli prendevano forma delle ali di gomma
che lui trascinava sopra i contanti cercando gente in ginocchio
credette per un attimo di essere Dio
e si fabbricò dei fulmini
mentre i ribelli cercavano nel sangue del paese la spia
un centro massone repubblicano dove sacrificavano vergini al re
quel giorno il drago prese a sputare fuoco da tutte le teste
tutti gridavano “Ecco l’Apocalisse! Ecco l’Apocalisse!”
predicatori inneggiavano la fine del mondo
mentre l’anziano barone ingoiava dietro la scrivania del successo un Viagra
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
topino
un libro in attesa di mani con febbre di parole
nel suo fegato una fede millenaria
nella speranza
nella pioggia
nelle lacrime
qualcuno pensa l’abbia scritto Dio
per questo respira
altri credono sia uno scherzo della Natura
comunque credono
un manichino in cantina in attesa di un cuore
ha il volto impassibile persino alle stagioni
vorrebbe innamorarsi – pensa
di una piccola ballerina chiusa nel carillon di lacca rossa
peccato lei abbia già una liaison con il soldatino di ferro
così piange in se stesso
fino a svuotarsi il corpo
fino a diventare per se stesso un deserto
col sogno di oasi e di pace
tra piccoli tronchi di legna per il camino un topino
teme il freddo ha fame non sopporta la pioggia
rosicchia carcasse di noci e fissa la notte
in attesa che la fatina dei sogni gli riporti l’estate
ha sedici anni non compirà diciassette sopporta il dolore
sorride col veleno nel sangue e si morde le labbra
ha il coraggio di guardare la morte col brillio degli occhi
il vero ardito non vede mai forse il proprio premio
così restiamo innamorati degli angeli
quelli invisibili alle circostanze
al vissuto di ogni giorno nelle scarpe sbagliate
ai fumetti sui muri senza discorsi
al trapianto di verde davanti casa
alle isole pedonali deserte col buio
mentre loro gli angeli
sorvolano per inerzia divina gli oceani
mai stanchi di mettere in mostra la propria piuma
per Dio! voglio solo essere umano
così anche l’angelo spera
e crede nel potere delle lacrime
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Soffro di blu
soffro di blu
mi ammalo di stelle
che quando si accendono dentro il petto - brillano
innamorate degli occhi di qualcuno preso a esprimere desideri
o di un anomalo poeta con la febbre da sogni
soffro di malinconia
non una vera e propria tristezza
più una flessione su arti di rima
qualcosa che sposa ciò che vorrei
più ciò
che veramente sono
non c’è cura in natura ai malati d’amore
per quelli senza denti di ferro per il dolore
per i troppi anziani per usare un computer
per i troppo marchiati dal male ma dal male puro
io soffro per loro
per gli stormi
col vento a volte contro
per le vele nelle tempeste lontane dai fari dalle rive dal porto
e se forte di qualcosa davanti al destino
obbligato a stare in ginocchio
continuo a soffrire per quelli che partiranno presto
per quelli già morti
così se vivo so per cosa
così se resisto non temo nulla
così se ho mille domande mi basta una risposta
io soffro perché amo
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Occhi in tempesta
ottobre tempesta di lampi dispera pioggia
carne sull’asfalto col peso dei sogni nuda al dolore
forgiano croci gli artigiani mai immortali
ogni fede una tomba
ogni amore un ricordo
tutto alla polvere
restano i sogni sul patibolo d’asfalto
restano le piume partiti gli uccelli
restiamo noi avanguardie di speranze
tutti nudi sotto il cielo bombardato dal sole
sui tavoli tovaglie bianche di plastica ricamata
pranzi per vagabondi senza idea d’esser fantasmi
nei loro abiti nuovi etichette incluse
perenne il sonno
avranno fame
una donna cucina per gli angeli
mentre tutti affamati d’amore
granturco tagliato a guardia i corvi
eppure non piove più come una volta
noccioli presuntuosi di frutti
solo nell’insonnia d’amore il cuore è lucido
prima di morire una foglia grida
nessuno sentirà la sua voce
autunno di dolore
autunno di ultimi frutti
autunno di stormi in fuga
resta una preghiera sulla tomba di un morto
mentre la gente si sfiora tacendo
le parole più belle
quelle mai dette
che resteranno sole nel loro petto
con l’autunno
coi piccoli uccelli rimasti al freddo della strada
col colore grigio del cielo
in attesa di nuvole ben più grandi degli uomini
all’improvviso il miracolo più bello
gli angeli arriveranno dicendo “noi abbiamo l’Eden”
un sognatore contro vento
occhi in tempesta
sfiderà le voci
replicando “che importa - noi abbiamo la pioggia”
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Memoria
ho visto il cielo tinto in sangue
e ho pianto
il sogno mi portava via alla paura
e se morivo
non avrei potuto saperlo
perché distante
da ogni mostro fissasse in quell' istante
i miei occhi
perduta speranza
m’era rimasta la dignità di uomo
cercavo un guado al buio nella fede
ma anche lei era troppo alta
così
mi sono limitato a vivere il dolore
consapevole non fosse mai solo mio
ma anche di chi mi amava
di chi amavo
e restando ancora in piedi
assimilavo dall’aria il senso delle mie catene
smisi di invidiare gli uccelli per il volo
col cuore avevo già il mio cielo
un paio d’ali mi stavano crescendo
che alcuna scure
di alcun boia
avrebbe mai potuto – portarmi via
(a tutte vittime dell’Olocausto)
ecc
dormiamo in auto coi disastri del giorno componenti mancanti
cuori di carta alle fiamme
battito fan dell’aria ma senza applauso
terremoti di sogni implosi per l’atmosfera
scatole organiche con anime vibranti dolore
ci alziamo in piedi per abbracciarci
a intervalli di tempo di eternità mancate
stentiamo lenzuola sopra le voragini della morte per fare l’amore
senza un letto il cielo ci regge il gioco
senza paura andiamo tentoni avanti
col buio in piccola pioggia sul sonno
alberi in procinto di morire centenari blasonati da foglia
profumi di pane e caffè per i già stanchi sulle strade
un vecchio cartello ma solo per chi capisce
avverte
“nessuno qui viaggia senza scorta di angeli”
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Stringimi l’anima
stringimi l’anima con nastri rossi
ti soffierò aria tra le piume care al volo
se stanchi
ci divoreremo da una ciottola di latte e biscotti le labbra
con cucchiai colmi di sguardi in fiamme o febbri
soffocami il sonno di notte col tuo corpo
ferma l’oscopia della paura nel giorno
trattienimi - trattienimi qualche attimo qualche millennio
nei tuoi occhi -
sposami ma solo coi frutti del vino a settembre
oh stringimi l’anima col filo di un fiume
spingerò spine di rose scarlatte nei tuoi palmi
che sanguineranno titani in tramonti
mentre torrenti di nuvole attenderanno in profumi
il nostro correre scalzi tra le ere
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
L’Uomo delle Meraviglie
ti diranno “dopo sarà meglio”
dopo quando
dopo un’ora un tempo dopo una vita
e cercherai sempre risposte
come un assassino una vittima
che gli consegni il tesoro
cercherai con gli occhi sul cielo l’Uomo delle Meraviglie
qualcuno sopra un carro di stelle venuto a salvarti
ti curerà il mal di morte e la malinconia
ma non le perdite che l’anima avrà contato sul suo cammino
ti diranno di credere – credere con tutto l’istinto
di donare perché nulla ti appartiene se non la vita
e di sacrificare l’orgoglio per un grammo d’amore
che non sfamerà il mondo ma i tuoi sogni
e quando l’Uomo delle Meraviglie di chiederà
Tu! sì, proprio tu, essere umano, cosa hai creato
nella tua ’esistenza?
tu ti alzerai in piedi e gli sussurrerai con un sorriso all’orecchio
“Io ho creato la fede.”
Allora lui ti darà un paio d’ali ma senza istruzioni di volo
E non ti basterà un’eternità per colmare il tuo desiderio
di vita
Da “radici ribelli al destino”
Tu aspettami,
--- aspettami
le ultime fiamme di settembre, lo stomaco muro,
aspettami, ti verserò pioggia briciole in strada per farmi trovare …
Aspettami, soffierà il vento con qualche giornale di ieri,
davanti alla chiesa dove stai per sposarti,
la chioma raccolta col fuoco tu sole sui gradini di pietra.
Ferirai gli occhi di chi lacrima con la perfezione,
ti copriranno coi petali di rose d’Olanda il passo,
gli alberi faranno morire le foglie per tutti i romantici ancora superstiti.
Adesso conosco l’inferno sotto le ginocchia -
le ho trascinate fin sotto il tuo cuore ma l’ho trovato vuoto
bianca piuma, bianca, soffice tappeto di zucchero poi alzati in volo,
bianca piuma bianca, tu aspettami –
capiterò un giorno sulla tua strada
dopo aver seminato briciole di pioggia perché tu capisca
chi davvero t’ha amata.
Non sono più al sicuro, non sono,
mi fulminano i giorni, ho il motore dei respiri rotto,
ho convertito i sogni con la follia per respirare ancora,
mi dicono che passerà, ma cosa dovrebbe passarmi?
Non voglio perdere il mio dolore e la mia gioia,
voglio continuare a soffrire perché*è questo quello che sono,
un uomo all’apice di tutto quello che prova
dimmi tu se amare non è sentirsi per sempre perduti?
Galline nei cortili, la polvere sulle scarpe sopra i vestiti,
le campane che chiamano gli angeli – le corse che chiamano i bimbi,
aspettami col cancello del cuore aperto, con le lacrime agli occhi
e un sorriso,
pioverà - non importa se coi sogni e tu mio fantasma vedrai ardere
come ardono le mie mani leoni sulla tua pelle fresca alba,
mia sposa dell’ombra,
mia sposa chimera,
mia sposa …
Da “radici ribelli al destino”
farfalle nere
esiste un senso nelle ali di cera delle farfalle
nel loro lamento silente
nella tempesta di eco viva nel ventre gonfio del vento in pieno autunno
quando il polso delle piogge aumenta il battito
e il solenne arrivederci degli stormi stria il cielo coi voli
romantici dispersi noi
restiamo sotto i castagni col loro peso di frutti in solenne abbandono a morte
Poe statua in posa al tempo assoluto sotto le carezze del silenzio
vampiri colerici che sfrecciano appena sera
settembrine acrobazie di pipistrello
la foglia trattiene il respiro si tuffa poi tutto resta agli astri
dolore esce dalla campana col vespro perché la gioia tace
ogni tanto un lui spoglia una lei del miele sulle labbra
acne stellato il cielo la mente sogna
oscurità danza di farfalle nere congenita ai folli
cose d’altri mondi cose che reggono l’universo
nutriranno ombre amiche di chimere
di cui fanno parte le forme le leggende i libri i canzonieri e i poeti
oh farfalle nere
oh farfalle nere
ogni battito d’ali un fremito d’eterno
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Turbulur
con gli occhi di fata t’apre il cuore lei già pasta di stelle
ti mette dentro i tormenti un sogno scalda il sangue nel corpo
coi battiti irrompe nella ragione smetti di calcolarti il respiro - bufera
si butta sulla tua bocca col fulmine delle labbra in attesa che tremi
eccomi! ti sussurra all’orecchio
fiordi tardivi d’ottobre alle caviglie danza con le vertigini nella tua testa
nuda candela scioglie i capelli sotto la Luna - ubriaco ti svesti
brucia il sole - a fuoco la casa - fiamme nel petto - hai sete
ti cammina sottopelle assassina
ti nutre prima di chiuderti in un abbraccio
fornica passionale con l’aria e prima che tu l’afferri – lei si dissolve
Da “La Rosa dalla schiena nera”
Altimere z- bath
piccolo Tempio della felicità sul Pomo della Discordia
dentro
una Pandora lillipuziana sorregge un vaso di premi per il mondo
se il peso della anima fosse pari a una ciambella
sapremmo di possedere qualcosa
dopo la morte è evidente si resta “spettrosi”
ma solo all’apparenza
il Diavolo sosta in un campeggio dell’Umanità moderna
il millennio è ancora un giovane Inquisitore
bambole di plastica
bambole virtuali
droghe pesanti o leggere
campi santi per predati e predatori
perdonati prima del lungo viaggio
lontano veloce mai stanco
volo d’immaginario
e nel sangue ti cerca una fame
quello strano appetito per i confini
un uccello selvatico nell’anima apre le sue ali
rompe la gabbia ti fa male ti ferma il respiro
la febbre tocca il blu per un attimo
poi torna nella carne già con uno stormo
vicino alle porte del Sud dove svernare
coi coccodrilli
anche loro presi da una febbre da stormo
migratorio al fiume che di umano ricorda solo il cemento
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Atelier zombie
ogni alba contata sulle dita porta la Morte
un poco di morte ogni ora - ricorda il valore del respiro
prendi la tua anima le soffi in bocca un po’ di sogni
poi la agiti così dopo l’ebbrezza lei torna al precedente equilibrio
siamo sulla stessa barca del tempo - fantasmi
ognuno col proprio posto numerato
con una sigla sul braccio
con un angelo dormiente al capezzale
con uno strano brusio in un cranio virtuale
osservato al suo microscopio atomico da un Dio curioso
che sta imparando ancora le tabelline della rinascita
ci fanno da guardia le paure
quelle che ci spingono alle domande
quelle che nutrono la nostra fame
quelle che ci dicono tic tac fantasma!
