Pace prende corpo
Palme piangono
lacrime salate
il rombo tuono
è tra cielo e acqua
lentamente
favole di natura selvaggia
nelle pagine della terra
addormenteranno una luna
tra occhi accesi di stelle.
Lento
sguardo di attesa
Spaccano i rami
la lastra di ghiaccio:
l’aria è pungente
si ritirano i raggi
del rosso sole nascente,
par che il velluto di brina
sia bianco abbraccio di mamma regina
tra le piccole gemme che ancora sognano…
…fermoiltemposullanaturasembrasiaperassaporarillentodivenirdigiovialpassoches’apprestaneidìdimarzoacomparirsullaviadell’usualeritorno.
Bianca muraglia avvolta a ZIG ZAG
dall’estate
Ho attraversato quella città nella
tua memoria…
zampilli d’entusiasmo
si rincorrevano su e giù
pei gradini,
bianchi accecati
da divenir distesa
di bianca sabbia
snodarsi verso una piazza
orchestrata da fiati e da tamburi
tra filastrocche di chiacchiericcio
che si sdraiavano al sole
tra occhiate e risate
immerse in una calda
e spietata estate
vista da una bianca muraglia
bagnata dal fresco mare
che odorava d’alga
liberailcuorenellasinfoniacheabbaglia |
Violino
vita
Un violino si anima
prende vita
è un corpo che si struscia
tra pareti di gesso
striduli graffianti affilati note
intrecci di palpitanti sensazioni
le vedi scivolare
raggiungere la scogliera
e scendere velocemente a picco
verso il mare
e poi risalire verso l’alto
un cielo le attende
spingendole ancora più su
oltre il ghiaccio
oltre la sfera
oltre
nel ventre della vita,
vita nella vita…
e poi come lame di luce
ridiscendono squarciando
ed espandendo il nostro dentro.
3 volte:
Desiderio
Desiderio Desiderio
Grandi onde blu sembrano danzare Sonata Danzate
al chiaror d’argenteo spicchio al chiaror vergini
onde
e da un melodico sciabordio d’una luna sussurratemi
nostalgica sonata spettatrice dolci parole
di marinai
d’un amor senza risposta complice struggenti
richiami
si leva come esasperata richiesta, muta di
amori lontani
…forse le pagine di questo capitolo e ardenti
desideri
nelle lucenti e ingenue albe musa ispiratrice
a colmar
renderanno meno aspra la notte d’ardore spicchio
vuoto
che con la sua ombra annoda le paure. in seno nel
cuor.
Enigma di cuori
Polvere di luna tra i capelli
che s’agitano
gitani di fuoco
ribelli e bendati dalla passione
direzioni diverse di sogni
si mescolano in diversi punti
pensosi i versi che dal fumo
di scoppiettanti ceppi
salgono al luminoso cielo notturno
annodandosi ai contorti disegni
di costellazioni cariche d’energia,
esplosione d’identità
nel nulla tutto.
Invertite la marcia a questo
mondo
Sferruzza la speranza
il caldo mantello
rivestire suole
il freddo manto,
l’indifferenza fiera
gira libera
da una bocca all’altra
sulla creta fiorata:
una terra che sembra aver
il biglietto di sola andata…
fermate il treno, per carità,
invertite la marcia,
non c’è stazione se questo dove
è ciò che si propone,
alt del capostazione
è ignorato ad ogni curva
dove lento si riprende un po’
da una velocità che non lascia scampo
al mutamento…
specchi riflettono un sole
aprite le porte al nuovo vecchio
consapevolezza di ancora recuperare
il giusto di tutto a un buon prezzo.
Saette rosse
Rosse organze
volteggiare di strati
onde rubate al mare
vestito di rubino
al travaglio del giorno,
soldatini nelle loro rosse divise
passano salutando
tutti uguali
impeccabili
inavvicinabili,
rubando rossi baci
carichi di eros,
liberato è il nastro rosso
un via alle danze
movenze che si ubriacano
col rosso vino,
l’allegria sbalza fuori
da deboli argini
riempiendo di rosso cupo
le gote di chi suonava un tempo
quella melodia che lancia strali di fermento.
Incerti che cercano certezza
Rituali
gesti ritmati
metodici passaggi
desideri controllati
sospiri orientati
regole
mettiamo sempre
nel quotidiano vivere
un disco che ripete
la stessa melodia
per paura di perderci
sull’incerta via…
Re Sole
Se il re sol
potesse ridestare
ciò che si chiude a riccio
e par sì immobile restare
nel tempo a meditare,
si vedrebbe finalmente
l’idea divenire forma,
baciata da luce diretta
fiorirebbe come orchidea
e beltà splenderebbe tutta
nella compiaciuta sorpresa.
Quadretto nervoso
Gatti randagi s’azzuffano
nelle intrappolate viuzze
accesi da fasci di luce falsa,
adombrati da mura prigioniere
di ragnatele di strada,
dove code di affamati del tempo
spargono veleno
e la stordita luna s’accontenta
del pietoso spettacolo,
mentre il mare tenta d’accarezzarla
alzando l’onde col fare da burrasca.
Alae Sanae
Dedalo sfuggir volea
dal suo destin
chiuso nel labirinto
giusto disegno di tal mente
ad incastrar Minotauro,
spinto d’ali di penne e cera
col suo figliol Icaro
vide così la luce del sol
ma che deviò pensier di vita
alla sua prole
e lui salvo nell’acque
del Basso Salento
sì da esclamar …Alae Sanae.
Oceano d’amore
Nell’oceano sbandierano
venti di silenziosi assensi
in cerca di pallide lune
le mani di soli
un incontro destinato a inabissarsi
nelle profondità cobalto
sogno freddo ed eterno
solstizio d’estate
calde emozioni nel cielo di cristallo
trapuntato di farfalle di creta
gocce di sabbia
che ricadono come pianto
a baciar la salata bocca
che sfugge con le passeggere onde.
Evoluzione
Evoluzione
Dirigo i miei gemiti
su argentate rive,
albergano pensieri di passaggio
nella mente scatola,
irreali ma vitali.
Nuvole si spostano senza fine,
respirano la luce nella voce dell’aria.
Il tutto è essere che attende
il fluttuare della vita
da una sponda all’altra.
Ripetizione di naturali gesti
Germogliano nel circolare cambio
sul palcoscenico universale,
per addormentarsi tra applausi
di spettatori dalle ripetute forme.
Maschere di nero merletto
Cammino per sentieri spettrali
neri candelabri
braccia di nude fronde
ove maschere di merletto nero
occhieggiano
tra ventagli d’argentee ragnatele
impreziosite da spicchi d’aperture d’immenso,
il mio pensiero è passo di respiro
nell’intreccio di solitudini
di quest’inverno che mi raccoglie
tra spasmi d’echi lontani
tamburi del Bolero di Ravel.
Chi siamo?
Orme di deserto
calpestano la corrente del fiume vita
che sbatte con violenza
sulle sponde del mare universo
e tutto si muove vorticosamente
nella mente creatrice dell’essere
che germoglia semi
nell’ignara essenza della consistenza
subendo il giro del tacco tempo.
Seguo le linee di ginestra
Linee di ginestra in fiore
di giallo limone
la sua veste di stelle:
è un ricordo lontano
che rileggo nel nodo fatto
della mia mente,
era il giardino ridente al sole d’estate
e il mio sguardo sognante
sbucciava qua e là frutti maturi,
i miei pensieri fluttuavano lenti
e lenti attente divenivano
scorrendo sull’essere natura,
i petali ad uno ad uno
nel loro mistero di beltà
corolle di sapore antico,
antico come il filare attorcigliato
aggrovigliato ansimante
nel suo incedere lento
ma sontuoso, carico di soli e lune,
abbozzo di finito che si modifica
per esser quasi infinito,
brulicanti sorprese ai miei occhi,
occhi di chi vedeva il sole regnare
perfino nel mio cuore…
Villa Manin
Nell’ombra gelida stellata
bagliori giallognoli mielati
pendono dall’alto soffitto
dove archi di storia
eseguono melodie di vite vissute,
dall’angolo di te son rapita
che s’apre verso un abbraccio
di alternanza di mute statue
di ricordi vestite,
che si tuffano nel buio della notte
con lunghe briglia di luce
proiettata a stella
dal calice di marmo
dell’imponente caseggiato,
sento di cavalli il nitrire
e di ferree ruote il cigolare
in polverose carrozze incastonate,
sento il batter di pesanti e lievi passi
andare e venire
sul fiume di levigati sassi,
e le risate nascoste da ventagli piumati
accompagnate dal frusciare d’eleganti
abiti rasati,
sento il vento le storie accompagnare
nei lunghi corridoi di spazio
architettato,
sento il tuo cuore vicino al mio…
balzan verso la magica atmosfera
fusione d’arte e di natura
nel vissuto d’un epoca
d’apparente splendore per pochi:
una vita al di sopra delle righe
ammirati dagli occhi affamati
di chi le ore del giorno contava
per sopravvivere.
Parmenide: tu, filosofo della ragione
d’essere.
Grecia antica
terra di filosofi
figlia tua fu colonia d’Elea
figlio tuo fu Parmenide filosofo
padre e madre di te fu filosofia
della quotidian vita…
…nel pensier caro Parmenide
smascherar volevi di natur magia
fabbrica di sogni
esplosione in fuochi d’artificio
nel stellato cielo
corpo materia denso
ad arte costruito,
tu volevi reprimer sensi
della sensoriale natura
volevi cancellar la passione
scintilla d’eco lontano
opponendo la ragione
alla sregolata impressionista espressione
d’una fantasiosa creatura…
…quale fu chi creò te e tuo cruccio
nella tua terrena sorte.
Note d’inverno
Danzano le note
dolcemente affondano
nella soffice panna
nuvola bianca
anello di vetta innevata
cristallo di roccia
mentre passi d’incanto
serpeggiano sul sentiero
che costeggia la misteriosa montagna
dove scivola sui suoi pendii scoscesi
lo scherzo d’un vento
che s’inebria
trascinato nel walzer
dei pattinatori sul ghiaccio…
L’alba di un nuovo mondo
L’alba del nuovo anno
par sempre agli occhi
dei cercatori d’oro speranza
d’aver l’alba
di un nuovo mondo
dove tutto s’apre a nuovo:
più pulito
più giusto
più sereno,
ma l’uomo
per aver tale dono
non deve aspettare
col cuore agire
l’amore sperimentare,
per aver sì tra le mani
un mondo migliore
dei precedenti domani.
Frammenti di ricordi
Sulle strade della vita
ho visto papaveri rossi
nel grano maturo,
ho visto sterpaglie sudate nell’arsa piega
d’una vermiglia estate,
ho visto perle di sorrisi
e strappi d’anima,
ho visto burattini
e eleganti manichini,
ho visto l’impensabile
di ciò che pensavo quand’ero
tenero fiore di primavera,
ho visto me stessa riflessa allo specchio
e l’anima m’ha risposto
di cambiare abito ogni volta…
Ancora una volta guardo al mio io, e
penso…
….io non sono più quella di ieri
ma oggi non sono neanche quella di domani
sono un io indefinito di spaccato vissuto
e di progetti ancora non realizzati
un io che non ha confini
che si estende più di un universo
sono l’io del tuo essere
e l’io dell’esser di un altro
pazienza ci vuole per definirmi
forse è meglio non farlo
vivermi è ciò che ritengo sia più sensato.
Chiuso il vecchio
s’apre il nuovo
Nostalgico desiderio
è il chiudere una porta:
l’ubriaca sceneggiatura
sfuma l’inchiostro con la parola fine,
sigillato il vecchio e ossuto
libera è la colomba che spiega l’ali
verso l’orizzonte ignoto,
si sdraiano le linee d’inquietudine
su un mare calmo
sorseggiando il contratto
per l’uovo novello.
La
muta del tempo
Nella bianca calla
il giallo polline esplode,
tentenna il verde gambo
mossa lieve di filo vento rosso:
le sue liane son scie
di calda sabbia d’Africa
petali di dune sibilanti solitudine
bagnati da un mare giostra vita,
il tamburo stacca dall’aria il tuono
s’agitano le tende rigate
si gonfiano i sentieri di maglie d’erba
s’alza il mantello ubriaco d’un cielo
color vinaccia,
par pioggia sospender fiaba
legame di corda di caramelle
colori ridenti baciati dal re sole…
…incolla il francobollo
e spedisci la cartolina
l’amico attende tue notizie…
si muovono le parole al ritmo del tempo
che muta con l’evolversi del suo naturale
moto.
Se l’uomo fosse in
grado di capire
il granello di bene
si spoglierebbe di tutto
e vedrebbe finalmente il vero Natale.
Respiro di passione
Respirami tra odorose ciliegie
rosse di sole ardente
tra profumate noci di cocco
accarezzate dai palmi delle palme
tra grappoli d’uva bianca
carichi di dolce nettare
tra sete di petali rubati a rose
impreziosite dagli occhi seducenti di
luna…
…respirami…ed io divorata nel tuo respiro
sarò nel tuo cuore a cullare il tuo desir.
Piccole e preziose emozioni dell’inverno
I fiumi di gennaio della mia terra
sono secchi, ghiacciati e neri
pungenti per gli aghi di foglie
e macchiati di rosse bolle,
accompagnati nel loro fermo cammino
da sterpi che ritti come dita
sembrano indicare il cielo:
un cielo col bavero
dove a stento una fievole luce compare,
e poi il pigolare d’uccelli infreddoliti
tra righe di sassi di fossati stanchi,
piegati dalla brina che imbianca ogni mattina,
e nascosti agli occhi fissi degli uomini manichino
ecco tasche di bacche e di semi oleosi
tra ciuffi d’aghi d’odoroso pino,
scrigni d’un inverno che ai pochi
regala emozioni, quelle vere
che si trovano come vene
sotto la pelle della natura amica.
Bianco e nero
Una pagina bianca
nella lavagna nera,
è vela bianca lattea che scivola sul vasto mare
nella nera notte,
come dita leggere e sinuose
sulla tastiera bianca d’un pianoforte nero a coda,
mentre un organetto suona malinconicamente
ai bordi d’una strada polverosa
d’una city anni ’30 nella pellicola in bianco e nero,
dove mano nera e mano bianca s’incrociano
e così i diversi divengono magicamente uno.
Dietro ogni ombra si
nasconde la grande luce…
Parlami solo quando
sei sincero…
allora e solo allora capirò chi
vedo, chi ascolto
e chi tocco…
tolto il muro il paesaggio si tingerà
d’entusiasmo.
Pensieri poetici di vita
Sospesi i nostri passi
divengono sassi sulla via
quando cadono dal sogno…
Potessi sorprendere il giorno
nel suo intercedere cadenzato;
le fauci che s’aprono con l’occhio vigile del mattino
divorano l’ore che si imbrattano di colori,
di ruvidezze, di stanchezze e di suoni.
Aggrovigliato è il senso che serpeggia
nella lavagna di un destino che si muove
quando il gesso lascia la sua scia,
solo la fede in se stessi coglie l’attimo ruggente
per portarsi via l’ombra che si appiattisce
sul verde cammino.
Una storiella di
Natale
Distese di limoni a mare
aranci succosi
profumi che respirano
legami che si intrecciano
nei colori,
scivola lo scialle di seta
sulla scogliera blu ruggine,
scheletro d’un mare cristallino
che trattiene il sole
nell’ammaliante stagione
tra le spire di alghe scivolose,
per regalarlo a pezzetti golosi
nella festa solare del bianco Natale.
Il Natale d’un abete
Nel camino arde lento
il ceppo del vivo bosco,
la fiamma dorata
respira e sobbalza,
e alle volte sembra liberar
il canto degli uccelli, del vento
e dell’ondeggiar delle fronde,
incastonato è come gemma
tra le vene del tronco
nell’agonia dell’abbraccio
di un insaziabile fuoco.
Sorride amaro il giovane abete
fresco di manto
agghindato a festa,
pensando al triste ceppo
annerito e ormai quasi spento:
sperar vuole nel Natale
che ai cuori ridenti d’intorno
doni buon senso,
d’aver salva dimora
in buona terra
al calar della festa,
e sospira alla luna si mesto pensiero
nel guardarsi luminoso
più delle stelle in cielo.
Dialogo d’amore a senso unico
Tu
Il tuo ammaliante sorriso
è succosa fetta rossa d’anguria
e il tuo dolce sguardo
è spicchio d’universo
intriso di affascinante mistero
le tue gentili parole
son doni luminosi che rischiarano
la mia anima…
Noi
Sulla verde smeraldo collina
dove il rosso rubino di tramonto
si fonda con l’oro del maestoso astro,
tra note arcobaleno d’un violino
lavorato ad arte dal liutaio amore,
sognerò il fatal incontro…
s’animeranno i nostri corpi
nella magica danza
e allor respiri, sguardi, gemiti, baci, carezze
e intrecci inganneranno il mio cuore..
si fermerà il battito del mio
per sentire il tuo
e così, saremo l’uno nell’altro
nell’infinito attimo…
Io
Persa nei veli della nebbia dell’irreale
che circonda chi è ebbro d’amore
cercherò un varco per tornare alla realtà,
girando infinite volte lo sguardo per ritrovarti
là, dove si mescolarono le nostre essenze.
La parola scava gole profonde
Lame taglienti son le parole
rompono silenzi in singhiozzi
fiumi di tuoni sulla via
corazze di smeraldo
anime che si intravedono
sfalsate da schemi preordinati
sbilancia il tutto soffi di ingratitudine…
…giro lo sguardo e vado oltre
tanto la linea d’orizzonte nasconde sempre il lato migliore.
Invasa
Note lenti di violino
come corde suadenti
cercano di stringermi:
è una morsa dolce dolce
ed io, mi lascio invadere…
si rompe il ghiaccio
in mille pezzi
nel cielo stellato
fiori di luce
misteri lontani
sogni di uomini
nel balletto del nero universo.
Un fiore di cristallo
Petali di luce arcobaleno
s’irradiavano a ventaglio
sulla trasparente acqua di lago
a sembrar delicati spicchi di cielo
tra gocce odorose di rose,
mentre soave batter di campane lontane
impreziosiva l’arrendevole carezza del sole
all’alzarsi del sospirato rinnovo,
e la tua mano tremante
accarezzava la mia
legate insieme erano
da filigrana che filtrava dalle fessure
d’una porta di legno antico
prezioso scrigno nel tempo
di sospiri e respiri di molti amori.
Ampolla di vetro:ricordo
sifrantumailricordomossodaldesideriodiriguardarlo…
ampolla di vetro
tintinnio sordo
cristalli di neve
prigionieri dell’acqua
felicità di pensiero passato
brillal’occhioches’aprestupitoalfiabescomessaggiodiuncuoreracchiusoinunsognoliscioetondo…
Un mio pensiero al
tramonto…
…dune rosse di sabbia riempiono
lo spazio, accese sono
dal zampillante astro
che tuona la sua musica
nella pausa di istante dopo istante
nel suo svuotarsi lentamente
raggomitolandosi tra le lunghe ombre
che firmano la storia,
ed io, appeso ho il respiro
tra la battuta finale del libro
e del giorno, confidando
di riuscire a leggere le loro righe
prima che l’uno inghiotti l’altro.
Emozioni
d’amore:petali di ciliegio
Un nascondiglio segreto
giace tra le pieghe del tuo respiro
che fluisce leggero nella curva
del tuo profilo
è
pungente mattina d’inverno
dove velatura rosa di cielo
incornicia alberi madreperlacei
“sabbia calda di sole
plasma il mio corpo,
così avvolta
un brivido mi percorre tutta”
libera il tuo essere nei miei desideri
e così, l’aria accarezzata d’armonia
invaderà gli spazi tra i rami
di ciliegi in fiore, e quadro d’artista
apparirà nella tua anima.
Caro Angelo
la tua presenza
avvolge la mia anima,
profuma il mio cammino
di intenso gelsomino,
mi sorprende a sorridere per un niente,
e così riesco a toccare
il cielo con un dito,
le tue bianche ali
mi portano in alto alto
e voli di sogno
cullano il mio essere…
essere celestiale tu sei…
ma per me sei…
ciò che gli altri non potranno
mai vedere…
solo io ti vedo… nel mio cuore
così per sempre sarai… e solo mio.
Bella domanda
è quella di chiederci dove sia
finito oggi il natale…
….il natale è finito nel fondo dei nostri
cuori
il bambino buono
il mondo di oggi non lo vuole
è uno scomodo
guardarlo negli occhi ci porterebbe a…
vedere le nostre azioni sotto la vera luce
umilmente accettare tutti come fratelli
riconoscere l’amore di Dio
quale nostro creatore…
ma…allora… perché se lo rifiutiamo
continuiamo ogni anno
con l’inganno a festeggiarlo?
….risposta che sa di felicità
impacchettata dalla mente ad arte col
fiocco,
tutto ciò mi fa pensare che sia l’uomo un
mistero
e non Dio come la maggioranza di noi crede
che sia tale.
Vago…
Leggo nei tuoi occhi profondi
un ricordo lontano che ora è vago,
allor sottraggo la ragione dal sentimento
e vedo un’emozione vaga,
sorvolo sul tuo parlare
perché il pensiero che hai è vago,
così la tua risposta equivale al vago
che s’insinua nel tormentato presente,
solo gli occhi mi chiariranno
se la schiarita è apparsa sul vago
che è candore d’espressione
di una situazione in movimento
in allontanamento dal vago
punto centrale su cui
si snoda adesso l’argomento
che a parere di chi sta leggendo
risulta inequivocabilmente
d’aspetto assai vago…
e tu…risulti esser vago?
spero di si… vago
vuol dire esser nella corrente
giusta del vivere.
Linee di confine
Esistono sottili linee
corde trasparenti
segni di confine
che è bene non valicare
che è bene non toccare
che è bene non tagliare,
vortici incontrollabili
si nascondono insidiosi
al di là del loro sguardo,
baratri da cui risulterebbe
difficile riemergere,
la luce sarebbe eterna ombra
e il sorriso si scioglierebbe
in granelli di polvere…
girerebbero senza riprendere
consistenza nel mare del nulla
dove si snoderebbe un tutto
che non si potrebbe delineare:
la fermata è così d’obbligo
per chi è saggio
e non vuole nessun
vano assaggio.
Messaggio in
bottiglia
Vi stupirete perché io non parli
mai della guerra in poesia…
ora ve lo spiego
con le mie semplici parole
che mi sgorgano dal cuore…
la guerra per me non dovrebbe entrare
nella poesia,
è già nell’aria sparsa
nelle menti
nei cuori
ovunque è lei regina
perché aprirle le porte anche in poesia?
La poesia dovrebbe essere freccia
che faccia breccia nei cuori induriti
nelle menti fredde
nell’aria grigia e tetra,
dovrebbe essere raggio di sole
che filtra tra le nuvole
primo messaggio d’amore
per far vedere il mondo
come dovrebbe essere
quando fu creato per noi
nella notte dei tempi:
un paradiso terrestre.
Ma!
Puntinato di bianche stelle
è il cielo
fiori di ghiaccio scendono,
ho il naso infreddolito
in questo invernale mattino,
con le mani sciolgo
le meraviglie,
e gocce di musica dell’universo
vibrano nel mio palmo,
le sento…, e il mio cuore
non resiste a gridare
al mondo la mia felicità….
che sia solo per la neve? ….ma!
Pagine di vita
profumano
Profumano foglioline di menta
tra le tue piccole mani
coi fiocchi di polline
di camomilla in fiore
tra i capelli dorati,
sfiorati sono da dondolanti
mazzi di violacea lavanda
tra grappoli di rose perlacee
che s’aprono come delicate labbra
aspettando il bacio del primo raggio di
sole,
nell’alba che scotta di sogni
d’amanti sfiniti tra incroci di braccia,
in una bianca stanza
dove l’aria calda è solleticata
da oli d’agrumi maturati
sul davanzale di casa coloniale,
dove conchiglie ristorano
l’orecchio dell’anima
nel cigolio del loro zoppicante
movimento.
Un gotico occhio blu
Tra guglie forate dal sole
brandelli di stelle
ferite di luce
soffi d’eternità imbrigliati,
geme l’occhio blu del ciel
nel centro dell’anima antica
riflettendo il suo opaco bagliore
sul suolo polveroso, silenzioso e vuoto
filtrato da vitrea presenza senza vita,
là sul verde prato
stride allo sguardo
la parete di chiesa gotica
morsa dal tempo
superstite di un glorioso presente
che oramai giace nella memoria distorta
scritta nei libri di storia,
ma rosati petali
scia nel vento
sembran abbracciare
di sincero sentimento
quel triste pensiero
stanco e così, teneramente
cullato, sospira rassegnato
sul suo mistico viaggio
perso tra le nebbie.
1 mese al risveglio di quelle coscienze
ancora addormentate:
Lanterne per la pace
Danzano le lanterne
tra i rami d’abete
addormentati sotto la coltre
d’una soffice e bianca neve,
palpitano i cuori
riscaldati dall’amore
che li unisce per il Divino:
son scie luminose nella sacra notte
dove il silenzio è stupore
che si inebria di cielo stellato
nelle stradine imbiancate
e accarezzate da fredda tenue
luce lunare, son piccoli uomini
che chiedono pace con la preghiera
al Bimbo dal grande cuore.
La farfalla
Vorrei cavalcare una farfalla
volerei lungo il deserto
sul mare leggermente increspato
sfiorerei le verdi colline con una mano
toccherei le possenti chiome degli alberi
e riposerei sulle vette innevate,
raggiungerei con lei facilmente qualsiasi
luogo;
ma per raggiungere il tuo cuore
diventerei farfalla per farti volare.
Un dì lei incontrò
il suo Angelo
Una bimba con le bionde trecce
seduta se ne stava su una liscia bianca
pietra
sotto l’ombra profumata d’arancio
dove rami carichi di bianchi fiori
l’accarezzavano, mossi lievemente
dal delicato vento di marzo,
e lei, chiusi gli occhi sognava
nella sua solitudine…
ma quel dì un Angelo le si avvicinò,
sussurrò al suo orecchio
che le sarebbe rimasto sempre accanto
e lei lo comprese tra petali scesi sulle
sue rosse gote
rigate da piccole perle di pianto
e allora sorrise…
abbracciando col cuore il pensiero
di quel suo nuovo meraviglioso Amico.
Ciclo di desiderio
Il mio desiderio è come nuvola
che quando sfiorato è dal re sole
si scioglie…
allor gocce dorate diviene
scende lentamente tra le fessure
del mio cuore
che come terra accoglie
e quando gonfio diviene
esplode sorridendo
e nuova nuvola si forma.
Rosso fuoco di
tramonto
striature che son lacerazioni
nella pelle d’un cielo
esausto,
pace assapora dopo
il vortice temporale
che nelle sue spire lastricate
si è lasciato aggrovigliare
giri e poi giri
allungamenti
e saette di scontri incontri
questo è…
il tango argentino anni ’30.
La città bianca
Sotto l’ampio cappello
giallo limone
il caldo fa da tarantella,
e il bianco accecante
delle case adagiate a presepe
sulla collina
invita a perdersi
tra il salire e scendere
di stradine strette come anfore,
dove la vista, nell’intreccio d’archi
che legano il tempo,
raccoglie coriandoli di fresco cielo
d’un brillante blu pulito,
ma l’occhio si bea, quando,
i lampioni a sera s’accendono
incorniciando d’oro
la bianca signora
avvolta dall’ala romantica
d’un’argentea luna.
Un Pierrot
Ho dimenticato il sorriso
sull’uscio del tuo cuore,
e il pensiero si è fatto fitto
denso, nuvole si sono addensate
là dove brillava il sole,
nessun raggio ora passa
prigioniero del fato
e l’ombra raccoglie le ombre
e nel frutteto le mele rosse
son squallida immagine
e il vento ha raccolto le ultime lacrime
di pioggia per portarmele,
ora brillano nella mia mano
e rifletto il raggio lunare
di una luna che apre alla notte
il suo sorriso malinconico.
Chi dice che viver la gioia
sia semplice,
semplicemente a mio modesto avviso erra,
rara e preziosa come farfalla dai mille colori
si presenta,
leggera, tu l’ammiri per la durata breve
che in seno reca
come arcobaleno che appare
nel suo magico splendore
per annunciar sereno,
ma poi scompare al batter di ciglia.
Quando cerchi d’afferrarla nel cuore
l’attimo di gustarla dura poco
e poi un attimo dopo è già sparita,
lasciando il posto a una malinconia
che diventa in gran parte del nostro cammino
un’amica che ricerca come compagnia sempre
l’amica gioia che ama giocare a nascondino
nelle anse della nostra vita.
Il giocoso e infuocato ballo a due
Nella Polka di Strauss
rincorrersi vedo
due amanti
lei giocosamente invita
e scappa
l’altro risponde cercandola
e invitandola nel suo amore
lei dice no
lui insiste con un si
e il ballo prende vita
un’emozione corpo a corpo
che si accende
e poi si dilegua
quando
per ritrosia dispettosa
lei si stacca di colpo dall’amato…
ma è un gioco
dove l’uno si concede e poi si ritrae
e la ricerca del piacere così
non ha mai fine.
Parole…dolci
Le tue parole son come miele
miele dolce dolce carico di luce
che accarezzano la mia anima tormentata
tormento nell’aria acceso da temporale
ma che stretta nel tuo abbraccio di pensiero
pensiero etereo balsamico il tuo
si riscalda e sorride alla vita
vita che ci aspetta in ogni suo attimo
per scrivere il nostro romanzo.
Nenia autunnale di sogni
Sembrano sbadigliare le chiome degli alberi,
s’agitano piano quasi mossi a danza
nella sonnolente canzone autunnale
spargendo lacrime colorate,
foglie ormai rassegnate
che si lasciano andare
cullate dalle mani amorevoli
di un vento che trasporta sogni,
cristalline speranze di mille e più
raccolte da mani con palmi
rivolti verso un cielo
che è cesta di pensieri
da spargere tra le stelle
affinché vengano illuminati,
irradiati, per divenire un giorno soli.
Spighe lontane
Spighe
gettate qua e là
tra graffi di cemento,
ricordano nel lamento
un terreno che fu vivo un tempo,
pieno di sentimento:
ridente grano nel suo palmo
accarezzato da un ingenuo vento
nell’arcata d’un cielo azzurro velo,
e la spensierata giovinetta
sulla sua rossa bicicletta
percorreva in fretta
il sentiero che costeggiava la dorata fetta
con una lettera d’amore nella mano stretta,
ricordo è ormai
come foto ingiallita e bruciacchiata
nella tasca mal orlata
di una donzella dalla chioma argentata,
che sospira guardando dalla finestra
quel lontano campo di grano
che irradiato era
dalla calda luce di sole e d’amore.
La ruota
Scivola scivolando
correndo a perdifiato
la ruota sul burrone
rotolando e inciampando
girando a destra e a sinistra
ruotando riga il terreno
e poi riparte,
rosicando l’aria
la ramifica sulla sua scia
che si fa corsia.
Sonata al chiaro di luna
Gravosa melodia s’addensa
nell’acqua argentea
di pallida luna piena:
disco evanescente
quando la sua immagine
sacra ai filosofi greci
tremola come fiammella
nelle lamelle dell’onde leggere di lago
dove s’ode tintinnante
tra le canne che s’ergono
sul bordo incerto nel suo disegno
dalle folte erbe selvatiche,
la sonata che vaga senza meta ma fluida
nel suo molle intercedere
trasportata a braccia
dall’aria resa sazia
dal pungente sodalizio d’odori
d’acqua stagna e di fresche erbe,
sonata struggente
d’un cuore che anima un piano nero
carico di pianto azzurro.
Fiore di loto
Muovo passi di danza sull’acqua
mentre pizzicate note di violino
cuciono l’incontro
e il vento mi fa ali di leggere piume
bianche e soffici
scivolo volteggiando nel grembo
di delicati sospiri
e fiore di loto divengo….
Giardino segreto
Ho intarsiato finemente
nei petali del mio cuore
il tuo sorriso,
un gabbiano volteggiava leggero
e si posava a sussurrare amore
alla distesa blu cobalto
d’un mare schiavo della terra,
ho raccolto dalla sabbia umida
una conchiglia nera lucida
e il suo splendore abbagliava
quando il sole nel suo incavo
riluceva, e l’armonia del creato
tessuta nel remoto passato
si espandeva creando meraviglia,
e lacrima, così, dal mio viso scendeva…
quel gabbiano chiavo del suo amore
per il mare volteggiava con la tristezza
nel suo piccolo cuore,
ho cercato un giardino meraviglioso
segreto agli occhi
dove il seme del mio amore per te
ho nascosto, dove sarà annaffiato
dalle mie lacrime, e il suo ricordo
rimarrà vivo in me per sempre
finché il mio respiro sarà nel respiro
della vita….
La ciambella rossa
Sulla panchina grigia
baciata dalla salsedine,
lungo la curva
che porta allo scoglio
aggrappato alla parete di vite rossa
e lambito da un mare artista,
due colombi si scambiano effusioni
a passo di tango
mosso da nostalgica fisarmonica
di un uomo in ombra,
si struscia il gatto color fumo
sui passanti che come giostre
girano girano
e la mente va
rapita da un tramonto
che sa di ciambella con glassa
color rosso ciliegia.
La stella del giorno
Piedi nell’acqua di fresco ruscello
coi pensieri che volano silenziosi
nel cielo dipinto di cielo,
e le mani poggiano sul cuscino
di verdi versi di prato,
mentre per l’aria fine
chiocciole di sole
scivolano lentamente sulla mia pelle
accarezzandomi,
variopinte carte di aquiloni
accenti di spensieratezza
che vanno a confondersi
con vele di nuvole
prendono il volo verso l’oltre
che il mio sguardo non riesce a vedere,
e così, stupita, rimango col naso all’insù
come bimba che attende
la stella del giorno.
Parlami del cuore contento:
raccontami di lui,
insegnami i suoi movimenti
affinché possa imitarlo,
disegnami i suoi sogni
perché possa vederli,
ti prego, non lasciarmi
nel guardarlo solamente
perché proverei invidia
del suo modo d’essere:
linguaggio il suo che nessuno
m’ha mai mostrato.
Dritto
e rovescio:una poesia lavorata a maglia.
Le tue difese son scogliere di cristallo
Sempreverdi le speranze
dove rimbalza la luce calda del solstizio estivo,
profumano di pini addossati l’uno accanto all’altro,
attraverso la parete trasparente
anche passo trascinato di vento
vedo il tuo cuore che ritma incertezze,
sembra intrecciare petali di novità,
ascolto rapsodia in blu
ascolto un americano a Parigi
e sulla scia dell’ammaliante musica
e con l’entusiasmo di un viaggiatore
incrino il tuo cristallo con un sorriso,
raccolgo il coraggio di osare
e finalmente tu rispondi.
e così i desideri si animano.
Il battito della notte
Notte silenziosa
che rapisci gli animi
a cavallo del sole nascente,
il tuo sguardo è fuso col bagliore delle stelle
e spalanchi orizzonti di paure sconfinate
dilaniate dallo scorrere delle ore
che paiono essere lente lente.
Ti ritrovo a meditare il tuo solitario giro
spesso accompagnato da vite grigie,
ma lo spettro che racchiudi svanirà
quando il mondo darà alla luce la tanto attesa alba.
Il blu mi fa sognar
Il cerchio della luna blu
nella fredda notte blu
abbraccia l’universo blu
e mi fa pensar al cerchio nel lago blu
puntinato di cristalli di neve illuminati da luce
intermittente blu,
ed io, al caldo sotto un cappotto blu
ammiro la scena blu
che ai miei occhi è un soffio di sogno blu.
Ruderi riecheggiano
nel vento
Veli su veli
la danzatrice bianca sale
mistero appare e scompare
sbriciolato dal maestro tempo
il grigio castello,
ombre s’allungano
ai suoi piedi
nel tardo meriggio autunnale
dove stuoie di arrendevoli foglie
accarezzano al suolo i passi del passato:
s’odono con le orecchie del vento
cavalli e grida, risate e chiacchierate,
s’odono le dolci parole
di amori che si ripetono nella loro diversità
dalla notte dei tempi
nella scacchiera del mondo.
Una stella ora brilla sovrana
su tutto, il silenzio cala
e la notte come mantello
coprirà anche le nostre orme,
e i ricordi in quel luogo
prenderanno magicamente vita
fino all’arrivo della nuova alba.
Atto I: Risveglio dei
sensi.
Nodosi rami coi paffuti fiori
plaudono il cielo all’imbrunire,
graffiati dal gelido manto
che si sta pian piano
raggomitolando come un gatto
tra tiepidi fili lanosi primaverili.
Specchia la placida scena
l’acqua blu notte di lago,
a scatti mosso da insetti curiosi
smaniosi d’aria
che con il suo andare lento
a sacche, spazia dondolando
chi nel suo passaggio s’adagia.
Da dietro il masso sospira l’amato
suonando dolce nenia,
note di chitarra cariche di eros
si spandono per l’aria, arca di speranza.
Gaia par ora la lignea scena
ingannando l’atto di nostalgico tema.
