Poesie di Kinita
(Maria Cristina Vergnasco)


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche

 
Per Marcello
Luz de amapola
y piel terciopelo
nubes raras contigo
ahora navegan lentas
a la puesta del sol.

Luce di papaveri
e pelle di velluto
nuvole preziose
con te, ora
navigano lente
verso il sole che tramonta

Roby
Quanto mi manchi
quando la vita
ti chiude la porta

quanto mi manca
la tua allegria,
ti penso con me

e come allora
appoggio le mani
sul ventre,
veglio la notte

e aspetto il tuo volo
a pelo sull'acqua,
ci sei
finalmente
ci sei

Chi sei ?
Dallo specchio mi guarda
e domanda,
cercando negli occhi risposta,
senza astio
né potere di sorta,
della mia vita
vittima sei
o carnefice ?

Sinfonia
Paiono assopite, tranquille
riposano le mie palpebre
stanche di sostenere il mondo
macigni di nubi grevi
destini di tuoni
fulmini, destini di pioggia
di vento di neve.
Palpebre affamate
in attesa del sogno
del tocco rapido e lieve
delle tue dita in passo di danza
sulla tastiera del mio guardare
del desiderio della tua musica
sempre uguale, sempre diversa
come le onde del mare
che in chiave di spuma
prodezza bianca senza parola
materne cullano il canto delle sirene.
Kinita (Maria Cristina Vergnasco) e Marcello Plavier 

Boh!
Ma che dici
quella cacca l'ha fatta
il tuo gatto soriano
il mio è
educato
mangia tacchino e vongole
e fa le sue feci
là nell'angolo del
Mio giardino
ma quell'oleandro striminzito
penzola volgarmente
sul mio
terrazzo
e porta vermi e malanni
ma signora non si vergogna
suo figlio
la sera
canta e pure da tenore
e il grande fratello
è a quell'ora
cacchio si sposti nò
con quelle mani
m'insozza la carrozzeria

E respirate la mia
stessa aria
avete sempre ragione
e cercate l'occasione
per farvi
piacere
tutti quelli che dovrebbero restare
al loro paese
e poi fate
beneficenza
come se foste davvero voi
del mondo la speranza
e vi vedo
che non andate in Chiesa
anche se dite
di pregare alla vostra maniera
e
pagate le tasse
disturbate sui tram
con la vostra tosse
e riempite le
pagine dei giornali
con lettere di protesta
mentre io vorrei leggere i
vostri necrologi
e mi fate ombra
siete vento che porta tempesta

E voi, pezzenti,
testimoni freddolosi
di sguardi disgustati
e cravatte ben zavorrate,
con le vostre pupille
verde semaforo
e le unghie lerce
dei miei avanzi,
siete degni
della Città di Dio.
Contrabbandate favelas
qui, sotto il naso
del mio salotto buono,
rovinandomi l'aroma
del meritato caffè,
magari raccolto
proprio dalle vostre
lorde mani nere.

Mandrie di nubi
Vomitano dal cielo
Acque inquinate con zolfi
E residui di smog
La terra tutta
Ormai nel vuoto spazio
Si sotterra vergognosa
Della stupida umanità
Non riesco pensare
Al cibo stamane
Cosa sarà farina
Di sterco
Oppure carne di ratto
Certo avere un cavallo alato
E raggiungere un mondo
Lontano dall'uomo
Terrestre sarebbe
Fantastico

O forse la soluzione
a tutto questo
troiaio
è semplice
buttare nel cesso
le chiavi
di tutte le nostre case
nei tombini per strada
quelle delle nostre automobili
chissà che si ritrovi
un po' di umanità

Bah!
Tinti baldini,Maria Attanasio,Flavio zago ;Marcello Plavier,Maria Cristina Vergnasco

Scrivere
Ditemi dove
posso trovare
l'acqua
che le mie radici
di pagina in pagina
cercano,
seguendo il filo
d'inchiostro
che segna parole,
impacciando lo scritto
e lo scrittore.