mentre ci cerchiamo dentro i corpi le risposte
ci strappiamo coi becchi l'uno all'altra le piume dall’orgoglio
prima di liberarci come uccelli blu
che voleranno un abisso di numeri a forma di nuvole
mentre dall’orologio biologico partirà il suono di una sirena
costringendo il sole al tramonto
regalandoci piccoli attimi di eternità tra infiniti momenti di sogni
gli stessi con cui gli zombie popolano l’Eden
prima che il piccolo Dio studente li faccia rinascere
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Nuvole
a volte di notte i mostri della tua mente escono per fare baldoria
una festa con pochi ospiti senza eccezionali rumori ma molto buio
il tuo sangue scorre - supera la vena entra nel palazzo dei sogni come un cuore
ogni battito respirando aria diventa frastuono per le ombre - per i morti
ti spogli delle parole delle paure delle chimere del corpo di tutto
t’incendi con la prima scintilla riesca a darti fiamma
rubi il cuore alla Luna con una favola di buonanotte
mentre ti chiudi in un bozzolo dove mettono ali i giovani draghi
t’incendi
ogni cosa intorno a te prende fuoco
blocchi di ghiaccio le case i tetti la città diventa trincea
battagli i pochi rimasti in strada a vendere fumo droga piacere
ogni dose di male scorre fiume per dispetto all’Eden
impari a volare come volano gli angeli per carpire del buono
mastichi il dolore che ancora rimane nei tuoi ricordi
mentre i mostri – loro sono in festa
la festa che libera l’essere dal bozzolo
già pronto a sfidare le nuvole
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Licere ardet
scendi dai miei monti tu fiume felice
all’arsura del giorno scampo
ogni cosa che nasce ha natura libera
ahi fuoco – mio fuoco
che l’acqua domi questa roccia
stretta al desio di valle e d’astri
ahi fuoco – mio fuoco
tu fiume scorri
lieto il mio tacere
Da “La Rosa dalla schiena nera”
Arjou*
Baudelaire innamorato della pioggia un verso alla volta in copertina
finestra aperta - lascia passare il vento - è d’autunno
un guardiano sognatore costruisce il suo faro su scogli di strade in mezzo alle folle
qualcuno attende l’alta marea di nuvole per navigare con gli occhi
piccolo temporale batte alle porte coi tuoni ma non fa paura la pioggia
un assalto di lupi ovattati in giacche e cravatte mettono a dura prova il tramonto
sornione il cielo pensa ai soldati Poeti rimasti nelle trincee dei secoli per i nostri diritti
architetture di stormi innamorati dell’ovest puntano l’ago del cuore sull’Oltre
c’è un uomo delle caverne nascosto in qualunque scienziato
c’è un direttore d’orchestra nelle mani di qualunque bambino
campanelle di fiori nei capelli di una bella addormentata
messaggiano al futuro in profumi - si ubriacano i muri
boulevard di giornali randagi con le notizie di ieri bramano il volo
“vorrei dirti che t’amo per tutti i secoli avvenire” recita un giovane al suo amore
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Non cedo agli uragani o al rumore delle tempeste, rido degli artigli del tempo e sogno un mare da navigare per sempre con la luce di un faro nel cuore che mi faccia da stella in mezzo alle onde cui sfidarne l’altezza.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il Viaggiatore
nocciolo stretto in vaso radice dal cuore assorbe la linfa
ulivi sfilano sui terrazzi della Storia aspettando colomba celeste
dopo il Diluvio una nuvola si adagia sopra i polmoni – ho freddo
non c’è alba nell’universo più dell’amore che scaldi i miei sogni
portatore di leggende designato da un Comitato di Ombre durante una guerra
ma io ho dimenticato tutto
il mio nome
il motivo per cui sono partito
la favola da raccontare ai bambini
la mia meta
dal mio stomaco ogni tanto una voce mi dice “Avanti!”
il disco in vinile della mia memoria grida “recovery limitata”
spesso sono interrotto da un back up urgente delle speranze
viaggio
entrando in un tunnel buio senza alcuna forza
sfidando il muro alto del destino con gli occhi
come un qualsiasi uomo
debole di materia ma forte d’idee
con un vantaggio
io sono insonne
percepisco straordinario da dietro la porta
posso sfidare il Tempo a scacchi mentre salvo i ricordi
in un Terminal con servizi di storage 24 su 24
e un ologramma al check-in che raccomanda in un loop i servizi
ho una cerniera sul petto che apro per dare sole al cuore
garze bagnate in dolcezza per le febbri d’incerto
sono la mia anima cammina forte davanti alla morte
mentre una gigantesca vagina partorisce i prossimi angeli
cui Io ultimo profeta porterò loro in dono – Poesia
Da “Piccoli Dei di giada”
per poi piano piano … divorarti
ogni donna per amare si sbarazza delle stagioni
si veste nuda
e lascia trasparire la fame
la sete
l’orgoglio
tace solo per non compromettere l’assenza
che ha da se stessa quando innamorata
per il suo unico amore
perde la pelle
lacrima tempeste
sfida i draghi
si toglie i battiti per farsi gonne corte
s’incipria l’ego se troppo sudato d’emozioni
la donna ha l’appetito nel suo stomaco
brucia di una lenta combustione aliena
per amare
ogni donna diventa cometa nel cielo dell’amato
si lascia cadere dalle nuvole
fino a farsi male
dentro lo scheletro dell’anima
brevetta pozioni magiche senza prescrizioni
le sue piume aspettano voli loop nell’immaginario
ha milioni di ferite
milioni di mani
milioni di baci da dare
rotola sulle nuvole in sacchi di rose per profumare
quando libera il corpo dalla paura
e ti guarda coi suoi occhi che ti aprono le carni curiosare dentro
per sfogliare ogni pagina che pensi segreta
ti consuma mentre ti nutre di cose estranee ai denti
cose che ti entrano nella pelle
droghe
di cui diventi inconsapevole dipendente
schiavo prigioniero adepto
la donna ti cammina sul cuore con tutto il suo peso
e appena sente la tua resilienza
allunga le braccia
in quell’interminabile amplesso tra silenzio e natura
per poi piano piano
divorarti
Da “Piccoli Dei di giada”
Ego cotto di sogni
l’ennesimo vagabondo tra campi di traffico col cuore in alto
pelle d’ego cotta di sogni incolore e morbida al tatto
attento al fremito di uccelli pronti per lo stormo
volatili con la mappa di un lungo viaggio - fissa nella pupilla
Egli ascolta il risuono delle ombre
appena i venti si stringono sotto le piume
prematuro Dio in una città di dispersi
ognuno col proprio Paradiso per cui lottare
ogni tanto un ardito
ricarico in Lui il Buono
qualcosa che salva del bene i principi
poi lo stormo parte
e a lui resta solo il sognare
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Un bicchiere di sole
è nel rumore di catene che si riconosce la libertà
pionieri con mappe d’oltre nel sangue
curiosità ha desideri radicati
è nella certezza di una forte tenebra
che il cuore già cieco inizia a brillare
buoni
cattivi
armate
legioni
con dentro il fuoco della vita
incerti a caccia dei grandi mali
per trovarne cura o tentarli con l’amore
è nel rumore di catene che il battito risuona più forte
perseveranza è amica del resiliente caduto in ginocchio
ma non nel credo
offrimi amico fraterno un bicchiere di sole
non provano dolore le ferite ma solo
se irrealizzati i sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Gli sposi
frutti frantumi settembrina dolcezza l’autunno brucia
vigne principesse danzano coi loro profumi un temporale
requiem per una rondine che fissa da una roccia il cielo poi chiude le ali
stalagmiti di ombre furtive troppo timide per avere un volto
ogni tanto una luce alza la voce in piena mezzanotte
un piccolo bimbo condanna il silenzio ad ascoltarne il pianto
forme aliene di giganti con armature di legno sussurrano ballate alle proprie radici
leggere barche di sogni scivolano sul fiume argenteo dei desideri fino alla Luna
due sposi falene celebrano l’amore sotto le stelle
una goccia di pioggia chiama il vento a farle strada
un lampo si spettina i biondi cappelli sulla schiena al buio del mondo
il tuono innamorato segue il mistero delle nuvole col rullo di tamburi
ventoso furore nostalgica piuma un abbraccio d’amanti
scomparsi gli astri l’occhio insonne affonda nel pozzo profondo del cielo
creature della notte cercano libertà sorvolando basse
il mistero magnifico della vita
Da “La Rosa dalla schiena nera”
la rosa dalla schiena nera
sangue piccione ubriaco al tramonto stanchezza seduce
rovine d’Oscuri Antichi che preghiamo in giardini di lumi
casa nel caos vicino ad orizzonti con pubblicità per un Regno
il mare verde nero blu in dipinti cari a qualche sognatore poeta
poi alle care colline i ricordi in rime che faranno la storia
un giovane Lestat sopra la locandina di un vecchio teatro
“scusi l’insistenza ma siamo angeli” recitano negli armadi i fantasmi
prima di una mezzanotte d’ottobre pronta per un Sabba di streghe
voliera d’astri nel piccolo palmo di un apprendista celeste
s’illumina nella dolce penombra la rosa dalla schiena nera
sanguina ad occidente il crepuscolo un fiume di fuoco
le nuvole in decomposizione avvide di piume inceneriscono raggi
un lui pensa “lei esisterà morte dopo morte” non banale estinzione
un Dio greco di ceramica fissa la bottiglia d’alcool con cui curare la noia
la somma dei colori di una farfalla è pari all’istinto che un fiore ha del proprio profumo
qualcosa decapita il sole e tutto diventa un inferno artificiale di luci
di notte i filosofi s’appartano nel pensiero e vi restano per scomunicare la nuova morale
sangue piccione ubriaco al tramonto la rosa dalla schiena nera - sboccia
Da “La Rosa dalla schiena nera”
In equilibrio sulle ali
il mio cuore grida sangue guerriero
volo di gabbiano ogni forte speranza
è l’alta marea fresa per scogli
o vento tormento al faro sul mare
onde barbiturici per la malinconia
ha tutti i sogni sulle ali spiegate
cerca nella tempesta perfetta – il lampo
contro cui duellare coi battiti
il mio cuore soldato lotta con tutti i respiri
non cede al primo tentativo di morte di mettergli paura
il mio cuore abbraccia nuvole aquile azzardo - piacere
e cerca qualunque sfida possa nutrirlo
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Solstizio d’inverno
colpa del fiume il morire alabastro la riva fango e detriti
credimi – ti sono sincera – ho visto Keats recitare al Globe da fantasma
le cornamuse ma solo a Dicembre sovrano e ribelle scozzese
gâteau in vetrina e sciarpa rossa? sembri del Tate il sovrano
continuiamo a incontrarci nel tempo sbagliato
era estate per me
per te è inverno
cittadino di prima classe l’artista in fuga dal nulla
canta nonostante il Tardis abbia il microfono rotto
ci amiamo in dimensioni del tempo diverse
arriverò da te appena l’alba
appena finito il sogno chissà
fino ad allora
panini soffici a Soho e in fila per autografi dei Comics
China Town piena di gente da sempre per sempre
noi
sapere dove cercarti ora
allora
o dopo
+
particelle di smog corrompono la storia degli edifici
vetrine dal gusto retrò eppure
nulla è semplice se dell’amore
nulla impossibile se nella fede
un nuovo ponte sul vecchio Tamigi
piccolo ma interessante Borough Market
e turbi il mio essere
e turbo i tuoi sogni
brandendo speranze spade contro la nebbia ogni oggi
ecco passita dai fondali d’acqua nero pece marea
ancora non so dove sei
ancora non ti conosco
potrei starti davanti in fila a uno Starbucks gestito da italiani
potresti nemmeno sorridermi perché sommerso
dalla ricerca del me sul pianeta del tuo cellulare
siamo in grave pericolo amore!