Amica foglia che ti
stacchi dal ramo
e ti muovi mossa dal vento leggero
per danzare una volta sola,
per regalar sollievo
allo sguardo attento
di un passante dal vestito grigio
e dal passo spento,
non saprai mai della gioia
che il tuo finire reca,
ma quella gioia come energia
nell’aria fluttuerà
e per albero che ti diede vita
nuova e fresca linfa sarà,
e così, al comparir della tiepida primavera
ci regalerà la tua gemella.
Luce
Tra gli alberi di lunghi viali
lasciasti andare le tue incertezze,
ricercando con lo sguardo
le finestre di dolce luce.
Miele dorato sembrava
colare da foglia a foglia,
dove gocce di rugiada
s’erano posate nella fredda notte.
E tu, provasti piacere
nell’assaporare si dolce miele,
d’accostare ad occhi chiusi
le labbra al vento.
Ora quelle gocce han raccolto
il grigiore delle paure,
si son sciolte con l’ardente luce
ed è scomparsa la notte.
Un grazie carico di
grazie
Chino sulla sua scrittura minuta,
silenziosa…
curvo in adorazione
piega di se stesso
nel palmo di Dio,
ombra marrone di terra
il suo mantello
ma di cielo azzurro vivo
l’universo dentro,
si scoprì al mondo
come umile servo,
ma nascosto in lui
riversò il suo immenso amore
per Colui che gli donò preziosa vita…
vita spesa tutta a ringraziare
è stata quella del frate cappuccino
Padre Pio da Pietralcina,
e così. ricevette il dono delle grazie
a chi a lui affidò il suo incerto domani.
Silenzioso scoglio
Sullo scoglio scosceso
scie scavate
strisce sinuose
sentieri stretti,
silenzio serpeggia solitario
sognando saluto solare
splendente sorriso.
………………………………………cielo
di sogno
mani bianche…
tra polveri d’oriente
spruzzate d’acqua
di specchi d’oasi,
tra farfalle di foglie
che si rincorrono nella valle
che si sta addormentando,
tra diamanti grezzi salati
balzati da archi d’onda
sul dorso del vento,
…che cullano il sogno dipinto
di bimbo…………………………………………..
Astro chiarezza
Ho nella mia mente un astro,
luce che spacca il sentiero
fattosi aggrovigliato
da pensieri liana
che nodi han creato:
fiordi di paure.
L’astro dell’infinito Maestro
è ancestrale ricordo di pura meraviglia
che come nave fa salpare l’anima
nel misterioso incerto destino
deliziato dal vento delle novità
con a bordo l’ancora del coraggio
che è speranza.
Attenzione
Pargoli di luce
nello spigolo dov’è squarcio del velo…
…allor, che vedi?
vedo il tuo occhio
che rastrella la mia essenza.
Novembre:saggi
pensieri
Respiro sentiero di pace:
silenzio che fluisce limpido
tra file di cipressi,
non per trovarvi la fine
ma per carpire la poesia nella vita
che tra soli e lune palpita…
il suo palpito è come uno sbatter d’ali
in un ciel dove nuvole nere e bianche
son abiti d’emozioni.
Tutti gli oggetti che fan parte
della mia cara vita
son lì che mi guardano vivere
ma non sono quelli che mi fanno vivere,
sono io che sono importante, io sola.
Mi allontano spensierata
dal saggio e sacro luogo di riposo eterno
che segna l’inizio di nuove vite,
nella nebbiolina di Novembre
che confonde i contorni:
ombre umane nell’ombra della vita.
Spensierato shopping
di versi
Sali e scendi di versi
scalini di parole
nel magazzino di poetare
che portano ai piani alti,
dove la poesia è l’unica merce
che non puoi acquistare
e si gusta come un caffè
che emana profumo di luoghi lontani
e la mente e il cuore viaggia…
richiamano al sapersi lasciar andare
le alte palme che vedi dondolare
in riva al turchese mare
che da nuvole gentili si lascia accarezzare…
ma quando esco da poetare
mi porto via pezzetti d’anima da conservare
nello scrigno del mio io… per migliorare
e così, con questa mia poesia, voglio approfittare
per degnamente ringraziare
tutti i poeti del meraviglioso sito di poetare.
Il tempo dell’amore
Edera di vento il tuo amore
che profuma di spighe dorate:
grano maturo,
che mi avvolge sull’uscio della nostra storia
dove chioccioline di tenero pensiero
lasciano stradine argentee
che le puoi riguardare
sfogliando con gli occhi sognanti
il libro della memoria del cuore.
Guardandoti, l’arco dell’amore ideale tendo
con la forza dello spirito,
la sua freccia andrà lontano
nel punto già segnato per lei
sulla linea del nostro comune destino:
la distanza del tempo per noi all’unisono.
Contemplazione
Luna nuova, grande e maestosa
abbracciata sei dai nodosi e possenti rami
che son come braccia di un amato,
e rametti disegnano magici segni
sulla tua biancastra lavagna
per divenir linguaggio universale:
dialogo della natura con l’uomo.
Nel silenzio di questa notte
ti contemplo, mentre scendono
fiocchi di neve come note musicali,
e la musica composta nella loro danza
col vento mi invade, ed io canto…
inni a colui che ha dato vita
a questa meravigliosa sinfonia.
Nebbia che sfuma nel
bagliore del giorno
Le nebbie e i melanconici dubbi della mente
si fondono nel teatro vita alla sera,
ma cercano la luce nell’alba serena
risveglio del nuovo volto del mondo.
Al canto del gallo l’inizio è svelato
e scomparso è il velo di dubbia visuale.
Ricordo così le ore gioiose che strillano
illuminate dal solstizio d’estate
che sembra mai tramontare.
Parto rinvigorita nel giro della vita
perché il cambio d’abito del giorno
è fiore nuovo che s’apre per ricevere
e dare amore.
L’ultimo bacio
autunnale del sole
Il melograno rapisce la scena
in una campagna che dall’autunno
è svestita lentamente:
il suo frutto rosso
tra rami che tremano
quando son sfiorati dal vento
e son cembali a tratti armoniosi
negli applausi di foglie ormai
sull’uscio di nuova storia,
è l’ultimo bacio caldo di un sole
che ormai sta fuggendo verso altre terre,
come un amante che non ama catene.
Fare poesia
è un luminoso modo d’esprimersi,
le sue spire
irradiano luce,
quella luce che va a illuminare
il nostro sguardo
su tutto ciò che è dentro
e fuori di noi.
Attesa
Posato col capo chino
è quello spiumato pulcino
sulla staccionata di un rigoglioso giardino
dove l’acqua piovana scende a catino.
La tenerezza invade l’atmosfera bagnata
d’una estate spenta, ormai rassegnata,
in quel lembo di terra da alti alberi circondata
che fan da sentinelle per render la natura indisturbata.
La grondaia a calice riceve l’acqua come vino,
mentre riposa esausto e compito il contadino
sulla sua veranda d’edera abbellita
e coll’immancabile panca arrugginita.
Gocce son suono interrotto sul pino
e ceste rovesciate di vetri rotti sul gradino,
mentre una cicogna alberga su un tetto come dita
e l’attesa d’un sole a rischiarare pare infinita.
haiku salino
S’alza il mare
bagnato di rugiada
vita in vita.
Piacere d’amore
Rubava la tua ingenuità l’elogio
nei tuoi sorrisi l’innocenza di un gioco,
nell’aria si mescolava il frastuono:
mille bianche farfalle sembravano alzarsi in volo
nel dilatarsi azzurro mattutino.
In un’insolita veste tu ti trovavi:
portavi nel palmo della tua mano
la comprensione e la gratitudine,
mentre l’aria lacrimosa
velatamente s’insinuava pian piano
posandosi ovunque come perle.
Gemme sbocciate i tuoi occhi sembravano
quando il suo mistero venne rivelato,
allora si diffuse da pergamene di nuvole
una mielata luce nel giardino
dove un no divenne un si.
Nell’oceano sento il
tuo richiamo
Intensi i tuoi versi:
lasciano delicate emozioni
nel mio cuore,
mutando il mio silenzio
abisso senza confini
in movimenti di pesci colorati
tra filtrati e ondulati
raggi stellari.
Il richiamo d’amore delle balene
spazia vorticoso
nel maestoso oceano,
ed io lo sento insinuarsi
tra le mie vene eteree
segrete entrate al mio essere.
Non si libra dal libro
il tuo vello di passione,
tenderò allor l’orecchio
in riva aspettando i tuoi passi.
Nenia salmastra sdraiata
la sento scivolare lentamente
sulle mie guance,
chiudo gli occhi
e i tuoi racconti nel ricordo
mi sfiorano deliziandomi.
I nodosi filamenti
dei nostri discorsi
ora tacciono
nel grido del vento,
aspetterò così la luna nuova
che li faccia rivivere.
Luogo dimenticato dal tempo
Grata di sassi ed edera
lega volti di case annoiate,
dove rimbalza giallognola luce
trafitta dalla pioggia fina fina,
appannata dalla curva d’un cielo
che nasconde un sole al sul declino.
Nascondono i sorrisi tra rossi gerani
bimbi spettinati, profumano alla lavanda
le loro vesti macchiate di fango.
Sull’uscio d’una dimora d’altri tempi
contemplo le finestre, i muri, le scale
e le stradine ciottolose.
Ti ho scritto una lettera
da questo luogo silenzioso
puntinato d’emozioni,
il tuo volto era ovunque…
sentivo il profumo del bianco
gelsomino, delle mele e della menta,
sentivo il rumore dell’acqua piovana
che sbatteva sulla nera grondaia,
sentivo il pelo liscio del placido gatto
accovacciato vicino alla nuda stufa,
sentivo il tuo respiro tra le fessure del bosco…
non potevo dimenticarti
non potrò mai dimenticarti.
Se è gentil d’aspetto
ferisce chi sicuro è nell’afferrarla
con decisa presa,
racchiude un cuore profumato
da veli vellutati circondato
e ad arte adagiati l’uno accanto all’altro,
impreziosita è quando
perle cristalline d’acqua la baciano,
e solletico sente
tra le mani dispettose del vento,
ma sorridente appare
se circondata dalla calda voce
dell’astro che all’alba splende.
Non potrete non amarla vedendola,
la sua bellezza rapisce i cuori intrisi
d’amore…
nel suo nome, la storia di chi ama
da secoli si specchia…
è la Rosa, la bella signora.
Il colore del silenzio
nelle foglie
Nevica musica
quando il respiro
del vento si fa ampio:
una musica di carte variopinte.
Le dita rossastre impresse sulle foglie
son tatuaggi rubati al tramonto,
segno di fine d’un cenno di vita
apparsa per esser
com’era dover d’essere,
in una vallata dove
rintocchi di campana
pesanti echi si dilatano
sul corteo
che sul finire dell’autunno
prende corpo
tra alberi rassegnati alla loro vitale sorte.
Germoglio di bambù
Un germoglio di bambù
stella solitaria
affiora dall’acqua
tintinnante di luce,
esprime
gentile presenza
nella trasparente
anima
mossa a ghirlanda
dal ribollir
di sotterranea sorgente,
tace, e poi tace
il sogno che s’apre
come spicchio di luna
quando fluido pensiero vola
nel sereno cielo
d’una chiara oscurità.
Poesia è…
ammirar un paesaggio
trasformarlo coi colori del proprio animo
dargli i suoni che son eco
dentro di noi,
suoni di vita ereditati dai nostri avi
e suoni che vibrano nelle nostre cellule,
porterem così alla luce
la nostra idea di visione della vita…
poesia è l’anima che il nostro essere
plasma, un nostro io con le sembianze
d’un mondo
che per ognuno diverso appare
quando con curiosità lo sta ad ascoltare.
Racconti di me
Cosa posso raccontare ancora
per far breccia nel vostro animo…
dei miei mille soli:gioie
dei miei mille granelli: pensieri
dei miei mille germogli: speranze
dei miei mille nuvoloni: tristezze
dei miei mille aquiloni:sogni,
se non siete stanchi di me
basta che mi leggiate ogni giorno,
perché il mio io è un universo
che si espande attimo dopo attimo
in questa mia esistenza terrena;
non trova limiti nel raccontarsi
perché la vita è una forza così travolgente
che merita tutta la nostra gratitudine:
viverla con immenso amore
è ciò che ci chiede umilmente
inchinandosi a noi
con ogni splendida
e sempre diversa
alba.
Impressionista del mio
cuore
Parlami ancor con gli sguardi
così i miei pensieri insabbiati
nel deserto dell’anima
si sveglieranno
nell’oasi del tuo cuore
per dissetarsi alla fonte
del tuo amore,
s’alza l’alba fresca
in un tramonto
se incornici di sorrisi
il tuo volto,
m’addormenterò sul tuo petto
mentre il caldo d’una capricciosa estate
stordirà le membra,
e il suono d’un violino
sarà liana che ci legherà
in un sonno fatto di dolci
carezzevoli sogni.
L’Autunno
Nell’incavo
d’una rossa
nostalgica stagione
vene nere
ci regalano l’emozione:
il contrasto…
che è naturale.
Sulla scia
del caldo scialle
lasciato dagli ultimi
caldi raggi
d’una estate
che sta chiudendo
la sua finestra,
ringrazio calorosamente
Piero per i suoi sempre
gentili commenti sulle mie
piccole e ingenue tracce.
Linee argentee
leggere
son le corde
che vibrano
nel mio essere…
al passaggio
delle note
che danzano
al ritmo ora lieve
e ora forte
degli stati d’animo…
ed io goccia a goccia
li raccolgo, li guardo,
li ascolto…
e li trasformo in poesia
perché…è così per me…
e questo mi basta saper….
Sibili di solitudine
Nel silenzio
della solare campagna
onde nel grano
son le mature spighe,
a balze rosate
si mostra il cielo
che geme: gocce dondolano
appese a fili di vento,
panni stesi
col loro bianco candido
son nuvole rubate
per regalare nuova luce,
e il lento fluire delle ore
rilascia sospiri presi
alle sudate fronti,
che volgono il loro saluto
alle pallidi solitudini
che si intrecciano
con i fievoli raggi
abbandonati al loro destino
nell’ultimo abbraccio
tra sole e terra.
Paesaggio amaro
Nella canicola
la terra arsa
fa una cruda smorfia,
e l’aria è grava di strati stagnanti:
l’odore pungente
della catasta di rami e di foglie
segue l’onda dell’arrendevole
giovane erba, che macchia
la collina edificata
vicino al ruscello
dove scorre accesa linfa.
I ricordi nelle pietre
Il palmo della mia mano
sente i battiti
il pulsare delle scene
attimi imprigionati
dall’umidità di pietre
screziate verderame,
scaglie su scaglie di vita
lasciate inconsapevolmente
evaporare nel passaggio
da vite allora
ombre umane ora,
nei vicoli dove il cielo
è frantumato dai tetti,
e lo sguardo
diventa folla di occhi
per catturare l’insieme.
Gabbiani
Nella matassa grigia
di mare e cielo
archi bianchi
si rincorrono
si piegano
si distendono
formando delicati origani
a spezzar monotonia.
Nel seno di un’innamorata….
Palmo palpitante
del cuore
Una pellicola
Lei bramava
in bianco e nero
arrossendo
muove ricordo
di riaverlo
lento lento
nel suo intimo,
tra nostalgiche, graffianti,...
dolci note
e accarezzando
di walzer viennese
si arduo
di saluti dal ponte
pensiero
d’un battello a vapore:
e…
una donna
sulle zingaresche
candida
vibrazioni musicali
come il suo abito
delle onde
di grezzo lino,
componeva
cenno di mano
il messaggio
tra zampilli salati
da lasciar
di lacrime e oceano,
come
rincorre sulla scia
nastro
spumosa e bianca
per legar
la tratteggiata immagine
al
dell’amato
vento impetuoso
lasciato sulla riva
della baia
al suo destino…i
loro nomi
il fatal incontro
d’esser così
per divenir rimpianto
uniti
nel palmo del cuore.
sempre.
…poesia
nel palmo di un’altra poesia.
Luce nella solitudine
Un secolare albero solitario
con la sua maestosa chioma
in cima alla grande collina
respira….
polvere di stelle
illuminate dai caldi raggi solari
nell’azzurro cielo.
Linea di speranza
Cordoni di sabbia e
salina argentea acqua
fan cordata fino al faro:
luminosa speranza.
...
Sono andata là,
ma non l’ho trovato.
Sospiri riempiono l’anima.
Mi disseterò al pozzo,
dove l’acqua non tramonta.
Parliamo sempre tanto…
ma alle volte tacere
ci permette di immergersi
in un noi così profondo
da abbracciare
in una frazione di secondo
l’intero mondo.
Porticciolo: Portopiccolo di Sistiana
Spicchio di pallida luna
bianca lattea
in un tramonto che arde
nelle ultime battute
d’una stagione cicala,
sei vela d’un velato cielo
e ti fan compagnia
le leggiadre vele
in un mar leggermente increspato
dal loro sinuoso movimento
che rincorre gli ultimi raggi
d’un rosso disco
sul finire della giornaliera musica,
corona di conchiglie son le case
abbracciate dalla selvaggia roccia carsica
che sentinelle come stelle
luccicano nelle notti coi lumi
ad arte incastonati, creando magia…
e noi, passeggeri sul veliero
della vita
dall’alto della scogliera
nell’alito salmastro
impregnato d’oli di lavanda,
salvia, melissa e rosmarino,
sogniamo d’esser gabbiani
per volare in quell’incantevole conca
dove terra, acqua e cielo
si librano all’unisono.
22/08/2015
Splendida gita….alle porte di casa mia.
Piccole grandi gioie
Traducimi il respiro
quando lo fai evaporare
tra spaghi di goccioline
che rigano un lampione
dove crepe vivono
nella sua anima vitrea
animata da un bagliore
appena accennato
che a tratti scompare
fondendosi con i neri
contorni della notte,
perché possa vedere
l’attimo del tuo rapito
sguardo che ingenuo
sa gioire d’ogni virgola
di questa terrena sorte.
Tu, mio calice
Che le tue mani
delicati calici
siano a raccoglier
lacrime
che verso
perché la mia anima
s’è adagiata un poco…
intreccia il tuo sorriso
col mio
e allor vedrò l’ombra fresca
che lascia la bianca calla
ristoro nel delicato pensiero suono
i rami del mio essere
vigore riprenderanno
così gioia e speranza
saran fiori freschi che riempiranno
il vaso vuoto del mio cuore.
Inganno
Fiori screziati
nella stanza del quotidiano
son carezze
nastri rossi di intensità
nella griglia dei giorni
son passioni
germogli di bivi
scie luminose
nella chioma fitta fitta della vita
son destini
ti ricordo il tic tac
del tuo orologio
che può essere inganno,
se è inganno
allora fuggi via dal ciglio
del burrone
e riempi i tuoi vuoti
prima che il tempo
li riempia come vuole
se tu sei
il solo spettatore
di te stesso.
Enigma d’amore
Maschera bianca
cosa nascondi?
sussurri dolci
parole crepuscolari,
sorridi con gli occhi
color grigio nebbia
che fa scomparir il sentiero
per l’ombroso bosco,
annuisci girando lentamente il capo
come luna misteriosa,
e nel mio palmo
lasci rosa rossa
senza spine
odorosa di stuzzicanti promesse
ma poi te ne vai sfiorandomi…
lasciandomi rapita
dal tuo spettrale fascino.
Viaggio con le parole
Son viaggiatrice…
nel mio piccolo bagaglio
penna e bianchi fogli
son sempre pronti
a imprigionar
le preziose parole
onde dello spirito
ricami dei nostri sentimenti
perle della mente
quando i miei occhi
fotografano l’attimo fatato
incrocio di suoni, colori
e stati d’animo,
e sulla scia del loro magico
suono s’aprono scenari nuovi
dove lo stupore rende muta la parola.
Cos’è per me poesia?
Ogni uomo
è espressione poetica
di colui che l’ha creato,
poesia
è delicato ruscello
di un mare
che è il sentimento,
ognuno di noi
è poeta
se si sofferma ad osservar
con gli occhi dell’anima,
ed è poeta alla luce del sole colui
che coraggio dimostra
nel condivider i suoi pensieri
più profondi con gli altri,
e se poi i suoi pensieri
son espressi in forma un po’ contorta,
è l’originalità del suo io
la loro essenza,
allora un ….io son in te…
è già poesia…
ma forse sol per me
che in ogni scritto d’uomo
vedo la vita che pulsa
in ogni sua miliardesima
sfaccettatura, e l’incanto
mi nasce dentro
ed esplode con un
applauso del mio cuore:
viva la poesia
che è nostra espressione
più delicata di contemplazione
della vita che ci è stata
data in dono.
Il richiamo forte della natura
Una delicata carezza
con morbida eleganza
il tuo ramo di rosati petali
lascia all’acqua cheta di lago
pozza verde smeraldo
quando s’adagia piano
mosso dalle dita del vento
che come pianista
il suo tocco musica crea
ispirato dal soffio lieve
dell’amore che sboccia
nei cuori sinceri
innamorati della vita.
Inutile squadratura
Riquadrato è il nostro cielo
dove l’amore è pallina di flipper,
sottile velo è percezione di
vuoti d’aria che son disordine:
fan scivolare l’ordine
nelle bollicine del frizzante
enigmatico, incontrollabile
ed eccitante caos…
…così, nuovi universi
si formeranno
apriranno l’involucro
e pagine variopinte
saranno i nostri giorni.
Passione
Nel vento rosso di passione
sono foglia
strappata al ramo,
bloccata al tronco
mi muovo scivolando un poco
ma ruoto a vuoto,
mi manca il respiro
mi arrendo
e allora mi perdo…
nel girotondo dei sensi
il cielo sopra me
perde i colori
e spazio spalanca le sue braccia,
lanciata in alto
e subito a terra mi trovo…
vivo ma vita era
nel brivido di quel momento
vissuto tra le sue spire.
Fili di pensiero
M’incamminavo
tra petraie: bordura muta
e immobile
di un mobile rigagnolo
quasi secco
nel suo letto divenuto scorza
per l’aria resa arsa e grava
dall’incandescente astro,
e il pensiero su di te
fresco ramoscello
s’insinuava
tra le fessure
grigie,
respirava gaiezza.
Continuavo attenta
nel mio cammino
sentendo pulsare i polsi
nella speranza
di una chiarità che facesse svanire
la trasparente ombra
che inganna l’anima.
Io
La mia anima
dialoga
e ventaglio d’emozioni
fioriscono,
i miei pensieri
si rincorrono
e veli di sogno
divengono,
e così trasparenza di soavità
sento traboccare
dal mio cuore.
5/8/2015
Il ponte luna
Sospirar al chiaro
d’una luna
che inebria lo sguardo
accende gli animi di
desideri,
sospiri e poi sospiri
rapiti
aspirati
impagliati
e
passo veloce
si divincola tra la folla
che urla
che sbraita
che ringhia
che sgomita,
il suo scalpiccio
tra scie di luce
bagnate
frantumate
impastate
improvvisa veloce
sorriso alla luna…
…la luna
è la distesa
nel cielo che aspetta
gli sguardi che han mille
intenzioni:
lei scrigno
libererà per ognuno di noi
il cigno,
nastri rosati di raso
son i sogni delicati
che tra le sue piume
scivolano silenziosamente
abbracciando
l’aurora del nostro
io, e noi pronti allor saremo
gonfi di mille intenzioni
a librarci con spericolate
luminose acrobazie nell’ignoto.
Diario: il bosco ci parla.
Corteccia esala
catenaccio d’odori:
guanti di muschio
impregnati di nuvola
avvolgono sassi consumati
vestiti di umida fanghiglia
dove arse farfalle di foglie
piangono luce respirata,
scivola ridente di freschezza
germoglio d’acqua
specchio di verde chioma,
e nel grembo di tronco mozzato
vita nascosta e protetta
occhi furtivi gialli ti guardano,
ma nella piastrella di prato
miele di garbate e semplici corolle
addolciscono il palato,
abbarbicato è il mio sguardo
nel sentiero che il destino ha scelto
oggi per me…
ringrazio il libro natura
che riequilibra il nostro sé.
Mantra in montagna
Graffi in volo
la roccia suda
lame di sole,
nei veli d’ombra
il profumo d’erba
si fa più intenso,
resti di mosaico
i miei sentimenti,
il rollio di pietre
m’incatena
esco dalla linea
del sentiero
per sentire la curva
di un pensiero più sereno.
L’Impronta di Francesco
Nell’eremo francescano
l’idea del giusto
affiora da tutto
osservanza della misura,
si levano canti
inni
per il cammino di San Francesco
che ha lasciato l’impronta di Dio
e Dio lo si respira nell’eco
della vita del Santo
come ali che sbattono
sulle pareti del tempo
rilasciando armonici suoni
che rischiarano l’anima.
L’anima di un sogno
Sollevo il lembo
di sottile organza
e brulicante brusio
inciampando un poco
pia piano prende corpo,
fiori di campo e ciliegie
nel paiolo in rame
aspettano le virtuose dame
che danze le han rese
stanche e affamate
nelle stanze scarsamente
illuminate da candele
ormai consumate,
scalini e ancora scalini
bagnati dal veloce temporale
immobili respirano il movimento
e vivi divengono,
mentre l’alba preziosa perla
finemente lavorata
dal paziente tempo
coprirà presto la notte
e i suoi segreti
che ritorneranno nello scrigno
di un sogno d’altri tempi
sul muro dipinto.
Un pomeriggio estivo
Giostra di girasoli
si muove lenta
nell’onda del vento
dove note musicali
cicale ovunque
zappano con piccoli
solchi il caldo
bucando di musicalità
la sua sonnolenza
che raggiunge la stanza
dove bottiglie di verde d’alga
vuote e solitarie incorniciano
un davanzale
dove margherite si sono addormentate
mollemente tra mosche
che come gatti
stordite sonnecchiano
placidamente,
si lascia andare il fazzoletto
sull’erba
unico movimento
di un pomeriggio spento.
Pensiero semplice d’amore
Così semplicemente
son seduta sulla calda sabbia
a mirar gli sguardi del mare
che mutano
plasmati dalle mani carezzevoli
di dolci e fresche onde azzurre
e nel frangersi la luce
in mille specchi
vedo specchiato il tuo sorriso
sorrisi di baci
sparsi sulla distesa d’acqua
immensa
arrivano a riva per me
baciandomi i piedi
che nudi assaporano
il delicato messaggio d’amore
che mi giunge da te
da un lontano presente.
L’ombra del silenzio
Son riuscita
per un attimo
nella frenesia
del fare e del disfare
a catturar
l’ombra del silenzio,
carezzevole freschezza
letizia per il cuore
e la mente
…ora pronta mi sento
a dar di me il meglio.
….ecco l’ombra fune
che va a recuperare
l’ombra della poesia
e l’ombra stessa diviene
poesia… un tutt’uno…
corpo e ombra…
Ombra
L’ombra si espande
cambia forma
ma rimane
agganciata
cucita
edera
magica presenza
che dà corposità
al corpo stesso,
anche se priva di consistenza
aspetti della realtà
li racchiude nel suo scrigno,
luce che scompare e non si fa vedere
cerchiamo di entrarne e uscirne
pause nel discorso
note mancanti,
è sacra quando
guarisce al suo passaggio
è ignara e potente
l’ombra di San Pietro
sugli storpi,
ombra è traccia
del passaggio
coda dell’essere
e l’essere si fa diverso
più legato alla madre terra
che l’accoglie come impronta
regale della vita.
Coro per la vita
Voci da brivido
si levano in coro,
si aggrappano
come colorati palloncini
alle nuvole,
che son velieri del nuovo millennio,
per esser trasportate
ai confini del mondo:
salviamo il nostro pianeta
urlano disperate,
salviamolo per i nostri bambini
è arcobaleno la vita qui…
…che rimanga sempre vivo
nel cielo del luminoso firmamento
dove i nostri piccoli passi
riecheggeranno per l’eternità
come segno della nostra esistenza.
Rapita dall’insieme
Battito di mani
eleganti volteggi
bagno di sapore autentico
quando tra le fronde
del mio grande albero
m’immergo tra le sue fresche
e timide foglie
che a mille rapiscono
il mio sentire
quando agitate dal camaleontico
vento
e così vento diviene foglia
quando la rapisce nella sua bocca
e vento divengo io
quando m’invade tutta
con la sua energia
e spazio diviene girotondo
e tutto si trasforma
e l’incontro coll’indefinito
m’inebria
toccato è il mio animo
dalle dita del naturale essere
e il pensiero diviene astratto e pieno
e lo sento sfumare all’orizzonte
come delicato sogno
che con le ali del desiderio
si dilata divenendo lama luminosa
d’unione tra cielo e terra
abbracciando tutto il mondo.
Essere
Erbe alte, altissime
fili sottili
verdi smeraldo
gialle come il grano
a macchie
setose,
i miei capelli
giocano con loro
il vento ci lega
e ci slega
e il mio riso
si fa bianco, pulito
sincero
una bimba si è ritrovata
si era persa nel mondo
adulto…
mi sono presa per mano
e ho cominciato a capire
che per essere vibrazione corporea
cosciente e matura
è essere anche come bimbi
per vedere
per contemplare
per esistere al meglio
nella magia di questo universo.…
Voci dell’estate 2015
Profuma l’aria
di immagini antiche,
anche il lampione
tra le fronde
illuminate di fioca luce
giallo caramello
sembra catturare
un tempo ormai che tace,
e la finestra opaca
mostra segni,
arrugginite sembianze
sgranate
accese speranze
incollate
dove al di là dello sguardo
di alte case
s’accendeva lo spettacolo
dei fuochi colorati
e tuonanti
mentre il cuore palpitava
sognava
ardeva l’amore in petto
attendeva
un segno nella notte
dal cielo.
Rinnovata promessa
La palpebra del giorno
s’è alzata…
nasce il nuovo sole
entrato nel mondo
germoglierà la vita…
…arca di speranza
pronta ogni dì
a rinnovare le sue promesse
…illuminare d’amore le coscienze.
Esplosione di vita
Ragnatele di lampi nel cielo
energia che prende corpo
pavimento obliquo
tutto sembra rovesciarsi,
evoluzione rapida
senza argini
ruota il vento
colpi di tacco la grandine
sinistri volti
le ombre di alberi scheletriti
sul lago
ceste di lacrime
son le nuvole
verniciate di nero
papavero rosso
nella tua mano
aspetta
comparirà l’antica alba
e la sua armoniosa
trasparenza lucente
incanterà anche il tuo messaggio
sospeso dal tempo
e allora il mio cuore
bagliore vedrà
nel ricevere quel papavero rosso.
Lettura delle altrui idee
Alberi di conoscenza
rapiscono il lettore
nella loro linfa
libro come sirena
richiamo nei pensieri
che son varchi in altri mondi
colgo l’intimo sentire altrui
e così pergola fiorita
sarà la mia mente.
È….
sOPRA
uNA
nUDA
e fREDDA
pIETRA
lA
tUA
sCHIENA
bIANCA
o
aLATA
fIGURA
rIVOLTA
è
all’oMBRA
dEI
mIEI
iNTIMI
pENSIERI
cHE
vEDI
aLLUNGARSI
tENUTA
dALLE
tUE
aMOREVOLI
pIUME
sUL
cAMMINO
dELLA
vITA
gRAZIE
aNGELO
PUNTo
Il miracolo degli occhi di Maria:
9/7/1796 – Roma
In quel vicolo
ecco Maria, Madre di Gesù,
il suo sguardo anima
i suoi occhi ti cercano
non puoi più scappare
il miracolo sacro
è sulle bocche
rimbalza come eco
e si accende ovunque
dove Lei è immagine,
anche Napoleone si arrende
…è Lei la Regina che il povero
e l’umile attende.
Poesia d’ulivo
L’ulivo desidera
nella quiete
il tuo respiro
s’alzano in volo colombe
trascina il passo
la radice
nella palude del tempo
immerso nell’alternarsi
di gioiose albe
mentre la poesia
regna tra i rami
carichi di sacrificio
mescolato alla linfa
in quei sacri dì
dall’animo tormentato
e benedetto
di Gesù Cristo.
Giallo in piazza
Becco giallo
manto nero
ecco il merlo
dallo sguardo fiero
nel giardino ombroso
di un convento silenzioso,
e s’aprono i fiori di camomilla
a mazzi tra cocci e pietre scolpite
addormentati dal fuso del tempo,
e la cicala non si stanca
tra foglie di menta e salvia
e profumata canta,
e ragno dispettoso
salta
sul bimbo biondo
e riccioluto col gelato
che presto toglie il malcapitato
e lo finisce a terra
con colpo secco di sandalo
slacciato velocemente
dal piedino sudato,
e ringhia il vento sul campanile
tra campane mute d’imponente
aspetto, s’attorciglia, rimbalza
tra le pareti perlate di preghiera,
e scende a invadere la piazza
che con l’imminente burrasca
si è svuotata come una tasca
lasciando al centro
dondolarsi placidamente
un’ignara gialla palla.
Pensiero plastico
Ritagliavo con lo sguardo
i pensieri sull’asfalto
li staccavo
erano pesanti
grattavano la polvere fine
finezza di spensieratezza
che aleggiava nell’aria
dove si intrecciavano
danze d’onde
trasparenze d’azzurro
trafitte da raggi d’oro zecchino…
e così sgretolati
polvere di pace divennero
sognanti sprazzi di nuvole leggere
…godevo d’essenza intima estrema
pienezza d’eterea saggezza…
Foto dal finestrino
Colonne di luce
all’ombra del tendone
e scalini di gocce di pioggia…
…e la natura ringrazia il cielo.
La partita della vita
Le giornate con le loro canzoni
s’alzano di buona lena al mattino
e vengono a cercarti come tuoni
lì dove tu riposi sotto lenzuola di lino.
Forse per te le albe non ci sono
svanite nella scelta che tutto è scuro, ombroso
ma loro, la presa non la lasciano
voglio anche te sulla linea di partenza sicuro, fiducioso.
Resta una sola cosa da fare allora
non indugiare, perché il mondo
pur nel suo fare giocondo
ci aspetta ogni giorno
a giocare la preziosa partita della vita.
Voci dal sottobosco
Le auliche voci
nel fitto sottobosco
rimbalzano sulla coperta di gialle foglie
bagnate dall’argentea
pioggia che fine fine
goccia su goccia
sbatte sul terreno
tamburello,
canti docili, versi sinistri
richiami caldi,
giocano a nascondino
tra gli arrendevoli rami,
…fronde come gabbie
racchiudono
una natura che è libera d’essere.
Il caro nostro Cuore
Il cuore per millenni
sempre lui
il centro dei nostri pensieri
il centro della nostra
vitale terrena esistenza,
cantato in migliaia di versi
è rimasto giovane
perché lo abbiamo nutrito d’attenzione
e d’amore….
Nome Speranza
Chiamatela sempre la speranza
urlate al vento il suo nome
che giunga con le nuvole
ovunque voi siate
che vi porti il dono
quello che il vostro cuore desidera
un dono che racchiude tanti doni
siate consapevoli
che è lì per voi dalla notte dei tempi
tra le incandescenti stelle
voi dono speciale
donatevi sempre l’amore
che è chiave che apre le porte della vita
stanze vedrete luminose
e allora capirete i perché….
Sguardo salato
Bianca spuma salina
leggera e fresca
che accarezzi con gentilezza
la guancia rosata e cristallina
della sabbia,
che si abbandona all’onda
danzatrice col vento suo cavaliere
scie di luce lascia
sagome trasparenti
pagine nuove
da riscrivere con ogni mio passo
che adagio pian piano
senza disturbare la vita
che come nastro si srotola
sotto il mio attento sguardo.
Un raggio di sole
Perché te ne vai raggio di sole?
Non andartene in mezzo alle
sciupate nuvole,
resta nel brioso canto d’uccelli
nella giostra dei rami imperlati
dalla dolce brina
nei sorrisi dei fiori
che mostrano la loro
splendida corolla
nella fresca mattina,
resta tra le lenzuola
di chi non vuole svegliarsi ancora
per assaporare lentamente
l’aroma del giorno novello,
….resta nel mio sguardo
perché irradi a raggiera gioia
nel mio triste animo.
Umanità
Il ventaglio colorato
d’umanità
quando si agita con grazia
nel cosmo si liberano
onde come nastri luminosi
nodi di ghiaccio
che si sciolgono col caldo
Amore,
abbraccio armonioso di
perfezione divina.
Le mie riflessioni
Nell’armadio
del mio essere
ho appeso
le mie riflessioni:
le ho lavate
tolto la patina
della banalità,
al sole
le ho asciugate
luce che rischiara
e le ha rese
più brillanti,
ecco che son pronte…
per esser
dalla mia mente
indossate
presentate
a chi
saprà cogliere
il loro vivo
saggio
messaggio
di curioso
interesse
per la vita.
La Vita: che passione.
