Poesie di Nina Solimei


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Il libro del viandante
Prendiamo i nostri libri di foto
gli occhiali un pezzo di pane e partiamo
partiamo prima ancora che si alzi la notte
quando ancora il panno scuro del cielo
tiene al caldo silenziose le case
e silenziosi lievitano sogni
e tormenti

partiamo nel vento gelido
senza mappe e navigatori
d'altronde c'è solo una strada
hanno detto
per ognuno di noi
solo un passo da valicare
ma nessuno sa
dove si trova
Dovrai metterci tutto te stesso
hanno detto
anche se è uno solo il compagno
che dovrai aspettare
perché resterà indietro
ti toccherà cercarlo nella folla di gente
che insieme a te si è svegliata
una di queste notti
e si è messa in cammino
l'avete visto chiederai
è scomparso dirai
ha gli occhi celesti
spiegherai ingannando te e gli altri
tu che eri sempre davanti a tutti
resterai indietro a cercarlo
e sarai solo e sarai sperso
e sarà così
alla fine
molto molto alla fine
di tutto
che ti troverai.
Solo e disperso.
Senza cercare più niente.

Così allora ti troverà.

di quanto coraggio si sono armate
le mie braccia, di quante corazze
mi sono dovuta spogliare
e tutti i boschi di amianto e i roghi e le guerre
che ho lasciato alle spalle
combattendo demoni e aguzzini
e tutte le viscide legioni della paura
nelle più oscure prigioni
del male
E quante pietre
legate con spago ad un sogno
lanciate lungo le vie del cielo
e bombe carta e razzi e disperazioni
incrinate di muco e sangue
scavando cunicoli inseguendo ossessioni

quanta fatica per lacerarmi la pelle
appena dietro le scapole e lì cucirmi un paio di ali
fatte solo di plastica e latta
e poi lanciarmi nel vuoto

sai quante guerre le miei mani hanno combattuto
prima di poterti stringere a me?

Il mondo ha pareti troppo sottili.
Troppo fragili le onde del mare.
Amore mio

27 gennaio

Toccami più e più a fondo
Toccami con i tuoi occhi con le parole
Toccami con mani che sanno di vento
Toccami là dove fa più male più a fondo
Ancora più a fondo
Tocca l'oscuro demone che sogghigna
Tocca in me l'angelo dalle grandi ali incrostate
Di sale e fango
Tocca i meli e le perle e il corallo
Tocca il midollo della paura
Risalendo ad una ad una le vertebre
E i vetri smaltati e gli incensi
Strappa il rotolo delle preghiere
E i veli dell'apparenza e i damaschi e gli inganni
E toccami ancora più a fondo della notte e del gelo
Finché là tra le campagne innevate
Sentiremo solo
Lo zucchero dei nostri sogni
Vibrare piano e profondo

Politeia
Tazzine bicchieri piattini…
quando io e te giocavamo
a fare le signore
ai nostri the invitando
bambole e gatti e divi del cinema
e principesse e fatine
e avventurieri dispersi
in foreste incantate
mentre alzavamo
il mignolo appena
nel sollevare la chicchera

sapevamo forse, amico mio
inossidabile Platone,
sapevamo allora come
piattini bicchieri tazzine
in fila appesi
insieme a desideri e preghiere
e amori e dolori
tutti in fila sospesi
sopra un insondabile abisso
e tutto il tintinnare
leggero di chiacchiere
stoviglie e sogni

sapevamo forse
che solo questo era in fondo
la vita?

Giuditta
"Traditrice puttana immonda troia"
Mi urlò dietro una donna disperata
Mentre lasciavo la città assediata
"Va a farti fotter cagna da quel boia"

Gridò un soldato dalla feritoia.
E io di fiori e di perle inghirlandata
col cuore gonfio e la veste profumata
come una bestia andavo al mattatoio.

Sapevo come si uccide un agnello
sapevo come un uomo si seduce
avevo visto la fame: c'è altro?

Così indossando il sorriso più scaltro,
m'infilai dentro la tenda del duce
nemico. In mano tenevo il coltello.

Salomé
E quando Salomè l'ultimo velo
Lasciò cadere, e come uno smeraldo
Brillò il giovane ventre, un vento caldo
Si levò nella sala. E dopo il gelo.