sta nevicando lì da te io stessa ho freddo nei sogni
un chicco di caffè al cioccolato nella tasca un biglietto di teatro
fissi ogni bellezza ti attraversi la strada
eppure mi aspetti
con tutto il cuore
tu aspetti me per salvarti
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Re e Regina Pangioia glitch of London
si sciolgono nonostante la neve le labbra se a fuoco
ci baciamo inverni estati primavere autunni e nuovamente
ci baciamo a Dicembre
dai ponti Tamigi sempre più sporco
sempre più scuro
sempre più freddo
un fibrillare dei tuoi seni appena in brividi io consapevole che esisti
a un fiocco ghiacciato - rubato il passaggio per l’Eden
divoratori di mele
di cereali di sigarette
di oppiacei caramelle
catturati dal programma di un videogioco
ci rigeneriamo in cloni di avatar innamorati e canditi per panettoni
chiatte insensibili al vento salgono al Barrier immutata l’onda
San Giorgio patrona qualche pub battezzate a birra le sante bandiere
rari i gabbiani del cielo padroni
ogni poema dal cinquecento ad oggi
si concentra nel fumo
nella nebbia
nell’attesa del torpore in un locale spiritato dai demoni
di qualche poeta illuso morendo di restare immortale
nudi insensibili al mondo
rubato il corpo alla fame
Pangioia il Glitch più alla moda di Londra
Ivanhoe esce dalla storia a spada nel traffico e muore
ci baciamo ignari di ereditare
il trono
il regno
la gloria
ci baciamo come se tenessimo lo scettro della magia
negli occhi
mentre
dalla saga di Doctor Who si scopre che Gallifrey esiste
che i regnanti e i Dalek hanno un accordo
mentre
al St Ermin’s Hotel il tè è perfetto dopo la doccia
e davanti lo Scotland Yard ci spia incredulo
noi si possa ancora appartenere all’amore
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Terra di Dei
appena un morso del giorno se felice lo saprai dal primo caffè
vivi un regno con casette di marzapane re e regine di zucchero
sulle tue dita gelate l’inverno conta i tremiti di solitudine
vorresti trovarla
vorresti
coi sogni nelle scarpe in guerra contro la pioggia
un bozzolo di regali appeso al soffitto di un castello senza vetri alle finestre
nel ghiaccio l’unico te assopito da ere in attesa che lei poi rinasca
divoratore ufficiale di cioccolato fondente
scrivi lettere di speranza al Babbo
non fa mai male l’amore
il vero non lo trovi a buon mercato
sei disposto a cercare
nel fango
tra le masse
alle fermate del bus
sui rotocalchi
lei è una strega
la donna vive di sogni e vola in pazzia nella mente di chi la ama
t’addormenti col telecomando puntato sul desiderio
mentre fuori fiocchi di neve compongono galassie sugli alberi
t’elevi sui trampoli dei resti di panpepato per afferrarla all’etere
da uno schermo con onniscienza Wikipedia il GPS va alle Madonne
la curiosità ha smarrito la sciarpa al freddo detoni il battito
nessuna indicazione nessun cartello stradale con scritto “Futuro!” pazienza
in fondo alla via
qualunque nome essa abbia
inizierà – ne sei certo
la Terra degli Dei
lei lì avrà casa
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Notti nere
notti nere
notte di cera che si consuma col fuoco
notti sirene con demoni in catene al sangue che palpita nella vena
sentieri con piombo fuso nella tua mente
febbre a quaranta a cento a mille
sotto pelle la lava in sintonia coi sogni
l’amore non ha pietà! figliolo – senti dire una voce
notti disfatte in sudore umori celesti senza un corpo
torsioni d’acque in strati di nuvole rigide alle emozioni
e quando resti senz’aria perché si spingono nel tuo tremito
allora le notti nere diventano penitenza
puttane ambite dal tuo cervello
così
vai in baldoria al Diavolo e incendi tutto quello che ti sta in fronte
svuoti lo stomaco di malinconie eroina
per ritrovarti in notti senza saliva in bocca a cercare brividi allegri
mentre il mondo va a puttane
e tu sei in cima allo Shard nel tuo pazzo fibrillato cervello
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Dolce a me tu mia perduta ancora
tu perduta con sti occhi lacrimando dopo
vorrei non più cercarti nei ricordi ma averti
ancora un sorriso ancora una parola ancora
ma nulla di ciò che merito io ho col mio volere
sei li con qualche tuo sogno e spero bene
nessuno più di me in questa vita ha esaltato l’eden
ma ti dirò che oggi che adesso io lo odio
poiché alle sue finestre tu non esci
mi resti in memoria un deglutire vuoto
tutte le tue foto sorridenti e mute
io vorrei potessi abbracciarti ancora
ma l’aria mi stringe nei polmoni in cui ardi
ti posso augurare ancora un Buon anno
ovunque del te rimasto in me ci sia orma
il cero s’è consumato di profumo per le feste
sebbene nella sua luce vedo t’allontani
perdona se mai del mio dopo non abbia avuto modo per restarti
nel tuo viaggio raggiungerti mai più se non con timida speranza
amore di madre amore che mi manca e ancora più la voce
accogli questo canto nel tuo Paradiso a cui rivolgo triste l’occhio
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
nocciole tostate biscotti all’arancia e pioggia
risveglio spinge di gelo in pelle
il letto è un panda di gioia
un certo Salomon Burke canta alla radio
mentre la moka frigge sul fuoco
notte ancora nel capo Dicembre balla un rigido il twist con i corvi
la pioggia si spalma sull’alba ma ho gli stivali da guerra
nocciole tostate biscotti all’arancia lacrima un cucchiaino di miele
sotto all’albero di Natale dei doni ma non gli abbracci
scrivo lettere nella mente di un magico Babbo Natale arrenato al Polo
mi stringi in una giacca di piuma perché le ali dei sogni non prendano brina
affondo nel giorno e non so di averti
ti cerco in una vetrina pomposa che specchia solo un uomo
Parigi naviga sopra un battello l’agenzia di viaggi è chiusa
mi lancio contro la neve mischiata a pioggia sperando destino m’ascolti
seduco le lancette del tempo lo fermo un attimo su alcuni secondi
t’afferro alla mia mente t’immagino qui nonostante l’inverno
ti cerco nel corpo i segreti del mio essere felice
poi mi accorgo che nonostante le forze tu sei soltanto – pioggia
ho sempre fame
una fame disperata di dolce
le coccole sono leggende che non racconta più nessuno
se si vendessero ci sarebbero folli
in file lunghe
lunghe pianeti
universi
infiniti
one way non end
ho scritto sulle vetrine coi guanti nuovi – ti amo
tu lo leggerai un giorno
perché non impresso sul vetro ma nella sua anima
come nella mia resta la consapevolezza che il cercarti
renda entusiasmante questo Natale
fatti trovare amore
fatti arrivare da Babbo Natale e bussa alla mia porta
prometto farò il solletico alle scale perché tremino di gioia
e per San Puffo educherò l’inverno a essere sempre bianco
per i tuoi occhi
solo per i tuoi occhi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Dicembriamo
dicembriamo con vini rossi la festa nel cuore salute alla gioia
abbiamo accumulato tristezze per tutto l’anno un osso in più al cane
viviamo col complesso dello straordinario da cercare in bocca al destino
che non molla maledetto quel dente d’oro che renderebbe le cose più felici
resteremo ubriachi di sogni per tutta la storia
saremo pionieri di strane conquiste
sperimenteremo il male d’amore nello stomaco
coi parassiti nel cervello a volte - quando in guerra contro nostri fratelli
dicembriamo per quelli partiti
per gli ultimi in prima fila con la morte
per quelli che combattono col respiro
per i bimbi col cancro negli occhi lucidi di speranza
perché dicembriamo dimenticando queste cose
?
perché amare è più difficile di una guerra
?
perché non so dire scusa ho sbagliato – oggi
?
perché aspettiamo il futuro
?
come si aspetta una strage di cui cibarci perché
senza altri doni
dicembriamo
tu
mio caro al cuore
stammi vicino coi soli respiri
non faro nella tua mente alcun rumore soltanto un’idea
lascerò scintilla accesa faro per qualche tuo sogno
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Golem’s Christmas Kiss
labbra di ghiaccio violacea alba resiste cristallo la neve
spacca folle il sorriso gabbiano tutti in crociera coi sogni
con la lingua contro il palato lo zucchero al caffè rimasto in bocca
ti spingo con gli occhi nell’immaginario poi via d’amore col tuo riflesso
battiti in stereo respiri in blocchi d’argilla atomica l’anima
in cerca del viaggio perfetto ma un viaggio sapere per dove
licheni sugli Olimpi senza un tempo oligarca sul nascituro Dio
di notte sorbire gli astri il vuoto riempia di bene ardano gli occhi
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
awarmlastdaybeforeChristmas
al diavolo sparse stelle assassine e dolcezza sperpera il Dio dei Sogni
non nevica nemmeno invocata Madonna il fumo ci benedice tutti
siamo nascosti nei tablet nei cellulari una generazione di verbofomani scriba
adoratori di Photoshop e divoratori di youporn in 4k
fondatori e soci onorari del sistema Natale binario su server protetti
ogni tanto però ecco un sussurro
un sospiro
umano
d’amore
aspetta! aspetta! non siamo abituati a scambiarci gioia ma doni
e mortificato il cuore si piega nell’angolo del respiro e resta
muto
non devi imprecare a Natale! diceva mia madre col segno di ruga in fronte
le ho scippato lacrime per l’ardire del mio congedo annuale dal credo
vabbé nascituro il piccolino - lo chiameranno Dio come sempre
ogni anno
l’Umanità tira a noia –
solo col crack e coca cola si vende molto bene la roba
inchinati! e vibra una vocina nel capo che sa di trovarti
al buio senza stella ogni tristezza fissa zibillina (furbetta) ombra
non si mettono luminarie alle solitudini che zippano malinconie sulle distanze
abbiamo megafoni con distress signal sul cuore lanciati nello spazio
e dal profondo del nulla arriva un canto – come un abbraccio ma tu sei già dei sogni
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
zeisme
tutto il cielo trema sulle acque
un Babbo Natale smarrito nuota nel traffico infuriata la renna
gelo in mezzo e sopra le case aspetta un trapianto di cuore il cemento
malati in pensiero gli obesi di chimere si aspettano miracoli
coi passi veloci partito già dall’infanzia mai voler arrivare
il sesto senso prende coraggio da un universo di fiaba e decolla
A Natale tutti più buoni! sulla T-shirt di un ragazzo senza cappotto
col fuoco nelle vene e farfalle nello stomaco il mondo accetta i sogni
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Melacembrina e panbriciole invernale
cospargi sentieri con briciole
torsoli di mela dicembrina
lanciami petali gelati di rose o argento in fiocchi
disfa i miei segreti dal corpo
paga all’inverno il tributo di semi
nascondi a Dicembre il tuo fuoco
e stringimi
stringimi alle tue tempie
di notte col silenzio in trama alla lana
erigimi templi
monumenti
d’amore
portami sul filo di un abisso per poi salvarmi
non farmi mai capire il costo delle tue fatiche
ma solo il ridere di ogni giorno il premio
da ogni mal guarita
fai suonare Chopin in mia assenza
parla a Eliott a Byron a Keats delle tue pene
incolla una mia foto al muro di casa per allontanare il buio
così che la speranza non smetta mai di cercarci
abbracciami se non mi avrai ancora conosciuto
fermami in strada non sospettando nemmeno il mio nome
ti terrò per la camicia per non perdere i tuoi occhi
senza sentire i colpi dell’inverno entrarmi in gola con l’aria
ti dirò che amore è per sempre e ovunque
porta solo un paio di jeans e scarpe basse non alla moda
danza sulle foglie morte con il ritmo di uno strano fuoco
consapevole che la vita duri - quanto durano i sogni
Da “pozioni di crackoina post sentimentale”
Abbracciami! In fondo è Natale.
eccomi qui sull’orlo di un anno a sperare a consumare a resistere
appese libellule di ghiaccio a un albero rianimato con stelle a basso consumo
eccomi qui a credere a sognare a pensare a domandare – ancora
chiudimi tu che mi leggi in un abbraccio
in fondo è Natale!
forse non so credere abbastanza
forse ho troppa fede per la mia specie
ma tu che vedi oltre le parole
fami crescere ali sulle spalle
con che cosa?
con quello in cui credi
semplicemente vivendo
tornando da me ogni tanto
da me che alzo castelli con blasoni e regni di draghi
salva la mia anima dalla guerra romantica con i fiocchi di neve
nascondimi in una astronave dormitorio d’angeli per folleggiare eternauta
fumando di nascosto
bevendo fino a crollare
fissando il blu del cielo senza motivi
cercando dell’amore il senso magari in una favola
stringimi
stringimi
stringimi forte alla tua anima
lotta con me contro il freddo inverno
t’insegnerò ad accendere appena riposa il nuvolo – le stelle
così a Natale tristi o felici
poveri o ricchi
amati o solitari
tutti avranno la propria stella accesa sopra il capo
per sperare
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
nuvole aquile
il mio cuore grida sangue guerriero
volo di gabbiano ogni forte speranza
è un’alta marea fresa per scogli
o vento tormento al faro sul mare
onde barbiturici per la malinconia
ha tutti i sogni sulle ali spiegate
cerca nella tempesta perfetta – il lampo
contro cui duellare coi battiti
il mio cuore soldato lotta con tutti i respiri
non cede al primo tentativo di morte di mettergli paura
il mio cuore abbraccia nuvole aquile azzardo e piacere
cerca qualunque sfida che possa nutrirlo
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
are you sleeping (canzone di Natale)
are you sleeping
candida ma fredda la Luna e le stele argento
un bacio di bianco sulla fronte di Terra un cristallo scintilla diamanti
qualcosa si spezza nel dentro
un brivido ferma il battito
amore
amore silenzio – parole sospirano senza labbra i legni
voliamo coi sogni in un mondo etere e incandescente
impalpabile solo il respiro davanti al nulla
voliamo innamorati di strade
di ombre
di mani in strette perenni
ghiacciai i silenzi
occhi socchiusi e polvere di scintille dal cuore sfalda il tetto
siamo unicorni
farfalle di ghiaccio
siamo tutti re e regine
incastonati in qualche diadema fantasma sulla fronte di un Dio senza tempo
villeggianti di un Paradiso con poca Fortuna in attesa del Luna Park della gioia
mentre una canzone scende in fiocchi sopra i nostri capi
are you sleeping
ci attraversa le carni una stella cometa
in folle viaggio verso un non dove
il mare non ha un inizio o un abisso o un confine
are you sleeping
all’alba
ovunque l’alba faccia decollare le nostre ali
io inizio a cercarti per mai perderti
così nella calma tutto pare abbia una sorte
anche il dolce ricamo di neve sopra la mia pelle di lava
are you sleeping
si sente sussurrare di notte alle porte
il vento soltanto conosce bene le parole di questa canzone
are you sleeping
significa stringimi forte al tuo petto
ed ogni uomo o fantasma nel mondo
diventa tutt’uno con altri battiti
l’amore è un mistero
vergini polveri d’astri avanzi di pane raffermo occhi pieni di pianto
poveri o ricchi
la Regina delle Nevi soffia incantesimi al buio
piccoli in attesa di doni
grandi col palpito d’amore
nel vischio impronta fortuna
a volte credere è l’attimo in cui tutto ha inizio
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
La città delle streghe
Dimmi di trattenere il respirare. Così. Sì proprio così.
Dimmi di fermare i battiti del cuore fino a sentire il vuoto,
finché lo stomaco non urlerà per la fame d’aria.
Convincimi che è sempre estate e non autunno.
Ferma le lancette del tempo sul bacio.
Assorbimi i sogni dalla saliva.
Congiungiti ai miei sensi,
scriviti il mio nome sulle cellule,
aspettami in capo al mondo dopo ogni morte
per ritornare assieme.
Sii il mio LSD d’amore,
il mio allucinogeno indelebile dal palato.
Togli la mia sete vampira dalle labbra.
Esponimi alla luce degli astri riflessi nei tuoi occhi.
Bruciare, guardami bruciare in questa stanza,
ammaestra il mio fuoco, condividendo il dolore.
Dammi la spinta all’Eden.,
portami a spasso per l’eternità
mostrami com’è fatto l’universo da dietro gli occhi chiusi
e se perduta tu non rianimarmi –
resterò nella Galassia degli Innamorati in attesa
che il tuo cuore stanco di battere per niente
venga a cercarmi
venga a domare la mia sete di baci
ed io ti contaminerò con l’ardore
…
Dimmi di trattenere il respiro.