Oggi la vita
è entrata
dentro al mio cuore,
si è fatta viva più che mai
mi ha strappato i veli
quei veli rosa
che confondevano
il suo volto,
strappi
che son diventati squarci,
ho sentito il suo urlo
l’ho plasmato
nella mia mente
l’ho fatto diventare
farfalla,
il dolore l’ho visto in faccia
è sempre dietro l’angolo
pronto a uscire
e a farci vedere chi siamo
veramente
e a farci capire
il perché siamo qui,
un gioco altalenante
la vita
montagne russe…
è pur sempre affascinante
il suo percorso
anche se alle volte molto
ma molto faticoso…
diamoci una scrollata
e via… per iniziare
una nuova partita.
A Charlie: un mito degli anni ’30.
Charlie,
sorriso che incanta
è cascata di tenerezza
sul fiore sciupato
possibile regalo
a un amore sognato,
sopra una trave polverosa
sospira con sguardo perso
alla pallida luna
togliendo i petali
in cerca del m’ama.
Incerte le sue difese
alla luce d’un lampione
nero lucido anni ’30,
sbriciola frasi sdolcinate
all’elegante figura
attrice di teatro
che aspetta impaziente
l’ultimo tram.
Charlie ora è solo
con la sua delicata ironia,
di chi sa che il domani
recherà una nuova sinfonia.
Calda Estate
Righe di tendoni
si rincorrono
nell’estate afosa
di un pomeriggio
dove il caldo
conta le ultime gocce
d’asciugare
rimaste sospese
nelle grondaie spaccate
nelle pietre scavate
nelle calle addossate,
nelle mie palpebre
la goccia dell’ultimo
pianto ha impressa
una nota di tristezza
che aspetta d’essere asciugata
da un tuo caldo abbraccio.
Movenze fatali
Frusciare di vesti
e sguardi obliqui
con mezze frasi
sussurrate,
tra arcobaleni di sorrisi
qualche azzardato occhiolino,
e il cuore fa le fusa…
scalini di cristallo
ad uno ad uno
saliti per toccare
un cielo dolce dolce
che sa di zucchero a velo…
ed ecco la mia mano nella tua
e il paradisiaco incontro
prende il volo.
Giugno
Mentre giugno è generoso
di succosi rossi frutti
e vela d’azzurro tenue il cielo,
una frizzante frenesia mi prende
nel cogliere un’alba fresca
che nasce tra rigogliosi rami.
Profumata è l’aria
di rinnovata saggezza,
memoria ciclica
che ogni volta pare sia
nuova.
Il letargo dei miei progetti
finisce,
lascia la tana la mia pigrizia
per aprirsi al nuovo.
Mi ruba la voglia
quest’immagine solare,
l’attorciglia tra le sonore foglie
e la espande
s’aprono i sentieri dell’immensità
ed entro nel cambiamento,
e piacevolmente turbata
la mia anima rischiara.
Ombre tatuate
Tatuaggi arzigogolati
di singolari rompicapi
le fronde lasciano copiosi,
ombre di nera china
dense di mistero
che durano un istante
al passaggio del fugace
solare sguardo,
e i tuoi occhi
cerchiati dal gradevole paesaggio
paiono linee di confine
dalla realtà al sogno.
Agguato al Castello di Torre –Pordenone
(notte tra l’11 e
il 12 Aprile del 1402)
In una notte lontana
lumi di luce fioca
ardevano tra mura
armate di sassi
da selvatiche erbe
circondate
dove ortiche nei
fossati
regnavano
indisturbate,
una luna tonda
disco dal melanconico
fascino
inebriava i viandanti
e i caldi amanti
ammaliati dal canto
lastricato di
desideri
dei grilli,
ma al sopraggiungere
d’una velata nuvola
più scura della notte
il buio fitto fitto
mantello di infausti
presagi
coprì ogni luce,
dalla torre del
castello
grida di dolore
agguato inaspettato
fece rogo, morte e
pianto,
ora la guardo quella
torre
silenziosa alla luce
del sole
e sospirare sembra
per quel fascino
castellano
che per vigliacca
mano
quella fatidica notte
andò perduto
nell’eterno sonno.
Giostre di paese
Giri, lacrime dolci e
solari,
giostre colorate
agitano
le nostre grida,
tramonto senza sole,
neon bianco sparato
illumina
voracità di gioia,
si annullano i
pensieri
nel vortice umano
centrifugati nel
vento,
in mezzo a dondolanti
canzonette ormai
tramontate.
Per alcuni il
sentimento
prende corpo: nel
coro
piroette di giovani
sguardi
fermano la giostra.
Il salice
Nella calda estate
geme
all’imbrunire
il salice piangente,
che riverso
sul lento fiume
aspetta
la carezza fresca
della sera,
tra case
dal fascino lontano
che dal diroccato
ballatoio
barocco
gli mandano baci
silenziosi
e provocanti
lasciati da amanti
il cui eco rimbalza
tra le sue fronde
lunghe e imbavagliate
dalle spirali del
tempo
culla di vita
che si rinnova.
Un vecchio
vecchio
ha sfiorato una rosa
lacrima per lei.
Luce
Sbianca il respiro
si fa velo
eterea l’aria
diventa
quando
immersa
nella sua pulsante vita.
Poetare è
volare
saper rendere più colorata
la realtà
plasmarla
sognarla con rivoli freschi
di passione
e se uniamo le nostre rime
in un’azzurra pagina
la forza delle nostre idee
potrà far cambiare rotta di
pensiero
rendendolo forse un po’ più sereno
a chi vorrà leggerle
ritagliandosi un secondo
del suo prezioso tempo.
Sinfonia
marina
Ondeggia la barca
e malinconicamente
ritagli blu scuro
si sfumano sullo specchio
lievemente increspato.
Raminghi rami
come braccia stanche
si lasciano lungamente
e ripetutamente
accarezzare dal palmo
umido.
A riva il tuo sguardo
abbraccia il mio
e anelli di alghe
giocheranno con noi
quando ci arrotoleremo
spensierati ed eccitati
sulla calda e morbida
sabbia che le linee d’aria
plasmano a loro piacimento
in un gioco senza fine...
…ascolta amore mio…
la sinfonia di questo luogo
dove l’amore è lievito.
Cassetto
d’altri tempi
Cartoline ingiallite
sui bordi cancellate ad arte
lettere
rosicchiate
dal tempo scandito
da orologio a cipolla
intarsiato
sparse
nel cigolante cassetto
d’un vecchio e tarlato scrittoio
profumano
di boccioli di rosa
appassiti
osservate
da lenti piccole e tonde
macchiate
d’argenteo pianto
la penna d’oca bianca e setosa
riposa
su foglio madreperlaceo
con un inizio birichino …
…al mio caro amato…
ignaro
che un secolo
lo abbia sepolto vivo
con una passione travolgente
che giace tra quelle mute righe
nascosta
al resto del mondo
nel segreto di un cuore
che si è rinchiuso
in quel cassetto…
la nipote sorride
e un bacio manda alla nonna
e alla sua ardente giovinezza.
Faro
Salgo le scale
scalini ruotano
nel faro
dove le nostre
giocose sagome
disegnate dal maestoso astro
che entra da piccole fessure
si rincorrono
plasmano allegria
mista a infantile curiosità,
e tintinnii di campanelle
scivolano
sulle pareti arrotolate
come dolce caramella
ma ecco il mare
teneramente un bacio
diventa eco tra le sue onde
e il salato si trasforma in dolce.
Storia in un
campo di grano
Scie nel grano
che tempesta d’amore
ha lasciato
pian piano
il vento riunirà
le spighe
inebriata dal solitario
brusio degli insetti
la terra
ubriaca di baci e carezze
l’amata
si gira a guardarlo
scende copiosa la pioggia
cancellando ogni traccia
nella cesta di grano
trema la terra
e trema lei
nella fresca brezza
e il calore s’allontana.
Maturità
Zampillano i miei
pensieri
e luminosi sentieri
diventano,
ti racconto una storia
fatta di matasse di lana
da sbrogliare,
le lane sparse
gomitoli son diventate,
e nella cesta ordinate
son andate…
ora posso fare il vestito
coi colori dell’arcobaleno
ormai i fili son diventati
uno
il tracciato è finalmente
segnato
sboccia il sogno
divenuto realtà.
Emozioni in vendita
I nuovi dei
i manipolatori delle
emozioni
noi voragini interiori
affamati
ci aggrappiamo a chi
profuma di sogni
per annaffiare il giardino
della nostra arida anima…
emozioni in vendita
oggi dobbiamo comprare pure
quelle…
o forse c’è la speranza che
l’egoismo non sia in tutti…
Ritagliato haiku nel mio
cuore
Ritaglio l’angolo…
ho preso le forbici del
tempo
carta straccia di veranda
trascurata
un raggio di sole
e un’anguria matura
rossa rossa
edera attorcigliata
alle seggiole in ferro
bianco latte
profumate di glicine
irradiato in mille
direzioni
manchi solo tu…
allora ti dedico
queste parole fragili come
farfalle…
….haiku
Colori ti dedico
nasce l’arcobaleno
dal tuo cuore al mio.
Finestra di campagna
Un vecchio mulino
vola la farfalla tra le
mute pale
un palpito di vita,
l’acqua scorre
il silenzio adagiato dal
caldo
sassi spettatori.
Il
momento
L’immobilità del
momento
nel toccare con lo sguardo
questo o quello:
istanti intensi
brevi momenti
è come il prendere in
prestito
il ticchettio dell’orologio
ma solo uno, per carità,
e farlo divenire musica
che giace sul punto
dove si amplia la veduta
che va la di là di ciò che
è…
…il vaso di cristallo
trafitto da raggio
pulsa di vita propria...
nenia che nasce a dar pace
e l’anima si rischiara,
ma è poco dicono in tanti
invece per me che il poco è
molto
riesco a sentire
moltissimo:
la luce incredibile
emanata da ogni cosa che mi
circonda.
Un
piegato canneto
affiora un fiore di
loto
spacca la ruvidità.
Il
tempo ci insegna
Fradice stoffe
grezze
con ricami di grappoli
violacei
questa mattina, a onde,
coprono un cielo
che appare ingenuo bimbo
quando è tinto d’azzurro
turchino.
Son qui china sui libri
a cercar d’apprendere
un po’ di saggezza
da chi prima di me
cavalcò le scene
del teatro vita,
e ogni tanto
alzo lo sguardo
a mirar la volta
che è in continuo
mutamento,
e penso che, lasciarsi
andare
ogni tanto a cambiare
dentro
ci doni uno sguardo su
tutto
più interessante e più
fresco.
Intanto crepa è comparsa
sulla parete plumbea
come lampo,
è forza dirompente
dell’astro splendente
che farà strada
alle alate nuvole bianche
cancellando così la macchia
d’inchiostro lasciata
dallo sbadato, d’umore
variabile,
ma pur sempre simpatico
allievo tempo.
Neve
al sole
Una folata di gelido
vento
s’alza
dove cattedrali di bianco
ghiaccio
s’ergono
in un mare liscio vitreo
senz’anima.
E’ sorgente nel nostro
cuore
la voglia
che si dirama a ventaglio
nel nostro essere
piccolo puzzle di creato.
Una luna velata da velina
s’accende
dove il cielo è imbalsamato
in uno strato di pulviscolo
ghiacciato.
Rose rosse
che m’hai regalato
cariche di passione
perdendo i loro petali
sulla loro scia
il cuore si scioglie
come neve al sole…
e la nave su cui viaggiamo
può scorrere più fluida
spinta dalla corrente della
vita
tra iceberg arrotondati
e frantumati.
Toccati dal silenzio
Piedi nudi
silenziosamente
accarezzano la sabbia,
e il silenzioso confine
tra mare e cielo
ci racconta
della saggezza di Dio.
Rossi
papaveri
Nella fitta maglia
di dorato grano
rossi papaveri
son eleganti
calici di seta
coi neri bottoni
di lana cotta,
toccarli
è sciupar armonia:
cadono i petali
e gusci divengono
tra mani tremanti
e il soffio d’alito
li renderà
a nuova poesia…
sparsi
e nuovamente accolti
saranno pezze
nel vestito
del prezioso campo
dove sole e luna
intrecciano i loro sguardi.
Casa
abbandonata
Inzuppano di
dolcezza
sbiadite roselline rosa
antica presenza rigogliosa
nella rete ormai ruggine
stivata nell’angolo d’una
casa
dove solo soli di rondini
la animano
trascinando coriandoli di
fiori
nel loro arco di giro,
e il giro si espande
tra le mani di delicati
fanciulli
che passando lì vicino
ruote di risate
improvvisano
tra gialli fili d’erba
stanchi
maturati dall’impietoso
tempo,
sospirano il ritorno d’uno
sguardo di vita
gli ulivi e i muri
sgretolati e macchiati,
ma tace ancora la musica…
ormai in quel grembo
s’è spenta da tanto tempo
la luce
così da sembrare anche il
dì
notte…
Piacevole camminata
Ecco la polverosa
salita
son frange gli altri
sentieri
all’ingresso della valle
che raggomitolata
tra le mani morbide
di pini e larici
s’addormenta
nell’aspro tramonto
dove tratti di gessetto
bianco
lastricano la lavagna del
nero ghiaccio,
raccolgo fiori con delicato
piacere
ornamento diverranno
nel tragitto di ritorno
verso casa,
coccolata son dalla sciarpa
calda
di un’estate che non mente
la sua intenzione
e firmo coi piedi bagnati
alla fonte
il mio percorso
che sarà presto cancellato
dal temporale
che è un vecchio brontolone
montanaro
che vuol far risuonare la
sua voce
nella valle…
è lui il guardiano che
mette pace
mandando via gli intrusi…
un bacio mando al vento
ringraziamento è alla
visita
di una montagna che mi
svela
ogni volta qualche suo
segreto.
Io,
mendicante di sensazioni
Anima la mia anima
il tutto…
i miei occhi vedono
ciò che gli altri
dimenticano
di osservare al loro
passaggio
ecco son la mendicante…
che osserva ai bordi delle
strade
sulla panchina sotto un
salice
addossata alla colonna
di un centro storico
in riva al mare sopra una
barca
rovesciata
sul bordo di un crepaccio
di montagna
dentro al mio essere
quando respiro me stessa…
insomma ringrazio Dio
che mi fa vedere meglio…
Amore a prima vista
L’odio era alla finestra
disperato e solo
quando vide passare
per la strada l’amore
che risplendeva d’una luce calda,
tutti avevano occhi solo per lei
era impossibile non starle accanto
fascino dolcezza mitezza,
l’odio era infelice
si vide la sua essenza
che era grigia e fredda
sempre pronto
a far fuggire tutti al suo
passaggio,
ma quando una scintilla d’amore
entrò nel suo petto
allora arrivò l’amico coraggio
che gli diede una mano a uscire
dal tunnel
e gli disse anche di provare
a inseguir anche lui l’amore
e di lasciarsi andare…
cambiò allora abito
mise quello più bello
quello che aveva il colore roseo
della speranza
e la raggiunse velocemente
e alla sua presenza
invaso dalla sua dorata bellezza
non ebbe più dubbi
decise di accompagnarla ovunque
… cotto a puntino dal sole amore
si unì a lei per sempre e la gioia
squarcio il velo nero della
tristezza…
Oceano dell’immaginazione…
quant’è bello
immergersi
scenari di rosso corallo
s’incrociano col reticolato
di verdi alghe
che son briglie morbide
per pesci dai vivi colori
perlacei
tentennano lische ondulate
di sole
a tratti s’insabbiano
ricercano i suoni nascosti
come fantasmi
tra velieri ammorbiditi
da muschi
notte e dì
offuscate realtà
di un’altra giocosità
vita nella grande immensa
goccia
di pioggia…
Serenata
Scacchiera di
pavimento
ondulata e ruvida
profuma
gocce di fiori di glicine
salta il grillo
sulla mia mano,
la tua chitarra
ora è nel silenzio
attende lo schiudersi
l’uovo
nella paglia al caldo
la vita
serenata attendo
allo schiudersi
della sera,
la prima stella
apparirà nel cielo
ad annunciar
il romantico evento
e sulla scia
della canzone d’amore
sognerò…
Appannata vista da
meraviglia
Rosa purpurea
di roseto rampicante
bagnata di salata acqua
da sandali nero cuoio
messi a sgocciolare
appesi a molle fil di ferro
sospesi su terrazzino
di marmo grigio spaccato
che sbircia nella fessura
tra alte bianche pareti
sudate
una chioma fluente di blu
mare
tagliato a fette da spumose
dolci onde
dove sbriciolati solari
bagliori
rotti in mille pezzettini
specchi sembrano
stelline ora sono
bellezze nella bellezza…
rimango senza parole
rapite sono
dall’incantevole
scenario che s’apre ai miei
occhi grandi e marroni
nel taschino
di questo piccolo paese
vestito
dal mare
dal sole
da case e dal….
mio sguardo.
Purezza
Il mio animo ha sete
di quella purezza
che come colomba bianca
dalle ali soffici
vola con magia dal sapore
antico
nel tappeto d’acqua
d’azzurrina velatura di
cielo
che increspa come mare
e dondola soavemente il
nostro sguardo
che irradiato dolcemente
dai lucenti raggi
diviene passeggero leggero
e sereno.
Stuoia di canneto
Capsula di storia
nella stuoia di canneto:
insetti si specchiano
sulla traccia d’acqua
nel fango imbrigliata,
scivola via la foglia
strappo è della tela grezza
della chioma d’un vecchio
albero
che sfida le schermaglie
di un fragile dispettoso
e confuso mese di marzo,
intenso profumo di menta
a grappoli esplode
in una natura selvaggia,
la zattera tocca e poi
mollemente
come millepiedi si lascia
andare
dalla corrente d’un fiume
che sa percorrere incerti
cammini, e segue cinguettio
frettoloso e vivace
a tirar sipario sulla scena
annodata
a dover d’illogica naturale
svolta
che è logica a rovescio
a noi sapientemente
nascosta.
La
danza della Primavera
Sombreri son le
chiazze
di tulipani
tubetti di colore
gettati sul piatto pianura
campanelle appese
alla trave
il loro dolce suono
metallico
riecheggia
maestro in bicicletta
s’affretta
la scuola attende
avvolta dalla sonnolenza
la primavera è danzatrice
che gira l’ampia gonna
fiorata
e lo sguardo si perde
il piede inciampa
e un sorriso di letizia
compare anche sui volti
dove la tristezza è
parentesi
che racchiude giornalmente
una bocca a ponte…
…è ora di suonare a festa o
colori
sulla terra, perché il
tempo
nostalgico ha finito le sue
battute.
Mulino a vento
Un mulino gira lento
le sue lunghe pale
mosse da un vento
nostalgico…
che ha appena
sfiorato un violino
mosso da mani mielate
che ha appena
accarezzato il volto
stanco e segnato da mille
perché
che ha appena
sonnecchiato tra lettere
tatuate da cristalli di
lacrime,
…gira nel suo tempo
respira un poco
e cigolando
e gemendo
e scricchiolando
lascia le impronte
di nostalgia
e riparte per nuovi e
vecchi lidi
dove aprirà il suo orecchio
fatto di mille e mille
occhi
all’ingranaggio perfetto
di ciò che noi chiamiamo
vita.
Gomitolo di sensazioni
Sprazzi di luce
tra vetri smerigliati di
nuvole
bagnano il mio viso
miele sulle labbra
mi hai lasciato
girotondo di musiche
tra gli alberi
rapiscono il mio io
resina il tuo abbraccio
groviglio di arbusti
i miei pensieri
confusi girasoli
per un sole che si nasconde
come gatta nera
mi raggomitolo
sul masso bianco e liscio
aspetterò con pazienza
leggo col palmo
la saggezza della corteccia
e sospiro…
Gocce
di speranza d’amore
Tante volte mi
domando come
tanta bellezza nel mondo
possa coesistere
con la brutalità dei gesti
umani,
allora il mio pensiero si
fa piccolo
e penso a quando un neonato
apre
per la prima volta i suoi
occhi al mondo
e mi arriva la risposta…
ogni nuova vita è una
goccia di freschezza
che genera onde d’amore che
puliscono
l’acqua che molti adulti
inquinano
per ignoranza di spirito…
quest’ultimi capiranno i
loro errori
quando tutto tacerà intorno
a loro…
e finalmente piangeranno…e
le loro
lacrime ricadranno sulla
terra come pioggia
per mantenere viva la vita…
e allora la natura mostrerà
la sua bellezza
per gratitudine del loro
estremo gesto d’amore…
Cara
nonna…
rimbalza il mio
cuore
come quando saltellavo
vicino a te felice,
bambina ero dalle lunghe
trecce bionde
spensierata accanto
alla sua nonna
che infondeva amore
anche nello sguardo
attento e premuroso…
in ogni tramonto di
quell’estate
eravamo con le mani
intrecciate l’una
nell’altra
ad ascoltare i grilli
cantare
nel campo dove gialle
pannocchie
come spicchi di soli
erano sentinelle alla
nostra usuale
e semplice passeggiata
a respirare quel momento
dove natura e affetto si
fondono
e coniano momento
indescrivibile
e incancellabile…
lo rivivo ogni volta che ho
nostalgia di te
cara nonna…
e per ricordarmelo più
vivamente
aspetto l’estate
ma tu non ci sei più là…
ma è rimasto solo il
ricordo
come foto impressa in ogni
particella
di quel luogo a me caro
che tengo gelosamente nello
scrigno
del mio cuore per il resto
dell’anno…
Artegna (Ud)- Buon
compleanno nonna Assunta
2/5/1900 – 2/5/2015
dalla tua nipotina Laura
Mano
fredda
Il gelo è mano
fredda
che non ha sentimenti
e si ritira solo quando…
non ha più l’alleato
inverno
non ha più armi per coprir
beltà
non ha più forze per
impedir il nascer
dei frutti della madre
terra,
ma la primavera è
battagliera
e al ritmo di tamburi che
si fan sempre
più forti spazza il
mantello cristallino
con l’amico sole
e la natura sboccia
in ogni sua forma e colore
regalando rinnovato candore
alle menti.
Giardino di villa al
tramonto
Narcisi grondanti
di grosse perle d’acqua
in file tristi su viottoli
dove manciate di sassi
dagli spigoli appuntiti
come punte di matite
stan appollaiate
in grosse buche.
Percorsi che si perdono
in fossati mal bordati
con tratti d’erba a ciuffi
secchi
sul terreno ossuto
per le sporgenti radici
di alberi secolari
umide e storpiate dal tempo
ingannatore e torturatore.
Pesci rossi frugati e
sbiaditi
silenziosi spettatori
s’intravedono tra
misteriose
forme in pietra e alghe
nella cheta acqua
pellicola intrisa della
vita affascinante
che si trascinava
spensierata
nel raffinato e curato
giardino...
ora dimenticato …
ma sempre vivo e splendente
nel quaderno
riposto nella soffitta
polverosa
di una nonna che un tempo
fu donna innamorata
e meravigliosa sposa…
Alba
marina
Aggiusto i capelli che
ribelli
ballano al ritmo di un
vento
che è come tango rosso
scuro
che sa di salsedine e cocco
come la mia pelle
che nuda a spicchi
si mostra al sole nascente,
fasce di brina sulle dune
di sabbia
pesce e cocci di vasi di
terracotta a riva
si riempie di giocosa
ingenuità
la stiva del mio essere,
ombrelli rovesciati son le
buche
carichi d’acqua che svuota
a onde il mare,
il portale dell’alba non
lascia ombre
scuote il giorno a
riprendere il largo,
e cucio l’orlo
dell’esperienza di ieri
perché il mio vestito
profuma
di storia fatta di mille e
mille giorni,
e così brilla di luce
propria
come fulgente stella
sull’oceano della vita.
Deserto di musica
Polvere di stelle
vibra d’armonia
col sibilante vento
che incespica
svoltando ora a destra
e ora a sinistra
nei corridoi stretti
di antiche rocce
altezzose regine
nel palmo vuoto
del riservato deserto,
una farfalla gialla
con ali spalancate
come occhi increduli
rapita dall’adulante
sognatore
che l’ha avvolta col suo
caldo mantello d’aria
da verdeggianti e
rigogliosi
giardini dai succosi
frutti,
ora sola ammira un
affascinante
panorama dove la luce
par essere scintillante
corona
e il cielo è pentagramma
della musica
che ogni dì gli
scricchiolii
le cadute le rotolate dei
sassi
scrivono…
anche l’uomo all’apparenza
silenzioso
nasconde nel cuore tanta
musica
imperlata di pensieri
meditati…
Rosa
di creta
La mia vita…
è una rosa di creta
tra le mie mani
che si sgretola
pian piano
coi raggi del sole
e coi raggi della luna…
quella rosa che Dio
nel suo infinito Amore
mi donò quando nacqui.
Mezz’estate
Sostano le cicale
sulle foglie nascoste,
palpitano le fronde degli alberi
nelle fauci del caldo e immobile vento,
sonnecchiano gli uccelli
nei freschi intrecci ingentiliti
da gonfi fiori di polline,
panni bianchi stesi dritti dritti
son tele alla lavanda
che trasuda tra le fibre,
ovunque è fremente l’attesa…
d’acqua
di gocce
di pioggia
di temporale
di mezz’estate.
Foto
col sorriso nascosto
Raggomitolate tra
fili e
lane rimaste
foto sospese dal tempo
ombreggiano i miei pensieri
quando su di loro cadono
come ninna nanne
dal sapore lontano…
eppure i veloci passi dei
miei figli
erano dietro quell’angolo
a giocare a nascondino
l’altro giorno…
ora si sente l’eco di
risate
dalla voce forte e roca
compagnie di amici
ruotare nella mia casa
come girotondi festosi di
rondini,
eppure lacrime mi scendono
a rigarmi di luce il viso
ho dato loro il mio amore
con grande amore mi dico…
come caldo scialle sulle
spalle…
e chiudo velocemente quel
cassetto,
e con un fascio di
margherite
tra le braccia
prendo al volo la
bicicletta
e corro col sorriso nel
cuore
a trovar le amiche.
Giochi d’immagini
Sereni disegni
colorati
dall’animo
nei tratti indefiniti
e intrecciati
di ciò che ci mostra il
sole
quando colma con la sua
irradiante luce
la ginestra che si riversa
abbondante
come davanzale ridondante
di manciate di fiori
sul piatto del freddo
cemento,
…ed io, prendo appunti
di quello ch’è nascosto
per mostrarlo all’occhio
curioso
del mondo.
Passeggiando fino
all’alba:Parigi
Il passo si fa lento
sotto il ponte illuminato
quasi a nascondere,
e una panchina arrugginita
è laccio invitante alle
nostre
stanche gambe,
e un barcone dai colori
incerti
lentamente si fa strada
sul fiume incolore
che sprigiona odore di
pioggia
su foglie secche e
stropicciate,
vola via la carta che stava
attaccata al muro
che ci parla di un’opera
che s’era fatta novella
nel giorno fresco che fu,
ora tutto è sbiadito
condito dall’ombra,
ma la luce rimbalza sul
bianco
Palazzo a condurci su nova
via
dove l’alba si farà presto
perla
incastonata nella collana
del nuovo dì.
L’ora
del ricordo
Tacchi di
trasparente freddo ghiaccio
orlano la piccola bianca
finestrella
dai bordi mangiati
dai racconti di un tempo
affamato
di cavalcare le onde della
vita
fretta, sempre tanta fretta
…
gocciola come tamburellare
nervoso
di esili dita il rubinetto
arrugginito
stanco dell’aprire
continuo…
una mela rossa la mangio
ora
lentamente…
tornando con la mente
nell’ora precedente
di vent’anni fa e chiudendo
gli occhi
rivedo l’amore che come
nastro dorato
legava una famiglia che
respirava
tra un affanno e l’altro
riuscendo a sorridersi e a
parlare…
Rapita dall’estasi
vedo il mondo
sfumare...
e l’infinito cielo
che appare….
Il
titolo è vostro
Nodosi arbusti lisci
e spezzati
detriti ammutoliti dalla
disperazione
d’un mare carico di lagrime
riversate come copiosa
pioggia
sul terreno intimidito
arrendevole
sul far di mesta forza,
s’è impreziosito di tracce
di conchiglie
che schegge gementi
strappate all’arte
or mutano il paesaggio
divenuto lunare
quando tutto ora tace.
Onestà e Disonestà
L’onestà ha una moneta
sempre corrente nel tempo,
un credito da riscuotere in
là
quando i tempi saranno
maturi
e i frutti cadranno dai
loro rami
per essere gustati con la
pace
nel cuore,
la disonestà paga subito
ma il debito nei confronti
di noi stessi
durerà…
i tempi in là dopo il fatto
saranno d’affanno a cercare
di colmare il vuoto che
abbiamo creato
scavando in noi con
pensieri ansiosi d’avere
subito quello che ci faceva
piacere
spingendo a terra gli altri
saranno lance di fredda
inconsistenza…
e allora dovremmo aprirci
un varco nell’anima
per far entrare la luce….
Lancio le comode
pantofole:finalmente vivrò.
Pantofole di morbido
pelo
son le comodità del momento
che ci trasciniamo coi
nostri corpi
stanchi e stressati
dalla pressa del viver
quotidiano,
nell’acqua fonda strati
verde blu
d’un mare limpido veritiero
le ho lasciate affogare,
a piedi nudi sentendo il
terreno
freddo e duro camminerò
come fiera
d’ora in avanti,
così, percorrerò il mio
cammino sentendo…,
e se sentirò fastidio o
dolore
vi metterò delle ali di
leggero pensiero,
e allora tutto sarà più
facile
ma sarà perché avrò capito,
finalmente avrò capito il
valore
d’ogni pezzetto del puzzle
vita,
e mettendoli al posto
giusto
vedrò il mio quadro
disegnato per me prima di
nascere
dall’Amore…
Illusione di padrone
Camminate o uomini
con le vostri possenti voci
sulle mille strade di
questo grande mondo,
siete così piccoli ma così
tanto presuntuosi
da volerlo sottomettere…
Camminate o uomini con le
vostre possenti voci
nelle strisce dei cieli che
guardate a testa in su,
non sarete mai in grado di
volare da soli
corpi nati nudi e fragili
senz’ali…
Camminate o uomini con le
vostre possenti voci
nei vascelli dei vasti
oceani,
illusi siete con le vostre
misurate bracciate
di rimanere a galla…
La forza del vostro spirito
coltivatela
come un sacro orticello,
perché sarà l’unica forza
che vi salverà
potrete essere ovunque voi
vorrete essere….
Ripetuto gesto
Ritmate a ugual
cadenza
mani ignude
operar le vedi nei soliti
plasmati pensieri,
alla mente recan sovente
sconforto o pianto:
o lavoro che uguale uguale
ne sei l’artefice del
gemente
inganno
per ottener libero
movimento
nel mondo ristretto dal dio
denaro,
illusione che si spegne
col misurato piacere,
allor rimane al saggio
di trasformar ore lente e
tediose
in sussurri freschi di
preghiera
ringraziamenti che pungono
smuovono l’ignoto
s’aprono così spiragli di
fulgente luce
dove tutto s’avventura di
rinnovata
speme che porta all’alma
triste fioritura.
Barchette di carta
Vi ho
lasciato andare
come barchette di carta
nel ruscello
dal gioioso
percorso
lentamente
siete
scivolati
tra le
sue fresche mani
plasmati
dal
suo
fluire
dolce e armonioso
imbavagliati
dalla sua trasparente giocosa
essenza
siete
spariti
dalla
mia vista per
sempre
…
il nulla è così apparso come sentinella
alle porte del mio animo e spazio d’identità è diventato
donandomi pace e serenità .................................
……………………………………………………………….Disegno di barchetta all’interno
Attimo di malinconia
Pizzicare di corde sulla chitarra
sbatte il ritmo
erompe nell’aria
spostando dorato fascio di polvere
s’insinua nelle fessure del cuore,
paravento colorato dove il pianto
scende a coprire un pallido volto lunare
sormontato da velature di pensieri
che come nubi rubano la scena
alla limpidezza dello sguardo
che cerca d’essere sole.
Speranze
Nel rigoglioso giardino dell’universo
ho piantato semi di speranza:
saranno annaffiati dai miei pensieri
di pazienza
riceveranno il calore dai milioni di
soli
sentiranno le ninnananne sussurrate
dalle galassie in lento movimento
si impregneranno del mistero
della vita …
e un
lontano giorno diverranno
splendide
scie luminose di certezze
che
vedrò come splendenti comete
nella lucente
nera notte
puntinata da luccicanti stelle.
Farfalle
Variopinte farfalle
han preso il volo
in un’aria fine fine
che sa di dolce miele,
la loro scia par colomba
nell’azzurro velo,
e veliero diviene il vento
che le porta lontano
come carte di riso
illuminate da lanterna;
si disperdono all’orizzonte
sbriciolando delicato
messaggio
di leggerezza ovunque;
facciamoci lievi lievi nei
sentimenti
e così assaporeremo la loro
preziosa
impalpabile essenza.
Sull’alta scogliera
raccolgo i miei pensieri
tra le note d’un flauto che s’ode
in lontananza tra righe velate di sogni,
e la voce del vento si leva sempre più forte
quando mi sento chiamare da un’onda che sbatte contro le rocce,
e gabbiani intrecciano i loro bianchi voli a disegnare preziosi ricami
quando il mio sguardo incrocia per un attimo il tuo nel silenzio d’un caldo abbraccio
nei fili tagliati di ricordi lontani dove tu ora sei come ombra bianca voluta da un certo fato
che ci invita sempre a sperare nella mutevole flebile speranza di un ritorno nell’incerta certezza
che
noi
chiamiamo
vita.
….Così ti vedo… oh mia poesia di ricordo…
L’Olocausto in Gesù
Oscurata è la via
cielo plumbeo è comparso
all’improvviso
nel triste meriggio
quando con calzari impolverati
e impregnati di sangue
ha implorato al Padre
il perdono su tutti gli uomini,
il suo cuore splendea
di luce divina
e sua Madre dilaniato
aveva il suo
nel vedere il figlio tanto amato
crocefisso…
un’innocente per milioni d’innocenti
senza parole ora è l’ora di rimaner…
…pensiero mio congiungiti
a Lui e al Suo Sacro Dolore….
perché io possa essere il sorriso
per una sua lacrima…
Cambio d’abito
Tante volte penso
che cosa posso offrire
al mondo che ogni giorno
mi apre le sue braccia
col sorriso della vita;
una me stessa che cerca di
rinnovarsi
non cambiando abito di
tessuto
ma abito d’essenza d’anima.
Ghiaccio primaverile
Cristalli lucenti
trasparenti
appesi a pareti
scheletriche
armonizzano,
si spezzano toccati
dal nastro caldo dorato
impreziosendo fiori che
sprizzano blu
tra le rughe d’una terra
che aspetta la giovinezza
della timida primavera.
Piuma di cigno
Camminando sulla neve
bianca e soffice
il mio pensiero divenuto
piuma di cigno
ha accarezzato l’acqua azzurra
del ruscello,
e alzando gli occhi al cielo
tra delicati fiocchi come petali
un arcobaleno è comparso
ad annunciar il sereno…
ho chiuso gli occhi
e ho aperto l’anima…
I colori
della vita
La
magia della vita
è negli occhi di
quell’anima
che rompe il velo
grigio
della monotonia e
della solitudine
con coraggio
prendendo
colori
e pennelli
imbrattando la tela
bianca
della propria vita
esprimendo così al
meglio
il proprio essere
ogni giorno
senza farsi fermare
dall’invidia
degli altri….
È
un uomo
ben distinto
lato oscuro e lato chiaro
nel cappello della sua mente ha,
cerca cerca
nella sua vita
di pensatore
d’essere,
ma…
ogni tanto
s’arresta davanti all’ignoto
non capisce dove andare
vorrebbe scappare senza provare
ha paura che al di là della porta
ci sia chi non gli dà certezze d’essere
metà di lui vorrebbe l’altra metà s’arrende,
ma…allora che fare
nell’equilibrio
dell’incerto?
Affidarsi
è sempre
una
gran bella cosa.
(poesia con immagine)
Primavera è ovunque…
nel mio cuore
nel mio respiro
nel mio pensiero
rami sono del mio essere
fioriti con spettacolari fiori
quelli che sfioriranno
solo quando anche per me
arriverà l’inverno...
Cattedrale gotica per voi
S’è aperta una mano di sole
tra le guglie della cattedrale gotica:
nero paravento si staglia
verso l’alto d’un cielo che è bianco lana d’agnello,
si ritaglia la figura imponente
una fetta di realtà
che dura nella pellicola in bianco e nero
del tempo
macchiata dagli sguardi pieni di colore
stride la pietra col caldo
sembra sciogliersi per un attimo
in un intimo abbraccio
che dura l’istante d’un clic di foto
del turista che s’incanta
nel veder fatal dama d’altri tempi.
Miracolo
Un bimbo era alla fine
della sua tenera vita
il legno verde
si stava seccando
tutto sembrava andare al tramonto
i genitori soldi per guarirlo
non ne avevano più
il miracolo doveva bussare alle loro porte
per ridargli la speranza di riaverlo
sano tra le braccia
la sorellina con gli occhi sbarrati
dal terrore di perderlo
andò a rompere il salvadanaio
e coi pochi spiccioli cha aveva
tra le sue manine piene di ardore
per il fratellino
si avviò dal farmacista per comprare
un piccolo miracolo
lì miracoli non ne avevano
dissero in coro disperatamente
ma il coro accorato
venne udito da un gentiluomo
che prese i soldini con la mano destra
e con la sinistra l’amorevole sorellina
si avviarono dal fratellino…
il chirurgo più famoso al mondo
ridiede la vita al bimbo….
il miracolo s’era rivelato
perché l’amore lo aveva cercato...