E come trasporre
nella mia poesia
l'emozione,
che improvvisa mi coglie,
quando riappare un ricordo
che credevo perduto.
Quando la magia di un sogno
si affaccia con gioia
nella mia notte,
ditemi
quale linguaggio è così veloce
e lieve e silenzioso da rendere
il senso di questo sentire
immediato, lucido e vero
come mi è apparso.

Le radici si quietano
poi si ritirano
come flusso
del mare
lasciando
alle spalle
l'eco di un'onda
conchiglie aperte
ed in fine silenzio
kinita/marcello plavier

Bimbe
Vi ricordo,
piccole
bimbe,
in abitini
giganti,
capelli
arruffati,
collier
di conchiglie
e scarpine
di fango.
Occhi neri
da grandi,
senza
i miei sogni
di fiabe bambine.

Per Bea
E se mi perdo
a soppesare le tue efelidi
a tratteggiare l'ovale
a sorbirne l'umido
con amore di mamma
con amore di figlia
ti penso tradita,
tesoro, da quel corpo
che in vita
crediamo sia casa
caldo rifugio
dei nostri pensieri
di amori vissuti,
sofferti e sognati,
dondolo e culla
dei ricordi più cari.

Ormai per te, anima bella,
altro non era
che fredda prigione,
recinto di aghi
catino ricolmo
di croste nere,
inganno dolente.
Quanta voglia di vivere
e quanto dolore
paura e coraggio
abbiamo tutti vissuto
con le tue parole.
Ci sei entrata nel cuore
col sangue, e piano
piano con l'anima
nell'anima per sempre.
Tinti Baldini e Kinita Vergnasco

Saluto
Salutarti ogni giorno
Dirti ciao, sorry
Con un sorry-so
In questo mondo
Sempre distante
Sempre più terzo

Ci si accalora
Solo per far audience
Per membri e vulve
Per interessi personali

Si vive di parole
Fiumi di parole
Quasi un’alluvione
Di giustificazioni
Utilizzando una infinità
Di frasi inutili

Mi chiedo
Dov’è finita la dignità

Allora mi ascolto
Nel mio silenzio melodico
Immergendomi nella profondità
Del nostro vivere
Quanto freddo intorno
Tu sola mi puoi riscaldare
Col tuo tenero
sorry-so
Kinita/marcello plavier

Guardarsi
Ad occhi chiusi,
con la pelle guardarsi
in silenzio
e sapere tutto di noi
come se fosse amore

Notturno
Mi ha raggiunto la sera,
piccola mia,
è tempo che i fiori
in veli e tetto di petali
richiudano i loro pensieri
fammi sdraiare al tuo fianco,
nella notte, in silenzio
guida i miei piedi di labbra
sui tuoi chiari sentieri
alla debole luce di stelle lampioni
perché il tempo è breve
nel pensiero notturno
ma insieme... è pace.
Maria cristina vergnasco /marcello plavier

Amore in extremis
Luna mi sento
stasera
e tu con me, papy
rotoli lento
in attesa che tutto accada.

Era notte
e in quel buio che tanto temevi
nella fiducia del nostro abbraccio
mollasti serena l'ormeggio
e il nostro stupore incredulo

Ti ricordo, mamy,
subito bella, tuo ultimo dono,
il tuo sorriso discreto
ci rassicurava
           mare calmo
cielo sereno

state tranquilli
è tutto finito
si viaggia in eterno
verso la pace

Spirito notturno
Il mio spirito ribelle
in piena agilità si libra
oltre il campo dell’etere stellare
lontano dall’ipocrisia

Sorvola placido picchi
e vallate
marine e foreste
di profonda immensità si avvale
per scuotere dalla vita
il peso di pene incombenti,
per planare su lande radiose
tappeto di fiori e laghi silenti.