Così. Proprio così. Sì.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Disastri d’amore e miracoli sotto i lampioni di uno Starbucks
Poema di Natale
ritroverai il tuo cuore in un punto dove parla la pioggia
strapperai la pelle legnosa a un albero per coprirti i tremiti
nei giorni di festa penserai lontano fuori dal calendario delle tempeste
e t’innamorerai perdutamente dei disastri del tuo alter ego
aspetterai raggomitolato in un sogno che nasca il nuovo ieri
immaginerai di riempire la bocca della gente con i miracoli
e solo per farti un regalo straordinario
abiterai una stagione perfetta per il volo
seminando al buio nell’altrui sterno briciole di nuvole
per altra fredda pioggia
che ghiaccerà al confine col mondo
per regalarti - sorrisi
poi
ti toglierai il cuore dal petto partiti gli stormi da molto
disporrai tracheotomie di meraviglia alle folle
sfidando la città col sangue radioattivo di poemi
e antigelo nell’immaginario preso a bruciare per qualcosa
un mattino nevicherà inaspettatamente
le tue ossa radioattive si trascineranno sotto i lampioni
fino al primo starbucks
aspettando l’autoistruzione del gelido nel cosmo umano intorno
spinto per urgenza a una respirazione bocca a bocca
mentre da sotto ombrelli tristi e ombrelli allegri
gli occhi d’altri cercheranno i tuoi
che brilleranno forti di una scintilla
chiamata amore o altro
e sotto la neve quel giorno tu sarai il Natale
ogni
ogni cosa intorno
t’assorbirà nella fretta di esistere
poi
a lei dirai che ci sarai per sempre
nonostante l’inverno
consegnerai della gioia al vagabondo nascosto nell’ombra
perché smetta di stare al gelo
e se nonostante tutto lui tremerà ancora
allora lo porterai a casa come un vecchio amico
dopotutto a Natale i miracoli
se esistono
perché nati da ciò in cui credi
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
autunniade
danze maori di nembi
lampioni ancora in pigiama
falene ignare di morte
fantasmi di nebbia
lacrimante l’ asfalto
campi di corvi
nere le strade
malato d’amore
nel battito la risposta
elettrico il sogno
casetta di zucchero e marzapane
balde runner – cercano gli occhi
perdonami non so quando ritorno
volantini incollati ai muri
passito settembre
rose col capo di fiamma
amore i profumi
candide stelle
sussurra il tramonto
piaceri ardenti
un’innamorata canta
Da “Piccoli Dei di giada”
requiem per una rondine
stanca l’ala
il blu negli occhi
sole nel cuore
leggero il sogno
lontano il fiore
azzurro il nido
del vento la spinta
fino all’Eden
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Ec
strade battute di traffico per amanti senza indirizzo d’amore
è autunno qualcosa sussurra al mio orecchio probabilmente il vento
un’astronave è pronta per portarmi nei prossimi sogni
cerco con gli occhi una stella da chiamare dopo la vita - casa
sono dannatamente perduto per amore
sono dannatamente sulla strada sbagliata
sono sempre sono prossimo all’ennesimo fallimento
sono sempre sono lo stesso me perdente
fiaccole accese nel buio di una metropoli spazzatura i cuori
illuminano la notte dei disperati le preghiere di una speranza
danzano le chiome al rave delle solitarie ombre
c’è una scintilla sopra la città chiamata dai viventi – credo
strade a fuoco tra foglie ferite in colore da fiamma
autunno bisbiglia a pioggia parole d’amore
e tu ti perdi
leggero passo felino sui viali senza ritorno
Da “Piccoli Dei di giada”
Infrangibile
gli uomini a volte si spingono come i fantasmi nella tua vita
perdi la loro conta
dimentichi i nomi
detergi quei lunghi discorsi con un ricordo
che getti nella spazzatura della memoria
nel locale vicino a Crematoria
dove un bel giorno darai fuoco a tutto
impazzirai --
e ti porteranno via con una ambulanza di sogni
verso un asilo progettato da un film horror low cost
mai girato dalla produzione
causa morte il protagonista
e tu resterai abbracciato ai gomitoli di polvere
col braccio dentro un gigantesco vaso di Nutella
che ti trasformerà in pietra come Medusa
a fare da spettro ai ragazzini in cerca di brividi
nel manicomio del tuo pensiero
Da “Piccoli Dei di giada”
Messa per un temporale
cavalli di fuoco tempesta e sul mare s’accende la spuma dell’onda
un faro cieco guardiano del cielo chiama dagli abissi i tritoni
sirene conchiglie naufraghe cantano alle rive
salvezza implorando da sabbia seppur baciata la scaglia
deterse ma di muschio le rocce ancorati i granchi
chele di alghe brontola nervoso l’abisso
il cielo si traveste da cuore il cui palpito tuona
ogni tanto sospira lontano Orizzonte
Da “Piccoli Dei di giada”
La Brosh (fiori di Marte)
Domenica è un ricamo di ore veloci senza presa di noia
l’amore plasma uno stormo sulle nuvole alte
nel tuo cuore si alza un aquilone ribelle ai venti
a ritmo di Lakmé una ballerina creola balla in un carillon usato
terre di giada dietro le palpebre un sogno
vento torpore temporale avanza in punta d’ala
rose di fuoco spalmano i profumi prima del ballo
Tartini dirige un’orchestra dall’Ade
disperso nella lenta cadenza del tempo diventi un nembo
t’impasti al blu dolorante del corpo che ti pesa senz’ali
versi sui pensieri ogni forza ti tenga in vita
lacrima pioggia sui fiori di Marte ma il tuo cuore sorride
Da “Piccoli Dei di giada”
moonlight butterfly
parole cucite in filo di fede alla carne
per non fare tremare l’osso al buio - Dio l’ha fatto bianco
così resisto in una grande buia e fredda gabbia di matti
provando un pensiero d’amore per tutto ciò che mi tempesta
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Dolcemente assassina
fantasmi di fili di seta le mani leggere sugli occhi
tele di ragno le tende dei sogni da cui arrivare
forma perduta il corpo sulla bocca del letto
in piedi solo l’ombra del mio fuoco ti cerca
non sonno
non sbornia
fida droga il miscuglio le erbe con il dolore
l’attesa nel capo il tremore i brividi
le ulcere dei nervi tesi allo spasmo le grida
sirene rumori boomerang
coccodrilli di ombre lacrimanti autunno
nudi di nuvole grigie incorniciate da fulmini sul muro celeste
mi scavi nel petto fino allo stomaco per rubarmi farfalle i respiri
uccello nella voliera la tua anima
io dolcemente assassina
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Arkade
Terra di fuoco
fiori selvaggi profumi al sole
nuda
perché brilla sciocca stella al posto dei tuoi occhi
eccomi
buie stanze nel capo non v’è certezza
danzare
col solo immaginario ti cerco
per amore
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
seagulls
barche braccia aperte vele verso un dove dell' immaginario pilota
segnale sul cellulare assente volo cieco il mare con onde giganti di sogni
ti prometto di non atterrare mai se ferito dalla scalate di acque
ma tu resisti amore! gabbiano il formicolio verso lo straordinario
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
27 novembre 2016
ogni tanto corro con le nuvole
fino alle navi in rotta per l’Oriente di un pianeta lontano
mi tuffo in un’onda d’erba per rubarne il profumo incanto per qualche farfalla
bacio la spalla di un guerriero fantasma e ne seguo i sogni
ogni tanto sussurro all’orecchio del vento la mia canzone
solitudine mi abbraccia in solitudine alzo le ali e volo
mi dico sono solo uno spirito di passaggio il male non conta
così spingo il mio cuore a mille e cerco del mio faro gli occhi
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
saprinofomani
bicipiti di un moto d’amore perforano a colpi il sogno
perché carezzi l’aria senza mai voltarti
i miei occhi ti cercano sfidando le stagioni
hai sussurrato solo misteri per non farti trovare
“saprinofomani” spaziano sulle strade sono predatori di mete
da tempo ignoro il moto perpetuo di un ragionamento sensato
salto abissi guadi dirupi di una holding che mi trasforma
crisalide in un bozzolo a prova di temporali
le campane della Domenica rallegrano spiriti
sorrido solo se l’ultima vita con ali sarà rimasta a casa
mi faccio nido in un pensiero e ci rimango
forse i dubbi smetteranno di colpirmi il cuore - altrimenti pace
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
out of touch
l’alba dalla finestra è un fiore appena sbocciato
con l’occhio torni a danzare il sorriso nel capo ma labbra mute
segnaletica d’ombre verso la cucina
a piedi nudi ritrovi nell’universo del caffè caldo le tue origini
…..
soldato in armatura di fede contro il quotidiano
pensi al drago dietro la porta di casa
chiudi i problemi col tappo del dentifricio oramai alla fine
mentre incontri nello specchio ancora sognanti i tuoi occhi
offri la mancia alla sorte rincorri il fantasma
quello che salva le tue gambe dallo spezzarsi quando scendi le scale
saltando i gradini tre alla volta - tu ancora bambino fino al midollo
ogni cosa che consumi per amore resiste ai mali
e dall’universo arrivano
folata di vento cenni di pioggia nuvole dj sotto il cielo
coro di tuoni qualcosa corre fugge si disperde – le ali
silenti stormi lasciano spazio all’inverno precoce
fulmini gabbiani sfidano l’abisso celeste con la fiamma
ed sheeran amplifica nelle cuffie il ritmo del cuore
sosia d’alieni clonati nei bar s’incollano ai semafori
non puoi schivare l’oscurità se cerchi la luce e cedi al passo
che spedito traccia la scia di una promessa per una lei appena sveglia
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
jingle
palazzi code di gatti intrecciate davanti alla Luna
periscopio d’ombra emerge dai corpi di cemento a fissare le stelle
caramelle di zucchero esseri alle piccole finestre ad aspettare il futuro
mentre la glassa della loro anima
cola in lettere d’amore spedite coi respiri ai fantasmi
danze tribali del vento tra i labirinti di strade
semafori in coma sul giallo intermittente mayday allo spazio
polveri giocano a sbattere contro qualche vetrina
pompieri corrono verso l’ultima vita rimasta a bruciare senza aiuti
un jingle alla radio - da un’auto di guardia notturna
seducenti parassiti seviziano il pelo d’un cane abbandonato
lei non conosce altro mestiere e si fa pagare
ogni angolo di strada racconta di spiriti
e da sotto il piume il mondo ti sembra più buono
tutte scimmie sopra un casco di banane così noi per l’amore
col sorriso allontani la morte per pochi secondi
forse sta scritta da qualche parte di ogni dolore la cura
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
dandelion
ti sorrido col cuore t’afferro poi ti lascio volare
dandelion all’orecchio - il vento contro le palpebre col tramonto
le ombre diventano giganti mentre la città respira sigari di bitumi
dove le anime curano le loro ustioni da sogni col cioccolato o piatti di pasta
statue di viali ci sorreggono in orizzontale l’atterraggio
sono immersa cerebralmente nelle scoperte dei pochi
tu mi spii da sopra una nuvola senza galleggiante
vorrei alzarmi in punta dei piedi per toccarti ma sei solo un fantasma
dietro la porta di casa ogni anima perfetta è l’astronauta
in un proprio piccolo universo fatto di brevi scintille
gioie tra cubetti di zucchero e caffè amaro
numeri nelle bollette ogni giorno dicono l’infinito non conosca gli uomini
reggimi in speranza anche se adesso non mi vedi – guardami!
ogni tanto faccio un polpettone di tutti i miei sbagli è normale
sentirsi diametralmente opposto alla grandezza del tutto
dandelion secco nel libro di Shakespeare – Tamigi in piena
ti sorrido da un posto nel capo che prevede il futuro
un film che regge la platea di tutta la storia
scivolo ancora su qualche ricordo prima di chiudere a chiave
tutte stanze con giornali portati via dal vento e temporali
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Low
friggono i pavimenti i soffitti le vetrate delle finestre
col buio s’incendiano gli atomi della casa
di cenere le ultime battute tra l’aria e i fantasmi
spazzate via dall’involontario passo di un malinconico astro
ho trovato le tue mani sopra il mio petto
tieni il crudo del cuore in mano - sanguina e stringi
Napoleone scrive a Josephine in un tempo parallelo - lettere d’amore
mentre sui nostri corpi camminano gli angeli trascinandosi l’ala
e tremo
coi battiti lancio segnali di soccorso alle stelle
tu guidi legioni di nuvole a tempesta
con gli occhi osservi il mio nervo contratto– bloccato - muto
muscoli contro muscoli - mani nervose – deliri
cadiamo sulle lenzuola simili a fiocchi di neve
pieno inverno un orso polare la fame d’amore
sulla battigia dell’iceberg silenzio i corpi sopravvissuti
mentre il vento artico ci spinge a immergerci nel sogno
ecco il fuoco
veleno lava piombo fuso in lunghe catene di vene
chiglie in balia di flutti senza bussola sopra anomala onda
tu mi strappi dalla carne il grido
io ti soffoco - fissandoti gli occhi
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
stringimi
pensiero spezza quiete e assorbe tutta l’aria di questa stanza
brividi in blocchi di freddo lontana eco sbagliato l’amore
tesse sulla mia pelle bozzoli dove rinchiudo sudati spettri
tesi i nervi fino allo spasmo tu nei circuiti in tilt della calma
ti prego fermami –
vicino al collasso la febbre e i sogni
contro le pareti sbattono i respiri che non controllo
io non più io ma solo due mani sulla tua anima
di tutte le morfine il sonno mi tocca mi stringe mi copre
un castello di sabbia sulle labbra del vento ciò che stringo
mi perdo scivolo nel sangue di un mostro che assorbe la vita
mentre tutti i mondi in frantumi collidono in questi occhi
silenzio spezzato stretti i respiri esperienze extrasensoriali
non fammi cadere le mie mani reggono il cielo
ogni battaglia con te è tempesta e piove
autunno l’alba le lenzuola nuvole ancora t’aspetterò stasera
poi mi tolgo dall’ombra della notte per farti spazio
mordiamo dalla mela Luna finché scoppiamo in sorrisi
con un martello di glicine in fiori mi spacchi il cuore
“va bene così” ti dico mentre torno nella cornice di una foto
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Camelot
poi alziamo tutti una diga
diventiamo sordi alle parole ma non al vento
prendiamo la strada più sbagliata per cercare il mare
e davanti all’ennesima onda ci tuffiamo felici di non aver capito nulla dei sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Donna tu …
Coi “se” tormenti il capo fino al brusio degli spettri.
Corde vocali bloccate sullo stop di una parola rimasta a fermare il respiro in gola.
Amori di argilla in format di sogni …
ogni tanto un grido sospiro di nostalgia,
mentre -
file d’anguille nei fiume d’asfalto che cosa cerchiamo “nessuno lo dice”
mentre -
avventura o brivido o passeggiata sull’orlo di un vulcano ti vogliono,
mentre -
la lava in tutte le vene grida d’amore coi battiti.
Tu solo tu donna, sbocci con calma in tempesta!
Finché qualcosa non t’inginocchia non ti butta a terra o ti trafigge.
Finche non ti menti da sola davanti allo specchio.
Finché non spalmi sopra il dolore altra follia
che fa male da dentro -
perché l’anima non ha pelle ma soltanto nervi.
Se dell’amore tu conti le ore non è per alleggerirne il peso -
anzi …
è per addolcire quella che grava quando “lui “ti manca.
Tu tremi!
Tu disperi!
Tu langui!
Così è la chiglia in tempesta con piena stiva -
incerto il marinaio
se il salvare tesoro o se stesso o entrambi davanti a sconosciuta forza.