Da una storia vera
In ogni momento della propria vita
ci si può fermare a contemplarla
come si guarda lo scorrere
d’un fiume seduti su una panchina
sotto un salice: guardarsi vivere
alle volte serve a capire meglio
quello che porta il treno della vita
guidato dalla forza del destino.
In questa vita sto imparando
a sentire il cuore degli altri
e l’emozione è così forte
che gli altri riescono a sentire
i battiti del mio….
Crepuscolo
Poesia da leggere nel senso: dall’inizio alla fine.
E’atmosfera elegante crepuscolare
dove palpiti rossi danze improvvisano,
macina è
goffa movenza di temporale
dove ricami lucenti cielo ha.
Poesia da leggere nel senso: dalla fine all’inizio.
Crepuscolo
(i due titoli sono d’obbligo)
Sulle note d’una musica da brivido
compongo la poesia a Maria,
la Mamma di Gesù,
poesia è lei stessa
difficile è definirla
ci definisce lei
col suo sguardo d’amore
che abbraccia tutti,
a Lei diamo ogni nostro patimento
di balsamo ricolmerà il nostro cuore
la preghiera a consolarci
a farci vedere il tutto
da un altro angolo
sopraelevato
e i pensieri…
con Lei non saranno più neri
non invaderanno la nostra mente
saranno petali che cadranno a terra
e un luminoso cielo
s’aprirà a farci vedere la potenza del bene…
Inno a Maria
Fare Poesia è…
terapia contro ogni sorta di affanno
apre lo spirito alla meraviglia
sposta lo sguardo dall’angolo buio
al luminoso aperto spazio
a tutti la consiglio
è medicina che ripara
come ombrello dalla pioggia
delle nere virgole
per spostarle in là
per vederle cadere a terra
e talvolta per poterci sorridere sopra
senza accusarci di farlo
con la leggerezza di chi non capisce
ciò che fa…
…Poesia è consapevolezza dell’essere
nel vivere il proprio stato d’essere
in armonia col Divino essere…
Sentito sentimento
Astratto corposo sentimento
prende vita
sulle corde di violino,
all’unisono vibrano
con le corde del mio essere
legate intrecciate ingarbugliate
nel mio cuore…
ali di felicità divengono
incantando sciogliendo liberando...
Mimosa d’altri tempi
Sul davanzale pende
la gialla mimosa,
una nonna l’ha ricevuta
dal nipotino:
l’ha tirata fuori dal taschino
e tutta stropicciata
gliela donata con un inchino,
…è per te cara nonna…
ha detto sussurrando
…perché sei una speciale donna
come la mia mamma
come lo era la tua
come era la sua..
e così all’infinito
ringraziò l’amore
trasmesso dalle donne
di tutto il suo albero genealogico
e lo fece tutto d’un fiato…
per ricevere alla fine
un fragoroso
grande grande grande bacio.
Petalo
Accarezzo velluto rasato
di petalo sceso dal fiore
ormai al suo crepuscolo,
è goccia di lacrima
geme l’aria
s’è spento l’ardore
che splendeva ridente
sotto l’ala del sole.
Girasoli
Illuminano i campi sbiaditi
stelle di girasoli
ruotano nello spazio quadrato
alla ricerca del maestro sole
per imparare la lezione…
….la grazia nell’esposizione.
Un ricordo blu
Caro papà,
quel giorno
son venuta a trovarti
in punta di piedi
nella tua dimora
d’eterno riposo
con una rosa blu…
…l’hai veduta dal ciel
caro papà?
blu per ricordare
il mare quando da piccola
mi facevi nuotare tra le onde;
spensierata ero tra le tue braccia
e il tuo sorriso,
blu per ricordar l’amore
intenso e speciale
che mi facevi sentire crescendo,
blu perché nessun altro penserà
a te con tale fiore
così, che io possa ancora
essere speciale per te
ora che vederti non posso più…
…solo con gli occhi dell’anima
caro papà…
potrò sentire la tua presenza
sempre vicino a me…
…al prossimo incontro di ricordi
caro papà Dino….
la tua Lauretta…
quasi dimenticavo di dirti…
le mie poesie
sono riuscita a pubblicarle in un libro…
peccato tu non le possa leggere
saresti orgoglioso di me
come quand’ero bambina
che prima di farle sentire ai miei compagni
tu le ascoltavi
non per giudicarmi
ma per applaudirmi calorosamente
con le lacrime agli occhi…
…un bacio dal cuore per te
su piuma invio nel ciel...
caro papà…
Accesa speranza
Pallida luna ascolta…
nella mia rosata mano
ho perle di sogni,
il rosso delle mie gote
s’accende
quando m’inondi
di madreperlacea speranza…,
é un tam tam che mi cresce dentro…
sempre più forte lo sento
e così, prepotentemente irrompono
come dolce carezzevole cascata
lacrime di gioia…
Respiro Giapponese
Cesta di passi,voci
e canti di uccelli
si rovescia sui viali
incantati dalle nuvole
di ciliegi in fiore,
e boccioli di lanterne
illuminano
l’incontro col cielo
all’imbrunire:
stelle di fiori a mille
macchiano di magia
il mantello blu
e gli occhi dell’anima
sentono il loro respiro di beltà
che si leva come delicata purezza
al Dio del creato.
Come compongo Poesia
Pian piano la rima si fa strada
nella strada del racconto:
è come una fresca alba
nella città della mente,
esce da intreccio di liane
frasi egoiste, che bastano a se stesse,
esce dalle stoviglie
dei quotidiani doveri,
esce dal clima di film del terrore
paura d’affrontare lo scrivere presente,
esce da me, pescatore di sogni,
che nella campagna ove regna la quiete
aspetta con pazienza
meditando un poco
e così ecco l’evolversi dell’evoluzione
e intesa nasce,
sospiro col fluire fluido del passaggio
d’informazioni
e parto accompagnata nel viaggio
di ciò che doveva formarsi
nella dolce musicalità del mio essere.
Mi appoggio alla parete
di questo foglio per trovare
conforto,
rassegnata piego le parole
per accasciarmi a terra
ma quando mi siedo
non riesco a pronunciare il finale
che mi farebbe da poltrona,
rilassarmi in effetti ne avrei voglia
magari guardarmi una foto di chi ride
scaricandola da Internet qui un poco a destra,
ma il muro triste mi rimarrebbe qui a sinistra
ma allora che fare…
lascio una scia di io, io, io, io, io….
e col piede del pensiero li scavalco
uno dopo l’altro
e fuggo via…
…lasciando a chi legge
di creare la nuvola di stupore
che è segno d’uscita di scena veloce
come disegno di fumetto.
Immagine fantastica del mio io.
Festa
di
primavera
Cadenza
cantilenante
è
riga
di bianche calle che
bordano il fossato
lasciato,
abbandonato,
col vento che
lento percorre
il ridente corridoio,
piedi rigogliosi
e festosi sono
di maestoso
ciliegio in fiore,
dove petali coriandoli
ovunque
si spargono
come dolci confetti,
festa sembra
di un
qualunque dì
per me
che mi lascio
trascinare
dal primaverile
spettacolo
naturale.
Il bianco futuro
Bianco che apre
passo dopo passo
all’avanguardia del domani
linee e punti per vederlo
colori per sorridergli
speme di gloria
che fuoriesce dall’allettante
involucro,
accecante bianco
quando prendiamo un abbaglio,
allora sbadigliamo e
scegliamo un altro bianco.
Ombre nella notte
Giochi d’ombra sul ponte
dove si muovono sembianze velate
che sono dalla nebbia avvolte
e immerse nella cieca oscurità,
guance come pesche
aspettano nascoste
sotto uno sguardo
di fremente attesa,
la forza degli eventi
sgretola un’immagine incerta,
sorridono così gli amanti
alla bianca luna che nel cielo compare,
sguainata come spada
è l’affilata luce lunare
che lacera la maschera della nera notte
restituendo magia all’amore.
Universo
Paralumi rovesciati nel burrone
i buchi neri sopravvivono
divorando la luce,
palpitano i vuoti pieni
nella danza nell’universo
dove mescolanza di armonie
ruotano nel vortice storia
vita che cresce brulicante
nella tasca bucata del tempo,
e le stelle come preziose gemme
guidano gli sguardi dei pianeti
che sognano nell’inganno di una realtà
plasmata magicamente in essere.
Ironia
Ironizzare sempre e comunque
me lo dico spesso
ma spesso fallisco.
Pensieri tristi come farfalle lunari
che cercano nel buio fitto fitto
la luce d’una lanterna
sono i miei
quando
mi lascio catturare
e lo sconforto sale,
sale e poi…
e poi basta così…
sbatto forte la porta del vivere passato
e il giorno dopo ricomincio
con in bocca un fiore di sorriso…
….questa è la vita, una pazienza infinita…
Circo di illusioni
Righe di blu brillante
come nastri di bianchi colletti inamidati
baciate a righe di rosso cupo
come vino di grosse botti stivate
son speranza d’atleti in cerca di fortuna
saltando di paese in paese.
Sole e pioggia s’alternano
scivolando sulle risate versate
per uomini che nascondono
col pesante trucco bianco
il giornaliero pianto.
Sulla collina si son fermati
il riposo non è certo il loro mestiere
circo girovago, carrozzone di speranze
sogni d’altri interpretano
mentre le loro vite
si snodano silenziose
all’ombra dei loro personaggi.
Poema
Nuvole d’artista
nella stesura
del tuo poema,
frange bianche a illuminare
l’elmo del gladiatore
che ha trovato riposo tra
fiori di campo
carezzevoli illusioni di
pace
come corrente calda
nel freddo oceano d’un
tempo
dove scintille di fuoco
accendevano le spade
e le spose raccoglievano le
vesti
dei propri uomini macchiate
da colate di rosso vita,
che scivolavano a formare
vene sul terreno
quel terreno che le aveva
accolte
sotto il sorriso
dell’ammaliante estate
come nido d’amore.
Pacco
dal paradiso
Scalini di vento
scendono dal cielo
un mistero etereo di luce
ad uno ad uno li sorvola
scie di stelle lascia
dietro a sé
farfalle di pensieri lo
circondano
profumi dello spazio
infinito irradia
un pacco per te porta tra
le sue spire dorate
racchiude i tuoi perché
lassù nessuno li vuole
risposte avrai
ma solo se accetterai
amando il tuo io….
L’essere tu
Groviglio d’essenza
il tuo essere,
rosso come la tua passione
appare sullo schema della bianca
tavolozza vita
che ti vede protagonista
giostrando il tuo io con fermezza
e concretezza nello spasimo del tempo.
Il silenzio si tinge di rosa
Tagli di grigie ombre
che sfumano verso l’orizzonte…
dove il rosa è ovunque
amaca di respiro
spiraglio del divenire
apertura dopo la chiusura…
e un’esplosione di suoni armonici
ingrandisce un’anima
che ha finalmente capito.
Gita
fuori porta
Porta antica
d’entrata
d’edera attorcigliata a
sassi che gemono,
ricordano energie vitali
di oli profumate
girare tra il verde lucente
di alte piante,
esplode il passato con un
solo sguardo
mille piccoli vetri
taglienti si spargono,
batte l’eco di amori
diseguali
che si rincorrono nello
mappa del tempo,
è una felicità eterea,
eterna
sempre accesa come lanterna
che il buio del vissuto
vuol rischiarare
dove una natura libera
d’esprimersi
ora lo avvolge come tenera
e dolce mamma
e lo protegge dal passo
dell’uomo moderno
che è solo curioso
minuscolo fruscio.
Non
giriamoci tanto intorno
Ci son persone a
questo mondo
che arano i propri
ristretti giardini
con le carcasse dei mali
altrui,
son avvoltoi appollaiati
sui rami dei nostri
sentimenti
che aspettano fiduciosi
come sentinelle..
spronano ad andare
dove essi possono
facilmente colpire,
dove debolezza appare,
e così non c’è pace
per l’anima indotta a
sbagliare,
il loro sorriso beffardo
era un invito allettante
velato di puro cristallino
inganno,
queste son le false persone
da temere
quelle vestite d’agnello
col cuore di feroce fiera
ma queste son anche le
persone
che aimè ci scegliamo
il più delle volte…con
cura..
inconsapevolmente vogliamo
l’ebbrezza provare di
sbagliare,
dando così colpa
dell’altrui,
ma da noi cercato, sguardo.
L’erborista del cuore
Nell’arancio
spaccato
dal raggio giallo carico
di un sole disegnato da
mani di bimbo,
ingenuo mistero mattutino,
spicchi di felicità
s’aprono a fiore
tra chicchi violacei
succosi
che appesi come boccoli
ricadono
nel loro splendore quasi
come abbandono
all’accettazione di carezze
dalla favola del tiepido
vento
complice d’un cielo
rosato come frullato di
fragole
dove spigolosi cubetti di
giaccio
immersi mollemente danzano,
nell’azzurro stupore di
tutto ciò
prendo il tuo radioso
sorriso
e lo conservo tra rametti
di lavanda
e profumata fresca menta
tra le pagine del mio
libro…
il libro che racconta del
mio incredibile
e splendido cammino qui su
questa incredibile terra.
Vendesi quadro d’una vita
Di verde prato
trapuntato
è quel quadro esposto al
mercato,
spruzzato qua e là di
sguardi arancioni
tra vele rosse di passioni,
virgole grigie di
solitudine
tra righe dorate di gioia
alternate a graffi rosa di
tenere carezze,
mano gigante l’ha disegnato
su tela di piccolo formato
e così squarcio d’una vita
è apparso
per esser da tutti i
curiosi ammirato...
ed io, aggiungo con
doveroso inchino di
palpebra…
un muto caloroso applauso.
Gustatevi il paesaggio..
dune di sabbia
s’alternano…
è calda e rosata,
cespugli dai fili lunghi
gonfiano la linea morbida,
e canne piegate sembrano
suonare
quando agitate sono
dai capelli lisci e setosi
del vento
che come lisca di pesce
s’insinua nella macchia
salmastra.
Tra le dita dei piedi
verdi alghe come nastri
muovono il mio spirito
a contemplare la loro culla
che è giostra di nenie
rubate nei tempi remoti
a impavidi pirati.
Risposta
Lenisco il mio
rancore col sospiro
guardando le crepe luminose
incendiare
un cielo tappezzato di
nuvole nere
mentre incessante la
pioggia scende.
Sbatte di qua e di là
col vento impetuoso
l’ala dell’angelo di ferro
nell’aria impregnata di
incubi,
non trovano pace le carte
scritte
macchiate da gocce di
pesanti lacrime
che ruotano senza una
direzione
nel giardino dove ombre
bisbigliano.
L’inizio del perdono è la
più vera risposta
che deve farsi strada nel
presente,
è l’alba radiosa di luce
che rischiara ogni tenebra.
Vedo
cerchi nel grano
dorato d’agosto
disegnare la rincorsa di
due appassionati amanti,
vedo
ruote di sole nella calura
estiva
illuminare d’immenso una
natura vergine,
vedo
anelli attorno alla
misteriosa
e pallida luna tonda
annunciare tocchi lievi di
fiocchi di neve,
vedo
corolle di bianche
margherite
sorridere ai gioiosi bimbi
che sanno
senza affanno vivere,
percepisco
corona di gemme attorno al
mio cuore…
sono emozioni preziose che
la vita m’ha donato
che mi fanno capire quante
anime
mi hanno apprezzato…
grazie al Divino che mi ha
fatto chiaramente
vedere per amare.
Piccola speranza
Pozzo di nostalgia la mia
nel fondo un fiore
aggrappato alle pietre
luce a tratti illumina il
fitto buio
sete ha quel fiore
d’aria
d’acqua
di sole
sfiorisce pian piano
è speranza che si sta
addormentando…
Accettare per il proprio
bene
Non trovo dove cerco
eppure l’ho visto
son sicura, m’è sfuggito di
poco:
lo sguardo mio come
frullare d’ali
veloce s’era posato là
dov’era quel che cercavo,
forse è per puro caso
che ora non si trova
oppure era nell’attimo,
in quell’istante che doveva
esserci
e ora non c’è, e forse non
ci sarà più;
ho rimpianto di ciò che non
ho avuto
ma forse non doveva
accadere
che ciò in cui credevo
fermamente fosse per me
non era alla fine adatto a
me…
ed io ora mi arrendo ed
accetto.
Un
mattino umido
Fumo di legna e
resina
mescolati nelle vive fiamme
annerisce l’immagine,
radici protese verso
l’umida macchia
mentre gazze sorvolano
le strisce d’erba tagliente
che giocano a nascondino
con arbusti spinosi
resi docili da bianche
piume e rosse bacche,
rumore di sparo s’incunea
nella coltre
tremano le perle di rugiada
su accenni di foglia,
s’impiglia il passero
nel grembo lastricato
melmoso
e il timido mattino si
perde
nelle linee curve di grigie
nuvole.
Corse
in varie direzioni
Percorrono i
corridoi d’aria
i nostri sogni ad occhi
aperti
nella pasta madre della
mente
che ogni giorno tra le mani
del destino
con energia del conoscere
viene lavorata a dovere,
corrono le foglie staccate
dal ramo della vita
giornate vissute sono
e gettate sul terreno del
proprio io
aspettano d’essere
consumate
e dimenticate,
corse nei prati in fiore
facciamo
spensierati i nostri
incontri
ci catapultano in mondi
paradisiaci
dove non esiste il difetto,
corridori tutti noi siamo
e in corse mozzafiato ci
sfidiamo
e se per primi giungiamo
tutto ciò è un falso,
perché prima o poi
ognuno di noi
arriva al fatidico
traguardo.
Semplicemente un Amore
Corde di sapone
legano drappi di velluto
rosso
momenti carichi di eros
al cuscino di petali rosa
pensieri delicati
incrociati,
mentre gabbiani con le loro
ali
un cuore disegnano in volo
ballando corpo a corpo
nel respiro del vento
celebrando un amore terreno
che si specchia nel mare
così l’immagine prigioniera
diviene
della memoria antica
dell’acqua
per eternamente vivere…
Girotondo d’infanzia
immobile
Voci tra le fessure del
legno…
…e subito compare un
ricordo
che è già storia lontana
ma l’emozione provata in
quel dì che fu
nella scena ora sbiadita è
vicina,
geme il mio cuore…
uniti eravamo con le mani
e in coro cantavamo
un inno alla vita e alla
speranza,
ma sapevamo intimamente
allora
che sarebbe giunto il fatal
momento
ognuno avrebbe proseguito
da solo la sua strada
ma l’ore passate insieme
spensierate
negli anni verdi e vincenti
erano labirinti di risate
e confidenze
l’uscita non volevamo
trovarla
ma lei un giorno si è
mostrata a noi
con l’inganno del destino…
e da lì in poi la realtà
del crescere
ci ha rapiti nel suo
mondo...
Elle di Laura
Una piuma bianca
nel nero calamaio ondeggia
e una elle si forma elegante
su tela di grezzo lino
dove dita delicate si muovono sicure,
occhieggia un giglio dorato
nell’angolo ricamato
segno di nobile casato,
ma una bimba passa correndo veloce col cerchio
forato in un istante viene dal raggio specchiato
accecando la scena tranquilla,
e mentre la corsa va verso l’uscita
distrazione cancella il bel nome
e striscia compare per l’immediato
sbaglio di mano.
Breve confessione su
me stessa
Sorrido…,
ebbene sì, vi confesso che anch’io
qualche volta, tra me e me sorrido:
limo i miei pensieri
quando si fanno spessi e grevi,
mi dico che son io a renderli poco leggeri,
e il mio sguardo che a giudicar dagli altri
è allegro e spensierato
in verità di affanno in alcuni giorni è
velato,
allor mi prendo per mano
e dico a me stessa
se ne vale davvero la pena
di vedermi offesa
per qualche parola detta a bocca aperta,
senza cerniera, dagli altri a me che mi
reputo principessa…
e così…torna coi piedi per terra cara
Lauretta
sei come tutti gli altri un fiore di
cristallo
che se messo alla luce brilla
d’armonia pura che illumina di meraviglia,
ma guai a urtarlo troppo che nel cadere a
terra
in mille pezzi andrebbe rotto...
Lettere
di petali
Il silenzio dentro al cuore
preludio di accettazione
verità nascosta da tempo
or è rivelata dal sospiro del vento,
piccoli semi di speranza sbocciano
e fiori divengono
nel giardino del vivere quotidiano,
in alto petali salgono
spinti sono dalla forza intima
nella lavagna del cielo
a comporre una parola magnifica…
…amore.
Ricordi palpitanti d’amore
Azzurri sorrisi legano i miei pensieri al tuo essere
e abbassando le palpebre i ricordi si destano:
son come scatoline dorate
nel tracciato del vissuto allineate
aprirle vuol dire rivedere e risentire,
e subito palpito sento nel mio petto
e realtà rovesciata si risveglia in me
facendo breccia un grande e rinnovato desiderio di te.
Ecco a voi il Carnevale
Stelle filanti si stiracchiano
dal carro mascherato ad arte
bocche giganti che sembrano mangiarti
sputano allegri coriandoli colorati
pezzetti di tanti io frantumati
dietro a maschere dal volto immobile
prendono aria e si confondono
in una folla urlante che vuol dimenticare.
Fata è il carnevale dai mille tentacoli
raggiunge il più misantropo della compagnia
lo avvinghia, e anche se lui ringhia
lo trasforma in ranocchio pronto per una principessa,
tolgo la maschera e m’accorgo d’esser sola
come soli gli altri sono
immersi
in un’inutile fantasia costruita.
Il fuoco della realtà alla sera divamperà
e tutto lo spettacolo finirà
tra le braccia del pubblico che gli occhi riaprirà …
ha sognato per un po’ cose belle e strane
assaporando il pensiero ovattato
del nulla.
Magici
numeri
Quattro risate a toglier l’amaro in bocca
nella sala con otto commensali
dove venti rintocchi d’orologio
annunciar vogliono pasto pronto:
è l’insalata dell’orto
condita da sedici gocce di profumato olio
dei cento girasoli
dall’allegro e grosso oste,
nella serata d’una calda estate
appena iniziata
stordita dai grilli nei freschi fili d’erba dei prati
e illuminata qua e là da lucciole
che sembrano palpitare
nella veste scura della notte…
mentre una luna
nel cielo che par diamante nero
accende la speranza d’amore
in mille e più cuori solitari…
Armonia tra i capelli
Perle di luce tra i capelli
la neve che scende lieve lascia
quando i raggi antichi
la sfiorano per salutarla
e così musica dolce s’espande
profumando l’aria
a ricordare al cuore
della sensibile anima
il legame profondo e genuino
con madre natura.
Fatale incontro di
cuori
Volteggiano energie
nell’aria incandescente
rosso rubino,
rissa di cuori
curiosi d’incontrarsi
animano la scena
di attacchi a orari contrari,
scende lampo dal cielo…
e scocca la fatal scintilla
e l’incendio divampa
e l’energia si espande
a squarciar velata incertezza.
Piacere
Ruota il giorno attorno a me
nel lastricato piano
posto in essere dal gioco della vita,
sinuose movenze d’amore
nei rivoli d’acqua che scendono
dalla cascata,
vortice è il divenire del destino
a cui si è legati a filo doppio,
campanule solitarie
macchie profumate di colore
aspettano la goccia
che scende dall’alto come bacio,
leniscono i miei pensieri tristi
passi di tango alternati
a passi di valzer, preziosi momenti
lettere di piacere da rileggere
e pellicola divengono per proteggere
come l’acqua quando allargata a raggiera
copre la nuda e fredda roccia
rendendola viva.
Pensiero correlato
alla memoria dell’Olocausto
Ho sentito piangere
il cuore di mio figlio Andrea,
diciottenne,
ripensando all’Olocausto:discorso
intrapreso oggi 27 gennaio 2015.
Tra me e me sono rimasta sorpresa,
e ho pensato che forse i giovani di oggi
non sono poi così insensibili come li si
dipinge…forse dobbiamo imparare
da loro….dobbiamo recuperare quella
sensibilità che abbiamo tralasciato
ascoltando le comode vanità del mondo
che hanno cavalcato sino ad ora gli anni
del dopoguerra.
E’ nostro dovere allora sforzarci per
lasciargli un buon ricordo di noi:
dobbiamo impegnarci nell’ascoltarli
sempre…
forse, così facendo, diventeranno quegli
adulti
che costruiranno il vero domani,
affinché diventi
a sua volta prezioso esempio per un
cammino
dell’umanità sempre più illuminato,
sempre
più cosciente di ciò che è bene…
Porta s’apre sul
risveglio
Voce s’alza celestiale
nella natura risvegliata
dalla dentellata ruota infuocata,
alba come colomba
prende il volo nuova svolta,
gomitoli nella notte siamo
nei nostri letti, giacigli di ristoro,
ci srotoliamo col solletico
del doveroso risveglio,
luce e ombra tra i palazzi
fila di vita si snoda fluente,
sbattere d’ali nella volta
come applauso di benvenuto
al risveglio, luce d’uscita
nel labirinto del sogno.
Palmo invernale
Spade nere
rami intrecciati
trafiggono il disco rosso
freddo nella veste dell’imbrunire
dove aleggiano ombre
gotiche presenze
bendate da nebbia lattea
profumata agli agrumi
che ingentiliscono la tavola
dove il tintinnio di stoviglie
dà vita all’aria lenta
che prende respiro nella campagna
sorda immagine in lontananza.
Amore dolce salato
Si spandono voci tra le stelle
da ogni dove…
e fievoli raggiungono un mare tempestoso
che muove palpito fremente fra le spume,
veleggia il vento sicuro
sgomitando tra scogli scontrosi
resi docili dalle carezze di onde
all’apparenza minacciose,
saluta il gabbiano volando raso
la voce a singhiozzo della timida primavera
rannicchiata sulla spiaggia in attesa
che il sole col fare da burlone
compaia a renderle omaggio…
…dialogo del sole con la primavera
quando s’incontrano al mare:
“…amore mio ti tengo per mano
sospira l’alma mia quando
il tuo bacio dal sapore salato
mi rapisce portandomi
ai confini dell’orizzonte
dove mare e cielo
si uniscono: l’uno è l’inizio
e la fine dell’altro, e viceversa; amore dal sapore
d’infinito”.
Omaggio alla Puglia: ulivi
Formule mute di spettrale consistenza
si attorcigliano nell’aria fine
di azzurrina velatura
regalando magico aspetto
di un tempo remoto,
consumato nella trasformazione
spettacolare mutamento nella forma:ulivi centenari.
Occhio di luce
Un occhio dorato allungato
squarcia la coltre bianca di nuvole
all’orizzonte
mi sta guardando e mi illumina,
esplode luce nel mio cuore
a irradiarmi tutta.
Come non esprimere
felicità a chi mi starà vicino oggi:
è troppa da tenere solo per me…
Basta così poco alle volte…
accorgersi di ciò che ci circonda
ci darà quello che ci servirà
in abbondanza:
fidarsi della vita
è grande esperienza di vita.
Goccioloni
Pesanti goccioloni cadono
sul masso che durezza vuole
spaccare in mille gocce
bagnano la terra pronta a rinascere
sotto il peso della vita che rimbalza
da parte a parte della terra
come pallina di ping pong.
Scoppia goccia sul mio naso
lasciando rivoli scendermi
sulla mantella blu
ed io felice ruoto nell’aria
armoniosamente riempita…
eccomi bimba dove il gioco
nasceva da ogni cosa
ed ogni cosa trasformava le mie giornate
in spensierate risate.
Ora quelle risate riservo nel mio cuore
con la speranza di riviverle ancora
con altre vesti.
Grazie
Grazie a chi sopporta
i miei lunghi discorsi sulla vita
a chi mi sorride quando mi arrabbio
a chi mi coccola quando mi vede
come pulcino bagnato dalle intemperie
a chi non mi giudica
a chi non mi capisce e me lo dimostra
con dispetti…per svegliarmi dal mio io
che non si accorge di lui
e a mio figlio che quando diedi
un consiglio ad un suo amico
gli disse di ascoltarmi
perché ero saggia…
in quel momento la mia anima ha pianto
di gratitudine…
un grazie di cuore alla vita.
Messaggio…
Bambole di stoffa
tra le tue mani
col viso di porcellana
labbra di rosso dipinte;
nell’angolo le metti a gioco finito,
le une addossate alle altre
senza linea di consistenza nell’insieme.
Ghiaccio nei tuoi occhi
azzurro vitreo, vedo
il tuo cuore non batte, sento
e l’anima è non anima, percepisco.
Un dì per caso passai
davanti alla tua spettrale presenza,
e il tuo sguardo su di me sentii posare
come lama affilata ad arte sulla mia figura
e ritagliata dal mio spazio circostante mi sentii
come fossi figurina da attaccare ad un album:
un sorriso abbozzasti…
ed io di rimando indifferenza
ti comunicai,
e il mio passo
velocemente affrettai…
caro mio, tu non mi avrai mai
ridendo tra me e me pensai…
e alzando lo sguardo me ne andai
verso un cielo più limpido, sincero
allontanandomi così da oscuri certi guai.
Prezioso istante
Nel giardino segreto della mia anima
un angelo s’è fermato
odora di rosa la sua essenza
s’adorna di ciliegie rosse calde di sole
e tra i boccoli biondi margherite
colte al mattino leggermente schiuse,
velo impalpabile la sua veste
color di cielo boreale,
porgo l’orecchio interno
il suo canto melodioso
fa vibrare le corde del mio essere…
piume bianche e morbide a solleticarmi lascia
quando in un istante svanisce
nell’infinito respiro divino.
Intreccio d’amore
Raccolto ha il mio cuore
il rosso dei papaveri
nella distesa del dorato grano
sfiorato
dalle nostre mani tremanti
piene del suono delle nostre anime intrecciate.
Intrecci di sentieri tra le stelle
con lo sguardo sognante formiamo
quando
distesi sul cuscino di paglia siamo
e la voglia intensa sale fino a toccare
il palmo del firmamento
che la raccoglie nella sua arca
per farla viaggiare in luoghi lontani
dove il mistero Dio la trasforma
in un battito d’ali il cui eco risuona all’infinito
tra le pareti del cielo.
Adornano il volto del nostro amore
colore del miele
trecce di sincero sentimento …
Penso rapita dall’arte
Passi veloci manipolano
lo spazio tra archi
che si susseguono a formar catena,
mani legate le une alle altre,
nella scia d’una accennata e veloce
occhiata, ombreggiata da veli di bomboniera
vecchie ragnatele adagiate su gotiche lanterne
che illuminano a tratti
scatole casa d’un tempo rigoglioso
ferri arrugginiti ormai, privi di splendore,
ma affascinanti punti di forza
linee guida di storia
centratura d’espressione
estasi d’introspezione.
Con pensiero intriso di meraviglia
che sa di gelato alla vaniglia
liscio il morbido pelo
del piccolo paese
percorso frettolosamente
in mezzo a tanta gente,
imbavagliata da larga sciarpa,
come fosse gatto coccolato
dalle braccia di stretti viottoli
che si fan strada tra antiche mura.
Stella di mare
Affiora dalla sabbia
della mia memoria
una stella di mare,
racchiude bagliori
desideri infranti
sfumate lacrime
lasciati alle onde
e ritornati a riva…
ora il vortice della vita
la porta via da me
rotola e sole diventa…
posso camminare
finalmente su fine sabbia
calda e pulita.
Bolla tra le mani della primavera
Bolla di eterea essenza
luminosa trasparenza
ondeggia nella fine aria,
dove fiori di pesco
dalla bellezza un po’ ruvida
regalano applausi di stupore
all’azzurro tenue manto
di un cielo che abbozza
il sorriso delicato della primavera.
Tenere mani di bimba
la bolla prendono:
dura un istante
l’incontro tra le due purezze,
il calore le fa sciogliere:
l’una scoppia in gioiose risate
l’altra scoppia in goccioline d’incanto
tra dita incredule.
Geometria di Dio
Triangoli di luce rischiarano
quadrati ombrosi rigogliosi di natura
dove liane s’intrecciano ai respiri
delle palmate foglie verde smeraldo
e cerchi nell’acqua di cheto lago s’allargano
mentre linee d’albero tagliano a strisce sottili
la pagina patinata frutto della mente di Dio,
ed io ammiro quella pagina donatami…
e la riguardo plasmandola con la fantasia
tutte le volte che voglio evadere dal pensiero
madreperlaceo della realtà.
Poesia trottola su ciò che
ci circonda
L’asciugamano bagnato
in un angolo del bagno lasciato
tra la nebbia di vapore acqueo:
groviglio di fibre larghe panciute
che respirano piano e affannosamente
quasi soffocate dalla dose abbondante di sapone;
scaglie grattugiate profumate al gelsomino
mescolate all’acqua
scivolano dalla mano alla pelle
e dalla pelle alle squame di un ingenuo
setoso cotone che accetta il destino
di porger lato a e lato b per asciugare
ciò che di bagnato gli si propone
senza fiatare e senza far rumore.
Ma se lo guardi ora quell’asciugamano
così stremato diventa agli occhi attenti
arte della tua mano, forme geometriche
e alle volte visi dalle espressioni strane assume,
basta saper guardare
con gli occhi di chi vuol plasmare
la realtà a suo piacimento
e per suo godimento…perché la realtà
non è come è, non è come ce la fanno credere…
sta a noi ora provare la nuova avventura
della consapevolezza che a nostro pensiero
realtà si forma
e ciò che dico per me è vero.
Una serie di coincidenze
Partenza dall’involucro
ormai dal sipario abbassato
del passato
percorso in entrambi i sensi
un trovarsi, cercarsi, incontrarsi
e all’incontrario tutto è stato fatto
per ricominciare con più entusiasmo,
nella scia di fresca aria
di una mattina invernale
alzo il bavero e sorrido,
quando il sole scorgo all’orizzonte
sento come suono di batteria
e l’agitazione cresce
mi divora l’anima come mio immenso piacere
è arrivato ciò che da tempo aspettavo...
Cuore scordato
Senza sosta il mio cuore
percorre il tempo del vivere presente.
Striato da lacrime che si sono fatte strada tra le sue
pieghe,
che giocando prima e fendendo poi senza pietà
han creato solchi come note nere…
che ritmate dal battito
vita han dato ad una musica stridente.
Al mio cuore serve il liutaio
che con la sua maestria riesca ad accordarlo.
Gemente tra le sue mani supplica
un tepore lontano di romanzo nostalgico
abbandonato sul davanzale di vecchia casa coloniale
finestre incorniciate di azzurro mare,
quel mare che occhieggia dal vicolo bianco serpentino
e sembra sospirare tra le sue onde
col suo moto continuo….
un perduto amore .
A poco a poco l’eco di un suono dolce e amaro lo investe…
gli sussurra frasi che come balsamo si posano
ad una ad una leggere come carte di riso
ingiallite dal sole e lasciate al vento da mano tremante
di ricordi impietriti.
Il cuore avvolto comincia a palpitare
alla ricerca di un'alba senza fine dai colori tenui,
rosati come guance di bimbo.
Senso di sazietà che non si ferma
un continuo e delicato ricercare
….un non fine sul pentagramma del mio cuore.
Quello che è stato
Immagine ormai grigia
sfumata dal tempo
trascorso è…
si tuffa nel trasparente nulla
per insabbiarsi nella palude
dell’oblio.
Un dì
Filigrana di luce
tra i capelli degli alberi
intreccia lo sguardo,
gondole di rondini salgono
e girotondi di sorrisi incantano;
piccola ancora di spensieratezza
che il mio cuore inebria.…
Trattenere l’emozione
Fermarsi davanti a te
a pochi centimetri
rimanendo impassibili
celando il vulcano che è in noi,
questo è scalare una montagna
con uno zaino che pesa una tonnellata,
questo è trattenersi dall’abbracciarti.
Allora legateci come Ulisse all’albero maestro
perché tu per noi sei come una sirena
davanti a te siamo indifesi
difficile è rimanere indifferenti,
ma lo si deve fare
così tu non ci farai più del male…
Porticciolo
Lanterne dalla luce che è nenia
sono anime consumate dalla salsedine,
mentine di zucchero d’altri tempi
che tradiscono la rotta nella nera notte
allo sguardo veloce che sa di colonia,
compagne fedeli sono
di uomini segnati dall’avventura
che dura una vita per il mare.
I sogni ad occhi aperti
son come splendide,
variopinte farfalle
che delicatamente si posano
nelle anse del cuore,
sentieri di desiderio.
Trattenerle è come ucciderle
godiamo allora
nel lasciarle volare via;
cercheranno il loro sospirato fiore,
destino per cui sono nate.