Tenebroso e discreto,
s'insinua nei gorghi profondi
della speranza e del credo
scoprendo invece spietati duelli
eccitati dal sangue versato
da disumani fratelli

come estrema difesa
da questa trappola mortale
all'infernale contesto volta le spalle
e ripiega sconvolto
nella fortezza della mia anima ferita
maria cristina vergnasco/ Marcello Plavier

Crepuscolo
Nella corolla
di ponente,
cullata al latteo
vagito di stelle,
cerco rifugio
alle stanche certezze
guazzando al ruscello
della mia poesia.

Intingo di luce
la landa del sogno
e l'atona notte
sveste il suo buio.

Scordo boccioli
laceri e stinti,
su prati di rovi,
pensieri infranti
su specchi di cuori,
e in risa sfumate
di pallidi atti
la ribalta si perde.

E tu,
mia tana di tiglio,
accogli dubbi,
paure dell'anima
e mi consoli.
Rivivo tepori
che sanno
di guance
e il mio
sole sbiadito
colora di te
Kinita e Flv.

Come il vento
A tentoni, affrontando della vita
l'ennesimo brano, labirinto
melmoso di canali e sentieri,
brancolavo senza criterio,
quando, d'improvviso,
lei, farfalla di luce,
è apparsa.
Così, inaspettata,
nella mia sera.
Come fa il vento,
senza farsi annunciare.
Come fa il vento,
che passa, dando tormento
o sollievo
e poi si allontana
in un nuovo respiro.
Le ho sfiorato le ali,
lucenti ricami di regolite.
Incantata dalla sua scia,
variopinta e gioiosa,
come regalo di momenti lunari,
di mondi lontani,
l'avrei voluta, bella,
tutta per me,
ma, senza commiato,
come fa il vento,
che passa, dà tormento
ai pensieri
e fugge lontano, celandosi
dietro nuvole argento,
anche lei è svanita...
ed è già nostalgia.

Augurio
Mi ritrovo seduto con te,
ai margini d’una fonte,
le nostre mani, stropicci,
in abbraccio carnale
perchè oggi, amore,
non riusciamo parlare.

La mia età, ancora può
trascinarsi pensieri e
desideri innocenti e torbidi
di volere, la tua bellezza
m’incalza, il tuo corpo
bianca soffice lana
alla carezza mi si offre
aperto,

mi sento ubriaco,
declini vampe dei sensi,
che arrossano le tue gote,
accese da parole audaci.
È tormento che
strema le membra.

E’ festa per te, ma
ancora non riesce il sorriso,
pensando al tempo trascorso,
ma ritrovalo ora,
specchiandoti viva,
nelle braccia di chi
sai che ti ama.

Augurio, si dice,
augurio per me
rivolto al futuro
mia prima Dama.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco

Ritorno
Tutta la notte,
in riva al mare,
cuori alla deriva,
ho dormito con te;
dolce e selvaggia, danzavi leggera
tra mare e spiaggia, tra fuoco
e acqua.
Ho dormito con te,
i nostri sogni, groviglio
in terra di forti radici,
tu hai dormito con me,
le nostre canzoni,
lontane di lune,
di quando sirena, cercavi
calde correnti, dirette
al tuo drago possente
e cantavi nel sonno.

Al risveglio labbra su labbra,
sapori di mare, di alghe,
d'amore. Bacio, figlio d’Aurora,
appena giunto dal mare
in dono di pace.
Marcello Plavier/Maria Cristina Vergnasco

Aliti di vento
Il vento, certe sere si spande
tra vesti di donne felici, ma
in città non si sente la gioia
della sua carezza.

Penetra insolente fessure
e narici contratte,
i lampioni oscillanti,
disegnano movimenti di
ombre pensanti,
mentre odori acri,
miasmi da terra fumosa,
ci raggiungono e avvolgono.