Dei suoi battiti …
lui ascolta solo la speranza poi s’affida a sconosciuta stella
che in salvezza dovrebbe guidarlo al faro! caro ai prodi in tempi di duro inferno.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Mi consumo
un coro di voci per zuccherare l’ombra prima del buio
perdente
spezzato fino dentro la fibra delicata dell’essere
io mi mento regolarmente per non diventare un diverso con dei veri talenti
commediante pagliaccio vagabondo pioniere o pirata
mi consumo
di febbre
per amore
o in sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Strong ideals are not a gift of fortune but a way of faith.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
poi rimani
nella piccola tana del cuore
a schivare i colpi di vento
mentre l’autunno si soddisfa di pioggia
un lui anticipa una lei sulla metro
e le guarda gli occhi
lei pallida creatura lo fissa con incertezza
mentre le piovono sulla testa fiori astrali senza profumo
in un vagone stipato di anime fredde in attesa di sorte
corri lontano
corri veloce
corri trattenendo il respiro
arrivi in cima al tuo fuoco
a chiedere disperatamente al vento
di alzarne le fiamme
e ti ritrovi
coi salici a solleticare uno specchio d’acqua fresca
con le mani disegnare dimore per i sogni a occhi aperti
mentre agosto finisce in porcellino salvadanaio dell’immaginario
fatto con pezzi di nuvole e decoupage di fronde
e lui poi
la cercherà ovunque
cercherà il suo viso nella folla di ogni giorno
la cercherà in una canzone alla radio di un artista che farà fortuna
nel gusto precoce di una fragola rubata al sole
mentre lei invecchierà col dilemma
“sarà mai stata amata profondamente da qualcuno”
un arcobaleno farfalla le mostrerà la via
che dal cuore arriva lontano
dove lui ha lasciato per lei tutti i battiti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
treno di mezzanotte
con te tremo
solo tu scopi la mia anima fino a lacerarne i sogni
seduto nella mia mente ti rigeneri in piacere
che mi trasporta oltre ogni pena
solo tu togli la cortina di buio dai miei occhi
mi trasformi in animale da compagnia per la Lussuria
ogni cellula ogni atomo in questo amniotico universo
legato alle tue catene
con i silenzi
sciaboli nella mia bocca fino a frantumarmi il respiro
diventi un gigante in corsa verso il Nulla dopo mezzanotte
è solo un viaggio dentro l’oscurità della nostra ombra
in un momento e in un luogo perfetti
poggia il bagaglio di sconfitte mio eroe
sopra i prati della mia anima verde
nascondi in me la tua tristezza o l’agonia
lascia che rapisca al tuo dolore gli acmi
fammi togliere l’unto dalle vetrate sul tuo Eden
spazzare via l’infetto incolore dalle tue labbra
tieni al petto il biglietto della senile Fortuna
quando arrivato il treno – sii pronto per i miei sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
volo di rondine
volo di rondine scorre nel mio sangue
lanciami contro un foglio di carta rosso tramonto
arrotola gli orli del mare in cui mi consumo bruciante
portami sotto il tuo braccio in brividi
cercami sulle strade sbagliate con meno traffico d’auto
guardami in quella goccia sulla punta del naso pronta a cadere
strofina i palmi affinché friggano prima di scaldarmi la guancia
ascoltami il silenzio mio faro in mezzo al buio sparso di lentiggini astri
è come un soffio il cadere dal ponte dei desideri - nessuno è mai sotto
mi troverai in una scatola di cioccolatini a San Valentino in una vetrina
mi compreresti se sapessi che sono del tuo gusto preferito - caffè e mandorle
mi riconosceresti passati gli anni e tenuti al sicuro dalla vecchiaia solo i sogni
mi riconosceresti in mezzo alla folla della metropolitana in una giornata qualunque
chiudimi ora nel castello degli orrori al Circo Meraviglia rimasto nel nostro futuro
potrai addestrare gli unicorni a correre dalla tua mente al mio cuore
io terrò aperte le porte di un sogno durante tutte le stagioni
tu impara solo a essere rondine amore mio a dispetto di qualsiasi distanza
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
“cercatemi nell’immortalità di Keats”
un torrente d’acqua cadono d’autunno le foglie
l’alba si spinge a fatica negli occhi ancora legati a chimera
al funerale del piccolo insetto attende solo un ragno
il tuo nome è “speranza” recitano pleonastici i Vangeli
fili d’azzurro s’innestano al tuo corpo e diventano vene
troppo turbolenti i venti perché qualcuno ti possa volare dentro
ogni temporale alza onde di un mare senza fondali
quelli da cui emergi raramente e solo per respirare aria
tracce radioattive di sogni in ogni cucchiaio di caffè nella Moka
l’amore non manda più lunghe lettere di carta ma solo brevi messaggi
tra i nervi dei tuoi muscoli nel corpo a volte filtra un po’ di sole
“cercatemi nell’immortalità di Keats” recita la tua tazza di caffè al mattino
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Bologna blu
tremano i passi in cima agli Asinelli testarda la nebbia
autunno colonna con larici di cemento ondeggiano dell’amore i capelli
sfiorano i battiti cupole e cime un grido dall’oltre di salvataggio
ogni tanto una mano di donna accende una candela in una delle sette chiese
ristoranti - ristoranti trattorie mercati e oro nei sensi
pendente la torre il cuore ha una storia nelle sue fondamenta
a volte gli innamorati si smarriscono per poi stare fermi nell’armonia del vuoto
facce ombre gentili colori e montagne di foglie morte Bologna palpito nelle vene
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
In fuga dalle parole
sedici rami intrecciati linfa in shock da buio
credo che dormendo le catene allentino la forza
strappami al tessuto alla sbornia d’assoluto alle similitudini
vieni a cercarmi in un campo verde con l’alba
sdraiami il capo nei tuoi palmi e fammi l’amore senza corpi
accendi i nervi nel tuo stomaco
dai luce ai globi nello sguardo
fai ardere la linea della mortalità oltre la carne
poi in un intreccio di mani
ti dirò il mio nome – futuro
vienimi a cercare se affamato di Primavera
sedici rami intrecciati le nostre radici
dammi la bugia
oppio si firma l’anima se stretta al sudore
quando mi vinci
rosa ogni incubo dove grido il tuo nome
il cielo in caduta più forte di ogni apocalisse
rosa le pareti di una casa che brucia dell’inferno
come quando ti penso e nessuno mi spegne i ricordi
divorerò i minuti dall’orologio
seppellirò il tempo sotto i tacchi delle scarpe alte
guiderò fino a perdere la conta dei chilometri
senza più darti questa follia
ma mi sentirai appena ci sarà il vero silenzio
oh tu sentirai questo fantasma
vincerò sul tuo corpo in fiamme
e non ci sarà che il sogno fino all’alba
poi esausto di bugie – sarai tu a gridare coi soli battiti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Lentamente
quando ho smesso di respirare ti ho congelato la bocca
la tristezza è diventata stanchezza che ho curato col buio
mentre ascoltavo la tua voce delirarmi nel sangue
più gridavo
più il dolore mi chiamava dai sogni
ci siamo abbracciati più volte di quanto ci fossimo mai parlati
sulle strade
in un autobus affollato
sul pianerottolo di palazzo
in cui abitavamo come vicini di casa ignari del reciproco nome
un continuo vedere noi stessi attraverso l’anima di qualcosa
quando ho smesso di sorreggermi sull’orgoglio
ti ho cercato
difficile come salire alle stelle senza scala -- vedermi sbagliata
ho fatto ammenda del silenzio e delle ipotesi
prima di togliere dal ghiaccio
il cuore
adesso ballo d’autunno tutti sfiorati da foglie che cadono
sei lontano da me
uno degli anelli di Saturno in cerca del bacio di Venere
e vorrei senza fare altri passi indietro
andare avanti
mentre restiamo congelati in un bacio ma senza le labbra
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Qualcosa nel cuore
Sotto i colpi di una generazione, l’umanità spera.
Viviamo coi pugni stretti, nei viali bombardati di luci,
i nostri vagabondi hanno non solo fame ma un alto tasso di cultura,
la morte espatria verso cliniche con impianti di criogenia,
siamo superstiti di un quotidiano pieno di proiettili.
Ogni storia d’amore vive in una propria cintura gravitazionale,
compassione ha un certificato ed è in quarantena da qualche decennio,
drogati di sogni noi li nascondiamo per paura diventino spazzatura,
mentre negli occhi dei nostri figli non brilla più il sole ma il virtuale.
Facciamo colazione di corsa,
qualche sveltina con l’ombra nel cui petto batte ancora un cuore,
speriamo che la nostra tomba abbia come coperchio, il cielo,
col sangue,
liberiamo ai confini i nostri fratelli dai mostri.
Crediamo in un Dio cui lasciamo libero un posto a tavola,
La notte …
la vestiamo come una vergine col capo d’astri.
Innamorati … smarriti … sbagliati sempre diversi,
stagione dopo stagione,
componiamo le distanze con il talento che ignari,
resta da sempre nostro.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Cesenatico a Novembre
(2016)
porte di nebbia accesi i lampioni in bufera il mare
grigio umido s’appiccica pioggia eppure il cuore sogna
al porto gabbiani dietro un faro incolume allo sfarzo
reti in ascesa gridano il vuoto misericordia salva nereidi
dalla caccia
verde il canale ondeggia in piuma la chiglia
salvami! il colore di una casa s’accende agli occhi
l’abbraccio di due smarriti in fuga per un sogno
senza una parola il ritmo del cuore
portami via
nascondimi nella tasca interna del tuo cappotto
dividimi coi tuoi respiri quando fermi per un brivido di piacere
portami via
ai deliri
al freddo
alla solitudine
e stringimi nelle ossa
con tutte le forze del mare a Novembre
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
morte di una farfalla
Impalpabile e il vento caldo sotto la luce chiara,
un battito, due battiti … il fiore poi cade.
L’ala sul petto del campo,
erba arsa, foglie cadute, rami affaticati,
in funerale vibrante colori,
il sole bacia sulla fronte le rose,
gli ultimi spasmi della bellezza … poi il nulla.
Cala la notte.
Il silenzio condanna.
Sibilline ombre si trasformano in creature,
del bello resta …
una carcassa.
In un tripudio di stelle l’estate grida il suo profumo,
crisalide in un Olimpo di seta sta per nascere,
il palmo del vento porta via il corpo senza vita,
mentre la morte svanisce, lasciando posto ai sogni.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Acqua impura
passione spesso è trappola e non rifugio
così insegna modesto l’amore a chi l’abbraccia
in acqua pura non nuotano per volontà i pesci
così lo sbaglio di una scelta porta a volte a perfezione
poeta resta il sacrificio per quello che ci tormenta il sonno
resiste con le unghie in carne il batticuore
lasciate ai riflettori i grandi artisti
ma all’amore date semplicemente l’alba
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Londra prostituta
col vento contro - aspra la pioggia resisto
scorre turbolento il Tamigi ma tu più forte sei nella vena
in un immaginario colonna supero lo Shard
da una cima di nuvole per poi lasciami cadere
ombre le folle orientate col cellulare verso i tesori
Londra prostituta con quaderni di talenti in affitto sulla riva
uno dei ponti resta nel fondamento virtuale della magia
il mio preferito
piove con scintille con pietre con fiamme sulla mia febbre
Keats chiude gli occhi e m’ascolta
(London Session 17/2016)
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
assassina
così è la morte
che ben vede ragioni tristi in questo amore
meticolosa la mente nella tua trama
e allora ben venga crudele il rito dolce solo ai pagliacci
il cuore puro piange lasciando le lacrime ad un oceano dentro
gelida la mano del tempo sulla fronte toglierà la febbre
crudele passerò in mezzo ai respiri dell’autunno caldo
nostalgia grideranno quel giorno i tuoi versi
ma superstite io del passato dolore ti supererò assassina
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il mio cuore faro
Le margherite in fiore vicino a dove s’infrange contro gli scogli, l’oceano.
Potresti mai vedermi se tolto il nuvolo e liberate le stelle,
se io proferissi “I standstill in the tempest”
e non i versi?
Il mio cuore sale le scale del faro fino alla cima,
dove griderò il tuo nome
ma tu potrai mai sentirmi sopra i flutti?
Dicono che il vento spinga verso il proprio destino
la vela,
allora mi domando,
dove spingerà il vento i nostri passi?
Le margherite restano sui prati brulli, ghirlanda,
sotto tempesta si piegano e tengono china la testa delicata,
così fa la fiaccola in cima al faro quando la tenebra attanaglia,
si protegge la fiamma con le fragili mani dei sogni.
(London session 8)
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Il Corvo
col buio cammino i sogni al centro di stelle
titaniche ombre in catene radici
il becco chiodo al silenzio
contro le stigmate d’alba
l’amore in multipli di speranza
gravita tra tombe tra fondali di nebbia tra brine
resta nel muro di carne - cercando astri
per un serio concubinaggio
occhi scintille fragili perduto il sonno
dove cercarti
dimmi
dove cercarti
lui ci guarda con leggerezza nera
dimmi dove posso cercarti in questo inferno
bloccati nel ghiaccio in pieno agosto
abbia pietà il tempo
dei nostri battiti
prospera nell’immaginario certezza
a volte volo
a volte apro solo le ali
ti corpo gli occhi per darti pace sul desiderio
mi copri gli occhi per darmi fuoco e incendiarmi
tu dimmi dove sei
ora
dimmi dove posso cercarti
al confine tra rumore e il silenzio
fermo
senza respiro
planare e la notte divenire tutto
tutt’uno coi sogni
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Karminimine
Quando la notte s’accende, guardi le stelle,
le tv dei vicini zittiscono, lampioni parete con criniere falene e silenzio.
Nel divano la forma del corpo, assente del sogno la gloria,
una ruggine tra te e i pensieri ma non è rancore solo tante, troppe voci.
E ti assenti da te stesso per amore ...
un’ape finisce nella tazza di latte,
la poesia è una pioggia che vorresti vedere cadere,
ma ascolti il deserto tra te e le strade serpenti di città,
magneti per folle in corsa verso i doveri.
Parli ai tetti con i globuli bianchi sfiniti dalla lotta contro il caldo,
un edificio ti mostra il suo cuore pulsante prima richiuderlo nei mattoni.
I tuoi occhi si chiudono per volare,
alti,
ma i tuoi occhi non sanno che per alzare anche il corpo,
servano tutti i sogni.
Ti allontani dagli Ipad, dal cellulare dal PC, barbiturici per il cervello,
prendi un treno che porta alle non piccole speranze del cuore,
è zeppo - affollato non trovi un posto per sederti,
la solitudine è un tesoro ovunque tu sia.
Poi pensi all’infelicità che ti bacia dolcemente la fronte.