La natura vestita dal sarto
Cinture di sole illuminano gole ombrose
nel palmo umido della valle
riparata dalla giacca logorata della montagna,
dove tasche di verdi alberi
palpitano
quando agitati sono
i loro rami che sembrano fili di lana
da un vento lieve e profumato
di gialli pollini
preziosi morbidi bottoni.
Il sasso macinato sul sentiero
tessuto della terra
consumato dal continuo passaggio
di pesanti passi di cuoio
resta ancorato come gancio
e memoria di bacio diventa.
Lente lumache scie d’argento
come fili di seta lasciano
sui tronchi rigati gessati
dove ai loro piedi tra le lunghe dita
foglie pezzate di fango increspano
tra le guance morbide delle felci.
Sopra la danzatrice natura
piatti di bianche nuvole
di raffinata porcellana
apparecchiano la tavola del cielo
che mostra una tovaglia d’azzurro intenso
che sa di fresco bucato
steso dalle mani di nonna amorevole
di antico passato.
dedicata alla mia cara nonna Assunta
che dal cielo mi assiste sempre
A tanti te
A te che mi stai leggendo…
accorgiti di lui che accanto a te piange
accorgiti del sorriso di lei insistente
del malato di niente che vuole amore
del sole che ogni mattina sorge
per augurarci rinnovata speranza
nei nostri passi
della goccia di pioggia che è vita
accorgiti sempre di te
che è l’unico giusto amico per te.
Il gioco della vita
Quale verità di gioco
troppe le biglie sparse per raccoglierle,
la sabbia sta affossando i percorsi
col vento suo alleato,
tracce di niente scivolano
come granelli sulla mia pelle,
brividi trattengono l’emozione
mi giro e il rimpianto è un pugno;
onda che sbatte sullo scoglio
e così un granchio si ritrova
a cercare nuovo appiglio nel grande
e immenso mare.
Poesia è…
Abbracciati dalla poesia
vediamo il mondo velato di rosa,
rosso il tramonto si tinge ogni volta
e il mare col suo blu blu ci fa immergere
per esplorare i fondali dell’anima.
Ridiamo a bocca aperta tutto l’anno
Denti i giorni nella bocca dell’anno…
all’inizio è un sorriso smagliante
fresche voglie e nuove idee aperte
che son come sciatori pronti a scendere,
nel mezzo del percorso
qualche dente cariato o devitalizzato
anche se pulizia dentale come speranza
vuol ridar perduto splendore
al giallognolo triste alone,
ma al traguardo poco dell’iniziale sorriso
è rimasto; con l’amaro d’iniezione anti-dolore
la bocca s’è disgustata,
forse in parte s’è salvata…
per alcuni sfavillanti denti d’oro
per altri nuovi ponti d’accordo,
e a chi la dentiera mostra fiero
finto sguardo s’è guadagnato,
ma col gran male provato
scudo di valoroso cavaliere s’è fatto
così l’anno venturo
sarà forse meno duro…
chissà …dal nuovo 1° gennaio
per tutti si vedrà.
L’aereo colomba
L’aereo planava come colomba bianca
uscito dalle nuvole pergamena,
come filigrana la ragnatela di luce
disegni indiani creava,
come placche di metallo i miei germogli
di sogni ad occhi aperti colmavano
i tasselli lasciati come squarcio
qua e là; aperture di cielo
per raggiungere l’universo infinito
immaginando di volare senz’ali.
Stella: granello di vita
Ho una stella di luce blu
nel mio cuore
nella notte delle notti
dove stelle esplodono a mille
per creare altre stelle; celebrano l’evento,
sono scie di vita
disegnate nella lavagna del cielo…
Tra le mie braccia
i miei ragazzi…
stelle ai miei occhi sono
che illuminano le mie giornate
rendendole assolate.
Fotografia notturna di una via di
Sacile
Calata è la nebbia
nella via buia e stretta,
panno bianco trapuntato sembra
coi lampioni come bottoni
accesi di luce giallo miele.
Di legno traforato è il ponte
di piccole luci blu natalizie incastonato;
è partecipe continuo del gioco sopra sotto,
col fiume che scorre nel suo letto
senza alcuna posa,
mentre alte case dai balconi ammaccati
tristemente porgono il loro volto
agli infreddoliti passanti; racchiudono speranze,
dolori e gioie di persone
che ormai ombra sono nell’eterna notte.
Fotografo l’imboccatura della via
ornata di grigie goccioline
e con fare pensieroso
raggiungo gli altri,
che allegri e spensierato se ne stanno
l’uno accanto all’altro
tra le fette del dolce freddo.
Dentro l’argomento Amore
Ho posato con estrema dolcezza
tre rose rosse sull’argomento amore,
virgole nell’aria i pensieri di desiderio
parentesi d’estasi tra le lenzuola
mentre il tucano dal becco ricurvo
e giallo ci guarda curioso,
scappa il gatto crema dalla sedia in vimini
disturbato dal sordo rumore e dalle gocce di pioggia
che cadono silenziose; son come unghie smaltate
che riflettono i colori dell’arcobaleno di un cielo estivo,
pieghe sul cuscino son onde dove
giacevano insaziabili bocche
come parentesi graffe baciate; la stanza ci parla
di una grande passione che ha come argomento
principe l’amore.
Le stanze della nostra vita
Nel bagliore dorato
che prende forma dal nulla
quando lui e lei insieme
si accendono
immagini si fondono
e realtà divengono.
S’aprono sull’oceano del possibile
finestre, varcarle muri invisibili di stanza s’alzano
idee dal sapore unico e irripetibile
prendono forma.
All’unisono vivono esperienze
belle e brutte, macchiate di stelle,
di latte e di polline.
Alle volte con la corrente
le finestre aperte con spensierato ardore
sbattono e i pensieri inciampano,
e cadute in altre stanze avvengono
dove finestre invitanti sopraggiungono.
Nel cammino del ponte verso l’ignoto
miriade di stanze come occhi compaiono
sta a noi guardarle con la giusta intensità
così armonia si fa strada per accompagnarci
per renderci più lieve il passo.
Emozione
Spalancata è la mia anima
nel vedere un fiore dai petali delicati
aprirsi al nuovo giorno,
guardarlo vivere con poche gocce d’acqua
e sfiorarlo con attenzione per non sciupare
la sua eterea bellezza,
emozione che è linea curva…
ponte tra il mio cuore
e la natura.
Buon compleanno Gesù
Pulsa la luce
è forte il suo chiarore
acceca l’anima che deve trovare riparo,
produce vibrazioni
suono armonico che si propaga
cerchi che abbracciano,
ali d’angelo piume bianche e soffici
si muovono con grazia
spargendo nell’aria polvere d’amore,
universo che si è fatto piccolo
per incontrare i nostri mondi
la sua nascita ogni anno
agita, mescola, scatena
reazioni a catena
che uniscono…
buon compleanno piccolo grande Gesù.
Lo spirito del sonno
Dorme il sonno
tra le braccia della notte
mentre il sogno apre le porte
al meritato riposo
che giace con fragoroso russare
tra le mani piumate di un fresco guanciale.
È…..
Acqua cheta di lago montano
lambisce i piedi scalzi di dama,
castellana di ruderi avvolti dal sonno
la nebbia come scialle gli dà calore,
in lontananza un pallido sole
si raggomitola tra le basse montagne,
veli di luce ridanno vita
mentre a chiudere la cerniera
di quello che fu splendido abito medioevale
è un vocio bisbigliato rimasto impigliato
dalla sciarpa del vento…
…..immagine medioevale.
Momentanea chiusura
Fluttua colore neutro
di immobilità,
introspezione
chiudo…
e riapro dopo breve pausa
con solari vortici,
intensi intrattenimenti
rapiscono il mio io,
e sulle note di dolci musiche
ritrovo me stessa dal punto
che pensavo erroneamente
di aver lasciato…
Pani di speranza
passano da mano a mano
in quella zolla di terra
dove il marrone è ovunque
con tutte le sue sfumature
striato dal grande cerchio rosso
di un sole che sulle linee
intrecciate uomo terra animale
non ha pietà.
Africa
Fredda curiosità
Grigie metamorfosi di nuvoloni
ingabbiano il cielo come fiera,
dove viottoli di aspro sole dicembrino
liberano spazi ai pochi uccelli rimasti
che traballano sotto i colpi delle fredde
gomitate dell’inverno che implacabile avanza.
Timidi piccoli fiori gialli
spaccano la nudità dei rami
che con la loro stridula apparizione
sono vergine natura nell’alba di una matassa
lasciata nel cesto in attesa della genialità
della primavera.
Percorre la faticosa salita
il postino infreddolito in bicicletta,
il naso ghiacciato si scioglie
nel sentire l’aroma di caffè
inscatolato dal profumo di legno
accarezzato dall’avvolgente fiamma
dei camini anneriti delle case di campagna.
Sorvola la mia curiosità
annaspando nella fatica
dell’evoluzione lineare
della giocosità che a volte incespica
della mutevole stagione invernale.
Fiume di parole
Sbriciolo al vento il fiume di parole…
sorgente ha avuto nel tuo cuore
rivolo ha percorso le tue vene
torrente ha varcato la tua gola
fiume in piena è diventato
aprendo la tua bocca…
ha nuotato il mio essere
nella tua acqua cristallina
galleggiavo spensierata
ma il sole con la sua potente luce
lo ha prosciugato
ora nel mio palmo
il suo letto di creta mi è rimasto…
Corrispondenza antica
Lingue di ceralacca
spengono il loro ardore
su fazzoletti di carta profumata
piegata ad arte,
retine sono a raccoglier frasi come farfalle,
creature di amori appassionati,
lettere senza tempo
che preziose bambole di porcellana divengono
se custodite con lacrima di ricordo lontano,
gioisce l’anima che legge con fiducioso
e accorato fremito d’attesa,
palpiti di puro incanto
cristalli d’infinita luce
si incastonano nella parete
di quel cuore che riceve
…e l’eco di si erompe
e si fa armoniosa cascata.
Pensiero ansioso svanisce
Briciole di gomma ruotano
nei palmi dove il rumore
del pensiero si smorza
e diventa plastico, malleabile
e morbido al tatto, si addormenta
tra le dita dimenticandosi d’esistere
perde la sua consistenza posta in essere
da una mente in ansia,
fragile diventa, si spacca,
sbiadisce e crolla esausto nel cestino.
Fila di luce intermittente
Tocchi di spillo sulla mia mano
quando poso il mio sguardo
su pezzetti di fila di luce intermittente
da casa a casa nella notte fredda e buia
di dicembre.
Fili luminosi tristi, sono pensieri superficiali,
invitano chi li guarda a esaltare l’inutilità,
a non andare in fondo nel perché
del Regale ricordo; strisce che sono come bende
a coprir ferite di un’anima spenta.
Piango nel guardare che ogni anno
più anime s’aggiungo nel nulla delle cose,
perdendo il treno della vera serenità.
Curva più ampia del
destino
Giro la curva e lampioni
accesi, palle giallognole
che costeggiano l’ombroso parco
dalla cappa della notte oscurato,
staccano i tasselli usuali del vedere
svelando pensieri catapultati in un’epoca lontana
dove carrozze si muovono
ballonzolando, trascinando destini
su percorsi incerti e sconnessi,
dove la campana delle ore scandisce il tempo,
un tempo lento e prezioso, vissuto e tessuto
di veri valori che bollano l’anima
assicurando un viaggio più sereno nell’aldilà.
La strada dritta mi riporta alla realtà
e chiudendo la finestra del tempo
continuo il mio destino, sorpresa
dall’emozione nata per caso
da quello che forse non per caso fu messo lì.
Paesaggio
avvolto dalla nebbia…
da reale ad irreale.
Bave di dentifricio azzurro
sul guanto liscio di seta bianca
e tra le sue dita chiodi di garofano…
spicchi di cielo e tronchi d’albero dei fossati
appaiono e scompaiono
quando teli di nebbia passano.
Magia di una sola notte
Suono d’arpa sbatte…
nel dondolo fermo di un giardino
da copertina inglese,
nella ciotola di terracotta sbeccata
e maculata di profumato muschio,
nel fermacarte di sasso colorato
da spensierate mani di bimbo
appoggiato sul davanzale
dove candele accese attendono
la magica notte,
nel rosone di luce che fa eco
da stanza a stanza di una casa
in dolce attesa...
….è vento di lieto evento
che pizzica i rami d’abete
impreziositi dal tintinnio
di scintillanti campanelli.
Contrasti che si
incontrano
Poltiglia di fragole rosse nel’amaro miele
il mio cuore è colmo di fiele,
partono gli ultimi uccelli dal paese bollente
raccolte sono le anime pie a pregare
circondate da una folla urlante.
Gatti randagi affondano le loro unghie
nel morbido materasso
a mani vuote sono le anime che hanno avuto tutto,
invadono gli arrendevoli prati le cavallette
impazzite
s’alzano le mani dei votanti
avvolti dall’incertezza generale.
Mi srotolo la mente nel rintocco
di una campana per travasare
il pieno vuoto nel silenzioso tutto.
Sorpresi del solito tramonto
Strappi
nella
fodera
rossa
della
palpebra
del giorno
che
lentamente
si abbassa
distendendo
le lunghe
ciglia
di un sole
pronto a
spegnersi
ai nostri
occhi che
si
sorprendono
ogni volta
a
fotografare
un film
sempre
uguale ma
sempre
diverso
nella
visione di
ciò
che deve
pur sempre
accadere
per volere
supremo.
Inversione di marcia autunnale
Banale autunno sulla maglietta appesa
emozione firmata placata,
sghembe bordure di cespugli radi
seguono un fiume brunito
gonfio e quasi fermo,
cappellini colorati e ingentiliti da pon pon
frullano tra la folla grigia e nera
che sospira nello sguardo severo e color cenere,
mentre un’auto rossa fiammante
di un giovane manager rampante
scoppietta allegramente
facendo voltare la monotona gente,
e così velo di spensieratezza fa breccia
in una giornata autunnale
segnata dalla marcia giornaliera
di chi al lavoro deve andare.
Manovre
d’amore
Ruotano i corpi nel letto disfatto
linee guida per una perfetta manovra
qui non servono
guidare con prudenza qui non serve
sregolata alternanza ad incastro
dolcezza intensa che sfocia
in esplosione…fuochi d’artificio
nel cielo stellato.
Ballo d’amore
Parole tue son come fiori
che sbocciano nella notte
quando s’apre la tua sensuale bocca,
il picchio del bosco
rintocca col becco il legno tenero
che si lascia plasmare,
rintocca il mio cuore a ritmo accelerato
quando le tue dita leggere ma legnose
delicatamente mi sfiorano
e così arrendevole diviene,
si attorciglia l’edera all’albero spento
ridandogli vita,
il tuo calore mi circonda
disorientandomi,
ricordandomi il sapore dell’intenso
esistere.
Passo doppio di sguardi, carezze,
abbracci…e quant’altro
di più bello, intrigante c’è…
…e un occhiolino malizioso
con accento di rosso passione
su quel resto, con mio immenso piacere,
vi lascio…firmato…laura
Lasciamo che la vita ci cerchi
Mi rammarico nel non capire la vita fino in fondo
la sua evoluzione che mistero,
ma racchiudo un sogno nel mio cuore
coltivare noi stessi con delicato amore.
Giorni e giorni per cercare di capire
ma nulla del suo prezioso seme è affiorato,
sempre la dolce marea della sera
cancella le orme del giorno.
Conchiglie sono le meravigliose idee
che si muovono trasportate dalle onde di passione,
sfiorano la mente i risvegli di conoscenza
ma segue sempre la sonnolenza dell’oblio.
Forse quello che dobbiamo sapere della vita
è di viverla intensamente…
non sprechiamo così
il prezioso tempo che ci è concesso
a cercarla nella sua magica borsa,
ma facciamoci tirare fuori
dal mago come teneri e un po’ ingenui coniglietti bianchi
curiosi di assaggiare il mondo.
Breve panoramica che guarda in
lontananza…
Mare di cielo
azzurrina espressione
ombreggiata da rosati ciuffi
di capelli ghiacciati,
sono in alto tra vette vellutate
impreziosite dal bianco innocente
di una neve luccicante
quando i nastri luminosi la sfiorano,
in lontananza vedo quello
che a valle scompare
nel livellato sguardo,
scorgo il mio futuro
sono oltre qui
lasciato il mio quotidiano…
24/11/2014
Tintinnio di pioggia…
pigola la goccia sul legno di trave
segnata da profonde rughe,
scheggia di ferro quando bacia
la fredda e altezzosa grondaia,
rivolo di resina quando lentamente
scende nel fiore di bianca calla,
palpito d’infinito chiudendo gli occhi.
Accenno di luci di risveglio
Perle di luce disegnate
sulla mia mano
argentate foglie tremano
respiri d’oriente
sotto il ciliegio pendulo
addormentato,
sbrina la scia ciottolosa
sassi rotolano ammaestrati
dal mio lieve passaggio,
un gallo passa disorientato
nel divenire del rinnovo
tra suoni di risvegli velati.
Dipinto vivo
Rannicchiata l’anima mia
tra candele accese grondanti di cera
nelle loro plastiche rosse e bianche
mani di anime colme di febbrile incertezza
le hanno accese
preghiera che si è fatta attesa,
alzo lo sguardo mio implorante
alla Vergine dallo sguardo incipriato di soavità
con in braccio il Bimbo Regale
che stringe con la sua manina quella della mamma;
sa che da Lei cura costante ha.
Prezioso amore reciproco spazia
trapassa la tela oliata
e irradiato giunge al cuore di chi in loro
confida.
Lentamente chiudo gli occhi
per accogliere rassegnata
una lacrima salata
che pulisce e rischiara…
e così torno al mondo col passo più fermo e tranquillo,
ritornerò presto in quel luogo
dove ogni volta perle di ristoro
con gioia assaporo.
Mio figlio è a ginnastica
Sulla parete addormentata e infreddolita
lingue gialle e crepe come sfoglia
appesi nelle loro dorate cornici
mille volti mi guardano
anche se avvolti dal mantello invisibile
dell’immobilità,
sorridono su un podio…
momentanea popolarità
illusione d’aver in tasca duratura felicità,
ombre di corpi che si susseguono velocemente
animano quel muro,
le voci bisbigliate di giovani vite
fasciano come arcobaleno d’entusiasmo
cordoni di sorrisi legano…
…sono seduta e rilassata su una consumata panchina di legno
che ormai ha fatto il suo tempo
in attesa che mio figlio finisca la sua ora di atletica…
….sono estasiata dal movimento della mia vita
dove ogni scena nel mio cuore gelosamente terrò
che come un film proietterò
quando…
nella mia sera…
con la scatola di latta dei miei ricordi
da sola rimarrò.
Giro di valzer
Sul selciato di minuscole pietre colorate
si annidano amari pensieri
cercano riposo nel lastricato percorso,
e una mano d’acqua distesa
con dita lunghe e affusolate
sembra catturare la mia ombra
e imprigionarla nella trasparente
ed elastica pellicola,
pensieri e ombra di me stessa
giacciono per terra
immobili,
resina e legno impregnano l’aria,
si respira pulito
e fiocchi di neve scendono a illuminare
con patina lucida,
si cancella come su lavagna
il passaggio,
nel girare lo sguardo
allegri giri di valzer
di persone innamorate
fanno remare i miei pensieri al largo
ritorno così a catturare
zollette di zucchero
dal cestino del mio essere.
Scherma d’amore
Nel lago della mia solitudine
annego i pensieri più arditi
cercavano scampo per non affogare
sono usciti dal mio cuore ferito umiliato,
il tuo affondo aveva una lamina affilata
lingue di fuoco uscirono dal tocco
e ridicoli coriandoli colorati
ora sono i nostri ricordi,
geme come pianta di salice
la linea del mio essere
che guarda alla curva dell’orizzonte
sperando di non avere più altro caldo fronte.
Nuvole
Vene rosate nell’incavo della nuvola
spuma leggera soffiata
culla delle sognate scene d’amore,
batuffoli di cotone tra le vele
baciati dai scintillanti zaffiri d’acqua
sospinti dai palpiti del mare,
srotolati spiegazzati drappi rossi
ghiaccio sgretolato all’orizzonte
come mosaico di pavimento greco
sipario è di una volta fermentata
dal tempo.
La notte dei
desideri: 31 dicembre.
Lanterne rosse cinesi
lumini caldi che riscaldano il cuore
accese morbide speranze sono
che liberar vogliono da dure catene
i prigionieri che siamo
nelle stanze della nostra mente
s’alzeranno…
nella notte fredda e nera
bucata qua e là da luci giallo bianche…dove,
allontanarsi le vedrai come calde macchie di sole
e strisciando come bisce
lacereranno a strisce
l’immensa gola del firmamento…,
urlerà così d’acceso turbamento la notte di desideri
e il mio, sarà tra mille nel cielo dispersi…
…si libra in me la sconfinata fiducia
che li raccoglierà Dio
dalle mani del Suo vento
per divenire delicati fiori di vetro
nella Regale cesta del suo amorevole Cuore…
…31 Dicembre 2014
sarà notte di desideri accesi e dispersi
ma che per nulla andranno persi…
Ai miei monti
Azzurre nocche nella mano della
mia terra, quando a sera il cielo
riflette come carta stagnola stropicciata
l’accordo del sole con la luna sul finire del giorno,
e i miei occhi color nocciola specchiano
la favola di quei monti che viene raccontata
dai tempi remoti ai bimbi buoni.
La misteriosa neve
Scende come fosse coperta di lana
bianca e soffice
lavorata a maglie larghe
la neve fitta fitta
il silenzio copre gli spazi
gli sguardi sognanti incorniciano
il paesaggio…
agita il ventaglio il maestro inverno
scoprendo ad arte il delicato mistero.
Saggezza in internet
Oggi…giganti libri di saggezza
scivolano fluidi come pensiero
per ampliare universalmente
il pensiero che piccolo si è fatto
col crescente uso del non senso.
La solitudine isola o l’isola della
solitudine
L’isola è ancora lontana…
respiro e ancora respiro
ancorata al dondolio
della mia vita
che va a destra e a sinistra
nel finito mare,
l’isola della matura solitudine
può ancora aspettare…
Preghiera
ristoratrice
Seduta sulla fredda panchina
di un cimitero
prego…
annegando di rimpianti la mente
guardando i cari defunti
coi volti tutti uguali
sorridenti stridenti
stanno ritti sull’attenti
appesi sul marmo bianco
un po’ striato e sembrano
parlare delle loro strade
percorse con affanno
e alle volte arrecandosi consapevole danno
sembrano consigliarmi cosa fare
del tempo che ancora mi rimane
sulle spalle…
ma ora è sera devo andarmene
nel mondo di quelli che chiamano vivi
e i lumini accesi come fioca speranza
mi aprono la scia verso l’uscita
ma prima di lasciare chi ci ha lasciato
ringrazio silenziosamente
per aver respirato…
attraverso i loro sguardi…
coraggio.
2 Novembre
Voce alla
natura
Foglie come asciugamani usati
gettati nell’ombra umida del canneto
fiori sciupati dalle virgole del
tempo
germogli sradicati dal dispettoso
mutamento delle pagine del cielo,
luci e ombre si confondono
nella pietà che come alito
s’alza dal groviglio incandescente
di una natura mutilata nel suo
essere.
Fiore di sguardo
Solletico le ginestre fanno
nel muoversi con infinita grazia
negli ondulati versi del vento
al gatto nero e bianco accoccolato
sotto i fiorati rami
e stuzzicato dai morsi
del bollente sole d’agosto,
bisbiglia la goccia del rubinetto
nel lanciarsi con arrendevolezza
tra i capelli della tenera erba
che aspetta con impazienza
la nuvoletta dispettosa e giocosa
che piange quando il sole
maestro d’arte del cielo
la scioglie col suo caloroso abbraccio,
disegnano allegri origami le rondini in volo
liberando i cuori che si perdono nel guardare
mentre leggere ciocche di sonnolenza
mi sfiorano il sorriso
accesomi in viso nel ripensare
a quanto di tutto questo vi ho scritto.
Dolce sonno a tutti
Cristalli di sospiri
tra petali di luce
nel passo del giorno,
la notte giungerà con le sue ali scure
rapendoci lo spirito che varcherà
il mondo dei sogni,
ansie e dolori dimenticheremo
e nel mattutino risveglio
nuove magiche liane argentate
muoveranno la nostra storia,
speranza vuole che un sorriso
riusciamo a rubare nel dolce sonno
perché sia di speciale compagnia
nel nuovo dì di vita.
Cesta di mele calde di sole
Abbandonata sembra la sbiadita cesta
addossata è al muro di sassi spigolosi
che cinge come collana grezza
il fazzoletto verde di prato,
profumate mele attende sospirando
nel suo caldo grembo,
colte saranno quando il sole
come un gatto farà dolci fusa
attorcigliandosi ai rami lentamente
e poi come bimbo spericolato
lo vedremo piroettare e cadere sulla mano
che profuma di attenta pazienza, esperienza
e che con singolare riverenza farà da lenza
pescando i frutti succosi
che rubati nella notte sono,
quando tutto sembra scomparire,
dalle mani di ragazzi brilli di balli
dove a scoprirli v’è una luna
dallo sguardo ingannevole
amica dietro la nuvola
bugiarda quando con bianca luce
svela innocente sbaglio.
Sbadiglia da lontano
il vecchio e saggio contadino
che tutto vede e sente, sorride
sulla scena rimembrando il passato
gustandosi ammagliato il profumo di mele
che nella stanza dell’amata aleggia
presagio di dolci e stuzzichevoli promesse.
Le quattro
stagioni
Spatola di gelato è il vento
onde larghe lascia sul grano,
raccoglie qualche chicco
da lasciare al corvo affamato
che sorvola placido e indisturbato
il dorato campo sul sentiero
che le nuvole tracciano
come filo lasciato da mano di sarto.
L’estate ormai è su foglio
dell’alunno
che deve ricordare…
ora la finestra mostra energica
pioggia
e un vento furioso perché nulla di
frutto
può raccogliere, e così passa
lasciando
onde che spaccano e ammutoliscono
una natura infreddolita che
dall’autunno
viene svestita.
L’inverno è mano severa
e sembra che induca a chieder
preghiera
perché torni presto la tiepida e
profumata primavera.
Insomma… le stagioni son prime donne
ognuna regala la sua luce
rubandosi a ruota la scena
e noi spettatori d’emozioni
gustiamoci lo spettacolo
che ogni anno ha per loro
contratto rinnovato.
Laguna Veneziana
Maschere veneziane
cancelli dal volto antico
velano di mistero,
un passo di tango
tra la grigia folla
bacia le labbra
del rosso tramonto
di una laguna che ascolta
e tace, ma emana amore
dai pori della sua naturale
affascinante pelle.
Solitudine
Sibila il nulla
nella risacca della mente,
spiccioli di pensiero con qualche guscio
di sentimento nella tasca del presente,
rombo nell’aria di aerei
in attesa di veder decollare i sogni,
spugne di mare a cancellare le orme
per non farsi trovare
nell’incontro col nuovo io,
in fondo… la solitudine
è volersi ritrovare
ma diversi, prima che gli altri
intervengano a plasmarci
coi loro desideri.
Pittore
Pennelli volati via dalla furia
gabbie di bianco nella mente
teste rovesciate di colori sul pavimento
legni di cavalletto addossati a rami di glicine
ma ecco comparire...
porpora sul muro
le dita si muovono
spalmano e ricamano
onde di tramonto toccano il firmamento...
e calma su verde acqua si cala.
Cartolina di montagna innevata
Piccole tracce
sulla candida neve;
soffici piume d’angelo
accarezzano con tocco lieve
come la mano di madre sulla guancia
del figlio, soavemente addormentato,
dopo esser stato da lei amorevolmente cullato,
la silenziosa vallata, dalla corona di verdi pini circondata,
dove, a farle compagnia v’è solo l’immagine riflessa sul
piccolo lago;
tocco l’acqua, e onde infrangono, scompongono, impagliano
la dolce immagine d’una vivente cartolina invernale,
che accompagna ogni anno le nostre vacanze
dove di noi in punta di piedi lasciamo,
mentre ammutoliti il tutto ammiriamo,
traccia del nostro fugace passaggio.
Evoluzione naturale di un amore
Laghi ingenui di amori acerbi
respirano soli di pensiero
riparati da convinzioni
che son abeti vestiti di fresco alito,
ma che al scomparir del velo bianco di brina
difficile è nascondere i sentieri segreti
del cuore…
…e così scompare gioco di magia
dell’illusione di infinita comprensione.
Paradosso di direzione…
incontro l’uno verso l’altro si va
ma lo scontro è allontanamento…
s’insinua pian piano
liscio pavimento d’incomprensione
che fa slittare su due piani diversi,
e così venti impetuosi diveniamo
in cerca di nuovo cielo.
Rompicapo d’amore
Poligono stellato è il nostro amore
punte di disaccordo col centro solido
incastro perfetto di bianco e nero
due facce d’una medesima medaglia
binari paralleli nel tragitto tra monti e pianure,
una farfalla è volata via…
segno della leggerezza d’un tempo
che ora è concretezza…
un pane quotidiano da gustare a piccoli morsi…
Sapore di vita lontana
Lavorio continuo del tempo
sul piccolo paese
con le poche case addossate
le une alle altre come per darsi coraggio
nel buio fitto fitto della notte,
quando anche la luna tonda
fatica a illuminare le tasche dei viottoli,
percorse nel giorno da pochi passi stanchi
ma illuminate dai raggi che si rincorrono
tra i sassi appiattiti, tutti uguali,
delle solitarie mura.
Boccioli di rosa rossa
dimenticati sono sulla rete arrugginita
a tratti rotta o penzolante,
fan finta d’ingentilire l’uscio
speranzosi sono di un ritorno
di quei dì dove c’era un amante premuroso
che staccava il romantico fiore
per porgerlo al sospirato amore.
Lentamente una velina rosata
si posa sulle montagne
regalando antico sapore
di danzante gioventù spensierata
a rallegrar l’atmosfera cupa e grigia
del piccolo paese ormai spento.
Messaggio di speranza
Scivola il sottile fango melmoso
sulla membrana d’acqua piovana
calpestata dai pesanti passi dei passanti
in una strada sinistra oscurata dal velo
dell’indifferenza e della paura
mentre una campana densa di rintocchi
rilascia con stanca cadenza
richiami alla preghiera
alle orecchie ormai sorde.
Il cieco illuminato dal fervore
per l’intima rassegnazione tra le braccia di Dio
alza la testa al cielo
e con un cenno della mano
saluta l’angelo che lo protegge
invocando protezione al mondo
piagato dall’ignoranza
e dalla solitudine interiore.
A Lorenzo, l’altro mio splendido figlio
Artistico lembo stropicciato
sui quaderni tu lasci
caro piccolo Lorenzo,
firma del tuo impegno,
movimento il tuo
nascosto dalla linea piega
che si mostra a me, tua madre,
segno della tua crescita,
punto fermo
regola
giudizioso comportamento
tu devi…passo dopo passo
col l’evolversi del giorno
che come catenella ne segue sempre un altro;
è bello vederti attento scolaro
e col piede e la mano che tenti la fuga.
Figlio mio, prezioso è il tempo per me
nell’osservarti nei tuoi piccoli sbagli
che sono perle che custodirò per sempre
nel mio cuore, e quando sarai genitore anche tu
e la pazienza perderai
te le mostrerò e allora anche tu capirai….
ti voglio bene….la tua mamma
Pannocchie di vita
Grappoli di luce sospesi
nel buio del granaio
son le pannocchie cariche di sole
che irradiano gialla natura matura,
i grani rotolano giù nel fieno
svegliando con tocchi secchi
come gocce lente scese da forata grondaia
gli amanti sognanti dondolanti
su amaca intrecciata sfilacciata,
veglia su di loro la luna taciturna notturna,
mentre un topolino piccino birichino
ruba un chicco e scappando
scope e secchi cadono…
gran baccano gratta come ruvida spugna
su scena idilliaca…questa è la vita
rumore nel silenzio…
alternanza continua.
Incantevole alba
Nebbia impalpabile come cipria
s’alza dal verde lago,
polvere rosata ombretto è del bosco
che sembra stiracchiare le sue verdi chiome
tra l’argentea alba, che con i suoi nastri lucenti
è bavaglio del giorno che muove i primi passi
sotto lo sguardo attento della nonna luna.
Scosto la tenda della brina,
vestita a festa è la ragnatela
tra i tentacoli del vecchio albero,
ormai rifugio caldo e sicuro
di indaffarati minuscoli insetti,
e fotografare vo’ col l’occhio assonnato
il miracolo che s’apre tra le dita di madre natura…
bacio il tuo volto nascosto tra le pieghe
delle verdi foglie,
lo vedo librarsi tra le strofe che accompagnano
il vento viaggiatore,
sussurro piano un t’amo…
…ora il quadro è perfetto.
L’inverno visto da Laura
Fredde lische di raggi di pallido sole
tra forbici arrugginite di rami ringhiano,
si appallottolano a sopite gemme
solleticate dal ghiaccio nel suo lento movimento
dimenticato da una neve che come prima donna
si è lasciata abbagliare dai riflettori del giorno invernale,
fa capolino il pettirosso che cinguettando
come fosse coperto da panno
con un timido inchino saluta il mattino
che sgretola la lastra del tempo riducendola
pian piano in polvere fine fine
che Dio col sul alito
puntualmente…
la fa roteare nell’infinito cielo
divenendo bagliore di vita tra le stelle….
Distacco d’amore
Lamianimasorridespansadamorequandotuminnondibaciecarezzediocosìmielevostaccandomidal…
…mondo.
Amare
Amando…l’anima è come un canguro
che salta facilmente evitando gli ostacoli
insiti del normale cammino…
allora cosa aspettate aprite gli occhi e…
aprite il vostro cuore con cieca fiducia
al potente sentimento dell’amore.
Breve tuffo nel passato: ma
un tuffo profondo nel mio cuore.
Sento ancora il battito allegro di quelle campane che annunciavano
il dì di festa nel paese della mia cara nonna materna; quel paese
che fu parte della costruzione della mia importate e splendida storia.
E’un suono di memoria che sento fluire nell’anima e che mi richiama alla
mente
una gioia sincera di voglia di festa, che sentivo nel cuore in quei giorni
e che mi vedevano spensierata bambina nelle vacanze estive impregnate dal
dolce
profumo di piccole mele degli alberi che circondavano la casa dei miei
avi.
Così con gli occhi pieni d’emozione vedevo il sole entrare dalla piccola
finestra bianca riquadrata da liste diseguali della cucina dagli angoli
anneriti dalla fuliggine per il camino sempre acceso, e mi meravigliavo
nel vedere l’arcobaleno che sul freddo marmo biancastro si andava a
formare; sorridevo nel pensare che in quella cucina così piccina stavo
bene e pensavo anche che quell’arcobaleno fosse regalo del cielo, perché
lì c’era tanto amore ed io lo sentivo nel mio piccolo cuore.
L’abbraccio affettuoso della nonna riscaldava la stanza anche se il più
delle volte era fredda e umida, e il suo sorriso mi faceva volare in un
cielo terso senza nuvole; ero senza pensieri ed era come girare a piedi
scalzi con gli occhi chiusi su una stradina colma di chiodi, ma che
venivano accuratamente tutti evitati; la sicurezza che mi infondeva era
immensa.
Torno molto volentieri in quella cucina ormai lontana…e più la ricordo e
più si fa viva in me…
è bello sentirsi alle volte bambini… grazie di avermi aperto le porte del
vostro sguardo
sul mio tenero passato che è un peccato lasciarlo nascosto…io sono così
oggi… ho il piacere di sentirmi viva d’essere, per non avere un giorno
futuro il rimpianto di non aver espresso
questa me stessa al mondo che mi ha accolto quando sono nata per vivere
appieno la vita che mi è stata data in dono.grazie
Voglio farvi un regalo
raccontarvi una fiaba….
mettetevi comodi
come bambini sedete sui cuscini
sparsi sul caldo pavimento di legno del tempo
pantofole morbide ai piedi che non vi vanno strette
come le incombenze
e coi capelli sciolti dai lacci dei grevi pensieri
respirate l’aria che sa di caramelle al miele
appoggiate i pesanti libri del doveroso sapere
e sorseggiate la camomilla del breve momento
di spensierata ventata di gaiezza fanciullesca
allora se siete pronti si comincia
c’era una volta…
ma cosa succede…tutti dormono beatamente
sognando la loro favola preferita
raccontata con cuore carico d’amore
dalla loro mamma premurosa
quand’erano teneri bimbi…
buonanotte… e meritati sogni d’oro a tutti voi…
Poesia speciale
Ho scritto breve poesia sul tuo petto
l’ho lasciata lì perché germogli
nel tuo cuore
se saprai ascoltarla
vedrai sui suoi rami i fiori
e quando il vento del desiderio
passerà si staccheranno per ricoprirti tutto
come fossero caldi baci
e il loro profumo inebrierà i sensi
fino a stordirti,
allora chiuderai gli occhi ed io
anche se distante ti sentirò…
Acrobati di sogni
Ruotano i loro sinuosi corpi
a disegnar figure nello spazio,
tagliano l’aria addolcendola
con l’incrociare di sguardi
artista pubblico,
fatica col sorriso sparisce
mentre nuvola colorata
avvolge l’acrobazia ben riuscita.