Sognava intanto un oscuro vangelo
Nella sua cella segreta l'araldo
E il re brindava ignaro e spavaldo
che alle porte premeva lo sfacelo

"Dormi mio caro, sì dormi Jokanaan
Verrà la notte verrà anche il mattino
Ho sulle labbra odore di sangue

Verrà la pioggia e io e te a Canaan
Berremo l'acqua trasformata in vino
E io sarò la sposa e tu il mio sangue"

Navigando
Dinanzi un'unghia sottile di luna
Appesa al pendolo di Espere Espere
Dietro il vuoto

Così solitaria veleggio
per mari ignoti
su questa nave
dove in tante casse diverse
ho stipato
i miei cinquant'anni
stupiti d'essere stati
stremati d'aver tanto volato
straniti e stranieri sempre

E già immagino gli occhi tondi
e indolenti dei pesci attorno
alle urne acquari di tutte le creature
marine e celesti e maligne
e allegre che in altre epoche
e mondi
io sono stata
e l'abbraccio pigro e lento
delle alghe immagino

Intanto vado
inseguendo un'unghia sottile
e Venere Venere
ancora e sempre
fino alla morte dei secoli
in saeculis saeculorum
tu mia unica guida
mia unica dea
invoco

I vecchi e i giovani
Corrono i giorni
Incontro all'ignoto
Come corrono i giovani
Incontro all'amore

Scorrono i cieli
E nuvole inventano
Incontro alla terra

Percorrono terre
Incontrano amori
Misurano i cieli
I giovani

Stanno in silenzio
Come stanno le chiese
Le candele accese
Nel buio i vecchi

Si muovono piano
Dai ricordi rincorsi
Di come un tempo

Correvano giovani
Correvano i giorni
Incontro all'amore

Di madre in figlia
Mia nonna cuciva
Vestiti giacche camicie
Di seta e sangallo
Per sé per i figli e i nipoti

E fiorivano intanto primavere
Incantate e gli inverni
Appendevano cristalli
Ai vetri e ai doccioni

Mia mamma imbastiva
Chiacchere e miele
Con le amiche in salotto
Tra gli argenti e gli stucchi
Su immacolati tappeti

E nascevano mondi
Sbocciavano amori
Tra una poltrona e un divano
Una stagione e l'altra

Io ritaglio parole
Confeziono vestiti
Fatti di inchiostro e illusione
Per chiunque voglia
Sognare

E intanto guardo le primavere
Fiorire in mano ai miei figli
Gli inverni accendere
Desideri sferzanti
E piovere giorni
incantati e segreti

Geometrie del ricamo
Il filo azzurro per segnare il cielo
il filo verde per dire la terra:
e per un unire un lato al parallelo
prendiamo il sangue, l'amore, la guerra:
un bel gomitolo di filo rosso.

Stria Histrionica
Ho preso un filo sottile di seta
Ago e ditale di lucido argento
E in una notte inquieta di vento,
Mentre in cielo correva la cometa,

Con la pazienza folle di un asceta
Punto per punto ho cucito il violento
Giallo dei giorni sul torbido e lento
Velluto della mia veste segreta.

Così in città nelle notti abissali
Quando l'insonnia s'aggira rabbiosa
E le paure s'annidano in stuolo

Di questa mia veste dispiego le ali:
Allora il buio si squarcia e ogni cosa
Insieme a me lieve si leva in volo.

Ballerine ghiacciate
belle e insensate ragazze
con tutta una vita davanti
e non sapete che farvene
così al vento ne gettate
i coriandoli

ragazze che a piedi nudi
nelle ballerine ghiacciate
camminate impavide
sui filamenti sottili
che l'amore tende
tra un abisso
e l'altro spietato
e gli occhi allungate
al più lontano orizzonte
pronte a sfondare
il fondale di vetro
e a gettarvi di sotto
in un vortice
di sfavillanti swarovski

belle e e insensate ragazze
pazze d'amore

da un asteroide in fuga
dalle galassie gelate
dai paradisi perduti
degli antichi amanti
vi scrivo per dirvi
come persino il cielo
si è incurvato
attorno alla terra
da tanto è bella

e ogni notte in platea
è la curva delle vostre caviglie
che le stelle vagheggiano

è alla vostra sboccata
e tenera grazia
belle e insensate figlie
che da sempre
s'inchinano i mondi

e pazienza allora
se la vita
è così assurda insensata,
ragazze

Music chamber
Ai piedi avrò scarpini di cristallo
al collo perle e diamanti
orecchini a pendente scintillanti
sulle spalle lo scialle in chiffon giallo

così per la serata del gran ballo
sceglierò tra i sorrisi più abbaglianti
ma sotto ai neri lunghissimi guanti
nasconderò le armi dello sballo:

ecstasy coca la bella maria
vodka ghiacciata e un po' di ziklon B
insieme alla cicuta cara a Socrate

agiterai nel mixer, o mio Ippocrate,
poi aprirai le danze affinché
tutto in breve si compia. E così sia