Per lei ti batte il cuore senza conoscere le ragioni,
come se ci fossero dei motivi più grandi della sopravvivenza
e ti giustifichi con la fede che hai nel futuro, ridendo – gli occhi lucidi
gli occhi di un perdente e il tuo stomaco assorbe i pilastri di regole,
nel tuo intestino svirgolano titani – i nervi,
inutile parlare al cielo – tu vivi per la musica,
peccato che nessuno possa sentirla se non alzi il volume.
Quando la notte s’accende, t’innamori.
E’ una strega, un’ombra, una forma aliena, chimere.
L’orgia di versi sudati in lenzuola stropicciate da passi leggeri di Luna,
l’assenza dello spettro cui abbracciarti
e poi sul tetto la forma di un uccello,
non ne vedi gli occhi ma lui ti fissa,
così è l’amore che ti sceglie … senza dirti i tempi, il metodo, le regole.
Insieme si vola.
Le sue ali, le tue ali.
Cielo o infinito, poco importa.
Ti lasci andare …
ti lasci andare …
ti lasci andare.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Sulle ere, gli abbracci.
Mi fai male come lo spigolo di una stella,
ho la pelle bruciante di sogni - mi dico è solo lava il dentro,
ma tu non temi,
non mi vedo più nello specchio, solo gli occhi,
sono due relitti con le vele spezzate dalla tempesta d’amore
che archivia ogni altro mostro.
Coi sogni non cammino fino a te ma volo.
Di noi restino alla storia la fame,
il nutrirci l’uno dell’altra.
Di noi s’inabissino pure gli ossi
e si saldino in forza sulle ere, gli abbracci.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Soffia nella mia bocca le tue fiamme
Dammi il tuo stomaco
così da fare nido alle mie speranze,
dammi le tue labbra, il tuo cuore, il tuo corpo, il tuo immaginario e le tue paure.
Cancellami dalla tua mente con l’arrivo del sole,
tienimi stretta in un sogno,
togli ogni vertigine al vento e soffia nella mia bocca le tue fiamme,
poi spargi entrambi di piume d’oro
che brillino come astri
piccoli fari per altri folli.
Soffocami le parole in gola,
divorami con i tremiti
con l’inchiostro dagli occhi,
usa l’artiglio della gelosia
ma lascia qualche briciola per domani,
quando dopo una lunga giornata di nulla,
vorrai nuovamente il mio fuoco.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Come il vento
Come la tempesta
Come il vento, come la tempesta, come il lampo,
tu m’investi stella di una notte completamente buia,
in cui solo il frastuono dei battiti,
fanno rumore.
Tu resti in me il Keats per la sua poesia,
romantico abisso senza alcun fondale,
in cui recitano le sirene silenti carmi
gli stessi di un immaginario nutrito con forte sogno.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
London before dying
M’entri nel sangue.
Vento dolce, calma prima di ogni tempesta,
lampo senza ferire l’azzurro,
piccola goccia.
M’entri nei sogni.
Acque il cui lento scorrere frantuma roccia.
Prato verde dove si consuma l’erba sotto il sole,
piuma che azzarda l’Eden sopra gli oceani,
un semplice fiore di cui ti resta in ricordo il profumo.
M’entri nelle carni.
Cibo, nettare, ambrosia dolce
che accarezza il battito
ubriaco di poesia.
M’entri nei ricordi.
Scrivi i miei giorni con l’inchiostro dei secondi,
sulla pelle fresca di un foglio d’anima
che veste in purezza ogni stagione
sempre aspettando il futuro.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Basta un pizzico di follia per avvicinarti al tuo sogno e basta prendere il rischio per realizzarlo, mentre per viverlo pianamente, credo ci voglia solo fede e la volontà di andare avanti a tutti i costi.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Possiamo essere rivoluzionari se abbiamo il coraggio di essere ribelli e possiamo diventare ribelli solo se armati di veri grandi ideali.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Se normale significa mettere bei vestiti ai sogni, preferisco di gran lunga rimanere pazzo, chi diavolo ha bisogno di vestire i propri sogni, quando tu sei l’unico a vederli?
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Io amo. Io amo l'amore e il senso che questa forza porta alla vita. Io amo ogni creatura capace di sogni che non si sporca il cuore dando al male in pasto la propria vita. Io amo detergere l'orizzonte dalle nuvole nere - portare le parole a volare- rendere qualsiasi spirito capace di fede "straordinario" io amo amare tutto quello che rende il mio battito felice.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Fiammalba
Per cosa combattono i Poeti,
leste parole tessute in bandiera di bene,
oppure per spingere il palmo contro la schiena del passo
d’ogni anima capace di marciare per la propria alba?
Fragile persino l’osso davanti al credo.
Un uomo non è nulla senza un ideale.
lo spazio è inerte se privo di speranza
ecco quello che nutre i Poeti, sono i loro sogni!
In nome di cosa, offrono la propria vita gli uomini veri?
La danno per un amore, per un abbraccio per una fede,
per quelli che attendono il loro ritorno col lume alla finestra acceso,
per una lacrima di gioia sul volto di chi li ama.
Per cosa combattono i Poeti?
I poeti combattono per un cielo azzurro
e per le onde del mare,
per un fiore giallo che sboccia solitario nel nulla,
per il battito di un piccolo ancora nel bozzolo di un grembo,
per le ali di un altro folle capace di spingere i cuori a essere straordinari.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
una gita nel giardino sotto casa a guardare le stelle
così ci lanciamo dal tramonto senza paracadute
sopra una massa di nuvole con sembianze di uomini
tutti col cuore mascherato
da mostri da cose simpatiche ma mai da se stessi
e non è mai morbido l’atterraggio
fa sempre strano scoprirsi
dipendenti da qualcuno
da qualcosa che ci rende felici
ci ripaga la gioia
di quando ci tuffiamo con l’orgoglio
dentro un abisso a braccia aperte
per mescolarci alle onde col sudore salato del corpo
questo mi sei e ti sono – una febbre
un mare
e oggi
è tempo di frutti sul ramo
di gioco al nascondino con l’afa
di una gita nel giardino sotto casa a guardare le stelle
di innocenza negli occhi
così questo male che ci prende
resta un folle imperatore egocentrico e speranzoso
nascosto tra le coste del petto e la schiena
in un nido di falangi luminose a forma di comete ma senza ghiacci
la creatura
ci chiederà aria ogni tanto
poiché quella cosa ha un suo respiro
una sua coscienza un suo ideale
così quando ci ameremo
le emozioni s’intrecceranno coi nostri petti
e si sfioreranno con le febbri
così che l’energia solare sprigionata
manderà al diavolo ogni altra certezza
adesso
ora
qui
vomiti in un mio dentro il tuo fuoco
ogni malessere che della mia mancanza ti entra in carne
sputi acido sulla parola prima di incollarla alle mie labbra
consapevole del dolore
mentre dai fiamme alle lacrime
prima di un antidoto di baci
e ci si stringe in spasmi alla natura lavica dell’estate
solo tu che mi uccidi
e io che ti strappo alle parole
al silenzio
al rituale del giorno
un tu che entri nel mio stomaco per tagliare
per sputare sui miei organi le tue fiamme – di drago
di assassino
di …
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
La via stregata
Trovami una via stregata per il tuo cuore.
Poco importa a … Febbraio, Marzo, Luglio o Dicembre -
In un pugno di foglie cadute con l’autunno,
sopra la ruggine della morte spazzata oltre dal vento,
dentro il pensiero a una canzone, mentre la pioggia … mentre
con angeli in fiocchi di neve di notte sul vetro cristalli.
Disturba il mio momento perfetto con la tua voce.
Ti vedo mentre attraversi la strada occhi al cielo,
chissà a cosa pensa quello sguardo?
Quanti anni hanno i sogni se portati da due pazzi?
Ti è mai capitato di confondere le nuvole con le spume del mare?
Di giorno chi nota le farfalle
chi guarda dentro i bozzoli i colori e chi si domanda se resistono anche ai temporali?
Chi corre sopra l’arcobaleno,
dentro una favola ma senza fine,
in attesa ancora di essere scritta?
Abbaglio.
Un comodino con lettere mai spedite, un fiore secco tra le pagine di un libro, una matita blu smarritasi dall’astuccio dentro la borsa.
Trovami una magia in cui ballare,
atleti di febbri spontanee sotto la Luna,
lupi sudati sulle vie di una città con suole di lussuria
e parcheggi nauseati da auto.
Cercami, afferrami e strappami al paranormale,
legami alle codine delle “a” nelle tue frasi,
gettami nel pozzo dell’immaginario finché la morte condanna,
vorrà che io dissolva il mio oggi nel ricordo oblio.
E se,
e se magari tu vorrai capire cosa del nostro amore resti all’alma,
cercami avanti nella storia dei tuoi sogni,
nelle cose che dovranno ancora accadere
tra qualche anno, qualche secolo - qualche millennio –
qualche era,
sotto questa oppure un’altra stella …
tu trovami la via stregata,
la via che solo uno come te può vedere
perché condannato ai miracoli
miracoli
miracoli
miracoli.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Vie d’aria
Oceano di nuvole, ali contro la gabbia dello spazio,
staffetta coraggio tra i fulmini
l’amore sfida la morte, cuori timonieri in tempesta
col becco incurante naufragio,
il gioco delle anime in mezzo alle nuvole, noi? Mai saturi di blu -
crespi flutti, massa di titanica onda,
le spume brutali a mordere respiri dai battiti,
siamo la punta di una freccia scagliata da mano divina
e non temiamo nulla.
Vento audace, lo senti? Lo senti anche tu questo divorare che avanza,
questa maledizione dell’oscurità che combatte il faro?
Eppure le onde si alzano dalla vasca per non morire e questo loro combattere,
questa sfida al buio che tempra in bene la luce.
sbotta il vento ma il minuetto delle rive assorbono il male
ogni tanto la luce spacca il rovescio di pioggia
ogni tanto noi ci avviciniamo per togliere a un tuono gli impeti
e siamo invisibili alle mappe del Fato
siamo l’uno per altra in mezzo all’Inferno, fantasmi,
eppure ci sentiamo come balene nelle distanze,
il nostro canto di piume mentre rompe l’aria,
tracciando via al lume caldo del Faro
che ci ricorda che ogni luce fissa
protegge nei voli più grandi
gli amanti.
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
notte sul mare
così aspettiamo la notte sul mare per andare a caccia di stelle
ho un vestito con la coda cometa - potrai mai afferrarmi
dicono che nessuno corra dietro per amore perché lo ferma la troppa paura
ma io non ho mai dato peso alle parole degli altri ma alla volontà di un credo
ed eccomi satellite intorno al piccolo pianeta che possiedi al posto del cuore
un oceano tenace con albatri innamorati dei lampi di una tempesta
e resto sopra lo spazio immenso in cui di notte tu per gli occhi
a transitare stella per accogliere nel mio grembo il tuo forte sogno
così restiamo amici amanti e fratelli per tutta una vita
dispersi sulle strade completamente sbagliate del destino
senza GPS senza Google Maps e senza cartine
solo noi due per mano di una follia che ci rende felici
tolto il vestito da astro io sono solo una donna
immortale quale deve essere qualsiasi innamorata su un pezzo di Terra
con gli occhi volo tutto il mare che mi distendi sotto i passi
con il cuore mi muovo appena sento il tuo abbraccio
così restiamo fedeli alle piccole semplici cose
bottiglie ghiacciate di Fanta pasta nella dispensa e pesto
una corsa al piatto in tavola per la migliore albicocca matura
un finto litigio per fare pace coi sensi
il tempo è verde
cura lenisce risana grandi ferite
tiene gli ultimi fragili ponti sulle distanze
e quando le cose diventano più grandi del nostro credo
cammina tra una folla di astri
si siede in una poltrona a fianco all’amore
attende che si spengano le luci appena lo spettacolo inizia
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Strega
ecco le mie mani sapienti
i poemi silenti scrivono meglio sulla tua pelle
tremano a volte ma solo perché caute
troppe sono le cose da dire in così poco tempo
tu non potrai leggerle se non allo specchio all’alba
quando rimasto solo cercherai me nei tuoi occhi
rimasti a fissare se stessi
consapevoli che la luce che entra amando
a volte permane
viviamo di non parole e disarmonie
di sbagli
di sostegno
di volontà e di bene
mix sconosciuti alla folla
ma dimmi se non siamo perfetti per qualche follia
quando ci si perde coi sogni
quando troviamo tesori e relitti fantasma nel nostro oceano
perché quando siamo insieme siamo puri
e quando siamo divisi
solo due poveri senza nulla cui decidere di appartenere in vita
c’è sempre la scelta del rischio da correre
se il momento non è giusto allora non lo è per entrambi
ma a volte basta uno
Uno
che abbia fede nei sogni dell’altro
basta Uno che spinga la volontà a credere
il tempo stregato dalla promessa fermerà la sua lancetta
in un momento perfetto
in una primavera coi fiori eleganti
con le nuvole sull’apparire giostre
col sole che s’infrange onda contro il faro di una piccola speranza
in fondo a tutto si può credere
poiché ciò che esiste nell’immaginario
è solo il piccolo filtro dove amando arrivano i battiti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Ma i tuoi passi avanti
appena ho smesso di respirare aprimi le carni
getta dentro il tuo sangue i tuoi sogni il tuo sguardo
coltiva fiori salati nel mio sudore così che profumino d’estate nel vaso sul terrazzo
riempimi di paura di timori le cellule bianche perché diventino forti se lontani
ingentilisci i litigi tra amanti con qualche carezza
leggimi Eliot - Whitman di notte calmato ogni rumore
fai un nodo d’amore alle nostre dita dei piedi intrecciate in promesse per il futuro
fai cadere il calamaio l’inchiostro sui nostri volti
e scriviamo una sulla bocca dell’altro - i versi perfetti
oppure lasciami
lasciami al dunque dei fatti
alla scialba miseria di cosa ci potremmo inventare “domani”
sprecato l’idillio tolto il rischio che ci condanni
alla sciagura del inseparabile amore
oppure
oppure
magari
magari
forse
torna indietro
lentamente guarda avanti
sillaba il mio nome al vento
quando io lo farò all’aria
sento il rumore dei tuoi passi sulla strada
ogni colonnato di ratio che cade
mentre il tuo cuore viene ad abbracciarmi
mentre fuori il buio
mentre fuori il buio
ma i tuoi passi avanti
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Ode alla Crema e Pistacchio
nevica con farfalle è pieno luglio
t’appoggi al sole il cuore si squaglia di afa in strada
una corsa in gelateria “un cono crema pistacchio” tetti caramellati
lentiggini sul ring della pelle
un sogno bambino t’invade
odori di zucchero filato scarpe low cost manca la riva
il pistacchio cola nel palmo desideri il mare
tempesta la crema il mondo sommerso in coppetta
il cucchiaino azzurro è una pagaia tu sei un coraggioso
l’oceano di panna di scioglie
innamorato fedele ne voghi i flutti
Da “radici ribelli”
lamporale
meravigliando tempesta col fiato corto
ascolti il vento
impaziente il volare
il fremito dell’ala piegata
la calma
nuvole scure e lampi
notte riposa
falce il temporale
miagola il gatto alla porta
vicini nervosi da zapping
irrompe tremendo un tuono
e la baci
la tua chimera dolce
sul petto distesa marea
fiume dolce la pioggia
sul tuo petto
lei
l’abbandono
il sogno
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Per amarti di più, posso solo morire per te.