Sono loro gli dei del momento
che dura il tempo d’uno spettacolo
lasciando tutti senza fiato.
Gli acrobati del circo si congedano
nello stupore generale,
impresse sono le loro meraviglie
nella foglia del tempo a loro consegnata
da un mondo all’apparenza non reale…
…è il circo bottega di sogni sotto un tendone
sorvegliato dal mantello infinito del cielo stellato
che fabbrica di desideri è…
Bacche rosse d’amore
S’aprono i capelli miei fluenti al docile sole
d’ottobre,
s’annodano tra le folate del vento nervoso
che raccoglie il gran disordine
lasciato dagli eleganti alberi
che nella nuova stagione
fan cambio dell’abito
scrollandosi d’addosso il colorato mantello
d’aria e di sole ormai sazio.
Pigola l’uccello tra i cardini dei rami,
sposto l’abito incollato alla mia figura
che si staglia nello spazio
imbiancato dalla nebbia fitta fitta,
e il tuo canto lo sento levare
come il sole che scorgo in lontananza,
è un richiamo forte
ed io, spostando lo sguardo sulle bacche rosse
accenno pensiero di ardente tenerezza per te
dentro al mio cuore.
Il dolore a cosa serve?
Il dolore ti fa sembrare
le giornate colme e senza fine,
e quando bussa alla porta del tuo essere
devi farlo entrare,
non ragiona col metro del benessere
vuol farti a fondo scavare
per l’intima e perenne fiamma della vita trovare.
Correzione alle volte errata
Sposto la virgola del mio guardare
sul discorso del tuo fare
perché l’accento che tu hai messo
non sia per me un gravoso peso,
anche se so del tuo disappunto
farò finta che sia un gentile punto,
e se tu riporterai il tutto a capo
tirerò un sospiro per il nuovo inizio
perché nella tua cocciuta continuazione
farò finta d’aver capito la lezione,
e quando finalmente mi dirai la conclusione
ti farò provare una forte emozione
che ti farà cambiare su di me
per sempre…
l’errata opinione.
Finestra sull’inverno
Spirale di tepore sento sulle gote
nell’abbraccio del freddo inverno,
a picchiettarmi sul naso
qualche goccia spremuta
da grande tovaglia di nuvola
pronta a riversare è pioggia con fare dinoccolato,
con passo stanco un solitario arbusto
staccato è da secolare albero
e ramazza è del vento fradicio,
foglie morte pietosamente vengono spostate
su morbido ciglio d’erba
che perso ha il suo brillante smalto
d’una estate dall’incantevole verde manto.
Ed io rimango a guardare…
Leggero brusio s’ode tra i viottoli
illuminati da sbieca luce di luna
che s’affaccia nella volta,
il giorno scivola tra le pieghe della sera
aggrovigliato da bruciato odore di camini
che s’alza in lontananza
richiamando ad affrettare il passo
per l’usuale rito del finire in allegra compagnia
le ultime ore di luce striata dalle allungate ombre.
Ed io sospirando…
rientro al casolare
dove vorrò la pagina riguardare
del quotidiano movimentare
scaldata dalla calda fiamma
d’un vecchio amico focolare.
Dolore in fondo al cuore
Lacere le mie vesti d’anima
per le tue carezze fredde
dolore intenso sento dentro al mio petto,
m’asciugo la lacrima che fende come cristallo
sulla pelle dove s’erano posati delicati petali di baci.
Un lumino d’amore
Tengo tra le mani un lumino…
è speranza accesa d’un sereno domani
il mio passo stanco a sera riflette un poco
prima di cedere all’avanzare del sonno
è preghiera al Dio degli umili, dei poveri,
degli ultimi, perché anch’io possa essere vista
da lui; messa nella sua regale mensa un giorno
è certezza di luce che cerca luce
nelle tenebre del nulla, dell’indifferenza
dell’aridità d’animo
Cristo Redentore accetta il mio lumino
tra i milioni di lumini di questa piccola
terra che naviga nell’oceano dell’universo
quando sarà spento dal tuo alito di vita
allora capirò che m’hai compreso
e acceso nel tuo cuore che arde eternamente
di luminoso amore.
Illuminazione
Fasci di luce
partiti dall’infinito cielo
rimangono sospesi
aspettano un nostro sì
per compenetrarci
e raffinarci
un sì …
duramente conquistato
come risultato da lenta ruota in pietra macinato
comprensione maturata
a fuoco lento nell’intricato lavorio
del quotidiano esistere per essere
risultato di perfezionamento
accettazione di volontà superiore
illuminazione necessaria all’io per compiere pienezza
se degno nell’organica funzione a lui preposta.
Nostalgia d’uno specchio…
Ho rotto uno specchio…
era quello in cui da bambina
del riflesso di me si vestiva
tunica bianca per anima
occhi luminosi e innocenti
l’impalpabile bucavano
sogni rimbalzavano
ore su di lui fluttuavano
e immobili sembravano
immagine di un’atmosfera
senza tempo mi restituiva
e quando la nonna da dietro
specchiata vedevo
lo posavo e incontro a lei andavo
e il suo abbraccio d’amore
luminoso più del sole
raggiungeva lo specchio
e tutto… attorno a noi s’illuminava
d’eterea essenza…
ed io ero felice.
Nonna non sai quanto mi manchi
anche se i tuoi passi accanto a me
non li sento più da molto, molto tempo…
assistimi quando puoi ovunque tu sia…
la tua per sempre nipotina…Lauretta
Incalza l’autunno
Sciami di foglie, uccelli e polveri
s’infrangono nel vento
lo dipingono di grioverdastro
illuminato da spire solari deboli
nello snodarsi tra le maglie umide
di questo autunno che crea subbuglio
nella stordita natura dall’estate
che abbraccia, coccola e fa addormentare.
L’estate abdica, febbrile e agitato
l’autunno incalza: è bimbo che cerca impavido via di fuga.
Cambio di veste
Trapassa gioia dall’animo,
è rigo di luce che affiora come
sorgente pura e semplice,
tu la contempli estasiato
prima c’era stinta soavità
nulla poteva essere generato
su ferrigna zolla, su mente
non arata a dovere,
ora sudore scende libero d’essere
la statua bianca dell’immobilità
s’è finalmente frantumata nel mare rigeneratore.
Spettro di vita
Angeli senz’ali
volti diseguali
girano come mulinelli
nelle corti ammutolite,
zingari scalzi ma anime lustre
sciolgono i lacci del fradicio perbenismo,
sudate mani
cercano affannosamente altre mani
nella vita fugace,
giace il mondo tarlato
nel suo usuale tramonto di soli.
Tristezza
il mio cuore lacerato
dal tuo disappunto dichiarato
una morsa stretta stretta
non c’è verso di carezza
circondato, imbavagliato
di sottile silenzio come fosse filo spinato
lacrime lascio evadere
affanni son spugne
cancellar pronte sono il passato
che m’ha devastato
sui cocci miei di fragili pensieri
che metter voglio nel cestino
del mio destino
metto dei fiori profumati di campo
m’aiuteranno a sollevar il mio avvilito animo.
Dio perché….
riflettiamo ancora sulla tua esistenza…
se portiamo le nostre mani al viso
se tocchiamo una foglia
se abbracciamo un altro essere umano
se possiamo scrutare l’universo infinito
zeppo di stelle, di pianeti e di soli,
se il nostro respiro ci fa riflettere…
forse non abbiamo capito il vero posto che
occupiamo… nel tuo cuore d’amore.
Regina nera
La mia mente strofinavo
col pensarti intensamente
attorcigliando rivoli di sorriso
sulla mia bocca fremente,
il mio cuore lo hai in scacco
nella scacchiera della mia vita
è crollata anche la torre
ma tu, o mio alfiere, col cavallo bianco
mi hai portato in salvo…
sarò tua… io regina del tuo cuore.
Vola la mia parola
S’aprono cerniere di luce tra le vene
di un cielo plumbeo
mentre grappoli di volatili grigi
storditi dall’alternanza dei veli
in lontananza sembrano scolpiti.
Madreperlacee colonne di goccioline
scendono a zig zag fasciate da bende
di sole, mentre alberi con le fronde riverse
generosi i frutti lasciano alla madre terra.
Si libra il mio canto d’amore nel vento
alcune parole zittite dal lampo
discorso distorto scivola via
a destinazione arriverà a morsi.
Grido un t’amo…
…e da lontano
l’eco risponde
m’hai preso all’amo.
La nostra vita?
Il giornale della nostra vita
mostra ciò che gli altri
vogliono leggere di noi;
la vera storia è nascosta
dai graffi delle altrui idee;
a vicenda ci confondiamo
con la conclusione che non
sappiamo più chi siamo.
Vi presento il nulla
Luce di pensiero s’apre
vulcano attivo
rivoli incandescenti di idee
scorrono nelle mie vene
pulsa la vita
ma tratto breve di strada vede
s’incaglia la nave antica
attorcigliarsi vogliono le verdastri alghe
nel suo lento avanzare ai legni arsi
il rintoccare dell’onda sullo scoglio nudo
risveglia il pigro gabbiano
che spiega le ali infreddolite dal gocciolare novembrino
rincorro il suono del mare rimbalzare stanco tra le pieghe delle
grigie nubi
la mia parola si fa muta sul finire del giorno
e risucchiata mi sento dal vortice del nulla.
Breve pensiero confessione
Ti confido che…mi piace…
….quando mi sei accanto
e il tuo respiro si fa dolce affanno
allora io ti guardo girando e inclinando il capo
e tu mi prendi la bocca tra le mani come calice
e la sfiori con un bacio carico di delicata passione
slegando i miei ultimi lacci di difesa col tuo travolgente amore.
Nuvola
Nuvola che passi sopra mille terre
dona un po’ d’ombra alla natura accaldata
la tua pioggia sia goccia che dona chimere
all’animo stanco di minestra riscaldata.
Sopra il tuo manto bagnato e leggero
si posano i pensieri dei sognatori
quando ti vedono sospirando sul loro sentiero
perché vogliono il mondo dipinto di mille colori.
Intreccio lo sguardo con il mio amato
distesi siamo sull’erba fresca e morbida
col mio corpo dal suo intrappolato
mentre ci passi sopra nella tua veloce e silenziosa marcia
una tua goccia scende a baciarci la guancia
per rinfrescarci dall’ardore che ci fa rossi in faccia.
Sguardo a mare
Triste …..,
scivola il mio pensiero
di nulla vestito
su pietre lustrate dal vento
e dalla salsedine,
bucate dai passi
ingentilite da vasi fiorati
e da bancarelle imbellettate e incipriate,
caramelle e cioccolate
ad aglio mescolate
muovono dolci ricordi lontani,
…mi sento strattonare
un corridoio di vento
ruota tra pareti di case
a picco su piatto di mare blu
volteggio leggera lo sguardo
trattengo il fiato…
la vista racchiusa da cornice
dalle mani del tempo lavorata
è perla incastonata.
Dolce stordimento
Una girandola di profumi
scie oleose di saponi
di molteplici forme e colori
sparsi nell’aria,
tu che mi prendi i fianchi
e la mia testa comincia a girare,
la coscienza si perde
avvolta dal bisbiglio cadenzato
frutto di un piacere all’unisono.
Il mio veliero
Tu, veliero d’un tempo che fu
con eleganti e gonfie vele
sei giunto un dì da un lontano paese
e come fragoroso tuono che spacca il cielo
hai fatto saltare le mie acerbe difese.
Veleggiavi da solo in mare aperto;
eri come un re tra le carezze del vento
risplendevi tra i raggi del raggiante sole
e della pallida luna,
t’accompagnava lo sciabordio delle onde
mentre scrutavi l’orizzonte
alla ricerca d’una fertile terra da depredare
e poi subito da lasciare.
Eri però stanco di tanto veleggiare
in compagnia delle sirene e delle stelle,
ma quel dì del nostro incontro
pronto eri ad approdare in quella terra
che pensavi facile chimera.
Quando giunto a terra
assaggiasti una natura rigogliosa
e assai selvaggia da domare
pensasti ardua l’impresa,
ma in poco tempo ci fu subito la resa.
Ti piacque il gioco
e allora gettasi finalmente l’ancora…
…ancora qui stai
da tanto tempo ormai
e ora tu vedi il mare aperto
dalla riva d’una terra che ricolmato di gemme
ha la tua stiva,
e allor con mano su un cuor trafitto d’ardore
decidesti per noi di concludere con lieto evento;
intrecciasti la tua fune alla mia liana
in un nodo da marinaio sì perfetto
da non potersi più sciogliere da tanto era stretto.
Un po’ pensando tra me e me
Scrivo qui nel sito di poetare,
ma vi confesso che la gran parte delle volte
mi sento un piccolo germoglio
che sta tra alti alberi maestri;
guardo in alto meravigliata
e affascinata, e vedo le loro fronde
maestose di un verde brillante,
quasi raggiungono il sole tanto
sono alte, ed io catturo con innocente
sguardo i bagliori di luce
quando il vento le accarezza
e le muove a danza.
Respiro la loro eleganza
nel sapersi muovere
nello spazio da loro faticosamente
negli anni conquistato.
Fluttuare voglio con riverenza
nell’aria a loro circostante
con i miei acerbi pensieri di germoglio,
affinché vengano da loro cullati
per vederli un giorno nello splendore
del loro maturo frutto.
Guardare il tutto con più ottimismo
In questa giornata che volge
al suo declinare
tra lo sciame dispettoso
di fastidi d’ogni genere
ho preso un vecchio libro
tra le mani, la Bibbia,
pensieri d’amore con mille sfaccettature
sembravano irradiarsi da quelle pagine
scritte fitte fitte,
trafitto il mio cuore da quei raggi
ho cominciato respirare un’aria più leggera
l’occhio volto al tramonto
ha visto il rosa, e un’estasi di calma
m’ha subito rapito l’anima.
Il parto dello scrittore
Pagine bianche aspettano
la mente mia è rete
trattiene i pesci pensiero
gocce di acqua bagnano
sudore si espande
germoglio è di tumulto
un tunnel lungo di grigiore
accompagna l’attesa
trattengo il fiato per l’emozione
l’inizio è come fiume in piena
parole gettate a valanga
ecco è nato
discorso è fatto.
La natura in estate va in scena con gli applausi
Volteggiavano nei cerchi cristallini
disegnati dalle piume del vento nell’aria,
rubati alla pioggia
scesa come tappeto setoso in montagna,
i rossi papaveri con i loro delicati petali
di velluto fine fine,
tra bianche margherite
con le loro corolle sorridenti e perfette
ritagliate ad arte dal sarto natura,
mentre spruzzi d’innocente scherzo
arrivavano da rane che facevano
gran baccano tra le acque del lago
puntinato di grigia solitudine da piante
ormai prive di vitale bellezza,
e uccelli tra i rovi a cercar bacche mature
sfidavano la sorte nell’innocente quadro
estivo, mentre tuniche velate di nuvole
danzavano nel palcoscenico del cielo
rischiarato dal raggiante e caldo astro.
Rossa amarezza
Ho spaccato il mio cuore
per farti entrare
e tu lo hai lasciato là
a marcire al sole
aperto rosso fuoco
pieno di pensieri d’amore
come frutti di melograno.
Un’occhiata al tempo
Ho il tempo insabbiato,
con la mano ho aperto un varco
nella sabbia asciutta
e l’occhio sui granelli s’è posato
uno ad uno scorrevano
sinuosi roteavano
lentamente scendevano
il mio sguardo s’è fermato
nella scena inusuale ingarbugliato,
mille pensieri in pochi istanti è stato
che m’han sfiorato,
un tempo visibile e concentrato,
mi sono persa morbidamente
nel tempo, che a sua volta si è perso
tra le pieghe di una sabbia carezzevole
e ingannevole, e chi lo sa forse anche per lui piacevole.
Angelo mio
Caro Angelo,
dono di Dio
respiro azzurro
abbraccio infinito
presenza costante
domanda senza risposta
aiuto sussurrato
sguardo attento
quando penso a te
l’anima mia si lascia andare
tra le tue ali…
so che mai mi abbandonerai...
mi par d’averti visto un giorno
durato un istante solo
ed io ho pianto di gioia
capivo d’esser vegliata notte e dì
dal frutto dell’amore puro…
e ricordo che m’hai lasciato
come delicata carezza
una tua bianca e soffice piuma tra le mie mani.
Vita
Leggera tu sei alle volte o vita
quando gli anni migliori
si percorrono in fretta sulla via
fors’anche con estrema leggerezza.
Quando il passo si fa stanco
le giornate girano lente
e allor si vedono le ombre
lasciate dietro a sé dalle storie.
Il treno della vita è strano
tratti veloci e tratti lenti,
mille volti,
mille paesaggi,
mille pensieri,
un puzzle colorato
dove tutto all’inizio del nostro viaggio
dal fato è stato preordinato.
Vita mia…
che mai l’amore lasci l’amaro nel mio cuore,
così dolcemente sulle labbra
dirò grazie quando giungerò alla stazione…
Paesaggio montano
Nuvole leggere come zucchero filato
passano sopra le nostre teste,
velano i triangoli di cielo azzurro
sparpagliati tra le sagome di severe montagne,
mentre vallate fiorate come carte da parati
dal sapore di lontani anni sessanta,
cullano i nostri pensieri di libertà,
e i nostri passi riecheggiano col sorriso,
mentre un tramonto antico
striscia d’arancio il creato
e così l’armonia risuona melodiosa
come dolce sinfonia nei cuori più teneri.
Passante attento
Ombre di lanterne finto antiche
seguono la linea del sole,
appaiono come disegni neri sfuocati, arzigogolati
su muri dal pianto del cielo sciupati,
mentre bimbi come gemme fresche
rischiarano il mosaico umano
che si snoda chiacchierando
infilandosi ora in strade strette,
ora in ampie piazzette che s’aprono a imbuto
lasciando come punto iniziale
case di sasso che alzano il sipario sul passato.
Qualche passo è silenzioso, attento
nel suo fare alquanto minuzioso,
s’accorge delle onde di vita
che come nastri avvolgono tutto,
sentimenti s’intrecciano nell’invisibile
peseranno sul cuore, diverranno reali
li potrai toccare quando ti faranno ridere o piangere,
è giusto che qualcuno se ne accorga
apra la porta del vedere bene
perché sarà come tocco di mano sul mare
dove onde sempre più grandi si andranno a formare
per raggiungere anche chi lontano è ancora per fermarsi
per veramente sentire e capire.
Incontro gioioso
Catene nel miele,
vola e poi e si riposa
la bianca colomba,
passi ciottolosi s’affrettano
il tempo tagliato a fette dall’attesa,
fiori si rincorrono, alternanza di rose e fresie,
profumi ingentiliscono lo sguardo
il sogno appare da lontano,
una nuvola bianca si sposta piano piano,
là dove l’incontro sembra inevitabile
attende fremente chi sa di non poter più scegliere…
…finalmente ecco gli sposi adorni di sorrisi e doni.
Affetti? Cosa sono?
Chi sei tu per chiedermi dei miei affetti?
Affari miei risponderei
se fossi incapace nel raccontare,
se fossi poco addentro agli affari di cuore,
non sono né l’una e né l’altra immagine,
quell’immagine che la società
ci regala con facilità,
per pura comodità,
per renderci schiavi dell’inutilità
che è figlia del denaro,
mano nera che si allunga lungo i nostri verdi anni.
No, l’affetto è tutt’altro…
è riconoscere l’animo tenero di bambina
che circonda mia madre ora che è in là con l’età,
per poterla così coccolare,
per ricambiare l’affetto datomi quando
piccola e indifesa stretta a lei sorridevo
ad un mondo che mi sembrava così meno orco,
è riconoscere l’ardore di mio marito
nel curare i nostri figli e nel rendermi principessa ogni giorno
solo con lo sguardo,
è baciare sussurrando tenerezza
la guancia dei miei ragazzi mentre dormono
dopo che magari ho brontolato con loro tutto il giorno,
è il saper sorridere agli altri
perché sai che un pezzetto di ognuno
di loro è un dono prezioso
per riempire d’amore nel proprio cammino
il cuore che ci è stato dato in dono…
Guardo ancora per carpire meglio
Foglioline piccine, tenere
e al tatto elastiche, linee di gocce
a renderle preziose se illuminate
dal luminoso astro,
ruotano al tocco del maestro vento,
abbelliscono il creato…
…lì è racchiusa la sapiente arte di Dio.
La soffitta di tutti
Pigola la
finestrella del lucernaio
che si affaccia
curioso
su una soffitta
arrotondata da tendoni,
rumore di
barattoli degli sposi
fan i bimbi che
giocano tra vecchi bauli
in cerca di
avventure al di là dell’immaginazione,
il filare di
fotografie appese a travi annerite
immortalare
sembra una gioventù
carica di virtù
e di non virtù,
gentile è la
veste bianca e merlettata
gettata con
strana ironia su cavallo a dondolo
immobile nel suo
essere
partecipe muto
di voglia di movimento su e giù,
non manca il
vecchio e caro grammofono
dove stridule
note argentate sono appollaiate
sul disco
impolverato in vinile,
tutto compare al
suo giusto posto
in un posto dove
si posano oggetti
che han finito
di aver riquadrato
uno scenario che
ci fa ben sperare
nel tutto
controllare.
Legati dalla lana
Abbracci di lana
fili che si annodano tra loro
morbidezza tra le dita
confondersi vuole con la pelle
insieme rotolandoci
un gomitolo divertente diventiamo.
Il destino come un gatto
quando con noi finirà di giocare
ci srotolerà.
Linea rosa
Piove nell’orto
si trascinano dondolando
falene svegliate nella pagina del giorno
pigramente allungo le braccia
nel pomeriggio estivo bagnato
respiro l’odore della terra buona
che sotto la pioggia ricomincia a respirare
l’ombrello nero si sta allontanando
gradini e discese lo stanno rimpicciolendo
alberi bagnati e rassegnati vicino al casolare
linee rosa come lame interrompono il cielo plumbeo
riparto rasserenata con lo scorrere del fare.
Il caos non esiste
Giacciono vetri colorati
per terra spaccati
fragoroso rumore a pestarli
più di mille risultano nel contarli
si insinuano nelle fessure più impensabili
selciato e vetri a formare forme incomprensibili
puoi ammirare dall’alto alla fine estasiato
un quadro moderno dal caos formato.
Camera con bella vista
Rombo di bianco cielo
seghettato a lato
da polmone verde di pini
che fan le fusa come un gatto
a velo di nuvola bianca
ad arte appoggiata
per esser da acuto osservator fotografata.
Chiudo la finestra,
ma lascio aperto il ricordo.
La casa animata dall’edera
Arrugginiscono i miei pensieri
tra l’edera di quella casa
che col vento si muove
come onde del mare
tra le chiuse finestre
ombre di persone ormai lontane
bisbigli tra i rami del glicine
che pende con superbia
da ballatoio di legno
finemente intarsiato
ringhia il vento
nella grondaia forata
mentre un flauto di traverso
con note solari
buca l’oscurità dei corridoi deserti
rintocchi dell’orologio
richiamano a voltare
altrove lo sguardo
in luoghi dove il tempo
ancora non s’è fermato.
Scivola l’estate verso il tramonto
Lentamente la notte
col suo mantello nero scintillante
scenderà a coprire
i colori allegri e spensierati del giorno,
rumori ovattati si spalmeranno
come crema burrosa su fetta di pane nero
nel paese illuminato fiocamente
da lanterne di luce mielata
anche le musiche che girano
per le vie cercando gente spensierata
si snoderanno nell’aria
inciampando in un vento
scia di un’estate
che sta annaspando,
e a tratti le sentirai come soffi lievi sul collo.
Prendimi tra le braccia amor mio,
avvolgimi come scialle caldo
perché sento l’aria fresca arrivare
vuole l’autunno annunciare
quando ancora
i grilli riempiono i prati,
e le rose in bocciolo
ingentilir vogliono ancora l’uva
ad ogni inizio filare
che s’appresta a mostrare
la beltà succosa e matura,
pronta, calda di sole tutta da assaporare.
Attesa di fioritura
Bocciolo questo mio sentimento
so che s’aprirà
quando il tuo sole
sarà caldo al punto giusto.
Linea diretta col cielo
Suoni d’archi
le grondaie gracidano come cornacchie
piove
il cielo ubriaco di nuvole color vinaccia
riversa sulla terra coppe d’acqua
ti penso
il nostro nido
col ciel sereno
voleremo
ansiosi di toccare l’infinito.
Quanto tu capisci
Scintillio di stelle questa sera
scia di macchine questa notte
scivolo di ghiaccio questa mattina
sciame d’api questo meriggio
…sciocco tu che prendi vani appunti
sull’agendina.
Cedere alla tentazione…
La costanza il più delle volte
è frutto di voglia forzata;
sorprendere se stessi
qualche volta uscendo
dall’ordine prestabilito
aiuta lo spirito ad amarsi di più.
Il cielo ha accolto Elio
Una foglia è caduta
quando la bara si è allontanata,
un vento forte si è alzato
e il pomeriggio sembrava sera.
La linea del bordo strada
era l’unica ad accompagnare
il suo ultimo tragitto
verso il posto prestabilito.
Un addio tra le palpebre gonfie
e pesanti l’ho lasciato
come palloncino,
girato l’angolo tutto
si è nascosto, ma il dolore
è rimasto come lancia
nel cuore.
(a Elio, un nonno con la N maiuscola)
10/07/2014
Essere
Se riuscissi totalmente a essere
ciò che vorrebbe il mio essere,
potrei dire di aver posto in essere
l’essenza stessa del mio essere.
Passo deliziosamente avventuroso
Tra le ombre di alte e rosse montagne
si snoda il mio ingenuo e calmo sguardo,
tra nuvole e guglie appuntite
si perde il filo dei miei pesanti pensieri,
nei sandali la fatica e la polvere
nel cuore la gioia e la leggerezza.
Dissetato ho il mio spirito
con il canto degli sciamani
che ho raccolto negli ampi spazi
mentre rimbalzavano come eco
tra lisce pareti come specchio.
La grande luna pallida
sorveglia la desolata valle
che sembra dormire
nella culla dei tempi,
qui è facile abbandonare l’essere
nei veli delle nenie della natura,
sprofondo e assaporo.
Quando c’è sinfonia d’emozioni
Ho percorso quei viali
tacevano le mie labbra
socchiuse baciavano
farfalla variopinta volava
legno bagnato scricchiolava
foglia gialla cadeva
pioggia fine accarezzava
brividi mi hanno percorsa
sentivo amore ovunque.
Scrigno proibito
Non aprir quello scrigno
contiene frammenti del mio cuore,
petali di lacrime son scese ogni volta
che il gancio ho aperto,
qualche rosa scheletrita
tra rametti di salice piangente
tra fogli di carta ubriacata da frasi d’amore
ricorda attimi vissuti
tra nuvole di piume
in un ciel che non ha colore,
cornici di situazioni con tele variopinte
appese in un punto definito del muro,
incontri nello spazio del nostro destino.
Amore mio
Un sussulto di gioia mi travolge nell’incontrarti
stampato è ogni dì il tuo bel viso nel mio cuore
che riempie il vaso del mio essere come fiore
voglio o mio diletto immensamente saziarti.
Ombre di luce fra i gigli in fiore
sorseggio a piccoli dosi la contentezza
di averti accanto per assaporare la tua dolcezza
il giardino s’irradia del nostro amore.
Il giorno lentamente si svela
il tempo sembra annunciar sereno
acini di luce compaiono sulla parete tela
s’aprono le margherite al nuovo sole
volgono il loro sguardo elegante agli alberi
svegliarmi assai mi duole
o mio dolce e unico amore ora taci
te ne andrai con l’alba nuova
ma mi lascerai come dono il ricordo dei tuoi caldi baci.
Mare: scrigno d’emozioni
Molli coralli bucati danzano
tra piccole rocce rosate
dal mare scavate,
sul fondo morbido affossate sono
anfore da tempo dimenticate
che si riempiono di vita al passaggio
del vivace branco di argentei pesci.
Leggo tra le righe delle onde
che giungono a riva stanche
i pensieri dei poeti,
che son come ciliegie rosse e mature
da gustare lentamente;
le rubo ad un mare
che come tempio sacro
le custodisce dalla notte
dei tempi.
Cristalli le gocce d’acqua salata
impreziosiscono la trama
delle mie emozioni
che s’aprono come ostrica
al tuo sole; impallidisco
nel pensare che sei oltre quella linea
che sembra fine d’ogni cosa.
Lettera d’amore di milite ignoto
Cara mia amata,
si è perso il mio cuore a cercarti
in mezzo alla nebbia di fumi d’inutili spari,
tra giovani vite
stroncate per mano di altre mani uguali,
tra cumoli di terra
ricoperta da bianca neve fredda
macchiata da rosso sangue caldo,
tra filo spinato
a lembi di natura sbiadita aggrovigliato,
tra lettere
cariche d’affetto e di pianti
scritte fitte fitte e gettate al vento
da una guerra senz’anima…
…ora tra le mie mani
sola è la speranza
di rivederti in un prossimo domani
in mezzo a un campo di fiori
dove il nostro amore profondo come il mare
vide le nostre bocche insaziabili d’un desiderio
immenso come l’universo.
Famiglia dal sapore antico
Bricco di latta smaltata bianca bianca,
ricorda il mare il bordo blu blu
lambito da onde infinite di sorrisi rosa rosa,
su tovaglia di grezzo lino
tracce di vino rosso rosso
come petali di dalia;
lacci di ricordi lontani
dove riunirsi in famiglia era gaiezza
se pur in un clima di profonda amarezza,
quella sedia vicino al soffitto basso basso
ha sentito discorsi lunghi lunghi
per i più piccoli erano nenie belle belle
quando il legno ardeva lento lento
quasi fosse morsicato piano piano
in un camino nero nero.
fiori di lavanda profumano a mazzi
nel cassettone dove grandi maniglie
solchi han scavato col ferro pesante pesante,
lì è il corredo della sposa dalla chioma grigia grigia
che riunisce con amore ogni dì una grande famiglia.
Estate
Veder l’estate è come veder pescare,
gettare la lenza nell’acqua
che leggermente increspa
e aspetti con pazienza
il pesce abboccare;
il cambio lento del mantello naturale
foto quasi banale,
tutto sembra immortale
nulla sembra cambiare
col tempo passare,
il sole, caldo infernale
il verde, sembra un poco rinfrescare
il cielo, da cartolina postale
la gente, spossata non ha forza di parlare,
l’estate è un’immensa ampolla luminosa
che agitata ogni tanto è
da veloce temporale,
ma dopo torna di nuovo tutto normale
e via caldo, e via sbuffi,
e via ancora così,
non siamo mai contenti
neanche quando il tempo stabile
vuole un poco stare,
in fondo anche lui dopo tanti mesi
di gran daffare
vuol riposare.
Apro una lettera d’amore
Incontrai…
i tuoi splendidi occhi d’un azzurro chiaro
come il cielo terso a primavera,
un dì che ora avvolto dalle nebbie del tempo è,
campane zen rintoccano
un suono che s’apre a imbuto nella distesa di prato
che sembra non aver confini,
rimbalza fin nel mio cuore
che si spacca e lascia uscire il ricordo di te.
Distese d’eriche in fiore
s’alternano a file di erbe ora fresche
e ora bruciate dal cocente sole,
eravamo là a sussurrarci tenere parole
sulle coste rocciose a picco sul mare
e le lasciavamo cadere verso il basso
dove onde spumose e minacciose
d’un mare sempre arrabbiato
inghiottivano tutto al loro passaggio,
velocemente tutto parte di esse diventava.
Albe e tramonti sembravano infiniti
come infiniti erano i nostri baci,
ma in questa vita tutto ha un inizio
e una fine, così fu il destino del nostro amore.
Abbracciarti ora col pensiero teneramente
posso fare e…
…. il resto lo lascio solo immaginare…
Rimuginando
Un acino ancora acerbo di pensiero
rotola da una parte all’altra della mente,
non trova pace,
fluido il pensare maturo è
scivola all’esterno consapevole,
coll’involucro dell’incognita
incontra, sperimenta il suo perché dell’essere in essere,
così la sua attesa nella mente premiata è
quando entra in scena nella vita d’ogni dì.
Il tango del cielo
Balletto di tuoni questa sera
un tango con rosa rossa,
nuvole nere e sole
si scontrano in un cielo
che è ampio palcoscenico.
Lame di pioggia scendono
a fendere un terreno duro,
anelli di sigaro calmi si levano
da veranda stile anni trenta
con assi sconnesse, forate.
Fronde furiosamente si muovono
non c’è pace ora
il silenzio è altrove
oltre la collina,
fischia il vento tra i tetti
urla e sagome informi
agitano gli animi più puri.
Una donna si accarezza il grembo
porta il frutto dell’amore,
guarda il mare di tempesta
tra corde morbide sospese,
sembra leghino cumolo di ghiaccio
che fa un gran baccano.
Tutto finisce,
sorrisi dalle finestre aperte
accolgono il ritorno sereno
dell’apparente normale quiete
che ogni dì fa il suo apparir
per poi scomparir.
Vi racconto di un pezzo di paese…
case squarciate dal tempo sulla via
che porta alla chiesetta della Madonna
del Monte, sentieri incuneati
in una vegetazione fitta fitta,
a tratti d’un verde scuro che fa fin paura,
mille odori si intrecciano creando il profumo
del luogo, e con la mente percorri quelle
viuzze strette strette, ciottolose, polverose,
e fotografi una grondaia attorcigliata all’edera,
un parapetto in ferro lavorato come fosse
disegno su mano di fanciulla indiana
d’un davanzale con mattonelle rosse
a tratti mancanti dove scuri di legno
scheggiato e ormai opaco sono tristemente
attaccati solo a un cardine,
un vecchietto sull’uscio che si regge al bastone
nodoso e anche lui ricurvo,
e cortili di sassi e davanzali con gerani rossi e rossa
si susseguono uno dopo l’altro come fotocopia,
…gira e rigira nel paese sotto al monte vedi mille
cose interessanti e curiose pronte
a diventar vive e preziose se le guardi amore.
Acquerello d’estate
Una barca appena accennata
linea di vela bianca
su linea d’orizzonte azzurra
linee sovrapposte di bianco sporco
a linee di blu intenso per cielo
puntini d’uccelli a sembrar
fori nella tela grezza
d’una estate ancora incerta.
Ho sognato…?
putti di pietra a sorregger
coppe a conchiglia,
dove bianche campanule
lievemente di rosa striate
rassegnate dondolano,
a fili ormai arsi legate;
son mute, eppur ancora belle,
tracciano coi piedi ombre bagnate
su pietre di cotto
le fanciulle dalle tuniche di fresco lino
e dal portamento elegante
come sacerdotesse di tempio greco,
scavalco il muro di pietra
per cercarti, o mio amore,
nel giardino proibito,
ma nuvole di tigli in fiore
abbaglia la mia vista
già incerta,
abbraccio coi piedi l’albero
per sentire il tuo palpito,
tra le rughe del suo tronco
lo vado cercando con affanno,
confusione di brezza tra le fronde
nel giardino circondato da bellezza,
lentamente scendo dal muretto
quando girar vedo le tue amiche
che sorridono beate al tuo comparire
e allor ti dico addio con un amaro sorriso…
mi sveglio al canto del gallo…
sospiro…era un sogno tinto di rosa
velato di triste pioggia…
Un dolce non normale
Vorrei un dolce un po’ speciale
una torta mai vista prima,
un pan di spagna fatto di strati d’erba fresca,
con in mezzo per mentine
corolle di fiori dai mille colori,
e cosparsa su tutto la brina come polvere zuccherina,
e sopra una stellina rubata al cielo per candelina
in una notte dove i sogni
ci portano a cavalcare…
negli spazi d’infinito più profondi,
si… un dolce mai visto prima
nella vetrina della mia fantasia,
giusto per sognare … alle volte…cose allegre e strane…
Scorcio di vissuto
Silenziosa sedia a dondolo in vimini
respira tra fori ondulati l’aria
impreziosita da schegge dorate
che entra baldanzosa
da finestra bianca riquadrata.
Grappoli di fiori rosa carico
dell’elegante ortensia
e ginestre gialle rovesciate
come perenne inchino
sull’uscio stanno,
dove tappeto di setole
girate un po’ a destra e un po’ a sinistra
come vento che scie lascia in maturo campo di grano,
aspettano da tempo qualcuno.
Il pianoforte scordato cerca compagnia
tra fotografie di facce sorridenti
d’epoche diverse, ora grigie, ora gialle
e ora dall’arcobaleno colorate,
appese a pareti di carta che a tratti
si lascia andare verso terra, come braccia
che cercano aiuto,
la casa abbandonata
trasuda di dolci e amari ricordi,
e sospira come fosse cosa viva.