Così perfetti
così perfetti
saremo allora
capelli peli eliminati
ogni impurità lavata
via dalle acque dell'Ade
ogni sforzo ogni traccia
di sporco
pulito
le ossa sfregate
suoneranno al vento
un vuoto lamento
e più nessun fiore
e nessun dolore
nessuna fame
germoglierà
mai più
lungo le vertebre

perfetti
e finiti saremo
per sempre

Il tempo segreto
Il tempo segreto
che io e te custodiamo
nella credenza in cucina
fra il bricco del latte
le zollette di zucchero
vicino alla latta
dei biscotti danesi
nel ripiano dove in silenzio
le porcellane bianche smaltate
le tazze da the giapponesi
stanno assieme
alle chiacchiere allegre
al tintinnio delle storie
che nell'aria si sciolgono lievi

Solo tu e io lo sappiamo
dov'è nascosto
il tempo segreto
quello che si apre leggero
e ha polvere d'oro
ali azzurre
di carta velina
occhi di nebbia
e sa di zucchero e miele
e si guarda intorno stupito
mentre io e te lo afferriamo
con dita impalpabili
ne infiliamo la polvere
nelle bustine del lievito

Il tempo segreto che sa di torte
d'infanzia di giochi
di lunghe risate
e odora di polline e vento
vola via forse ritorna
è qui accanto
forse

Per Holly

Ci sono giorni
Ci sono giorni che ci vuole tutta
la nostra ferma dolcezza, la forza
intera dell'umana debolezza,
l'umiltà, la pazienza, i polpastrelli
feriti da settanta volte sette
trafitture di spilli,

ali di libellula
e calli da minatore
ci vogliono in quei giorni
che brutali schiamazzano
sotto le nostre finestre
annunciando l'arrivo
di chi affila i coltelli
l'odore del grembiule imbrattato
e i rituali segreti
di violente iniziazioni

ci sono giorni che dobbiamo imparare di nuovo
come si fa a diventare erba
e bere la pioggia
e cantare in silenzio
e avere fame ed essere sazi

ci sono giorni che con un piccolo pugnale d'argento
dobbiamo incidere un arco
appena sotto al seno sinistro
e lasciare che il cuore
versi il suo sangue
nell'ampolla
del vino

ci sono giorni che vogliamo soffrire
non volendo soffrire
ci sono giorni
appena prima di sera
che vorremmo essere morti
e mai vorremmo morire

ci sono giorni che passano
ferite che restano
e il sangue scorre
nel tempo
ci sono giorni
che non si possono vivere
eppure si vivono

Teatro mondano
Bisognava mangiare di nascosto

Girati a spalle curve, come ebrei in fuga
per non essere scoperti da te,
che sempre immancabilmente
ci scoprivi e venivi
con tutta la rabbia
dell'ingiustizia patita
con tutta la veemenza
del diritto leso,
con tutta l'offesa
dell'affetto tradito
venivi a reclamare la tua parte

Non potevamo addentare un frutto,
uno spicchio d'arancia,
una fetta di mela
senza essere trafitti
dal tuo abbaio acuto insistente ossessivo
non potevamo mai
finire un pranzo e una cena
senza l'ossessione
insopportabile
dei tuoi stridori
sempre venivi reclamando
la tua parte

E ora che le Moire orrende
a te per primo
hanno dato la parte
non c'è frutto ora a cui non manchi
il suo sapore segreto

Collane
Farò per te collane di parole
Infilerò grani d'oro e d'incenso
Con perle e gemme dal colore intenso,
Metterò in rima la luna ed il sole

Il cuore e il ghiaccio, i gigli e le pistole,
Le schegge d'odio con l'amore immenso,
In mezzo a tante cose senza senso,
E annoderò tutto con rose e viole.

Farò per te collane di versi
Accordando le gioie coi dolori
E il rimpianto di tutti i giorni persi,

Mescolerò i profumi ed i colori,
Le piogge e le stagioni e i cieli tersi
E dei tuoi occhi narrerò i bagliori.

Stagioni
Le stagioni: che c'è di più struggente
Del loro inesorabile trapasso?
Così la primavera cede il passo
Al caldo dell'estate nelle lente
Sere di giugno e a settembre già si sente
L'arrivo dell'inverno al contrapasso
Della notte sul giorno, mentre basso
E opaco il sole scivola a ponente.

Poi a dicembre scende al buio il mondo.

Ma nel buio è la luce, nella fine
L'inizio e mai come nel più profondo
Abisso, morte e vita son vicine.

Questo morendo insegna ogni stagione.
Questa, la nostra terrena perfezione.



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