Da “se fosse amore sarebbe silenzio”
Se ami
resti infinito.
Da “se fosse amore sarebbe silenzio”
Aortaria
non mi permettere di uccidere il secondo senza pensarti
non mi permettere di ragionare in tempi “di finito” appena fatta l’alba
non mi permettere di guardare al punto - come unico arrivo
fermami alla porta del tuo universo e aspetta a farmi entrare
dovrò ricordare ogni cosa perfetta e imperfetta
di questo viaggio
di questo volere cercare il piacere
nell’atto di dare memoria alla gioia
non mi permettere di soffocarti con l’idea che l’amore sia una cosa
l’amore è nulla di tutto ciò che la parola vorrebbe dire
non mi permettere di stare al risveglio senza pensarti
fermami nel tuo cuore
apri un istante il tuo petto
fammi spazio sotto l’aorta
tra i tuoi ventricoli
rannicchiata
sommersa dagli alveoli rosa
con cui chiacchierare di aria
di fiori
di vento
di mare
di stagioni e di piogge
non rigettarmi se starai male
non bombardarmi di insulti quando sarai arrabbiato
non fare tiro al bersaglio con la mia speranza
starò quieta a vigilare per te
e a lungo termine
contro i temporali
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Al Drago Poeta
salirà sul Monte Olimpo della Città
questo pensiero farfalla nato da un bozzolo pieno di sogni
tu guarderai il cielo in attesa che piova di blu nel tuo sguardo
preso da qualche febbre in cui si consuma poeta - il tuo cuore
e ti sentirai - cadendo fredda la goccia sul tuo caldo - un Drago
salirai le nuvole e ancora più su fino agli astri
incandescente colerai d’inchiostro ogni notte
solo per accendere d’amore il prato buio in cui aspettandoti - io tesso speranza
Da “radici ribelli”
a volte fuggo
sedotta dal sole pietra parlare mia Roma
nel sussurro dei “Les amants” i veli
turisti noi sulla labbra scolpite del lento Tevere
ogni tanto si rubano i respiri i nostri occhi
noi ladri di sorrisi nello specchio di fede
col cuore Zeppelin verso “l’Eden dei sognatori”
in un abbraccio tutta me
sangue
carne
e ossa
mentre qualcuno fotografa appassionato – l’antico
contro le porte di Luglio ai lampioni falene
danziamo fumi
profumi
odori e afrodisiaci coi sensi
a volte fuggo dal te “col ego rapito”
a volte entro nei tuoi sogni solo per soffiarti dentro l’aria
Da “radici ribelli”
I mostri
tu mi cerchi mi fai entrare in casa ma sono il mostro
dovresti avere paura mi siedo fissando le tue mani tremare
m’accorgo che in controluce noi siamo diametralmente opposti
ombre in concubinaggio amoreggiano con la nostra anima
mi versi dell’acqua rispondo non la voglio – osservo
sembriamo vuoti ma nel petto abbiamo ancora un cuore che batte
si dibatte in noi animale il desiderio di baci
mi leggi e seguo il dolore d’astinenza sulle tue labbra
i fiumi in secca lasciano scoperte le vasche
costruiamo canyon di silenzi eppure non intendo scappare
sono un poco stanca mi faresti restare qui per la notte – basterà il divano
nei bozzoli di cotone c’è sempre il rischio che tu possa rapirmi
non sono loquace
tu vuoi ancora parlare?
perdona il silenzio son stanca ho attraversato il mondo con la speranza
inutile che mi fissi sono cambiata davvero
no non ho nessuno cui dire ti amo
mi drogo di bugie ogni tanto
e mi denudo spesso sotto la pioggia di qualche male
mi lascio condizionare mentre attraverso la strada da una folata di vento
faccio boccacce ai manichini nei negozi con moda firmata
poi mi ritiro nel guscio assassino di sogni
con gli occhi fissi dentro la mia natura sbagliata
ma sai
ti ho trovato cambiato e meglio
non invecchiano mai i poeti
sei felice?
mangi?
fumi ancora di nascosto da tua madre
ho sempre pensato a noi come unica fiamma
ha resistito poveretta a tanti uragani
come
ti sei sposato e lei lavora tardi
ah chiedo perdono
è ora di andare
prima del mio saluto ti ricambio una cosa
ricordi quando dicevi che mi avresti sposata
sai
ho sempre creduto
tra noi non fosse mai troppo tardi
la tua pelle sa ancora di tabacco
solo io sono cambiata davvero
fuori
già piove
povera fiamma
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Lollo
Loro ti fissano sembri un pazzo
Sorriso dispensa gioia il quartiere ammanettato all’afa
Giganteschi vuoti tra le mura e le finestre aperte
“Si vola” pensa la mente appena fissa il fuori
E decolli sudato pesante di rime in testa
Provi le ali cercando corrente ma il vento tace
Ti fiondi dentro una nuvola rosa per darle i battiti
Poi chiudi la piuma e ti lasci precipitare in un sogno
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
we are floatting
un’antigravità verso lo spazio
leggere le chiglie ma fissa la meta
banchi di sabbia stellare
tentacoli di piccole luci
il mio centro dell’universo è in un poema
ballato da due innamorati a ottobre
in mezzo alle conchiglie cresciute su fronde
mentre le auto sfrecciano nell’ignoto
senza una carta di credito niente Eden
meno male “si morirà tutti sulla Terra”
we all floatting
miliardi di colorate farfalle
arenate contro gli scogli dei sogni
intorno all’unico faro cometa
salvezza per chiunque abbia del coraggio
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
bohemian
La mia idea bohemian imbratta l’aria
solo tu non respiri quattrini per svendite in centro
hai qualcosa nel brillare degli occhi che accende la miseria di questo posto
e rende l’ombra più scura ancora più pura
espio i miei peccati di povero ma celeste
non mi possono togliere il cuore con le pinze di leggi
con i cavilli dei postumi sbornia di qualche pazzo
il mio regno non necessita un cavallo
ma solo difesa
restiamo qui se vuoi
a ballare un walzer
oramai molto demodé ma ancora sentimentale
i romantici sopravvivono in biblioteche di nuvole
con la tempesta si accendono di una febbre bizzarra
che spesso hanno solo i poeti
io non morirò tu non mi piangere
resterò qui a Milano sui marciapiedi nel sole
ad aspettarti ogni estate da fantasma
per dirti quello che in vita ero troppo timido per confessare
ti amo
non con le mie labbra ma un sospiro di corda da un violino
che un pazzo
pazzo
artista di strada suonerà
mentre noi saremo echi protratti nelle ere a cercarsi
Da “celeste con sbornia da moto perpetuo”
Marte
Il silenzio sposa le ombre dopo mezzanotte diventano amanti
Il fuoco resta nel braciere è solo fuoco la vena bloccata in ghiaccio
Ecco cosa sono se il mentito amore resta parole in gola
Il silenzio colpisce l’addome finché non fa male
Allora con gli occhi sul soffitto sorridi al nulla
Diventi u n uccello un alieno in volo per Marte
Diventi un pioniere per lei che hai tradito
Lasciandola nel permafrost dei sogni
Da “Radici ribelli al destino”
Anima sirena
ho tatuato un poco un poco di blu sulla mia anima sirena
la cosa è diventata popolare e tutti sono in fila per un paradiso di fiducia
scolpito in colori sul cuore
“giusto per non temere più il buio” dice uno
quando arrivata la notte l’unico mare da nuotare sarà di astri
e bruceremo tutti – gridano sfiduciati nei ghetti
coi nostri pindarici voli
con le nostre catapecchie a forma di castelli
con le nostre auto misurate in cilindri e la frigidità quotidiana
bruceremo soli
mentre il blu avrà lo stipendio di un volo
che ogni uccello per diritto vorrà fare
con le piume impermeabili alle tempeste e all’egoismo degli uomini
mi sono fermata davanti un albero
lui superstite
io superstite
e ci siamo fissati così
per dei minuti
delle ore
dei giorni
degli anni
poi l’ho abbracciato
ci siamo abbracciati
entrambi finché ci è mancata l’aria
finché lui è salito un pochino di più al cielo
mentre la mia anima sirena sognava il mare
il verde conquistava il mondo
e il mondo lo chiudeva in prigioni
Riserve “for your own protection”
dissero i forti
poi siamo rimasti tutti soli
davanti a uno specchio
sprecando le nostre solitudini
molto più brave a cantare
l’assenza di un oceano che aveva smesso di scendere in pioggia
poiché le faceva troppa paura il cemento
Da “Radici ribelli al destino”
Fenomeno
Milano amore in franchising, saldi colossali e folla.
Le mani si sfiorano, si stringono, ballano.
Artisti di strada,
palpita il cuore.
Due innamorati.
Al cinema una sala vuota,
la bocca di luglio trema tra nostre fiamme.
Se mi abbracci, mi fai male e ridi,
mi stringi fenomeno, mentre io fingo
di non conoscerne la causa.
Le lunghe strade diventano un fiume.
Le rive scottano, al sole tutto brilla,
i volti diventano star di un movie,
noi potremmo anche vederli
se non ci fossimo smarriti su altri pianeti.
Da “Radici ribelli al destino”
Per i tuoi sogni
dimmi amore perché piangi
dimmi perché hai smesso di volare
insegnami come togliere il cuore dal torace
per riempirti il petto coi miei battiti
guardami amore
sono stanca
ho troppe battaglie negli occhi
ho troppe notti insonne e troppe albe
senza te al mio fianco
vieni amore abbracciami
dimmi che sei il mio assoluto
toglimi da qui dove sono la Regina del nulla
dimmi perché stringi il vuoto contro il petto
contando il tempo che ti separa dall’alba
dimmi amore cosa dovrò fare per farti tornare a sorridere
cosa dirti per farti capire il vero
il mio seno palpita ubriaco
le mie lacrime sono fiumi di sangue triste sugli zigomi
ti dirò che non è mai troppo tardi
per sogni acrobati in un circo di buone speranze
intanto il cielo aspetta le nostre ali
asciugati le lacrime sotto il sole
ho voglia di portarti in alto
ho voglia di aprire tutti i cancelli sull’aria
solo per i tuoi sogni
Da “Radici ribelli al destino”
gioco d’ombre
ecco spiritato il buio col suo gioco d’ombre
coi mostri dietro gli angoli delle strade
con le falene color sughero
e le vergini sudate
ecco il cuore in braccio al sogno
occhi in preda a meraviglia
vento coi denti limati
calici d’afa sui corpi in guerra tra lenzuola bianche
ecco i fantasmi uscire dagli armadi
cercarsi una stella sui tetti per ballare
in fronte a una timida Luna
rincorsa nei pensieri di caccia di qualche lupo innamorato
ecco la favola il mistero l’enigma
l’abbraccio di mezzanotte alla fronda ustionata
mentre i nostri occhi immaginano da dietro un filtro
una fionda d’amore che li lanci lontano
Da “Radici ribelli al destino”
Il vestito rosso
ho messo il mio vestito rosso di agonie
in me l’autunno prende fuoco si agita - si ribella
raptor di cori da un pianeta di vergini nel mio capo
Tamigi fiorisce di limo che pomicia con piogge o acque coi lampi
accolgo le nuvole nel petto e libero aquiloni
solitario un gabbiano sospeso sospira anatemi contro il tempo
troppo bagnati in veleno d’età - i suoi occhi
il verde del parco da Tate s’arrotola al fango col vento
ho messo il mio vestito rosso di ossessioni
il macabro cadavere di un corvo accoglie il freddo sulla riva
un museo di anime in fuga per un sogno
io solo malata di anima e di rime
ad altri uccelli il volo a me negato fermo all’inchiostro
con le ali grandi anche un ego cieco mira ai cieli
oh agonia mia agonia di carne
oh agonia mia agonia il respiro
Da “Radici ribelli al destino”
autunno ruggito il vento le foglie divorate da morte
luci sotto il tramonto il circo i clown il Luna Park in chiusura
foglie
sempre foglie
foglie
in mucchi di precari monti
spazzati via dal destino
odore nell’aria di zucchero sul bastoncino
ma il bastoncino è defunto in una pozza d’acqua
e la pioggia
che cade contando ogni coraggioso soldato
la pioggia sopra la voce di un uomo che canta una melodia
senza ricordarne le parole
la pioggia sugli scheletri giraffe di metallo tinte di sfavillanti colori
ogni tanto il tremito della terra
risponde col petto aperto al cuore di un lampo
così la sera pressata nelle ombre
l’ultra predatore tempo a mangiarne le carni
qualcosa sfugge alla passita malinconia che l’acqua deterge
un nastro di raso rosso legato a una giostra
e danza
danza impavido e allegro
danza per l’immaginario di qualche angelo
danza per i diavoli seduti in un bagno di fango
per gli occhi di un essere con più grandi sogni dei nostri
autunno
condividiamo le nuvole
la tua bocca ha i miei respiri
la mia bocca
resti di mele caramellate di mostri di liquirizia e coca cola
tutte le gocce di pioggia affollano l’aria
ogni tanto accedi al mio cuore a piedi nudi e restando alla finestra
ogni tanto scendo nel tuo stomaco
foreste pietrificate i nostri corpi tra foglie cadute o che cadono
un uomo canta una melodia
se solo si ricordasse le parole … ma non le ricorda
Da “Radici ribelli al destino”
Il verde m’entra negli occhi
eterna fiamma dell’amore non cerco schiavitù
a Dio domandi la pena per il troppo orgoglio
in sintesi non sai apparecchiare per la fortuna
a volte solo nel disordine trovi i veri tesori
l’Inferno è una colla di desideri scadenti e in scadenza
dell’Eden conservi il motivo per cui combatti
un frusta nel sangue una frusta per mietere le belve
di cui non ascolti la fretta o il pregio
né mai vicina né mai troppo lontana la fiamma
né mai scendere né mai troppo salire nel male
punta di spillo stare ad ali aperte senza volare
amami mostro
il vento m’ascolta
di notte d’estate percepire le stelle senza doverle cercare
sentire il profumo di fronda
ricordare alle ossa il motivo
per cui stanno in piedi
e quando taccio
spesso molto spesso sfido il tempo
gli lancio contro i suoi stessi fantasmi
mi beffo della sua corona
perché penso di non volere a tutti costi essere immortale
io già lo sono
ogni secondo che amo
ogni attimo che le mie ali troppo grandi per questo piccolo cielo
si lanciano negli spazi
e considerando la miserevole cosa che è la fine di una vita
sorrido a me stesso
pensando alla faccia che faccio
con le labbra nella mossa
pensando
a quanto poco conti a volte il destino
quando tu hai già lasciato il meglio
dietro ai tuoi passi
un ramo d’albero fitto di foglie
e sembra nulla
nessuno percepisce la grandezza del nulla
il verde entra negli occhi nel tuo capo una melodia estiva
attendi il temporale con la finestra aperta
arriverà il vento e i nembi
ti dici
guardi il cielo scuro all’orizzonte e non disperi
pronto per il volo
Da “Radici ribelli al destino”
Il perdente
la cosa migliore dell’essere un perdente
è che puoi sempre permetterti di essere te stesso
niente maschere per la giostra
niente platee da soddisfare a sorrisi
sconfitti è più facile meditare sulla giusta vittoria
ogni cosa nutrita a dolore è grande
più tormentano i diavoli i sogni dell’incerto
più i tuoi passi andranno per convinzione avanti
Da “Radici ribelli al destino”
piume
con le mani allontano la pioggia dal cuore
ogni ombra in me sanguina un tormento
a volte di noia attraverso il parco per cercare la foglia perfetta
e resto al buio in me stesso dimentico di tutti i mali
oscillo tra cielo e terra
per trovarmi un nido per queste ali spropositate
ali
spropositato amore per il volo
spropositata
stricnina dell’ego
la gloria in baldoria a meta
più lontano
oltre il tedio che mi dà il me stesso
e spesso il mondo
con le mani mi bagno il volto con un lampo
brucio di lentiggini e mi confesso
ogni peccato di cui desidero la colpa
senza mai fermare il fremito delle ali
pronte per le nuvole
mi ossessiono mi amo mi voglio mi gusto mi detesto
in me amazzoni chimere dopo sogni
mai triste mai veramente felice sempre in ricerca
di metamorfosi per l’alma
con le mani entro nelle linfe di ogni cosa
ne ascolto gli atomi
li plasmo per la mia carne
poi mi lascio scivolare sul fiume di ogni senso
ricordando alle mie ali di volare
con le mani mento o mi racconto
abbraccio o dico addio all’amore
col becco afferro la piccola essenza di cui mi nutro
poi plano sul mondo in attesa di più straordinari eventi
con le mani
noi diventiamo una cosa sola
un tu un io fusi nei legamenti delle cellule striate
ci lecchiamo l’un l’altra dalle piume il fango
mentre unite le cariche elettrostatiche dei nervi si cercano nei baci
Da “Radici ribelli al destino”
“Uccidimi Diavolo!”