Notizie dal fronte
Roteava ditale argenteo
tra dita nervose e sapienti,
scintillio di luce emanava
quando raggio di sole filtrava
da strappo su tendone
di stoffa coprente,
e così bolle luminose
macchiavano pareti azzurrine
di stanza dove mobili pesanti e scuri
accompagnare sembravano
l’animo vestito di pungente pianto,
figura esile e ricurva su lavoro
di minuziosa e fine fattura
a tratti alzava il capo
e sguardo nel vuoto posava,
pendola seriosa rintoccava
e il tempo così scandito tagliava
un silenzio fatto di attento e rassegnato ingegno.
Lettera ingiallita di lacrime puntinata
su tavolo tarlato aspettava,
notizie erano rimaste impietrite,
sembravano coppe di cristallo rovesciate
su tavola con tovaglia di grezzo lino
coperte da strati di bianca polvere,
un amore come rosa rossa appassita
era rinchiuso come tip tap d’altri tempi
tra le righe di un testo scritto
da mani amorose e tremanti
che dalla guerra non tornarono,
non più a stringer quelle dita ossute,
affusolate e leggere che si muovevano
tra lenzuola di dote di giovane sposa.
Gabbie mentali da aprire
Elegantemente a sera il tramonto inonda
il faro sullo scoglio s’accende
si muove giostra d’astri nel cielo con lenta onda
una frizzante carezza si leva di brezza
quando volteggiare vedi a riva i gabbiani
mi rassereno l’animo a rimirar salata bellezza
e volare via lascio tutti i miei perfetti piani.
Serata che pesa come piuma
Cartolina d’altri tempi sembrava,
dipinto di romantico accordo,
fusione di colori e voci,
girandola d’una estate sulla soglia,
copertina di libro d’elegante rilegatura,
La piazza energia sprizzava;
calda di sole e di allegri bimbi,
sembravano variopinti coriandoli
che roteavano tra loro a caso,
confuso ordine di spensierato gioco.
Cielo d’azzurro spento
puntinato di sagome di verde intenso
tra archi di mattoni giallognoli polverosi,
s’abbracciavano le grida leggere
a formar scia argenta
che fluiva dolce nell’aria tiepida
e impreziosiva di vita
l’intera serena scena.
Le tue mani cercavo tra la folla
anch’io volevo unirmi a quel turbinio,
zollette di zucchero nel cuore ho
farfalla variopinta l’anima mia è,
un po’ bambina lo sono ancora
anche se il tempo ingannar vuole gli occhi tuoi.
Io esisto nel tutto
Sono cielo,
sono nuvola,
sono pioggia,
sono natura,
sono donna,…
sono tutto questo ed altro ancora
quando mi accorgo d’esistere.
Natura nella natura
Petali di rugiada
lentamente germogliano
tra le vene della tenera foglia
al tocco fatato del cocente
e vecchio astro,
si allungano, raggiungono
la punta, si spandono
spalmano vita,
rinvigorita la foglia
si lascia andare
tra le liane del vento
che la fanno librare
tra spicchi di cielo.
Canto triste dell’anima
I miei sentimenti nelle tue mani
son come carte stropicciate,
sento violino suonare
e abbandono il mio sguardo
tra le calle addossate ai fossati.
volta il girasole la sua corolla dorata
a cercar il sole nascente,
pastoso il suo centro tondo
sembra zeppo di miele,
il tuo cuore poroso
assorbe il nettare del mio essere.
lische di pesce vicino ai barconi
gatti randagi affamati,
prima che io diventi arida
lascio la barca tua andar verso altra sponda,
tace il panorama davanti a me disteso
il tramonto è ormai sceso.
Montagne friulane: incorniciano la mia vita.
All’imbrunire mi raccolgo
ad ammirar tra spigolosi sassi
e ribelli ciuffi d’erba come capelli
di adolescenti,
le linee ora a picco,
ora dolci e carezzevoli
delle mie montagne.
Azzurre come l’acqua
piovana raccolta in tinozze
di legno, fiabe scritte
sulla corteccia dei suoi alberi
dai miei avi sussurrate
dalle creature fatate
tra i rami del fitto bosco,
polvere di stelle nei sentieri,
leggere piume sui rivoli
d’acqua,
bottoni di giocosi fiori,
righe di pioggia sulla natura
che s’apre come ostrica,
imprigionate sono queste scene
nel mio zaino
che aprir vo quando ho nostalgia
di camminar tra le mie amate
montagne friulane.
Inquietudini…
come scudi sono,
sulla via un poco ci fermano,
aria all’alma rubano,
decider vorrei sempre
di farle volar via come farfalle,
…ma col passar del tempo
parte di noi le vedi diventare,
quando saggi saremo
con fili d’argento tra i capelli,
come bambini le vedremo,
per mano le prenderemo
e allor capiremo che volevano
mostrar fragile essere che noi siamo
tra le braccia della vita maestra.
Armonicamente sé stessi
Ho rotto uno specchio,
vedo l’immagine mia riflessa
rimbalzare sui pezzetti
che riflettono l’azzurro cielo.
Mille io, delicati petali di me
raccolgo nella mano
stringo al cuore questa me stessa
divisa ma unita.
Finalmente lo specchio dell’anima
riflette la vera Laura,
ed io, emozionata rispondo
sorridendo alla meravigliosa
creatura che percorre le vie del tempo.
Il vento
In tasca tener vorrei
l’amico vento,
una manciata ogni tanto
ne prenderei
per scacciar velocemente
e lontano i tristi pensier,
che come cavalli neri imbizzarriti
percorrer ogni tanto li vedi
in furioso galoppo
la spiaggia della mente
che si affaccia sul mare dell’anima.
La torre antica dell’orologio
Camminavo estasiata
per insolita strada dove
pezzi di storia mi parlavano,
sottovoce mi raccontavano
di palpitante vita imbevuta
d’aria fine, pulita
ma macchiata di faticosi passi.
La torre dell’orologio muoveva
i miei pensier su prodi cavalieri
che passavan sotto il suo arco
ora stanco e straziato nel veder
furia moderna di gente
che non si ferma nel cammin
ad ammirar antica gloria,
muta bellezza del tempo che fu.
Un batter d’ali bianche
a sottolinear elegantemente
gentil presenza, tra mura di
ugual e banal fattura,
ferri neri a tener sassi consumati
stridevano come note stonate
sul quella facciata sognante
di storia impregnata.
Petali di rosa si lasciavan
volteggiare dal vento,
passar li vedevi sotto l’arco
ed io con loro,
chiusi gli occhi un istante
e con musica nell’anima
vestita da suoni flebili
di flauti e canti gregoriani
resi omaggio agli uomini
che con lei fecero variopinta
avventura circondati da rigogliosa
e profumata natura.
Sinceramente da un’amica…
ad un’amica…
Cara amica Rossana,
non ho mai incontrato un’amica
come te, solare su cui si può
contare e appoggiare nei momenti
bui, coperti dalle nuvole,
tu fai uscire il sole anche quando
c’è per forza della natura la luna
al suo posto.
La strada è ancora lunga per noi…
gli alberi, i valori che ci portiamo
dentro, che fiancheggiano la nostra
strada come sentinelle saranno
appoggio per noi due per riprendere
fiato e continuare la corsa insieme
tra le storie incasinate che la vita
ci farà protagoniste.
Carissima amica, sei la sorella che
non ho mai avuto, e per questo
e per tutto quello che mi hai dato
e che mi dai.. ti voglio bene.
Murales
Graffiti colorati ci parlano,
segni, firma dei tempi moderni,
fan bella mostra su muri muti,
indifesi, dove il tempo ha tolto
il fresco volto, rendendolo triste,
e sporco, a macchie di leopardo.
Un cuore trafitto da spade
tenuto da mani di frasi,
frasi di urla disperate
di giovani vite a cui han messo il bavaglio,
non han più sogni questi nostri ragazzi,
si son sbriciolati come sapone
nelle mani sporche dei grandi.
Passo ogni mattina davanti
a quei murales, dentro di me
vedo quei giovani, e prego
che abbiano un futuro migliore
dove poter dipingere nella propria vita
coi colori dell’anima
un progetto fatto di speranza,
carità e amore.
Sorridetemi
Regalatemi un sorriso,
quando
le nuvole nere
che richiamano bufere
compariranno all’orizzonte del mio essere,
mi aprirà un varco
nel buio labirinto,
disegno intarsiato nella mente,
seguirò il vostro sorriso
come fosse brillante lumino,
un sorriso fatto di corde
e pronte saranno a trascinarmi in salvo
quando
il mio piede cederà
sul ciglio del burrone,
non oscuratelo con i vostri futili timori
perché sia sole a riscaldarmi il cuore.
Una scala fatta di vostri sorrisi
mi condurrà oltre lo spazio
ristretto a pozzanghera
del buio che è dentro il mio
io…lacrima come goccia di pioggia…
è in arrivo ciò che temevo…
Una foglia qualunque
Roteava senza sosta
nell’aria come fosse ruota
lanciata lungo un pendio
la secca foglia rossa.
Splendeva verde e lucente
appesa al ramo come fosse
di lui mano,
l’estate la portò in grembo
l’autunno l’accolse matura
tra le ali del freddo vento.
Vagava nella scia di chi
imbocca una via
senza saper dove sia l’uscita.
Lievemente su un prato si adagiò
dopo aver volato lontano
dal suo amato nido.
E’ finita disse…ma
una mano fresca la prese
con sé, un bimbo di scuola
l’ammirò come fosse preziosa cosa
felice la mise nel libro…
era diventata una foglia famosa.
La mia cucina
Nella mia cucina vi stan
teiere di porcellana fine
di decori a fiori ingentilite,
l’allegra tovaglia a righe
armoniosamente accostate
ricorda l’aria allietata
da ammiccante musica
messicana, e che dire
delle mensole zeppe
di teneri ricordini,
comprati nei rionali mercatini
che a vederli da lontano così vicini, vicini,
e magari un po’ in discesa
sulla strada tra case logorate
o finemente decorate,
sembrar vogliono a serpente di pezza
di pezze, illuminato il tutto da lampioncini
che a sera emanano luce opaca
che s’infrange su mucchi
di rossi geranei non messi lì a caso
su davanzali d’uso lontano.
Nella mia cucina mi fermo ogni tanto,
rivedo me stessa quando…
per la prima volta ho pensato…
tutto qui è freddo, quasi invernale,
ma il mio cuore è caldo
e come estate la farà diventare,
e così oggi è, raggiante,
…siete tutti i benvenuti…
e allora …entrate…entrate.
La vita nei suoi tempi
Paffuti soffioni dondolano
tra strisce di verdi quadrifogli,
giocano a rincorrersi
amanti gioiosi tra fili d’erba
color del maturo grano.
S’apre il pesante portone,
s’odono lamenti soffiati dal vento
tra i cardini anneriti, ammorbiditi.
Un velato respiro lentamente
germoglia sulla soglia,
il tempo maestro e ingannatore
veste di faticoso affanno
l’uomo dal pesante sguardo.
Tra meli e ciliegi
si spandono aromi
di salvia e rosmarino,
rose a cascata aggraziano
viottoli impolverati
che si snodano nel campo
da anni non più arato,
lasciato, abbandonato.
La natura selvaggia
incornicia l’amore fresco
che intenerisce l’altrui cuor
aperto da ferite,
sorride così l’uomo nel rimembrare
gli antichi amori,
ormai conta i suoi giorni
e li vede ora come preziose gemme.
Sull’ombra del casolare
si spegne lo sguardo dell’uomo vestito
di grigio,
mentre s’accende sotto il raggio
caldo del luminoso astro
il giovane sguardo dell’uomo vestito
d’arancio,
…due facce di una stessa
medaglia.
Evoluzione di un’idea
Libra nell’aria l’idea,
plasmar la vorrei come argilla
tra le mie mani.
Saper che ancora è sogno,
i colori dell’arcobaleno
sorrider vedo nella sua essenza.
Prenderà forma,
e allor raccoglierò
i filamenti che l’abbozzarono
per crear ancora miraggi come tessuto
sui quali ricamar il mio futuro.
Pensieri plasmati
Aria leggera come carezza
nella salmastra landa,
canzoni a brandelli
intonacano i muri delle case
strette e basse,
grasse piante spinose grattano
il gentile manto di sole
che a mani piene getta
caramelle di luce ai boccioli
di tappeti di piante stesi
tra il selciato macchiato
rosso porpora a scacchi.
Fiocchi di pane lasciati
da mani amorevoli
agli uccelli di mare,
suono di campana di nebbia
linea nera all’improvviso
squarcia il velo di luce come lama,
s’alza il ritornello del marinaio
stanco, cadenzato e fradicio,
quando, il libro vado a lanciare
una nuova storia
voglio ricominciare.
Lasciarsi andare
Alabastro il mare sembra
dopo furioso temporale,
corro a piedi nudi
spiaggia bagnata culla,
pensieri li semino
nelle mie profonde impronte,
allegre bandiere rosse sventolano
punte come fiamme trafiggono
la lavagna nera del cielo arrabbiato.
Sereno scivolare di barca all’orizzonte
mi fermo a respirare, a guardare,
lego i capelli ribelli
il cuore batte forte,
bollo il mio sospirare
e vecchi amori li lascio andare…
come piume in un arrotolato vento.
I miei sogni come stelle
Stelle in acqua son finite,
tra le onde azzurrine cullate
tra le conchiglie impigliate
tra le alghe accarezzate
tra i granelli di sabbia imbiancate,
i miei sogni son lì catturati
nella rete dei notturni pescatori,
le stelle son lì nel fondo del mar
son vicino a me le posso toccar,
roseo l’incarnato tuo al tramonto
sbocciano i fiori della sera,
canta l’usignolo tra gli alti rami
del boschetto,
s’anima il mio cuor,
il mio sogno accanto a te s’avvera
nella mano mia ho la stella del mar.
Spicchio d’energia
Ho per coperta strati d’azzurro
d’infinito cielo,
per cuscino fiori alla camomilla,
per giaciglio la morbida erba,
riposa il mio io avvolto
dall’amorevole natura,
perché si carichi d’armonia pura.
Rincorrere la serenità
Perché non rincorrere
ancora le rondini nei cortili?
quando il sole lascia
baciando con gli ultimi
caldi raggi le fresche colline,
quando le briciole rotolar le vedi
da fantasiose tovaglie sui prati
dove verdi spighe accompagnano
fiori gialli dal profumo denso, intrigante,
quando biciclette con rumorose
catene saltellano su pietre porose
arrotondate, sbeccate,
quando donne stanche
sull’uscio si fermano un poco
a mirar il rosso tramonto,
e con le mani in tasca sospirar le vedi
forse per un uomo che nell’intimo
non l’han mai conosciuto,
quando musiche lente, trascinate
fan sonnecchiare, stiracchiare
il gatto sulla sedia impagliata,
abbandonata, impregnata d’umido
odor di solaio dove la luce profumata
giunge a gocce,
quando la sera spegne
l’allegro giorno, lì è il momento
che le rondini rincorrano i bambini,
e così saremo tutti un po’ più felici.
Cancello d’altri tempi
Cancello nero arzigogolato,
da bianche campanule come edera attorcigliato,
filo di sarta nella sua trama,
disegni che riportano
nella mente scene dove un tempo
gonne ampie e lunghe
di carezzevole seta
strusciavano al passaggio
catturando foglie e fiori
nell’erba sul confine con eleganza da lui segnato
come fosse gentiluomo con cilindro.
Avanti mi sussurrò…
il tempo non è trascorso sul suo aspetto,
il fascino è rimasto immutato,
guardandolo affascinata
entrai nel suo giardino per ancora
sognare come dama d’altri tempi.
Scalino d’infanzia
Scalino rotto, crepe
che come vene sottopelle
si sono insinuate,
di polvere colmate,
al passo mio rumore
di scricchiolio s’è sentito,
ho posato la mia mano
sul freddo marmo e chiusi
gli occhi come un lampo,
un momento di spensierata vita
è comparso.
Cantavo, inventavo, sognavo,
ridevo, piangevo,
sul quel gradino
bambina mi rivedevo,
bellissima infanzia la mia,
attorniata da amici gioiosi
sono cresciuta,
e… l’amore lo vedevo passare
in bicicletta…e il cuore in tumulto era,
sul quel gradino son rimasti
fotografati i miei primi passi di vita
che mai potrò scordare,
e distorti sarebbero se ad altri
dovrò raccontare.
Delicatezza
Boccioli di rosa selvatica
profumano di miele,
accarezzandoli
sembra sabbia di mare,
li ho raccolti
e
posati delicatamente
nell’acqua limpida,
galleggiano al chiaro di una luna
che appare e scompare
dietro una velata nuvola.
Il pensiero si è fatto leggero,
le tue labbra ho baciato
nell’attimo che il mio sguardo ho posato
sui tuoi splenditi occhi
che ora illuminano il mio cielo
di dolci ricordi.
Quello che vedi nella stanza di Andrea,
mio figlio quasi maggiorenne
quando …
la lascia per recarsi a scuola
è semplicemente pura armonia;
sculture di lenzuola
mescolate a vestiti, calzini
e chitarra, sormontate da libri
quasi dimenticati…
con lembi stropicciati.
Queste sculture invadono
gli spazi temporali del tempo,
incrocio di passato e futuro,
creano discorsi che non hanno
eguali,
nel loro essere qualcosa di vivo
sembra prendere forma
quando le guardi,
…sono di mio figlio Andrea.
Il suo disordine
non è più un disordine,
ma un ordine confuso
di conoscenza del proprio
cammino di vita,
questo è essere adolescente…
...ti voglio bene…la tua mamma
Il Campanile
Squarcio di vita
dall’alto d’un campanile vedo;
è un pezzo di strada spensierata
dipinto da gente allegra,
palloncini colorati a grappolo
ingentiliscono le mura antiche
d’un vecchio monastero,
e spalmati qua e là tendoni rigati
a coprir la testa di chi vuol trovar riposo
e ristoro.
Il vento quassù sibila
tra le fessure strette, impolverate
di voci e suoni che il tempo
ha adagiato anno dopo anno;
sembrar vuole accompagnar
le pesanti campane, quando
nei dì di festa le senti
di rintocchi tremare pesanti
e imponenti.
Ho posato le mie mani sulla
campana tremante,
di vita propria sembrava pulsare,
e un fremito mi ha percorso...
ho visto il destino d’ogni uomo
in ogni suo rintocco.
Casa che s’apre a nuovo.
Gettati in un angolo
di quel giardino abbandonato
giacciono alla rinfusa grovigli arabeschi,
gambi e foglie di fiori secchi
raccolti in un momento sereno
da una bimba colorata
di sorriso pieno,
profumata
di rosa appena sbocciata.
Ruote di carro sul prato stanno
imbiancate da soffici pollini,
trafitte da fili d’erba alti
e imperlati da rosse coccinelle
pronte a volare sulla mano
di chi aprir vuole il cuore
alla rosea speranza.
Libro scritto fitto, fitto
sul cestino è finito,
pagine strappate sono volate via
impregnate di pianto,
il vento se l’è portate lontano
piano, piano lasciando
il peso dell’abbandono
su quel lungo discorso
come prova di grande sconforto,
dove petalo rosa di pruno s’è posato
a lenire un dolore; lo si sente ancora come eco
dai fogli bruniti, stropicciati.
Ho aperto la porta cigolante
di quella casa,
da tempo dimenticata,
il mio respiro è entrato
e con un sobbalzo al cuore
ho visto scene di vita
rimbalzar da parete a parete,
futuro gli occhi dell’anima
vedevano,
l’amore era dappertutto
profumo ancestrale invadeva
l’aria di luce illuminata,
che abbracciava te ed io, ….insieme.
Scherzando un po' col tempo
Tic, tac
l'orologio del tempo
si è mosso per portarci
avanti un poco,
e noi a volte corriamo
per prima di lui arrivare,
ma il più delle volte
ci supera alla grande
e alla fine della giostra
è lui che sempre vince..
mostra a noi la lingua
di chi disprezza il nostro
incerto andare,
da lui controllato
e regolato.
Caro orologio del tempo,
se fermarti vuoi un momento
assaporeresti con noi il prezioso
succo del senza tempo e tu
riposeresti, e capiresti quanto
avaro sei con noi, e generoso
diventeresti un poco per diventare
paladino per un infinito momento.
I nostri luoghi visibili ed invisibili
I nostri luoghi son quelli
brutti e quelli belli,
quelli dove rifugiarti un poco
vai quando hai dei guai,
quelli dove qualche dolore
hanno inferto nel tuo cuore,
quelli dove il sacrificio
pareva montagna alta, alta
e così la voglia di scappare era tanta.
I nostri luoghi sono il frutto
dei nostri destini,
vasto è il luogo della mente,
intrigante è il luogo del cuore,
illusorio è il luogo dei sogni,
ma ciò che la vita ci regala
è l'incrociare magicamente
dei nostri luoghi con quelli
degli altri, e così i luoghi
meravigliosamente
diventano pieni e tanti.
Festa di mezz’estate
Lanterne rosse dondolano sul torrente
in una serata calda d’estate,
lumicini accesi sembrano giocare
con le lucciole che innumerevoli invadono
i prati vestiti di colorate e festose carte,
piegate a ventaglio come muto sonaglio.
L’acqua scorre facendo soave rumore
tra sassi coperti da morbidi muschi
come eleganti guanti di velluto,
sembrano prostrarsi al suo passaggio
le verdeggianti chiome dei nodosi
e flessuosi alberi,
che protese verso di lei sono come segno
d’arresa alla sua elegante e regale presenza.
Bianchi fiori s’accendono di tenue luce
quando la luna compare nel cielo
coperto da velo blu scuro,
di mistero s’adorna il bosco
come fosse donna fatale
che vuole ammaliare.
La festa inizia col chiacchiericcio
cha s’alza di tono a ondate
quando il vento a tratti si sente gonfiare,
ombre sono tra le luci soffuse
le grasse risate, interrotte da
fruscii e fragorosi calpestii.
Non vuole finire quell’allegria
impregnata di naturale magia,
ma brusco temporale di mezz’estate
interrompe in un baleno tutto quello
che sembrava fino a quel momento
ciel sereno.
Abbraccio di risvegli
L’alba è una lastra biancastra
nel momento che i sogni diradano,
scia di luna e stelle si incastra
coi raggi di sole che si allungano;
prati di luce e ombra come tele imbrattate
si mostrano al nuovo giorno,
mentre si svegliano allegri, spensierati,
i variopinti uccelli del bosco.
L’aria fresca entra nella calda stanza,
un incrocio di languidi sguardi
risveglia l’amore dei teneri amanti
aprendo la porta a sensuale danza.
Alpini nella mia città: Pordenone
9,10 e 11 maggio 2014
Cari alpini…
che la mia amata terra
calpesterete,
nei prossimi giorni
in tanti sarete.
Un rincorrersi di voci
si sente ancora come eco,
sembrano non trovare pace
se porgiamo l’orecchio
a quei monti che vi hanno visto
nel freddo, nella lontananza
dagli affetti forzata,
nel dolore, nella sofferenza dell’anima,
per salvarci la vita e la nostra terra
nei lontani anni di guerra,
le sentiamo valorose,
piene d’amore,
portatrici di vero conforto.
Penne nere vi salutiamo… e in coro
un evviva intoniamo,
brividi ci percorrono sulla pelle
perché emozioni ci invadono
se pensiamo a tutto ciò che da voi
è stato fatto, e così…
vi abbracciamo calorosamente
o nostri alpini…
di ieri, …oggi e domani.
Gesù dove sei?
Perduto di nuovo ti ho tra le strade
che percorro nel mondo.
Speravo tu mi accompagnassi sempre,
ma ora tu non ci sei.
Il vuoto accompagna un cuore
che speranzoso calzava pensieri carichi d’amore.
Ora si è fatto buio all’improvviso,
con un flebile lumino avanzo.
Non mi fermerò finché tu non mi verrai
nuovamente accanto,
per rischiarare il mio incerto cammino.
Libri
Una scatola di fiori disegnata
tra pile di libri, scale verso
una più illuminata conoscenza.
Vagano i miei pensieri
nell’orto carico di profumati frutti,
mentre le mie dita toccano
colorate e fresche lenzuola.
Cavalcate nel selvaggio west,
canti sciamani accompagnano
l’accoppiarsi di due freschi sposi.
Spostando le alte piante palmate
a piedi scalzi percorro gli antichi
corridoi di tempi remoti,
cascata di fiori m’invade
la mia anima rinasce…
Pensieri liberi di vagare
tra mille storie stampate,
riposo un poco…
faticoso è …partire per mille
posti anche se seduti si è…
Raggi in città
Raggi di sole, ondulati nastri
a fatica si fan spazio
tra alti muri,
cercan gloria invano
che fu di un passato lontano.
Rubo un attimo del mio guardare
sul mio abituale andare,
e lo poso su raggio che giace
posato su ramo di larice,
imbrigliato da cemento
sicuro elemento di continuo tormento.
Passante appesantito
nella mente,
nel cuore,
questa son io,
come mille altri,
tanti io che per apparir migliori
copia di altri sono,
anime sbiadite,
quasi annerite.
Brandelli di luce son cerniere
che aprono, finestre spalancano
sul vivere di naturale aspetto,
nel cittadino deserto disperso.
Il mio viso ora è accarezzato
da goccia di luce rimbalzata,
s’apre nel mio cuore gentile pensiero
fiore di gaiezza sincero.
Pioggia
Ombrelli a mucchi colorano
il grigiore che la pioggia diffonde,
s’accompagna al loro veloce
passaggio il fiato rilassato
dei ragazzi all’uscita da scuola.
Ombre sono ormai nella nebbiolina
fina fina della pioggerellina
novembrina,
quando, rintocca metallica
la campana
lezione è finalmente terminata,
ed io rimembro nostalgica
quand’ero scolara spensierata.
Ombrosi pensieri rimbalzano
dalla mente all’umida aria
che sferza sulle guance,
accelero il passo, passato
è ormai andato, al futuro
volgo lo sguardo carico
d’un gran bagaglio,
che donare ora potrò,
il cammino d’altri illuminerò…
…guardo il cielo, s’apre la nera nuvola,
il sole ricompare e tutto è nuovamente sereno.
Leggo il giornale dell’estate
Rumore si spande tra le
piccole bianche case dai tetti rossi,
rossi come maturi pomodori,
scende nella piccola piazza
circondata da scarni cespugli
isolati l’uno dall’altro da
mattonelle di triste cemento.
Riparo sonnecchiando gli occhi
dal bagliore accecante del sole
che a mezzodì batte e sbatte
sulle lanterne, sulle vetrate,
sulle scale e sulle gocce di
fontana richiamo di consolante frescura,
il tintinnio di campana lontana
sveglia come mano di madre
il paesello che come bimbo
s’addormenta cullato dal
caldo manto d’una estate
che sa d’estate.
Bandierine a festa stanno
in file molli e dondolanti,
colori come pezze del vestito
d’un arlecchino moderno,
punti di colorati pastelli
da lontano, per mano
assieme al mio amore mi allontano
stordita dal silenzio
che ripiomba sul bel paese
chiudendo i cancelli
al rumore d’una città
che per le orecchie dell’anima
è senza pietà.
Campo di grano
Scia lascia lumaca sulla liscia
grigia pietra, mentre
con lo sguardo curioso assente
un bimbo disteso sul grano dorato
guarda l’arrotolarsi delle nuvole nere.
Formiche in fila come monaci
medioevali percorrono
con rigido ordine la liscia
grigia pietra, mentre
con mano ferma e decisa il
contadino miete il grano dorato,
e gocce di sudore scendono
sulla sua scura fronte.
Rapidamente tutto evolve
in questo spazio dove tutto
è ben collocato, goccioloni
molli che scendono da un
plumbeo cielo, fan rientrare la lumaca
nel suo sicuro guscio,
il bimbo scappa a casa dal babbo,
le formiche fuggono sparse in mille direzioni,
mentre
il contadino ferma il suo lavoro e
con le mani benedice il cielo,
sereno contempla la natura
che pane diventa col calore
del sole e del suo faticoso operare.
Fiori di campo
Margherita e papavero
raccolti in un grande
prato or sono ad ingentilir
il vecchio breviario
consumato nel tempo
da mani operose e smaniose
di sfogliar verità
svelate da parole preghiera
da leggere la sera
quando tutto sulla terra
s’addormenta.
Viaggio del mio respiro
Il mio respiro ha raggiunto
i rami più alti del maestoso
e affascinante albero che ombra
secolare dona a chi sotto
di lui vuol trovare ampia frescura
e calma sicura,
si è lasciato dondolare
lassù dalle foglie leggere
come piume di un verde
appena accennato, docili
e flessuose alle ondate
di un vento che sulla sua scia
raccoglie le impronte
della vita che si rinnova
dall’alba dei tempi.
Lassù il mio respiro si è riempito
di aria limpida striata di
caldi raggi, è volato più in
alto tra le impalpabili nuvole
culla dei nostri sguardi
ingenui, ha toccato le
preziose stelle e lì
respirando il divino
si è frantumato
e sparso ovunque
diventando parte dell’intero creato…
…così ho finalmente respirato.
Una romantica e antica storia
Mantelli al vento nella cavalcata
tra radiosi alberi dall’alto fusto
a guardia d’un puzzle di viva
natura che respira in un ciel
azzurro intenso ritagliato
in disuguali forme
da superbe fronde
di verdi foglioline grondanti.
In lontananza il maestoso
castello aspetta…,
incastonato all’antica rupe rocciosa
come perla su medaglione,
annodato da poderose radici
e ingentilito nella sua presenza
così austera da verde edera
di rosso porpora striata
macchiata di rose bianche
che all’alba mostrano un candore
di brina gocciolante, rosso
come improvviso sentimento
di rapimento d’estasi e bianco
come candore, purezza
nell’interezza dell’essere femmina,
…cavalieri che da terre
lontane arrivano per catturar
lo sguardo della leggiadra fanciulla
in attesa del futuro sposo.
Nella sala languidi sguardi e
movenze ammalianti tra
prodi cavalieri e aggraziate fanciulle
dalle mille speranze, illuminati da
fioca luce di candele, ovunque disseminate,
ad illuminar la romantica scena
tra futuri amanti,
ma ecco leggiadra
la regale dama tra mille veli da
sembrar farfalla toccar la mano
d’un bramoso raggiante sposo.
Sulla scia delle stelle finisce
quest’incantevole storia che tra le
mille, e mille più comparvero
sotto una luna
spettatrice e complice per millenni
dell’amoroso gioco.
Ho pescato con pazienza un pesce di pensiero
dal fiume della consapevolezza.
Se gettassi in aria i miei sogni
ricadrebbero dal cielo come fiori
a riempire il mio cuore di speranza,
nulla del buono si perde, anche se
stupidamente capita di lasciarlo
andare per noia, per capriccio.
Percepisco un po’ alla volta
il bene datomi, scusatemi
se lentamente entra in me,
rapita sono dal fare, fare
senza pensare a ciò che
d’importante è far
veramente restare.
Emozioni
Ho lasciato rosa bianca
sopra i tasti muti di un
pianoforte nero lucido,
mi son portata via con
lo sguardo il sorriso di
una sonata di notturno
immaginando stelle lì,
nello specchio riflesse
a contemplare l’amore
ammantare d’argento
lunare le nostre anime
immobili a respirarsi.
L’amore assume molteplici forme
Quest’amore sa di caramelle,
mentine di zucchero tenuamente
colorate come albe rubate
in riva all’oceano che con forza
muove onde a infrangersi su
scogli orlati da merletti di alghe
verdi di uno smeraldo intenso,
come quello della pietra che
incastona l’anello della mia cara
nonna, regalo bacio di fidanzato
profondamente innamorato,
che un dì da lei mi fu dato
come ornamento di un piacevole
ricordo ormai lontano che si è
allontanato pian piano come
gabbiano dallo scoglio verso
il mare aperto dove l’immagine
si confonderà con l’energia
del vento e nel trasparente
gioco di veli scomparirà.
Sogno o realtà?
Danzatrice nel vento
questa sono io,
m’accartoccio in me stessa
come foglia secca e poi m’apro
come fiore di rosa...
…passi rapidi sulle punte
mi portano su una scala
piumata verso il cielo,
in cima abbandono
le mie forze tra le braccia
di un uomo angelo
che mi riporta sulla terra
e m’adagia su un’amaca
di fiori accarezzandomi
dolcemente fino al
comparire delle stelle…
…un cuore di farfalle
esplode ed io danzo
il tango argentino
sospinta dalla passione.
Segmenti di particolari
Segmenti di me,
ognuno di loro parla di me,
mettili in fila nel tuo cuore
e avrai una linea che ti condurrà
alla vera me…
e se tu vorrai veramente incontrarmi…
le nostre linee si incroceranno
nell’attimo in cui il tempo
dei nostri orologi si fermerà,
per ripartire insieme dalla medesima ora.
Primavera:il suo potere misterioso
L’animo di bimbo che in noi adulti
giace addormentato,
dalla primavera viene inaspettatamente
risvegliato regalandoci germogli di
ingenuità che ci fanno amare di più.
Il luogo perfetto
Cammino silenziosamente
leggendo le voci che riecheggiano
dal borgo che sembra vaso di
alabastro, impreziosito da
tele dai mille colori che
balzano fuori da case
impolverate da preziosa
linfa di vissuto, profumate da
gentile lavanda in vasi ammaccati
di latta bianca smaltata, armoniosamente
incastonate come gemme su un monte
che maestosamente guarda il mare
che lo lambisce come gatto che fa
le fusa, mentre grilli intrappolati su fresco
quadrato di prato da biciclette lasciate
da due amanti frettolosi di amarsi
intonano il loro canto… e così
si chiude il cerchio racchiudendo
il luogo perfetto.
Stella marina:magia
Righe lasciate dalle mia dita
sulla bagnata spiaggia rincorrono
le onde che veloci si affacciano
e poi si ritirano in un giocoso
movimento.
Costellata di conchiglie
è l’isoletta dove il mio
sguardo si arrampica per vederla
dalla galleggiante boa rossa.
Allegria che giunge dalle
musiche di radioline adagiate
su asciugamani stesi mi prende
l’anima che regalarsi bagni
di sole vuole che a onde
arrivano sbattuti sul corpo
da vento di sabbia impetuoso.
Il tocco della tua mano mi risveglia,
assopita ero sotto un albero da eleganti fronde
a ventaglio, lasciato avevo il quaderno
di poesia per cavalcare l’onda del sogno,
apro gli occhi e stupita una stella marina
vedo posata sul piede nudo avvolto da
steli di vellutate erbe profumate di
margherite e menta piperita.
Sogno
Soffio tra le piume,
vaporoso bianco mantello
s’alza nel cielo,
diventa una nuvola
che con le altre nuvole
si disperde tra le stelle,
alzo lo sguardo
nella limpida notte sognante,
gocce, piume e stelle
sono come gemme.
Quadro primaverile al tramonto
La luna di luce smorzata
è sopra un ciliegio che sta sfiorendo,
avvolto il tutto è da un cielo
color azzurro carta da zucchero.
Questa poesia è se condiviso
il quadro è con l’amato.
Colomba bianca di Pasqua
Una colomba bianca s’alza in volo
tenendo nel becco l’ulivo benedetto,
rami di pesco carichi di fiori di rosa acceso
ondeggiano mossi da delicato vento
e rinfrescati sono da goccioloni grossi
che spaccandosi al suolo con fragore
sembra ripetuto suono di nota di pianoforte.
Arcobaleno nel cielo di nuvole adombrato compare
mentre la colomba bianca sembra squarciare
il velo nero che copre il bel sereno, che la
primavera sempre dipinge come gran pittrice
sulla tela spoglia lasciata dal crudo tocco dell’inverno.
La colomba bianca si libra leggera nell’aria tersa
finalmente illuminata dal sole sembra dorata,
additano i bimbi nel vederla nella
scia azzurra di rosa velata
e con grida di gioia corrono
per i prati con animi spensierati.
Un segno all’improvviso compare
nel cielo, una nuvola bianca
vestita di raggi ricorda
agli uomini giusti e stupisce
gli altri ancora increduli che il divino
è presente tra noi, la colomba bianca
nell’attraversarla lascia l’ulivo dal becco
e… pace fatta è.
Tanti auguri a tutti di una Pasqua
colorata di sentimenti delicati e gioiosi.
Il nulla è rinnovo
Trovare nel nulla le parole
per esprimere migliaia di cose
è forse il libro più letto
nel mondo, il vuoto
che porta conforto,
annullamento di pensiero
per il tutto trovare,
una nuova e gioiosa
espansione di sé stessi.
Regali dal mare
Legni attorcigliai ho raccolto
da un mare tormentato
e imbavagliato da un vento arrabbiato,
incantato dal suono delle sirene
di navi pescherecce
in balia di burrascose onde,
sono giunti da luoghi lontani
racchiudono immagini come scrigni,
scenari naturali ubriachi di caldo
e imperlati a tratti da lacrime di pioggia
che si sono posate sul loro
manto poroso seccato
dal cocente sole dorato.