Senza tempo si vive.
Solo il fruscio delle foglie
sui sassi, è musica
e colore di chiazze vermiglie.
E' trasporto sulle ali del vento
nel mistero del mondo.
maria cristina vergnasco/marcello plavier

Maddalena
Quest’isola, brulla e deserta,
cullata da mare stupendo,
sorprende
e apre il respiro
a mattine chiare e silenti.

Sulle sue rive, in attesa del sole,
il marinaio ormai vecchio,
tirando l'abitudine
del suo stanco carretto,
desta il giorno assonnato.

Un poco di pesce, raccolto
a fatica, saltella morendo,
nessuno ancora s’accorge
del suo passare

un ragazzo l’osserva,
non capisce
che il vecchio lavora,
sente solo la voce soffiare
“pesce fresco”, nel viale
che porta al villaggio

Il mare batte e ribatte
agli scogli;
una donna, una mamma, compra il pescato;
così, il vecchio riprende il carretto
e ritorna al suo abitare

Lo attende una sera più mite.
Con la pipa fra i denti,
compagna fedele.
Si rivede ragazzo,
in attesa del canto di nuove sirene.

Ma la notte, che il mare inghiotte,
con stelle stanche di tempo,
stanche di affanni,
riflette spume che a riva,
non hanno più pace,
e il vecchio rimbalza
nel ricordo di ieri,
come vampa nel suo cuore spento.
marcello plavier-Kinita M.C. Vergnasco

Stardust
No, non resterà
nelle loro mani,
aride e pettegole,
polvere di stelle
sarà
nei sogni veri
di poeti a venire.

Amore
fatto di niente
senza passato,
senza futuro.

Il presente,
sospeso sul nulla,
di piccole ore
rubate alla vita,
piccole ore
di pochi minuti,
minuti d’incanto
per un solo bacio
che vale più di una notte,
più di tutta una vita.

Rimorso o rimpianto,
ha già scelto per noi,
al bivio nel fiume,
il nostro sangue.

(a Claudio Pompi, con gratitudine)

Manone di fata
Inservibili scampoli
di canapa grezza,
i miei canovacci
nelle tue mani 

prendono il volo,
colombe animate
in piume di seta
dai mille colori.
 
Danno alla luce,
in galassie lontane,
stelle nascenti 
su diademi di spose
 
e preziosi ricami,
per veli d'amore,
in soffice neve
e cristalli San Gallo.
 
(dedicata al mio caro amico flv.)

Pietra
Pietra nata pietra
da collisione remota
di ignoti pianeti
oltre l’infinito
ti perdi
celando luci
ed ombre d'amore.

Pietra color della pietra
giunta a me inaspettata,
come offerta innocente,
nascondi alberi in fiore
svelando in segreto
notturno gioco
di nuove parole.

Pietra, pietra custode
di riposti ricordi
mi conduci ora in
oscure caverne
di passioni ed amori.

Lieve, come volo d’uccello
corro nell’aria
per raggiungerti pietra
ed insieme ridere, spargendo
intime gioie del tuo stesso colore.
marcello plavier  maria cristina vergnasco

Azzurro
Come mani aperte al cielo
di bambina addormentata,
in attesa del suo sogno,
che annuncia il tuo arrivo
nella mia fantasia.

Per raggiungere insieme
Con le ali del pensiero
mari splendidi e lontani.
Fate,maghi ci scorteranno
In pianeti sconosciuti.
Dove draghi sorridenti
Ci daranno il benvenuto.

Poi, chissà, fra tanti azzurri
e varianti di turchesi,
perderemo navigando
il senso vero del pensiero,
naufragando fra le onde
abbracciati ad un relitto
trascinato alla deriva.
marcello plavier maria cristina vergnasco

Ciliegio fiorito
Ciliegio fiorito,
giardino segreto,
labbra sospese
su occhi affamati
e mani assetate
delle tue mani,
della tua pelle
che profuma
e mi accende,
e di nuovo divampa
in torrente impetuoso,
che rompe il respiro,
che affronta dirupi
e sogna cascate,
alla luce del sole,
agli occhi del mondo.

