Poesie di Donato D'Addosio
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Un Dio - Un uomo Invano i miei occhi ti chiedono, Dio delle genti d'occidente ed insonni cercano fra le nubi un tuo segno un messaggio eppure t'invocano come puro monito alle facezie umane ma non vedono la tua gloria solo il terrore delle fiamme. Ordina la mente senza te le leggi morali dell'essere uomo e rifugge dai concreti ministri amanti delle terrene cose mentre dal tuo trono d'argento ed oro fra fiumi di mirra siedi, dimentico dei mali del mondo, sereno lo sguardo, pace in cuore, lontano dai cimenti della vita. A noi mortali l'eterna lotta tra il bene cercato invano ed il male che le azioni guida; a noi la scelta, a noi l'errore; e tu sorridi del nostro correre, del ritmico frenetico del tempo che monotono imponi da sempre a regolare lento l'insensato affannarsi per futili manie. Il benessere della vita terrena incute terrore ai tuoi altari, l'amicizia profana dell'intelletto nuove strade percorre senza tregua verso risposte da te lontane. A che serve dominare un mondo dove pochi ti riconoscono re e tanti senz'affetto t'implorano? E tu dove ti nascondi, o Dio? Dove posi i tuoi eterni pensieri? A che volgere il passo incerto del bimbo che ancora ti segue senza l'assillo della ragione? E tu ancora taci, o uomo, che insensata sinceritΰ non piω nutri per le sue leggi? Ed io come vivere, o Dio? Rivolgere sempre al cielo occhi fiduciosi in cerca d'un segno? Pregare come vuole la tradizione o credere in te come tu chiedi? Ed intanto la Ragione guida la mente verso confini dove il tuo volto θ lontano. All'orizzonte solo ciς che piace, θ vero! Solo quel che giova. .. Poi nel bisogno anch'io mi segno e ti invoco come mio sovrano da ipocrita! da uomo! |