Sereno il loro messaggio appare
agli occhi attenti e sognanti,
appesi a fili colorati e
di sassi e conchiglie adornati
ingentiliranno l’atmosfera
pacata di stanza anonima
e grigia, voleranno così i miei
pensieri, nel posare su di loro
il mio sguardo, in posti
di ampio respiro in compagnia
di presenze alate e così sognerò l’eterna estate
rinfrescata da dolce brezza e alte palme.
L’amore è senza tempo
L’ombra s’allunga sulla casa
dal tetto a guglia,
un timido sole di marzo
s’allontana piano.
Parlano con gli occhi
i due amanti sulla panchina,
mentre scorre l’acqua fresca
che scende dal monte a lambire
il paese che lentamente si chiude
all’incalzar della sera.
Nessuno dei due osa sfiorar
le labbra dell’altro,
s’accende il desiderio
col trascorrere del tempo
mentre cigolare di bicicletta
fa balzar il cuore di chi è
intrappolato dalla muta attesa.
Ora è ora di finir la storia
chiudo il sipario del teatro,
dei due amanti è rimasto
un bacio rubato in fretta
su quella panchina dove
la gente che ama si ferma
mentre il tempo fa ciò che
deve fare…agitare gli animi.
Essere per essere più forti.
Sentire se stessi nella caverna del
proprio essere…la paura
scappa…facendo fuggire le belve
impaurite.
Fugace sguardo poso su pezzetto di natura.
Scende azzurrina presenza di cielo
tra alberi dove il tempo sembra
fermarsi ad ogni alba,
pulviscolo di legno
impregnato di dolce brina
aleggia nell’aria dove profumo
di ciclamini come fiocchi
impalpabili si posano ovunque
mentre il sole entra a sfiorare
come dita la sempre misteriosa
e affascinante natura.
Affetto
Lampi tra palloncini colorati
volati via da mani incerte negli affetti,
bisognose di una stretta sicura,
di una stretta sincera,
perché affetto si consuma
come cera di candela accesa,
come fetta di torta di mele,
come bicchiere di vino buono,
ciò che rimane è l’averlo avvertito
nel suo battito e per i più fortunati
come tatuaggio si imprime sulla pelle dell’anima.
Appunti di viaggio...
quello che mi è rimasto
nel cuore...
In quel luogo di preghiera
sono stata a meditare
su ciò che il buono
se preso sul serio
può in noi fare,
serenità d'animo nell'affrontare
è ciò che qui imparo a trovare,
energia del divino
è ciò di cui noi abbiamo
oggi bisogno
così assorbiti nel turbinio
di un circuito elettronico
che ci prende anche la poca
energia rimasta da dura giornata.
E' d'effetto potente la preghiera
se detta nel cuore con devozione sincera,
porta alle stelle dove lo
sguardo di Maria ci attente
con Gesù suo figlio nella sua
misericordia infinita
per insegnarci a percorrere
il nostro cammino
con pace e amore per lenire qualsiasi dolore.
io c'ero..là tornerò..
Apparizione di Maria alla veggente
di Pederobba (TV) 04/04/14
La casa dei ricordi
Nell’assolata stanza
l’ombra regna in lontananza…
tra libri macchiati di gialli puntini,
tra sbeccate porcellane fiorate,
tra lacere stoffe di divani affogati nella polvere,
…ma il vaso di freschi rossi papaveri
suona come dolci note di violino
l’invito a rinnovare nel vecchio casolare.
Sospira l’alma mia nel guardare,
galleggiano nell’aria i ricordi, li posso toccare,
come bolle di sapone scompaiono
quand’ecco entrare il vento a rovistare
e andarsene con quello che ancor qui rimasto
era del tempo che fu.
E ora leggera riparto, perché breccia
nel futuro ora vedo che mi aspetta
con grande impazienza…è finita una scena
…l’altra ora finalmente inizierà
con mia grande e ansiosa curiosità.
Pensieri come gradini…
Pensieri come edera
attorcigliata a pietre sgretolate
dal sole, salgono dal prato
della memoria, si fanno strada,
trascinati dal vento del piacevole
ricordo, inciampando ogni tanto
nei nodi del fazzoletto di lacrime bagnato,
giocano tra rivoli d’acqua
del sereno e limpido guardare avanti,
rimbalzano nelle adulanti
canzoni senza tempo di innamoramenti
che lasciano il segno come iniziali
raccolte in un cuore su tronco
inciso…
…i miei pensieri sono tanti
che come gradini li salgo negli infiniti istanti…
fortuna vuole che gambe buone ho
e faticare così poco ho.
L’angolo buio si fa acceso.
Stelle in cielo,
come virgole di luce,
nella notte accendono l’angolo buio,
dove mani di delicato amore
accarezzano pian piano
calde guance di donna,
baci rubati dalle lucciole,
che a intervalli passano
ad addolcire quel momento
tanto atteso di suadente desiderio.
Vaso di miele dorato nel suo insieme,
cristallino giacevi, mentre fievoli raggi
filtrati da vetro smerigliato, imprigionati
venivano dalla tua molle e dolciastra,
e filante essenza, che colore di rame
sprigionava toccata da luce penetrata.
Se il gatto di pelo setoso sempre giocava
attorno al vaso rotondo e di dolce colmo,
un giorno per caso con grosso miao
fece cadere giù sul tappeto di fibra
attorcigliata come pelo d'agnello, la
dolciastra pietanza, ecco che tutto
l'oro mirato e rimirato finiva
inzuppato d'amaro, non più
si poteva godere allora di
tanta bontà che racchiusa
serbava alla gola smaniosa.
Accenni malinconici
Petali arrugginiti
nel mio cuore sono finiti...
profumavano di dolce vento,
mostravano un colore con accento,
regalavano piacere allo sguardo attento,
...ora il bel tempo è passato...
la loro bellezza è sfiorita
nell'attimo che tu da me ti sei allontanato...
Impressionista
Spostando il telo di linee colorate
intrecciate con delicata movenza di mano,
ora vedo la marea portare
spezzate lisce conchiglie sulla soglia
sabbiosa e umida, e di verdi alghe profumata.
Nenie imprecise nel loro
farsi presente nell’aria
trasparente e calda, a tratti percorse
da grida di gabbiani, raccontano
di corsari e impavidi marinai.
Abbasso le palpebre e i miei occhi
veloci sono a fotografare con espressione
intensa ciò che l’attimo di fugace visuale
si è appostata nel divenire presente che fu.
Silenziosamente tolgo il mio essere
e quadro diventa il tutto nella mia fervida mente.
Gocce di olio santo…
…sono scivolate dall’albero
d’ulivo, hanno percorso il
tronco e arrivate ai piedi
si sono fuse con la madre terra.
Il loro essere oleoso
ha tracciato un percorso silenzioso,
ha scosso le profondità
dell’anima, ha tirato fuori l’urlo
della vanità, l’urlo dell’ipocrisia,
l’urlo dell’inconsistenza…
che come voragini
rubavano affanni,
graffi nel vento la voglia di evadere,
senza appigli di salvezza
il vuoto nel suo nudo volto
mostrava.
Ma la preghiera del cuore,
pian piano ha creato
bolle come zattere…
e così risalita…la luce
illuminò di dolce amore la mia vita.
Giochi e preghiere nella valle
S’odono campane nel vento
rintocchi lenti di un richiamare orato,
giocose farfalle s’incrociano
nell’assolata verde vallata.
S’alzano aquiloni nel firmamento
macchie ondulanti di un volare spensierato,
rapiti occhi si perdono
nelle velate rosee nuvole.
S’inchinano fedeli nel convento
tocchi leggeri di un pregare cantato,
leggere ali si fondono
nel chiaro azzurro cielo.
Primavera...quella dentro....
Nel mio cielo che non è il vostro cielo
la primavera è dentro una boccia di vetro,
petali gentili e variopinti scendono
quando agito nel verso d'agitare
e così parto a sognare.
Mi ritrovo immersa nel colorato mondo
di tenui strisce d'arcobaleno e ritorna in me
il sereno.
Primavera è sempre...
...quando il mio cuore si rinfresca
con le immagini di spensierata gaiezza.
Autoironia è...
rompere quello specchio
che ci mostra l'immagine
che vogliamo vedere di noi
stessi e che gli altri non vedono.
Gioia
Scorro con le dita come frullare
d’ali di colibrì su fresche corolle
di campanule, rose
e viole.
Armonia di delicati suoni sembra
vibrar tra le verdi felci adombrate
da secolari alberi.
Serena espressione di consapevolezza
librar mi fa e i sogni come cristalli
alla luce del sole esplodono
in mille colori...
…incatenata or sono da infinita gioia.
Girotondo per arrivar in
capo al mondo.
Giro e rigiro su questa
all’apparenza me stessa,
vortice mi prende la mente
ed entro nel cielo
che a braccia aperte mi prende…
…paesi e città sorvolo come gabbiano
in cerca del suo mare.
Vedo in lontananza il mio faro…
mi guiderà verso la mia speme,
giro e rigiro su me stessa
e stesa mi vedo sulla spiaggia del mio amore,
finalmente approdata come antico veliero
in cerca per secoli del suo tesoro.
Germoglio
Germoglio sono,
in questo ramo disadorno,
la mia puntina fresca
bagnata dalla brina è in festa,
pronta è…
a vedere il caro vecchio
sole; brillerà anche per me.
M’aprirò alla vita,
cerchio perfetto.
Scintilla di fuoco
amoroso
Scintilla da fuoco rosso scarlatto
che arde nell’aria profumata di zenzero,
sul dondolo verde di prato appena svegliato
si spinge pigramente il giovane dal dorato pensiero.
Sul tavolo di levigato legno di nodoso pino
pani infarinati pronti ad esser infornati,
luna e sole sul far del solito giro mattutino
son come gli opposti di due teneri amanti.
Steso a respirare sta sul davanzale il bianco lenzuolo
di letto sudato di una notte infuocata,
anime unite come bianca colomba han preso il volo
il giovane nel solitario pensiero sorridendo rincorre l’amata.
I miei pensieri
nell’acqua
Lo scorrere dell’acqua
che accarezza la madre terra
dalla notte dei tempi,
come un bimbo che ringrazia è.
Amore si irradia lucente
dal sole che si specchia sulla
sua superficie trasparente.
Fluido il mio pensiero si fa
quando giocare vuole tra
le sue gocce, che le une con le
altre come fascio si uniscono
ed uno diventano.
Mi lascio trasportare dal suo
continuo navigare nel pieno del suo essere,
i miei grevi pensieri come foglie
morte vedrò passare e lontano
da me finalmente andare.
Quadro estivo di
romantico giardino
Volteggiava nell’aria calda
cappello giallo spento di paglia
sospinto da vento giocoso,
mentre papaveri rossi a mazzi,
distesi stavano su bianca e fredda panchina
di lucido marmo.
L’ombra a righe del salice
dalle disordinate fronde
interrompeva l’immagine del naturale puzzle,
mentre boccia di pesci rossi catturava
lo sguardo di un passero volato lì per caso.
Caduti a terra steli spezzati stavano
di dorate spighe con sciupate margherite,
mentre latrato di cane maculato risvegliava
anatre dolcemente appisolate tra lunghe canne
del vivace stagno.
Pergamene ingiallite abbracciate nel cesto,
legate da fili d’erba nell’angolo del patio stavano,
lettere d’amore erano, scritte da mano incerta,
irradiavano l’aria di dolci note musicali mute.
Armata altura
La verdeggiante altura
circondata da vecchie mura,
accarezzata è da acqua cristallina
che scorre inciampando tra massi e
ciuffi d’erba.
Leggo tra i miei pensieri
sospirati momenti dove
lo sguardo si fece più intenso,
mi perdo oltre l’orizzonte a cercare
il sole che lentamente muore.
Prodi cavalieri dagli sguardi fieri
armati di lucenti vesti,
giocarono alla guerra sulla vecchia altura
cavalcando la storia d’eroiche gesta.
Mi vedo come fantasma di nebbia
ingabbiata dall’epoca ormai lontana,
è struggente il ricordo d’esser passata
in questo luogo armata d’amore.
Respiro avventura al chiaror della luna.
Respiro piano,
senza far rumore veloce salgo le scale,
assi tarlate da tempo impietoso traballano
sotto i miei piedi piccoli e magri,
mentre una mano sorregge la lunga
camicia bianca, orlata sulla balza,
puntinata da minuscoli bottoni perlati,
e sul capo nastro di raso a tener i lunghi capelli
biondi e fini, ribelli e lucenti al chiaror
d’una luna grande estiva che da dietro
un pino di pigne adorno,
mi guarda curiosa e sorniona.
Rumori dal granaio mi fan sobbalzare
dipingendo di rosso fragola le mie guance rosate,
sulla mia pelle bianca come raffinata porcellana
ombre e luce di luna ingannevole si intrecciano,
disegnando origami impreziositi da fili dorati
cha a onde escon da trama di fresco lino.
Ecco un gatto nero scivolar velocemente,
puntarmi i suoi lucenti occhi come dispetto
pauroso vuole, e poi eccolo scomparir dietro il
mobile dall’anta a ribalta aperta e rotta, dove
mele profumate occhieggiano per esser mangiate
anche nelle ore più strane.
Grandi ali di tignosa civetta volteggiar vedo
sopra i tetti delle case, alcuni stretti,
scavati da pioggia e vento stan a riparar mura di sassi
a tratti macchiati da olivastro muschio odoroso,
bagnato da umida ombra chiara di giorno
e scura nella notte tenebrosa.
Leggera come piuma, volteggiando la veste,
arrivo alla porta dai cardini a giglio, e l’apro,
sosto un poco sull’uscio a mirar la luce lunare
dal tetto filtrare e la stanza imbiancare,
mi getto sul letto esausta,
avventura nella notte scura
rischiarata dalla luna è fatta,
chiudo gli occhi, il respiro si fa lieve,
e ora.. l’anima mia vuole….
esser cullata da dolci sogni nella chiara notte.
Sulle tracce della
Primavera…
Sibilar sento provenir dal bosco
frondoso e cupo, di un vento
che serpeggiare vuole tra rami
carichi di fresche e lucenti gemme
spuntate a risvegliare rami addormentati
dal freddo e grigio inverno, mentre
su pietre bianche e lisce timidi insetti
s’aprono al nuovo sole che compare
e scompare tra nuvole a strati,
che come lenzuola profumate
stese ad asciugare tracciano
l’aria di sospirata primavera.
I nostri cari passi.
Passo dopo passo il cammino si
fa più breve…è riempire i propri
passi di entusiasmo che lo rende
sorprendentemente immenso….
…ogni giorno che nasce ci regala
il suo sorriso di vita,
i dettagli svelano il segreto…
bisogna dare beneficio del dubbio…
dualità nell’accettare..bianco e nero
luce e oscurità… è tutto due…
due parti formano un intero.
Memorie che si
risvegliano
Radici d’albero aggrovigliate
alla madre terra abbracciate,
sono…
…dove
sontuose vecchie case
ormai senza nuove fasce,
memoria di un lontano passato
su suolo più volte calpestato,
sono testimoni mute di vissuto intrecciato.
Leggera pioggia scende a risvegliare
un paesaggio che sembra addormentato
da nenia lenta di vecchina col fuso in mano.
Ragnatela come veletta di cappello
d’ottocento di signora un po’ attempata,
si muove col venticello che sembra musica d’arpa
tra foglie e rami intrisi di profumi d’amore
d’altri tempi, rimasti qui a giocare a nascondino tra
rose gialle e rosee campanule.
Luce splendente a raggi ondulati
arrotola tutto dolcemente come coccola,
risplendere vogliono ancora le vecchie case di luce propria,
e gli alberi secolari con le loro maestose fronde
continueranno a tessere ancora romanzi tra nuovi amanti.
La mimosa del giorno
dopo
Batuffoli gialli si piegano
nel bicchiere che riflette
scheggia d’arcobaleno su
nero tavolo.
E’ ramo gioioso di ieri,
forse dell’altro ieri,
ora è lì lasciato solo
memoria d’evento
è diventato.
Lo sfioro e polline
come fiume lucente
scende a lasciare scia.
Ero donna acclamata donna
col fiore mimosa in mano ieri,
e oggi chi sono?
Passato è il giorno di festa,
tutti a casa con la solita minestra.
Senso di disorientamento,
cosa doveva essere cambiato
col fiore di mimosa in mano?
Ricordarsi benevolmente di noi
cari uomini è da farsi un poco ogni giorno,
come goccia che scende lenta ma
senza sosta,.. è soffio di vento
con apertura di finestra all’improvviso
la luce di un giorno solo di festa comandata.
Deserto
Ombre nere scheggiate
dal deserto di sabbia rossa,
si srotolano come nastri
col passare delle ore.
Il sole rosso scuro
sembra cercare riposo
sulla linea curva di una calda duna,
dai suoi raggi dorati scottata.
Miraggi verdeggianti respirano
nell’aria calda, mentre la luna
cercando il suo veliero nel cielo
spacca il velo del giorno,
si abbassa finalmente il sipario,
la notte è pronta con la sua fredda carezza
nel suo usuale scenario.
Cuore bagnato
Vestiti bagnati i miei
da pioggia che illumina
di dolce suono argenteo
l’aria velata di profumo,
essenza d’erba.
Gentil tamburellare sembra
l’appoggiarsi delle gocce
che si inseguono,
cadono,
si spaccano,
rivolano in alto e poi…
ridiscendono in basso
più lievi nel loro minuscolo
passo.
Il vento piega come lenzuola
inamidate tutto al suo tumultuoso passaggio,
e il battito del mio cuore rallenta
per leggere le armonie che sente.
Riecheggia nella mia mente
il fuoco caldo del camino,
bacio rubato da una passione
travolgente,
in un istante il mio sguardo
si perde nel mezzo
tra passato e presente.
Un usignolo si sente cantare
tra le foglie,
amare vuole la sua compagna,
sospira l’alma mia,
e riprendo rinvigorita
la strada della mia vita.
Preghiera a Maria
Nel tuo splendente manto
o Vergine Madre,
raccogli le preghiere,
le suppliche sincere,
di chi volge a te lo sguardo
lacrimoso,
raccogli anche i sorrisi
dei teneri bimbi,
e di quanti sono
da te ammagliati
dalla tua splendida presenza
che non ha eguali qui sulla terra.
Manda ti prego spade
ad aprire i cuori,
per essere colmati di luce divina
che come specchio tu ci invii.
Dio in me
Se sapessi contare tutti i granelli di sabbia dorata,
se sapessi contare tutte le stelle del cielo blu cobalto,
se sapessi contare tutti fiori del prato verde smeraldo,
sarei Dio, ma per bontà sua non lo sono…
sento il suo amore riempirmi d’infinito….
…e sazia…la mia anima canta.
Sorriso profumato di biscotto
della nonna. Apro il mobile dei biscotti,
non quello mio, scontato messaggio pubblicitario giornaliero di sorriso
mattutino, quello della nonna, intarsiato mobile antico, laccato
bianco, liscio al tatto, con vetrata, certo, quello d’uso era dei
lontani ormai anni sessanta…
…ora s’apre per magia la porta
della nostalgia, e mi rivedo bambina seduta su una sedia piccolina,
nella casa della mia cara nonnina a sbriciolarmi il biscotto nella
manina, a sporcarmi il vestitino pulito e stirato a puntino,
…ma ecco il bacio sulla guancia arrivarmi come stampo sulla mia rosea
faccia
abbraccio la scena con un sorriso, è troppo bella tenerla
chiusa in me, e così ho deciso
lascerò aperta la finestrella bella,
ricordi d’infanzia spaziare vedrò nell’aria fibrillante sarà di
naturale e dolce amore da gustare come buon biscotto a tutte l’ore.
Fiori di ciliegio
Sembrano danzare come ballerine le fronde in fiore di ciliegio,
quando mosse dal tiepido vento.
Petali rosa e bianchi, vicini,
vicini, il ramo scheletro adornano.
Riempiono lo spazio di
delicato colore, regalando nuvole di romantico stupore a chi li sa
guardare.
Nella notte, quando tutto tace, con l’infinito cielo
sembrano conversare, fiori e stelle si confondono e magicamente
quadro di poeta diventano.
Raggio di luna bugiardo
Raggio di luna così ingenuo nel suo colpirmi, mentre ascolto i suoni
della sera che mi stordiscono all'unisono. Non pensavo che raggio
lunare avesse potere così grande, blando e argenteo nel suo fare.
Sospettavo fascino e potere nell'esprimersi, ma mai così forte da
ferirmi.
Trattengo le lacrime, volgo lo sguardo altrove...
troverò un'altra luna più romantica e dolce da sorprendermi e
incantarmi...
Lo giuro a me stessa, cercherò di nuovo, avrò
forse più fortuna... e dimenticherò questa luna così bugiarda e
scura. Puzzle primaverile
Rami come dita fine fine si allungano a ritagliare il cielo freddo
azzurro, in tanti pezzetti da sembrare specchio rotto.
Melanzane e pomodori sul tavolo di marmo di giardino arruffato dal
vento, sono presenza stridente, voglia esprimono di caldo mantello
estivo che sembra ancora lontano nel calcolo dei giorni con la mano.
Qua e là, viole sembrano chiamare il sole che fuggire ancora vuole
tra le nuvole lanose.
Sospira il vecchio sull’uscio, ancora la
spalla duole dal freddo più volte baciata, mentre rumore di bimbi
col pallone sembra tamburello di spiaggia ancora deserta ma di
tiepida accoglienza.
Lego i miei pensieri ai germogli che timidi
cercano di trovare la loro strada, aspettando che germoglino entrambi
richiamo alla mente le splendenti immagini della passata estate, e nel
chiudere gli occhi il sogno pare dolce realtà da assaporare in tutta
la sua beltà.
Emozioni cullate dalle onde
del mare. Il sole è là un cerchio infuocato
nell’istante che il mio sguardo si posa, là oltre l’orizzonte un
veliero sfuocato sembra, nella sua lontana posa. Un ramo di fresche
intenzioni germoglia nel giardino del mio io, mentre un uccello di
mare su vecchi lampioni richiama con note stridule il giorno al suo
opaco oblio. Alberga nel mio scoppiettante cuore gioiosa e solenne
promessa quel dì scambiata, vorace la passione la resa d’ardente amore
sospinta dal vento non si è mai insabbiata,
ha visto il cielo
stellato, il mare agitato e calmo, le nuvole e il cielo soleggiato,
perciò lascio cullare dalle onde un t’amo,
come bottiglia che porta
un messaggio lasciato da un naufrago.
Velluto blu:carezza d’immenso.
Rivoli di stelle scendono dalla volta di velluto blu, respiro rubato
da sguardo estasiato di cielo notte perlato.
Cerco la mia
stella, quella che un tempo lontano nacque per me nello
sconfinato spazio. Così disse mia madre quand’ero bambina, quando
con occhi brillanti come diamanti, guardavo col naso all’insù le
piccole luci accese lassù.
Se chiudo gli occhi s’accende quella
stella nel mio petto, brilla di luce azzurrina come fosse tesoro
del profondo oceano, è vita che pulsa, racchiude per me sogni e
speranze che come danze gitane, come onde del mare, come nuvole
del cielo, come fiori freschi di campo mossi dal vento, animano
il mio mondo dentro, facendomi esplodere d’immenso.
Rifletto un po’…
Città di gomma sembra, quando sguardo velocemente si posa su curve
di vie di colorate case, che seguono vicine, vicine, ornate da rosse
tegole che come merletti imbellettano occhi vitrei affacciati al
mondo.
Sembra che un gigante, grande mano, si sia divertito a
creare tutto ciò con pensiero disordine, ordine.
Che gran
confusione questo mondo, uomini così piccoli con cose grandi,
grandi…. pensiero forma astratta che diventa realtà… che fantastica
vita è mai questa????? Già!!!!!
Rifletto un po’…
Città di gomma sembra, quando sguardo velocemente si posa su curve
di vie di colorate case, che seguono vicine, vicine, ornate da rosse
tegole che come merletti imbellettano occhi vitrei affacciati al
mondo.
Sembra che un gigante, grande mano, si sia divertito a
creare tutto ciò con pensiero disordine, ordine.
Che gran
confusione questo mondo, uomini così piccoli con cose grandi,
grandi…. pensiero forma astratta che diventa realtà… che fantastica
vita è mai questa????? Già!!!!!
Natura ed io
Lambiscono carezzevoli le onde del mare, mentre gocce argentate giocano
tra loro illuminate dalla grande e misteriosa luna, la mia figura di
donna.
Accendono maliziose le stelle del cielo, mentre sassi
addolciti giocano tra loro bagnati dal grande e profondo mare, i
miei pensieri di donna.
Donna che sono io, mi fondo in attimi
con la natura… mi accarezza, mi accende… serenità mi prende per
mano e lascio la spiaggia posando piano i miei piedi tornando al
viver quotidiano.
Venezia:romantica visione.
Maschere colorate si rincorrono sui ponti dal tempo sbiaditi, anneriti,
mentre gondole nere come sirene ondeggiano affiancate, aspettando
chi le conduca a sfoggiar la loro fiera andatura.
Da dietro una
vetrata, ritagliata nella sontuosa facciata di villa veneziana,
se ne sta una maschera bianca, silenziosa figura a mirar una laguna
accarezzata da lingue di fuoco, di un acceso tramonto.
Ombre
di due amanti con abiti damascati si intrecciano, nascosti da un
lampione che si accende a tratti, e a bacio appassionato segue
rosa rossa regalando poesia alla splendida e pur sempre
misteriosa….. Venezia.
Goccia dopo goccia…impariamo.
A piccoli sorsi bevo… un cielo blu tra le mani, assaporo piano,
...piano, le gocce d’acqua che… nate dall’immensità racchiudono i
segreti del tempo,
porte verso l’infinito sono,
in me che
finito sono raccontano ingenue nel loro essere del grande sogno
universale di cui tutti noi facciamo inconsapevolmente parte...
è bello essere per esser parte delle stesse.
Dolci note
Do, re, miiiiiiiii,
hai toccato le giuste note…,
fermati…
…ora sento l’orchestra intera suonare dolce e suadente sinfonia.
Incantata
La tua mano m’ha sfiorato,
soffio di vento è passato, fiocco di
neve s’è posato, passero sul pozzo è volato, germoglio sul ramo è
spuntato,
i miei occhi con te han veduto quadretto invernale
incantato,
…ad arte per me disegnato,
il mio cuore hai
imprigionato e l’amore tanto sognato… in me è nato…
ma ho
chiuso i miei occhi, il tempo sembrava essersi fermato… quando… mi
hai baciato… e allora di gioia ho pianto… 12/02/2014
Zitta…me ne sto. Zampilla l’acqua,
dolce suono
che rallenta il frenetico brusio del vento,
io l’ascolto… e
taccio. Graffi di risveglio.
Graffi di luce sul mio cuore hai lasciato quando sei comparso quel
dì forse per sbaglio,
esplosione di stelle ha illuminato il
mio cielo, cadute poi nel rivolo d’acqua del passo del tempo che
lascia una scia di fresco risveglio alla vita. 11/02/2014
Sensazione di leggerezza. Sogno tra farfalle che
leggere intrecciano in volo danze colorate,
il cielo azzurro le
culla e il vento accompagna la loro danza cantilenante che accarezza
gentili corolle aperte all’alba.
Soffio il mio respiro sul
pensiero che si fa leggero, mi perdo tra le loro ali credendo
d’esser farfalla anch’io. 10/02/2014
Poesia
allo specchio
Un bacio ti vorrei dare…. per vedere sul tuo volto sorriso uno
cento coccole ti vorrei fare… per saziare le tue voglie cento mille
parole ti vorrei sussurrare… per conoscere le tue risposte mille
io
davanti a te sono… perché specchiarmi su di te voglio.
Crocifisso di montagna.
Legno curvo che sostieni colui
che dà pace e gioia allo spirito
perso tra le nebbie,
profumi di sandalo,
raccogli il passo stanco di chi
ha varcato molte soglie sbagliando..
accogli l’umile preghiera di chi
si vuole appoggiare per un poco riposare…
riprendere le forze per continuare il proprio cammino
e la pace finalmente il cuore trovare.
Risveglio estivo.
Cielo di mattino estivo
fa scendere raggi a fasci,
risvegli di foglie bagnate
da gocce dolci lasciate
nella notte da veloce temporale,
corde colorate di suoni
si snodano regalando armonia
d’inizio.
Ali nere
Ali nere di corvo
volano sopra la vigna,
dolce e matura l’uva occhieggia
tra tralci e foglie splendenti al sole,
al loro passaggio
acini rovinosamente a terra cadono,
e l’amaro in bocca lasciano
al contadino stanco.
Occhio rosso
all’orizzonte guarda la tua mano,
leggero bacio lascio
sussurrandoti piano t’amo,
corvi neri, puntini ormai nel cielo sono
sparsi dalle mani del tramonto.
Chi sei tu?
Chi sei tu per rompere
il mio muro con tanta delicatezza?
come può un fiore di fragile corolla
aprire un cuore racchiuso da gabbia?
mistero sei tu per me
che sei riuscito a leggermi dentro.
ora sono senza difese, a nudo,
come essere sola in mezzo ad un deserto dove
strade non ci sono
chiedo aiuto,
le tue possenti ali mi alzeranno in
volo….
…. e vedrò un nuovo mondo.
Siete invitati a partecipare alla
notte di San Valentino….
Abbracciati i due amanti stanno,
mentre lingua nera dal ponte
si allunga piano scivolando
nell’acqua languida e argentea del canale,
la luna dall’alto muta e pallida
accende bagliori tra le macchie profumate
illuminando a tratti volti immersi
nell’incanto della passione
che avvolge di eterno attimo.
Sospiri
Sospiri voglio racchiudere
in un’ampolla
come fumi di nebbia,
goccioline sempre più
piccole imprigionano emozioni
grandi…..
espansioni d’animo.
Piaceri che si rincorrono.
Roteava nell’aria calda
il profumo di zucchero filato,
mistero racchiuso in conchiglia
la perla dell’oceano color freddo blu cobalto.
a ciuffi mordevo la spumosa essenza,
si perdeva nella mia bocca e
catturar piacere avanzava in me,
ornava come piacevole corolla
sequenza alternate di perle,
ora bianche ora rosa
mutava il collo dell’incantevole sposa.
intenso piacere ormai m’invadeva
tutta,
splendente al sole la perla
si beava della sua natural bellezza.
09/02/2014
Ombre invernali
Ombre lunghe e nere all'imbrunire
su muri bianchi disegnate,
in un inverno dove il sole
pare stanco all'orizzonte,
rami d'albero s'intrecciano
in una fila lunga e unita,
spogli ma vivi.
La natura maliziosa l'occhiolino
ce lo dona....
è artista pure lei.
Nebbia
Veli su veli s’adagiano perlati,
sui cornicioni gatti tutti bagnati,
strisce di terra a riposo coperte
dal bianco piovigginare fine, fine.
Un lontano casolare sospeso nel tempo
sembra, animato da voci tamponate
da muri impalpabili, mentre bacche
rosse fanno capolino da dietro un
carretto storto e ammaccato, abbandonato
dietro un tronco fradicio, squarciato
da lampo sfuggito dal cielo nero seppia
arrabbiato con gli dei.
Un tocco di mano, un fremito
mi percorre tutta, timorosa l’affronto,
l’ignoto mi è davanti leggermente nascosto,
sospiro lungo mi prende, ascolto
con vivace attenzione l’eco di un distorto
suono..ma ecco finalmente scorgo
la sagoma prendere forma umana,
sorrido al gentile aspetto che davanti mi
appare,è quel lui che momentaneamente
si era appannato, …ora stringendolo forte,
vedo tutto più chiaro.
Particolari attimi
Rametti
sempre più stretti,
neve
sempre più lieve,
pensiero
sempre più leggero,
attimi, istanti
sfavillanti sono
quando andiamo
in cerca di loro.
23/01/2014
Poesia a due mani:Piove
Piove, piove ormai da
otto giorni…
caro sole.. perché non ritorni?
ma le gocce di pioggia ripetono…
…”zitti, …zitti,.. prati e giardini hanno sete
…e noi diciamo… bevete, bevete”.
Artegna, 1935
dal quaderno di poesie di mio nonno
maestro e poeta Giovanni Venturini
-classe 1893
Rivisitata da me.
Tic, toc,è il rumore
della pioggia che incessante
cade ormai da giorni
su questa terra dai polmoni
d’acqua ricolmi,
sembra chiedere pietà la terra
al cielo ormai nascosta
dalla trasparente coperta,
i bimbi inzuppati aspettano
con ansia il ritorno del
caldo sole,
ma le gocce di pioggia ripetono…
…”zitti,.. zitti, …prati e giardini hanno sete
…e noi diciamo… saziarvi dovete”.
21 gennaio 2014
Dedicata all’amica Laura
(collega di lavoro)
Te ne stai, o cara Laura,
pensierosa, e nel tuo lavoro
laboriosa.
Costruttrice infaticabile
del tuo domani,
sai prendere tra le mani
quelle della tua cara nipotina,
e da dolce nonnina, le racconti
la fiaba della sera, dimenticando
tra i suoi riccioli, che delicatamente
sfiori con una carezza, che ancora
giovane donna tu sei…
…e allora forza….il mondo ogni
mattina che s’apre a nuovo giorno
vuol vederti ruggire ancora nel tuo
fare da gran signora.
Gomitolo di lana
Lancio lontano
il gomitolo di lana …
lentamente e delicatamente
il filo soffice pian piano
varca la soglia della stanza,
scende le scale, esce dalla porta
principale, il mio sguardo lo
ha perso, ma ancora lo tengo
per la mano, lo sento che
corre, che vuole esplorare
spazi sempre più grandi,
ma ecco lo strattone improvviso
e dalla mia mano sparito è il filo,
lontano se ne è andato…
… mi soffermo sulla foto di mio figlio,
è giunto il momento tanto atteso e temuto,
volgerà al mondo lo sguardo
per viver pienamente sé stesso.
Ridere di sé
stessi.
Definire sé stessi
diciamo ambo i sessi
fa rimaner perplessi
a volte inseriamo compromessi
apparendo dei gran fessi
ma se fossimo non complessi
si sarebbe sottomessi
e quindi non più sé stessi.
Ma allora come siamo messi
di fronte a noi stessi?
Non giriamo intorno lessi
ma affrontiamo noi stessi
e per come sempre la mettiamo
un po’ ridicoli alla fine siamo
e per questo compatirci evitiamo.
Dedica alla mia Poesia
Mi dimenticherò, nel tempo
che passa impietoso, di
molte cose della mia esistenza,
e molti amici mi lasceranno sola,
ma certa sono che la poesia
mi rimarrà per sempre amica
e a lei ricorrerò per ricordare
chi sono.
Amore di rosa.
Una rosa tra le mani ho,
delicati petali profumati
a calice adagiati stanno
sul mio caldo palmo,
donata a me è stata
dal mio grande e gentile
amore.
14/01/2014
Ritrovarsi serve a….
Passo pensieroso
si specchia solitario
sul selciato cittadino,
ruvido e aggrovigliato, e
liscio di pioggia rovinosa bagnato,
istanti dove la mente poi si perde
in una traslucida ampolla d’oblio,
serena consuetudine di chi
consapevole è, che
camminare, camminare
senza sapere dove
andare conduce
alla fine a
sé.
Ritrovare
sé stessi
è
limpido
sapere
dove poi
andare.
da : Pensieri trafugati dalla mente di Laura.
14/01/2013
Dedicato a mio nonno Giovanni
Sono la nipote di un nonno poeta,
poesia la faceva in tempo di guerra.
Quella guerra ha visto morire
migliaia di giovani vite,
al grido di viva la patria, una patria
che dava fame e vana gloria.
Per “sbaglio” sei morto
quel dì caro nonno, o forse non per...
La guerra chiudeva le sue porte
e il cielo spalancò le sue per te.
Tu, animo nobile,
per salvare la vita di uomini e donne,
su un camion diretto
a Tricesimo in Friuli,
fosti ultimo a scendere,
per aiutare,
per salvare..
Per gioco forza del destino
l'unico fosti quel dì a morire,
prendesti sul petto
la vigliacca pallottola caduta dal cielo…
Si conficco’ nel tuo amabile cuore
di padre, di maestro e di capitano….
Caro nonno sono tua nipote Laura,
l’unica di tutti noi a scrivere
di te…
Il tuo racconto mi è rimasto nel cuore….
La tua anima respira nelle cellule della mia pelle….
Credo che quando scrivo poesia
tu mi sia accanto, ti sento
e lacrima di ricordo accende
malinconia nel mio animo
anche se non ti ho mai conosciuto.
Caro nonno, riposa in pace,
tra le anime, lassù nel cielo.
Grazie che sei esistito,
perché grazie anche te sono...
Anima
Sprofondo dentro di me
come su un cuscino pieno di piume,
dolcemente prendo me tra le mani
del mio sguardo, accarezzandomi,
pian piano respiro gioia cristallina,
a chicchi zampilla come fonte,
balzo nell’infinito dove ruoto
solleticata dal ticchettio del mio
cuore che acerbo cerca risposte.
Anima mia senza confini,
regalami in ogni attimo
della mia esistenza
l’infinita percezione della
tua splendida presenza,
così io sarò nel mondo
piena…. di me stessa.
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