Ma, dimmi,
quanto dista il futuro,
sarà brusco risveglio
o ancora rifugio,
calda neve di Maggio,
cristalli di fiore
che il sole non scioglie.

Acquisti inutili
Scarpe rosse col tacco,
le più belle in vetrina,
il tuo pacco alla cassa
solo un lampo di stelle.

Serviranno soltanto,
agli istanti specchiati
davanti ai tuoi occhi
per sognarti carina.

E mai sulla spiaggia
a scovare conchiglie
o planare su prati
a colorare farfalle.

A dischiudere l'occhio
del tuo amore piccino
entro in punta di ali
per non farmi sentire.
Cristina Vergnasco e Flv.

Escamotage
D'ogni storia
strappare,
se ancora duole,
solo l'ultimo foglio
amniotico figlio.
 
Dei rimanenti,
amori vissuti,
incanti di padre,
successi appaganti
formanti sconfitte
forgianti poesie,
restano gemme
da spolverare,
cantare la notte
riposare alla luce.
 
Al primo raggio
falle ruotare,
in frammenti
di specchi, vedrai 
la tua immagine, vedrai
la tua vita. 
 
Corolle fresche 
di nuove storie,
dipingono già
antichi cristalli,
merletti miniati
e tutte,
tutte hanno
senso e attingono
linfa
dal tuo avvenuto.
 
Stupefatto ed incerto,
sarai già entrato
in memoria futura,
nella pelle dell'uomo
che da adesso sarai,
quello di sempre,
solo poco più solo
di storie appassite,
solo poco più saggio
d'amori a venire..

Congedo
Assente sembianza,
di terreo granito,
anelli in aureola
di nuovi brizzoli.

Asciutti pensieri
su tronchi molli,
in parvenza di forza,
dissolvono sali
che ignote alchimie,
in alambicchi
strazianti,
tramutano
il cuore
in argilla disciolta.

Canzone amica
Questa nostra amicizia,
appare come raggio di luna
in un campo di grano,
è gioco di specchi
di lucciole nate
nel silenzio incantato,
come canzone d'estate.

Il tuo sguardo sereno
mi accompagna
nel gioco segreto
di dare e tenere
di svelare e velare.

E' dono raro
di reciproco ascolto,
di intimo incontro
di versi nascosti,
alla complice luna
di piccoli schermi,
nel timore e l'attesa
dell'incontro di voci,
di intima, vera,
stretta di mani.

Raggiungi il mio lago,
senza nuovi pudori.
Di sorriso vestita,
color viole odorose,
tu rubi il profumo
al gelsomino in fiore,
inebriando l‘intorno
col tuo tenue fragore.

Non fuggi lontana
temendo l’ardire,
del tuo svelare.
Abbracci l’intorno.
Ti tuffi felice nuotando
all’unisono
la nostra canzone.
Cristina Vergnasco _ marcello plavier

Attesa
Notte fonda,
nidi di passeri
coperti di sonno
e tu non appari
donna ideale
ornata di luna.

Nei loro sogni
di uomini soli
sei sempre nuova,
ti vedono dea
creatura immortale

Nelle cieche pupille
Dei loro tremori
Forse mèta di donna
Forse sogno a metà
marcello plavier-cristina vergnasco

Tesoro scomparso
Mi raccomando,bambine,
si viaggia leggeri,
e dopo trent'anni,
disarmando la nave,
nell'ultima stiva
hanno ancora trovato
una farfalla innevata,
in attesa paziente
di sbarcare a destino.


Home page  Lettura   Poeti del sito   Racconti   Narratori del sito   Antologia   Autori   Biografie  Guida   Metrica   Figure retoriche