certe volte ti amo
ti metto sulle mia labbra assassine
per avvelenarti
di dolcezza
di sola dolcezza si può morire
lentamente
morso dopo morso
ti contagio
certe volte ti porto dentro
non nei miei battiti
ma nella mia carne
ti metto alla tavola coi miei organi
e ti dico
mangiami!
saziati!
divorami!
certe volte mi lascio morire
tra le tue braccia
una
due
tre volte e più ancora
finché non ti vedo tremare di fatica
finché non chiudi gli occhi perché non capisci
cosa ci divida dall’indivisibile
certe volte ti chiamo “Mio Diavolo”
mentre corri col sorriso nel mio cervello
finché non ti prego
“Uccidimi Diavolo!”
poi mi togli l’aria
dalla pelle dalle ossa dalla carne
semplicemente con gli occhi
certe volte mi ami
mi metti sulle labbra i tuoi sogni
mi sfinisci di brividi con una favola
sussurrata sotto le stelle
ed io ti avrò ceduto qualche lacrima
che avrai bevuto quando assetato e a fuoco
“Dimmi che sono il tuo Diavolo!”
si sentirà da una dimensione temporale futura
mentre il letto già vuoto
racconterà all’amore dei nostri fantasmi
Da “Radici ribelli al destino”
Nato da madre lupa
ho una madre lupa nato combattente
ispirato al sacro più che agli idoli
di fede roccia mai mutevole vento
a volte ma non di rado anima
permanente nel passo
un obiettivo impossibile volendo si trova
qualcosa di impercettibile motiva il sangue
a bollire per dare senso di vivente agli atomi
bisogna esserci per combattere
gli uomini si alzano sulle caviglie se amputati i piedi
e camminano col dolore della speranza
tremano di paura o piangono ma restano scudo al nemico
ho una madre lupa nato per sfide
con gli occhi puntanti sul cielo
difficile abbandonare feriti i battiti
il volo continua per amore anche con una sola ala
Da “Radici ribelli al destino”
Quaderni 1
9/100
cuore irrimediabilmente nomade
malato cronico di tempesta
fuggitivo con branchie per oceani di sogni
indifeso davanti al tuo battito
innamorato di longitudini ancora oscure
fedele pirata
tremo appena mi sfiori
con bussola impaziente d’ignoto
se guarito sarei soltanto un altro
un nome un nulla una folla una maschera
lasciami malato di ogni audacia
e ti sarò fedele per tutti gli infiniti giorni
gli uomini sono tutti poeti dalla nascita
hanno stelle nel cuore al posto dei battiti
“sposane uno” dicono sempre le donne
un uomo poeta sarà per sempre tuo
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Quaderni 1
8/100
ho caldo cardigan di valori
ha qualche difetto per logorio del tempo
il troppo indossarlo ne ha consumato il colore
ma la qualità tiene all’usura
mi dicono di scegliere una strada giusta
per avere più facile scalata al potere
ma a me piacciono i mostri da combattere sulla salita dei monti
altrimenti tutto sarebbe di scarso premio
sono pieno di intenti ma per la storia
non interferisco col destino di altri per alto rispetto
e quando mi attaccano io rispondo dall’autostima
sapere chi si è in stessi oggi più di mille anni fa
beh questo vale tutti gli astri
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Quaderni 1
7/100
dal numero delle ondate contro lo stomaco
direi sia amore
luglio è un nomade febbrile a caccia di stelle cadenti
ed io sogno
cronico malato di meraviglia
in attesa che il dolore nel sangue si calmi
per dare alle labbra dolcezza
a sfida di morte
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Faro d’inverno
più forte della morte il faro nel morso di tempesta
che ascolta
da una dimensione del tempo
il lancio delle voci di quegli eroi scomparsi in mare
da una scatola insonorizzata con il loro agglomerato di ossa
echi danzano febbrili al ritmo della storia non ricordando il proprio nome
e la loro fine abita un ospedale zeppo di pazzi
legati con fili rossi a corallini letti
per non essere portati via dall’uomo Nero
durante la cura
e proprio nel lancio dei tuoni si vede la mano titanica del destino
ma il faro nulla
nulla
volere nascondersi alle ombre fitte nei parchi di fulmini
qualunque ondata per trascinarselo via
l’afferra ai piedi
ma lui no
lui è costante e fisso nell’Inferno
nel battito di mareggiata
un’emozione s’accende poi spegnersi
toccando la morte
se il rumore tace
al faro resta per combattere il suo silenzio
ed è un odore di alghe si spume ferite contro gli scogli
di corpi di sirene in fuga verso l’abisso
sudati tritoni a caccia di chiglie
questa battaglia mare cielo faro
appena i mostri iniziano a bollire
ecco la guerra
le sabbie si alzano con gli abissi per la superficie
tentacoli s’ancorano alla pietra per strapparla al cemento
forze marine invocano la gravità per sgretolare il colosso
ma lui è fermo in calma sopra i ruggiti
nell’evocazione di Nettuno valchirie acquatiche gridano e urlano
incitando ondate
la paura avvolge mondo come una neve
lacrimogeni con bombe di sale sparate dall’acqua
pirati abbracciati ai loro codici d’onore sgranano le orbite dalla storia
mentre il faro in assoluto resta a sussurrare un canto
che calmerà il vento
un orbo che avrà visto tutti i colori in una volta prima del buio per sempre
dopo il male
Da “Radici ribelli al destino”
Patria e Gloria
eravamo lupi sui campi brucianti di sogni
avevamo fame di gloria e di patria
eravamo forti
col sole negli occhi ad ardere
per una bandiera
guerrieri ci sentivamo chiamare
avevamo statue e templi
per l’umanità - angeli
ma noi eravamo stati uomini
foderati col dolore del quotidiano
un fuoco di illusioni nel sangue
meteore lanciate contro ignota meta
eravamo lupi in battaglia
col corpo cemento per colpi nemici
eravamo nutriti d’amore non dalla rabbia
difendevamo il valore
non i principi
di ciò in cui tutti noi
abbiamo sempre creduto
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Lettere al sole
sbottono la camicia sull’anima è alta marea
onde sugli scogli quasi piena estate
un faro stella ma senza presunzione di cielo
piccoli passi nel cuore del tramonto accrescono i battiti
tu non sei mai venuto
io non ti ho mai aspettato
ma ci siamo sempre cercati
ed ora in mezzo al tempo siamo nulla
così sono gli spiriti quando separati dal loro destino
ho gettato in mare ogni nostro bene
mi sono suicidata più volte nell’onda
temendo dentro mi rimanesse qualcosa di tuo
ho pulito la mia anima dai tuoi abbracci
e incendiato al sole le lettere che ci saremo scritti quando lontani
non ho lasciato nulla alla memoria
solo il tormento è rimasto
mostro ferito e urlatore
nei troppo radioattivi battiti
il mare è freddo ma non le mie mani
ho dato a lui il dolore
mi sono spaccata come l’onda sopra uno scoglio
per non rovesciare dall’anima alcuna lacrima
ho lacerato la pelle sul cuore e t’ho mentito
non ci ameremo più come ci saremo dovuti amare
è rimasto il sentore di mare nei sensi
e forse io ti sono rimasta come tu mi sei rimasto
un sogno
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Davanti a te, resto la più bella.
Davanti a te, resto la più bella.
L’incanto è una danza di astri e noi nel loro fuoco.
Tu mi sussurri certezze, io tremo di favole,
quelle che raccontano le tue mani tra i miei capelli.
Nell’abitacolo di un’auto solo un respiro.
Tutto s’è fuso all’idea di noi, condanna,
amare, amarci al limite dei battiti
i nostri vestiti pure sono poemi d’amore.
Davanti a te, io resto la più bella,
mentre, persino il silenzio tace.
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Colori in Eden
Dio abita un complesso di case popolari in periferia
si rade da prima che gli spuntassero i peli di barba sul volto
beve decaffeinato macchiato amaro nei giorni festivi
ascolta musica ma dalla radio dei vicini
fa la vita di un adolescente senza un sogno
mette le mani in qualche motore nel fine settimana
crede vuole credere in un amore
che gli dia semplicemente le ali
“appena maggiorenne andrò in battaglia!”
poi si siede in una poltrona e gioca a playstation
difende l’umanità dai Vex mutaforma
col cecchino esotico appena droppato in Crogiolo
Dio è sensibile al femminile castello
per “lei” scrive di notte e davanti alla Luna poemi
la immagina dolce per ogni sua vita
mastica “macine” in sacrificio al bicchiere di latte
ogni tanto ma di rado capta le sfumature delle stagioni
conta le zampe del ragno impegnato nel Tetris con un bozzolo
s’immerge nei colpi di vento a Ottobre col cielo pesante
accoglie nel palmo l’ultimo respiro di qualche foglia
Dio rincorre ma senza successo un fantasma
abita con lui nel suo animo da quando è nato
gli sussurra di notte grandi cose
gli paga l’ingresso agli show dei suoi idoli
a volte
è prigioniero
quando resta in silenzio da solo davanti alle stelle
immagina di avere una lunga
interminabile
invisibile catena di ferro
legata a una ancora lanciata su un altro pianeta
Dio sa di abitare nella pancia di una bella balena
percorre distanze ultra dimensionali chiudendo soltanto gli occhi
spera
vuole
desidera essere solo amato
ogni volta che trema
Dio è una farfalla
è chiuso in un bozzolo oramai da anni
nelle cuffie sulle orecchie ascolta una tenera voce
gli indica la rotta per un giardino
“ci vorrà del tempo prima di imparare bene a volare”
gli dice
lui sta stretto nella robusta fascia
ascoltando battere il suo piccolo cuore
già pronto per l’Eden
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”
Piccolo Dio Falena
Quant’è bella la notte, con le sue streghe sopra le scope,
le stelle nude in harem per fantasmi appena usciti dagli armadi,
con il vento caldo sulle camicie da notte delle donne inconsapevoli di bellezza,
negli occhi di un uomo ubriaco.
Com’è bella la notte che parla agli innamorati nei parcheggi,
ai mostri guardoni che spiano dai vetri sudati l’amore,
alle ombre spiritate nel parco,
alle strade vuote di traffico ingoiate da qualche piccolo Dio Falena.
La notte è bella vista da sotto l’orizzonte appena curva il cielo,
quando lei indossa la scarpetta di cristallo per il ballo di mezzanotte,
appena lui si servirà della forza per baciarle le labbra lucide di frutti,
per prometterle il per sempre della vita.
Così di notte t’inventi un regno per un lontano castello,
scheletri in maschera per un gran ballo di corte,
calessi d’argento trainati da cavalli unicorni,
armonie struggenti che irrompano fulmine nell’anima.
La notte è per le Cenerentole pronte a fuggire dalle città,
per principi che hanno perduto il diritto di vela sugli oceani del credo,
per i vagabondi nascosti nell’immondo dove brillano i sogni
è per tutto quello che vuole il buon buio da cui vedere fiamma.
Da “caste virtù nutrite con legno e tarli per dare leggenda – poesia sperimentale”